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di EllynPhilips
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'inizio ***
Capitolo 3: *** Allucinazioni..? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Quella mattina la bambina si alzò più felice del solito.
Era un giorno speciale: era il suo quinto compleanno. Era un evento importantissimo per una bambina di quell'età, e lei non vedeva l'ora che iniziasse la giornata per ricevere i regali e tutte le attenzioni che le erano dovute.
Stava diventando grande.
I suoi genitori le avevano detto di aver organizzato una "gita speciale" all'insegna del divertimento.
Non stava più nella pelle.
- Tato! Tato! - urlò correndo nel corridoio, in direzione della camera di suo fratello maggiore. - Svegliati! -
Entrando con tutta fretta, si lanciò sul letto. - Dai! E' tardi! -
- Che c'è? - mugugnò il giovane, muovendo la mano come a cercare di cacciare via una mosca fastidiosa. - Và via. -
La bambina insistè. - Devi svegliarti. -
- Lasciami in pace. -
- Ma è il mio compleanno! - insistè.
- E quindi? -
- Quindi dobbiamo andare giù a fare colazione perché partiamo presto! -
Il fratello sospirò. - Ok. Adesso mi alzo. Aspettami giù. -
Soddisfatta di essere riuscita a svegliare il fratello, corse giù per le scale.
Quando entrò in cucina un odore piacevole di crepes le inondò le narici.
Era la sua colazione preferita.
- Buon compleanno! - esclamarono i suoi genitori, venendo fuori dal loro nascondiglio.
- Mi avete quasi spaventata. - disse ridendo e correndoli incontro.
- Volevamo farti una sorpresa. - rispose sua madre.
- E ti abbiamo anche preparato la tua colazione preferita. - suo padre indicò il tavolo tutto apparecchiato. - C'è anche la nutella già sul tavolo. -
Il sorriso della bambina si allargò ancora di più.
- Tuo fratello? - chiese la madre.
- Sta arrivando. - proprio mentre lo disse lui varcò la soglia.
- Direi che adesso possiamo fare colazione tutti insieme. - sua madre si sedette iniziando a spalmare nutella sulle crepes.
Mentre mangiava le sue adorate crepes, il padre andó a prendere uno dei tre regali che avevano nascosto per evitare che lo trovasse.
- Lo so che non aspettavi altro! - esclamò appoggiando una grossa scatola incartata sulla sedia accanto alla bambina.
Non si fermò nemmeno a guardare di che colore fosse il pacco, o come fosse attorcigliato con cura il filo.
In pochi secondi scartò il regalo e, felicissima, rimirò per diverso tempo l'enorme orsacchiotto che aveva sempre desiderato.
Lo voleva da tanto, ogni volta che accompagnava sua madre a fare le commissioni, passavano sempre da quel bellissimo negozio di giocattoli e lei, ogni volta, si fermava ad ammirare quel peluche in vetrina.
Ancora non poteva crederci.
Era davvero suo.
- E' bellissimo! -
- Lo volevi da tanto, non è vero? - guardò il marito sorridendo - io e tuo padre aspettavamo solo l'occasione giusta. -
- Grazie grazie! - saltellò contenta, abbracciandoli entrambi.
- Sempre regali da marmocchia. - sbuffò suo fratello.
- Sei solo geloso. -
- E di cosa? - domandò lui.
- Perché lo vorresti anche tu ma vuoi fare il bambino grande e dici che i peluche non ti piacciono più. -
- Io non voglio fare il bambino grande, lo sono! Ho 5 anni più di te. -
Lei si limitò a guardarlo e a fargli una linguaccia.

La giornata trascorse troppo in fretta.
Lei avrebbe voluto durasse per sempre. Si era divertita un sacco. I suoi genitori avevano deciso di portarli a Mirabilandia e sia lei che il fratello si erano divertiti tantissimo.
Durante il ritorno, il fratello si appisolò sul seggiolino posteriore.
Anche lei era stanca, ma non voleva sprecare tempo a dormire. Quella era la sua giornata. Se la sarebbe goduta fino in fondo.
- Ti sei divertita oggi? - chiese suo padre guardandola di sfuggita dallo specchietto.
- Tantissimo! - esclamò. - Ci torniamo domani? -
Sua madre rise. - Magari non domani, il viaggio è lungo, e dobbiamo tutti riposare. Però ti prometto che ci riandremo. -
- Ok. - non ci rimase male, dopotutto sua madre aveva ragione.
Sbadigliò.
- Sei stanca? -
- Un pochino. -
- Prima di addormentarti allora sarà meglio che ti diamo l'altro regalo.- osservó il padre.
- Un altro? - fu improvvisamente più sveglia. Era curosissima!
Sua madre mise una mano nella borsa e tirò fuori una piccola scatolina rosso sangue.
- Questa è una cosa preziosa. Mia nonna la donò a mia madre prima di me, e ora io la do a te. Appartiene alla nostra famiglia da generazioni. Abbine cura. -
La bambina la guardò emozionata. Sua madre si stava fidando a donarle una cosa così importante.
Credeva in lei a tal punto. Anche se era molto piccola.
Annuì allungando la mano per afferrare il pacchettino.
Lo scartó con delicatezza, curiosa e intimorita allo stesso tempo di vedere cosa contenesse.
Quando lo aprì rimase qualche minuto a contemplare l'oggetto.
- É davvero bella. -
Il pacchetto conteneva una collana di argento finissimo, con un piccolo ciondolo lavorato con degli strani segni neri, sembrava quasi pizzo. La cosa che la colpì maggiormente fu il brillante blu cobalto all'interno del piccolo rombo.
Scintillava sotto le sue piccole dita.
- Mamma, ma sei sicura che é per me? - lo guardó ancora. - sembra molto prezioso. -
- E lo é. Te lo affido. - disse sorridendole.
- Faró del mio meglio per non perderlo e conservarlo come si deve. - promise a lei e a se stessa.
Si infiló la catenina al collo senza bisogno di slacciarla. Era ancora piccola, la collana, infatti, era entrata senza difficoltà passando per la testa.
Sorrise ai suoi genitori che la guardarono per un attimo dallo specchietto.
Ma quel secondo fu abbastanza. Nessuno vide arrivare il camion che, a tutta velocità, andava proprio contro di loro, e anche se l'avessero visto sarebbe stato troppo tardi. L'impatto fu devastante e il camion spinse via la macchina dalla strada, che cadde dal ponte é finì nel fiume.

Intorno a lei era tutto silenzioso, buio. La bambina non riusciva a capire niente. Sentiva un peso opprimente sul petto.
Dove si trovava?
Cos'era successo?
I suoi genitori e suo fratello dov'erano?
Poco prima che perdesse i sensi, una mano l'afferró, trascinandola via dall'acqua...


Buongiorno! Ho scritto il capitolo velocemente. Spero che non sia troppo male.
Vi invito comunque a leggere il prossimo capitolo, perché la storia deve ancora iniziare!
Alla prossima,
Ellyn.

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Capitolo 2
*** L'inizio ***


Alexa era una ragazza come tante, forse solo un po strana. Le persone non facevano i salti di gioia a stare in sua compagnia, e quando erano con lei, si comportavano come se non esistesse, e lei non faceva niente per cambiare le cose, le andava bene così, non le piaceva stare tra la gente. Era proprio per quel motivo che odiava...Beh forse odiare era un termine un po forte. Non le piaceva andare a scuola. Andare a scuola significava alzarsi presto la mattina, vestirsi e uscire, e fin li non c'erano problemi. Il problema arrivava quando doveva prendere il pullman straboccante di gente che, annoiandosi a morte, non faceva altro che fissare le nuove persone che entravano sul veicolo, parlando pure di loro con il compagno affianco.
Il problema era quando attraversava il parcheggio della scuola pieno di auto e di motorini degli altri ragazzi, avendo sempre paura di fare un passo falso e cascare davanti a tutti. Si immaginava ogni volta la figuraccia che avrebbe fatto.
Il problema più grave però per lei erano le interrogazioni. Venti, trenta paia di occhi puntati su di lei, pronti a giudicare ogni sua mossa, le parole che usava, sperando che sbagliasse, che non rispondesse. Alzando subito la mano pronti per prendersi un bel voto al posto suo, come avvoltoi.
La peggiore erano le professoresse, che la guardavano come se fosse un bell'osso, e loro cani che non mangiavano da giorni. Poi la gente si chiedeva perché i ragazzi odiassero andare a scuola. Costantemente messi sotto pressione, giudicati, perennemente messi alla prova. Cosa c'era di peggio? Per Alexa null'altro al mondo. Quella era l'unica cosa che non andava nella sua vita in quel momento.
La sua vita era monotona, ogni giorno sempre le stesse cose, ma non si lamentava perchè sapeva che il destino era stronzo, e non voleva fare qualcosa di sbagliato per ritrovarselo contro un altra volta. Non sapeva cosa avesse fatto di sbagliato, ma esso si era divertito con lei dodici anni prima, quindi cercava di non lamentarsi, di comportarsi bene, di non fare sciocchezze e di volare basso in modo che lui si accorgesse a malapena di lei e la lasciasse stare. Infondo glielo doveva. Non avrebbe mai immaginato che il destino avesse scelto per lei prove ben più ardue.
A rendere la sua vita più piacevole c'era la sua migliore, nonché unica amica, Alyssa.
Loro due erano una l'opposto dell'altra. Alyssa non era certo una gigante, ma con il suo metro e sessanta si faceva notare eccome. Lei era un tipo perfetto per i ragazzi. Bionda, occhi azzurri, bella e simpatica. Alexa invece non era niente di speciale. Aveva lunghi capelli marroni che, incorniciandole il viso, le ricadevano dolcemente sulla schiena, come seta, e profondi occhi grigi che la gente descriveva inquietanti. Nessuno glielo aveva mai detto di persona, ma si notava da come la fissavano. La cosa "inquietante" dei suoi occhi erano delle leggere sfumature rosa che si trovavano intorno alla pupilla. Lei non se ne era mai accorta, o non le era mai interessato faro, ma la sua migliore amica diceva che si notavano eccome, e che erano stupendi, e che il disgusto che sembravano avere le persone per i suoi occhi era solo una sua fantasia. La fissavano solo perchè erano belli e particolari. Era stata la prima persona a fargli notare quella particolare sfumatura, proprio il primo giorno di scuola superiore in cui si erano incontrate.
"Sono sfumature rosa quelle?" le aveva detto sedendosi nel banco di scuola vicino a lei e fissandola attentamente negli occhi.
Lei non aveva risposto subito. A un primo sguardo Alexa si era subito resa conto che appartenevano a due mondi separati. L'aveva visto non appena aveva varcato la soglia. Bei vestiti, capelli biondi e perfettamente acconciati, occhi mostruosamente azzurri, bel sorriso, denti dritti. Carattere aperto e solare. Lei sarebbe stata una di quei tipi che tutti i ragazzi avrebbero adorato, e che tutte le ragazze avrebbero voluto essere.
Ma non se si sarebbe fatta amica una persona come Alexa.
"Hai sbagliato posto" le aveva risposto cercando di mettere fine a quella conversazione.
"Perchè? E' occupato?"
"No."
"Allora non vedo il problema."
"Non sono la compagnia adatta a te. Vedi quei ragazzi che si sono messi infondo alla stanza?" aveva detto indicando alle sue spalle i ragazzi che sarebbero sicuramente diventati qualcuno all'interno della scuola. "Tu sei una di loro. Faranno a gara per esserti amici."
"Forse si, forse no. Ma se devo farmi degli amici quelle non sono le persone adatte."
"E io lo sarei?"
"Sicuro!" le aveva detto sorridendo. "Allora, sono sfumature rosa quelle che vedo nei tuoi occhi?"
"Sfumature rosa? Non credo proprio." aveva replicato lei distogliendo lo sguardo. Aveva sempre detestato essere fissata, e quella ragazza non la stava proprio mettendo a suo agio in quel modo.
"Ma si! Si vedono lontano un chilometro. Sono f-a-v-o-l-o-s-e!"
"Se lo dici tu" le aveva risposto.
"Piacere Alyssa" le aveva tenuto la mano davanti fino a quando lei non si era rassegnata a stringergliela e a dire "Alexa".
"Sono sicura che diventeremo ottime amiche"
Sorrise al ricordo. Aveva ragione, erano diventate inseparabili. Non aveva ancora capito perchè in quel lontano giorno di 4 anni fa avesse scelto proprio lei come amica. Come le aveva già detto avrebbe potuto stare con i più popolari, ma non le era mai interessato.
Era una fredda mattina di gennaio. Stava andando a scuola perchè, purtroppo, le vacanze natalizie si erano concluse. Quella mattina aveva dovuto prendere il pullman perchè, se fosse andata a piedi avrebbe ritardato il doppio. Per colpa della sua amica era stanca morta e non aveva sentito la sveglia. L'aveva tenuta al telefono tutta la notte raccontandole di quanto fosse figo il nuovo arrivato, Logan, il quale si era trasferito nella loro cittá un mese prima e, per tutto questo tempo, Alyssa l'aveva assillata parlando di lui e del suo presunto fratello, Jay, che da li a qualche giorno avrebbe raggiunto la famiglia e, guarda caso, anche lui si sarebbe iscritto nella stessa scuola di Logan, nonché la loro.
Alexa non aveva ancora incontrato quel ragazzo di cui si parlava tanto ma già non ne poteva più. Per colpa sua aveva fatto tardi. Se quel Logan non fosse mai arrivato, la sua amica Alyssa non l'avrebbe tenuta sveglia notti interi a parlare di lui, dei suoi occhi...di tutto. E a quest'ora lei sarebbe già a scuola, a scaldare il banco. E invece...
Arrivò a scuola 20 minuti dopo il suono della campanella.
I corridoi erano deserti, così, sconsolata, pronta a prendersi la solita ramanzina, si avviò verso la sua classe. Dopo aver girato l'angolo del corridoio in cui si trovava, sentì delle voci, e vide un ragazzo e una ragazza che parlavano.
Capì subito chi aveva davanti.
Sarah.
Era la ragazza più carina e popolare, a detta di tutti. Alexa aveva un altra opinione. Era una stronzetta opportunista che voleva stare sempre al centro dell'attenzione, e ci riusciva, altroché! I soldi del paparino l'aiutavano anche a farsi degli ottimi amici, proprio degni di lei. Se non fosse che adorava rovinare la vita alle persone, poteva anche essere... No niente. Rimaneva una stronza.
Li per li non riconobbe il ragazzo. Non lo aveva mai visto, però a giudicare dall'aspetto, che la sua amica si era disturbata a descrivere nei minimi dettagli, doveva essere il famoso Logan.
Che fortuna....
Dato che ormai era in ritardo, 10 minuti in più, o 10 in meno non facevano differenza, quindi senza farsi vedere si appiattì al muro e si fermò ad ascoltarli. Ad Alyssa, che era fissata su tutti i pettegolezzi, e sapeva tutto di tutti, sarebbe sicuramente interessato sapere di che cosa stavano parlando. "Dovrai ringraziarmi" pensò.
A quanto pareva Sarah ci stava provando spudoratamente con il ragazzo, e lui non faceva niente per fermarla. Perchè avrebbe dovuto poi? Insomma, lei era Sarah.
Si prese il disturbo di osservare Logan senza preoccuparsi di essere vista, tanto loro non sapevano nemmeno che esistesse. Ed era meglio, così Sarah non l'avrebbe presa di mira. Osservando Logan si chiese che cosa ci trovassero in lui le altre ragazze. Proprio non le capiva. Certo, con quei capelli marroni e il fisico atletico era carino, ma niente di speciale, e il suo brutto carattere non rendeva certo a suo favore. Dalle voci che circolavano lui era il classico ragazzo bello e dannato, ma soprattutto stronzo. Era uno di quelli che ti faceva innamorare e ti lasciava poco dopo.
Da quando era arrivato in quella scuola aveva fatto strage di cuori.
Povere ragazze, così ingenue, ognuna convinta di essere l'eccezione, quella che lo farà cambiare una volta per tutte. Si illudevano e basta.
I tipi come lui non cambiavano.
Alexa non aveva mai avuto bisogno di un ragazzo, e, nei suoi 17 anni di vita non ne aveva mai avuto uno.
Alyssa in ogni occasione cercava di trovargliene uno, ma lei ripeteva sempre che stava bene da sola. I ragazzi portavano solo problemi, era meglio senza. Poi, con il suo carattere, non sarebbe mai riuscita ad aprirsi totalmente come, in teoria, si dovrebbe fare in una relazione. Era a malapena in grado di mostrare il bene che voleva alla sua amica e alla sua famiglia, immaginare di mettere a nudo la sua anima con qualcuno... La terrorizzava. Se possibile più della scuola, delle persone e dei loro sguardi.
Aveva sempre preferito tenersi tutto dentro, e fino ad ora era andata bene.
Dopo essere stata dieci minuti a vedere la gatta (morta) Sarah, si stufò. Era una scena vista e rivista, dopo un po vedere la stessa ragazza che ci prova con il centesimo ragazzo della scuola diventa monotono, e sia nella sua vita che a scuola, la monotonia aveva preso casa, però tutto aveva un limite!
Lanciò un ultimo sguardo ai due, pronta ad andarsene, quando Logan si girò a guardarla.
Alexa si irrigidì subito, bloccandosi letteralmente sul posto.
Beccata.
Pensò di nascondersi, o di far finta di niente, magari stava passando casualmente di li, ma ormai era tardi. L'aveva vista.
Gli occhi del ragazzo la percorsero tutta, indifferente. Che aveva da guardare in quel modo? Non gli piaceva ciò che vedeva? Allora che la smettesse di fissarla e che si concentrasse sulla top model che aveva davanti.
"Guarda che neanche tu sei il mio tipo" pensò.
Quando incrociò i suoi occhi, Alexa provò una strana sensazione.
Il tempo sembrò fermarsi, e tutto il resto, eccetto loro due, scomparve. Era come se si trovasse in un altro posto. Intorno a loro era fatto tutto di luce bianca, quasi accecante. Perchè la sua mente le giocava questi scherzi?
Guardando i suoi occhi blu, per un momento temette di cascarci dentro, tanto erano profondi e magnetici.
Lui le restituì uno sguardo che diceva "Chi sei tu? Che ci faccio qui?"
Sembrava chiaramente spaesato, addirittura impaurito. Per un attimo, lo strano desiderio di abbracciarlo e di dirgli che andava tutto bene si fece strada in lei, e allungò una mano verso di lui, spinta da una forza improvvisa, e Logan fece lo stesso, azzardando un passo nella sua direzione.
La ragazza scosse la testa perplessa, cercando di riprendersi.
Ma che cosa stava facendo? Non lo conosceva nemmeno.
Usò tutta la volontà che aveva per reprimere quello strano impulso che sembrava così naturale come respirare, e abbassò il braccio teso nella sua direzione, che stava iniziando a pizzicarle tutto.
Si ricordò che lei non li sopportava i tipi come lui.
Troppo sicuri di se.
Troppo belli e consapevoli di esserlo.
Troppo perfetti.
Troppo arroganti.
Troppo tutto.
Non doveva certo incoraggiarlo rischiando di cadere ai suoi piedi così in fretta! Anzi, non doveva proprio caderci ai suoi piedi, o sentirsi in qualche modo attratta da lui.
Pochi secondi dopo Logan sgranò gli occhi, e qualcosa dentro di essi cambiò. I suoi occhi blu si tinsero di una sfumatura rossa, e all'interno di essi vide passare diverse emozioni.
Perplessità, desiderio, malinconia...
Possibile? Per un momento sembrò guardarla come se non credesse che lei fosse li, in carne ed ossa, davanti a lui.
La guardava come se avesse cercato invano per anni qualcosa che nemmeno lui sapeva e quando ormai aveva perso le speranze questa cosa gli era apparsa magicamente davanti. La stava guardando come se non credesse che lei fosse vera.
Alexa non riuscì a reggere più il suo sguardo, troppo penetrante e intenso, e abbassò gli occhi, spezzando l'incantesimo che sembrava essersi creato tra di loro.
Vide le mani del ragazzo strette a pugno, e tirò su la testa, tornando a guardarlo, consapevole che lui non aveva mai smesso di fissarla.
Adesso, però il suo sguardo non sembrava più quello di stupita meraviglia, sembrava infuocato.
Non di desiderio. Di rabbia. Sembrava che la detestasse.
Ma che problemi aveva quel ragazzo?
Logan fece un passo nella sua direzione, e lei ne fece uno automaticamente indietro. Possibile che avesse cambiato espressione tanto in fretta? Dall'incredulità della sua esistenza, all'odio più profondo?
Forse, tutto quello che aveva letto nel suo sguardo se l'era solo immaginato. E anche quella luce abbagliante che aveva visto quando aveva incontrato il suo sguardo.

Era tutto un gioco della sua mente, era sicuramente così. Spaventata dall'improvviso cambio di umore del ragazzo, cercò Sarah, la ragazza che prima era con lui, ma sembrava essersi volatilizzata nel nulla.
Lo guardò di nuovo per scrupolo.
Si, decretò. Sembrava proprio che non la sopportasse. Che la odiasse.
Alexa lo guardò male e un po perplessa si avviò in classe, non sprecando altro tempo.
- Aspetta...- sembrò dire il ragazzo. Ma quelle parole erano state dette così piano che pensò di averle immaginate.
Non si girò nemmeno a controllare se le avesse dette o no.


Buonasera!
Questa storia era in programma già da un po, e ho qualche capitolo pronto che aspetta solo di essere pubblicato. Avviso già che darò più importanza ad aggiornare "Haunted - Perseguitata" ( fateci un salto!) , quindi gli aggiornamenti di questa andranno a rilento. Diciamo che questa sarà una storia a passatempo. Quando avrò un po di tempo libero per aggiornare e scrivere, lo farò
. Spero comunque che l'inizio vi abbia interessati almeno un pochino.
Alla prossima,
Ellyn.

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Capitolo 3
*** Allucinazioni..? ***


Controllò l'orologio. Erano le 8:35. Erano passati solo 10 minuti dal suo incontro con Logan? Possibile? Il braccio continuava a pruderle. Che strano.
Se lo grattò senza pensarci e decise di aspettare la seconda ora per entrare in classe, così riscese le scale e andò nel cortile posteriore della scuola. Si guardò intorno, ma potè notare con piacere che non c'era anima viva. Perfetto. Alexa si sedette sull'erba, si mise le cuffiette dell'mp3 nelle orecchie e, si rilassò un poco.
Si era spaventata dal suo incontro con Logan. Prima lui la guardava in modo così intimo da metterla quasi in imbarazzo e, quello dopo, come se la odiasse.
Non ne aveva il diritto. Non la conosceva nemmeno e aveva già deciso che la detestava?
Vabè, non doveva darci troppo peso. Sai che novità. Non era certo il primo che nemmeno conoscendola la scansasse, o la trattasse come se non ci fosse.
Anzi, la maggior parte della gente faceva così. Le persone erano veramente strane, soprattutto i ragazzi. Più passava il tempo, più si auto convinceva che senza di loro si stava meglio.
Qualche anno prima la sua amica si era innamorata di un ragazzo. A detta di Alyssa era davvero molto dolce e simpatico. C'era sempre per lei quando ne aveva bisogno. Sembrava davvero il ragazzo perfetto, Alyssa credeva fosse quello giusto. A lei, invece, non era mai piaciuto. Era troppo perfetto nel fare il perfetto, si vedeva lontano un miglio che la sua era solo una facciata. Dopo un anno passato insieme, Alyssa aveva deciso di fare il grande passo con lui, e sapendo fosse a casa da solo, andò li per fargli una sorpresa, aprendo la porta con le chiavi di casa che la madre del ragazzo le aveva gentilmente prestato.
E, senti senti, lo trovò a letto con la dolce Sarah. Da una parte Alexa avrebbe voluto essere li per vedere la faccia del ragazzo quando fu beccato proprio sul colpo, ma dall'altra no. Non voleva immaginarsi la faccia sconvolta della sua amica.
Sarà stata molto simile a quella che aveva quando corse a casa di Alexa per raccontarle tutto. Venne fuori che ragazzo aveva avuto anche il coraggio di dire che non lo aveva fatto apposta, e che Sarah l'aveva obbligato a farlo con un ricatto. Disse pure che gli dispiaceva. Ovviamente Alyssa non se la bevve, e da quel giorno non gli parlò più. La sua amica poteva avere di meglio, perchè sprecare altro tempo con una persona del genere? Aveva già perso un prezioso anno della sua vita con quello stronzo.
Se prima di quell'avvenimento Alexa pensava di poter avere, in un lontano futuro, una qualche genere di relazione con qualcuno, accaduto quel fatto sbarrò proprio le porte ad una possibile idea.
Non si sarebbe fatta incastrare anche lei.
Beh, non che i ragazzi facessero la fila per lei, però qualcuno che aveva tentato di attaccare bottone con lei c'era stato, ma lei aveva fatto in modo di non affezionarsi a nessuno, in quel senso.
Sospirò, togliendosi le cuffiette.
Erano le 8:50.
Poteva tornare con calma verso la classe.
Solo in quel momento si accorse che, per tutto il tempo, si era grattata il braccio. Alzò la manica fino al gomito, per ve dere se c'era una qualche specie di irritazione.
Per poco non svenne.
Letteralmente.
Su tutto il braccio c'era un disegno nero.
Sgranò gli occhi, rendendosi conto che non era solo un disegno, o uno scarabocchio, che poteva averle fatto il suo fratellino mentre dormiva.
Era un vero e proprio tatuaggio. Anche bello grosso.
Impossibile!
Alzò la manica più in su, per vedere quanto fosse grande quella...Cosa.
La manica della felpa però non saliva di più, quindi corse subito in bagno e chiuse la porta a chiave. Si tolse la felpa e rimase in reggiseno. Il tatuaggio proseguiva per tutto il braccio, fino alla spalla.
Merda.
Com'era possibile? Scosse la testa e si rimise la maglietta.
Era la sua immaginazione. Quella mattina la sua mente le aveva giocato troppi brutti scherzi, e stava continuando!
Bloccando sul polso con la mano destra la manica della felpa , entrò in classe proprio mentre suonava la campanella.
Alyssa le andò subito incontro, con aria visibilmente sollevata. Le prese la mano e la portò nel corridoio, lontano dagli altri.
- Alexa! Ma dove sei stata? Mi hai fatta preoccupare! -
- E' colpa tua! Mi hai tenuta sveglia tutta la notte parlando di quello nuovo. Di quanto era figo e tutto il resto. Da quanto ero stanca non ho sentito la sveglia e mi sono svegliata tardi!-
- Beh..Non è colpa mia se sei distrutta quando vai a letto un po più tardi del solito...-
- Più tardi del solito? Erano le 3.30 del mattino! -
- Forse ho esagerato un pochino.
- - Tu dici? - disse ridendo, seguita subito dalla sua amica. - Proprio un bel risveglio. Quando sono arrivata, indovina chi ho visto? -
- MissTroia? - tentò Alyssa, sicura di aver indovinato.
- E...?-
- No! Non è possibile. Ci ha già messo le sue zampacce sopra. - sospirò tristemente lei.
- Mmm...non saprei. Però era chiaro che ci stesse provando - alzò le spalle - ma che vuoi farci? Lo sappiamo com'è lei, e soprattutto come sono i ragazzi. -
- Oh non c'è dubbio. - rispose ridendo. Alyssa ne sapeva qualcosa. - Piuttosto...Hai visto com'è bello? -
Le sue labbra risposero con "Chi?" ma nella sua mente si stava già creando l'immagine di un volto. Scosse la testa cercando di non pensarci. Lei non avrebbe fatto come le altre ragazze cascando ai suoi piedi. Non era certo la prima volta che aveva a che fare con un ragazzo, sarebbe stato semplice come le altre volte ignorarlo, non pensarci più. Perchè non avrebbe dovuto esserlo?
Che aveva lui di diverso dagli altri? Niente.
- Come chi? -
- Logan? - si costrinse a dire sospirando.
- Ovvio! Chi altri? -
- Mah...Niente di che. L'unica cosa degna di nota sono gli occhi. Interessanti. -
- Hai ragione. Sono bellissimi. Azzurro cielo. - rispose la sua amica con sguardo trasognato, poi sbatta le palpebre e, come se si fosse resa conto della risposta che le aveva dato Alexa, la guardò male. - Niente di che? Niente di che?!? - disse portandosi una mano sul cuore.
Non la stupì il gesto che fece. La sua amica tendeva a drammatizzare un po.
Era stata la sua risposta a confonderla. Alyssa aveva detto che gli occhi di Logan erano azzurri. E lei non sbagliava mai. Notava sempre i dettagli. Alexa avrebbe giurato che fossero blu profondo, quasi un blu notte, con delle sfumature rosse.
"Sto letteralmente impazzendo."
La sua amica continuò a parlare. - Ma l'hai visto bene? E' b-e-l-l-i-s-s-i-m-o. -
- Aly non dargli troppo corda, bastano le altre ragazze che lo credono un dio in terra. Non mettertici anche tu, altrimenti la troppa fama potrebbe dargli alla testa. -
- Certo che sei proprio strana. -
- Sai come la penso. Però ora basta parlare di lui. Non ne posso più. E' da mesi che questa cosa va avanti. Non è mica la prima volta che arriva un ragazzo nuovo nella scuola. -
- Si ma lui è Logan. - ribadì l'amica calcando l'accento sul nome.
- Si, io Alexa e tu Alyssa, e con questo? - Alexa alzò gli occhi al cielo. La sua amica era un caso perso.
Si avvicinò alla classe e si affacciò alla porta. La professoressa non c'era. Strano. Di solito era sempre puntuale. Chiese informazioni alla sua amica.
- Abbiamo due ore di buco! Sei stata fortunata. Nessuno ha notato la tua assenza, tranne io. - le rispose l'amica. Sai che novità...Se c'era o no non faceva differenza.
- Perchè ti gratti il braccio? - le disse guardandola.
Alexa non si era resa conto di starlo facendo, ma ora che glielo aveva fatto notare l'amica, le prudeva veramente tanto.
- Oh. Io...credo sia un po di irritazione. - disse nervosa.
- Fammi vedere. - Alyssa allungò una mano per prenderle il braccio e controllare.
- No! - urlò tirandosi indietro, con il braccio stretto sul petto. - Cioè..Non ce n'è bisogno. - ripetè più piano e con più calma.
- Se lo dici tu. - Alyssa era visibilmente poco convinta. Sospettava forse qualcosa? No, non poteva certo saperlo.
Doveva fare qualcosa. Altre tre ore e sarebbe tornata a casa. Poi avrebbe pensato a un modo per coprire quel segno. Con un po di fortuna non ci sarebbe stato nessun segno, e lei si sarebbe resa conto che aveva immaginato tutto.
Gli occhi di Logan, il prurito e il tatuaggio.
- Logan. - disse la sua amica qualche secondo dopo.
- Aly dai piantala. Te l'ho già detto prima, avete rotto. State tutti a parlare di lui ogni santo giorno da quando è arrivato. Ma non vi viene mai a noia? -
- Ma...-
- Senti, se vuoi parlarne ancora vai da qualcuno a cui interessi, lo dico per te. E dato che abbiamo ancora 45 minuti di buco vado a farmi un giro. Ci vediamo dopo. - disse alzando gli occhi al cielo.
Poi si girò, e andò a sbattere contro qualcuno.
Un braccio l'afferrò prima che cadesse a terra. Alzò la testa e sprofondò in due pozze blu.
Avrebbe riconosciuto quegli occhi ovunque...Sbattè le palpebre, preoccupata. Perchè gli aveva riconosciuti subito?
E perchè era sicura di poterli riconoscere tra mille?
Ma che stava pensando?
Poi realizzò che era questo che la sua amica stava cercando di dirle. Logan era dietro di lei.
- Scusa, non ti ho visto. - gli disse imbarazzata.
Alyssa di era sbagliata. I suoi occhi erano blu come il mare in tempesta. Blu come il cielo stellato. E rossi. Rossi come il sangue.
Si guardarono negli occhi per alcuni minuti, forse di più. Per la seconda volta da quando l'aveva incontrato, guardandolo negli occhi, rimase solo lui.
Tutto il resto divenne nero e solo la mano che la stringeva le permise di non perdersi in quell'oscurità.
Non poteva permettere che andasse così, lei era in grado di cavarsela da sola. Avrebbe raggiunto la luce senza il suo aiuto. Sbattè gli occhi e distolse lo guardo dal suo, interrompendo l'incantesimo che si era ricreato.
Alexa sentì che, da qualche parte dentro di lei, qualcosa di spezzò. Come se qualcuno le avesse portato via la parte più importante del suo essere.
- La prossima volta stai più attenta. - le rispose acidamente.
Tutto quello che aveva creduto di provare poco prima, se ne andò in un secondo. Al suo posto rimase il nulla. Solo un vago senso di perdita le ricordò quello che era appena successo.
- Ah, io? La prossima volta evita tu di stare dietro alle persone ad ascoltare le loro conversazioni private. -
Si morse subito la lingua. Non avrebbe dovuto dirlo, d'altra parte l'ora prima era lei che stava spiando lui.
- Ma se proprio tu stamattina mi stavi spiando. - disse ironico.
Ovviamente non se l'era scordato. Chissà quando ci godeva a rinfacciarglielo.
- Non è la stessa cosa. - Lei l'aveva fatto per Alyssa. Lui che scusanti aveva?
La sua amica si schiarì la voce, mettendo fino a quel litigio, se così si poteva chiamare, veramente assurdo.
- Scusala, stamattina è un po nervosa. - tese la mano a Logan. - Io sono Alyssa. - e gli sorrise, come solo lei sapeva fare. Un sorriso vero, splendente e bellissimo. Metteva al tappeto tutti.
Era ovvio che i ragazzi le morivano dietro. Anche lei avrebbe voluto avere un sorriso così caldo che scalda il cuore a chi lo vede.
- Ciao. - la guardò a malapena.
Il ragazzo non aveva smesso un attimo di fissare Alexa, che, stranamente, stava ancora stringendo.
Nel punto in cui teneva la mano, la ragazza sentiva delle piccole scintille che si espandevano per tutto il braccio. Era insopportabile. Troppo fastidioso.
Ma non era del tutto vero. Il problema era che lo trovava troppo piacevole, troppo bello.
- Lasciami. - disse tirando via bruscamente il braccio dalla sua presa.
Non le sfuggì la sua reazione. Logan si irrigidì e serrò la mascella. I suoi occhi sembravano tremendamente tristi e malinconici. L'aveva ferito? Aprì la bocca per scusarsi, per dirgli qualcosa, insomma, lui aveva evitato che cadesse e lei non lo aveva nemmeno ringraziato per averle evitato quella caduta.
Ma prima che potesse aprire bocca lui la interruppe. - Sono solo venuto a dirti di non impicciarti più nei fatti miei. Stammi alla larga e nessuno si farà male. -
- Mi stai minacciando? - disse lei non credendo alle sue parole. Non le dispiaceva più di averlo ferito. Anche se dubitava che uno come lui potesse prendersela per una cosa simile. Non aveva smesso un secondo di darle contro. Perchè Alexa avrebbe dovuto sentirsi in colpa?
- Direi di si. - Sembrava dicesse sul serio.
La ragazza guardò Alyssa alzando un sopracciglio.
Questo è pazzo.
- Tu hai dei problemi. - Se ne andò lanciando un occhiata assassina a Logan.
Sentì il suo sguardo perforarle la schiena finchè non spinse la porta ed uscì all'aria aperta.


Buongiorno lettori! Dopo tanto finalmente ho aggiornato, ma come avevo detto nel capitolo precedente, questa è solo una storia a perdi tempo.
Spero che il capitolo vi piaccia.
Un bacio,
Ellyn.

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