Le Terre di Eldor

di Le sorelle pirata
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Si parte? ***
Capitolo 2: *** Sperduti nel bosco? ***
Capitolo 3: *** I due rivali? (+Extra 1) ***
Capitolo 4: *** Un facile inizio? ***
Capitolo 5: *** Il ragazzo misterioso? ***
Capitolo 6: *** Una coppia affiatata? (+Extra 2) ***
Capitolo 7: *** Abbiamo un vincitore? ***



Capitolo 1
*** Si parte? ***


Le Terre di Eldor
Capitolo 1 (Si parte?)
Narra un'antica leggenda,
di una sanguinosa vicenda,
in cui si danno battaglia
quattro regni di grande taglia:
a Nord l'estate svanisce,
a Sud la primavera fiorisce,
a Est il regno del fuoco,
a Ovest quello di cui si sa poco;
da quattro regni derivano altrettante città,
le quali si ergono alle estremità
di una valle desolata
dove cadono fulmini in picchiata.
Un giorno due cuori si incontreranno
e insieme per un viaggio partiranno,
la loro meta sarà la stessa
ma solo ad uno verrà concessa;
iniziamo dunque la nostra storia,
per scoprire di chi sarà la gloria.
 
"Fatto, dovrebbe esserci tutto"
"Avevi intenzione di partire senza dirmi nulla?"
Qualcuno si affacciò sulla soglia di una stanza buia, facendo filtrare la luce del corridoio stretto che dava sulle scale al pian terreno al suo interno e rivelando la presenza di un ragazzo accovacciato sul pavimento; quest’ultimo richiuse lo zaino istintivamente e si alzò da terra, voltandosi in direzione della voce: le braccia della figura erano conserte all’altezza del petto, una spalla poggiava sullo stipite della spessa porta scura, e sul roseo volto assonnato le labbra erano chiuse in un ghigno malizioso.
"Non importa quante volte tu mi preghi di restare, partirò lo stesso... mamma"
La donna sorrise divertita sotto gli occhiali: i capelli scarlatti della ricercatrice, ancora in camice bianco latte come se si fosse nuovamente addormentata sul lavoro, parevano turbini in un mare di sangue, ed arrivavano fino a metà della sua schiena sinuosa. Sul viso aggraziato e privo di una qualsiasi ruga, si intravedeva un accenno di occhiaie dovute a tante notti insonni, mentre da sotto le palpebre appesantite guizzava un paio di occhi di un intenso color rubino, penetranti come la lama di un coltello nella carne di un docile agnellino.
“Ormai sono abbastanza grande per decidere cosa farne del mio futuro, non credi?”
L’espressione della donna cambiò, ed il ragazzo lesse in quel volto della tristezza.
"Non devi lasciarti condizionare dal passato, Yuuto..."
Digrignò i denti: quel giorno pensava di avercela fatta, credeva di averla convinta (forse anche grazie all'aiuto del padre che un tempo era stato il Paladino di Eldor) ma da quando era dovuto ripartire lei non gli aveva più staccato gli occhi di dosso. La sua iperprotettività gli dava quasi fastidio.
So bene che lo fa perché si preoccupa per me, ma non riesce proprio a capire che ho scelto di andarmene solo per lei?
"Mamma... sono consapevole che avventurarsi nella Sound Valley sia un suicidio, ma se trovassi quell’oggetto tu otterresti di nuovo la fama che meriti... Papà ha sempre creduto in te e così voglio fare anch'io: recupererò la Sfera!”
La Valle del Suono… un luogo dove, non si sa per quale ragione, cadono nello stesso secondo migliaia di fulmini; di conseguenza, l’area è stata circondata da un’alta muraglia che delimita i confini di quel terreno deserto e pieno di voragini. Ed è proprio al centro di un posto così impensabile, che Shiina aveva scoperto
trovarsi la Sfera, un oggetto che secondo le leggende poteva esaudire uno ed un solo desiderio; e com’è possibile immaginare, quando lo aveva rivelato durante una conferenza nessuno le aveva creduto.
Ma lei... come poteva dirgli di no? Lo sguardo di Yuuto era tale e quale a quello del marito quando aveva la sua età: aveva ripreso tutto da lui.
"Sarai capace di affrontare questo viaggio da solo? Con tutti i pericoli che..."
"Mamma"
La guardò: scrutò così a fondo quei suoi occhi rossi da sembrare volerle mangiare l'anima.
"Sì Yuuto. Tu sei forte."
 
 
                                                                                                     Crystal  ---  49/007  ---  neve
"Forte e coraggiosa sarai
e contar su di te potrai,
ma se i tuoi amici accanto avrai,
timor non proverai..."
 
Queste furono le ultime parole che mi disse mia madre.
Ricordo ancora i suoi setosi capelli biondo oro che fluttuano con eleganza al vento, intrecciandosi in mille dolci nodi, e l’aura splendente che la circonda...
In realtà non capisco come sia possibile, considerando che non ho nessuna memoria del mio passato. Già, questa è l'unica cosa che non sono mai riuscita a dimenticare; il resto è come svanito nel nulla...
Ed ora eccomi qui, ad iniziare questo viaggio alla ricerca della mia identità; un po' come gli eroi e le eroine delle storie posso dire.
In questi anni ho raccolto diverse informazioni, eppure nessuna di queste mi ha portata alla soluzione che cercavo; per questo ho deciso che da oggi andrò ad esplorare le altre regioni di Eldor. In tutto ci sono quattro grandi regni: quello di Crystal (la città dove vivo), e a seguire Crimson, Kerala e... beh, dell'ultima terra non si sa granché, in quanto sembra che chiunque si sia avventurato lì, non abbia fatto più ritorno, per cui tutti la chiamano "Unknown city", ossia città sconosciuta.
Direi che a grandi linee sono pronta per andare, la mia casetta mi mancherà.
Kyriu

 
Era una giornata come le altre nella regione del Nord, Crystal; i bambini si rincorrevano felici prendendosi a palle di neve, gli anziani se ne stavano tranquilli a casa propria gustandosi una tazza fumante di tè o magari passeggiavano tra i pattinatori e i fiocchi che scintillavano. Questa città si caratterizza dalle altre per la difficoltà del clima: 360 giorni all'anno nevica, i restanti 5 grandina; ma qui tutti sono abituati alla rigidità del perenne inverno. Passai di fronte al castello di cristallo che si innalzava fino a toccare le nuvole da dietro un muretto bianco, e ne rimasi affascinata come sempre: i pallidi raggi di sole si riflettevano sulla superficie creando splendidi giochi di luce. Molti fabbri della regione sono convinti che questo particolare cristallo sia in grado di essere modellato con il pensiero, ma si tratta solo di teorie infondate in quanto nessuno ci ha mai davvero provato.
"Innanzitutto devo procurarmi delle provviste e un'arma"
"Cosa fai tesoro, parli da sola?"
Mi girai e vidi una persona incappucciata: dal tono di voce immaginai fosse un’anziana, ma la piccola parte di volto visibile tradiva la sua età.
"Ci conosciamo?"
"Forse sì o magari no... dopo tutto che importa?"
Non mi sembra una persona affidabile, meglio essere cauta.
"In ogni caso signora, adesso credo di doverla salutare, ho delle commissioni da sbrigare..."
"Oh, che peccato... mi stavo giusto domandando chi fosse così gentile da scortarmi, non è bene abbandonare una povera vecchietta, no? Oh beh, cercherò qualcun altro...”
Credo stia giocando sporco, ma se così non fosse... Potrebbe perdersi, o peggio accaderle qualcosa, per cui credo sia meglio accompagnarla.
"Basta che sia una cosa veloce; dopo averle fatto strada me ne andrò, e questa volta non avrò ripensamenti"
"Ti ringrazio davvero, e chissà che in qualche modo non possa ricompensarti..."
Nonostante indossasse il cappuccio, mi parve quasi di vederla sorridere... scaltra per essere una nonnetta, non c’è che dire, sapeva giocare bene le sue carte.
Mi porse un foglietto dove aveva segnato l’indirizzo, e quando lo lessi rimasi sorpresa: in quel vicolo non c’erano né abitazioni né tanto meno negozi… che andava a fare in un posto così? Nonostante tutto, mantenni la parola data e le feci strada, e una volta arrivate la situazione prese una piega imprevista.
"Ancora grazie tante, e buona fortuna per il tuo viaggio..."
Ma come faceva a sapere della mia partenza? Non ne avevo parlato con nessuno: i miei sospetti sul suo conto aumentarono.
"Oh, quasi dimenticavo... una persona mi ha chiesto di consegnarti questo"
Un pacco ed una lettera arrivarono tra la mie mani: la aprii, ma prima di leggere alzai la testa per chiedere delle spiegazioni… tuttavia la vecchietta era già svanita. Uscii sulla strada principale per cercarla tra la folla, domandai anche un po’ in giro, ma nessuno sembrava essersi accorto della sua presenza.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrici:
Questa è in assoluto la prima storia fantasy che proviamo a scrivere, ma crediamo che come inizio sia degno di finire su EFP (speriamo solo che vi piaccia almeno tanto quanto è piaciuto a noi scriverla :p)...
Probabilmente gli aggiornamenti saranno senza preavviso e dopo un'infinità di tempo, però io e la mia amica non ci vediamo quasi mai e per noi è un po' complicato condividere idee e magari anche parti di storia (visto e considerato che non solo ciò che si scrive va mandato, ma anche riletto, corretto, aggiunti un po' di dettagli e cose simili... insomma, cose che se siete scrittori/scrittrici come noi (più o meno  >.>) potete capire).
Senza altre distrazioni, ci auguriamo che abbiate avuto una buona lettura e che vi sia piaciuto il capitolo! Se volete ed avete un po' di tempo, magari lasciate qualche recensione, e se avete qualche domanda non esitate a chiedere (ci potrebbero essere cose particolari che non abbiamo spiegato bene :) )
Alla prossima!
Le sorelle pirata
 

 

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Capitolo 2
*** Sperduti nel bosco? ***


Capitolo 2
(Sperduti nel bosco?)
 
                                                                                                          Crystal  ---  49/007  ---  neve
Sono passati ben sette anni e quarantanove giorni da quando ho cominciato a scrivere. Ad essere sinceri, tutto ciò che ricordo è di aver trovato il diario di pelle blu scura una mattina, sul tavolino di cristallo in cucina; era rilegato con un sottile filo dorato ed un fiocco, non una parola, non un biglietto… tuttavia, esaminandolo più attentamente, notai una minuscola incisione sul retro: R. Sono appena rientrata a casa dopo aver accompagnato una nonnetta fin troppo arzilla nel vicolo che da’ sulla strada N - 542 P, la quale mi ha consegnato un pacco sospetto dalle dimensioni molto ridotte. Non ho ancora avuto il coraggio di aprirlo (ho uno strano presentimento a riguardo) ma penso che lo farò presto perché la curiosità mi sta divorando. Assieme a questo c'è anche una lettera senza mittente... Dannatamente bizzarro.
Ma adesso non ho proprio il tempo materiale di pensare a queste cose, devo recarmi in un negozio d'armi prima che faccia buio o che qualche altro individuo perdi-tempo mi si avvicini…
Kyriu
 

"Questo dovrebbe essere il punto."
Guardai la pagina di diario dove avevo scribacchiato la via; alzai gli occhi verso l'insegna di legno sgangherata del negozio, appesa ad un chiodo cadente: Bottega del Ferro. La classica forma a cupola poteva accomunarla a qualsiasi altra costruzione in tutta Crystal, perciò era importante prestare attenzione ai cartelli. I blocchi di ghiaccio compatto impedivano agli occhi di scrutare attraverso le pareti massicce, che erano rivestite internamente da una spessa copertura di vetro satinato. Tramite un piccola cappa turchese dalle estremità aguzze che sbucava dalla superficie semi-sferica, fuoriusciva una scia serpeggiante di fumo grigio perla.
E proprio in fondo alla medesima strada, una tenuta ai miei occhi familiare si ergeva in tutto il suo splendore. Tramite le sbarre della cancellata di metallo che circumnavigava il perimetro della proprietà, si intravedeva un giardino ben curato: alte siepi costeggiavano il vialetto da cui era stata spazzata via la neve in modo impeccabile, una raffinata scalinata di quarzo separava la massiccia porta d’ingresso dal terreno, mentre una manciata di tipici cespugli di Snopper era stata piantata al di sotto delle grandi vetrate in stile gotico che davano sul soggiorno. Ai lati dell’entrata principale, sul loro apposito piedistallo di ghiaccio, erano state scolpite due statue di cristallo dalle fattezze animali. Non c’era la minima traccia di polvere e tutto pareva essere esattamente al proprio posto, nonostante la casa fosse abitata da una singola anziana, per altro malata. Molti anni prima, in una notte di bufera, qualcuno aveva suonato al campanello argenteo per poi lasciare un piccolo fagotto tremante ad aspettare sul tappetino pungente. La signora accolse quell’orfanello come aveva fatto con gli altri in precedenza, affezionandosene fin da subito nonostante il suo carattere fosse distaccato e diffidente. I quattro trovatelli componevano la famiglia che la povera vecchia non aveva mai avuto la fortuna di avere, due maschi e due femmine, tutti caratterizzati dalla stessa carnagione pallida e da lunghi capelli argentei, fatta eccezione per uno. Le iridi glaciali, ricorrenti negli abitanti di Crystal, completavano il viso dai tratti nordici. I primi tre ad essere abbandonati avevano legato in fretta ma l’ultima del gruppo era ostinata a tenersi a distanza. Ogni giorno si svegliavano vicendevolmente per fare colazione insieme, dopo di che li aspettava un fitto programma di studi, stabilito dalla stessa governante: le ragazze venivano istruite a badare al fuoco o alle faccende domestiche, mentre i ragazzi imparavano l’autodifesa. Tuttavia, erano presenti anche alcune ore durante le quali i quattro non lavoravano separatamente. Con il passare del tempo gli orfani lasciarono la tenuta, ormai grandi: due di loro decisero di partire insieme, il terzo se ne andò di lì a poco… e così, l’ultima bambina rimase sola. L’anziana continuò a crescerla ma quella si estraniò ogni giorno di più finché si nascose dalla sua vista, in un posto dove non fu mai trovata, finendo per essere data per dispersa. Da quel momento la signora non si prese più cura di altri all’infuori di sé, rinchiudendosi in uno stato di sconforto perenne, ignara del fatto che la piccola e silenziosa bambina con i capelli dello stesso colore della notte e dagli occhi di ghiaccio... si trovava ancora lì.
 
Riemersi dai ricordi appena affiorati e tornai alla realtà, impiegando qualche minuto per riprendermi da quello stato di trance: una parte della mia infanzia era appena tornata in mio possesso, e tolto il fatto che fosse stato un passato tumultuoso, io non potevo fare a meno di essere felice.
Mi voltai nuovamente verso l’insegna della bottega, questa volta convinta che sarei entrata, anche perché i fiocchi si stavano infittendo e quindi dovevo correre ad un riparo.
"Se non trovo qui un coltello come si deve non so più dove cercare"
Spalancai la porta smerigliata senza esitazione, che si aprì con un tintinnio, e la prima cosa che mi catturò fu l'atmosfera metallica: rumori di attrezzi che battevano sull’acciaio appena scaldato, odore così pungente di ferro che quasi lo si poteva assaporare... Di fronte all’entrata, un omaccione dal viso grosso e unto non meno dei suoi capelli stava ripulendo il bancone, dove alcuni fogli di ordinazioni erano fissati con un fermacarte azzurrino, con un panno logoro, dando le spalle al caminetto acceso in mattoncini. Alla stessa parete si ergeva un lavandino acquamarina sporco e rugginoso dove un altra figura si stava ripulendo le grosse mani pelose. Sull’ala destra era stata ricavata una seconda stanza a cui si accedeva mediante una vetrata, mentre ad ovest, poggiate su delle scaffalature metalliche in bilico su qualche asse di legno, erano esposti degli armamenti quali spade, scudi, punte di lancia, teste d’ascia e un paio di corazze in maglia.
"Mi scusi...?"
"Aaaaaaah, cosa abbiamo qui!! Dimmi un po' piccolina, ti sei persa? Che ci fa una giovane signorina in un posto come questo, eh?"
Il fabbro, poggiando sul ripiano rinforzato lo straccio, mi rivolse la parola. La stazza sembrava ancor più possente agli occhi di una ragazza così minuta. Una fascia impregnata di sudore cingeva il capo rotondo del tipo baffuto, le guance ed il naso coloravano il viso con il loro rossore.
"Razza di mongolfiera… "
Gli scoccai un’occhiataccia.
Il negoziante col pancione si pulì le mani grassocce sul suo camice da lavoro, si schiarì la gola e poi riprese il discorso, stavolta più seriamente.
"Dunque... sei venuta per un'arma?
E hai già un'idea di quale vorresti?"
Annuii entrambe le volte.
"Non parli molto, eh? I giovani d'oggi... devi sfilare loro le informazioni con la pinza"
"Ci vuole coraggio per fare un affronto simile davanti ad una come me"
"Beh, se non altro ti ho fatto parlare un po’, eh?"
I suoi continui eh? eh? eh? stavano cominciando ad infastidirmi, ma mi sforzai di mantenere il controllo (sono il tipo di persona che si spazientisce facilmente).
"Sembri diretta da qualche parte, eh?"
Strinsi i pugni e risposi cercando di nascondere il mio tono seccato.
"Sì, e vado anche di fretta, per cui se magari...?"
"Oh, sì, certo, adesso ti porto al magazzino"
Più che un magazzino sembrava una discarica: accozzaglie di oggetti di qualsiasi genere in ogni dove, per un momento ebbi quasi il timore che le armi fossero danneggiate o di qualità scadente... Ma avevo torto.
Erano contenute in grossi scatoloni, è vero, ma erano allo stesso tempo organizzate per categorie e tipologie, con un ordine a dir poco impeccabile.
"Sto cercando un coltello o un pugnale" riferii per rendere la sua ricerca più semplice.
"Un qualcosa facile da nascondere e veloce da utilizzare"
"In tal caso…"
Mise un piede sulla scala di cristallo che avrebbe saputo reggere anche il suo peso, ma poi ci ripensò e mi condusse in una parte di stanza scarsamente illuminata. Tre diversi oggetti vennero tirati fuori dagli appositi contenitori per essere riposti sullo stesso piano d’appoggio: un coltello, un pugnale e un Mozzanviglio, simile ad un coltello ma capace di assumere tre diverse grandezze; preciso e tagliente, consigliato agli esperti.
Stavo quasi per afferrare la mia arma, quando il fabbro mi disse:
"Vedo che hai fatto la tua scelta... Ma prima che tu decida definitivamente, c'è una cosa che dovresti sapere a proposito di questo pugnale... sai, sembra che sia stato maneggiato dagli Elfi... "
"Intendi dire che è un oggetto magico, non è così?"
"Esattamente, ma nessuno di noi è mai riuscito a scoprire quali fossero le sue potenzialità; magari sarai proprio tu a riuscirci, eh? Sei ancora dell'idea di volerlo?"
"Non ho bisogno di riflettere ulteriormente: ormai ho deciso."
 
 
"Dunque... AAAAH NON CI CAPISCO NULLA!!!!!! Questi abitanti di Crystal!!!! Come faccio ad orientarmi se non capisco neanche i nomi delle strade!?  WXY 5815 Z 6582948 e trattini di qua e di là... Ma che cosa significa?? Ho fatto tutta questa fatica per arrivare fin qui da Crimson... E ADESSO NON SO PIÙ DA CHE PARTE METTERE PIEDE!!!"
Eh già, la madre Shiina aveva deciso di lasciar partire il ragazzo dopo tutto, raccomandando sempre le solite cose e assicurandosi che prestasse attenzione. Gli ci vollero ben sei giorni per percorrere il sentiero tra i muri di pietra che collega la propria città con quella di Crystal; purtroppo non ci sono altri metodi: ogni città ha un proprio e specifico tragitto per arrivare alle due terre ad essa adiacenti. E ora eccolo lì, perso nel bel mezzo di un bosco ghiacciato.
Fu proprio mentre Yuuto si stava scervellando che un vento misto tra neve e grandine lo assalì e fece volare via la sua mappa.
"OH, NO!!!!! GIÀ È DIFFICILE IMBOCCARE LA STRADA GIUSTA, FIGURIAMOCI SENZA UNA MAPPA NELLA MIA LINGUA!!!!!!"
"Avresti potuto chiedere indicazioni, a Eldor si scrive in maniera diversa ma si parla la stessa lingua, dovresti saperlo"
Il ragazzo non ebbe tempo di verificare da dove provenisse quella voce che un oggetto gli sfrecciò sopra la testa, andando a conficcare il foglio di carta ad un albero congelato lì vicino. I ramoscelli grigi vibrarono, scuotendo le foglie tintinnanti che fecero cadere a terra qualche cumulo di neve. Solo dopo che si ebbe fermato notò che era un pugnale: era ben lavorato ed estremamente sottile, trasparente quasi fosse stato modellato nel ghiaccio fatta eccezione per l’impugnatura di un profondo color zaffiro. Yuuto si precipitò a recuperare la cartina ma venne fermato: si ritrovò faccia a faccia con una ragazza dai capelli blu notte che ricadevano sulle spalle esili, due ciuffi leggermente più lunghi ai lati del volto, e un paio di occhi dove sembrava fossero stati imprigionati due iceberg. La carnagione era a dir poco spettrale, il naso piccolo e leggermente all’insù e le labbra chiuse in un broncio; un piccolo cristallo indaco ornava la sua fronte, semi-nascosto da una specie di frangetta, mentre al collo sottile era legato un cinturino avio con incastonata quella che sembrava essere la perfetta riproduzione di un fiocco di neve. Nonostante la brezza che pungeva la pelle come fosse vetro frammentato, la ragazza andava in giro coperta unicamente da un abitino blu elettro stretto in vita, da cui sbucavano due gambe snelle; ai piedi privi di calzature, un paio di ballerine all’apparenza di un materiale simile al cristallo. Quest’ultima riprese l’arma e, come se l’avesse scottata, la ripose velocemente nel fodero di cuoio marrone scuro all’interno della pochette azzurra che portava a tracolla.
“Ancora non ci siamo...”
Yuuto si scosse sentendo puntare su di sé il gelido sguardo di lei.
"Potresti almeno ringraziare"
"Sì, scusami... è che è successo tutto così in fretta..."
"Piuttosto… che ci fa uno di Crimson da queste parti?"
"Oh? Aspetta, come fai a sapere che vengo da lì?"
"Il copri-fronte che porti... c'è incastonata una Rubinia che (correggimi se sbaglio) è una pietra che si trova solo nelle miniere della tua città"
"Già, è vero… Un attimo! TU SEI DI QUESTE PARTI GIUSTO?? NON POTRESTI AIUTARMI AD ARRIVARE FIN QUI? NON SI CAPISCE NULLA!!" esclamò lui indicando il punto esatto sulla piantina.
"Accidenti... stavo parlando proprio di uno come te nel mio diario…" rispose la ragazza volgendo gli occhi al cielo nuvoloso da cui scendevano piccoli cristalli bianchi.
“Vorrei proprio sapere perché li incontro tutti io… in ogni caso, non posso scortarti perché ho altre cose importanti da fare... ma se vuoi posso spiegarti come arrivare"
Il ragazzo non rispose: era perso in quei ghiacciai che erano le sue pupille.
"Sei ancora tra noi?"
"Sì!!! Grazie, grazie, grazie davvero!"
"Dunque... W 518 Z... Innanzitutto devi sapere che qui a Crystal la prima lettera di ogni indirizzo indica il punto cardinale (Nord, Sud, Est, Ovest) nel quale devi dirigerti a partire dal centro della città; non puoi sbagliarti: è il posto in cui si erge il castello di cristallo, e le sue guglie si possono vedere in qualsiasi punto di Crystal. Dopo aver capito la direzione è facile, devi cercare la seconda lettera (in questo caso la Z) e il numero corrispondente; solitamente a Est del punto cardinale scelto corrispondono le lettere fino alla H alle quali sonno associati i numeri da 1 a 100, per cui gli altri saranno dal lato opposto"
"Mi domando il perché di un metodo così complesso..."
"Si potrebbe dire che così ognuno conosce tutta la città quasi fosse casa propria, come se vivessimo tutti insieme nella stessa grande famiglia!"
Ha sorriso. Ciò che ha detto è molto bello.
Il crimsoniano ricambiò, socchiudendo allegramente gli occhi nocciola.
"Adesso devo andare ad allenarmi se non ti spiace"
"Certo, grazie ancora dell'aiuto! Spero di rivederti presto!!!"
E così, dopo averla salutata, percorse il vialetto in pietra levigata verso il fantomatico luogo in cui si sarebbe svolto...
IL TORNEO!
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrici:
Speriamo che stiate seguendo la nostra storia (chissà cosa ne penserete... >.>) e che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Stiamo davvero lavorando sodo per evitare che gli aggiornamenti di questa ff, per così dire, escano dopo chissà quanto tempo (un po' come è successo con le altre...). Abbiamo intenzione di pubblicare un paio di capitoli ogni mese, uno alla fine della prima settimana e un secondo all’inizio dell’ultima, tanto per avere uno schema logico... Se avete domande, delucidazioni, diamanti o Domodossola scriveteci qui sotto o in un mp. Siccome non vogliamo farla troppo lunga, direi che possiamo chiudere qui, per cui...
Alla prossima!
Le sorelle pirata
 

 

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Capitolo 3
*** I due rivali? (+Extra 1) ***


Capitolo 3
(I due rivali?)
"WOOOOOW!!!!"
Alzai lo sguardo al cielo grigio mentre piccoli fiocchi di neve continuavano a cadere dalle nubi scure.
"E così... è questo!"
Alla fine ero riuscito a cavarmela, nonostante i consigli confusionari di una ragazza che a differenza di tutti gli altri abitanti non indossava vestiti pesanti o pellicce, ed ero arrivato a destinazione. Stavo tentando di memorizzare i volti della gente che si spintonava per entrare, dato che in essa potevano celarsi i miei avversari, ma era un'impresa alquanto difficile considerando che i miei occhi cadevano ripetutamente sull'arena dove si sarebbe svolto il tutto. E pensare che fino ad una settimana fa, ero ancora a casa mia, a Crimson, la Città Rovente come è soprannominata da queste parti...
Mi accovacciai sotto una grande quercia congelata, poggiando la schiena sul tronco argenteo, e mi sentii stranamente tranquillo: i rami dell'albero si contorcevano tra di loro creando armoniose figure, e assieme ad essi le foglie tintinnavano allo scontrarsi le une con le altre per via della corrente d’aria. Era un'atmosfera calda e accogliente, nonostante Crystal fosse la regione dell’inverno perenne. L’erba pungente costeggiava un viale in parte costituito da una spessa lastra di ghiaccio; data l’assenza di mezzi di trasporto, la gente del posto era solita muoversi sui pattini in modo da non patire troppo il freddo e con la scusa fare anche un po’ di movimento. L’altro capo della strada era adornato da alcuni lampioni in ferro battuto e ad ogni ventina di metri una panchina del medesimo materiale, dove era tuttavia improbabile trovare qualcuno seduto vista la freddezza del metallo, accompagnata da qualche cespuglio di bacche selvatiche simili a piccole biglie. Ne avevo assaggiate un paio durante il percorso nella Foresta Congelata e ne ero rimasto piacevolmente sorpreso: la consistenza soffice e fredda si scioglieva in bocca mischiandosi ad un cuore di salsa rossa e piccante dall’effetto travolgente.
"Beh, credo sia ora di avviarsi.."
Le Guardie di Neve all’entrata riuscivano a tenere sotto controllo la situazione, anche se… ehm... erano dei pupazzi. Quando per la prima volta ne vidi una, ero seduto con un bambino che stava provando a riattaccargli una delle due braccia; siccome ero lì vicino decisi di aiutarlo, e una volta finito mi complimentai con lui per il lavoro svolto.
"Sai, sei proprio bravo a fare i pupazzi di neve! Sembra così… reale!"
"Forse perché SONO reale, tu che dici?"
"EEEEEEEEEEH???"
Sì, più o meno era andata così.
Una delle Guardie di Neve mi si avvicinò e senza troppe spiegazioni mi consegnò una tessera (immaginai che fosse una sorta di visto per i partecipanti, cosa che avevo richiesto poco tempo prima) per poi iniziare a... si può dire camminare? Una volta dentro, mi condusse fino ad una porta di vetro semi-trasparente, e dopo qualche secondo notai una targa appesa alla maniglia luccicante: Stanza degli Sfidanti.
 
 
                                                                                                          Crystal  ---  49/007  ---  neve
Ormai è una vita che mi alleno per questa sfida, e ho bisogno di sapere se posso affrontare o meno questo viaggio; insomma, partire per luoghi sconosciuti senza una meta precisa e alla ricerca di qualcosa che neanche io possiedo... Però non posso vivere all'ombra dei miei ricordi per sempre, ed è per questo che voglio andarmene via da qui. Crystal è la mia città ed io la adoro ma... la conosco meglio di quanto conosca me stessa. E' giunta l'ora di mettermi alla prova, e se tutto questo finirà come spero, allora avrò preso la giusta decisione.
Kyriu
 

Chiusi il diario con l’apposita cintura blu mare e mi incamminai verso l'androne dell'arena, facendomi strada tra le persone entusiaste dell’evento che si sarebbe tenuto nel giro di qualche ora.
La cupola di vetro che si innalzava verso il cielo, adesso non mi sembrava più una gigantesca palla di neve, cosa su cui avevo sempre fantasticato.
Entrai e l'aria calda mi pervase il corpo, facendo svolazzare qualche lembo di stoffa blu; tutto era come l'avevo immaginato: gente in camicia tutta indaffarata dietro un lungo bancone di legno di pino dove cominciava una fila mostruosa, e più in là un luogo tranquillo dove gli spettatori potevano trascorrere il tempo pattinando o chiacchierando ai tavoli di una locanda pregustando l'inizio del match. Dato che le nuvole non erano molto basse, se si alzava lo sguardo si poteva intravedere in lontananza il palo al quale il vincitore avrebbe appeso la bandiera del suo paese: dalla sommità partiva una stretta scalinata a chiocciola con un corrimano di cristallo che terminava proprio al centro dell’area di battaglia. Sempre che qualcuno fosse riuscito nell’impresa, cosa che non accadeva da anni. Lo stemma di Crystal consisteva nel profilo azzurro di un lupo dei ghiacci, animale che si aggira tipicamente nelle foreste che circondano la città, ma che secondo le leggende un tempo regnava sovrano sui picchi delle vette innevate, e un cristallo blu oltremare.
Mentre ero impegnata ad immaginare le altre bandiere sentii uno scampanellio, e quando mi girai una signorina sorridente mi disse:
"Ciao! Se hai bisogno di aiuto, chiedi pure a me! Altrimenti, se vuoi comprare un biglietto per guardare l'incontro puoi andare dalla mia collega lì giù, ma temo che quando la fila si sarà sfoltita li avranno già terminati, oggi c’è un grande afflusso di gente..."
"Veramente sono qui per iscrivermi"
"Oh! Ma sì, certo! Nessun problema! Dammi solo le tue generalità specificando l'arma con la quale hai intenzione di partecipare"
"Mi chiamo Kyriu, e combatterò con il mio pugnale, Ice Breaker"
"Beh, ecco... veramente avremmo bisogno anche del tuo cognome e della tua data di nascita..."
"Il fatto è che io... non li so"
"Ehi, aspetta, dove stai andando!?"
Presi il pass ancora incompleto e mi dileguai in fretta verso la Stanza degli Sfidanti; avendo chiesto poco prima informazioni, conoscevo il tragitto e in ogni caso sarebbe stato impossibile perdersi con tutte quelle indicazioni. Una volta raggiunta, controllai che nessuno della hall mi avesse seguita e con sicurezza entrai, incontrando per la prima volta i volti delle mie avversarie.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrici:
Sì, va bene, come capitolo è un po' corto, ma abbiamo organizzato una piccola sorpresa per voi, cari (e soprattutto pazienti) lettori! Abbiamo deciso infatti di aggiungere dei pezzi extra a random, che non fanno parte della storia. Ovviamente, tra i titoli dei capitoli primeggerà la scritta +EXTRA, così che possiate rendervene conto, visto che non sempre gli angoli-autori/autrici vengono letti... beh, soprattutto se dicono sempre le solite cose come i nostri XD
E quindi, per la triliardesima volta...
Se la storia è stata o meno di vostro gradimento, ricordatevi di recensire, se avete un po' di tempo da usare, tanto non costa nulla! ^-^ E ribadiamo anche che se c'è qualche vostra curiosità che possiamo soddisfare, lo faremo volentieri!
Alla prossima!
Le sorelle pirata
 
 
 
 
 
 
 
Extra 1: Kyriu fa da guida turistica?
 
Sbadiglio, mi sono appena svegliata.
Poi guardo in direzione della sveglia: le 7 e 21.
E in quel momento mi ricordo della Busta di Neve che mi era stata consegnata dal Pinguino-Postino il giorno prima (qui a Crystal le lettere arrivano in un cofanetto a forma di palla di neve che una volta svitato in senso orario si apre, così non si stropicciano).
"E' un po' tardi..."
Mi preparo in fretta ed esco di casa; l'aria è pungente e la neve fitta, ma almeno non grandina.
Una volta arrivata al punto di incontro, trovo il signor Pine che mi aspetta, il gruppo di turisti dietro di lui.
"Sembra piuttosto infastidito"
"AH! ERA ORA CHE TI DECIDESSI AD ARRIVARE!!!! SAI CHE ORE SONO?? EH?? LO SAI??"
"La smetta di urlare, altrimenti verrà giù una valanga"
Sbuffa, calpesta la neve e risponde scorbutico: " TUUU!! PICCOLA..."
"Ehm...signore, possiamo cominciare il tour?" domanda un turista coperto fin sulla punta del naso.
E' così imbottito che sembra un panino.
"OHOHOH! Ma certo, non vi preoccupate! La guida è arrivata!! OHOH!"
"E... sarebbe quella la nostra... guida?"
"Hai qualcosa da ridire?"
Il mio Ice Breaker scatta improvvisamente tra le mie dita.
"Tu! POSA IMMEDIATAMENTE QUEL COSO!!" mi ammonisce il signor Pine.
"La avevo avvertita di non urlare..."
Avvicino il pugnale al mio viso, il mio sguardo luccica assieme alla lama.
"Oh mamma..." e sviene, mentre i turisti tremano impauriti.
"Oh!"
"Cosa?? Che c'è?????"
"Ma guarda, c'è una macchia qui sopra, devo ricordarmi di pulirlo quando torno a casa"
"NON E' POSSIBILE!"
 
Nonostante tutto, la visita di Crystal sembra piacere molto ai visitatori, anche se i loro bambini mi girano piuttosto alla larga, forse perché ho detto loro che li avrei dati in pasto ai pesce cani...
"Signorina... Faremo davvero da pranzo ai suoi... piranha?"
"Veramente io non ho mai detto di avere dei piranha..."
"OH! Che sollievo!!"
"...in realtà ho una vasca di orche assassine"
"MAMMAAAAA!!!!! QUELLA RAGAZZA MI VUOLE MANGIAAREEE!!! "
"E' fuggito anche lui… Ah, ecco che torna il signor Pine"
"MA CHE DIAVOLO, FARESTI MEGLIO A NON SPAVENTARE I CLIENTI! PROPRIO NON CE LA FAI??"
"Mi pare di averle già detto di NON urlare"
*si sgranchisce la voce* : "Sì, scusa... Posso sapere che cosa dici a quei poveri bambini per terrorizzarli a tal punto??"
"Non saprei, se ne vanno via tutti quando inizio a parlare...della mia vasca da bagno con le orche di gomma"
 
Fine!

 

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Capitolo 4
*** Un facile inizio? ***


Capitolo 4
(Un facile inizio?)
"Eeeee... VI DO UN CALOROSO BENVENUTO AL TORNEO CHE SI TIENE, COME OGNI ANNO, QUI, NELLA NOSTRA MERAVIGLIOSA, GELIDA, CRISTALLINA CITTAAAAÀ!!!! COME SEMPRE, SARÒ IO, IL VOSTRO PRESENTATORE PREFERITO MR. TUNDRA, A FARE LA CRONACA DI TUTTI GLI EVENTI! VI RICORDO CHE DURANTE LO SPETTACOLO, SARÀ POSSIBILE ACQUISTARE GLI INSUPERABILI GHIACCIUNGUINI A UN PREZZO DI SOLE 22 ZENIS! Quindi ..."
                                                                                             
Non ricordo l'esatto momento in cui smisi di ascoltare le ciance di quel pazzoide, forse perché ero troppo preso dall'agitazione, o magari dall'incanto, osservando la cupola di vetro in ogni minuzioso dettaglio; era perfetta, in qualsiasi punto la si potesse guardare. Avevo la mano destra stretta sull'impugnatura della spada, la mia fidata FireMidnight (ovvero Mezzanotte di Fuoco). Mi era stata donata da mio padre quando avevo otto anni affinché mi allenassi per diventare un paladino.  La mamma all'inizio era contraria a farmi maneggiare un'arma a quell'età, ma poi capì che era necessario imparare subito a combattere, in caso di evenienza. Ricordo ancora le notti passate in bianco a seguire le sue istruzioni, il sudore sulla fronte e la sua voce... una voce che infondeva calore, e sicurezza.
Da quando le Guardie di Neve avevano unito il nostro gruppo con quello delle ragazze e ci avevano portato qui, non avevo potuto fare a meno di guardare gli sfidanti e la cosa che più mi sorprese, fu quella di ritrovare lei nel mio stesso girone. In 11 avevamo superato la sessione di prova e quella degli allenamenti, e sempre in 11 eravamo pronti a darci battaglia fino all'ultimo respiro. L'ambizione di tutti era quella di portare fama alla propria terra (inoltre c'erano alcuni premi in denaro), perché al vincitore sarebbe stato possibile affiggere la bandiera del regno da cui proveniva, al Palo della Vittoria e della Sconfitta. Credo che venisse chiamato così poiché vincere questo torneo in passato significava anche togliere la vita a molte persone.
Ecco, i miei pensieri in questo istante erano più o meno questi, deprimenti e sconfortanti; eppure, c'era un non so cosa che mi faceva stare bene...
Volsi nuovamente lo sguardo verso la ragazza dagli occhi del colore del ghiaccio più freddo, la stessa persona che mi aveva aiutato a trovare la strada per l'arena; chi avrebbe mai potuto dire che lei sarebbe diventata una mia rivale? Feci scorrere gli occhi sui vari partecipanti: un uomo alto vestito di nero, un altro mascherato, un ragazzo dai taglienti occhi gialli...
E poi chi altri... una ragazza dai lunghi capelli ramati con la frangia che le copriva metà viso, un tipo travestito con una capigliatura alquanto bizzarra, un nonnetto col bastone, una donna in tuta mimetica, e una coppia di piccoli elfi, probabilmente fratelli...
Oh, ecco che elencano il regolamento...
" *cofcof* DUNQUE! Siamo ormai giunti al momento tanto atteso; ma prima di dar il via alle danze, lasciate che, come ogni anno, vi legga il Sommo Regolamento...
1) E' severamente vietato, dalla legge del 6298, anche solo tentare di uccidere i giocatori o il pubblico... E NON DIMENTICATEVI CHE UN QUALSIASI ATTO DI VIOLENZA NEI MIEI CONFRONTI È I-N-A-M-M-I-S-S-I-B-I-L-E!!
2) Ogni concorrente è obbligato ad utilizzare solo ed esclusivamente l'arma con la quale si è iscritto;
3) Non dimenticate che per vincere contro un avversario bisognerà semplicemente disarmarlo, fargli perdere conoscenza, o eventualmente immobilizzarlo per 45 secondi" "Questo è tutto sfidanti... Combattete!!"
Dopo il rumore di un grosso Gong la battaglia ebbe inizio: era un tutti contro tutti, e l'ultimo che sarebbe rimasto in piedi avrebbe vinto...
 
La ragazza dagli occhi di ghiaccio combatteva con lo stesso pugnale con il quale aveva fermato la mappa di Yuuto: era agile, snella, non troppo alta, e differentemente non aveva uno sguardo assassino, nonostante la sua determinazione fosse al pari degli altri; mentre il ragazzo era impegnato a parlare tra sé e sé, il concorrente più anziano lo colpì alle spalle.
"I giovani d'oggi! Credete di essssssere chissssssà chi! Penssssssate di poter sssssuperare qualsssssiassssi ssssfida, ma sssssiete sssssolo dei montati di tessssssta!!"
Il cranio calvo e lucido  risaltava sul volto rugoso ma scoppiettante di salute, dove due vispi occhietti scuri e socchiusi si muovevano fulminei. Aveva una S ampiamente pronunciata perché non portava la dentiera e di aspetto sembrava che non potesse reggere una busta della spesa ma era tutt'altro che fragile: i suoi movimenti erano veloci e il bastone con il quale si era iscritto al torneo, strano ma vero, poteva trasformare il suo aspetto a seconda del materiale che toccava.
Insomma, un'arma da non sottovalutare.
Non posso combattere con la spada, altrimenti potrebbe prendere il suo aspetto, e con l'esperienza che ha sarebbero guai... ma allora, come posso liberarmi di lui?
Poi balenarono nella sua mente gli insegnamenti del padre: Osserva sempre il tuo avversario, e se non puoi batterlo con la forza, fallo con l'astuzia.
Yuuto guardò attentamente quell'anziano signore, cercando di capire come ragionasse. Non aveva un vero e proprio schema di lotta, ma una cosa impossibile da non notare fu che buttava il peso sempre sulla destra; abbassò lo sguardo verso le gambe, e alla caviglia sinistra vide una bandana arancione. Lo stesso drappo di stoffa che non voleva rischiare di sporcare, o peggio strappare, ma da cui non poteva comunque separarsi: un oggetto affettivo.
Poi tutto accadde in un attimo...
 
11 i partecipanti di un gioco,
il primo sconfitto vale poco...
 
"SIGNORE E SIGNORI!!! DOPO SOLI 17 MINUTI, IL CONCORRENTE NUMERO 1 HA ELIMINATO DAL TORNEO IL DECIMO CON UN BLOCCA-E-FERMA, PORTANDOSI IN VANTAGGIO! COME BEN SAPETE, IL PRIMO TURNO È UN TUTTI CONTRO TUTTI: I GIOCATORI CHE RIUSCIRANNO A SCONFIGGERE ALMENO UNA PERSONA, POTRANNO PASSARE ALLA PROVA SUCCESSIVA!"
 
Prima che lo portassero via, l’anziano si accostò a Yuuto per complimentarsi con lui della vittoria e benché meno dell’intelletto.
"Sei stato bravo a notarla sai?"
Ma come, adesso parla normalmente?
"Questa bandana mi è stata data da mia figlia prima che mi lasciasse"
"Oh, le mie più sincere condoglianze..."
"MA COSA CREDI IMBECILLE? È SEMPLICEMENTE ANDATA A VIVERE DA UN'ALTRA PARTE!! AAAAAH, IO L'HO SEMPRE DETTO EH? CHE I GIOVANI SONO TUTTI UGUALI, TUTTI DEI TONTI SENZA CERVELLO!!! ACCIDERBOLI!"
Il vincitore fu scortato nuovamente nella Stanza degli Sfidanti.
E anche questa volta i consigli di mio padre mi sono stati utili.
 
 
Tutti i tipi strani li incontro io...
"Bella signorina? Beeeella signorina?  Perché mi ignori? A tutte le ragazze piacciono i gattini! NYAAN!!"
Estremamente ridicolo.
"Nyaaan! Nyaaan! Non vedi come miagolo, bella signorina? Dillo, dillo, che sono adorabile! Nyaaan! Nyaaan! Nyaaan!!"
"Stai semplicemente sprecando il tuo tempo con me. Non mi piacciono i gatti"
Lo guardai con fare annoiato: ma come gli era potuto saltare in mente di conciarsi in quel modo per un torneo di fama mondiale? Anche i movimenti dovevano essere meno agevoli in un costume simile, un abito… da gatto nero! E ad abbellire il tutto, un collarino rosso con un campanellino dorato scintillante assieme ad una lunga coda finta che fluttuava a mezz’aria. Un cappuccio scuro e orecchiuto dal quale si issava un ciuffo di capelli castani, copriva il viso sorridente di quel tipo strambo, su cui era stato dipinto un quartetto di baffi, che all’improvviso si incupì.
"... nessuno..."
"Scusa, come hai detto?"
"... NESSUNO PUÒ DIRE CHE NON APPREZZA I GATTI!!!!! NYAAAAAAAAAAN!! ATTACCO ARTIGLI!!!!"
"Te la sei andata a cercare..."
 
... il secondo è solo un pazzo
travestito da pupazzo...
 
"COLPO DI SCENAAAA!! ANCHE IL NUMERO 9 È FUORI!"
Anche lei è... passata...
Nonostante Yuuto dovesse concentrarsi esclusivamente sulle lotte, la sua immagine continuava a tornargli in mente. Forse perché, nonostante fosse consapevole che quella ragazza sapesse il fatto suo, sentiva in qualche modo di doverla proteggere; o magari perché quando la guardava ero sicuro che sotto a quell'aspetto da dura si nascondesse una persona così fragile da poter andare in pezzi...
Fragile come il Cristallo.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrici:
Eccoci qui con un nuovo aggiornamento (fateci passare il fatto che il capitolo non sia agli standard a cui vi abbiamo abituato XD)! Stiamo cercando di non farla troppo lunga per quanto riguarda il torneo, così non diventa noioso (speriamo che apprezziate il pensiero <.<), anche se sintetizzare un argomento così grande è abbastanza complicato...Vi è piaciuto il finale metaforico? (Eheh, che geni che siamo XD ok, questa potevamo risparmiarcela…) Tra l’altro, ho finalmente capito come inserire i testi colorati, viva meee!!! Non è che sono impedita con efp, ma ogni volta che ci provavo succedevano cose assurde!! >.< In ogni caso… il blu riprende la freddezza tipica di Crystal, infatti ogni volta che i nostri entreranno nel territorio di una nuova regione, la colorazione varierà! Vediamo chi sarà tanto bravo da indovinarle tutte ;)
Come sempre, se avete voglia lasciate una recensione o un commento, anche per comunicarci idee strambe per un extra o magari per strapparci qualche succulenta informazione che continua a tormentarvi... Che dire...
Alla prossima!
Le sorelle pirata
 

 

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Capitolo 5
*** Il ragazzo misterioso? ***


Capitolo 5
(Il ragazzo misterioso?)
 
...il terzo perse per bugia
sotto forma di magia,
la quarta meditava vendetta
ma la sua strategia era imperfetta,
il quinto contro l'11 imbattibile
uomo assai temibile,
alla sesta il podio venne tolto
dal concorrente senza volto...
 
                                                                                               Crystal   ---   50/007   ---   neve
Sono trascorse quattro ore da quando ho passato l'eliminatoria del primo girone; adesso mi sto riposando su una panchina di legno nella Stanza degli Sfidanti, dove posso avere un'ampia visuale delle battaglie. Qui accanto si trova il ragazzo che ho incontrato prima di andare ad allenarmi alla Collina Congelata. Sembrava piuttosto sorpreso che fossi riuscita a vincere contro il tipo strano col ciuffo, spero che non mi abbia sottovalutata, anche perché sarebbe peggio per lui. Una volta terminati questi incontri i seguenti saranno decisi ad estrazione... spero di non dover combattere con l'Undicesimo...
Kyriu

 
"ORA CHE IL PRIMO ROUND È TERMINATO, CI CONCEDIAMO TUTTI UNA BREVE PAUSA! TRA UN'ORA SAPREMO GLI ABBINAMENTI DELLA PROSSIMA SFIDA, CHE SARANNO PROIETTATI SULLE TORRI DI CASTELCRISTALLO: RESTATE CON NOI!"
 
E così rimanemmo in sei. Io, il ragazzo proveniente da Crimson, l'uomo vestito di nero, i due giovani elfi di Kerala e... lui. L'unico concorrente che era riuscito a sconfiggere il suo avversario senza subire colpi, e senza toccarlo; quando si presentò sulla scena ad incontro iniziato, la sola cosa che tutti vedemmo furono i suoi occhi iniettati di sangue, avvolti dall’oscurità del suo cappuccio nero.
“Ora che ci penso, devo ancora leggere la lettera che mi è stata consegnata assieme al pacco dalla nonnetta... Beh, adesso che ho un po' di tempo per me, credo che lo farò.”
Aprii la cinghia della borsa e la tirai fuori: era di un dorato così lucente che splendeva, irradiando con piccoli raggi sottili le pareti bianche ed arrotondate della stanza a cui erano appesi degli appendiabiti; emanava un antico ma dolce profumo, che invase fin da subito le mie narici, cullandomi in luoghi remoti… Estrassi un piccolo cartoncino ripiegato su se stesso e mi immersi nella lettura:
"Cara Kyriu, credo che per te sia giunto il momento di sapere;
Se stai leggendo questa lettera significa che hai deciso di metterti in viaggio...
va bene, sapevo che prima o poi sarebbe successo.
Non ti svelerò la storia completa, perché dovrai essere tu a scoprirla;
ma d'ora in poi ci sarò sempre, prometto di non lasciarti mai più sola...
Sì, sono tua madre, Kyriu"
La lettera mi cadde dalle mani, tremolanti a causa dello shock subito. No, non era possibile che... Eppure...
La curiosità prevalse, e decisi di continuare a leggere:
"Faccio parte della Compagnia Celeste, un’organizzazione che ha salvato il mondo da un terribile disastro molto tempo fa; e tu, figlia mia, hai ereditato il mio sangue... il sangue di un'immortale. Questo però non significa necessariamente che tu non possa morire: se infatti venissi colpita in punti vitali, la tua vita sarebbe in pericolo almeno quanto quella di un comune essere umano.
Non mi resta molto tempo, ma una volta recuperate le mie  energie tenterò di tornare da te, in un modo o nell'altro. Kyriu... fa attenzione"
 
 
Uscii dalle docce, adornate da piccoli mosaici azzurrini imperlati d’acqua, a torso nudo, passando con la mano l’asciugamano bianco sul collo e tra i capelli umidi. Dopo un bagno freddo mi sentivo pronto per combattere ancora: gli incontri successivi... chissà con chi mi avrebbero abbinato? Decisi che in quel momento riflettere sulle strategie dei miei rivali fosse la cosa più sensata da fare. Mi rivestii non dimenticando di allacciare la fascia con la Rubinia attorno al capo, qualche ciuffo castano ricadde inevitabilmente sopra il cristallo rosso sangue.
"Dunque... in gara siamo rimasti io, quella ragazza, i due elfi, il tipo vestito di nero e... il ragazzo sconosciuto. Caspita, deve essersi allenato tantissimo per arrivare a una tale forza! Ma io non mi faccio intimorire da uno come lui!! AHAHAH!! MI SENTI, VEDI COME RIDO DI TE? AHAHAHAHAH!!"
La porta si spalancò di scatto e caddi dalla panca di legno.
Mi massaggiai la testa per un po', sudando freddo. Poi mi resi conto che, fortunatamente, ad essere entrati erano i due giovani elfi: sembrava quasi di osservare una sola persona allo specchio tanto erano simili. Gli occhi vivaci erano di due colori differenti, un viola e l’altro verde cinabro. La pelle chiarissima, colorata in modo quasi impercettibile da un lieve rossore, pareva porcellana tanto fragile da frantumarsi al solo sfiorare di un dito. Dai capelli biondi platino e lucenti spuntava un paio di punte che erano le loro orecchie, classiche della regione dalla quale provenivano.
"Ehi, ma vi sembra giusto irrompere in una stanza senza bussare?"
I due fratelli si scambiarono uno sguardo di intesa e cacciarono fuori la lingua.
"GNEGNEGNEGNEGNE!!"
Poi scoppiarono in una fragorosa risata.
A vederli, non si avrebbe potuto attribuire loro più di 10 anni. Indossavano una giubba verde trifoglio e un paio di pantaloncini della stessa sfumatura; sulla testa portavano un cappellino verde tipico del loro paese, mentre sulla punta arrotolata della scarpette ciondolava un minuscolo campanellino d’argento.
"Ehi signore, noi l'abbiamo vista..."
"... mentre combatteva, lo sa?"
Le frasi che uscivano dalla loro bocca si completavano a vicenda, come se fossero telepatici.
"Che bravo che è stato..."
"... a sconfiggere l'altro concorrente!"
"Oh, beh, grazie mille..."
Sul viso dei due si dipinse un sorriso furbetto.
"Ci è piaciuto davvero molto molto molto..."
"... assistere al suo incontro!"
"Così tanto che..."
"... le abbiamo fatto un regalo!"
"SUL SERIO!? Ehm... volevo dire... non dovevate scomodarvi!"
"Ihihihihih, ma no..."
"... è stato un piacere! Ihihihihih!"
"Ecco!"
"Tenga!"

I piccoli elfi mi porsero un pacchetto verde muschio che mi affrettai ad aprire senza pensarci su, ma...
KABOOOOM!
I due fratelli corsero via tra le risa, facendo echeggiare le loro canzoncine per tutto l’androne di vetro "Scherzetto, scherzetto..." "... se ci caschi sei un polletto!", mentre io mi ritrovai nuovamente a terra e nuovamente coperto di polvere.
"Aaah... Mi toccherà fare un'altra doccia... pazienza"
Ma, senza saperlo, avevo appena ricevuto un assaggio della prossima sfida.
 
 
Nell'incontro successivo neanche la magia elfica ebbe la meglio sull'Undicesimo. La sua figura slanciata dai lineamenti scolpiti, e quello sguardo ambrato ammaliatore, che sembrava volermi attirare in una trappola mortale ogni qual volta si incontrava con il mio... durante i combattimenti, l'immaginazione e la curiosità avevano la meglio su di me, e sulla mia paura.
Chi sei veramente?
Prima o poi anch'io mi sarei scontrata con lui, e allora... non so come sarebbe andata a finire.
Però c'era una seconda cosa che continuava a tormentarmi: la lettera.
Non avrei voluto credere che ciò che avevo letto poco fa fosse vero, ma perché mentire?
Io, un'immortale... inutile dire che non me lo sarei mai potuta immaginare.
Verificai la durata di questa lotta sull’orologio: 2 minuti; ormai il ragazzo misterioso era diventato famoso, e in molti avevano iniziato a chiamarlo "Azenir", in quanto sembrava fosse il suo nome, anche se sulla scheda dello sfidante tutto ciò che compariva era uno spazio vuoto.
Ho già così tante cose a cui pensare, e in più adesso si è aggiunta mia madre...
 
"COME CI SI POTEVA ASPETTARE, L'11 HA LETTERALMENTE STRACCIATO IL SUO AVVERSARIO! MA ADESSO CI ATTENDE UN’ EMOZIONANTE BATTAGLIA TRA AKAI E... LA PICCOLA KYRIU DI CRYSTAL, CHE HA GIÀ CONQUISTATO I CUORI DEL PUBBLICO!"
"Bene, che si dia il via alle danze"
 
Mi abbasso.
Schivo.
Indietreggio.
Tiro fuori il pugnale e lo afferro dalla lama ghiacciata; al contrario di una normalissima arma, questa non taglia perché priva di lama, eppure ha la stessa capacità di ferire.
Ice Breaker: è così che ho deciso di chiamarlo quando mi trovavo sulla Collina Congelata, nel momento in cui ho scoperto che poteva trasformare ogni fonte d'acqua in ghiaccio; un oggetto che sicuramente si addiceva al mio carattere.
Va maneggiato con cautela e con un altro po' di allenamento riuscirò a padroneggiare appieno le sue potenzialità.
Affondo l'impugnatura della mia arma nello stomaco dello sfidante che inarca la schiena e tossisce sputando catarro: stavolta è lui a farsi indietro. Sento la mano sinistra raffreddarsi improvvisamente, e guardando la punta delle falangi diventare viola e ricoprirsi pian piano di brina capisco che è giunto il momento di chiudere il match;
Se non lo sconfiggo ora, sarò io a perdere, ho quasi terminato il tempo a disposizione...
Un colpo netto sulla nuca o sulla mascella ed è fatta.
Il numero 7 cade e Mr. Tundra annuncia la fine dello scontro. Sono debole ma in qualche modo trovo la forza per dirigermi verso l'uscita; stendo le ginocchia e mi rimetto in piedi a stento, una mano a sorreggere il fianco dolorante dove era comparso un livido violaceo. Il mio respiro affannato da vita a una candida nuvoletta di vapore, che si libra in aria fino a scomparire sopra il mio viso impolverato, i capelli fuori posto ricoperti a macchia di leopardo da un sottile strato di neve caduta. Sistemo la felpa zaffiro con il cappuccio bianco impellicciato che ho sostituito al mio abito preferito per rendere più veloci i miei colpi.
D’un tratto però, Akai scatta e si avventa contro di me con la spada tesa, il volto trasudante di fatica non nasconde le sue vere intenzioni.
E' davvero questa la fine? No, ci sono ancora troppe cose che non mi sono chiare, non posso permettergli di uccidermi adesso.
Reagisci.
Reagisci.
Ma il mio corpo è immobile.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrici:
Salve gente! Questo capitolo è un pochino più lungo rispetto agli altri, speriamo che apprezziate lo sforzo >.> Siamo più che sicure che avrete già capito come si concluderà la lotta, sì, è decisamente poco originale... però ci piaceva l'idea di lasciare le questioni in sospeso, già già. Tra poco ricominceranno le scuole e né io né tanto meno la mia compare abbiamo voglia di… oh, ma insomma, meglio non pensarci ora, che diamine!!
Siccome non c'è molto da dire, chiudiamo qua :3 Ricordatevi di lasciarci una recensione o contattarci tramite mp se volete avere qualche chiarimento o possedete un obbligo geniale da ammollare ai nostri (ad esempio Kyriu che balla la macarena XD) così ci costruiremo un extra sopra solo per voi yeee!
Alla prossima!
Le sorelle pirata
 
 

 

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Capitolo 6
*** Una coppia affiatata? (+Extra 2) ***


Capitolo 6
(Una coppia affiatata?)
Dalla Stanza degli Sfidanti, Yuuto osservava la scena impietrito. Era forse questo ciò che aveva percepito quando aveva accettato l’impegno di proteggere quella ragazza? Teneva entrambe le mani tremolanti addosso al vetro appannato che dava sugli spalti, dove gli spettatori impalliditi avevano smesso di fiatare, al di là dei quali stava accadendo il tutto. Ma nessuno si azzardava a scendere per fermare quell’uomo dallo sguardo impazzito. La fascia rossa attorno al capo del ragazzo sembrò farsi più stretta, il cuore gli saltò in gola: non c’era abbastanza tempo per fare il giro dell’androne ed entrare passando per le gallerie, una manciata di secondi separavano la punta dell’arma dal trafiggere quel docile cuore freddo. Yuuto prese la rincorsa dalla porta e si lanciò fuori proteggendosi il viso con entrambe le braccia, dalle quali incominciarono fin da subito ad aprirsi dei tagli accompagnati da piccoli rivoli di sangue sgorgante. L’impatto mandò la superficie satinata in frantumi delle più svariate dimensioni. Il ragazzo sorvolò le postazioni a sedere dove le persone lo osservavano sbigottite, e cadde sulla neve sporca macchiandola di liquido scarlatto. Senza pensarci due volte, fece volteggiare in aria la sua FireMidnight che divampò in una fiamma cremisi tendente al prugna e andò a cozzare con il fendente dell’aggressore, illuminando i visi dei due di scintille ramate. Fortunatamente, il gran trambusto gli aveva permesso di guadagnare un po’ di tempo, facendo distrarre il settimo concorrente per un istante che gli si era rivelato fatale: la vita di Kyriu, fino ad un momento fa appesa ad un filo in procinto di essere tagliato dalle forbici del destino, era salva. La ragazza aveva portato entrambe le mani a coprirsi la bocca, come se volesse impedire a se stessa di gridare, gli occhi impauriti avevano fatto dilatare le pupille, che adesso somigliavano di più ad un oceano artico che a un mucchio di iceberg; scuoteva la testa freneticamente, in preda ad un groviglio di emozioni.
"Ehi mocciosetto, come mai ti sei messo in mezzo?"
"I vendicatori sono la peggior feccia di questo mondo. Non vedi che è esausta?! L'incontro è finito, hai perso che tu lo voglia o no. Smettila di comportarti così."
"Tsk, io non prendo ordini da un ragazzino. Spostati prima che ti faccia male"
"Lo hai voluto tu...?"
"Fermo. Questo scontro non ti riguarda"
Kyriu aveva ripreso coscienza e stava facendo cenno al ragazzo di calmarsi. Solo allora lui si accorse che il metallo della sua spada era diventato fiammeggiante; ma non era una semplice fuoco poiché era scuro, carico di odio. Conseguentemente al suo stato d’animo, la lama assumeva un colore diverso.
"Non voglio che la passi liscia: combatterò anch'io"
Sapete, andò proprio così.
Lottarono insieme come una squadra, in perfetta sintonia: se Yuuto si fosse distratto, sapeva che lei lo avrebbe protetto; se lei fosse caduta, lui l'avrebbe aiutata ad alzarsi. Quell’alleanza, nonostante fosse improvvisata, era basata sulla fiducia reciproca. Gli occhi del pubblico erano puntati su di loro. La lama infuocata risplendette di un vivido giallo.
 
Non ci misero molto a sistemare l’avversario, il quale fu costretto ad arrendersi. Kyriu ripose il gelido pugnale e s'incamminò verso l'uscita; barcollò per un attimo e avvicinandosi il ragazzo fece per sorreggerla, ma anche questa volta lei lo ammonì con un semplice: "Sto bene"
Nonostante ciò, dopo pochi passi svenne all'improvviso.
Yuuto ebbe i riflessi pronti e ancora una volta l'afferrò al volo.
"Ehi, svegliati!"
Ha esagerato, non doveva sforzarsi a tal punto...
Alzò lo sguardo da quello sfinito di lei e vide due uomini in camice celeste venire nella loro direzione trasportando una barella, che andò a depositarsi sui solchi innevati del campo di battaglia.
"Presto ragazzo: la portiamo in infermeria"
 
Arrivarono lì in quattro e quattr' otto e Kyriu ricevette le giuste attenzioni, e dopo aver terminato la cura la ragazza crollò in un sonno profondo come gli abissi. Il crimsoniano ne approfittò quindi per fare un giro e riposarsi un attimo, dato che il seguente incontro sarebbe stato il suo: Yuuto... contro Azenir.
 
Quando aprì gli occhi la luce filtrante dai vetri della finestra fu talmente forte che fu costretta a richiuderli; sbatté un paio di volte le palpebre per abituarsi. Kyriu era stesa sul un lettino con pancia e braccia ricoperte di fasciature; le dita della mano sinistra sembravano essere tornate alla loro normale colorazione pallida. La stanza circolare presentava una parete intera ricoperta di librerie a muro straripanti di fascicoli; vicino a lei, un comodino di vetro con sopra un vaso di fiordalisi, a cui era stata appoggiata la sua tracolla azzurra, e una postazione con cuscinetto in tinta con le piante per eventuali visite, al momento occupata.
"Ben alzata"
Si voltò e incrociò il suo sguardo raggelante con gli occhi rossi di lui, la stessa persona alla quale doveva la vita.
"Come va, meglio?" le chiese, genuinamente preoccupato.
"Sì... grazie, per prima…" rispose un po’ impacciata lei, voltandosi per nascondere il velo di imbarazzo sul suo volto.
"Figurati, e poi così ho ripagato il mio debito… Quel Akai ha avuto la lezione che meritava"
"Comunque sia sarei riuscita a batterlo anche da sola" aggiunse gonfiando entrambe le guance e tornando al solito broncio.
"Va bene, come vuoi… Non siamo una bella squadra?" le fece notare il ragazzo sorridendo in modo così smagliante che lei stessa non poté fare a meno di ricambiare, lo sguardo addolcito in due languidi occhi da cerbiatto. Non c'era niente da fare: quel sorriso le stava davvero bene.
"A proposito, stavo pensando..."
"La risposta è no"
La squadrò sorpreso: improvvisamente aveva mutato espressione, ed era tornata la glaciale ragazza di sempre.
"Io ho i miei obiettivi e non posso permettermi di perdere tempo"
"Cos’è che ti fa essere tanto sicura di sapere ciò che avrei voluto domandarti?"
"Te lo si legge in faccia... e oltretutto non conosco neanche il tuo nome"
"Ah... mi chiamo Yuuto"
“Yuuto, tutto ciò che desidero è ritornare sulle tracce del mio passato e scoprire chi era mia madre”
Il ragazzo osservò Kyriu con fare ancora più perplesso, ma poi sembrò comprendere la situazione: ai suoi occhi, quella ragazza appariva come un lupo cieco e solitario che vaga cercando la via di casa.
Il vento freddo entrò dalla finestra aperta, facendo svolazzare le tende rosa qua e là e spostando le ciocche di capelli castani di Yuuto sul suo copri-fronte rosso.
Annuendo, si alzò dal comodo divanetto quadrato e lasciò la stanza chiudendosi la porta alle spalle, ma non prima di aver ridato un’ultima triste occhiata alla compagna intenta ad ammirare il panorama invernale di Crystal; una civetta delle nevi dal soffice manto piumato ed il becco ricurvo si mimetizzava tra i rami argentati degli alberi, scrutando attenta con i suoi occhi gialli il paesaggio in cerca della sua possibile preda.
Nonostante tutto, dentro di sé il ragazzo era ancora più convinto di volerla al suo fianco durante le sue future battaglie… e si ripromise che sarebbe stato lui i suoi occhi.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrici:
E' vero, questo capitolo è corto e poco articolato, però proprio per questo abbiamo deciso di aggiungere il secondo extra! Yuppiyeee! *ricomponendosi* cofcof, non lasciamoci prendere dall'entusiasmo...
Abbiamo deciso di dedicare un'intera parte a questo scontro perché volevamo basarci sul rapporto tra i due protagonisti, che leeeentameeeentee sta migliorando ;)
Vi state chiedendo se alla fine decideranno di formare un duo? (Lettori: ehm... veramente... No.)
*ormai impazzita* EHEHEHEH!! E chi può dirlo?? Beh, sì, ok, noi, però...
Niente anticipazioni, pazientate un po'!
Alla prossima!
Le sorelle pirata
 
 
 
 
 
 
 
Extra 2: Yuuto insegnante?
 
Yuuto: "Vi ringrazio di tutto cuore per aver seguito anche questo deli... capitolo fino alla fine!"
*si inchina*
Y: "Nel secondo extra vi parlerò un po' della mia MERAVIGLIOSA spada, la qui presente... FireMidnight!!"
FireMidnight: "..."
Y: "E' di poche parole eheh!"
Kyriu: "Le spade non parlano"
Y: "Non rubarmi la scena!! Hai già avuto il tuo momento di gloria!"
Y *ricomponendosi*: "Come stavo dicendo, oggi vi darò una dettagliata spiegazione sulle varie gradazioni di colore che può assumere quest'arma speciale, le quali appunto variano a seconda delle mie emozioni... Per non farla troppo lunga, eccovi una filastrocca semplice da memorizzare..."
Y: "..."
K: "Beh? C'è qualche problema?"
Y: "AAAAAARGH!! Ho un vuoto di memoriaaa!!!!"
K: " Accidenti, sei irrecuperabile... possibile che debba sempre fare tutto io?"
*Kyriu inizia a recitare la tiritera*
Y: "Aspetta, come fai a conoscerla?!"
K: "Ho letto un libro a riguardo. Dunque..."
 

La lama di rosso risplende
se la passione ardente si accende,

l'arancione è segno della saggezza
che però l'ottusità spezza.

Il giallo della speranza
rafforza l'alleanza;

il verde simboleggia la tranquillità,
il blu la forza di volontà.
Il viola della concentrazione
ti prepara per l'azione,

per il nero della rabbia pura,
non esiste nessuna cura.

 
Y: "UFFAAAAA! QUESTO DOVEVA ESSERE IL MIO MOMENTO!!!"
K: "Non che sia colpa mia se sei una testa quadra"
Y: "Sigh...sigh..."
K: "Su, su, non fare così! Ah, quasi dimenticavo: sono andata a fare acquisti e ti ho preso una cosuccia"
Y *gli occhi lacrimanti rimpiazzati in fretta dal solito sguardo luminoso*: "Che cosa? Eh? Che cosa che cosa che cosa??"
K: "Devo averla lasciata sulla panca di legno nella tua stanza..."
Y *corre via*
K: "BENE! Anche oggi siamo giunti alla fine! La vostra Kyriu vi saluta, spero di rivedervi presto!"
Y *torna, sempre correndo*
Y: "Ma insomma, doveva far ridere? Non c'era nessun regalo su... ASPETTA! Non mi dirai che... TRADITRICE!!! Non voglio più vederti sulla faccia di Eldor!! Dovevo essere io a concludere l'extra!!"
K: "Alla prossima!"
Y: "Mi stai ascoltando!?!?"
Y: "NO! FERMI!! ASPETTATE!!!!"
Y: "ASPETTAAATEEEEEEEEEEE!!!!!!"
 
Fine!
 

 

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Capitolo 7
*** Abbiamo un vincitore? ***


Capitolo 7
(Abbiamo un vincitore?)
"Tocca a me"
Gli applausi e le urla stridule mi confusero un po'. Attraversai la Galleria 4, un corridoio coperto per gran parte da un tappeto violaceo che balzava alla vista sulle semplici pareti bianco alabastro; dal soffitto pendevano grandi stalattiti di cristallo alcune delle quali si illuminavano al passaggio della gente, che finivano laddove erano appese le cornici dei quadri, molti dei quali erano ritratti di persone che avevano contribuito in particolar modo alla crescita di Crystal; ad ogni cornice era affiancata una placca di metallo freddo dove tempo prima erano stati scritti dei nomi e che adesso tutt’al più somigliavano ad un ammasso di lettere sbiadite e sconclusionate.
Mi avvicinai all’uscita di pietrisco muschiato, oltre la quale si stendeva il polveroso campo di battaglia, in attesa che gli addetti ai controlli a distanza abbassassero le grate per permettermi di accedere all'arena. Con qualche cigolio, le inferriate di metallo si staccarono dalle mura, che a causa della temperatura si erano ricoperte di ghiaccioli luccicanti, dividendosi a metà e scomparendo all’interno delle pareti stesse con un tonfo. Con il battito cardiaco a mille, camminai verso il centro, prestando attenzione a non inciampare nei cumuli di neve, e osservai il mio avversario venire nella mia direzione, avvolto nel suo alone di mistero e nel solito mantello nero, il quale vibrava percosso dalle correnti d’aria nordica e sembrava avvolgere quella figura scolpita in un manto d’oscurità. Come sempre aveva il visto coperto dal cappuccio, ma si intravedeva il vivido bagliore dei suoi occhi ambrati, guizzanti come la scia di un fulmine a cielo aperto durante una notte priva di stelle; Azenir, il temutissimo numero 11, era di fronte a me. Quanto sarebbe durato questo scontro... 5 minuti? Sarebbe dipeso esclusivamente dal sottoscritto. Allungai la mano sinistra per il saluto di apertura, ma lui si limitò a studiare la mia azione con disprezzo, per poi piroettare su se stesso tornando sui propri passi; ancora confuso da quel comportamento enigmatico, udii il gong essere percosso, producendo un rumore assordante e dando finalmente il segnale d'inizio: smisi di respirare, concentrai la mia forza, scacciai le preoccupazioni... e partii all'attacco.
 
Era trascorso ormai un quarto d’ora e in quell'arco di tempo lui non aveva fatto altro che schivare i miei colpi, oltre tutto non impegnandosi minimamente, come se si stesse divertendo alle mie spalle vedendomi infuriare e sferrare fendenti infuocati a vuoto.
Perché non combatti?
Una mossa. Gli bastò una sola, impercettibile mossa e mi ritrovai con le spalle al muro. Aveva atteso una mia distrazione, un momento di esitazione, per cogliermi alla sprovvista.
Dalla manica sinistra della tunica nera era spuntata dal nulla una lama che adesso era puntata alla mia gola; un rivolo di sangue scivolò sull’acciaio scuro del coltello dove si rifletteva lo sguardo del suo possessore. Deglutii e alzai gli occhi dall'arma al presunto nemico: a causa dello scatto gli era volato via il cappuccio del mantello. Era la primissima volta che la sua identità era uscita allo scoperto: carnagione chiara, cappelli biondi e mossi tirati all’indietro in modo totalmente naturale, un ciuffo che pareva indipendente dagli altri fluttuava a mezz’aria... e ancora quelle imperscrutabili iridi gialle che risplendevano nelle pupille strette, più simili a quelle di un serpente che di un essere umano.
"Non mi era mai capitato di combattere inutilmente… fino ad ora”
La bocca si aprì rivelando i canini appuntiti chiusi in un ghigno provocatorio, e fu proprio quella sua risatina a farmi andare su tutte le furie: mi stava squadrando con sguardo di sufficienza, consapevole dell’abisso che c’era tra i nostri livelli di preparazione. Finché…
Non so spiegare con esattezza cosa accadde in quell'istante perché agii senza pensare, so solo che improvvisamente la lama della mia spada si colorò di un viola intenso. Gli tirai una ginocchiata in pancia in modo che allentasse la presa, dandomi la possibilità di ribaltare la situazione a mio vantaggio. Sgusciai di lato, mi portai alle spalle del ragazzo e puntai l'estremità affilata della spada contro di lui.
Anche con Azenir in pugno, quante possibilità ho di farcela?
Guardai il SegnaTempo dell'incontro, e pensai che forse avevo trovato una scappatoia.
"Uh? E quella cos'è?"
Lo sfidante volse lo sguardo in direzione del proprio polso.
"Niente, solo un gioiellino di mia invenzione..."
"Scherzi? L'hai creata tu? Ma è FANTASTICA!"
Eheh, sembra abbia abboccato...
"D-davvero ti piace?"
Mi osservò con un' espressione insolita, come un bambino al quale si promettono delle caramelle.
"Sì, sì! Spiegami come hai fatto! Come riesce a mantenersi sotto la manica?"
"Oh, beh, è semplice... innanzitutto è collegata ad un congegno meccanico che ho avvolto intorno all’avambraccio per cui..."
Mentre il ragazzo continuava a parlare, dal pubblico cominciarono a sollevarsi delle lamentele, evidentemente gli spettatori non erano abituati ad un capovolgimento simile della battaglia...
"Ma che fanno quei due?"
"Volete che vi porti un tè?!"
"Non abbiamo pagato il biglietto per assistere a una conversazione amichevole!!"
 
"3… 2… 1... BENE! SIGNORI E SIGNORE, SONO LIETO DI ANNUNCIARVI CHE IL VINCITORE DEL ROUND È IL CONCORRENTE NUMERO 1!"
Solo allora Azenir smise di fiatare: il suo volto si incupì, i capelli dorati discesero sugli occhi spenti ed il cappuccio tornò al suo posto abituale.
"Tu... cosa...?"
"EHEH! Caro mio, te la caverai pure egregiamente nel corpo a corpo, però manchi di astuzia! Io, e sottolineo IO, ho fatto in modo di immobilizzarti per poi lasciar scorrere il tempo, così che i 45 secondi prestabiliti dal regolamento scadessero... Vedi, questo è un vero piano, non buttarsi a capofitto nella lotta! Prendi carta e penna, amico, perché avrai da scrivere! EHEH!"
L'Undicesimo sbuffò.
"Da quel che mi risulta, sei stato tu a gettarti nella mischia senza pensarci due volte..."
"AAAAH, adesso non fare tanto il saputo! Ma io ti capisco, sai? Posso comprendere che tu sia cercando di trovare un argomento per cambiare discorso! Vieni, che ti porto in infermeria, così ti bendi tutte queste ferite!"
"Ma guarda che non mi sono procurato neanche un graffio, tu invece avresti bisogno di un bel cerotto, dato che continui a perdere sangue..."
"COSA?! DOVE?!"
Kyriu, la quale aveva assistito all'incontro dalla Stanza degli Sfidanti, scosse la testa esasperata.
 
 
"E domani sta a me combattere contro quel presuntuoso..."
Mi rigirai il pugnale di zaffiro tra le dita ripensando a ciò che era successo: incredibile ma vero, Yuuto era uscito quasi del tutto illeso da uno scontro contro Azenir, e l’aveva addirittura sconfitto... La borsa turchese era poggiata sulla panca di legno accanto a me, da una tasca sbucava la lettera di mia madre, circondata da un’aura luminosa; la velocità con cui si erano susseguiti gli scontri non mi aveva permesso di riflettere approfonditamente sul suo contenuto, ma ero sicura del fatto che trovando lei avrei fatto pian piano luce anche sul mio passato.
Se solo sapessi dove sei...
 
 
"Andiamo, non ti abbattere! C’è sempre una prima volta, no?"
"Non meritavi di vincere... Ti sei servito di un subdolo trucchetto per battermi..."
"Ti brucia solo aver perso!"
"Aaah, sta un po' zitto tu! Avevo abbassato la guardia e sei riuscito a raggirarmi!!"
"Beh, come si suol dire, ho colto la palla al balzo" sogghignò il ragazzo dagli occhi rossi.
"Piuttosto..."
Azenir avvicinò cautamente le labbra sottili all’orecchio del rivale, sussurrandogli qualcosa.
"Ah, quella? Si chiama Kyriu. Può sembrare piccola e carina ma dentro di lei risiede una vera forza della natura!"
La ragazza piegò la testa di lato con fare perplesso.
"I FINALISTI KYRIU DI CRYSTAL E YUUTO DA CRIMSON SONO PREGATI DI RAGGIUNGERE L'ARENA PER CONTENDERSI IL PRIMO POSTO. I FINALISTI..."
"Sembra che ci stiano chiamando... Diamo il meglio di noi!!! E non credere che ci andrò piano solo perché sei una ragazza!"
"In guerra i vincitori non sono coloro che si spendono a parole, ma quelli che trovano la forza di agire"
E con questo, lasciò i due per avviarsi al campo di battaglia.
"Tsk, degno di lei"
 
 
Due armi e due possessori,                                                                Colpi, parate, fendenti,
entrambi perdenti, entrambi vincitori,                                                   volano lame taglienti;
amici trasformati in guerrieri                                                                la spada dei sette colori
ognuno con i propri desideri:                                                               avanza sotto i riflettori
Kyriu, la ragazza glaciale                                                                   di un'arena gremita
e Yuuto, l'astuto rivale                                                                       di folla accanita.
digrignano i denti                                                                              Anche il gelido coltello,
pronti per uno scontro senza precedenti.                                            brillando come un gioiello,
Con la lama appena sguainata                                                          cerca nell'avversario una debolezza
lei si muove aggraziata,                                                                    ma forse con troppa avventatezza:
ma l'altro sa schivare                                                                       Yuuto coglie infatti l'occasione
ogni mossa e poi attaccare:                                                              per partire subito all'azione!
inizia così la danza tra ghiaccio e fuoco
con la quale si da il via all'ultimo gioco.
 
Fu una lotta senza esclusioni di colpi: entrambi i contendenti erano sull'orlo dello sfinimento, eppure nessuno dei due aveva la minima intenzione di arrendersi. Kyriu cercava di rallentare i movimenti dell'altro ma lui reggeva bene quel ritmo: l’allenamento con il padre sembrava aver dato i suoi frutti.
Però... c'era qualcosa di diverso in lei, come un potere soggiogato che il ragazzo non aveva mai visto.
Mentre Yuuto era in preda a questi pensieri, l'avversaria colse al volo la distrazione per riuscire a disarmarlo, e fu quindi proclamata vincitrice del torneo.
Se non che...
 
Ma ecco arrivare sul campo di battaglia
un ammasso di ferraglia:
un gigantesco golem d'acciaio!
Questo potrebbe essere un guaio...
 
No, non può essere vero... la mia vittoria è davvero durata così poco? Certo, avevano già previsto tutto: per evitare che qualcuno riuscisse nell'impresa, hanno utilizzato qualsiasi mezzo a loro disposizione...
L'arma segreta: ZERO!
"MA CHE SUCCEDE?! COLPO DI SCENA!! È APPENA STATO SCHIERATO ZERO, IL GOLEM DI METALLO!! COME ANDRÀ A FINIRE?? PER SAPERLO, RESTATE CON NOI!!"
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrici:
Grazie al cielo è finita... Come? Siamo in onda??
Uellà, gentee!!! Che si dice di bello :3? Qui fa un freddo :*...
Ebbene si, finalmente abbiamo concluso il torneo, ditelo che non ne potevate più! Sigh... Ma il fatto è che a noi piace proooooprio tanto dilungarci tra le pagine e pagine di lettere, per cui siate clementi a giudicarci...
Questo capitolo pubblicato a sorpresa, sarà il nostro regalino di Natale per voi, chissà che questo nuovo anno in avvicinamento non porti altre sorprese >.>... staremo a vedere!
Siccome io e la mia socia abbiamo avuto la geniale(?) trovata di scegliere una parola a caso (nel nostro waffle, perché bo, avevo fame XD) che stesse a significare un intero concetto, la useremo anche qui al posto  del solito "se volete, recensite e blablablaaa...". Per cui...
Waffle! E alla prossima!! (E ci raccomandiamo: se volete obbligare qualche nostro personaggio a fare qualcosa di assolutamente imprevedibile, o anche se desiderate avere qualche informazione aggiuntiva circa quello-che-vi-pare, lasciate una recensione qui sotto o contattateci tramite mp!)
Le sorelle pirata
 
 
 
 
 

 

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