Iliade? Più o meno...

di S05lj
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come comincia una guerra ***
Capitolo 2: *** La Compagnia si Mette in Marcia ***
Capitolo 3: *** Squadra che vince... Non perde ***
Capitolo 4: *** Shin VS Ken ***
Capitolo 5: *** 5. Il Ritorno dei Jedi ***
Capitolo 6: *** Recuperiamo il Death Note ***
Capitolo 7: *** La Caduta di Troia ***



Capitolo 1
*** Come comincia una guerra ***


Capitolo 1
Come comincia una Guerra
Alla fine del ventunesimo secolo il mondo fu sconvolto dalla guerra nucleare, gli oceani erano scomparsi e le pianure avevano l’aspetto di desolanti deserti, tuttavia la razza umana era sopravvissuta.
Nelle lande desolate di un posto non ben identificato, un ragazzo e una ragazza vestiti in modo bizzarro camminavano mano nella mano. La ragazza stava accrescendo enormemente gli attributi del ragazzo con discorsi mielosi sul perché i fiori non crescano e cazzate varie. Mentre il ragazzo cominciava a meditare di uccidersi pigiandosi uno tsubo ecco che ti arrivano una banda di metallari, capeggiati da un truzzo che ascoltava musica dimenandosi e pronunciando suoni da scimmia in calore quali: “Tunz, tunz, tunz. “ Esatto, il mondo è completamente caduto nel caos.
-Shin! - Esclamò il ragazzo.
-Ken! Tunz, tunz, tunz! - Esclamò Shin.
-Uomini di Shin! - Esclamò la ragazza.
-Julia! - Esclamarono gli uomini di Shin.
-Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni passiamo ai fatti. - Shin si avvicinò baldanzoso. -Ken, tu sei debole, depresso, piccolo e nero. Fai schifo e ti puzzano le ascelle, Julia è mia perché sono più forte, più ganzo, indosso le mutande D&G e sono più bello e virile. -
Tre degli uomini di Shin attaccarono a ridere per l’enorme cazzata sparata dal loro capo e vennero orrendamente tagliuzzati.
-Ken, dammi Julia o battiti contro di me! -
-Julia è la mia fidanzata, se non riesci a fartene una ragione, diventa gay. -
-Nessuno chiede la mia opinione? - Si azzardò Julia alzando una mano.
-Taci donna! - Urlarono i due voltandosi verso di lei.
-E poi Shin non puoi batterti con me, o ti spezzerai un unghia. -
Gli uomini di Shin attaccarono a ridere e vennero ridotti a spezzatino da uno Shin più incavolato che mai, con occhi iniettati di sangue e sguardo da pazzo.
-Basta! Fatti sotto! - I due allievi di Chuck Norris si scontrarono con calci rotanti, ma Ken era rallentato dalle enormi palle che gli aveva fatto venire Julia con i suoi discorsi noiosi su piante e fiori, e così Shin gli tagliò i tendini di braccia e gambe. Il povero maestro di Hokuto cadde smadonnando peggio di uno scaricatore di porto livornese in una giornata afosa, mentre Shin rideva istericamente contento per la sua vittoria e si esibiva nei festeggiamenti più idioti che il calcio ci ha insegnato.
-E adesso Julia, se non dici che verrai con me, amerai solo me, e che indosserai le mutande D&G per tutta la vita e mi raccomando, senza mai cambiarle, io gli faccio le 7 stelle sul petto. -
-Si, si. Va bene. - Disse la ragazza con una scrollata di spalle.
-Ma… Julia. - La chiamò sconvolto Ken.
-Wé tesoro, morto un papa se ne fa un altro, mica posso stare in lacrime tutta la vita. -
-Ma non sono ancora morto. -
-Ah già… - Shin gli fece le 7 stelle e lo lasciò moribondo nel deserto.

In un’altra landa desolata Raul, e il Grande Padre Cobra stavano discutendo su come far combattere i loro eserciti, perché evidentemente i massacri in grande stile sono finiti con il film Il Gladiatore.
-Io proporrei una partita a Twist! - Fa il Grande Padre Cobra, esaltato dalla prospettiva di toccare palle colorate.
Il Grande Padre Cobra non sapeva che cos’era Twist.
Il Grande Padre Cobra, probabilmente, era anche un pervertito patentato.
Ma andiamo oltre.
I due si mettono d’accordo per un Mortal Kombat, ma prima, però, che i due eserciti potessero cominciare a darsele di santa ragione, un urlo spaventoso fece voltare tutti quanti.
-Raaaaauuuuulllll!!!! - Ken arrivò di fronte al fratellone, con i vestiti strappati e 7 cicatrici sul petto.
-Raul! Shin mi a rubato Julia! -
Raul si strinse nelle spalle. -E a me? -
-Non è giusto! Era la mia fidanzata! La rivoglio! La rivoglio! La rivoglio! -
Raul sbuffò sonoramente. -Ken… io è da quando ti ci sei messo che te lo volevo dire. Julia è una gran baldraccona che si farebbe qualsiasi cosa. Perfino quel tizio lì. - E indicò Padre Cobra che si aggiustò i 3 peli sulla testa.
-Come si chiama la signorina? -
Dopo aver incastonato in una montagna quel gigante arrapato del Padre Cobra, Ken tornò a rivolgersi a Raul.
-Ma non è giusto! Shin doveva trovarsene una sua! - Visto che stava battendo i piedi per terra e faceva i capricci, Raul non poté che accontentare il fratellino.
-E va bene… dov’è che l’ha portata? -
-A Troia. -
-Una città che le si addice. -

Nel frattempo a Troia…
Shin arrivò a Troia tutto ingarzullito e subito si diresse con Julia dal re della città, ovvero Sauron. Quando entrò nell’ampio salone venne accolto da Saruman, il fido consigliere del re, che preso che ebbe il bastone cominciò a massacrarlo di botte offendendolo in tutte le lingue che conosceva. Quando finalmente si dovette fermare per riprendere fiato osservò il maestro di Nanto divenuto ormai una specie di Big Mac su gambe.
-Brutto rincoglionito! Hai rapito la fidanzata di Kenshiro, adesso lui andrà da suo fratello Raul e ci muoverà guerra! Ma che cavolo ti passava per la testa quando l’hai rapita? - Shin si mise a sbavare, arrapato come una scimmia, Saruman alzò il bastone e Shin si nascose dietro Julia.
-Basta Saruman! - La voce roca e tonante del suo padrone fece bloccare lo stregone. -Massacrare a bastonate Shin, ormai, non serve a niente. Le truppe di Raul si staranno già organizzando per attaccarci. Dobbiamo immediatamente organizzare una difesa. -
-Si, mio signore, Sauron. -
Shin tirò un sospiro di sollievo, anche quella volta l’aveva scampata.
-Va bene… allora io vado a farmi un giro. Ci si vede Sauron! - Visto che Sauron era ridotto ormai ad un enorme occhio infuocato, Shin si accorse della battuta e attaccò a ridere come un deficiente. -Che battutona! Hahahaha! L’avete capita? Eh’ l’avete capita? -
Julia lanciò uno sguardo sconvolto a Saruman che era talmente esterrefatto da osservare il maestro di Nanto a bocca spalancata, mentre Sauron chiamò 2 orchi, talmente grossi che la loro razza era chiamata Orconi. Per le loro dimensioni e la loro furia assassina venivano amichevolmente chiamati Trivella, e Caterpillar. Presero Shin sotto le ascelle e sollevandolo di peso lo portarono in un posto isolato e appartato.

Nel frattempo, in un villaggio non ben identificato di Hokuto No Ken, un elemento poco raccomandabile con una maschera in volto, se ne andava in giro a fare la mossa del maniaco a tutti quelli che incontrava.
-Dite il mio nome! Hahahahaha! -
-Maniaco! - Gridò qualcuno.
Il tale, Jagger, parve contrariato, poi sentendo una presenza alle sue spalle si voltò e fece la mossa del maniaco, dietro di lui però c’erano Raul e Ken, che lo guardarono stupefatti.
-Jagger, ma che combini? -
-Che c’è? Dovrò trovare un modo per passare il tempo no? -
-Noi andiamo a Troia, vieni? -
Jagger accettò, perché ovviamente era un porco affamato di sesso e aveva frainteso la natura della loro missione. Quando seppe che stavano andando nella città di Troia a fare una guerra, ormai era troppo tardi.

In un altro villaggio, la gente coltivava la terra, i bambini ridevano e giocavano felici… si, insomma, la classica scena del villaggio felice a Hokuto No Ken, davanti ad una casa c’era una fila incredibile di gente che attendeva di vedere il Salvatore, altrimenti detto Toki.
Raul e Ken si fecero strada tra la folla di gente, mentre Jagger, lasciato libero per il villaggio se ne andava a fare la mossa del maniaco ai bambini, che neppure a dirlo, lo presero, lo massacrarono di botte, e gli fecero costruire una statua in loro onore.
Mentre Jagger si stava facendo picchiare dai bambini, Raul e Ken riuscirono infine a raggiungere Toki.
-Miiiii fratello come sei invecchiato male! Sembri nostro nonno… ma dopo che era stato seppellito! - Gli disse Ken appena lo vide.
-Bello te. - Lo salutò di rimando Toki. -Che ci fate qui? -
-Siamo venuti a chiederti se vieni a Troia con noi. -
Toki scosse la testa. -Sono contro la prostituzione, lo sapete. -
-Ma che hai capito idiota? Andiamo a salvare Julia che è stata rapita da Shin, Troia è la città! -
-Una città che le si addice. -
La brava gente di quel villaggio, quel giorno, poté vedere la singolare scena del loro Salvatore che correva a gambe levate, rincorso da un incazzatissimo Kenshiro con in mano una trave di legno che sembrava il braccio destro di un Gundam. Fu così, che per non farsi bastonare, e per farsi perdonare, Toki accettò di aiutare i suoi fratelli nella missione.

In un altro villaggio remoto, ma sicuramente non del mondo di Hokuto No Ken, visto che non ci sono vecchi rompi scatole che stanno per essere massacrati dall‘energumeno pankettone di turno, una donna alzò la testa dalla sua scrivania sentendo i nomi degli ospiti che la sua assistente aveva appena pronunciato.
-Raul, Toki e Kenshiro… - Disse osservando i 3 entrare.
-Ci sono anch’io! - Gridò Jagger arrivando e facendo la mossa del maniaco.

Di fuori dall’edificio dei passanti videro un tizio piuttosto strano volare fuori dalla finestra e cadere a sacco di patate dentro la finestra di una scuola lì davanti. Dieci minuti dopo, il tizio di prima stava scolpendo una statua ai bambini che lo stavano frustando con un gatto a nove code, o al limite usavano Naruto trasformato in volpe a 9 code.

Tsunade, si pulì le mani contrariata, poi tornando a guardare i suoi 3 ospiti si rivolse a Raul.
-Cosa porta i fratelli di Hokuto qui al Villaggio della Foglia? La prossima partita di marijuana ve la spediamo il prossimo lunedì. -
Toki e Ken si voltarono sconvolti verso Raul.
-Che c’è? - Chiese quello facendo spallucce. -Il mio esercito ha il glaucoma. -
-Tutti e 300mila? - Chiese Toki.
-C’è stata un’epidemia! - Raul ignorò i suoi fratelli e tornò ad osservare Tsunade. -Abbiamo bisogno del tuo aiuto, contro Sauron e i suoi. Stanno radunando un esercito… -
-Bé… vai a chiamare la compagnia dell’anello. Io che c’entro? -
-Già contattati, ma se non gli fornisco 4 hobbit da sodomizzare non ci stanno. E poi comunque visto che Saruman sta abbattendo tutti i vostri boschi di Maria, per costruire le armi… -
-Saruman cosa?! - Tsunade balzò in piedi furiosa. -Io passo sopra a tutto! L’altro giorno sono passata anche sopra ad una vecchietta, con la mia Matiz, 3 volte, in avanti e indietro! Ma quando toccano la mia Marijuana divento proprio una bestia! KAKASHI! - Arrivò un elemento visibilmente strafatto di sostanze stupefacenti. -Organizza un esercito! Si va in guerra! -
Nessuno seppe quanto realmente Kakashi avesse capito, in realtà sembrava stesse dormendo in piedi. Comunque Tsunade si alzò dalla scrivania. -Se qualcuno mi cerca, sono a passare sopra ai vecchietti! -

Siccome non ci può essere una guerra tra bene e male, senza quelli di Star Wars, Raul fu costretto ad andare a chiamare i Jedi.
Al tempio Jedi Yoda, stava giocando a carte con gli altri membri del consiglio, quando fecero il loro ingresso i 4 fratelli di Hokuto.
-Dite il mio nome! - Gridò Jagger entrando al tempio. Dall’altra parte si fece avanti Obi Wan che gli carezzò lascivo un bicipite.
-Mh… posso chiamarti tesoro se vuoi. -
Gridando di paura Jegger si nascose dietro Raul, mentre il Jedi continuava il suo approccio.
-Io mi chiamo Obi Wan Kenobi…. Vuoi diventare il mio maestro? -
-Qui Gon! - Sbraitò Yoda. -A bada il tuo allievo tieni! Che tutti ospiti scappare ci fa! -
Qui Gon tramortì il povero Obi Wan con una poderosa randellata in testa, e mentre era svenuto lo trascinò via.
-Stessa cosa con quelli di Disney ha fatto… ma di lui preoccuparvi non dovete. Adesso di risolvere questo casino noi vediamo. Mh? - Si sedette sulla sua poltrona. -Voi siete qui per guerra in terra di mezzo mh? -
-Esatto. Abbiamo bisogno del vostro aiuto per sconfiggere Sauron. - Rispose Raul, poi voltandosi vide Kenshiro che piangeva rintanato in un angolo, e Jagger con una frusta che teneva a bada i Jedi più giovani che arrapati come scimmie cercavano di toccarli, mentre Toki stava parlando con la vecchia dell’archivio, che invece di ascoltarlo, gli stava guardando il culo.
-Vagamente arrapati noi Jedi siamo, e neppure un Dio zuzzerellone voto di castità, fare, ci ha detto. Regole che io solo messo ho, così… perché mi annoiavo. -
-Si… è tutto molto interessante… -
-Brutta vecchiaccia zozza! - L’attenzione dei due venne catturata da Toki che con un destro ben assestato aveva fatto volare la vecchia dell’archivio di sotto dalla finestra del tempio.
-Dicevo… stiamo andando a combattere nella terra di mezzo contro Sauron, e abbiamo motivo di credere che chiederanno aiuto ai Sith. Ci serve il vostro aiuto. -
-E il nostro aiuto a voi daremo. -

Tra le lande desolate e ghiacciate di Grande Inverno, in un castello incastonato in un ghiacciaio, Eddard Stark, Lord di Grande Inverno stava leggendo la lettera che il suo amico e alleato Raul gli aveva mandato per chiedergli il suo aiuto, visto che Re Robert si era schierato con Sauron a causa delle origini della moglie, proveniente, guarda caso, proprio da Troia.
-Finalmente mi viene data la possibilità di vendicarmi di quel biondino di merda di Joffrey! - Attaccando a ridere come un ossesso Eddard si alzò dal trono, stringendo in mano la lettera. -Partirò immediatamente. Vado a dirlo a Cat! -
Nel cortile del castello, i servitori, ad un urlo disumano alzarono lo sguardo notando Catelyn con in mano un’alabarda, rincorrere il povero Eddard.
-Brutto porco! Che bisogno hai di andare a Troia?! Mi trovi grassa?! Non ti sembro più attraente?! -
-Ma tesoro, Troia è una città! Si va a fare la guerra per liberare Julia di Nanto! -
-Lo so io cosa vai a liberare con i tuoi amici! Pervertiti! Non potete andarvene a fare una partita a calcetto il mercoledì sera, come tutti i mariti normali?! -

A Troia…
Shin arrivò nuovamente al cospetto di Saruman, con le mani posate sulle orecchie e dimenando testa e busto come se fosse un piccione, al ritmo del tunz tunz tunz. Quando Saruman lo vide alzò la testa dalla sua palla di cristallo.
-Shin perché non ti sei ancora buttato da un dirupo? -
-Bella zio, sono venuto a dirti che ho radunato gli alleati. -
Saruman piacevolmente sorpreso dalla velocità e dalla prontezza di Shin lo guardò con un sorriso compiaciuto.
-Davvero Shin? Bravo. Non avrei mai detto che servivi a qualcosa e invece… mi sbagliavo… bravo. - Si alzò dalla sedia e si avvicinò al biondo maestro di Nanto. -Fammi vedere la folla degli alleati giunti con i loro eserciti. -
Shin sempre camminando come uno struzzo che stringe il culo per non farsela sotto, lo portò sul balcone, dove allargando le braccia mostrò i suoi alleati.
Ovvero... 10 truzzi che si dimenavano al suono del tunz tunz tunz, 5 nerd con la maglietta di Shin mentre si gettava dal balcone, 3 ragazzine con uno striscione Io Cuoro Shin, e l’uomo dei fumetti dei Simpson.
Saruman dovette fare uno sforzo incredibile per non mettersi ad urlare come un forsennato e gettarlo a pedate in culo di sotto dal balcone. Anzi… trovò addirittura la forza di voltarsi verso di lui con un sorriso.
-E’ uno scherzo vero? - Chiese.
Shin nel frattempo aveva cominciato a biascicare pure una gomma e continuava a muoversi con il busto. -Bè… il bello deve ancora arrivare. Ho mandato l’invito a tutti i miei amici di Facebook, e loro lo hanno condiviso, ma io essendo furbo ho messo un post con scritto: Giulia è una gran gnocca, e ho ricevuto 1000 mi piace e 40 condivisioni. - Tutto fiero di se Shin guardò il suo esercito. -Visto zio che roba? Questo esercito spaaaacca di brutto zio. -
Saruman non ce la fece a resistere, staccò a morsi una colonna e cominciò a massacrarci Shin urlando come un forsennato.
-Raul arriverà con almeno 30 000 soldati, e tu vorresti difenderti con 19 internet-dipendenti?! Ma dove ce l’hai il cervello?! -
Shin cominciò a sbavare come un alano, ingrifato come una scimmia e Saruman stava per cedere completamente alla tentazione di spellarlo vivo, quando la voce tonante di Sauron, lo fermò per l’ennesima volta.
-Saruman, perché sprechi così della buona pietra, spaccandola sulla testa di Shin? -
-Ma signore… -
-Niente ma. Per fortuna io mi sono già mosso, i nostri alleati stanno giungendo da terre lontane per aiutarci in questa terribile guerra. -
-E di questi 19 qui? -
-Non è l’ora del pranzo per gli orchi? -

Capitolo 2.
Strategia di Attacco e 1° Vittoria
Raul stava facendo una riunione con i suoi alleati. Obi Wan era stato legato in un angolo con la museruola e chi gli passava di vicino poteva fargli il solletico per dispetto.
-Ammesso e non concesso che riusciamo ad entrare a Troia, come faremo a distruggere Sauron? - Chiese Qui Gon Jinn, rappresentante dell’ordine Jedi, (parlare con Yoda faceva venire l‘ulcera per il nervoso da quanto parlava strano e così avevano mandato Qui Gon alla riunione).
-Non vi preoccupate, ho già ingaggiato qualcuno per cercare l’unico anello in grado di distruggerlo. - ……………………………...................................................................................................................
Alla Contea si festeggiava il compleanno di Bilbo Beggins, ma siccome Merry e Pipino avevano rubato i fuochi di artificio per provarci giochini erotici, e Bilbo invisibile era un continuo toccare culi e fare mano morta a chiunque, tutti gli hobbit lo avevano mandato gentilmente a fare in culo e si stavano operando per buttare quel pervertito fuori dalla Contea.
Gandalf bussò alla porta della casa di Bilbo, per fargli gli auguri, pensando di starci il tempo di dire, “auguri“, e poi andarsene alla ricerca dell‘unico anello in grado di uccidere Sauron, come gli aveva detto Raul. Quando la porta si aprì si accorse che i piani di Bilbo erano leggermente differenti.
-Gandalf, che piacevole sorpresa… vieni entra… -
Lo stregone non fece in tempo a dire che doveva andare, che l’hobbit lo trascinò dentro, rivelando un’atmosfera a lume di candela, e una tavola apparecchiata per 2, con del vino già pronto.
-Aspettavi qualcuno? - Chiese Gandalf guardandosi attorno.
-No… tranne un vecchio amico. - Bilbo prese il vino e stappandolo glie lo versò in un bicchiere. -Vuoi del vino? - Chiese ammiccante.
-Veramente io volevo solo augurarti buon compleanno e… -
Bilbo si buttò il vino addosso. -Oh che sbadato… - E con la scusa di essersi imbrattato cominciò a spogliarsi.
Gandalf cominciava a sospettare che ci fosse qualcosa di parecchio strano in tutto quello, e il sospetto divenne certezza, quando Bilbo cominciò a farneticare di volergli regalare un anello.
-Ma tu guarda che ore sono! - Fece Gandalf guardandosi il polso nudo. -Devo proprio andare… -
-No… aspetta! Ti prego! Ho speso l’ira di Dio per acquistarlo, ho pestato una vecchietta e un hobbit segalitico, solo per te. -
Gandalf guardò l’anello che il mezz’uomo aveva tra le mani e riconoscendolo come l’unico anello, il solo, in grado di uccidere Sauron, capì che si era sbagliato. Attaccò a ridere come un ossesso.
-Oh, Bilbo, era per questo che volevi darmi l’anello… perché sapevi essere l’unico in grado di uccidere Sauron… Ho ho ho, e io che pensavo che mi facessi delle avance. - Gandalf prese l’anello. -Grazie amico mio, adesso te ne puoi anche andare a Monculi Terme. Ciao stammi bene. -
Bilbo, tutto mogio si avviò verso la porta, piegato in due dal dispiacere. -Che tristezza salutare un amico senza neppure un bacio di addio. -
-Perché non lo hai detto subito? - Sulla porta c’era Frodo, che acciuffò il povero Bilbo e se lo slinguazzò per bene.
Bilbo poté così partire, sputacchiando e scaracchiando per ripulirsi la bocca.
-Ciao Gandalf, che si racconta? -
-E’ troppo potente per me! - Gandalf si voltò verso il giovane hobbit. -Tieni Frodo, prendilo tu. -
-Noooo!!! - Dalla finestra apparve Sam che si gettò addosso a Frodo placcandolo stile rugby. -Il padrone è mio! Il mio tesssoro! Solo io posso regalargli gli anelli! - E attaccò a baciargli i piedi pelosi.
Gandalf scioccato stava per vomitare.
-Sam è un mio grande amico. Mi vuole tanto tanto bene. - Frodo si alzò, con ancora Sam che gli baciava i piedi. -Siamo come fratelli. -
-Bha… se lo dici te. Comunque tieni, porta questo anello a Gran Burrone, io non posso perché altrimenti mi faccio corrompere e passo al lato oscuro. -
-Perché a me non potrebbe corrompere? - Chiese Frodo.
-Si… ma te sei una mezza sega, anche se ti corrompe, non è che succede questo gran guaio, al limite smetti di lavarti, ti vesti di stracci, mangi pesci crudi e te ne vai in giro a somigliare alle lucertole. -
-Grazie Gandalf… che bel pensiero che hai avuto. E che grande stima hai di me. Lo porterò senz’altro a Gran Burrone. -
Lo stregone se ne andò che ancora stava ridendo.
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Alla riunione…
-Dunque ci muoveremo su più sponde… - Tutti si guardarono vagamente interdetti. -… Io, con i miei fratelli ci dirigeremo via nave, raggiungeremo le spiagge di Troia e cominceremo con il nostro attacco. Eddard, insieme ai suoi, Qui Gon con i jedi, e Leonida con quei 300 tizi lì ritoccati al computer, invece andranno sull’altra sponda della città… -
-Questa è Spartaaaaa!!!! - Gridò Leonida.
Eddard era balzato in piedi furioso, seguito a ruota da Qui Gon. -Ciccio! Non farti ingannare dal capello lungo, io non passo da nessuna sponda! - Sbraitò il lord di Grande Inverno.
-Perché non ci vai te con i tuoi fratelli sull’altra sponda? - Chiese Qui Gon.
-Ma che avete capito? L’altra sponda, nel senso l’altra riva. - Raul sbuffò. -Vabbé… voi attaccate da questa sponda, io e i miei fratelli passiamo dall’altra sponda. -
Toki cominciò a scuotere la testa. -Lo dicevo io che prima o poi arrivavi a questo punto fratello. -
Jagger stava sbraitando che non aveva alcuna intenzione di aprirsi a nuovi orizzonti, mentre Ken era pensieroso, perché ovviamente non aveva capito una mazza.
-E va bene basta! - Sbraitò Raul. -Attaccheremo tutti dalla solita spiaggia! - Il Re di Hokuto mise il broncio. -Ma poi non venite a lamentarvi se ci mettiamo 11 anni a conquistare la città. -
-Perché non ci vai tu Eddard? Tanto ormai dovresti esserti abituato a farti “pugnalare” alle spalle. Ad Approdo del Re non hanno fatto altro. -
E Jagger attaccò a ridere tutto fiero della propria battuta. -Dì il mio nome! - Sbraitò poi facendogli la mossa del maniaco, tanto per non perdere l’abitudine.
Mentre Jagger veniva picchiato forte, forte e costretto ad erigere una statua in onore dell’integrità degli uomini del nord, da Eddard, gli altri continuarono la riunione.

Nel frattempo a Troia…
Saruman si stava massaggiando le meningi, incredibilmente adirato con Shin, che continuava a fargli perdere tempo con le sue trovate idiote. L’ultima era stata quella di organizzare un concerto di Gigi d‘Alessio, in onore dei suoi alleati. Perché avevano risposto proprio tutti all’appello di Sauron, e quelli che mancavano sarebbero giunti entro breve.
Re Robert con la sua enorme pancia, e la sua ingombrante famiglia, (tranne Tyrion, lui non occupava tanto spazio) era stato uno dei primi ad arrivare, seguito a ruota dai generali di Nanto, per l’enorme gioia di Shin, e stranamente neppure a Saruman dispiacevano poi tanto, tranne Yuda. Quello proprio non lo sopportava, aveva qualcosa che non gli andava giù. Dopo i generali di Nanto arrivarono Khal Drogo con tutta la sua tribù e quelli proprio non gli volevano andare più di tanto a genio, per carità, non che si lamentasse, insomma in battaglia sarebbero stati anche utili, non lo metteva in dubbio… ma proprio non sopportava quella loro terribile mania di non tagliarsi mai i capelli o i peli superflui, finché non perdevano un incontro… il loro capo, Khal, non solo aveva una treccia più lunga di Raperunzel, ma si era fatto le trecce perfino in tutti gli altri punti con i peli superflui, la barba, le sopracciglia, e perfino sotto le ascelle… e mai avrebbe voluto indagare dove altro si sarebbe fatto crescere le trecce. Senza contare che presto sarebbero arrivati Palpatine, e le sue truppe di Sith, e loro si che erano esigenti sulla musica. Se non gli mettevi almeno una marcia imperiale, mettevano il broncio e te la facevano pesare parecchio.
Comunque, il banchetto in onore degli alleati, non stava andando bene, primo perché Re Robert si era mangiato un servitore pensando che fosse un maialino (la mela in bocca glie l’aveva messa lui) e secondo perché nessuno gradiva le performance canore di Gigi d’Alessio e non si sa per quale canzone, tutti si erano adirati tantissimo. Souther credeva che gli stesse offendendo la mamma, Rey che gli stesse offendendo la sorella, Shu che lo prendesse in giro per la vista, Khal Drogo, siccome non capiva una mazza, pensava che stesse insultando la sua regina, Re Robert pensava si riferisse a sua moglie Cercei… (in verità non glie ne fregava poi molto, visto che non aveva una grande considerazione, lui per primo, di sua moglie, ma il fatto è che gli altri stavano usando il povero cantante come bersaglio per giocare a freccette, e lui andava pazzo per le freccette) Yuda e Jaime, il fratello di Cercei, si stavano litigando da una parte, perché entrambi erano convinti che il cantante ci provasse con lui.
Quando ad un tratto la porta si spalancò e ognuno nella stanza cominciò a guardarsi intorno stupefatto.
-Chi è che mi ha palpato il sedere? - Chiesero all’unisono.
Una macchia nera si materializzò sul palco, e tra luci elettriche e spettacoli psichedelici, apparve Palpatine.
-Sono tornaaaato! - Gridò tutto contento.
Al seguito di Palpatine arrivarono i Sith, vergognandosi come cani del loro capo che continuava ad entrare in scena palpando chiunque fosse a portata di mano, e sapevano, che presto avrebbe cominciato anche a ballare la robo dance, ma per loro fortuna, e soprattutto quella di Darth Fener, e Greavius, che ogni volta si sentivano vagamente presi in giro, a salvarli dall‘esibizioni di Palpatine, ci pensò Saruman.
-Finalmente ci siamo tutti. - Saruman si alzò in piedi. -Slegate quel poveraccio e ascoltatemi un secondo! - Disse lo stregone, indicando quelli che giocavano a freccette.
-Hem… - Souther si grattò la nuca leggermente imbarazzato. -Il fatto è che… Yuda ha voluto provare a tirare una freccetta e per sbaglio gli è partito il colpo della Gru Rossa. - Fece una smorfia indicando il corpo mutilato del cantante.
Saruman osservò tutti i presenti esterrefatto. -Ma guardate che casino che avete combinato?! Guardate! Il tappeto nuovo tutto sporco di sangue e viscere! Siete peggio dei ragazzini! Insomma! Qui stiamo facendo una delle più grandi battaglie di tutti i tempi e voi squartate gente come se fossimo a Elsen Lied! - Mentre tutti abbassavano la testa costernati, Joffrey mise la testa di Gigi d’Alessio su una lancia e cominciò ad agitarla tutto contento.
Di chi è quel marmocchio sadico e decerebrato?! - Sbraitò Saruman su tutte le furie.
Re Robert fischiettando si portò le mani dietro la schiena, facendo finta di non conoscerlo, Cercei guardandolo male si alzò dalla tavola.
-E’ il mio bambino, pucci pucci, bello di mamma. Sta solo giocando… è un bambino come tanti altri… - Osservando Joffrey che stava facendo una bambola con le interiora del cadavere Cercei si rassegnò con una scrollata di spalle. -Va bene… è matto da legare… cosa si può pretendere d’altronde quando uno ha un padre come quello… - E indicò Jaime che stava bisticciando con Yuda, ed erano passati dal darsi delle troie al tirarsi i capelli. -… e un patrigno come quello. - E indicò Re Robert che si era appena mangiato Tyrion, credendolo una pagnotta di pane.
Saruman era al colmo della disperazione, e visto che su qualcuno, pure lui doveva sfogare la propria cattiveria… -Guardie! Portate via quel sadico, di Joffrey e calmatelo con un clistere di olio bollente. - Arrivarono gli orchi e portarono via Joffrey che stava sbraitando qualcosa sul fatto che lui faceva quello che gli pareva.
-Che facciamo… glie lo diciamo allora che Yuda, mandando a fare in culo, il buttafuori, per sbaglio lo ha trasformato in degli spaghetti? - Chiese Shu al maestro della Fenice di Nanto.
-Hem… forse è meglio aspettare che si sia calmato. - Propose Souther.
Saruman si risedette sulla sua enorme sedia e con un profondo sospiro, chiamò Palpatine.
-Imperatore Palpatine… venendo verso di noi, avete notato qualcosa? -
-Solo un vecchio con un bastone e un cappello a punta che ci ha chiesto la strada per Troia. Ha detto che doveva venire a parlare con te. -
-Che fosse stato Gandalf? - Si domandò Saruman pensieroso. -Allora… Raul ha messo in moto la Compagnia dell’Anello… - Trattenne Palpatine vicino a lui. -… ti ha detto altro? Gli hai fatto qualche domanda? -
-Certo che no! Gli ho dato una bella palpata e me ne sono andato. Non sono mica un navigatore io. Sennò mi chiamavano Tom Tom, se mi hanno chiamato Palpatine, ci sarà il suo motivo no? - Poi la loro attenzione venne catturata da Kahl Drogo, che si voleva tagliare la treccia sotto l’ascella sudata, perché aveva perso a freccette. Saruman riuscì a raffreddare gli animi, minacciando tutti i presenti di clisteri di lava proveniente dal Monte Fauto.
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La mattina seguente, Frodo e Sam si misero in marcia per uscire dalla Contea, quando arrivarono di corsa Merry e Pipino.
-Vogliamo venire anche noi! -
-No! - Disse subito Sam appiccicandosi a Frodo stile koala. -Il padrone è mio! Solo io lo seguo e gli guardo le spalle. -
-Allora io seguo te! - Disse Merry tutto felice, attaccandosi a Sam.
-E io seguo Merry! - Fece Pipino, attaccandosi dietro Merry.
-Faremo un bel trenino! Via che si parte! - ……………………………...................................................................................................................

Nell’Olimpo, nel frattempo…
-Guardae gli umani, si stanno muovendo guerra fra di loro. - Disse Marte che già stava saltellando tutto contento.
-Lui si diverte e io devo fare il lavoro faticoso. - Brontolò Hade. -Speriamo che non muoiano dopo il tramonto o dovrò pagare gli straordinari a Caronte. Quanto è taccagno quel traghettatore. Se almeno morissero in mare, ci potrei mandare Davey Jones… tanto è un pesce, che ne sa lui dei sindacati. -
-Ma aspetta un attimo… - Atena si alzò in piedi di scatto. -Ma quelli sono i miei protetti! Devo assolutamente andare ad aiutarli. - Così dicendo batté le mani e giunsero cavalieri in armature sbrilluccicanti, con in mano ogni tipo di arma, incazzati e pronti a morire per lei, e in un batter di ciglia sparirono dall’Olimpo.
Gli Dei si voltarono verso Apollo che stava suonando.
-Apollo… hem… Atena è appena corsa ad aiutare a massacrare la popolazione della città costruita in tuo onore. - Gli fece notare Mercurio.
-Si… ora ci vado… è che ho fumato un po’ del tabacco di Bacco… e che figata ragazzi… ho gli occhi che si allungano… -
Scoprirono poi che Bacco usava semi di papavero da fumare, e questo spiegava perché fosse sempre così allegro.

Nel frattempo…
La flotta di Raul stava navigando veloce verso le spiagge di Troia, il capitano della barca che portava i 4 fratelli di Hokuto era Orc il Rosso e stava tediando tutti quanti sul come avesse fatto a perdere almeno uno di ogni cosa doppia che il buon Dio ci ha dato in dotazione. Di fatti il capitano pirata aveva perso, un occhio, un sopracciglio, una gamba, un braccio, una mano, un piede, una narice, un orecchio, un polmone, un rene, una chiappa e un testicolo. Jagger aveva provato a suicidarsi inalando gas, in una stanza chiusa. Troppo tardi venne a conoscenza che le flatulenze corporee non erano un gas in grado di ucciderlo, almeno se appartenevano a lui. Di fatti il primo che era andato a chiamarlo, non appena aprì la porta morì di ictus cerebrale.
Dopo ore e ore di viaggio in mare, finalmente giunsero sulle spiagge dell’assolata Troia, e i primi a toccare terra furono le navi del villaggio della Foglia, che subito si fecero due canne per rilassarsi un attimino, poi furono la volta delle navi dei Jedi, che essendo per lo più navi trasportanti anziani e donne, appena toccarono terra corsero verso il primo bagno pubblico che videro. Purtroppo quello non era un bagno pubblico, era un tempio, tra l’altro dedicato ad Apollo (per fortuna il Dio del Sole stava ancora fumando semi di papavero). Tutti quelli che arrivarono dopo e videro scappare le sacerdotesse, pensarono erroneamente che i Jedi avessero attaccato il tempio.
Jagger finalmente convinto di poter sfogare la sua cattiveria e la sua depravazione fece la mossa del maniaco cominciando a gridare.
-Dite il mio nome! - Tuttavia le donne del tempio non erano proprio così indifese come il maestro di Hokuto credeva, per essere chiari, erano degli orchi grandi, grossi, verdi, nerboruti, brutti e molto… molto poco socievoli. Di fatto, dopo averlo pestato per bene, rubato la carta di credito e pestato ancora un altro pochino, lo costrinsero a costruire una statua in onore delle sacerdotesse del tempio.
-Ah-ha! … la prima battaglia è vinta. - Disse tutto fiero di se Raul mettendo piede sulla sabbia.
-Ma se non abbiamo nemmeno combattuto. - Protestò Ken.
-Silenzio! Così ho parlato. E adesso facciamoci un bel banchetto e mettiamo qualcosa sotto i denti. -

Oltre le mura…
-Raul e i suoi sono arrivati! - Gridò Grima, giungendo di corsa nella sala di Saruman.
-Hanno attaccato il tempio di Apollo fuori dalle mura… -
-Che ne è stato degli orchi vestiti da sacerdotesse? - Chiese Saruman.
-Non lo so… stanno frustando uno strano tizio con la maschera e lo costringono a fabbricare una statua. -
-E i nostri alleati che stanno facendo? -
Quella triste domanda, ebbe ben presto una triste risposta.
Re Robert dopo aver rivomitato Tyrion, perché lui i tipi troppo boriosi proprio non gli digeriva, aveva deciso di fare colazione con una bella frittata delle 3 uova di drago di Daenerys. Quest’ultima aveva preso ad urlare come un’aquila, saltare come un canguro e inveire come una scimmia, Khal, allora aveva deciso bene di difendere l’onore della sua regina sfidando Re Robert ad una gara che gli avrebbe visti alla pari… o almeno così lui credeva. Infatti fu talmente idiota da sfidarlo ad un’abbuffata di cinghiale maremmano, che ovviamente, lo aveva visto perdente e ora stava, urlando come un condor che voleva tagliarsi una delle lunghissime trecce fatte con i peli delle gambe, costringendo così Souther e Rey a tentare di tenerlo fermo, (se si fosse privato di anche una sola, delle sue trecce, avrebbe perso la fiducia in se stesso e non avrebbe dato il massimo in guerra). Re Robert aveva continuato a mangiare, abbuffandosi di ogni cosa, compreso nuovamente il povero Tyrion e finalmente con un rutto sommesso era andato in overdose e se ne stava in un angolo stile tartaruga ribaltata. Jamei e Yuda si stavano facendo le unghie a vicenda, Cercei si stava scaccolando e tirava le caccole addosso a Re Robert, Shu stava giocando a batti le mani con Julia, e Joffrey, stranamente tranquillo, dopo il clistere della sera prima, stava in un angolo stile mummia. Shin ballava e si dimenava urlando: Tunz tunz tunz. Gli unici che stranamente si erano portati sulle mura erano i Sith, ma loro stavano lassù unicamente per urlare insulti e tentare di sputare addosso ai Jedi, sotto alle mura.
-Ma che diavolo state facendo!!!!!! - Sbraitò Saruman incavolato come non mai e cominciando a menare calci in culo e bastonate a chiunque avesse a tiro. -Raul ci ha appena attaccato! Ha disintegrato un tempio qui fuori! Andate a reclamare vendetta!!!! -
-Ma ormai si sono accampati. - Fece notare Re Robert. -Non è educato attaccare mentre stanno mangiando. Io non lo apprezzerei. -
-Tu mangi sempre! - Gli fece notare Jaime soffiandosi sulle unghie appena laccate.
-Infatti sono una persona molto pacifica. -
-Non è vero. - Obiettò Tyrion da dentro il suo stomaco.
Quel primo scontro ormai era passato, non restava che attendere la prossima battaglia, ma dovendo scaricare la sua furia omicida su qualcuno, decise di far fare a Joffrey un clistere di chiodi. Mentre gli orchi portavano via il povero disgraziato, Saruman imbizzarrito se ne andò sulla sua torre a meditare un pochino. ……………………………...................................................................................................................
Frodo, Sam, Merry e Pipino fermatosi per la notte in una locanda, quando arrivarono nella propria stanza, ci trovarono un uomo moro che si stava fumando una canna.
-Bella raga… io sono Aragorn, ma tutti mi chiamano Granpasso, Gandalf mi ha detto di scortarvi dagli elfi, perché voi siete piccini, inutili, rincoglioniti e mezze seghe. La mia tariffa come guida turistica è di 50 euri l’ora. -
-Sei caro. - Gli fece notare Frodo.
-E tu un tesoro. - Aragorn gli fece l’occhiolino e gli mandò un bacio.
Sam cominciò a digrignare i denti furioso e sviluppando tendenze omicide, violente, e sadiche nei confronti del Ramingo.
Nel frattempo Gandalf era andato dal suo vecchio amico, Saruman il bianco, e non si sa come non abbia fatto a vedere o sentire gli alleati che al pian terreno facevano casino peggio che in discoteca, o a sfuggire alle palpate di Palpatine, o a non farsi rimorchiare da Yuda, o a non farsi ingroppare da Jaime, o a non farsi violentare da Cercei, o a non farsi tediare da Rey per la storia della sorella scomparsa, o a non farsi mangiare da Re Robert. Fatto sta, che arrivò in cima alla torre.
-Saruman, sono venuto per chiederti un consiglio. -
-Muori! -
-Perché sei sempre così arrabbiato con me? -
-Perché sono cattivo. -
-Suvvia, tu non sei cattivo, sei solo un vecchio zittello, inacidito dall’età. -
Saruman sbuffò. -Gandalf, io non so più da quant’è che te lo dico. Sono passato dalla parte di Sauron, secondo te perché sennò faccio incrociare gli orchi, con i goblin? -
-Perché sei un allevatore? - Poi Gandalf vide ammassati in un angolo tutti i souvenir di Mordor, compresa la sfera con l’occhio di Sauron che quando la giravi scendeva la neve, e bandierine con sopra scritto “Forza Sauron Alè”. -Ma allora è vero! Sei passato dalla parte di Sauron! -
-Finalmente lo hai inteso. - Usando la magia Saruman rinchiuse Gandalf in cima ad una torre e lo lasciò lassù a schivare le cacche dei piccioni che passavano.

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Capitolo 2
*** La Compagnia si Mette in Marcia ***


La Compagnia si mette in Marcia
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Durante il primo giorno di marcia con Aragorn, si persero, e vennero raggiunti dagli omaccioni tutti neri, vestiti di nero e con i cavalli neri, che ferirono Frodo, perché lo avevano visto saltellare molto gaio provandosi l’anello. Vennero salvati tutti quanti dall’arrivo di Arwen, che rapì Frodo e scappò, rincorsa dagli uomini neri, e da Sam che sbraitava di rendergli il suo tesssoro. Quando Frodo si risvegliò era a Gran Burrone, vicino al suo capezzale, c’era Gandalf che si stava fumando un cannone.
-Ciao Frodo. -
-Ma tu non eri stato catturato da Saruman? - Chiese sconvolto l’hobbit.
-Sono riuscito a fuggire gettandomi dalla torre e atterrando sopra un’aquila. Per fortuna ero al pian terreno… l’aquila è rimasta spiaccicata, ma chi se ne frega, l’importante è che io sia salvo. Comunque… non divaghiamo, andiamo che ci aspettano per una riunione. -
Frodo si affacciò dal balcone e vide arrivare un cavaliere al trotto che entrato dentro la città degli efli si guardò attorno. Frodo cominciò a lanciare gridolini effeminati.
-Romeo! Romeo… perché sei tu Romeo? - Gli gridò.
-Sono Boromir rincoglionito! - Gli urlò di rimando quello.
-Volevo fare il romantico. -
-Ma va a morire ammazzato! -
Frodo sorrise guardando il mago accanto a lui. -Presto Gandalf, lanciagli la tua barba così che possa arrampicarsi… - Ma quello gli tirò uno scapaccione guardandolo male.
-Frodo, siamo qui per un altro motivo. -
-Si… si… lo so… il consiglio di Eldor… lo so. -
In quel mentre arrivò anche un elfo bellissimo, dai lunghi capelli luminosi. -Oh! Che bell’elfetto! - Frodo al settimo cielo andò saltellando dove si stava tenendo la riunione.
Eldor faceva da giudice, seduto sulla sua poltroncina e con un martellino in mano.
-Allora! Il motivo per cui siamo qui, è per decidere chi porterà l’anello a Mordor, per distruggerlo. - Disse Gandalf.
-Che distruggere e distruggere! - Boromir si alzò in piedi. -E’ un dono! Usiamolo contro Sauron. -
-Non possiamo usarlo contro Sauron. - Disse Aragorn.
-Che ne sa un ramingo come te? -
-Lui non è un semplice ramingo! - Sbottò l’elfo dai capelli lucenti.
-Mi correggo. Cosa ne sa un sudicio e brutto ramingo come te? - Dal nulla apparvero ragazzine assatanate che urlando parole incomprensibili e armate di spranghe cominciarono a bastonare Boromir che tentò la fuga, nascondendosi dietro Gimli, il nano.
Aragorn dette di gomito a Gandalf. -Il mio fan club. - Disse tutto contento, facendo deprimere il povero mago, poiché lui il fan club, non ce lo aveva mai avuto, neppure quando era giovane.
-Aragorn ha un fan club. Mozione approvata. - Fece Eldor battendo con il martellino sulla sua poltrona.
-Ma non eravamo qui per un altro motivo? - Chiese Gandalf.
-Eravamo qui per un altro motivo. Mozione approvata! - E di nuovo batté con il martello.
-Ma del mio intervento a nessuno frega niente? - Chiese Boromir.
-E va bene. Aragorn puzza. Mozione approvata. - Dal nulla riapparvero le fan girl di Aragorn che brandendo oggetti contundenti cominciarono a picchiare Eldor, mentre urlavano come scimmie e saltavano come gorilla. Aragorn stufo di sentirsi dire che puzzava cominciò a urlare che lui si lavava una volta l’anno, Boromir disse che se non si allontanava rimetteva la colazione di quella mattina, Legolas, disse che sentiva uno strano puzzo, e tutti si voltarono verso Gimli che sorrideva tutto fiero di se.
-Sentite i gas tossici delle miniere? -
Eldor stufo di quella riunione, poiché voleva tornarsene a guardare Beutyelfe (versione elfica di Beautifull), fece la fatidica domanda.
-Insomma, chi è che porta l’anello? - E siccome tutti erano intenti a brontolare, e Frodo si era alzato per andare al bagno, Eldor decise che si era offerto volontario lui. -L’anello verrà portato dal mezz’uomo, essendo lui una mezza sega e anche se si fa corrompere non succederà questo gran casino, al limite diventa bianco mortuario e se ne va in giro come una lucertola, e con 3 peli sulla testa. - Poi puntò il dito verso gli altri che litigavano. -E tutti voi siete in punizione. Quindi dovrete accompagnare Frodo a Mordor. -
Gandalf posò una mano sulla spalla di Frodo.
-Avrai il mio bastone. -
Frodo sorrise.
-E la mia spada. - Disse Aragorn.
Frodo allargò il sorriso.
-Ed il mio arco. - Si fece avanti Legolas.
Frodo cominciò a saltellare.
-E la mia ascia! - Parlò Gimli.
Frodo batteva le mani tutto contento.
Tutti si voltarono verso Boromir. -E va bene. Avrai anche il mio corno! -
-Siiii! - Frodo saltò addosso a Boromir cercando di slinguazzarselo, da un cespuglio apparve Sam, che si attaccò ad una gamba di Frodo, da altri cespugli apparvero Merry e Pipino che saltarono anche loro addosso a Boromir, mentre quello scalciava e menava fendenti con la spada.
-Toglietemeli di dosso! -
-E sia, 9 compagni. E adesso partite e toglietevi dalle scatole. Che sta per cominciare Beautyelfe. -
Tutti si misero in marcia incuranti degli hobbit che stavano per immobilizzare Boromir a terra.
-Datemi una mano brutti bastardi! Che razza di compagni di viaggio siete?! Brutti… - Non fece in tempo a finire la frase che le fangirl assatanate di Aragorn tornarono all’attacco con oggetti contundenti, in compagnia anche di quelle di Legolas, e per l‘occasione, erano stati formati anche i fan club di Gimli e Gandalf, che si sciolsero subito dopo, per ovvi motivi.
Boromir ne uscì con un linciaggio… ma per lo meno non venne seviziato dagli hobbit assatanati. ……………………………........................................................................................................................
A Troia…
Le due fazioni si erano riunite per darsele di santa ragione. Di comune accordo avevano stabilito che il primo scontro dovesse svolgersi con una partita di calcio. Raul era il coach della squadra, seduto in panchina. La squadra dei greci, ovvero gli alleati di Raul era formata così. Raul aveva optato per l’offensivo 3-4-3. La formazione era: Toki in porta, Qui Gon Jinn, Obi Wan e Windu in difesa. A centro campo, Eddard Stark, Naruto, Kakashi e Sakura, in attacco, Ken, Jagger e Tsunade come attaccante centrale. Raul infatti contava sul fatto che i loro avversari si sarebbero distratti a guardarle il culo o il davanzale e l’avrebbero lasciata passare senza problemi.
Purtroppo non andò così.
Saruman, aveva convocato la nazionale giapponese di Capitan Tsubasa, che ovviamente come unico sfogo sessuale avevano il pallone, di conseguenza non guardavano nemmeno un istante la ninja leggendaria, c’era solo uno strano tipo che non faceva altro che far finta di sentirsi male tutte le volte che si avvicinava a Windu… ma vabbè lasciamo perdere. Dopo la prima metà del primo tempo la squadra di Raul era già stremata e con la lingua penzoloni, nell’altra c’erano stati 3 collassi del tizio di prima, un tipo aveva tirato una testata al palo per spostare la porta e ora grondava sangue da tutte le parti, compreso un pezzettino di cervello, 3 lussazioni della spalla di Tsubasa, 7 strappi muscolari di Misaki, 8 fratture multiple e scomposte della mano destra di Wakabayashi, più altre 5 della mano sinistra, la perdita della vista di un tipo sulla fascia, il dimagrimento di 10 kili di un energumeno in difesa, e l’arresto del difensore di fascia per detenzione e spaccio di Esta The.
Alla fine del primo tempo stavano 2 a 0 per la squadra di Raul, ma Saruman e i troiani erano stranamente tranquilli, tranne quello seduto vicino a Re Robert, quello sembrava particolarmente preoccupato, ma per un altro motivo.
-Secondo me stanno tramando qualcosa… - Raul osservò pensieroso la panchina del Giappone, mentre il loro allenatore gli stava tirando su di morale, picchiandogli con una verga.
Se Raul avesse letto i manga di Capitan Tsubasa, avrebbe saputo che nel secondo tempo, in barba ad infortuni di varia natura, comprese fratture e collassi polmonari, loro avrebbero giocato 10 volte meglio, sarebbero stati più veloci, più forti e più cattivi. La squadra di Raul lo scoprì non appena misero piede sul campo per la ripresa. Uno dei difensori si staccò dalla squadra del Giappone che stava rientrando e si abbatté su Kakashi con una spranga, massacrandolo di botte. Dovettero intervenire per separarli, ma ormai Kakashi era inutilizzabile, e così Raul si vide costretto a sostituirlo con Jiraya, che però, invece di giocare, guardava il culo o il davanzale a Tsunade, e così finiva sempre per correrle dietro.
La partita riprese, e subito Naruto venne bersagliato di pallonate, lui si incazzò e si trasformò nella volpe a 9 code, ma una pallonata di Tsubasa lo trapassò da parte a parte. Tutti erano sconvolti.
-Ma è rigore! - Urlò Jagger all’arbitro.
-Io non ho visto niente. - Rispose l’arbitro.
Jagger prese ad urlargli insulti di tutti i tipi, e quello lo buttò fuori con un cartellino rosso.
Davanti a Toki, Hyuga, prese la palla sotto braccio stile Rugby e la portò in porta.
-Ma… Era fallo di mano. - Si lamentò Toki.
-Zitto… cartellino rosso pure a te. -
Raul era sconvolto e stava facendo il gesto delle manette verso la folla.
Obi Wan starnutì e Tsubasa cadde a terra sanguinante, quindi l’arbitrò buttò fuori pure lui.
Nella prima metà del secondo tempo il punteggio era 3 a 7, quell’unico gol era stato fatto per sbaglio. Tsunade aveva tirato una pallonata in testa a Jiraya per farlo smettere di rincorrerla, la palla era rimbalzata sul suo capoccione ed era finita in porta.
La svolta decisiva ci fu a un quarto d’ora dalla fine, nonostante una partita di calcio durasse 90 minuti, quei 90 minuti si trasformarono in 7 giorni, e siccome Sakura aveva guardato The Ring, venne uccisa da una bambina zombi che apparve da un televisore portatile.
Re Robert in tribuna si era mangiato il tizio che gli era seduto accanto, ma questa è un‘altra storia.
A 10 minuti dalla fine, che equivalevano a circa 1 giorno e 6 ore, Kojiro Hiuga ebbe la sfortunata idea di tentare una dura entrata su Eddard. Il problema era che in Game of Thrones, vigeva la regola: nel dubbio… decapita qualcuno.
Eddard tirò fuori lo spadone a due mani e cominciò a potare il povero attaccante nipponico che in 3 fendenti era divenuto uno spezzatino.
L’arbitro accorse con il cartellino rosso.
-Ma che ho fatto? - Si lamentò il lord di Grande Inverno.
-Come, che hai fatto? Lo hai ucciso! Non si può sul campo di calcio uccidere le persone. Cosa sei un bruto? -
Il cervello di Eddard probabilmente era andato in ferie ed aveva lasciato al suo posto un criceto che correva su di un’arancia, quindi non avendo capito il senso della frase, nel dubbio… decapitò pure l’arbitro.
I nipponici insorsero, cercando di reagire con qualche pallonata, ma ovviamente vennero trucidati senza avere neppure il tempo di farsi l’ultimo flashback, di quando da piccini i genitori invece di regalargli la play station gli regalarono un pallone, o di quella volta che siccome nessuno gli invitava al ballo di fine anno, loro ci andarono con il loro pallone, o quell‘altra volta, invece di picchiare i bulli che gli tormentavano, loro prendevano a calci il pallone, insomma un qualsiasi falshback che facesse capire agli spettatori, come mai fossero così tanto disturbati mentalmente e morbosamente innamorati di un pallone.
Vinse la squadra di Raul per impossibilità dell’altra squadra di continuare.
Saruman era quantomeno indispettito, ma non poté fare altrimenti che ritirarsi con tutti i suoi alleati, nuovamente dentro le mura.

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La compagnia era nuovamente in marcia.
Finirono in cima ad una montagna, probabilmente perché qualcuno di loro voleva andare a sciare.
Boromir, decise di insegnare a Merry e Pipino a maneggiare una spada che non fosse quella che madre natura aveva donato loro, in quanto, a suo dire, non era molto utile contro gli orchi e altri seguaci di Sauron. Aragorn, seduto a guardarli cominciò a pensare che due pensierini su quei cosini tanto bellini e piccini ce li poteva anche fare. Ma anche Boromir non era messo male, ma neppure Legolas, anche se a lui piacevano un po’ più maschi… ma anche Gimli era macho al punto giusto, e poi che diamine… neppure Gandalf poteva lasciarselo scappare. Si, si, stava proprio meditando che quel viaggio sarebbe divenuto incredibilmente piacevole.
Boromir per sbaglio colpì Pipino, e lui scambiando quell’innocente errore di distanze, per un segnale che il capitano di Gondor fosse pronto per giochini sadomaso gli si scagliò addosso al grido. -Per la Contea! - Subito seguito da Merry tutto ingarzullito.
Boromir all’inizio pensava che volessero giocare, quando si accorse che lo stavano palpando un po’ ovunque, ed un Merry assatanato gli cercava di togliere l’armatura cominciò ad incazzarsi un pochino. Aragorn corse in suo aiuto, ma Pipino gli saltò addosso slinguazzandoselo tutto. Frodo era saltato addosso a Gandalf, dicendo che voleva giocare con il suo bastone, ma quello brandendolo come una mazza da baseball gli piantò un dritto che lo fece volare di sotto dalla montagna, e Sam cominciò a fargli il cangurino mentre era privo di sensi.
Legolas si stava pettinando i capelli. -Stupidoni… ma cosa vi azzuffate in questa maniera, che poi vi spettinate. Pazze che non siete altro. -
Gimli stringeva forte l’ascia fra le mani e pregava qualche Dio nanico perché i suoi compagni non fossero dei nanofili.
Boromir piantò un calcio in faccia a Merry, Aragon un gancio destro a Pipino, Legolas una freccia nel culo a Sam, e l’ordine fu ristabilito.
-Andiamo, dobbiamo proseguire. - Disse poi Gandalf riprendendo il cammino. -Il passo a sud è sorvegliato. -
Boromir fece per dire qualcosa ma il mago lo zittì subito.
-No, Boromir, come te lo devo dire che ogni strada che tu proponi, non verrà mai e poi mai presa in considerazione? Piuttosto che dare ragione a te, seguiamo uno che si chiama Frodo… questo dovrebbe farti capire quanta stima abbiamo nei tuoi confronti. -
-Siete tutti degli stronzi. - Rispose di rimando lui. ……………………………........................................................................................................................

A Troia…
Sauron venuto a sapere della disastrosa sconfitta dei troiani nella partita di calcio andò a trovare il suo subalterno. Sauron arrivò da Saruman che stava urlando improperi in cima alla torre.
-Con chi ce l’hai scusa? -
-Sto mandando degli accidenti a Gandalf, perché mi ha spiaccicato la mia aquila e perché oggi abbiamo perso la partita. -
-Bravo… te si che sei uno stregone. -
-Perché siete venuto qui oscuro signore? -
-Per dirti di non mandare gli Uruk-hai a prendere quei deficienti della compagnia. -
-Perché? -
-Perché tanto uccidono solo Boromir, si potrà credere che enorme perdita. No, preparami un esercito ben più temibile. -
Saruman si strinse nelle spalle. -Vabbé. -

Fuori dalle mura…
Raul e i suoi stavano facendo baldoria. La prima vittoria era loro, tutti erano felici, tranne quelli di 300, perché non erano stati ammessi alla partita per il loro continuo uso di anabolizzanti e grafica 3D, e dunque si erano persi anche il massacro che ne era conseguito. E come spesso avviene, quando il vino abbonda, in compagnia del testosterone, e in presenza di donne attraenti, furono inevitabili i litigi.
Ubriaco come un otre, Obi Wan scambiò Toki per Qui Gon e gli saltò addosso stile scimmia urlatrice in calore. Toki in verità avrebbe potuto difendersi da solo… se non fosse stato addormentato come un pupo. Per sua fortuna, lì vicino c’erano i suoi fratelli, Raul e Ken intervennero in tempo, prendendo a calci in culo Obi Wan, che impermalito e furioso con i due, che accusava di avergli rubato il maestro, decise che non avrebbe più combattuto, finché non glie lo avrebbero reso.
Jagger invece stava facendo una sfida a chi reggeva di più l’alcol tra lui, Eddard e Tsunade. Inutile dire che vinse Tsunade, e poiché Eddard era svenuto in un angolo abbracciato ad una bottiglia, la ninja leggendaria costrinse Jagger a costruire una statua in onore delle donne che reggono bene l’alcol.

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Gli accidenti di Saruman avevano provocato una valanga e così dovettero giungere ad una nuova petizione.
-Da che parte si passa? Per le miniere dei nani, terribilmente pericolose e piene di goblin assetati di sangue, o per una strada tranquilla e assolata? - Chiese Gandalf. Ma prima che potessero rispondere... -La strada tranquilla e assolata l’ha proposta Boromir. -
-Allora le miniere! - Gridò tutto felice Frodo, con la speranza al buio di poter fare la mano morta a Gandalf. Mentre però fantasticava con la mente su zozzerie innominabili, cadde per terra e rotolò di sotto dal pendio, venendo afferrato in extremis da Aragorn. Però gli cadde l’anello e Boromir glie lo raccattò, rimanendo un attimo interdetto nel guardarlo.
Era Pipino, quello che vedeva riflesso, che alle sue spalle gli stava facendo dei gesti sconci?
-Boromir… rendi l’anello a Frodo. - Lo richiamò Aragorn, pronto ad estrarre la spada, ma lui si voltò a guardare Pipino, che prontamente fece finta di niente.
-Si… certo. Tieni Brodo. -
-Mi chiamo Frodo. - Ribatté gelido quello.
-Si, come ti pare. - E riprese il cammino.
Frodo guardò preoccupato Aragorn che osservando Boromir cominciò a leccarsi i baffi.
-E’ proprio un maschiaccio quel Boromir. - Disse.
Arrivarono all’entrata delle miniere naniche, che, per qualche oscura ragione avevano le scritte in elfico.
-Perché tuo cugino scrive indovinelli in elfico? - Chiesero tutti a Gimli.
-E che ne so io! Forse gli piacciono i festini degli elfi. -
Mentre Gandalf faceva figuracce nel tentare di scoprire la parola magica, che gli avrebbe permesso di entrare, gli altri stavano ingannando il tempo come potevano. Mentre Merry e Pipino tiravano i sassi nell’acqua, Gimli, nonostante fosse l’unico che potesse sapere la parola d’ordine, poiché quella era casa di suo cugino, se ne stava ad affilare l’ascia, Legolas, nonostante fosse un elfo e sapesse perfettamente l’elfico, si stava pettinando i capelli, Aragorn, nonostante sapesse l’elfico alla perfezione stava leggendo un libro. Boromir, che non sapeva un cavolo si sedette vicino ad Aragorn.
-Che leggi? - Gli chiese, tanto per fare conversazione.
-Il copione. - Boromir lo guardò incredulo.
-Come il copione? -
-Si… l’ho rubato a Gran Burrone. -
-Scusa, ma se leggi il copione, saprai le cose, prima che accadino… -
-Si… secondo te, sennò come faccio a sapere tutte le cose che so? -
-Ma questo si chiama barare… -
-Sei solo invidioso perché io sono il più figo… a proposito come si chiama il tuo parrucchiere, hai dei capelli che sono una favola tesoro… -
Boromir era talmente sconvolto da non riuscire a dire assolutamente niente, per fortuna in quel mentre Gandalf trovò la parola giusta e aprì le porte.
Merry e Pipino si erano calati le braghe e stavano sculettando in direzione dell’acqua, battendosi poderose pacche sulle natiche.
-Ma che fate?! - Sbraitò Gimli prendendoli a nocchini. -Muovetevi ed infilate dentro questa miniera. -
-Si dai infiliamoci al buio! - E tutti ingrifati corsero nell’oscurità della miniera.
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Intanto nell’Olimpo…
Zeus era triste e affranto, e stava staccando i petali ad un fiorellino con aria sognatrice, ogni petalo, un sospiro.
Hade arrivò sporco e dolorante.
-Che giornatacce… con questa guerra di Troia ho dovuto fare il doppio del lavoro, e tra i sindacati e la crisi economica, non riesco a permettermi abbastanza personale. - Notando che il suo fratellino non lo ascoltava gli si avvicinò, dandogli di gomito. -Hey mandrillone… chi è questa volta? Una ninfa? -
-Macché… - Zeus si attaccò al bavero del Dio dell’oltretomba. -Gli umani non mi pregano più! Con tutte queste nuove religioni, non c’è più un disgraziato che creda in me! Io sto perdendo la luccicanza dell’armatura, e i capelli mi stanno diventando grigi… - Cominciò a scuotere il fratello come se fosse una bambola di pezza, scombinandogli tutti i neuroni del cervello. -… ME LO SENTO! TRA UN PO’ NEPPURE LA MIA SAETTINA SI DRIZZERA’ PIU’! SONO ROVINATOOOO! STO INVECCHIANDOOOO!!!!!! -
Hade riuscì a sottrarsi dalla presa del fratello e ad impedire al resto della materia grigia di diventare mousse.
-Fratello calmati… sei il più importante degli Dei… datti un contegno… E poi… non importa come ti chiamino, l’importante è che credano. -
-Questo lo dici te. - Zeus estrasse da dietro la schiena un insieme di fogli. -C’è scritto su questo manoscritto che se gli uomini non credono più in me, io invecchio, perdo i poteri, divento sabbia e vado a girare un film in Alaska. -
-Quello è il copione di La Furia dei Titani… e l’agenda degli impegni di Liam Neeson… fratello gli Dei non possono morire… sennò che Dei sarebbero scusa? -
-Allora Kratos che cazzo fa tutto il giorno? -
-Si pettina i capelli. E che ne so io che fa Kratos! Comunque… se la cosa ti può fare piacere, si butta qualche catastrofe naturale sugli uomini, così tornano a credere in noi. -
-Mmhhh… no… meglio di no… sennò poi si offendono… sono di un permaloso questi umani…- Batté una mano sulla spalla del fratello. -Andiamo a vedere la partita Troiani contro Greci. Ho scommesso con Artemide che la Compagnia dell’Anello passerà per Moria. -
-Allora fratello inventati qualcosa… perché saranno anche dei cerebrolesi, ma se vedono tutti quegli scheletri nelle miniere, col cavolo che proseguono. -
-DHO! - Zeus cominciò a pensare velocemente, poi gli si accese una lampadina sulla testa. -Liberate il Kraken! -

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Fu così che la Compagnia dell’Anello dovette affrontare il Kraken, mostro completamente inutile su cui, ancora molti, si chiedono come mai sia emerso dalle profondità marine se tutte le volte deve fare delle figure barbine… comunque Frodo fu l’unica fava a farsi catturare, ma sembra sia stato solo un escamotage per farsi prendere in braccio da Boromir, nel momento in cui venne liberato.
-Mi hai salvato prode cavaliere. - E così dicendo cercò di slinguazzarselo un pochino. Per fortuna intervenne Gimli, che con il manico dell’ascia riuscì a staccarlo dal cavaliere di Gondor, poi Sam si attaccò ad una gamba di Frodo rallentandone i movimenti.
Finalmente entrarono a Moria. La miniera però si rivelò essere piena di cadaveri di nani e questo fece piangere Gimli, che poverino si accasciò a terra disperato. E visto che nessuno provava tenerezza per un cubo con la barba, nessuno si avvicinò a consolarlo, tranne Boromir, che lo abbracciò virilmente. Gimli si divincolò un pochino.
-Boromir, il tuo corno mi pigia contro lo sterno. -
Il capitano di Gondor gli batté qualche pacca sulla spalla. -Non è possibile Gimli, l’ho prestato un attimo ad Aragorn, che era un assillo chiedermi di vederlo. -
-Allora è peggio di quello che credessi! - Gimli si discostò velocemente, mettendo distanza tra i due.
-Andiamo Gimli… era un abbraccio tra maschi… -
-Si, si… ma la prossima volta abbraccia Legolas. -
Boromir si strinse nelle spalle e visto che anche Legolas piangeva disperato, abbracciò pure lui.
-Legolas… il tuo arco mi sta pigiando sulla gamba. -
-L’arco l’ho prestato ad Aragorn, che era un assillo volerlo vedere… ma Boromir… è il corno di Gondor quello che sento? -
-No, il corno di Gondor l’ho prestato ad Aragorn, perché voleva in tutti i modi vederlo. -
In quel momento arrivò Aragorn guardandoli in cagnesco. -Siete due stronze. - Gettò il corno di Gondor addosso a Boromir e l’arco addosso a Legolas. -Non capite proprio le richieste di una donna. - Detto questo si allontanò sculettando, lasciando i due parecchio perplessi.
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Capitolo 3
*** Squadra che vince... Non perde ***


Fuori dalle mura di Troia…
Raul con i suoi uomini si stava preparando al prossimo combattimento contro Saruman e i suoi, senza tuttavia l’appoggio dei Jedi, che, solidari con Obi Wan, volevano rimanere tutti per uno e uno per tutti. Quando eccoti che ti arrivano dei tizi in toga e si avvicinano a Leonida.
-Leonida, non puoi andare in battaglia, c’ è di mezzo il carnevale e gli Dei si adireranno se non rispetti le tradizioni. -
-Porci corrotti! Questa è Spartaaaaa!!!! - Ringhiò Leonida.
-E chi ve lo ha detto? Quella ragazza mezza nuda che balla sotto l’effetto di droghe? - Chiese Raul.
-No… noi non andiamo in discoteca. - Rispose uno di quelli. -Comunque Leonida, non puoi offendere gli Dei, è la tradizione, la tradizione è importante. -
-Troverò un modo, perché questa è Spartaaaa!!!!!. -
Dieci minuti dopo Raul stava scuotendo la testa esasperato.
-No… questo è troppo… così distruggi un mito… -
Davanti a lui c’era Leonida vestito da Arlecchino, dietro di lui il capitano vestito da Pantalone, e dietro ancora tutti i soldati spartani vestiti con costumi da carnevale.
-Se onoriamo gli Dei combattendo va bene lo stesso vero? Visto che siamo a Spartaaaa! - Chiese Leonida.
-Fai come ti pare… la pelle è tua. - E così dicendo i 3 tizi in toga se ne andarono.
-Ascolta… te non puoi venire in battaglia così. - Gli fece notare anche Toki.
-Perché no? -
-Ma andiamo! E’ una pazzia! E’ una follia! -
-Follia…? QUESTA E’ SPARTAAAAA!!!!! -
Gli uomini di Eddard rimasero sconvolti ad osservare i 300 vestiti da carnevale passare in mezzo a loro. Tsunade a capo del suo villaggio si voltò verso Ino, di fianco a lei.
-Ma li vedi anche tu, come li vedo io? -
-Si… -
-Forse è arrivato il momento di smetterla di farsi le canne. -

Nell’Olimpo…
Nettuno aveva capito che tutto sommato non poteva permettere ad Atena di fare quello che gli pareva, in fin dei conti i Troiani erano suoi fedeli sudditi. Decise dunque di rinchiudere Atena in una stanza che poi cominciò a riempire d’acqua. Le sue intenzioni erano onorevoli… lui voleva solo offrirle un bagno, visto che era da tempo immemore che non la vedeva lavarsi un pochino. I suoi cavalieri, subito si adoperarono per andarla a salvare, buttandosi dai dirupi, compiangendo la mamma morta, accecandosi, o facendosi collassare il cuore, prostituendosi con i cavalieri di Nettuno, o nel caso si chiamassero Ikki della Fenice, farsi massacrare di botte nell’attesa che qualcun altro prendesse un’armatura più figa e più bella della sua con tutti gli accessori incorporati, e armi di ultima generazione.
Nettuno poi... ignaro dei cavalieri di Atena che stavano vandalizzando le sue bellissime strutture architettoniche, si mise a guardare la partita Troiani - Greci in compagnia dei fratelli.

A Troia…
Raul e i suoi non ebbero vita facile, in verità dovettero rendersi conto, che tutto sommato, i Jedi erano utili. Quanto meno facevano numero. E gli spettacoli psichedelici delle spade laser erano divertenti. A complicare la situazione, oltre agli spartani in costume da carnevale, ci si misero anche l’arrivo di altri alleati per i Troiani. Ed ecco che Serse, in tutto il suo splendore, apparve come una diva di Holliwood, in mezzo alla guerra, indossando un costume rubato probabilmente a Lady Gaga. E così 100 nazioni dell’Impero Persiano piombarono su di loro.
La situazione si faceva sempre più complicata.
Quando si presentarono gli Immortali, Raul dovette correre ai ripari. Sfoderò l’arma segreta contro gli Immortali, ovvero Higlander.
-NE RIMARRA’ SOLTANTO UNOOOO!!!! - Gridò lanciandosi nella mischia. Ovviamente venne decapitato al primo colpo, e subito un bimbetto biondo sgattaiolò tra la folla, prese la testa mozzata e corse a giocarci in camera sua.
Fu così che la seconda battaglia, venne vinta dai Troiani, che tutti contenti si ritirarono dentro le mura facendo i gagliardi, e lasciando Raul e i suoi, lividi e doloranti.

-Non possiamo andare avanti così! - Raul era furioso, quel biondino di Souther lo aveva vinto un’altra volta. -Io non ci sto a fare la figura del fesso! -
-Anche perché sarebbe troppo semplice. - Disse flemmatico Toki, seduto vicino a lui. Constatazione che gli costò un’occhiata omicida da parte del Grande Re di Hokuto.
-Inoltre stanno costringendo Jagger a costruire una statua in memoria della nostra sconfitta. - Fece notare Ken, mentre i generali di Nanto frustavano Jagger per fargli costruire la statua. Ma non era tanto il costruire la statua che dava fastidio, quanto il fatto che Shin aveva voluto mettere la musica truzza a palla e ora si esibiva in quello che lui chiamava ballo, ma che Piero Angela aveva classificato come: “la danza che fanno i babbuini per comunicare che quel determinato frutto fa venire l’infiammazione al deretano”. Come se non bastasse la già irritante musica di Shin, ecco che oltre al suono, ci si era messo anche Yuda, pretendendo che Jagger costruisse la statua in tanga e quello era proprio uno spettacolo indecente.
-Ma cosa possiamo fare? - Chiese Tsunade. -Abbiamo perso così tanti uomini in queste ultime battaglie… senza contare che non sappiamo quanti altri alleati gli devono arrivare… presto ci ritroveremo anche in inferiorità numerica. -
-QUESTA E’ SPARTAAAA! - Anche Leonida aveva voluto dire la sua.
-Senza contare che adesso che abbiamo combattuto senza Jedi, e abbiamo perso, quei pervertiti in accappatoio se la tireranno da far paura. -
-Non mi importa Eddard! Morirei piuttosto di tornare a chiedergli di combattere ancora con noi. - Raul sembrava furioso. -Insomma! Hanno cercato di ingropparsi mio fratello mentre dormiva. Non pretenderanno mica che sia io a chiedergli scusa! -
-Ci sarebbe in verità un modo per farli tornare a combattere senza dover chiedere necessariamente scusa ad Obi Wan. - Tutti si voltarono verso l’entrata notando Qui Gon Jinn.
-Che ci fai qui? - Chiese Tsunade.
-Io combatterò al vostro fianco nella prossima battaglia, e se la Forza ci assiste, qualche Jedi mi seguirà nell’impresa. -
-La maggior parte di loro rimarranno legati ad Obi Wan. - Gli fece notare Toki. -E poi perché vuoi tradire così il tuo ordine? -
-Perché? Essere etero e vivere al tempio Jedi è un martirio. Non puoi chinarti, non puoi farti la doccia… ma che miseria, non puoi mangiarti neppure un gelato senza ricevere delle avance! E scordati di mangiare banane… io andavo pazzo per le banane… ho dovuto smettere di mangiarle. Per non parlare delle fans… tutte slasher! -
Gli altri lo guardarono con occhi fuori dalle orbite, potevano capire la frustrazione del povero maestro, e l’inspiegabile voglia, non solo di trucidare qualcuno, ma anche di vedere alcuni dei suoi compagni orribilmente mutilati.
-Il problema persiste… anche se tornassero tutti i Jedi, saremmo comunque in inferiorità numerica. -
-Tsunade ha ragione… - Raul si grattò il mento pensieroso. -… ma forse ho la soluzione che fa per noi… - Sorrise osservando i suoi alleati. -In fin dei conti… siamo o non siamo nella battaglia di Troia? -
-Saruman potrebbe aver anticipato questa tua idea. - Gli fece notare Eddard.
-Anche se fosse… non ci daranno fastidio. -
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Le miniere si rivelarono infestate di goblin e troll delle caverne, che solo con il pronto intervento di Legolas che gli piantò una freccia in un occhio, riuscirono a salvarsi, solo per ritrovarsi accerchiati dai goblin.
-Allora ragazzi… se qualcuno ha qualche potere nascosto, è bene che lo tiri fuori adesso. - Disse Gandalf. -No Pipino, quello non è un potere nascosto! - Gridò all’hobbit, che si stava sganciando i pantaloni, e il poveretto tutto mogio si rintanò in mezzo al gruppo.
-Hey… qualcuno mi sta palpando il sedere. - Disse Aragorn.
-Anche a me. - Dissero gli altri all’unisono, poi tutti insieme si voltarono verso Frodo.
-Hey, non sono stato io a cominciare. - Tutti si voltarono verso Sam che sorrise come un ebete.
Dal fondo della galleria apparve una luce rossa, accompagnata da grida terribili e un Balrog delle fiamme si fece avanti menando una frusta per l’aria.
-Presto scappiamo! - Gridò Boromir.
-No! Non possiamo scappare! - Gandalf si voltò verso il Balrog.
-Perché no? -
-Perché è stata una proposta di Boromir. -
Mentre il capitano di Gondor era intento a mandarlo a quel paese, Gandalf si posizionò davanti al mostro infuocato.
-Io… Gandalf il Grigio, per il potere conferitomi, dichiaro, che TU… NON PUOI… PASSARE! - Così dicendo, e sbattendo il bastone sul ponte, quello crolla, trascinando i due negli abissi delle miniere. In quel mentre arrivarono anche i goblin, che decisero di far vedere quanto facessero schifo a tirare con l’arco. Le loro prestazioni facevano talmente pena, che la compagnia decise di andarsene.
Una volta usciti, gli hobbit, caddero a terra piangendo, ma Aragorn, che da piccino mangiava pane e volpe, sapeva bene che quella era una mera scusa per farsi consolare, da chiunque si lasciasse intenerire. Ovvero nessuno tranne Boromir, che sembra, tra l’altro, l’unico veramente umano di quella manica di elementi. Costretti alla marcia da Aragorn che gli frustava se rallentavano, giunsero in un bosco, dove vennero accolti a frecce in culo da degli elfi, che nonostante avessero notato Legolas, ovvero un altro elfo, non volevano assolutamente ospitarli per la notte. Dopo diverse ore di trattativa e la vendita di Legolas come gigolò, alla fine gli elfi accettarono di fargli parlare con la dama bianca, ovvero un’elfa tutta vestita di bianco che riusciva a parlare nella mente, di nome Galadriel.
Infatti mentre parlava con Aragorn diceva cose sconce a Boromir, che lo spaventarono a tal punto, che per paura che la dama bianca, potesse fargli visita la notte, rimase sveglio tutto il tempo, con il risultato che la mattina seguente aveva due occhi pesti che facevano spavento.
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Fuori dalle mura…
Raul stava osservando con aria tronfia la flotta. Centinaia di navi che stavano giungendo dal mare. Al suo fianco tutti i suoi alleati.
-Ah-ha! - Fece Raul ponendosi le mani sui fianchi. -Ora voglio proprio vedere chi vincerà il prossimo scontro. -
-Fratello, frena l’entusiasmo… insomma, hai convocato i personaggi di Troy, mica quelli veri dell’Iliade, o quelli della Torcia. -
-Toki… ma perché devi sempre tarparmi le ali scusa? E poi quelli dell’Iliade e della Torcia, non sono voluti venire, dicono che questa fan fiction è troppo stupida. - Poi abbassò la voce per non farsi sentire dagli altri. -Secondo me sono solo invidiosi, perché nessuno scrive niente su di loro. -
Ecco che i re greci sbarcarono sulla spiaggia di Troia e subito Achille con i suoi Mirmidoni corse a conquistare un castello di sabbia fatto da Sagara, glie lo distrussero e poi tutti fieri lo sfidarono di andare a chiamare i suoi Dei. Sagara piangendo andò a chiamare la mamma, che però si ricordò solo dopo di non avere, e questo lo fece piangere ancora di più.
Dalle navi scesero Agamennone, Menelao, Aiace, Ulisse e altri tizi di cui a nessuno frega niente.
-Ma chi è quel botolo riccioluto che mi si avvicina? - Chiese Raul.
-Come chi è? E’ Agamennone. - Gli disse Toki.
-No… quello se l’è mangiato Agamennone. -
Intuendo la perplessità del fratello Toki lo guardò torvo. -Ma per lo meno lo hai visto il film? -
-Hem… no… avevo letto l’Iliade e credevo che più o meno fossero uguali. -
Toki si allontanò agitando una mano. -Ho capito va… è meglio se diamo subito forfeit. -
-No… ma che dici? Magari sono forti. Abbi fiducia negli standard holliwoodiani. -
Agamennone ridendo tutto fiero di se batté una pacca sulla spalla di Raul. -Vai tranquillo compare, con noi in battaglia vinceremo tutto! - E cominciò a ridere da solo, poi decise che tanto per fare qualcosa di divertente poteva dare fastidio ad Achille, che si stava pavoneggiando davanti alle ragazze, facendogli vedere i muscoli, ed esibendosi in performance da vero culturista.
Menelao e Leonida cominciarono subito a litigare su chi fosse un re migliore per Sparta e ogni tanto Leonida gridava: -QUESTA E’ SPARTAAAA!!!! - E continuarono così per tutto il pomeriggio.
Aiace era andato a fustigarsi per il disonore di essere sceso per ultimo dalla nave e Ulisse, stava ripulendo tutti con il gioco delle 3 carte.
Finalmente a toglierli dall’imbarazzo arrivò Rey. -Noi è da un quarto d’ora che vi si aspetta. Venite a fare la guerra o si rimanda a domani? Che devo anche andare a prendere mia sorella dall’oculista. -
Così si incontrarono fuori dalle mura, ed ecco che subito Raul non si lasciò scappare l’occasione di pavoneggiarsi per i nuovi acquisti.
-Non possiamo perdere! - Disse Raul rivolgendosi alla folla di guerrieri. -Per la miseria uomini! Noi abbiamo un mezzo Dio, uno che solo a guardarlo, mezzo esercito è diventato gay, abbiamo non un guerriero, ma il guerriero per eccellenza! Noi abbiamo Achille! -
-Che dal culo facea le scintille! - Gridò Agammenone attaccando poi a ridere, e facendo ridere anche tutti gli altri.
-Ma tu guarda, te… uno prova a tirarli su di morale con un discorso ispirante e questi… - Appena Raul terminò di brontolare fra se, agitò una mano in maniera poco convinta. -Andate a combattere vai! E che gli Dei ce la mandino buona. -
Ecco che una nuova battaglia ebbe inizio.
All’inizio tutto sembrava andare per il meglio, né Ettore, né Paride, né Elena riuscirono a fermare Achille, gli avevano mandato contro perfino Xena, ma niente, Achille era inarrestabile. Mieteva vittime su vittime, ma poi… ci fu la mossa a sorpresa di Saruman. Le enormi porte della città di Troia si aprirono ancora, ma non per accogliere la ritirata dei suoi uomini, ma bensì per far emergere un orrore ben più tremendo di qualsiasi programma Rai trasmesso in prima serata. Una folla di ragazzine urlanti, scatenate, che brandivano magliette bagnate, fotografie da autografare e tanti altri oggetti si riversarono sul campo di battaglia. Le fangirls piombarono addosso ad Achille, investendo chiunque cercasse di impedirglielo, qualcuna nella confusione si sbagliò e arraffò pure Patroclo, poveraccio. Quando il polverone passò, di Achille e Patroclo, erano rimaste solo le ossa, pure spolpate. L’orrore fu talmente improvviso e tremendo che tutta l’armata di Raul si ritirò agli accampamenti urlando disperati. Anche quella battaglia era stata vinta dai troiani, che tutti contenti rientrarono dentro le mura. Il conteggio delle vittime fu impietoso.
Agamennone era stato ucciso da Kahl Drogo, perché avendogli viste le treccine pensava fosse un guerriero forte, e invece poveraccio, era solo la moda del tempo. Aiace aveva sterminato un gregge di pecore, quando si accorse che la battaglia si teneva da un’altra parte, ormai il danno era fatto e per il disonore si buttò da una scogliera, cercando il suicidio. Purtroppo aveva trattenuto troppo il fiato e si ritrovò in fondo al mare circondato dai Cavalieri dello Zodiaco, che lo scambiarono per Nettuno e decisero dunque di massacrarlo, o nel caso di Shun di Andromeda, di sodomizzarlo un pochino, prima. Aiace, che non fu molto felice della cosa, decise che il suo onore poteva anche aspettare qualche giorno e ridusse i Saints a lattine di Red Bull. Menelao invece era stato gettato in un pozzo da Leonida perché era stufo di sentirlo criticare. Jagger era ancora vivo, ma un’altra volta era stato costretto da Souther a costruire un monumento, da Shin ad ascoltare musica truzza e da Yuda, a fare il tutto in tanga.
Raul era più nero del cappello di un prete ed era praticamente intrattabile, ce l’aveva con tutto e tutti.
Qui Gon si avvicinò ad Ulisse, che stava osservando Jagger che stava costruendo la statua.
-Che fai? - Gli chiese il maestro Jedi.
-Sai qual è il rischio più grande che si può correre passando 11 anni a combattere in una terra straniera in compagnia di soli uomini aitanti, forti e attraenti? -
Fece Ulisse senza staccare gli occhi da Jagger in tanga che sculettava al ritmo del tunz tunz e costruiva la statua. -Più lo guardo e più mi piacciono le donne. - Poi si volse verso il maestro Jedi. -Volevi qualcosa? -
-Un consiglio. Tra tutti quelli che sono arrivati qui questa mattina e hanno detto di chiamarsi come gli eroi dell’Iliade, tu sei il più azzeccato… Come facciamo a terminare questa guerra il prima possibile? -
-Alleiamoci con i troiani e massacriamo Raul e i suoi fratelli. - Qui Gon lo guardò torvo e Ulisse si strinse nelle spalle. -Non mi guardare così… io neppure ci volevo venire. Va bene… perché allora non organizziamo uno scontro tra Ken e Shin? Chi vince prende Julia e tutti si torna a casa. -

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Galadriel ci provò spudoratamente con Frodo, ma essendo lui disperato per la morte di Gandalf, non la cacò manco di striscio, e lei andò a sfogarsi con Gimli, che passava di lì per sbaglio, venne agguantato dall’elfa e trascinato in un anfratto. Credendo che fosse stato Legolas ad agguantarlo, Gimli cominciò a menare fendenti con l’ascia, tagliandole una ciocca di capelli.
Il giorno seguente, in virtù della bella nottata passata con i suoi ospiti, regalò ad ognuno qualcosa. Ad Aragorn, siccome non l’aveva soddisfatta non gli regalò niente,e neppure a Boromir, visto che era stato impegnato tutta la notte a fare la guardia perchè aveva paura di addormentarsi.

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Capitolo 4
*** Shin VS Ken ***


Shin VS Ken

A Troia…
Raul aveva preso di buon occhio la proposta di Ulisse, ma visto che era ancora arrabbiato per la figuraccia che avevano fatto nell’ultima battaglia, mandò solo Ulisse e Jagger a proporre la sfida, a Saruman e i suoi.
I due trovarono difficoltà già nel farsi aprire la porta dai Sith sulle mura.
La prima volta provarono a suonare il campanello e dirgli semplicemente la verità, ma vennero accolti con lanci di olio bollente e catrame.
La seconda volta si presentarono come testimoni di Geova, ma in quel caso non gli andò particolarmente bene visto che dovettero darsela a gambe per impedire di essere impalati da un incazzassimo Palpatine, che avevano appena svegliato alle 8.00 di mattina di sabato.
Ci riprovarono con i prodotti della casa e travestiti da elettricisti, ma niente, quelle porte non si volevano aprire.
Alla fine ad Ulisse venne il lampo di genio. Chiamare in aiuto Tsunade, pregandola di andare sotto le mura con loro e allargarsi la scollatura.
Non si sa come fecero a convincerla, fatto sta, che lei decise di aiutarli e così, mentre i Sith erano intenti a creare cascate di bava, Ulisse e Jagger si intrufolarono in città da una piccola breccia.
-Primo passo. Fatto. - Disse tutto contento Jagger.
Si diressero al castello, dove all’ingresso vennero accolti da Re Robert, che gli andò in contro per stringergli la mano… ma era uno sporco trucco, infatti non appena strinse la mano di Jagger, cercò di mangiarselo. Per fortuna Ulisse riuscì in tempo a toglierglielo di bocca, anche se ormai Re Robert si era mangiato il casco del maestro di Hokuto.
Spaventati andarono avanti e incontrarono Kahl Drogo che si mise a tediarli con la sua lingua incomprensibile, probabilmente voleva fargli vedere tutte le sue treccine. Dopo una buona mezz’ora di stracciamento dei tessuti genitali, e la richiesta da parte di Kahl di sentire quanto fossero morbide le sue trecce sotto l’ascelle, finalmente gli lasciò andare.
Camminarono per qualche minuto senza incontrare nessuno, e si stavano quasi convincendo che il peggio fosse passato, quando vennero raggiunti da Rey, che fermò Ulisse.
-Sei tu l’uomo dalle 7 stelle che ha cercato di rapire mia sorella e si è fatto massacrare di botte da lei e dai miei genitori di 90 anni? -
Ulisse guardò Jagger che cominciò a fare il vago.
-Visto che hai da fare… io ti aspetto più avanti. - Così dicendo Jagger corse lungo il corridoio e al povero Ulisse toccò dimostrare che non aveva 7 cicatrici da nessuna parte.
Dopo essersi dovuto praticamente spogliare di ogni indumento, Rey si convinse che non poteva essere lui e lo lasciò andare.
Più avanti, Ulisse beccò Jagger, costretto da Souther, a portare in cima ad una piramide un’enorme roccia. Dopo averlo deriso un pochino e aspettato che finisse la costruzione, ripresero il cammino, e ti incontrarono Cercei, che nascosta dietro una colonna saltò addosso a Jagger urlando di voler avere un figlio anche con lui. Solo il tempestivo intervento di Ulisse che piantò una palata in testa alla donna, salvò il povero Jagger, che spaventato a morte, poverino tremava come una foglia.
Ormai dovevano proseguire, e così videro Julia, che si buttava da un balcone cantando “I Belive I Can Fly” quella volta atterrò, purtroppo, in testa ad Ulisse, spalmandolo al suolo, e siccome lei soffriva della sindrome della croce rossina, decise che voleva curarlo in tutte le maniere, ma Ulisse, aveva visto il film Misery Non Deve Morire, e poi non voleva incombere nell’ira funesta della sua spartana moglie che infiniti calci avrebbe dato alle sue greche chiappe. Tramortì la povera Julia con una palata in testa e proseguirono.
Schivarono Shin che gli rincorreva gridandogli di ascoltare musica figa che spaaacca, mentre si dimenava urlando ogni tanto un Tunz, e finalmente giunsero alla sala del trono, dove Saruman parve piuttosto sorpreso.
-Ma… come avete fatto ad entrare? Chi siete? -
-Dì il mio nome! - Gridò Jagger facendogli la mossa del maniaco, e subito venne picchiato con grossi randelli da degli orchi che spuntarono da dietro una colonna, e lo costrinsero ad erigere una statua in onore di Saruman.
Mentre Jagger era all’opera, Ulisse propose l’accordo di un duello tra Shin e Ken, in modo che il vincitore si prendesse Julia, e tutti se ne potevano tornare a casa. Saruman che era stufo sia di Shin, sia di tutti quegli stranieri sulle sue spiagge che rubavano il lavoro ai troiani e che gli affollavano il bagno-asciuga, decise di acconsentire alla richiesta.
Al ritroso Jagger e Ulisse, dovettero affrontare nuovamente i pericoli che gli avevano insediati all’entrata.
Misero su una canzone di Freddy Mercury, per tenere alla larga Shin, scaraventarono Julia di sotto da un balcone, colpirono Cercei con una mazza da Baseball sui denti, aiutarono Shu a portare l’ultima pietra della piramide di Souther, Ulisse si rispogliò per far vedere a Rey che non era lui l’uomo dalle 7 stelle, spalmarono del burro sulla testa di Jaime e attesero che Re Robert se lo mangiasse, infine attesero che i Sith smettessero di sbavare ed uscirono.
Tornati all’accampamento, un po’ provati dalle dure esperienze affrontate, riportarono la buona notizia a Raul, che finalmente fu contento e si adoperò perché la sfida si potesse infine compiere

Nell’Olimpo….
Hade si lasciò cadere sulla sedia esausto come non mai.
-Finalmente un po’ di relax… - Sospirò sprofondato nella poltrona vicino a Zeus. -Già ricominciata la partita? -
Sta iniziando adesso. -
-Ma che fanno Nettuno e Apollo? Non lo sanno che Athena è appena scesa in campo a favore dei Greci? -
La loro conversazione venne interrotta dall’arrivo di un Nettuno più ubriaco di una spugna. -Tò chi sci vede… -
-Nettuno… ma che hai fatto? - Gli chiese Zeus.
-Di là sc’è Gesù che moltiplica i peschhhh… hic… i pescci e trasforma l’acqua in vino… e giù che si beve e si balla! E sci ci fa tanti amici… hic… - Poi Nettuno cadde a sacco di patate per terra e finalmente svenne.
-E Apollo? - Ma il Dio del Sole era intento a recitare la Divina Commedia in rutti, e quindi non poteva certo interrompere la sua performance, per una bazzecola come una guerra.

Fuori dalle mura…
Sulle spiagge assolate di Troia, era stato montato un palco tra l’accampamento Acheo, e la città fortificata. Sul palco montò un tizio biondo con gli occhiali da sole.
-Ancora il presentatore di Dragon Ball? - Chiese Tsunade.
-No! Muhuwhahahahaha! - Il presentatore si tolse la giacca e la cravatta, rivelando un giubbotto di pelle nero. -Sono Wesker! Questo incontro lo vincerò io! E conquisterò il mondo! Muhuwhahahaha! - Poi un Yuda saltellante come uno scimpanzé e con versi altrettanto scimmieschi lo agguantò e rientrò velocemente dentro le mura, rincorso da Jamie che urlava stile Tarzan.
Dopo il momento di sbigottimento generale, ecco che ti arrivò un altro tizio biondo con gli occhiali.
-Salve a tutti signore e signori! Sono di nuovo io, il presentatore di Dragon Ball. - Dopo aver lanciato uno sguardo alle due tifoserie e ai due sfidanti che si guardavano saltellanti ai loro angoli, il presentatore cominciò la sua tiritera. -All’angolo destro in jeans blu, e con maglietta rossa strappata, allenato dal Grande Re di Hokuto, e da quel tipo lì che sembra Gesù… -
Toki si voltò verso Raul. -Tutta qui la mia presentazione? -
-Accontentati, guarda Yuda povero disgraziato come viene rappresentato in questa fan fiction. - Rispose Raul.
-… abbiamo il personaggio più amato di tutti i tempi, colui che tutte le donne desiderano, il trottolino amoroso dudù dadadà per eccellenza, il prescelto, il salvatore, il legittimo successore della divina scuola di Hokuto… Kenshiroooo!!! - Un boato dalla folla dei Greci fece sentire il loro appoggio a Ken che subito si mise a piangere.
-Amici… porterò il vostro coraggio con me, anche dopo la vostra morte. -
Dopo una grattata di coglioni generale e varie toccate a destra e a manca, il presentatore riprese.
-Nell’angolo sinistro, in tutina attillata bianca, che tra l’altro lo ingrassa in una maniera incredibile, allenato dal Sacro Imperatore Souther, pettinato da Kahl Drogo, nutrito da Re Robert e ospitato da Saruman… il transessuale platinato per eccellenza, colui che tutte le donne invidiano per i suoi capelli, il Re di Croce del Sud! Shin! -
I Sith misero su uno spettacolo pirotecnico per tenere alto il morale del loro alleato, e Palpatine per far sentire quanto fosse vicino il loro appoggio gli dette una bella palpata nelle chiappe.
Darth Fener, decise di dirgli qualche parolina confortante. -Shin ricordarti… prima di combattere… che io sono tuo padre. -
-NNNOOOOOOOO!!!!!! - Sconvolto da tali parole Shin divenne la brutta copia sconvolta dell’Urlo di Munch.
Il gong decretò l’inizio dello scontro, e subito Ken decise di mettere in chiaro le cose.
-Shin! Sono tornato dall’inferno solo per poterti uccidere. -
-E se io non c’ero? - Gli chiese Shin.
Siccome gli aveva rovinato la sua bella battuta, Ken decise di colpirlo senza pietà, riempiendolo di lividi e bozzoli ovunque. Quando Shin tornò all’angolo, per lo spavento Shu si accecò una seconda volta.
-Sono messo così male? - Chiese il transessuale platinato per eccellenza.
-No. - Rispose Souther e subito dopo vomitò.
Quando l’incontro stava per ricominciare Shin giocò il tutto per tutto, e si accanì violentemente contro la Barby Julia che Ken aveva comprato per compensare alle notti di solitudine. A quel punto Ken non ci vide più e cominciò a spogliarsi. Shu si accecò per la 3° volta. Lo sconcerto ed il terrore fu generale, ma per fortuna di breve durata, tranne che per Wesker, poveraccio, ancora nelle stanze di Yuda. Per fortuna tirarono tutti un sospiro di sollievo quando si accorsero che Ken si era solamente strappato la maglia per far vedere quanti anabolizzanti prendesse e le 7 cicatrici che secondo lui facevano tanto figo. Insomma incacchiato come un animalista al ritrovo dei macellai, Ken cominciò a riempire di pugni il povero Shin. E glie ne dette tante… ma così tante, che la cometa di Halley si fermò per vedere lo spettacolo.
Quando ebbe finito… e di Shin rimaneva si e no un tubetto di Skifidol, finalmente Ken reclamò la vittoria.
-Ho vinto io! Shin rendimi Julia. -
-Mi dispiace Ken… - Shin cominciò a piangere. -E’ troppo tardi… Julia… è scappata con i 5 astri di Nanto. -
-Cosa?! - Gridarono tutti sconvolti.
-E quando è successo? -
-Quando ha deciso di cominciare a vestirsi da uomo! - E attaccò a piangere.
Siccome era una scena piuttosto penosa, con tutti che piangevano e si scambiavano il gesto di pace, Saruman decise di disperdere tutti con i lacrimogeni, e i troiani tornarono a nascondersi dietro le mura della città, mentre i greci tornarono a bivaccare sulla spiaggia.
Mentre il fumo si diradava all’accampamento acheo arrivò una tizia con lunghi capelli viola, che si presentò a Raul come la Dea Atena.
-Bene! Abbiamo una Dea dalla nostra parte. E dimmi… con che poteri distruggerai le mura di Troia? Con un fulmine? -
-No… -
-Con un' alluvione? -
-No… -
-Uno tsunami? -
-No. -
-Un terremoto, una meteora, le fangirl di Twilight! Cosa? -
-Niente di tutto questo. -
Raul cominciò ad osservarla titubante. -Ma cosa sai fare scusa? -
-Bè… io mi metto in pericolo e quei tizi lì in armatura vengono a salvarmi. - Raul si voltò a vedere dei tizi strani che si tagliavano le vene per riparare le loro armature ridotte in frantumi durante il trasporto in aereo. Mentre Raul non riusciva a chiudere la bocca per lo stupore, e i suoi occhi privi di espressività tentavano invano di rinunciare al dono della vista, arrivò Toki, che gli batté compassionevole la mano sulla spalla e poi si allontanò mangiandosi con non chalance una mela. Sulle mura, Shu si accecò per la 4° volta.
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Boromir era stato sequestrato dalla fangirl di Frodo e costretto a firmare un contratto dove in cambio della sua vita, doveva limonare con il piccolo hobbit. Perché a loro dire, il piccoletto era innamorato di lui e quindi doveva starci o avrebbero richiamato le fangirl di Aragorn a picchiarlo. Siccome Boromir non aveva una gran voglia di farsi dissestare nuovamente le vertebre dalle assatanate dell’Aragorn’s fan club, decise malvolentieri di stare all’accordo. In fin dei conti un bacio solo che cosa poteva mai essere? Per darsi coraggio si scolò pure, tutta la scorta di alcol di Gimli, che adesso stava bestemmiando in turco.
La mattina seguente beccò Frodo, da solo e in disparte Frodo, vedendosi avvicinare questo elemento, ubriaco come una spugna e barcollante come una trottola, credette volesse picchiarlo e scappò urlando come un’aquila. Frodo si rintanò da Aragorn che stava pensando come fare per proporre un approccio sessuale a Legolas, anche se era ambiguo, non era del tutto sicuro che ci stesse.
Quando vide arrivare Frodo, che lo distolse dai suoi pensieri, lo mandò a fare in culo e gli disse di togliersi dalle scatole, così il piccoletto, se ne andò tutto mogio, convinto di riuscire da solo a portare a termine la missione, e a quel punto sarebbe divenuto un eroe e tutti lo avrebbero cercato, perché si sa… tutti amano gli eroi. A seguirlo, fu solo Sam, che gli si attaccò ad una gamba facendogli il cangurino.
Legolas sentì degli strani rumori provenire dal bosco e scattò in piedi. -State pronti… sta succedendo qualcosa! -
Era Gimli che era passato dal bestemmiare in turco a bestemmiare in orchesco.
Aragorn, che aveva letto il copione, sapeva però che stava avvenendo anche dell‘altro. -Gli Uruk-hai! Presto! - Insieme a Legolas e Gimli scesero dalla collina.
Boromir, si era ripreso dalla sbornia, e sentendo Merry e Pipino che urlavano, pensò fossero arrivati gli orchi. Anche se erano dei pervertiti, comunque, ormai ci si stava affezionando. Decise di correre in loro aiuto. Con sua somma sorpresa però, non erano gli orchi quelli che stavano per raggiungere i due hobbit, ma bensì un esercito di donne, tutte bellissime, tutte bravissime, tutte perfette.
Merry e Pipino si nascosero dietro di lui urlando e pregandolo di salvarli. Pensando che fossero delle fangirl, che volevano nuovamente picchiarlo, Boromir estrasse la spada e soffiò nel corno di Gondor, per chiamare aiuto. Merry e Pipino a quel punto si ripresero dallo spavento e cominciarono ad assillarlo che volevano anche loro soffiare nel corno di Gondor, preso dalla disperazione e dall’assillo che quei due esseri continuavano a dargli, acconsentì. Purtroppo capì troppo tardi che i due non intendevano il vero corno di Gondor, e così se li ritrovò addosso che tentavano di sbottonargli i pantaloni.
Per sua fortuna Legolas piantò una freccia nella chiappa a Merry, e Gimli un’accettata in testa a Pipino ed i due vennero portati via dall’orda di donne, che gridavano che con loro sarebbero stati al sicuro. Subito una di queste si lanciò su Boromir, ma per sua fortuna, intervenne Aragorn che la scaraventò via con un calcio frontale.
-Ma non ci dovevano essere gli Uruk-hai? - Chiese Gimli.
-Chi sono tutte queste donne bellissime? -
-Sauron deve aver intuito il copione del film, e ci ha mandato contro un esercito di Mary Sue! - Aragorn indietreggiò scioccato. -Non fatevi ammaliare dalla loro bellezza, dalla loro destrezza, dalla loro intelligenza e dalla loro perfezione. Sono esseri in grado di deviarci dal cammino che il nostro creatore ha designato per noi… Boromir! - Gridò vedendo il capitano di Gondor limonare con una di queste.
-Che vuoi? Ho bisogno di un po’ di normalità, dopo mesi che viaggio con voi depravati. -
Aragorn piantò una poderosa spadata in testa alla perfetta protagonista di fan fiction, facendola crollare al tappeto, poi acchiappò Boromir per un braccio e lo trascinò via, mentre quella in un ultimo attimo di lucidità gli faceva il gesto del telefono per invitarlo a chiamarla.
-Sauron ha cambiato il copione… adesso tutto sarà da rifare! - Aragorn era in preda al panico.
-Che vuol dire? - Chiese Gimli.
-Adesso che non sono arrivati gli Uruk-hai, Boromir non è morto… -
-Mitico! - Gridò Boromir tutto estasiato.
-…questo vuol dire che non potrò sbaciucchiarmelo tutto, in punto di morte. -
-Cos’è che volevi farmi in punto di morte? - Chiese quello spaventato.
-Non so più che cosa succederà! Tutte le mie certezze stanno cadendo! Ho tremendamente bisogno di affetto! - Legolas indietreggiò facendo finta di guardarsi le unghie, Gimli strinse forte l’ascia fra le mani facendogli il gesto, del: ti tengo d’occhio. L’unica fava sempre pronto a consolare i disperati era ovviamente Boromir, che prima gli dette una poderosa manata sulla schiena che rischiò di fargli uscire un polmone, dopodiché lo abbracciò per rassicurarlo. Aragorn non se lo fece ripetere e gli saltò addosso.
-Ti sbaciucchio lo stesso! -
Boromir gli piantò un gancio destro, ma non appena Aragorn toccò terra, arrivarono le fangirl, armate di tutto punto che lo presero e lo massacrarono di botte. Mentre era privo di sensi Aragorn finalmente poté slinguazzarselo un pochino. ……………………………........................................................................................................................

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Capitolo 5
*** 5. Il Ritorno dei Jedi ***


Capitolo 6
Il Ritorno dei Jedi


-I Jedi devono tornare a combattere! - Tutti guardarono stupiti Tsunade.
-Che ti sei fumata? - Gli chiese Eddard.
-La canna. - Rispose lei. -Ma questo è un altro discorso. Non possiamo continuare a combattere senza di loro. Ci servono, e con le loro spade laser fanno un bel gioco di luci. -
-Ma come possiamo fare a convincerli? - Chiese Raul.
A quella domanda tutti si voltarono verso Qui Gon, osservandolo intensamente.
-Perché state guardando tutti me? - Chiese il maestro Jedi vagamente preoccupato.

Qualche secondo dopo Qui Gon stava camminando verso l accampamento dei Jedi.
-Stupido consiglio di guerra, con il suo stupido piano, per quegli stupidi Jedi. - Brontolava mentre prendeva a calci dei sassolini sulla spiaggia.
Arrivato davanti alla tenda di Obi Wan fece un profondo respiro e bussò.
-Ciaaaaooo. - Disse subito lascivo Obi Wan uscendo fuori e aprendosi di più la toga per far vedere più pelle possibile del petto. -Finalmente ti sei deciso a venirmi a trovaaaare. - Così dicendo cominciò ad alzare e abbassare le sopracciglia in continuazione, lanciargli bacini e ammiccamenti vari.
Qui Gon dovette reprimere un coniato di vomito.
-Mi manda Raul. - Disse subito, cercando di non vomitare anche l'anima. -Ascolta Obi Wan devi convincere i Jedi a tornare a combattere. -
-E io potrei anche farlo... - Altri ammiccamenti, lancio di baci e così via. - ...ma sono rimasto tanto offeso quando l'altro giorno... -
-Ma non ero io. -
-Non cambia niente. - Rientrò in tenda facendogli cenno di seguirlo.
Prima di entrare Qui Gon si fece il segno della croce, e un fulmine, partendo dal cielo limpido lo fulminò in pieno.

Nell Olimpo
-Perché lo hai fatto? - Chiese Nettuno, mentre gli altri Dei erano impegnati a tenere fermo Zeus che tentava di arrivare alla federa con le saette.
-Brutti blasfemi! Gli insegno io a tentare di uccidermi! - Sbraitava il padre degli Dei.

Nella tenda di Obi Wan Kenobi&
Qui Gon ancora sotto shock per il fulmine a ciel sereno stava cercando di darsi una spiegazione, quando Obi Wan lo riportò alla realtà.
-Allora... io potrei intervenire tramite il consiglio Jedi per convincerli a tornare in guerra, già che gli ho convinti a ritirarsi, non sarà certamente un problema per me. Ma in cambio... - Altri ammiccamenti vari, di dubbio gusto e natura. -... voglio che tu faccia una cosuccia per me. Ma non sarà breve... né piacevole... -

Sulle spiagge di Troia
Jagger stava giocando a streep-poker con Tsunade, perché sapendo della sua sfortuna cronica al gioco d azzardo, sperava di riuscire a vedere finalmente una donna nuda, purtroppo per lui, si era unito al gioco anche Ulisse, che invece aveva un culo che non lo saltava neppure un cavallo, con il risultato che il povero maestro di Hokuto era letteralmente i mutande, mentre Tsunade era ancora vestita, perché Ulisse gli aveva prestato i vestiti di Jagger.
-Come fate a giocare in un momento come questo?! - Eddard non riusciva a stare fermo e si muoveva nervosamente avanti e in dietro. -Non ci pensate a Qui Gon? -
-Non rischia niente. - Rispose di rimando Tsunade. -Ulisse, mi servirebbe un altro prestito. -
-Non rischia niente?! - Eddard allargò le braccia sconvolto. -Obi Wan pretenderà una qualche sorta di pagamento, per convincere il consiglio Jedi a rientrare in guerra. - Finalmente i 3 smisero di giocare e si voltarono quasi sconvolti verso il lord di Grande Inverno.
-Conoscendo Obi Wan... - Jagger balzò in piedi. -Dobbiamo salvare Qui Gon prima che sia troppo tardi! - Jagger scattò e cominciò a correre velocemente, sempre in mutande verso l'accampamento Jedi.
-Jagger! - Gridavano gli altri cercando di fermarlo, per fortuna poco prima che entrasse nei confini Jedi, Eddard gli si lanciò addosso placcandolo a terra.
-Ma che ti prende? - Chiese furioso il maestro di Hokuto.
-Stupido! - Lo ammonì il lord. -Guarda cosa avviene a chi entra nell accampamento Jedi di corsa. -
In quel mentre giunse Wesker, che era appena fuggito da Yuda e stava correndo a perdi fiato verso la libertà. Appena entrò nei confini dell accampamento Jedi, uscirono allo scoperto, da ogni anfratto i maestri della Forza, urlando e agitandosi come scimmie lo afferrarono e lo trascinarono via.
Sconvolto Jagger rimase ad ascoltare le grida di Wesker mentre veniva trascinato non si sa bene dove o perché.
-Povero Qui Gon! - Tsunade si portò le mani alla bocca. -Che cosa gli staranno facendo! -
In quel mentre Qui Gon uscì dalla tenda di Obi Wan trascinandosi dietro l'allievo per la collottola, già malmenato a dovere, lo portò al centro del campo Jedi e cominciò a dargliene tante... ma tante... ma così tante che i fans del Signore degli Anelli, fecero in tempo a riguardarsi tutta la trilogia, lo Hobbit e rileggersi i libri.
Quando ebbe finito, rivolgendosi alla massa gelatinosa e informe, che un tempo era stato Obi Wan pronunciò le seguenti parole: -Avevi ragione Obi Wan, non è stato breve, e neppure piacevole, ma per te. - Gli piantò altri 2 calci e si voltò verso Yoda che spaventato, corse a telefonare a casa e scappò su di una bicicletta.
Divenuto il nuovo capo dell'ordine Jedi, Qui Gon Jinn, decretò che i Jedi sarebbero tornati a combattere.

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Frodo, era tutto mogio, perché cominciava a pentirsi di non averci provato con Aragorn, gli mancava davvero tanto quel moretto. Gli mancavano anche i lucenti capelli di Legolas, gli occhi azzurri di Boromir e la rude barba di Gimli.
Sam invece era al settimo cielo, finalmente il suo padrone tutto per se.
Quando ecco spuntare Gollum, che gridando come un ossesso di restituirgli il suo tessoro, saltò addosso a Frodo.
Sam incavolato come un bisonte riempì di mazzate Gollum, e si calmò solo quando si accorse che il tesoro agognato da Gollum era l'anello e non l'hobbit.
-Frodo uccidiamo questo essere disgustoso. - Disse Sam.
-Bello te. - Gli fece Gollum.
-Che begli occhioni. - Disse Frodo cominciando a gesticolare in modo effemminato. -Adottiamolo! -
-Ma... -
-Andiamo Sam! Adottiamolo! E così carino. -
Sam disgustato osservò Gollum che si addentava un pesce crudo e ruttava poderosamente spettinandoli entrambi e impuzzolentendoli di pesce.
-Se lo dici tu... -
Così i due hobbit adottarono Gollum, molto umanamente lo tennero al guinzaglio e non si preoccuparono minimamente dei suoi sentimenti, quando passeggiando per i resti di una città, incontrarono dei cavalieri che decisero che siccome era brutto che non si poteva vedere, era giusto pestarlo come l'uva.
-Si, si... tanto metto tutto in conto. - Bisbigliava tra se Gollum.
Il capo di quei cavalieri, era un ragazzone dai capelli castani.
-La tua faccia non mi è nuova, assomigli a qualcuno che conosco... - Frodo si massaggiò la bazza pensieroso. -Non mi viene in mente chi, ma sicuramente è uno che mi attizza parecchio. - E gli saltò addosso cercando di slinguazzarselo un pochino. Sam subito dietro gli si attaccò ad una gamba facendogli il cangurino.
Quello gli piantò un gancio destro ad entrambi e gli fece stramazzare al suolo.
-Come vi chiamate brutti pervertiti? -
-Io sono Frodo, e lui è Sam, e quello laggiù è Gollum. -
-Che eri frocio lo avevo capito... -
-Frodo. - Ribatté gelido l'hobbit. -Ecco chi mi ricordi... non solo di aspetto, ma anche come stronzaggine ci siamo vicini. Non è che per caso sei imparentato con un tizio di nome Boromir? -
-E' mio fratello. Io mi chiamo Faramir. - L'uomo si avvicinò ai due. -Conoscete mio fratello? Come sta? Che fa? -
-E chi lo ammazza... - Ribatté Sam per tranquillizzarlo.
-In verità, mi sa che lo hanno ammazzato gli Uruk-hai. - Disse Frodo. -Ho sbirciato nel copione sai... -
Faramir scoppiò a piangere come un pupo, scappando non si sa bene dove, con una canzone struggente che lo accompagnava nel suo percorso, qualcuno gli lanciò la Fiaccola Olimpica, già che c'era, così poteva fare qualcosa di buono.
Scappando, scappando, Faramir arrivò a casa, dove si diresse da suo padre, che nel frattempo stava facendo una dimostrazione di forza nel sollevare due bombole piene di gas, per far colpo sulle ragazzine, quando Faramir gli corse in contro piangendo e con la fiaccola Olimpica.
-Faramir ma porca pu... - Non fece in tempo a terminare l'imprecazione che entrambi saltarono in aria come fuochi di artificio.
Dopo tutto questo Sam e Frodo, ripartirono con una scrollata di spalle, seguiti da Gollum, che cominciò a meditare di sgozzarli nel sonno.

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A Troia
Le due fazioni stavano per scontrarsi, e questa volta decisero in uno scontro di Forza.
Nel vero senso della parola, infatti sul campo c'erano Jedi contro Sith.
Subito Darth Muller, prese il suo posto davanti a Qui Gon.
-Io faccio l'amore con il sapore. - Gli disse, tanto per mettere in chiaro le cose.
-Contento te... - Fece l'altro.
Palpatine si fronteggiò con Windu.
-Passa al lato oscuro della Forza, tanto nero, sei già nero. -
-Che c'entra? -
-Non lo so, si può provare. -
-Cosa? -
-A farlo entrare. -
-Dove? -
-Dimmelo te. -
-Ma cosa? -
-He... he.... he... -
Saltiamo a vedere cosa combinano Darth Fener, e Obi Wan.
-Finalmente ci incontriamo Obi Wan Kenobi. -
-Anche io ero stanco di chattare e basta. Allora che facciamo? Si fa un po' di conversazione prima o si passa subito al sesso? - Darth Fener capì troppo tardi che Obi Wan aveva intrapreso una relazione online con qualcuno che usava il suo nome come nick name, e purtroppo per lui, Obi Wan aveva anche preso diverse pasticche di viagra ed eccitanti vari, compreso 3 pinte di caffè e 7 Red Bull. In poche parole... era un assatanato.
Greavius non poté combattere per via dell'asma, il Conte Dooku era troppo vecchio e Ventres si stava asciugando i capelli.
Obi Wan costrinse Darth Fener alla fuga, che, nello scappare, colpì Windu, buttandolo di sotto da un incrociatore stellare.
Siccome aveva vinto Obi Wan corse da Qui Gon e cominciò a saltellargli davanti continuando a ripetere.
-Haivistomaestro, haivistomaestro, haivistomaestro...-
Qui Gon si distrasse per mandarlo a cagare e Darth Muller lo colpì con un cucchiaino.
Si... Darth Muller, mentre combatteva si stava anche mangiando uno yogurt, e quindi si era un attimino confuso.
Qui Gon crollò a terra tenendosi lo stomaco.
-NNOOOOOO!!!! - L'urlo disumano di Obi Wan fece inacidire lo yogurt di Darth Muller e più incavolati che mai ripresero a darsela di santa ragione.
Qui Gon a terra stava cercando di capire che cosa gli fosse avvenuto.
-Un medico! Presto! - Gridò Eddard prendendo la testa del maestro Jedi.
Arrivò Tsunade, che cominciò a strappargli la maglia e palparlo in continuazione alla ricerca della ferita. -Non vedo alcuna ferita! - Gridò istericamente portandosi le mani sulla testa e cominciando a strapparsi i capelli, mentre enormi lacrimoni cominciarono ad inondare la spiaggia.
-Toki! - Gridò Ken.
-Relax. - Fece il maestro di Hokuto arrivando con passo flemmatico e molleggiante. -Ci penso io... penso a tutto io. - Disse mordendo una mela, ma un pezzetto gli andò di traverso e attaccò a tossire senza ritegno accasciandosi a terra pure lui.
-Credo di stare meglio... - Fece Qui Gon notando che il dolore stava passando.
-Zitto! - Gli gridò Eddard. -Quando non senti più dolore vuol dire che stai per morire! -
-Ma in verità credo... -
-Non seguire la luce! - Urlò Raul afferrandolo per le spalle.
-Ho chiamato un sostituto. - Jagger stava sospingendo un tizio vestito come Toki, con i capelli neri e sguardo da maniaco.
-Amiba?! - Chiesero tutti.
Amiba cominciò a leccarsi i baffi e muovere le dita con occhi da pazzo. -Vediamo quale tsubo pigio... -
Qui Gon cominciò a dimenarsi, e Amiba per sbaglio pigiò uno tsubo a Eddard, che lo fece ringiovanire di 5 anni. L'uomo del nord, non avendo capito cosa fosse avvenuto, nel dubbio... lo decapitò.
Si fece avanti allora Lady Isabel che si inginocchiò di fianco al maestro Jedi, parlando estaticamente.
-Non ti preoccupare... io sono una Dea. Dimmi cosa ti è avvenuto. Ci penserò io a salvarti la vita. -
-In verità non lo so... -
Con fare solenne Lady Isabel gli alzò la mano che teneva sullo stomaco. -Ti ha colpito? -
-Si ma adesso... -
-Lascia fare a me. - Lady Isabel gli dette un bacino sulla bua. -Meglio? Ti fa male da altre parti? -
Qui Gon dovette fare un enorme sforzo di volontà, ma scosse la testa. -No... sto bene... grazie. -
Però tutti gli altri intorno a lui avevano cominciare ad accusare dolori nei punti più disparati. Per fortuna Raul a suon di scapaccioni e calci in culo, riportò l'ordine tra le truppe.
Nel frattempo Obi Wan e Darth Muller continuavano a combattere con calci rotanti, salti mortali, piroette e altri versi acrobatici, sull'orlo di un enorme pozzo profondissimo di cui nessuno conosceva l'utilità. Alla fine arrivò di corsa Leonida che piantò un calcio frontale a Darth Muller, gridando:
-QUESTA E SPARTAAAA!!!!! -
E lo gettò di sotto dal burrone.
Obi Wan ne approfittò per prendersi tutto il merito e andò sotto le mura di Troia a gridare:
-Io ho ucciso Darth Muller! -
E continuò così per tutta la notte, incurante addirittura delle secchiate, di quella che per norme igieniche sanitarie chiameremo acqua, finché stufi di sentire tutta quella confusione, i troiani non lo fecero arrestare e prelevare dai giocatori online di Battlefield, che si occuparono di lui a modo loro. Ovvero trucidandolo.

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Nel frattempo il resto della compagnia incontrò nuovamente Gandalf, e tutti contenti andarono ad abbracciarlo.
-Boromir... e sposta quel corno! -
-Ma se ce l'ha Legolas il mio corno. -
Spaventato Gandalf si divincolò dal suo abbraccio. -Allora è peggio di quello che credessi. -
-Andiamo... era un abbraccio tra maschi... -
-Si, si, ma la prossima volta vai ad abbracciare Legolas. -
-Ma che ho fatto? - Chiese l uomo di Gondor.
Passò di li Gimli che gli fece il gesto del ti tengo d occhio.
-Gandalf! - Gridò Aragorn. -Ma tu sei bianco! Questo vuol dire che il tuo potere si è accresciuto oltremodo! Questo vuol dire... -
-In verità Aragorn ho solo portato i vestiti in lavanderia e mi sono fatto una doccia. - Ridendo come un ebete Gandalf si grattò la nuca. -A quanto pare non ero grigio perché debole, ma ero semplicemente sporco. Uuuh Ava come Lava! -
Aragorn crollò a terra. -Basta! Non ho più nessuna certezza! Non so più che cosa avverrà! Che ne sarà di noi?! -
-Boromir... vai a consolarlo. - Gli disse Gandalf.
-Cosa? Perché sempre io devo consolare chi piange? -
-Perché sei il più sensibile tra noi. -
-Sensibile un corno. -
-Boromir... mi faresti vedere il tuo corno? - Aragorn tirò su con il naso. -Sono sicuro che dopo starò meglio. -
-Tieni. - Boromir gli dette il corno e riprese a litigare con Gandalf.
Aragorn, con il corno tra le mani sospirò affranto.
-Non la vuol proprio capire l'allusione. -

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A Troia.
Saruman era furioso e di malo umore si era rinchiuso nella sua camera ad ascoltare musica Heavy Metal ed aveva tappezzato la porta con cartelli di vietato l'accesso e pericolo di morte.
Souther si massaggiò il mento pensieroso. -Le cose ci stanno sfuggendo di mano. -
-Il ritorno dei Jedi proprio non ci voleva. - Disse anche Rey, appoggiandosi al muro.
-Il rispetto si conquista con la paura! - Urlò Re Robert alzando un pugno in aria.
-Che c entra? - Gli chiese il maestro di Nanto.
-Niente, ma dirlo faceva la sua porca figura. A proposito di figure porche, qualcuno ha visto mia moglie? - Tutti si strinsero nelle spalle, mentre una freccia andava a conficcarsi proprio sopra la testa di Re Robert, che non accorgendosene, si voltò e andò alla ricerca della moglie, mentre camminava altre frecce si conficcavano nel muro al suo passaggio. Rei e Souther alzarono lo sguardo notando Cercei sulle mura con un arco tra le mani che lanciò un imprecazione vedendo sparire Re Robert dietro una porta. -Forse il problema sta in questo. - Gli fece notare Rey. -
-Cioè? -
-Invece di coalizzarci contro Raul e i suoi uomini, pensiamo a farci le scarpe tra noi. -
Souther si strinse nelle spalle. -Vengono da Game of Throne, sperare di dissuaderli dal tentare di uccidersi è un po come sperare che ebrei e musulmani facciano la pace giocando a Risiko. -
-Una cosa è certa. Finché siamo dentro queste mura... non ci può accadere niente. -

Intano nell accampamento sulla spiaggia...
-Una cosa è certa... finché possono rinchiudersi dietro quelle mura, non possiamo fare niente. - Disse Raul pensieroso. -Dobbiamo trovare il modo di entrare. - A quelle parole tutti si voltarono verso Ulisse, osservandolo con insistenza.
-State aspettando che io dica qualcosa? - Chiese il Re di Itaca.
Toki agitò le braccia. -Il cavallo di Troia... entrare nella città... -
Ulisse lo guardava sconvolto. -Questo dovrebbe aiutarmi a capire, immagino... -
-Toki... tanto se lo aspetteranno il cavallo di legno, dobbiamo inventarci qualcosa che ci permetta di entrare. - Raul era pensieroso.
-Io direi che più di qualcosa che ci permetta di entrare, qualcuno in grado di far cadere Troia. - Fece notare Qui Gon massaggiandosi il mento. -Se cadesse la città, anche se i due hobbit non riuscissero nell impresa di distruggere l'anello, Sauron sarebbe comunque privo di difese. -
-Sei un genio! - Raul balzò in piedi alzando una mano verso il cielo. -Conosco le persone che fanno al caso nostro! -

Dentro le mura.
Saruman era uscito come una furia dalla sua camera e si diresse a passo svelto verso la sala delle riunioni, dove i suoi alleati stavano giocando a freccette con Joffrey legato ad un tiro a segno.
-Ma vi sembra il momento di giocare a freccette?! - Urlò furioso.
-E sempre l'ora di legare Joffrey e giocarci a freccette. - Disse Souther.
-Un po come i Pavesini. - Disse Re Robert, ovviamente mangiando qualcosa, poi visto che glie ne era caduto uno, si chinò per prenderlo proprio nello stesso istante in cui Cercei arrivava di corsa con una spada per tagliargli la testa, ovviamente lo mancò piroettò su se stessa e chiappò Jamie che si stava smaltando le unghie dei piedi, decapitandolo. Accortasi di aver fatto danno, posò la spada a terra e scappò velocemente fuori gridando. -Non mi prenderete mai! - E si gettò dalla finestra.
Re Robert, ovviamente non si era accorto di niente e si rialzò soffiando sul pavesino e mangiandoselo.
Passato il momento di sbigottimento generale Saruman tornò al discorso precedente.
-Voglio che mi procuriate un Death Note. -
-Si mangia? - Chiese subito Re Robert.
-No! - Fu la risposta glaciale dell'altro. -Se ci scrivi un nome sopra, poi quello muore. -
-Una scheda elettorale, insomma. - Sentenziò Rei.
-Manderò un messaggio a Orochimaru e gli dirò di portarmelo. - Ridendo istericamente, poiché sull'orlo di una crisi di nervi, Saruman si voltò e se ne andò, lasciando i suoi alleati al gioco di prima.


Note dell'autrice
Salve a tutti,
mi sembra doveroso scusarmi con tutti coloro che stavano leggendo questa storia per la mia scomparsa.
Dopo mesi... ma forse anche un annetto buono, torno nuovamente a scrivere su questo sito e pensavo che fosse d'obbligo continuare questa storia. Spero di non essermi arrugginita troppo, e di riuscire a mantenere la storia come l'avevo cominciata, senza pretee, per l'amor di Dio, ma con la speranza, sempre, di strappare qualche sorriso.
Ciao a tutti, e alla prossima.

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Capitolo 6
*** Recuperiamo il Death Note ***


Recuperiamo il Death Note

Raul, sulla spiaggia stava osservando pensieroso una mappa, rimuginando sulla scelta migliore da fare.
-Insomma Raul. - Eddard allargò le braccia scocciato. -Ti vuoi muovere a posizionare quei carri armatini o no? Non possiamo mica passare tutta la giornata qui. -
-Non mettermi fretta. Risiko è un gioco di strategia. -
Qui Gon in un angolo era caduto in un sonno profondo e russava peggio di una mietitrebbia, quando dall'entrata fece il suo ingresso Toki.
-Fratello c'è una donna che chiede di te. -
Eddard spalancò la bocca, con la mascella che toccava terra, Raul invece sorrise, risultando ancora più inquietante del solito.
-Una donna? Ha chiesto di me? - Afferrò il fratello per le spalle. -Non mi stai prendendo in giro vero? -
-Se ti volessi prendere in giro, ti avrei detto che una donna aveva chiesto di Jagger. -
-Cosa vorresti insinuare? - Chiese il maestro mascherato.
Raul ridendo come un ossesso uscì fuori dalla tenda, pettinandosi con un pettinino che portava sempre con se.
Tutta quella confusione svegliò Qui Gon. -Non stavo dormendo... stavo meditando. -
-Si, vabbé. Andiamo che ci sono novità. -
-Perché non riusciamo mai a finire una partita a Risiko? -
Tutti uscirono sulla spiaggia dove una donna incappucciata si tolse il cappuccio rivelando la fisionomia di Cercei. Subito Eddard si spiaccicò spalle ad una roccia e mani a coppa sull'inguine, perché non si sa mai.
Raul era confuso ed il suo entusiasmo era già scemato. -Cosa vuoi? - Chiese.
-Ammazza che cafone. Ascolta, non sanno che sono qui, dunque devo fare alla svelta. Saruman ha intenzione di mandare Orochimaru a recuperare il Death Note. Se ne venisse in possesso... -
-Si. Ma perché mi dici questo? -
-Perché sono in astinenza da complotti. - Poi aggiunse stringendosi nelle spalle. -Sai vengo da Game of Thrones... -
-Ok, grazie mille. - Raul si voltò verso Toki. -Manda un messaggio alla Compagnia dell'Anello. Digli di intercettare Orochimaru. Devono prendere quel Death Note, prima di lui. -
-Ma... come facciamo ad avvertirli? -
-E che ne so io. Mandagli un gufo come in Harry Potter. -

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La Compagnia dell Anello si era fermata a mangiare, Aragorn aveva sostituito Sam come cuoco di fortuna e purtroppo per gli altri suoi compagni di viaggio, il ramingo era un convinto salutista che gli stava facendo patire la fame.
Gimli osservò disgustato la ciotola con un insalata di ortica, poi alzò lo sguardo su Aragorn che cucinava ad un focolaio, con un grembiulino a cuoricini e sculettando cantava la canzoncina di Cenerentola i Sogni son desideri.
-Basta! - Gimli poggiò la ciotola accanto a se e osservò Boromir al suo fianco. -Io propongo di ucciderlo e mangiarcelo. E' da 3 giorni che ci propina insalatine. Io non ce la faccio più. -
Boromir osservò sconvolto Aragorn, che aveva coinvolto nella sua performance anche degli uccellini e degli scoiattoli. -Hai ragione. -
-Suvvia. - Gli interruppe Gandalf. -Smettetela di dire stupidaggini. -
-No, ha ragione Gimli. Dobbiamo nutrirci, e lui è quello che opporrà meno resistenza di tutti. -
-A me piacciono le sue insalatine. - Disse Legolas prendendo una cucchiaiata di insalata di ortica, e un attimo dopo cominciare ad urlare come un condor e girare in cerchio come un cane che rincorre la propria coda.
-Brucia! Brucia! Bruciaaaaa!!!! -
Gandalf stava meditando sulla proposta di Boromir, quando la sua attenzione venne catturata da un gufo che arrivava di gran carriera. -Ma tu guarda, c'è posta. -
Il gufo si gettò in picchiata su Gimli, cercando di cavargli gli occhi e portarlo via per farlo mangiare ai suoi piccoli.
Mentre Gimli era alle prese con il gufo assatanato, Gandalf lesse il messaggio.
-Suvvia baldi giovini, la nostra esperienza e preparazione è richiesta per servire ancora il grande re di Hokuto Raul. Dobbiamo prendere il Death Note, prima che Orochimaru, per conto del malvagio Sauron, se ne impossessi. -
Finalmente Boromir giunse con una spada, ma invece di prendere il gufo chiappò Gimli e così il nano cadde a terra privo di sensi. Subito Aragorn gli saltò addosso ingrifato come non mai, il gufo tentava di portarselo via, Boromir faceva finta di niente e Legolas era ancora intento a mangiare l'insalata di ortica e poi correre in tondo come un cretino.

Nel frattempo Sam e Frodo avevano dovuto passare per una città che cadeva a pezzi, vincere a Giochi senza Frontiere, sconfiggere l'Uomo Ragno, abbandonare in autostrada Gollum e alla fine erano arrivati ai cancelli di Mordor. Ma, la fila dei rientri del fine settimana gli bloccò in autostrada.

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Nel frattempo sulle spiagge di Troia erano arrivati i rinforzi contattati da Raul, ovvero la Setta delle Ombre.
Bane avanzò baldanzoso, tenendosi il colletto della giacca, in maniera figa e minacciosa, verso i 4 fratelli di Hokuto.
-Ammazza che panza. - Fece ridendo Jagger.
Bane attaccò a piangere. -Buuu mi manca tanto Ra's al Ghul! Perché me lo avete ammazzato!? Perché?! - E scappò piangendo verso un posto ignoto, con una musichina struggente di sottofondo, mentre si ingozzava di gelato. Poi venne afferrato dalle fangirl slasher... e vabbé... facciamogli i nostri migliori auguri.
Toki si voltò verso Raul al suo fianco. -Altre idee? -

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Siccome la compagnia dell'anello, senza anello, non sapeva nemmeno che fosse un Death Note, Aragorn estrasse da una tasca il suo portatile.
-Ma... Siamo nel Medioevo, non puoi portarti dietro quella roba. - Balbettò Boromir.
-Tu sei cattivo... non mi vuoi bene... non posso vedere nemmeno il tuo corno... - Aragorn aveva i lacrimoni agli occhi, e dai cespugli apparvero le sue fans che cominciarono a dissestare Boromir di legnate.
Mentre Boromir veniva malmenato, in maniera anche piuttosto violenta dall'Aragorn's fans club, gli altri scoprirono di che si trattava, e perfino dove si trovasse. In un castello governato da un vecchio.
Aragorn riacquistò baldanza, avendo fede che niente sarebbe cambiato più, adesso che finalmente la storia ricominciava a seguire il copione, ma quando giunsero in quel punto la verità gli crollò nuovamente addosso. Infatti ad aprirgli la porta fu l'Oscuro Signore, anche chiamato Tremotino, ma visto che il suo vero nome non fa paura, anzi fa ridere... anzi fa piangere, lui preferisce essere chiamato Oscuro Signore, perché a suo dire fa figo.
Subito Gimli si nascose dietro Gandalf.
-Ma che ti prende? - Chiese il mago.
-Ho sentito dire che è un nanofilo. -
-Ma no Gimli, tranquillo, quello è Voldemort, l'altro Oscuro Signore. -
-Perché quanti ce ne sono? -
-Dieci, quindici... -
-Cosa posso fare per voi? - Chiese l'uomo dalla pelle grigiastra.
-Per loro non lo so. Ma per me tante cose. Arf, arf... - Aragorn aveva cominciato ad ammiccare, poi visto che Tremotino non gli dava particolarmente spago, gli si attaccò ad una gamba cominciando a fargli il cangurino.
-Aragorn! - Gridarono gli altri cercando di staccarlo. -Ma anche con questo nano grigio e mezzo zoppo? Ma datti un contegno! - Strillò Boromir.
-A me va bene tutto! Venite qui che si fa un orgia. -
Aragorn non riuscì a trascinare tutti nell orgia, perché ovviamente Boromir lo picchiò con lo scudo, Gandalf con un legno nodoso, Gimli con l'ascia e Tremotino con il bastone, mentre Legolas in disparte aveva deciso di assaggiare quel ciuffetto di ortica che spuntava dal terreno vicino al muro.
Passata la confusione generale, Tremotino gli fece entrare nel castello.
-Ditemi cari... cosa vi porta qui da me? -
Prima che Aragorn se ne uscisse con un altro dei suoi approcci sessuali, venne sedato con una poderosa asciata tra capo e collo da Gimli, che ebbe solo l'effetto di farlo rimanere tranquillo pochi secondi.
-Stiamo cercando il Death Note. - Gli disse subito Gandalf.
-E potrei anche darvelo... ma cosa otterrei in cambio? -
-Ti faccio stare sopra. - Se ne esordì Aragorn, prendendosi un occhiataccia minacciosa e particolarmente macabra da parte di tutti i presenti, così, mogio mogio andò ad uggiolare in disparte, sentendosi solo e abbandonato.
-Come ricompensa per il tuo aiuto, il primo nome che ci scriviamo sopra è quello di Aragorn. - Propose Boromir.
-Mh... proposta interessante caro, non c'è che dire. -
-Anche io sono caro. Guarda ti faccio le feste. - Aragorn cominciò a sobbalzare come un cane, con la lingua penzoloni, poi si buttò a pancia all'aria. -Mi gratti la pancia? -
-Tremotino era vagamente sconvolto. -No! - Poi si rivolse a Boromir. -Voglio il tuo primogenito. -
-Che te ne fai? -
-Che te ne frega? -
-Non sarai mica un nanofilo? -
A quelle parole Gimli estrasse l ascia. -Non mi avrai mai! - Gridò brandendola.
-No! Ma chi ti vuole?! - Tremotino si massaggiò una tempia vagamente indispettito. -Guarda facciamo così. Io vi do quello che volete. A patto che riusciate a prenderlo... ma poi voi ve ne andate dal mio castello e non vi dovrò mai più rivedere. -
-Affare fatto. - Fece subito Gandalf.
Tremotino gli portò in una delle celle delle segrete dove un essere dal sesso confuso, se ne stava incurvato in avanti scrivendo con ampi movimenti del braccio, in faccia un aria sadica e occhi da pazzo, mentre un ghigno perverso si faceva largo sulla sua bocca.
-Una fangirl slasher! - Gridò Boromir spaventato. A quel punto Gimli e Gandalf le saltarono addosso e la massacrarono di botte, spappolandola contro il pavimento e riducendola ad uno zerbino. Poi ansanti e soddisfatti, sotto gli occhi sconvolti di un Tremotino rimasto a bocca aperta, si avvicinarono al foglio su cui stava scrivendo la fangirl slasher. -Ma tu guarda. - Fece Gandalf prendendo il diario. -Il Death Note. -
-Ma... perché avete massacrato Light? - Chiese Tremotino, poi visto che Aragorn gli si era attaccato nuovamente alla gamba ebbe dell'altro da fare.
Mentre tutti contenti e con il Death Note in mano facevano per andarsene, con somma soddisfazione di Tremotino, dalla porta apparve un tizio secco e rachitico che cominciò a spulciarsi i piedi, poi quando alzò la testa rivelò due enormi occhiaie.
Gandalf appena lo vide balzò dalla paura. -Presto chiamate un esorcista! -
-C'è il 32% di possibilità che voi abbiate ucciso Light, dunque secondo logica matematica, c'è il 45% di possibilità che voi siate Kira. Con il riporto di 2, e sottraendo la possibilità che siate parenti di Tremotino, si può facilmente dedurre che quel tizio lì è un nano e che lui sia un vecchio con un bastone. Ma considerando che... - Gimli lo affettò in tanti pezzettini e ripresero il cammino.
Purtroppo per Tremotino le fans di Death Note erano piombate nel suo castello per massacrare chiunque ritenessero il responsabile della morte di L, trovando soddisfazione nel cercare di massacrare lui. Mentre l'Oscuro Signore scappava e gridava dal terrore, incrociò Regina, che era passata di lì per sbaglio a trovare Tremotino, e la coinvolse nella sua fuga, poiché secondo le fans di L anche lei c'entrava qualcosa.
Poiché Regina odiava correre, cominciò a meditare vendetta su tutto il reame. Ma questa è un altra storia.
Per fortuna nel suo correre a perdifiato incrociò il Cacciatore che stava piangendo perché aveva calpestato un grillo e pensava si trattasse del Grillo Parlante. Le fans, per arcane e oscure ragioni, decisero dunque di massacrarlo di botte.

L'allegro quartetto se ne stava andando allegramente per i fatti suoi, quando incontrarono una miriade di profughi, che si stavano dirigendo al Fosso di Helm, una conca che non lasciava via di uscita e che gli avrebbe resi tutti come dei topi in trappola, per salvarsi dalla distruzione che Orocchimaru stava lasciando un po ovunque al suo passaggio. Sentendosi un po' in colpa, e un po' perché non ne potevano più di vedere sempre i soliti volti, la Compagnia dell'anello, senza l'anello, decise di unirsi al gruppo.
Fecero così la conoscenza della figlia del re, che vedendo Aragon che si mangiava le unghie dei piedi e si scaccolava con l'alluce, decise che era l'uomo adatto per lei.
Durante la marcia la figlia del re ci provava spudoratamente con Aragorn, che tuttavia era un continuo sospirare guardando Legolas davanti a lui. Purtroppo per il ramingo, passava di li vicino Boromir che subito gli piantò un manatone sulla schiena schiantandolo a terra, tra la polvere.
Gimli nel frattempo imparava a cavalcare, e Aragorn, non poté fare a meno di provarci pure con lui.
-Se vuoi imparare a cavalcare... te lo do io un cavallo con cui far pratica. Arf Arf. -
L'intera popolazione di Helm vide Aragorn correre come un dannato, e un Gimli più incazzato che mai rincorrerlo brandendo l'ascia.

Mentre la figlia del re continuava a provarci con Aragorn, Gimli, Legolas e Boromir, si scambiarono occhiate complici e gomitate tra le costole, in segno di intesa.
Aragorn gli raggiunse osservandoli truce.
-Come mai vi guardate in quella maniera? Cosa state tramando alle mie spalle? Lo so... mi volete lasciare perché mi trovate grassa! - E scappò piangendo, lasciando i suoi compagni di viaggio leggermente interdetti.

Arrivati al Fosso di Helm, senza troppi complimenti, e soprattutto perché faceva un monte figo, Aragorn spalancò le porte e fece entrare tutti dentro con gli stivali sporchi di fango e tutti gocciolanti a causa della pioggia che scendeva.
Con loro grande stupore, videro un uomo, seduto in un angolo dell'ampio salone, di fronte ad un arcolaio.
Tutti rimasero scioccati. -Ma... - Fece Gandalf. -Ma quello è l'Oscuro Signore. -
-Il nanofilo? - Gimli era sempre più sul chi vive e la tensione lo stava facendo impazzire.
-Non è Voldemort, è Tremotino. Gimli, se ha il naso, non ti devi preoccupare, se non ce l'ha invece scappa più veloce della luce. - Spiegò Boromir.
Tremotino era rimasto di sasso, non aveva nemmeno la forza di urlargli contro qualcosa, quando Aragorn cominciò a corrergli in contro con le braccia protese.
-Tessssoooro! -
Un gancio destro lo fece volare al tappeto sanguinante.
-Come mai siete qui?! Avevamo fatto un patto! -
-Si... ma abbiamo girato in torno. Questa mappa non è esatta! - Sbottò Boromir.
-E girata al contrario idiota! - Sbraitò quell'altro furioso.
Ormai tutti si erano già accampati nel castello, avevano occupato la dispensa, le camere da letto, i bagni e ogni singola stanza di quel castello, un bambino aveva pure messo il proprio criceto nell arcolaio.
-Non ci staremo tanto. Guarda il tempo di una guerra e ce ne andiamo. - Tentò di fargli coraggio Boromir.

Tutti cominciarono a prepararsi alla battaglia, e di conseguenza si impegnavano al massimo per sporcare il più possibile il castello di Tremotino che nel frattempo, con occhi sgranati dalla follia e un sorriso folle in volto stava cominciando ad affilare un bel coltello da macellaio.
Anche la figlia del re voleva combattere, infatti impugnando un arma, comincia a correre contro Boromir gridando come un ossessa.
In verità lei voleva solo far vedere che era pronta alla guerra, ma Boromir vedendosi arrivare addosso questo essere indemoniato gli piantò un destro in volto che neppure Mike Tyson ai suoi tempi d'oro avrebbe saputo fare di meglio.
-Ma che hai fatto? - Sbraitò Aragorn correndo a vedere come stesse la donna.
-Gran bel gancio! E adesso massacrala! Massacralaaaaaaa! - Gridava Gimli, che da qualche giorno era a corto di battaglie, e se non vedeva scorrere un po' di sangue, di tanto in tanto, diventava un tantino assetato di guerra e pure un pochino intrattabile.
Per fortuna Legolas lo afferrò dalle spalle trattenendolo
-Legolas e sposta quell'arco che mi sta pigiando dove non batte il sole. -
-Ma se l'ho appoggiato lì in un angolo. -
-Eh! Ma allora è un vizio! - Gimli si divincolò liberandosi. -Ma che cavolo! - Poi passò vicino a Boromir e gli fece il gesto del ti tengo d'occhio.
La figlia del re si svegliò e saltò addosso ad Aragorn, ma mentre il ramingo tentava di scappare, c'era qualcosa di strano nelle posizioni che la donna cercava di adottare.
-Come mai sta cercando di mettere Aragorn nella posizione della tazza rovesciata? - Chiese Boromir a Legolas che stava osservando attentamente.
-Noi la chiamiamo Affacciati alla finestra. -
-Vabbé, ma devono comunque invertire le parti... sennò dov' è il divertimento? -
Legolas lo guardò sconvolto. -Ma ancora non l'hai capito? -
-Cosa? -
-La figlia del re non è innamorata di Aragorn, perché gli piace, è innamorata di Aragorn, perché lui rappresenta tutto quello che vorrebbe essere. -
-Vorrebbe essere un uomo ambiguo che non si lava mai, con i capelli unti dal sudicio? - Poi si voltò verso i due, con Aragorn che tentava di scappare e lei che lo cercava di tenere fermo. -Adesso capisco perché ha preso quella carota... -
Per fortuna di Aragorn, arrivò Gimli, brandendo la sua ascia, tirò un colpo in testa alla donna, facendola stramazzare al suolo e tutto contento se ne andò per i fatti suoi.

Finalmente, per somma gioia dell Oscuro Signore che stava meditando uno scuoiamento di massa, arrivò l'esercito capeggiato da Orochimaru, ovvero un tizio occhialuto dichiaratamente gay, un ragazzino emo con l'espressività di un comodino, un punk pieno di piercing dai capelli arancioni, una pianta carnivora e un ermafrodita biondo, e questi una gran paura non facevano, il problema è che c'erano anche un centinaio di orchi ritoccati in computer grafica e che ora erano divenuti migliaia.
-Buwhahahahaha! - Rise Orochimaru. -Arrendetevi e dateci il Death Note, o ve la dovrete vedere con la mia anaconda! -
-Anaconda? - Chiese Kabuto. -Ma non avevate il serpente mio bellissimo, astutissimo, candidissimo, fighissimo e affascinantissimo maestro? -
Orochimaru sorrise, e la sua espressione valeva più di 1000 parole, fu chiaro a tutti a quale serpente stesse alludendo, e questo non fece altro che instaurare un terrore profondo negli orchi che si lanciarono verso il castello di corsa, urlando e agitando le braccia disperatamente, in verità alla ricerca di un rifugio sicuro nel castello. Quelli all'interno del castello però scambiarono quel riversarsi sotto le mura per un attacco e così cominciò una guerra sanguinosa e all'ultimo sangue.
-Mio bellissimo, attraentissimo, affascinantissimo, intelligentissimo, sagacissimo, splendore dei miei occhi, maestro, ma se loro hanno il Death Note, non potrebbero usarlo per uccidervi? -
Orochimaru che stava ancora ridendo si bloccò ad osservare il suo secondo.
-Mannaggia, hai ragione. -

Nel frattempo al castello c'era in atto una guerra all'ultimo sangue. Gimli finalmente poté dare sfogo alle sue tendenze sadiche e guerrafondaie trucidando chiunque gli si parasse davanti. Nella confusione ammazzò pure il re, ma tanto chi se ne fregava.
Legolas era stato posseduto da un irrefrenabile voglia di ammazzare, poiché gli orchi nella loro corsa disperata avevano rovinato tutto il campo di ortica, dalla quale ormai era divenuto dipendente, e in crisi di astinenza stava mietendo vittime su vittime.
Gandalf cavalcava sopra Furia finito nella candeggina e se ne andava in giro ad accecare la gente con le lucine laser, per il semplice gusto di farlo.
Boromir prendeva a spadate chiunque si avvicinasse, compreso Aragorn, che nella confusione sperava di slinguazzarselo un pochino.
Nel castello c'era una confusione tremenda, gente che correva da tutte le parti, persone che entravano sporche fino alla punta di capelli, gente che si trascinava sanguinosa sul pavimento, orchi sudici che facevano manate in tutti i muri e i vetri, e in un angolo il povero Tremotino che tentava di trasformare la paglia in oro.
Finalmente Boromir ebbe un lampo di genio.
-Hey! Perché non scriviamo il nome di Orochimaru sul Death Note? -
-Non possiamo farlo. - Rispose Gandalf, che adesso si era vestito da Zorro e se ne andava a fare Z sulle chiappe delle persone.
-Perché no? -
-Perché l hai proposto tu.Che razza di domande fai? - E così dicendo lo stregone ripartì al galoppo.
Boromir gli fece il dito medio e riprese a combattere.

Sasuke, ovvero il tipo con l'espressività di un comodino, decise che doveva impossessarsi in tutti i modi del Daeth Note per ammazzare suo fratello, quel pederasta di Orochimaru, quel lecchino occhialuto di Kabuto, tutta l'Akatsushi, tutti i villaggi ninja, l'autrice di questa fan fiction e almeno mezzo mondo.
Così si intrufolò nel castello, cominciando a saltare di qua e di la, spaccando tutto, compreso l'arcolaio di Tremotino che poveraccio era rimasto pietrificato da tutto quello.
Poi non contento Sasuke si mise a combattere contro Aragorn, che era entrato per bersi un bicchier d'acqua perché fuori faceva caldo. In men che non si dica il castello lussureggiante era divenuto una baraccopoli lercia e sudicia.
I due... talmente occupati a darsele di santa ragione non si accorsero del pericoloso tic all' occhio dell'Oscuro Signore, che dopo l'ennesimo servizio da tè distrutto esplose in un vulcano di rabbia.
-ADESSO BASTA!!!! - Tutti si bloccarono per la magia dell'uomo. -PORCA DI QUELLA PORCA, MA E POSSIBILE CHE UN POVERO STREGONE NON POSSA NEMMENO TRASFORMARE LA PAGLIA IN ORO SENZA ESSERE COINVOLTO IN UNA GUERRA? - Cercò di darsi un contegno. -Facciamo così... adesso io fermo questa guerra. E tu... - Indicando Aragorn. -I tuoi amici, i tuoi profughi, quella tizia assatanata lì, il Death Note, e tutta la compagnia bella. VE NE ANDATE IMMEDIATAMENTE DA QUESTO MONDO! Mi SONO SPIEGATOOOOO!!!! -
Aragorn annuì vagamente spaventato, e con un gesto della mano Tremotino trasformò gli orchi in Puffi, ed evocò dagli abissi dei siti internet tutte le fans dell'Akatsushi, di Sasuke e Orochimaru. I ninja appena si accorsero di quanto avvenuto tentarono una fuga, ma fu tutto inutile. Vennero afferrati mentre tentavano di nascondersi dentro un buco nel terreno. L'unico che non fu vittima delle fans urlanti, fu il tizio pianta, che invece venne triturato e sniffato da Legolas, pensando fosse una piantina di ortica.

Contenti per aver vinto la guerra e baldanzosi per aver compiuto la missione, la Compagnia dell'anello, ma senza l'anello, ripartirono per la loro strada, lasciando Tremotino da solo nel suo castello che sembrava essere stato teatro di un Rave Party.
L'Oscuro Signore si guardò attorno, tutto distrutto, tutto spaccato e tutto sporco.
-Non penseranno mica che io mi metta a pulire? Mh... Andrò a prendermi una principessa come domestica da uno di questi re nei dintorni. - Ma questa è un altra storia. ........................................................................................................................

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Capitolo 7
*** La Caduta di Troia ***


La Caduta di Troia


Dopo i bagordi della sera prima tutto l'esercito di Raul era alle prese con i postumi di sbronza, compreso Ulisse che da quella ciuccata gli venne in mente un trucco per entrare nelle mura.
-Costruiamo un cavallo di legno gigantesco, ci nascondiamo dentro e quando siamo dentro facciamo una strage. -
-Ma questo espediente non era già stato usato? - Chiese Toki.
-Dove? -
-Nella battaglia... ah già, niente, come non detto. -
-Ma chi potrebbe mai costruire un cavallo così grosso? - Domandò Tsunade.
Arrivò Jagger che si mise in posizione figa, con le mani sui fianchi. -Ma io ovviamente. -
-Tu? - Chiese Ken.
-Certo, non dimenticarti che nel corso di questa fan fiction mi hanno fatto costruire monumenti di ogni tipo, si può dire che sono diventato un esperto. -

Si misero così tutti all'opera e in men che non si dica costruirono l'enorme cavallo di legno, dove si nascosero la maggior parte dell'esercito.
Il cavallo venne trovato da Saruman, che stava passeggiando sulla spiaggia alla ricerca di Raul, perché voleva cedergli la vittoria e sacrificargli Shin in segno di amicizia, ma quando arrivò lì, insieme a Re Robert, Souther e Rey, trovarono solo l'enorme statua di legno.
-Perché se ne sono andati? - Chiese Saruman. -Stavano vincendo. -
-Forse non volevano Shin. - Disse Souther. -Comunque ci hanno lasciato questo misero monumento in legno, piuttosto grossolano, di fattura grezza, per niente chic, non fa proprio trendy, e molto kitch. -
-Ma coma cazzo parli? - Gli chiese Rey.
-Sono diventato un esperto di arte caro. Non ti dimenticare che la mia piramide è uno dei monumenti più visitati nel mondo di Hokuto no Ken, sono un artista di strada, un visionario, un pioniere del mio tempo. -
-Prima di tutto la tua piramide è il monumento più visitato perché è il solo. Seconda di poi non vengono a visitarlo, vengono costretti a lavorarci, è ben differente. -
-Zitto, non capisci l'artista che è in me. -
Re Robert, quella mattina non aveva fatto colazione e così la carenza di zuccheri gli aveva dato alla testa. Anziché vedere un cavallo di legno, vide un cavallo vero, e preso che ebbe una torcia cominciò a correre verso il monumento gridando di farlo arrosto e mangiarlo.
Dalle acque apparve Snake con un cappello da coccodrillo che assalì Re Robert e lo uccise.
-Perché? - Chiese Saruman.
Ma sulla testa di Snake apparve un enorme punto esclamativo e il soldato infilatosi una scatola in testa scappò verso un altro rifugio.
Rimasti piuttosto scioccati il gruppetto si concessero qualche minuto per riprendersi, mentre continuavano a guardare Snake dentro lo scatolone che correva, ad un tratto inciampò e rotolò per la spiaggia.
-Vabbè. - Sentenziò Souther. -E ora che ci facciamo con questo? -
-Portiamolo dentro, va. Male che vada ci si accende il fuoco. -

Il resto è storia... o quasi.
Infatti il cavallo entrò dentro le mura di Troia e i troiani per festeggiare la fine della guerra si misero a bere come delle spugne e abbuffarsi come se non ci fosse un domani (e non avevano tutti i torti). La notte, mentre tutti dormivano, dal cavallo i greci cominciarono a scendere silenziosamente.
-Mi spiegate chi è stato quell'intelligentone che ha messo la corda quaggiù? - Chiese Qui Gon.
-Perché? - Chiese Jagger.
-Ma dai... sembra di essere una cacca di cavallo a scendere da qui. -
-La prossima volta lo costruisci te, visto che sei tanto bravo. -
-Adesso basta! - Intervenne Tsunade. -Vogliamo andare o no? -
I greci scesero a terra, uno facendo più casino dell'altro, chi si storse la caviglia, chi si fece uno strappo alla coscia, chi si bruciò con la corda, chi cadde e si sbucciò le ginocchia, insomma con tutta la confusione che fecero, i troiani si risvegliarono e cominciò così una nuova battaglia all'ultimo sangue.
Già che passavano di lì per sbaglio portando il Death Note, decisero di unirsi alla battaglia anche la Compagnia dell'anello, così finalmente Gimli poteva sfogare tutta la sua aggressività repressa di quei giorni senza guerra, Legolas tenersi occupato e non pensare all'ortica, divenuta ormai per lui peggio dell'eroina, Boromir poteva suonare il corno di Gondor, Aragorn sfogare un po' delle sue perversioni e Gandalf approfittarne per vedere qualche bella gnocca in battaglia vestita il minimo necessario, ma invece che una gran bella gnocca, dovette vedersela con Saruman.

Fu così che Aragorn scambiando Khal per una donna, viste tutte le sue treccine, lo agguantò vicino al tempio di Atena e gli fece un sacco di cosacce. Khal dopo cercò vendetta secondo voi? Certo che no, come ogni storia Slash che si rispetti, indubbiamente capì di essere gay, e dopo essersi tinto i capelli di biondo andò sulla tangenziale a fare la cattiva ragazza, abbandonando sua moglie e i suoi 3 piccoli di drago (?).

Rey, vedendo Jagger, lo riconobbe e cominciò a gridargli che gli avrebbe fatto assaggiare l'uccello d acqua di Nanto.
Jagger ovviamente pensò che Rey volesse violentarlo e dunque se la dette a gambe, nello scappare investì Yuda, che si rialzò proprio mentre arrivava Rey che gli trapasso le spalle da parte a parte e lo ammazzò.

Raul, si ritrovò davanti Souther.
-Finalmente ci incontriamo ancora. - Raul si mise in guardia.
-Non conosci il mio segreto. Non puoi battermi. - Lo scimmiottò Souther.
-Ma come? - Chiese Shu. -Vuoi dire che Raul non sa che hai i punti di pressione invertiti? -
Souther incacchiato come un bisonte, gli lanciò in testa un masso delle dimensioni del Vesuvio.
Shu nonostante l'enorme masso sulla testa riuscì a sorreggerlo, ma la botta in testa fu tale da fargli tornare la vista. -Mitico! Ci vedo di nuovo! - Così dicendo Shu alzò le mani in segno di vittoria, si fece scivolare la pietra e rimase schiacciato sotto di essa.
Raul avendo appreso il segreto di Souther lo fece a pezzetti in 3 secondi netti.

Ken raggiunse il castello dove ci trovò Shin che spaventato se la dette a gambe.
-Muhuwhahahaha. Non mi ucciderai mai Kenshiro! - Così dicendo si gettò dal balcone e si spiaccicò sul terreno.
Ken si trovò a fronteggiare Sauron, che in tutta la sua splendente armatura si fece avanti imponente e fiero di se.
-Ken non puoi uccidermi. -
-Si invece. - Ken tirò fuori il Death Note e ci scrisse sopra il nome di Sauron, purtroppo Ryuk, era rimasto in un altro regno ad ingozzarsi di mele di una certa Regina Cattiva, tra queste mele aveva beccato pure quella avvelenata che la Regina aveva tenuto in serbo per Biancaneve e così era caduto in un sonno eterno.
Siccome Biancaneve non voleva mordere una mela morsicata da un coso brutto, bianco, inquietante e soprattutto mezzo morto ai suoi piedi, la Regina dovette trovare un altro modo per fargliela pagare, ma di nuovo, questa è un altra storia.
Tornando a noi...
Ken non era riuscito a uccidere Sauron, che ovviamente si tolse l'elmo, rivelando essere Julia.
-Non puoi uccidermi Ken, perché io sono la tua fidanzata. -
Così finalmente i due innamorati si erano ritrovati. Si abbracciarono tutti contenti, si sbaciucchiarono, tante scene pucciose insomma. Ma prima ancora che Ken potesse fare mente locale e chiedersi come mai la sua fidanzata creduta morta si era travestita da uomo e aveva scatenato una guerra come quella, quando bastava che fosse tornata da lui, in un altro luogo, più precisamente a Mordor, Frodo e Sam erano finalmente arrivati sul monte Fato.
-Sam, devo lanciare questo anello... ma... non ce la faccio. - Confessò Frodo.
-Padrone dovete farlo! O tutti questi sacrifici saranno stati inutili! -
-Ma... non posso... il suo potere su di me... è troppo forte... io... -
-QUESTA E SPARTAAAA! - Leonida piantò un calcio frontale a Frodo gettandolo di sotto nel vulcano.
Sam sconvolto si voltò verso il re spartano che adesso si stava scaccolando.
-Ma... perché l'avete fatto? Siete forse impazzito? -
-Impazzito? - Leonida si voltò con sguardo da pazzo. -QUESTA E' SPARTAAAA!!!! - E con un calcio volante gettò perfino Sam nella lava.
-Si! - Arrivò Gollum tutto contento. -Evviva! Sono finalmente libero da quegli schiavisti maledetti! Grazie caro! Sei un tesoro. -
-Tesoro? - Di nuovo Leonida si voltò verso Gollum, e prima che quello potesse scappare, lo afferrò di peso sollevandolo sopra la testa. -QUESTA E' SPARTAAA!!!! - E gettò pure Gollum nella lava.
Una volta calmato il raptus omicida, anche perché non c'era più nessuno che potesse gettare di sotto da qualche parte, tutto soddisfatto Leonida fece per tornarsene in dietro.

Nel frattempo a Troia, Julia stava morendo tra le braccia di Ken, poiché essendo Sauron, stava morendo per via della distruzione del suo anello.
-Ma... tutte queste storie per un anello? - Chiese Ken.
-L'anello... è tutto... per me... -
-Ma... Julia... ti rendi conto che tutta questa storia non ha senso? -
-Ci credo, è una storia demenziale. -
-Ma prima devi dare alcune risposte ai lettori. Perché hai fatto finta di essere rapita da Shin? Perché hai ingannato tutti? Qual'era lo scopo di questa guerra? Come hai fatto ad apparire come Julia e allo stesso tempo parlare con la voce di Sauron? -
-La risposta Ken è molto semplice... con te... mi annoiavo. Va bene bacini e abbracci, ma dopo un po' una donna ha le sue esigenze. E sono una ventriloqua. -
-Ma... scusa... non potevi semplicemente dirmelo? -
-E da quando in qua una donna dice le sue esigenze al suo uomo? Eri te che dovevi capirlo! -
-Ma c'era bisogno di scatenare una guerra? -
-No... in effetti no... ma comunque mi sono divertita tanto. -
-Buon per te. -
-Grazie. -
E con queste ultime parole Julia morì. La guerra finì. Fu la volta di ripartì.
Fine.

Aragorn non riuscì mai a toccare il corno di Gondor che gli interessava.

Boromir tornò a casa, solo per trovarsi le fans di Aragorn che lo picchiarono per aver rifiutato le attenzioni del loro orsacchiottino.

Gandalf dovette lasciare la terra di mezzo perché ricercato per spaccio di droghe pesanti.

Saruman si tagliò i capelli e divenne il Mago Casanova.

Legolas divenne uno spacciatore di ortica.

Merry e Pipino vagano per le fan fiction continuando a fare sesso sfrenato tra loro.

Ulisse fece per tornare a Itaca, ma seguendo il navigatore fece strade assurde che ci impiegò 11 anni a tornare.

Penelope non si è mai bevuta la storia del navigatore.

Raul non conquistò mai il cielo, ma riuscì a terminare e vincere una partita di Risiko, e questo per lui fu la conquista più grande che avesse mai fatto.

Toki venne denunciato da Gesù per plagio e messo in prigione. Ne uscì poco dopo per buona condotta e continuò la sua attività di salvatore. In seguito venne scoperto che faceva il gigolò e per questo arrestato una seconda volta. Poi contrasse una malattia e venne rilasciato.

Jagger venne arrestato, picchiato, e costretto ad erigere un enorme statua in memoria della libertà, il tutto ascoltando musica truzza e sculettando in tanga.

Ken non combatté mai più per la patata.

Rey morì di frustrazione sessuale per non essersi fatto neppure una donna in 5 giorni.

Eddard Stark riuscì finalmente ad ammazzare Joffrey gettandolo dalle mura della città, per l'enorme gioia di tutti i fans di Game of Throne.

Cercei sedette sul Trono di Spade, scivolò batté la testa e morì.

Daenerys mise su un allevamento di draghi su Facebook.

Khal Drogo è stato ucciso da Geaorge R. R. Martin, perché nessuno può permettersi di essere minimamente felice nella sua opera.

Lady Isabel/Atena, tornò sull'Olimpo dove gli venne proibito di tornare sulla terra a tediare i mortali con la sua inettitudine. Ovviamente disobbedì.

Zeus non morì, nessuno gli rubò la folgore, né divenne sabbia, né andò a girare un film in Alaska.

Hade è ancora negli Inferi, e visto come stiamo messi sulla Terra, non ha alcuna intenzione di venire fuori da laggiù.

Poseidone tornò a casa, solo per trovare le sue splendide colonne distrutte.

Qui Gon Jinn quella sera poté finalmente mangiarsi una banana senza ricevere avance.

Tsunade tornò al Villaggio della Foglia, dove non smise mai di drogarsi.

Kakashi non ha ancora capito che cosa avevano fatto tutto quel tempo su quella spiaggia.

Ryuk è stato baciato dal Principe Azzurro che credeva fosse Biancaneve.

Biancaneve quella sera, picchiò il suo principe fino a farlo rincretinire e credere di essere una larva di nome David.

La Regina Cattiva per rappresaglia fece esplodere i tombini di tutto il reame scatenando una nube viola.

Tremotino è stato vittima di stalking da parte di Aragorn per molto tempo, fino a che non ha trovato il coraggio di denunciarlo alle sue fangirl. Adesso ha cambiato nome e vive in un altra città. Sembra felice.

George R. R. Martin pratica mobbing ai danni di Tremotino per convincerlo a divenire un personaggio di Game of Throne così da potergli rovinare la felicità.

La scrittrice di questa Fan Fiction si augura che vi siate divertiti a leggere questa follia.
Ciao a tutti.

 

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