Lysandre's heart

di Silkye96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** How to love a broken rose ***
Capitolo 2: *** After Shock ***
Capitolo 3: *** La cena. ***



Capitolo 1
*** How to love a broken rose ***


Lysandre's heart

                                     Lysandre's heart

CAPITOLO 1: How to love a broken rose.

Mi siedo sul mio letto, ancora sconvolta dall'aver saputo tutta la storia di Rosa e Lysandro, o meglio...Dopo averla intuita, dato che Rosalya non mi ha spiegato un bel niente, è vero anche che forse non le ho dato il tempo.
Sospiro amaramente, non so cosa fare, né cosa pensare, è vero che Lysandro ha perso la memoria ma, onestamente, non posso fare a meno di chiedermi perché si ricorda di tutti tranne che di me e Nina.
Mi ostino a fissare un punto nel vuoto, non riesco ad elaborare nemmeno parzialmente l'intera situazione, è così strano per me visto che l'unica persona con cui vorrei confidarmi è la stessa che non si ricorda nemmeno chi sia...Sospiro di nuovo.
Mia madre entra in camera senza nemmeno bussare, dovrei arrabbiarmi ma sono troppo stanca per farlo, alzo lo sguardo per poterla vedere meglio, lei si siede accanto a me e mi osserva come stanno facendo tutti i miei amici in questi giorni, il tipico sguardo di chi prova pena per te insomma.
Non sopporto di essere vista come la poveretta che piange ogni volta che il suo ragazzo le dice che non sa chi sia.
-Tesoro, perché non esci un po' domani? Andiamo a fare un giro al centro commerciale...- mi dice con tono soave.
-Va bene- mormoro.
-Allora ti passo a prendere dopo la scuola, sentiti libera di invitare le tue amiche...-
Annuisco, non riesco a parlare più di tanto, sono troppo triste ma insomma, non posso nemmeno farci nulla, è colpa mia!
Rosa mi ha servito la mia occasione su un piatto d'argento e io l'ho buttata alle ortiche per una stupida gelosia!
E' che non sopportavo di vederli così stretti l'uno all'altra, ad abbracciarsi con così tanta foga, così tanto amore...
Mi sono sentita morire e avevo un nodo alla gola così stretto che non riuscivo nemmeno a parlare.
Mia madre esce dalla mia stanza.
Mi stendo sul mio letto e osservo il soffitto senza muovere un muscolo, mi sento come schiacciata dall'intensità delle mie sensazioni, non riesco quasi a respirare per via del nodo enorme che ho in gola.
-Che razza di situazione- sbuffo.
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Torno al liceo, le pareti di quest'ultimo non mi sono mai sembrate così spoglie e tetre come ora.
Mi dirigo con andatura trascinata verso la classe del professor Faraize, per sorbirmi una delle sue noiosissime lezioni di storia.
Mi guardo attorno, sono la prima ad essere arrivata in aula, mi toccherà aspettare qui in silenzio e da sola finché la stanza non si riempirà.
Inizio a tirare fuori il libro ed il quaderno, svogliatamente, sbuffo con fare annoiato ma, non appena avverto lo schricchiolio della porta, alzo lo sguardo: è Nathaniel.
-Buongiorno- dico con un filo di voce.
-Buongiorno, come hai dormito?-
-Non bene- rispondo.
-Si vede, hai un aspetto orribile...- confessa lui.
Assumo un'espressione allibita :-Ah beh, non si può certo dire che tu sia un cavaliere-
Nath scoppia a ridere e mi passa affettuosamente una mano sulla spalla :-Ma dai su! Di solito ti presenti bene-
-Ah, rigira pure il coltello nella piaga- dico ridendo.
Visto che Nathaniel è qui come me, siamo soli...Ne approfittiamo per ripassare insieme prima della lezione.
La classe va piano piano a riempirsi mentre noi non ci accorgiamo dell'arrivo dei nostri compagni, presi ognuno dal suo libro di testo.
Quando anche Faraize arriva, io e Nath ci dividiamo e riusciamo a seguire la lezione un po' meglio grazie al ripasso di poco fa.
Ascolto distrattamente le parole del professore mentre ci spiega con pazienza alcuni argomenti, non sto seguendo così bene da capire di che cosa stia parlando però, la mia testa è altrove e non mi sorprende, mi aspettavo che non sarei riuscita a distrarmi in nessun modo...Mi sento tremendamente sotto pressione, le occhiate di Rosalya non mi aiutano nemmeno un po'.
So che lei vuole che racconti tutto a Lysandro, tutto su di noi, ma non penso che lo aiuterebbe, anzi...Sono sicura che peggiorerebbe la nostra situazione ulteriormente, il fatto è che mi sentirei come se lo stessi forzando troppo, come se volessi costringerlo a ricordare...Se non dovesse ricordarsi di me, possiamo sempre riniziare tutto da capo, non ho problemi, certo sarebbe difficile ma mai quanto vivere nel dubbio che mi abbia scordata perché per lui non sono poi così importante.
Sospiro per l'ennesima volta, mi volto verso Rosalya che, con l'ausilio delle labbra, mi sillaba silenziosamente un "ci vediamo in cortile".
Ecco, so già perfettamente di che cosa vuol parlare!

Finita la lezione, come promesso, Rosa mi aspetta impaziente in cortile, ha un'espressione tesa che la dice lunga, ho quasi paura ad avvicinarmi.
-Tu!- esclama nervosa.
-Rosa...- faccio per iniziare a parlare ma lei mi blocca con un rapido gesto della mano.
-Ora te ne stai zitta e buona e mi ascolti! Ho fatto di tutto, i salti mortali, per aiutarti, e tu che fai? Te ne vai?- esclama.
-Rosalya...-
Lei mi blocca di nuovo :-Eh no! Eh no carina! Non ho finito sai?! Ne ho ancora per molto! Mi vuoi spiegare perché cavolo non ci hai parlato?- esclama furiosa.
-Ero gelosa ok?!- le grido contro :-Ero gelosa...- mormoro nuovamente.
Rosa sgrana gli occhi con fare sorpreso, è come se non potesse credere alle sue orecchie.
-Gelosa...Eri gelosa di me?- chiede sconcertata.
-Sì, in quel momento mi sono sentita di troppo...E...-
Rosalya mi abbraccia di colpo, sento tutto il suo dispiacere per la mia situazione, al tempo stesso però, mi rendo conto che sono una vittima, mi sto comportando come se lo fossi almeno, anzi che prendere in mano le redini della situazione mi lagno di continuo, è quel che so fare meglio a quanto pare...E forse Rosa ha ragione sul mio conto, in fondo lei mi ha dato un'opportunità per migliorare le cose e io sono fuggita via come una ladra.
-Andrà tutto bene vedrai- mormora.
-C'è anche il fatto che non voglio forzarlo a ricordarsi, potrebbe fargli male, non credi?- chiedo incerta.
Rosa sembra pensarci su per un attimo, poi mi sorride caldamente :-Forse, allora lasciamo che ricordi tutto da solo?-
-Penso che ci toccherà fare così- mormoro.
Entrambe ci arrendiamo all'evidenza, non possiamo fare nulla per cambiare le cose nonostante vorremmo tanto poterlo fare.
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Mamma viene a prendermi come promesso, ho deciso di invitare Rosa e Alexy, andiamo in un centro commerciale e quel campo è di loro competenza.
Ci sistemiamo tutti in auto e io metto subito la musica a tutto volume, la musica mi rilassa.
Arriviamo al centro commerciale, Alexy è felicissimo, è praticamente una vita che non mi porta a fare shopping!
-Hanno rinnovato il centro commerciale?- chiedo confusa.
-Mh? Sì, credo di sì...- risponde Rosa distrattamente.
L'ho già persa, sta addocchiando un paio di jeans strettissimi e strappati sulle ginocchia, non sono niente male a dire il vero, ma non so se li metterei mai.
Mentre girovaghiamo per il centro commerciale, ci imbattiamo nella panetteria "Chez Louis", nell'area ristoro, non posso fare a meno di chiedere alla mamma qualcosa da mangiare, e lei è più che felice di comprarmi la merenda dato che sono dimagrita cinque kg in tre giorni.
-Prendiamoci tutti un bel succo di frutta e una buona brioche, vi va?- chiede la mamma.
-Volentieri signora-
-Offro io- risponde mia madre.
-Non serve, ci sentiremmo in colpa- si affretta a dire Alex.
Mia mamma lo ignora volutamente, non riesco a non sorridere.
-Lo fa sempre, non preoccuparti- gli dico sottovoce.
Dopo aver mangiato, ci dirigiamo verso il negozio di intimo, ho bisogno di un completino nuovo e anche di un costume da bagno.
Appena entriamo, non posso fare a meno di notare un completino meraviglioso composto da un body di pizzo viola con dei fiocchi neri ai lati e un paio di calze nere a rete con dei reggicalze abbinati ornati da dei fiocchi viola.
-Ti piace?- chiede mia madre.
-Molto- rispondo con un sorriso.
-So io a chi potrebbe piacere quel completo- ridacchia Rosalya.
La fulmino con lo sguardo, ci manca solo che mia madre sappia che sono fidanzata con Lysandro, in teoria...
Per fortuna non ha sentito.
-Vorrei provarlo- mormoro.
-Non so tesoro, non è il tuo stile, pensa se lo vedesse tuo padre- mi dice lei con tono nervoso.
-Ma mamma! Non penso davvero che papà rovisti fra la mia biancheria- rispondo con saccenza.
-Forse no, ma se dovesse fare una lavatrice...-
-Sappiamo entrambe che non succederà mai- dico ridendo.
Mia mamma ride con me, alla fine accetta di farmelo provare.
-In fondo sua figlia ha un fisico da modella, può permettersi qualcosa del genere- commenta Alexy.
Non posso non arrossire di fronte ad un simile complimento.
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Torniamo tutti a casa soddisfatti, io ho quel che mi serve, mamma pure e anche Rosa ed Alex.
Ci salutiamo e andiamo ognuno per la propria strada.
Arrivata a casa, trovo Castiel e Leigh ad aspettarmi sugli scalini del portico.
-Che ci fate qui?- chiedo sconvolta.
Penso subito al peggio.
Leigh ha in mano un oggetto che conosco fin troppo bene, gli corro incontro lasciando cadere a terra tutte le buste.
Mia mamma mi grida qualcosa ma non riesco a sentirla, non mi importa, voglio solo prendere quell'oggetto fra le mani per un' altra volta ancora.
-Tieni- mi dice serio Leigh porgendomi il quaderno di Lys.
-Questo devi averlo tu, senza dubbio- aggiunge Castiel.
Li guardo sorpresa.
-Perché?- chiedo.
-C'è scritta un sacco di roba qui, su di te...E...-
-E Lysandro non vuole che si legga il suo quaderno- rispondo frettolosamente.
-Lo so ma...Dovresti leggerlo- continua Leigh.
Faccio cenno di no con la testa, gli porgo nuovamente il taccuino.
-Non voglio, non lo leggerò mai- rispondo.
Castiel mi sorride e mi porge anche un'altra cosa.
-Il...Il regalo...- mormoro.
-Si è scordato di attaccarlo al quaderno ma...Questo non lo ha mai perso- mi confessa Leigh.
Il congegno "anti-perdita di oggetti"...Non lo ha perso, eppure...
Non posso trattenere le lacrime, sono così felice che potrei scoppiare, mi volto verso mia madre, prendo il quaderno e le dico che vado in ospedale, che torno subito.
Corro verso la fermata con il cuore in gola, forse posso fargli ricordare un po' di più dei nostri trascorsi e, non lo nego, questo mi emoziona moltissimo, vorrei gridare così forte da far fermare il mondo.
Spero solo che la mia gioia non sia prematura.
Senza che me ne renda conto, una foto scivola dal quaderno, la raccolgo e mi cade l'occhio sul soggetto: sono io.
In quella foto ci sono io durante la corsa di orientamento, non mi sono nemmeno resa conto che mi stesse fotografando.
Ma allora, Lysandro ha sempre avuto una cotta per me...
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Arrivo in ospedale per il rotto della cuffia, corro verso l'ascensore e non posso trattenere l'emozione, tremo come una foglia.
Arrivo nella sua stanza, da cui esce sua madre, mi avvicino lentamente.
-Salve signora- dico sorridendo.
-Salve cara, sei così gentile ad essere passata di nuovo-
-Sa, io voglio molto bene a suo figlio, non potrei essere in un altro posto che non sia questo- rispondo.
La donna mi rivolge un dolce sorriso e si scosta dalla porta in modo tale da permettermi di passare.
-Grazie- le dico in un mormorio lieve.
Entro nella stanza, è luminosa nonostante sia tardo pomeriggio, Lysandro è illuminato dai raggi del sole, sembra quasi un angelo, noto che ha gli occhi chiusi e respira profondamente, sta dormendo...
Mi siedo ai piedi del letto, ne approfitto per accarezzargli i capelli, sono così morbidi al tatto, lo guardo dolcemente e non riesco a non sorridere mentre i suoi capelli cadono dolcemente sul suo viso, accarezzandone i contorni definiti.
-Sei così bello...- mormoro.
Mi avvicino a lui, non posso resistere, muoio dalla voglia di baciarlo ancora una volta, di sentire il calore delle sue labbra carnose contro le mie, non posso farci nulla, penso di essermi innamorata!
Sono così vicina al suo viso, riesco a sentire il suo profumo di cannella e l'odore di dentrificio alla menta, trattengo il respiro dall'emozione.
Proprio quando disto pochi centimetri dalle sue labbra, Lysandro apre gli occhi, divento tutta rossa istintivamente.
-I...Io....- non so che dire.
Lysandro mi sorride :-Controllavi che dormissi?- chiede ingenuamente.
-Mh? Ah sì! Sì, sono venuta a...A portarti un paio di cose e...- sto blaterando senza sosta :-Tieni!- mi affretto a dire.
Gli porgo il taccuino e il congegno "anti-perdita di oggetti".
Lui li osserva dapprima stupito, poi fa un grande sorriso, il più grande che gli abbia mai visto in viso!
-Ma...Ma tu...- inizia a parlare, poi si prende la testa fra le mani come se provasse un dolore assurdo.
-Lysandro stai bene?- chiedo preoccupata.
Non mi risponde, emette solo dei lamenti strozzati, sto per chiamare il medico quando mi sento prendere per il polso, lui, con uno sguardo dolcissimo mi dice :-"Credo di aver dimenticato di attaccarlo al quaderno, scusami Silkye"-
I miei occhi iniziano a lacrimare dall'entusiasmo.
Poi ancora :-"Penso che siamo complementari, tu hai il dono di trovare tutto quello che io perdo"-
-Lysandro ma...Ti ricordi di me?- chiedo titubante.
-Mi ricordo come mi batteva forte il cuore quando mi hai riportato il quaderno per la terza volta- mormora.
-Ricordo anche che per qualche giorno feci finta di perderlo per avere un pretesto per parlarti- confessa.
-Sul serio?- chiedo divertita.
-Sì, volevo conoscerti meglio...Così ho usato questo stratagemma-
-Bè, ha funzionato- rispondo dolcemente.
-Non so ancora di preciso chi tu sia ma...So che per me conti molto, questo mi basta-
Non posso fare a meno di perdere il mio entusiasmo, quindi...Non si ricorda ancora ogni cosa...Immagino ci vorrà tempo, tanto tanto tempo.
Lysandro mi fissa in modo strano, i suoi occhi squadrano la mia figura come mai gli avevo visto fare prima d'ora, sento un caldo tremendo mentre i suoi occhi mi esaminano con curiosità e tentazione, non oso muovere un muscolo, vorrei che smettesse di fissarmi così, mi sento tremendamente a disagio.
-Non perdi mai la brutta abitudine di fissarmi a quel modo?- chiedo nervosa.
Lui inclina la testa da un lato, come se non sapesse di cosa stia parlando, poi mi torna a guardare con un'espressione ricca di sicurezza.
-Ti riferisci a quando, facendo le prove per la recita in aula A, ti fissavo senza ritegno?- chiede candidamente.
-S...Sì- balbetto.
-E' perché sei molto bella- risponde dolcemente.
Arrossisco di nuovo, sento un caldo pazzesco e non so come rispondere quindi, faccio quello che faccio sempre quando ricevo un complimento, scoppio in una risatina nervosa e poco contenuta che mi fa sembrare una pazza isterica a cui hanno fatto ingoiare un tacchino vivo.
-M...Ma che dici?-
Lui mi sorride in un modo che mi fa emozionare, non posso restare calma di fronte a quel sorriso così bello.
-Mi pare di capire che non sei una ragazza con un'autostima elevata- mi dice secco.
-Eh, no purtroppo no...- mormoro.
-Non dovresti essere timida, se ti dico che sei bella è perché è vero-
-Oh, grazie solo che...Non sono abituata a sentirti parlare così, di solito sei più riservato...- dico con un filo di voce.
Sono davvero in imbarazzo, come gli viene in mente di farmi tutti questi complimenti, eh?
-Riservato...Senti ma...Io, come sono?- chiede.
Lo guardo con tenerezza, gli rivoglo un sorriso materno e inizio :-Sei un cavaliere- rispondo.
Lui mi sorride ampliamente, poi posa lo sguardo sui suoi vestiti puliti messi sulla poltrona, ben piegati e ricchi di ogni particolare: la sua camicia bianca, il suo volant verde stretto al colletto, la giacca in stile vittoriano, i suoi jeans scuri e gli stivali abbinati alla cintura e al volant.
-Sono un tipo strano, vero?-
-Assolutamente no!- esclamo :-Sei perfetto-
Mi blocco di colpo, realizzando la scemenza che ho appena detto, arrossisco di nuovo, senza poterlo evitare in nessun modo, mi sento una perfetta idiota!
Stavolta però è arrossito anche lui, ha gli occhi sgranati come se non si aspettasse una frase del genere da me, è così rosso che sulla sua fronte si potrebbe cuocere un uovo, un po' sono felice di avergli provocato una tale reazione.
-G...Grazie- mormora.
-Ora sei tu quello timido- dico ridendo.
La nostra conversazione viene interrotta dal medico, il quale entra nella stanza per una visita di routine.
-Signorina la prego di andarsene, per favore, è necessario per la visita che il paziente non sia distratto in alcun modo- mi dice severo.
-Vado, ci vediamo presto Lysandro-
Esco dalla sua stanza a passo spedito, non so perché ma ho la morte nel cuore, forse dipende dal fatto che il fatto che si stia ricordando di me mi rende felice e triste al tempo stesso, in primo luogo, non capisco perché scordarsi proprio di me...Ma mi rendo anche conto che rimuginarci sopra continuamente non mi fa bene, se mi rilasso riuscirò a vivere questo viaggio con più serenità.
Forse dovrei provare.
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Arrivo a casa, mia madre è furiosa, la capisco, in fondo me ne sono andata senza dire una parola.
Quando le spiego la situazione lei capisce, si siede accanto a me in camera e, guardandomi dritta negli occhi, mi dice le seguenti parole :-Lo ami?-
Arrossisco violentemente, ma che razza di domanda è?!
-C...Come prego?- chiedo.
Sono visibilmente turbata.
-Tesoro, vorrei che parlassi con me...Sono tua madre, è vero...Ma prima mi dicevi ogni cosa, mi manchi-
Sorrido e cerco di calmarmi.
-Hai ragione mamma, scusa è che...Da quando ci siamo trasferiti qui sono successe molte cose, però devi credermi, non ti ho mai nascosto nulla prima di quella famosa sera-
-Ti credo- mi dice con un sorriso smagliante.
-E per quanto riguarda Lysandro...Stiamo insieme- rispondo :-Questo almeno, se lui si ricordasse di me- continuo.
Mia mamma mi costringe a raccontarle ogni cosa, finito di spiegarle ogni avvenimento, lei mi conforta, mi stringe forte a sé.
Ho deciso che non piangerò, non ancora, non più, in fondo questa cosa si risolverà, se non dovesse risolversi invece, sono disposta a ricominciare tutto da capo, se l'ho conquistato una volta non vedo perché non dovrei riuscirci una seconda, no?
Mi sento più forte e ottimista dopo averne discusso con mia madre, entrambe abbiamo però concordato di non farne parola con papà, se sapesse che ho il ragazzo si stresserebbe inutilmente, lo conoscerà a tempo debito.
Finalmente, stanotte, riesco a dormire sonni tranquilli senza stress e senza incubi, penso di aver imboccato davvero la strada giusta.
Farò di tutto affinché Lysandro si ricordi di me, anche l'impossibile, purché non comprenda vie subdole o illegali.



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Capitolo 2
*** After Shock ***


UGAUGAIGAFJOJOWDKèSèDLèEFKCOJ CAPITOLO 2: After shock.

I banchi di scuola, che dire? Mai come oggi mi sono annoiata tanto ad una lezione, il fatto è che son già passate due settimane e di Lysandro nemmeno l'ombra, per non parlare del fatto che non sono mai riuscita ad andare a trovarlo, ho sempre avuto compiti impossibili, e impegni di famiglia improrogabili.
Mi sento la peggiore fidanzata dell'intero pianeta, il mio ragazzo sta male, non si ricorda nemmeno come si chiama e io non trovo neppure due minuti per andarlo a trovare, che razza di persona sono?
Esco dalla classe, ho deciso, oggi lo vado a trovare senza se e senza ma!
E poi avevo deciso che avrei fatto di tutto affinché si ricordasse di me, quindi non posso certo venire meno alla mia promessa.
Raccolgo le mie cose dall'armadietto, vengo afferrata alla spalla da una mano possente.
Mi giro.
-Armin?- chiedo divertita.
-Sì, volevo farti sapere che ho trovato un tesoro unico- canticchia.
-Che hai trovato?- chiedo.
-Una tua foto, me l'ha data Kentin, quanti anni avevi?-
In mano ha una orribile fotografia di quando avevo undici anni, capelli stopposi, apparecchio e occhialoni, per non parlare poi del fatto che ero altissima e magra come uno spillo, sembravo una specie di mostro raro.
-Oddio, Armin ridammela!- esclamo arrossendo dalla vergogna.
-Ti vergogni? Io ti trovo adorabile- ride lui.
Sbuffo, ho capito, penso che dovrò lasciare che mi prenda in giro, non reagirò...O almeno, ci proverò.
Mi prende in giro per un po' con una dolcezza tutta sua, mi diverto lo ammetto, mi piace bisticciare con i gemelli di tanto in tanto, sono esilaranti!
Riesco a tornare a casa senza danni troppo gravi alla mia autostima, corro a pranzare e poi avverto i miei che ho intenzione di andare in ospedale, papà mi vuole accompagnare.
-Sai, mi piacerebbe portartici- mi dice serio.
-Ah, ehm...Perché?- chiedo nervosa.
-Almeno non sarai costretta a spendere soldi per il biglietto e potrei approfittarne per controllare come sta il tuo amico- risponde.
Non posso dirgli di no, si insospettirebbe, e poi diciamocelo...Non ho nulla da nascondere per ora.
-Ok, allora vado a cambiarmi e poi andiamo- gli dico.
Corro di sopra come una furia, devo decidere cosa mettermi, non so perché ma ho un nodo allo stomaco e non credo sia a causa della peperonata di mia madre.
Infilo una gonna a campana rossa con una cintura bianca in vita, una canotta nera sapientemente riposta dentro la gonna, un paio di tacchi rossi con fiocco bianco e sono pronta.
Mi pettino e mi lavo i denti, mi trucco appena e torno di sotto.
-Che bella sei!- esclama mia madre.
-Grazie, sono i vestiti nuovi ricordi?-
-Sì, ho fatto bene a comprarteli- mi dice fiera.
Mio padre le rivolge un'occhiataccia e poi mi prende per il polso e mi trascina fuori verso la macchina.
Sorrido a mia mamma che, comprensiva, mi fa l'occhiolino.
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Arriviamo in ospedale, non sopporto questo odore di ammoniaca, mi manda ai pazzi!
Meccanicamente mi dirigo verso l'ascensore per poi ritrovarmi nel corridoio che porta alla stanza di Lys.
Apro appena la porta, dentro non c'è nessuno, solo lui, in piedi davanti alla finestra.
Busso appena per annunciarmi ed entro accompagnata dal mio papà.
-Ciao Lysandro, vedo che ti sei alzato in piedi- dico lieta.
Lysandro osserva mio padre, lo guarda attentamente e poi, dopo essersi piegato un po' in avanti, lascia uscire le parole dalla sua bocca.
-"Non voglio più vederti giovanotto!"-
Si tappa la bocca subito dopo.
Non posso fare a meno di ridere, mio padre gli sorride mestamente e gli posa dolcemente una mano sulla spalla.
-Scusa tanto ragazzo, non volevo essere scortese con te quel giorno- confessa.
-N...No, non si preoccupi...- borbotta lui.
Mio padre sorride caldamente, mi guarda :-Vi lascio soli-
-Dove ci vediamo?- chiedo.
-In caffetteria, non metterci i secoli- mi avverte.
Una volta uscito dalla stanza, trovo il coraggio per concentrare il mio sguardo di nuovo su Lysandro.
-Ho letto il mio quaderno ieri, speravo ci fosse qualche informazione utile, ho trovato questa- mi dice porgendomi una lettera.
"Come as you are, as you were
As I want you to be
As a friend, as a friend
As a known enemy"
-E' un testo dei Nirvana- rispondo sicura.
-Ti ricordi quando l'ho trascritto?- chiede divertito.
-Scusami ma...E' ironico il fatto che tu chieda a me se mi ricordo di qualcosa-
-Giustamente, ma tu "non sei davvero delicata"-
Gli sorrido, ultimamente pare stia ricordando molto.
-Allora, non vuoi ricordarmi quando hai scritto questo?- chiedo.
-L'ho scritto per il concerto, volevo fare un pezzo dei Nirvana, te lo feci leggere perché sapevo che ti piacevano, me l'aveva detto Castiel...-
Sorrido, come avrei potuto non farlo?
-Oh Lysandro...- mormoro con un sorriso felice.
-Inizio a ricordare alcune cose ma è frustrante il fatto che non possa ricordarmi tutto, da quello che mi ricordo sembrerebbe che tu...-
Sta per finire la frase ma poi ci ripensa, lo vedo diventare di un vivido color vermiglio, chissà che vuole dirmi? Lo sprono a continuare il discorso.
-Cosa sembrerebbe?- chiedo.
Lui sospira amaramente, torna a guardarmi, i suoi occhi bicolore illuminati dal sole si incastrano perfettamente con i miei.
-Io...Da quel che mi ricordo si direbbe che mi piaci molto- risponde.
Sgrano gli occhi, non avrei mai creduto che potesse confessarlo così su due piedi, a questo punto forse dovrei dirgli la verità, insomma dovrei fargli capire che cosa significa lui per me, dovrei permettergli di ricordare tutto su di noi.
-Forse è così- gli dico semplicemente.
In un breve istante il tempo attorno a noi si blocca, è come se non tirasse un filo di vento e mi sembra anche che stiamo entrambi trattenendo il respiro.
Mi avvicino lentamente a lui come spinta da una forza mistica, non so cosa mi stia succedendo ma so che non riesco a fermarmi, in questo momento riesco solo a pensare alle sue labbra.
Mi avvicino ancora e solo adesso mi rendo conto di quanto ho desiderato potergli stare così vicina ultimamente.
-Ma...Ma che fai?- mi chiede imbarazzato.
-Io...Non lo so, scusa...- mormoro allontanandomi di nuovo.
Lysandro mi prende la mano silenziosamente, continua a fissarmi senza dire una parola e non posso certo dire che la cosa mi faccia piacere, mi rende piuttosto a disagio sinceramente.
-Non mi da fastidio se mi stai così vicina...- mormora.
Non so davvero come reagire a questa affermazione, mi sento di fare una cosa che avevo in mente da un po'.
Allungo le braccia e lo stringo a me con dolcezza, mi era mancato tanto abbracciarlo e sentirmi protetta sotto la possenza delle sue spalle.
-Lysandro...Tu davvero non ricordi nulla di tutto questo?- chiedo.
Alzo lo sguardo e mi rendo conto che siamo vicinissimi, riesco a sentire chiaramente il suo respiro che mi solletica la pelle, come fa a non ricordarsi di quanto quel bacio sia stato bello?
Rimaniamo a guardarci, un solo respiro potrebbe rovinare l'atmosfera che si è creata fra di noi.
-Inizio a ricordarmi qualcosa...Quella sera, quando tuo padre mi ha detto quelle parole...Io, io stavo...-
Sgrano gli occhi, spero davvero che finisca immediatamente questa frase.
La porta della stanza si apre all'mprovviso, mi stacco rapidamente da Lys, quasi perdo l'equilibrio, entra Leigh accompagnato dalla madre, decido di andarmene dopo averli salutati, dovrò vivere con l'ansia ancora per un po'.
Mi dirigo in caffetteria, prendo un caffè con mio padre prima di rimetterci in marcia verso casa.
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Mi rigiro nel letto, non riesco a dormire, non faccio altro che pensare alla frase che stava per dirmi Lys, avrei voluto saperlo prima che i suoi famliari entrassero a rovinare tutto.
Mi chiedo se si ricorderà di quel che voleva dirmi.
Improvvisamente, cado in un sonno profondo.
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Arrivo in classe della Delanay in larghissimo anticipo, trovo solo Melody e Nath seduti ai loro banchi.
Mi avvicino a Melody e la saluto.
-Ciao Silkye, come stai?- chiede.
-Bene grazie, e tu?-
-Bene- risponde con un gran sorriso.
Ultimamente, la stuazione con Melody si è appianata, di solito non ci vado molto d'accordo dato che lei è gelosissima e non posso nemmeno rivolgere uno sguardo a Nathaniel.
-Senti Silkye, hai notizie di Lysandro?- mi chiede.
-Oh, sta...Sta bene, insomma, quando sono passata ieri sembrava aver acquisito un po' di memoria- rispondo.
Nathaniel si alza e ci raggiunge.
-Sei passata da lui anche ieri?- chiede.
-Ma sì, lo sai che ormai va tutti i giorni da lui- conferma Melody.
Non posso fare a meno di arrossire, effettivamente analizzando i fatti è piuttosto ovvio che provo qualcosa per lui, e io che cerco di tenerlo nascosto...Insomma, non sono brava a mantenerlo segreto.
-Effettivamente, sei spesso in ospedale, ma non l'hai presa troppo seriamente?- incalza Nath.
-Ma no, solo che io e Lysandro siamo molto amici...- mormoro.
Melody sorride in modo strano per poi iniziare a fissare la porta con aria esterrefatta.
Mi volto, Lysandro è appoggiato allo stipite con un'espressione stralunata dipinta in volto.
-Lysandro!- esclamo felice.
-Ciao- mi risponde con un sorriso caloroso.
Nathaniel e Melody corrono a salutarlo, entrambi sembrano parecchio felici di rivederlo.
-Come ti senti?- chiede Melody.
-Ecco...Sto bene, sono solo un po' stordito- ammette lui.
-Immagino, non ti è successa una cosetta da niente- commenta Nathaniel.
Lysandro mi da l'idea di non ascoltarli affatto, tiene i suoi occhi fissi su di me e la cosa, come sempre, mi fa sentire esaminata al dettaglio, il mio viso inizia a scaldarsi e il mio intero corpo è come paralizzato sotto alla potenza e all'intensità dei suoi occhi magnifici.
L'aula ben presto si riempie e tutti non fanno altro che correre da Lysandro a chiedergli come sta, lo vedo sopraffatto da tutte quelle attenzioni, non ci è per nulla abituato e la cosa mi fa sorridere.
Inizia la lezione, Lysandro non sembra avere alcun problema a mettersi al passo con noi, anzi, sembra che si stia divertendo a rispondere a tutte le domande impossibili della Delanay.
Non mi ero mai resa effettivamente conto di quanto fosse bravo a scuola.
La lezione termina, devo ammettere che oggi ho prestato più attenzione del solito, mi fa piacere il fatto che sia riuscita a non distrarmi, me ne sono addirittura sorpresa ma la lezione mi è persino piaciuta!
Sarà perché Lysandro è tornato e non vedevo l'ora che accadesse.

Mi dirigo in cortile con la speranza di trovare qualcuno con cui parlare, oggi mi sento socievole.
Vado verso il club di giardinaggio con convinzione, vi trovo Kentin seduto comodamente in mezzo ai fiori mentre, con gli occhi chiusi, ne inala il pungente profumo.
-Kentin? Ma che fai?- chiedo ridendo.
Il ragazzo si alza da terra strofinandosi i pantaloni per pulirli dal terriccio, mi guarda completamente rosso in viso e con gli occhi sgranati fino all'inverosimile.
-I...Io...N...Niente, io...Se lo dici a qualcuno ti ammazzo!- esclama.
Scoppio a ridere forte, come non mi succedeva da un po'.
-Ma dai...Smettila di ridere, su!-
-Scusami, è che non ce lo vedo uno come te che si ferma a cogliere fiorellini profumati- dico fra una risata e l'altra.
-Ok, ok ora basta, non è così divertente- mi dice serio.
-Scusami- rispondo con un sorriso materno.
Kentin mi ricambia e mi posa una mano sulla spalla amichevolmente :-Sai, ultimamente sei stata spesso a trovare Lysandro...- mormora.
-Sì, è così- rispondo seria.
-Ma non è che ti piace? I gossip corrono al liceo, nel tuo caso volano proprio- confessa.
-Ecco, Kentin io...Perché vuoi saperlo?- chiedo timidamente.
-Perché mi piaci, mi sei sempre piaciuta e devo sapere se ho una possibilità oppure devo rinunciarci- ammette, ha il viso totalmente rosso.
-Oh Kentin, mi spiace...Però io non ti voglio bene in quel senso, per me sei un caro amico ma nulla di più, e poi...Hai ragione quando dici che mi piace Lysandro, anzi...Se solo lui se lo ricordasse sapresti anche che ci siamo messi insieme...- confesso.
Kentin sgrana gli occhi come se fosse venuto a conoscenza di un fatto terribile.
-Oh...- mormora.
-Kentin, tutto bene?- chiedo spaventata.
-Tutto bene, no...A dire il vero sono felice per te, davvero eh...A proposito, forse ora qualcuno vorrebbe parlarti- mi dice indicando alle mie spalle.
Mi volto appena e noto immediatamente la figura di Lysandro dietro di me.
Kentin si volatilizza mentre il vittoriano si avvicina a me lentamente.
-Quanto hai sentito?- chiedo.
-Tutto, da quando ti ha fatto la dichiarazione in poi...Era questo che non volevi dirmi? E' per questo motivo che eri sempre così triste quando venivi a trovarmi?- chiede.
-Sì, era per questo- ammetto.
Lysandro si avvicina ancora, senza dire una parola mi prende il viso fra le mani e, con calma assurda, posa le sue labbra contro le mie con dolcezza.
Spalanco gli occhi, non solo mi preoccupo che qualcuno possa vederci ma mi sento anche tremendamente in imbarazzo, insomma...E' strano in un certo senso.
Quando ci stacchiamo Lysandro si prende la testa fra le mani, si inginocchia a terra e lancia un grido soffocato.
Sembra che soffra terribilmente.
-Lysandro! Oddio, Lysandro stai bene?- chiedo terrorizzata.
Non mi risponde, non dice una parola.
Mi inginocchio accanto a lui, gli tocco la spalla, grida di nuovo, più forte stavolta, non so cosa fare.
-Aspettami qui, vado a chiamare il prof- esclamo.
Corro all'interno del liceo, bianca come un fantasma.
Inizio a gridare.
-Aiuto! Lysandro si sente male! Aiuto!-
Rosalya, Alexy, Castiel e Nath vengono in mio soccorso, poco dopo ci raggiungono Armin e la Delanay.
Corriamo tutti in giardino, Lysandro è a terra, apparentemente senza sensi.
-Chiamo l'ambulanza- annuncia la prof.
Mi piego accanto a lui, gli poso una mano sulla fronte.
D'un tratto apre gli occhi, mi guarda, i suoi occhi sembrano così tristi.
-Mi dispiace tanto- mormora.
Per che cosa gli dispiace? Che sta dicendo?
-Ma di che parli?- chiedo confusa.
-Non so come ho potuto scordarmi di te...- mormora con un filo di voce.
Sembra che stia per piangere.
-Vuoi dire che ora ricordi ogni cosa?- chiedo speranzosa.
-Tutto, ricordo tutto- mi risponde prendendomi la mano.
Non riesco a resistere, dopo averlo aiutato a rialzarsi gli salto al collo e lo abbraccio più forte che posso, non mi ricordo nemmeno delle persone attorno a noi che, nel mentre, si sono moltiplicate, Lysandro è tutto rosso in viso, non mi importa nulla di chi sta guardando, non posso controllarmi, senza pensarci lo bacio, lo bacio intensamente e non me ne pento affatto.
Erano giorni che aspettavo di poterlo fare.
Lysandro ricambia il mio bacio con una passione tale da farmi quasi perdere l'equilibrio, chissà quanto anche lui volesse farlo dopo essersi ricordato ogni cosa.
La Delanay si schiarisce la gola, ci osserva con aria corrucciata.
Sento Castiel bisbigliare :-Ecco perché era tanto preoccupata per lui-
Rosa e Alex mi guardano con due grandi sorrisi, Armin se ne sta lì, sbigottito come il resto degli studenti.
Non posso trattenere una risatina complice con Lys.
-Tutti e due, siete pregati di seguirmi nell'ufficio della preside- asserisce la Delanay.
Io e Lys la seguiamo in silenzio.
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Quando usciamo dall'ufficio siamo entrambi felici, nonostante la sfuriata da parte della prof, continuava a ripetere che le pubbliche dimostrazioni di affetto sono una volgarità indegna per dei ragazzi della nostra età, la preside nemmeno le prestava attenzione.
Ci dirigiamo di nuovo in cortile.
-Ti senti bene? Prima mi sono preoccupata-
-Sto bene, mi fa solo un po' male la testa- risponde.
-Forse è meglio chiamare il medico, insomma...Per...-
Lysandro non mi lascia finire, mi bacia delicatamente.
-Sto bene- mi dice poi.
Gli sorrido caldamente, sono felicissima che si senta bene!
Arrivati in cortile troviamo Rosa ad aspettarci, Rosalya e tutti gli altri...
-Allora, ne deduco che ricordi ogni cosa?- chiede divertita Rosa.
-Puoi giurarci- risponde lui con un sorriso appena accennato.
-Ma perché non ci avete detto nulla?- chiede Peggy inviperita.
-Tu saresti stata l'ultima a saperlo cara mia- scherzo.
Peggy scoppia a ridere e mi si avvicina :-Bella mossa Silkye- mi bisbiglia addocchiando Lys.
Sorrido.
Kentin è fermo davanti a me con un'espressione da cucciolo bastonato che un po' mi impietosisce.
D'altro canto però, io non posso farci molto, non lascerò Lysandro per fare piacere a lui, ma non penso nemmeno che lui me lo chiederebbe, mi vuole troppo bene per farmi rinunciare a qualcosa di così fondamentale per me.
Spieghiamo tutto con calma ai compagni di classe, dopo aver ricevuto qualche congratulazione e qualche sguardo deluso per non averlo saputo prima, riusciamo a tornarcene a casa.
Castiel ci corre dietro.
-Aspettate!- grida.
Io e Lys ci blocchiamo, Lysandro ha un'espressione serissima, mi fa cenno di allontanarmi un po' ma io rimango immobile, che succede?
Castiel si avvicina, mi tiene gli occhi puntati addosso, poi parla :-Perché diavolo non mi hai detto niente?!- esclama.
Lysandro socchiude gli occhi, sta per parlare ma Castiel lo blocca.
-Non sapevo nemmeno che ti piacesse lei!- grida nuovamente.
Lysandro gli posa una mano sulla spalla.
-Castiel, smetti di gridare, mi da molto fastidio- dice calmo.
-Ah, ah ti da fastidio? Sai cosa da fastidio a me? A me da fastidio che il mio migliore amico non mi dica nulla di quel che accade nella sua vita- esclama.
-Castiel...Avevo intenzione di dirtelo, però...Non subito- risponde Lys.
-Perché?- chiede l'altro.
-Perché sono riservato, e tu lo sai- taglia corto il vittoriano.
Non riesco a muovermi, li guardo imbambolata come se stessi pensando a qualcosa ma in realtà ho la testa totalmente vuota.
-Lo so che sei riservato e non ti piace parlare dei fatti tuoi ma...Io sono tuo amico e vorrei che ti sentissi libero di dirmi tutto quello che ti passa per la testa- mormora Castiel.
Incredibile, Lysandro sembra averlo calmato con poche semplici parole.
Ho sempre trovato bizzarra e al tempo stesso affascinante la loro strana amicizia, uno tranquillo come Lysandro raramente si accoppia con uno agitato come Castiel.
-Ti avrei comunque detto tutto, più in là...Dovevo assicurarmi che andasse tutto bene...- dice Lys guardandomi.
-Bè, sono comunque contento che tu abbia trovato qualcuno che riesca a sopportarti- mi commenta Cass.
-Ricicli anche le mie battute ora?- chiedo divertita.
Ci mettiamo a ridere tutti e tre, permetto ai ragazzi di riaccompagnarmi a casa.
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Non mi pare ancora vero che Lysandro si ricordi di me, avevo paura che ci volesse un'eternità e invece è stato facile, bastava solo essere un pochino più determinata e sicura di me.
Mi rendo anche conto che probabilmente Lysandro ha avuto modo di leggere con più calma il suo quaderno e abbia trovato tutta "la roba su di me", come disse Castiel.
Non posso negare che oggi sia stata una giornata intensa, ma voglio comunque raccontare tutto alla mia mamma, dato che le ho promesso che non le avrei mai più nascosto nulla che riguardasse la mia vita.
La faccio salire in camera e, quando arriva, le racconto ogni cosa accaduta stamane, mia mamma sembra davvero felice per me.
-Perché non lo inviti a cena?- chiede.
-A cena...Qui? Con papà?- chiedo spaventata.
Mia madre alza gli occhi al cielo, mi rivolge un sorriso materno e annuisce.
-Ma sì, che vuoi che gli faccia? In fondo, ha ammesso anche lui di essere stato esagerato quella sera, no?-
-Mh, sì è vero...- mormoro.
-E allora invitalo, al limite avremo una cosa in più di cui scusarci- scherza mia madre.
Decido di accettare la sua proposta, mando un SMS a Lys chiedendogli se ha voglia di venire a cena da me domani.
Mi risponde subito con un sì, non posso che esserne felice.
-Verrà- dico rivolta a mia madre.
-Perfetto, mi metterò tutto il giorno in cucina- cinguetta lei.
-Sì, ma non esagerare, ok?-
-E quando mai?- mi dice fingendosi offesa.
Scoppiamo a ridere.
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Oggi sono così nervosa, anche Lysandro è agitato, l'idea di venire a cena a casa mia lo traumatizza e, onestamente, traumatizza anche me, ho lo stomaco aggrovigliato.
Non sappiamo come reagirà mio padre ma speriamo che non sia una reazione troppo negativa.
A merenda mi siedo in cortile con Rosa e Alex, iniziamo a parlare della figuraccia fatta ieri davanti alla prof, di come sia diventata l'argomento scottante del liceo, e di come sia incapace di mantenere i segreti.
-Avete finito?- chiedo spazientita.
-Sì, credo che ti abbiamo insultata a sufficienza- commenta Alex ridendo.
-Mh, tu dici? Avrei ancora così tante da dirgliene- risponde Rosa.
-Io dico che mi avete massacrata abbastanza- dico con un borbottio.
Continuiamo a mangiare e parlare del più e del meno, poi noto che ci raggiunge Armin.
Si siede accanto ad Armin e mi rivolge un gran sorriso :-Eccola qua, la star del liceo, non ho fatto altro che sentire il nome tuo e di Lysandro oggi-
-Non me ne parlare, non sopporto di essere fissata come un fenomeno da baraccone- rispondo.
-Nemmeno Lysandro, infatti si è rintanato nel sottoscala insieme a Castiel, ero con loro fino a poco fa- risponde.
Sono davvero contenta che Armin stia iniziando a fare amicizia con gli altri ragazzi, specialmente perché così ha qualcun'altro con cui condividere i suoi videogiochi insegnando trucchi e tattiche di vittoria.
Sembra proprio che le cose stiano avendo una svolta positiva ultimamente, sono passata dall'essere completamente triste a sentirmi molto tranquilla.
Chissà come andrà avanti la mia relazione con Lysandro? Sono proprio curiosa.

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Capitolo 3
*** La cena. ***


Love CAPITOLO 3: La cena.

Finite le lezioni io e Lys decidiamo che è il caso di fare una passeggiata per allentare la tensione della cena, entrambi abbiamo un nodo allo stomaco pazzesco, in fondo Lysandro ha da poco recuperato la memoria e non sono più sicura che sottoporlo a uno stress così grande sia una buona idea, ma ormai è deciso, non posso cambiare idea.
-Come ti senti?- chiedo.
Lysandro mi guarda con un'aria spaventata, trattiene il respiro visibilmente.
-S...Sto bene- mormora.
Gli sorrido e gli prendo la mano con dolcezza, quando lo fa lui con me di solito mi aiuta molto a calmarmi.
-Non essere nervoso, vedrai che andrà tutto bene...- dico.
Non ne sono molto convinta ma è meglio non agitarlo ulteriormente, a conti fatti penso davvero che potrebbe andare tutto bene.
-Vorrei solo passare da casa a cambiarmi per...Sai per fare bella figura...-
-Ok, anche se non ritengo che tu ne abbia bisogno- affermo.
Lui mi sorride, controlla rapidamente l'orologio e mi osserva con uno sguardo deciso.
-Ti va di venire con me?- chiede.
Non posso fare a meno di arrossire, l'idea di andare a casa sua per la prima volta mi emoziona e mi fa vergognare un po', poi mi torna alla mente un qualcosa che avevo totalmente rimosso.
-Lysandro, hai notizie di tuo padre?- chiedo.
La sua espressione felice cede all'improvviso, non so perché ma mi sento tremendamente in colpa per averglielo ricordato.
-Non sta affatto bene, ma non vogliono dirmi praticamente nulla- risponde.
Ha un tono di voce così triste che mi viene voglia di abbracciarlo, cerco di trattenermi.
-Abbi pazienza, vedrai che presto ne saprai di più...- lo rassicuro.
-Allora vieni o no?- insiste.
-Vengo volentieri- rispondo sorridendo.
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L'appartamento di Lysandro e Leigh è molto accogliente, non è grande ma è decisamente spazioso e luminoso, arredato completamente in stile vittoriano, sembra quasi un castello dei sogni, ad ogni corridoio mi aspetto che spunti una principessa con dei rocchetti.
-Ti piace?- chiede.
-E' davvero bello, si vede che ci abitate tu e Leigh- rispondo ridendo.
Lys solleva un sopracciglio, mi rivolge un sorriso onesto e mi trascina lungo un corridoio lugubre.
Arriviamo alla sua stanza, la faccenda mi rende parecchio nervosa, ha un letto a baldacchino con lenzuola e coperte verdi, dietro il letto si erge una grande finestra coperta appena dalle tende blu semitrasparenti, il resto della stanza è arredato in modo piuttosto normale, l'unica cosa che stona è il computer in mezzo a tutto quel trambusto di mobili vittoriani.
-Che bella la tua camera- esclamo.
-Non pensavo che ci avrei mai portato una ragazza, è un po' in disordine...- mormora imbarazzato.
-Se questo per te è disordine-
-Mh, se non ricordo male effettivamente la tua stanza è un disastro- risponde divertito.
Sgrano gli occhi e gli do un colpetto sulla spalla.
-Hey!-
Scoppiamo a ridere entrambi.
-Siediti pure- mi dice indicandomi il letto con eleganza.
Di nuovo, divento rossa come un peperone, non so contenermi...Ma chi ci riuscirebbe in una situazione simile?
Bè, forse solo Rosa...
Anche Lysandro è molto in imbarazzo, i suoi occhi trasmettono una luce diversa dal solito, le sue guance sono così rosse che sembrano andare a fuoco, sembra ridicola tutta questa agitazione ma è strano per me trovarmi nella stanza di un ragazzo, del mio ragazzo...
Mi siedo sul letto cercando di non sembrare troppo timida o strana.
-Senti, stai tranquilla, non sono un pericoloso stupratore- mi dice ridendo.
Scoppio a ridere anche io, è vero che dovrei rilassarmi ma è la situazione che mi pare bizzarra.
-Hai ragione, scusa...- mormoro :-E' che non sono mai stata nella stanza di un ragazzo prima d'ora...O meglio, ci sono stata ma...-
Lysandro solleva un sopracciglio.
-Sei stata nella stanza di chi esattamente?- chiede.
-Ehm...Ma...Ma no, non è importante...- mormoro.
-Silkye- incalza con tono serio.
-Ok, ho...Sono stata nella stanza di Nath, quando ho dormito da Ambra per scoprire se fosse vittima di violenza domestica e...Mi...Mi sono sdraiata vicino a lui nel suo letto- confesso di getto.
Lysandro mi osserva con un'espressione di pura gelosia.
-Ah ecco- dice secco.
-Ma...Ma non devi essere geloso perché...-
-Perché?- mi chiede.
-Perché io...Perché tu mi piaci- mormoro con un filo di voce.
L'espressione di Lys si addolcisce, mi rivolge un mezzo sorriso e si avvicina a me lentamente.
-Allora- mormora inginocchiandosi di fronte a me :-Dimmi subito come è andata e forse ti perdonerò-
Gli sorrido e gli racconto la storia, non mi è riuscito nemmeno di omettere il dettaglio del "pigiama" di Nath.
-Fammi capire bene, tu hai visto Nathaniel mezzo nudo per ben due volte?- chiede.
-Già...- mormoro.
Poi gli sorrido e gli poso le mani sulle spalle.
-Ma, ho visto anche te mezzo nudo, quindi siete quasi pari- commento.
Lysandro arrossisce chiaramente, mi sorride in modo strano e inizia a togliersi la camicia e la giacca.
-Ecco, ora siamo pari- risponde.
Non posso fare a meno di guardarlo, ha ancora qualche livido ma questo lo rende ancora più ipnotizzante, il suo fisico, anche se non sembra, è possente e ben definito, ha le braccia muscolose e un addome piatto e scolpito, mi sento strana.
Non riesco a staccargli gli occhi di dosso anche se vorrei, la situazione sta diventando imbarazzante, o meglio, strana.
-Bè...S...Smettila di guardarmi così...Mi vergogno- mormora chiudendo gli occhi.
-Scusami...N...Non volevo- affermo.
Lui si volta e io riesco finalmente a distogliere lo sguardo, mi ha fatto piacere però rivedere il suo tatuaggio.
Lo vedo frugare nell'armadio con foga, poi estrae una camicia bianca con i volant, una giacca blu notte, un paio di jeans bianchi con annessa cintura blu e degli stivali neri.
-Però, che classe- commento.
-Dici? Ho paura di sembrare un pagliaccio- dice ridendo.
-Figurati, ti vesti sempre così, è il tuo stile...Non devi vergognartene-
-Non me ne vergogno, vorrei solo che tuo padre non mi prendesse per un pazzo- risponde.
-Non lo farà-
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Arriviamo a casa mia in largo anticipo, mio padre ancora lavora e mia madre è barricata in cucina, non appena sente la porta chiudersi piomba nella hall con una velocità disumana.
-Ciao caro, benvenuto a casa nostra- dice sorridendo.
Lysandro sorride e mi guarda con fare inquisitorio.
-Lei sa tutto- rispondo divertita.
-Oh, bene, salve signora, ho pensato di portarle un pensierino-
Lysandro tira fuori un'orchidea da una busta rossa, la pianta è avvolta nella carta trasparente ornata da un grazioso ed elegante fiocco verde smeraldo.
-Oh caro, ti ringrazio, sei così dolce- esclama mia madre dandogli un bacio sulla guancia.
Lys si irrigidisce, segno che è a disagio, decido di salvarlo.
-Mamma, noi andiamo di sopra- affermo.
-Tieni la porta aperta-
-Mamma!-
Lei scoppia a ridere e ritorna baldanzosa in cucina.
-Vieni- mormoro trascinando Lysandro per un polso.
Arriviamo in camera mia, stranamente in ordine, il suo sguardo si concentra sulla foto che è ancora sul mio comodino.
-Ce l'hai ancora...- mormora.
-Certo, sei così bello in quella foto- rispondo.
-Bello eh?- chiede divertito.
Non posso non arrossire in questo momento, riesco sempre a rendermi ridicola, il che è piuttosto divertente.
Decido di ignorarlo e mi avvicino al mio armadio cercando dei vestiti.
-Ti cambi anche tu?- mi chiede.
-Sì, vorrei mettere qualcosa di pulito- rispondo.
Cerco a lungo finché non trovo un paio di jeans a sigaretta bianchi, un maglioncino nero e delle converse dello stesso colore.
-Faccio la doccia, mi vesto e arrivo, siediti pure- gli dico correndo via.


Ci metto una ventina di minuti fra tutto, finalmente riesco a raggiungerlo, proprio in quel momento sentiamo la porta chiudersi al piano di sotto.
-Dev' essere tornato papà- dico nervosa.
-Ok...A...Allora andiamo a salutarlo...- mormora.
Non so dove sbattere la testa, stasera mio padre si renderà conto del fatto che sono fidanzata...Non so come reagirà ma ho intenzione di scoprirlo presto.
Io e Lys ci catapultiamo di sotto, mio padre è all'ingresso che parla con la mamma, le sorride sereno.
Addocchia Lys che scende le scale, gli rivolge un grande sorriso e gli dà una lieve pacca sulla spalla.
-Benvenuto giovanotto-
-Grazie signore- risponde Lys.
E' molto rigido, spero si sciolga in fretta.
-Papà...- non so come introdurre il discorso :-Io vorrei...Vorrei che sapessi che dovrai abituarti a vedere Lysandro in casa- mormoro.
Mio padre solleva un sopracciglio, è curioso di sapere che ho da dire ma, stranamente, questo non mi mette agitazione.
-Come mai?- chiede.
-Ecco, io e Lysandro stiamo insieme...Lui è il mio ragazzo papà...- affermo con convinzione.
Mio padre lo squadra da capo a piedi, i suoi occhi lo fulminano e la sua espressione si è indurita di colpo.
-Capisco- commenta secco.
Lysandro si avvicina a lui e china il capo in segno di rispetto, quando lo rialza si mette a parlare guardandolo dritto negli occhi :-Signore, capisco che la cosa potrebbe darle fastidio, in fondo lei non mi conosce affatto...Però, ci tengo a farle sapere che io non tratterei mai male sua figlia, lei mi piace molto- confessa.
Mio padre sospira e osserva mia madre con aria insicura, lei gli sorride caldamente.
-Sai giovanotto, per un padre è sempre difficile accettare il fatto che la sua bambina stia crescendo...Ma mi rendo conto che non posso impedirlo, e non voglio nemmeno-
Sorrido ampiamente, quando mio padre ragiona così è impossibile non adorarlo, mi avvicino di corsa e lo abbraccio forte :-Papà, io sono la tua bambina, solo che sono un po' cresciuta- sussurro.
Mio padre mi bacia la fronte e mi sento così bene e felice :-Ricordati solo chi è il primo uomo sulla tua lista- mormora.
-Ovvio, Johnny Depp- scherzo.
Sia Lysandro che mio padre mi guardano stizziti, mia madre mi prende per mano e mi trascina in cucina ridendo insieme a me.
Si preannuncia una serata deliziosa!
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La cena termina bene, mio padre e Lys sono stati tutto il tempo a parlare di arte, musica, letteratura e teatro, si sono confrontati sulle loro idee politiche ed hanno persino parlato di moto e di vestiti.
Mia madre ha voluto sapere tutto della sua famiglia, tristemente Lysandro ha raccontato anche di suo padre, così mio padre ha condiviso con lui l'aneddoto della storia della morte di suo padre, mio nonno, che io non ho mai conosciuto.
Mentre parlavamo tutti insieme non potevo fare a meno di sentirmi felice, è come se mi fossi tolta un gran peso dallo stomaco, finalmente non devo più agitarmi per nascondere la mia relazione, vorrei solo aver capito prima che non dovevo stressarmi così per una cosa tanto naturale.
Non so dire di che cosa avessi timore esattamente, so solo che questa paura ormai è svanita, o forse non c'è mai stata realmente.
Mi sento libera di poter vivere la mia storia alla luce del sole, la cosa mi rende felicissima anche se al liceo un po' mi imbarazzo.
Eppure, averlo qui in casa sembra così naturale che ho smesso anche di innervosirmi, devo ammettere che ho reagito in modo infantile ma sono pronta a riscattarmi con lui, a fargli capire quanto mi piace e quanto sono contenta di averlo nella mia vita.
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Il liceo non mi è mai parso bello come oggi, finalmente tutti sanno tutto e non devo più nascondere la verità nemmeno ai miei amici.
-Buongiorno, come è andata la cena?- chiede Rosa.
Le sorrido caldamente :-Che tu ci creda o no è stata un successone- commento.
-Racconta- esclama lei.
-Aspettiamo Alex e vi racconto tutto- rispondo divertita.
Nel frattempo entriamo in classe, riponiamo i libri negli armadietti e ci rechiamo a lezione di arte, non vedo l'ora di prendere il pennello in mano e iniziare a dipingere.
Ho un sacco di emozioni da riversare in un foglio bianco, spero che sia una lezione interessante, anche se, dato il professore, sono certa che lo sarà.
-Emozionata per la lezione di arte?- chiede Lysandro comparendo alle mie spalle.
Mi volto e gli sorrido.
-Sì, non vedo l'ora di iniziare- rispondo con entusiasmo.
-Sinceramente anche io- commenta lui.
Rimaniamo a guardarci per un attimo, un attimo che vorrei fosse eterno, ma per nostra sfortuna esiste Rosalya.
-Che carini che siete! Così dolciiiii!- esclama con enfasi.
-Rosalya ti prego- borbotta lui, è così rosso, è davvero adorabile!
-Oh andiamo! Siete una coppia così tenera!- esclama lei.
-Rosa, davvero basta adesso, per favore...- mormora lui.
Ora il suo viso è di un vivido color cremisi, mi viene da ridere ma decido di trattenermi, in fondo questo tipo di commenti imbarazzano molto anche me.
Improvvisamente, entra l'insegnante, ci ordina di sederci con tono di voce pacato, ognuno corre al suo posto, vorrei sedermi accanto a Lysandro ma per ora mi accontento di Rosa.
Pierrick si siede sulla scrivania a gambe incrociate, è davvero un insegnante informale!
-Oggi vorrei che rappresentaste l'amore in un disegno- dice sorridendo.
Io e Lysandro non possiamo evitare di scambiarci uno sguardo complice, tutta la classe ci fissa.
Pierrick ci sorride in modo enigmatico :-Mi pare di capire che per alcuni di voi non sarà affatto difficile- commenta.
Scoppiamo tutti a ridere.
So bene cosa disegnare, senza riflettere inizio a tracciare i contorni del taccuino di Lys.
Noto che Rosa sta disegnando Leigh, non riesco a trattenere un sorriso divertito.
-Quando avrete finito spiegherete il vostro disegno alla classe- comunica il prof.
Sarà imbarazzante, e io che speravo di potermela cavare facilmente!


Rosa finisce per prima, ovviamente non c'è molto da spiegare del suo disegno.
Il secondo ad alzarsi e spiegare è Lysandro, lui ha disegnato degli occhi verdi, i miei occhi verdi, in circostanze normali gli sarei saltata al collo senza pensarci, ora rimango inchiodata alla sedia.
-Interessante- commenta il professore :-Dicci, come mai questi occhi sono il simbolo dell'amore per te?- chiede.
Lysandro diventa rosso come sempre quando deve parlare dei fatti suoi :-E...Ecco, perché quando li guardo non vedo altro che questo, amore...- risponde.
Un "awwwwww" si innalza nella classe.
-Signorina, vorrebbe alzarsi anche lei e mostrarci il suo operato?- chiede Pierrick prendendomi per mano e facendomi alzare.
Mi posiziono accanto a Lys, il quale si erge rigido vicino a me.
Mostro il disegno del taccuino.
-Prego?- chiede il prof confuso.
Sorrido.
-Per me l'amore è saper accogliere le stranezze dell'altro senza giudicarlo, se non fosse stato per questo taccuino forse io non avrei mai capito che cosa significhi amare qualcuno al punto di pensare a lui prima che a se stessi...- rispondo decisa.
Ricevo un piccolo applauso da parte di alcuni alunni, Lys mi guarda estasiato e Pierrick mi sorride comprensivo.
-Bene, avanti il prossimo- dice spedendoci a posto.
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E chi l'avrebbe mai detto? Ho finalmente capito che cos'è l'amore...Bè, almeno che cos'è per me.
Non vedo l'ora di scoprire come andrà avanti per me da qui in poi.

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