L'ultimo dono della Morte

di ellydarklight
(/viewuser.php?uid=868307)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** diciannovesimo capitolo ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** ventunesimo capitolo ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** 25 ***
Capitolo 26: *** 26 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


La storia scritta in collaborazione tra me e LadyEloredane 
Spero vi piaccia 

L'ultimo dono della Morte

Capitolo Primo


-Una nuova recluta, David? -.
David Summers si fermò in mezzo al corridoio, spostando lo sguardo verso la fonte da cui era giunta quella domanda.
La cella numero 314 dell’ala riservata ai più pericolosi criminali della comunità magica era illuminata scarsamente dai fiochi raggi del sole che, testardamente, erano riusciti a superare la spessa coltre di nuvole cariche di pioggia che sostavano perennemente sopra la prigione di massima sicurezza di Azkaban.
Fu facile per il responsabile di quell’ala individuare l’occupante di quella cella così come per il giovane Auror, fresco di Accademia, che si apprestava a prendere servizio per un periodo di prova nella struttura.
Seduto sulla branda vi era un giovane uomo poco più che ventenne. 
Era così alto e talmente magro che la divisa a strisce bianche e grigia gli andava corta e ricadeva mollemente su quel corpo provato dalla lunga reclusione.
I vestiti erano logori e sporchi di sangue ed il corpo era ricoperto di ferite infette a causa della poca igiene.
I capelli corvini ricadevano lunghi e sporchi sulle spalle quasi scheletriche, circondando un volto scavato e profondamente segnato da segni scuri sotto gli occhi di un verde smeraldo, che ricordava molto il colore dell’Anatema che Uccide.
-Si, signor Potter -, disse l’uomo di mezz’età. –Lui è Michael Montblack starà con noi per le prossime quattro settimane -.
-Goditi il soggiorno, ragazzo -, sorrise quello che un tempo era stato l’Eroe del Mondo Magico.
Harry Potter osservò Summers allontanarsi con al seguito Montblack, che prima di sparire dalla sua vista gli aveva riservato uno sguardo carico di disprezzo e disgusto a cui ci aveva dato poco peso.
Era abituato a vedersi guardare in quel modo da quasi tutti gli Auror che passavano per la prigione, assai pochi erano quelli che si rivolgevano a lui con gentilezza e che credevano nella sua innocenza e incarcerazione ingiusta.
Sospirò appoggiandosi contro il muro alle sue spalle, tremando leggermente. 
I Dissennatori avevano ripreso a girare per i corridoi dell’ala di massima sicurezza portando con loro disperazione, ricordi dolorosi e un freddo pungente.
Un singhiozzo dall’altra parte della cella lo ridestò dalla trans in cui si stava lasciando scivolare mentre sentiva avvicinarsi sempre più quelle orrende creature. 
A fatica si mise in piedi, traballando sulle gambe malferme si mosse verso l’altra branda che occupava la cella, prima di rovinare a terra a causa della mancanza di forza.
Aveva attaccato gli Auror che erano venuti a prelevare il suo compagno, aveva cercato disperatamente di fermarli dal condurlo in quella stanza in cui veniva messa in atto la sentenza del Bacio del Dissennatore. Aveva cercato di richiamare la sua magia, sebbene venisse risucchiata dalle rune incise nella pietra della sua cella per alimentare le barriere a protezione della prigione, ma nessuno dei suoi sforzi era servito a qualcosa se non a patire la fame, punizione per aver ferito un Auror.
-Va tutto bene -, sussurrò rassicurante carezzando il capo dell’altro, praticamente privo di capelli se non si contava una leggera peluria che aveva ripreso a crescere recentemente. –Sono qui. Va tutto bene -.
Sembrava che il suo compagno si fosse calmato sentendo la sua voce, ma non né era Sicuro; da giorni quello con cui divideva la cella era solo l’ombra di ciò che era stato un tempo, un guscio vuoto.
E presto quella fine sarebbe toccata anche lui o forse sarebbe morto per gli stenti che pativa, cosa molto più probabile.
Non ricordava nemmeno più l’ultima volta che aveva toccato del cibo e di certo le torture che subiva dagli Auror non aiutavano il suo corpo sempre più provato e indebolito a causa della febbre che da tempo lo perseguitava.
Sapeva che da lì non sarebbe mai uscito non importava quanti ricorsi presentavano Neville e Luna ogni mese quando il Wizengamot si riuniva per rivalutare i vecchi casi.
Non l’avrebbero mai fatto uscire da lì sebbene fosse innocente, ma colpevole di aver salvato quella società retrograda che l’aveva tradito, additandolo a Mago Oscuro per aver usato le Imperdonabili contro altri maghi e streghe, non importava se questi erano spietati Death Eaters, che si divertivano a sterminare interi villaggi di Babbani.
E forse sarebbe anche riuscito a uscirne pulito se non fosse stato per il tradimento subito dalle persone a lui più vicine, da coloro che considerava la sua famiglia.
Ricordava bene il giorno in cui gli Auror vennero a prelevarlo a casa Weasley:
 La guerra era finita da poco più di un mese e lui si stava godendo la colazione nella cucina della Tana, accanto a lui Hermione gli elencava con grande enfasi tutti i buoni motivi per cui sarebbe dovuto tornare a Hogwarts con lei, per finire la loro istruzione. 
La sua amica si era arresa quasi subito con Ron, il suo ragazzo, che non aveva mai avuto voglia di studiare in tutta la sua vita e si era quindi concentrata su di lui sicura che l’avrebbe convinto e doveva ammettere che ci stava anche riuscendo.
Tornare a Hogwarts con la sicurezza che nessuno avrebbe tentato di ucciderlo così da passare un anno in tranquillità era molto allettante per lui, che non si sentiva ancora pronto a votare la sua vita per dare la caccia ai Maghi Oscuri.
Erano piombati in casa senza preavviso, attaccandolo. Dopo un primo momento si era subito visto costretto a difendersi dai loro continui incantesimi, cercando di comprendere per quale motivo lo stessero attaccando.
Con Hermione al suo fianco stava velocemente mettendo al tappeto gli Auror né mancavano solamente un paio quando si sentì colpire alle spalle e rovinare a terra privo di energia.
Sentiva ancora l’urlo di Hermione nelle orecchie mentre invocava il suo nome, correndo verso di lui, mentre con rabbia domandava a Ron per quale motivo l’avesse colpito.
Era stato poi un susseguirsi veloce di eventi che l’avevano lasciando sconvolto. Ron aveva riferito agli Auror che lui durante la guerra aveva più volte usato l’Imperio contro innocenti, che il colpevole del furto alla Gringott era lui, ma soprattutto gli aveva rivelato che era il legittimo proprietario dei Doni della Morte e che ciò lo rendeva il mago più potente al mondo.
Ingiustamente era stato incarcerato ad Azkaban dove avevano iniziato a torturarlo per sapere dove avesse nascosto i Doni mancanti dato che la Bacchetta di Sambuco era stata recuperata dalla tomba di Dumbledore.
Fortunatamente era stato previdente, chiedendo a Hermione di rimuovere dalla sua mente il ricordo di dove fossero custoditi la Pietra della Resurrezione e il Mantello dell’Invisibilità.

Durante una delle poche visite che aveva ricevuto da quando era prigioniero George gli aveva confessato che Dumbledore aveva pagato per anni la sua famiglia per stargli accanto, per farlo sentire amato e in famiglia.
I suoi genitori avevano istruito sin da bambino Ron per farlo diventare suo amico e Ginny per farlo innamorare di lei al solo scopo di mettere le mani sull’immensa fortuna della famiglia Potter quando lui fosse morto durante la battaglia contro Voldemort.
Quando però lui aveva trionfato contro il Mago Oscuro si erano visti i loro sogni andare in frantumi e avevano dovuto trovare un altro modo per liberarsi di lui. George gli aveva poi confessato piangendo che anche lui e Fred erano d’accordo con il resto della famiglia in principio, ma che con lo scorrere degli anni avevano iniziato a provare un sincero affetto fraterno per lui e che avevano iniziato a prendere le distanze dalla famiglia.
George l’aveva lasciato con la promessa che avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutarlo a uscire da lì.
Mesi dopo Neville si era presentato da lui informandolo che George e Hermione erano morti in circostante misteriose nel piccolo appartamento di periferia che condividevano. L’amico non l’aveva detto espressamente ma era chiaro che per lui dietro le morti dei due amici c’erano i Weasley, divenuti potenti e ricchi dopo che il suo patrimonio era stato dato a loro.
Harry aveva supplicato l’amico di smettere di cercare un modo per tirarlo fuori di prigione poiché non voleva perdere anche lui e Luna, ma questi aveva scosso il capo, sorridendo leggermente prima di lasciarlo.
Aveva saputo in seguito che né Luna né Neville riuscivano a trovare lavoro, che erano stati emarginati dalla comunità magica e che solamente grazie alla fortuna dei Longbottom non vivevano in mezzo ad una strada patendo la fame e il freddo.
Avrebbe tanto voluto rivedere il suo figlioccio, Teddy, ma Andromeda era impazzita ed il piccolo Lupin era stato rinchiuso in qualche orfanotrofio, senza soldi, senza amore; ogni volta che ci pensava gli veniva voglia di uccidere gli Weasley.
 
Tutte le sue certezze erano crollate, sapeva di essere impazzito, ma sapeva anche che nella sua follia aveva trovato la verità;
Albus Dumbledore era soltanto un burattinaio, un vecchio manipolatore che giocava con la vita degli altri, tutto per il suo "bene superiore", non era diverso dai signori oscuri che "combatteva"; non era più sicuro nemmeno della profezia, forse non gli aveva rivelato la vera profezia per manipolarlo meglio…

-Lasciati andare -, sussurrò una voce morbida al suo orecchio destandolo dal suo sonno privo di sogni.
Socchiudendo gli occhi Harry si ritrovò a specchiarsi in un paio d’occhi blu come la notte, che racchiudevano la luce delle costellazioni più brillanti del firmamento, che nell’ultimo periodo vedeva sempre più spesso.
Quello sguardo così magnetico apparteneva a Hella, dagli infiniti noni ma comunemente chiamata Morte, che cambiava il suo aspetto ad ogni visita che gli faceva. 
A volte si presentava come una bambina sui cinque anni, atre volte come un’anziana signora, altre volte ancora come un uomo dall’aspetto distinto.
Quel giorno si era presentava come una giovane ragazza sulla ventina dal fisico sinuoso e slanciato avvolto in una veste nera, con quell’effetto vedo-non vedo che la faceva molto sensuale, con una bianca fascia sotto il seno che si allacciava sulla schiena in un grosso fiocco le cui frange ricadevano dolcemente sino a sfiorare il pavimento sudicio della cella in cui era costretto a vivere.
I lunghi capelli neri come le ali di un corvo ricadevano attorno alla sua figura in morbidi boccoli, mettendo in risalto la pelle d’alabastro, su cui si posavano alcune farfalle dai colori più disparati.
-Cosa ti trattiene ancora in questo mondo, mio signore? -, domandò Hella carezzandogli il volto. –Perché non ti lasci andare tra le mie braccia e mi permetti di condurti nel mio Regno? -.
-Non posso, Hella -, sussurrò Harry con voce roca. –Lui ha bisogno di me… -.
-Il tuo amore non c’è più, mio signore, quelle immonde creature si sono impadronite della sua anima -, disse la fanciulla gettando uno sguardo distratto verso il compagno terreno del suo signore. 
L’amore incontrastato che il suo signore provava per quel giovane era qualcosa che avrebbe dovuto infastidirla, vista la dedizione con cui si occupava di lui nonostante tutto ma non faceva altro che aumentare il sentimento che provava per lui.
Hella sospirò, -Mi sei stato sottratto per ben due volte, mio signore -, disse inchinandosi di più su di lui. –Ti ho aspettato per molto tempo, penso che potrò rinunciare a te per qualche altro decennio e lasciarti vivere col tuo amore, ma quando giungerà il momento tu verrai con me nel mio Regno e starai al mio fianco -.
-Hela cosa…cosa stai dicendo? -, domandò confuso Harry.
-Farò in modo che i miei Doni tornino il prima possibile nelle tue mani, mio signore, ti farò ancora più forte di quello che sei, ricorda che anche se non potrai vedermi sarò sempre al tuo fianco e veglierò su di te -, disse Hella prima di posare le sue labbra su quelle di Harry in un delicato bacio. 
–Danza con me, mio signore, sui corpi di coloro che ti hanno tradito. Sarò la tua umile serva, mio amato signore -.
-Hella… -, sussurrò Harry per l’ultima volta prima che l’oblio lo reclamasse.

Si svegliò di soprassalto quando sentì dei colpi ripetuti alla sua destra.
Gli ci vollero diversi minuti per capire che si trovava nel ripostiglio del sottoscala al n 4 di Privet Drive e che la voce stridula che udiva oltre la porticina era quella della sua odiosa parente Babbana, zia Petunia, che gli intimava di alzarsi per preparare la colazione.
Si guardò le mani sconvolto, prima di tastarsi il volto. Era tornato un bambino di undici anni, Hela lo aveva rimandato indietro nel tempo, gli aveva dato un’altra possibilità per vivere a pieno la sua vita.
Aveva davanti a se un’intera vita da vivere, mentre nella sua mente erano racchiusi i ricordi di quella precedente e le sue conoscenze.
Poteva prendersi la sua vendetta, poteva farla pagare a chi lo aveva tradito, ma soprattutto poteva salvare le poche persone che gli erano state accanto nonostante tutto e che si erano rilevate degne di fiducia.
Poteva rivedere il suo amore e questa volta non avrebbe sprecato anni inutilmente.
Se lo ripromise mentre usciva dal ripostiglio e si dirigeva verso la cucina.
Avrebbe iniziato dai suo amabili parenti, si disse, mentre nella sua mente risuonava la risata argentina di Hella.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


L'ultimo dono della Morte

 

secondo capitolo

 

 

Non doveva far capire che qualcosa in lui era diverso dal ragazzino impacciato e timido che tutti conoscevano.

Doveva agire cautamente, senza l’avventatezza che lo aveva contraddistinto per gran parte della sua vita per questo aveva svolto i suoi compiti in silenzio, subendo gli insulti degli zii e di suo cugino.

Aveva preparato la colazione, stando ben attento a non bruciare nulla, servendola e mettendosi subito dopo a riordinare la cucina attendendo quasi con impazienza di sentire il familiare suono della posta che veniva infilata nella fessura delle lettere per poi cadere con un tonfo sul tappeto.

Aveva recitato la sua parte, finché, obbligato come la volta precedente da zio Vernon non si era recato a prendere la posta di quel giorno.

Aveva percorso il breve tratto di corridoio sino ad inchinarsi sullo zerbino afferrando velocemente la grossa busta su cui era impresso l’emblema di Hogwarts per lasciarla scivolare nella tasca dei pantaloni troppo grandi per lui.

Non avrebbe compiuto di nuovo lo stesso errore, entrare ingenuamente in cucina con la lettera in mano.

Ritorna in cucina, consegnando le buste a zio Vernon prima di sedersi al suo posto e iniziare a mangiare gli avanzi della colazione riflettendo su come si sarebbe dovuto comportare da quel momento in poi. Era chiaro che non poteva parlare di magia o di Hogwarts davanti a quel grassone di suo zio, l’unica soluzione era parlarne con sua zia Petunia convincendola che era un bene farlo partire per la scuola di magia.

Aspetto di rimanere da solo in casa con sua zia Petunia, osservandola salutare amorevolmente il marito e riempiendo di attenzioni il figlio.

Attenzioni che avrebbe dovuto riservare anche a lui. Avrebbe dovuto amarlo e proteggerlo come un figlio, ma l’invidia e la gelosia che aveva provato per la sorella erano state più forte di qualsiasi sentimento materno nei suoi confronti.

La raggiunge in cucina dove zia Petunia ha iniziato a preparare un dolce per la merenda di Dudley.

-Zia Petunia -, la chiama. –La mamma era una strega, vero? -, domanda prima che lei possa dire qualsiasi cosa, spiazzandola. –Mi disprezzi per questo? Perché anche io sono un mago e perché attorno a me accadono così tante cose strane? È magia quella che faccio? -.

Zia Petunia sbianca a quelle domande, a quelle parole, mentre gli occhi si spalancando di stupore e terrore, -C-come fai a saperlo? -, domanda in un balbettio incredulo.

-Anche se tu e zio Vernon non mi avete mai detto nulla, tacendomi la verità, nel Mondo Magico sembra che io sia famoso. Ricordi quelle persone che mi fermavano quando uscivamo a fare compere? Beh…ho chiesto il motivo per cui si comportassero così e uno di loro mi ha raccontato tutto quanto -, disse Harry osservandola intensamente. –Ho avuto la conferma questa mattina quando è arrivata questa lettera che mi invita a frequentare Hogwarts. Ci andrò zia Petunia e tu non puoi impedirmelo -.

-Non pagheremo per mandarti in quella scuola di mostri! -, esclamò con rabbia la donna.

-Non c’è bisogno che paghi nulla, zia Petunia -, disse Harry sorridendo dolcemente. –Pensa al lato positivo. Se vado in questa scuola non mi vedrai fino a giugno inoltrato, dovrai sopportarmi solamente durante l’estate dato che non tornerò nemmeno a casa per le vacanze invernali -.

Zia Petunia rifletté sulle parole del ragazzo, infine parlò: -Va bene ragazzo, vai pure in quella scuola di mostri, parlerò io con Vernon -.

Come aveva sospettato zio Vernon era andato su tutte le furie quando la moglie gli aveva annunciato che Harry sapeva ogni cosa sulla magia e sui suoi genitori era già pronto a punirlo, ma la moglie era riuscito a blandirlo poiché come quel mattino il nipote gli aveva fatto notare non avrebbero dovuto spendere un soldo per lui, ma soprattutto lo avrebbero avuto fuori dai piedi per gran parte dell’anno, dovevano solo trovare una buona scusa per i vicini, che sicuramente avrebbero fatto domande.

Harry li aveva lasciati parlare, ritirandosi nella sua minuscola camera aveva recuperato dalla sacca da ginnastica che usava come cartella un foglio di carta e una penna per scrivere la risposta alla lettera ricevuta quel mattino.

 

Carissima Vicepreside McGonagall,

Sono lieto di informarla che a partire da quest’anno frequenterò la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Purtroppo però devo informarla che mi è impossibile recuperare il materiale didattico in quanto i miei tutori sono Babbani per questo volevo sapere se era possibile inviare qualcuno alla mia casa, per una giornata, in modo che mi possa accompagnare a fare gli acquisti necessari per l’anno scolastico.

 

Harry J. Potter

 

Fece firmare anche la lettera a sua zia Petunia prima di uscire nel giardino sul retro, guardarsi un attimo attorno prima di individuare un grosso barbagianni accovacciato su un ramo basso dell’albero in attesa della lettera di risposta.

Si avvicinò all’animale, legando la lettere e raccomandandosi di consegnarla alla professoressa McGonagall e solo alla donna, una delle poche persone a cui poteva riporre un po’ di fiducia poiché sospettava fosse estranea alle macchinazioni di Dumbledore.

Soddisfatto di come quel suo primo giorno fosse andato tornò nel suo ripostiglio, sdraiandosi sul cencioso materassino.

Avrebbe dovuto trovare un modo per farsi spostare nella seconda camera di Dudley era stufo di vivere in quel buco, persino un Elfo Domestico era trattato meglio di lui!

Quella mattina quando era entrato in cucina il desiderio di ammazzarli tutti era stato forte in lui, ma si era dovuto trattenere poiché colpirli semplicemente con l’Avada Kedavra non avrebbe appagato il suo desiderio di vendetta.

Avrebbe potuto cruciarli sino a condurli alla pazzia…scosse il capo, no, non era di certo Bellatrix, lui.

Indurli ad uccidersi a vicenda lo avrebbe sicuramente divertito e appagato un poco, ma non pienamente. No, poteva fare di meglio, doveva solo trovare qualcosa di adatto per i suoi amabili parenti. Avrebbe cercato qualcosa di interessante una volta giunto a Diagon Alley doveva avere solo pazienza, infondo seguendo quella linea di pensiero si sarebbe goduto maggiormente la sua vendetta

 

-Ebbene, Albus, chi vuoi mandare dal signor Potter? -, domandò la professoressa McGonagall osservando il collega.

Da quando era giunta nel suo ufficio con la lettera di risposta da parte di Harry Potter il preside era rimasto muto ad osservare quel pezzo di carta e lei inizia a spazientirsi poiché aveva ancora molte cose da preparare in vista del nuovo anno scolastico oltre ciò doveva anche recarsi dalla signorina Granger, che essendo Nata Babbana aveva bisogno di una guida nel Mondo Magico, e nel caso anche dal signor Potter.

Sinceramente sperava di essere lei l’incaricata per aiutare il giovane Harry alla sua introduzione al Mondo Magico poiché era molto curiosa di vedere con i suoi occhi come fosse cresciuto in quegli anni con i Babbani dato che non le era stato permesso in tutti quegli anni di andare a trovarlo da Dumbledore cosa che l’aveva sempre irritata.

Dumbledore si riscosse alla domanda della collega, sollevando lo sguardo chiaro sulla donna.

Quella lettera era un bel problema per i suoi piani. Era stato fermamente convinto che i Dursley non avrebbero mai detto nulla sul Mondo Magico al nipote conoscendo il loro odio verso la magia, ma sembrava invece che le cose fossero andate diversamente.

Se il giovane Potter conosceva già qualcosa sul Mondo Magico per lui era un grande svantaggio. La sua idea era quella di plasmarlo a suo volere, erigersi a suo mentore facendogli credere di prepararlo per affrontare Voldemort quando in realtà l’avrebbe semplicemente mandato a morire per poi intervenire quando il Mago Oscuro fosse stato debole per essere di nuovo acclamato dal Mondo Magico come eroe.

Per questo aveva bisogno che Potter fosse ignorante su tutto quello che riguardava la magia. Aveva già messo in conto di mandare Hagrid ad un certo punto dal giovane Potter per accompagnarlo a Diagon Alley, chi meglio di quello stupido mezzo gigante poteva aiutarlo a tenere all’oscuro il bambino su determinate informazioni che invece avrebbe dovuto ricevere prima del suo ingresso a Hogwarts? Nessuno.

Ma ora sorgeva questo problema a cui si aggiungeva il desiderio, anzi la pretesa che lui desse il permesso alla McGonagall di recarsi da Harry.

Di certo però non poteva permetterlo. Forse avrebbe potuto inviare Snape? L’uomo detestava a priori il bambino e sicuramente non si sarebbe mai preso la briga di dargli le informazioni basilari, convinto com’era che il figlio del suo detestabile compagno di scuola fosse vissuto circondato da amore e cresciuto viziato e arrogante come il padre.

Ma era rischioso.

Se Severus avesse saputo le vere condizioni in cui viveva Potter avrebbe rischiato di perdere una pedina essenziale come lui per i suoi piani.

-Pensavo ad Hagrid -, disse Dumbledore pensieroso.

-Spero tu stia scherzando -, replicò invece la professoressa. –Per quanto Hagrid abbia molte qualità tra di esse non vi è quella di spiegare al meglio ad un bambino di undici anni ciò che lo aspetta nel suo futuro, soprattutto se questo bambino è Harry Potter -.

-Avevi in mente qualcun altro, Minerva cara? -.

-Andrò io -, disse la donna risoluta. –Devo già recarmi nel Mondo Babbano per incontrarmi con la famiglia Granger non mi costerà nulla fare una deviazione a casa Dursley per prelevare Harry e accompagnarlo a Diagon Alley -.

Le parole di Minerva non ammettevano replica quindi Dumbledore fu costretto ad acconsentire a tale richiesta. Infondo, pensandoci bene, non era poi così grave questa deviazione dai suoi piani avrebbe trovato un altro modo per avvicinare Harry durante l’anno.

-Va bene Minerva, andrai a prenderlo il 31 luglio o il primo di agosto... visto che lo vai a prendere potresti dare questo regalo da parte mia? È un album fotografico con i suoi genitori- -Certamente-

Minerva prese l'album e se ne andò nel suo studio, era curiosa di sapere come era cresciuto il giovane Potter, presa dalla curiosità guardò dove era stata indirizzata la lettera.

L'orrore gli si dipinse in faccia quando vide che era indirizzata ad un sottoscala; Albus gli doveva delle spiegazioni.


Spero che la storia vi piaccia... ditemi cosa ne pensate
Vi ricordo che la storia è scritta in collaborazione con 
 LadyEloredane 
Al prossimo capitolo
Elly

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


L'ultimo dono della Morte

terzo capitolo
 

Pov Minerva

 

Oggi è il 31 luglio
Sarei dovuta andare a prendere Potter e Grenger stasera, avrebbero dovuto passare una notte al paiolo magico e domani li avrei portati a comprare il materiale scolastico (più le cose aggiuntive per i nati babbani) e portato anche Harry in banca a ritirare i soldi…
Aveva il regalo del preside per il piccolo Harry, poi aveva una torta da parte di Hagrid… aveva intenzione anche lei di fare qualcosa; poteva fargli una spilla con un leone d'oro… ma se il ragazzo non finiva a Grifondoro era un problema… gli poteva regalare un libro di scherzi magici… si era perfetto, suo padre era un malandrino, il figlio avrebbe sicuramente gradito… sperava solo che non fosse come suo padre in tutto e per tutto…

Invece era costretta a letto con una gamba rotta... ricordava benissimo la scena:


Snape girava come al solito nei corridoi, con quella sua aria malinconica, beh io sono troppo felice!!!
-Sev che piacere vederti!!! Sto per portare gli ultimi due bambini nel mondo magico!!! Ah non é magnifico?! Rivedrò finalmente il piccolo Harry, chissà come è cresciuto? Albus non mi ha mai permesso di vederlo! Ma questa sera andrò a prendere lui ed una ragazza,nata babbana, passeremo la notte da Tom e poi domani mattina a fare compere!!! Vuoi venire con noi?-
-No, non ho nessun interesse a vedere il figlio di Potter, sarà sicuramente arrogante e viziato come suo padre. Ora se non ti dispiace ho da fare-
Ha Sev Sev Sev … sempre così pieno di odio e risentimenti.
Beh è meglio che mi sbrighi o farò tardi!
Mentre coreva sulle scale sentì qualcosa che la spingeva... si risvegliò poco temo dopo in infermeria...

 

Severus la avrebbe sostituita (lei ha dovuto fargli la lista degli oggetti e libri in più che servano ai nati babbani)... speriamo che Snape non spaventi quei poveri bambini

 

3 ore dopo

 

pov Severus

 

Di tutti i lavori ingrati che Dumbledore gli aveva dato quello era sicuramente il peggiore.
Era stato costretto a lasciare incompleto alcuni esperimenti che stava portando avanti da mesi per recarsi nel Mondo Babbano a prelevare due mocciosi.
E uno di questi non era un semplice moccioso. Oh, no, uno di questi era il figlio di quel maledetto James Potter!
Già se lo figurava nella sua mente.

Un ragazzino identico al padre, arrogante e viziato, circondato da ogni comfort, da ogni giocattolo all’ultimo moda tra i mocciosetti come lui.
Maledisse la McGonagall per essere caduta così stupidamente dalle scale e maledisse persino Dumbledore per averlo incastrato.
Sbuffando osservò con disgusto i genitori della Granger sommergerla di raccomandazioni, baci e abbracci come se non l’avrebbero rivista quella sera.
Quando finalmente la mocciosa lo raggiunse, saltellando quasi, le fece semplicemente cenno di seguirlo.
Abbandonarono velocemente il tranquillo quartiere di famiglia per raggiungere una zona più isolata dove Snape poté richiamare il Nottetempo.
-Un autobus? -, domandò la mocciosa occhieggiando scettica il grosso autobus blu a tre piani che si era fermato di fronte a loro con un forte rumore da schianto.
-Non un autobus comune -, sibilò l’uomo, spingendola sulla scaletta. -Questo è uno dei mezzi magici di cui disponiamo. Permette di raggiungere ogni angolo del paese in un lasso di tempo abbastanza breve -, pagò i biglietti e diede la destinazione.
-Quali altri mezzi hanno i maghi per muoversi, professor Snape? -, domandò curiosa Hermione seguendo l’uomo sino ad alcune seggiole pieghevoli.
Snape digrignò i denti, prima di rispondere, -La Polvere Volante, i manici di scopa e la Smaterializzazione -.
-Usiamo davvero delle scope? -, domandò ancora Hermione.
-Si, signorina Granger -, sibilò. -Ora faccia silenzio -.
Era chiaro che Hermione avesse altre mille domande da porre a Snape, ma si costrinse a tacere per tutto il tragitto osservando affascinata il mezzo su cui si muovevano ad una folle velocità assumere le forme necessarie per non incombere ad incidenti gravi.
Mezz’ora dopo il Nottetempo si fermava in una stradina deserta e sterrata. Non molto lontano si poteva scorgere un campo da giochi.
-Aspetti qui, torno subito -, disse Snape scendendo dall’autobus e guardandosi brevemente attorno. Alla fine individuò un ragazzino di undici anni che si stava avvicinando a lui a passo lento.
Come si era aspettato Harry Potter era la copia sputata del padre.

Quei capelli indomabili erano inconfondibili per qualcuno che aveva avuto la sfortuna di frequentare Hogwarts assieme a James Potter.
Con la stessa baldanza del padre gli camminava incontro. Le mani affondate in un jeans vecchio e sbiadito. La camicia a quadri di un paio di taglie più grande ricadeva sulle spalle mollemente.
Fu quando sollevò il capo che per poco Snape non ebbe un infarto.
Sebbene fosse la copia dell’odioso genitore il ragazzino aveva ereditato gli occhi della madre.
Grandi occhi verde smeraldo, così simile al colore dell’Anatema che Uccide, lo fissavano con curiosità e confusione al contempo.
-Signor Potter -, si costrinse a dire senza digrignare i denti. -Sono il professor Snape, insegnante di Pozioni a Hogwarts, e sono venuto a prenderla per accompagnarla a prendere il materiale scolastico -.
-La lettera che ho ricevuto dalla scuola diceva che sarebbe venuta la professoressa McGonagall -, disse Harry, inclinando il capo. -Come mai non è qui? Le è successo qualcosa? -.
-La professoressa ha avuto un imprevisto -, disse Snape. -Ora sbrigati a salire sull’autobus -.
Harry lo osservò ancora per qualche istante e per la prima volta da moltissimi anni si sentì in soggezione sotto quello sguardo che conosceva assai bene.
Come Lily il figlio sembrava avere il potere di leggere nel profondo di una persona, andando a scoprirne i più oscuri segreti e impedendoti al contempo di mentirgli. Fortunatamente quel contatto finì velocemente, il ragazzo salì sull’autobus, precedendo Snape che si fermò a pagare il biglietto del ragazzino e a dare la nuova destinazione al bigliettaio prima di sospingerlo malamente sino alla fila di sedie in cui aveva lasciato l’altra ragazza.
Per Harry fu una sorpresa trovarsi Hermione davanti a sé. Avrebbe voluto correre da lei, abbracciarla e supplicarla di perdonarlo poiché era colpa sua se era morta nel fiore dei suoi anni.
Avrebbe voluto dirle moltissime cose in quel momento, ma si limito a sorriderle e ad allungare la mano verso di lei.
-Ciao io sono Harry Potter -, disse.
-Hermione Granger -, rispose lei sorridendo timidamente e stringendo la mano di Harry per un breve attimo.
Harry si sedette accanto alla bambina. Ricordava benissimo i timori che avevano attanagliato Hermione poco prima di entrare a Hogwarts.
L’amica aveva sempre temuto di non riuscire a farsi accettare nemmeno nel Mondo Magico come era successo in quello Babbano per questo aveva assunto quell’aria saccente che l’aveva contraddistinta per gran parte del primo anno, andando poi ad ammorbidirsi con il passare degli anni rivelando a tutti la splendida persona che era.
Harry era ben intenzionato a fare in modo che ciò non accadesse. Non voleva che l’amica fosse presa di mira dagli altri compagni così iniziò a farle domande generali per conoscerla meglio e farsi conoscere ignorando completamente Snape.
Hermione era spaventata all’idea di essere indietro rispetto agli altri bambini del primo anno cresciuti nel Mondo Magico, ma Harry l’aveva rassicurata subito, sorridendole e stringendole la mano.
-Non deve preoccuparsi signorina Granger -, disse Snape improvvisamente. -Tutti gli studenti del primo anno sono bene o male allo stesso livello. Non potendo possedere una bacchetta propria sino all’undicesimo anno di vita non possono esercitare appieno la magia. Alcuni magari, vendendo da famiglie facoltose, possono avere avuto dei precettori che li hanno introdotti ad alcune materie di Hogwarts dove non è previsto l’uso di una bacchetta -.
Non sapeva nemmeno lui perché avesse rassicurato quella ragazzina. Forse perché gli ricordava Lily alla sua età, quando poco prima di giungere a Hogwarts temeva di essere indietro rispetto agli altri compagni per poi rendersi conto una volta a Hogwarts che il suo livello di conoscenza era uguale a quello di un bambino proveniente da una famiglia di maghi.
Giunti infine a Londra il Nottetempo li lasciò in una strada isolata. Da lì raggiunsero una strada affollata di persone e di negozi.
Si fermarono davanti ad un piccolo pub, dall’aspetto sordido.
-Il Paiolo Magico è l’ingresso ufficiale a Diagon Alley, l’equivalente della Londra Babbana per noi maghi -, spiegò Snape prima di sospingerli all’interno.
Il Paiolo Magico era esattamente come Harry se lo ricordava. Buio e malandato.
Alcune vecchie erano sedute in un angolo e sorseggiavano un bicchierino di sherry. Una di loro fumava una lunga pipa. Un ometto col cappello a cilindro stava parlando al vecchio barista calvo come una noce.
Non essendo con Hagrid, che attirava l’attenzione dovunque andasse, non si ripeté lo spettacolino della volta precedente.
Proseguirono verso il retro del locale, mentre Snape faceva un cenno a Tom il barista, e sarebbe andato tutto liscio se sulla loro strada non si fosse piazzato Quirinus Quirrell, fattosi avanti per salutare il collega e indagare sui motivi della sua presenza a Diagon Alley.
Snape stava per rispondere all'uomo quando percepì un grezzo e selvaggio potere magico, che gli procurò i brividi lungo tutta la spina dorsale, voltandosi per individuare tale fonte si stupì di vedere che essa era Potter.
Il ragazzino probabilmente non si era nemmeno reso conto di stare sprigionando il proprio potere magico e sembrava che nessun altro se ne fosse reso conto all'interno del pub, ma infondo di ciò non si stupì poi tanto non era da tutti percepire l’energia magica di un altro individuo come non era da tutti manifestarla in quel modo.
Ma ciò che lo lasciò veramente turbato furono gli occhi. Non vi era più traccia di innocenza e spensieratezza dentro di essi, ma solo un baratro freddo, un desiderio di uccidere che aveva visto negli sguardi dei più pericolosi e instabili Death Eaters quando erano ancora ai tempi d’oro.
Ma fu tutto così veloce che per un attimo credette di esserselo immaginato se non fosse stato che ancora tremava. In vita sua si era sentito così in soggezione solamente di fronte a due persone.
La prima era Lord Voldemort e la seconda era Dumbledore.
Doveva forse pensare che il moccioso Potter non era un completo inetto? Che forse aveva del reale potenziale?


Ringrazio tutti quelli che seguono questa storia
e ricordo che la soria è scritta in collaborazione con 
LadyEloredane 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Storia scritta in collaborazione con LadyEloredane 

L'ultimo dono della corte

quarto capilolo


Era stato uno stupido.
Farsi prendere in quel modo dalla rabbia solamente perché aveva rivisto quel parassita di Quirrell e esporsi in quel modo davanti a Voldemort e a Snape.
Doveva agire con cautela. Era vero che era più potente, ma non abbastanza da sbarazzarsi di Quirrell così su due piedi. Doveva riabituarsi a quel corpo di undicenne e soprattutto a quella nuova forza magica donatagli da Hella.
Sapeva che da quel momento entrambi gli uomini l’avrebbero tenuto d’occhio, avrebbe dovuto giocare le sue carte nel migliore dei modi per non farsi scoprire. Avrebbe dovuto trovarsi sempre due o tre passi avanti a loro per non farsi trovare impreparato.
Vanne riscosso dai suoi pensieri in seguito all’esclamazione di puro stupore di Hermione, ferma al suo fianco.
Sollevando lo sguardo si ritrovò ad osservare Diagon Alley in tutto il suo splendore.
Poteva capire bene Hermione infondo nonostante fossero passati molti anni dalla prima volta che vi aveva messo piede si ritrovava anche lui piacevolmente stupito a quella vista.
Il sole splendente illuminava una pila di calderoni fuori dal negozio più vicino.
-Prima di entrare in qualsiasi negozio ci dirigeremo alla Gringott, la banca dei maghi, dove preleveremo il denaro del signor Potter dalla sua volta e faremo il cambio di quello Babbano della signorina Granger -, disse Snape precedendo i ragazzi lungo la via brulicante di vita.
Ad un certo punto Harry fu costretto a prendere per mano la ragazzina poiché continuava a rallentare il passo per osservare con curiosità e stupore le vetrine dei vari negozi che si aprivano sui lati della strada principale.
-Siamo arrivati -, disse ad un certo punto Snape fermandosi davanti ad un edificio bianco come la neve.
Ritto in piedi, dietro un portale di bronzo brunito, con indosso un’uniforme scarlatta e oro, c’era un Goblin.
Si inchinò al loro passaggio. Quando attraversarono anche la seconda porta, quella d’argento, una coppia di Goblin s’inchinò davanti a loro e li introdusse in un grande salone marmoreo. Un centinaio di altri Goblin seduti su alti scranni dietro un lungo bancone scribacchiavano su grani libri mastri, pesavano le monete su bilance d’ottone, ed esaminavano pietre preziose con la lente.
Snape si guardò brevemente intorno prima di recarsi verso un Goblin libero in quel momento, -Buongiorno -, disse estraendo una piccola chiave d’oro da una delle tasche interne del mantello e posandola sul libro mastro. -Accompagno il signor Harry Potter che desidererebbe prelevare del denaro dalla sua volta -.
Il Goblin prese la chiave osservandola da vicino prima di posarla su una pietra trasparente tenuta lì accanto al libro mastro.
La pieta si illuminò brevemente di azzurro, prima di tornare trasparente.
Harry conosceva tale pietra. Né esistevano di diversi tipi nel Mondo Magico.
Quella era una pietra di autenticità, messa appunto dai Goblin della Gringott per assicurarsi che le chiavi non fossero contraffatte sebbene fosse praticamente impossibile una tale impresa, ma la sicurezza non era mai troppa.
-Questa è la prima visita del signor Potter nella vostra filiale -, riprese Snape. -Avrebbe bisogno di alcune informazioni generali riguardo la banca -.
-Certamente -, annuì il Goblin. -Griphook vi scorterà alla camera blindata e fornirà tutte le informazioni necessarie -, disse toccando con un lungo dito un’altra pietra simile a quella d’autenticità, ma che serviva a chiamare assistenza.
Griphook li raggiunse qualche istante dopo, conducendoli verso una delle innumerevoli porte presenti, tenendola aperta in modo da farli passare. Ora si trovavano in uno stretto passaggio di pietra, illuminato da torce.
Scendeva ripido e scosceso e per terra correvano i binari di una piccola ferrovia. Griphook fischiò e un piccolo carrello arrivò sferragliando verso di loro. Salirono a bordo e partirono.
Una decina di minuti dopo scendevano dal carrello e seguivano Griphook sino ad una porticina, -Questa è la vostra volta personale, signor Potter, la numero 687, fu aperta da suo nonno Fleamont Potter come dono per la vostra nascita ed è riservata prettamente per le spese scolastiche, ma essendo lei rimasto orfano ed essendo ancora minorenne potrà usare il denaro contenuto a suo piacere, seguendo le istruzioni di suo nonno ogni mese abbiamo prelevato dalla camera principale una piccola somma da versare nella sua volta sin da quando lei è nato, tali versamenti verranno interrotti a partire da quest’anno. Tenga conto però che sino alla maggiore età non potrà accedere alla camera blindata della sua famiglia, la numero 712 contenente l’intero patrimonio della sua famiglia, né alla volta numero 714 contenente gli oggetti di valore della famiglia Potter -.
Harry aggrottò la fronte. Non aveva mai saputo che la volta a cui aveva avuto accesso all’età di undici anni era stata aperta da suo nonno di cui tra l’altro non sapeva nemmeno il nome era una fortuna quindi che fosse stato Snape ad accompagnarlo a Diagon Alley per quanto Hagrid fosse stato un buon uomo non aveva pensato minimamente a ciò la volta precedente.
-Dovrei sapere qualcos’altro? -, domandò Harry.
-Riguardo il patrimonio Potter per ora no -, disse Griphook. -Verrà a conoscenza di tutti i dettagli con la maggiore età. Per quanto riguarda invece il patrimonio dei Baskerville, la famiglia di sua nonna Euphemia, essendo lei l’ultimo erede in vita secondo le leggi di successione l’intero patrimonio e i possedimenti di tale famiglia sono passati a lei a cui avrà accesso alla maggiore età -.
Altre informazioni tenutegli nascoste. Sicuramente era opera delle trame di Dumbledore.
Si chiese quante altre cose quel vecchio bacucco gli avesse tenuto nascosto.
Griphook fece scattare la serratura della porta. Ne fuoriuscì una nube di fumo verde, e quando fu dissipata, Harry osservò le montagne d’oro stimate al suo interno.
-Quelli d’oro sono galeoni -, spiegò Griphook. -Diciassette falci d’argento fanno un galeone e ventinove zellini fanno una falce -.
Diede loro dei piccoli opuscoli ideati per i Nati Babbani o per coloro che erano cresciuti trai i Babbani dove venivano spiegate un po’ di cose riguardo alla Gringott, l’uso corretto delle monete e il valore di una sterlina in valuta magica.
Harry prese una manciata abbondate di tutti e tre i tipi di moneta e li lasciò scivolare all’interno del sacchetto che gli era stato passato dal Goblin.
Finita con tale operazione tornarono al salone principale e si diressero verso gli sportelli del cambio moneta.
-Mi dia pure il denaro che le hanno dato i suoi genitori signorina Granger -, disse Snape alla ragazzina che gli passo le banconote che i genitori gli avevano consegnato prima di partire.
Snape scambiò il denaro e consegnò alla bambina una borsa piena e tintinnante di monete. -E’ molto di più di quello che le servirà, gliel’ho cambiato tutto in modo che il resto potrà tenerlo e usarlo se durante l’anno scolastico necessitasse di qualche cosa -.
Conclusa anche quell’operazione uscirono dalla banca.
-Direi di iniziare con le uniformi -, disse Snape guardandosi brevemente attorno.
-Professore io necessiterei anche di alcuni capi d’abbigliamento quotidiano -, disse Harry ben intenzionato a far sparire tutti gli abiti smessi del cugino per degli abiti della sua taglia.
-Se desideri solo abiti da mago e di una certa qualità allora dovremmo andare a Talami e Tarlatame -, disse Snape, -ma se preferisci anche degli abiti che si avvicinino di più alla moda Babbana bisogna recarsi da Madame Malkin -.
-Madame Malkin andrà benissimo -, disse Harry.
-Molto bene -, disse Snape incamminandosi verso il negozio con i due ragazzini alle costole.
Quando entrarono vennero accolti dalla proprietaria in persona. Una strega tarchiata, sorridente e tutta vestita di malva.
-Come posso esservi d’aiuto? -, domandò la donna.
-La ragazza ha bisogno di un set di divise per Hogwarts -, disse Snape indicando Hermione. -Il ragazzo ha bisogno anche lui di un set di divise per Hogwarts, più capi d’abbigliamento quotidiano. Usi la stoffa auto-adattante in modo che così non debbano cambiare ogni anno le divise a causa della crescita -.
Era ormai chiaro ad Harry che non aveva mai saputo realmente nulla del Mondo Magico. 
Madame Malkin affidò Hermione ad una sua assistente mentre lei conduceva Harry nella saletta adibita per i giovani uomini dove come sperava avrebbe incontrato il suo compagno.
Le sue speranze furono ben riposte perché appena fece il suo ingresso nella saletta trovò un ragazzino dal viso pallido e affilato in piedi su uno sgabello a farsi prendere le misure per la divisa.
Eccolo lì, Draco Lucius Malfoy. La figura del ragazzino nella mente di Harry si sovrapponeva al ricordo del giovane uomo che aveva amato più della sua stessa vita durante il suo soggiorno in quella fetida cella.
Sapeva che quel giovane Draco non era ancora quello di cui si era innamorato. Ancora credeva a tutto quello che il padre gli diceva, prendendolo come oro colato, ancora si lasciava influenzare da quell’uomo, ma sapeva bene che standogli vicino e mostrandogli il modo come lo vedeva lui avrebbe riavuto il suo Draco quanto prima.
Certo sarebbe rimasto il solito viziato e arrogante, ma lo amava anche per questo.
Con passo un po’ incerto si avvicinò al proprio sgabello, salendovi sopra e fece la prima mossa per riavvicinarsi al ragazzo.
-Ciao… -.
Il biondo si girò, poi gli sorrise.
-Ciao io sono Draco Malfoy- gli porse la mano, che ovviamente accettò.
-Io sono Harry, è anche per te il primo anno, spero di poter diventare tuo amico- (o anche il tuo fidanzato) aggiunse nella sua mente.
-Mia madre è andata a prendere la mia bacchetta mentre mio padre i libri ed il materiale, dove sono i tuoi genitori? -.
-I miei genitori sono morti quando ero piccolo, mi sta accompagnando un professore- 
-mi... mi dispiace... ma loro erano come noi? -.
Draco era ancora legato alla purezza del sangue, non si rendeva conto di essere indelicato, e non sapeva che i nati Babbani ancora non sanno della distinzione tra sangue -Mio padre era un purosangue, mia madre una nata Babbana... ho vissuto con i miei zii Babbani quindi so veramente poco del mondo magico; dalla tua domanda deduco che tu sia un purosangue, saprai già un sacco di cose! -.
Alla menzione dello stato di sangue di sua madre Draco aveva fatto una smorfia, ma Draco era ancora un bambino che voleva fare amicizia.
-Non mi hai detto il tuo cognome- 
- È un segreto... ma credo lo scoprirai presto; cambiando argomento, in che casa credi di finire? -.
-Ovviamente Slytherin, è la casa migliore di tutte... tu invece? -. 
-Non lo so, tutte le case sono buone, Gryffindor rappresenta coraggio, sangue freddo, cavalleria, valore, audacia e lealtà , Hufflepuff rappresenta dedizione, duro lavoro, lealtà, pazienza, gentilezza e tolleranza , Ravenclaw rappresenta saggezza, creatività, originalità, individualità e intelligenza e Serpeverde rappresenta ambizione, furbizia, intelligenza, intraprendenza, determinazione e grandezza; tutte le case sono buone... anche se spero di andare Gryffindor come i miei genitori ed il resto della mia famiglia, però qualsiasi casa per me è lo stesso- gli sorrido.
Lui non ha il tempo di rispondermi che arriva Madame Malkin per consegnare i vestiti a Draco ed un assistente per prenderci le misure a me.
Una volta finito con i vestiti Snape ci porta al Ghirigoro di Florish & Blotts a comprare il materiale scolastico e anche altri libri (Ascesa e caduta dei magli oscuri, Storia di Hogwarts e molti altri libri) che devano aiutare i Nati Babbani ad integrarsi, cose che Hagrid non gli ha mai dato.
Dopo aver comprato tutto il materiale scolastico ed anche alcuni libri in più su pozioni (Snape ha ovviamente favorito la sua materia rispetto alle altre) si sono avviati verso Ollivander.
Il negozio di Ollivander era esattamente come se lo ricordava. Angusto e trasandato.
Un’insegna a lettere d’oro scortecciate sora la porta diceva: “Ollivander: fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.”
Nella vetrina polverosa, su un cuscino color porpora stinto, era esposta una sola bacchetta.
Un lieve scampanellio, proveniente da anfratti non meglio identificati del negozio, accolse il loro ingresso. Era un luogo minuscolo, vuoto, tranne e una sedia malferma.
Harry prese un profondo respiro. Quel luogo era saturo di magia, una magia antica e molto potente.
-Buon pomeriggio -, disse una voce sommessa.
Hermione fece un balzo all’indietro, nascondendosi quasi senza rendersene conto dietro ad Harry.
Ollivander era sbucato fuori da dietro qualche scaffale come era sua abitudine fare si era avvicinato silenziosamente.
Harry sorrise. La prima volta che era stato lì si era spaventato come Hermione, sentendosi in imbarazzo sotto quello sguardo indagatore e un po’ inquietante anni dopo aveva poi scoperto che quella era tutta scena.
Ollivander era solito fare quelle entrate ad effetto, ma prima di ciò rimaneva nascosto dietro gli scaffali studiandoti attentamente, iniziando a riflettere su quale fosse la bacchetta più adatta per il piccolo mago. Addirittura iniziava a studiarti ancor prima che mettessi piede nella sua bottega.
-Salve -, disse Harry.
-Ah, sì -, disse l’uomo. -Sì, sì, sì, ero sicuro che avrei fatto presto la sua conoscenza. Harry Potter -, il giovane mago si trattenne dal roteare gli occhi a quella affermazione, infondo era normale che a undici anni si sarebbe recato nella sua bottega era l’unica esistente in tutta la Gran Bretagna Magica a vendere bacchette. -Ha gli occhi di sua madre. Sembra ieri che è venuta qui a comprare la sua prima bacchetta. Lunga dieci pollici e un quarto, sibilante, di salice. Una bella bacchetta, lavora d’incanto -.
Il signor Ollivander si avvicinò a Harry. Doveva ammettere che ancora a distante di molti anni gli occhi d’argento dell’uomo gli mettevano i brividi.
-Suo padre, invece, preferì una bacchetta di mogano. Undici pollici. Flessibile. Un po’ più potente e ottima per la Trasfigurazione. Bè, ho detto che suo padre l’aveva preferita…ma in realtà, è la bacchetta a scegliere il mago, naturalmente -.
Ollivander si era fatto talmente vicino da toccare quasi il naso di Harry, che si vedeva riflesso in quegli occhi velati.
-Ed è qui che… -.
Prima che potesse toccarlo Harry si scostò, lanciandogli un’occhiata ammonitrice.
-Mi spiace dire che sono stato io a vendere la bacchetta che ha fatto questo -, disse con un filo di voce. -Tredici pollici e mezzo. Legno di tasso. Una bacchetta potente, molto potente, e nelle mani sbagliate…Certo, se avessi saputo che cosa avrebbe fatto quella bacchetta in giro per il mondo… -.
Scosse la testa e solo in quel momento si rese conto che nel negozio vi erano altre due persone.
-Ah! Severus Snape! -, disse. -betulla, dieci pollici, crine di unicorno. Dico bene? -.
-Se lo ricorda ancora -, fece Snape per nulla impressionato da ciò, anzi sembrava piuttosto annoiato.
-E qui chi abbiamo? -, disse Ollivander guardando Hermione.
-Hermione Granger, signore -, disse la ragazzina facendosi coraggio.
-Mi dica signorina Granger qual è il braccio con cui usa la bacchetta? -, domandò Ollivander tirando fuori un metro a nastro con tacche d’argento.
-Uso la mano destra, signore -, disse Hermione.
-Alzi il braccio. Così -, misurò il braccio di Hermione dalla spalla alla punta delle dita, poi dal polso al gomito, dalla spalla a terra, da ginocchio all’ascella e poi prese anche la circonferenza della testa.
Harry si trattenne dallo scoppiare a ridere osservando le espressioni che si susseguivano sul volto di Hermione, mentre il metro che ormai andava da solo gli misurava la distanza fra le narici.
Anche quella era tutta una scena. Le uniche misure che servivano realmente erano quelle iniziali il resto era tutto del tutto inutile, ma serviva a mettere in soggezione i piccoli maghi e a far credere loro che dietro la lavorazione delle bacchette c’era un lavoro molto più complicato di quello che era realmente. Non che fosse semplice creare bacchetta, era un lavoro che al minimo sbaglio nel procedimento potevi benissimo buttare ciò che avevi fatto sino a quel momento.
Nel mentre Ollivander volteggiava per gli scaffali tirando giù un paio di bacchette. Nessuna di quelle era quella destinata ad Hermione, anche quello faceva parte della sceneggiata.
Alla fine Hermione si ritrovò tra le mani la sua vecchia bacchetta. 10¾ pollici, vite e corda di cuore di drago.
-Ora tocca a lei, signor Potter -, disse Ollivander ripetendo le stesse mosse fatte con Hermione partendo dalle misurazioni, passando alle bacchette non adatte, ma come la prima volta più tirava fuori bacchette più era chiaro che la messa in scena stava svanendo e che davvero l’uomo iniziava ad avere qualche difficoltà nel trovargli la bacchetta o più semplicemente cercava in ogni modo qualsiasi altra bacchetta che non fosse quella destinata a lui.
Alla fine dovette arrendersi perché andrò a prendere esattamente la bacchetta che gli era appartenuta precedentemente.
Agrifoglio e piume di fenice, undici pollici, bella flessibile.
E come la prima volta Harry prendendola in mano sentì quel calore che gli diceva che era sua, che era adatta a lui.
-Ma che strano…davvero strano -.
-Scusi -, disse Snape. -Che cosa c’è di strano? -.
-Ricordo una a una tutte le bacchette che ho venduto, signor Snape. Una per una. Si da il caso che la fenice dalla cui proviene la piuma della bacchetta del signor Potter abbia prodotto un’altra sola piuma. Ciò che è strano è che la sua gemella le ha procurato quella cicatrice -.
Snape sgrano lo sguardo, impietrito da tale informazione.
-Si, tredici pollici e mezzo. Legno di tasso. Curioso come accadano queste cose. È la bacchetta che sceglie il mago, lo ricordi -, disse prima di posare il suo sguardo su Harry. -Credo che da lei dobbiamo aspettarci cose, signor Potter…dopotutto, Colui-che-non-deve-essere-nominato ha fatto grandi cose…terribili, è vero, ma grandi -.
I ragazzini pagarono le loro bacchette e uscirono dal negozio, seguiti da un pensieroso e sconvolto Snape.
Era chiaro che non si aspettava nulla del genere.
Una volta tornato a Hogwarts avrebbe dovuto fare delle ricerche riguardo alle bacchette gemelle.
Se Dumbledore aveva ragione e il Signore Oscuro non fosse stato davvero sconfitto dieci anni prima forse il fatto che le bacchette erano gemelle avrebbe in qualche modo penalizzato il ragazzo e di certo non poteva permettere una cosa del genere.
Aveva promesso sulla tomba di Lily che avrebbe protetto a costo della sua vita il figlio.

 

POV HARRY
Snape è ancora sconvolto per la mia bacchetta, o per la sua gemella, approfitto di questo momento per fargli una domanda.
-Professore, so che non rientra nelle sue mansioni, ma io ed Hermione potremmo prendere degli animali? -.
Snape mi guarda un po' stordito, - certamente Potter, ti accompagno al negozio -.
Arrivati al negozio Hermione corre verso i gatti, e fa subito amicizia con un gatto, mezzo kneazle, un po' bruttino che riconosco subito, Grattastinchi; il professore sta seguendo Hermione, io vado dalla parte opposta, verso i volatili, ma prima devo superare il rettilario.
-Prenda me, umano-, mi blocco di colpo, quel serpente ha parlato, sono un Rettilofono, vuol dire che sono ancora un Horcrux, o almeno credo non ho mai avuto l'opportunità di provare dopo la guerra... questa volta devo trovare un modo più gradevole di morire per sbarazzarmi dell'anima di quel mostro, però per ora può essere utile... dovrò studiare bene le arti oscure in questa vita, specialmente i libri Segreti dell'Arte Più Oscura e Delle Magie Fetide e Putridissime.
- Mi dispiace serpente, non posso prenderti, ho bisogno di un volatile che consegni la posta ed a scuola è ammesso solo un animale- dico al serpente - Tu parli la nostra lingua? È un dono molto raro, umano, dovresti prenderci con te -.
- Lo so che è un dono raro, ma non è un mio dono naturale, presto perderò questa capacità, almeno credo; cercherò di trovare un modo di prenderti, arrivederci serpente -. 
-Arrivederci umano -.
Superato il rettilario mi trovo davanti molti uccelli: gufi, barbagianni, civette...
Lì appollaiata in una gabbia stava Edvige, una civetta delle nevi, che lui ha amato con tutto il cuore.
Una volta usciti dal negozio, con Edvige e Grattastinchi, decido di chiedere una cosa al professore, – Professore scusi la domanda, ma perché possiamo portare un solo animale? Voglio dire, io amo già Edvige, ma è molto più comodo prendere un volatile come ho fatto io che un gatto come Hermione, i volatili consegnano la posta, molti ragazzi prenderanno dei volatili al posto del loro animale preferito, non mi pare molto giusto -.
Snape mi guarda storto, poi ci pensa un po' e con una smorfia in viso è costretto a darmi ragione – Hai ragione Potter, porterò queste tue opinioni al preside; ora ragazzi vi riaccompagno a casa -.
- Professore basta che mi lasci alla fermata del bus ed io tornerò da solo a casa, deve accompagnare solo Hermione, erano questi gli accordi con i miei zii, si ricorda-.
-Certo Potter, arrivederci -.
-Arrivederci Hermione, arrivederci professor Snape -. 
-Arrivederci Harry- mi saluta Hermione con un sorriso, spero di diventare suo amico anche in questa linea temporale.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189


L'ultimo dono della Morte

Quito capitolo 

Snape non sapeva più cosa pensare; il moccioso era strano, era calmo e riservato, guardava la nata babbana con malinconia e affetto, se provavo ad avvicinarmi si scostava, ogni tanto nei suoi occhi si vedeva pura follia omicida, poi lo sguardo diventava freddo e calcolatore, poi tornava malinconico... Il moccioso però era felice, aveva in espressione ebete è piena d'amore quando è uscito da Madama Malkin...

Ragazzo molto strano, a volte mi sembrava la miniatura di Bellatrix e altre volte un innocuo ragazzino, speravo più la seconda.

Ha voluto comprare tutti i libri aggiuntivi, compresi quelli per i nati babbani perché "la conoscenza è potere" e "i miei zii sono babbani, non sanno nulla di questo mondo, tutto quello che so mi è stato detto da una donna in un negozio…".

COSA, PER L'AMOR DI MERLINO, VUOLE DIRE CHE I SUOI ZII NON SANNO NIENTE???

E COSA VOLE DIRE CHE GLI È STATO DETTO TUTTO DA UNA DONNA???

Dovrò chiedere spiegazioni a Minerva.

Anche se ora che ci penso quel ragazzo è troppo basso e magro per la sua età, gli occhiali ed i vestiti hanno visto certame giorni migliori, forse la famiglia di Petunia è povera?

Altra domanda da fare ad Albus o Minerva.

Quella domanda sugli animali, dimostrava che il ragazzo era intelligente, aveva sicuramente preso da Lily, ho dovuto dargli ragione… non ci avevo mai pensato ma il moccioso ha ragione, ai bambini conveniva comprare di più un volatile, che consegna la posta, che qualsiasi altro animale.

L'altra ragazza mi è sembrata intelligente, ma fastidiosa, faceva troppe domande e parlava troppo, finirà o Ravenclaw o Gryffindor , non la riuscivo a vedere fra i Hunflepuff , e fra gli Slytherin essere un nato babbano equivale ad una condanna a morte.

Potter invece era talmente strano che non sono riuscito ad inquadrarlo in nessuna casa… ma sarà sicuramente un ottuso gryffindor come il padre… anche Lily era in Gryffindor… si il ragazzo seguirà le orme dei suoi genitori, combatterà l'oscuro signore, io veglierò da lontano su di lui e lui nel frattempo mi odierà, come è giusto che sia, è per colpa mia che Lily è morta, che lui è orfano, e lui farà bene ad odiarmi, come mi odiavano tutti gli studenti.

Ora però deveva cercare le informazioni sulle bacchette, il moccioso potrebbe farsi male.

Sperava solo che gli altri insegnanti non lo assalissero dalle domande.

 

 

L’ultimo mese estivo era volato e senza quasi rendersene conto Harry si ritrovò a King’s Cross.

L’ultimo periodo l’aveva trascorso a studiare i libri di testo che aveva acquistato a Diagon Alley e quelli supplementari che Snape aveva suggerito, imposto, a lui e Hermione.

Aveva sin da subito deciso che non avrebbe compiuto gli errori passati, prendendo troppo alla leggera i suoi studi.

Se c’era una cosa che Voldemort gli aveva insegnato era che la conoscenza era potere e lui era ben intenzionato a mettere in atto tale affermazione.

Una volta arrivato a Hogwarts avrebbe dovuto occuparsi di stendere un buon piano di studi che gli permettesse di allenarsi nella pratica degli incantesimi che aveva imparato durante l’estate, di approfondire i suoi studi avvalendosi dei tomi rinchiusi nella biblioteca di Hogwarts.

Prima di ciò però doveva decidere in che Casa farsi Smistare. Era chiaro che se fosse finito a Slytherin avrebbe perso ancor prima di ritrovarli Hermione, Neville e i gemelli così come era chiaro che se fosse finito a Gryffindor avrebbe perso Draco.

Rimanevano quindi Hunflepuff e Ravenclaw. Entrambe delle ottime case, ognuna caratterizzata da specifiche qualità e pregi, ma doveva ammettere che Hunflepuff non faceva sicuramente per lui, forse nella vecchia linea temporale quando era un ingenuo ragazzino, ma in quella linea si sentiva più vicino che mai ai figli di Rowena, ricercatori di conoscenza come lui.

Oltre a ciò li ci sarebbe stata Luna, certo avrebbe dovuto aspettare un anno per rivederla, ma se fosse andato a Ravenclaw avrebbe sicuramente evitato che venisse presa di mira dai compagni per le sue stranezze.

In più doveva pensare che stando in quella Casa avrebbe potuto tranquillamente intrecciare amicizie con studenti appartenenti ad altre Case senza attirare l’antipatia dei compagni.

-…pieno zeppo di Babbani, figurarsi… -.

Ed eccola lì. Puntuale la voce odiosa di Molly Weasley giunse alle sue orecchie come la volta precedente.

Appoggiato ad una colonna osservava la tribù di teste rosse farsi strada tra la folla di Babbani e non poté fare a meno di domandarsi quanto davvero fosse stupida quella donna. Mettersi a urlare in quel modo in una stazione piena di Babbani era la cosa più idiota che un mago potesse fare, tanto vale mettere un cartello al neon sopra il passaggio per il binario 9 e ¾ così che tutti sapessero dell’esistenza di una comunità magica.

Perché cavolo avevano lo Statuto di Segretezza se poi idioti come Molly Weasley si presentava a King’s Cross con uno stormo di ragazzini con bauli appresso, gufi strilloni e paioli in bilico.

Avevano praticamente scritto sulla schiena siamo dei fottuti maghi, perseguitateci.

S’impose di mantenere la calma. Aveva riflettuto molto su come comportarsi con quella famiglia di traditori e sebbene desiderasse con tutto sé stesso torturali nel peggiore dei modi aveva deciso che doveva comportarsi come Dumbledore si aspettava.

Ossia avvicinarsi ai Weasley, mostrarsi gentile e sopprimere l’istinto omicida che sentiva salirgli ogni volta che posava lo sguardo su Ronald o almeno ci avrebbe provato.

Cercando di mostrarsi spaurito e ingenuo si avvicinò alla tribù rossa, spingendo il proprio carrello. Quando si fermarono lui fece altrettanto, abbastanza vicino per sentire quel che dicevano.

-Allora, binario numero? -, chiese la donna iniziando la sua messa in scena. Sapeva benissimo Harry che la donna si era accorta di lui, probabilmente dal momento in cui aveva messo piede in quel luogo aveva scandagliato l’ambiente circostante cercando, aiutandosi con un incantesimo di rintracciamento debole e scarso, che avrebbe potuto togliersi di dosso senza nemmeno sforzarsi.

-Nove e tre quarti! -, disse la vocina stridula dell’adorabile Ginny Weasley. Osservandola Harry si chiese cosa diavolo avesse trovato di attraente in lei, infondo per cinque anni l’aveva considerata semplicemente la sorella di Ronald, poi improvvisamente era diventata una bellissima ragazza e…

Fermò il flusso dei suoi pensieri, assottigliando lo sguardo. Che quella troia gli avesse rifilato qualche filtro d’amore? Magari con la complicità di quell’idiota di Ronald, magari uno non molto forte, ma abbastanza da fargli provare abbastanza interesse per quell’insipida ragazza da decidere di starci assieme e di proporgli di sposarlo.

Merlino, se ripensava a quanto era stato patetico si sarebbe Cruciato da solo.

Riemerse dai suoi pensieri giusto in tempo per vedere Percy sparire oltre il muro.

-Fred, ora tocca a te -, disse la donna grassottella.

-Ma io non sono Fred, sono George -, disse il ragazzo. -Parola mia, donna! E dici di essere nostra madre? Non lo vedi che sono George? -.

-Scusami, George caro -.

-Te l’ho fatta! Io sono Fred -, disse il ragazzo e si avviò. I gemelli sparirono oltre la barriera.

Harry sorrise. Quanto gli erano mancati i gemelli!

Prendendo un respiro profondo e mi avvicino alla signora Weasley: -Mi scusi -.

-Salve, ragazzo -, gli disse lei. -È la prima volta che vai a Hogwarts? Anche Ron è nuovo -.

Indicò quell’idiota di Ron.

-Si -, disse Harry continuando a recitare. -Il fatto è…il fatto è che non so come… -.

-Come raggiungere il binario? -, chiese la donna con gentilezza, e Harry annuì.

-Non ti preoccupare -, disse lei. -Devi soltanto camminare dritto in direzione della barriera tra i binari nove e dieci. Non ti fermare e non aver paura di andarci a sbattere contro: questo è molto importante. Se sei nervoso, meglio andare un po’ di corsa. E adesso vai, prima di Ron -.

-Ehm…va bene -, disse Harry.

Girò il carello e guardò la barriera. Pochi metri e sarebbe tornato nel suo mondo.

Corse verso la barriera e finalmente si ritrovò al binario 9 e ¾.

Una locomotiva a vapore scarlatta era ferma lungo un binario gremito di gente. Un cartello in testa al treno diceva Hogwarts Express. Una nube di fumo proveniente dalla locomotiva si alzava in grossi anelli sopra la testa della folla rumorosa, mentre gatti di ogni colore si aggiravano qua e là tra le gambe della gente. Gufi e civette si chiamavano vicendevolmente col loro verso cupo, quasi di malumore, sovrastano il cicaleccio e il rumore dei pesanti bauli che venivano trascinati.

Le prime carrozze erano già ghermite di studenti, alcuni si sporgevano dai finestrini a parlare con i familiari, altri si litigavano un posto. Harry spinse il suo carrello lungo il binario in cerca di un posto libero.

Intravide Neville con sua nonna. Lo avrebbe avvicinato sul treno per non insospettire la signora Weasley o qualcuno dei suoi figli.

Era sicuro, e Neville nella sua linea temporale glielo aveva confermato, che volessero impedirgli di parlare con il ragazzo, di legare con lui per non scoprire che loro famiglie erano alleate da secoli.

Harry si fece largo tra la folla finché non trovò uno scompartimento vuoto verso la coda del treno. Prima di tutto sistemò Edvige e poi cominciò a spingere e a tentare di sollevare il baule per caricarlo sul treno.

-Serve una mano? -, era George che come la volta precedente era venuto in suo aiuto.

-Si, grazie -, disse Harry ansimano leggermente.

-Ehi, Fred! Vieni, c’è bisogno d’aiuto! -.

Con il soccorso dei gemelli, il baule di Harry venne finalmente sistemato in un angolo dello scompartimento.

-Grazie – disse Harry prima di allungare la mano verso i due ragazzi. -Io sono Harry. Harry Potter -.

 

Mi sistemo in uno scompartimento, so che presto arriverà Neville (con il suo rospo, Oscar) ed Hermione (con Grattastinchi), nel corso del viaggio arriverà pure Draco, il mio Draco, per conoscermi.

Stavolta Draco non insulterà i miei amici, non come ha insultato i Weasley almeno, Neville è un purosangue di una famiglia ricca e rispettabile… anche se Neville é molto impacciato e timido.

Longbottom e Potter sono sue antiche famiglie molto rispettate, sono entrambe ricche (come i Black o i Malfoy), famose per i loro servizi alla comunità magica.

Ho controllato ed ho scoperto che le famiglie attualmente più ricche e potenti sono i Potter ed i Malfoy.

Non avrò bisogno del l'eredità di Sirius, stavolta non dovrà morire, i Black potranno avere un legittimo erede, Sirius potrà trovare una donna o un uomo e fare dei figli o adottarli, Sirius non sarà ucciso da sua cugina!.

Devo far uscire di prigione Sirius in qualche modo, è innocente ed a Azkaban sta solo impazzendo!

Vengo scosso dai brividi ogni volta che penso alla prigione… maledetti Weasley, li ucciderò tutti a tempo debito.

Credo che ucciderò pure Silente oltre a Voldemort, così ripulirò il mondo dai due sovrani pazzi!!!

Un rumore mi riporta al mondo esterno dai miei pensieri, qualcuno bussa alla porta.

È Neville ;

Entra rosso in viso - sc…sc…scusa p…posso se…sedermi q…q…qui?- domanda, è così impacciato.

-certo- dico sorridendo, mi alzo -ti aiuto con le valige-

 

In questo tempo TUTTO andrà bene, Dumbledore non saprà niente, in prigione sono migliorato parecchio con la mia occultomsnzia, credo di essere quasi al livello di Snape adesso... Poi prima questa capacità e molte altre capacità magiche erano bloccate da una pozione, che non ricordo di aver MAI preso; maledetto Albus ho troppi nomi Dumbledore, stavolta non mi fregherai! Cercherò di finire in una casa diversa, farò amicizie diverse, cercherò di allontanare Snape, Lupin e Black da te, sarò un bravo studente, la mia presenza a scuola sarà come quella di Tom Riddle, che prima di impazzire per aver perso troppa anima era veramente affascinante ed intelligente.

Se nel secondo anno torna Tom Riddle, lascerò morire Ginny e solo dopo ucciderò Tom.

Con un sorriso guardo fuori dal finestrino, sento la porta aprirsi, è Hermione;

Questa volta tutto sarà perfetto.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

L'ultimo dono della morte
sesto capitolo


HP

Hogsmeade li accolse qualche minuto dopo che il sole era calato all’orizzonte.
Si poteva vedere ancora il cielo tinto dei suoi caldi colori oltre le alte montagne che circondavano la vallata in cui sorgeva il castello di Hogwarts e il villaggio.
Il viaggio che si era appena concluso era stato sicuramente il migliore per Harry.
Anni prima aveva sempre dato per scontato quelle ore in treno, reputandole anche piuttosto noiose, ma ritrovarsi in quello scompartimento con Hermione e Neville dopo tutto quel tempo era un’emozione che il giovane non riusciva a descrivere a parole.
A metà viaggio poi era riuscito a convincere persino Draco a sedersi con loro, ancora ignaro di quale fosse il suo cognome, così da fargli comprendere sin da subito che se voleva essere suo amico doveva accettare anche gli altri due ragazzi.
Il biondino era stato molto restio, ma alla fine si era lasciato convincere e aveva fatto il resto del viaggio con loro, scacciando Crabe e Goyle dallo scompartimento.
Come c’era d’aspettarsi non era stato per niente facile. Draco aveva molti pregiudizi ed era convinto di dover essere sempre al centro dell’attenzione tutto frutto della fantastica educazione di Lucius Malfoy, sapeva Harry che ci sarebbe voluto moltissimo tempo per far emergere il ragazzo di cui si era innamorato in prigione, doveva solo pazientare.
Improvvisamente sopra le teste degli studenti, apparve la luce sobbalzante di una lanterna, e Harry udì una voce famigliare che non udiva da moltissimo tempo: -Primo anno! Primo anno da questa parte! -.
Il faccione irsuto di Hagrid sorrideva radioso sopra il mare di teste.
-Coraggio, seguitemi…C’è qualcun altro del primo anno? E ora attenti a dove mettete i piedi. Quelli del primo anno mi seguano! -.
Scivolando e incespicando, seguirono Hagrid giù per quello che sembrava un sentiero ripido e stretto.
Harry procedeva cautamente aiutando Hermione a procedere lungo il sentiero, lanciando occhiate a Neville e Draco poco più avanti a loro assicurandosi che non fossero in difficoltà.
-Fra un attimo: prima vista panoramica su Hogwarts! -, annunciò Hagrid parlando sopra la spalla. -Ecco, dopo questa curva! -.
Ci fu un corso ricolmo di sorpresa.
Lo stretto sentiero si era spalancato all’improvviso sul bordo di un grande lago nero. Appollaiato in cima a un’alta montagna sullo sfondo, con le finestre illuminate che brillavano contro il cielo pieno di stelle, sorgeva un grande castello con molte torri e torrette.
Harry per poco non si fece sopraffare dall’emozione di rivedere il castello.
L’ultima volta che era stato lì quel luogo tanto amato e caro era stato scenario di una cruenta battaglia.
Ricordava ancora chiaramente il fumo grigio scuro sollevarsi nel cielo, facendo da contrasto con i bellissimi colori dell’alba di quella che credeva sarebbe stata un’era di pace e prosperità per il Mondo Magico.
Non era mai riuscito a rivederlo costruito. Hermione prima di morire gliene aveva parlato a lungo, ma non era la stessa cosa di vederlo con i propri occhi come in quel momento.
-…non più di quattro per battello -, stava dicendo Hagrid indicando una flotta di piccole imbarcazioni in acqua, vicino alla riva.
Harry salì su una barca subito seguito da Hermione e Neville.
-Vieni con noi Draco? -, domandò Harry quando vide Ronald avvicinarsi verso di loro chiaramente intenzionato a fare il viaggio con lui almeno in barca dato che non era riuscito durante quello in treno.
Draco guardò brevemente Nott e Zabini, poi scrollando le spalle salì sulla barca con Harry accomodandosi accanto a lui.
Tutte le barchette, una volta piene, si staccarono alla riva contemporaneamente, scivolando sul lago liscio come vetro. Tutti tacevano, lo sguardo fisso sul grande castello che li sovrastava. Torreggiava su di loro man mano che si avvicinavano alla rupe su cui era arroccato.
-Giù la testa! -, gridò Hagrid quando le prime barche raggiunsero la scogliera; i ragazzi obbedirono e i battelli li trasportarono attraverso una cortina d’edera che nascondeva una grande apertura sul davanti della scogliera stessa. Poi attraversarono un lungo tunnel buio, che sembrava portare dritto sotto il castello, e infine raggiunsero una sorta di porto sotterraneo dove si arrampicarono tra scogli e sassi. 
Poi si arrampicarono lungo un passaggio nella roccia, preceduti dalla lanterna di Hagrid e finalmente emersero sull’erba morbida e umida, proprio all’ombra del castello.
Salirono una scalinata di pietra e si affollarono davanti all’immenso portone di quercia.
-Ci siamo tutti? -, domandò Hagrid prima di bussare tre volte.
La porta si aprì all’istante. Apparve una strega alta, dai capelli corvini, vestita di verde smeraldo. Aveva un volto molto severo.
Minerva McGonagall era esattamente come Harry la ricordava.
-Ecco qua gli allievi del primo anno, professoressa McGonagall -, disse Hagrid.
-Grazie, Hagrid. Da qui in avanti li accompagno io -.
Spalancò la porta. La Sala d’Ingresso li accolse.
Le pareti di pietra erano illuminate da torce fiammeggianti, il soffitto era talmente alto che si scorgeva malapena e di fronte a loro una suntuosa scalinata in marmo conduceva ai piani superiori.
I ragazzi seguirono la professoressa McGonagall calpestando il pavimento a lastre di pietra conducendoli in una saletta vuota accanto alla Sala Grande.
-Benvenuti a Hogwarts -, disse la professoressa McGonagall. -Il banchetto per l’inizio dell’anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto in Sala Grane, verrete smistati nelle vostre Case. Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, la vostra Casa sarà un po’ come la vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di Casa, dormirete nei dormitori della vostra Casa e passerete il tempo libero nella vostra sala comune -.
Harry fece una smorfia. La prima volta non se n’era reso conto in quanto era un ragazzino ingenuo e spaventato da quello che lo avrebbe aspettato, ma ora aveva compreso appieno il discorso della professoressa.
Dumbledore chiedeva sempre collaborazione tra le varie Case, ma in realtà non voleva che ci fosse unità tra gli studenti. Né era un chiaro esempio il discorso appena udito.
La professoressa aveva chiaramente detto loro, ragazzini undicenni, che dovevano stare solamente con i membri della loro Casa, che fossero lezioni o tempo libero. Harry però era ben intenzionato a instaurare molte “amicizie” con gli studenti delle altre Case in quanto il suo scopro primario era trovare degli alleati contro Voldemort e il suo esercito.
Non avrebbe ripetuto gli errori del passato appoggiandosi completamente a quel vecchio rimbambito del preside o ai Weasley.
Solo metà del suo anno erano figli o nipoti di persone influenti all’interno della Comunità Magica.
Persone che doveva portare dalla sua parte e quale modo migliore se non avvicinando i suoi compagni?
Ignorando i fantasmi che fecero la loro teatrale entrata subito dopo che la McGonagall se ne fu andata, Harry si voltò verso Hermione, che stava ripetendo sottovoce tutti gli incantesimi che aveva letto nei libri.
-Hermione calmati -, le disse prendendole la mano.
-Come faccio a calmarmi? Non sappiamo cosa ci aspetta -, disse Hermione in ansia. -E se ci chiedessero di mostrare le nostre doti magiche? -.
-Ne dubito fortemente Hermione -, disse il moro. -Siamo solo al primo anno. E come il professor Snape ci ha detto durante la visita a Diagon Alley nessuno di noi sa eseguire un incantesimo -.
Di certo non poteva dirgli in cosa consisteva lo Smistamento. Avrebbe suscitato sospetti.
-Conoscete Snape? -, domandò Draco, interessato alla conversazione improvvisamente.
-L’abbiamo conosciuto questa estate -, disse Harry. -E’ stato lui ad accompagnarci a Diagon Alley e a spiegarci un po’ di cose del Mondo Magico, fornendoci di tutto quello che ci serviva per ambientarci meglio -.
-Tu come conosci il professore? -, domandò Hermione.
-È il mio padrino -, disse con orgoglio il biondino.
Un’aspra voce intimò il silenzio. I fantasmi si erano dileguati quando la McGonagall era tornata.
-Mettetevi in fila e seguitemi! -, ordinò la professoressa McGonagall agli allievi del primo anno.
Uscirono dalla stanza attraversarono di nuovo la Sala d’Ingresso, oltrepassarono un paio di doppie porte, ed entrarono nella Sala Grande, che lasciava col fiato sospeso ogni volta che posavi lo sguardo sul soffitto incantato.
Dopo la filastrocca di benvenuto del Cappello Parlante ebbe inizio lo Smistamento.
-Dobbiamo solo metterci un cappello in testa -, emise un sospiro Hermione, felice come non mai in quel momento.
A quel punto la professoressa McGonagall si fece avanti teneno in mano un lungo rotolo di pergamena.
-Quando chiamerò il vostro nome, metterete il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere Smistati -, disse. -Abbott Hannah! -.
Una ragazzia dalla faccia rosea e con due codini biondi venne fuori dalla fila inciampando, indossò il capello che le ricadde sopra gli occhi e si sedette. Un attimo di pausa…
-HUNFLEPUFF! -, gridò il cappello.
Il tavolo di Hunflepuff, a destra, si rallegrò ed esplose in un applauso quando Hannah andò a prendervi posto.
-Bones Susan! -.
-HUNFLEPUFF! -, gridò ancora il cappello e Susan si affrettò ad andare a sedersi accanto ad Hannah.
-Boot Terry! -.
-RAVENCLAW! -.
Lo Smistamento andò veloce sino alla lettera G, quando chiamarono Hermione.
Harry le strinse brevemente la mano, lasciandola con un sorriso incoraggiante e com’era prevedibile la ragazza finì a Gryffindor.
Neville la seguì poco dopo, dimenticandosi ancora una volta di lasciare il Capello alla McGonagall, scatenando diverse risatine per la Sala Grande.
Draco non fece in tempo nemmeno a calarsi il cappello in testa che stava già camminando verso il tavolo di Slytherin.
Altri nome si susseguirono velocemente sino a che non arrivò il suo turno.
-Potter Harry! -.
Guardò con divertimento l’espressione scioccata di Draco, seduto al suo tavolo, prima di raggiungere lo sgabello e mettersi in testa il capello, attendendo.
-Oh…ma guarda un po’ Potter sembra che ci siamo già incontrati, eh? Una nuova possibilità data da niente meno che la Morte…interessante -, disse il Capello nella sua mente.
-Spero che questo rimanga tra di noi, Capello. Tutta la nostra conversazione a dire il vero -, disse Harry.
-Naturalmente -, annuì il vecchio cimelio dondolando sul suo capo. -Ho sempre detto ha quel vecchio bastardo manipolatore di Dumbledore che prima o poi qualcuno gliela avrebbe fatta pagare per tutto ciò che ha combinato in questo anni non ha mai voluto darmi retta ora mi divertirò a vederlo impazzire -, ridacchiò.
Harry sorrise. Aveva trovato un insospettabile alleato nel Capello, chi meglio di lui poteva dirgli cosa succedeva nell’ufficio del Preside?
-mi aiuterai con la mia missione personale? Tradendo il preside?-
-Potter questo preside è indegno, ha abbassato tantissimo gli standard della scuola, e dalle tue memorie vedo che peggiorerà sempre di più; ti aiuterò - -spero di tornare a parlare con te il più presto
-Comunque tornando a noi. Dove dovrei metterti, Potter? Qualche suggerimento? Hai l'astuzia Slytherin ed il coraggio Gryffindor ma anche molti tratti delle altre due case… -, domandò.
-In effetti… devo pensarci- passo un minuto buono a pensare quale casa sarebbe la migliore poi la trovo - Ravenclaw potrebbe essere perfetto, è una casa neutrale ed è piena di conoscenza! -.
- Come vuoi, per me saresti sempre andato bene in Slytherin... Allora Potter tu sarai un RAVENCLAW-
Tutta la casa bronzo/blu applaudiva contenta di avere il bambino sopravvissuto il resto delle persone erano un po' perplessi, sono il primo Potter a non entrare in Gryffindor da più di 2 secoli, il "caro" vecchio preside mi studiava calcolatore, ha provato ad entrare nella mia mente senza riuscirci, crederà che sono un occultumante naturale...
Ho fatto "amicizia" con alcuni bambini, ho puntato più che altro quelli che sapevo sarebbero diventati importanti alleati in futuro.
Draco mi guarda come se fosse spuntata una seconda testa, Hermione e Neville mi sorridevano, i gemelli sembravano pensierosi e Ron era nel panico.
Hermione quando mi ha rivisto in treno era elettrizzata dallo scoprire chi ero... ho dovuto faticare per spiegargli che a volte i libri sbagliano, sono sicura che sarà ancora la strega più brava della nostra generazione, la devo tenere lontana da Ron e devo trovare un modo di avvicinare i gemelli Weasley...
•—-–-—-–-—-–-—-–-—-–-—-–-—-–-—•
SS

Il moccioso, Potter farà presto il suo ingresso, sicuramente circondato da fastidiosi attuali o futuri Gryffindor come Weasley, forse in treno potrebbe essere diventato anche il suo migliore amico.
Bene ecco che arriva Minerva con i bambini, sono sempre così spaventati per lo smistamento...
Eccolo entrare con quell'aria arrogante insieme a un Griff.... IL MIO FIGLIOCCIO??? Cosa ci fa un Potter con un Malfoy??? Non succederà come 20 anni fa con Sirius Black???
A solo il ricordo dei malandrini mi vengono i brividi.
Iniziamo a Draco e Potter c'era la nata babbana che lui aveva accompagnato a Diagon Alley e un bambino goffo, che io riconosco molto bene, l'altro bambino della profezia Neville Longbottom
Lo smistamento è iniziato e non ci sono state sorprese, tranne forse Longbottom, io lo vedevo fra i Huffepuff e non tra i Gryffindor...
Per fortuna Draco é stato un Slytherin, il cappello non ha fatto in tempo a toccarlo che era già smistato.
Ora è il momento di Potter, ora dirà grifondoro… aspetto… aspetto… ci sta mettendo troppo… -RAVENCLAW- ecco come ho detto è un Rev…e…n…claw? Deve aver preso l'intelligenza di Lily.
Il cuore mi si stringe, Lily, la mia Lily, se non avessi preso così tante decisioni sbagliate adesso lei sarebbe mia, sarebbe viva, è colpa mia se la nostra amicizia è finita, se lei è morta, se suo figlio è orfano…
•—-–-—-–-—-–-—-–-—-–-—-–-—-–-—•
AD

Il ragazzo sarebbe arrivato oggi, oggi non dovevano esserci inconvenienti:
Il ragazzo avrebbe fatto amicizia con un Weasley e sarebbe stato smistato a Gryffindor, lo avrei controllato, gli avrei regalato ora l'album delle fotografie e a Natale il mantello, entrambe cose che dovrebbe già avere, lo avrei trasformato nella mia marionetta preferita, per lui sarei stato un mentore, un nonno, un uomo di cui fidarsi. Alla fine avrebbe agito da agnello sacrificale contro Tom ed io sarei di nuovo il Salvatore.

I ragazzi stanno per arrivare in sala grande tutto impauriti.
NO NO NO NON VA BENE! Harry è insieme alla fotocopia di Lucius Malfoy e Longbottom, ed una nata babbana, non va bene non dovrebbe avere nessun contatto con due queste famiglie; Longbottom è una famiglia della luce, come amicizia si può salvare, ma è pericolosa, il ragazzo scoprirebbe troppo.
Malfoy è una famiglia oscura, sono tutti futuri mangia morte e gente di cui non fidarsi.
Non devo preoccuparmi
Ora inizia lo smistamento, Harry finirà in Gryffindor e si staccherà da Malfoy... Si tutto sarà secondo i piani.
Lo smistamento procede bene.
Malfoy è finito in Slytherin ancor prima che il cappello lo toccasse, i Malfoy sono tutti marci dentro.
Longbottom è impacciato e initile, perfetto per Huffepuff, ma è un Gryffindor... Un altra pedina facile da manovrare.
La nata babbana è finita in Gryffindor, anche lei sarà facilissima da controllare.
Finalmente è il turno di Harry… aspetto… il cappello ci sta mettendo troppo… sono passati 5 minuti ma cos-RAVENCLAW- 
NO! Non va bene! Il ragazzo non può essere un topo di biblioteca un po stravagante!!!
Va bene forse non dovevo mandare Snape e causare un infortunio a Minerva, Minerva avrebbe parlato bene della mia casa.
Devo sapere di più del ragazzo, mentre parla al tavolo Ravenclaw incrocia i miei occhi, provo la legimanzia, niente solo pensieri superficiali delle risposte che dà agli amici; Il ragazzo è un occultamente naturale!!! Proprio come lo erano Snape e Riddle, probabilmente è frutto degli abusi che ha subito… Salazar maledetto dovevano renderlo debole, non più difficile da controllare!!! 
Beh ho sempre molti regali e mici di famiglia per farlo fidarsi di me.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189
 
L'ULTIMO DONO DELLA MORTE
settimo capitolo
 
POV Harry
 
La cena si era conclusa da qualche minuto.
I Prefetti delle varie case stavano richiamando gli studenti del primo anno per condurli al Dormitorio.
Il Prefetto di Ravenclaw, Steven O ‘Callaghan, che in un futuro non molto lontano sarebbe divenuto un giudice della Corte Magica, il più giovane della storia, mandando ad Azkaban un numero elevato di Death Eaters e punendo severamente coloro che simpatizzavano per Voldemort e per i suoi seguaci.
Era un mago corretto e con un grande senso di giustizia aveva provato più volte a convincere gli altri giudici della Corte a revisionare il suo caso e a causa di ciò si era visto radiato dall’albo dei Magiavvocati e costretto a ritirarsi nel Mondo Babbano con la sua famiglia visto che nessuno studio voleva dargli un lavoro.
Avrebbe avuto bisogno di lui in futuro, essendo un quinto anno avrebbe potuto chiedergli di fargli da mentore durante il primo anno lì a Hogwarts, ricordava che la prima volta era stato affissato un foglio con i nomi di coloro che si proponevano come mentore per i nuovi allievi nella bacheca degli annunci in Sala Comune. Allora non vi aveva dato particolare attenzione lasciandosi convincere da Ron che non era una cosa importante e che non serviva praticamente a nulla essere affiancati da uno studente più grande a meno che non si voleva diventare una specie di facchino per lo studente maggiore.
Qualche anno dopo Hermione in un discorso gli aveva spiegato a cosa servisse il mentore. Il mentore era qualcuno che aiutava i giovani studenti ad ambientarsi all’interno della scuola, aiutandoli nello studio e nei compiti.
Alla fine dell’anno gran parte degli studenti del primo anno metteva fine a tale rapporto, ringraziando il mentore per tutto quello che aveva fatto per lui o lei durante l’anno, gli altri preferivano continuare ad appoggiarsi al mentore almeno sino al terzo anno così da poter essere aiutato nella scelta dei corsi facoltativi.
I mentori erano esclusivamente studenti del quinto anno in modo che potessero aiutare gli studenti per i tre anni successivi sino al loro diploma di M.A.G.O.
Tutto ciò che doveva fare era presentarsi il giorno dopo a O ‘Callaghan e chiedergli di diventare suo mentore così da iniziare ad instaurare un rapporto d’amicizia che avrebbe sfruttato in futuro.
Il Dormitorio di Ravenclaw si trovava in una torre nell’ala ovest del castello, diametralmente opposta a quella di Gryffindor.
Per raggiungere l’ingresso del Dormitorio bisognava salire una lunga scalinata a chiocciola dove ad attenderli vi era una porta di legno scuro prima di maniglia, ma un batacchio incantato in bronzo, a forma d’aquila.
Il Prefetto O ‘Callaghan busso alla porta e il batacchio si animò ponendo una domanda: -Ci sono tre fratelli. A volte sono brutti, mentre altre volte sono belli. Il primo non c'è perché sta uscendo, il secondo non c'è perché sta venendo, c'è solo il terzo che è il più piccolo dei tre, ma quando manca lui nessuno degli altri due c'è. Chi sono? -.
O ‘Callaghan si volta verso gli studenti del primo anno, -Qualcuno di voi sa la riposta? -.
Solo rispondendo ad una domanda dell’aquila si poteva accedere alla torre, niente parola d’ordine a Ravenclaw a differenza degli altri tre dormitori. 
-Passato. Futuro. Presente -, disse Harry con voce annoiata mentre la porta si apriva e il batacchio si congratulava con lui.
-Ottimo lavoro, Potter -, disse O ‘Callaghan sorridendogli. 
La Sala Comune è vasta ed ariosa, illuminata da enormi finestre ad arco acuto. Sulla moquette è ripetuto il motivo decorativo che adorna il soffitto: un cielo stellato. È arredata con drappi di bronzo, sparsi un po’ ovunque vi sono dei tavoli attorno a cui gli studenti si siedono solitamente per studiare, divani poltrone e pouf si alternano ai tavoli. Per accedere ai dormitori si utilizzano delle scale molto grandi.
O ‘Callaghan spiega i giovani primini alcune regole fondamentali per la convivenza nella torre prima di lasciarli liberi di raggiungere le loro camere. Harry segue gli altri tre ragazzi con cui avrebbe condiviso la sua stanza.
La camerata di Ravenclaw era molto simile a quella dei Gryffindor a cui era abituato, cambiavano i colori e il fatto che il pavimento era praticamente nascosto da un grosso tappetto rotondo che replicava una costellazione.
I bauli erano sistemati infondo ai letti. Ognuno di loro si avvicinò al proprio letto e inizio a prepararsi per la notte in silenzio.
-Sei stato grandioso prima, Potter -, disse Terry Steeval.
-Harry, chiamami Harry -, disse Harry sorridendo al ragazzo. -Tu sei Terry, giusto? -.
-Si -, annuì Terry. -Loro sono Anthony Goldstein e Michael Corner -.
-Piacere di conoscervi ragazzi -, disse Harry chiudendo la casacca del pigiama e infilandosi sotto le coperte imitato dai compagni.
Stranamente si addormentò molto velocemente al contrario di quanto si aspettava.

-Guarda lì! -.
-Dove? -.
-Vicino a quello alto coi capelli bruni -.
-Quello con gli occhiali? -.
-Hai visto la cicatrice? -.
Il giorno dopo, da quando ebbe lasciato il dormitorio, Harry fu inseguito da una miriade di bisbigli. I ragazzi, in fila fuori dalle classi, si alzavano in punta di piedi per dargli un’occhiata anche solo per un attimo, oppure lo superavano lungo i corridoi per poi tornare indietro a osservarlo meglio.
Harry lì ignorava tranquillamente. Era ormai abituato a quegli sguardi, ad essere sempre al centro dell’attenzione e dei bisbigli.
Sebbene conoscesse quel castello come il palmo della sua mano per non destare sospetti aveva chiesto indicazioni ad alcuni studenti più grandi di Ravenclaw.
La prima lezione del giorno era stata Storia della Magia, resa decisamente noiosa e piatta dalla voce del professor Binns dal tono monotono che era meglio di una pozione soporifera.
Nonostante tutto aveva preso i suoi appunti combattendo contro la voglia di schiacciare un pisolino sul banco.
La seconda lezione della giornata era incantesimi. Il professor Flitwick che se ne stava in piedi su una pila di libri dietro alla cattedra poiché era l’unico modo perché i suoi studenti riuscissero a vederlo.
La lezione della McGonagall era stata la più interessante di tutte sino a quel momento. Aveva sempre trovato interessante quella materia ma non si era mai impegnato seriamente in essa negli anni di scuola e ciò lo aveva penalizzato molto, ma questa volta era ben intenzionato a eccellere in quella materia così come nelle altre.
Tra una lezione e l’altra chiacchierava con vari studenti del suo anno iniziando a dar vita a quelle che sarebbero divenute importanti amicizie in futuro. 
Chiacchiere semplici e senza alcuna importanza reale, incentrare sulle lezioni appena svolte e sulle impressioni che si erano fatti sulle materie e sugli insegnati. Era un buon modo per iniziare.
Nel primo pomeriggio dopo aver lasciato in camerata i libri delle lezioni del mattino sostituendoli con quelle del pomeriggio aveva avuto l'occasione di avvicinarsi a O ‘Callaghan, seduto con alcuni compagni ad un tavolo intenti a stendere un piano di studi, chiedendogli se potesse fargli da mentore.
Il ragazzo era rimasto chiaramente stupito dalla sua richiesta, accettando. Si era calato subito nella parte di mentore tant'è che l’aveva scortato sino alle serre in cui avrebbe tenuto la prima lezione di Erbologia informandosi su come procedesse il suo primo giorno e se aveva avuto qualche difficoltà.
Quando si erano lasciati Steven gli aveva dato appuntamento nella Sala Comune dopo cena per stendere assieme un piano di studi equilibrato che l’avrebbe aiutato a organizzare il suo tempo.
Erano stati giorni molto frenetici che quasi si stupì che fosse già arrivato venerdì e che quel giorno avrebbe avuto la primissima lezione di Pozioni con gli Slytherin.
Da dopo lo Smistamento non era più riuscito a parlare con Draco per un motivo o per un altro per questo era ben intenzionato a sedersi accanto a lui durante le due ore che lo attendevano nei Sotterranei così da fargli capire che non si era dimenticato di lui in quei giorni e naturalmente gli avrebbe chiesto scusa per averlo trascurato in quel tempo.
Se c’era una cosa che Draco odiava era essere ignorato.
 
 
 
POV Voldemort
 
 
Il ragazzo era strano, non si comportava come gli altri undicenni.
Era stato ordinato in Ravenclaw, il primo Potter dopo due secoli a non essere Griffondor, il ragazzo era intelligente, non andava sottovalutato.
Poi il ragazzo stava "facendo amicizia" con persone di tutte le case, di solito tutti noi consideriamo solo la nostra casa d'appartenenza, lui invece stava tessendo amicizia con molte persone, compresi figli dei miei mangiamorte… lo ho visto avvicinarsi spesso a Malfoy, Potter guarda Malfoy in modo strano, sembra adorarlo.
Molte delle sue amicizie sono importanti alleanze politiche o economiche altre invece sembravano normali amicizie, ma sono sicuro che in realtà ci fosse qualcosa sotto, sono troppo mirate come amicizie.
Il ragazzo per ora era bravo nella mia materia, anche se devo sentire il resto dei colleghi per sapere come è veramente.
Ricordo che la prima volta che lo ho visto, ho sentito quasi subito una forte aura magica, non era magia normale, quella magia era oscura, sapeva di morte… poi mi ha guardato con quello sguardo, che ho già visto in alcuni dei miei servi, i più sadici, i più pazzi… è durato tutto pochi secondi ed ora è tornato un normale ragazzo, mi fa quasi pensare di essermelo sognato, ma ogni tanto mentre gira per la scuola e guarda il Weasley più piccolo viene di nuovo fuori quello sguardo folle.
Harry Potter deve morire purtroppo o sarebbe stato un grande servitore, ma non posso rischiare di essere sconfitto da un moccioso. 
Questo anno oltre a prendere la pietra filosofale dovrò anche tenerlo d'occhio… magari ucciderlo, dovrebbe accadergli solo un piccolo incidente, ma non ora, verso la fine dell'anno. Tutti saranno sconvolti dalla sua morte e non noteranno la mancanza della pietra.
 
 
POV Albus
 
Non andava bene, non solo il ragazzo non era un Griffondor ma si stava interessando alla vera cultura magica… sembrava assetato di conoscenza e da quel poco che vedeva andava bene a scuola ed era un allievo modello… non andava bene.
Doveva restare ignorante, debole e manipolabile, il giovane Weasley serviva propio a questo!!! Invece non era nemmeno riuscito a parlare con lui.
Harry sembrava aver legato molto con Neville Longbottom e questo non va bene, era una cosa pericolosa, gli avrebbe spiegato come funziona il nostro mondo.
Cosa ancora più preoccupante era la sua amicizia con Malfoy, lui gli avrebbe fatto conoscere veramente tutta la cultura e le usanze magiche!!!
Devo trovare un modo per fermare tutto questo! Probabilmente potrei dare dei consigli al ragazzo e distrarlo in qualche modo!
Magari gli regalo delle foto dei genitori e gli parlo di suo padre… si questo è un buon piano.
Harry è solo un bambino cresciuto da babbani orribili, sarà facile da manipolare.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189
 
L'ULTIMO DONO DELLA MORTE
ottavo capitolo
 
 
 Draco Pov's

Ancora non riusciva a crederci.
Harry, il ragazzo che aveva conosciuto quel giorno a Diagon Alley e che poi aveva rincontrato sul treno diretto per Hogwarts non era altro che Potter.
Lo stesso Harry Potter di cui suo padre era ossessionato. Quel ragazzino senza volto di cui era stato geloso sin da bambino, perché veniva nominato continuamente dal genitore, mentre lui era come dimenticato.
Quel ragazzino con cui avrebbe dovuto fare amicizia secondo il volere del padre, ma che nel momento in cui aveva incrociato lo sguardo di Harry aveva completamente dimenticato.
E ora scopriva che Harry, il suo Harry, non era altri che quel ragazzino.
Aveva passato l’ultima settimana a rimuginarci sopra in grande conflitto. Alla fine aveva deciso di mandare una lettera al padre in cui annunciava che aveva avvicinato il Bambino Sopravvissuto senza però allargarsi troppo.
Qualcosa lo spingeva a non rivelare troppo al padre anche se si sentiva un po’ in colpa per questo. Era più forte di lui non voleva che la sua neo-amicizia con Harry venisse rovinata dalle trame del padre.

Harry Pov’s

Venerdì mattina.
L’argomento di discussione al tavolo di Ravenclaw riguardava la possibilità o meno di creare un Oblivion in pozione.
Era stato un settimo anno a porre tale quesito coinvolgendo in poco tempo il settimo e sesto anno al completo, solitamente si affrontavano argomenti in cui anche gli anni inferiori potevano dire la loro, ma essendo l’Oblivion un incantesimo studiato al sesto anno e approfondito al settimo gli studenti dal quinto al primo anno ascoltavano in silenzio e affascinati.
Io prestavo attenzione a tratti al loro scambio di battute troppo intento a leggere un libro sulle torture medievali nel mondo Babbano, un testo particolarmente ispirante che stava facendo nascere in lui diverse idee.
-Tu cosa ne pensi Harry? -, la domanda di Steven fa calare un silenzio insolito al nostro tavolo.
-Steven, senza offesa per il tuo pupillo, ma non penso che possa dare un parere su tale argomento -, disse il Caposcuola di Ravenclaw, Melissa Sanders sorridendo.
-Zitta -, fece Steven tornando a concentrarsi poi su di me. -Allora? -, domandò incitandomi.
Feci un sospiro, riflettendo velocemente se era giusto che dessi o meno la mia opinione, ma infondo avevo deciso di affascinare i miei compagni con la mia conoscenza, che ogni giorno aumentava quindi perché non iniziare da lì?
-Credo che sia possibile creare tale pozione -, dissi in fine. -Esistono diverse erbe che solitamente vengono usate per aiutare il recupero della memoria un esempio è il Biancospino, ma io credo che se trattate in un modo differente tali erbe possano togliere la memoria di una persona -, dissi con fare pensoso. -Certo la mia è solo una teoria e per metterla davvero in pratica ci vorranno sicuramente anni di studi, approfondimenti e naturalmente esperimenti -.
Non vi era bisogno di dire che avevo lasciato scioccati i miei compagni. Vedevo dai loro sguardi che stavano pensando, elaborando, quanto avevo detto loro, e in alcuni di loro iniziavano a vedere la comprensione del mio ragionamento.
-Sai, Steven, credo che il tuo pupillo non abbia del tutto torto -, mormorò Melissa, aprendosi in un sorriso. -Sappiamo entrambi che basterebbe mischiare al Biancospino tritato della Lunaria per dare un effetto di perdita di memoria della durata di cinque-dieci minuti potrebbe essere un inizio per scoprire l’Oblivion in liquida… -.
-O in polvere -, dissi tornando a leggere il proprio libro.
-Che altro aggiungeresti Harry ad un’ipotetica pozione? -, domandò Melissa.
-Uno stabilizzante per il Biancospino e la Lunaria prima di tutto -, dissi. -Sono due componenti molto instabili, soprattutto se mischiati, quella perdita di memoria di cui parlavi era dovuto all’esplosione della pozione al momento dell’aggiunta della Lunaria al Biancospino -.
-Potter ha ragione -, disse Gregor Smith. -In Pozioni non vi sono ingredienti più instabili di quelle due piante -.
-Come facevi a sapere quelle cose? -, domandò Anthony mentre scendevano le scale per i sotterranei, dove la temperatura si era abbassata notevolmente a causa del lago nero.
Sapevo quelle cose grazie a Draco. Un giorno gli aveva confidato dei suoi studi di alchimista uno dei suoi più grandi rimpianti lasciati a metà quando era stato arrestato e gettato in una cella.
Gli aveva confidato che prima della sua incarcerazione stava appunto sperimentato l’Oblivion in polvere partendo per l’appunto dalla Lunaria e dal Biancospino cercando uno stabilizzante per quei due ingredienti che non danneggiassero le loro proprietà per poter continuare in seguito i suoi studi.
-Quando sono andato a Diagon Alley oltre al libro di testo di Pozioni per Principianti ho comprato anche qualche libro facoltativo, tra di essi vi era un manuale sugli ingredienti. Vi erano delle schede tecniche e tra di essi vi era la Lunaria, tra le avvertenze c’era quella di non immischiare per nessuna ragione la Lunaria con il Biancospino direttamente in quanto avrebbero distrutto il lavoro compiuto sino a quel momento e causato danni alla memoria più o meno gravi a seconda della quantità versata nel calderone -, spiegai il che non era del tutto falso. Avevo davvero comprato tale libro, riguardante gli ingredienti più comuni, ma non si menzionava da nessuna parte la Lunaria in quanto ingrediente estremamente raro, difficile da raccogliere e da trattare.
Ma una piccola bugia non avrebbe nuociuto a nessuno.
L’aula di Pozioni era esattamente come me la ricordavo, tetra e fredda. Mi guardai brevemente intorno quando entrai prima di andarmi ad accomodare affianco a Draco, che offeso come avevo immaginato non si voltò nemmeno a guardarmi.
-Ciao Draco -, salutai sistemando il mio materiale sul banco da lavoro con quell’ordine maniacale che aveva sempre avuto il mio compagno, anche quando non possedevamo che poco e niente in quella cella fetida. -Com’è stata la tua settimana? La mia piuttosto impegnativa e… -.
-Ma non abbastanza da impedirti di parlare durante gli intervalli con praticamente tutti gli studenti del primo anno -, sibilò Draco lanciandomi un’occhiataccia. -Naturalmente se erano di altre Case e non di Slytherin. Sicuramente i tuoi nuovi amichetti ti avranno detto di stare lontano da noi, vero? Perché siamo tutti maghi oscuri -.
Dire che fosse offeso per il mio comportamento era riduttivo. Draco era arrabbiatissimo, ma non potevo fare a meno di trovarlo bellissimo in quel momento.
I capelli che, con mio grande orrore, teneva praticamente incollati alla testa ora erano leggermente spettinati, gli occhi chiari mandavano lampi e le guance pallide erano chiazzare di un leggero rossore.
-Lo sai che sei adorabile quando ti arrabbi? -, domandai sorridendo maliziosamente. Sapevo che eravamo solo due ragazzini di undici anni, ma nessuno impediva anche a noi di innamorarci. Gli adulti definivano gli amori a questa età come infatuazioni di poca importanza, ma io ero intenzionato a legare di nuovo a me Draco il prima possibile.
-Cosa? -, squittì oltraggiato Draco.
Risi. Quell’aspetto di Draco mi ricordava tanto il ragazzo di cui mi ero innamorato e a cui facevo continui dispetti solo per vedere quella reazione e quell’espressione sul volto.
Mi avvicinai al suo volto, -Mi dispiace davvero tanto di averti trascurato durante la settimana, Draco, prometto che non accadrà mai più. Mi perdoni? -, domandai.
-Ecco…io…cosa??.... -, era andato in pappa facilmente. Era bello sapere che gli facevo quell’effetto anche se era un ragazzino che non conosceva niente sull’amore. -Si, ti perdono… -, pigolò infine abbassando lo sguardo sul tavolo.
Soddisfatto mi allontanai, giusto in tempo per l’entrata trionfale di Snape. Fece sbattere violentemente la porta contro il muro, entrando quasi come una furia nell’aula seguito dallo svolazzare del suo mantello nero.
Come da copione Snape iniziò la lezione facendo l’appello, fermandosi al mio nome.
-Ah, ecco -, disse con voce melliflua, -Harry Potter. La nostra nuova…celebrità -.
Gli rivolsi un sorrisetto per niente intimorito dall’uomo come era stata la prima volta che ci eravamo incontrati.
Snape continuò a fare l’appello e alzò lo sguardo sulla classe.
-Siete qui per imparare la delicata scienza e l’arte esatta delle Pozioni -, cominciò. Le sue parole erano poco più di un sussurro, ma ai ragazzi non ne sfuggiva una: come la professoressa McGonagall, Snape aveva il dono di mantenere senza sforzo il silenzio in classe. -Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta, molti di voi stenteranno a credere che si tratti di magia. Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che sobbolle a fuoco lento, on i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che si insinuano nelle vene umane, stregando la mente, irretendo i sensi…Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, distillare la gloria, addirittura mettere un freno alla morte…sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi con cui ho a che fare -.
Un profondo silenzio accolse il discorso di Snape. Io mi limitai a sorridere leggermente a quel discorso.
-Potter -, disse Snape d’un tratto. -Che cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia? -.
-Quei due ingredienti compongono il Distillato della Morte Vivente, professore, una potente pozione soporifera -, rispondo con sicurezza e precisione. Potrei anche tranquillamente snocciolargli l’intero procedimento impresso nella mia memoria.
Uno dei doni di Hella in seguito al mio risveglio nel corpo di undicenne è stata la Ipertimesia, una condizione in cui l'individuo possiede una memoria autobiografica superiore, tale da permettere il ricordo di gran parte degli eventi vissuti nella propria vita, compreso anche tutto quello che si legge anche solo una volta come il procedimento della pozione richiesta o la notte in cui i miei genitori morirono, potevo ripercorrere con la memoria all’infinito i loro ultimi istanti di vita.
Naturalmente come c’era d’aspettarsi Snape non fu particolarmente felice della mia risposta corretta, ma potevo scorgere nel suo sguardo anche della sorpresa.
-Dove guarderesti se ti dicessi di trovarmi un bezoar? -, domandò ancora Snape.
-Se intende in questo preciso istante le risponderei nell’armadio delle scorte riservato agli studenti in quanto è l’antidoto usato contro i veleni più comuni-, dissi sorridendo. -Se invece mi domanda dove raccoglierlo le risponderei nella pancia di una capra -.
Snape stirò leggermente l’angolo destro della bocca, che era quanto più vicino ad un sorriso che gli avessi mai visto fare in vita mia.
-Ancora una domanda Potter -, disse Snape. -Qual è la differenza tra napello e luparia? -.
-Sono la stessa pianta, signore, nota con il semplice nome di aconito -.
Naturalmente Snape non si smentì e non assegnò nessun punto alla sua Casa, limitandosi a dividerli in coppie e a far comparire le istruzioni alla lavagna di una semplice pozione per curare i brufoli. Intanto avvolto nel suo lungo mantello nero, si aggirava per la classe osservandoci pesare ortiche secche e schiacciare zanne di serpente, muovendo critiche praticamente a tutti tranne che a me e a Draco, dato che eseguivamo ogni procedimento in maniera perfetta e con precisione.
Quella volta fu davvero costretto a riconoscere la sua preparazione nella sua materia e ad assegnargli almeno cinque punti.
Finite tutte le lezioni ero intenzionato a trovare Ninfadora, questo era il suo ultimo anno, avrei trovato un modo per farla stare lontano dell'ordine e farla restare fedele a me.
Nella mia vecchia vita ho appreso che lei non aveva molti amici, essendo una metamorfus e figlia di una Black, poi non li aveva anche perché è la persona più maldestra che io abbia mai conosciuto.
Avrei potuto sfruttare la sua amicizia anche per far accettare i mezzosangue e i nati babbani da Draco… loro sono cugini e lei è una strega potente, il gene metamorfus sembrava scomparso nella famiglia Black ed invece è bastato solo un ricambio di sangue di un nato babbano ed ecco il miracolo… 
Sto girando veramente a vuoto nei dintorni della cucina, come vorrei avere la mappa dei malandrini, ma adesso l'hanno i gemelli...
Devo trovare un modo di avvicinarmi anche a loro e prendere Crosta a Ron, forse dovrò fare "amicizia" con Ron, magari una cosa molto superficiale… ma abbastanza da far credere al vecchio che i suoi piani funzionino.
Sento un tonfo, mi giro, vedo una ragazza i capelli rosa e la divisa giallo-nera per terra… sorrido e mi avvicino.
-Hey hai bisogno di aiuto? -.

Severus Pov's

Mentre faccio l'appello mi soffermo sul suo nome -Ah, ecco; Harry Potter. La nostra nuova…celebrità -.
Mi rivolge un sorriso, non porterà niente di buono, sarà proprio come suo padre; continuo l'appello e poi faccio il mio solito discorso.
-Siete qui per imparare la delicata scienza e l’arte esatta delle Pozioni -i marmocchi sono tutti attenti e mi guardano impauriti, tutti tranne Potter… -Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta, molti di voi stenteranno a credere che si tratti di magia. Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che sobbolle a fuoco lento, on i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che si insinuano nelle vene umane, stregando la mente, irretendo i sensi…Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, distillare la gloria, addirittura mettere un freno alla morte…sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi con cui ho a che fare -.
Un profondo silenzio accolse il discorso. Lui mi sorride di nuovo, cosa avrà da sorridere, sarà una testa di legno come il padre… vedremo se sorriderà ora.
-Potter -lui mi guarda incuriosito. -Che cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia? -.
-Quei due ingredienti compongono il Distillato della Morte Vivente, professore, una potente pozione soporifera -, risponde con sicurezza e precisione. La risposta è giusta, sembra che il ragazzo abbia studiato o che sia stato fortunato, sicuramente la seconda… vediamo se conosce anche questo…
-Dove guarderesti se ti dicessi di trovarmi un bezoar? -
-Se intende in questo preciso istante le risponderei nell’armadio delle scorte riservato agli studenti in quanto è l’antidoto usato contro i veleni più comuni- ha fatto una battuta? È arrogante come suo padre, proprio come il preside mi ha fatto notare più volte il moccioso è uguale al padre. -Se invece mi domanda dove raccoglierlo le risponderei nella pancia di una capra -.
Sembra che il ragazzo abbia studiato, forse ha il talento di Lily per pozioni, non riesco a restare impassibile come al solito.
-Ancora una domanda Potter -dico di nuovo -Qual è la differenza tra napello e luparia? -.
-Sono la stessa pianta, signore, nota con il semplice nome di aconito -.
Il ragazzo è arrogante come il padre… ma è bravo, continuo la lezione senza assegnargli punti. 
Potter è in coppia con Draco e quei due stanno facendo un lavoro perfetto, ho dovuto per forza dargli dei punti.
Vedremo alla prossima lezione cosa succede
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


L'ULTIMO DONO DELLA MORTE
nono capitolo
 
 
Harry Pov’s

Erano trascorsi due mesi dall’inizio della scuola.
In quei mesi aveva allargato la sua cerchia di amicizie, oltre ai suoi compagni di stanza ed al Prefetto del suo Dormitorio si era avvicinato a Cho Chang, Morag McDougal e alle gemelle Patil, sebbene con un po’ di difficoltà per via del fatto che Parvanti era a Gryffindor. Tramite Draco aveva conosciuto Daphne Greengrass, avrebbe dovuto attendere altri due anni per avvicinare Astoria la sorella minore di Daphne, Theodore Nott e Blaise Zabini, di cui Draco gli aveva tanto parlato si erano rivelati tutto sommato delle piacevoli amicizie con cui parlare oltre che ottimi alleati per il futuro…
La sua amicizia con Neville ed Hermione era continuata, rafforzandosi. Purtroppo i due ragazzi non erano ben visti dalla loro casa poiché frequentavano alcuni membri della casa di Slytherin e venivano quindi isolati sin troppo spesso per i miei gusti.
Fortunatamente i miei compagni di Ravenclaw erano ben felici di accoglierli al nostro tavolo durante i pasti.
Tonks, con cui avevo passato molto tempo, mi aveva fatto conoscere Cedric Diggory ed un’altra ragazza, Samantha Sanders, che condivideva la stanza con Tonks, ricordava che la ragazza era stata uccisa durante la guerra poiché era una nata Babbana.
Aveva fatto amicizia con Hannah Abbott e Susan Bones. 
Grazie alle sue nuove conoscenze aveva scoperto che gli Abbott e i Potter erano famiglie alleate da secoli, quindi è stato facile avvicinare Hannah, che era scoppiata in lacrime quando gli aveva detto che avrebbe volentieri ripetuto il giuramento di alleanza con la sua famiglia quando fossero stati un po’ più grandi.
Come Neville anche Hannah era convinta di non poter fare nulla per impedire che un’amicizia e un’alleanza durata da secoli si interrompesse con loro con le sue parole le aveva tolto un peso dal cuore e con serenità l’aveva scritta scrivere ai suoi genitori per informarli che entrambi erano disposti a ripetere il giuramento quando fosse stato il momento giusto secondo il loro parere.
Avrebbero dovuto aspettare almeno di aver compiuto i quattordici anni per farlo, nel mentre avrebbero potuto studiare la storia delle loro famiglie grazie ad alcuni diari inviati loro da Lord George Abbott, che lo invitava a trascorrere un paio di settimane durante l’estate nella loro tenuta nello Yorkshire.
Legare con Susan era stato il passo successivo dopo aver sistemato le cose con Hannah. Le due erano amiche sin da bambine ed era stata proprio Hannah a presentarli e a permettergli quindi con facilità di portare Susan nella sua cerchia di amicizie.
Susan assieme a sua zia Amelia erano le uniche sopravvissute della famiglia Bones. Essere entrambi orfani di guerra li aveva avvicinati molto più di quanto Harry avrebbe mai creduto. Susan era una ragazzina molto insicura e timida, faceva fatica a fare amicizia e oltre Hannah non aveva nessun altro per questo si era attaccata molto a lui.
La sua amicizia gli era cara non solo a livello politico visto il ruolo che ricopriva Amelia Bones nel Ministero, ma anche a livello personale.
Purtroppo non era riuscito ad avvicinarsi a Lee Jordan ed ai gemelli Weasley, ma contava di farlo al più presto e quale occasione migliore se non sfruttando Ron? Aveva già in mente un piano per dare una piccola lezione al più piccolo Weasley che passava il tempo a deridere Hermione e a fare brutti scherzi a Neville, aizzando contro i due gli altri ragazzi del primo anno di Gryffindor. Una piccola lezione di umiltà gli sarebbe servita sicuramente al rossino inoltre avvicinarsi ai Weasley avrebbe deviato per qualche tempo lo sguardo sin troppo insistente per i suoi gusti di quel vecchio caprone di Dumbledore e gli avrebbe dato l’occasione per mettere le mani su Codaliscia, necessario per la liberazione di Sirius, e a cui avrebbe riservato un trattamento speciale, infondo era arrivato il momento di provare un paio di quelle torture che aveva letto in quel libro un paio di mesi prima.
C'era però una domanda che gli era sorta spontanea dopo aver conosciuto la storia delle famiglie McKinnons, Bones e Prewett, tre tra le famiglie più potenti della Luce: Molly Weasley era l'ultima Prewett ancora viva e, da quello che sapeva, la famiglia Prewett era piuttosto ricca e possedeva diversi manieri e terre sparse ovunque per la nazione quindi… dove erano finiti tutti i soldi dei Prewett? Perché i Weasley vivevano nella miseria se potevano contare sul patrimonio dei Prewett?
Sapeva che il patrimonio dei Weasley era finito nelle Camere Blindate della famiglia Malfoy secoli prima a causa di una disputa o una scommessa, Draco non era mai entrato nei particolari di quella storia né in questa linea temporale né in quella passata, ma era da lì che era nato l’odio tra le due famiglie.
Sapeva inoltre che Molly non era la persona migliore a cui lasciare dei soldi…quando i Weasley avevano messo le mani sul suo patrimonio combinato a quello dei Black e avanzando pretese persino su quello dei Malfoy riuscendo ad accaparrarselo, Molly aveva quasi sperperato mezzo patrimonio Black in un mese, e l'altra metà l’avevano consumata Ron e Ginny in meno di un mese…solo allora il signor Weasley si era deciso a tirare fuori la testa dal culo e ad imporsi su moglie e figli, dato che solitamente era tiranneggiato dalla donna.
Quindi era probabile che Molly avesse speso tutto per cose inutili, quella donna era veramente stupida.
In quel periodo lui e Draco si erano avvicinati moltissimo, l’amicizia che era nata era forte e anche la loro intesa e complicità.
Non vi era giorno che non ci provassi con Draco; era delizioso quando arrossiva, balbettava o urlava istericamente fintamente scandalizzato quando si prendeva qualche libertà in più.
Si trovavano praticamente ogni giorno sulle sponde del Lago Nero e stavano anche ore a parlare. Draco gli spiegava la società magica e le loro usanze, anche se sapeva che l’89% di queste erano state bandite proprio a causa di Dumbledore, ma sapeva anche che Draco col tempo gli avrebbe insegnato tutto quello.

Il tempo era passato in fretta ed il Samhain, più comunemente conosciuto come Halloween ormai, era arrivato…
Ovviamente nella scuola si festeggiava alla maniera Babbana, con grande disgusto dei purosangue o maghi tradizionali, poiché il Samhain era stato proibito ed erano costretti a rendere omaggio a quella notte di nascosto.
Tutto si svolgeva come nella sua prima vita…tranne che Draco era seduto con lui al tavolo Ravenclaw a spiegargli la festa tradizionale senza farsi sentire dagli altri studenti, di fronte a loro c'era Neville che oramai si sedeva sempre lì ed ascoltava Draco, aggiungendo qualche informazione di tanto in tanto, rivelandosi una buona fonte riguardo alle tradizioni antiche e in disuso. Sembrava che anche tra le famiglie della Luce ci fosse malcontento riguardo l’abolizione dell’Antica Religione che avevano dovuto abbandonare a causa del maggior ingresso di Nati Babbani nel Mondo Magico o almeno Dumbledore voleva farlo passare come un gesto di integrazione nella società Babbana e per facilitare quei maghi e quelle streghe che arrivavano da quell’ambiente in realtà fomentava solo odio e disprezzo per i Babbani e i Nati Babbani.
Solitamente anche Hermione sedeva con lui a Ravenclaw ma quella sera non era presente in Sala Grande. Ron l’aveva insultata alla fine della lezione di Incantesimi di quel giorno, come era accaduto la prima volta, solo che questa volta era intervenuto lui chiedendo ad Hannah e a Susan di seguire Hermione, suggerendo loro di passare la serata a Hunflepuff per conoscersi meglio e cosa c’era di meglio se non un pigiama party a base di dolciumi e schifezze del genere? Niente!
Infatti potevo tranquillamente percepire le ragazze riunite nel Dormitori del primo anno degli Hunflepuff e ciò mi faceva stare più calmo dato quello che sarebbe successo di lì a breve.
Spostando lo sguardo sul tavolo di Gryffindor notai con mio grande divertimento che Ron non era più seduto ad ingozzarsi di dolciumi a quanto sembrava la piccola pozione che aveva fatto accidentalmente cadere nel suo bicchiere prima di cena aveva agito costringendo il poverino ad una folle e disperata corsa verso il bagno più vicino…
Ad un certo punto il professore di difesa/ Voldemort è entrato e come da copione urlo; -TROLL! TROLL NELLE SEGRETE… io vi ho avvertiti-, e svenne in una maniera molto innaturale in mezzo alla Sala Grande.
Naturalmente con quelle parole aveva ottenuto l’effetto sperato ossia creare il panico tra gli studenti.
Dumbledore dovette far esplodere diversi petarsi viola dalla sua bacchetta prima di riuscire a ripristinare il silenzio.
-Prefetti -, tuonò. -riportate i ragazzi negli alloggi delle rispettive Case, immediatamente! -.
Draco si voltò terrorizzato verso di me. Il Dormitorio di Slytherin era nei sotterranei a molti poteva sembrare una piccola disattenzione da parte del preside vista la situazione ma lui sapeva bene che era tutto intenzionato, sperava probabilmente di liberarsi di un paio di studenti di Salazar per scatenare sicuramente polemiche da parte dei genitori.
-Stai tranquillo -, dissi prendendogli il volto tra le mani, carezzandolo, e espandendo la mia magia attorno a lui per calmarlo, cosa che mi riuscì benissimo sebbene il terrore era ancora dipinto nei suoi meravigliosi occhi. -Ascoltami bene, Draco -, continuai con voce calma. -Metti questo al collo, ti proteggerà nel caso dovessi imbatterti nel Troll mentre discendi nei sotterranei. Raggiungi Daphne, Blaise e Theo se starai affianco a loro l’amuleto proteggerà automaticamente le persone che ti stanno più vicine -, gli misi al collo l’amuleto in questione e lo sospinsi verso gli studenti del primo anno di Slytherin.
Lo vidi farsi strada a fatica verso i suoi compagni e richiamare vicino a sé con urgenza i suoi amici più cari, spiegandogli quello che gli avevo detto, indicando l’amuleto e poi me. Li osservai poco dopo seguire il Prefetto Emmaline Lockwood verso i sotterranei.
-Neville… -, chiamai il mio amico.
-Tranquillo non ho bisogno di amuleti -, disse mostrandomi un medaglione su cui era inciso l’emblema della famiglia Longbottom e sorridendomi leggermente. -Torno alla Torre. Hermione è sicuro e Tonks l’aggiornerà appena rientrerà a Hunflepuff. Se qualcuno me lo chiede dirò che ti sei allontanato prima dell’ingresso di Quirell-, fece allontanandosi nella calca e salutandomi con la mano.
Sorrisi, sembrava che la mia vicinanza stesse facendo uscire il vero carattere di Neville pian piano e questo non poteva che rendermi immensamente felice. Avevo bisogno di riavere quanto prima il Neville che aveva combattuto con coraggio e senza paura durante la Guerra, quello che si era battuto per farmi uscire da Azkaban.
Fischiettando mi avviai verso il bagno più vicino dei ragazzi, quello nei sotterranei, dove sicuramente si era rifugiato il caro Ron-Ron in seguito al mio piccolo tiro mancino.
Me lo immaginò seduto sul gabinetto, impossibilitato ad alzarsi con il Troll che lo sovrastava pronto a mangiarselo.
Risi. Avrei potuto benissimo lasciarlo morire, non vi era morte più ridicola di quella, ma non era ancora arrivato il suo momento e quell’idiota gli serviva vivo ancora per un paio d’anni.

Ron Pov’s

La scuola era iniziata da due mesi e le cose non potevano andare peggio di come stavano andando.
In principio ero sicuro della mia missione.
Dovevo avvicinare Harry Potter, farmelo amico e tenerlo distante dagli altri studenti. Proprio per questo a dispetto di come facevamo di solito il primo settembre si erano recati a King’s Cross per usufruire dell’entrata dei Mezzosangue e Nati Babbani per raggiungere il binario 9 e ¾ seguendo le indicazioni di Dumbledore.
Come ci era stato detto trovammo Harry Potter con facilità. Un ragazzino come molti altri, terrorizzato all’idea di andare a Hogwarts tutto solo.
Si era avvicinato a noi come mamma aveva previsto per chiedere informazioni per raggiungere il treno.
Avevamo fatto il primo passo avanti per una vita migliore aiutando quel quattr’occhi, ma avevo capito ben presto che le cose non sarebbero state così facili.
Fred e George lo avevano aiutato con il baule, indicandogli lo scompartimento in cui era seduto ma quando aveva provato ad entrare non vi era riuscito per qualche strana ragione.
Aveva visto entrare quel patetico Longbottom assieme a quella fastidiosa Nata Babbana e persino quel piccolo verme di Malfoy, ma per lui quella stupida porta aveva continuato a rimanere chiusa.
Frustrato aveva provato ad affiancarlo durante la traversata del Lago Nero, ma ancora una volta non era riuscito.
Sua madre e persino Dumbledore gli avevano assicurato che sarebbe finito a Gryffindor, come lui e la sua famiglia, e si era tranquillizzato avrebbe iniziato il suo piano una volta nel Dormitorio ma quel maledetto era finito a Ravenclaw!
Si era preso una strigliata da Dumbledore il giorno seguente, beccandosi la colpa del fatto che Potter fosse un maledetto Ravenclaw. Aveva quindi provato ad avvicinarlo lo stesso, ma gli era impossibile.
Potter aveva stretto amicizia con molti studenti provenienti da famiglie importanti o di spicco nella comunità e non lo vedevano di buon occhio. Era praticamente impossibile trovarlo solo per parlargli.
Quella secchiona della Granger e quel lombrico di Longbottom gli gravitavano attorno come satelliti, per non parlare di quel moccioso di Malfoy per cui Potter aveva un interesse strano.
E come se non bastasse tutto ciò sua madre lo tartassava di lettere. Alcune minacciose, altre piene di disperazione per la sorte della loro famiglia, altre ancora erano illeggibili per via dell’inchiostro colato a causa delle lacrime versateci sopra.
E naturalmente i gemelli non gli rendevano vita facile con i loro stupidi scherzi e nemmeno Percy che lo guardava sempre con disapprovazione, ma nessuno dei tre provava ad aiutarlo.
E ora persino il banchetto di Halloween era stato rovinato. Aveva dovuto abbandonare in fretta e furia la Sala Grande per rifugiarsi nel bagno più vicino, quello nei sotterranei, maledicendo tutti e quattro i Fondatori per la sua enorme sfiga.
Avrebbe sicuramente passato la notte su quel cesso.
L’improvviso fetore che gli giunse ale narici, un misto di calzini sporchi e di bagni pubblici non puliti da tempo, gli fece arrossare le orecchie per l’imbarazzo e pregò che nessuno entrasse in quel momento.
E poi lo udii: un cupo grugnito e i passi strascicati di piedi giganteschi.
Mi pulii velocemente e ritirai su i pantaloni. Aprendo un poco la porta del cubicolo mi ritrovai di fronte un Troll di montagna intento a far saltare in aria i lavandini.
Forse se avesse fatto piano piano sarebbe potuto sgusciare alle sue spalle e darsela a gambe. Scivolò fuori dal cubicolo pronto a darsela a gambe quando una voce lo blocco.
-Confringo! -.
Un raggio di luce azzurrina passo sopra la mia testa, rizzandomi i capelli sul collo e colpì in pieno quella del Troll facendola esplodere e prima che potessi fare alcun che mi ritrovai ricoperto di materia celebrare di Troll, che cosa insolita rimase in piedi anche senza testa.
Mi voltai a guardare chi mi avesse salvato la vita e mi ritrovai a fissare gli occhi verde smeraldo di Potter, animati da una strana e malata luce.
-Ehm… -.
-Tutto bene? -, domandò mentre il suo sguardo tornava limpido come sempre.
-Si, grazie -, dissi. -A parte che sono ricoperto di melma celebrare di Troll -.
Rise, -Si beh…scusa -, disse grattandosi il capo imbarazzato.
Mi sforzai di ridere anch’io, scuotendo il capo, -Mi hai salvato la vita poco importa se sono ricoperto di melma -...e me la sono fatta nei pantaloni, aggiunsi mentalmente.
Non potevo credere alla mia fortuna. Quella era la mia occasione per avvicinarmi a Potter e non potevo sprecarla di certo.
Un improvviso sbattere di porte e un gran rumore di passi obbligo sia me che Potter a sposare lo sguardo verso la porta.
Un attimo dopo, la professoressa McGonagall faceva irruzione nel locale, seguita da Snape e Quirell che chiudeva il terzetto.
Quirell lanciò un’occhiata al troll, emise un flebile gemito e si sedette rapidamente su una tazza del gabinetto tenendosi una mano premuta sul petto.
Snape si avvicinò al troll per studiarlo. La McGonagall guardava noi.
Non l’avevo mai vista tanto arrabbiata come in questo momento. Aveva le labbra livide.
-Che accidenti vi è passato per la testa? -, chiese la McGonagall con una furia glaciale nella voce. -Siete fortunati che non vi abbia ucciso. Perché non eravate nei vostri alloggi? -.
-Non mi pare che vi sia una regola che vieta di andare in bagno durante la cena -, ribatté Harry tranquillo. -Mi sono allontanato come credo anche il mio compagno di Gryffindor per necessità maggiore. Non è colpa nostra se ci siamo trovati questo bestione davanti pronto a farci a pezzettini -.
-Potter veda di non fare dello spirito non sono in vena -, sibilò la McGonagall. -In questo momento sono molto propensa a metterla in punizione per il resto dell’anno non peggiori la sua situazione -.
-Non peggiori lei la situazione professoressa -, ora Potter non aveva nulla del tono tranquillo di poco prima e anche il suo sorriso amichevole era sparito dal volto. -Una creatura che per quanto stupida di intelletto è catalogata come un pericolo a quattro stelle, si è introdotta in una scuola piena di bambini che dovrebbe essere uno dei luoghi più protetti e sicuri della nazione come pensa di spiegare tutto ciò al Concilio di Hogwarts quando riceveranno la mia lettera per l’ingiusta punizione da parte sua quando tutto ciò che ho fatto è stato difendere me e un mio compagno? -.
La McGonagall parve scioccata alle parole di Potter, ma infondo aveva ragione lui come diavolo c’era entrato quel Troll?
-Potter cosa hai usato per eliminare il Troll -, disse Snape improvvisamente.
-Confringo, signore -, disse Harry voltandosi verso il vecchio pipistrello.
-Come conosci quell’incanto? Se ben ricordo è studiato nel corso d’Incantesimi del quinto anno -.
-Il mio mentore lo stava studiando l’altro giorno e incuriosito gli ho chiesto cosa fosse quell’incanto. Me l’ha spiegato ed è l’unico incantesimo che mi è venuto in mente in questo momento, signore, non sapevo nemmeno se avrebbe funzionato devo dire che ho una fortuna sfacciata -.
Sorrise tranquillamente rivolto a Snape, che ricambiò quel sorriso con uno sguardo impassibile.
-Direi, Minerva, che dato che entrambi sono incolumi e che è chiaro che nessuno dei due sapesse del Troll di chiudere qui la faccenda -, disse Snape voltandosi verso la collega. -Il signor Potter non verrà punito e non invierà alcuna lettera al Concilio. Questa storia rimarrà interna alla scuola -.
-Va bene -, disse la McGonagall con un sospiro. -Signor Weasley torni a Gryffindor e anche lei signor Potter torni al suo dormitorio. Noi andremo a informare Dumbledore di quanto accaduto -.
Non me lo feci ripetere due volte. Salutai con un cenno Potter e mi affrettai verso la torre dei Gryffindor dove sicuramente i miei compagni stavano finendo di festeggiare Halloween.
Avrebbero fatto domande, sicuramente, e lui non era così pronto a dare risposte.
-Grugno di porco -, mugugnò davanti al ritratto della Signora Grassa, entrando.
Il tanfo che emanavo attirò subito l’attenzione degli altri studenti, che si voltarono a guardarlo fisso, prima di ridere.
Percy si fece strada, -Cosa cavolo ti è successo? -, domandò.
-Mi sono imbattuto nel troll, di cui non sapevo niente, e se non fosse stato per Potter sarei morto sicuramente -, disse Ron.
-Harry? Sta bene? -.
La fastidiosa voce della Granger s’intromise come sempre. Mi voltai a guardarla, pronto a risponderle male ma mi bloccai subito.
 
Hermione Pov’s

Entrare nel Mondo Magico non era stato come me l’ero immaginato.
Credevo, ingenuamente, che arrivando a Hogwarts avrei finalmente trovato il mio posto, invece la delusione era stata tanta.
Sin da primi giorni i miei compagni di corso e di Casa si sono comportati come facevano i miei vecchi compagni di scuola prima che scoprissi di essere una strega.
Mi isolavano, mi prendevano sempre in giro e mi facevano stupidi scherzi.
Ero fermamente convinta che avrei passato i sette anni seguenti completamente sola.
Poi però Harry dopo qualche giorno dall’inizio della scuola mi aveva cercato. Voleva studiare assieme a me in biblioteca.
Era stato un pomeriggio meraviglioso! Harry era così brillante e intelligente.
Con lui potevo parlare di diversi argomenti che fossero materie magiche o Babbane non importava lui era ricettivo e mi stimolava sempre durante i nostri dibattiti.
Alla fine del pomeriggio di studio si era scusato per avermi abbandonata, ma non conoscendo nessuno nel suo Dormitorio aveva voluto instaurare qualche rapporto con i compagni di camerata e soprattutto aveva speso quel tempo con il suo Mentore.
Harry gli aveva parlato talmente bene del suo Mentore che l’aveva spinta a cercarne uno anche lei. Sebbene era stata alla fine Evelyn Green a trovarla in lacrime in un bagno delle ragazze dopo che Ron Weasley l’aveva insultata.
Evelyn era come lei. Veniva da una famiglia di Babbani di cui lei era l’unica con poteri magici.
Era stata così gentile con lei sin da subito, convincendola anche che non dovevo solamente concentrarmi sugli studi ma anche sulle amicizie perché quelli erano anni unici che non sarebbero più tornati.
Così spinta dalle parole di Evelyn avevo cercato io la settimana seguente Harry chiedendogli di studiare assieme ancora.
Il ragazzo aveva accettato volentieri, con lui aveva portato anche i suoi compagni di camerata mentre io avevo coinvolto Neville.
Avevamo formato un buon gruppo di studio. Ognuno di noi eccelleva in una materia differente e potevamo esserci d’aiuto durante i compiti se qualcosa ci era poco chiaro.
Di comune accordo avevamo deciso di vederci ogni giorno per studiare assieme in biblioteca, unica zona in cui poteva stare per studiare anche se non era il massimo con Madame Prince che seguiva ogni tuo passo nella sala con sguardo duro e severo, rimproverandoti anche solo perché respiravi sopra i suoi preziosissimi libri.
Con mio grande stupore di giorno in giorno il nostro gruppo andava ad aumentare. Un pomeriggio si presentarono Draco Malfoy e alcuni suoi compagni di Slytherin in biblioteca, temendo che potessero aggredirci avevo stretto la mia bacchetta con forza sotto il tavolo pronta a difendere i miei nuovi amici, ma fortunatamente non eravamo arrivati a nulla del genere.
Erano stati invitati da Harry a partecipare al nostro gruppo di studio.
Quasi un mese dopo dalla formazione del nostro gruppo si erano unite a noi le gemelle Patil; Padma era compagna di casa di Harry, mentre Parvanti era una mia compagna di camerata.
Assieme a loro arrivarono anche Susan Bones e Hannah Abbott di Hunflepuff. 
Qualche volta a noi si aggiungevano Evelyn, Steven O ‘Callaghan, Tonks, Cedric Diggory e Samantha Lockwood.
Era così strano vedere dei ragazzi più grandi unirsi a dei primini per passare del tempo con loro e non mi riferisco solo ai momenti di studio in biblioteca. Più volte Tonks o Samantha si erano fermate con me a parlare nei corridoi.
Al nostro gruppo dall’inizio di novembre si era aggiunto con grande disappunto di molti anche Ronald Weasley, ma nessuno sebbene contrario aveva mai detto nulla a Harry, che era un po’ il nostro leader, tranne Draco, ma era stato messo a tacere dal morettino in poco tempo, sebbene gli avesse tenuto il broncio per giorni.
Ron spesso non sembrava il benvenuto nemmeno per Harry, e Ron spesso si vantava e rallentava tutto il gruppo per cose inutili.
Aveva spesso insultato altri studenti, guadagnandosi parole amare e sguardi di disgusto da noi altri.
Malfoy aveva iniziato a spiegare anche a me le tradizioni magiche, e mi aveva anche spiegato che erano state proibite perché le ritenevano offensive nei confronti Babbani… io non capivo il perché, stavano sopprimendo la loro cultura e questo è stata una delle cause della prima guerra... Prima le famiglie purosangue che odiavano babbani e nati babbani non erano tante, poi via via anche alcune famiglie mezzosangue hanno aderito a quel pensiero.
Draco gli aveva anche fatto aprire gli occhi sulla magia nera, le arti oscure non erano il male. La maggior parte di quelle etichettate come magie oscure (ad esempio magia del sangue o magia Elementare) nemmeno lo erano veramente ma il ministero le aveva messe fuori legge per interessi personali.
Aveva scoperto che esisteva la magia senza bacchetta, ma nessuno la insegnava qui, in effetti veniva insegnata regolarmente solo in Africa.
Aveva capito insomma che il mondo magico era corrotto, il preside e gli insegnanti non erano infallibili, i libri non dicevano sempre la verità, c'era tutta la sezione proibita da esplorare ma come diceva il nome era proibita.
Erano cambiate tante cose in poco tempo e non sapevo più cosa pensare, Draco, Harry e Neville erano diventati i suoi migliori amici.
Draco era sempre preoccupato poiché la famiglia Malfoy non approva "sanguesporco e traditori di sangue" come amici.
Lei non voleva perdere il suo amico, non gli piaceva vederlo giù, si era ripromessa di fare qualcosa per tirare su il morale di Draco, Draco amava le pozioni ma i Malfoy avevano una biblioteca che era forse superiore a quella della scuola quindi un libro non era un modo giusto, forse poteva regalargli qualcosa del mondo babbano, ma non crede avrebbe approvato, forse un album di fotografie, quelle magiche di muovevano, Harry gli aveva mostrato l'album che il preside gli aveva regalato il primo giorno di scuola, era fantastico, ma lei non aveva molte fotografie quindi era inutile.
Presto sarebbe arrivato il Natale, o come dicono nella cultura magica Yule, ed oltre al regalo per Draco doveva trovare regali per tutti, gli unici su cui era indecisa erano Draco, Harry e Hannah il resto aveva già in mente il regalo.
Forse avrebbe potuto festeggiarlo nella maniera classica magica per la prima volta, Harry sarebbe rimasto a scuola per Natale e Draco aveva deciso di rimanere per fargli compagnia e aveva sentito che volevano provare a fare la cerimonia tradizionale nascosti da qualche parte.
Si avrebbe scritto ai suoi genitori che sarebbe rimasta lì per Natale.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189


L'ULTIMO DONO DELLA MORTE
decimo capitolo
 
Dumbledore Pov’s

Dopo l’episodio del Troll all'interno della scuola per tutto il mese di novembre non era successo niente di rilevante.
Alla fine il mio piano di avvicinare il giovane Harry ai Weasley sembrava aver funzionato. Nell’ultimo mese l’ho visto molto più vicino a Ron Weasley e qualche volta anche in compagnia dei gemelli nonostante ciò continua a frequentare molti studenti che è meglio che eviti accuratamente in particolar modo Malfoy, Longbottom e Abbott.
Dovrò fargli un discorsetto durante le vacanze natalizie, magari dopo avergli dato il Mantello dell’Invisibilità come dono per Natale, cercando di allontanarlo da certe persone che ha iniziato a frequentare. Dovrò studiare bene il discorso da fargli.
Prendo una boccata dalla mia pipa ascoltando vagamente i resoconti del corpo insegnanti che discutono del rendimento degli studenti per poter mandare un prospettivo di media alle famiglie prima dell’inizio delle vacanze.
Come di consuetudine abbiamo iniziato dal settimo anno per andare a ritroso sino ad arrivare agli studenti del primo anno, in ordine alfabetico discutiamo di ognuno dei quaranta primini di quest’anno.
Finalmente passiamo a parlare di Potter, voglio vedere come va il piccolo Ravenclaw, spero che non sia troppo bravo, fortunatamente mi sono premurato di rendere i corsi in questa scuola praticamente al livello base con il benestare del Ministro in quanto non vuole di certo che i giovani pensino con la loro testa e che abbiano idee proprie.
-Direi che iniziò io -, afferma il piccolo Flitwick, seduto su una pila di cuscini per farsi vedere bene dal resto degli insegnanti, sfogliando le pagine del registro degli studenti del primo anno fermandosi sulla scheda di Harry. -Dunque Harry ha superato ogni mia aspettativa in Incantesimi. Ha sicuramente ereditato il talento della madre che eccelleva nella mia materia sono propenso a spingerlo per seguire i corsi di approfondimento durante il terzo anno -.
-Non pensi che sia un po’ prematuro, Filius? -, domandai guardando il piccolo ometto. -Insomma passare al Secondo Livello di Incantesimi al terzo anno…non vorrei che gli mettesse addosso troppa pressione. Potrebbe passare al Secondo Livello al quinto anno… -.
-Con tutto il rispetto, preside, credo che la generazione di Harry abbia dei buoni elementi per poter creare prima del tempo classi di Secondo Livello per più materie -, fece Flitwick serio. -Comunque è solo una mia idea. Né parlerò con i ragazzi quando sarà il momento per ora posso dirvi che Harry ha superato tutti i test e le interrogazioni con il massimo dei voti -.
Mi carezzai la lunga barba pensieroso. Avrei dovuto fare di tutto per evitare la creazione delle Classi di Secondo Livello alla fine del secondo anno di Harry.
-Come c’era d’aspettarsi il signor Potter è un talento naturale in Trasfigurazione come tutti i Potter che l’hanno preceduto in questa scuola -, disse la McGonagall sistemandosi gli occhialetti e tenendo lo sguardo sulla scheda del ragazzo. -Se continua così al quinto anno sarà già pronto per provare a diventare Animago, forse anche prima, ma è tutto incerto. Prima non ho voluto dire nulla ma sono concorde con Filius sul creare un Secondo Livello in Trasfigurazione -.
Sbuffai una boccata di fumo per nascondere il mio malcontento. Harry si stava rivelando molto più in gamba di quanto aveva previsto. Era stato proposto da due insegnanti la creazione delle classi di Secondo Livello già dal terzo anno, se ciò fosse davvero accaduto, cosa che purtroppo non dipendeva solo da me ma anche dal Concilio di Hogwarts, al quinto anno sarebbero passati al Terzo Livello che non capitava dai tempi in cui vi era Armando Dippett al mio posto.
-Potter contro ogni mia previsione riesce a portare a termine tutti i compiti assegnati. È molto meccanico nella distillazione delle pozioni e segue scrupolosamente le istruzioni datagli dal libro di testo, ma è molto ferrato nella teoria della materia -, stava dicendo Snape in quel momento. -Ha voti molto buoni, ma non raggiungerà mai l’eccellenza-.
In Storia della Magia è un ottimo studente, attento e ligio. Uno dei pochi visto l’insegnante che si ritrovano.
La Sprout non ha fatto altro che elogiarlo nella sua materia, quasi quanto il suo nuovo pupillo aggiungendo che molte volte al di fuori delle ore scolastiche si è presentato alle serre assieme a Longbottom per aiutarla con la raccolta degli ingredienti per le pozioni. Indirizzerà entrambi ad entrare nei Giardinieri, un piccolo club di Erbologia praticamente innocuo.
-Sono sicura che il fiore all’occhiello dei miei ragazzi -, squittiva estasiata la donna tarchiata dalla sua postazione.
Quirell non si è prodigato in chi sa quali complimenti o elogi, ma era chiaro che provasse ammirazione per il giovane che naturalmente anche con un programma ridicolo come quello di Difesa Contro le Arti Oscure eccelleva.
La professoressa Sinistra era un po’ delusa dal ragazzo. Aveva una media altalenante nella sua materia e per tenerlo concentrato dove sempre rendere la sua materia interessante ai suoi occhi.
Aveva infatti capito che il ragazzo era affascinato dai misteri e quando gli aveva parlato dell’enigma dei Dogon durante la lezione su Sirio, era riuscita ad attirare finalmente la sua attenzione più completa.
Dire che sono sorpreso e dire poco. Il piccolo Ravenclaw era al di sopra degli standard persino per uno membro della sua Casa.
Sono curioso ma anche timoroso su ciò che possa scegliere al terzo anno come materie facoltative inoltre ciò che hanno in mente alcuni membri del mio staff mi ha dato non poche preoccupazioni.
È anche vero che le materie facoltative non sono poi questo granché, sono state scelte appositamente
Sono sicuro che non sceglierà mai Babbanologia, poiché essendo lui cresciuto tra i Babbani quella materia è completamente inutile visto poi il programma che ho stilato personalmente e tocca tutti argomenti mediocri come l’uso di una televisione o di un telefono. Qui non si parla realmente della cultura Babbana, ma li si dipinge come persone indifese e innocue.
Antiche Rune e Aritmanzia sono invece materie pericolose e portano con sé troppa conoscenza.
Le materie a cui dovrò indirizzarlo magistralmente sono Divinazione, materia innocua e totalmente inutile per chi è privo del Dono, e Cura delle Creature Magiche, che verrà affidata ad Hagrid in seguito al pensionamento dell’attuale insegnante così da rendere inutile anche quella materia.
Vi è anche Alchimia, ma essendo io l’insegnante di quella materia, rimarrebbe deluso poiché per accedervi bisogna avere l’eccellenza in tutte le materie ed essere invitati da me a prendervi parte. Sino ad ora non vi è mai stato un numero di studenti adatto a creare una classe e continuerà ad essere così sino a che avrò vita.
L’Alchimia è una branca della magia troppo pericolosa per qualcuno che si vuole manipolare a piacimento e non sono così stupido da consegnare nelle sue giovani mani tutto quel potere.
 
 
Harry Pov’s

Ieri sera prima che le vacanze di Natale/Yule abbiano inizio i prefetti hanno annunciato i club e la possibilità di farsi un amico di penna.
Dopo natale/yule potevamo iscriverci ai club della scuola, cosa che nella mia prima vita ho scoperto solo al quinto anno grazie ad Hermione, ma allora nessuno mi sembrava interessante;
C'era quello di musica, canto e teatro tenuto dal professor professorFlitwick, quello di arte tenuto dalla professoressa Sinistra, quello di buone maniere della professoressa Vector, quello di ballo tenuto dalla professoressa McGonagall e madama Hooch, quello di letteratura e poesia di madama Prince.
Ovviamente poi c'era il Quidditch gestito sempre da madama Hoock.
Avevo intenzione di iscrivermi a quello di arte e quello di buone maniere ed il prossimo anno mi sarei iscritto a quello di letteratura e avrei fatto i provini per il Quidditch, madama Hoock era sempre a dirmi di quanto ero bravo e quanto sarei potuto diventare importante per la squadra Revenclaw.
Avevo intenzione di dire ad Hermione e Neville dei Club, sapevo che i loro prefetti se ne sarebbero scordati.
I Club che non erano attivi ma esistevano erano quello di duello e quello di pronto soccorso poiché nessun docente li supervisionata, era un vero peccato poiché erano entrambi interessanti e molto utili in futuro.
Poi c'è arano mansioni di altri club che erano esistiti ma erano personali di un docente ( esempio lo Slug Club di Horace E. F. Slughorn) e in questo momento l'unico era "i giardinieri" gestito dalla professoressa Sprout.
Sapevo già che nel club di buone maniere c'era l'intera casa Slytherin e metà della Revenclaw, qualche Hunflepuff e zero Griffondor, anche se si iscriveva solo il primo anno poiché più di un club questo erano lezioni di buone maniere, comportamento, portamento, moda, e tradizioni da sfoggiare in pubblico.
Al club di arte invece partecipavano veramente poche persone.
Ai club in generale partecipavano poche persone, come partecipavano poche persone all "amico di penna" con altre scuole, queste cose non erano pubblicizzate e non contavano come M. A. G. O. o G. U. F. O. , davano solo un riconoscimento formativo ( che comunque veniva preso in considerazione fuori dalla scuola quando cerchi lavoro ) che però molti sottovalutavano.
Avrei potuto anche scrivere a studenti stranieri, sicuramente avrei scritto a Viktor e Fleur… poi avrei convinto Hermione a scrivere a qualcuno di Uagadou, Neville sarebbe sicuramente interessato alla scuola brasiliana di Castelobruxo (famosa per cura delle creature magiche ed erbologia) poi avrei potuto scrivere a Demetrio Tancredi Ballati, purosangue studente di una scuola delle tre rose in Italia di solo un anno più grande di me, in futuro sarebbe diventato un famosissimo medimago e pozionista.
Purtroppo potevo scrivere a solo 2 persone… Fleur ed io non avevamo molte cose in comune, ma lei e Draco sarebbero andati d'accordo, quindi io avrei scritto a Ballati e Victor e comunque tenuto un occhio su Fleur.
Con Hermione avrei trovato comunque vada un potente alleato capace di fare magia senza bacchetta e trasformarsi in animagus o avere comunque molte conoscenze nella trasfigurazione umana ( le scuole per farsi "amici di penna" erano la russa Koldovstoretz, la nord europea Durmstrang, la francese Beauxbatons, l'africana Uagadou, la brasiliana Castelobruxo, le americane Ilvermorny e Istituto delle Streghe di Salem, la giapponese Mahoutokoro e l'italiana Scuola delle Tre Rose; le altre scuole del mondo non erano in contatto con Hogwarts ).

Passeggiavo per la scuola quasi ogni giorno e tutti quei ritratti mi avevano fatto venire in mente un idea: avevo intenzione di prendere i vecchi ritratti di famiglia. Ricordavo che erano nella casa, il ritratto di suo nonno Felamont e di sua nonna Euphemia Baskerville, poi i suoi bisnonni Henry e Anastasia Felamont.
Ricordavo anche il ritratto di Ralston Potter e di sua moglie Elisabeth Lestrange (il ritratto di "zia" Eli era con lo sfondo verde e la cornice argento, lei teneva una spilla con lo stemma della sua famiglia natale appuntata sul petto) 
Da ricordare anche i vecchi ritratti di Hardwin Potter e sua moglie Iolanthe Paverell ( era la nipote di Ignotus Paverell, il primo possessore del mantello, lei portava al collo il simbolo dei doni della morte ed era molto raro sentirla parlare, di solito fissava le persone con i suoi occhi neri mettendo tutti in soggezione) e infine Linfred di Stinchombe (famosissimo pozionista, padre di Hardwin) e sua moglie Magenta Prewett da cui aveva avuto origine la stirpe Potter.
La famiglia Potter aveva cambiato cognome poiché Linfred era stato rinnegato dalla sua famiglia d'origine e non potendo ne usare il suo cognome ne quello della moglie usó il nome del suo negozio.
Da ricordare anche il ritratto del piccolo Licorus Potter, il figlio di zia Dorea (Black) e zio Charlus ( fratello di Henry), che morì solo all'età di 5 anni.
Mi ricordavo di zio Cha e zia Dorea, erano vecchi, avendo perso loro figlio avevano viziato suo nonno e suo padre ed erano pronti a viziare pure lui. Dorea era in una posizione scomoda, era rimasta in buoni rapporti con la famiglia Black e viziava tutti i suoi nipoti ( Sirius, Regulus, Bellatrix, Andtromeda e Narcissa ) e aveva anche aiutato Andromeda con sua figlia, Ninfodora, quando era piccola.
Purtroppo Dorea e Charlus morirono in un attacco a Diagon Alley qualche mese prima della tragedia di Halloween, erano nel posto sbagliato al momento sbagliato, ricordava che suo padre doveva andare a ritirare i loro ritratti, quindi da qualche parte saranno.
Poi c'era anche il ritratto dell'altro fratello di Henry, Marcus e di sua moglie Ida Malfoy (erano due ritratti molto piccoli, ritraevano loro due molto giovani con le loro divise scolastiche, Gryffindor e Slytherin, Marcus e Ida infatti si erano sposati in segreto e poi erano morti nel tentativo di scappare, erano troppi giovani per morire, solo 17 anni) 
Avrei voluto avere tutti questi ritratti per sentire la mia famiglia vicino, magari avrebbe potuto commissionare il ritratto dei suoi genitori, sapevo che per animare un ritratto serviva un po' di sangue ( era una delle poche magie di sangue ancora consentite) sperava solo che il suo andasse bene.
Sapevo che di tutti i ritratti Potter ne esistevano più copie, una a Potter Manor ed una nella residenza Potter di quegli anni.
Sapevo anche che Ida Malfoy aveva un posto anche a Malfoy Manor, Henry e Ralston avevano copie nel ministero (essendo ex ministri della magia) e Dorea aveva sicuramente una copia in qualche casa Black (era la nipote di Phineas Nigellus Black, zia di Walburga, Alphard e  Cygnus e non era mai stata rinnegata) questi posti potrebbero rilevarsi molto utili in futuro.
Dai miei ricordi di bambino sapevo che anche la famiglia Felamont si era estinta con loro, volevo sapere esattamente la sua eredità e se qualcuno ci aveva messo le mani.
Avevo deciso! Nelle vacanze di Natale/Yule sarei andato dai Goblin a chiedere sia sui ritratti che sui suoi averi ed anche su tutte le cose che erano a Godric Hollow.
Sapevo già che il Mantello ed altre cose le aveva A. P. W. B. Dumbledore ma speravo che qualcosa la avessero i Goblin della Gringott.

Durante le vacanze avrei dovuto fare un sacco di cose, restando comunque a scuola: fare amicizia con i gemelli e Lee, andare alla Gringott, scrivere ai suoi amici di penna, convincere Neville, Draco ed Hermione a scrivere e infine festeggiare alla maniera tradizionale nascosto da qualche parte (pensava la stanza delle necessità) con Draco ed Hermione 
Stasera ho un incontro col preside, sicuramente avrà intenzione di fare la sua "prima mossa" per controllarmi visto che il resto è fallito.
 
Pov's Dumbledore

Ho dovuto cambiare i piani, non posso aspettare fino Natale per parlare con Harry, devo staccarlo da Malfoy, Longbottom e Abbott al più presto, non posso staccarlo dai suoi compagni di casa ma potrei rendere la collaborazione fra Slytherin, Hunflepuff e Ravenclaw molto difficile dal prossimo anno scolastico per sicurezza.
Il giovane Potter si siede di fronte a me -goccia al limone?- su cui ho versato una versione diluita  del vritaserum mischiata alla pozione della pace e un leggerissimo filtro d'amore - no grazie - peccato, lo avrebbe fatto fidare e aprirsi a me.
Metto via le caramelle drogate e assumo la mia solita aria da nonno amorevole - allora Harry, ragazzo mio, come va il tuo tempo a scuola? Ti sono piaciuti gli album di fotografie che ti ho regalato i mesi passati? -
- Tutto bene professore, sto cercando di prendere il massimo in tutte le lezioni, almeno non sarò un peso per la mia famiglia da adulto… - quindi tutto questo amore per lo studio deriva dalla sua famiglia abusiva… il ragazzo è molto insicuro e lo nasconde sotto la conoscenza -… per l'altra domanda… non avevo mai visto i miei genitori, metà delle foto sono con persone a me sconosciute, tranne una di mia madre nel suo primo anno seduta accanto al professor Snape, era amico di mia madre? Poi altre foto di mia madre con la mamma di Neville ed una foto di un club scolastico dove c'era sempre il professor Snape e il padre di Draco; Nelle foto ritraenti mio padre invece ci sono sempre altri tre ragazzi, non so chi sono, devono essere suoi amici, ed in altre foto c'è il padre di Neville… sa preside io non avevo mai visto foto dei miei genitori, mia madre era veramente bellissima, purtroppo nessuno mi ha mai parlato di loro- sospira -prima di alcuni professori ma parlano più che altro a livello accademico che caratteriale-
- purtroppo mio caro ragazzo anche io posso risponderti solo a livello accademico; per quanto riguarda il professor Snape e tua madre, erano stati amici per qualche anno ma l'amicizia non è durata a lungo quindi non credo lui abbia molte informazioni su di lei- lui fa una faccia triste sposta lo sguardo verso terra - capito- mi dice dopo un sospiro con una voce talmente bassa che quasi non lo sento.
- Non rattristarti i tuoi genitori erano ottimi alunni ed ottime persone , entrambi Griffondor molto coraggiosi che sono morti per te e per il lato della luce - lui mi fa un piccolo sorriso sempre triste.
- Ragazzo mio ho notato che passi molto tempo con Malfoy- - si professore, Draco è il mio migliore amico- ora mi sorride - non posso fare a meno di essere preoccupato per questa tua frequentazione, ho notato che sei stato introdotto ad alcuni suoi amici, tra cui Nott, devi sapere che le famiglie Malfoy e Nott sostenevano Voldemort, ne Lucius Malfoy ne suo padre Abraxas sono stati incarcerati ma entrambi portavano il marchio nero, mentre il padre del signor Nott è attualmente in carcere, sua madre è morta, quindi è stato cresciuto dal nonno che sostiene apertamente gli ideali oscuri anche se non è stato incarcerato- vediamo cosa dirà di questo.
Harry si morde il labbro e poi - Draco e Theo non sono i loro padri!!! Loro non sostengono Voldemort!!! Loro sono buoni e non farebbero mai del male a nessuno!- - ragazzo mio, loro non sono persone fra le migliori compagnie che puoi trovare qua ad Hogwarts.
Buone amicizie sono i Weasley, è una famiglia della luce di sani principi, ho notato che ultimamente passi tempo con il piccolo Ronald, il prossimo anno arriverà a scuola anche la piccola Ginevra, una ragazza adorabile.- il ragazzo si morde il labbro e guarda per terra, il seme del dubbio sulla famiglia Malfoy è stato piantato, i Weasley penseranno al resto.
-puoi andare ragazzo mio è tardi non voglio farti violare il coprifuoco, a presto- -a presto preside, grazie di tutto-
 

Pov’s Harry

-Signor Potter? Il signor Ranfuk è pronto a riceverla –
Mi alzai dalla poltroncina su cui mi ero seduto mentre attendevo che il Goblin incaricato di sovraintendere il denaro della famiglia Potter fosse pronto a ricevermi.
Recarmi a Diagon Alley non era stato semplice. Essendo minorenne avrei dovuto avere un permesso scritto dai miei tutori per lasciare la scuola per un giorno e sicuramente né zia Petunia né zio Vernon avrebbero mai firmato tale foglio.
Fortunatamente era stato semplice falsificare le loro firme e presentare il foglio a Flitwick quel mattino, che mi aveva dato il suo benestare per quell’uscita. Avevo scelto questo particolare giorno perché sapevo che Dumbledore non era presente a scuola e non mi avrebbe ostacolato come fa da quado sono entrato nel Mondo Magico.
-Buongiorno signor Potter -, disse Ranfuk accogliendomi nel suo studio.
-Buongiorno a lei, Mastro Ranfuk -, dissi a mia volta. -Vorrei cogliere l’occasione di questo incontro per augurarle un Buon Anno di Gloria e Prosperità in vista della fine dell’anno -, dissi.
Ranfuk mi lanciò uno sguardo sorpreso. Di certo non si aspettava che un mago, per di più un ragazzino, fosse a conoscenza che in quel giorno ricadeva la fine dell’anno per il calendario Goblin e che conoscessi la frase di rito che si scambiavano gli uomini di tale razza durante tutto il giorno.
-Le auguro Buon anno di Gloria e Prosperità anche a lei, signor Potter -, disse il Goblin, prima di indicare la poltroncina posta di fronte la grossa e massiccia scrivania, dietro cui si sedette. Intrecciò le lunghe dita e mi osservo con attenzione con quei suoi avidi occhi gialli. -Sono stato molto sorpreso di sapere della sua richiesta d’incontro, signor Potter, ero convinto che ci saremmo incontrati solamente al compimento della sua maggiore età quando le avrei fatto prevenire l’avviso del passaggio di eredità -.
-E probabilmente sarebbe stato così, Mastro Ranfuk, ma vede durante la mia prima visita nella filiale un suo collega mi ha parlato della famiglia di mia nonna, i Baskerville, di cui sono erede, giusto? -, domandai.
-Esattamente -, annuì Ranfuk. -Lei è diventato erede del patrimonio Baskerville in seguito alla morte dell’ultimo discendente diretto, Artemius Baskerville, fratello di sua nonna, morto quindici anni fa. Il patrimonio è passato prima a suo padre, James Potter, in seguito alla sua morte è passato a lei -.
-È tutto? -, domandai ben sapendo che non era così.
Fanfuk mi osservò per qualche minuto prima di alzarsi e avvicinarsi a una grossa libreria dove erano sistemati ordinatamente i libri mastri delle famiglie che seguiva.
Né prese uno piuttosto piccolo e tornò a sedersi, poggiandolo sulla scrivania, -Questo, signor Potter, è il resoconto dell’ammontare del suo patrimonio e delle sue proprietà. Per andare nello specifico però dovrà aspettare la sua maggiore età -, disse, aprendolo alla prima pagina. -Ad oggi, signor Potter, lei è l’unico erede delle famiglie Potter, Baskerville, Paverell e Fleamont. Non posso rivelarle l’ammontare esatto del suo patrimonio, ma posso dirle che lei è il mago più ricco dell’interna Inghilterra e dispone di un numero complessivo tra le quaranta e le cinquanta abitazioni appartenenti a tutte e quattro le famiglie. Ha diverse entrare annuali grazie alle invenzioni di suo nonno, Fleamont Potter, riguardanti alcune pozioni. Grazie alla famiglia Baskerville fondatrice della Casa delle Scope Volanti lei riceve una percentuale per ogni scopa venduta con il suo marchio sia nel paese che all’estero. Dai Paverell riceve una rendita mensile per aver ceduto, circa due secoli orsono, la coltivazione di seta d’acromantula estremamente rara, mentre dai Fleamont le viene versato una specie di stipendio mensile dal Concilio amministrativo della Stardust Society, fondata dal suo prozio Artemius, che si occupa della creazione di quadri animati e di cui ha il completo monopolio in tutto il paese e di cui prenderà le redini con la sua maggiore età -.
Dire che ero sorpreso era dire poco, naturalmente. 
-Naturalmente ha diverse quote in altre diversi investimenti. Seguendo le indicazioni di suo padre, James, che era un abile giocatore di borsa e aveva un gran fiuto per i buoni affari, abbiamo investito una piccola parte di ogni matrimonio in investimenti sicuri sia nel Mondo Magico che in quello Babbano -, continuò sciorinando informazioni su informazioni il Goblin.
-Capisco -, dissi, appoggiandomi contro lo schienale. -Avrei una domanda, Mastro Ranfuk, se volessi ottenere l’emancipazione cosa dovrei fare? -, domandi.
-Attendere il suo quattordicesimo anno di vita, signore -, disse il Goblin, sorridendo ferino. -Appigliandoci ad alcune leggi vecchie di secoli possiamo renderla maggiorenne con un anticipo di ben quattro anni. Sarà un lavoro lungo e costoso -.
-Immagino -, dissi. -Prelevate il denaro necessario dalla mia volta personale e date il via alle pratiche -, ordinai.
-Lo consideri fatto -, replicò. -Vuole sapere altro? -.
-In effetti si -, dissi. -Sono a conoscenza del fatto che la casa in cui vivevo con i miei genitori è ora sotto la giurisdizione del Ministero della Magia che l’ha dichiarata patrimonio ministeriale, ma vi sono oggetti personali, come i quadri dei miei nonni, che vorrei riavere sa come posso riaverli? -.
-Denunciando il Ministero -, disse il Goblin. -In quanto non avevano alcun diritto di sottrarle l’abitazione e di dichiararla patrimonio ministeriale senza il suo consenso. Naturalmente faremo tutto in modo tranquillo senza alzare un polverone inutile, se lo desidera -.
Ci pensai su prima di rispondere, -Se non le dispiace potrebbe prima introdurre all’ufficio di competenza una richiesta di prelievo dei miei effetti personali? Se non otterremo risposta positiva le do piena autorizzazione per denunciare il Ministero e non vi è bisogno di tenere nascosta la cosa. Voglio proprio vedere cosa penserà la Comunità Magica se dovessero scoprire che il Ministero mi priva dei pochi oggetti che mi rimangono della mia famiglia -, dissi con un finto tono triste.
Ranfuk comprese subito la mia linea di pensiero e mi sorrise ferino, -Come desidera, signor Potter, la terrò aggiornata sulla questione -.
-Prima di lasciarla, Mastro Ranfuk -, dissi estraendo dalla tasca del mio mantello una lista di nomi e porgendogliela. -Questi sono i nomi di alcuni soggetti ritratti in quadri animati che vorrei avere se fosse possibile. So che essendo minorenne non posso accedere a nessuna delle mie proprietà, ancora, ma forse lei può aggirare l’ostacolo e recuperarli per me? Naturalmente pagherò per il disturbo -.
-Si può fare -, disse Ranfuk. -Le farò pervenire i quadri entro fine settimana col suo permesso preleverò dalla sua camera la somma necessaria per questo lavoro pari a cinquecento galeoni -.
-Faccia pure -, dissi.
Infondo entro tre anni avrei avuto accesso a tutte le mie volte che quelle spese non mi pesavano affatto, anzi le ritenevo necessarie per il proseguimento dei miei piani.
-Allora la saluto, Mastro Ranfuk -.
-Arrivederci, signor Potter, e a presto -, disse inchinandosi dopo avermi accompagnato alla porta del suo ufficio.
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189
 
L'ULTIMO DONO DELLA MORTE
undicesimo capitolo
 
Pov’s Neville

Le vacanze di natale era cominciate da appena un paio di giorni e ancora non riuscivo a capacitarmi di come fosse volato in fretta il tempo da quando la scuola era iniziata e di quanto ero cambiato in questo periodo.
Se ripenso a com’ero timido e impacciato al principio provo un po’ di vergogna per la persona che sono stato.
E pe questo cambiamento dovevo solo ringraziare Harry.
Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, Colui che ha Sconfitto Tu-Sai-Chi e altri mille nomi che gli sono stati dati da quando aveva poco più di un anno.
Dire che ero intimorito dalla sua figura è un eufemismo. Mia nonna durante tutta l’estate che aveva preceduto l’inizio della scuola mi aveva tormentato affinché avvicinassi Harry per sapere le sue intenzioni riguardo l’alleanza tra le nostre famiglie.
Mi ripeteva che se non avessimo adempiuto ai nostri doveri come Eredi delle nostre famiglie avremmo gettato disonore sui nostri antenati, almeno io l’avrei fatto sicuramente Harry vista la sua posizione all’interno dell’Alta Società Magica non avrebbe avuto nessun danneggiamento a nostra differenza.
Non volevo deludere ancora una volta mia nonna, che si era presa cura di me sin da quando ero un infante, ma ero fermamente convinto che non sarei mai riuscito ad avvicinare Harry per parlargli dell’alleanza tra le nostre famiglie e del patto che avremmo dovuto sugellare a quattordici anni in segno di impegno verso quell’antico contratto magico stipulato dal primo Longbottom e dal suo più caro amico, il capostipite dei Potter.
Di certo non mi sarei aspettato che fosse proprio Harry a parlarmi dell’alleanza. Era stata già una fortuna fare il viaggio con lui in treno e quando l’avevo visto andare a Ravenclaw avevo dato per nulle le mie speranze.
Invece un pomeriggio di settembre, finita la nostra solita riunione di studio, mi aveva fermato per parlarmi dell’alleanza le nostre famiglie, scusandosi per non averne saputo nulla sino a quel momento e promettendomi di sugellare di nuovo la nostra alleanza.
Ero quasi scoppiato in lacrime in seguito alle sue parole, ma avevo mantenuto il contegno che si richiedeva dal mio rango.
L’avevo ringraziato e gli avevo detto che il patto sarebbe stato sugellato al compimento dei quattordici anni di entrambi e per curiosità gli chiese come avesse saputo della nostra alleanza.
-È stato Draco a parlarmene -, aveva detto Harry, sorridendo. -Quando ha capito che non so praticamente nulla sul Mondo Magico e ancor meno sulle tradizioni della mia famiglia… -, rise. -Mi ha dato dell’ignorante e mi ha tirato addosso il libro di Pozioni. E ha deciso che mi istruirà sulle tradizioni -.
-Posso aiutarti anch’io se vuoi -, avevo detto spinto da un moto di coraggio. -Conosco molto bene la storia delle nostre famiglie. Mia nonna mi ha istruito sin da bambino e conosco diverse tradizioni della tua famiglia -.
-Sarebbe fantastico! -, aveva esclamato rivolgendomi un sorriso grato.
Avrei dovuto essere io grato a lui e soprattutto a Draco per avergli parlato delle alleanze tra famiglie magiche compresa quella degli Abbott e dei Potter. Ricordavo ancora come Hannah aveva pianto di sollievo quando Harry le aveva ripetuto la stessa promessa fatta a me, la formula di rito che viene recitata a quest’età solitamente davanti ai Capifamiglia per riconfermare l’impegno nell’alleanza tra le famiglie.
Hannah aveva scritto subito ai genitori per informarli delle novità. Lord Abbott aveva risposto alla figlia informandola che il riturale si sarebbe tenuto al loro quattordicesimo anno di vita e concludeva la lettera con un invito informale per Harry nella loro dimora per l’estate, aggiungendo che avrebbe inviato loro alcuni diari della famiglia Abbott che parlavano di eventi in cui i Potter erano stati al loro fianco per far comprendere meglio loro cosa significava un’alleanza tra famiglie magiche.
Io invece avevo preferito aspettare di tornare a casa per informare mia nonna e mio zio Harfang.
Era stata la prima cosa che avevo detto alla nonna appena entrato in casa. La felicità che si era dipinta sul suo volto era qualcosa d’indescrivibile e venire abbracciati dalla donna con tale calore mi aveva lasciato scombussolato in modo piacevole.
Mia nonna non era mai stata un tipo affettuoso nei miei confronti non perché non mi amasse, ma perché voleva che diventassi un uomo forte e di cui essere fiera ogni giorno.
Zio Harfang mi aveva confidato che non vedeva la nonna così felice da anni, probabilmente da prima che i miei genitori finissero ricoverati al San Mungo. 
La casa sempre così silenziosa si era animata di vita in quei giorni. Nonna aveva deciso di organizzare una riunione della famiglia Longbottom e di festeggiare Yule secondo le tradizioni.
I miei parenti si congratulavano con me. Mio zio Algie, fratello di mia nonna, aveva ritenuto, assieme a zio Harfang, che era giunto il momento per me di venire addestrato ai duelli magici.
Le prime lezioni erano state un disastro assoluto e il motivo era la mia bacchetta o per meglio dire la bacchetta di mio padre.
Non era adatta a me e anche nonna l’aveva compreso durante le mie sessione di allenamento per questo mi aveva consegnato un borsello di monete invitandomi ad andare a Diagon Alley per comprare una bacchetta adatta a me.
Per questo mi trovavo davanti alla vetrina di Olivander quel mattino.
Mi passai una mano tra i capelli, guardandomi attorno distrattamente. La via era affollata di persone che facevano gli ultimi acquisti per Natale.
-Ehi, Neville! -.
La voce di Harry mi strappò dai miei pensieri. Voltandomi mi ritrovai il mio migliore amico a qualche passo da me.
Lo osservai attentamente. Senza la divisa scolastica e con indosso abiti adatti al suo rango poteva apparire come un normalissimo rampollo di una famiglia Purosangue, ma il medaglione d’argento che portava al collo con inciso il blasone dei Baskerville, e l’anello all’indice sinistro con il blasone dei Fleamont e l’altro anello all’anulare destro con quello dei Potter, urlava a gran voce a tutti coloro che lo incontravano che lui era l’Erede di tre tra le più antiche famiglie Purosangue d’Inghilterra e che compiuta la maggiore età sarebbe divenuto Capofamiglia e avrebbe seduto nel Wizengamot.
-È molto che aspetti? Ci ho impiegato molto più tempo di quello che pensavo alla Gringott -, disse passandosi una mano tra gli scompigliati capelli neri come era sua abitudine fare e permettendomi così di vedere l’orecchio d’argento bianco che portava al lobo destro con il blasone dei Paverell.
Si stava comportando in maniera impeccabile portando addosso i blasoni delle famiglie di cui era erede. Aveva accuratamente scelto quali monili indossare e stava mettendo in pratica gli insegnamenti di Draco e miei su come comportarsi in pubblico.
Fortunatamente da dopo le vacanze natalizie sarebbero partiti i club e Harry avrebbe partecipato a quello di Buone Maniere e di Comportamento assieme a me, Draco e Hermione, unica Nata Babbana a parteciparvi, e ad altri giovani Purosangue.
-No, tranquillo sono appena arrivato -, dissi. -Vogliamo entrare? -, domandai indicando la porta alle mie spalle.
Harry annuì, si guardò un attimo attorno con fare quasi distratto, poi mi seguì all’interno dell’angusto negozio.
-Signor Potter che piacere rivederla -, Olivander ci raggiunse con quella frase. -E signor Longbottom è giunto nel mio negozio molto prima rispetto ai miei pronostici. Immagino che sia qui per una nuova bacchetta -.
-Esatto, signore -, dissi. -La mia mano dominante è la sinistra -, aggiunsi.
Olivander annuì, prima di prendere le misure necessarie senza i soliti fronzoli che riservava a tutti i giovani maghi che mettevano per la prima volta piede nella sua bottega. Evito anche di tirare fuori inutili bacchette andando con sicurezza a prenderne una in particolare per poi mostrarmela.
-13 pollici, ciliegio e crine di unicorno -, disse porgendomela.
La presi in mano e subito sentii che quella era la giusta bacchetta per me.
Fui ben felice di pagare il prezzo stabilito e con la mia nuova bacchetta uscii dal negozio riemergendomi nel caos natalizio assieme ad Harry.
-Prima di separarci a Hogwarts mi hai accennato al fatto che avresti voluto una seconda bacchetta -, dissi.
-So per certo che Draco è impossesso di una seconda bacchetta, nascosta in una fondina invisibile sul braccio destro -, disse. -Ma so anche che le bacchette di Olivander sono monitorate dal Ministero e che per avere una seconda bacchetta bisogna avere un permesso firmato dall’ufficio di competenza del Ministero-.
Aggrottai la fronte alle sue parole. Ecco perché non aveva fatto alcuna richiesta al fabbrica bacchette.
-Ma molti si dimenticano che Olivander non è l’unico venditore di bacchette -, continuò. -Giù a Nocturne Alley vi è la bottega di Alexander Romanova, un immigrato russo, le sue bacchette non sono viste di buon occhio e sono catalogate come oscure, ma sono di una qualità migliore persino di quello di Olivander -, spiegò.
La faccenda si faceva sempre più interessante. Da quello che ero riuscito a capire Draco doveva avergli parlato della sua seconda bacchetta, invitandolo con i suoi soliti modi da piccolo principino a procurarsene una anche lui, mettendolo in guardia su Olivander e indirizzandolo invece verso Romanova.
-Come mai non hai portato anche Hermione? -, domandai.
-Le servirebbe il permesso dei genitori per uscire da scuola -, disse. -Non glielo avrebbero mai dato. L’acquisto della sua seconda bacchetta è solo rimandato all’estate -.
-A tal proposito sei invitato a casa mia quest’estate -, dissi sorridendo. -Nonna ha voluto sapere in modo dettagliato quanto sapessi sulle nostre famiglie e suoi nostri passati comuni. Le ho detto che avevo iniziato a parlartene, naturalmente, poiché all’oscuro di tutto e mi ha ordinato di invitarti da noi per iniziare la tua formazione in modo adeguato -.
-Accetto volentieri -, disse. -Sono sicuro che non vi è nessuno meglio di tua nonna per spiegarmi le usanze del nostro mondo -.
-Mi spiace solo che non possa aiutarti con quelle della tua famiglia -, dissi con un sospiro.
Quella era una grande lacuna per Harry se voleva davvero portare a termine i suoi piani, che sebbene non ne avesse ancora parlato apertamente avevo iniziato a farmene un’idea da solo.
-Ho trovato una soluzione per quello -, disse. -I quadri della mia famiglia saranno degli ottimi insegnanti -.
Risi. Harry sapeva sempre come sorprendermi.
Mai avrei pensato che i quadri avrebbero potuto aiutarlo sulle tradizioni di famiglia, ma infondo chi meglio di loro poteva?
Alzammo i cappucci dei pesanti mantelli sui nostri capi e scivolammo all’interno della buia e malfrequentata via di Nocturne Alley seguendo le indicazioni di Draco raggiungemmo senza alcun intoppo la bottega di Romanova.
Seguii Harry al suo interno senza alcun tentennamento.
La bottega era veramente bella per essere in quel vicolo buio, l'arredamento barocco faceva da padrone.
Dietro al bancone di mogano si vedeva un signore elegante di una grazia e bellezza inumana e dall’età indefinita, era un vampiro. A quella vista strabuzzai gli occhi, i vampiri erano pericolosi!
- Salve signori -, ci salutò l’uomo con un lieve accento Russo.
- Salve signor Romanova, siamo qui per delle bacchette -, parlò Harry per entrambi, con voce calma.
Il vampiro sorrise mostrando i canini, - Signori miei, le mie bacchette non sono come quelle comuni, io le costruisco su misura… venga signore chiuda gli occhi e infili la mano in ognuna di queste cinque scatole e il materiale che prenderà sarà il suo -
Harry si mosse velocemente verso le scatole, dal primo tirò fuori del legno, -Cipresso -, disse l'artigiano, dal secondo del crine bianco, -Crine di Thestral -, non ho la minima idea di cosa sia, ma non avendo ancora cominciato cura delle creature magiche è naturale che non conosco molte cose, dall'altra scatola estrae una boccetta con un liquido nero, -Veleno di basilisco -, rabbrividisco, è il veleno più potente al mondo, da un’altra scatola un filo metallico argenteo -Filo di platino -, e dall'ultima una pietra nera - Ematite -.
Harry apre gli occhi e gli sorride.
-Le mie bacchette hanno molti materiali l'esterno è fatto da un legno ed un metallo mentre il nucleo da un liquido ed un solido, la pietra serve a stabilizzare tutto-, poi si gira verso di me. -Anche lei signore vuole una bacchetta? -, timidamente annuisco.
Avevo "scelto" legno di pino e oro rosa, il nucleo era formato da ali di fata e sangue di vampiro e la pietra era ambra. 
-Va bene signori, venite a ritirarle tra 2 ore, volete comprare anche delle fondine invisibili? -.
-Si, grazie -, rispondemmo all’unisono.


Pov’s Harry

Lo Yule (o Natale) è domani e ho già i regali per tutti, devo solo spedirli tranne alcuni che farò recapitare ai diretti interessati nel loro dormitorio.
Ad Hermione ho costruito un amuleto di protezione come quello che avevo dato a Draco (li avevo costruiti seguendo le istruzioni del libro "amuleti e porta fortuna" della libreria di Ravenclaw, in quella libreria c'erano un sacco di manuali su come costruire oggetti magici, libri di grammatica, matematica, latino, storia della magia, cultura dei Goblin, Veela o altre creature ed autobiografie di persone importanti).
A Steven ho regalato una sciarpa blu scuro con delle aquile color bronzo sopra; ai miei compagni di dormitorio Terry, Anthony e Michael ho fatto dei dolci magici; a Neville un libro di botanica Babbana e delle lettere di auguri formali per sua nonna e suo zio; a Daphne, Cho, Morag e le gemelle Patil avevo regalato l'ultima borsa uscita (che adesso andava molto di moda) ad ognuna del proprio colore preferito; a Blaise avevo comprato un coniglietto albino, lui non aveva un famiglio ed ha sempre amato i conigli ma non ne ha mai preso uno per non risultare femminile.; a Theo un libro Babbano ( il principe di Machiavelli); a Dora ( lui la aveva convinta a non farsi chiamare per cognome da lui, ma non potendola chiamare Ninfadora allora la chiamava Dora) ho preso un libro Babbano ( Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde); a Cedric un libro Babbano di poesie ( i fiori del male di Baudelaire); a Samantha ed a Evelyn Green (la mentore di Hermione) un libro sui progressi e invenzioni dal Medioevo ad oggi nel mondo magico; ad Hannah una scatola di cioccolato Babbano ed una lettera di auguri formale a suo padre; a Susan un amuleto calmante (sempre fatto a mano); al mio amore, Draco, ho dipinto un drago, un ungaro spinato, che si arrampica su una torre e ho dato vita al dipinto con un incantesimo in modo che il drago si sposta da una parte all'altra della torre e sputa fuoco.
A Ron ho dovuto fare un regalo per non destare sospetti quindi gli ho comprato un libro di Lockhart.
Poi anche un piccolo pensierino per Lee ed i gemelli, con cui ultimamente ho parlato ma non sono riuscito a fare una vera amicizia, delle collane/amuleti fatte da me a mano (per i gemelli un pendente con una iena ed una volpe che si rincorrono, che sono anche amuleti di protezione, per Lee un normale amuleto di protezione)
Devo anche prepararmi per lo Yule che si festeggiava domani al tramonto per fare una piccola offerta di frutta agli dei.
La stanza delle necessità sarà già stata arredata per l'occasione dovrò solo andare nelle cucine a prendere la frutta e fare in modo che domani nessuno mi veda.
Adesso vado a parlare con qualche elfo nelle cucine poi vado a letto.

Mi sveglio e guardo entrambe le mie bacchette, la seconda è veramente bella, il platino forma un aspirale lungo tutto il legno gli dà un aspetto molto elegante, la ho provata ieri, è molto potente, ma non posso usarla qua a scuola.
Mi stiro e vado nella sala comune, ormai deserta, vado a vedere l'albero e trovo molti regali per me: 
Neville mi ha inviato un libro sulle tradizioni magiche inglesi ed i suoi parenti una copia dei libri che riguardano le nostre famiglie, Terry un set da disegno, Anthony un set per dipingere e Michael un libro sugli artisti magici più importanti dal Medioevo ad ora, Steven un libro sulle leggi magiche, Susan mi aveva regalato degli scacchi magici, Daphne una sciarpa verde con ricami neri, Cho e Morag mi avevano fatto un diario con pagine infinite, le gemelle Patil un libro sulla storia del mondo magico indiano, Hannah mi aveva fatto delle scatole di Cioccorane ed i suoi parenti mi avevano inviato dei libri sulle nostre famiglie, Theo e Blaise mi avevano fatto un libro sulle maledizioni più comuni (molti lo riterrebbero magia nera ma era abbastanza innocuo), Cedric mi aveva fatto un amuleto portafortuna, Dora mi aveva mandato un libro di incantesimi più avanzati per Difesa, Samantha ed Evelyn dei libri Babbani di astronomia e matematica ( mi lamento sempre che i libri da noi sono rimasti troppo indietro).
Infine un pacchetto, contenente il mantello, il biglietto è diverso dall'ultima volta:
"Harry, ragazzo mio, questo è un importante cimelio della tua famiglia, tuo padre lo lasciò in custodia a me poco prima di morire, fanne buon uso.
Buon Natale 
Con affetto A. P. W. B. Dumbledore" 

faccio una smorfia, sta cercando di corrompermi regalandomi qualcosa che era già mio? Mi sento patetico per esserci cascato nella mia prima vita.

Draco Pov’s

Mi sveglio veramente tardi, come tutti, il giorno dello Yule, anche se qua a scuola si festeggia "natile" o forse "nataele" o come si chiama quella festa Babbana…
Ho fatto molti regali questo anno, anche a persone che non avrei mai pensato, gli unici che devo dare a mano sono quelli per Harry e per Hermione… ho già spedito il regalo ai miei genitori; a mio padre ho fatto un libro sulla storia della magia indiana che mi hanno consigliato le gemelle Patil, e invece a mamma una cornice argento con dentro una foto che ritraeva la famiglia Black quando ancora era riunita.
Era stata Tonks a darmi quella foto… quando lei mi ha detto che siamo cugini di primo grado non riuscivo a crederci.
Mia madre non aveva mai parlato di sua sorella maggiore, Andromeda, ma infondo parlava poco anche di Bellatrix, quella rinchiusa ad Azkaban.
Sino ad ora avevo creduto che avesse solo una sorella, certo Andromeda era stata rinnegata quindi teoricamente non faceva più parte della famiglia.
Aveva anche due cugini Sirius e Regulus.
Regulus era morto in circostante misteriose all’età di diciannove anni mentre Sirius si trovava in carcere per aver venduto i Potter al Signore Oscuro.
Tonks mi aveva detto che anche Sirius era stato rinnegato ma non ufficialmente nel suo caso solo il suo nome era stato cancellato dall’arazzo al contrario di zia Andromeda, che non solo era stata cancellata dall’arazzo di famiglia, ma le era stato tolto il cognome e l’accesso alle sue camere blindate, Sirius porta ancora il nome di famiglia ed essendo l’ultimo discendente maschio Black è attualmente il Capofamiglia, tutto l’enorme patrimonio è nelle sue mani, ogni decisione interna alla famiglia e politica spetta a lui se dovesse morire io diventerei l'erede della casa Black, oltre ai Malfoy e ai De Schomberg… ma solo all'idea di diventare erede di un uomo che ha tradito i suoi migliori amici mi fa ribrezzo. È colpa sua se Harry è orfano… Se io rifiuto o muoio allora Tonks diventerebbe l'erede della casa Black.
Dora mi ha mostrato la foto spiegandomi chi era chi: 
Sul divano erano seduti a destra Cygnus e Druella, al centro Alphard, di fianco a lui sua sorella Walburga e Orion e a sinistra Lucretia con suo marito Ignatius Prewett; dietro il divano a destra c'era Cassiopea e Dorea (con il marito, un Potter) e Pollux (senza la moglie che era morta da poco) a sinistra invece Arcturus e Melania. Ai lati del divano i fratelli di Arcturus; Lycoris e Regulus. per terra su degli enormi cuscini invece stavano tre bambine e due bambini:
La maggiore delle bambine teneva il bambino più grande per mano e non stavano fermi un attimo (Bellatrix e Sirius), accanto a lei una bambina identica alla prima che però sorrideva tranquillamente (Andromeda) infine la sorella minore ed il fratello minore giocavano indisturbati (mia madre e Regulus). Nella stanza c'erano anche due poltrone occupate da Callidora e Charis (cugine del mio bis nonno) senza i loro mariti. 
Nella foto mancavano ovviamente Cedrella ( che aveva sposato un Weasley) e Marius (che era un magono) poiché erano stati rinnegati. Tonks sapeva mote cose sulla famiglia Black, sapeva tutto l'albero genealogico a memoria da Licorus (e le sue tre sorelle ed il fratello rinnegato) in poi, sapeva dire chi era stato rinnegato e per quale motivo.
Andromeda nonostante abbia sposato un nato Babbano aveva cresciuto la propria figlia con le usanze della famiglia Black, spiegandogli le tradizioni magiche e facendole spiegare quelle Babbane da suo marito.
Aveva spiegato la storia e le tradizioni Black (sia belle che brutte) a me ed a Harry… sono restato inorridito nello scoprire che la nonna dei Weasley era una Black e Slytherin, come nello scoprire che è usanza di famiglia attaccare le teste degli elfi domestici disubbidienti al muro… 
Ninfadora Tonks era una strega potente e molto più istruita dei normali mezzosangue.
Quella foto mi aveva fatto riflettere su quanto poco sono informato sulla mia famiglia materna.
Ho intenzione di chiedere a mia madre questa estate.

Avremmo dovuto festeggiare Yule il 21 dicembre, secondo la tradizione, ma per colpa di quel ficcanaso di Dumbledore abbiamo dovuto rimandare di volta in volta il rituale.
Fortunatamente Harry è piuttosto abile nello sgusciare dentro la Sezione Proibita senza farsi beccare e ha fatto delle copie di alcuni libri che parlano dell’Antica Religione e dei Sabbatt.
Secondo quanto ha appreso che è possibile fare il rituale tra il 21 e il 26 dicembre, nei libri si suggerisce di eseguirlo nel giorno esatto del Solstizio d’Inverno poiché un giorno particolarmente carico di magia.
Quando mi ero svegliato quel mattino avevo trovato infondo ai piedi un bel mucchio di regali di Natale.
Euforico mi ero avvicinato alla piccola montagnetta e avevo preso quello in cima, iniziando a scartare.
Blaise mi aveva regalato un libro di tecniche per scacchi magici avanzati, una delle mie grandi passioni.
Hermione invece mi aveva regalato un libro Babbano sulle usanze e i costumi in modo tale che fossi preparato se mai mi fossi trovato in mezzo ai Babbani, cosa che credevo sarebbe accaduta ben prima di quanto avessi mai voluto grazie a Harry.
Daphne, la mia sorella d’anima, mi aveva regalato uno spartito per pianoforte scritto da Andrey Rahl e mai concluso dal compositore magico, stroncato da una malattia al culmine della sua carriera, un regalo d’immenso valore.
Neville mi ha regalato un cofanetto con rari e costosissimi ingredienti per Pozioni. Un dono di valore inestimabile e ben accetto, ma avrei dovuto sgridare quel dannato Gryffindor una volta tornato a scuola per l’immensa fortuna che aveva speso per questo cofanetto quando io gli avevo regalato solamente qualche seme di piante, sebbene l’Erbologo mi aveva assicurato tramite lettera che fossero piante molto preziose.
Theodore mi aveva regalato alcuni libri che parlavano d’alchimia. Ero libri studiati per coloro che iniziavano a interessarsi a quella branca di magia come me.
Fui piuttosto stupito di trovare nel mucchio anche dei regali da Susan, Hannah, Terry, Anthony, Michael, Samantha, Evelyn, Tonks, Cedric, Morag e Steven. Erano tutti per lo più libri che riguardavano pozioni, ingredienti per pozioni e i migliori metodi di trattamento degli ingredienti.
Fortuna vuole che mi ero lasciato convincere da Harry a comprare qualcosa ad ognuno di loro. Sapevo bene che non mi avevano fatto dei regali per obbligo in quanto avevo fatto in modo che arrivassero solo oggi a destinazione.
Sorrisi felice. Avevo sempre creduto che tollerassero la mia presenza solo per l’affetto che Harry provava per me a quanto sembrava invece che potevo dire con sicurezza che avevo finalmente degli amici.
Lasciai per ultimi i regali dei miei genitori e di Harry.
Aprii quello di mia madre. Era un medaglione d’argento con il blasone della famiglia Black inciso sopra, aprendolo vi trovai il ritratto dei miei genitori che mi sorridevano e salutavano. Accanto ad esso vi era lo spazio per metterne un altro.
Lo chiusi e me lo misi al collo, sotto il pigiama, e afferrai il pacchetto di mio padre.
Lo apri con mano tremante chiedendomi mai cosa vi fosse in quel piccolo pacchetto. Solitamente mio padre mi regalava cose piuttosto voluminose come l’ultima scopa appena uscita o mi faceva pervenire i diari che ogni Capofamiglia Malfoy scriveva nel corso della propria vita quest’anno invece mi lasciò completamente di stucco ciò che vi trovai all’interno.
Vi era l’anello con il blasone della famiglia Malfoy. Finalmente avevo ottenuto il mio anello, quello che mi identificava come futuro Lord Malfoy anche per il l’Alta Società Magica.
Emozionato me lo infilai all’anulare destro e questo magicamente si adattò. 
Rimasi a rimirarlo per qualche attimo ancora prima di aprire il regalo di Harry.
Rimasi sorpreso di ritrovarmi tra le mani un quadro di medie dimensioni che raffigurava un Ungaro Spinato, che volava attorno alla torre sputando fuoco di tanto in tanto.
Era bellissimo.
Afferrai velocemente il bigliettino che lo accompagnava.

Al mio piccolo principino,
spero ti piaccia questo mio dono e spero che mi darai un giudizio sul quadro, si gentile mi raccomando, è il primo quadro incantato che realizzo in vita mia.
Buon natale,
Harry


Tornai a guardare il quadro.
Non sapevo che Harry fosse così bravo in disegno, insomma sapevo che s’interessava di arte, ma non che avesse un tale talento.
Mi chiesi per quale motivo volesse entrare nel Club d’Arte, cosa mai avrebbero potuto insegnargli?
Scossi il capo decidendo di vestirmi e raggiungere la Sala Grande per il pranzo di Natale.
Quando raggiunsi la Sala d’Ingresso trovai Harry assieme a Hermione, ai Weasley e a Lee Jordan.
Feci una smorfia. Non sopportavo Ronald e Percy, ma i gemelli non erano male anzi erano piuttosto divertenti e intelligenti.
-Draco, finalmente -, Harry si accorse quasi subito di me e mi sorrise.
-Che diavolo hai indosso? -, domandai invece io guardando disgustato quell’obbrobrio che indossava.
Un pesante maglione di lana color verde smeraldo, lavorato ai ferri.
-Un maglione alla Weasley -, disse lui, sorridendo. -Me l’ha mandato la signora Weasley. È bello caldo -.
-Se volevi un bel maglione bastava dirlo -, mugugnai avvicinandomi e sistemandolo un po’. -Te ne avrei fatto fare uno su misura dalla sarta di famiglia, magari con ricamato il blasone dei Potter -, riflettei. -Anzi sai che ti dico né faccio fare due per ogni famiglia di cui sei erede. Sono quattro giusto? I Potter, i Fleamont, i Baskerville e i Paverell. Non posso di certo permetterti di andartene in giro come un pezzente -, mi allontanai osservandolo. -Va già meglio. Impara a vestirti -, aggiunsi infastidito.
Ridacchio, lanciandomi uno sguardo malizioso, -Perché mai? Mi piace quando mi metti le mani addosso! -.
Arrossi alle sue parole, -Potter! -, squittii indignato.
Gli avevo ripetuto molte volte che non doveva uscirsene con quel genere di frasi in pubblico, insomma erano cose disdicevoli da dire davanti ad altre persone.
Gli lanciai un’occhiataccia prima di avviarmi a passo veloce verso la Sala Grande ben intenzionato a non parlargli per il resto della giornata, gli sarebbe stata da lezione.
Il pranzo di Natale non aveva nulla da invidiare a quello che si consumava a Malfoy Manor, forse solamente l’allegria che si respirava tra le vecchie mura della Sala Grande, le risa e le chiacchiere spensierate.
Harry seduto accanto a me chiacchierava tranquillamente con i gemelli Weasley, l’argomento erano naturalmente gli scherzi che i gemelli facevano ai danni di poveri malcapitati, da quello che avevo ascoltato dietro quelle che i professori chiamavano buffonate c’era sempre un lavoro di precisione e una lunga preparazione in modo che lo scherzo riuscisse alla perfezione senza creare disastri o ferire, di tanto in tanto si intrometteva anche Hermione affascinata dall’uso dei gemelli di incantesimi e trasfigurazioni così avanzate per ideare i loro scherzi.
-Sai Harry pensiamo di aprire un negozio… -, stava dicendo Fred.
-Di scherzi magici, naturalmente -, aggiunse George con fare serio, annuendo.
-Finita la scuola -, concluse Fred. -Mamma non è concorde con noi -.
-Ci vuole chiusi in un puzzolente ufficio al Ministero -, fece una smorfia George.
-Mi spiace dirlo, ma vostra madre non capisce nulla -, fece Harry, sorridendo. -Voi non siete fatti per stare dietro una scrivania, sommersi da pile di documenti. In effetti vi ci vedo bene proprietari di un negozio di scherzi a Diagon Alley -.
-Tu credi? -, domandò George. -Volevamo rilevare la bottega di Zonko giù a Hogsmeade, il vecchio si lamenta spesso del fatto che non riesce più a ideare nuovi scherzi e che vuole godersi la pensione -.
-Ma sappiamo che vuole un mucchio di galeoni -, sospirò Fred.
-Le vostre idee sono buone, molto buone -, disse Harry attirando la mia attenzione.
Aveva quel tono di voce che avevo imparato a conoscere, quello di quando desiderava qualcosa e non importa come lo avrebbe ottenute in questo caso si trattava di un negozio di scherzi per quale motivo proprio non lo sapevo.
-Sentite potrei farvi da finanziatore -, disse Harry sorridendo. -Vi darò il denaro necessario per comprare un negozio ad Alley e per i materiali necessari ad avviare l’attività -.
-Harry non possiamo accettare -, disse George scuotendo il capo. -Sono molti soldi, davvero, e non sapremmo come ridarteli -.
-Nel Mondo Babbano vi sono dei fondi messi a disposizione per coloro che intendono aprire un’attività, si chiamano Fondo Perso o qualcosa del genere, ossia vengono dati ai giovani imprenditori e non vanno restituiti. Ed è ciò che voglio fare con voi, ragazzi, davvero ho tanto di quel denaro che non so cosa farmene e i Goblin mi hanno suggerito di investirlo. Voi siete il mio investimento, pensateci, tanto c’è ancora molto tempo prima del vostro diploma -.
I gemelli si scambiarono uno sguardo prima di scusarsi con noi e raggiungere Lee Jordan intento a flirtare con una ragazza di Hunflepuff.
-Cos’hai in mente? -, domandai.
Harry si voltò a guardarmi, -Sei tornato a rivolgermi la parola? -, replicò lui.
Sbuffai, -Ti sei meritato il mio silenzio, Harry. Ti ho detto un mucchio di volte che certe uscite le devi proprio evitare in pubblico, insomma cosa penserebbe la gente sentendoti? -.
-Che mi piaci un casino e che ti voglio bene -, replicò con naturalezza lui.
-Smettila! Siamo solo due ragazzini non sai cosa vuoi -, mormorai.
-Te -, fece lui, sorridendomi come solo lui sapeva fare. -Voglio te e solo te, per il resto della mia vita -.
Sospirai, -Non fare tali promesse così alla leggera, per favore -, dissi. -Comunque rispondi alla mia domanda. Cos’hai in mente? Perché ti sei proposto di finanziare i gemelli? -.
Lui si fece serio improvvisamente, quell’aria felice e spensierata scivolata via dal suo volto, -Se ti dicessi che in un futuro non molto lontano il Mondo Magico avrà bisogno di due buffoni come i gemelli per ridere un po’? Per non pensare per qualche tempo alla sofferenza, al dolore e alla paura cosa mi diresti? -.
-A volte -, iniziai misurando bene le parole. -Mi sembra che tu conosca in anticipo alcuni eventi, ma so per certo che non sei un Veggente, quindi cosa mi nascondi? -.
Harry sorrise leggermente, -Un giorno te lo racconterò, ma oggi non voglio tirare in ballo argomenti tristi. Vieni ho voglia di passeggiare per il parco -.
Emisi un sospiro prima di alzarmi e seguirlo fuori dalla Sala Grande, verso il parco innevato.
Avevo sempre saputo che Harry mi nascondeva qualcosa. A volte lo beccavo a fissarmi con uno sguardo ricolmo di una sofferenza indescrivibile, altre volte invece si perdeva nei suoi pensieri e i suoi occhi, sempre così limpidi quando si trattava delle sue emozioni, mostravano sempre ciò che provava.
A volte era rabbia, altre volte dolore, altre volte ancora erano semplicemente vuoti ed era in quei momenti che mi spaventato tantissimo perché sapevo che se non riuscivo a riportarlo indietro l’avrei perso per questo l’abbracciavo con forza, parlandogli di scemenze sino a quando lui non tornava da me.
Sapevo inoltre che quel suo avvicinarsi ai nostri amici in principio era dettato da tutt’altro interesse che creare un gruppo di studio. Erano persone troppo mirate, che conoscevano od erano imparentati con persone importanti all’interno della Comunità Magica, alcune però non riuscivo a spiegarmele.
Anche Neville aveva capito che Harry stata architettando qualcosa, ma sebbene ciò lo seguiva ciecamente in ogni sua decisione, senza mai fare domande. Io invece non riuscivo a farlo.
Molte cose che Harry mi chiedeva di fare potevano sembrare cose innocue, come partecipare all’Amico di Penna, ma il fatto che mi avesse indicato un nome in particolare tra le liste degli studenti che avevano aderito nelle altre scuole aveva suscitato in me mille e più domande.
Neville invece no. Aveva accettato senza fare storie di scrivere agli studenti di Castelobruxo, in particolar modo a Ana Beatriz Oliveira, e di scegliere tranquillamente il secondo nome da solo nella lista.
Aveva fatto lo stesso con me, suggerendomi il nome di Fleur Delacour, una studentessa francese e mi aveva poi dato libera scelta per il secondo nome.
Lui avrebbe scritto invece a Viktor Krum, un ragazzo di Durmstrang, e a Demetrio Tancredi Ballati, un ragazzo delle Tre Rose.
Avrei dovuto riferire tutto questo a mio padre, che mi aveva ordinato di tenerlo d’occhio, ma ogni volta che mi preparavo per scrivere una lettera per casa non riuscivo mai a inviarla.
La stracciavo con frustrazione e la riscrivevo, dando a mio padre qualche informazione ma senza rivelargli troppo.
Non riuscivo a ubbidire a mio padre. Non avrei mai potuto tradire Harry.

La sera stava calando finalmente
Come d’accordo mi sono fatto trovare fuori dalla mia Sala Comune alle cinque in punto.
Harry era già lì ad aspettarmi.
-Dove svolgeremo il rito? -, domandai curioso.
Lui mi sorrise, -A volte faccio fatica a dormire e quindi vago per i corridoi di Hogwarts. Da quando abbiamo deciso di festeggiare Yule secondo le tradizioni ho cercato un luogo adatto e la notte scorsa l’ho trovato al settimo piano -.
-Come speri di arrivarci? -, domando. -Filch pattuglia i corridoi con quella sua gattaccia -.
-Con questo -, disse mostrandomi un mantello.
Arcuai un sopracciglio scettico. Lui ridendo se lo avvolse attorno al corpo e questo scomparve.
-Un Mantello dell’Invisibilità -, esclamai sorpreso.
Quelli fatti bene costavano una fortuna. Nemmeno la mia famiglia era mai riuscito a mettere le mani sopra uno di quegli oggetti.
-Apparteneva a mio padre -, disse Harry.
Sgranai gli occhi. I Mantelli dell’Invisibilità di buona fattura duravano al massimo cinque anni, ma se quello apparteneva un tempo al padre di Harry ed era ancora in perfette condizioni doveva essere di una fattura eccellente.
-Andiamo? Dobbiamo passare a prendere Hermione -, disse lanciando sopra di noi il mantello.
Era abbastanza grande da nascondere entrambi e da farci procedere con un passo abbastanza veloce.
Hermione era già fuori dalla sua Sala Comune e ci attendeva semi nascosta dietro ad una vecchia e arrugginita armatura.
Allungai una mano e afferrai la sua facendola sobbalzare, -Siamo noi, Hermione -, dissi.
-Ma come…? -.
-È un Mantello dell’Invisibilità -, le disse Harry. -Avvicinati un poco che ti copro e così possiamo andare -.
Quando anche Hermione fu sotto il mantello muoversi si rivelò un po’ più difficile. Fortunatamente eravamo tutti e tre piuttosto bassi per la nostra età e il mantello ci copriva assai bene.
Harry ci condusse in un corridoio poco frequentato del settimo piano davanti all’arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato tra Troll.
-Aspettate qui -, sussurrò uscendo poi velocemente da sotto il mantello e iniziando a camminare avanti e indietro di fronte al muro spoglio di fronte all’arazzo.
Sotto i nostri occhi si materializzò una porta di legno riccamente intagliata.
-Venite -, disse Harry aprendo la porta e lasciandoci entrare. -Benvenuti in quella che io chiamo Stanza delle Necessità -, disse, piegando il mantello che gli avevo passato appena la porta si chiuse dietro di noi. -Come ho detto a Draco ho trovato questo posto la notte precedente mentre cercavo un luogo sicuro dove poter fare il rito tradizionale. Quando è comparsa la porta e l’ho aperta ai miei occhi si era manifestato questo -.
La stanza si era trasformato in un prato con tante pietre messe a cerchio, perfette per il rito, nella stanza erano comparse grosse finestre che facevano vedere il sole che stava per tramontare…
-Incredibile -, mormorai affascinato da quel luogo. -Credi che possa trasformarsi in qualsiasi cosa di cui abbiamo bisogno? -.
-Credo di si -, disse Harry pensieroso.
-Potremmo usarla per incontrarci con gli altri -, esclamò Hermione euforica. -Potremmo studiare in tranquillità le Antiche Tradizioni e svolgere i riti durante i Sabbatt in senza temere di essere scoperti -.
-E se la stanza nasconde il suo accesso all’esterno nessuno potrà entrare -, dissi.
Quel luogo era ideale per il nostro gruppo.
-Dobbiamo però trovare un modo tutelarci -, fece pensierosa Hermione. -Harry io mi fido di tutti i nostri amici, davvero, ma Ron… -.
-Sono d’accordo con Hermione -, dissi. 
-Lasciò a te questo compito, Hermione -, disse Harry facendo comparire il necessario per il rito, solamente desiderandolo intensamente. -So che sarai all’altezza di trovare un modo per tutelarci da qualche spione -.
Harry ha messo la frutta ed il vino, che aveva preso dalle cucine, al centro del cerchio. Ci siamo disposti sul lato opposto dalle finestre per prenderci per mano ed iniziare a cantare le sacre canzoni seguendo il ritmo degli strumenti incantati.
Entriamo in una specie di trans per tutta la durata delle canzoni, risvegliandoci verso mezzanotte, la nostra magia è carica e i nostri corpi sono stanchi, ne è valsa la pena, certo se lo festeggiavamo il 21 dicembre in un luogo all'aperto era meglio ma non possiamo farci nulla.
Harry ci riaccompagna ai nostri dormitori grazie al mantello dell'invisibilità, dovrò documentarmi su di esso. Ho il sospetto che sia molto più di quel che appare.

Hermione Pov’s

Ero così emozionata, ho preso parte ad uno dei riti più importanti della società magica, Draco, Neville, Hannah e Susan avevano dato delle lezioni a me ed Harry; 
La madre di Susan era una nata Babbana proprio come me, Susan ha detto che sua madre non si era mai abituata al mondo purosangue essendoci entrata solo a 19 anni quando sposò il lord, la matrigna di Susan invece è una strega mezzosangue che conosceva già tutte le tradizioni quindi non gli sono mai sembrate strane o improbabili.
Io e Harry faremo parte del club di buone maniere una volta finite le vacanze, dove ci insegneranno come comportarci, sono stata sorpresa di sapere che sono l'unica nata Babbana iscritta, quel "club" ti insegna a comportarti in modo elegante ed educato per il mondo magico, tutti noi dovremmo prenderlo!!! I Ravenclaw che prendono il club di buone maniere con me e Neville sono Harry, Morag (che è una purosangue ed erede della casa McDougal se i suoi genitori non fanno un figlio maschio), Anthony, Marcus, Terry.
Poi delle altre case verranno Hannah, Susan ed il loro insopportabile compagno di casa Zacharias Smith, poi ci sarà anche l'intero primo anno Slytherin.
Di Gryffindor siamo solo io e Neville, il resto lo ritengono una cosa inutile da bigotti purosangue.
Ron è il peggiore appena lo ha saputo non ha fatto altro che deriderci. Suo fratello Percy, il nostro prefetto ha fatto uno sguardo di disgusto, ma sono andata a vedere negli annuali del club, sia lui che il primogenito Weasley avevano frequentato quel club nel loro primo anno, devono averlo fatto in segreto, non capisco perché, non c'è niente di male nell'imparare le buone maniere!!!
Draco mi ha detto che loro sono " traditori di sangue" da quel che ho capito anche i Potter (prima di James) ed i Longbottom sono tolleranti per i nati Babbani e maghi della luce, ma non sono considerati traditori… James e Lord Abbot lo sono diventati sposando entrambi delle nate Babbane, ma le loro famiglie prima di quel gesto non erano considerate traditrici e tuttora non sono così malviste dai purosangue oscuri… deve essere qualcosa di interno alla cultura magica che ancora non conosco...
Harry già ha appreso le maniere di una persona del suo rango sociale ed io, a quanto dice Draco, potrei passare per qualcuno cresciuto nel mondo magico.
Per natale/Yule ho ricevuto un sacco di libri sul mondo magico ed altri libri su come curare il mio aspetto fisico in modo magico o vestiti alla moda, una cosa la ho capita: bisogna passare una buona immagine di noi stessi anche a livello estetico non trascurando comunque il nostro livello accademico.
I regali diversi sono stati quelli dei miei genitori, che mi hanno regalato dei romanzi Babbani, e quelli di Harry e Draco che mi hanno regalato due amuleti, uno di protezione ed uno che dovrebbe aiutare la concentrazione.
Sono così felice!!! Mi sto integrando con una cultura diversa, ho fatto molti amici, prima di venire qua non avevo amici ed ora ne ho veramente tanti!
Il rito mi ha dato forza, sento dentro di me la magia, energia vitale, come non avevo mai sentito prima, il rito è stata un’esperienza bellissima anche se ora mi sento veramente stanca; Non capisco perché è stato abolito dal ministero, nel rito nessuno fa niente di male.
Non vedo l'ora di poter festeggiare tutte le festività maggiori (Samhain, Yule, Imbolc, Ostara, Beltane, Litha, Lammas e Mabon ed anche la notte di Valpurga) insieme ad i miei amici, voglio integrarmi con il mondo magico, non voglio essere ignorante ed irrispettoso delle loro tradizioni come il resto dei nati Babbani, anche Evelyn e Samantha stanno iniziando a studiare la cultura magica, Samantha ne sapeva un po' di più grazie a Tonks ma Evelyn era del tutto ignorante sugli argomenti e fatica a comprenderli, se non fosse stato per Draco e Neville pure io sarei rimasta del tutto ignorante, sono così fortunata ad averli come amici.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189


L'ULTIMO DONO DELLA MORTE
dodicesimo capitolo

Pov’s Harry

Torno nel mio dormitorio ed essendo l’unico del primo anno rimasto a scuola non mi preoccupo di fare poco rumore rientrando in camerata.
Mi giro e sul mio letto c’è una figura famigliare.
Hella.
Ha l'aspetto di una bambina undicenne, proprio come me, indossa un vestito bianco come la neve ed un mantello nero come la pece, è scalza ed i suoi capelli sono raccolti in due lunghe trecce.
Come al solito è circondata da farfalle. Alcune posate sul suo abito altre svolazzano ovunque per la stanza sbattendo delicatamente le loro ali.
Si gira verso di me e mi sorride.
-Buon Natale padrone, sono qui per darti un altro dono, a tua scelta, ho notato che i tuoi piani stanno procedendo bene, ma il tuo compagno ed il tuo primo nemico sono sospettosi-, mi dice con voce delicata
- Hella, Mia Dea, non devi preoccuparti. Per ora procede tutto bene come tu stessa hai notato, non ho bisogno di altri doni. Il solo fatto che mi hai dato una seconda possibilità per era più che sufficiente… Inoltre sono già abbastanza forte così e quando riavrò i tuoi Doni con me lo sarò ancora di più-, mi avvicinò a lei, sedendosi sul bordo del letto.
-Non voglio che ti accada nulla sino a quando non riavrai i Doni. Posso darti la memoria, il potere e la conoscenza di Tom Riddle, sfruttando il pezzo di anima che è dentro di te, questa volta i suoi poteri saranno permanenti, non scompariranno dopo aver tolto quell'immonda creatura da questo mondo -, disse, carezzandomi il volto con dolcezza.
-Devo pensarci…-, mormorò abbassando il capo.
Il potere che Hella mi sta offrendo è grande e la conoscenza è vasta.
Con quel Dono potrò essere già allo stesso livello di Tom a quest’età, allenandomi in pochi anni potrò superare Dumbledore così da potermelo levare dalle palle, ma troppo potere in così poco tempo può essere controproducente, devo ponderare bene la mia decisione.
-Va bene, padrone -, mi dice alzandosi in piedi. -Posso chiederti che intenzione hai di fare con il tuo padrino ed i traditori? -.
-Ho già un piano per quanto riguarda la liberazione di Sirius, devo mettere a punto alcuni dettagli e mettere le mani sullo schifoso ratto. Per quanto riguarda i Weasley devo agire con cautela per non attirare l’attenzione su di me-, rispondo sdraiandomi.
-E con i tuoi parenti Babbani? -, domanda ancora e un sorriso sadico spunta sulla mia faccia, non posso farne a meno, voglio dargli tutto ciò che meritano, -Ancora non lo so, ma sarà sicuramente divertente e piacerà anche a te -.
La risata di Hella riempie la stanza, -Tornerò domani, maestro, e potrai comunicarmi la tua risposta e discutere con me quanto vorrai, ora dormi amore mio, il tuo corpo mortale è stanco-.
Mi sdraio sul letto mentre Hella scompare, lasciandomi una carezza leggera come ali di farfalla sul volto.
La stanchezza della lunga giornata, unita al rito compiuto con i miei amici, si fa sentire e io scivolo velocemente in un sonno profondo e spero privo di sogni.

Mi sveglio… 
Davanti a me ci sono degli occhi di mille e nessun colore…un ragazzo, sui sedici anni, vestito interamente di nero mi fissa e sorride.
-Buongiorno Hella-, saluto la Morte stiracchiandomi per nulla impressionato dalla forma che ha assunto quel giorno.
-Ben svegliato padrone, è quasi mezzogiorno -, m’informa facendo un mezzo passo avanti. -Hai pensato alle mie proposte?-, domanda arrivando subito al nocciolo della questione.
Mi passo una mano tra i capelli, -Hella ci ho pensato. Odio Voldemort, odio tutto ciò che ha a che fare con lui, ma lui è comunque stato un ragazzo geniale, un mago molto potente ed un leader, è anche una grandissima fonte di conoscenza e informazioni… quindi accetterò quest’ulteriore dono che vuoi farmi-.
Hella sorride, soddisfatta dalle mie parole, -Per quanto riguarda l'uomo-ratto? -.
Al sentir nominare Peter il mio sguardo di fa duro, - Comprerò Peter da Ron per 5 galeoni, l’idiota si farà tentare da quelle ciqnue monete d’oro e mi cedra quel traditore senza troppo rimpianti. Non lo consegnerò subito alle autorità, prima lo torturerò, voglio provare delle maledizioni che ho letto, ed infine lo lascerò al ministero senza memoria di quanto gli ho fatto non vogliamo di certo che canti come un uccellino un’altra volta, vero? -, domando guardando il giovane di fronte a me.
Egli sorride, ferino, pregustandosi lo spettacolo che gli mostrerò, -Buon piano, mio signore, per quanto riguarda la pietra filosofale invece? Quando vuole prenderla? -.
-Presto, molto presto, dovrei sostituirla con un falso e fare tutto in segreto… potrei riportare alla sanità mentale i genitori di Neville con quella pietra? Ho bisogno di imparare l'alchimia ma qui a scuola tutti i testi sembrano perduti o sempre in prestito… comunque la pietra dopo andrà al legittimo proprietario-, dico meditabondo. Ho notato da qualche settimana che i libri di alchimia, anche quelli che trattano solo in maniera superficiale l’argomento, non sono mai disponibili nella fornitissima per così dire biblioteca di Hogwarts, ciò ha fatto arrabbiare parecchio Draco e insospettire Hermione. 
-Si la pietra può risanare le loro menti se agirete in questo modo legherete a voi Neville per sempre, sarà in debito con voi -, dice Hella, sedendosi al mio fianco. -Riguardo ai libri… -, fa una smorfia infastidita. -Tutti i libri di alchimia li ha presi il tuo preside, non vuole dare ai giovani tale conoscenza, che può essere pericolosa per i suoi piani. – 
-Ancora riesce a stupirmi quel vecchiaccio -, sospiro. -Alchimia, Erbologia e Pozioni sono materie che si intrecciano tra loro, Draco ha già iniziato ad interessarsi a tale branca della magia, se non fosse per il vecchio pazzo ci sarebbe ancora una classe…-.
- Per sconfiggerlo devi essere paziente ed anche sentire il suo unico amore, il suo vecchio nemico, quello che per primo ha detto di fare le cose per un "bene superiore", l'ex signore oscuro Gellert Grindelwald, è ancora vivo nella sua prigione, una volta morto il suo titolo verrà preso dai Bones, sua sorella Gerte Grindelwald era la bis nonna della tua amica Susan, Susan sarà l'unica erede di tre grandi famiglie, chiunque la sposerà erediterà tutti i titoli, le guerre hanno portato molte famiglie all'estinzione, potresti sfruttare questo a tuo vantaggio -, mi illustra Hella e nella mia mente inizia a formarsi le prossime mosse che metterò in atto.
Nonostante i Bones sono sempre stati mezzosangue hanno sempre avuto un grande rilievo politico nella società, quindi anche il titolo Bones è un grande prestigio, non sono molti i purosangue che si mischierebbero a loro, Grete era un’eccezione, ma comunque vengono rispettati… la famiglia Mørk era una famiglia norvegese molto antica, purosangue, erano una famiglia oscura ma l'ultima discendente si innamorò di un mago della luce inglese, un nato Babbano, il primo dei Bones.
Abbot era invece una famiglia inglese purosangue, lord Abbot aveva sposato una nata Babbana, quindi Hannah, che attualmente è l'unica erede è una mezzosangue come me.
Poi ci sono famiglie come i Lovegood o i Malfoy che raramente producono più di un erede.
Luna Lovegood è l'unica erede dell'antica casata Lovegood e se i Lestrange dovessero morire anche quel titolo passerebbe a lei insieme a quello dei Isihlungu.
La guerra aveva fatto morire un sacco di famiglie, un sacco di magli, avrebbero dovuto figliare tutti come conigli, o come i Weasley, per riportare il livello della popolazione magica normale e magari ridare i titoli delle famiglie estinte ai loro discendenti facendole rivivere.
Avrei dovuto orchestrare bene le mie mosse future se volevo che la Società Magica tornasse ai suoi antichi fasti.
Sapevo già che una volta salito al potere avrei dovuto trovare un modo per permettere agli Eredi di più famiglie di procreare più figli in modo che le famiglie ormai ritenute estinte ritornino in “vita”.
-Maestro, lei può chiamarmi tutte le volte che vuole ora che ha il mantello, ma non posso restare a lungo qua con te almeno sino a quando non riunirai tutti e tre i Doni-, la voce di Hella mi strappa dai miei pensieri. 
-Scusami Hella ero perso in una cosa che hai detto, la maggior parte delle famiglie si sta estinguendo… io e Draco siamo gli unici eredi delle famiglie Malfoy e Potter, oltre a quelle di cui abbiamo ereditato il titolo poiché unici eredi ancora in vita anche se alla lontana dovremo per forza dare almeno un erede…-, dico con l’angoscia nella voce. L’idea di tradire Draco per dare un erede alla famiglia Potter mi distrugge, ma se voglio che il mio nome continui a esistere… la morte mi sorride -Padrone, esistono pozioni usate fin dal Medioevo pozioni che permettono ad una donna disegnata di avere i tuoi figli senza che tu abbia rapporti con lei e con i giusti accorgimenti, che sono sicura che il vostro amante farà, il bambino o la bambina avrà i vostri tratti e il vostro patrimonio genetico senza spartire nulla con la donna che lo partorirà. Potrete così avere tutti i figli che vorrete senza tradire il vostro amante mortale, mio signore -.
Le parole di Hella mi tolgono un enorme peso dal cuore. Quando sarà il momento io e Draco dovremmo scegliere una donna che porti in grembo nostro figlio, qualcuno di abbastanza potete da gestire una gravidanza del genere.
Io e Draco siamo maghi molto potenti e sicuramente i nostri figli lo saranno a loro volta, ma non è questo il momento di pensarci e di lasciare che la mia fantasia corra in avanti di parecchi anni. 
Prima di realizzare ciò devo sbarazzarmi di Voldemort, Dumbledore e di tutto il marciume che c’è nella nostra società.
-Procediamo con il trasferimento di conoscenza, Hella -, dico posando lo sguardo risoluto sul giovane.
-Questo padrone farà un po’ male, sto per trasferire più di 50 anni di vita e conoscenze e molti poteri dentro di te -, mi avverte ricambiando il mio sguardo.
-Procedi pure, Hella-, la Morte mi guarda preoccupata, -Maestro è meglio se si siede o si sdraia-, mi suggerisce e io mi stendo sul letto, facendole cenno di procedere.
Dolore.
Tanto, troppo dolore.
Credo sia come ricevere 20 Cruciatus tutte insieme…le urla di dolore che escono dalla mia bocca è l’unico suono che odo, nemmeno la voce di Hella supera quel suono per raggiungermi nella speranza di calmarmi.
Tutto questo dura per qualche ora, ma il tempo mi sembra infinito.
Quando tutto finisce fisso il soffitto prima di scoppiare a ridere.
La mia mente è ricolma di tutte le conoscenze e le memorie di Tom Marvolo Riddle.
Non mi stupisce più di quel tanto nell’apprendere tramite i ricordi di Riddle che il caro preside ha avuto la sua parte nel renderlo un Signore Oscuro, non che Tom sia mai stato sano mentalmente.
È sempre stato uno psicopatico con manie di grandezza, ma il caro e vecchio Albus ha creato quello che è ora.
Continuo a ridere ed Hella mi guarda spaventata, -Padrone sta bene? -, chiaramente pensa di aver fatto un errore con quel suo preziosissimo dono. 
-Va tutto bene- le rispondo tirandomi in piedi a fatica.
La mia mente era già profondamente segnata prima del passaggio di conoscenza, di memorie e poteri di Riddle a causa di un mix di eventi che mi hanno segnato profondamente.
La guerra a cui sono stato praticamente costretto a partecipare, gli abusi dei miei adorati familiari, il tradimento di coloro che ritenevano una seconda famiglia, il mio soggiorno indesiderato ad Azkaban aveva portato la mia mente al limite, ma morire ha segnato il punto di non ritorno.
Ero pazzo già prima che questo accadesse, ora che la mia mente è unita a quella di uno psicopatico non può di certo esserne uscita bene avrò bisogno di tempo per ottenere una sorta di equilibrio e della vicinanza di Hella.
Draco questa volta non potrà aiutarmi e so già che dovrò trovare un modo per farmi perdonare perché lo trascurerò nei prossimi giorni, sospiro lasciandomi andare contro Hella.
Invece di venire accolto dal petto muscoloso del ragazzo di cui ha preso le sembianze mi ritrovo ad appoggiare la testa sul seno sodo e prospero della stupenda donna che mi ha accompagnato durante il mio viaggio di morte e rinascita.
-Non temiate mi prenderò cura io di voi, padrone -, mi mormora all’orecchio, mentre le farfalle che l’accompagnano ovunque si librano attorno a noi e i miei occhi si chiudono per la stanchezza.

Pov’s Voldemort

Natale.
Che stupida festività Babbana.
Ma infondo cosa potevo aspettarmi? Che le nuove generazioni di maghi conoscessero l’importanza di festeggiare lo Yule il 21 di dicembre, giorno in cui la magia elementale è all’apice?
Già quando ero studente io stavano iniziando a sparire le tradizioni dell’Antica Religione, ma allora a capo di Hogwarts vi era Armando Dippett, che lasciandosi influenzare da quella serpe travestita da leone di Dumbledore aveva iniziato a impedire agli studenti che rimanevano a scuola di festeggiare Yule apertamente, nel parco come era sempre accaduto sin dalla fondazione della scuola.
Avevo assistito al degrado della Società Magica di cui io facevo parte. Avevo creduto che Grindelwald avrebbe potuto riportare agli antichi fasti il nostro paese, ma era stata un grande e profonda delusione.
Per questo avevo iniziato a raccogliere attorno a me i giovani Purosangue, i rampolli delle più antiche e influenti Casate d’Inghilterra, fondando i Cavalieri di Valpurga, che poi sarebbero stati conosciuti come i Death Eaters.
Avevo grandi idee e molti progetti per la comunità di cui anch’io facevo parte, ma per realizzarli avevo bisogno di denaro.
Quindi avrei dovuto usare qualsiasi mezzo per ottenere dei finanziamenti.
Non mi vergogno a dire che in più di un’occasione ero ricorso a riti oscuri, sacrifici umani e si, mi ero anche abbassato a condividere il letto con alcuni membri dell’Alta Società Magica che fossero uomini o donne non aveva differenza, contava solo il risultato.
In pochi anni avevo visto accrescere il mio potere, tessendo trame e muovendo pedine su una scacchiera invisibile tranne che hai miei occhi e ben presto venni conosciuto anche al di fuori della mia cerchia ristretta con il nome di Lord Voldemort.
Presenziare alle esclusive feste dell’Alta Società era all’ordine del giorno, il bel viso che avevo ereditato da quello sporco Babbano di cui portavo lo stesso nome e la mia capacità di catturare completamente l’attenzione di chi mi stava attorno, ma soprattutto il fatto che sapevo bene quali argomenti toccare per convincere quelle persone a appoggiarmi accrebbe la mia fama.
E man mano che la mia ascesa continuava e il potere nelle mie mani aumentava il declino di Dumbledore era sempre più inevitabile, avrei dovuto pazientare ancora poco prima di potermelo levare dai piedi per sempre e mettere mano su Hogwarts una volta per tutte e riportala ai suoi antichi fasti.
Nel frattempo intrecciavo alleanze con le Creature Oscure, ingrossando le file del mio esercito. I miei fedeli Death Eaters correvano su e giù per il paese portando terrore e distruzione ovunque andassero.
Le morti e sparizioni di Mezzosangue e Nati Babbani erano all’ordine del giorno. Tutto procedeva secondo i miei piani, avevo anche trovato un modo per ingannare la Morte creando ben sei Horcrux in cui avevo messo un pezzo della mia anima.
Nessuno conosceva il volto di Lord Voldemort. Avevo fatto in modo che rimanesse celato in tutti quegli anni in modo da poter mantenere l’immagine pulita di Tom Riddle in modo da poter poi elevare a protettore della Comunità Magica sconfiggendo Voldemort, il Signore Oscuro.
Ma i miei piani erano andati in frantumi quando Snape, mi aveva informato dell’esistenza di una Profezia che mi riguardava.
Ancora risentivo la sua voce tremante che recitava i versi della mia condanna.

Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore... 
nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese... 
l'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto...

Era chiaramente incompiuta la Profezia, come Snape gli aveva detto non era riuscito ad udirla completamente, e nonostante lui avesse mandato alcuni tra i suoi più fedeli a casa di Sybill Trelawney, la donna era già sotto la protezione del vecchio bastardo.
Mi ero quindi concentrato sull’individuare la coppia che lo aveva sfidato per tre volte, sopravvivendo.
La cerchia si era ristretta a Frank e Alice Longbottom e a James e Lily Potter.
I primi due eredi di Casate Purosangue importanti, lui era un Longbottom e lei una Redragon mentre i secondi erano una coppia mista lui era l’erede de Potter e di altre tre famiglie Purosangue ormai estinte e lei era una misera Nata Babbana.
Sarebbe stato sicuramente il figlio dei Potter, il Mezzosangue, a minacciare il suo potere.
Si era messo sulle loro tracce, ma erano come spariti nel nulla. Dumbledore li aveva sicuramente messi sotto Incanto Fidelius così come i Longbottom.
Aveva lasciato perdere la prima coppia di maghi, a cui avrebbe pensato una volta sbarazzatosi dei Potter, e si era concentrato sulla ricerca del Custode Segreto finendo di uccidere i Potter che aveva lasciato in vita con grande magnanimità.
Nessuno di loro aveva parlato, rivelando dove fosse nascosta la giovane coppia.
Non aveva risparmiato nessuno poiché conoscendo il carattere impulsivo di James Potter si aspettava che uscisse dal buco in cui si era nascosto per vendicare i suoi parenti morti, ma così non era stato!
Aveva trascurato il suo lavoro, il suo esercito e i suoi piani per scovare quel piccolo bastardello e alla fine tutto era stato ripagato.
La soluzione ai suoi problemi era strisciato verso di lui. Il piccolo e codardo Peter Pettigrew si era rivelato essere il Custode dei Potter e come il piccolo ratto che era aveva rivelato ogni cosa supplicandolo di donargli il potere che gli serviva per non farsi continuare a deridere dagli altri maghi.
Ben presto aveva fatto capire a Peter che a comandare era lui.
Si era fatto condurre a Godric’s Hollow sino alla casa dei Potter la notte del 31 ottobre 1981 pronto a mettere fine a tutta quella storia una volta per tutte.
Era entrato con facilità nella casa, le cui barriere erano cadute nel momento esatto in cui Codaliscia aveva cantato come un uccellino, e con altrettanta facilità si era liberato di James Potter.
Un Avada in mezzo agli occhi e Potter giaceva scomposto sui primi gradini della scala che conduceva al piano superiore.
Le aveva percorse e subito dopo aveva attraversato il corridoio, fatto saltare in aria la porta della camera dove era stata applicata una debole barriera protettiva e si era ritrovato davanti Lily Potter.
La donna stava davanti alla culla, pronta a difendere il bambino.
Le aveva ripetuto diverse volte di levarsi, che le avrebbe lasciata salva la vita ma questa continuava a supplicarlo di non fare del male al moccioso, di prendere lei.
Stufo l’aveva ammazzata senza tanti rimpianti. Avrebbe trovato a Snape un’altra puttana con cui trastullarsi e con quel pensiero aveva lanciato l’Avada al bambino.
Di certo non avrebbe mai immaginato che questi rimbalzasse addosso alla creatura e tornasse indietro, colpendolo, disintegrando le sue spoglie mortali e lasciando di lui solo un essere privo di corpo, un parassita che doveva vivere possedendo altri corpi di maghi, mediocri come l’idiota che stava singhiozzando in quel momento.
-P-padrone…p-padrone…per…per favore… -.
-Taci -, sibilai infastidito dalla sua voce piagnucolante. -Mi hai deluso una volta di troppo, l’unico motivo per cui ancora non ti ho ammazzato è perché ho bisogno del tuo corpo per impadronirmi della pietra -.
-Mi dispiace…padrone -, singhiozzo. -È colpa di quella bestiaccia, padrone -.
Emisi uno sbuffo scocciato. Avevano provato a introdursi nel corridoio del terzo piano la notte di Halloween usando come diversivo un troll di montagna, ma si erano travati la strada sbarrata da un enorme Cerbero, famosi per la loro resistenza agli incantesimi di lato livello, quindi aveva dovuto battere in ritirata.
-Dobbiamo procurarci un uovo di drago -, mormorai.
-Perché padrone? -, domandò Quirinius.
-Fai ciò che ti dico senza fiatare per una volta -, ringhiai prima di liberare la mia magia e farlo così cadere a terra, contorcendosi dal dolore.
Ascoltai con delizia le sue urla per diversi minuti prima di richiamare la mia magia.
Il mio contenitore si alzò tremolante e si avvicinò al letto, ma a metà strada vomito tutto il contenuto del suo stomaco sul pavimento di pietra prima di barcollare e infine svenire.
Rimase in piedi solamente perché mi impadronii del suo corpo completamente. Con un gesto secco ripulii il disastro che aveva fatto prima di sedermi sulla poltrona accanto al caminetto in cui crepitava un fuocherello che riscaldava l’ambiente.
Sapeva che la sua strada si sarebbe di nuovo intrecciata a quella di Harry Potter e alla fine era accaduto.
Quell’estate si erano incontrati per la seconda volta. L’odio che aveva provato nel rivederlo era stato sostituito dalla curiosità quando aveva percepito il selvaggio e oscuro potere che aveva sprigionato inconsapevolmente.
Lo aveva osservato durante quei mesi di scuola, studiandolo. Il ragazzo gli ricordava molto se stesso alla sua età.
Brillante, intelligente e con un grande potere con la sola differenza che lui veniva da una nobile famiglia Purosangue di cui era erede assieme ad altre tre famiglie ed aveva la fama di averlo sconfitto che lo aiutava a circondarsi di persone importanti o con un potenziale magico mentre lui era un Mezzosangue come un altro, che doveva lottare con le unghie e con i denti per farsi accettare e riconoscere dai suoi compagni.
Se non fosse stata una minaccia al suo potere e ai suoi piani l’avrebbe sicuramente voluto nei suoi ranghi.
Sarebbe stato un fantastico Death Eaters.
Si domandò dove fosse in quel momento. Non aveva presenziato alla cena di Natale assieme agli altri studenti e con lui era assente anche il rampollo Malfoy e quella Nata Babbana.
Erano spariti poco prima del calar del sole. Forse stavano festeggiando Yule, infondo Malfoy seguiva l’Antica Religione e poteva aver convertito gli altri due ragazzini.
Ma infondo non aveva poi molta importanza doveva pensare a come trovare un uovo di drago per attuare il suo prossimo piano.
Devo anche sperare che questo corpo non casa a pezzi prima della fine del mio piano, non so per quanto il sangue di unicorno funzionerà.
Molti libri della sezione proibita sembrano sempre non disponibili ed anche tutti i libri di alchimia sembrano scomparsi… non posso prendere nessuna informazione sulla pietra e l'elisir di lunga vita, il vecchio deva sapere che sono qui.
 
POV Ron
 
Natale era arrivato, noi Weasley non festeggiamo lo Yule da molte generazioni, mamma invece lo festeggiava da giovane ma fortunatamente ha deciso di non farlo per il bene della famiglia.
La festa di Natale a scuola é stata bellissima, anche se preferivo andare a casa, ma per colpa di Potter siamo dovuti rimanere tutti qua.
Potter non si era ancora staccato dall'insopportabile so-tutto-io e il futuro death-eater. 
Aveva passato il pranzo a parlare con i gemelli, non è giusto, io dovrei essere il suo migliore amico, loro stanno interferendo con la mia missione… devo dirlo a mamma.
Mamma gli aveva spedito un maglione, niente di che, ma il giusto regalo per farlo sentire in famiglia, a lui era piaciuto. Lui mi aveva regalato un libro, che non leggerò mai, l'aurore é un avventuriero famoso ed il libro è una sua avventura, so che costa molto, questo vuole dire che ci tiene a me… ai gemelli invece aveva regalato della stupide collane senza significato.
Purtroppo Potter, Malfoy e Granger erano scomparsi prima di cena, dopo aver mangiato una tutti gusti più uno, forse avevano trovato il gusto vomito… non si sono più visti fino al pomeriggio successivo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

 

L'ULTIMO DONO DELLA MORTE

tredicesimo capitolo

 

 

Neville Pov’s

 

Le scelte che avremmo fatto ora (per i club scolastici) o al nostro terzo anno (per le materie facoltative) avrebbero influenzato il nostro futuro.

Hogwarts era la migliore scuola su scuola Europea per la preparazione e la formazione dei giovani maghi che in seguito al loro Diploma avrebbero avuto accesso alle migliori Accademie Secondarie di Magia nel Mondo.

Ognuna delle Accademie Secondarie richiedeva diverse valutazioni per poter accedervi, ma non si trattava solamente di materie scolastiche, ma anche di quali attività svolgeremo durante gli anni scolastici.

So, grazie ad alcuni opuscoli che Harry ha comprato durante la sua visita a Diagon Alley prima dell’inizio della scuola che le graduatorie per entrare sono più o meno queste:

L’Accademia per Auror richiedeva i M.A.G.O. di cinque materie quali DCAO (O) Erbologia (O) Incantesimi (O) Pozioni (O) Trasfigurazione (O) o in alternativa Hit Wizard i cui M.A.G.O. erano in DCAO (O) Incantesimi (O) Trasfigurazione (O).

Medimagia a Starhemberg Accadamy USA (MAGO Cura delle Creature Magiche (O) Incantesimi (O) Erbologia (O) Pozioni (O) Trasfigurazione (O)) o Scuola Superiore di Medimagia "San Mungo" UK (MAGO Erbologia (O) Difesa contro le Arti Oscure (O) Incantesimi (O) Pozioni (O) Trasfigurazione (O)) che a sua volta si divide in Guaritore (MAGO DCAO Erbologia Incantesimi Pozioni Trasfigurazione) Infermiere (Erbologia Incantesimi Pozioni) e Farmacista (Erbologia Pozioni Incantesimi Trasfigurazione).

Spezzaincantesimi per la Gringott, Magi-archeologia (Lingue Arcane e Popoli Antichi) (MAGO Antiche Rune, Aritmanzia, DCAO, Incantesimi, Pozioni [G.U.F.O.], Storia della Magia, Trasfigurazione)

Accademia Magica di Architettura “Solomon R. Guggenheim” USA (Aritmanzia (O), Incantesimi (O), Trasfigurazione (O), Rune Antiche (G.U.F.O.)).

Accademia Magica di Arti Drammatiche UK (MAGO Incantesimi e Trasfigurazione + teatro o canto\musica e competenze in più lingue).

Osservatorio Astronomico Håkon Norvegia, Divinazione (Divinazione (E) e\o Aritmanzia (E)) o Astronomia (Astronomia (E)).

Istituto di Magia Aurica "Leonardo Da Vinci" Italia (Incantesimi (E)).

Accademia per gli Studi Biomagici Erbologici e Zoologici “Hector Tulange” UK, Erbologia (MAGO Erbologia (O), Trasfigurazione (O), Pozioni (O), Incantesimi (O)), Zoologia magica (MAGO Cura delle creature magiche (O), Trasfigurazione (O), Pozioni (O), Incantesimi (O)).

Scuola Superiore di Pozioni Avanzate "Saint Clouny" UK (MAGO Pozioni (E) e Erbologia (O)).

Accademia di Trasfigurazione Avanzata "Fingal" UK (MAGO Trasfigurazione (E), Difesa contro le Arti Oscure (O), Incantesimi (O)).

Centro di Ricerca e Filologia norrena Futhark UK, magia antica (MAGO Antiche Rune (E) Aritmanzia (O) Incantesimi (O)).

Fondazione Aritmanzia “Manish Sabu” (MAGO Aritmanzia (E) Incantesimi Pozioni (G.U.F.O.) Rune (G.U.F.O.) Trasfigurazione).

Apprendistato di giornalismo (club di poesia, letteratura e giornalismo)

Apprendistato di Legge magica (MAGO Storia della magia)

Apprendistato di Costruttore di Bacchette (MAGO Cura Creature Magiche (G.U.F.O.), Erbologia, Incantesimi, Pozioni).

Apprendistato dipinti magici (club d'arte e MAGO di Incantesimi e Trasfigurazione)

Apprendistato di Alchimia (MAGO di Alchimia, trasfigurazione, Pozioni ed Erbologia).

Apprendista in riserve magiche\ domatore (MAGO in cura delle creature magiche).

Attività commerciale (dipende dall'attività).

Giocatore di Quidditch (grandi prestazioni nella squadra studentesca).

Speaker (doti naturali) ed altri apprendistati

Poi c'erano naturalmente i vari uffici all’interno del Ministero della Magia che necessitava anche lì di diversi M.A.G.O. a seconda di quale carriera si desiderava intraprendere e lì non serviva aver frequentato scuole secondarie, si usciva da Hogwarts si faceva domanda all’ufficio competente in cui desideravamo lavorare e si aspettata la risposta dal Direttore del Dipartimento o dal Ministro del Dipartimento in seguito iniziava un periodo di tirocinio che varia dai sei mesi all’anno.

Comunque oltre a Auror e Hit Wizard supervisionati dal Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia vi erano molti uffici quali:

Dipendente dell'Ufficio Incantesimi Sperimentali, inventore d'incantesimi (M.A.G.O. Incantesimi, materia della branca sperimentale).

Dipendente dell'Ufficio Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani (M.A.G.O. Babbanologia, Incantesimi, Trasfigurazione).

Obliviatore (M.A.G.O. Rune (G.U.F.O.), Aritmanzia, Babbanologia, Incantesimi, Trasfigurazione).

Dipendente della Commissione per l'Invisibilità o del Comitato Scuse ai Babbani, Babbanologi ( M.A.G.O. Babbanologia e Storia della Magia).

Dipendente dell'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche (M.A.G.O. Cura delle Creature Magiche, Difesa contro le Arti Oscure, Erbologia, Incantesimi).

Dipendente dell'Ufficio per la Cooperazione Internazionale Magica, Legislazione internazionale (M.A.G.O. in Storia della Magia).

Dipendente dell'Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici (diploma magico)

Dipendente dell'Ufficio Misteri ed Indicibili (M.A.G.O. Antiche Rune, Aritmanzia, DCAO, Incantesimi, Pozioni, Trasfigurazione).

Dipendente dell'Ufficio Servizi Amministrativi Wizengamot, Magistratura e Legge magica (MAGO in Storia della Magia).

Dipendente della Squadra Disinfestazione, spiritisti (M.A.G.O. Antiche Rune, Aritmanzia, DCAO, Incantesimi).

Poi c'erano i vari assistenti ed i politici.

Insomma nel Mondo Magico non mancavano di certo le opportunità di lavoro.

Oggi è il primo giorno in cui ci siamo riuniti da quando la scuola è ricominciata dopo le vacanze di Natale. Stiamo discutendo di ciò che vorremo fare una volta finiti gli studi, ovviamente ci siamo solo noi del primo anno gli altri nostri amici sono impegnati e non hanno potuto unirsi a noi, purtroppo anche Ron Weasley si è unito a noi ma non partecipa alla discussione se non per lamentarsi della grande quantità di compiti che ci sono già stati assegnati.

Io voglio diventare un Erbologo anche se così facendo potrei deludere mia nonna che vuole vedermi Auror come i miei genitori, ma so di per certo che quella non è la mia strada. Gli altri non hanno bene le idee chiare su cosa fare ma per ora vogliono solo perseguire le loro passioni, abbiamo tempo fino al terzo anno per decidere veramente ed i club potremmo cambiarli ogni anno, ma è comunque sempre bene darsi degli obbiettivi prima.

Hermione sembra molto indecisa tra intraprendere una carriera da Medimaga o entrare al Ministero della Magia a provato a parlarne con Harry, ma il nostro amico è assente con la mente e lo sguardo è perso in chi sa quali foschi pensieri.

Ieri quando sono tornato ho notato qualcosa di strano in Harry e Draco li avevo lasciati prima delle vacanze che non facevano altro che stare appiccicati e ora sono più distanti che mai, sebbene siedano ancora vicini. Non so cosa sia successo ma Harry è più lunatico del solito e a spesso scatti d’ira improvvisi che spaventano molto Draco il quale non riesce più a contenerlo, a calmarlo come faceva precedentemente e questo allontanamento tra di loro lo rende molto triste.

Per distrarre Draco da questa situazione gli ho fatto vedere le mie nuove bacchette, ciò sembra averlo rallegrato un poco. Ha voluto a tutti i costi che eseguissi una serie di incantesimi per vedere se effettivamente le nuove bacchette fossero adatte a me e una volta soddisfatto mi ha parlato delle sue: la sua prima bacchetta è Biancospino, Crine di unicorno 10 pollici, la seconda è oro bianco e acacia, sangue di drago e piuma di Augurey , diamante.

Draco mi ha detto che anche Daphne, sua sorella Astoria e Theo ne hanno una (le sorelle Greengrass hanno entrambe le bacchette con filo di rame mentre Theo ha il filo di ottone), Blaise invece aveva una seconda bacchetta fatta dal fratello di suo padre in Italia.

Harry ne aveva già parlato anche agli altri ragazzi del primo anno, escludendo Weasley. Durante l’estate Hermione, Hannah e Susan avrebbero comprato le bacchette accompagnate da Harry.

Susan si sente un po' in colpa per leggere libri di magia oscura e comprare una seconda bacchetta, sua zia, la sua unica famiglia è il capo del Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, e lei stava andando contro la legge facendo queste cose inoltre da quello che ho compreso le due hanno un rapporto molto stretto, si confidano tutto quanto e non hanno segreti fra di loro e il fatto che ora Susan debba mentire alla zia la rende molto triste.

L’ho fatto notare a Harry, in un suo momento di calma, e mi ha assicurato che le avrebbe parlato con la ragazza il prima possibile.

-Harry, dove vai? -, la voce di Draco mi strappa dai miei pensieri, poso lo sguardo sul mio amico moro.

-Non sono affari tuoi -, sibila freddo prima di uscire veloce dalla stanza, sbattendosi la porta alle spalle con forza.

Assottiglio lo sguardo. Non si è mai comportato in questo modo, almeno mai con Draco.

-Cosa diavolo gli prende? -, domandò Weasley ponendo la domanda che tutti noi ci facevamo.

Draco sospirò abbassando lo sguardo, -Non lo so -, disse. -E’ da dopo Natale che è strano. Ha spesso sbalzi d’umore e scatti d’ira, questi riesco a gestirli, ciò che mi spaventa sono quei momenti… -, un piccolo singhiozzo lascia le sue labbra.

Hermione gli è subito accanto, confortandolo. Sappiamo tutti di quali momenti Draco parla.

Troppo spesso gli occhi di Harry si perdono nel vuoto, sembra sempre così lontano e tormentato da orribili ricordi.

Draco è l’unico che riesce a strapparlo da quella strana condizione in cui cade per questo quando accade di comune accordo noi altri ci allontaniamo lasciando che il nostro amico biondo riporti indietro Harry.

Aspetterò ancora qualche giorno prima di intervenire, durate i miei studi a casa ho trovato un incantesimo che potrebbe aiutarmi con Harry, ma non né sono completamente sicuro non vorrei fare più danni.

 

POV Fred

Le lezioni erano ricominciate ieri e con esse la vita frenetica al castello aveva ripreso il suo pieno regime.

Dividevamo il nostro tempo tra lezioni, studio, scherzi e allenamenti di Quidditch.

Purtroppo però la mia mente vagava più del solito. Io e George avevamo parlato di un argomento in queste vacanze: Harry Potter.

Harry non era per niente come c’era stato descritto da nostra madre. Era intelligente e buono.

Aveva dato a me, George e Lee delle idee niente male per degli scherzi e coinvolgerlo nelle nostre burle è sempre un grande spasso.

Ha un senso dell’umorismo piuttosto caustico, ma è proprio questo a renderlo ancora più interessante ai nostri occhi e come se non bastasse aveva promesso a me e a mio fratello di finanziare il nostro progetto di aprire un negozio di scherzi.

Lui è stato il primo a non deridere il nostro sogno e a prenderlo seriamente. Persino la Granger, la sua amica un po’ saputella e secchiona, è rimasta affascinata dal lungo lavoro che c’è dietro ad ogni nostro scherzo e ci ha suggerito persino alcuni libri di incantesimi da consultare in biblioteca, che ci sono stati assai utili per iniziare a progettare qualche prototipo di ciò che vorremmo vendere nel nostro negozio. Persino il piccolo Malfoy sembrava interessato al nostro progetto.

Il senso di colpa si era fatto sentire presto in seguito alla cena di Natale. La mia famiglia stava cercando di farsi accettare da Harry solamente per mettere le mani sul suo patrimonio, e ciò mi dispiaceva perché Harry era un bravo ragazzo sempre pronto ad aiutare chi in difficoltà e io e George volevamo essere realmente suoi amici per questo avevamo iniziato a unirci al gruppo di studio a cui anche Ron fa parte sempre più spesso e questo ci ha valso una lettera di rimprovero da casa.

Mamma ci aveva scritto dicendoci che stavamo interferendo con la missione di Ron e che se continuavano ad ostacolarlo ci avrebbe fatto passare l'estate con quella vecchia pettegola di zia Muriel.

Zia Muriel aveva più di 100 anni ed era la moglie di uno zio del nostro nonno, non aveva mai avuto figli ed anche dopo la morte di suo marito aveva mantenuto il nome Weasley e non aveva ripreso il suo da nubile, Redragon, come si usava nella società magica. Avrebbe dovuto presentarsi sempre come Muriel Redragon vedova Weasley.

Non capivo nemmeno tutto questo odio per gli Slytherin che mamma e papà fomentavano in noi ogni volta che né avevano l’occasione.

Io dovevo essere Smistato in quella Casa mentre George a Ravenclaw ma sapevamo che la nostra famiglia non lo avrebbe mai accettato. Mamma era una Prewett, l’ultima della sua famiglia tra l’altro, sapeva che nonostante lei ed i suoi fratelli maggiori fossero Gryffindor la loro famiglia veniva di solito smistata a Slytherin, e mio padre era figlio di Cedrella Black, Smistata a Slytherin e discendente di una delle famiglie più oscure di sempre, rinnegata per aver sposato un Weasley morì dando alla luce il suo terzogenito Bilius, anch’egli Smistato a Slytherin a suo tempo, quindi non si spiegava tutto questo pregiudizio.

Sapeva bene che il Lato della Luce non era così immacolato come i suoi genitori sostenevano, vedeva bene le macchinazioni di Dumbledore, forse appunto perché in fondo era uno Slytherin e loro avevano un occhio particolare per queste cose, come sapeva bene che il Lato Oscuro non era così maligno come dicevano sempre i suoi genitori.

Sapeva anche che lui ed il suo gemello erano portati per incantesimi più neutrali che incantesimi di luce, ma entrambi erano sempre stati affascinati dalle arti oscure, ma per i Weasley quella branca di magia era inaccessibile, lui era stato di nascosto a Nocturne Alley ed aveva visto i prezzi dei libri, neanche vendendo il suo corpo sarebbe riuscito a prendere il più economico.

Si passò una mano tra i capelli, frustrato, non sapeva proprio cosa fare. Da una parte l’affetto per la sua famiglia lo spingeva ad essere chi non era, dall’altra parte vi era l’affetto fraterno che iniziava a provare per Harry e la sensazione di libertà che lui gli trasmetteva.

Sapeva che con Harry potevano essere semplicemente loro stessi. Parlando di tutto con la sicurezza di non venir giudicati da lui.

Di una cosa era sicuro. Il suo adorato fratellino avrebbe capito presto che né lui né George avevano intenzione di allontanarsi da Harry.

 

Draco Pov’s

Non so cosa era successo a Natale, dopo il rito di Yule, ma Harry era diventato molto lunatico e gli scatti d’ira erano ormai all’ordine del giorno così come quello sguardo vuoto e per quanto ci provassi non riuscivo a riportarlo più indietro e ciò mi terrorizzava moltissimo.

Oggi, come tutti i giorni oramai, mi sono seduto a fare colazione al tavolo Ravenclaw accanto ad Harry.

Harry era distante con la mente sebbene parlasse con me, anche solo di stupidaggini, e mangiava a stento quello che gli avevo messo nel piatto.

La mia attenzione viene catturata dal frullare delle ali dei gufi che hanno invaso come ogni mattina la Sala Grande, scruto quei volatili alla ricerca del Falcone appartenente a mia madre, Altair, ma non lo scorgo da nessuna parte fortunatamente non vi è traccia del barbagianni di mio padre, Castifel.

Sobbalzo quando tre grossi gufi da granaio si appollaiano davanti ad Harry allungando le zampe verso di lui.

Riconosco il sigillo del Ministero della Magia e quello della Gringott sulle prime due missive, ma la terza è una normalissima lettera priva di qualsiasi sigillo o blasone quindi non ho proprio idea di chi possa avergli scritto.

Slega le lettere e dona ai tre gufi un po’ della sua pancetta affumicata, questi la mangiano con gusto prima di volare via.

Harry prende la lettera del Ministero, rompe il sigillo di ceralacca e legge attentamente quanto scritto, alla fine si volta verso di me sorridendomi.

Finalmente è tornato da me!

Quel sorriso così spontaneo e sincero ne è la prova che questo brutto periodo è concluso. So che dovrei domandargli cosa gli sia preso in questi giorni, ma non voglio rovinare tutto quanto, quindi taccio e ricambiò il sorriso con uno timido.

-Draco guarda! -, esclama e mi porge la lettera del Ministero, -potrò riavere i cimeli di famiglia, o ciò che ne resta!!! -.

Aggrottò la fronte a quelle sue parole afferrando la lettera e scorgendola con attenzione.

 

“Signor Potter,

in seguito alla sua richiesta tramite il suo portavoce alla Gringott e dopo aver attenta riflessione siamo giunti alla conclusione che la cosa migliore è quella di concederle di accedere alla casa di Godric’s Hollow della famiglia Potter accompagnato naturalmente da un supervisore del Dipartimento per la Tutela e la Salvaguardia dei Patrimoni Ministeriali. Potrà prendere con sé i quadri di famiglia conservati all’interno dell’abitazione, alcuni oggetti personali dei signori Potter, dopo naturalmente attenta valutazione da parte del supervisore purtroppo ci rammarica dirle che non possiamo permetterle di accedere alla biblioteca presente all’interno della dimora in quanto sono solo copie e gli originali libri sono custoditi nella Biblioteca Nazionale Magica.

Data e luogo per la sua visita al monumento della famiglia Potter le saranno dati alla fin del suo anno Accademico.

Cordiali Saluti,

Vice Direttrice del Dipartimento per la Tutela e la Salvaguardia dei Patrimoni Ministeriali,

Miranda Stenford.”

 

Rilassi un paio di volte la lettera in questione, convinto di aver letto male.

-È uno scherzo? -, domandai voltandomi verso Harry, che ricambiò il mio sguardo con uno confuso. -Fammi capire bene -, dissi. -La casa in cui hai vissuto con i tuoi genitori è stata dichiarata Patrimonio Ministeriale? Lo sai vero che non potevano farlo? Avrebbero dovuto aspettare il tuo quattordicesimo compleanno per mandarti una richiesta formale in cui ti si chiedeva di cedere la proprietà e gli oggetti in essa contenuti, facendole un elenco dettagliato e… -.

-Draco, calmati -, Harry mi prende una mano tra le sue, carezzandone il dorso stando ben attento a non attirare l’attenzione su di noi. -So che il Ministero ha agito alle mie spalle, quando sono andato alla Gringott sono stato informato di ciò e so anche che avrebbero dovuto sigillare la casa sino ai miei quattordici anni. Con Ranfuk, il Mastro Goblin che si occupa del mio patrimonio abbiamo discusso di ciò. Della casa non mi importa poi molto i miei genitori l’hanno acquistata sotto richiesta di Dumbledore e oltre ad essere il luogo in cui i miei genitori hanno perso la vita non vale niente per me. Non per questo il Ministero la passerà liscia -, aggiunge quando mi vede pronto a ribattere alle sue parole. -Ma ogni cosa ha il suo tempo, Draco, ora mi preme recuperare ciò che mi appartiene e portarlo a Villa Smeraldo -.

Villa Smeraldo non era altro che l’ancestrale dimora dei Potter. Era praticamente il luogo più protetto dell’intera Gran Bretagna e di cui nessuno sapeva l’abdicazione esatta e le storie su quel luogo sono molte e varie.

Si dice che Villa Smeraldo fu un dono di Gryffindor in persona al capostipite della famiglia Potter per ringraziare lui e la sua famiglia dei loro servigi.

Come ulteriore dono Gryffindor li elesse a protettori di Godric’s Hollow, piccolo borgo in cui vivevano quelle famiglie Babbane che avevano uno o più maghi e streghe in famiglia in modo che vivessero in armonia senza doversi nascondere o preoccuparsi. Tra tutti i villaggi in cui vivevano i maghi quello era l’unico in cui la magia era usata apertamente davanti ai Babbani ed era tollerato dal Ministero solo per il fatto che tali Babbani erano parenti di maghi o streghe oltre per il fatto che Godric’s Hollow era una specie di villaggio a sé stante. Fa parte del territorio inglese, per la precisione si trova nella Contea di Aurastella, una delle sei contee inglesi indisegnabili del paese, ma al contempo non ne fa parte. Godric Gryffindor fece in modo che nel momento in cui nacque il Ministero della Magia tale villaggio non dipendesse da esso, gli unici che potevano dettar legge in quel luogo erano i Potter, che da secoli proteggevano tale borgo.

Ciò che nessuno sospettava era il fatto che Villa Smeraldo si trovava sulla collina poco fuori Godric’s Hollow completamente invisibile, piena di reparti anti-Babbano e anti-mago, di barriere protettive. Lui sapeva dove si trovava grazie a Harry che glielo aveva confidato poco prima di Natale in quanto voleva che lo accompagnassi durante l’estate per vedere in che condizioni fosse la casa poiché aveva intenzione di dare una grande festa al compimento dei suoi quattordici anni.

-Sembra che Mastro Ranfuk abbia recuperato dalle varie proprietà i quadri come gli avevo chiesto –, Harry a aperto la missiva dalla Gringott. -Li farà recapitare a Hogwarts entro un paio di giorni, si scusa per il ritardo ma ha trovato un po’ di difficoltà a entrare nella dimora principale dei Paverell -.

Prende infine l’ultima missiva che si rivela essere scritta dal Ministro Fudge in persona.

Aggrottai la fronte. Cosa voleva quell’incompetente da Harry?

 

“Carissimo Harry,

probabilmente ti starai domandando chi io sia, lascia quindi che mi presenti, il mio nome è Cornelius Fudge e sono il Ministro della Magia.

Sono stato informato della tua richiesta di poter accedere alla casa dei tuoi genitori per poter recuperare alcuni oggetti personali, naturalmente appena l’ho saputo ho dato il mio consenso e sarei molto felice di accompagnarti e di starti vicino in un momento tanto difficile e duro per te.

Magari dopo la visita a Godric’s Hollow potresti venire con me al Ministero, ti mostrerei come funziona un organo amministrativo efficace come il nostro, e ti spiegherei meglio alcune leggi che sono sicuro ti abbiano confuso molto durante il tuo ritorno nel Mondo Magico inoltre vorrei poter pranzare con te così da poter farti un paio di domande su come vanno i tuoi studi e se ti trovi bene a Hogwarts.

Cosa ne pensi, caro ragazzo? Aspetto una tua risposta a breve

Cordialmente tuo,

Cornelius.”

 

Era chiaro come il sole che quell’idiota voleva sfruttare Harry e la sua fama per i suoi biechi scopi.

-Draco tuo padre fa parte del Concilio di Hogwarts e siede al seggio della tua famiglia al Wizengamot, giusto? -, domandò Harry guardandomi.

-Si -, dissi cautamente. Perché tirava in ballo mio padre, ora?

-Potresti chiedergli da parte mia se fosse disponibile ad accompagnarmi? La sua esperienza di sicuro maggiore della mia mi aiuterà contro Fudge che chiaramente vuole sfruttarmi come anche tu avrai notato -, mi spiega.

Non avevo pensato a mio padre per poter proteggere Harry ma per il semplice fatto che purtroppo anche lui voleva sfruttare Harry.

-Ecco…non so se sia il caso -, dico.

-Draco, ti prego, ho davvero bisogno che tuo padre sia presente quel giorno se credi di poter sentirti più sicuro chiedi anche a tua madre di venire -, mi dice carezzandomi il volto e guardandomi dritto negli occhi.

Ci rifletto su per un attimo. In effetti mamma saprebbe tenere buono papà dal fare i suoi soliti giochetti e sarebbe ulteriore protezione per Harry in quanto sa bene cosa mi lega al morettino.

-Va bene -, dico infine arrendevole.

Harry mi sorride, -Perfetto! Dovrai aiutarmi a scrivere una buona risposta per Fudge non voglio di certo dargli appigli su cui fare presa -, dice alzandosi in piedi e infilando le missive nella tracolla. -Andiamo a lezione, ora. -, mi dice afferrandomi la mano e trascinandomi fuori dalla Sala Grande.

Arrossisco e cerco di non incrociare lo sguardo di nessuno mentre usciamo e evito anche di rimproverarlo per il suo comportamento inappropriato.

Sono troppo felice che sia tornato ad essere il mio Harry.

 

Harry Pov’s

 

Finalmente i Club sarebbero iniziati.

Quest’oggi avremmo dovuto firmare fogli di adesione ai club, venire informati dei giorni in cui si svolgevano le attività dei vari club e iniziare con il Club dell’Amico di Penna così a spedire le prime lettere. Draco, Neville ed Hermione avevano seguito i miei consigli sugli amici di penna.

La professoressa Sprout ha invitato me e Neville ad entrare né "i Giardinieri" ed ovviamente parteciperemo, i club privati sono sempre ben visti, e oltre tutto sono interessato a quello che faremo con l’insegnate di Erbologia so di per certo che Dumbledore è convinto che tale Club sia del tutto innocuo e non è stato chiuso solamente per questo motivo. Naturalmente non si è mai preso la briga di partecipare ad un incontro, fortunatamente, e non sa che la dolce e cara Sprout insegna ai suoi piccoli allievi prediletti come coltivare le piante più pericolose e velenose del Mondo Magico, come curarsi da tali veleni e soprattutto come e dove usare tali piante.

La serra n 2, quella dedicata solamente ai Giardinieri, era piena di piante parecchio pericolose, ma anche delle più innocue. Ricordo che Neville ci passava moltissimo tempo tra il quinto e sesto anno avendo molte più ore libere, poi era stato inevitabilmente chiuso a causa della guerra e del regime di Voldemort.

Neville oltre al club di buone maniere aveva scelto di far parte del giornalino scolastico insieme ad Hermione, i due avrebbero reso sicuramente migliore la redazione del Giornalino di Hogwarts. Era raro trovare qualcuno a lavorare per il giornalino scolastico, che nessuno leggeva in quanto noioso, sapeva che nella sua vecchia vita Colin aveva collaborato come fotografo e Luna aveva scritto degli articoli in stile il cavillo ma, ma non aveva mai letto quel giornale poiché la maggior parte delle volte era pieno di idiozie su di lui ma con i suoi amici all’interno della redazione e l’anno prossimo con l’aggiunta di Colin come fotografo e Luna come scrittrice avrebbe sicuramente avuto maggior successo, forse in questa vita potrei anche leggerlo, oltre a ciò sarebbe un buon modo per portare dalla mia parte gli studenti.

Oltre a giornalino scolastico Hermione avrebbe preso parte assieme a me, Neville e Draco al Club delle Buone Maniere e a quello dell’Amico di Penna.

Draco avrebbe preso parte a quello di buone maniere, musica e ballo. Aveva provato a convincermi a partecipare a quello di ballo, ma avevo gentilmente declinato la sua offerta non amo ballare, anzi lo detesto proprio forse a causa di zia Petunia che fissata con il ballo da sala mi aveva costretto a imparare i passi di diversi balli per poterla aiutare ad esercitarsi visto che zio Vernon non era quello che si poteva dire un esempio di eleganza.

Pensando a Luna non posso fare a meno di sentirne la mancanza. Dovrò aspettare l’anno seguente per poterla rivedere e riavere al mio fianco.

Se fosse stata qui con me Luna avrebbe saputo consigliarmi in molte occasioni, aiutandomi in molte occasioni.

Luna è una strega purosangue, i Lovegood sono una delle stirpi più antiche di tutta l'Inghilterra, la madre di Luna era Pandora Nott, cugina di primo grado di Lucius Malfoy ed era anche la madrina di Draco, nonostante questo dopo la morte di Pandora la famiglia Malfoy non si è più avvicinata alla famiglia Lovegood.

I Lovegood non sono mai stati una famiglia estremamente ricca (nonostante si sono sposati praticamente con tutte le donne Malfoy o ogni volta che nasceva una femmina finiva per sposarsi con un Malfoy, ovviamente dovevano essere almeno cugini di terzo grado non più vicini, questo aveva fatto in modo che entrambe le famiglie avevano i capelli biondi chiari o platino, la pelle bianchissima e quasi tutti gli occhi grigi) ha sempre avuto solo una casa, questo è dovuto al fatto che la famiglia Lovegood nasce da sacerdoti dell'antica religione, dai druidi, per loro i beni materiali non sono mai stati importanti, si dice che la loro biblioteca contenga i segreti dell'arte magica dei druidi (Xeno e Luna parlavano sempre di strane creature che quasi solo loro riuscivano a vedere, questo probabilmente deriva da quell'antica magia), tutte queste cose lì hanno sempre fatti apparire strani davanti alla comunità magica, Xenophilius e Luna poi non erano certamente la faccia della "normalità" ma non erano cattive persone, comunque veniva rispettata come famiglia e tutti i purosangue avrebbero voluto l'ultima dei Lovegood come loro nuora per mettere le mani sul "tesoro dei druidi".

Ma il cuore di Luna apparteneva a Neville da ancor prima che loro si fossero conosciuti. Una volta Luna era venuto a trovarlo in prigione e gli aveva raccontato la storia della sua famiglia e della sua capacità di vedere il futuro, ma era un dono latente quanto quello della professoressa di Divinazione, ma decisamente più potente con la differenza che Luna ricordava ciò che vedeva.

Gli aveva detto che quando era bambina la prima visione del futuro che aveva avuto riguardava il giorno delle sue nozze.

Neville era lì all’altere che l’attendeva emozionato e nervoso. Al suo fianco vi ero io che cercavo di tranquillizzarlo, ricoprivo il ruolo di testimone dello sposo.

Hermione era la sua damigella d’onore e la precedeva lungo la navata assieme a George.

Era stato quella visione a farle affrontare i primi tre anni ad Hogwarts in completa solitudine. Non avrei permesso che riaccadesse, che la prendessero di mira un’altra volta per la sua unicità. L’avrei avvicinata subito a me, introducendola nel mio gruppo avrebbe avuto molti amici a difenderla dalle angherie degli altri studenti, Cho si sarebbe presa cura di lei come non aveva fatto nella vecchia linea temporale.

Osservo la falsa Pietra Filosofale.

Durante le vacanze avevo chiesto in prestito il libro di alchimia di Draco per alcune ore ed ho copiato le pagine che mi interessavano, unendo questo ai testi ed ai ricordi, miei e di Voldemort di pozioni e trasfigurazione e riti magici, sono riuscito a creare una copia della Pietra Filosofale…ovviamente ha solo l'aspetto della pietra ed un lieve potere alchemico, ma sprigiona una straordinaria energia magica come la vera pietra, ma tutto quel potere è fasullo.

Quella sera avrei dovuto fare lo scambio. Prendo il Mantello dell’Invisibilità e me lo metto addosso prima di uscire dalla camerata, scendere le scale di pietra e raggiungere la Sala Comune ricolma di studenti di Ravenclaw intenti a rilassarsi dopo una lunga giornata tra i banchi di scuola e nessuno fece troppo caso alla porta che si apriva da sola.

Cammino silenzioso per i corridoi, li conosco assai bene per poter muovermi tranquillamente senza incontrare Prefetti, Capiscuola o professori in turno quella sera per la pattuglia dei corridoi. Mi sfilò il mantello solo quando mi trovo davanti alla porta che cela Fuffi.

Piegò accuratamente il mantello con la bacchetta lo rimpicciolisco abbastanza da infilarlo in tasca in modo che non mi desse fastidio.

-Alohomora! -, mormorò. La serratura scatta e la porta si socchiude.

Entrò tranquillamente nella stanza e prima che il grosso cerbero chiuda le sue fauci su di me lo blocco appena prima che compia il suo balzo con un pigro gesto della bacchetta mi avvicinò lentamente al bestione, dandogli un paio di pacche sul muso prima di far comparire tre succulenti e enormi bistecche al sangue.

Lo terranno buono sino al suo ritorno.

Apro la botola e mi lanciò giù atterrando sul Tranello del Diavolo, memore dell’esperienza precedente creò delle fiammelle azzurrine che lanciò contro i tentacoli prima che questi potessero afferrarlo. Imbocco lo stretto corridoio tra due pareti di pietra, raggiunto la fine del passaggio si ritrovarono davanti a lui si apriva una camera completamente illuminata con il soffitto a volta.

Studiò le varie chiavi alate rima di individuare quella che gli interessava. L’appello a sé, probabilmente se non fosse stato realmente così potente non sarebbe riuscito ad attirarla a se, si avvicinò al grosso portone inserendo la chiave e facendo scattare la serratura.

La camera subito dopo era completamente al buio, mosse qualche passo e questa venne completamente illuminata.

Si trovava sull’orlo dell’enorme scacchiera dietro ai pezzi neri, tutti molto più altri di lui e scolpiti in quella che sembrava pietra. Di fronte, all’estremità opposta del vasto locale, c’erano i pezzi bianchi.

Non aveva tempo per giovare una partita completa a scacchi come aveva fatto la volta precedente sapeva che la scacchiera così come i pezzi erano stati ideati in modo che si autorigenerassero dopo essere stati danneggiati anche in modo grave quindi poteva tranquillamente far esplodere tutto quanto.

Il resto del castello avrebbe sentito una lieve scossa in quanto il corridoio del terzo anno era isolato dalla magia di Dumbledore. Senza pensarci troppo creò un’onda d’urto magica facendo saltare in aria ogni cosa di fronte a lui liberando la via.

Harry spinse la porta dall’altra parte della sala.

Le sue narici furono invase da un odore nauseabondo, che lo costrinse a coprirsi il naso con un fazzoletto. Un’enorme troll dormiva su un giaciglio di paglia.

Attraverso con facilità la stanza e aprì la porta successiva. Appena varco la soglia un fuoco viola si accese alle sue spalle mentre uno nero gli bloccava la strada.

Afferrò con sicurezza la bottiglia più piccola, bevendone un sorso e attraverso le fiamme nere arrivando in fine nell’ultima stanza.

Lo Specchio delle Brame era lì al centro della stanza. Scese le scale di pietra lentamente avvicinandosi al potente oggetto magico.

Era esattamente come se lo ricordava. Svettava alto verso il soffitto, con una cornice d’oro riccamente decorata che si reggeva su due zampe di leone. Sulla sommità c’era un’iscrizione: Emarb eutel amosi vout linon ortsom.

Ci si piazzò di fronte ma ha differenza della volta precedente non vi era la sua famiglia nello specchio, almeno non solo.

Vi era lui al centro. Non aveva undici anni, ma ventidue anni.

Un giovane uomo che non aveva mai visto Azkaban, che nonostante le ombre della guerra vivessero ancora nei suoi occhi c’era anche amore e la promessa di una nuova vita e ciò era riconducibile al ragazzo che stringeva a sé con un braccio.

Il suo Draco era bellissimo e sorridente. I capelli scompigliati ricadevano attorno ai tratti eleganti, quasi effimeri.

Con loro vi erano Neville e Luna, alla loro sinistra, teneramente abbracciati, Hermione e George invece erano alla loro destra intenti a scambiarsi qualche bacio fugace, ridendo fra di loro, complici.

Lo salutavano tutti e sei con la mano, spensierati, felici e assieme.

Poi comparve Sirius, dietro di loro, e poi Dora, Remus e il piccolo Teddy. E Fred, Cho, Cedric, Susan, Hannah, Anthony, Michael e Terry.

Era ciò che più desiderava al mondo. Vivere felice con Draco e circondati dai suoi amici.

Chiudendo gli occhi allungò una mano verso lo specchio, che attraversò come se fosse fatto d’acqua afferrando la Pietra Filosofale non doveva farsi avvelenare la mente dal potere dello specchio doveva sostituire la Pietra e andarsene il più velocemente possibile.

Lasciò la finta pietra e si voltò di scatto. Solo allora riaprì gli occhi e imboccò la via del ritorno, lasciandosi alle spalle quell'ingannevole vita che il suo cuore bramava.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


L'ultimo dono della morte 
Quattordicesimo capitolo

POV Harry

Emetto uno sbuffo infastidito mentre chiudo con un colpo secco un grosso tomo di Pozioni.
Niente ancora non riesco a trovare un ingrediente che stabilizzi i miei tentativi di ricreare l’Elisir di Lunga Vita. Non troverò mai niente di utile in questa dannata biblioteca e tutto grazie a quel vecchiaccio di Dumbledore.
Mi passò una mano tra i capelli, frustrato. 
È chiaro che se voglio fare progressi dovrò aspettare le vacanze estive per poter aver accedere alle biblioteche di casa Abbott e di casa Longbottom.
Penso sia arrivato il momento di incontrare la cara professoressa di Divinazione. Rimetto a posto i libri consultati e mi avvio fuori dalla biblioteca ma giunto nei pressi della postazione di Madama Pince mi blocco e mi nascondo dietro uno scaffale.
Snape sedeva accanto a Irma Pince, bibliotecaria di Hogwarts, parlano tranquillamente tra di loro.
Entrambi da giovani erano stati Slytherin. Madame Pince è una purosangue, anche se la Casata era oramai caduta in disgrazia e non possedevano più nulla e quel poco che era rimasto del patrimonio della famiglia era stato diviso tra di lei, le sue tre sorelle maggiori e i due fratelli maggiori, anche loro tutti smistati in Slytherin.
Snape invece è un mezzosangue, unico erede della casa Prince, essendo figlio della purosangue Eileen Prince, che non fu rinnegata per aver sposato un Babbano solo perché lei era l'ultima erede, ma i Prince non hanno mai più voluto vedere né lei né il nipote, anche la famiglia Prince era povera ormai per via di debiti di gioco fatti da un lontano antenato.
Entrambe le famiglie però conservavano piccole biblioteche private, con incantesimi e tradizioni di famiglia, la famiglia Prince aveva un sacco di magie difensive, quasi niente di magia nera o di attacco, mentre la famiglia Pince un tempo era famosa per creare bacchette...
Snape mi aveva fatto recapitare i suoi libri dopo la sua morte. Aveva lasciato tutto ciò che rimaneva della grande conoscenza racchiusa nella biblioteca dei Prince.
Ricordavo che oltre ai libri ereditati dalla famiglia materna aveva anche una vasta collezione di rari tomi di Pozioni e di Piante e Ingredienti per Pozioni.
Nella mia vecchia vita non avevo minimamente apprezzato tale dono. Li avevo gentilmente ceduti a Hermione convinto che lei avrebbe saputo cosa farne meglio di me.
Ma ora avevo bisogno di mettere le mani su quei libri. Sicuramente lì avrei trovato qualcosa che mi aiutasse con i miei esperimenti, soprattutto nei diari di Snape sugli esperimenti che anche lui aveva intrapreso nella speranza di creare a sua volta una Pietra Filosofale e quindi un Elisir di Lunga Vita.
Credo che farò una piccola incuriose nei loro alloggi per ricopiare con un incantesimo i libri in loro possesso.
Lascio la biblioteca e inizio a girare apparentemente a caso per il castello, vicino la torre di divinazione.
Solamente dopo mezz’ora riesco finalmente a imbattermi in lei.
Sybill Patricia Trelawney, ex-Ravenclaw e pro-pro-nipote della Veggente celebrata Cassandra Trelawney.
Sybill non era una bugiarda come credevo nella mia vecchia vita, tutte le cose che ha detto alla fine si sono avverate. Il suo dono di Veggente era reale solo che non era potente quanto quello della sua antenata e sarebbe stata anche anche una brava insegnante se non avesse avuto un irrefrenabile passione per gli alcolici che le offuscavano il dono tra l’altro. Dai ricordi di Voldemort posso vedere che era una veggente molto migliore prima della Profezia fatta davanti al preside, probabilmente il vecchio ha lanciato sulla mente di una donna qualche incantesimo che le impedisce di usare al pieno il suo Dono, spingendola sicuramente verso l’alcolismo.
Ma nonostante ciò c’erano delle volte in cui riusciva ancora a usare il suo Dono, come quando aveva previsto che la prima persona che si sarebbe alzata di una tavolata di tredici sarebbe morta. Non me n’ero mai accorto sino ad ora, ma aveva avuto dannatamente ragione e né erano una prova Sirius, Snape, Moody e Remus.
Sybill ha delle rune incise sulla bacchetta proprio come Sirius. Quelle rune sono state incise da loro stessi; Sybill le fece appena laureata per aiutare la connessione fra la sua magia ed il suo occhio interiore, Sirius le fece durante l'Accademia per Auror, riportò tali rune anche sul suo corpo, ma non so di preciso il motivo per cui lo fece. 
Sybill non era una strega stupida ma ora era facile da manipolare, dovevo farmela amica e poi trovare un modo di allearmi anche con i centauri e le altre creature della Foresta, sarebbero state delle ottime risorse al momento della battaglia.
La divinazione per persone come me che non hanno il dono è inutile, anche se ogni essere dotato di magia riesce a praticare un po’ di divinazione, basandosi però solamente sulla lettura delle foglie di tea e sui tarocchi, ma non è detto che ciò che si vede corrisponda al vero. Vedere il futuro in una sfera di cristallo e leggere la mano era una prerogativa dei Veggenti veri e propri.
Potevo però mostrarmi interessato alla sua materia nonostante non avessi il Dono e chiederle consiglio su come poter usare al meglio tarocchi e foglie di tea.
-Buongiorno professoressa -, dissi quando la vidi passarmi affianco senza realmente vedermi, troppo intenta a consultare i suoi tarocchi o a provarci.
Da lei proveniva un forte odore di sherry scadente. Aveva appena smesso di bere una bottiglia che aveva gettato senza troppi complimenti dentro un’armatura.
La donna sobbalzò sorpresa e fece cadere a terra i suoi tarocchi, masticando tra i denti un’imprecazione.
-Lasci che l’aiuti -, dissi inchinandomi velocemente a raccogliere le carte per poi porgerle alla donna. -Stava leggendo i tarocchi, professoressa? È forse l’insegnante di Divinazione? -, domandai candidamente e sorridendo amabilmente.
Draco diceva che quando sfoggiavo quel sorriso potevo essere in grado di far fare qualsiasi cosa a chiunque. 
-Si, sono l’insegnante di Divinazione signor… -, fece scorrere il suo sguardo sulla mia persona prima di strabuzzare gli occhi nel riconoscere la mia cicatrice. -…Potter -.
-Sa professoressa speravo proprio d’incontrarla -, dissi.
-Davvero? -, domandò chiaramente sorpresa.
-Si -, annuii col capo. -Volevo farle alcune domande riguardo appunto la sua materia. Il professor Flitwick ha iniziato a parlarci delle materie facoltative che potremmo intraprendere dal terzo anno, naturalmente davanti a noi c’è più di un anno per scegliere, ma ho parlato anche con gli altri insegnanti di tali materie e mancava solo lei -.
Trelawney si sistema gli spessi occhiali a fondo di bottiglia sul naso, -Chiedi pure caro ragazzo -, disse. 
-Chiaramente io non sono provvisto del dono di Veggente -, dissi. -Ma sono interessato alla sua materia. Il poter almeno saper leggere anche un pochino i segnali sarebbe già un grande traguardo per qualcuno privo dell’Occhio come me. Mi chiedevo quindi se ci fosse un modo anche per quelli come me di saper interpretare i segnali di un imminente pericolo o di un evento importante che mi riguardi -.
Dall’espressione stupita della donna era chiaro che non si era mai aspettata una cosa del genere. La Trelawney conosceva bene le voci che giravano sulla sua materia e il fatto di non essere presa seriamente né dagli allievi né dai colleghi era una fonte di grande frustrazione per lei già depressa per il fatto che il suo Dono era ormai quasi sparito e che nemmeno guardare nella sfera di cristallo l’aiutava più.
Si schiarì la gola, -Ci…ci sono dei libri scritti dalla mia famosa antenata, la più grande Veggente d’Europa, che aiutano coloro che sono sprovvisti dell’Occhio ad interpretare i segni -.
-Davvero? -, domandai questa volta chiaramente sorpreso. Non sapevo dell’esistenza di questi libri. -Se mi dice qualche titolo posso andare in biblioteca e iniziare a consultarli in modo da poter rendermi conto se sarà utile per me seguire il suo corso al terzo anno -.
-Non troverai tali libri nella biblioteca scolastica – disse facendo una smorfia di disappunto. -Così come molti altri libri di illustri Veggenti in cui illustrano come meglio possano i misteri della Divinazione. Troverai solamente libri mediocri scritti da falsi Veggenti che ti confonderanno solamente -, emise uno sbuffo stizzito, prima di riprendere contegno. -Il caso vuole però che io abbia tali libri nei miei alloggi. Dovrò cercarli in mezzo agli altri libri poiché non ricordo dove siano ora e il mio Occhio interiore a qualche interferenza a causa di Nettuno, ma mi dia un paio di giorni signor Potter e glieli farò avere -.
-Sarebbe molto gentile da parte sua, professoressa -, dissi congedandomi con quella frase dalla donna.
Era chiaro che l’interferenza di cui parlava non aveva nulla a che vedere con Nettuno, ma solamente con quel vecchio caprone di Dumbledore.
Emisi un sospiro. Avevo iniziato a gettare le basi per portare la Trelawney dalla mia parte avrei dovuto agire con maggiore cautela da questo momento in poi, Dumbledore teneva d’occhio costantemente la donna in modo che non lasciasse mai il castello e così da poter continuare a danneggiare il Dono della donna così da non farle apprendere le sue macchinazioni.
Mi sentivo sfinito. Conoscere molte cose del futuro era un grande aiuto, naturalmente, ma dover stare sempre allerta era sfiancante.
Avevo bisogno di riposo. Imboccai il corridoio che mi avrebbe condotto nella Stanza delle Necessità, se fossi andato a cercare Draco non avrei trovato affatto la tranquillità di cui necessitavo. Amavo il ragazzo, ma era una grande fonte di distrazione e spesso mi portava all’esasperazione speravo solo che crescendo diventasse sempre più simile al Draco che avevo conosciuto in quella cella, che sapeva capirmi anche solo da uno sguardo senza aver bisogno di parole superflue e sapeva soprattutto rispettare quei momenti in cui avevo bisogno di calma e silenzio, limitandosi a farmi appoggiare il capo sulle sue gambe e ad accarezzare i miei capelli, rilassandomi.
Quando entrai nella Stanza delle Necessità trovai Hella ad attenermi. Aveva percepito chiaramente il mio bisogno di lei ed era apparta nei panni di ragazzina undicenne.
Sedeva in mezzo a miriadi di cuscini soffici e dalle varie grandezze. Il suo incarnato pallido era illuminato dal crepitare di un fuocherello che scoppiettava in un grosso caminetto di marmo.
Le sorrisi prima di avvicinarmi e sdraiarmi in mezzo ai cuscini, posare la testa sul suo grembo e chiudere gli occhi, emettendo un sospiro beato.
-Riposatevi, mio amato, veglierò io su di voi -, sussurrò Hella posando le sue labbra sulle mie in un fugace e delicato bacio.

Mi passai le mani tra i capelli, imprecando.
L’ultimo mio esperimento per creare l’Elisir di Lunga Vita era andato in fumo e la testimonianza di ciò era il calderone appena esploso.
Era passata solamente una settimana da quando avevo recuperato la Pietra Filosofale e ogni mio esperimento era stato un buco nell’acqua, certo sapevo che non avrei mai potuto creare l’Elisir così da un giorno all’altro ma non facevo nemmeno il minimo progresso.
Con un gesto secco della mano ripulisco il laboratorio di Pozioni che la Stanza delle Necessità a creato per me prima di lasciarmi cadere su uno sgabello, pensieroso.
La mia conoscenza in Alchimia era vasta grazie ai ricordi di Voldemort ma non era niente paragonata a quella di Dumbledore o di Flamel. Ci sarebbero voluti anni probabilmente prima di creare l’Elisir di Lunga Vita anche con gli appunti di Snape, ma non avevo tutto quel tempo da perdere dietro a questa cosa quindi vi era una sola soluzione al mio problema.
Chiedere a Nicolas Flamel di prendermi come suo allievo e sperare che mi reputi degno di diventare Erede della sua Conoscenza, ma dubitavo di riuscire dove Dumbledore aveva fallito a suo tempo.
Inoltre Flamel non prendeva allievi da oltre novant’anni era difficile che mi avrebbe accettato, se mi avesse accettato avrei dovuto rubare l’Elisir di Lunga Vita che custodiva all’interno della sua dimora per poter aiutare i genitori di Neville.
Avrei scritto a Flamel durante l’estate.
Deciso ciò presi la Pietra Filosofale e la riposi nel Grimorio che avevo iniziato a scrivere da qualche tempo. Non era stato facile creare un Grimorio e fare in modo che solo io potessi aprirlo e leggere ciò che vi era scritto, ma la conoscenza di Riddle mi aveva aiutato molto in questo.
Riposi il Grimorio nella mia tracolla e lasciai la Stanza delle Necessità avevo intenzione di parlare a Susan durante la lezione di volo che darò assieme a Draco a lei, Neville, Theo e Hermione. Avevo rimandato da troppo tempo.
Mentre percorrevo i corridoi passai di fronte ad un’aula in disuso dai cui giungeva la voce di una persona che conoscevo assai bene.
La porta era socchiusa e mi basto spingerla un poco per vedere chi fosse all’interno.
Cedric Amos Diggory.
Hunflepuff del quarto anno come tutti i membri della sua famiglia, Purosangue erede dell'antica casa dei Diggory, figlio di Amos Diggory (funzionario del ministero) e Arianna Fawley (Medimaga).
Si stava attualmente esercitando in un incantesimo.
Aggrotto la fronte, guardo con attenzione la mano che stringe la bacchetta (12 1/4" Frassino e Crine di unicorno), sta sbagliando il movimento di polso, certamente io non posso correggerlo, sono un primo anno, suonerebbe veramente sospetto e potrei anche offenderlo.
-Cedric, ciao! -.
Sobbalza e si gira verso di me, -Santa Helga, Harry! Mi hai fatto prendere un colpo! -, dice.
-Scusami, Ced, non volevo spaventarti ma ti stavo cercando -, dissi sorridendo lievemente. - Volevo chiederti se volevi venire a volare con me e Draco, Theo, Neville ed Hermione. Io e Draco vogliamo aiutarli a prendere dimestichezza nel volo. Neville ha iniziato solo quest’anno a volare, Hermione ha paura delle altezze ma vuole vincere contro le vertigini ad ogni costo mentre Theo era caduto quando era piccolo e da allora niente più scope per lui. Tu sei molto a volare e sei tra i migliori nella tua squadra, sicuramente diventerai il capitano, quindi puoi venire ad aiutarci???-, chiesi.
Lui mi sorride, gentile come sempre, -Certamente Harry. Dammi solo mezz'ora per mettere le cose a posto e prepararmi-, mi dice indicando alcuni oggetti sparsi nella stana che ha usato precedentemente per esercitarsi in altri incantesimi e indicando il suo gatto che cercava di addormentare.
- A proposito, cosa stavi facendo? -, domando.
-Un incantesimo testa-bolla, serve a respirare sott'acqua, purtroppo non mi sta riuscendo-, dice lui con una faccia veramente triste.
-Fammi leggere il libro, mi piacerebbe provare, Draco non sa nuotare sarebbe un incantesimo perfetto per lui! -, dico e infondo non è una menzogna completa. 
Draco non sa veramente nuotare.
Cedric mi sorride - Va bene piccola Aquila -, mi porge il libro d’Incantesimi.
Leggo velocemente la descrizione dell’Incantesimo e subito dopo il modo in cui dovrebbe essere eseguito, afferrò la mia bacchetta dall’interno del mantello e eseguendo i giusti movimenti mi accingo ad eseguire l’incanto.
-Aspetta Harry stai sbagliando… -, Cedric provò a fermarmi ma non lo ascoltai e conclusi.
Attorno al mio capo era comparsa una bolla che mi avrebbe permesso di respirare sott’acqua per un’ora o poco più, dipendeva da quando era potente il mago che eseguiva l’incantesimo, mi voltai sotto lo sguardo sorpreso di Cedric.
-Sei…sei incredibile, Harry -, dice sorridendomi. -Avevo sentito che eri un dono naturale in Incantesimi, ma addirittura eseguirne uno del quarto anno al primo tentativo…è stupefacente -.
Era chiaramente sorpreso e colpito, ma non vi era traccia nei suoi occhi d’invidia o risentimento per averlo superato.
-Senti un po’ -, mi dice abbassando la voce. -Mi faresti rivedere i movimenti che hai compiuto per eseguire l’incanto? -, mi domanda.
Annullo l’incantesimo e con un sorriso mostro a Cedric i giusti movimenti. Naturalmente questo rimarrà fra di noi non voglio di certo che si senta inferiore a me o altro.

Pov Hermione

Ero seduta ad un tavolo con Daphne, Theodore, Blaise, Susan, Hannah e Tonks.
Tonks ci stava aiutando con alcuni compiti di pozioni difficili, lei era all'ultimo anno ed aveva la media di O, voleva diventare un Auror come suo padre anche se ora non ne era più sicura, stava mettendo in discussione tutte le leggi magiche.
Avendo sempre avuto una conoscenza di base delle Arti Oscure, grazie a sua madre che apparteneva alla nobile famiglia Black, ma non ha mai approfondito l'argomento ritenendo tale branca qualcosa di malvagio, quest’anno invece grazie alla sua vicinanza con Harry, aveva letto un sacco di libri su tale branca magica scoprendo che non tutto ciò che è oscuro è necessariamente un male.
Tonks non è l’unica a stare rivalutando i suoi principi e soprattutto le Leggi Magiche che vigono nel nostro mondo. Anche gli altri studenti più grandi spesso si intrattengono con Harry discutendo molto. Noi altri del primo anno non interveniamo mai in quei casi. Un po’ perché non comprendiamo appieno ciò di cui parlano, un po’ perché anche se non detto vi sono delle specie di regole all’interno del nostro gruppo.
Harry dedica il suo tempo ad ognuno di noi, senza trascurare nessuno e cerca sempre di renderci partecipi tutti, ma ci sono volte in cui è inevitabile per alcuni di noi rimanere leggermente in disparte.
Una volta finito l'incontro di studio io, Theo e Susan salutiamo i nostri amici e ci avviamo verso i giardini dove abbiamo appuntamento con Draco, Harry e Neville. Purtroppo mentre percorriamo i vasti prati compare quell'arrogante di Pansy Parkinson, la promessa sposa di Draco, seguita dai due decerebrati Slytherin, Crabe e Goyle, si avvicina, prima di dar fiato alla sua boccaccia con i soliti insulti, - Nott tuo padre sarebbe disgustato da un figlio come te, stai diventando un traditore di sangue, sempre in giro con quella Sanguesporco Gryffindor e con altri della sua stessa risma-, io e Theo facciamo per ribattere quando un’altra voce ci anticipa.
- 50 punti in meno da Slytherin e detenzione con me, stasera-, ci giriamo, la professoressa Trelawney era scesa dalla sua torre e si era imbattuta in noi, -…ora signorina Parkinson e signorini Crabe e Goyle possono andare a spiegare al professor Snape il motivo per cui alla vostra casa sono stati tolti così tanti punti e il motivo della detenzione che dovrà scontare in mia compagnia -, disse con voce dura, aspetta che i tre Slytherin siano andati via poi guarda verso di noi, con attenzione. -Voi farete parte della fazione più forte, quella che potrà distruggere o salvare tutto, godetevi questi anni di giovinezza, Marte si avvicina…comunque ragazzi, sapete dove si trova il signorino Potter? Volevo dargli alcuni libri sulla divinazione ed alcuni consigli per prendere più GUFO e MAGO possibili -, dice sorridendoci.
Siamo un po' storditi, ci ha fatto una predizione orrenda e poi ci chiede dove è Harry, per fortuna tutti dicono che è un’impostora e non dovrei preoccuparmi di ciò che dice, non vorrei mai trovarmi in una guerra. -Lo stavamo raggiungendo. Lui e Draco ci vogliono aiutarci ad imparare a volare- rispondo io, lei ci sorride, sembra veramente pazza 
-Non vi dispiace se vi accompagno? -, domanda.
-Certamente no professoressa, lei può accompagnarci ai giardini e alle cabine dove noleggiare le scope -, risponde Theodore bloccandomi dal dire qualsiasi cosa e lanciandomi un’occhiata penetrante.
Emetto un sospiro prima di sorridere alla donna, che da quel momento ci segue in silenzio sino alle cabine del noleggio scope della scuola e poi sino al luogo in cui ci siamo dati appuntamento con gli altri. Oltre a Draco e Harry, che come al solito sono appiccicati l’uno all’altro, c’è anche Neville che li osserva silenzioso.
A volte ho come l’impressione che Neville sia un po’ come quelle guardie del corpo Babbane, quegli energumeni che seguono le persone famose ed evitano che i fan o gente inopportuna dia fastidio al loro capo. Neville segue praticamente ovunque Harry, come un’ombra silenziosa.
-Piantala Harry -, ride Draco, cercando di sottrarsi dalle mani di Harry, che invece cerca di attirarlo a sé per abbracciarlo. Da quando hanno fatto pace Draco è più propenso ai gesti impulsivi e affettuosi del morettino.
Hannah giura anche che una volta li ha visti scambiarsi qualche carezza in un’aula in disuso, parlando praticamente di sciocchezze solo per il gusto di sentire la voce dell’altro. Erano così teneri che non se l’è sentita di interromperli per chiedere aiuto a Draco in Pozioni preferendo andare a cercare l’aiuto in Cedric.
Noi tutti sapevamo che tra di loro vi era qualcosa. Evelyn diceva che era amore e che era solo questione di tempo prima che si mettessero assieme ufficialmente, almeno davanti a noi. Le posizioni che ricoprivano entrambi e le famiglie da cui venivano li frenava dall’uscire allo scoperto o almeno questo valeva per Draco.
Harry non aveva mai fatto mistero di ciò che provava per Draco. Glielo ripeteva sempre che gli voleva bene.
-Ehi, ragazzi, siete arrivati! -, ci saluta così Harry dopo aver riacciuffato Draco. -Com’è andata la sessione di studio con Dora? -.
-Bene -, dico. -È un’ottima insegnante. Competente e paziente -.
-Soprattutto paziente -, dice Theodore che in Pozioni non è molto bravo.
Harry annuisce prima di sposate lo sguardo sulla professoressa, -Oh, buon pomeriggio professoressa Trelawney -, saluta cordiale e sorridendo.
-Buon pomeriggio, signor Potter -, dice la professoressa. -Ho qui i libri di cui abbiamo parlato la scorsa volta -.
Gli occhi di Harry di accendono di interesse. Libera Draco e si avvicina in poche falcate alla donna che gli mostra tre libri.
-Li legga attentamente tutti e tre signor Potter -, stava dicendo la professoressa. -Una volta finito venga a trovarmi nel mio ufficio e discuteremo di quanto ha letto così da vedere quanto abbia appreso da queste letture -.
Harry prende i libri, ringraziando, -La ringrazio molto, professoressa -.
-Un’ultima cosa prima di lasciarvi -, dice la donna. -Signor Potter ciò che si è prefissato di fare non è impossibile, ma nemmeno una passeggiata. Le suggerisco di scrivere durante l’estate precedente il suo terzo anno all’Ufficio Misteri, Dipartimento Giratempo, per richiedere una Giratempo. Per convincerli credo che dovrà mostrare loro quell’oggettino che sta creando in modo da convincerli a farla entrare nel Progetto Nuovi Talenti, il prezzo da pagare sarebbe quello di cedere ogni sua invenzione al Dipartimento durante gli anni in cui usufruirà dell’oggetto ma ciò l’aiuterà ad ottenere i G.U.F.O e i M.A.G.O. che si è prefissato di ottenere. Naturalmente sono sicura che troverà il modo per non dover cedere ogni sua invenzione -.
Aggrotto la fronte confusa dalle parole della donna, Harry invece sembra aver compreso ogni parola e sorride euforico.
-La ringrazio moltissimo professoressa -, dice.
La donna ci saluta prima di risalire i prati per tornare alla Torre di Divinazione.
-Cosa stai combinando, Harry? -, domanda subito Draco guardandolo con rimproverò.
-Niente di cui tu debba preoccuparti, cucciolo -, dice, sorridendogli. -Ora vogliamo iniziare con questa lezione di volo? Neville, Susan voi starete con me. Hermione, Theo vi affido alle amorevoli manine del mio cucciolo…ahi, Draco! -, esclama quando Draco gli rifila un calcio sullo stinco.
-Contegno, Potter -, canticchia questi sorridendo bastardamente prima di invitarci a seguirlo.
Ridendo io e Theodore seguiamo Draco poco più in là per iniziare la nostra lezione. Il giovane Malfoy è molto bravo nel volo e stranamente si dimostra molto paziente con noi due e la nostra imbranataggine in questo campo.
A Theo ci vuole davvero poco prima di prendere abbastanza confidenza dal fare piccoli voli a qualche metro da terra sotto l’occhio vigile di Draco, mentre io cerco ancora di far sollevare quella maledetta scopa che non fa altro che rotolare sul manto innevato.
-Mione -, sospira Draco. -Non lo dici con convinzione. La tua paura delle altezze di impedisce persino di far alzare questa scopa -, abbasso lo sguardo mortificata. -Forse ho un’idea per aiutarti -, dice improvvisamente facendomi alzare il capo di scatto quando urla, -Ehi, George, puoi venire un attimo! -.
George Weasley è a qualche metro di distanza da noi come sempre con lui c’è il suo inseparabile gemello, Fred, e Lee Jordan.
Il rosso si avvicina a noi sorridendo gentile, -Ciao ragazzi. Che combinate? Ma soprattutto Draco dov’è la tua amorevole e dolce metà? -.
Di amorevole e dolce Harry aveva ben poco e questo George lo sapeva bene. Certo Harry era gentile con tutti noi e ci voleva bene, ma non esternava mai i suoi sentimenti con qualche gesto affettuoso come faceva in vece con Draco.
-Vuoi che ti maledica? -, domandò Draco guardandolo storto. -Comunque è là sta facendo lezione di volo a Neville e Susan -, aggiunge indicando il punto preciso in cui Harry si trovava, sicuramente non l’aveva perso di vista per un istante, nemmeno quando si era alzato in volo assieme agli altri due nostri amici.
George si volta verso i suoi compari, indicandogli Harry, questi annuiscono e si incamminano verso il morettino che in questo momento sta parlando con Susan, la quale sembra parecchio scossa e con le lacrime agli occhi.
Sicuramente Harry le starà parlando riguardo i suoi timori e i suoi dubbi nel nascondere ciò che sta facendo a sua zia Amelia.
-…certo nessun problema -, stava dicendo George, strappandomi dai miei pensieri.
Mi volto verso i due ragazzi e osservò George mettesi a cavallo della scopa che sino a poco prima cercavo di far sollevare per poi allungare una mano verso di me.
Sbatto gli occhi, confusa.
-Vieni Hermione -, mi dice con tono dolce. -L’unico modo per aiutarti e farti vedere cosa ti perdi volando -.
-Ecco…veramente…io… -, balbettò facendo un mezzo passo indietro.
-Hermione ti fidi di me? -, domanda lui, bloccando la mia fuga inchiodandomi con il suo limpido sguardo azzurro.
Annuisco lentamente prima di posare la mia mano sulla sua ancora protesa verso di me. George mi avvicina a lui e mi aiuta a salire sulla scopa, di fronte a lui.
Nel momento esatto in cui si dà la spinta necessaria per mettersi in volo serro gli occhi, nascondendo il volto nei suoi abiti e aggrappandomi con le braccia alla sua vita, terrorizzata all’idea di poter scivolare e cadere giù.
-Apri gli occhi, Hermione -, mormora al mio orecchio. Il suo respiro caldo mi solletica e il suo profumo di sandalo e pino selvatico mi stordiscono leggermente.
Lentamente riemergo dal mio nascondiglio e apro gli occhi. Lo spettacolo che si para davanti a me è da mozzare il fiato.
-Bello vero? -, domanda George.
Davanti a noi si estende il Lago Nero, che fa da sfondo al maestoso e antico castello. I prati che circondando Hogwarts e le cime degli alberi della Foresta Proibita sono completamente innevate, il sole all’orizzonte sta lentamente calando oltre le catene montuose che circondano la valle in cui sorge la scuola.
-Si -, mormorò semplicemente incapace di articolare qualsiasi altra parola in questo momento.

Lucius Pov

-Padrone arrivata lettera da signorino Draco -.
Dobby, il mio Elfo Domestico personale, posa la lettera in questione sulla candida tovaglia che ricopre il lungo tavolo di legno pregiato che troneggia al centro della sala da pranzo riservata all’intimità familiare.
Con un gesto secco lo congedo senza degnarlo di uno sguardo continuando a leggere le ultime notizie sulla Gazzetta del Profeta sorseggiando il mio caffè nero.
-Lucius! -.
La voce seccata di mia moglie Narcissa mi strappa da uno dei pochi momenti piacevoli della giornata. Emettendo un sospiro piego il quotidiano e punto il mio sguardo su di lei, -Dimmi, Cissy, cara -.
-Tuo figlio ti ha scritto -, dice guardandomi duramente.
Emetto un secondo sospiro. Chiaramente non potrò continuare a leggere la sezione riguardo all’economia sino a quando non avrò letto la lettera di Draco.
Metto da parte il quotidiano e prendo la lettera di mio figlio, aprendo la busta con l’ausilio di un tagliacarte messo a mia disposizione come ogni mattina da Dobby, ed estraggo il foglio pronto a leggere il rapporto su Potter.
Con mia enorme sorpresa questa volta Draco non scrive nulla riguardo ciò che sta facendo Potter.
-Qualcosa non va, Lucius? -, domanda Narcissa con una punta di preoccupazione.
Deve aver capito semplicemente guardandomi in volto che il contenuto della lettera di Draco mi ha parecchio sconvolto. Mi conosce assai bene ormai.
-Sembra -, inizio. -Che il signor Potter richiede il nostro aiuto per un incontro che avverrà durante l’estate con Fudge. Draco scrive che è stato il signor Potter stesso a chiedergli di scrivermi per poterci avere al suo fianco durante l’incontro in quanto io sono membro sia del Concilio di Hogwarts che del Wizengamot in quanto spera che lo aiutiamo a evitare che Fudge si approfitti della sua inesperienza sul Mondo Magico e sulla sua giovane età -.
Narcissa è sorpresa quanto se non più di me. Sapevo che Draco aveva stretto amicizia con Potter, ma non credevo che fosse così stretta da spingere il ragazzo a chiedere il nostro appoggio in un incontro del genere.
-Cos’altro dice la lettera? -, domanda Narcissa.
-Draco scrive che la data e l’ora dell’incontro non sono ancora state fissate. Continua dicendo che se accettiamo dovremmo accompagnare il signor Potter a Godric’s Hollow dove vi è l’abitazione dei Potter e… -, aggrotto alla fronte leggendo. -Sembra che tale dimora sia divenuta Patrimonio Ministeriale è per questo il signor Potter ha dovuto fare formale richiesta al Dipartimento competente per potervi accedere e recuperare oggetti personali -.
-Fudge piccolo omuncolo codardo -, sibila furente mia moglie. -Come ha potuto dichiarare Patrimonio Ministeriale una proprietà di un minorenne senza avere il consenso dei tutori o addirittura dello stesso ragazzo? -.
-Credo che nessuno sappia di questa sua mossa -, dico, pensieroso. -Avrebbe sicuramente fatto scalpore tale notizia e avrebbe fatto cadere il governo di Fudge. Quell’uomo però è troppo attaccato alla sua poltrona e sicuramente avrà fatto in modo di far credere che sia stata ceduta in modo legale da terze parti. Non mi stupirebbe se ci fosse lo zampino di quel rimbambito di Dumbledore -.
-Cosa hai intenzione di fare Lucius? Accetterai? -, domandò Narcissa osservandomi dall’altro capo del tavolo.
Dovevo ammettere che sarebbe stata una buona mossa quella di accettare di presenziare all’incontro. Avrei potuto guadagnarmi la fiducia del ragazzo e oltre a ciò avrei sicuramente reso felice Draco, dalle cui lettere avevo compreso sebbene povere di dettagli, che fosse molto unito a Potter.
L’ultima cosa che volevo era renderlo triste in qualche modo.
-Accetterò -, dico annuendo. -Non possiamo lasciare quel ragazzo in balia di Fudge lo rovinerebbe sicuramente -.
Narcissa sorride, -Sarà anche un’ottima occasione per invitarlo poi qui al Manor -, dice. -Sono sicura che ciò farà felice Draco -.
-Lo credo anche io -, annuisco. -Dobby -, chiamo a gran voce.
-Padrone chiamato? -.
-Si, portami carta da lettera, inchiostro e piuma -, ordinò. -Devo rispondere immediatamente a mio figlio -.

Harry Pov

Quest’oggi avevo portato tutto il gruppo di studio nella Stanza delle Necessità. 
Gli avevo mostrato come accedervi, qual era la dinamica per fare la propria richiesta alla stanza e soprattutto come raggiungerla in modo sicuro usufruendo di alcuni passaggi segreti che avevo scoperto durante le mie incursioni notturne.
Come luogo per riunirci avevo pensato a più ambienti in modo che soddisfacessero qualsiasi nostra esigenza. La stanza principale, dove in questo momento eravamo radunati, era composta da un lungo tavolo di legno messo al centro. Sulle pareti laterali vi erano scaffali ricolmi di libri, copie di ogni libro presente nella biblioteca del castello e in quella personale di Ravenclaw. A metà delle pareti vi erano due grossi caminetti di marmo scuro, ai lati di uno vi erano un tasso e un’aquila, ai lati dell’altro vi erano invece un serpente e un leone. Davanti ad essi vi erano comodi divanetti e poltrone.
Toccando con la bacchetta la testa del serpente si accedeva ad un laboratorio di pozioni fornito di ogni genere di ingrediente.
Toccando invece quella del leone si accedeva a una sala duelli dove vi erano custodite diverse armi.
Toccando la testa del tasso si accedeva ad un giardino dove poter passare il tempo o come me e Neville a coltivare qualche pianta in una piccola serra.
La testa dell’aquila ti conduceva in quello che avevo deciso essere il mio studio e dove avevo sistemato copie di tutti i quadri che Ranfuk aveva recuperato per me e che poi avevo mandato a Villa Smeraldo.
Sono seduto capotavola, alla mia destra Draco accanto a lui Tonks, Cedric, Hannah, Susan, Cho, le gemelle Patil, Morag e Samantha; alla mia sinistra sedeva Hermione, accanto a lei Neville, Terry, Anthony, Michael, Daphne, Blaise, Theo, Evelyn e Steven.
Ron non è presente siamo stati tutti d’accordo nel non invitarlo quando ci raduniamo qui, avrebbero sopportato la sua presenza fuori da qui poiché avevo spiegato loro che se non l’avessimo accettato con noi a rimetterci sarebbero stati i gemelli.
Per Ninfadora e Samantha questo è l'ultimo anno (per Tonks in verità questo è l'ottavo anno questo è dovuto al fatto che durante il primo anno che avrebbe dovuto trascorrere qui a scuola non riusciva a controllare la sua magia né le caratteristiche di metamorfus era stata ricoverata un anno in ospedale), quindi dovevo fare in modo di instaurare con entrambe un rapporto solido che non si deteriorasse nel momento in cui si fossero diplomate.
Stavamo discutendo sull’ammissione di nuovi membri al nostro gruppo negli anni futuri. Eravamo tutti d’accordo a patto che coloro che l’ammissione di un nuovo membro doveva essere decisa in assemblea e per essere ammesso doveva avere una maggioranza di voti per questo dovevamo trovare un modo per tenerci in contatto
Susan aveva proposto degli anelli magici, a me erano venute in mente le false monete del DA, ma non andava bene, dovevo trovare un modo che ci identificasse e allo stesso modo ci facesse restare gli uni in contatto con gli altri, sarebbe stato utile nella futura guerra.
Avrei chiesto consiglio ai quadri dei miei pareti, sicuramente loro mi avrebbero aiutato a trovare un modo.
-Credo che siamo tutti d’accordo nell’ammettere i gemelli Weasley e Lee-, dice Theo guardandosi attorno in cerca di assensi.
Un coro di assensi si sollevò alle parole di Theo, -Allora è deciso dalla prossima riunione ci saranno anche loro -, dico. -Lo scopo di questo gruppo è quello di ampliare le nostre conoscenze. Di esplorare ogni branca della magia senza essere giudicati dagli altri -, gli sguardi di tutti sono puntati su di me, sorrido. -In voi ho trovato le persone giuste con cui parlare di ogni cosa, senza timore di essere giudicato. Per questo voglio confidarmi con voi molti mi fermano e mi chiedono che cosa ricordo della notte in cui Voi-Sapete-Chi attaccò la mia famiglia, solitamente dico nulla tranne un lampo verde, ma vi ho mentito -.
Un mormorio si diffonde tra i miei amici in seguito a questa mia confessione.
-Ricordo ogni cosa di quella notte -, sorrido debolmente a Draco quando emette un verso strozzato. -Ricordo il rumore della porta di casa che esplode. Mio padre, James, urlare dal piano di sotto a mia madre, Lily, di prendermi e scappare. Ricordo mia madre correre nella mia stanza, prendermi in braccio e provare a Smaterializzarsi ma senza successo, ricordo che provò anche la Passaporta d’emergenza, anche quella inusabile. Ricordo le sue lacrime bagnarmi il capo e i passi di Voldemort nel corridoio sempre più vicino a noi. Ricordo le ultime parole di mia madre quando mi rimise nella culla, baciandomi, e ricordo il volto di Voldemort e le sue parole e infine il lampo verde dell’Avada che colpiva mia madre e il tonfo del suo corpo privo di vita sul pavimento. Ricordo Voldemort sorride vittorioso verso di me mentre l’Avada mi colpiva ma rimbalzava e tornava a lui, colpendolo e distruggendo il suo corpo, ma lasciandolo in vita lo stesso -.
-Cosa? È ancora vivo? -, domandò Hannah sconvolta dalle mie parole.
-È solo un’ombra del mago oscuro che è stato, ma si è ancora vivo Hannah -, dico serio. -Sta cercando un modo per riottenere il suo corpo e se succederà si scatenerà una guerra più violenta della precedente e per allora dobbiamo essere pronti a combattere, a difendere ciò in cui crediamo e ciò che ci è caro -.
-La Trelawney aveva ragione -, mormorò Hermione attirando la mia attenzione. -A me e a Theo a predetto che faremo parte della fazione più forte. Che potremmo distruggere o salvare questo mondo -.
-So di chiedervi molto, ma vorrei che foste al mio fianco se davvero ci sarà una guerra -, dico guardandoli uno alla volta. -Non c’è bisogno che rispondiate ora -.
-Sono con te, Harry -, la voce piena di sicurezza di Draco mi fa spuntare un sorriso sul volto. Allungo una mano verso la sua e la stringo nella mia.
Saperlo al mio fianco ancora una volta ad affrontare ciò che ci aspetta mi rende più forte in questo momento. Con lui al mio fianco potrò fare qualsiasi cosa…
 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

L'ULTIMO DONO DELLA MORTE

quindicesimo capitolo

 

POV George

 

Le vacanze di Natale è solo un vago ricordo ormai e due mesi erano già trascorsi.

Le lezioni erano ricominciate a pieno regime così come i massacranti allenamenti di Quidditch per cercare di vincere il Campionato almeno quest’anno dato che erano sette anni consecutivi che vincevano gli Slytherin e il fatto che fossimo sprovvisti di un buon Cercatore non aumentava di certo le nostre possibilità di vittoria.

Se solo Harry fosse stato di Gryffindor avremmo avuto sicuramente la vittoria in tasca. L’avevo visto volare durante una delle lezioni di volo che dava ai suoi amici del primo anno ed era un talento naturale.

-Ciao ragazzi -.

Vengo distratto dai miei pensieri dalla voce di Neville. Osservò con sguardo crucciato il ragazzino del primo anno domandandomi dove sia Hermione e soprattutto come mai si mostra in Sala Comune durante il pomeriggio.

Lui e Hermione non si vedono quasi mai in Sala Comune. Rientrano sempre quando mancano poco meno di una manciata di minuti al coprifuoco e si siedono sempre per i fatti loro a volte si unisce anche Calì, ma non sempre in quanto la ragazza preferisce passare il tempo con Lavander Brown, sua coetanea e compagna di camerata.

-Ciao Neville -, saluta Fred. -Dove hai lasciato la tua compagna? -.

-Con il resto del gruppo di studio -, disse Neville. -Per questo sono qui volete unirvi a noi per una sessione di studio? -.

Aggrottai la fronte. Una sessione di studio assieme a Harry e alla sua cerchia di amici tra cui alcuni studenti del settimo e quarto anno a cui potevamo chiedere aiutato per alcune materie in cui noi tre non eravamo particolarmente dotati.

Oltre a ciò vi era anche il fatto che noi eravamo stati invitati quel pomeriggio, Ron invece no. Il nostro adorato fratellino sedeva assieme a Seamus e a Dean i suoi compagni di camerata con cui passava tutto il tempo quando Harry non gli rivolgeva parola.

-Io ci sto -, disse Fred, euforico all’idea di unirsi al gruppo. -George, Lee? -, domandò poi a me e al nostro amico.

-Non credo di essere invitato, Freddie -, disse Lee dispiaciuto.

-Harry vuole che ti unisci anche tu a noi -, disse Neville. -Naturalmente se vuoi -.

-Voglio -, disse Lee sorridendo.

-Ci sto anch’io -, dissi iniziando a raccattare i miei libri e a gettarli alla rinfusa nelle tracolle, imitato dagli altri.

Qualche minuto dopo seguiamo Neville per i corridoi di Hogwarts. Ben presto capiamo che non ci stiamo dirigendo in biblioteca come credevamo.

-Che ci facciamo qui? -, domandai quando Neville si fermò davanti all’arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll.

-Aspettate un attimo -, disse lui, camminando davanti al muro spoglio di fronte all’arazzo per tre volte.

Sotto il nostro sguardo stupito comparve una porta.

-Ma cosa…? -, disse Lee confuso quanto noi.

Neville sorrise prima di aprire la porta e entrare nella stanza.

Dopo esserci guardati per un momento entrammo anche noi nella stanza rimanendo sconvolti da quello che si parava di fronte a noi.

Una stanza immensa dove troneggiava un lungo tavolo di legno messo al centro. Sulle pareti laterali vi erano scaffali ricolmi di libri, copie di ogni libro presente nella biblioteca del castello e in quella personale di Ravenclaw. A metà delle pareti vi erano due grossi caminetti di marmo scuro, ai lati di uno vi erano un tasso e un’aquila, ai lati dell’altro vi erano invece un serpente e un leone. Davanti ad essi vi erano comodi divanetti e poltrone.

Harry sedeva all’unica sedia presente a capotavola ed era chino su un grosso tomo, sparse affianco vi erano delle pergamene su cui una Penna Prendiappunti stava scrivendo da sola. Accanto a lui vi erano Anthony, Michael e Terry suoi compagni di camerata anche loro intenti a consultare dei libri.

Tonks e Samantha stavano provando alcuni incantesimi assieme a Evelyn e a Steven a metà del lungo tavolo. Vi sono le gemelle Patil e Susan Bones e Hannah Abbott che stanno studiando anche loro ma sedute su comodi divani e poltrone.

-Harry -, Neville richiama il morettino.

Potter solleva lo sguardo dal tomo che stava consultando e lo posa su di noi, -Ah, bene siete qui! -, esclama alzandosi e venendoci incontro.

-Harry ma che posto è questo? -, domanda Lee guardandosi attorno affascinato.

-Questa è la Stanza delle Necessità -, dice Harry. -L’ho trovata prima di Natale per caso mentre mi facevo un giretto notturno per i corridoi. Ho pensato che fosse perfetta per permetterci di riunirci e studiare senza che nessuno ficchi il naso nei nostri affari -, spiega guardandosi attorno. -La Stanza crea l’ambiente più adatto ai suoi ospiti. Io volevo fortemente un luogo dove poter studiare tutto, anche le Arti Oscure, e questo è il posto ideale per me e i miei amici -, si volta a guardarci. -E da oggi è anche il vostro rifugio per studiare, sperimentare e scoprire nuove cose sulla magia -.

Ci stava ufficialmente invitando a far parte del loro piccolo gruppo d’Élite. Aveva accettato me e Fred e non Ron, sebbene lui passasse del tempo con Harry ma ero sicuro che non gli aveva mai mostrato questa stanza fantastica.

-Credo che sia d’obbligo mostrarvi l’ambiente in cui passeremo molto tempo -, dice improvvisamente. -Neville accompagna Lee alla sala duelli. Cedric sarà sicuramente felice di allenarsi con lui -, dice rivolto a quello che sospetto sia il suo braccio destro.

Neville annuisce senza replicare e fa un cenno a Lee di accompagnarlo. Sotto i nostri sguardi stupiti quando tocca la testa del grifone affianco al camino con la bacchetta una porta si materializza nello scaffale di sinistra.

-Draco potresti scortare Fred alla sezione dei Tomi Oscuri -, domanda invece a Malfoy.

Draco si alza dalla poltrona in cui era sprofondato sino a quel momento e dove stava leggendo pigramente il libro di Trasfigurazioni per principianti per fare un cenno al mio gemello che sembra in questo momento un bimbo il giorno di Natale.

-Qui faccio io Harry -, dice Hermione affiancando il morettino e posandogli una mano sul braccio, sorridendogli dolcemente.

Quei gesti complici mi irritano parecchio, ma cerco di non darlo a vedere. La mia stupida gelosia non deve precludermi da una possibilità come questa.

-Vieni George ti accompagno al laboratorio di Pozioni dove potrai sperimentare i vostri prodotti al meglio -, mi dice invitandomi a seguirla.

Questa volta toccando la testa del serpente si apre una porta sulla destra che conduce ad un laboratorio fornitissimo di Pozioni.

Hermione sembra a suo agio in quell’ambiente deve frequentarlo spesso quando è qui perché mi indica il luogo esatto di ogni ingrediente sugli altri scaffali e dove posso trovare attrezzature per le mie pozioni. Mi dice inoltre che c’è una sezione ben fornita di Pozioni nella stanza principale se avessi bisogno di qualche delucidazione.

Questo posto è strepitoso, ma niente è meglio di passare interi pomeriggi in compagnia di Hermione e del suo sorriso smagliante.

 

Dumbledore Pov

 

Non so più cosa fare con il ragazzo.

È completamente fuori dal mio controllo ogni cosa che tento di fare per avvicinarlo a me non fa che allontanarlo.

Il suo rapporto con Malfoy e Longbottom è diventato ancora più forte. Se non è assieme a uno è assieme all’altro.

Non lo lasciano mai solo.

Non ha nemmeno provato a scoprire cosa vi fosse nascosto al terzo piano. Credevo di essere riuscito ad incuriosirlo così da spingerlo verso Voldemort ma niente.

Dovrò agire in un’altra maniera a questo punto. Ormai l’anno è questi finito devo usare questo tempo per trovare un modo per allontanarlo da Malfoy e dai Longbottom, forse se passasse l’estate dai Weasley…

Dovrò scrivere a Molly inoltre sarebbe un buon modo per introdurre anche la piccola Weasley e iniziare a somministrare al ragazzo dei blandi filtri d’amore per spingerlo verso di lei.

Si farò così

 

 

Severus Pov

Il ragazzo è identico a suo padre. Supponente e arrogante.

Se ne va in giro per il castello con quell’aria tronfia come se ne fosse padrone accompagnato dalla sua cricca di amichetti.

So per certo che stanno tramando qualcosa ma non riesco a coglierli mai in fallo. Non hanno mai infranto nessuna regola che mi permettesse di punirli e Potter è sin troppo sveglio per farsi cogliere sul fatto mentre combina qualcosa questo è un tratto preso da Lily.

Anche ora che lo osservo non sta facendo nulla che mi possa dare l’occasione per punirlo. Siede assieme ai ragazzi del suo anno in biblioteca, si stanno preparando per gli esami finali con ripassi generali di tutte le materie.

Mi chiedo come facciano a concentrarsi con Weasley che si lamenta ogni due per tre.

Un improvviso scoppio d’energia magica mi fa rizzare i peli sulla nuca. Poso subito lo sguardo su Potter pronto a punirlo ma lo sguardo del ragazzo mi fa desistere dall’uscire allo scoperto. È lo stesso che aveva l’estate scorsa.

Draco si inchina su di lui sussurrandogli qualcosa all’orecchio con preoccupazione e urgenza. Che abbia percepito anche lui la magia selvaggia del ragazzo.

Potter annuisce alle sue parole, ma quello sguardo non si sposta dalla figura di Weasley.

Draco non è l’unico ad essersene accorto anche gli altri suoi amici l’hanno notato ma hanno deciso di lasciare a Draco il compito di calmare il loro capo e di continuare a studiare come se niente stesse succedendo.

Sembra che il mio figlioccio sia riuscito a calmarlo perché il ragazzo si stringe con le dita il monte del naso e sospira esasperato, ma alla fine torna a leggere il libro di Incantesimi ignorando Weasley.

-Severus… -, la voce di Irma mi riscuote dai miei pensieri. Mi volto verso la mia collega e compagna di Casa ai tempi di Hogwarts.

-Dimmi, Irma-, le dico avvicinandomi a lei.

-Credo di aver trovato le informazioni che cercavi sulle bacchette gemelle -, dice mostrandomi un libro sulle bacchette appartenente alla sua famiglia.

Guardo un’ultima volta in gruppetto prima di voltarmi di nuovo verso la mia collega, -Mostrami dove si parla di tali bacchette, Irma -, le dico seguendolo alla sua postazione decidendo di lasciar perdere Potter per ora.

 

POV Harry

 

Mi avvicino al più giovane Weasley

-Hey Ron -, saluto

Lui si gira, -Oh ciao amico- dice. Non lo sopporto proprio, ma mi serve per non far saltare la mia copertura.

- Ron posso comprare il tuo topo, Crosta? -, domandò senza tanti giri di parole

Lui mi guarda come se fossi pazzo, poi arrossisce, -Non lo so questo topo è con la mia famiglia da molti anni… era di Percy… la mia famiglia è molto affezionata a Crosta-

-Crosta ha 11 anni, i topi di solito non vivono più di sei anni, puoi tranquillamente dire che è morto, secondo me comunque non vivrà più di un altro anno o due -, affermo sicuro. -Ron, facciamo così, io ti do 5 galeoni per quel topo, con questi soldi puoi comprarti un piccolo volatile per la posta…va bene? -.

Ron sembra pensarci un po' poi accetta e mi consegna il mezzo addormentato/ spaventato Crosta che subito metto in una gabbia.

Sorrido.

Presto saprò come sfogare la mia rabbia.

 

Con mia poca sorpresa il professore di Difesa Contro le Arti Oscure ha lasciato il castello nel cuore della notte dopo aver rubato la falsa pietra.

A quanto pare sono riuscito ad ingannare anche qualcuno come Voldemort assai più efferato di me in Alchimia mi chiedo come reagirà quando noterà che ciò che ha rubato è solo un’inutile pietra con una potente traccia magica che scomparirà esattamente ventiquattro ore dopo la prelevazione dallo Specchio.

Ridacchio tra me e me immaginandomi la scena.

Dumbledore è furioso con me perché non ho fermato Riddle mi ha tolto un centinaio di punti con una scusa inutile e mi ha messo in punizione per il resto della scuola assieme al mio direttore di Casa. Fortunatamente ciò ho messo davvero poco a recuperare i punti ingiustamente tolti e a raddoppiarli per non creare animosità tra me e i Ravenclaw, sebbene tutti sapessero che la mia punizione era ingiusta quanto la sottrazione di così tanti punti.

Poco importa grazie alla bravata di Dumbledore ho portato la mia casa in vetta alla classifica, ci basta vincere l’ultima partita di Quidditch contro Slytherin per aggiudicarci anche la Coppa del Campionato.

Ma nulla di tutto ciò è importante ora. Sembra che grazie a Lucius Malfoy potrò visitare prima del tempo la mia casa a Godric’s Hollow, infatti tra una settimana esatta mi verrà recapitata una Passaporta che mi condurrà al piccolo borgo dove mi attenderanno i coniugi Malfoy e il Ministro Fudge.

Credo che sarà una giornata interessante.

-Harry…Harry… -.

La voce urgente di Hermione mi strappa dai miei pensieri.

-Dimmi -, le domandò.

-Ho bisogno del tuo aiuto per entrare nel Programma Giovani Talenti -, mi dice seria come poche volte l’ho vista. -Voglio prendere anch’io i tuoi stessi G.U.F.O. e M.A.G.O. e ho bisogno della Giratempo -.

Emetto un sospiro. Sapevo che sarebbe successo, era solo questione di tempo, -Hermione stai tranquilla ti aiuterò, ma non devi avere fretta ai un anno di tempo per riuscire ad accedere al Programma -, le dico cercando di calmarla.

Le mie parole hanno effetto immediato. Si fida di me e sa che l’aiuterò veramente nel suo obbiettivo.

 

Pov Cornelius

 

Ripenso ancora alla lettera scritta dal giovane Potter:

''Rispettabile ministro della magia, Cornelius Oswald Fudge,

purtroppo devo informarla che avevo già pensato di farmi accompagnare dal padre del mio migliore amico; Lucius Abraxas Malfoy, suo ex compagno di casa ad Hogwarts.

Fa parte dei consiglieri di Hogwarts, del Ministero della magia e siede anche nel Wizengamot; la famiglia Malfoy gode di grande rispetto ed in più un ritratto che desidero recuperare raffigura la zia di Lord Malfoy che è l’unica copia esistente e vorrei donarne una copia all’uomo che non ha mai potuto conoscerla.

Ovviamente caro ministro anche lei è invitato a venire con noi,

cordiali saluti

H. j. Potter''

 

Non riesco a credere che Lucius si sia già guadagnato la fiducia del ragazzo, fortunatamente la famiglia Malfoy mi sostiene da sempre quindi non ho niente di cui preoccuparmi.

Mancano 2 settimane alla fine dell'anno scolastico ed oggi io e la famiglia Malfoy porteremo Harry a riprendere le sue cose, fortunatamente il ragazzo non sa che quello che ho fatto era illegale.

 

Pov Harry

 

Appena entrati nella casa subito nota un ritratto di cui non aveva memoria, ma è normale da piccolo non era mai stato nell'ingresso.

Ritrae una donna aristocratica con un trucco esagerato del XVIII sec d.C. il ritratto si muove e cerca di parlare, urlare, ma qualcuno deve aver messo incantesimi di silenzio su tutti i quadri, un grande oltraggio alla famiglia Potter.

Avvicinandomi posso vedere la didascalia sul quadro: Ina Feamair Isibéal Grian Potter (detta Erin Potter). Era nominata in tutti i libri sulla famiglia, non si sposò ne ebbe figli (nonostante il contratto di matrimonio con la famiglia Selwyn), scrisse dei libri su incantesimi per principianti e bambini, per dare una preparazione di base prima di Hogwarts, era un insegnante di incantesimi ed è stata vicepreside di Hogwarts ai tempi del preside Vindictus Viridian (pozionista e preside, scrisse il libro ''Maledizioni e contro maledizioni ;Stregate gli amici e confondete i nemici con le vendette all'ultimo grido:Teste Rapate, Gambemolli, Languelingua e molte altre ancora''), ed ha continuato a ricoprire la carica anche per i primi anni della preside Dylis Derwent ( famosa medistrega, considerata una delle presidi più importanti di Hogwarts); morì a 108 anni suicidandosi nel lago nero, c'è chi afferma che dalla quinta finestra della sala comune Slytherin si veda ancora il suo scheletro ma nessuno lo ha mai confermato.

Subito guardo il ministro, -Perché hanno un fascino di silenzio su di loro? -.

Lui arrossisce, - Beh ecco... non potevamo lasciarli parlare se qualcuno veniva da queste parti-.

-Perché no? -, domando fingendomi ingenuo. Voglio proprio vedere cosa s’inventa ora

- beh, sono persone morte non capivano la situazione-, a questo io alzo un sopracciglio e Lucius, che è disgustato dall'uomo, è sul punto di ridere mentre Narcissa sembra arrabbiarsi sempre di più.

-Ad ogni modo, avete portato tutti i libri della mia famiglia nella biblioteca nazionale, avrò mai modo di riaverli? -, domandò ben sapendo che questo avrebbe fatto andare su tutte le furie la signora Malfoy che avevo avuto il piacere di conoscere nella mia vecchia vita durante il soggiorno ad Azkaban.

Lucius e Narcissa sbiancano a questa domanda.

-Signor Potter quelli sono libri preziosi per l’Inghilterra, ovviamente dovranno rimanere nella biblioteca nazionale-, il ministro stupido non si accorge della furia di una Black che sta scatenando dietro di lui.

-Signor Fudge! -, tuona, facendo sobbalzare l’omuncolo. -Spero di aver sentito male perché se davvero i libri appartenenti alla famiglia Potter si trovano alla biblioteca Magica Nazionale può star sicuro che farò sapere alla stampa che la casa dei Potter è stata dichiarata Matrimonio Ministeriale senza il consenso di Harry o di chi per lui è tutore -.

-Lady Malfoy sia ragionevole quei libri… -, provò a dire Fudge.

Senza farmi vedere annullo il fascio silenziante al quadro presente nell’ingresso.

-Tu! Maledetto ladro! -, urla la mia antenata furibonda. -Il corpo del mio amato nipote non era nemmeno stato riposto sotto terra che tu eri già qui a saccheggiare i preziosi libri della famiglia Potter. Hai svenduto ricette di Pozioni di famiglia ai migliori offerenti e ti sei arrogato il diritto di impadronirti del Grimorio dei Potter -.

-Io…? Come…? -, balbetta Fudge che non si aspettava un attacco dal quadro.

-Ministro cos’è questa storia? -, domanda Lucius chiaramente furioso anche lui. -Posso sorvolare su tutto ma non sul Grimorio. Lei sa benissimo che tale libro racchiude i segreti più intimi di una famiglia, gli incantesimi usati a protezione delle loro dimore e i modi per accedervi, ma soprattutto ciò che hanno inventato e non desiderano far conoscere al resto del mondo. Il Grimorio deve essere restituito al signor Potter quanto prima -, dice e le sue parole non ammettono repliche.

Erin sembra abbastanza soddisfatta, poi posa lo sguardo su di me, studiandomi, -Ciao Harry -, dice con dolcezza. -Sei diventato proprio grande. Ancora ricordo quando correvi sulla tua scopa giocattolo per casa e la tua povera mamma ti rincorreva nella speranza di fermarti -.

Sorrido tristemente. Ricordo anch’io quei momenti della mia breve infanzia con i miei genitori. I momenti più belli della mia vita.

-Vorresti venire con me, Lady Erin? -, domandò guardandola con occhi lucidi.

-Certo piccolo -, mi dice. -Sei l’attuale Capofamiglia e io così come tutti gli altri quadri siamo ai tuoi ordini. Riponimi in quella borsa che Lady Malfoy ha provveduto a portare per aiutarti a trasportare me e gli altri quadri -.

Annuisco e con l’aiuto di Narcissa ripongo Ina nella borsa magicamente allargata.

Alla fine avevo preso tutti gli effetti personali dei miei genitori (compresi i libri e quaderni scolastici), molti oggetti magici della famiglia Potter ( la maggior parte servivano per pozioni), argenteria e corredi di famiglia ed infine i ritratti.

Ecco tutti i ritratti recuperati dalla casa:

Fleamont Potter, Euphemia Potter (nata Baskerville), Henry Potter, Anastasia Potter (nata Fleamont), Charlus Potter, Dorea Potter (nata Black), Licorus Potter, Marcus Potter, Ida Potter (nata Malfoy), Ralston Potter, Elisabeth Potter (nata Lestrange), Erin Potter, Hardwin Potter, Iolanthe Potter (nata Paverell), Linfred di Stinchombe e Magenta Prewett.

Avevo deciso di portarli sempre con me, a villa smeraldo già esistevano copie dei ritratti.

Potevo portarli nella sede della nuova fazione che stavo creando, appena avrò una sede.

Ho detto anche agli altri di portare delle copie di ritratti per decorare la sede e magari fare da guardia alla sede stessa; ovviamente sanno che i suddetti ritratti non devono tradirci. Penso che come sede posso usare il Maniero dei Baskerville dovrò chiedere a nonna Euphemia di parlarmene mentre aspetto che il mio Grimorio mi venga restituito da quell’idiota di Fudge.

Credo si sia appena perso il sostegno della famiglia Malfoy.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

 

L'ULTIMO DONO DELLA MORTE

 

sedicesimo capitolo

 

 

POV Fred

 

Non posso credere ai miei occhi, tutta la sezione proibita a mia disposizione, devo avere una espressione ebete perché Draco ridacchia accanto a me.

- Fred ti interessa la magia nera a quanto vedo, ed io che credevo voi Weasley foste tutta luce e Babbani -.

A queste sue parole arrossisco in zona orecchie. È un difetto che abbiamo tutti noi Weasley, purtroppo, -Beh sì la mia famiglia è tutta luce e Babbani, la famiglia di mia madre non lo era, però ma mia madre non ha diritto sui libri ed i soldi, noi figli possiamo prenderne il diritto, credo che però vogliano rendere Percy erede della famiglia di mia madre, Charlie non è interessato...Certamente non a me ed al mio gemello comunque -, dico con un sospiro afflitto.

-E’ un peccato siete i più intelligenti -, dice Draco serio.

-Lo dici solo perché non hai incontrato Bill, lui diventerà il capo famiglia quando mio padre gli passerà il titolo ma non è niente come la mia famiglia, fa lo Spezzaincantesimi per la Gringott-, dico orgoglioso del mio fratellone che nonostante non approvi molti comportamenti miei e del mio gemello ci ha sempre difesi con mamma e papà.

- Mi piacerebbe conoscerlo, ma non credo che mio padre approverebbe -, fa Draco con un sospiro triste.

-Tuo padre non approverebbe se sapesse già chi frequenti-, gli faccio notare.

Il volto pallido di Draco si chiazza di rosso, velocemente afferra con sicurezza tre tomi, porgendomeli, - Comunque intanto ti consiglio di cominciare da questi-, mi porge tre libri di cui leggo i titoli con interesse: "magia del sangue: vampiri, adozione, protezioni e rituali", "introduzione alle arti oscure" e "la magia elementare ed i suoi segreti".

-Puoi farne una copia e studiarli dove vuoi oppure studiarli qui, ti consiglio la seconda, non è consigliabile portarli a giro -, mi suggerisce e sono d’accordo con lui.

In questa scuola di bigotti nessun capirebbe la mia passione per la Magia Nera né quella degli altri è per questo che Harry ci ha riuniti attorno a lui per poterci dare un ambiente sicuro dove poter essere noi stessi.

Passo qualche ora a leggere il libro di magia Elementare, ci sarebbero un sacco di spunti per invenzioni, solo in questo anno io e George, con l'aiuto di Lee e Harry abbiamo inventato una ventina di oggetti e decina di pozioni ed incantesimi, praticamente potremmo aprire già un negozio.

- Fred puoi venire un attimo, c'è una riunione-, Hannah mi chiama strappandomi dalla mia lettura. - certo arrivo subito-, chiudo il libro e ci metto un segnalibro rosso scuro dentro, portandomelo dietro…

Noto solo ora che la disposizione della sala è cambiata, ci sono otto divani neri da tre posti l'uno, mio fratello è seduto a destra di Harry su un divano, l'unico posto libero è a sinistra di Harry sullo stesso divano.

Lee invece è seduto fra Hannah e Hermione, Draco invece è seduto con Susan e Neville. - Siediti qui accanto a me Fred- dice Harry, non so perché ma ho paura di questo incontro.

Siamo tutti in religioso silenzio. Aspettiamo che Harry parli.

Il nostro amico rimane in silenzio per qualche tempo, sembra riordinare le idee per poter affrontare il discorso e se ha bisogno di tutto questo tempo la faccenda è davvero seria come credevo.

-Gli altri ciò che sto per dire lo sanno già -, inizia. -Ne abbiamo parlato la volta scorsa ed ora che voi siete parte del nostro gruppo mi sembra giusto informarvi -.

-È così grave, Harry? -, domanda George.

-Riguarda la notte in cui rimasi orfano -, disse guardando George con faccia scura. -Si è detto che Voldemort è morto, sparito, ma non è così. Il suo corpo si è disintegrato, ma la sua anima vi è ancora in questo mondo. Vaga da qualche parte cercando un modo per tornare in possesso di un corpo e del suo antico potere per dominare sul nostro mondo -.

-Quindi ci hanno mentito? Dumbledore ci ha mentito? -, domando.

Harry annuisce col capo, -Ho paura che un giorno Voldemort possa tornare e quando accadrà vi sarà una guerra ben più cruenta della precedente. Per questo dobbiamo rimanere uniti fra di noi, prepararci ad ogni eventualità -, ci dice. -Ho già perso una famiglia e non permetterò che accada di nuovo. Allora ero solo un’infante che non poteva fare nulla per salvare i suoi genitori, ma ora posso combattere se necessario e vi proteggerò Fred a costo della mia vita. Ho bisogno di sapere se sarete al mio fianco perché da solo non c’è la posso fare -.

-Sono con te, Harry -, dice subito Lee. -Tu mi stai dando l’opportunità di essere me stesso con persone che mi sanno apprezzare e mi comprendono. Ci stai dando un luogo dove riunirci a scuola in sicurezza e hai intenzione di trovarne uno anche al di fuori della scuola per coloro che finiranno gli studi. Sei un prezioso amico e se ci sarà una guerra io sarò in prima linea con te -, si alza in piedi ed estrae la sua bacchetta puntandola verso Harry. -Ti offro la mia bacchetta, la mia magia e la mia vita, Harry -.

Il mio amico aveva appena compiuto un giuramento di fedeltà verso Harry, stupendo i presenti.

Un filo argentato uscì dalla punta della bacchetta di Lee e andò a legarsi attorno al polso di Harry mentre l’altra estremità si legò a quella di Lee.

-Quando avrai bisogno di me lo saprò grazie al giuramento -, disse Lee, sorridendo.

Senza pensarci troppo sia io che George ripetemmo le stesse parole di Harry, legando la nostra vita a quella di Harry da questo momento sino alla nostra morte.

-Vi ringrazio per questa vostra fiducia, amici miei -, disse Harry.

-Non devi -, disse Lee. -Siamo noi a doverti ringraziare per averci aperto gli occhi su molte cose -.

-Siete sempre così teatrali voi Gryffindor-, sospirò Draco. -Non potevate fare il vostro giuramento come tutti gli altri? Nello studio di Harry? -.

-Anche voi? -, domandò stupito.

-Certo! -, dice Hermione - Più o meno abbiamo usato le stesse parole, ma si abbiamo giurato fedeltà ad Harry -.

-Ragazzi rimandiamo a dopo la questione su quanto i Gryffindor siano teatrali -, disse Harry sorridendo e facendo ridere gli altri ragazzi che non appartenevano alla nostra Casa. -Ho bisogno che mi ascoltiate ancora per poco poi vi lascerò liberi di godervi gli ultimi giorni qui a scuola -.

Il silenzio torna su di noi. Harry lascia scivolare lo sguardo su tutti quanti prima di riprendere a parlare, -Immagino che conosciate più o meno tutti la leggenda della Camera dei Segreti di Salazar Slytherin -, dice e al nostro cenno affermativo riprende. -Beh a quanto pare è vera -, fa pensieroso. -Come sapete faccio fatica a dormire e nei miei vagabondaggi sono finito nel bagno in disuso delle ragazze al secondo piano, quello di Mirtilla Malcontenta, vi risparmio i dettagli della conversazione avuta con lei perché irrilevanti, ma è stato grazie a lei che ho trovato l’entrata della Camera. Sembra che fu aperta cinquant’anni fa da qualche studente incauto e che liberò il mostro custodito al suo interno. Incuriosito mi sono recato nella Camera e ho trovato il mostro a guardia della Camera -.

-Fammi capire bene sei entrato nella Camera dei Segreti di Slytherin? -, domandò Draco guardandolo storto. -Sei idiota per caso? Perché devi sempre fare queste cavolate? Per Salazar! -.

-Non essere arrabbiato, cucciolo -, ribatté Harry. -Il Basilisco dormiva. Probabilmente dorme da cinquant’anni e nessuno che non è in grado di parlare Serpentese può destarlo dal suo sonno, fortuna vuole che l’unico Rettilofono presente a scuola sia io -.

La capacità di Harry di lasciare le persone sconvolte ancora mi lasciava perplesso.

-Sei Rettilofono? -, esclamarono molti.

-Non ve l’avevo detto? -, domandò Harry confuso.

E poi eccolo. Harry aveva la tendenza a dimenticare di informare le persone di quei dettagli che facevano la differenza ma che per lui erano inutili o insignificanti.

-No, idiota! -, ringhiò Draco lanciandogli addosso un cuscino.

-Ah! Ora lo sapete -, disse. -Comunque non è questo il punto. State attenti al Basilisco, ragazzi, è vero che ora sono l’unico Rettilofono ma l’anno prossimo arriveranno altri studenti e tra loro potrebbe essercene altri -.

-Perché non l’hai ucciso? -, domandò Susan.

-Perché ho intenzione di usarlo come protezione della nostra base quando l’avrò trovata -, ci illustra infine. -Ma per farlo devo legarlo a me e ancor prima devo conquistare la sua fiducia. Cosa non da poco e a cui penserò l’anno prossimo -.

I seguenti minuti rimaniamo in silenzio, elaborando le informazioni appena ricevute poi Harry riprende la parola, -Informerò anche gli altri del Basilisco all’ultima riunione -, dice. -Quest’estate vorrei che vi recaste a Nocturn Alley alla bottega di Romanova per farvi fare una seconda bacchetta. Non dovete preoccuparvi del denaro per comprarla ho sistemato io le cose per chiunque del gruppo era impossibilità a pagarla. Quando entrerete ditegli che vi mando io saprà cosa fare -.

Alla fine della riunione Hannah, Susan, Hermione e Neville lasciano la Stanza delle Necessità rimaniamo solo io, George, Lee, Harry e Draco.

Ho intenzione di studiare ancora un poco.

-Fred, George voi sapete qualcosa su un possibile contratto matrimoniale per vostra sorella? -, domanda Harry improvvisamente.

Io e George ci scambiamo uno sguardo. E semplicemente così ci poniamo mille domande a cui non possiamo darci risposta.

-Abbiamo sentito mamma accennarne qualcosa qualche estate fa -, mormora alla fine George.

Abbiamo giurato a Harry fedeltà poco fa e già veniamo meno a tale giuramento mentendogli?

-Durante uno scambio di lettere con Mastro Ranfuk, responsabile del mio patrimonio, sono sorti diversi problemi durante un controllo accurato -, inizia Harry carezzando distrattamente il braccio di Draco seduto sulle sue gambe e col capo appoggiato alla sua spalla, ormai sonnecchiante. -Sembra che vi sia un contratto matrimoniale tra me e vostra sorella Ginny, firmato a Dumbledore e vostra madre -, continua.

Il suo tono di voce è calmo. Nessuna sfumatura di rabbia o ira la distorce.

-Quello che mi chiedo però è come ciò sia possibile. Non mi pare che nessuno dei due maghi che si sono presi l’impegno di redigere tale contratto abbia tale potere. Dumbledore che ha firmato come mio garante non poteva in quanto non è mio parente né mio tutore, mentre vostra madre non è il Capofamiglia della Casata Weasley -.

-Ne sappiamo quanto te, Harry -, dico infine con un sospiro. -Abbiamo sentito per caso mamma parlarne a Ginny quando aveva sei anni, crediamo che oltre a noi due non lo sappia nessun altro dei nostri fratelli, nemmeno nostro padre -.

Harry annuisce, -Fortunatamente entro l’estate dovrei riuscire a rescindere il contratto così come il falso testamento in cui vedeva la vostra famiglia unica beneficiaria dei miei beni se dovessi morire -.

Del testamento purtroppo ne eravamo a conoscenza tutti.

Era nel prezzo che sua madre aveva richiesto per la loro collaborazione a Dumbledore, il vecchio mago aveva chiesto per se solo un misero dieci per cento rispetto all’ammontare totale dell’effettivo patrimonio di cui Harry sarebbe entrato legalmente in possesso alla sua maggiore età.

-Sapevate, giusto? -, domanda Harry.

Io e George ci limitiamo ad annuire evitano accuratamente il suo sguardo.

-Non preoccupatevi non sono arrabbiato con voi e non ho intenzione di cacciarvi -, ci rassicura. -Volevo solo comprendere quanto sapevate delle macchinazioni di Dumbledore e dei vostri genitori -.

-Ci dispiace molto Harry -, dico. -Sappiamo che è sbagliato ciò che stanno facendo, ma sono la nostra famiglia nonostante tutto -.

-Non vi chiedo di voltar loro le spalle, Fred -, dice. -Non potrei mai farlo -.

Guardò Harry grato per le sue parole. Alla fine decido assieme a mio fratello e a Lee di lasciare la Stanza delle Necessità prima che la porta si chiuda sento la voce di Draco assonnata: -Harry andiamo nel tuo studio? Ho sonno -.

Non ho bisogno di conoscere la risposta di Harry chiaramente affermativa alla domanda del ragazzo.

 

POV Ninfadora

 

Fra poche settimane finirà il mio ultimo anno.

Questo anno ha stravolto tutte le mie certezze, le certezze di una breve vita di cui non conoscevo nulla e devo tutto a Harry.

Grazie a lui ho finalmente degli amici veri e sinceri ed ho conosciuto mio cugino, Draco. Ammetto di aver legato maggiormente con Harry e Draco in questo anno rispetto agli altri ma solo perché con loro mi sento in sintonia perfetta.

Draco è molto curioso e mi ha preso come un punto di riferimento, ciò mi riempie di orgoglio. Mi fa un sacco di domande sulla famiglia Black, mi sorprende che Narcissa non gli abbia spiegato niente, Harry invece sembra conoscermi da anni e mi fa sentire accettata, ha una mente brillante come poche e riesci a stimolarmi.

Ho intenzione di invitare Draco da me per qualche giorno questa estate, mia madre può istruirlo sulla casa Black meglio di me e poi lei sarebbe molto felice di vedere qualcuno della sua famiglia di cui sente molto la mancanza.

Sorrido quando entro nella sala comune. Saluto il ritratto di Helga e vado nella mia stanza per prepararmi per la notte; di una cosa sono fermamente certa qualsiasi cosa accada non tradirò mai Harry ed i miei amici.

 

Pov Harry

 

Penelope Clearwater, prefetto femminile del quinto anno, si mise nel mezzo della sala comune dopo essersi assicurata che eravamo tutti presenti.

'-Volevo ringraziarvi tutti, grazie a voi la nostra casa è arrivata prima dopo moltissimi anni in cui non giungevamo a questo traguardo. Voglio augurare a tutti voi buone vacanze e vi ricordo di studiare poiché noi siamo la casa della conoscenza ed in questo modo anche il prossimo anno potremo vincere la coppa delle case;

Siamo Ravenclaw, le famose Laverne de Montmorency, Perpetua Fancourt e Ignatia Wildsmith erano della nostra casa, noi non dobbiamo mettere in imbarazzo la nostra fondatrice, ma renderla orgogliosa, siamo la casa dell'intelligenza e della creatività, a quelli che restano consiglio di studiare duramente ed a quelli che vanno auguro un futuro migliore ed il successo in qualsiasi cosa farete; buone vacanze ed arrivederci -.

Applaudiamo tutti al discorso chiaramente improvvisato, poi io ed i miei amici sgattaioliamo fuori per andare all'ultimo incontro nella stanza delle necessità.

In questo incontro eravamo tutti: io, Draco, Tonks, Cedric, Hannah, Susan, Cho, le gemelle Patil, i gemelli Weasley, Lee, Morag, Samantha, Hermione, Neville, Terry, Anthony, Michael, Daphne, Blaise, Theo, Evelyn e Steven.

Era l'ultimo incontro nella scuola per Samantha e Tonks, la stanza era diversa dal solito, era una grande sala da pranzo con un tavolo imbandito di dolci e bibite (che avevamo preso dalle cucine) decorato con rubini e smeraldi, mentre i piatti ed i bicchieri erano neri con rifiniture in bronzo, tutto univa le quattro case.

Avevo informato di Voldemort e della possibile seconda bacchetta anche Lee ed i gemelli, oramai avevo la loro fedeltà.

L'unica cosa che mancava da consegnare ai miei amici era un libro di Occlumanzia abbandonato apparentemente in un angolo, avevo intenzione di farlo copiare a tutti ed insegnargli come proteggere la loro mente, i loro segreti, sarà molto utile.

-Salve amici e benvenuti al nostro ultimo incontro per questo anno, volevo dirvi che avrò problemi con la posta questa estate quindi non scoraggiatevi se non rispondo, ai miei parenti non piace la magia -, dico loro per rassicurarli. Non solo i miei parenti mi impediranno di risponder loro ma anche i miei impegni mi terranno occupato molto. -Comunque vorrei proporre un brindisi in onore di Samantha e Tonks, che dal prossimo anno frequenteranno l'accademia di Auror ma non ci lasceranno saranno sempre in contatto con noi-, al mio invito tutti alzano i calici e poi ci furono molti applausi e la festa è continuata fino a mezzanotte.

A quel punto tiro fuori il libro di Occlumanzia ed altre magie mentali (Oblivion, Legilimens, Costrizione sono solo alcuni…)

-Ragazzi, i libri qui possono essere copiati, preferirei che tutti voi prendeste una copia di questo ed iniziaste a studiare l'Occlumanzia, conosco almeno due Legilimens qualificati qua a scuola, Snape e Dumbledore, non voglio che le persone pasticcino con la vostra mente o scoprano i vostri segreti-, a quel punto tutti prendono una copia. Il gruppo si stava espandendo, così come le mie idee, nei prossimi anni ci sarebbero state le aggiunte di Luna e Aristola, poi avevamo trovato alleati nei nostri amici di penna: Neville scriveva ad Ana Beatriz Oliveira(studentessa di Castelobruxo, molto portata per erbologia e pozioni, in futuro sarebbe diventata una pozionista molto famosa) e José David Custódio Barros ( altro studente brasiliano, molto portato per CDCM ed incantesimi, in futuro sarebbe stato un magizzologo), Draco scriveva a Fleur e Amethyst Dixie Rotten ( una strega purosangue di Salem), Hermione scriveva a due studenti, gemelli, di Uagadou ( due studenti estremamente potenti, con probabilmente la migliore istruzione del mondo, specialmente in trasfigurazione) Kamau e Lumumba Mgangawa, ed io avevo scritto a Demetrio Tancredi Ballati e, ovviamente, a Viktor; avevamo instaurato in forte legame di amicizia con ognuno di essi, io avevo già avvisato Victor e Demetrio di non scrivermi durante l'estate poichè i mie parenti (o Dobby, ma questo non lo ho scritto) mi avrebbero impedito di rispondere.

Nel momento in cui tutti stanno andando via parlo di nuovo, -Draco, Greg e Forge vi chiedo di rimanere un minuto qui con me-, i gemelli sorridono alla storpiatura, inventata da loro, dei loro nomi, - Fred questo è per te-, dico passandogli una copia di ''Delle Magie Fetide e Putridissime'' di Godelot.

Fred sgrana gli occhi sorpreso, -È bellissimo, non posso credere che questo sia mio-, io gli sorrido. – Fred solo perché sei un Weasley non vuol dire che non puoi studiare ciò che vuoi-.

Lui mi sorride e mi abbraccia, ripetendo, - Grazie, grazie, grazie...-, appena mi lascia mi rivolgo all’altro gemello – George questo è per te, apparteneva a Snape, lo ha perso ed io l’ho trovato, dentro ci sono pozioni modificate ed incantesimi, alcuni molto scuri, accanto ad ognuno ti ho fatto una nota per dirti a cosa serve-, così gli passo il libro di pozioni del principe mezzosangue, lui mi sorride e mi abbraccia, – sarà pure un pipistrello antipatico me era un genio-.

In un solo anno i gemelli e Lee avevano ricreato tutte le pozioni, incantesimi, oggetti e scherzi che avevano fatto nella loro vecchia vita, George mi aveva mostrato tutte le formule quindi per me è stato facile spingerli nella direzione giusta, adesso avrebbero potuto crearne di nuovi o potenziare i vecchi, in più potevano creare cose per la futura guerra. Con il sorriso sul volto li congedo e mi volto verso Draco, che mi guarda curioso.

-Per il mio principe-, gli porgo una scatola, dopo avermi guardato la apre e sgrana gli occhi.

-Harry, non sono una ragazza da corteggiare!!! -, sbottò guardandomi storto.

-Non ti piace? -, chiedo preoccupato che il mio regalo non gli piaccia.

-E’ bellissimo ma questo non è il punto. Io ho già due possibili contratti di matrimonio e non sono una ragazza da corteggiare!!!-, mi ripete, le guancie chiazzate di rosso per il nervosismo che prova.

-A me non interessano le ragazze, a me interessi tu -, dico prendendolo per una mano e tirandolo verso di me, a quel punto gli do un bacio a stampo sulle labbra.

Lui diventa del tutto rosso ed inizia a balbettare frasi sconnesse, io rido e prendo il bracciale che gli ho regalato, un serpente d'oro con rubini al posto degli occhi, e glielo metto al polso sinistro, gli accarezzo la guancia ed i capelli infondendo la mia magia, -Vai a letto mio principe, sei stanco-, gli dico baciandogli la fronte dolcemente

-Bu-bu-buonanotte Harry-.

-Buonanotte mio principe-.

 

Griffard Arvey.

Un sesto anno di Slytherin, che credeva fortemente nella supremazia purosangue, si avvicinò a me, -Dovresti avere alcune lezioni Potter, quella puttana Sanguesporco di tua madre non ti ha insegnato a rispettare chi è chiaramente superiore a te? Oh è vero il signore oscuro la ha uccisa-, ridacchia, prima di tornare serio e guardarmi minaccioso, -Stai lontano dai giovani Slytherin, li stai infettando con le tue idee, sei solo un insulso mezzosangue-.

Non posso più stare a sentire, uso la mia magia per incarcerarlo, nessuno ci vede.

Lui non ha capito in che situazione si trova. Sorrido, non ho ancora giocato con Peter ed adesso ho anche una nuova persona con cui giocare, magari riesco a portarla dalla mia parte, -Allora Arvey dimmi cosa vuoi farmi per insegnarmi questa lezione? -.

Lui fa per prendere la bacchetta e si accorge di essere immobilizzato, i suoi occhi si sgranano, -cos…? -.

-Oh Arvey, Arvey, Arvey -, canticchio. -Non sai che il sangue non conta, i Nati Babbani sono discendenti da maghino creati dalla troppa consanguineità della famiglie purosangue, poi molti mezzosangue e "Sanguesporco" sono molto più potenti di voi purosangue, ad esempio Morgana, la signora oscura, molto più potente di Dumbledore, Voldemort e Grindelwald messi insieme, lei era tutto l'opposto di un purosangue, suo padre era un Babbano e sua madre un meticcio fra una strega ed una fata, eppure Morgana è la signora oscura più potente della storia, sconfitta da Merlino, lui non era più potente di lei magicamente ma semplicemente più furbo, a volte la strategia vince sulla potenza, magicamente erano uguali ma lui era un Slytherin e lei una Hunflepuff… Morgana, sacerdotessa dell'antica religione, un prodigio nelle arti oscure e trasfigurazione, un Animagus, incredibilmente dotata per la Medimagia, capace di fare magia senza bacchetta, sorella di Re Artù Pendragon governò Avalon prima che Merlino la sconfiggesse… Merlino, figlio di due maghino, pronipote di Salazar, capace anche lui di fare magia senza bacchetta, un talento per incantesimi, ipnosi e trasfigurazione, abile pozionista, duellante eccezionale sia magicamente che con la spada, ha collaborato con i Babbani, era il consigliere di Re Artù e faceva parte della tavola rotonda, la sua lealtà a Camelot… allora dimmi Avery come può il tuo sangue puro essere superiore a Morgana? Come può salvarti da me adesso, nessuno viene qui, queste aule sono in disuso, nessuno sa che mi stavi cercando- sorrido ho usato un po’ di Legimanzia su di lui poi spingo la mia magia su di lui, Tom Riddle la usava spesso in orfanotrofio, lui sentiva come una Cruciatus, ma non può urlare, è divertente vedere le sue pupille dilatate, mi fermo solo quando sputa un po’ di sangue - Arvey, ti consiglio di non parlare di questo a nessuno-, mi siedo sopra di lui, sorrido, è terrorizzato, - non vorrai far sapere che un primo anno ti ha fatto del male, senza usare una bacchetta-, lui scuote la testa frenetico.

-Per favore non lo dirò a nessuno-, piagnucola e io sorrido.

-Non posso lasciarti andare in infermeria-, tiro fuori la bacchetta, Arvey trema. -Non voglio farti del male-, lo rassicuro e in poco tempo lo guarisco, - beh usa questa estate per riflettere sulla nostra conversazione, adesso vado è quasi ora di cena e non voglio perdermi la mia casa vincere la coppa delle case, al prossimo anno- vado via lasciandolo tremante per terra.

 

POV Neville

 

Theo e Daphne giocano a scacchi, Hermione sta ancora leggendo la sua copia di ''Il Libro degli Incantesimi'', scritto da Miranda Gadula, Draco si comporta in modo strano e Harry ha l'aria veramente soddisfatta... ieri sera deve essere successo qualcosa fra Draco e Harry.

-Allora Harry, sei stato a riprendere quello che resta, che non è stato rubato dal ministero, da casa tua, hai preso anche i ritratti? -, domando.

-Si certo li ho qui con me, alcuni stanno dormendo, adesso svegli c'è solo Ida Potter (nata Malfoy), Ralston Potter ed Elisabeth Potter (nata Lestrange) -, dice.

-Lestrange???- chiedo io e contemporaneamente Draco dice -Malfoy???-.

Harry ride a questo – Draco, Ida Malfoy era la sorella maggiore del tuo bisnonno, mentre, Neville, Elisabeth era la moglie del mio antenato l'ex ministro Ralston Potter, volete che li tiri fuori? -.

Passiamo il resto del viaggio a parlare coi ritratti, Elisabeth si è scusata per quello che i Lestrange hanno fatto alla mia famiglia mentre Ida si è lamentata che sono anni che non le fa visita nessuno e si annoia nel suo ritratto nella serra dei Malfoy, l'ultimo che ha parlato con lei (dei Malfoy) è stato Abraxas (il nonno di Draco) il giorno prima del suo matrimonio, e Draco ha promesso di fargli visita tutte le volte che può, Ida aveva anche rassicurato Draco, i Malfoy non sono sempre stati puristi, lei ha fatto gli esempi di Lucius I e Armand che erano fedeli alla famiglia reale Babbana o neutrali come Septimus e suo fratello Tito, non tutti i Malfoy sono come Nicholas e Brutus che odiavano fortemente i Babbani; le ultime generazioni sembrano scordarselo ma i Malfoy sono scappati dalla Francia grazie al re Babbano Guglielmo I d'Inghilterra.

L'aristocrazia Inglese nel XV e XVI sec d.C. era molto legato al mondo magico, Anna Bolena era una maganò, sua figlia, Elisabetta I, era corteggiata da Lucius Malfoy I, la sua figliastra, Maria I (la sanguinaria), era una nata Babbana ed avevano maghi a corte (come Nick-quasi-senza-testa), lo stesso re Enrico VII (padre di Enrico VIII, nonno delle regine Elisabetta e Maria) era un Magonò.

Arrivati alla Stazione Harry ci saluta tutti calorosamente e Ninfadora insiste per invitare il suo ''cuginetto preferito'', Draco, a casa sua per qualche fine settimana; poi Harry oltrepassa il muro insieme ad Hermione.

 

POV Hermione

 

Una volta attraversato il muro con Harry trovo la mia famiglia ad aspettarmi, prima però che io possa presentargli Harry i suoi parenti arrivano...

-Vieni qua piccolo mostro e non ti azzardare a fare cose anormali al nostro povero Dudley- detto questo quel tricheco obeso che presumo sia suo zio lo afferra malamente e lo trascina alla macchina, sgrano gli occhi, Harry aveva detto che la sua famiglia era pessima, ma non credevo sino a questo punto.

Ora capisco la frase che Harry aveva detto alla penultima riunione: '' I Babbani non sono inferiori a noi, la loro tecnologia e le loro ricerche sono molto più avanti della nostra, non bisogna odiare i Babbani ma neanche accettarli nel mondo magico, loro non capirebbero ci vedrebbero come l'anticristo o cavie da laboratorio, fra qualche anno la tecnologia sarà talmente progredita che sarà impossibile tenerci nascosti con le conoscenze sui Babbani che studiano ora e gli attuali incantesimi di protezione, dovremmo studiare la tecnologia, l'informatica Babbana per proteggerci da una nuova ''caccia alle streghe''; non tutti i Babbani sono cattivi, ma sono umani proprio come noi, gli umani hanno paura di ciò che è diverso. ''

Harry ha ragione, non tutti i Babbani sono come i miei genitori ci sono anche Babbani pessimi come i parenti di Harry, spero solo che non succeda nulla durante questi tre mesi estivi che ci terranno divisi.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

 

L'ULTIMO DONO DELLA MORTE

 

Diciassettesimo capitolo

 

Lucius Pov

 

L’Hogwarts Express è appena entrato nella stazione concludendo il suo viaggio di ritorno.

Le porte del treno si aprono e permettono agli studenti di scendere sulla banchina portando con sé un allegro e confusionario chiacchiericcio. Si fermano a salutare i loro amici, promettendosi di sentirsi durante l’estate prima di correre verso i genitori che impazienti di riabbracciarli li richiamano a gran voce.

Io e mia moglie c’è né stiamo un po’ in disparte guardandoci attorno alla ricerca del nostro Draco.

-Eccolo -, dice Narcissa attirando la mia attenzione verso un punto preciso della banchina.

Draco è intento a parlare con una strana ragazza dai capelli rosa, molto più grande di lui sicuramente dell’ultimo anno. Stanno ridendo per qualcosa quando noto una donna, inconfondibile ai miei occhi, avvicinarsi loro.

Spalancò gli occhi terrorizzato mentre affretto il passo verso quella psicopatica della sorella di mia moglie, la bacchetta stretta nella mano e pronto a sferrare una delle maledizioni più terribile del mio repertorio per tenerla lontana da mio figlio.

Bellatrix è già accanto a loro e sta parlando con mio figlio.

- Bella...-, la chiama con un filo di voce mia moglie, e lei ride ma non è la solita risata infantile che conosco sin troppo bene.

- Narcissa, so che non mi consideri più parte della famiglia da quando sono stata rinnegata, ma dovresti ricordarti che avevi due sorelle maggiori e che una di queste è attualmente in prigione, per nostra fortuna -.

Mia moglie arrossisce chiaramente non aveva pensato all’altra sorella così come me.

Andromeda era scappata di casa e aveva sposato un Sanguesporco, un certo Ted Tonks, e di lei avevamo perso tutte le tracce.

- Cosa ci fai qui? -, dico io freddo, mio figlio non dovrebbe stare con traditori di sangue, lei sorride tranquilla per nulla intimorita dal mio tono.

- Mia figlia, Ninfadora...-, inizia Andromeda indicando la ragazza.

-NON CHIAMARMI NINFADORA- dice la ragazza, cambiando colore dei capelli in un rosso accesso. Rimango stupito nel notare che è una Metamorfus, tale abilità era andata perduta da molto nella famiglia di mia moglie.

-Dora- si corregge subito Andromeda ignorando lo scoppio della figlia, -... ha invitato vostro figlio a passare qualche giorno da noi questa estate, a quanto pare hanno fatto amicizia a scuola scoprendo il loro grado di parentela -.

Sposto lo sguardo su Draco che per tutto il tempo è rimasto in silenzio. Mio figlio ricambia il mio sguardo con uno chiaramente pieno di speranza, sebbene cerchi di nasconderlo dietro ad uno d’indifferenza.

Forse tenerlo lontano per qualche giorno dal Manor e da mio padre potrebbe fargli bene. Nonostante Abraxas sia costretto a letto a causa della sua malattia non evita di tormentare mio figlio ricoprendolo di critiche e insulti.

-Va bene -, dico quindi stupendo tutti con le mie parole. -Draco potrai andare quando vuoi dai tuoi…zii -, mi sforzo di dire. -Ma vorrei che tornassi ogni sera al Manor -.

-Io…si, padre -, dice Draco chiaramente felice ed emozionato.

-Hai visto cugino? -, dice Dora travolgendo in affettuoso abbraccio Draco, che ricambiò con impaccio. -Ti aiuterò con i compiti, passeremo le giornate al laghetto vicino casa e andremo a cavalcare… -.

-Dora, cara, dobbiamo andare -, disse Andromeda richiamando la figlia. -Papà ci sta aspettando in macchina -.

Dora liberò Draco dalla sua stretta, -Ci vediamo presto, Draco -, dice prima di salutare sia me che Narcissa usando impeccabili modi da fanciulla Purosangue.

Osservò le due donne allontanarsi e sparire in mezzo alla folla di persone.

-Ninfadora mi ricorda molto Bellatrix -, sussurra mia moglie. -Anche lei voleva sempre essere chiamata Bella perché Bellatrix, secondo lei, era un nome stupido -.

Emetto un sospiro prima di far cenno a Draco di seguirci verso la zona Passaporte.

Ci viene consegnata dall’addetto a tale zona, dopo averla recuperata dall’armadietto di sicurezza in cui era custodita dall’inizio dell’anno. Appena tocchiamo la coppa con il blasone di famiglia ci coglie la solita sensazione di strappo all’ombelico.

Ben presto ci ritroviamo nell’ingresso del Manor, Draco chiede il permesso di potersi recare nelle serre che Narcissa gli concede prima di recarsi a sua volta nelle sue stanze lasciandomi solo.

Pensieroso mi avviò verso la biblioteca del Manor riflettendo sulla legge pro-Babbani che i Weasley vogliono presentare durante la prossima riunione del Wizengamot appoggiati da quel vecchio rinsecchito di Dumbledore.

Molti sembrano favorevoli a tale legge ma nonostante vi siano molti oppositori non posso rischiare che quella dannata legge passi, devo fare di tutto per impedire che venga messa in atto o del nostro mondo non né rimarrà nulla.

La mia attenzione viene catturata da un piccolo libricino. Lo riconosco come il diario che mi aveva affidato tempo addietro il Signore Oscuro, sapevo a sommi capi cosa fosse ed era l’ideale per sbarazzarsi del problema Weasley dovevo solo trovare un modo e l’occasione adatta per usarlo.

 

Draco Pov

 

L’estate è quasi finita e presto tornerò a Hogwarts

Sono stati i tre mesi più strani che io abbia mai vissuto. Ho sentito terribilmente la mancanza di Harry, mi ero così tanto abituato ad averlo sempre al mio fianco che a volte sovrappensiero quando sono seduto a tavola con i miei genitori mi volto verso destra per cercarlo, per dirgli qualcosa stupendomi di non trovarlo.

Fortunatamente siamo riusciti, nonostante tutto, a rimanere in contatto e ho saputo che non è potuto andare dagli Abbot e dai Longbottom per motivi di sicurezza, ma per qualche strana ragione le ultime tre settimane le ha passate coi Weasley dove ha fatto amicizia con Luna Lovegood.

Sono riuscito a rivederlo qualche settimana fa al Ghirigoro, era assieme ai gemelli e al resto della famiglia Weasley, siamo riusciti a parlare per qualche attimo dopo che ho scoperto che quest’anno avremo un pallone gonfiato e incapace come insegnante di Difesa.

In quell’occasione Harry mi ha presentato Luna ma non ho potuto approfondire la conoscenza che mio padre ed il signor Weasley hanno cominciato a prendersi a pugni a causa di una legge pro-Babbani.

Durante l’estate ho continuato a scrivere ai miei amici di penna e agli altri conosciuti a scuola per tenerci in contatto costantemente ed ho scritto anche a Krum, curioso di conoscere lo studente Bulgaro con cui Harry intrattiene una fitta conversazione postale.

Viktor era chiaramente concento di conoscermi in quanto Harry gli scrive sempre di me.

Per fortuna zia Ida può portare messaggi da me a Harry in tal modo siamo rimasti realmente in contatto per tutto il periodo estivo.

 

Luna Pov

 

Mancavano poche minuti alla partenza per Hogwarts.

Sedevo nel mio scompartimento dopo aver salutato mio padre, che si era raccomandato di fare attenzione prima di lasciarmi andare, con me vi erano i miei nuovi amici.

Harry, di cui avevo avuto molte visioni da quando aveva risvegliato il mio dono, e i gemelli Weasley.

Oltre a loro vi era Draco, il compagno di Harry in futuro non molto lontano ormai, Hermione, la mia migliore amica, e Neville, il mio grande amore.

Tutte le persone più importanti della mia vita erano riunite nello stesso scompartimento e di ciò ero molto felice.

Sino a due settimane fa ero convinta che avrei trascorso i primi tre anni a scuola in totale isolamento, presa di mira dai miei compagni, da scherzi orribili prima che loro entrassero nella mia vita.

Ma le cose erano cambiate, le mie visioni erano mutate.

Un pomeriggio di due settimane fa mentre sistemavo i miei fiori in giardino venni distratta da risa allegre che si avvicinavano alla mia dimora, sollevando lo sguardo avevo visto Harry avvicinarsi a gran velocità su una bicicletta, un mezzo di trasporto Babbano, seguito a poca distanza dai gemelli.

Si erano fermati accanto alla recinzione del mio giardino, riprendendo fiato e bevendo un po’ di succo di zucca.

Non avevo previsto il loro arrivo, ma forse non avrei dovuto esserne così sorpresa il mio Dono non era abbastanza forte, non era abbastanza sviluppato per permettermi di scrutare il futuro a mio piacimento.

Erano le Visioni che venivano da me e non il contrario.

-Dove siamo? -, aveva domandato Harry guardando con curiosità la mia casa. Strinsi le mani tra di loro aspettando i soliti commenti disgustati e sprezzanti che venivano rivolti alla mia abitazione e alla mia famiglia.

-Questa è la casa dei Lovegood -, disse uno dei gemelli. Nella sua voce non vi era alcuna nota dispregiativa, anzi.

-Non lasciarti ingannare dalla sua struttura bizzarra, Harry -, continuò l’altro gemello osservando la mia dimora. -Questo luogo è impregnato di magia -.

Sgranai gli occhi. Riuscivano a percepire la magia di cui era pregna il terreno in cui sorgeva la mia casa? Ma come era possibile?

-Magia druidica -, mormorò Harry con sguardo serio. -Magia antica e potente. Magia elementare -.

Ero scioccata. Come faceva a sapere della magia druidica? Lui era solo un ragazzino di dodici anni eppure osservandolo qualcosa mi diceva che era molto di più di questo.

Sapevo il futuro che lo attendeva. Rinchiuso in una cella ad Azkaban, tradito da coloro che considerava i suoi migliori amici, avrei lottato per anni per liberarlo da quel luogo orribile.

Questo era il futuro terribile che avevo visto se non l’avessi allontanato dai Weasley.

Volevo che l’altro futuro, quello sfocato e incerto si realizzasse. Quello in cui Harry era un mago potente, temuto e rispettato ma soprattutto felice e innamorato.

Fu in quel momento che decisi di mostrarmi loro.

-Conosci la magia druidica -, dissi guardando Harry. -Come? -.

-Ho letto della tua famiglia nei libri custoditi nella biblioteca della famiglia Baskerville -, aveva detto, sorridendomi. -Custodite un grande sapere che tramandate di generazione in generazione, tenendolo all’interno della famiglia -.

-Lo preserviamo -, avevo detto. -Solo… -.

-Solo i puri di cuore possono accedere a quel sapere -, aveva annuito sorridendo. -Non mi sono presentato, Harry Potter -, aveva detto allungando una mano verso di me. -Loro sono Fred e George, due dei miei più cari amici -.

-Luna Lovegood -, avevo detto sorridendo timida e stringendo la mano al ragazzino.

Quel semplice gesto aveva suggellato l’inizio della nostra amicizia.

Ogni giorno i tre venivano al mattino presto a casa mia con le loro bici. Le lasciavano poi appoggiate alla staccionata e mi seguivano nel bosco dove spiegavo loro quanto mi era concesso cosa fosse la magia druidica.

Ogni tanto si univa a noi mio padre, assai più informato di me. Parlavamo ai tre ragazzini di un mondo a loro invisibile in quanto non possedevano la Seconda Vista, delle creature meravigliose che loro non potevano purtroppo vedere.

Harry ascoltava affascinato ogni cosa che gli dicevo. Era come una spugna, assorbiva ogni cosa che gli veniva detta.

Verso la fine delle vacanze Harry e i gemelli si fermarono da noi per partecipare ad un rito del raccolto che avremmo fatto per impedire che le piogge autunnali distruggessero i raccolti della valle in cui abitavamo danneggiando il lavoro dei Babbani.

Era stata in quell’occasione che Harry aveva sprigionato davanti a noi il suo immenso potere. I canti lo avevano fatto finire in una trance profonda che l’aveva spinto a muoversi quasi automaticamente, ad eseguire la danza senza conoscerne i passi.

Era stata la magia a spingerlo, a guidarlo e a convincerlo a liberare il suo potere.

Né ero stata avvolta completamente quasi mi ero sentita soffocare e per un attimo avevo temuto, ma poi quella stessa forza travolgente mi aveva accettata e mi aveva circondata come un caldo abbraccio.

Era stata un’esperienza che non avrei mai potuto descrivere a parole. Mi era sembrato di aver scorto in altra figura a ballare con Harry, una figura scheletrica e oscura ma allo steso tempo bella ed affascinante, ma potrebbe essere solo la magia di Harry.

Alla conclusione del rito mio padre, che non si era mai inchinato davanti a nessuno, si era gettato ai suoi piedi piangendo quasi.

-Tu…tu sei ciò che noi aspettavamo da molto tempo -, aveva detto tenendogli le mani. -Riporterai il nostro mondo ai fasti antichi. La Religione Antica tornerà e con essa anche quella Druidica. La mia famiglia non dovrà mai più nascondersi e temere ripercussioni grazie a te -, alcune lacrime erano sgorgate dai suoi occhi. -Io Xenophilius Amarenth, Capofamiglia dei Lovegood e ultimo sacerdote Druidico giurò fedeltà a Harry James Potter, erede della famiglia Potter. Chiedo inoltre che la mia unica figlia, Luna Pandora, sia messa sotto la protezione del giovane Harry James secondo le antiche usanze dei Druidi, apparterrà alla tua casa, sarà una sorella per te e tu un fratello per lei. Prometti sulla magia che la proteggerai -.

-Io Harry James Potter prometto di prendermi cura di Luna Pandora Lovegood finché fiato ancora avrò in corpo e anche dopo la mia morte lei sarà protetta dalla casata Potter -.

E la magia Druidica aveva accettato il loro giuramenti, suggellandoli con dei marchi impressi nella pelle di entrambi ed indelebili.

-Luna tutto bene? -, la voce di Harry mi riporta al presente.

Osservò le sue iridi verdi prima di lasciar scivolare il mio sguardo sul suo collo, sul lato sinistro, riuscivo a intravedere il marchio in celtico antico che gli era comparso sul retro del collo e che si allungava appena sui lati di esso.

-Sto bene -, dissi, sorridendogli mentre la mia mano scivolava sul marchio che era apparso all’interno del polso destro. Era identico a quello di mio padre e di Harry, ma più piccolo e rappresentava il patto suggellato e l’impegno preso da entrambi.

-Non mi hai ancora spiegato come ti sei fatto questo… -, disse Draco sfiorando il marchio. -E spera che sia una spiegazione convincente se non vuoi che mi arrabbi -.

-Ma io adoro quando ti arrabbi, cucciolo -, disse Harry abbracciandolo e dandogli un bacio sulla guancia, facendolo arrossire.

 

 

 

POV Harry

 

L'anno scolastico era andato bene, Tom Riddle non aveva mai aperto la camera dei segreti perché avevo rubato il diario a Ginny nemmeno 5 minuti dopo la lite tra Lucius e Arthur, avevo fatto cadere il suo calderone ed erano caduti i miei ed i suoi libri, così avevo potuto prendere il diario e metterlo insieme al diadema nel mio baule.

All'inizio dell'anno la notizia dell'innocenza di Sirius Black aveva scioccato tutti: avevano ritrovato Peter Minus mezzo morto davanti al ministero, con la parola "traditore" incisa sul petto ed il marchio nero, ora molto sbiadito, in bella vista.

Se ripenso cosa ho fatto a quel traditore ancora mi viene da ridere.

Sirius aveva chiesto di vedermi, avevo accettato, mi ha proposto di vivere con lui ed io ho accettato, ma prima ha bisogno di guarire fisicamente, magicamente e mentalmente, quindi ci vorrà più o meno un anno, lo sono andato a trovare una volta al mese però.

Il basilisco della camera dei segreti di è legato a me, dopo Salazar non ha avuto altri padroni, i discendenti di Slytherin non hanno mai legato con lui;

Nella camera dei segreti ho trovato le stanze e la biblioteca di Salazar, cosa che il caro e vecchio Tom non aveva trovato.

Luna si è integrata bene con il nostro gruppo, è diventata anche molto amica di Draco e passa molto tempo con il suo unico amore: Neville.

I gemelli Weasley si allontanano dalla loro famiglia ogni giorno che passa, oramai rispettano solo Bill e Charlie…

Tutti nel gruppo avevano una seconda bacchetta, lui aveva accompagnato un po’ di persone, compresa Luna, gli altri erano andati con Neville o Draco:

Hermione una bacchetta di oro verde e noce con cuore di drago e veleno di acromantula e ametista

Hannah argento ed ebano con piuma di ippogriffoippogrifo e sangue di grifone e onice

Susan oro giallo e melo con artigli di fwooper e lacrime di Fenice e rubino

Tonks ferro e prugnolo con piuma di Thunderbird e sangue di unicorno, Elidoro

Fred argento e noce con capelli di banshee e sangue di viverna e topazio blu

George bronzo e corniolo con piuma di diricawl (dodo) e sangue di imp, citrino.

Luna oro blu e cedro con piuma di jobberknoll e veleno di runespoor e acquamarina.

Già nella prima settimana di scuola avevo presentato Luna alla professoressa di divinazione, che era subito stata felicissima di trovare un alunno con il dono a cui insegnare. Sibilla aveva ancora problemi di alcol ed era ancora stravagante e depressa perché il suo dono stava andando via, ma essere circondata da studenti che la ammirano la stava aiutando a ritrovare fiducia in se stessa.

Griffard Arvey non faceva parte del mio gruppo, ma mi guardava con paura e rispetto, è diventato come un cagnolino ubbidiente ed ha portato altri due ragazzi con lui Graham Montague e Miles Bletchley, potevano farmi comodo, sono sempre stati suprematisti purosangue ed hanno le giuste conoscenze per infiltrarsi sia nel ministero che fra i seguaci dell'oscuro signore.

A livello scolastico sono il primo in tutte le classi e, sia io che Hermione, abbiamo ottenuto l'uso di giratempo in cambio di almeno 2 invenzioni che faremo… ho già in mente di fargli un incantesimo inutile che avevamo inventato io ed Hermione durante la caccia agli horcrux, crea della nebbia, non serve praticamente a niente ma posso spacciarlo per un incantesimo di difesa poiché riduce la visibilità di chiunque ti stia intorno.

 

I gemelli avevano passato l'anno a cercare di modificare le pozioni trovate in "de potentissimi s potionibus" con l'aiuto di Draco, si stavano concentrando sul fare una pozione polisucco più potente.

A metà anno scolastico tutto i beni dei Potter mi erano stati restituiti dal ministro, avevo trovato un sacco di incantesimi e pozioni interessanti nei vari libri ed avevo individuato un luogo perfetto come sede: la tenuta di caccia dei Feleamont, era una casa rustica senza quadri, con una grande cucina e 15 stanze da letto, 8 bagni ed un enorme sala da pranzo, due salotti ed una piccola biblioteca che conteneva più che altro letteratura per bambini, l‘avrei sistemata durante l'estate, ci avrei portato tutti i ritratti in mio possesso, Hannah avrebbe portato il ritratto del suo antenato Giffard Abbott, che sarebbe servito come spia nell'ufficio del preside.

 

La storia fra me e Draco procedeva bene, ho continuato a corteggiarlo e stuzzicarlo tutto il tempo; ovviamente Draco è troppo piccolo per altro.

 

Durante le vacanze natalizie aveva dato un intervista al signor Lovegood e contattato la mia giornalista "preferita", la cara e famosa Rita Skeeter, a cui non aveva dato un intervista ma la lista delle malefatte che il ministero aveva fatto nei miei confronti, tutti gli oggetti e soldi rubati, le case sigillate e i ritratti silenziati (compresi quelli di due ex ministri) per non far denunciare la cosa, le avevo fornito un grande scandalo che avrebbe fatto affondare il ministro ed avevo fatto un patto con la giornalista, io gli fornivo gli scandali e lei non scriveva male di me o i miei amici.

 

Hella mi ha aiutato con tutto, mi ha anche aiutato a contattare i Flamel, celando la mia identità, a natale, ho scambiato la pietra per un po’ di "essenza della lunga vita", ho dato l'essenza a Neville per i suoi genitori, può curare il cervello e riportarlo alla sanità mentale, nonché curargli il corpo e riportare i muscoli, che non usano da tempo, in condizioni ottimali.

Ho passato le vacanze natalizie con Hannah Abbot, dove mi sono state spiegate alcune tradizioni dell'alleanza Longbottom-Potter-Abbot, un alleanzaun’alleanza molto antica.

 

Remus non si è fatto sentire, non ha contattato Sirius, ma era prevedibile, sono anni che vive con i Babbani cambiando continuamente lavoro e città; probabilmente non sa che Sirius era innocente ed Dumbledore si è ben guardato dal contattarlo.

 

Tutto è andato secondo i piani.

Ora manca solo un mese alla fine dell'anno e tra poco é il compleanno del mio Draco.

Sto cercando il regalo giusto da fargli, per Natale gli ho regalato degli ingredienti rari per pozioni ed adesso non so cosa comprargli.

-Non preoccuparti per il regalo, la cosa che gli farai lo renderà molto felice- dice Luna sorridendomi.

-Sai cosa gli farò? -, domandai alla mia amica.

-No ma lo renderà molto felice-, sospiro, proverò a creare qualcosa a mano per il mio principe.

 

POV Draco

 

La seconda settimana di scuola era stata uno shock per me, era stato trovato il vero traditore dei Potter e mio cugino, Sirius Black era stato scagionato, non tutta la famiglia Black (tranne Andromeda e mia madre) era composta da pazzi sadici, anzi a Sirius ed Andromeda non importava nemmeno lo stato di sangue, per questo erano stati diseredati…

Io amo i miei genitori, i miei genitori mi amano, ma non sono stupido, mio padre non era sotto Imperius, mio padre era un servitore del signore oscuro, mio padre crede nella supremazia purosangue, e Lord Voldemort non è morto, quando tornerà per me non sarà sicuro stare con la mia famiglia, sono quello che loro considerano un traditore di sangue e non tradirei mai Harry ed i miei amici, quindi diventerei un nemico dei miei genitori… potrei scappare quando sarà necessario da Sirius (che appena si sarà ristabilito, ovvero verso l'inizio del mio terzo anno scolastico) prenderà in custodia Harry, che finalmente lascerà i suoi orribili parenti.

L'anno è andato bene, purtroppo in classe non abbiamo imparato niente di difesa contro le arti oscure, per fortuna noi del gruppo (vogliamo darci un nome ma ancora siamo indecisi tra tre nomi: l'ordine delle rose nere, l'esercito di Morrigan (nome della morte nella mitologia celtica suggerito da Luna), e i cavalieri di Hella (nome della morte nella mitologia norrena proposto da Harry), purtroppo non abbiamo trovato un modo di comunicare tra di noi, stiamo usando dei falsi galeoni ma è un modo provvisorio.

Oggi è il giorno del mio compleanno, tutti i membri del gruppo mi hanno fatto regali e mi sono arrivati pure da casa, l'unico che ancora non mi ha dato niente è stato Harry, mi ha detto di cenare con lui nella stanza delle necessità sono un po' preoccupato di cosa voglia fare, Luna, con la sua solita aria sognante, mi aveva rassicurato che sarebbe stato tutto magnifico ma ho comunque paura…

Mi faccio coraggio ed entrò nella stanza delle necessità, è diventata un bellissimo salotto che ricorda molto quello di casa mia, ci sono su un tavolo due piatti con dentro dei crostini con le olive… su un altro tavolo vedo una torta al cioccolato fondente con decorazioni al cioccolato bianco con 13 candeline; sul divano Harry sorridente che stringe fra le mani un pacchetto.

Sorridendo timidamente mi avvicino al ragazzo che, per quanto io possa negare, ormai è diventato troppo importante per me, probabilmente ciò che sento per lui non è solo affetto ma qualcosa di molto più profondo.

 

Pov Neville

 

Il secondo anno è iniziato nei migliori dei modi.

Scoprire che Sirius Black era innocente e che il vero traditore dei Potter era in realtà Minus aveva sconvolto l’intera comunità magica ed era stato anche un duro colpo per il Ministero della Magia.

Ora Black si trova in ospedale dove ci è rimasto per gran parte dell’anno se non si contano piccole uscite per andare il Ministero dove prendeva parte ai processi contro Minus per imprigionarlo o quando si recava all’Ufficio Tutela Minori per aver la custodia definitiva di Harry e sottrarlo dalle grinfie dei suoi parenti Babbani.

Durante i primi mesi con l’aiuto di Luna, l’ultima aggiunta al nostro gruppo, ho beccato un piccolo folle Elfo Domestico di nome Dobby che cercava di “salvare” secondo lui Harry.

Ma il bolide impazzito che ha cercato di ucciderlo durante la prima partita di Quidditch del campionato non lo chiamerei salvare qualcuno. Mi sono occupato personalmente del piccolo sociopatico dopo l’ennesimo incidente di cui era vittima Harry.

Con una buona dose di spavento il piccolo esserino mi ha detto tutto quello che dovevo sapere per sapere del suo strano comportamento a quanto sembra il vecchio Lucius Malfoy ha orchestrato qualcosa per fermare in modo drastico la legge pro-Babbani proposta dai Weasley e appoggiata da Dumbledore.

Ne ho parlato con Harry il quale non era stupito minimamente di tale mossa da parte di Malfoy Sr e in un modo ancora ignoto è riuscito a liberare Dobby e a spedirlo assieme ad un’altra dozzina di Elfi alla nuova sede del gruppo, i Cavalieri di Mòrrìgan, dove avrebbe lavorato per renderla agibile il prima possibile.

Per il resto l’anno è passato tranquillamente. Come ci aveva promesso Harry si è occupato del Basilisco, ormai fedele a lui, e che verrà trasferito alla nuova sede appena questa sarà pronta.

Le vacanze Natale le ha passate da me e da Hannah dove gli è stato spiegato l’importanza dell’alleanza tra le nostre famiglie.

Al rientro i gemelli si sono detti stufi di avere come insegnante quell’incompetente di Gilderoy Lockhart e hanno deciso di escogitare uno scherzo per farlo andare via da scuola.

Devo ammettere che si sono superati questa volta. Durante l’ultima settimana di scuola il caro professore una mattina è entrato in Sala Grande per fare colazione sorridendo e ammiccando come sempre, peccato che non otteneva i soliti sospiri adoranti al suo passaggio in quanto calvo e il suo volto era pieno di brufoli e bubboni pieni di pus puzzolente, i denti marci e profonde occhiaie facevano da padrone sotto gli occhi.

Non si era accorto di nulla poiché i gemelli avevano incantato ogni superficie riflettente nel suo alloggio in modo che rimandasse l’immagine perfetta dell’uomo fu quindi uno spasso vedere il professor Snape consegnargli uno specchio con un ghigno perfido sul volto e vedere Allock urlare disperato che dava le dimissioni e fuggire verso i suoi alloggi.

Per quanto Dumbledore abbia indagato sui colpevoli essi non sono mai usciti fuori solo noi Cavalieri sapevamo che dietro di esso c’erano i gemelli.

A concludere in bellezza l’anno c’è stata la convocazione da parte della McGonagall nel suo ufficio per me, Hermione, Harry e Parvanti dove siamo stati informati che dall’anno prossimo avremmo frequentato alcuni corsi delle Classi di Secondo Livello.

Io avrei preso parte a Incantesimi, Erbologia e Difesa Contro le Arti Oscure e così anche Parvanti.

Hermione avrebbe invece preso parte oltre ai nostri stessi corsi anche a Trasfigurazione così come Harry.

Pozioni avanzate l’avrebbe seguito invece Draco, Blaise, Theo, Anthony e Padme e stranamente anche Harry del nostro gruppo.

Oltre a questi nuovi corsi avrei preso parte a Cura delle Creature Magiche, Aritmanzia e Divinazione.

Harry che era in possesso della Giratempo come Hermione avrebbe seguito i corsi di Cura delle Creature Magiche, Aritmazia, Rune Antiche e Divinazione.

Nessuno di noi avrebbe seguito i corsi di Babbanologia in quanto era solo una perdita di tempo e su quel fronte Harry era molto più informato della professoressa e ci dava tutte le lezioni di cui avevamo bisogno.

L’anno prossimo sarà un anno davvero interessante ma per ora voglio godermi le vacanze assieme ai miei amici.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

 

_-*-_

 

L'ULTIMO DONO DELLA MORTE

 

diciottesimo capitolo

 

_-*-_

 

Pov Harry

 

Sono tornato dai miei parenti Babbani, Sirius sarà dimesso alla fine di luglio quindi per ora dovrò restare qui, per non incappare nel doverci tornare potrei far capitare un incidente ai miei adorabili zietti, ovviamente prima voglio torturarli un po’…

Vendetta, dolce vendetta.

Sono tornato oggi a casa e già sono rinchiuso nella seconda camera da letto di Dudley, probabilmente starò senza cibo per giorni…

Mi vergogno di avere legami di sangue con Petunia, è una donna orribile senza spina dorsale, mediocre, violenta, invidiosa ed ipocrita merita solo il peggio di questo mondo, suo marito non è da meno… mio cugino, Dudley, invece potrebbe avere una possibilità, una guardia mi aveva detto che la figlia di mio cugino (aveva messo incinta una ragazza quando aveva 18 anni) era una nata Babbana, lui mi aveva cercato per chiedere consiglio ed appena il mondo magico lo scopri quella bambina fu marchiata come frutto del male solo per essere imparentata con me (cosa che la metà dei purosangue sono, tutti i purosangue britannici sono cugini almeno di quinto grado, a meno che non siano famiglie come i Gaunt che continuano a sposarsi tra di loro non avendo legami con altre famiglie).

Fu uccisa quando aveva solo cinque anni la piccola Violet. David mi aveva portato una foto della piccola che avevo tenuto con me, custodita gelosamente, avevo giurato che avrei vendicato anche la sua morte.

Dudley poteva redimersi. La sua mente era stata avvelenata dai suoi genitori sin da quando era un’infante dovevo liberarlo.

 

_–*–_

 

Ero di nuovo a casa della signora Figg, una Magonò che alleva Kneazle e mezzi Kneazle, abita a Wisteria Walk, strada vicina a Privet Drive su ordine di Dumbledore, mi ha sempre guardato lei quando i Dursley non c'erano, sempre a farmi vedere le foto dei suoi "gatti" e mai una volta che mi abbia detto che ero un mago o che lei è una Magonò facente parte dell'ordine della fenice.

Su una parete c'è un disco d'oro molto prezioso e lavorato con inciso "Arabella Doreen Figg", è oro Goblin, un regalo che fanno nelle famiglie magiche tradizionali (come Lestrange o Rosier) ricche ad ogni bambino nato, credo sia tutto ciò che gli rimane della sua famiglia, i Magonò vengono quasi sempre rinnegati specialmente nelle famiglie tradizionali.

Sospiro, questa è la mia ultima estate con i Dursley, poi vivrò con Sirius, sono solo alla seconda settimana di vacanza, oggi i miei zii hanno portato mio cugino ed i suoi amici al circo in una città vicina.

Devo trovare un modo di vendicarmi questa estate per tutto quello che mi hanno fatto, devono tutti soffrire, non c'è speranza per Vernon e Petunia, per far capire a Dudley che non sono un mostro c'era voluto un Dissennatore ma poi si era pentito per ciò che aveva fatto ed era diventato una persona completamente differente da allora.

Solo il nome "Petunia", un fiore che simboleggia la rabbia ed il risentimento, nome azzeccato secondo me, mamma invece "Lily" (giglio) un fiore che simboleggia la purezza… gli Evans avevano capito il carattere delle figlie appena nate, Petunia è sempre stata invidiosa di mia madre fino ad arrivare ad odiarla, non è una brava persona.

Poi la persona che odio più di tutti in questa famiglia: Marge, la sorella di Vernon, viene ogni anno in casa nostra con il suo cane, Ripper, lei dovrà soffrire più di tutti.

Intanto Arabella mi passa un nuovo album con le foto dei suoi animali, sospiro, preferisco i Dursley a questa tortura!

 

_-*-_

 

I Dursley sono tornati ed hanno annunciato che Marge verrà per qualche settimana questa estate…

Prima mentre Dudley era andato a cena, cena che avevo preparato io, aveva lasciato la TV accesa ed era cominciato un programma che parlava di chimica, ed ecco l'illuminazione: unendo la chimica ed Erbologia Babbana alle pozioni e piante magiche posso far impazzire i Dursley (o solo Vernon e sua sorella), esistano molte droghe Babbane e magiche capaci di far perdere la testa… come dico da qualche giorno vendetta dolce vendetta.

Ora devo solo trovare molti libri di chimica, che coprano la mia enorme lacuna, i libri di pozioni e lista delle formule delle droghe Babbane e magiche.

Credo che chiederò l’aiuto dei tre Slytherin, sicuramente loro avrebbero potuto recuperare per me ciò che mi serviva, magari avevano anche una soluzione per non far risalire le autorità a me.

 

_-*-_

 

 

Pov Dudley

 

Zia Marge è arrivata da una settimana circa e se i primi giorni le cose si svolgevano come ad ogni sua visita da un paio di giorni le cose erano cambiate.

Papà sembrava strano e così anche zia Marge. Sembravano pazzi, parlavano da soli e vaneggiavano.

Ma anche mamma era strana. L’avevo sentita spesso piangere nella sua camera e invocare il nome di…di zia Lily.

Anche pronunciare il nome della madre di suo cugino solo nella sua mente gli faceva venire i brividi lungo la schiena.

Sua madre invoca sempre il perdono della sorella mentre piangeva nella sua stanza.

Gli unici che sembravano normali eravamo io e, per quanto possibile, quello strambo di mio cugino che passava gran parte del suo tempo in quella che era stata la mia seconda camera sino al suo primo anno in quella stramba scuola in cui studiava.

Mi passo una mano tra i capelli osservando le luci di casa mia. Sono appena tornato da un pomeriggio a casa di Pier, presto sarà ora di cena spero solo che mamma si sia ripresa dalla sua crisi di questo pomeriggio e abbia preparato la cena.

Apro la porta di casa, togliendomi le scarpe e gettandole in un angolo dell’ingresso.

-Mamma! Mamma ho fame! -, urlò camminando lungo il corridoio verso la cucina.

La tv in soggiorno è accesa, ma non vi è nessuno a guardarla forse sono già a tavola? Mi sembra strano.

Entro in cucina. Mia madre non è lì e nemmeno nella sala da pranzo adiacente.

Aggrotto la fronte e esco dalla cucina dirigendomi al piano superiore cercando qualcuno che mi spiegasse che diavolo stesse succedendo. La porta della camera di Harry è chiusa a chiave, come sempre, lo sento muoversi per la stanza.

Faccio spallucce e tiro dritto verso la camera di zia Marge. Apro la porta e con orrore vedo Ripper sul letto della zia in un lago di sangue, il ventre squarciato e il suo sangue a imbrattare tutte le pareti.

Urlo e mi volto, inciampo nei miei stessi piedi e cado a terra, -Mamma! Mamma! -, urlò spaventato, gattonando verso la camera dei miei genitori la cui porta è socchiusa.

Mi fermò davanti ad essa e guardò attraverso la fessura, una mano appoggiata sulla superficie di legno, ma mi blocco prima di poter fare qualsiasi cosa.

Un urlo mi muore in gola quando vedo mio padre fermo accanto al letto stringere un coltello affilato e sporco di sangue, che gocciola sulla moquette.

-Tu hai portato il male in questa casa -, dice con voce cattiva prima di calare il coltello su qualcosa che giace sul letto.

-Colpisci con più forza, Vernon! Più affondo -, sbraita zia Marge comparendo nella mia visuale. -Una volta finito qui dobbiamo occuparci di quel mostro di suo nipote e di quel maiale che ha spacciato per tuo figlio. È un mostro come loro, vanno eliminati -.

-Si hai ragione, Marge -, annuisce papà, calando ancora e ancora il coltello senza pietà nel corpo ormai privo di vita di mia madre.

Mi porto le mani alla bocca trattenendo le urla che vogliono uscire dalla mia gola e arretro, terrorizzato.

Senza pensarci corro verso la camera di Harry fortunatamente le chiavi sono nella serratura, la faccio scattare e spalanco la porta.

Harry si volta verso di me, guardandomi confuso.

-Papà e…e zia Marge… -, scoppio in lacrime non riuscendo a completare la frase.

Harry si alza dal letto e spostandomi di lato esce dalla camera, percorrendo il corridoio verso le voci folli di quei due mostri che non sono più mio padre e mia zia.

Come me Harry osserva quanto sta accadendo tramite la fessura si allontana velocemente e torna da me. Vedo il turbamento nel suo sguardo e il terrore che si riflette nel mio sicuramente.

-Vieni, Dudley -, dice afferrandomi la mano. -Dobbiamo chiamare la polizia o i prossimi a morire saremo noi due -, mi trascina al piano inferiore senza trovare alcuna resistenza in me.

Ci chiudiamo nello studio di papà e lì Harry afferra il telefono componendo il numero delle emergenze.

-Si..ehm…mi chiamo Harry Potter e…e sono chiuso nello studio di mio zio assieme a mio cugino… -, balbetta guardandosi attorno confusamente. -Zio Vernon e zia Marge hanno…hanno fatto del male a zia Petunia…con un coltello, credo…si, certo Privet Drive n 4, Little Whinging…fate in fretta vi prego… -.

Harry posa il telefono e mi guarda, -Hanno detto che arriveranno il prima possibile. Non dobbiamo uscire da qui per nessuna ragione al mondo -.

Annuisco incapace di dire alcun che in questo momento. Mi siedo sul divanetto dove tante volte ho giocato e Harry si mette al mio fianco, mi stringe la mano e mi guarda incoraggiante seppur spaurito anche lui come me.

Rimaniamo in silenzio per molto tempo sino a quando non odiamo dei colpi alla porta e sobbalziamo, lasciandoci scappare delle urla spaventate.

-Vi ho trovati piccoli mostriciattoli -, ringhiò oltre la porta la voce di zia Marge. -Vernon sono nel tuo studio. Prendi qualcosa per sfondare questa dannata porta e facciamoli fuori -.

Singhiozzo guardando spaventato Harry che ricambia il mio sguardo.

In lontananza fortunatamente si udirono le sirene della polizia.

Eravamo salvi, ma cosa ci sarebbe successo ora?

 

_-*-_

 

 

Pov Harry

 

Erano venuti a prendere me e mio cugino, mio cugino sarebbe stato in affidamento in una famiglia Babbana mentre io ero stato preso dal governo magico, gli avevo comunque promesso che saremmo rimasti in contatto, avevo consegnato agli Auror le memorie dell'accaduto ed altre memorie di tutti i soprusi subiti in quella casa…avevo fatto delle copie di tutti quei ricordi e li avevo consegnati a Rita, lei mi amava per tutti gli scoop che gli sto dando, Fudge ha perso il consenso della gente per quello che mi ha fatto, ora gli abusi che ho subito tutta la vita si sono trasformati in un omicidio a sangue freddo, stava screditando Dumbledore ed il ministero.

Devo ringraziare Arvey, Montague e Bletchley, i tre Slytherin mi avevano giurato fedeltà come tutti i cavalieri e mi avevano dato le formule per droghe magiche e pozioni per non farle rivelare, uniti a cocaina e funghi tossici comprati da uno spacciatore babbano avevo fatto impazzire Vernon e Marge, avevano torturato e ucciso a sangue freddo Petunia ed ora erano in prigione... Forse dovrei far entrare quei tre fra i cavalieri di Mòrrìgan.

Finché Sirius non sarà dimesso starò con i Malfoy, Lucius è molto diverso dai miei vecchi ricordi, Theodore e Daphne sono venuti a trovarmi ed ho conosciuto Astoria, sorella minore di Daphne, promessa sposa di Draco, comincerà questo anno Hogwarts ed ho intenzione di accoglierla nei cavalieri.

Ho visto spesso anche Dora, mi ha consigliato alcuni dei suoi libri dell'Accademia per Auror.

Il purosangue italiano, Demetrio Ballati, mi aveva scritto che sarebbe venuto per qualche giorno a Londra con le sue sorelle maggiori per le vacanze estive.

Oggi devo incontrarlo, sono dentro un bar Babbano vicino al Paiolo Magico ad aspettarli - Harry!!! Che bello incontrarti!- un ragazzo alto più o meno 180 cm, capelli leggermente mossi biondi scuro, zigomi alti, naso dritto e leggerne alla francese, occhi bicromi celeste e verde, labbra carnose e pelle bianca latte mi sta venendo incontro a braccia aperte, è vestito come un normale turista Babbano, il mio sguardo si sposta sulle sorelle, non gli assomigliano per niente, lui è il più piccolo, l'unico maschio ed erede.

La sorella di mezzo, se non sbaglio si chiama Elena Silvia Ballati, è una ribelle, fissata con la musica punk e rock, ha diciannove anni ed ha rifiutato sei proposte di matrimonio da buoni purosangue, Demetrio mi ha parlato molto di lei, mi ha detto che è una veggente ma usa il suo dono per se; segue il fratello lentamente, ha pantaloni con fantasia scozzese strappati e pieni di catene e spille, anfibi neri, una maglietta dei Ramones, giubbotto di pelle con loghi e scritte incomprensibili ed un collare borchiato, i capelli lisci gli arrivano quasi a metà coscia e l'acconciatura gli nasconde buona parte sinistra del viso, sono tinti di verde ma ha una visibile ricrescita nera, i suoi occhi sono verdi e la sua pelle bianca, quasi cadaverica contrasta molto con il trucco pesante agli occhi ed il rossetto rosso, porta gli occhiali, è bassa, non più di 160 cm, sorride appena i nostri occhi si incontrano.

L'altra sorella, la maggiore, aveva venticinque anni e si chiamava Noemi Maria Ballati ma preferiva essere chiamata semplicemente Emi. È fidanzata da tempo immemore con il figlio del Ministro degli Affari Interni italiano, Marco Savoiani, e con cui gestisce un famoso locale frequentato sia da maghi che da Babbani.

Come la sorella minore anche lei aveva un dono. Era un’Empatica.

I pensieri delle persone che la circondavano non avevano segreti per lei e probabilmente nemmeno l’Occlumanzia poteva qualcosa contro il suo potere. Da quello che mi aveva detto Demetrio era in grado non solo di leggere il pensiero, ma di alterare le memorie delle persone e di modificarne l’umore.

Un dono fastidioso secondo Demetrio che non poteva nasconderle alcun che alla sorella maggiore, che definiva troppo protettiva.

Segue anche lei il fratello qualche passo avanti alla sorella minore. Indossava una maglietta nera con una stampa dai colori azzurro e blu che raffigurava quella che secondo i Babbani doveva essere una Ninfa dei Ghiacci, aveva maniche a kimono che arrivavano sino al gomito e si allargavano, un jeans scuro e delle scarpe da ginnastica nere e blu.

I capelli castano chiaro erano raccolti in una treccia laterale che scivolava sul lato sinistro del volto, la parte inferiore era biondo cenere e sembrava un colore del tutto naturale a differenza di quello della sorella. Gli occhi erano un misto tra verde scuro e marrone animati da una calda luce, niente trucco sul suo volto che appariva come quello di una ragazzina infatti non le avrei mai dato la sua effettiva età. Porta gli occhiali da vista con montatura rosa e ha un sorriso accennato sulle labbra fini quando i nostri sguardi si incrociano. Non è molto alta, qualche centimetro in più della sorella forse.

-Demetrio -, dico alzandomi dal tavolo che ho occupato sino ad ora e stringendo la mano del giovane sedicenne.

-Harry, amico, loro sono le mie due sorelle maggiori -, dice indicandole. -Te né ho parlato spesso nelle mie lettere -.

-Signorine Ballati è un piacere fare la vostra conoscenza -, dico facendo un cenno rispettoso ad entrambe.

-Il piacere è tutto nostro -, risponde Emi, sorridendomi. -Dem non parla che di te, ormai. Sembra quasi che ti conosciamo da tempo, vero Elly? -, domanda alla sorella minore che fa un cenno, guardandosi attorno con un vago senso di curiosità nello sguardo.

-Allora da dove iniziamo con la nostra visita? Dalla Londra Babbana o da quella Magica? -, domanda eccitata come una bambina al parco giochi.

Sorrido divertito guardando Demetrio che emette un sospiro esasperato. Non deve essere facile vivere con due sorelle come le sue.

Avere già a che fare con i Veggenti non è cosa da poco. Sono molto solitari e chiusi nel loro mondo onirico molto spesso ciò che li circonda non ha importanza per loro e possono estraniarsi dalla realtà anche per lunghi periodo.

Ma non è neanche facile con gli Empatici. Emotivi ed espansivi non avevano idea di cosa fosse la privacy altrui per loro era una cosa naturale leggere i pensieri di chi gli stava attorno, come alterare l’umore delle persone per puro divertimento.

-Direi dalla Londra Magica -, dico, lasciando un paio di sterline sul tavolo. -L’accesso è qui vicino. Nei prossimi giorni ci dedicheremo alla Londra Babbana -.

 

Mi ero divertito con gli italiani, a Diagon Alley Demetrio è entrato in tutti i negozi, nella Londra babbana Elly ci ha trascinato in un negozio di dischi e mi ha praticamente costretto a comprare London Calling e Combat Rock dei Clash, Never Mind the Bollocks dei Sex Pistols e Smart Alex dei Adicts… Elly mi aveva preso da parte a fine giornata, mi aveva detto che se volevo averli come alleati nella futura guerra dovevo solo chiedere, non gli piaceva il bigottismo purosangue europeo o l'eccesso vi amore per i Babbani, Elly era una ragazza strana, studente di divinazione all'osservatorio Håkon a Vardø, Norvegia, si è quasi fatta cacciare della prestigiosa accademia più volte per la sua indole ribelle, stavo trovando un altra alleata e credo che anche Emi potrà essermi di aiuto nell'imminente guerra.

Elly mi aveva anche consigliato di farmi alleati tra i vampiri, dandomi il nome di un suo amico, un certo Furio Michelucci, vampiro millenario italiano che continua a spacciarsi per un adolescente, a quanto pare Elly ci usciva insieme, lo ha incontrato in qualche locale alternativo Babbano.

Ho ancora qualche giorno per guadagnarmi la fiducia di Emi.

Sirius sarà dimesso tra qualche giorno ed io potrò finalmente recuperare il medaglione di Slytherin in casa Black.

 

_–*–_

 

Devo ammettere che è stato molto più difficile conquistare la fiducia di Emi che quella di Elly.

Non avevo capito quanto fosse potente sino alla sera prima del loro rientro in Italia, quando frustrato per non aver raggiunto un punto d’incontro con l’Empatica sedevo nervoso nel salotto dell’appartamento che avevano preso in affitto nella Londra Babbana.

Era stato allora che Emi mi aveva raggiunto, sedendosi di fronte a me e guardandomi con una serietà che mai avevo visto sul suo volto in quei giorni passati assieme.

-So cosa vuoi dalla mia famiglia -, aveva detto socchiudendo gli occhi che in quel momento erano di un vivido verde. -La nostra alleanza nella futura guerra ti sarebbe sicuramente d’aiuto. Il Mondo Babbano Italiano è in declino come sai bene ed è solo grazie a quello Magico che ancora non ha raggiunto il tracollo finanziario e tu vuoi far leva su questo per convincere il Ministro della Magia del mio paese ad appoggiarti e per farlo ti serve il nostro appoggio, dico bene?-.

Emetto un sospiro guardandola.

Ero rimasto sorpreso dalle sue parole, ormai poche cose mi sorprendevano da quando ero tornato indietro nel tempo.

-E’ il tempo di abbassare le maschere, immagino -, dico guardando la giovane donna.

-La prima cosa sincera che esce dalla tua bocca da quando sono qui -, replica lei, sorridendo e prendendo un sorso di un tea freddo che si è portata dietro. -Ma infondo è normale. Tu sei una contraddizione vivente, Harry. Ciò che ti è stato concesso non capita a tutti e da quello che ho potuto vedere stai agendo bene per evitare di compiere gli errori passati. Ti stai circondato di persone che avranno un ruolo importante nella tua comunità tra qualche anno o che appartengono a famiglie importanti e… -, sorridendo lieve. -Da quello che ho visto stai cercando alleati non solo in Europa ma anche nel resto del mondo e devo dire che mi hai lasciata piacevolmente colpita -.

-Credevo di essere migliorato in Occlumanzia -, dico contrariato dalla facilità con cui era riuscita a scoprire ogni cosa e io nemmeno mi ero reso contro della sua intromissione.

-Oh, ma la tua Occlumanzia è ottima, Harry -, dice allegra, ora. Il suo continuo cambiamento di umore mi lascia destabilizzato, sembra di essere travolti da un tornado. -Solo che con me non funziona. Sono un’Empatica di Livello 5 le normali protezioni dei maghi contro di me non servono a nulla, ma puoi stare tranquillo nessun altro potrà scalfire le tue difese mentali. Né Dumbledore né tantomeno Voldemort -.

Le sue parole mi rassicurano in qualche modo.

-So che Elly ti ha dato il nome di Furio -, continua. -Quel vampiro ha una mente piuttosto caotica e devo ammettere che è divertente farmi un giro tra le sue memorie, ma devi stare attento. Furio detiene il potere della comunità vampira d’Italia, ma ha molti nemici all’interno della sua corte che non vedono l’ora di farlo fuori per prendere il suo posto e altrettanti nemici sparsi nelle varie corti d’Europa -, emette un sospiro giocherellando con una ciocca di capelli. -I vampiri sono potenti, molto, ma anche fragili. Tu hai bisogno di forza bruta e io ti consiglio di farti un giro nella Russia del Nord quando sarà il momento, cerca Valian Petrovick, fagli il mio nome e se opporrà resistenza ad ascoltarti digli che mi deve ancora un favore e che se ti ascolterà lo riterrò ricambiato -.

-Chi è costui? -.

-I Licantropi che girano per le tue terre sono umani infettati da un gene malato, che può essere curato con i giusti accorgimenti, ma esistono i veri Lycan che nascono con questa condizione. Valian è uno di loro, detiene il potere dei Branchi delle Terre del Nord…è un gran bastardo, ma quando ripone la sua lealtà in qualcuno lo fa fino in fondo -.

Si alzò sistemandosi la gonna che indossava in quel momento e mi sorrise.

-Se avrai bisogno di noi in futuro io e Elly lo sapremo e verremo in tuo soccorso -, disse. -Quando sarà il momento stipuleremo un’alleanza tra le nostre famiglie. Elly saprà quando arriverà il momento propizio, tu continua sul tuo cammino… -.

Mi diede un fugace bacio sulla guancia prima di sparire inghiottita dall’oscurità del corridoio che conduceva alle camere da letto e da cui si sentiva arrivare della musica.

Sono piuttosto confuso. Emi è ben più complessa di quanto appare, essere un’Empatica così potente non deve essere facile per lei, quelli del suo Livello si possono contare sulle dita di una mano e non superano il numero cinque.

Chi sa quanto era ampio il suo raggio d’azione. Riusciva ad ascoltare tutti i pensieri degli abitanti del suo paese, forse andava oltre…

Non c’era modo di scoprirlo con certezza…

 

_-*-_

 

POV Remus

 

Sono rimasto sconvolto quando mi è arrivato un gufo da Dumbledore pochi giorni fa.

Non ho contatti con il mondo magico da quasi 12 anni da quando James e Lily sono stati uccisi.

Mi ha offerto la cattedra di difesa contro le Arti Oscure, non sono riuscito a rifiutare per via di tutto quello che ha fatto per me durante la mia giovinezza, e soprattutto adesso a Hogwarts ci dovrebbe essere Harry ed io non vedo l'ora di rivederlo.

Di vedere quanto è cresciuto, quanto somiglia ai suoi genitori…

Mancano tre settimane all'inizio della scuola ed i bambini invadono Diagon Alley per comprare i materiali scolastici, sorrido mentre li osservo correre eccitati da una parte all’altra, soffermandosi ora su questa vetrina ora su un’altra.

Poi un odore familiare mi colpisce, stordendomi.

Vacillò e mi devo appoggiare al muro di un negozio. Questo odore non potrei mai dimenticarlo…Sirius.

Mi guardò attorno frenetico. La mano stretta attorno alla mia bacchetta e finalmente lo vedo.

Sirius Black se ne sta lì, in mezzo alla folla normalmente come se non fosse un assassino, un vile traditore…

Con mia grande sorpresa e sconcerto è in compagnia di sua cugina, Narcissa Black, ora Malfoy.

Chiacchierano davanti alla gelateria di Florian. Sirius sembra molto a disagio, spostò lo sguardo nella direzione in cui stanno guardando, la copia in miniatura di Lucius Malfoy è seduto accanto alla copia di James, è Harry, dal loro comportamento sembrano più che amici, sono innamorati ma Malfoy JR cerca di nasconderlo.

COSA STA SUCCEDENDO?

Mi avvicino, senza essere notato, a sentire cosa dicono Sirius e Narcissa.

-…Non posso credere che tu e Lucius vi siete presi cura di Harry -, stava dicendo Sirius alla cugina.

Cosa??? Harry era con i Malfoy? Al ministero sono impazziti? Hanno affidato Harry a dei Death Eaters!!!

Per quale diavolo di motivo? Lui dovrebbe stare con una famiglia di maghi della luce, al sicuro.

- Sirius è passato molto tempo da quando sei stato imprigionato ad Azkaban -, replicò Narcissa guardando i ragazzini intenti a ridere tra di loro, in un modo così complice. - Harry è un bravo ragazzo, molto amico di Draco, stanno sempre insieme -, sorride l’algida donna guardandoli. -Harry sarebbe il perfetto erede purosangue se non fosse per sua madre… non conosce ancora molte cose del nostro mondo ma credo che in casa Black potrà impararle-, annuisce fra se e se.

- Non gli insegnerò quelle stronzate Narcissa!!!-, ringhia Sirius.

- A te non sono mai importate, ma sono importanti, sei il capofamiglia Black, ora, e Harry è l'erede di ben quattro famiglie!!! -, ribatté Narcissa chiaramente arrabbiata per le parole del cugino. -Harry è diverso da te, a lui queste cose interessano, è un Ravenclaw perfetto, uno studente modello. Ama la nostra comunità e vuole conoscerne le tradizioni, le vere tradizioni -, dice Narcissa e so che si riferisce all’ Antica Religione. -Sai che quest’anno avrà una Giratempo dal ministero? Parteciperà al nostro stesso progetto. È il figlio che tutti vorrebbero e l’unica cosa che vuole è conoscere la storia della sua famiglia, del suo passato... non togliergli questa opportunità per una tua ribellione adolescenziale mai finita, so che i geni Black non sono stati gentili con te e Bella, insomma siete due drogati di adrenalina ed entrambi fuori di testa da sempre, ma la differenza tra te e lei è che te hai in qualche modo una morale, nonostante hai quasi ucciso Snape durante il periodo scolastico-.

Sirius rimane in silenzio per un po’, rimuginando sulle parole della cugina, poi una bellissima ragazza dai capelli rosa si avvicina - Zia Cissa che bello vederti! Dove sono Harry e Draco? -, domanda sorridendo.

- Oh Dora, Harry e Draco sono a prendere un gelato, vieni ti presento nostro cugino, Sirius Black… Sirius lei è Dora, la figlia di Andromeda -. cominciano a muoversi nella mia direzione, non posso ascoltare altro, vado via velocemente; ho bisogno di informazioni.

 

_–*–_

 

POV Draco

 

-Perché continui a respingermi? –.

Osservò Harry allontanarsi da me con aria frustrata.

Lo vedo dare un pugno all’albero, ferirsi la mano e passarsi poi una mano tra i capelli con fare nervoso e arrabbiato.

Eravamo usciti per fare una passeggiata nel parco di Malfoy Manor, l’ultima prima che Harry si trasferisse a villa Black con Sirius nella contea di Boscoquieto, non lo avrei rivisto poi sino al rientro a scuola.

Ma le cose si erano complicate. Harry mi aveva sospinto in una nicchia di alberi dove aveva provato ancora una volta a baciarmi e noi quei baci fugaci e leggeri che mi dava sulle guance sino all’anno prima, ma un bacio vero.

-Lo vedo nei tuoi occhi che non vuoi respingermi, ma allora perché cavolo lo fai? -, sbraita arrabbiato. -Ho avuto pazienza. Per due anni, Draco, ma ora basta. Ti amo, maledizione, perché continui a rifiutarmi quando so che anche tu mi ami? -.

Abbassò lo sguardo evitando il suo pieno di rabbia, frustrazione e dolore.

Mi ci erano voluti due anni per capirlo, ma alla fine avevo compreso il miscuglio di emozioni che provavo quando Harry mi stava vicino, quando mi abbracciava, accarezza e baciava.

Amavo quel ragazzo con tutto il cuore, ma quale futuro potevamo avere? Eravamo entrambi eredi di importanti famiglie purosangue inglesi.

Avremmo dovuto dare un erede alle nostre casate al momento opportuno, più di uno se si contavano le famiglie ormai estinte di cui eravamo eredi.

Avremmo dovuto sposare delle brave fanciulle purosangue, appartenenti a famiglie altrettanto importanti con cui avremmo adempiuto ai nostri doveri di purosangue.

Certo nella nostra società non era strano avere un amante ufficiale. Ma solitamente era un Purosangue la cui famiglia era in difficoltà economica o sull’orlo della bancarotta e l’unico modo per mantenere un tenore di vita abbastanza decente era quello di diventare l’amante di un Purosangue più ricco e facoltoso in grado di mantenersi l’amante in tutte le sue esigenze.

Un contratto avrebbe siglato il loro rapporto, ma loro due non potevano fare nemmeno questo.

Io mi sarei ufficialmente fidanzato alla fine dei miei studi a Hogwarts con Astoria con una grande festa a cui avrebbero partecipato tutto l’Alta Società Magica e quando Astoria si fosse diplomata saremmo convolati a giuste nozze.

E Harry…Harry avrebbe iniziato a ricevere al compimento dei suoi quattordici anni proposte di matrimonio e avrebbe dovuto accettarne una di quelle tante proposte alle fine se voleva portare avanti il nome della sua famiglia.

Volevo piangere.

Per la prima volta odiavo il mio status sociale. Se fossi stano in semplice Nato Babbano o un Mezzosangue, non erede di antiche famiglie, non avrei dovuto farmi tutti questi problemi, avrei potuto seguire il mio cuore.

-Guardami, Draco… -, mormorò Harry costringendomi a sollevare il volto e a guardarlo in volto.

Salazar! Perché doveva essere tutto così difficile?

Harry mi sorrise, carezzandomi il volto, -Sai che esistono pozioni che permettono a una coppia di donne o di uomini di avere dei figli senza tradire il proprio compagno? Una donna scelta da noi potrebbe in futuro portare in grembo nostro figlio… -.

Aggrottò la fronte, -Avrebbe anche i tratti della madre -, dico chiaramente contrariato.

-So che saprai creare una variazione di queste pozioni in modo che il bambino non avrà alcun tratto della donna, ma solo i nostri -, disse Harry baciandomi appena le labbra. -Sarà in tutto e per tutto nostro figlio -.

-Daremo l’erede alle nostre famiglie -, disse baciandomi ancora, stordendomi. -Vivremo a Villa Smeraldo, che tanto ti piace… -.

-Non c’è lo permetteranno mai -, dissi stringendomi a lui.

-Ti prometto che farò in modo che tutto quello che ti ho detto ora si avvererà -, mi disse carezzandomi la schiena. -Parleremo con Astoria sono sicuro che riuscirà a convincere i suoi genitori a rompere il contratto matrimoniale e quando Voldemort sarà morto definitivamente potremmo sposarci, infondo non vi è nessuna legge che vieta l’unione tra due uomini e con la pozione che creerai i nostri bambini e quelli di molti altri saranno realmente nostri -.

Astoria sarebbe stata facile da convincere.

Sognava di diventare una Medimaga e non una moglie trofeo come sua madre e molte altre donne della nostra società.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** diciannovesimo capitolo ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

 

_-*-_

 

L'ULTIMO DONO DELLA MORTE

 

Capitolo Diciannove

 

POV Sirius

 

Maledetta Narcissa.

Ha parlato a Harry della nostra infanzia, di alcune delle tradizioni della famiglia Black e del grande sapere racchiuso a Grimmauld Place n 12 ed adesso lui vuole andare a vedere la maledetta casa dove sono cresciuto, gli ho promesso che ci saremmo andati durante la pausa invernale.

Avevo accettato per Harry di andare a vivere a Villa Black, l’ancestrale dimora dei miei maledetti antenati, poiché era l’unico posto che conoscevo in cui le protezioni messe attorno alla dimora non avrebbero provato ad ammazzare Harry cosa che non ero sicuro su Grimmauld Place.

Oggi Harry è partito per il suo terzo anno ad Hogwarts.

L’ho accompagnato personalmente alla stazione e per me è stata un’emozione indescrivibile vederlo salire sul treno quest’oggi. Per lui era una cosa già vissuta, ma per me era tutto così nuovo.

Siamo stati insieme solo poche settimane è già mi manca.

Ho capito però che non è affatto facile essere un genitore. Harry è un ragazzo calmo tutto sommato, ma molto testardo.

Non ha voluto sentire ragioni quando ho provato a convincerlo a prendere le distanze da Malfoy Jr.

È innamorato.

Ha lo stesso sguardo che aveva James quando guardava Lily. Come se di fronte a lui vi era la cosa più preziosa al mondo.

Appena lo ho visto due anni fa entrare nella mia camera in ospedale ho pensato a James, ma Harry non è James.

Ogni giorno che passa me ne rendo sempre di più conto.

Per quanto mi duole ammetterlo Narcissa ha ragione, Harry non è né me né James. Devo smettere di cercare lui tracce del mio migliore amico, di mio fratello. Sono due persone completamente differenti, almeno caratterialmente perché fisicamente è impossibile non notare le enormi somiglianze.

Harry è un Ravenclaw che si impegna ad imparare tutto di questo mondo, innamorato dell'erede Malfoy.

Ma Harry mi ricorda anche James, è coraggioso, è un leader nato;

Harry mi ha presentato tutto il suo gruppo, mi spaventa che fra di loro ho riconosciuto cognomi di Death Eaters ma, per fortuna, fra di loro ci sono pure nati Babbani e famiglie della luce.

Intanto mi siedo al Paiolo Magico ed ordino un altro Fire Whisky, mi manca il mio cucciolo!

Cosa farò adesso? Non lo vedrò sino a Natale.

Gli unici che mi hanno avvicinato sono i Malfoy, non posso passare con loro il resto delle mie giornate o impazzirò!!!

Forse potrei provare a rientrare al Dipartimento Auror, prima di finire in prigione era un anno che lavoravo come Auror sul campo assieme a James e a Kingsley formavamo un team con a capo Malocchio.

Alastor fa ancora il supervisore per le nuove reclute, mentre Kingsley è un Auror di Livello 4.

Non sono convinto che mi riaccetteranno al Dipartimento ma posso sempre provarci, da qualche parte dovrò pur iniziare.

Oltre ciò potrei andare a trovare Andromeda e vedere come se la passa.

Merlino! Non la vedo da quando è scappata con quel Ted Tonks. Lei saprà sicuramente aiutarmi con Harry molto di più di Narcissa che sospetto aspiri a farne un piccolo seguace dell’Oscuro volendogli inculcare tutte quelle cretinate sulla mia famiglia e sulle tradizioni

 

POV Remus

 

L’Hogwarts Express ha lasciato da qualche ora il binario 9 e ¾.

Sono seduto in una cabina del treno, un incantesimo mi fa apparire sempre come addormentato agli occhi inesperti dei giovani studenti, che curiosi sbirciano all’interno dello scompartimento cercando di capire chi io sia.

Sono giorni che non dormo, da quando ho iniziato le mie ricerche su due delle persone più importanti che mi sono rimaste al mondo ormai.

Harry era stato affidato ai parenti Babbani di Lily, a sua sorella Petunia per la precisione, contro il volere dei miei amici soprattutto dato che entrambi avevano esplicitamente scritto nel loro testamento che se fosse accaduto loro qualcosa Harry sarebbe andato a Sirius, ma siccome lui è finito in prigione l’affidamento di Harry sarebbe dovuto passare a me.

Avevo provato a richiedere la sua custodia anni fa, ma mi era stata negata in quanto Licantropo.

Albus mi aveva garantito che Harry sarebbe stato affidato ad una famiglia di maghi della luce, come i Weasley, invece era stato lasciato da Dursley dove era stato maltrattato e picchiato ripetutamente.

Il suo corpo ne portava ancora i segni addosso.

Come era potuto accadere? Ricordavo bene che James e Lily mostravano a me e a Sirius il testamento con le loro ultime volontà e vi era scritto che se né io né Sirius potevamo prenderci cura di Harry il piccolo sarebbe dovuto essere affidato a Minerva McGonagall e se nel caso in cui nemmeno la donna fosse stata in grado di prendersi cura di lui una famiglia della luce quali i Longbottom o gli Abbott, si sarebbero presi cura di lui.

Sirius invece era innocente.

Scoprire che era stato quel ratto di Peter a tradire James e Lily, mi aveva distrutto.

Avevo pianto la sua morte per anni assieme a quella di James e Lily. Avevo maledetto Sirius per ciò che aveva fatto quando lui era in realtà innocente.

Sirius non mi perdonerà mai per averlo abbandonato, per non avergli creduto.

E nemmeno Harry mi perdonerà.

Avrei dovuto lottare per entrambi. Per avere Harry con me e salvarlo da un’infanzia orribile, ma soprattutto avrei dovuto avere fiducia in Sirius.

La porta si apre improvvisamente e alcune voci si confondo tra di loro.

-Harry sei sicuro di stare bene? -, domanda apprensiva la voce di una ragazzina.

Al sentir nominare Harry mi irrigidisco.

-Hermione sto bene, davvero -, risponde Harry.

-Non dire che stai bene quando non è vero -, sbotta una voce maschile, alterata. -Hai continui incubi di quello che è successo ai tuoi parenti -.

-Passerà Draco -, scosto un poco il mantello e sbircio.

Riconosco subito il rampollo Malfoy, seduto accanto alla porta sul mio stesso sedile. Ha lo sguardo rivolto verso il basso.

Seguendo la traiettoria del suo sguardo noto Harry, praticamente sdraiato sul sedile con il capo appoggiato sulle gambe del biondino, le cui mani giocano con i suoi capelli.

Seduti di fronte a loro vi sono altri tre ragazzini. Né riconosco due di loro.

Uno deve essere il figlio di Frank Longbottom, la somiglianza che ha con la moglie, Alice, è impressionante, mentre la ragazzina affianco a lui è chiaramente una Lovegood, probabilmente la figlia di Pandora.

L’ultima ragazzina non ho idea di chi sia.

-Neville gli altri? -, domanda Harry. Tiene gli occhi chiusi, sembra completamente rilassato sotto le carezze del giovane Malfoy, che lo guarda con adorazione.

-Stanno tutti bene, tranquillo -, dice Neville. -Sono sparsi per il treno. E non vedono l’ora di stasera -.

-Comunque… -, iniziò la ragazzina dai capelli crespi. -Credete che sia saggio accettare nei Cavalieri Colin Canon? È molto vicino a Ginevra -.

-Iniziamo ad invitarlo alle nostre sessioni di studio. Quelle dove vengono anche i due Weasley e vediamo come si comporta -, stava dicendo Harry.

Ero confuso di cosa stavano parlando? Cavalieri?

-Mi spieghi perché ancora sopportiamo quelle due teste di carota? -, domandò Malfoy irritato. -Ti stanno addosso come delle zecche. E quella Weasley poi… -.

-La tua gelosia è adorabile, Draco -, fece con aria sognante l’altra ragazzina.

-Io non sono geloso -, strillo Malfoy con voce leggermente acuta. -Diglielo anche tu, Harry -.

Per tutta risposta Harry lo afferrò per la nuca e lo bacio, facendo ridere i loro amici, e zittendolo definitivamente.

 

§§§§§§§§§§§

 

Rimango basito quando il primo giorno di lezione non trovo Harry nella mia classe.

È solo al cambio ora quando raggiungo la sala docenti che capisco il motivo della sua assenza quando Minerva mi mette di fronte il programma delle Classi Avanzate di Difesa Contro le Arti Oscure.

-È un programma standard che mi sono permessa di stilare durante l’estate. Naturalmente potrai farvi le modifiche che ritieni più adatte -, mi illustra prima di porgermi l’elenco degli studenti di questa classe.

Non si formavano classe di studenti avanzati da oltre cinquant’anni!

E ora non vi era solo la Classe Avanzata della mia materia, ma anche di Trasfigurazione, Incantesimi, Erbologia e Pozioni.

-Fai attenzione Remus -, mi avverte Minerva mentre ci avviamo fuori dalla sala docenti. -Questi ragazzi hanno menti brillanti e un grande potere magico, ma si annoiano facilmente se non sai stimolarli nel migliore dei modi. Non mostrarti stupito del loro talento, soprattutto con il signor Potter -.

Mi lascia davanti alla mia classe, congedandosi.

Prendendo un respiro profondo entro e guardo gli studenti seduti nei loro banchi, intenti a chiacchierare tranquillamente. Appartengono a tutte e quattro le Case e sembrano conoscersi molto bene fra di loro.

-Buongiorno -, dico palesando la mia presenza agli studenti.

Gli studenti ricambiano il mio saluto. Il mio sguardo di posa subito su Harry, si trova esattamente al centro della stanza, accanto a lui vi è il giovane Malfoy.

-Vorrete scusarmi se prima di iniziare io voglia sottoporvi ad alcuni test per vedere il vostro effettivo livello di conoscenza della mia materia -, dico ponderando bene le parole. -Negli ultimi due anni non posso dire che abbiato fatto grandi passi avanti a causa dei miei predecessori e… -.

La mano della ragazzina dai ricci e crespi capelli svetta verso l’alto.

-Dimmi, signorina… -.

-Granger. Hermione Granger -, dice con la sicurezza che possono avere i tredicenni. -Volevo solo informarla che siamo più che altro autodidatti in quanto, lei stesso ha notato, i precedenti professori non erano una grande fonte di conoscenza uno aveva paura della sua ombra e ha avuto un esaurimento. L’altro pensava di più al proprio aspetto fisico… -.

I ragazzi ridacchiano attorno a lei.

-Non posso permettermi di giudicare così leggermente i miei predecessori -, dico con un sorriso accennato.

-Ci faccia pure tutti i test che vuole, professor Lupin -, fece Harry. E quando la sua voce si sollevò tutti tacquero. -Siamo pronti a dimostrarle il nostro livello se ciò l’aiuterà -.

Annuisco col capo, -Bene direi di cominciare con un paio di domande teoriche per poi passare con un po’ di pratica. Vediamo cosa riuscivamo a fare oggi -.

 

§§§§§§§§

 

Con lo scorrere delle settimane ho potuto farmi un’idea sugli studenti della Classi Avanzata.

Harry è chiaramente il capo del loro gruppo, che è molto più vasto di quanto credevo, e che comprendere studenti di tutte e quattro le Case.

Sembra che tale gruppo siano nato durante il primo anno di scuola di Harry, come un gruppo di studio tra gli studenti del primo anno per aiutarsi a vicenda ad affrontare quella nuova realtà e che col tempo si siano aggiunti studenti degli anni superiori. Fred e George Weasley, Cho Chang e Cedric Diggory sono solo alcuni nomi.

Ho osservato con attenzione Harry rapportarsi con i suoi compagni. È chiaramente un leader nato e anche se è solo un ragazzino del terzo anno ha la totale fiducia e il rispetto degli studenti degli anni più grandi di cui si circonda.

Ha una mente brillante e una conoscenza vastissima che io potevo solamente sognarmi alla sua età.

Riesce a stimolare persino me durante le rare conversazioni che riesco ad avere con lui tra una lezione e l’altra.

Mi ha fatto tornare la voglia di riprendere le mie ricerche, i miei studi sugli incantesimi Difensivi che avevo abbandonato in seguito alla morte di James e Lily.

 

Pov Harry

 

L'anno è cominciato bene, anche se è passato poco più di un mese dall'inizio della scuola, Remus non mi ha mai parlato, è troppo timoroso per farlo, spesso lo vedo avvicinarsi per poi restarsene in disparte.

Purtroppo Colin non è entrato a far parte dei cavalieri, è veramente troppo vicino a Ginevra, comunque alcuni di noi lo stanno aiutando e diventerà un grande alleato in futuro.

Grazie agli specchi riesco a comunicare con tutti i membri dei Cavalieri, compresi quelli che hanno lasciato Hogwarts; Draco è ancora preoccupato per me dopo quello che è successo questa estate ma la verità è che l'anima di Voldemort, la sua mente, si è unita alla mia ed ho escogitato io quel brutale omicidio, non ho rimorsi per quel che ho fatto e questo mi fa paura.

Ella mi fa visita ogni sera, parlo con lei e racconto tutto, a volte restiamo in silenzio a guardarci ed altre volte mi piace sentirla cantare.

Durante gli allenamenti coi Cavalieri ho imparato molte arti oscure, mi sono allenato molto insieme a Fred, non so se insegnargli le imperdonabili... serviranno per la guerra ma non voglio trasformarmi in un nuovo Tom Riddle.

Non voglio diventare un mostro o un signore oscuro, voglio un futuro migliore per i miei amici e per il mondo.

Ho iniziato a cercare il gruppo di vampiri italiani e licantropi russi di cui mi avevano parlato le sorelle di Demetrio, i vampiri sembrano molto più facili da convincere ad allearsi con noi.

Il loro capo, il ''ragazzo'' di Elena, è un pazzo rivoluzionario e il gruppo di vampiri che lo segue è composto da persone veramente ricche ed influenti in Europa, anche se molti sono pazzi quanto lui...

I licantropi purosangue invece sono difficili da contattare, sono un gruppo molto chiuso e le differenze culturali e linguistiche potrebbero essere un problema.

 

 

Pov Dumbledore

 

Niente era andato secondo i miei piani da quando Harry era rientrato nel mondo magico.

Prima era finito a Ravenclaw, invece che a Gryffindor come lui aveva sperato. Oltretutto non si era avvicinato quanto sperava ai Weasley, certo aveva un buon rapporto con i gemelli, ma teneva piuttosto distante il giovane Ronald, che aveva il compito di indirizzare il ragazzo verso gli svaghi e il Quidditch piuttosto che sugli studi, mentre la giovane Ginevra doveva tenerlo occupato e farlo innamorare di sé in modo che al momento opportuno si sarebbe sacrificato contro Voldemort per amore e per il bene superiore.

Invece frequentava figli di Death Eaters, gli eredi delle famiglie Longbottom e Abbot, che avrebbe dovuto evitare come la peste e si era circondato di elementi interessanti.

Ogni suo sforzo di allontanarlo dal suo gruppetto di amici per indirizzarlo verso amicizie più idonee a lui era fallito.

Come se non bastasse Sirius Black aveva ottenuto la sua custodia nonostante i suoi sforzi per impedirlo e con la sua liberazione erano giunti anche i problemi con Remus Lupin.

Il mannaro aveva chiesto spiegazioni riguardo a Minus e soprattutto al fatto che aveva affidato Harry ai Dursley, aveva usato al massimo le sue arti oratorie per convincere Lupin della sua buona fede.

Aveva anche dovuto fingere di piangere e di mostrarsi addolorato mentre recitava la sua parte di povero vecchio.

Fortunatamente era riuscito a convincere quel sempliciotto che le sue azioni erano state compiute per il bene di Harry.

Il ragazzo era stato affiato ai suoi parenti Babbani per poter usufruire della protezione di sangue di Lily, così aveva detto al mannaro, quando il vero motivo era forgiare sin dall’infanzia il ragazzo ad una vita di sottomissione e di burattino inconsapevole nelle sue mani, ma per qualche ragione le cose non erano andate come lui voleva, ancora una volta.

E per Black aveva dovuto giurare che non sapeva nulla riguardo il tradimento di Minus, anche se erano mesi che era a conoscenza del suo doppiogioco al tempo della prima guerra magica, e che non aveva mai trovato alcuna prova della sua innocenza, quando lui stesso né aveva distrutte molte.

Era riuscito a convincerlo abbastanza in fretta.

Aveva anche risolto la questione Snape. Aveva visto come il Maestro di Pozioni si fosse avvicinato anche se in modo impercettibile agli altri che docenti al giovane Potter.

Era riuscito a convincerlo a tornare a proteggerlo rimanendo in disparte, senza aiutarlo perché era ciò che gli serviva per diventare un grande mago e soprattutto doveva vivere la sua infanzia e adolescenza senza sentirsi sopraffatto dal destino che lo attendeva in un futuro non molto lontano.

Ciò che però non era riuscito ad impedire era che il Dipartimento Misteri affidasse le Giratempo al signor Potter e alla signorina Granger.

Quegli oggetti sarebbero rimasti in mano loro per il resto della loro istruzione magica, se avessero inventato qualche pozione o incantesimo di utilizzo per la comunità magica alla fine degli anni scolatici sarebbero rimaste a loro.

Non bastava che il Concilio e gli insegnati avessero fatto fronte comune per la creazione delle Classi Avanzate, avevano provato anche a convincerlo a mettere alla prova alcuni degli studenti di Pozioni del Corso Avanzato per creare una classe di Alchimia, ma si era rifiutato almeno sino al quinto anno così aveva ancora due anni per trovare una scusa ottimale per non creare il corso e non dare altro potere a quei ragazzini.

 

Pov Draco

 

Harry è sempre più protettivo nei miei confronti, oramai è chiara a tutti la nostra relazione anche se Ginny Weasley sembra ignorarlo e continua a provarci con il MIO ragazzo.

Harry è dolce con me, ogni sera, dopo l'incontro dei Cavalieri restiamo nella stanza delle necessità che si trasforma in un elegante salotto in stile vittoriano dove restiamo spesso a parlare, baciarci e coccolarci…

In questo tempo trascorso assieme, Harry mi chiede anche consigli, ieri però mi ha chiesto una cosa che mi ha leggermente spaventato...

Dovevo ammettere che aveva insegnato a tutti noi tutti molte magie della luce e molte altre oscure e altrettante neutrali, ma in futuro ci sarebbe stata una guerra sia contro la luce che contro il lato oscuro, incantesimi difensivi e maledizioni non sarebbero bastati contro il lato oscuro, questo lo sapevo bene...

Mi ha chiesto se doveva iniziare ad insegnare le imperdonabili...

Non ho saputo rispondergli, probabilmente è troppo presto per me impararle, sono solo un ragazzo e quelle maledizioni sono terribili, non ho saputo dargli risposta e lui ha detto che avrebbe aspettato ma che prima o poi i Cavalieri avrebbero dovuto imparare quelle terribili maledizioni per sopravvivere contro i Death Eaters.

Parlava come se sapesse queste cose per esperienza, quando fa così mi spaventa e la convinzione che nasconda qualcosa si fa sempre più acuta in me.

Per fortuna le vacanze invernali si avvicinano ed io ho intenzione di fargli tornare il sorriso, mamma ha invitalo lui e''zio'' Sirius a casa durante le vacanze così da permetterci di passare anche quel periodo assieme.

Zio Sirius, penso sotto minaccia di mamma, ci porterà a visitare per un paio di giorni la casa Black al 12 di Grimmauld Place, non vedo l'ora di vedere la casa principale della famiglia Black.

Mamma ha detto che probabilmente cade a pezzi e useranno quei giorni, i miei genitori e Sirius aiutati da alcuni elfi domestici, per rimetterla a posto e riportarla al suo antico splendore.

 

Pov Harry

 

Le vacanze invernali si avvicinano.

Ho diversi piani per il periodo natalizio. Durante esse recupererò il medaglione di Slytherin da Grimmauld Place n 12, far delle fedeli copie di ogni libro racchiuso nella biblioteca della famiglia Black e inaugurerò la nuova sede dei Cavalieri.

In tale occasione dovranno esserci tutti, compresi quelli attualmente fuori da Hogwarts.

Dovrò incontrare anche Rita per raccontargli delle vere storie di Gilderoy Lockhart, la cara giornalista adora distruggere la reputazione delle persone. In questo modo mi sarei tenuto Rita vicino, aveva scritto alcuni articoli anche per il "Cavillo" oltre che per il "Corriere del Profeta" dopo aver saputo della mia amicizia con i Lovegood, cerca sempre di guadagnare la mia simpatia, averla dalla mia parte mi aiuterà per mantenere dalla mia parte la stampa l’anno prossimo.

Rifletto su tutto questo seduto in giardino con Draco, Luna, Neville, Hermione, Fred, George e Graham Montague, Graham e Fred sono innamorati, non si sono ancora dichiarati ma posso vedere che si desiderano, spesso si allenano insieme nella stanza delle necessità, entrambi sono bisessuali ma troppo impauriti per dirlo.

Draco è seduto a leggere con Hermione, Fred e George stanno escogitando qualche scherzo a Snape e infine Luna e Neville parlano del prossimo articolo che scriveranno per il giornale scolastico.

Mi giro verso lo Slytherin, che si sta dimostrando molto utile e sono sempre più sicuro di aver fatto bene ad introdurlo nei Cavalieri, e con un cenno attiro la sua attenzione, - Graham dovresti dirlo a Fred, vedo come lo guardi, tutti hanno capito che ti piace, e tu piaci a lui -, alle mie parole lui arrossisce.

Abbassa lo sguardo, -I miei genitori non lo accetterebbero mai, Fred è un maschio ma io non sono l'erede quindi posso anche evitare di avere figli, è un purosangue ma è anche un Weasley ed i miei genitori non accetterebbero mai un ''traditore di sangue'', te e Draco non avete detto niente alla sua famiglia e lui ha ancora dei contratti di matrimonio che potrà annullare da maggiorenne ma questo potrebbe farlo rinnegare, i Malfoy vogliono un erede e possono averlo anche con pozioni come tu sai ma non possono accettare il tuo essere un mezzosangue; io non voglio essere rinnegato. Fred è un Weasley e nonostante sua nonna era una Black non vorrebbero mai un ''futuro Death Eaters' come me in famiglia, so che la famiglia Weasley ti ha fatto male, ma suo padre e i due primogeniti non sono coinvolti nella cospirazione contro di te, non voglio allontanarlo dai pochi parenti onesti rimasti -.

Rifletto sulle sue parole, ha ragione, ha perfettamente ragione, -Graham, sai che riuscirò a cambiare questa cosa, a proposito di Death Eaters, hai buone notizie? -, vedo il suo sguardo cambiare da triste a felice ed infine al serio, poi mi risponde sussurrando per non farsi sentire.

-Lynwood Pyrites è un Death Eaters, è un mago Dandy che indossa sempre guanti di seta, ama la tortura fisica e le torture Babbane antiche, per questo lo vedevamo spesso con i suoi guanti di seta insanguinati, ama anche tutto ciò che è bello, è un esteta, seguiva Voldemort solo perché poteva torturare delle persone e gli aveva promesso potere, non ha mai creduto negli ideali purosangue, suo zio è Argo Pyrites lo scrittore di '' Alchimia, Arte antica e Scienza'', potrebbe allearsi con noi e diventare una spia, basta stupirlo con un incontro raffinato, ti consiglio di usare qualche fata per decorare l'ambiente se vuoi incontrarlo, le adora -, sorride ed io ricambio il sorriso, è riuscito ad estorcere queste informazioni da suo zio e poi lo ha obliviato per non creare sospetti.

-Pyrites può tornarci utile, il mio problema è che per distruggere Voldemort c'è bisogno che qualcuno lo resusciti e purtroppo l'unico che può farlo è il ratto che ha tradito i miei genitori-, Graham mi guarda preoccupato, non ha paura per la guerra ma per il mio dolore nel liberare il traditore che ha condannato i miei genitori con lui posso parlare liberamente quasi quanto con Neville, vorrei fare lo stesso con Draco ma dopo la discussione sulle Imperdonabili ho capito che è meglio non turbare il suo animo candido con queste questioni.

Graham e Neville sono degli ottimi consiglieri e mi saranno d’aiuto in futuro, credo che mi limiterò a parlare con loro di questioni del genere.

-Dovremo trovare un modo di farlo uscire da Azkaban, se non sbaglio Samantha e Tonks fanno il corso per diventare Auror e, Samantha vuole diventare una guardia carceraria, loro potrebbero aiutarci -, mi suggerisce Graham.

-Ne parleremo con loro e tutti i Cavalieri durante le vacanze nella tenuta di caccia dei Fleamont -, dico pensieroso guardando il cielo candido sopra di noi. -Tu intanto continua ad indagare su possibili alleati, io credo che potremmo convincere anche Aberforth Dumbledore a passare dalla nostra parte, sai è il fratello del preside ed il proprietario di ''testa di porco'', ora è meglio se ci muoviamo Cedric ci aspetta nella stanza delle necessità -, ci alziamo attirando l'attenzione degli altri, Draco corre subito al mio fianco ed insieme torniamo dentro la scuola.

 

POV Sirius

 

Domani il mio cucciolo tornerà a casa, con lui mio nipote, Draco.

Sono già a villa Malfoy, domani li andiamo a prendere insieme e Narcissa vuole assicurarsi che io mi svegli in tempo, come se potessi scordarmi del mio figlioccio.

Guardo il tramonto fuori dalla finestra e sospiro, se 14 anni fa mi avessero detto che sarei rimasto a dormire dai Malfoy e che membri della famiglia Black sarebbero stati gli unici a parlarmi perché tutti gli altri mi avrebbero visto come un Death Eaters, gli avrei riso in faccia.

Mi sembra tutto impossibile, essere finito ad Azkaban, Harry abusato dai parenti, Harry che ha trovato conforto nei Malfoy, le persone che non mi parlano per paura, tornare in buoni rapporti con Andromeda e Narcissa, i miei amici che non si fanno più vivi, non essere più accettato come Auror per una questione di immagine pubblica…

La porta si apre, mi giro, è Narcissa, -Sei sicura di volerli portare in quella vecchia casa? Cade a pezzi, è piena di artefatti oscuri e non sono nemmeno sicuro se i reparti intorno la casa lasceranno passare Harry senza fargli male-.

Lei sorride prima di sedersi sulla poltroncina di fronte a me, -Non preoccuparti, dopo che te ne sei andato sono entrati alcuni mezzosangue anche se erano allineati con le nostre idee, non credo faranno del male a Harry, ed ora che tua madre è morta la casa è tua quindi risponde a te-, si sporge verso di me, -Sirius vedo che vuoi bene a quel ragazzo, pure io mi sono affezionata all'erede Potter, è impossibile restargli indifferente, ma devi capire che lui è interessato alla storia della nostra famiglia, non gli succederà niente di male e questa per lui sarà un esperienza per come arredare e ristrutturare una lussuosa casa magica, Sirius ricordati che la parola di ingresso per la casa è "toujour pour", il motto della nostra famiglia-.

-Dovrai aprire te la porta, io non lo dirò mai-, mi impunto come un ragazzino, lei mi sorride.

-Non sei cambiato per niente da quando eravamo dei ragazzini-, mi prende in giro, sbuffo e mi giro dall'altra parte con la faccia imbronciata proprio come quando eravamo piccoli, lei perde per un secondo la inespressiva faccia di lady Malfoy e gira gli occhi e poi ride, non avrei mai pensato di tornare a ridere con Narcissa, mi giro verso di lei.

-Cissy, devo confessarti una cosa…-, inizio.

-Cosa? -, non faccio in tempo a rispondere che si sente un urlo dall'altra parte del maniero, iniziò a ridere

-Cosa hai fatto a mio marito stavolta Sirius? -, dice con voce rassegnata, sorrido.

-Niente ma è meglio se vai a consolarlo, resterà così per un paio di giorni -, dico ridacchiando.

-Questa prima o poi me la paghi Sirius -, dice seria prima di andare via dalla stanza in soccorso di suo marito, sorrido, Lucius avrebbe avuto i capelli rosa confetto per altri due giorni.

 

§§§§§§§§§§§§§§§

 

Grimmauld Place n°12.

Avevo solo sedici anni quando sono scappato da quella casa, giurando che non ci sarei mai più tornato, e ora all’età di trentatré anni vi facevo ritorno assieme ai Malfoy, ad Andromeda, ma soprattutto ad Harry.

La piazzetta in cui sorgeva la palazzina era abbandonata a sé stessa da chi sa quanto tempo, segni di vandalismo giovanile erano presenti un po’ ovunque come il fatto che vi fossero un paio di palazzine vuote.

La casa della mia infanzia mostrava segni di decadenza già all’esterno e sicuramente dentro non è migliore anche se da quello che mi ha detto Narcissa, l’orrido Elfo Domestico di mia madre vive ancora qui.

Kreacher si era rifiutato di lasciare la casa in seguito alla morte di mia madre e da quello che mi aveva riferito, sempre Narcissa, prendeva ordini da quadro della mia amata genitrice.

Su una cosa sia io che Lucius siamo d’accordo, Kreacher dovrà andarsene, nessuno dei due vuole quel dannato elfo vicino ai ragazzi.

-Sirius -.

La voce di Harry mi riporta alla realtà. Narcissa ha aperto la casa.

Prendo un profondo respiro e entrò in casa assieme agli altri.

-È così strano trovarsi di nuovo qui -, mormora Andromeda guardandosi attorno. -Nonostante tutto i ricordi più belli della mia infanzia sono legati a questo luogo -.

-Che dici, Meda? -, domandò guardandola storto. Io non ho alcun ricordo bello in questo maledetto luogo.

-Ricordi quella volta, avevi sei anni credo, zia Walburga ti aveva mandato in camera tua senza cena perché ne avevi combinata una delle tue -, iniziò a raccontare Andromeda mentre ci muovevamo lungo il corridoio. -Cissy tu eri così dispiaciuta perché era anche in parte colpa tua se era stato punito e hai insistito perché ci intrufolassimo in cucina per prendere qualcosa da mangiare per portarlo a Sirius. Ricordi Cissy? -, domandò guardando la sorella.

-Lo ricordo benissimo -, disse Cissy. -Ricordo anche che Bella si rifiuto di aiutarci, ma che Reg si unì a noi -.

Sentire il nome di mio fratello dopo così tanto tempo mi procurò una fitta al cuore. Nonostante i nostri trascorsi non ero mai riuscito a superare completamente la sua morte.

Era colpa mia se era stato ucciso, ammazzato sicuramente. Avrei dovuto portarlo via con me da questa dannata casa, condurlo a Villa Potter dove avrebbe potuto iniziare una nuova vita lontano dalla figura soffocante di nostra madre.

-Papà ci scopri, ricordi? Era uscito dal salotto per venire a cercarci quando ci vide uscire dalla cucina -, disse Narcissa con malinconia. -Credetti che ci avrebbe sgridati e mandati in punizione nelle nostre stanze, ma fece finta di non averci visto e ci aiutò anche a raggiungere la tua camera -.

-Davvero nonno Cygnus ha fatto questo? -, domandò Draco curioso. Non aveva avuto la fortuna di conoscere Cygnus.

-Zio Cygnus è sempre stato buono con noi -, ammisi. Era forse uno dei pochi parenti che sopportavo della mia famiglia.

Si era sempre opposto al fatto che noi diventassimo dei Death Eaters e aveva sempre cercato di convincere mia madre a tenerci lontani da quel mondo, ma lei era sempre stata sorda su quel fronte.

Era un grande onore, secondo lei, che i suoi figli servissero l’Oscuro Signore per zio Cygnus invece era una condanna a morte certa.

Dovevo ammettere che quello era un bel ricordo. Quando ancora noi cinque eravamo uniti e ci volevamo bene.

Nonostante Bella si fosse rifiutata di scendere in cucina ci aveva raggiunto poco dopo. Era stata una bella serata quella.

-Quando abbiamo iniziato ad odiarci? -, domandai guardando le mie cugine.

Nessuna delle due rispose. Sapevo che gran parte ella colpa del nostro allontanamento era mia.

Quando ero arrivato a Hogwarts, dopo il mio Smistamento, avevo fatto di tutto per tenermi a distanza dalla mia famiglia, per far capire a tutti che non ero come loro, che non mi interessava nulla riguardo la purezza del sangue e le stupide tradizioni.

-Basta rivangare il passato -, parlò improvvisamente Lucius. -Lasciamolo dov’è e diamo inizio ad una nuova era per la nostra famiglia -.

Guardai Lucius, -Non ti credevo così saggio. Dove hai preso quella frase, dai cioccolatini? -.

Lucius mi fulminò con lo sguardo, -Forza Cissy andiamo a cercare quell’orrido Elfo -, disse avviandosi lungo il corridoio seguito dalla moglie.

Ridacchiai e guardai Harry, facendogli l’occhiolino, -Forza cucciolo ti mostro la biblioteca -, dissi.

Il volto di Harry s’illuminò era così semplice renderlo felice

 

Pov Harry

 

È una settimana che ristrutturiamo casa Black ed ha già un aspetto migliore della sede dell'ordine della fenice, domani io, Draco e Dora andremo alla casa dei Feleamont, ora sede dei cavalieri, per il nostro primo incontro tutti insieme.

Prendere il medaglione di Slytherin dopo che Kreacher era stato mandato a pulire un atra residenza Back non era stato difficile, il medaglione era in un cassetto nella stanza di Regulus, ovviamente ho fatto tutto in piena notte in modo che nessuno mi vedesse, l'unica è stata Valpurga, dal suo ritratto ma grazie alle memorie di Riddle ho saputo come ammaliarla ed adesso mi adora, Sirius è sconcertato da come il ritratto di sua madre si comporta con me.

Io e Draco abbiamo aiutato a pulire ed arredare la casa, ovviamente i compiti non magici, Dora si è unita a noi ogni sera, Andromeda e Ninfodora mi stanno dando tante lezioni sulla moda magica e l'arredamento, Sirius invece si diverte con Dora a fare scherzi a Lucius.

Ho incontrato Rita in un bar babbano vicino casa due giorni fa dove le ho consegnato tutti i documenti su Gilderoy Lockhart, è stata molto felice delle mie scoperte ed in più gli ho rilasciato una breve intervista sull'orribile esperienza subita a casa dei miei zii, la speranza per un futuro migliore per mio cugino babbano e la mia nuova vita con Sirius Black.

 

§§§§§§§§§§§§§§§

 

I Cavalieri di Mòrrìgan finalmente riuniti.

Dobbiamo ancora riordinare la sede, molti mobili ancora non sono arrivati e ancora molte cose vanno sistemate.

In questo momento siamo in un enorme stanza vuota, che un tempo era dove i Fleamont portavano i loro trofei di caccia. La sala da pranzo è inutilizzabile, purtroppo, per colpa di un esperimento finito male dei gemelli per questo ho dovuto sistemare alla meglio la sala per discutere dei piani per il futuro.

Oggi discuteremo su come organizzare la sede e presenterò i tre alleati italiani al gruppo.

Siamo seduti a terra in cerchio su dei grossi cuscini soffici anche la professoressa Trelawney (chiamata da alcuni membri dei Cavalieri solamente Sybill) è con noi, anche se seduta in disparte fuori dal cerchio sul lato destro della stanza dietro di me ha detto che oggi avremmo fatto un incontro importante e lei ci sarebbe dovuta assolutamente essere.

Non bisogna aspettare molto che qualcuno bussa alla porta, Arvey va ad aprire, Demetrio ed Emi entrano e mi salutano, si presentano al gruppo e si siedono su dei cuscini fra Lee e Morag.

-Dove è vostra sorella? -, chiedo ed a rispondermi è Demetrio.

–Elly doveva già essere qui, è partita prima di noi, anche se con il suo senso dell'orientamento ho paura si sia persa da qualche parte, forse è finita anche in un’altra nazione... possiamo cominciare a parlare senza di lei intanto -.

Sospiro, spero che non le sia successo niente, Elly è una Veggente molto potente, una ragazza simpatica anche se assolutamente pazza. Metto da parte quei pensieri, devo cominciare a parlare di qualcosa.

-Io ed Hermione abbiamo ricevuto due Giratempo per seguire tutti i corsi, tranne alchimia, che la scuola offre, spesso ne usiamo una in due in modo da risparmiare ore usabili nella Giratempo per qualcosa di più utile o urgente, questo può tornarci comodo per qualche progetto futuro -, illustro ai presenti

-O per avere più tempo da spendere solo col tuo ragazzo -, Dora mi fa l'occhiolino, sorrido e Draco arrossisce all’allusione.

-È sempre un possibile progetto futuro -, concedo per poi baciarlo sulla guancia. -Passando a cose più serie, appena avremo finito di sistemare la sede potremmo trovare una spia fra i Death Eathers, Graham… -, dico indicando il mio nuovo confidente seduto accanto a Neville alla mia sinistra. -… mi ha suggerito Lynwood Pyrites, basta che riusciamo ad impressionarlo e promettergli più potere. È un sadico e ama le torture fisiche ma è anche un esteta, un uomo colto ed amante dell'arte e la letteratura sia magica che Babbana, proviene da una famiglia famosa per la conoscenza dell'alchimia, può tornarci molto utile, dovremmo stringere un’alleanza con lui prima che scoppi la guerra -.

-Di questo potrei occuparmi io -, disse Evelyn sorridendo. -Chi meglio di una futura studentessa di teatro può impressionare qualcuno come Lord Pyrites? -.

-Speravo che ti proponessi. Tienimi informato sui tuoi progetti per l’incontro -, dissi ad Evelyn sorridendole, prima di tornare serio, -La guerra non può cominciare senza che Voldemort torni in un corpo, non posso combattere contro uno spirito, purtroppo l'unico a conoscenza di come riportarlo in vita è Peter Pettigrew, dobbiamo farlo evadere, forse metterlo sotto imperius ed obliviare il fatto che gli abbiamo dato un ordine...Samantha, Tonks...-, loro due subito drizzano il busto nel sentirsi chiamate. -... potreste aiutarci, per mantenere un alibi possiamo usare le Giratempo ma dobbiamo farlo durante l'anno scolastico, poi l'estate le dovremo restituire al ministero -.

-Certamente aiuteremo -, dissero in coro.

-Bene parleremo dei dettagli in privato, ora passiamo a...-, non finisco di parlare che sento bussare alla porta, stavolta vado io ad aprire, davanti a me Elly, con lei un ragazzo non molto alto, magro, occhi fra il marrone ed il rosso, pelle bianca latte, labbra carnose, capelli castano chiaro ricci lunghi fino alle spalle ma rasati sul lato sinistro, un piercing al sopracciglio destro, vestito di nero con abiti Babbani strappati, in stile punk, mi guardava sorridendo mostrando i suoi canini.

–Ciao Harry scusa per il ritardo ma ti ho portato un ospite, lui è Furio, il capo dei vampiri italiani-, mi dice indicando il ragazzo al suo fianco.

-Elly mi ha parlato di te, se lei si fida di te mi fido anche io, io mi fido ciecamente della mia principessa-, poi si gira verso la professoressa – lei deve essere Sibyll Patricia Trelawney, la sua trisnonna era Cassandra vero? -, si avvicina alla professoressa e le fa il baciamano –, ero molto amico di Cassandra, lei deve aver ereditato il suo incredibile dono -.

-Il mio dono è volubile quanto me -, disse la professoressa con un triste sorriso. -Purtroppo non sono potente quanto la signorina Elena…ho avuto problemi con il mio dono negli ultimi anni, ma il signor Potter mi sta aiutando -.

-Capisco -, disse Furio sorridendole gentile. -Credo di potervi aiutare anche io in questo caso. Vi invito ufficialmente alla mia corte, durante l’estate, per aiutarvi -.

-Accetto volentieri -, disse la professoressa congedandosi e tornando al suo posto.

Furio si gira infine verso di me, -La mia era una piccola visita, ma oggi ho capito molto, la tua magia è forte giovane Potter, possiamo diventare alleati ed i miei vampiri mi seguiranno, ora devo andare-, mi stringe la mano e si avvicina al mio orecchio, –Sento odore della morte su di te, è strano perché per la prima volta non è un presagio di morte, spero sia buono anche per noi-, sussurra prima di andarsene.

-Personaggio interessante -, dico sorridendo e riaccomodandomi. -Emi i tuoi amici Licantropi sono…inavvicinabili -.

Emi emise un sospiro irritato, -Perché Valian deve sempre farmi arrabbiare? -, domandò più a sé stessa che a qualcuno in particolare nella stanza. Chiuse gli occhi.

-Emi, sorellina, cosa hai intenzione di fare? -, domandò Demetrio assai preoccupato.

-Fai un po’ silenzio, Dem -, disse Emi lanciandogli un’occhiataccia, prima di chiudere di nuovo gli occhi. -So che Harry eri curioso di sapere la portata del mio potere. Ora lo saprai -, disse.

“Maledetta strega esci dalla mia mente!”

Una voce roca e maschile risuonò nella mia mente e a giudicare dai sobbalzi degli altri Cavalieri anche loro la sentivano.

“Modera il linguaggio, Valian”, lo riprese Emi aggrottando la fronte contrariata. “Perché rifiuti di rispondere al giovane Potter? Sai bene che gli ho fatto io il tuo nome…”

“Perché dovrei dargli ascolto? È uno sciocco inglese e…piantala di mostrarmi immagini di Nicolaj e Aleksej nudi! È disgusto”, ringhiò furiosamente il Lycan.

“E tu smettila di dire cretinate solo per dar fiato alla bocca”, lo riprese di nuovo Emi, mentre Valian ringhiava.

“Türkis…”, sospirò Valian.

Il volto di Emi si addolcì, “Lian…il signor Potter ha grandi progetti per il futuro. E ha bisogno di te per realizzarli… -.

“D’accordo, Türkis, incontrerò il tuo nuovo protetto durante l’estate. Solo lui e tu dovrete venire. Lascia a casa quegli impiccioni dei tuoi fratelli”.

“Va bene Lian”, acconsentì Emi e il contatto mentale si interruppe. Riaprì gli occhi e mi sorrise, -Ci aspetta un bel viaggetto per l’estate, Harry -.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

 

_-*-_

 

L'ULTIMO DONO DELLA MORTE

 

ventesimo capitolo

 

_-*-_

 

POV Harry

 

Domani tornerò a scuola, Arvey, che è al suo primo anno di apprendistato nell'ufficio misteri del ministero, mi ha informato che Fudge ha perso il consenso della maggior parte delle persone dopo quello che era successo due estati fa, il prossimo anno sarebbe stato l'ultimo del suo mandato e sperava che con il torneo tre maghi avrebbe riacquistato consensi dal pubblico, che idiota.

Arvey si stava rivelando estremamente utile, infatti ho rilegato l'incarico di parlare con Pyrites per convincerlo a diventare la nostra spia nella futura guerra, per questo compito avrebbe collaborato con Evelyn, insieme sarebbero sicuramente riusciti a convincerlo a diventare la mia spia.

Adoro la scuola ma odio dover restare sempre all'erta per via di Dumbledore, fuori dalla scuola però é più facile incontrarsi con tutti i cavalieri.

Nella nostra sede avevo allestito una biblioteca fornitissima, avevo copiato tutta la biblioteca di Hogwarts e Ravenclaw, copiando libri anche dalle famiglie di cui ero erede e dalla famiglia Black, Hannah e Neville avevano portato anche copie di alcuni libri delle loro biblioteche e Hermione aveva portato molti libri babbani, avevamo espanso magicamente la casa in modo da avere un laboratorio per i gemelli , abbastanza camere da letto per ospitare almeno la metà di noi, una gigantesca sala da pranzo, delle sale per duelli ed allenamento, un enorme sala riunioni, una fornitissima serra ed altre stanze che servivano come salotti, bagni e stanze per i nostri Hobby, avevo portato tutti i ritratti in mio possesso in quella casa e Hannah aveva portato alcuni ritratti dei suoi antenati per arredare casa;

Sirius non era mai entrato a controllarci, si fidava di Tonks, pensava fosse un piccolo rifugio per giocare con gli amici, come la casa sul l'albero a villa smeraldo che avevano costruito i Malandrini, non so come la prenderà quando la guerra inizierà, non so se vorrà essere la nostra spia sul l'ordine della fenice.

 

Pov Remus

 

La scuola era appena ricominciata in seguito alla pausa invernale.

Il castello si era ripopolato di studenti e le lezioni erano riprese in modo del tutto normale.

Il mio stupore con i ragazzi del corso Avanzato non aveva mai limite. Erano dotati tutti loro, ma Harry…lui era un talento naturale, assorbiva ogni mio insegnamento come una spugna, facendolo suo e adattandolo al suo modo di combattere.

Durante le vacanze avevo pensato molto a Harry e alla fine mi ero deciso a parlargli.

L’occasione mi si presentò un pomeriggio di due settimane dopo quando finalmente riuscii a trovarlo da solo in biblioteca, cosa assai insolita visto che era sempre circondato dai suoi amici.

Sedeva ad un tavolo appartato, circondato da una dozzina di libri.

-Ciao Harry -, dissi quando fui abbastanza vicino per non disturbare il resto degli studenti li presenti.

-Professor Lupin, buon pomeriggio -, salutò Harry sollevando lo sguardo dai libri che stava consultando.

-Posso sedermi? -, domandai indicando la sedia posta di fronte a lui.

Harry fece un cenno col capo e mi accomodai, mi passai una mano tra i capelli, indeciso. Il coraggio che avevo trovato per avvicinarlo era praticamente finito quando mi sono seduto.

-Sai Harry anch’io frequentavo Hogwarts -, dissi, decidendo di iniziare il discorso dall’inizio. -Ero della Casa di Gryffindor e conoscevo i tuoi genitori -, dissi infine.

Harry sgranò gli occhi sorpreso delle mie parole, -Davvero? -, chiese con un leggero tremore nella voce.

Potevo capirlo. Quando Lily e James erano morti lui era solo un infante e probabilmente sapeva così poco dei suoi genitori.

-Ero in camerata con tuo padre, James, con Sirius e con Pettigrew -, dissi cercando di trattenere il disprezzo che provavo per il nostro vecchio amico. -Eravamo inseparabili e ci facevamo chiamare… -.

-I Malandrini -, mi anticipò Harry.

Sorrisi, -Sirius ti ha parlato di noi -, dissi.

-Mi ha detto qualcosa -, disse Harry abbassando lo sguardo. -Ma per lui è ancora troppo doloroso -.

-Capisco -, annuii. Anche per me parlare di James e Lily era un dolore, ma Harry aveva il diritto di sapere qualcosa sui suoi genitori e io potevo dirgli molte cose, raccontargli molte avventure passate con Sirius e James. Dei pomeriggi di studio con Lily. -Te né parlerò io. Ogni volta che vorrai ti racconterò qualcosa dei tuoi genitori -, dissi.

Harry mi sorrise, -Potrebbe iniziare ora, se vuole, professore -.

-Con molto piacere -, dissi annuendo. -Andiamo però fuori all’aperto. A James veniva l’orticaria stando qui dentro e se vogliamo parlare dei Malandrini meglio essere lontani da qui -.

Harry rise, annuendo prima di agitare la bacchetta in modo da far tornare ogni libri al loro posto e ripose le sue cose nella borsa a tracolla, -Possiamo andare -, disse.

Mi alzai imitato dal ragazzo e assieme uscimmo dalla biblioteca diretti nel parco.

Quel pomeriggio parlammo di molte cose e non solo di James e Sirius. Imparai a conoscere realmente il mio figlioccio quel pomeriggio, pentendomi di non aver mai cercato di incontrarlo prima.

Harry aveva ereditato tutto il meglio dei suoi genitori.

-Sa professore lei è un ottimo insegnante -, disse Harry. -Sarebbe sicuramente in grado di tenere un Club del Duello -.

-Un Club del Duello? -, domandai incredulo. -Harry non credo di esserne in grado… -.

Harry fece una smorfia, -La mia era solo un’idea -, disse.

-Harry! Eccoti, finalmente, è tutto il giorno che ti cerco! -, Draco Malfoy si stava avvicinando con passo svelto a noi, il volto era una maschera di fastidio.

-Ciao cucciolo -, Harry lo salutò con un sorriso, prima di abbracciarlo. -Ero qui con il professore. Sai che era un amico dei miei genitori? Frequentavano la scuola assieme -.

-Davvero? -, domandò Draco scrutandomi con il suo sguardo grigio chiaro.

Sorrisi leggermente al ragazzo, -Vi lascio, ragazzi -, dissi. -Ho una pila di compiti da correggere -, mi congedai e mi diressi verso il castello deciso a scrivere una lettera a Sirius in modo da riallacciare i rapporti con lui.

Avevo sbagliato con Sirius ed era tempo di rimediare ai miei errori.

 

Severus Pov’s

 

Mi ci erano voluti ben tre anni per avere un quadro completo o almeno una parte della vita di Harry Potter.

Credevo che avesse avuto una vita piena di agi, circondato da amore e affetto, mi ero fatto ingannare dal fatto che era il figlio di Potter mettendo in secondo piano tutto il resto.

Avevo fatto una promessa a Lily, la notte in cui era morta, avrei protetto suo figlio ma non l’avevo mantenuta tale promessa.

Avrei dovuto assicurarmi che stesse realmente bene con i suoi parenti non fare solo supposizioni stupide.

Sarei dovuto andarlo a controllare regolarmente per evitare ciò che era accaduto. Quando mi ero recato dai Dursley non avrei mai creduto di scoprire quegli orrori. Aveva subito abusi fisici e mentali da parte di entrambi i suoi zii. Veniva richiuso in un ripostiglio, che era la sua camera, e lasciato senza cibo né acqua per diversi giorni.

Indossava i vestiti smessi di suo cugino e veniva usato come un Elfo Domestico in quella casa.

Li avrei uccisi io se non si fossero ammazzati da soli durante l’estate passata. L’avrei fatto lentamente, prolungando la loro agonia.

Ero stato cieco e stupido ma avrei voluto rimediare, provare a consolarlo e chiedergli scusa. Avevo parlato con Dumbledore, riportandogli le mie scoperte, ma egli mi aveva convinto a non consolarlo e ad evitare qualsiasi rapporto che non fosse quello di insegnante e professore.

In tal modo, tenendo le distanze, avrei potuto proteggerlo nella guerra futura senza rinunciare al suo ruolo di spia tra le file di Voldemort. Feci ruotare il Whisky Incendiario nel mio bicchiere, il ghiaccio tintinnò contro il vetro.

Avrei dovuto tornare al servizio dell’uomo che aveva ucciso la donna che amavo per proteggere suo figlio, solo così avrei potuto adempiere alla mia promessa.

 

Draco Pov’s

 

L'incontro nella stanza delle necessità è appena finito.

Siamo rimasti solo io ed Harry, non posso più stare zitto a questo punto.

-Vuoi diventare un signore oscuro-, la mia non è una domanda.

Harry mi guarda confuso, -Cosa? No!!!-, esclama quasi oltraggiato dalla mia affermazione.

Io lo guardo e sbuffo, – Harry ti stai costruendo un cerchio. Un cerchio di fedeli come quello di Voldemort. Abbiamo tutti giurato fedeltà a te, siamo già tuoi servitori, ci manca solo il marchio sul nostro braccio… -, indico il braccio sinistro dove so che il Marchio Nero viene impresso ai Death Eaters, -Hai piani per influenzare il mondo magico e progetti per una guerra -, riprendo. -Hai Arvey, come spia, all’interno del ministero e sei alleato con due giornalisti da due giornali diversi, non puoi negare tutto ciò-.

Alle mie parole lui abbassa lo sguardo, -Io non volevo, almeno non inizialmente -, iniziò lui. -Non so cosa voglio diventare in realtà, so che voglio un futuro migliore per noi due, per il mondo magico. È così sbagliato il mio pensiero? -.

guardo il mio ragazzo, temo per lui e per il sentiero che sta per intraprendere, ma lo amo troppo per poterlo lasciare a causa dei miei timori, delle mie paure.

Mi avvicino a Harry, abbracciandolo e lasciandosi abbracciare a sua volta, -Ho solo paura per te, Harry -, confesso, posando il capo sulla sua spalla e lasciandomi accarezzare il capo.

-Non devi temere, cucciolo, so quel che faccio -, dice baciandomi il capo. -Creerò un mondo sicuro per noi e per i nostri figli. Te lo prometto -.

Chiudo gli occhi, stringendomi a lui, sto consapevolmente decidendo di voltare lo sguardo da un’altra parte da questo momento.

Avrei lasciato che Harry facesse tutto ciò che riteneva giusto per quel futuro assieme. Avrei lasciato che s’immergesse nell’oscurità per un mio desiderio, per un mio capriccio.

-Ti amo lo sai questo, vero? -, mi domanda improvvisamente.

-Si -, sussurro.

Ed è per quel sentimento che decido in quel momento di smettere di chiedere. Avrei lasciato che mi dicesse solo quello che volevo sentirmi dire, senza metterlo sotto torchio come avevo fatto sino ad oggi.

 

Pov Harry

 

Capisco le preoccupazioni di Draco.

Ma il carattere di Riddle mi ha influenzato parecchio, non voglio diventare un signore oscuro ma probabilmente diventerò qualcosa di simile ne sono consapevole…

Nella mia vecchia vita ero stupido, ingenuo e certamente non un Ravenclaw, in questa nuova vita donatami da Hella sono una persona completamente diversa, una persona migliore e decisamente più consapevole del proprio destino, almeno a grandi linee.

Sospiro, non riesco a cancellare dalla mia mente le parole di Draco, nemmeno ora che manca qualche minuto all’ingresso in campo di Quidditch...

Sono il cercatore di Ravenclaw, sono entrato in squadra l'anno scorso ed abbiamo vinto il campionato scolastico; di solito volare mi distrae ma ora proprio non riesco a togliermi quelle parole di testa, Draco ha ragione.

Ma cosa posso fare? Il sentiero che ho intrapreso non mi permette di tornare indietro, non ora almeno.

Ho la necessità di parlare con Hella. Solo lei può rassicurarmi su ciò che sto facendo, ma non è questo il momento.

Ora dovevo concentrarmi sulla partita imminente, l’ultima dell’anno che avrebbe stabilito il vincitore del Campionato non posso deludere la mia Casata.

 

******

Abbiamo vinto!

Il Campionato di Quidditch è nostro e sicuramente anche la Coppa delle Case sarà di Ravenclaw.

Prendo un sorso di Burrobirra guardando i miei compagni di casa festeggiare la nostra vittoria, la musica trasmessa dalla radio permetteva ai ragazzi di ballare e scatenare la loro euforia.

-Ad Harry! -, urlano per l’ennesima volta i miei compagni, sollevando le loro bevande verso l’alto.

Risspondo con un sorriso sul volto e nell’attimo in cui tutti tornano a festeggiare nel mio campo visivo compare una farfalla, seguita da una seconda e poi da una terza.

Le farfalle volano leggiadre verso i dormitori maschili. Guardo i miei compagni, nessuno si sarebbe accorto per diverso tempo della mia assenza, imbocco le scale e seguo quelle eteree creature sino alla mia camerata.

Quando entro trovo Hella, seduta sul mio letto, nel suo aspetto di tredicenne.

-Mi hai chiamata, Maestro? -, domanda sorridendomi in quel modo così misterioso che mi aveva sempre affascinato.

Lentamente mi avvino al letto, accomodandomi affianco a lei. Poso il capo sul suo grembo, lasciandomi cullare dalle sue carezze gentili tra i miei capelli.

-Aiutami, Hella! -, dico con la voce distorta dalla disperazione. -Sto diventando come Riddle, un Signore Oscuro… -.

-No, no, mio amato padrone -, dice Hella, carezzandomi il volto. -Voi non diventerete mai come lui. Forse è vero, vi immergerete completamente nelle Arti Oscure, ma ricordate questo, non tutto quel che Oscuro è cattivo e non tutto quello che è Bianco è buono. Non fatevi ingannare dalle distinzioni che danno gli umani alla magia, sono le nostre azioni a determinare se qualcosa è cattivo o buono. La magia è neutrale non è né Bianca né Oscura ricordatevi questo… -.

Chido gli occhi lasciandomi cullare dalle sue carezze e dalle sue parole.

Hella aveva ragione non dovevo preoccuparmi di diventare un Signore Oscuro come Voldemort.

-Abbiamo atteso molto, Hella -, mormoro improvvisamente, voltando il capo in modo da poterla vedere in volto. -Rivoglio il mio anello con la Pietra della Resurrezione. Né ho bisogno! -.

Hella s’inchia verso di me, sorridendomi, -Ogni vostro desiderio è un ordine per me, mio amato -, dice baciandomi dolcemente.

Ricambo il suo bacio, affondando la mano tra i suoi scuri capelli.

 

POV George

 

Hermione ed io passiamo sempre più tempo insieme, come mio fratello e Graham.

Oggi voglio fare un passo avanti nella mia relazione con Hermione, finora siamo sempre stati amici molto stretti, ma è tempo per me di dichiarare i miei sentimenti, sono un Gryffindor eppure ho così paura di confessarmi a lei, ogni volta che ci provo mi blocco e cambio argomento, più che un leone rosso-oro sembro un gattino impaurito, sono patetico.

Oggi è venerdì e come ogni sabato il gruppo di studio/cavalieri si riunisce in biblioteca a fare i compiti tutti insieme, purtroppo si uniscono sempre a noi pure il mio fratello idiota Ron e la mia insopportabile sorella Ginny insieme a Colin Canon ed alcuni Ravenclaw più piccoli, le parlerò dopo che abbiamo finito i compiti, la potrei invitare a Hogsmeade, prendere delle caramelle a Mielandia, portarla a vedere il negozio di Zonko e fare shopping a Stratchy&Sons e Mondomago, infine mangiare e bere ai Tre Manici di Scopa, si era un piano perfetto per dichiararmi a lei e chiederle di essere la mia ragazza.

—•–•-•-•–•—

Sono solo con Hermione, siamo già stati a Mielandia dove abbiamo comprato molte caramelle, da Zonko ho comprato alcuni scherzi da modificare e da Magomondo abbiamo comprato molti oggetti magici per arredare o da utilizzare nella sede dei cavalieri, avevo comprato un vestito viola scuro estivo per Hermione ed ora siamo seduti a bere burrobirra, come vorrei che Fred o Lee fossero qui, loro saprebbero cosa fare, respiro profondamente, la guardo -hermionevuoiesserelamiaragazzatipregodìdisiiotiamodaimpazzire- lei mi guarda -scusa cosa hai detto?- respiro, so di essere rosso come un pomodoro, ora non posso tirarmi in dietro -Hermione vuoi essere la mia ragazza- lei sgrana gli occhi, oddio è un brutto segno? -SiSiSiSiSi Si!!!- non riesco a rispondere che mi bacia sulla bocca. Questo potrebbe essere il giorno più bello della mia vita!

 

-Hermione, insomma! -, dico con un tono tra lo scocciato e l’annoiato.

-Cosa, George? -, domanda lei con lo stesso tono, imitandomi, senza alzare lo sguardo dal grosso tomo che sta consultando.

Mi passò una mano tra i capelli, esasperato, -Hermione, piccola, è domenica… -, dico.

-So bene che giorno è oggi, George -, mi interrompe mentre gira pagina.

-E c’è l’uscita a Hogsmeade, dovremmo essere al villaggio a divertirci invece che stare chiusi qui dentro -, continuò ignorando la sua interruzione di poco prima.

-Ma dobbiamo prepararci per far evadere Pettigrew, George -, dice Hermione alzando finalmente lo sguardo su di me.

Emetto un sospiro, -Piccola sono sicuro che per un giorno puoi lasciar stare le tue ricerche, anche Harry ti ha detto di staccare un poco prima di scendere giù al villaggio con Draco -, le dico prendendole una mano nella mia. -Voglio passeggiare con te, Herm. Voglio tenerti per mano mentre guardiamo le vetrine e voglio comprarti le Piume di Zucchero di cui vai matta -.

Hermione si morde il labbro inferiore, chiaramente combattuta, alla fine chiude il grosso tomo sorridendomi.

Ricambio e mi alzò in piedi, aiutandola ad alzarsi. Intreccio la mia mano alla sua, così piccola rispetto alla mia, e la conduco fuori dalla Stanza delle Necessità.

I corridoi di Hogwarts sono praticamente deserti se non si contano gli studenti del primo e secondo anno, impossibilitati a recarsi al villaggio perché troppo piccoli, e qualche studente degli anni più grandi poiché stufi di vedere le solite cose.

Passiamo dalla Torre dei Gryffindor per recuperare i nostri giubbetti prima di scendere nella Sala d’Ingresso. Ci sono ancora un paio di carrozze a disposizione degli studenti che magari decidono di scendere al villaggio.

Io e Hermione ne occupiamo una. Sediamo vicini, il mio braccio è avvolto intorno alle sue spalle e la sua testa è appoggiata al mio petto, rimaniamo in silenzio per tutto il tragitto godendoci semplicemente la compagnia dell’altro.

Ero orgoglioso di dire che Hermione Granger era la mia ragazza. Le prime settimane avevo passato il tempo a dirlo a chiunque, minacciando qualsiasi ragazzo si avvicinava a lei.

Mi comportavo in maniera ridicola, ma era più forte di me, oltre al fatto che temevo che Hermione un giorno si rendesse conto di quanto fossi infantile e mi avrebbe lasciato.

Fortunatamente quel timore era sparito col passare dei mesi. Hermione mi faceva sentire il ragazzo più fortunato dell’intero castello, vedovo l’amore e la devozione nei suoi bellissimi occhi ogni volta che l’incrociavo.

Era lo stesso sentimento che avevo sempre visto negli occhi di Draco e Harry quando uno dei due guardava l’altro. Quell’amore che avevo invidiato e che ora avevo anch’io.

Venni riscosso dai miei pensieri quando la carrozza si fermò. Scesi prima io e aiutai Hermione.

Tenendola per mano ci avviammo lungo la strada principale del villaggio. La neve caduta da poco scricchiolava sotto le nostre scarpe e il sole invernale che brillava sopra di noi ci accompagnava durante la nostra passeggiata.

Ogni tanto incrociavamo qualche membro dei Cavalieri, li salutavamo e proseguivamo.

Come prima tappa entrammo da Mielandia dove trovammo Harry e Draco. Il morettino è sempre stato un grande goloso di dolci e doveva aver quasi esaurito la sua scorta mensile se si trovava nel negozio, che come sempre era affollato di studenti urlanti.

Harry sembrava scocciato di tutta quella confusione, Draco al suo fianco cercava di tenerlo calmo, mormorandogli qualcosa.

-Ciao ragazzi -, salutò Hermione, palesando la nostra presenza.

-Ciao George, Hermione -, salutò Draco sorridendoci. Harry fece un cenno col capo, prima di rivolgere un’occhiataccia ad un ragazzo di Gryffindor del quinto anno che provò a superarlo. -Scusatelo è a corto di zuccheri ed è intrattabile -.

Hermione sorrise tranquilla abituata agli sbalzi d’umore del nostro amico dopo tre anni di conoscenza.

-Signor Potter che piacere rivederla -, sorrise la signora dietro al bancone.

-Signora Montgomery -, disse Harry raggiungendo finalmente il bancone. -Sono venuto a ritirare la mia solita scorta di dolci e aggiunga anche un pacchetto di Piume di Zucchero che mi mangio ora -, disse.

La signora Motgomery annuì, prese il pacchetto di Piume di Zucchero dallo scaffale alle sue spalle prima di andare in magazzino e tornare con un grosso pacco pieno di dolci.

Harry pagò l’astronomica cifra senza batter ciglio, chiedendo gentilmente alla donna di rimpicciolire il pacco di dolci in modo che sia più maneggevole da trasportare.

-Buona giornata, signora Montgomery -, disse Harry infilando il pacco rimpicciolito nella tasca interna del mantello, allungando il pacchetto di Piume di Zucchero verso Hermione. -Evitiamo di stare qui un’altra ora -, aggiunse allo sguardo confuso di Hermione.

Uscimmo dal negozio e di comune accordo ci avviamo verso i Tre Manici di Scopa per bere una buona Burrobirra.

Entrarono nel pub, salutando Rosmerta, e si andarono a sedere ad un tavolino appartato in modo da poter parlare tranquillamente, un veloce incantesimo senza bacchetta da parte di Harry e nessuno poteva ascoltare la loro conversazione.

-Un mio…amico -, disse Harry, aggrottando la fronte. -È riuscito a mettere le mani sulle piantine di Azkaban. Con quelle potremmo fare un passo avanti nel nostro progetto di evasione -.

-Facciamo finta che credo a questo ipotetico amico -, disse Draco scoccando uno sguardo di rimprovero al fidanzato. -Sei davvero intenzionato a far evadere Pettigrew? -.

-Ne abbiamo già parlato. Ci serve per far tornare in vita Voldemort e mettere la parola fine a tutta questa storia una volta per tutte, Draco -, disse Harry con pazienza. -Ci serve per poter stare assieme in futuro. Per permettere a Fred e a Graham di non nascondersi. Per evitare che Hermione e altri maghi e streghe come lei rischino di morire solo per un fattore di sangue -.

-Va bene. Fai ciò che devi fare -, emise un sospiro Draco. -Stai solo attento, ok? Non voglio che ti capiti nulla di male -.

Harry gli sorrise, carezzandogli il volto, -Starò molto attento -, promise.

-Ora basta parlare di piani di evasione -, dissi intromettendomi nella discussione. -Siamo qui per rilassarci -.

-George ha ragione -, disse Hermione sorridendomi dolcemente. Mi allungai per baciarla.

Peccato che la nostra giornata di relax venne interrotta quando Neville comparve nel pub. Il nostro amico non veniva quasi mai giù al villaggio in quanto preferiva stare al castello con Luna, se era sceso voleva significare solo una cosa. Guai.

-Harry di alla tua ombra che qualsiasi cosa sia successa può aspettare -, disse Draco fulminando Neville con lo sguardo.

Harry si alzò in piedi, afferrò il compagno per i capelli e lo costrinse a inclinare la testa all’indietro, -Fai il bravo, cucciolo -, disse baciandolo prima di incamminarsi verso Neville.

Ancor prima di uscire dal locale Neville aveva iniziato a parlargli in modo conciato.

-Inizio a detestare Neville -, mugugnò Draco. -E anche Graham -, aggiunse infastidito. -Passa più tempo con quei due che con me! -.

Emisi un sospiro, passandomi una mano tra i capelli. Una bella giornata si era trasformata nel momento dei piagnistei di Draco sarebbe andato avanti per il resto della giornata lamentandosi di ogni mancanza da parte di Harry nei suoi confronti.

 

Harry Pov’s

 

Azkaban è esattamente come la ricordavo.

Detestavo quel posto e non vedevo l’ora di poterlo distruggere una volta per tutte.

Tonks cammina a passo sicuro verso l’ingresso della prigione. Io e Hermione, nascosti dall’incanto di disillusione, la seguiamo a qualche passo di distanza.

Samantha li stava attendendo nella guardiola, -Ho già lanciato l’incantesimo di sonno sul personale -, disse quando entrammo.

-Bisogna sistemare i Dissennatori -, dissi, sciogliendo l’incantesimo su me e Hermione. -A quello ci penso io. Abbiamo i minuti contati, dobbiamo agire in fretta. Hermione vai con Samantha a liberare Pettrigrew -, dissi alle due ragazze che con un cenno acconsentirono prima di allontanarsi lungo il corridoio e sparire dietro un angolo.

-Noi occupiamoci della cara signora Lestrange -, dissi rivolgendomi a Tonks. Ci incamminammo verso le celle di massima sicurezza, ma mano che procedevamo mettevo fuori combattimento i Dissennatori che erano sulla mia strada.

Arrivati all’ala di massima sicurezza addormentai la maggior parte dei detenuti eccetto Bellatrix.

Osservai quella pazza donna. La causa della morte del suo padrino.

-Ciao Bella -, salutai attirando la sua attenzione.

I selvaggi occhi color grigio piombo si posarono su di me, -Io so chi sei tu -, canticchio con quella voce infantile che tanto avevo detestato in passato. -Sei il piccolo bastardo mezzosangue dei Potter -.

Sorrido ferino, per niente turbato dalle sue parole come sarei stato in passato con un gesto della mano annullai gli incantesimi di sigillazione posti sulla porta, aprendola.

-Abbiamo bisogno che tu firmi un certo documento così da dare pieno accesso alle tue finanze a tua nipote, Tonks -, dico indicando la ragazza ferma sulla soglia della cella.

Tonks osservava con rabbia mal celata Bellatrix. I motivi di quella rabbia erano diversi e tutti molto validi.

Bellatrix aveva provato ad uccidere sua madre e suo padre quando si erano sposati e poi aveva provato ad uccidere lei quando aveva cinque anni perché nella sua mente malata aveva sporcato la linea pura della sua famiglia.

Bellatrix rise, -Non lo farò mai -.

Mi voltai verso Tonks, -Se non sei pronta a ciò che sto per fare, puoi allontanarti -.

Tonks incrociò il mio sguardo con uno impassibile, -Procedi -, disse con voce priva di qualsiasi tonalità.

Tornai a guardare Bellatrix, estraendo la propria bacchetta di riserva e puntandola contro la donna.

Non ebbi nemmeno la necessità di pronunciare la maledizione, bastò pensarla e poco dopo la folle Death Eaters urlava e si contorceva sul sudicio pavimento della sua cella.

Era stato estremamente facile usare la Cruciatus. Nella sua vecchia vita era riuscito ad usarla solamente due volte.

La prima volta contro la donna che ora urlava, senza successe purtroppo, mentre la seconda su Amycus Carrow riuscendoci.

Pensare ai Death Eaters Carrow mi fece tornare in mente le gemelle Carrow di Slytherin, che attualmente frequentavano Hogwarts.

Erano un anno più piccole di lui e nella sua linea di tempo avevano fatto parte del Lumaclub.

Le voci che giravano su di loro affermavano che fossero le figlie della relazione incestuosa tra i Carrow maggiori. Non si era mai saputo se era vero o meno e sinceramente la cosa non gli interessava, le gemelle avrebbero potuto essergli d’aiuto in futuro anche se erano troppo vicine ai bulletti capitanati da Pansy, sebbene loro non facessero parte attivamente dei loro scherzetti idioti, ma a ciò ci avrebbe pensato il prossimo anno…

Sciolsi la Maledizione su Bellatrix, che annaspò in cerca d’aria, gli occhi lacrimavano.

-Ora sei più propensa a firmare? -, domandai inginocchiandomi di fronte a lei, mettendogli davanti al volto il documento e una penna di sangue. -O devo farti assaggiare un altro po’ di Cruciatus? -

Bellatrix lo guardò con odio, prima di firmare il documento.

-E’ sempre un piacere, Bella -, dissi dandogli un buffetto sul volto e uscendo dalla cella, chiudendomi la porta alle spalle e riattivando gli incantesimi posti su di essa. Diedi a Tonks il documento, -Sei ufficialmente l’erede della famiglia Lestrange da questo momento. Tutto il patrimonio e le proprietà di appartengono, recupera la coppa di Hunflepuff -.

Tonks annuì semplicemente prendendo il documento, -Samantha e Hermione dovrebbero aver finito ormai -, disse semplicemente prima di fare il percorso inverso e tornare all’entrata della prigione dove trovarono le ragazze.

-Pettigrew? -, domandai verso Hermione.

-Scappato. La memoria alterata in modo tale che creda di aver fatto tutto da solo, nemmeno Voldemort potrà accorgersi del fatto che i ricordi sono falsi -, disse Hermione con un sorrisetto. -Le guardie crederanno che sia morto in una rissa scoppiata durante l’ora d’aria ed è ciò che riporteranno nei loro rapporti -.

Le sorrisi, -Torniamo a Hogwarts. Questo posto mi irrita -, disse afferrando l’amica e Smaterializzandosi.

 

Pov Neville

 

È l'ultimo giorno di scuola, la cena comincerà tra poco, sono seduto con Hermione al tavolo Gryffindor; Harry ha organizzato una festa dopo il coprifuoco nel nostro posto segreto come tutti gli anni, questo anno è stato l'ultimo per Evelyn e Steven, i mentori di Hermione ed Harry, lei sarebbe andata a lavorare per madama Poddifoot i fine settimana e studiare all'Accademia magica di arti drammatiche, lui invece sarebbe andato a studiare legge magica presso il ministero, certo avremmo potuto vedere Evelyn spesso a Hogsmeade ma una ROSA sala da tè non è proprio il mio posto preferito.

Harry aveva preparato un discorso speciale con l'aiuto di Hermione, sarebbe stata una sorpresa per tutti.

Oggi avevo distribuito le ultime copie del giornalino scolastico, Hermione, Luna ed alcuni Ravenclaw più grandi lo scrivevano insieme a me e oggi per la prima volta madama Pince ha fatto i complimenti a me, Luna ed Hermione chiedendoci se volevamo in futuro diventare giornalisti (l'unica ad aver risposto di sì è stata Luna, che è anche la prossima proprietaria del Cavillo quindi non c'è da stupirsi) ha detto che come squadra funzioniamo bene, noi tre ci occupiamo del settore sulle novità e iniziative della scuola, non cambia quasi mai niente ma ogni tanto i professori vogliono dare lezioni in più, di supporto, o promuovere club ed iniziative.

L'anno è stato perfetto anche se ancora mi chiedo come Tonks abbia convinto Bellatrix Lestrange a prenderla come erede ed a dargli accesso illimitato alla sua volta mentre lei è ad Azkaban, Harry ed Hermione aiutati dai gemelli e le due future Auror avevano inscenato la morte di Minus per farlo scappare… vorrei tanto sapere cosa è successo ma sono sicuro che non mi piacerebbe; sospiro, non vedo l'ora che questa cena finisca.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** ventunesimo capitolo ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

 

_-*-_

 

L'ULTIMO DONO DELLA MORTE

 

ventunesimo capitolo

 

_-*-_

 

 

POV Hermione

 

Sono nella sede dei cavalieri con Harry, per la precisione nel suo studio.

Lungo a cui non si poteva avere accesso a meno che non si era invitato dal morettino.

Fra tre settimane partirò per la Francia coi miei genitori, voglio passare più tempo possibile coi miei amici ed il mio ragazzo in questo periodo per questo ogni momento è buono per recarmi qui.

Leggo la lettera che Harry vuole inviare a Rita Skeeter, poi sollevo lo sguardo su di lui, -Dove hai trovato queste informazioni? -.

Lui mi sorride, -Ho i miei informatori -.

Sbuffo non ne avevo dubbio… era un po’ come quando entrò in possesso delle piantine di Azkaban, poi una domanda mi sorge spontanea, -Cos’è un Obscuros? -.

-Un Obscuros è un bambino magico incapace di controllare i propri poteri poiché per via di abusi od eventi traumatici ha cercato di sopprimerli per tanto tempo, creano una creatura molto distruttiva, i bambini raramente superano i 10 anni di vita, anche se il più vecchio Obscuros documentato è morto all'età di 40 anni, un Obscuros si sviluppa prima degli 11 anni di età del bambino, è molto pericoloso, era molto frequente durante le epoche della "caccia alle streghe" ora sono quasi del tutto spariti, anche se c'è stata una crisi a New York negli anni 20'… penso che l'unica cosa che mi abbia salvato dal diventarne uno era il fatto che io non sapevo che la magia esisteva, non potevo reprimere quello che credevo inesistente… puoi trovarne di più nel libro "malattie magiche rare"-.

Lo guardo, conosco il passato di Harry me ne ha parlato e comprendo quanto il mio amico abbia rischiato.

So anche delle cacce alle streghe, l’ho studiato durante l’anno appena passato in Storia della Magia, comprendo sempre di più il motivo dello statuto di segretezza.

-È terribile, Harry so che è a questo che serve lo statuto di segretezza ma tu hai detto che le tecnologie Babbane presto saranno molto più sviluppate e sarà impossibile nasconderci con i mezzi di oggi… temi un’altra caccia alle streghe? -.

Non posso pensarci, forse i miei futuri figli potrebbero ammalarsi per colpa dell'incompetenza magica.

-Si, lo temo -, confessa Harry guardandomi seriamente. -Non tutti i Babbani sono persone buone come i tuoi genitori, molti ci vedrebbero solo come una minaccia, so che alcuni nati Babbani hanno subito esorcismi e gravi percosse dai loro stessi genitori, altri ci vedrebbero solo come cavie da laboratorio, studiare cos’é la magia e vedere se riescono ad usarla per i loro scopi, pacifici o bellici, non saremmo più persone. Il mondo magico è troppo arretrato rispetto a quello Babbano, dovremmo integrare le conoscenze, lo statuto di segretezza non vietava di fare ricerche sul mondo Babbano o capire la loro scienza ma le persone si sono semplicemente allontanate dalla scienza Babbana, anche i nati Babbani, spesso vivono in quartieri Babbani, si comportano come Babbani, seguono solo le usanze Babbane ma non portano innovazioni nel mondo magico. Il motivo principale per cui i purosangue odiano i nati Babbani è che non rispettano la loro cultura, Dumbledore ha aiutato molto in questo odio cancellando le feste magiche, oramai le cose erano arrivate a un punto di non ritorno per questo era scoppiata la guerra contro Voldemort… la guerra contro Grindelwald è tutta un’altra cosa, coinvolgeva pure i Babbani -,rimasi affascinata da quella spiegazione e da quel modo di vedere il mondo. Non so dove Harry trovasse tutte queste informazioni ma era così intelligente, che sono sicura troverà un modo di cambiare la situazione attuale rendendo il Mondo Magico un posto migliore.

-Non preoccuparti Harry, vinceremo noi-, dico convinta.

Lui mi sorride, -Lo spero, Herm. Lo spero davvero-.

Sorrido a Harry, -Sono sicura che tu vincerai, anche la professoressa lo ha detto e lei è una veggente -, cerco di rassicurarlo mentre aspetto che arrivi Draco, lui sa sempre come rassicurare Harry, come comportarsi con lui mentre io… lo abbraccio e come invocato l'erede Malfoy esce dalla volante ci vede e strabuzza gli occhi, -Harry, Mione... cosa fate???-, domanda con voce leggermente stridula posso vedere la gelosia nei suoi occhi, Harry sorride e sbuffa, io rido.

-Harry mi ha solo mostrato una lettera, non preoccuparti è tutto tuo non te lo rubo mica-.

 

POV Neville

 

La scuola è finita solo da due settimane e ci sono stati già due incontri nella sede dei cavalieri, decisamente migliorata dalla prima volta in cui vi avevamo messo piede e molto più confortevole.

Facevamo piani per la futura guerra nella grande sala riunioni, saremmo stati contro l'Ordine della Fenice e contro Voldemort e i suoi seguaci, probabilmente pure contro il ministero… ci siamo tutti allenati moltissimo, su tutte le branche di magia, da incantesimi di luce, come l'incanto Patronus, a incantesimi oscuri come il Sectumsempra (creato da Snape).

Appena tornato a casa nonna mi corre incontro dicendo frasi sconnesse, tra le lacrime, ma capisco che riguarda i miei genitori. Da quello che riesco a comprendere sembrano guariti miracolosamente in meno di una settimana, l'unico problema è che sembrano pensare di non essere stati in ospedale per non più di qualche ora. Non hanno la minima idea di che anno sia, ma non è importante, sono sani, capaci di intendere e di volere, potranno tornare a casa da me.

Sorrido, sono così felice, mi ci erano voluti 2 anni ma alla fine avevo corrotto un inserviente del San Mungo per dare ai miei genitori l'essenza della lunga vita che Harry mi aveva dato all'inizio del secondo anno.

Non vedo l'ora di conoscere i miei genitori, mi riconosceranno? Saranno fieri di me? Loro erano Auror e membri dell'ordine della fenice ed io mi sto portando su un sentiero sempre più oscuro, cosa penseranno di me? Sarò una delusione?

Con questi pensieri seguo la nonna all'ospedale dove loro ci aspettano.

Mentre camminavo per i corridoi del San Mungo pensavo al fatto che ancora una volta avevo un grande debito nei confronti di Harry.

Non avrei mai potuto sdebitarmi completamente con il mio migliore amico, ma farò di tutto in questa vita per aiutarlo.

Quando arriviamo nel reparto Janus Thickey Ward veniamo intercettati dal responsabile, il Medimago Stanford, ma la nonna lo liquida velocemente continuando spedita verso la camera dei miei genitori.

Quando entriamo troviamo i miei genitori seduti sul letto di mia madre, parlano a bassa voce, tenendosi per mano.

-Alice, Frank -, nonna li chiama con voce incerta, leggermente tremolante a causa dell’emozione.

-Mamma? Sei invecchiata nelle ultime ore -, disse ridendo quello che doveva essere mio padre.

Merlino! Sentire la sua voce per la prima volta era una tale emozione…

-Frank! -, lo riprese mamma.

Strinsi e mani a pugno per evitare di spintonare via la nonna e correre verso i miei genitori. Dovevamo procedere per gradi.

-Tranquilla Alice -, disse la nonna cercando di mostrarsi calma.

-Scusami mamma, volevo alleggerire un po’ la tensione -, disse papà, scusandosi. -Comunque Neville è con te? Sta bene vero? -.

Nonna emise un sospiro, -Tesoro devo dirvi una cosa -.

-Il mio bambino! Cosa è successo al mio bambino? -, domandò terrorizzata e preoccupata mamma.

Non c’è la feci più dovevo vederli e rassicurarli. Posai una mano sulla spalla di nonna e la invitai a spostarsi delicatamente.

-Sono qui, mamma -, dissi facendomi vedere.

Osservai i volti dei miei genitori. Mia madre sgranò gli occhi, incredula, portandosi le mani davanti alla bocca, mentre papà era chiaramente scioccato, spostò lo sguardo sulla nonna.

-Quanti…quanti anni sono passati -, domandò deglutendo.

-Tra poco più di un mese Neville farà quattordici anni -, disse la nonna, sorridendo tristemente.

-Tredici anni, Frank! Ci siamo persi la sua infanzia, la sua adolescenza -, singhiozzando mamma nascose il volto tra le mani, disperata.

-Mamma! Mamma ti prego non piangere -, dissi avvicinandomi e inchinandomi di fronte a lei, -Il tempo perduto non possiamo recuperarlo questo è vero, ma abbiamo molti anni davanti a noi per conoscerci. E ringrazio Merlino e i Fondatori per avervi fatti tornare da me -.

Mamma tolse le mani dal volto, mi guardò in volto. Sorrise leggermente allungando una mano verso il mio volto, carezzandolo dolcemente, -Sei così simile a tuo padre -, mormorò.

Chiusi gli occhi beandomi per la prima volta da che avevo memoria una sua carezza.

-Io credo che invece somigli a te -, disse papà, scompigliandomi i capelli.

-Abbiamo molto di cui parlare -, disse nonna intromettendosi. -Neville è appena tornato a casa da Hogwarts, abbiamo più di due mesi da passare assieme. Vado a firmare i documenti per farvi dimettere, torniamo a casa oggi stesso -, aggiunse uscendo dalla camera a passo di marcia.

-Mia madre non è cambiata di una virgola in questi anni -, disse papà ridacchiando. -E’ sempre la solita forza della natura -.

Risi, annuendo alle sue parole.

-Mentre aspettiamo che torna la nonna dicci qualcosa di te, tesoro -, disse mia madre guardandomi con amore.

Mi sedetti tra di fronte a loro, sul letto di papà, -Frequento Hogwarts, sono dei Gryffindor come lo eravate voi, purtroppo papà sono negato per il Quidditch -, confessò, sperando di non deluderlo.

-Non è un problema, campione -, dice mio padre sorridendomi.

-Come vai a scuola? I tuoi voti? -, domanda mamma.

-Me la cavo in gran parte delle materie -, dissi. -Ho quasi tutte O, tranne in Incantesimi, Erbologia e Difesa Contro le Arti Oscure di cui frequento corsi di Secondo Livello e ho tutte E -.

-Sei un piccolo genio! -, esclamò papà, sorpreso. -Hai preso l’intelligenza sicuramente da me -.

Mamma si voltò verso di lui, guardandolo storto, -Devo ricordarti, forse, che ti davo ripetizioni di gran parte delle materie di studio? -.

-Era solo una scusa per poter passare del tempo con te, amore -, disse papà sorridendole.

-Ceeerto! -, disse mamma accondiscendente.

Papà sbuffò, -E con le ragazze? Hai la fidanzata? -.

-Frank! È solo un bambino! -, esclamò mamma.

-Ha quasi quattordici anni -, replicò papà.

Li osservai con un sorriso sul volto. Era bello vederli bisticciare in quel modo.

-C’è una ragazza in effetti -, dissi attirando la loro attenzione su di me. -Si chiama Luna Lovegood -, sorrisi al pensiero della mia piccola fatina. -È l’ultima strega appartenente alla religione druidica assieme a suo padre. Per questo può sembrare un po’ strana a primo impatto lei possiede la Seconda Vista, come tutti i druidi, oltre ad essere una Veggente inesperta -.

-Ti piace proprio, vero? -, domandò mamma sorridendomi dolcemente.

-Darei la mia vita per lei -, dissi guardandola. Ed era vero, avrei dato la mia vita per Luna.

Non ci eravamo mai baciati da quando ci conoscevamo. Stavamo assieme, ma la nostra era una relazione platonica almeno per ora e a noi andava benissimo così.

Non eravamo come Draco e Harry, sempre così passionali, o come Hermione e George, che con un semplice gesto esprimevano tutto il loro amore. A me e a Luna bastava uno sguardo per comprenderci, per dirci tutto quello che dovevamo dirci senza parlare.

-Tutto fatto! -, esclamò nonna entrando. -Possiamo andare a casa -.

 

 

POV Rita

 

Adoro Harry Potter, quel ragazzo è una miniera d'oro per trovare scandali.

Rileggo attentamente l’ultima lettera inviatami da lui:

 

"Cara Rita,

Albus Dumbledore nasconde più segreti di quanto la gente pensa, potresti persino scriverci un libro, più di 100 anni di inganni segreti e menzogne di un uomo. Potrebbe essere un bel titolo per un libro, non credi?

A cominciare dalla morte della sorella Ariana, non era una Magonò come molti credono, era un obscuros.

È stata aggredita da Babbani quando era piccola, gli stessi Babbani uccisi dal padre di Albus, il purosangue Percival Dumbledore, che fu arrestato lasciando i tre figli con la madre nata Babbana, Kendra.

La morte di Ariana è avvenuta in uno scontro tra Albus, Gellert Grindelwald e Aberforth Dumbledore.

Il rapporto fra Albus Dumbledore e Gellert Grindelwald è molto complesso si sono conosciuti da giovani, erano amici, e sono diventati amanti, hanno creato insieme il concetto di "bene superiore", stava per partire con lui prima della morte della sorella, questa storia ti può essere confermata da Bathilda Bagshot, la prozia di Grindelwald, famosa scrittrice di testi di storia della magia, vive a Gordic's Hollow, è una strega di quasi 200 anni tutta sola, parlerà volentieri con te poiché nessuno ha più voglia di parlare con lei.

Sii gentile con lei, mi raccomando, portale dei pasticcini ripieni di crema pasticcera, sono i suoi preferiti…

Ha fatto cose anche in epoca più recente tipo questo contratto di matrimonio illegale tra me e Ginny Weasley.

Sono certo che riuscirai a trovare molte altre cose, forse ci vorranno anni ma sono certo che troverai tutto.

Con affetto

H. J. Potter"

 

Sorrido, non devo nemmeno trasformarmi in scarabeo per trovare grandi scandali grazie a lui, durante il periodo natalizio mi aveva dato uno scandalo su Lockhart ed adesso su Dumbledore, certo aveva ragione, avrei impiegato anni a trovare tutti i suoi segreti ma mi aveva già indicato dove cercare.

Ero sicura che non avrebbe smesso di darmi dritte riguardo i piccoli e sporchi segreti degli illustri maghi che vivevano nella nostra comunità. Non vedevo l’ora di conoscerlo di persona grazie alla mia posizione come corrispondente del giornale durante il Torneo Tremaghi che si terrà quest’anno.

Sono sicura che sarà un incontro piuttosto interessante, ma per ora mi dovrò limitare a seguire il suo consiglio e andare a comprare i pasticcini per la signora Bagshot a cui farò visita nel pomeriggio.

 

Pov Harry

 

Le vacanze sono iniziate solo da tre settimane.

Avevo il diadema, il diario, il medaglione, la coppa e ovviamente me stesso, cinque dei sei Horcrux attualmente esistenti di Voldemort, Nagini sarebbe diventata un Horcrux dopo la sua resurrezione… devo riuscire a prendere l'anello, la pietra della resurrezione. Avevo aspettato sin troppo, dovevo recuperare ciò che era mio di diritto

Sirius però adesso è eccitato come un bambino davanti ad una ciotola di caramelle, oggi per la prima volta rivedrà Remus da quando hanno iniziato a scriversi. Io, Dora e Andromeda saremo con lui, ancora non mi fido a lasciare uscire da solo Sirius.

Seguiamo Sirius nel camino per ritrovarci al Paiolo Magico. Padfoot si guarda intorno cercando Remus, appena lo trova inizia a corrergli incontro dicendo, -Moony!!! Che bello vederti, mi sei mancato! -, lo raggiunge in poco tempo e scoppia a piangere, sorrido, finalmente si sono riuniti.

Sediamo tutti insieme ad un tavolino del locale. Ordiniamo Burrobirra e qualcosa da stuzzicare mentre parliamo.

Li ascoltai raccontare dei loro anni a scuola. Di tutti gli scherzi fatti ai danni degli Slytherin, delle mille fughe dal castello nel cuore per correre nella Foresta Proibita.

Parlano di come si sono conosciuti per la prima volta sul treno e poi ritrovati nella stessa camerata.

Dei mille tentativi di papà di convincere mamma ad uscire con lui, senza mai riuscire a guadagnare uno straccio di appuntamento almeno sino al loro settimo anno a scuola.

Rido ad alcuni episodi che mi raccontano, come quando durante al quinto anno mentre imparavano a trasformarsi in animaghi e Sirius rimase con le orecchie di cane per un mese senza riuscirle a farle sparire.

Era costretto a girare con un cappellino sul capo e a disilludere le orecchie durante le lezioni per non farsi beccare dai professori.

Non avevo mai riso così tanto.

Purtroppo poi si passò ad argomenti ben più tristi e più difficili da affrontare.

-Mi spiace Moony -, stava dicendo Sirius guardando l’amico. -Avrei dovuto fidarmi di te, forse ora James e Lily sarebbero vivi -.

-Non scusarti, Paddy -, disse Remus sorridendo tristemente. -Nemmeno io mi fidavo di te a quel tempo. Penso che fosse normale eravamo nel pieno di una guerra e nessuno si fidava di nessuno -.

 

Pov Lucius

 

Sto prendendo la Metropolvere per casa.

Mentre mi trovavo al Ministero ho sentito un acuto dolore al braccio sinistro. Ho dovuto interrompere un colloquio con Fudge inventando una scusa abbastanza credibile in modo da potermi allontanare. Mi sono rinchiuso in un bagno e sollevando la manica del braccio sinistro ho potuto vedere con i miei occhi che il Marchio Nero iniziava a riprendere colore e ciò voleva dire che il Signore Oscuro stava tornando!

Ricompaio tra le fiamme verdi del camino del mio studio, getto il mantello sulla sedia e esco dalla stanza alla ricerca di mia moglie, iniziò dal salotto.

Mi fermo Draco è nella stanza, non mi hanno notato stanno parlando.

-Mamma è stato solo uno scherzo niente di che, zio Sirius mi ha insegnato cose molto peggiori-, stava dicendo Draco, seduto sulla poltrona con un sorrisetto sul volto.

Narcissa sorride, -Non ne avevo dubbi -.

-Mamma ora vado a prepararmi, Harry mi aspetta fra mezz'ora -, dice alzandosi in piedi.

-Certo tesoro vai pure -, gli dice Narcissa lasciandola andare e sorridendo dolcemente.

Draco corre verso camera sua ed il mondo sembra cadermi addosso. Mio figlio ama Harry Potter, non sono cieco mi sono accorto dei loro sentimenti, Harry il nemico del mio padrone.

Merlino! Se il mio signore scoprisse di questo legame proverebbe sicuramente a usarlo per mettere le mani su Potter e se lo permettessi Draco mi odierebbe.

Entro nel salotto, Narcissa si gira e mi nota, mi sorride, -Oh Lucius, caro, penso che Sirius stia influenzando in modo negativo nostro figlio, ma non l’ho mai visto così felice, pensa che… -.

Non le do tempo di finire ciò che mi stava dicendo, -Narcissa dobbiamo parlare -, e comprende dal mio tono che è una cosa molto importante.

-Ti ascolto -, disse Narcissa guardandomi con i suoi chiari occhi.

Le mostro il braccio sinistro e Narcissa sgrana gli occhi, portandosi le mani alla bocca, -Lucius…-.

-Dobbiamo mandare via Draco, Cissy -, dico serio come non sono mai stata prima d’ora. -Non è al sicuro qui con noi soprattutto visto il sentimento che lo lega a Harry Potter. Dobbiamo proteggerlo -.

Narcissa abbassa lo sguardo, mentre le prime lacrime scivolano lungo il suo volto, -Lo mandiamo da Andromeda? Lei potrebbe prendersi cura di lui al meglio… -.

-No, bisogna mandarlo da Sirius -, dissi guardandola seriamente.

-Ma con loro sarebbe in pericolo costante -, dice Narcissa guardandomi allarmata.

-Potter non permetterebbe mai a nessuno di fargli del male. Ho la sensazione che sarebbe in grado di ammazzare chiunque possa provare a torcergli un capello -.

-Quindi quando lo manderemo da Sirius? -, domanda mia moglie.

-Abbiamo ancora tempo -, dico guardando il mio Marchio. -Aspetteremo sino all’ultimo prima di mandarlo da Sirius -.

Narcissa annuisce concorde con me.

 

POV Sirius

 

Finalmente io e Remus siamo nuovo insieme, gli ultimi due malandrini, i gemelli Weasley ci adorano ogni volta che ci vedano, a quanto pare hanno trovato loro la nostra mappa, anche se la condividono con Harry.

Remus viene sempre qua a farmi compagnia a villa Black… sembra passare molto tempo anche con mia nipote Ninfadora, conosco quello sguardo, il mio amico è cotto a puntino gli serve solo una spinta.

Harry oggi è restato a casa con me e Remus, il mio amico se ne è andato da nemmeno mezz'ora ed io e Harry siamo seduti insieme in salotto, lui a fare i compiti io a guardarlo.

Un rumore dal camino ci giriamo di scatto entrambi.

Un ragazzo coperto di sangue è appena caduto a terra.

Corriamo entrambi da lui.

-Theo, santo Merlino Sirius fa qualcosa!!!- questo è un suo amico Theodore Nott, è svenuto, è senza maglietta posso vedere molti lividi e tagli su di lui, trema e gli occhi cerchiati di rosso vogliono dire che è stato sotto cruciatus, non sono un medimago ma anni di guerra come Auror e nell'ordine della fenice mi hanno insegnato come sopravvive, lo ripulisco e comincio a guarirlo Harry mi aiuta, quando vedo una cosa che mi pietrifica sul suo addome ha inciso "traditore di sangue"… una volta guarito lo portiamo in una stanza e aspettiamo che si svegli.

 

POV Theo

 

Mi sveglio in un letto, non sono più da mio padre!!!

Sono scappato!!! Sono vivo!!!

Mi giro, Harry ed il suo padrino sono qui. Sono riuscito a raggiungerli, Harry aveva dato a noi Cavalieri il suo indirizzo in modo che se ci fossero problemi potevamo contattarlo

Harry mi sta tenendo la mano - Hey Theo come ti senti? -, chiede il mio amico in tono gentile.

-Bene Harry, ora sto bene -, la mia voce è roca a causa delle torture che ho subito dal mio stesso padre.

Lui mi guarda triste ma sorride, il suo padrino mi si avvicina, -Theodore, so che può essere difficile parlarne, ma cosa è successo? -, domanda scrutandomi.

Sospiro, -Sono stato rinnegato, ora non sono più un Nott -, dico non che la cosa mi dispiaccia a dire il vero era da tempo che i miei ideali non coincidevano con quelli della mia famiglia. -Mio padre non ha più bisogno di me, la sua nuova moglie è incinta ed io ho idee diverse dalle sue, è convinto che il signore oscuro prima o poi tornerà ed io non voglio essere un suo schiavo, sono amico di Harry e di alcuni nati Babbani, sono una vergogna per il nome Nott -.

Sirius mi guarda con comprensione e Harry mi abbraccia sussurrandomi che da ora in poi andrà tutto bene.

Essendo io un mago di quattordici anni ho potuto avvalermi di alcune antiche leggi per farmi dichiarare dal Ministero come mago adulto così facendo sono potuto andare a vivere con Sirius e Harry.

Grazie a Harry e alle sue infinite conoscenze ormai sono anche riuscito anche a tornare in possesso dell’eredità di mia madre nonostante io sia stato diseredato da mio padre.

La mia nuova casa è fantastica. Sebbene sia più piccola e non assomigli minimamente a Nott Manor ha tutto ciò che ho sempre desiderato avere.

Sirius non lo vedrei come un genitore, ma di più come un fratello maggiore con cui fare scherzi e giocare.

Harry era quello maturo in casa. Sgrida Sirius quando esagerava con i dolci e lo cacciava a letto quando iniziava a urlare nel cuore della notte davanti alla televisione.

Giocare a Quidditch con Sirius, Harry e il professor Lupin era molto divertente, ma ciò che mi piaceva di più di questa nuova vita era studiare con Harry.

Quando eravamo a scuola o alla sede dei Cavalieri Harry doveva dividere il suo tempo con tutti i membri, mentre a casa Harry poteva dedicarsi completamente a me e aiutarmi con i compiti quando non riuscivo da solo e insegnarmi nuove incantesimi.

Inoltre stando a stretto contatto con Harry potevo essere un po’ come Neville e Graham.

Spesso Harry mi chiedeva un parere sulle lezioni seguenti con i Cavalieri, altre volte sedevano nel solarium e discutevamo di tutto.

Harry si teneva informato su ogni cosa nel mondo. Era abbonato ai quotidiani di molti paesi.

Era un autodidatta nelle lingue straniere ed era dannatamente bravo. Oltre ciò era in contatto con molte persone nel mondo non solo con i suoi amici di penna con cui aveva iniziato una corrispondenza dal primo anno.

Presto Harry sarebbe partito per le Terre del Nord con l’Empatica italiana, Noemi, per poter finalmente incontrare Valian nella speranza di stringere un’alleanza con i Lycan.

Sarebbe tornato giusto in tempo per la Finale di Coppa di Quidditch che si sarebbe tenuta lì in Inghilterra.

 

Pov Remus

 

Harry era partito per l’Italia solo da pochi giorni e speravo con tutto me stesso che tornasse il prima possibile.

Gli avevo promesso che mi sarei preso cura di Sirius, impedendogli di non fare disastri soprattutto ora che era stato accettato nei Reparti Speciali Auror, mi ero quindi trasferito a casa loro. Purtroppo avevo dimenticato com’era vivere 24 ore su 24 con Sirius.

Ero il bersaglio dei suoi stupidi scherzi continuamente, delle sue prese in giro e naturalmente faceva sparire le mie cose riponendole poi in qualche strano e, spesso, disgustoso luogo.

Fortunatamente avevo con me Theodore. Quel giovane mago aveva affrontato molte cose nella sua giovane vita.

Era stato cresciuto in una famiglia purosangue tradizionalista ed estremamente razzista, veniva punito anche in modo serio se sbagliava, ma era riuscito a trovare la sua strada.

E Harry gli aveva dato sicuramente una mano. Gli aveva dato il coraggio per andarsene da casa sua e per rendersi indipendente e libero dal giogo del padre una volta per tutte.

-Allora Moony… -, disse Sirius strappandomi dai miei pensieri. Non mi ero nemmeno accorto che si era seduto sulla poltrona.

-Dimmi Pad -.

-Ammetti di provare qualcosa per mia cugina -, disse Sirius.

-Cosa? Tu sei pazzo -, dico lanciandogli un’occhiataccia. Ma come gli è venuta in mente un’idea del genere?

 

Pov Fred

 

-Mi annoio! -, esclamò George.

Spostò lo sguardo dal libro che sto leggendo sulla sua figura sdraiata sul letto.

Da quando Hermione era partita per la Francia George era diventato davvero insopportabile.

Niente riusciva a distrarlo, nemmeno alcuni libri che Harry aveva mandato ad entrambi prima di partire per le Terre del Nord.

Fortunatamente Hermione sarebbe tornata per la finale di Quidditch dove si sarebbero dovuto incontrare assieme agli altri Cavalieri, Harry aveva procurato per tutti loro dei buoni biglietti. Certo non era la tributa d’onore dove avrebbero assistito alla partita i loro familiari grazie ad alcune conoscenze da parte del padre al Ministero.

-Leggi il libro sulle Pozioni che ti ha mandato Harry -, dico, girando pagina e continuando a leggere il libro di Rune Nordiche che Harry aveva aggiunto ai libri di Pozione spediti.

Il paragrafo che stavo leggendo era piuttosto interessante. Lo segnai sulla pergamena che avevo li affianco, ci sarei tornato dopo per approfondire ero intenzionato ad usare queste Rune per alcuni nuovi articoli per il nostro negozio di scherzi ma per farlo dovevo studiarle con attenzione per non fare casini.

Alcune Rune assomigliavano molto alle Rune Celtiche, ma il significato è completamente differente. Dovevo fare molta attenzione o avrei fatto un gran casino con le Rune, se ben ricordavo Harry aveva parlato anche di alcuni modi per legare più tipi di Runa assieme li aveva chiamati “Legami”. Né stava parlando con Cho e con Padma, avrei dovuto farmeli spiegare per poter continuare i miei studi se le mie supposizioni erano esatte avrei potuto creare dei potenti manufatti di protezione per ognuno di noi, legati fra loro così se qualcuno di loro era in pericolo il più vicino degli altri Cavalieri sarebbe potuto correre in suo aiuto ed avvertire gli altri contemporaneamente.

Avrei dovuto parlarne con Harry, avrebbe saputo aiutarmi in questo progetto e…

-La cena è pronta! -.

Emetto un sospiro, avrei dovuto continuare dopo.

Mi alzo dalla scrivania e faccio un cenno al mio gemello, insieme lasciamo la tranquillità della nostra camera per scendere in cucina dove si era riunita la famiglia per la cena, stranamente anche papà era già a casa.

Occupo il mio solito posto attorno alla tavola, mentre George si siede accanto a me alla mia sinistra, prendiamo a servirci di un po’ di tutto ignorando completamente i discorsi che ci circondavano almeno sino a quando non saltò fuori il nome di Harry e ciò fece rizzare le orecchie sia a me che a George.

-Potter ti ha risposto, Ron? -, domandò nostra madre guardando nostro fratello minore.

-Si -, rispose Ron con la bocca piena. -Dice che può venire da noi quest’anno. Si trova in Italia da alcuni amici tornerà per la finale di Quidditch -.

-Si unirà a voi in tribuna? -, chiese ancora mamma.

-No -, sbottò Ginny irritata, sbattendo la forchetta sul tavolo. -Ha detto che starà con i suoi padrini giù nelle gradinate -.

Era la prima volta da quando conoscevano Harry che non passava l’estate lì da loro. E devo ammettere che era piuttosto noioso stare lì con come unica compagnia la famiglia.

-Mamma…papà… -, Charlie attirò l’attenzione su di sé. -Io…devo confessarvi una cosa -.

-Dicci tutto tesoro -, disse Molly sorridendogli.

Charlie si mosse nervoso, -Ho un compagno da qualche mese e…e vogliamo andare a vivere assieme e… -.

-Hai una fidanzata? Ma è meraviglioso, tesoro, come si chiama? -, domandò mamma sorridendo.

Charlie si agitò, -Si chiama Thomas Besson -.

La faccia di nostra madre si trasfigurò completamente. Il suo sorriso dolce scomparì velocemente.

-Un uomo? Te la fai con un uomo? -, domandò Ron guardandolo con disgusto.

-Sei un finocchio! -, esclamò mamma, orripilata. -Com’è possibile? Io ti ho cresciuto in modo retto. Perché mi fai questo? -.

-Mamma non è una questione di come mi hai cresciuto -, disse Charlie, sempre più nervoso. -Sono nato così. Mi piacciono gli uomini non c’è niente di male -.

-Fuori! -, sbottò mamma bloccandolo.

-Cosa? -.

-Vattene da casa mia. Ora! -, urlò alzandosi e sbattendo le mani sul tavolo furiosa. -Tu non sei mio figlio. Io non ho cresciuto un figlio finocchio -.

-Mamma ma cosa dici? -, disse Bill guardando la donna come se fosse impazzita.

-Taci! -, urlò mamma, prima di voltarsi verso Charlie. -Prendi la tua roba e vattene da casa mia -.

Guardai mio fratello, sembrava sul punto di piangere, ma non fece nulla del genere. Si alzò da tavola in silenzio e si diresse verso la sua camera pronto a fare le valigie e ad andarsene.

-Mamma ora che Charlie se né andato posso avere la sua camera? -, domandò Ginny. -Sono stanca di dormire con Ron. Voglio la mia privacy… -.

Guardai disgustato la mia famiglia prima di alzarmi e seguire Charlie al piano di sopra assieme a George.

-Dove andrai, Charlie? -, chiese George guardando il fratello impacchettare le sue cose nel vecchio baule di scuola a colpi di bacchetta.

-Non lo so ancora -, disse Charlie. -Thomas è dai suoi genitori in America. E non posso tornare alla riserva di draghi ho un lavoro qui in Inghilterra che mi terrà occupato tutto l’anno e… -.

-Vai in questo luogo -, dissi porgendogli una Passaporta illegale creata al momento. -Sarai al sicuro e nessuno ti giudicherà -.

Charlie guardò il libro che gli porgevo prima di guardare me e George.

-Verremo a trovarti tra un paio di giorni -, disse George dandogli una pacca sulla schiena.

Charlie sorrise ad entrambi prima di prendere il suo baule e il libro scomparendo.

-Avremmo dovuto dire a Charlie che lo stavamo spedendo alla Sede dei Cavalieri? In un covo di serpi praticamente? -.

-Se la caverà -, disse George ridendo.

 

Pov’s Charlie

 

-Ma non c’è nessuno ad accoglierci? -, domandò Tonks guardandosi attorno e sistemandosi la tracolla dopo il brusco viaggio con la Passaporta.

Eravamo appena arrivati da Londra dove avevamo prenotato una Passaporta che ci avrebbe condotto nel luogo in cui si teneva la finale di Quidditch, ma non vi era nessuno ad accoglierci come invece avrebbe dovuto esserci.

-Era quella delle sette meno cinque da Londra -, disse una voce.

Davanti a loro c’era una coppia di maghi stanchi dall’aria scontrosa, uno dei quali reggeva un grosso orologio d’oro, l’altro un grosso rotolo di pergamena e una penna d’aquila. Erano entrambi camuffati da Babbani, anche se maldestramente.

-Nomi? -, chiese uno dei due.

-Potter -, disse Tonks.

-Non credo che nessuno di voi sia Harry Potter -, disse guardandoli malamente.

-Siamo ospiti del signor Potter -, disse Tonks. -Dovrebbe aver prenotato… -.

-Si il signor Potter ha prenotato una grossa parte del campeggio -, disse l’uomo. -Ha lasciato segnato tutti i nomi dei suoi ospiti, quindi… -.

-Tonks, Weasley -, disse la mia amica.

-Si, eccovi qui -, disse spuntando i nostri nomi. -Il direttore si chiama Roberts -.

Ci avviamo per la brughiera deserta, senza riuscire a vedere granché attraverso la nebbiolina. Dopo circa venti minuti, cominciarono a intravedere una piccola casa di pietra vicino a un cancello. Al di là, distinguevo a stento le sagome spettrali di centinaia e centinaia di tende, erette sul fianco di un grande campo che saliva dolcemente verso un fitto bosco all’orizzonte.

Sulla soglia c’era un uomo che guardava l’accampamento. Lì sentì arrivare e si voltò a guardarli.

-Buongiorno! -, disse Tonks.

-Buongiorno -, disse il Babbano.

-Lei è il signor Roberts? -.

-Si, sono io-, rispose il signor Roberts. -E voi chi siete? -.

-Potter…abbiamo prenotato un mese fa circa -, disse Tonks.

-Voi siete gli ultimi ospiti -, disse. -Ecco una cartina del campeggio, qui è dove siete sistemati -.

-Grazie mille -, disse Tonks sorridendo.

Risalimmo il campo nebbioso tra lunghe file di tende. Molte avevano un’aria quasi normale; i loro proprietari avevano chiaramente cercato di renderle più babbanesche possibili, ma poi si erano traditi aggiungendo camini, batacchi, o banderuole.

Qua e là spuntavano tende così vistosamente magiche. A metà del campo sorgeva una stravagante costruzione di seta a righe simile a un palazzo in miniatura, con parecchi pavoni vivi legati all’ingresso. Un po’ più in là passarono davanti a una tenda con tre piani e parecchie torrette; e ancora oltre c’era una tenda con giardino, completo di vasca per gli uccellini, meridiana e fontana.

-Tonks! -.

Hermione uscita dalla tenda ci venne incontro, dietro di lei comparve la ormai sempre figura di mio fratello, George.

Era stato un bel colpo per me venire a conoscenza della loro relazione. Stavano assieme da poco, ma nessuno oltre il loro gruppo lo sapeva se la cosa fosse giunta alle orecchie di nostra madre probabilmente avrebbe fatto di tutto per farli lasciare perché Hermione era una nata babbana e non era degna di George, secondo la sua mente malata.

-Ciao Charlie -, mi salutò sorridendomi.

-Ciao -, ricambio e do una pacca al mio fratellino.

-Gli altri? -, domanda Tonks.

-Sono dentro alcuni -, disse Hermione. -Gli altri sono nelle tende delle loro famiglie -, aggiunse indicando le varie tende che si ergevano attorno ad una molto grande.

-Voi state con noi nella tenda principale -, disse George facendoci cenno di seguirli.

Quando entrai venni colpito da un chiasso assurdo. Sirius, il padrino di Harry, se né in piedi su tavolo e imbracciava una chitarra elettrica Babbana. In qualche modo aveva amplificato il suo suono, probabilmente con la magia, poiché dubitavo fortemente che sapesse cosa fosse un amplificatore della chitarra.

Improvvisamente il silenzio tornò sovrano nella stanza e Sirius offeso si guardò attorno.

-Harry non fare l’antipatico -, disse. -Io e Theo stavamo suonando -.

-No facevate un fracasso assurdo. Noi stiamo cercando di studiare qui -.

-Tu non sei il mio figlioccio! -, urlò Sirius. -Ti hanno scambiato nella culla -.

-Ed è un solo caso che sia la copia di James, vero? -, domandò Remus, l’altro padrino di Harry.

-Un incantesimo di trasfigurazione umana permanente -, disse scrollando le spalle.

-Smettila di dire idiozie! -, sbottò Harry comparendo in fine nel grande salotto. -Ah, Dora, sei arrivata finalmente -, disse notando la mia amica in quel momento.

-Sirius -, disse Tonks salutando il cugino, -Remus. Vi ricordate di Charlie, il fratello maggiore di Fred e George -.

-Ah, sì! Sei il nuovo cucciolo di Harry, eh? -.

Harry roteò gli occhi, -Venite magari potete aiutarci con i compiti -, disse prima di sparire nell’altra stanza.

Mi chiedevo come Sirius e Remus non si accorgessero delle stranezze di Harry. Quel ragazzino non aveva sicuramente bisogno del nostro aiuto con i compiti, aveva un QI spaventoso affianco a lui mi sentivo stupido a volte, ma anche dannatamente stimolato.

In seguito al mio trasferimento alla base dei Cavalieri e al mio primo incontro con Harry dove mi aveva spiegato di Voldemort, del fatto che era ancora vivo sebbene in forma di spirito e che i Cavalieri erano nati in principio come gruppo di studio per poter esplorare branche della magia che al resto della comunità apparivano oscure o bandite, poi si erano trasformati in quello che doveva essere uno schieramento d’opposizione al Signore Oscuro sebbene fossero solo degli studenti.

Si preparavano ad una guerra che sarebbe sicuramente scoppiata se il Signore Oscuro fosse tornato.

Durante quel pomeriggio passato con lui era riuscito a convincermi che il Signore Oscuro sarebbe tornato in un futuro non troppo lontano e che loro dovevano essere pronti per quando fosse accaduto.

Quando era uscito dal suo studio aveva trovato i gemelli ad aspettarlo, sorridendogli comprensivi. L’avevano portato nella sua camera e avevano parlato, confrontandosi.

Harry faceva quell’effetto a tutti, avevano detto, sorridendo. Col tempo ci avrei fatto l’abitudine.

Il giorno dopo Tonks era arrivata come un ciclone felice che anche io mi fossi unito ai Cavalieri e scusandosi per non avermi più contattato da quando avevo lasciato la scuola. Mi aveva poi trascinato fuori dal maniero nell’enorme parco sino ad un angolo dove erano stati sistemati degli enormi recinti dove erano stati sistemati dei Draghi.

Tonks mi aveva detto che Harry li aveva salvati durante alcuni suoi viaggi. Erano stati catturati dai bracconieri per essere uccisi, fatti a pezzi e poi venduti ai migliori offerenti.

Alcuni draghi erano piuttosto vecchi, altri erano stati feriti in maniera seria e avevano seri problemi a fidarsi dei maghi ora, altri erano solamente dei cuccioli spaventati.

Tonks mi aveva detto che Harry cercava qualcuno che potesse prendersene cura e io ero capitato giusto in tempo.

Nei giorni seguenti avevo scoperto che i Draghi non erano le uniche creature presenti nella tenuta. C’erano una famiglia di unicorni, due ippogrifi e un’intera colonia di fate, ma ciò che mi aveva davvero sconvolto era il Basilisco.

Un Basilisco di oltre mille anni che Malfoy Jr trattava come un cucciolo.

Seguimmo Harry nell’altra stanza dove trovammo Fred intento a giocare a carte con Graham.

Neville e Luna erano in un angolo e parlavano fitto fitto, isolati dal resto del mondo. Evelyn e Cho stavano consultando delle pergamene e infine vi erano Draco intento a chiacchierare animatamente con nientemeno che Viktor Krum.

 

Pov’s Harry

 

L’estate appena conclusasi era stata molto proficua.

Il viaggio nelle Terre del Nord era stato molto proficuo e molto rivelatore.

Avevo scoperto molte cose sui Lycan, sulla loro storia e sulle loro usanza. Valian era un capo giusto e saggio.

Sapeva come farsi ascolta e sapeva farsi rispettare dai suoi uomini sebbene fosse molto giovane. Aveva appena trent’anni poco più che maggiorenne per le leggi dei Lycan, ma era già a capo di un vasto popolo.

Seguire Valian per due settimane mi aveva fatto capire molte cose. La cosa che però mi era saltata di più all’occhio era l’evidente interesse che aveva per Emi. Avevo sospettato sin dall’inizio che tra quei due c’era stato qualcosa in passato e ne avevo avuto la conferma due giorni prima del mio rientro.

Valian la osservava spesso da lontano mentre intratteneva i piccoli Lycan e conoscevo quello sguardo era lo stesso che io avevo quando guardavo Draco. Valian mi aveva confessato che si erano incontrati quando Emi aveva appena finito la scuola aveva accompagnato il padre in un viaggio d’affari ed era rimasto folgorato da lei.

Erano stati assieme poco meno di tre mesi, ma le cose si erano complicate quando gli Anziani erano venuti a sapere di loro. Avevano convocato Valian e gli avevano detto che non avrebbe potuto prendere il posto di Capobranco che gli spettava se avesse continuavo la sua relazione con Emi, andava contro le leggi la loro relazione.

Valian aveva quindi rinunciato all’amore della sua vita per il bene del suo popolo.

Quando ci eravamo salutati mi aveva fatto promettere di non fare il suo stesso errore.

Quando era poi tornato in Inghilterra aveva trovato Charlie alla Sede dei Cavalieri.

Era stato un buon acquisto per noi, si occupava delle Creature che tenevo nella sede dei Cavalieri e occupava stabilmente uno degli appartamenti che avrebbe occupato sino al ritorno del suo ragazzo, Thomas, per poi trasferirsi in un appartamento a Diagon Alley pronto solo a metà settembre.

Avevo diversi progetti per Charlie. Gli avevo esposto le mie idee riguardo alla creazione di riserve protette per le Creature Magiche e lui era stato entusiasta a tal punto da iniziare a informarsi per sapere quali permessi ci sarebbero serviti per fare ciò che avevo in mente e se erano davvero necessari, infondo avrei usato lo stesso principio con cui venivano create le capitali magiche.

Oltre a ciò avevo deciso che con l’anno nuovo avrei insegnato le imperdonabili ai Cavalieri era necessario farlo soprattutto dopo quanto accaduto dopo la finale di Quidditch.

Esattamente come era accaduto nella mia linea temporale i Death Eaters avevano attaccato, ma stranamente con loro non vi era Lucius, anzi era entrato nella nostra tenda trascinandosi dietro Draco e Narcissa.

Aveva scambiato poche parole con Sirius e alla fine sia lui che Narcissa avevano lasciato la stanza prima di abbracciare stretto Draco.

Grazie alle barriere che avevo eretto attorno alle nostre tende nessun Death Eaters si era avvicinato a noi, avevo dovuto però lanciare due incantesimi del sonno a Sirius e Remus quando si erano resi conto che qualcosa stava accadendo.

Quando le cose si erano tranquillizzate avevo creato delle Passaporte per tutti, spacciandole per i genitori dei miei amici come Passaporte d’Emergenza rispendendo tutti alle loro case, annullando qualsiasi incontro con i Cavalieri alla sede per il resto del tempo che mancava alla fine delle vacanze.

Quel tempo lo avevo usato per pianificare le prossime lezioni con l’aiuto di Theo, che si era dimostrato concorde con me sul fatto di insegnare le imperdonabili agli altri ragazzi.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** capitolo 22 ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

 

_-*-_

 

L'ULTIMO DONO DELLA MORTE

 

ventiduesimo capitolo

 

_-*-_



POV Harry

C’era decisamente una tetraggine da fine-delle-vacanze nell’aria quando mi svegliai quel mattino.
Una pioggia pesante picchiettava ancora contro la finestra mentre s’infilava i jeans e una camicia nera.
-Buongiorno, Harry -, salutò Theo uscendo dalla sua camera, affianco alla sua.
-Giorno, Theo -, dissi trattenendo a stento uno sbadiglio.
Assieme scendemmo in cucina dove Sirius se ne stava praticamente accasciato sul tavolo, mugugnando tra sé e se, completamente ignorato da Remus intento a leggere l’edizione di quel mattino del Daily Prophet dove vi era a caratteri cubitali in prima pagina l’articolo che riguardava quanto accaduto alla finale di Quidditch.
Ci sedemmo al tavolo iniziando a far colazione. Nonostante a Hogwarts fossi sempre sotto l’occhio vigile di Dumbledore non vedevo l’ora di farvi ritorno, mi mancava quel luogo, poter trascorrere tutto il tempo che volevo con Draco e con i miei amici era tutto ciò che desideravo in quel momento e non importava se quell’anno ci sarebbe stato il Torneo Tremaghi, anche se ero curioso di sapere come avrebbe fatto Voldemort a risorgere dato che Barty Crouch jr. non avrebbe preso il posto di Mad-Eye in quanto Remus era ancora l’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, mi ero assicurato che la maledizione che il vecchio serpente aveva lanciato su quel posto sparisse poco prima della fine dell’anno precedente.
Remus ripiegò il giornale, finì di bere il suo caffè e sì alzò, -Ci vediamo stasera al banchetto, ragazzi -, disse sorridendoci mentre i lamenti di Sirius aumentavano. -Paddy un mese devi resistere da solo poi verrai mandato anche tu a Hogwarts con la tua squadra per controllare l’evento di quest’anno -, disse guardando esasperato l’amico.
-Un mese è un tempo interminabile! -, si lamentò Sirius alzando di scatto il capo e guardando male l’amico.
Remus roteò lo sguardò, -Non sarai completamente solo. Andromeda e Ted ti hanno già detto che ti vogliono a cena da loro ogni mercoledì sera -.
-Oltretutto ai il lavoro, Sirius -, disse Theo posando la sua tazza di caffelatte. -E i tuoi colleghi con cui uscire. Vedrai che non ti accorgerai nemmeno che il mese sarà già passato e ci raggiungerai a Hogwarts -.
Sirius parve rincuorato almeno in parte dalle loro parole che finalmente si decise a consumare la sua colazione mentre Remus con un sorriso spariva per dirigersi a Hogwarts dove avrebbe riprese possesso dei suoi alloggi.
Draco decise in quel momento di mostrarsi a noi. Aveva fatto piuttosto fatica ad abituarsi a questa nuova realtà.
Da come mi aveva raccontato i suoi genitori poco prima di lasciarlo nella nostra tenda gli avevano comunicato che per la sua sicurezza era meglio che venisse a vivere da noi in quanto quello che era accaduto al finale di Quidditch era solo l’inizio di ciò che sarebbe potuto succedere in un futuro non troppo lontano.
Lucius aveva poi parlato con Sirius per una manciata di minuti, prima di andarsene con la moglie. A quanto sembrava aveva garantito a Sirius che se ci fossero state altre attività da parte dei Death Eaters lo avrebbe informato.
Era un grande rischio, ma sembrava che la mia storia con Draco aveva spinto i Malfoy a prendere la decisione di fare il doppio gioco per proteggere il figlio.
Un’ora più tardi stavano caricando i loro bauli nella monovolume che Sirius aveva comprato all’inizio dell’estate, naturalmente era privo di patate, ed era stata magicamente modificata seguendo l’esempio del signor Weasley.
Il viaggio fu assai veloce. Con le modifiche alla macchina era facile passare come razzi tra le macchine incolonnate.
L’Hogwarts Express era già là spuntando nuvole di fumo, da cui i molti studenti di Hogwarts e i loro genitori sulla banchina emergevano come cupi fantasmi. Cercai tra la folla i miei amici, ma invece di loro trovai qualcuno che non mi sarei aspettato di rivedere, almeno non così presto.
Jake Monroe è inconfondibile nella folla della stazione, i suoi abiti Babbani spiccano in mezzo agli abiti sgargianti dei maghi.
Era un uomo molto bello, un Magonò, di 54 anni pieno di cicatrici, dalla pelle olivastra, capelli castani scuri leggermente mossi ed occhi verdi, dai lineamenti marcati ed il naso patrizio, altezza media.
Un gran esperto in veleni, combattimento corpo a corpo e armi bianche, lavorava nei servizi segreti britannici.
Suo fratello gemello, Bob, è molto simile a lui, ma è più alto ed è albino oltre ad essere un mago, un indicibile per la precisione, nel mio futuro avrebbe perso il lavoro per avermi difeso.
Oggi sono entrambi qui insieme ad una bambina dai capelli biondo scuro e pelle leggermente olivastra vestita come una bambola, probabilmente la figlia di Jake, si era ritirata dalla scuola dopo la fine del torneo Tremaghi e lo zio gli aveva insegnato tutto sulla magia la sera mentre il pomeriggio andava in una scuola Babbana, un’educazione assai migliore rispetto ad Hogwarts, dopo che suo zio è diventato un reietto non ha più messo piede nella comunità magica britannica/irlandese, se ben ricordo il suo nome era Christina; vorrei andare da loro e ringraziarli per essersi battuti per me ma quelle cose in questa linea del tempo non sono mai successe e non dovranno mai succedere, ma almeno per il futuro so che Monroe non è corrotto, ci vorrebbero più persone come lui nel ministero.
Saluto Sirius affettuosamente mentre salgo sul treno con Draco e Theo prendendo posto in uno scompartimento vuoto.
Devo trovare le gemelle Carrow. Hestia e Flora sono molto intelligenti, nella graduatoria degli studenti del loro anno occupano tra sesto e il nono posto in quasi tutte le materie, non hanno mai preso parte alla guerra, troppo pacifiche e paurose per farlo, non credevano negli ideali purosangue e disapprovavano la violenza, loro due hanno accesso a numerose informazioni utili per la guerra essendo parte della famiglia Carrow, figlie di Alecto e con padre sconosciuto (anche se si dice che siano figlie di Amycus).
-Vado a cercare gli altri -, dico alzandomi poco dopo che il treno si mosse.
Lo stretto corridoio del treno è affollato e la confusione regna sovrana. A fatica mi faccio strada, gettando occhiate veloci nei vari scomparti sino a quando non incontro Graham.
-Ho trovato le gemelle -, disse facendo un mezzo sorrisetto. Avevo parlato solo con lui e Neville della mia idea di avvicinare le gemelle Carrow per renderle mie alleate e spie entrambi si erano dimostrati concordi con il mio piano in quanto avevano concordato che erano degli elementi preziosi se la guerra fosse scoppiata.
-Dove sono? -, domandai.
-Nel prossimo vagone -, disse Graham prima di precedermi nel vagone successivo a quello in cui ci trovavamo sino a fermarsi davanti ad uno scompartimento, mi sporsi un poco e le vidi.
Due ragazzine di tredici anni sedevano in solitaria in quello scompartimento. Indossavano già le loro divise, i colori di Slytherin facevano bella mostra su di loro, ed entrambe erano immerse in una fitta lettura.
Essendo le figlie di Alecto non potevano essere una grande bellezza. Non erano molto alte per la loro età e piuttosto in carne, entrambe avevano i capelli di un biondo sporco.
Hestia li teneva legati in una coda bassa e gli occhi scuri erano nascosti dietro un paio di occhiali che sembravano dei fondi di bottiglia, Flora invece li aveva sciolti lungo le spalle, l’occhio sinistro era attraversato da una cicatrice e la palpebra ricadeva mollemente su di esso, era stata sua madre a farle quello poiché Hestia a pochi mesi dal loro undicesimo compleanno ancora non mostrava segni di magia in lei e per questo aveva deciso di “aiutarla” colpendo la gemella ripetutamente con incantesimi diversi per spingerla ad usare la magia e fermarla.
Hestia ci era riuscita ma solo quando ormai l’occhio sinistro della gemella e il suo braccio destro erano stati danneggiati seriamente.
Erano oggetto di scherzi orribili e prese in giro nella loro casa, anche peggio di quello che era accaduto a Luna nella vecchia linea temporale, ed erano completamente isolate.
-Hai ciò che ti ho chiesto? -, domandai a Graham il quale annuendo mi passò un piccolo involucro che aveva custodito per me durante l’estate, -Aspettami qui -, dico prima di entrare nello scompartimento e attirare su di me i loro sguardi spaventati.
Sorrido leggermente loro che nonostante siano spaventate ora mi guardano con curiosità e anche confusione.
-Voi siete Hestia e Flora Carrow, giusto? -, domandò. Loro si limitano ad annuire. -Posso sedermi? -, non aspetto una risposta e mi accomodo di fronte a loro. -Penso che questo vi appartenga -, dico porgendogli l’involucro che mi ero fatto dare da Graham.
È Hestia a prendere ciò che porgo e a sciogliere il nodo del tessuto prima di emettere un suono pieno di sorpresa, -Il tuo medaglio, Flora -, sussurra mostrando alla sorella un medaglione con su il blasone della famiglia Monroe, antica famiglia purosangue francese di cui faceva parte la loro bisnonna materna, l’unica persona che abbia mai amato quelle due ragazze e che ha sempre cercato di proteggere dalla crudeltà della madre. Era da lei che si erano rifugiate durante la Seconda Guerra Magica che dalla morte del marito era tornata a vivere in Francia poiché aveva sempre disapprovato il matrimonio tra suo figlia, Abigail, e suo cugino di primo grado, Nefas Carrow.
-Dove l’hai trovato? -, domandò Flora guardandomi.
-È stato alla fine dell’anno precedente, mi ci è voluto un po’ per scoprire a chi appartenesse e devo ringraziare solamente Graham Montague se sono riuscito a riconsegnarvelo -.
-Siamo noi a doverti ringraziare -, dice Flora. -Non sai quanto sia prezioso questo ciondolo. Grazie, Potter -.
-Harry, chiamatemi solamente Harry -, dissi sorridendo ampiamente. Avevo appena fatto il primo passo per avvicinarle a me.

Pov Neville

Il Torneo Tremaghi.
Un evento piuttosto importante si sarebbe tenuto lì ad Hogwarts durante l’arco dell’anno.
Molti erano gli studenti entusiasti di tale evento, io non ero sicuramente tra questi e a giudicare dallo sguardo di Harry nemmeno lui era particolarmente felice di tale evento. 
I Cavalieri si erano riuniti qualche ora dopo la fine del banchetto d’inizio anno per discutere di tale evento e se fosse saggio che qualcuno di noi si proponesse come Campione di Hogwarts.
-Siamo seri ragazzi -, stava dicendo Hermione, sovrastando il frastuono che si era creano nella stanza. -I nostri compagni sono ottusi e bigotti. Se si presentasse Graham e venisse selezionato come Campione il resto della scuola non gli darebbe il suo appoggio perché è di Slytherin, perché è figlio di Death Eaters e perché sguazza nelle Arti Oscure -, disse guardando Montague seduto accanto a me alla destra di Harry. -E se si presentasse Angelina gli Slytherin non darebbero il loro supporto perché è dei Gryffindor -.
-Serve qualcuno che unisca le quattro case. Dobbiamo dimostrarci uniti -, disse Harry, intromettendosi nel discorso per la prima volta da quando ci eravamo riuniti. -Qualcuno di Ravenclaw o di Hufflepuff -, aggiunse guardando i Cavalieri appartenenti a quelle Case, che ricambiarono il suo sguardo. -Qualcuno di voi pensa di sentirsela a proporsi come Campione? Dovete essere in grado di trattenere la vostra reale forza magica, ragazzi, dovete ricordarvi che per il resto del Mondo Magico siete dei semplici maghi di diciassette anni e soprattutto non dovete cadere nella tentazione di usare le Arti Oscure -.
Era chiaro che nessuno si sentisse all’altezza, ora come ora era impensabile per loro riuscire a trattenere la loro reale forza magica. Era già molto faticoso dover frequentare le normali lezioni mostrandosi come dei normali studenti con particolari doti in alcune materie.
-Credo che quel compito spetti a me -, disse Cedric sollevando lo sguardo verso Harry. -Tra i Cavalieri con l’età giusta per partecipare al Torneo Tremaghi sono quello con più controllo sulla propria forza magica e ricorro assai raramente alle Arti Oscure, se non sono strettamente costretto -.
Cedric aveva ragione. Non era mai stato attratto dalle Arti Oscure come i gemelli o come altri seduti al questo tavolo, lui e la sua ragazza, la ravenclaw Cho Chang, erano i due ad utilizzare meno le arti oscure tra tutti noi ma erano comunque molto competenti ed in grado di duellare e combattere al nostro stesso livello.
Il Capitano della squadra di Hufflepuff mirava a qualcos’altro. Eccelleva in Trasfigurazione e Incantesimi, mirava a diventare il massimo esperto in queste due branche magiche e bisognava dire che in questi due campi lui era decisamente il migliore tra di noi, secondo solamente a Harry.
-Se gli altri sono d’accordo potrai candidarti tu, Ced -, disse Harry e non vi era bisogno di aggiungere nient’altro.
Tutti sarebbero stati d’accordo perché era la scelta più giusta, la decisione migliore.
Cedric era benvoluto da tutta la scuola, ammirato dagli altri studenti e i professori lo tenevano in grande considerazione.
Sarebbe stato un ottimo Campione per la scuola e sicuramente avrebbe vinto il Torneo Tremaghi portando onore e gloria a Hogwarts.
Ben presto i Cavalieri si ritirarono recandosi verso i loro Dormitori, rimanemmo solamente io, Harry e Graham nella Sala.
-È tempo di insegnare ai Cavalieri le imperdonabili -, disse Harry, passandosi una mano tra gli scompigliati capelli neri. -Ho aspettato che tutti fossero abbastanza grandi e maturi per comprenderle, ma non possiamo aspettare oltre. Presto ci sarà una guerra e loro devono essere in grado di difendersi in ogni modo possibile -.
-È la decisione migliore -, disse Graham annuendo. -Quando pensi di iniziare? -, chiese.
Sia io che Graham conoscevano già le Imperdonabili. Harry ce le aveva insegnate durante l’estate e con poca sorpresa avevo notato che io fossi assai portato per quelle tre maledizioni in particolare per la Cruciatus, la stessa maledizione che mi aveva portato via i miei genitori per gran parte della mia infanzia.
-Da settimana prossima-, disse Harry pensoso. -Voglio che siano in grado di maneggiare tutte e tre le Maledizioni prima delle vacanze di Natale. Darò una festa per l’ultimo dell’anno, aprirò Villa Smeraldo alla l’Alta Società Magica non solo inglese, ma anche al di fuori del paese. Per allora sarò considerato emancipato per il Mondo Magico ed è tempo che il Mondo sappia chi è Harry Potter -.
Graham sorride leggermente, -Immagino che tu voglia invitare anche i nostri informatori e alleati -.
Harry annuì, -Lascio a te questo compito, Graham -, poi si voltò verso di me. -Neville vorrei che i tuoi genitori fossero presenti a tale festa. Pensi che per allora potranno reggere ad una serata del genere senza stancarsi troppo? -.
-La loro riabilitazione sta procedendo bene -, dissi. -Fanno grandi passi avanti ogni giorno. Penso che per allora potranno sopportare una serata di gala -.
-Bene -, annuì Harry, chiudendo gli occhi.
Non mi chiese altro sui miei genitori. Non era mai stato invasivo dal loro risveglio né aveva mai fatto pressioni su di me per farli passare dalla nostra parte, si era sempre e solo interessato della loro salute e se avessero qualche problema con il ciclo di pozioni che prendevano per la riabilitazione.
-Vi ho chiesto di fermarvi perché ho bisogno del vostro aiuto -, disse Harry alzandosi dal suo posto e iniziando a camminare per la stanza. -Questa notte dovremmo lasciare la scuola per dirigerci a Little Hangleton. Li vi è custodito un’oggetto assai importante -.
Prese un libro dalla biblioteca e con un veloce movimento di bacchetta lo trasformò in una Passaporta, senza dire una parola sia io che Graham ci avvicinammo a lui.
Un breve scambio di sguardi e afferrammo anche noi la Passaporta, qualche istante dopo la familiare sensazione di strappo all’ombelico ci prese e ci condusse lontano da Hogwarts.
Riapparimmo davanti ad una casa fatiscente, una catapecchia che era chiaramente in piedi solamente grazie alla magia. Le piante e l’erbaccia ormai cresceva incontrollata, il vialetto era inaccessibile.
-State attenti -, ci avvertì Harry. -La casa è sicuramente circondata da reparti di protezione e da maledizioni. Dobbiamo muoverci con cautela -.
Annuimmo e bacchetta alla mano iniziammo a lanciare incantesimi di rivelamento. Come Harry aveva annunciato era pieno di reparti di protezioni e maledizioni decisamente mortali.
-Come procediamo, Harry? -, chiese Graham.
-Iniziamo a eliminare i reparti più esterni -, disse indicando i reparti magici momentaneamente visibili ai nostri occhi. -Procediamo per gradi. Potrebbe volerci tutta la notte -.
Feci un mezzo sorriso, -Sai bene che non mi tiro indietro -, dissi prima di lanciare il primo incantesimo per smantellare la barriera più esterna subito seguito da Harry e poi da Graham.

Hella Pov’s

Mi inchinò su una povera anima appena giunta nel mio regno.
Lo osservo con attenzione, mentre questi piagnucolando cerca di allontanarsi da me.
La paura che emana mi inebria i sensi.
Quest’uomo è una delle anime che preferisco. Un assassino, uno stupratore di donne, che nel mondo dei vivi si sentiva tanto spavaldo, tanto forte ora piange ai miei piedi.
Mi picchietto il mento pensosa. Quale potrà essere una giusta punizione per quest’omuncolo?
Potrei spedirlo nella Fossa li troverebbe sicuramente gente ben peggiore di lui che gli faranno molto peggio di ciò che ha fatto lui.
O potrei spedirlo alla Torre le sue vittime saranno ben felici di vendicarsi di lui.
La mia attenzione viene però distolta quando percepisco il mio Padrone in pericolo, senza perdere tempo raggiungo il regno dei vivi nel luogo preciso in cui si trova Harry.
Con mia grande gioia lo trovo nel luogo in cui quel piccolo fifone di Tom Riddle a nascosto la mia Pietra rendendola un orrido contenitore di un frammento della sua inutile anima, ma con orrore noto anche che indossa già l’anello.
Mi avvicinò velocemente a lui, la sua mano sta già diventando nera. La maledizione posta su tale oggetto sta già raggiungendo il braccio e presto arriverà al cuore se non agisco velocemente.
M’inchino su di lui e gli afferrò il braccio iniziando ad agire velocemente per fermare quell’infida maledizione.
-Hella… -, sussurra Harry sfiorandomi il volto.
Alzò il capo di scatto. Se riesce a vedermi la maledizione ha raggiunto il cuore e presto non vi sarà più nulla da fare.
Agisco velocemente lanciando due incantesimi di sonno hai ragazzi che sono con lui, prima di apparire nel piano astrale degli umani e concentrarmi su di Harry liberando una buona parte del mio potere.
So già che quando tornerò nel mio regno vi sarà quell’antipatica di Frigg a farmi la paternale per essermi di nuovo impicciata negli affari degli umani, la fortuna di essere la Dea della Morte è che il mio ruolo mi mette al di sopra persino degli altri Dei ma mi infastidisce lo stesso il suo continuo impicciarsi in ciò che non la riguarda.
Ma ora ciò che mi preme è salvare la vita del mio amato.
-Ti rimarrà la cicatrice -, mormoro osservando l’orribile cicatrice che parte dall’anulare sinistro risalendo sul polso e poi lungo il braccio sino ad arrivare al cuore.
-Una in più non fa differenza -, dice emettendo un sospiro. -Ho di nuovo l’anello -, sussurrò mostrandomelo con un leggero sorriso.
-Devi stare più attento Harry -, gli dico carezzandogli il volto. -Potresti raggiungermi molto prima di quanto entrambi vogliamo -.
Chiude gli occhi al mio tocco e un sorriso affiora sulle sue labbra, m’inchino e catturo le sue labbra.
Amo questo ragazzo e non è più solo una questione che lui è l’unico degno dei miei doni.
Mi allontano da lui, il quale fa un verso di disappunto riaprendo gli occhi, -Hella! -.
Rido, scuotendo il capo, -Ancora non possiamo, Harry. Quando avrai tutti e tre i miei Doni ne riparleremo -, dico prima di scomparire e tornare nel mio giardino.
Manca ancora la bacchetta di sambuco e poi Harry potrà viaggiare tra questo mondo e il suo senza essere danneggiato.

Pov’s Draco

Harry non era ancora sceso a colazione e il fatto era molto strano.
Solitamente quando arrivavo in Sala Grande lui era già seduto al tavolo di Ravenclaw intento a consumare la sua colazione, solitamente discutendo di qualche nuova ricerca pubblicata recentemente con i suoi compagni.
Ma non c’era e ora che osservavo meglio le tavolate non erano presenti nemmeno Neville e Graham e la cosa iniziava ad insospettirmi e a preoccuparmi.
-Stai calmo Draco -, disse Theo sporgendosi verso di me. -Vedrai che ora arriva -.
Annui cercando di mantenere la calma, cercando di mangiare qualcosa nonostante il mio sguardo corresse continuamente verso le porte della Sala Grande.
Ma mezz’ora dopo ancora non erano arrivati e a malincuore mi dovetti alzare per dirigermi verso la mia prima lezione, Trasfigurazione, dove speravo di trovare Harry.
Con mio grande dispiacere trovai solamente Neville fuori dall’aula intento a parlare con Hermione, mi avvicinai e lo afferrai per un braccio, stringendo, -Dov’è Harry? -, chiesi.
Neville mi rivolge uno sguardo storto, -Non fare il solito isterico, Draco -, mormorò. -Harry sarà qui a momenti -.
Scrutai il suo sguardo scuro cercando qualcosa che mi dicesse che cosa avessero combinato, perché ero sicuro che si erano cacciati in qualche guaio dopo la riunione della scorsa notte, ma non trovai nulla.
-Draco è arrivato Harry -, mi sussurrò Hermione.
Mi voltai di scatto verso il mio ragazzo che si stava avvicinando a noi con passo svelto, parlando fittamente con Graham il quale aveva un’ora buca. Harry annuiva col capo, ascoltando attentamente le parole di uno delle sue ombre.
Gli andai incontro, afferrandolo per un braccio con forza, Harry fece una smorfia e congedò Graham con un cenno del capo.
Questi mi lanciò un’occhiataccia prima di riprendere il corridoio appena percorso e sparire dietro l’angolo.
-Dove sei stato? Non eri a colazione -, dissi con tono inquisitore.
-Non ora, Draco -, disse Harry staccandomi dal suo braccio. -Ne parliamo dopo la lezione di Trasfigurazione -, disse superandomi e raggiungendo Neville, facendogli cenno di seguirlo dentro la classe.
Rimasi fermò nel mezzo del corridoio incapace di comprendere ciò che era appena accaduto. Mi aveva liquidato con una tale velocità e con un tale menefreghismo che ero rimasto scioccato.
-Draco dobbiamo entrare in classe -, Hermione mi aveva raggiunto e sorridendomi dolcemente mi aveva preso per mano, conducendomi in classe. Fui costretto a sedermi accanto a Hermione, che solitamente sedeva con Neville ma oggi occupava il mio posto accanto a Harry, al centro dell’aula, e parlavano a bassa voce.
-Stai tranquillo Draco -, disse Hermione sedendosi al mio fianco. -Vedrai che non è nulla di grave -.
-Lo spero, Herm -, sussurrò.
La McGonagall entra in quel momento in classe e con poche parole ci informa della verifica che dovremo fare nella prossima ora.
A causa di quanto accaduto non sono concentrato mentre rispondo alle domande del compito.
Al suono della campanella scattò in piedi e blocco Harry prima che possa uscire dall’aula, -Mi devi delle spiegazioni -.
Harry si passa una mano tra i capelli facendo un cenno del capo a Neville di precederlo alla prossima lezione, -È una di quelle cose che non vuoi sapere, Draco -, disse guardandomi negli occhi. -Posso solo dirti che ho dovuto lasciare la scuola la scorsa notta per potermi recare in un villaggio a recuperare un oggetto -.
-Che oggetto? -, domandai.
Harry sorrise, scosse il capo. Era un’altra cosa che io non volevo sapere.
Segreti, segreti e ancora segreti.
Merlino! Perché la nostra relazione si stava basando solamente su segreti, cose omesse o dette a metà?
Perché era ciò che volevo io! Perché ero spaventato da ciò che Harry stava facendo, da ciò che stava creando e lo ero ancora adesso.
Ma questi segreti, queste omissioni ci stavano allontanando lentamente e non è ciò che voglio.
-Non credo di poter accettare tutto subito -, dico guardandolo negli occhi. -Ma puoi dirmi le cose minori. Voglio che parli con me, voglio esserti d’aiuto -.
Mi attira a sé, baciandomi, -Tu mi sei d’aiuto -, disse Harry sorridendomi. -Solo rimanendo al mio fianco mi sei di grande aiuto, cucciolo, ma se è ciò che desideri lo farò. Stasera ti dirò cosa ho fatto la scorsa notte, ci vediamo alle dieci e mezza alla Stanza delle Necessità -.
Sorrido, annuendo, prima di baciarlo velocemente e lasciare la classe di Trasfigurazione per dirigermi alla mia seconda lezione della mattinata con il cuore più leggero.

Pov Cedric

Non posso credere che sto per iscrivermi come campione di Hogwarts, ho il sostegno di tutti i cavalieri e Luna dice che vede una vittoria nel mio futuro (anche se non sa se è il toreo o la mia futura carriera sportiva o nel ministero).
Far parte dei cavalieri fantastico, Harry è un vero e proprio leader, tutti noi lo seguiamo e nessuno ha intenzione di tradirlo;
ancora non capisco perchè non si libera di Ronald e Givevra Weasley sono due sanguisughe che agiscono sotto gli ordini del direttore, capisco che vuole aspettare di finire Hogearts (o sconfiggere Voldemort) prima di liberarsi di Dumbledore ma quei due sono veramente fastidiosi.
Quest'anno dovrò allenarmi parecchio per far vincere Hogwarts, so già tutto il programma scolastico e tutto l'addestramento Auror ma voglio comunque essere sicuro di vincere.
Sono nelle cucine insieme alla mia ragazza, Cho è seduta accanto a me addormentata con la testa poggiata sulla mia spalla, ho intenzione di chiedergli di diventare la mia fidanzata quest'anno e quando uscirà da Hogwarts gli chiederò di diventare mia moglie; devo pianificare in modo che tutto sia perfetto, la amo più di ogni altra cosa.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** capitolo 23 ***


 storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189  
ventitresimo capitolo

 

POV Bill

 

Non so più chi sono…chi sia la mia famiglia…

Certo so a memoria la mia scheda personale, compilata da ogni persona che iniziava a lavorare per i Goblin della Gringott:

Nome: William Arthur Weasley

"Bill" per la famiglia e gli amici.

Carriera Scolastica: ex prefetto Gryffindor ed ex Caposcuola, diplomato col massimo dei voti ad Hogwarts

Status: Purosangue, primogenito dell'antica e nobile casa Weasley (anche se oramai povera e considerata traditori di sangue), figlio di Arthur Septimus Weasley e Molly Prewett, con cinque fratelli ed una sorella più piccoli.

La famiglia Weasley e la famiglia Prewett si sono sempre schierate con il lato della luce, impiegato come Spezzaincantesimi per la Banca dei Maghi, la Gringott in Egitto.

Eppure quando sono tornato a casa questa estate dopo quattro anni in Egitto non ho trovato un ambiente familiare e sereno.

Avevo scoperto che mia madre aveva cacciato Charlie solo perché era gay e si era innamorato di un ragazzo.

Ron, Ginny e mamma erano ossessionati da Harry Potter, ne parlavano in continuazione e non vi era giorno che non gli inviassero lettere nella vana speranza che rispondesse.

Ho trovato un libro di arti oscure nella camera dei gemelli (ma non ho detto niente a mamma o papà, voglio parlare io con loro ma sono sempre fuori, chi sa dove).

Un pomeriggio ho trovato mamma che insegnava a Ginny come preparare pozioni d'amore e Percy è andato via di casa, lavora per il Ministero tagliando tutti i contatti con la famiglia, mai a risposto alle lettere che gli ho mandato, ai mille inviti ad uscire a pranzo che gli ho proposto.

Quella non era la famiglia che ricordavo… sono cambiato io o loro?

Forse lavorare coi Goblin e con vecchie maledizioni egizie mi aveva cambiato ma il problema non sono io, qualcosa è successo mentre ero via, mamma, Ginny, Ron i gemelli e forse Percy sono coinvolti, papà sembra comportarsi come sempre, come se tutto andasse bene, non lo capisco.

Inizialmente sembrava tutto normale, mamma che mi diceva di tagliarmi i capelli e togliermi gli orecchini, Charlie a parlare di draghi e della riserva, Ron a parlare con Ginny di Quidditch, i gemelli a elaborare uno scherzo.

Ma poi a pranzo, quella stupida riunione di famiglia in cui dovevano venire persino il fratello di papà con suo figlio, Percy non si è presentato, Mamma ha interrogato Ginny e Ron sul bambino sopravvissuto e ha cacciato Charlie dopo la sua confessione, i gemelli sono stati distanti e non hanno scherzato e papà si comportava come se non fosse successo niente.

Ricordo prima di partire, eravamo una famiglia unita, ci divertivamo insieme, papà stava con noi e non sempre nel suo capanno o a lavoro come fa adesso, i gemelli erano scherzosi e felici, non seri ed indifferenti come ora, Percy discuteva su tutto ma stava sempre con noi e non lasciava mai la mamma, ora è andato via, la mamma è quella che è cambiata di più mi ricordo il giorno prima che io partissi per iniziare a lavorare in Egitto trovò un molliccio in un buco dietro casa, prendeva le sembianze dei miei fratelli, di Ginny e le mie mostrandoci morti.

So per certo che ci ama, so che ha sempre voluto controllare le nostre vite ed era delusa dai lavori che avevamo scelto io e Charlie ci voleva al ministero, so che ha molti pregiudizi (specialmente contro Serpeverde e creature magiche) ma la donna che conoscevo io non avrebbe mai buttato fuori di casa il proprio figlio; qualcosa di grave sta succedendo alla mia famiglia ed io intendo scoprirlo.

Sono tornato in Egitto per una emergenza a lavoro prima della finale di Quidditch, tornerò a casa verso la fine dell'anno scolastico per aiutare papà in un progetto ma ho bisogno di capire cosa succede alla mia famiglia.

Posso indagare anche con la banca, dagli estratti conto di una famiglia si capisce molto di una persona, mi avvicino ad uno dei Goblin che si occupano dei conti delle famiglie minori, -Salve capo Cringek -, dico chinando leggermente la testa, -avrei bisogno di vedere tutti i conti e contratti della mia famiglia-.

Forse è meglio andare da sua sorella Hoglob, quella Goblin ha un debole per me, con lei farei prima.

Mi sorride dall’altra parte della stanza, facendomi cenno di avvicinarmi a lei, Cringek sbuffa e mi fa cenno di allontanarmi senza degnarmi nemmeno di uno sguardo prima di tornare ad occuparsi dei libri mastri.

Hoglob è ben felice di accogliere la mia richiesta.

 

Pov’s Harry

 

Sono nella Stanza delle Necessità da più di un’ora, ancora una manciata di minuti e Draco attraverserà quella porta e sarà arrivato il momento di dirgli la verità.

Mi sono ben reso conto che i miei segreti ci stanno allontanando e vedo la sofferenza nello sguardo del mio compagno.

Ho accettato di ricominciare tutto dall’inizio per stare con lui, per stare realmente con lui e non solo in una fetida cella.

Ci ho pensato molto su come iniziare il discorso alla fine ho deciso che l’unico che potesse spiegargli era l’unica persona che mi aveva conosciuto seriamente, che aveva visto Harry dietro al Bambino Sopravvissuto.

Draco entrò nella Stanza, si guardò brevemente attorno prima di raggiungermi e occupare l’altra poltrona.

-So che hai molte domande -, iniziò. -Ma io non posso rispondere non perché non voglio, ma perché è troppo doloroso per me, ancora, i miei ricordi ti daranno tutte le risposte che vuoi -, dico indicando il Pensatoio sistemato su un tavolino che ci divideva.

Draco mi getta un’ultima occhiata prima di immergersi nel caos dei miei ricordi.

Ci avrebbe messo diverse ore per visionare una vita di sofferenze avrei potuto occupare il tempo per fare qualcos’altro.

Mi alzo dalla poltrona e chiedo alla stanza di far apparire un tavolo con l’essenziale per poter rispondere alla lettera che mi aveva inviato il signor Flamel, c’erano voluti solamente tre anni per una sua risposta ma alla fine era arrivata.

Finalmente il grande alchimista mi concedeva di incontrarlo. Sarei dovuto dirigermi nella sua residenza in Francia il giorno seguente alla festa che avevo intenzione di dare a Villa Smeraldo, sarebbe stato un incontro assai interessante quello.

Dai miei ricordi sapevo che Nicholas Flamel erano più di sessant’anni che non lasciava la sua residenza così come la sua consorte, Perenelle, e riceveva solamente visite sporadiche da Dumbledore, almeno questo era ciò che succedeva una trentina d’anni fa con lo scoppio della Prima Guerra Magica il Preside aveva smesso di visitare il suo mentore a causa di una violenta lite avvenuta tra i due.

Nonostante ciò, per qualche strano motivo, il signor Flamel aveva acconsentito ad affidare la sua Pietra Filosofale all’ex allievo per cercare di attirare Voldemort a Hogwarts per fare in modo che io lo sfidassi ancora una volta.

Così almeno era stato nella mia vita precedente, ma qui le cose erano cambiate.

Avrei riportato la Pietra Filosofale al signor Flamel e gli avrei mostrato i miei studi sull’Alchimia, evitando accuratamente di mostrargli quelli per la riproduzione della sua Pietra, nella speranza che i miei studi lo convincano a prendermi come suo allievo.

Faccio una smorfia quando vedo uno dei gufi volare con la mia lettera di risposta verso la Francia. Non era ancora passata un’ora da quando Draco era entrato nel Pensatoio ci sarebbe voluto ancora molto.

Come avrei potuto passare il tempo?

Il mio sguardo si posò sull’anello dei Guant su cui era incastonato la Pietra della Resurrezione.

Rigiro l’anello per tre volte e davanti a me compare la mia Hermione.

Avrei potuto richiamare i miei genitori, ma temevo il loro sguardo carico di giudizio o pieno di delusione.

Avrei potuto chiamare anche Draco, ma non ero pronto per vederlo.

Hermione d’altro canto mi aveva sempre capito e sostenuto in tutti quegli anni.

Era la mia migliore amica, mia sorella.

-Non hai resistito nemmeno un giorno senza poterla usare -, disse Hermione sorridendomi leggermente.

-Pensi che abbia fatto la scelta giusta? -, domando indicando con un cenno il Pensatoio. -Ho paura che quando uscirà da lì mi odierà -.

-Forse ti odierà, ma non durerà per sempre -, Hermione si avvicinò e mi carezzò il volto, il suo tocco tiepido mi ricordava il mio legame con Hella qualcun altro al mio posto non sarebbe riuscito a farsi toccare da lei. -Non importa quante volte veniate separati dalle avversità della vita, voi vi amate e siete destinati a stare assieme -.

-Non è lo stesso Draco -, dissi guardandola con preoccupazione e nervosismo. -Lui è così fragile e sensibile -.

-Ma tu lo ami lo stesso. Amavi il Draco del nostro universo e ami anche questo Draco -.

Le sorrido. Hermione sapeva sempre come risollevarmi il morale.

Parliamo per molto, moltissimo tempo. Hermione mi sgrida severamente riguardo a determinate scelte che ho fatto in questa nuova vita e che lei non approva.

Per quelle poche ore era come se Hermione fosse realmente qui con me, come se nulla di ciò che ci era accaduto fosse successo.

Eravamo solo noi.

Quella bolla di felicità scoppiò quando Draco uscì dal Pensatoio e Hermione scomparve.

-Cucciolo… -, lo chiamo allungando una mano verso di lui.

-Non mi toccare-, disse allontanando con un gesto brusco la mia mano e guardandomi con rabbia e dolore.

Abbassò la mano e aspetto che sia lui a parlare.

-Mi hai mentito su ogni cosa -.

-No, Draco, non ti ho mai mentito -, dissi. -Ti ho omesso delle cose ma non ti ho mai mentito -.

-Tu ami quell’altro Draco. Quello per cui hai lottato quando sono venuti a prenderlo per la condanna del Bacio, quello per cui hai forzato le rune che impedivano che tu usassi la tua magia -, urlò Draco mentre il volto si chiazzava di rosso.

-Amavo quel Draco, come amo te -, gli dico prendendogli il volto tra le mani e costringendolo a guardarmi negli occhi. -Ti amo più della mia vita. Morirei per te, ucciderei per te -.

-Non riesco a crederti -, disse mentre le lacrime iniziavano a rigargli il volto e cercava di divincolarsi dalla mia stretta. -Prima credevo che fosse solo una mia suggestione, una mia fantasia, ma ora che so… ora che so la verità quei tuoi sguardi hanno un significato -.

-Di che parli? -.

-Lo vedo sai? Ci sono volte che mi guardi con una tale aspettativa nella speranza di individuare un barlume del ragazzo di cui ti sei innamorato, ma ogni volta la delusione compare nei tuoi occhi quando capisci che non sono l’uomo che ami, ma solo uno stupido ragazzino emotivo che ti ricorda lui -, si sfoga piangendo disperatamente.

Lo libero dalla mia stretta e lo guardò uscire velocemente dalla Stanza delle Necessità.

Non provo nemmeno a fermarlo, so bene che sarebbe inutile ora come ora.

-Padrone… -, Hella compare al mio fianco.

-Sto bene -, dico sorridendogli leggermente. -Puoi portarmi in un posto, Hella? -, domandò.

-Ovunque voi vogliate, padrone -, rispose Hella prendendomi per mano.

-Conducimi a Villa Smeraldo -.

Avevo bisogno di allontanarmi da Hogwarts per un po’ di tempo e Villa Smeraldo era l’unico luogo in cui potevo trovare la pace che cercavo in questo momento.

Villa Smeraldo comparve di fronte a me senza che nemmeno me ne accorgessi.

Era la seconda volta che mi recavo nell’antica dimora della famiglia Potter. La prima volta ero venuto per fare una copia di una buona parte dei libri custoditi all’interno della biblioteca e dei ritratti di famiglia, ma non mi ero fermato a esplorare la villa.

Il luogo che avevo deciso sarebbe stata la mia dimora e quella di Draco in un futuro non troppo lontano perché era qui, in questo angolo di paradiso, che avrei voluto condurlo quando eravamo chiusi in cella,

-Quanto puoi fermarti? -, domandò ad Hella.

-Posso concedermi un paio d’ore in questo mondo -, mi rispose.

Sorrido attirandola a me, le poso una mano sul volto e la bacio con calma, inebriandomi del suo profumo di gigli.

So che non è un comportamento corretto questo non dopo una lite con Draco, ma ho bisogno di lei ora più che mai.

 

POV Neville

 

È da due giorni che Draco non guarda Harry, anzi distoglie gli occhi ogni volta che lo incontra e Harry scomparse continuamente, senza dire a nessuno dove vada.

Ho provato più volte a parlargli, a capire cosa stia succedendo, ma evita ogni mia domanda riguardante la situazione con Draco

Vedo la sofferenza negli occhi di Harry, questa lontananza da Draco non gli fa bene per niente, ma non può lasciarsi sopraffare dalla sofferenza. È il nostro leader e come tale ha delle responsabilità e tra queste vi sono le lezioni che impartisce a noi Cavalieri.

Oggi insegnerà a tutti noi presenti a scuola le Indicibili, o almeno una delle tre maledizioni.

Oggi inizieremo dalla Maledizione Imperius (ai cavalieri esterni penseranno Tonks e Samantha, essendo appena diventate Auror conoscono le tre terribili maledizioni), Harry è fermo davanti a noi, cerca di fare una faccia impassibile ma io vedo la sua preoccupazione per le nostre reazioni e specialmente per Draco.

Harry prende parola e tutti si zittiscono per ascoltarlo, - Buon pomeriggio a tutti -, esordisce lasciando scivolare il proprio sguardo su di noi. -oggi faremo le maledizioni senza perdono, dette anche imperdonabili. Come sapete nel nostro paese sono considerate le peggiori mai create, ovviamente non è così. Esistono moltissime altre Maledizioni ben peggiori di quelle che andremo ad apprendere quest’oggi -, fa una breve pausa per far comprendere meglio le sue parole ad ognuno dei presenti. -Sapete anche che una sola di queste equivale ad una condanna a vita ad Azkaban, solo gli Auror sono autorizzati ad usarle è solo nelle situazioni di estremo pericolo, ma noi dobbiamo impararle per necessità maggiori. I Death Eaters le usano e non possiamo combattere maledizioni mortali con semplici "Expelliarmus", dobbiamo imparare anche a resistere alla maledizione Imperius ma a quello vi penseremo più avanti -.

Tutti restano in silenzio, molti si aspettavano di affrontare prima o poi questo argomento ma è comunque un grande passo.

-Queste maledizioni sono terribili, non dovete usarle se non è necessario, servono a controllare, torturare e uccidere qualcuno! La maledizione Imperius si lancia con la formula "Imperio" e come con tutte le imperdonabili si basa sulla volontà, tu devi voler controllare qualcuno, voler annullare il suo essere, perché la maledizione funzioni, gli Auror che sono stati nella vecchia guerra e i Death Eaters possono lanciarle anche saltando quel passaggio ma è dovuto al fatto che in guerra hanno usato molto spesso le imperdonabili… ora ognuno di voi prenda un ragno e provi a lanciare la maledizione -.

Non aspetto altro, prendo un ragno e mi metto accanto a Luna per controllarla e correggerla se sbagliasse qualcosa.

La mia piccola osserva per un minuto interminabile il ragno nero che tiene in mano, prima di sollevare la bacchetta e mormorare un sicuro, -Imperio! -.

Con mia grande sorpresa Luna inizia ad impartire ordini al piccolo ragno. Questo inizia a fare una buffa danza fatta di capriole e piroette. Non dovrei stupirmi più di tanto i Druidi sono famosi per la loro prediligenza in incantesimi che riguardano la mente.

Annulla il controllo sul ragano, prima di lanciare di nuovo la maledizione. La fa per altre tre volte, prima di guardarmi con i suoi grandi occhi azzurri, -Penso sia meglio per me passare ad altro. Non credi? -.

Non faccio in tempo a rispondere che Harry prende parola, ci ha raggiunto senza che me né rendessi conto, -Sospettavo che non avresti trovato difficoltà in questa maledizione seppur facente parte della branca oscura -, dice prima di guardarmi. -Neville segui tu gli altri durante le esercitazioni assieme a Graham. Io mi occuperò di Luna -.

Annuisco anche se temo che voglia insegnarle già la Maledizione Cruciatus, ma la mia preoccupazione sparisce quando una coppia di poltrone compare e i due vi si siedono. Sicuramente Harry vorrà aiutarla a rafforzare le protezioni della sua mente per poter sconfiggere la maledizione Imperius.

-Più convinzione, George -, dico guardando uno dei gemelli che non sembra molto convinto quando pronuncia la maledizione.

 

POV Evelyn

Domani sarà il primo fine settimana ad Hogsmeade per gli studenti e dovremo fare rapporto ad Harry per quello che succederà oggi, a seconda dell'esito dell'incontro Harry deciderà se andare a parlare con un altro Death Eaters o no, il piano iniziale di Harry prevedeva Snape ma l'uomo è costantemente controllato da Dumbledore.

Ho convinto il mio capo a lasciare a me ed Arvey la stanza privata, lavoro qui il fine settimana per pagarmi gli studi e tutto qui è orribilmente rosa, oggi ho saltato la scuola di recitazione per mettere a posto questa stanza, io ed Arvey abbiamo nascosto il rosa sotto molti fiori decorativi di colori innaturali, messo incantesimi decorativi inutili che farebbero impazzire qualsiasi mago Dandy come Lynwood Pyrites, abbiamo persino una fata che vola tra i fiori ed il tè sulla tavola per fare da decorazione, allestito sue piccole librerie sulla parete adiacente alla porta, in una abbiamo messo libri di letteratura sia magica che Babbana (la passione di lord Pyrites) e nell'altra libri di pozioni, trasfigurazione e alchimia ( in bella vista c'è "Alchimia, antica arte e scienza" del suo prozio Argo Pyrites), siamo vestiti eleganti ed adesso dobbiamo solo aspettare che arrivi, ovviamente il dandy Death Eaters è in ritardo ma Arvey mi ha rassicurato che è sempre in ritardo.

Sono un po' spaventata da questo incontro, Pyrites è un mago molto bello e colto, è di una famiglia molto ricca famosa per l'alchimia, infatti è uno degli ultimi alchimisti vivi, per lui l'estetica è tutto, un Oscar Wilde dei tempi moderni insomma, ma è stato anche uno dei più terribili Death Eaters di Voldemort, era un interrogatore, ha sempre fatto parlare tutti i suoi prigionieri e non ha mai usato il Veritaserum, torturava le sue vittime, però non in modo magico usava il metodo Babbano, per questo i suoi guanti di seta erano sempre sporchi di sangue ma la sua bacchetta è stata trovata pulita da qualsiasi incantesimo oscuro; a lui non è mai importato degli ideali di Voldemort, l'unica cosa che gli interessava era il prestigio che gli aveva promesso ed il modo di sfogare la sua vena sadica.

Anche Arvey è agitato, lo vedo ma lo nasconde bene, l'unico motivo per cui me ne accorgo è tutto il tempo che abbiamo passato insieme per i cavalieri.

Qualcuno bussa alla porta, è lui, poi entra, Lord Pyrites è un bell'uomo dai lineamenti aristocratici, capelli castani e occhi ambrati, vestito in modo eccentrico e coi suoi inseparabili guanti bianchi di seta, si siede sulla poltrona davanti a noi mentre guarda la stanza, un leggero sorriso da la conferma che sta gradendo l'arredamento.

Prendo coraggio e parlo - Buonasera Lord Pyrites, io sono Evelyn Green e lui - dico indicando con il movimento della mano sinistra il mio amico- è Griffard Arvey, vorremmo parlare con te di alcune questioni sulla tua lealtà nella scorsa guerra- il lord non perde la sua compostezza ma sgrana lievemente gli occhi – sono stato trovato innocente di tutte le accuse, non capisco di cosa state parlando- dice leggermente nervoso, Arvey sbuffa – Per favore non mentirci, so che lavoravi spesso con mio padre, non vogliamo perdere tempo, vogliamo solo sapere una cosa: se lui tornasse tu che faresti?-

-il signore oscuro è morto! Ed anche se tornasse non mi schiererei mai con quel pazzo di Albus Dumbledore- risponde - so che il tuo marchio sta tornando, non importa quanto lo neghi lord Voldemort sta tornando, noi ti offriamo una terza opzione fra lui e Dumbledore-.

Vedo l’interesse nascere nello sguardo dell’uomo.

Una via di fuga dalla follia di Voldemort e dai fili di burattinaio di Dumbledore.

-Vi ascolto miss Green -, dice con un leggero sorriso sulle labbra sottili.

POV Susan

Noi Bones non siamo fieri di essere eredi di Grindelwald ma reclamare il mio posto come sua erede può aiutare Harry, il mio "caro" prozio tedesco Gellert può avere molte informazioni su Dumbledore, incontrarlo insieme a Harry con la scusa di reclamare l'eredità può fornirci informazioni utili, se questo non funzionasse abbiamo sempre il piano B: Aberforth Dumbledore, i due si odiano dalla morte di loro sorella Ariana.

È il nostro primo fine settimana ad Hogsmeade, le altre scuole non sono ancora arrivate, è mattina presto, molti studenti stanno ancora facendo colazione mentre io ed Harry siamo sulla carrozza, ma dobbiamo passare da Evelyn e poi andare a Nurmengard.

Appena arrivati al villaggio magico ci dirigiamo da Madama Puddifoot's, il negozio è pieno di vecchie signore a fare colazione con the e biscotti, Evelyn ci aspetta all'ingresso per darci notizie del suo incontro con Pyrites, siccome non può parlare con noi essendo impegnata col lavoro ci consegna un resoconto di 5 pagine compilato da lei ed Arvey; una volta usciti dal locale da the Harry tira fuori una Passaporta che ci porta in un porto in Germania, due guardie ci aspettano per un viaggio in barca, durante il viaggio Harry legge il resoconto e dal suo sorriso soddisfatto capisco che è andato bene, è più un ghigno che un sorriso, non sorride da quando Draco ha smesso di parlargli quel che settimana fa.

Una volta arrivati sull'isola Harry mi stringe la mano per rassicurarmi, questa prigione è orribile, una fortezza sinistra dall'architettura torreggiante di un nero lucente, costruita su una roccia in un’isola nel mare tempestoso, all'ingresso c'è inciso "per il Bene Superiore" motto di Grindelwald e ora usato da Dumbledore, tutta questa prigione e circa 80 guardie per un solo prigioniero, l'ex signore oscuro;

Do un foglio di permesso per entrare firmato da mia zia e dal ministro alle guardie, per me è stato facile far credere alla zia che avevo perso il permesso per Hogsmeade e far firmare il foglio alla zia senza leggerlo, per Harry è stato molto facile far firmare il ministro.

Le guardie ci guidano fino alla sua cella, abbiamo un ora disponibile per parlare, ancora non siamo entrati, la cella è squallida e l'ex signore oscuro è un vecchio rinchiuso in se come una palla, nonostante l'ambiente misero e il declino del suo corpo avvicinandosi alle sbarre si sente la sua forte aura magica, sento brividi, non oso immaginare quanto fosse potente quando era in buona salute e più giovane.

Harry ha incantato le guardie in modo che si dimentichino che siamo qui e tornano al loro lavoro di guardia all' ingresso del corridoio e non all'ingresso della cella; prendo coraggio ed apro la porte, solo allora l'ex signore oscuro sembra accorgersi di un visitatore ma non ci guarda -Albus?- chiede, probabilmente il preside viene a trovarlo, in fondo oltre ad averlo sconfitto è anche un suo ex amante e ex amico, sono a disagio ma per fortuna Harry risponde - no signor Grindelwald, siamo in due e siamo un secolo più giovani del tuo ''amico'' Albus Percival Wulfric Brian Dumbledore, non è bello essere confusi con lui- solo alloro l'uomo alzò lo sguardo rivelando i suoi stanchi occhi celesti -chi siete? cosa volete da me?- dice velocemente appena ci vede – Ciao io sono Susan Bones la mia bisnonna era tua sorella, sono la tua erede, lui invece è il mio amico Harry Potter, siamo qui per parlarti- l’ex signore oscuro sgrana leggermente gli occhi -sei mia nipote! Avevo l’impressione che la tua famiglia fosse troppo chiara per reclamare la mia eredità, poi perché mai dovreste volete informazioni sul leader della magia bianca?- ci guarda incuriosito - la mia famiglia ha seguito Dumbledore ed è stata quasi del tutto sterminata, restiamo solo io e mia zia, certo Voldemort ha attaccato ma loro pur non essendo Auror o Hitwizard hanno combattuto insieme al gruppo di vigilantes del preside, lui non li ha addestrati a combattere, erano un avvocato ed un impiegata del ministero, l’unico Auror in famiglia è mia zia, i miei fratelli che avevano 5 anni sono morti con i miei genitori, il tuo ex amante ha mandato famiglie con bambini piccoli a combattere!-

Pov Fluer

 

Odio con tutta me stessa l’Inghilterra.

La comunità magica in questo paese è ferma al medioevo, con le loro idee raziali con la loro mentalità chiusa sulle persone mezze umane e sulle Creature Magiche considerate da loro peggio dello sterco di ippogrifo.

L’unica cosa positiva di questo paese era il mio miglior amico, Draco.

Pensare a lui mi fa sempre sorridere. Mi capisce come nessun altro e sebbene sia più piccolo di me di qualche anno abbiamo una sintonia incredibile.

La nostra conoscenza era nata tramite un programma scolastico, Un Amico di Penna, e anche se il programma serviva agli studenti del primo anno ad interagire con le differenti situazioni scolastiche nel mondo e molti dopo il primo anno smettevano di sentirsi ma non noi due. Anzi Draco era venuto sino in Francia l’estate dopo il primo anno di scuola solo per incontrarmi.

Tramite i suoi racconti e le sue lettere avevo imparato a conoscere il ragazzo di cui è tanto innamorato; Harry Potter.

Quel ragazzo è un mistero per me e sono davvero curiosa di conoscerlo, finalmente né avrò l’opportunità grazie al Torneo Tremaghi.

Il brusco atterraggio della carrozza su cui viaggiavamo mi strappò dai miei pensieri.

Mi alzai in piedi, sistemando la gonna della divisa e seguendo le istruzioni di Madame Maxime ci mettemmo alle sue spalle attendendo che la carrozza si fermasse. Andrew saltò giù, estrasse una serie di gradini d’oro.

Madame Maxime fu la prima a scendere, ovviamente, e noi la seguimmo poco dopo. Venne accolta da quello che era senza dubbio Albus Dumbledore, colui che era stato definito il più grande mago di tutti i tempi.

Quell’uomo era solo un grande ipocrita e gli inglesi erano così stupidi da bersi tutte le sue panzane.

Il mio sguardo andò subito verso gli studenti di Hogwarts alla ricerca della bionda chioma di Draco. La individuai facilmente in mezzo alle centinaia di studenti vestiti di nero.

Gli feci l’occhiolino quando passai di fronte a lui per entrare nel castello, dopo che Madame Maxime ebbe finito di parlare con Dumbledore e questi ci invitò a rifugiarci nella Sala Grande, al caldo.

Una volta raggiunta la Sala d’Ingresso Madame Maxime ci informò che avrebbe aspettato l’arrivo dell’altro preside, il professor Karkaroff di Durmstrang, così varcammo da soli le massicce porte di legno della Sala Grande.

Osservai attentamente la grande stanza. Gli stendardi della scuola erano appesi al soffitto così come quelli specifici delle quattro Casate che caratterizzavano la scuola.

Seppi subito dove andare. A sedermi al tavolo sopra cui stavano gli stendardi di Ravenclaw, la casa a cui apparteneva Harry.

Draco mi aveva detto, in alcune sue lettere, che Harry era solito sedersi a metà della lunga tavolata, dando le spalle al muro.

Mi sarei seduta esattamente di fronte a lui così da potergli parlare durante la cena, così da poter risolvere l’enigma che era Harry Potter, il ragazzo per cui il mio migliore amico non faceva altro che soffrire.

Non dovette attendere poi molto prima del rientro degli studenti di Hogwarts assieme a quelli di Durmstrang, che trovarono posto al tavolo degli Slytherin.

Qualche istante dopo un ragazzo non molto alto, dai capelli lunghi sino alle spalle, un volto dai lineamenti dritti e regolari su cui spiccavano due freddi occhi color dell’anatema che uccide, dal colorito pallido quasi malaticcio.

Eccolo qui, il grande Harry Potter.

Al suo fianco la ormai sempre presente figura di una ragazzina dai lunghi e ricci capelli biondo scuro e i grandi occhi azzurro slavato, doveva trattarsi di Luna Lovegood.

Dai racconti di Draco sapevo che erano legati tramite un antico rito druidico, erano praticamente due fratelli di magia.

-Harry Potter è un piascere conoscerti finolmonte -, dico, forzando grandemente il mio accento.

-Le plaisir est à moi, Miss Delacour -, disse in un perfetto francese lasciandomi stupita. -Je vous souhaite la bienvenue à Poudlard J'espère que vous voulez vous joindre à moi après le dîner pour une promenade autour du lac, je suppose que vous avez beaucoup de questions à me poser -.

Quel ragazzo si era praticamente offerto a me su un piatto d’argento. Dopo cena l’avrei messo sotto torchio durante quella passeggiata.

Quando tutti gli studenti furono entrati nella Sala e si furono sistemati ai tavoli delle loro Case, gli insegnanti entrarono, raggiunsero in fila il tavolo più alto e si sedettero.

-Buona sera, signore e signori, fantasmi e, soprattutto, ospiti -, disse Dumbledore rivolgendo un gran sorriso agli studenti. -E’ un grande piacere per me avervi qui a Hogwarts. Spero e confido che la vostra permanenza qui sarà tanto comoda quanto piacevole. Il Torneo verrà ufficialmente inaugurato alla fine del banchetto -, continuò. -Ora vi invito tutti a mangiare, bere e a fare come se foste a casa vostra! -.

Sedette e vidi che Karkaroff si curvò subito verso di lui per intavolare una conversazione.

I piatti davanti a loro si riempirono di cibo e con mia grande sorpresa vi erano anche piatti tipici della Francia e alcuni anche delle terre fredde da cui venivano gli studenti di Durmstrang.

-Indovinate? Sono riuscito a farmi rispondere dal Dipartimento Pubbliche relazioni del Ministero -, disse improvvisamente un ragazzo, rompendo lo strano silenzio che si era andato a creare sulla tavolata rispetto al resto della Sala, così chiassosa e vivace.

Il ragazzo in questione doveva essere del quarto-quinto anno, probabilmente. Aveva i capelli ricci e neri e gli occhi color nocciola.

-A quale delle innumerevoli lettere hanno risposto, Pat? -, domandò un ragazzo seduto di fronte al ragazzo che aveva parlato, questo invece aveva i capelli biondo-rossiccio e gli occhi verde scuro.

-Quella in cui chiedevo maggiori informazioni sui nuovi incantesimi di difesa che il Ministero della Magia sta studiando -, rispose Pat.

-E cosa ti hanno risposto? -, domandò Harry lanciandogli una breve occhiata.

Pat fece una smorfia, -Mi hanno accusato di spionaggio e di voler vendere le loro ricerche ad agenzie private. E che avrebbero indagato a fondo su come io fossi riuscito a scoprire dei nuovi incantesimi -.

Molti degli studenti iniziarono a ridere, scuotendo il capo e commentando.

-Quelli del ministero non si smentiscono mai -, disse una bella morettina dai tratti orientali seduta accanto a Luna. -Come possono pensare che uno studente di quindici anni possa in qualche modo averli spiati? -.

-Infatti sappiamo tutti che si fanno prendere per il culo da uno di quattordici anni -, rise un bel ragazzo dai capelli scuri e gli occhi azzurri. -Vero Harry? -.

Altre risate si allargarono tra gli studenti mentre Harry sorridendo leggermente si portava alla bocca il calice ricolmo di succo di zucca, prendendone alcuni sorsi.

-Va bene, basta stupidaggini -, disse Harry. -Pat fatti aiutare da Luna a rispondere a quelli del Ministero. Avrà sicuramente delle ottime argomentazioni che manderanno in pallore quegli idioti -.

-Dopo cena, che ne dici Luna? -, disse Pat facendo un sorriso a Luna.

-Potremmo chiedere loro se sanno qualcosa sui… -, si picchietto sul mento, prima di sorridere ampiamente. -…Rompicanti. Oh, Pat, vedrai verrà fuori una lettera completamente folle, un po’ come me -.

-Oh, dolcezza, tu non sei folle -, disse Pat sorridendo. -Sei semplicemente fantastica -.

L’argomento cadde così e passarono a discutere sui nuovi studi che il professor Frickmar, mago tedesco, stava portando avanti sulle proprietà curative che poteva avere la Radice di Memolo, una tra le piante magiche più velenose esistenti nel nostro mondo.

Fu interessante discuterne con loro durante la cena. Avevano tutti idee differenti, argomentavano senza insultarsi e denigrare le idee degli altri, anzi erano più propensi a mettere in pratica le loro teorie per avere un quadro generale.

Colsi anche alcune conversazioni riguardanti alcune pozioni sperimentali falliti miseramente o addirittura esplosi e con ripercussioni per niente piacevoli, come il fatto che al momento le ragazze del secondo anno di Ravenclaw non potevano entrare nel loro dormitorio per via di un pestilenziale tanfo, costrette a dormire con le ragazzine del primo anno sino a quando non avessero trovato una soluzione per rimettere a posto la loro camerata.

Quando i piatti d’oro furono ripuliti, Dumbledore si alzò di nuovo. Una piacevole tensione parve diffondersi nella sala.

-Il momento è giusto -, disse Dumbledore, sorridendo al mare di visi rivolti verso il suo. -Il Torneo Tremaghi ha ufficialmente inizio -.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** capitolo 24 ***


storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

_-*-_

L'ULTIMO DONO DELLA MORTE
ventiquattresimo capitolo

_-*-_

Pov Hoglob

Per quanto noi Goblin disprezziamo i maghi per vari e validi motivi, alcuni di loro sono tollerabili.
Alcune femmine, come me, li trovano anche attraenti, sono i maghi che non trovano nulla di attraente in noi, reputandoci degli animali, sono pochi quelli che riuscivano a trovare attrazione in loro, bastava guardare il suo cugino di terzo grado, il mezzo mago Filius Filwitch, la sua prozia si era accoppiata con un mago di cui era invaghita e che a sua volta ricambiava il suo sentimento. La loro unione era stata ovviamente condannata dalla comunità magica, costringendo il mio prozio, Albert, a cercare asilo nella nostra comunità e a vivere con noi, sebbene si trovi decisamente più a suo agio con noi che con gli appartenenti della sua specie. Era diventato col tempo anche il responsabile di una filiale Gringott, cosa non concessa a tutti.
William Weasley lavora per noi ed è uno dei pochi maghi che ci tratta come suo pari. È un ottimo Spezzaincantesimi, ma a differenza degli altri suoi colleghi lui ha imparato la nostra lingua e le nostre tradizioni, le nostre usanze. 
Sa come bisogna rivolgersi in modo appropriato ai suoi superiori senza apparire un ridicolo leccaculo, farà sicuramente strada all’interno della Gringott raggiungendo probabilmente il livello più alto per uno Spezzaincantesimi, il Capo Goblin ha persino un occhio di riguardo per lui, cosa insolita. Oltre ad essere competente e professionale è anche un umano di bell’aspetto. 
Occhi celesti, un bel viso attraente, capelli lunghi e rossi spesso legati con una coda anche se alcuni ciuffi li lasciava liberi di cadere attorno al volto, orecchini fatti con zanne ed artigli, vestiti adeguati principalmente di pelle e rinforzati da incantesimi, che gli davano quell’aria da ribelle e dannatamente sexy.
Insomma aveva l’aspetto simile ad una rock star Babbana.
Per la prima volta dopo anni di servizio ha chiesto un favore a mio fratello, ma ammetto che ha usato abilmente anche il suo aspetto su di me per velocizzare la faccenda.
All’inizio ero stranita dalla sua richiesta, controllare i movimenti bancari della sua famiglia. Era una prassi comune tra le famiglie Purosangue di alto lignaggio, cercavano sempre un pretesto per accrescere i loro patrimoni, ma per una famiglia come quella di William mi sembrava insolito come cosa, ma ho voluto aiutarlo per via della reale preoccupazione che ho letto nei suoi chiari occhi.
Ho analizzato i conti della sua famiglia in modo dettagliato e approfondito venendo a scoprire diverse cose sconcertanti e che non sarebbero mai dovute accadere.
Quella famiglia ha rubato per anni dai conti Potter, le cifre di denaro sottratto dalle camere blindate dei Potter raggiungevano livelli mai visti. Nelle miei indagini ho trovato anche un falso contratto di matrimonio con la famiglia Potter, tra l’attuale capofamiglia e l’ultimogenita della famiglia Weasley, Ginevra, ed a quanto pare sua madre ed i suoi fratelli più piccoli sono sotto contratto con Dumbledore per qualcosa di illegale.
In più Molly Weasley non aveva mai avuto la disapprovazione della Prewett riguardo il suo matrimonio con un Weasley, anzi gli era stata versata come dote un’ingente somma con cui avrebbe dovuto vivere una vita agiata assieme alla famiglia che si sarebbe poi costruita. Non era l’erede della famiglia come aveva sempre sostenuto e i conti a cui aveva continuamente avuto accesso in quanto ultima Prewett con sangue magico in vita e che avrebbe dovuto gestire nell’eventualità che se suo cugino, un Magonò, avesse avuto un erede con sangue magico, cosa effettivamente successa, i conti sarebbero stati congedati e l’eredità sarebbe poi dovuta passare a Mafalda Prewett in quanto erede diretta della famiglia.
Mafalda era una strega Mezzosangue che frequentava una scuola minore in Galles, Ddewineath, in quanto per uno strano motivo non aveva ricevuto la lettera di Hogwarts, sebbene rientrasse nei suoi pieni diritti entrarvi, in quanto le rate scolastiche sarebbero state pagate con i conti Prewett, come lasciato scritto dal defunto Lord Prewett, bisnonno della giovane strega. 
Ma Molly Weasley non solo aveva svuotato in qualche modo i conti dei Prewett, facendo sparire il denaro, ma doveva aver avuto l’aiuto di qualche dipendente della Gringott. Qui la faccenda si faceva seria e delicata, ora.
In una situazione normale avremmo detto tutto al mago in modo distaccato, cercando di guadagnarci qualcosa, ma ora devo dirlo a William, un mago che rispettavo, dovevo dargli notizie pessime ed in più erano coinvolte altre famiglie.
Non solo la famiglia Potter, gravemente danneggiata la notizia avrebbe sicuramente fatto scandalo se fosse trapelata, ma anche la famiglia Prewett e la famiglia Malfoy, con cui erano ancora in faida a causa di un matrimonio andato a monte a causa proprio di un Weasley che aveva preferito scappare con una semplice mezzosangue piuttosto che mantenere fede al contratto che lo vincolava ad una giovane Malfoy, che per la vergogna e il dolore si era tolta la vita.
Erano cinquant’anni che i Weasley erano in faida con i Malfoy e risarcivano il contratto matrimoniale.
Entrare in faida con altre due famiglie, così importanti e antiche, avrebbe annientato completamente i Weasley sia economicamente che socialmente.
Con il mio faldone di informazioni avevo deciso di fare rapporto al mio diretto superiore, il Capo dei Goblin avrebbe sicuramente saputo come muoverci in questa delicata situazione, soprattutto perché probabilmente era l’unico che sarebbe riuscito a convincere lord Potter a non annientarci completamente dati i loro buoni rapporti.
Bussai alla porta del suo ufficio, prima di entrare in seguito all’invito ad accedere a quel luogo che non avevo mai visto da quando lavoravo per questa filiale.
-Hoglob! -, esclamò sorpreso di vedermi Ragnok.
-Abbiamo un problema, signore -, dico avvicinandomi alla scrivania e posando il mio faldone su di essa.
È bastato aprire sulla prima pagina, dove vi era un riassunto delle mie indagini, a fargli aggrottare la fronte.
-Chiama subito i responsabili di queste famiglie, Hoglob -, disse alzando lo sguardo scuro su di me. -Dobbiamo approfondire la faccenda e poi informare i diretti interessati di quanto accaduto -.
Mi congedo da Ragnok velocemente per risalire al nono piano dove vi è situato l’ufficio del responsabile della famiglia Potter, Ranfuk, che era passato al nono livello quando era diventato responsabile del patrimonio delle famiglie di cui era erede Harry Potter, e quello della famiglia Malfoy, Ottrek.
Sarei dovuta risalire sino al sesto livello per chiamare il responsabile della famiglia Prewett, Alerek, e sino al primo livello per quello della famiglia Weasley, Dewdrop, degradato assieme alla dilapidazione della fortuna di coloro che seguiva e costretto a seguire i conti minori di famiglie magiche. 
Non era mai successa nella storia della nostra comunità una cosa del genere, qualcuno era responsabile di tutti i pasticci della famiglia Weasley e quel qualcuno avrebbe pagato con la vita il suo tradimento ai Goblin.

Pov Tonks

Finalmente dopo mesi di accertamenti sul documento che Harry aveva costretto a far firmare la cara zia Bella, avevo accesso alla camera blindata dei Lestrange.
Grazie a ciò ora posso richiedere al Goblin che si occupava del patrimonio dei Lestrange di vietare l’accesso a tale camera a chiunque non sia io. Harry mi ha suggerito di farlo nel caso in cui, con lo scoppio della guerra, i miei zii riescano ad evadere a mettere mano di nuovo sulla loro fortuna.
Quando arrivo alla Gringott mi avvicinò allo sportello dei conti bancari, mi metto in fila e attendo il mio turno.
Dopo l’incontro con il responsabile voglio scendere subito nella mia nuova camera blindata per recuperare la Coppa di Hufflepuff e portarla il prima possibile a Harry e magari prelevare un po’ di denaro, visto che era mio ora, e fare un bel regalo ai miei genitori visto che ha breve è il loro anniversario.
Magari potrei regalargli quella crociera magica che avevano sempre sognato di fare, ma che a causa delle nostre restrizioni economiche non hanno mai potuto fare.
-Avanti un altro -.
Mi avvicinò al bancone, -Buon pomeriggio -, salutò il Goblin. -Sono qui per vedere il responsabile del conto dei Lestrange -.
-Lei è…? -, domandò il Goblin.
-Nymphadora Tonks, nipote di Lord e Lady Lestrange e attuale erede della fortuna Lestrange -, dissi porgendo al Goblin il documento che mi attestava come erede dei coniugi Lestrange.
Il Goblin diede una lettura veloce al documento prima di posarlo su una Pietra di Autenticazione.
-Molto bene, signorina Tonks -, disse il Goblin riporgendomi il documento, -Il Responsabile Dagan può riceverla anche subito, attraversi quella porta e prenda l’ascensore centrale la condurrà al nono piano dove troverà l’ufficio del suo nuovo Responsabile bancario -.
-La ringrazio -, dissi allontanandomi verso la porta indicata, uno dei Goblin a guardia delle porte me l’apri lasciandomi passare, mi ritrovai in una stanza con tre ascensori, mi diressi verso quello centrale dove un altro Goblin mi fece entrare.
Scesi sino al nono piano dove erano presenti una dozzina di porte su cui vi erano presenti targhette d’ottone che recitavano il nome del Responsabile del conto Bancario, seguito da quello delle famiglie di cui si occupava.
Il Responsabile Dagan si occupava oltre del conto dei Lestrange anche di quello dei Nott, Zabini e Parkinson.
Bussai alla porta e attesi.
-Avanti! -.
Entrai nell’ufficio di media grandezza dove vi era presente Dagan, il Goblin responsabile, seduto dietro la sua scrivania.
-Ah, Miss Tonks, benvenuta -, disse Dagan alzandosi dalla sua poltrona e invitandomi a sedermi con un cenno.
-Responsabile Dagan -, salutai accomodandomi e ricordando i consigli che Harry mi aveva dato per affrontare quell’incontro, -Immagino che lei voglia seguire le dovute procedute per assicurarsi che il documento in mio possesso sia autentico -.
-Non vi è bisogno -, disse Dagan. -Lord Potter, vostro protettore, mi ha inviato una lettera e una copia del documento firmato dai coniugi Lestrange. Abbiamo avuto tutto il tempo per fare i dovuti controlli. Mi dica cosa ha intenzione di fare in questo momento? -.
-Vorrei accedere alla Camera Blindata personale di Madame Lestrange -, dissi. -Vorrei prelevare un oggetto in essa custodito e una piccola quantità d’oro. Oltre ciò vorrei che fosse vietato ai miei zii, Bellatrix e Rodolphous di accedervi nel caso in cui riuscissero ad uscire di prigione, ma soprattutto vorrei sapere se è possibile impedire a Lord Rebastan Lestrange di avervi accesso -.
-Possiamo farlo -, disse Dagan. -Costerà un po’ però preparare tali documenti, milady -.
-Prenda il denaro necessario per fare ciò dalle camere blindate -, dissi. -Se fosse possibile vorrei avere anche una copia dei movimenti e dei resoconti dei conti dei Lestrange -.
-Certamente -, disse Dagan con un cenno. -Ora verrà accompagnata alla camera personale di Madame Lestrange dove potrà prelevare l’oggetto interessato e il denaro. Per quando tornerà i documenti saranno pronti -.
-La ringrazio, Mastro Dagan -, dissi alzandomi e lasciandomi condurre fuori dal suo ufficio dal giovane Goblin che mi avrebbe condotto sino alla camera blindata.
Un’ora dopo uscivo dalla Gringott. La Coppa di Hufflepuff al sicuro in un sacchetto incantato da Harry per impedire che la magia oscura di cui era impregnata per non danneggiarmi, al sicuro in una tasca interna del mio mantello, e sotto braccio avevo le copie dei documenti che avevo richiesto.
Avevo prelevato molto più oro di quanto avevo messo in conto, decidendo che avrei regalato la crociera magica di tre mesi intorno al mondo ai miei genitori e con il resto avrei ammobiliato l’appartamento in Oxford Street, qui a Diagon Alley, una delle proprietà dei Lestrange dove mi sarei trasferita dopo la partenza dei miei genitori per la crociera.
Prima di dirigermi a Hogsmeade dove avevo appuntamento con Harry per consegnargli la Coppa, entrai nell’agenzia viaggi magici PiumeLibere, per prenotare una cabina matrimoniale in prima classe e organizzare nei minimi dettagli il viaggio dopo di che con i biglietti in tasca mi Smaterializzai nel piccolo villaggio magico.
Essendo domenica Hogsmeade era invasa di studenti di Hogwarts, ma anche dagli studenti di Durmstrang e di Delacour.
Avevo appuntamento con Harry alla Stamberga Strillante, lontani dalla confusione che portavano le visite studentesche.
Trovai Harry seduto su un grosso masso con l’aria decisamente più trasandata del solito.
-Da quando fumi, Harry? -, domandai sconvolta.
Harry si voltò a guardarmi, sorridendomi sghembo, -Non fumo, Dora -, rise mostrandomi una specie di pipetta, infondo aveva un’ampollina ripiena di liquido. -È una pozione calmante, una mia variante, posso inalarla più volte al giorno rispetto alla forma liquida che se presa in quantità eccessive procura diversi danni -.
-Pozione calmante? -, domandai incuriosita avvicinandomi. -Come mai? -.
-Eh…io e Draco abbiamo dei problemi, diciamo, e questa mi aiuta a rimanere calmo e a non dare di matto -, spiegò prendendo un’altra boccata di quella pozione.
Decido di sorvolare su questo fatto, -Ecco qui la Coppa di Hufflepuff -, dissi porgendogliela.
-Grazie, Dora -, disse prendendola e lasciandola scivolare all’interno delle falde del suo mantello. -Come anno le lezioni alla sede dei Cavalieri? -.
Mi sedetti al suo fianco, -Procedono bene. Passeremo alla Maledizione Crucio entro la fine del mese -.
-Bene. Molto bene -, annuì Harry prendendo una nuova boccata di pozione calmante. -Cedric sarà il nostro Campione per questo Torneo, sto muovendo i fili affinché tu e Evelyn veniate affidate alla protezione degli eventi -.
Ci sarebbe sicuramente riuscito a farle affidare dal Dipartimento Auror alla sorveglianza degli eventi perché Harry poteva fare tutto ciò che voleva e desiderava, come ci riuscisse era un mistero.
-Darò una festa a Villa Smeraldo per l’ultimo dell’anno -, disse Harry improvvisamente. -Sarà un grande evento per allora sarò emancipato e sai ciò cosa vuol dire? -.
-Che siederai nei seggi al Wizengamot e diverrai a tutti gli effetti Lord Potter Paverell Baskerville Fleamont -, dissi guardandolo negli occhi. -Sirius e Remus cosa dicono? -.
Harry sospirò, -Non sono sciocchi sanno che non sono un ragazzino di quattordici anni normale, ma preferiscono non vedere le mie stranezze e rendere le mie giornate con loro il più normale possibile -.
-Mi dirai mai la verità Harry? -, domandai.
Perché sapevo che c’era qualcosa che stava nascondendo a tutti noi, qualcosa che lo dilaniava internamente, che lo uccideva.
Lo vedevo boccheggiare, anche se non realmente, era come se affogasse e se qualcuno non l’avesse tratto in salvo l’avremmo perso per sempre.
-Un giorno -, disse prendendo un’altra boccata di pozione.

Pov Draco

Questo era il primo incontro dei Cavalieri a cui avrebbero partecipato anche Fleur e Viktor.
Mi domandavo cosa avesse in mente Harry per questo incontro a cui erano presenti tutti i Cavalieri, persino quelli che avevano finito gli studi erano presenti.
Erano entrati di nascosto da uno dei passaggi segreti presenti nel castello per assistere a quell’incontro.
La porta finalmente si aprì e comparve Graham, che si fermò stranito sull’uscio della stanza nel vedere tutti i Cavalieri presenti, -Che ci fate tutti qui? -, domandò, chiudendosi la porta alle spalle.
-È la prima riunione con noi per Fleur e Viktor -, disse Tonks sorridendo dal suo posto. -Che cos’ha in mente Harry per questa occasione? -, domandò.
-Niente -, disse Graham lanciandoci un’occhiataccia storta. -Harry ha lasciato il castello mezz’ora fa -.
-E dov’è andato? -, domandai senza riuscire a trattenermi.
-Non ne ho idea-, mi risponde Graham, passandosi una mano tra i capelli.
Non sarebbe venuto a questo incontro. Era il quarto incontro che saltava per andare chi sa dove, cercai lo sguardo di Luna ma lei mi evitò accuratamente, come succedeva da quando ci eravamo lascati.
Luna sicuramente mi incolpava di tutto senza sapere la verità, senza sapere che era sua la colpa di tutto.
Lui non solo aveva mentito a me, ma mentiva continuamente a tutti quanti.
Non era chi diceva di essere. Più volte mi ero chiesto come sarebbe il vero Harry, quello che non era stato sostituito da quell’Harry distrutto e sofferente.
Lo avrebbe amato? Non lo sapeva.
Sarebbe stato tormentato e avrebbe avuto attacchi di rabbia o sarebbe stato allegro e solare? Non sapeva nemmeno questo.
Non sapeva nulla e non avrebbe mai saputo nulla di quell’Harry, perché era morto e non sarebbe mai tornato.
-Quindi dato che Harry è di nuovo chi sa dove a fare chi sa cosa, noi che facciamo? -, domandò Hermione rompendo il silenzio, creatosi.
-Io e Neville dobbiamo discutere di alcune questioni -, disse indicando l’altra ombra di Harry. -Voi fate ciò che vi pare -.
-Potremmo continuare con le lezioni… -, propose Cho, mordendosi il labbro inferiore.
-Senza la supervisione di Harry non facciamo nulla -, s’intromise Neville, prima di tornare a guardare Graham per iniziare a discutere tra di loro.
Mi passò una mano tra i capelli prima di alzarmi dal tavolo, imitato subito da Fleur che mi segue verso uno dei due caminetti enormi nella stanza, tocco con la punta della bacchetta della testa del tasso.
Il giardino è diventato il mio luogo preferito da quando io e Harry ci siamo lasciati.
-Questo posto è fantastico -, disse Fleur guardandosi attorno meravigliata.
-La ideata Harry -, dissi sedendomi sul prato in mezzo ai fiori dai colori variopinti. -La Stanza segue i voleri della persona e l’ha memorizza, basta passare tre volte davanti alla parete pensando intensamente a ciò di cui hai bisogno. Noi abbiamo bisogno di questo luogo per essere noi stessi -.
-Lo ami, vero? -, domandò Fleur guardandomi con dolcezza.
-Io… -.
Lo amavo? Solamente qualche tempo prima avrei saputo rispondere a quella domanda.
Avrei detto: si, io amo Harry.
Ma ora? Ora non sapevo che risposta dare a quella domanda non dopo quello che era successo proprio in quella stanza.
Fleur mi strinse la mano, -Non so quale sia il motivo per cui vi siate lasciati, ma Draco lui ti ama. L’ho capito grazie alla nostra passeggiata dell’altra sera quando parlava di te gli si illuminavano gli occhi -, le sue parole mi fecero stringere il cuore in una presa dolorosa. -Non so cosa vi abbia allontanati, ma so che siete destinati a stare assieme -.
-Non so se riuscirò a perdonarlo -, dissi con un filo di voce.
-Dai tempo al tempo -, mi disse con un sorriso.

Pov Harry

Ho continuato le lezioni ai cavalieri, Victor sa molte maledizioni oscure e mi ha aiutato molto, lui e Fleur hanno accettato di fare parte della nostra organizzazione, ci aiuteranno a promuovere le nostre idee.
Domani di scopriranno i camioni del torneo ma oggi tutte le studentesse di Hogwarts parlano solo di quello che è successo a pranzo:
La grifondoro Romilda Vane ha flirtato con me in sala grande, rendendo gelosi sia Draco che Ginny, Draco la aveva solo guardata male mentre Ginny aveva fatto una scenata di gelosia veramente spaventosa (arrivando ad urlare che lei e solo lei sarebbe stata Lady Potter) riuscivo chiaramente a leggere la rabbia nei loro volti, ovviamente ho respinto subito Vane, spero che non sia così stupida da provare a darmi una pozione d’amore come fece nel mio sesto anno scolastico della veccia vita, spero che la Weasley non mi dia pozioni d’amore come ha fatto nella mia vecchia vita, devo stare attento a quelle sue grifondoro.
È sera il coprifuoco è fra mezz’ora prendo corro verso un aula dismessa nelle segrete, la mappa dei malandrini indica che Draco è lì, appena entrò chiudo la porta alle mie spalle, lo raggiungo e lo bacio, mi è mancato così tanto il suo profumo e le sue labbra, Hella è una dea ma non è niente in confronto al mio amore, senza di lui mi sento solo, un mese e 3 settimane senza parlarmi ed ignorandomi, certo veniva alle riunioni dei cavalieri ma non era lo stesso che stare con me, non dovevo tenergli tutto segreto, lo ho fatto per proteggerlo era troppo piccolo e puro per questo -perdonami- dico - Draco perdonami per tutto, tu sei l’unico, l’unica cosa importante nella mia vita- lui piange ed io lo abbraccio, mi spinge via e scappa, resto li da solo tutta la notte solo alle 6 del mattino vado nel mio dormitorio per cambiarmi e prendere i libri, devo farci pace, Draco ora è cosciente di chi sono ed io non lo lascerò mai più all’oscuro dei miei piani. 
Non voglio perderedi nuovo il mio piccolo Draco, non è il mio vecchio Draco ma lo amougualmente, non posso vivere senza di lui, è laragione di questa mia seconda vita.
Hella non potrà mai sostituire Draco per lui sarei disposto a tutto, se me lo chiedesse mi schiererei con Voldemort o Dumbledore,ucciderei, tornerei ad Azaban... farei di tutto per farlo felice.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** 25 ***


Capitolo Venticinque

Cedric Pov

Il giorno tanto atteso era finalmente arrivato.
Dopo il banchetto di Halloween ci sarebbe stata la cerimonia per l’estrazione dei nomi dei Campioni del Torneo.
Dire che ero nervoso era poco.
Per tutto il giorno non ero riuscito a concentrarmi, continuavo a pensare a quella sera e alla cerimonia.
E ora che finalmente mi trovavo in Sala Grande non riuscivo a mangiare nulla del buonissimo banchetto, avevo lo stomaco completamente chiuso.
Lanciai uno sguardo verso il tavolo di Ravenclaw incrociando quello della mia splendida fidanzata.
Cho sedeva alla sinistra di Harry quella sera, mi sorrise dolcemente prima di tornare a chiacchierare con i suoi compagni di dormitorio. Il suo sorriso ebbe il potere di calmarmi almeno sino a quando non posai lo sguardo su Harry.
L’idea di deluderlo mi terrorizzava. Harry mi aveva dato molta fiducia scegliendomi come candidato per il Torneo Tremaghi.
Finalmente i piatti d’oro tornano immacolati come in origine; il rumore nella Sala crebbe bruscamente e scomparve quasi all’istante quando Dumbledore si alzò. Ai suoi lati, il professor Karkaroff e Madame Maxime sembravano tesi e ansiosi come chiunque altro. Ludo Bagman sorrideva e strizzava l’occhio a parecchi studenti. Il signor Crouch, invece, sembrava piuttosto indifferente, quasi annoiato.
-Bene, il Calice è quasi pronto a prendere le sue decisioni -, annunciò Dumbledore. -Ritengo che abbia bisogno di un altro minuto. Ora, prego i campioni che verranno chiamati di venire da questa parte della Sala, passare davanti al tavolo degli insegnanti ed entrare nella stanza accanto -, e indicò la porta dietro il tavolo, -dove riceveranno le prime istruzioni –
Estrasse la bacchetta e tracciò un ampio gesto; tutte le candele tranne quelle all’interno delle zucche intagliate si spensero all’istante, sprofondando la Sala nella semioscurità. Il Calice di Fuoco ora splendeva più luminoso che mai, e lo sfavillio bianco e bluastro delle fiamme era quasi doloroso allo sguardo.
Tutti lo fissavamo, in attesa…qualcuno continuava a controllare l’orologio…
Le fiamme ridiventarono rosse all’improvviso. Dall’interno del Calice si sprigionarono scintille. Un attimo dopo, una lingua di fuoco dardeggiò nell’aria, un pezzetto di pergamena bruciato ne volò fuori…tutta la sala trattenne il respiro.
Dumbledore afferrò il foglietto e lo tenne in mano col braccio teso, in modo da poter leggere alla luce delle fiamme, che erano tornare di un bianco bluastro.
-Il campione di Durmstrang -, lesse con voce forte e chiara, -è Viktor Krum –
Mi unii agli applausi nella sala. Ero contento che Viktor fosse stato scelto, era un mago di talento e si meritava di partecipare a tale competizione.
I battimani e i commenti si spensero. L’attenzione si concentrò di nuovo sul Calice, che qualche istante dopo tornò a farsi rosso. Un secondo foglietto di pergamena ne schizzò fuori, sospinto dalle fiamme.
-Il campione di Beauxbatons -, annunciò Dumbledore. -è Fleur Delacour-.
Fleur si alzò dal tavolo di Ravenclaw con eleganza, fece un sorrisetto irrisorio a Harry, che scosse la testa ridendo, prima di veleggiare con grazia attraverso la stanza, sparendo anche lei dietro la porticina.
Il silenzio cadde di nuovo, mi sporsi in avanti sulla mia panca, nervoso come poche volte ero stato in vita mia.
E il Calice di Fuoco divenne ancora una volta rosso; scintille ne piovvero fuori; la lingua di fuoco scattò alta nell’aria, e dalla sua punta Dumbledore prese il terzo pezzetto di pergamena.
-Il campione di Hogwarts-, trattenni il fiato. -è Cedric Diggory -.
Sgranai gli occhi udendo il mio nome rimbombare per la Sala Grande.
Non riesco a credere di essere il campione, appena il mio nome è stato estratto tutti i cavalieri hanno applaudito con entusiasmo, i miei compagni Hufflepuff erano entusiasti, il più esuberante è stato Wayne Hopkins era saltato in piedi urlando di gioia appena ha sentito il mio nome.
Stordito guardo verso Cho, mi sorride e mi banda un bacio volante, ricambio.
So che stanotte festeggeremo, il suo sguardo carico di desiderio me lo conferma. Probabilmente ha in mente qualcosa di dannatamente eccitante per me.
Mentre mi alzò dalla panca, vedo anche il secondo anno della mia casa Michael Montblack(non so perché ma Harry sembra odiarlo) molto eccitato, saltella su e giù, urlando. Passando per raggiungere la saletta appartata vengo riempito di pacche sulla schiena, di congratulazioni.
Prima di sparire oltre la porta incrociò lo sguardo di Harry, mi fa un cenno del capo, e a me basta per raggiungere i miei amici e da ora anche rivali in questa competizione magica.

Hermione Pov

È passato appena un giorno da quando i nomi dei Campioni sono stati annunciati.
Harry ha già iniziato ad addestrare Cedric, lasciando che siano Neville e Graham a supervisionare le nostre lezioni sulle Imperdonabili, e per questo lo si vede ancora meno in giro per la scuola. 
Ogni attimo libero lo dedica a Cedric, che è ben intenzionato a battere sia Fleur che Viktor.
Ho deciso di aiutare Harry con le gemelle Carrow con cui non ha fatto molti progressi da quando siamo a scuola a causa della sua rottura con Draco. So che vuole accoglierle fra i Cavalieri e che hanno del potenziale nascosto per questo ho deciso di avvicinarle e di farmele amiche.
So che non sarà per niente facile, ma ho dalla mia parte George, Fred e Viktor, che si sono offerti di aiutarmi.
Al momento le gemelle sono sedute al loro tavolo in Sala Grande, chiacchierano tranquillamente con Tracy Davis e Lillian Moon, le uniche due persone che non le maltrattano all’interno della loro casa, assieme ai Cavalieri.
Non ho idea di come approcciarmi a loro. Sposto lo sguardo sui tre ragazzi cercando in loro un qualche aiuto.
Emetto un sospiro, -George hai qualche idea? -, sussurrò verso il mio fidanzato.
George alza lo sguardo verso il soffitto, riflettendo, prima di illuminarsi.
-Grattastinchi! -, esclama.
-Cosa c’entra il malefico gatto di Hermione? -, chiese Fred beccandosi una mia occhiataccia.
-Flora adora i gatti -, disse George come se fosse una cosa ovvia. -Usalo per avvicinarti -.
Non avevo pensato a questo, guardo il mio gatto, seduto sulle mie ginocchia e intento a fissarmi con i suoi occhi sin troppo intelligenti, -Puoi fare questo per me, Grattastinchi? In cambio ti prometto un grosso e succulento topo -, dico grattandogli dietro le orecchie.
Grattastinchi fa le fusa al mio tocco, prima di saltare già dalle mie gambe e dirigersi verso le gemelle con passo lento, la coda arancione oscilla dietro di lui.
-Mai visto un gatto più vanitoso di quello -, borbotta Viktor facendomi ridere piano.
Devo dargli ragione però Grattastinchi è un gatto particolare. Estremamente intelligente capisce tutto quello che gli dico, il suo aspetto bruttino inganna molti, che lo sottovalutano molto, oltre ad essere piuttosto vanitoso.
Vedo il mio gattone saltare in grembo di Flora, il cui volto esprime sorpresa. La vedo sorridere piano, prima di iniziare a carezzarlo dietro le orecchie, trovando subito il suo punto debole.
È allora che mi alzo dal mio tavolo e mi avvicinò a loro, -Grattastinchi, cattivo, non disturbare le ragazze -, lo riproverò fintamente arrabbiata. -Mi dispiace che vi abbia disturbato -, dico poi rivolgendomi alle gemelle, le altre due Slytherin si sono appena allontanate dandomi grande margine di manovra.
-Nessun disturbo, Granger -, dice Flora continuando a coccolare Grattastinchi. -Ha giudicare dal muso e dalle zampe deduco che ne abbia passate di tutti i colori questo micione -, mormora osservandolo. -Chi sa quante cose racconteresti se solo potessi parlare… -.
-Apparteneva ai genitori di Harry -, dico sorridendo al mio gatto. Quando Harry l’hanno precedente me lo aveva dato, raccontandomi della sua storia, gli avevo promesso che lo avrei amato e accudito nel migliore dei modi dato che lui non poteva occuparsene. -Era lì quella notte. Harry mi ha raccontato che ha provato a difenderlo da Voi-Sapete-Chi è stato colpito da alcuni incantesimi che gli hanno dato questo aspetto –
Grattastinchi miagola sentendo il nome di Harry. Nonostante viva con me da oltre un anno continua ad avere una predilezione per Harry e ogni volta che ne ha l’occasione si infila nel dormitorio di Ravenclaw.
-Sei un gatto molto coraggioso, Grattastinchi -, disse Flora sorridendo.
-Granger, senti noi vorremmo parlare con Harry ma ultimamente sembra impossibile trovarlo -, borbotta improvvisamente Hestia attirando la mia attenzione su di lei.
-Ha avuto qualche problema con… -.
-Malfoy -, dicono all’unisono.
-Sappiamo che si sono lasciati… -, fa Hestia.
-Sinceramente non c’è uno studente che non lo sappia -, le fa eco Flora.
-Potete dire a me se volete -, dico sedendomi di fronte a loro. -Posso aiutarvi, anzi possiamo -, dico facendo cenno ai gemelli Weasley e a Viktor di avvicinarsi a noi. 
Le gemelle si scambiando uno sguardo d’intesa priva di voltarsi verso di noi di nuovo.
-Vi daremo il beneficio del dubbio -, dice Hestia. -Dovete aiutarci con i nostri compagni -.
-Siamo stufe dei loro scherzi crudeli -, mormora Flora lo sguardo lucido per le lacrime costretta a trattenere. -Vogliamo vivere i nostri anni scolastici in tranquillità -.
-Lasciate fare a noi -, dice Fred ghignando. -Dovete solo indicarci i piccoli bastardelli che vi hanno fatto del male e al resto penseremo noi, vero George, Viktor? -.
George annuisce, -Tra amici ci si aiuta -, ha aggiunto e quelle semplici parole colpiscono molto le gemelle.

Dumbledore Pov

Un altro dei miei piani è fallito.
Non so come ma Harry Potter non è stato sorteggiato dal Calice di Fuoco, mi toccherà agire in modo differente da questo momento in poi. Devo fare in modo che si avvicini a me, che cerchi conforto nella mia persona, ma col passare del tempo sembra essere sempre più lontana come prospettiva, nonostante ciò non ho intenzione di arrendermi.
Siedo nel mio ufficio assieme ai miei colleghi presidi. Stiamo discutendo sulle prove che i Campioni dovranno affrontare, rivedendo i protocolli di sicurezza, tra qualche giorno arriveranno le squadre Auror che sono addette alla supervisione dell’evento in modo che vada tutto per il meglio.
-Avrei un’idea -, dico improvvisamente attirando gli sguardi dei miei colleghi. -Pensavo di rendere questo Torneo ancora più interessante con alcune prove a sorpresa -.
-Ammetto che la cosa mi stuzzica -, disse Karkaroff arricciandosi il pizzetto con le dita. -Cosa avevi in mente, Albus? -.
-Ovviamente saranno prove di cui i Campioni non sapranno nulla, saranno totalmente impreparati e ignari di quanto accadrà -, dissi mentre un leggero sorriso si affacciava sul mio volto. -Le prove principali sono state scelte dal Ministero della Magia, ma vorrei che noi tre ne pensassimo a tre secondarie -.
-Ho già in monte qualcosa -, disse Madame Maxime pensosa. -Se fosce possibile inizierei io con la mia prova, prima della Prova Principale con i Draghi -.
-Certamente. Per la mia prova ho bisogno di tempo per organizzarla, diciamo che potrei farla a metà tra la prima e la seconda prova -, dico sorridendo, mentre nella mia mente si fa a formare un piano specifico.
-Allora io prenderò la terza e ultima prova -, dice Igor. -Tra la seconda e la terza prova -.
Annuisco, -Molto bene. Allora cari colleghi direi di ritirarci e di riflettere appieno sulle nostre prove, ci incontreremo tra una settimana per ascoltare l’idea di Madame Maxime e per metterla in pratica -.
Karkaroff e Maxime si congedano e io rimango solo nel mio ufficio, per quanto mi è possibile dato che sono circondato da quadri ficcanaso, fortunatamente non possono parlare con nessuno riguardo le mie confidenze o probabilmente a quest’ora sarei rovinato e rinchiuso in qualche fetida cella di Azkaban. 

Bill Pov

Siamo all’inizio di novembre e sono tornato in Europa su richiesta di Hoglob.
La Goblin mi ha contattato per informarmi che le ricerche che le avevo chiesto di fare sono concluse.
Mi ha chiesto di incontrarla nella filiale della Gringott di Helenski in modo da facilitare tutti quanti durante questo incontro e per impedire che il Ministero Britannico si impicci in questa faccenda.
Sembra che saranno presenti anche mio zio Patrick e mio cugino Icicle, i quali vivono da molti anni qui. 
Entro nell’edificio. E molto più piccolo rispetto alle altre filiali che ho visitato, ma è comprensibile in quanto la comunità magica finlandese non è nemmeno un quarto di quella inglese. 
All’accettazione, a differenza delle altre banche dove si trovano solo Goblin, ci sono solo maghi e streghe altamente fidati che come me hanno fatto un giuramento presso il capo Goblin. La comunità magica finlandese è molto piccola, i Goblin sono quasi più delle parsone, ma per non perdere i loro guadagni hanno deciso di assumere maghi e streghe, oltre ciò i finlandesi dopo l’ultima guerra contro i Goblin non si fidavano a lasciare i soldi ad una banca interamente composta da loro.
Ad accogliermi arriva una ragazza asiatica con una divisa ed un tesserino identificativo come il mio, leggo che il suo nome è Maila Ogawa.
-Seuraa minua-, mi dice di seguirla nella sua lingua ed io rispondendo con solo un sorriso ed un cenno del capo faccio come mi ha detto. Conosco abbastanza bene le basi del finlandese da permettermi di comprendere quando mi parlano, tutti grazie a mio cugino, ma non sono in grado di parlarlo, per mia fortuna l’incontro sarà tutto nella mia lingua madre. 
Maila è una bella ragazza dai tratti asiatici, capelli nero corvino con riflessi blu/verde petrolio, occhi celesti/grigi e labbra carnose ma qualcosa in lei non sembra normale, la sua magia è strana. Mi concentro su di lei, espandendo la mia magia nella sua direzione, osservandola. Corrugo la fronte perché apparentemente sembra una strega normalissima, molto bella certo, ma del tutto normale, poi le vedo…
Bellissime e grandi ali si schiudono sulla sua schiena, invisibili ad occhio umano ma percepibili per chi ha una grande conoscenza della propria magia. Non ho mai visto nulla di più bello in vita mia.
Sono trasparenti e su di esse compaiono complicati disegni simmetrici, a seconda di come la luce le colpisce su di esse compare una variante di colori caldi. Non avrei mai creduto, in vita mia, di potermi imbattere in una Fata Reale.
Probabilmente se non fossi un bravo Spezzaincantesimi e non avessi lavorato per anni con antiche maledizioni e incantesimi perduti non mi sarei mai accorto della sua natura.
Le Fate Reali, a differenza delle piccole fate a cui noi maghi siamo abituati, sono creature magiche senzienti e dalla forma umana come le Veela, sono sempre femmine ed è un tratto recessivo, solo un centinaio di fate è stato registrato in tutta la storia dell’umanità, le più famose sono la ex signora oscura Morgana ed una fata italiana di nome Turchina a cui piaceva aiutare i Babbani, è anche finita nei loro racconti.
Le Fate Reali sono incredibilmente potenti ed hanno un incredibile affinità con la guarigione, i Goblin di sicuro lo sanno e l’hanno assunta per questo, non potevano lasciarsi sfuggire un’opportunità come questa.
Quando giungo nella stanza designata per questo incontro il mio sguardo si posa subito su mio zio Patrick.
Il suo aspetto è chiaramente trascurato. La barba rossiccia cresce incolta sul suo volto su cui vi appaiono profonde occhiaie, sotto i chiari occhi offuscati dal dolore.
Nonostante siano passati quindici anni non ha ancora superato la more della sua amata moglie, Helena Evie Nash-Welch, appartenente a una famiglia Purosangue minore, gli unici momenti in cui lo si vede ancora ridere è quando è completamente ubriaco e immerso nelle sue fantasie mentali.
Mio cugino siede ad una sedia di distanza dal padre, nel completo migliore che possiede, si guarda attorno curioso, sicuramente domandandosi il motivo della sua presenza in quell’incontro.
Infondo lui non è l’erede dei Weasley, certo è in linea di successione ma prima che possa ottenere il titolo, ormai inutile, di Lord Weasley dovremmo morire io e tutti i miei fratelli, e anche allora prima di lui ci sarebbe suo padre.
Poco dietro di loro noto una coppia di mezza età in abiti Babbani. Non sento nessuna traccia di magia da parte loro.
O sono talmente potenti da riuscire a nascondere completamente la loro magia o sono davvero dei semplici Babbani o dei Magonò.
L’uomo ha qualcosa di vagamente familiare, ma non riesco a collocarlo tra i miei ricordi.
Subito affianco a loro vi è un giovane mago, indossa un elegante completo e stringe tra le mani una valigetta nera. Se ben ricordo apparteneva a Ravenclaw, l’ho visto diverse volte durante i miei anni accademici. Subito accanto a lui vi è Sirius Black, è la prima volta che lo vedo da vicino, e non sembra particolarmente felice della situazione in generale come non lo è Lucius Malfoy, seduto poco distante.
Hoglob, la mia amica, è seduta assieme ad altri Goblin, maschi. Riconosco il vecchio Dewdrop, responsabile di noi Weasley, accanto a lui vi è un giovane Goblin, probabilmente un testimone dell’incontro. Subito dopo vengono due Goblin dall’aria molto importante e dato i loro abbigliamento sono responsabili di conti altrettanto importanti.
Il Goblin più anziano ha di fronte a se un gran numero di documenti, sicuramente autorizzazioni di più conti bancari, dalla targhetta leggo che si chiama Ranfuk.
Accanto a lui vi è Halfwit, come si legge dalla targhetta in goblinese, mi ricorda molto il Capo Ragnok e l’impiegato della banca Griphook, spero solo che non abbia lo stesso odio dei due nei confronti dei maghi.
Vedere così tante persone presenti in questo incontro non è un buon segno per me e per la mia famiglia.
Un ultimo Goblin entra subito dopo di me e appena si accomoda accanto a Hoglob lei inizia l’incontro senza mezzi termini
-Dunque, Signor Weasley, come da lei richiesto, ho esaminato i conti della sua famiglia e sono emerse parecchi elementi illegali compiuti dalla sua famiglia a discapito di altre famiglie, ecco perché la presenza di tutte queste persone, parti lese dalla sua famiglia -, passa quindi a presentare ognuno e a spiegare il motivo della loro presenza in questo incontro. -Il signor Steven O ‘Callaghan, studente di legge, ora affiancato dall’avvocato della Gringott Maila Ogawa, per rappresentare su esplicita richiesta il signor Harry James Potter-Fleamont-Baskerville-Peverell, con loro il padrino del signor Potter, Lord Sirius Orion Black, e il responsabile dei conti Ranfuk; poi troviamo i signori Claud Bret Prewett e sua moglie Eilidh NicEsus, che rappresentano loro figlia, l’attuale erede, Mafalda Elektra Prewett, il loro nuovo account manager Halfwit, Lord Lucius Abraxas Malfoy ed il responsabile dei suoi conti Ottrek; conoscerà già suo zio e suo cugino, Patrick e Icicle Weasley, ed il suo account manager Dewdrop, accanto a lui trova Got, giovane impiegato nella banca di Helenski in veste di testimone, io sono qui in veste di rappresentante della banca di Londra. Come sapete tutte le nostre banche sono unite sotto il dominio del re Goblin quindi un incontro in un altro paese per noi non è un problema, ho chiesto l’incontro qua, oltre che per facilitare i signori Weasley, per via del ministero britannico che cerca sempre di immischiarsi nei nostri affari, c’è una truffa in corso e alcune figure di spicco nella società britannica ed irlandese sono coinvolte -.
Sgrano gli occhi.
Famiglia Prewett? Ora ricordo chi è quell’uomo!
È il cugino di mia madre, il Magonò, deve essere lui perché della famiglia di mia madre solo loro sono ancora in vita, ma non mi spiego ancora perché sia qui, essendo privo di magia non ha alcun diritto sulla fortuna dei Prewett, mia madre né è l’erede in quanto unica persona magica ancora in vita.
Poi ancora perché c’è un rappresentate legale di Harry Potter? Cosa può aver mai fatto la mia famiglia all’Eroe del Mondo Magico?
Hoglob ricomincia a parlare, -Dalle mie indagini sono venuta a conoscenza di diverse questioni delicate. Sembra che Molly Weasley nata Prewett non sia l’erede della sua famiglia ma era responsabile della supervisione dei conti sino a quando suo cugino non avesse prodotto un erede magico, ossia Mafalda Prewett, ma grazie all’aiuto di persone importanti, tra cui Dumbledore, ha tenuto questo fatto nascosto e si è impadronita di tutta la fortuna familiare, per questo abbiamo cambiato l’account manager, il precedente responsabile, Alerek insieme alla guardia Lichfield, avevano ceduto alle offerte dei maghi tradendo noi Goblin, sono già stati processati adeguatamente secondo le nostre leggi -, fa una breve pausa in modo che tutti comprendano quanto appena detto. -Attualmente la famiglia Weasley deve 209 miliardi di galeoni ai Prewett, che è la somma totale del patrimonio lasciato dal precedente Lord Prewett alla giovane Lady Mafalda Prewett-, fa un’altra pausa guardando me e mio zio, entrambi stiamo impallidendo a quelle informazioni. -La questione diventa piuttosto delicata per la famiglia Potter, e le altre famiglie associate al giovane Potter. Sembra che ci sia un contratto magico illegale tra il signor Potter e la giovane Ginevra Molly Weasley, in più la sua famiglia ha rubato 50 mila galeoni al mese dalla famiglia Potter negli ultimi 12 anni, la sua famiglia deve rendere i soldi e pagare anche per il contratto illegale. Inoltre, la famiglia Weasley non ha ancora pagato i debiti alla famiglia Malfoy. Qualcuno ha qualcosa da aggiungere? -, inizia a girarmi la testa e vedo tutto nero, prima che me ne accorga sono svenuto per terra.
Fortunatamente vengo rianimato subito e l’incontro ricomincia, stavolta per sicurezza mi siedo fra mio zio e mio cugino.
Non ho la minima idea di dove la mia famiglia abbia messo tutti quei soldi, appartenente l’iscrizione a Hogwarts non abbiamo mai speso tanto, sempre vestiti e materiale usato, la casa cade a pezzi, io e Charlie diamo quasi tutti i nostri soldi alla famiglia… quindi quei soldi dove sono finiti? Devo parlare con mio fratello, devo informarlo di cosa ha combinato la nostra famiglia, spero solo che mamma non lo abbia già disconosciuto ufficialmente solo per i suoi gusti sessuali (cosa che minaccia di fare da quando lo ha buttato fuori di casa).
Il ragazzo che rappresenta Harry Potter parla, -Eravamo a conoscenza dei furti e del contratto illegale, avevamo già informato il nostro account manager, purtroppo Dumbledore è coinvolto e tiene la famiglia Weasley sotto la sua protezione, sono quattro anni che ci muoviamo cautamente per portare i responsabili ad essere processati, incriminati ed a pagare tutto quello che hanno fatto, purtroppo il ministero della magia inglese è corrotto e Dumbledore è stato l’icona perfetta del bene per troppe generazioni, sino ad ora l’unica cosa che siamo riusciti a fare è annullare il contratto di matrimonio. Né il signor Dumbledore né la signora Weasley avevano l’autorità per farlo in quanto nessuno dei due era un tutore legale del mio cliente -, dice Steven con voce seria e tono professionale. -Oltre ciò il signor Potter è molto scontento di tutta questa faccenda e non ha la minima intenzione di annullare i debiti che la famiglia Weasley ha verso la sua persona. Pretende la restituzione di ogni bene entrò giugno se ciò non dovesse accadere è pronto a dare inizio ad una faida tra le famiglie da lui rappresentate e la famiglia Weasley -.
-E avranno anche l’appoggio della famiglia Black, dei Longbottom e dei Bones -, aggiunse Sirius Black, il quale tiene tra le mani alcuni documenti che attestano come veritiere le sue parole. Tutti nel mondo magico sanno della grande alleanza tra i Potter, i Longbottom e i Bones.
Mio zio poi prende parola - Noi non eravamo informati, da quando mio fratello minore Bilius è morto, e mio padre Septimus è entrato in depressione morendo poche settimane dopo io e Arthur non parliamo più molto. Arthur è diventato il capo famiglia, sua moglie, Molly, controlla tutto il patrimonio, ha interrotto tutti i contatti con noi, che non siano il nostro annuale pagamento ha minacciato di diseredare mio figlio se non pagavo una somma di denaro variabile ogni anno -.
Sono inorridito da quello che mia madre ha fatto alla mia stessa famiglia.
-Zio Patrick non…non né sapevo nulla -, dico sconvolto guardando quest’uomo distrutto.
-Non è colpa tua, ragazzo, ma di quella serpe di tua madre -, mormora zio Patrick
L’incontro procede ed i crimini commessi da mia madre sembrano accumularsi sempre di più come i soldi che dobbiamo a queste famiglie, spesso anche il nome di mio fratello Ronald viene nominato, coinvolto in qualche truffa ai danni di Harry Potter ma essendo ancora minorenne è tutelato dalle leggi e quindi non può pagare per i suoi crimini.
Come può un ragazzino di appena quattordici anni essersi macchiato di così tante cose orribili?

Alla fine di quell’incontro ho chiesto alla famiglia Prewett se mi fosse possibile incontrare Mafalda per poterle chiedere scusa per tutto il male che mia madre le ha causato. Ho seguito la famiglia Prewett fino la scuola Ddewineath in Galles.
La preside della piccola scuola, Abagail Beldam, è stata molto gentile ad accettarmi qui ed a invitarmi in un Sabbath celebrativo che terranno oggi doposcuola per riconciliarmi con mia cugina. Sono rimasto sorpreso di questo invito, sono davvero poche le persone oggi giorni che seguono ancora gli insegnamenti dell’Antica Religione.
Seduto su questa poltroncina aspetto che Mafalda venga accompagnata in presidenza dal suo professore di pozioni, difesa contro le arti oscure ed etnologia, Jacob Bane. La preside Beldam durante l’attesa mi ha spiegato che questa è una piccola scuola, il corpo docenti è composto solo da otto insegnanti, la preside ed un infermiere. La struttura ospitava un piccolo numero di studenti, solo 56 studenti. Studenti che non possono permettersi la retta scolastica di Hogwarts e per coloro che non possono e non vogliono stare lontani da casa per molti mesi, infatti gli studenti tornano alle loro dimore a fine giornata.
La scuola era un piccolo edificio in stile moderno Babbano, le aule erano attrezzate con tutto il necessario.
La preside era una donna anziana, aveva costruito ed aperto lei questa scuola per dare anche a chi non può permettersi Hogwarts di studiare, lei stessa non era stata in grado di frequentare la prestigiosa scuola per mancanza di fondi per questo aveva deciso di dedicare la sua vita all’insegnamento e ad aiutare quelle famiglie che non avevano abbastanza soldi da permettere ai loro figli di studiare a Hogwarts.
La preside Beldam è donna molto gentile e premurosa, la scuola accoglie purosangue e mezzosangue, purtroppo non ha i fondi necessari a rintracciare i Nati Babbani, che quindi frequentano Hogwarts.
Chiedo informazioni su Mafalda, - Mafalda è una brava ragazza, molto ambiziosa, studia molto, è una delle prime nella scuola, purtroppo ama il gossip ed inventare pettegolezzi, ha avuto diverse sanzioni disciplinari per questo comportamento, se fosse andata nella tua scuola sarebbe stata sicuramente Slytherin o Ravenclaw -, non so come reagire, praticamente la versione tredicenne di un incrocio tra mio fratello Percy e Rita Skeeter.
Finalmente la porta si apre e compare Mafalda.
È davvero minuta per avere tredici anni, se non sapessi la sua età gliene darei undici. I capelli sono biondo-rossiccio, ricci, e le incorniciano il viso delicato come quello di una bambola di porcellana.
Nascosti dietro un paio di occhiali da vista dalla montatura rosa acceso vi sono due grandi e curiosi occhi verde prato, circondati da lunghe ciglia.
Indossa abiti normali, una felpa viola con una stampa Babbana che non riconosco, e una gonna a balze nera, calzettoni a righe nere e viola e stivaletti marroni.
-Mafalda lui è Bill Weasley tuo cugino -, disse la preside Beldam. -È qui per parlare con te di alcune questioni. Vi lasciò soli così potete parlare -, dice uscendo dall’ufficio e lasciandoci soli.
-Mi dispiace -, dico e al suo sguardo confuso proseguo. -Credo che i tuoi genitori ti abbiano informato di quanto accaduto e del fatto che sei l’erede della famiglia Prewett -.
-Si me l’hanno detto -, risponde sistemandosi gli occhiali sul nasino alla francese.
-So che non potrò mai aggiustare il dolore che ti ha recato la mia famiglia, ma… -.
-La tua famiglia non mi ha fatto nulla. Non direttamente -, dice bloccandomi e osservandomi intensamente. -So che tua madre ha rubato dei soldi che mi appartenevano, ma sinceramente non sapevo nulla di ciò e non né ho sentito la mancanza. Mio padre spinge perché io vi denunci…-, deglutisco a quelle parole. -Ma non è qualcosa che farei mai -.
-Farò in modo che tutto ti venga restituito, Mafalda, anche se ancora non so come -, dico passandomi una mano tra i capelli.
-So che lo farai -, disse sorridendo ampiamente. -Per qualche strana ragione mi fido di te -.
Ricambio il sorriso. Non è decisamente come me l’ha descritta la preside, anzi è molto matura per la sua giovane età.
-Ora che abbiamo risolto -, dice afferrandomi per un braccio. -Raggiungiamo gli altri in cortile per la cerimonia di riconciliazione -, mi trascina fuori dallo studio. -E…Bill hai una ragazza? -, domanda sbattendo le lunghe ciglia e sorridendomi civettuola.
Scoppio a ridere, scuotendo il capo. No, la preside aveva assolutamente ragione su di lei.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** 26 ***


Capitolo Ventiseiesimo 

Harry Pov

Emetto un sospiro stanco.
Mi massaggio gli occhi, posando i documenti che mi sono stati spediti dalla Gringott qualche giorno fa.
Sembra che Molly Weasley e Dumbledore abbiano fatto più danni di quello che avevano preventivato durante la loro prima indagine. Non solo avevano sottratto del denaro dalla camera blindata della famiglia Potter, ma erano riusciti anche ad entrare nelle camere in cui erano custoditi oggetti pregiati della mia famiglia.
Erano stati sottratti gioielli, armi magiche, tomi di inestimabile valore, bacchette appartenente ai membri della mia famiglia da generazioni…
Nei prossimi giorni dovrò recarmi alla Gringott per discutere con il Capo della Filiale, Ragnok, riguardo a quanto accaduto. Ho anche appuntamento con Steven, che anche se non è ancora abilitato ad affrontare processi ha già in mano tutto quello che riguarda le mie attività, inoltre Charlie mi ha chiesto di incontrarlo alla sede dei Cavalieri probabilmente per parlare della situazione attuale con la sua famiglia.
E la situazione con Draco sembra non migliora. Ancora non vuole parlarmi e mi evita accuratamente.
Una cosa positiva è che ho trovato il modo di distruggere gli Horcrux senza distruggere i contenitori, ho già distrutto tutti quelli in mio possesso, manchiamo io e Nagini.
La festa a Villa Smeraldo sta occupando gran parte del mio tempo. Parteciperanno tutti i Cavalieri, ancora mi sembra strano che siamo arrivati a trenta persone, e tutti loro verranno con le loro famiglie ovviamente.
Inviterò diversi esponenti importanti della Società Magica, diversi politici e alleati raccolti durante questi anni.
Saranno presenti anche i vampiri italiani e i licantropi russi, li ho avvertiti per tempo delle reciproche presente.
Devo anche invitare i dipendenti della “Stardus Society-dipinti e ritratti magici di qualità” fondata dal mio prozio Artemius Fleamont, quelle persone lavorano per me ed io non ho la minima idea di chi siano;
La famiglia Sparks lavora per la mia azienda da generazioni, anzi sono gli unici che ci lavorano, attualmente ci sono 3 membri di quella famiglia:
Samuel Sylvester Sparks ha 30 anni, mezzosangue, è un artista che lavora con le mani, un pittore, è stato allievo della grande artista e pittrice magica Magenta Comstock; è sposato con una nata babbana, Rachel Atkins, da quattro anni ma non hanno figli.
Angus Aodh Sparks, fratello minore di Samuel, ha 19 anni, studia magia sperimentale per diventare indicibile, gli piace la musica rock e pop magica e Babbana, nonostante lo studio continuava a lavorare come ritrattista, è grande fan dei Weird Sisters, ed è anche il ragazzo del bassista del gruppo, il nato Babbano Donaghan Tremlett (avrei dovuto presentarlo a Tonks, sono il suo gruppo preferito, infatti porta i capelli come il cantante, Myron Wagtail, pure io adoro il gruppo e poi sono sempre meglio loro che il mezzo vampiro Lorcan d'Eath, cantante preferito di Hannah Abbot, ma a me la canzone “Adoro il tuo collo” fa rabbrividire).
Entrambi i fratelli avevano studiato a casa da insegnanti privati.
Rachel Sparks, nata Atkins, 35 anni, moglie di Samuel, specializzata nell’animare i ritratti, nata Babbana laureata a Hogwarts con voti molto alti è un ex membro del club d’arte ex Hunflepuff.
Ho invitato alla festa pure mio cugino, so che è un Babbano ma so che potrebbe avere figli magici ed è meglio introdurlo in questa società per evitare che diventi come zia Petunia, Dudley ha ricevuto un grande shock con la morte dei suoi genitori ed ora vive in affidamento, devo fargli capire che la magia non è il male come gli avevano insegnato gli zii, questa è l'occasione perfetta per avvicinarmi a mio cugino e fargli conoscere il mio mondo.
Quella sera tutto deve essere perfetto, niente deve rovinare quella serata così importante.
-Harry… -.
Sposto lo sguardo verso le scale che conducono ai dormitori. Luna è appena entrata in Sala Comune, avvolta nel suo pigiama giallo canarino, si avvicina alla poltrona in cui sono sprofondato.
-Cosa fai ancora sveglia a quest’ora? -, domandò sorridendole stancamente.
-Dovrei farti la stessa domanda -, ribatte Luna sedendosi sul pouf che è solita occupare quando passiamo le serate in Sala Comune. -Che succede Harry? Sento che sei preoccupato per qualcosa -, mi dice osservandomi con i suoi grandi occhi.
-Non è niente -, dissi. -I soliti piani hai miei danni da parte di Dumbledore -.
Luna assottigliò lo sguardo, -Spero che tu gliela faccia pagare presto per tutto il male che sta facendo in questo mondo -.
-Cosa senti, Luna? -, domando.
Per quanto io sia sensibile alla magia che ci circonda Luna in quanto Druida ha una connessione maggiore con la magia e se parla in questo modo vuol dire che ha percepito qualcosa.
-La magia ancora non si è ripresa da ciò che ha fatto Voldemort con la sua anima -, disse Luna, gli occhi che brillavano leggermente d’azzurro. -E qualcosa di oscuro sta per accadere, Harry, credo che quanto tu abbia predetto si avvererà alla fine di quest’anno. La guerra è vicina…forze oscure si muovono su entrambi i lati, devi essere pronto, recupera la Bacchetta di Sambuco prima che la guerra scoppi -.
-Come sai della Bacchetta? -, le domandò.
Mi sorride dolcemente, -Pensavi davvero che non fossi a conoscenza del tuo passato? -.
Rido, scuotendo il capo, -Da quando lo sai? -.
-Quando le miei visioni sono cambiate improvvisamente ho capito che qualcosa doveva aver interferito nel normale flusso degli eventi -, scrollò le spalle. -Un incantesimo specifico mi ha aiutato a vedere attraverso gli occhi della Luna dell’altra Dimensione, a vedere i suoi ricordi e a conoscere la tua storia a grandi linee -.
-E non hai paura di me e di ciò che voglio fare? -, chiesi.
-Harry sei mio fratello non potrei mai odiarti -, si sporge in avanti, abbracciandomi. -Anzi grazie per tutto quello che hai fatto per me in tutti questi anni -.
Quando ci separiamo la osservo, -Se non amassi Draco probabilmente ti avrei amato -.
-Anche io mi amerei se fossi in te -, rise tirandomi in piedi. -Andiamo a dormire che è meglio -.

Charlie Pov

Osservo con interesse i progetti che Harry mi ha inviato la settimana scorsa riguardo alla riserva naturale che ha intenzione di costruire. Secondo il suo progetto si tratta di un’area davvero enorme suddivisa in più sezioni per ospitare diverse specie magiche.
Seguendo i suoi appunti sembra che Harry abbia intenzione di usare lo stesso processo per la creazione di città magiche, situati in quelle che vengono chiamate in gergo tasche astrali.
Era un procedimento lungo e molto costoso, ma Harry aveva molto denaro e non aveva intenzione di rinunciarvi.
Avevo scoperto che si servivano permessi per una riserva naturale, una montagna di permessi per ogni specie che volevamo tenere al suo interni. Il Dipartimento Tutela e Cura delle Creature Magiche mi aveva gentilmente fornito una guida generale per quello che volevo fare, un libro enorme di più di mille pagine.
Fortunatamente Thomas mi avrebbe aiutato in questa impresa. Poter creare una riserva naturale di questa grandezza era un sogno che si realizzava per noi. 
Il suono del campanello risuona per l’appartamento, ma lo ignorò poiché so che Thomas andrà ad aprire.
Poco dopo sento la voce del mio compagno avvicinarsi al piccolo studio, che avevo creato nella seconda stanza presente nel nostro appartamento, mischiata a quella di mio fratello, Bill.
Accidenti! Mi ero completamente dimenticato dell’appuntamento con Bill.
-Ehi, fratellino! -, Bill entra nello studio salutandomi.
-Ciao Bill -, ricambiò il saluto con un sorriso, -Scusa il casino ma sto lavorando ad un progetto…-.
-Una riserva naturale? -, domanda leggendo un po’ gli appunti di Harry.
Annuisco, -Ho trovato la giusta persona per finanziare questo progetto. Faremo le cose in grande, per ora ci stiamo muovendo per ottenere tutti i permessi necessari, sarà un lavoro molto lungo -, dico riponendo tutte le carte nella sua cartella e arrotolando il progetto della riserva, -Forza andiamo, abbiamo appuntamento con Harry al TreManici di Scopa -.
Salutai Thomas prima di Smaterializzarmi con mio fratello al villaggio di Hogsmeade, ricolmo di studenti come ogni fine settimana. Ci avviamo verso il pub al centro della cittadina, senza parlare.
Quando entrammo non fui sorpreso di vedere Fred e George seduti al tavolo con Harry nell’angolo più remoto del locale, salutammo Rosmerta e raggiungemmo i tre ragazzi.
-Fred, George, cosa fate qui? -, domandò Bill.
-Riguarda anche noi, Bill -, disse George serio. -Ora siediti così possiamo iniziare -.
Sospirò prima di sedersi di fronte a Harry. Per mio fratello quella era la prima volta che incontrava Harry, a causa del suo lavoro negli ultimi anni era stato all’estero per lunghi periodi.
-Io…sono qui per scusarmi a nome della mia famiglia -, iniziò Bill. -Ciò che hanno fatto non ha giustificanti, ma ti supplico di non denunciarci, sarebbe la nostra rovina, ti garantisco che troverò il modo per restituirti tutto quanto -.
-Delle tue scuse non me né faccio nulla, Bill -, disse con calma Harry. -Al tuo posto dovrebbe esserci tuo padre essendo a capo della famiglia, ma sospetto che non sappia nulla dell’intera faccenda -.
Mio fratello fa una smorfia non aspettandosi tale risposta.
-No -, confermò abbassando il capo. -Se sapesse cosa ha fatto nostra madre morirebbe per il dolore e la vergogna -.
-L’affetto che però provo per i gemelli mi ha convinto a non denunciarvi -, Harry riprende attirando l’attenzione mia e di Bill su di sé. -Almeno per ora né ad aprire una faida tra le nostre famiglie. Ciò che voglio è la restituzione dei bene che mi sono stati sottratti e non sto parlando del denaro, ma di oggetti preziosi prelevati dalla camera personale di coloro che sono stati investiti del titolo di Lord Potter e dalla camera comune della famiglia. Vostra madre ha rubato gioielli dal valore inestimabile, oggetti preziosi che ci sono stati donati nel corso dei secoli da parsone influenti come Re Enrico VIII per non parlare delle bacchette di ogni membro della famiglia Potter -, ad ogni parola sembra alterarsi sempre più. -Avrei potuto sorvolare su tutto questo se non fosse che sono stati sottratti anche oggetti che appartenevano a mia madre. La sua bacchetta, una parure di diamanti e zaffiri che mia nonna, Euphemia, le aveva regalato il giorno del suo fidanzamento con mio padre, un medaglione appartenente da generazioni alla famiglia Evans, per non parlare del suo anello di fidanzamento che è appartenuto a tutte le Lady Potter -, getta sul tavolo alcune foto degli oggetti in questione. Sono foto che i Goblin fanno ad ogni oggetto di valore contenuto nelle camere blindate e che tengono poi nei loro fascicoli in modo da tenere un elenco sempre aggiornato degli oggetti.
Assieme agli oggetti appartenuti a Lily Potter si uniscono foto di libri, bacchette, gioielli, quadri e altri oggetti preziosi.
Saranno circa un centinaio le foto di oggetti rubati, oltre ovviamente alle cifre astronomiche di denaro sottratto dalla camera principale della famiglia Potter.
Mi agito nervosamente sulla sedia, incapace di stare fermo sotto lo sguardo furioso di Harry.
-Sistemerò tutto -, Bill parla, la sua voce non è sicura.
-Non puoi fare nulla attualmente -, dice Harry. -Non puoi costringere tua madre a rivelarti cosa ha fatto di tutto ciò che ha rubato a me e a tua cugina, Mafalda, solo tuo padre può in quanto Capo famiglia, ma non farà nulla contro tua madre -.
Bill abbassa il capo, mortificato.
-C’è un modo però per togliere il titolo di Lord Weasley a tuo padre -, dice Harry improvvisamente. -Ti aiuterò a sistemare tutti i casini di tua madre, ma tu dovrai ricoprire il ruolo di capofamiglia, Bill, salderò anche il debito che avete con i Malfoy in modo che una volta che questa storia sarà finita potrete riiniziare da capo. Essendo il primogenito però dovrai produrre un erede alla famiglia e per farlo devi sposare una Purosangue, la linea di sangue deve continuare -.
Stavo per intromettermi e dirgli che potevo farlo io al suo posto. Io avevo già un compagno, Thomas era un purosangue, e grazie alle pozioni esistenti avremmo potuto dar vita ad un erede per la famiglia Weasley, ma Bill mi precedette.
-Sono il maggiore ed è mio compito -, disse guardando me, Fred e George, che in tutto questo non avevano mai aperto bocca, rimanendo in silenzio per tutto il tempo. -Non voglio che paghiate per gli errori di nostra madre -.
-Bill noi non la vediamo in questo modo… -, disse Fred.
-Saremmo disposti a prendere tale compito -, aggiunse George.
-Nessuno di voi può farlo, se lo fate dovrete rinunciare ai vostri compagni attuali per sposare qualcuno che ristabilisca il vostro nome nella società -, Harry s’intromette nella conversazione. -L’idea migliore è che Bill sposi vostra cugina, Mafalda, che nonostante tutto è figlia di due Magonò appartenenti a due casate Purosangue piuttosto influenti nel nostro mondo di cui lei è attualmente erede in quanto ultimo erede magico in vita -.
Godric santissimo! Mafalda è poco più di una bambina e i suoi genitori non accetteranno mai questa cosa.
-Ovviamente non potrà entrare in possesso della sua eredità sino alla maggiore età e ovviamente non potrà sposarsi prima del suo quattordicesimo compleanno e anche allora servirà il permesso dei suoi genitori -, riprese Harry. -Sei ancora sicuro di volerlo fare, Bill? -.
Bill lanciò uno sguardo a me e hai gemelli. Vedevo in conflitto nel suo sguardo e non potevo biasimarlo, se avesse rifiutato mi sarei proposto io al suo posto.
-Si -, disse con sicurezza. -Cosa devo fare? -, chiese.
-Per prima cosa devi sposare Mafalda in questo modo annullerai automaticamente il debito che hai nei suoi confronti e non vi saranno più appigli per una denuncia o per l’inizio di una faida. Dopodiché dovremmo muoverci per farti diventare Lord Weasley, che farà di te il capofamiglia di tre antiche casate purosangue, ma non è questo il punto. Una volta diventato il capo della famiglia Weasley potrai obbligare tua madre a rivelarti ogni suo sporco segretuccio grazie a un simpatico incantesimo che veniva usato in passato dai capifamiglia per sapere se le mogli o le figlie erano infedeli o impure. Non potrà rifiutarsi di parlare, la magia dei tuoi antenati la costringerà a parlare…-.
Solo ora, mentre ascolto Harry parlare mi sono reso conto che questo era probabilmente il suo piano sin dall’inizio, probabilmente se l’era studiato dal momento in cui aveva saputo dell’esistenza di Mafalda.
Ci ha fregati per bene, porco Salzar!

Draco Pov

-Draco! -.
Mi voltò di scatto sentendomi chiamare.
Harry è lì a qualche metro di distanza da me, intento a colpire con ferocia la barriera magica che mi intrappola qui dentro, su questa pedana su cui solo qualche decina di minuti prima si stava svolgendo la prima prova supplementare.
Il suo sguardo è pieno di terrore e rabbia, cerca con ogni modo di abbattere questa barriera per raggiungermi, ma sembra che nemmeno lui con tutto il suo immenso potere possa fare nulla sta volta.
Attorno a lui gli studenti di muovono freneticamente, spaventati, così come gli insegnanti che urlano ordini per sovrastare gli studenti caduti nel panico.
Vedo Neville avvicinarsi a Harry, afferrarlo per un braccio nel tentativo di allentarlo forse, ma Harry lo scaccia malamente prima di tornare a guardarmi, i palmi premuti sulla barriera invisibile assieme alla fronte.
-Ehi, cucciolo, stai bene vero? -, mi dice chiaramente terrorizzato. 
Scuoto il capo incapace di proferire verbo. Mi guardo attorno brevemente, intravedo Cedric cercare di difendere Cho anche lei finita in questa barriera, il volto rigato di lacrime mentre si aggrappa alla divisa del fidanzato, lo sguardo ricolmo di terrore scivola su di me e sui nostri amici stranieri.
Viktor è inginocchiato accanto a Fleur, svenuta, sotto di lei si inizia ad aprire una pozza di rosso vermiglio.
Dovrei andare da lei, giusto? È la mia migliore amica ed è ferita.
-Draco… -, Harry mi richiama con urgenza, sposto lo sguardo verso di lui di nuovo.
Un cipiglio preoccupato invade il suo bel volto, mentre le lacrime scivolano dai suoi freddi occhi.
Perché piange? Non dovrebbe piangere.
Chi è stato a farlo piangere? 
Sento la testa pesante e il volto di Harry si fa sfocato, mentre macchie nere si formano davanti ai miei occhi.
Chiudo gli occhi quando un suono fastidioso raggiunge le mie orecchie e quando li riapro vedo Harry riuscire a sfondare la barriera magica, mi raggiunge in poco tempo e mi prende tra le sue braccia, ispirò il suo profumo che mi è mancato così tanto.
-Sei qui…-, sussurrò, sposto lo sguardo verso destra dove Hella sosta accanto a Harry, figura sempre presente nella sua vita, le sorrido lievemente perché è grazie a lei se lui è qui con me, ora.
Prima di scivolare nell’incoscienza mi chiedo come siamo arrivati a questo punto.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3492596