Once Upon a Time - [Grimm Edition]

di Giuls_BluRose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Principe Ranocchio ***
Capitolo 2: *** La Pioggia di Stelle ***
Capitolo 3: *** Raperonzolo ***
Capitolo 4: *** Cenerentola ***
Capitolo 5: *** Cappuccetto Rosso ***



Capitolo 1
*** Il Principe Ranocchio ***


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Il Principe Ranocchio

 

C'era una volta un ragazzo di buona famiglia, trasferito da qualche mese a New York; un ragazzo solitario, un po' altezzoso e con fare da prima donna.
Chris era un fiero ragazzo gay, che non si lasciava abbattere da nulla e niente e nessuno poteva giudicarlo, se non se stesso.
Camminava con passo frettoloso per Central Park, come se volesse evitare tutti quanti, come se volesse restare da solo con i propri pensieri.
Indossava i suoi amati occhiali da sole firmati, quelli che facevano come da barriera tra lui e il resto del mondo, quegli occhiali dai quali non si sarebbe mai separato.
Camminava a testa bassa, per non incrociare lo sguardo di nessuno, come se anche solo guardarlo potesse essere una sorta di peccato mortale; il suo volto non dava segno di alcuna emozione, era freddo e senza espressione.
Nessuno poteva entrare nei pensieri di quel ragazzo, nessuno.
Camminava sulle rive del lago, godendosi la leggera brezza primaverile e guardando le piccole tartarughe nuotare nelle acque, amava gli animali, fin da quando era piccolo, erano sempre stati i suoi unici veri amici.
Chris non si accorse delle radici dell'albero che sporgevano dal terreno, così inciampò su di esse, facendogli perdere l'equilibrio e cadere rovinosamente a terra, facendo in modo che i suoi amati occhiali da sole scivolassero via dal suo viso e cadessero in acqua, cosa che per poco non fece anche lui.
Il castano li vide affondare e il lago era profondo a perdita d'occhio; imprecò mentalmente all'inizio, per poi finire a farlo tra i denti, nervoso.
“Ah! I miei occhiali da sole, accidenti! Proprio adesso dovevano cadere, maledizione, se solo riuscissi a vederli, anche a costo della mia camicia nuova!”
Forse Chris poteva sembrare un ragazzo superficiale, ma quegli occhiali erano il suo scudo e si sentiva troppo vulnerabile alle persone senza: forse era la paura di non essere accettato per la sua omosessualità, ma non lo avrebbe mai ammesso, doveva recitare la parte del ragazzo forte.
“Ehi ragazzo, hai bisogno di una mano?”
Come per magia apparse accanto a lui un ragazzo di bassa statura, con i capelli scuri ricci e due occhi enormi di un colore indescrivibile, ma sembrava sciatto e uscito da chissà dove.
“Ah perfetto, adesso ci mancava solo un ranocchietto!”
Il ragazzo, il cui nome era Darren, fece finta di non aver sentito.
“Piacere, Darren.”
“Chris.”
“A me non interessa la tua camicia nuova, ma solo un'uscita con la tua bellissima presenza.”
Chris sospirò pesantemente e pensava in cuor suo:
Che va mai blaterando questo ragazzo? Bhe, sarà anche simile ad una rana, ma io non ho la minima intenzione di perdere i miei amati occhiali e se può darmi una mano...”
Quindi Chris sbottò.
“Riportami solo i miei occhiali e poi, per conto mio, ti sarà concesso quello che vuoi.”
Come ebbe detto questo il riccioluto si gettò in acqua senza pensarci due volte, facendo rimanere basito Chris, ma si stupì di vederlo riemergere: aveva gli occhiali tra le mani e li gettò sull'erba.
“A lei, caro.”
Il castano si rallegrò di avere di nuovo tra le mani il suo piccolo tesoro, ma il moro non si scordava.
“Ora aspetta, Chris, ed esci con me!”
Il mezzo soprano rise appena tra i baffi, quel Darren era davvero un ragazzo pieno di sorprese e, come per sfidarlo, disse una frase prima di scomparire dalla sua vista con fare altezzoso.
“Stasera sarò a cena al ristorante all'angolo tra la Quinta e la Dodicesima, caro il mio ranocchietto Darren.”
Darren sorrise, non sarebbe mancato.

 

Quella stessa sera Chris sedeva a tavola con la propria famiglia, intento a gustarsi uno dei suoi piatti preferiti, quando all'improvviso:
Click, click.
Il castano si voltò e vide il volto del ragazzo conosciuto al lago davanti al vetro del ristorante, intento a battere alla finestra per attirare la sua attenzione.
Chris cercò di mantenere una risata, cosa però che non sfuggì agli occhi della madre.
“Che ti succede, Chris? Hai per caso visto un clown fuori dalla finestra?”
Il tono della voce della donna era molto calmo e gentile, senza rabbia o frustrazione alcuna.
Il castano ridacchiò, negando con la testa.
“No, guarda là fuori mamma. C'è un ragazzo che oggi al lago mi ha aiutato a recuperare gli occhiali e diciamo che forse c'era una piccola scommessa ed io sarei dovuto uscire on lui stasera. Sembrava una ranocchia, seriamente, la statura era quella più o meno.”
La madre sorrise e il ragazzo, da fuori il ristorante, bussò nuovamente, iniziando a recitare qualcosa di molto famigliare per Chris e la sua famiglia, tutti amanti di fiabe e racconti.
“Figlio di re, principe, aprimi la porta e ricorda la promessa.”
Chris si permise di ridere, la rima neanche tornava se usava il maschile.
“Rammenti? Fa che non sia vana la promessa fatta vicino alla fontana!”
Tutta la famiglia Colfer si guardò incredula: Darren aveva appena recitato le battute prese dalla fiaba dei fratelli Grimm Il Principe Ranocchio.
“Bhe, se glielo hai promesso lo devi mantenere, fallo felice e stai con lui questa sera.”
Sua madre gli fece l'occhiolino e lo invitò ad uscire, cosa che, anche se un po' di controvoglia, Chris fece.
“Il Principe Ranocchio, seriamente Darren?”
Il castano annuì ridendo piano.
“Tu mi hai chiamato Ranocchietto oggi al parco e volevo dimostrarti che, come nella fiaba, anche io mi posso trasformare in un principe, basta che mi dai l'opportunità.”
“Tu mi conosci, vero?”
Darren lo guardò senza capire.
“Hai detto che volevi uscire con me, come sapevi che sono gay?”
“Ah quello, bhe tu forse non mi hai mai notato a quanto pare, ma frequento la tua stessa scuola, anche se in sezioni diverse.”
“Ah ecco.”
“Sai, è da un po' che ho messo gli occhi su di te.”
Chris lo guardò di sbieco, osservandolo per bene per la prima volta quella sera: i suoi abiti non erano sciatti come quelli che indossava il pomeriggio, indossava semplicemente dei jeans e una camicia bianca, ma su di lui sembra un abbinamento quasi elegante. Era un ragazzo particolare e il castano lo aveva notato subito.
“Vorresti un'opportunità, quindi?”
Darren annuì soddisfatto, mentre Chris continuava a squadrarlo per capire qualcosa di lui: non sapeva il motivo, ma sentiva che in qualche modo si poteva fidare di lui, cosa che raramente faceva con altre persone che non fossero la sua famiglia. C'era qualcosa in quel moretto piccolo e discretamente carino, doveva ammetterlo, ma non avrebbe ceduto facilmente come la principessa della storia.
“Intanto vediamo come va questa serata tra amici e mi sa che resterai un ranocchietto ancora per un po', certo non ti bacio stasera. Vediamo se riusciremo a rompere l'incantesimo.”
Chris sorrise per la prima volta al moro dicendo quelle parole, che subito Darren prese come una sfida.
“Okay, vediamo quanto tempo resisti prima di morire dalla curiosità di scoprire come sono nelle vesti di un reale.”
 

Non ti bacerò mai, ranocchietto.”
“Sfida accettata, Colfer.”


 

Note dell'autrice:
Ehm, salve?(?)
No, giuro che non sono pazza, lo giuro!
E' solo che oggi sono stata il libreria e non appena ho visto le fiabe dei Grimm non ho potuto fare a meno di comprarle, ho iniziato  a leggerne alcune e tac, questa matta idea mi è balenata in testa.
Ha un senso, no ovviamente, ma okay (?)
Spero che possa piacere a qualcuno e che mi facciate sapere se vale la pena continuarla o meno.
La prima, ovviamente, Chris me l'ha servita su un vassoio d'argento nei suoi libri, quindi eccovi una CrissColfer ispirata al Principe Ranocchio, il nostro amato Froggy di Terra delle Storie **
I capitoli non saranno lunghissimi, in quanto cercherò di tenermi il più possibile sulle fiabe originali, questa per esempio è di sole tre pagine e il capitolo supera di poco le quattro.
Okay, adesso vi lascio, ci sentiamo!

Giulia Pierucci

PS: Sulla mia pagina Facebook ho indetto un contest, mi farebbe piacere se qualcuno di voi partecipasse!



 

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Capitolo 2
*** La Pioggia di Stelle ***


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La pioggia di stelle

 

C'era una volta una scuola superiore dove la divisione sociale a causa del denaro era enorme, dove un ragazzo sotto una certa fascia di reddito non poteva neanche minimamente sperare di parlare, o anche solo avvicinarsi, ad uno dei ragazzi più ricchi.
I soldi dominavano: ci ne aveva di più, automaticamente, era in cima alla classe sociale, chi ne aveva di meno era un reietto, uno scarto sociale; poco importava dell'intelligenza, della bontà o della generosità di una persona: essa veniva giudicata solo ed esclusivamente dal conto del proprio portafogli.
E, in questa scuola, c'erano due ragazzi completamente agli antipodi, che non potevano essere più diversi da come erano.
Da una parte c'era Darren: il ragazzo più ricco della scuola, proveniente da una delle famiglie più benestanti della città: non gli mancava nulla, riusciva sempre ad ottenere quello che voleva. Mai usciva di casa senza qualcosa di firmato addosso, o senza il suo amato Mp3 nelle orecchie; era pieno di amici, anche se la maggior parte di essi gli ronzava attorno per dei benefici personali.
Era un ragazzo popolare Darren, era anche uno dei pochi ricconi che, nonostante tutto, non si erano montati del tutto la testa e continuava ad avere un cuore e una coscienza, capendo di non dover ostentare sempre la propria ricchezza. Non era un ragazzo superficiale come tutti gli altri, aveva dei sentimenti profondi e credeva ancora nel vero amore e nel realizzarsi dei sogni.
Dall'altra parte, ai completi antipodi, c'era Chris, “Il poveraccio” come lo definivano tutti. Era figlio di due umilissimi lavoratori e, sfortunatamente, spesso arrivava a stento a fine mese.
A scuola indossava quasi sempre gli stessi abiti, aveva un solo giubbotto per l'inverno, una sola sciarpa e un solo paio di guanti.
Tutti lo evitavano, come se potesse attaccare loro una strana malattia mortale; così spesso passava da solo tutto il giorno, solo con i suoi pensieri.
Chris, però, aveva quello che moltissimi non potevano neanche immaginare: il suo cuore; era un ragazzo molto generoso, buono e sincero, nonostante tutto non perdeva mai il suo bellissimo sorriso sulle labbra, non si lasciava scoraggiare dalla vita, nulla poteva abbatterlo.
Il castano amava leggere, specialmente le fiabe, era un appassionato perchè per qualche minuto poteva immergersi in un mondo tutto suo, dove i sogni diventavano realtà e lui poteva essere chi voleva. Amava i Fratelli Grimm e Andersen e con sé portava sempre un libro con dentro una raccolta con tutte le migliori fiabe che fossero mai state scritte.
Passava solo la ricreazione, così ne approfittava per sedersi isolato da qualche parte e leggere, immergendosi in un mondo fantastico dove anche lui poteva essere amato e rispettato.
Quel libro era il suo tesoro, nessuno poteva toccarlo, solo lui.
In maniera inspiegabile Darren si era accorto di Chris, aveva notato quel ragazzo solitario e isolato, quel ragazzo che spesso aveva i soliti abiti e che se ne stava solo in un angolo, come se volesse scomparire.
Aveva notato quel sorriso sincero quando, raramente, parlava con qualcuno e non gli era sfuggito il fatto che portasse sempre con sé un libro di fiabe.
Pensava che fosse un ragazzo strano, ma non riusciva a spiegarsi perchè lo attirasse così tanto; Darren non era gay, non ci aveva mai pensato a quella possibilità, ma sentiva una strana attrazione per quel ragazzo così bonario e pacato.
Sapeva che, per una regola non scritta, non gli avrebbero mai permesso di avvicinarsi senza essere deriso pure lui, ma nella pausa tra una lezione e l'altra, in modo molto discreto, seguiva i movimenti di quel ragazzo cercando di captare qualcosa di lui.
Chris sembrava non essersi accorto del moro, troppo impegnato com'era dalla sua lettura, non credeva neanche possibile che uno come lui lo avesse notato, non gli passava neanche per la testa una cosa del genere.
Il più grande però lo scrutava e in cuor suo avrebbe tanto voluto fare qualcosa per lui, continuava a chiedersi cosa, ma non riusciva a trovare un'idea adatta.
Quel giorno, quasi senza neanche riflettere, Darren decise che avrebbe seguito Chris fino a casa sua, per controllare quanto fosse bisognoso quel ragazzo e, magari, avere il modo di scambiarci due parole in pace, senza che nessuno potesse prenderlo di mira, né lui né il povero Chris.
La campanella suonò precisa e tutti i ragazzi, velocemente, iniziarono a lasciare le aule per dirigersi verso casa, Darren salutò i suoi amici con una scusa e in silenzio iniziò ad avvicinarsi all'uscita stando ad una ventina di metri da Chris, sperando di non risultare troppo uno stalker.
Vide che il ragazzo camminava velocemente, senza mai guardasi indietro e con il suo amato libro stretto al petto, come se qualcuno avesse mai potuto portarglielo via; aveva la voglia irrefrenabile di avvicinarsi e parlargli, ma aveva paura che potesse metterlo in imbarazzo in qualche modo.
Durante il tragitto Darren sorrideva, senza neanche avere un motivo apparente, ma la sua attenzione fu attirata dal fatto che Chris si era bloccato in mezzo alla strada, davanti ad una bambina.
La ragazzina sembrava conoscere Chris, perchè appena lo aveva visto era corda ad abbracciarlo: aveva i capelli molto lunghi, ricci e castani e due occhioni verdi da cerbiatta. A vederla doveva essere nelle stesse condizioni di Chris, perchè i suoi abiti sembravano finiti e logori.
Il moro vide il più piccolo carezzare scherzosamente i capelli della bimba, per poi abbracciarla e parlare un po'; non riusciva a capire che cosa stessero dicendo, era troppo lontano.
Vide però che poco prima di lasciare andare la bambina Chris si levò la sciarpa, l'unica che aveva, e la mise al collo della piccola, lasciando così intendere che preferisse prendere freddo lui che non una povera creaturina innocente.
A Darren si strinse il cuore vedendo quella scena: il castano era davvero un ragazzo molto gentile e puro di cuore, tanto da fare un sacrificio così grande, rischiando di ammalarsi, pur di proteggere meglio la ragazzina.
Si, lui doveva fare qualcosa e lo avrebbe fatto il giorno seguente, senza però farsi notare. Un ragazzo così buono non meritava tanto male, non almeno secondo Darren.


La campanella della ricreazione suonò e finalmente Chris era libero di mettersi in un angolo del cortile per leggere in santa pace; prima però decise di recarsi al suo armadietto per prendere la merenda e sistemare le cose di quell'ora, per poi prendere quelle dell'ora successiva.
Aveva donato la sua sciarla alla vicina di casa, quella bimba tanto dolce e carina, che il giorno precedente stava congelando. Sapeva di averne solo una, ma vedere il sorriso riconoscente della morettina gli era bastato per potersi scaldare, almeno dentro.
Odiava vedere le persone che stavano male e, anche se lui non stava nelle migliori condizioni, faceva sempre di tutto per poter aiutare in qualche modo.
Sorrise appena e aprì l'armadietto, per trovarsi di fronte una sorpresa che lo fece rimanere completamente basito.
Davanti ai suoi occhi c'era una sciarpa nuova, enorme e calda, con attaccata una busta.
Il ragazzo si guardò intorno per vedere se ci fosse qualcuno, ma non vide anima viva, così decise di aprire la busta e per poco non gli venne un attacco di cuore: al suo interno c'era un assegno abbastanza sostanzioso e un bigliettino con scritto:
“Ecco la tua pioggia di stelle personale.”
Chris riconobbe subito il riferimento ad una delle sue fiabe preferite e sentì gli occhi riempirsi di lacrime, lacrime di gioia: chi mai avrebbe potuto avere un cuore così grande da fare quello per lui, un giovane solitario e senza amici?
Si voltò ancora e ancora, fino a quando non vide un ragazzo in un angolino del corridoio: Darren era lì, fermo e sorridente, alzò semplicemente una mano per salutare il ragazzo e godersi quel meraviglioso sorriso di riconoscimento che era spuntato sulle labbra di Chris.


Note dell'autrice:
Eccomi qua con il secondo capitolo di questa pazzia.
La storia alla quale mi sono ispirata è "La Pioggia di Stelle", una favola di tipo mezza pagina, molto carina però.
E niente, se avete richieste su qualche fiaba dei Fratelli Grimm sarei felice di accontentarvi, nel mentre spero che questo capitolo vi possa piacere.
Ricordo che sulla mia pagina Facebook è aperto un contest.
Un bacio e alla prossima.
Buona Lettura.

Giulia Pierucci
 

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Capitolo 3
*** Raperonzolo ***


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Raperonzolo

 

Chris e Darren: amici da una vita, inseparabili, sempre insieme.
Si erano conosciuti all'asilo e da allora era nata una grande amicizia, che non si era mai placata. Avevano fatto le elementari, le medie e ora stavano facendo le superiori insieme, passavano molto tempo uno con l'altro e avevano gli stessi interessi.
Erano veramente uniti, come in simbiosi: stavano bene insieme, non mancava nulla e avevano sempre qualcosa di cui parlare o qualcosa da fare: erano entrambi patiti di saghe fantasy come Harry Potter e amavano la musica pop, coltivavano insieme la strana passione per i film della Disney e spesso si trovavano la sera a casa di uno dei due per delle maratone cinematografiche.
Chris era gay, lo aveva confessato al suo amico quando erano in seconda media; questo a Darren non aveva mai dato fastidio, anzi lo aveva aiutato spesso a parlare con i ragazzi che gli piacevano, ma con i quali non aveva il coraggio di interagire. Darren era un ragazzo aperto, lo era sempre stato e non aveva mai avuto problemi ad essere amico di Chris: molti si sarebbero allontanati con la paura che il castano volesse provarci, ma lui no, non temeva Chris, non lo aveva mai fatto e mai avrebbe avuto paura di lui; era il suo migliore amico, l'unico con cui si trovava davvero a suo agio, quello a cui poteva raccontare tutto senza la minima paura.
Il moro, però, in cuor suo, sapeva che in lui qualcosa stava cambiando, ma non riusciva bene a capire che cosa fosse: si sentiva strano tutte le volte che era con Chris, come se il loro rapporto fosse lentamente cambiato e nessuno dei sue se ne fosse accorto.
Darren non riusciva bene a capire che cosa fosse e neanche perchè così, da un momento all'altro, sembrasse che Chris gli facesse uno strano effetto: che forse potesse provare qualcosa nei suoi confronti?
Il moro era dubbioso: mai avrebbe pensato che potesse essere innamorato di un ragazzo, aveva sempre dato per scontato di essere etero e in quel momento non sapeva come gestire la situazione.
Sentiva una strana sensazione al petto e allo stomaco quando era vicino a lui, poteva sentire il respiro diventare irregolare e il cuore aumentare leggermente.
Si sentiva un idiota, non poteva permettersi di rovinare tutto solo perchè si era preso una cotta per il suo migliore amico, non poteva compromettere una così bella amicizia perchè aveva deciso di sentirsi attratto dal bel castano.
Conosceva bene Chris e sapeva che lui non avrebbe mai provato nulla per il moro, se non amicizia; doveva quindi trovare un modo per farsi passare quella sbandata o non sarebbe riuscito ad andare avanti.
Forse sapeva che parlarne con la madre sarebbe potuto servire, magari quella donna avrebbe potuto schiarirgli le idee e fargli capire che si stava immaginando tutto, dopotutto era sua madre e avevano un bellissimo rapporto, sapeva che avrebbe potuto aiutarlo se ne avesse avuto bisogno.
Doveva solo trovare il coraggio di andare da lei e ammettere una possibile omosessualità, forse effettivamente non sarebbe stato tanto facile, ma doveva almeno provarci, non poteva fare finta di niente e sembrare sempre più strano agli occhi del suo amico.
“Forza Darren, non fare il bambino, ce la puoi fare.”


-Chris vieni a casa mia, ti prego. Fa in fretta.-
Il castano era appena uscito dalla doccia, aveva ancora l'asciugamano stretto in vita quando lesse il messaggio del suo amico Darren che gli era arrivato poco prima.
Non capì subito perchè il ragazzo richiedesse così urgentemente la sua presenza, ma sentì che qualcosa non andava, perchè solitamente Darren lo chiamava se era successo qualcosa.
-Cosa è successo?-
Rispose veloce prima di posare ancora il telefono sul comodino e iniziare a vestirsi il più in fretta possibile per poter raggiungere la casa del moro dopo poco tempo.
Chris continuava a pensare e immaginare che cosa fosse potuto succedere di tanto grave che richiedesse la sua presenza così di fretta, ma non gli veniva in mente molto: che avesse litigato con un amico? Che si fosse preso una cotta per una ragazza e avesse bisogno di aiuto per parlarci?
Questa ultima cosa fece chiudere un po' lo stomaco del castano: sapeva perfettamente che Darren era etero, ma doveva ammettere che era proprio un bel ragazzo e che si era preso una piccola grande cotta per lui, anche se era molto bravo a dissimulare il tutto.
Sapeva bene che questa sua cotta non lo avrebbe portato lontano, ma non poteva farci nulla, era più forte di lui.
Sospirò cercando di non pensarci e, preso il telefono, si avviò a casa del suo amico, non aspettandosi certo quello che stava per vedere con i suoi occhi di ghiaccio.
Non appena arrivò andò ad aprirgli un Darren con i capelli tutti spettinati, vestito nel peggiore dei modi e, cosa che quasi fece impazzire Chris, un fiume di lacrime che scendevano dai suoi occhi color nocciola e gli rigavano le guance arrossate.
“Darren, che diavolo è successo?”
Il moro non riuscì a trattenersi e con uno scatto si attaccò al corpo di Chris, abbracciandolo di colpo e facendolo restare immobile impietrito per qualche secondo, prima di ricambiare l'abbraccio senza capire che cosa stesse succedendo.
Darren sembrava un bambino: aveva il viso affondato sul collo dell'amico e singhiozzava rumorosamente tremando; una scena che non poteva far rimanere impassibile il castano, che si stava preoccupando sempre di più.
“Ehi...”
Dopo qualche secondo il moro si staccò appena e lo guardò negli occhi, per poi abbassare immediatamente la testa, sussurrando.
“Entra in casa, ti spiego tutto.”
I due andarono nella camera del ragazzo e si sedettero sul letto, uno di fronte all'altro.
“Ho litigato con mia mamma.”
Queste le parole che uscirono dalle labbra del più grande, quasi come un sussurro leggero.
Chris sospirò appena e lo invitò a proseguire; Darren non sapeva, invece, se quello che stava per fare avrebbe rovinato tutto, ma in un momento come quello l'unico con il quale aveva voglia e bisogno di parlare era lui, voleva correre questo rischio.
“Gli ho detto che potrei essere gay.”
Chris sbiancò a quelle parole: che cosa? Il suo migliore amico gay? Perchè non gliene aveva mai parlato prima?
“Cosa?”
Il moro abbassò la testa, giusto in tempo per non vedere le guance dell'amico che si tingevano di rosso per la rivelazione del ragazzo.
“Si, è da un po' di tempo che ho il dubbio, così ho deciso di parlarne con mia mamma. Prima sono andato da lei e le ho confessato tutti i miei dubbi e le mie paura, credendo che potesse aiutarmi e invece...”
Un altro singhiozzo che partì dalla gola di Darren, che al solo ricordo sentiva riaffiorare le lacrime; fu Chris a fargli cenno di avvicinarsi: il moro fece come gli era stato detto e si mise come un bambino accoccolato sul petto di Chris, che subito lo abbracciò, portando istintivamente le mani ad accarezzare i morbidi ricci castani.
“Ehi tranquillo.”
Il moro lo guardò piano, prima di prendere un respiro profondo e continuare il discorso.
“Mi ha iniziato ad insultare, dicendo che non era possibile che io fossi gay, che doveva ragionare e tornare in me. La cosa peggiore di tutte però è che mi ha vietato di continuare a vederti...”
Chris perse un battito: perchè mai una cosa del genere? Lui frequentava quella famiglia da anni e la madre di Darren era sempre stata molto gentile con lui, perchè mai adesso voleva impedirgli di continuare a frequentare il figlio?
“Come mai?”
Darren abbassò lo sguardo, sentendo il cuore iniziare a battere più forte: doveva dirgli la verità? Doveva dirgli che la colpa era sua? Doveva dirgli che provava qualcosa per lui?
Non sapeva che cosa fare: si trovava tra le braccia del suo amico a piangere, mentre lui gli carezzava il viso cercando di tranquillizzarlo, chiunque li avesse visti avrebbe certamente interpretato male la cosa.
Aveva paura a parlare, non voleva che Chris scappasse per l'imbarazzo o che la loro amicizia andasse avanti pur sapendo che Chris era intimorito dai nuovi sentimenti del moro.
Qualcosa però diceva a Darren che era il momento di parlare e di confessare tutto, senza timore, perchè sarebbe andato tutto bene.
Lentamente si avvicinò al viso di Chris, guardando appena negli occhi, poi sussurrò.
“Credo di essermi innamorato di te.”
Non aspettò neanche una risposta, immediatamente azzerò la distanza tra di loro e posò le labbra su quelle del ragazzo, cercando un contatto: lo sentì irrigidirsi, ma poi rilassarsi quasi subito.
Sorrise appena nel bacio e si strinse a lui maggiormente, continuando a tenere le labbra su quelle del castano.
Chris, invece, era rimasto senza parole, non riusciva a credere a quello che stava succedendo: Darren lo stava baciando, gli aveva appena detto che forse era innamorato di lui. Era scioccante, ma piacevole allo stesso tempo e, dopo l'irrigidimento iniziale, aveva deciso di lasciarsi andare e ricambiare il bacio; aveva insinuato le mani ancora più in profondità nel calore dei suoi ricci, giocandoci dolcemente: ne era sempre stato attratto e amava giocarci.
Era una situazione molto strana, ma Chris dopo qualche minuto decise di staccarsi dal bacio, ma di rimanere a pochi millimetri dal volto del ragazzo, accarezzandogli la guancia.
“Sai, credo di provare la stessa cosa.”
Si sorrisero prima di tornare a colmare la distanza tra le loro labbra, una seconda volta.


Insieme avrebbero fatto ricredere la madre di Darren, insieme le avrebbero dimostrato che non c'era niente di male.
Non potevano non vedersi più, si sarebbero dovuti ingegnare per le prime volte.
Un po' come nella fiaba di Raperonzolo, si sarebbero incontrati nella casa di Darren quando la madre era a lavoro, con dei segnali che potevano conoscere solo loro due.
Non era il massimo, ma dovevano farselo bastare il più possibile: alle volte è difficile combattere una mente chiusa, ma in due è più facile che da soli e fa meno paura.
 

“Starai al mio fianco, vero?”
“Sempre, non ti lascerò combattere da solo, mai.”



Note dell'autrice:
Salve!
Si lo so, questo capitolo è osceno, non si può leggere e tutto quello che volete, ma non sapevo che infilarci e nella mia testa era molto più carino ewe
Mi sono ispirata a Raperonzolo per il divieto imposto e per i segnali segreti, ma si poteva fare di meglio. Inizialmente doveva essere pure più lungo, ma poi avrebbe superato troppo la fiaba originale e quindi nulla, ciack ciack a un paio di scene.
Ah una cosuccia però la devo dire.
Carissima  Downinamber, te lo avevo detto che la mia passione per i ricci di Darren la mettevo nel capitolo in qualche modo :')
No serio, sono adorabili e ho l'istinto di prenderli e giocarci **
Si, sono malata nel cervello se ve lo state chiedendo (?)
E detto questo mi dileguo, a voi i commenti.
Alla prossima

Giulia Pierucci

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Capitolo 4
*** Cenerentola ***


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Cenerentola

 

“Dai Chris, vieni con noi, sarà divertente!”
Lea sorrideva felice mentre esponeva la sua proposta al castano, che, al contrario, non era per niente emozionato all'idea.
“Sarà una festa spettacolare, ci saranno tutti quelli dalla scuola e ci divertiremo tantissimo.”
Chris la guardava con una faccia sconsolata, sapendo benissimo che alla fine avrebbe accettato la proposta per disperazione: quando Lea ci si metteva sapeva essere veramente pesa e assecondarla era la cosa migliore da fare per non soffocare.
“E poi sicuramente ci sarà anche Darren.”
Il mezzo soprano roteò gli occhi al cielo, sbuffando appena: Darren era un suo amico dell'ultimo anno del quale era innamorato da tempo, ma non glielo aveva mai detto. Lea però era certa che i sentimenti fossero ricambiati e non perdeva occasione per provare a gettare l'uno nelle braccia dell'altro senza il minimo ritegno.
“Te lo ripeto: siamo solo amici.”
“E io ti dico che il bel moretto ha una cotta assurda per te, credimi!”
Chris arrossì appena: non ci sperava neanche di piacere al moro e poi non avrebbe mai voluto rovinare la loro amicizia per la sua cotta adolescenziale.
“Non mi interessa.”
Lea ridacchiò appena tra sé: sapeva che il ragazzo stava allegramente mentendo, ma alla fine gli faceva tanta tenerezza vederlo in quelle condizioni, avrebbe fatto tutto il necessario perchè quei due potessero aprirsi riguardo i loro sentimenti.
“Si e i muli volano. Chris, hai già in mente che cosa metterti per la festa?”
Il castano sospirò in maniera poco gentile: già, la festa di quella sera era in maschera e lui non aveva la minima idea di che cosa indossare.
Avrebbe sempre potuto usarla come scusa, ma già sapeva che con Lea non c'era niente da fare: quando si metteva in testa una cosa non si poteva fare nulla per fermarla.
Chris, comunque, ci avrebbe comunque provato.
“Non ho nessun costume da mettere e ormai è tardi per poter andare a comprarne uno, quindi mi sa che per questa volta mi tocca passare.”
La ragazza lo fulminò con lo sguardo: no, non se ne parlava neanche; Chris sarebbe andato a quella festa ad ogni costo, non esisteva la possibilità del contrario.
“Vorrà dire che mi trasformerò nella tua Fata Madrina e ti trasformerò nella Cenerentola più bella di tutte.”
Chris la squadrò, quasi fulminandola con lo sguardo.
“Non se ne parla, io un vestito non me lo metto.”
La mora rise, capendo che il ragazzo aveva frainteso completamente le sue intenzioni: era buffo vedere come Chris se la prendesse per così poco, per come fosse suscettibile e irritabile alle volte e lei si divertiva a portarlo all'esasperazione.
“Non ti sto dicendo di vestirti da donna, ma solo che ci penso io a farti il miracolo anche senza dover uscire a comprare nulla.”
Il mezzo soprano la guardò dall'alto in basso, cercando di capire che cosa avesse in mente la ragazza: alle volte le metteva paura, ma le voleva comunque bene, quasi sempre.
“Hai un completo nero da sera?”
Il ragazzo annuì, senza capire che cosa intendesse.
“Faremo una cosa ispirata ai balli in maschera dell'Ottocento o Novecento: indosserai il completo da sera come se fosse un ballo elegante, poi ti disegno sulla faccia una maschera e vai così, in maniera semplice, ma elegante.”
Chris ci pensò su: alla fine non era una cattiva idea, anche se il pensiero di doversi far truccare non lo ispirava molto, avendo la pelle molto delicata sapeva che a serata conclusa sarebbe stato difficile levare il trucco senza arrossarsi.
“Non ho altra scelta, vero?”
Lea sorrise.
“Così mi piaci, Chris.”

Uno, due, tre.
Il numero di completi sparsi sul letto del mezzo soprano aumentavano, dato che Lea non riusciva a trovare quello che lei riteneva giusto per la festa di quella sera: Chris era un ragazzo dallo stile molto elegante e non si stupì affatto di contare una decina di completi da sera, di vari colori e modelli.
Quando ormai aveva quasi svuotato completamente l'armadio del ragazzo le si illuminarono gli occhi vedendo quello che finalmente le sembrò l'abito perfetto per la serata.
Era un completo nero opaco, dal taglio classico ed elegante, già abbinato ad una camicia bianca stirata alla perfezione e una cravatta nera: insomma, niente di più banale, eppure la ragazza sentiva che era il completo perfetto.
“Fammi capire, mi hai messo sottosopra la stanza per poi scegliere questo? Ne ho altri più particolari che...”
“Chris zitto, so quello che faccio!”
La mora lo spinse in bagno a cambiarsi, mentre preparava la trusse dei trucchi che portava sempre con sé per finire di preparare il ragazzo: doveva essere impeccabile , sapeva che doveva renderlo perfetto per farlo notare a Darren.
Quei due ragazzi erano troppo timidi, non capivano che quello che provavano l'uno per l'altro era un sentimento ricambiato, le sembrava che avessero fette di prosciutto sugli occhi.
Li avrebbe aiutati lei, si sarebbe trasformata nella Cupido della situazione e sapeva che quella sera avrebbe fatto scattare qualcosa tra di loro, ne era certa: doveva solo fare in modo che si trovassero vicini e far partire un lento in modo da far fare loro coppia per ballare.
Era a conoscenza del fatto che Darren sarebbe andato alla festa da solo e Chris era il suo accompagnatore, dato che il suo ragazzo era a letto con la febbre: alla serata avrebbero passato tutto il tempo con Darren per non farlo stare da solo e poi Lea sarebbe scomparsa misteriosamente da un momento all'altro.
Si, le sembrava un piano perfetto, si stava dando del genio da sola.
Quando il castano uscì dal bagno la ragazza lo assalì all'istante riempiendolo di complimenti per l'eleganza: doveva ammettere che Chris aveva un certo fascino quando era tutto rivestito bene; però lo trascinò subito sulla sedia per sistemargli i capelli e dipingergli una maschera per contornargli gli occhi.
Non le ci volle molto e, una volta terminato il lavoro, era molto soddisfatta del risultato finale: Chris era una meraviglia ed era certa che avrebbe fatto colpo su tutti, ragazze o ragazzi che fossero.
Decise di scattargli una foto, prima di dargli un bacio sulla guancia ricordandogli di quanto fosse fantastico e scappare nel bagno di casa Colfer per prepararsi.

-Chris sei uno stupido.-
Il ragazzo prese il suo cellulare, guardando l'ennesimo insulto mandatogli da Lea. Sospirò.
-Non ci posso credere, mi hai lasciata qua con Darren da sola, scappando!-
Forse era meglio se spegneva il cellulare quel giorno, già aveva dormito male, quel poco che aveva dormito, non voleva anche ritrovarsi pieno di insulti dalla sua amica.
Si, la sera prima era scappato, alla fine non era riuscito a mantenere i nervi saldi e si era lasciato prendere dall'ansia: poco prima di mezzanotte aveva capito che ci sarebbe stata la parte dei lenti e già si era insospettito che Lea tramasse qualcosa contro di lui, quindi, per non rischiare, si era allontanato con la scusa di andare in bagno ed era scappato dall festa, tornando a casa propria.
Sapeva che appena la ragazza o Darren lo avessero visto nei corridoi gli avrebbero chiesto spiegazioni. Infatti cercava di stare loro più alla larga possibile.
Sinceramente non sapeva bene neanche lui la causa di quell'attacco d'ansia, ma sapeva bene che Darren gli faceva uno strano effetto e non voleva minimamente fargli capire che provava qualcosa per lui, rischiando così un'amicizia così tanto importante per lui.
Sospirò, sapendo bene di essersi messo nei pasticci da solo, ma ormai era abituato e sperava di uscirne in qualche modo.
Sentì il suo cellulare vibrare nuovamente e, convinto che fosse l'ennesimo insulto della sua amica, lo prese deciso a spegnerlo; una volta osservato per bene, però, notò che non era stata Lea a scrivergli, ma bensì Darren.
Aprì il messaggio e dovette rileggerlo più volte per essere certo di quello che gli stava davanti gli occhi, arrivando a sorridere appena con le guance leggermente tinte di rosso.

-Che ne dici se dopo scuola ci vediamo al bar vicino al Liceo e mi racconti perchè sei scappato in quel modo, Cenerentola?-


Note dell'autrice:

Ciao a tutti ragazzi e buon pomeriggio.
Finalmente sono riuscita ad aggiornare questa storia dopo una settimana, brava me (?)
Si lo so, è una delle fiabe più usate e riusate, banale e cosa volete, ma non avevo voglia di mettermi a leggere decine di fiabe oggi.
Se avete qualche idea non fatevi scrupoli e ditemela, mi farebbe piacere.
Detto questo vi saluto e vi dò appuntamento al prossimo aggiornamento.
Buona lettura!

Giulia Pierucci
 

 

 

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Capitolo 5
*** Cappuccetto Rosso ***


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Cappuccetto rosso
 

“Sei sicuro che quel coso ti regga?”
Chris si voltò di scatto a quelle parole, riconoscendo immediatamente la voce di qualcuno che non avrebbe dovuto essere lì in quel momento.
“Si, sta tranquillo Dare, lo abbiamo testato prima.”
Darren guardò con aria sospetta prima il ragazzo che aveva di fronte, poi il cavo che lo avrebbe dovuto far volare su tutto il palcoscenico.
Ryan aveva dato la possibilità a Chris di scrivere un episodio della serie e il ragazzo, preso dall'eccitazione del momento, non se lo era fatto ripetere due volte.
Ci aveva passato le notti davanti al PC con il foglio di scrittura davanti, poi alla fine aveva optato per un copione che mettesse in luce l'importanza degli amici nei momenti del bisogno.
Tutti sapevano la fissa del ragazzo per le fiabe e non aveva potuto resistere alla tentazione di trasformare il suo Kurt in Peter Pan per una sera; aveva parlato con i tecnici e insieme avevano trovato il modo per farlo sollevare da terra e farlo volare per il set in qualche modo.
Darren, tuttavia, non era sicuro che quel metodo che avevano escogitato funzionasse davvero, il gancio gli sembrava poco resistente e aveva il timore che si potesse slacciare da un momento all'altro, facendo così cadere Chris durante le riprese.
“Io gli farei dare un'altra occhiata prima di girare, così, giusto per essere più sicuro.”
Chris lo squadrò per un attimo, poi ridacchiò tra sé.
“Hai paura per me, Criss?”
Il moro lo squadrò: come poteva venirgli in mente una tale domanda? La risposta non era forse ovvia?
“Secondo te? Ci tengo al mio compagno di scena e non vorrei che Blaine dovesse andare un'altra volta all'ospedale perchè il suo ragazzo è un completo idiota.”
No, quello Chris non lo poteva tollerare e Darren lo sapeva benissimo.
“Non parlare in questo modo del mio Kurt, occhio a te hobbit!”
Il castano sembrò fulminarlo con lo sguardo mentre Darren ridacchiava tra sé: certo che alle volte Chris sapeva veramente essere permaloso.
“Dimmi, posso vedere il costume che indosserai?”
Il mezzo soprano annuì piano e fece cenno di seguirlo.
“Si, la costumista dovrebbe averlo messo nel mio camerino, vieni con me e vediamo insieme che cosa hanno combinato, almeno ho anche la mia occasione per provarlo!”
“Non lo hai ancora messo?”
Chris scosse la testa.
“No, quindi sono un po' nervoso che non sia della taglia giusta.”
“Andiamo allora.”
Darren sorrise al ragazzo e si avviò verso il suo camerino, seguito a ruota dal castano, che nel mentre pensava a quello che gli aveva detto il ragazzo e che forse prima di girare era meglio dare un'ultima occhiata alle attrezzature.
Arrivati di fronte alla stanzetta Chris la aprì e accese la luce, constatando che il costume per le scene era proprio sulla sedia: si era fatto preparare un costume verde che richiamasse il più possibile quello di Peter Pan, con delle foglie attaccate e una cintura dove poter attaccare i fili per volare. La donna aveva lasciato anche un paio di occhiali neri da sole, per “modernizzare” un po' il look.
“Allora?”
Darren ridacchiò vedendo che il ragazzo non si muoveva di un millimetro e lo spinse leggermente verso il costume.
“Allora cosa?”
Chris lo guardò senza capire.
“Lo provi si o no? Voglio vedere come ti sta, sono curioso.”
Il castano annuì e lo prese per poi sparire dietro alla tenda che stava loro dietro, facendo sbuffare divertito Darren.
“Potevi cambiarti anche di fronte a me eh. Certo non mi sciocco, so come è fatto un corpo maschile.”
“Si, ma non si sa mai che ti venisse la voglia di saltarmi addosso vedendomi con solo gli slip addosso.”
Il castano fece capolino dalla tenda per fare la linguaccia al suo amico, per poi sparire nuovamente subito dopo, lasciando che Darren si sedesse sulla sedia ridendo, aspettando che avesse finito di cambiarsi.
Il moro sapeva benissimo quanto Chris tenesse a quella puntata, aveva insistito tanto per poterla scrivere e certamente non si era fatto scappare l'occasione, inoltre aveva scritto anche una tenerissima scena Klaine, cosa che aveva fatto intenerire tutti sul set.
“Chris?”
Lui rispose mentre si cambiava, armeggiando per far entrare i pantaloni attillati.
“Dimmi.”
“Posso farti una domanda sulla puntata?”
“Si, certo.”
Darren pensò un attimo a come poter formulare la domanda, ma alla fine decise che la schiettezza era la miglior cosa.
“Perchè Blaine dà un bacio sulla guancia a Kurt e non sulle labbra?”
Chris avvampò leggermente a quella domanda, era l'ultima cosa che si aspettava che gli venisse chiesta da Darren. Il bacio sulla guancia non era stata una scelta casuale, sapeva bene che i fan forse avrebbero preferito un bacio sulle labbra, ma lui aveva i suoi buoni motivi per aver fatto in quel modo.
Rispose mentre usciva da dietro la tenda per andarsi a vedere allo specchio dietro la porta del camerino.
“Bhe, Kurt e Blaine stanno insieme da tanto e credo che ultimamente non stiano facendo vedere la coppia delle origini, quella che si supportava a vicenda in ogni occasione. Credo che un bacetto in quel modo sia molto più intimo in quella circostanza e che dimostri quanto Blaine tenga alla felicità di Kurt.”
Darren rimase un attimo a bocca aperta a quelle parole e annuì in silenzio: aveva ragione, Chris aveva studiato la scena in ogni minimo dettaglio e aveva pensato molto alla psicologia dei due personaggi. Ecco cosa amava di quel ragazzo: l'attenzione e l'amore con i quali faceva tutto quello che gli veniva commissionato, dai suoi libri per ragazzi a quella semplice puntata di Glee.
“Il gatto ti ha mangiato la lingua? Non mi sembra di vedere Brian nei dintorni.”
Chris ridacchiò appena, soddisfatto di aver fatto centro, un'altra volta.
Si specchiò, dovendo riconoscere a sé stesso che non era niente male stretto in quella tutina verde, metteva in mostra le sue gambe affusolate e il petto appena appena accentuato.
“Si, sono proprio uno schianto!”
Darren rise alle parole del ragazzo, beccandosi così un'occhiata indagatrice del suo amico.
“Cosa Dare? Non ti piaccio?”
“No, non è per quello, solo che stia diventando molto poco umile con il tuo nuovo aspetto.”
Il castano fece spallucce e vide dallo specchio che Darren si stava alzando dalla sedia e stava andando verso di lui, cingendogli appena la vita da dietro e posando la testa sulla sua spalla.
“Che fai?”
“Mi metto comodo.”
Chris ridacchiò a quelle parole: il suo amico sapeva essere davvero molto infantile alle volte, ma a lui andava bene così.
“Peter Pan eh? La tua passione per le fiabe non scemerà mai.”
“Esatto Everett.”
Chris ci pensò un attimo, poi decise di iniziare uno strano gioco, che sperava venisse riconosciuto dall'amico: lo guardò in volto dallo specchio e iniziò a recitare parte di una delle sue fiabe preferite.
“Che occhi grandi che hai!”
Darren inizialmente rimase interdetto, non capendo a che cosa alludesse il ragazzo, poi però, vedendolo ridacchiare sotto i baffi, capì che forse stava citando la fiaba di Cappuccetto Rosso, che sapeva essere una delle sue preferite. Decise quindi di restare al gioco.
“Per vederti meglio, piccolo mio.”
Il castano rise appena, felice di vedere che il moro aveva capito a che gioco stava giocando, continuò così la sua recita.
“Che orecchie grandi che hai.”
“Per sentirti meglio, piccolo mio.”
I due si sorrisero dallo specchio: se qualcuno li avesse visti avrebbe certamente capito male la situazione, ma loro erano così: si divertivano con poco e la loro amicizia si basava sulla spontaneità.
“Che mani grandi che hai!”
Darren a quelle parole strinse più forte Chris per i fianchi e iniziò a fargli il solletico, facendolo ridere e dimenare: odiava il solletico e Darren lo sapeva benissimo, era uno dei suoi punti deboli.
“Per afferrarti meglio, piccolo mio.”
Continuò a solleticarlo per qualche minuto, tra le risate e le suppliche del più piccolo affinché smettesse di torturarlo a quel modo; alla fine, vedendo che il moro non dava segni di resa, continuò ridendo la piccola recita.
“Che bocca grande che hai!”
“Per divorarti meglio, piccolo mio!”
Darren a quel punto rise forte di gusto e iniziò a mordicchiare Chris sul collo, tenendolo stretto a sé dalla vita per non farlo scappare.
“Dare no! Dare ti prego dai.”
Il mezzo soprano rideva, cercando in tutti i modi di dimenarsi per fargli perdere la presa, ma sembrava che il moro non avesse la minima intenzione di lasciarlo andare.
“Mi arrendo, mi arrendo!”
Darren scosse la testa, continuando a ridere.
“Mi spiace, ormai devo mangiarti piccolo Cappuccetto!”
Tra le risate non si accorsero che la porta si era aperta e che Ryan li stava fissando allibito, non sapendo se ridere o piangere per la disperazione davanti a quella scena.
Erano ormai a tutti gli effetti due uomini, ma alle volte si comportavano come dei bambini e lui non credeva possibile che a loro bastasse così poco per ridere e scherzare senza pensieri.
“Ragazzi!”
La voce del produttore fece zittire immediatamente i due, che si staccarono e lo guardarono imbarazzati, come per scusarsi, non sapendo che sguardo leggere nel volto di Ryan.
“Non accetto sveltine nei miei camerini, muovetevi tra dieci minuti vi voglio sul set.”
Detto ciò se ne andò, lasciando Chris e Darren in camerino, visibilmente paonazzi in volto per le parole dell'uomo.
Peccato che quel momento di imbarazzo passò immediatamente, spezzato da un Darren che fece il verso del ringhio del lupo a Chris, che per tutta risposta iniziò a ridere scappando per il corridoio, rincorso ovviamente dal suo amico che cercava di prenderlo.
No, sarebbero cambiati molto difficilmente quei due.


Note dell'autrice:
Ciao ragazzi!
No, per vostra sfortuna non mi sono dimenticata di questa raccolta, solo che non riuscivo a trovare una storia che potessi trovare carina per essere riadattata.
Oggi per caso mi sono imbattuta in questa e niente, ecco qua l'idea: anche se, inizialmente, avrei dovuto alzare il rating se avessi scritto la mia prima idea su questa fiaba, ma vabbè (?)
Ho voluto riprendere anche la 5x19 di Glee perchè la amo, penso che Chris abbia fatto un copione tenerissimo, scena Klaine compresa.
Spero che il capitolo vi piaccia e che non vi deluda.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e se avete da consigliarmi qualche fiaba dei Grimm per il prossimo capitolo, ne sarei felice.
Buona Lettura!

Giulia Pierucci

 

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