Puppet Show

di OykOfTheWall
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1



*Caffetteria Buy&GO*



Ero appoggiata sul bancone del Bar, in mattinata sul tardi la gente era scarsa. Tra i miei pensieri profondi cominciai a pensare che scuola e lavoro insieme non erano affatto una cosa buona.

Insomma i miei genitori volevano a tutti i costi che lavorassi, perchè dovevo capire com'era la vita dopo la scuola. Non hanno tutti i torti, certo, ma tutti gli anni che senso ha? Dov'è finita l'adolescenza che vive ogni ragazzo/a della mia età? 16 anni e sembra che io ne abbia 24.

I miei pensieri vennero interrotti dalla porta del Bar che si era aperta di scatto, accompagnata da un uomo alto e possente e un ragazzo altrettanto prestante, con qualche chilo forse.

Mi affascinò il suo stile da skater, era uno dei tanti ragazzi che avrei voluto, non di certo quello che avevo ora.

Difatti uscì dalla cucina Sam, il mio ragazzo dai capelli biondi, proprio come i miei, se non per il fatto che lui li aveva mossi e io no, lisci come la merda.

Si avvicinò con la puzza che si portava dietro e mi diede un bacio davanti ai due clienti, sbarbato.

Gli sussurrai per non far sentire niente - Ma dico sei impazzito? Ci sono i clienti davanti a noi-

lui ci scherzò su - Quante storie-

tornai a fissare i clienti -Avete bisogno?-

si girò l'uomo più adulto che a dirsi sembrava il padre -Beh magari si, sa sono davanti a lei- disse con una faccia ironica misto incazzata.

-Mi scusi, dica pure- cercai di essere più cortese possibile.

L'uomo guardò suo figlio poi iniziò a parlare - Due caffè -

Il ragazzo che era vicino all'uomo era finito a parlare con Sam e lo guardava abbastanza male, intanto feci lo scontrino al signore prima di un'altra battuta da parte sua.

Incuriosita mi avvicianai vicino a loro, il ragazzo non mi salutò di striscio e poi se ne andò, ne approfittai per fare qualche domanda a Sam -Lo conosci?-

si girò verso di me -Sì, lui è Bryan, un chitarrista-

ci pensai su e confermai che mi interessava abbastanza, era anche un bellissimo ragazzo, ma non feci più domande.

 * * *



Ero appoggiata sul letto a messaggiare con Sam che mi chiedeva di uscire, ultimamente lo sentivo distaccato, a parte che lo volevo lasciare perchè non mi piaceva più di tanto, puzzava tantissimo e poi non litigavamo mai, era sempre dolce come lo schifo e a me rompeva questo atteggiamento, però ci tenevo.

Da un mese fidanzati e mi ero già stufata, però d’altronde chi mi era stato vicino da quando mi ero trasferita, era stato proprio lui, avevo un amore particolare nei suoi confronti, sempre se potevo definirlo tale.

Avevo deciso di lasciarlo prima di partire a Vienna per due mesi, e usare come scusa la distanza, ma stavo elaborando bene la situazione.

Iniziai ad alzarmi per andare a cercare qualche vestito, nel frattempo pensavo a che mettere dato che volevo vestirmi da metallara.. Tutto perchè lui diceva di ascoltare il genere metal, quando invece ascoltava solamente rap. Mi stava cominciando a seccare, sembrava uno di quei ragazzi senza valori.

Una settimana prima mi obbligò a fargli un pompino, cosa che rifiutai più volte, infatti lo salutai e me andai via da casa sua, anche perchè dovevamo uscire, che schifo di ragazzo a pensarci, si era pure preso male.

Invece di essere una cosa naturale mi sembrava una relazione recitata e mica me ne accorgevo.

Uscii di casa per raggiungerlo al parco, che trovai lì minuti dopo, seduto con gli altri. Salutai tutti e quando salutai lui, mi accorsi che aveva degli occhi spenti come non avevo mai visto.

Mi prese da parte e cominciò a parlarmi -Devo parlarti di una cosa-

-Dimmi pure, sembri strano comunque- premessi.

si guardò intorno e poi ritornò a fissarmi -Io pensavo che è meglio se rimanessimo amici-

Rimasi completamente di merda, non mi aspettavo una risposta del genere -Perchè?-

-Perchè ho un po' di problemi e non voglio avere una relazione, voglio rimanere da solo- disse con la faccia dispiaciuta.

Non capii -Ma scusa, possiamo risolverli insieme questi problemi-

insistette dicendo che non voleva stare con me, a quel punto aprii le braccia per abbracciarmi, ma rifiutai e senza pensarci su scappai a sedermi su una gradinata non poco distante, a piangere.

Mi seguii, che cazzo voleva? Non aveva senso ciò che aveva detto, perchè doveva lasciarmi? un motivo serio, no?

Mi parlò ma non lo ascoltai di striscio, continuavo a deprimermi, gli altri miei amici che erano distanti sentivo che bisbigliavano, ma ormai non mi importava più niente.

Poco più tardi andai a farmi un giro ascoltandomi canzoni depresse, da sola. Mi domandai più volte perchè

 

      * * *



Dopo due lunghi mesi a Vienna e quindi tornata a casa mia, andai di continuo a casa di Heily, una mia cara amica che mi consolava da troppissime ore ormai. Continuava a dire che mi aveva avvertito, ma io non ricordavo.

Diventai un vegetale, ma piano piano cominciai a realizzare che mi sentivo così solamente perchè non avevo compagnia, non perchè lo amavo.

Dovevo fare qualcosa, così decisi di andare ad un doposcuola dove facevano anche rap, che assolutamente non mi appassionava, ma per provare andai lì con Haily.

Per quanto riguarda la scuola, avevo mollato, non ci stavo più andando anche perchè  ero partita a Vienna 2 mesi prima e avevo perso un sacco di giorni.

 * * *

Entrai in quell'edificio fatto apposta per i ragazzi, per fare rap. Non c'erano quaderni sui tavoli, solo fogli sparsi e quattro penne, con gente che scriveva con sottofondo una base musicale.

Arrivò il capo di tutto ciò e ci portò in uno stanzino per parlare - Allora ragazzi, io sono Gianmarco, l'educatore del centro che da' la possibilità ai ragazzi di scrivere testi rap e abbinarli ad una base, se volete potete benissimo entrare a far parte di questa crew, chiamata RapFondation-

poi aggiunse -Poi ci saranno molte altre cose da dire, che vi farò notare piano piano-

intervenne Haily -Siamo venute a sentire per farci un'idea, ora dobbiamo andare che abbiamo un impegno, torneremo!

si girò sorridente -Ok, magnifico, vi aspetto!

Uscimmo dalla stanza per avviarci verso la porta, nel piccolo tragitto notai un ragazzo dall'aria nerd, con occhiali giganti e un ciuffo castano che gli cadeva sulla fronte, accompagnato da un maglioncino azzurro e due paia di vans nere. Non era affatto male, ma non avevo tempo di presentarmi, ma pensai di farlo una volta successiva, aveva un qualcosa di misterioso che mi incuriosiva.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2



Mi incontrai con Haily sotto casa sua, per andare a RapFondation, ero molto agitata, non sapevo cosa aspettarmi da quel posto.
Scese con un sorriso raggiante e mi salutò calorosamente –Allora come stai?-
-Bene dai, un po’in ansia- iniziammo a camminare
Sospirò – E’ un posto shallissimo, mi piace- ne approfittò per mettere un po’ di musica, come era abituata a fare.
-Come hai fatto a conoscere quel posto?- domandai mentre stavamo per imbucare la via per arrivare a destinazione.
Si guardò intorno per vedere se stavamo andando nella via giusta –Hai presente quel centro giovanile dove prima facevo rap? Ecco mi ero abbastanza stufata di quel posto dato che non si concludeva mai un cazzo, così John l’ex bassista della band di Oljay, il batterista, hai presente?-
Attese una mia risposta –Si, colui che doveva insegnarmi la batteria ma non mi ha più chiamata ahah- scherzai, anche se c’ero rimasta male.
-Ecco, mi ha fatto conoscere questo posto, tramite amici di amici e blabla-
(In poche parole quando mi ero trasferita non sapendo dove andare, non poco distante da casa mia c’era un centro giovanile. Incuriosita ci sono andata per vedere se conoscevo qualcuno e caso vuole che ho incontrato Haily, abbiamo fatto subito amicizia. Gli educatori del centro mi domandarono molte cose, tra cui le mie passioni e cosa mi sarebbe piaciuto fare. Detto questo avevo confessato il mio interesse per la batteria e loro mi avevano fatto presente che c’era questo ragazzo qui , Oljay, che suonava in una band da batterista e poteva insegnarmi. Fatto sta’ che ci incontrammo una volta, mi insegno il ritmo base e dopo quella volta non ci siamo più visti, nonostante c’eravamo promessi di incontrarci una volta successiva)
-Un bassista che fa rap, interessante- ironizzai
-Si John è abbastanza strano- rise.
 
Eravamo arrivate, tutti ci salutarono calorosamente e finalmente ci presentammo con tutti.
Quel ragazzo che mi incuriosiva, si chiamava Thom e praticava la beatbox, era molto simpatico ma non parlava molto.
Mi ero messa sul divano ad ascoltare un po’ le canzoni che facevano, quando tutt’a un tratto spunta dalla porta principale, Sam. Roteai gli occhi al cielo, che diamine ci faceva qui?
E ho scoperto che lo conoscevano già tutti, come se non bastasse, mi venne solo il nervoso a sapere che c’era pure lui, io volevo sfogarmi a fare qualcosa per ammazzare il tempo e chi devo trovare? Lui.
Ah, scherzava pure con Thom, bella merda.
Si avvicinò Gianmarco tutto fiero –Mi dai il tuo numero? Così ti aggiungiamo al gruppo su whatsapp-
In un secondo momento pensai che forse sarebbe stato meglio se non entrassi, ma poi pensai a Thom e al fatto che potevo parlarci –Beh dai, sì-
Gli diedi il numero e dopo ciò mi disse altro –Cerca un po’ di basi a casa almeno inizi a lavorare un po’ e crei la tua prima canzone!-
Annuii, poi decisi di andarmene a casa.

* * *

Quasi ora di cena, ero seduta sul divano a pensare, ma come al solito non si poteva stare tranquilli un secondo che mia madre doveva spezzare il ritmo della tranquillità –Potevi finire almeno di lavorare-
-Non ne avevo voglia- risposi scocciata.
Sbuffò –Non ne avevi voglia? Quando sarai maggiorenne cosa farai? La mantenuta?-
Mi venne il nervoso –No! Ho solo preso un anno sabbatico, volevo riposarmi e basta, l’anno prossimo sarà diverso-
-Un anno sabbatico-
fece una risata nervosa
-Ormai è fatta, è inutile piangere sul latte versato- sbottai ma lei non si arrendeva – Ormai è fatta? Potresti benissimo riprendere e lo sai-
-Mi caccerebbero fuori  a calci, non posso licenziarmi e ritornare quando mi pare e piace, lo sai benissimo- iniziò a venirmi fame.
Fece un rumore assordate spostando la pentola di sugo sul fornello vicino –Fai come vuoi, so per certo che i gestori ti adoravano e ti hanno pure compatita per la tua scelta, tutte scuse-
Non risposi e andai nella camera da letto, ripensai al fatto che non avevo una stanza tutta per me, ma che dormivo in sala essendo due locali scarsi. Diventai triste, ma poi decisi di scrivere a Thom.
-Heyy- feci un po’ la simpatica, attesi un po’ di minuti prima della sua risposta.
-Ciao, tu sei?-
Lessi il messaggio e mi resi conto che non avevo detto chi ero –Sono Demi, la ragazza che è venuta oggi a RapFondation-
-Ah Ciao! Scusa non avevo salvato il tuo numero-
-Niente tranquillo, come va?-

-Bene dai a te?-
-Bene, che fai?-
-Niente, sto giocando alla play-
-Uh figo, a cosa giochi?-

-Uncharted-
-Seriamente!? Anch’io ho quel gioco-
-Aspetta.. Tu giochi alla play?-
-Si ahaha-

-Non ho mai visto una ragazza giocarci, complimenti-
-E invece ci sono ahah-

Non rispose più, ci rimasi malissimo ma d’altronde, stava giocando. Nel frattempo mi scrisse Haily che voleva uscire un po’, anche se praticamente dovevo quasi mangiare.
-Mamma esco, torno subito- urlai
-Muoviti che tra un po’ è pronto e arriva tuo padre- era un po’ nervosa ma non ci feci caso.
Durante il tragitto ero così felice che non vedevo l’ora di vederla per dirle tutto.
Era seduta su un gradino, a caso, in mezzo alla strada –Cosa ci fai lì?-
-No nulla, mi andava di stare qui!- rise
Era davvero strana –Haily, devo dirti una cosa!- dissi entusiasta
-Dimmi tutto donna- scherzò
Giocai con le dita –Beh mi interessa Thom, prima c’ho parlato un pochino-
-Davvero!? Si è un bel ragazzo dai! E’ anche simpatico- disse felicissima.
Sorrisi –Lo so, però non voglio stare troppo addosso, ha pure 18 anni..-
-Fregatene dell’età, comunque fai bene, non essere troppo appiccicosa.. Ma Sam lo pensi ancora?-
Pensai –Si, ma lo penso solo perché non mi spiego il motivo del perché mi ha lasciata, e basta, tu sai qualcosa?-
-Non ti ha spiegato niente? Ma sei seria?-
rimase davvero scioccata
-No.. Mi ha lasciata dicendo che aveva problemi, ma non mi ha detto nient’altro-
Sbuffò –Quell’idiota.. allora..-
Mentre stava parlando mi arrivò la telefonata da mia mamma, risposi –Pronto?-
-Muoviti vieni a casa che è pronto! E’ da 10 minuti che ti aspettiamo!- Mi ero praticamente dimenticata che dovevo tornare subito.
-Scusami Haily, devo scappare- dissi di fretta, poi la salutai e andai via.
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
Sono una persona molto curiosa, ma quella sera lì non mi ero nemmeno accorta di essermene andata senza sapere cosa gli avesse detto quel ritardato di Sam a Haily, dato che erano tanto amici, ma spieghiamo in dettaglio.
Haily è stata la fidanzata di Sam per quasi un anno e mezzo, erano inseparabili, ma come si può dire.. Si sono lasciati 4 mesi prima che si mettesse con me. Lei mi ha sempre avvertito del fatto che non dovevo assolutamente mettermi con lui, ma non ricordo niente di tutto ciò. Fatto sta che sono rimasti legati e quindi sono come fratelli (così dicono se non fosse per il fatto che Haily lo insulta a morte quando non c’è)
Quindi ora sono in buoni rapporti e solamente lui, gli racconta ogni cosa che gli passa per la testa.
L’ho sempre considerato un deficiente, ma perché mi sono messa con lui? Spiegherò anche questo.
Quando mi sono trasferita, nel centro giovanile c’era Haily e Sam, si abbracciavano di continuo e non so come mi affascinava lui, anche se normalmente era un cesso a pedali.
Mentre i giorni passavano, si vedeva che il suo interesse e il mio diventava più forte. Uscivamo da semplici amici, mi riempiva di puttanate sulla sua vita, ma in realtà era solamente un fallito.. però stupida come sono ci credevo a quello che diceva, soprattutto al fatto che se guardava la luna piena, diventava un lupo mannaro. Non so forse mi drogavano in quel periodo per credere ad una puttanata del genere. Insomma non so come sono caduta ai suoi piedi e ci siamo messi insieme.
Avevo scoperto altri svantaggi sul suo essere, per esempio la prima volta che entrai in casa sua e mi accoccolai su di lui, notai una puzza immonda dei suoi vestiti e della sua pelle.. poi dopo un po’ di giorni scherzando con Haily confessò che lui si lavava una volta a settimana, sempre se lo faceva.
Quel semplice dettaglio che, non dovevo assolutamente sapere, mi ha portato a schifarmi di lui, ma ciò nonostante non lo mollavo.
Mi son sempre sentita un po’ sola, forse era per quello che non lo mollavo, ci stavo insieme solo per compagnia, ma l’ho realizzato troppo tardi.
La mia vendetta verso di lui doveva ancora arrivare, e doveva pentirsene amaramente di ciò che aveva fatto. Insomma appoggio il suo pensiero di non voler stare con me, perché nemmeno io volevo , ma senza una spiegazione è proprio da pezzenti, chissà quale motivo, magari sporco.

* * *

Vidi Haily salutarmi dalla finestra e far gesto di salire su’ da lei, senza esitare camminai velocemente dentro il portone e arrivare dunque all’ascensore. Forte no? Abitava al primo piano ma prendevamo comunque l’ascensore.
Varcai la soia della porta e salutai tutti coloro che erano in casa in quel momento, mi sentii ricambiata da tre voci diverse.  Haily mi portò in camera sua e come al suo solito aveva la musica a tutto volume ma non aspettai altro che parlare con lei –Haily, l’altro giorno non abbiamo finito il discorso di Sam e sono rimasta molto curiosa ahaha-
Mi guardò strabuzzando gli occhi –Ah già!- poi aggiunse –Mettiti comoda che parliamo-
Mi precipitai sul puf che aveva di fronte al letto e poi mi misi a tutta a orecchie e lei una volta sistemata cominciò a parlare –Bhe allora, innanzi tutto mi ha detto che ti ha lasciata perché eri monotona e lo annoiavi, però mi aveva detto che te lo diceva-
La rabbia non riusciva a farmi ragionare e non risposi nemmeno, mi mostrai solamente calma e lei non fece domande, ma dentro il sangue ribolliva come se non ci fosse stato un domani. Lurido, io monotona? Non so come ho potuto ad abbassarmi a livelli tanto bassi da stare con una persona così povera dentro. Potrò essere stata anche monotona, ma la verità la meritavo. Ora avevo un motivo più serio di quello di prima per vendicarmi.
Il pomeriggio continuò bene e avevamo finito pure la nostra canzone che avevamo deciso di fare insieme, ma nonostante questo continuavo a pensare alla mia vendetta, che prima o poi sarebbe arrivata anche per lui.
 
* * *

Passati due giorni mi feci risentire da Thom, che più ci scrivevo, più vedevo che la situazione diventava sempre più difficile. Sì, era un ragazzo difficile da prendere e mi stavo già stufando.
Era il giorno che dovevo andare a RapFondation  a far sentire la canzone a Gianmarco, avevo un’ansia assurda ma cercai di contenermi a non esplodere.
Arrivata lì, mi salutarono tutti, anche Thom che non si era smosso dalla sua postazione vicino ai microfoni, Bah.
Cominciai a pensare che certe persone sono davvero troppo strane, come Gianmarco che continuava a sorridere mentre sfregava le mani –Forza ragazzi mettetevi comodi che vi devo dire una grande notizia-
-Tipo?- intervenne Felì un ragazzo dai tratti simili a quelli di un gatto, non so me lo ricordava, forse per il nome.
-Allora.. Insieme a dei miei colleghi, siamo riusciti a trovare un concertino qua vicino, cantato interamente da voi- disse con grande entusiasmo, ma io non ero affatto felice, ero appena entrata e già di fronte a gente dovevo andare? Mi stava salendo l’ansia e poi dissi –Io non canto vero?-
Si girò verso di me –Ah, mica dovevi farci sentire il pezzo che avevi scritto con Haily? Se mi piace lo fai, non ci sono storie-
Merda, il pezzo, mi ero praticamente scordata che dovevo cantarlo.. Stavo letteralmente morendo dentro e non c’era niente che potessi fare, solo andare lì e far vedere ciò che avevo creato.
Mi domandai perché avevo accettato una cosa del genere con la timidezza e vergogna che mi ritrovavo.
Iniziai a fargli sentire tutto ciò che avevo fatto, il mio corpo continuava a tremare e a sentire la mia faccia bollente, avevo concluso di esser diventata un peperone rosso acceso.
Sembrò durare una eternità quel momento, ma una volta finito, mi guardarono tutti e mi dissero –Bello ci sta-
Volevo morire e sprofondare nel sottosuolo. Venne Gianmarco verso di me –La fai, manca solo il pezzo di Haily, peccato che oggi non c’è-
Thom intervenne –Ma quand’è sto live?- si appoggiò ad una colonna che si trovava in mezzo all’edificio
-Ah giusto!, questa domenica- disse sorridente,come prima.
Tutti ce ne uscimmo con –COSA?!- era troppo pesante questa situazione, non potevo reggerla, come facevo a imparare una canzone tre inutili giorni?
Uscii a prendere un po’ d’aria e a pensarci su, arrivò anche Lauren , una diciottenne chiacchierona, dai capelli mossi che aveva più ansia di me, ma cercò comunque di tranquillizzarmi.
Apprezzai il gesto, poco dopo infatti pensai che forse era un bene per sconfiggere la timidezza.
Insomma in roba di pochi giorni la mia vita si era trasformata in un caos totale, ma ciò cominciò a piacermi, almeno non era la solita routine noiosa e deprimente..

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Haily aveva invitato parecchia gente a casa sua il venerdì sera, mi aveva raccomandato anche di invitare Thom.
Una volta entrata in casa vidi parecchie persone che mi stavano aspettando per poi ordinare le pizze. –Allora hai invitato Thom?- mi disse Haily all’orecchio mentre mi salutò
-Non ancora- dissi, dovevo ben formulare come chiederglielo per non sembrare appiccicosa, ma era inutile spiegarglielo, mi limitati a varcar la soia e salutare tutti.
Sul divanetto c’erano Lauren e John, fidanzati, la cosa più strana che John era ancora minorenne rispetto a lei, ma stavano benissimo insieme.
Sul balconcino, per mia sfortuna c’era Sam che salutai forzata e Josh il ragazzo di Haily, mancava solamente Thom infatti, almeno non sarei stata sola in mezzo a tante coppiette e in mezzo al mio ex che faceva come me, da terzo incomodo.
Cominciai a scrivere a Thom mentre gli altri stavano chiamando la pizzeria

-Heyy-
-We ciao-
-Come va?-
-Tutto apposto te?
-Tutto bene, comunque volevo chiederti se ti andava di venire a casa di Haily, ha invitato un po’ di persone, mi aveva chiesto se volevi venire pure tu-
-Ah beh, mi piacerebbe molto ma non posso, mi sono già organizzato con dei miei amici, magari una prossima volta-
-Ah ok, mi spiace.. ce divertiti allora!-
-Grazie-
-Allora che farai e che fai adesso di bello?-

-Nulla gioco, sta sera andiamo in un locale ma non bevo-
-Come mai? Fai bene comunque-
-Perché sono astemio –
-Perfetto! Anche io lo sono, dimmi un po’ non fumi nemmeno?-
-Brava non devi farlo continua così, no non fumo, mi fa schifo-
-Siamo in due! Finalmente qualcuno che la pensa come me ahah-
-Già haha-


Mi interruppe Haily –Allora viene?-
-No- dissi dispiaciuta
-Ma come no?- a quanto pare lo era anche lei però non mi fece rispondere perché tutto il tempo che ero rimasta a parlare non mi ero accorta che erano passati molti minuti e le pizze erano arrivate –Vieni a mangiare sono arrivate le pizze-
Guardai l’orario sul display e sì era abbastanza tardi da quando avevo iniziato a messaggiare, più che altro sbuffai nel tragitto dalla sala alla cucina, non era possibile che ero così sfigata, l’unica cosa che mi aveva consolato era il fatto che avevamo parlato un po’ di più rispetto all’altra volta, con la differenza che sta volta non gli avevo risposto io.
-Pizza e patatine?- Disse Lauren guardando tutti, io e Haily alzammo la mano, poi ci guardammo –Ce ne sono due vero?- riferendoci a lei.
-Sisi- sorrise
Ci fu un sospiro di sollievo da parte di tutte e due, poi senza aspettare iniziammo a mangiare tutti.

 
* * *

Era il grande giorno, l’agitazione cominciava a mangiarmi il fegato, per fortuna la canzone mi era rimasta in testa velocemente e mancavano 2 ore prima che iniziassi.
Eravamo in un localino abbastanza accogliente con un mini palcoscenico posto al centro del muro infondo, in mezzo c’era lo spazio forse per la gente che voleva ballare un po’, ai lati una serie di tavoli.
Il bar al suo interno ci offriva le bibite, io presi la coca-cola e poi andai a sedermi al tavolo dove c’era Thom, potei notare che aveva un quaderno pieno di esercizi di matematica e un libro affianco.
-Si studia?- scherzai sedendomi sulla sedia di fronte alla sua.
Alzò lo sguardo –Hey ciao- si sistemò un po’ i capelli – Sì, domani ho una verifica e non voglio prendere assolutamente un brutto voto-
-Beh fai bene- tagliai corto dato che non sapevo cos’altro aggiungere.
Arrivò altra gente che lo salutò e cominciarono a parlare fra di loro, io ero lì in silenzio ad ascoltare, decisi poi di alzarmi e andare un po’ all’aria aperta.
Incontrai Lauren mentre consumava la sua sigaretta, con affianco un ragazzo che non avevo mai visto, infatti me lo presentò subito –Demi lui è Andrea-
Lui mi porse una mano –Piacere- sembrava un po’ gay dagli atteggiamenti, difatti Lauren poco dopo mi portò lontano da lui –Hai presente Oljay? –
-Sì- dissi incuriosita da ciò che mi stava per dire – Bhe ecco volevo farlo conoscere ad Andrea-
-Anche Andrea è gay?-
( Dopo aver suonato con Oljay quell’unico giorno che c’eravamo visti, ero venuta a scoprire che era gay, difatti feci una reazione stupida, non sembrava proprio, mi era anche piaciuto, ma non ci feci più caso)
-Sì, si vede?- scherzò
Risi –Beh un pochino-
La mia attenzione si portò su Oljay che era appena arrivato e stava salutando tutti, mi avvicinai un istante dopo.
-Hey!- alzai la mano e mi avvicinai piano, dato che non so se si ricordava di me.
Lui mi fissò per un istante poi mi venne incontro –Ciao Demi! Non ti sei fatta più sentire-
-Eh aspettavo quella famosa telefonata per venire  a suonare ma non mi è arrivato niente- sorrisi portandomi una mano tra i capelli.
-Ma io ti ho scritto in realtà, hai pure visualizzato- mi disse un po’ confuso
Io lo ero più di lui –Come? Ti giuro che non mi è arrivato niente, guarda- Presi il telefono dalla tasca e gli feci vedere tutte le chat.
Rise di colpo –Ma che cazzo?-  poi aggiunse – Ero rimasto ad aspettarti tutto il pomeriggio ma non sei venuta-
-Mi dispiace tantissimo giuro- Risi nel frattempo.
-Ma sì dai, perché non vieni mercoledì a sentire la mia band?-
-Perché  no? Certo! A che ora?- ero entusiasta, non vedevo l’ora
Ci pensò su un attimo –Mh, vieni per le 15.30-
-Perfetto!-
Gianmarco spuntò dal retro del giardino esterno e ci invitò tutti ad entrare per prepararci, mancava un’ora all’inizio.
Nel mentre John si era avvicinato per parlarmi –Vieni- lo seguii confusa  -Devo parlarti di una cosa che riguarda Thom-
Ma che cazzo? Come faceva a sapere di Thom?
-Ti piace?- mi chiese con mezzo sorrisino.
Diventai un po’ rossa –Ce.. no, mi interessa inizialmente- cominciò  a venirmi l’ansia.
-Beh prima lui mi ha preso da parte per questo motivo- si guardò intorno.
Spalancai gli occhi –Dimmi cosa ti ha detto! Ora!-
Rise –Eh mi ha detto una cosa però non devi rimanerci male-
-In che senso? Parla maledizione- risi dal nervoso
Si girò i pollici –Mi ha chiesto se te gli andavi dietro e io gli ho detto di sì- deglutì  guardandosi sempre intorno – Poi mi ha detto che non èpronto per una relazione perché sta’ studiando tanto  e non vuole impegnarsi, però ha detto che lo puoi aspettare-
-Ma John a me non piace! Ce mi interessa  e basta! Oh che figuraccia!- dissi portandomi le mani alla faccia e diventando rossa –Ma quindi è una cosa buona o negativa? Non capisco se gli interesso-
-Non me lo ha fatto capire, però suppongo che se lo aspetti magari funziona- disse lui pensieroso.
-Capisco- iniziammo a camminare dentro il locale .
Se lo aspetto magari può funzionare, ma che discorso è? E’ una stronzata, si vede chiaramente che non vuole avere a che fare con me. Della serie che sono sfigata come mai nessuno lo è stato, mi aveva un po’ rovinato la serata con quella notizia, che poi che idiota, come fa a dire di sì se non sa nemmeno cosa provo nei confronti di Thom? Bah la gente. Decisi comunque di essere attiva, tanto ormai più che pensare al concerto mi ero concentrata a pensare di dover fargli vedere che mi so divertire. Non so perché ma secondo me c’era lo zampino di Sam, dato che si parlano quando si vedono.
Iniziò il concerto, dovevo essere terza, io ero agitata abbastanza ma quando toccò a me, diedi il meglio che potessi fare.
Ogni tanto lanciavo occhiate  a Thom per vedere che stava facendo, qualche volta mi guardava e mi faceva segno di continuare come stavo facendo, altre volte era impegnato col mixer insieme a Gian.
Non appena finì ci abbracciammo tutti per fare una foto di gruppo, dopodiché Haily invitò metà della compagnia a casa sua, compreso Andrea.
Rimanemmo tutti un po’ in camera sua a parlare della serata e a come si era svolta, io invece rimasi tutto il tempo in silenzio a pensare a ciò che mi aveva detto, anche se qualche volta conversavo con Andrea che mi era stato simpatico fin da subito.
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
Ripensai più volte a ciò che mi aveva detto John di Thom, più ci pensavo più ero convinta che dovevo lasciar perdere. Avevo concluso di star benissimo da sola, così beatamente single mi preparai per andare in sala prove a sentire Oljay e la sua band.
Entrata nel centro giovanile, non vidi nessuno, così mi affrettai a chiedere agli educatori dove fosse Oljay, quando subito dopo dall’entrata arrivarono tutti quelli della band ma rimasi ferma su uno di loro, che non era il batterista, ma bensì un ragazzo bellissimo che riconobbi subito. Ci scambiammo due sguardi intensi, ma sì , era di certo lui, il ragazzo che incontrai nel bar “Buy&Go” che si era messo a parlare con Sam, era Bryan.
Aveva una maglietta a maniche corte blu che mostrava le sue braccia grandi, il tutto aderiva sul suo petto e sulle sue spalle per poi cadere larga sotto. I suoi jeans, neri  e stretti alle cosce e poco larghi alle caviglie mi fecero impazzire, aveva delle gambe magnifiche e toniche che cadevano perfettamente in curve morbide, sotto i jeans un bel paio di Vans beige con i lacci neri. In quei pochi secondi scrutai attentamente anche il suo viso dolce, con le labbra carnose e ben proporzionate, poco più su’ un naso abbastanza grande e dritto, più su ‘ ancora gli occhi grandissimi e color nocciola scuro e soprattutto molto dolci e innocenti. I suoi capelli erano un po’ lunghi , arrivavano fin sotto l’orecchio, con la rasatura ai lati che lo rendevano molto alternativo.
Era proprio bellissimo, non era nemmeno poi così pelle e ossa ma con un po’ in carne, il tutto lo rendeva sexy e forte.
 
Bryan’s moment:
 
Stavo pensando a chi dovesse  venire in sala, che palle veniva sempre gente però d’altro canto poteva spargere la voce in caso gli piacessimo.
Entrati dalla porta principale si girò una ragazza che mi accecò la vista, era come se mi avesse colpito con un fulmine invisibile creandomi un brivido su tutto il corpo. La fissai negli occhi, che erano così grandi,profondi e azzurri, allo stesso tempo mettevano soggezione.
Mi ero imbambolato, aveva dei tratti così rari, così belli che non potevo non fissarla. Non aveva la pelle liscia come si immagina, ma con un po’ di brufoletti innocui da adolescente, aveva specialmente un nasino alla francese davvero grazioso e piccolino, le labbra erano piccole e carnose. I suoi capelli lunghi e biondi cadevano su tutto il corpo magro ma sostanzioso, in curve perfette. Ciò che mi piacque molto era la sua altezza , era davvero bassa. Notai un modo di vestirti strano, aveva una maglietta bordeaux con un ricamo di pizzo stile gotico con una collana lunga che cadeva sul seno , una felpa lunga e grigia scuro a mio parere con un tessuto elastico che aveva un enorme cappuccio che cadeva dietro. I pantaloncini che aderivano alle gambe erano la parte migliore, ma non quanto le scarpe a scacchi che avevo anche io a casa, aveva dei bellissimi gusti la ragazza e alla reazione di Oljay capii che era lei che ci veniva a sentirci oggi.
Il cuore stranamente iniziò a battere forte non appena ci avvicinammo a presentarci, le sue guance diventarono rosse non appena iniziò a salutarci. Liberai un sorriso a trentadue denti, ero davvero agitato ma la mia abilità era non farlo notare.
 
Demi’s moment:
 
Si avvicinò a me con dietro le spalle la sua chitarra e  con un sorriso che mi aumentò il battito cardiaco, non riuscivo a credere di essermi presa così bene in pochi secondi con un ragazzo che non conoscevo affatto. Sembrava così serio e formale che mi sentii stupida ad aver pensato cose così belle quando magari lui nemmeno mi pensava.
Si avvicinò il secondo chitarrista –Piacere Michael- ripetei per la seconda volta il mio nome, poi passai al cantante, un ragazzo di colore  che si chiama Samuel, poi subito dopo mi presentai alla seconda cantante o penso principale, della band che si chiamava Grace. Infine mi abbracciai con Oljay e lo salutai calorosamente.
Mancava il bassista, ciò mi incuriosì –Oljay, ma John non è alle prove?-
-John il bassista intendi?- disse guardandomi.
Mi sentii con mille occhi addosso –Si-
Sbuffò –Ah, non lo so ultimamente non viene mai-
Non risposi, ma feci un accenno con la testa di aver capito. Entrammo tutti in sala, infondo c’era la batteria che avevo suonato molti mesi prima, mi posizionai su una sedia posta non poco lontano dall’amplificatore della chitarra.
Bryan era dal lato opposto, non mi dispiaceva per niente dato che potevo vederlo benissimo e mi sarei intrattenuta non solo con la musica.
Quando iniziarono a suonare mi aveva distratto la voce del cantante che era abbastanza stonata, era bella solo quando faceva gli scream , per quanto riguardava gli altri andavano abbastanza bene.
Durante le canzoni fissavo continuamente Bryan, notai però che qualche volta mi guardava anche lui.
 
Bryan’s moment:
 
Passò un’ora e continuavo a sentirmi degli occhi blu puntati addosso, ciò mi piaceva anche se mi metteva un agitazione incredibile, però ciò mi fece pensare che forse non ero l’unico ad essermi preso bene con lei.
Ero davvero esausto di suonare, così proposi a tutti di fermarci e uscire un po’, nessuno obbiettò, quindi iniziai a mettere via la chitarra.
 
Demi’s moment:
 
Uscimmo fuori dalla sala, per dirigerci ad un supermercato a prendere un po’ di bevande, nel tragitto notai che la cantante continuava a scherzare con Bryan, ciò mi creò un po’ di fastidio, se fossero fidanzati?
Scherzai un po’ con tutti, erano davvero simpatici.
Tutto proseguiva bene ma si guastò quando Bryan cominciò a parlare della sua ragazza e di quanto fosse pallosa.
Lì mi cadde il mondo addosso, e niente confermai che ero stata stupida a viaggiare coi pensieri su di lui, era fidanzato, e non con la cantante ma con un che si chiamava ‘Rebecca’ .
Infatti, non appena eravamo usciti dal super mercato li ho liquidati tutti dissi che dovevo andare a casa, mi raccomandarono di ritornare a sentirli perché gli stavo simpatica, ciò che avrei fatto ma non con la felicità con cui lo avevo fatto oggi.
Tornai a casa da perdente, deprimendomi un po’, però poi tornai a pensare di star benissimo da sola.
 
Bryan’s moment:
 
Mi era dispiaciuto un sacco che se ne fosse andata prima, mi piaceva la sua presenza. Ad un certo punto pensai al fatto che avevo parlato agli altri di Rebecca e magari lei se era interessata, ora non lo era più. Mi maledissi, ma che ci potevo fare? Stavo davvero con lei.
Ciò che mi sembrò strano era il fatto che nonostante fossi fidanzato, avevo una certa confusione, Rebecca non mi piaceva più come prima e poi era davvero una stronza senza cuore, mi ero davvero stufato. Nei miei pensieri era entrata anche Demi, e più pensavo a lei più diventavo confuso.

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