The Agency di Lady White Witch (/viewuser.php?uid=168967)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo strano caso del doppelgänger (GerIta) ***
Capitolo 2: *** Il misterioso caso del Druido Oscuro (o la storia di come Arthur ebbe la sua prima missione sul campo e come partner un odioso francese) ***
Capitolo 3: *** Hockey che passione! (RusAme) ***
Capitolo 4: *** Notte da leoni a Città del Messico: come ci siamo finiti nei guai in meno di 12 ore? (Spamano) ***
Capitolo 5: *** Once Upon Time in America – La prima missione sul campo di Feliciano e la peggior cazziata della vita di Sadiq (GerIta & SuFin) ***
Capitolo 6: *** Once Upon Time in America – La folle missione di salvataggio di Feliciano e la festa disco degli orchi (parte 2) (GerIta & SuFin) ***
Capitolo 7: *** Once Upon Time in America (parte 3) – Emma vs Berwald (GerIta & SuFin) ***
Capitolo 1 *** Lo strano caso del doppelgänger (GerIta) ***
Autrice: Lady
With Witch
Co Autore Classicboy
Titolo: The Agency
Rating Giallo
Genere fluff, demenziale, romantico,
soprannaturale
Coppie FrUk,
Spamano, GerIta, RusAme , SuFin, DeNor, PrHun.
Avvertimenti: Ooc, What
If…? Alternative universe.
ATTENZIONE
Pesante Ooc di alcuni personaggi di questa fan
fiction
Parodia di Martin Mystere, Hellboy e Huntik. Da maneggiare con cautela.
Questa long rappresenta un esperimento dell'autrice: ossia
è un'antologia di storie a carattere fantasy/parodico dove
fluff e divertimento sono i perni portanti. Perchè chi dice
che il fantasy debba essere sempre preso sul serio? Una risata
è tutto quel che serve. Come diceva Chaplin:"Un giorno senza
sorriso è un giorno perso."
Trama
FBI , CIA e altre agenzie governative sono convinte che
dietro a dei misteriosi furti di preziose opere d’arte, ci
sia la mano di Feliciano Vargas, innocuo studente italiano
dell’Accademia d’arte di New York trasferitosi da
poco e incapace di rubare una mela senza farsi scoprire, figuriamoci
essere un ladro di fama internazionale. A prenderlo
in custodia sono gli agenti
Ludwig e Gilbert , membri dell’Agenzia, una misteriosa
organizzazione che si occupa di tenere il mondo normale separato da
quello soprannaturale.
Campagna di Promozione Sociale -
Messaggio No Profit
Sapevi che ogni volta che leggi una storia senza recensire, un autore
smette di scrivere?
Dona l'8‰ del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Salva uno scrittore dall'estinzione!
The Agency
Lo strano caso del
doppelgänger
Omnia
mutantur, nihil interit
Tutto cambia, niente muore
(Motto dell’Agenzia)
Metropolina Museum, New York
11 Ottobre 2016
Ore 23.58
Era notte fonda a New York, e
Central Park pareva essere circondato da una calma quasi irreale.
Il Metropolitan Museum of Art si stagliava nella notte, illuminato solo
dai fari, che ne mettevano in risalto l'imponenza e la
maestosità della facciata.
Una delle guardie giurate, nella sua postazione dalla cabina di
controllo, continuava a guardare annoiata le telecamere di sicurezza,
per poi spostare lo sguardo sulla più avvincente partita di
rugby che davano in quel momento sul televisore portatile.
Ma l'uomo avrebbe anche dovuto guardare sopra di sé,
perchè se avesse fatto attenzione avrebbe visto stagliarsi
contro la luce della Luna una flessuosa figura nera.
Il misterioso individuo atterrò con grazia quasi felina sul
tetto del Metropolitan per poi dirigersi con passo sicuro verso il
condotto di aerazione. Facendo attenzione scardinò la grata.
Dopo averlo fatto guardò il costoso orologio che teneva al
polso sinistro. Mancavano ormai pochi minuti alla mezzanotte.
Facendo attenzione si calò giù per poi procedere
a passo felino nei condotti di aerazione, schivando di tanto in tanto i
sistemi di allarme disseminati fin lassù.
Ogni volta che ne incontrava uno sbuffava e alzava gli occhi al cielo
pensando << Ma per favore, sul serio? >>
per poi disattivarli o evitarli.
Ad un certo punto tirò fuori un piccolo cellulare nero, sul
quale era visualizzata una mappa del Met con anche la sua posizione
attuale.
<< Ancora un paio di metri... e qui svolto. Poi procedo
diritto fino a che... eccomi qua! >>
L'intruso mise via il telefono per poi osservare dall'alto la sala in
cui era esposta tutta la pittura europea. Proprio in quel momento
passò sotto di lui un'altro custode che pattugliava il
corridoio di quella sezione.
Si guardò l'orologio e ghignò: un tempismo
perfetto. Non appena se ne fu andato dalla sua visuale, il misterioso
individuo prese da una borsa che teneva a tracolla alcune micro cariche
per poi piazzarle sulla grata sotto di sé.
Le agganciò e si allontanò leggermente,
dopodichè le fece scoppiare. Si sentì solo un
leggero botto.
A quel punto il giovane si avvicinò alla sua nuova apertura,
si tolse i guanti, e si premurò bene
di toccare la grata per spostarla.
A quel punto srotolò una lunga corda e ci
agganciò un rampino.
Guardò l'orologio: mezzanotte e cinque minuti. Sorrise e
premette un tasto sul suo cellulare.
Grazie a quello ora tutte le videocamere di quella sezione erano
andate. Si mise in posizione e si calò giù
lentamente.
Una volta toccata terra si guardò un attimo attorno per
vedere se c'erano problemi.
Le telecamere parevano morte e un nuovo sorriso si fece strada sul suo
viso.
Con passo calmo si diresse verso il suo obbiettivo.
Con occhi avidi fissò il ritratto di Juan de Pareja, dipinto
dal pittore spagnolo Diego Velazquez e acquistato dal museo nel 1971.
Un capolavoro dal valore inestimabile!
Facendo attenzione lo prese e se lo posizionò sotto il
braccio. Dopodiché guardò il posto vuoto nel
quale prima era alloggiato il ritratto. Si portò una mano
alla testa e si strappo con un grugnito un paio di capelli che fece
cadere lì di fronte.
A quel punto ritornò alla sua corda, si agganciò
di nuovo e fece azionare il mini motore messo in precedenza che lo
tirò su.
Mentre saliva si concesse un sorriso di gloria.
Di certo il suo mestiere donava tanti bei ricordi, ma uno dei momenti
che in assoluto preferiva era senz'altro quando se ne andava con la
refurtiva sotto braccio.
Gli donava una sensazione di...
potenza! L'essere di nuovo stato capace di mettere nel sacco dei
sofisticati congegni semplicemente grazie alla sua
genialità... non esisteva felicità maggiore! E se
poteva anche incastrare qualcuno che non centrava nulla...
Uh uh uh, quello significava unire il dovere al piacere!
Accademia di Belle Arti, New York
1 mese dopo
Feliciano Vargas sospirò. Odiava
il lunedì, specie perché aveva due ore di lezione
col signor Allen Jordan.
Il professore Jordan, l’ometto calvo e altro 1.50
che stava disegnando alla lavagna, aveva un tratto tremante e poco
chiaro. E parlava, parlava tanto e con la voce flebile, a malapena
riuscivano a seguirlo durante le sue spiegazioni. Spiegazioni che
potevano durante settimane e, se si impegnava, addirittura mesi.
Tutti gli studenti dell’istituto concordavano nel reputarlo
noioso e prolisso, e non c’era da stupirsi, benché
fosse iniziato da poco il semestre, che le sue lezioni fossero poco
frequentate.
Ma, finchè aveva l’opportunità di fare
ciò che più amava, ossia parlare, gli andava bene
avere anche solo dieci ragazzi in aula.
‘’ La lezione di oggi –
esordì, cercando inutilmente di dare una intonazione diversa
a quella sua vocetta -
Sarà sulla prospettiva! Immagino che vi abbiano
già spiegato che
la prospettiva è un insieme di proiezioni
e di procedimenti di carattere geometrico - matematico che
consentono di costruire l'immagine di una figura dello spazio su
un piano, proiettando la stessa da un centro di proiezione
posto a distanza finita.
Si tratta quindi di una proiezione centrale, o conica.
La specificazione è utile per distinguerla
dalla prospettiva parallela, modo alternativo, anche se non di
uso corrente, di chiamare le assonometrie .
La parziale comunanza dei termini è dovuta al fatto che
l'assonometria, per motivi strutturali legati alla determinazione
dell'immagine su un solo piano, può essere vista come un
caso particolare della prospettiva,
quando…’’
‘’ Ve… ho sonno…- pensò
l’italiano, mentre scarabocchiava sul suo block notes una
caricatura dell’insegnante - Forse
il fratellone aveva ragione… frequentare
l’accademia d’arte a Firenze sarebbe
stato meglio!’’
Feliciano si era trasferito da poco dall’Italia (e
quanto gli manca!) , per frequentare l’Accademia di Belle
Arti di New York.
Ne aveva tanto sentire parlare, dicevano che era uno dei migliori
istituti al mondo per i futuri artisti!
Grazie ad una borsa di studio, era riuscito ad accedervi! E quando vi
era entrato la prima volta, sembrava che si stesse avverando un sogno.
Invece, gli insegnanti erano noiosi, le lezioni lunghe e non facevano
alcuna pratica! Piuttosto che stare ad ascoltare ore inutili sulla
prospettiva o su altri tecnicismi vari, un po’ di lavoro sul
campo non sarebbe stato più istruttivo? Va bene, dovevano
sapere quello che stavano facendo… ma come potevano
dimostrare cosa avevano capito, se nessuno li lasciava provare?
‘’ …. la
prospettiva fu il primo tra i metodi usati di rappresentazione a
essere, per così dire, codificato. Non si trovano
però riferimenti a essa negli antichi trattati classici di
geometria e
la perdita totale della grande pittura parietale
greca non ci permette di sapere con sicurezza se quei pittori
adoperassero o meno procedimenti tecnici utili a una corretta
rappresentazione prospettica del reale. Dai cospicui resti di …’’
‘’ Sono ancora in tempo per tornarmene in
Italia? Va bene, non avremo molti soldi o professori di fama
internazionale, ma almeno ci fanno fare qualcosa!’’
Doveva andarsene, prima di fare anche lui la fine del signor
Jordan. Fece per raccogliere tutte le sue cose, quando due uomini
vestiti di nero entrarono nell’aula.
‘’ Cerchiamo il signor Feliciano Vargas –
disse il più alto, moro, con gli occhiali da sole (chi
è che si metteva gli occhiali da sole al chiuso?) . Gli
ricordava Dean Winchester di Supernatural – E’ qui?
’’
‘’ Ve sono io! Perché mi
cercate?’’
‘’ Ci segua, dobbiamo farle un paio
di…’’
‘’ Ma non è giusto! –
l’interruppe un’altro uomo, entrando trafelato e
con la giacca sottobraccio – Voi dell’FBI non
potete prendere il lavoro altrui!’’
‘’ Sì che possiamo, se il caso
è di nostra competenza.’’
‘’ No, il caso è della CIA! Voi avete
approfittato del fatto che fossi in bagno per venire da Vargas. Non
è giusto!’’
‘’ Chi tardi arriva male alloggia. Dovresti
saperlo.’’
Feliciano li seguiva a stento, non riuscendo a capire esattamente di
cosa stessero parlando. Si azzardò a chiedere, quando
entrò un manipolo di uomini armati in divisa verde con le
armi puntate… su di lui.
‘’ Che nessuno si muova! –
urlò il capitano, un cinquantenne allampanato e mezzo cieco
– L’esercito degli Stati Uniti prenderà
in consegna questo caso! ‘’
‘’ Ma… e voi che
c’entrate?’’
‘’ Odio dare ragione agli agenti della Cia, ma un
ladro d’arte non è certo un problema
dell’Esercito.’’
Feliciano sussultò. Un momento… ladro
d’arte? Lui? Ok, aveva scaricato qualche immagine da internet
per prendere ispirazione per i suoi quadri. Era illegale in America? Oh,
se lo avesse saputo!
Stava per chiedere scusa, quando un ragazzo albino, spuntato da
chissà dove, lo prese per un braccio e
disse:’’ Mi dispiace deludervi, ragazzi, ma lui
viene con me. Ordini
dell’Agenzia. ’’
Gli agenti FBI, CIA e i soldati dell’esercito lo fissarono,
stralunati.
‘’ Agenzia? – fece uno di loro
– E cosa diavolo è?’’
‘’ Mai sentita.’’
‘’ Sarà una di quelle
minori?’’
‘’ Gilbert! – esclamò un altro
ragazzo biondo, che li aveva raggiunti da poco – Che diamine
fai?’’
‘’ Ehi, non è giusto che lo arrestino!
Mica è colpa sua!’’
‘’ Non dico che non sia giusto. Ma quante volte ti
ho detto di non nominare l’Agenzia?’’
‘’ Bruder, ma
tanto ‘sti qua manco sanno che cosa sia.’’
‘’ E non devi essere certo tu
che…’’
Un rumore assordante proveniente da fuori lo interruppe. Una voce
amplificata dal megafono urlò:’’
Feliciano Vargas, arrenditi! Gli agenti dell’Interpool non ti
faranno scappare.’’
L’albino, Gilbert
l’aveva chiamato il biondo, roteò
gli occhi.
‘’ Dicono sempre così –
commentò, tranquillo – Ma noi riusciamo sempre a
fregarli.’’
‘’ Ma ti sembra il momento di pensare a queste
cosa, fratello?’’
‘’ Uhm… giusto. Meglio filare! E tu
– disse, rivolgendosi a Feliciano – Se non vuoi
finire in
gattabuia per un crimine che non hai commesso, è meglio se
ci segui. Fidati, siamo i veri esperti qui.’’
‘’ Ve… ma siamo
circondati!’’
L’albino gli fece l’occhiolino, e
disse:’’ A questo ci penserà Ludwig.
E’ un vero esperto nel risolvere situazioni
disastrose.’’
Il biondo sospirò.
‘’ Tu fai i casini, e poi io devo tirarti fuori dai
guai. Normale routine, fratellone.’’
‘’ Hai ancora una di quelle cortine di fumo che ci
diede Arthur per la nostra missione in
Transilvania?’’
‘’ Solo una, bruder.’’
‘’ Basterà.’’
Basterà per cosa?, avrebbe
voluto chiedere Feliciano, ma Ludwig fu più veloce. Estrasse
dalla tasca dei pantaloni una pallina verde scuro, e la fece cadere a
terra. La stanza fu subito inondata di fumo, e l’italiano, se
i due non lo avessero aiutato, non avrebbe neppure saputo come
orientarsi.
‘’ Ve… perché ho la
sensazione che questa storia non finirà
bene?’’
*
FBI, CIA, Interpool,
Esercito… Feliciano si diede un pizzico sul braccio, per
svegliarsi. Tutto quello non poteva che essere frutto di un brutto,
brutto sogno. Doveva essersi addormentato durante la lezione, vinto
dalla soporifera voce del professore. Chiuse gli occhi, pronto a
rivedere la sua classe e il suo noioso professore.
E invece… non era cambiato niente! Stava correndo a
perdifiato per le strade di New York mentre elicotteri, macchine e
uomini a piedi lo inseguivano. E con lui c’erano solo due
tipi strani che non facevano altro che battibeccare.
Ma non doveva essere un normale lunedì noioso e piatto?
‘’ Ve, per favore – pregò il
poveretto col fiato corto – Potremmo fermarci o nasconderci?
Non ce la faccio più.’’
‘’ Non preoccuparti amico, il Magnifico ha un piano
geniale!’’
‘’ Si, geniale… bruder, te
l’avevo detto di contattarlo prima noi. Invece no, hai voluto
fare l’entrata ad effetto.’’
‘’ Entrata che non mi è neppure riuscita
bene! Mi hanno eclissato… a proposito…
SEGUITEMI!’’
Si defilarono in un vicolo dietro
a dei cassonetti di spazzatura. Un nascondiglio così palese
che i loro inseguitori li avrebbero subito scovati e bye bye
libertà.
E soprattutto addio pasta!
A sorpresa, i loro inseguitori non si accorsero di niente, e
continuarono a correre alla cieca, ostacolandosi come dei ragazzini a
una partita di calcio dell’oratorio.
‘’ Kesekesekese… funziona
sempre!’’
‘’ Ve… ma loro non dovrebbero essere i
migliori, qui in America?’’
‘’ Troppo snob, gli americani. E questo gioca a
nostro favore, il più delle volte. ‘’
Gli ricordava quello che diceva sempre suo fratello: Romano
però non parlava mai in termini gentili di nessuno, nemmeno
del suo fidanzato (non capiva, però, perché
negasse la sua relazione con quel ragazzo spagnolo tanto simpatico.
Erano perfetti l’uno per l’altro!).
‘’ Mi dispiace – disse Ludwig –
Per averti costretto a questa fuga fuori programma.
‘’
‘’ Oh andiamo, è stata divertente! Mi
piace sempre fregare i federali. E l’esercito. E
l’interpool.’’
Il biondo scoccò un’occhiataccia in direzione del
fratello, che alzò le mani in segno di resa.
‘’ Ok, ok… uff, se sei permaloso.
E’ per questo che non hai ancora una
ragazza.’’
‘’ Della mia vita privata non ti devi
impicciare!’’
‘’ Ehm… scusatemi… - fece
timidamente Feliciano – Esattamente, voi chi siete? E
perché all’improvviso sono più
ricercato di Al Capone?’’
Ludwig fece per parlare, ma venne anticipato dal suo esuberante
fratello:’’ E’ un vero piacere, noi siamo
Ludwig e Gilbert Beilschmidt e siamo stati mandati
dall’Agenzia per risolvere un caso piuttosto complicato su un
doppelgänger fuori controllo che si è dato alla
carriera di ladro d’arte. ‘’
‘’ Aspetta… un doppa
che?’’
Era una parola troppo difficile, e lui di tedesco non sapeva neppure
dire ‘’si’’ o
‘’no’’.
‘’ Un doppelgänger –
iniziò a spiegare Ludwig - E'
il doppio o il sosia di
una persona, più comunemente in relazione al cosiddettogemello maligno o
alla bilocazione ;
descrive anche il fenomeno nel quale si vede la propria immagine con la
coda dell'occhio. In leggende e romanzi è un duplicato
spettrale o reale di
una persona vivente e nel folklore è inoltre descritto come
uno spirito incapace di scomparire.’’
‘’ Oh… ve, non potevi dire subito
è un gemello cattivo? Ma… io cosa
c’entro con questo doppelgänger?’’
‘’ Amico, lo hai creato tu!’’
‘’ Ve, io?’’
Gilbert annuì, e continuò:’’
Si, proprio tu. Involontariamente, dopo un brutto sogno magari. Ma il
tuo doppelgänger ha deciso di spassarsela di testa sua, dando
un bel po’ di problemi a noi dell’Agenzia e ai
musei di tutto il mondo. ‘’
‘’ Ve… ma questa Agenzia
cos’è? L’hai nominata pure poco fa.
‘’
‘’ E’ un’organizzazione
specializzata in casi
‘’strani’’ come il tuo.
E’ impegnata da secoli a separare il mondo normale da quello
soprannaturale. ‘’
‘’ Ve… vuoi dire che le fate
esistono?’’
‘’ Kesekeseke… non solo le fate! Draghi,
spiriti della natura, elfi, folletti, divinità un
po’ folli ma simpatiche… l’Agenzia si
impegna a mantenere in equilibrio queste due realtà, senza
che una prevalga sull’altra.’’
‘’ Oh… e voi cosa
siete?’’
‘’ Fate. Per un quarto. La nostra bisnonna era una
fata, e anche una bella gno…’’
‘’ BRUDER!’’
‘’ Comunque, non siamo i soli ad avere parentele
particolari. L’Agenzia sceglie solo determinati soggetti come
suoi agenti. O discendenti di creature magiche, o nati con poteri
particolari, che difficilmente passano inosservati.
‘’
‘’ E voi siete venuti qui per catturare il mio
gemello cattivo?’’
‘’ Ja, amico.’’
‘’ Ve… e per colpa sua mi stanno
inseguendo tutti?’’
‘’ Ja.’’
‘’ Ve… e io non posso tornare a casa,
perché altri menti verrei arrestato.’’
‘’ Ja… però con noi sarai al
sicuro – gli disse Gilbert, guardato di traverso dal fratello
minore –
Fidati, sappiamo fare bene il nostro lavoro.’’
‘’ Bruder, non sarebbe meglio farlo andare in una
delle sedi dell’Agenzia? Così non rischia di farsi
del male, o peg…’’
‘’ Ma deve riunirsi lui col suo
doppelgänger entro stasera! Se sta con noi, avrà
più possibilità di farlo.’’
‘’ Ve… ma cosa succede se non riusciamo
stasera?’’
‘’ Dato che è passato un anno da quando
è stato creato… beh, probabilmente non
riusciresti più a riassorbirlo, e lui continuerebbe a fare
il ladro.’’
Era una storia assurda. Sembrava che fosse finito in un episodio di Ai
confini della realtà.
‘’ Ve… se vi aiuto, dopo non mi
inseguiranno più?’’
‘’ Puoi scommetterci, amico! L’Agenzia si
occuperà di far sparire certe prove scomode lasciate in giro
da quel simpaticone, e tutto tornerà alla
normalità.’’
L’italiano sorrise.
‘’ Ve… allora va bene! Mi proteggerete
voi, vero?’’
‘’ Ja – rispose Ludwig – Ma sta
attento e non fare niente di rischioso. Quello lo fa già mio
fratello, e anche abbondantemente.’’
‘’ Grazie! Ve… sei
gentile!’’
‘’ Ja, ja… ma dobbiamo andare,
ora.’’
‘’ Dove?’’
‘’ Dall’unico uomo che può
darci un indizio per rintracciare il tuo doppelgänger
– spiegò il tedesco – Hai mai sentito
parlare di Chris Wood?’’
Poco dopo…
Bronks
Feliciano aveva visitato buona
parte di New York, ma non era mai stato nel Bronks. E un motivo c'era!
Mentre camminavano per le vie del
famoso e malfamato quartiere della grande mela l'italiano si strinse
sempre di più ai suoi due accompagnatori.
“ Ve... Che-che siamo venuti a fare qui,
ripetetemelo?”
domandò con voce
tremante. Ludwig sospirò alzando gli occhi al cielo,
ripetendo per la quarta volta il motivo della loro visita: “
Qui vive l'unica persona dalla quale possiamo ottenere informazioni per
quanto riguarda i furti, e stiamo andando ad interrogarla”
“E perché vive
qui?” chiese di nuovo il giovane.
“ Perché fino a pochi anni fa era un famoso ladro
di opere d'arte. Ora si è ritirato a causa
dell'età, ma è ancora nel giro e potrebbe darci
qualche buon indizio”
L'italiano annuì mentre
cominciava a tremare sempre di più.
“ Oh, non aver paura, kleine –
lo rassicurò Gilbert con un sorriso a trentadue denti
– C'è qui il Magnifico pronto a difenderti,
kesesesese!”
“Ve, Lud mi proteggi tu, vero?” domandò
Feliciano ignorando l'albino e aggrappandosi al braccio del biondo.
Questo arrossì lievemente
e se lo scrollò di dosso con un gesto nervoso mentre
grugniva un “ja, ja”.
Poco dietro di loro Gilbert se ne stava ad osservarli a bocca aperta
mentre sentiva il disappunto salire dentro di lui.
Preferito a quel non-magnifico di
suo fratello? Assurdo! Quasi sicuro doveva essere finito in un mondo
parallelo... di nuovo.
“ Siamo arrivati
” disse Ludwig a mezza voce fermandosi di fronte ad una
villetta diroccata e in pessimo stato. Si avvicinarono e suonarono il
campanello. Dopo alcuni minuti la porta venne aperta da un robusto
giovane che superava Ludwig di tutta la testa.
“ Che cazzo volete?
” domandò aggressivo il nuovo arrivato dopo averli
squadrati male tutti e tre.
“ Ehm, ecco, noi saremmo venuti per parlare con il signor
Wood...”
“ Papi non riceve visite. Ed ora fuori dalle scatole se non
volete farvi molto male” ringhiò il ragazzo
facendo per chiudere la porta.
“A-aspetti! - lo fermò Ludwig – Siamo
disposti a pagarla ”
L'armadio stava per dire qualcosa quando una voce dall'interno
chiamò rauca: “Bobby! Razza di somaro con problemi
mentali! Cosa diavolo sta succedendo?! Chiudi la porta che entrano
spifferi e peggiorano il mio mal di schiena!”
Il giovane si voltò e
urlò: “ Ci sono degli scocciatori papi, nulla di
che! Ora li mando via subito!”
Il biondo ne approfittò e
intervenne: “Signor Wood! Siamo delle persone in cerca di
informazioni, e siamo disposti a pagare per averle!”
Dopo un paio di secondi di silenzio la voce disse: “ Falli
entrare!” Il giovane, Bobby, li guardò male prima
di farsi da parte per poi accompagnarli fino ad un soggiorno messo
decisamente male.
Su di una poltrona mezza sfondata vicino ad una radio se ne stava un
vecchio, le mani strette intorno ad un bastone da passeggio, il viso
colmo di rughe e gli occhi talmente rovinati da essere quasi ciechi.
“ Victor! Che fine ha fatto quello bisonte ritardato di tuo
fratello?!” chiese con voce graffiante il vecchio al ragazzo.
Questi sospirò esasperato prima di alzare gli occhi al
cielo: “Sono io papi, Bobby, non Vicotr. Se tu ti decidessi a
mettere gli occhiali magari non ci confonderesti
più” “Sciocchezze! La mia vista
è assolutamente perfetta! Ed ora lasciaci soli!”
L'armadio se ne andò, ben
conscio di non essere in grado di vincere una discussione con l'anziano
genitore. Una volta soli il vecchio si sistemò meglio sul
divano e prese a guardarli intensamente.
“Bene bene, chi abbiamo qui?”
“Ehm, signor Wood, siamo
qui per chiederle delle informazioni. Il mio nome è Ludwig,
lui è mio fratello Gilbert, e...”
“Bah, impara ad essere un
gentiluomo, ragazzo! Non lo sai che prima si presentano le
signore?!”
Il biondo assunse un'aria confusa,
così come gli altri due: “Ehm, mi scusi ma non
credo di...”
Il vecchio battè con forza il bastone sul parquet:
“Taci, giovane! Sarò anche vecchio e decrepito e
potrò avere qualche problemino alla vista, ma so ancora
riconoscere una bella figliola quando me la trovo davanti!”
E i suoi occhi andarono a finire chiaramente su Feliciano.
“ Ve, i-io?” domandò sorpreso il castano.
“ Ma certo, cara. Vedi altre giovani signore qui
intorno?” tutti e tre decisero saggiamente di non rispondere
a quella domanda. “Allora, come ti chiama,
signorina?” l'italiano si portò imbarazzato una
mano dietro alla testa: “ Ehm, ecco signore, a dire il
vero... io sarei un ragazzo. Mi chiamo Feliciano Vargas” Il
vecchio si rabbuiò: “ Oh...”
Dopo un paio di minuti riprese: “ Sei uno di quei, come si
dice, trans gender?”
“ Ehm, no signore, sono un ragazzo ragazzo. Sono nato
maschio”
“Ah, capisco... - silenzio – Assomigli molto ad una
ragazza, figliolo, lasciatelo dire” “Ve, ma ci vede
qualcosa?” chiese con un sussurro Feliciano a Ludwig.
Questi si sporse: “ Non lo
so, effettivamente ha 94 anni. Tutt'ad un tratto essere qui non mi pare
più una buona idea...”
“Bah,
sciocchezze!” intervenne Gilbert scostandoli bruscamente e
facendosi avanti. “Gilbert...” lo ammonì
a mezza voce il minore ma lui si limitò a scuotere la mano.
“Lascia fare al tuo magnifico fratello, West! Ora guarda e
impara! - si piazzò proprio di fronte alla poltrona, si
schiarì la gola e disse deciso – Vecchio, ci
servono informazioni sul furto al Metropolitan, ed ora tu ce le
darai!”
L'uomo corrugò la fronte: “ E perché
mai dovrei darvele, giovanotto?”
“ Ci servono, non ti serva sapere altro!”
“Oh, capisco...
– mormorò prima di alzare lo sguardo sull'albino,
e nei suoi occhi ora scintillava una luce pericolosa – Siete
dei poliziotti sotto copertura”
Gilbert impallidì: non era così che doveva andare!
“ Che?! Non scherziamo, noi non...!”
“Spiacente, io non faccio
la spia ai piedi piatti, ed ora se non vi spiace gradirei che usciste
da casa mia”
“Cosa?! Senta, noi...!”
Il vecchio battè il bastone prima di chiamare:
“Victor! Walt! Bobby!”
L'attimo dopo fecero irruzione nella stanza tre armadi di muscoli di
gran lunga più grossi di Ludwig.
“Ci hai chiamato, papi?” grugnì il
più grande, che doveva essere anche il maggiore dei tre. Il
vecchio annuì:
“ Si, Viktor. Volete essere così gentili da
accompagnare questi signori alla porta?”
Le tre montagne di muscoli ghignarono prima di annuire.
“ Gilbert...!” mormorò preoccupato
Ludwig indietreggiando mentre Feliciano andava a nascondersi dietro
alla sua schiena.
L'albino si esibì in un paio di imprecazioni in tedesco.
“ I miei figli vi
accompagneranno all'esterno. A mai più riv...”
“Fermi!” urlò Gilbert con voce
autoritaria.
Non sembrava diverso dal suo solito tono, eppure Feliciano percepiva
che qualcosa era cambiato.
La tonalità pareva
più dolce, melliflua, carismatica.
Percepì come se dovesse a tutti i costi assecondare le
richieste del tedesco.
I tre armadi si erano fermati e ora lo stavano guardando come in trance
in attesa di altri ordini.
“ Ora voi tre ve ne andrete fuori a fare... non so, le cose
che fate di solito. E tu, vecchio, ci dirai all'istante le cose che sai
sul furto al Met”
I tre se ne andarono mentre il
vecchio annuiva con aria assente.
“ L'autore del furto si fa chiamare Black Cat, nessuno sa che
aspetto abbia, però è autore anche di altri furti
di opere d'arte in luoghi quali la galleria degli Uffizi e il British
Museum.
A quanto ne so è un professionista che lavora su
commissione. Si fa contattare solo tramite messaggio privato su di una
casella segretissima. Inoltre è un tipo spietato: nel caso
in cui non si rispetti l'ordine di pagamento o si prova ad ingannarlo
questo qui è capacissimo di tagliarti la gola. L'ha
fatto”
Gilbert annuì: “ Tutte cose che confermano i
nostri sospetti. È senza dubbio il nostro uomo. Ora dicci,
cosa ne farà del quadro rubato al Met?”
Il vecchio, sempre in trance,
rispose: “ Vuole venderlo a colui che glielo ha
commissionato. Il suo nome è Reyes”
Ludwig spalancò gli occhi sorpreso: “ Lo conosco!
È un famoso miliardario!”
Il vecchio annuì: “Esatto, a quanto ho sentito la
consegna avverrà ad una festa che il riccone darà
questa sera alla sua villa. L'indirizzo è...”
“Psst, Ludwig, ma che sta
succedendo?”
Il biondo si sporse verso l'italiano: “ Che intendi dire?
”
Feliciano scrollò
le spalle a disagio: “ Beh, fino ad un attimo fa il signore
era sul punto di sbatterci fuori e i suoi figli stavano per farci del
male, ora invece ci sta dicendo tutto... Come è
possibile?”
Sul volto di Ludwig passò un leggero sorriso: “
È tutto merito di Gilbert”
“Che?”
“ Vedi, ha ereditato dalla nostra famiglia un dono speciale:
la lingua ammaliatrice. Se si concentra abbastanza è in
grado, tramite il solo uso della parola, di far fare o dire alle
persone che lo sentono qualunque cosa egli voglia. Un potere molto
utile quando bisogna eseguire degli interrogatori.
All’Agenzia ci hanno detto che le fate lo usano anche per
combattere, ma fino ad ora mio fratello non è mai riuscito
ad utilizzarlo in quel modo. ”
Feliciano osservava stupito il maggiore dei tedeschi. E chi lo avrebbe
detto che possedeva una tale capacità!
“ Ve, e anche tu possiedi
questa lingua ammaliatrice?”
Ludwig distolse lo sguardo.
Sbagliava o era arrossito?
“ No, io non l'ho
ereditata. Sarebbe stato meglio… ”
Prima che l'italiano potesse chiedere il motivo dell'imbarazzo i due
vennero raggiunti da Gilbert: “ Kesesese, spero che abbiate
con voi un vestito elegante. Ci imbuchiamo ad una festa!” e
mostrò orgoglioso un foglio su cui era stato scritto
l'indirizzo della villa in cui abitava il riccone.
Il minore annuì: “Bene, ed ora via, prima che
l'effetto svanisca”
“Ve, perché?
Cosa succede quando finisce?”
“Cose brutte – fu la sbrigativa spiegazione del
tedesco - Ora via!”
Fifth Avenue, 14 Street
Mida
Ludwig sbiancò, appena vide dove il fratello intendeva
comprare gli smoking per la serata: bastava vedere la vetrina e i
prezzi esposti per fargli venire un mini attacco cardiaco.
‘’ Bruder… dove diavolo ci hai
portati?!’’
‘’ Perché fai quella faccia? Mica siamo
in quel buco del Bronx dove ci volevi far andare
tu.’’
‘’ Ma hai visto i prezzi? No, dico… li
hai visti? Duecento dollari solo per un paio di
scarpe!’’
‘’ Fidati di me, so quel che
faccio.’’
‘’ Io mi fido, bruder. Ma ogni volta ci fai finire
nei casini.’’
‘’ Ma no, non è vero. Dimmi una volta,
una sola in cui è successo.’’
Il biondo non ci stette nemmeno a pensare, e
disse:’’ Parigi, bruder. Vuoi davvero che ti
ricordi di Parigi? Di quello che tu facesti a Notre
Dame?’’
Per la prima volta, Gilbert arrossì, incuriosendo Feliciano.
‘’ Ve… ma cosa è successo a
Parigi?’’
‘’ Quel
che è successo a Parigi – recitò
platealmente l’albino – Rimane a Parigi. Comunque,
fidatevi di me. Dobbiamo solo entrare e chiedere dei vestiti, tutto
qui.’’
‘’ E i soldi, ve?’’
Era venuto a studiare in America solo grazie a una borsa di studio,
figuriamoci se aveva soldi da spendere in un negozio di lusso!
‘’ Pagherà l’Agenzia,
ovviamente ‘’ fu la risposta dell’albino,
senza mostrare un minimo accenno di turbamento.
‘’ Bruder, te l’ho già
detto… ci danno la carta di credito solo per le emergenze!
‘’
‘’ Fratellino, questa è un emergenza!
Dobbiamo catturare un doppelgänger fuori controllo a una festa
della New York in. Di
certo non ci possiamo andare con dei vestiti che puzzano di barbone
morto, ti pare?’’
Il minore scosse la testa, e ribattè:’’
Elizabeta non ce la farà passare liscia, lo
sai?’’
‘’ Ve… chi è questa
Elizabeta?’’
‘’ Una nostra amica, uno spirito minore della
guerra di più di cinquecento anni.’’
‘’ Se ti sentisse, fratellino. Ti strozzerebbe. Non
so se per aver detto spirito
minore della guerra, o per
aver rivelato la sua età.’’
‘’ Se è uno spirito della guerra, vuol
dire che è
cattiva?’’
‘’ Ma no – lo tranquillizzò il
biondo – E’ dolcissima. Sono anni che non si occupa
più di guerre e affini. In compenso, essendo vissuta in
periodi non esattamente facili, è molto permalosa sulla
questione soldi. Non è tirchia, ma odia quando li sprecano
come se fosse carta straccia. Come sta per fare mio fratello
ora!’’
‘’ Andiamo, bruder. Lei non è
qui.’’
‘’ Ma ci sono io. E sta sicuro che questa
è una pessima idea!’’
Probabilmente, sarebbero rimasti a discuterne per ore, testardi come
erano entrambi e fermi nei loro propositi, se il proprietario del
negozio, vedendo Feliciano, non fosse uscito e venuto loro incontro.
‘’ Signor Luciano! Finalmente è
tornato!’’
‘’ Ve…dice a me?’’
‘’ Certo, non si ricorda? –
l’uomo sembrava sinceramente confuso, quasi quanto
l’altro – E’ venuto ieri per comprare un
abito. Un Armani! Ottimo gusto, sempre detto che gli italiani sanno
fare acquisti.’’
‘’ Mein
Gott… non mi
dica che non ha pagato.’’
L’uomo scosse con veemenza la testa, e
disse:’’ Tutt’altro! Mi ha pagato, e
anche profumatamente. Solo… ci sono altri abiti che aveva
richiesto, e pagato in anticipo. Mi aveva detto Il
mio lavoro è complicato, non si sa mai che ci sia qualche
inconveniente. Non vorrei rimanere senza un abito degno di questo nome.
Altrimenti, che figurai ci farei? E
quando ha saputo che quei modelli che aveva ordinato sarebbero arrivati
oggi, mi ha lasciato detto che sarebbe venuto a ritirarli alle 18. Ma
non lo vedevo arrivare, ed io…’’
‘’ Un momento! – l’interruppe
Gilbert – Ci sono dei vestiti giù
pagati?’’
‘’ Si, e stavo
dicendo…’’
‘’ E mi dica, hanno tutti la sua taglia?
– chiese, indicando Feliciano - Solo la sua?
’’
‘’ No, perché il mio
negozio…’’
Gilbert non lo lasciò neppure finire: lo prese per il
braccio e lo fece rientrare in negozio, incitando il fratello e
Feliciano a fare lo stesso.
‘’ Kesekesekese… mamma ha proprio
ragione, noi fate abbiamo un gran culo!’’
Villa Reyes
Ore 21.20
Gilbert, Ludwig e Feliciano entrarono di soppiatto in sala.
Tutti e tre, vestiti elegantemente, si confondevano perfettamente tra i
vari invitati. “Perfetto, ed ora confondiamoci e raccogliamo
informazioni ” sussurrò l'albino ai suoi due
compagni.
“ Ve, e come si fa? ” domandò confuso
l'italiano.
“ Comportati normalmente e cerca di passare inosservato,
tutto qui” gli suggerì Ludwig.
I tre si diressero verso il tavolo del buffet e presero qualcosa qua e
là. Feliciano si guardava attorno imbarazzato, mentre Ludwig
con aria seria accennava a dei cenni di saluto con la testa a tutti
quelli che guardavano nella sua direzione e Gilbert flirtava con varie
eleganti signore piazzando qua e là delle domande
strategiche.
E fu proprio questo che li mise nei guai.
Dopo un po' infatti il biondo
notò un signore parecchio seccato, probabilmente il marito
di una dei flirt del fratello, andare verso un membro della security.
Questi guardò nella loro direzione e si accigliò,
prima di venire verso di loro a passo deciso. “
Uh-oh!” fu l'unica cosa che pensò prima di
sporgersi verso l'altro: “ Gilbert!” gli
sussurrò con urgenza. Questo si voltò verso il
fratello e si accigliò vedendo la guardia.
“ Ve, che succede? - Feliciano seguì lo sguardo
dei due e impallidì visibilmente –
Accidenti...”
“ Tranquilli, è tutto a posto. Il magnifico ha una
soluzione” sussurrò cercando di calmarli Gilbert,
con l'unica reazione da parte di Ludwig di alzare gli occhi al cielo e
mormorare: “ Siamo messi bene, allora...”
“Chi siete voi? Siete
sulla lista degli invitati?” domandò scontroso il
membro della security. Il tedesco gli rivolse il suo miglior sorriso
affabile: “ Mein freund! Ma certo che siamo sulla lista degli
invitati! Cosa pensa? Che ci siamo imbucati? Via non essere
ridicolo!” e scoppiò in una risata talmente
contagiosa che anche l'uomo si ritrovò a sorridere
leggermente.
“S-sì, senz'altro. Ma prima avrò
bisogno dei vostri nomi...”
“Oh, ma certo, freund,
controlla pure sotto Beilschmidt e sono certo che lo troverai. Sai il
tuo capo è un mio caro amico, e mi ha invitato lui in
persona alla festa. Mi ha detto Gilbert,
terrò questa mega festa tra qualche giorno e mi farebbe
più che piacere che anche tu venissi ed
io all'inizio ero tipo Ma
no, amico, non posso. Ho da lavorare ma
il tuo capo alla fine mi ha convinto. Tipo in gamba, eh? ”
La guardia annuì,
stordita, Feliciano non sapeva se dalle chiacchiere o dalla lingua
ammaliatrice del tedesco.
“ E poi –
continuò il ragazzo affiancandoli e mettendo una mano
intorno a lui ed una intorno a Ludwig – Oggi è
anche il giorno del matrimonio di mio fratello, e ne ho approfittato
per fargli questa sorpresa!”
“ W-was? - domandò sorpreso il biondo prima di
riprendersi – Cioè, sì, certo. Oggi mi
sono sposato!” e lanciò un'occhiataccia all'altro
che stava a dire dopo
ti uccido!
“ Oh,
e chi sarebbe la fortunata?” domandò l'uomo.
Gilbert con un grande sorriso spinse Feliciano tra le braccia del
fratello.
Non si sapeva dire chi era più stupito e imbarazzato: la
guardia,
Feliciano, o Ludwig.
“ Ma-ma loro due... loro due sono... sì,
sono...”
“Due uomini , e con
ciò? Un anno fa l'America ha legalizzato le unioni civili,
ed è da allora che il mio bruderline ed il suo kleine freund
Feliciano hanno cominciato a programmare questo momento. Non vorrai
rovinarglielo, vero? ”
L'uomo balbettò un no, prima di lanciarsi in profonde scuse
e delle “felicitazioni” dirette ai due.
Questi risposero un po' imbarazzati. Non appena se ne fu andato a
Gilbert venne un lampo di genio per distrarre gli invitati e al
contempo ottenere le informazioni su dove fosse il loro obbiettivo.
Si diresse spedito verso dove erano alloggiati i musicisti e
sussurrò loro qualcosa, per poi prendere il microfono:
“ Ed ora, amici miei, vorrei che tutti voi lasciaste libera
la pista da ballo! Il mio piccolo bruderline si è appena
sposato, e mi sembra giusto che ora apra le danze col suo nuovo e
grazioso maritino. Musica maestro!”
Gli archetti presero a suonare le
prime note di un valzer. Ludwig a bocca aperta osservava la scena
mentre man mano la folla si apriva su di lui e Feliciano.
Vide Gilbert fargli il segno di assecondarlo e capì il suo
piano. Con imbarazzo porse il braccio a Felicano.
Questi, inizialmente stupito, lo
prese con un sorriso, dopodiché si diressero verso il centro
della sala.
Si misero esattamente sotto al
lampadario e presero a danzare, stretti l'uno nelle braccia dell'altro.
L'italiano era a conoscenza di tutte le persone che li osservavano
curiosi e di Gilbert che si muoveva furtivo tra gli invitati,
però l'essere lì, a pochi centimetri dal viso di
Ludwig e da quei suoi magnetici occhi azzurri escludeva tutto il resto
del mondo.
Per contro il tedesco, dopo un iniziale imbarazzo, aveva cominciato a
prenderci gusto, ed ora volteggiava con l'italiano stretto a
sé, con la sensazione che ci fossero solamente loro due
lì dentro.
A Feliciano sembrava di essere ne “La Bella e la
Bestia” durante la celebre scena del ballo. Solo loro due che
danzavano tra le nuvole.
Due piccole anime nel vasto mondo.
Dopo alcuni minuti, che ai due giovani parvero al contempo secoli e
secondi, la musica smise e loro tornarono coi piedi per terra. L'intera
sala scoppiò in uno scroscio di applausi mentre venivano
circondati da varie signore che facevano loro le congratulazioni per il
novello matrimonio.
Dopo un po' riuscirono a liberarsi e se ne andarono verso Gilbert che
se ne stava fermo vicino al tavolo del buffet a bere del vino.
“ Ehilà, finalmente ce l'avete fatta! Credevo che
le vecchiette vi avrebbero tenute lì in eterno! Allora
Luddi, vuoi ancora uccidermi?” I
l giovane gli lanciò uno sguardo che lo avrebbe incenerito
all'istante: “ Ne riparliamo dopo... –
borbottò – Piuttosto, sei riuscito ad ottenere le
informazioni necessarie?” L'albino annuì mentre
svuotava il calice in un solo sorso: “ Il nostro caro mister
Reyes è al piano di sopra, e a quanto pare
c’è un
misterioso ospite con cui sta trattando di affari privati. Sono
riuscito ad ottenere in fretta queste informazioni, e sono anche
riuscito a vedere un pezzo del vostro ballo. Lasciatemi dire che
eravate assolutamente perfetti, un immedesimazione da oscar. Sembravate
davvero due piccioncini appena sposati!”
Il biondo arrossì di botto: “Taci. Piuttosto
andiamo di sopra prima che lui ci sfugga di nuovo”
Gilbert sorrise malizioso: “E
va bene – si voltò e si avviò sicuro
verso le scale – A proposito, vi state ancora tenendo a
braccetto”
Ludwig notò che il fratello aveva ragione e nello stesso
tempo lui e Feliciano si staccarono all'istante imbarazzatissimi.
“ Ehm, direi che è... il caso di andare”
borbottò Ludwig.
“ Eh
già” concordò Feliciano, prima di
avviarsi rosso in faccia dietro a Gilbert.
*
Luciano sorrise mentre porgeva il
dipinto a quell'uomo. Questi lo esaminò per un po' prima di
borbottare: “ È autentico...”
Il giovane scrollò le spalle: “ Mi sembra ovvio.
Io non inganno mai i miei clienti. Ho rispettato la parola data, ora
tocca a lei. Dove sono i miei soldi?”
Il miliardario prese una piccola valigetta: “ Se li desidera
contare...”
“ No, mi fido della parola di un gentiluomo come lei. E
inoltre immagino che sappia che cos'è successo all'ultima
persona che ha provato ad ingannarmi...”
Il tono era dolce, ma lo scintillio crudele negli occhi fece tremare
freddo l'uomo mentre annuiva leggermente.
“ Bene, ed ora se non le spiace levo il disturbo. Con
per...”
In quel momento la porta dello studio venne scardinata e tre figure si
fecero avanti.
“ Fermi tutti, che nessuno si muova!”
strillò Gilbert con la pistola tesa di fronte a
sé.
“ Luciano Vargas, ti dichiariamo colpevole di furto di opere
d'arte in vari musei e per averli venduti sul mercato nero. Arrenditi
ora e non costringerci ad usare la forza!” lo
ammonì Ludwig.
Da dietro le loro spalle emerse Feliciano, che nel vedere la sua copia
squittì: “Quello è il mio
doppelgänger? Certo che mi assomiglia proprio...”
Sulla faccia dell'altro italiano si andò a formare un
sorriso crudele: “ Mi sembra ovvio, è su questo
che si basa la nascita di un doppelgänger nel caso non lo
sapessi. È un piacere in ogni modo incontrarti per la prima
volta faccia a faccia, Feliciano. Spero che tu abbia gradito comunque
il mio regalo”
“ Che sta succedendo?! Signor Vargas chi diavolo sono queste
persone?!” strillò il miliardario alzandosi in
piedi.
“ Oh, se ne stia zitto! ” sbottò Luciano.
Dopodiché con una velocità inaudita
tirò un calcio in pieno petto all'uomo, che svenne a causa
della violenza del colpo.
“ Fermo! ” urlò Gilbert, con la pistola
ora puntata alla sua testa.
“ Non c'è bisogno di essere così rudi.
Siamo fra amici qui, posate le armi ” e prima che i due
potessero muoversi il doppelgänger con la velocità
del fulmine lanciò la valigetta in pancia a Ludwig che
volò per la sala e con un calciò
disarmò Gilbert.
“ Ma che cazz...! ” riuscì ad esclamare
l'albino prima che l'altro cominciasse ad ingaggiare con lui una
battaglia corpo a corpo.
“ West! - esclamò dopo alcuni minuti il maggiore
vedendo che stava avendo la peggio - È il momento di usare
la nostra arma segreta! Tirala fuori! ”
“ Ve, che arma segreta? ” domandò
confuso Feliciano voltandosi verso Ludwig. Vide che il biondo aveva
assunto una tonalità color rosso ciliegia.
“ Devo proprio? ” chiese il teutonico con voce
lamentosa.
“ West! È la nostra unica speranza! ”
“ Lo dici solo perché non sei tu che devi farlo
” brontolò il giovane.
L'italiano non aveva mai visto
l'altro comportarsi così. Qualunque fosse la misteriosa arma
segreta doveva davvero essere qualcosa di pericoloso.
“ Ludwig Beilschmidt, non fare il bambino e fallo! ”
Ludwig sospirò: “ E va bene - dopodiché
rivolse un'occhiata a Feliciano – Ciò che stai per
vedere non deve uscire da questa stanza, siamo intesi? Inoltre le
domande riservale per dopo”
Prima che il castano potesse dire qualcosa Ludwig chiuse gli occhi e
respirò a fondo. L'attimo dopo una luce rosata invase la
stanza. Luciano si bloccò e si voltò verso la
fonte della luce.
“ Ma che cazz... ?” riuscì a domandare
prima che le parole gli morissero in gola.
Dove c'era Ludwig adesso era seduta una giovane ragazza con dei corti
capelli biondi e dei magnetici occhi azzurri. I vestiti di due taglie
più grandi le ricadevano larghi sul corpo e facevano vedere
una porzione della parte superiore del petto.
La ragazza fece l'occhiolino a Luciano: “ Ehi, bel maschione
” sussurrò con voce suadente.
Il doppelgänger la fissò a bocca aperta con occhi
carichi di desiderio, peccato che in quello stesso momento Gilbert gli
tirò un pugno in faccia e lo fece svenire sul colpo.
“ Però! Bel lavoro West, ben fatto! Sexy al punto
giusto, come sempre! ” esclamò asciugandosi la
fronte e guardando verso la ragazza.
Lei abbassò gli occhi imbarazzata, prima che in un lampo di
luce blu si ripresentasse Ludwig completamente rosso in viso.
Feliciano lo osservava allibito, faticando a trovare le parole:
“ Ma-ma come... tu fino ad un attimo fa eri una bella
ragazza... ed ora invece sei tornato un macho tutto muscoli... cosa...
cosa...?”
Il biondo distolse lo sguardo imbarazzato: “ Te l'abbiamo
detto no? Eredi di creature magiche. La nostra bis nonna era una fata,
e mi ha lasciato in eredità questa... particolare
capacità ”
“ Io più che particolare direi utile! - intervenne
Gilbert mentre legava Luciano con una delle tende del miliardario –
Dico, mi ricordo di quella volta a Bucarest, in Romania, quando abbiamo
dovuto prendere quel troll dei monti. Ricordo ancora come avvicinandoti
sotto forma di Monika lo hai sedotto dicendogli...! ”
“ Sì, Gilbert, grazie! Abbiamo capito! ”
ringhiò il minore incenerendo il fratello sul posto con
un'occhiata.
Dopodichè rivolse uno sguardo carico di vergogna a Feliciano.
“ Monika? ” domandò solo l'italiano.
Ludwig annuì: “ Sì, è uno
dei nomi del mio alter ego femminile ”
Con sua sorpreso l'unica cosa che il castano fece fu sorridergli
calorosamente: “Ve, è davvero un bellissimo nome,
mi piace! ”
‘’ Tutto qui? – commentò
Gilbert, guardandolo stranito – Solo è
davvero un bellissimo nome? Ma
l’hai vista bene oppure avevi gli
occhi chiusi? Monika è…’’
‘’ Fratellone!’’ lo riprese il
tedesco, che si doveva ancora riprendere dall’umiliazione di
aver dovuto trasformarsi nella sua poco amata versione femminile. Ma
non poteva avere anche lui la lingua ammaliatrice come il fratello?
L’avrebbe saputa usare mille volte meglio!
Invece no, si doveva trasformare in una specie di fata porno! Senza
ali e, fino a prova contraria, senza alcun altro potere.
‘’ Che c’è? Dico la
verità! ’’ fu la difesa
dell’altro, che trascinò verso la porta il
doppelgänger legato come un salame e, a fatica,
aprì la porta.
‘’ Io penso che, maschio o femmina, sei sempre
carino!’’ cinguettò ingenuamente
Feliciano, e non c’era alcuna malizia nel suo commento.
‘’ N-non perdiamo tempo – disse Ludwig,
poco abituato a una persona così innocentemente stupida come
Feliciano Vargas – Dobbiamo fuggire da qui, prima che la
sicurezza si accorga di cosa è
successo.’’
‘’ Non vedo dove sia il problema, West.
Basterà che ti trasforma di nuovo in Monika
e…’’
‘’ NEPPURE PER SOGNO!’’
Villa Reyes, Giardini
Luciano
era una zavorra, poco ma sicuro! Gilbert, per quanto fosse
magnificamente forte e prestante, non riusciva a trascinarlo senza
farsi venire il fiatone.
Se non fosse stato sicuro che i soldi li avevano lasciati con Mr Reyes,
quasi avrebbe temuto che quello fosse riuscito a porsi un po’
del gruzzolo con sé.
‘’ West, vuoi darmi una mano? Questo pesa!
‘’
‘’ Mi dispiace fratellone, ma non posso aiutarti
– fu la risposta – sto cercando di contattare
l’Agenzia per farci venire a prendere. Il mio telefono non
prende.’’
‘’ Tutte balle, West! Ti stai vendicando per la
storia di Monika…’’
‘’ Forse…’’ fu il
sibillino commento del biondo, mentre digitava un numero sul suo
cellulare.
Feliciano gli camminava vicino, facendo attenzione a non inciampare o
cadere addosso all’altro. Aveva il broncio, e la cosa non
sfuggì a Gilbert, che per consolarlo
disse:’’ Ehi, perché hai quella faccia?
Non sei contento che tutta questa storia sia finita? Adesso non sarai
più l’uomo più ricercato
d’America!’’
‘’ Ve, lo so… ma mi mancherete.
‘’
Per poco a Ludwig non sfuggì il cellulare dalle mani, e
fissò l’italiano come se fosse uno strano alieno.
‘’ Come?’’
‘’ Ti sembra così strano? –
domandò lui, inclinando appena la testa – Mi avete
aiutato molto per cercare il mio doppelgänger, e ne abbiamo
passate tante insieme! Mi avete aiutato a fuggire dall’FBI,
dalla CIA, da un ex ladro d’arte, ci siamo infiltrati a una
festa per soli ricchi dove io e Lud abbiamo ballato come se fossimo
veramente una coppia! E’ stato tutto molto bello….
ma anche terrificante! Ve, ma tutte le missioni dell’Agenzia
sono così?’’
‘’ Non sempre – borbottò in
risposta Ludwig, che faticava a digitare il numero
dell’Agenzia sul telefonino, mentre la sua mente ricordava il
ballo accennato dall’italiano. Non era mai stato tanto in
imbarazzo e tanto felice in vita sua – Spesso sono
più pericolose di questa.’’
‘’ Davvero? Che peccato, vuol dire che non fa
proprio per me. Fifone come sono, finirei solo per essere
d’impaccio. ’’
‘’ N-non dire così. Credo che mi farebbe
piacere averti come membro della mia squadra.’’
‘’ Anche se sai di dovermi sempre
salvare?’’
‘’ Sono abituato… ‘’
e qui era chiara l’allusione all’incidente di
Città del Messico, quando oltre a loro due c’erano
anche Francis e Antonio.
Ma ehi, che ne sapevano che quel brutto idolo d’oro potesse
veramente trasformare in statue chi lo toccava?
‘’ Ve…tu sei un vero eroe. Io
invece…’’
Gilbert seguiva interessato lo scambio di battute, ignorando un mugolio
di dolore del doppelgänger a causa di una pietra presa in
pieno: l’albino era una vecchia volpe con un fiuto allenato
nel captare certe frequenze, e
se in quel momento ci fosse stata anche Elizabeta, probabilmente si
sarebbe già vestita da ragazza pon pon per inneggiare alla
nascita di una nuova coppia… coppia composta da due
ingenuotti con la sfera sentimentale di un cucchiaio di plastica.
Qui doveva intervenire il Magnifico, assolutamente! C’era in
gioco la felicità del suo fratellino (e tanto divertimento
futuro per lui, ovviamente).
‘’ Ehi West, ho
un’idea!’’
‘’ Ne abbiamo già parlato bruder, non
possiamo uccidere il doppelgänger solo perché tu
sei troppo pigro per trasportarlo.’’
‘’ Ehi, prima lasciami parlare! -
protestò l’albino, che proseguì dicendo
– Pensavo che il nostro amico dovrebbe venire con noi
all’Agenzia.’’
‘’COSA?!’’
Argh… per poco il suo fratellino non gli aveva spaccato un
timpano.
Gilbert si massaggiò
l’orecchio, pensando:’’ Cosa non
si fa per far accasare i parenti.’’
’’ West, non sembrare tanto sorpreso.
Insomma, sappiamo che Feli può creare altri doppelgänger.
Questo qui c’è la confermato!
E se ne creasse un altro come Luciano?’’
‘’ Ve… è vero! Non voglio
farlo, lo giuro! ‘’
‘’ Certo che non ti ricapiterà!
Perché tu verrai con noi all’Agenzia e imparerai a
usare questa capacità per il bene del
mondo!’’
‘’ Per il bene del mondo e,
chissà, magari anche dell’inesistente vita
sessuale di mio fratello ‘’ pensò,
ghignando maliziosamente.
‘’ Bruder, spero che ti renda conto di cosa tu stia
dicendo.’’
‘’ Certo che me ne rendo conto! Ammettilo, creare doppelgänger
ci sarebbe utile. Forse, è in grado di crearne anche di
altre persone! Se fosse così, tu potresti persino non
doverti più trasformare in Monika!’’
Il tedesco si morse il labbro. Quanto era vile suo fratello! Spingerlo
ad accettare usando la storia della trasformazione!
Ma lui era più maturo, non avrebbe ceduto! Feliciano era un
ragazzo normale che meritava una vita normale: non doveva finire in
mezzo ai loro casini quotidiani solo per un capriccio di Gilbert!
‘’ Tanto tu mi ci faresti trasformare solo per
divertirti alle mie spalle!’’
‘’ Mi conosci troppo bene, fratellino! Ma pensaci,
l’Agenzia ha bisogno di
quest’abilità!’’
‘’ Ja, ma lo metteremmo sempre in pericolo! Al
mondo ci sono altre cose, cose ben più pericolose di un
doppelgänger fuori controllo!’’
‘’ Con te a proteggerlo, non dovrà aver
paura di niente!’’
‘’ Perché non lo chiediamo direttamente
a lui? La decisione è sua!’’
I due rivolsero gli sguardi verso l’italiano, che era rimasto
in silenzio fino a quel momento. Sapeva di essere un gran fifone, un
codardo e piagnucolone. Tuttavia, non voleva rischiare che un suo
doppelgänger facesse del male a qualcuno.
Inoltre… non gli andava giù la
possibilità di non rivedere più Ludwig.
‘’ Ve… all’Agenzia mi
insegneranno a controllare questo potere?’’
‘’ Ovvio! – esclamò Gilbert
– Ci sono riusciti con Francis, vuoi che non ci riescano con
te?’’
‘’ Ve, e posso far parte della vostra
squadra?’’
‘’ Certo che sì! – rispose
l’albino, anticipando suo fratello – Modestamente,
siamo i migliori! ‘’
‘’ Bruder… non
incoraggiarlo.’’
‘’ Lud, non mi vuoi con te?’’
L’italiano aveva il classico sguardo da cucciolo bastonato,
quel tipo di sguardo che ti fa sentire il peggior essere umano mai
esistito sulla faccia della terra.
‘’ Certo che voglio con me… ma
è pericoloso.’’
‘’ Ma tu mi proteggerai, vero?’’
‘’ Ja, certo ma…’’
‘’ Allora ho deciso! – lo interruppe
vivace Feliciano – Voglio diventare un membro della vostra
Agenzia! ‘’
Gilbert annuì, soddisfatto. Ci sarà sicuramente
da divertirsi ora, ne era sicuro!
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Capitolo 2 *** Il misterioso caso del Druido Oscuro (o la storia di come Arthur ebbe la sua prima missione sul campo e come partner un odioso francese) ***
Autrice: Lady
With Witch
Co Autore Classicboy
Titolo: The Agency
Rating Giallo
Genere fluff, demenziale, romantico,
soprannaturale
Coppie FrUk,
Spamano, GerIta, RusAme , SuFin, DeNor, PrHun.
Avvertimenti: Ooc, What
If…? Alternative universe.
ATTENZIONE
Pesante Ooc di alcuni personaggi di questa fan
fiction
Parodia di Martin Mystere, Hellboy e Huntik. Da maneggiare con cautela.
Questa
long rappresenta un esperimento dell'autrice: ossia è
un'antologia di storie a carattere fantasy/parodico dove fluff e
divertimento sono i perni portanti. I capitoli saranno autoconclusivi.
Perchè chi dice che il fantasy debba essere sempre preso sul
serio? Una risata è tutto quel che serve. Come diceva
Chaplin:"Un giorno senza sorriso è un giorno
perso."
Trama
Feliciano, grazie a Ludwig e Gilbert, ha deciso di entrare a
far parte dell’Agenzia per imparare a gestire il suo potere.
Gli ci vorrà un po’ di tempo, ma non gli
sarà difficile ambientarsi. Nel mentre Sadiq,
il direttore dell’Agenzia, convoca Arthur Kirkland per
assegnargli una missione in Scozia, in un villaggio teatro di
misteriose sparizioni di natura magica. Ad affiancarlo, un mezzo selkie
francese e tra i due è odio a prima vista.
Minimo due recensioni per continuare
Campagna di Promozione Sociale -
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smette di scrivere?
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The Agency
Il misterioso caso del
Druido Oscuro (o la storia di come Arthur ebbe la sua prima
missione sul campo e come partner un odioso francese)
Omnia
mutantur, nihil interit
Tutto cambia, niente muore
(Motto dell’Agenzia)
Feliciano si osservava attorno,
perplesso. Quando Ludwig e Gilbert gli avevano detto che lo avrebbero
portato subito all'Agenzia si aspettava che ci sarebbe arrivato tramite
qualcosa tipo il teletrasporto di Star Trek, non che lo avrebbero
portato fino a Central Park.
“ Ve, mi state dicendo che abbiamo attraversato
metà città, solo per arrivare qui?”
“Ja, e per fortuna che la tua copia si è riunita a
te all'altezza di Manhattan. Nonostante la mia straordinaria forza, non
so se sarei riuscito a trasportarlo fin qui”
esclamò Gilbert allegro.
Ludwig sospirò: “Bene, ed ora direi che
è il caso di rientrare...”
“Fermo bruderline! Adesso me ne occupo io!”
Il biondo alzò un sopracciglio scettico: “Ne sei
sicuro?”
“Certo! Per caso non ti fidi del tuo magnifico fratello
maggiore?”
L'altro evitò di rispondere, e l'albino si
avvicinò tronfio verso un albero. Arrivato di fronte prese
un ramo basso e cercò di abbassarlo, quasi fosse una leva.
Solo che non ci riuscì.
Il ragazzo assunse un'aria confusa prima di riprovare, stavolta con
più forza. Vedendo che non funzionava continuò a
provare, aggiungendo vari improperi in tedesco contro l'albero.
“Ehm, bruder...”
“Zitto, West! Non vedi che ho da fare?!”
“Ma che sta succedendo?” domandò
sperduto Feliciano.
“Per ritornare all'Agenzia da New York ci sono vari passaggi.
Quello più sicuro è quello di Central Park,
mimetizzato con un finto albero. Per aprire la porta tecnicamente
bisognerebbe abbassare un ramo che in realtà è
una leva, però...” spiegò Ludwig,
indicando poi con un cenno il fratello, che adesso era in posizione
orizzontale con entrambe le gambe puntate al tronco e le braccia che
provavano ad abbassare il ramo, il viso completamente rosso per lo
sforzo.
“Scheiße, basta! Ci rinuncio, la leva deve essersi
rotta!” esclamò dopo due minuti l'albino
allontanandosi furente.
“Posso?”
domandò Ludwig
“Bah, vai e vedi se coi
muscoli che ti ritrovi riesci a fare qualcosa di utile”
Il biondo con calma si diresse verso l'albero... per poi proseguire e
puntare a quello affianco.
Prese un ramo e lo abbassò senza problemi. All'istante si
aprì un porta rivelando un interno simile ad un ascensore.
“Prego, da questa
parte” disse il minore per poi entrare.
Gilbert lo osservò bocca aperta per un paio di secondi prima
di raddrizzare la schiena e ridere: “Kesesese, lo sapevo sin
da subito che in realtà era l'albero sbagliato, la mia era
tutta una messinscena per vedere se eravate attenti!” per poi
seguire il fratello. Feliciano guardò l'ingresso per poi
deglutire. Stava per incominciare una nuova avventura, una volta
attraversata quella soglia la sua vita non sarebbe più stata
la stessa.
Ma lui era pronto? Alzò
lo sguardo e fissò Ludwig che lo osservava interrogativo. A
quel punto annuì e li seguì. La porta si
richiuse, e a Central Park tornò la quiete. Quando le porte
si riaprirono e Feliciano vide l'interno dell'Agenzia gli
mancò il fiato. “Benvenuto all'Agenzia,
kleine!” esclamò Gilbert con un sorriso a
trentadue denti mentre l'italiano cercava di metabolizzare quello che
stava vedendo.
L'atrio era immenso, diverse porte si aprivano e sopra ciascuna di loro
era riportata una scritta, ovvero la destinazione.
Diversi piani dipartivano dal piano terreno, talmente tanti che
sembrava quasi impossibile contarli, e altrettanti si sviluppavano
verso il basso, scavati nella terra. Vari personaggi si affaccendavano
in giro per la sede, alcuni dei quali non erano neanche umani.
Feliciano vide una fata che trasportava dei documenti, un uomo fatto di
terra parlare con una donna d'aria, un caffé trasportato a
mezz'aria chinarsi e essere come sorseggiato da qualcuno di invisibile
come un fantasma, quello che sembrava un incrocio tra un uomo e un
pesce passò loro vicino per prendere uno degli ascensori,
vide un essere metà uccello con in mano dei biglietti
d'aereo passare loro di fronte per dirigersi verso una porta che
sembrava condurre verso uno dei piani superiori.
“Ve, perché
quel tipo aveva con sé dei biglietti aerei? Voi non siete in
grado tramite questi ascensori di trasportarvi ovunque?”
“Beh, tecnicamente
sì, ma l'uso o meno dei passaggi viene scelto dal capo a
seconda di quanto urgente è considerata la missione.
Solitamente evitiamo di usarla perché di fatto è
come se entrassimo illegalmente in uno stato, se ci fermassero per un
controllo saremmo nei guai. Nel nostro caso però avevamo
scoperto il tutto ieri e quindi dovevamo raggiungerti il prima
possibile”
Feliciano annuì, mentre continuava a guardarsi attorno
sperduto.
Ad un certo punto urtò contro una persona.
“Ah, scusami, scusami
tanto!”
“F-fa niente”
mormorò una voce talmente flebile da essere a malapena
udita. Apparteneva ad un giovane biondo con i capelli di media
lunghezza, portava un paio di occhiali e aveva un'espressione mite e
dolce.
In mano reggeva dei fogli.
“Oh, buongiorno Matthiew!” esclamò
felice Gilbert, salutandolo.
“Ehm, ciao Gil, ciao
Ludwig. Come è andata la missione?”
“Perfettamente, come del
resto c'era da aspettarsi dal Magnifico Me!” si
vantò l'albino.
Il biondino non pareva essere molto convinto, ma non disse nulla. La
sua attenzione si focalizzò invece su Feliciano, che lo
osservava incuriosito.
“Oh, c-che sbadato. Perdonami non mi sono ancora presentato,
sono Matthew Williams” e porse la mano.
“Ve, Feliciano
Vargas!” rispose il ragazzo sorridendogli.
Il giovane annuì:
“Non ti ho mai visto, e a giudicare dal tuo aspetto non mi
sembri nessuna delle creature appartenenti al Piccolo Popolo. Sei
umano?”
“Ve, sì. O meglio, credo. Il fatto è
che ho scoperto di avere l'abilità di creare senza volerlo
dei cloni, o esseri del genere con un nome molto più
complicato di così, e uno di questi ha iniziato a rubare
opere d'arte in giro per il mondo incolpando me. Stavo per essere
sbattuto in cella quando Lud e Gil mi hanno salvato e mi hanno
raccontato tutto, a quel punto siamo andati da un ladro d'arte per
ottenere informazioni, poi in un negozio di vestiti di alta classe, e
poi ci siamo infiltrati ad una festa di ricconi dove abbiamo catturato
il mio clone. Dopo averlo fatto Gilbert mi ha invitato a unirmi
all'Agenzia per controllare i miei poteri in modo che non succeda
più una cosa del genere e io ho accettato. A quel punto
siamo tornati a Central Park, abbiamo aperto il passaggio segreto e
siamo tornati qui - lo fissò negli occhi - Tu invece
possiedi qualche tipo di potere?”
Matthew sbattè un paio di volte gli occhi, come se stesse
uscendo da una sorta di trance, prima di rispondere: “I-io
sono umano. Lavoro qui all'agenzia coma traduttore di testi antichi o
in missioni diplomatiche per mettere d'accordo varie fazioni sul piede
di guerra”
“Mattie è un asso nelle lingue! - intervenne
Gilbert sorridendo - È merito suo se quattro anni fa non
è scoppiata la guerra tra le sirene e le oceanine in
Finlandia!”
“ N-non ho fatto nulla di che. Comunque ora devo proprio
andare, devo consegnare un rapporto sul caso dei coboldi. Quegli
esserini hanno delle pretese assurde. Ci vediamo ragazzi, spero di
rivederti Feliciano!” e il giovane se ne andò.
I tre si diressero verso le scale e
presero a salirle.
“ Ve, dove stiamo andando?”
“Ti portiamo dal nostro capo, Sadiq Adnan - spiegò
Ludwig - A seconda di ciò che dirà potrai o meno
fare parte dell'Agenzia”
“Oh, capisco...”
“Kesesese, non ti preoccupare, ti accetterà
subito. Pare burbero, ma in realtà non è male.
Eccoci, il suo ufficio è a questo piano” l'albino
fece appena in tempo a mettere piede su quel piano che furono accolti
da un urlo: “TIPO, CCCOOOOOSAAAAAAAAAA!?!?!?!”
L'onda d'urto fu talmente forte che Gilbert cadde per terra. Feliciano,
andato prontamente a nascondersi dietro alla schiena di Ludwig, si
sporse leggermente, e vide che un ragazzo coi capelli biondi se ne
andava in giro per l'ufficio sbraitando cose qua e là mentre
lanciava in aria fogli a caso.
Ah, e indossava anche un vestito da donna, e a giudicare da com'era
doveva anche essere un vestito di marca.
“Sigh, sembra che Feliks
abbia un'altra delle sue crisi da diva” sospirò
esasperato Ludwig.
“Ve, chi? Feliks?
È per caso quello...”
“Ma si può
sapere tipo cosa state facendo?! Aspettavo quel rapporto sulla mia
scrivani alle 15 precise, e sono già le 15 e
ventitré secondi! Io così non posso lavorare! Ho
dovuto interrompere il mio sonno di bellezza per venire fin qui, e per
la fretta mi sono dovuto vestire totalmente con la prima cosa che ho
trovato, e così sono dovuto venire con addosso tipo solo
questo straccetto! Dov'è il mio caffè?! Tipo mi
state dicendo che non avete ancora pronto il mio caffè?!
Sono totalmente deluso da voi, vi ho chiesto tipo dov'è il
mio caffè?! E facendomi urlare mi state facendo venire le
rughe! Tipo, vi rendete conto?! Ora dovrò totalmente
chiamare l'estetista e dirle di aggiungere tipo anche un massaggio al
viso! Tipo, dove sono i miei dolcetti?! Dov'è il mio bagno
caldo?! Dov'è l'ultimo numero di IoDonna?! Dove sono i miei
pony?!” Feliciano si accorse in quel momento che il corpo di
quel tipo stava iniziando a fumare, letteralmente.
Prima che potesse chiedere spiegazioni, questo esplose in una nuvola di
fuoco, e al suo posto comparve un elegante uccello colo rosso e oro che
prese a volare in giro spargendo cenere e scintille per tutto il piano
mentre continuava a gracchiare con tutta la sua voce.
Dopo un paio di minuti volò verso un'altra stanza e
scomparve e in sala ritornò il silenzio.
Dopo alcuni minuti nel silenzio più totale Ludwig si
spazzolò la maglietta prima di commentare: “Bene,
è il caso di andare dal capo adesso”
“Come?! No, aspetta!” lo fermò Feliciano.
“Che
c'è?”
“Come che c'è?
Chi era quel tipo? Come mai si è trasformato in una sorta di
pollo di fuoco? E perchè voi vi state comportando come se
nulla fosse?!”
“Alla seconda domanda
posso rispondere io” intervenne una voce. Feliciano si
voltò e vide dietro di sé un ragazzo con dei
capelli biondi e arruffati, gli occhi verdi sormontati da due enormi
sopracciglia e un fisico asciutto. Tra le braccia recava tre voluminosi
libri, talmente ingombranti che era sorprendente che riuscisse a
trasportarli.
“Mi chiamo Arthur Kirkland, laureato in antropologia forense
e bibliotecario dell’Agenzia - si presentò il
giovane - Quello che hai appena visto è il tipico spettacolo
di Feliks che da di matto. Feliks Lukasiewick è una fenice,
uno dei mitici uccelli immortali d'oriente, simbolo di vita eterna e
rinascita. Col tempo la sua razza ha imparato ad assumere forma umana,
e così da allora ce lo troviamo a strillare come una
donnicciola isterica ogni volta che ha dei problemi”
“Oh, capisco. Ve, ad ogni modo io sono Feliciano Vargas,
molto piacere” si presentò il giovane con un
sorriso.
Arthur grugnì in risposta: “Sei nuovo, immagino.
Come ci sei arrivato fin qui?” I
l ragazzo stava per rispondere quando sentì una voce urlare
decisa: “Largo, signorine!”
Un paio di persone si scansarono e l'italiano vide una giovane ragazza
con dei lunghi capelli castano chiari ornati da un fiore e
un'espressione a metà tra il fiero e il dolce farsi avanti.
“Elizabeta!” la
salutò Ludwig con un leggero sorriso.
“Ragazzi! Era ora che
tornaste, stavo incominciando a preoccuparmi. Spero che stavolta non
abbiate avuto problemi” disse lei mentre si voltava a
guardare Gilbert. “Ehi, perché guardi me? Ti
ripeto per settima volta che la fuga di quegli spiriti maledetti dallo
specchio non fu colpa mia!” protestò l'albino.
Lei alzò gli occhi al cielo, prima di notare Feliciano.
Assunse un'espressione sorpresa per poi sorridergli e venirgli incontro
con la mano tesa: “Ma tu guarda, un nuovo arrivato!
È per me un grande piacere incontrarti, sono Elizabeta
Hedervary”
“Ve, io sono Feliciano
Varags - si presentò sorridendo il ragazzo, poi assunse
un'aria meditabonda, prima di sorridere - Elizabeta? Ma certo, sei la
ragazza di cui mi ha parlato Gilbert!”
“Ma davvero, e cosa ti avrebbe detto su di me?”
domandò la giovane, mentre l'albino impallidiva.
Non gli piaceva il tono assunto dall'ungherese, né tantomeno
il sorriso da psicotica. Lentamente cercò di svignarsela
alla chetichella, ma Feliciano stava già rispondendo
ingenuamente: “Ve, mi ha detto che sei una
divinità minore della guerra di oltre cinquecento anni e che
sei una gran tirchia!”
Lentamente la castana si voltò verso il tedesco, e lui si
stupì che la sua testa non girasse di centottanta gradi come
quella dei gufi.
“Ma tu senti? Gil caro, ti spiace se parliamo un attimino in
privato?” e prima che il giovane potesse rispondere lei gli
fu addosso con in mano uno spadone a due mani. All'albino non
restò altra opzione se non la fuga.
“ Divinità Minore?! Oltre cinquecento anni?!
Tirchia?! Te lo faccio vedere io chi è la
divinità minore vecchietta! Ti strappo le ossa dalla carne,
poi ti resuscito e poi ti uccido di nuovo, disgraziato!”
urlava mentre Gilbert cercava di fuggire urlando a più non
posso e chiamando in aiuto il fratello minore.
Questi, non avendo manie suicide, si voltò verso Feliciano
sospirando: “Ne avranno ancora per un bel po',
andiamo”
Ma prima che potessero fare un solo passo, un uomo entrò
sbattendo la porta. “Qualcuno mi vuole chiamare quel gattaro
di Heracles?! È mai possibile che quando ho bisogno di lui
sparisca nel nulla?! Qualcuno l'ha visto?!”
Feliciano si ritrasse spaventato. La
persona che aveva urlato era un massiccio uomo che poteva avere
trentacinque come sessant'anni, muscoloso con i capelli castani
scompigliati , di fronte agli occhi aveva una maschera bianca, portava
una barbetta sfatta e la carnagione era tipica dei popoli del medio
oriente. Si voltò a guardare nella loro direzione, e non
appena vide Feliciano assunse un'aria confusa, prima di dirigersi verso
il loro gruppetto con passo deciso.
“Ve!”
squiittì il ragazzo mentre
si rifugiava dietro a Ludwig, mentre questa se ne stava fermo immobile
ad osservare l'uomo venire verso di loro.
“ Buongiorno, capo - lo
salutò semplicemente - Abbiamo portato a termine la missione
come stabilito, il doppelgänger è stato
neutralizzato e la lista dei mandanti dei suoi colpi mandata alla
polizia. Ben presto le varie opere torneranno ciascuna al proprio museo
di appartenenza”
“Oh, bene agente Ludwig, ottimo lavoro, come sempre. A
proposito, dov'è suo fratello?”
Il biondo si indicò le
spalle dove Elizabeta, ancora a spada sguainata, stava inseguendo uno
sfinito Gilbert.
“Ah, capisco. Quindi nessun intoppo?”
Il biondo arrossì leggermente: “Ehm, ecco a dire
il vero c'è una cosa...” e si fece da parte
mostrando un tremante Feliciano.
Sadiq aggrottò le sopracciglia, mentre l'italiano alzava
timidamente la mano e pigolava un saluto.
“Lui è Feliciano Varagas, e vorrebbe unirsi a
noi” e prese a spiegare l'intera situazione.
Finita la storia il turco si
portò una mano al mento riflettendo.
“ Uhm, vediamo un po', mi sta chiedendo di accettare
nell'Agenzia un ragazzino senza alcun addestramento e che non sapeva
assolutamente nulla del mondo magico fino a che non gliene avete
parlato voi senza autorizzazione, e che potrebbe per sbaglio creare dei
doppelgänger che nel migliore dei casi se ne andrebbero per
gettare panico nel mondo e nel peggiore ucciderci tutti nel
sonno?”
Il biondo arrossì fino alla punta dei capelli prima di
annuire e balbettare un: “J-ja!”
A quel punto Sadiq fece una cosa
inaspettata. Sorrise e diede una sonora pacca sulla spalla a Feliciano.
“ Ma certo che lo accetto!
Come se in questa gabbia di matti non avessimo assistito a cose
peggiori. Benvenuto tra noi signor Vargas, io sono Sadiq Adnan,
direttore dell'Agenzia! Spero che sarà meno problematico di
suo fratello. ‘’
“Pia-piacere! ”
esclamò sorpreso l'italiano (inoltre da ore che si domandava
come fosse possibile che il suo fratellone non gli avesse mai detto
niente su tutto quello) mentre
Sadiq gli scuoteva talmente forte la mano da farlo quasi sobbalzare sul
posto.
Alla fine il turco si rivolse verso Ludwig: “Allora, visto
che l’ha portato fino a qui sarà
responsabilità sua e di suo fratello occuparvene,
addestrarlo e tutto e farà parte della vostra compagnia.
Obiezioni? No, bene!” esclamò il moro ignorando la
mano alzata in segno di protesta del ragazzo.
A quel punto l’uomo si rivolse verso Arthur, che stava dando
suggerimenti a uno degli agenti su come riportare Felix nella sua forma
umana.
“ Kirkland, le dispiacerebbe venire nel mio ufficio? Ci sono
delle questioni importanti di cui vorrei discutere e che la riguardano
personalmente”
Il biondo assunse un’aria sorpresa prima di annuire:
“ Non c’è problema. Ah Toris, puoi
portare questi in biblioteca?”
‘’ C-certamente… forse riesco anche a
ritrovare Felix.’’
‘’ Ricordati, fallo addormentare prima. Solo
così potrà tornare in forma
umana.’’
‘’ O-ok…’&rcquo;
“ Bene, tornate tutti al lavoro! – tuonò
il direttore - E,
per favore, qualcuno mi ritrovi Heracles! ”
*
L’ufficio del direttore
era in netto contrasto con l’atmosfera asettica
dell’Agenzia: era colorato, ricoperto di tende e tappeti
orientaleggianti. Sembrava l’angolo nascosto di un harem
dell’Impero turco, piuttosto che un ufficio.
‘’ Si sieda
pure, Kirkland.’’
‘’
Ehm… dove?’’ fu la domanda
dell’antropologo, non vedendo sedie.
Il direttore si distese su una pila di cuscini, iniziando a fumare da
un narghilè posto lì vicino.
‘’ Qui, sui cuscini. Si stenda pure, non si
preoccupi ‘’
‘’ Uhm… va bene.’’
Con un po’ di
difficoltà e cercando di non sembrare un’idiota,
anche lui provò a stendersi, con risultati a dir poco
deludenti.
‘’ Ora che si
è sistemato possiamo…’’
‘’ Miao…’’
Sadiq, trovandosi di fronte un gatto persiano grassoccio e
dall’aria pigra, roteò gli occhi, come se fosse
una scena a cui fosse già avvezzo suo malgrado.
Prese l’animale e gridò:’’
Heracles, diavolo di un greco! Vieni qui! Un altro dei tuoi gattacci si
è intrufolato nel mio ufficio!’’
Nessuna risposta. Il turco sospirò, e quasi
rischiò di farsi cadere la maschera dal viso.
‘’ Sempre così… ogni santo
giorno. Miriadi di gatti nel mio ufficio, a volte devo chiamare la
disinfestazione, altrimenti non potrei entrare nel mio ufficio! Cosa da
pazzi! E tutto perché ho come segretario un greco benedetto
da Bastet. ‘’
‘’ Bastet?
– fece sorpreso Arthur – La dea egiziana
protettrice dei gatti?’’ ‘’
Purtroppo sì, proprio lei. Conoscevo la madre di questo
impiastro, una sacerdotessa di Atena di tutto
rispetto.’’
‘’ Sacerdotessa? Ma
è…’’
‘’ Estremamente raro, lo so. Di sacerdoti del
vecchio culto ne sono rimasti pochi. E’ più una
cosa che si tramanda in famiglia, sai? Per questo pensavo che il figlio
di Elena fosse come lei, un cervellone un po’ snob ma
efficiente nel suo lavoro. Non mi aspettavo un pigrone di prima
categoria che diserta il lavoro ogni due per tre per dormire o per
cercare di allevare i suoi stramaledetti gatti. Non mi dispiace che
abbia la benedizione di Bastet, ma poteva almeno dargli dei poteri
utili!’’
Arthur ascoltava in religioso silenzio. Era da appena un mese che era
entrato a far parte dell’Agenzia, logico che tutti quei
discorsi su magia, divinità e piccolo popolo lo lasciassero
ancora spiazzato.
In mezzo a discendenti di fate, semi
dei, spiriti della natura, vampiri, lupi mannari e compagnia bella, si
sentiva spaesato.
Vedendo i suoi colleghi, si chiedeva sempre cosa diavolo ci facesse lui
lì. Almeno, non era l’unico lì a non
avere poteri.
Anche Matthew Williams e suo fratello erano umani al 100 %, proprio
come lui. Proprio in quel momento, nell’ufficio
entrò un ragazzo moro con un gatto sulla testa e uno tra le
braccia.
‘’ Stupido turco, mi hai
chiamato?’’
‘’ Sì, idiota. Uno dei tuoi gattacci
è di nuovo entrato nel mio ufficio!’’
‘’ Ah,
Malachia… Capiscilo, qui sta comodo. Gli piacciono i tuoi
cuscini.’’
‘’ Ma non lo posso far stare qui solo
perché sta comodo!’’
‘’ Beh, non
guardare me. Se ti decidessi a rimodernare anche il mio
ufficio…’’
‘’ Allora è questo? –
l’interruppe il direttore – E’ tutta una
tua subdola manovra per avere un ufficio nuovo?’’
‘’ Ti sembro il tipo da usare queste
tattiche?’’
‘’ Non me ne
stupirei, Heracles. Tua madre fece una cosa simile, solo che lei voleva
un aumento! Mesi e mesi passati con gufi, civette e corvi che mi
seguivano!’’
‘’ Mhm…in effetti, ora che ci penso io
…’’
‘’ Ma non è ancora arrivato
l’agente Bonnefoy dalla Provenza? – Sadiq fu
più veloce di lui, non era pronto a dover affrontare anche
la battaglia per lo stipendio. Aveva una certa età, lui!
– Deve essere ritornato da almeno ventiquattro
ore!’’
‘’ Si,
è qui fuori. Lo vado a chiamare?’’
‘’ Certo, va
va’… io intanto spiego al signor Kirkland i motivi
della sua presenza qui.’’
Heracles se ne andò, e anche Malachia decise di seguire il
suo padrone, facendo sospirare di sollievo il turco.
‘’ Finalmente… comunque, tornando al
motivo per cui l’ho convocata qui… ho deciso di
affidarle una missione sul campo, signor Kirkland. A Drumnadrochit, in
Scozia. ‘’
‘’ Cosa? Una
missione sul campo… a me? ’’
‘’ Non sembri
tanto sorpreso – commentò il direttore –
Considerate le vostre parentele, è naturale pensare a voi
per una missione di questo tipo. ‘’
‘’ Considerate le mie
parentele?’’ pensò
l’inglese, confuso.
Cosa ci poteva mai essere di speciale in un padre minatore e in una
madre casalinga? Ah si… dimenticava i quattro fratelli
rompiscatole.
‘’ Un agente di Scotland Yard con ampie conoscenze
del mondo magico ci ha contattati in seguito a delle misteriose
scompare in questo piccolo villaggio di 150 anime. Sono scoparsi quasi
tutti, eccetto lui e un ragazzino. E dalla sua telefonata, non so se
voglia essere aiutato per l’entità responsabile
delle scomparse, o perché non sopporta più di
avere a che fare con un dodicenne iperattivo.’’
Arthur stava per ribattere che lui di entità e affini non ne
sapeva niente, quando Heracles rientro con un seguito di gatti
ordinatamente posti in fila indiana e con accanto un uomo sui
venticinque anni, elegante, raffinato… troppo bello per
essere un mortale.
Non che fosse rimasto colpito o chissà che, sia chiaro. Era
un’analisi oggettiva, la sua. Quell’uomo era troppo
bello. E sicuramente era anche insopportabilmente vanitoso.
Arthur arricciò il naso. Se quello era l’agente
che doveva accompagnarlo in Scozia, la missione era già
bella che fallita.
Aveva tutta l’aria di una persona con cui sarebbe stato
impossibile andare d’accordo. ‘’ Mon
ami Sadiq, a cosa devo il
piacere? Mi avevi promesso un periodo di ferie, ricordi? Non mi
aspettavo che mi richiamassi così bruscamente (e senza
alcuna eleganza) a lavoro. ’’
‘’
Sì, ma le avevo dato una settimana Bonnefoy. Non tre
mesi!’’
‘’ Sai com’è, noi selkie
abbiamo una concezione diversa del tempo. ‘’
‘’ Ah, è un selkie – pensò
l’antropologo – Ora
si capiscono un sacco di cose.’’
Sua madre da piccolo gli raccontava spesso delle storie su
queste misteriose donne dotate dell’abilità di
trasformarsi in foche e la cui vera casa era il mare. Non pensava che
un giorno ne avrebbe conosciuta uno… ma le selkie non erano
tutte donne?
‘’ Non siete un selkie completo, Bonnefoy. Vostra
madre lo era. Lei lo è solo
metà.’’ ‘’ Ehi, ho
comunque ereditato gran parte dei suoi poteri. E per la legge del
piccolo popolo posso considerarmi a pieno diritto uno di
loro.’’
‘’ Ma perché discuto sempre con
lei… ‘’
‘’ E’
la vecchiaia, capo.’’
In quel momento, il selkie noto
Arthur.
Sfoderò il suo sorriso più affascinante, e gli
disse:’’ Ohohoh… chi abbiamo qui? Sembra
carino. E che sopracciglia… interessanti. Come ti chiami,
mon cher?’’
‘’ Arthur Kirkland, rana. E dì una sola
parola sulle mie sopracciglia, e giuro che ti rispedisco a calci in
Irlanda.’’
‘’ Io sono
francese – precisò il biondo, e
continuò – Sei un tipetto difficile, eh? Non ti
piacerebbe approfondire la nostra conoscenza, magari con una cena
offerta da me? Oppure passiamo direttamente a casa tua, non sono
fiscale sui primi appuntamenti. ’’
‘’ Grazie, mi hai appena ricordato
perché devo istallare un sistema antifurto in casa mia.
‘’
‘’ Un antifurto
non può tenere a freno il vero amore!’’
‘’ Un pugno in faccia sì, per
fortuna.’’
Il selkie sembrava spiazzato. Quel ragazzo… non sembrava
subire minimamente gli effetti della sua soprannaturale bellezza.
‘’ Un momento… non mi trovi
affascinante? Neppure un po’?’’
‘’ Oggettivamente, forse. Ma sinceramente
preferirei starti il più lontano possibile piuttosto che
stare con te nella stessa stanza.’’
Sadiq non riusciva a nascondere a
smettere di ridere sotto i baffi, e il francese lo fissò
come se fosse il responsabile della totale indifferenza di Arthur.
‘’ Tu… tu lo
sapevi!’’
‘’ Che fosse immune al fascino della sua razza? No,
ma ho voluto fare un esperimento. Non avrei mai immaginato un risultato
così soddisfacente!’’
‘’ Ma è umano! Nessun umano
può resistermi! E nessuna fata. E nessuna semidea. E nessun
spirito della natura. E nessun… ’’
‘’ Agente Bonnefoy –
l’interruppe Sadiq, prima che facesse la lista delle sue
conquiste – Non l’ho convocata per farle conoscere
Kirkland. Voi dovete andare in missione in Scozia,
e…’’
‘’ Un
momento… dovrei avere questo teppistello come mio compagno
di squadra? Ma io sono già in coppia con Gilbert e
Antonio!’’
‘’
All’agente Beilschmidt è stato affidato
l’addestramento di una recluta, mentre l’agente
Carriedo si trova in Messico.’’
‘’ Fortunati… e Elizabeta? Non
è finito il suo periodo di ritiro? Andiamo Sadiq, accetterei
di andare in missione anche con Felix… ma non con questo
sopracciglione!’’
‘’ Ehi, almeno io non ho una barbetta
caprina!’’
‘’ E’ barba virile, sbarbatello. Ma un
ragazzino cosa ne può sapere?’’
‘’ Ho
ventitré anni! E sono già laureato in lingue e
antropologia forense! Conosco le usanze del piccolo popolo, degli elfi
e di tutte le creature tutelate
dall’Agenzia.’’
‘’ Perfetto, un cervellone. Di bene in
meglio.’’
Sadiq avrebbe volentieri voluto
assistere a quel battibecco ancora un po’.
Nessuno riusciva a tener testa a Francis Bonnefoy per molto tempo, a
causa dei poteri che il giovane aveva ereditato dalla madre selkie.
Non sarebbe intervenuto, il francese meritava una lezione.
Peccato che il suo narghilè si stesse liquefacendo, e con
lui tutti gli oggetti metallici del suo ufficio.
E sapeva benissimo di chi era la colpa.
Lo doveva allontanare, e subito! Lui voleva fumare in pace!
‘’ Voi due,
smettetela! Heracles vi darà i vostri biglietti aerei per la
Scozia, e all’aeroporto troverete una gip che vi
condurrà a Drumnadrochit!’’
‘’ Ma capo,
io…’’
‘’ FILATE! ’’
Per quanto testardi, nessuno osò fiatare o disobbedire
all’ordine del direttore. Uscirono immediatamente, un
po’ ostacolandosi un po’ spintonandosi. Il turco
sospirò.
Ma che baracca di matti si era ritrovato a gestire!
Volo Boing 403
Un volo economico. Erano su un
fottuto volo economico!
Francis si sentiva profondamente punto nell’orgoglio! Sadiq
non solo lo aveva richiamato dal suo meritato periodo di riposo (ehi,
lavorava da dodici anni per l’Agenzia!
Aveva atteso abbastanza per prendersi una pausa), ma gli aveva messo
alle calcagna un novellino privo di stile e tremendamente inglese.
A differenza sua, Arthur sembrava perfettamente a suo agio in quelle
deplorevoli condizioni di volo, con dei bambini dietro a fare chiasso e
il fastidioso russare dell’uomo seduto di fronte. Lui
leggeva… Leggeva!
Come ci riuscisse, con tutto quel baccano, era un mistero.
‘’ Ma come fai,
bruco?’’
‘’
Mhm… di che parli?’’
‘’ Come fai a leggere con quei mostri dietro! Non
dico che non amo i bambini, ma questi… questi vengono
direttamente dall’Inferno!’’
‘’ Come la fai lunga, rana. Sono cresciuto con
quattro fratelli maggiori. So che c’è di
peggio.’’
‘’ Sempre detto
che è meglio essere figli unici… E che libro stai
leggendo?’’
‘’ Mi sto documentando sul villaggio di
Drumnadrochit. Qui c’è una vecchia leggenda
che…’’
Il francese gli prese il libro dalle mani e cominciò a
sfogliarlo distrattamente.
‘’ E’ una guida turistica.
‘’
‘’ Non ho avuto tempo di prendere niente di
meglio.’’
‘’ Ah mon ami… ma leggere non ti
servirà a niente! I libri sul campo servono a poco! Si deve
essere pronti a tutto, pronti e lesti.’’
‘’ Sei peggio di
Alfred. Bah… non tutti hanno i poteri come voi creature del
piccolo popolo (anche se no so quali siano i tuoi), e documentarsi
è l’unico modo per riuscire a capire a cosa si va
incontro.’’
‘’ Credimi, per
esperienza so che è inutile. ‘’
‘’ Che ne puoi sapere, le cose
cambiano.’’
‘’ Non in questo
lavoro.’’
‘’ Ma il motto dell’Agenzia non dice che
tutto cambia?’’
‘’ Sì, ma non è del tutto
esatto!’’
‘’ Sei più
testardo di un…’’
L’inglese venne interrutto
da uno scossone. E poi da un altro. Ne seguirono diversi,
l’aereo era in avaria.
I passeggeri furono presi dal
panico, e persino i piccoli mostri dietro di loro smisero di giocare.
‘’ Si
pregano i signori passeggeri di allacciare le cinture e di stare calmi.
L’aereo è incappato in una perturbazione di medie
dimensioni. ‘’
Francis inarcò un
sopracciglio. Ok, quello era strano. Da quando in qua una perturbazione
appariva all’improvviso?
Cercò di sporgersi verso il finestrino, per tentare di
vedere cosa stesse succedendo. E sorpresa… non
c’erano nubi!
Qualsiasi cosa stesse succedendo all’aereo, non era dovuto al
mal tempo.
‘’ Ci ritroviamo nei guai ancor prima di iniziare.
‘’
‘’ Di che parli, rana?’’
‘’ Non lo vedi
da te? Non ci sono nuv… ehi, stai bene?’’
‘’ Perfettamente
– mentì l’inglese, mentre teneva salda
la presa sul bracciolo del sedile – Non lo vedi? Sono calmo e
controllato.’’
‘’ Sembri sul punto di metterti a
piangere.’’
‘’ Io non… oh al diavolo! Odio gli
aerei. Non ho mai volato in vita mia, se non una volta.
‘’
‘’ Mai fatto un viaggio in
aereo?’’
‘’ Prima di
essere ammesso al Jeffersonian, non sono mai stato fuori da
Bristol!’’
‘’ Sei di Bristol? Credevo che fossi di
Londra.’’
‘’ E cosa te lo
ha fatto credere?’’
‘’ Non ne ho idea, io di britannici non ne so
niente.’’
‘’ Ma pure tu sei per metà britannico,
rana. Le selkie sono di origine irlandese. O scozzese. Dipende. Mia
madre mi raccontava diverse storie… ed era sicura che
fossero originarie delle nostre parti.’’
Pensare a sua madre lo fece calmare. Era infantile, ma era sempre
meglio di niente.
In quel momento, l’aereo
si stabilizzò, stupendo tutti, Arthur e Francis in primis.
‘’ Signori, siamo lieti di informarla che
siamo appena usciti dalla perturbazione. Potete slacciare le cinture di
sicurezza.’’
Il selkie era sicuro che c’era qualcosa di magico dietro a
quell’avaria. Ma non capiva cosa… o chi…
Fissò Arthur, che intanto aveva ripreso il controllo di
sé, e pensò:’’ Forse
è stato lui… nah… ma cosa vado a
pensare. E’ un essere umano, mica un
aura.’’
*
Una volta scesi
dall’aereo presero la gip e si diressero verso il punto
indicato, con Arthur alla guida.
Il viaggio durò un paio d’ore, trascorse nel
più totale e imbarazzato silenzio.
“ Ma perché Sadiq mi ha affidato questo
bruco? Ce l’ha ancora con me per la storia di Mellie? Giuro, non
lo sapevo che fosse già sposata ‘’
pensava Francis mentre scoccava un’occhiata di sfuggita al
biondo, che aveva lo sguardo concentrato sulla strada.
Non lo voleva ammettere, ma il selkie era leggermente inquieto.
Continuava a pensare all’episodio della turbolenza e
continuava a pensare a quanto fosse stata insolita. Dopo un altro pezzo
di strada sempre in silenzio finalmente Arthur esclamò:
“Ecco, siamo arrivati”
Francis scese e si guardò attorno. Era un posto davvero
spettrale, e lui di luoghi del genere se ne intendeva.
Aveva in tutto e per tutto l’aspetto di quei tipici illaggi
etti da film sperduti in mezzo ai boschi. Probabilmente avrebbe anche
avuto un’aria folkloristica… se non fosse stato
per l’assenza totale di persone e il fatto che in giro
sbucassero dappertutto sinistri alberi secchi.
Arthur scese e lo affiancò: “ Lugubre,
eh?”
“Bah, ci vuole altro per
spaventare un veterano come me, mon lapin. Le catacombe di Parigi sono
ben peggio di questo villaggio. Però se hai paura, stringiti
pure a me” e gli lanciò un’occhiata
allusiva.
“ Bah! – fu l’unico commento
dell’inglese mentre si allontanava schifato –
Piuttosto, dov’è l’agente che ci ha
contattato? Spero che sia almeno più decente di te”
I due presero a guardarsi attorno, e alla fine il francese scorse una
figura che si stava lentamente avvicinando.
“ Oh, eccolo lì ”
Il biondo si voltò nella
sua direzione e prese a guardare verso la figura in avvicinamento. Man
mano che si avvicinava sempre di più si riuscivano a
scorgere vari particolari, e la prima cosa che notò il
francese era che il nuovo arrivato aveva i capelli rossi.
“ Ma tu guarda…” fu il suo unico
pensiero prima di voltarsi verso Arthur. Solitamente i capelli rossi
erano un segno per gli abitanti del mondo magico.
Stava per far notare all’altro la coincidenza, ma non appena
lo guardò assunse un’aria confusa. Il britannico
infatti era impallidito ed ora stava sudando.
“ No, non è
possibile. Vi prego, ditemi che non è lui, non
può essere lui” sussurrò nel panico
più totale.
Il francese aggrottò le sopracciglia e si voltò
verso il poliziotto che si faceva sempre più vicino. Ora era
in grado di vedere la divisa tipica da detective e il volto ferino.
Doveva avere all’incirca ventinove anni.
Man mano che si avvicinava inoltre notò che la sua
espressione da confusa divenne sorpresa per poi passare ad una identica
a quella di Arthur.
“ No no no no no… No! Per favore, ditemi che non
è vero!” esclamò il nuovo arrivato una
volta che li ebbe raggiunti, mentre osservava l’inglese con
un’espressione di pura disperazione, come a voler dire
“non è possibile!”.
“ Ti prego, dimmi che è tutto uno scherzo, dimmi
che non sei davvero tu lo specialista mandato
dall’Agenzia!”
“Anche io provo le stesse sensazioni nel rivederti,
Ian” mormorò Arthur, ormai rassegnato. Ian si
strinse la testa tra le mani prima di guardare in alto disperato:
“Avevo chiesto qualcuno con un po’ di esperienza
sul campo, non un novellino piagnucolone e piantagrane! Come se badare
al moccioso non fosse già una punizione sufficiente.
Lassù ci deve proprio essere qualcuno che mi odia, ma io che
ho fatto di male?”
“Vuoi davvero che risponda a questa tua domanda?”
si intromise Arthur, mentre un’espressione di rabbia gli
passava sul viso.
Il rosso si voltò a osservarlo con aria schifata:
“Oh, taci. Adesso che ho scoperto chi è
l’aiuto che mi hanno mandato, potete anche tornarvene a casa.
Piuttosto che chiedere il tuo aiuto, preferisco cavarmela da
solo”
“Ma chi ti credi di essere?! – lo
rimbeccò l’inglese – Se sei tanto bravo
allora perché hai chiamato l’Agenzia?!”
“Perché speravo mi mandassero un aiuto
valido!”
I due presero a litigare. Francis li
osservava confuso, non riuscendo a capire il motivo di tanta rabbia.
Ad un certo punto gli venne in mente che forse il rosso potesse essere
(orrore!) l’ex del bruco, ma poi guardò meglio e
notò che anche Ian aveva gli occhi sormontati da due
gigantesche sopracciglia.
“Quelle sopracciglia… mon Dieu! Non ditemi che
siete fratelli?!”
I due si fermarono e si voltarono a osservarlo. Il poliziotto si
voltò verso Arthur e commentò acido:
“Vedo che te ne sei trovato uno con la tua stessa lampante
perspicacia. Ad ogni modo, sono il detective Ian Kirkland di Scotland
Yard, e sono il fratello maggiore di Artie”
“Ti ho ripetuto mille volte di non chiamarmi Artie”
sibilò gelido il biondo.
“ Oh, scusami Artie,
prometto che non lo farò più Artie. Sei contento
adesso, Artie?” lo provocò l’uomo
Francis storse la bocca a sentire quelle parole.
Capì all’istante che il poliziotto era di gran
lunga una persona ancora più insopportabile del fratello.
“ Bah, piuttosto, invece
di stare a discutere, perché non ci porti verso
l’unico altro testimone? Tanto ormai la frittata è
fatta ed è inutile lamentarsi. Per quanto neanche tu mi
piaccia, Ian, prima finiamo questa storia prima potrò
lasciare te e il tuo brutto muso” disse Arthur.
L’altro riflettè per un paio di secondi prima di
sospirare: “ E va bene, speriamo che siate almeno utili a
qualcosa. Su seguitemi” e tirò fuori una mappa.
“ Ehm, è quella
a cosa serve? – domandò confuso Francis
– Non ti basterebbe semplicemente fare a ritroso la strada
dalla quale sei venuto?”
L’altro lo fulminò sul posto: “Oh,
grazie, non ci avevo proprio pensato ad una soluzione così
ovvia, ti ringrazio per vermi illuminato. Non si può idiota!
A quanto sono riuscito a capire da quella peste in mezzo alle sue mille
cavolate in questo villaggio i non residenti fanno fatica ad
orientarsi, e quindi mi ha fornito questa, ehm mappa”
La mappa consisteva in un guazzabuglio di linee e quadrati, talmente
complicati da far pensare al francese che più che guidarli
li avrebbe solo aiutati a perdersi ancora di più.
“Su seguitemi” li chiamò Ian e si
incamminò, non curandosi neanche se i due lo seguissero.
Arthur, con le mani in tasca, si mise controvoglia dietro al fratello e
Francis lo seguì. Dopo un paio di minuti, con Ian che di
tanto in tanto si fermava per consultare la mappa, girandola
spiegazzandola o avvicinandola al viso, il francese si
accostò ad Arthur.
‘’Spero che non dovremo avere a che fare con altri
membri della tua famiglia, bruco.’’
‘’ Per una volta, sono
d’accordo.’’
Francis lo fissò stupito.
“ Beh? Che c’è?”
sbottò l’inglese.
“ Niente, solo mi stupisce che per una volta siamo
d’accordo su qualcosa”
“ Faresti come me se
avessi convissuto per la maggior parte della tua vita con
lui” ed indicò con un cenno della testa il
fratello maggiore di fronte a loro.
‘’ Guarda che ti
ho sentito – sbottò il rosso, mentre cercava di
capirci qualcosa dalla mappa disegnata dal bambino – Ho vista
ed udito eccellenti, fratellino. ‘’
“Come no –
mormorò Arthur alzando gli occhi al cielo mentre un sorriso
crudele si formava sul suo volto – Come quella volta in cui
dicesti di aver visto un folletto in giardino ma in realtà
era solo una foglia trasportata dal vento?”
‘’ Non tutti
hanno la tua vista ‘’ borbottò
contrariato Ian, senza farsi sentire dagli altri due.
‘’ Che hai
detto?’’
‘’ Ho detto,
solo tu potevi essere tanto stupido da credere che ci fosse un folletto
in giardino!’’
‘’ Ma sentite questo… almeno adesso so
che i folletti e le fate esistono! E a differenza tua, lavoro per
l’Agenzia! ‘’
‘’ Bella vittoria – commentò
caustico il rosso – Ma se non ti hanno mai mandato sul campo
un motivo ci sarà. Sei un topo da biblioteca Arthur, non sei
fatto per l’azione.’’
“Non sono fatto per… Vieni qui, faccia di volpe, e
vediamo dopo che ti ho fatto saltare i denti se non sono fatto per
l’azione!!!” strillò l’inglese
cercando di lanciarsi sul fratello, a stento trattenuto da Francis.
Lo scozzese si lasciò sfuggire un sorrisino di vittoria,
mentre si godeva lo spettacolo del minore fuori dai gangheri.
‘’ La verità brucia,
eh?’’
‘’ Mai quanto la tua faccia dopo che ti
avrò pestato!’’
‘’ Se ricordo
bene, a finire pestato da me e Ken eri sempre tu. E poi filavi da Ellen
per farti consolare.’’
‘’ Almeno lei un po’ di cervello ce
l’ha!’’
“Mon dieu, peggio dei bambini!” pensava nel
frattempo Francis, ancora stretto ad Arthur.
Nel frattempo Ian continuava a stuzzicarlo: “Quanti ricordi,
eh Artie? Come quella volta in cui hai cercato di fare gli scones ma
per poco non hai bruciato casa”
Oh, grande grandissimo errore! Nessuno doveva mai, e ripeto mai,
accennare alle particolari capacità del biondo in cucina.
“
Francis…”
“Oui?”
“ Mollami così posso distruggere lui e quel suo
odioso ghigno”
Francis non lo lasciò
andare, ma anzi rinsaldò ancora di più la presa.
Nel frattempo Ian continuava a
ghignare.
“ Ti dispiacerebbe… smetterla?”
domandò con una leggera smorfia il francese.
“E perché mai? Una delle più divertenti
cose che mi sia mai capitato di fare è prendere in giro il
nostro caro Ar…”
“E non chiamarmi
Artie!” urlò l’inglese.
Proprio in quel momento una tubatura esplose bagnando completamente i
tre e interrompendo la discussione.
Ian si morse il labbro, come se fosse stato colpito da una qualche
illuminazione, per poi scrollare le spalle: “Bah, litigare
è inutile. Prima finite il lavoro, meglio è per
me così vi levate dai piedi” e riprese a camminare.
Per il resto del breve viaggio fu di umore tetro, e neanche Arthur
pareva più allegro, probabilmente per le frecciatine
rivoltegli prima dal maggiore.
Francis invece se ne stava zitto a riflettere. Chissà
perché quella tubatura era scoppiata? Magari era vecchia
oppure tutti quegli alberi cresciuti in maniera così strana
avevano danneggiato il sistema idrico. Eppure continuava a pensare che
ci fosse una risposta diversa a tutto ciò, una risposta di
tipo… magico.
“ Eccoci
arrivati” mormorò alla fine Ian mentre si
fermavano di fronte ad una casetta, non troppo diversa dalle altre.
Il rosso si avvicinò e fece per aprire la porte. Ma non
appena ci fu uno spiraglio questa venne spalancata di botto, ammaccando
il naso del rosso che arretrò stringendosi il viso mentre si
dava a varie colorite imprecazioni.
Ad aver aperto così velocemente la porta era stato un
ragazzino, di forse dodici anni, coi capelli color paglia tagliati a
caschetto e due occhi azzurro mare.
Avrebbe anche fatto tenerezza, se non fosse che non appena li aveva
visti si era lanciato in domande e considerazioni come un torrente in
piena.
“ Sei tornato Ian, credevo che quella cosa ti avesse preso e
che fossi scomparso. Poi come avrei fatto? Però
effettivamente forse me la sarei cavata anche senza di te, sei un
po’ un imbranato, specie quando hai provato ad indagare senza
però riuscire a cavare un ragno dal buco. Ehi, ma questi chi
sono? Sono i rinforzi di cui mi hai parlato? Uao, sapete non avete
proprio l’aria da rinforzi, anzi sembrate parecchio
debolucci. Tu sembri un topo di biblioteca, e inoltre hai delle
sopracciglia davvero strane. Perché sono così
folte? Mi ricordano quelle di Ian, vuol dire che siete fratelli? Se
è così come ci si sente ad avere un fratello? Sai
sono figlio unico e me lo sono sempre chiesto. Tu invece sembri una
ragazzina, con quei capelli così ridicoli. E anche la barba
non è che migliori il tuo aspetto. Così sembri
una ragazzina-capra. E perchè profumi in maniera
così strana? Ma per caso siete entrambi dotati di poteri
magici? No, perché Ian è completamente umano, e
ho già constatato che per questo è abbastanza
scarso in questo genere di cose. Se non siete umani che cosa siete? Per
caso siete una coppia? E poi perché…?”
La raffica di domande venne
prontamente fermata da Arthur che mise una mano di fronte alla bocca
del bambino.
Tutti e tre lo fissavano scocciati. Quella piccola peste nel giro di
cinque minuti era riuscito coi suoi commenti a far perdere le staffe a
tre persone diverse. Un record.
“Io direi di buttarlo giù dal tetto” fu
il commento di Arthur, mentre il biondino continuava a mugugnare contro
la sua mano.
“Io ti appoggio” intervenne il fratello,
già pronto a prendere il piccolo.
Però in quel momento intervenne Francis: “No! Per
quanto sia irritante, è l’unica pista che abbiamo.
E poi è solo un bambino, non possiamo fargli male”
I due, per quanto riluttanti,
lasciarono il loro proposito, e Arthur lasciò andare anche
la mano. Incredibilmente il piccolo se ne stette zitto.
“ Come ti chiami, mon petite?” domandò
dolcemente Francis accovacciandosi e mettendosi al livello dei suoi
occhi.
“ Peter –
rispose lui – E a questo proposito,
perchè…?”
Prima che potesse ricominciare Francis gli tappò di nuovo la
bocca.
“ Che c’è? – chiese agli altri
due che lo osservavano – Sapete che nessuno di noi avrebbe
retto una raffica come quella di prima!”
Dopo essere finalmente riusciti a
ottenere dal ragazzino la promessa di non subissarli troppo con le sue
domande, i tre poterono finalmente entrare in casa. Si sedettero nel
soggiorno, Francis su di una poltrona, Arthur su di un'altra, Ian in
piedi, e Peter sul divano.
“Allora, Peter, raccontaci
cosa è successo in questa città” disse
Francis.
Il bambino ci penso un po' su per poi parlare: “Allora, credo
che tutto sia incominciato quando ho per sbaglio liberato il Druido
Oscuro”
I tre lo osservarono basiti.
“Ehm, puoi ripetere scusa?” domandò
Arthur.
“Che per sbaglio ho liberato il Druido Oscuro”
Ci fu un attimo di silenzio prima che i tre adulti scoppiassero a
urlare assieme.
“Mi stai dicendo che tutto questo casino è stata
tutta colpa tua, you little monster?!”
“Perché diavolo a me non l'hai detto, razza di
peste?!”
“Arthur, Ian, calmatevi!
Per quanto anch'io sia leggermente irritato da tutto ciò
lasciatelo finire. Innanzitutto chi è questo fantomatico
Druido Oscuro?”
“Oh beh, era un tipo cattivissimo vissuto secoli fa in questa
terra e che un mago riuscì a sconfiggere”
“Aspetta, ne ho già sentito parlare! - intervenne
Arthur mentre tirava fuori dalla sua borsa la guida che il francese gli
aveva visto consultare in aereo - Una delle leggende più
note di quest'area della Scozia è quella del Druido Oscuro
di Drumnadrochit. Secondo la leggenda era un antico e potente mago il
cui potere principale riguardava il controllo delle piante,
più vari altri incantesimi. Si trattava di un essere
malvagio ed egoista, che intimoriva la città vicina, e a
causa di questo gli abitanti chiesero aiuto ad un grande e potente mago
lì di passaggio per poterlo sconfiggere. Il mago
affrontò il druido e lo sconfisse in un'epica battaglia
riuscendo poi a rinchiudere la sua anima nel tronco di un albero.
Secondo la leggenda però lo spirito del druido è
ancora vivo e reclama vendetta. Non appena riuscirà ad
uscire dalla sua prigione intrappolerà 155 anime nel suo
incantesimo e una volta fatto tornerà pienamente in forze e
distruggerà il mondo”
Un silenzio di tomba invase la sala, mentre i tre si guardavano
preoccupati. Quella non era affatto una buona notizia.
“ Beh, sì, a grandi linee potremmo dire che la
leggenda è questa” intervenne Peter.
“Che intendi dire a grandi linee?” chiese confuso
Arthur.
“Beh, intendo che
sarebbero potuti essere più precisi. Non fu un semplice mago
a sconfiggere il Druido, bensì Merlino in persona, il
più grande mago di tutti i tempi” La notizia venne
accolta nel silenzio più totale.
Francis deglutì: “Bene, allora direi che
è il caso che tu ora ci dica bene come hai fatto a
liberarlo”
“Okay, allora: tutto
è iniziato quando sono andato ad un pic nic coi miei
genitori alla vecchia radura. Aveva appena finito di spiegare loro la
mia teoria secondo la quale il principato di Sealand deve essere
considerato uno stato a tutti gli effetti quando mi hanno chiesto se
per caso mi annoiavo e non volevo andare a farmi una passeggiata. Io ho
provato a protestare, dicendo che stavo bene, ma loro hanno insistito
ed io sono andato. Chissà perché ci tenevano
tanto... Ad ogni modo dopo un po' sono arrivato di fronte ad un vecchio
e brutto albero contorto. Vedendolo non sono riuscito a trattenermi e
ho incominciato a dire quanto fosse messo male. Dopo un paio di minuti
la corteccia ha iniziato a creparsi e poi l'albero si è
squarciato e l'immagine di questo tizio ha preso a levitare in giro
urlando cose della serie “
Sono tornato alla viiitaaaa!”. Dopodiché
mi ha visto mi ha indicato e mi ha detto
“Tu! Tu sarai il primo!”. Io
l'ho ignorato e ho iniziato a fare tutta una serie di legittime domande
sul perché fosse rinchiuso proprio in quell'albero, o come
ci si sentiva dopo tutti quegli anni a riacquistare forma umana, oppure
se quando era albero era mai dovuto andare in bagno e se no se per caso
ora aveva qualche tipo di urgenza, o anche com'era avere linfa al posto
del sangue. Non so perchè ma dopo cinque minuti se ne
è andato tappandosi le orecchie e borbottando qualcosa tipo,
ehm, ah sì: “Ma fra tutte le persone che
potevano capitarmi proprio un moccioso logorroico? Cosa ho fatto di
male a parte tutte quelle carestie e il regime del terrore? Mi sembra
troppo crudele come punizione persino per uno come me”. Vedendo
che andava via sono tornato a casa, visto che era ormai passato
già molto tempo, ma l'unica cosa che ho trovato tornando
sono stati tutti questi alberi. A quel punto dopo un paio d'ore,
vedendo che non c'era davvero nessuno, ho chiamato la polizia, che mi
ha inviato l'incapace detective qui presente. Poi visto che neanche lui
riusciva a capirci qualcosa ha chiamato voi e ora siamo tutti
qua”
Ci fu il silenzio. Francis e Arthur riflettevano in silenzio mentre Ian
lanciava occhiatacce assassine al bambino per come lo aveva descritto
nelle sue ultime frasi. Alla fine Arthur si alzò:
“Beh, a questo punto mi sa che è il caso di
mettersi ad indagare per capirci qualcosa”
“E come pensi di fare, genio?” domandò
sarcastico il rosso.
“ Semplice, a quanto sembra questi alberi sono legati al
druido, e pertanto direi di partire con quelli”
*
Verso sera, avevano interrotto le
loro ricerche. Non tanto perché avessero paura del buio o
cavolate simili: nessuno riusciva a sopportare ancora Peter e le sue
chiacchiere.
Quel moccioso aveva blaterato per
tre ore senza interrompersi. Arthur era arrivato a ipotizzare che il
druido si fosse impossessato di lui, perché era inumano
riuscire a blaterare tanto senza fermarsi. Ma ovviamente suo fratello
non era d’accordo: il druido, diceva, aveva bisogno di un
ricettacolo potente. E probabilmente neppure lui avrebbe sopportato di
condividere il corpo con quella piccola peste. Di buono,
c’era che avevano capito dove fossero finiti tutti gli
abitanti: erano stati trasformati in alberi, quegli stessi alberi che li avevano accolti
al loro arrivo.
‘’ Per questa notte, dovremo dormire a casa di
Peter. ‘’
‘’ Meglio di
niente ‘’ commentò Francis, entrando in
casa seguito a ruota dagli altri. Non ce la faceva più,
aveva bisogno con urgenza di un bagno caldo! E magari di dormire il
più lontano possibile dai Kirkland.
Per l’amor del cielo, non immaginava che due fratelli
potessero essere tanto irritanti insieme. Si sentiva come se fosse tra
due fuochi, e non sapeva decidere per chi dei due parteggiare. Lui e il
bruco non erano in buoni rapporti, ma Ian… Ian era
insopportabile.
Era il tipico mortale invidioso del piccolo popolo solo
perché non poteva essere come loro.
Lui quei tipi li conosceva bene, durante il suo soggiorno a Londra per
una missione con Gilbert una tale Petunia lo stolkerava e aveva
esattamente la stessa simpatia del rosso. Da quanto ne sapeva, si era
sposata con un tipo molto, molto più brutto di lui. Un certo
Venorm… Vernor… non si era neppure sforzato di
ricordare il suo nome.
‘’ Sono sfinito.’’
‘’ Non dirlo a me, rana. Vorrei solo dormire e non
sentir parlare nessuno per 12 ore.’’
‘’ Come se in camera con tu
sai chi ti mettessi a
parlare ‘’ fu la frecciatina di Ian, che fece
arrossire il fratello. Lui e le sue insinuazioni! Come doveva fargli
capire che tra lui e la rana non c’era assolutamente niente?
Ma come potevano condividere lo stesso patrimonio genetico? Sicuri che
non era stato adottato?
‘’ Io non so voi, ma vado in camera mia. Potete
dormire dove volete, anche nella vasca da bagno. –
guardò Francis e gli chiese – Ma voi selkie potete
dormire come i normali esseri umani o avete bisogno di essere vicino
all’acqua? Oppure…’’
‘’ Ehm… non preoccuparti, un letto per
me va più che bene.’’
‘’ Oh – fece Peter, come deluso
– Capito. Comunque spero che per vi vada bene la camera degli
ospiti al piano terra. O in alternativa c’è quella
di mamma e papà.’’
‘’ Quella degli ospiti è mia –
disse deciso Ian – Qualcuno deve pur rimanere sveglio per
sorvegliare la casa.’’
‘’ Eh no, io col cavolo che condivido la camera
con… con lui!’’
‘’ Spiacente fratellino, ma vinco io qui. Sono
l’unico armato.’’
‘’ Non credo che una pistola sia utile contro un
druido di oltre mille anni – intervenne Francis –
Quindi, la camera degli ospiti lasciala a qualcuno con dei
poteri.’’
Involontariamente, il rosso fissò di sottocchio il fratello,
ma subito prestò la sua attenzione al selkie.
‘’ Non vedo acqua, qui. Non sei certo utile senza
essere vicino al tuo elemento.’’
‘’ Ho molti assi nella manica.’’
‘’ Certo, certo… la camera rimane mia. E
nessuno dei tuoi trucchi funzionerà su di me.
‘’
‘’ Vuoi provare?’’
‘’ SIII! – esultò Peter
– BOTTE, BOTTE MAGICHE!’’
‘’ Non ci sarà niente del genere
– fece deciso Arthur – Accontentiamo il bambino, e
diamogli la camera degli ospiti. ‘’
‘’ Lo sapevo che… Un momento, a chi
avresti dato del bambino?! ’’
‘’ Paganini non ripete ‘’ e
detto questo, l’inglese si voltò e salì
le scale, facendo rimanere indietro un poliziotto piuttosto irritato.
‘’ Al diavolo, Artie.’’
Francis fece per andarsene alla chetichella (sapeva già su
chi Ian si sarebbe sfogato, e non aveva intenzione di iniziare una
seconda discussione con lui. Ah, gente difficile i Kirkland) quando
Peter lo prese per un braccio.
‘’ Voi selkie sapete usare la
magia?’’
‘’ Un certo tipo di incantesimi sì
– e meglio tralasciare che erano tutti incantesimi di tipo
sessuale. Non voleva traumatizzare troppo un bambino, a discapito della
sua nomea nell’Agenzia – Perché me lo
chiedi?’’
Il dodicenne gli indicò un libro lì vicino, messo
di sbieco su uno scaffale. Francis lo prese, e
lesse:’’ Magie
e anatemi: storia della magia dai celti a Merlino. ‘’
‘’ E’ utilissimo –
assicurò Peter – Dentro ci sono un sacco di
incantesimi stranissimi!’’
‘’ Ehm… e perché lo stai
dando a me?’’
‘’ Boh, così se trovi il cattivo gli fai
qualche magia. Che ne so, sei tu quello ad avere poteri. Inventati
qualcosa.’’
Beata ingenuità (c’era anche un altro modo per
definire Peter, ma era troppo volgare da usare) infantile.
Beh, cosa gli costava tenersi il libro? Al massimo, lo avrebbe fatto
leggere al bruco. Bruco con
cui avrebbe dovuto condividere la camera da letto…
‘’ Grazie… e buona
notte.’’
‘’ Notte… ah la camera è la
prima a destra. ‘’
Salì le scale, lasciandosi alle spalle la piccola peste un
esagitato Ian, e si diresse verso la camera indicatagli da Peter.
‘’ Bruco ho una… ehi, che stai
facendo?’’
Arthur si era sistemato su una poltrona vicino alla finestra, prendendo
una coperta dall’armadio e un cuscino.
Lo guardò come se fosse un povero mentecatto, e
rispose:’’ Beh, secondo te dove dovrei
dormire?’’
‘’ Sul letto, magari?’’
‘’ Con te? Nemmeno per sogno. Sono certo che ne
approfitteresti per mettere le mani dove non devi.’’
‘’ Uhm… forse sì forse
no… non è che lì ci sia molto da
toccare, bruco. Sei tutto pelle e ossa.’’
Sentì uno strano ronzio, ma non vi badò.
L’espressione omicida dell’inglese lo preoccupava
molto di più.
‘’ Damned
git, spero proprio che il
druido ti usi come cavi dei suoi abracadabra o qualunque cosa voglia
fare con quegli alberi. ‘’
‘’ Sono così affascinante che trovo
offensivo che non si sia già fatto
avanti.’’
‘’ Ma quanto sei egocentrico?!
’’
‘’ Ehi, mai
quanto Gil.’’
‘’ Il fratello di Ludwig? In effetti…
comunque, me ne starò qua. Prenditi il letto, è
tuo.’’
‘’ Un letto così grande va condiviso in
due, mon ami. ‘’
Ancora il ronzio, più forte di prima. Francis
però continuò a ignorarlo, pensando ‘’Me
ne pentirò, già lo so.’’
‘’ Io e te nello stesso letto? Neppure tra mille
anni. ‘’
‘’ Giuro, non ti toccherò. –
non ne aveva l’intenzione, davvero. Il bruco era troppo
magro! E non era il suo tipo, troppo complicato - Ma
siamo stanchi, e tu non puoi dormire su quella poltrona scalcagnata.
‘’
‘’ Ho dormito in condizioni peggiori, quando
studiavo al Jeffersonian. ‘’
‘’ Si, già ti immagino tra cadaveri e
mummie mon lapin.’’
L’inglese aggrottò la fronte, e
ribattè:’’ Io non dormivo nel
laboratorio, rana. E dormirò bene, purchè ti stia
lontano.’’
‘’ Così mi ferisci! Ma questo letto
è grande per tutti e due.’’
‘’ Ma perché insisti tanto?
’’
Il ronzio aumentava, e questa volta
era troppo forte per ignorarlo. Francis si massaggiò
l’orecchio, e disse:’’ Ma lo
senti?’’
‘’ Cosa?’’
‘’ Questo rumore! E’
fastidiosissimo!’’
Arthur stava per ribattere, quando nella camera irruppe Ian con la
pistola in mano.
‘’ Ehi piccioncini,
interrompete i vostri preliminari e scendiamo giù! Abbiamo
un visitatore sgradito!’’
In quel momento, il televisore scoppiò e il rosso
imprecò a mezza voce dicendo ‘’Merda
non di nuovo…’’
‘’ Ma cosa sta succedendo?’’
chiese il selkie, che per poco non era stato colpito da un pezzo del
televisore.
‘’ Francesino scendi e poi ti racconto. E
perché siete ancora vestiti? E’ un qualche
strano…‘’
‘’ Ti sembrano domande da fare, brutto idiota?
– l’interruppe il fratello minore, che prese il
selkie per il bavero della giacca e lo trascinò
giù per le scale – Se il druido è qui
facciamola finita, ora! Non sopporto più nessuno di voi
tre.’’
Francis fece cadere il libro, che prontamente venne
ripreso da Ian. Non c’era tempo da perdere, non con uno
spirito folle al piano terra.
‘’ Ma perché ce
l’aveva… vuoi vedere che… brutto
stronzo di un selkie… appena lo vedo prima sparo a lui e poi
al druido.’’
Portò il libro con sé…
chissà ce non tornasse utile, usato dalla persona
giusta.
Al piano di sotto, intanto, i nostri eroi erano lievemente in
difficoltà.
Il soggiorno era ricoperto di radici e arbusti, e Arthur appena era
entrato era stato preso e messo a testa in giù da un albero,
e si dimenava a più non posso.
Al centro di quell’inferno vegetale c’era LUI, il
tremendo, l’oscuro… ehi, perché era
mezzo nudo? Passi per il mantello di ordinanza, passi per i
pantaloncini da ciclista e gli occhi da pazzo. Ma quel
petto… quel tizio aveva bisogno di una depilazione
d’urgenza!
‘’ No, no no! E’ semplicemente
tremendo!’’
Il druido sorrise, e disse:’’ Sei terrorizzato, mio
giovane selkie?’’
‘’ Si, da come ti sei conciato!
Sembri un gorilla.’’
‘’ Mphdlj’’ provò a
protestare Arthur, ma aveva
la bocca tappata.
Il druido inarcò un sopracciglio e
replicò:’’ Voi giovani moderni non ne
capite niente di vero stile magico. Questo abbigliamento è
l’ultimo grido per druidi che vogliono essere eleganti mentre
ammazzano i loro nemici.’’
‘’ Sì, andava di moda nel dodicesimo
secolo! Aggiornati! Ma immagino che tanti anni rinchiuso ti abbiano
lievemente fatto perdere il senso della moda.’’
‘’ Tu… come
osi…’’
‘’ Oso eccome! Io sono una vera autorità
in fatto di moda. ‘’
‘’ Voi selkie siete… argh siete
insopportabili!’’
‘’ Mdjjap…’’
L’inglese sembrava d’accordo, e Francis
roteò gli occhi.
‘’ Sono circondato da barbari!’’
‘’ Ai miei tempi le creature del piccolo popolo
erano più educati!’’
‘’ Se per questo, ai tuoi tempi non avevate acqua
corrente e luce elettrica. E neppure gli specchi, visto il tuo
aspetto.’’
‘’ Bada come parli, io sono il grande Knor figlio
di Kmer nipote di…’’
‘’ Si si, sappiamo chi sei –
l’interruppe ancora una volta il selkie – Le
presentazioni drammatiche non funzionano, sono scenicamente
antiquate.’’
‘’ Merlino in persona mi
temeva!’’
‘’ E ti ha sconfitto – intervenne Ian,
con la pistola puntata contro di lui – Merlino ti ha
sconfitto alla grande, 0 a 1
per lui. ‘’
‘’ Dettagli. ‘’
‘’ La sconfitta brucia, eh? Oh ciao Artie, come
è la vista da lì?’’
‘’ Mhhgkjamdhamhamdha ’’
‘’ Si fratellino, ti voglio bene anch’io.
‘’
‘’ Ah basta, ne ho abbastanza di voi…
specialmente di te – disse il druido, indicando Francis
– Ero venuto qui per prendervi tutti, così avrei
completato il rito. Ma ho trovato qualcuno di meglio… che ha
tutto quello che mi serve! Ti chiami Artie, giovanotto? Rallegrati,
sarai l’ultimo tassello per il mio ritorno in grande stile in
questo modo di miscredenti! La moda tornerà, con me!
UAHAHAHAHAHA…. Mhm… la risata malvagia non mi
viene più bene. Mi limiterò ad andarmene con
contegnoso silenzio. Magari potrei lanciare la figura del cattivo
silenzioso e misterioso. Sì , che idea
fantastica!’’
Finito il suo sproloquio, il druido scomparve, e con lui gli alberi si
ritirarono. Per quanto cercasse di scappare, anche Arthur venne
trascinato via, sotto lo sguardo costernato del fratello.
‘’ No… non ci
credo!’’
‘’ Oh, ma allora ci tieni.’’
Ian lo guardò come se avesse appena bestemmiato, e
disse:’’ Ma hai acqua di mare al posto del
cervello? Come può essere che un druido preferisca quello
lì a me? E’ assurdo! Io sono il maggiore, io
dovrei essere al centro dell’attenzione ,
io…’’
‘’ Mon dieu… questo
è peggio di Felkis….’’
‘’ Svegliamo Peter – propose il selkie
– Domani dobbiamo salvare tuo fratello. E dobbiamo sapere il
posto dove lui ha risvegliato il druido.’’
‘’ Pure quel moccioso… ma
perché tutti hanno la magia tranne me?’’
‘’ Eh? Ma di che parli?’’
‘’ Niente! – fu la risposta del rosso
– Andiamo a svegliare il marmocchio. E tu tieni le mani a
posto, non sarò il sostituto di mio
fratello.’’
‘’ Sostituto?’’
‘’ Si, per quello che fate di
solito…’’
‘’ Litigare? Bah almeno litigare con lui
è divertente.’’
‘’ Non mi riferivo a
quello…’’
Due idioti. Erano due perfetti idioti. Perfetti per stare insieme,
insomma.
Il giorno dopo…
‘’ Dimmi un
po’, ragazzo. E’ una cosa che mi sto chiedendo da
un po’ e a cui, nonostante la mia infinita saggezza, non
riesco a capire. Tu… insomma, come fai ad avere sopracciglia
così? Conoscevo un tizio che le aveva così, ed
era forte. E lo ammetto, aveva un culo niente male. Mi pare di
ricordare che le sopracciglia fossero…’’
‘’ Uccidetemi ‘’ pensò
Arthur, rinchiuso nell’incavo di un tronco e in attesa che il
Knor o come diavolo si chiamasse iniziasse il suo rito per diventare
corporeo. Era peggio di Peter (e quel marmocchio lo aveva sentito
parlare per tre ore di fila), era un egocentrico maniaco della moda
che… uhm… chissà perché gli
ricordava qualcuno. Felix forse?
Insomma, una notte passata con quello gli aveva fatto rimpiangere i
tempi del Jeffersonian, quando lavorava con Zack. Quel tipo poteva
anche essere strano, ma almeno una discussione con lui era costruttiva
ed interessante.
‘’ La mia prima missione, e finisco anche
catturato – pensava,
mentre il druido continuava il suo interessantissimo monologo
su sopracciglia magiche e maghi sexy-Ma perché a
me? Perché non poteva catturare la rana? Io sono solo un
essere umano!’’
Il sole era allo zenit, e di Francis o Ian nemmeno l’ombra.
Significava solo una cosa: doveva iniziare a pensare a un buon piano
per svignarsela da lì. Si mise le mani in tasca, alla
ricerca di qualcosa di utile. Un coltellino svizzero, magari.
‘’ E poi quando iniziò la nostra gara,
non ti dico come sbavai per…’’
‘’ FERMO LI! NON TI LASCEREMO PORTARE A TERMINE I
TUOI PIANI!’’
‘’ Questa voce… vuoi
vedere… o my god… non può
essere… quei due… quei due sono completamente
usciti di senno!’’
C’era un buon motivo se Arthur pensava una cosa
simile: non capiva da dove, non sapeva come, ma suo fratello e Francis
(con Peter al seguito con un libro stretto al petto) si erano
travestiti come i cantanti dei Village People. Ian da motociclista,
Francis da indiano…
L’inglese si sbattè una mano in viso. Quello era
il loro brillante piano per salvarlo? Sul serio? La sua vita era nelle
mani di quei due idioti? MAI
NA GIOIA!
‘’ Ma non siete i tizi di ieri sera? Ehi,
mi ricordo di te… sei il selkie che ha insultato il mio
stile!’’
‘’ Si, sono io… anche se in questo
momento non sono in condizioni migliori.’’
‘’ Taci, idiota – lo zittì Ian
– Ieri sera Peter ci ha raccontato un’altra parte
della storia di Merlino e del druido oscuro. Merlino vinse dopo un
particolare rito magico che aveva previsto ben tre giorni e due
notti… ‘’
‘’ MA QUALE RITO PREVEDE CHE VI VESTIATE DA VILLAGE
PEOPLE?’’ urlò dalla sua prigione Arthur
che, davvero, non sapeva se mettersi a ridere o piangere.
‘’ Oh questa è una bella storia mon
lapin… vedi, stando alla leggenda Merlino sconfisse questo
qui dopo una gara di spogliarello. E c’erano anche delle fate
a fare da… spettatrici. Di fate qua non ce ne sono, quindi
dovremo accontentarci di te.’’
‘’ EEHHHEHHHH?’’
‘’ Non fare quella faccia Artie – disse
Ian – Goditi lo spettacolo, non credo che il tuo fidanzato
qui si rimetterà di nuovo questo costume.
‘’
‘’ Ehi, non stiamo insieme.’’
‘’ Certo francesino, certo… intanto, hai
visto come ti guarda?’’
‘’ Sfido, anche così sono
sexy!’’
Il druido non se ne stava certo con le mani in mano! Volevano sfidarlo?
Bene, lui e il suo impareggiabile stile avrebbero accettato la sfida.
Dopo tanti secoli era ancora un gran pezzo di gnocco.
‘’ E’ così volete sfidarmi,
eh? La posta in palio sono gli abitanti di questa cittadina. Se
vincete, tornerà tutto alla normalità. Se invece
vinco io, farete parte della mia collezione di alberi…
eccetto tu, bel rossho.
Sai come dice il vecchio detto? Rosso di capelli, goloso di…
‘’
Ian gli sparò al centro della fronte. Il proiettile lo
attraversò e andò a conficcarsi
nell’albero dove era prigioniero Arthur, facendo venire un
colpo al poveretto.
‘’ Non ho mai detto che non avrei portato con me la
pistola ‘’ fu la spiegazione del giovane, sotto lo
sguardo allibito di Francis e Peter.
‘’ Come siamo permalosi – disse il druido
– Chissà come sei a letto… Ti farei
partecipare al rito solo per vedere la tua mercanzia, ma purtroppo non
sei adatto?’’
‘’ E perché non sarei adatto,
scusa?’’
‘’ Beh, in primo luogo perché non hai la scintilla. Insomma,
non hai la magia. E questo rito è stato ideato solo per
esseri come Merlino o come quello lì.’’
‘’ Quello lì – si intromise
Francis – Avrebbe un nome. E di certo sono in grado di
batterti anche ad occhi chiusi.’’
‘’ Ma no! – fece Ian – A
batterlo sarò io! Sono il più sexy qui, magia o
non magia!’’
‘’ Su questo avrei da ridere,
amico.’’
‘’ Guarda – Ian si tolse la giacca e la
fece cadere a terra. Mise in mostra pettorali e tartaruga addominale
– Ore e ore di palestra danno i loro frutti.
‘’
‘’ Ho di meglio! – il francese si
strappò i pantaloni, mostrano delle cosce da urlo, degne di
un dio greco – Scommetto che tu hai le gambe a colonna!
Queste non si battono, mon ami. ‘’
‘’ Ehm… - il druido sembrava un filino a
disagio – Non vorrei interrompervi, perché davvero
siete entrambi ben piazzati, ma la sfida sarebbe tra me
e…’’
‘’ TACIII!’’ lo zittirono i
due, entrambi con il fuoco vivo della competitività negli
occhi.
Il poveretto si fece piccino piccino, e i due continuarono a mettersi
in mostra per decidere chi, tra i due, fosse il più sexy.
Stanco di tutta quella messinscena, Peter aveva deciso di fare di testa
sua: si era avvicinato a dove Arthur era prigioniero senza farsi vedere
dal druido (troppo impegnati a commiserarsi e a chiedersi come avesse
fatto di male per meritarsi di incontrare quei pazzi).
‘’ Ehilà, vuoi una
mano?’’
‘’ Tsk, vorrei uscire da qui.’’
‘’ No problema. Vedi quella radice rossa? Tirala.
‘’
‘’ Uhm.. va bene.’’
Arthur fece come gli era stato detto, tirò la radice e le
‘’sbarre’’ della sua prigione
si ritirarono. Si mise a carponi e uscì fuori, e Peter lo
aiutò a rialzarsi.
‘’ Come facevi a saperlo?’’
‘’ Oh beh… c’è
scritto tutto qui. E c’è anche il vero incantesimo
per riportare indietro il druido!’’
‘’ Aspetta… e lo
spogliarello?’’
‘’ Quello? Ah quello è inutile
– ammise lui – Merlino con quello lo
sfiancò solo, poi usò la formula e lo
trasformò in un albero.’’
‘’ E perché non l’hai detto a
quei due?’’
‘’ Ci ho provato! Ma il biondino alla parola spogliarello si
è illuminato, e Ian mi ha chiesto se c’era un
negozio di vestiti di carnevale qui vicino. Gli ho detto di no, ma che
c’erano dei vecchi costumi di mio padre di quando andava ai
concerti di una strana band… i People… i
voyage… boh! Comunque, c’erano solo quelli, e
Francis ha detto che si sarebbero accontentati. Poi, subito siamo
usciti di casa. ‘’
‘’ Quei due se lo meritano! –
esclamò Arthur – Ma allora, la vera formula qual
è?’’
‘’ Beh, è questa – Peter
aprì il libro dove aveva messo un piccolo segnalibro di
metallo – La dobbiamo leggere insieme.’’
‘’ Mhm… sicuro? Mi sembra un
tantino… strana.’’
‘’ Ma no! Era lo stile di Merlino! Recitava sempre
al contrario le cose che voleva!’’
‘’ Uhm… mi ricorda qualcosa…
va beh, diamoci da fare. Meglio sbrigarsi, prima che quei due irritino
di più il druido. ‘’
Intanto, Knor figlio di Kmer e nipote di vattelapescà,
rimpiangeva i bei tempi andati in cui tutti avevano paura di lui e non
osavano neppure avvicinarsi, tanto ero il timore per i suoi incredibili
poteri.
E ora, ecco come si era ridotto! Senza corpo tangibile e costretto ad
avere a che fare con un moccioso petulante, un umano sexy ma
insensibile ai suoi sentimenti, un selkie borioso e
un…esattamente non aveva capito bene cosa fosse quel
biondino che aveva catturato ieri sera.
Ma aveva avvertito molta magia in lui, quindi non si era fatto tante
domande. Sospirò. Perché si preoccupava tanto?
Lui era potentissimo! Invincibile! Un semi dio della magia! Poteva
rimettere a posto qui due e finire il rito! Ne era capace,
sì! Non doveva più indugiare. Si alzò,
si mise in posizione eretta, allungò il collo e
fissò Ian e Francis con aria torva. Pazienza se non si erano
accorti del cambiamento, lui ora…
‘’ Orucso
Ronk, oilgif elled erbenet ehc li out otirips is ighel arret alla erp
ermes!’’
Oh
oh… fine dei giochi per Knor figlio di Kmer. Bye
bye… era ora di tornare a fare l’albero.
‘’ Sigh… addio gloria. Ma almeno non
avrò più a che fare con questi pazzi. A
proposito… bel rossho, ricordati
di venirmi a trovare. Sarò anche un albero, ma non
sarò né sordo né
cieco!’’
*
Dopo il ritiro del druido nel mondo
nei morti, la situazione era tornata alla normalità.
Grazie al cielo, per ritrasformare gli alberi non c'era voluto nessun
rito strano (difficilmente Arthur ne avrebbe sopportato un altro) e
Peter si era finalmente ricongiunto coi genitori.
Persone simpatiche, Wyles e Ellaria, sicuramente meno esuberanti del
figlio.
"Oh, ragazzo
non sapremo mai come ringraziarti, sei stato davvero un tesoro, se
penso a tutti i rischi che hai passato, povero caro, mi dispiace tanto
che..."
" Giovanotto, grazie davvero, e grazie anche per aver badato a Peter.
Sa essere un po' troppo su di giri alle volte, ma si è in
grado di gestirlo volendo, no? Sei stato davvero bravo a sconfiggere il
druido e..."
Okay, forse non poi tanto meno
esuberanti.
Mentalmente si domandò che fine avessero fatto la rana e suo
fratello, che da un paio di minuti erano scomparsi lasciandolo da solo
a gestire i due con sorrisi tirati e continui cenni di assenso.
Brutti traditori! Lo avevano lasciato da solo in mezzo a tutta quella
gente da gestire, e lui non aveva idea di come gestire la cosa.
Insomma, l'Agenzia non aveva nessun protocollo a riguardo? Che si
doveva fare? Lasciare che ricordassero tutto il casino?
E se qualche impiccione li avesse intervistati?
'' Oh non ti preoccupare - gli disse
Ellaria, vedendolo tanto preoccupato – So cosa ti preoccupa.
Ma nessuno qui parlerà. Siamo persone molto discrete... e
con degli interessi da difendere.''
'' In che senso?''
'' Nel senso che qui a nessuno
conviene avere gente estranea. Specie durante certe notti di luna
piena...''
'' Siete tutti... lupi mannari?''
'' Ma no sciocchino - disse lei,
come divertita - Alcuni si, lo sono. Mentre noi siamo normali al 100%.
Solo che ogni tanto nasce nella nostra famiglia un druido bianco. Ogni
due o tre generazioni. ''
"Druido... bianco?"
"Ma sì, ragazzo! Non sai
cos'è? - Arthur scosse la testa e lei sbuffò - Ma
cosa insegnano al giorno d'oggi nelle scuole di magia?"
Arthur la fissava sempre più smarrito.
'' Scuole di magia? Signora, non credo di capire.''
'' Aspetta... non hai ricevuto
alcuna istruzione?''
Il britannico era ancora più confuso. Ma di che parlava?
'' Ehm... se le interessa, ho
studiato al Jeffersonian.''
'' Non mi riferisco a un'istruzione così... babbana. I tuoi
genitori non ti hanno detto niente? ''
'' A parte che dovevo dedicarmi di
più alla mia vita privata no, ma sinceramente...''
'' Ho capito! Il solito problema - lo interruppe Ellaria - E' una di
quelle famiglie, eh? Chissà da chi avete preso... mhm...
comunque, voglio darti una cosa. Peter, hai qui il libro di magia del
nonno?''
'' Si, mamma! L'ho usato per battere
il druido!''
'' Caro, che ne dici se lo regaliamo
a questo gentilissimo ragazzo?''
"Che?! E perché?! è stato davvero antipatico con
me alcune volte, mi diceva di starmene zitto perché parlavo
troppo!" si lamentò il bambino.
Il biondo stava per rivolgergli
parole decisamente poco gentili, ma Ellaria intervenne: "Su Peter, non
fare i capricci, in fondo lui ci ha salvati, dobbiamo pur ricompensarlo
in qualche modo, no?"
Il bambino gonfiò le guance in segno di protesta ma porse il
tomo alla madre che lo prese con un sorriso.
" Grazie, Peter. Ed ora Arthur gradirei che accettassi questo come
piccolo omaggio, in segno di gratitudine da parte di tutto il villaggio"
L'inglese prese stupito il libro che l'altra gli stava porgendo:
"G-grazie, anche se non capisco bene il gesto. All'Agenzia abbiamo
molti libri di questo genere"
"Oh, ma mio caro: questo è esclusivamente destinato a te"
'' Ma io non sono un mago, un druido o...''
'' Shhh... - la donna gli fece
l'occhiolino, e aggiunse - Sei ancora nella classica fase della
negazione, dura un po' di tempo. Vedrai, questo libro in un futuro
prossimo ti sarà molto utile. ''
Non era da gentleman rifiutare doni da una signora così
gentile. Arthur prese il libro, e gli sembrò quasi che sotto
il suo palmo la copertina fosse più calda.
'' Bah - pensò - Sarà solo una mia impressione.''
Ellaria però gli sorrideva con fare allusivo, come se avesse
letto nei suoi pensieri e gli stesse dicendo di no, era il libro nelle
sue mani si era davvero scaldato.
L’antropologo scrollò le spalle leggermente a
disagio: " Grazie mille, allora. Dunque posso fidarmi che non direte
assolutamente nulla a nessuno per quanto riguarda il druido?"
"Oh, puoi contarci caro. Come ho già detto: qui sappiamo
essere molto discreti su faccende del genere"
Nel frattempo, anche Francis era nel pieno di una discussione col
fratello del suo partner. Stavano preparando la gip che li avrebbe
riportati a Londra, quando Ian se n'era uscito con '' Mio fratello ha i
poteri di un mago ma l'intelligenza di un bradipo a capirlo.''
Francis all'inizio lo aveva osservato stupito, sicuro di aver capito
male, mentre balbettava un: "Quoi?"
A quel punto il rosso aveva sospirato dicendo: "E direi che anche tu
come intelligenza sei sullo stesso piano"
E così ora erano loro due, fermi di fronte alla gip, che
parlavano del biondo.
" Ripeti e spiegati meglio: che significa che il bruco ha i poteri di
un mago? A quanto ne so è un semplice mortale come, beh,
come te.’’
'' No, lui non lo è. E' stato fortunato, il piccoletto. O
sfortunato, mamma diceva sempre di non invidiarlo perchè i
maghi in famiglia sono morti giovani o cavolate simili. Secondo me
erano tutte balle, se hai Merlino come avo puoi anche...''
'' Un momento - Francis era sconvolto - Cosa vuol dire che Merlino era
un vostro avo?''
'' Sei sordo? Significa esattamente questo, che la nostra famiglia
discende da Merlino. E forse dal lato paterno anche da San Giorgio, ma
papà non ha mai confermato. Che bastardo.''
'' Ma Merlino... voi e Merlino?''
'' Si, idiota di un selkie. Credevo
che la tua razza fosse più intelligente.''
'' Allora, io lo sono solo per metà. Secondo, come vuoi che
creda che voi discendiate da Merlino quando non vi ho mai visti fare
alcuna magia o abracadabra vari?''
'' Niente magia, eh? Ma dimmi, prima
di venire qui non è successo niente di strano? Mio fratello
mi ha accennato a un avaria in aereo...''
Francis si morse il labbro. Lo sapeva che non si era trattato si un
incidente casuale!
" Effettivamente sì, però non basta di certo solo
una cosa come questa per confermare che qualcuno è un mago"
"E lo scontro col druido? Lui ha
detto che io non potevo batterlo perché non avevo la
"scintilla", ciò significa che io ed Artie siamo diversi"
"Ehm, e quando l'avrebbe detto?
Prima o dopo che se ne andasse via esasperato?’’
"Lascia stare e ascoltami: Arthur è un mago, ma ancora non
lo sa! E guai a te se glielo dirai."
‘’ Non può certo rimanerne
all’oscuro! Col suo caratteraccio, potrebbe pure far
esplodere l’Empire State Building.’’
‘’ Problemi tuoi, selkie –
ribatté Ian, che continuò – Sono le
regole del nostro clan, non si possono cambiare.’’
‘’ Sembra che tu stia parlando di una famiglia
mafiosa.’’
‘’ Magari… comunque, stando alle regole,
mio fratello dovrà capire da solo la sua natura. E dopo
dovrà scegliersi un insegnante. Spero che non scelga te,
già come fidanzato sei un disastro.’’
‘’ Ehi! Io e lui non stiamo
insieme.’’
‘’ Certo, certo… e io sono Giacomo I
d’Inghilterra. Senti, se ti vuoi scopare mio fratello fa
pure. Non ho nulla in contrario. Magari sarà anche meno
isterico. ‘’
Quella discussione stava diventando surreale. Non aveva gusti tanto
barbari! Come farglielo capire?
‘’ Guarda che io e tuo
fratello…’’
‘’ Senti, non voglio sapere i dettagli della vostra
relazione. Voglio solo dirti una cosa: spezzagli il cuore, e io ti
spezzerò le gambe. Intesi?’’
Il selkie deglutì e annuì.
‘’ Ma tu non odi tuo fratello?’’
‘’ Forse… qualche volta
sì… altre no… ma sono pur sempre il
fratello maggiore, e devo comportarmi come tale. ‘’
‘’ Sei stra…’’
‘’ Di che parlate?’’
‘’ Niente – fu la rapida risposta di Ian
– Sali. Il tragitto è lungo e io devo tornare a
lavoro domani e cercare di spiegare un paio di cose.
‘’
‘’ Tipo perché indaghi su cose che non
sono di tua competenza?’’
‘’ Se non fosse stato per me, a quest’ora
il villaggio sarebbe bello che distrutto. Sono stato io a
contattare l’Agenzia, ricordatelo.’’
‘’ Per me rimani un
impiccione.’’
Arthur salì sulla gip, e lo stesso stava per fare Francis,
quando il rosso lo afferrò per una spalla e gli
sussurrò all’orecchio:’’ Non
una parola sulla magia, su Merlino o su altra roba magica.
Intesi?’’
‘’ Oui, Ian. Sarò muto come una
tomba.’’
‘’ Bene… prenditi cura di lui, selkie.
Altrimenti…’’
‘’ Altrimenti potrò anche dire addio
alle mie gambe. Hai reso bene il concetto, prima.’’
Il ragazzo sembrava soddisfatto. Il francese sospirò. Gli si
prospettavano tempi duri.
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Capitolo 3 *** Hockey che passione! (RusAme) ***
Autrice: Lady
With Witch
Co Autore Classicboy
Titolo: The Agency
Rating Giallo
Genere fluff, demenziale, romantico,
soprannaturale
Coppie FrUk,
Spamano, GerIta, RusAme , SuFin, DeNor, PrHun.
Avvertimenti: Ooc, What
If…? Alternative universe.
ATTENZIONE
Pesante Ooc di alcuni personaggi di questa fan
fiction
Parodia di Martin Mystere, Hellboy e Huntik. Da maneggiare con cautela.
Questa
long rappresenta un esperimento dell'autrice: ossia è
un'antologia di storie a carattere fantasy/parodico dove fluff e
divertimento sono i perni portanti. I capitoli saranno autoconclusivi.
Perchè chi dice che il fantasy debba essere sempre preso sul
serio? Una risata è tutto quel che serve. Come diceva
Chaplin:"Un giorno senza sorriso è un giorno
perso."
Trama
Prima
missione riuscita per Arthur e Francis, ma chissà
perché il loro volo è sottoposto a continui
problemi. Però Sadiq ha altri grattacapi per la testa, tipo
un americano con le idee chiare su eroi e compagnia bella ma che
decisamente non sa seguire gli ordini. E il russo che fa da consulente
non è certo meglio di lui!
Campagna di Promozione Sociale -
Messaggio No Profit
Sapevi che ogni volta che leggi una storia senza recensire, un autore
smette di scrivere?
Dona l'8‰ del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Salva uno scrittore dall'estinzione!
The Agency
Arc I
Hockey che passione! (RusAme)
Omnia
mutantur, nihil interit
Tutto cambia, niente muore
(Motto dell’Agenzia)
Agenzia
Ufficio di Sadiq Adnan
“... e inoltre trovo il
fatto che lei non me l'abbia detto oltremodo disdicevole!”
Sadiq si portò una mano all'orecchio e fece una smorfia
infastidita. Lui lo sapeva che quando aveva ricevuto la chiamata da
parte del francese avrebbe dovuto rifiutarla così, su due
piedi.
Ed invece il suo “buon cuore” gliela aveva fatta
accettare contro voglia, e così ora si trovava a parlare con
un irritato selkie che gli sbraitava contro chissà cosa.
Ma perché non se ne era rimasto in Turchia a farsi i fatti
suoi invece di venire in quella gabbia di matti?
“Agente Bonnefoy - lo interruppe seccato - Mi vuole spiegare
con ordine di che diavolo sta parlando? ”
“ Sto parlando del fatto che lei si sia
“dimenticato” di dirmi che quel bruco è
in realtà un mago discendente da Merlino in
persona!”
“Oh, e così l'ha scoperto”
“Non mi faccia “oh”, come se niente
fosse! Perché non me l'ha detto?!”
“ Perché non ritenevo opportuno avvisarla del
fatto. La missione è andata pur a termine anche senza che
lei fosse informato della natura del suo collega.’’
“ Ma mi avrebbe di gran lunga fatto piacere saperlo! Mi sarei
evitato un possibile incidente aereo!”
Sadiq aggrottò le sopracciglia confuso, ma alla fine decise
di non chiedere delucidazioni.
“ Senta, Bonnefoy. La situazione è stata risolta,
il druido sconfitto e i cittadini riportati alla normalità.
Pertanto non vedo motivo di arrabbiarsi, no? - Francis stava per
lanciarsi in una serie di coloriti insulti nella sua lingua madre, ma
fu prontamente interrotto dal turco - Ed ora, mi scusi, ma ho una
chiamata in entrata da Jones da San Pietroburgo. Mi aspetto un rapporto
completo su quanto successo non appena ritornerete all'Agenzia. Passo e
chiudo”
“No, aspetti...!”
Sadiq troncò in pieno la chiamata e sospirò
sollevato. Bene, si era levato dai piedi una faccenda scomoda. Ora
doveva solo vedere cosa voleva l'agente Jones. Ma sicuramente non era
nulla di che… Le
classiche ultime parole famose.
Il turco aprì la video chiamata, ma invece di trovarsi di
fronte il viso del suo agente vide invece due indistinte figure che
stavano litigando.
“Scordatelo, razza di nasone comunista! A contattare
l'Agenzia sarà l'eroe!”
“E invece ci parlerò io con Sadiq, porco
capitalista di un americano!”
“Ah sì, vediamo se con la ciccia che ti ritrovi
riesci a farmi cambiare idea!”
“ Per l'ultima volta, idiota, non sono grasso, è
il cappotto che mi fa così rotondo, capito?!”
“Sì sì, ho capito: hai il cappotto
rotondo!”
“Ma almeno non ho degli occhiali ridicoli come i
tuoi!”
“Ma come ti permetti?! Gli occhiali sono la base per poter
proteggere la propria identità segreta! Mai visto Smalville?
”
“Ah-ehm!” li interruppe Sadiq schiarendosi la gola.
I due litiganti si bloccarono con un sussulto prima di rivolgere la
loro attenzione allo schermo. Quello più basso aveva i
capelli biondi e indossava un paio di occhiali sugli occhi celesti.
L'altro era decisamente più grosso, indossava un cappotto
grigio e una sciarpa stinta, i capelli biondo platino erano di media
lunghezza, e il volto era paffuto.
“Agente Jones, signor Braginski - esordì Sadiq -
Si può sapere cosa diavolo sta succedendo? E poi dov'e sono
il trofeo del torneo di hockey con i gioielli dei Romanov e il suo
guardiano spettrale? Vi avevo detto di recuperarli il prima possibile.
È stata captata una forte aura di energia mistico-psichica
intorno a quei gioielli!’’
“È proprio per questo che l'ho contattata, capo.
Mi rifiuto di eseguire gli ordini!” intervenne Alfred.
Sadiq assunse un'espressione confusa: “ Come prego?”
“Lo faccia ragionare lei, è più
testardo di un mulo” lo supplicò Ivan.
“Non sono testardo, è una questione di principio!
Gli eroi non rubano!”
Ivan si portò una mano all'orecchio infastidito:
“Ma di di sicuro rompono i timpani e le scatole”
“ Zitto, nasone grassone. Capo, non voglio rubare i gioielli.
Se devo recuperare il trofeo lo farò a modo mio, senza
ricorrere a sotterfugi!”
“E come pensa di fare? Vuole partecipare al torneo? Le devo
ricordare cosa è successo l'ultima volta che lei e suo
fratello avete messo piede su di una pista?”
Alfred fu scosso da un brivido mentre l'immagine di un'ombra che
irradiava malvagità con in mano un bastone da Hockey si
faceva largo nella sua mente.
“ Ehm, questa volta andrà diversamente, lo
prometto” gli assicurò il biondo.
“ Ma lei non sa nemmeno pattinare!”
“ Imparerò! Il torneo è tra qualche
giorno, ho tutto il tempo”
Sorrise fiducioso, e il turco non poté fare altro che
sospirare per l'ennesima volta mentre si portava le mani alle tempie.
“E va bene, piuttosto che starla ancora a sentire. La
autorizzo a recuperare i gioielli come meglio crede…
”
“Yes! Grazie boss!”
“… però il suo allenatore
sarà il signor Braginski”
Alfred impallidì prima di prendere nel panico lo schermo:
“What?! Sta scherzando, vero?! Il comunista come allenatore?!
Mi ucciderà ancora prima che metta piede in campo!”
“ Basta! Questa è la mia decisione, passo e
chiudo. E ricordi di non far irritare lo spirito che è
legato a quei gioielli. Non voglio lamentele da parte dell' EASA. Di
nuovo ”
Alfred osservò lo schermò diventare nero. In quel
momento sentì un'aura gelida dietro di sé. Si
voltò lentamente e vide Ivan che lo osservava con un sorriso
inquietante.
“ Bene bene. A quanto pare l'hai avuta vinta tu, ma in fondo
non sono molto dispiaciuto su come sia andata a finire. Sono certo che
ci divertiremo molto assieme, kolkolkolkolkolkol...”
Alfred deglutì. Era morto. Ma tanto, tanto morto.
San Pietroburgo
Palazzetto dello sport
A quell’ora, il palazzetto dello sport era chiuso al
pubblico. Per fortuna, con le buone
maniere Ivan era riuscito a
convincere il custode a lasciarli passare. Peccato che non fosse
riuscito a fare altrettanto col suo logorroico accompagnare.
‘’ …come stavo dicendo, è
logico che il capo abbia scelto me per questa missione, psyco russo.
Insomma, all’Agenzia sono il più eroico degli
eroi! Ok, non avrò poteri mega fantastici come Gil o
Antonio, ma sono forte! Logico che mi abbiano scelto per essere uno di
loro e…’’
‘’ Ma non sei entrato perché tuo
fratello non sopportava più vederti imbronciato dopo aver
scoperto dell’esistenza dell’Agenzia e che tu non
potevi farvi parte?’’
‘’ Uff… Matty esagera
sempre. Non era un broncio, il mio. Era un… insomma, era una
cosa eroica che tu non puoi capire!’’
‘’ Certo, certo… e così sei
entrato perché tuo fratello ti ha raccomandato. E questa
è la tua prima missione, immagino.’’
‘’ Quarta – lo corresse
l’americano, con fare orgoglioso – E’ la
mia quarta missione! Le altre sono state spettacolari, incredibili,
mozzafiato e…’’
‘’ Dio prendimi tra le tue braccia! O
mandami all’Inferno, mi va bene
tutto…’’ pensò
Ivan, mentre Alfred iniziava a parlare a manetta delle sue eroiche
gesta a Siviglia, Siracusa e Baltimora.
Il russo non voleva fare da consulente. Purtroppo per lui, Sadiq Adnan
lo aveva convinto con le
buone a prendersi cura di
quel agentucolo da quattro soldi senza un briciolo di potere magico.
In circostanze diverse, avrebbe rifiutato. Purtroppo, Adnan era a
conoscenza di riti di esorcismo molto, molto potenti e l’aveva velatamente minacciato
di spedirlo definitivamente all’altro mondo se non avesse
accettato di occuparsi del caso e di Jones.
Però, ora che conosceva Alfred l’idea
dell’esorcismo non gli sembrava più tanto male.
Sospirò.
Perché non era morto direttamente nel 1812? Si sarebbe
risparmiato quella tortura vivente di nome Alfred F. Jones. Inoltre,
essere un fantasma corporeo comportava solo scocciature!
‘’ …. e ora, eccomi a San Pietroburgo!
Il capo nelle mie missioni mi ha sempre affibbiato creature strane
perché io non ho poteri. Uff, come se Batman avesse bisogno
di super poteri per sconfiggere il Joker! Oddio, non dico che non li
vorrei però…’’
‘’ Hai finito? – l’interruppe
il russo – Sapevo che voi americani eravate egocentrici, ma
tu sei la quinta essenza degli americani egocentrici.
‘’
‘’ E tu sei il cliché vivente dei russi!
Ma poi, cosa sei?’’
‘’ Di che parli, ?’’
‘’ Beh, te l’ho detto: il capo mi ha
sempre affibbiato delle strane creature del posto perché io
non ho poteri. Quindi mi chiedevo cosa fossi tu. Sei un vampiro? Sai
palliduccio… beh anche Artie lo è, ma lui
è umano come me. Allora… sei un lupo mannaro?
C’è un tizio italiano che sembra Derek Hale, sai
quello di Teen Wolf… oppure sei una specie di Frankestein?
Io direi più questo, sembri un esperimento andato a male di
qualche scienziato pazzo che poi se n’è voluto
lavare le mani! Oppure sei…’’
‘’ Qua
non ci sono testimoni – pensava
intanto il fantasma – Potrei
prenderlo per la gola… oppure colpirlo alla testa. Non so se
mi convenga, però. Molto probabilmente in quella testaccia
dura non c’è niente da tanti anni. Vada per la
gola e…’’
‘’ SIMPSON E QUELLO COS’ERA?
CAZZO TUA SORELLA AVREBBE LANCIATO QUEL DISCO CON PIU’ FORZA,
E LEI HA 8 ANNI!’’
Alfred si interruppe, così come Ivan, che avrebbe rimandato
a più tardi i suoi propositi omicidi su
quell’idiota capitalista.
‘’ Ehi dude,
credo che abbiamo trovato la squadra americana.’’
‘’ Ma dai, da cosa l’hai capito? Dalla
pessima educazione? ’’
Alfred stava per ribattere con una frase arguta, tipicamente
da eroe, ma appena entrati per poco non venne colpito da una
mazza da hockey volante.
‘’ Cacchio! Per fortuna sono un eroe, altrimenti
sarei bello che stecchito.’’
Ivan roteò gli occhi, borbottando un ‘’
certo certo… come dici tu…’’
Intanto, l’allenatore della squadra di hockey americana, John
Winchester, continuava a sbraitare contro i ragazzi della squadra.
Certo che per essere un piccoletto di un metro e cinquanta, ne aveva di
energia in corpo!
‘’ Manca una settimana alla finale, UNA SETTIMANA…
e i nostri avversari saranno i fottuti russi campioni assoluti degli
ultimi cinque anni. Siamo arrivati fino alla fine solo
perché i canadesi misteriosamente si
sono ritirati… un concerto di Celine Dion a Mosca a quanto
pare… Voi cazzoni non sapete neppure reggervi sui pattini!
Ma vi siete visti?’’
‘’ Ehi, mica è colpa loro! –
fece Alfred, facendogli alzare lo sguardo verso gli spalti –
Non ci possono far niente, se hanno un pessimo
allenatore!’’
John lo fissò, truce. Ivan capì che, in una
mossa, quel ragazzino aveva già mandato tutto
all’aria prima ancora che iniziasse.
‘’ Pessimo allenatore? Io?! Ragazzino, ma sai con
chi parli? Sono John F. Winchester, quattro volte miglior allenatore
…’’
‘’ Si sì ho capito –
l’interruppe l’americano, sbadigliando platealmente
– Cavolo, sei noioso. Prima li stordisci con le tue urla e
poi li fai addormentare?’’
‘’ Come ti permetti? Sono un professionista,
io!’’
‘’ Come no! Scommetto che chiunque potrebbe
riuscire a fare di meglio. Non fai altro che comandare,
comandare… uff, sei una noia!’’
Il viso dell’uomo si era fatto rosso, e Ivan giurò
che sarebbe esploso. Letteralmente.
Invece, prese il suo berretto e lo sbatté a terra e lo
calpestò.
Poi, si diresse verso Alfred e Ivan
e una volta arrivato vicino a loro
sibilò:’’ Se sei così bravo,
prendi pure il mio posto ragazzino. Io qui ho chiuso. Me ne vado a
Lawrence! Il Kansas è decisamente più tranquillo
di qui!’’
E se ne andò, sbattendo la porta con fare melodrammatico.
Una perfetta uscita di scena. Ora, però, erano lievemente
nei guai.
La squadra se la sarebbe presa (giustamente, tra l’altro) con
loro, per avergli fatto perdere l’allenatore
all’ultimo minuto.
‘’ Dato che sono l’eroe,
posso…’’
‘’ Eh no, Amerika –
l’interruppe il russo. Quel ragazzino ne aveva già
combinate troppe. Se dovevano indagare, lo avrebbero fatto a
modo suo - Non farai un bel
niente… senza che te lo dica io.’’
‘’ E chi sei, mia madre?’’
‘’ No, il tuo… vostro nuovo
allenatore – dicendolo, l’americano quasi
giurò di averlo visto circondato da una strana aura violetta
– Gestire una squadra non sarà certo
più difficile che stare
nell’esercito.’’
‘’ Stavi
nell’esercito?’’
‘’ Un po’ di tempo
fa…’’
‘’ Tipo 205
anni fa… ‘’
Alfred inclinò appena la testa, e chiese:
‘’ Però volevo farlo io,
l’allenatore!’’
‘’ Non ti lamentare, e preparati. Sarai anche tu in
squadra. Spero che non sia anche tu un totale disastro sui pattini.
Sono bravo, ma non tanto da fare miracoli.
Quella notte…
Era
notte e non una mosca volava per lo stadio.
Le guardie al di fuori pattugliavano la zona pesantemente armate,
pronte a sparare persino ad un gatto, se si fosse avvicinato troppo.
All'interno però, proprio vicino alla teca illuminata giorno
e notte nella quale erano custoditi i gioielli del premio, due figure
parevano completamente insensibili a tutto quello spiegamento di forze.
“ Quindi il ragazzino altro non sarebbe che un inviato
dell'Agenzia, eh? Effettivamente ha senso, nessuno se non un bravo
attore potrebbe fingere di pattinare così male”
mormorò Rasputin mentre con la forza della sua energia
psichica muoveva il cavallo sulla scacchiera.
“ Da, ma
a dire il vero lui non sta fingendo, è davvero un disastro
sui pattini” rispose Ivan spostando l'alfiere e mettendo a
rischio la torre del fantasma.
Subito dopo si stropicciò gli occhi, e l'avversario in
fretta cambiò la torre con un pedone per poi riassumere
un'aria seria.
“ Non c'è che dire, davvero un giovane particolare
- borbottò mentre spostava e un altro pedone e si avvicinava
al re del biondo - Ad ogni modo sono contento che finalmente siate
intervenuti, altrimenti non so proprio come avrei fatto con
quell'altro. Certo avrei potuto trasformarlo in rana come quello prima,
ma poi l' EASA, l'Ente Associazione Spettri & Affini, mi
avrebbe fatto un mucchio di storie”
Ivan annuì mentre dava un leggero calcetto al tavolino e
faceva cadere un paio di pezzi per terra.
“ Oh, scusa”
“Fa nulla” rispose Rasputin chinandosi a prenderli.
All'istante il giovane prese il pedone dell'avversario e lo mise in
modo che potesse essere mangiato dai suoi pezzi.
“ Ad ogni modo, di chi è che stai parlando? Chi
è l'altro?” domandò quando il fantasma
si rialzò.
“Oh, nulla di che -
esclamò Rasputin mentre attirava la sua attenzione verso
l'alto e con il potere della mente scambiava di posto un paio di pedine
- Si tratta di quello stupido del capitano della squadra russa. A
quanto sono riuscito a capire vuole rubare i gioielli per poi venderli
e andarsene alle Bahamas o alle Bermuda. Che tempi! Quando c'ero io i
russi perbene se dovevano rubare lo facevano per...”
Ivan continuava ad annuire alle storie da vecchio militare del fantasma
mentre con la punta del dito spostava leggermente la sua regina.
“ Il capitano? Allora è proprio una roba grossa. E
sai se ha dei complici?”
“Oh no, lavora da solo” lo rassicurò
mentre spostava la sua torre e in contemporanea anche un cavallo.
“ E allora come hai fatto a scoprire i suoi piani?”
“Bah, li conosci questi cattivi moderni. Ovviamente ha fatto
un monologo credendo di essere solo. Sono così patetici...
Ricordo che io...!”
“Sì sì, magari me lo racconterai
un'altra volta - mormorò Ivan alzandosi in piedi - A
proposito scacco matto”
Rasputin osservò stupito la scacchiera su cui troneggiavano
7 alfieri, 4 cavalli di cui 3 bianchi e 1 scuro, 5 pedoni a pois, 8
regine, 12 torri e 2 re, constatando che l'altro aveva ragione.
“ Bah, lo sapevo che avrei dovuto fingere di muovere
l'alfiere e in realtà muovere la regina”
“ Su su, ti rifarai alla
prossima, ne sono certo. Ora devo andare” lo
rassicurò Ivan prima di lasciarlo solo.
Facendo il più piano possibile il russo entrò
nella stanza dove dormivano i vari giocatori americani.
Con attenzione e maledicendo il parquet per ogni volta che
scricchiolava arrivò fino al letto di Alfred.
Si mise sopra di lui, vedendo che il giovane stava dormendo
saporitamente con aria pacifica e russando leggermente.
Si chinò: “Pst, Alfred”
“Mgh” rispose il biondo spostandosi dall'altra
parte.
“Alfred”
“Va via, Mattie... l'eroe deve sconfiggere l'hamburger
mannaro...”
“Ma che...? Alfred, patetico americano, svegliati o...
uooooh”
L'esclamazione era data dal fatto
che il biondo gli era praticamente saltato addosso e lo aveva preso in
una mossa di wrestling mormorando con un sorriso da scemo:
“Orsetto!”
Ora stringeva con forza la pancia
del russo impedendogli di muoversi e emettendo versi sconnessi di
piacere.
Ivan sospettava che quella sarebbe
stata una lunga, lunghissima notte. E infatti, dopo otto ore Alfred si
svegliò alla luce del sole che si rifletteva sulla neve
caduta nottetempo sulla città.
Sbadigliò e
sbatté un paio di volte le palpebre.
Quella mattina si sentiva strano, inoltre gli sembrava ci fosse meno
spazio del solito nel letto. In più, perchè c'era
quello strano odore di vodka?
Ad un certo punto notò
che c'era uno strano ammasso informe al suo fianco. Aguzzò
la vista e notò un gigantesco naso, dei capelli biondo
platino e due occhi color ametista che lo fissavano inespressivi. Il
giovane si voltò a guardare il soffitto, mentre cercava di
capire cosa ci facesse abbracciato a Ivan nel suo letto.
Dopo un paio di secondi scattò a sedere mentre urlava:
“Ivan?!”
I compagni di squadra fecero finta di nulla, non volendo di certo un
allenamento come quello del giorno prima.
Il russo si alzò in piedi, si spazzolò il
cappotto, e si mise a fissare l'americano.
Dopo un po' esclamò: “Quando dormi,
sbavi” dopodiché si voltò e
uscì a passo tranquillo dalla stanza esclamando “
Tra un'ora vi voglio pronti in campo, non accetto ritardi!”
E se qualcuno osava spettegolare, lo
avrebbe rimesso in riga lui. Dopotutto, non erano quelli i vantaggi di
essere l’allenatore?
Una settimana dopo…
Finalmente la sera del grande torneo arrivò. Tutti erano
eccitati e lo stadio già gremito.
Gli unici che non parevano passarsela bene erano i giocatori della
squadra americana, pallidi e certi che quella sarebbe stata una
disfatta totale ancora più del Vietnam.
Non erano agitati perché si erano allenati male, tutt'altro:
il loro nuovo allenatore era in gamba, se non si teneva conto delle
continue similitudini con i film o con la letteratura che sparava a
raffica continua e che pochi di loro capivano.
No, erano preoccupati per via del loro nuovo (se così si
poteva chiamare) portiere. Poco ma sicuro, con lui a guardia dei pali
ogni singolo tiro lanciato dagli avversari sarebbe entrato.
Qualcuno si stava chiedendo se quello fosse davvero un giocatore...
“Okay, ora ricapitoliamo il piano”
borbottò nervoso Ivan nello spogliatoio all'altro, il quale
si limitò a sbuffare.
“Sta tranquillo, dude. L'eroe ha tutto sotto controllo, non
c'è assolutamente nulla di cui ti devi preoccupare! Ormai
sono un campione sui pattini!”
Ivan si limitò a lanciargli un'occhiata della serie
“l'importante è che tu ci creda”.
Il russo non aveva mai visto nessun'altro così negato nel
pattinaggio come l'americano.
Una volta finita quella missione se ne sarebbe andato in vacanza per
qualche decina d'anni per riprendersi dall'incontro con il giovane.
Alla fine le squadre si misero in fila in campo mentre l'annunciatore
iniziava i convenevoli per la partita.
“Ed ora – disse dopo una mezz'ora buona durante la
quale ogni singolo giocatore aveva pensato se era il caso di lanciare
il bastone sull'uomo e far finire così la loro sofferenza
– Ecco il trofeo per il quale i nostri campioni si
sfideranno... i gioielli dei Romanov!”
Il telo sotto il quale era la teca fu alzato, e l'intera sala trattenne
il fiato.
“Lo so, bellissimi vero?” disse con un sorrisetto
compiaciuto l'uomo, in quanto era stato lui ad avere l'idea di usarli
come trofeo. Si voltò per ammirarli ma sbiancò.
I gioielli... erano spariti!
“Al ladro! - squittì con voce acuta mentre il
toupet gli cadeva dalla testa – Al ladro! Qualcuno ha rubato
i gioielli!”
Nella baraonda generale una voce si levò chiara:
“Fermi! Forse non c'è bisogno di andare a cercare
in giro!”
All'istante l'intera folla ammutolì. A parlare era stato uno
dei giocatori americani.
“Sono quasi certo che il ladro sia ancora qui, anzi che sia
sulla pista. Il ladro è... lui!” e
puntò un dito su di Alfred mentre al contempo un faro di
quelli usati per le gare di pattinaggio artistico lo illuminava.
“What the... no, vi sbagliate! L'eroe non ruberebbe mai i
gioielli!”
“Certo certo, smettila con questa farsa. Sei negato sui
pattini, e pertanto per quale altro motivo saresti voluto entrare nella
squadra? Prima hai allontanato il nostro capitano in modo che quel
nasone del tuo complice ti accettasse senza problemi, poi nottetempo li
hai rubati e sei venuto qui, certo che nessuno avrebbe sospettato di un
giocatore, ma ti è andata male. Ed ora fuori i
gioielli!”
“No, vi sbagliate” esclamò nel panico
Alfred arretrando mentre 21 giocatori armati della più
terribile arma mai inventata dall'uomo (il bastone da hockey) si
facevano vicini con sguardo assetato di sangue.
“Vi dico che l'eroe non c'entra. Non volevo più
rubare i gioielli, lo giuro!”
Ivan si diede una pacca sulla testa. Quel ragazzo era un idiota.
E così mentre l'intera squadra appoggiata dalla folla urlava
“Addosso!”, il russo si ritrovò a dover
afferrare per la collottola l'altro e alzarlo di peso per poi fuggire.
Ivan ringraziò mentalmente colui che aveva progettato il
palazzetto dello sport e per averlo fatto così complicato.
In poco tempo i due riuscirono a distanziare la folla inferocita, che
però non li voleva mollare e che continuava l'inseguimento
al suono ripetuto di “Addosso, addosso! Sangue,
sangue!”.
Ormai al biondo era chiaro che il ladro era il capitano russo, che
aveva pensato bene di svignarsela il prima possibile.
Ma dove era andato...
“E questo ti sembra il modo di rubare qualcosa? Sul serio?
Santo cielo, i ladri di oggi sono davvero senza speranza!”
Per poco Ivan non si fermò. Quella era la voce di Rasputin!
Si guardò attorno e vide una figura sparire veloce tramite
la porta di servizio, assieme anche ad un immagine sfocata del fantasma.
Con un sorriso il biondo lo seguì.
Ormai l'unica cosa che poteva fare per fermare la folla inferocita e
salvare quell'imbranato del suo partner era catturare il vero
responsabile.
“Ehi, dude, dove stiamo andando?” chiese Alfred col
fiatone mentre cercava di stare dietro alle falcate del suo compagno,
che continuava a strattonarlo.
Inoltre l'americano aveva ancora ai piedi i pattini, e correre quindi
risultava quasi impossibile. E lui rendeva ben chiara la cosa con varie
imprecazioni e espressioni colorite.
E di certo non fu più contento quando Ivan lo
trascinò fuori al freddo.
“Dude, ma che cavolo stai facendo?! Si muore di freddo, e io
non ho nemmeno il cappotto!”
Ivan ovviamente lo ignorò mentre con lo sguardo cercava
tracce del fuggiasco.
“Mi ha rubato il gatto delle nevi!”
L'attenzione dello slavo fu portata su di un uomo steso per terra che
con una mano alzata malediva una figura in lontananza.
Quasi sicuramente era il loro amico.
Il giovane si osservò attorno alla ricerca di un qualunque
mezzo, fino a che non vide due giovani vicino ad una moto.
Sorrise leggermente prima di fiondarsi verso di loro. Con
velocità prese chiavi e caschi dai due per poi metterne uno
con violenza sulla testa dell'americano (tanto non c'era rischio di
danneggiare nulla lì dentro, quindi non c'era motivo di
andarci piano) e urlargli: “Tieniti forte! Prendiamo in
prestito questa modo per motivi ufficiali, da? La potrete riottenere al
più presto, non garantiamo lo stato in cui vi
verrà restituita, grazie!” e sgommò,
proprio mentre la folla inferocita usciva dal palazzetto e gli andava
addosso.
Nel frattempo il ladro non se la stava certo passando bene.
Quando aveva progettato il furto non si era aspettato che avrebbe
dovuto fare i conti anche con un fantasma.
“E questo tu lo chiami guidare? Per l'amor del cielo,
rallenta, che qui sennò rischiamo di finire in ospedale.
Anzi, tu rischi di finire in ospedale, io sono incorporeo... ehi, mi
ricordo di questa via, ci venni una volta quand'ero solo un
мальчик”
Fantasma parecchio petulante, tra l'altro.
Beh, se non altro non c'era nessuno a seguirlo, adesso gli sarebbe
bastato solo far perdere le sue tracce e vendere i gioielli (e il
fantasma) al suo contatto, e entro due giorni sarebbe stato a bersi una
piña colada sulle spiagge delle...
“Oh, ma tu guarda. Finalmente quei giovanotti si sono decisi
a venire in mio soccorso. Ai miei tempi si era molto più
svelti. Quando uno spettro chiedeva aiuto, si accorreva subito,
sissignore!”
L'uomo impallidì, mentre lanciava uno sguardo nello
specchietto retrovisore.
Vide subito la moto lanciata a tutta velocità che lo
inseguiva, e poi sbagliava... o quella dietro era una molto affaticata
folla inferocita?
Sbiancò.
No, ora che era così vicino non avrebbe permesso a nessuno
di prenderlo!
Diede gas e si allontanò.
Nel frattempo sulla moto Alfred faceva di tutto per non cadere dal
sellino ad ogni curva.
Ivan guidava come un forsennato, per lui i limiti di
velocità non esistevano, così come i cartelli
stradali, i marciapiedi, i semafori e i dossi.
“Occhio al carretto!”
SBAM, del carretto non restava che qualche pezzo di legno sparso per la
strada.
“Fa attenzione al dosso!”
BUM, si ritrovavano a volare per tre metri, per poi atterrare con
quattro testa coda e riprendere subito l'inseguimento.
“Semaforo!”
BEEP, sfioravano sedici auto e altrettanti pedoni, che li salutavano
con un coro di parole non trascrivibili in russo e colpi di clacson.
“Alfred, smettila di urlare, mi distrai dalla guida,
da?!”
“Guida?! Questa tu la chiami guida?! Di un po', chi ti ha
dato la patente?!”
“Quale patente?!”
“Spero che scherzi! Ma come diavolo guidate voi...
AUTOBUS!... per un pelo... dicevo, come diavolo guidate voi
russi?!”
“Oh, questo è il tipico sistema stradale russo,
da? Ora zitto e fammi fare il mio lavoro”
Alfred impallidì sempre di più, mentre sentiva
colazione, pranzo e cena risalirgli dallo stomaco.
Ed era quasi certo che vomitare dentro un casco chiuso non fosse
un'impresa molto eroica, oltre che essere una cosa disgustosa.
Ivan nel frattempo era concentrato.
Doveva riuscire a fermare il
capitano, altrimenti c'era il serio rischio di perderlo nel caos del
traffico serale.
Ad un certo punto notò
una possibilità. Sorrise.
“Alfred, tieniti stretto, tra un po' si vola!”
“Perché?! Finora che cosa abbiamo
fatto?” domandò pallido il giovane.
Il biondo diede gas e si slanciò con la moto lungo una
rampa. Secondo i calcoli dello slavo la vettura superò la
motoslitta, finendole esattamente davanti.
Il capitano, sorpreso di quella trovato, sgommò e si
infilò in un vicolo.
“È nostro! - esultò Ivan –
Quel vicolo è cieco, ce lo abbiamo in pugno Alfred,
da?!”
L'americano non rispose, troppo intento a cercare di capire se il suo
stomaco era ancora il suo posto o se lo aveva lasciato sopra la rampa.
‘’ Giovani di oggi ‘’
borbottò il russo, prendendolo per un braccio.
Non erano così mollaccioni, ai tempi dello zar.
Forse un tantino psicolabili, con una passione per le torture non
proprio raccomandabile… ma sempre meglio di certi che non
riuscivano a sopportare una corsetta su un gatto delle nevi!
Assurdo!
Lo trascinò per il vicolo, ignorando i suoi
‘’ rallenta ‘’ e
‘’ potrei vomitare da un momento
all’altro, dude.’’
Alla fine, trovarono Dimitri ansimante
di fronte a un muro che, per Ivan, aveva l’aria
familiare…
Non stette a pensarci troppo, e disse:’’ Dimitri
Bartok, per il suo bene le consiglio di consegnarmi la borsa che avete
messo a terra, contenente coppa e i gioielli. Anche se, sinceramente,
preferirei usare la maniere forti. ‘’
‘’ Mi credi stupido? So chi
sei!’’
Pausa ad effetto, per contribuire alla suspense, e poi...
‘’ Sei un poliziotto sotto
copertura!’’ urlò, puntandogli il dito
contro.
Alfred, che si era finalmente ripreso dal folle
volo, disse:’’
Cavolo, questo qui è messo male. Amico, non siamo
poliziotti. ’’
‘’ Non
mi ingannate. Io lo avevo capito da subito! Anzi, mi sorprende che gli
altri siano stati al vostro gioco. Tu – disse, indicando
Alfred – Sei negato. Il peggior giocatore della storia. E sei
un novellino. Si vede che ti hanno affidato a qualche tuo superiore per
il tuo primo incarico.’’
‘’ Ehi, questo non è il mio primo
incarico!’’ esclamò piccato
l’americano.
‘’ Visto? Avevo ragione! Lo sapevo che la polizia
mi era addosso! – con le mani tramanti estrasse una pistola
dal giaccone - Non vi lascerò andar via, no signore! Io sono
armato, voi no.’’
Il fantasma sbuffò. Come se lui avesse paura di una pistola.
Bah, questi mortali ottusi.
‘’ Tu sta dietro di me, Amerika.’’
‘’ Non sono una damigella in pericolo da
proteggere!’’
‘’ Tu non hai poteri, ragazzino. Ma io
si!’’
Fece qualche passo verso l’allenatore, un aura violetta che
lo circondava lentamente. L’uomo tremò, e sembrava
sul punto di far cadere la pistola.
Improvvisamente, Ivan si bloccò. Avvertì una
sensazione opprimente al petto, e le gambe cominciarono a cedergli.
Riportò lo sguardo sul muro, e finalmente capì
perché gli sembrava tanto familiare: erano nelle vicinanze
della Chiesa del Salvatore… in territorio consacrato!
Rasputin non si vedeva, l’avrebbe dovuto capire
già da quello.
Spettri, demoni e compagnia bella non potevano avvicinarsi. E lui non
poteva giocare un
po’ con Dimitri! La vita era veramente ingiusta!
‘’ Dude, che ti succede?’’
‘’ Problemi
tecnici…’’
Dimitri saldò la presa sulla pistola, e
gracchiò:’’ Non so cosa sta succedendo,
ma voi non uscirete vivi da qui.’’
‘’ E basta, queste sono frasi trite e ritrite da
cattivo. Io sono morto nel 1812, eppure sono più al passo
coi tempi di te.’’
Alfred fissò Ivan, shockato.
‘’ Come sarebbe a dire che sei morto nel
1812?!’’
‘’ Lunga storia… - lo liquidò
Ivan. In quel momento, gli venne un’idea. Era vero, lui non
poteva avvicinarsi a Dimitri, dato che si trovava vicino la chiesa. Ma
qualcun altro lo poteva fare – Possiamo riassumerla
così: sono un fantasma. Non posso andare oltre
perché lì c’è una chiesa. E
lui ti vuole uccidere. Ma ho la soluzione sia al tuo che al mio
problema.’’
L’americano non fece in tempo neppure a metabolizzare tutte
le informazioni appena ricevute, che Ivan si alzò, gli si
avvicinò e si impossessò del suo corpo manco
fosse Patrick Swayze in Ghost.
‘’ Eh? Che cazzo è
successo?’’ sbottò Dimitri, trovandosi
davanti il solo Alfred. Quando l’americano alzò la
testa, i suoi occhi erano viola.
‘’ E’ successo che adesso posso giocare con
te. E riprendermi la coppa. ‘’
Quella fu una lunga, lunga notte per Dimitri Bartok.
Il giorno dopo…
Sede dell’Agenzia
Ufficio di Sadiq Adnan
‘’ Capo! Missione compiuta, ovviamente.
L’eroe ha risolto la situazione e assicurato il cattivo alla
giustizia!’’
‘’ Guarda che tu non hai fatto niente –
protestò Ivan – Sono stato io a
catturare Dimitri. ‘’
‘’ Facile, sei un fantasma! Dude, perché
non me l’hai detto? E non potevi avvertirmi prima di
possedermi, Sam?’’
‘’ Era una situazione di emergenza! Mi dovresti
ringraziare!’’
Sadiq si massaggiò le tempie. Quei due gli stavano facendo
venire il peggior mal di testa della sua vita.
‘’ Ricapitoliamo, il caso è risolto
– li interruppe, per porre immediatamente fine a quella video
chiamata surreale e cercare di flirtare con qualche bella sirena. O
tritone. Era di larghe vedute, dopotutto - L’agente
Jones tornerà in America con la coppa e Rasputin, e il
colpevole è stato arrestato. E se Bartok avrà un
buon avvocato, potrebbe persino chiedere
l’infermità mentale. In poche parole, tutto bene
quel che finisce bene. ‘’
‘’ Non proprio ‘’ disse Ivan, e
Sadiq odiava veramente tanto come suonava quella frase.
‘’ Perché?’’
‘ ‘Perché, non so come, mi sono legato a
questo impiastro…’’
‘’ Ehi!’’ protestò
il diretto interessato, ma il russo lo ignorò.
‘’ … e ora, non posso stargli lontano
più di 2 metri.
‘’
‘’ Non me lo dica, Braginski… incidente
con la possessione. ‘’
Ivan annuì, e il turco sospirò.
Tipico dei fantasmi, possedere qualcuno senza pensare alle conseguenze.
‘’ Lo sospettavo. ‘’
‘’ Non è una cosa tanto comune, signore.
’’
‘’ Lavora almeno una decina d’anni in
questa gabbia di matti, e cambierai idea – fu il suo
commento, e poi continuò dicendo –
C’è poco da fare, Braginski. Da oggi anche lei
sarà a tutti gli effetti un agente dell’Agenzia, e
non più un consulente. Una volta qui, vedremo di riuscire a
spezzare la connessione tra lei e Jones. Fino a quel momento, dovrete
cercare di essere civili e di non uccidervi. Con questo, passo e
chiudo…’’
‘’ Ma lei non
può…’’
Sadiq interruppe la conversazione, e fece per alzarsi. Aveva bisogno di
distrarsi, troppo lavoro un giorno l’avrebbe ucciso.
Stava per uscire, quando Heracles lo intercettò e gli
disse:’’ Ohi stupido turco, sulla Linea 2
c’è l’agente Vargas. Ricordi, quello che
per poco non ammazzava i miei gatti.’’
‘’ Gattaro, stava per distruggere
l’Agenzia e tu ti pensi a quegli stramaledetti
gatti?’’
Il giovane scrollò le spalle, e
rispose:’’ Questioni di priorità.
Comunque, sembra piuttosto arrabbiato. Se fossi in te non lo farei
aspettare ancora.’’
‘’ Linea 2, hai detto?’’
‘’ Sì, niente video chiamata. Sta
chiamando da un telefono pubblico di Città del Messico.
‘’
‘’ Passamelo e facciamola subito
finita.’’
Mai un po’ di pace.
Vabbe… sperava che almeno fosse una cosa da niente e che se
la riuscisse a sbrigare nell’arco di cinque minuti.
‘’ Finalmente hai risposto, stronzo! Mi
sono perso il bast…Antonio! E
mi sono ritrovato in compagnia di un fantasma, di un demone con crisi
di identità e di una dea dei suicidi lesbica!
’’
Sadiq si sbatté una mano in faccia. Mai una volta che le
cose andassero nel modo giusto.
‘’ Vi prego… ditemi che è
l’inizio di una barzelletta.’’
‘’ TI SEMBRA IL MOMENTO DI FARE IL
CAZZONE?!!!’
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Capitolo 4 *** Notte da leoni a Città del Messico: come ci siamo finiti nei guai in meno di 12 ore? (Spamano) ***
Autrice: Lady
With Witch
Co Autore Classicboy
Titolo: The Agency
Rating Giallo
Genere fluff, demenziale, romantico,
soprannaturale
Coppie FrUk,
Spamano, GerIta, RusAme , SuFin, DeNor, PrHun.
Avvertimenti: Ooc, What
If…? Alternative universe.
ATTENZIONE
Pesante Ooc di alcuni personaggi di questa fan
fiction
Parodia di Martin Mystere, Hellboy e Huntik. Da maneggiare con cautela.
Questa
long rappresenta un esperimento dell'autrice: ossia è
un'antologia di storie a carattere fantasy/parodico dove fluff e
divertimento sono i perni portanti. I capitoli saranno autoconclusivi.
Perchè chi dice che il fantasy debba essere sempre preso sul
serio? Una risata è tutto quel che serve. Come diceva
Chaplin:"Un giorno senza sorriso è un giorno perso."
Trama
Prima
missione riuscita per Arthur e Francis, ma chissà
perché il loro volo è sottoposto a continui
problemi. E Ivan e Alfred non si possono separare più di
dieci metri per un piccolo incidente con la possessione. Ma Sadiq non
può pensare ai loro problemi: a Città del Messico
l'agente Carriedo è scomparso e con Vargas (
chissà come) si sono uniti una dea, un fantasma e un demone
. Ma non c'è mai un minuto libero per lui ?
Campagna di Promozione Sociale -
Messaggio No Profit
Sapevi che ogni volta che leggi una storia senza recensire, un autore
smette di scrivere?
Dona l'8‰ del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Salva uno scrittore dall'estinzione!
The Agency
Arc I
Notte da leoni a Città del Messico: come ci siamo
finiti nei guai in meno di 12 ore? (Spamano)
Omnia mutantur, nihil interit
Tutto cambia, niente muore
(Motto dell’Agenzia)
Agenzia
Biblioteca
Non c’era molta
attività in biblioteca, quel giorno. Fatta eccezione per
Matthew, e per i bibliotecari (fantasmi, gli unici che potessero
gestire quel posto immenso senza impazzire o pretendere un aumento di
stipendio), non c’era nessun’altro.
Sospirò, facendo attenzione a non danneggiare la pagina del
libro su cui stava lavorando: considerato che Gilbert stava per
rimetterci la pelle e che Elizabeta stava per sposare un capo clan dei
troll, doveva trattarlo con tutti i riguardi.
Oh sì, e c’era anche l’innocuo particolare
che era un libro di negromanzia avanzata, e se non stava attento a come
traduceva poteva riportare in vita un esercito di coniglietti
zombie… di
nuovo.
Erano i rischi del mestiere, insieme ad Apocalissi vari ed eventuali.
Stava per rimettersi a lavoro, quando una mano familiare fece finire il
libro a terra con poca grazia e un paio di occhi azzurri lo fissarono
come se fosse la sua unica speranza di salvezza.
Ok, se lo diceva così sembrava molto melodrammatico. Ma
ehi, si parlava pur sempre di suo fratello Alfred. Melodramma era il
suo secondo nome.
‘’ Alfred, cosa
diavolo…’’
‘’ Sì lo so, era un libro antichissimo e
roba! Ma tu servi a me, bro! Mi devi liberare da questo
qui!’’ gli urlò, indicando un uomo
dietro di lui, che sembrava ancor meno felice del fratello di stare
lì.
‘’ Amerika, vorrei
ricordarti che se siamo finiti così è
perché tu non hai eseguito gli ordini originali di Sadiq. Se
ti fossi limitato a rubare la coppa e a battere sul tempo Dimitri, ora
non saremmo qui!’’
Alfred gonfiò le guance, come quando erano bambini e la
mamma gli ordinava di chiedergli scusa dopo aver rotto uno dei suoi
giocattoli, e disse:’’ Un eroe non ruba, big nose!
‘’
‘’ E i fantasmi non possono entrare in territorio
consacrato. ‘’
‘’ Ehi, sei tu che non avevi notato la
chiesa!’’
‘’ Ero un tantino occupato a fare il tuo lavoro.
‘’
‘’ Scusatemi – provò ad
interromperli il canadese – Devo ancora capire
perché Al ha buttato
a terra il libro di negromanzia di Baba Yaga interrompendo il mio
lavoro. ’’
‘’ Il libro di negromanzia di Baba Yaga? Lo avete
voi? ’’ chiese Ivan, stupito.
Aveva saputo che la strega, dopo una notte folle a Las Vegas in cui si
era sposata con un troll, dopo il divorzio era
stata costretta a cedere il libro all’ex marito, con tanto di
mantenimento mensile e cessione del 50 % della sua residenza.
I troll erano troppo stupidi per riuscire ad ottenere delle condizioni
tanto favorevoli, ma l’avvocato dell’ex era
un’arpia.
Letteralmente.
‘’ Beh si, due agenti l’hanno recuperato
qualche mese fa, ma il signor Sadiq solo di recente mi ha chiesto di
tradurlo. Baba Yaga ha chiesto la sua restituzione, e il capo ha
accettato… non prima però di farlo tradurre da
me. Prevenire è meglio che curare, soprattutto quando si
parla di una strega che, è inaffidabile. ‘’
‘’ Concordo – fece il russo, annuendo
– Ho conosciuto Baba Yaga, una cinquantina di anni fa.
Terribile bevitrice, pessima giocatrice e peggior baro della storia.
Mai giocare una partita di strip poker contro di lei. Rischi di vedere
cose che neppure la vodka ti farà dimenticare.
‘’
‘’ Ehi, voi due… ci sono cose
più urgenti qui di Baba cosa ! – gridò
Alfred, guadagnandosi le occhiatacce dei bibliotecari –
Avanti, fratellino. Sei praticamente un genio! Conoscerai pure un
metodo per staccare questo qui da me!’’
‘’ Non esiste, Amerika. Se ci
fosse, lo avrei utilizzato già da moltissimo tempo.
‘’
‘’ Questo perché tu non sei un genio,
big nose! Il mio fratellino qui risolverà tutto, io
tornerò a fare l’eroe e tu… a fare le
cose che i fantasmi fanno di solito, tipo spaventare gente e
roba.’’
‘’ Hai visto troppi film. ‘’
‘’ E l’ultimo che hai visto quale
è stato, Psycho?’’
Matthew, tornato ad essere bellamente ignorato, si sbatté
una mano in faccia. Era la volta buona che i bibliotecari lo sbattevano
fuori, se lo sentiva.
Si rassegnò all’inevitabile e prese il libro da
terra, sperando
che suo fratello non avesse fatto troppi danni.
‘’ Ragazzi… non so cosa posso fare per
voi, ma se siete qui per litigare, per favore… andreste a
farlo da qualche altra parte? Io qui dovrei
lavorare.’’
Ovviamente, fu bellamente ignorato da quei due.
Tanto valeva tornare a lavoro prima di essere cacciato. Ma
quando mai le cose andavano come sperava lui?
‘’ Braginski! Jones! Appena arrivati e
già cercate di marcare il territorio come delle liceali? -
domandò Sadiq, arrivato in quel momento e con
l’aria di chi aveva bisogno di una bella dormita. - Vi facevo
più maturi… o almeno, credevo che Braginski, data
la sua età, lo fosse. ‘’
‘’ Boss, è lui che ha
iniziato!’’
‘’ Non lo stia a sentire, è un vero
i…’’
‘’ SILENZIO!’’ tuonò
il turco, con tanta energia da riuscire a zittirli e a far tremare i
fantasmi della biblioteca.
Era veramente arrabbiato.
‘’ Bene, ora che avete smesso di fare i bambini, ho
bisogno del signor Williams.’’
‘’ Di me? ‘’
‘’ Già, di lei – fu la
risposta, e lo sguardo dell’uomo sembrava voler dire ti
facevo più intelligente di questi due – La
missione di Vargas e Carriedo ha riscontrato alcuni intoppi.
E’ di vitale importanza che da adesso si occupi di
trovare nel nostro database ogni informazione sulle dee del pantheon
azteco più propense ad avere contatti col mondo umano e con
la passione per i rapimenti. ‘’
‘’ C-cosa? Ma io… il libro…
Baba Yaga…’’ balbettò, in
cerca del coraggio di mettere in fila una frase di senso compiuto.
‘’ Vada al diavolo Baba Yaga e il suo stramaledetto
libro! Distruggilo, mettilo nel Deposito oggetti pericolosi, fanne quel
che vuoi! Le dirò che l’avvocato del suo ex ha
preteso che venisse restituito al suo cliente. ‘’
‘’ M-ma … ‘’
‘’ Niente ma! – fu l’ordine
categorico del turco - L’aiuteranno anche suo fratello e
Braginski, sperando che non tentino di ammazzarsi prima. Vi
do’ un’ora di tempo, non di più. Da voi,
dipende la vita di Carriedo. ‘’
‘’ Sta per essere sacrificato?
’’
‘’ Peggio, Jones. Molto
peggio.’’
Fece una pausa drammatica e poi, con gli altri tre che lo fissavano,
disse:’’ Sta per sposarsi. ’’
Intanto, a Città del
Messico…
Romano tamburellava nervosamente le dita sul ripiano del tavolino,
ignorando gli sguardi curiosi degli avventori del locale.
Ancora una volta, maledì la sua licantropia. Come
cazzo ci era finito in quella situazione di merda?!
La cameriera passò per chiedergli se volesse
ordinare qualcosa, ma lo sguardo che le rivolse le fece fare subito
marcia indietro.
Di solito, si sarebbe offeso. Insomma, lui era Romano Lovino Vargas.
Bastava uno sguardo per far cadere le donne ai suoi piedi.
Ma quella non era giornata. Affatto.
‘’ Amico, se continui così consumerai il
tavolo. E di certo io non lo ripagherò. Sei troppo nervoso.
’’
‘’ Non sono nervoso ‘’ ringhiò
lui. Letteralmente.
La donna che era seduta vicino a lui, lunghi capelli neri e un vestito
tradizionale messicano, lo fissò per un po’, poi
disse:’’ Se lo dici tu,
mannaro.’’
‘’ Mi chiamo Romano!’’
‘’ Userò il tuo nome, solo quando tu
imparerai il mio.’’
Lui sbuffò, e ribatté:’’ La
fai facile, ma andiamo! Tzitzi è un nome
assurdo!’’
Lei assottigliò lo sguardo, come se avesse a che fare con un
perfetto imbecille.
‘’ Tzitzimime – fece, per
l’ennesima volta – Il mio nome è
Tzitzimime. ‘’
‘’ Non è colpa mia se la fiera dei nomi
assurdi la vincete voi divinità
azteche.’’
La donna alzò lo sguardo, e disse:’’
Come te lo devo dire? Sono un demone! Non una divinità! E
questo non è neppure il mio vero aspetto! Di solito faccio
molta più paura!’’
‘’ Casper lì ha detto che sei una dea
‘’ rispose l’italiano, indicando con un
cenno della testa un uomo grassoccio vicino alla fontana, camicia
bianca, pantaloni di jeans e aspetto anonimo. Niente di
eccezionale… a parte il fatto che era il fantasma di
Montezuma.
Non stava scherzando.
Quel tizio era il fantasma dell’ultimo imperatore azteco, e
non aveva preso tanto bene la caduta del suo impero.
Quindi, quale migliore occasione per ricordare la gloria perduta, che
rompere le palle ai turisti con storie assurde che non interessavano a
nessuno? Ironico come l’Agenzia non l’avesse mai
considerato un problema.
Soli cinque minuti con lui, e subito Romano aveva provato
l’irrefrenabile desiderio di esorcizzarlo.
‘’ Con tutto il rispetto per l’imperatore
– cominciò Tzitzimime
– Ma sono stata declassata qualche secolo dopo la sua morte.
Beh… non solo io, ma anche le mie sorelle. E ora che ci
penso, Tzitzimime non è neppure il mio nome, ma ci chiamiamo
tutte così. E aspetto un
attimo…’’
‘’ Ti prego, dimmi che non è
un’altra delle tue crisi di identità. Non potrei
sopportarne un’altra! Già non riesco a ricordare
io cosa è successo questa notte, non posso starmene a
sentire anche i tuoi scleri! ‘’
Purtroppo, la sera prima c’era stata la luna piena. Il suo
primo errore, era stato non tornare subito all’Agenzia. Era
troppo stanco, voleva un po’ di fottuto sonno.
Così, aveva preferito andare nella sua camera, chiudendosi a
chiave.
Pessima, pessima idea.
Un lupo in gabbia troverà sempre il modo per uscire e fare
casini…
Flashback
Poche ore prima
Odiava le notti di luna piena.
Cazzo, erano peggio di una sbronza!
Romano teneva gli occhi chiusi, la luce del sole arrivava dalle
finestre aperte ed era…
Aspetta un attimo… le
cazzo di finestre erano aperte?!
Si alzò
di scatto, per poi pentirsene subito dopo. La testa gli girava, aveva
le vertigini. Per poco non rischiò di cadere e sbattere la
testa a terra.
Ok, aveva delle cellule che guarivano ad una velocità
eccezionale, ma non significava che non facesse ancora un cazzo di male!
‘’ Mhmpf… chi sta facendo tutto questo
casino?’’ borbottò una voce femminile, e
lui sussultò.
C’era una donna dai tratti tipicamente messicani accovacciata
ai piedi del letto con due coperte e una maglietta familiare addosso.
Un minuto… quella maglietta era la sua. Solo in quel
momento, vuoi per il brusco risveglio, vuoi per
i sensi ancora alterati dalla recente luna piena, si accorse di avere
solo i pantaloni addosso.
‘’ Che cazz… e tu chi
sei?’’
‘’ Amico, davvero non te lo ricordi? –
gli chiese lei, con gli occhi tenacemente chiusi-E’ stata una
notte da leoni. Le mie sorelle mi hanno sempre detto di non uscire coi
lupi mannari, ma andiamo… è stata una figata
pazzesca! Comunque, mi chiamo Tzitzimime. Oh, e sono un demone.
All’incirca. L’ultima volta che ho controllato,
almeno, era così. Poi non so se hanno deciso di reintegrarmi
nel pantheon. ‘’
Romano non capì la metà di quello che la tipa
stava blaterando. Passò subito a questioni più
importanti.
‘’ Abbiamo fatto sesso?’’
‘’ Seriamente? Hai passato la notte migliore della
tua vita, e pensi solo se hai fatto sesso? Voi maschi siete tutti
uguali! ‘’
‘’ Sai, vorrei sicuro di non azzannare nessuno. Non
mi va di far stare a piede libero altri lupi mannari.
‘’
‘’ Oh e quindi ti piace mordere? Non
l’avrei mai detto, voi
cristiani…’’
‘’ Vuoi rispondere? –
l’interruppe il licantropo, schietto – Non ho tutta
la giornata. E rivoglio la mia maglietta.’’
‘’ Tsk, rude… comunque no, non abbiamo
fatto sesso. Non che io non volessi, ma ehi… eravamo tutti
troppo strafatti per riuscire a fare alcunché. Dopo aver
guidato quell'auto poi... ah, mi dispiace ma dovrai rifare l'esame di
guida. Nessun problema, vero? ‘’
‘’ Tutti? – ripeté il giovane
- Cazzo significa tutti?! ‘’
'' Davvero pensi che noi due da soli potevamo distruggere mezza
Città del Messico? Andiamo, so di essere brava, ma non così brava!
''
Merda... che cazzo aveva fatto?
Alla fine, era venuto fuori che in
quella camera c’erano anche un fantasma (finito a dormire,
chissà come, sopra l’armadio) e una certa Ixtab,
una dea maya molto carina e con la fissa del cosplay, ma la voglia di
conoscerla meglio ti passava subito dopo aver saputo quale era il suo
lavoro.
Inoltre, come ciliegina sulla torta di tutto quel casino, Antonio, aka
il bastardo con cui l'Agenzia l'aveva appioppato per portare a termine
la restituzione di un antico manufatto al museo locale, era scomparso.
Puff, sparito nel nulla.
Sapeva che Antonio non sarebbe mai tornato a casa senza di lui
(inquietante da dire, ma a quanto pare allo spagnolo lui... piaceva) e così
aveva cominciato a sospettare qualcosa.
La certezza che fosse successo qualcosa gli venne
dall’aver ritrovato in camera dello spagnolo la sua alabarda. E
sapeva benissimo che Antonio non si separava mai dalla sua
amata arma, e Romano non aveva idea di quale abracadabra dovesse usare
per non far insospettire la gente normale.
Appena fu di nuovo in grado di stare in piedi senza
barcollare, aveva
provato a rintracciarlo grazie al suo olfatto, ma le tracce si erano
interrotte proprio nella piazza in cui si trovava in quel momento. E, a terra, aveva
trovato solo un pezzo di stoffa annodato con l'odore del bastardo e di
un'altra persona che lui non era riuscito a identificare.
Non sapendo che cazzo fare, aveva chiamato subito Sadiq, ma il suo capo
gli aveva riattaccato subito dopo aveva saputo del fottuto pezzo di
stoffa! Il motivo per cui fosse tanto importante, era un mistero.
E così, ora si ritrovava da solo, ad aspettare Dio
solo sapeva cosa con
un fantasma, un demone complessato e…
‘’ Cioccolatino – gli sussurrò
una voce dolce nell’orecchio – Non ti piacerebbe
porre fine a tutti i tuoi problemi? Ho qui un paio di siringhe che
farebbero al caso tuo! ’’
‘’ Ixtab, solo una cosa... vaffanculo! ''
‘’ Il suo nome lo sai dire e il mio no? –
disse irritato il demone - Questo è razzismo! E poi lei non
dovrebbe neppure essere qui, è una di quelli maya! Sta
sconfinando! ’’
‘’ Uff, che noia che sei - sbuffò la dea
- Insisti tanto su questa storia solo per il bacetto di stanotte.
‘’
‘’ Bacetto? – sbottò
Tzitzimime – Tu mi hai palpato! E non dire che eri ubriaca,
perché sei l’unica che non ha toccato un goccio di
tequila. ‘’
‘’ Tequila? – chiese Romano –
Abbiamo bevuto la tequila? Io la odio! Come ho fatto a scolarmi quella
merda?’’
Ixtab intanto rideva di gusto, e si sedette accanto
all’italiano. Non si
poteva negare che era bella, con quei capelli rossicci e gli occhi
verdi. Ma c'era qualcosa nel suo sorriso che gli faceva venire la pelle
d'oca.
‘’ E’ una lunga storia, ma più
o meno è andata
così…’’
Flashback
La sera prima
Ore 22.30
Serata fiacca
per gli affari. C’erano solo coppiette felici in quel locale,
ed era snervante. Come
poteva fare bene il suo lavoro, se non c’era neppure un
po’ di disperazione?
‘’ Ehi tu -
fece al barista – Portami qualcosa di forte. Tequila,
và. E non ci mettere il tuo numero di telefono vicino,
cocco. Sono lesbica.’’
Il cameriere non fece una piega (‘’ Bel visino da
bambola – pensò la dea – Peccato che sia
un uomo’’) e le portò in poco tempo la
sua ordinazione.
Stava per bere quando qualcuno , con poca grazia,
le tolse il bicchiere di mano.
‘’ Ehi! Molla l’osso tu! E’
mio! ‘’
‘’ Pace bella. E’ solo un drink
‘’ rispose il ragazzo, un moretto giovane e dagli
occhi gialli. Un lupo mannaro,
capì subito Ixtab. Quegli
occhi erano inconfondibili.
Ed era anche evidente che fosse uno di quelli trasformati da poco, e
che non aveva ancora capito come controllarsi durante le sue
trasformazioni. Il
chè rendeva la cosa solo più divertente.
‘’ Tu non sei troppo lontano da casa? Non hai un
branco? O un alpha da cui tornare? ‘’
Il ragazzo roteò gli occhi, annoiato.
‘’ Dolcezza, io, non ho un branco.
Cavolo, non volevo neppure diventare un lupo mannaro! Lo sono
diventato perché la mia ex era una strega e pure tanto
stronza! E dire che non le ho fatto niente, se non romperle un coso di
sua nonna vecchio di qualche centinaio di anni! Voi ragazze ve la
prendete troppo per ste boiate!''
'' Ancora non capisco che ci fai in questa città. Mica stai
girando le riprese per Un lupo mannaro italiano a
Città del Messico, vero?
''
La fissò con fare cospiratorio, poi gli disse: '' Detto tra
noi... sono qui per una missione super segreta. Ma shh… non
lo dire a nessuno. Salterebbe la mia copertura con l'Agenzia.
‘’
Questo
spiegava un bel po' di cose.
Se il piccoletto era uno dell'Agenzia, in giro ci sarebbe dovuto anche
essere il suo partner. Partner che quella sera o sarà molto
fortunato, dato che durante la luna piena i licantropi sono
completamente privi di inibizioni e dediti a maratone no stop di sesso,
o molto sfortunato, finendo sbranato o quant'altro.
Una donna - no, un demone si corresse - ubriaca, gli venne vicino, e
gettandogli un braccio attorno al collo gli
disse:‘’ Baby, ti offrirò tutta la
tequila che vuoi, se salti sul bancone e ti metti a ballare una lap
dance vecchio stile. ‘’
‘’ Questo è un invito a nozze, TziTzi.
Sono un ballerino fantastico! ''
‘’ Ditemi che
è tutta na stronzata…’’
biascicò l’italiano, alla fine della storia.
Quello non era lui, non era lui! Quante
altre cazzate aveva combinato?
Ecco perchè odiava la luna piena: lo trasformava
in una versione trash di sé stesso!
‘’ Oh no, tutto vero - confermò Ixtab -
Ho anche fatto il video della tua lap dance e postato su you tube.
Sarà diventato virale! Lo vuoi vedere? ‘’
La dea si mise ad armeggiare col telefonino, alla ricerca del video
incriminato, mentre Romano si mise le mani tra i capelli. Poteva fare
una figura di merda più colossale?
Quando recupererà il bastardo (perché ci
riuscirà, fosse l’ultima cosa che farà
in quel buco di città) il suo motto sarà Quello
che è successo a Città del Messico, rimane a
Città del Messico.
In quel momento, proprio quando Ixtab aveva trovato il video, il
telefonino squillò, e Romano allungò la mano
dicendo: ‘’ Passamelo! Sarà quello
stronzo di Sadiq.’’
‘’ Hai dato il mio numero a quelli
dell’Agenzia?! ’’
‘’ Non mi va di riutilizzare un cazzo di telefono
pubblico, grazie tante – spiegò il ragazzo - E
tu sei l’unica qui ad avere un cellulare. E ora
dammelo.’’
‘’ No. ‘’
‘’ Cos… dammelo!’’
‘’ No!’’
‘’ Ti prometto che ti farò conoscere un
paio di ninfe che lavorano all’Agenzia! ’’
‘’ Ninfe d’acqua? ‘’
chiese la dea.
‘’ Che differenza fa? ’’
sbottò lui, irritato.
‘’ Portatene una a letto, ragazzo – fu il
commento di lei – E capirai che la differenza
c’è! Le driadi sono troppo rigide
e…‘’
‘’ Stop. Ho capito! Ti piacciono le ninfe
d’acqua. Ricevuto. Ne conosco una, è tailandese.
Si chiama Mei. Appena ‘sta merda sarà finita, te
la presento. Ora per sto gran cazzo, passami il
telefono!’’
Ixtab finse di pensarci su, poi ghignò e
disse:’’ Allora abbia un patto! Dobbiamo ridefinire
delle… ’’
‘’ DAMMI QUEL CAZZO DI
TELEFONO!’’
‘’ Ecco! – fece lei, porgendoglielo
– Uff, non si può neppure discutere pacificamente
di affari. A proposito, cucciolo… ti sono spuntati i canini.
‘’
Romano non sapeva cosa odiava di più: essere chiamato
cucciolo, o avere problemi con i suoi tratti lupeschi.
‘’ Era ora, cazzo! – rispose, cercando di
riprendere le sue normali fatte umane – Qui sto nella merda,
idiota! ‘’
‘’ Ehm… scusami Romano
– dall’altra
parte della linea, c’era Matthew. Romano sbuffò.
Logico, il lavoro sporco Sadiq lo rifilava sempre ad altri! – Abbiamo
perso tempo con le ricerche e… mio Dio, Alfred è
tornato col suo nuovo partner e hanno distrutto un database che ho
dovuto ricreare da solo…’’
‘’ E che c’entra questo con
me?’’
‘’ Giusto, hai ragione…
comunque, hai presente il pezzo di stoffa annodato che hai trovato?
‘’
‘’ Era talmente inutile, che
l’ho buttato. ‘’
‘’
Ehm – la voce del canadese sembrava testa
– Non
è inutile… non proprio. Vedi, stando a quello che
Sadiq mi ha detto, nella cultura azteca, tra i rituali matrimoniali
c’era quello di annodare insieme i mantelli di marito e
moglie. ‘’
‘’ Cazzo dici?’’
‘’ Appena gli hai detto cosa avevi
trovato, è venuto da me per cercare sul database tutte le
dee azteche interessate ad avere… ehm… legami con
gli esseri umani e… ‘’
‘’ Ho una domanda – lo interruppe il
licantropo – Se Sadiq aveva capito cosa aveva trovato,
perché diavolo non me l’ha detto?
‘’
‘’ Ehm… non voleva farti
arrabbiare più del necessario e distruggere Città
del Messico. ‘’
‘’ E perché dovevo farlo?
‘’
Ok, durante una luna piena aveva messo sotto sopra l’Agenzia.
Ma ehi… era successo solo una volta! Insomma, capitava a
tutti di perdere il controllo, di tanto in tanto.
‘’ Ha detto Considerato
il rapporto affettivo tra Vargas e Carriedo, una notizia del genere
comporterebbe la distruzione di Città del Messico.
‘’
Silenzio.
Poi, Romano chiese:’’ Ma che minchia si beve sto
stronzo? Che cavolo di rapporto ci sarebbe tra me e il
bastardo?’’
‘’ Non ne ho idea, non passo molto tempo
con voi… comunque, passando alle cose più
importanti… c’è una sola dea del
pantheon azteco che nell’ultimo periodo ha dato parecchi
problemi all’Agenzia per… ehm… la sua
ricerca del marito perfetto. ‘’
‘’ E chi è ?
’’
‘’ Si chiama Chalciuhtlicue, ed
è la dea delle acque e della bellezza. Sul genere della dea
Afrodite per i greci. ‘’
‘’ Ma che cazzo di nome è ?
– domandò l’italiano – Oggi
è la fiera dei nomi impossibili? ‘’
‘’ Mi dispiace, ma lei è
l’unica candidata adatta per il rapimento di Antonio.
‘’
‘’ Questo perché è
l’unica zitella della famiglia?’’
‘’ Detto in questo modo…
sì.
Logico. La dea zitella se la dovevano trovare loro.
‘’ E quante possibilità ci sono che il
bastardo non sia già sposato con ‘sta
tizia?’’
‘’ Tecnicamente, per via della storia dei
mantelli, sono già sposati. Ma bisogna ufficializzare
l’unione nelle dimensione di appartenenza di Chalciuhtlicue,
per far sì che Antonio non possa più essere
recuperato. ‘’
‘’ Perfetto… la mia solita
fortuna. Senti, qua ci sono delle divinità che potrebbero
aiutarmi. Intanto, dì a Sadiq che è un gran pezzo
di merda e un coglione. ‘’
Senza aspettare una risposta, l’italiano
riattaccò. Guardò Ixtab e Tzitzimime, e
disse:’’ Allora, una di voi due sa come raggiungere
la dimensione degli dei aztechi?’’
‘’ Teotihuacan dici? – fece la dea dei
suicidi – Certo che so come raggiungerla, posso anche aprire
il portale!’’
‘’ Ma… tu sei una dei maya! Io ci riesco
a malapena da quando mi hanno declassata! Perchè tu puoi
farlo? '' domandò piccata Tzitzimime.
‘’ E’ una lunga storia – la
liquidò la dea – Cucciolo, noi cosa ci guadagniamo
dall'aiutarti? ''
‘’ Tu conoscerai Mei, mentre Tzi qui non
sarà esorcizzata. Potrà fare quel che cavolo
vuole, e nessuno dell'Agenzia la infastidirà.''
'' Bah, per me va bene - disse il demone - Tanto non so neppure di
preciso cosa facciano quelli della mia classe. ..
'' Mhm - Ixtab sembrava scettica - Per ora, mi va bene. Mentre
recupereremo il tuo amico, penserò a qualche proposta
più vantagiosa. A proposito... Chi è la
dea?’’
‘’ Una dea
della bellezza. Chal...Chullio...''
'' Chalciuhtlicue?
'' lo aiutò il demone, e lui annuì.
'' Ecco, quella lì! ''
'' Mhm... e hai un piano per salvare la tua damigella in pericolo? ''
chiese la dea. Dalla faccia che Romano fece fu chiaro che no, non aveva
assolutamente idea di cosa fare.
‘’ E’ importante? ’’
chiese sulla difensiva lui, e Ixtab soffocò una risata.
‘’ Oh mio giovane jedi… come faresti
senza di me? Per tua fortuna, sono un genio. E ho già un
piano in mente. ‘’
Romano la fissò in silenzio per qualche istante, poi
disse:’’ Sarà
umiliante?’’
‘’ Puoi giurarci! ‘’
‘’ Tsk… e andiamo.’’
Mezz’ora dopo…
Città degli Dei
Teotihuacan
Romano pensava che i viaggi
per raggiungere l’Agenzia attraverso i passaggi magici
fossero un trauma e una seccatura, ma si sbagliava, e tanto anche.
Era più traumatico attraversare
un Portale per raggiungere il mondo degli Dei: era passata
già una buona mezz’ora da quando era arrivati di
fronte al tempio di Chalciuhtlicue, ma lui si sentiva ancora come se
dovesse vomitare anche l’anima.
‘’ E’ come un post sbornia –
gli disse Tzitzimime, mentre gli accarezzava la testa, facendo
attenzione a non toccare il suo ricciolo (come sapesse cosa
fosse, non
lo voleva neppure sapere) –
Fa questo effetto a tutti, la prima volta. Alla fine, ci si abitua.
‘’
‘’ E quando passerà?
’’ bofonchiò il giovane,
‘’ Mhm… quattro
ore.’’
‘’ E che cazzo! ‘’
'' Ehi voi, focus –
li richiamò Ixtab, fissando il gruppo con la sguardo
inflessibile di un marine - Avete capito cosa dobbiamo fare?''
'' Dobbiamo infiltrarci al
matrimonio della divina Chalciuhtlicue fingendo di essere degli
invitati '' iniziò Montezuma, a cui non importava tanto
salvare Antonio, quanto però poter incontrare i suoi dei e
poter così lamentarsi direttamente con loro per tutti i suoi
problemi.
'' E per essere più
convincenti - proseguì Tzitzimime - Dobbiamo avere con noi
un regalo di nozze, fiori e bigliettini d'auguri. ''
'' Fiori e biglietti d'auguri li abbiamo - precisò Ixtab -
Ci manca solo il regalo di nozze. ''
Gli sguardi dei tre si posarono su Romano, e il giovane
sbuffò irritato.
'' Che idea del cazzo!''
'' Cucciolo, i lupi mannari sono
molto rari da queste parti - disse la dea - Anche se non avremo
l'invito, ci lasceranno entrare lo stesso! Sai, Chalciuhtlicue ama le
cose rare. ''
'' Rimane comunque il peggior piano che abbia mai sentito. E lavoro con
quel bastardo che si è fatto infinocchiare da una dea, il
chè è davvero tutto dire.''
'' Non lamentarti ancora, e
trasformati nella tua versione lupesca. Quella che ti fa venir voglia
di spupazzarti, non quella in cui sembri un dio del sesso. ''
'' Intende dire che tu devi trasformarti in un lupo -
intervenne Tzitzimime - Non nella tua forma umanoide. Dovresti essere
in grado di farlo,
" Si dia il caso che io a trasformarmi sia una frana "
sentenziò gelido l'italiano
Tzitzimime lo osservò con aria sorpresa: " Mi stai dicendo
che sei talmente scarso da non essere neppure in grado di trasformarti
come vuoi a piacimento?"
" Mettiamo le cose in chiaro una volta per tutte: io odio essere un
lupo mannaro, e non l'ho neanche chiesto io di trasformarmi in un sacco
di pulci ad ogni plenilunio! " " Secondo me sei solo un incapace"
intervenne Ixtab sollevando un sopracciglio scettica.
Romano si esibì in un basso ringhio di avvertimento mentre
sentiva le mani prudergli e i canini farsi leggermente più
lunghi in bocca e ferirgli il labbro.
‘’ IO. NON. SONO. UN.
INCAPACE!’’
L’ultima parte della frase gli uscì in un ringhio
basso e roco, mentre il corpo gli si ricopriva di peli.
Era una trasformazione parziale, era ancora troppo umano.
Ma forse, avevano trovato la chiave per farlo diventare un lupo
completo. Bastava solo farlo arrabbiare un bel po’.
‘’ Dici? – Ixtab scrollò le
spalle e continuò – Non sei il primo lupo mannaro
che incontro, ma di certo sei quello più debole. Un omega,
in pratica. ‘’
Gli occhi di Romano divennero per un attimo quelli di un lupo.
" E secondo te mi interessa qualcosa? Neanche faccio parte di in branco
o stronzate simili" borbottò mentre cercava di mascherare la
rabbia che gli aveva provocato quell'affermazione.
" Oh, ti importerebbe, se sapessi così significa davvero
essere un omega" rispose tranquillamente Tzitzimime.
" E che vuol dire? " domandò confuso il ragazzo.
Lei si sporse e con uno scintillio divertito negli occhi disse: "
Significa, che in un rapporto, tu caro mio, sei il passivo
‘’
Il viso dell’altro si colorò di porpora, e
sbottò:’’ Cos…stai
scherzando! ’’
‘’ Oh no, è così. Se fossi in
te, col tuo collega starei attenta. Specie quando gli volti le spalle.
‘’
Quella fu la classica goccia che fece traboccare il vaso: sotto i loro
occhi, Romano assunse completamente la forma lupina mentre ululava
furioso.
Nel processo, i vestiti gli si strapparono, e il ragazzo, con grugniti
ed ululati, tentava di continuare la discussione.
" Ecco, direi che ora siamo pronti!" esclamò con un sorriso
soddisfatto Tzitzitime osservando Romano che continuava a ululare e che
li osservava con rabbia.
" Oh, andiamo, tirati su, inoltre sei così carino" disse
Ixtab prendendo a grattarlo dietro le orecchie, e senza volerlo il lupo
prese a battere la zampa e a cercare coccole, salvo poi riprendersi e
tornare a ringhiare arrabbiato.
‘’ E’ uno tsundere –
sentenziò la dea, continuando, nonostante i ringhi , a
grattargli le orecchie – Povero il suo ragazzo,
però. Un omega tsundere non è certo facile da
gestire. ‘’
La dea scommetteva che, se non fosse stato per la sua attuale forma,
Romano sarebbe arrossito e le avrebbe riversato contro una serie di
insulti irripetibili.
‘’ Mia dea – intervenne Montezuma
– Credo che sia ora di andare. L’ora del matrimonio
è arrivata. Ah, questo mi ricorda il mio quattordicesimo
matrimonio! O era il quindicesimo? Bah, comunque… quel
giorno pioveva e…’’
‘’ Chiudi il becco – lo interruppe Ixtab
– Conserva la tua parlantina nel caso siano restii a farci
entrare. ‘’
‘’ Per una volta – intervenne il demone
– Sono d’accordo con lei. Ora, però,
entriamo in questo stramaledetto tempio. Non credo che il nostro amico
lupo possa rimanere così per molto. ‘’
Romano ululò, quasi come a dire vaffanculo,
so fare il mio lavoro.
Romano poteva criticare gli dei quanto gli pareva, però non
poteva dire che non avessero gusto per quanto riguardava le decorazioni.
Il matrimonio era in un posto talmente fuori mano che il lupo mannaro
si domandò se fosse il caso per gli invitati di portarsi
dietro uno smoking di ricambio.
Si trattava di un antico tempio nel bel mezzo della foresta, ma non
appena il giovane seppe che era un tempio dedicato a quella pseudo-dea
della bellezza rapisci bastardi tutto ebbe un senso.
Classico egocentrismo divino.
Riuscirono ad arrivare, dopo alcuni episodi che prevedevano due
giaguari, un canyon e una fuga precipitosa sugli alberi, sfiniti fin
lì e rimasero un attimo in silenzio ad ammirare l'edificio.
Si arrampicarono e videro che l'entrata era stata decorata con dei
bouqet di fiori bianchi e palloncini dello stesso colore.
Dei bodyguard, due uomini con la testa di coccodrillo, svettavano
minacciosi di fronte all'ingresso e scoraggiavano qualunque persona ad
avvicinarsi.
" Forza - mormorò a mezza voce Ixtab cercando di fare
coraggio ai suoi compagni, che parevano essere parecchio preoccupati
(tranne Montezuma che ancora doveva capire che non erano lì
per far rinascere il suo impero ) - Non è difficile, ce la
possiamo fare"
‘’ Sto cazzo ‘’ avrebbe
voluto dire Romano, ma nella sua attuale forma era difficile. Invece,
si limitò a grugnire. Almeno, quello lo poteva ancora fare.
Ora, veniva la parte più difficile: convincere i due tizi
all’ingresso a farli entrare.
‘’ Invito ‘’ disse uno dei due,
grosso e brutto come la peste.
La dea dei suicidi sfoderò il suo miglior sorriso bastardo,
e si mise in azione.
‘’ L’invito? Oh, che sbadata. Mi sa che
l’ho dimenticato a casa. Beh, son cose che capitano. Specie
se si ha un lavoro come il mio. Preghiere tutti i giorni! E non
immaginate la quantità di anime che devo scortare
nell’aldilà! Un vero incubo! ‘’
‘’ Invito
– ripetè l’energumeno – No
invito, no entri. ‘’
‘’ Sembra tanto quella pubblicità con
Clooney… comunque, è un peccato che non vogliate
farci entrare. Abbiamo fatto tutti una così lunga strada per
arrivare qui! La sposa è una cara amica, sapete? E so quanto
le piacciano le cose rare! Avete visto cosa ho qui? Un lupo mannaro! Ed
è uno europeo! Sono assolutamente rari da trovare, e io ci
ho quasi rimesso la pelle! Cosa direbbe Chalciuhtlicue sapendo che ho
rischiato tanto per portarle questo regalo di nozze, e voi non ci
lasciate entrare? Tutta la fatica l’ho fatta per lei!
‘’
I due bodyguard si guardarono, incerti sul da farsi. Erano in
difficoltà, era evidente.
‘’ Noi… non c’è
invito. ‘’
‘’ Lo so lo so – fece Ixtab con studiata
lentezza – Ma la nostra amica non avrà il suo
regalo. E lei sapeva che ci sarei stata ecosa le
avrei portato. Sarebbe un dispiacere troppo grande per lei. Siete
pronti a consolarla voi?’’
No, non lo erano. Chalciuhtlicue li avrebbe affogati nei suoi laghetti
personali per una cosa simile.
Il più brutto deglutì e si fece da parte.
‘’ No invito… potete entrare.
‘’
La dea dei suicidi sorrise.
‘’ Grazie cocco, sei un amore.
‘’
E passò tra i due distribuendo a entrambi un sorriso melenso
che li fece arrossire (anche se era difficile capirlo con la pelle
verde che si ritrovavano), seguiva poi l'altra che diede ad uno un
pugno sulla spalla con fare fraterno per poi dire " Ci si vede belli",
veniva poi Romano che cercando di non farsi notare si limitò
a fare un basso ringhio, e chiudeva la fila Montezuma, che pareva
essere piuttosto dispiaciuto di non essere potuto intervenire in alcun
modo nella conversazione.
Una volta che si furono addentrati abbastanza presero a correre
seguendo le frecce che recitavano scritto in pittogrammi " per il
matrimonio: da questa parte". Finalmente arrivarono in una gigantesca
stanza quadrata, diverse sedie erano disposte di fronte all'altare, e
parevano essere occupate da praticamente tutte le divinità e
dai mostri del pantheon della mitologia precolombiana.
Di fronte all'altare se ne stavano la celebre Chalciuhtlicue, avvolta
in un elegante vestito azzurro, che ad una seconda occhiata si
accorsero essere vera acqua corrente, e di fronte a lei Antonio che la
osserva con sguardo vuoto e sorriso ebete. Cioè, ancora
più del solito.
Gli invitati li guardarono incuriositi, come se fossero una strana
attrazione fatta venire per allietare gli ospiti durante la cerimonia.
Ma Romano non ci badò. La sua attenzione era tutta su
Antonio. Come si era potuto far infinocchiare da quella tizia?
Ok, forse era la dea della bellezza, ma andiamo… lui era
molto meglio! Peccato che quello che disse la dea, fece saltare la sua
copertura.
‘’ Io Chalciuhtlicue, sono pronta a prenderti nella
mia casa come mio legittimo sposo. E sfido la mia amorevole famiglia a
dire qualcosa in contrario! ‘’
‘’ Sto cazzo che te lo sposi! –
intervenne Romano, ritrasformatosi in quel momento in un essere umano.
Ed era totalmente nudo – Sto matrimonio non s’adda
fare! ‘’
Ixtab si passò una mano in faccia.
‘’ Ho dimenticato di dirgli di controllare i suoi
problemi di rabbia. E meno male che ho detto di essere quella
intelligente. ‘’
L'intera sala trattenne il fiato, mentre un gelo si spargeva tra gli
invitati. Con calma quasi irreale Chalciuhtlicue si voltò
verso di lui e lo guardò, con un inquietante sorriso
stampato in faccia.
" Penso di aver sentito male - cinguettò la dea mentre la
sua veste diventava di un colore molto più scuro al punto da
sembrare un mare sul punto di diventare tempesta - Per caso qualcuno ha
detto che io, la divina Chalciuhtlicue, non posso... aspetta, un
attimo: chi sei tu e perché sei nudo?"
In quel momento anche Antonio si voltò e alla vista
dell'altro assunse un'aria confusa: " Romano?"
‘’ Oh ma andiamo! – sbottò il
ragazzo, rosso come un pomodoro, e non si sapeva dire se per
l’imbarazzo di essere nudo di fronte a centinaia di
divinità o per la rabbia –
Ti riprendi solo quando senti che sono nudo? Ma che problemi hai?
’’
‘’ Ehm querido… non credo di capire
molto bene… ma che ci facciamo qui? ‘’
‘’ Che ci facciamo qui? – fece Romano,
mentre Montezuma gli passava una tunica per coprire
le sue vergogne. Da
dove l’avesse presa, non gli interessava – Dimmelo
tu, sei tu quello che si è fatto rapire da una dea e che sta
quasi per sposarla! ‘’
Antonio rimase in silenzio per qualche istante, meditabondo.
Poi disse:’’ Oh, quindi ieri sera non eri tu che mi
hai chiesto di sposarti al chiaro di luna intrecciando le nostre
magliette?’’
‘’ Ma che… Vaffanculo bastardo! Come hai
anche potuto pensare che potessi essere io? E’ una stronzata
pazzesca te ne rendi conto? ‘’
‘’ Aspetta… io non mi ricordo molto
bene…’’
‘’ Perché hai bevuto come un ubriacone,
ecco perché! E lo sai benissimo che l’alcool tu
non lo reggi!’’
‘’ Ok querido, ho bevuto molto. Ma davvero non eri
tu? Sei sicuro sicuro sicuro? ’’
‘’ No! Era lei coglione. Tutta quella stronzata era
stata fatta da lei! Quanto eri ubriaco per confondermi con una donna?!
‘’ chiese,
indicando Chalciuhtlicue , che intanto sembrava essersi interessata ad
un’altra persona.
‘’ Ixtab? Sei tu? ’’
‘’ In persona. Come
mi conosci ? Cioè so di essere fantastica e tutto, ma mai
nessuna bella come te sapeva il mio nome. ’’
‘’ Sono la sorella di Chalchiuhtlatonal…
ricordi?’’
‘’ Oh ora ricordo… le nostre famiglie
stavano organizzando un matrimonio combinato tra noi due! Poi gli dissi
che preferivo le donne e lui mi confessò che spesso andava
ad uomini. Gli feci conoscere pure suo marito! Cavolo
se sei cresciuta! E poi che capelli favolosi! Come
fai?’’
‘’ Shampoo col sangue tre volte al giorno! Sangue
umano, ovviamente. E' il migliore! ''
‘’ Hai proprio ragione! Invece i miei capelli
… uff, guarda come sono ridotti. Lavoro troppo!
‘’
" Ma cosa dici mai, tesoro! Sono assolutamente perfetti. inoltre dove
hai trovato quel grazioso vestitino?"
"Questo? Negozio di cosplay di Rio, te lo consiglio. Anche se non
avevano quello da infermiera diSilent
Hill, peccato.
Comunque anche l'Incantatrice della Dc non è male, specie
dopo il filmSuicide
Squad. ''
" Io adoro l'Incantatrice! E
finalmente qualcuno che non fa il cosplay di Harley Quinn. E' un
incubo, all'ultimo Comicon sembrava di essere all'Ivasione degli
Ultracorpi!''
'' Sei stata al Comicon? Quello di San Diego? Incredibile, io ero
Utena! ''
'' Ed io ero Anthy! Ho anche fatto delle foto bellissime! Che ne dici
se te le faccio vedere stasera, a cena, in quel bel
ristorantino a Coimbra?"
Romano spostò all'istante la sua attenzione sulla dea
dell'acqua: "Aspetta, aspetta, aspetta: l'hai appena invitata a uscire?
Ma non stavi per sposarti col bastardo?" " Matrimonio
annullato! - poi si rivolse ad Antonio - Scusa caro, sei molto carino e
dolce, ma non mi sembra che tra noi ci sia quella scintilla, mi
capisci, vero? Spero che resteremo amici" e gli schioccò un
sonoro bacio sulla guancia, prima di andare dall'altra dea, mentre
cambiava abito in qualcosa di più informale. Le due se ne
andarono tranquillamente chiacchierando tra di loro del più
e del meno.
‘’ Pazzi – disse Romano – Qua
sono tutti pazzi. ‘’
*
Dopo aver lasciato Ixtab con la sua
dolce metà, il gruppo uscì dal tempio
per tornare alla civiltà.
L’unico a non essere teso, per ovvie ragioni, era Montezuma.
Il quale, visto il silenzio in cui erano piombati, aveva deciso di
alleggerire l’atmosfera con le eroiche storie (inventate,
Romano ne era sempre più sicuro ogni minuto che passava con
quell’esaltato) di quando era vivo, ricco e famoso.
Oh, e non dovevano dimenticare i sacrifici in suo onore.
Ah, che bei tempi!
‘’ Lo giuro – borbottò
contrito l’italiano, durante uno dei rari momenti in cui il
fantasma teneva la bocca chiusa - La
prossima volta che ti farai accalappiare da una dea, ti
lascerò con lei!’’
Antonio, però, non lo ascoltava neppure. Sembrava avere la
testa da tutt’altra parte.
‘’ Lovi, devo dirtelo... – disse a un
tratto, con la faccia di chi stava per confessare qualcosa di grosso -
Questa notte tu ed io...''
'' Io ho passato la peggior notte
della mia vita, e tu ti sei scopato una dea psicolabile. Sì,
lo so già. ''
Lo spagnolo lo fissò confuso.
'' Ah è vero… certo che era proprio brava con le
illusioni! ‘’
‘’ Eri tu che
eri ubriaco! Ti sei ripreso solo quando ero nudo! Tu hai problemi seri,
stronzo! ‘’
Tzitzimime scoppiò in una fragorosa risata, mentre Romano lo
fissava stranito.
" Ma che cazzo… Hai
perso tutti i neuroni che ti erano rimasti?! "
Montezuma (rimasto con loro, sfortunatamente)
disse:’’ L’ho sempre detto io, ai miei
ragazzi, di non esagerare quando bevevano. Mhm… ora che ti
guardo meglio… mica
sei un discendente di Pizarro vero?''
'' Ehm... non credo.’’
"Ah, bene. Altrimenti, ti avrei
dovuto uccidere. E questo mi fa venire in mente quella volta che..."
" Montezuma – lo interruppe Romano – Ci hai
scassato la minchia tu e ‘ste cazzo di storie! Non le vuole
ascoltare nessuno! ‘’
‘’ Questo perché sei un ignorante! E un
plebeo! E un… un…’’
Lo spettro, a corto di insulti efficaci, fece l’unica cosa
dignitosa che gli venne in mente per uscirsene a testa alta :
sparì.
‘’ Ma
tu guarda questo… e poi pensano che sia
l’isterico.’’
Antonio guardò il demone, e chiese:’’ E
di lei che ne facciamo?''
'' Non guardate me, amico
– disse lei, indicandosi -
Questo demone se ne va per i fatti suoi. Mica sono quella gran
baldracca di Meg.''
‘’ Boh, io sono d’accordo con
lei.’’
L’ispanico guardò scandalizzato il suo partner.
" Lovinito! Lei è tutta sola! ‘’
‘’ In realtà, sto bene così
e…’’
‘’ Va bene, saremo nei guai –
continuò lui, ignorando bellamente la donna –
Perché non credo che Sadiq ce la farà tenere.
Però… potresti essere un’agente anche
tu! "
'' Agente per l'agenzia? io? Pessima idea, amico.’’
Ma Antonio non si lasciava scoraggiare facilmente, e
continuò dicendo: '' Potremmo trovarti un nuovo nome!
tipo... Ty!''
'' Ty? '' ripetè lei, e guardò Romano.
Il giovane scrollò le spalle, e a mo’ di
giustificazione disse: '' Non farci caso, è un coglione.
‘’
'' Siete tutti così… ‘’
‘’ Gentili?’’
‘’ Bastardo, credo che il termine giusto sia idioti. ‘’
‘’ Stiamo lì –
concordò il demone – Comunque, è una
pessima idea. L’Agenzia non ha mai avuto un demone come
agente. Mai. ‘’
‘’ Ma tu hai detto che sei anche una
dea!’’
‘’ Amico, una dea di serie C. Così di
serie C che sono stata pure declassata! Nessuno mi considera
più una dea da… ‘’
‘’ Da un casino di tempo. Ok, abbiamo capito
– fece scocciato Romano – Questa conversazione sta
diventando una fottuta seduta dallo strizzacervelli. Senti Tzi
vattelapescà. Fatti passare la crisi da emo, e rispondi:
vuoi o non vuoi venire con noi? E non uscirtene fuori con qualcosa come non
posso o
stronzate varie. O lo vuoi fare o non lo vuoi fare. Semplice.
‘’
‘’ Lovi, allora anche vuoi che
venga?’’
‘’ Cazzo, no! E’ lei che deve decidere!
Per il resto, non me ne fotte una beata minchia! ‘’
‘’ Io lo so che in realtà è
il tuo modo per dimostrare che ci tieni! ‘’
Iniziarono a
battibeccare come una vecchia coppia sposata , e Tzitzimime,
guardandoli, non poté fare a meno di pensare a quanto
fossero carini insieme. C’erano tante buone ragioni per cui
andare all’Agenzia era una pessima idea. Ma il mondo
sotterraneo era terribilmente noioso, e lei non aveva niente da fare.
Guarda caso, quei due erano un’ottima distrazione.
Due scemi con problemi di
UST. Aiutarli un po' sarà divertente.
‘’ Uff certo che siete testardi. Va bene,
verrò –
disse sicura, interrompendo la loro discussione – Ma spero
che uno di voi due sappia raccontare bene le bugie, perché
non ho intenzione di tornarmene indietro tanto presto.
‘’
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Capitolo 5 *** Once Upon Time in America – La prima missione sul campo di Feliciano e la peggior cazziata della vita di Sadiq (GerIta & SuFin) ***
Autrice: Lady
With Witch
Co Autore Classicboy
Titolo: The Agency
Rating Giallo
Genere fluff, demenziale, romantico,
soprannaturale
Coppie FrUk,
Spamano, GerIta, RusAme , SuFin, DeNor, PrHun.
Avvertimenti: Ooc, What
If…? Alternative universe.
ATTENZIONE
Pesante Ooc di alcuni personaggi di questa fan
fiction
Parodia di Martin Mystere, Hellboy e Huntik. Da maneggiare con cautela.
Questa
long rappresenta un esperimento dell'autrice: ossia è
un'antologia di storie a carattere fantasy/parodico dove fluff e
divertimento sono i perni portanti. I capitoli saranno autoconclusivi.
Perchè chi dice che il fantasy debba essere sempre preso sul
serio? Una risata è tutto quel che serve. Come diceva
Chaplin:"Un giorno senza sorriso è un giorno
perso."
Trama
Ah,
finalmente a casa. Chi l’avrebbe detto che una missione
semplice semplice si sarebbe rivelata un vero incubo? Dopo tanti
grattacapi, ora Romano vorrebbe solo riposarsi e stare un po’
in pace. Peccato che abbia una brutta sorpresa al ritorno: suo fratello
Feliciano non solo è stato assunto come agente, ma sta per
avere la sua prima missione! Cosa è saltato in testa a Sadiq?
Minimo due recensioni per continuare
Campagna di Promozione Sociale -
Messaggio No Profit
Sapevi che ogni volta che leggi una storia senza recensire, un autore
smette di scrivere?
Dona l'8‰ del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Salva uno scrittore dall'estinzione!
The Agency
Arc I
Once Upon Time in America – La prima missione sul
campo di Feliciano e la peggior cazziata della vita di Sadiq
(GerIta & SuFin)
Omnia
mutantur, nihil interit
Tutto cambia, niente muore
(Motto dell’Agenzia)
Agenzia, sede centrale
Appena
Romano arrivò, stanco e incazzato nero perché
all’aeroporto avevano smarrito di nuovo i suoi bagagli, avvertì
un profumo familiare che, incredibile ma vero, riuscì a
farlo calmare. Persino Antonio se ne accorso, il ché era
tutto dire, dal momento che aveva solitamente la testa persa in
chissà quali pensieri.
‘’ Ehi Lovi, tutto bene? Sembri… felice.
‘’
‘’ Idiota, perché lo dici con quella
faccia? Non posso essere anch’io contento, per una volta
tanto? Mica devo essere solo l’acido stronzo di
turno.’’
‘’ Ha ragione – intervenne Tzitzimime ,
il demone che aveva deciso di seguirli da Città del Messico
– Può anche essere un incredibile ballerino di
strip, sai? ‘’
‘’ Ma porc… ma non avevi cancellato quel
cazzo di video?’’ protestò il
licantropo, e l’altra fece spallucce.
‘’ Solo quando riuscirai a dire correttamente il
mio nome. ‘’
‘’ Cioè, mai. Perfetto, davvero.
Così adesso il mio culo è su tutti i computer del
mondo. ‘’
‘’ In realtà – intervenne
Antonio – Anche su Iphone, tablet, smartphone…
’’
L’italiano si sbattè una mano in faccia, e per
calmarsi (perché sapeva che quella sarebbe stata la volta
buona che avrebbe distrutto l’Agenzia, altro che la festa di
Capodanno dell’anno prima!) aspirò nuovamente
l’odore che lo aveva accolto al suo arrivo.
Era simile a quello di suo nonno Claudio, ma era più dolce.
Gli ricordava il profumo dei pomodori freschi e del grano maturo.
C’era una nota che stonava, però, e che gli faceva
arricciare il naso: odore di fata.
Cristo se lo odiava!
Da quando aveva cominciato a distinguere gli odori delle varie specie
che lavoravano lì, quello delle fate, e dei loro discendenti
di conseguenza, lo faceva star male.
Era dolciastro, come uno di quei profumi costosi tipo Chanel o
vattelapescà.
E gli ricordava quella strega (purtroppo non metaforica) della sua ex,
Emma, che era solita mettersi tonnellate di profumo dolciastro quando
aveva un appuntamento con lui.
Solo in seguito, da Matthew aveva saputo che tutto quel profumo serviva
a coprire il suo vero odore.
Insomma, se campi per più di cinquecento anni, un paio di
problemini ti possono anche venire.
Per questo non sopportava stare vicino ai crucchi, come aveva affettuosamente soprannominato
Gilbert e Ludwig: semplicemente, per il suo iper sensibile olfatto
lupesco, puzzavano.
Tuttavia, era proprio curioso di sapere di chi fosse
quell’odore. E perché gli sembrasse tanto
familiare. Purtroppo
per lui, la risposta non tardò ad arrivare.
‘’ Ve… fratellone,
finalmente sei tornato! ’’
Ecco, bastò quella semplice frase per fargli quasi venire un
attacco di cuore.
Anzi, è un’imprecisione: era
la persona che l’aveva pronunciata che gli stava per far
scendere tutti i santi dal Paradiso, insieme al Padre eterno che,
davvero, doveva divertirsi un casino a incasinargli la vita. Come aveva
fatto a non capire che quell’odore era di suo fratello? Ah
già… tutta
colpa del profumo di fata!
Era talmente scioccato da non accorgersi del crucco minore che stava
accanto a suo fratello, che lo seguiva come un ombra, né
delle valigie che suddetto biondo aveva con sé.
Ma di una cosa se ne accorse, eccome: Feliciano indossava una camicia
militare troppo grande per lui, camicia che aveva già visto
indossare tante volte da Ludwig, e su cui scherzava, dicendo che il
biondino ci era nato con quella addosso.
Ora non aveva più tanta voglia di scherzare.
‘’ Wow – commentò Tzitzimime -
Qui le cose si fanno interessanti. Ed io che non volevo venire!
‘’
‘’ Taci stronza – ringhiò al
demone e poi, facendo attenzione che non gli fossero spuntati gli
artigli o gli fosse cresciuta la coda, si rivolse al fratello -
Felicià, ma tu non stavi a New York? Che ci fai qui? E
perché indossi questa
cosa? ‘’
‘’ Mi hanno espulso – rispose molto
candidamente il minore, facendogli venire un altro mezzo infarto
– L’e-mail mi è arrivato
l’altro giorno. Dicevano che non potevano far rimanere uno
studente con evidenti problemi con la giustizia. ‘’
‘’ Problemi con la giustizia? Tu?!
‘’
‘’ Ve…
sì! L’Interpool e l’esercito mi volevano
arrestare! Insieme alla Cia ed FBI! Volevano tutti arrestarmi, ma io
non avevo fatto niente! Era stato il mio gemello cattivo!
‘’
‘’ Doppelgänger –
intervenne in quel momento il tedesco – Hai creato per
sbaglio un doppelgänger che
ha iniziato a far carriera come ladro d’arte. E’
così che ho conosciuto Lud e Gil! Loro mi hanno salvato! E
quando abbiamo preso il cattivo, Gil mi ha proposto di entrare a far
parte dell’Agenzia. Ve… e
così, eccomi qua! Non sei contento, adesso lavoreremo
insieme! ‘’
Ok, ora Romano aveva bisogno di una fottuta sedia.
Ah, e anche di stare lontano da Ludwig: il suo odore gli stava facendo
venir mal di stomaco e una probabile ulcera.
Ah no, quella era colpa di suo fratello.
‘’ Crei doppelgänger …
fantastico, come se la nostra famiglia non fosse già
abbastanza strana! E tutto questo quando sarebbe
successo?’’
‘’ Ve… credo
che con oggi sia una settimana. ‘’
Così, mentre lui si faceva il culo in Messico, suo fratello
era diventato l’uomo più ricercato
d’America.
Normale amministrazione, insomma.
‘’ Però non hai risposto alla domanda
più importante…’’
‘’ Ve… come
mi sono unito all’Agenzia? ‘’
‘’ No, perché cazzo indossi una sua
camicia! ‘’ esclamò, indicando con
l’indice Ludwig, che aveva tutta l’aria, dopo
quella domanda, di voler seppellirsi vivo.
‘’ Non avevo più vestiti puliti, ve
– rispose intanto
Feliciano, ignaro delle reazioni di suo fratello da una parte e del suo
nuovo amico dall’altra – Non ho avuto il tempo di
prendere tutti i miei vestiti, il mio appartamento è ancora
sotto sorveglianza. Eduard dice che ci vorrà un
po’, anche coi mezzi dell’Agenzia, per cancellare
tutte le malefatte del mio… sì del me cattivo. E
così Doitsu mi ha prestato una sua camicia! Ha anche un buon
odore! ‘’
‘’ Ehm
Feliciano – intervenne allora il biondo, conscio che
un’altra frase dell’altro avrebbe fatto trasformare
il maggiore e allora addio Agenzia! – Noi dovremmo andare. Lui ci
sta aspettando. ‘’
‘’ Andare? – domandò Romano
– Dove? In missione? Voi due? Da soli? Ma lui è un
novellino! ‘’
‘’ Sono le stesse cose che ho detto a Sadiq
– ammise Ludwig – Ma secondo lui Feliciano deve
affrontare il mondo esterno, per poter imparare ad usare i suoi nuovi
poteri. ‘’
‘’ Sto cazzo! Vengo io piuttosto, non lascio mio
fratello ad affrontare mostri o divinità incazzate o
qualsiasi altra cosa quello stronzo vi sta mandando a fare!
‘’
‘’ Ve… ma
stiamo andando nel Maine! ‘’
‘’ A Storybrooke? ‘’
domandò Tzitzimime ,
e mai come in quel momento l’italiano si pentì di
essersela portata appresso.
‘’ Ve… no.
A Castine! ‘’
‘’ Senti, Felicià… ora vado
da Sadiq e gli dico di farmi andare al posto tuo. ‘’
‘’ Ma perché? Io ci voglio andare! E
poi, lui ha detto che è una missione di classe Alpha. Non ho
idea di cosa significhi, ma deve essere una cosa buona, no?
‘’
Classe Alpha? Romano osò tirare un sospiro di sollievo.
C’erano tre categorie di missioni: Classe Alpha, Classe Delta
e Classe Omega.
Classe Delta era un eufemismo per Possibili
paralisi permanenti e gravi umiliazioni per tutta la vita.
Classe Omega stava a significare Lascia
perdere e comincia a pregare che tanto a casa non ci torni intero.
Mentre Classe Alpha era sta
sereno che a casa ci torni. Tanto qua sono tutti fessi.
‘’ Questo non cambia niente –
continuò poi – Sei qui da sole due settimane! Non
sei addestrato e… minchia sto parlando come il crucco.
‘’
‘’ Ve… in
effetti sì. ‘’
‘’ Metti pure il dito nella piaga,
Felicià… ‘’
‘’ Ehm… non c’è
più molto tempo – disse Ludwig – Il
nostro contatto potrebbe spazientirsi, e rischiamo una nuova era
glaciale nel Maine. ‘’
‘’ Era glaci… ma con chi cazzo dovete
lavorare? ‘’
‘’ Con un esperto - rispose sibillino il biondo
– Un esperto molto potente e che stiamo facendo aspettare da
ore. ‘’
‘’ E fatelo aspettare ancora! –
protestò Romano – Io devo parlare con Sadiq! Non
se ne parla proprio che Feli vada in missione! ‘’
‘’ Fa pure, amico – intervenne ancora una
volta Tzitzimime
(davvero, ma quella lì non sapeva mai star zitta?)
– Poi ti prenderai tu le responsabilità di un
paesino congelato da una misteriosa bufera
di neve? Perché sembra chiaro che il loro esperto sia uno
abbastanza potente da farlo. Da chi discende, a proposito?
‘’
Feliciano sbattè le palpebre un paio di volte, confuso.
‘’ Ve… di
che parli? ‘’
‘’ Ma sì… insomma, da chi ha
ereditato il suo controllo sulla neve e affini? Da un gigante di
ghiaccio? Oppure da una yuki- onna ? ‘’
‘’ Queste informazioni non sono essenziali ai fini
della missione ‘’ replicò Ludwig, col
tono di chi era avvezzo a fornire simili risposte.
Il demone sbuffò.
‘’ Tu sei uno di quei tipi, eh? Tutto lavoro e
niente divertimento. Mi dispiace solo per la tua futura
fidanzata… o fidanzato. Sono di larghe vedute, non giudico.
‘’
Ignorando il rossore che si diffuse sul viso del biondo, Romano
ritornò all’attacco:’’Non mi
importa un fico secco da chi discende ‘sto tizio.
E’ pericoloso per Feli stargli vicino! Potrebbe trasformarlo
in una fottuta statua di ghiaccio! ‘’
‘’ E allora mettilo in
giardino.’’
‘’ Non sei divertente, Ty.’’
‘’ Tzitzimime. Quante volte te lo devo dire? Il mio
nome è Tzitzimime. Hai saputo dire bene il nome di quella
smorfiosa dea maya e non il mio? Sei un razzista! ‘’
‘’ Ti pare il momento di ‘ste scenate?
– lui sbuffò, poi tornò a rivolgersi al
fratello – Tu resta qua, io vado da Sadiq. Ci
metterò cinque minuti. ''
'’ Ve…
ma fratellone, io ci voglio andare! ‘’
‘’ ‘Sto cazzo
Felicà. Oggi rimani in panchina. E anche la prossima volta.
E la prossima volta ancora. Anzi, se riesco a trovarti un posticino coi
secchioni, magari sto anche più tranquillo. E non fare gli
occhi da cucciolo bastonato con me,
perché…’’
‘’ DOVE CAZZO SONO VARGAS E BEILSHMIDT?
‘’
Sadiq tuonò come una furia, era persino più
furioso di Romano. E Romano in pratica era la quinta essenza della pura
rabbia.
Avanzò verso di loro a grandi falcate, persino la mascherina
che portava sempre e che gli copriva metà viso aveva assunto
una sfumatura rossastra.
‘’ Capo… abbiamo avuto un contrattempo
‘’ cercò di giustificarsi Ludwig, ma il
turco non sembrò neppure sentirlo.
‘’ DOVEVATE ESSERE NEL MAINE DA DUE ORE! CHE
E’ SUCCESSO, AVETE MESSO PER CASO L’ORA SOLARE?
ANDATE SUBITO, SE NON VOLETE CHE L’AGENTE OXENSTIERNA CONGELI
TUTTO! ‘’
I due non se lo fecero ripetere due volte, e dopo dei saluti
frettolosi, si avviarono.
‘’ Ve… vedrai
fratellone, sarai fiero di me! ‘’
Stavano per farlo a pezzi. Missione di Classe Alpha o meno, suo
fratello stava per fare la fine di Crasso.
E lui non poteva seguirlo!
Si voltò ringhiando verso Sadiq, che stava riprendendo fiato
a seguito della sfuriata.
‘’ Tu bastardo…
- gli occhi erano diventati gialli, e i canini gli erano cresciuti.
Tutti gli altri tornarono alle loro occupazioni, abbandonando il loro
capo al suo destino. Era una cosa risaputa, mai
far arrabbiare un lupo mannaro se ci tieni alla pelle.Solo
gli stupidi (leggi Antonio Fernandez Carriedo) o quelli eccessivamente
sicuri di sè (leggi Sadiq Adnan) puntualmente ignoravano il
vecchio adagio per poi finire nei guai. Ma come si sul dire, chi
rompe paga e i cocci sono suoi, e
ora il capo dell’Agenzia stava per sperimentare quanto poteva
essere pericoloso un lupo mannaro arrabbiato – Come ti
è saltato in mente di mandare mio fratello in missione?
E’ un novellino! Classe Alpha o meno, non è pronto! Ora
noi dobbiamo parlare. Adesso,
bastardo. ‘’
Prigione
della Contea di Castine, Maine
Ufficio dello sceriffo
‘’ Sapete, signore… è inutile
che continuiate a stare qui ad aspettare i vostri colleghi. Abbiamo
già risolto tutto! Sì, tutti i guai in
città… sono colpa di quel ragazzo!
Perché… beh … Si
trovava sulle scene del crimine ogni volta, prima della polizia. E si
comporta in maniera strana, e quei suoi occhi… mi hanno
fatto venire i brividi. Un pessimo soggetto, e io li riconosco appena
li vedo! Ho occhio, io. ‘’
‘’ Mphm… ‘vene.
‘’
Lo sceriffo Graham inarcò un sopracciglio, e disse:
‘’ Ehm… può ripetere? Non
credo di aver capito. ‘’
Il biondo seduto di fronte a lui rispose alla domanda con
un’occhiataccia torva, da far raggelare il sangue nelle vene.
Lo sceriffo deglutì, e abbassò la testa. Le
finestre erano chiuse, eppure avvertiva distintamente un lieve soffio
di vento gelido che gli carezzava il collo, facendolo rabbrividire.
‘’ Scusi. Siete straniero, immagino.
‘’
C’era qualcosa di strano in quell’esperto che il
ministero aveva mandato, e il suo istinto stava gridando PERICOLO a
caratteri cubitali.
Se avesse potuto, Graham si sarebbe fatto sostituire dal suo vice Swan.
Peccato che la donna avesse avuto una strana indigestione la sera
prima, causata probabilmente dalla torta di mele che la sua compagna le
aveva cucinato per il loro anniversario, e non si era presentata al
lavoro.
Beata lei!
Si mosse a disagio sulla sua poltrona, e disse:’’
Lo abbiamo arrestato ieri. Il nostro colpevole, intendo. E’
stato facile, a dirla tutta. Mai arrestato qualcuno di così
docile. Ma probabilmente è tutta una tattica per depistarci.
Lei che dice? ‘’
‘’ … porse…’’
‘’ Eh? E’ un sì quello? Anche
lei ne è convinto? ‘’
L’altro scosse la testa in segno di diniego.
Beh, almeno c’erano delle reazioni che avevano un significato
universale. Questo doveva rendere quella conversazione meno
imbarazzante. Forse.
‘’ Ok… quindi lei crede che non sta
fingendo. Dico bene? ‘’
Il biondo annuì, e lo sceriffo proseguì dicendo:
‘’ Se dunque non è una tattica,
perché non si è opposto all’arresto? Ha
qualche complice a piede libero? Fa parte di una banda? E’ un
terrorista? O peggio… è un comunista?!
‘’
Il
biondo alzò lievemente un sopracciglio, nel chiaro simbolo
che sta a significare: "ma sta dicendo sul serio?", per poi sbuffare e
alzare gli occhi al cielo.
Lo sceriffo prese ad agitarsi sulla sedia mentre si mischiava anche un
leggero senso di fastidio a quella strana agitazione che gli era salita
su sin dall'arrivo dell'altro.
Prese fuori dalla tasca un fazzoletto e si asciugò il sudore
dalla fronte: "Ehm, come ha detto di fare di nome, di nuovo?" chiese in
maniera impacciata.
"...'rwal..."
"Come scusi?"
L'altro rispose di nuovo con una serie di grugniti impossibili da
capire.
Graham alzò gli occhi al cielo esasperato: proprio uno
praticamente muto gli doveva capitare.
Lo svedese sospirò prima di prendere una penna e un foglio e
scrivere qualcosa con una grafia piccola e stretta.
L'uomo lesse con qualche difficoltà quanto scritto.
"Ber..wald... Oxen...stierna? L'ho pronunciato giusto?"
Lui annuì, mentre un
leggero sorriso soddisfatto andava a formarsi sulle sue labbra.
" Ehm, bene allora signor Oxenstierna... Berwlad... come le stavo
dicendo..."
In quel momento la porta si aprì e una voce roca
esclamò: "Scusate il ritardo, siamo gli inviati del
ministero"
Lo sceriffo si voltò a guardare con espressione confusa,
mentre Berwald sorrideva leggermente.
Era fatta, adesso con l'arrivo degli
altri membri dell'Agenzia tutto si sarebbe risolto per il meglio. "Ve,
esattamente, siamo gli emissari, cioè gli inviati,
sì!"
Il sorriso scomparve, mentre Berwalrd si dava una pacca sulla fronte:
emissari? Sul serio? ma chi diavolo gli avevano inviato per una
missione così delicata?
Diede una rapida occhiata a quelli che, da quel momento in poi,
sarebbero dovuti essere i suoi colleghi: uno lo conosceva, era Ludwig
Beilshmidt , e ci aveva lavorato prima su un caso legato a una congrega
di streghe fanatiche di Happy Days.
L’altro, il ragazzino moro iperattivo, doveva essere uno di
quelli nuovi un novellino. Guardandolo meglio, avrebbe detto che forse
era il fratello di quel Romano Vargas che aveva umiliato pubblicamente
Mathias in un incontro di wrestling. Da ubriaco. E durante una notte di
luna piena.
Lukas aveva fatto il video, grazie a Dio.
L’agente Beilschmidt lanciò uno sguardo carico di
disapprovazione verso il suo collega, che si fece piccolo piccolo e
prese a battere insieme le punte degli indici borbottando degli a
malapena udibili "scusami Doitsu".
Il tedesco si schiarì la gola e si avvicinò
tendendo la mano: "Ci perdoni per il ritardo. Sono Ludwig Beilschmidt,
agente mandato dal ministero per risolvere questo caso. Le spiacerebbe
spiegarmi cosa successo di preciso"
L'uomo assunse un'aria confusa, prima di balbettare vari "ma certo" e
"prego, si accomodi".
Lui e il ragazzino si sedettero.
Quest'ultimo pareva in preda ad una sorta di infantile euforia e
continuava a lanciargli sguardi di sottecchi, come affascinato.
Berwald si agitò sulla
sedia e cercò di fare finta di niente. Odiava essere
fissato, o anche solo essere al centro dell'attenzione. Lo metteva a
disagio.
Forse il fatto era dovuto che sin da bambino andava in giro con
Mathias, che una ne faceva e dieci ne combinava, e quindi per lui
essere al centro dell'attenzione aveva finito per indicare "sei nei
guai fino al collo giovanotto".
Doveva ricordarsi di aggiungere questo alle cose per cui dare un pugno
sui denti al suo migliore amico.
Lo sceriffo, dopo un colpo di tosse per attirare l’attenzione
di tutti i presenti, iniziò a parlare:
‘’ Come stavo dicendo al vostro collega, mi pare
che tutta questa attenzione sia esagerata. Intendo, il colpevole lo
abbiamo preso. ‘’
‘’ Ve davvero?
E chi è? ‘’
‘’ Non è importante.
‘’
Il ragazzino allora inclinò appena la testa, e disse:
‘’ Ve…
e perché non lo è? Se vi ha dato problemi non
dovrebbe essere importante sapere perché l’ha
fatto? ‘’
Berwald lo fissò, stupito. E lui che lo credeva un
ingenuotto! Forse anche lui avrà avuto problemi con la
giustizia da perfetto innocente. Per la maggior parte di chi aveva
strani poteri, come lui, succedeva.
Mhm… chissà qual’era il suo, di potere.
‘’ In realtà – lo sceriffo
sembrava a disagio – Noi non lo sappiamo. Abbiamo provato con
la impronte digitali ma… niente. Nessun riscontro.
‘’
"Ve, e allora perché lo tenete in arresto?"
Lo sceriffo pareva più imbarazzato che mai: "Ehm, beh,
ecco.."
"Ma non è chiaro? - intervenne Ludwig - è ovvio
che non hanno assolutamente idea su che pesci pigliare e pertanto hanno
sfruttato questa persona come capro espiatorio"
Berwald annuì: la stessa identica conclusione a cui era
arrivato lui.
Ora Graham pareva parecchio seccato: " Signor Beilschmidt: non mi
interessa quale sia il suo grado o chi lei sia, ritiri immediatamente
quello che ha detto, o la arresto per oltraggio a pubblico ufficiale"
"Allora mi provi che sto dicendo il
falso"
L'uomo si agitò, incapace di rispondere e Ludwig
annuì, con aria vittoriosa.
"Ma-ma fatto sta che comunque quel
ragazzo era presente sulla scena del crimine. è sospetto,
è... è strano!" lo sussurrò, quasi si
trattasse di una bestemmia.
Non sia mai che si dubiti dell’efficienza delle forze
dell’ordine. Anche se si capisce benissimo che sono degli
idioti.
‘’ Ve… è morto qualcuno?
‘’
‘’ No, grazie a Dio! Solo strani…
incidenti. Tipo una ragazza che viene rapita e il giorno dopo se ne
torna serena a casa con una rosa rossa, oppure…
‘’
‘’ Ve… come la Bella e la
Bestia?’’
‘’ Eh? ‘’
‘’ Quel che intende il mio collega –
intervenne Ludwig – E’ che sembra simile ad una
fiaba dei fratelli Grimm. ‘’
‘’ Oh è vero. Pensavo si riferisse alla
versione Disney. Comunque, tornando a noi… che stavo
dicendo?’’
‘’ Ve… che lascerà libero il
detenuto! ‘’
‘’ Sì lascerò…
COSA? NON HO DETTO QUESTO!’’
"Ve, io ci ho provato" esclamò Feliciano con un leggero
sorrisetto e portandosi una mano dietro la testa, mentre Berwald si
dava un'altra manata in fronte e Ludwig sospirava esasperato.
Sembravano un trio comico.
‘’ Il caso della ragazza rapita –
iniziò il tedesco – E’ l’unica
stranezza successa in questa città? ‘’
‘’ Mhm… no. Due ragazzini, dopo essersi
persi durante una gita con la scuola, hanno giurato di aver trovato una
casetta di marzapane nel bosco e che dentro c’era
un’anziana signora che voleva fargli vedere la saga di
Twilight. Oh e poi se li voleva mangiare. Sono riusciti a scappare
durante una scena di New Moon e a chiedere aiuto. All’arrivo
della polizia, non c’era traccia della casa né
della signora, ma c’era il nostro uomo. ‘’
‘’ Non le pare un po’ poco per
arrestarlo? ‘’
‘’ Se si fosse trattato solo di questo caso,
sì signor Beilschmidt. Ma era nello stesso negozio in cui
una ragazza che si stava provando gli abiti per il ballo di fine anno
si è ritrovata con delle scarpette di cristallo al posto
delle sue più comode converce. Ed
era nello stesso parco dove sette gemellini stavano per essere rapiti
da un ex tossicomane. ‘’
Ludwig sembrava pensieroso. Poi disse: ‘’ Non mi
pare che il sospettato sia coinvolto direttamente in nessuno di questi
reati. ‘’
‘’ Ma…’’
‘’ Avete delle prove che lo inchiodino? Una
confessione? Dei testimoni? ‘’
Lo sceriffo si fece paonazzo, e
borbottò:’’ In realtà nessuna
delle vittime lo ha riconosciuto. E sembra non parlare bene la nostra
lingua. Anche se secondo me finge. ‘’
‘’ Potrebbe essere… ma non avete
elementi per tenerlo sotto custodia. Quindi, o lo lasciate libero,
oppure chiamerò il ministero per informarli del suo operato.
Credo proprio che saranno entusiasti, lei che
dice?’’
Graham si morse il labbro, e sembrava sul punto di piangere. Poi, dopo
essersi alzato lentamente, andò verso la porta del suo
ufficio e , voltandosi, disse ai tre:’’
Credo…ehm… credo che andrò a dire al
signor John Doe che può andare.’’
Stava per uscire, quando per poco non andava a sbattere contro uno dei
suoi uomini.
‘’ Capo, non ci crederà mai!
E’ appena entrato un tizio biondo a cavallo. Dice di star
cercando una certa… ehm… ‘’
‘’ Sputa il rospo, Stilinski, non ho tutta la
giornata! ‘’
‘’ Aurora! Sta cercando una donna che si chiama
Aurora, come la Bella Addormentata. E
ha detto che non se ne andrà fino a quando non
l’avremo… ehm… liberata.
‘’
‘’ Ma porc… scusatemi signori, ma John
Doe può aspettare. C’è un altro pazzo
di cui devo occuparmi. ‘’
Lo sceriffo Graham andò così di fretta che non si
accorse di un lievissimo
cambiamento avvenuto
nell’agente Beilschmidt.
‘’ Ve… Lud, perché ti sei
trasformato in Monika? ‘’ chiese innocentemente
Feliciano, fissando il suo amic… ehm… la sua
amica.
‘’ Cosa? Non è possibile! Io
… ‘’
Se non fosse stato per l’italiano, probabilmente sarebbe
caduto a causa dei vestiti di due taglie più grandi e delle
scarpe fuori misura.
‘’ Dannazione…
odio il mio lavoro … ‘’
Berwald scosse la testa. Quella si prospettava già una
missione difficile da dimenticare.
*
Appena Feliciano vide il tipo che
stava provocando tanto putiferio,
esclamò:’’ Ma quello è il
Principe Azzurro di Shrek! ‘’
Non gli si poteva dare tutti i torti: era biondissimo (troppo, secondo
un biondo naturale come Berwald) , occhi
azzurri e sorriso splendente che avrebbe fatto invidia a qualsiasi
dentista.
Un cliché vivente insomma, con calzamaglie e stivali
compresi nel pacchetto Principe
azzurro: sogno erotico eterosessuale dal
1822.
Sarebbe stato pure divertente da guardare, se non fosse per la spada
sguainata e la voce stridula da prima donna ferita
nell’orgoglio.
‘’ Come vi siete permessi! Ne
ho incontrati di bifolchi ignoranti, ma voi li battete tutti!
Trattenere in un simile posto una creatura leggiadra e innocente come
la mia Aurora! E’ un affronto al mio e al suo onore!
Beh… Soprattutto il mio! Gli altri appena lo sapranno non mi
inviteranno più a partecipare all’annuale gara di
bellezza dei principi! Povero me, povero me! ‘’
"Ma che sta dicendo?"
mormorò perplesso Feliciano mentre Ludwig, cioè
Monika, sospirava.
" Tipico dei principi - disse la tedesca - Ammassi di prodotti
cosmetici e isteria repressa che appena possono si lamentano di
qualunque cosa abbiano attorno. È il loro modo di passare il
tempo”
“Ve, sembra quasi che tu
abbia incontrato altri principi prima d'ora”
L'altra rispose distrattamente: “Un paio d'anni fa, in una
delle mie prime missioni assieme a Gilbert. Dovevamo recuperare un
giglio maledetto, mi sembra. Ho dovuto farmi dieci docce per togliermi
l'odore di profumo e acqua di colonia che infestava quel posto. Non
sono solo i principi umani ad essere una grandissima
seccatura” Berwald si schiarì leggermente la gola.
La bionda arrossì: “ Ber ha ragione, non abbiamo
tempo da perdere”
Feliciano annuì cercando
di assumere un'aria seria che davvero poco gli si addiceva. I tre si
fecero avanti, Monika in testa che teneva alto il distintivo.
‘’ È quasi una fortuna che mi sia
trasformato, almeno così posso avere un'ulteriore copertura.
Quando torneremo all’Agenzia dovrò ricordarmi di
chiedere a Gil come evitare di finire di nuovo in una simile
situazione. Non mi va di non avere il controllo dei miei poteri
‘’ pensò prima di urlare col suo miglior
tono da sergente istruttore: “Fate largo! Sono un agente del
governo. Dovete tutti…”
Ma non fece in tempo ad arrivare a metà che il principe
assunse un'aria sorpresa ed esclamò: “Aurora, mio
unico amore e fonte di vanto tra gli amici la cui bellezza è
inferiore solo alla mia, che ti è successo? A quali
indicibili torture ti hanno sottoposto questi barbari?”
La ragazza si fermò
confusa.
“ Sembra che ti abbia scambiato per la principessa che sta
cercando” mormorò sorpreso Feliciano.
“ Io? Una principessa? Ma
è ridicolo!” borbottò Monika, irritata.
Ci voleva solo il principe idiota per migliorare una
giornata pessima.
Nel frattempo, il principe era sceso da cavallo e le si era avvicinato
con aria inorridita: “Cosa hai fatto ai tuoi splendidi
capelli?! Cosa sono queste vesti così... da popolana?! E poi
– tirò su col naso – Cos'è
questo odore?!”
Lei arrossì di botto: “Ma... ma come si
permette!”
“Aurora, sul serio, passare tempo con questi plebei
– e squadrò Feliciano e Berwald con aria superiore
– Ti ha fatto davvero male. Vieni con me mia cara, hai un
sincero bisogno di un giro nel salone della Fata Madrina” e
la prese per mano portandola verso il cavallo (col pelo tirato a lucido
e la criniera con la messa in piega).
“ Lasciami andare idiota!
Non sono Aurora! Sono un uomo, mi ha capito?! Un uomo!”
urlava nel frattempo la tedesca, dimenandosi e riempiendolo di pugni in
faccia.
All’improvviso, un cuscino volò e colpì
il principe sulla nuca. “ Chi ha osato...?!”
urlò infuriato voltandosi, salvo poi impallidire.
Una ragazza con dei lunghi capelli biondi e una mascherina per dormire
fissava arrabbiata i due, e stringeva tra le mani un altro cuscino,
pronta ad usarlo per punire il
principe traditore.
“ Filippo! Come hai
potuto? Sei un fedifrago! ” urlò avanzando furiosa
verso l'altro.
“ A-Aurora? Mia unica
metà? Luna e stelle della mia vita? ” disse in
preda al panico il ragazzo.
“Ah, e così
adesso sono la tua unica metà?! Chi è questa
sgualdrina?! Come hai anche solo potuto pensare di poterla scambiare
con me?! Non vedi che non ha la mia classe ed il mio charme (senza
offesa cara)?! Cosa sei: orbo?! Ma lo dicevano le mie madrine: sposa
Eric, lui è uno con la testa a posto, ha anche la barca e la
casa con la vista sul mare, l'unica sua fissa sono le ragazze che
cantano bene, ma io noooo, ho detto loro che preferivo te! Addio,
farfallone, vado da Eric! ”
“ Come? Cosa? Nuooo, mia
cara, ti prego, tutti ma non Eric! Non quello smorfioso che mi ha
rubato il titolo di principe più sexy in costume da bagno!
”
La principessa se ne andò a testa alta seguita da Filippo
che cercava di persuaderla a rimanere, sotto
lo sguardo perplesso del gruppetto.
“ Wow, ma cosa è successo? E poi chi è
lei...?” domandò lo sceriffo, rivolto a Monika, ma
prima che lei gli potesse rispondere, intervenne un altro agente :
“Signore, abbiamo un problema: sembra che una rana sia
entrata nel salone del parrucchiere, seminando scompiglio tra i
clienti”
“ E allora? È solo una rana, non vedo il
problema”
“Ehm, apparentemente
questa rana sa parlare e sta cercando una principessa che lo baci. E
inoltre...”
“Che c'è ancora?” domandò
esasperato. Principi, rane parlanti… cosa stava succedendo
alla sua città?!
“ Il ragazzo che abbiamo
rinchiuso, il nostro sospettato per… ehm… le
stranezze della settimana scorsa… ecco… pare sia
scomparso dalla sua cella. ‘’
‘’ Tipo come in Fuga
da Alcatraz? Ve…
io ho amato quel film!‘’ disse
Feliciano, ma Graham lo ignorò bellamente.
‘’ Come diavolo ha fatto? Ok che tutti gli agenti
erano qui, ma non può aver semplicemente piegato le sbarre
e…’’
‘’ Ehm… in realtà
sì, sceriffo. Ha piegato le sbarre. Ed è uscito.
‘’
‘’ E nessuno lo ha fermato? E che mi dici degli
agenti che stavano davanti alla sua cella? ‘’
‘’ Sono… so già che non ci
crederà ma… beh sono diventati dei porcellini.
‘’
‘’ Dei porcellini…’’
‘’ Sì, signore. ‘’
‘’ Ho bisogno di un whisky ‘’
disse lo sceriffo, a cui stavano decisamente saltando i nervi.
Dannazione a Mills e la sua cazzo di torta di mele! Quando lo voleva
capire che non era in grado di cucinare?!
Guardò verso i tre agenti e fece:’’ Non
ho idea di chi sia questa signorina, ma voi due muovete il culo e
scoprite cosa sta succedendo qui. E ritrovate il nostro John Doe!
Cazzo, quando andrò in pensione? ‘’
Intanto, dall’altra parte della
città…
Ospedale San Peter
I
corridoi dell’ospedale erano silenziosi, cosa inusuale, dato
che a quell’ora medici e infermieri erano indaffarati per le
varie visite e i vari controlli ai piccoli pazienti.
Era tutto silenzioso, come in Silent Hill… fatta eccezione
per una stanza.
‘’ No fratellone! Non ci siamo proprio!
’’ esclamò
una ragazzina di dodici anni, scuotendo con forza la testa.
Il gesso alla gamba le impediva di alzarsi, altrimenti avrebbe preso
direttamente lei il libro e
iniziato a raccontare come si deve!
Ma perché suo fratello non glielo voleva dare? Solo
perché la prima volta ci ha versato sopra il succo di
frutta, rovinandolievemente la
copertina! Ma ehi, sono cose che capitano!
‘’ Wy, è la quarta volta che me lo dici
– sospirò sconsolato il ragazzo che era con lei,
che non poteva avere più di venticinque anni – E
io ho seguito i tuoi suggerimenti. ‘’
‘’ Tu non li segui mai –
ribattè lei – Se lo facessi, non sembreresti
l’Indiana Jones dei poveri! ‘’
‘’ Cosa c’è che non va nei
miei vestiti? ‘’ le chiese, accigliandosi.
‘’ Tutto! Pantaloncini
corti ? Con quelle gambe pelose? Dio no! E la camicia mezza sbottonata?
Se avessi il fisico di Robert Pattinson, andrebbe bene. Ma con quella
pancetta che ti ritrovi… argh. E poi… chi indossa
più gli anfibi? Andy davvero, la tua ragazza ti fa uscire
così? ‘’
Lui arrossì e rispose:’’ Sesel non
è la mia ragazza. ‘’
‘’ Seh certo, certo… Che credi, che sia
ancora una bambina? ‘’
‘’ Ma tu lo sei! ‘’
‘’ Sono una giovane donna per tua informazione
– ci tenne a precisare Wy – Una giovane donna in
grado di creare storie più belle delle tue! Andiamo, dammi
quel libro! E’ tipo come il microfono durante la serata
karaoke, mi
dà il diritto di parlare! Tanto è già
illeggibile, non posso peggiorare più niente.
‘’
Avevano iniziato quel gioco da quando Wy era stata ricoverata dopo
l’incidente con i pattini: Andy aveva trovato un vecchio
libro di fiabe in soffitta, e dal momento che vi si leggeva poco o
niente, dal titolo delle storie avevano iniziato loro a crearne di
nuove. Un po’ stravaganti, un po’ pazze…
ma era divertente!
Peccato che la sorella non facesse che lamentarsi per la mancanza di
originalità delle storie del fratello.
‘’ Ne abbiamo già parlato: la risposta
rimane no!’’
‘’ Dittatore! ‘’
‘’ Vuoi dirmi almeno cosa c’è
che non ti piace, questa volta? ‘’
Lei sembrò pensarci un po’, poi
schioccò le dita e disse: ‘’
L’azione! E
il romanticismo! Insomma, stavi andando così bene quando il
principe stava per rapire la ragazza! Così il suo vero amore
l’avrebbe salvata! E invece no, hai fatto tornare Aurora.
Uff, ti ho mai detto quanto la odi? ‘’
‘’ Tutto qui? Volevi che l’eroina venisse
rapita? ‘’
‘’ Certo che non è tutto qui!
– esclamò piccata Wy –
L’eroina non solo deve essere rapita, ma il suo cavaliere
deve affrontare un super cattivone per salvarla! Se le cose fossero
semplici, che gusto ci sarebbe? ‘’
‘’ Mhm… va bene una strega come cattivo?
‘’
‘’ Beh se ti piacciono le cose scontate…
‘’
Andy sospirò. Che bambina complicata!
‘’ Va bene, allora…
‘’
‘’ Un momento! Prima di iniziare, ricorda che
l’eroe deve rimanere da solo! Niente aiutanti, niente spalle
comiche o… maghi. ‘’
‘’ Sicura? Ma se è senza aiuti come fa
poi ad affrontare il cattivo? ‘’
Lei scrollò le spalle e
ribatté:’’ Boh, hai tu il libro.
Inventati qualcosa, no? ‘’
L’australiano roteò gli occhi e
disse:’’ Ok, diamoci da fare. La
principessa aveva abbandonato Filippo a sé stesso, e la
nostra eroina credeva di poter tirare un sospiro di sollievo. Ma il
pericolo era ancora in agguato…Malefica, in città
per fare shopping, non poteva sopportare di guardarla, le ricordava
troppo quella mocciosa di Aurora. Anzi, era sicura che fosse lei! Ma
che ci faceva ancora sveglia? Sapeva che doveva chiamare il servizio
clienti, Fosco glielo aveva pure detto! Ma tantè, non si
piangeva sul latte versato. Così, si trasformò in
drago e la rapì per condurla al suo castello e trovare un
incantesimo che l’avrebbe fatta finalmente dormire per tutta
l’eternità. Il suo amato si aggrappò
alla coda del drago, e riuscì a rimanervi attaccato per un
paio di metri… poi cadde sul tendone di un ristorante
italiano.
Il suo amico, poco prima , non era stato altrettanto fortunato: non
aveva avuto il tempo di reagire che era stato colpito da una potente
zampata del drago ed aveva perso i sensi. Ma non fu abbandonato al suo
destino, dal momento che… ‘’
BOOM!!!!
‘’ Che è successo?
‘’ chiese allarmato Andy, andando vicino la
finestra. Aveva sentito come un boato provenire proprio dal tetto
dell’ospedale!
Wy lo richiamò, dicendogli: ‘’ Fifone,
torna qui! Non è niente! ‘’
‘’ Niente? Sembra che sia scoppiata una bomba!
‘’
‘’ Esagerato! I tizi di chirurgia staranno di nuovo
provando i petardi. Lo hanno già fatto stanotte, svegliando
tutto il piano. Sono degli idioti. Comunque, torna qui. Stavi andando
bene! ‘’
‘’ Uhm… io non sono convinto che sia
tutto normale. ‘’
‘’ Non fare il solito nonnino! Comunque, dovresti
consolare l’amico dell’eroe. ‘’
‘’ Come? ‘’
‘’ Boh… fagli conoscere qualcuno di
interessante. ‘’
‘’ Va bene, ci provo… Dicevamo,
il nostro non fu abbandonato a sé stesso…
‘’
*
Berwlad si svegliò
lentamente, dolorante e con il peggior mal di testa della sua vita.
Aveva la mente annebbiata, era senza occhiali e non riusciva a vedere
niente.
Sentiva qualcosa di morbido sotto di sé, ma non sapeva dove
fosse né se fosse da solo o se…
Ora ricordava! Beilschmidt era
stato rapito da un drago e il suo compagno si era attaccato alla coda
del bestione per provare a fermarlo!
Ecco cosa succedeva ad affidare delle missioni a dei novellini!
Provò ad alzarsi, ma una mano gentile lo fece stendere di
nuovo, dicendogli:’’ Tu ferito. Tu dovere stare
qua. ‘’
Sollevò un sopracciglio. C’era davvero una persona
che parlava peggio di lui?
‘’ Tu paura, io so… non paura. Io buono.
‘’
‘’ …chiali…
‘’ borbottò, sperando che capisse.
‘’ Mhm?’’
‘’ Oc..occ.. occhiali. ‘’
L’altro, che al momento per lui era solo un’ombra
sfocata, capì. E dopo un po’ glieli porse.
Lo svedese mormorò un grazie stentato e se li rimise.
Sbattè gli occhi un paio di volte. Dall’attacco ne
erano usciti un po’ ammaccati, ma era sempre meglio dello
stato di totale accecamento in cui era prima.
Si guardò attorno: era nel parco vicino
all’ufficio dello sceriffo, sotto un albero. Ecco spiegata la
sensazione di morbido sotto di sé, era l’erba.
Dire che il parco fosse vicino
era un eufemismo: vi distava come minimo trenta
metri. Il colpo era stato potente, per un drago di quelle dimensioni
Provò nuovamente ad alzarsi, ma avvertì un
dolore acuto alla tempia sinistra.
‘’ Io…prendere ghiaccio… da
strano uomo… e messo lì… no
funziona…’’
‘’ ..n..pre..parti…’’
E vide finalmente chi era il suo misterioso soccorritore: un ragazzo
biondo minuto, dall’aria spaesata e con degli occhi
semplicemente incredibili. Indossava una camicia bianca e dei pantaloni
marroni. Solo… i suoi vestiti non sembravano esattamente del
XXI secolo.
In quel momento, Berwlad sentì
una strana sensazione alla bocca dello stomaco, e deglutì, a
disagio. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. E probabilmente
aveva pure una strana espressione, una che di solito Mathias avrebbe
definito da maniaco.
‘’ Io… Tino ‘’
cercò di presentarsi il ragazzo, sorridendogli, per niente
spaventato.
‘’ B… Ber..
‘’
‘’ Ciao Ber… io aiutare te
‘’
‘’ Aiu…aiutarmi? ‘’
Il biondo annuì, e gli prese le mani. Lo svedese
sussultò, e cercò di ritirarle, ma la presa
dell’altro era troppo forte.
Non voleva fargli del male. I suoi poteri portavano solo guai.
Se avesse mantenuto il contatto più a lungo…
E invece, non successe niente. Tino gli era vicinissimo,
pochi centimetri separavano i loro visi.
Era strano dire che sarebbe voluto rimanere in quella posizione per
sempre, con una persona appena conosciuta?
Era tutto perfetto… peccato che arrivò lo
sceriffo a rovinare tutto.
‘’ Cosa diavolo è successo? –
strepitava, agitandosi – Hanno visto tutti una specie di
drago volare verso l’ospedale e… quello
è John Doe? Lo avete trovato? Tsk… ve lo avevo
detto che questo tipo era sospetto! Continuiamo a trovarcelo tra i
piedi! Ci sta offrendo lui stesso le prove della sua colpevolezza! Io
ora… ‘’
Continuava a parlare, ma Berwlad
non aveva intenzione di consegnargli Tino e farlo stare in una cella
quando era perfettamente chiaro che lui era innocente.
O almeno il suo istinto (e quello non sbagliava mai) gli diceva
così.
‘’ F..accio io ‘’ disse al
giovane, e seppur barcollante si alzò e si diresse verso
Graham, che sembrava ignorare l’aria minacciosa dello
svedese. Troppo occupato a fare la prima donna. Berwlad non
aveva alcun dubbio: avrebbe usato i suoi poteri a fin di bene
…
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Capitolo 6 *** Once Upon Time in America – La folle missione di salvataggio di Feliciano e la festa disco degli orchi (parte 2) (GerIta & SuFin) ***
Autrice: Lady White
Witch
Co Autore Classicboy
Titolo: The Agency
Rating Giallo
Genere fluff, demenziale, romantico,
soprannaturale
Coppie FrUk, Spamano, GerIta, RusAme ,
SuFin, DeNor, PrHun.
Avvertimenti: Ooc (pesante Ooc di Belgio in
questo capitolo, potete anche considerarla come la sua versione 2p)
, Alternative universe.
ATTENZIONE
Pesante Ooc di alcuni personaggi di questa fan
fiction
Parodia di Martin Mystere, Hellboy e Huntik. Da maneggiare con cautela.
Questa
long rappresenta un esperimento dell'autrice: ossia è
un'antologia di storie a carattere fantasy/parodico dove fluff e
divertimento sono i perni portanti. I capitoli saranno autoconclusivi.
Perchè chi dice che il fantasy debba essere sempre preso sul
serio? Una risata è tutto quel che serve. Come diceva
Chaplin:"Un giorno senza sorriso è un giorno
perso."
Trama
Ah,
finalmente a casa. Chi l’avrebbe detto che una missione
semplice semplice si sarebbe rivelata un vero incubo? Dopo tanti
grattacapi, ora Romano vorrebbe solo riposarsi e stare un po’
in pace. Peccato che abbia una brutta sorpresa al ritorno: suo fratello
Feliciano non solo è stato assunto come agente, ma sta per
avere la sua prima missione! Cosa è saltato in testa a
Sadiq?
Ma la missione non è così semplice come
prospettato da Sadiq, e presto la situazione si complica: Ludwig viene
rapito da un drago, Feliciano finisce sul tendone di un ristorante
italiano e Berwald incontra Tino, un essere umano imprigionato nel
libro che Andy e Wy, due fratelli, stanno leggendo, inconsapevoli di
aver scatenato il caos in città.
In mezzo a tanta baraonda, una strega trama
nell’ombra…
Minimo due recensioni per continuare
Campagna di
Promozione Sociale - Messaggio No Profit
Sapevi che ogni volta che leggi una storia senza recensire, un autore
smette di scrivere?
Dona l'8‰ del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Salva uno scrittore dall'estinzione!
The
Agency
Arc
I
Once Upon Time in America – La folle missione di
salvataggio di Feliciano e la festa disco degli orchi (parte 2)
(GerIta & SuFin)
Omnia
mutantur, nihil interit
Tutto cambia, niente muore
(Motto dell’Agenzia)
‘’
E così, dopo aver sconfitto il cavaliere malvagio, il
principe dei ghiacci …’’
‘’ Andò a conoscere la famiglia del suo
vero amore!’’
Andy roteò gli occhi.
‘’ Wy, tu hai decisamente visto Frozen troppe
volte. ‘’
‘’ Non fare il guastafeste e continua, fratellone.
E poi, senza un po’ d’amore, che fiaba sarebbe?
‘’
Berwald
seguiva in silenzio lo strano ragazzo biondo che aveva salvato
dall’arresto (non si preoccupi sceriffo Graham, si
scongelerà tra due ore.)
Tuttavia, da quando aveva congelato lo sceriffo, gli sembrava che il
ragazzino avesse iniziato a trattarlo in maniera diversa, come
spaventato da lui.
Era diffidente.
Subito dopo aver manifestato i suoi poteri, Tino aveva borbottato
qualcosa in una strana lingua, anche se lo svedese aveva riconosciuto
alcuni suoni gutturali tipici delle popolazioni slave.
Lo sapeva perché una volta lo avevano mandato in Lettonia a
vedersela con alcune divinità di quei luoghi. Decisamente
un'esperienza da dimenticare.
Non sapeva dove stava andando, il suo compagno aveva soltanto accennato
qualche parola in un pessimo inglese, e le uniche cose che aveva capito
erano state: amuleto, perso,
ritrovare e... disco?
Aveva dei dubbi su quest'ultima, ma tant'era. Ad ogni modo se si
trattava di un amuleto allora erano nei guai.
L'esperienza gli insegnava che gli amuleti erano tra gli oggetti magici
più pericolosi. Più volte era successo che
semplici mortali, impossessandosene, erano riusciti a compiere gesti
pericolosi.
Aveva ancora gli incubi al ricordo di quando Maria de Filippi si era
impossessata della Gemma dell'Ipnosi. Ci era mancato poco che... Non ci
voleva neanche pensare! Grazie al cielo, avevano risolto tutto e
avevano cancellato la memoria di metà d'Italia. Ad ogni modo
Tino correva veloce per le vie, di tanto in tanto si fermava, come in
ascolto, per poi riprendere a correre.
Il loro viaggio non fu certo privo di ostacoli (tra cui vi erano da
ricordare un lupo che stava facendo cross-dressing e cercava la casa di
una certa Nonnina, una ragazza con una cascata di capelli biondi che
formavano un sentiero dorato per terra che osservava rapita le immagini
di una rivista per parrucchieri e, questa era bella, un gatto in un
negozio di scarpe che aveva esclamato “ Oh, era ora!
Finalmente trovo qualcosa di più comodo di quegli
ingombranti stivali” mentre mostrava l'ultimo paio di scarpe
col tacco di Zara).
Ma nulla, neanche il suo addestramento, lo aveva preparato a quanto
stava per succedere. Finalmente Tino si era fermato e stava osservando
serio un gigantesco edificio.
“ Noi arrivati” borbottò.
Berwald osservò e inarcò un
sopracciglio.
Erano di fronte ad una discoteca, molto in stile anni '80, con tanto di
logo al neon e vecchi poster ormai stinti dal tempo.
Il biondo entrò con aria decisa, e Berwald non
potè fare altro che seguirlo, leggermente scettico.
Appena entrarono furono accolti da una canzone di Robbie Wiliams
sparata a tutto volume
Hey,
ho, here she goes
Either a little too high or a little too low
Low self-esteem and vertigo
'Cause she thinks she's made of candy
Hey, ho, here she goes Either a little too loud or a little too close
Got a hurricane at the back of her throat She thinks she's made of candy
Nella sala
varie creature che sembravano fatte di pietra si divertivano, ballando
e dimenandosi.
Berwald era estremamente confuso.
Era la prima volta che gli capitava di vedere degli orchi della
scandinavia (perché questo erano quelle piccole curiose
creature) che ballavano sopra ad un pezzo pop.
Al contrario Tino più che confuso pareva estremamente
sorpreso.
Si guardò in tempo fino a che non vide una creatura ed
esclamò una parola che suonava molto come “
Mamma?”.
La musica si fermò e gli orchi si voltarono a guardarlo.
Dopo un paio di secondi la femmina al quale il ragazzo si era
rivoltò esclamò gioiosa: “È
arrivato Tino!” Subito i mostri gli furono attorno e presero
a fargli le feste.
Dietro di lui Berwald osservava confuso.
E intanto tra sé pensava "
Odino, Loki e chiunque mi stia ascoltando in questo momento su radio
Asgard... fate che non sia un orco anche lui. E che questa non sia la
sua famiglia. Non sono razzista, ma non credo di poter gestire
anche… ‘’
Un orchetto gli tiro l'orlo dei pantaloni, e con
l'espressione più seria di questo mondo gli chiese: " Tu sei
una regina dei ghiacci ?"
Lui lo fissò confuso, e l'altro continuo :" No fammi
indovinare... non hai la minima idea di che cosa sto parlando, giusto? "
Lo svedese annuì, e l'orco alzò gli occhi al
cielo :" O la tua famiglia non ne sa niente o sono idioti. Delle due
l'una."
‘’ No famiglia… ‘’
rispose mesto lui, abbassando lo sguardo.
In quel momento, a salvarlo da una crisi emo di proporzioni bibliche,
l’orchessa di prima si voltò a guardarlo e gli
chiese: " Aspetta, ti ha portato qui Tino?"
Lui annuì confuso. Il gruppo di troll sbattè un
paio di volte le palpebre prima di esultare: " Tino ha trovato un
ragazzo!"
All'istante i mostri presero a esultare, mentre qualcuno metteva in
sottofondo una nuova canzone, Toxic di
Britney Spears.
Berwald osservava sperduto la scena, prima di comprendere a fondo
quell'affermazione ed esclamare rosso come un peperone: " No, noi
non... noi non stare... noi non stare, ecco...!"
Anche Tino sembrava avere compreso, perché prese a parlare
fitto fitto con quella sua strana "famiglia".
E non serviva parlare la loro lingua, per capire che stava dicendo
"Mamma per favore, non stiamo insieme, smettetela tutti, mi state
mettendo in imbarazzo".
Poi Tino lo fissò, inclinando appena la testa, e gli
chiese:'' Tu no famiglia?''
Lui annuì, controvoglia.
'' Adottato. ''
'' Oh così si capiscono un sacco di cose -
intervenne mamma orco - Per questo non sai niente delle regine di
ghiaccio, eh? Povero ragazzo, sei decisamente sfortunato. '' Beh,
quello glielo dicevano tutti.
Una volta aveva incontrato una dea giapponese della fortuna che, dopo
avergli letto la mano, si era messa a piangere.
Non esattamente il tipo di oroscopo che ti tirava su il morale.
Certo, in Mathias aveva trovato un fratello, ma molte volte gli era
capitato di fare finta di non conoscerlo, specialmente quando il danese
vedeva un pericolo e ci si fiondava addosso brandendo la sua ascia
bipenne urlando "Per la Danimarca".
E non aveva neppure uno straccio di potere che lo tutelasse.
Ad un certo punto uno dei mostri più piccoli disse: " 'Ma,
se è solo non potremmo adottarlo noi?"
Lei fece uno sbuffo: "Oh, non ce ne sarà bisogno
caro, non appena il nostro gigantesco amico avrà sposato
Tino diventerà parte della nostra famiglia. Ti aspetteremo
per il pranzo della domenica, per caso ti piace la torta di lumache,
caro?"
Lo svedese arrossì e Tino si piegò nuovamente
sull'orecchio della madre per sussurrarle qualcosa.
L'orchessa sbuffò, e disse:'' Ok, ok... prima dobbiamo
recuperare il tuo amuleto e riportare la città a come era
prima, e poi dopo si potrà parlare di matrimonio. Uff,
questi giovani d'oggi. Fanno le cose così difficili. Ai miei
tempi bastava una mela avvelenata e un bacio di vero amore e zack,
sposati. ''
Berwald sembrava incapace di formulare una frase completa, e non sapeva
se fosse per l'imbarazzo o per le assurdità di quella
giornata.
Tino prese la parola: "Dove è amuleto?"
"Oh, l’ha preso il tipo con i pantaloni brillantinati" disse
noncurante l'orchessa. "Pantaloni..."
"...brillantinati?"
"Ma sì, quello lì in mezzo alla pista"
e indicò in quel momento una figura, di spalle, con un
braccio alzato, in posa, la capigliatura anni '80 come il suo vestiario.
E quel tipo era decisamente umano. Come avesse fatto a intrufolarsi in
una festa per soli orchi, era un mistero. Ma ormai Berwald non si
stupiva più di niente (o quasi niente)
'' Lui chi è?''
L'orchessa scrollò le spalle e rispose:'' Oh non ne ho idea.
Sai come sono questi imbucati. ''
Il tipo si mise a ballare in mezzo alla pista, in mosse che era
già vecchie quando avevano inventato l'automobile.
In quel momento un scintillio attirò l'attenzione
di Berwald, e il ragazzo vide che un piccolo ciondolo, di un azzurro
splendente, pendeva dal collo di mister Brillantina, assieme alle varie
catene da tamarro. "Amuleto trovato" disse indicando con un cenno il
gioiello.
'' Congelo? '' fece, come a chiedere il permesso al mamma orca.
Lei rise e rispose:'' Perchè no, sarebbe un bell'accessorio
per la nostra festa. A proposito, mi sono dimenticata...
qual'è il tuo nome, giovanotto? Così
saprò cosa dover scrivere sugli inviti per il matrimonio.
Sai, abbiamo così tanti cugini.''
Berwald arrossì fino alle orecchie mentre Tino dava un
colpetto alla "madre" sussurrando imbarazzato il suo nome.
" Oh, andiamo, Tino. Non ti facevo così pudico, sai ragazzo
mio? Ad ogni modo caro, come ti chiami?"
"Berwald..."
"Oh, che bel nome! Difficile da scrivere, ma almeno resta
impresso. Ora dicci, qual'è il tuo lavoro? Non pretenderai
mica che metta il mio bambino nelle mani di uno spiantato vero?"
"Mamma!" esclamò Tino rosso.
" Che c'è? Mi sto solo preoccupando per il tuo futuro caro"
'' Agenzia. Agente .''
L'orchessa sgranò gli occhi, piacevolmente colpita. '' La
baracca tira ancora avanti? Non lo avrei mai detto, non con quello
scavezzacollo di Sadiq come capo. Io lo avevo detto ad Ariovisto che
era meglio scegliere uno dei suoi figli, ma quando mai lui mi ha
ascoltato? ''
'' Quanto... tempo fa?''
'' Fammici pensare... devono essere passati circa ottocento anni. O
forse un po' di più. E' così difficile capire
come passa il tempo per voi esseri umani. ''
Berwald pensò bene che un qualunque commento
sull'età dell'orchessa non gli avrebbe giovato, quindi
disse: "Come … conosce Agenzia?"
"Oh, lo sai, di tanto in tanto venivano a vedere come
stavamo. L'ultima volta che ho visto uno dei tuoi colleghi è
stato quando c'era ancora la Regina di
ghiaccio. Poi ci hanno intrappolato in quello stupido libro, e sai
com'è, si perde la cognizione e del tempo"
Berwald rizzò le orecchie: "Quale libro?
‘’
"Il libro che da vita alle fiabe, naturalmente. Anche se mi ricordavo
gli altri miei figli leggermente diversi"
'’ No capisco...''
Un libro che portava nel mondo reale le fiabe? Ecco, questa era una
cosa che non aveva mai visto.
'' Allora, ti spiego meglio: due fratelli sull'orlo della
bancarotta decisero di far soldi con le storie. Ma purtroppo per loro,
erano scarsi. Andarono perciò da una strega (una certa Emma
mi pare) per chiedere il suo aiuto. La strega sai che fece?
Creò un libro in grado di imprigionare gli esseri magici e
di fargli vivere per sempre lì, facendoli fare tutto
ciò che il proprietario del libro voleva. Fu così
che i due iniziarono a dare la caccia a noi e a tutti quelli come noi.
''
"Ah"
" Certo, c'è la faccenda che siamo immortali, ma
è che non sappiamo mai dove spuntiamo la prossimo volta che
ci evocano. Questo posto è anche carino, ma una volta siamo
finiti in i posto orrendo. Mi sembra che si chiamasse Lima, in Ohio.
L'unico vantaggio è stato l'aver incontrato un gruppo di
ragazzi simpatici che cantavano in un coro. Molto bravi"
Berwald ora era decisamente confuso, ma almeno ora incominciava a
capirci qualcosa.
Qualcuno doveva aver trovato il libro e, per sbaglio o coscientemente,
stava creando quel pandemonio. Lo svedese era propenso per la prima,
andiamo: che intenti malefici potevano esserci dietro ad una ragazza
che colpisce principi con cuscini o lupo a cui piace vestirsi da donna?
Però aspetta... cosa era successo ai due fratelli? Se il
libro non era più loro...
'' So a cosa stai pensando ragazzo mio - disse l'orchessa -
La tua faccia è un libro aperto. Cosa è successo
ai due fratelli se il libro passa da proprietario a proprietario?
Beh... Volevano sempre più soldi, non gli bastavano mai. Ma
Emma , che non aveva ottenuto niente in pagamento per i suoi servigi,
aveva messo una piccola sorpresa nel libro: appena tutte le storie
avessero preso vita, i proprietari del volume sarebbero stati
risucchiati nel libro insieme a tutte le creature che avevano
imprigionato, e le loro anime sarebbero appartenute per sempre alla
strega. ''
Berwald sentì un brivido scendergli lungo la schiena.
Era terribile, questo significava che chiunque stava usando il libro in
quel momento rischiava di...
Okay, quella era appena diventata una missione di classe Omega: salvare
dei civili e impedire che qualcuno finisse ucciso per sbaglio da un
personaggio delle fiabe. Perché in fondo in ogni favola
c'è un cattivo. Tipo come il drago che aveva rapito Ludwig.
L'orchessa sorrise di nuovo: " Tranquillo, un modo per
salvare i lettori c'è?" "Davvero?"
"Esattamente, ed è di fronte ai tuoi occhi" ed
indicò Tino, che li osservava confuso. Non era riuscito a
seguire lo scambio di battute tra i due.
Berwald aggrottò le sopracciglia: come avrebbe potuto un
ragazzino di neanche sessanta chili, per quanto dolce e carino, fare
una roba del genere.
" Non sottovalutare Tino - disse l’orchessa - Lui
è più di quello che sembra, non è un
personaggio delle fiabe. Lui è l'elemento che è
sfuggito alla strega: si tratta di un umano intrappolato per errore nel
libro. Non è una creatura magica come me e te, ergo lui non
è sottoposto alle stesse regole che Emma ha imposto. Se per
esempio tu provassi a distruggere il libro, quest’ultimo per
difendersi ti risucchierebbe. Mentre non con Tino. Con lui fece un
errore. Errore che… ‘’
Il diretto interessato le tirò una manica e
sussurrò qualcosa all’orecchio.
‘’ Sì tesoro, mi sto dilungando troppo.
Hai bisogno del tuo amuleto. ‘’
‘’ Amuleto ha poteri? ‘’ chiese
lo svedese.
‘’ Certo che no! E’ un ricordo di sua
sorella Karen. Anche questa è una lunga storia e
probabilmente non c’è il tempo materiale per
raccontartela. E davvero, ci sono tantissime cose che vorrei chiederti.
Tipo se hai qualche moglie in più. Non so se è
ancora una cosa comune la poligamia tra i reali. ‘’
‘’ Ehm… io non nobile.
‘’
‘’ Certo che lo sei! Sei una regina… pardon…
re dei ghiacci! Mhm… ecco un’altra cosa da
aggiungere alle cose da dirti. Mhm… o vabbe, ci
penserà Tino alla fine di tutta questa baraonda. E non fare
quella faccia, vedrete che riuscirete a capirvi benissimo. Ora, se non
ti dispiace… vorresti recuperare l’amuleto? Ci
faresti davvero un grosso favore. ‘’
E tutto quello che poté fare lo svedese fu obbedire a Mamma
Orchessa. Cielo, meno male che doveva essere una missione Alpha.
*
‘’
Wy, non credi che ci siamo dimenticati qualcuno? ‘’
‘’ Chi?’’
‘’ L’eroe… quello che deve
salvare la ragazza dal drago. Quello finito sul tendone di un
ristorante italiano e che ora probabilmente si starà
sbafando tutto. ‘’
‘’ Oh… beh… lui ha appena
finito di mangiare un piatto di pasta, quando si accorge di qualcosa di
strano nel suo riflesso… è il suo gemello
malvagio! ‘’
‘’ Ora sono sicura che hai visto troppi episodi di
The Vampire Diaries ‘’
‘’ Uff ma che ne puoi sapere? Damon ed Elena sono
totalmente OTP.’’
‘’ Spesso e volentieri non capisco una parola di
quello che dici. ‘’
‘’ Questo perché sei vecchio.
Comunque… il suo gemello cattivo lo avvisa: se non
salverà lui la ragazza, lo ucciderà. O qualcosa
del genere. Insomma, facciamolo spaventare un po’ a questo
eroe. ‘’
‘’
Ve… basta! Non ce la faccio più a mangiare!
‘’
L’Apocalisse era vicina. Non poteva essere altrimenti: mai
nella sua vita Feliciano era stato stanco di dover mangiare un piatto
di pasta. Era il segno dell’arrivo della fine del mondo!
In realtà, non c’era nessuna Apocalisse imminente
(almeno nessuna in programma per quel fine settimana). Semplicemente,
persino uno come l’italiano si sarebbe arresto dopo quattro
piatti di amatriciana, due di spaghetti col pesto e due di spaghetti
alla puttanesca.
Aveva ancora dei limiti, dopotutto.
Dopo l’atterraggio di fortuna su quel tendone del ristorante,
voleva andare a cercare Mon…ehm Ludwig (cavolo, si
confondeva ancora!) mica mettersi a mangiare! Ok, un po’ di
fame gli era venuta, e quando aveva visto quel piatto di amatriciana si
era fatto tentare.
Solo, non si era aspettato che per magia ne apparissero altri! E
soprattutto non immaginava che lui poi non potesse più
smettere di mangiare. Era come in una vecchia leggenda che suo nonno
raccontava a lui e al fratellone quand’erano più
piccoli.
La leggenda di… Ettore? No… Elio?
Neppure… Ah sì… Erisittone!
Uhm… non era una storia tanto gradevole da raccontare a dei
bambini, ma tanto il nonno aveva gusti strani.
‘’ Non ci posso credere che ‘sto
deficiente sia la personalità principale. In paradiso si
devono essere fatti di trip pesanti! ‘’
Feliciano, al suo di quella voce, si guardò
intorno, la fame insaziabile finalmente cessata.
‘’ Ma chi…’’
‘’ Deficiente, alla tua sinistra.
‘’
L’italiano si girò e per poco non gli
venne un attacco di cuore. Riflesso nel vetro non c’era lui.
C’era Luciano.
‘’ Da quando sono diventato così brutto,
ve… ‘’
‘’ E’ sarcasmo questo? Davvero?
E dovrei ridere? ‘’
‘’ Ve sono serio. Sono così
brutto? ‘’
Luciano si passò una mano in faccia, mormorando un deficiente.
Poi disse:’’ Senti bello, tu non
piaci a me e io non piaccio a te. Questo è appurato.
‘’
‘’ Ma se tu sei me…
ve… che ci fai lì ? ‘’
Insomma, avevano fatto tanti casini per far tornare il suo doppio e per
riassorbirlo, ed ora era di nuovo lì a rompere?
‘’ Bella domanda. A quanto pare il tizio
che sta incasinando questa città mi ha permesso di
manifestarmi così. In maniera molto inquietante, tra
l’altro. Uff, che mancanza di originalità. Io ho
un mio stile, eh. Ma questo idiota probabilmente non sa una mazza.
Tipico. ‘’
‘’ Non capisco…
‘’
‘’ Raccontami una cosa che non so,
bello.’’
‘’ Sei reale, ve? ‘’
‘’ Al momento, è difficile
dirlo. Tutte queste diavolerie magiche non le capisco. Però,
so una cosa. ‘’
‘’ Ve… cosa?
‘’
Luciano ghignò e ribattè:’’
Se non recuperi la principessa, diventerò la
personalità dominante. Che figata. ‘’
Feliciano rimase in silenzio per un po’. Poi
chiese:’’ Ve quale principessa?
‘’
L’altro scrollò le spalle e rispose:
‘’ Non
ne ho idea bello. A
dirla tutta non sono sicuro neppure io di sapere da dove diavolo
l’ho presa ‘sta frase. Mi sa che chi comanda la
baracca qui si sta divertendo un mondo a far dire cavolate a tutti i
suoi burattini. Ma sai, a me non importa. Tanto sono sicuro che
fallirai a prescindere. Così, rimango qui a godermi lo
spettacolo. Ci sono dei pop corn qui? ‘’
L’italiano smise di ascoltarlo. In effetti, quello
era un bel problema. Non gli andava di dover avere di nuovo Luciano a
piede libero e nel suo corpo!
Ma lui doveva salvare Ludwig, non aveva tempo per salvare
una… Oh…
La principessa era Ludwig.
Cioè, Monika. Ecco perché si era trasformato
all’improvviso, e non riusciva più a ritornare al
suo vero aspetto.
Luciano intanto si accigliò.
‘’ Vuoi vedere che ti ho dato per sbaglio
un po’ di cervello, mentecatto? Hai l’aria un
po’ troppo intelligente, attenzione che sfiori
l’Ooc. ‘’
‘’ Ve… il ché?
‘’
‘’ Lascia perdere, idiota.
‘’
Un problema era risolto. Intanto, rimaneva la questione
principale: come recuperare il suo amico?
Non sapeva neppure dove quel drago spaventoso lo avesse portato!
In quel momento, forse per gentile concessione di chi aveva scatenato
il caos in città , vide un bambino trascinare con una mano
un paio di stivali extra large.
Il problema era che quel bambino era alto tre mele o poco
più, e stava facendo veramente una gran fatica a portare
appresso quei cosi.
‘’ Ma possibile che in questa maledetta
città non ci sia neppure un calzolaio? Andiamo, sono ore che
sto girando e niente! Devono darmi degli stivali delle sette leghe
della mia misura, questi sono troppo grandi per me!
‘’
Stivali delle sette leghe? Non erano in grado di far compiere al
possessore sette leghe con un solo passo?
E quel bambino… vuoi vedere che era…
‘’ POLLICINO! ‘’
esclamò entusiasta Feliciano, alzandosi dal tavolo e
lasciando da solo Luciano. Una cameriera passò di
lì a ritirare i piatti, e guardò verso il
doppelgänger.
‘’ Ehi bellezza, io non posso pagare per
quello lì. Non esisto neppure in questo
momento.’’
Intanto, Feliciano si spupazzava Pollicino come un cucciolo
di cane.
‘’ Sei reale! ‘’
‘’ E tu sei uno scemo! Lasciami subito!
‘’ protestò l’esserino,
venendo però prontamente ignorato dall’italiano.
‘’ Ma sei così carino!
‘’
‘’ Non sono carino! ‘’
‘’ Oh, mi ricordi il mio fratellone…
‘’
‘’ Non mi frega niente se ti ricordo tuo fratello o
tuo zio, io devo andare a cambiare questi stivali!
‘’
‘’ Ve… devi proprio?
‘’
‘’ Sì! A meno che non trovi un tonto che
se li piglia. ‘’
Stivali delle sette leghe = maggior possibilità di trovare
Ludwig. E se trovava Lud, Luciano non tornava. Gli venne
un’idea.
‘’ Li vorrei prendere io! In prestito
però! Non ho soldi con me,
ve…’’
‘’ Mi prendi in giro, amico? Molla la grana
e… ‘’
‘’ Ucci ucci – tuonò una voce
lontana, di qualcuno veramente incavolato a bestia – Sento
odor di ladrucci. Pollicino ridammi i miei stivali
!’’
Pollicino impallidì di botto, e a Feliciano
disse:’’ Sai una cosa, bello? Tieniteli tu. Non
voglio neppure sapere perché ti servono. Io intanto me la
squaglio! ‘’
Mollati gli stivali tra le braccia del ragazzo, scappò con
la coda tra le gambe, alla velocità della luce.
Ora l’orco era un problema di quel fesso!
Feliciano, ignaro delle ragioni che avevano spinto Pollicino a dargli
gli stivali, si tolse le scarpe tutto contento e si mise gli stivali.
Si alzò, un po’ traballante.
‘’ Ve… è una cosa fantastica!
Solo… ora dove vado? ‘’
Intanto, dall’altra parte della
città…
Amuleto
recuperato e restituito al legittimo proprietario.
Dopo molte moine e inviti a restare, erano anche riusciti ad andare via
dalla festa degli orchi e la madre di Tino gli aveva stampato un bacio
sulla fronte augurandomi buona fortuna, felicità e figli
maschi.
Mhm...ok l'ultima parte non era attinente alla loro missione,ma era
servito a far arrossire i due biondi fino alla punta dei capelli.
Ora, pensando a cosa serie, dovevano rintracciare il libro che aveva
provocato tutta quella baraonda e i suoi nuovi proprietari, ed impedire
che quei poveri disgraziati entrassero a far parte della collezione di
anime di Emma. Però, ora che lo svedese ci pensava su, gli
sembrava di aver già sentito quel nome. Forse era una delle
streghe sorvegliare speciali dell'Agenzia.
O uno degli Agenti ad honorem richiesti sul campo quando le cose erano
particolarmente difficili e Sadiq pur di fare il suo dovere e
proteggere il confine tra i due mondi avrebbe anche usato il Diavolo in
persona. Cosa che era successa quando Morgan in Italia aveva avuto la
malaugurata idea di entrare nel mondo della musica e incidere il suo
primo disco. Brutto periodo, bruttissimo.
Ma ancora, non gli sembrava la risposta giusta. Conosceva, almeno di
nome, quella strega. All'Agenzia ne aveva sentito parlare spesso ma
no...
Oh... Romano Vargas.... ecco
chi aveva avuto a che fare con lei. Non solo la sua ex lo aveva
maledetto facendolo diventare un lupo mannaro, ma ecco che veniva fuori
che era anche una psicopatica mangia anime.
Ora Berwlad non si lamenterà più della
sua vita amorosa inesistente.
"Tutto bene Ber?" domandò in quel momento Tino. Il giovane
lo guardò sovrappensiero, prima di sospirare: "Stavo solo...
pensando"
"Alla faccenda delle anime? Non ti preoccupare arriveremo in tempo per
salvarli. Ce la faremo, vedrai"
"Speriamo… "
Berwald si bloccò all'istante non appena si rese conto di
che cosa stava succedendo: stava avendo una conversazione sensata con
Tino, e la stava avendo in inglese!
" Ehi, cos’hai? Tutto bene? " gli
domandò il ragazzo preoccupato, in un’inglese
impeccabile.
" Tu come...? Tu- tu come...? "
Tino aggrottò le sopracciglia, prima di capire e
sorridergli: " Come faccio a farmi capire da te? Merito dell'amuleto:
mi permette di parlare qualunque lingua e farmi capire da chiunque. "
‘’ Ma tua madre…’’
" Oh sì, lei ha detto che non ha poteri. Nell'ottica degli
orchi, è così. Loro sono abituati a un tipo
diverso di magia. Più come la tua, ecco. Questo è
solo un efficiente traduttore, non fa altro. Mia sorella me lo diede
quando seppe che sarei andato per un anno in Russia. "
‘’ Quanto tempo fa?’’
‘’ Che anno è
questo?’’
‘’ 2016. ‘’
‘’ Mhm… io sono stato risucchiato dal
libro nel 1433. ‘’
Berwald lo osservò incredulo. Quel ragazzo di certo non gli
sembrava un vecchietto. " E perché...?"
"Sono andato in Russia? Lavoro, ero in cerca di lavoro. Ed ero sulla
buona strada, però.... ‘’
S’interruppe, la mente lontana, proiettata in
un’altra epoca.
" Tino...?"
" Scusa, mi capita ogni tanto di perdermi nei ricordi. Ad
ogni modo, dobbiamo sbrigarci a trovare il libro e a salvare i lettori!
Hai qualche idea? ‘’
'' No... '' ammise controvoglia lo svedese, abbassando lo sguardo.
In quel momento, passò davanti a loro una vecchietta con uno
specchio in mano e una mela rossa nell'altra, che borbottava frasi
incoerenti e che per poco non veniva investita da una... zucca?
Da una vera e propria zucca gigante trainata da due topolini. In quel
momento, Tino ebbe un'idea.
'' Mi scusi bella signora, ci potrebbe prestare il suo
specchio? E' una cosa di pochi minuti. ''
Lo sguardo della vecchietta si illuminò, e senza troppe
proteste gli diede il suo specchio.
'' Giovanotto, mi avevi già conquistato a bella
signora. Vorresti anche la mela? ''
'' Ehm... no grazie, sarà per un'altra volta.''
Tino prese lo specchio sotto lo sguardo confuso dell'altro: " Ehm,
cosa...?"
" Essere intrappolato in un libro per sei secolo ti da il tempo di
imparare qualcosa sui suoi abitanti, ora guarda e impara - si
schiarì la gola e disse con voce carica di enfasi - Specchio
specchio delle mie brame dove si trova, ehm, il libro più...
pericoloso del reame?"
Si materializzò un viso nello specchio che lo
guardò per un attimo, prima di storcere le labbra: "Davvero?
È questa la rima migliore che riesci a tirare fuori? Il
libro più pericoloso del reame?"
" Oh, taci e rispondo tu. ‘’
'' Lo faccio solo perchè mi stai simpatico, ragazzo. ''
Il viso nello specchio scomparve, e al suo posto compare un ospedale.
'' E' un lazzaretto? Ce ne sono ancora nella vostra epoca? ''
'' No... ospedale. Curano. ''
'' Oh... sembra una bella cosa. Ai miei tempi il massimo che
potevi ottenere era una benedizione dal prete e una preghiera.
Comunque... puoi essere un po' più preciso, specchio delle
mie brame? Chi ha il libro? ''
'' Uff, ma non ti accontenti mai tu? ‘'
" Sappi che non mi ci vuole molto a procurarmi una bella pietra aguzza
e pesante" "Va bene, va bene, bastava dire. Caspita, che tipo
violento..."
L'immagine di dissolse per poi mostrare il numero di un piano e di un
corridoio, la visione scorse per poi fermarsi di fronte ad una porta.
L'immagine entrò e mostrò due giovani che
litigavano. Tino riuscì anche a sentire lo stralcio di una
parte della conversazione tra i due.
"Oh, andiamo! Ho appena fornito ai due una guida, che altro
dovrei fare?" si stava
lamentando il castano.
" Uffa, non capisci proprio nulla, sei un vero testone. Se non
altro manca poco. Ti ricordi vero che hai promesso di lasciar
raccontare a me l'ultima storia?"
"Certo, e me lo ricorderei anche senza che tu
continuassi a ripetermelo ogni cinque minuti. Ma non hai nemmeno un
minimo i fiducia in me?"
"Devo essere sincera: no. O almeno non ne ho
più da quando hai provato a cavalcare quell'emù e
per poco non ti hanno arrestato"
" Ero ubriaco..."
E queste furono le ultime parole che Tino
sentì prima che l'immagine cominciasse a dissolversi per poi
scomparire.
'' Ok... mia sorella non mi ha mai comandato così a
bacchetta - commentò Tino - le donne in questo secolo sono
piuttosto... brusche. ''
Lo svedese a quell'affermazione roteò gli occhi. Per fortuna
il suo nuovo amico non conosceva Elizabeta, altrimenti sarebbe rimasto
traumatizzato a vita.
'' La bambina...''
'' Già, se sarà lei a raccontare
l'ultima storia, il libro si nutrirà della sua anima. E'
più giovane e fresca di quella del fratello. Anche se
probabilmente... ''
'' Cosa? ''
'' Potrebbe risucchiare tutte le persone presenti nella
stanza. Bambina, fratello... noi, se non arriviamo in tempo. ''
'' E le anime? ''
'' Probabilmente entreranno a far parte della collezione di
Emma. ''
'' Ancora? ''
'' Non lo sai? Quella strega è potente proprio
perchè ruba l'energia vitale dagli altri. '' '’ E
li maledice '' commentò lo svedese, ricordando Romano Vargas.
'' Non spesso. Diciamo che per lei le maledizioni sono come... omaggi.
Se vede del potenziale in una persona, lei lo fa... esplodere.
Letteralmente, a volte. Le regine delle nevi sono nate proprio
perchè ad Emma stava simpatica una contadinotta che le aveva
riparato la scopa e insegnato a fare i waffle. ''
"Ah " questa era da segnare a Matthias per il suo manuale sua
sopravvivenza ai fenomeni paranormali: nel caso in cui incontri una
strega insegnale a cucinare qualcosa e otterrai un regalino come
premio. Non sempre piacevole.
"A proposito..." borbottò lo svedese.
" Sì?"
"Chi sono … regine di ghiaccio?
‘’
‘’ Non lo sai davvero? ‘’
Alla sua risposta affermativa, Tino sospirò.
‘’ E’ una cosa molto…
complicata. Le regine delle nevi sono creature magiche specializzate
nel controllo di ghiacci e affini. Tu sei una di loro. Ok, mi correggo.
Sei un re dei ghiacci. Sei… raro. Il primo che abbia mai
visto. E sarò anche stato prigioniero di quel libro per un
bel po’, ma sono sicuro che non ci sono mai stati re dei
ghiacci. Almeno, prima di te. ‘’
‘’ E’… ereditario?
‘’
‘’ Beh, mettiamola così… la
contadina che aiutò Emma aveva tre sorelle. Emma donò a
tutte e quattro la facoltà di controllare neve, ghiaccio e
affini. Poi, queste sorelle si sposarono ed ebbero delle famiglie.
Probabilmente tu discendi da una di loro. Se però sei un
discendente di Elsa sai che imbarazzo? ‘’
Lo svedese inarcò un sopracciglio.
‘’ Elsa chi? ‘’
‘’ Uhm… - Tino ora sembrava imbarazzato
– Non ti ho raccontato tutta la storia di come sono finito
nel libro. Ecco… sai perché tornai dalla Russia?
Perché avevo saputo che mia sorella era stata scelta come
apprendista della regina Elsa. Ora, non è che non credessi
che fosse abile o meno. Ma giravano voci piuttosto
insistenti… sai… nei piccoli villaggi si parla
molto. ‘’
‘’ Era lesbica? ’’
‘’ Pure, ma non era quello che mi preoccupava. Mi
preoccupava che di apprendiste ne aveva altre venti! E nessuno le aveva
più viste! E a me non andava affatto che mia sorella fosse
una delle tante! Ok, potete stare insieme! Ma poi sposatevi!
‘’
‘’ E dopo? ‘’
‘’ Tornai a casa, e riuscii a incontrare Ada. Stava
andando al mercato per compare degli ingredienti per una pozione che
serviva alla regina. Non le ho mai chiesto per cosa servisse.
‘’
Il finlandese si grattò la testa, e sospirò.
‘’ Ora che ci penso, tutti i nostri
litigi… sono stati
delle sciocchezze. Eravamo entrambi troppo testardi, troppo…
non lo so, sai? Forse, l’orgoglio ci ha portato via solo
tanto tempo. Forse, avrei dovuto essere felice per lei. Ma ero
preoccupato, era l’unica persona che mi era rimasta. Era la
mia sorellina, e io… semplicemente troppo protettivo.
‘’
‘’ E nel libro? ‘’
‘’ I due fratelli di cui ti ha parlato mia
madre… volevano Ada. Stando a loro, era perfetta per una
storia. Piccola fiammiferaia
magica volevano chiamarla.
Bah, storia assurda. Non poteva piacere a nessuno! Fatto sta, ci
sorpresero mentre litigavamo. Ci fu una colluttazione, e uno dei due,
il più scemo, mi scambiò per Ada e mi
imprigionò nel libro. ‘’
‘’ Mi dispiace… ‘’
‘’ Oh non preoccuparti! Mica è colpa tua
se sono fuori dal tempo. Sono felice che Ada si sia salvata.
Solo… avrei tanto voluto sapere se
l’interesse di Elsa per mia sorella era sincero o meno. Credo
che sia il mio unico rimpianto. Purtroppo, non potrò
chiederglielo. Le regine delle nevi sono mortali. ‘’
Questo, era un po’ un sollievo per lo svedese.
L’immortalità lui non la voleva. Doveva essere
tremenda. Vedere tutti quelli che amavi morire…
Tino era solo… come lui…
Gli mise una mano sulla spalla, con fare protettivo. E voleva
dirgli che non doveva sopportare tanta solitudine da solo.
Peccato che ci pensò lo specchio magico a rovinare il bel
momento.
‘’ Argh… voi due trovatevi una camera e
figliate. Anche perché non sopporto le storie
strappalacrime. Io vi servo ancora oppure mi lasciate tornare da quella
rincoglionita della mia padrona? ‘’
‘’ Ci servi – intervenne Berwald, con un
lieve rossore sulle guance – Portaci dai ragazzi.
‘’
‘’ Specifica amico, potrei pure portarvi dagli One
Direction. ‘’
‘’ Portaci… dai lettori… del
libro. ‘’
‘’ Quale libro? Perché in questo momento
una ragazza sta leggendo Harry
Potter, e sta sclerando sulla Drarry. Un’altra sta
leggendo Cinquanta sfumature di grigio… santa
polenta, che gusti barbari hanno le nuove generazioni! E
poi… ‘’
‘’ Portaci da chi sta causando questo putiferio
leggendo il libro delle fiabe! ‘’
l’interruppe Tino.
‘’ Ok, ok. Seguite per bene le mie indicazioni, e
ce la farete in trenta minuti. Anche meno, se non vi fermerete a
mangiare al chiostro lì vicino. Ma tanto, lo so
già che lo farete. Il ragazzino qui sono secoli che non
mangia qualcosa di decente. ‘’
Tino stava per protestare, ma il suo stomaco scelse proprio quel
momento per farsi sentire.
Il finlandese arrossì imbarazzato.
‘’ In effetti… forse un po’ di
fame ce l’ho. ‘’
‘’ Aspetta… offro io. Ho…
soldi. ‘’
Lo sguardo del ragazzo si illuminò, e Berwald
sentì il cuore fermarsi per un momento, per poi prendere
velocemente la rincorsa. Dio,
era cotto.
‘’ Ehi, non abbiamo tutta la giornata! Godetevi il
vostro primo appuntamento e poi filate a salvare la
città!’’
Lo svedese roteò gli occhi. Ma non c’era nessun
modo per spegnere quel benedetto specchio?
Intanto,
tetto Ospedale San Peter…
Ludwig ,
quando tutta quella storia sarebbe finita e sarebbe tornato
all'Agenzia, nel suo rapporto per Sadiq trascurerà di
inserire certi dettagli.
Tipo essere trattato come una principessa da un drago (
pardon, dragonessa , la signora era suscettibile) rapito e trattenuto
sul tetto di un ospedale.
Non certo il momento più brillante della sua carriera di
agente.
La cosa più irritante era il non riuscire a
ritornare uomo. Andiamo, aveva passato anni ad addentrarsi coi suoi
poteri ( con molte perse in giro da parte del fratello ) e ora si
ritrovavano incapace di controllarli.
‘’ Tu non sei Aurora, eh?’’
‘’ No! ’’
‘’ Ti hanno mai detto che le somigli?
‘’
" Oggi ho perso il conto "
" Oh non fare quella faccia ragazzina. Almeno mai nessuno ti ha detto
che somigli a Marilyn Manson ! "
" Ma dato che io non sono Aurora, non potrebbe lasciarmi andare ?"
" Vorrei... ma purtroppo non posso . "
"Come? Perché?"
"Andiamo cara, cerca di capire, tu... le assomigli troppo per
lasciarti andare. È una questione d'orgoglio personale. E
poi lo dice il contratto"
"Contratto? Quale contratto?"
La dragonessa sospirò: "Contratto dei personaggi delle
favole, paragrafo 4, comma 7: una principessa non può essere
salvata se non dal suo principe. Se non lo rispetto c'è il
rischio che abbia dei guai con l'Ente Associato Personaggi delle Fiabe"
"Vuoi dirmi che vi fate chiamare EAPF?"
"Lascia stare, l'ha inventato Tremotino, e immagino tu sappia
come è quello lì coi nomi"
'' Tremotino... vi siete fidati di Tremotino per la vostra
associazione? ''
'' Sì lo so... pessima idea. Se anche tu che non sei
dell'ambiente lo sai, vuol dire che la fama di Tremotino ha superato i
confini della nostra prigione. ''
'' Io dire anche... un momento... prigione?''
La dragonessa la fissò con quei suoi occhi rossi sanguigni
così diversi dagli occhi di suo fratello Gilbert.
'' Ah giusto, tu non lo sai... ''
'' Sapere cosa?! '' sbottò Ludwig, che giurò a
sè stesso di strozzare Sadiq al loro prossimo incontro. Come
gli era saltato in mente di farli andare in missione senza neppure una
minima preparazione a ciò che li attendeva?
" Ti do la versione corta della storia: due fratelli volevano diventare
ricchi e hanno chiesto aiuto ad una strega che ha donato loro un libro
in grado di imprigionare le creature fantastiche in esso e renderle i
personaggi delle favole, sotto il controllo del lettore. E
così: io me ne stavo semplicemente per i fatti miei e poi,
puff, mi ritrovo a dover passare il resto dell'eternità con
quella piaga di Aurora. Non te lo raccomando, ragazza mia"
"Ragazzo"
"Come?"
"Sono un... lasciamo stare. Ad ogni modo, come si fa a farvi tornare
nel libro?"
"Oh, dovrai solo aspettare che finiscano le storie e ce ne andremo.
Esattamente come i lettori"
"Cosa?!"
La strega si esibì nel suo miglior sorriso
diabolico: "Non appena finirà l'ultima storia le anime dei
lettori verranno imprigionate nel libro e la strega se ne
impossesserà. Ho sempre trovato Emma un'esagerata, ma devo
dire che questa sua idea è stata un vero e proprio tocco di
classe.’’
Emma? Perchè quel nome non gli era nuovo? Scosse con
violenza la testa. Non era il momento di perdere tempo. Doveva sfuggire
alle grinfie del drago, trovare i lettori e distruggere il libro.
Facile a dirsi, ma a farsi... Proprio in quel momento, le parve di
sentire una voce urlare:'' Ve... FATE LARGO! DOVE SONO I FRENI?!!!!!''
Si guardò confuso attorno, avendo riconosciuto la voce di
Feliciano e volendo capire da
dove provenisse.
Ad un certo punto vide una figurina che balzava sui tetti.
Aguzzò la vista e notò dei capelli castani e un
riccio molto familiare.
" Felic...?"
BUM
Ludwig non aveva neanche finito la frase che l'italiano era finito
addosso alla dragonessa, in pieno muso, e l'aveva messa KO.
In quel momento il suo "eroico" salvatore era steso sul corpo squamoso
della strega mentre mormorava: "Ohi ohi, quante stelline"
'' Feliciano? ''
'' Ve... Lud! Stai bene? ''
'' Io sì, ma tu? ''
L'italiano non aveva fatto il migliore degli atterraggi, dopotutto.
Atterrare su un drago non era un'esperienza piacevole. Lui ne sapeva
qualcosa, dato che non aveva una bella esperienza coi draghi cinesi.
Rabbrividì. Meglio non incontrarli più,
probabilmente vorranno ancora la sua testa.
'' Ve... niente di rotto. Luciano mi ha detto che dovevo
salvare la principessa ed io...''
'' Un momento... principessa? E poi... Luciano? Lo hai
evocato? ''
'' Ve... no! Mi ha parlato attraverso uno specchio. Mi ha detto che
tutti gli abitanti della città sono manovrati da chi ha
provocato questo putiferio. ''
'' Già, a proposito di questo... ''
" COME HAI OSATO TU, MISERO RAGAZZINO MORTALE CHE ODORA DI PASTA E
PASSATA DI POMODORO, SPATASCIARTI SULLA TESTA DI MALEFICA, LA PIU'
TERRIBILE DELLE
STREGHE?!"
Apparentemente Feliciano aveva solo stordito il drago, in quanto ora
questo si ergeva alle loro spalle, più furioso e
intenzionato che mai a ridurli in cenere. Feliciano e Monika
osservavano pallidi la strega.
" Ve, posso suggerire una ritirata strategica, capitano? "
pigolò terrorizzato Feliciano.
Il tedesco annuì.
Era coraggioso e aveva il senso del dovere, ma di certo non era
stupida, e affrontare disarmati un drago era quanto di più
stupido si poteva fare.
E Gilbert lo aveva fatto, rischiando di finire ucciso.
I due scapparono e fecero appena in tempo a chiudersi la porta del
tetto alle spalle, mentre la fiamma del drago inceneriva qualunque cosa
sul suo cammino. I ragazzi presero a fare di corsa le rampe di scale,
mentre sentivano da fuori il rumore del drago che distruggeva ogni cosa.
'' Pericolo scampato? '' chiese Feliciano, col fiatone.
'' Vista la sua stazza, la vedo difficile che riesca a venire fin qui.
Però, non voglio tentare troppo la sorte. Scendiamo! ''
Stavano per farlo, quando all'improvviso sotto i loro piedi
si aprì una voragine che li risucchiò. '' EH NO,
ANCHE ALICE IN WONDERLAND NO!'' protestò Ludwig, ma le loro
urla si fecero impercettibili e la voragine si richiuse.
All'esterno, Malefica non si era arresta, ed era pronta, con le sue
fattezze umane, a seguire i due fuggiaschi.
'' Mia cara, non perdere tempo. Mi sono già occupata io di
loro. ''
La strega si fermò.
'' Cos... Emma? Cosa ci fai tu qui?! ''
Dietro di lei, seduta su di una scopa con gambe accavallate, se ne
stava una giovane di meno di vent'anni. I corti capelli
castano chiari erano tirati indietro da una fascetta, gli occhi verdi
scintillavano di una malizia e un divertimento incredibile.
Se non fosse stato per il fatto che era sospesa a mezz'aria la si
sarebbe potuta scambiare per una qualunque adolescente che ciondolava
con gli amici in un qualunque centro commerciale, solo i canini
leggermente lunghi e l'espressione simile a quella di un gatto che
gioca con la preda prima di darle il colpo di grazia facevano capire
quanto fosse pericolosa.
La giovane si mise comoda e finse di riflettere sulla domanda prima di
sorriderle: "Sai com'è, quando il libro viene tirato fuori
io ne vengo attratta automaticamente. Mi piace vedere lo scompiglio che
create voi, prigionieri delle favole, e ancora di più mi
piace il sapore delle anime fresche. Inoltre non potevo perdere
l'occasione di prendere un po' in giro una strega di serie B come te"
Malefica non potè resistere, e le lanciò una
sfera di fuoco verde che, tuttavia, venne prontamente annullata senza
neppure sfiorare Emma.
La belga sbadigliò annoiata, e disse:'' Sempre i vecchi
trucchi, eh? Non impari mai niente di nuovo? Pensavo che tanti secoli
con Aurora ti avessero dato la possibilità di... ampliare le
tue conoscenze. ''
'' Vaffanculo, stronza. Dov'è finita la
solidarietà tra colleghe? Non potevi far finire che so...
Crudelia nel libro, invece di me?''
'' Dolcezza, mica sono stata io a rinchiuderti. E poi, ti
facevo più furba. Quei due erano idioti senza poteri.
Possibile che ti sia fatta fregare da loro? ''
" Mi hanno teso una trappola, e non fare qull'espressione compiaciuta!
- ruggì vedendo l'altra esibirsi in un sorrisetto irritante
- So bene che tu li hai aiutati, dando tra l'altro anche il mio nome
come strega da intrappolare!"
Emma si portò una mano al petto, esibendosi in un'aria
profondamente ferita: "Come puoi pensare che io abbia fatto una cosa
del genere? Mi ritieni davvero così senza cuore da far
imprigionare la mia maestra in un libro così da poter
prendere il suo posto e scalare man mano i vertici fino a diventare la
numero uno?"
"Quindi neghi di averlo fatto!?"
"No - la ragazza saltò per terra con grazia
felina, sempre sorridendo - E sai che ti dico: lo rifarei. In fondo,
è stato il mio modo per ringraziarti di tutti quegli anni di
apprendistato d'inferno"
Malefica ruggì, mentre un muro di fiamme si apriva alle sue
spalle per andare contro Emma.
La ragazza sorrise e all'istante una tigre di fuoco viola, grande
quanto una casa, si materializzò per intercettare l'attacco
e salvare la sua padrona.
" Sei noiosa, Malefica. Un vero catorcio. E per questo devi
essere rottamata per far spazio alle nuove generazioni"
"Nuova generazione? Tu? Ah! Ma se si vede lontano un miglio
che sei vecchia e decrepita, e che ti fai le iniezioni di botox e anime
per toglierti le rughe! "
'' Come sei rumorosa. Sto pensando quasi quasi di toglierti la voce.
Così Aurora ti delizierà con la sua. ''
'' Tu non oserai... ''
'' Oh, oserò eccome. Oppure, potrei trasformarti in un
coniglio. Saresti decisamente più minacciosa che da drago. ''
'' Attenta, sono ancora la tua maestra. ''
'' Sai come dicono i magonò? Che l'allieva ha
superato la maestra. E sai, sono decisamente più stronza e
gnocca di te. ''
'' Sul gnocca avrei da ridire. ''
'' Parli tu che hai la pelle verde. ''
'' Non è il mio colore naturale! E' solo la maschera di
bellezza che si è seccata! ''
'' Certo, certo... comunque, parlare con te è
stato bello. Ma io ho dei progetti e non ho tempo da perdere.''
'' Le anime dei lettori possono aspettare! Hai un debito con me! ''
Emma inclinò appena la testa, e chiese:'' Chi ha detto che
''mangiare'' sia l'unica cosa che voglia fare? Sei davvero
così ingenua? ''
Malefica rimase senza parole, mentre un sorriso di trionfo andava a
formarsi sul volto di Emma.
" Di che stai parlando?"
"Immagino che tu sia stata troppo occupata dai tuoi
dragheschi problemi per capire davvero cosa sta succedendo in questa
città vero? Quei ragazzi che inseguivi sul tetto sono molto
più preziosi di quanto tu possa immaginare, sono tasselli
che serviranno a completare il mio piano e diventare finalmente la Regina delle
Streghe"
"Regina? Tu? Ma non farmi ridere! ‘’
'' Oh, tu non sai quanto sono seria. Quel ragazzino mi sarà
utile per... testare suo fratello Romano. Sai che non concedo
doni al primo che passa. Ma in lui, ho visto molto potenziale...
oscuro. Potrebbe essere un degno principe consorte!''
'' Vola basso, ragazzina. Tu Regina delle Streghe non lo
sarai mai. Non hai la facoltà di creare il caos necessario
per esserlo! ''
'' E chi te lo dice? Questa città è il
mio banco di prova! E hai visto che meraviglioso caos ho creato?''
'' Odio rompere le uova nel paniere, ma non sei stata tu. Chi ha il
libro ha provocato tutto questo. ''
" Ma l'incantesimo è il mio" disse stizzita la giovane.
" Già, però ti sei resa conto del caos che hai
creato? A me non sembra caos oscuro, mi sembra più un caos
idiota e demenziale"
Emma si fece rossa in viso, mentre rispondeva con voce stridula:
"Embé?! Sempre di caos si tratta no?! Ecco perché
eri una maestra così tremenda, non ti accontentavi mai di
niente. Come quando ho evocato quel gattino..."
"Ma io ti avevo chiesto un corvo"
"Sempre di animali vertebrati si tratta, no?! - la giovane si
riavviò i capelli, mentre riprendeva il controllo di
sè - Ad ogni modo non so neanche perché sto qui
ancora a discutere con te. Ho delle prede che mi aspettano"
"Eh no!" un muro si formò ostacolando la ragazza.
Questa si fermò, mise una mano sulla parete e
sospirò prima di voltarsi: "Malefica? Sul serio? Ancora coi
questi trucchetti? Già usato, già visto."
" Tu non te ne andrai di qui ragazzina finché non
mi dirai quali sono i tuoi veri progetti con quei due ragazzini, oltre
al tuo assurdo piano di diventare la Regina. ‘’
Emma le strizzò l'occhio con fare intrigante, e disse:'' E'
un segreto. E deve essere una sorpresa. Se te lo dicessi, che gusto ci
sarebbe? Probabilmente, mi copieresti il piano. ''
'' Piano destinato a fallire. ''
'' Un po' di fiducia farebbe bene, ogni tanto. Sai, giusto
per motivare i giovani. ''
'' Tu hai ...''
'' Ssh... non si dicono certe cose, vecchia mia.
L'età di una signora è uno dei suoi segreti
meglio custoditi. ''
'' Ma che segreto e segreto! Basta guardarti in faccia per
capire che hai una certa età! ''
'' Sei fastidiosa! Mhm... ho deciso! Trasformarti in coniglio
e mandarti a Wonderland è un'ottima idea! Mi mancava giusto
un bianconiglio! ''
" Oh, tu non oserai..."
"Scommettiamo?" Emma si fece avanti mentre un ghigno sempre
più largo sfigurava il bel volto donandole un aspetto
animalesco.
Le pupille le divennero per un attimo verticali, come quelle di un
gatto, mentre radunava le energie per fare l'incantesimo.
Malefica richiamò all'istante un'onda di fuoco verde che si
infranse su di una bolla invisibile che proteggeva la belga.
Emma rise: " Tranquilla, conosci le metamorfosi, è un
processo rapido e indolore" "Nooooo, tu... non puoi... passare...!"
urlava nel frattempo Malefica mentre dava fondo a tutti i suoi poteri.
"Addio, Malefica, e salutami il gatto del Cheshire" Emma
schioccò le dita e ci fu un intenso lampo di luce.
Quando la luce scomparve, al posto di malefica c'era un coniglio nero
di un metro e mezzo con panciotto e orologio da tasca.
'' Uff.... hai sbagliato colore, scellerata! ''
'' Vabbe, ti chiameranno il nerconiglio. O Black Rabbit. Son
piccolezze. ''
'' Piccolezze un corno! La tua mancanza di cura per i
dettagli ti farà finire in guai grossi, grossissimi! ''
'' Iettatrice!''
'' Realista! Io ti conosco da una vita, Emma. E se ti dico che tu non
puoi essere Regina delle Streghe, vuol dire che ho ragione! Ci sono
esseri magici con più talento di te! Tipo Merlino... ''
'' Morto, sepolto... ucciso da me, ovviamente. ''
'' Ora so che stai mentendo! Il merito è di
Viviana! ''
'' E no, Viviana lo imprigionò in una torre di
cristallo. A finire quello che aveva iniziato fui io! Ho ucciso un
grandissimo mago ergo sono degna di essere la nuova regina delle
streghe! E cià ! ''
" E non osare farmi "cià" signorina! Già non te
lo permettevo quando eri una ragazzina con un'insana ossessione per i
gatti, figurati se te lo permetto ora che sei una vecchia gattara"
"Uffa, sei noiosa - sbuffò Emma -
Perché non te ne vai col tuo orologio da taschino strillando
a destra e a manca "è tardi! è tardi!". Ti ci
vedo, sai?" la giovane ghignò. Malefica fu tentata di
lanciarle il cipollone addosso: "Non riuscirai nel tuo intento, senza
alleati"
"Che barba, ce la farò fidati"
" Aspetta che lo venga a sapere tuo fratello e..."
"Mio fratello non verrà a sapere nulla di tutto
ciò! - esclamò la bionda, per la prima volta
leggermente impaurita - Sto agendo in segreto a sua insaputa, e guai se
lo venisse a sapere"
"Oh, abbiamo ancora paura di lui?" domandò Malefica con un
ghignò.
Emma arrossì: "Non ho paura, men che meno di uno sciocco
magonò mercante di articoli magici"
"Hai dimenticato informatore dell'Agenzia "
'' Dettagli. Finchè non saprà niente, l'Agenzia
non verrà informata del mio piccolo ... progetto. ''
'' Eh no, ti dimentichi di me. Se credi che ti lascerò
fare...''
'' Perchè, tu credi di poter tornare da Wonderland senza che
io ti dia il mio permesso? ''
'' Io sono ancora... ''
Si aprì una voragine ai suoi piedi che la
risucchiò, ma Malefica si aggrappò ai bordi, non
volendo sapere di agevolare in alcun modo Emma.
" Oh, andiamo! - sbottò la giovane marciando fino ai bordi
del voragine e inginocchiandosi - Non potresti per una volta rendermi
le cose facili?"
"Mai! E puoi stare certa che quella corona non
sarà tua! Non ne hai alcun diritto! La vera regina non sei
tu, sono io! ’’
"Mhm… se la pensi così… sai come
dicono nel Re leone? - chiese Emma con un ghigno prima di chinarsi e
afferrare le zampe pelose - Lunga
vita alla regina" e le staccò con forza, facendo
cadere nel vortice oscuro.
To be
continued…
|
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Capitolo 7 *** Once Upon Time in America (parte 3) – Emma vs Berwald (GerIta & SuFin) ***
Autrice: Lady White Witch
Co Autore Classicboy
Titolo: The Agency
Rating Giallo
Genere fluff, demenziale,
romantico, soprannaturale
Coppie FrUk, Spamano, GerIta, RusAme
, SuFin, DeNor, PrHun.
Avvertimenti: Ooc
(pesante Ooc di Belgio in questo capitolo, potete anche considerarla
come la sua versione 2p) , Alternative
universe.
ATTENZIONE
Pesante Ooc di alcuni personaggi di questa fan
fiction
Parodia di Martin Mystere, Hellboy e Huntik. Da maneggiare con cautela.
Questa
long rappresenta un esperimento dell'autrice: ossia è
un'antologia di storie a carattere fantasy/parodico dove fluff e
divertimento sono i perni portanti. I capitoli saranno autoconclusivi.
Perchè chi dice che il fantasy debba essere sempre preso sul
serio? Una risata è tutto quel che serve. Come diceva
Chaplin:"Un giorno senza sorriso è un giorno
perso."
Trama
Ah,
finalmente a casa. Chi l’avrebbe detto che una missione
semplice semplice si sarebbe rivelata un vero incubo? Dopo tanti
grattacapi, ora Romano vorrebbe solo riposarsi e stare un po’
in pace. Peccato che abbia una brutta sorpresa al ritorno: suo fratello
Feliciano non solo è stato assunto come agente, ma sta per
avere la sua prima missione! Cosa è saltato in testa a
Sadiq?
Ma la missione non è così semplice come
prospettato da Sadiq, e presto la situazione si complica: Ludwig viene
rapito da un drago, Feliciano finisce sul tendone di un ristorante
italiano e Berwald incontra Tino, un essere umano imprigionato nel
libro che Andy e Wy, due fratelli, stanno leggendo, inconsapevoli di
aver scatenato il caos in città.
In mezzo a tanta baraonda, una strega trama
nell’ombra…
Capitolo finale, grazie per averci seguito in questa
racoclta di avventure non-sense e super demenziali. E' un finale
aperto, che lascerà al lettore la possibilità di
immaginare nuove e più esilaranti avventure.
Perchè la magia è ovunque, basta solo vedere,
vedere e vedere.
Campagna di
Promozione Sociale - Messaggio No Profit
Sapevi che ogni volta che leggi una storia senza recensire, un autore
smette di scrivere?
Dona l'8‰ del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Salva uno scrittore dall'estinzione!
The
Agency
Once Upon Time in America (parte 3) – Emma vs Berwald
(GerIta & SuFin)
Omnia
mutantur, nihil interit
Tutto cambia, niente muore
(Motto dell’Agenzia)
Wonderland
A seguito
della caduta, Ludwig fu il primo a riprendersi, intorpidito, e si
ritrovò faccia a faccia con… un coniglio nero.
Ma in Alice in Wonderland il
coniglio non era bianco?
‘’ Ok magari è tutto un sogno
– si disse, massaggiandosi le tempie – Magari sono
sotto l’effetto di qualche strano incantesimo e
…’’
‘’ Ohi biondina, oltre che avere la faccia di
Aurora hai anche il suo cervello! – commentò
irritato il coniglio – Ma tu guarda se dovevo ritrovarmi di
nuovo con voi impiastri tra i piedi! ‘’
‘’ Aspetta… tu sei Malefica?
‘’
‘’ In pelo e ossa, ragazzina!
‘’ esclamò il coniglio, arruffando i
baffi.
Ok, fino a poche ore fa era il suo incubo, un drago sputa fuoco e sputa
sentenze che le faceva venir voglia di buttarsi giù dal
tetto.
Ma ora, da coniglio… era adorabile!
Il tedesco cercava di darsi un contegno, era pur sempre un uomo
(attualmente nel corpo di una donna, ma dettagli), ma gli era
impossibile!
Dannato sangue di fata che gli faceva amare le cose carine e pucciose!
Però, parlando di cose carine e pucciose… dove
diavolo era finito Feliciano?!
Si guardò intorno, e rimase senza fiato nel vedere
quanto fosse spettacolare Wondelrnad: il cielo era di zucchero filato
rosa e azzurro, sotto i suoi occhi si stendevano ettari di foresta di
funghi e fiori giganti. E lui stesso era steso sulla cappella di un
fungo!
Era tutto così colorato e brillante da fargli bruciare gli
occhi. Quel momento era la quintaessenza dell’assurdo.
‘’ Sì lo so – disse Malefica,
e solo in quel momento Ludwig si rese conto che l’ultima
frase l’aveva detta ad alta voce – Ad Emma
è sempre piaciuto stupire. E quella maledetta ci riesce
pure! E’ l’unica cosa che dirò mai a
favore della mia ex allieva. ‘’
‘’ Emma? ‘’
‘’ Già, tu ti sei persa le ultime
notizie eh? Bene, Emma è la disgraziata che ha provocato
indirettamente il caos in città e ora sta per cibarsi delle
anime dei ragazzi che hanno trovato il libro. Oh, e ha esiliato noi in
questo schifo di posto. Che gentile, vero? ‘’
Il tedesco si sbattè una mano in faccia. C’erano
troppe cose a cui pensare: come uscire da Wonderland, trovare
Feliciano, impedire a una strega folle di fare del male a degli
innocenti…
Tutto quello il suo oroscopo quella mattina non glielo aveva detto!
‘’ Perfetto, davvero perfetto –
sbuffò – E come faccio a fermarla?
‘’
‘’ Dolcezza, ora non è un problema tuo.
Anzi, tu ti devi preoccupare di altro. ‘’
‘’ Sì, di uscire di qui.
‘’
‘’ Cosa in cui io ti aiuterò.
‘’
‘’ Ma davvero? – chiese Ludwig, inarcando
un sopracciglio, insospettito da tanta gentilezza –
Perché vorresti farlo? Fino a cinque minuti fa volevi
incenerirmi.’’
‘’ Perchè mi piace irritare quella
gattara di Emma, ovviamente. ‘’
‘’ E come dovremmo uscire da Wonderland?
‘’
‘’
Troviamo lo specchio che collega i mondi e riusciremo ad andarcene da
questa gabbia di matti – disse Malefica – Io non
proverò ad ucciderti, e tu non tenterai di uccidere me.
Patti chiari, amicizia lunga. ‘’
‘’ E chi mi dice che non proverai ad ingannarmi?
‘’
‘’ Dolcezza, di specchio c’è
ne è uno solo sì… ma mica funziona
solo una volta. Ergo, non avrei nulla da ricavarci da un eventuale
inganno. Allora, affare fatto? ‘’
Le porse la zampetta, e Ludwig ci pensò su per un
po’. Poi, sospirando disse:’’ Va bene,
affare fatto. Ma prova ad ingannarmi, e stasera mangerò
stufato di coniglio’’
‘’ Hai la mia parola ragazzina, finchè
saremo qui puoi anche considerarmi la tua migliore amica.
‘’
‘’ E’ una minaccia? ‘’
‘’ Oh conosci anche tu la storia di quel piccolo
diverbio con Ursula? E’ stato più di cinquecento
anni fa! ‘’
Il tedesco scosse la testa. Ma ci poteva essere una volta, una sola, in
cui le cose andassero come voleva lui?
‘’ Non ne voglio sapere niente di quella storia –
disse, poi continuò – Ah,
devi aiutarmi a trovare il ragazzo che è caduto qui con me.
‘’
‘’ Il piccoletto che puzzava di pasta e pomodori?
‘’
‘’ Sì, lui. ‘’
‘’ O si sta drogando col brucaliffo o sta coi
gemelli – disse l’ex strega – Non so
quale delle due opzioni sia la migliore. ‘’
‘’ Nessuna – fu la conclusione del
tedesco – Meglio andare, sperando che non sia finito nei
guai. ‘’
‘’ Qui a Wonderland? Cara… è certamente finito
nei guai. ‘’
Mondo umano
Ospedale San Peter
Camera di Wy
Andy si
grattò la testa. C’era qualcosa di strano
nell’aria, e il suo sesto senso gli urlava letteralmente di
stare allerta. Guardò fuori dalla finestra, ma non vide
niente di sospetto. Eccetto degli alberi che circondavano
l’ospedale al posto del parcheggio.
Adesso agli infermieri gli era venuta la fissa per avere il pollice
verde! Stavano esagerando però, quella lì
sembrava una foresta!
Wy lo fissò, incuriosita.
‘’ Fratellone, che hai? Sembra che tu stia
aspettando di essere attaccato da un emu!’’
‘’ Qualcosa del genere… non la senti
anche tu?’’
‘’ Cosa? ‘’
‘’ Questa sensazione… di pericolo. Come
se stesse per succedere qualcosa di grosso. Parecchio.
‘’
La bambina roteò gli occhi, spazientita.
‘’ Ma fammi il piacere ! –
esclamò lei – E’ solo stanchezza! Non ti
stacchi mai da quel coso, e guarda i risultati . Ora che ne dici di far
raccontare a me l’ultima storia e…
‘’
‘’ Mai! Il libro è mio! E poi tu sei in
convalescenza, non devi stancarti! ‘’
‘’ Ma sentitelo! Guarda che sei più
stanco di me! Hai delle occhiaie da far paura. Da quanto non dormi?
‘’
‘’ Da sei ore. Tipo. Ma ora che mi ci fai
pensare… yawh… mi sento stanco in effetti. Vorrei
dormire un po’. ‘’
‘’ E dal momento che vuoi dormire un po’,
perché non… yawh… dai il libro a me?
‘’
Andy sbuffò divertito e
ribatté:’’ Ma Wy… stai
sbadigliando anche…yawh… tu! Sei stanca quando
me, ammettilo! ‘’
‘’ Forse… ‘’
‘’ Ammettilo e…yawh… sai,
lascia perdere. Non me la sento di… yawh…
gongolare troppo… ‘’
Wy si stropicciò gli occhi e lottò con la
crescente voglia di dormire. Lei voleva continuare con le storie, non
voleva dormire! Aveva dormito fin troppo in quei giorni! Quando mai se
n’era stata buona e tranquilla in un letto? Mai! Ed era tutta
colpa della gamba rotta!
Suo fratello, però, era già sprofondato tra le
braccia di Morfeo, lasciando cadere il libro a terra.
Non era giusto, doveva darlo a lei! E ora come faceva a prenderlo?
La ragazzina sbadigliò nuovamente. Era così
stanca…
Scosse la testa. No, lei doveva prendere il libro. Doveva solo
escogitare un sistema per farlo.
Certo, pensare sarebbe stato più facile, se non avesse
dovuto lottare con la costante voglia di chiudere gli occhi!
Sbadigliò nuovamente. Ok, forse chiudere gli occhi per
cinque secondi non era una così cattiva idea.
Poi dopo penserà a come riprendere il libro.
Era già sulla buona strada per il regno dei sogni, quando le
parve di vedere due uomini entrare nella stanza.
Il più piccolo disse:’’ Siamo arrivati
in tempo! Sono ancora vivi! ‘’
‘’ Prendi lui. Io la bambina.‘’
‘’ Sì! Stando allo Specchio, la strega
deve essere vicina. ‘’
‘’ Salviamoli…’’
‘’ Sì, poi ci occuperemo di lei!
‘’
‘’ Io.’’
‘’ Eh? ‘’
‘’ Io mi… occuperò di lei. Tu
di loro.’’
‘’ Ma… ok, credo di aver capito. Non
possiamo lasciarli soli. Potrebbe esserci qualcuno con la strega.
‘’
‘’ Giusto. ‘’
‘’ Non mi fa piacere che tu l’affronti da
solo! ‘’
‘’ Andrà… bene.
‘’
Wy non era sicura se quei due fossero reali o meno, ma tale questione
non ebbe neppure il tempo di preoccuparla, che anche lei era
sprofondata in un sonno profondo.
Si sentì leggera come l’aria…
Wonderland
Prato della margherite
Ludwig voleva
vomitare.
Il brucaliffo , in quel suo stato di perenne apatia e obliato
dall’oppio, gli aveva indicato in maniera assai confusa la
direzione in cui aveva visto andare Feliciano.
Il fottuto campo delle margherite.
Oh, lui se le ricordava bene quelle smorfiose: aveva visto il film
così tante volte per colpa di Gil che aveva imparato a
memoria ogni singola fotogramma!
E lui… lui odiava le
margherite!
Ogni volta che le vedeva sullo schermo, pregava il fratello di
risparmiargli tale tortura e di saltare le loro scene.
Ma non c’era verso, il suo fratellone gliele faceva vedere.
‘’ Sii uomo Luddy, non sono mica cattive
‘’ gli diceva sempre.
Oh come era chiaro che non ci capisse niente! Quelle erano delle
vipere, delle stronze di prima categoria.
E Alice era idiota che si lasciava pure prendere in giro da loro!
‘’ Il tuo fidanzato proprio qui doveva venire?
– chiese Malefica, drizzando le orecchie – Questo
posto è… è così… colorato.
‘’
‘’ Lui non è il mio fidanzato!
‘’ protestò il tedesco, maledicendo le
sue attuali sembianze femminili e l’assurda visione fiabesca
della strega.
‘’ Se lo dici tu… intanto è
lui che è venuto a salvarti , e stando alle regole il primo
che attraversa prove e pericoli per salvare la principessa è senza
alcun’ombra di dubbio il suo principe. O la sua anima
gemella. ‘’
‘’ Guarda, nel mondo reale è un
po’ diverso. E poi… io sono un UOMO. Chiaro?
‘’
Il coniglio inclinò appena la testa, pensieroso. Che
finalmente avesse capito?
Poi disse:’’ Però, complimenti al tuo
chirurgo. Quelle tette sembrano vere. ‘’
‘’ Ma che hai capito? Non sono un trans! Sono una
fata! Cioè discendo da una fata! ‘’
‘’ Oh… ecco perché mi ricordi
Aurora. E quindi hai ereditato le ali? ‘’
‘’ Ma quali ali! Posso solo trasformarmi
in… in questa cosa qui! ‘’
‘’ Non fare quell’espressione
così disgustata, conosco persone che ucciderebbero per poter
fare quello che fai tu. ‘’
‘’ Allora grazie mille, bis nonna
‘’ fece ironico Ludwig, mentre si addentravano nel
territorio delle margherite.
E se qualcuna di loro faceva qualche commento sui suoi capelli poco
femminili o sui suoi
vestiti, si sarebbe divertito un mondo a fare il m’ama
o non m’ama coi
loro petali!
‘’ Bisnonna, eh? – continuò
Malefica – Questo rende il tuo potere ancora più
eccezionale. La linea di sangue è corrotta, eppure tu hai le
ali. ‘’
‘’ Ancora una volta… non ho le ali!
‘’ esclamò il tedesco, esasperato.
‘’ Ma sono invisibili, ovviamente –
continuò la strega, con lo stesso tono di chi doveva parlare
con un bambino – Per renderle tangibili ci vuole allenamento!
E si dia il caso che solo le figlie femmine possano ereditarle. Fammi
indovinare, dalla tua bisnonna in poi nella tua famiglia sono nati solo
maschi, eh? ‘’
‘’ Mhm… si. ‘’
‘’ Allora , cara, sei un caso più unico
che raro! Ali ereditate da un discendente maschio! Mai successo. Solo
che , data la natura delle fate… capisci, non esistono fate
di sesso maschile… il tuo corpo reagisce a questo poterein
una maniera un po’… particolare.
‘’
‘’ Gran bel potere, non trovo alcuna
utilità nel trovarmi bloccato in questo corpo, specie
durante le missioni. ‘’
Ed era vero: da donna era bella, una bomba sexy diceva suo fratello, ma
nella pratica… era inutile.
Aveva notato come i suoi movimenti fossero più impacciati, e
come fosse meno forte negli attacchi diretti.
‘’ Dolcezza, da un grande potere derivano grandi
responsabilità – fu il commento della strega
– Ma toglimi una curiosità: mica tu quando ti
trasformi, combatti? ‘’
‘’ E cosa dovrei fare, ballare?
‘’
Malefica roteò gli occhi, come esasperata.
‘’ Ma cosa mi tocca sentire! All’Agenzia
non ti hanno insegnato nulla sulle fate? Loro non combattono! Mai! La
loro costituzione è troppo delicata per gli scontri corpo a
corpo, ed usare le armi non è assolutamente nel loro DNA.
Anzi, hai mai provato ad usare una pistola, quando sei
trasformato?’’
‘’ Sì, ed ho una pessima mira.
‘’
‘’ Questo perché le fate hanno ribrezzo
delle armi. ‘’
Ludwig si massaggiò gli occhi. Cara
bisnonna, ma non potevi essere, che dire, una semidea della guerra come
Elizabeta?
‘’ E allora cos’hanno di
utile?’’ chiese il tedesco.
‘’ La lingua ammaliatrice – disse
Malefica – Con quella, ti fregano. E più
è potente, più sono in grado di farti fare
qualsiasi cosa. ‘’
‘’ Quella ce l’ha mio fratello.
‘’
‘’ Ma non ha le ali, giusto? ‘’
‘’ Ehm… no, lui non ti trasforma.
‘’
‘’ Peccato – commentò il
coniglio – In pratica sarebbe stato come una fata purosangue.
Senza l’immortalità e la passione per gli
spettacoli alla Real Time. Le fate se non fanno qualcosa dando
spettacolo, non sono contente. ‘’
‘’ Ma oltre alla lingua ammaliatrice? –
chiese Ludwig – Le fate hanno solo questo potere?
‘’
‘’ Beh no, hanno le ali. Il potere di una fata sta
tutto là. Più sono belle o appariscenti,
più la fata è potente. Mica servono solo per
volare! Producono una speciale polvere che spezza gli incantesimi. E
poi… mhm… oh sì… le fate
possono alterare la realtà. Hai presente la fata madrina di
Cenerentola? O le tre madrine di quella smorfiosetta di Aurora? Ecco,
stiamo lì. ‘’
‘’ E’ tutto molto interessante
– disse Ludwig – Ma tu perché
me lo stai dicendo? Non certo per farmi una lezioncina di antropologia
culturale. ‘’
‘’ Beccata. Sai, forse c’è
vita in quella testolina bionda… comunque, passando a cosa
serie… sarei interessata ad averti come allieva. O allievo,
come preferisci. ‘’
‘’ Perché? ‘’
‘’ Perché Emma è stata un
totale fallimento – ammise controvoglia Malefica –
E non mi va di andare in pensione sapendo di aver avuto una sola
allieva megalomane e demente. Inoltre, le margherite qui stanno
emanando un profumo simile al siero della verità, e anche se
non volevo ti ho detto tutto quello che mi passava per la testa.
‘’
‘’ Merda. ‘’
‘’ Hai perfettamente riassunto la situazione. Ora,
sperando che non ci siano altre rivelazioni choc o strappalacrime da
fare… quello lì che sta ballando come un
deficiente è il tuo amico? ‘’
Mondo Umano
Ospedale San Peter
L’incantesimo
del sonno che lei aveva eseguito aveva avuto effetto…
peccato che fossero intervenuti due guastafeste a salvare i ragazzi!
Ora Emma era bloccata nella stanza con uno dei due, e storse la bocca
mentre osservava il ragazzo che le si era posto davanti.
Un biondino piuttosto alto con gli
occhiali e un'espressione seria.
Scrollò le spalle: nulla di che.
Si sentiva leggermente irritata che
un mister nessuno avesse deciso di frapporsi tra lei e le sue due
prede, ma era ancora in tempo per prenderle.
"Non so chi tu sia ragazzino, ma ti darò un consiglio:
lasciami passare se non vuoi fare un brutta fine. "
" No " fu la risposta del biondino, che evidentemente aveva voglia di
fare l'eroe.
Ah giovani moderni. Ma nessuno capiva che essere eroi comportava sfighe
a non finire ?
Basti vedere Sigfrido per farsi
passare completamente la voglia di imprese e compagnia bella.
'' Vuoi morire da eroe? Classico di voi uomini."
" No...ti fermo"
Qui Emma dovette trattenersi dal
ridergli in faccia.
Non era un comportamento da signora, dopotutto.
" E come vorresti farlo, mio monosillabico amico? ''
" Così. "
E prima che Emma potesse rendersene conto il biondo portò le
due mani in avanti e un'ondata di neve e ghiaccio so abbatté
contro di lei.
Furono solo i riflessi e le abilità sviluppatesi dopo secoli
e secoli che le fecero alzare una barriera e la protessero dall'attacco.
" Ma che diavolo...?!" fu l'unica
cosa che riuscì a dire, prima che l'altro cercasse di
imprigionarla in una torre di ghiaccio.
Con un gesto della mano la belga ruppe le mura, prima di guardare con
nuovo interesse il suo avversario.
Bella sorpresa, una regina delle nevi uomo le mancava.
Quasi le dispiaceva aver mandato Malefica a Wonderland, le sarebbe
piaciuto vedere la sua faccia.
'' Regina delle nevi, eh? Probabilmente una delle tue antenati era una
mia amica . Forse, in virtù di questa amicizia, ci
andrò morbida con te."
" O io con te."
" Credimi di poter competere con me, che ho creato le Regine delle
nevi? Io conosco i vostri poteri meglio di voi. Conosco i vostri punti
di forza... e i vostri punti deboli."
Berwald sentì un brivido lungo la schiena, mentre l'altra lo
osservava con un leggero scintillio negli occhi.
L'attimo dopo due tigri di fiamme viola presero forma dietro alla
strega, ruggirono e si fiondarono addosso allo svedese, che non
poté fare altro che cercare di schivare gli attacchi di quei
due gattoni extra large.
" Oh, andiamo, non vuoi giocare con i miei cuccioli?" lo
provocò Emma ridendo.
Ovvio che il fuoco fosse il suo punto debole. E gran bel addestramento
aveva ricevuto da Sadiq, che non si era mai preoccupato della piccola
eventualità di trovarsi faccia a faccia con un pirocineta o
una strega come Emma!
Ma doveva mantenere la calma e, per prima, a cosa, tenere lontana la
strega da Tino e i ragazzi.
Congelò la porta , ed evito un attacco delle due tigri,
abbassandosi appena in tempo.
Dopodiché si alzò e corse incontrò ad
una delle due. Questo sembrò coglierla di sorpresa, ma
subito si riprese e gli venne incontro a sua volta.
Quando furono vicini Berwald si chinò, congelò il
pavimento e slittò in mezzo alle zampe della creatura.
Una zaffata d'aria calda gli centrò il viso e gli
seccò la gola, ma subito si rialzò e
puntò su Emma. Era la più classica delle
strategie: non puoi sconfiggere le creature? Punta al loro padrone.
Peccato che si fosse dimenticato dell'altra tigre, che subito gli
piombò davanti ruggendo.
" Davvero amico? - fece Emma - Credi che sia così
sprovveduta da rimanere qui, a farmi le unghie, lasciandoti la
possibilità di attaccarmi?"
'' In verità... si."
" Bah, hai conosciuto troppe streghe
come Malefica. Io faccio parte della nuova generazione , di quelle che
piuttosto che fare io monologo da cattivone prima fanno fuori la
principessa e il suo cavaliere. Io sono la novità che presto
spazzerà via il vecchiume! A cominciare da te.."
Lo svedese roteò gli occhi. Davvero Vargas era stato con una
tipa simile? Come aveva fatto a non capire che fosse una strega ? ! Ma
non era quello il punto cruciale: come liberarsi di quei due milioni
troppo cresciuti, senza finire arrostito? Uno era alle sue spalle,
l'altro di fronte.
Poi, gli venne un'idea. Cosa succede quando due fuochi si incontrano?
Scoppiano oppure...si annullano? Non lo sapeva, ma perché
non provare ?
All'istante creò una sfera di neve e la buttò
addosso alla tigre, centrandola in pieno muso. Ripetè
l'operazione un paio di volte prima fino a ché non
colpì la creatura in pieno orecchio. Questa reagì
ruggendo infastidita.
" Ehi tu! - urlò, attingendo al proprio Mathias interiore e
urlando – Sai… sei brutto! Brutto
sì… meglio… le tigri!
’’
L'animale ruggì indignato prima di corrergli contro.
Berwald creò una pista di ghiaccio e scivolò
verso l'altra tigre, mentre lanciava una ventata di ghiaccio contro
quella dietro per creare una cortina di nebbia che la nascondesse.
" Ehi, tu ! - urlò all'altra tigre –
sai… somigli… a un topo!’’
L'altro essere ruggì e gli si fiondò contro,
ignaro che si stava lanciando anche contro l'altra tigre.
Purtroppo , quando le due tigri si scontrarono, le fiamme non si
estinsero. Al contrario , si unirono per diventare una sola, grande
tigre.
" Mhm...bel trucco eh? - intervenne
Emma - Vedi, non sono stupida. Le mie creature sono create per poter
far fronte a qualsiasi anomalia o...cambio di strategia. Sono
versatili. Come me! Dovrai inventarti qualcosa di meglio per aver la
meglio su di me."
" Perché sei ancora qui...se puoi...andartene?"
" Non lo sai? Prima di mangiare, fa sempre piacere assistere a uno
spettacolo. "
Forse fu il tono usato, oppure il fatto che per quella strega uccidere
qualcuno non significava assolutamente nulla, oppure ancora che non lo
riteneva nulla di più che un semplice spettacolo, fatto sta
che Berwald sentì una rabbia insormontabile crescergli nel
petto. All'istante l'atmosfera si fece più fredda e il fiato
cominciò a uscire come nuvolette condensate. La tigre
ruggì, solo che stavolta pareva più un ruggito di
dolore, mentre sempre più vapore usciva dalla sua sagoma.
" Ma cosa...?" fu l'unica cosa che riuscì a chiedersi Emma,
prima di spostare lo sguardo su Berwald. Il ragazzo si era rialzato e
ora stava guardando con aria decisa e molto, molto arrabbiata in
direzione della strega.
"Io... ti fermerò..." fu
l'unica cosa che disse lo svedese, anche se era stanco, debole e in
svantaggio rispetto alla sua avversaria.
" No, non puoi. Il fuoco scioglie il ghiaccio. Sempre."
" Ed è qui che ti sbagli - intervenne una nuova voce
– Il ghiaccio
può bloccare anche il fuoco. Sempre se si è in
grado di controllare lo Zero Assoluto."
Emma si pietrificò, sinceramente sorpresa. Una figura eterea
cominciò a formarsi accanto a Berwald, ma anche se i suoi
tratti non erano distinguibili, lei riuscì comunque a capire
chi fosse.
'' Elsa? Tu qui? Ma dovresti essere morta! Stecchita! Insomma... tu non
fai neppure parte di questo libro. Come diavolo fai ad essere qui
adesso? Sei un fantasma? "
Berwald vide l'immagine farsi più nitida, e diventare una
donna dai capelli biondi ed un espressione seria. Indossava un abito
blu ghiaccio e al polso aveva un amuleto simile a quello di Tino.
Chissà perché gli sembrava che gli assomigliasse
un po'...
" Certo che non sono un fantasma.
Almeno, non nel senso classico del termine. Sono qui grazie a questo
– disse, mostrando l’amuleto che aveva al polso
– Dal momento che tu di amuleti non te ne indenti,
né di magia bianca, non perderò tempo spiegandoti
a cosa serva. Anzi, credo che non ci capiresti neppure un
granché. Ti dico solo una cosa: ora che sono qui, ho due
obiettivi. Il primo, rintracciare il proprietario dell’altro
amuleto gemello. E secondo… sconfiggerti.
‘’
La belga era spaventata.
Questo non lo aveva previsto, c'era il rischio che il suo piano andasse
a rotoli.
"No, non è possibile... stai vaneggiando! Non so cosa tu
sia, ma ti sconfiggerò, e sconfiggerò anche
questo ragazzino! I giochi sono durati anche troppo!" e
schioccò le dita. All'istante altri fuochi viola si accesero
attorno ai combattenti, solo che stavolta sembravano fare molta
più difficoltà a condensarsi e a prendere forma.
Ma successe qualcosa di incredibile: i fuochi divennero dei piccoli
blocchi di ghiaccio e si schiantarono a terra finendo in frantumi .
" Come hai fatto?" ringhiò Emma.
‘’ Te
l'ho detto...lo Zero Assoluto. Ci ho impiegato anni prima di riuscire
ad esercitarlo, ma vedo che sono stati anni ben spesi."
" Il fuoco non è la mia
unica arma."
" Ma qualsiasi altro elemento cede al ghiaccio."
Emma strillò mentre richiamava tutti gli elementi del suo
arsenale magico contro la regina di ghiaccio: fulmini, alberi, terra,
acqua, aria, lava.
Ma ciascuno di essi si congelava e cadeva a terra distruggendosi in
mille pezzi. Elsa osservava con cipiglio severo la strega.
Nel frattempo Berwald aveva il suo bel da fare contro la gigantesca
tigre di fuoco viola, che non sembrava proprio aver voglia di
scomparire, ma memore di quanto gli aveva detto prima lo svedese
sembrava più che intenzionata a ridurlo in poltiglia.
'' Usa lo Zero Assoluto ragazzo - gli disse Elsa, mentre combatteva
contro Emma - So che sei in grado di farlo. Sei un mio discendente,
dopotutto."
" Io..."
" Concentrati. Non sei solo forza bruta li. Il ghiaccio è
grazia, può essere controllato."
Bella sfida per uno che da
quand’era nato considerava da sempre i suoi poteri come una
maledizione.
E poi… Grazia? Lui che doveva usare il suo potere con grazia?
Lui che Sadiq non faceva più avvicinare alla credenza con le
porcellane nel suo ufficio perché l'ultima volta ne aveva
per sbaglio distrutto metà avrebbe dovuto usare i suoi
poteri con grazia?
Se Mathias avesse sentito quella frase sarebbe scoppiato a ridere...
No! Lui doveva farcela! Anche perché, non aveva altra
scelta, specie se voleva sconfiggere quel bestione di fuoco.
Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro mentre immaginava tutte le
cose più fredde che gli potessero venire in mente: il mare
del nord, le serate d'inverno in Svezia, quando si era rotto il
riscaldamento all'Agenzia la notte di Capodanno, le mani di Lukas
quando gliela aveva dovute stringere, le partite a palle di neve con
Mathias quando erano bambini.
Ma quei pensieri comportavano un prezzo, e non solo
l’ambiente si faceva più freddo, ma anche dentro
di lui, lì dove c’era il cuore.
Elsa sorrise, anche se sembrava un po’ preoccupata.
" Bisognerebbe correggere ancora qualcosa, ma hai capito la tecnica.
Ora, puoi affrontare ad armi pari il tuo avversario."
" Cosa? Eh no, non se ne parla ! Cucciolo, vieni qui! "
La tigre torno da Emma, che si sedette sul suo dorso come se niente
fosse.
'' Ho perso già abbastanza tempo per giocare con voi.
Cucciolo, sfonda la porta di ghiaccio e andiamo a prendere il pranzo.
Io le loro anime e tu i corpi, va bene? "
La tigre ruggì e si fiondò contro la porta, ma
all'istante un ulteriore muro di ghiaccio si formò di fronte.
L'essere andò a sbatterci
col muso contro e si ritirò con un miagolio di sorpresa. "Ma
cosa...?!"
"Hai esitato troppo Emma, ormai lui
ha capito come usare lo Zero Assoluto. Non riuscirai a sfuggirgli!
‘’
'' Io non esito mai! Seguo solo delle precise scelte strategiche!"
" Ma davvero? E la tua strategia cosa ti suggerisce di fare ora , dal
momento che sei finita?"
" Chi lo ha detto, cara?"
Con uno schiocco delle dita, fece
apparire il libro delle fiabe, e si mise a sfogliarlo.
" mhm...chissà a che pagina stanno i giganti "
Ma il libro ,per volere di Elsa e del suo discendente, si
tramutò in ghiaccio e sfuggì dalle mani della
strega.
Si ridusse in mille pezzi, e la sua distruzione causò
un’onda d’urto di magia che coinvolse i tre
presenti e che si disperse per la cittadina.
Emma andò nel panico.
‘’ Oh cavolo, questo non doveva
succedere… affatto… ‘’
‘’ Cos’è, hai paura?
‘’
‘’ Senti bella, si è appena liberata una
magia che era stata incanalata per più di seicento anni.
Tutti gli utenti di magia qui presenti… Beh dai hai capito,
non c’è bisogno che lo dica
io.’’
Elsa inclinò la testa, con fare innocente, e
disse:’’ No, non ho capito. Saresti così
gentile da spiegarmelo? ‘’
‘’ Che stronza… lo hai capito benissimo,
ma vuoi sentirmi dire che ora siamo sovraccarichi di magia e che
probabilmente nessuno di noi tre può più
controllare la sua magia. E questo vuol dire…
‘’
‘’ Che te ne devi andare ‘’
disse molto tranquillamente l’altra donna, meritandosi
un’occhiataccia di fuoco da parte della strega.
Emma odiava dover ammettere la sconfitta (specie di fronte a un
novellino e a una specie di fantasma) ma sentiva già
qualcosa che non andava coi suoi poteri, e la creatura sotto di lei
stava perdendo consistenza.
Doveva andarsene, se voleva mantenere un briciolo di dignità
e di reputazione come strega figa.
‘’ Tsk… io per questa volta lascio
perdere tutto. Ho ben altri piani in mente, che sicuramente avranno un
ottimo esito! Le profezie non sbagliano mai, del resto. Ed io ho una
profezia dove sono protagonista indiscussa !’’
‘’ Di quale profezia stai…
‘’
‘’ Ergo – continuò la strega,
ignorandola - Tenetevi questa città e quei due ragazzini.
Per me, sono inutili. ‘’
Emma ringhiò come un gatto mentre borbottava sottovoce la
formula del teletrasporto che l'avrebbe riportata a casa.
Lanciò un ultimo sguardo di fuoco a Berwald. Questo era
avvolto da una luce azzurra che tendeva al bianco. In controluce
sembrava che i suoi vestiti avessero cambiato foggia. diventando quelli
di un principe... o di un re?
" Per questa volta l'hai avuta vinta tu, ragazzino, ma non pensare che
sia finita qui! La profezia mi ha destinato a grandi cose e
né tu, né tantomeno la ridicola Agenzia di cui
fai parte potrete fermarmi! "
La strega scomparve, lasciando i due da soli. Lo svedese
rischiò di svenire, ma prontamente Elsa lo riprese tra le
sue braccia.
‘’ Mi dispiace dirtelo proprio ora… ma c'è
un problema..."
" Ancora?"
" Beh si...ormai le creature magiche non hanno più una casa,
con il libro distrutto. Rimarranno tutte qui. L'Agenzia avrà
un bel po’ di lavoro da fare. A meno che..."
"A meno che..." domandò esitante Berwald, che già
credeva di sapere cosa l'altra voleva dirle.
"Beh, potete portarveli tutti dietro
all'agenzia. Tanto, di spazio ne avete. Dovrete solo ospitarli per un
po' prima di trovare il posto adatto dove inserirli"
Lo svedese impallidì al pensiero di avere tutti quei matti
all'agenzia. Non osava immaginare come avrebbe reagito Sadiq.
"Altra possibilità?" domandò speranzoso.
" Farli vivere qui. La città sembra carina, e molto
ospitale. E ci sono molto spazi verdi, adatti per orchi e giganti. I
cattivi non sono poi così cattivi, se vengono lasciati in
pace. Tremosine per esempio è molto simpatico. "
Lo svedese non sembrava del tutto convinto. Però, la
questione delle creature delle fiabe libere lasciava spazio ad un altra
questione: Tino. Ora che era libero, cosa vorrà fare?
C’erano tante domande che si affollavano nella sua mente, ma
non riuscì a formularne in maniera concreta neppure una, che
perse i sensi.
L’ultima cosa che gli parve di sentire, fu la voce di Tino
chiamare il suo nome…
Wonderland
Campo delle Margherite
‘’
Feliciano… ‘’
‘’ Luddy, finalmente sei qui! Vuoi ballare anche
tu? ‘’chiese raggiante il ragazzo, continuando a
saltellare come un ossesso.
Le signore margherite erano assai simpatiche, e avevano una voce
bellissima! E sapeva cantare persino Maria Callas!
Loro sì che erano dei veri talenti! Al nonno sarebbero
piaciute tanto,e probabilmente le avrebbe monopolizzate per farsi
cantare tutta la discografia di Pavarotti!
Si stava divertendo tanto! Solo, perché il suo amico (o
amica? Era difficile capirlo quando qualcuno che conosci può
cambiare sesso a piacimento )era tanto irritato? Aveva fatto qualcosa
di male? E perché un coniglio nero col panciotto lo stava
seguendo?
‘’ Lo abbiamo perso – disse il coniglio. Wow
forte, un coniglio parlante! C’era davvero di tutto in quel
mondo – Sicuramente
si sarà fatto abbindolare dalla voce di una di queste
smorfiose. Ti consiglio di cercarti un altro principe azzurro,
cara.’’
‘’ Non è il mio principe azzurro
– ribattè stizzito Ludwig – E no, io non
me ne vado senza di lui! ‘’
‘’ Ve… allora vieni a ballare con me!
‘’
‘’ No Italien. Dobbiamo tornare al nostro lavoro,
ricordi? ‘’
‘’ Abbiamo un lavoro? ‘’ chiese
lui, inclinando la testa.
Una delle margherite rise di gusto, e disse: ‘’ Un
lavoro ben noioso, mio caro. Resta con noi, sicuramente è
più divertente. Ci piace tanto guardarti ballare.
‘’
‘’ Ma Luddy… ‘’
‘’ Può ballare con te, non vediamo alcun
problema. ‘’
Il tedesco scosse la testa, e con un sorriso forzato (strano, con
Feliciano riusciva sempre a sorridere molto liberamente!)
disse:’’ Non sono bravo a ballare e …
‘’
‘’ Un momento – l’interruppe
una delle margherite – Sei una fata? Mi sembra di vedere le
tue ali. ‘’
‘’ Visto ? Lo hanno detto pure loro!
‘’ esclamò il coniglio, soddisfatto.
‘’ Ma dove diavolo le vedono queste ali…
- borbottò Ludwig, per poi dire – Sentite, non
sono una fata. Non del tutto, intendo. Discendo da una fata,
però. ‘’
‘’ Che grado di parentela? ‘’
chiese la margherita al centro del gruppo.
‘’ Bisnonna. ‘’
‘’ E hai le ali… wow, sei incredibile.
‘’
‘’ Grazie per i complimenti, ma… il mio
amico ora deve venire con me. ‘’
‘’ Oh… ma deve proprio? Ci stava
divertendo così tanto. ‘’
‘’ Sì, deve! ‘’
disse il tedesco, con un tono che non ammetteva repliche. Era
così autoritario! Come un militare. Anche da donna!
Ed era bello, in tutte e due le sue forme.
E più lo guardava, più sentiva il desiderio di
voler ballare con l’amico.
‘’ Va bene Lud… ma prima balliamo!
‘’ esclamò l’italiano, che
senza troppi complimenti lo prese per un braccio e lo
trascinò nella sua folle danza.
‘’ Ecco, adesso ho perso pure la mia probabile
allieva – disse il coniglio, inacidito – Odio
Wonderland.’’
‘’ Non essere acida – disse una
margherita – E goditi lo spettacolo! Non è mica
cosa da tutti i giorni vedere due innamorati ballare, dimentichi del
resto del mondo. ‘’
‘’ COME VE LO DEVO DIRE? –
urlò rosso in viso Ludwig - LUI NON E’ IL MIO
RAGAZZO!’’
‘’ Che carina… è nella fase
della negazione! ‘’
‘’ Davvero adorabile, sorelle.
‘’
‘’ Non vedo l’ora di poter partecipare al
loro matrimonio! ’’
‘’ Io le ammazzo tutte ‘’ disse
il tedesco, più a sé stesso che a Feliciano che,
ahi lui, era completamente partito per altre lande.
Bisognava rimettergli un po’ di sale in zucca con il buon
vecchio metodo militare!
‘’ Mi dispiace Italien, questo farà
più male a te che a me… ‘’
Le margherite guardarono inorridite lo spettacolo che le si
parò loro davanti.
‘’ Non può essere… lo sta
schiaffeggiando!’’
‘’ E molto violentemente, sorella! Urgh…
quel calcio era forte! Povero Feli! ‘’
‘’ Ma… da dove ha preso quella clava? O
mio Dio, non posso guardare! ‘’
La sola a non sembrare affatto turbata, era Malefica, che sembrava
divertirsi un mondo.
‘’ Cavolo! – esclamò
l’ex strega – Dove sono i pop corn? Questa
è una scazzottata coi fiocchi! ‘’
‘’ Sei senza cuore. ‘’
‘’ Sì sì dolcezza…
intanto questa qui deve essere assolutamente la mia prossima allieva!
Ha carattere! ‘’
‘’ Crudele! Io non posso guardare!
E’… è… ‘’
‘’ Tsk tranquilla – commentò
Malefica, ghignando – Ha finito. Lo ha messo completamente
k.o’’
Ludwig, trascinando un Feliciano pesto e intontito per la collottola
della camicia, si avvicinò al gruppetto.
‘’ Bene, ora che finalmente il mio amico ha ripreso
un po’ di buon senso… sapete dirci dove si trova
lo specchio? ‘’
‘’ Quale specchio? ‘’
‘’ Quello che può farci tornare a casa
– precisò Ludwig – Insomma, che collega
Wonderland al mondo umano. ‘’
‘’ Ahhhhh… quello specchio…
beh, ce l’ha la regina di cuori. Non so se ti conviene andare
da lei perché…sai … non ci sta tanto
con la testa. ‘’
‘’ Sì conosco la storia –
l’interruppe Ludwig – La regina di cuori
vorrà la mia testa e cercherà di ammazzarmi.
Normale routine insomma. Malefica, andiamo. ‘’
‘’ Vengo vengo… e non darmi ordini
biondina! ‘’
Mondo Umano
Ospedale San Peter
Sentiva
caldo. Un caldo piacevole, in netto contrasto con il freddo che gli era
penetrato sin dentro le ossa.
Era piacevole stare lì. Quasi non si voleva
svegliare…
‘’ Guarda che baciarlo non è necessario.
‘’
‘’ Ma non si sveglia! ‘’
Berwald lentamente riaprì gli occhi, ritrovandosi tra le
braccia di Tino… e con il viso del finlandese a pochi
centimetri dal suo.
‘’ Io ora lo bacio e… oh, ti sei
svegliato! Come ti senti? ‘’ chiese il biondo,
accorgendosi del risveglio dell’amico.
Lo svedese arrossì fino alla punta dei capelli, sentendo il
cuore che gli batteva forte fino a scoppiargli.
Troppo vicino, troppo vicino! Lui
fece per alzarsi, ma ebbe un mancamento e quasi svenne di nuovo.
‘’ Non così in fretta – lo
riprese Tino – Il tuo corpo si sta ancora riprendendo
dall’aver utilizzato lo Zero Assoluto. ‘’
‘’ Era una situazione d’emergenza
– disse solo Elsa – Era necessario.
‘’
‘’ Stava per morire assiderato!
‘’
‘’ Ma tu lo hai salvato. ‘’
‘’ Sei esasperante come seicento anni
fa!’’
‘’ Ironico, stavo per dire lo stesso di te!
‘’
Berwald si sentiva ancora la testa pesante, e non capiva
perché Tino all’improvviso fosse tanto scontroso
con Elsa.
‘’ Cosa… succede? ‘’
chiese, mentre si sentiva la testa scoppiare.
Elsa sospirò, e rispose:’’ Vecchi
rancori, mio caro. Più da parte sua che da parte
mia.’’
‘’ Hai usato mia sorella come tutte le altre.
‘’
‘’ Scusa, ma chi te lo ha detto? –
ribattè gelida lei – Non
dirmi che hai passato questi seicento anni credendo che abbia trattato
tua sorella come tutte le altre! ‘’
‘’ Perché, non è
così?’’
‘’ Certo che no! – sbottò
indignata Elsa – Noi ci siamo sposate! E ha fatto da madre,
splendidamente aggiungerei, ai figli che avevo avuto da una precedente
relazione che… mhm… Ok,
questa è un’altra storia che assolutamente non
ha alcuna attinenza con noi… quello che sto cercando di
dirti, è che io e lei abbiamo vissuto insieme una vita
bellissima. Felici.
‘’
‘’ Ah… vuol dire
che…’’
‘’ Che tutte le tue paure erano infondate
– continuò l’ex regina dei ghiacci
– Completamente, aggiungerei. ‘’
‘’ Io… non so che dire…
‘’
‘’ Se non mi credi, prendi questo – gli
disse lei, porgendogli l’amuleto che le aveva permesso di
presentarsi in quel tempo – Contiene tutti i ricordi della
vita che Ada ha vissuto con me. Sperava che un giorno lo avessi tu. Non
ha mai perso la speranza che, un giorno, tu saresti tornato nel mondo
umano. A quanto pare, aveva ragione. ‘’
Tino sgranò gli occhi, e con la mano tremante prese
l’amuleto.
‘’ Io… io non so se voglio vedere o
meno. ‘’
Elsa scrollò le spalle, e disse:’’ Fa
come vuoi, la decisione spetta a te. Io sono qui solo per
consegnartelo. Ada me l’ha dato per questo.
‘’
‘’ Lei è…
‘’
‘’ In paradiso, ad aspettarmi. Non sai quanto
è irritata dal non vedermi arrivare. Son seicento anni che
aspetta. ‘’
‘’ Quindi – intervenne Berwald
– Sei veramente un fantasma. ‘’
‘’ Non mi definirei così, e sarebbe
piuttosto riduttivo d’altra parte. Sono… un
messaggero, ecco – precisò Elsa – Dovevo
consegnare questo amuleto al suo legittimo proprietario, e
l’ho fatto. Adesso, posso anche andarmene in pace.
‘’
La sua immagine cominciò a tremolare, e lei sorrise.
‘’ Sembra che sia arrivato il momento –
disse semplicemente, cominciando pian piano a svanire –
Beh, Tino… ti lascio in mani sicure. Ti do un ultimo
consiglio: goditi questo nuovo mondo. ‘’
‘’ Elsa… ‘’
‘’ Sì?’’
‘’ Saluta Ada da parte mia. ‘’
‘’ Certamente… le dirò che vi
rivedrete tra molti anni, ok?’’
‘’ Sì… minimo
cent’anni. ’’
Elsa parve contenta della risposta ricevuta, e
disse:’’ Vivi bene, Tino. Ah… ora che
gli amuleti sono insieme, scoprirai che hanno altri poteri…
piuttosto interessanti.’’
E dopo aver detto ciò, scomparve
del tutto, lasciando i due ragazzi da soli.
Era tutto risolto? Magari…
Di problemi ce n’erano altri:
dovevano trovare un modo per far cessare il panico in città,
spiegare al sindaco e allo sceriffo cosa era successo e convincerli ad
accogliere le creature magiche rimaste senza casa.
Ah… e dovevano ritrovare Beilschmidt e Vargas. Per
fortuna, almeno quello se lo poterono risparmiare.
‘’ Ci siamo persi qualcosa?
‘’ chiese l’agente Ludwig, entrando in
camera in quel momento.
Aveva ancora l’aspetto di una donna, ed era ricoperto di vari
tagli e abrasioni. Inoltre, aveva un vistoso occhio nero. Tuttavia,
Feliciano sembrava ancora più pesto di lui, col volto gonfio
e gli occhi neri quanto quelli di un panda.
‘’ Cosa vi è
successo?’’ chiese lo svedese, vedendo come i suoi
due colleghi erano ridotti.
‘’ Lunga storia – disse solo Ludwig
– Abbiamo avuto il nostro bel da fare a Wonderland, tra
cappellaio matto, regina di cuori… tutto per riuscire a
trovare lo specchio che ci avrebbe riportato a casa! ‘’
‘’ Già – disse Feliciano
– Lud ha chiesto di essere riportato dove
c’era il libro delle fiabe da distruggere. Io
non ci ho capito molto… a dire il vero, mi sa di essermi
perso un bel po’ di cose. Tipo, quel simpatico coniglio che
era con noi…‘’
‘’ Non preoccuparti, Italien. Succede anche ai
migliori di noi. ‘’
‘’ A proposito Lud…
‘’
‘’ Ja?’’
‘’ Non dovremmo festeggiare?’’
‘’ Perché? ’’
‘’ Ve.. adesso la regina di cuori sei tu!
– esclamò il più piccolo –
L’hai spodestata, sconfitta… insomma, ti ha ceduto
la corona! ‘’
‘’ Già… a proposito, meglio
se quello che è
successo a Wonderland con la regina di cuori rimanga tra noi,
ja?’’
Feliciano inclinò appena la testa, sbattè le
palpebre un paio di volte, e chiese:’’
Perché? Sei stato fantastico! E sei una regina! O re, ve?
‘’
‘’ Feli, se mio fratello lo viene a sapere, mi
prenderà in giro a vita. Credimi, non voglio rischiare.
‘’
‘’ Oh… non capisco.
‘’
‘’ Meglio così, italien. Meglio
così. ‘’
‘’ Ve… però ora che ci
penso… non riesci ancora a tornare uomo?
‘’
‘’ Ehm… forse ora è meglio se
non tenta di usare i suoi poteri (di qualsiasi natura siano)
– intervenne Tino , attirando la loro attenzione –
C’è stato un sovraccarico di magia, poco fa.
Chiunque abbia dei poteri, è meglio se non li usa. Non qui,
almeno.‘’
‘’ Perfetto… - borbottò
Ludwig - Ho una domanda: tu
chi sei? ‘’
‘’ Sono Tino, e sono un amico di Berwald. E se
volete, vi racconterò tutto quello che è successo
mentre non c’eravate. Sembrate parecchio… confusi.
‘’
‘’ Oh non ne hai idea. ‘’
‘’ Ve… posso stendermi a letto? Non mi
sento tanto bene. ‘’
‘’ Uhm certo… allora, da dove comincio?
Ah sì… il libro… ora che è
stato distrutto, temo che l’Agenzia avrà un gran
bel da fare con questa città. ‘’
‘’ Come se fosse una novità –
commentò Ludwig, sospirando – Dopo
chiamerò Sadiq… sperando che Romano non abbia
distrutto tutto. Di nuovo. ‘’
‘’ Non ho idea di chi sia questo Romano…
comunque, ci sono un paio di cose che dovreste sapere…
‘’
"Possiamo aspettare? - chiese Feliciano, sbadigliando - Sono
cooosì stanco. Mi pare di aver corso per anni."
"Abbiamo troppo da fare, Feliciano."
"Il resto può attendere. Dopotutto, che fretta
c'è?"
Ludwig stava per rispondergli il nostro lavoro è la
priorità, dobbiamo occuparci di queste creature ma
uno sbadiglio mise fine sul nascere alla sua frase ad effetto.
Feliciano sorrise trionfante.
"Visto? Anche tu sei stanco. Su dai, risposiamo: per un'oretta mica
verrà la fine del mondo."
"In un'ora si vince o si perde una guerra."
"Non essere fatalista - commentò l'italiano - Il tempo lo
abbiamo, ve... "
"No, non abbiamo tempo. Lo abbiamo perso in giro per Wonderland e..."
"Ssshhhhh - fece l'italiano, posandogli un dito sulla bocca - Ve... non
ci pensare. Abbiamo bisogno entrambi di una siesta."
"No."
"Ve... sì. O vuoi che ti ricordi il tuo scontro con la
regina rossa?"
A quel punto il tedesco rabbrividì. No, meglio non ricordare
quello che era successo con l'ormai ex regina. Scosse la testa e
disse:"Solo dieci minuti, non di più. Poi andremo dal
sindaco."
" Ve... sì! Grazie!"
Ludwig sospirò. Che bel compagno si era scelto. In futuro le
loro missioni non saranno affatto facili. Ma di che si stupiva?
Dopotutto, lavoravano per l'Agenzia.
Eh già, il mondo era proprio al sicuro. Era in mani
così capaci...
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