The hot guy is an asshole: stay away from him [in revisione]

di perseus_jackson_x
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo. ***
Capitolo 2: *** capitolo primo ***
Capitolo 3: *** capitolo secondo. ***



Capitolo 1
*** prologo. ***


 
 
Nico quella sera doveva lavorare, odiava passare i sabato sera in quel luogo così affollato. Al ristorante italiano di suo padre, si presentò il ragazzo più bello che avesse mai visto, Percy Jackson. 
Qualche minuto dopo si presentò una ragazza dai capelli rossi e ricci, gli occhi a malapena truccati e la bocca tinta di rosso. Indossava uno stupendo vestito color verde acqua, con stampe floreali ai confini  della gonna. 
Rachel, il nome della ragazza, era semplicemente fantastica. Conosceva anche lei, purtroppo. Era il classico esempio di figlia di papà, la si poteva considerare perfetta, se non fosse stata leggermente pazza. Cioè, andava in giro dicendo a tutti che aveva delle visioni. P A Z Z A. 
Dopo qualche ora i due se ne andarono, erano appena le dieci e Nico non avrebbe chiuso il ristorante prima dell'una. 
«Quanto è bello» sospirò Annabeth, accanto a lui. 
Annabeth Chase, diciassette anni. "Migliore amica" del moro o almeno lei si definiva così, ma secondo Nico lui non aveva amici. Era la ragazza più intelligente della loro scuola, era anche la più brava in ricamo! Nico non lo avrebbe mai ammesso, ma era quasi più brava di lui a Mitomagia online. E sì, i due erano nerd fino al midollo. Nico era il classico bello ma tormentato, lui però non si sentiva per niente bello ma totalmente tormentato. Passava le serate dei weekend a giocare ai videogiochi, pensandoci passava anche gli altri giorni davanti agli schermi tecnologici. Annabeth invece era la classica secchiona, tranne il fatto che lei era semplicemente mozzafiato. Se avesse voluto, avrebbe messo in imbarazzo tutte le ragazze belle e senza cervello della scuola. Ma ovviamente non lo voleva, così rimaneva nell'anonimato. 
«Chase, stai sbavando» ridacchiò Nico, beccandosi un'occhiata torva dalla ragazza. 
«Passerei le ora ad annegare nei suoi occhi» Annabeth, aveva una cotta per Percy. 
La sua durava più o meno da quando aveva dodici anni, cioè da quando si conoscevano.
All'inizio erano stati migliori amici, poi Percy aveva conosciuto la popolarità e l'aveva abbandonata. Le si era spezzato il cuore, quando a quattordici anni aveva visto il moro sbaciucchiarsi con una bionda a caso. Annabeth, pensandoci, si sentì male e per poco non le venne da piangere. 
«Dai Annie, è un coglione, non merita le tue lacrime» Nico stava cercando di tirarla su di morale, ma per lui i sentimenti altrui erano ancora un mistero. 
«Vorrei tanto fargli ciò che lui ha fatto a me» la bionda storse il naso, poi i suoi si illuminarono, come ogni volta che le veniva un'idea. 
«A cosa pensi?» le chiese infatti Nico. 
«Ho intenzione di farlo innamorare di me, Di Angelo, e tu mi darai una mano» Nico aveva assunto una faccia tra il sorpreso e il divertito, ma lui sapeva che quel piano non sarebbe mai stato messo in atto. 
«Cosa vuoi fare, esattamente?» il moro si leccò le labbra, incuriosito. 
«Da domani si diventa popolari, ho già in mente un piano. Oh Nico, sarà anche meglio di Diaro Di Una Nerd Superstar!» Annabeth si guardò in torno, cercando di capire se qualcuno li stesse spiando. 
«Farai coming out, sai quanto sia progressista la nostra scuola. Essere diversi equivale ad essere popolari!» la bionda era esaltata, quasi non sembrava lei. 
«Aspetta, aspetta, aspetta. Chi ti dice che io sia gay?» Annabeth inarcò un sopracciglio 
«Non lo sei, Nico?» lui sospirò, per poi annuire. 
«Affare fatto?» la bionda allungò la mano verso il moro, per stringere un patto. 
«Sì, facciamolo» Nico strinse la sua mano, per poi lasciarla pochi secondi dopo. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ehi! niente da fare, non sono brava con le introduzioni, ma se siete qui vuol dire che almeno l'avete trovata leggibile. 
Che ve ne pare? Ovviamente è solo un'introduzione, perciò è molto corta. 
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione, soprattutto se volete un prossimo capitolo. 
Un bacio,
-Alessia. 

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Capitolo 2
*** capitolo primo ***


Annabeth era pronta a quel salto di qualità, si sarebbe fatta notare da quel Testa d'Alghe e magari, sì perché no, se lo sarebbe anche fatto. 
Scosse la testa al quel pensiero, per niente da lei. 
Si guardò un'ultima volta allo specchio, si sentiva a disagio in quei vestiti. Indossava un top rosso sangue che le metteva in risalto i seni, dei jeans neri e aderenti che le fasciavano perfettamente i glutei, e un paio di zeppe di sughero. I suoi ricci biondi erano legati in una coda alta, alcune ciocche però erano sfuggite al codino cadendo libere. Non era truccata, non se la sentiva proprio di rovinarsi il viso con quei prodotti infernali. 
Respirò profondamente e poi prese la borsa e si diresse a scuola, dove avrebbe incontrato Nico. 
Quest'ultimo non aveva chiuso occhio, era davvero ansioso. E se non fosse stato accettato? Si sarebbe trasferito all'istante, se ne sarebbe fregato della sua età, sarebbe corso fino alla stazione ferroviaria e sarebbe partito per l'Alaska. Gli sembrava un ottimo piano B. 
Quel mattino si era vestito come da routine: jeans neri strappati, maglia del medesimo colore a mezze maniche, e scarpe... indovinate di che colore? 
Non aveva neanche provato ad aggiustarsi i capelli, sarebbe stato tempo prezioso sprecato. Aveva semplicemente preso la borsa ed era corso a scuola. 
La  New York High School era una scuola davvero particolare. Lo si poteva capire già dai giardini pieni di fiori di ogni genere (piantati dal club vegetariano della scuola), dalle mura calendoscopiche (dipinte  dal club artistico), lo si capiva dai ragazzi che la frequentavano (quasi tutti una banda di decerebrati, con il sorriso sempre sui volti). Non solo la NYHS aveva un nome di merda, no, oh no, aveva anche tanti club popolati da persone fin troppo carine e socievoli. Nico li odiava tutti, o almeno quasi tutti. 
Quando incontrò Annabeth quasi non la riconobbe, se fosse stato etero ci avrebbe provato spudoratamente. Ma purtroppo era fin troppo gay, e questo gli ricordò che era arrivato il momento. 
Le prime ore scolastiche passarono velocemente, nessuno aveva notato il nuovo look di Annabeth e nessuno aveva semplicemente notato Nico. O almeno il moro così pensava. 
«Pronto?» gli aveva domandato Annabeth, quando lo aveva visto verde in volto. Stava per vomitare? 
«No» rispose semplicemente, per poi attirare l'attenzione dei ragazzi in corridoio. Tutti si fermarono a guardarlo, soprattutto una testa bionda che lo aveva precedentemente notato. 
«Sentite, la farò breve, va bene? Sono gay, gay fino al midollo. Ma questa è una scuola progressista, no? Dovreste accettarmi-» non finì neanche di parlare che degli applausi lo sorpreso. 
"Hai avuto fegato, amico" aveva sentito dire, da qualcuno, "Ehi, ti va di sederti con noi?" continuavano le voci. Ce l'aveva fatta! 
Annabeth subito corse da lui e l'abbracciò, per poi sussurrargli che il piano A stava funzionando alla grande. 
«Uhm, posso parlarti un attimo?» Annabeth si girò, un ragazzo biondo, alto e con gli occhi profondi come l'oceano le si era piazzato davanti. 
«Oh, mi dispiace ma non sono interessata» gli aveva semplicemente detto, prima di tornare a parlare con il moro. 
«Oh, no, non parlavo  con te. Nico, ti va di mangiare insieme oggi?» il moro si sporse per vederlo meglio, aveva già visto quel ragazzo da qualche parte ma non ricordava dove. 
«E tu sei?» si leccò le labbra, non era male il biondo. 
«Will, Will Solace» gli sorrise, mostrando due fossette ai lati delle guance, a Nico si prosciugò la bocca. 
«Allora Will, vuoi davvero pranzare con me?»
il biondo annuì solamente. 
 
 
Annabeth roteò gli occhi mentre se ne andava all'aperto a pranzare. Si sentiva leggermente invidiosa dell'amico, ma sapeva che era sbagliato. 
«Annabeth? Annabeth Chase?» la bionda di girò verso la voce, trovando il protagonista dei suoi sogni più nascosti con una cagn- ragazza. Ragazza, Annabeth. 
Cercando di alzarsi da terra inciampò in un tubo d'irrigazione, ma il ragazzo prontamente l'afferrò cingendole la vita. I due si guardarono profondamente negli occhi, il grigio incontrò il verde acqua. Si guardarono a lungo, fino a quando non sentirono la ragazza di prima tossire. 
«Percy, cosa stai facendo?» intervenne poi, quella. 
«Drew, aspettami dentro» la ragazza furiosa corse dentro, maledicendo la povera bionda. 
Dopo essersi accorto che stringeva ancora la ragazza, arrossì...? Percy Jackson arrossire? Quasi impossibile da credere, quasi. 
«Uhm, sei diversa» disse solamente, cercando di non far diventare il tutto più imbarazzante. 
«Diversa?» lei inarcò un sopracciglio, leccandosi poi le labbra. Il ragazzo colse ogni particolare di quei movimenti, la trovava molto attraente. Da quanto non si vedevano? 
«Sì, cioè, sembri cambiata. Non in peggio ovviamente, ma in meglio. Sei molto carina» stava incominciando a straparlare, la bionda lo guardò incuriosita. 
«Definisci ca-ri-na» scandì bene l'ultima parola, mentre si alzava da terra poiché la campanella sarebbe suonata a momenti. 
Il ragazzo le sorrise solamente, imbarazzato. 
Lei si morse il labbro, poi poi dire: «Io devo andare, è stato un piacere conversare con te. Ci si becca in giro» se ne andò poi sculettando, sperando che il ragazzo la stesse guardando. Era così, Percy fissava quel posteriore allontanarsi come una moglie vedeva il marito partire per la guerra. Non sapeva se l'avrebbe rivisto. 
 
 
«Ci si becca in giro? Davvero Chase? Mi aspettavo qualcosa di meglio da te» stavano parlando più o meno da dieci minuti, Nico l'aveva chiamata perché non riusciva a svolgere degli esercizi e poi la conversazione era sfociata in altri argomenti, come sempre. 
«Ero nervosa, stupido. Cosa vuoi da me?» sospirarono entrambi, poi ci fu qualche secondo di silenzio. «E con quel ragazzo, avete pranzato insieme?» Nico sperava non gli avrebbe chiesto di Will, e invece no, come sempre qualcuno ce l'aveva con lui. 
«un disastro, guarda» dopo un 'continua' di Annabeth, Nico riiniziò a parlare.
«All'inizio è stato anche carino, abbiamo molte cose in comune. Poi abbiamo parlato di Mitomagia Online e lui mi ha detto che non sapeva cosa fosse, da quel momento la magia si è rotta. Dopo aver finito di mangiare il dolce mi sono accorto che c'era il miele a glassarlo. Be', sai che sono allergico al miele. Comunque, mi sono gonfiato come un palloncino e ho dovuto fare delle punture per tornare normale. Non lo sento da quando gli ho detto che stavo diventando grande, davvero grande. Chissà come ha interpretato la frase! Oddio, non voglio neanche pensarci» sentì la bionda ridacchiare, per poi urlare, la telefonata si spense pochi secondi dopo. 
 
 
Annabeth era sdraiata supina, le gambe fuori dal letto che dondolavano. Stava parlando al telefono con Nico, quando sentì qualcosa toccarle una gamba. Si girò lentamente e vide un ragno grande due o tre centimetri. Incominciò ad urlare, poi gettò il telefono verso il ragno facendolo così spegnere. 
 
 
Percy era rimasto colpito dal cambiamento di Annabeth, tanto da affacciarsi verso la sua camera. 
Erano vicini di casa, e le loro camere quasi comunicavano. Percy sembrò ricordaselo solo dopo quella  mattina. 
Drew, la ragazza di prima, lo stava aspettando giù, ma lui se ne fregava.  
Era intento a guardare l'album dei ricordi, quello fatto da Annabeth per il suo quattordicesimo compleanno. Erano già passati quattro anni? 
Quel giorno Percy aveva fatto un casino, da quel giorno si erano allontani. Ma lui non si sarebbe mai pentito di quel bacio, anche se Annabeth non aveva corrisposto, o almeno lui pensava così. 
I suoi pensieri furono interrotti da delle grida isteriche che provenivano dalla casa della bionda, sapeva che era sola in casa, aveva visto i suoi genitori uscire. 
Uscì dalla camera e scese le scale, ma quando stava per aprire la porta principale si ricordò della sanguisuga, così torno al piano di sopra. Pensò per qualche secondo, poi agì. Aprì la finestra e poggiò un piede sul legno, l'altro sul ramo di un albero. Fissò poi le mani sul tronco di quest'ultimo e cercò di arrivare all'altro lato dell'albero, il quale affacciava sulla casa della ragazza. Velocemente balzò nella sua camera e Annabeth neanche si accorse di lui, tanto che era concentrata sul ragno. Poi Percy, capendo ciò che stava succedendo posò un piede sul ragno uccidendolo. In quell'esatto momento le urla terminarono e Annabeth vide Percy. Anche Percy in quel momento vide Annabeth, in mutande e con il top della mattina. 
«Ciao?» disse lui, cercando di tenere fisso lo sguardo negli occhi della bionda. 
«Ehi, che ci fai qui?» aveva chiesto, non notando lo sguardo imbarazzato del moro. 
«Ho sentito le tue urla e quindi ho fatto un salto, letteralmente» Percy indicò la finestra, portando gli occhi sull'albero. Tutto tranne il corpo di Annabeth. Tutto tranne il suo sedere. Tutto tranne le sue tette. Calmati Percy.
Annabeth fece segno a Percy di sedersi sul letto, poi si stese come prima. 
«Ho visto un ragno» rabbrividì al pensiero di quell'essere spregevole, le era salito su di una gamba! 
«Oh, lo so, la tua fobia, ricordo» Percy chiuse gli occhi, sdraiandosi anche lui. Da quella posizione riusciva a sentire l'odore dolce della ragazza, fragole e menta. 
«Ricordi?» Annabeth si alzò appena, trovandosi con il volto a venti centimetri circa da quello di Percy. 
«Eravamo migliori amici, sapevo tutto di te» sospirò, portando le mani sotto la testa. 
«Già» Annabeth si accasciò sul cuscino, come prima. 
«Sarebbe bello tornare di nuovo amici, no?» la bionda si girò verso Percy e gli sorrise, annuendo. 
Improvvisamente il cellulare di Annabeth cominciò a squillare, non c'è bisogno di dire che il momento fu rovinato. 
La ragazza si alzò dal letto e andò a recuperare l'oggetto, notando che si era graffiato completamente. 
«Nico?» Percy era ancora steso sul suo letto, osservando ancora la ragazza. Non poteva permettersi di invaghirsi di nuovo di lei, non poteva proprio. 
«Oh, ho visto un ragno. Sì un ragno, sai che ho paura» pochi minuti dopo Annabeth staccò e tornò dal moro, che la stava aspettando. 
«Era Nico» disse solamente, sospirando «Si è stranamente preoccupato quando non gli ho risposto più» posò il telefono sul comodino, con una leggera smorfia sul viso. 
«I miei genitori non me ne compreranno uno nuovo, è il terzo che rompo. È la seconda volta per un ragno!» Percy ridacchiò appena, poi puntò lo sguardo, casualmente, sull'orologio. 
«Merda! Devo andare, Sapientona. Ci vediamo domani, okay? Pranzi con me, mi sei mancata» Annabeth stava incominciando a confondersi, il tutto peggiorò quando il moro le lasciò un bacio sulla guancia lasciandola interdetta. 
«A domani, Testa D'Alghe» sospirò solamente, quando il ragazzo era già andato. Si alzò poi dal letto per andare verso la cucina, e mentre cammina capitò dinanzi lo specchio. 
«Sono stata in mutande davanti a Percy e lui non mi ha degnata di uno sguardo» si intristì leggermente, non sapendo la ovvia verità. E si dichiarava intelligente, la ragazza. 
«Ho bisogno di Piper, solo lei può aiutarmi» immediatamente chiamò la ragazza, anch'ella amica d'infanzia. Le diede consigli su come acconciarsi, che Annabeth aveva deciso di metterli in pratica la mattina successiva. 
Be', quello che successe la mattina seguente segnò completamente il corso della storia. 
 
 
 
 
QUESTO CAPITOLO FA SCHIFO, MA OKAY, NON VOGLIO ESSERE COMPLETAMENTE NEGATIVI, QUINDI QUESTO CAPITOLO FS SOLO LEGGERMENTE SCHIFO:) 
a parte gli scherzi, non mi piace quasi per nulla, davvero, eppure ho cercato di impegnarmi. Forse faccio schifo io!
Lasciate delle recensione per farmi sapere se vi piace almeno un pochino, e soprattutto se volete il capitolo successivo. 
Vi lascio. 
-Alessia. 

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Capitolo 3
*** capitolo secondo. ***




«Sicura, Pip? Cioè, è legale?» chiese ancora la bionda, ottenendo solo un'altra occhiata da parte della mora. 
«Annabeth, cavolo, sono solo dei pantaloni corti!»
Be', erano un po' tanto corti, ma la sua scuola li accettava.
Sotto consiglio dell'amica aveva indossato una maglietta a mezze maniche blu elettrico, con le maniche di merletto e con una scollatura molto ampia, poi dei pantaloncini di jeans bianchi e dei tacchi colorati come la maglia. I capelli erano sciolti sulle spalle, acconciati in morbidi boccoli. 
Era a disagio, cosa naturale per la bionda. 
Insieme entrarono pochi minuti prima che suonasse la campanella, Annabeth fu subito notata, molti ragazzi rimasero a bocca aperta. 
'Annabeth Chase? Annabeth So tutto io Chase?' erano più o meno di questo genere i commenti, anche se tutti erano sorpresi in meglio. 
«Annabeth, ehi!» a richiamare la sua attenzione furono due ragazzi, che avevano detto la stessa cosa nello stesso momento. 
Nico e Percy si guardarono per qualche secondo, poi si girarono di nuovo verso la ragazza. 
«Cosa hai fatto, Chase?» chiese Nico, sconvolto. 
«Già, cos'hai fatto Chase?» Percy sembrava alquanto agitato al pensiero di Annabeth fissata da tutti. Geloso, Jackson? 
«Oh, questi? Sono solo alcuni stracci che mi ha prestato Piper» Nico rimase a bocca aperta, Annabeth che ascolta i consigli di moda di Piper? Male, molto molto male. 
«Sei quasi nuda, ti prego» sbuffò, infatti, il minore. 
«Il corpo è mio e ci faccio quello che voglio, Di Angelo»
«Ma non è da te, Annie» si intromise Percy, rivenendo un'occhiata torva dalla bionda. 
«Bene, fate e dite come volete. Io vado, ciao» scappò subito nell'aula di Storia e Mitologia. Fortunatamente nessuno dei due ragazzi era abbastanza intelligente per frequentare quel corso. 
Avrebbe avuto due ore, di quella materia, poi tre di algebra, sfortunatamente con Nico. 
«Uhm, sei nuova?» Annabeth si girò verso la voce e trovò Luke Castellan, il ragazzo carino, dolce e simpatico della scuola, ma era anche molto popolare. 
«No, no, sono Annabeth Chase» sospirò infastidita, insomma, stavano in classe insieme da almeno tre anni. Come cavolo aveva fatto a non riconoscerla? Poi si ricordò, il nuovo look stava funzionando. 
«Oh, -il biondo arrossì appena- scusami, non ti avevo riconosciuta». Luke prese posto proprio dietro Annabeth, sperando di continuare la conversazione. 
«Non preoccuparti» gli sorrise, girandosi poi in avanti quando il professore Riordan entrò in classe. 
La lezione era leggermente noiosa, a chi frega delle guerre Persiane e di come gli Ateniesi le vinsero? Be', a nessuno, comprese due certe testoline bionde che continuavano a scambiarsi bigliettini. 
"Che noia. E se chiedessimo di uscire?"
"Non credo ci faccia uscire entrambi, in aggiunta nello stesso momento, Castellan"
"Scommettiamo?"
"Cosa?" 
"Se perdo ti farò i compiti di questa materia per un mese" 
"E se vinci?"
"Mi sembra ovvio, sabato sarai occupata perché avrai un appuntamento con il sottoscritto"
Improvvisamente il cuore di Annabeth sussultò, voleva diventare popolare? Sì. Voleva uscire con quel ragazzo? Il suo cuore apparteneva a Jackson. Uscendo con il biondo sarebbe diventata popolare? Molto probabilmente. 
"Ci sto". 
Subito dopo aver ricevuto il biglietto, io biondo si alzò interrompendo la lezione del professore. 
«Zio Rick, se lasci andare me e la signorina Chase fuori, le mi concederà un appuntamento. Possiamo?» Annabeth diventò immediatamente porpora, gli sguardi indiscreti su di lei. 
Il professore ridacchiò, poi annuì, e così lasciò andare i ragazzi. 
«Tu. Sei. Pazzo.» scandì parola per parola Annabeth, dopo essere uscita dalla classe. 
«Forse solo un po'» corrucciò la fronte, il biondo, poggiandosi su di una parete rosa pastello. 
«Allora, la donzella dove preferisce andare questo sabato?» la bionda alzò le spalle, sedendosi su delle scale di ferro turchesi, su ogni gradino una frase del tipo: 'La vetta è vicina, scalami e arriva al successo'.
«Ho sentito che Silena e Clarisse danno una festa a casa della seconda, ti va andarci insieme?» là ragazza si leccò le labbra, per poi dire «Perché no» 
 
 
 
Percy aveva sentito che qualcosa non andava. Lui le capiva al volo queste sensazioni. Era subito uscito dall'aula di ceramica, tutti vengono promossi lì, quando vide Annabeth ridere e scherzare con Luke Castellan. Invocò tutti i Santi, tutti i beati e incominciò a evocare anche tutti gli dei esistenti, si sentiva irritato da quella "coppia". Irritato, eh? Magari invidioso, geloso? No, eh? Solamente irritato. 
Sfortunatamente, mentre li osservava da dietro un muretto con tutti i pennelli del club di Arte in dei secchi, li fece cadere, causando una sinfonia di suoni cacofonici. Si maledisse mentalmente, ricordando di ringraziare suo padre per avergli trasmesso l'iperattività. 
«Jackson» alzò lo sguardo, notando a pochi metri il biondo serrare i pugni e la mascella. 
«Castellan, è sempre bello vederti, soprattutto quando sei all'opera e dimostri quanto tu sia carino. Ma, sai, lei non si tocca, off limits, un grande no per Castellan!» Percy adorava punzecchiare il suo vecchio amico, che ormai non lo era più. 
Luke si stava per rivelare come era veramente, come Percy lo conosceva, poi si ricordò della presenza della ragazza e sembrò rilassarsi. 
Percy in quel momento si sentì così tanto il Signor Darcy della situazione, che cerca di salvare la sua Elizabeth Bennet dalle losche mani del Signor Wickham. Doveva finirla di vedere i film strappalacrime con Leo e la sua ragazza, stava diventando una donna! 
«Io non ho cattive intenzioni con lei, sai come sono, Jackson. Usciremo solo questo sabato, andremo alla festa sai? Dovresti venirci anche tu, porta Rachel oppure Drew» 
«Ora basta! Perché vi comportate così?» la bionda era irritata dai comportamenti infantili dei due. 
«Chiedilo a lui» Percy, infastidito, corse via lasciando i due da soli. 
«Cosa cavolo è successo?» Leo Valdez, diciassette anni, un peperino in tutti i sensi, arrivò in quell'esatto momento, notando il disastro che aveva combinato Percy. Sfortunatamente arrivò anche la professoressa Calypso, che notando anche lei il disastro a terra, si rivolse al povero Leo che proprio quella non c'entrava niente. Il ragazzo li guardò spaesato, no capendo nulla di quello che stava accadendo, ritrovandosi in punizione senza motivo. 
I biondi si guardarono negli occhi cercando di trattenere le risate. 
 
 
 
Nico aveva trovato quel libro di poesie francesi nella libreria a casa sua, apparteneva a sua madre, lo aveva capito quando aveva visto il fiorellino che sua madre disegnava sempre. 
Aprì il libro e incominciò a leggere:
«Les enfants qui s’aiment s’embrassent debout
Contre les portes de la nuit...»
«Et les passants qui passent les désignent du doigt. Mais les enfants qui s’aiment
Ne sont là pour personne
Et c’est seulement leur ombre
Qui tremble dans la nuit
Excitant la rage des passants
Leur rage leur mépris leurs rires et leur envieLes enfants qui s’aiment ne sont là pour personne

Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l’éblouissante clarté de leur premier amour» quando aveva sentito qualcuno parlare, si era girato verso la voce, trovando Will Solace. Il suo accento impeccabile, la sua voce irresistibile.                        «Ti piace Prévert?» aveva chiesto il biondo, pochi secondi dopo aver finito di recitare la poesia.                  «Solo questa in realtà, era la preferita di mia madre» confessò Nico, chiudendo il libro e riponendolo nello zaino.                                                                                   «Ha cambiato genere? Non le piacciono più questo tipo di poesia?» Nico scosse la testa, era ancora imbarazzato dall'altro giorno, ma il biondo non sembra ricordarsene.                                                          «E' morta sette anni fa, in realtà» Will sbiancò, sentendosi immediatamente in colpa, ma Nico gli sorrise. Cioè, Nico Di Angelo non sorride okay? È stato un impulso involontario. Poi, il biondo, si fece coraggio e disse:                                                          «Ti va se andiamo insieme alla festa di Silena e Clarisse, questo sabato?» Nico aprì la bocca sorpreso, poi annuì e dopo un altro spasmo ai muscoli delle labbra, andarono a lezione di ceramica insieme, perché si sa, a ceramica vengono promossi tutti. 

 

 

 

 

 

 

HELLO THERE!

volevo solo dire che la poesia che ho trascritto in Francese io la conosco in italiano e non essendo per niente brava in quella lingua l'ho copiata da Internet, spero non ci siano errori. Ragazzi, oggi sono stata promossa al recupero di greco e quindi mi è venuta l'idea dell'aula di ceramica quando abbiamo parlato dei greci e delle loro arti. 

Comunque, che dobbiamo fare con quel Valdez? Sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma io lo amo comunque! Nel prossimo capitolo sarà presente anche lui, infatti. Recensite in tanti per farmi capire che volete il prossimo capitolo(; 

Ora vado, ho sonnooo. 

Un bacio, 

-Alessia 









l'header che ho appena fatto! Spero vi piacciano i personaggi che ho scelto. 

http://bazaart.me/3134825

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