Reverse Falls- {Un demone si può innamorare?}

di verystar02
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - ***
Capitolo 2: *** B ***
Capitolo 3: *** I ***



Capitolo 1
*** - ***


«NURUTER YAM I TAHT REWOP TNEICNA EHT EKOVNI I. NRUB OT EMOC SAH EMIT YM»

Non so se avete presente che quando Bill fu sconfitto e la sua forma fisica, slegata dalla sua anima, viene trasformata in pietra;  pietra che fatalità si trova ancora nella splendida citta di Gravity Falls.

Se è si allora mi sento obbligata a ricordarvi che, prima di essere distrutto, urlò una serie di vocaboli indistinguibili ed insensati che sentiti al rovescio recitano "MY TIME HAS COME TO BURN. I INVOKE THE ANCIENT POWER THAT I MAY RETURN!", ovvero "È arrivata la mia ora di bruciare. Invoco l'antico potere che io possa tornare!".

E se questi vocaboli recitati davanti alla statua lo posano far tornare in vita?
Chi sarebbe mai lo psicopatico da fare una cosa del genere vi chiederete...
E se fosse proprio la persona meno probabile?

Beh mi sembra dovuto dirvi che la storia da quando fu sconfitto Bill ha avuto abbastanza mutamenti, le persone sono improvvisamente cambiate, il carattere, il modo di fare, l'atteggiamento di ogni abitante della bizzarra cittadina è stato terribilmente sconvolto.

Stranezza altrettanto maggiore è che, i genitori dei Pines,  spediscono una lettera ai ragazzi nella quale  dicono che per motivi di lavoro, Maible e Dipper, saranno obbligati a rimanere tutto l'anno dai prozii Stan e Ford e frequentare quindi la scuola lì in compagnia degli amici conosciuti durante l'estate.

Oltretutto alcune voci hanno detto che sia diventato impossibile oltrepassare il confine della città e che chiunque ci provi viene polverizzato all'istante e ridotto in cenere.
Rassicurante vero? Vi dico solo che nessuno l'ha ancora provato, quindi potrebbero essere voci infondate, inventate per trasmettere terrore...

Ma se fosse vero? Se la città non volesse che nessun estraneo vi entri o che nessun abitante vi esca? Se ci fosse un conto insospeso, un segreto da svelare? Se il caro "signor sei dita" sapesse un segreto che solo Bill conosce riguardo la bizzarra Gravity Falls?

E ultima domanda...

Un demone si può innamorare?

Questo è il piccolo prologo della storia che state per leggere,
che alto dirvi...
Lasciate ogni speranza o voi che continuate...
E BUONA LETTURA<3

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Capitolo 2
*** B ***


Era giunta la notte nella tranquilla, ormai troppo tranquilla, cittadina di Gravity Falls.
Ormai è passata più di una settimana dal compleanno di Dipper e Mabel e quasi due da quando Bill venne sconfitto.
Già, Bill...
Sparendo il demone portò via con se tutte le stanezze che Gravity Falls aveva... Gli gnomi, i vari mostri, gli zombi e perfino gli unicorni sparirono insieme a lui, rendendo così la città normale come qualsiasi altra dell'Oregon.
L'estate sarebbe finita di li a poco, e se non fosse stato per la lettera che i Pines ricevettero dai genitori il giorno del compleanno, i "gemelli meraviglia" sarebbero dovuti tornarre nella loro casa, abbandonando così Gravity Falls e tutti gli amici conosciuti li...


La stanza era completamente immersa nel buio. L'oscurità veniva squarciata solo dalla luce della luna che, facendosi strada attraverso gli alberi, proveniva dall'enorme finestra triangolare. Il ragazzo piano piano entrò nella stanza. Avanzò a passi lenti e camminando sulle punte, come se non dovesse farsi sentire da un qualcuno che controllava i suoi movimenti.
Richiuse piano piano la porta, ma il rumore sembrò comunque un botto assordante.
La stanza ora s'illuminava soltanto quando uno dei tanti lampi di quella notte cadeva giù dalle nubi.
E di rumore se ne sentiva solo quando i tuoni accompagnavano quei lampi.
Si avvicinò silenziosamente alla sorella intenta a dormire, sedendosi accanto a lei nel suo letto e incominciando a passarle le mani tra i capelli delicatamente, come in una carezza.
Aveva appena finito di studiare isieme al prozio Ford, che gentilmente si era offerto di aiutarlo a prepararsi all'inizio dell'anno scolastico, che avrebbe dovuto affrontare dall'indomani, nella scuola statale di Gravity Falls...

Non sapeva dov'era, voleva solo urlare, gridare che anche lei è umana, che se cade si spezza, che è fragile, che finge ogni sorriso vero e che sanguigna se si taglia.
Le stelle nel cielo scintillano come lucciole, le nere cime dei monti si stagliano gigantesche contro il cielo ormai scuro; l’aria tiepida e profumata che caratterizza la fine dell'estate aleggia nell'aria, il bosco circostante è immerso nel silenzio e l'avvolge, l'ingloba in se, privandola di ogni possibile via di scampo, obbligandola a restare sola con i suoi pensieri.
Vorrebbe poter cadere, lasciarsi cullare da quella sensazione di tristezza che reprime per non far preoccupare i suoi amici, vorrebbe respirare a pieni polmoni e ridere di gioia, come succedeva poche setimane prima.
Cominciano a diffondersi le note incantate di una canzone sconosciuta, è la voce limpida di pianoforte che s’innalza, struggente, verso la luna... ma lei, lei non lo riesce a sentire, il suono arriva alle sue orecchie ovattato a causa delle lacrime che le pizzicano gli occhi implorando di scendere.
Vorrebbe solo scappare lontano nella terra dove non tramonta mai il sole e la notte è una festa continua ma nonostante tutta la forza che ci mette i suoi piedi nudi non si muovono.
E' bloccata, in piedi, nel centro di una radura, sente le gambe cedergli.
Mabel cade, impotente, sull'erba umida, le lacrime sulle sue guance, improvvise ma liberatorie, il freddo che le gela le ossa, e quella risata sconveniente e rabbiosa.
Quella risata vuota, ma piena di emozioni e ricordi.
Ride, mentre i suoi vestiti si riempono pian piano di fango, mentre i capelli vengono bagnati dalla pioggia che ha iniziato a cadere accompagnando la melodia del pianoforte che aumenta il suo volume di più, sempre di più, come se urlasse alla ragazza "ASCOLTAMI! STO SUONANDO PER TE!".
Poi alla melodia si udì anche una voce...
«...Well will mett again.
I don't know where, i don't know when.
Oh, but we will mett again.
Some sunny day...»
Mabel a quella voce cessò di ridere e alzò di impeto la testa, la riconosce e sentendola perde un battito...
Era lui... Bill.
Un espressione sbalordita era stampata sulla faccia della ragazza.
«Che succede piccola Mabel? Non sei forse contenta di vedermi? Infondo era un tuo desiderio, giusto?» Quella vista trafigge la ragazza come una pugnalata...lui dovrebbe essere morto...
«Andiamo, credevi davvero che fossi morto? Beh in realtà lo sono... ho perso la mia forma materiale, per questo sono dentro al tuo sogno, ma tu, tu puoi farmi ritornare, mi ha chiamato qua te, e dal mio regno sono giunto perchè hai bisogno di me, e in qualche modo, diciamo, io ho bisogno di te.» Disse porgendogli con galanteria un inchino.
Mabel rimase sbalordita, non poteva credere a quello che gli aveva appena detto la figura davanti a lei, Bill, il grande Bill, la causa dei suoi recenti problemi voleva aiutarla a risorverli?
«Certo che ne esistono di persone strani. Potresti ripescare dal subbuglio della tua codardia l’educazione, e almeno guardarmi in faccia.» Continua, piegandosi in avanti e cercando di abbassarsi quel tanto che basta per guardarla in faccia.
«Cosa devo fare per ottenere il tuo aiuto Bill?» Dice decisa guardandolo negli occhi.
«Ah! Ecco la Mabel determinata che cercavo, ci tieni tanto alla felicità del tuo fratellino a quanto pare, bene allora dovrai solo stringere un piccolo patto con me, un semplice, insignificante, patto...» Le disse il demone con quella sua voce deliziosamente roca di desiderio.
«Cosa vuoi in cambio di quello che già sai?» Chiede determinata allora la ragazza asciugandosi il residuo delle lacrime che le impiastricciavano le gote.
«Cosa voglio io non sono affari tuoi al momento, ma è una lista molto dettagliata e a tempo debito ti verrà detta, sappi solo che dovrai fare quello che ti dico, sempre se tu lo voglia realmente rendere felice... sai non è facile quello che mi hai chiesto, anzi...» Risponde con un sorrisetto maniacale prendendo una ciocca di capelli della ragazza in mano e iniziando a giocherellarci.
«Inizia col riportarmi a Gravity Falls ragazzina, per farlo ti basterà trovare il mio corpo, probabilmente trasformato in statua, e recitare delle parole che al momento non ricordo, ma che sono scritte in uno dei tre libri del mistero, trovale, appena mi avrai fatto resuscitare ti stringerò la mano ed il patto sarà fatto, ci stai?» Esclama ridendo e facendo una piroetta su se stesso.
«Ma come faccio? Il secondo dopo la tua sparizione se lo è ripreso Gideon...» Chiede Mabel confusa.
«Trova un modo per averlo, non sei stupida, e poi penso che Gideon abbia un debole per te... giusto?!» Replica lui, trattenendo una leggera risata.
«Mi piacerebbe continuare a chiaccherare con te ragazzina ma ho degli affari più importanti da sbrigare, e poi tra poco ti sveglierai, c'è qualcuno che deve parlarti. Credo che ci vedremo molto presto noi...Arrivederci stella cadente.»Sussurra concludeno. Le sue parole si perdono nel vento, così come lui, che si dissolve davanti ai suoi occhi, lasciandola nuvamente sola nella radura del suo sogno.







FanArt mia<3

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Capitolo 3
*** I ***


Non avrebbe mai pensato che avrebbe dovuto fare una cosa del genere nella vita, ma per l'amore che provava per suo fratello questo ed altro.
Quella mattina Mabel si svegliò con lo stomaco stretto, non aveva voglia di alzarsi dal letto, non aveva voglia di fare nulla.
Il silenzio sottile della mattinata, rischiarata dai primi raggi color pastello, era interrotto dal soffio di un tenuo venticello, che si insinuava dalle fessure della finestre, portando con se la notizia del nuovo giorno.
Il caldo era opprimente, come sempre, ma il venticello fresco che ogni tanto muoveva le foglie degli alberi, preannunciava l’arrivo dell’autunno, e con esso il ritorno a scuola.
Un’alba appena nata spuntava dalle piccole montagne che cicondavano la minuscola cittadina, rischiarando l'immenso cielo azzurro di un tenue giallo, creando splendide sfumature e giochi di luce.
Con svogliatezza e dopo aver elencato i pro e i contro dell'alzarsi Mabel decisè finalmente di abbandonare il proprio letto per adempiere al compito che quella notte le era stato meschinamente imposto.
Con i nervi a fior di pelle gurdò fuori dall'enorme finestra triangolare meditando sul da farsi.
L'aprì, respirò a gandi boccate l'aria proveniente da fuori, poi afferrò il telefono.
Dipper era già uscito, probabilmente Pacifica era riuscita come al suo solito a convncerlo di passare la mattinata con lei.
Anche se sembra che si odiano quei due si capisce che si vogliono veramente bene, se non altro. Sono così complicati. Lui orgoglioso e lei strana, a volte sensibile e a volte che mandava tutto a fanculo senza nemmeno pensarci, però dopo se ne pente, e fa di tutto per rimediare.
Ed anche questo preoccupava da tempo Mabel... non era ancora pronta a vederselo portare via da un'altra persona. Il gemello le aveva promesso che sarebbero stati insieme per tutta la vita e nonostante lei sapesse che ciò era impossibile in un qualche modo un pò ci sperava.
Nonostante tutto questo i suoi pensieri erano ben altrove.
Stringeva il piccolo cellulare nelle chiare mani, sullo schermo quel nome, il messaggio già scritto, il dito lievemente poggiato sul pulsante "invio".
Guardò quel nome più e più volte, attentamente.
Poi mandò il messaggio.

La mattinata più orribile della storia.

 «A cosa pensi?».
  L’alito della sua voce sembrava flebile come una litania distante, ma intanto echeggiava brusco e acuto come uno schiaffo nel silenzio ovattato della stanza.
Quando lei si destò dai suoi pensieri, l’aria sembrava farsi più pensante; i suoi capelli gli coprivano di poco il volto, scuri taglienti come fasci di rovi.
Era ormai costretta a guardarlo negli occhi, aveva finito il tempo a disposizione per riflettere e ora era il momento di agire.
Cercava di rammentare l’ultima volta in cui la tensione non gli divorava le viscere e l’inquietudine non gli stringeva il cuore ma era passato più di un'estate da quel giorno e il ricordo era lontano e offuscato.
«A cosa pensi?» Chiese di nuovo, allungando una mano verso il suo viso.
Gli accarezzò una guancia, dolcemente, e poi fece scorrere le piccole e tozze dita lungo il suo collo, arrivando, infine, ai capelli nella sua nuca.
Lei decise di lasciarlo fare, e di trattenersi dal scostarsi bruscamente al suo tocco, un passo falso e avrebbe fatto saltare tutto il teatrino che aveva con cura costruito.
«Penso a quanto mi sto divertendo oggi con te Gideon...anche se...»
Rispose prontamente cercando di sembrare il più vera possibile.
Quella mattina per mettere in atto il propro piano aveva deciso di inviare un messaggio a Gideon chiedendoli se gli andava bene incontrarla dopo la colazione.
Lui aveva subito accettato con entusiasmo, e come pensava, l'aveva invitata a passare la mattinata a casa sua.
Nonostante sapesse quanto lui sia tremendamente enfatuato di lei, difficilmente le avrebbe concesso il suo amato libro che custodiva come una preziosa reliquia.
Aveva quindi pensato a fargli un'offerta che di certo non avrebbe potuto rifiutare.
«Anche se...Cosa?»
Chiese lui preoccupato passandosi una mano sui gonfi capelli laccati.
«Anche se oggi volevo incontrarti per dirti una cosa importante...»
Rispose Mabel cercando di sembrare imbarazzata e timida, quando nella sua mente invece non vedeva l'ora di liberarsi di lui e della stupida situazione in cui si stava cacciando.
Era così difficile? Doveva semplicemente dire che aveva intenzione di mettersi con lui siccome dopo la guerra avvenuta a Graity Falls aveva capito che lo amava con tutta se stessa e che però in cambio del suo incondizionato amore voleva il suo prezioso libro, per il prozio Ford, così che potesse continuare i suoi studi.
Tutta una falsa, un'immensa falsa.
"Non dirlo Mabel, non te lo perdonerò mai, non è cosi che ti ho detto di ottenere quel libro, non dovresti permettere a quel tipo nemmeno di toccarti."
Una voce nella sua testa la fece tendere come una corda pronta a rompersi, la riconosceva eccome se la riconosceva, l'aveva sentita solo poche ore prima dentro al suo sogno, e era sbalordita, non credeva che potesse controllare la sua mente anche senza un corpo fisico.
"Non ti azzardare a dirlo. Di le esatte parole che ti sto per dire io e vedrai che andrà tutto al meglio."
Non aveva bisogno di risposte l'individuo, sapeva esattamente che avrebbe fatto tutto quello che lui gli diceva.
Se solo sapesse Mabel che potere le scorre nele vene, lui non potrebbe più sotometterla in quel modo.
"Digli che sono tornato dal mondo dei demoni e che non vedo l'ora di vendicarmi su di lui per non aver adempito ai doveri che gli avevo assegnato durante la guerra e che l'unico modo per placare la mia ira è ristituire il libro."
Annuisce lievmente per far cenno alla figura che ha capito pi prende fiato e parla.
 «Gideon, mi dispiace ma porto cattive notizie, mi è stato comunicato che Bill Cipher è tornato e che ti sta cercando per punirti per il tuo diserto durante il momento della battaglia e che dopo che avrà finito di torturarti si riprenderà il libro che non ti spetta.» Disse tutto d'un fiato. Via il dente via il dolore.
Gideon rimase senza parole, con la bocca spalancata, incredulo di ciò che aveva appena sentito.
«Tuttavia per placare la sua ira c'è un modo, devi restituirmi il libro, ha mandato me in persona a ritirarlo e inoltre ha detto che non devi fare parola con nessuno di quello che ti ho detto oggi perchè sennò la sua collera sarà insaziabile.»
Finì di spiegare al piccolo albino.
«Mabel per quanto ti rispetti, non posso crederti. Ho bisogno di una prova, una prova che mi dimostri che non menti, una prova che ti testimonia. Hai un minuto per dimostrarmelo sennò per la tua minaccia sarò obbligato a prender seri provvedimenti.»
Esclamo con tono serio e minaccioso mentre tutte con uno scatto secco chiuse a chiave la porta dove precedentemente si era appoggiato.
In quel momento le luci della stanza esplosero di colpo, facendo cadere i vetri a terra e un aria come di un tornado improvvisato fece capolineo nella stanza da letto.
Gideon spaventato si schiaccio ancora di più verso la porta, fin quando la tromba d'aria non lo raggunse inghiottendolo nelle sue grinfie e facendolo girare vorticolosamente.
«MABEL AIUTAMI! TI CREDO MABEL TI RIDARO' IL LIBRO, NON PARLERO' A NESSUNO DEL NOSTRO INCONTRO, LO GIURO, FARO' TUTTO CIO' CHE VUOI MA TI PREGO AIUTAMI!»
Urlò in preda al terrore mentre continuava a roteare.
"Bill, fallo scendre ora, ci darà il libro."
Si disse Mabel nella mente cercando di parlare con Bill atraverso il pensiero, e come se quest'ultimo l'avesse sentito il tornado cessò, facendo cadere il piccolo albino con i capelli più grandi della testa sullo scomodo parquet della camera.
Infine quest'ultimo terrorizzato e con le gambe che ancora tremavano si diresse verso il letto per poi infilarci la mano sotto e estrarre il libro che tanto agognava la castana, detto questo Mabel si alzo e senza dire altro e con lo sguardo serio usci prima dalla camera e poi dalla casa dirigendosi a passo svelto verso il centro della forsta...









 Angolino dell'autice
WOW!!!
Quasi un anno che non aggiorno questa storia!
Scuate appunto la mia scomparsa ma era diventato troppo duro continuare a scrivere con tutti gi impegni che avevo, inoltre non mi dava più soddisfazione come all'inizio siccome sempre meno persone commentavano e seguivano le mie storie.
Per farmi perdonare ricomincerò man mano a postare.
Un grande ringraziamento va soprattutto a una lettrice che poco fa mi ha incoraggiato di continuare quando ormai avevo perso la voglia e le speranze, ti mando un bacione e preferisco tenerti anonima (Anche per la tua Privacy).
Mi scuso per eventuali errori che il testo può contenere o per qualche disattenzione, ho provato a recuperare lo stile con cui stavo scrivendo questa storia e spero di esserci riuscita al meglio.
Grazie a tutti quelli che commenteranno! <3

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