Il Ruscello delle Fate

di Yasha 26
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


 



 
“Quando il sipario si alzerà, che tipo di storia rivelerà? Ma ancora la scena non è pronta… ”
Skip Beat, Volume 34, Capitolo 202  - Interludio - 


 
Kyoko Mogami era sempre stata una ragazza determinata. Quando si prefiggeva un obiettivo, faceva di tutto per portarlo a termine.
Era stato così il giorno in cui aveva giurato vendetta a Shotaro Fuwa. Era accaduta la stessa cosa quando aveva deciso di entrare alla LME, strisciando perfino ai piedi di Sawara-san.  Altrettanta risolutezza l’aveva usata per la recitazione, lavorando duramente per essere quantomeno all’altezza dei suoi colleghi.
C’era, però, una cosa molto più importante che Kyoko si era ripromessa con assoluta fermezza, qualunque fossero state le conseguenze di quel gesto, anche se ciò avesse significato distruggerla del tutto:

 
Nascondere i suoi sentimenti a Ren Tsuruga!
 
Niente l’avrebbe fatta desistere da ciò, nemmeno vederlo con un’altra donna. Avrebbe fatto un bel sorriso e gli avrebbe augurato ogni bene, anche se, con molta probabilità, avrebbe malignamente augurato alla malcapitata di diventare grassa e calva in breve tempo.
Stava imparando ad accettare quel piccolo lato oscuro di sé che detestava; non poteva farne a meno se non voleva annientarsi da sola. Aveva capito che quei sentimenti negativi, erano la stessa faccia della medaglia dell’amore. Sapeva che avrebbe provato una profonda gelosia nei confronti della fortunata che avrebbe ottenuto le attenzioni di Tsuruga-san, tuttavia, non era a conoscenza del fatto che, la gelosia, non sarebbe stato l’unico terribile sentimento che avrebbe albergato nel suo cuore.
- Stop! Non va bene! Rifacciamola di nuovo Mogami-san! – urlò il regista, facendo sbuffare tutti. Era già la settima volta che l’attrice sbagliava la sua battuta in quella scena e avevano l’impressione che non sarebbe stata l’ultima.
- M-mi dispiace! Sono mortificata Konishi-san! – si scusò Kyoko, inchinandosi dispiaciuta.
- Riproviamo un’ultima volta! Oggi sembri con la testa fra le nuvole. – si lamentò l’uomo, sedendosi stancamente. E pensare che il suo amico Ogata, gli aveva tanto raccomandato la ragazza perché non riceveva mai un NG quando entrava nel personaggio assegnatole.
- Non so come scusarmi. Mi spiace! – continuò la giovane, cercando di non piangere.
- Va bene, va bene. Riprendiamo da quando Toshio prende la mano di Sayuri e le bacia il palmo. Pronti? Azione! – gridò il regista, mentre le telecamere ritornarono a inquadrare il viso dei due attori.
- Sayuri, ho capito di amarti fin dal primo giorno che ti ho conosciuto. Accetta il mio amore e diventa la mia ragazza. – disse lui, prendendo la mano della giovane e avvicinandola alle sue labbra per depositarvi un tenero bacio.
- Oh Toshio-kun… mi rende tanto felice sapere che… che mi a… a… - balbettò, incapace di concludere la sua battuta.
- Ami! AMI! Non è tanto difficile, dannazione! – sbottò arrabbiato il regista, fermando le riprese ancora una volta. - Basta! Ci rinuncio! Mogami-san, per oggi tu hai finito! -
- No aspetti! Sono sicura che se riprovassi… - tentò lei.
- No, lasciamo stare! Forse sei solamente stanca e hai bisogno di riposare. Vai a casa e rilassati. Domani riproveremo. – la congedò l’uomo, voltandosi poi verso gli altri membri del cast. - Takumi-san, passiamo alla scena della lite di Toshio con Yaya-chan. Lui viene schiaffeggiato dalla ragazza che andrà… –
Le parole del regista divennero un suono lontano per le orecchie di Kyoko che, lentamente, iniziava ad estraniarsi dal set.
Non ci riusciva. Non riusciva a pronunciare una delle battute più importanti della protagonista. Era una frase semplice la sua, in cui il suo personaggio, Sayuri, diceva di ricambiare l’amore del suo compagno di classe, ma lei, quel giorno, non riusciva proprio a farlo. Non era in grado di ricevere o ripetere la parola “ti amo” in quel momento, seppur per finzione.
“Quella foto mi ha sconvolto più di quanto immaginassi.” rifletté, lasciando infine gli studi con aria distrutta.
Stava male dalla sera prima quando, ad un programma di gossip che stava seguendo la proprietaria del Darumaya, era apparsa, in primo piano, la foto di Ren Tsuruga con una ragazza bellissima mentre entravano abbracciati in uno dei ristoranti più lussuosi della città. La conduttrice del servizio parlava di un probabile flirt tra i due, poiché quella non era la prima volta che il ragazzo veniva avvistato con la donna misteriosa. Lei, fasciata in un abito elegantissimo, era talmente bella da sembrare una Dea. Aveva lunghi capelli biondi, un fisico da modella  - probabilmente lo era, si disse -  e guardava Tsuruga-san con occhi pieni d’amore.
- E come si fa a non amarlo... – sospirò, mentre strisciava triste verso la sua bici per tornare a casa.
- Come si fa a non amare chi? – la fece sobbalzare una voce alle sue spalle. Si voltò e trovò proprio il protagonista dei suoi pensieri davanti a sé, col suo solito sorriso gentile.
- Tsu-Tsuruga-san! – esclamò, balzando indietro spaventata.
- Buona sera Mogami-san. Come stai? Non ci vediamo da un po’. – disse l’attore, che non la vedeva da qualche giorno a causa dei suoi numerosi impegni.
- Buona sera! St-sto bene! E-e tu? Come va il-il tuo nuovo fi-film? – farfugliò lei, completamente impreparata ad incontrarlo proprio quel giorno. “Eri l’ultima persona che avrei voluto vedere dopo ieri sera!” urlò nella sua testa, col cuore in tumulto.
- Procede bene. Ho quasi finito le riprese ormai, ma… Mogami-san, stai bene? Non hai una bella cera. Non è che ti stai ammalando? – chiese Ren, allungando istintivamente la mano per toccarle la fronte, poiché la vedeva col viso completamente arrossato.
- Sto bene! – affermò lei, scansando repentinamente la mano del ragazzo, che restò sorpreso da quel gesto.
- Sicura? – insistette perplesso.
- Sì, sicurissima! Sono solo un po’ stanca, anzi, se non ti spiace, andrei. É stato un piacere rivederti Tsuruga-san. Buona serata! – lo salutò Kyoko, dileguandosi alla velocità della luce e non dandogli neppure il tempo di rispondere.
- Ma che… - mormorò Ren, rimasto del tutto sconcertato dalla reazione della ragazza. Sembrava fosse fuggita via. Oltretutto, aveva respinto la sua mano come se avesse avuto paura, o peggio, disgusto.
- Eccomi Ren, possiamo andare. – lo informò Yukihito, raggiungendolo per andare al parcheggio a prendere l’auto. Notando l’amico imbambolato a guardare la strada vuota davanti a sé, parlò. – C'è qualcosa che non va? –
- No. – rispose ancora confuso. – Va tutto bene. – aggiunse, sorridendo gentile, ma in modo talmente forzato che il manager lo notò. Tuttavia evitò di insistere.
 
Raggiunto il ristorante, Kyoko si tuffò sul suo futon, stringendo il suo cuscino e lanciando un urlo contro di esso, per attutirne il suono.
Se c’era qualcosa peggiore della gelosia, scoprì, era la frustrazione.
“Maledizione! Perché dovevo incontrarlo?! La pelle sembra bruciare dove mi ha toccato! Non va bene! Non va affatto bene!” si tormentò, col cuore che martellava nelle orecchie.
Non si sentiva talmente agitata da quando aveva ammesso al presidente di essere innamorata del suo senpai. Da allora, era andata avanti cercando di non far trapelare le sue vere emozioni, nascondendo più che poteva le espressioni  - sicuramente ridicole, pensò -  del suo viso innamorato, ogni volta che lo incontrava. Non era facile, però, mantenere perennemente quella maschera e se n’era accorta pochi minuti prima, dopo averlo rivisto fuori dagli studi televisivi.
“Chissà se si è accorto che sono scappata. Che imbarazzo! Voglio morire!” piagnucolò, spingendo maggiormente la faccia contro il cuscino e sperando quasi di soffocare, per risparmiarsi la tortura di doversi alzare il giorno dopo, col rischio di rivederlo.
Fu così che si addormentò, e fu in altrettanta posizione che si svegliò, indolenzita e…
- Viva e orribile… - mormorò, osservandosi allo specchio e notando gli occhi gonfi.
Dopo aver passato la mattina a scuola, si diresse verso il set del dorama che stava girando. Avrebbe dovuto riprovare la scena che il giorno prima proprio non le riusciva, e pregò gli Dei di riuscirci senza più NG. Purtroppo per lei, si ripresentò esattamente lo stesso scenario: regista incavolato nero e troupe irritata.
- Non so davvero come scusarmi! – s’inchinò più volte, mortificata come mai.
- Mogami-san, sarò chiaro. Ieri ho lasciato correre perché ho pensato fossi stanca, ma oggi mi hai davvero lasciato senza parole. Ti ho fatto ripetere quella dannata scena undici, dico UNDICI volte, senza che tu sia riuscita a spiccicare una parola. Se non ti farai passare questo blocco per lunedì prossimo, ritieniti fuori dal drama! – la informò l’uomo, stanco di quella perdita di tempo. Aveva anche provato a modificare la battuta, in modo da agevolarla, ma niente.
- Sono enormemente dispiaciuta. – ripeté, andando via.
Cosa doveva fare? Perché non riusciva a ripetere una stupida battuta? Anzi, non era la battuta in sé, era interpretare una felice ragazza innamorata che non le riusciva. L’unica cosa a cui riusciva a pensare era Tsuruga-san che camminava a fianco di una donna bellissima, che forse, proprio in quel momento, lo stava accarezzando, baciando o… peggio!
Arrossì di vergona a quel pensiero, poi divenne verde d’invidia, desiderando essere al suo posto, tra le braccia del suo senpai, successivamente il suo viso diventò bordeaux per i pensieri impuri che la sua testa iniziava a fare su Ren.
“Ren… come suona bene. Peccato che non lo chiamerò mai così.” pensò, ritornando nuovamente triste e avviandosi mogia verso la bici.
Da lontano, qualcuno aveva assistito non solo alla disastrosa recitazione di Kyoko, ma anche alle sue espressioni inequivocabili.
Lory Takarada sapeva sarebbe accaduto, forse non subito, ma sarebbe successo. E aveva fatto centro. Mogami-kun doveva aver visto il servizio in tv che parlava di Ren in dolce compagnia e quello doveva essere il risultato. Un po’ gli dispiaceva ma, in fondo, era una cosa che aveva scelto lei, intestardendosi col voler nascondere a Ren il suo amore che, tra l’altro, era sempre stato ampiamento corrisposto.
In quei mesi, la ragazza aveva mostrato una grande forza di volontà. Era riuscita a fingere che tutto andasse bene, che nulla fosse cambiato, ma era bastata una semplice foto per distruggerla come un castello di carte. Sorrise, sperando che quella, finalmente, fosse la volta buona per quei due zucconi di chiarirsi. Lui non poteva intervenire purtroppo, lo aveva promesso ad entrambi, quindi non si sarebbe immischiato.
“O quasi... ” ghignò, tornando nel suo ufficio e facendo una telefonata.
 
- Eh? Davvero? Potrebbe essere licenziata? Ma perché? – esclamò sorpreso Yukihito, affiancando Ren. – No, io non ne so nulla. Non la vedo da un po’ a dire il vero. –
Ren si voltò a guardarlo curioso, cercando di capire di chi parlasse.
- É il presidente. Kyoko-chan rischia di essere licenziata dal dorama di Konishi-san. – bisbigliò, allontanando un po’ il cellulare.
- Che cosa? Passamelo! – disse Ren, strappando il cellulare dalle mani del suo manager. – Che succede boss? Perché dovrebbero licenziarla? – chiese subito l’attore, terribilmente preoccupato. Non aveva fatto altro che pensare a Kyoko nelle ultime ore, sorpreso dal suo bizzarro comportamento, ed era giunto alla conclusione che le fosse accaduto qualcosa e forse stava per averne la conferma.
- Ciao Ren. Come dicevo al tuo manager, non so cosa sia successo, ma Konishi-san mi ha telefonato informandomi che Mogami-kun non riesce più recitare. Anche lui ne era molto sorpreso e mi ha chiesto cosa le fosse successo, però non ho saputo rispondere. Tu sai qualcosa? Magari con te si è confidata. – spiegò Lory, immaginando già la faccia sconvolta e preoccupata del ragazzo. Ovviamente sapeva che la giovane non avrebbe mai parlato con lui, neppure sotto tortura.
- Non ne so nulla. L’ho incontrata ieri pomeriggio, dopo giorni che non la vedevo, e mi è sembrata strana in effetti. – confermò lui, che cercava di capire cosa potesse esserle accaduto.
- L’hai vista ieri? Ma quando? – domando Yukihito, non ricevendo però risposta.
- Perché non provi a chiederle se è successo qualcosa? Sono sicuro che col suo senpai si confiderà . – sogghignò il presidente, segretamente divertito da quella situazione.
- Ci proverò, anche se non credo mi dirà nulla. – sostenne Ren, pensando a come lo aveva evitato il giorno prima.
- Perché? – chiese il presidente, facendosi attento. Forse il ragazzo aveva capito di essere la causa del tormento dell’attrice?
- Ho questa sensazione. Comunque passerò da lei e proverò a parlarle. –
- D’accordo. Poi fammi sapere se si è cacciata in qualche guaio. – rispose infine Lory, scuotendo la testa.
Era impossibile che Ren avesse capito. Tra l’altro, doveva ammettere che Kyoko era davvero brava a nascondere i suoi sentimenti. Non lasciava trapelare mai nulla, tanto che la definiva “mostruosa” da quel punto di vista. Sembrava sempre una ragazza vivace e allegra, invece era solo una maschera che aveva imparato ad indossare alla perfezione. Ciò che la ragazza non aveva considerato, era che quella maschera non era indistruttibile e, prima o poi, i suoi sentimenti l’avrebbero logorata fino a sgretolarla. Ed era ciò che probabilmente stava accadendo.
Ren, terminata la conversazione col presidente, restituì il cellulare al suo manager, che lo guardò pensieroso. Sembrava turbato più del dovuto, ma non poteva nemmeno domandare perché, poiché il ragazzo non gliel’avrebbe certamente detto. Purtroppo, non parlava mai con lui sulle sue questioni private. Aveva capito che provava dei forti sentimenti per Kyoko, ma per qualche oscuro motivo non voleva farsi avanti con lei. Poi, quando lo aveva visto in compagnia di una donna bionda, con la quale era stato anche fotografato dai paparazzi, era rimasto sinceramente turbato. Aveva forse smesso di amare la giovane attrice? Impossibile, si disse, o non sarebbe stato tanto preoccupato per lei.
"Aspetta un attimo! E se Kyoko-chan avesse visto quelle foto? Potrebbe mai essere che si comporti in modo strano perché in realtà lei è... "
- Andiamo, Yashiro-san? - lo chiamò poco distante Ren, vedendolo immobile e con l'espressione di chi pensa troppo. "O vaneggia, sarebbe meglio dire." si corresse l'attore, che ben conosceva i viaggi mentali del manager quando c'era di mezzo Kyoko.
- Eh? Oh sì! Scusami! - lo raggiunse l'uomo. In silenzio, si recarono al parcheggio a prendere l'auto per raggiungere gli studi televisivi in cui era programmata un’intervista. - Mi spiace non poterla rimandare. L’avevo già spostata la settimana scorsa perché eri impegnato sul set del film. – si scusò Yukihito, che ben sapeva che l’unica voglia che aveva l’attore, era quella di precipitarsi da Kyoko-chan.
- Non preoccuparti Yashiro-san. Non è un problema. Andrò quando sarò libero. Il dovere prima di tutto. – sorrise gentile il ragazzo, gelando il sangue dell’uomo seduto al suo fianco.
“Il suo sorriso tirato fa talmente paura che più che rassicurarmi, sembra dire: ‘vorrei ucciderti nel modo più doloroso possibile per aver scelto proprio questo giorno per l’intervista!’. Inizio a temere per la mia vita!” pensò il manager, aggrappato al sedile mentre Ren sgommava a tutta velocità per le strade della città.
 
Quella stupida noiosissima intervista, era durata la bellezza di due ore. Ore in cui non aveva fatto altro che pensare a come stava Kyoko. Voleva andare da lei e capire cosa le fosse successo, ma soprattutto voleva scoprire perché, dopo che l’aveva toccata, era scappata in quel modo.
Dopo aver “scaraventato” Yashiro-san a casa, si era precipitato al ristorante dove viveva la ragazza. Erano le venti, quindi doveva essere pieno di clienti. Ren sperò non fosse troppo impegnata e che potesse dedicargli qualche minuto, ma quando arrivò all’interno del locale, non la trovò a servire ai tavoli.
- Buona sera Tsuruga-san. – lo accolse la proprietaria, non troppo stupita di vederlo. Aveva capito da tempo che l’attore aveva un certo interesse per Kyoko e dubitava che le foto apparse giorni prima, riguardassero davvero di un suo flirt. Ma la ragazza non sembrava del suo stesso avviso.
- Buona sera signora. Mi perdoni il disturbo. Cercavo Mogami-san. Non c’è? –
- Kyoko-chan era molto stanca, così le ho dato la serata libera. Se vuole, vado a chiamarla. Sono sicura le farà piacere vederla. – gli disse la donna, sotto lo sguardo irritato del marito.
- La ringrazio. – rispose Ren, inchinandosi grato e provando a ignorare le occhiatacce minacciose del proprietario.
"Ogni volta che mi vede, chissà perché, mi guarda in modo truce e ha sempre qualche oggetto affilato in mano. Inizio a pensare di stargli antipatico." si disse, sedendosi ad aspettare.
Kyoko aveva appena finito di fare un bagno rilassante, anche se di rilassato aveva ben poco. Si sentiva talmente spossata da non avere la forza di asciugarsi i capelli, che lasciò semplicemente tamponati dall’asciugamano. Stava per mettersi a letto, quando la proprietaria del ristorante la informò che Tsuruga-san era lì e chiedeva di lei.
- Che??? Tsuruga-san è qui? E che vuole? – domandò più a se stessa che alla donna, con tono stridulo.
- Se non provi a chiederglielo, non lo saprai. - rispose la donna, sorridendo.
- Grazie Okami-san. Arrivo. – disse Kyoko, incupendosi.
“Perché è qui? Io non voglio vederlo! Non adesso! Devo essere inguardabile!” pensò preoccupata, dirigendosi verso lo specchio ad osservarsi. “Ho gli occhi rossi per il pianto, dannazione! Se dovesse accorgersene, che risponderei? Oltretutto sto tremando come una stupida. Che faccio? Che faccio???” si chiese nel panico.
Al piano di sotto, Ren osservò l’orologio. Erano già passati diversi minuti da quando era lì in attesa, ma di Kyoko ancora nessuna traccia. Fu quando stava per chiedere informazioni ai proprietari che la vide arrivare, col suo solito sorriso radioso e… era trucco quello che vedeva?
- Buona sera Tsuruga-san. Perdonami per l’attesa, ma avevo appena finito di fare il bagno e ho impiegato un po’ per asciugare i capelli. Come posso esserti utile? – chiese raggiante, forse troppo, notò il ragazzo.
Le uniche cose che erano venute in mente a Kyoko, erano quelle di coprire il gonfiore degli occhi con del trucco, rendersi presentabile e, soprattutto, recitare la parte di una ragazza felice e allegra. Le era servito qualche minuto in più per entrare nella parte, ma aveva funzionato.
- Buona sera a te Mogami-san. Ero venuto a vedere come stavi in realtà. – spiegò l’attore, guardandola perplesso.
Sembrava stare benissimo ma, osservandola attentamente, si notava qualcosa di strano. Il suo sorriso era falso, Ren lo riconobbe benissimo, poiché era lo stesso che usava anche lui quando voleva nascondere qualcosa.
“E tu cosa hai da nascondere, Kyoko?” si chiese, ancora più preoccupato. Non era da lei agire in quel modo. Era sempre stata chiara e cristallina nel mostrare le sue emozioni, o almeno così credeva.
- Eh? In che senso? –
- Ho saputo che hai avuto problemi sul set del drama di Konishi-san. Hai forse qualche problema col tuo personaggio? Vuoi parlarmene? – le chiese il ragazzo.
- Ah… capisco. – disse Kyoko, abbassando triste la testa per un istante, per poi risollevarla sicura e mostrarsi sorridente come prima. – Ti ringrazio per la premura, ma va tutto bene! Dev’essere stata la stanchezza. Nulla di più. Sayuri non è un personaggio difficile da gestire. Mi spiace averti arrecato disturbo facendoti preoccupare! – si scusò, sperando che il suo senpai le credesse e se ne andasse il più velocemente possibile, prima che crollasse sotto il suo sguardo incredibilmente indagatore.
“Dovevano proprio raccontargli ciò che è successo? E chi poi? Sono passate appena poche ore tra l’altro. Forse qualcuno degli attori?” pensò infastidita.
- Mi stai dicendo la verità o non vuoi dirmelo pensando di disturbarmi? – domandò Ren, intuendo che stava mentendo.
- No, no! Non ti mentirei mai! –
“Certo, come no.” pensò Ren, vedendola sorridere talmente tanto da rischiare di slogarsi la mandibola.
Sospirò, consapevole che insistere non sarebbe servito a nulla. Doveva trattarsi di una cosa non attinente al lavoro, altrimenti gliene avrebbe parlato come aveva sempre fatto in precedenza. Doveva essere una questione personale, si disse, e di quelle non parlava mai con lui. C’era solo una persona con cui Kyoko si confidava.
- Bene, ne sono felice allora. Riposati come si deve, così non avrai problemi nell’interpretare la tua Sayuri. – le sorrise gentile, come sempre.
- Certamente! E scusami se ti ho fatto perdere tempo. Sicuramente avrai di meglio da fare. – rispose lei, perdendo un po’ di quel falso sorriso, cosa che non sfuggì al ragazzo.
- Non ho nulla da fare tranne una doccia e un bel riposo, ma se anche avessi avuto degli impegni, il tempo per aiutarti lo avrei sicuramente trovato. – le fece presente, stranito da quel comportamento.
- Ti ringrazio allora. Passa una buona serata Tsuruga-san. – lo salutò lei, invitandolo praticamente ad andarsene.
- Buona serata a te, Mogami-san. – ricambiò lui, andandosene turbato.
In quei due anni, da quando l’aveva rincontrata, non l’aveva mai sentita così distante nei suoi confronti, nemmeno quando, agli inizi, si trovavano a battibeccare. C’era qualcosa che non andava, ma non riusciva a capire cosa. Forse aveva litigato con la madre? Oppure con Fuwa? Il giorno prima l’aveva sentita mormorare che era impossibile non amarlo. Si riferiva a lui? Quell’ultima ipotesi lo fece infuriare. Era inammissibile che dopo tutto quello che le aveva fatto quel cantante, lo ritenesse ancora talmente importante da soffrire per lui.
Una cosa però era certa, non voleva parlare con Ren Tsuruga.
- Signorina Woods, avrei bisogno del suo aiuto. – disse Ren al telefono, dirigendosi verso la propria abitazione.






Salve fan di Skip Beat ^_^ 
Rieccomi con un'altra storia, che in realtà nasceva come OS ma che poi ho diviso in capitoli.
Se la state leggendo è merito (o colpa se non dovesse piacervi XD) di Catness, perchè se fosse stato per me sarebbe rimasta nel pc XD anche se l'ho scritta io, la trovo troppo sdolcinata per i miei standard ^^''''  ma lei ha detto che è bella e che dovevo pubblicarla, quindi eccola XD 
Sarete comunque voi a dirmi cosa ne pensate e che idea vi siete fatte di questo primo capitolo ^_^
Grazie a chi leggerà e lascerà la sua opinione  :*
Baci Faby <3 <3 <3 <3 

Curiosità: il cognome che ho utilizzato per il regista Konishi, è il cognome del doppiatore di Ren *^* amo la voce di Konishi Katsuyuki! 
 

 

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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


 




Kyoko si gettò stremata sul suo futon. Le era costato uno sforzo sovrumano sorridere per tutto quel tempo. Quando Tsuruga-san le aveva chiesto se avesse problemi col suo personaggio, si era sentita morire. Come poteva dirgli che non riusciva a interpretare una felice ragazza innamorata, perché il suo cuore soffriva terribilmente nell’immaginarlo tra le braccia di un’altra donna? Sarebbe stata una cosa assolutamente impossibile.
Rannicchiata su se stessa, provò ad addormentarsi, ma senza riuscirci. La sua mente era affollata dalle immagini di Ren.
“L’amore fa schifo! Perché deve esistere una cosa talmente terrificante? É come un veleno che ti logora dentro fino a ucciderti! Non potevo semplicemente andare avanti con i miei propositi di vendetta contro quell’asino di Shotaro, impegnando le energie nel mio lavoro? Finirò col distruggere tutto quello che ho ottenuto finora continuando così! Stupida Kyoko! Sei una stupida!” si rimproverò, tornando a odiare se stessa come faceva un tempo.
In quei due anni non aveva imparato proprio un bel niente. Avrebbe dovuto concentrarsi solamente nel diventare una brava attrice, così come si era prefissata. Eppure ci aveva provato. Aveva tenuto duro negli ultimi mesi, cercando di controllare i suoi sentimenti.
Forse, pensò, se si fosse trattato di un altro uomo, le cose sarebbero state più facili per lei. Avrebbe potuto sperare di essere ricambiata, invece, si parlava di Ren Tsuruga, che non solo vedeva come un Dio del paradiso dell'industria, l’attore numero uno di tutto il Giappone, ma era anche un uomo eccezionale sotto ogni punto di vista ai suoi occhi. Qualcuno talmente perfetto da essere irraggiungibile per una come lei. Non era bella, non era famosa, non era nulla di eccezionale; una ragazza noiosa e ordinaria insomma, come aveva sostenuto Sho. Era solamente brava a recitare, questo lo aveva capito, ma negli ultimi giorni non le riusciva nemmeno quello. Si sentiva una totale nullità, immeritevole di pensare anche lontanamente di poter attirare l’attenzione di uomo come quello. Oltretutto, cosa non meno importante, lui aveva confessato di essere già innamorato e, forse, lo era proprio della ragazza con cui lo avevano fotografato.
- Dannazione! – imprecò, sentendo nuovamente le lacrime agli occhi. Ormai era diventato un vizio piangere. Non lo sopportava. Non voleva essere una ragazza debole. Soprattutto non voleva mostrarsi debole davanti a lui.
La mattina arrivò troppo in fretta per Kyoko, che non volle saperne di alzarsi dal letto. Sarebbe dovuta andare a scuola, ma non le importò. Per quanto riguardava il lavoro agli studi era libera, alla Love Me non aveva nulla da fare visto che avrebbe dovuto essere impegnata col drama, quindi si riaddormentò dopo aver spento l’allarme della sua sveglia.
Era pomeriggio inoltrato quando il suo cellulare squillò, svegliandola di malumore. Sbuffando, lo afferrò irritata per vedere chi fosse. Nemmeno quando stava male poteva avere un momento di pace? Rimase però sorpresa quando sullo schermo lesse il nome di Tsuruga-san. Che cosa voleva ancora?
- Pr-pronto? – rispose la ragazza, quasi timorosa.
- Buona sera Mogami-san. Tutto bene? – le domandò Ren, con disinvoltura.
- Bu-buona sera a te Tsuruga-san. S-sì, t-tutto bene. E tu? –
- Sto bene anch’io, grazie. –
- Ne sono felice. A cosa devo la tua chiamata? – chiese lei, cercando di calmare la propria voce che sentiva tremante.
Non voleva parlare con lui. Ogni volta che lo faceva, temeva di tradirsi in qualche modo. Se avesse capito che nascondeva qualcosa, avrebbe sicuramente iniziato a farle un terzo grado, al quale sarebbe certamente morta per arresto cardiaco.
- Volevo solamente sapere se oggi ti senti meglio rispetto a ieri. Hai riposato come si deve? – mentì lui, che aveva chiamato solamente per controllare la reazione della ragazza alla sua chiamata.
L’intuito gli diceva che ce l’aveva con lui, ma non capiva il perché. Per quel che ricordava, non le aveva fatto alcun torto in quei giorni. Non si erano nemmeno visti. Eppure, entrambe le volte che l’aveva incontrata, si era comportata stranamente, così si chiese come avrebbe reagito se l’avesse chiamata al telefono. Come aveva previsto, la sua voce era incerta, quasi incrinata. Non era la solita voce squillante a cui era abituato.
Il dubbio diventò così certezza: Lui c’entrava qualcosa con i suoi strani comportamenti.
- Ho dormito tutto il giorno, quindi direi di... – s’interruppe lei, portando una mano a coprirsi la bocca. Aveva appena ammesso di essere stata tutto il giorno a dormire, cosa che non era assolutamente da lei. Si maledisse, temendo che l’attore iniziasse a farle domande sul perché avesse saltato anche la scuola e lei, a quel punto, non avrebbe saputo cosa dire.
- Non sei andata a scuola quindi? – le chiese stupito. Lei ci andava anche con la febbre. La questione era perfino più grave di quanto pensasse.
- Ecco… io… -
- Beh, suppongo che per una volta si possa anche fare. Mi fa piacere sapere che stai meglio Mogami-san. Ora ti saluto. Ti auguro una buona serata. – la salutò sbrigativo, sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta a chiamare Ten-san per chiedere il suo aiuto.
- G-grazie Tsuruga-san. Buona serata anche a te. – ricambiò Kyoko, sorpresa. Si era aspettata il peggio, invece, era stato solamente gentile.  “Oltre che sbrigativo.” aggiunse un po’ dispiaciuta. Evidentemente doveva essere impegnato, e lei immaginava anche con chi.
- Finirà mai questa tortura? Possibile debba pensarci ogni secondo? Accidenti! – esclamò frustrata, risprofondando a letto, nonostante le raccomandazioni della proprietaria di mangiare almeno qualcosa. Di tutte le cose terribili che provava, la fame non era nemmeno l’ultima dell'elenco, così si riaddormentò, stringendosi disperata al suo cuscino e sperando che il giorno dopo il suo cuore stesse un po’ meglio.
“Passerà. Tutto passa col tempo.” si ripeté per autoconvincersi, mentre una lacrima scivolava nuovamente via dai suoi occhi.
 
Con non poca fatica, Ren si arrampicò fino ai balconi del piano superiore del Darumaya. Erano le tre del mattino e tutto era silenzioso. Guardò dentro le varie finestre, scorgendo subito quella di Kyoko. Grazie all’illuminazione del lampione posto proprio di fronte al ristorante, la vide rannicchiata su se stessa, abbracciata al cuscino. Si stava già preparando a forzare l’apertura della finestra, quando invece l’anta scorrevole si aprì al suo semplice tocco.
“Quell’incosciente!  Non sa che è pericoloso dormire con la finestra aperta?” pensò infastidito, ricordandosi di rimproverarla.
Entrò, cercando di non fare rumore e si avvicinò al suo futon. Le si inginocchiò accanto, scostandole una ciocca di capelli umidi dagli occhi. Doveva aver pianto, come immaginava.
“Chi o cosa ti ha ridotto così?” si domandò, sentendo un immenso fastidio al pensiero che il responsabile potesse essere quell’imbecille di Fuwa. Con tutto il suo cuore, si augurò di no.
- Kyoko-chan. – la chiamò dolcemente, accarezzandole il viso. – Kyoko-chan, mi senti? – insisté, poiché sembrava profondamente addormentata.
- Mmmh… Corn… - mormorò lei, muovendosi leggermente.
“Incredibile mi abbia già riconosciuto solo per averla chiamata Kyoko-chan.” sorrise soddisfatto. Corn era sempre stato la persona più importante per lei. Di questo ne era orgoglioso. Almeno amava qualcosa anche di lui.
- Kyoko-chan, svegliati. Sono qui. – la chiamò ancora, ma abbassandosi a sussurrarlo al suo orecchio.
Kyoko aprì appena gli occhi, convinta di avere sognato il suo amico Corn, ma non ricordando nulla del sogno. Poi le sembrò di intravedere qualcosa di fronte a sé, ma pensò fosse il riflesso dovuto al passaggio di qualche auto, dato che aveva dimenticato di tirare le tende quella sera. Stava per riaddormentarsi, quando sentì una risata.
- Ma che… - scattò seduta la ragazza, spaventata e completamente sveglia.
- Certo che hai il sonno pesante Kyoko-chan. – rise Ren, divertito dalla situazione.
- Co-Corn? Sei davvero tu? Ma come… Che ci fai qui? – domandò sbalordita, intravedendo solo la sua sagoma, poiché dava le spalle alla luce proveniente da fuori. Ne riconobbe però subito la voce, che ancora una volta era quella di Tsuruga-san. “É diventata un’abitudine temo. Non serve nemmeno chiedergli perché ha usato quella voce. Non faccio altro che pensare a lui.” si disse sconfortata, ricordando che l’amico prendeva voce e forma dell’ultima persona a cui lei aveva pensato.
- Ho sentito che piangevi, così sono venuto. – le disse il ragazzo, iniziando a recitare la parte del principe delle fate. Forse, con lui si sarebbe confidata, per questo era ricorso all’aiuto di Ten-san, qualche ora prima, chiedendole di riportarlo all’aspetto di Kuon. Kyoko stava male e voleva assolutamente sapere perché, ma soprattutto voleva capire perché tenesse a distanza il suo senpai, nonostante lo avesse sempre stimato fino allo stremo.
- Corn… tu… mi hai sentito piangere? Davvero? – domandò incredula.
- Ho sentito che soffrivi. Chi è stato a ferirti ancora, Kyoko-chan? – le chiese, accarezzandola dolcemente.
A quelle parole, la ragazza si gettò tra le braccia dell’amico, iniziando a piangere a dirotto, proprio com'era accaduto il giorno in cui sua madre l'aveva rinnegata come figlia alla tv, ma stavolta sapeva di essere tra le braccia giuste, quelle del suo amato Corn, quindi poteva dare libero sfogo al dolore senza timore di doverlo nascondere.
- Corn! É… è terribile! Io… io non… non credo di farcela stavolta! – singhiozzò, aggrappandosi disperata alla camicia del ragazzo, che la strinse forte a sé.
- Non fare così, prendi fiato. Cos’è successo? – cercò di calmarla, sentendo il suo cuore lacerarsi sempre più a ogni lacrima che gli inumidiva la camicia.
- É troppo doloroso! – esclamò Kyoko, col viso premuto contro il suo petto.
- Cosa? –
- L’amore! – rispose lei, continuando a piangere. Non voleva parlare a nessuno dei suoi sentimenti, ma Corn era diverso. Lui l’avrebbe capita e consolata, così come faceva quando erano piccoli. Magari parlare con lui l’avrebbe aiutata.
- A-amore? Kyoko-chan tu… sei innamorata? – domandò Ren, temendo di conoscere anche di chi lo fosse. "Quindi non lo odia? Lo ama ancora?" si chiese turbato il ragazzo. Lei annuì solamente, continuando quel pianto disperato per altri minuti, finché, senza più forze, si calmò, restando stretta a lui, che riprese a parlare. – Che cosa ha fatto quel tipo per ridurti così? – le chiese, cercando di non far trapelare la rabbia e la delusione che provava. Qualcosa gli diceva che, in seguito, sarebbe stato lui ad avere bisogno di una spalla su cui piangere, dopo averla sentita parlare di quel cantante da strapazzo.
- Si è fidanzato. E con una donna davvero bella. – sussurrò appena Kyoko, con gli occhi che bruciavano.
- Anche tu sei molto bella e se quel ragazzino non lo capisce, è davvero un idiota! Meriti di meglio! – disse con rabbia, odiando il fatto che lui avesse ancora tutto quel potere su di lei. Anche dopo anni, teneva in considerazione le sue parole.
- Ragazzino? Non lo definirei tale, anzi, è un uomo con la testa sulle spalle, maturo, colto, gentile, disponibile, rispettabile, amato da tutti. Forse un po’ troppo stacanovista e puntiglioso sul lavoro, ma è eccezionale anche per questo. Non ho mai conosciuto qualcuno affidabile come lui. Quindi non lo definirei affatto un ragazzino. – rispose lei, decantando le lodi del suo senpai, che l’aveva conquistata senza darle scampo.
- Uomo? Non stai parlando di Sho-san? – domandò sorpreso. Fuwa era un ragazzino, non un uomo. Di quale uomo stava dunque parlando? Chi aveva conosciuto???
- Che? Quello stupido asino egoista spocchioso decerebrato? Assolutamente no! – si affrettò a rispondere, rianimandosi grazie alla rabbia.
Shotaro non rientrava neanche più tra le sue amicizie, figurarsi se ne era innamorata. Forse non lo era mai stata a ben pensarci. Era l’unico che le stava accanto quando era piccola, di conseguenza si era affezionata in modo morboso a lui, alla sua presenza soprattutto, ma non poteva certo paragonare i sentimenti che provava per Tsuruga-san con quelli che aveva provato per Sho. Erano su un piano decisamente diverso.
- E allora di chi sei innamorata? – chiese Ren, totalmente spiazzato.
- Beh… ecco… non è facile da spiegare… - arrossì Kyoko, non sapendo come spiegarsi all’amico. L’avrebbe giudicata una stupida? In fondo, innamorarsi del proprio senpai era stata una cosa davvero idiota, si disse.
- Parti dall’inizio allora. Ti ascolto. – insisté lui.
- Io… non credo di riuscirci! Me ne vergogno terribilmente! – esclamò imbarazzata.
Sul viso di Ren apparve una smorfia infastidita. Era una ragazza davvero cocciuta. Se non si fosse confidata nemmeno con Corn, che altro avrebbe potuto fare? Voleva assolutamente sapere di chi diavolo si era innamorata. Chi era stato ad averle rubato il cuore nonostante i suoi propositi di rinunciare all’amore? Ma soprattutto, che c’entrava Ren Tsuruga in tutto questo? Perché lo evitava?
Stanco di intravederla appena, si allontanò da lei in cerca dell’interruttore della luce, che accese subito. La vide col viso completamente arrossato, gli occhi gonfi e i capelli arruffati. Era così disperatamente innamorata quindi? Lui non aveva proprio più nessuna speranza? Non ci sarebbe mai stato spazio per lui nel suo cuore?
Sospirando triste, le si avvicinò nuovamente.
- Kyoko-chan, non ti fidi più di me per caso? – le chiese Ren, addolcendo più che poté la voce e sedendosi accanto lei.
- Cosa? Certo che mi fido di te Corn! Sei l’unico con cui mi sia mai confidata! –
- Allora perché non vuoi dirmi di chi sei innamorata? –
- Pe-perché… non è che non voglia. M’imbarazza parlarne. – rispose dispiaciuta. Non voleva ferirlo, ma proprio non aveva il coraggio di raccontargli di Tsuruga-san. Poi l’illuminazione. – Perché non lo vedi tu stesso? Così non dovrò spiegarti nulla! Ti do il permesso di farlo stavolta! – dichiarò compiaciuta dalla genialità della sua idea.
- Eh? Che dovrei fare? – chiese Ren confuso, non riuscendo a seguirla.
- Il tuo potere! Usa quello per leggere i miei pensieri come hai fatto quella volta a Guam! – spiegò lei, lasciandolo del tutto esterrefatto.
“Dannazione! Lo avevo del tutto dimenticato! Come me ne esco adesso?” pensò, cercando rapidamente una soluzione.
- Ecco… vedo molta confusione nella tua mente. Non credo di riuscire a capire molto. – tentò, sperando ci cascasse.
- Tu provaci. Io tento di calmarmi un po’. Magari funziona. – propose, chiudendo gli occhi e cercando di calmarsi.
Ren la guardò a bocca aperta. Cosa avrebbe dovuto fare? Che poteva inventarsi?
- É… una persona molto vicina a te, Kyoko-chan? – provò a chiedere, sperando di arrivarci da solo. “Cosa del tutto impossibile visto che non mi racconta mai niente! Maledizione!”
- Sì. Per un certo periodo l’ho anche avuto accanto 24 ore su 24. – rispose arrossendo nuovamente, mentre i suoi pensieri correvano ai giorni in cui interpretavano i fratelli Heel.
“24 ore su 24? Vivevano sotto lo stesso tetto quindi, ma non è Fuwa. Dunque... É un uomo maturo. Impegnato con una donna. Rispettato da tutti. Dedito al lavoro... “ ricapitolò l’attore. Poi il terrore lo colse. “Aspetta... non sarà… “
- Non sarà per caso il proprietario del Darumaya? – ripeté a voce il pensiero appena formulato. “Kyoko è innamorata di un uomo che potrebbe essere suo padre?!” si chiese sconvolto.
- Ch-che??? Ma sei impazzito??? NO! Certo che no! Non si tratta di lui! – strillò sconcertata. Come poteva anche solo pensarlo?
- E allora chi? Non sarà il presidente Takarada? – ipotizzò allora Ren.
- NO! Per quale motivo dovrei essere innamorata di qualcuno tanto più grande di me? –
- Ma hai detto che è un uomo maturo, con la testa sulle spalle e tante altre cose che lo fanno sembrare un vecchio. – sostenne il giovane.
- Tsuruga-san non è un vecchio! Ha solamente quattro anni più di me! – le sfuggì, arrossendo subito dopo essersi accorta di aver fatto il suo nome. Poco male, si disse, almeno si sarebbe risparmiata di sentire il suo amico elencarle tutti gli anziani che conosceva. Per qualche strana ragione, quella sera, il suo potere non funzionava.  “E comunque, davvero dalla mia descrizione sembrava parlassi di un vecchio?” si chiese perplessa.
- Tsu-Tsuruga... san... hai detto? - balbettò incredulo, mentre Kyoko annuiva solamente. – Ma... i-il tuo senpai intendi? Cosa c’entra lui? – chiese stordito. Non voleva proprio credere all’assurda correlazione che il suo cervello stava iniziando a fare tra il suo nome e l’uomo di cui Kyoko era innamorata. Era una cosa talmente impensabile, vista la sua totale indifferenza quando s’incontravano, che avrebbe giurato che lei non lo vedesse nemmeno come uomo, ma solamente come un suo superiore da rispettare.
"O forse no?"
- Indovina… – sospirò tristemente lei.
- L’uomo che ami… - deglutì l'attore, prendendo fiato. - ... è Ren Tsuruga? – chiese nuovamente conferma. "Non è che questo è uno dei miei stupidi sogni in cui Kyoko confessa di amarmi? No, vero?" si domandò dubbioso. Era tutto troppo irreale.
- Lo so a cosa stai pensando. Lui è come un Dio ed io non dovrei nemmeno permettermi di sfiorarlo col pensiero, ma è successo e non posso controllarlo. Ho provato a non amarlo, ma non ci sono riuscita, anzi, temo che la colpa sia sua se non ci riesco. – spiegò triste, ritornando indietro con i ricordi.
“Io un Dio? Ma su quale tipo di piedistallo mi ha messo questa ragazza? E poi… è seria? Come e quando si è innamorata di me? Perché non me ne sono mai accorto? E perché sarebbe colpa mia?” si chiese turbato, non riuscendo assolutamente a credere a ciò che stava sentendo.
- Ecco! Lo sapevo che mi avresti preso per stupida! – piagnucolò lei, vedendo l’espressione esterrefatta del suo viso.
- Come? – chiese Ren, frastornato.
- L’espressione della tua faccia è talmente sconvolta che starai sicuramente pensando che sono una stupida ad essermi innamorata di Tsuruga-san. – rispose rattristata.
“Per forza sono sconvolto! Vorrei vedere te al mio posto!” pensò lui, con i pensieri ancora in subbuglio, ma dovette richiamare a sé tutte le sue doti di attore per cercare di mantenere la facciata di Corn, poiché l’unica cosa che avrebbe voluto fare era baciarla e dirle che anche lui la amava.
- Non sono sconvolto perché ti sei innamorata di lui, lo sono per le cose che dici. Il tuo senpai è un uomo come tutti gli altri; non elevarlo a qualcosa che non è. Perché dici che è colpa di Tsuruga-san se te ne sei… innamorata? – faticò a dire. Le parole “Kyoko” “innamorata” e “Tsuruga-san” suonavano strane messe insieme.
- Ma davvero non riesci a vedere nulla? É troppo imbarazzante! – ribadì, coprendosi il viso arrossato.
- Mi spiace ma non ci riesco. Hai troppa confusione in quella testolina. – le sorrise dispiaciuto, accarezzandole la testa e continuando con quella finzione.
Kyoko sospirò e si fece coraggio. Magari parlarne l’avrebbe aiutata. Di Corn si fidava.
- Ha baciato la tua pietra. – disse solamente, convinta che lui avrebbe capito.
- Eh? – fu invece la risposta del suo amico, che la guardava con aria interrogativa.
- Ha baciato la pietra che mi hai regalato quando eravamo piccoli. Gliel’avevo prestata per aiutarlo a liberarsi dai pensieri negativi che lo affliggevano quando recitava nel ruolo di Katsuki, in Dark Moon. In quell’occasione, mi restituì la pietra ringraziandomi e lasciandovi sopra un bacio. In quel momento, credo mi abbia lanciato una sorta d’incantesimo attraverso la tua pietra perché, da allora, il mio cuore non ha smesso di battere ad ogni sorriso che mi rivolge. – confessò, sentendo il viso andare a fuoco al ricordo di quel gesto.
Ren era totalmente frastornato. Non riusciva a credere alle cose che Kyoko gli stava rivelando. Aveva voglia di darsi un pugno per constatare di essere sveglio perché, di certo, un pizzicotto non sarebbe bastato. Lei lo amava. E da parecchio anche. Addirittura dai tempi di Dark Moon, periodo che coincideva anche con la scoperta definitiva dei suoi sentimenti per lei.  
Improvvisamente, come ripresosi dallo shock, il suo cuore iniziò a battere furiosamente nel petto per la felicità. Kyoko lo amava! Capiva solo in quel momento il significato di quella frase. Non era più un amore impossibile il suo.
- Lo ami da quel giorno quindi? – indagò curioso. Voleva scoprire quante più cose possibili.
- Non proprio. É partito tutto da lì, ma i miei sentimenti sono stati dolorosamente chiari quando interpretavamo i fratelli Heel. –
- Perché? Cos’è successo? –
- Questo dovresti averlo visto quella volta a Guam. Non ricordi? –
- Mi hai fermato prima che potessi arrivarci. Ti sei arrabbiata così tanto che non ho guardato oltre. Chi sono i fratelli Heel? – continuò a improvvisare. In teoria, Corn non avrebbe dovuto conoscerli.
- Sono i personaggi che io e Tsuruga-san abbiamo interpretato quasi un anno fa. É nato tutto dall’idea bislacca del regista Konoe di nascondere la vera identità dell’attore che avrebbe interpretato il personaggio principale nel suo film. Doveva esistere solamente Cain Heel, un attore straniero venuto a interpretare quel personaggio, poi è stata aggiunta Setsuka dal presidente Takarada, in modo da essere un supporto per Tsuruga-san nel periodo in cui interpretava Cain Heel. Abbiamo vissuto insieme diversi giorni, recitando anche in privato la parte di quei due fratelli dal rapporto, come dire, incestuoso. - si fermò, arrossendo ancora per quel che era accaduto quella notte. Poi riprese. - Spesso, mi sono ritrovata gelosa di lui e non come Setsuka, ma come me stessa. In quel momento ho capito di essere persa. Quel giorno è iniziata la mia distruzione. – spiegò, ricordando quei giorni come qualcosa di tremendo.
- Distruzione? Per quale motivo? – le chiese il ragazzo. Era così terribile che si fosse innamorata di uno come lui?
- Perché sono destinata a soffrire amandolo. Non ho la minima possibilità che si accorga della mia misera esistenza. Lo ritengo già un miracolo che sia sempre così gentile e disponibile ad aiutarmi quando ne ho bisogno. E poi… - s’interruppe, abbassando tristemente lo sguardo. - ... mi ha detto di essere già innamorato, quindi non ho davvero nessuna speranza. – gli confidò, sicura che il suo amico non l’avrebbe tradita spifferando a qualcuno quel segreto rivelatole dall’attore.
- Cosa? Quando te lo avrebbe detto? – domandò disorientato il ragazzo. Non le aveva mai detto una cosa del genere. L’unico a cui avesse confidato di essere innamorato, era il pollo conosciuto agli studi della TBM.
- Non l’ha detto propriamente a me, ma a Bō, la mascotte del programma Yappa Kimagure Rock, che ero io, ma questo lui non lo sa. – rivelò Kyoko, inconsapevole di aver appena scatenato le ire del ragazzo al suo fianco.
“Bō??? Lei… lei era quel dannato pollo? Gli ho confidato cose che nessuno sa! Cose che nemmeno io sapevo! In realtà è stato solo grazie a lui se ho capito di essere innamorato di Kyoko, però… è più che imbarazzante, dannazione! Se solo potessi agire come Ren, la farei tremare solamente guardandola, come accade ogni volta che fa qualcosa che non deve! E poi che tonta! Le ho praticamente confessato di amarla e lei neppure lo ha capito!” inveì contro di lei mentalmente, lottando contro se stesso per non dire nulla che potesse farlo scoprire. Prendendo un grosso respiro, provò a calmarsi per continuare a farla confessare. “Però questa gliela farò pagare un giorno. Può starne certa.” ghignò maligno il giovane, immaginando anche come fare. Forse ci avrebbe messo un bel po’ per giungere a quel punto ma, in fondo, la vendetta era un piatto che andava servito freddo.
- Perché hai nascosto di essere quel pollo? -
- Perché era diventato una specie di confidente per Tsuruga-san. Credo che lui non si confidi mai con nessuno. Non so perché, forse non si fida. Pensa che, nonostante lo conosca da due anni, non so ancora quale sia il suo vero nome. É una persona molto riservata. Invece, con Bō si è aperto, ha chiesto a lui dei consigli ed io sono stata davvero felice di poterlo aiutare, cosa che non sarebbe stata possibile se avesse saputo che sotto quel costume c’ero io, un’umile kōhai che sa ancora pochissimo del mondo dello spettacolo. –
“In effetti ha ragione. Non mi confido con nessuno. E ora capisco perché con quel pupazzo gigante ci sia riuscito facilmente. Kyoko riesce a farmi stare bene anche quando non so che sto parlando con lei.” pensò, sorridendo divertito.
- E di questa ragazza di cui è innamorato, cosa sai? – indagò, per capire cosa avesse capito.
- Nulla, a parte che è più piccola di lui e va ancora al liceo. –
- Che coincidenza. Proprio come te, Kyoko-chan. – le fece notare, sperando capisse.
- Già… una coincidenza. – sospirò lei, invidiando quella ragazza.
Ren scosse la testa disperato. Ovviamente non aveva capito. Poi, una frase gli ritornò in mente.
- Prima hai detto che il tuo senpai è fidanzato con una ragazza bellissima. Perché? – chiese curioso, non riuscendo a spiegarsi quella frase. Lui non aveva mai detto a Bō di essersi fidanzato.
- Li hanno fotografati insieme in questi giorni, quindi non ci vuole un genio per capire che finalmente si è dichiarato e ora si stanno frequentando. Buon per lei! – spiegò, imprimendo però rabbia nelle ultime tre parole pronunciate. Il suo cervello iniziava nuovamente a pensare altri malauguri per quella splendida e perfetta chioma dorata.
- Oh! – esclamò Ren, riuscendo finalmente a capire cosa avesse scatenato il tutto. Kyoko aveva collegato le due cose, pensando che la ragazza di cui aveva parlato a Bō, fosse la stessa con cui lo avevano fotografato qualche giorno prima. Il pensiero che si fosse dichiarato, l’aveva scombussolata fino a quel punto?
- “Oh”, cosa? –
- Sei gelosa! É per questo che adesso reagisci così? Perché lo hai visto insieme ad un’altra? –
- E-ecco… beh… sì. Ammetto che è nato tutto da lì. Pensavo che se anche lo avessi visto con un’altra donna al fianco, sarei riuscita a sopportare la cosa, augurandogli ogni bene, invece non faccio altro che soffrire e lanciare maledizioni contro quella ragazza. Sono una persona orribile, lo so! – ritornò a piangere, provando sdegno per se stessa per quei pensieri terribili verso qualcuno che non le aveva fatto nulla alla fine. Ma era più forte di lei, la detestava perché la invidiava.
- Kyoko-chan, chi ti dice che la ragazza con cui l’hanno visto, sia la stessa di cui è innamorato? – le chiese intenerito, asciugandole gli occhi pieni di lacrime.
- Perché… lui le sorrideva felice e… lei faceva lo stesso. Devono amarsi molto. – rispose lei, continuando a piangere.
- Ma non è detto che sia il tipo di amore che intendi tu. Perché non parli con Tsuruga-san? –
- Che??? Stai scherzando Corn? Vuoi che scoppi a ridermi in faccia? – gridò quasi, terrorizzata anche all’idea di vederlo.
- Perché mai dovrebbe riderti in faccia? – chiese lui, infastidito dalla sua reazione. Che diavolo d’idee si era fatta su di lui?
- Perché sono una ragazzina rispetto a Tsuruga-san! Sono una semplice kōhai, nemmeno tanto famosa. Anche solo ambire alle sue attenzioni è irrispettoso da parte mia, figuriamoci andare da lui e dirgli “Ehi, ciao Ren! Lo sai che sono innamorata di te?”. È assurdo anche solo pensarlo! – replicò Kyoko, scuotendo la testa al solo pensarci. Di sicuro, lui le avrebbe detto di essere deluso da com'era caduta nuovamente nella trappola dell’amore. Aveva anche giurato di non innamorarsi più e invece aveva fallito. L’avrebbe giudicata sicuramente come una ragazza frivola e questo non lo voleva assolutamente.
Ren, invece, che sentì per la prima volta il suo nome pronunciato da quelle labbra che desiderava baciare da mesi, era al settimo cielo. Non era il suo vero nome, però, il fatto di immaginarla ad abbandonare le formalità con lui, gli riempiva il cuore di gioia. Gli sarebbe piaciuto sentirlo nuovamente.
- Io penso che tu sia troppo critica nei tuoi confronti. Per cominciare, non sei una ragazzina, ma una giovane e attraente donna. Nessun uomo, quando ti guarda, rimane indifferente. – disse con fastidio, pensando a tutti quelli che le giravano continuamente intorno ma che lei, per fortuna, sembrava non vedere nemmeno. Cercando di non pensarci, riprese a parlare. – Il fatto che tu non sia famosa, non è rilevante quando si ama e comunque non è vero che non lo sei. Basta vedere tutte le richieste che ricevi per i vari dorama. Anzi, sono sicuro che il tuo senpai sia molto fiero di te. Come ultima cosa, Kyoko-chan, non credo proprio che quell’uomo ti riderebbe in faccia. Tutt’altro. – le spiegò, sperando capisse le sue parole.
- Eh? Che intendi? –
- Che non è detto tu sia indifferente al tuo senpai. –
- Come puoi dirlo Corn? Non lo conosci nemmeno. –
- É vero, non lo conosco, ma conosco te e so che sei una ragazza speciale. Solo uno stupido ti rifiuterebbe. – le spiegò, accarezzandole il viso umido.
- Tu credi? – chiese incerta. Sho l'aveva rifiutata, ma lui era un idiota, appunto.
- Sì, ne sono sicuro. Quindi smettila di giudicarti così negativamente. Smetti di piangere e pensa a come poter conquistare quel Ren. – le disse, facendole l’occhiolino, mentre lei arrossiva.
- Non credo ne sarei capace. – rispose imbarazzata.
- Perché no? –
- Perché non sarebbe da me essere tanto audace da provarci. –
- E se fosse lui a tentare di conquistarti? Lo accetteresti? – si fece attento.
- Non lo so. Continuo ad aver paura di essere abbandonata nuovamente. Anche ammettendo di avere una possibilità, se un giorno capisse che non sono adatta ad un uomo come lui? Non credo sopporterei di essere lasciata anche da Tsuruga-san stavolta. - ammise, rattristandosi nuovamente. In fondo, le persone che più amava l’avevano sempre abbandonata. Perché con Ren avrebbe dovuto essere diverso?
- Lui non lo farà, ne sono certo. –
- Da come parli, sembra tu conosca i suoi sentimenti. –
- E se ti dicessi che li conosco? – le sorrise, osservando i suoi bellissimi occhi ambrati sgranarsi stupiti.
- Tu… li conosci? Davvero? – chiese improvvisamente agitata.
- Diciamo che non condivido con lui solo aspetto e voce. – le rivelò, accarezzandola nuovamente. – Quindi smetti di piangere e di pensare negativamente. Le cose non sono sempre come le immaginiamo. –
- Dici che quella ragazza non è la sua fidanzata? – domandò con speranza.
- Dico che adesso dovresti metterti a dormire, così da far sgonfiare questi poveri occhi e poi, domani, fare quattro chiacchiere col tuo senpai. – rispose, restando evasivo, non volendole confessare tramite le parole di una “fata” di amarla.
- Ma io… -
- Niente ma. Mettiti giù e riposa. Domani vedrai tutto sotto una luce diversa, Kyoko-chan. –
- La fai facile tu! Sono troppo agitata per dormire! –
- Vuoi che mi stenda al tuo fianco a coccolarti finché non arriva il sonno? – scherzò, vedendola arrossire.
- Non prendermi in giro! -
- Non ti prendo in giro. In effetti, non mi dispiacerebbe l’idea di dormire al tuo fianco, ma suppongo di non essere io la persona che vorresti accanto. Magari preferiresti il tuo senpai. – la canzonò divertito, godendosi il suo sguardo infuocato.
- Corn! Smettila! Non è divertente! – fumò la ragazza, sia per l’imbarazzo sia per la rabbia di essere presa in giro.
“Per me lo è eccome, mia piccola Kyoko!” pensò Ren, cercando di contenere la felicità che sentiva quasi esplodere nel petto. Sapere la sua Kyoko innamorata di lui, era stata una vera e propria sorpresa. Forse sarebbe stato più corretto chiamarlo miracolo.
- Ok la smetto. Ora però dormi. Ci vediamo Kyoko-chan. E spero di vederti sorridere felice la prossima volta. – la salutò, dandole un bacio sulla fronte e avviandosi verso la finestra.
- Vuol dire che verrai di nuovo a trovarmi Corn? – chiese entusiasta.
- Certo che sì, Kyoko-chan. – le sorrise dolcemente per l’ennesima volta. – Ah… e non dimenticare di chiudere la finestra stavolta! – la rimproverò, saltando velocemente fuori da essa e poi giù dal balcone, prima che la ragazza lo raggiungesse.
- Aspetta Corn! – lo chiamò Kyoko, sporgendosi dalla finestra, ma non trovandolo. – Uffa! Non sopporto questo suo modo di scomparire! – sbuffò, chiudendo la finestra e dirigendosi verso il suo futon.
 
Diciamo che non condivido con lui solo aspetto e voce.
Le cose non sono sempre come le immaginiamo.
Domani vedrai tutto sotto una luce diversa, Kyoko-chan.
 
Le parole di Corn riecheggiarono nella mente di Kyoko a lungo.
Cosa voleva dirle? Forse Tsuruga-san provava qualcosa per lei? Forse aveva una piccola speranza? Poteva davvero crederci?
Con quelle domande, vinta dalla stanchezza, si riaddormentò, riuscendo finalmente a riposare tranquilla.








Ed ecco il secondo capitolo ^_^ il prossimo sarà l'ultimo e scopriremo chi è la ragazza con cui è stato fotografato Ren :3 e non è la madre, come sperate XD (povero Ren su, è un uomo è ha le sue esigenze dopotutto ^_^)
Grazie per aver già inserito la storia tra le preferite *^* e grazie soprattutto per le recensioni :*
Baci Faby <3 <3 <3 <3 





 

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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


 





Con quelle domande, vinta dalla stanchezza, si riaddormentò, riuscendo finalmente a riposare tranquilla.

La mattina seguente, seppur con riluttanza, Kyoko si alzò e si preparò per andare alla LME. Il lavoro alla Love Me l’attendeva.
Facendosi forza con le parole di Corn, che sperò di non aver sognato vista la sua fervida fantasia, si diede da fare per finire le sue commissioni il più velocemente possibile, così da tornare al Darumaya a dare una mano, poiché non era stata d’aiuto in quei giorni.
- Ehi, tutto bene? – le chiese Kanae, vedendola strana, mentre andavano verso la mensa per il pranzo. Solitamente, Kyoko era piena di energie e sempre sorridente, invece, quel giorno, era molto taciturna. Non la vedeva da quasi una settimana essendo stata impegnata con un nuovo dorama, quindi si chiese se le fosse accaduto qualcosa. Chiori non c’era perché impegnata anche lei, quindi non sapeva a chi chiedere se non alla diretta interessata.
- Eh? Oh sì, tutto bene Moko-san. – le sorrise, ma in modo forzato, cosa che non sfuggì all’amica.
- Ok, sputa il rospo! – le intimò, incrociando le braccia al petto con fare minaccioso.
- Quale rospo? –
- Quello che stai nascondendo. Cos’è successo? –
- Non è successo nulla. Perché me lo chiedi? –
- Perché sei strana! Di solito m’insegui per abbracciarmi e soffocarmi, invece oggi non lo hai fatto. Senza contare l’espressione mogia che hai, quando solitamente non fai altro che elargire sorrisi anche ai sassi! –
- Oh Moko-san… - mugolò Kyoko, con le lacrime agli occhi per la felicità. – Che bello che ti preoccupi tanto per me! Ne sono davvero felice! – esclamò commossa, gettandosi ad abbracciarla e stringerla come un boa constrictor. – É bello avere un’amica come te! –
- Ok, ok, ho capito! Staccati! Era meglio se stavo zitta! Mi stai soffocando! – brontolò la giovane, cercando di staccarla dal suo collo.
- Scusami! – la lasciò Kyoko, guardandola ancora commossa.
- Va bene. Comunque non hai risposto. –
- Tranquilla, non ho nulla. Semplicemente non ho dormito bene in questi giorni. Ma è tutto a posto! – le sorrise sincera. Il fatto che la sua amica si fosse preoccupata per lei, la rese immediatamente allegra.
- Mmmh, va bene, se lo dici tu… - rispose scettica Kanae, ma senza insistere. Forse non era davvero nulla di serio, visto che sembrava tornata sorridente.
- Grazie per esserti preoccupata! –
- É questo che si fa tra amiche, no? – replicò, vedendola annuire con occhi raggianti. “Accidenti! Sto diventando troppo sdolcinata frequentando questa tipa assurda!” si rimproverò l’attrice, scuotendo la testa.
- Buon giorno Mogami-san, Kotonami-san. – le salutò qualcuno alle loro spalle. Quando si voltarono, videro Ren Tsuruga e una donna sconosciuta al suo fianco, o almeno, sconosciuta per Kanae, poiché Kyoko restò impietrita nel riconoscerla.
- Buon giorno Tsuruga-san. – lo salutò composta Kanae, inchinandosi.
- Bu-buon giorno Ts-Tsuruga-san! – s’inchinò anche Kyoko, che si ritrovò il cuore in gola. “Perché l’ha portata proprio qui?!” pianse internamente, cercando di controllare le espressioni deluse del suo viso. Ciò che aveva detto Corn era dunque falso?
Incrociando gli occhi verdi della giovane al fianco del suo senpai, però, non poté non notare il suo aspetto familiare. Le ricordava qualcuno. Ma chi?
Anche la ragazza in questione osservò attentamente Kyoko, poi si rivolse a Ren.
- Così è lei la famosa Kyoko di cui mi hai parlato? É davvero graziosa! Bella scelta cugino! – disse in inglese, pensando che nessuno l’avrebbe capita.
- Sì è lei e capisce perfettamente l’inglese, così come la sua amica! – rispose infastidito Ren, che osservava Kotonami-san sghignazzare e Kyoko sbiancare.
- Ops… scusatemi! – disse la ragazza, mortificata sia per la brutta figura appena fatta sia per aver parlato troppo. Eppure, tutti i giapponesi che aveva conosciuto in quei giorni, capivano poco o nulla di inglese. 
- Come avrete già capito, questa ragazza è mia cugina, Vera. – spiegò Ren, sorridendo nell’osservare lo sguardo smarrito di Kyoko, che sembrava essersi chiusa nel mutismo dopo le parole della cugina. - Loro sono Kotonami-san e Mogami-san. - proseguì poi l'attore, presentandole.
- Piacere Vera-san. Non sei giapponese, non è così? – domandò incuriosita Kanae, che oltre al nome, notò i tratti occidentali della giovane.
- No, sono metà americana e metà russa. Sono venuta a trovare mio cugino Ren visto che non lo vedo da molto. – spiegò Vera, ricordandosi l’avvertimento del cugino di non chiamarlo Kuon in presenza di qualcuno.
- Capisco. É la prima volta che visiti il Giappone, Vera-san? – iniziò a conversare Kanae, notando come Kyoko fosse rimasta imbambolata. Di sicuro, quando si sarebbero liberate, l’avrebbe messa sotto torchio. Nascondeva qualcosa e forse iniziava a capire cosa.
- Sì è la prima volta. Finalmente, dopo anni, sono riuscita a prendermi una pausa dal lavoro, così ho deciso di fare una vacanza in questo paese. - "E sfruttare le lezioni di giapponese di zio Kuu soprattutto!" aggiunse mentalmente la giovane.
Mentre le due ragazze parlavano, Kyoko si sentiva stordita. Vera-san era la cugina di Tsuruga-san, non la fidanzata. Aveva ragione Corn quindi.
Le cose non sono sempre come le immaginiamo.
Domani vedrai tutto sotto una luce diversa, Kyoko-chan.
Ricordò nuovamente le sue parole e non poté che ringraziarlo di cuore. Lui doveva sapere come stavano in realtà le cose, per questo motivo era tanto fiducioso. E poi, le parole della ragazza… Ren le aveva parlato di lei? Proprio di lei?
“Grazie Corn.” lo ringraziò, sperando che la sentisse in qualche modo. Se non fosse stato per il suo incoraggiamento, forse non sarebbe uscita da casa nemmeno quel giorno.
- Mogami-san, tutto bene? – le chiese Ren, attirando la sua attenzione.
- Eh? S-sì! Tutto bene Tsuruga-san! – gli sorrise felice, sentendo il suo cuore improvvisamente più leggero.
Vedendola più serena, anche Ren si tranquillizzò. Presentargli sua cugina era stato un bene alla fine e non sembrava fare alcun collegamento tra lei e Corn, cosa che lo aveva preoccupato molto. Vera gli somigliava molto, quindi temeva che Kyoko potesse trovare la somiglianza tra lei e il suo principe delle fate, per questo non aveva in previsione di presentarle, ma visti gli ultimi avvenimenti, aveva dovuto farlo per forza, per spazzare via i timori della ragazza e la cosa aveva funzionato, fortunatamente.
“Meglio così. Ma ora preparati Kyoko! Non ti lascerò in pace per un solo istante da oggi in poi!” si disse convinto.
- Scusate, ma inizio ad avere fame. Se voi due non avete da fare, potreste unirvi a noi per il pranzo. – propose Vera, sperando di poter parlare un po’ anche con la ragazza che aveva rubato il cuore del cugino. Anche se lui non lo aveva ammesso apertamente, si vedeva lontano un miglio che la amava, soprattutto perché non faceva che nominarla.
- Mi sembra un’ottima idea. Voi che ne dite? – domandò Ren, rivolgendosi alle ragazze.
- Per me non c’è problema. – rispose Kanae.
- Anche per me va bene. – confermò Kyoko, sorridendo alla povera ragazza a cui aveva lanciato anatemi a non finire. “Scusami Vera-san! Sono mortificata! Se potessi mi picchierei da sola.” pensò dispiaciuta per aver ingiustamente odiato la cugina del suo senpai.
- Bene, andiamo allora. – disse Vera, seguendo Kanae verso la mensa, con Kyoko e Ren dietro di loro.
- Mogami-san, aspetta. – la fermò l’attore, prendendola per mano.
- S-sì… Tsuruga-san? – rispose Kyoko, non riuscendo a nascondere il suo imbarazzo per quel tocco.
- Sei impegnata stasera? –
- Eh? Perché? –
- Se non hai qualche impegno, vorrei invitarti a cena. – propose il ragazzo, ben sapendo di dover essere lui quello a fare il primo passo, il secondo, il terzo e forse tutti i passi possibili.
- Certo! Vuoi che ti prepari qualcosa in particolare? – domandò la giovane, felice per quella richiesta. Le piaceva cucinare per lui.
- No, Mogami-san, non voglio che mi prepari la cena. Voglio invitarti a mangiare fuori, in un ristorante o dovunque tu voglia andare. – le spiegò Ren, sperando non rifiutasse dopo le parole di Corn.
- Cosa? A cena fuori? Ma… aspetta… è forse un… - si bloccò, incapace di terminare la frase.
- Un appuntamento, volevi dire? Sì, lo è. Accetti? –
Kyoko lo guardò a bocca aperta qualche istante. Le stava davvero chiedendo un appuntamento? A lei? Proprio a lei?
Senza farsi vedere, si pizzicò una mano per essere sicura di non stare sognando e, rendendosi conto di essere perfettamente sveglia, diede a Ren la sua risposta. 
 
 
 
 
- Mamma! Mamma! Guarda cos’ho trovato nel Ruscello delle Fate! – gridò una bambina correndo dalla madre, stesa all’ombra di un grande albero a cercare ristoro dal caldo afoso di agosto.
- Cosa amore? – domandò la donna, nascondendo una risata nel sentire il nome che la figlia aveva deciso di dare al fiumiciattolo.
- Questa! – disse la piccola, mostrandole un sasso dal colore violaceo. – É come la pietra che il principe delle fate ha regalato alla fanciulla umana di cui si era innamorato, vero? – chiese emozionata, aspettando una risposta. Stava giocando in acqua con la nonna quando l’aveva vista luccicare, così era corsa a prenderla. Doveva essere per forza la pietra della favola che le raccontava ogni sera la sua mamma, visto che si trovavano proprio nel luogo incantato di quel racconto.
Kyoko guardò prima la pietra tra le mani della figlia, poi la sua espressione piena di speranza, e sorrise intenerita. Corn era più una specie di cristallo, invece, ciò che le stava mostrando la figlia, doveva essere qualche ciottolo formatosi nelle acque del piccolo torrente.
- Sì tesoro, è simile a quella pietra. – mentì, non riuscendo a dirle la verità.
- Waaaaah! Che bello! Magari è la stessa! Ho trovato la pietra del principe delle fate! Lo incontrerò anch’io e diventerò la sua principessa, così vivremo felici e contenti! Quando torniamo a casa, la farò vedere a zio Lory! - esultò felice, ritornando a giocare con i nonni, vicino le sponde del ruscello.
- Non sarebbe ora di spiegarle che quella è solo una favola nata dalla tua fervida fantasia e che le racconti per farla addormentare? – le chiese Kuon, sedendosi accanto a lei e avvicinandola a sé con un braccio.
- É ancora piccola. Lasciala sognare. Quando sarà grande, lo capirà da sola. – rispose Kyoko, poggiandosi al marito e lasciandosi abbracciare.
- Disse colei che sogna ancora ad occhi aperti quando si parla di fate e principesse. – la canzonò lui, ben sapendo come reagiva ogni volta che si nominavano fate e folletti.
- Non smetterai mai di deridermi per questo, vero? – sbuffò la giovane, alzando gli occhi al cielo.
- Non ti sto deridendo, però mi stupisce che tu creda ancora a queste cose. –
- Diciamo che ci credo meno da quando ho scoperto che Corn non è una fata, tuttavia continuo a sperare che le creature magiche esistano davvero, anche se non le vediamo. Comunque, non è esattamente un racconto di fantasia il mio. É la nostra storia! – protestò, infastidita dalla sua poca sensibilità al riguardo.
- Non proprio, visto che nel tuo racconto Corn è davvero il principe del regno delle fate e porta la fanciulla umana, di cui è innamorato, nel suo regno dopo aver sconfitto il mostro che voleva rapirla, sposandola e facendola diventare la principessa delle fate. –
- É qui che ti sbagli! Per me Corn resta l'essere magico che mi ha portato gioia e conforto anche nei momenti più difficili, rimettendomi sempre in piedi! E non è forse vero che hai lottato contro un mostro di nome “Paura” sconfiggendolo per stare con me? Infine, non mi hai sposato, portandomi a vivere nel tuo regno, ovvero la casa che hai comprato, facendo di me la tua principessa? – replicò lei risentita, esponendo il suo personale punto di vista.
- In maniera molto romanzata sì, è vero. – ridacchiò il giovane, trovando quella versione divertente. La fantasia di sua moglie non aveva davvero limiti. - Però, se vuoi che il racconto sia completo, dovresti aggiungere un pezzo importante che tralasci ogni volta. – esordì Kuon, sempre più divertito.
- Quale? – chiese incuriosita.
- La parte in cui il padre acquisito della fanciulla, il "grande re", imponeva al principe di non toccare sua figlia prima del matrimonio, se ci teneva a poter procreare in futuro. – scherzò lui, ricordando ancora le parole di suo padre quando aveva saputo della relazione con Kyoko.
- Se lo aggiungessi, dovrei anche raccontare di come il principe abbia trasgredito quell’ordine più e più volte. – rispose lei, arrossendo ancora lievemente quando si toccava quell’argomento.
- Vero. Però non mi sembrava che alla fanciulla dispiacesse poi molto. – 
Per sua fortuna, la richiesta del padre era arrivata troppo tardi o probabilmente, conoscendola, Kyoko sarebbe stata d’accordo con lui.
- Non l’ho mai detto infatti, ma non voglio che nostra figlia possa sentirsi autorizzata a fare lo stesso un giorno. – replicò Kyoko, osservando la bambina giocare allegra con i nonni paterni, che non vedeva da Natale.
- Se ci terrà alla vita del suo ragazzo, è bene che non ci provi nemmeno! –
- Se sarà brava a tenertelo nascosto, come abbiamo fatto noi con papà, il suo ragazzo non correrà alcun pericolo. – sussurrò piano, per non farsi sentire dal diretto interessato, poco distante da loro.
- Stai dicendo che a te starebbe bene se nostra figlia perdesse la verginità col primo idiota di cui si crede innamorata? – commentò infastidito.
- Non ho detto questo. Sono la prima a volerlo evitare, ma non possiamo proibirle di farlo. I figli fanno sempre il contrario di ciò che gli viene imposto e noi ne siamo l’esempio. – gli ricordò.
- Non mi sta bene questo! – protestò Kuon, imbronciandosi.
- Ti rendi conto che Ishiko ha solamente 5 anni? Ne passerà di acqua sotto i ponti prima che abbia un fidanzato. – sospirò esasperata l’attrice.
- Passeranno prima di quanto immagini! – sbuffò irritato lui, per poi rivolgersi disperato al ventre arrotondato della moglie, in attesa del loro secondogenito. - Ti prego, sii un maschietto, così papà si eviterà una doppia condanna per omicidio. – lo implorò Kuon, accarezzandole il grembo.
- Che melodrammatico che sei! –
- Sono un attore, lo hai dimenticato? – rise Kuon, tornando ad abbracciarla.
- Come potrei dimenticarlo? Se non fosse stato per la recitazione, non ti avrei mai rincontrato. Anzi, a dire la verità è stato grazie a Sho se ci siamo ritrovati dopo dieci anni. Potremmo chiamare il nostro bambino Shotaro in suo onore se fosse un maschio. – disse Kyoko, mettendo una mano sotto il mento come per rifletterci seriamente.
- Stai scherzando spero! Non chiamerò mai mio figlio col nome di quell’imbecille ossigenato! – replicò sconvolto, guardando la moglie come se fosse impazzita.
Anche a distanza di anni, non riusciva a sopportare Fuwa, nonostante lui e Kyoko avessero messo da parte gli screzi, ritornando "amici". O almeno così era stato per sua moglie, visto che il cantante continuava a guardarla con occhi da innamorato. E la cosa lo irritava terribilmente.
- Certo che scherzavo, scemo. – rispose lei, scoppiando a ridere osservando il viso esterrefatto del marito.
- Non è divertente! –
- Per me sì. Tutto è divertente da quando stiamo insieme. – rispose felice, poggiando placidamente la testa sul petto del giovane e chiudendo gli occhi.
 
Molte cose erano cambiate dal giorno in cui Kyoko aveva accettato di uscire con il suo senpai, anzi, la notte in cui Corn era entrato della sua camera, facendole spiattellare il suo amore per Ren.
Da allora, era stato un susseguirsi di confessioni, di nuove emozioni, di scoperte straordinarie, di litigi anche, ma tutto ritornava sempre al punto iniziale di quella storia d’amore così assurda quanto unica, iniziata quasi vent'anni prima sulle rive di un ruscello nascosto tra i boschi di Kyoto, quando gli occhi di smeraldo di un ragazzo biondo, incrociarono quelli di una bambina dagli occhi d'ambra ricoperti di lacrime. E proprio in quel luogo magico era stato celebrato il loro matrimonio.
Erano sposati da sei anni, dopo appena un anno di fidanzamento. Ren, anzi, Kuon, non aveva voluto aspettare oltre. Avevano atteso anche troppo.
Nonostante le iniziali perplessità di Kyoko, il loro matrimonio era stato benedetto dall'arrivo della piccola Ishiko, il cui nome significava “Piccola Pietra” in onore della pietra che Corn aveva donato alla sua Kyoko-chan. Occhi d'ambra e capelli d'oro, Ishiko era la perfetta fusione dei suoi genitori, nonché il loro più grande orgoglio. L’ultima nuova gioia della coppia, era l’attesa del secondogenito, che Kuon sperava fosse un maschio e che avrebbe già saputo come chiamare, e non sarebbe certo stato col nome di Fuwa.
Entrambi avevano molte persone da dover ringraziare per essersi conosciuti, poi rincontrati ed infine innamorati, primo tra tutti il destino.
- E se fosse un’altra femmina? Che ne dici di Destiny? – chiese eccitata Kyoko, come se avesse avuto un’illuminazione.
- É orribile! – sentenziò lui, sconvolto dalle idee terribili della moglie.
- Uffa! Non ti piacciono mai i nomi che scelgo! – protestò, mettendo su il broncio.
- Tesoro, vorrei ricordarti che ho bocciato solo i nomi che suonavano ridicoli, tipo quelli delle Principesse Disney: Aurora, Biancaneve, Ariel, Belle, Jasmine. Ci sono nomi decisamente migliori. Ne troveremo uno come abbiamo fatto per Ishiko. –
- Non sono nomi etichettati Disney guarda, i racconti esistevano da prima, però va bene, ho capito. Speriamo sia davvero un maschio alla fine, visto che abbiamo già il nome. – rispose lei sbadigliando, iniziando a sentirsi stanca.
- Stai bene? Vuoi tornare in albergo? – le chiese preoccupato. In quei giorni di vacanza a Kyoto, si era stancata molto, soprattutto con Ishiko che non stava mai ferma e voleva passare le giornate a cercare le fate nel bosco. "Tale madre, tale figlia." pensò.
- Sto bene, ho solo un po’ sonno, ma non voglio andare via. Ishiko si sta divertendo. Mi limiterò a riposare su di te. – scherzò lei, sistemandosi meglio tra le braccia del marito.
- Felice di farti da cuscino. Comunque sicura non ti dispiacerebbe chiamarlo così? –
- Certo che no, o te lo direi spietatamente come fai tu con me. –
- Mi fai sembrare cattivo. –
- Lo sei. Ti ricordo che sei tu quello che mi ha punito per averti nascosto che ero Bō. Mi hai fatto fare tutto quello che hai voluto per un’intera settimana, mentre io non ho quasi fiatato quando mi hai detto di Corn e del tuo passato. –
- Infatti non hai fiatato. Te ne sei semplicemente andata da casa mia sbattendo la porta dopo che ti avevo detto la verità. Non immagini come mi sia sentito vedendoti andare via in lacrime. Pensavo fosse finita. –
- Che ti aspettavi, che ti gettassi le braccia al collo? Mi sono sentita ferita anch’io, quindi l’unica cosa che potevo fare era andare a schiarirmi le idee prima di dire qualcosa di cui potessi pentirmi. In ogni modo, il giorno dopo eravamo a rotolarci tra le lenzuola del tuo letto, anche per colpa della mia punizione, quindi non lamentarti. – gli ricordò ancora un po' risentita per l'assurda punizione che le aveva inflitto. Aveva atteso la loro prima volta per poi segregarla nel suo appartamento con la scusa della punizione per avergli taciuto di Bō. Era stata la settimana più imbarazzante di tutta la sua vita, ma anche la più romantica e passionale, anche se non lo avrebbe mai ammesso con quel playboy di suo marito.
- E chi si lamenta. É stato un bel modo per riappacificarci e per sfruttare la mia vendetta su te. – sghignazzò, ricordando ancora le sue proteste.
- Immagino. Comunque mi va bene il nome e poi so quanto ci tieni. – lo rassicurò, concorde anche lei a quella scelta.
- Ti ringrazio, Kyoko-chan. – sorrise Kuon, baciandole la tempia e osservando i suoi occhi chiudersi.
- Di nulla, Corn. – mormorò lei, prima di appisolarsi.
 
Inconsapevole del pericolo scampato  - grazie al padre -  di ritrovarsi con uno dei nomi dei Principi Disney o con quello di un certo cantante biondo, il piccolo Rick si lasciava cullare dal battito della madre, che avrebbe conosciuto cinque mesi più tardi, ma di cui avrebbe scoperto presto l'ossessione per il mondo delle fiabe. Soprattutto dopo aver ascoltato una certa favola della buonanotte su un principe delle fate, una bambina in lacrime in giro per i boschi di Kyoto e dell’inizio della loro bizzarra storia d’amore.
 
 
 

Fine 
 
 



Ed eccoci con l'ultimo capitolo ^^ ma in realtà starei lavorando a un seguito, anzi, un prequel, anzi entrambi XD non saprei come definirlo ^^' ma vedremo in futuro se lo pubblicherò o no. 
La ragazza altri non era che una cugina che ho inventato XD poi chissà che Kuon non abbia davvero dei cugini XD
Il nome Ishiko è stata un'idea di quella genia di Catness, che mi ha suggerito di legare il nome della bimba alla pietra di Corn, così è venuto fuori Ishiko :3
Che altro dire... grazie per aver letto questa storia terribilmente romantica XD spero vi sia piaciuta ^_^ 
Grazie di cuore per le recensioni <3 <3 <3 <3
A presto, se vorrete ^_^
Baci Faby <3 <3 <3 <3 

P.S. ve lo ricordo sempre ^^ ho aperto una pagina dedicata a Skip Beat. Se volete, passate a darle un'occhiata e magari un like ;)   Skip Beat Italia - Cain&Setsu  

 

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