Famiglia

di Alicemacbride99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Abbandono ***
Capitolo 2: *** Il mio sceriffo ***
Capitolo 3: *** Andy ***
Capitolo 4: *** Non sarai mai solo ***
Capitolo 5: *** Fine ***



Capitolo 1
*** Abbandono ***


Ormai lo aveva fatto, non poteva più tornare indietro. Mentre tornava in macchina cercò di non guardare indietro, altrimenti si sarebbe catapultata a riprendersela. Chiuse velocemente la portiera e partì verso casa. Abbandonarla dentro uno scatolone non era stata la più facile delle scelte. Come poteva lasciare così, senza neanche dirle addio, colei che l'ha sempre tirata sù quando era triste, che ha sempre giocato con lei fin da quando era solo una bambina. Sentiva di averla tradita. Ferita. " Ma che cavolo sto pensando?"- si disse mentre guardava la strada-" era solo un dannato giocattolo! Un balocco per bambini! Un fantoccio di stoffa e plastica senza alcun valore né sentimento! Non certo roba adatta ad una ragazza di ormai 20 anni. Di sicuro se Rose l'avesse vista l'avrebbe presa in giro per secoli. Non poteva presentarsi a casa sua con quella, no? Ormai era crescita per certe cavolate. Quello che doveva fare era concentrarsi sulla sua vita futura e non su quella passata. Non si può vivere nei ricordi per sempre!”. Questa era la frase che si ripetè nella testa un milione di volte, quel che spesso l sua amica Rose le ricordava.
Già, Rose. La conosceva da quando la sua famiglia si era trasferita vicino a casa sua, quando avevano circa 11 anni. Era stata lei a insegnarle come truccarsi e come mettersi lo smalto. Si ricordò la prima volta che la vide in classe. Capelli corvini in una coda di cavallo, vispi occhi azzurri, vestitino viola con scarpine nere. " Io sono Rose Williams, piacere di conoscervi" disse con voce acuta alla classe, quando la signora Stain, la professoressa di matematica, la esortò a presentarsi . Si sedette vicino a lei, l'unico posto libero. Da subito Emily aveva notato le differenze tra lei e quella ragazza. Rose portava un grazioso braccialetto di perline rosa, un anello di gomma con una “R” rosa glitterata, in tono con il suo portapenne e il suo zainetto, di un rosa molto acceso e decorato con fiori. Lei invece non aveva accessori e vestiva con una semplice maglietta bianca e dei jeans lunghi blu, con stivali di pelle marrone, simili a quelli ce indossavano i cowboy. In effetti, a quei tempi, a lei piacevano solamente lo stile country, quindi tutto ciò che apparteneva aveva quello stile. Camera sua più che la camera di una bambina sembrava più la stanza di un mandriano, con corde arrotolate e cavalli ovunque. Eppure lei e Rose, che erano praticamente il giorno e la notte, si piacquero subito. Quel giorno passarono le lezioni a bisbigliare tra di loro, cercando di conoscersi. Per lei era una sensazione nuova. Non aveva mia avuto veri amici. Le ragazze volevano solo giocare a prendere il the con le bambole e i ragazzi, che giocavano ai Cowboy contro gli indiani, non la facevano giocare perché era una ragazza, ma ad Emily non era mai importato, perché aveva sempre avuto al suo fianco Jessie, la sua bambola preferita. Aveva passato pomeriggi bellissimo sotto “l'albero degli impiccati”, come lo chiamava lei, dove Jessie appendeva tutti i banditi che osavano assaltare il suo ranch, anche se in realtà era solo un vecchio albero su una collinetta, con un'altalena fatta con il copertone di un'auto.

Rose, anche se era diversa da lei, non la emarginava come facevano le altre. Un giorno la invitò a casa sua. La sua cameretta era rosa confetto con dei fiori fucsia decorativi. Il letto era a baldacchino, con le coperte azzurre e un sacco di peluche sopra. Su un mobiletto aveva una vasta collezione di trucchi e profumi. “ Accidenti”- disse fra sé e sé - “ è molto diversa dalla mia ”. Infatti, la camera di Emily era di un vivace colore arancione, con poster di cavalli alle pareti. Il suo letto era semplice, con coperte gialle e cuscino in tinta, con la sua immancabile amica che l'aspettava. Chissà cosa stava facendo Jessie senza di lei quel pomeriggio? Si sentì quasi in colpa a non averla portata. Avrebbe potuto presentarla a Rose, di sicuro si sarebbero piaciute. Quel giorno giocarono alle modelle, vestendosi con i vestiti di Rose e truccandosi. Non erano certo giochi che di solito interessavano a lei, però non era tanto il gioco in se, ma il fatto che la sua amica la facesse entrare in un altro mondo sconosciuto. Tornata a casa aveva abbracciato la sua bambola, raccontandogli quel pomeriggio. “ Sapessi”-le disse-” oggi mi sono divertita da matti. La prossima settimana la voglio invitare a casa, così te la presento!”

Così Emily invitò la sua amica. Arrivate in camera Rose tirò subito fuori dalla sua borsetta un nuovo smalto. “ Questa estate andrà di moda il rosso. Vuoi provarlo?” le chiese. Presa dall'eccitazione la bambina decise subito di metterselo e, per evitare di sporcare il letto, prese il cuscino che era sul letto per metterlo per terra e sedercisi sopra, per stare più comoda. Neanche si accorse di aver fatto cadere Jessie dietro al letto. Da quel giorno Rose e Emily erano sempre state insieme, anche da adolescenti.

Immersa com'era nei ricordi realizzò. Lei non stava abbandonando Jessie, l'aveva già fatto anni fa, quando la dimenticò sotto il letto per tutti questi anni. Se non aveva provato il minimo rimorso allora, perché dovrebbe soffrirne adesso, dato che adesso avrà una nuova bimba alla quale volere bene?. Lei tentò di autoconvincersi che si lei che Jessie sarebbero state bene lo stesso l'una senza l'altra. Allora cos'era questo vuoto dentro il suo petto?

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Capitolo 2
*** Il mio sceriffo ***


“ Allora, vieni o no?”- chiese Rose ad Emily, che stava scrivendo degli appunti su un quaderno. Era già da un anno che convivevano e per mantenersi facevano le cameriere nello stesso ristorante. “Non saprei. Dovrei vedere come sarò messa per affrontare l'esame di gennaio. Devo assolutamente superarlo”- disse. Medicina non era affatto semplice. “ Dai”- la implorò l'amica-” è quasi tra due mesi! Invece Halloween è questo sabato! Che ti costa?”. Cominciò a guardarla con occhioni da cucciola smarrita. Quando faceva quello sguardo voleva dire una sola cosa. Emily disse sbuffando:” Allora, chi ti piace sta volta?”. “ Si chiama Eric, viene dalla Virginia. È così fico! Frequenta il mio stesso corso. È alto, capelli neri, occhi verdi.... un sogno!” disse sospirando. “ Quindi a questa festa dovrò vestirmi da candelabro per voi due piccioncini?” rispose Emily. Era già capitato parecchi volte che doveva reggere il moccolo alla sua amica perché doveva flirtare. Una notte è dovuta rimanere fuori casa perché lei e il suo nuovo amico dovevano “ fare il caffè per far passare via la sbronza”. Ha dormito a casa della vicina, una gattara che puzzava di pipì di gatto ed ha passato tutta la notte ad aiutarla a mettere le gocce per gli occhi a tutti i suoi 24 gatti. Un incubo.” No, mia cara”- disse subito Rose-” Eric ha detto che avrebbe portato un suo amico, Adam. Chissà se potrà nascere qualcosa tra voi due...”

“ Sì un ca....cactus” rispose Emily snervata. Ma dopo varie insistenze della sua amica decise di accettare. Il giorno dopo andarono al negozio di costumi per sceglierne uno. Rose passò alla selezione tutti i costumi più sexy del negozio: sexy ape, sexy vampiro, sexy suora, sexy scolaretta, sexy braccio di ferro (?)....

“ Ma Halloween non era una festa dove le persone devono vestirsi per far paura?”- chiese Emily reggendo la montagna di costumi scartati. “ Infatti io sarò paurosamente sexy.”- rispose l'amica stizzita”- “ Piuttosto, perché non guardi cosa c'è per te? Così potrai far girare la testa al tuo cavaliere anche te...” . Rose stava già facendo girare qualcosa a qualcun altro, ma decise di rimanere in silenzio. Girovagò un po' per il negozio. Nel reparto femminile c'erano solo costumini striminziti che non lasciavano nulla all' immaginazione, ma lei non voleva apparire sexy, cercava per lo meno un costume che fosse originale ma che allo stesso tempo diceva “ gira a largo non ho voglia di flirt”. Poi all'improvviso notò un costume che poteva fare al caso suo. Quasi non credette di averlo tra le mani. Non lo provò neanche, andò alla cassa e lo comprò prima che Rose potesse vederla.

Alla festa di Halloween entrarono nel locale. Era addobbato con pipistrelli e zucche di carta, con un buffet tutto a tema: dita di strega di marzapane, oculartini alla fragola, muffin a forma di ragno... Si erano dati da fare. In mezzo alla confusione degli ospiti, si sentiva una canzone sparata a tutto volume. Dovette gridare per farsi sentire. “ Come si è vestito Eric?”- chiese a Rose. Il vestito che scelse era da sexy infermiera, con tanto di parrucca bionda. “ Da gladiatore. Ma tu non potevi scegliere un vestito migliore?” disse guardandola. Era la fotocopia di Jessie. Il vestito, gli stivali e la parrucca erano nel sacchetto, ma il cappello dovette farselo spedire da casa. Che razza di neglozio vende un completo da cowgirl senza cappello? Si era poi fatta le lentiggini con una matita, si era data un tocco di mascara e blush e si era fatta le trecce alla parrucca. Era perfetta. Aveva scelto quel costume perché era sì originale ma allo stesso tempo diceva “ gira a largo non sono in vena di flirt”. Perfetto dato che voleva fin da subito allontanare l'amici di Eric. Di solito i ragazzi che le presentava Rose erano dei perfetti imbecilli. Così in mezzo a tutte le sexy mummie, sexy vampire ecc... di sicuro non si sarebbe soffermato su una ragazza vestita da cowgirl, forse se avrebbe avuto dei pantaloncini piccolissimi e un top, ma per fortuna il costume aveva un pantalone lungo e un gilè con sotto una magli a maniche lunghe (praticamente una Jessie vivente.

Lei la ignorò e si guardò attorno. Vide seduto al bancone un belloccio tutto muscoli, con un gonnellino di cuoio e i gambali. “ Credo che sia lui!”- gridò Emily indicandolo.

Si avvicinarono. Lui salutò Rose calorosamente e strinse la mano a Emily.

“ Adam è andato un attimo in bagno. Credo che voi due andrete moooolto d'accordo”- disse lui ridacchiando. Poi la ignorò intento a mangiarsi con gli occhi il bel corpicino di Rose. Emily si sedette al bancone, con la schiena curva e le gambe larghe, come una vera cowgirl. Ordinò una pinta di birra, fissando il bancone. Non sarebbe dovuta andare lì, sarebbe dovuta rimanere a casa. Di solito quella sera sarebbe finita a fare da candelabro, come al solito. Tanto, anche se avesse voluto addescare qualcuno, non ci sarebbe riuscita. Molte volte era uscita con Rose per rimorchiare e lei era finita sempre a bocca asciutta, perché lei non voleva farsi mettere subito le mani addosso. Quindi o rimaneva sola o andava con il primo che capitava. Poi all'improvviso qualcuno si sedette a fianco a lei e ordinò una birra. Poi si rivolse a lei: “ Hey come andiamo?”. “ Bene” rispose senza entusiasmo lei. “ te?”. Non lo guardò nemmeno, non voleva alare gli occhi dal bancone.” Bene bene”- rispose lo straniero. Perché non andava a infastidire qualcun altro? Non vedeva che lei non aveva voglia di parlare? “Fammi indovinare: la tua amica ti ha costretto a venire qui perché lei doveva rimorchiare un belloccio e per convincerti ha detto che con lui sarebbe venuto un amico, probabilmente idiota quasi quanto lui.”. Emily sussultò. Come diavolo faceva a saperlo? Si voltò. Era un bel giovane anche lui vestito da cowboy, con una stella da sceriffo sul petto. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Gli occhi verdi di lei si incrociarono con quelli blu di lui. “ Oh, eccoti qui!” disse il gladiatore, mentre teneva la mano sul fianco di Rose.” Emily, lui è Adam. Lo avevo detto io che avevate un sacco di cose in comune!”. Adam si toccò il cappello, in segno di saluto e disse:” Signorina, è un piacere conoscerla”. Il cuore palpitava. Non riusciva a guardarlo negli occhi. Passarono la serata a chiacchierare al bancone, però poi decisero di farsi una passeggiata. Prima di lasciarli andare Rose disse:” Senti Emily, io e Eric andiamo a casa nostra per fare il caffè”- disse ammiccando-” tu vai con Adam a casa di Eric, tanto lui ha le chiavi. Così non vai di nuovo dalla gattara”.

Così Adam e Emily si trovarono a passeggiare per la via, in silenzio. Fu Emily a rompere il silenzio. “ Dimmi un po'”- disse lei-” sei vestito da uno sceriffo in particolare o sei solo uno sceriffo a random?”. Lui la guardò come se fosse pazza. “ Jessie! Come hai fatto a non riconoscermi? Non vedi che sono lo sceriffo Woody? Hai bevuto l'acqua avvelenata del pozzo?”. Scoppiarono a ridere. “ Anche tu guardavi “ Woody e mandria” da bambino?” chiese. “ Sì. Era il mio programma preferito. Ho ancora il pupazzo di Woody a casa.”

“ Anche a me piaceva. Io però avevo Jessie, poi...” si interruppe. “ Poi?” chiese lui.

Decise di dirgli una bugia. “ Mia madre l'ha data a una mia cugina più piccola perché ormai ero troppo cresciuta”. “ Anche mia madre tentò di convincermi, ma io sono troppo affezionato a quel giocattolo. C'è sempre stato lui quando non c'era nessuno...”. Emily si sentì male a sentire quelle parole, perché le ricordava di ciò che aveva fatto l'anno prima. “Voglio dirti una cosa”- disse lui nascondendo il viso sotto il cappello per la vergogna- “ Sa perché ho indovinato al bancone? Perché ero esattamente nella tua situazione. Eric non fa che presentarmi ragazze squallide e pensavo che tu saresti stata l'ennesima buttanazza. Perciò...ecco...sono contento che tu abbia deluso le mie aspettative.”. Emily gli prese la mano, facendolo sussultare. “ Anche io sono contento che tu mi abbia deluso” disse sorridendo. Arrivati a casa di Eric, disse:” Senti, se preferisci puoi dormire nel letto di Eric ( sconsigliatissimo se non vuoi rimanere incinta a causa delle lenzuola), oppure sul divano ( scomodissimo), oppure...oppure puoi.... sai...” Disse arrossendo di colpo. “ M-ma non voglio saltarti addosso, cioè non che non i interessi, anzi sei bellissima e che...” non finì la frase. Emily lo baciò e, insieme, passarono una notte d'amore nella camera del suo sceriffo.

 

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Capitolo 3
*** Andy ***


Emily era lì, seduta sulla tavola del gabinetto con il test in mano. Non voleva crederci. Non poteva essere vero. Quel test non poteva essere positivo. Ma purtroppo lo era. Erano solo tre anni che stava con Adam ( tre anni bellissimi), ma questo... no non poteva accettarlo. Cosa ne sarebbe stato di loro? Come avrebbe fatto a pochi anni dalla fine dell'università, senza un lavoro stabile? Non poteva tenerlo, ma nemmeno abortire. Come avrebbe potuto guardare negli occhi i suoi futuri figli? Ma non poteva certo costringere Adam a lasciare anche lui l'università e trovarsi un lavoro, rinunciando ai suoi sogni di diventare un doppiatore di cartoni animati per bambini. Non sarebbe stato giusto. Poi decise. Con una scusa avrebbe lasciato Adam e avrebbe cresciuto da sola il bambino, magari con l'aiuto dei genitori, se fossero riusciti a capire. Qualcuno bussò alla porta. “ Emily sei caduta dentro? Anche io devo andare in bagno!” - urlò Rose. L a ragazza si alzò, prese la confezione e il test e li buttò nel cestino, poi prese il sacchetto della spazzatura, lo annodò e uscì. Vide la faccia dell'amica stravolta dal pianto. Da poco si era lasciata con Eric, perché aveva scoperto che lui la tradiva con altre ragazze. “ Tutto bene?” chiese discretamente Emily. “ Secondo te? Quel deficiente del mio ragazzo mi fa le corna e a te sembra che io stia bene?”. Non la lasciò nemmeno rispondere e si chiuse in bagno. Lei la lasciò fare. Vide la segreteria telefonica che lampeggiava. Schiacciò il pulsante per cancellare i messaggi, probabilmente erano tutti di Eric che cercava di scusarsi per aver tradito Rose, che l'amava... se solite cavolate. Quel verme avrebbe fatto meglio a sparire per quello che aveva fatto alla sua amica, altrimenti lo avrebbe fatto sparire lei. Aprì la porta per uscire a buttare fuori la spazzatura e si ritrovò faccia a faccia con Adam. Lei nascose subito il sacco dietro alla schiena, come se Adam potesse guardare attraverso e vedere ciò che nascondeva. “ Ciao”- disse lui allegro dandole un bacio. “ Ciao” rispose lei intimidita. Non si aspettava di vederlo subito. “ sono venuto perché volevo farti una proposta. Ti accompagno a portare fuori la spazzatura così ne parliamo”. Mentre scendevano le scale lei cercò di trovare subito un pretesto per litigare e levarselo di torno una volta per tutte. “... quindi dato che Eric tornerà con i suoi genitori...”-disse intanto Adam, mentre Emily buttava velocemente la spazzatura-” pensavo che avremmo potuto... sai no?.... convivere. Certamente dormiremo in una stanza e nella stanza di Eric possiamo, che ne so... Beh, qualcosa ci inventeremo no?” disse tutto contento.

“ Non posso” rispose Emily. Adam rimase sconcertato. “ certo, capisco... Non vuoi lasciare Rose da sola con quello che sta passando...”

“ No” disse ferma Emily- “ non voglio vivere con te. Se andassimo a convivere vuo dire che porteremmo la nostra relazione ad un altro livello, molto più serio e.... io non credo di poter avere un rapporto serio con te”. Adam la guardava a bocca aperta. “ Cosa stai dicendo? Stai scherzando vero? Non sei seria...”. “ Mai stata più seria.” disse senza guardarlo negli occhi. “ Come potremo andare avanti? Tu non hai un vero lavoro e, se Dio vuole, se diventerai doppiatore, sicuramente non riusciremo a sbarcare il lunario. Mi dispiace ma non posso proprio. Come posso stare un ragazzo che si comporta come un bambino?”. Sapeva di aver toccato un nervo scoperto, perché Adam non sopportava di essere ritenuto infantile per le sue passioni e per il suo amato giocattolo. “ Mi stai prendendo in giro? Sono tre anni che stiamo insieme e tu adesso te ne esci che sono un bambino?”- domandò alterato. “ Beh sai com'è “- disse lei- “ Nella vita si cresce...” .“ Già, tu sei brava a sbarazzarti delle cose infantili”. Gli tirò uno schiaffo. Lei gli aveva raccontato la vera storia di Jessie, di come l'ha abbandonata. Corse subito in casa, lasciandolo lì, vicino ai bidoni,e si chiuse in camera. Poco dopo entrò Rose. “ Ho visto cosa è successo dalla finestra del bagno. Non è da te dare di matto così all'improvviso. Cosa c'è sotto? Sappi che non me ne vado via finché non me lo dici”. Allora Emily le raccontò tutto. L'amica impallidì. “ Sei sicura che sia suo?” chiese. “ Assolutamente”- rispose l'altra-” Non oserei mai tradire Adam”. Rose sospirò :” Meno male altrimenti ti avrei cacciato di casa. Ma dimmi. Cosa vuoi fare ora?”. Emily ci pensò. “ Lascerò la facoltà di medicina e andrò a vivere dai miei. Là troverò un lavoro stabile e crescerò il bambino”. L'amica la guardò:” Senti, è stata una boiata lasciare Adam. Di sicuro si sarebbe messo a lavorare da qualche parte e...”. Emily la interruppe: “ Rinunciando così al suo sogno? No non posso chiederglielo”. Detto questo, prese la borsa e uscì dalla stanza. “Dove vai?” le chiese. “ Ho bisogno di una boccata d'aria. Ci vediamo dopo”- rispose. Si stava facendo buio e i lampioni cominciarono a illuminarsi. Ripensò alle parole di Adam, quelle che l'avevano ferita. In fondo aveva ragione. Non era quello che stava facendo? Di sicuro non sarebbe stato un buon padre, troppo sognatore come avrebbero potuto vivere? Era meglio così. I suoi pensieri vennero interrotti da un rumore dietro di lei. Per un attimo pensava che fosse Adam, tornato indietro per chiederle scusa, ma davanti a lei vide solo un energumeno biondo e ubriaco marcio.“Ciao, Eric”- disse Emily cercando di tenersi a distanza- “ Cosa ti porta qui?”. Lui la guardò con occhi arrossati e rispose biascicando:” Rose non mi ama più. Ma io la amo così tanto...hic...voglio chiederle perdohic, perdohic.... scusa... ma lei non mi risponde a telefono”. Cominciò ad avvicinarsi. La ragazza indietreggiando disse:” Lo credo, dopo quello che le hai fatto! Ma cosa vuoi da me?”. Lui mise un braccio sopra la sua testa, sul muro di mattoni, e cercando di bloccarle ogni via di fuga. “ Sai”- disse alitando addosso a lei-” Tu sei la sua migliore amica, magari potresti convincerla a...”. “ Neanche per sogno”- ringhiò Emily. “ Peccato”- disse lui- “ Vuol dire che dovrò convincere prima te...” disse. Mettendole una mano sotto la maglietta. “ NO!” urlò lei cercando di divincolarsi inutilmente. Quel bestione sarà stato il triplo di lei! “ Non preoccuparti”- sussurrò-” Lasciati and....” in quel momento qualcosa colpì Eric sulla nuca. Era Adam con un bastone in mano, rotto per l'urto contro l'omone. Eric si girò, lasciando andare Emily, e scaraventò un pugno sulla faccia di Adam. Dopodiché lo prese a cazzotti nello stomaco, costringendolo a piegarsi, per poi dargli una ginocchiata. Emily accorse per fermare la lite, colpendo Eroc come poteva, così lui le tirò uno schiaffo che la fece cadere e battere la testa. In quel momento per lei si fece tutto buio....

 

Si risvegliò in ospedale. Al suo fianco Adam la guardava mentre apriva finalmente gli occhi. Dietro di lui c'erano dei mazzi di fiori e dei palloncini a forma di cuore. Cercò di alzarsi a sedere ma si ritrovò subito distesa. “ Non sforarti”- le disse dolcemente Adam- “ Il dottore dice che devi riposare”. Si guardò intorno. “Cosa è successo?” - chiese lei. “ Quando sei svenuta mi sono incavolato così tanto che ho pestato Eric a sangue e adesso è in coma”- rispose. Emily, guardandolo con occhi spalancati chiese:” Davvero?”. “ No”- rispose lui ridendo-” delle persone vedendoci lottare e te a terra hanno chiamato la polizia e un'ambulanza. Per fortuna Eric non vi ha fatto niente”. La ragaza ci mise un po' per realizzare ciò che gli aveva detto. Gli chiese:” Come lo sai? Te lo ha detto il dottore?”. “ No”- rispose-” Rose mi ha detto tutto quando sono salito da te per cercarti. Perché non me lo hai detto?”. Lei lo guardò, con le lacrime agli occhi:” non volevo che tu rinunciassi a tutto per causa nostra, che in futuro ci avresti odiato perché ti abbiamo rovinato la vita facendoti vivere di rimpianti...”. Lui la interruppe:” Rose, brutta testona, come avrei mai potuto farlo? Io rinuncerei a tutto pur di stare con te. Io prometto che amerò per sempre te e anche questo bambino. Perché io ti amo”.

Dopo nove mesi nacque un bel maschietto. “ Come lo chiamiamo?”- chiese Emily.

“ Andy” rispose dopo un po' Adam, tenendo in braccio il fagottino. “ Perché proprio Andy?” chiese lei. “ Perché è la fusione dei nostri nomi. Così quando sarà grande potrà portarci con lui ovunque andrà”. Emily lo fissò per un po'. Adam per un po' resse il suo sguardo ma poi ammise:“ ok ok, è il nome del creatore di “ Woody e mandria”, contento ora?”. “ Sì” disse lei, dandogli un lungo bacio.

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Capitolo 4
*** Non sarai mai solo ***


Erano passati ormai sei anni dalla nascita di Andy, e solo cinque da quando si erano sposati e trasferiti in un alta città. Emily stava pulendo i piatti in cucina e intanto guardava i suoi giovanotti giocare insieme in giardino. Stavano giocando ai cowboy, il loro gioco preferito. Ciò che non concepiva ancora, però, era il fatto che suo marito tenesse il pupazzo di Woody sullo scaffale in alto, per non far avvicinare Andy e magari romperglielo. Nonostante fosse sempre il solito bambinone, in quei pochi anni era cambiato un po'. Aveva abbandonato il sogno di diventare un doppiatore, trovando lavoro in un super mercato come. Lei invece, avendo dovuto lasciare l' università, riuscì a trovare un impiego come agente immobiliare, grazie anche alle conoscenze di suo padre. Rose non la sentiva più da anni, da quando le ha fatto da testimone al suo matrimonio, tenendo in braccio il piccolino. Dopo un mese circa, si era trasferito all'estero con un certo Alexander, una sua nuova fiamma. “ Sta volta è quello giusto”- le disse. Sperò che fosse meglio di quell' Eric, il quale, per ironia della sorte, si era trasferito proprio vicino a loro. Miracolosamente quel bestione era riuscito pure a trovare una moglie e ad avere un figlio: Sid. Un mostriciattolo dai capelli neri, maleducato che non la smetteva di trattare male i suoi giocattoli, facendoli esplodere con dei petardi ( aveva solo sei anni ed era già un terrorista. Che bello avere un bimbo prodigio come vicino di casa!). Aveva anche una sorellina, un po' smorfiosetta, ma comunque un angelo in confronto al fratello. Solo Dio sapeva che angherie dovesse sopportare quella povera bambina! Sperò vivamente che il piccolo Andy sarebbe stato un buon fratello maggiore per il suo fratellino o la sua sorellina. Solo lei sapeva di essere incinta. Voleva riservarla come sorpresa quella sera a tavola. Non vedeva l'ora. Aprì la finestra e gridò:” Ragazzi! Venite dentro che fate merenda!”. I ragazzi entrarono subito in casa per gustarsi un panino con marmellata e burro d' arachidi. Mentre mangiavano, Emily si accorse che Adam aveva annaspava. “ Tutto bene amore?”- le chiese preoccupata. Lui la guardò, il viso imperlato di sudore:” Sì non ti preoccupare. A lavoro il mio capo mi fa sgobbare come un mulo, perciò sono un po' stanco”- rispose. Quando entramb ebbero finito, si alzarono da tavola, ma quando Adam si mosse sentì una forte fitta alla testa. “ Ancora quel mal di testa? “ domandò lei. “ Sì, adesso mi prendo un'aspirina e mi stendo un po'. Deve essere anche qusto caldo che mi fa stare male”. “ Ma papà”- si lamentò il bambino-” dobbiamo portare il bestiame nel ranch! Non posso affrontare i banditi tutto da solo!”. “ Sono sicuro che te le caverai, figliolo. Ormai sei grande ed è ora che impari a gestire una mandria da solo!” disse sorridendo e spettinando i capelli del bimbo. Quella sera Adam non scese a mangiare. Rimase a letto con il suo mal di testa, mentre il resto della famiglia si mangiò i bastoncini di pesce. Emily cominciava a preoccuparsi. Erano giorni ormai che accusava dei forti mal di testa. Qualche volta aveva pure vomitato, ma lui si rifiutava di andare dal dottore, ribadendo che forse aveva un  po' di influenza. Dovette posticipare l'annuncio del nuovo bimbo in arrivo.” Glielo dirò domani, quando starà meglio” si disse.
Il giorno dopo, quando si svegliò, non trovò suo marito vicino  lei, ma un biglietto sul cuscino. “ Buon giorno amore. Dato che mi sono svegliato presto sono andato a lavorare. La colazione per te e Andy è sul tavolo. Un bacio”. Beh, se era andato a lavorare, voleva dire che stava bene. Svegliò il bambino, lo preparò, lo fece mangiare e lo accompagnò a scuola. Sul vialetto incontrò Eric che buttava la spazzatura. Il bel fisico da maschione che aveva solo sei anni fa si era già afflosciatoa a causa dell'alcool e aveva anche perso un po' di capelli. Raramente usciva di casa perché preferiva rimanere in camera a bere birra e a guardare la tv. Quale razza di donna avrebbe mai potuto sposare uno come lui?. Lui non la salutò nemmeno, si limitò a guardare n basso e a proseguire per il suo cammino. 
Stava mostrando una casa ad una coppia di anziani quella mattna, dopo aver accompagnato a scuola il figlio. Mentre mostrava loro la camera da letto il telefono squillò. “ Scusatemi”- disse alla coppia- “ Voi continuate pure, io devo rispondere”. Era un numero sconosciuto, ma decise comunque di rispondere. “ Emily, sono io, Ron. Tuo marito è stato male adesso. Lo hanno portato in ospedale!”. La donna rimase senza fiato e corse via, lasciando lì i suoi clienti. Arrivata in ospedale la portarono subito da suo marito. Stava dormendo in un lettino, con indosso il pigiama dell'ospedale, attacto ad una flebo.  Lei si avvicinò e gli accerezzò piano i capelli, cercando di non svegliarlo. “ Che cosa ha avuto, dottore?” chiese all'uomo dietro di lei. Lui le rispose con voce calma dalla quale, però, trapelava una leggera ansia: “ Suo marito sta mani è stato colto da crisi epilettiche improvvise. È  stato ricoverato quasi immediatamente. Ora le dovrò fare qualche domanda per fare luce sulla diagnosi, d'accordo?”. Emily fece un cenno, senza staccare gli occhi da suo marito. “ Allora, hai mai sofferto di crisi epilettiche?”; “ No”; “ Fa uso di psicofarmaci?”;” No”; “ In questo periodo ha accusato forti dolori alla testa? Se sì, da quanto?”;” Sì. Un mese circa”;” Durante questo mese ha rigurgitato?”.... finite le domande il dottore la lasciò sol con lui. “ Non si preoccupi”-le disse-” Non è nulla di certo. Ricovereremo suo marito per un paio di giorni, poi tra un mese potrete venire nel mio ufficio e vedere con che cosa abbiamo a che fare”. Adam si svegliò, mezz'ora dopo. “ Cosa è successo?”- chiese lui. “ Sei stato male a lavoro, ma niente di grave. Ti terranno qui per un paio di giorni e poi potremo tornare tutti e tre a casa”. Lui la guardò. “ Ma  Andy non dovrebbe essere a scuola a quest'ora? Perché l'hai portato qui?”. Lei gli diede un bacio sulla fronte:” Non stavo parlando di lui”. Poi si toccò la pancia. Quando Adam capì, gli brillarono gli occhi e quasi si mise a piangere. Quando Adam tornò a casa, diedero la notizia a Andy. Quella sera la donna non sapeva chi dei due fosse più eccitato. “ Sarà maschio o femmina?”; “ Tra quanto nasce?”; “ Speriamo che sia una femmina!”; “ No! Meglio maschio! Così ci aiuterà con il ranch!”;” Guarda che anche le femmine possono essere dei cowboy!”. Continuarono così fino all'ora di andare a dormire. Emily rimboccò le coperte al piccolo, che le chiese:” Mamma, perché papà era in ospedale?”. “Perché era malato amore, ma papà starà bene vedrai”. Lui la guardò dritta negli occhi:”  E se... se papà stesse tanto tanto male e morisse?”- disse con le lacrime agli occhi. Lei lo abbracciò forte forte:” Non succederà, papà sta bene, non ci lascerà mai.”.
Dopo un mese arrivò l'esito: cancro al cervello, ultimo stadio. . Emily e Adam fissarono il foglio, increduli per quanto stavano leggendo. “ Mi addolora darvi questa notizia. Purtroppo possiamo fare poco”- disse il dottore, con lo sguardo basso. “ Non... non ci sarebbe... la chemio?” chiese Emily, quasi in lacrime. “ Sì, ma sarà molto costosa e potrebbe non dare i suoi frutti. È una vostra scelta se provarci o no...”
Era quasi il compleanno di Andy. Il pancione le era cresciuto un pochino, ma si vedeva appena sotto la maglietta. Stava portando dentro la spesa che aveva fatto per la festa di compleanno del figlio. Si fermò davanti alla porta. Quel giorno Adam era andato a farsi rasare a zero da un amico ( non avevano i soldi per un parrucchiere). “ Non voglio che i capelli mi caschino un po' per volta. Facciamo che fare piazza pulita”- aveva detto.  Quando entrò si aspettò di vedere suo marito accasciato sul divano e il figlio chiuso in camera sua, ma quando entrò vide suo marito con la testa pelata con indosso un accappatoio rosa ( quello di Emily) e in mano un mestolo. “ IO TI PRENDERò ANDY LA CANAGLIA! AVADAKEDAVRA!”, “ MAI” urlò il bambino, sparando con una pistola di legno alla versione effemminata di Lor Voldemort. Quando entrò non potè fare a meno di ridere e a mettersi a giocare con loro. Andy non sapeva niente di quello che aveva suo padre. Gli avevano detto che aveva solo mal di testa e che si era voluto rasare i capelli perché faceva caldo. Ovviamente lui non indagò oltre. 
I festoni erano appesi, gli invitati fuori che giocavano e mangiavano dolci (compreso quella canaglia di Sid). I genitori non facevano che guardare di sottecchi Adam, che distribuiva da bere. Non sapeva come dire al figlio quello che aveva suo padre. Come puoi spiegare una cosa così orribile a un bambino?. Un rumore la distrasse dai suoi pensieri. Vide dalla finestra della cucina Sid e Andy che si azzuffavano, mentre Adam cercava di separarli, con l'aiuto della madre del moccioso. Quando riuscirono a dividerli, Andy corse in camera sua, mentre Adam urlava:” Tieni quel mostro lontano da mio figlio! Avete rovinato la festa, complimenti! Chissà cosa mi è passato in testa di invitarvi!”. Emily accorse vicino al marito. Lui la guardò, sconsolato:” una bambina mi ha chiesto perché ero pelato. Prima che potessi dire qualcosa Sid disse che avevo il cancro e che stavo per morire.... Andy non voleva crederci e...”. Andarono insieme a consolarlo. Andy non sollevò il viso dal cuscino:” Avevi detto che papà stava bene! Che non sarebbe morto!”; “ lui non morirà, amore... Lo sai che Sid è solo uno scemo..”. “ Allora che mi dici delle reazioni degli altri genitori? Perché non mo guardavano negli occhi?”. Adam abbracciò il figlio:” Hai ragione, Andy, dovevamo dirtelo. Sì ho una brutta malattia,  ma non sto morendo. Presto starò bene! E sai cosa potrebbe farmi stare meglio?”. Il piccolo scosse la testa, asciugandosi le lacrime. “ Che tu esprima un desiderio perché io stia meglio, e che ti goda la festa. E poi ricordati che non si piange davanti a una signora. Che cowboy sei?” disse lui ridendo. Andy rise, si asciugò le lacrime e uscì a godersi di nuovo la festa. 
Anche se Adam si era dimostrato ottimista, la situazione non faceva che peggiorare. I conti non facevano che aumentare, mentre Adam non dava segni di giovamento, anzi, andava sempre di più a peggiorare. A un certo punto il medico decise di sospendere la cura, data la scarsità dei miglioramenti. Da quel giorno, l'uomo passò interi pomeriggi seduto fuori, in veranda a guardare il tramonto. Non parlava quasi più, non rideva, non giocava... non era più lui. Stava lì, a fissare il vuoto, con il pupazzo di Woody in mano. Un giorno Emily trovò un biglietti:” Cara Emily, non ci sono parole per descrivere i bei momenti passati con te. Ho vissuto gli anni più belli della mia vita con te e Andy e proprio perché vi amo, non voglio che mi vediate così, non voglio che quando morirò vi ricordiate del fantasma che sono ora. Il cancro mi starà anche divorando, ma niente mi fa più male che vedervi in questo stato a causa mia. Perciò ho deciso di andarmene, per morire da solo e lontano. Addio”.
Erano passati ormai tre giorni, e di lui nessuna traccia. Per distrarre Andy, insieme sfogliavano l'album delle foto di famiglia, per ricordarsi com'era la vita prima di allora. Una vita spensierata, piena di gioia e giochi. Stava per mettere a letto Andy quando arrivò la chiamata della polizia. Lo avevano trovato in fin di vita sotto un ponte. Corsero insieme all'ospedale. Emily parlò con il dottore. “ Signora”- disse mentre il bambino si allontanava con un' infermiera a prendere una cioccolata calda- “ è al limite. Probabilmente non supererà la notte. È meglio se...” non riuscì a finire la frase.  Dopo un lungo respiro, prese per mano il figlio es entrò. Suo marito era attaccato a delle macchine. Il viso era sciupato e ormai era quasi irriconoscibile. Andy gli prese la mano. Adam si girò:” Hey campione.... come... andiamo?”. Lui inizialmente non rispose. Dopo un lungo minuti disse:” Sei solo un bugiardo. Avevi detto che non saresti morto! CHE NON DI AVRESTI ABBANDONATO!” e scoppiò in lacrime. Dopo un rantolo Adam rispose:” è vero.... sto morendo... ma non ti lascerò da solo.... Apri il cassetto ….. qui a fianco”. Il bambino ubbidì. Lì c' era Woody, sdraiato con il sorriso giocondo di sempre. “ Sai, io e Woody siamo molto amici da tantissimo tempo... è coraggioso …..come si addice ad un cowboy, è generoso è in gamba... ma ciò che rende Woody speciale, è che non ti volterà mai le spalle.. Potrai sempre contare su di lui, qualunque  cosa accada... e finché lo terrai con te.... non sarai mai solo....”. Il bambino strinse il pupazzo a sé. Poi Adam guardò Emily, in lacrime. Le toccò il ventre. “ Mi dispiace che non ci sarò per te.... ma ti affido a Andy... è un bambino in gamba.... sarà un ottimo fratello...”. Poi disse:” Mi dispiace... andarmene così... ma voglio che tu sappia che... ti ho amato... ogni giorno della mia vita.... e sarà così anche nell' al di là... ti amo”. Emily gli diede un ultimo bacio e proprio come se fosse una favola all'incontrario, la principessa baciò il principe... che cadde in un lungo sonno eterno.

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Capitolo 5
*** Fine ***


Sono passati molti anni ormai. Per Andy e Molly è stata dura crescere senza un padre, ma entrambi ce l'avevano fatta. Allora Molly incominciava le medie, mentre Andy andava all'università. Voleva diventare medico, per riuscire a curare gli ammalati come suo padre... Il giorno in cui suo figli partì guardò i suoi vecchi video d'infanzia, dove Andy giocava tranquillo nella sua camera, ignaro di essere filmato. Stava giocando con i suoi giocattoli preferiti, Buzz e Woody. Quando il dottore che ebbe in cura suo padre regalò a Andy un gioco così sofisticato, temette che abbandonasse il cowboy ma, dopo un po' di tempo, l'astronauta e lui divennero migliori amici. Quel video risaliva al tempo in cui avevano appena cambiato casa. Si ricorda ancora i primi tempi, il giorno chr fece un mercatino dell'usato e un buzzurro riuscì a rubare Woody. Come fece a trovarsi lì era proprio un mistero. Quando suo figlio tornò dal campo cowboy, non riuscì a spiegarsi da dove siano spuntati quei nuovi giocattoli. Soprattutto, era strabiliata dal rivedere Jessie. Dopo tanto tempo, eccola lì. Adam sarebbe stato contento di conoscerla. Se solo adesso fosse qui... Andy, dopo aver quasi perso i suoi giocattoli, invece che portarli in soffitta decise di donarli a Bonnie, la figlia di Rose che ebbe con quell' Alexander. Ad Emily non piacque subito l'dea di donarli ad un'altra bimba, ma ormai Andy era cresciuto e Molly ormai non giocava più con i suoi giocattoli. In soffitta non avrebbero fatto altro che prendere la polvere e rovinarsi. Così, almeno, avrebbero donato gioia ad un altro bambino. La donna spense la videocamera. Era ora di lasciare i ricordi nel passato, e vivere il presente, con la sua Molly e lo spirito di Adam che li proteggeva da lassù.

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