What never said

di Lalla S T
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



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Capitolo 1


Pov Isabel
Aprì gli occhi, mi girai verso la sveglia erano le 8 del mattino, l'aereo per San Francisco sarebbe partito alle 12.
Ebbene si non mi sono opposta ai miei e andrò a vivere in un quartiere di San Francisco da mia nonna in California. Mi alzo dal letto lasciandolo sfatto e vado in bagno. Esco con un asciugamano intorno al corpo e uno in testa.
Sento qualcosa sbattere contro la porta finestra e vado ad aprirla
-Ei ho voluto sfidare il freddo e sono venuto- dice Cole in modo strafottente entrando Lo fisso inarcando un sopracciglio.
-Hai solo un asciugamano addosso- dice Cole tranquillamente
-Certo stupido ho appena fatto una doccia, girati che mi vesto-
-Io vengo a salutarti e tu mi insulti- dice Cole in tono divertito girandosi
Voglio provocarlo un po’, gli do le spalle e faccio scivolare sinuosamente l'asciugamano.
Metto la biancheria intima i jeans turchesi e il dolce vita nero.
-So che voi donne ci mettete tanto ma posso girarmi? Sono venuto qui per salutarti non per fissare il muro. Carino però- dice lui divertito e arrogante
-Puoi girarti, anche se non sono completamente vestita- gli dico seduta sul letto infilandomi le calze per poi gli stivaletti col tacco neri
-Mi aspettavo di vederti un po’ meno vestita- dice malizioso
-Mmm... Mi dispiace St Clair, ma proprio tanto- dico anch’io arrogante, infilandomi la maglietta blu scuro.
-Mi mancherai tanto devo ammetterlo Marcy Falls non è lei senza te- dice incredibilmente dolce posando le sue mani sui miei fianchi baciandomi.
Le nostre labbra sono immobili occhi chiusi, si stacca inclina la testa e mi bacia dall'altro lato.
-Non mi baciare così freddamente...- dico quasi sul punto di avere una crisi di nervi, sono già stata rifiutata una volta.
Mi bacia con più passione. Dalla porta finestra aperta entra un gelo che ci fa rabbrividire.
Cole cade a terra preda degli spasmi, mi guarda con i suoi occhi verdi leggermente cupi prima di diventare lupo. Balza giù dal balcone, non è molto alto e io corro ad affacciarmi noncurante del freddo.
-Non dimenticarmi...- sussurro a quel lupo che si dirige verso il bosco stringendomi le braccia al petto colta dal freddo.
Metto il cardigan nero e afferro la borsa.
Vedo i brandelli dei Levi’s beige, del maglione verde e della giacca di lana beige di Cole. Li raccolgo incerta se buttarli o no. Se li butto soffrirò ma se li tengo sarà ugualmente. Li prendo deciderò che farne in aeroporto.
-Isabel ho caricato i bagagli sulla mia BMW fai colazione e mettiamoci in cammino- dice mio padre brusco
Nascondo gli scarponcini e i resti dei vestiti di Cole nel trolley che do a mio padre. Mi siedo sorseggiando il caffè. Non mi mancherà questa casa e i miei genitori che litigano, forse mi mancheranno Grace, Sam e Cole. Sospiro.
In auto io e mio padre siamo taciturni.
-Ti ho già fatto portare il SUV- dice freddo a un certo punto
-Ok- dico semplicemente
-Isabel sai che la decisione mia e di tua madre è giusta...- inizia ma io lo blocco
-Lo so- non ho voglia di discutere
Guardo oltre il finestrino un lupo ci corre a fianco. Cole. Mi scende una lacrima l'asciugo e poso la mano sul finestrino.
-Addio, Cole- sussurro
In aereo dopo il decollo decido di dormire un po’ non lo fatto molto questa notte.
Sogno me e Cole dal primo momento fino a l'ultimo.
Quando l'ho trovato nudo a casa mia.
Quando l'ha scoperto mia madre, nudo sulle scale di casa.
Quando gli ho dato i vestiti di mio fratello Jack.
Quando l'ho baciato per impedirgli di chiedere di Jack.
Quando stavamo per andare a letto insieme e si è fermato.
Quando lo sentito suonare il piano a casa mia.
Quando mi ha baciato e mi ha detto "Ti bacerei così, se ti amassi"
Quando ho avuto paura di perderlo.
Quando ho capito di amarlo.
Quando ho visto il suo corpo di lupo inerme al suolo, ucciso da mio padre.
Quando mi ha chiamato per prima dicendomi che era vivo.
Quando gli ho detto che sarei andata via.
Quando mi ha detto che la California è un bel posto.
Quando gli ho detto di non scordare il mio numero di cellulare.
Quando sono andata via da Marcy Falls.
...
Dopo l'atterraggio recupero i miei bagagli e mi dirigo all' uscita.
"Ciao Cole, come va? Come stai? Sono arrivata a San Francisco diretta a North Beach il jazz e il blues e neanche l'opera non sono il tuo stile eh?
Salutami Grace e Ringo." Feci il primo passo schiacciando invia sul mio cellulare.
Trovo un pro zio che neanche ricordo ad attendermi. Carica i bagagli e mi chiede
-Vuoi guidare tu? Il SUV è tuo se non sei spossata.-
-Hai guidato fino a qui. Ora guido io.- dico acida
Arrivati a casa, la nonna un ottantenne che ne dimostra settanta molto allegra e vispa mi accoglie con due baci bavosi sulle guance che schifo!
Sono più intollerante del solito.
-Allora tesoro questa sera se ti va puoi andare a festeggiare la tua prima serata qui North Beach e famosa per la vita notturna, diverti e fai nuove amicizie-
-Nonna son in punizione...- gli faccio notare senza essere troppo scortese
-Io non lo dico mica ai tuoi genitori vai e divertiti.-
Rimango sbalordita da mia nonna!
-Dovrai darmi qualcosa in cambio ma tutto a suo tempo. E poi devi promettere di studiare e essere seria.- mi ammonisce
-Sono a North Beach e stasera sono invitata a una festa?- chiedo incredula
-Se ti va come hai detto tu sei a North Beach e non puoi perderti una festa così, prima che me ne dimentichi si terra al Impala. Ora corri a chiamare i tuoi e disfare le valige
Entro nella mia stanza. E' verde e moderna a un letto singolo e ai piedi la scrivania al muro di fronte c'è un armadio a quattro porte con una specie di libreria, un comodino e un un’altra specie di libreria con in più i cassetti al lato del letto. Una sedia semplice da studio verde e quello che sembra un comodinopouf mobile. Tolsi il cardigan e lo appesi al appendi abiti a muro a lato della scrivania. Buttai la borsa sul letto e controllai il cellulare ancora niente da Cole.
Chiamo mia madre
-Allora la camera ti piace è verde e bianca e moderna la mia scelta per te- dice entusiasta
-Va bene...- dico poco convinta la camera non è come me l'ha aspettavo è peggio ma non voglio discutere.
Dopo aver staccato con mia madre mi tolgo gli stivaletti e prendo i brandelli degli abiti di Cole. Li rigiro tra le mani e stringendoli a me come se ci fosse lui mi addormento.
Quando mi svegliai erano le 19. Decisi di andare a la festa che mi aveva detto nonna, non volevo pensare a Cole. Andai in bagno e per fortuna scopri che quello era normale bianco con una doccia un lavandino un WC , il classico bagno insomma.
Decisi per un abbigliamento tra il casual e il formale mettendo delle decolté blu un pullover nero una minigonna di jeans sotto dei leggins neri.
Presi una pochette e ci infilai cellulare chiavi della macchina chiavi di casa e uscì.
Non avevo con me giacca ma non faceva molto freddo.
Dal Impala proveniva una musica assordante , andai al bancone e ordinai un cocktail.
-Sei nuova non ti ho visto mai qui e sto a San Francisco da tempo.- disse un ragazzo biondo alto più di me di una decina di centimetri con gli occhi a secondo delle luci marroniverdi
-Mi sono trasferita qui oggi- dico semplicemente
-Sicuramente non conosci nessuno io sono Luke- disse porgendomi la mano
-Isabel- dissi stringendola
Sorseggiai il mio cocktail.
-Che ne dici se ti unisci a me e mia sorella?-
Mi sembrava un tipo apposto quindi accettai la proposta e mi porto a conoscere la sorella si chiamava Rose è bionda e occhi azzurri e molto bella chissà perché l'hanno mollata...
Ma poi che mi importa, mi lascio cadere sulla sedia



-Angolo autrice-
Eccomi con una nuova storia, fuori dal fandom di Twilight è la mia prima, si certo ho scritto delle one-shot sul cast di Twilight ma questa è totalmente diversa.
E' dedicata a Cole e Isabel non so se ci saranno pov di Grace e Sam.
Parliamo di North Beach è un quartiere di San Francisco. Qui trovate tutte le info: North Beach (San Francisco)
Qui trovate invece tutto le info su San Francisco c'è anche una tabella con le temperature massime e minime + le precipitazioni San Francisco
Vediamo cosa esce fuori xD da questa storia, io non ne sono molto convinta :
Vi lascio con i vari abbigliamenti e personaggi del capitolo
Isabel partenza
Isabel festa
Camera di Isabel
Luke
Sorella di Luke
Abbigliamento sorella di Luke
SUV di Isabel

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



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Capitolo 2


Pov Isabel
-Perché te ne sei andata? Troppa neve?- mi chiede Rose sorseggiando il suo drink.
-Ho fatto incazzare i mei- rispondo non molto interessata.
-E ti hanno spedita qui! Wow anch’io dovrei fare incazzare di più mio fratello- dice divertita
-Hai solo tuo fratello?- non so perché provo questo interesse ma i suoi occhi mi ricordano i miei tristi per la perdita di Jack.
-Si, i miei sono morti in un incidente d'auto insieme a mio fratello minore Tommy- dice triste
-Mi dispiace, anch’io ho perso mio fratello due anni fa, non andavamo d’accordissimo ma quando l'ho perso ho sentito un vuoto- ammetto
-Mi dispiace anche a me- dice triste
Ordiniamo ancora da bere
-Tuo fratello?- chiedo un po’ sbronza
-Beh lo lascio divertire una delle poche volte che può.
Quando ti ha visto gli sono brillati gli occhi, guarda balla con quella rossa credo voglia farti ingelosire- lei al contrario mio sembra essere sobria, beh non e che io fossi ubriaca , ma se avrei continuato così lo sarei diventata.
Luke si sta strusciando su una rossa tutta curve
-Ci conosciamo da poco sicuramente si diverte e basta-
-Sai i miei sono morti per evitare di investire una ragazza hanno sbattuto conto un muro ma hanno trascinato la ragazza con loro. Si chiamava Luce era la fidanzata di Luke...-
-Ragazze vi presento Lindsay- dice Luke completamente ubriaco sedendosi insieme alla rossa.
-Ciao- dice con voce stridula
-Ciao- la salutiamo io e Rose
-Luke non avrai bevuto troppo?- chiede la sorella al fratello
-E basta! Mamma e papà sono morti e morta anche Luce e Tommy! Voglio dimenticare per una sera!- quasi urla con le braccia aperte e il viso rivolto al celo
-Balliamo- gli sussurra Lindsay
Si alzano di nuovo diretti sulla pista. Prima di andare Lindsay ci lancia uno sguardo malizioso
Vedo Rose chinare la testa e asciugarsi una lacrima
-Portiamo via tuo fratello e andiamo a casa- dico alzandomi e andando nella direzione di Lindsay e Luke che si stanno strusciando, che orrore sento Lindsay gemere.
-Andiamo via- dico a Luke quando sono abbastanza vicina
-Chi sei tu per comandarmi?- mi dice con disprezzo
-Una che ti tira fuori dai guai- gli rispondo fredda
-Non ne ho bisogno- si volta
-Stai facendo soffrire tua sorella- gli dico altrettanto fredda
-Non mi importa, ora voglio solo divertirmi e farmi una sana scopata, ti unisci a noi?- chiede malizioso
Lo tiro per un braccio.
-Andiamo con la tua macchina noi siamo venuti con degli amici- mi dice Rose
-Ok- gli dico
-Sei ubriaca?-
-No, leggermente sbronza-
Butto sul lato del passeggero Luke e Rose si siede dietro. Luke inizia ad accarezzarmi il ginocchio salendo su e palpandomi la coscia
-Perché non hai la gonna?- chiede malizioso
-Non voglio scopare per questo- rispondo acida
-Scusa, è ubriaco fradicio, è la prima volta che lo fa- mi dice Rose mortificata
-Tranquilla.- le dico per rassicurarla, in verita sono infastidita
Appena arriviamo a casa loro scendo e aiuto Rose con Luke
-Senti vatti a fare una doccia o qualcos’altro penso io a lui- le dico, mi ricorda tanto me i primi tempi con Jack, forse non lo davo a vedere ma soffrivo, i miei occhi erano specchio dei suoi
Mi indica la camera di Luke e ce lo porto dentro. Inizio a slacciargli la camicia
-Allora vuoi scopare?- mi afferra per i fianchi
-No coglione- ringhio
-Calmati, piccola- mi sussurra roco
-Senti scemo io sono qui perché anch’io ho perso qualcuno e vedo in tua sorella tanta sofferenza ! Dovevo lasciarti li a scoparti quella- dico acida
Gli tolgo la camicia e la butto sul letto.
Gli sale un conato.
-Dov'è il bagno?- gli chiedo
Mi indica una porta, bagno privato che lusso.
Lo trascino li dentro e lui vomita anche l'anima.
-Datti una lavata, mentre io cerco dei pantaloni della tuta- dico uscendo
Cerco nel armadio fino a quando non trovo quello che cercavo: dei pantaloni della tuta grigi.
Quando entro in bagno Luke si sta lavando i denti.
-E' la terza volta che li lavo , ma il saporaccio non sta andando via, ho un mal di testa cane- si lamenta
-be nessuno te l'ha chiesto e prenditi un aspirina e tieni!- gli lancio i pantaloni
Mi siedo sul suo letto e tolgo le decolté.
Mi massaggio i piedi quando sento cigolare la porta del bagno e dopo qualche minuto sento il letto abbassarsi sotto il peso di un altro corpo
-Scusa, abbiamo iniziato col piede sbagliato. Mi piaci davvero-
Mi giro verso di lui
-Tu a me no! Senti non parliamoci ne sentiamoci non voglio amici. Ciao- dico uscendo
-Ciao Rose spero tu stia bene e ricordati di portare un’aspirina a Luke.-
Esco e entro nel SUV. Guido in silenzio una volta a casa entrando vedo mia nonna sul divano.
Appena mi vede alza un sopracciglio
-Domani o più tardi- le dico e vado in camera mia irritata Mi tolgo tutto e resto in intimo. A San Francisco il clima è piuttosto mite ma è sempre in California e la notte o la mattina visto l'ora si muore dal caldo così mi strucco e mi butto nel letto, almeno quello è comodo.
Apro gli occhi. Ho mal di testa. E poco più tardi dell’ ora di pranzo, mi alzo e vado in bagno , mi faccio una doccia e prendo un aspirina.
Indosso una canotta azzurra con delle scritte nere e degli short di jeans chiari.
Prendo delle Vans bianche tenendole in mano e vado in cucina a farmi un panino.
Mentre mangio seduta sull'isola entra mia nonna.
-Non ho detto niente di ieri ai tuoi come da patto, ora raccontami!-
-Niente ho incontrato due fratelli sono stata con la sorella e poi li ho riaccompagnati perché il fratello era completamente sbronzo.-
-Non è da te , ma comunque spero che non ti abbia vomitato nel SUV, quindi hai degli amici?-
-No e non ne voglio avere- dico dura andandomene
Torno in camera mia.
Prendo il telefono, nessuna traccia di Cole gli invio un messaggio
"Non ti fai sentire da un po'..."
Chiamo i mei e stiamo al telefono 3 ore e pomeriggio inoltrato , ma non è ancora il tramonto. Guardo il cellulare… Niente di Cole.
"Che fine hai fatto?" sono spazientita e preoccupata e soprattutto incazzata.
Dovrei trovare un college, almeno e quello che dice mia madre, mio padre è sempre il solito.
Decido di chiamare Grace ma non risponde le invio un messaggio
"Sono arrivata, mia nonna sta a North Beach quartiere di San Francisco. Sto bene e sai qualcosa di Cole?"
Sistemo le ultime cose e torno al cellulare... niente
Chiamo Cole.



-Angolo autrice-
Ciao è passato un pò di tempo ma con tre storie in corso e la scuola ci sono pure gli esami, la voglia di scrivere c'è infatti tra foglie e word mi manca il tempo per aggiornare poi anche il ritardo della mia beta che è più che giusto visto che ha i suoi impegni privati anzi tanto che ci sono la rigngrazio... e bo niente sono felice :D ora vado a letto buona notte e a presto :)
Rose
Pantaloni tuta Luke
Isabel

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



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Capitolo 3



Pov Isabel
Contavo gli squilli mentre camminavo su e giù per la stanza. Dopo un po’ di squilli rispose
-Da...-
-Brutto coglione!- ringhiai
-Ti sei svegliata dalla parte sbagliata del letto?-
-Sei uno stronzo perché non rispondi?-
-E' difficile con le zampe, Miss Gentilezza-
-Sei stato un lupo?-
-No una scimmia-
-La smetti!-
-Non ho iniziato io, ma comunque lo sono da quando te ne sei andata-
-Mio padre ti ha visto? Intendo in questi giorni?-
-No, non sono stupido-
-E quando mi ha accompagnato al aeroporto?-
-No...-
-Mh ok...-
-Hai trovato un bel californiano?- Mi stava prendendo in giro
-No tu quante ne hai portate nel letto di Beck?-
-Non sono più così...- sembra offeso
-Ho conosciuto un ragazzo -
-E allora?-
-Negli occhi di sua sorella c'è lo stesso dolore dei miei alla morte di Jack-
-Non devono essere dei bei occhi-
Che significa?
-Sei criptico!-
-Meglio di coglione o stronzo- dalla sua voce sembrava sorridere
-Si, meglio- e sorrisi anch’io
-Sam e Grace?-
-Sono nella penisola è da molto che non li sento, li chiamerò-
-Grace è ancora convinta a curarsi?-
-Si, come ho già detto quella ragazza mi piace-
Provai fastidio
-Quindi se lei non fosse fidanzata dell’ unico amico che hai te la saresti portata a letto! A me no, certo!- ero incazzata
-Isabel...-
-Isabel un cazzo! Vaffanculo!- gridai chiudendo la chiamata e tirandolo sul letto
-Isabel ti ho portato dei fascicoli per il college, io esco tu vieni?- mi chiese la nonna
-No vai tu con le tue amiche vecchie- dissi stendendomi sul letto e girandomi dal altro lato
-Hai lasciato un ragazzo importante a Mercy Falls vero? Anzi non mi rispondere. Ammettilo a te stessa che lo ami- si diresse verso la porta e uscì.
Nel momento in cui cole è andato a salvare il branco io ho capito di amarlo, e questa consapevolezza è sempre più forte.
Presi dei soldi li misi in tasca con il cellulare e uscì.
Mi tolsi le scarpe e inizia a camminare sulla sabbia a piedi nudi, la sabbia era ardente, mi sedetti e guardai il sole e la luna bianca leggermente accentuata e poi il mare. Io e Cole siamo come la sabbia e il sole, lui è il sole e mi brucia come il sole brucia la sabbia. O come il mare e il sole o il sole e la luna.
Vidi un ombra coprirmi e alzai gli occhi, era Luke.
-Rose mi ha detto ciò che ho fatto o ciò che ho tentato di fare in macchina e in discoteca ma, non sarà peggiore di ciò che ho fatto in camera-
-Senti, non fa niente e non voglio avere amici- dissi stendendomi sulla sabbia
-Non voglio essere tuo amico- Si chino su di me e appoggio una mano sul mio ventre ad altezza del ombelico, ho la pelle scoperta dalla canotta e appoggiò le sue labbra sulle mie. Si alzò e andò via.
Ecco io e Luke siamo accomunati da qualcosa devo solo capire cosa.
Pov Cole
-Ehi, Ruth- dissi dando una pacca a Sam
-Ciao-
Alzai un sopracciglio
-Sei sempre così demoralizzato-
-Grazie-
-Quando procediamo?- dissi sedendomi al bancone del bar
-Non ne sono poi così tanto sicuro...-
-Grace è grande e decide da sola e poi preferisci avere un lupo o la tua ragazza. Tu che per lei hai rischiato e sofferto, ora è il suo turno-
-Non è un torna conto. Cosa ti è successo per questa ramanzina, non è da te!-
-Niente- lasciai dei soldi sul bancone e uscì dal bar
-No non è niente... che pensieri profondi-
-Non sono cose che ti riguardano. Prima che diventi un quadrupede andiamo-
In auto mise il riscaldamento a palla
-Non c'è ne bisogno-
-Sono abituato con Grace-
-Sempre con questa cazzo di Grace! Hai una vita anche tu!-
-Ma che ti prende?-
-Niente-
Uscì dalla macchina e il vento gelido arrivo insieme a gli spasmi.



-Angolo autrice-
Ei, eccomi con il nuovo capitolo scusate lo so è un pò corto ma i colpi di scena ci sono eh! Isabel sa di amare Cole e Cole be come la vedete la piccola sfuriata con Sam?
In realtà questo capitolo l'avevo scritto a penna e avevo aggiunto un pov Grace ma non l'ho messo forse c'è ne saranno di pov Sam e Grace in futuro ma la coppia della FF è Cole\Isabel. Non mi uccidete xD
Passiamo ai ringraziamenti che devo proprio fare:
xborntobehappy grazie davvero non sai che bello leggere le tue recenzioni anche perchè avevo paura che la storia non piacesse perchè magari non riesco a rispecchiare bene i personaggi. Grazie tante :) Al più presto leggero la tua originale Romantica che già dalla trama mi piace
paramorina97 ho visto che leggi storie fandom Twilight se vuoi passare dalla mia pagina autrice ne troverai due in corso una finita e qualche OS sui Robsten e una su Eclipse oltre che due su il bacio del angelo caduto
e poi shuroxkei
Grazie per le recenzioni (xborntobehappy) e per aver aggiunto la FF tra le preferite paramorina97 shuroxkei xborntobehappy
Va be un grazie diamo pure alla mia beta che diciamo mi ha aiutato e lo fa ogni volta che gli do un capitolo Nabby
Io non forzo nessuno perchè so che la gente avvolte si ritrova a pensare "che palle" mi farebbe realmente piacere una recenzione.
Notte <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



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Capitolo 4



Pov Isabel
Non dovresti mai pianificarti le cose è tempo sprecato. Ti pianifichi che una cosa deva andare in un modo e poi va in tutt’altro.
Penso amaramente.
Infatti, eccomi qui ad aspettare un ragazzo seduta su una sedia di un chiosco in spiaggia ad aspettare Luke per chiedergli di essere amici, e frequentarci e magari essere amici.
Non gli racconterò la mia storia, probabilmente lo bacerò e gli dirò di provare a stare insieme. Che senso a pianificarsi le cose? Non andrà così
Mi alzo e cammino verso il mare.
Non andrà così perché: Amo un altro: Amo un ragazzo strafottente superficiale narcisista odioso. Amo un ragazzo distante da me fisicamente e mentalmente km.

Ho le scarpe in mano e l’acqua del mare mi arriva ai ginocchi.
Torno indietro al tavolino.
Mi siedo ad aspettare Luke.
Questa volta andrà tutto come pianificato.

- Nonna sono a casa- urlo rientrando
-Vieni a darmi una mano-
-Arrivo-
-Cosa ti serve?-
-Una mano a riordinare un po’-
-Ok-
La camera della nonna e classica un armadio ciliegia scuro che prende tutta la parete ai piedi del letto, un letto matrimoniale in ferro battuto due comodini come l’armadio un tappeto al centro della stanza. Una porta finestra molto luminosa e uno specchio ovale sempre ciliegia scuro. Le pareti sono bianche o giallino molto sbiadito non si distinguono e al muro ha dei quadri e qualche fotografia.
Sul muro adiacente al letto ha un piccolo quadro della Madonna e sopra la toletta un orologio ciliegia scuro con i numeri romani neri enormi.
L’armadio è aperto completamente vuoto e il letto ricoperto di vestiti pantaloni gonne camice e cappotti. Riponiamo tutto nell'armadio alcune volte con un vestito in mano mia nonna sospira magari ricordandosi quando l’ha indossato.
-Visto che qui abbiamo finito vieni-
Seguo mia nonna al piano di sopra
-Ti ho fatto un regalo-
Mi mette davanti ad una scatola rosa antico
La apro e al suo interno c’è un vestito rosa, una borsa salmone, un profumo delle zeppe non altissime e un braccialetto nero con dei pallini neri e bianchi con dei diamantini.
- Il vestito era mio il resto l’ho comprato-
-Grazie-
-Perché stasera non esci? E ti diverti ti fa bene-
-Non dovrei essere qui per punizione?-
-Te lo già detto io sono muta come una tomba e alla fine dell’estate andrai al college, mi riscatterò.-
-Furba nonna eh! Va bene esco vado a prepararmi.
Ho chiamato Luke usciamo noi due soli stasera e ho intenzione di provocarlo e di farlo capitolare alla faccia di Cole.
Indosso intimo grigio sexy e autoreggenti nere trasparenti. Indosso l’abito e le scarpe. Per dare un tocco più sexy agli occhi traccio il contorno degli occhi con la matita nera e sulla palpebra metto l’eyeliner nero.
Metto lo smalto grigio perla e il profumo e il braccialetto che mi ha regalato la nonna. Sulle labbra metto un rossetto rosa pallido, spruzzo nei capelli una polverina argentea e prendo la borsa che mi ha regalato nonna ed esco ad aspettare Luke.
Questa sera fa caldo, mi sarà utile per sedurre Luke.
Vedo la BMW accostarsi e ci salgo sopra
-Ciao- mi dice lui sorridendo
-Ciao- dico maliziosa
Mi protendo verso di lui con una mano vicina al suo inguine e lo bacio con ardore, la mia lingua esplora maliziosamente la sua bocca e spinge giù per la gola, faccio dei segni circolari con la lingua sul suo palato.
Quando ci stacchiamo, ha il fiatone
-Wo…-
-E’ un piacere vederti- gli soffio all'orecchio
La mia mano si avvicina pericolosamente al suo inguine e con l’altra faccio su e giù sul suo petto.
-Andiamo- dice secco sistemandomi le mani sulle mie ginocchia
Faccio finta di guardare fuori dal finestrino e gioco con l’orlo del mio vestito facendolo salire di molto, s'intravede il bordo di pizzo delle autoreggenti.
Vedo Luke guardarmi e deglutire. Sta funzionando.
Arriviamo al locale.
Scendo dall'auto e affianco Luke.
Quando ci fermiamo poso “accidentalmente” la mia mano sulla sua coscia e faccio pressione.
-Andiamo a prendere da bere?- gli soffio appena entriamo
-Si- sussurra lui
Prendiamo due Vodka ed io inizio a sorseggiarla piano e sensualmente faccio cadere una goccia che mi finisce nella scolatura e mi provoca un brivido.
In effetti, un abito più succinto sarebbe servito.
-Mi stai provocando?-
-E anche se fosse? Balliamo…-
Andiamo in pista e balliamo per una mezz'oretta tranquillamente, tranne che per qualche gesto malizioso che ho fatto.
Arriva un lento.
Prendo le mani di Luke e le metto dietro la mia schiena, le dita mi sfiorano il sedere e metto le mani intorno al suo collo.
Sembra un ballo innocente ma inizio a mordergli e leccare il pomo d’Adamo e la barbetta.
Lecco sensualmente il suo pomo d’Adamo e sento che fa su e giù. Sorrido compiaciuta.
Luke ansima.
Scendo con una mano giù fino al suo cavallo dei pantaloni e gonfio e tirato, lo stringo.
Luke geme sulla mia spalla.
Faccio scontrare le nostre intimità e mi stringe il sedere gemo e ansimo anch’io.
-Andiamo- dice con voce roca e eccitata
In macchina continua a giocare con il cavallo dei pantaloni.
Oso di più e sbottono i jeans entrando la mano all'interno sento i boxer stringo la presa e inizio a muovere la mia mano su e giù.
-Andiamo a casa mia è più vicina e mia nonna non c’è- gli soffio all'orecchio per poi mordergli il lobo
Geme e stringe il volante.
Arriviamo a casa entro e corriamo nella mia camera.
Gli tolgo i jeans e si sfila le scarpe e le calze, tolgo anche la t-shirt e la camicia.
Mi toglie il vestito.
-Oh cazzo- geme vedendomi in intimo autoreggenti e tacco.
I suoi boxer tirano sempre di più, Dio è dotato il ragazzo.
-Avevo un vestito più sexy e anche l’intimo ma immagino che ora tu mi voglia nuda e vogliosa.
Mi sgancia il reggiseno rudemente sicuramente strappandolo e mi butta sul letto avventandosi su di me.
Gemo.
Mi toglie le mutandine e le autoreggenti si toglie i boxer….
Sento la porta della mia camera sbattere.
-Cole-
Sono nuda con un ragazzo nel mio letto a pochi istanti prima di fare quello che non ho fatto con Cole e eccolo che spunta.
Gli sorrido trionfante di fronte alla sua faccia stupita e indignata.
Pov Cole
Mi sono trasformato davanti a casa di Beck. Furioso entro e mi vesto pesantemente.
In macchina corro come un matto fin quando noto un locale, mi fermo e scendo.
Appena entro noto una ragazza bionda di spalle così simile a Isabel.
Vado verso di lei la giro bruscamente e la bacio con prepotenza.
Mi aspetto uno schiaffo che non mi arriva.
-Ei ehi siamo eccitati vedo- dice maliziosa
Solo ora noto i vestiti succinti che ha addosso.
La bacio in modo più vorace.
La carico in macchina malamente e vado a casa.
Gli strappo i vestiti di dosso e quando lei sta iniziando a sganciarmi i jeans, vedo davanti a me Isabel, quando stavamo per fare sesso.
-No no….-
-Che c’è? –
-Non posso….-
-Fidanzato non ti preoccupare….- dice lasciva iniziando a leccarmi il petto nudo
Mi lascio andare per pochi secondi.
Che cazzo sto facendo! Devo andare da Isabel subito.
Mi rivesto e vado verso l’ex casa di Isabel.
Devo trovare l’indirizzo della nonna.

Sono su un aereo.
Una volta davanti alla casa faccio irruzione e giro un po’ per casa finche non sento dei gemiti…
Apro una porta e sul letto ci sono Isabel e un ragazzo, nudi.
Non riesco a capire come mi sento.
Resto lì in mobile indignato e stupito.
Mi sorride trionfante.


-Angolo autrice-
SCUSATE PER IL RITARDO! E' un ritardo colossale comunque il capitolo era pronto da settimane però ho avuto problemi con la beta e quindi me la dato oggi e ho postato subito eh!
Se poi si aggiungono i problemi scolastici di fine quadrimestre appropostito xD ditemi buona fortuna domani ho il compito di letteratura.
Il capitolo be Isabel che hai fatto mah??? O_O xD
Cole era venuto a dirti che ti amava e tu? O forse non era venuto per quello xD
Si saprà al prossimo capitolo.
Voglio ringraziare venusia, xborntobehappy e Lacus Clyneparamorina97, perchè questa storia non mi convince e le loro recensioni mi aiutano a capire se è bella o no quindi grazie :D
Su 3 capitolo 5 recensioni mi sembra buono vorrei che voi mi diate le vostre impressioni anche sulla pagina FB che trovate sotto la copertina o twitter tumbl ask polyvore che trovate nella mia pagina autrice.
Nella pagina FB ho messo la foto della ragazza che ha "sedotto" Cole comunque è Emily Osment
Abbigliamento Isabel
Intimo Isabel
Un abbracio e buon natale e anno in ritardissimo scusate ç_ç
Ciao C:

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



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Capitolo 5



Pov Cole
-Fanculo!-
Corro fuori e un ondata di freddo anche se non forte mi provoca gli spasmi.
Mi accascio a terra e un dolore lancinante parte dalle costole.
Gli ultimi minuti che ho vissuto da umano si mescolano e sono sconnessi.
Sono Cole per pochi minuti finché non mi rendo conto di avere zampe e artigli e inizio a correre.

__

Il lupo dagli occhi verdi si avventa su una povera preda squarciandola e facendola a pezzettini ma senza mangiarla, poi di scatto si gira e corre via. Si arrampica su un albero e inizia a graffiarlo e a staccare i rami. Su un ramo c’è un nido e il lupo ne fa piazza pulita uccidendo tutti i poveri uccellini. Corre fin quando un rumore non lo fa gemere. Rumore di clacson e ruote sullo sterrato.

Pov Isabel
-Isabel chi era quello?-mi chiede Luke, intontito
-Nessuno- rispondo dura, alzandomi
-E che ci faceva qui?-
-Niente- rispondo infilandomi l’intimo semplice nero
-E adesso che fai?- mi domanda nervoso
-Non vedi? Mi rivesto-
-Ma dove vai?-
-Non sono fatti tuoi!- quasi gli urlo contro
Indosso dei jeans, una canotta grigia leggera non attillata, infilo i calzini e le vans grigie.
Apro un cassetto del comodino e estraggo la trousse contenente i miei trucchi.
-Puoi anche rivestirti.- dico acida rivolta a Luke
Poso la trousse sulla scrivania e mi specchio, a lato della scrivania c’è una finestra e accanto uno specchio.
Do una rapida spazzolata ai capelli e metto il fondo tinta, il mascara e la matita neri per accentuare lo sguardo.
Aggiungo un tocco di lucidalabbra-rossetto sulle labbra.
Afferro la felpa grigia che c’è attaccata all' attaccapanni, in camera mia, e metto in testa un capello di lana grigio.
Mi giro verso Luke mentre mi spruzzo il profumo.
-Vuoi restare lì?- chiedo con un sopracciglio alzato
-Isabel io non capisco…-
-Sto uscendo e così chiaro e non credo che mia nonna sia favorevole a trovarti qui nudo, per giunta-
-Ma che…-
-Luke vai!- gli grido
-Ma vaffanculo- si riveste senza neanche infilarsi i boxer o i calzini e va via.
Mi giro verso la scrivania, appoggio le mani su essa e mi guardo allo specchio sbuffando.
Devo andare a cercare Cole? Sbuffo.
E se devo andare a cercarlo devo farlo prima che mia nonna torni così che pensi che io sia ancora fuori a divertirmi.
Prendo il telefono e decido di uscire.
Fuori non fa eccessivamente freddo ma per terra ci sono sparsi, brandelli di vestiti, quelli di Cole.
Seguo le orme di Cole e mi addentro in una piccola foresta per poi finire in una strada. Le tracce si interrompono.
Questo può voler dire o che abbia attraversato o che si sia trasformato . Ma impronte umane non c’è ne sono.
Attraverso e finisco in un campo, è quasi buio e non si vede molto. Sento un fruscio.
E vedo un ombra saltare tra i cespugli che spavento, spero non sia Cole.
A un certo punto qualcosa si avventa contro di me, un randagio , merda.
Cerco di scrollarmelo di dosso o di scappare ma a parte dei graffi non ricevo risultati.re tra i cespugli, comincio a spaventarmi, spero non sia Cole.
A un certo punto qualcosa balza al collo del cane e degli occhi verdi mi fissano.
Cole.
E’ ancora lupo, con gli occhi guarda verso la strada come a volermi gridare di scappare.
Corro per un po’ e mi fermo dietro un angolo.
Ormai e buio e non ci sono molte macchine.
Dall’ altro ciglio della strada vedo Cole ancora lupo con il muso incrostato di sangue. Un attimo dopo vedo che si contorce, si sta trasformando.
Attraverso e lo raggiungo.
-Non preoccuparti, ti ho già visto nudo- dico quando ormai
Cole è umano
-Divertente-
-Già..-
-Hai il SUV?-
-Come pensi che possa avere il SUV! Non ho pensato ad attraversare una foresta con la macchina-
-Calma eh! Ce la faremo a piedi, il mio Hotel è alla fine di questa strada-
-Grande! A piedi di notte con un ragazzo nudo-
-Una volta mi sembrava apprezzassi il mio corpo, hai anche provato a spogliarmi-
-Fanculo!- Metti questa-
-E tu?- -Mi dispiace, non sono nuda-
Si mette la mia felpa che copre ben poco
Arriviamo al suo Hotel che sembra più un Bed e Breakfast .
Entriamo in camera.
-Carino…- gli dico sinceramente
-Non ho molti soldi e comunque è comodo- cerca di giustificarsi lui.
Prende dal borsone boxer, jeans e t-shirt e va a cambiarsi. Pochi minuti dopo è di ritorno.
-Tieni- dice tirandomi la felpa
-Che gentilezza….- sussurro in modo che non mi senta
-Dico a mia nonna che dormo fuori?- chiedo, anche se di certo non mi serve la conferma di un ragazzo per fare ciò che voglio.
-Mh- risponde disinteressato
Mah, ragazzi!
Invio un messaggio a mia nonna che mi risponde con un “Dacci dentro ragazza! E ricordati college la mia rivincita”
Sorrido.
Alzo lo sguardo e vedo Cole guardarmi intensamente.
-Che c’è?- sbotto
-Chi era quello?- mi chiede molto seriamente
-Un tizio…- rispondo svogliatamente
-Quello che hai conosciuto tempo fa?-
-Può essere…- rispondo assente
-State insieme?- Cole continua a fare il serio, noto qualcosa di strano nel suo sguardo
-Ma che te ne importa?- chiedo leggermente incazzata
Cole mi afferra per i polsi facendomi alzare e premendomi contro il muro.
-Rispondi…- ringhia, c’è ira nei suoi occhi
-No!-
-Siete andati a letto insieme?- domanda incazzato
E’ geloso?
Sfodero uno dei miei migliori sorrisi vittoriosi.
-Si-
Mi lascia andare, e un attimo dopo afferra un giubbino di pelle e esce.
Te l’ho fatta Cole St Claire.



-Angolo autrice-
Scusate per il ritardo come al solito, comunque per ora ho gli esami quindi non so se posso aggiornare. E ho dei problemi diciamo sono rimasta delusa ma sta passando. Rendersi conto che l'amicizia non esiste... ma va beh...
Venusia ancora scandalizata? Ahahahaha eh eh.
Lacus Clyne non ti scusare io sono peggio ç_ç
Dimenticavo il capitolo non lo postato prima perchè la beta non me l'ha dato e me l'ha betato Susanna Galati Va be evaporo u.u
Isabel va a cercare Cole

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***



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Capitolo 6



Pov Isabel
Fanculo! Prendo la felpa ed esco anchio.
Appena fuori dal bed breakfast vedo Cole svenuto a terra. Chiamo un ambulanza? E se gli fanno delle analisi e scoprono che non è “normale”? Prendo il suo telefono dalla tasca dei jeans il mio l’ho lasciato in camera e chiamo l’ambulanza.
-Signorina, il ragazzo ha assunto varie sostanze, alcune tossiche, ecco spiegato il malore. Ora è in camera. Domani lo visiterà una psicologa, potrebbe aver tentato il suicidio.- mi dice freddo il dottore
Vado subito in camera da Cole. Dorme.
-Non fingere, sono io.- gli dico fredda
-Non ho tentato il suicidio.- mi dice semplicemente
-A no?- dico infastidita
-No, provo le cure per la licantropia su di me.-
-Oh…-
-Felice che ti interessi, ho provato tante volte il suicidio ma questa volta no.- dice sistemandosi e guardando il soffitto. Mi siedo sul letto posando la felpa sulle sue gambe.
Amo questo ragazzo. Questo pensiero uscì dalla mia mente senza che me ne rendessi conto.
-Mi farò dimettere.- dice alzando il busto
-Non puoi, loro credono che tu abbia provato a… ucciderti. Domani ti visiterà una psicologa-
-Ho sempre trovato le dottoresse molto sexy… e una strizza cervelli mh…-
-Sai che c’è? scopatela pure… soffri di astinenza eh- mi alzo e vado via
-Isabel aspetta…- disse fermandomi
Mi fermai ma non mi girai.
-Scusami- sussurrò
Cole St Claire che si scusa wow…
Mi girai
-Vieni qui- dice porgendomi una mano
Chiudo la porta deglutendo e andando verso di lui.
Si siede nel mezzo del letto e mi trascina con lui sedendomi sulle sue gambe.
I nostri visi sono così vicini sento il suo fiato caldo sul mio viso e ho i brividi.
Mi bacia il collo. Succia e mi morde la spalla mi morse la spalla scoperta dalla canotta. Leccò e succhiò il mio collo. Sentire le sue labbra, la sua lingua e il suo respiro caldo sulla mia pelle, resa sensibile dal suo tocco, mi riempì di brividi. Misi le mani intorno al suo collo e inclinai la testa spingendolo verso il mio collo.
-Se passa qualcuno- sussurrai
-Sh-disse piano
Sto impazzendo, è una sensazione meravigliosa.
Salì sulla mia gola baciandola e leccandola. Morse e succhio un piccolo pezzo di pelle, proprio li, ero cosi sensibile. Sospirai. Mi bacio la mascella, dietro l’orecchio e mi morse il lobo. Lo stringevo convulsamente. Fece la stessa cosa dall’altra parte dell’collo e del viso. Se non mi avesse baciato subito… Mi chiuse le palpebre baciandole e salì a baciarmi la fronte e la punta del naso e finalmente eccolo sulle mie labbra. Le nostre lingue si scontrarono intrecciandosi. Tolsi le mani dal suo collo per schiacciarmi su di lui ancora di più, mi afferrò per le natiche stringendole per avvicinarmi di più a lui. Mi morse e succhiò il labbro inferiore. Scontrai i miei denti con i suoi sembrava volessi entrare dentro la sua bocca. Ci staccammo ansanti posò la sua fronte sulla mia.
Dovevo dirglielo, dovevo dirgli che lo amavo. Dopo un bacio così diversissimo dai precedenti.
Nei suoi occhi poi, sembrava potessi leggere la parola amore.
-Isabel…- sussurrò
Non lo feci continuare scappai via.
Pov Cole
Mi toccai le labbra, sentivo ancora il suo sapore e il suo odore sulla mia pelle.
Mi girai: nessuno.
Ero in aeroporto stavo tornando a mercy falls.
Appena arrivato a casa di Beck
-Grace?- dissi entrando nella sua stanza che è anche quella di Sam
Li trovai accoccolati sul letto che guardavano la tv.
-Scusate. Grace devo parlarti.-
-Cole St Claire che si scusa wow vado via subito- dice Sam
-Grazie Sam-
-Questo è troppo- dice ridendo
E sorrido anch'io.
-Che c’è?- chiede Grace alzandosi
-Sono andato da Isabel…-
-Oh….-
-Inizialmente è andata di merda l’ho trovata a letto con uno mi ha detto che c’era stata e io ero geloso e così sono andato via.... poi mi sono iniettato della roba tossica per cercare un antidoto più sicuro per te e per Sam e sono stato male. In ospedale ho fatto lo stronzo stava andando via e gli ho chiesto scusa di getto e poi volevo assaggiare la sua pelle e me l’ha lasciato fare e ci siamo baciati,un bacio strano, bellissimo ed è andata via- Mi butto a peso morto sul letto
-Respira. Tu l’ami?-
-Non lo so. Dio che confusione, non mi riconosco più.-
-Sei innamorato-
-Perso.- penso a Isabel a tutto quello che abbiamo passato e al fatto che sono un idiota e penso a quando l’ho baciata “Ti bacerei così se ti amassi” cosa avrà pensato lei? Si l’avrei baciata in quel modo e come in ospedale perché la amo. Sono innamorato.
Grace sorrideva.
-Cole finalmente- disse felice
-Ha un altro.- dissi girandomi a pancia in giù sbuffando
-Che ne hai fatto di Cole St Claire? Vai su. Riconquistala, riprendila, anche lei ti ama ne sono sicura.-
-Ma-
-Cole St Claire niente ma, fai uscire il vero te non fare l’innamorato depresso.-
-Non sono abbastanza per lei sono uno stronzo e un disastro ho tradito la mia fidanzata un sacco di volte ed era la sorella del mio migliore amico, quasi fratello-
-Ma non l’amavi.-
-La farò soffrire.-
-E’ normale ma ti scuserai e l’amerai più di prima.-
Sembravo un ragazzo di 15 anni che si confida con la madre alla sua prima cotta, anzi no al primo innamoramento.
Sospirai
Ero sul mio letto quando vibrò il cellulare
“Dove sei?” era Isabel
“Sono tornato a Mercy Falls, non volevi tradire il tuo fidanzato è stato solo un bacio niente di più per fortuna”
“Sei tornato a Mercy Falls???”
“Sii felice”
Mi tartassò di chiamate.
Pov Isabel
Scoppiai a piangere buttando tutto a terra.
-Che succede tesoro?- chiese mia nonna entrando in camera preoccupata e trafelata
Gli raccontai di Luke e Cole
-Nonna lo amo da impazzire anche se è uno stronzo e sono stanca.- dissi piangendo e abbracciandola.
-Perché sei scappata?-
-Io non lo so è sempre stato stronzo non mi ama.-
-Da come si è comportato invece ti ama solo, forse, non se n'è reso conto. Perché gli hai detto di essere andata a letto con Luke?-
-Speravo in una reazione-
-C’è stata infatti.-
-Non mi ama-
-Si-
-No-
-Si-
-No-
-Si-
-Tanto ho rovinato tutto- conclusi io



-Agolo autrice-
Buona sera e buon ferragosto.
Allora non uccidetemi per il capitolo, ho una domanda volete una long o pochi capitoli?
Anche questa storia tra 11 giorni farà un anno e volevo dirvi grazie se non ci sentiamo qui prima davvero grazie.
Non ho altro da dire quindi scappo perchè so che volete uccidermi.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***



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Capitolo 7



Pov Isabel
Chiudo la cerniera del borsone e lo afferro scendendo le scale.
-Sei pronta?- mi chiede mia nonna
-Si- rispondo semplicemente
-Andiamo ti accompagno in aeroporto.-
Torno a Mercy Falls non so per quanto ne perché… anzi il perché lo so...per Cole.
Indosso un pantalone nero e bianco a quadri e una maglietta con le spalline larghe nere. Mi copro per scendere a Mercy Falls con un maglione over size grigio un cappotto di lana che lascio sbottonato e una sciarpa. Metto un cappello nero in testa, da qui spunta la mia coda laterale.
Prendo la valigia nera lucida Louis Vuitton dal rullo e mi dirigo all' uscita.
Mi faccio portare da un taxi a casa, così da dire direttamente hai miei che sono qui e evitare storie.
Appena arrivo sento strani rumori provenire da sopra appoggio la valigia alla base delle scale e salgo.
Mi sfilo il capello e entro in camera dei miei.
Resto sbalordita appena capisco l’origine di quei “rumori”.
Mio padre nudo nel letto che un tempo divideva con mia madre si “intrattiene” con due ragazze poco più grandi di me.
Mi viene il voltastomaco e scappo via.
Busso a casa di Beck infreddolita.
Ad aprirmi é Cole.
E’ sbalordito non credo di averlo mai visto così.
-Che fai qui?- mi chiede ancora stupito
-Credo che prima di chiacchierare sia meglio entrare così io non congelo e tu non diventi a quattro zampe.-
Mentre lui accende il fuoco nel camino io mi spoglio rimanendo con la canottiera nera i jeans senza calze ne scarpe.
-Che fai qui?- mi richiede Cole
Lo fisso il fuoco crea quel bagliore che lo rende bellissimo. Quei capelli neri scompigliati troppo lunghi e gli occhi neri, lucidi.
Lo amo da morire.
-Sono tornata per un po’ e a casa mia non posso stare, non credo di essere accetta neanche qui. Andrò in un bed and brekfast.- dico neutra
-Sono solo, Grace e Sam sono alla penisola per ora quindi non credo cambi se tu ci sia o no.- risponde anche lui con un tono neutro.
-Va bene.-
-Almeno risparmi dei soldi.-
-Sprecare quelli di mio padre sarebbe un piacere.- dico acida
Vado in bagno e mi faccio una doccia per distendere i nervi. Mi avvolgo i capelli in un asciugamano e uno intorno al corpo. Torno in camera.

Mentre prendo la biancheria dal borsone entra Cole
-Questa è la mia came…- si ferma appena nota il mio “abbigliamento”
-Scusa, era la più vicina al bagno- rispondo innocente.
Mi viene in mente quando stavo per partire per San Francisco.
E ovviamente lo provoco.
Infilo le mutandine semplici nere senza togliermi l’asciugamano e metto pure i jeans.
Butto il reggiseno sul letto insieme a una camicia e un maglione.
Cole fissa il reggiseno deglutendo per alcuni secondo, dopo mi giro di spalle lasciando l’asciugamano.
Prendo il reggiseno e mi infilo le spalline tenendomi le coppe gli chiedo suadente.
-Me lo allacci?-
Sento avvicinarlo e ogni passo è un macigno.
Sperò che mi volti prendendomi a baciare invece rapidamente mi allaccia il reggiseno e si sposta come scottato.
Sospiro senza farmi vedere e mi infilo la camicia mi giro mentre l’abbottono e lo guardo con un sopracciglio inarcato.
Infilo il maglione e le scarpe.
-Beh hai detto che posso stare dove mi pare quindi…-
-Non in camera mia però- mi dice gelido
Esco frustata e mi giro a fissarlo.
Raccoglie una mia maglietta caduta a terra dal borsone e se la porta al naso odorandola per poi buttarsi sul letto supino e pensieroso.
Vado in una delle camere e appoggio il borsone a terra e scendo a preparare da mangiare.
Venire qui non è stata una buona idea e per di più dopo quello che ho visto.
Per quale motivo dovrei dire a Cole di amarlo? E allora perché sono qui.
Dovrei andarmene.
E così come sono arrivata torno a San Francisco e passano i giorni.
Dopo qualche settimana.
-Stasera c’è una festa da giovani perché non ti unisci a loro?- mi incita mia nonna
In effetti non sono uscita molto, quindi perché no una serata diversa, senza pensare, cosa c’è di meglio?
Indosso un abito colorato senza maniche a collo alto. Tacchi a stivaletto neri abbinati alla giacca e alla borsa, una coda alta e il trucco. Rossetto rosso Louis Vuottion mascara e eyeliner nero. Metto il profumo e esco.
Arrivo al locale affollato. All' interno do all’addetto giacca e borsa e mi dirigo nella sala. C’è la moquette rossa, i tavoli panna e le sedie color cedro in legno. Per creare l’atmosfera da discoteca c’erano fari colorati e abbaglianti, una palla enorme e un bancone colmo di alcolici.
Intravidi Luke e la sorella parlare con dei ragazzi.
Mi girai attirata da una sensazione che mi portò a scontrarmi con due occhi verdi.
Mi si gelò il sangue.
Cole mi aveva seguita.
Per tutta la sera cercai di evitare sia Luke che Cole, per fortuna gli invitati erano molti e la musica assordante. D’un tratto vidi Cole e Luke parlare, il primo alterato e il secondo composto, forse stupito in fondo.
Si girarono in contemporanea verso di me e io scappai.
Pov Cole
Mi avvicinai a quel tipo, che odio con tutto me stesso. Prima si porta a letto Isabel e poi fa l’idiota con altre ragazze. Non dovrei fargli la predica ma amo follemente Isabel.
-Ah quindi ti porti a letto una ogni notte? Ti manca il paparino che ti insegna le buone maniere.- gli dico incazzato e anche brillo devo dire
-Che cazzo dici!- mi urla di rimando
-Ti sei scopato Isabel e ora?-
-Ma che dici idiota è scappata da te lasciandomi come un idiota.-
-Ah si?- dico per sferrargli un pugno.
Aspetta.
Scappata da me.
Lasciandomi come un fesso.
Mi giro in contemporanea con il tizio verso Isabel.
Perché mi ha mentito? Penso mentre la inseguo.
-Isabel- urlo
Siamo ormai fuori dal locale, riesco a fermarla incastrandola contro il muro.
-Che cazzo vuoi Cole!- mi urla in facci in lacrime
-Te!- urlo anch'io forte al cielo e sento rimbombare il mio urlo. Ci avviciniamo piano…
Appoggio le mie labbra sulle sue bagnate dalle lacrime.
Non voglio più staccarmi.
Le nostre labbra danzano.
Stringo le mie mani sui suoi fianchi fino a farle scendere a cingerle la schiena.
La stringo da matti mentre continuo a baciarla e anche lei dischiude le labbra mettendo le mani dietro la mia nuca. E rafforza la presa.




-Angolo autrice-
Non sono morta sono una "cattura svenutre" e una che non ha mai tempo.
E' iniziata la scuola... anzi è quasi natale >.<
Partendo dal fatto che sembra che non abbia tempo ma ormai credo vi siate abbiutati. Nel ultimo mese e mezzo sono successe tante cose soprattuto brutte.
Non mi dilungo grazie e scusate:)
Isabel n 1
Isabel n 2
Isabel n 3

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***



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Capitolo 8



Pov Isabel
Mi stacco lentamente quasi timorosa..
Cole mi guarda con le labbra dischiuse, gli occhi carichi di qualcosa che non capisco bene.
E con un sospiro lascio ricadere le mie braccia lungo i fianchi.
-Dobbiamo… parlare…- dice Cole quasi con tono interrogativo
-Già, ma adesso no.- dico stanca
-E quando?- chiede irritato
-Sono stanca, mi baci mi dici delle cose così… e poi vai via mi rifiuti.- dico quasi piangendo
Lui non parla mi fissa.
-Se io adesso ti bacio mi respingi?- Ho paura
-Isabel…-
-Ti prego..-
Lui mi guarda.
-Ti prego, ti prego.-
Lo bacio.
Mio padre, mia Madre, mio fratello, il divorzio.
Tutto scompare.
Ci sono solo le sue mani e le sue labbra.
-Dai andiamo a casa – dico staccandomi. Ma non resisto e gli do bacio a stampo.
Mi bacia anche lui brevemente, poi mi volto.
Dopo pochi passi lo sento ridere e dopo mi ritrovo sul suo petto e sulle sue labbra, tese per un sorriso.
Gli occhi sono ancora carichi di quel sentimento e ora sono anche molto dolci.
Appena arriviamo a casa mia, filiamo dritti sul mio letto dove ci baciamo al impazzata.
Mi sembra di stare in un sogno, questo viene interrotto quando suonano alla porta.
Cole sbuffa.
-Dai andiamo- dico io.
-Cole, finalmente per trovati c’è ne voluto di tempo.- dice una bionda entrando.
-Chi sei?- chiede Cole confuso.
-Come non ti ricordi, Lei è Isabel? Prima di venire da te mi ha scopata Dio! È meraviglioso, mi ha promesso altri incontri ma tu lo trattieni... - dice innocente
A Cole viene un lampo sul viso. Come se gli fosse venuto in mente qualcosa.
Ma non lo lascio parlare.
-Cole non ti conosce, esci da casa mia!- dico sbattendola fuori. Mi giro verso Cole in cerca di spiegazioni.
-L’ho vista ok? E mi ha ricordato te. Appena si è girata non eri tu ho pensato “va beh tanto” ma, non ci sono riuscito e sono corso da te.-
-Quanto tempo fa?- chiedo arrabbiata.
-La prima volta che sono venuto qui- dice lui. Sembra nervoso.
-Perché sei venuto? Volevi scopare me?- sono incazzata.
-Io non lo so ho pensato solo a te volevo vederti, non mi bastava pensare a te e basta.-
E’ una frase così romantica.
Ma non va io non posso.
-Torna a Mercy Falls e…- restaci. Volevo dire, ma non riuscii. Uscii di casa piangendo.
-Isabel ti prego sta volta io… resta vieni qui- dice aprendo le braccia
-Ti sto pregando per la disperazione- dico piangendo senza girarmi.
-Io anche sono disperato, faccio avanti e indietro cerco una cura anche per me, per te, per noi. E poi volevo uccidere quel biondino. Quando mi ha detto che mi avevi mentito, ho pensato “perché mi ha mentito? Ho sicuramente sbagliato qualcosa” Isabel ti prego.-
-Non esiste nessun noi.- sono praticamente davanti al SUV
-A….- non lo faccio finire entro nel SUV e scappo via.
Qualche giorno dopo.
-Tesoro…- dice mia nonna accarezzandomi una guancia umida
-Io lo amo, ma lui…-
-Ti ama non l’hai fatto finire di parlare quello che ti ha detto… da come me l’hai descritto non è uno che lo dice a tutte.
Amore della nonna….-
-Tu dici che quella A stava per Amore?- piango disperatamente
-Va da lui, torna a Mercy Falls restaci, se vuoi. Sei grande.-
-Nonna?-
-Va subito corri.-

Pov Cole
Mi ha mandato via.
In questi giorni mi sono iniettato in vena di tutto, per una cura. E mi sono ritrovato nudo dopo l’ennesima trasformazione con dei dolori atroci alle ossa nausea e mal di testa. Nudo sul mio letto.
L’ultima volta che provo il suicidio, prendo delle pasticche quelle che tempo fa usavo per sballarmi con i NARKOTICA.
Penso a Victor. Prendo tutta la boccetta.
Sono passati tre giorni.
Strano dopo aver preso quelle pasticche non avevo dolori post trasformazione. Allora riprovai mi trasformai e tornai umano e ho preso una ventina di pasticche il sollievo è stato graduale e dopo 3 ore ero normale e per le successive 48 ore non mi sono trasformato. Sentivo un po’ sballato e caldo, ma era come quando ne prendevo due o tre da “umano”.
Ho fatto provare a Grace. Di nascosto Ringo non voleva ma lei sì e quindi l’ho aiutata. Stessi effetti sono servite qualche pasticca in più due o tre niente di eclatante.
Credo perché lei è “mutaforma” da meno tempo.
Sono qui nudo sul letto come un disperato braccia sulla testa e sguardo rivolto al soffitto.
La porta si spalanca
-Cole!-
Mi copro con un cuscino.
Isabel, dannazione.
-Un tempo non ti facevi problemi- mi dice con un sopracciglio alzato.
-Posso vestirmi mi aspetti giù e parliamo?- sono imbarazzato. Io imbarazzato?
-Se vado via, di nuovo?- mi chiede strana
Di nuovo?
-Ci impiegherò un minuto così da non cadere in tentazione.-
-Ti aspetto.- dice uscendo.

Pov Isabel
-Ci hai messo 50 secondi in realtà- gli dico appena scende.
-Meglio, dieci secondi in meno per pensare di scappare.- sorride.
E’ bello!
-Ho provato molte cure e ieri mi sono drogato e sono sulla giusta strada credo…-
-Sono contento per te e per…-
-Non lo facevo per me e sottolineo facevo perché si forse ora lo faccio, non ne voglio saperne di morire e Grace non mi piace… Mi piaci tu.-
Lo guardo.
Rabbrividisco. C’è freddo, ho lasciato il portone aperto!
Cole si trasforma e scappa via.
Esco e vado verso il bosco.
Qualcosa mi alta addosso e sento un ringhio.
Cole e un lupo bianco si fissano ringhiano e scappano via.
Sono passate ore sento dei rumori fuori è Cole, umano e nudo.
Ha una ferita sul collo.
-Stai bene?-
-Si ho freddo non è niente.-
-Entriamo così ti riscaldi e ti disinfetto.-
Siamo dentro nel salotto con il camino acceso, lui è avvolto in maglioni e coperte ed io lo sto disinfettando.
-Si chiamava Shellby c’è l’aveva con Sam, ora non so perché se la sia presa con te.-
-Mi sembra di conoscerla, non ricordo bene.-
-Brucia- si lamenta stringendomi i fianchi. Sono in mezzo alle sue gambe e lui è seduto.
Allenta la presa.
-No va bene, se provi sollievo puoi stringere.-
-Perché sei andata via? Io voglio e devo spiegarti.- Ha di nuovo quello sguardo carico
-Ho avuto paura di affezionarmi, non vengo da una situazione semplice.-
-E io non sono adatto…-
-Come fai a sapere che non sarò una delle tante?-
-Non ho mai pensato sognato desiderato una mia ex oppure sono corso da lei perché non mi bastava solo ricordarla dovevo vederla toccarla, perché io non sto con te perché hai un bel culo e delle tette grandi, beh non sei male…-
-Ehi- gli tiro uno scappellotto.
-Perché non ho pianto per nessuna di loro.- dice tornando serio
-Tu hai?- Oh mio Dio!
-Mi sono drogato, volevo morire, non curarmi, non me ne importava niente. Ho pensato di rimanere solo. Victor è morto per colpa mia ed io non sono la persona giusta. Ma mi sto innamorando e non è un amore, come dire... semplice comunque anche se non sono mai stato innamorato, lo sento.-
Io non..
Lo bacio lo stringo a me con una forza di non sapere di possedere.
E’ mio.
-Io pensavo che tu…. Non mi volessi- dice cingendomi i fianchi
-Mi sono resa conto di amarti quando vi siete trasferiti nella penisola. Vederti lì, inerme sul asfalto... ho odiato mio padre e ho lasciato il mio cuore lì con te.-
-Non ci posso credere, potevi dirmelo.-
-Non lo so, non avresti capito ero stanca.-
-Hai ragione.-
Mi bacia.
-Sono inerme, adesso mi potresti uccidere. Mi sento come una femminuccia su una nuvoletta rosa.- dice ridendo
-Non voglio ucciderti, voglio essere tua e viceversa.-
-Isabel…-
-L’hai detto tu… mi desideri e la tua pelle a contatto con la mia fa scintille – unisco le nostre mani e sento formicolare la pelle che la riveste.
-È solo un modo di amarmi una specie di dimostrazione se non vuoi spiegami perché…-
-Non è che non voglio…-
-Allora??- sono stizzita.
-Ho paura- sussurra
-Ehi, io non vado via non più non adesso.-
Mi bacia e andiamo nella sua camera da letto o quella di Beck, non importa.
Si ferma.
-Hai ancora paura?-
-Se io…-
-Forse non ti è chiaro allora te lo dico così: Ti amo!-
Mi guarda.
Lo bacio e ci uniamo ed io non credevo fosse così.
-Il mio ego è enorme- dice mordendomi il collo
-Ehi sono vergine non inesperta.-
-Sei mia.-
Mi baciò i seni ed il ventre.
Risalì su e mentre mi baciò, mi penetrò lentamente
Appena non sentii più dolore, chiuse gli occhi e stette fermo, dentro di me.
Lo vidi piangere.
-Cole?- -E’ cos
ì... tutto. Tutte queste queste emozioni e questa sensazione... mi sento come se fossi interamente in te, non voglio uscire. Sei splendida.-
Lo baciai.
Pov Cole
La mattina dopo
Muovo le gambe. Non la trovo... è andata…
Ad un certo punto, sento un grugnito.
-Dimmi- dice con voce roca
Trovo le sue gambe e le attorciglio alle mie.
-Ei sono qua!- dice lei stringendosi a me.
-E ciao anche a te- la mia erezione è sulle sue natiche.
-Sei inarrestabile?- mi dice ridendo
-E’ mattina e poi sono pur sempre un uomo! Ed io ti amo.-
-Mh tutto normale vah… vorrei solo sapere se mi abituerò a questo. Le tue braccia, i baci i “ti amo”.-
-Non ti abituare ti prego.- dice stringendomi



- Angolo autrice-
E diciamo conclusa la prima parte della storia. Vi anticipo che tra qualche capitolo le cose si sballeranno un pò incasinandosi intanto un pò di pace per sti due eh xD
Ho finito sulle note della danza purtroppo e per fortuna, dovrei aggiornare più rapidamente ma conoscendomi non createvi false speranza xD
Inoltre ci sono i pov alternati e qualche pagina in più, quindi è leggermente più lunghetto diciamo xD
Non sono di molte parole xD quindi vi auguro buona notte e vi lascio il trailer di questa FF:
trailer What never said

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***



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Capitolo 9



Pov Cole
Le nostre labbra si incastrano, le lingue si attorcigliano. Sentire il suo sapore è qualcosa di indescrivibile e meraviglioso.
La faccio stendere sulla schiena e continuo a baciarla sfiorandole con le mani il viso e i capelli.
Mi stacco di poco.
Isabel guarda altrove e sorride.
Si alza prendendosi dalle mie spalle.
-Sei bello- soffia a pochi centimetri dal mio viso
-Mh- dico prendendola per i fianchi sotto la maglietta.
-Io dire che potrei preparare qualcosa da mangiare e tu puoi giocare al piccolo chimico.- dice alzandosi.
-Isabel, tu sai che non è un gioco vero? - adesso per me è fondamentale essere umano, solo umano.
-Certo… scusa era per dire. Voglio che tu ci riesca e che magari parli con la tua famiglia…-
-Isabel…- me ne sono andato. Perché dovrei?
-Lo so lo so, senti per parlare di queste cose c’è tempo ora ho fame per cui direi di mangiare, mh?-
-Si…- dico andando di la.
Ho rubato e mi sono procurato alcune attrezzature da studi medici e ospedali.
Dopotutto la droga potrebbe dopo molti usi fare danni o non funzionare.
Dovrei provare a potenziarla, ma come?
Beh potrei provare con del antibiotico. Sembra insulso in confronto alla licantropia, ma una grossa dose potente, me ne procurerò un po’. Dovrei provare la droga sui licantropi vecchi. Anche se ormai sono normali lupi, credo. Annoto tutto sul mio block notes per gli appunti e vado di la.
-Non c’era molto in frigo devo dire.- dice Isabel mentre finisce di apparecchiare
Mentre mangiamo sembra essere tornati hai vecchi tempi.
-Isabel tutto bene?-
-Mi sono iscritta al università a San Francisco questo implica il frequentarla… non mi va molto….-
-Beh una buona istruzione è importante, qual è il problema?-
-San Francisco? Hai presente?-
Non possiamo vederci oh.
-Beh mi sbrigherò e ti raggiungo.-
-A San Francisco California?-
-Ovvio dove se no? Prenderò un po’ di sole, il quartiere dove stai e carino adatto hai ragazzi farei la bella vita.-
-Mi seguiresti davvero?-
-Certo, sto con te.-
Il sorriso di Isabel è incredibile.

Pov Isabel
Sono in bagno. Sto per entrare in doccia ed ho un asciugamano soltanto addosso legato malamente.
A un certo punto sento afferrarmi dai fianchi, due braccia mi cingono.
Cole
Appoggio la testa su una spalla di Cole.
-Ciao- dice sorridendomi.
-Ciao- dico togliendomi l’asciugamano.
Mi avvento sulle sue labbra e lo spoglio buttandolo in doccia con me.
-Signorina Culpeper quanti complimenti per una doccia…- dice lascivo.
-Zitto e insaponami i capelli.-
-Io volevo far altro- dice malizioso.
Ci siamo lavati a vicenda, ora siamo abbracciati sotto la doccia l’acqua bollente scorre su di noi.
Gli do un morso sul mento e scendo sulla gola, con un po’ di barba. Mi piace.
Un lieve ringhio di apprezzamento si leva dalla mia gola. Cole a gli occhi chiusi e sospira stringendomi le natiche. Gli mordo il pomo d’Adamo.
Dopo aver fatto l’amore sotto la doccia ci asciughiamo e ci mettiamo a letto.
I riscaldamenti a palla molte coperte nel letto e per sicurezza ha preso le pillole.
Lui dorme nudo io metto una sua t-shirt.
Mi sveglio spalmata sulla sua schiena le mie braccia gli circondano la vita le sue mani sulle mie e le nostre gambe intrecciate.
Gira la testa verso di me, mi sorride debolmente e mi fissa le labbra.
-Ah non ho lavato i denti- dico cercando di scansarlo.
-Fai la schizzinosa?- dice catturandomi e facendomi sdraiare sulla schiena mi intrappola con il suo corpo e mi bacia.
-Dai su- dico tirandolo giù dal letto.
Mentre lui beve il caffe io mangio dei biscotti. Lo guardo. È bellissimo. Lo immagino dimenarsi e cantare. Ha una voce poi.
-A che pensi?- mi chiede d’un tratto
-A te che canti musica forte o triste.-
-In questo momento canterei solo cose sdolcinate.-
Sorrido.
-Sei bella quando sorridi-
-Tu sei bello sempre-
-Che ci siamo persi?-
Sam e Grace sono sulla porta.
Ci siamo salutati velocemente e poi siamo saliti in camera per farci una doccia.
Indosso un top di lana senza maniche e senza reggiseno, sopra metto una maglietta bianca a righe nere, uno short di jeans con le calze di lana alte.
Sono seduta a gambe incrociate sul letto, dopo aver asciugato i capelli mi sto facendo una coda.
-Isabel- Cole esce dal bagno con un jeans e una felpa.
-Si?- dico tirandolo a me.
-Ti amo-
-Mh molto interessante- sorrido.
Siamo seduti sul divano in salone.
Vengo colta da un idea.
-Ragazzi che ne pensate di andare a ballare?-
Mi guardano tutti straniti.
-Dai una volta tanto divertiamoci come dei ragazzi della nostra età.-
Non credevo che per convincerli ci volesse così poco.
-.Isabel va bene tutto, ma non quei cosi.- dice Grace indicandomi dei tacchi.
-E va bene oggi sono buona e ti concedo delle ballerine.- Dico porgendole.
La trucco semplicemente e mi chiede di farle una coda alta. Io i miei capelli li lascio lisci.
-Posso mettermi un po’ del tuo profumo?- mi chiede mentre si infiala le ballerine azzure.
-Certo- glielo porgo.
Quando siamo pronte e stiamo per uscire alla ricerca dei ragazzi, che saranno già nel mio SUV fermo Grace sulla porta.
-Grazie di tutto- dico abbracciandola.
Appena entriamo in un locale trovato alla buona ma non troppo male dai, ci sediamo sui divani e ordiniamo il primo giro.
Dopo il terzo giro io e Cole andiamo a ballare.
-Sei bellissima- mi soffia a pochi centimetri dal viso.
-Grazie- dico maliziosa mettendogli le braccia intorno al collo.
Mi sfiora una coscia e poi mi cinge la vita con le braccia ed iniziamo a dondolare.
-Non indossi le calze- mi sussurra al orecchio.
-Mh no, hai ragione non credo però di prendere freddo-
Dopo vari balli sfrenati ma anche lenti ci dirigiamo verso i tavoli.
Grace e Sam non ci sono saranno nella mischia.
Sono accaldata. Prendo un bicchiere d’acqua qualche stuzzichino e mi tolgo i tacchi , muovendo dita e talloni.
-Dei ragazzi ti guardano.- mi dice Cole freddo
Mi giro leggermente e li vedo sono tre carini devo dire. Li saluto con la mano.
-Che cazzo fai?- mi dice Cole acido.
-Ma niente rilassati e divertiti.-
Mi lancio nella mischia senza scarpe a ballare afferrandomi da chiunque.
Ho bevuto troppo.
Dopo essermi strusciata per qualche minuto con un ragazzo sento delle braccia spingermi.
-Mi sembra che i ruoli si siano invertiti tu te ne stra fotti e io soffro. Non sarò esperto di relazioni ma so che se hai un ragazzo e sei con lui non ti strusci su un tizio che non hai mai visto.- dice furioso Cole.
-Mettiti le scarpe. Anzi non metterle, fa niente. Muoviti dobbiamo trovare Grace e Sam e andare via. Dopo 30 minuti li troviamo.
Appena tornati a casa io ancora sbronza mi butto su Cole.
-Scusami…- strascico.
-Fanculo Isabel.- Mi butta fuori
Prendo una coperta e mi spoglio completamente andando a sdraiarmi sul divano.

Pov Cole
Mamma mia non la capisco, sta con me e ci prova con gli altri?
Certo non posso parlare io che quando ero fidanzato me ne facevo tre mila.
Ma ero senza freni un ragazzo sfrenato che pensava a divertirsi.
Mi sciacquo il viso.
Ora sono innamorato. Penso guardando il mio viso bagnato riflesso allo specchio.
Prendo una asciugamano e mi asciugo il viso.
Mi tolgo i boxer e mi sotterro sotto chili di coperte di lana.
Apro gli occhi…. Mi sento osservato.
Sulla porta c’è Sam.
-Che vuoi Ringo?-
-Hai litigato con Isabel? Grace e con lei e io sono qui. E visto dalla tua acidità l’hai presa male, se prima eri Cole cuori e fiori ora sei il solito bleh.-
-Grazie eh- dico alzandomi e cercando dei boxer.
-E dai copriti- dice Sam voltandosi.
-Sei un maschio anche tu mah.-
Siamo seduti in giardino Sam ha la chitarra in mano, ogni tanto strimpella.
-Che è successo, ragazzo del sud.- canticchia l’ultima frase
-Eh?- sono shockato.
-Dai dimmi- dice posando la chitarra
-Non sarei il più adatto a parlare ma ci ha provato con dei tizi, tra l’altro era ubriaca poteva capitarle di tutto.-
-Si chiama gelosia e apprensione- dice lui semplicemente.
-Come si chiama… si chiama… non è giusto provarci se sei fidanzata e con il tuo ragazzo d’avanti.-
-Chiedile del perché l’ha fatto.-
-Hai ragione Sam- dico rientrando.
Entrando vedo Isabel con una tazza d’avanti e un biscotto in mano.
-Non ti facevo tipa da latte e biscotti- dico sorridendo un po’.
-Cole… mi scoppia la testa… dimmi-
-Certo con tutto quel alcol, comunque perché l’hai fatto, provarci intendo-
-Non lo so ero ubriaca-
-Questo non giustifica anzi mi fa perdere fiducia in te.-
Mi guarda in silenzio.
-Ho capito va- dico alzandomi e andandomene.



-Angolo autrice-
Eccomi come al solito in ritardo ma già lo sapete xD
Non so che dire a parte calmiii non mi uccidete u.u
Isabel
Cole
Sam
Grace

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***



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Capitolo 10



Pov Isabel
Sono tornata a San Francisco da due settimane, due settimane che ho passato nel letto a far nulla, tra pochi giorni mi inizia l’università e prima di partire non ho potuto portare il SUV per problemi diciamo tecnici in più ho litigato con quello che dovrebbe essere mio padre.
Ho avuto l’amore e la felicità per così poco poi mi è stata tolta. Ho provato a parlarci ma era è davvero incazzato, è stata una stupidaggine non so neanche perché lo fatto ma lo ha ferito molto.
Mi rigiro e guardo il soffitto bianco.
-Dai su tesoro, sei giovane e bella ne avrai a centinaia- dice mia nonna entrando
Ultimamente mi trovo bene solo con lei, non è così male come sembra cioè in punizione dalla nonna dovrebbe essere una catastrofe ma mia nonna è mia nonna.
Si siede sul letto e la stringo a me.
-Dai su, ti ho portato un barattolo di nutella e un cucchiaio grande per tirarti su, in oltre ti ho iscritto a un corso di pilates con me per smaltirla.-
Rido sulla sua spalla.
-C’è anche la ciliegina sulla torta ma non te la darò fin quando non mangerai la nutella dividendola con me e poi ti lavi ti vesti e aperitivo con la tua super nonna.-
Faccio tutto quello che mi ha detto con una parentesi giocosa per la nutella.
Sono uscita dalla doccia e decido di indossare una gonna a vita alta ma corta nera e bianca, un top corto a reggiseno di pizzo nero, una giacca nera con disegni bianchi e delle ballerine.
Per impreziosire il tutto metto un bracciale nero rigido al polso destro, una collana con un ciondolo a cuore con dei diamantini e degli orecchini a cerchio grandi bianchi e neri.
Per valorizzare l’azzurro dei miei occhi contorno gli occhi con l’eyeliner nero e il mascara e un rossetto rosso.
Mi faccio una treccia laterale lasciando fuori le ciocche davanti e facendo dei boccoli.
Metto un fiore bianco a lato e infilo le ballerine.
Mi spruzzo il profumo e sono pronta.
Ora che ci penso mia nonna ha una sorpresa per me, che sarà?
Meglio scendere forse lo scopro.
-Tesoro sei fantastica- mi sorride nonna – su andiamo – dice poi girandosi
-Nonna ma la sorpresa?- chiedo quasi come se fossi una bambina di 5 anni
-Su un attimo di pazienza…. Guidi tu?- chiede lanciandomi le chiavi della sua samart quattro porte rossa.
-va bene…- dico poco convinta
Montiamo in auto sto per inserire le chiavi nel quadro quando la nonna mi blocca.
-Pensavo siccome avevo una voglia in irrefrenabile di guidare una bmw decapottabile ne ho presa una, allora ho pensato a chi lasciare la mia Giorgette – dice accarezzando il parabrezza.- e tu non hai il SUV quindi..-
-Oh davvero?- sorrido notando che a tolto tutte le sue sanfrusaglie.
-Beh si tra poco inizi l’università quindi ti serve un mezzo.-
-Grazie- la abbraccio
-Non mi lasciare segni sul rossetto e dai su andiamo a prendere questo aperitivo- dice ridendo
Sono al banco a ordinare da bere e da mangiare.
-Signorina, lasciami dire che sei bellissima- mi dice il barman
-Grazie, il suo lavoro oltre che lusingare in modo da prendere più cose e guadagnare di più o anche peggio approfittarsene delle ubriache- dico acida – e anche servire quindi stuzzichini vari due cocktel analcolici ala frutta gin tonik alla fragola e vodcka alla pesca grazie.-
-Non vuol dire che essendo un barman tatuato e muscoloso sono un approfittatore, non me ne approfitto io della gente.- dice serio con uno sguardo profondo. – comunque arrivano – e mi sorride
Mi siedo al tavolo e poco dopo arrivano le nostre ordinazioni sul vassoio c’è anche un biglietto con scritto “scusami –J (il barista)”
Gli sorrido.
-Hai fatto colpo eh- dice mia nonna ammiccando.
Dopo che abbiamo finito il nostro aperitivo con le battutine di mia nonna su quanto fosse figo il barman, la nonna sembra colpita da un colpo di fulmine ricordando di avere un appuntamento. Io sostengo invece che si sia informata sull’orario di fine turno di J sempre il barrista.
Sto raccattando le mie cose quando J si avvicina.
Indossa una polo bianca e dei semplici jeans. Ha i capelli neri lunghi con il ciuffo che gli ricade sulla fronte e che lui tortura tirandolo indietro quasi sempre. Ha gli occhi grigi e la pelle leggermente olivastra.
Mh la nonna aveva ragione molto carino.
La polo aderente sulle spalle larghe le risalta e mette in evidenza i bicipiti.
-Tua nonna è fugita con l’auto e tu sei troppo carina per prendere il bus, ti giuro non sono un maniaco anzi- dice alzando le mani
-Non accetto passaggi da chi conosco solo l’iniziale del nome fa il barman ha muscoli e tatuaggi e mi riempe di complimenti.- dico fingendomi scettica
-Mh. Alza un sopracciglio -e se ti dicessi che il mio nome e J solamente?- dice mettendosi un giacchino nero di pelle.
-Mh improbabile ma originale cognome?- chiedo sorridendo serafica
-Mi chiamo Jay Dicks e sono un bravo ragazzo chiedi in giro qui mi conoscono da quando avevo 16 anni.- dice serio
-Piacere Isabel Culpeper, cose già a 16 anni alzavi di gomito?- questa volta alzo io un sopracciglio
-No recuperavo mia madre- dice semplicemente
Accidenti sono una calamita per i tipi difficili.
Monta sulla moto di grossa cilindrata nera e rossa ai lati noto delle grosse borse porta oggetti ovviamente e si mette il casco mi porge una mano per aiutarmi a salire e mi passa un casco anche a me.
-Hai lati sotto il sedile ci sono delle maniglie o gli appigli li trovi ma non per fare il gradasso è più sicuro se ti tieni a me.
Gli spiego dove andare.
Parte rombando dopo un po’ che siamo per strada mi decido a parlare.
-Forse al inizio si ma mi hai dimostrato che non sei un gradasso.-
Lo sento ridere
-Allora mi concedi un giro del Golden Gate Bridge? L’acqua è una meraviglia non c’è nebbia solo un po’ d’aria fresca, ti assicuro che è spettacolare in moto poi. Ohm sempre che non l’abbia già provato…-
L’ultima frase la dice come per anticipare una mia domanda.
-Si non sarebbe male- sorrido contro la sua spalla.
E’ davvero spettacolare la vista limpida senza nebbia e l’acqua come uno specchio. Sento l’aria delicata sul corpo è un brivido mi assale mi stringo di più a Jay.-
-Hai freddo?- mi chiede con una voce premurosa
-No è uno spettacolo- sorrido ancora non ho mai sorriso tanto.
Quando arriviamo davanti casa lui dolcemente spegne la moto e abbassa il cavaletto. Mi sfila il casco e si sfila il suo.
-Sono stata maledettamente bene e non abbiamo fatto nulla di speciale.-
Si apre in un bellissimo sorriso.
-Beh ne sono felice però c’è una cosa ti ho mentito…-
Ecco non doveva essere tutto troppo perfetto dopo tutto sono Isabel Culpeper niente cose semplici, niente tranquillità, niente felicità.
-Mi chiamo Jerrier Dicks, ho iniziato a farmi chiamare Jay dopo vari vissuti come se volessi cambiare.-
-Credo di poterti capire.-
Lui è sceso dalla moto ed è appoggiato alla fiancata e io gli sono davanti.
Mi accarezza con una mano una guancia.
-Un giorno ti racconterò tutto- mi dice
Lo bacio quello che è un semplice bacio a stampo si trasforma in qualcosa di più mi stringe a se in un abbraccio spacca ossa e io dischiudo la bocca mai provato nulla di simile.
Quando ci stacchiamo due lacrime gli rigano il volto.
-Quando vorrai io ti ascolterò.- lo stringo a me.
-E’ meglio che vada-
-Mia nonna ancora non c’è vuoi entrare?- chiedo piano
-No piccola e non perché ho paura di cadere nella tentazione di finire a letto con te solo, te lo spiegherò.-
-va bene- sorrido
Monta sul sellino e fa per partire.
-Aspetta.- gli dico mettendogli una mano sulla coscia.
Lo bacio ancora.
Mi faccio una doccia e mi sdraio sorridente sul letto.
Forse finalmente ho trovato qualcuno di importante, davvero e che mi fa sentire tale.
La mattina dopo mi sveglio con un enorme sorriso.
Scendo a fare colazione e trovo mia nonna arzilla che beve il suo caffè.
-Nonna, buongiorno. Ieri non ti ho sentita rientrare…-
-Neanchio, pensavo fossi con quel ragazzo invece eri in camera tua- dice sconsolata.
-Beh si è presentato e abbiamo fatto un giro dopo mi ha accompagnato a casa- spiego versandomi il caffè
-E non l’hai invitato a casa?-
-No, ci siamo baciati e come se fossi legata a lui in un modo strano ma forte e intimo.- spiego riflettendoci su
-Già ti vedo molto presa… attenta rischi uno zunami di caffè se continui a riempire la tazza guardando il vuoto- sghignazza
-Invece tu nonna nessun pretendente?-
-Beh se ti dicessi che ho un toy boy?-
-Basta che non è mio coetaneo…-
-E se fosse il barman?-
-Non è il tuo tipo.-
-Beh se ho un toy boy il mio tipo non sarà un 70 con una mentalità retrogata, meglio un ragazzo 20enne tutto muscoli e tatuaggi no?-
-Jay non è così- dico sedendomi- è diverso da come sembra totalmente.-
-Abbiamo un nome allora-
-Anche un cognome ma nient’altro- Mi rendo conto della verità delle mie parole, magari non lo rivedro più.
-Sicuramente non lo rivedrò più.-
-Sei già cotta ti è calata la depressione, beh se ti interessa fai ricerche hai un nome e un cognome no? O vai dove lavora. Non dovrei dirtele io queste cose. Comunque è arrivata la mia auto la smart e tua non è il SUV ma ti andrà bene… io esco.- dice dirigendosi verso la porta
-Ehi nonna- la raggiungo fuori
-Dimmi cara-
-Non mi hai detto se c’è qualcuno di intimo nella tua vita- ammicco un po’
-Se ti dicessi che esco per sfoggiare con le mie amiche invidiose l’auto nuova… un giorno sfoggerò la mia cara nipotina.- mi sorride tirandomi una guancia
-Va bene mi arrendo, ehi nonna non è che tu nella smart hai consumato?-
-Chi può dirlo cara, ciao-



Mi faccio un lungo bagno, quando esco controllo l’orario accidenti in vasca sono stata 45 minuti.
Asciugo i capelli e li piastro, indosso jeans neri strappati sulle cosce e una camicia blu con delle vans dello stesso colore. Prendo una borsa nera e mi trucco semplicemente con mascara eyeliner e rossetto rosa cipria.
Prendo le chiavi della smart ed esco.
Una volta seduta sul sedile prima di partire decido di farmi una coda alta.
Passo dal università a prendere i libri e gli orari dei corsi.
Dopo qualche giro lascio la macchina in un parcheggio pubblico e vado verso la baia di San Francisco.
Mi siedo a terra sulla costa, c’è un po’ di nebbia ma il Golden Gate è visibile e il paesaggio e stupendo.
Potrei pensare a Jay o a Cole ma il mio pensiero va a Luke e alla sorella.
Decido di inviare a quest’ultima un messaggio.
Che mi risponde quasi subito. Luke sembra a posto con me e mi invitano a cenare con loro una di queste sere.
Un po’ di vento mi fa ondeggiare la coda alta.
Credo che prima dell’inizio del università lo farò.
E metà pomeriggio e io non ho pranzato. Poco male non ho fame.
Quando mi risiedo sul sedile della smart non so dove andare e decido verso il locale di ieri alla ricerca di Jay meglio provare no? Tanto ho capito che se è destino non lo rivedrò più.
Invece lo trovo li a pulire il bancone.
Decido di entrare.
-Il locale sta chiudendo, oggi si chiude prima c’è scritto fuori.-
-Meno male che chiude prima, non sapevo come rintracciarti e ho fame non ho pranzato. Non per te tranquillo.- dico incrociando le braccia e sorridendo quando sorride anche lui vedendomi.
-Bene solo che sono a piedi torno a casa con dei miei colleghi oggi.-
-Ho l’auto io se vuoi devi solo dire hai tuoi amici che non vai con loro, ti aspetto fuori.-
-Che caratterino mh- lo sento ridere
Sarà dieci minuti che aspetto e non è uscito nessuno credo che partirò presto però.
A un certo punto sento la portiera spalancarsi ho un po’ di paura ma poi vedo che è Jay.
-Paura piccola?- mi chiede sistemandosi sul sedile
-Credevo uscissi da li- faccio un cenno con la testa verso la porta
-Beh i dipendenti a fine turno dopo essersi cambiati per non fare l’intero giro escono dal uscita di servizio.
-Uhm… bene.-
A un certo punto si avvicina e mi bacia dischiude le labbra e faccio entrare la mia lingua dentro la sua bocca a un guizzo.
Quando ci stacchiamo gli sorrido spontaneamente.
-Se ti dicessi che questo è stato il mio secondo bacio con la lingua? E ieri è stato il primo bacio in generale.-
-Cosa?-
-Già vergognoso visto che ho 23 anni, te lo detto la mia storia è strana.-



-Angolo autrice-


Salveeee
Anche questo capitolo è arrivato xD e credo purtroppo che le voste minacce non ci metteranno tanto ad arrivare
Ragion per qui vi lascio subito xD oggi sono di poche parole:P
Buon estate comunque anche se almeno qui in Sicilia a luglio diluvia LOL

Smart
Moto
Isabel 1
Isabel 2

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***



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Capitolo 11



Pov Isabel

- Oh più che strana la definirei mh... beh... –
- Da sfigato?- chiede con un sorrisetto.
- Beh... potrebbe. Raccontami la tua storia, anche se da quello che ho capito non è una storia facile. Neanche la mia lo è, fidati. È parecchio strana pure la mia.-
- Mi stai chiedendo di raccontartela?-
- Se ti va. –
Tanto cos'ho da perdere?
- Prima però dove andiamo scelgo io o tu?-
- Io sto a Financial District. Dovrei passare da casa, ho un cane da sistemare ma... - guarda l'orologio che ha al polso - può apettare ancora qualche ora.-
-Perfetto. Io sto a North Beach, potremmo andare in un locale li e poi potremmo spostarci- dico girando la chiave nel quadro.
Andiamo in un locale a North Beach, appunto.
-Tesoro non per offenderti ma hai scelto un locale un po’ pessimo come bar.- dice lui sedendosi a un tavolo.
-Magari dici così perchè fai il barman in un altro locale.- ribatto.
-Lascerò giudicare a te, allora- mi sorride.
Ordiniamo qualcosa e mentre aspettiamo i nostri drink, Jay si appoggia con gli avambracci al tavolo.
-Beh allora, sono nato in una squallida roulotte. Chissà dove... A Los Angeles o Las Vegas, mia madre si prostituiva e mon so se sono figlio di qualche cliente o della persona che "la salvò". So che dopo aver partorito mi ha lasciato in ospedale e stava per scadere il tempo, poi sarei stato messo in adozione, ma mia madre si pentì e un assistente sociale troppo buona o troppo menefreghista mi ridiede a lei. Vagammo molto a 5 o 6 anni dopo aver frequentato vari asili ci siamo fermammo qui perché così avrei potuto farmi degli amici e frequentare una scuola stabile, tanto l'adorata Margot di mia madre la roulotte era morta. Ricordo un uomo che poi sparì quando avevo 10 anni circa. La gente mi derideva spesso. Anche i miei compagni. Mia madre si era data al alcolismo e dovevo salvarla spesso. Verso l'ultimo anno di liceo hanno iniziato a rispettarmi perché pestai il bullo della scuola. Mi sono come dire vendicato... Sai, picchiava anche me, a volte. Mi sono voluti 13 anni, ma ce lo fatta e così ho trovato lavoro al bar. Era del padre di un mio ex compagno. Doveva lavoraci il figlio, ma probabilmente l'avrebbe fatto fallire, quindi assunse me. Credetti di avere piccoli disturbi psicologici ma ormai ora sono stabile. Prima non mi sentivo degno. Non ho mai avuto una ragazza per questo o veri amici. Ora ho una casa, un cane e un lavoro. Frequentai due anni di università, ma poi mollai. Mia madre morì e mi lasciò una lettera dove racconta la mia storia. Non chiarisce tutti i punti, ma mi ha spiegato gran parte delle cose.-
-Oh beh... io stavo in un posto strano, attorniato da lupi in una cittadina comunque monotona. Mio fratello è morto sbranato, il mio ex ne è ossessionato, i miei due amici sono felici e innamorati. Da carie praticamente. Mia madre e mio padre stanno divorziando, mio padre se la fa con le ragazzine anche più piccole di me. E sono finita qui per quei stupidi lupi, l'ultima volta che sono stata a casa mio padre mi ha tolto la macchina. Ma poco male. Sai appunto qui c'è mia nonna che è grandiosa.-
Sto iniziando a odiare Marcy Falls. I licantropi. I miei genitori. Ma Cole non ci riesco a odiarlo.
-Beh siamo messi bene- dice Jay facendo tintinnare i nostri bicchieri.
Casa sua è un po’ incasinata e dai toni scuri. Il soggiorno sembra un covo di criminali e la cucina è piccola e funzionale, poi c'è un bagno. Nulla di che, anche se vive nel quartiere dei grattacieli e dell’economia.
C'è un enorme balcone, dove si trova un grazioso cucciolone di pastore tedesco.
-L’ho visto in una gabbia in un negozio senza né acqua, né cibo. Mi ha fatto pena e l’ho preso. Si chiama Cade.-
-Ehi cucciolone- dico accarezzandogli la testa.
-Mangi qui con me? Anzi, con noi?- Mi chiede Jay.
-Okay pizza e patatine, pago la mia parte?- gli dico sedendomi nel divano letto aperto per coccolare meglio Code.
-Sono sempre un uomo e posso permettermi pizza e patatine pago io. La birra e la coca-cola stanno nel frigo, c’è pure dell'acqua. Saranno l'unica cosa che ho.- dice grattandosi la testa imbarazzato.
Quando arrivano le pizze io vado a prendere da bere in cucina mentre Jay apparecchia.
Mentre torno con una bottiglia grande di birra e una cocacola lo vedo intento a dare una pacca sulla spalla a Code ed a mettergli i croccantini.
-Oltre a birra, coca-cola e acqua hai una bottiglia di latte che scade tra tre mesi. Ti consiglio di usarla con i cereali o con il caffe o senza nulla se ti piace.- dico sedendomi.
-Mi sfotti?- chiede sorridendo’
-Un po’- gli rispondo sorridendo anch'io.
-Hai avvisato che mangi fuori?- mi chiede d’un tratto.
-Ora chiamo mia nonna, sarà su di giri. Tifa per te- gli sorrido.
Dopo aver mangiato usciamo in balcone, ci sediamo a terra con una bottiglia di birra in mano a testa.
Si accende una sigaretta.
-Sai.. mi sono piaciute delle ragazze. Il problema è che a volte non mi sentivo all’altezza. Anzi sempre come in minoranza, nella mia testa una voce mi dice “Non la meriti, sei un bastardo senza padre”. Più o meno le cose che mi dicevano a scuola- fa un lungo tiro dalla sigaretta.
-Ehi- gli passo una mano tra i capelli – tu meriti qualcuno più di tutti gli altri e sai perché? Tu sei riuscito a finire la scuola nonostante quei bastardi che sono loro non tu. Ora lavori, hai una casa, un cane, dovresti essere realizzato.-
Mi sorride.
Finisce la sigaretta e la butta dal balcone.
-Mi piace una cameriera del locale.- dice d’un tratto.
-Mh bene, parlagli vedi come vai. Non preoccuparti.-
-Però molto galante ne sto parlando con la ragazza che ho baciato.-
-Ehi tranquillo e tardi vado a casa. Amici okay?- chiedo porgendogli la mano.
-Si- sorride lui.
Gli do un bacio sulla guancia e vado a casa, crollando poi sul letto.
La mattina seguente mi sveglia mia nonna con un vassoio con la colazione, per sapere i dettagli.
Le dico tutto.
-Io amo Cole non c’è nulla da fare.- concludo.
Mia nonna è uscita con le amiche e io sono a casa, sul mio letto a guardare il vuoto.
Dopo una mezz’ora mi alzo e mi dirigo verso il telefono, alzo la cornetta e premo i numeri.
-Pronto-
È Grace.
-Ciao Grace, sono Isabel- mi scende una lacrima.
-Com’è San Francisco?- chiede.
-Non chiamo per questo lo sai.-
-Cole è scomparso dopo che sei andata via, ha distrutto delle cose ed è scomparso.-
-Oh… fammi sapere se hai notizie, ciao- riattaco.
Faccio qualche passo ringhiando e mi porto una mano ai capelli.
E poi crollo a terra e piango.
Cole cercava una cura per la licantropia, se è scomparso magari si è trasformato. E la cura potrebbe essergli fatale.
Dio perché sono andata via, non potevo aspettare e vedere?
La verità è che sono stanca di tutto questo: dei licantropi, i miei gentitori, Sam, Grace, Cole, mio fratello, Marcy Falls.
Dovrei trovare la forza per lasciarmi tutto alle spalle e ricominciare.
Come posso amare Cole che è così… quel nome mi fa salire il magone, sono così preoccupata per lui.
Al telefono non risponde, accidenti!
Sistemo un po’ la casa, messaggio brevemente con Jay e poi decido di studiare un po’.
Sono le sette ormai e mia nonna non torna per cena, così mi faccio un bel bagno e poi con indosso una maglietta larga e sgualcita grigia con la scritta in nero Aidas e dei pantaloncini blu. Scendo in cucina per prepararmi qualcosa.
Opto per un insalata e della carne.
Quando finisco sciacquo i piatti e mi preparo dei pop corn, guarderò della TV.
Squilla il telefono e scopro che è mia madre.
Le rispondo e dopo i convenevoli.
-Sapevi che papà si scopa delle ragazzine e che mi ha preso il SUV?-
-Suvvia Isabel, ormai stiamo divorziando e comunque per il SUV... beh riprenditelo.-
Suonano ed io vado ad aprire.
-Beh sicuramente mi hai chiamato perché le tue amiche non ci sono, quindi ti saluto davvero ciao.- dico mentre apro.
Davanti a me c’è Cole.
Entra fiondandosi con avidità sulle mie labbra posa il telefono sul mobile dell’entrata e mi stringe a sè.
-Ma ti rendi conto di come mi hai fatto preoccupare? Dov’era? Che fine avevi fatto?- dico strattonandolo e dandogli dei pugni.
-Ho perfezionato la cura e poi ho cercato un modo per venire qui.-
-Mi dispiace Cole, non so perché ho reagito in quel modo io ti amo.-
Lo vedo sorridere. È un sorriso che non ha mai fatto, ed è così bello.
-Ti amo anch’io, avremo dovuto parlarne ma ero così geloso. Lo sono ancora, a dire il vero.-
Lo bacio.
Arriviamo in camera mia dove lui butta a terra il borsone che ha portato con sè e mi adagia dolcemente sul letto, non sembra lui.
Gli sfilo il maglioncino e gli sbottono la camicia sfilandogliela.
Si toglie le scarpe in pochi agili gesti ed è di nuovo su di me mentre mi sfila la maglietta e il pantaloncini. Ho solo le mutandine addosso. E inizia a baciarmi da per tutto.
-Vuoi mangiare qualcosa?- chiedo mentre sono accoccolata sul suo petto.
-Magari- risponde lui passandomi una mano sulla schiena nuda, ho i brividi.
Mi alzo indosso un paio di mutandine pulite e la sua camicia.
-Il bagno?- mi chiede lui ancora a letto.
-Uscendo da qui vai dritto prima porta a sinistra.-
Preparo un'altra fetta di carne e nel frigo ci sono delle patate al forno da scaldare.
Mentre metto i piatti sul tavolo mi sento cingere da dietro.
-Mh- mugola Cole e poi mi bacia la testa.
-Hai già mangiato?- mi chiede mentre si porta un pezzo di carne alla boccia.
-Si- Rispondo sedendomi di fronte a lui.
-È in questi giorni?-
-Poco ma si-
-Io completamente, non per fare il ragazzino quindicenne innamorato lo sai non sono così solo mi mancavi.-
Sorrido e lo bacio.



-Angolo autrice-


Buona sera
Eccoci qui a fine estate buon rientro a scuola e lavoro e ora veniamo alla storia si xD
Io direi che la fase 1 della storia è finita ora c’è la fase due non che l’ultima, ovvero una piccola complicanza prima del gran finale tipico di me xD
E ora sclerate con me perché ho scoperto che Maggie quando amo quella donna ^_^ a scritto un libro per loro due e uscirà a breve e io sono tipo asxcfvghj *-*
Anche lo sclero è passato quindi di nuovo buona serata xD

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***



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Capitolo 12



Pov Isabel

Ho deciso di tornare a Mercy Falls con Cole. Per sempre. Non mi importa dei miei genitori, sono grande e vaccinata e poi non mi è mai importato dell'università ne della punizione, alla fine era solo una scusa per scappare da quel posto perché non ne potevo più.
Piego e metto gli ultimi vestiti in valigia.
Mi dispiace molto per mia nonna, ho un'alleata e la sto abbandonando. Ma come ha detto lei è per inseguire il mio futuro, l’amore. Incredibile detto da me no?
-Per te ci sarò sempre tesoro, ora vai e segui l’amore, ora che l’hai trovato dopo tante sofferenze non te lo fare scappare. E poi, ehi, secondo te perché sparivo sempre? Mica per stare sempre con quelle vecchie bisbetiche del BINGO, dopo un po’ ti stanchi dei vaneggiamenti: “ mio figlio è un chirurgo famosissimo in California e all'estero” oppure “Ho otto nipoti fantastici”. Ho trovato qualcuno anch’io.- queste sono le parole di mia nonna accompagnate da un sorriso.
Ed eccomi qui, chiudo la valigia e la tolgo dal letto. Tiro su il manico e lo impugno.
Prendo il borsone dove, tra i manici, è imprigionata la mia giacca,che in realtà è di Cole.
Mi giro e ricordo appena sono arrivata.
Davanti a me ci sono tutti i ricordi degli scorsi mesi. Luke, la sorella di quest’ultimo, Jay. Anche lui un po’ mi mancherà. Alla fine con Jenny la cameriera è finita bene e ora stanno insieme, anche lei lo voleva solo è molto timida.
Do un'ultima occhiata alla camera e esco chiudendo la porta.
Le altre valige Cole le ha già caricate in auto.
" E' incredibile quanto le cose possano cambiare " penso scendendo le scale.
Non ci avrei mai creduto a tutto questo. Al nuovo Cole: scherzoso, giocoso, allegro, romantico. Innamorato.
E anche la nuova me innamorata.
Soffio un bacio alla casa e mi richiudo anche il portone alle spalle.
Cole mi prende la valigia e il borsone.
-Questa è mia?- chiede alzando un sopracciglio.
-Beh sì, a Mercy Falls c’è più freddo di qui, sai per quando usciamo dall’aeroporto.-
-D’accordo- dice divertito.
Arriviamo a casa, finalmente la mia vera casa, Mercy Falls.
-Novità dei due piccioncini?- chiedo a Cole mentre preparo della cioccolata calda.
-Sam è nella penisola, ho somministrato la cura a Grace spero che funzioni, ho capito che dipende dal metabolismo del lupo, da quante tossine hai in circolo, da quanto sei stato trasformato e quanto ti resta, insomma cambia da lupo a lupo. Vorrei provarlo su un lupo ormai rimasto solo quello, innocuo da umano ovviamente, e che sia lupo solo da 3 anni circa, credo che sei per molto tempo lupo poi la parte umana se ne va.- spiega gesticolando.
-Ma tu non sei più un lupo?- chiedo avvicinandomi a lui con la tazza.
Mi cinge i fianchi e poggia il naso nei miei capelli.
-No, non più-
-Non mi dire che il mio fidanzato sciroccato è un umano solamente ormai, perdi interesse. Se non ti droghi o suoni o sei un lupo che gusto c’è?- dico bevendo dalla tazza.
-Io sono contento di essere una persona normale, diventare lupo mi ha portato solo a una cosa bella, conoscerti. Mi sento in colpa per la morte di Victor… sua sorella è la mia ex, la tradivo sempre e lui non lo sapeva o se ne fregava, non saprei. Il punto è che vorrei tagliare i ponti davvero con quella vita.-
-Amore mio, lo faremo insieme tu con la tua famiglia e io con la mia e diventeremo quattro ragazzi che girano e conoscono il mondo.-
-Piccola, vieni qui- mi accarezza una guancia e mi bacia.
-Sciroccato?- chiede divertito dopo.
-Beh si, puoi biasimarmi?-
-Hai ragione- mi ruba la tazza e prende un sorso.
-Dovremmo rendere più abitabile questa casa, ne ho parlato pure con Sam, ci sono cose da aggiustare o migliorare, Beck ne sarebbe contento. Credo che lui anche se da lupo abbia ancora una piccola parte da umano, è impossibile ma vedo i suoi occhi nel bosco osservare la casa oppure si spinge fin qui.- dice Cole ridandomi la tazza.
-Controlla che tutto vada bene.- concludo per lui.
-A Sam piace pensarlo e pure a me.- conclude con un sorriso.
Lo abbraccio poggiando il mio orecchio sul suo petto, ascoltando il regolare battito cardiaco.
-Bene bene vedo che siete tornati- dice Grace entrando seguito da Sam.
Abbraccio Grace e do una pacca a Sam.
-Abbiamo preso assi e vernici quindi amico rendiamo questa casa migliore.- dice Sam.
-Beh noi due- faccio un cenno a Grace -potremmo andare a fare compere a me serve un lavoro tra l’altro.-
-Io ne ho trovato uno in un negozio di musica, il caso vero- dice Cole ridendo.
-Io nella mia vecchia libreria- dice Sam.
-Ne manca solo a noi due, andiamo forza!- esclama Grace tirandomi per un braccio.
Facciamo un giro per negozi e entriamo pure in un negozio d’arredamento. Decidiamo pure di fare un giro al mercato.
-In California nei vari quartieri c’erano questi mercatini dove vendevano di tutto. Al porto persino pescavano i pesci li friggevano e li vendevano.- spiego mentre giriamo per gli stand.
-Pesce fritto quante calorie- risponde Grace.
-Beh credevo di essere io il tipo da queste cose non tu.-
-Eh già, le cose cambiano invece.- dice lei sorridendo.
-Eh sì molto- sospiro tirandomi sulle mani le maniche del maglione.
-Non so bene il perché ma Sam vuole sistemare la casa perché mi ha chiesto di sposarlo, e beh gli ho detto di sì…- dice Grace prendendo una mela.
-Oh davvero?- chiedo stupita.
-Già pensavamo a qualcosa di semplice, io e lui e tu e Cole come testimoni e l’ufficiale.-
-Beh non vorresti cercare di farti più amici prima?-
-Magari invito qualcuno del liceo.-
-Comunque non molti e poi Sam all'infuori di noi non ha nessuno.-
-Comunque non dovreste, che so, prendere un vestito, scegliere una data. Non vi sposate in chiesa vero?- indago.
-In realtà pensavamo più a qualcosa tipo nel bosco in mezzo ai lupi- dice lei fissando la merce sul banco.
-E per lupi intendi Beck-
-Per Sam è così difficile gli manca non lo da a vedere spesso avendo l’aspetto malinconico, vorrei poterlo aiutare. Ha ricevuto una lettera dal carcere i suoi lo vorrebbero vedere…-
-E lui?- chiedo fissandola.
-L'ha stracciata.- risponde con semplicità – Beck è suo padre ormai e Cole ha trovato lettere e documenti, ha lasciato tutto a lui, forse sapeva che avrebbe trovato una cura e che però non sarebbe arrivato in tempo per lui o lo sperava-
-Beh Sam è stato trasformato dopo ovviamente, aveva più tempo di Beck prima dell’ultima trasformazione.-
-Vorrei poterglielo ridare indietro anche per un attimo.- ammette.
-Anche se ho incontrato Cole, vorrei che non avesse mai accettato la proposta di Beck. Ora sarebbe con Victor e i suoi- è il mio turno di ammissioni.
-Si sarebbe distrutto a via di droghe- ribatte Grace.
-Forse- alzo le spalle.
Ci incamminiamo verso casa.
-Isabel- mi giro notando mio padre e mia madre.
-Che volete?- sputo acida.
-Che ci fai qui! Ti avevamo spedito in California, dovresti essere lì a studiare.-
-Beh non sono un pacco e sono maggiorenne faccio ciò che voglio… ma visto che sono stanca venite andiamo a casa nostra: Mia, di Grace, Sam e Cole e facciamola finita- dico entrando in macchina di Sam.
Grace sale dal lato del guidatore e parte.

Pov Cole:
-Dobbiamo togliere ancora quell’asse li, io tiro e tu la sollevi?- chiedo a Sam.
-Bene-
-Uhm un'ultima cosa, quei chiodi non sono buoni-
-Mh?- mi fissa confuso.
-Il legno è troppo spesso e i chiodi troppo sottili- spiego.
-Sei un falegname?- chiede con un sopracciglio alzato.
-Quell’espressione è mia e comunque uhm credi di aver costruito una casa sul l’albero con mio padre e Victor
-Va bene, ai suoi ordini capo- esclama posando i chiodi.
-Una volta finito potremmo mettere tra le fessure del silicone.-
-Beh è una buona idea, davvero non sei del mestiere-
-Non sono lo stronzo antipatico che pensate che sia, o meglio, in realtà lo sono ma non sono solo quello.- spiego pulendomi le mani con una pezza.
Sam poggia l’asse dove ci sono le altre.
-Controlla magari ci sono cose nascoste- gli dico.
Nelle altre abbiamo trovato due scatole che non abbiamo ancora aperto.
Vediamo la macchina di Sam presa in prestito da Grace parcheggiare nel vialetto.
-Abbiamo visite- dice Sam.
Insieme a Grace e Isabel ci sono i genitori di quest’ultima.
Wow.
-I signori Culpeper- faccio un sorriso falso –Attenta Mrs potrebbe farsi male stiamo sistemando alcune assi- dico con un tono falsamente cordiale.
-Entriamo- Isabel mi lancia un'occhiata.
Si siedono in salotto e io li seguo, inizio a togliere i libri dalla libreria e a metterli negli scatoli mentre Grace chiede se desiderano qualcosa e va in cucina a servirli. Credo Sam sia rimasto fuori.
-Beh è chiaro che non avete nessun potere su di me e poi papà, anche se dovrei chiamarti Tom, mi fai ribrezzo. Stai con delle mie coetanee, alcune le conosco perfino, erano nella mia scuola, addirittura classe. E tu mamma dov’è finita la tua aura perfettina, oppure non mi dire! Ti fai gli specializzandi dell’ospedale!- esclama con tono fintamente scandalizzato.
Rido alle parole di Isabel.
-Non ti permettere di parlarci così, siamo i tuoi genitori!- si imbestialisce Tom Culpeper.
-Dei genitori modello, proprio-
-Sei tu senza educazione.-
-Oh certo, è ovvio- ribatte Isabel.
Trovo una busta. Su c’è scritto “Per Samuel” non riconosco la calligrafia.
-Sam è per te- dico porgendola quando entra.
-Oh cos’è?- chiede girandosela tra le mani.
-Non so era tra i libri.- dico alzando le spalle.
-E' la scrittura di Shellby- dice stupito.
-Oh wow, vado a prendere la pistola e il silicone- dico uscendo.
Pov Isabel:
-Sarà un regalo per il matrimonio, no?- dico quasi divertita alla scena di Sam che legge la busta di Shellby strabuzzando sempre di più gli occhi.
-E’ una dichiarazione, beh anche io e Cole ci odiavamo e poi ecco com’è finita- lancio un occhiata a mio padre solo per farlo alterare di più.
Cole è di ritorno con la pistola del silicone.
-Guarda un po’- dice Sam porgendogli la lettera.
-Beh credo che abbiate capito che da vuoi non voglio niente, e voi non dovete voler nulla da me, ciao, addio anzi- dico alzandomi dal divano.

Pov Sam:
Siamo seduti a tavola.
-Quindi lei aveva già la cura per la licantropia.- dice Grace prendendo della pasta con la forchetta.
-Mi ha visto spesso fissare da lupo o aggirarmi da umano dai Brisbane e quindi mi ha cercato una cura è strano però.
Perché l'ha fatto? Ci detestavamo- rifletto io.
-Beh da quello che ho capito forse lei non aveva nessuno, e questo l'ha portata ad accettare di essere un licantropo, tu anche eri solo. Quando ha visto che avevi trovato qualcuno e a lei non bastava il tempo ha cercato una cura solo per non farti provare quella solitudine.- dice Cole pensiero.
-Perché nascondere la lettera? Come pensava che l’avrei trovata?- chiedo.
-Leggevi sempre Sam- dice Grace.
-Già….- dico sovrappensiero. -Beh forse la scontrosa Shellby era una facciata, era davvero sola- continuo.
Non riesco a dormire così esco dalla stanza che condivido con Grace e vado nel corridoio, mi appoggio alla finestra. Il vetro è freddo e c’è uno spiffero che fa entrare aria fredda, ma ovviamente nessuno spasmo, neanche l’ombra.
-Sai ogni tanto vedo aggirarsi un lupo, sempre lo stesso. Guarda- lo indica con un dito.
-Beck- diciamo insieme.
-Già, non so perché, è strano, non si avvicinano a nessuna casa, solo lui a questa, qualche sera fa era accovacciato in veranda, e fissava le assi sconnesse– ride -per questo ho pensato alle assi e poi non è minaccioso e di noi non si spaventa-
-Tu pensi ci riconosca?- chiedo.
-E’ strano e sarebbe l’unico ma credo di sì- mi da una pacca.
-Come mai sveglio?-
-Penso a Shellby e, beh, questa cosa di Beck non aiuta- dico fissano fuori dalla finestra il lupo.
-Beh mi dispiace, davvero- dice semplicemente andando via. Sospiro e guardo il lupo, alza lo sguardo e mi guarda, ulula, mi corre un brivido lungo la schiena.
Sento cingermi le spalle.
-Tesoro- E’ Grace che appoggia la testa sulla mia scapola.
-A che pensi?-
-A Beck. Cole mi ha detto che è sempre da queste parti.- dico sospirando ancora.
-Avverte il cambiamento.-
-Già può darsi- rispondo semplicemente.
-Vieni- mi dice tirandomi per la mano.
-Vuoi uscire in veranda con una camicia da notte e una vestaglia finissima.-
-Non sono più a rischio e neanche tu-dice solamente uscendo. Beck ci fissa ma non si sposta.
Lo accarezza e lui non oppone resistenza anzi.
A un certo punto mi guarda e io come ipnotizzato mi avvicino. E mi da un buffetto sulla mano col muso.



- Angolo autrice -
Buona sera e buona domenica a tutti:)
Allora allora mh non ve lo aspettavate di Shellby? Neanch'io xD
Il matrimonio e lo scontro tra i Culpeper era prevedibile
Come vi ho già anticipato la storia è come divisa in due la prima fase si è conclusa ora c'è qualche capitolo "tranquillo" e poi di nuovo confusione ma no non quella che credete voi eh xD ma si accettano scommesse LOL
Ho cambiato beta e quindi vorrei presentarvela, eccola a voi vaniglia_lovefantasy

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***



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Capitolo 13



Pov Cole

-Sì, si potrebbe provare, ma non so se non si trasforma cosa succede…- dico poggiando la tazza nel lavandino.
Sam mi sta parlando, di Beck di quello che è successo qualche sera fa, vuole provare a farlo tornare umano.
-La cura di Shellby è più sicura?- chiede accigliato.
-Studierò che differenze ci sono, ok? - dico dandogli una pacca.
Fissa la tazza col caffè rigirandosela tra le mani.
Lavo la mia e mi giro, sedendomi sul bancone.
-Sei preoccupato solo per Beck?- chiedo.
Fa un segno negativo con la testa. Si passa una mano fra i capelli fino alla nuca.
-Beh... Ho chiesto a Grace di sposarmi.- risponde secco.
-Beh amico, congratulazioni!- esclamo gesticolando.
-Tutto questo casino non sarebbe dovuto succedere…. Con Grace intendo- specifica.
-Se nasci o cresci a Marcy Falls qualcosa che ti cambierà la vita succede sempre, anche se stai due giorni. E’ la città dei lupi, anzi, licantropi, se vogliamo chiamarli così. Anzi mi chiedo come alcuni ne sia ignaro...- rifletto ad alta voce. -Siamo mostri, quindi...- dice Sam, con una voce come se fosse in trance.
-Questa è negatività, se fossi rimasto con i tuoi genitori saresti morto, e anch’io.- mi altero un po’.
-Sempre meglio con il pelo che in una bara o impasticcato senza uno scopo.- continuo.
-Non abbiamo più il pelo.- specifica alzando le spalle.
-Appunto- dico uscendo.

Pov Isabel

Io e Grace abbiamo trovato lavoro in un negozio di scarpe.
-Due macchine ci bastano? La mia e quella di Cole...- chiedo.
-Viaggiare in autobus é più economico e in caso abbiamo due macchine, credo di sì, mettendo un po’ da parte i soldi tutti e quattro piano piano arriviamo a comprarne un'altra, ma un auto l’uno mi sembra troppo, poi per indipendenza non so...- ragiono entrando nel supermarket.
-Oggi tipo potevamo prenderne una, ma tuo padre il SUV non te lo rende?- chiede Grace prendendo due pacchi di pasta.
-Non voglio neanche chiedergliela, ho chiuso con loro, in caso mi faccio portare la Smart da mia nonna.-
-D’accordo- dice lei.
-Pizze surgelate? Bleah no! Prendiamo della salsa di pomodoro piuttosto- esclamo io guardando che è DIRETTA dai surgelati.
-Neanche un pacco di piselli o spinaci?- chiede lei.
-Se ci tieni- le concedo, ancora disgustata.
Mi piace questa quotidianità, alla fine siamo quattro ragazzi innamorati in un piccolo paese, solo loro senza nessuno a cui dare spiegazioni. Siamo liberi di vivere la vita come vogliamo, solo noi quattro.
E’ una bella sensazione finalmente dopo tanto, siamo solo noi, nessun lupo genitore o problema.
-Bel mi ascolti?- mi chiama Grace.
-Oh… come mi hai chiamato?- chiedo accigliata.
-Prima ti ho chiamato elefante viola e non ti sei scomposta quindi…-
-Scusami, pensavo. dimmi.-
-Andiamo a piedi? Non c’è molto freddo e le buste non pesano.-
-D’accordo.-

Pov X
Alzo la cornetta e compongo il numero.
- Ciao… dicono tutti che sei morto, alla fine sei stato bravo hai convinto persino mio fratello a fingere, la verità è che io non vi credo però. Da quanto non sentivi la mia voce eh? Volevi non sentirla più eh? Ma purtroppo mio figlio chiede di suo padre da troppo ormai.-

Pov Cole

-Ehi posso pure offendermi eh!- dice Isabel.
Siamo a letto sotto le coperte, io sono a petto nudo e lei é sopra di me che mi accarezza.
-Ti ho detto di peggio- dico arpionando i suoi fianchi.
-Ah sì?- chiede lei con un sorriso sulle mie labbra.

La mattina dopo mi alzo, e Isabel non è al mio fianco. Sento un odore di caffè nell'aria così mi alzo, faccio una doccia e scendo di sotto.
Apro un cassetto, quello dove teniamo bollette e chiavi e i cellulari e prendo il mio.
Lo apro. Ormai non li usiamo molto.
Ho un messaggio in segreteria.
Compongo il numero per ascoltarlo e lo faccio partire.
Rabbrividisco sentendo quella voce un tempo a me molto familiare.
-Ehi non fai colazione?- chiede Sam entrando con una tazza in mano.
-Tutto bene?- gli fa eco Grace.
-Angie ha un figlio- dico solo lasciando cadere lungo il fianco il braccio che tiene il telefono.
-Chi è Angie?- Oh mio Dio questa è Isabel! Deglutisco
–La sorella di Victor, la mia ex.-
-Cosa?- Isabel gira i tacchi e scappa via.

-Ti prego, Isabel- la chiamo appoggiato alla porta della nostra camera.
Sento la serratura scattare.
-La verità è che sei solo uno stronzo e non cambi mai!- quasi urla colpendomi il petto.
Le afferro i polsi tirandola dentro la camera e chiudo la porta con il piede.
-Isabel fammi parlare, accidenti!- prendo lo stesso tono di voce lasciandola e passandomi una mano tra i capelli.
-No sei solo uno stronzo!- ribatte ancora.
-No che non lo sono, non sarei qui se no.- dico accarezzandole il labbro inferiore con il pollice.
Mi abbraccia.
Cingo i suoi fianchi e faccio su e giù con una mano sulla sua schiena.

Pov Grace

-E adesso?- domando risciacquando la tazza.
-Non lo so, quei due sono nei casini, Cole soprattutto- dice Sam asciugandola.
-E Isabel non credo reggerà. É cambiata, lo ama, certo anche lui la ama ma un bambino é un bambino.-
-Ragazzi-
Isabel e Cole entrano mano nella mano.
-Torniamo in America- dice Isabel.
-Insieme- conclude.

Pov Isabel

Mi siedo sulla poltroncina dell’aereo dal lato dell’oblò, come consigliato dalle hostess allaccio la cintura, Cole accanto a me. Dopo il decollo slaccio la cintura e appoggio le spalle alla parte sotto l’oblò, le gambe le allungo sopra quelle di Cole che mi sorride,ricambiato.
Chiudo gli occhi.
Credo che in America dovrebbe andarci solo Cole, alla fine la famiglia é sua, Angie è la sua ex, il bambino è il suo. Sarebbe stato meglio se fossi rimasta a Mercy Falls, o in principio a San Francisco.
La verità è che ho paura di perdere Cole, dopo essermelo ripreso dopo tanto. Non so che dirà alla sua famiglia o a quella di Victor, non è consigliato dirgli la verità, assolutamente no. Credo di essermi addormentata quando ricevo un buffetto da Cole. Dobbiamo atterrare, e bisogna mettere la cintura di sicurezza.

Pov Cole

Siamo sul taxi, rivedere quei negozi, quelle vie. Mi sembra di tornare INDIETRO nel tempo, ma adesso non sono più quel Cole.
-Ci può lasciare qui, grazie- dico al taxista dandogli due banconote.
-Va bene ragazzi, in bocca al lupo, vi apro il bagagliaio per le valigie.- risponde lui cordiale.
Con una mano prendo la maniglia del trolley e con l’altra la mano di Isabel.
C’è un po’ di vento e qualche nuvola grigia.
-Che bell'accoglienza.- esclamo sarcastico guardando il cielo plumbeo.
-Oh…- urla Isabel, é scivolata su qualcosa.
Raccoglie un foglio, è un vecchio volantino.
Quando lo gira tra le mani, il mio cuore per un attimo si ferma.
E’ un volantino dei NARKOTICA.
-E se qualcuno ti riconosce?- domanda Isabel fissandomi.
-Non lo so- mormoro nervoso passandomi una mano tra i capelli.
-Andiamo Cole, prima arriviamo a casa prima saremo al sicuro.- dice lei tirandomi
-Forse…- sussurro.
Sono davanti a quel portone, è tutto come l'ho lasciato: la facciata semplice bianca, il muretto in mattoni e il piccolo giardino e soprattutto il grosso e pesante portone di noce di fronte a cui sto con Isabel da minuti ormai.
Mi stringe la mano e le mie nocche si schiantano contro la superfice dura del portone.
-Cole…- dice mia madre, stringendo la maniglia fino a far diventare le nocche bianche.
-Mamma- la saluto io freddamente.
-Che… che ci fai qui? Chi è lei?- chiede poi guardando Isabel.
-Possiamo entrare intanto?-
Isabel è muta, non fiata.
Entriamo, e quando sento la porta chiudersi stringo ancora di più la mano di Isabel. Mi sembra di stare al patibolo, l’ansia e la paura di perderla mi uccidono.
-Io… sono tornato perché mi ha chiamato, o meglio lasciato un messaggio in segreteria Angie- deglutisco – dice di avere un figlio e che sia mio. Lei comunque è Isabel, è stata con me in questo periodo e… é la mia ragazza- spiego.
-Oh tesoro, ci sei mancato tanto, sia a me che a tuo padre, Isabel, ti do del tu, perché non parli?- Mia madre sembra diversa, più amorevole forse.

Pov Isabel

-Io sono un po’ turbata signora... Non volevo neanche essere qui, mi sento un'intrusa, il bambino non c’entra nulla con me.
É che io e Cole ne abbiamo passate molte e ora ci sembrava di essere felici.- finalmente mi libero, mi sento più leggera.
-Oh io non ti giudico, non sento Angie da quando Cole è andato via e poi non avevamo questo rapporto, io non sapevo neanche stesse in modo fisso con mio figlio, come sai lui era sempre in giro con il suo gruppo… Ma piuttosto Victor? Dov’è? Come sta?-
Ecco il momento di ingoiare un boccone amaro. E ora?
-Lui… - inizia titubante Cole – Non so dove sia, siamo stati insieme fino a quando non ci siamo fermati a Marcy Falls, dopo lui ha deciso di andare avanti, da qualche altra parte.
Credo di averlo costretto in fondo e a lui non stava bene, almeno fino a un certo punto credo, e quindi ha proseguito per la sua strada.-
Ho i brividi.
Io e Cole saliamo nella sua vecchia camera.
Non è come me l’aspettavo: c’è un letto a due piazze, una scrivania, una libreria piena di CD, qualche poster, attaccato alle pareti semplici e bianche, un pouf marrone chiaro come la moquette, un armadio che prende mezza parete e un comodino accanto al letto.
-Oh beh, questo era il mio mondo. C’era anche un divano e un frigo bar prima, non so che fine abbiano fatto e poi c’era più casino, fogli e calzini sparsi e beh... Gli strumenti che ho portato con me.- spiega Cole tirandomi dentro.
Si siede sul pouf e mi fa accomodare sulle sue gambe.
-Isabel parlami, riguardo a ciò che hai detto a mia madre... Non voglio perderti anch’io e ho paura. Per questo ti propongo un patto, non andartene mai, qualsiasi cosa accada e io non ti allontanerò. Ti ho voluta qui perché ho bisogno di te accanto a me. Ti amo.-
Lo stringo forte a me.
-Non… - inizio.
-Parla – mi incita.
-Non mi aspettavo la tua camera fosse così- dico sorridendo.
-E che ti aspettavi?- chiede curioso.
-Boh, comunque ci sto. Anch’io ho bisogno di te e ti amo.- mormoro sulle sue labbra.
Sentiamo la madre di Cole urlare a credo il padre che c’è una sorpresa e a noi di scendere per la cena.
-Beh è ora... Se è difficile con i tuoi che farai con Angie?- chiedo io.
-Promettimi che non te ne andrai- mi supplica Cole prendendomi tra le sue braccia.
-Non questa volta- prometto io.



- Angolo autrice -
Buona... notte (?)
Volevo augurarvi in ritardo buon natale e buon anno e... non so che dire, wow le note più corte che ho mai fatto.
Notte xD

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***



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Capitolo 14



Pov Cole

Scendo le scale tenendo per mano Isabel.
Mi fermo alla fine degli scalini.
- Ehi - Isabel mi posa le mani sulle spalle – Tranquillo, è solo tuo padre, la nervosa qui dovrei essere io! - mi fa un sorrisino e mi tira verso la cucina.
- Cole! Oh mio Dio, che ci fai qui? - la reazione di mio padre è, beh, normale.
- Sono tornato per vari motivi possiamo dire… lei è la mia ragazza, Isabel - la diretta interessata appena la presento con così tanta semplicità mi lancia uno sguardo omicida.
- Salve - saluta lei imbarazzata. E' bello vederla così, non capita mai.
- Oh tesoro sei un incanto, ma su mangiamo e parliamo, ok? -

***

Abbiamo passato tutta la pausa pranzo di mio padre a parlare di dove sono stato, cosa ho fatto...
La storia ufficiale sarebbe che Back mi ha trovato nella più totale perdizione e mi ha risollevato. Victor non se l'è sentita di tornare. Mi sento un bastardo.
- Ehi - Isabel è sul letto e richiama la mia attenzione tendendomi una mano.
La afferro stendendomi su di lei.
- Cosa pensi? - chiede scompigliandomi i capelli
- A Victor… - sussurro passando le mie dita sulle sue labbra.
- Tornare qui te lo fa ricordare così tanto? - chiede baciandomi il petto.
- Sono più che altro le menzogne - le scendo da dosso e mi stendo accanto a lei.
- Cole St Claire sei davvero cambiato - mi lancia un'occhiata maliziosa.
- In peggio o in meglio? - chiedo.
- Victor che direbbe? - dice chinandosi verso di me.
- Che mi sono rincoglionito troppo facilmente -
- La nostra storia è tutto tranne che facile - ride.
- Mhh touché -
- Hai, non so, sentori o strane sensazioni riguardo al tuo lato lupesco? -
- No, non più, me ne sono liberato. Anche questo è strano, ho fatto i salti mortali per porvi rimedio, in più Victor e tuo fratello sono morti.- cingo la sua vita con un braccio.
- L’importante è che adesso stiamo cercando di risolvere tutto e che ci amiamo. - Isabel si fionda sulle mie labbra.
- Voglio davvero essere sicuro e poi trasformare Beck senza troppi pericoli, lo devo a Sam - dico ancora sovrappensiero.
- E' molto nobile da parte tua. Non dovremmo affrontare Angie, siamo qui per questo, cioè lo sei tu, io… - si tortura le mani.
- Domani amore mio, ora ci facciamo un bagno caldo... - dico dandole una pacca sul sedere e alzandomi

***

Mi giro verso sinistra, Isabel dorme tranquilla accanto a me. Sono le tre di notte.
Le accarezzo un braccio e le bacio la spalla.
Mi alzo, metto i boxer, dei pantaloni, una maglietta ed esco fuori.
Nascoste nella mia camera ho delle sigarette normali, pasticche e canne.
Non mi sembra proprio il caso di drogarmi, quindi prenderò della semplice nicotina.
Dopo tre tiri sento la porta aprirsi, è mio padre.
- Tua madre mi ha raccontato di Victor. Dov’è in verità? - dice lui affiancandomi.
- Dritto al punto - butto fuori il fumo – sei un uomo di scienza, non mi crederai - butto la sigaretta.
- E quella chi è invece? Una delle tue non so come definirla? -
- Lei è la persona migliore che potessi incontrare - dico tornando in camera.
- Ehi - Isabel è sveglia – Dov’eri? -
- Ti ho svegliata, mi dispiace - dico sedendomi ai piedi del letto.
- Mi sono svegliata appena mi sono accorta che non eri al mio fianco, non sono più abituata a dormire da sola - dice lei avvicinandosi.
- Ero… a prendere un bicchiere d’acqua - dico giocando con le mie mani.
- Puzzi di fumo - dice lei infischiandosene della sua nudità e appoggiandosi alla mia schiena.
- Se entra mio padre? - dico riferendomi al fatto che è nuda.
- Bene, allora eri con lui - dice infilandomi una mano calda sotto la maglia, sullo stomaco. La sua mano calda a contatto con la mia pelle fredda mi fa venire i brividi.
- E’ cosi bello sentire la tua pelle fredda e non vederti in preda agli spasmi.-
Mi giro e lei repentinamente mi toglie i vestiti e mi fa stendere sopra di lei.
- Ti congelerò così - dico io cercando di alzarmi.
- Lasciami riscaldarti allora - soffia sulle mie labbra.

Pov Isabel:
Quando apro gli occhi la prima cosa che vedo è il soffitto, mi giro e guardo la sveglia. Le nove e mezza. Accanto il mio telefono vibra e si illumina.
Lo prendo, e vedo che è Grace che mi chiama.
- Ehi - dico piano, Cole dorme ancora.
- Come va? - dice Grace dall'altro capo del telefono.
- Bene credo, ho conosciuto i suoi... ehm... beh… - un braccio mi circonda il petto e il telefono mi viene tolto dalle mani.
- Grace mi hai svegliato. Sì tutto bene… Certo non preoccuparti, però sarebbe meglio più tardi, nel pomeriggio andremo da Angie - Cole mi bacia la spalla mentre parla.
Dopo aver staccato passa a baciarmi il collo e a scendere giù.
Metto le mani fra i suoi capelli.
- Ho paura di perderti Cole - sussurro.
- Non devi avere paura, perché non mi perderai. Qualsiasi cosa accada, qualsiasi cosa o persona, gli impedirò di dividerci. Sarò il tuo ragazzo per sempre, l’unica cosa che mi impedirà di esserlo sarà il giorno in cui ti prenderò e porterò all’altare -
- Oh Cole… - gli passo una mano sulla guancia.

***

Dopo una doccia veloce indosso una maglietta con una giacca di lana, un leggins e gli anfibi marroni.
Scendo a fare colazione.
- Buongiorno cara - mi dice la madre di Cole.
- Buongiorno - rispondo sedendomi a tavola.
- Cole? - mi chiede lei.
- Si sta finendo di vestire - dico addentando un toast.

***

Dopo colazione Cole riceve la chiamata di Sam e io salgo in camera. Sono nervosa, sarebbe giusto che Cole stia con il bambino e la madre, ma è giusto che io che lo amo devo rinunciarvi? Sono perfino ricambiata quindi cos’è giusto in realtà?
Non sbagli mai se ami una persona, ma puoi soffrire.
- Eccoti - dice Cole entrando – andiamo? - chiede prendendomi le mani.
- Okay- mi limito a dire.
-Per sicurezza per non farci riconoscere prendi un cappello e degli occhiali da sole - dice baciandomi la fronte.
Io e Cole camminiamo mano nella mano.
Non so dove stiamo andando né quanto manchi ancora, e questo mi mette molto in ansia.
Cole è silenzioso, i suoi smeraldi verdi sono velati come quando è pensieroso.
Credo proprio che lo sia, avrà fatto così tante volte questa strada che non ha bisogno di pensarci per percorrerla.
Questo fa male. E penso a cosa fare se dovessi perderlo.
- Oh Isabel? - Cole mi fissa fermo davanti a me.
- Siamo arrivati? Senti Cole, io non c’è la faccio, va da solo - dico togliendo le sue braccia dai miei fianchi.
- No Isabel, io ho bisogno di te, di vederti. Di sapere che sarai e starai con me. Anche se dovessi avere dodici figli e tre cani io non ti mollo. Ho capito cos’è l’amore e non voglio perderlo. E poi senza di te tornerei come prima o peggio, non sarei un buon padre per quel bambino - conclude baciandomi la fronte.
Mi tende la mano.
Penso a ciò che mi ha detto ora e sta mattina: “ l’unica cosa che mi impedirà di esserlo sarà il giorno in cui ti prenderò e porterò all’altare ”. Stringo la sua mano.
Ad aprire la porta è proprio Angie. I suoi capelli sono ricci come quelli di suo fratello, solo che le punte sono fucsia e gli occhi tendono al giallo, diversamente d quelli di Victor che erano marroni. Mi vengono i brividi, quegli occhi mi fanno tornare in mente i lupi.
Non mi guarda, ha lo sguardo fisso su Cole.
Ciò che provo è strano, è come se fossi vuota.
- Possiamo entrare? – chiede Cole, non riconosco il suo tono però.
Cole una volta entrato mi trascina su un divanetto e si siede senza chiedere.
- Lei è Isabel, e qualsiasi stronzata tu dica sappi che è la mia ragazza e so che ti sembra impossibile, ma la amo - adesso il suo tono è mellifluo.
- Quando… sei tornato? - chiede lei sedendosi di fronte a noi.
- Qualche giorno fa, dopo aver ricevuto il messaggio.-
- Quindi stai cercando di indorarmi la pillola come per dire: “le tue corna erano ben visibili”, non mi hai mai presentato. Errore mio mi sa, per te ero la scopata sicura e per me eri il mio ragazzo - ora ha un tono più duro anche lei.
- Sai che penso, potevi dirmi prima del bambino, perché ora?-
Io continuo a starmene zitta.
- Perché Cole St Claire è una merda.-
- Ero, non lo sono più e puoi capire perché – mi lancia un'occhiata – onestamente come non sono stato un buon fidanzato non sarò di certo un padre -
Queste parole mi spezzano il cuore e non so il perché.
- Beh un padre lo sei già, ma visto che intendevi un buon padre sta a te deciderlo -
- Non ho scelta, ti conosco, vediamo il bambino allora - dice – anzi prima lasciami qualche minuto solo con Isabel -
Oh perché?
- Io penso che lei voglia davvero qualcosa, e finché non vedrò il bambino, anzi, farò un test di paternità, non le credo ok?- anche queste parole di Cole mi destabilizzano.
-Non capisco perché non le credi o perché le hai detto che non sarai un buon padre -
Mi sfiora il labbro inferiore con il pollice
- Perché non la amo, l'ho fatta soffrire ok. Lei non è te, e non mi convince, la conosco - dice staccandosi e andando nella stanza accanto.
- Mi…. Mi sposerai davvero? - chiedo fermandolo.
Si gira lentamente – anche mille volte se vorrai - dice sorridendomi.
- E vorresti avere dei figli? - continuo.
- Sì, ti chiuderò in casa e ne faremo tantissimi, anche trigemini se ti va - dice sorridendo ancora.
- Tu… - ho così paura.
- Non ti mollo ricordi? Voglio fare tutto con te, questo non cambia - dice lui abbracciandomi.
- Grazie - dico stringendolo.

Pov Cole

Entriamo in quella che un tempo io e Victor definivamo “stanza del cazzeggio”
C’è un box per bambini, un armadio, un tappetto enorme a terra cosparso di giocattoli.
- Cal - Chiama Angie.
Un bambino di massimo tre anni lascia il gioco che maneggiava e le va incontro.
- Loro sono amici di mamma - dice portandolo davanti a me e Isabel, non ho smesso di tenerle la mano.
E’ la versione piccola di Victor, capelli ricci e castani poco più chiari. Quando lo guardo nei suoi occhi vedo Victor. Rabbrividisco.
- Ciao - dice con voce piccola.
- Ehi - rispondo io.
Automaticamente fletto le braccia verso di lui che si accoccola tra esse. Non mi aspettavo una mia reazione del genere, non lo sento mio. E’ cosi simile a Victor, addirittura mi sembra di sentire il suo odore.
- Sei un amico della mamma, non ti ho mai visto - dice lui guardandomi.
- Beh mi sono trasferito tempo fa, mi chiamo Cole comunque -
- Caleb -
- Lei è la mia fidanzata Isabel -
- Ciao Isabel - sorride Caleb.
- Giochiamo? - chiede con quella voce tanto dolce.

***

Io e Isabel camminiamo mano nella mano.
- E’ incredibile quanto somigli a Victor- Isabel rompe il silenzio.
- Lo penso anch’io - rispondo calciando una pietra.
- Cos’hai provato? - chiede Isabel mettendomi una mano sotto il mento, facendo incrociare i nostri sguardi.
- Io pensavo di non reagire in modo così naturale, spontaneo. Ho cercato di immaginarlo spesso, non credevo fosse così simile a Vic. Non lo sento figlio mio. Provo qualcosa per lui, ma come se fosse il figlio di Sam, non so spiegarlo -
- Magari non è amore paterno perché hai scoperto da poco di avere un bambino. Ma già provi affetto per lui, è una gran cosa -
- Magari è cosi, voglio certezze però -
Sento che Caleb non è mio figlio, non lo pensavo prima dopo averlo visto, però c’è qualcosa che mi dice che non è mio figlio.



- Angolo autrice -
Una notte di inizio estate una ragazza si fece risentire...
Beh come sapete in ritardo ma ci sono:)
Allora programmi per questa estate? Io spero di finire a malincuore questa storia e il frutto di un amore sbagliato, dopo un viaggetto ci sta oltre il concerto a Roma di Tiziano. Con chi mi vedo li? xD
Ah e poi volevo tenervi presente che ho cambiato pagina fb, non sarà solo per gli aggiornamenti ma anche tipo blog
abbigliamento Cole
abbigliamento Isabel

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***



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Capitolo 15



Pov Cole

Sono da Caleb. È la seconda volta che vengo senza Isabel, Angie ne sembra contenta. Io provo solo un gran disagio e non lo credevo possibile. Cioè, proprio io in questa situazione?
- Cole sei sicuro di non volere niente? Certo non ti offro the o cioccolata calda, ma che so, vodka? -
- No Angie, grazie -
Sbuffa sedendosi accanto a me sul divano – quella ragazza ti ha cambiato vedo… meglio il vecchio Cole, senza offesa - dice sorseggiando il contenuto della tazza.
-Non mi ha cambiato Isabel, sono cambiato io. Sai può succedere quando butti la tua vita, droga, alcol, fumo o magari ti fai male. Arrivi a un punto e pensi: perché dovrei farmi male io se è la gente a far schifo? Oppure perché drogarsi? Probabilmente non è questo il mio posto nel mondo. Al posto di distorcere la realtà perché non lo cerco? E sai il mio posto nel mondo non era droga e concerti, è un paesino con pochi abitanti, ma purtroppo alcuni stronzi. Con un amico, una chitarra, e le nostre ragazze. Non ho perso tante persone nella mia vita perché penso non me n'é mai importato. Come gli amici, intendo Victor, ne ho perse poche ma buone. E allora ho capito. Non dovevo lasciarmela scappare. Le cose migliorano se si cambia. Il cambiamento non è sinonimo di negatività, è sinonimo delle conseguenze che comporta. Se il cambiamento è una mutazione buona, beh, meglio ,se no non sei sulla strada giusta. -
- Oh pure filosofo ora… - dice lei acidamente.
- No, diciamo che non ho più la mente offuscata dalle pastiglie, sinceramente non voglio sembrare scortese, anzi non mi importa.
Comunque sono qui per quello che dovrebbe essere mio figlio, non per te, quindi vado di là. Ah, Angie, voglio il test di paternità. - dico dirigendomi verso la camera di Caleb.
Dorme ed è così pacifico, non dovrebbe essere mio figlio per questo. Mia madre dice che da piccolo ero un'anguilla e credo di esserlo ancora ora in preda agli incubi magari, o agli spasmi, ma questo ormai è superato.
Dopo quindici minuti Caleb apre gli occhietti e si soleva.
- Cole? - dice con la voce impastata dal sonno.
- Campione - rispondo avvicinandomi.
- Giochiamo a palla? - i suoi occhi sono già vispissimi.
- Va bene, ma prima devi vestirti -
- Aiutami - chiede con quella vocina, che in fondo un po’ mi fa sciogliere.

***

L’ho portato al parco. Dopo un po’ di passaggi e piccoli palleggi gli offro un gelato.
Gli chiedo di sua madre, quella che mi descrive è proprio una brava madre e ne sono contento.
- Ti hanno mai detto che sei uguale a tuo zio? - gli do un buffetto.
- Sì, mamma ha tolto tutte le sue foto e non mi parla tanto di lui però -
-Suonavamo insieme in una band, a te piace la musica?-
- Sì tanto, mamma per natale mi ha preso lo xilofono - dice contento.
Sospiro.
- Beh è tardi, devi tornare a casa - dico alzandomi e prendendolo in braccio.
- E tu devi andare da Isabel? Mi piace quella ragazza -
- Ehi ometto calmati, è la mia ragazza- dico ridendo e facendogli il solletico.

Pov Isabel

- Tu e Cole vi conoscete da molto? - chiede la signora St Claire.
- Sì ormai sono anni, prima ci punzecchiavamo. Io l'ho usato più volte per infastidire la mia famiglia. - dico ricordando i vecchi tempi.
- Beh e poi? -
- Sono finita in punizione e sono stata spedita a San Francisco da mio padre. Fin quando Cole non è sbucato dal nulla. Era addirittura geloso di un ragazzo che frequentavo, una cosa assurda per Cole -
Mi rivolge un gran sorriso e poi sentiamo la porta di casa aprirsi.
- Ciao figliolo, che ne pensi dell'amore? - chiede sua madre con naturalezza.
Le mie guance si colorano e lo squillo del mio telefono mi salva, e vado in un'altra stanza a rispondere.

Pov Cole

- Allora? - chiede mia madre.
- Cosa dovrei risponderti? - dico confuso.
- Quello che provi, suvvia sono tua madre so che non sei così, ma voglio saperlo. Oppure dimmi cosa ne pensi di Caleb -
- Mi sto affezionando, è un bambino meraviglioso, sento che non è mio figlio o forse non voglio crederlo. Ad ogni modo ho chiesto ad Angie il test del DNA -
- Bene e ora dimmi, cosa proveresti se adesso scoprissi che Isabel è incinta? - chiede lei.
- Paura, un'immensa paura, ma sarei felice. Vorrei che finisse almeno l’università e trovare una sistemazione migliore. Dove vuoi andare a parare mamma? - chiedo io.
- È solo curiosità femminile. Vedi non assomigli al Cole figlio mio, quel posto dove sei finito, questa ragazza... ti hanno fatto cambiare, in meglio - sorride e mi abbraccia.
- Ho fatto cose incredibili per cambiare, e sono cambiato, forse anche in peggio, ma ciò che ho fatto per Isabel e che farò per lei batte tutto - dico ricambiando l’abbraccio.
- So che hai un figlio, un possibile figlio con un’altra ma sono convinta che il tuo futuro non è Angie. Si okay un figlio ha bisogno di un padre e una madre, ma non di infelicità. Quindi fai ciò che meglio credi. Questo è per te, è di tua nonna ed è passato a me quando tuo padre mi ha chiesto di sposarlo. Anche i St Claire sono un po’ tradizionalisti e tu sei pronto per esserlo - dice porgendomi una scatolina.
La prendo e raggiungo Isabel.
-Novità?- chiedo entrando in cucina.
- Grace mi informava su alcune cose che ha visto per il suo matrimonio -
- Vorresti essere lì ad aiutarla? -
- Posso andare se voglio -
- Mi sembra di tenerti qui sotto costrizione ed è vero perché ho bisogno di te, e so che magari ci puoi soffrire. Ti prometto che passerà in fretta - dico prendendole il viso tra le mani.
- Come può un figlio passare in fretta - dice con gli occhi lucidi.
-Sto sbagliando tutto vero? Non potremmo essere felici mai? - dico sbuffando, lasciandola andare e girandomi.
- Io… no Cole, aspetta non mi lasciare - sento una mano sulla mia spalla.
-Non ti lascio, è che penso che se voglio stare con te, devo trovare una soluzione -
Si appoggia completamente alla mia schiena e la sento scossa dai singhiozzi.
- Vieni qui - l’abbraccio baciandole la testa.
Solleva lo sguardo e mi cattura il mento tra le mani, costringendomi a abbassare il viso.
E fa scontrare le nostre labbra, lingue che danzano e denti che graffiano le labbra.
- Fa l’amore con me - dice sulle mie labbra.
La sollevo facendole attorcigliare le gambe alla mia vita e la porto in camera mia.

Pov Isabel

Parliamo di possibilità.
Nelle storie quando due sono felici e arriva qualcuna dicendo “ ehi ho un figlio ", le cose non vanno troppo bene. Allora ho paura, anche se Cole dice di amarmi e io gli credo, penso a quel povero bimbo. Sí, magari Cole non starà mai con Angie, ma dovrebbe vivere qui. E a Mercy Falls ci sono Sam e Grace. Ma comunque credo non mi importi dove vivere, magari non vedrò spesso Sam e Grace ma li sentirò e poi lasciarmi Marcy Falls alle spalle sarebbe l’ideale, non così, ma pazienza.
Esco a fare due passi, lasciando un biglietto a Cole.

Pov Cole
Mi sveglio per il trillo del mio telefono, Isabel non è accanto a me, c’è un foglio però.
E’ uscita a fare due passi, ci siamo coricati alle nove sono le tre di mattina. Rispondo preso dall’anzia.
E mi crolla il mondo addosso, Isabel è in ospedale per un fottutissimo tir. Sveglio i miei e mi vesto alla bene in meglio.

Pov Isabel
Cosa si prova prima di morire? Beh penso che nessuno di noi lo sa fino in fondo se non quando accade.
Il buio totale, nessun dolore. Forse è talmente tanto che sembra nullo, è impossibile no? È un ossimoro. O forse no. La morte è davvero la fine di tutto? O non è niente? Forse è la paura umana più grande, e se invece non si provasse nulla? Solo il buio, non vuoto: buio. Due cose ben diverse.
Come fa una ragazza di vent'anni a prendere in considerazione la morte? Come posso io, ero solo uscita per pensare e ora mi ritrovo nel limbo. Il buio non mi fa paura, il vuoto si. Il vuoto che mi hanno lasciato i miei genitori. Il fatto che in fondo mi sono sempre sentita vuota fin quando Cole non mi ha riempito. Sì, anche con le sue stronzate. Mi aveva promesso che sarei stata per sempre la sua ragazza, che avrei solo potuto diventare sua moglie. Credo di star piangendo se è possibile, non sento nulla. Sono come costretta a pensare. Ma non si dice che una persona in seguito alla sua morte rivive in sette minuti la sua esistenza? Anzi chiamiamola vita perchè magari, morirò ma continuerò ad esistere in qualche modo. Perchè si dice che le persone vivano nei nostri cuori? Sì le ricorderemo per sempre ma non puoi dare la vita a un altro. Quella è solo tua. È la cosa più personale in assoluto. C'è qualcosa che mi impone di pensare, forse per impedire che il mio cervello si fermi, non mi sento neanche stanca. Ancora non sono arrivati i sette minuti. Come potrei riassumere la mia vita in sette minuti? L'unica cosa che mi viene in mente sono: la neve, un lupo dal manto grigio che corre su di essa. Il ragazzo che ho conosciuto in California e sua sorella, oddio come si chiamavano? Incontrerò i loro genitori se muoio. Ricordo di me, lui e Cole. Perchè non ricordo come si chiama? Forse è perchè sto morendo? Non ricorderò neanche di Cole? Che merda, magari quando muori scordi tutto e poi il buio. Davvero, che fine farò? Non felice forse, perchè non ho Cole al mio fianco, ma non vorrei mai avercelo lui deve vivere, per lui, perchè finalmente vive, e per suo figlio. Qual'è la sua reazione?
Forse sto piangendo, è possibile? Allora non sto morendo...

Pov Esterno
Le sirene dell'ambulanza urlano nella notte, l'ennesima corsa contro il tempo. La speranza e l'adrenalina dei paramedici per salvare qualcuno.
È forse il mestiere più duro, vedere la sofferenza e cercare di scappare dalla morte.
Come si fa? Non è una cosa che vedi dove si annida e puoi scappare. Ma si ci puoi lottare e puoi sconfiggerla. I paramedici aiutano solo le persone in questa lotta.
Ma la morte forse si sconfigge pure solo con l'amore perchè, forse c'è gente che non è destinata a stare in questo mondo insieme, anche se si ama più di ogni altra cosa, allora serve un altro “mondo” per far si che il loro amore trionfi. O forse serve solo un altro modo. Ma quale? Clarissa è una volontaria all'ultimo anno di liceo, innamorata della vita, questo sembra bastarle per aiutare la lotta contro la morte. Beh, fin quando si parla di vecchiette, che hanno bisogno solo di una carezza e un sorriso. Ma ora si chiede se può farcela davanti a questa ragazza sua coetanea o poco più grande.
Clarrissa è innamorata dell'amore, bassina con i capelli, ora legati lunghi fino al sedere arancioni. Anche se a lei piace il rosso, il colore del sangue, della passione. Un colore forte e deciso. Non le piacciono certo i suoi occhi verdi, anche se ricordano i prati o la sua pelle bianchissima. Ma quale ragazza si accetta? Forse è proprio lì per questo, per aiutare, magari all'università sceglierà psicologia al posto di medicina. O forse è lí perchè ama troppo la vita e vuole vedere cos'è la vita vera, e questo implica la morte.
- Guardate sta piangendo - dice Kyle, un paramedico, forse un altro motivo per cui Clarissa è qui.

Pov Cole
Avrò preso più multe in questa schifo di serata che in tutta la mia vita.
Non ascolto neanche le urla di mia madre per la troppa velocità.
Corro come un pazzo, non sentendo urla, o il vento che mi arriva in faccia e mi scompiglia i capelli.
Arrivo alla reception e mi aggrappo al bancone come se fossi un naufrago che cerca un appiglio, per non annegare.
- Signore, le serve qualcosa? A una faccia sconvolta ed è tutto bagnato - dice l'infermiera.
Guardo i miei vestiti, fuori piove? Non me ne ero accorto...
- La signorina Culpeper? Ha avuto un incidente questa sera - dice mio padre raggiungendomi.
- Sesto piano, è in sala operatoria - dice guardando il compurer.
- Come sta? - afferro le sue mani, sembrerò un disperato, ma non mi importa, in fondo lo sono.
-Non lo so, deve chiedere ai medici del reparto -
Mi lancio nell'ascensore, tremo talmente tanto che non riesco a premere i tasti per il piano.
- Calma figliolo - dice mio padre, digitando lui per me.
Davanti alla porta ci sono dei paramedici che parlano con i medici. Mi avvicino subito chiedendo di Isabel.
- È in sala operatoria, appena sapremo qualcosa le faremo sapere - dice un dottore.
- Ero uno dei paramedici che era in ambulanza con lei, era messa piuttosto male. Non voglio darle false speranze, però in un momento ho come sentito una scarica.- dice una ragazza dai capelli arancioni.
- Sei troppo innamorata della vita tu, tutto amore e fiori, scusi il protocollo è proprio quello di non dare false speranze, a volte la forza la si deve trovare in se stessi - dice un ragazzo dagli occhi di un blu profondo.
- Beh certo, tu sei sempre rigido, non ti lasci mai andare - dice la ragazza.
- I sogni sono per i falliti - risponde il ragazzo.
- Fanculo - dice a denti stretti la ragazza andando via.
- Scusi per il sipario, comunque sono Kyle - dice presentandosi il paramedico.
Il dottore è scomparso.
- Non si preoccupi, è stato come tornare al passato un po’. Anch’io ero così con la mia Isabel. Fin quando non ho capito che è l’amore della mia vita - dico dandogli una pacca.
- Che si prova? Se posso essere così schietto e confidenziale - dice lui sedendosi.
- Tu la ami, qual è il problema? - dico sedendomi anch’io .
- Mio padre è un uomo facoltoso tutto d'un pezzo. Non vuole che mi distragga, per lui devo avere una carriera brillante, tanti soldi e una donna che sia, come dire, una specie di trofeo, che mi serva solo quando voglio io -
- E tu invece vuoi lei - dico unendo le mani e chinandomi.
- Sì, lei che non si fa mettere i piedi in testa, sogna e ama la vita, è così amorevole. È una volontaria, non le importa di niente, solo poter parlare con i pazienti, dare loro amore e sicurezza. Trovo sia meraviglioso. Non mi è mai importato di nulla. Ho scelto medicina per contraddire mio padre, lui voleva economia e che diventassi il suo scagnozzo. Invece da quando c’è lei mi importa degli altri, di me e di lei. Mi ha migliorato la vita. Credo di aver scelto medicina perché avevo paura, cioè quello che vuole mio padre è egoistico ma è bello. Ho pensato “ beh almeno non diventerò un riccone facendo economia ma medicina, va bene uguale”. Ed ora piango persino quando perdo un paziente. Oppure l’altra volta ho sentito parlare Lary con una vecchietta sola, piangevo come un pazzo. Ah, solo io la chiamo Lary - dice sorridendo.
- Io penso che lei ora lo sappia - Dico guardando alle sue spalle. Si gira e Clarissa scappa via.
- Allora amico, sarò veloce. Va da lei è la cosa giusta, non pensarci troppo. Fottitene di tuo padre, non di te o di lei.-
- Grazie - dice alzandosi.
- Di nulla non ho pensato per un po’ -
Come potrebbe essere la mia vita senza Isabel? Neanche ricordo com’era prima. Che poi non tornerà mai com’era. Perché lei c’è stata. E non ho una gomma gigante che cancella i dolori causati dalle persone, che se ne vanno senza volerlo all’improvviso lasciando progetti incompleti, persone incomplete.
Che bello sarebbe avere questa gomma, quanto male nel mondo sparirebbe? Perché sí, la gente muore, per la guerra, ma il male peggiore è l’amore. Anche nella guerra c’entra l’amore. Se c’è guerra non c’è amore. O forse sì, basta leggere le mille lettere che due amanti uno al fronte e uno a casa si scambiano. È un amore amplificato dalla paura della perdita.
Ma alla fine penso che le cose brutte accadono solo per amplificare quelle belle.



- Angolo autrice -
Beh questo il capitolo che dopo due giorni di "oggi posto" sono riuscita a postare xD em non ho molto da dire, spero stiate passando una bella estate:)

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***



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Capitolo 16



Pov Cole

Sono passati 63 giorni, due mesi e due giorni e Isabel è ancora su quel letto.
La vado a trovare tutti i giorni, non mi importa più niente. Solo lei.
-Dottore quindi non c’è nulla da fare per farla svegliare?- chiedo al dottore che segue Isabel
-No…- risponde con un sospiro
- Ma si sveglierà?- chiedo ancora
-I pazienti sono tutti diversi ed hanno reazioni e riprese diverse- 
-non le ho chiesto questo- mi altero
- Questa è la mia risposta alla sua domanda, lei vuole che le dica si le devo mentire? La verità è questa.- risponde lui
Sbuffo e mi alzo
- E’ strano vederti così- dice Sam seduto sul letto, lo stesso dove ho fatto l’amore con Isabel prima di quel fottuto incidente
-prendi la chitarra strimpelliamo un po’ voglio distrarmi- rispondo Qualche stupido filosofo greco diceva che era impossibile non pensare. E' vero, hai mai provato la sera a metterti a letto e non riuscire a dormire? Allora ti metti li ti rilassi ed ecco che spunta un pensiero qualsiasi. E quando quel pensiero è “subdolo” si insinua nel momento sbagliato. Ti far star male. Mi rigiro nel letto, questo pomeriggio sono riuscito a non pensare a Isabel. Ho perlomeno un pensiero l'ho fatta, ma non uno di quelli che ti distruggono che non ti fanno fare nulla. Oppure che ti fanno entrare in ansia. Ora sono qui a girarmi nel letto e penso a Victor e al fatto che sono egoista.
Se non avrei voluto diventare un lupo lui non sarebbe morto.
E se muore pure Isabel?
Entrambi per colpa mia. 
Penso a Grace e Sam, I miei genitori, Angie, Caleb, Il signor Culpeper, Shellby a Beck.
Guardo l'orologio: le 4:00 am.
Mi stendo prono con la testa verso destra. Le braccia lungo il corpo, chiudo gli occhi e mi concentro per regolarizzare il respiro.
Mi alzo alle 8.30 am
Frustato e arrabbiato perchè ho dormito poco e male.
Prendo un jeans, una t-shirt, un paio di boxer e vado in bagno.
Mi infilo sotto la doccia.
L'acqua e tiepida, la classica temperatura di quando si fa la doccia mia madre. Sul ripiano ci sono vari prodotti per capelli e creme idratanti. Vedo anche lo shampoo di Isabel, con una mano butto tutto giù con un frastuono assurdo, non mi importa che i miei sentano rumore. Con uno scatto giro la manopola.
L'acqua gelida mi fa urlare.
Mi vesto tamponandomi i capelli. 
E scendo giù.
-Fai colazione?- chiede mia madre
Nego con la testa ed esco.
Arrivo in ospedale e mi siedo su una scomoda sedia della sala d'aspetto.
Anche se poi non è scomoda la sedia è scomodo aspettare e come dire “aspetto la morte” oppure “aspetto la vita”. Scomodo in entrambi i casi nel primo c'è sconsolazione, tristezza e preghiere nel secondo trepidazione. Strano no più cose tristi che belle.
Sento due infermiere parlare
-Ma quel ragazzo carino è sempre qui, chi è?- chiede credo una tirocinante con un caschetto nero e la pelle diafana
-Anne è fidanzato, la sua ragazza é in coma-dice l'infermiera più anziana
-Oh povero ha una faccia così triste- ribatte con compassione
Sbuffo e mi muovo sulla sedia.
“L'orario delle visite inizia adesso e finisce alle 12” dice la voce metallica all'altoparlante.
Mi alzo e vado da Isabel.
-Avrei tanto voluto fare tante cose sai? Anzi voglio ancora- dico prendendole la mano.
-Piccola io non sono così, ma tu ti devi svegliare. Io ti amo e devo chiederti una cosa importante. Avrei voluto dirtela quella maledetta mattina. E' una cosa che non ti aspetteresti mai però – singhiozzo – non ti dico nulla ora ti devi svegliare.-
Sento il telefono vibrare, lo estraggo dalla tasca.
Non riconosco il numero.
-Vado a rispondere- dico baciandole la fronte.
-Pronto?-
-Sono Tom Culpeper-
-che vuoi?- ringhio
-So che mia figlia ha avuto un incidente- ha un tono così neutro
-E' una bella cosa sapere le cose peccato che tu non le sai- quasi urlo
-Portami rispetto ragazzino e poi è mia figlia-
-adesso è TUA figlia?- marco il “tua” - cosa c'è se muore perdi la sua parte di eredità?-
-dove siete?-
-Fottiti-
Chiudo la chiamata.
Torno da Isabel.
Decido di pranzare alla mensa dell'ospedale e di andare a parlare con il medico per sapere se saprà dirmi qualcosa.
Ovviamente tutto tempo perso, mi chiedo se ci sia sua figlia al posto di Isabel.
Se almeno la smette di fare il duro ed essere umano.
Torno da Isabel.
Ho la chitarra con me.
Le canto una canzone.
Quando esco da quella stanza asettica una strana sensazione mi schiaccia lo sterno, come di vuoto e di peso nello stesso momento e si estende per il cuore.
Non credevo fosse possibile ma si può morire di dolore. Come si può amare incondizionatamente. Cosa assurda detta da Cole St Claire
Mi siedo su una panchina dell'ospedale. Potrei fumare o prendere delle pasticche chissà se sono sempre i soliti a procurarle.
-Ciao- Clarissa si siede accanto a me
Faccio un segno con la testa.
-Ogni giorno che passa sei sempre più spento- l'ultima parla la dice come se fosse una bestemmia. 
La guardo
-Probabilmente mi manderai a quel paese, solo che anch'io ho perso i miei genitori. Penso i tuoi stiano bene, me lo auguro, ma comunque il punto è che ho imparato che contro il dolore servono urla e lacrime. Fino a svuotarsi.-  ha una strana luce negli occhi
-Sono stata malissimo dopo, ho una sorella minore lei piangeva ogni notte e stava meglio di me. Ora vivo con mia nonna e mia sorella. Amo la vita è bellissima e lavoro nelle ambulanze se posso nei pronto soccorsi vedo gente morire ogni volta. Ma è più facile quando sono anziani o adulti almeno pensi il loro corso l'hanno fatto. Hanno pianto, gioito, urlato e sofferto e altre diecimila cose, quando mure un ragazzo è più brutto puoi pensare “potevo essere io” oppure “era così giovane”. Ma credo che magari non era il suo posto quello. Comunque Isabel vivrà. Io me lo sento non te lo so spiegare. Per i medici non è molto ma qualche giorno fa le ho raccontato quello che hai fatto per me e per Kayle, stiamo insieme adesso alla faccia di tutto. Gli angoli della sua bocca si sono sollevati all'insù- sorrise
Mi sento meglio, più leggero come se meta di quel peso l'abbia preso Clarissa.
-Volevo solo dirti grazie- e si alza
Si dirige verso una lancia y di ultima generazione
-Cole- mi chiama
La guardo ancora
-Vai a casa e piangi- dice entrando
Torno a casa a piedi, piove e sono zuppo.
Suono dimenticando di avere le chiavi.
-Cole ma cos..-apre mia madre
le scoppio a piangere tra le braccia, come un bambino che vuole un giocattolo o che cade e si sbuccia le ginocchia.
-E' proprio vero l'amore cambia le cose, cambia come le vediamo e ci cambia dentro.- dice lei stringendomi
Faccio una doccia calda e mi metto a letto stremato.
Dormo qualche ora in più e senza sogni.
Apro gli occhi e il mio primo pensiero è aveva ragione Clarissa mi sento meglio, posso affrontare altro dolore altre difficoltà per la mia Isabel.

Pov Isabel
C'è buio, come se dormissi. Non riesco ad aprire gli occhi, a muovermi.  Mi sento intrappola. Vorrei urlare sbattere i pugni, non posso. Mi sale una rabbia inaudita e poi il buio.

Pov Esterno
-Guardi dottore- dice l'infermiere
-Per pochi attimi sembrava stesse prendendo conoscenza.- dice il dottore
-I paramenti sono tornati stabili.- ribatte l'infermiere
-Non vuole svegliarsi- 
-Perchè dice così dottore?-
Lui fa un sorriso amaro di risposta
-qualsiasi cosa avvisatemi io chiamo il signor St Claire – dice uscendo quest'ultimo



- Angolo autrice -
So che dovevo finire le storie prima della scuola ma ho avuto delle interferenze diciamo e il terzo anno di liceo mi sta massacrando ç_ç
Cercherò di scrivere appena posso
tra l'altro ho cambiato beta e ve la presento e la ringrazio ancora per l'aiuto Lunasole01

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***



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Capitolo 17



tre anni dopo

Pov Isabel

Pov Isabel - Congratulazioni!! E anche questa è fatta. - dice Chad, stappando lo spumante.
- Ehi! Non parlare di me come se fossi una cosa. - mi fingo arrabbiata, incrociando le braccia sotto il seno.
Probabilmente non ti vedrò più perchè la riabilitazione è finita. Non cambia se sei arrabbiata con me o no. Anche se lasciarti così mi rattrista, bel faccino - fa un ghigno.
Il terapista stronzo doveva capitare giustamente a me, eh – dico, prendendo il bicchiere che mi porge.
Alla tua forza, Bel - facciamo scontrare i bicchieri di carta.
Mi sono svegliata dal coma qualche mese fa ed è iniziato un calvario fra dottori e riabilitazioni.
Sono riuscita a far posticipare il matrimonio di Grace e Sam, addirittura. Ma ora sto bene e sono qui a festeggiare la fine di questo percorso e il ritorno alla vita di prima... Anzi no, meglio di quella di prima-
-Non dire così. Ci sentiremo per telefono e puoi sempre venire a trovarmi. Possiamo venire anche noi da te qualche volta – sorrido.
-Mh.. Non mi diventerai dolce, per caso? - mi prende in giro.
-Eh, dai - gli dò una gomitata.
Vengo salutata, anzi in realtà sbaciucchiata, da quasi tutti i pazienti. Salutati tutti, esco e prendo l'ascensore premendo il tasto del piano terra.
-Mamma - un nanetto dai capelli corvini mi corre incontro a casa.
-Ehi piccolo - mi chino per abbracciarlo.
Eccolo il motivo per cui non mi volevo svegliare.
Tre anni prima uscii per fare una passeggiata e schiarirmi le idee. Era da qualche settimana che avevo nausee e alcuni odori li sentivo in modo acuto.
Ho fatto un test di gravidanza e in sincerità me la sono fatta sotto dalla paura.
Appena sveglia dal coma, ho riconosciuto subito Cole ma non ricordavo nulla del bambino.
Non lo volevo ed era tutto in subbuglio. Quello era il pensiero più sbagliato che potessi fare. Poche settimane dopo il mio risveglio, Jack, si chiamava proprio come mio fratello (anche se non è da me) ed era divenuto la mia forza.
Ho lasciato Cole promettendogli che avrebbe visto il bambino quando voleva, ma che doveva prendersi cura pure dell'altro suo figlio.
A due mesi dalla rottura i medici, esasperati, l'hanno fatto entrare nella mia camera d'ospedale. Non lo volevo vedere ma lui non demordeva, mandandomi fiori, cioccolatini e altre smancerie che non avevano mai fatto parte di lui.
Mi ha detto che appena svegliata dal coma mi avrebbe chiesto di sposarlo, visto che voleva farlo la sera dell'incidente e... Beh, non ha potuto. Si è inginocchiato e me l'ha chiesto. “ So che sei confusa e hai ragione, ma passerà e non devi privarti della felicità altrimenti sarà peggio. Io ti amo” mi rimbombavano in testa le sue parole. “Basta farci la guerra” e aveva ragione. Angie ci aveva mentito, il figlio non è di Cole comunque. Lei lo ama ancora e si è rivelata instabile mentalmente compiendo varie pazzie.
Per una volta ho pensato esclusivamente a me e ora eccomi qui.

Sto per andare al matrimonio dei miei due migliori amici con il mio ragazzo e nostro figlio: la mia famiglia.
-Dov'è papà? - chiedo a Jack.
-Nel parcheggio - risponde lui.
-Andiamo da papà allora. -
Cole ci stritola in un abbraccio forte, dopodiché carica le valige in macchina e sistema Jack sul seggiolino.
-Allora com'è andata? - chiede poggiando la fronte alla mia.
-Bene, c'era il compagno di Chad. E' bisessuale, quindi è probabile che ci provava con me davvero alla fine- sussurro ridendo.
-Mh...- grugnisce ,salendo in auto

L'abito di Grace è semplice: di seta, scollato sulla schiena,con una leggera arricciatura sul seno.
Non porta le scarpe.
I capelli sono legati in una treccia laterale con delle margherite infilate al suo interno, ed è truccata solo da un mascara che le fa delle ciglia fantastiche e del fard.
Sam invece indossa uno smoking di Back.
Il matrimonio si svolge nel bosco.
Gli unici presenti sono il prete, io, Cole, Chad per le fedi e gli sposi.
-Lo senti? - mi chiede Cole.
Si percepiscono dei fruscii e forse mi sembra di sentire un uggiolio.
Al momento del si di Sam...
Compaiono dei lupi. In testa c'è Bech.
Quest'ultimi ad un certo punto si siedono e ululano.
-Ti incitano a dire di si - dico io, con un sorriso enorme sulle labbra a trentadue denti.
Sam sussurra un si e il celebrante proclama la coppia marito e moglie.

Qualche ora dopo..
-Sicuro di non voler accennare neanche un po' un banchetto prima, ti sei sposato due ore fa- chiede Cole a Sam.
-Provaci e basta avevo cambiato idea riguardo la trasformazione, ma dopo la scena nel bosco.-
Abbiamo catturato Back e Cole, sotto insistenza di Sam, che vuole provare a trasformarlo.
Raggiungo Grace al piano di sopra.
-Ehi, sposina - dico sulla soglia della porta.
-Ehi - dice lei, sistemando il vestito in una scatola.
-Neanche te lo sei goduto a pieno. Non intendo l'abito ma tutto il resto - -Me lo godrò durante questi tre mesi -
-Il giro del mondo in ottanta giorni - rido io.
-E poi New York... Ma ci vedi tutti e quattro lì a dividere un appartamento e andare all'università? - dice, sedendosi sul letto.
-Cinque in realtà, anche se Jack a meno che non abbia poteri mistici dovrebbe frequentare l'asilo -
-Eh, non si sa mai - ride della mia battuta.
-Come va l'essere mamma? - mi chiede ad un tratto.
-Non mi sento molto mamma a dire il vero, ma ancora è passato poco tempo e comunque imparerò con pazienza. Ho sbagliato a decidere per tutti, credevo che amando Cole alla follia avrei fatto meglio a lasciarlo e togliergli un peso. Pensavo che fosse meglio per lui -
-Sam vuole vedere i suoi genitori prima di andare via - confessa Grace.
-Perchè? -
-Non lo so sinceramente. Mi ha chiesto di appoggiarlo perchè ne aveva bisogno e lo sto facendo. Nel caso dovesse star male comunque ha me, Cole e te. A proposito, cosa mi dici del tuo matrimonio? -
-Non sono tipo da queste cose e neanche Cole. Ci basta essere uniti ed avere Jack -
-I tuoi genitori lo sanno? -
-No. Ho preso la decisione di azzerare tutto e tutti a parte Cole, Jack e ovviamente te e Sam. Per il resto non ci sarà nulla. Il mio futuro lo decido passo per passo. Già un grande passo è stato fatto, no? -
-Già. Ogni tanto il tasto reset bisogna inventarlo e usarlo. Forse è per questo che Sam vuole vedere i suoi, non lo so. Me lo dirà a tempo debito, quando si sentirà pronto per farlo.
-New York arriviamo!!!- urlo.
E Grace ride.

-Tutto bene? - chiedo, asciugando i capelli di Jack.
-Insomma... Ha avuto delle convulsioni, ma la cosa che non ho calcolato è che perde il pelo e ha le zampe gonfie. - risponde Cole
-Peccato. La laurea in veterinaria ci poteva essere utile - tento di buttarla sul ridere.
-Se non si trasforma e muore lo avrò sulla coscienza per tutta la vita, anche se tecnicamente non è umano da un po' - mi sussurra.
-Andiamo a nanna? - dico a Jack.
-Controllo un'ultima volta - mi dice Cole.
Dopo aver messo Jack a letto, sento delle voci sommesse provenire dalla stanza di Sam.
Beck è tornato umano, Entro e guardo Sam seduto con una faccia strana mentre Grace è alla finestra e Cole è a seduto a terra, con le mani appoggiate alla testa.
-Che succede? -
-Lei chi è? - Chiede Beck e poi prosegue verso di me: – Non ricordo nulla - si giustifica guardandomi.
-Perfetto - dico sarcastica.
-Ora che si fa? - chiedo io.
-Andiamo a letto per adesso. Domani vediamo con calma di trovare una soluzione -.
La notte mi sveglio sentendo delle urla.
Cole è accanto a me e si sveglia anche lui.
Andiamo in cucina e troviamo Grace appoggiata a un bancone con di fronte Sam con un bicchiere in mano.
-Ora cosa c'è? - chiedo, quasi esasperata.
-Non parto per NY - dice Sam.
-Perchè'? - chiede Cole.
-Se Beck non ricorda, non verrà con noi. Ora che è umano non voglio perdere la speranza.-
-Potrebbe non ricordare mai - dice Cole.
-Potrei creare altri nuovi momenti allora, indimenticabili - insiste Sam.
-Non a New York, però - dice Grace – finora ogni tentativo è stato del tutto inutile -.
-Non ricorda neanche della licantropia, non so cosa dirgli o raccontargli -. -Sfruttiamo questo a nostro favore. Sei suo figlio, no? Inventiamo una storia simile alla realtà e andiamo a New York. Possiamo lasciarci alle spalle pure i lupi. Tutto - dice Cole. -La notte porta consiglio - dico sbadigliando. La versione ufficiale della storia che raccontammo fu questa: I genitori di Sam lo maltrattavano e le forze dell'ordine se ne sono rese conto, arrestandoli. Beck ha adottato Sam. Della moglie abbiamo detto tutta la verità. Abbiamo omesso la verità sui lupi. Io e Grace ci siamo conosciuti a scuola in teoria. Sam aveva un insegnante privato perchè dopo i soprusi dei genitori aveva problemi ad affrontare il mondo esterno, che pian piano è riuscito a risolvere e Cole è un curioso cantante pianista che è scappato da Droga e dai NARKOTICA con la morte dell'amico Victor a causa di un incidente stradale. Il problema con Angie e il nostro passato burrascoso con i nostri genitori ci ha convinto a cambiare aria e ricominciare a NY. Beck ci ha creduto e ha detto di sentire un legame molto forte con Sam e Cole, come se facessero parte dello stesso branco di lupi. Espressione usata da lui. Sam ha messo in chiaro le cose con i suo genitori biologici prima di partire, ed anch'io. Cole è rimasto in contatto con loro. E anche Grace, ma più superficialmente.

Giunti a New York, abbiamo preso un appartamento grande e spazioso, vicino all'università e al lavoro di Beck che lavora in banca, mentre Sam è tornato alle vecchie abitudini.
Si è innamorato di una biblioteca, proprio da lui, e l'anziana signora proprietaria si è innamorato di lui.
Ogni tanto ci lasciamo andare a qualche festa, come le normali matricole fanno.
E pensando a tutto quello che è successo capisco che per arrivare a questa normalità un po' speciale è servito tutto quello che è successo ed abbiamo affrontato.

Beck non ricorderà mai la verità probabilmente. Dopo due anni di normalità, una sera Sam gli disse “notte papà” e qualche giorno dopo Beck chiese a Sam di chiamarlo sempre così.
Una volta integrati nella pausa estiva del terzo anno Sam e Grace hanno rinnovato le promesse, in chiesa con ottanta invitati e un vestito leggermente principesco con scarpe e velo.
Io e Cole non ci siamo mai sposati, ma ho preso una pausa molto lunga rispetto a quella estiva, che mi ha portato la piccola Keira. Ogni volta che si parla di lupi a Sam vengono i brividi e Beck soffre moltissimo il freddo, ma non ha gli spasmi.
Cole suona in un club privato con un gruppo molto diverso dai Narkotica, certo non suonano musica classica, però va bene così. Jack per il suo sesto compleanno ha avuto il regalo più bello di sempre da zio Beck: la batteria.

Suonano alla porta.
-Vado io- dice Sam.
-Shellby- sussurra sulla porta.
-Sono la nuova vicina, mi chiamo Claire. Non ho zucchero in casa - Sam è immobile.
-Scusalo, entra pure - dice Cole.
-Ho visto delle foto di Shellby. E' identica - sussurra Grace.
-Nel mondo ci sono almeno sette nostri simili sai? non abbiamo ucciso nessuno. Farsi prendere dal panico per stupidaggini del genere non serve -
-Comunque mia madre si chiamava Shellby. In realtà non l'ho mai conosciuta. Mi ha avuto da giovane e non poteva tenermi. E' anche morta giovane che io sappia.- dice a Cole mentre l'accompagna fuori.
-Shellby ha una figlia? - sussurra Sam.
-Che vive accanto a noi? - continua Grace.
-Beh la licantropia non è genetica quindi... Vedete? E' come se avessimo un passato normale. Ora è addirittura possibile capire Shellby -
-Fin quando non trovo un lupo nei dintorni non mi spavento, d'accordo. Ricevuto.- dice Sam, ridendo.
Si- diciamo in coro io e Grace.



- Angolo autrice -
E anche questa storia è finita, anche se è una delle storie "meno popolari" del mio profilo vorrei comunque ringraziare le sei persone che l'hanno seguita e messa fra le preferite. E sopratutto chi si è fatto sentire con una recensione.
Quattro anni fa... accidenti quattro anni... iniziavo questa storia perchè forever si era concluso un pò in aria per i nostri Cole\Isabel e poco tempo fa quando avevo già scritto il capitolo scopro che dopo quattro anni ( quanti quattro xD) Maggie ha scritto un libro su questi due che io sto leggendo adesso.
Non metterò la storia completa perchè le sto rivedendo tutte prima di inziarne un'altra su un altro sito che si chiama wattpad. Metterò "completa" appena rivedo anche questa e in caso metto un avviso per darvi informazioni su questa storia che vi posso dire si chiamerà the reinbow, sarà ambientata a Londra e parlerà di due ragazzi, adolescenza, amicizia e famiglia. Su wattpad mi chiamo Stupidlyadreamer99 e se volete altre informazioni fatemi sapere.
Grazie e pensate sempre alle cose belle anche quando siete giù
Un abbraccio di cuore
Lalla S T

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