Nalu week 2016: Our love is magic

di Annabeth_Granger1
(/viewuser.php?uid=861518)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Longing ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Reunion ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Admiration ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Secrets ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Struggle ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Climax ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: The End ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Longing ***


Our love is magic

 

Nalu week – Day 1°: Longing.

 

«Levy-chan!»

Un urlo partì vicino ai cancelli della loro scuola, la prestigiosa “Fairy Academy”.

L'istituto era davvero molto grande: il cancello in ferro battuto, l'immenso giardino e la gigantesca porta d'entrata in legno, ormai spalancata, che portava all'interno dell'edificio costituito da scale bianche molto ampie e aule altrettanto spaziose e attrezzate.

Suddetto urlo lo lanciò proprio una delle ragazze più brave di tutta la scuola, e forse più normali oltre che più desiderate per la sua bellezza. Cioè Lucy Heartfilia.

Levy, chiamata in causa dalla ragazza, sentendola, si girò e le sorrise.

Gajeel, amico delle due studentesse, che era affiancato alla turchina, salutò con un ghigno la bunny girl, soprannome dato alla bionda da lui stesso per uno stupido incidente accaduto qualche anno prima, con protagonista un costume da coniglio, che Lucy fu costretta ad indossare, per salvare una certa persona da una figuraccia.

Lucy iniziò a parlare con loro finché si ricordò della cosa più importante di quel giorno.

La ragazza si mise a scrutare con gli occhi color cioccolato le persone che iniziavano ad entrare a scuola, alla ricerca proprio di quella persona.

Poco dopo la trovò, quella testa calda, che chiacchierava, o meglio litigava, con Gray, un altro compagno di classe di Lucy nonché suo amico d'infanzia.

Lucy lo rincorse, lasciando Levy e la ferraglia – soprannominato così dai suoi amici per colpa degli innumerevoli piercing – con un cenno della mano.

Quando stava per raggiungere i suoi amici, Natsu si girò, mostrandole un sorriso che incantava la ragazza ogni volta.

«Ciao, Lu-» le parole del ragazzo vennero fermate da un pugno di Lucy, che mirava appositamente alla testa.

«Invece di litigare, Natsu, dovresti ripassare.» disse l'amica, come se volesse rimproverarlo di non avere un libro in mano pochi secondi prima di varcare il cancello, ma la voce la tradì facendo sì che quelle parole fossero quasi una supplica. La “Fairy Academy” non era una scuola così severa, considerando il suo prestigio tra le altre della regione, ma sicuramente non bisognava avere più di un'insufficienza grave in pagella. E quello era il penultimo giorno di scuola.

Natsu non era una persona stupida, non del tutto, in certe occasioni sapeva dimostrarsi intelligente, a modo suo, ma di sicuro non gli piaceva studiare. E ciò lo testimoniavano le tre insufficienze in pagella che il ragazzo stava proprio per avere alla fine di quell'anno. Ma, fortunatamente, i professori gli avevano dato un'altra possibilità: se quel giorno, con almeno due delle tre verifiche impostatagli avrebbe ottenuto almeno più della sufficienza, recuperando così due materie, i professori avrebbero discusso sulla sua promozione e al suo proseguimento per l'ultimo anno di studi.

E Lucy era preoccupatissima. Natsu doveva superare quell'esame. Senza di lui per lei non sarebbe stato lo stesso.

Niente più baruffe alla mattina, chiacchierate prima, e durante, le lezioni. Le sarebbe mancato il suo sorriso e i suoi occhi, così profondi, determinati e vivaci. Lei aveva quel vivo desiderio nel suo cuore che lui superasse almeno due dei compiti in classe. Lucy aveva bisogno di lui.

Certo, se fosse stato bocciato avrebbe potuto vederlo ancora, ma lei non voleva questo, non sarebbe uguale, e lo sapeva bene.

Era desiderosa di vederlo tutte le mattine entrare in classe insieme a lei, o farle scherzi prima che lei entrasse, magari con il solito secchio pieno d'acqua sopra la porta dell'aula, con la conseguente strigliata del professore.

Lucy, con tutti questi pensieri, non si era accorta di aver osservato Natsu per tutto quel tempo, facendo sghignazzare Mirajane e Cana che si diedero il cinque, mentre la faccia della bionda si tingeva di un colorito tendente al rosso.

Il ragazzo, d'altro canto, a un certo punto, la guardò e sorrise.

«Lucy, mi sono fatto aiutare da tante persone attorno a me, supererò questo esame.» esclamò con certezza.

A quel punto la sua cara nakama, così la chiamava Natsu, sorrise per poi vedere qualcosa che la stupì. Il sorriso di Salamander, altro soprannome dato dai compagni, si era incupito per un secondo, e ciò non le sfuggì. Aveva visto poche volte quello sguardo associato a quell'espressione e sperò di aver visto male. Si ripeté più volte, prima di varcare la porta della classe, che Natsu ce l'avrebbe fatta.

 

֎֍֎

 

Il giorno dopo Lucy era del tutto in tensione, forse più di Natsu stesso, che era appena entrato insieme alla professoressa nella proprio classe. Il voto di quelle verifiche sarebbe stato decisivo per la promozione del ragazzo, e tutti sapevano quanto Lucy ci tenesse.

Praticamente tutta la classe era lì, nel corridoio, mentre qualcuno cercava di origliare attraverso la porta, altri come Levy guardavano Lucy con ansia, oppure condividendo la loro apprensione.

 

Quell'attesa finì poco dopo, con Natsu che usciva dalla porta, tutto buio in viso. I nakama notarono quella sua espressione, che fece intristire Lucy ancora di più.

«Ci hai tentato, almeno. Questo è essere un vero UOMO» ruppe il ghiaccio Elfman, dopo un minuto straziante di silenzio.

«Già, ci ho provato,» rispose lui, per poi mostrare un ghigno che spaventò tutti «e ci sono riuscito!» finì infine la frase mostrando i tre compiti.

Uno aveva contrassegnato un sette, un altro un otto e l'ultimo un sei e mezzo. Ce l'aveva fatta per il rotto della cuffia, come quella testa calda sapeva fare.

Tutti lo abbracciarono – o meglio lo stritolarono – e pure Lucy gli saltò addosso. Il suo grande desiderio si era realizzato: Natsu sarebbe rimasto con lei anche l'ultimo anno di scuola. Ma, proprio quando lo stava abbracciando, a Natsu venne nuovamente quell'espressione, quella della mattina precedente, che Lucy non si era immaginata. La ragazza si irrigidì, fissandolo.

«Natsu, qualcosa non va?» chiese Erza per prima.

Il ragazzo, per tutta risposta, scostò Lucy da sé e iniziò a parlare, la voce non vivace come al solito.

«Ragazzi… sono contento di aver – forse – superato l'anno. Però c'è una cosa molto importante che dovete sapere.»

A quel punto tutti si fecero attenti, aspettandosi un'altra commedia come prima.

Lui, con la faccia scura, posò il suo sguardo su Lucy, conosciuta già fin da bambina, la sua migliore amica. La guardò negli occhi, profonde pozze marroni nelle quali ci si poteva specchiare, che in quel momento trasmettevano preoccupazione per lui. Infine Natsu prese un bel respiro.

«Come voi sapete io vivo solo con i miei fratelli, Happy e Zeref. Anche se lui fa il professore qui e io lo aiuto con qualche lavoretto datomi qui in paese, tutto questo non ci basta e purtroppo stiamo per trasferirci. L'anno prossimo andrò in un'altra scuola.» finì il discorso così, con quelle parole che Lucy non si scorderà mai.

I suoi amici, compagni fidati, strampalati e sempre sorridenti per quanto ne abbiano passate di tutte anche loro, lo guardarono shoccati dalla notizia.

Il vivo desiderio, il bramare di Lucy sul fatto che Natsu sarebbe rimasto con lui si sbriciolò in mille pezzi, mentre piccole lacrime iniziavano a scenderle dagli occhi.

Poco dopo sentì le braccia forti e calde del ragazzo che l'abbracciavano mentre il suo sguardo solitamente determinato le fece alzare lo sguardo, sfocato dal suo pianto.

«Ragazzi ci vedremo ancora! Questo non è un addio, no? Non andrò in un altro continente! Ci potremo ancora sentire.»

Gli altri non controbatterono, ma i loro sguardi non erano tanto sicuri delle parole del loro nakama, per quanto ci sperassero ardentemente.

Lucy si strinse di più al corpo del suo migliore amico sussurrando poche parole.

Non lasciarmi. Il mio desiderio è sempre stato uno: che tu rimanga con me.

 

Angolo dell'autrice:

Eccomi qui con la mia prima long qui sul fandom e praticamente la mia vera prima fic a più capitoli, scritta appositamente per la Nalu week. Longing l'ho interpretato secondo quello che diceva il mio gigantesco dizionario di inglese: brama e vivo desiderio.

Mi sono cimentata in una AU e spero che questo capitolo iniziale, tendente un po' al malinconico, vi sia piaciuto. Non tiratemi coltelli, forchette o pomodori, conoscendomi sicuramente verrà fuori un Happy Ending – si spera –, perché con me non si sa mai.

Ringrazio gaia21 per avermi detto come partecipare e spero che questa piccola long vi piaccia. Sarei contenta di leggere i vostri pareri anche con una piccolissima recensione, anche negativa, serve sempre per imparare, soprattutto a segnalarmi dei possibili – possibilissimi, direi! – errori all'interno del testo.

A presto!

Annabeth_Granger1.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2: Reunion ***


Our love is magic

 

Nalu week – Day 2°: Reunion.


Plin, Plin, Plin, Plin.

Pioggia. Evento atmosferico con una melodia tutta propria, rilassante e particolare, che a molte persone solo al sentirla fa storcere il naso. Ma essa è leggera e quasi accondiscendente con i pensieri di una ragazza dai capelli color grano. Anche la sua amica Lluvia sicuramente non avrebbe protestato.

Lucy camminava, intenta ad andare a scuola. Già… il primo giorno del suo ultimo anno di studi alla “Fairy Academy”.

Gli stivali scricchiolavano tra le foglie autunnali e le pozzanghere, unico rumore udito dalle orecchie della ragazza, insieme a quello provocato dalle stille d'acqua che cadevano pian piano sul cemento del marciapiede. I nuvoloni grigi prevedevano un possibile temporale.

Un passo dopo l'altro, gli occhi spenti e ricolmi di tristezza di quella diciannovenne quasi sempre sorridente e alla ricerca di nuove avventure.

La casa di Lucy non era lontana dalla scuola, ma nemmeno vicinissima. I suoi genitori abitavano nella capitale per il loro lavoro e, dato che la figlia era in grado di vivere da sola, per farle continuare gli studi, l'hanno lasciata lì in un'altra casa, anche se andavano a trovarla ogni week-end.

L'estate era passata velocemente, ma con un'agonia sopportata dalla ragazza per tutto quel tempo. Quel periodo, formato dai tre mesi più caldi dell'anno, l'aveva trascorso insieme alle sue amiche, con Pigiama Party, giochi e risate, cercando di dimenticare e sperare che tutto andasse bene. Soprattutto che lui tornasse.

Lui, Natsu.

Il ragazzo che Lucy aveva pensato per tutta l'estate non si era più sentito. Varie persone in paese spettegolavano, dicendo a tutti che la famiglia Dragneel si era trasferita alla fine del precedente anno scolastico del fratello diciannovenne. Il migliore amico di Lucy, quello che le mancava tanto, era stato promosso, ma lei non seppe più nulla di lui, di Zeref o Happy per tutti quei tre mesi. Di nessuno di loro.

L'ombrello rosa che proteggeva la bionda dalla pioggia, con tutti quei pensieri, sembrò caderle dalle mani.

Lacrime. Di nuovo. Iniziare un nuovo anno, senza sapere neanche dove fosse era davvero uno strazio.

Ragazzi ci vedremo ancora! Questo non è un addio, no? Non andrò in un altro continente! Ci potremo ancora sentire”.

Quelle parole le rimbombavano costantemente nel cervello. Lei si sentiva vuota. Un pezzo si era staccato dal suo essere.

La strada, vecchia, isolata e piena di buchi, rendeva il paesaggio ancora più malinconico. Le foglie, che cadevano da quegli alberi vicino a lei, di tutti i colori e le forme, ricordavano a Lucy le belle giornate passate insieme a lui, sia da piccoli sia da grandi, mentre correvano tra quel fogliame, ridendo e scherzando.

La ragazza, alla fine, si asciugò le lacrime con il dorso della mano. Non doveva piangere. Lui non ne sarebbe stato felice. Già. Lui, Natsu, quella testa calda vivace e strana, ma speciale.

Lucy pensò alle sue amiche, che l'avevano aiutata, nonostante pure loro soffrissero per un amico perduto. Levy che l'abbracciava, Erza che la consolava a modo suo, Mirajane e il suo sorriso, Lluvia fissata con il suo “rivale in amore” ma sempre disponibile, Cana e le innumerevoli bottiglie di alcolici con cui si ubriacava anche a scuola, per quanto fosse vietato dal regolamento. Gray e Gajeel che cercavano di farla ridere con gli scherzi più idioti, accompagnati dalle loro solite risse, mentre la povera Wendy, dolce e insicura, tentava di calmarli.

No, non poteva piangere. Non con loro e Natsu – per quanto lontano potesse essere – al suo fianco.

Lucy guardò l'orologio da polso azzurro regalatole dalla madre per i suoi diciannove anni. In seguito spalancò gli occhi, non credendo all'orario segnalato dalle lancette. Mancavano solo cinque minuti all'inizio delle lezioni.

«Arriverò in ritardo! Colpa della mia indole pensierosa!» esclamò lei, iniziando a correre per arrivare il prima possibile all'interno della “Fairy Academy”.

Appena arrivò al cancello, esso era già aperto, il ferro battuto bagnato e un poco arrugginito.

Corse ancora, quasi inciampando per colpa dell'acqua sul terreno, ed entrò nell'istituto chiudendo l'ombrello fradicio. Era sola, tutti, a quanto pare, erano già entrati nelle rispettive classi.

Salì le scale notando che anche esse erano umide per colpa delle impronte lasciate dalle scarpe degli studenti saliti prima di lei.

Arrivò ansimante al secondo piano, prese i libri dall'armadietto e esitò davanti alla porta della classe. Era la prima volta che arrivava in ritardo, soprattutto il primo giorno di scuola. Le venne in mente Natsu quando arrivava anche quindici minuti dopo l'inizio dell'orario scolastico giornaliero, prendendosi delle sgridate dal prof che facevano ridere tutti.

Quanto voleva che lui fosse lì.

Scosse la testa per scacciare quei pensieri. Se c'era una cosa che Salamander le aveva insegnato era quella: non esitare.

Bussò, aspettando una risposta all'interno dell'aula.

«Avanti.» sentì lei. All'inizio, prima di posare la mano sulla maniglia, cercò di capire la voce che aveva udito.

Non è possibile” disse tra sé e sé, spalancando successivamente la porta d'entrata.

Rischiò di svenire. Zeref Dragneel, il professore di sostegno della classe, era seduto davanti alla cattedra. Proprio lui, il fratello di Natsu.

Sì, Natsu, quel ragazzo che era davanti a lei proprio in quel momento. Lucy sgranò gli occhi per la seconda volta in una sola giornata. Davanti a lei c'era lui. Quella testa calda del suo migliore amico.

Si guardarono per un po'. Non c'era più nessuno tranne loro.

A quel punto Natsu le donò uno di quei sorrisi che le erano mancati tantissimo, anche se solo per tre mesi, e che lei credeva, fino a quel momento, di non poter più rivedere.

Lucy corse coprendo la poca distanza che c'era tra loro, stavolta la prima mossa fu sua. Lo abbracciò forte, cingendogli il collo con le braccia e affondando la testa sul suo petto caldo e accogliente, sentendosi protetta, a casa. Dagli occhi calarono piccole gocce di pianto, proprio come quelle della pioggia. Ma erano di felicità. Quell'emozione ritrovata che la loro riunione le aveva dato. Non era un sogno, e il suo desiderio di un nuovo anno con lui si era avverato.

«Non ti lascio, è anche un mio desiderio rimanerti accanto.»

Lucy si staccò, guardando il suo compagno di avventure, sbalordita. Era la risposta alla frase che lei aveva sussurrato l'ultimo giorno che si erano visti! Era strano questo suo modo di parlare. Ma lui continuò a mantenere il sorriso, e pure lei infine ricambiò.

Zeref, con un sorriso compiaciuto, li guardò per tutta quella scena commovente e tenera, per poi indicare a Lucy di sedersi.

Solo a quel punto lei arrossì, rendendosi conto di tutte le occhiate dei compagni. Però lei era troppo felice per il ritorno di quel ragazzo. Si sedette al suo posto accanto a Levy. La sua nakama la guardò, felice per lei, e le riserbò un sorriso.

«Come stava dicendo Natsu prima che Lucy arrivasse – per questa volta non conto il ritardo, signorina Heartfilia –, ci eravamo trasferiti appena finita la scuola. Ma Mavis, la professoressa di matematica, ci ha aiutato, facendomi ottenere la cattedra di giapponese con l'accordo del preside Makarov. Così siamo tornati qui prima dell'inizio del nuovo anno scolastico.» spiegò il prof Dragneel. Tutti sapevano però, grazie a Natsu, che il vecchio insegnante di sostegno e la professoressa Vermillion avevano una relazione. Questo pettegolezzo girava già da un anno ma il fratello di Zeref, con la sua ingenuità, lo confermò davanti a tutti.

«Già, e dato che mio fratello sposerà Mavis, grazie al suo aiuto siamo tornati qui!» finì Natsu, non notando l'occhiataccia del fratello.

«Natsu Dragneel, non dovevi dirlo!» lo rimproverò Zeref, con degli sghignazzi di sottofondo da parte dei compagni di classe.

 

֎֍֎

 

La campanella dell'ultima ora suonò e, mentre tutti si apprestavano ad uscire dall'edificio per terminare definitivamente il primo giorno di scuola, Lucy osservò Natsu. Quest'ultimo stava litigando con Gajeel e Luxus molto vivacemente, tanto che la lite scoppiò in una solita rissa.

«Ehi, Lucy! Visto? Alla fine è rimasto con noi!» Levy si avvicinò alla ragazza insieme a Mirajane, mentre le dava quelle confortanti parole, che la bionda desiderava di sentire da un po'. A Lucy scappò un risolino, era davvero felice, la loro riunione era il regalo migliore che il destino le avesse mai potuto donare.

«Già. Sono davvero contenta di ciò.»

«Dovresti parlargli.» esortò – anzi impose – Mirajane, maliziosa come sempre, facendo arrossire un filo la bionda, dettaglio che l'albina approvò.

Poco dopo, usciti dai cancelli, Lucy si avvicinò al ragazzo, tirandogli la manica per chiamarlo. Lui si girò e, sempre sorridente, disse poche parole che fecero sciogliere la sua nakama da ogni preoccupazione.

«Visto, sono tornato! Te l'ho promesso, non ti lascio.»

Lucy, con gli occhi ormai non più umidi di tristezza, fece un cenno di assenso.

«Lo so. E sono contenta che tu sia qui.»

Parlarono del più e del meno, c'erano solo loro due, stranamente anche i loro compagni casinisti capirono e li lasciarono soli. Chiacchierarono tra quelle bellissime foglie dai colori caldi, mentre scoppiavano a ridere anche quando Lucy sgridò Natsu perché non l'aveva avvisata del suo trasferimento, del suo ritorno e del fidanzamento tra i due insegnanti. Intanto Natsu rideva, scompigliandole i capelli, e dicendole che sarebbe tornato comunque per lei e per i suoi nakama, con il solo risultato di farle apparire un piccolo finto-broncio sulla sua bella faccina per nascondere la voglia di ridere. Ma, ovviamente le loro avventure, e sventure, non erano finite. La loro riunione aveva riportato il sorriso, ma non solo.

In quel momento, infatti, non c'era la pioggia: splendeva il sole.

 

Angolo dell'autrice:

Eccomi qui, con il secondo giorno della week: reunion. Ovviamente l'ho utilizzato con il significato di rincontrarsi: non riuscivano a stare lontani, che pucci! Come avrete capito sono fissata con gli abbracci. In questo capitolo forse sono stata smielata, ho messo l'OOC apposta, anche se spero comunque di non aver sforato troppo. Come avrete capito Happy è il fratello di Natsu e Zeref, e, credetemi, servirà parecchio durante la storia, insieme a al maggiore (amo i rapporti tra fratelli!). Inoltre i genitori di Lucy sono vivi, ma lei abita in una casa da sola – per la felicità di Natsu. I banner che vedete sopra sono fatti da me, ma le fanart non mi appartengono, sono di proprietà de vari autori! Spero che questo capitolo vi piaccia. Ringrazio gaia21 e tanomax per aver recensito il precedente capitolo, sono lusingata di ricevere delle recensioni così, mi scaldano il cuore! Sarei contenta di ricevere un parere anche per questo capitolo, soprattutto per gli errori, i commenti aiutano sempre a migliorarsi.

Per finire: sono l'unica che vedrebbe Mavis e Zeref come Nalu shippers XD? O sono solo io? Sì, penso anche al povero Zeref che si imbarazza per colpa di Natsu e del matrimonio con Mavis, io e le mie strambe idee.

Beh, comunque, alla prossima!

Annabeth_Granger1.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3: Admiration ***


Our love is magic
 

Nalu Week – Day 3°: Admiration.

«Ehi, la prossima volta guarda attentamente per terra, Asuka!» disse il ragazzo dolcemente alla bambina, intimandole di stare attenta ai sassi lì in quel parco.

Lucy lo osservava, intento a curarsi della piccolina. Alzack e Bisca erano i vicini di casa di Natsu che avevano avuto una bambina qualche anno prima. Più lei cresceva, più diventava una bimba abbastanza dispettosa, ma molto intelligente e vivace. Quel giorno i genitori erano andati a fare una commissione, lasciando Asuka in custodia al rosato. Per quanto non fosse un ragazzo fin troppo responsabile – bastava conoscere bene lui e tutte le sue marachelle – sapevano quanto ci tenesse ai bambini, e quella era un prova. Proprio per questo Lucy era lì con loro, più per curare Natsu che la piccolina. In fondo, si sa, anche il rosato ha degli atteggiamenti da bambino.

Ammetto che ci sa proprio fare con i bambini, allora anche lui ha un lato tenero” pensò la ragazza, seduta su una panchina a guardarli. Scoprì di ammirare questa suo nuovo “talento”, così come tante altre qualità di Natsu. Tutti questi pensieri sull'ammirazione erano iniziati quella mattina, a scuola, solo e grazie al professor Zeref.

 

§§§

 

Il sole filtrò dalla finestra della piccola casa. Il raggio di luce, penetrato dalle tende chiare non svegliò la ragazza, che si rigirò svogliatamente nel letto per trovare una posizione in cui la luce non le illuminasse il viso. Poco dopo però suonò la sveglia e Lucy non poté più rimandare l'alzarsi dal letto.

Si diresse in bagno, facendosi una doccia veloce e si vestì con la divisa della scuola. Mangiò in fretta la colazione, prese lo zaino e iniziò ad incamminarsi verso la “Fairy Academy”. Era passato solo un mese dall'inizio della scuola, da quando Natsu era tornato ed il fratello era diventato professore di giapponese. Erano successe tante cose quel giorno che Lucy avrebbe ricordato per sempre.

Di nuovo un passo dopo l'altro, ma stavolta in modo diverso. Gli occhi di Lucy erano pieni di gioia. Andare a scuola non le era mai pesato, per di più quel giorno Zeref doveva consegnare i temi in classe ormai corretti. Lucy era abbastanza su di giri: adorava scrivere e sperava di aver ottenuto un buon voto. Il problema? In quel testo bisognava descrivere una persona della classe, raccontare ciò che si ammirava di quel compagno e spiegare la loro amicizia in poche parole, ma non si poteva scegliere un nakama a caso. Dato che tutti gli insegnanti sapevano del grande legame che c'era tra i vari studenti di quella classe, il professor Dragneel aveva deciso di estrarre dei biglietti con i vari nomi dei ragazzi e di darli a loro, in modo casuale dopo l'estrazione avvenuta grazie ad un sacchetto. E Lucy aveva avuto tra il mani il bigliettino con il suo nome. Quello di Natsu.

Lei aveva pensato da un po' che, il destino, era sia a sua favore sia contro, cosa normale, in fondo. Certo, era facile parlare del suo migliore amico in un tema, ma era strano credere che proprio lui le era capitato. Per di più, in quegli ultimi giorni, aveva scoperto che, quando lui era fin troppo vicino, il cuore iniziava a battere più forte del solito nella cassa toracica e le sue guance si imporporavano quel poco che bastava perché qualcuno potesse notarlo. Questo perché, una volta, Natsu si era accorto di quello strano colorito, credendo che la ragazza avesse la febbre.

Lucy, per l'ennesima volta in quei giorni, scacciò quei pensieri, che per lei erano solo frutto della sua fervida immaginazione – o paranoia – e che magari era solo troppo felice per il suo ritorno.

Si ritrovò a camminare nella stessa strada di quella volta, piena ancora del fogliame dai colori brillanti che stonava con il grigio del cemento. Diversamente dal primo giorno di scuola, però, il sole brillava e la luce filtrava tra le foglie degli alberi lì intorno, rendendo il paesaggio un magico gioco di luci e ombre.

Arrivata al cancello, quella volta in orario, vide subito i suoi compagni e si avvicinò iniziando a chiacchierare. Gajeel prendeva in giro Levy, per quanto tutti quanti sapevano il suo debole per lei, Natsu litigava con Gray mentre Lluvia guardava quest'ultimo tifando per lui, Evergreen picchiava con il ventaglio Elfman, Mirajane e Cana architettavano altre mosse da “Perfetti Cupidi” mentre Luxus guardava l'albina. Lucy si mise a parlare con la sorella più piccola della famiglia Strauss, fidanzata da un po' con Bixlow senza, ovviamente, che il fratello lo venisse a sapere. Quest'ultimo stava invece parlando con Freed. Tutto era come al solito. Ovviamente quella situazione doveva spezzarsi molto presto, e quella rottura degli schemi non tardò ad arrivare.

Salirono tutti le scale, il chiacchiericcio pian piano diminuiva, e altrettanto lentamente i ragazzi entrarono in classe, alcuni preoccupati per la consegna dei temi, altri, come Lucy, del tutto raggianti.

Il prof Dragneel era già alla cattedra, intento a sistemare gli ultimi fogli. Quando tutti si misero al loro posto, il professore fece l'appello e sistemò il registro. In seguito chiamò a raccolta tutti gli studenti per la consegna.

Lucy andò da Zeref e prese la sua verifica, osservandola attentamente per vedere il voto. Un bel dieci, scritto in rosso nell'ultima pagina, rese la bionda ancora più pimpante. Natsu invece saltellava di qua e di là per aver preso più di Gray, mentre il fratello lo riprendeva, minacciandolo di dargli una nota. Peccato che quando il rosato vince una scommessa non lo si possa fermare e Zeref non poté fare altro che sospirare, chiamando Erza per costringerlo a sedersi.

Quel metodo funzionò così bene che il fratello marchiò a fuoco nella mente la frase: chiamare Erza Scarlet per un possibile problema è il metodo migliore contro Natsu Dragneel.

«Ragazzi ora ascoltatemi bene. Come ben sapete avete scritto dei temi riguardanti una persona della classe. Adesso con calma e ordine, dovete farlo leggere alla persona descritta, consegnandoglielo senza fare casino. Tutto chiaro?» chiese il professore in modo calmo e pacato.

A quelle parole ci furono varie reazioni. C'erano quelli, come Erza, Lucy, Gray e addirittura Gajeel, rossi come dei peperoni e che avrebbero voluto protestare. Ma non si va' contro un professore, e anche la vecchia prof aveva fatto fare questo lavoro di comunicazione tra di loro. Altri invece erano del tutto tranquilli, come Natsu, e alcuni indifferenti – o fingevano di esserlo – come Luxus e Cana.

Cercando di non creare troppo rumore, le varie persone si alzarono, andando dal compagno designato. Lucy, mentre si alzava dalla sedia, osservò le varie reazioni dei suoi nakama: Gajeel consegnò il tema, un poco imbarazzato, a Levy con un ghigno chiamandola nuovamente “gamberetto” per irritarla, Luxus diede il tema a Mirajane cercando di non far trasparire alcuna emozione, fallendo miseramente quando Mira gli sorrise e Lluvia saltò letteralmente addosso a Gray mentre un fila più in là Erza dava il suo scritto a Gerard, rossa in viso come i suoi capelli. Insomma, quei biglietti erano stati proprio un segno del destino.

A quel punto anche lei consegnò il tema al migliore amico, un po' a disagio. Natsu invece era del tutto tranquillo: non c'era persona migliore di Lucy che potesse dare un'occhiata al suo test.

La ragazza iniziò a leggerlo mentalmente:

Lo dico subito, anzi lo scrivo: non sono molto bravo a esprimermi con le parole, o almeno così è quello che mi ripetono di continuo! Sono come un drago: agisco istintivamente. Quindi scriverò davvero poco.

Anche se ho avuto la fortuna di descrivere Lucy: lei è la mia migliore amica, e per me è molto facile parlare del suo carattere. La ammiro per molte sue qualità: è intelligente, divertente e buffa, certe volte. Vorrebbe diventare scrittrice un giorno e, da un lato, non capisco cosa ci trovi a stare su una scrivania tutto il tempo a muovere la penna! Lei una volta me l'ha spiegato: dice che è un modo per esprimersi diverso dal parlare. Mah… come dico sempre è una ragazza del tutto particolare!

Ammetto che, quando entro in casa sua dalla finestra, potrebbe essere un po' più cortese: insomma, cosa faccio di male? Non capisco perché mi debba buttare sempre fuori!

Ma alla fine, per quanto strana possa essere, l'ammiro anche per questo. Siamo migliori amici da tempo e sono contento che lei sia qui accanto a me. Posso dire con certezza di ammirare anche la sua tenacia e la determinazione che ci mette nel proseguire i suoi sogni.

La nostra amicizia è molto forte, ci conosciamo fin da piccoli, ma stiamo ancora proseguendo, perché essa cresce negli anni.

Per finire con lei mi diverto molto e mi piace vederla sorridere: è la mia nakama, in fondo!

Natsu non era un grande scrittore, anzi la bionda riuscì a malapena a capire il testo. Ma le parole scorrevano e, anche se era corto – ciò lo aveva penalizzato nel voto – si vedeva quanto il ragazzo si fosse impegnato. E a Lucy scappò un gran sorriso, quasi si commosse: era davvero un meraviglioso amico.

«Wow, Natsu… non me lo sarei mai aspettata un tema così...» ruppe il silenzio lei.

«Sono contento che ti sia piaciuto! Mi ha aiutato molto nella grammatica e nelle parole leggere il tuo romanzo sulla scrivania! Pensa che alcuni vocaboli li ho dovuti cercare nel tuo dizionario.»

«Hai letto il mio romanzo?! Come ti sei permesso, Natsu!»

Una risata partì dal ragazzo, mentre una persona lì a fianco nascose un sorriso di compiacimento mentre li guardava.

 

§§§

 

Mentre Lucy ricordava tutto ciò che aveva scritto Natsu – e il pugno in testa che il ragazzo si era meritato per aver letto il suo libro – pensò anche a cosa non aveva scritto su di lui.

Lucy ammirava Natsu per tante cose: la sua spontaneità, l'attaccamento agli amici e il suo sorridere sempre, anche se aveva sofferto tantissimo per la perdita dei genitori. Pure lei aveva superato la morte di qualcuno, ma Natsu era un punto di riferimento, oltre che il suo migliore amico, era una persona su cui potevi sempre contare, e tutti i suoi nakama lo ammiravano per questo.

L'unica cosa che non aveva scritto era “il salvataggio”. Così Lucy chiamava quella volta in cui il ragazzo l'aveva difesa da dei farabutti, stendendoli con dei pugni quando l'avevano quasi rapita per i loro loschi comodi. Erano quelli di “Phantom Lord”, una delle scuole più temute della regione, da cui provenivano Lluvia e Gajeel che si erano trasferiti dopo un po' capendo che quell'istituto non era adatto a loro. Si raccontava, infatti, di quanto a “Phantom Lord” ci siano persone senza un briciolo di cervello, del tutto spietate e losche, e fortunatamente Natsu l'aveva salvata, quel giorno. E la sua gratitudine e ammirazione per lui era cresciuta tantissimo: Salamander teneva agli amici più di ogni altra cosa e ciò era quello che Lucy amava di lui. Del suo migliore amico. Quel giorno capì che tutto poteva accadere e che, senza di lui, lei non ce l'avrebbe mai fatta.

«Lucy, stai bene?» la voce del ragazzo la risvegliò dai suoi pensieri. Lui era lì, seduto vicino a lei sulla panchina, con Asuka tra di loro.

«Sì, sto beniss-» la voce della ragazza venne interrotta dallo squillo di un cellulare.

«Oh, è il mio!» spiegò il rosato prima di prendere il telefono. La chiamata era di suo fratello.

«Pronto? Zeref, qualcosa non va? Ah… ok. Glielo dico subito. A dopo!» finì lui. Lucy ascoltò attentamente, non capendo le parole dette dal professore dall'altro capo della cornetta.

«Successo qualcosa Natsu? Devi tornare a casa?» chiese Lucy dopo che il rosato aveva riattaccato.

«No, semplicemente domani ci vuole vedere il preside Makarov.»

«CHE COSA?» chiese infine lei, mentre il suo urlo si propagava tra gli alberi del parco.

 

֎֍֎

 

«Sì! La fase uno è completata ora manca solo la fase due!» urlò una donna dai capelli biondi, saltellando di qua e di là.

«Sei sempre la solita! Insomma, sai che figuracce mi fai fare? È una cosa strana ciò che ho fatto oggi, e domani sarà ancora peggio!» le rispose l'uomo, guardandola e nascondendo un sorriso. Non poteva farci niente, e lo sapeva bene.

«Beh, io non so perché ma li vedo benissimo insieme, lo sai! Non puoi dirmi di no, perché pure tu mi dai ragione! E poi è per questo che mi ami, giusto?» disse infine lei, per poi essere fermata da un bacio a stampo dell'uomo. Quelle labbra, così calde e soffici, le bramava da sempre. Si staccarono poco dopo, la bionda sorrise raggiante, mentre l'altro invece, più serio, nascose la sua felicità.

«Hai ragione.» disse poi, terminando lì la conversazione quando, poco dopo, tornarono a casa propria prendendo strade diverse.

 

Angolo dell'autrice:

Wow, questo capitolo mi è venuto mooolto più lungo del solito! Mi scuso se può sembrare noioso, ma per me ci volevano tutti questi piccoli tasselli, dal tema, ad Asuka, al finale con i due “misteriosi tizi”. L'idea della bambina l'ho presa anche dal capitolo speciale di Fairy Tail: Natsu e Asuka. Invece l'immagine del banner è dell'ending 15 ^^.

Stavolta ho proprio paura di essere calata nell'OOC, ma sono contenta che nel precedente capitolo sono stata smentita! Comunque penso che tutti abbiano capito chi erano i due che parlavano, ma manterrò la “suspance” fino al prossimo capitolo!

Come avete ben notato già i sentimenti di Lucy stanno mutando, è un passo avanti!

Per il resto non ho molto da dire: dopo un po' di Zervis, ci volevano altre coppie (oltre alla Nalu, ovviamente!).

Puntiamo l'attenzione – e gli occhi – su ciò che ha scritto Natsu nella verifica e sul fatto che non si vergogni a far leggere un tema al fratello-professore. E anche sulla difficile traccia, direi, soprattutto da dare a ragazzi all'ultimo anno di scuola XD , lì nessuno è normale.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e sarei grata se mi lasciaste un piccolo commento, anche di poche paroline!

Ringrazio ancora tanomax e gaia21 per le loro recensioni, siete davvero così care!
Alla prossima!

Annabeth_Granger1.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4: Secrets ***


Our love is magic

Nalu Week – Day 4°: Secrets.

 

«COSA?» chiese lei, gli occhi quasi fuori dalle orbite.

Natsu la guardò, un po' perplesso. In fondo, che cosa poteva mai succederle? Lucy era una delle ragazze più brave della scuola!

«Mio fratello ha spiegato semplicemente che il preside ci deve parlare. Dato che il suo tono di voce non era preoccupato, non sarà niente di importante. Ha detto domani di andare in presidenza quando noi due avremo finito i nostri corsi extrascolastici.» rispose lui, sistemandosi un po' la sciarpa regalatagli dal padre quando era piccolo.

Lucy, istintivamente, sorrise. Sapeva di quanto quell'oggetto fosse importante per lui.

Per un attimo rimasero tutti e tre, i due ragazzi e la bambina, in silenzio. Il venticello autunnale era l'unico rumore udibile insieme agli altri bimbi che urlavano e giocavano nel parco, mentre qualche genitore li seguiva con lo sguardo. Il sole stava già tramontando, mentre le sue tinte brillanti si intonavano alle foglie dai colori caldi tutt'intorno, rendendo quel posto il soggetto ideale per un quadro impressionista.

«Asuka, forse è meglio se ora andiamo. Si sta facendo tardi.» ruppe il silenzio Natsu, prendendo per mano la bambina.

«Ok, vado anch'io insieme a voi.» esclamò Lucy e insieme si incamminarono verso le loro rispettive case.

Dopo un po', quando uscirono dal parco, Natsu guardò le due e sorrise.

«Ehi, Lu. Non ti sei resa conto che così sembriamo una famiglia? Guarda, Asuka sarebbe nostra figlia, e noi i genitori!» disse lui, con il suo raggiante sorriso.

La ragazza arrossì al pensiero dell'amico e al suo nomignolo affettuoso. Aveva detto davvero quelle parole?

«Natsu! Ma che stai pensando? Asuka è figlia di Bisca e Alzack!»

«Fino a lì c'ero arrivato anch'io, Lu. Ma sembriamo davvero una famigliola, no?» chiese lui, in modo quasi infantile.

Durante quella piccola discussione, con una Lucy tutta rossa e un Natsu divertito – come sempre –, Asuka sorrise raggiante. Quei due sarebbero stati meravigliosi genitori, in futuro.

 

֎֍֎

 

Il giorno dopo Natsu si svegliò grazie a Happy, che con le padelle riuscì a creare un totale marasma, da destare il più grande. Era molto tardi e, se voleva andare a scuola, il rosato doveva sbrigarsi.

Natsu quindi, urlando il perché – come sempre – la sveglia non avesse suonato e il come mai il fratello maggiore non lo alzasse mai, si preparò in fretta e furia. Ovviamente, quasi scordandosi la cartella, lasciata sul tavolo della cucina.

Restò un attimo a guardare la foto posizionata lì su quello stesso tavolo, in una cornice argentata. Ritraeva lui da piccolo, i suoi genitori, Zeref, un po' più alto di lui, e un piccolo fagotto, cioè Happy. Osservò suo padre, Igneel, sorridente anche in quella foto, caratteristica passata a suo figlio Natsu. Sua madre Grandine era un po' più seria: non aveva mai amato le foto, questo il rosato se lo ricordava. Quel modo di fare, invece, era uguale a quello di Zeref. Eppure eccoli lì, tutti insieme, mentre nella realtà non lo erano.

Sorrise comunque, come suo padre gli aveva insegnato, per poi lasciare l'abitazione.

Iniziò ad incamminarsi, a passo veloce, verso la scuola. Si soffermò un po' vicino a casa di Lucy, notando che non erano accese le luci. Il ragazzo capì che si era già incamminata.

Infine corse, aiutato anche dai muscoli allenati, e arrivò, fortunatamente puntuale, ritrovandosi tutti i suoi compagni, e non, davanti al cancello ancora chiuso. Si avvicinò al suo gruppetto quando vide una testa bionda che avrebbe riconosciuto tra mille.

«Ah, Natsu! Sei arrivato puntuale, menomale.» esclamò Lucy, un piccolo sorriso spontaneo spuntato sul suo viso. Il ragazzo perse un battito vedendo quel bel viso sorridente della nakama, cosa strana, ma che ignorò, cercando di dare la colpa, senza troppi complimenti, alla corsa appena svolta.

«Già! Non sono sempre in ritardo!»

«Insomma, fiammifero.»

«Vuoi fare a botte, ghiacciolo?» “chiese” Natsu a Gray, quasi iniziando un'altra rissa prima dell'inizio delle lezioni. Fu fermato, fortunatamente, dalle parole della sua migliore amica.

«Natsu, ricordati che dopo i tuoi allenamenti e il mio corso di musica dobbiamo recarci dal preside.» gli intimò lei, poco prima dell'apertura dei cancelli.

Gli altri, curiosi, si fecero spiegare l'accaduto dai due. Natsu e Lucy erano gli unici che quel giorno facevano delle attività pomeridiane: lui andava agli allenamenti di pallacanestro della squadra della “Fairy Academy”, mentre Lucy studiava musica in un corso della scuola con la professoressa Lyra. Lei quindi aveva pensato che, proprio per questo, Makarov voleva parlare con loro: perché erano gli unici della loro classe presenti nel pomeriggio. O, almeno, sperava fosse per quello.

Come sempre, ormai abituati, salirono tutti, con passo pesante, al secondo piano, iniziando così la lezione del professor Macao.

Finite le ore giornaliere; con Natsu che quasi si addormentò sul banco quando, nel mentre, Elfman cercava di tenerlo sveglio con i suo discorsi sull'essere uomo – che peggiorarono solo la situazione –, il ragazzo si precipitò in mensa con Lucy, strafogandosi di cibo e finendo in poco tempo.

Solo dopo lei scoprì che, per sua sfortuna, quel giorno la professoressa non c'era. Dovette così accontentarsi di andare a vedere Natsu agli allenamenti, per passare il tempo ed andare, successivamente, ad incontrare il preside Makarov.

Lucy fu ben accetta dalla squadra, non solo per la sua fama nella scuola, ma anche perché quei ragazzi non volevano lasciarsela sfuggire. Si sa, la bionda era sempre stata considerata da tutti una bella ragazza.

Ma dovettero rinunciarci presto. Natsu dopo essersi cambiato, mettendo una tuta, andò insieme ai suoi compagni e alla nakama presso il campo sportivo all'aperto, per l'allenamento giornaliero.

Il cielo però si stava scurendo, preannunciando un temporale, e il vento freddo soffiava forte. Lucy, d'istinto, si portò le mani alle braccia nude, sfregandole per creare un po' di calore. La bionda iniziò a maledire la divisa scolastica fin troppo leggera.

Fu quasi tentata di andare veramente a casa per poi tornare dopo, ma una mossa del rosato non glielo permise. Infatti Natsu si tolse la giacchetta della tuta e gliela mise sulle spalle, rimanendo con la maglietta e l'indimenticabile sciarpa. Lucy lo guardò, confusa, arrossendo appena per il gesto. La giacca, per quanto non fosse invernale, era comunque calda, impregnata di quel calore che contraddistingueva il suo amico. Si sentì protetta, quasi fosse tra le sue braccia, e poteva affermare di non sentire più freddo.

«Ma così ti prenderai un raffreddore!» disse lei dopo essersi svegliata dall'iniziale disorientamento, mettendosi sulle piccole gradinate vicino al campo.

«Lucy, non preoccuparti! Io ho sempre caldo, lo sai! E poi, io mi alleno, muovendomi mi scaldo, tu no. L'importante è che tu non senta il freddo.»

Alla fine il ragazzo corse dall'allenatore, mentre i giocatori della sua squadra persero le speranze con Lucy nello stesso momento.

 

֎֍֎

 

«Grazie.» disse lei sincera, mentre insieme stavano andando nello studio del preside.

Natsu la guardò, quasi avesse un punto di domanda sopra la testa.

«Per avermi dato la tua giacca, Natsu.» gli spiegò lei, roteando gli occhi. “Non cambierà mai.”

«Figurati, non c'è bisogno che mi ringrazi.» le rispose, sincero, i loro cuori che battevano all'unisono.

«Però, Lu, non correre!» le disse lui, facendola rallentare un poco.

Finiti gli allenamenti, Lucy si era sorpresa nel vedere Natsu addirittura sudato nonostante il tempo orribile. Proprio per la paura del cambiamento climatico la ragazza quasi stava correndo. Aveva il terrore che potesse succedere proprio in quel momento, e lei non voleva. Non davanti a lui, che aveva fatto così tanto per lei. Doveva rimanere un segreto, uno dei pochi che lei aveva.

Solo quando notò che il ragazzo si era fermato davanti alla porta dello sgabuzzino della scuola, lei si fermò, guardandolo stranita per quella sua fermata improvvisa. Tornò indietro, capendo che stava fissando qualcosa.

Lo sgabuzzino era, a dire il vero, una piccola stanza dove i bidelli mettevano i vari utensili, come scope, detersivi, stracci e qualunque altro oggetto potesse servirgli. Certe volte, dalle varie voci di corridoio che si udivano spesso, qualche coppietta andava lì, e, per Lucy, era meglio non capire che cosa facessero.

Solo che non sapevano di essere i prossimi della lista. Natsu infatti, notò, un oggetto particolare, posizionato in bella vista nella piccola stanza, per quanto fosse buia. Era un anello, molto luccicante, con una pietra verde. Lo si notava subito per quel caratteristico brillio.

Il ragazzo entrò dentro, seguito dalla migliore amica. Lucy, a quel punto, sussultò, capendo di chi fosse quell'oggetto così prezioso.

«Ma non è l'anello della professoressa Vermillion?» chiese la ragazza, sapendo già la risposta.

Ma proprio in quel momento sentirono un tonfo che li fece sussultare, per poi un rumore di chiavi che si muovevano, chiudendo la serratura della stanza. I ragazzi ci misero un po' ad intendere cosa stesse succedendo. Natsu fu il primo a reagire, muovendo la maniglia con forza, capendo di essere rimasti chiusi dentro.

«Ehi! Chi ci hai chiuso qui? CHE QUALCUNO RISPONDA!»

Anche Lucy provò ad urlare, cercando di farsi sentire da qualcuno, ma il loro piano non funzionò.

La ragazza studiò la stanza, cercando qualcosa per scassinare la porta. Anche il suo nakama, alla fine, capì le intenzioni della bionda, aiutandola nelle ricerche. Non che servisse, quella camera era molto piccola e, nonostante il disordine, trovare qualcosa lì non era, poi, così complicato. Una piccola finestra illuminava quel poco lo sgabuzzino rendendo possibile la ricerca in quel piccolo spazio.

Non trovarono nulla di adatto all'occasione, a meno che, pensò Lucy sarcasticamente, non volessero pulire la maniglia della porta dallo sporco.

Solo alla fine, ricordandosi della borsa di Natsu, e del suo cellulare, decisero di chiamare il fratello, per fargli aprire la porta dall'esterno.

«Come vi siete rinchiusi nello sgabuzzino da soli?» Zeref chiese dall'altro capo della cornetta.

«Non sappiamo come, esattamente. Semplicemente qualcuno ci ha chiuso dentro!» rispose Natsu, anche lui un filo nervoso. Quasi non avevano capito loro la situazione, figuriamoci spiegarla! Inoltre, detta così, poteva essere fraintesa facilmente.

«Va bene, Natsu. Arrivo tra poco, ok?» sospirò il neo professore di giapponese, riattaccando. Lucy si calmò quel poco che bastava. Le uniche cose di cui si preoccupava ora erano il preside e…

Il temporale.

Proprio come se le sue paure potessero avverarsi solo pensandole, un grande tuono si sentì dalla piccola finestra. Lucy, con gli occhi sgranati, si tappò le orecchie, accucciandosi nella stanza.

Natsu la guardò preoccupata. La sua faccia impaurita, anzi quasi terrorizzata lo spaventò. Questo suo cambio repentino lo fece, d'istinto, abbassare per andare a capire cosa stesse succedendo.

Piccole lacrime sul viso della ragazza lasciarono dell scie sulle guance, che lei non curò di asciugare troppo occupata a tapparsi le orecchie.

Natsu le alzò il viso con l'indice e il pollice sotto il mento. La ragazza sembrò calmarsi incontrando quegli occhi tanto profondi e rassicuranti, finché un lampo non squarciò il cielo, illuminando repentinamente lo sgabuzzino.

«Lucy, che sta succedendo?» chiese lui, preoccupato, alzando un po' il tono di voce.

«Scusami Natsu,» sussurrò lei, la voce bassissima, terribilmente dispiaciuta. Si sentì così patetica, doveva essere sempre lei quella debole. Lei, che non riusciva mai a dimostrarsi grata al suo nakama. «non voglio farti sempre preoccupare. Sono patetic-» quelle parole vennero fermate dal ragazzo, che la strinse forte a sé, rassicurandola con quel gesto. L'abbraccio, come al solito, rendeva la ragazza terribilmente protetta. Non c'era bisogno di piangere. Per lei bastava sentire il calore del suo petto.

«Non lo dire neanche per scherzo, Lucy. Tu non sei per niente patetica.» disse di rimando lui, baciandole la testa e accarezzandogliela con fare rassicurante, mentre i capelli biondi della sua migliore amica erano morbidi e soffici sotto il tocco della sua mano.

«Sai, Natsu, io ho paura dei temporali.» iniziò la sua spiegazione Lucy, mentre il rosato non la interruppe, lasciandola continuare.

«Quando ero piccola è morta mia sorella, Michelle. Forse te l'avevo già raccontato. Ma non hai mai saputo come. Non me l'hai mai chiesto, sei sempre stato un meraviglioso amico, Natsu. Per questo ti sono sempre stata grata, e sempre lo sarò. Ma ora uno dei miei pochi segreti te lo voglio rivelare. Tutto è iniziato quando si è scoperto che lei era gravemente malata, come mia madre, Layla. Lei è riuscita a scampare. Michelle no. Ed è sparita da me, mentre io ero lì, vicino a lei, accanto al suo letto, senza poter far niente. Mi ricordo tutto come se fosse ieri, anche se sono ormai trascorsi anni. Quella sensazione che mi terrò sempre, per la sua ripetizione, è il temporale, quei tuoni e lampi che vidi anche quel giorno.» finì lei, in un sussurro.

Natsu ascoltò attentamente, e Lucy non poté fare altro che esserne felice per questo. Finito il discorso, liberando così Lucy da un macigno che le pesava da tempo, Natsu la scosto da sé, guardandola negli occhi. Era lui ad esserle sempre stato grato per il suo stargli accanto e renderlo speciale. Lui non era bravo con le parole, ma sperò che quel suo segreto, potesse trasmetterlo ugualmente.

«Lucy, proprio per questo non sei patetica. Sei una delle ragazze più forti che conosco. E adesso asciugati le lacrime. Perché questo temporale ora passerà e io sono qui con te.»

In quel momento erano così vicini, i loro visi a pochissima distanza tra loro. Occhi contro occhi, un paio marroni e un altro neri. Natsu sentì il suo corpo muoversi da solo. Si stava accostando al viso della sua amica, ormai non più piangente. Si avvicinò piano, quasi impercettibilmente, e mancava poco perché i loro respiri si incrociassero.

Ma proprio in quel momento una chiave cominciò a girare nella serratura della stanza. Si staccarono dal loro abbraccio, velocemente e istintivamente.

Il professor Dragneel si affacciò alla porta, capendo subito di aver sbagliato il momento per aprire. Entrambi erano un filo rossi e, oltre a essere seduti per terra, erano molto vicini.

«Ragazzi, state bene?» chiese lui, sentendo che la domanda non era molto adeguata.

«Sì, grazie professore. So che può sembrare strano, ma davvero, qualcuno ci ha chiuso dentro.» disse Lucy, con la voce ancora un po' bassa. Il temporale era passato e, dalla finestra si poteva notare, addirittura, che il sole aveva fatto capolino.

«Sì, l'ho notato infatti, la porta non era chiusa dall'interno, anche perché questa è l'unica chiave disponibile. Tranquilli, nessuno saprà niente di ciò che è accaduto. Tanto non è successo nulla, giusto?» quell'ultima domanda del professore mise in soggezione i due. Natsu notò una punta di malizia nella voce del fratello, ma cercò di far finta di non averla sentita. Per sviare la conversazione gli diede l'anello della professoressa.

«Siamo entrati perché abbiamo visto questo. Magari domani restituiscilo alla prof. A proposito, il nonn- il preside c'è ancora?» chiese Natsu, fermandosi in tempo dal chiamare Makarov con il nomignolo affettuoso datogli dagli studenti per la sua veneranda età.

«No, ma alla fine l'ho incontrato mentre venivo qui e mi ha detto di comunicarvi che i laboratori saranno spostati di mezz'ora per tutta la prossima settimana. Avvisate domani anche i vostri compagni.»

«Ma non bastava una circolare per questo?» chiese Natsu, mentre anche Lucy era arrivata alla stessa conclusione.

«Sapete che il preside è un po' strano, no? Adesso è meglio andare.» rispose lui, con una nota sbrigativa, che Lucy notò anche se lasciò cadere il discorso. In fondo era vero: il preside Makarov non era mai stato un tipetto normale.

Alla fine uscirono dall'istituto, prendendo strade diverse per tornare a casa. I due ragazzi si scambiarono un saluto con la mano. La loro avventura nello sgabuzzino, come tante altre, insieme a tutti i dubbi nati di conseguenza, sarebbe rimasto uno dei loro più intimi segreti.

 

֎֍֎

 

Un uomo dai capelli neri color pece, aprì pian piano la camera accanto. Come sospettato, il fratello dormiva come un ghiro, russando molto forte. Il maggiore, anche se sapeva che il rosato non si svegliava neanche con i botti di Capodanno, chiuse la porta molto lentamente.

Si riavvicinò al tavolo, bevendo la seconda tazza di caffè della serata. Tutta la colpa era della sua ragazza, che chiamò proprio in quel momento. Pochi squilli e Mavis gli rispose, il tono di voce abbastanza eccitato.

«Zeref! Allora, Natsu dorme?»

«Sì, sai, tuo futuro cognato si addormenta e nessuno lo riesce a svegliare senza un rumore assordante.» disse lui, ridacchiando un poco.

«Bene, assomiglia tutto a suo fratello, allora! Comunque dimmi, come andata la fase due: lo sgabuzzino?»

Zeref raccontò tutto, ignorando la prima parte dell'esclamazione della donna, mentre muoveva il cucchiaino nell'intento di diluire lo zucchero nel caffè. La sua futura sposa era tutta eccitata, per quanto avrebbe voluto quasi sgridare il suo quasi-marito per aver aperto la porta nel momento inopportuno.

«Eh, niente. Si è capito che è successo qualcosa, ma alla fine non è accaduto nulla. Il nostro piano è caduto, Mavis. Menomale che sei riuscita a chiuderli dentro senza farti vedere! Per di più abbiamo avuto la fortuna che i laboratori venivano veramente spostati di mezz'ora. Senza quell'espediente non avrei saputo cosa dire! Ovviamente Makarov non li aveva chiamati… a proposito, ho qua il tuo anello, domani te lo restituisco.»

«Non dire che è caduto, noi abbiamo dato una grande spinta. Vedrai, col tempo capiranno da soli.» disse lei dall'altra parte della cornetta, sicura delle sue parole. Per quanto Zeref non ne fosse tanto certo – conosceva bene quella testa calda di suo fratello – decise di credere alla sua futura sposa, mentre riattaccava, gustandosi poi il suo caffè. Ma, lo sapeva, Mavis avrebbe potuto coinvolgerlo di nuovo, quindi cercò di vivere appieno quel momento di solitudine prima di una possibile apocalisse.

 

Angolo dell'autrice:

Rieccoci qui con il giorno quattro della Nalu week! Passa veloce il tempo.

In questo capitolo ho dato più spazio a Natsu e ho spiegato il passato di Lucy, soffermandomi anche in quello di Salamander.

Come avrete capito – cosa già risaputa, penso – i due “tizi misteriosi” sono Zeref e Mavis. Evviva la Zervis che shippa la Nalu, insomma XD.

Lucy che ha paura dei tuoni non penso ci sia nel manga, ma l'ho aggiunto io. Il discorso di Natsu è anche un omaggio allo stesso personaggio della maga perché molti la trovano debole, ma penso che lei non lo sia u.u. Certo, non è la maga più forte della gilda, ma lei per me ha grandi potenzialità. Poi, forse, è solo per il mio attaccamento alle protagoniste, ognuno poi è libero di pensarla come vuole ù.ù. Inoltre ho messo una citazione di uno dei miei capitoli preferiti del manga, il 337.

Nel banner ho utilizzato una fanart di Leon S. su tumblr. E, per finire, la scena della pallacanestro l'ho presa da questa immagine (https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/564x/3f/69/67/3f6967eb2eddd5ba60df227a00b5443d.jpg). Natsu ce lo vedo a giocare in uno sport così, non trovate? Forse sono stata convinta dal bel disegno sopracitato.

Ringrazio ancora tanomax per la sua recensione, davvero, sono felice di leggere qualcuno che apprezza questi capitoli ^^. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!

Vi lascio, a presto,

Annabeth_Granger1.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5: Struggle ***


Our love is magic
 

Nalu week – Day 5°: Struggle.

«Ehi, ghiacciolo! Che ne dici di fare a botte? O sei troppo spaventato dal mitico Salamander?» esclamò un piccolo bambino dai capelli rosa, mentre l'altro sbuffava.

«Senti, fiammifero, io posso combattere quanto vuoi! Sono molto più forte di te!» rispose Gray, un altro bambino che, come si poteva notare, era mezzo nudo.

«Certo, nessuno ma proprio nessuno riuscirebbe a battere uno con la mania di spogliarsi in pubblico!»

«Eh piantala con questa storia, Natsu!» continuò Gray, mentre la loro lotta tra piccoli pugni e lievi insulti si faceva sempre più tesa.

Una bambina li osservava, incuriosita. Era seduta su una panchina di legno in mezzo a tutto quel verde, assorta dal comportamento strano di quei due bimbi. La madre si sporse per guardarla negli occhi e le regalò un sorriso.

«Lucy, perché non vai a giocare con loro?» chiese Layla, facendo diventare rossa di imbarazzo la piccolina, che la squadrò con i suoi grandi occhioni marroni.

«Ma, mamma, loro non mi conosco neanche!» quasi urlò lei, distogliendo lo sguardo, guardando il bel parco davanti ai suoi occhi. L'erba folta e di un bel verde scuro, bagnata dalla rugiada, era illuminata dal sole che con i suoi raggi rendeva caldo l'ambiente.

«Un motivo in più per farti conoscere. Credi che io e Jude, prima che ci presentassimo, ci conoscevamo? Vedrai che ti divertirai insieme a loro, sicuramente da grandi diventeranno anche dei bei ragazzi e, forse tu-».

«MAMMA!» la interruppe la bambina, imbarazzata dalle sue “congetture”.

Per quanto Jude non era molto d'accordo a mandare sua figlia, proveniente da una delle più ricche famiglie del paese, in un normalissimo parco, alla fine la moglie lo aveva convinto. Perché pure lui sapeva quella regola: mai far arrabbiare la moglie, a meno che il marito cerchi guai. Guai seri.

Dopo un po' di insistenze Lucy sospirò. Se voleva far finire la madre di parlare, riuscendo sempre a metterla in soggezione, doveva farsi avanti. Si avvicinò pian piano ai due, guardandoli con i suoi teneri occhietti.

«Perché litigate?» chiese lei, in un piccolo momento di coraggio infantile. Tutto era iniziato in quel momento. La loro lotta in corso si fermò per un attimo appena i due sentirono quella nuova voce.

«Perché te ne importa?» chiesero in coro, mentre lei sussultava per quella risposta un po' acida.

«Scusalo, Natsu è un po' maleducato.» disse alla fine Gray, prendendo un altro pretesto per vendicarsi delle “prese in giro” del rosato.

«Ma se lo hai detto anche tu! Non scaricarmi le tue colpe.» rispose lui, fermandosi definitivamente da quella rissa. Solo allora sembrò notare veramente la bambina. Sicuramente era carina per la sua tenera età, e questo l'avrebbero pensato tutti.

«Non ti ho mai vista in questo parco. Sei nuova?» chiese il rosato infine. Lucy, nel mentre, aveva notato gli strambi capelli del bambino, soprattutto il colore e il loro essere completamente spettinati. Ma erano carini, dopo tutto.

«Scusalo di nuovo, non si presenta neanche. Io sono Gray, e questa testa calda è Natsu.» continuò il primo, ricordando a Lucy la mania di scusarsi della sua amica Aries.

«Guarda che mi sarei presentato allo stesso, granita!» esclamò quello chiamato in causa.

«Piacere di conoscervi. Io mi chiamo Lucy, mi sono appena trasferita.» disse lei, stupendo gli altri due per la sua formalità. Non sapevano, ovviamente, che lei era una della grande famiglia Heartfilia.

«Comunque, dato che sei qui… vieni a giocare insieme a noi? Là ci sono altri ragazzi che conosciamo bene!» si ridestò Natsu, prendendola per mano e accompagnandola dagli altri.

La bambina, da quel giorno, continuò a giocare con quei suoi strambi amici.

 

§§§

 

Drin, Drin.

La sveglia destò la ragazza, svegliandola di soprassalto. Nonostante il suo odio immane per quell'aggeggio aveva un sorriso stampato in viso. Stranamente aveva sognato il suo primo incontro con quei due, e ciò l'aveva resa molto felice. Stava per alzarsi, quando notò una familiare capigliatura rosa sul suo cuscino.

«NATSU!» urlò lei, facendolo cadere dal letto in malo modo.

«Lu, c'era proprio bisogno di svegliarmi così?»

«E me lo chiedi? Cosa ci fai nel MIO letto?» “chiese” lei, abbastanza arrabbiata. Era l'ennesima volta che se lo ritrovava lì. Tutto era iniziato da quando lei viveva a casa da sola. E solitamente, insieme a Natsu, c'era anche…

«Natsu, certe volte Lucy è davvero perfida...»

«Lo so, Happy, lo so bene.»

«Ci sarà un motivo, no?» spezzò il loro scambio di battute la bionda. Fortunatamente, la sveglia aveva suonato prima del solito, e ciò avrebbe permesso ai due studenti di prepararsi con calma, nonostante l'intrusione dei ragazzi.

Happy, ormai, era un ospite fisso nel letto di Lucy, insieme a Natsu, quando Zeref andava via di casa per la notte. Il rosato, ovviamente, se ne usciva con la scusa del “letto comodo” e del “non posso lasciare Happy a casa da solo di notte”. Il minore, come il secondogenito della famiglia Dragneel, aveva i capelli di un colore particolarissimo: azzurro. Lucy ormai era abituata a quello strano colorito… ma non alle loro intrusioni.

Era passato più di un mese dalla storia dello sgabuzzino e la ragazza, per quanto ci provasse, non riusciva a dire a Natsu quello che aveva sentito quando erano stati rinchiusi là dentro. Soprattutto il fatto che i suoi sentimenti sembravano aumentare giorno dopo giorno, ed era sempre più difficile rivelargli tutto. Tranne durante le loro intrusioni notturne, in cui Lucy diventava, se possibile, quasi peggio di Erza. Quella della bionda era una continua lotta interiore tra lo stare in silenzio e il dirglielo, per quanto sapesse di non essere corrisposta. Insomma, Natsu era il suo migliore amico, e essersi accorta di quanto lui le piacesse l'aveva mandata completamente nel pallone. Avrebbe potuto compromettere la loro amicizia, cambiando per sempre il loro rapporto, praticamente perfetto. Se non che Lucy, ormai, aveva capito che per lei quella testa calda non era più solo un amico. Happy, poi, quel dolcissimo e terribile bambino usciva con le sue battute come “tu le piaci” o “lei ti piace” in continuazione. Causandole non pochi problemi.

Dopo che Lucy si fu preparata, impuntandosi sul non preparare la colazione ai fratelli Dragneel – anche se alla fine aveva ceduto agli occhioni da bambino di Natsu –, erano usciti insieme, lasciando il minore a casa del rosato, poco distante da quella della bionda.

Faceva davvero freddo quel giorno: era inverno inoltrato, e un vento gelido soffiava tra le fronde degli alberi. Tutti e due avevano la divisa della scuola con un grande giaccone sopra. Zaino in spalla, avanzavano sicuri mentre chiacchieravano in quella stradina semi-deserta che rese quel momento solo ed esclusivamente per loro.

Dopo un po' Natsu sentì qualcosa di freddo cadergli sul naso. Alzò gli occhi al cielo, trovandosi qualcosa che chiunque, nel bene o nel male, apprezza sempre: la neve.

Piccoli e candidi fiocchi cadevano piano, sul cemento, mentre gli occhi di Lucy sembravano sorridere. Il vento li faceva vorticare, come se sopra di loro ci fossero dei piccoli cerchi bianchi.

«Guarda, Natsu! Nevica!» urlò lei, saltellando, mentre quando parlava si formava una piccola nube di vapore. Il suo migliore amico la guardò, intenerito da quel suo comportamento. Però Salamander doveva pur uscire con qualche sua battutina.

«Visto che anche tu sei infantile, in fondo!» disse lui, ricordandosi di tutte le volte in cui l'amica l'aveva accusato – ingiustamente, ovvio! – di essere un bambino. Inoltre, vedendola mentre guardava il cielo, si ricordò di quando erano piccoli, durante una giornata invernale di molti anni prima.

Eppure Natsu aveva sempre fatto una delle sue battute. Un piccolo colpo in testa della bionda non glielo tolse nessuno.

 

§§§

 

«Ehi, Natsu, Gray, guardate! La neve!» urlò Lucy, mentre un fiocco le cadeva sopra i guanti. Amava la neve, la trovava delicata, l'unione perfetta tra acqua e ghiaccio. Natsu e Gray si fermarono dalla loro litigata, saltellando felici.

Erano passati due mesi da quando avevano conosciuto quella piccola bambina bionda, a cui si erano affezionati, nonostante tutto. Ne avevano già vissute tante, tra rincorse nel parco, piccoli scherzi e risate, anche nella scuola locale.

E quello era un momento in più mentre, nello stesso parco, luogo del loro incontro, si lanciavano palle di neve, divertendosi come non mai. La loro amicizia sarebbe durata per tanto tempo. Se lo sentivano.

 

§§§

 

«Oh, Natsu sei arrivato! Insieme a Lucy tra l'altro.» disse Mirajane, guardando arrivare i due. Natsu non vide la punta di malizia che ornava le parole dell'albina, cosa che invece fece arrossire un poco Lucy, mentre la maggiore dei fratelli Strauss sorrideva nel vederla presa alla sprovvista.

«Cana stava parlando del suo compleanno, ragazzi.»

«Già, ho deciso quest'anno, in comune accordo con Mira, di festeggiarlo nel bar dove lei lavora, il “Fairy Tail”. Naturalmente tutti voi della mia classe siete inviati.» rispose lei, annuendo alla precedente esclamazione di Levy. Poco dopo, in un quasi eterno ripetersi, il cancello si aprì, mentre i ragazzi iniziavano un'altra giornata di scuola insieme al prof Wakaba. Per gli studenti la lotta consisteva nel resistere fino alla conclusione delle lezioni, senza farsi distrarre troppo dalla festa imminente.

 

֎֍֎

 

«Ah, Lucy, ma non è possibile che, dopo pochi bicchieri, ti ubriachi subito!» esclamò Natsu, mentre riportava Lucy a casa.

La festa era un po' degenerata. All'inizio tutto era normale. Erza faceva continue foto, soprattutto nel momento dell'arrivo della torta e allo scarto dei regali, con la sua nuova macchina fotografica regalatale da Gerard, la sua cotta storica, al suo diciannovesimo compleanno. Tutto stava andando bene. Ma quando ci sono di mezzo gli studenti della “Fairy Academy” nulla è come al solito. Le ragazze, poco dopo, sono state costrette a partecipare ad una “gara di bevute”" dalla festeggiata, rendendo così tutte un po' alticce solo a metà festa. Cana, abituata a resistere all'alcool, alla fine, avendo battuto tutte le altre, gareggiò contro il suo fidanzato, Bacchus, lasciando così le sue compagne ubriache fino al midollo.

Natsu, così, fu costretto a portare a casa Lucy, proprio perché lei si era spalmata addosso a lui durante uno scontro abituale con Gray, facendo capire al rosato che la ragazza non stava proprio bene.

Per niente.

Tutti i ragazzi, quindi, da gentiluomini, si erano offerti di portare a casa alcune di loro, proprio perché non potevano lasciarle in quello stato a dir poco pietoso.

Il suo nakama, fortunatamente, quella sera non aveva problemi di alcun genere: il fratello era a casa di Mavis, e per due giorni stava da lei, mentre Happy era andato a casa di Bisca e Alzack, che volevano restituire il favore di qualche tempo prima a Natsu.

Lucy, d'altro canto, gli stava appoggiata, si vedeva che era stanchissima, oltre che ubriaca.

«Beh, allora perché tu e Gray lottate sempre? Per quanto siete amici d'infanzia? Sono i misteri della vita, Natsu! Non farmi troppe domande, se no mi gira la testa.» rispose a lei, la voce roca. Dopo quelle parole si susseguirono risate gracchianti da parte della bionda, che fecero rabbrividire il ragazzo. Stranamente però, anche con i capelli arruffati, gli occhi stanchi, e il fatto che non si reggesse in piedi, Natsu la trovava irrimediabilmente carina. Dopo averlo pensato, idee che gli venivano in mente dall'avventura nello sgabuzzino, arrossì un poco. Per la sua buona sorte erano appena arrivati davanti alla casa della ragazza.

«Hai le chiavi?» chiese lui, togliendosi quei suoi pensieri dalla sua testa. Forse Gray aveva ragione: il suo cervello era proprio affumicato.

«Certo che ho le chiavi! Dovrei almeno… forse nella borsa.» disse la ragazza, e la sua risposta dava prova della sua poca lucidità in quel momento.

Alla fine le chiavi erano proprio nel posto detto dalla bionda e il ragazzo, per far prima, prese Lucy in braccio, proprio come le “principesse” nei libri. La ragazza poté appoggiarsi al petto di Natsu, mentre i loro cuori acceleravano per la vicinanza. Senza che l'altro potesse saperlo.

«Sai, Natsu,» iniziò a dire la nakama, guardandolo negli occhi intensamente. «Quando sono insieme a te il mio cuore batte forte e, talvolta inizio ad arrossire. Sai che, forse, mi sono innamorata di te?» finì lei, facendo arrossire visibilmente il rosato, cosa che rendeva l'azione di Lucy un'impresa eroica. Lui sapeva che Lucy non era del tutto lucida, per quanto il detto continuamente ripetuto da Cana quella sera, “in vinum veritas” si ripeteva nella sua mente. Gli scappò, comunque, un sorriso e delle parole a malapena sussurrate.

«Sai, anch'io provo lo stesso.» disse lui. Ma, la ragazza, proprio in quel momento, perse la sua lotta per rimanere sveglia e dopo fu tutto nero.

 

֎֍֎

 

«Lucy, te l'ho già detto cos'è successo ieri. C'è stata la festa, una gara con Cana, ti sei ubriacata, ti ho portato a casa e mentre lo facevo ti sei addormentata! Io poi sono rimasto qui con te la notte, dato che Happy era a casa di Bisca e Alzack e Zeref a casa di Mavis!» spiegò per la millesima volta il ragazzo. Ovviamente aveva omesso qualcosa. E la bionda lo aveva capito subito.

Tutto era iniziato quando Lucy si era svegliata, non ricordandosi quasi niente. Come una persona normale, gli aveva chiesto cos'era successo la sera prima, e vedendo la sua esitazione iniziale, la nakama aveva capito subito che il rosato le nascondesse qualcosa.

«Natsu, sono tua amica. Cosa potrò mai aver fatto da ubriaca? Vedo che stai bene, quindi sicuramente non ti avrò fatto male, che cosa è successo ieri, allora?» chiese lei insistentemente, mentre il ragazzo se ne stava già andando.

Ieri non mi hai fatto niente fisicamente, ma se te lo dico sono sicuro che non uscirò indenne da questa casa” pensò il rosato, poco prima di aprire la porta di uscita. O della sua salvezza.

«Lu, non è successo niente. Per oggi, che è sabato, riposati dato che non c'è scuola. In fondo, come hai detto tu, cosa avrai mai potuto dire o fare da ubriaca? Vado, perché Happy questa mattina torna e se non mi trova a casa, saranno guai. Riposati dalla sbornia, Lu, che sei comunque stanca. Chiamami se ti serve qualcosa.» disse infine lui, dopo aver trovato una valida scusa, andandosene.

Era da codardi, lo sapeva, ma, se Lucy avesse semplicemente mentito la sera prima, sarebbe stato lui a sentirsi male. E forse anche lei, perché sapeva quanto la ragazza sentisse i sensi di colpa.

Natsu così lasciò l'abitazione della ragazza e, in una delle poche volte nella sua vita, fu assalito da mille dubbi che lottavano nella sua testa.

 

Angolo dell'autrice:

Rieccomi con il quinto giorno della week: struggle.

In questo capitolo sono successe un po' di cose… ammetto di aver letto alcune storie con una Lucy ubriaca, ma ho voluto fare la mia versione, e spero vi sia piaciuto quel pezzo, secondo me particolare.

Mi sono anche concentrata sul loro primo incontro e, ammetto, Layla non doveva essere molto normale quel giorno per lasciare la figlia insieme a quei due XD. Ovviamente, un po' di malizia da parte sua ci doveva essere, io ce la vedo mentre mette in soggezione la povera figliola XD.

(Poi fermiamoci un secondo nella parte di Zeref che, a quanto vedo, non è così puritano * faccina maliziosa *).

Bene… abbiamo avuto lo sviluppo dei sentimenti di entrambi, un quasi bacio e una specie di confessione. Ora la domanda sale di sicuro. Si fidanzeranno alla fine, o Zeref rovinerà anche quello? Eh… si vedrà XD.

Ringrazio gaia21 due volte per le sue ultime recensioni, grazie mille, sono sempre ben accette, e sono contenta che la storia ti piaccia *^*.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, a presto!

Annabeth_Granger1.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6: Climax ***


Our love is magic

Nalu week – Day 6°: Climax.

«Lucy, forse è meglio se vieni qui con Natsu. Sai… per tirargli su il morale.»

«Sì, arrivo subito, prof Dragneel. Non si preoccupi!» rispose la ragazza, con il fiatone, cercando di rimanere calma.

«Sì, ma asp-» Lucy non sentì quelle parole perché, tutta preoccupata, aveva riattaccato.

La ragazza uscì di casa, lasciando a metà anche il suo romanzo, chiudendo la porta frettolosamente e iniziando a chiamare un taxi.

Purtroppo lei non aveva ancora preso la patente e, dato che aveva fretta di arrivare in quel posto, non poteva perdere tempo prezioso.

Erano passati pochissimi secondi da quando Zeref Dragneel l'aveva chiamata, dicendole che il fratello Happy aveva avuto un shock anafilattico perché una stupida vespa lo aveva punto. Era primavera e, si sa, quegli insetti sono molto aggressivi in quel periodo dell'anno.

Fatto sta che il minore non solo aveva già subito sintomi di anafilassi per colpa di una puntura, cosa che lo metteva ancora più a rischio, ma la voce del fratello aveva reso Lucy tesa come una corda di violino.

Lei si era affezionata, alla fine, a quel bambino dai capelli strani, alle sue battutine, al suo modo di essere così pestifero e ficcanaso. Era diventato un suo amico, e per lei gli amici erano una della cose più importanti, più di se stessa.

Ma, soprattutto, era preoccupata per quel ragazzo che le aveva fatto battere il cuore da tempo.

Natsu.

Lucy sapeva cosa voleva dire avere uno shock simile. Si poteva essere in pericolo di vita, non contando il fatto che proprio lei aveva avuto delle compagne che erano state male per questo.

Ma la ragazza era in ansia per tutta la famiglia Dragneel. Lei era sempre stata parecchio paranoica, si preoccupava per ogni dettaglio possibile e inimmaginabile. E, lo aveva capito da tempo, un'altra perdita in quella famiglia avrebbe portato nei membri rimasti un peso troppo grande, che avrebbe potuto schiacciarli in un secondo.

Natsu avrebbe perso la sua voglia di sorridere.

E Lucy non voleva questo, che rimanesse la sua semplice nakama o che diventasse per lui qualcosa di più, in quei momenti, passava in secondo piano. L'importante era che lui stesse bene, che la sua famiglia lo fosse. Certo, lei era esagerata, ma sapeva i rischi che si correvano anche con delle semplici punture di insetto, soprattutto in casi del genere.

Salita sul taxi, chiese al conducente di portarla all'ospedale della città. I suoi pensieri si accumularono in quel piccolo lasso di tempo, seduta sul sedile posteriore di quell'auto che l'avrebbe portata dal suo amico ricoverato.

Guardò dal finestrino del taxi vedendo scorrere davanti ai suoi occhi case dai mille colori diversi, la strada in cemento e i vari giardini con degli alberelli in fiore.

Il cielo azzurro era adornato da grandi nubi bianche che ogni bambino sognerebbe di toccare, anche solo con un dito. Se Lucy non avesse avuto altro a cui pensare sarebbe andata a sdraiarsi su un bel prato verde, pieno di fiori, guardando per tanto tempo quel mondo pieno di nuvole che si stagliava sopra di lei.

Arrivati a destinazione la bionda pagò il conducente e, a passo di marcia, avanzò verso l'entrata dell'ospedale.

Il ticchettio dei tacchi delle sue scarpe era uno dei pochi rumori che accompagnava Lucy nel suo avanzare, mentre il ritmo di quel suono andava pian piano velocizzando.

Entrò all'interno dell'edificio e si dovette mettere in coda, mentre si torceva le mani per la frustrazione.

Sì, Lucy, sei proprio paranoica” pensò cercando di calmarsi, dandosi anche un contegno. Si sentiva davvero stupida ad essere così preoccupata, non era neanche una parente. Eppure, in fondo, sapeva che era giusto anche così. Lucy era sempre Lucy. Ed era stata proprio quella famiglia un po' pazzerella, quella dei Dragneel, a farglielo comprendere. Quei tre fratelli, così diversi, eppure uniti da un unico legame di sangue. Soprattutto il rosato le aveva fatto capire che il suo carattere era unico e doveva solo imparare ad apprezzarlo, ad accettarlo, con tutti i suoi difetti.

«Sto cercando Happy Dragneel.» chiese alla fine la ragazza, arrivato finalmente il suo turno davanti all'accettazione.

«Sei Lucy, giusto? Mi hanno detto che saresti venuta.» le disse la donna comunicandole il numero della stanza e le indicazioni per arrivarci.

Alla fine salì le scale che l'avrebbero portata al terzo piano, luogo dove si trovava la stanza in questione. Le sue gambe si muovevano da sole, all'inizio camminando, dopo aumentando il passo, accelerando e alla fine correndo per poi arrivare al piano in questione in pochissimo tempo.

La sua piccola preoccupazione si era ingrandita sempre di più, diventando ansia e tensione, trasformandosi poi in rabbia. Rabbia perché quella famigliola non si meritava altre sofferenze. Ma, più Lucy avanzava, più il ticchettio dei tacchi sul pavimento aumentava il ritmo, più ancora un altro sentimento le si parava davanti agli occhi: la paura. Come la figura retorica del climax nei suoi libri preferiti, i sentimenti di Lucy aumentavano in scala, così come i suoi passi affrettati.

Si ritrovò così, più in fretta del previsto, davanti alla porta. Esitò, per poi bussò, attendendo una risposta. Proprio come il primo giorno di scuola, aveva indugiato ma alla fine ce l'aveva fatta sempre. Anche quei piccoli passi potevano cambiare tutta una vita. E proprio il varcare quella porta cambiò la vita di Lucy per sempre.

«Avanti.» fece una voce, incredula ma assai familiare. La bionda, mentre apriva la porta, alzò un sopracciglio, confusa. La voce di Natsu era calma. Fin troppo. Eppure neanche quello riuscì a diminuire il suo battito cardiaco, veloce per l'ansia di ciò che avrebbe trovato all'interno della stanza. Infine aprì la porta e, tutte le sue paure, saltarono letteralmente addosso al rosato. Infatti la ragazza si era precipitata ad abbracciarlo, travolgendolo con mille domande.

«Come sta Happy? Tu come stai? Gli hanno somministrato l'adrenalina? Com'era grande la vespa? Tuo fratello dov'è che non lo vedo?» lo sommerse lei, facendo ridere il ragazzo.

«Non lo trovo divertente, sono seria!»

«Lo so, Lucy. Ma, fai ridere così! Deve essere stato Zeref a chiamarti, io non sapevo saresti venuta, ma mi fa piacere! Comunque, per come sta Happy… potresti chiederlo a lui.» disse poi Natsu, indicando il lettino dove il minore squadrava la bionda con una faccia così buffa che avrebbe sicuramente fatto ridere Lucy, se non fosse stata così confusa, ovviamente.

«Lucy, sapevo fossi paranoica, ma così esageri! Natsu era lì accanto a me, ha chiamato l'ospedale e mi hanno somministrato l'adrenalina. Non sono in pericolo di vita, pensavo che Zeref te l'avesse detto! Ah, e la vespa era abbastanza grossa, se vuoi saperlo.» esclamò infine Happy, facendo capire alla ragazza che era venuta lì proprio per niente e che, sì, era fin troppo paranoica.

«Il professor Dragneel sembrava molto preoccupato quando mi aveva chiamato.» disse lei, abituata a nominare il fratello di Natsu come se fosse a scuola.

«Zeref quando vuole sa essere abbastanza melodrammatico.»

«Ma cosa dici, Natsu? Sicuramente Lucy ha preso una scusa per saltarti addosso.» esclamò malizioso il minore, osservando i due studenti per notare ogni loro reazione. E vederli arrossiti tutti e due lo spronò a continuare.

Per che cosa mi preoccupavo. È il solito!” si disse Lucy, cercando di trovare una battuta difensiva. Ma, purtroppo, l'azzurro la precedette.

«Ooooh, ma allora voi vi piaaaacete!» istigò lui, facendo arrossire la ragazza più del dovuto.

A Natsu però quel colorito sul viso dell'amica le piaceva molto, e, in quel momento, gli passarono davanti tutti i momenti trascorsi con la sua nakama da quando si erano incontrati. Il loro incontro, il consolarla, gli abbracci, le chiacchierate, le risate, i sorrisi, i pianti, la loro riunione, l'avventura nello sgabuzzino, vederla mentre guardava la neve, sentirla lì vicino e la dichiarazione che la sua mente aveva cercato di rimuovere, senza successo.

Si ricordò di quando Zeref lo aveva paragonato a un drago: istintivo e impulsivo, che agiva quasi senza pensare pur di ottenere ciò che voleva.

Senza quasi pensarci, prese per il polso la bionda, che sussultò per il tocco improvviso. E poi la baciò. Un bacio casto, ma dove Natsu aveva riposto tutti i suoi sentimenti e emozioni di quel periodo. Quel bacio tanto agognato in cui aveva messo tutto. I loro respiri finalmente si incrociarono e le loro labbra si scontrarono, sentendosi ormai complete. La ragazza era rimasta immobile, quasi non capendo. Quello che aveva sempre voluto era appena accaduto veramente. Non era un sogno. Zeref, quella volta, non li aveva fermati, nessuno dei due era ubriaco, non c'erano altri occhi indiscreti. C'erano solo loro due. Perlomeno, quasi.

Happy aveva osservato la scena e, alla fine, pensò che probabilmente gli sarebbe venuto un altro shock. E non per la vespa.

«Sì, Happy, noi ci piacciamo. Perlomeno, Lucy mi piace, più di una normale nakama.» disse lui, rendendo la faccia di Happy ancora più stupita.

«Natsu… ERA ORA, ci hai messo tanto per capire i miei sentimenti!» quasi urlò Lucy, un po' esasperata. Ma era felice e lo si poteva vedere dal sorriso che aveva stampato in volto. Infatti, alla fine, lo ribaciò di nuovo. Non bisognava parlare in quel momento. Per la prima volta, le azioni bastavano.

«Sì, se volete sbaciucchiarvi, per favore, fatelo da un'altra parte. Se no, fratello, mi verrà senz'altro uno shock. Di nuovo.» sbottò Happy, dando voce ai suoi pensieri e facendo arrossire i due dall'imbarazzo.

Quel ragazzo pestifero!” si ripeté mentalmente Lucy. Ma non ebbe il tempo di contro ribattere nulla, per la seconda volta in pochi minuti, perché un'altra voce si fece sentire.

«Happy, sii gentile, finalmente ce l'abbiamo fatta! Natsu è riuscito nel suo intento, dovremo essere grati a qualunque persona esistente! Fortuna che la nostra idea, Mavis, ha funzionato! Sei geniale in queste cose.» disse Zeref, avanzando insieme a una Mavis esultante.

«Ce l'avete fatta? La vostra idea?» chiese Lucy, accorgendosi di quelle strane battute

«Beh, avevate bisogno di una spinta, e così abbiamo architettato vari piani tutti per voi! Secondo te perché Zeref ti ha chiamato in modo così preoccupato? E, soprattutto, chi se non noi vi ha rinchiuso nello sgabuzzino?» civettò Mavis, tutta pimpante.

«A proposito dello sgabuzzino, secondo me voi due non me l'avete raccontata giusta.» chiese Zeref, malizioso come non mai, guardandoli con una faccia che rese rossi entrambi i neo-fidanzati.

«Beh, allora che cosa fai, Zeref, quando vai da solo a casa della professoressa Vermillion?» chiese Natsu, intraprendente come non avrebbe mai pensato di essere. In quel momento fu il turno dei due professori di diventare rossi come dei pomodori maturi.

L'unico che godeva nel vedere la scena era Happy che, per divertirsi ancora di più, aveva chiesto un pacchetto di patatine all'infermiera. Quella per lui fu una mattinata di divertimento assicurato.

 

֎֍֎

 

«Ragazzi! Vedete anche voi quello che vedo io? Sto sognando.» esclamò Cana, avendo paura di aver bevuto troppo quella mattina.

«No, Cana, lo vedo anch'io.» disse Levy, con la bocca aperta.

«Che qualcuno faccia una foto, presto!» urlò Lisanna con tono melodrammatico e sbrigativo. Questo scoop nessuno nell'intera scuola doveva perderselo.

«Già fatta!» affermò Erza con in mano la sua macchina fotografica.

«Sai che con questa foto che li ritrae ci potremo guadagnare un sacco di soldi?» sbottò Gray, sorridente. I suoi migliori amici ce l'avevano fatta.

Le due figure, ormai distinte, si avvicinavano sempre di più, mano per mano. A quanto pare la primavera aveva portato consiglio al rosato, pensarono tutti.

«Ciao, ragazzi!» esclamò Natsu, con la voglia di lottare insieme alla ferraglia e al ghiacciolo.

«No, ora ci spieghi, Salamander.» si intromise, stranamente, Luxus. Qualunque cosa smuovesse il fulminato e lo invogliasse a parlare era sicuramente qualcosa di grosso.

«Siete fidanzati, vero? VERO?» esultò Mirajane, tutta pimpante quanto Mavis pochi giorni prima. Luxus la osservò, sorridendo per la sua reazione. A quanto pare pure lui doveva muoversi, se no l'avrebbe persa. In fondo, se ce l'aveva fatta il rosato, poteva riuscirci benissimo anche il nipote del preside.

«Beh, sì...» rispose Lucy e, a quel punto, un coro di ovazioni e fischi si alzò nell'aria, davanti al solido cancello della “Fairy Academy” luogo dove il loro amore era nato e cresciuto.

Molti dei loro amici erano stupiti – soprattutto perché Natsu aveva fatto la prima mossa – ma erano tutti contenti per loro. E, quell'amicizia nata sui banchi di quella semplice e pazza scuola, non sarebbe mai cambiata.

Poco dopo, però, tutti gli alunni di quella classe strampalata, sentirono un'altra notizia altrettanto succulenta. Salite le solite scale e aperto la porta della classe gli alunni videro sia il prof Dragneel sia la professoressa Vermillion all'interno. Incuriositi, gli studenti presero posto. Solo Natsu e Lucy sapevano cosa i professori volessero dire.

«Ragazzi e ragazze, oggi io e la qui presente professoressa Mavis vorremmo annunciarvi una cosa molto importante.»

«Zeref, potresti parlare normalmente? Non sei allo stadio.» esclamò Natsu, ricevendo un'occhiata di fuoco dal fratello, anche se, alla fine pure lui sorrise. Sapeva che Natsu era contento per lui, e questo gli bastava

«Oltre al fidanzamento dello studente Dragneel e della sua amica Lucy,» disse Zeref con l'intento di mettere in soggezione il fratello e la compagna, in quel caso innocente, riuscendoci perfettamente. «io e Mavis ci sposeremo tra poco tempo, il sette luglio.» finì lui, mentre un'altra ovazione partiva da tutta la classe.

«Ma non è finita qui,» s'intromise Mavis, gli occhi smeraldini che scintillavano. «tutta la vostra classe è invitata al nostro matrimonio!»

Un grandissimo “SÌ” partì da tutti gli studenti, e così iniziò quella giornata di scuola e festa.

 

Angolo dell'autrice:

E rieccomi qui con il sesto giorno della Nalu week: climax.

Inoltre oggi, con il bacio di Natsu e Lucy, celebriamo anche il giorno del bacio * festeggia *. Ammetto, in questo capitolo il termine climax l'ho usato poco. Ho voluto rendere questa figura retorica solo nel pezzo in cui Lucy si preoccupa (ammetto, in questo ho messo un po' anche il mio lato paranoico). Infatti il Climax, non usandolo come apice, l'ho adottato come gradazione ascendente.

Per quanto riguarda l'anafilassi, dato che non sono esperta anche se mi sono documentata, potrei aver sbagliato qualcosa, ma sul fatto del pericolo di vita non me lo sono inventata. Ma Happy lo conosciamo tutti.

E * rullo di tamburi * ce l'hanno fatta! Spero di aver reso bene questo “primo bacio” e che vi sia piaciuto. JUST KISS ALREADY, insomma.

E poi ho un altro “piccolo” annuncio: GLI ZERVIS SI SPOSANO! Penso che, nel prossimo capitolo, parlerò anche del matrimonio, ma vi lascio nella suspance – sono perfida and I know it.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e a presto,

Annabeth_Granger1.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7: The End ***


Our love is magic

Nalu week – Day 7°: The End

 

«Nervoso, Zeref?» chiese una voce in modo scherzoso, cercando di mettere il fratello a disagio.

«Non vedo l'ora di vederti in questa situazione al posto mio, carissimo fratellino.» rispose un po' acido lo sposo, non riuscendo però a nascondere il nervosismo.

Lucy osservò per bene tutta la chiesa, gremita di gente. Era passato pochissimo tempo da quel giorno e, lo ammise, non avrebbe mai pensato di stare , proprio vicino a uno degli sposi, come testimone.

 

§§§

 

«Ragazzi, calmatevi!» dissero in coro i due professori. La notizia dell'invito di tutta la classe da parte degli sposi aveva reso l'atmosfera festosa e casinista – cosa naturale, comunque – cosicché i professori dovettero dare sfogo a tutta la loro pazienza.

«RAGAZZI!» gridò Mavis, così tanto che tutti ammutolirono. Quando si arrabbiava, la prof Vermillion diventava una belva. E Zeref lo aveva appreso a sue spese. Ma l'amava anche per quello.

«Grazie. Come stavo dicendo, tutti sarete invitati ma alcuni di voi saranno testimoni o damigelle. Se possibile, mi piacerebbe poter vedere al mio matrimonio Cana e Mirajane come damigelle e Wendy come paggetto. Ci state?» chiese Mavis, pimpante. Ora si capiva come l'albina e la mora fossero diventate esperte nei loro piani da Matchmaker. Le due amiche saltellarono sulla sedia, accettando di buon grado la proposta, mentre Wendy annuì timidamente con il capo.

«Invece la mia notizia penso sconvolgerà qualcuno. Natsu e Lucy, vorreste essere i miei testimoni?» domandò il professor Dragneel, guardando i due di sottecchi. Lucy aveva la bocca aperta, mentre Natsu sorrideva tranquillo, accettando la richiesta.

«Beh, Lucy, sei forse una delle ragazze che conosco meglio qui dentro. Non ho molte amiche donne e, penso, che tra poco Natsu ti farà entrare nella famiglia. Non so quanto aspetterà il signorino.» stuzzicò lui, continuando il suo discorso, mentre i due diventavano lievemente rossi. Il rosato, in quel momento, si girò e le fece un cenno con il capo. Perché rifiutare, in fondo?

«Accetto.» dichiarò poi, sicura, aumentando l'atmosfera di festa all'interno della classe.

 

§§§

 

Lucy, presa dai suoi pensieri, non notò Natsu che la stava guardando da parecchio tempo, con l'aggiunta di un esemplare di Zeref pensieroso. La ragazza, risvegliatasi dai ricordi, fece un cenno con la mano, calmando così il suo ragazzo. Era strano chiamarlo così, per quanto fossero fidanzati da qualche mese. Prima erano solo nakama, ed era grazie ai due sposi e ai loro amici se ora stavano insieme. E lei ne era molto felice.

Scorse Zera e Happy come testimoni della sposa e guardò le varie persone già sedute. Levy alzava il pollice in su, infondendole coraggio e, seduta accanto a Gajeel, Lucy pensò anche a come quest'ultimo fosse cresciuto, dichiarando i suoi sentimenti alla turchina che ricambiava, ormai, da tempo.

Dopo Natsu, per l'appunto, moltissimi ragazzi si erano fatti avanti e, tranne Ichiya della scuola “Blue Pegasus High School”, quasi tutti erano stati accettati calorosamente dalle ragazze in questione. Si diceva, per esempio, che Gerard avesse chiesto a Erza di fidanzarsi con una torta di fragole, e proprio quest'ultima le stava sorridendo dalla fila un po' lontana. Gray, dopo tanto tempo, aveva accettato i sentimenti di Lluvia rendendola così la ragazza più felice del mondo. Evergreen, invece, era riuscita ad accettare la dichiarazione un po' burbera dell'uomo – altrettanto piena della suddetta parola – e, anche lei, ne era molto contenta, per quanto non lo volesse ammettere. L'unico che ancora non si era fatto avanti era Luxus che, come spiegato da lui, aspettava il momento opportuno, o ancora, secondo Gajeel, aveva troppa paura per farsi avanti.

Insomma, era quasi tutto perfetto. Pure Happy aveva trovato una compagna: Charle un amica di vecchia data di Wendy. Lucy era rimasta parecchio stupita da ciò. A quanto pare quella ragazza aveva proprio una pazienza immonda.

Più il tempo passava, più Zeref si preoccupava e, nei suoi pensieri, c'era sicuramente l'idea che correggere mille compiti in classe era altrettanto meglio che stare lì come un pesce lesso.

Anche Lucy tentò di calmarlo e alla fine capì che, in fondo, Natsu e Zeref non erano poi così diversi.

La ragazza si guardò il vestito. Era rosa, arrivava al ginocchio ed era sostenuto da delle sottili spalline. Se lo sistemò un po', era contenta di averlo indossato e soprattutto di usarlo proprio in quella cerimonia così importante.

Proprio in quel momento, però, le porte della chiesa si aprirono e la sposa fece la sua entrata. La marcia nuziale iniziò, mostrando una Mavis serena e felice. La camminata dritta e leggiadra, con quel bel vestito, la rendeva quasi angelica. Guardava davanti a sé, lanciando sguardi al futuro marito con un sorriso che avrebbe ammaliato chiunque.

Il bouquet nella mano sinistra e l'accompagnatore Yuri Dreyar, il fratello di Makarov molto amico della ragazza, era alla sua destra. Il vestito era senza spalline, il corpetto a forma di cuore decorato con una fantasia molto delicata e la gonna ampia con una fascia alla vita la rendevano una vera principessa. Più Lucy la guardava, più sperava, un giorno, di avere anche lei quel suo momento e di sposarsi con l'uomo che amava e che era di fianco a lei come testimone.

Cana le teneva il grande velo mentre Mirajane spargeva i petali sopra il lungo tappeto rosso. Coordinate in due vestiti color corallo, sfoggiavano anche loro un viso sorridente.

Finita la camminata Mavis arrivò all'altare e Zeref scordò tutte le sue paure di poco prima vedendo la sua splendida sposa. Si regalarono un sorriso a vicenda, mentre anche le persone affianco a loro si emozionavano. Quei due si amavano ed era la cosa più importante.

La cerimonia passò in fretta arrivando, poi, al culmine di essa.

«Vuoi tu Zeref Dragneel prendere come tua legittima sposa la qui presente Mavis Vermillion, e prometti di amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?» disse il prete, aspettando una risposta da parte dello sposo.

«Sì, lo voglio.»

«E tu, Mavis Vermillion, vuoi prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Zeref Dragneel, e prometti di amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?»

«Sì, lo voglio.» rispose lei, con la sicurezza di chi era nato solo per dire quelle parole.

«Chi è a conoscenza di qualche impedimento per il quale quest’uomo e questa donna non dovrebbero unirsi in matrimonio, parli ora o taccia per sempre.» in quel momento, Lucy dovette usare tutta la sua forza di volontà per far sì che Natsu non alzasse la mano dicendo qualche sua battutina, in quanto lui per rovinare i momenti migliori era proprio nato apposta. Dato che nessuno obbiettò – grazie alla bionda –, il prete continuò la cerimonia, finendo con quella parte che tutte le persone lì presenti aspettavano di sentire.

«Per il potere conferitomi dalla Chiesa vi dichiaro marito e moglie. Lo sposo può baciare la sposa.» e Zeref a quel punto diede quel bacio che rese i due legati per la vita, tra applausi e pianti di gioia dei presenti.

֎֍֎

Dopo un po' di viaggio Lucy pensò che Natsu sarebbe seriamente stato male se non fossero scesi subito da quell'auto. Fortunatamente arrivarono in poco tempo al ristorante scelto dai due festeggiati: il “Fairy Glitter”. La testimone dello sposo trovò il posto meraviglioso. Fuori c'era un gigantesco giardino pieno di fiori e alberi in frutto mentre l'interno era composto da una gigantesca sala con vari tavoli decorati per l'occasione.

La bionda si dovette ricredere sulla salute del fidanzato quando le portate che gli arrivavano le mangiava così in fretta – insieme a Happy – che quasi non le si vedeva arrivare.

Dopo quella grande “abbuffata” ci fu il pezzo che Mavis aveva curato personalmente: il ballo. Il romanticismo doveva nascere anche tra gli altri, non solo per gli sposi!

A Lucy ricordava molto il ballo scolastico di fine anno ma, ovviamente, Mavis aveva messo in primo piano anche l'eleganza e le canzoni. Queste ultime erano di tutte i generi: si alternavano quelle per ballare dei lenti, ma anche i pezzi rock e pop erano inseriti all'interno della Playlist accurata della neo moglie. Inoltre Makarov, che suonava il piano, li avrebbe deliziati con delle melodie molto dolci, e la sposa era contentissima del suo elaborato.

Ovviamente, dato che Natsu e Lucy sapevano di questo particolare, lei stessa aveva dato lezioni al rosato e, anche se lui le schiacciava i piedi ogni minuto, aveva sicuramente imparato discretamente le basi.

Lucy osservò pian piano anche gli altri. Erano stati invitati parecchi amici che Lucy e Natsu conoscevano, anche di altre scuole. Sting Eucliffe, della “Sabertooth school” ballava con Yukino mentre Rogue con Minerva. Erza e Gerard erano insieme così come Gajeel e Levy, con un lieve imbarazzo del primo. Lluvia era spalmata sul suo “Gray-sama” mentre Lyon stava con Meredy. Elfman era con Evergreen, Bixlow con Lisanna, Wendy con Romeo e, ovviamente, Mavis con Zeref. Ma ciò che stupì Lucy furono altri due ballerini: Luxus e Mirajane, finalmente insieme pure loro. Sorrise spontaneamente: tutto era perfetto per quella meravigliosa cerimonia. Qualunque cosa, tranne un suo dubbio di ben due mesi che doveva essere ancora annullato.

«Senti, Natsu… posso farti una domanda?» chiese Lucy all'improvviso, mentre stavano ballando sotto alla dolce melodia del pianoforte.

«Certo, dimmi pure.»

«Quel giorno, in cui ci siamo dati il nostro primo bacio,» iniziò il suo discorso la ragazza, prendendo un grande respiro. «come hai scoperto che io ricambiavo i tuoi sentimenti?» chiese infine, facendo quella domanda che da tanto tempo aspettava una risposta.

«Ti ricordi quella sera in cui avevi bevuto fin troppo? Ecco, quando ti ho portata a casa me lo hai confessato.» dichiarò lui con esitazione. Mentirle non era giusto ma aveva sempre avuto paura della reazione della sua ragazza. Sì, perché ora poteva definirla davvero sua.

«Ah, ma perché non me lo avevi detto subito?»

«Non so… avevo paura della tua reazione, ecco.» rispose Natsu, un po' a disagio. La sua smorfia così agitata fu tenerissima agli occhi della ragazza, che gli diede un casto bacio. Non le piacevano molto le effusioni in pubblico.

«Posso sapere che cosa mi hai risposto, quella sera?» chiese lei, curiosa. Era così bello stare lì, in quella sala, anche se quel ragazzo era davvero maldestro a ballare, lei si sentiva bene. E quello non sarebbe mai cambiato. Con lui tutto andava per il verso giusto. O quasi. Ma era quello il divertimento!

«Che anch'io provavo ciò che sentivi tu. Così come adesso.» rispose lui. Un altro bacio sigillò per l'ennesima volta il loro amore.

Susseguirono per la festa il lancio del bouquet. Tutte erano allineate in posizione dietro Mavis, con uno sguardo abbastanza sadico e bramoso di chi vuole qualcosa a tutti i costi. Quel mazzo di fiori avrebbe dichiarato la futura sposa. Il lancio decretò la vincitrice e, secondo la tradizione, la prossima a sposarsi: Wendy. Romeo, dopo averlo scoperto, diventò rosso quanto un pomodoro maturo mentre il padre, il professor Macao, peggiorava solo la situazione.

Il taglio della torta mise fine a quella festa, che sarebbe rimasta nel cuore di tutti per le emozioni donate e il divertimento dato agli inventati. Oltre alla prova d'amore che i due professori nutrivano.

 

֎֍֎

 

«Tranquilla piccola, ci sono qua io.» disse la madre, accarezzando delicatamente la testa della piccola dai capelli rosa per calmarla.

«Si è svegliata piangendo?» chiese una figura sulla soglia della stanza.

«Già, casinista come il suo papà.» rise la donna mentre la figlia Nashi si era calmata, ridendo a sua volta.

«Ehi!» rispose il padre, con un faccino imbronciato. Natsu aveva tenuto il suo lato bambinesco, dopo tutto.

Improvvisamente qualcuno suonò il campanello. Lucy andò ad aprire, e scoprì che era stato Happy a richiedere la loro presenza.

«Natsu e Lucy, Erza si sta arrabbiando parecchio, vi stanno aspettando tutti al “Fairy Tail”.»

«Oh, cavolo… me l'ero scordata!» esclamò Lucy dando la piccola in braccio al padre per poi correre cercando la sua borsa per uscire in sicurezza da casa. Perché certe cose per la piccolina bisognava portarle, ovviamente!

«Lucy, che pasticciona, ti scordi sempre tutto.» sbuffò il marito, guardandola correre per la casa. Sì: anche quel suo modo di fare non era mutato. Affatto.

«POTEVI RICORDARMELO TU, CARO.» gli disse lei gentilmente. Tutti e due non erano per niente cambiati.

Dopo pochi minuti, alla fine, uscirono di casa insieme al minore. Anche dopo il diploma gli amici avevano deciso, tutti d'accordo, di incontrarsi due volte al mese al bar dove lavorava ancora Mirajane dopo tutti questi anni. Erano nate tantissime famiglie nuove, e altri amori sarebbero sfociati così come la loro amicizia sarebbe sempre continuata fra gli ex studenti della “Fairy Academy”.

E questa è la fine di questa storia. Di come due normalissimi amici si sono innamorati, quasi baciati, dichiarati e poi hanno suggellato il loro amore. Tutto questo grazie alle persone attorno a loro.

E per loro non c'era finale migliore.

 

THE END.

 

Angolo dell'autrice:

Lo dico subito: non riesco a crederci. Dico davvero, questa è praticamente la mia prima long completa e… non so che cosa dire.

Innanzitutto do i RINGRAZIAMENTI! Rispettivamente a:

- gaia21

- tanomax

- Alice_nyan per aver recensito.

 

- Chicacate94

- Dark_Angel_Love

- esme_chan

- Giulia_Cullen

- luuuuchi_

- Memole91

- Thedarkgirl96 per aver messo la storia nelle seguite.

 

- tanomax

- _Yuki00_ per aver messo la storia tra le preferite.

E, ovviamente, ringrazio anche i lettori silenziosi che hanno fatto comunque la loro grande parte. GRAZIE DI CUORE A TUTTI VOI!

Quest'oggi il 07/07/X777 2016 è finita la Nalu week e questa long che mi ha portato via tanto tempo, ma che non rimpiangerò mai di aver trascorso a scrivere!

Ammetto anche che, a dire il vero, questa fic avrebbe potuto finire in modo diverso: né con un Bad Ending, né con un Happy Ending. Ma poi ho adottato questo finale perché, in fondo, questa è una Nalu week e non vedo questa storia terminata in modo diverso.

Inoltre diamo uno spazio anche alla ZERVIS e al suo matrimonio che spero di aver descritto bene. Lo vedo Zeref, povero puccio, tutto preoccupato. Se qualcuno vuole anche avere un'idea del vestito di Mavis, ecco un'immagine (http://www.sposamore.com/12755/vestiti-da-sposa-semplici-ed-economici-iliana-abito-da-sposa-basso-prezzo-tessuto-raso-e-organza.jpg).
Poi volevo farvi notare una piccola cosetta: ho voluto ambientare tutta la storia facendo vivere ai protagonisti tutte e quattro le stagioni dell'anno: nel primo e nell'ultimo, il capitolo di apertura e quello di chiusura, è estate, nel secondo, terzo e quarto capitolo invece è autunno, nel quinto è inverno e il sesto è ambientato in primavera. Ho voluto rendere apposta la storia così, spero che anche questo dettaglio minuscolo vi piaccia.

Purtroppo per voi, però * rullo di tamburi *, mi vedrete ancora in questo fandom: ho tanti progetti nella mia testolina che hanno solo bisogno di venire a galla.

Ovviamente ho lasciato spazio anche alle altre ship: tutte, ve lo dico subito, hanno avuto almeno un figlio quindi immagino il popolamento in quel povero bar XD. Per ultima cosa, anche se dovevo dirlo ieri, spero davvero che Mashima abbia fatto un buon viaggio dal Giappone alla Francia per il Japan Expo. C'è qualcuno che tra voi avrà la fortuna di incontrare questo mangaka di persona?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi piacerebbe se mi lasciaste una piccola recensione anche a quest'ultima parte della storia.

Grazie ancora e a presto!
Annabeth_Granger1.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3481159