Come se potessi non mentire

di Tera_Saki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 Le caramelle ***
Capitolo 2: *** Trasformazioni ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 Le caramelle ***


Nella stanza risuinavano i coninui ticchettii della tastiera. Il compiuter su cui trascriveva e lavorava era diventato ormai bollente. Il rintocco dei tasti si interruppe per una frazione di secondo quando la bambina asciugò una goccia di sudore che le colava dalla fronte.

Forza, ormai manca poco.

Riprese a controllare ogni singola sfaccettatura di quel documento per accertarsi che non vi fossero errori.

L'orologio risuonò per quattro volte. Forse quel giorno non sarebbe andata a scuola. Il suo lavoro stava per essere ultimato, mancava così poco. Il Dottor Agasa dormiva beatamente nella sua stanza e sebbene ci fosse un intero piano a dividerli la piccola scenziata sentiva a tratti il tremendo russare, erano ore che andava avanti così e non accennava a smettere.

La sua concentrazione comunque non ne risentiva più di tanto, ormai ci era abituata. Questo lavoro la stava distruggendo, sapeva di essere vicina alla soluzione e per questo non voleva arrendersi.

Improvvisamente le venne un'idea, forse questa era la volta buona. Digitò qualche tasto e sul computer comparvero alcuni valori. Sospirò sollevata. In teoria tutto bene, doveva solo più accertarsi della gravità di un possibile effetto collaterale.

 

L'orologio al suo polso segnava le cinque e venti, una bella dormita adesso non poteva togliergliela nessuno, tantomeno dopo il lavoro appena ultimato.

Spense tutto e salì le scale, la stanza era deserta e nella penombra non si vedeva quasi niente. Posò le caramelle che aveva in mano su uno scaffale della cucina certa che nessuno le avrebbe prese.

Erano di vitale importanza. O perlomeno, lo erano per un certo detective di sua conoscenza.

Si diresse nella sua stanza, il farmaco era al sicuro, il grande detective Shinichi Kudo non si sarebbe mai immaginato che la sua salvezza dipendesse da qualche piccola innocua caramella. Non lo avrebbe nemmeno sfiorato l'idea, casomai avrebbe classificato i dolci solamente per quello che erano, banalissimi ed insignificanti dolci.

Certamente non l'antidoto che lo avrebbe fatto tornare un adulto.

--_--_--_--_--

-Wow, che forza!!!! Ragazzi, venite a vedere cosa ho trovato!-

-Non le toccare Genta, non siamo venuti qui per ingozzarci di dolci-

-Ma Mitsuhiko! sembrano davvero buone!!!!-

-Genta! Mythsuiko ha ragione! Non siamo venuti qui per mangiare caramelle-

-Uffi, però, non è giusto!!!-

Sconsolato, si affrettò a raggiungere i suoi amici gettando un'ultima disperata occhiata di desiderio alle caramelle sul ripiano della cucina.

-Secodo voi Ai starà davvero male?- chiese Genta un po' dubbioso.

-Certo che sì!- rispose prontamente Mitsuhiko -non ha mai saltato un giorno che non fosse per colpa delle malattie, perchè dovrebbe farlo adesso? Non salterebbe mai la scuola di proposito- continuò convintissimo.

-Già!- si intromise Ayumi -E poi ce lo ha detto Conan che non si sentiva tanto bene, e Conan non ci mentirebbe mai!- aggiunse con fervore.

-Ok, ok, non vi arrabbiate! Era solo una domanda.- si sentì un rumore come di un gorgoglio. Genta si afferrò la pancia -Io però ho fame!!!-

Ayumi e Mitsuhiko lo guardarono spazientiti -Mangerai dopo- -Adesso datti un contegno-

Genta sospirò pesantemente e seguì i suoi amici.

 

 

-Ecco, cosa ti avevo detto? È molto stanca e non se l'è sentita di venire a scuola- scoccò all'amico un'occhiata penetrante -Stava sul serio male-

-Bhe, tecnicamente aveva solo un po' di sonno, la mia mamma mi obbliga ad andare a scuola anche quando muoio di fame!-

-A proposito, quali erano le caramelle a cui ti riferivi prima? Il Dottor Agasa non ne sapeva nulla quando glie lo hai chiesto-

-Infatti. È proprio strano-

-Magari non se le ricordava perchè è molto distratto-

Genta portò i suoi amici in cucina e una volta che si furono seduti tutti prese le caramelle dallo scaffale su cui erano riposate e ne distribuì una ciascuno.

-Ma siete sicuri che possiamo mangiarle?- chiese esitante Ayumi.

-Certo che sì, perchè non potremmo?- rispose Genta.

-Bhe, forse il Dottore non ci ha detto niente proprio perchè non voleva che le manggiassimo- riflettè Mitsuhiko.

-Non dovremmo chiedere a Conan?- propose Ayumi ai due.

-E perchè scusa? Non stiamo mica facendo niente di male!- rispose Genta infervorito.

-Però almeno apettiamo che ci raggiunga- disse Mitsuhiko.

-No! È lui che non è voluto venire con noi, evidentemente aveva cose più importanti da fare- ribattè Genta.

-Ok, però...-

-Che c'è? Hai paura che ci scoprano? O non ti fidi a mangiarle senza il permesso di Conan?-

-Non è quello..-

-Fate come volete! Io me le mangio e se voi non le volete mi prendo anche le vostre!-

-Io la mangio- disse ad un tratto Ayumi.

-Io pure!- disse Genta -E tu cosa fai Mitsuhiko? La vuoi o no?-

-Non so... non mi convince-

-Sono solo caramelle!- disse Ayumi

-Allora ci stai?- chiese spazientito Genta.

Il diretto interessato guardò prima Genta poi la caramella, poi Ayumi poi di nuovo la caramella -Ma sì, in fondo...- riflettè -...che male vuoi che faccia?-

E nello stesso istante tutti e tre i Giovani Detective ingoiarino il farmaco speciale creato da Ai, senza sapere che avrebbe sconvolto per sempre le loro esistenze.

--_--_--_--_--

Maledetto Kudo, lui e la sua impazienza.

L'aveva stressata tanto per avere delle pillole e adesso non stava più nella pelle.

Lei di certo non sarebbe stata ad assistere alle sue follie, aveva bisogno di riposo. Senza contare che i marmocchi di sotto stavano facendo un baccano tremendo, chissà a cosa stavano giocando. Sopirò per l'ennesima volta. Gli serviva un tranquillante o sarebbe impazzita.

Riprese a parlare portandosi il cellulare all'orecchio -Sì, è pronto, e prima che tu me lo chieda sì, ne ho un paio. Stavolta ho deciso di farle diversamente, vediamo se riesci ad indovinare?-

Dall'altra parte della cornetta il suo interlocutore si lamentò sonoramente -E dai! Per favore!-

-Ti arrendi?- chiese beffarda lei.

-Certo che no! Almeno dammi un indizio!-

-E va bene... cosa vuoi sapere?-

-Che aspetto hanno?-

-Sono blu e gialle-

-E dove si trovano?-

Sospirò -E secondo te?-

-Ok, domanda stupida- almeno lo aveva ammesso... -Sono lì tra cinque minuti!-

-Non montarti troppo la testa Kudo, sai che non sono definitive, dureranno al massimo tre giorni a voler essere ottimisti- pausa -probabilmente meno-

-Non importa! Non vedo l'ora di...-

-Sì, sì, certo.- lo interruppe -Grazie ma non voglio sapere tutti i dettagli-

Si sentì una risata soffocata -Grazie di cuore Haibara-

-Adesso però non essere sdolcinato-

--_--_--_--_--

-Mmmm...non è che siano poi così tanto buone-

-Non ti lamentare Genta! Hai insistito tu per mangiarle!-

-Lo so ma... beh, avevano davvero uno strano sapore-

-In effetti non è che fossero buonissime...-

-Ben detto Ayumi-

-Ma insomma ragazzi!-

-E adesso cos'hai da lamentarti?-

-Ma a te sono piaciute Mitsuhiko?-

-... non tanto ma...-

-Appunto!-

-È solo che...-

-Uffi, però, e io che mi aspettavo delle caramelle buonissime superzuccherate!-

-Sei sempre il solito Genta-

-In fondo non erano tanto male, no?-

-Stai scherzando spero!-

-Non crederai sul serio che...-

TUM!

-Ahh!!!-

-Ahi!!!-

-Che dolore!!!

TUM!

-Ma cosa...?-

-Che male!-

-Ma cosa è stato?-

-È colpa delle caramelle!-

-Io lo avevo detto di non mangiarle!-

-Non dite assurdità! Come possono delle caramelle...-

TUM!

-Che dolore!-

-Non ce la faccio più!-

-Che cosa sta succedendo?-

TUM!

-I-io vado in bagno..- gemette Ayumi.

-Io i-in camera...- ansimò Mitsuhiko.

-A-anche io...- balbettò Genta.

TUM!

Ayumi si rifugiò in bagno, Grnta e Mitsuhiko nella camera del Dottor Agasa.

TUM!

Ai sonnecchiava nella sua stanza ma ben presto fu destata dallo straziante urlo di dolore che riempì la casa.

TUM!

I tre bambini avevano urlato talmente forte da essere giunto probabilmente alle orecchie dell'intero vicinato.

 

Il secondo urlo che risuonò pochi istanti dopo fu non tanto di dolore ma più che altro di spavento, incredulità, sgomento e... orrore.

 

 

ANGOLO AUTRICE

Un'idea strana e senza il minimo senso ma spero che vi piaccia.

Fatemi sapere cosa ne pensate, se ci sono degli errori, se trovate che qualcosa debba essere cambiato... non so. Qualsiasi cosa.

Al prossimo capitolo (spero).

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Capitolo 2
*** Trasformazioni ***


CAP. 2

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!-

-AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!-

-AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!-

 

Ai si preoccupò non poco qiando sentì le grida disumane dei tre Giovani Detective. Ma cosa accidenti stava succedendo? Non erano forse scesi per giocare con qualche nuova invenzione del Dottor Agasa? Forse si erano fatti male... o forse...

Si precipitò fuori dalla stanza ma bastarono appena tre passi e si ritrovò carponi per terra. Stupido capogiro.

--_--_--_--_--

Ayumi guardava basita il riflesso che lo specchio le stava mostrando, c'era qualcosa di sbagliato perchè la persona riflessa non poteva essere lei. Le somigliava molto però.

Dopo le fitte lancinanti si era chiusa in bagno e dopo l'ultima dolorosissima fitta era tutto passato, si era alzata con la strana sensazione che ci fosse qualcosa fuori posto, poi lo aveva visto. Ma certo! Il lavandino si era spostato, o meglio si era abbassato, era convinta che fosse molto più alto. Prima ci arrivava a malapena, adesso invece... ehi, aspetta. Non solo il lavandino era diventato più piccolo, ma anche il resto della stanza, le finestre, gli asciugamani, il mobiletto, la porta.

Alzò una mano per raggiungere la porta ma... la sua mano si era ingrandita! No, impossibile.

Si alzò in piedi e la stanza le apparve ancora più piccola, strano, prima invece era tutto così grande. Anche lei era diversa, era molto più alta di quanto dovrebbe.

A fatica si avvicinò allo specchio e vi studiò il riflesso, si girò un attimo per guardare indietro e si voltò nuovamente verso lo specchio. Mo, non poteva essere lei. Eppure non c'era nessun altro nella stanza. Forse era un fantasma! Fu assalita da un'ondata di panico e scattò indietro, con la coda dell'occhio vide il riflesso fare altrettanto. Impallidì.

Aspetta un attimo... si avvicinò con cautela allo specchio e vi appoggiò una mano sopra, guardò anche lei e... oh dio! Il riflesso! Il riflesso la stava imitando con un espressione di sconcerto sul volto.

Ma... Ma questo... questo voleva dire che... che..

Sullo specchio la mano si ritrasse e la piccola guardò il proprio riflesso con orrore.

... che la figura nello specchio era lei.

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!-

--_--_--_--_--

-Ciao Ran! Ci vediamo dopo, vado dal Dottor Agasa!-

-Aspetta Conan...!-

Conan si precipitò giù dalle scale dell'agenzia e una volta arrivato in strada cominciò a correre cercando di fare il più in fretta possibile.

Ancora non riusciva a crederci, tre giorni! Sarebbe stato fantastico avere tre giorni a disposizione come Shinichi Kudo certo, Ai aveva detto che tre era il limite massimo e prerbabilmente non sarebbero durate così tanto ma lui era ottimista.

-Ehi, attento a dove vai!-

-Mi scusi!- gridò il bambino senza fermarsi.

-Tks! I giovani d'oggi...-

Mamma mia che permaloso! Si voltò per guardare un'ultima volta il signore ma restò pietrificato. Cappello nero in tinta con il cappotto, sigaretta in bocca e sguardo perforante, al suo fiaco un'Audi nera e ben tenuta faceva sfoggio di sè. L'uomo fece un cenno al conducente, salì in auto e...

-EHI! RAGAZZINO SPOSTATI!!!-

Si sentì tirare indietro da qualcuno e nello stesso istante una folata d'aria lo investì mentre un camion di trasporto merci gli passsava davanti strombettando.

Quando il camion fu passato la macchina nera era sparita.

-Tutto bene piccolo?- gli domandò l'uomo che lo aveva salvato.

-Certamente, grazie mille signore!- disse con la voce da bambino innocente più credibile che gli riuscì.

Lo sconosciuto lo osservò ancora per qualche istante poi annuì. -Molto bene. Ma la prossima volta però fai più attenzione, intesi?-

-Ma certo!- esclamò con eccessivo entusiasmo annuendo -Grazie ancora!-

L'uomo lo salutò poi se ne andò, intanto Conan ripensò all'uomo vestito di nero. Se l'Organizzazione si trovava lì a Tokio forse non era una buona idea ritornare ad essere il detective liceale. Forse però non erano neanche loro e lui si lasciava suggestionare per ogni minima auto nera che vedeva. Sospirò affranto, era troppo paranoico, non doveva farsi tutti questi complessi. Avrebbe preso quell'antidoto, sarebbe finalmente tornato ad essere Shinichi Kudo e avrebbe raccontato anche tutto a Ran.

La casa del Dottore si vedeva in lontananza, le pillole erano già praticamente nelle sue mani.

--_--_--_--_--

Genta non osava muoversi, di fronte a lui, dove qualche secondo prima stava Mithsuiko c'era un alieno. Sì, era per forza un alieno perchè solo gli alieni appaiono dal nulla per spaventare la gente.

Iniziò a indietreggiare lentamente ma sentì che c'era qualcosa che non andava. Sbattè il ginocchio contro la testiera del letto chidendosi distrattamente perchè accidento fosse così basso. Non ebbe il tempo di trovare una risposta perchè si immobilizzò dalla paura. Al rumore del letto che strisciava contro il pavimento l'essere di fronte a lui alzò lo sguardo e rimase anch'esso pietrificato. Ecco, doveva immaginarlo, l'alieno adesso si sarebbe trasformato in un mostruoso essere verde e viscido e gli avrebbe mangiato il cervello. Il solo pensiero lo fece rabbrividire e tremare come una foglia.

 

Mithsuiko era frastornato, ricordava di aver sentito unn lancinante dolore al petto, si era addirittura accasciato a terra per il dolore. Poi era tutto confuso e strano, il suo corpo aveva bruciato come non mai e alla fine il dolore era cessato. Avvertiva qualcosa di strano però, il comodino sul quale era appoggiato se lo ricordava decisamente più alto. Ma che strano, dove erano finiti poi i suoi vestiti?

Un rumore improvviso lo fece voltare, quello che vide lo paralizzò completamente dalla paura. Di fronte a lui si ergeva un omone grande e grosso con un'espressione cattiva e antipatica sul volto. Chi era? Un ladro? Un assassino? Un rapitore?

Una grandissima paura lo assalì, era venuto lì per ammazzarlo!

Il corpo dell'omone fu scosso da tremori come se stesse ridendo. Ma certo, se la rideva perchè sapeva di non avere problemi contro un bambino, ma dove accidenti era finito Genta? Era convinto che si trovasse di fronte a lui. Peccato che di fronte a lui si trovasse l'omone minaccioso, povero Genta! Era già stato catturato e adesso toccava a lui!

Chissà però, magari poteva ancora scappare, lanciò un'occhiata alla porta e fece per scattare.

 

Genta era terrorizzato. E adesso? Come poteva scappare? Di sicuro l'alieno aveva già mangiato il cervello di Mithsuiko, poverino! Adesso però doveva scappare, la porta... buttò un'occhiata all'uscita e vide l'alieno fare altrettanto. Ma perchè? Perchè a lui? Perchè l'alieno doveva accorgersi proprio adesso della sua intenzione di fuggire? Tanto valeva tentate no?

Si buttò contro la porta proprio mentre l'alieno lo faceva. Si scontrtarono e si ritrovarono l'uno di fronte all'altro. Si osservarono qualche istante entrambi troppo spaventati per osare muoversi. Si guardarono. Inorridirono. Indietreggiarono di colpo. Urlarono.

 

L'assassino!

 

L'alieno!

 

-AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!-

-AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!-

--_--_--_--_--

Le sedie sul tavolo erano spostate, il televisore acceso ma la cucina era deserta, così come la sala e il cortile, Ai aveva cercato d'appertutto ma nonostante le urla dei tre bambini non era ancora riuscita a trovarli, eppure era sicura che si trovassero ancora in casa.

Sentì distintamente dei rumori provenire dal bagno ma non andò a controllare chi fosse, la sua attenzione era stata catturata da qualcosa che si trovava sopra uno scaffale della cucina, o meglio da qualcosa che non si trovava su quel ripiano.

Controllò meglio ma non trovò nulla, perlustrò tutta la cucina e la sala ma niente.

Guardò nuovamente le sedie spostate e la televisione accesa, ripensò all'urlo straziante di qualche minuto fa e ai rumori in bagno. Impallidì sperando con tutta se stessa di sbagliarsi.

-Ehi Ai! Allora, dove sono le pillole?-

Conan spuntò sorridente dietro alle sue spalle, notando la sua faccia sconvolta però si fece subito serio. -Cosa è successo?-

 

-COSA??!-

-Abbassa la voce!-

-Stai scherzando spero!-

-E ti pare che scherzerei su argomenti del genere?-

-Veramente..-

-Non è uno scherzo razza di idiota!-

Pausa.

Sospiro.

-Va bene, spero solo che non se le siano mangiate a questo punto anche se... con Genta...-

-Le avranno sicuramente mangiate, quello che non so sono gli effetti che possano avere sui loro corpi, a giudicare dalle urla forse la quantità di veleno contenuta nell'antidoto gli è stata fatale, se non lo è stata direi che gli rimane ben poco tempo prima che i loro corpi vengano polverizzati o...-

-AI! Ma ti sembrano cose da dire?!-

-Stavo solo valutando le possibili ipotesi...-

-Sadica-

-Realista direi-

-Comunque sia, dovevi per forza fare l'antidoto sotto forma di caramelle?-

-Scusami tanto, sai, ma per lo meno se qualcuno le avesse trovate sarebbero state pressochè insospettabili-

-Ma proprio caramelle?-

-Certamente non avevo previsto l'eventualità che i bambini le mangiassero...-

Un altro sospiro.

-Forza, dai, andiamo a cercarli-

-Ho sentito dei rumori in bagno-

-Perfetto! Spero solo che stiano bene...-

-Non credo-

-Forse non hanno niente, però...-

-Improbabile-

-Magari il veleno non gli ha fatto troppo male...-

-Impossibile-

-Ci sarà pure qualche speranza, no?-

-Ne dubito-

-Allegria portami via-

-Cos'hai detto scusa?-

-Niente, niente-

-Bene, muoviamoci-

--_--_--_--_--

I vestiti che aveva trovato le stavano abbastanza bene, erano abbigliamenti da donna e non aveva idea di cosa ci facessero nel bagno del Dottor Agasa ma sinceramente adesso non le importava. Almeno aveva trovato qualcosa da mettersi, i suoi vestiti non li aveva più trovati.

Aveva indosso una semplice camicetta bianca e un paio di jeans. Ormai erano circa venti minuti che era rinchiusa in quel bagno, si chiese se per caso a Genta e Mithsuiko fosse successa la stessa cosa che era capitata a lei.

Non che sapesse definire cosa le era successo. Tutto quel che sapeva era che il suo corpo era cambiato, o lei era entrata nel corpo di qualcun altro. Voleva chiedere aiuto alla mamma ma non poteva uscire. E poi neanche l'avrebbe riconosciuta.

Sperò che almeno Conan avrebbe saputo cosa fare. Sempre se le avesse creduto.

Ma certo, Conan aveva sempre la soluzione giusta.

Si fidava di lui, l'avrebbe salvata.

--_--_--_--_--

Genta aveva frettolosamente indossato alcuni vestiti che dovevano essere del Dottor Agasa. Erano molto piccoli rispetto a come se li ricordava ma almeno gli andavano. In effetti tutta la stanza era più piccola, questo non era tanto normale.

Era tutta colpa dell'alieno! Aveva fatto un incantesimo con i suoi superpoteri e adesso tutto si era rimpicciolito. Fortuna che adesso se n'era andato. Anche se 'andato' non era esattamente quello che era successo.

Sperò che qualcuno avesse sentito le urla o avesse visto l'alieno entrare in casa.

Qualcuno doveva pur esserci, no? Sperò soltanto che si sbrigassero a salvarlo da lì, ormai non ce la faceva più.

 

Mithsuiko era terrorizzato. L'assassino era ancora nella stanza e non accennava ad andarsene. Preso dal panico si era rifugiato nel primo posto a disposizione e così si era barricato nell'armadio. Lì aveva trovato qualcosa da mettersi visto che, come aveva constatato, era totalmente nudo. Sembravano essere i vestiti del Dottor Agasa e gli stavano un po' larghi, ma era impossibile. Lui era ancora un bambino. Anche se adesso tutto gli sembrava più ristretto era solo un'illusione, si disse. Doveva essere l'adrenalina e la paura che gli giocavano brutti scherzi, sì. Non c'era altra spiegazione.

Adesso doveva solo stare buono e aspettare che qualcuno lo venisse a salvare, Ai era in casa, forse aveva già avvertito la polizia.

O al massimo sarebbe venuto Conan a salvarlo.

Qualcuno sarebbe arrivato di sicuro.

 

La sola idea di dover passare altro tempo con l'alieno lo terrorizzava.

 

La sola idea di dover passare altro tempo con l'assassino lo terrorizzava.

 

Vi prego...

 

Vi prego...

 

...sbrigatevi a

 

salvarmi!

 

Angolo autrice

E questo è il nuovo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate, se trovate degli errori o qualsiasi altra cosa. A presto.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Cap 3


Qualcuno bussò alla porta del bagno.

-Ehi! C'è nessuno?-

Trasalì, sorpresa. Ma quella...

-Allora?- i colpi si fecero insistenti.

...quella voce era di...

-Ehi, vuoi aprire sì o no?-

...Sì! Era la voce di Conan! Finalmente era arrivato a salvarla!

-Datti una calmata, non è necessario che sfondi la porta- si sentì un rimprovero.

Oh! E c'era anche Ai! Meglio di così non poteva andare!

Si avvicinò piano alla porta evitando accuratamente lo specchio, appoggiò una mano sulla porta e tese l'orecchio.

-Uff, ma quanto sei antipatica! Stavo solo tentando di...-

-Conan...- sussurrò incerta.

Mio dio! Com'era strana la sua voce!

Per non parlare del suo aspetto!

Conan si interruppe di colpo, gli era parso di... -Ayumi? Sei tu?-

Beh, almeno l'aveva riconosciuta, si sentì più sollevata e mise una mano sulla maniglia per uscire ma...

-Ayumi! Apri la porta! Siamo noi... sono Conan! Apri la potra!-

Aspetta un secondo, ragionò corrucciata, se Conan era lì e lei avesse aperto la porta... lui l'avrebbe vista! Avrebbe visto com'era diventata e non le avrebbe parlato mai più! Inorridì al solo pensiero. No, lui non poteva assolutamente vederla in questo stato, qualunque esso fosse.

Strinse le mani a pugno -VATTENE VIA!-

Conan non l'avrebbe mai e poi mai trovata ridotta così, per nessuna ragione!

--_--_--_--_--

-VATTENE VIA!-

Entrambi sobbalzarono a quel grido improvviso, e il 'Grande Detective' si ritrovò a terra dallo spavento. Ma si può sapere cosa le era preso? Pensava che fosse felice per lei rivederlo e invece...

-Credo proprio che non voglia vederti- osservò divertita la scenziata sogghignando. -Ma cosa dici! Figurati se...-

-SPARISCI!-

-...- No comment, davvero.

E come se non bastasse Haibara lo osservava con la sua tipica espressione fastidiosa da "Te l'avevo detto" Davvero, il suo ego non poteva essere più demoralizzato di così, per non parlare di come era stato insultato, pestato, preso a calci e...

-Non preoccuparti, qui ci penso io- e sempre con quel sorrisetto sulle labbra gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla -Tu vai a cercare gli altri-

-Ma...- osservò per un po' la porta del bagno, evidentemente Ayumi non lo voleva proprio tra i piedi -E va bene- si arrese infine all'evidenza, un altro duro colpo per la sua autostima -Quando li abbiamo calmati tutti troviamoci in salotto. Delle spiegazioni credo siano d'obbligo-

Ai annuì continuando a guardare la porta, poi sempre senza voltarsi aggiunse -Devono essere di sopra da qualche parte, qui ho già controllato-

--_--_--_--_--

-Ayumi?-

Era Ai, da quel che aveva capito Conan se ne era andato a cercare i suoi amici.

Ma come poteva esserne sicura? E se in realtà fosse ancora lì?

-Ayumi, sono io, Ai. Non devi preoccuparti per Conan, l'ho mandato via-

Beh, se lo diceva Ai...

-Ci sono solo io qui... puoi aprirmi adesso?-

Allungò una mano per spalancare la porta. Si accorse che tremava.

Strinse la mano a pugno.

Fece un profondo respiro e ci riprovò.

La bambina la osservava stupita ma non disse niente.

Lei le fece spazio per farla entrare.

Una volta dentro chiuse la porta e si accucciò per terra singhiozzando.

Sentì il calore di una mano lulla sua spalla e sollevò la testa.

Aveva gli ochhi arrossati, notò Ai, e pareva veramente sconvolta. Del resto, riflettè, lo era anche lei dopotutto.

-Ayumi...-

-Oh Ai!- era disperata, non sapeva come comportarsi -Meno male che sei arrivata! Non sapevo cosa fare, sono così spaventata!-

Ai osservò quel corpo che una volta era stato quello di una normalissima bambina di sette anni e che adesso era quello di una diciassettenne in lacrime.

Come aveva potuto l'antidoto per l'APTX trasformare così il suo corpo?

Tutto si sarebbe aspettata di vedere, ma certamente non questo.

-Ayumi... puoi dirmi cosa è successo?-

--_--_--_--_--

Trovarli era stato facile, tutto sommato.

Cercare di capirci qualcosa, invece, era un po' più complicato.

Che l'antidoto avesse avuto degli strani effetti sui loro corpi lo aveva capito.

Un po' meno il fatto che continuassero a sbraitare su sadici assassini e alieni mangiacervelli.

Da aggiungerci, poi, che sembravano in preda ad un attacco di panico non migliorava certo la situazione.

-STAMMI LONTANO VISCIDO ALIENO!-

-STAMMI LONTANO TU, ASSASINO!-

-Ragazzi...-

-Meno male che sei arrivato tu, Conan!-

-Come fai a sapere il suo nome? Vuoi uccidere anche lui?-

-SMETTILA DI DIRE CAVOLATE E...-

-NON STO DICENDO CAVOLATE, SI PUÒ SAPERE COSA...-

-NO! NON TI AVVICINARE!- lanciò una lampada -STAMMI LONTANO!-

-Ragaz...-

-AAAAHHHHHHH!!!- I vestiti del Dottore volarono in aria, Genta vi inciampò e travolse Mythsuiko che andò a scontrarsi contro un attaccapanni e dopo una dura lotta -che vide come vincitore l'appendiabiti- cadde rovinosamente a terra battendo una testata contro il comodino e tirando accidentalmente un calcio in pancia a Genta. Quest'ultimo fu infine colpito in pieno da un vaso che, dopo aver oscillato pericolosamente per qualche istante in bilico sul comodino, gli cadde dritto in faccia.

-AHI!!! Che male!-

-Non dirlo a me-

-È tutta colpa tua!!!-

-Mia?! Ma che stai dicendo? Se non mi avessi spinto...-

-È perchè tu hai lanciato tutto in aria!-

-Mi hai colpito in faccia!-

-Tu mi hai tirato un pugno!-

-Era un calcio!-

-E io cosa ho detto?-

-Comunque è stato un incidente! Tu lo hai fatto apposta invece!-

-Ti sei avvicinato per mangiarmi il cervello, cosa volevi che facessi?-

-Ma se volevi uccidermi!-

-Tu hai minacciato di rapirmi!-

-Tu hai fatto fuori i miei amici!-

-Tu sei pazzo! Io non aperto bocca!-

-Se è per questo nemmeno io, ti stai inventando tutto!-

-Uff!-

-Ehi... cosa... che stai facendo?-

-...-

-No! Fermati! Ti prego, non mangiarmi il cervello!-

-Guarda che i...-

-AAAHHHHHHHH!!!! NON VOGLIO!-

-Ehi! Calm...-

-NO! Non voglio morire giovane! Non ho nemmeno fatto un ultimo pasto decente!-

-Asp...-

-Ragazzi...-

-VA VIA!!!!!-

-LA SMETTI?-

-NON AVVICINARTI!-

-ADESSO BASTA! VOLETE DARVI UNA CALMATA SÌ O NO?-

Mytshuiko e Genta si voltarono verso di lui come fulminati.

Silenzio.

Conan inizia a scrutarli decisamente preoccupato dal loro mutismo.

Uno...

Lo fissano sbalorditi.

Due...

Iniziano a singhiozzare.

Tr...

-COOOOOONAN!!!!-

-COOOOOONAN!!!!-

L'ultima cosa che ricordava fu il viso dei due diciassetteni che gli correvano incontro mentre lui si voltava per scappare, prima di essere investito da due bufali con la delicatezza di una balena.

--_--_--_--_--

-Siete stati degli incoscenti!-

-N-noi...-

-Prendere così delle caramelle, ma dico, cosa vi è saltato in mente??!-

-Erano solo delle... delle caramelle-

-Certo che no! Poteva essere qualunque cosa, persino del veleno, e voi non lo avreste saputo!-

-Ci-ci dispiace tanto Conan-

Sospirò rassegnato -Non importa, tanto ormai il danno è fatto-

-A questo punto direi- intervenne Ai -che possiamo anche spiegargli come stanno le cose-

Ayumi guardò la scienziata incuriosita -Cosa dovete dirci? È una cosa brutta?- chiese preoccupata.

-NO! Sei impazzita?-

-Beh, vista la situazione in cui ci troviamo non credo che abbiamo molta scelta, e poi- aggiunse prima che lui avesse il tempo di ribattere -non possiamo tenerli all'oscuro ancora per molto-

-Cosa ci state tenendo nascosto voi due?- Genta non ci aveva ancora capito molto, ma che cavolo! Se gli stavano nascondendo una buonissima torta non glie l'avrebbe perdonata tanto facilmente.

-Ehi! Io voglio sapere perchè il mio corpo si è ringrandito, e credo che lo vogliano anche Ayumi e Genta, perchè non ci spiegate cos'erano quelle caramelle?-

-Bhe, è un po' difficlie da capire, non so se...-

-Cosa? Che vorresti insinuare, scusa?-

-Siete solo dei bambini...-

-Perchè, tu no?-

-Calmati Genta!-

-Comunque vorrei sapere anche io cosa ci è successo, per favore Conan!-

-Io...- sospirò -e va bene, ma poi non venitemi a dire che non ve l'avevo detto se la faccenda non vi piacerà-

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