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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX ***
Capitolo 11: *** Capitolo X ***
Capitolo 12: *** Capitolo XI ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
Daniel
aspettò che tutti avessero preso posto nella stanza, poi
spense la luce e fece partire il proiettore.
« Dunque
» esordì « nella missione di
ricognizione su P5X-768, l’SG-4 ha ritrovato degli
interessanti
reperti e le rovine di un antico tempio che
recano scritte sia in
Antico che in Goa’uld -- ».
« Oddio, non
altre pietre!! Ultimamente non facciamo altro che
raccogliere sassi!!» esclamò esasperata una certa
voce
alle sue spalle.
Daniel
ignorò l’interruzione, spingendo forse con un
po’ troppa forza sul pulsante 'play' del proiettore,
e continuò: « -- segno che qui si sono
avvicendate entrambe
le razze ma che per una volta i Goa’uld non si sono occupati
di
distruggere ogni testimonianza del passato. Oltretutto,
l’SG-4
è entrata in contatto con la popolazione del pianeta. Questa
gente presenta le caratteristiche delle popolazioni del Sud America, e
in particolare di quella Inca » Daniel fece scorrere sia le
diapositive del pianeta sia del suo archivio personale continuando
« La popolazione però ha raccontato alla squadra
di essersi
ribellata al loro falso dio che aveva illuso i loro antenati portandoli
su quel pianeta e che da generazioni schiavizza la loro
gente…
recentemente hanno provato a ribellarsi, ma il Goa’uld ha
represso la rivolta con le armi e ha promesso di tornare e di
distruggerli ».
« Chi sarebbe
questo Goa’uld, dottor Jackson? Abbiamo
già avuto a che fare con lui? » chiese il generale
Hammond.
« No signore,
ma anche lui è uno di quelli che ci da la
caccia… si fa identificare con l’antico dio Inca
della
pioggia e del tuono, Apu Illapu ».
« Apoo che?
».
« Apu Illapu, Jack ».
« Ma Apoo non
è un personaggio dei Simpson? ».
Sam camuffò
una risata con un attacco di tosse, mentre Daniel alzò gli
occhi al cielo disperato.
« Comunque mentre di
solito Apu Illapu era rappresentato come un dio buono che si occupava
di far piovere sulle colture e che durante le tempeste si prodigava per
calmarle, qui il Goa’uld invece ha assunto le spoglie di un
dio
malvagio e vendicativo che non esita a punire i suoi fedeli se lo
offendono in qualche modo ».
L’archeologo
spense il proiettore e riaccese la luce, voltandosi verso i suoi
ascoltatori.
« Il punto
è » concluse « che ci hanno chiesto
di aiutarli e io sono a favore. Sono solo dei pacifici contadini e
vanno solo incontro ad un massacro ».
« Daniel,
capisco che tu abbia la vocazione del buon samaritano,
ma non possiamo trasferire continuamente gente da una parte
all’altra della galassia… non siamo
l’ufficio
collocamento! », disse O’Neill allungandosi sullo
schienale
della poltrona e portando le mani dietro la nuca.
« Jack,
aiutare questa popolazione - oltre a salvare delle vite
umane - ci fornirà anche
un’importantissima fonte di
studio per scoprire altri aspetti della perduta civiltà
Inca! » replicò Daniel con decisone sistemando i
fogli
sparsi sul tavolo.
« Io sono
d’accordo con Daniel. Oltre a salvare quelle
persone forse potremo trovare qualche congegno
Goa’uld…
molto probabilmente su quel pianeta è presente del
naquadah » si aggiunse Carter.
« Anche io
sono d’accordo con il dottor Jackson, O’Neill
» disse Teal’c.
« Generale?
» chiese Jack, che in realtà aveva già
perso le speranze.
« Io vi
suggerirei di andare sul pianeta con l’SG-4 e di
verificare voi stessi se sia il caso o meno di aiutare questa
gente » rispose Hammond alzandosi « Se siete
d’accordo, partirete fra un’ora ».
« Grazie
generale » sorrise Daniel tutto soddisfatto.
Mentre il generale
Hammond entrava nel suo ufficio, Jack si alzò dalla sua
poltrona sospirando.
« Forza
gente, ci aspetta un’altra eccitante missione di salvataggio!
».
« Avanti
signore, una volta eseguita questa missione avremo
diritto a ben un’intera settimana di riposo…
»
cercò di rincuorarlo Sam con un sorriso incoraggiante.
« Grazie
Carter, apprezzo questo tuo tentativo di sollevarmi il
morale… ma io speravo di cominciare le vacanze a partire da oggi ».
« Jack, ti ho
detto che quelle persone sono anche pescatori e che
vicino al villaggio c’è un lago piuttosto grande?
»
chiese Daniel ostentando noncuranza.
« Quando si
parte? ».
Mentre Teal’c
alzava un sopracciglio stupito, Sam e Daniel si lanciarono
un’occhiata sorridendo divertiti.
« Avanti
ragazzi, tutti nello spogliatoio!! Si parte!! »
disse Jack allegramente mentre usciva dalla sala briefing fischiettando
con le mani in tasca.
Continua…
27
gennaio 2009
Angolo dell'autrice!
Dunque, di certo non farò dei
prologhi esaltanti e coinvolgenti come quelli della Najara, ma questo
passa il convento! Anche il titolo... lo ammetto: ho aperto il
vocabolario a caso! [a dir la verità la prima parola che ho
trovato è stata "funebre" O_o]
Ho deciso di cimentarmi nuovamente
con una storia a capitoli, ma stavolta la faccenda è
più
rifinita e lavorata (ho già scritto fino al IV capitolo e il
V
è quasi finito °w°)... spero che continuiate
a seguirmi
e che la mia storia vi piacerà (son tre mesi minimo che ci
lavoro ç__ç).
Recensioni e consigli ben accetti!!
Bacioni, Giulia
PS: un bacio e un abbraccio speciali alle Gelatine Blu *O*
|
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Capitolo 2 *** Capitolo I ***
Capitolo I
Varcato lo Stargate, le squadre si trovarono di fronte uno spettacolo
mozzafiato: fitti boschi verde smeraldo si alternavano a prati pieni di
fiori di mille colori, in lontananza si scorgeva il luccichio del
famoso lago, mentre all'improvviso si innalzavano praticamente dal
nulla alte montagne rocciose con le cime che si perdevano tra le nuvole
bianche e sfilacciate. Quando il passaggio si richiuse automaticamente
dietro di loro, gli uomini dell'SGC stavano ancora ammirando il
paesaggio da sogno estasiati.
« Che ne dite ragazzi, ci ritiriamo qui in pensione?
» chiese O'Neill riscuotendosi.
« Non sarebbe male come idea se non stessero arrivando i
Goa'uld,
signore » rispose il tenente Hewitt scendendo dalla pedana.
« Eh già, rovinando sempre tutto quelle teste di
serpente… ».
Avevano fatto pochi passi verso il bosco quando Daniel
esclamò
entusiasta: « Ragazzi guardate qua!! Queste sono le rovine
del
tempio!! Da una prima traduzione che ho fatto alla base direi che venne
costruito per placare l'ira di Apu Illapu in un perido di
siccità ».
« Dal Perù con furore ».
« MOLTO divertente Jack » borbottò
l'archeologo mentre gli altri ridacchiavano per la battuta.
« Allora tenente, a che distanza è il villaggio?
»
chiese Jack rivolgendosi a Hewitt mentre si avviavano nuovamente in
direzione del bosco.
« A circa quindici scatti, signore ».
« Aahh è lontano… ehi, Giovane
Marmotta!! »
gridò a Daniel che era rimasto indietro a studiare il
suddetto
tempio, « Andiamo!! ».
Mentre Jackson li raggiungeva lampeggiando occhiatacce,
Teal’c si
rivolse al colonnello: « Oggi si diverte a prendere in giro
Daniel
Jackson, colonnello O’Neill? ».
« Mi da parecchia soddisfazione, sì »
ghignò.
« Ne devo dedurre che non gli darà tregua,
signore? » s’intromise Carter.
« Esattamente
».
Dopo che Daniel li ebbe raggiunti, il gruppo si mise in marcia.
Arrivati sulla cresta di una collinetta che dominava il villaggio, Jack
li fece fermare e indicò il territorio circostante.
« Carter, Teal’c, date un’occhiata in
giro e
accertatevi che non ci sia nessun pacco sorpresa pronto per noi, poi
raggiungeteci ».
« Natale è fra un mese, O’Neill
».
« Intendevo dire se c’erano Jaffa nascosti,
Teal’c ».
Il Jaffa alzò un sopracciglio poco convinto e si
allontanò con Carter che, scuotendo la testa divertita, gli
diede una pacca sulla spalla, mentre l’SG-4,
O’Neill e
Daniel scesero al villaggio. Non appena la gente li vide comparire sul
sentiero all’imboccatura delle case, gli corse incontro
mandando
esclamazioni di giubilo.
« Stranieri Tau’ri siete tornati, avete mantenuto
la vostra
parola!! » disse entusiasta un ragazzo alto e con i tratti
tipici
dei Peruviani.
Hewitt sorrise. « Naturalmente Huaca, noi terrestri
manteniamo
sempre la parola data. Abbiamo portato con noi degli amici che sapranno
come aiutarvi ».
Daniel si fece immediatamente avanti presentandosi: « Salve,
io
sono Daniel Jackson, mentre lui » indicò Jack
« è il colonnello Jack O’Neill
».
« Ehilà gente » fece lui sventolando
pigramente una mano con un mezzo sorriso.
Gli abitanti però si avvicinarono a Daniel con un coro di
« Oooohhh », studiandone gli occhi azzurri e gli
occhiali,
non avendone mai visti prima di allora. L’archeologo
era circondato da persone, specie ragazze, e una di loro gli tolse gli
occhiali per provarseli.
« Ehm, salve… no ferma! Quelli mi servono per
vedere meglio!! » protestò lui.
« Uh? » rispose la ragazza « Ma io vedo
peggio… Daniel Jackson ».
« Potete chiamarmi solo Daniel… » disse
lui
riprendendo con delicatezza il prezioso strumento dal volto della
giovane « Vedi, io devo mettere questi perché i
miei
occhi, al contrario dei tuoi, non funzionano a dovere ».
« Diciamo che sei cieco come una talpa ».
« Ma ce l’hai con me oggi?! ».
Prima che O’Neill potesse rispondere, alcuni indigeni
indicarono
dietro di loro gridando spaventati: « Jaffa!! Jaffa!!
».
Si voltarono in fretta, le mani sul calcio dei P90, ma scoprirono che
in realtà si trattava solamente dei due membri mandati in
perlustrazione e che l’apparizione di Teal’c aveva
provocato - come al solito - il panico generale.
Daniel si frappose immediatamente fra l’amico e la gente del
villaggio dicendo ad alta voce: « Calma, calmatevi per
favore!!
Lui è Teal’c, è nostro amico, si
è ribellato
ai Goa’uld!! ».
« I Jaffa sono nemici degli umani, loro servono gli
dèi
malvagi!! » gridò una voce, scatenando
un’altra
ondata di schiamazzi da parte dei contadini.
Teal’c si erse in tutta la sua altezza lanciando sguardi
minacciosi e disse con forza: « Io non servo falsi
dèi! ».
Pronunciò quelle parole con tale convinzione e orgoglio che
gli
indigeni ammutolirono di colpo, in parte ancora spaventati e in parte
sorpresi che una dichiarazione simile uscisse proprio dalle labbra dal
rappresentante di una razza da sempre fedelissima ai Goa’uld.
Jackson approfittò del momento di silenzio per dire con voce
calma e pacata: « Vi prego di crederci, Teal’c
è
alleato dei terrestri e ci aiuta a combattere contro i
Goa’uld
già da parecchi anni… ci ha salvato molte volte
la
vita ».
« Garantisco io per lui » disse Jack affiancandosi
al Jaffa
e battendogli una mano sulla spalla, « Vero Teal’c?
»
Teal’c annuì lentamente.
« Bene, tutto risolto… Carter? » riprese
O’Neill.
« Non c’è nessuna spia del nemico,
signore…
non ho rilevato neanche la presenza di alcun congegno alieno
né
di naquahdah, purtroppo ».
Dicendo questo si tolse il berretto a visiera, accaldata per la
difficoltosa camminata nel fitto sottobosco. In meno di un secondo si
ritrovò circondata dagli abitanti del piccolo villaggio
proprio come era accaduto poco prima a
Daniel… solo che stavolta, come c'era da aspettarselo,
c’erano molti più uomini.
Le toccavano i capelli biondi, ammiravano gli occhi azzurri e
sfioravano la pelle chiara curiosissimi da quell’aspetto
davvero
diverso dal loro, tutti avevano infatti capelli e occhi scuri con la
pelle dal colorito leggermente brunito.
« Ehm… Daniel…? Signore…?
»
provò a chiamare lei con un sorriso preoccupato rivolto agli
indigeni.
« Sono solo curiosi, Sam » la tranquillizzo Daniel
pulendosi
gli occhiali coperti di ditate. Jack dal canto suo era di
tutt’altra opinione, dal momento che studiava con sguardo
sospettoso un ragazzo che si stava avvicinando un po’ troppo
per
i suoi gusti. Il giovane in questione stinse una mano di Sam fra le sue
e posandovi sopra le labbra disse in una lingua apparentemente
incomprensibile: « Huna conami kora choki mona accla cuna,
quechua
mi mama Kilya ».
« Daniel? ». Sam, il viso un punto di domanda, si
voltò verso il linguista, che
esitò un momento prima di risponderle: «
Ehm… credo
che abbia detto "Sei bella come madre Luna, straniera dai capelli
d’oro e dagli occhi di cielo" ».
Sam balbettò un « Grazie » sorridendo
imbarazzata per
il complimento, mentre Jack si fece avanti disperdendo i curiosi e
affiancando il maggiore esclamando piuttosto contrariato: «
Okay
gente, lei è il maggiore Samantha Carter. Fine delle
presentazioni ».
Le donne ridacchiarono, mentre il giovane che li aveva accolti per
primo, Huaca, disse serissimo: « Ci dispiace colonnello
O’Neill, non sapevamo che Samantha Carter fosse la tua
compagna ».
Mentre Sam li guardava con tanto d’occhi con le guance di un
bel rosso porpora, Jack
esclamò: « Come?! Frena ragazzi, il maggiore
è… fa parte della mia squadra… lei
è… insomma… Carter non è la
mia
ragazza!!! ».
Mentre Jack si incartava, l’SG-4 si lanciava occhiate
eloquenti e
Daniel se ne stava a braccia incrociate sul petto, curioso di vedere
come se la sarebbe cavata il suo "migliore amico", senza avere la
minima
intenzione di aiutarlo a trarsi d’impaccio dopo tutto quello
che
gli aveva combinato quel giorno… a partire dal fargli andare
di
traverso le frittelle a colazione. Fortunatamente un briciolo di
coscienza era ancora presente in Teal’c che intervenne:
« Il
maggiore Carter è una guerriera come tutti noi, è
un’amica e un’alleata preziosa ».
« Bravo Teal’c!! Era proprio quello che stavo
cercando di
dire!! » esclamò Jack, visibilmente sollevato,
indicandolo.
La ragazza che aveva sfilato gli occhiali a Daniel si
avvicinò
ammirata al maggiore: « Ma allora tu sei una guerriera?
».
« Sì, possiamo dire di sì…
però allo stesso tempo sono anche una scienziata ».
« Scien… ziata? » ripeté un
uomo senza capire.
« Significa "studioso" » intervenne Daniel
avvicinandosi « Ci sono vari tipi di scienziati, ad esempio
lei
si occupa dei movimenti delle stelle mentre io studio il passato
».
Gli abitanti cominciarono a fare mille domande ad entrambi
accalcandosi, ma fortunatamente Huaca li fermò sollevando le
mani. « Fermi amici, potrete rivolgere tutte le domande che
vi
premono questa sera alla festa ».
« Festa? ».
« Sì, abbiamo organizzato una festa in vostro
onore, mancano solo gli ultimi preparativi ».
« Non per guastarvi i piani, ragazzi… »
disse Jack
facendosi schermo dal sole con una mano, « ma qui stanno
arrivando
i cattivi e l’unico modo per salvarvi la vita è
venire con
noi sulla Terra attraversando » indicò il sentiero
dal
quale erano venuti « lo Stargate ».
« Significa che dobbiamo abbandonare la nostra Terra?
»
chiese un uomo accigliandosi « Non potete sconfiggere gli
dèi malvagi con le vostre armi? ».
« Le nostre armi sono potenti, ma loro sono troppi
» disse
Daniel « però possiamo trovare un nuovo mondo per
voi ».
Gli indigeni si riunirono discutendo animatamente tra loro nella loro
lingua d’origine per alcuni minuti, poi Huaca si fece avanti
e
disse serissimo: « Accettiamo la vostra proposta amici, ma vi
preghiamo di concederci almeno la festa di questa sera per rendere
l’ultimo saluto alla nostra amata terra ».
Le due unità SG si guardarono per qualche secondo in un muto
consulto.
« Okay gente, ma domani mattina si parte e non voglio sentire
storie! Non abbiamo tanto tempo da perdere » disse
O’Neill
mettendosi gli occhiali da sole.
« Grazie, colonnello O’Neill, ve ne siamo
grati…
sarà una bellissima festa » sorrise una ragazza
riconoscente.
Continua…
4
febbraio 2009
Angolo dell'autrice!
Io
bè…
non mi aspettavo che il Prologo vi piacesse, grazie!! Ma soprattutto
grazie dei complimenti per la resa che ho fatto dell'SG-1... me
commossa ç___ç!!!! Ringrazio coloro che mi hanno
recensito:
- ilaria8:
e io che pensavo di aver fatto un inizio idiota ^^''! Grazie mille!!
- Jolinar:
Grazie, grazie, grazie!!! Per quanto riguarda il carattere, ho una
domanda da porre a tutte: ma anche a voi fa il giochetto che o vi mette
il carattere piccolino o gigante? Del tipo: io uso il carattere 8 per
scrivere ma per pubblicare uso il 10: ecco, quando lo metto su EFP
diventa di nuovo 8!!! Prima di segnalare il problema (che capita solo
con Stargate, perchè pubblicando una ff su Twilight
è
andato tutto ok) volevo sapere se capitava anche a voi... [comunque
alla fine ho dovuto cambiare font... questo lo odio
ç.ç]
- 23jo:
io…io…
grazie °///°!!! Cmnq non preoccuparti, a parte
stavolta,
contavo di aggiornare più o meno ogni martedì,
contenta?
^__^
- Najara:
Bisogna sempre ripetere che Jackie è un mito XD!!! Grazie
mille per i complimenti!!
- kae: gVazie tessora *-*
Ringrazio anche chi mi
ha inserito tra i preferiti, e cioè:
23jo e kae
Grazie a tutti...
anzi, a tutte!! Vi adoro ragazze!!!
Bacioni, Giulia
"Dal Perù
con furore" riprende il titolo del
film, "Dalla Cina con furore", ma credo che la maggior parte di voi
conosca la pubblicità della Lavazza dove Bonolis dice:
«Dalla Cina col furgone»... che in realtà
è ciò a cui mi sono ispirata XD
|
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Capitolo 3 *** Capitolo II ***
Capitolo II
Quando calò la sera, gli abitanti del piccolo villaggio
accesero
centinaia di torce che appesero alle pareti esterne delle case che
davano sulla piazza centrale, addobbata per l’occasione con
festoni di fiori e foglie, in più c’erano stuoie
stese per
terra e - disposti a semicerchio intorno al grande falò al
centro - lunghi tavoli pieni di frutta, verdure, carne, pesce, dolci di
ogni tipo e caraffe di acqua e di succhi di frutti sconosciuti. Le due
unità SG sedevano ad un lato di Huaca – che
avevano
dedotto dovesse essere una sorta di capo tribù malgrado la
giovane età – e rispondevano divertiti alle mille
domande
che affollavano la mente dei loro ospiti. Ad un certo punto Daniel e
gli altri membri dell’SG-4 erano stati catturati dai
ballerini che
danzavano attorno al grande fuoco al ritmo di flauti e tamburi e
cercavano di seguire la musica guidati da alcune ragazze, che ridevano
vorticando su loro stesse creando grandi ventagli colorati con le loro
gonne ricamate. Gli altri tre membri dell’SG-1 erano rimasti
seduti al tavolo e seguivano il ritmo battendo le mani insieme agli
altri, finche non si videro consegnare una ciotola ciascuno di un
liquido denso e scuro.
« È chicha » li informò Huaca
prendendone una
anche lui « È una bevanda tipica del mio popolo
».
Jack annusò diffidente, mentre Teal’c disse
abbassando il
capo in segno di scuse: « I Jaffa non possono bere alcolici
».
« Capisco, se ti è vietato non ho alcuna
intenzione di
costringerti » annuì lui sorridendo
accondiscendente, poi si
rivolse agli altri due, « Ma voi potete, vero? »
« Certo! » confermò Jack «
Forza, proviamo un
po’… ». Mandò giù
un gran sorso e
subito comincio a tossire scrollando la testa come un cane bagnato,
« Ehi, non mi avevi detto che era forte!!! ». Sam
invece fu
più accorta e bevve un sorso più piccolo, ma
anche lei
tossì e le vennero le lacrime agli occhi per il forte sapore
della chicha.
«Wow», mormorò asciugandosi gli occhi,
«Mi sento bruciare la gola…» e
starnutì.
Gli indigeni intorno a loro risero forte e un ragazzo li
rassicurò: « Non preoccupatevi amici, la prima
volta fa
sempre questo effetto! » detto ciò
afferrò anche
lui una ciotola e la svuotò tutta d’un fiato senza
batter
ciglio seguito dai compagni.
Dalle le loro gambe sgusciò fuori
un bimbo, che si era andato ad aggrappare alla divisa di Carter per
attirarne l’attenzione.
« Dobbiamo andare per forza via da casa? » chiese
con un faccino triste.
Sam lo guardò sorpresa, stimando che doveva avere
cinque o sei anni al
massimo, poi gli sorrisee dolcemente:
« Mi dispiace, piccolo, ma non c’è altra
soluzione ».
« E andremo in un mondo più bello? ».
« Non so se sarà più bello di
questo… »
rispose lei asciugandogli con delicatezza le lacrime che cominciavano a
scendere sulle guance rotonde « però so che
lì
potrete vivere in pace senza avere più paura dei
Goa’uld ».
Il bimbo abbassò tristemente gli occhi e disse: «
Qui sono
sepolti il mio papà e la mia mamma… non
potrò più andare a
trovarli ».
Sam si alzò sollevandolo e, sostenendo il suo peso con un
braccio, gli
asciugò per bene il visetto: « Come ti chiami?
».
« Mayta ».
« Allora, Mayta, ti va di portarmi a conoscere i tuoi
genitori? ».
Il piccolo tirò su col naso e annuì,
così i due si
allontanarono in direzione del bosco, sotto lo sguardo vigile di
O’Neill.
Quando Sam e Mayta tornarono, circa mezz’oretta dopo, il
bambino
aveva riacquistato almeno parzialmente il buonumore e scese dalle
braccia della donna dirigendosi verso gli amici, lei invece rimase in
disparte, lontana dalla luce del fuoco, seduta su un tronco che faceva
da panchina. Jack la vide e la raggiunse sedendosi accanto a lei.
« Dove siete stati? ».
« Ho accompagnato quel bambino a salutare un’ultima
volta i
genitori… » rispose Sam portando le ginocchia al
petto e
poggiandovi sopra il mento « E' molto triste
all’idea
di non potergli più stare accanto ».
« Tu che gli hai detto? » chiese lui appoggiando la
schiena alla parete della casa dietro di loro.
« Che non sarà mai solo perché loro
veglieranno su
di lui dalle stelle » fece una piccola pausa e aggiunse con
un
mezzo sorriso « Mi ha fatto promettere di attraversare lo
Stargate insieme a lui ».
« Stai attenta, potrebbe attaccarsi troppo a te…
probabilmente gli ricordi la madre ».
« Sì, ci avevo pensato
anch’io… » ammise
lei, poi si lasciò andare ad un sospiro stanco e
appoggiò
la testa al muro dietro di lei rilassando i muscoli delle spalle e
della
schiena.
« Che c’è? ».
« Niente, forse sono solo un po’ stanca…
è
stato un periodo piuttosto pesante » mormorò lei
chiudendo
gli occhi.
Approfittando del fatto che non poteva vederlo, Jack si perse ad
ammirarne il profilo lambito dolcemente dalla calda luce del fuoco.
Quando si accorse che, inconsciamente, stava per scostarle una ciocca
di capelli dalla fronte si fermò con le dita a meno di un
centimetro dal suo volto. Costrinse il braccio a tornare al suo posto e
si mise a fissare insistentemente i ballerini intorno al fuoco, dandosi
del cretino e auto-imponendosi di non fare stupidaggini: non potevano
assolutamente permettersi nessuna debolezza, ne’ lui
ne’
lei. Erano colleghi e buoni amici, punto e stop.
Improvvisamente sentì che Sam aveva posato la testa sulla
sua
spalla. Si voltò verso di lei ma scoprì che aveva
ancora
gli occhi chiusi e il respiro si era fatto pesante e regolare. Sorrise
scuotendo la testa incredulo: si era addormentata.
Si sistemò per farla stare più comoda,
continuando ad
osservare il fuoco e i compagni che venivano sballottati tra una
ragazza e l’altra, ascoltando il ritmo incalzante dei
suonatori
che battevano sui tamburi.
Girò appena la testa per guardarla e constatò con
un moto
di tristezza che questo era il massimo contatto che si potevano
concedere senza fare il passo più lungo della
gamba…
oltretutto questo succedeva solamente nei momenti di debolezza o nelle
situazioni più estreme che affrontavano, quando gli sembrava
davvero di non potercela fare.
Dopo un po’, pensò finalmente di lasciare da parte
i
pensieri deprimenti e decise di portarla in un posto più
comodo
dove dormire tranquillamente. La prese in braccio stando bene attento a
non svegliarla e, tenendosi lontano dalla luce del fuoco e delle torce,
la portò fino alla piccola casa che gli indigeni gli avevano
assegnato come alloggio temporaneo. Scostò la tenda ed
entrò nell’anticamera dove erano state sistemate
alcune
brande, proseguì evitando un tavolo basso ed
entrò
nell’altra stanza, trovò lo zaino di Sam e la
depositò sulla branda accanto, mettendole sulle spalle una
coperta piuttosto pesante dal momento che di notte la temperatura si
abbassava notevolmente da quelle parti, probabilmente a causa della
vicinanza con le montagne.
Quando si girò per andarsene centrò in pieno lo
zaino di
Daniel, soffocando un’imprecazione mentre le carabattole
dell’amico rovinavano sul pavimento con un gran fracasso.
Mentre
rimetteva tutto a posto pregò mentalmente di non averla
svegliata, ma la voce di Sam giunse assonnata alle sue spalle.
« Signore? Che succede? » Jack si voltò
e vide che si
guardava intorno aggrottando le sottili sopracciglia bionde «
Ma
che ci faccio qui? ».
« Crollavi dal sonno » rispose lui alzandosi
« Fatti una bella dormita ».
« Ma-- ».
« Ubbidisci per una volta! » esclamò
Jack allargando le braccia « A nanna!!
».
« Sissignore » sorrise Sam rimettendosi
giù e
coprendosi fino al mento chiudendo gli occhi. Pochi secondi dopo era
già tornata nel pieno della fase R.E.M. per quanto era
stanca… come al solito aveva fatto finta di niente pur di
non
dover rimanere a casa, e pensare che pochi giorni prima erano andati in
missione senza che lei li avvertisse che aveva la febbre!!
Prima di andarsene, Jack si fermò sulla soglia della camera
con
la tenda mezza sollevata, e rimase ad osservala qualche momento mentre
dormiva placidamente con la pallida luce della luna le faceva sembrare
la pelle di porcellana bianca. «’Notte
Sam», sorrise
uscendo.
Continua…
10
febbraio 2009
Angolo dell'autrice!
Okay, credo di aver
stabilito un nuovo record: già tre persone si
sono date alla macchia e non hanno recensito lo scorso capitolo…
sono un mito XD!!! Fortuna che ci sono delle new entry: bienveniu a
borboletta, sam93 e Jolinar (che ha recensito al Prologo) *O*!!! Meno
male che qui ci sono i giovani (NB: parla quella di 16 anni)!! Cmnq non
preoccupatevi, le cose serie cominciano dal prossimo chap, pazientate
^^''
Recensioni:
- sam93:
io adoro tormentare Daniel… e far ingelosire Jack!! Sono due
tipi assolutamente adorabili!! Benvenuta nella mia ficcy ^-^
- borboletta:
benvenuta e grazie mille!!! Ti posso chiamare borby? Adoro il tuo nick,
ha un non so che di dolcioso e paffutello (e si scoprì che
questo era il soprannome di un serial killer XD)!! Spero ti piaccia
anche questo capitolo!!
- 23jo: grazieeee
>///< *color fucsia* Mi fai sempre troppi complimenti… bravissima,
continua così XD!!
- Najara: Evvai!! Finalmente ho
imparato a rendere i personaggi *-*y!!!
- Jolinar:
ho capito, è il mio campo magnetico che distrugge tutto
(compresi i microfoni =.=) Grazie per i complimenti, spero che
continuerai a seguirmi!!!
Preferiti (ben 4 *O*):
- 23jo
- borboletta
- Jolinar
- kae
Allora vi aspetto al
prossimo capitolo *balla di sterpi che rotola*!!!
Bacioni, Giulia
|
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Capitolo 4 *** Capitolo III ***
Capitolo III
Quando Jack si
svegliò il mattino dopo, percepì
distintamente il proprio cervello rimbalzare nel cranio ad ogni minimo
movimento. Chiuse gli occhi precludendo l’entrata alla luce
del
sole, che comunque continuava a filtrare prepotentemente attraverso le
palpebre facendogli vedere tutto rosso. Mugugnò indispettito
e
si alzò a sedere sulla propria branda, ricordandosi che
quello
era anche il giorno dell’esodo e che quindi doveva darsi una
mossa.
In quel momento Sam
entrò nella stanza reggendo fra le braccia una bacinella
d’acqua fresca.
« Buongiorno,
colonnello » disse allegra posando la
bacinella su tavolino all’angolo « Dormito bene?
».
« Il mio
cervello ha deciso di darsi alla samba
stamattina » rispose lui infilandosi gli anfibi e notando
finalmente che gli altri si erano già alzati e che lui era
l’ultimo.
« Mal di
testa, signore? ».
« Post
sbornia, Carter » sospirò alzandosi con
cautela « Quei ragazzi mi hanno fatto bere come una spugna
quella
robaccia ».
Sam sorrise mentre gli
porgeva delle foglie verde scuro
dall’odore penetrante. « Huaca l’aveva
previsto e mi
ha consigliato di farle masticare queste ».
Jack prese una
fogliolina e l’annusò un po’
preoccupato. « Carter, a me questa sembra proprio--
».
«
Sì, è una foglia di coca, signore. In piccole
dosi
aiuta a calmare il dolore » lo rassicurò lei
interrompendolo.
« Droga e
rock'n'roll! » esclamò lui
addentando la "medicina" « Mancava giusto Hathor alla
festa di ieri! ».
Sam
ridacchiò divertita e lo avvisò mentre usciva
« Noi finiamo di raggruppare la gente, colonnello, saremo
pronti
fra poco. Le lascio tutto qui ».
« Ricevuto,
grazie Carter ».
Recuperò la
propria roba in fretta, masticò qualche altra
fogliolina costatando che il dolore stava effettivamente svanendo e
uscì mettendosi a tracolla il mitra. Si guardò
intorno
calcandosi il berretto sulla testa e vide la gente uscire dalle case
con le ultime cose e unirsi agli altri nel gruppo che si stava formando
nella piazza centrale. Avvicinandosi ad Hewitt chiese: «
Tenente,
procede tutto come previsto? ».
«
Sì, signore… anche se abbiamo un problema
».
« Che tipo di
problema? ».
« Ho
controllato personalmente, O’Neill »
riferì Teal’c affiancando il colonnello
« Una nave
madre Goa’uld è da poco entrata in orbita
».
« Stai
scherzando?! » esplose Jack visibilmente alterato
« Secondo le informazioni che ci hanno dato quei maledetti
Tok’ra, le teste di serpente dovevano arrivare domani!!
».
« Non so che
dirle, signore… » si scusò Hewitt
ritraendosi.
« Ce ne
andasse mai una dritta! Quando rivedo Jacob gli chiarisco
un paio di cose » borbottò nero O’Neill
prima di
rivolgersi agli indigeni. « Okay gente, cambio di programma!
Prendete in fretta le ultime cose e cominciate a camminare, dobbiamo
sbrigarci!…Daniel!! ».
« Jack?
».
« Vai avanti
e chiama casa, avvisa del nostro
arrivo… Teal’c, Johnson! In fondo alla fila,
controllate le
retrovie ».
« Agli ordini
».
« Hewitt,
Dalton, O’Gredy, andate ai lati!… Carter, in testa
con me! ».
« Sissignore
» risposero quelli in coro.
Mentre avanzavano a
passo sostenuto attraverso la foresta, Sam
sbirciò verso il volto di Jack. Si era nascosto dietro gli
occhiali da sole, ma comunque Sam riusciva a vedere perfettamente
quanto fosse preoccupato, teso e arrabbiato. Era il comandante e la
vita di ognuno dipendeva da lui, tutto questo esercitava ogni volta una
pressione psicologica notevole e, anche se Jack dimostrava sempre di
saperla sopportare perfettamente, Sam avrebbe voluto fargli capire che
lei gli era sempre accanto, che era sempre pronta a sostenerlo. Anche
stavolta, Carter si morse un angolo del labbro inferiore e
continuò a camminare spedita.
Arrivati allo Stargate,
trovarono Daniel che li aspettava impaziente
presso il tunnel attivo. I nativi erano piuttosto spaventati, ma i
membri delle due squadre si diedero un gran daffare per
tranquillizzarli un pochino e aiutandoli a passare con
l’aiuto di
una leggera pressione sulle spalle.
Sam si
ricordò della promessa fatta la bimbo la sera prima e si
guardò intorno per trovarlo, ma con un tuffo al cuore si
accorse
che la sue testolina nera non c’era da nessuna parte.
Cercò febbrilmente con lo sguardo nel gruppo dei bambini,
poi
fra i grandi nella coda di gente e, certa che non ci fosse, si rivolse
ad O’Neill. « Colonnello, il bambino di ieri sera,
Mayta,
non è qui, e sono sicura che non è passato
attraverso lo
Stargate ».
« Come
sarebbe a dire "non è qui"?! » rispose lui
togliendosi gli occhiali incredulo.
« Signore,
dobbiamo assolutamente trovarlo ».
« Carter,
abbiamo pochi minuti prima che un’orda di Jaffa
inferociti scenda da quella nave e un’intera foresta da
perlustrare!! ».
« Non si
preoccupi » gridò Sam cominciando a correre
in direzione degli alberi « Credo di sapere dove si trovi!
».
Jack provò a
richiamarla indietro « Carter! Torna qui!!
CARTER!! ». Vedendo che lei continuava ad allontanarsi senza
prestargli il minimo ascolto, le corse dietro borbottando varie
imprecazioni.
Sam, intanto, correva a
più non posso attraverso gli alberi dopo
essersi liberata dello zaino ai piedi dello Stargate, diretta verso il
cimitero del villaggio, nascosto nel folto della foresta. Dietro di se
sentiva i passi veloci del colonnello che la seguivano e
accelerò senza aspettarlo, saltò il tronco di un
albero
caduto che le ostruiva il passaggio ma un ramoscello le
frustò
il viso lasciandole un lungo taglio rosso su una guancia. Giunse nella
radura qualche minuto dopo, ormai senza fiato, ma non poteva
permettersi di riposarsi perché già sentiva il
rumore
sordo dei passi dei Jaffa sul suolo che stavano rastrellando il
villaggio e la foresta e i colpi degli alkesh. Trovò il
bambino
rannicchiato dietro un lapide che si tappava le orecchie con le mani,
terrorizzato.
« Mayta!
Mayta, guardami! Sono io, Sam!! » gli alzò
il viso per controllare che non fosse ferito, poi se lo
caricò
in braccio cercando di tranquillizzarlo « Va tutto bene
piccolo,
ora andiamo via di qui ».
Per tutta risposta,
Mayta si abbrancò a lei come un piccolo
koala e mormorò piangendo: « Scusa, Samantha,
scusa!
Pensavo di fare in tempo, scusa!! ».
Lei gli
accarezzò dolcemente i capelli scuri e cominciò a
tornare indietro, ma fatti pochi passi il colonnello O’Neill
emerse dal fogliame tenendosi un fianco. « CARTER!!!
».
« Eccoci,
signore » esclamò lei raggiungendolo.
«
Sbrighiamoci, forza!! » la spinse avanti e ricominciarono
a correre sentendo i passi dei Jaffa farsi pericolosamente vicini.
« Jaffa,
kree!! ».
Li avevano visti.
« Maledizione ». Sibilò Jack
digrignando i denti. Superò il maggiore con una falcata
più lunga e la prese per mano aiutandola ad andare
più
veloce con tutto il peso del bimbo. Corsero a perdifiato inciampando
nelle radici scoperte e tentando di distanziare i nemici. Sentendo il
sibilo di un colpo, Sam puntò improvvisamente i piedi
costringendo anche O’Neill a fermarsi e ad arretrare di un
poco
se non voleva staccarle il braccio. Il colpo si abbatté
precisamente nel punto in cui si trovava la testa del colonnello
qualche secondo prima.
« Grazie
Carter ».
« Si figuri
».
« Ora corri!!
».
Quando giunsero
stremati allo Stargate, videro che Daniel e
Teal’c li stavano ancora aspettando mentre i nativi erano
passati
tutti quanti. Jack gli urlò di entrare e loro obbedirono
dopo
qualche esitazione, ma non appena fecero due passi sulla rampa di
pietra dello Stargate, i Jaffa spuntarono dalla foresta e cominciarono
a sparargli addosso avvicinandosi con urla belluine. Il resto avvenne
in meno di qualche secondo.
Sentendosi afferrare
per il giubbotto antiproiettile ad un soffio dal
passaggio, Sam consegnò Mayta nelle braccia di Jack e spinse
quest’ultimo verso il tunnel aperto con tanta forza da fargli
perdere l’equilibrio. O’Neill rimase per un attimo
sospeso
a metà guardandola incredulo, poi cadde
nell’orizzonte
liquido. Il colonnello riemerse all’SGC cadendo di schiena
sotto
l’effetto della potente spinta del maggiore e
rotolò fino
a metà della rampa di metallo tenendo stretto il bambino per
proteggerlo. Il passaggio dietro di lui si richiuse automaticamente e
si voltò di scatto.
Carter non
c’era.
Continua…
Angolo dell'Autrice!
Ma come mai eravate
convinte che sarebbe successo qualcosa di brutto? *volano ciabatte e
biscotti*
Comunque sono
seriamente shockata…
ma davvero sono migliorata così tanto *-*? Vi voglio bene
anche
solo perchè continuate a leggere le mie farneticazioni sui
nostri
eroi… vi stimo sorelle XD!!!
Recensioni:
- 23jo:
dimmi la verità: ti apposti e ricarichi continuamente la
pagina!! Hai commentanto 5 minuti dopo che avevo postato!! A parte gli
scherzi, grazie, mi fai sempre troppi complimenti!! Spero che
continuerai a seguirmi anche adesso che *ehm* Sam è
leggermente nei guai ^^''
- ilaria8: ma no, cosa te lo fa pensare
XD?
- Jolinar: ok, uso cose che neanche so
di pensare…
sono una sottospecie di genio °-°? Comunque gurada che
puoi
usare il cù-cù (XD) come vuoi, non ti
accuserò
certo di plagio!! Anzi, tu dovresti accusarmi di telepatia XD!!
Com'è finito quel film degli indiani *-*?
- sam93:
perchè la produzione è una manica di senza
cuore!!!
Fortuna che ci siamo noi fan ù.ù Risposta alle
domande:
1) non l'ha detto perchè è una gran testona e
perchè ovviamente non voleva far preoccupare Jackie *.*; 2)
ancora non lo so XD!! Però forse in piccola
parte… abbi fede!!
- borboletta:
oddio che bello: "farfalla" *-*!! Mi sa che dopo questo capitolo devo
stare attenta, eh borby XD?
- kloe2004:
ciaoooo kloooo *__*!!! Sono contentissima che sia approdata anche tu in
questi lidi… ma sono ancora più contenta che la
mia storia ti sia piaciuta *.* Piaciuto questo chap? Spero di
sì ^_^
- Najara: ma tutte pensano ai futuri
problemi? Ma come mai XD? *lancio di mouse sulla testa dell'autrice*
- kae:
non credo che tu abbia presente di quanto io sia felice dei tuoi
complimenti *______________* Grazie, grazie e ancora grazie
perchè ogni volta che mi apprezzi sono troppo
felice… sorellona mia!!!! Spero che ti piaccia anche questo
capitolo nonostante il finale bastardo!
Preferiti (omg sono
saliti a 6… pazze!! *____*):
-
23jo
- borboletta
-
Jolinar
- kae
- kloe2004
- sam93
Se dopo questo
capitolo non mi linciate, ci vediamo martedì prossimo con il
Capitolo IV
… vi adoro ragazze!!!
Bacioni, Giulia
|
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Capitolo 5 *** Capitolo IV ***
Capitolo IV
Rimase immobile per qualche secondo ancora sbigottito,
finché una mano non gli toccò gentilmente una
spalla.
« Colonnello, è ferito? ». Il dottor
Fraiser.
Riprendendo il possesso delle
proprie facoltà, Jack saltò in piedi facendo
sobbalzare
Janet e gridò rivolto alla sala comando: « Aprite
lo
Stargate, subito!! ».
Hammond si chinò sul
microfono. « Mi dispiace, colonnello O’Neill, non
posso
farlo. Se attivassimo lo Stargate in questo momento, lei e
l’SG-1
vi ritrovereste nel bel mezzo di una sparatoria ».
« Ma-- ».
« Non discuta, colonnello! SG-1 a rapporto immediatamente
».
Jack consegnò con poca
delicatezza il povero bambino ancora sconvolto nelle braccia di Janet e
scese dalla rampa scuro in volto, tanto che quando Daniel
tentò
di fermarlo, gli ringhiò contro: « Non
adesso » ammutolendolo. Passando davanti
all’armeria ci
scaraventò dentro le armi senza guardare dove andassero a
finire
e salì le scale di corsa seguito dai compagni, ignorando le
occhiate preoccupate degli addetti alla sala comando. Arrivato in sala
briefing, trovò il generale già seduto a
capotavola e lo
raggiunse lasciandosi andare pesantemente sulla poltroncina. Non appena
Daniel e Teal’c li raggiunsero, O’Neill prese la
parola
senza aspettare che gli altri domandassero alcunché.
« Mentre quella gente stava attraversando lo
Stargate, Carter
si è accorta che mancava quel ragazzino…
»
indicò confusamente
verso lo Stargate di fronte dove Janet stava tranquillizzando Mayta
« siamo andati a cercarlo e, mentre tornavamo indietro, i
Jaffa ci
hanno visti e inseguiti. Io
sono qui e lei no… Adesso andiamo a prenderla ».
Daniel si sistemò gli
occhiali e si azzardò a domandare: «
Perché Sam non
è riuscita a passare? ».
Jack abbassò il capo e ammise a denti stretti: «
Mi ha spinto via ».
Nella stanza cadde un pesante
silenzio carico di tensione, rotto finalmente da Hammond che disse con
un sospiro stanco: « Per ora non possiamo fare altro che
contattare i Tok’ra, sia per avvisare Jacob sia per scoprire
se
hanno un agente infiltrato da quel Goa’uld… sempre
se il
maggiore Carter sia ancora viva ».
« Lei è
viva »
esclamò Jack « e ora dovremmo essere sul quel
pianeta… sappiamo perfettamente che prima di darci qualsiasi
informazioni quei rettili ci metteranno settimane!! ».
« I Tok’ra sono la
nostra unica speranza, O’Neill, dal momento che non
conosciamo
quali siano le coordinate del pianeta base di Apu Illapu »
disse
Teal’c.
« Jack, Teal’c ha
ragione… e poi vedrai che il fatto che Sam sia la figlia di
Jacob aiuterà a velocizzare i tempi »
cercò di
rassicurarlo Daniel.
« Te lo dico io il motivo per
cui forse –
e sottolineo il forse – si degneranno di aiutarci
» ringhiò lui
picchiando un dito sul tavolo « Jolinar ».
Vedendo che la conversazione stava
degenerando, Hammond decise di intervenire: « Colonnello
O’Neill, qui siamo tutti preoccupati quanto lei, ma dobbiamo
mantenere la calma. Contatterò i Tok’ra subito
dopo aver
avvertito il presidente. Potete andare ».
Detto ciò si alzò e
si recò nel suo ufficio per telefonare al presidente per
informarlo dell’incidente, mentre Daniel andò ad
assistere
i rifugiati e Teal’c a fare kelno’reem. Jack
invece,
rimasto solo, si alzò e si appoggiò ai bordi del
tavolo
stringendo i pugni talmente forte da conficcarsi le unghie nel palmo
della mano, sentendosi piombare addosso un enorme senso
d’impotenza e di rabbia, mentre gli artigli di un dolore
sordo
cominciavano a scavare nel suo petto. Fino al giorno prima ridevano e
scherzavano insieme, lui con le sue battute idiote e lei col suo
sorriso radioso… in meno di mezz'ora il mondo sembrava
essersi
rivoltato, e ora rischiava di non rivederla mai più.
« Maledizione… ».
♦♦♦
Sam riprese lentamente i sensi e,
quando riuscì ad aprire gli occhi, vide uno sfocato soffitto
dorato sopra di lei. Sbatté le palpebre un paio di volte per
mettere a fuoco l’ambiente e voltò appena la testa
di lato
per verificare esattamente dove di trovasse, anche se molto
probabilmente si trattava di una cella. Dal momento che trovava il
pavimento piuttosto scomodo e freddo provò a sollevarsi
cautamente su un gomito, cercando di evitare che la testa le girasse
come una trottola… già si sentiva abbastanza
intontita a
causa del colpo di zatt che l’aveva stesa.
Si alzò e si avvicinò
alla porta senza sbarre. Allungò cautamente una mano e non
appena le sue dita sfiorarono la barriera d’energia ricevette
una
scarica elettrica lungo il braccio che, oltre a provocarle un dolore
intenso, servì anche a snebbiarle del tutto il cervello.
Massaggiandosi l’avambraccio
si sedette in un angolo e fece mente locale: non aveva la
più
pallida idea di dove si trovasse, le avevano tolto le armi e il
giubbotto con la radio, era stata presa prigioniera da un tizio che
Daniel e gli indigeni avevano definito come un sadico
malvagio…
perfetto! L’avrebbe torturata fino a farla impazzire per
estorcerle informazioni, senza contare che avrebbe immediatamente
percepito che era stata posseduta da un simbionte.
Si tastò cautamente la
guancia con il taglio: pulsava dolorosamente e i bordi della ferita si
erano leggermente gonfiati, mentre gocce di sangue erano colate lungo
il collo fino al colletto della maglietta. Facendo attenzione,
cercò di darsi una pulita con un lembo della maglia e
trattenne
una smorfia di dolore quando tocco accidentalmente il taglio. Era
più profondo di quanto pensasse.
Finita l’operazione, si
passò una mano fra i capelli andando a massaggiarsi la nuca,
concentrandosi per trovare il modo di uscire da quella situazione.
Niente, non le veniva in mente assolutamente niente…
e d'altronde che poteva fare se non tentare di resistere?
Sperò
di cavarsela bene come Teal’c… una volta Jack
l’aveva definito il "carica-batterie della squadra",
con tutta l’elettricità accumulata avrebbe potuto
alimentare lo Stargate.
"Jack!".
L’unica cosa positiva di tutta quella faccenda era che era
riuscita a metterlo in salvo… anche se quando fossero
riusciti a
riportarla a casa le avrebbe fatto una lavata di testa da ricordarsene
per un bel po’.
Il breve momento di serenità venne
interrotto dal rumore metallico che preannunciava l’arrivo
dei
guerrieri Jaffa. Sam alzò la testa e vide spuntare da dietro
l’angolo un manipolo di quattro soldati e un uomo,
sicuramente il
Goa’uld. Uno dei Jaffa digitò una sequenza sul
pannello di
controllo e la barriera energetica si abbassò.
« Secondo le mie
informazioni» esordì il Goa’uld
con la sua
voce metallica « tu devi essere il maggiore Samantha Carter
dell’SG-1, i guerrieri dei Tau’ri ».
« Esatto » rispose lei senza muoversi di un
millimetro « E tu devi essere Apu Illapu ».
« Esatto » ripeté
a sua volta Illapu mentre i suoi occhi brillavano « Inchinati
davanti al tuo dio e dimmi tutto ciò che sai, ti
risparmierai
molte sofferenze ».
« Scordatelo »
sibilò Sam assottigliando gli occhi azzurri « Se
hai
davvero informazioni sui terrestri dovresti anche sapere che non
tradiamo i nostri compagni ».
« Ma, a quanto pare, li lasciate
indietro » sorrise divertito indicandola. Sam non rispose e
lui
continuò: « Ti do un’ultima
possibilità,
Samantha Carter: inchinati di fronte a me e giurami fedeltà.
Sei molto bella, sono tentato dal farti diventare la mia
compagna… dopotutto sei
già stata posseduta, no? ».
« Piuttosto mi ammazzo »
rabbrividì lei mentre il ricordo della breve convivenza con
Jolinar si
faceva strada nella sua mente.
L’espressione del
Goa’uld cambiò radicalmente divenendo una maschera
di
gelida crudeltà. « Molto bene » si
rivolse ai
sottoposti « Jaffa, kree!! ».
Due Jaffa si fecero avanti e
l’afferrarono per le braccia sollevandola di peso, la tennero
ben
stretta strattonandola per i corridoi, fermandosi poi di fronte
ad una porta. Una volta entrata, Sam scorse al centro della stanza due
catene che pendevano dal soffitto e un altro Jaffa che reggeva fra le
mani un
bastone elettrico per le torture.
Sam sbiancò trattenendo il
fiato quando lo vide e, mentre le assicuravano i polsi,
pregò
con tutta se stessa che Teal’c le inviasse la propria forza.
Sentendo la voce metallica del suo aguzzino ridere, sollevò
lo
sguardo inchiodandolo sul trono dove si era comodamente sistemato,
mentre una schiava umana era seduta ai suoi piedi.
« Hai paura? Ci hai ripensato, maggiore?
» la schernì con un ghigno.
« Non ho intenzione di cedere » rispose rialzando
fieramente la testa.
« Lo vedremo ».
Il dolore arrivò, acuto e
senza preavviso, esplodendo all’altezza dello stomaco
diffondendosi come lava incandescente per tutto il corpo martoriandole
il cervello, mentre le urla si perdevano tra i meandri del palazzo.
Continua…
24 febbraio 2009
Angolo
dell'autrice!!!
Ehi, sono ancora
viva!! Sono rimasta davvero shockata da tutti i complimenti che ho
ricevuto…che
altro dire se non grazie dal profondo del cuore?! Vi adoro, sul serio,
senza di voi mi sentirei persa!!! Non vi tedio ulteriormente e passo
alle risposte!!!
Recensioni:
- sam93:
mi dispiace per te, ma ho un valido motivo per aggiornare solo una
volta alla settimana: mentre pubblico continuo a scrivere e, se vado
troppo avanti con la pubblicazione poi rimango indietro…ti
toccherebbe aspettare ancora di più!!! Grazie per la
recensione!!!
- Najara:
io buona? Non scherziamo, nella mia mente non so quante
volte l'avrò fatti morire/disperdere/ridurre in fin di vita…
niente paura!!! nessun
morto qui XD!!!
- 23jo: *me abbraccia jo* ti voglio
beneee!!! Tieni fazzolettino e siediti perchè i guai sono
appena cominciati!!!… cosa vuoi fare con quella
corda O_o?! *Giulia scappa*
-
Jolinar:
evvai! L'effetto sorpresa è riuscito… ma
ti sembra
che io potessi rendere le cose così semplici? Io AMO
complicare la vita a loro e a me (pazza masochista, lo so
ù_ù)
- ilaria8: grazie >///<
!!! Sei sempre troppo gentile!!!
- kloe2004: ghhhhh *soffoca sotto la
stretta*…coff coff… non
muore! Carter non muore!! Come potrei farla morire
ç_ç?!
Io la venero!!! Eppoi considera questo: se mi fai secca non saprai mai
come finirà la storia ù_ù *mwahahahah*
- borboletta: borby!!! Hator è
un mito…come
scordare la puntata in cui Sam è gelosa perchè
Jack
è infatuato da Hator? E l'altra in cui la nostra Sammy torna
nella base Goa'uld per riprendersi il suo innamorato (e L'ABBRACCIO
*O*)?! Dovevo fare un piccolo tributo ad
Hator, rimembrando la vecchia battuta di Jackie
ù__ù
Chiaretta dove sei
ç_ç? *me bimba sperduta*
Okay, dopo questo
finale comincerò a guardarmi dietro le spalle
XD!!! Ancora un grazie speciale a tutte voi che mi seguite e a coloro
che mi hanno inserita tra i preferiti!!
Un bacio!!!
Giulia
|
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Capitolo 6 *** Capitolo V ***
Capitolo V
Da quando
avevano inviato il
messaggio ai Tok’ra, O’Neill stazionava in un
angolo della
sala comando, invisibile a parte i continui borbottii a proposito dei
« maledetti serpenti ritardatari menefreghisti » e
« incapaci di decodificare uno stupidissimo SOS ».
La presenza incombente
dell’ombra alle loro spalle innervosiva parecchio i tecnici,
che
a loro volta pregavano mentalmente che i loro alleati si dessero una
mossa.
Purtroppo per loro,
l’attesa
si protrasse per quasi quattro giorni finché, quando il
colonnello stava per sbranare chiunque osasse parlargli, finalmente la
sirena dell’allarme si attivò investendoli della
consueta
luce rossa mentre la voce registrata avvertiva
nell’altoparlante:
ATTIVAZIONE
EXTRA-TERRESTRE NON PROGRAMMATA!!!
ATTIVAZIONE EXTRA-TERRESTRE NON PROGRAMMATA!!!
Jack emerse dal proprio
angolo buio e si affiancò a Walter in meno di un secondo:
« I Tok’ra? ».
«
Sì, signore » rispose il sergente visibilmente
sollevato mentre codificava il segnale del GDO alleato.
« Molto bene
» disse Hammond sopraggiungendo « Aprite
l’iride ».
O’Neill
esultò
internamente, ma allo stesso tempo una gracile fiammella di speranza si
spense: aveva pregato – anzi, supplicato – fino
all’ultimo secondo che fosse Sam a varcare quella porta.
Dallo Stargate emersero
due rappresentanti Tok’ra, fra cui una vecchia conoscenza,
Anise.
Di Jacob
però non ve
n’era traccia e questo innervosì ancora di
più
membri dell’SGC… cosa significava
l’assenza di
Jacob? Daniel sperò per la loro incolumità che
non si
fossero inventati niente di strano per rifiutargli il loro
aiuto… Jack li avrebbe fatti a pezzi e sparsi nella
galassia,
come Seth con Osiride.
L’SG-1 e
Hammond scesero nella sala d’imbarco per dare il benvenuto
agli ospiti.
« Salve amici
Tau’ri » li salutò la voce metallica di
Anise
« È molto tempo che non ci vediamo…
anche se avrei
sperato di incontrarci nuovamente in circostanze più liete.
Ci
scusiamo per il ritardo, ma abbiamo avuto dei problemi ».
« Benvenuta
Anise, anche noi
siamo contenti di rivederla, spero non sia accaduto niente di
grave… ma d’altro canto siamo sorpresi di non
vedere
Jacob, dov’è? » rispose pacatamente il
generale
facendo strada verso le scale.
« Niente che
non si possa
risolvere. Comunque, il generale Carter e Selmak sono partiti per una
missione della massima importanza e non sono potuti venire con noi, ma
comunque sono stati avvertiti dell’accaduto: me ne sono
occupata
io stessa ».
« Pensa che
ci metteranno
molto a tornare? » chiese Daniel stringendo gli occhi
sospettoso
mentre prendevano posto intorno al tavolo della sala briefing.
«
È difficile da
dire » rispose il Tok’ra sconosciuto «
sono partiti
da appena due settimane… perdonatemi se ancora non mi sono
presentato: il mio nome è Kar’ym di Nöfol
».
« Piacere
nostro » rispose Jack con la voce velata di sarcasmo che il
Tok’ra sembrò non notare.
« Il vostro
messaggio era
breve e poco chiaro » intervenne nuovamente Anise «
Potete
dirci esattamente cos’è successo al maggiore
Carter? ».
Daniel li
ragguagliò
velocemente ma con precisione sulla situazione. « In
sostanza » concluse l’archeologo «
vorremmo sapere se
avete una spia infiltrata tra i seguaci di Apu Illapu, di modo che
possa aiutarci a riportare il maggiore Carter a casa ».
I due Tok’ra
si lanciarono uno sguardo eloquente, cosa che non piacque affatto al
colonnello.
« Allora?
» chiese spazientito dopo qualche secondo di silenzio.
« In effetti
abbiamo
un’agente infiltrato… ma temo che ciò
che ci
chiedete sia impossibile » rispose cautamente
Kar’ym.
« E si
può sapere perché, di grazia? » chiese
ancora Jack, con un tono pericolosamente calmo.
Teal’c e
Daniel si lanciarono delle occhiate allarmate.
« Riteniamo
che il
Goa’uld possa avere presto un contatto con Anubis »
rispose
Anise « Se il nostro agente venisse scoperto verrebbe ucciso
e i
nostri sforzi per conoscere parte della strategia di Anubis
vanificati ».
« E secondo
voi a me importa qualcosa? » ringhiò
O’Neill.
« Jack, stai
calmo… » cercò di rabbonirlo Daniel.
« Io sono
calmissimo, Daniel ».
Il generale Hammond
intervenne per
fare da paciere e per evitare un incidente diplomatico intergalattico:
« Comprendiamo la vostra posizione, ma cercate di capire
anche
noi: il maggiore Carter è un membro importantissimo--
».
« Essenziale
» lo corresse Jack borbottando.
Hammond lo
ignorò: « --
per il nostro comando e per l’SG-1. Ci basterebbe avere le
coordinate del pianeta e, se potete procurarvela, una pianta della base
del Goa’uld per poter poi organizzare una missione di
recupero ».
Anise
abbassò il capo.
Quando lo rialzò, il suo viso aveva assunto i dolci
lineamenti
di Freya. La donna guardò O’Neill con dolore e si
rivolse
direttamente a lui: « Ci dispiace, colonnello, ma ho paura
che con
i vostri soli mezzi non riuscirete a salvare il maggiore Carter
».
« Se non
potete fornirci una
pianta, a noi bastano le coordinate del pianeta base »
ribadì Teal’c incrociando le mani sul tavolo.
«
È proprio questo il problema » esclamò
addolorata Freya.
« Ma vi
è tanto difficile parlare
chiaro?! » sbottò Jack
pericolosamente vicino al limite di sopportazione.
« Il pianeta
di quel
Goa’uld… » precisò
Kar’ym, freddo come
il ghiaccio, « non ha alcuno Stargate. È possibile
accedervi unicamente con una navicella che… ».
«
…che noi non abbiamo » concluse Daniel in un filo
di voce.
Continua…
3
marzo 2009
Angolo dell'autrice!!!
Oyeah gente XD!!! Allordunque, dopo questo finale ultra-bastardo vi
lascio aspettare fino alla prossima settimana... come sono malvagia
XD!!! Comunque io avevo avvertito di essere sadica nella mia raccolta,
eravate avvisate ù_ù
Passhiamo alle recensioni *O*:
- ilaria8: io che risolvo qualcosa in
tempi ragionevoli? Ma scherziamo XD? *muahahahah*
- sam93: in astinenza? Omg, sto
diventando una droga o_O!! Piaciuto questo chap mooolto maledetto?
Spero di sì ^_^
- borboletta:
uhuh ancora non hai visto tutta la furia di Jack...attendi e sarai
ricompensata!!!
- 23jo:
lascia stare, io prego giorno e notte per essere come lei (mi andrebbe
bene anche il suo cervello per i compiti di chimica =P)!!!
- Najara:
grazie dei complimenti, mi fa un sacco piacere sapere che riesco a
rendere bene le immagini *fiut, meno male*... me tutta felice!!
- kloe2004: "lo possiamo torturareeee?"
(influenza negativa di mamma e di Carosello XD)... però non
la faccio morire, non sono così
tanto malvagia XD (Ah no? - NdTutti)
- Jolinar: Jack un pochino alterato nei
prossimi chap diventerà inca...volato nero XD!! Sul serio
°-°
- kae: aggiornato presto, come
ordinato!! Spero ti piaccia anche questo chap ^___^
Benvenuta a keyra89
che ha inserito la storia fra i preferiti ^__^
Un ultimo grazie speciale alla mi' mamma che mi fa da Correttrice di
Bozze / Prima lettrice... e che sbircia nei capitoli ancora non finiti
=_= Ma tu guarda che razza di vita XD
Bacioni, Giulia
|
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Capitolo 7 *** Capitolo VI ***
Capitolo VI
Nella sala briefing era calato un silenzio di tomba. Nessuno osava
spiccicare parola.
« Come sarebbe a dire… niente Stargate?
»
domandò Jack, che ancora non si rendeva pienamente conto
delle
parole di Kar’ym.
Niente Stargate
significava…significava…non voleva neanche
pensarci.
« Se riflettiamo un secondo, avremmo dovuto sospettarlo
» intervenne Daniel riprendendosi.
« E perché mai, dottor Jackson? » chiese
Hammond.
« Lì per lì non
ci abbiamo fatto caso, ma non vi sembra strano che i Jaffa siano
arrivati con una nave madre e non attraverso uno Stargate? ».
« Mi stai dicendo che avremmo potuto evitare che Carter
potesse essere catturata?! » si rabbuiò
O’Neill.
« Ehm » Daniel
incespicò « quello è stato
un… "danno
collaterale", non potevamo prevedere che-- ».
« --che ci sarebbe andata di
mezzo per colpa mia? » chiese Jack, ancora più
fosco,
visibilmente divorato dal senso di colpa.
« Lei non centra niente,
O’Neill » disse Teal’c con convinzione,
cercando di
risollevargli il morale « I Jaffa vi hanno teso
un’imboscata. Nessuno di noi poteva in alcun modo
prevederlo ».
« Teal’c ha ragione, colonnello, lei non ha nessuna
colpa di quanto accaduto » si aggiunse Hammond.
« Sì, signore » rispose meccanicamente
lui, senza credere sul serio alle proprie parole.
« A questo punto » esordì Freya
« non sappiamo come possiamo esservi utili ».
« Il nome della spia » ricordò Daniel
« e un modo per poterci mettere in contatto con lei
».
La donna stava per aprire bocca ma
Kar’ym la fermò posandole una mano sul braccio e
rimproverandola: « No ferma, sai che il Consiglio non
approva ».
« Ma…»,
provò a protestare lei, però poi cedette sotto lo
sguardo
severo del compagno. « Hai ragione, perdonami ».
« Spiacente
d’interrompere l’idillio, ma fatemi capire
»
intervenne Jack calcando con forza ogni singola parola « Ci
state
negando il vostro aiuto? ».
I due non risposero ma le loro
reazioni furono molto differenti: Kar’ym sostenne
tranquillamente
lo sguardo accusatore del colonnello, mente Freya abbassò
gli
occhi colpevole.
« Avete idea di quante volte
vi abbiamo salvato la pelle? Di quante volte abbiamo rischiato la vita
al posto vostro? » ringhiò Jack alzando mano a
mano il
tono di voce.
« Colonnello O’Neill, si calmi » lo
riprese il generale, ma quello non diede segno di averlo sentito.
« Ci state negando la possibilità di andare a
salvare Carter? Jacob lo sa tutto questo? ».
« Noi Tok’ra non siamo
in molti e non possiamo permetterci di sacrificare i nostri fratelli
inutilmente » replicò calmissimo Kar’ym.
Teal’c riuscì ad
afferrare Jack un secondo prima che si scagliasse contro il
Tok’ra, ma questo non impedì al colonnello di
urlargli
contro: « Inutilmente?! Inutilmente?!
Chi è che mandate sempre in missioni suicide al vostro
posto?!
Chi è che ha ammazzato più Goa’uld in
cinque anni
che voi in trecento?! Chi è che ha stretto
un’alleanza con
gli Asgard?! Chi è che ha fatto fuori Apophis?! ».
« Colonnello!! »
esclamò Hammond alzandosi a sua volta « Adesso
basta, si
calmi!! Sono certo che la nostra proposta è negoziabile!
».
« Affatto » lo corresse
Kar’ym ignorando lo sguardo addolorato di Freya
« Prevedendo una richiesta del genere, il Consiglio ha
già
deliberato: non possiamo rivelarvi alcunché ».
Jack, schiumante di rabbia e ancora
stretto saldamente tra le possenti braccia di Teal’c, chiese
di
nuovo: « Jacob sa che non volete salvare sua figlia?
».
« No… » mormorò Freya.
« Capirà. Questa
missione è molto importante » intervenne
nuovamente il
Tok’ra per evitare che la compagna parlasse a sproposito.
Sapeva
che Freya e Anise avevano sviluppato una sorta di debole per i
Tau’ri e non voleva dargli modo di dimostrarlo.
« No che non
capirà!! » abbaiò nuovamente
O’Neill
« Non credo che voglia mettere la vita di sua figlia dopo
quella
di un…un…Goa’uld!!!
».
« Noi non siamo Goa’uld!! »
s’inalberò Kar’ym balzando in piedi
furioso.
« ADESSO BASTA!!! »
tuonò Hammond frapponendosi tra i due « Jack la
smetta
immediatamente, non voglio più doverlo ripetere!!
».
Jack digrignò i denti ma tenne chiusa la bocca, mentre
Daniel e Freya passavano lo sguardo da lui a Kar’ym.
« Sarà meglio
continuare questa conversazione più tardi» propose
il
generale tornando ad un tono di voce normale e conciliante
« SG-1, potete andare ».
« Sì, signore. Grazie, signore » rispose
precipitosamente Daniel prima che l’amico potesse aprire
bocca.
Jack si divincolò dalla
morsa di Teal’c e si precipitò giù per
le scale,
quasi travolgendo il dottor Fraiser per il corridoio.
« Colonnello, ma
che--? » provò a protestare la dottoressa, ma lui
non le
rispose e proseguì imperterrito fino ad infilarsi in
ascensore
dando un pugno sul pulsante per la chiusura delle porte, lasciando una
Janet a guardarlo preoccupatissima e con le cartelle mediche sparse sul
pavimento.
♦♦♦
Il dolore era insostenibile,
fortissimo, invadeva tutto il suo corpo e le catene di ferro fissate ai
polsi contribuivano ad aiutare la scarica elettrica a diffondersi e ad
avvolgere il suo cuore in una morsa.
Non riusciva a vedere, non riusciva a pensare… poteva
unicamente sentire il dolore. E urlare.
Nei pochi sprazzi di
lucidità tra un colpo e l’altro poteva vedere la
schiava
umana terrorizzata dalle sue grida e il Goa’uld sghignazzare
beato.
Quella visione rafforzava ogni volta la sua volontà di
resistere e di non dargliela vinta.
Doveva farcela, per suo padre, per Cassandra, per i suoi amici, per
Jack.
Ma ad ogni scarica era sempre più difficile…
Continua…
10
marzo 2009
Angolo
dell’autrice!!!
Ordunque bimbe
belle, che ne dite? Mia madre ha detto che si è figurata
Jack
trattenuto da Teal’c e che la sua sfuriata è
più
che plausibile… ma ditemelo voi, mi fido di più
XD!!! Mi
scuso per il ritardo nel postare, ma today sono andata a far compere
per il compleanno della mia migliore amica [Auguri FeFi!!! *O*]. Grazie
mille per tutte le vostre recensioni, vi invito a segnalarmi qualsiasi
errore di battitura e/o di trama (tipo incongruenze) e se vi sto
annoiando (speriamo di no ç_ç).
RecenZioni *_____*:
- ilaria8:ce
la farà ce la farà… prima o poi XD!!!
Il fatto che
non ci fosse lo Stargate m’è venuta di botto
mentre
scrivevo: in pratica ho deciso di complicarmi la vita da sola o_O
- 23jo:
sadica? Ma chi? Io?! XD Alla domanda se fosse corruttibile mia madre ha
risposto un categorico, secco, chiarissimo…
“NO!” Mi
dispiace per te e le altre XP
- kloe2004:
"ODIAMO A MORTE I TOK'RA e non ce ne vergognamo!! (Campagna
pro-Jack)"… quanto ti posso adorare klouccia mia *-*?!
Iscriviamoci al gruppo ragazze XD!!
- Najara:
Ma perché se per una volta volevo rendere utile Anise (che
detesto anch’io, sia chiaro ù_ù) e sia
tu che le
altre la odiate ancora di più?! Ormai è
condannata,
quella bast** +__+
- sam93:
ok, nuovo morbo: la Giulite cronica XD!! Eppoi Jacob… e
Jacob Jacob… vedrai °w°! *fufufu*
- borboletta:
O’Neill è lo Stromboli di turno XD! Piaciuto
questo chap? Spero di sì!!
- kae:
io amo Martouf e Jacob (entrambi morti çOç) gli
altri
Tok’ra… bye bye belli!! No vabbè,
alcuni sono anche
simpatici… se vuoi ti do una pomata, perché Anise
servirà XP!!
- keyra89:
“astargeizzati” che figata ‘sto termine
*w*!!! Grazie
per il “quasi divino” ma ti assicuro che
c’è
chi scrive molto meglio di me XD!! Sono contenta che ti sia piaciuta la
storia fino a questo punto e mi auguro che ti piacerà anche
il
resto ^O^
Ancora grazie a coloro che mi hanno inserito tra i preferiti *O*!!! Ma
soprattutto AUGURI
(arretrati) PER L’8 MARZO DONNINE MIE!!!
Ripeto: la mamma non è corruttibile X’D
Bacioni, Giulia :*
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Capitolo 8 *** Capitolo VII ***
Capitolo VII
Entrò nella sua stanza sbattendo la porta con un boato tale
che chi passava per il corridoio sobbalzò spaventato.
Pazzo di rabbia rivoltò una
delle due sedie del tavolino con un calcio e lanciò via
l’altra afferrandola per la spalliera, dopodiché
mandò il tavolo stesso a gambe all’aria.
Cominciò a
colpire con tutta la forza che aveva ogni cosa che gli capitava a tiro,
si voltò verso il mobile e lo prese a calci e pugni fino a
romperne un’anta e ad ammaccarne seriamente
un’altra, poi
con un movimento del braccio gettò a terra ciò
che
c’era sopra di esso, compreso un vaso che cadde in mille
pezzi
sul pavimento. Una scheggia lo ferì al braccio ma neanche se
ne
accorse. Afferrò con tutta la sua forza il povero mobile e
lo
buttò a terra, nella caduta le ante già
semidistrutte si
spalancarono e rovesciarono fuori l’intero contenuto: libri,
giochi da tavolo, carte da poker, fumetti, cassette… Si
rialzò e allontano la sedia sdraiata su un fianco con un
calcio,
avvicinandosi al letto tirò via tutte le coperte
stacciandole e
si avventò sul cuscino come una furia prendendolo a pugni e
sbattendolo contro la testiera del letto finché il tessuto
non
si ruppe e le piume non volarono da tutte le parti creando una bufera
di neve in miniatura.
Finalmente si fermò sentendo
che la rabbia era svanita di colpo e si guardò intorno, con
il
fiatone, contemplando il disastro che aveva provocato: sembrava che
fosse passato un piccolo tornado. Notò che un’anta
dell’armadio penzolava da un lato… ma quando
l’aveva
scardinata?!
Si aggirò per le macerie di
quello che una volta era stato il suo alloggio, e passando davanti al
letto sentì un rumore di vetri infranti sotto il suo piede
destro. Si scansò e guardò in basso. Una cornice.
Si
accovacciò e la prese in mano. Sotto mille crepe e frammenti
di
vetro rotto vide che era una foto dell’SG-1, scattata
sicuramente
poco dopo le prime missioni. Si vedevano Daniel e Teal’c ai
lati,
riusciva a intravedere solamente la propria faccia mentre il centro era
stato calpestato dalla suola chiodata del suo anfibio. Si sedette per
terra appoggiando la schiena alla testiera tutta storta del letto.
Cominciò a togliere i vetrini rotti ferendosi i
polpastrelli, ma
non ci fece caso.
Sotto le sue mani comparve il volto
sorridente di Sam, con gli occhi blu che sfavillavano per
l’orgoglio e la felicità di far parte di quel
progetto e
di vedere anni di duro lavoro finalmente realizzati.
Scansò gli ultimi rimasugli
di vetro e ammirò la foto. Accarezzò con la punta
delle
dita la superficie liscia della cellulosa mentre un groppo gli saliva
lentamente in gola.
Sentì bussare alla porta.
« Jack? Tutto bene? ».
Era Daniel. Non rispose e
l’amico entrò lo stesso. Non appena
varcò la
soglia, l’archeologo rimase di sasso spalancando gli occhi
così tanto che gli occhiali gli scivolarono giù
verso la
punta del naso.
« Che cosa vuoi, Daniel? » chiese Jack senza alzare
lo sguardo.
« Beh, ho sentito degli strani
rumori provenire da qui… i rumori di una rissa per essere
precisi. Stai… bene? ».
Jack non rispose e Daniel
avanzò tra i mobili divelti sollevando sbuffi di piume ad
ogni
passo. Si fermò di fronte all’amico.
« Il generale Hammond non è molto contento della
sfuriata che hai fatto ».
« Amen ».
« Jack… » Daniel sospirò
« Non possiamo certo costringerli a parlare ».
« Tu dici? » chiese ironicamente il militare.
« Ascolta » il ragazzo cominciava a spazientirsi
« questa è una situazione delicata per entram--
».
« NO, ascolta tu,
Daniel! A me non frega un bel niente se la loro maledettissima spia ci
lascia le penne! Gli abbiamo salvato il fondoschiena abbastanza volte
perché almeno questo ci sia dovuto, non credi?! »
esplose
Jack saltando in piedi sovrastando il compagno.
I due si guardarono in cagnesco per
un po’, poi Daniel sospirò abbassando lo sguardo e
porse
all’amico un libro rilegato in stoffa blu che aveva tutta
l’aria di essere un album di fotografie.
« Pensavo ti facesse piacere
averlo. Sono le foto che ho scattato durante questi anni… te
ne
ho fatta una copia. Doveva essere il mio regalo di Natale, ma credo che
non verrò fulminato se te lo do in anticipo ».
Jack prese l’album e se lo rigirò tra le mani
osservandolo senza dire niente.
« Se hai bisogno, io sono nel mio ufficio » disse
l’archeologo uscendo.
« Daniel… ».
« Sì? ».
« Grazie ».
« Di niente ».
Una volta che Daniel fu uscito,
Jack tornò alla posizione di prima, aprendo il prezioso
oggetto:
sulla prima pagina campeggiava una delle prime foto
dell’SG-1, la
stessa della sua cornice.
Rimase ad osservare l’album
per ore, ad ogni foglio di carta velina sollevato veniva assalito da
ricordi e sensazioni: Carter e Jacob dopo l’
‘integrazione’ di quest’ultimo con
Selmak… lui
e Teal’c che si confrontavano in un incontro di box (o
meglio,
Teal’c che lo massacrava)… Carter concentratissima
dietro
un microscopio con coppe di gelatina vuote sparse per il
laboratorio… Syler completamente coperto di fuliggine quando
era
esploso un MALP… Teal’c con un vassoio straripante
di
dolci… Lui che urlava da solo per il corridoio ("Urgo ",
pensò divertito)… e poi ancora foto, tantissime
foto
scattate da Daniel, spesso e volentieri a tradimento.
E lei, lei sorridente, sorpresa, assorta.
Il suo maggiore, la sua scienziata, la sua compagna di
squadra… la sua Sam.
Gli mancava, era inutile negarlo,
non era passata neanche una settimana e già dava di matto.
Non
sapeva dov’era, non sapeva come stava, non sapeva…
dannazione! Non sapeva niente!
Poteva benissimo essere morta e lui se ne stava lì con le
mani in mano!
"Piantala Jack!
", si rimproverò scuotendo la testa, "Pensa positivo! Sam è
forte, ce la farà…
resisterà… ma fino a quando? ".
Chiuse di scatto l’album
infilandosi nel taschino una foto e buttandosi di schiena sul letto,
sollevando un’esplosione di piume.
« Dobbiamo sbrigarci, dobbiamo
assolutamente scoprire qualcosa da quei serpenti
schifosi… » pensò ad alta voce fissando
il
soffitto « Verrò a prenderti, Sam. Aspettami
».
Continua…
Angolo
dell’autrice!!!
Okay, dopo
questo capitolo la pianto di scassare con Jack… ma questo
dovevo
inserirlo!! È stata l’immagine di
O’Neill che
distrugge la sua stanza a dar vita a questa storia!! Una sera, al posto
di dormire, mi è spuntato in testa Jackie che se la prendeva
con
il suo povero comò e mi sono detta:
Neurone
1: Ma
come mai sarà così incazzato? °-°
Neurone
2: Ovvio!
È successo qualcosa a Sam!! ù_ù
Neurone
1:
Sì, ma cosa? °-°
Neurone
2:
Uhm… rapita?
Neurone
1:
Shì dai!! Facciamoci una shot!! *O*
Neurone
2: Ma
come facciamo a sviluppare l’argomento in una shot? O_o
Neurone
1: Allora
facciamo una long!! *w*
*si danno la mano*
… e
così nacque questa storia… verso la fine di
settembre, più o meno XD
Okay, direi di
finirla con queste boiate e di passare alle vostre recensioni
“che è meglio” (intonazione alla Puffo
Quattrocchi):
- ilaria8:
ti posso assicurare che ancora non hai visto quanto può
essere
sadico quel Goa’uld… lo scopriremo dal prossimo
chap
*_____* fufufu
- Jolinar:
non preoccuparti per il salto di recensione… considera che
io
oggi mi stavo scordando di aggiornare! Per quanto riguarda la spia
Tok’ra devo confessarti che… lo scoprirai nei
prossimi
capitoli!!! X’D mwahahahah
- sam93:
omg che recensione chilometrica O_o Cmnq come hai visto
O’Neill
ha lanciato anche una bella colata di lava, ma dal prossimo chap
facciamo un salto da Samantha per vedere come sta… povera!!
ç_ç Sappi che sono contentissima del fatto che lo
vedi
come fosse un episodio: è proprio quello l’effetto
che
voglio *_*!!
- Najara:
se Jacob lo scopre ci faremo spiedini di serpente (dicono che siano
molto buoni, sì sì ù_ù)!!
Grazie dei
complimenti, spero che ti piaccia anche questo chap (che ho inserito
quasi a forza ò_ò)
- borboletta: credo che Teal’c
sia intervenuto solo per evitare un incidente intergalattico XD
- kloe2004:
lo sai che mi fai paura? XD Sono contenta che anche tu odi
Kar’ym… io lo appenderei al soffitto per le *ehm*
parti
basse =_=
- 23jo:
un’altra recensione chilometrica! XD Grazie mille per i
complimenti sul mio sadismo, la mia parte sanguinaria ne è
molto
contenta *ç* E stai sicura che anch’io detesto
Anise la
cui tokr’aggine (meraviglioso questo termine!) è
tra le
più odiose!!
Ringrazio
anche kae che mi ha comunque detto che
il capitolo le piace e, ancora una volta, chi mi ha inserito tra i Preferiti… pazze XD!!!
Bacioni, Giulia
|
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Capitolo 9 *** Capitolo VIII ***
Capitolo VIII
Sognava.
Era un sogno scuro, appiccicoso,
che l’avvolgeva e la stritolava facendole dolere ogni parte
del
corpo. Provava a gridare ma dalla gola non usciva alcun suono, era
completamente afona. Provava a dimenarsi, ma più si
dibatteva
più quella scura massa l’avviluppava bloccandola e
stringendola.
Improvvisamente, percepì gocce d’acqua scorrerle
lungo il volto. Pioggia? Lacrime?
Una voce la chiamava, prima lontana e quasi indistinta, poi sempre
più chiara e vicina.
« …maggiore Carter? Riesce a sentirmi? Si
svegli… ».
Mentre gli stralci
dell’incubo la abbandonavano, Sam riacquistò
coscienza e
sentì che anche nella realtà ogni fibra del suo
corpo era
pesta e dolorante, ogni minimo movimento le costava una fatica immensa.
Quando aprì gli occhi vide
sopra di sé un volto conosciuto: carnagione scura, riccioli
neri
e una tonda cicatrice da ustione sulla fronte.
« Ra…Rak’nor? »
mormorò incerta, raschiando la gola riarsa.
« Sì, maggiore » la rassicurò
il Jaffa, «Sono venuto a vedere come sta».
« Non
c’è…male » provò a
scherzare lei
increspando leggermente le labbra secche e screpolate.
« Non si affatichi… le
ho portato dell’acqua e qualcosa da mangiare, non
è molto
ma è tutto quello che sono riuscito a prendere dalla
dispensa » le disse passandole una spugna umida sulla fronte.
Ecco cos’era quella sensazione di fresco…
Rak’nor l’aiutò
a sedersi e le porse una brocca d’acqua che Sam, ignorando le
proteste dei suoi muscoli, afferrò e svuotò per
metà con un paio di sorsi. Senza dire una parola, lui le
allungò un pezzo di pane che la donna addentò con
ferocia
mandando giù qualche boccone, sentendosi rinascere.
Mente mangiava, Sam lanciò un’occhiata
interrogativa al Jaffa: « Ma tu… che ci fai qui?
».
Rak’nor rispose in un
sussurro circospetto: « Mi sono infiltrato tra i Jaffa di Apu
Illapu conquistandone la fiducia. Forse
s’incontrerà con
Anubis. Il maestro Bra’tac vuole saperne il più
possibile
per poi informare il fratello Teal’c e voi Tau’ri
».
Sam annuì mentre mandava giù un altro boccone:
« Capisco… Sai da quanto tempo sono qui?
».
Ore, giorni, settimane, mesi? Aveva perso completamente la cognizione
del tempo.
« Direi quattro o cinque
giorni al massimo » rispose il Jaffa sporgendosi
all’indietro per controllare che non arrivasse nessuno.
« Speravo fosse passato più tempo…
» mormorò affranta.
Se era in questo stato dopo neanche
una settimana, come diavolo avrebbe fatto a tirare avanti? Si
lasciò sfuggire un sospiro stanco, strofinandosi gli occhi
brucianti. Non si sentiva affatto bene: aveva un gran mal di testa,
brividi e, oltre al fatto che ormai era tutta un livido, le facevano
male le articolazioni.
« Sai darmi qualche
informazione? » chiese alzando lo sguardo su
Rak’nor
« Per esempio su come si fa ad uscire da qui, quante guardie
ci
sono, dov’è lo Stargate… ».
« Mi dispiace deluderla,
maggiore Carter » la informò il Jaffa scuotendo la
testa
« Ma su questo pianeta non esiste alcuno Stargate…
lo
stesso vale per quelli limitrofi ».
« Maledizione… »
mormorò Sam passandosi una mano fra i capelli biondi e
cercando
d’ignorare il brontolio allo stomaco: prima di quel tozzo di
pane, il suo ultimo pranzo era stato la veloce colazione su Tahua
(ovvero P5X-768) prima di essere catturata. « Ma allora
come… ma certo! La nave madre nell’orbita del
pianeta » congetturò fra sé e
sé
mordicchiandosi l’unghia del pollice. « Ecco
spiegato il
motivo per cui i Jaffa non sono arrivati attraverso lo Stargate
».
Un punto per il Goa’uld.
« Non posso trattenermi oltre,
sta arrivando qualcuno » disse in fretta Rak’nor in
sussurro concitato « Tornerò presto con le
informazioni
che mi ha chiesto… nel frattempo cercherò un modo
per
avvisare l’SG-1 tramite il maestro Bra’tac
».
Sam non fece neanche in tempo a
salutarlo che quello afferrò la brocca e, in un lampo,
uscì dalla stanza riattivando lo scudo d’energia.
Il tempo
di sparire lungo il corridoio, che il maggiore udì dei passi
avanzare nella direzione della sua cella. Velocemente, si
sdraiò
sulla sua panca di spalle all’entrata e fece finta di
dormire,
pregando che non venissero per sottoporla ad un’altra seduta
di
torture e che la lasciassero riposare in pace.
In un lampo fu attraversata da un
dubbio atroce: aveva rivelato qualcosa? Era riuscita a tenere la bocca
chiusa o no? Dopotutto non ricordava affatto di quando
l’avevano
riportata in cella né se avevano fatto pause durante la
tortura…
Interrompendo le sue congetture, i
passi si fermarono proprio dietro la sua schiena e la voce beffarda e
metallica del Goa’uld le trafisse sgradevolmente le orecchie.
« Svegliati maggiore Carter, sono venuto a farti
visita… non sei contenta? ».
Ma che spiritoso… da ucciderlo!
Controvoglia, ma ben sapendo che
ignorarlo sarebbe stato controproducente, si voltò
mettendosi a
sedere, accorgendosi preoccupata che anche questi semplici movimenti le
procuravano dei forti giramenti di testa.
« Non hai un bell’aspetto, sai? » disse
Illapu fingendosi premuroso « Hai fame, forse? ».
Non rispose, afferrando
immediatamente la strategia del Goa’uld: tenerla senza
mangiare
né bere per renderla meno resistente alle torture. Fatica
sprecata, dal momento che quel poco che Rak’nor era riuscito
a
rubare per lei bastava e avanzava per recuperare almeno in piccola
parte le forze.
Un punto per lei.
« Devo riconoscerlo: sei un
osso duro » si complimentò Illapu passeggiando su
e
giù per la stanza « Non avevo mai trovato un umano
che
resistesse così a lungo senza lasciarsi sfuggire neanche
mezza
sillaba! ».
« Mi hanno addestrato bene » sorrise Sam sentendo
un grosso macigno sollevarsi dalle sue spalle.
« Fossi in te aspetterei a
gioire, Tau’ri » sorrise velenosamente avvicinando
il volto
a quello della prigioniera « Ho molti metodi per estorcere
informazioni e la tua permanenza qui sarà molto
lunga…
direi eterna ».
« Allora avrai modo di scoprire quanto
posso essere resistente » rispose lei, nascondendo
con un convincente bluff
il fatto che lei stessa non sapeva quanto sarebbe durata con questo
ritmo.
Il Goa’uld ridacchiò
divertito. « Sarà un’esperienza
interessante…
ma alla fine sarò io ad avere la meglio ».
« Vedremo… » mormorò lei
sentendosi ripiombare addosso il torpore del sonno.
Apu Illapu, sicuro di riuscire a
domare lo spirito fiero di quella donna, se ne andò. Dal
canto
suo, Sam si sdraiò con cautela sulla panca e
piombò,
leggermente più serena, nel sonno.
Nessun incubo stavolta, solo la piacevole sensazione di essere al
sicuro nel tepore di braccia protettive.
Continua…
24
marzo 2009
Angolo
dell’autrice!!!
E adesso siamo passati
(finalmente) alla nostra Sam!!
Sono contenta
che il capitolo con Jack vi sia piaciuto… meno male!! Avviso
da
subito che la prossima settimana non potrò aggiornare come
previsto perché vado in camposcuola dal 30 al 2…
perdonatemiiii!!!
Passiamo subito alle
recenZioni *__*:
- sam93: ecco la nostra Sammy in
azione… quanto posso essere bastarda?
- Jolinar:
addirittura gli applausi!! Esagerata! Grazie mille, ricevere tanti
complimenti da una che scrive bene come te è sempre
meraviglioso!! Ultimamente mi sono riletta tutte “Infinite
combinazioni”…
le mie storie in confronto fanno schifo XD!! PS: quando aggiorni?
Risolto il problema “espressione”? *__*
- ilaria8: io mi scuso
perché posterò in ritardo… siamo pari
XD!! A presto e buona gita!!!
- Najara:
sì, in effetti dopo che m’era venuto in mente ho
pensato
anch’io a Cam… in realtà ho rielaborato
un’immagine da un video stupendo (link)
con una canzone stupenda (propaganda: ascoltate “When You
Were
Young” dei The Killers!!) in cui c’era il clip di
Jack che
sfonda il finestrino di una macchina in preda all’ira durante
il
“funerale” di Daniel (Fire and Water)! Per quanto
riguarda
il nostro archeologo…Daniel è sempre utilissimo,
ha un
po’ la faccia da tonno ma quando vuole capire capisce XD!!
- 23jo:
i
miei neuroni si sono ridotti a due perché gli altri hanno
fatto
suicidio di massa XD [però ammetto che l’idea
della
conversazione tra neuroni (che è avvenuta davvero) me
l’ha
data la parodia di Monia85 : “Twilight
- The Movie {Parodia}” …
meravigliosa XD!!]. Grazie per i complimenti!!
- borboletta:
io adoro il rapporto che c’è tra Daniel e Jack:
stanno
sempre a bisticciare ma sono amici per la pelle… sono
fantastici!!! Rivedi l’episodio, rivedilo!!! «Rema,
rema,
rema e la barca va ♪ …» XD
Mille
ringraziamenti a tutti coloro che hanno letto, recensito e/o inserito
la mia storia tra i preferiti… grazie anche ai miei prof che
non
scherano quando vedono che ad un certo punto mollo il quaderno della
loro materia per scrivere cose non ben identificate su un blocco pieno
di scarabocchi a forma di lambda maiuscola (Λ) XD!! Grazie
anche
perché involontariamente alcune idee me le forniscono loro
ò_ò
Ci vediamo tra un
po’ di tempo, gente… bacioniii!!!
Giulia
Tahua:
ricavato da “Tauhantinsuyu”,
che significa “i quattro quarti del mondo”, ovvero
il nome
che gli Inca davano al loro impero, mentre
“Perù”
è il nome dato al paese dagl’invasori Portoghesi.
[Guardate
che io sono colta, eh! Che vi credete!… ma non penso che
“Tahua” da solo significhi qualcosa]
|
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Capitolo 10 *** Capitolo IX ***
Capitolo IX
Nei giorni seguenti la strategia
del Goa’uld divenne man mano più chiara: le sue
intenzioni
erano quelle di affamarla, dandole da bere appena una volta al giorno,
quanto bastava per non farla disidratare ma in modo da indebolirla a
sufficienza per farla cedere sotto le torture che le infliggeva in modo
discontinuo durante il giorno e la notte (di questo non era sicura, dal
momento che era un bel po’ che non rivedeva più il
sole).
Un piano semplice, ma efficace per
debilitare un fisico umano… ma Illapu non aveva fatto i
conti
con quel poco cibo che Rak’nor riusciva a sgraffignare dalla
dispensa Jaffa; più che sufficiente per impedire al
Goa’uld di dominare la volontà del maggiore.
Carter, dal canto suo, era riuscita
a nascondere una mappa della base nemica (procurata sempre
dall’alleato Jaffa) tra le grate della presa d’aria
del suo
"alloggio", approfittando di ogni momento di solitudine per tirarla
fuori insieme ad un tozzo di pane raffermo, studiando la struttura
della base e sgranocchiando qualche briciola. Comunque, nonostante le
povere quanto costanti cure di Rak’nor, la febbre peggiorava
così come il taglio sulla guancia e le ustioni sul busto,
ben
visibili attraverso i buchi bruciacchiati della maglietta nera.
Quando le guardie venivano a
piantonarla, Sam sedeva nell’angolo più lontano
dalla
porta con la testa fra le mani, fingendosi sconsolata. In
realtà
gli ingranaggi nella sua testa bionda lavoravano senza sosta, ignorando
le emicranie ed i morsi della fame.
"Rak’nor
ha detto che, anche se non è un importante Signore del
Sistema,
Illapu è ben organizzato: ogni possibile entrata del palazzo
è sorvegliata " rifletteva ripassando
mentalmente la
mappa, “le
ronde passano di continuo, mentre l’hangar
è sempre presidiato da almeno due o tre Jaffa…
dannazione! Uscire da questa cella non è un problema, il
guaio
è che non ho la più pallida idea di come fare a
rubare
una navicella (che, tra l’altro, non so neanche guidare),
superare i controlli e tornarmene indisturbata sulla Terra…
il
tutto senza mandare a monte la copertura di Rak’nor,
ovviamente! ".
Dopo altri due o tre giorni di
quella che stava diventando una snervante routine, Apu Illapu
tornò a prenderla personalmente con i suoi Jaffa, come aveva
fatto il primo giorno.
"Brutto
segno… spero che non abbia niente di strano in mente
" si accigliò la donna.
« Prendetela! » ordinò imperiosamente il
Goa’uld indicandola.
Con una scena altrettanto abituale,
Sam sollevò appena le braccia per permettere ai due
energumeni
di afferrarla più agevolmente dove ormai aveva
l’impronta
violacea delle loro dita, e di strattonarla via fino alla sala dove
l’attendevano, come due vecchie amiche, le catene da polso.
Dopo che l’ebbero legata
Illapu, contrariamente alle sue abitudini, non si andò a
sedere
sul suo trono per godersi lo spettacolo. Cominciò invece a
giocare con il bastone elettrico passandoselo da una mano
all’altra.
« Sai maggiore »
cominciò in un tono di voce tranquillo, quasi amichevole,
sollevando appena gli occhi su di lei « Vedere le tue
sofferenze
è sempre un gran divertimento per me… ma sto
cominciando
a stancarmi di questa tua reticenza ».
Si avvicinò di qualche
passo, degnandosi finalmente di guardarla negli occhi. «
Voglio
informazioni sui Tok’ra, sugli Asgard e, ovviamente, sui tuoi
amici Tau’ri… nonché il codice di
attivazione della
vostra …come la chiamate… iride?
».
« Come devo ripetertelo? Io
non so niente dei piani Tok’ra, né tanto meno di
quelli
Asgard. In quanto al codice d’attivazione,
l’avranno
già cambiato… e poi mi sembra
d’avertelo già
detto: noi non tradiamo i nostri compagni »
ribatté Sam
scuotendo stancamente la testa.
« Ti concedo il beneficio del
dubbio per quanto riguarda gli Asgard… ma i
Tok’ra! Non
credo di dover essere io a ricordarti di essere stata ospite di
Jolinar: le sue memorie sono sepolte nella tua mente »
esclamò lui con un sorriso di scherno.
« Ed è proprio li che rimarranno. Sepolte »
scandì Carter calcando con enfasi sull’ultima
parola.
Apu Illapu si soffermò ad
osservare la figura pallida ed emaciata di fronte a lui, quasi
strabiliato dalla forza e dalla lealtà espresse da quei
grandi
occhi diventati di un azzurro freddo come il ghiaccio.
« Sei un soggetto
interessante » le concesse, come se stesse parlando di una
cavia
da laboratorio, lanciando il bastone al Jaffa aguzzino « Ma,
ti
assicuro, oggi tu cadrai
».
« Prima dovrai passare sul mio cadavere » rispose
lei, stillando gocce di odio puro ad ogni sillaba.
Senza ulteriori indugi e
discussioni, Illapu diede il segnale stravaccandosi sul suo trono e il
Jaffa piantò lo strumento di tortura nel fianco del
maggiore. Il
suo signore però, come aveva detto esso stesso poco prima,
era
stanco di aspettare e gli aveva ordinato di intensificare i colpi.
Il dolore ed il suo torturatore non
davano tregua a Sam, che tuttavia riuscì a sopportare quasi
due
giorni di agonia praticamente ininterrotta fino a diventare quasi
completamente afona. Il suo corpo era però troppo debilitato
dalle privazioni, dalle ferite per la maggior parte ormai infette e
dalla febbre.
L’ultima scarica era troppo forte, troppo violenta, troppo
lunga… troppo tutto.
Il cuore affaticato non riusciva
più a seguire i battiti frenetici che la corrente elettrica
gl’imponeva e, improvvisamente, insieme alla vista che si
annebbiava e agli arti che cedevano inerti, Sam percepì un
grande senso di liberazione e leggerezza mentre si abbandonava
dolcemente nello scuro oblio senza fine…
Continua…
5
aprile 2009
Angolo
dell’autrice!!!
Ehi, ciao
ragazze!!!! Sono tornata finalmente!! Contente? *vede gli sguardi
omicidi* ehi, che volete fare con mazze e catene O.o?! Ghyaaaaaaa
*Sbrat! Splazz!*
Okay, dopo
questa sclerata totale, passiamo alle scuse per il ritardo, ci sono
stati dei piccoli *ehm* disguidi oltre alla mia (super fantastica
divertentissima) gita!! Sorry amiche!!!
Però fatemi
una promessa: prima di uccidermi a causa di questo capitolo, aspettate
il prossimo!!!
RecenZioni *^*:
- sam93: brava, continua a non
pensare alla fine di Sammy >_>’’
- borboletta: guardiamo il lato positivo:
tosta fino alla fine!!! Grazie per i complimenti!!
- 23jo:eccomi,
non mi sono persa (anche se a Bologna ci sono andata vicino)!! Continua
a dirmi che assomiglio al telefilm e mi mandi direttamente in Cielo dal
Padreterno *_*!!! Certo che sono contenta se me lo dici: è
quella la mia intenzione *w*!!! Piaciuto questo capitolo? Ammetto che
non è uno dei miei preferiti…
- kloe2004:
“uno su mille ce la fa” XD!!! Più o meno
è
così XD!!! Non preoccuparti per il salto di recensione,
spero
cmnq che ti sia piaciuto Jack sbroccato! … non uccidermi per
questo chap ç_ç
- Najara:
terza possibilità: dicono una qualche parola che fa scattare
la
molla (specie durante greco, latino, storia, filosofia e italiano)!!
Adesso abbiamo la nostra Sam tosta (e un po’…
ehm…
non ho il coraggio di dirlo!!)… aspetta il prossimo chap che
è più carino (credo)
- kae:
sì, in effetti ci sto ficcando un po’
tutti… ma non
gli Asgard lasciamo in pace gli omini grigi, va’!! Grazie per
i
complimenti, sHorellona, sai quanto ci tengo alla tua opinione!!!
- Jolinar:
vai con l’armata brancaleone che sta ancora organizzando il
pranzo al sacco, mentre quella poveraccia batte il piedino sbuffando:
« vi sbrigate pelandroni?! », XD Omg che scena XD
Grazie
mille per i complimenti *me commossa*!!!
- ilaria8:
ehm… ecco la fine… ma Bra’tac
aiuterà il
gruppo!!! Confidiamo nel nonnino energico! Prenderà il
Supradin
secondo, voi?
- mary_poppins:
non ci credo… alla fine ti sei iscritto (ammetto che per un
momento ho pensato che usassi "mary_pompins"…
conoscendoti!)!!!
Grazie per i complimenti tesoVo, ma ti avviso: se OSI romperci le
scatole ti DISTRUGGO LE SCARPE DI GUCCI!!!!! Dato che sei iscritto
perché non ne approfitti per leggere le storie su "Sex
& The
City"?
Allora, mi
scuso ancora per il ritardo… ma non aspettatevi un capitolo
per
martedì!! Devo definire un passaggio che non so come
scrivere,
ma appena possibile posterò, promesso!!
Bacioni, Giulia
|
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Capitolo 11 *** Capitolo X ***
Capitolo X
A poco a poco, con suo
immenso
stupore, tornò a percepire il mondo attorno a se,
sentì
di nuovo la presenza fisica del suo corpo, chiedendosi se quello fosse
davvero l’al di là, comparando sorpresa quella
sensazione
di leggerezza, l’ultima che riuscisse a ricordare, con
ciò
che stava provando in quel momento, una sorta di… rinascita?
Stanca di quelle
riflessioni che
forzavano la mente ancora intorpidita, calò in una sorta di
sonno vigile che interruppe non appena sentì di aver
recuperato
a sufficienza le forze. Non appena prese la decisione di alzarsi,
udì un rumore forte, come di pietra contro pietra, ed una
calda
luce tremolante entrò come pioggia attraverso le ciglia
appena
socchiuse.
Samantha
aprì gli occhi,
facendosi schermò con un braccio, in attesa che le pupille
si
abituassero al cambio dell’intensità luminosa, e
si
tirò a sedere e si guardò intorno sospettosa: era
in una
sala circolare di medie dimensioni illuminata da alcune torce, al
centro c’era l’enorme sarcofago d’oro in
cui
l’avevano posta.
"Vuol dire che sono…
morta?",
si chiese ravviandosi i capelli, confusa. Scosse la testa e decise che
in fondo non era poi così importante, anzi, si
congratulò
con se stessa per aver mantenuto la promessa fatta al Goa’uld
– anche se ancora una volta si ritrovò a pensare
che Jack
l’avrebbe ammazzata con le sue mani una volta che
gliel’avesse comunicato… dura la vita di un
subordinato
del colonnello O’Neill!
Una volta sicura di
aver
riacquistato in pieno le sue facoltà motorie,
saltò fuori
dal sarcofago e mosse qualche passo per sgranchirsi le gambe; girando
la leva che aveva la forma di un tuono richiuse le ante del prezioso
quanto pericoloso marchingegno Goa’uld, dirigendosi poi verso
l’entrata sbirciando fuori per accertarsi di essere sola e
quindi
di svignarsela… almeno fino all’hangar. Non
c’erano
guardie in giro, ciò significava che molto probabilmente
aveva
interrotto il processo di guarigione prima che fosse completato del
tutto.
Sgusciò
fuori e si diresse
silenziosa fino alla fine del corridoio, fermandosi e tendendo
l’orecchio quando udì il rumore familiare di
un’armatura metallica in avvicinamento: Jaffa nemico, ergo
un’arma da poter rubare. Si schiacciò contro il
muro
dorato trattenendo il fiato e, non appena la punta dello stivale nemico
spuntò da dietro l’angolo, sferrò un
potente calcio
che finì precisamente sul naso del guerriero, finito poi da
una
gomitata alla base del collo – data non appena la vittima di
era
piegata in avanti per il dolore – che lo spedì
direttamente tra le braccia di Morfeo.
« Mi
dispiace per te »,
borbottò Sam, sbuffando e trascinando il nemico inerte fin
dentro la stanza del sarcofago e privandolo dello
zatt’nel’kum, « Tendo ad arrabbiarmi
parecchio quando
mi torturano! ».
Contrariamente alle
sue più
rosee aspettative, non incontrò quasi nessuno ed ogni
qualvolta
un nemico spuntasse sulla sua strada riuscì a nascondersi in
tempo, arrivando fino a meno di due corridoi di distanza dalla sua meta
primaria, ma improvvisamente le si pararono davanti alcuni Jaffa con le
lance in resta. Riuscì a colpirne un paio, però
giunse
alle sue spalle un altro manipolo di guerrieri.
«
Tal’bet! Getta la tua arma! », intimò
uno di loro puntandole minacciosamente contro la sua lancia.
Riconoscendo la
propria sconfitta e
constatando velocemente che non c’era via d’uscita,
Sam
lasciò cadere a terra lo zatt e alzò le mani,
stringendo
i denti per la rabbia e la frustrazione. "Maledizione!".
« I miei
complimenti,
maggiore Carter », la canzonò
quell’odiosa voce
metallica, accompagnata da un leggero applauso, « Ci hai
messo
meno tempo di quanto avevo previsto a riprenderti nel sarcofago
».
Apu Illapu
arrivò a passo
lento e misurato, facendosi largo tra i suoi Jaffa – che si
spostarono inchinando rispettosamente la testa – e parandosi
di
fronte a lei. « Davvero brava », ripeté
con un
ultimo battito di mani. Inaspettatamente, le mollò un
ceffone in
pieno viso, tanto forte da farla barcollare. Ancora frastornata, Sam
sentì un sapore metallico in bocca e si tastò
appena il
labbro inferiore, scoprendolo rotto e sanguinante.
Senza darle il tempo
di reagire, il
Goa’uld le afferrò violentemente i capelli dietro
la nuca
di modo che non sfuggisse alla sua ira, strattonandola con rabbia.
« Non osare
mai più
mancarmi di rispetto!! », urlò infuriato con gli
occhi
lampeggianti, torreggiando minaccioso su di lei, « Non ti
permetterò di sfidarmi nuovamente, femmina!! ».
Sam fu attraversata da
un brivido,
spaventata dalla rabbia per lo smacco subito che esplodevano negli
occhi di Illapu, ma fu solo per un attimo e sostenne il suo sguardo
senza avere la benché minima intenzione di dargliela vinta.
Ancora più frustrato alla vista di quegli occhi tanto
limpidi da
dimostrare chiaramente che non era nascosta alcuna paura sul fondo, il
Goa’uld, stufo marcio di attendere oltre, decise di passare
alle
"maniere forti".
Lasciò
andare Samantha con
un violento strattone che la fece cadere sul pavimento, sibilando
irritato con una strana luce negli occhi: « Orai vedrai, maggiore.
Sono stanco di giocare ». Si rivolse nella loro misteriosa
lingua
ad uno dei Jaffa impartendo quelli che sembravano ordini precisi e
dettagliati, dopodiché il guerriero partì di gran
carriera precedendoli.
Due Jaffa costrinsero
Carter ad
alzarsi e scortarono poi lei ed Illapu lungo i corridoi. Sam si
massaggiò il volto nel punto in cui il suo carceriere
l’aveva colpita, notando al contempo che il sarcofago aveva
eliminato il profondo taglio sulla guancia lasciando solo un leggero
graffio… almeno aveva evitato di sfregiarsi.
Proseguì a
testa bassa, ignorando completamente tutto ciò che aveva
intorno, rassegnata anche al fatto di non avere ormai neanche la
più remota possibilità di fuggire contando
unicamente
sulle proprie forze: era palese che il Goa’uld
l’avrebbe
tenuta sotto sorveglianza ventiquattro ore su ventiquattro.
Lasciò che propria mente vagasse lontano da quel palazzo, da
quel pianeta e da quella parte di galassia, atterrando sulla Terra e
più precisamente nell’ex-base missilistica del
Monte
Cheyenne. Chissà cosa stavano facendo i suoi compagni, se
erano
preoccupati per lei, se erano almeno riusciti a localizzare il
pianeta… chissà cosa stava facendo Jack. Senza
saperne il
perché, le balenò in mente un’immagine
di lui seduto al
loro tavolo in mensa, intento a mangiare una fetta della sua torta
preferita mentre leggeva distrattamente un rapporto… a
giudicare
dalla confusione nei suoi occhi e la fronte corrugata,
probabilmente
si trattava di uno dei suoi. Si chiese con un moto di tristezza quando
e se avrebbe potuto rivederlo di nuovo.
Le sue riflessioni
vennero
bruscamente interrotte da uno strattone di Illapu che quasi la
lanciò nella ormai familiare Sala delle Torture, dritta tra
le
grandi mani del Jaffa aguzzino che l’assicurò alle
catene.
I polsi piagati, che non erano riusciti a guarire bene, protestarono
inviando fitte di dolore al cervello. Le ignorò
completamente,
concentrandosi sulla figura del suo carceriere che stava versando in
una coppa un liquido denso e scuro come sangue. Sperò
vivamente
di sbagliarsi.
« Dimmi, maggiore,
hai mai sentito parlare del Sangue di Sokar? », chiese il
Goa’uld sollevando lo sguardo su di lei mentre le accennava
un
piccolo brindisi. « Certo che sì, sei stata ospite
del suo
creatore, no? Sappi che uno dei suoi ex-Jaffa milita tra le mie truppe
e mi ha passato la "ricetta" del Sangue… sono molto curioso
di
provarlo ». Si avvicinò lentamente e
ghignò:
« Sentiti onorata: sarai la mia cavia ».
Quando il possente
Jaffa
accostò la coppa alle sue labbra, Sam le serrò
con forza
ed al contempo arricciò il naso per l’odore acre
che si
sprigionava dal Sangue. Alla fine dovettero costringerla facendole
ingoiare a forza la bevanda amara. Sam tossì cercando di
risputare più liquido possibile, ma ormai buona parte di
quella
roba era entrata nel suo organismo. E già cominciava a fare
effetto.
Sentì le
ginocchia cedere e
la vista annebbiarsi. Chiuse un momento gli occhi e quando li
riaprì si trovò nel bel mezzo della sala
controllo
dell’SGC. Era coperta di macerie, con i computer distrutti e
fumanti mentre drappelli di Jaffa uscivano continuamente dal tunnel
spaziale. Sulle prime era incapace di muoversi, poi finalmente si
decise cambiare scenario e scese velocemente le scale che portavano al
corridoio. Era tutto molto confuso e sfocato, la sua mente continuava a
ripeterle che tutto questo non era reale e quindi la visione faticava a
prendere il controllo su di lei… ma le sensazioni erano
così terribilmente vere e forti. Tanto vere e forti che,
anche
sapendo che era tutta un’illusione, quando lo vide accasciato
contro una parete con una tremenda ferita all’addome, non
poté fare a meno di dimenticarsi di ogni altra cosa, anche
della
falsità di ciò che stava vedendo, correndo
accanto a lui.
«
Colonnello?! Colonnello
O’Neill, mi sente?! », chiamò disperata.
Non
ottenendo risposta, si chinò sul suo petto, animata da una
flebile quanto sciocca speranza. Niente, dal suo cuore non proveniva
alcun suono.
«
Jack… »,
mormorò sfiorandogli una guancia sporca di sangue e polvere.
Tentò inutilmente di ricacciare indietro quelle stupide
lacrime
che le pungevano gli occhi, cercando di convincersi che tutto
ciò non era reale. Non era facile ragionare compostamente
quando
c’era lui di mezzo, fosse in carne e ossa o solamente una
proiezione mentale.
« Puoi
evitare tutto questo
», le disse la voce metallica di Apu Illapu riportandola
bruscamente alla realtà. Le lacrime non erano solo una sua
immaginazione. Stava piangendo davvero.
« Se non hai
il codice
dell’iride non puoi fare niente! »,
gridò Sam,
infuriata per ciò che l’aveva costretta a vivere.
«
Non potrai far del male a nessuno di loro! ».
La testa riprese a
girarle
vorticosamente e di nuovo il ghigno beffardo del Gao’uld
scomparve alla sua vista. Si ritrovò nella sua vecchia casa,
intenta a sfornare una teglia di biscotti.
No, non voleva
rivivere quel giorno ancora
una volta.
Basta, ne aveva abbastanza! Non voleva più rivedere gli
occhi di
suo padre, non voleva più ritrovarsi davanti alla bara di
sua
madre … agli incubi sulla sua morte si erano aggiunti quelli
sul
passato di Jolinar, basta!
Ma anche questa volta
come le
successive, non poté impedire alle visioni di spedirla da un
mondo all’altro, da un dolore ad un altro senza sosta, senza
riposo…
***
17 aprile 2009
Angolo
dell’autrice!!!
Ok, questo capitolo
è stato
un parto! Porca vacca che fatica… e la cosa bella (o per
meglio
dire brutta) è che neanche mi convince più di
tanto
*yeee*! Cercherò di postare il prossimo il più
presto possibile!
Ora vi spiego:
praticamente mi sono
fatta uno specchietto con i vari argomenti da trattare per capitolo,
solo che arrivata a questo non sapevo se finirlo come avevo ideato
all’inizio oppure attaccarci un pezzo del chap
seguente…
solo che poi mi saltava tutto!! Che disastro .-.
Alla fine
l’ho fatto come
l’avevo ideato XD Infatti è venuto leggermente
più
lungo dei precedenti, e credo che il prossimo lo sarà ancora
di
più… "contente"?
Perdonate
l’imperdonabile ritardo! Sorrysorrysorrysorrysorry!!!
RecenZioni:
- Jolinar:
io mi aggrego al pranzo con la truppa, tu vieni? Così
distraiamo
Daniel e Teal’c lasciando Sam e Jack soli soletti XD!!! Cosa
ne
pensi di questo capitolo? Uh, don’t worry, il prossimo
è
un po’ più movimentato!
- borboletta: la cavalleria parte nel
prossimo capitolo, tranquilla, devono solo riparare la tromba x3!!
- Najara: beh, Sam ci ha provato a
scappare XD Ma tocca al principe azzurro partire a cavallo, no?
- kloe2004:
ciao kloo!!! Quanto tempo è che non ci sentiamo? Mi sa che
sei
un po’ impegnata con l’università, eh?
Questo
capitolo non mi entusiasma molto, ma la scena del Sangue la dovevo
mettere! Perdonami!
- ilaria8: ehm, la svolta definitiva
arriva nel prossimo capitolo… non mi uccidi, vero? Almeno
Sammy è viva ^O^
- sam93: ma io adoro torturare la
gente, ve l’avevo detto XD!!! Scusa il capitolo molto
probabilmente noioso ç_ç
- 23jo:
ed ecco un altro capitolo che non mi convince… ma dopotutto
avevo dedicato quasi tre capitoli a Jack e volevo concentrami anche su
Sam. L’ho fatta un po’ più "dolce" in
questo chap, contenta?
Bacione a kae che leggerà in
ritardo *smak smak* e a mary_poppins
che si è operato di tonsille *lancia ghiaccioli*
Uuuhhh *w*, i
Preferiti sono saliti a 8!! Grazie a iris81,
l’ottava adepta: benvenuta nella mia modesta ficcy ^w^
Un’ultima
cosa, poi vi lascio andare
Questa storia, la mia
prima a
capitoli sull’SG-1, per me molto importante, è
dedicata
alle mie Gelatine Blu / Sorelle Maggiori, ma anche ad una persona a cui
tengo moltissimo e che ormai se ne sta andando.
Nonna, ti voglio un
bene
dell’anima e speravo davvero tanto che tu mi vedessi
diplomata… ma da come stanno andando le cose, non credo che
ce
la faremo ad arrivare insieme a quel traguardo. Non sono certo
perfetta, e so di averti fatto arrabbiare spesso, ma sappi che quando
te ne andrai se ne andrà anche una parte di me. Ti voglio
bene,
sul serio.
Bacioni, GiuLs
|
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Capitolo 12 *** Capitolo XI ***
Capitolo XI
« Fatemi
capire bene… », ricapitolò Jack
esasperato, in preda ad un feroce mal di testa. Le trattative andavano
avanti da giorni ed erano ad un punto morto. Più esattamente
a quello di partenza. « Ci state dicendo che: a) non potete
rivelarci il nome della vostro maledettissima spia;
b) che uno stupido
incontro tra serpenti è più importante della vita
di Carter;
c) che non potete neanche darci una
navicella scassata?! ».
«
Precisamente », confermò Kar’ym
distendendosi sulla poltroncina.
C’era una
notevole differenza di postura tra i due uomini, cosa che denotava
palesemente i loro rispettivi stati d’animo: Jack era seduto
sul bordo della sedia, un fascio di nervi. Dal canto suo
Kar’ym era sereno e pacifico e, se non fosse stato per
l’espressione di cinica freddezza stampata sul suo volto,
sarebbe potuto passare per l’uomo più spensierato
della Terra… pardon,
della Galassia.
Daniel decise
d’intervenire a sua volta. Anche lui, proverbiale
diplomatico, cominciava a spazientirsi seriamente.
« Possiamo sapere con
esattezza il motivo di quest’ultimo rifiuto?
».
«
È molto semplice, direi ».
« Mi
dispiace, dovrà spiegarcelo lo stesso. Sa, gli umani come me
sono un po’ duri di comprendonio, mentre quelli come Carter
sono i migliori », disse Jack sarcastico.
« Colonnello
O’Neill! », lo avvisò Hammond burbero,
si rivolse poi al Tok’ra. « Per favore,
Kar’ym, ci spieghi le vostre ragioni ».
« Come
vuole, generale », rispose quello. « Se noi vi
concedessimo una navicella e vi dicessimo la posizione del pianeta, voi
andreste immediatamente a salvare il maggiore Carter. Così
facendo Apu Illapu intuirebbe che qualcuno vi ha passato mezzi e
informazioni; si metterebbe a setacciare il suo seguito per individuare
una qualsiasi spia e potrebbe trovare il nostro agente infiltrato
».
« Voi
ritenete che andremmo sul pianeta senza alcuna strategia »,
interloquì Teal’c fissando negli occhi
Kar’ym. « Noi non abbandoniamo la nostra gente, ma
non siamo tanto sciocchi da compiere una missione suicida. Vaglieremmo
tutte le ipotesi e appronteremmo un piano di battaglia adeguato
».
«
L’Alto Consiglio Tok’ra ha deliberato »,
ribadì ancora una volta Kar’ym dopo aver lanciato
una rapida occhiata al Jaffa. « Non possiamo aiutarvi in
alcun modo ».
Detto questo si
alzò facendo cenno ad Anise di fare lo stesso. «
Dobbiamo partire, non possiamo tardare oltre. Generale Hammond, devo
avvisare il nostro pianeta ».
Hammond si
alzò, ma prima di raggiungere l’ospite,
provò ancora: « Non c’è
davvero nessun modo per venirci incontro? ».
« No, non
c’è », replicò lapidario
Kar’ym. Il generale scosse la testa sospirando rassegnato e
lo seguì insieme ad Anise, che continuava a guardarsi
indietro cercando Daniel con lo sguardo. L’archeologo
evitò ogni sorta di contatto visivo con la donna.
« Generale!!
», esclamò Jack, « Non può
arrendersi così!! Carter è ancora la fuori!
».
« Colonnello
O’Neill, noi abbiamo fatto tutto il possibile »,
rispose scoraggiato l’uomo. « Temo che il maggiore
Carter dovrà cavarsela da sola ».
Lentamente, anche
Daniel e Teal’c si alzarono uscendo dalla sala briefing. In
sala controllo, l’archeologo venne raggiunto da Janet che
chiedeva informazioni e si allontanò con lei.
Jack, invece, rimase
seduto al tavolo con gli avambracci posati sulla superficie lucida del
legno e le mani incrociate, la testa bassa. Restò in quella
posizione per qualche tempo, poi si riscosse e cercando nel taschino
della divisa verde ne estrasse la foto che aveva prelevato
dall’album regalatogli da Daniel. La osservò a
lungo in ogni suo particolare.
Era stata scattata nel
’69, durante il periodo che avevano passato con quei due
ragazzi hippy e il loro pulmino dipinto con tutte le sfumature
dell’arcobaleno. Dovevano essersi fermati in qualche stazione
di servizio. Vide se stesso appoggiato ad una fiancata del pullman,
abbigliato con jeans, t-shirt bianca, giubbotto di pelle nera, bandana
e occhiali da sole, che tendeva con un sorriso sghembo
un’innocente gerbera bianca – che
ricordò di avere rubato ad un fioraio – a Sam,
affacciata ad un finestrino, vestita con una chiara giacca indiana e
una camicetta bianca su cui cadevano le lunghe e sottili collanine, che
sorrideva lusingata prendendo dalle mani del colonnello il fiore.
Sorrise tristemente,
assalito dai ricordi di quell’avventura davvero fuori dal
comune durante la quale avevano attraversato mezza America e, cosa
principale, avevano obbligato Teal’c a mettere la parrucca.
Se ci ripensava ancora gli veniva da ridere.
Sollevando lo sguardo
dalla fotografia e dandosi un’occhiata intorno,
pensò che si erano conosciuti proprio in quella stanza e che
lui era seduto esattamente in quello stesso punto. Come in un sogno, la
rivide entrare da quella porta, emergendo dall’ombra
dell’architrave con quel suo sorriso disarmante che, in meno
di un attimo, aveva fatto crollare tutte le sue difese fino ad
ammutolirlo per qualche secondo – cosa assolutamente
incredibile per uno come lui… ed eccola lì,
presentarsi facendo il saluto militare dritta come un fusto e rimanere
a testa alta, guardandolo dritto negli occhi in un misto di rispetto e
sfida.
Chiuse gli occhi e li
riaprì. Così come era comparsa, la sua figura era
svanita lasciando la cornice della porta vuota. Sospirando pesantemente
si alzò e scese le scale passando per la sala controllo,
raggiungendo Teal’c in rispettoso silenzio che
l’aveva aspettato appena fuori della porta, ed ignorando lo
sguardo preoccupato che gli lanciarono di nascosto gli addetti e
ricambiando stancamente il saluto di Syler che stava andando dal
generale a fare rapporto per il controllo dei MALP.
Alla fine, Janet aveva
accompagnato Daniel fin nel suo laboratorio mentre continuavano a
discutere sul da farsi. L’archeologo si era abbandonato
stancamente sulla propria poltrona girevole, lasciando gli occhiali
sulla tastiera del computer su cui scorreva lo screensaver
con gli omini egiziani, mentre la dottoressa si era appoggiata alla
scrivania di fronte a lui.
« Cassie
continua a chiedermi di Samantha », disse d’un
tratto lei sistemandosi con un gesto nervoso lo stetoscopio.
« Non la prenderà bene ».
« Ci credo
bene », assentì Daniel. « Chi mi
preoccupa è Jack… non riesce a darsi pace ed
è convinto che sia tutta colpa sua ».
«
Sciocchezze: è stata tutta una catena di eventi, le parti
potevano benissimo essere invertite! », esclamò
Janet scuotendo il capo. Poi, quasi ripensandoci, aggiunse: «
Tuttavia, è anche vero che né il colonnello
O’Neill né Sam sanno essere obiettivi quando si
tratta dell’altro ». Sospirò.
«
Credo… che neanch’io sarei obiettivo se ti
capitasse una cosa del genere », mormorò Daniel,
rivolto più a se stesso che a lei.
Quando alzò
gli occhi, Daniel scoprì che sulle labbra della dottoressa
c’era disegnato un sorriso incerto, a cui rispose un
po’ impacciato. Entrambi abbassarono lo sguardo, lasciando
vagare gli occhi per il laboratorio senza fermarsi su nulla in
particolare. Proprio mentre Janet si stava per azzardare a dire
qualcosa, venne interrotta da Anise che bussò educatamente
alla porta aperta. « Dottor Jackson? Posso parlarle?
È importante. Riguarda il maggiore Carter ».
Janet si
voltò verso l’amico e gli lanciò
un’occhiata interrogativa mentre lo salutava con un cenno:
« Vi lascio soli… tienimi informata, okay?
».
«
Senz’altro », annuì Daniel. Non appena
la dolce dottoressa si fu chiusa la porta alle spalle, si rimise gli
occhiali e si rivolse ad Anise incrociando le braccia sul petto.
« Avanti, sotto tutt’orecchi ».
«
Innanzitutto sia io che la mia ospite volevamo scusarci per il
comportamento di questi giorni: davanti a Kar’ym non potevamo
parlare liberamente, ed anche adesso stiamo andando deliberatamente
contro il Consiglio ».
Le fece cenno di
continuare. Anise si avvicinò circospetta alla sua scrivania
prendendo il posto di Janet, non notando la leggera smorfia di
disappunto dell’archeologo. « Noi due non
approviamo le decisioni del Consiglio e desideriamo aiutare il maggiore
Carter ».
Visibilmente sorpreso,
Daniel domandò: « Uh? Pensavo che per voi
Tok’ra valesse il motto "il fine giustifica i mezzi"
».
«
Solitamente è così, ma… »,
Anise era a disagio e Freya decise di prendere le redini della
discussione sostituendosi a lei. Prese posto sulla sedia di fronte
all’archeologo e completò: « Non
vogliamo che il colonnello O’Neill porti del rancore nei
nostri confronti ».
« Prego?
».
« Deve
sapere, dottor Jackson, che io – e di riflesso ormai anche il
mio simbionte – provo un forte sentimento per
O’Neill, anche se so che è molto legato al
maggiore Carter. Com’è naturale, provo della
gelosia nei confronti del maggiore, ma allo stesso tempo la stimo
profondamente… senza contare il fatto che è la
figlia del generale Carter e la depositaria delle memorie di Jolinar
», spiegò pazientemente lei.
« In poche
parole… ci sta offrendo il suo aiuto? »,
domandò Daniel ancora stupito per la confessione…
e lui che era da tre mesi che tentava di invitare Janet a cena fuori!
«
Esattamente, annuì la donna, « Kar’ym
non vede di buon occhio i rapporti con Tau’ri ora che sono
così stretti: è stato lui a convincere il
Consiglio. Anise ed io ci siamo proposte per questa missione
diplomatica proprio per intervenire in vostro favore ».
« Cosa
contate di fare? », s’informò
l’archeologo raddrizzandosi attento sulla sedia.
Anise riprese il
controllo della situazione. « Dateci un giorno di tempo.
Torneremo sul nostro pianeta per avvertire Selmak ed il generale Jacob
Carter. Lei intanto informi il generale Hammond e l’SG-1
».
Daniel
annuì e la Tok’ra si alzò dirigendosi
velocemente verso la porta. « Devo andare, altrimenti
Kar’ym s’insospettirà. A preso, dottor
Jackson ».
« Buona
fortuna… e fate presto ».
Anche lui si
alzò e, dopo qualche secondo di raccoglimento per ordinare
le idee, gettò lontano la penna con cui si era messo a
giocherellare e si avviò a passo veloce per i corridoi in
cerca di Jack.
***
22 aprile 2009
Angolo
dell’autrice!
Olé XD!
Beh, come avrete
capito, vado pazza per le foto… ma soprattutto per "1969" e
per il pulmino hippy (oltre che per la parrucca di Teal’c
XD)!! Il mio sogno è quello di acquistare uno di quei vecchi
furgoncini della Wolksvagen e di dipingerlo a manate *____*
Vabbè, a
parte le mie boiate mentali, che ne dite di codesto capitolo? La
cavalleria si sveglia e ripara la tromba XD!! Ho reso utile anche
Anise, visto u.ù? Il capitolo l’ho finito oggi
durante l’interrogazione di storia e d’italiano
delle mie compagne… brave ragazze che mi avete lasciato
campo libero XD!!
Vi faccio notare il
piccolo accenno di DanJan. Io li voglio insieme!!
Perché hanno fatto morire la mia Janet
çOç?! Davanti a Daniel per giunta! Autori sadici
ç__ç!! Vabbuò, qui ci si pensa noi,
no? È per questo che esistono i fan (malati di mente) come
me :Q__ *sbav*
Ordunque, paperelle,
che vi posso dire se non: grazie mille per il vostro sostegno!!!!
*commossa*
Ce la farò
a superare questo periodo, l’importante è non
distrarsi dallo studio (come sto facendo ora :3) dal momento che ci
sono una valanga di interrogazioni +__+
Uargh! Rispondo alle
recensioni e corro a vedermi il JAG che c’è Harm
disperso in mare °O°!!
- ilaria8:
in effetti non è che Sam sia messa proprio bene, eh!
Considera che è il mio personaggio preferito
ù_ù
- Jolinar:
Baaabs ç__ç!!! È una delle
più belle recensioni che abbia mai ricevuto!! Grazie, grazie
e ancora grazie! E devo dire che sono pienamente d’accordo
con te per quanto riguarda il fatto che le puntate più belle
sono quelle in cui si sostengono: è proprio questo
ciò che volevo trasmettere… a quanto pare ci sono
riuscita, evvai \*_*/!! Grazie mille per l’abbraccio, lo
accetto molto volentieri *.*
- sam93:
wow, che recensione lunga XD!! Grazie mille per i complimenti, sono
molto contenta che ti sia piaciuto l’espediente del Sangue di
Sokar, è una cosa che mi ha molto affascinato e che
purtroppo è stata molto limitata… oltretutto
è stato usato in concomitanza col dispositivo della memoria
Tok’ra e quindi non si neanche come funzioni di preciso da
solo… mah °-°! Grazie anche per il sostegno
^__^
- kloe2004:
ma brava, è così che studi, eh XD? (parla quella
che durante le lezioni scrive fan-fiction :D) Vi siete messe
d’accordo per farmi morire di felicità:
confessatelo!! Non pensavo che quel chap ti sarebbe piaciuto
così tanto *happy mode*!! Comunque, non potevo non metterci
le doti di Sam in qualità di "cintura nera, terzo dan" *___*
Volevi la cavalleria? Eccola che prepara i bagagli XD!! Grazie per il
sostegno, lo apprezzo davvero tantissimo ç____ç
- Najara:
*fufufu* Jack che legge un rapporto di Sam… secondo me lo fa
solo per immaginarsela seduta al computer, non credo che ci
capirà mai qualcosa XD!! Spero ti piaccia anche codesto chap
^O^
- borboletta:
io sadica? Ma noooo :P!! La tortura psicologica ci stava bene *___*
Uazuazuaz XD!! *evil mode* Grazie per i complimenti ^-^
- 23jo:
Sammy ci ha provato, ma non ce l’ha fatta… e
comunque non sa pilotare le navicelle, come avrebbe fatto ad andarsene
lo sa solo lei xD *rotola*!! Sono contenta che ti sia piaciuta la "mia"
Sam… evviva *__*!! Ihih, spero ti sia piaciuto anche questo
chappy ^o^
Super bacio sbavocchioso alla mia kae
*kiiiiiiss*
Voglio scusarmi per lo
sbalzo con le recensioni di questi giorni, ma è un
po’ un casino ò_ò Scusate!
Per la serie,
"Diffondiamo il Verbo"
Un’ultima
notizia per le mie accanite fans di SG! Se già non lo
sapete, v’informo io: i produttori della MGM hanno cominciato
le riprese per un nuovo film di Stargate e… *musichetta di
suspance*… il film è un JACK-CENTRIC *_______*!! Ergo, avremo il
mitico Richard Dean Anderson nel cast :Q___ *sbav*
Oltretutto –
sì, siore e siori, non è finita qui! –
i fan Jarter hanno espressamente
richiesto che nel film ci sia un chiarimento della relazione tra i
nostri eroi *O* Ergo,
avremo anche Amanda Tapping nel cast *_______*
Il film dovrebbe
uscire nel 2010, compatibilmente con le riprese della nuova serie
"Stargate: Universe"
(Ringrazio Jolinar che
mi ha passato le informazioni XD)
PS: alla fine ci ho
messo tutta la puntata del JAG per rispondere alle recensioni XD
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