Alpha Academy (adattamento dolce flirt)

di Hikari29
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** 2. Occhi freddi come il ghiaccio ***
Capitolo 3: *** 3. Ecco a voi Ambra! ***
Capitolo 4: *** 4. Socialità ***
Capitolo 5: *** 5. Presentazioni ***
Capitolo 6: *** Prove da superare - 1° parte ***
Capitolo 7: *** Prove da superare - 2° parte ***
Capitolo 8: *** Sorprese ***
Capitolo 9: *** L'unione fa la forza ***
Capitolo 10: *** Il passato di Castiel - 1° parte ***
Capitolo 11: *** Il passato di Castiel - 2° parte ***
Capitolo 12: *** Amore? ***
Capitolo 13: *** Capitolo extra : nel cuore di Lysandro ***
Capitolo 14: *** Sensi di colpa ***
Capitolo 15: *** avviso: rieccomiii ***
Capitolo 16: *** Tutto è bene...ciò che finisce bene ***
Capitolo 17: *** Il tuo sorriso ***
Capitolo 18: *** La mia forza ***
Capitolo 19: *** Cuori limpidi ***
Capitolo 20: *** Fulmine a ciel sereno ***
Capitolo 21: *** Conoscere sè stessi ***
Capitolo 22: *** Colpiti da una scarica elettrica ***
Capitolo 23: *** Concentrati ***
Capitolo 24: *** Paura del vuoto ***
Capitolo 25: *** Scontro ***
Capitolo 26: *** Fase finale ***



Capitolo 1
*** 1. Nuovo inizio ***


CAPITOLO 1: "NUOVO INIZIO"

 

La Alpha Academy.
Chi l' avrebbe mai detto che una come me avrebbe frequentato una scuola come quella (?).
All' inizio non volevo neanche andarci, troppa gente. Ma,  poi... 

Ehi !
Aspettate, sto parlando troppo. 
E non mi sono ancora presentata .
Il mio nome è Eri Kitamura, ho 16 anni e vengo da Aqua.
Il mio Alph è, un po' banalmente, il controllo dell' acqua.


Cos'è un Alph? Un'abilità speciale, data alla nascita.
Sia chiaro: tale abilità deriva più dalla propria terra d'origine che dai poteri dei propri genitori. Anche se, effettivamente, le due cose dovrebbero essere collegate. Tra gli abitanti del mio popolo, ad esempio, era proibito avere una relazione di qualunque tipo con una persona estranea alla nostra terra. Ma, ora, le cose sono cambiate.
Adesso, andiamo a noi.

L' Alpha Academy è un'accademia specializzata ad addestrare e istruire i migliori allievi delle scuole di tutte le regioni. E, quando dico i migliori, intendo dire che la nostra è una scuola poco numerosa, difatti, sia le medie inferiori che le superiori hanno solo tre classi.  Ed hanno entrambe una sola sezione: la A.
Ma proviamo ad essere un po' più generici.

Visto che il nostro  mondo un po' troppo diverso dal vostro, proverò a  farvelo conoscere.
Usate un po' d'immaginazione.


Immaginate un mondo interamente fatto d'acqua. Familiare, eh? Ma troppo piccolo per essere visto da un satellite.

E, date le dimensioni, non parliamo di continenti, ma di  semplici isolette da noi chiamate "regioni", tra l'altro neanche tanto distanti tra loro. 
In ordine alfabetico abbiamo :

Alpha. 
La regione principale. La più grande delle isole.
È collegata alle altre terre grazie a particolari e maestosi ponti, i quali appaiono soltanto all' inizio e alla fine di ogni anno scolastico. 
Qui sorge l' Alpha Academy.

Alternative.
Probabilmente la regione con più abitanti in assoluto, i cui poteri variano dal teletrasporto al controllo atmosferico. 

Aira.
 L' unica terra fluttuante.
I suoi abitanti sono tutti in grado di volare e, per qualche strana ragione, tutti loro hanno la pelle pallida e fredda come il ghiaccio ma, allo stesso tempo, così setosa e perfetta da far invidia.

Aqua.
Come sapete, è il luogo da cui provengo.
Non è esattamente un' isola. È più che altro un enorme blocco di ghiaccio, dove la temperatura non va mai al di sopra dei 10° sottozero. Ma questo non è affatto un problema: il nostro corpo è abituato alle basse temperature e, se proprio volete saperlo, anche noi abbiamo una carnagione chiara.

Psycke.
 È un luogo stravagante, tanto quanto i suoi abitanti: delle persone veramente fantastiche. E non mi riferisco soltanto alla loro personalità. Anche i loro poteri, infatti, sono qualcosa di incredibile: dalla telecinesi al controllo della mente, ogni loro capacità è unica nel suo genere, banale o particolare che sia.

Pyros .
L' isola del fuoco.
È l' esatto opposto di Aqua. Le temperature infatti, sono talmente alte da non essere mai al di sotto dei 46° C. 
L' unico punto che le due regioni hanno in comune è il fatto di non essere composte da terra, bensì, nel caso di Pyros, da lava.
Esiste infatti un enorme vulcano sull' isola, ed è proprio lui che le ha dato vita, anche se nel giro di milioni di anni, chiaro.

Tera.
Un'isola fertile e accogliente, che prende energia dal maestoso albero situato esattamente al suo centro. 
È l' unica regione con un clima perennemente mite, il ché è favorevole per l' agricoltura. Tutti gli abitanti contribuiscono, soprattutto i più giovani, che rendono più facile la vita agli anziani dell' isola, occupandosi dei lavori più duri.

 

C'è anche un' ultima isola, in realtà. Ma, forse non dovrei dirvelo.

Le hanno affibbiato il nome di Yamiria ( da "Yami" : oscuro ) e, presto, scoprirete da soli il motivo. Io ho già parlato troppo.
L' unica cosa che posso dirvi è che nessun abitante delle altre regioni ha mai avuto contatti con quel popolo, o quasi.
Si tratta di un'isola indipendente, dove è presente un'altra Accademia: la Beta Academy. 

Date le informazioni generali, penso sia il momento di scoprire qualcosa in più sul mio conto. Ma, per raccontare una storia, bisogna partire dal principio. Quindi, comincerò  dal mio arrivo... all' Alpha Academy...

 

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Capitolo 2
*** 2. Occhi freddi come il ghiaccio ***


_Casa Kitamura. 13 Aprile 2xXx . 7:30 am_

 

E' sempre...la stessa storia.

"Ehi, mamma!"

Una piccola me. Felice.

"Giochiamo insieme?"

Quando ancora ero in grado di esserlo.

"Mamma..."

Ma non tutto va come vorresti.

"...perché non ti svegli?"

Me lo ripeto sempre.

"Sta' tranquilla, piccina..."

Con quella voce inquietante che ancora riempie le mie notti.

"Che ne dici...di venire con me?"

Svegliati! 

 

CAPITOLO 2: "OCCHI FREDDI COME IL GHIACCIO"

 

Apro lentamente gli occhi per abituarmi alla luce del sole, che entra nella mia stanza attraverso la finestra.
Nonostante sia filtrato dalla tenda, il raggio mi raggiunge con abbastanza intensità da svegliarmi quasi del tutto.

Sento ancora la schiena leggermente intorpidita e capisco che, probabilmente, questa notte il mio sonno è stato più agitato del solito.

Pian piano, mi alzo dal letto e raggiungo la mia finestra che, fortunatamente, è poco distante.
Apro la tenda e mi preparo a ricevere il freddo direttamente sulla mia pelle: anche se siamo ad Aprile, qui ad Aqua, le temperature sono perennemente basse e il sole non basta a scaldarsi, purtroppo. 

Dopo aver ispirato profondamente l' aria fredda che mi accarezza il viso, decido di andare verso la porta scorrevole, per raggiungere la persona che mi sta aspettando in soggiorno per fare colazione.

<< BUONGIORNO, TESORO! >
Investe i miei timpani con la sua voce assordante.

<< Buongiorno, zia. >> 
Rispondo semplicemente. 
Sono troppo assonnata per aggiungere altro. 

Ho appena poggiato i piedi sul parquet e già mi manca il tepore della moquette. 
Non è una grande idea girare in casa scalza. 
Questa volta, devo ammettere che zia Agatha ha ragione.

Già...

Scommetto che vi aspettavate che, ad aspettarmi per la colazione, ci fosse mia madre. 
Ma non è così. 
Purtroppo, lei non potrà mai più preparare qualcosa per me.
Questo perché i miei genitori sono morti da ben 8 anni ormai.

È strano come il tempo passi così velocemente. Ma, adesso non voglio pensare ai brutti momenti della mia infanzia. 
Io ho già superato in parte cos'è successo, soprattutto grazie a mia zia, alla quale sarò eternamente grata. 
Lei ha rinunciato a tanto per me.
Dopo la morte di sua sorella, io, la sua nipotina, sono rimasta da sola e lei ha deciso di lasciare Aira per trasferirsi qui, a prendersi cura di me. 
È una specie di fata, ma per me è prima di tutto un Angelo: solo una creatura celestiale avrebbe avuto la pazienza di sopportare una come me per tutto questo tempo.

Metto da parte i miei pensieri e finisco il mio pasto.

Ho appena indossato la divisa, quando mi accorgo che i miei capelli sono un disastro. 
Li spazzolo velocemente e, soddisfatta, esco di casa .

<< ERI, ASPETTA, È ANCORA PRESTO! IL PONTE NON È ANCORA APPARSO! >> 
Ignoro le urla di mia zia e mi avvicino alla costa pur sapendo che ha ragione. Ma, dopotutto, chi ha bisogno di un ponte quando si può camminare direttamente sull' acqua?

 Decido di non mettermi fretta e, passo passo, mi avvicino sempre di più alla mia meta.

 Con lo sguardo riesco già ad intravedere l'enorme edificio, mentre alcune gocce d'acqua bagnano la mia pelle e, senza rendermene conto, ho già toccato terra. 

Avevo ragione: qui il clima è completamente diverso. Se avessi indossato qualcosa di più pesante, mi sarei sicuramente sciolta.

E ancora non mi sembra vero.
Sono proprio qui, alla Alpha Academy.
Mi sembra un sogno...

Già, un incubo.

Tutti qui sembrano conoscersi. 
Sono così amichevoli l' uno con l' altro, come se fare amicizia fosse la cosa più semplice del mondo.

Non ho voglia di perdere tempo con qualcuno che non conosco, quindi mi dirigo subito su una delle panchine poste al lato destro dell' edificio: sono le cose più accoglienti che abbia visto oggi.

Mi siedo tranquilla e comincio a godermi il canto degli uccelli, annidati in uno degli alberi di fronte a me.
All' improvviso però, mi accorgo di una presenza alle mie spalle e, automaticamente, mi volto per capire di chi si tratti.

<< Ehi, tu. >>


Mi trovo di fronte un ragazzo dalla chioma rossa e l' abbigliamento vistosamente trasgressivo. 
Due o tre dei primi bottoni della sua camicia sono belli che andati. La stessa camicia mostra la sua noncuranza: non è stirata e si trova fuori dai pantaloni. Manca persino la cravatta all'appello, ma c'era da aspettarselo. A compenso di tale mancanza, c'è invece una strana catena legata ad alcuni passanti dei pantaloni.

<< Forse non lo sai, ma questo posto è riservato a me. Su, alzati. Non vorrai fare tardi.  >> 
A dispetto delle parole, il suo tono è intimidatorio.

Io, invece, da ragazza calma quale sono, sento per la prima volta che questo tipo mi da sui nervi e, senza rendermene conto, mi alzo di scatto, guardandolo intensamente negli occhi.

<< Altrimenti? >>

 Mi accorgo solo adesso del colore dei suoi occhi: è un grigio stranamente affascinante e particolare, dalle varie sfumature. 
Ma non mi faccio incantare dal suo sguardo, piuttosto continuo a fissarlo finché non cambia espressione.

<< Sei interessante, ragazzina>> Mi dice quasi sorpreso.

Mi ha dato della ragazzina? 
Sorvolo e mi avvio verso l' entrata senza degnarlo di uno sguardo.

CASTIEL'S  P.O.V.

Una sola parola. Eppure, sembrava già in grado di tenermi testa. Sono sorpreso.

<< Io sono Castiel! >> 
Le dico impulsivamente prima che sparisca dalla mia vista.

<< Scusa, ma credo proprio di dover andarenon vorrei fare tardi. >

Ok, me lo sono meritato.
Ma un po' mi ha sorpreso.
L' avevo detto che quella ragazzina è interessante.

 

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Capitolo 3
*** 3. Ecco a voi Ambra! ***


Mi trovo proprio sulla soglia della porta: non sono mai stata così titubante.
Ho un lieve capogiro, ma chiudo gli occhi per riprendermi e decidermi, finalmente, ad entrare.

Subito, il primo passo mi costringe a ritirarmi immediatamente, a causa di un fastidio all' interno della mia scarpa destra. 
Credo sia un sasso, ma non ho di certo il tempo per controllare.

Ritorno in me e proseguo a passo deciso verso gli armadietti, l' unica cosa che la mia mente è riuscita a mettere a fuoco.

Dopo aver fatto finta di prendere qualcosa da quello spazio ristretto, recupero la mia cartella e comincio a guardarmi intorno.

Le pareti sono tinte unicamente di uno strano rosa pastello, a dir poco inappropriato ad un'accademia del genere.
I corridoi sono davvero immensi, così tanto da perdersi. 
Fortuna che conosco già la mia meta: primo piano, classe II A.

 

CAPITOLO 3: "ECCO A VOI AMBRA!"

 

Decido di optare per il corridoio alla mia destra, male che vada tornerò indietro.
Quanto potrà mai essere difficile trovare delle scale ?

Peccato che oggi sembra essere la mia giornata sfortunata.

Sto quasi per arrendermi e tornare indietro, quando sento delle risate provenienti dalle mie spalle. 
Le ignoro e decido di continuare il mio percorso alla cieca, ma vengo bloccata dalla voce di una delle tre ragazze che, a questo punto, mi hanno già superata con il loro passo veloce.

<< Che fortuna essere in classe insieme, Lee. Farò sicuramente scintille! E poi, ho sentito dire che il primo piano è pieno di ragazzi carini. >>

Non m'importa che loro siano in classe insieme, né di certo dei loro scopi - qualunque essi siano - e nemmeno della vocina stridula della biondina che ha appena parlato.
Quel che so è che la scelta migliore è seguirle, a meno che io non voglia arrivare in ritardo.

Aspetto che tra me e loro si crei una distanza di un paio di metri, poi comincio a seguirle, finché mi ritrovo anch'io ai piedi delle scale.

Dovrei ringraziarle.
No, non direi. Non è nel mio stile.

Faccio appena in tempo a poggiare il piede sul primo gradino, quando la voce dell'oca giunge di nuovo alle mie orecchie:
<< Ehi, tu! Cos'è, ci stai seguendo? >> 
Ha un'espressione che definire arrogante è dir poco.

<< E-ehi, guarda che sta parlando con te! >> Interviene la sua amica dai capelli neri.

Non sono mica sorda, le ho sentite eccome! Ma non rispondo appositamente a nessuna delle due: non ne vale la pena.
Piuttosto, continuo a fissarle con impassibilità.

Vedo il viso di entrambe corrucciarsi. Sono quasi divertenti.
La capogruppo, non contenta, si avvia verso di me infuriata.

<< Smettila di guardarmi in quel modo e rispondi quando ti parlo! >> Mi ordina afferrando il mio polso sinistro.

Lo lascia un secondo dopo indietreggiando. 
<< Ma-ma sei gelida! Sembri un blocco di ghiaccio... >>

Continuo a fissarla e vedo i suoi occhi quasi terrorizzati dalla paura. E pensare che non sto facendo nulla.

<< Ti ho detto di smetterla! Chi ti credi di essere ?! Non sai chi hai di fronte. >> 
E, sentiamo, con chi avrei il piacere di parlare?

<< H-hai l' onore di avere davanti a te Suzuki Ambra, la ragazza più bella e popolare della scuola. >> Interviene ancora la sua amica dal tono intimorito. 
Che sia solo una povera ingenua che obbedisce agli ordini di quella là? 
Non potrebbe anche lei starsene buona buona come l' altra ragazza con la coda di cavallo? 
Non capisco proprio cosa ci faccia insieme a queste due. Anche se, pensandoci, potrebbe essere solo un caso che lei sia qui.
Finora, le sue uniche mosse sono state appoggiarsi alla parete e scorgere lo sguardo fuori dalla finestra.

<< Ti ringrazio Lee, posso continuare da sola. >> 
Sento solo io una nota di sarcasmo nelle sue parole?

<< Io non sono soltanto la più bella e la più popolare. Purtroppo per te, sono anche una grande amica della preside. Dopotutto il mio è un Alph quasi indispensabile al futuro della scuola. E sai, non vorrei mai che tu finissi in qualche guaio. >> Ride.

<< Il mio dono è la percezione del futuro. E, sentiamo, qual è il tuo invece? >>

Ne ho abbastanza.

<< Sai. Il mio, invece, è "un'Alph quasi indispensabile" in situazioni come questa. >>

Comincio ad utilizzare il calore delle mie mani per renderle umide, poi le prime goccioline d'acqua si concretizzano e fluttuano sul mio palmo sotto forma di una sfera. 

Lei ancora osserva e, poco dopo, spalanca leggermente gli occhi dorati infuriata.

<< Andiamo via. >> Si ritira .

<< A-arrivo. >>

Finalmente sono andate via, lasciandomi in pace. 
Sono state più fastidiose del sassolino che è rimasto dentro la mia scarpa.

Ed ora...si parte.

 

 

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Capitolo 4
*** 4. Socialità ***


Eccomi arrivata davanti alla porta della mia nuova classe: 2A.

Mi preparo mentalmente a ricevere le occhiate di tutti i curiosi ma, entrando, mi accorgo di essere veramente in anticipo.

CAPITOLO 4: "SOCIALITÀ" 

 

La classe sarebbe completamente vuota se non fosse per me e un'altra ragazza. 
È seduta al lato sinistro della classe, proprio accanto alla finestra.
Credo che abbia scelto quel posto per ricevere la luce necessaria a poter disegnare, perché è proprio quello che sta facendo da quando sono entrata.
Sembra simpatica - sicuramente molto di più della biondina di poco fa - così decido di avvicinarmi.

Di solito non sono molto socievole, ma non credo sia una buona idea restare in silenzio come sempre.

Giunta vicino al suo banco, provoco involontariamente un leggero rumore, urtando la sedia accanto a me. 
Rimango sorpresa vedendola sobbalzare di colpo; non credevo potesse spaventarsi così.

Il suo volto è cambiato completamente: fino a poco fa, il suo sguardo era così allegro da farla sembrare completamente immersa in un mondo tutto suo, attenta com'era a disegnare sul suo enorme blocco. Adesso, invece, i suoi occhi lilla sono quasi impauriti.

<< Scusami, non volevo spaventarti. >> Le dico sperando che mi risponda. 
Sembra così timida.

<< N-no io...s-scusami tu! >>
Mentre parla le sue guance si imporporano.

Le vedo nascondere il volto dietro i capelli violacei e, subito, mi rendo conto del silenzio imbarazzante che si è creato.
Ad un tratto, volto lo sguardo verso il suo album e rimango a bocca aperta: sta raffigurando il paesaggio visto dalla finestra in maniera impeccabile. Sembra tutto così realistico: dagli alberi vicini alle coste in lontananza, ogni elemento completa l' armonia di quella splendida opera.

<< Meraviglioso... >> 
È l' unica parola che riesco a pronunciare.

Mi viene da sorridere. Se solo sapessi farlo...

<< G-grazie mille. >> 
Le sue guance sono possibilmente ancora più rosse di prima.

Sono così attenta ad ispezionare il suo volto, da essermi dimenticata qualcosa.

"Presentati !"
Si, esatto.

<< Io sono Eri Kitamura>> 
Dico, tendendo la mia mano destra verso di lei .

<< I-il mio nome è V-Violet, Violet Honzo. È un piacere fare la tua conoscenza! >
Si alza di colpo per poi inchinarsi in modo impacciato .

Parlando, non mi sono nemmeno accorta che la classe ha cominciato a riempirsi.
Saluto la mia compagna e mi dirigo verso il mio posto.

Mi accorgo soltanto adesso, guardando la lavagna, che tutti i posti sono già stati assegnati .

Ultimo banco della seconda fila a partire da destra.
È un peccato non essere vicina a Honzo-san.

Mi siedo guardandomi intorno, scrutando tutte quelle facce nuove, ma me pento subito dopo, trovando ben due volti a me familiari.
Non è possibile...

 

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Capitolo 5
*** 5. Presentazioni ***


Sono ancora spiazzata da ciò che i miei occhi hanno appena visto.

Non immaginavo minimamente di poter ritrovare proprio loro due nella mia stessa classe.

Ma tu guarda la fortuna!

È strano vedere quell'ochetta senza quel suo sorrisetto irritante: era sicuramente dovuto alla presenza dei suoi due cani da compagnia, che si trovano in due dei primi banchi.

Per quanto riguarda la presenza del rosso, invece, credo che ci farò l' abitudine. L'importante è che non mi provochi.

CAPITOLO 5: "PRESENTAZIONI"

 

Mi giro scrutando le persone intorno a me, notando qualche soggetto interessante.
Mi accorgo che il professore -che non saprei dire quando sia arrivato- ha cominciato a chiedere le presentazioni, solo quando una ragazza interrompe i miei pensieri con la sua voce potente:

<< MI RIFIUTO! SONO STANCA DI PERDERE TEMPO E  PARLARE A VANVERA IO! >> 
Si è alzata così prepotentemente da far cadere la sua stessa sedia.

Però, che caratterino. Ma non ha tutti i torti.

A giudicare dal suo aspetto, sembra potente. Il suo Alph deve essere interessante.

I capelli neri le incorniciano il volto abbronzato, il tutto completato dallo sguardo truce con il quale osserva l' insegnante, in attesa di un rimprovero che, a giudicare dal suo aspetto intimorito, non credo arriverà.

<< S-signorina, non le permetto di rispondermi a tono! >> 
Dice, cercando di sembrare il più autoritario possibile.

<< Mi dispiace, ma questo è il mio normale tono di voce. Dovrebbe già conoscere il mio nome e nessuno di noi è costretto a presentarsi. >>

Noto qualcuno cercare di nascondere un sorriso divertito, mentre il professore, in modo alquanto impacciato, scorre frettolosamente l'indice su quello che dovrebbe essere un registro digitale: sicuramente alla ricerca del nome della ragazza in questione.

<< B-bene: Watanabe Kim. S-signorina Watanabe, v-vuole per caso far visita alla direttrice? >
Più parla e meno riesco a prenderlo sul serio.
Davvero pensa di essere credibile come insegnante arrabbiato?

Nonostante tutto però, il suo misero tentativo sembra aver dato qualche frutto. La ragazza infatti, decide di sedersi, seppur con un espressione contrariata e mugugnando una frase alquanto vaga:

<< Più che altro non mi va di rivedere quel cane pulcioso. >>

Il professore sembra non sentirla e comincia la lezione.

A quanto pare, ha deciso di mettere da parte il resto delle presentazioni. Meglio così: io sarei stata tra i primi, in quanto nuovi arrivati.

Scrive il suo nome alla lavagna: "professor Faraize", eh?
Ci spiega poi di essere un insegnante di arti curative. 
Ovvio!

La prima ora passa il fretta e, in men che non si dica, ci trasferiamo da un'aula a un'altra.

Più che un' aula sembra una grotta: è tutto buio e sembra di essere circondati da pareti di rocce.
Ad un tratto però, si sente un click e l' ambiente si illumina, rivelando un'ampia classe completamente bianca.

<< Ben arrivati. >>

La voce, proveniente dall'altro lato della stanza, appartiene a una donna sui 40, dalla bassa statura e la voce penetrante.
Riesco a notare qualche capello bianco in mezzo alla capigliatura castana e i suoi occhi sono scuri. 
Si avvicina a noi nel suo camice bianco, scrutando tutti con cura.

<< Io sono la professoressa Delanay, l' insegnante di arti magiche. >>

La sua voce che rimbomba nell'aula vuota incute ancora più timore e vedo già Violet nascondersi dietro una ragazza dai capelli ramati.

<< Come avrete già capito, si tratta di una stanza di simulazione, che vi aiuterà a dimostrarmi la capacità di controllo che avete sul vostro Alph. Detto questo: tutti in riga! Chiamerò ognuno di voi in ordine alfabetico. >> 

Bene, almeno non sarò la prima.

<< Prima di cominciare, ragazzi. Volevo dirvi solo una cosa. >>

E, dopo aver assunto un'aria quasi inquietante, afferma:
<< Preparatevi...al peggio...>>

 

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Capitolo 6
*** Prove da superare - 1° parte ***


- Aula di combattimento -

<< Sei un idiota se pensi di battermi! >> Dico aggressiva.
<< Ti dai parecchie arie per essere una principiante >> Risponde il rosso con la sua risata irritante.
<< Sei un illuso ! >>
Con un balzo all' indietro, mi allontano. Anche lui fa lo stesso e ci prepariamo alla carica.
Poi...
Un boato.

Una luce ci avvolge e le nostre potenti energie si mescolano.

Volete sapere come siamo arrivati a questo punto? Meglio partire dall'inizio.

                                                                                                                    ***                  

- Aula di simulazione -

<< Tutti in riga! Mostratemi quello che sapete fare. Non voglio scansafatiche nella mia classe ! >> Esclama la Delenay. Tiene d'occhio sia noi che il registro, pronta a chiamare il primo alunno come fosse qualcuno da sacrificare.
<< Akashi Iris, è lei la prima >> dice smanettando alcune leve di controllo .
Si fa avanti una ragazza dai capelli tendenti all' arancio e vivaci occhi verde acqua, la stessa dietro cui Violet si nascondeva poco fa.
Si sente un click e, in un attimo, ci ritroviamo in una stanza dalle pareti di metallo.
Da una parte noi alunni, dall'altra la professoressa, mentre al centro si trova Iris, imprigionata in una gabbia di legno.
Sono quasi stupita, ma soprattutto confusa.
A chiarirmi le idee, è un ragazzo molto più alto di me, dai capelli argentei e gli occhi etero cromatici.
<< È una prova di fusione >> mi dice impassibile, senza guardarmi negli occhi . << Il suo Alph è il fuoco >> conclude.
Ah, ecco. Ora si spiega tutto: sono curiosa.
<< Proceda >> dice l' insegnante.
Vedo il volto della ragazza con un'espressione incerta, quasi... dispiciuta ( ? )
Così, in un attimo, assisto a una trasformazione del tutto inaspettata di Iris :
I suoi capelli si infuocano, proprio come le mani e i simboli apparsi sulla sua pelle. La sua divisa si bruciacchia, riducendosi a una tenuta corta e scollata.
Adesso, il suo sguardo è diverso. Più combattivo.
Stringe i pugni e, subito, comincia a scagliare decine e decine di sfere di fuoco contro ciò che la imprigiona che, a quanto pare, non vuole cedere alla ferocia delle fiamme.
<< Mi delude signorina, quello non è semplice legno. Cosa pensa di fare con quelle misere sferette? >> Chiarisce la Delenay .
Ed ecco che risento la fastidiosa risata della Barbie ossigenata.
Iris, o meglio, il suo alter-ego, abbassa lo sguardo, ma lo rialza poco dopo, cominciando a ridere sgraziatamente, in modo quasi perfido.
La temperatura si alza all' improvviso e noto alcuni ragazzi intenti ad asciugarsi qualche goccia di sudore. Capiamo tutti che la colpa è della ragazza sotto esame, ma nessuno fa in tempo a parlare, perché il calore aumenta e si sente un boato.
La ragazza ha appena provocato un enorme fiamma, che investe per intero la gabbia intorno a lei: sembra un vulcano in eruzione.
I miei occhi sono ormai socchiusi, ma riesco comunque a notare che le fiamme di Iris stanno cominciando a corrodere il metallo della stanza.
<< Ahia! >> É un ragazzo dai capelli neri a parlare, massaggiandosi il sedere. I suoi occhi azzurri sono spalancati.
<< Ti avevo detto che avrebbe potuto surriscaldarsi, idiota. >> Lo rimprovera quello che sembra essere il fratello gemello.
Con un altro click, la Delenay riporta la stanza allo stato originale e, avanzando fino a raggiungere Iris, la riporta alla normalità con uno schiocco delle dita.
<< Bene, signorina Akashi. Alph potente, ma enorme difficoltà di controllo delle fiamme...e della sua doppia personalità. >> Prende appunti, sollevando, solo alla fine, lo sguardo dal registro.
<< Può andare >>
Iris torna tra noi, un po' confusa e con la divisa ancora bruciacchiata, affermando : "devo procurarmi una divisa a prova di fuoco ".
La professoressa non perde tempo e, con la sua voce dal tono autoritario, dice :
<< Si faccia pure avanti...Fukawa Rosalya.>>


~ Note d' autrice ~

Ma ciaooooo!!!Quanto tempo è passato..(troppo direi)
Come al solito,mi dispiace tantissimo ,ma ho avuto troppo da fare (vergognati! ).
Questa volta non prometto niente...potrei aggiornare domani stesso, oppure tra 2 mesi,non si sá. Ciò che mi interessa è solo andare avanti con la storia,coinvolgendovi e magari un giorno chissà diventare un' autrice di tutto rispetto (Illusa! )...
Ma ora,lasciamo da parte le mie inutili riflessioni e passiamo alla storia. Dunque...come al solito ho voluto dedicare descrizioni dettagliate alla scena in questione...ormai dovrete farci l' abitudine,non posso farci niente.
In questo quarto capitolo, come avrete capito ,sono comparsi : Iris, Lysandro,Armin ,Alexy e...Rosalya! Esatto ,sarà lei la prossima .
Piccolo appunto: vi va bene l' utilizzo di cognomi giapponesi? Siete d'accordo con le mie scene dettagliate, o volete che la storia sia più sbrigativa? Siete curiosi della prova che dovrà affrontare Rosa? Ma soprattutto...cosa ve ne pare della storia?
Si accetta tutto...complimenti, critiche e chi più ne ha,più ne metta! Quindi, recensite...sempre se vi va ovviamente.
Al prossimo capitolo.
Un bacio,
Hikari.


[ CAPITOLO REVISIONATO ]

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Capitolo 7
*** Prove da superare - 2° parte ***


<< Aiuuuutoo >> urla gran parte del gruppo in coro .
La tempesta scatenata da Rosalya ci travolge così violentemente da scagliare i più deboli direttamente contro la parete.

Solo pochi minuti fa era tutto regolare, adesso la classe è stata stravolta ,assumendo le sembianze di una parte di cielo , come se il pavimento sotto i nostri piedi non esistesse .

Un ennesimo click riporta la stanza alla normalità, il tagliente vento si ferma , Rosalya riporta i suoi piedi a toccare per terra e i suoi occhi ,che un attimo prima erano paragonabili a due lenti bianche ,tornano finalmente dorati e lucenti .
Con il consenso della professoressa, torna in mezzo al gruppo come se nulla fosse.
La Delenay non perde tempo ,e subito torna a chiamare gli allievi prossimi al test.
Viene annunciata Violet ,forse la più terrorizzata tra noi dal sostenere la prova .
Nonostante la timidezza iniziale ,scruta attentamente il paesaggio attorno a lei ,un bosco talmente fitto da far paura.
Deve averlo pensato anche lei ,infatti sfodera i suoi poteri diventando invisibile ...molto adatto direi .
La professoressa la localizza ugualmente, sorprendendo tutti noi .
Violet si mostra intimorita, ma l' insegnante la rassicura commentando le sue abilità come ben controllate ,ma perfezionabili.
È il turno di una certa "Karla Keizo " .
Si sente un << Permesso >> e, cercando di farsi strada tra un gruppo di ragazzi ,si fa avanti una ragazzina dalla bassa statura ,che scopro ,dai commenti di alcuni,essere di un anno più giovane di noi altri.
Si avvicina al centro dell' aula sbuffando e passando una mano nei capelli castani ,aggiustandosi il cerchietto. Il suo volto imbronciato esalta i suoi enormi occhi verdi , che non mostrano nemmeno un filo di interesse quando la Delenay le chiede di far crescere le piante intorno a lei .
Poi il suo sguardo si attizza ,così come le sue orecchie che scorgono il commento sarcastico di un ragazzo dai capelli neri :
<< visto che il suo Alph è la crescita, potrebbe fare qualcosa per l'altezza! >> dice ridendo sguaiatamente.
Le sue iridi si illuminano dandole un' aria furba e, all' improvviso ,vediamo una pianta crescere smisuratamente, mentre il ragazzo si ritrova appeso per i piedi ad uno dei rampicanti.
La risata della ragazzina mi fa capire che si sta divertendo e ,quando la sua vittima urla un << METTIMI GIÙ! >> non esita neanche per un attimo a lasciarlo andare facendolo cadere .
<< Ricordatemi di non provocare più una ragazza >> annuncia il moro massaggiandosi il didietro.
Lei sembra soddisfatta e giurerei di aver visto un piccolo riso divertito uscire dalla bocca della professoressa. Quest'ultima si ricompone e ,col suo solito tono, annuncia:
<< Eri Kitamura >> .
Comprendo al volo il suo cenno di avvicinarmi a lei che ,prima di premere uno di quei dannati interruttori ,si ferma a scrutarmi con attenzione.
<< Bene signorina, so che lei è specializzata nel controllo dell' acqua >> dice e,dopo qualche attimo di silenzio continua: 
<< mi stupisca >> .
La stanza diventa un ambiente marino e io ,un po' annoiata , mi siedo sulla sabbia a gambe incrociate .
Sento il mio corpo farsi leggero e la gonna dell' uniforme svolazzare qua e là , mentre piano mi sollevo da terra ritrovandomi sospesa a mezz'aria .
Rimango concentrata ad occhi chiusi e sento l' energia trapelare da tutte le parti del corpo .
Il potere accumulato si scatena all' improvviso, presentandosi come degli enormi cerchi concentrici che ruotano intorno a me ,accompagnati da un boato .
Gli anelli cominciano a girare sempre più ,creando un mulinello che mi circonda ,ma che riesco a bloccare prima di rischiare che qualcuno venga travolto.
La stanza torna normale mentre io torno in posizione eretta ,poi, con un gioco di sguardi, capisco dalla Delenay che posso anche tornare al mio posto ,tra le occhiate curiose dei miei compagni.
Sento un << dilettante >> provenire da un Castiel con lo sguardo sorpreso quanto irritante ,mentre un ragazzo dai capelli biondi lo contraddice:
<< sei stata brava. Impressionante, oserei dire >> ammette
. Mi sento di ringraziarlo ,mentre lui allunga la sua mano verso di me.
<< Io sono Nathaniel >> ,non posso far altro che scambiare il saluto, mentre l' insegnante ricomincia a leggere .
<< Castiel Maekawa >> ed il rosso si fa avanti con fierezza.
Al cambio dell' habitat, con tanto di bersagli ,il ragazzo scaglia i suoi fulmini centrandoli in pieno nonostante l'avanzamento della difficoltà.
Lo ammetto ,ci sa fare.

Quasi come se avesse udito i miei pensieri , una volta congedato si volta verso di me soddisfatto.
Più avanti vengono i turni di un paio di ragazzi ,i quali Lety Momoru e Jade Nishigame, rispettivamente con gli Alph del ghiaccio e del controllo atmosferico. Riconosco la prima dopo aver messo a fuoco il suo volto e darei qualsiasi cosa pur di sbagliarmi...
Anche il ragazzo moro di prima si fa avanti : Armin Noji, con il suo controllo dell' ombra ,per il quale si offre come "cavia" Iris .
Subito dopo viene chiamato quello che dovrebbe essere il gemello del ragazzo : Si chiama Alexy, l' avevo già notato prima ,impossibile non farlo con quei capelli azzurri .
Anche i suoi occhi sono appariscenti ,di un rosa brillante ,e incontrano subito lo sguardo dell' insegnante, che inaspettatamente salta il suo turno e va avanti con un ragazzo di nome Kentin , Kentin Sato.
È un mutaforma, e non ci vuole molto a capirlo .
Terminata la sua prova ,si procede con quella di Lee Seitaro, con l' alph del volo e di Charlotte Shumei, con le sue abilità curative ,nonché le due seguaci della biondina .

<< Dajan Sozui >> chiama la professoressa, e all' improvviso l'atmosfera si gela.
Nessuno fiata e colei che ha parlato quasi si rende conto di aver commesso un errore.
Scrive qualcosa sul suo registro e va avanti. E finalmente tocca alla barbie ossigenata!
La ragazza sa leggere il futuro ,banale come i suoi occhi azzurri, ma utile in fondo .
Il cognome Suzuki è lo stesso di Nathaniel, e qui vengo a conoscenza del fatto che sono fratelli . Adesso tocca a lui ,che ha l'Alph della chiaroveggenza.
<< Caro delegato! Vuole per caso onorarmi di una delle sue famose strette di mano ? >>
Il ragazzo sorride semi-imbarazzato e compie il gesto tanto atteso .
<< questa mattina Kiki è scappato ancora ,è stata coinvolta anche lei stavolta a quanto pare. >> dichiara sorridente prima di tornare al mio fianco .
<< Chiaroveggenza eh? >> chiedo retoricamente
<< Già. Anche se,francamente, questa volta non ho fatto altro che supporre qualcosa che capita ogni giorno! >> .
<< C'hai azzeccato allora! >> risponde una terza voce dietro di noi .
È il ragazzo di prima con l' eterocromia.
<< Lysandro Tanaka >> lo chiama la Delenay .
Il ragazzo può controllare la mente e ,questa volta, si offre come volontario Armin .
La sua performance finisce e l' ultima dell' elenco è Kim che, proprio come pensavo ,si dimostra molto potente e capace col suo Alph dell' elemento della terra .

Finalmente la lezione finisce e l' insegnante ci invita a lasciare la stanza .
Raggiungiamo un'altra aula ,quella di combattimento.
Qui incontriamo un tizio strambo che scopro essere il nostro insegnante . Si chiama Boris.
Ci divide in gruppi in base alle nostre abilità e alle armi che utilizzeremo.
Sono quasi tutti gruppi di sole ragazze o soli ragazzi ,io invece, mi ritrovo in coppia con Castiel , l' unico oltre a me ad utilizzare una spada.
<< La ragazzina combatte con una spada! Però.. >> dice cercando di stuzzicarmi. Non lascio trapelare alcuna emozione.
<< Sei così sicuro che io sia una dilettante? >> gli chiedo sfoderando la mia arma.
<< Accetto la sfida >> dice arrogantemente.
E in un attimo le nostre spade cominciano a danzare tra loro , provocando quel singolare e fastidioso rumore metallico.
Colpo su colpo . Nessuno dei due cede.
Perdo la percezione del tempo e mi concentro solo sulla mia prossima mossa . Noto le prime gocce di sudore imperlare la fronte di Castiel, mentre le vene sul suo collo, scoperto a causa della mancanza della cravatta, si fanno più accentuate.
Sorride beffardo dicendo: << adesso si fa sul serio >> .


                                                                                                                              ***



Ed ecco come siamo arrivati qui, mentre lui carica la sua spada.
<< Sei un idiota se pensi di battermi! >> dico aggressiva
<< Ti dai parecchie arie per essere una principiante >> risponde il rosso con la sua risata irritante.
<< sei un illuso ! >> con un balzo all' indietro mi allontano, anche lui fa lo stesso e ci prepariamo alla carica.
Poi...un boato .

Una luce ci avvolge e le nostre potenti energie si mescolano.
Ci ritroviamo entrambi disarmati ,col fiatone , ancora agguerriti.
A riportarci alla realtà è un applauso del professore ,al quale si unisce quello dell' intera classe .
<< Complimenti , quanta energia! >> si congratula Boris .
<< Credo proprio che potrei nominarvi combattenti in prima linea del mio esercito personale...con un po' d'allenamento ovviamente >> continua sorridendo .
Di che esercito sta parlando?

A quanto pare ,durante il nostro combattimento, anche gli altri hanno avuto modo di allenarsi e la lezione può definirsi conclusa.

Esco dalla classe salutando le ragazze , mentre qualcuno ancora si complimenta con me .
Mi avvio verso il corridoio ,ma una presenza alle mie spalle mi costringe a voltarmi rivelandomi un volto familiare che mi prende per mano e con nonchalance mi chiede :
<< vieni con me >>


~Note d'autrice~

Eeeeccomiiii quiii !!!! Nuovo capitolo ,stavolta un po' più lungo degli altri per sperare di farmi perdonare.
Credo proprio di aver deluso le vostre aspettative, visto che nessuno ha lasciato una recensione *sigh*
Io non obbligo nessuno ,ma a chi non fa piacere daiii!!! Anche una critica è gradita (non ti meriti neanche quelle! ) ma in fondo vi capisco .

Per quanto riguarda il chappy ,ho voluto lasciarvi con la curiosità : chi sarà questa fantomatica persona che si trascina dietro la nostra protagonista?
Vi lascio riflettere ...^ ^ ...
Probabilmente ve ne siete già accorte, ma volevo dirvi che ho voluto un po' abbreviare la vicenda andando dritto alla scena che ritenevo principale e poi mi sono resa conto che era troppo noioso andare avanti senza una svolta ...volevo inoltre avvertirvi di alcuni accertamenti :
1.Karla (o Capucine) in questa storia l' ho immaginata come una ragazzina facilmente irascibile e infantile ,una gran burlona.
2. Dajan non sarà presente per un bel po'...c'è un segreto dietro la sua assenza...che non vi sveleró *ihihih*
3. Tra Eri , Kentin e Lety non c'è alcun rapporto legato a Dolce flirt, anche se ,tra le due ,non scorre buon sangue.
Eeee
4.Dake non sarà presente (scusate ,ma mi sta leggermente antipatico e lo trovo inutile ai fini della storia,ops) ,mentre Melody apparirà raramente, in quanto fa parte di un'altra classe (lei mi sta MOLTO antipatica)
E...beh, che dire? Spero che il capitolo vi sia piaciuto , e (se volete ) vi invito a recensireee .
Un bacio,
Hikari

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Capitolo 8
*** Sorprese ***


<< Quando deciderai di lasciarmi andare? >> chiedo alla chioma rossa davanti a me.
<< Tranquilla piccola, non te ne pentirai. Dovresti approfittarne prima che io cambi idea >>.
Decido di non rispondere, mentre Castiel accelera il passo.
La scalinata è meno lunga del previsto e, in men che non si dica, ci troviamo di fronte a una porta chiusa.
Il cartello rosso con su scritto "non entrare" spicca sugli infissi scuri, ma non placa la foga di Castiel, che in un attimo apre la porta, con una chiave che non so da dove sia sbucata tra l'altro e subito i miei pensieri si annullano davanti al miglior panorama che abbia mai visto.

Sembra quasi non esserci confine tra cielo e mare, poche nubi all'orizzonte e leggere sfumature di rosso invadono la mia vista.

Mentre il vento dall'aroma marino mi solletica la pelle , mi ricordo dell'altro rosso alle mie spalle : sembra sorpreso di vedermi così rilassata e io potrei giurare di aver visto le sue guance imporporarsi.
Mi si avvicina soddisfatto, ma con finta superbia mi dice :
<< E io che pensavo avresti saltellato a destra e a manca per la felicità >>.
Porta le mani dietro la nuca e mi osserva in cerca di una risposta che non tarda ad arrivare .
<< Guarda che sono più contenta di quanto credi >> dico sincera.
Lui non se lo fa ripetere due volte e in meno di un secondo mi raggiunge. Mi trovo bloccata tra il suo corpo e la ringhiera quando decide di chiedermi:
<< allora mi merito una ricompensa, che ne dici? >>
Mi solleva il mento e io continuo a fissarlo negli occhi, splendidi devo ammettere.
<< Se ti aspetti che mi innervosisca arrossendo e pregando per un tuo bacio, hai sbagliato ragazza >> dico strisciando via dalla sua presa.
Sembra deluso e questo mi diverte.
<< Non volevo davvero baciarti piccola, stavo scherzando >> ride.
Io non reagisco e faccio per andarmene quando la sua voce mi raggiunge:
<< Tu non sorridi spesso, eh? >>
Il suo tono quasi compassionevole mi colpisce e di riflesso mi blocco abbassando lo sguardo.
<< Lo vorrei tanto Castiel, credimi >> sussurro, ma ciò nonostante sembra sentirmi.
<< Senti, io..- >>
<< Grazie >> lo interrompo.
Premo finalmente sulla maniglia e mi muovo per uscire .
<< Comunque, mi chiamo Eri...non "piccola" >> detto questo mi chiudo la porta alle spalle soddisfatta e mi incammino.

Non c'è più nessuno per i corridoi e questo mi fa pensare che dovrei recarmi al dormitorio per cercare la mia stanza.
A passo veloce mi ritrovo davanti al grande edificio di cui valco la porta, ma senza pensarci stavolta.
Vedo come al solito i corridoi affollati e non perdo tempo a soffermarmi sui singoli volti, procedendo verso la metà della struttura dedicata agli appartamenti delle ragazze : l'ala est.
La mia tessera studente mi indica la camera n°13A, me ne accerto finché un solo passo non mi separa dal legno laccato.
Apro rapidamente, ma me ne pento immediatamente quando trovo uno dei letti occupato da una presenza purtroppo familiare.
<< Cosa ci fai tu qui? >> la domanda mi sorge spontanea, quasi con rabbia.
<< Che accoglienza, piccoletta. Non sei contenta di rivedermi? >> parla sorridendo in modo irritante, è l'ultima persona che mi sarei aspettata di trovare qui.
Non mi sembra vero e per essere sicura di non trovarmi all'interno di un incubo, controllo la targhetta della porta, e solo allora leggo il nome di "Lety Momoru" accanto al mio.
La conosco abbastanza bene da averla presa in antipatia, dopotutto veniamo dalla stessa regione e lì è difficile farsi sfuggire un tipo appariscente come lei.
Già l'idea di essere nella sua stessa classe non mi entusiasmava, ma di averla in stanza non se ne parla.
Alla fine però ragiono e mi rassegno, dopotutto non penso passerà parecchio tempo in camera.
Noto che i miei bagagli sono già qui e senza curarmi della mia coinquilina, decido di fare un bagno.
La vasca si riempie e io ho il tempo di specchiarmi e ammirare i miei lunghi capelli sfiorare la pelle pallida. Li raccolgo e lentamente mi immergo nell'acqua calda, la mente si libera dai pensieri e mi rilasso prendendomela comoda.
Ritorno alla camera avvolta dal vapore.
Capisco di aver perso fin troppo tempo quando vedo la luna brillare limpida nel blu della sera. Sciolgo i capelli, metto un pigiama adatto alla stagione ancora non troppo calda, ignoro il modo disordinato e goffo di dormire della mia compagna di stanza e sprofondo nel mio letto, con la consapevolezza che domani mi attende un'altra giornata piena di sorprese.

- Note d'autrice -

Ma ciauuuuuuu!!!! Da quanto tempo, oddio * va a nascondersi* però sono tornata.
Non so a quanti possa fare piacere ma eccomi ancora qui... con qualche progresso da parte di Castiel nei confronti di Eri.
Lui non si aspetta ancora che finirà per provare emozioni ben più forti di lui e anche la ragazza dalla perenne indifferenza comincerà lentamente a cambiare, perché purtroppo dietro il suo difetto c'è un motivo più che valido.
Bhe che dire, spero di avervi incuriositi...anche perché il prossimo capitolo è quasi pronto e a breve aggiungerò delle illustrazioni create da me. Questo per farvi capire che il motivo per cui non aggiorno da un bel po', è ahimè la mia autostima, che ha deciso di scendere sotto zero da quando non ricevo più recensioni.
Ma, ehi! Eccomi qui, ricevo comunque molte visite, e mi dico che basta avere pazienza. Quindi fatemi sapere che ci siete anche solo per incoraggiamento o, perché no, critiche.
A presto allora.
Un bacio,
Hikari

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Capitolo 9
*** L'unione fa la forza ***


<< .... Eri... Eri.... >>


Che mi prende?


Questa voce...

<< Kitamura Eri! >>
Come una scossa la voce dell'insegnante mi riporta alla realtà. A cosa diamine stavo pensando?!
<< Ha per caso bisogno di andare in infermeria? >> vedo il volto preoccupato del professor Pierrik e capisco di avere gli occhi di tutti puntati addosso.
<< È tutto apposto, mi dispiace di averla fatta preoccupare >> mi scuso alzandomi in piedi per un leggero inchino, poi mi risiedo cercando di concentrarmi il più possibile sulla lezione.
Ciò che concludo non è molto, riesco solo a sentire la voce dell'insegnante di difesa prima di lasciare l'aula :
<< Ricordatevi di appuntare ragazzi : il controllo delle proprie emozioni influisce anche sul controllo dell'Alph >>.
Le emozioni eh? Non faccio in tempo a pensarlo che i ricordi dell'unica volta in cui persi il controllo mi assalgono :
"MAMMAAAAA!!!"
<< ERI RIPRENDITI, DANNAZIONE! >>
Per la seconda volta oggi vengo riportata alla normalità, questa volta però mi ritrovo il volto di Castiel a pochi centimetri di distanza che, dopo aver smesso di squotermi le spalle, mi fissa negli occhi con ansia e paura.
<< ... Castiel... Tu qui? >> dico in un sussurro.
Lui subito si allontana cercando di assumere un aria indifferente.
<< Finalmente! Io... Iris ti sta cercando.Penso sia preoccupata per te. >>
Iris sta cercando me? Allora doveva sembrare davvero che stessi male in aula.
<< Grazie Castiel....e comunque sto bene,non preoccuparti >> dico sincera.
Lui subito va sulla difensiva esclamando :
<< Ma chi si preoccupa!! >> poi ci separiamo.


P. O. V. CASTIEL

Dopo il mio dialogo con Eri, la guardo sparire dall'altra parte del corridoio attraverso la coda dell'occhio, osservando la sua esile figura rimpicciolirsi sempre più.
C'è qualcosa di profondo nell'animo di quella ragazza. Quell'inespressività...quella freddezza...deve esserci una spiegazione. Un motivo che spieghi il suo sguardo glaciale.

Dopo essere uscito dalla classe l'ho trovata appoggiata alla parete con lo sguardo basso e gli occhi spenti.
Immobile com'era, era quasi impossibile che non mi preoccupassi.
Quando ha ripreso conoscenza, ho potuto notare nei suoi occhi una mare in tempesta : tristezza, paura, confusione, rabbia, ma anche gioia e gratitudine,ma soprattutto...una pazzesca voglia di urlare.
C'è qualcosa in quella ragazza che...mi attrae... Non in quel senso ( si invece! - Ndme ) ma mi incuriosisce.

Immerso nei mei pensieri svolto l'angolo raggiungendo le scale per il piano di sopra e finalmente raggiungo il tetto.
Decido di accendere una sigaretta e in un attimo l'aria fresca che si infiltra nelle mie narici lascia spazio all'odore di nicotina. La mente si svuota dai pensieri negativi, ma la pace non dura a lungo .
<< Non pensi di rilassarti troppo? >> la sua voce è più irritante del solito e subito mi volto a guardarlo negli occhi.
<< Perché non torni alla tua serra e mi lasci in pace, damerino? >> dico schietto, non voglio averlo tra i piedi dopotutto.
<< Certo certo,tranquillo. Ti lascio da solo >> sorride perfido ,<< dopotutto è questo il tuo destino >> dice infine.
Lo seguo con lo sguardo, finché un rumore non mi suggerisce che si è finalmente chiuso la porta alle spalle.
Jade Nishigame, la persona più irritante di questo pianeta. È incredibile che mi stia più antipatico del biondino.
Io restare da solo? Certo, gli piacerebbe! Ma dopotutto...sappiamo entrambi a cosa si riferiva....


P. O. V. ERI

<< Sappi che se mai avessi bisogno di parlare, io ci sono >> afferma Iris sorridendo.
Sono sorpresa : sia lei che Castiel mi hanno dimostrato che anche persone come me dovrebbero evitare di isolarsi, perché ci sarà sempre qualcuno che mi capirà più di quanto mi capisca io stessa.
<< ti ringrazio Iris >> la osservo nella sua spontaneità mentre sorride allontanandosi da me, accompagnando il tutto con un gesto della mano.
Abbiamo parlato un bel po', nonostante io sia di poche parole.
Ripenso alle sue parole e raggiungo la mia stanza prima ancora di rendermene conto. Come mi aspettavo, Lety non è qui e questo può solo farmi piacere.

Anche se l'orologio indica solo le 4:35 del pomeriggio, decido di stendermi sul letto aspettando che Morfeo mi accolga tra le sue braccia, ma ciò non accade, perché il mio cellulare comincia a squillare, mentre sul display appare un numero sconosciuto.
<< Pronto? >> dico con educazione.
<< Eri, sono io, Iris. Scusami, ho preso il tuo numero dalla segreteria, ma era un urgenza >> afferma dispiaciuta.
<< Tranquilla, non fa niente. Di che urgenza parli? >> chiedo curiosa.
<< Ecco, volevo chiederti.....>>


                                                                                                                                ***


 Ed eccomi qui, in cammino verso un appartamento che non è il mio, mentre ancora mi chiedo perché sia venuta.
Il dormitorio è più vasto di quanto pensassi, me ne rendo conto adesso che sto seguendo le indicazioni che Iris mi ha mandato via SMS, per raggiungere un luogo a me sconosciuto.
Solo dopo i miei buoni dieci minuti presi a girovagare qua e là, mi accorgo che il posto tanto ricercato non è altro che il tetto del dormitorio, tra l'altro sorprendentemente simile a quello dell'edificio scolastico.
Sposto il mio sguardo sulla destra trovando più persone del previsto, intente a fissarmi come se aspettassero una mia mossa.
<< Su, Eri avvicinati pure! >> mi invita Rosalya.
Non me lo faccio ripetere due volte e subito mi avvicino a quello che sembra un tappeto disposto a mo' di tovaglia per un pic-nic,abbastanza abbondante aggiungerei.
Vedo i ragazzi prendere un sandwich dietro l'altro, mentre le ragazze si limitano a sorridermi.
<< Serviti pure! >> mi dice Alexy.
<< vuoi del the? >> mi chiede Nathaniel.
E subito il rosso lo ferma, bloccandogli una spalla.
<< tranquillo biondino, può servirsi da sola >> gli ricorda strappando un sorriso a qualcuno.
<< Forza Castiel, non litigate. Anch'io vorrei provarci con Eri, ma non dimentichiamo che siamo qui per lei >> dice Kentin con naturalezza.
Ignoro la prima metà della sua frase e chiedo:
<< cosa significa che siete qui per me? >>.
Tutti mi osservano come se avessi detto qualcosa di strano, poi Armin comincia a spiegare :
<< Il fatto è che oggi a lezione sembravi così distratta. Dato che non stavi male, pensavamo avessi un problema e volevamo tirarti su il morale. >> dice tutto d'un fiato.
<< Lo pseudo pic-nic è un idea di Violet >> aggiunge Lysandro.
Ed ecco che l'imbarazzo prevale su Violet, che annuisce soltanto, con lo sguardo basso.
<< Io veramente... Grazie. Non dovevate preoccuparvi per me, davvero >> affermo.
<< Ma dai, figurati. In fondo siamo amici,no? >> chiede Iris con un sorriso sincero.
<< A-amici? >> chiedo più a me stessa che a chiunque altro.
Subito vedo i volti di tutti i miei compagni accendersi con un sorriso, mentre un coro di << Certo >> raggiunge le mie orecchie.
Adesso il tempo sembra essersi fermato e come una scena a rallentatore, mi rendo finalmente conto delle persone che mi trovo davanti e capisco che non sono più sola.
Le loro risate risuonano nella mia testa finché la notte non arriva, e anche nei miei sogni sembra non esserci più spazio per gli incubi.
Sono in questa scuola da soli dieci giorni e la mia vita sembra già così diversa.

Aspetto l'alba con impazienza e il sole non è mai stato così brillante. 5 minuti, poi 10,poi 30, poi finalmente arrivano le 8 :00 e posso raggiungere l'aula di combattimento.
Entro quando tutti sembrano già essere presenti, guardo i miei compagni, impugno la mia arma e, mentre l'energia scorre fuori dal mio corpo affermo convinta :
<< lottiamo insieme >>


~Note d'autrice ~

Ma tauuuuuuu!!! Eccomi qua a soli 7 giorni (e qualche ora) dall'ottavo capitolo!
Siamo già al nono? Oddio come vola il tempo. Infatti questi giorni sono passati in un attimo...e io avrei davvero voluto aggiornare ieri, ma mi sono impegnata a perfezionare un'illustrazione che avrei dovuto allegare qui ma che purtroppo non riesco a caricare...e quindi niente.... La storia prosegue :
Castiel preoccupato, un Jade diverso da solito ed Eri che finalmente è riuscita a farsi degli amici.
Come sempre vi ho lasciato con una piccola suspance, anche se stavolta non a fine capitolo....avete capito di cosa parlo? Beh tranquilli. A poco a poco tutti i misteri saranno risolti *detective-mode:on*, ma ora bando alle ciance andiamo a dormire XD.
Al prossimo capitolo.
Un bacio,
Hikari.

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Capitolo 10
*** Il passato di Castiel - 1° parte ***


Cammino tranquillamente per i corridoi in compagnia di Kim, che come me sta dirigendosi fuori dall'edificio scolastico.
Purtroppo Iris e Violet non hanno potuto raggiungerci, a causa di alcune lezioni supplementari.
È davvero un peccato dato che, in questa ultima settimana, abbiamo passato tutto il nostro tempo libero insieme.
Devo ancora abituarmi a questa nuova vita movimentata e vorrei solo...che qualcosa in me si smuovesse...
Persino Kim, dura com'è, è in grado di donare sorrisi sinceri, che d'altro canto confermano il suo lato dolce.

Raggiungiamo le porte che conducono al cortile, ma non facciamo in tempo a mettere entrambi i piedi sulla ghiaia che un botto ci costringe a voltarci verso gli armadietti.
<< MALEDETTO BASTARDO! NON TI PERMETTO DI PARLARE DI LUI IN QUESTO MODO! >>.
È Castiel. Sta urlando contro Jade bloccato all'armadietto dallo stesso Castiel, che lo tiene afferrandogli il colletto della camicia.
Il ragazzo dai capelli verdi ha un sorriso beffardo e leggo un velo di perfidia nei suoi occhi smeraldo.
<< Coraggio colpiscimi, mi darai soltanto ragione >> dice incitando il rosso << sei proprio come quell'idiota...>> sussurra infine.
Ed è qui che vedo Castiel ancora più infuriato di prima, pronto a sferrare un pugno sul suo bersaglio.
<< Signorino Castiel! >> l'improvviso richiamo della direttrice blocca il rosso dal compiere la sua azione, mentre gli sguardi dei presenti, nel frattempo radunati, sono concentrati su di lei che continua con il rimprovero :
<< vuole per caso ricevere la prima sospensione dell'anno? >>.
Lo sguardo di Castiel si fa cupo, ma il suo ghigno di rabbia non svanisce e il suo pugno tremolante prova quanto sia incerto sul da farsi.
<< Castiel... non farlo, non ne vale la pena >>.
Solo la voce di Lysandro sembra riportarlo alla realtà, difatti il rosso ritira la mano e rilascia Jade, anche se in malo modo e fa per allontanarsi, ma non prima di aver lanciato al ragazzo un' ultima occhiata piena d'odio.
Mentre Nathaniel cerca di sgomberare il corridoio, sento da alcuni ragazzi che il motivo della lite riguarda un certo Dajan e solo voltandomi finalmente verso Kim, mi rendo conto che anche lei sembra turbata dalla situazione, forse tanto quanto Castiel e i suoi pugni stretti e lo sguardo basso me lo confermano.
Poggio una mano sulla sua spalla, sorprendendola :
<< tutto bene? >>
Mi fissa con sguardo vuoto, poi si riprende .
<< ah, certo. Tranquilla piccoletta >> mi dice affettuosamente dal suo metro e settanta, scompigliandomi i capelli .
<< ora però scusami, ma devo andare >> conclude dileguandosi.
È palese che menta, il suo sorriso era completamente diverso da quello di prima.
Cerco di abbandonare i miei pensieri, ma l'immagine della lite appena avvenuta mi torna alla mente. Non riesco a non pensare all'espressione di Castiel, il suo reprimere la rabbia e poi quel nome, Dajan, è lo stesso che una volta la professoressa Delenay chiamò durante l'appello,e questo non fa altro che far sorgere in me ancora più domande.

Al dormitorio incrocio Kentin e  Violet, ma entrambi si dileguano con una scusa.
Neanche Armin è in grado di chiarire i miei dubbi, ma in fondo lui e Alexy non sono qui da molto.
Quando ho ormai perso le speranze, ecco che mi ritrovo Lysandro a qualche metro di distanza : lui e Castiel sono migliori amici e, dato che l'argomento riguarda lui, saprà sicuramente rispondermi.
Istintivamente lo fermo, cogliendolo di sorpresa.
<< Dimmi pure Eri >> il suo tono gentile riesce comunque a farmi intendere che ha già capito che io debba chiedergli qualcosa.
<< Senti, Lysandro. So che non ti piacciono i giri di parole, quindi te lo chiedo direttamente. >> mi soffermo un attimo, poi continuo : << chi è Dajan? >>.
Questa volta non cambia minimamente espressione, quasi come si aspettasse questa domanda da parte mia.
<< Sono sicuro che tu abbia già capito che è il motivo della lite di oggi, e che quindi sia coinvolto Castiel >> mi risponde mettendomi una mano sulla spalla.
<< quindi...dovresti chiedere direttamente a lui, non credi? >> mi consiglia poi.
Mentre Lysandro si allontana da me, capisco che ha ragione e in fondo avrei dovuto pensarci da sola, uno come Castiel non gradirebbe affatto che mi impicciassi dei suoi affari tramite qualcun altro.
Non lo vedo in giro, ma so già dove trovarlo e di istinto mi dirigo verso le scale.
Questa volta la porta è socchiusa, non lo facevo così distratto. Piano piano raggiungo il tetto, silenziosa ma...
<< cosa vuoi Lysandro? >>
...sembra avermi sentita ugualmente, anche se scambiandomi per il suo migliore amico.
Si volta e finalmente scopre di essersi sbagliato.
<< ah,sei tu >> dice riassumendo la posa di prima.
Lo raggiungo e mi siedo anch'io sul pavimento, da questa distanza ravvicinata riesco chiaramente a distinguere le sue emozioni.
<< Sembri deluso >> dico senza guardare dalla sua parte.
<< Nah, in fondo tu sei più carina di Lysandro. >> dice a sua volta con una finta aria da donnaiolo.
Al mio non rispondere si rassegna e assume un'aria più seria lasciandosi cadere la testa all'indietro.
<< Allora, scommetto che vuoi sapere come mai stavo per picchiare quel damerino di Jade, giusto? >> mi chiede con un leggero sorrisino.
<< Più che altro non ho potuto non chiedermi come mai tu non l' abbia fulminato >> rispondo sincera.
Lui dapprima confuso, assume un'espressione divertita:
<< Ahah. C'è anche un po' di sarcasmo in quella statua di ghiaccio allora, eh? >> dice, riferendosi ovviamente a me.
<< Si, hai ragione. In quel caso mi sarei beccato volentieri una sospensione >> continua.
Dopo un attimo di silenzio mi chiede : << Quindi? Cosa vuoi sapere? Sei curiosa, giusto? >> come fosse la cosa più ovvia del mondo.
<< In effetti lo ero, ma sai una cosa? Mi è bastata la tua reazione per capire quanto questo Dajan sia importante per te... E anche quanto idiota sia Jade >>.
Lui si rasserena e mi risponde :
<< non credevo che una parola come "idiota" potesse uscire così facilmente dalla tua bocca >> e con un leggero risolino continua :
<< Non è che io non voglia raccontarti i particolari della mia vita interessante >> ironizza, << è solo che potrei anche... dire ciò che penso e ciò che provo realmente >> ammette infine.
<< È questo non dovrà mai accadere, giusto Castiel? >>


P. O. V CASTIEL

Mi spiazza.
È incredibile quanto questa ragazza riesca a capirmi. È come se fossimo simili, e il pensiero che anche lei nasconda un passato sofferente mi assale.
Di scatto mi giro verso di lei, non trovando la giusta maniera per ammettere che abbia ragione.
Decido di alzarmi e raggiungo la ringhiera, a cui mi appoggio e, cercando di assumere un tono più naturale possibile, comincio a raccontare...



~Note d'autrice ~

Tauuuuuuu a tuttiiiiiiiii. Eccomi qui, nuovo capitolo, anche se con un leggero ritardo...scusate, come ho già detto a qualcuno ho avuto purtroppo delle visite mediche abbastanza importanti.
Mi sono resa conto che sono abbastanza crudele a lasciarvi sempre in sospeso, soprattutto con questa "1° parte" che spero vi faccia incuriosire * sadica-mode= on * hihihih, giuro però che mi farò perdonare eccome, dopotutto volete o no vedere Castiel nella sua modalità più pucciosa? ^ ^
.... E non dimentichiamoci della nostra Eri, che piano piano riuscirà a mostrare le sue emozioni. Come? Lo vedrete presto.
Al prossimo capitolo.
Un bacio,
Hikari.

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Capitolo 11
*** Il passato di Castiel - 2° parte ***


                                                                                                                         *inizio flashback*

P. O. V. CASTIEL

Accendo una sigaretta e comincio a godermi la fresca brezza mattutina, cosa che posso fare solo in questo mio piccolo angolo sul tetto.
Come al solito mi sono svegliato col piede sbagliato e anche stavolta ho deciso di saltare le lezioni.
Odio questa scuola, gli insegnanti e ancor di più coloro che la frequentano, soprattutto quegli idioti di Nathaniel e Jade, anche se quest'ultimo ha superato di gran lunga anche il biondino in antipatia.
Sospiro ancora una volta l'odore di nicotina, quando una mano si poggia sulla mia spalla.
<< Sapevo che eri qui, testa rossa >> dice una voce familiare scombinandomi i capelli.
Ed ecco Dajan : l'unica mia fonte di salvezza in questo lurida scuola. Sapevo che mi avrebbe trovato, mi conosce troppo bene, d'altronde siamo amici d'infanzia.
Mi alzo di scatto gettandomi su di lui con una presa ferrea, e subito si ritrova piegato con il viso nella mia stretta e il mio pugno a premergli affettuosamente sulla testa.
<< Lasciami Castiel, i miei bellissimi capelli! >> mi supplica.
<<  pregami, viso pallido >> scherzo stringendo la presa.
E mentre Dajan si ribella, io perdo l'equilibrio e cadiamo entrambi rovinosamente per terra continuando a ridere come bambini.
<< Ok, mi arredo. Hai vinto. >> Si rassegna asciugandosi un lacrimuccia.
<< Come sempre >> ammetto orgoglioso aiutandolo ad alzarsi.
Prima di ricominciare a parlare, sento un suono proveniente dal mio cellulare.
Lo controllo e scopro che si tratta della mia ragazza, che mi chiede di incontrarci dopo scuola con tanto di cuoricini che, sinceramente mi danno il voltastomaco, ma da parte sua non mi infastidiscono più di tanto, dopotutto la amo.
<< Ehi, cos'è quella faccia da pesce lesso? >> mi prende in giro lui buttandosi di peso con un braccio sulle mie spalle.
Ricambio il gesto e poso il cellulare in tasca.
<< Mi sembra che anche tu sia messo bene, no? >> chiedo malizioso.
Lui finge indifferenza grattandosi la nuca :
<< non capisco proprio di cosa tu stia parlando... >>
Subito rido e gli do un pugno sulla spalla :
<< Ahhh! Era una punta di rossore quella che ho visto? >> lo beffeggio.
Al suo agitarsi con imbarazzo, ritorno serio, per quanto mi sia possibile.
<< Dai, sto scherzando. Cosa c'è di male? Kim è carina ed è il tuo tipo. Siete fatti l'uno per l'altra. >> lo rassicuro.
<< SIAMO - SOLO - AMICI >> si difende.
<< Si, certo. Si vede lontano un miglio che ti piace! >> ritorno a scherzare.
<< Beh, io - >> non riesce a finire la frase, la campanella lo interrompe.
<< Scuola finita! Usciamo! >> cambia discorso.
<< non provare a dileguarti! >> dico mentre lo raggiungo.




Una volta fuori mi rendo conto di quanto il suo passo sia veloce e, una volta al suo fianco, decido di dargli una scossa col mio Alph facendolo sobbalzare.
Controllo il cellulare aspettandomi a momenti un messaggio da parte di Deborah. Ma non è il mio a squillare : è Dajan infatti ad aver ricevuto un messaggio.
Il mio amico assume un'aria pensierosa e qualcosa mi dice che c'entri Kim.
<< Senti Castiel, ora devo andare, ci si vede! >> si dilegua.
Si, doveva trattarsi proprio di Kim.
Non faccio in tempo a fare qualche passo che una presenza familiare si posiziona alle mie spalle, coprendomi gli occhi con le sue gracili mani.
Mi volto verso di lei riportando le sue braccia lungo i fianchi, continuando però a tenere le mie dita intrecciate alle sue.
Si alza sulle punte per arrivare alle mie labbra e dopo esserci baciati, cominciamo finalmente a camminare fianco a fianco.
<< Come mai sei arrivata così presto? Sarei passato a prenderti io >> le dico.
<< Ma no, tranquillo. Volevo taaanto vederti, tesoro >> il suo tono è smielato come sempre, ma non mi da fastidio.
Parliamo tranquillamente e finiamo al tema scuola, argomento da me non molto gradito.
Trattandosi della fine dell'anno scolastico, dovremmo ricevere a momenti un e-mail di conferma per il passaggio alle superiori.

Quasi come se prevedessi il futuro, sento i nostri cellulari suonare e, in men che non si dica, controlliamo.
<< Non ci posso credere, mi hanno promosso! >> ammetto con euforia.
<< Anch'io! >> risponde lei.
E preso dalla gioia del momento le strappo via il telefono dalle mani.
Vedo con la coda dell'occhio che il suo sguardo è strano, quasi come se il mio gesto impulsivo le avesse dato fastidio.
Leggo di fretta dell'ammissione  della mia ragazza,poi, accompagnato da un suo << tesoro, ridammelo! >> quasi disperato, capisco la causa della sua preoccupazione.
Leggo il mittente : Beta Academy, e il mondo mi crolla addosso.
Sono incredulo, sorpreso, triste ma soprattutto arrabbiato.
<< TU VAI ALLA BETA ACADEMY???!!! >> chiedo più a me stesso che alla ragazza davanti a me.
Lei, ancora più agitata di prima, cerca di calmarmi :
<< Castiel, ascolta. Posso spiegare. >>
<< SPIEGARE COSA? CHE FREQUENTI LA SCUOLA PEGGIORE DI TUTTI I TEMPI? SAI CHI FREQUENTA QUELL' ISTITUTO? I CRIMINALI PEGGIORI! C'È UN MOTIVO PER CUI VENGONO ESILIATI >> urlo.
Lei ancora con le mani davanti al viso comincia a balbettare in mancanza di parole. E solo ora mi rendo conto di chi ho di fronte.
<< QUANDO AVEVI INTENZIONE DI DIRMI CHE SEI UN' ABITANTE DI HELL?! TI RENDI CONTO? NON POTRESTI NEANCHE STARE QUI. VI È PROIBITO METTERE PIEDE FUORI DA QUELLA LURIDA REGIONE! >>
Lei continua a non rispondere, ma questa volta abbassa lo sguardo.
<< Quanto sono stato idiota! >> mi dico con una mano sulla fronte.
<< Faresti meglio ad andartene, prima che avverta qualche guardiano >> concludo mentre le volto le spalle per andarmene.
Lei però mi continge a girarmi ancora una volta sussurrando : << Hai finito? >>.
Alza il viso e i suoi occhi mi gelano il sangue : pieni di odio e cattiveria.
<< Credi davvero che sarei stata tutto questo tempo insieme a un rammollito come te se non avessi avuto un secondo fine? Cos'è, pensavi che mi fossi innamorata di te per il tuo spirito ribelle e la tua faccia da angioletto? >> ride.
<< Mi dispiace Castiel, l'unica cosa che ho fatto tutto questo tempo è stato prendermi gioco di te. Ma tu ci sei cascato anche prima del previsto ah ah ah! >> continua con perfidia.
Come ho potuto farmi prendere in giro da una come lei?! Incanta tutti con quel bel faccino e poi...ti pugnala. E anche se non vorrei, fa male.
Immerso nei miei pensieri non mi accorgo che lei mi raggiunge e, calpestandomi un piede, si avvicina al mio volto :
<< dovresti ringraziare il tuo bel faccino. Se solo avessi voluto ti avrei già pietrificato >> ammette con tono inquietante.
Pietrificare? Ma che...
<< Ops, mi è sfuggita qualche parola di troppo. E dire che mi sono impegnata così tanto per non farti venire a conoscenza del mio Alph. Beh, pazienza >> continua allontanandosi da me.
Sono ancora senza parole, troppo sconvolto dalla sua crudeltà inaspettata. Lei invece, mi guarda divertita un'ultima volta, prima di voltarsi :
<< Addio tesoruccio >>.
E mentre la guardo allontanarsi, mi rendo conto che forse non ci rivedremo più e inerme mi lascio cadere per terra, consapevole che il dolore si impossesserà presto di me.


La notte è stata più lunga del previsto e, come mi aspettavo, non sono riuscito a chiudere occhio. Non ho fatto che pensare e ripensare agli occhi pieni di cattiveria di quella che fino a qualche ora fa era la mia ragazza.
Guardo la sveglia e mi accorgo di non averla sentita al momento giusto dato che sono le 10 : 30.
Ho già perso più di due ore di lezione, tanto vale saltarle del tutto come al solito.
Lo ammetto, la promozione mi dà sicurezza e poi, manca poco alla fine.
Non mi va di lasciare la mia stanza, ma mi preparo comunque per uscire : stare con Dajan mi aiuterà.
Come mia routine mi dirigo sul tetto, mi siedo per terra e accendo una sigaretta inalando l'aria fresca mista alla nicotina. Continuo ad aspettare il mio migliore amico ma lui non arriva...

È quasi ora di pranzo e di Dajan nemmeno l'ombra.
Comincio a preoccuparmi, non l'ho più visto da ieri e non risponde alle mie chiamate né ai miei messaggi.
Grazie al cielo mi ritrovo a pochi metri di distanza l' unica persona che possa aiutarmi : Kim. Ma prima di poterle rivolgere parola, lei mi precede :
<< Castiel, hai visto Dajan? >> mi chiede nascondendo la preoccupazione.
<< Stavo per chiederti la stessa cosa, non risponde a nessun messaggio >> dico sincero.
<< Lo stesso vale per me. Non lo vedo da ieri mattina... >> mi risponde.
Aspetta, cosa?!
<< Un attimo, ieri sera non dovevate vedervi? Ha ricevuto un messaggio, detto di avere un impegno. Non era con te? >> comincio ad agitarmi.
<< Di cosa stai parlando? Io non... >> dice ansiosa.
Il suo sguardo, per la prima volta impaurito, mi trasmette le sue emozioni e per il bene suo e di Dajan, decido di correre fuori dall'edificio in cerca del mio amico.
Dove sei Dajan? Che succede?
Corro, corro, senza curarmi dell' ambiente circostante. Poi, proprio al confine ovest dell'isola, lo vedo.
È ancora lontano, ma non abbastanza da non essere raggiunto da me, che corro a perdifiato spinto da un brutto presentimento. Lo raggiungo :
<< Dajan, sei qui. Che - >> mi blocco.
Il mio sguardo é fisso su di lui, ma soprattutto sulla persona al suo fianco.
<< ALLONTANATI DA LEI DAJAN! >>  urlo.
<< Mi dispiace tanto tesoro. Troppo tardi. >> mi risponde lei accentuando la seconda metà della frase.
<< Cosa gli hai fatto Debrah? >> le chiedo con rabbia, la sua risposta però mi contraddice :
<< Io non ho fatto proprio nulla. Perché non ne parli direttamente con lui? >>.
Dajan, ti prego, parlami,dimmi che non è vero.
<< Cos'è? Sei talmente idiota da non capirlo da solo? >> mi spiazza.
<< È ora di smetterla Castiel. Era tutta una finzione : il tuo rapporto con lei, la nostra amicizia... Credi davvero che uno come te avrebbe potuto interessarci? >> continua ridendo in modo perfido.
Che cosa gli prende? Dov'è finito Dajan? Era davvero tutta una bugia? Non posso crederci...
<< Sei rimasto da solo Castiel... >> conclude lei dandomi il colpo di grazia.
Ed è così che si avvia, tenendo sotto braccio quello che avrebbe dovuto essere il mio migliore amico, verso un luogo a me ignoto, scomparendo all'improvviso lasciandomi interdetto.
Ancora una volta le emozioni hanno il sopravvento su di me e ripensando alle sue parole, mi soffermo su quel "solo" e la mia testa si convince di eliminare quella parola dal mio dizionario..


                                                                                                                        * fine flashback *


<< E da quel momento ebbe inizio il periodo forse più brutto della mia vita. Sono passati circa due anni ed è stato Lysandro a darmi la forza per andare avanti. E pensare che all'inizio mi stava antipatico... >> continuo sorridendo quasi con malinconia.
Dopo un attimo di silenzio, per me imbarazzante, con uno scatto veloce mi rigiro verso la ringhiera, a cui mi aggrappo, volgendo lo sguardo verso l'orizzonte.
<< E adesso puoi anche prendere i fazzoletti, la storia strappalacrime è finita >> fingo un sorriso e cerco di riportare l'atmosfera alla serenità, ma vengo bloccato.
Una presenza arriva prepotente alle mie spalle, delle braccia esili raggiungono il mio petto, dando vita ad un 'abbraccio dolce e spontaneo.
Mi blocco.
Sento lo mie guance surriscaldarsi e la ringrazio mentalmente per questa posizione dalla quale non riesce a vedermi.
Sento la sua testa poggiare sulla mia schiena, poi sussurra :
<< Non farlo Castiel. Non sorridere fingendo di stare bene. Non mentire a te stesso. Reagisci se vuoi, sfogati, prendi a pugni qualcosa, piangi, urla... Ma non fingere più, ti prego >>
Ed è qui che reagisco stringendo le mie mani sulle sue e con la testa bassa la ringrazio.
Poi si allontana e io mi volto.
Mi osserva ancora una volta e come fosse la cosa più naturale del mondo mi dice :
<< Bisognerebbe regalare solo sorrisi sinceri, non credi? >>
Sorride... e il tempo sembra fermarsi.

I miei occhi sgranati fissi sul suo viso per la prima volta sorridente e quel suo sorriso luminoso che fa perdere al mio cuore un battito, rendendola ai miei occhi ancora più bella.
Il vento ci scombina i capelli e i colori del tramonto esaltano la sua figura quasi eterea.
<< Tu... hai sorriso... >> dico senza rendermene conto.
Ed in un secondo il suo sguardo s'illumina e questa volta una lacrima di felicità le riga il viso.
<< Grazie Castiel >>.
Ancora una volta è riuscita a spiazzarmi, ma non credo di riuscire a nascondere l'imbarazzo stavolta.
Sento il rossore sino alla punta delle orecchie e d'impulso porto una mano sul volto, girandomi di tre quarti.
<< Dovresti andare... >>


P.O.V.  ERI

Mi convinco ad assecondare il suo invito, dopotutto l'ho già infastidito per troppo tempo.
Come pensavo, Castiel è un ragazzo più complesso di quanto sembri ed il suo passato giustifica in pieno il suo attuale atteggiamento.
È strano ciò che è successo... Quasi come se il suo racconto avesse risvegliato le mie emozioni e quella voglia di sorridere, venuta fuori dal nulla, come se il mio gesto aspettasse la giusta occasione.
Varie volte ho provato a mettere da parte la mia inespressività, e non mi sarei mai aspettata di poterci riuscire con uno come Castiel.
Sarà stata la sua storia, la sua espressione malinconica? O basta semplicemente la sua presenza a scatenare in me delle sensazioni...?

Vagando con la mente persa nei pensieri, raggiungo nel frattempo i corridoi della scuola e, mentre sto per svoltare l'angolo, intravedo la figura di Violet e una voce maschile che chiede :
<< Ti va di uscire con me? >>



~ Note d' autrice ~

Saaaaalve a tuttiiii!!!! Scusate il ritardo, ho avuto dei problemi col WiFi maaaaa questa era l'ultima volta. Dalla prossima settimana internet veloceeee, yeeeeep!!!
Ok, sembro una stupida, scusate ^ ^''
E vabbè. Penso di essermi fatta perdonare stavolta, il capitolo è il più lungo di sempre.
Argomento principale, come da titolo, Castiel e il suo passato, quindi mi sembrava giusto che prevalesse il suo punto di vista. Grandi progressi per Eri e, a quanto pare, anche per Castiel (*faccina innamorata con tanto di occhi a cuoricino e bava alla bocca *).
E quindi che dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Se siete arrivati fino a qui sappiate che vorrei almeno due recensioni per questo bel capitoletto. No, nessuna presunzione ma, scusatemi per la sincerità, vorrei tanto capire se vale la pena o meno di continuare con la fic. Tutto qui...
A presto allora.
Un bacio,
Hikari.

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Capitolo 12
*** Amore? ***


<< Ti va di uscire con me? >>
Sono ancora stupita dal suo sorriso stranamente dolce.
Jade è ancora di fronte a Violet, più imbarazzata che mai, in attesa di una risposta.
Non posso crederci : lui che si interessa a una ragazza? Impossibile.
Deve essere tutta una recita, una stupida recita al solo scopo di prendersi gioco di lei.

Ancora immobile dal mio angolino, vedo la ragazza portarsi una mano alla bocca tremolante.
Mormora, cerca di pronunciare qualcosa, ma viene interrotta da una terza presenza che si intromette tra lei e il ragazzo.
<< Chi vuoi prendere in giro, Jade? >> chiede Kentin infuriato allargando le braccia all'altezza delle sue spalle possenti.
Il suo sguardo è truce e fissa il verde dritto negli occhi.
Il diretto interessato non sembra intimorirsi e con un sorrisino furbo si giustifica :
<< Di che parli? Vieni a farmi la predica proprio tu che cambi ragazza ogni settimana, caro Kentin? Cerchi di difendere Violet da me, come se io non avessi un cuore. Cos'è? Non pensi che uno come me debba avere la possibilità di uscire con una persona carina e gentile come lei? Oppure... >>
Il moro si irrigidisce, poi lui continua ridendo :
<< Aspetta, aspetta. Non dirmi che sei geloso di lei? >>.
Kentin porta le mani lungo i fianchi stringendo i pugni  e un inappropriato filo di rossore stona col suo digrignare i denti.
La risata di Jade mi infastidisce maggiormente, ma decido di non intervenire e lasciare al moro il lavoro.
Quasi come se avesse letto i miei pensieri, il mutaforma si precipita sul rivale con foga, ma prima di riuscire a colpirlo, l'esile figura di Violet lo intralcia :
<< Smettila Kentin! >>.
Il ragazzo si ferma, ma il suo pugno è ancora pronto a colpire.
<< Tranquilla Violet, non gli farò troppo male >> ironizza il ragazzo ancora rabbioso.
<< Tu non capisci! >> urla la ragazza quasi disperata.
Poi finalmente Kentin si ferma, rimanendo sconvolto, così come me, dal gesto di lei, che si avvicina al verde afferrandogli un braccio :
<< Sono io a voler uscire con lui >> ammette infine.
Anche Jade sembra stupito, ma la sua espressione viene subito sostituita da un ghigno, che nasconde poi alla ragazza con un finto sorriso :
<< Sono contento che tu abbia accettato >>.
Ancora una volta il suo sguardo si carica di cattiveria per un Kentin, ormai rassegnato, che abbassa lo sguardo e fa per andarsene :
<< Ho capito. Se ti sta bene Violet... >>.
Svolta l'angolo incrociandomi e solo a questa distanza ravvicinata riesco a notare un filo di tristezza nei suoi occhi, lui però mi ignora e io non posso fare a meno che voltarmi di scatto verso la coppietta improvvisata, che purtroppo ha già fatto perdere le sue tracce. Decido di lasciar perdere e di tornare alla mia stanza. Anche questa notte, avrò dei pensieri per la testa...


 Il sole sembra essere sorto senza preavviso ed io, abbagliata, mi rendo conto che forse per la prima volta arriverò in ritardo a lezione.
Vado verso la classe, aula B, e incrocio lo sguardo del professor Pierrik, che come me stava per aprire la porta.
<< Entri, prima che io mi accorga del suo ritardo >> mi dice ironico.
Gli sorrido riconoscente e prendo posto.
Come niente fosse, lui fa il suo ingresso qualche attimo dopo, dando educatamente il buongiorno.
Dopo aver fatto un inchino collettivo per ordine di Nathaniel, il rappresentante di classe, la lezione può anche iniziare.
Ad un tratto però la porta si apre, rivelando il volto di una Violet imbarazzata, che chiede scusa per il ritardo e raggiunge il suo posto in silenzio.
Sento Kim sussurrarle un " ehi, piccoletta! Abbiamo dormito troppo, eh?", ma senza ricevere alcuna risposta.
Anche il volto di Iris è preoccupato e anch'io, devo ammetterlo, non sono affatto tranquilla.


Le lezioni finiscono e io lascio la classe distratta come solo in questi giorni sono stata, talmente tanto da non accorgermi della ragazza con cui mi scontro.
Nessuna delle due cade per terra, ma i suoi libri lo fanno e lei, impacciata, non può fare a meno di raccoglierli.
Mette una ciocca dei lunghi capelli castani dietro l'orecchio, rivelando i suoi occhi azzurri quasi vitrei.
Le offro il mio aiuto inginocchiandomi a mia volta e, una volta finito, posso notare il suo sguardo riconoscente :
<< grazie mille >> dice sorridente.
<< Figurati. Anzi, è colpa mia, mi dispiace >> mi inchino.
Lei ancora con la sua aria gentile stringe i libri con una mano e mi porge l'altra :
<< Melody Kazuya. Sei nuova, vero? >>. Ricambio il saluto con educazione :
<< Eri Kitamura. Sono arrivata proprio quest'anno. >> anche se, in effetti, è strano che non ci siamo mai incontrate e lei, a quanto sembra, ha il mio stesso pensiero :
<< È strano comunque esserci incontrate solo adesso, ma in fondo i miei doveri da membro del consiglio studentesco mi tengono parecchio impegnata. Sono solo la tesoriera, ma c'è sempre tanto lavoro da fare >> mi racconta.
<< Scusa, ti sto annoiando >> si scusa imbarazzata.
<< Ma no, non fa - >> vengo interrotta.
Una terza voce si intromette : << Kazuya-san! Ti stavo cercando >>.
Si fa avanti.
<< Oh! Eri... >> mi dice poi.
<< Buongiorno, vice presidente >> dico scherzosamente.
Nathaniel si imbarazza grattandosi la nuca :
<< Ti ho già detto di non chiamarmi così >>.
E quasi ci dimentichiamo della presenza della ragazza, finché lei, a parer mio infastidita, si mette in mezzo :
<< noi adesso dobbiamo andare. Ci vediamo Eri. >>.
Si dileguano in fretta, dandomi solo il tempo di riflettere su quella sua espressione, del tutto distante dalla sua iniziale cordialità.

Raggiungo in fretta la mia stanza, incrociando il sorriso irritante della mia coinquilina, che al mio contrario, sta per uscire.
La ignoro, mi chiudo la porta alle spalle e mi siedo sulle morbide lenzuola, sospirando.
Lego i capelli in cerca di un po' di sollievo dal caldo : le temperature sono troppo alte per i miei gusti.
Questa volta faccio un bagno veloce, niente vapore.

Un paio di comodi pantaloncini e una canotta bianca attirano la mia attenzione nell' armadio. Li indosso e, ancora con il mio asciugamano sulle spalle, mi accorgo che qualcuno sta bussando.
<< Sono Iris >>.
La faccio entrare e lei, con un'aria trafelata, mi fissa cercando di dire qualcosa, finché con un cenno non la invito a sedersi al mio fianco.
Ci troviamo faccia a faccia e lei è ancora in cerca delle parole giuste .
<< Iris, parla. Devi dirmi qualcosa? >> e finalmente apre bocca :
<< Scusa Eri, non volevo infastidirti, è solo che... >> si volta di lato .
<< Hai visto Violet stamattina? Non sembra più lei. Non ha rivolto la parola né a me né a Kim e come se non bastasse è arrivata in ritardo! Ti rendi conto? C'è qualcosa che non va! Quando le ho chiesto di pranzare insieme, mi ha risposto che aveva un impegno. Ormai sanno tutti che sta uscendo con Jade e se lei è felice lo sono anch'io, perché è mia amica, ma allo stesso tempo... >> dice tutto d'un fiato demoralizzata.
<< Ehi >> la risveglio,poi le poggio una mano sulla spalla :
<< vedrai che si sistemerà ogni cosa. Violet non è affatto cambiata, è solo troppo ingenua per rendersi conto che quella di Jade è solo una farsa. Insomma, cosa vorrebbe farle credere? >>.Rido istericamente, mentre Iris mi risponde :
<< Beh...Lui ha detto di essere innamorato di lei >>
<< Innamorato? >> chiedo di riflesso.
<< Si, insomma... Sai quando chiedi a qualcuno di uscire, cerchi di renderla felice e cose così? >> mi dice lei come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Non capisco cosa voglia dire.
<< Eri... Tu sai cos'è l'amore? >>
Alla sua domanda, con tono quasi compassionevole, io, ancora interdetta, scuoto la testa con un'espressione neutra ma, al contempo, buffa.
Iris allora si gratta la nuca e, cercando le parole giuste, porta una mano al mento, guardando verso l' alto :
<< Allora... L'amore... L'amore è... >> poi continua :
<< È un sentimento complesso. Ti accorgi di amare qualcuno quando, nonostante tutto, non riesci a togliertelo dalla testa. Quando ogni suo minimo difetto per te diventa un pregio. Quando basta un suo sorriso per risollevarti il morale. Quando anche  involontariamente lo cerchi tra la gente e vorresti vederlo ogni attimo della giornata. Quando, se ti rivolge la parola, hai sempre paura di sembrare stupida o, peggio, orribile ai suoi occhi. Quando ti perdi nel suo sguardo e tocchi il cielo con un dito mentre lui è al tuo fianco... >>.
Per tutta la durata del discorso, sono rimasta immobile a pendere dalle sue labbra, mentre lei, con gli occhi chiusi, ha mantenuto un dolce sorriso.
Poi, d'un tratto, sobbalza imbarazzata :
<< Insomma più o meno è questo l'amore. Ti accende delle emozioni forti, tutto qui. >> conclude ancora con agitazione.
<< Da come ne parli, devi saperne molto >> dico schietta.
Lei raggiunge una tonalità di rosso porpora e, con la bocca spalancata, riesce solo ad emettere qualche lamento. Io sorrido.
<< Ok, ok. Hai colto nel segno. Ma non posso farci nulla. Insomma, Armin è così... carino, gentile. E poi quel sorriso - >>
Si alza di scatto, se possibile ancora più rossa di prima, dopo essersi resa conto della sua dichiarazione improvvisata.
Fa per andarsene e io, un po' divertita, le apro la porta.
<< Ehi, Eri... >> dice sbucando dalla porta prima di dileguarsi.
<< Stà attenta, perché l'amore arriva senza preavviso... >>



~ Note d'autrice ~

Ma ciaoooooooooo!!!! Si,lo so cosa state pensando : sono sparita. Ma, ehi! Sono ancora viva, ustionata ma viva.
Bel capitoletto, mi complimento da sola... No, non è vero,voglio il vostro di giudizio.
Il ragazzo misterioso che ha chiesto a Violet di uscire si è rivelato essere Jade, spero di avervi sorprese u.u.....
Iris si rivela essere innamorata di Armin, boom! (Si, li shippo troppo) E soprattutto la personalità di Eri sta venendo fuori, Yeppa!
Come finirà questo categorico casino? Eh beh, lo scoprirete.
A proposito, per farmi perdonare vi anticipo che il prossimo capitolo sarà si la conclusione di questa vicenda, ma in aggiunta faranno la loro apparizione Lysandro e Rosalya, che ci introdurranno l'ennesimo casino nella vita di questi adolescenti. Quindi, se vi ho incuriosito, se il capitolo vi è piaciuto o se, semplicemente, volete prendermi a parolacce, lasciate una recensione e arrivederci al prossimo capitolo (che pubblicherò tra domani e lunedì)
Un bacio,
Hikari

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Capitolo 13
*** Capitolo extra : nel cuore di Lysandro ***


P.O.V. LYSANDRO

<< Non pensavo fossi così stupida! >> Dico serio in uno dei miei rari scatti d'ira.
<< Guarda che potrei anche offendermi >> mi risponde lei sorridendo.
Come fa a sorridere anche in un momento come questo?
<< Smettila di prendere tutto alla leggera Rosa! È di te e mio fratello che stiamo parlando! L'hai chiaramente visto con un'altra ragazza, come puoi far finta di niente?! >>.
Mi rendo conto solo in un secondo momento di aver alzato la voce, poi noto il suo viso incupirsi, mentre abbassa lo sguardo.
<< Perché io lo amo >> dice d'un tratto.
Poi alza il volto : << Lo amo e farei di tutto per restare al suo fianco >>.
Sorride ancora, ma una lacrima le solca il viso.
Le porgo un fazzoletto accarezzandole i capelli, quando in realtà ciò che che vorrei fare sarebbe abbracciarla fino a perdere la cognizione del tempo, ma non mi azzardo a farlo in quanto il ragazzo al suo fianco, e nel suo cuore, non sono io, purtroppo...

Continuiamo a camminare mentre lei mi ringrazia, poi si porta una mano alla bocca e tossisce.
Comincia a stringersi il petto, mentre ancora la tosse non si placa.
No! Non di nuovo!
E senza chiederle il permesso, metto le mani nella sua cartella in cerca delle sue medicine.
Due dei flaconi, praticamente identici, mi confondono e con lo sguardo chiedo a Rosalya stessa, che con la mano libera prende direttamente l'oggetto per utilizzarne il contenuto.
Tra un colpo di tosse ed un altro, prende una compressa, la ingerisce e finalmente mi tranquillizzo quando la vedo intenta a riempirsi i polmoni con un bel respiro profondo, mentre si aiuta col suo Alph.
<< Vuoi che ti accompagni in infermeria? >> le chiedo ancora non del tutto tranquillo.
<< Forse è meglio, si. Mi farebbe bene un po' di riposo >> si rassegna.
E ancora sorride.
Quel sorriso Rosa, tienitelo per te, per chi ami, non donarlo a chiunque, perché è speciale, fa sentire me speciale ma, allo stesso tempo, mi spiazza e mi fa a pezzi quando realizzo che guardandomi non avrai mai la stessa espressione raggiante di quando guardi mio fratello...




~ Note d'autore ~

Eeeeeee eccomi di nuovo qui a poco più di 48 ore dallo scorso capitolo.
No, neanche a me soddisfa tanto la lunghezza, ma dopotutto si trattava solo di un piccolo extra, creato per farmi perdonare e, principalmente, per portarvi il punto di vista di Lysandro nel corso della vicenda. Quindi che dire, spero che questo personaggio vi piaccia tanto quanto piace a me ma, soprattutto, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Colgo l'occasione per ringraziare coloro che hanno recensito la mia storia. In ordine di apparizione abbiamo :
FraZelda33,
Mikii0101,
_IAmNotABadGirl_ ,
L E D A,
Mary0101,
Nidafjollll
e ultima, ma non meno importante EngelDreamer.
Vi ringrazio di cuore per avermi supportata e ovviamente ringrazio anche coloro che decidono anche solo di leggere questa fic, perché è comunque una soddisfazione trovare più di 500 visite a capitolo! Quindi grazie ^ ^ !!!
Un bacio,
Hikari

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Capitolo 14
*** Sensi di colpa ***


<< Riesci a crederci!? Escono insieme da più di tre settimane ormai! È assurdo, non può continuare a prenderla in giro in questo modo! >> mi dice Kentin alterato.
Girovaghiamo per i corridoi, ancora in procinto di andare in classe.
<<  Questa storia non può continuare. Non con Violet! >> continua, mentre io, un po' divertita, immagino già la conclusione del discorso.
<< Insomma, lei si merita qualcuno che la renda felice, che la faccia sentire una principessa, che la tratti come...un cucciolo smarrito a cui dare cure e affetto... >> afferma sorridendo dolcemente.
Non credevo che il lato tenero del moro potesse venir fuori così facilmente.
Poi si ricompone :
<< QUALCUNO CHE LA AMI DAVVERO >> e le sue orecchie rosse mi confermano l'imbarazzo che prova.
<< Uno come te, insomma >> rispondo schietta.
<< Esattamen-   ... EH???? >>.
Alla sua reazione rido continuando a osservarlo nella sua goffagine mentre porta le mani davanti al viso come forma di difesa.
<< Guarda che ti sbagli. I-io n-non... >>. E in mancanza di parole si interrompe. << Basta, me ne vado >> si dilegua.
Non si è reso conto di essere scappato avvolto dal rossore.


Finalmente raggiungo l'aula della Delenay e, devo ammetterlo, non mi dispiace affatto : le sue lezioni sono sempre più interessanti.
Apro la porta e incrocio lo sguardo di Kentin, che sobbalza quando mi vede avvicinarmi a Violet.
Lo vedo portarsi imbarazzato l'indice alle labbra, in segno del silenzio che vorrebbe facessi.
Sorrido. Comincio dando il buongiorno al gruppo di compagne accanto a me, o meglio, amiche...
La viola ha lo sguardo basso, mentre Iris e Kim conversano tranquillamente, quasi ridendo del ritardo della Delenay.
Vedo però lo sguardo di entrambe in direzione di Violet, che non proferisce parola.
A questo punto sono sorpresa che non abbia ancora chiesto il permesso di lasciare l'aula...

Mentre mi distraggo osservando un Castiel ancora assonnato che sbadiglia, mi volto di scatto ancora una volta verso le ragazze, attratta dal rumore di uno schiaffo.
Vedo Violet poggiarsi una mano sulla guancia destra, mentre Kim ha ancora il braccio teso per il gesto appena compiuto.
Sono sconvolta quanto Iris dal vedere lo sguardo pieno di rabbia della ragazza.
<< Se ti da così fastidio stare con noi, puoi anche andare dal tuo principino! >>.
Le prime lacrime cominciano a solcare gli occhi lilla dell'una, mentre l'altra distoglie lo sguardo con aria schifata.
<< Buongiorno pivelli >>. La voce dell'insegnante fende l'aria e interrompe il silenzio creatosi.
<< Scusi, ho bisogno di andare in infermeria >> irrompe Kim sorpassando la Delenay.
Il tonfo della porta, chiusa con forza, suggerisce a noi tutti la serietà della situazione.
<< Mi sono persa qualcosa? >> chiede infine la professoressa intuendo.
Vedo Iris abbassare il viso intristita e incrocio ancora una volta lo sguardo del rosso che, insieme a Lysandro e qualche altro ragazzo, ha già colto in pieno il senso dell'accaduto.
Purtroppo anche la biondina sembra capire e comincia a sorridere divertita insieme alla sua amichetta dai capelli neri.
Mi rendo conto solo adesso che la terza del gruppo non sembra affatto partecipe delle due, al contrario ne è indifferente e distoglie lo sguardo dal loro comportamento.
La maggior parte dei ragazzi comprende il motivo della lite, se così di può chiamare, tra Kim e Violet.
Un ragazzo moro in particolare sembra essersi immedesimato nella vicenda, stringe i pugni guardando in basso, per poi voltarsi a cercare il mio sguardo.

La lezione può dirsi iniziata quando la professoressa ci spiega che oggi proveremo a fondere degli Alph contrastanti e, ovviamente, mi ritrovo in coppia con Iris.
Non poteva esserci giorno migliore...
Come previsto, la rossa è ancora giù di morale e sorride forzatamente per tranquillizzarmi.
<< Sta tranquilla >> sussurro.
Comincio a creare le prime gocce d'acqua formando una sfera sulle mie mani.
L'insegnante si avvicina mentre, come me, attende la trasformazione di Iris.
Lei, titubante, stringe le spalle e quando chiude gli occhi, riesco a leggere nelle sue labbra un "mi dispiace".
E all'improvviso il calore ci investe : ecco l'alter - ego della rossa.
L'acqua sui miei palmi evapora e mi porto gli arti a coprirmi il viso.
<< FERMATI IRIS!! >> urlo.
Cerco di muovere qualche passo verso di lei, ma niente da fare.
<< Signorino Noji ! >> chiama poi la Delenay.
Vedo a malapena Armin annuire.
Si avvicina con gli occhi socchiusi e la fronte madida di sudore.
Con qualche sforzo riesce a chinarsi a toccare il pavimento in cerca dell'ombra della ragazza, ma solo in un secondo momento si rende conto dell'inutilità del suo gesto : le fiamme hanno permesso all'ombra di Iris di scomparire.
A questo punto so cosa fare.
Mi scambio uno sguardo d'intesa col ragazzo dai capelli neri, che si alza all'improvviso.
<< EHI ! SONO QUI ! >> urla distraendo la rossa.
<< Vieni a prendermi ! >>.
Il suo tono scherzoso è l'ideale per provocarla.
Di soppiatto mi avvicino. Sento una risata isterica, poi un urlo di dolore e capisco che Armin è appena stato colpito.
Ancora più motivata, mi carico di energia, preparo uno dei miei colpi migliori e, con un antisportivo colpo alle spalle, sorprendo Iris spegnendo finalmente le sue fiamme.
Prima che possa ribellarsi o ricaricarsi, il moro scatta in avanti, si inginocchia e con entrambi i palmi sul pavimento, blocca finalmente l'ombra della mia amica, che inerme resta immobile finché l'insegnante non le si avvicina riportandola alla normalità.
La vedo accasciarsi a terra esausta e la raggiungo reggendole le spalle.


Le lezioni sono finite da un pezzo, e io non ho più visto né Violet, né Kim, né tantomeno Iris, ancora troppo scossa dalla sua perdita di controllo.
Inaspettatamente però incrocio Jade lungo il corridoio, ancora in tenuta sportiva.
Sorride sgembo mentre mi supera sfiorandomi la spalla sinistra e, come in una scena a rallentatore, continuiamo a fissarci finché un paio di metri ci separano.
Se credi di vincere, hai fatto male i conti Jade..


P. O. V.  ARMIN

Ringrazio ancora una volta Charlotte per le sue cure ed esco dall'infermeria.
Non immaginavo si accorgesse della ferita procuratami da Iris e, soprattutto, spero che nessun altro se ne sia reso conto.
Neanche a dirlo... Non faccio in tempo a chiudere la porta alle mie spalle che l'esile figura della rossa mi si avvicina.
Date le nostre differenti altezze, sono costretto a guardarla dall'alto, ma riesco comunque a leggere nei suoi occhi il senso di colpa.
<< Lo sapevo... Ti sei ferito... Per colpa mia... >> sussurra.
Mi sento un idiota, sono stato troppo incauto a farmi vedere in infermeria.
<< N-no Iris, ti sbagli. Tu non-  >>. Mi interrompe.
<< Non giustificarmi ! >>. Quasi urla con le lacrime agli occhi.
<< Sono un mostro... >>.
La sua voce si è ancora ridotta a un sussurro e lei decide di scappare, prima che le lacrime potessero inumidirle interamente il viso.

Dopo un attimo di incertezza, finalmente muovo il primo passo e la seguo.
Continuo a correre, ma la perdo di vista.
Poi, quando sto per arrendermi, sento un lamento. Un singhiozzo. Qualcuno che piange!
Mi avvicino al sottoscala e finalmente la trovo. Inginocchiata a terra e col volto rigato dal pianto, è avvolta da una strana aura rossa.
Cerco di toccarla, ma un suono rauco esce dalle sue labbra.
<< Va via, Armin... >>
<< SPARISCI ! >> urla poi il suo alter-ego.
<< N-non voglio >> si ribella la voce di Iris.
<< LEI È MIA! >> e con un balzo mi attacca.



~ Note d'autrice ~

MA CIAOOOOOO!
Ok, avete presente quando dicevo che non vi avrei più lasciato con delle curiosità a fine capitolo? Mi rimangio tutto *lol*.......
Ho appena riletto gli altri e, cavolo che schifo! Credo che domani ne approfitterò per cercare di riscriverli o, quantomeno, renderli più decenti.
Cooooomunque, questa volta avete visto (?) un capitolo di lunghezza media, dove finalmente vengono a galla i sentimenti di Kentin (in modo esplicito).
Inooooltre ci sono la reazione di Kim, le premure di Armin, il silenzio di Violet, la distrazione di Eri e, ultimo ma non meno importante la scena finale, dove Iris lotta col suo alter-ego per il controllo del proprio corpo.... Come finirà? Lo scoprirete....
Piccolo spoiler : ben due coppie si formeranno nel prossimo capitolo.
Di chi sto parlando? Questa è abbastanza facile ^ ^
Arrivederci.
Un bacio,
Hikari

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Capitolo 15
*** avviso: rieccomiii ***


Ma ciaoooo!!!Sono sparita a quanto sembra...E invece no.Mi dispiace deludervi ma non vi libererete di me tanto facilmente *mwahahah*...ok,la smetto.
Ci tenevo a dirvi che molto presto tornerò con un nuovo capitolo : questa storia ha bisogno di una fine!Nel frattempo sono tornata in possesso del mio amato computer,il che significaaaa CODICE HTML PER HIKARIII!!!Entusiasmo a parte,come dicevo (in questo esatto momento) mi sto impegnando a rendere leggibili i capitoli precedenti grazie al codice.
Allora che dire?Andate a leggerli,su!Fatemi sapere con una recensione se avete gradito questo mio ritorno e,soprattutto cosa ne pensate della storia!
Al prossimo capitolo,ci conto!
Un bacio,
Hikari.

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Capitolo 16
*** Tutto è bene...ciò che finisce bene ***


P.O.V ARMIN

<< IRIS  ,TI PREGO, TORNA IN TE!!! >> 
Vorrei tanto trovarmi all'interno di un sogno e svegliarmi di soprassalto,perchè tutto questo è un incubo.
<< Armin ,va via! >> è Iris che parla ,la vera Iris. Quella ragazza è troppo importante per me.
Cerco di bloccarla ,ma le forze vengono meno e riesco ad utilizzare il mio alph solo di rado,nonchè quando le sue fiamme si affievoliscono lasciando spazio alla sua ombra. Essere da solo non aiuta ,ho paura di ferirla.
Non so cosa fare,la mia mente è come annebbiata. 
Ancora una volta mi soffermo su quello sguardo ,così combattivo,infuocato.Poi...
Vedo una lacrima.
Iris è ancora lì,da qualche parte. Se solo riuscissi ad aiutarla in qualche modo.
Ed è qui che ammetto a me stesso quanto la sua presenza mi manchi ,e il suo sorriso ,cavolo.Dov'è finito?
Ho bisogno di te,Iris...
E, senza rendermene conto,le mie labbra sono già posate sulle sue.
 Che strana sensazione.
Sarà questo nuovo contatto a provocarmi questo senso di vuoto allo stomaco ? 
No,purtroppo. Non è solo questo.
Solo abbassando lo sguardo, infatti,mi accorgo di essere stato colpito. 
L'ultima cosa che vedo prima di accasciarmi a terra, è una sagoma avvolta dalle fiamme ,che urla disperata.


P.O.V IRIS 

<< ARMIIIIIIN !!!! >> 
Cosa sta succedendo ? Non ho più controllo di me stessa,del mio corpo.
Vedo Armin ,disteso sul pavimento ,con una ferita all'addome.Sono stata io?
<< SONO UN MOSTROO!! >> 
Armin. Ti prego no,non lui.
<< LASCIAMI IN PACE !! >>
<< Io sono te,non ti lascerò mai. >> 
<< NOOOO!! >> 
Tutto ciò che vedo sono le mie stesse fiamme che mi circondano. A questo punto, se scomparissi ...forse sarebbe meglio. Armin,perdonami.

<< IRIS ! >> 
Questa voce...
<< Iris,mi senti ? >> ...la riconosco! 
<< Lysandro ,sei tu ? >> - << lascialo perdere. >> mi dice una voce nella mia testa. Cerco però di essere forte e la respingo .Ho bisogno d'aiuto.
<< Ascoltami,voglio aiutarti. Farò tutto il possibile per salvarti. Devi solo volerlo,concentrati ! >>
Lys...
Che succede?
Cos'è questo posto ? E' tutto così buio e io sono così...sola . Lysandro,dove sei finito ?
<< Sono ancora qui,sta tranquilla. >> mi rassicura.
<< Sono all' interno della mia mente ,non è così? >>
Adesso si spiega tutto. Ma cosa dovrei fare esattamente?
<< Guardati attorno. Dimmi cosa vedi. >>
Cosa vedo ? Oscurità...sarebbe questa la risposta? Sono veramente un mostro?

No,aspetta. E quello ? 

Vedo una sagoma . Sono io ! 
E' talmente simile a me ma,allo stesso tempo ,così diversa...Come se fosse un'altra parte di me.
<< E' lei che dovevo trovare Lys ? Cosa dovrei fare adesso ? >> 
La risposta si fa attendere. Perchè non mi rispondi ?
<< E' inutile ,siamo solo io e te. >> 
Sembrava solo un'eco lontana,ma mi rendo conto che a parlare è proprio la persona di fronte a me.
Si avvicina . Il suo passo lento e sicuro mi incute timore, ma cerco di non darlo a vedere.
<< Con me è inutile fingere. So benissimo che hai paura. >> 
Cosa? Ma come ha fatto? E' come se riuscisse a leggermi nel -
<< Nel pensiero ? Ovvio ,io sono te. >>  
Vedo i suoi capelli infuocati sfiorarle la pelle,senza però farle alcun male . Si avvicina a me afferrandomi il volto.
<< Sei una debole >>
Di scatto la allontano da me . Sembra divertita e non è di certo l'effetto che desideravo.
Cosa dovrei fare? Se solo Lysandro fosse qui...
Basta ! Devo battere il mio stesso chiodo ! Se non la sconfiggo adesso,continuerò ad aver paura di me e del mio alph. Ma se lei è me, come posso distruggerla?
<< SEI FINITAAA!!! >> si scaglia su di me.
....
Silenzio...
....
Che mossa stupida. Avrò fatto bene?
Mi ritrovo ancora così,abbracciata a lei o ,per meglio dire ,a me...
Sento il fuoco sulla pelle. Fa male.
In qualche modo ,la mia mossa ha bloccato il suo attacco e la figura tra le mie braccia sembra opporre sempre meno resistenza. 
Che fosse questo ciò che avrei dovuto fare dall'inizio? Fare pace con me stessa ?
 E solo ora ,mi ricordo di quanto il mio alph mi abbia fatta isolare in passato e penso a quanto anche lei possa essersi sentita abbandonata...
<< Shh. E' tutto finito,sta tranquilla. Non sei più sola .>> Finalmente ricambia l'abbraccio e le fiamme si placano.Adesso non sento più dolore.
<< Noi siamo una cosa sola >> 
Sento come una goccia d'acqua che mi bagna la spalla , poi il nulla.
Mi ritrovo a stringere il vuoto e, alzando lo sguardo, osservo le centinaia di frammenti brillanti che mi circondano.
Lei è scomparsa...No. Lei è dentro di me...
Socchiudo gli occhi , finalmente libera da quella strana sensazione opprimente.
E mi addormento così,sorridendo ,finchè non sento delle braccia sollevarmi da terra. 

P.O.V  LYSANDRO

E' finita.
Sei stata davvero brava Iris.
<< Sei più forte di quanto credi >> dico con un sorriso accarezzandole la fronte.
Adesso ,l'espressione sorridente che ha mentre dorme, mi dimostra tutto il suo essere tranquilla. E,finalmente, lo sono anch'io. 
Devo ammetterlo : aiutare qualcuno è sempre soddisfacente. 
A proposito. A quest'ora Nathaniel deve aver già portato Armin in infermeria. Che testa bacata ! 
Ma, in fondo, lo capisco. Chiunque ignorerebbe il pericolo per salvare la persona che ama...
Adesso non mi resta che tornare dai pochi spettatori, radunati attorno alla scena appena avvenuta, e cancellare il ricordo dalle loro menti.
E' meglio che la voce non si sparga e,come al solito , mi tocca tenere per me un altro piccolo segreto.

Mi trovo ancora all'interno della parte femminile del dormitorio, ma non fa niente dato che sono ancora le 18:13. 
Aspetta, a che ora scatta il coprifuoco? 
Tsk. Devo smetterla di dimenticare tutto.
Immerso nella mia distrazione,non mi accorgo di aver urtato un'esile figura.
<< Violet, tutto bene ? >> 
La vedo sistemarsi le maniche dell'uniforme, poi nasconde il volte dietro la chioma violacea.
<< Sta tranquillo,ero distratta. Devo andare... >> 
La sua voce flebile ,testimone del fatto che niente va bene, quasi mi convince a girarmi ancora una volta verso di lei,ma mi blocco. Non dovrei intromettermi ancora, ma lei ha bisogno di aiuto.
E quasi come se l'avessi chiamata, intravedo Eri proprio di fronte a me e decido di passarle accanto sperando che colga il mio messaggio.
Aiutala.

P.O.V  ERI 

"Aiutala" 
Giurerei di aver appena sentito la voce di Lysandro,eppure ,passandogli accanto,non mi sembra che abbia aperto bocca.
Che si tratti di telepatia? Forse. In fondo il suo alph potrebbe permetterlo. Quel che è certo però, è che mi ha appena chiesto di " aiutarla "e, dopo aver fatto un altro paio di passi ,mi ritrovo a qualche metro da Violet.
Credo di aver capito a cosa si riferisse, e gli occhi umidi della ragazza confermano la mia teoria. 
Jade ! Giuro che, se le hai fatto del male ,non la passerai liscia!

<< Violet >>
Sobbalza. Finalmente distoglie lo sguardo dal suo cellulare,ma rimane comunque appoggiata alla parete ,mentre mi osserva stupita.
<< E-Eri >> finge un sorriso << hai bisogno di qualcosa ? >> 
Non riesco a capire come possa esistere qualcuno come Violet : è troppo ingenua e gentile.
E quel bastardo ! Se penso che è lui la causa delle lacrime della mia amica...mi sale una rabbia! 

<< Violet, è un messaggio di Jade quello? >> Stringo i pugni.
<< Già. Ecco...avrei dovuto partecipare ad alcune lezioni supplementari,ma mi ha chiesto di uscire e non ho saputo resistere >> dice tutto d'un fiato. Continua a tenere gli occhi socchiusi fingendo un sorriso.
<< VIOLET ! >> la mia voce fende l'aria . 
Sembra sorpresa dal mio tono,ma come darle torto se la prima ad esserlo sono io stessa...
<< Smettila ! Sei così sicura che tutto vada bene? Continui a sorridere ma...NON TI RENDI CONTO DI QUANTO LA TUA VITA STIA CAMBIANDO A CAUSA SUA? >> La mia domanda rimane come sospesa,perchè lei non accenna a rispondere.
<< Chi ti dice che non voglia solamente allontanarti da tutti e ,una volta sola ,abbandonarti? Cosa faresti in quel caso,Violet? >> La vedo abbassare il volto.
Mi dispiace ,amica mia,credimi.
<< Io...vorrei solo vederti felice. E' così che si fa tra amici. Lo dicevi anche tu,ricordi? >> Pian piano la mia voce si fa più flebile e ,anch'io ,abbasso lo sguardo senza rendermene conto.
Non doveva andare così.
E mentre i sensi di colpa si impossessano di me, vedo quella che è una delle mie migliori amiche scappare via in lacrime , mentre le mie ginocchia toccano terra.
<< Non devi sentirti in colpa >> cosa?
Alzo lo sguardo e mi ritrovo Kentin che mi offre la sua mano.
Accetto il suo aiuto e ritorno il posizione eretta ringraziandolo.
<< Più che sentirmi in colpa, ho come la sensazione di non poterla sostenere.Vorrei tanto starle accanto... >> dico sincera.
<< Ti capisco,non sai quanto >> sorride.
Kentin, non puoi continuare così. Vedere Violet felice,per te sarebbe il regalo più bello. Ma davvero non capisci che lei sarebbe felice soltanto con te,che la ami così tanto?
E mentre lascio fluire i miei pensieri a parole,mi incammino per i corridoi in compagnia del mio amico.
Solo in un secondo momento avrei scoperto di essere osservata...

...

P.O.V  KENTIN

<< Mi hai convinto : vado a cercarla ! >> dico preso dall'entusiasmo.
<< Buona fortuna ! >> mi urla.
Sta tranquilla Eri,andrà tutto bene.
<< Male che vada ,piazzerò un bel pugno in faccia a Jade! >> le urlo mentre mi incammino.
Il mio passo si fa via via più veloce,finchè non mi ritrovo a correre fuori dal dormitorio.
Ho una mezza idea su dove andare, ma senza ragionarci i miei i piedi mi dirigono direttamente alla serra.
Neanche a dirlo : riesco già a scorgere la figura di spalle della ragazza che cercavo.
<< Viol - >> Non faccio in tempo a chiamarla. Sta discutendo con qualcuno.
<< I-Io voglio solo dire che mi mancano i miei amici ...F-forse - >> Tiene ancora le mani sul petto,mentre parla con voce tremolante .
Rimango fermo ad osservare la scena dall'esterno della struttura di vetro.
<< Forse...stai pensando di lasciarmi,Violet? >> Lo sapevo : è quell'idiota.
Mi sporgo ancora un pò per confermare la mia ipotesi,ma non ci sono dubbi, riconoscerei la sua voce odiosa tra mille.
<< Ti ho trattata bene,sono stato al tuo fianco.Non pensi di dovermi un po' di gratitudine ? >>
Il suo tono comincia a diventare inquietante. Che idiota! 
<< Sono forse un cattivo ragazzo, Violet ? >> 
<< I-Io... >> 
La sta spaventando. Sono riuscito a sopportare tutto,ma vederlo avvicinare in quel modo a lei proprio non mi va giù!
Un colpo.Uno soltanto , e riesco a chiudergli quella lurida bocca.
Non ricordo neanche esattamente quando il mio corpo ha deciso di fiondarsi su di lui. So solo che ,adesso, mi ritrovo davanti a una Violet terrorizzata, mentre il bastardo che ho appena picchiato continua a fissarmi con risentimento.
<< Kentin >> 
<< Rimani dietro di me >> la rassicuro. 
Il mio pugno ha ancora la forma di una sfera di metallo. Ottima improvvisata,mi complimento da solo!
<< Brutto - >> 
<< NO ! >> lo interrompe la viola .
Nonostante il suo carattere fragile,ha appena deciso di mettersi tra me e il mio avversario ,in modo da impedire la lite.
Non farlo...
<< Non voglio vedervi litigare ! E soprattutto non voglio che tu faccia del male a Kentin ! >> 
Non posso fare a meno di arrossire. Ma che?!
<< Ah ah... >> sento una risata.
<< AHAHAHAHAHAH >> 
Il verde comincia a ridere sguaiatamente. E' deciso : sta impazzendo,non c'è altra spiegazione.
Lo vedo alzarsi dal terreno con qualche difficoltà, ma decido comunque di restare in guardia,in attesa di una sua mossa.
Mi smentisce. Fa per andarsene,ma non prima di rivolgersi ancora una volta verso di noi.
<< Bene, ho capito. Qualsiasi cosa io abbia fatto,mi dispiace tanto ragazzi >> dice ironico.
<< Addio >> conclude ,perfido come al solito.
Non posso fare a meno di ringhiare con rabbia e il mio corpo si muove ancora verso di lui. Questa volta però, una mano mi ferma e sento una stretta all'estremità della mia uniforme.
<< Va tutto bene. Puoi anche lasciarlo perdere adesso. >> Mi sorride. 
Cavolo, Violet ! Non devi sorridermi in quel modo ! 
Mi porto una mano alla bocca per cercare di nascondere l'imbarazzo , poi decido di andarmene.
<< Senti... >> dico prima di voltarmi .
<< Mi dispiace di averlo picchiato. Posso solo immaginare quanto tu tenessi a lui. Ma davvero, meriti di più, Violet... Meriti qualcuno che ti ami davvero e - cavolo - è imbarazzante ! >> comincio a grattarmi nervosamente la nuca.
<< Sappi solo che, se mai avessi bisogno di qualcuno che ti protegga, io ci sarò >> . Mi allontano.
<< ASPETTA ! >> mi blocca.
Ancora una volta afferra il bordo della mia maglia e il mio cuore non può fare a meno di battere all'impazzata.
<< E se...E SE IO VOLESSI ACCANTO QUALCUNO IN GRADO DI PROTEGGERMI ? >> urla tutto d'un fiato.
Non credo di aver sentito bene...
Tutto ciò che riesco a mettere a fuoco è il suo viso completamente in fiamme. Anche se, sono sicuro di non essere da meno.
Ripeto quelle sue stesse parole nella mia mente e... vi prego,se è un sogno, non svegliatemi .
 
- Note d'autrice - 
Ma tauuuuuuu!!!!!!
Rieccomi qui con questo new chappy ! 
Ovviamente,mi scuso come sempre per il ritardo ma,ehy,meglio tardi che mai.
Come promesso, avete potuto assistere a delle svolte , gradite spero... Si,mi sento soddisfatta.
Voglio dire ...KENTIN E VIOLET ,VI RENDETE CONTOOO?! ( Anche Armin e Iris non sono da meno, ma la loro storia ha ancora bisogno di una conclusione ACCIPICCHIOLINA ! )
Ok,scleri a parte. Ho sentito tanto la mancanza di questo sito e ho scritto tutto presa da non so quale foga.
Spero di avervi soddifatto e,tranquilli, sto già lavorando al prossimo capitolo.
Detto questo ,vi lascio. Alla prossima e recensiteeeee!!!!!
Un bacio,
Hikari

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Capitolo 17
*** Il tuo sorriso ***


P.O.V Eri

 

- Aula di combattimento -

 

<< Siamo qui!! >> urlo spalancando la porta .

Ho ancora il fiatone e, insieme a me, anche Kentin si lascia andare sfinito appoggiando le mani sulle ginocchia.

<< Ma prego. Alla buon ora. >>

Con un’ occhiataccia della Delenay ci avviciniamo ai nostri compagni, più incuriositi dal vederci insieme che dal nostro ritardo. Ritardo che, tra l’altro, avrei potuto evitare se QUALCUNO non mi avesse trascinato con se a soli cinque minuti dall’inizio dalle lezioni.

Faccio l’offesa, ma il ragazzo in questione decide di giungere le mani in segno di scuse e, con i suoi occhioni verdi da cucciolo, cerca il mio perdono.

Come devo fare con te, Kentin?

 

Quasi come se avessi parlato, il moro si avvicina e si giustifica : << dovevo pur dirti di me e Violet, no? >> .

D’accordo. Questa te la do buona. D’altronde, non c’era niente che avrebbe potuto rendermi più felice…

 

Finalmente mi volto, decisa a seguire la lezione, ma un punk di mia conoscenza non smette di fissarmi e, ancora una volta, mi da sui nervi col suo ghigno irritante.

Si avvicina.

Scommetto che farà di tutto per infastidirmi. Ma, allora perché?

Perché non riesco ad odiarlo?

Conosco l’odio, o meglio, so quando una persona mi indegna a tal punto da provocare il mio completo disinteresse . Eppure, con lui… è come se non riuscissi ad ignorarlo.

 

<< A cosa pensi, ragazzina ? >>

<< Ma ciao, Castiel. Anch’io sono felice di vederti. >> dico, ovviamente, ironica.

<< So quanto ti entusiasmi la mia presenza, ma non devi per forza urlarlo a tutti. >>

Ma che?!

<< Che diavolo ti dice il cervello? >>

<< Piuttosto >> torna serio. << Hai avuto notizie di Armin? >>

Allora, anche tu ti preoccupi per i tuoi amici.

<< Penso che Nathaniel ne sappia qualcosa. Ma, tranquillo, farò io lo sforzo di andare a parlargli. A differenza tua, non mi dispiace affatto la sua presenza. >>

<< Ehi! Io e quello là non abbiamo niente in comune. Per forza non andiamo d’accordo. >> Incrocia le braccia. E’ quasi buffo. Poi continua : << E, comunque, mi sembra che non ti dispiaccia neanche la compagnia di qualcun altro… >>.

<< Se ti riferisci a Kentin, si, hai ragione : mi piace parlare con lui. E poi, stamattina, mi ha anche reso partecipe di qualcosa che lo rende felice. >> sorrido.

Rivolgo ancora una volta lo sguardo verso la mia insegnate di arti magiche, ma la voce profonda del rosso mi raggiunge ancora : << E da quando siete così intimi? >>.

Il tono era basso e più duro del solito.

<< Hai detto qualcosa, Castiel ? >>

Quasi dubito del mio udito, in genere perfetto e la risposta negativa del ragazzo, che fa spallucce e si volta, non fa altro che mettermi ancora più dubbi.

Che lo abbia immaginato ?

 

<< Come dicevo ragaz - >>

L’insegnante è costretta a interrompersi.

Un suono. Uno soltanto, simile a un rumore metallico. Un interruttore, ecco cosa.

E adesso, davanti a me, vedo solo l’oscurità.

No.

Non ora, ti prego.

Aiutatemi.

Mamma…

 

 

 

 

P.O.V Castiel

 

Non riesco a crederci : un blackout anche qui, all’ Alpha Academy ?

È assurdo.

 

Sospiro rumorosamente.

Purtroppo, gli alph delle persone presenti non permettono di creare in alcun modo una qualche fonte di luce. Il che mi costringe, data la mancata presenza di Iris, a intervenire in prima persona.

Senza alcuno sforzo, riesco a portare una piccola scossa fino al limite della mia mano destra e , concentrando tutto direttamente al dito indice, procuro finalmente quel poco di illuminazione necessaria a vedere oltre il mio naso.

 

Mi guardo intorno e mi assicuro che siano tutti interi – non si sa mai che qualche imbranato inciampi nel buio – finché non mi rendo conto che la figura, che fino a poco fa era al mio fianco, adesso è accovacciata a terra, immobile.

Che succede? Possibile che abbia paura del buio?

No, non è da lei. Eppure…

 

<< Eri >>

La vedo sobbalzare al tocco della mia mano sulla sua spalla.

I suoi occhi sono spenti, come persi nel vuoto, ma giurerei, nonostante la penombra, di aver visto una lacrima minacciare di uscire e rigarle la guancia.

Continuo ad osservarla immedesimandomi nel suo dolore.

Ok, lo ammetto : c’è un non so che di inquietante.

 

Con le poche forze che riesce ad usare, la vedo aggrapparsi al bordo della manica della mia uniforme. Per essere precisi, la stessa manica che avvolge il mio polso destro…

Questa volta dovranno fare a meno del mio alph : lei ha bisogno di me.

 

Senza pensarci due volte, le copro la testa con la mia giacca, la sollevo da terra e, con un senso dell’orientamento che non sapevo di avere, riesco ad uscire fuori dall’aula.

<< Tranquilla, tra poco sarai al sicuro. >> comincio ad ansimare.

<< Non sarà di certo una delle migliori giornate della stagione, ma non c’è niente di meglio della luce del sole. >>

Corro, corro.

Cavolo ! Faccio questa strada ogni maledetto giorno. Dove sono quelle scale?

Neanche a dirlo, svolto l’angolo e per poco non inciampo sul primo gradino.

Premo il piede con forza per riprendere l’equilibrio e così in salita, finché uno spiraglio di luce parallelo ai miei piedi non mi suggerisce che ho appena raggiunto il mio posto preferito .

Tiro un calcio alla porta e, come al solito, prendo un enorme sospiro preparandomi a inalare l’aria pura che mi circonda.

Il peso alle braccia comincia a farsi sentire e ,direttamente dal tessuto dell’ uniforme che le avevo lanciato, mi dice : << Ti dispiace ? Sto per soffocare. >>

Sta esagerando, ovviamente. Ma meglio non rischiare.

Inclino il busto e la aiuto a rimettersi in piedi, lei però preferisce non guardarmi e continua a fissare il paesaggio davanti a sé .

<< Tutto bene ? >> dico, sporgendomi verso le sue spalle.

Silenzio.

Forse dovrei lasciarla da sola? Forse ho sbagliato a portarla qui. E se si infuriasse?

<< Sai, Castiel. >> comincia finalmente a dire , << Ho sempre ammirato le persone forti . Non parlo del loro alph, ma della loro forza emotiva : ci sono persone che riescono a sorridere nonostante i problemi, che ridono dei loro vecchi errori, che riescono a superare le proprie paure e cancellare il passato. Queste persone, Castiel, le ho sempre ammirate e, a mio modo, imitate. Ho finito col chiudermi in me stessa, rimanendo da sola . >>

Non riesco a ribattere : possibile che si senta esattamente come me?

<< Ma la verità è… >> continua.

Mi preparo mentalmente a vederla urlare, ma mi sorprende : si accascia a terra e porta le mani al volto.

<< LA VERITÀ E’ CHE SONO SOLO UNA STUPIDA ! >> singhiozza.

La raggiungo, cercando di reggerla, ma non proferisco parola.

<< Lei mi manca . Mia madre, Castiel, i miei genitori. Loro… perché non hanno preso anche me? >>

Capisco : è così che si sente.

<< ERI, ASCOLTAMI ! >> le scuoto le spalle, poi continuo : << Pensi davvero che loro vorrebbero vederti in questo stato? >>

Lei mi osserva. Con quei suoi enormi occhi ricolmi di lacrime.

<< Guardami. E guardati. Non sei da sola, cavolo ! Hai Iris, Violet, Kim, il muta-forma e anche quella sottospecie di vicepresidente e… hai me. Puoi parlarne e devi! Non soffrire in silenzio. >>

Lei ormai non parla più ed emette qualche ultimo singulto prima di asciugarsi definitivamente il viso.

 

 

 

Riapro gli occhi e osservo il tramonto davanti a me.

Finalmente posso tornare sereno e anche lei lo sembra, dato il modo in cui ancora dorme. E pensare che neanch’io me ne sono reso conto.

E adesso? Non posso mica svegliarla. La mia spalla deve essere comoda.

Sorrido : è carina quando dorme. Aspetta… CHE?!

Mi agito, ma non troppo. In fondo è un fattore oggettivo.

Mi accorgo di qualche residuo salino sulle sue lunghe ciglia e decido di eliminarlo usando il pollice della mia mano libera.

Sembra sentirmi. Mugugna, si dimena e finalmente rivedo l’azzurro delle sue iridi.

<< Ben svegliata >>

Mi osserva, forse ancora frastornata ma, non appena si rende conto della situazione, si alza di colpo chiedendo scusa .

 

Decido anch’io di sollevarmi e, non appena in piedi, mi stiracchio.

La vedo pulirsi la gonna, mentre un po’ di vento le scompiglia i capelli.

<< Sai, Castiel… >> mi dice interrompendo l’atmosfera silenziosa .

<< Probabilmente non mi libererò mai della mia paura del buio. Mi riporta alla notte in cui ho perso i miei genitori. È l’unica cosa che ricordo : mi sono ritrovata da sola, al buio. Ma… adesso non lo sono più. E prometto che, ogni qual volta l’oscurità tornerà a minacciarmi, la scaccerò col ricordo di noi due davanti a questo bel tramonto >> conclude sorridendo .

Cavolo, che mi prende?

Possibile che… No! Non se ne parla!

Ritorno a guardarla cercando di nascondere l’imbarazzo. E’ giusto così.

<< Vuoi che ti accompagni da Kentin? Sarà sicuramente preoccupato per te. Siamo praticamente spariti . >>

Già. È giusto così …

 

 

Non serve che mettiamo piede fuori dalla scuola per scorgere finalmente il moro.

Adesso sarà contenta.

<< Aspetta, Castiel >>

Mi trascina a sé e mi ritrovo attaccato alla parete, con lei di fianco .

Portando l’indice alla punta del naso, mi suggerisce di fare silenzio e mi indica la porta accanto a noi che conduce al cortile.

Solo dopo qualche istante metto a fuoco la scena davanti ai miei occhi : Kentin, in piedi, di fronte alla panchina dove è seduta… Violet ?

Ok, fin qui niente di strano. Non troppo almeno.

Ma non faccio in tempo a pensarlo che la timida abitante di Alternative si alza all’improvviso e, imbarazzata più del solito, raggiunge le labbra del muta-forma sollevandosi in punta di piedi.

Un attimo : che mi sono perso?

Mi volto verso la mia compagna dai capelli blu, con la speranza di capirci qualcosa .

La vedo gioire, esclamando un “si”, accompagnato da una posa di trionfo e uno sguardo entusiasta .

 

Adesso i due piccioncini si allontanano e io posso tornare a chiedere spiegazioni.

<< È strano essere confuso? >>

Lei sembra divertita dalla cosa, ma cerca di darsi un contegno.

<< Tranquillo, Castiel. Ti spiego : il nostro Kentin si è innamorato e, finalmente, tutto è come dovrebbe essere >> sorride.

Sembra contenta.

Aspetta…

<< Vuoi dirmi che, per tutto questo tempo, quello là ti è stato appiccicato solo per chiederti qualche misero consiglio?! >> chiedo, forse più agitato del previsto.

<< Già. Non sono molto ferrata sull’argomento, ma… “tutto è bene ciò che finisce bene”, no? >>

Ragiono. Torno in me.

<< Perché , cosa avevi pensato ? >>

Quindi lei ? Lui e lei non…

Rido. Prima piano, poi senza contegno. Sono un idiota.

<< Scusa, scusa. Non sto ridendo di te. >> cerco di controllare la risata e finalmente ci riesco.

<< Brava >>

Le arruffo affettuosamente i capelli, mentre il suo sguardo è confuso.

Faccio per andarmene, ma non prima di averle suggerito : << Adesso perché non provi a trovare un ragazzo anche ad Ambra ? >>

Sento la sua voce rispondere qualcosa come “ impossibile ”, ma in fondo ha proprio ragione.

Quella ragazza mi sorprende ogni giorno di più : anche lei sa essere divertente, a quanto pare.

E chissà quanto riderebbe Lysandro se gli rivelassi cosa ho pensato.

Lei e Kentin : ma andiamo !

Alla fine il moro ha raggiunto la felicità insieme alla piccola Violet. Anche Eri ne è contenta e, anch’io, per qualche strana ragione, mi sento sollevato.

 

 

 

 

 

 

 

 

P.O.V Iris

 

Finisco di ringraziare Lysandro : non saprei proprio come avrei fatto ad uscirne senza di lui.

L’episodio della settimana scorsa ha avuto le sue conseguenze.

Positive, per quanto riguarda me, che adesso sono in grado di usare i miei poteri mantenendone il controllo.

Neutre, dato che, sempre grazie al mio amico dagli occhi etero cromatici, tutti i presenti hanno dimenticato l’accaduto. Tranne i miei amici, ovviamente.

E infine, ahimè, ci sono state conseguenze negative, che in realtà avrei preferito ricevere io stessa. Ma, per ironia della sorte, è stata la persona a cui tengo di più al mondo a pagare per me.

E ancora una volta i sensi di colpa si impossessano di me.

 

Raggiungo l’infermeria e la tenda già scostata mi rivela il volto di Armin.

Sta dormendo.

Mi avvicino piano, prendendo posto nella sedia che io stessa mi ero procurata.

I suoi capelli neri vengono illuminati da un riflesso quasi violaceo, date le ultime ore di luce. E io non resisto dall’accarezzarli .

<< Armin >>

Le parole escono spontanee.

<< Tutto sommato, oggi è andata bene. Sai, ho parlato alla Delenay e mi ha detto che migliorerò sempre di più ora che tutto è sotto controllo. Soltanto oggi ho preferito saltare la lezione. >> Fingo un sorriso. Ma chi voglio prendere in giro?

<< No. Non va bene per niente. Per quanto io mi sforzi, ho sempre paura di ferire qualcuno. Non lo sopporterei. Ti ho fatto del male, Armin : sono un mostro! Ho fatto del male a te che volevi solo aiutarmi. Tu che per me sei così importante… >>

Piango. Non riesco più a trattenere le lacrime e, così, anche le parole .

<< Mi piaci Armin ! Mi piaci tanto ! Ho bisogno che tu ti riprenda. Non doveva finire così, ti prego perdonami ! >>

Comincio a singhiozzare. Cerco di asciugarmi il viso, ormai fradicio, ma non faccio altro che rendere umide anche le maniche della mia uniforme.

<< N-non ho bisogno di perdonarti >>

Sussulto.

Armin?

<< T-Tu sei sveglio! >> urlo felice. Lo stringo impulsivamente in un abbraccio, finché le sue parole da ragazzo dolorante qual è mi convincono a riprendere posizione.

Anche lui si riposiziona sollevando il busto e, adesso, è comodamente seduto.

Poi l’imbarazzo prende il sopravvento.

Vuol dire che…

<< T-Tu hai...sentito tutto ?? >>

Il calore mi invade e capisco di essere arrossita come mai in vita mia.

Mi alzo di scatto impacciata, ma una mano mi afferra.

Il suo sguardo è dolce.

<< Sembra tanto la scena di un anime >> ride.

Abbasso lo sguardo mentre non so cosa dire.

Lui però mi coglie alla sprovvista, trascinandomi al suo petto fino a stringermi completamente.

<< Ma sai una cosa? Va bene così : mi piaci Iris. >>

Un sogno.

Non potrebbe essere altrimenti.

Sono tra le braccia di Armin, finalmente felice e anche i miei sentimenti sono ormai ricambiati.

Ho sempre sperato in un lieto fine, ma vedere adesso il suo sorriso è tutt'altra cosa.

Quel sorriso per cui, ogni volta, rimango ammaliata.

È strano. È tutto molto strano in realtà.

Ma in fondo l’amore è anche questo : ti riscopri innamorato senza neanche sapere perché e finisci con l’amare quella persona ogni giorno di più.

Sembra bizzarro, ma succede. E, quando tutto va bene, non c’è gioia più grande.

Perché adesso sei la cosa più bella che ho e, giuro, Armin, che non ti lascerò mai andare.

 

E mentre mille pensieri, fin troppo sdolcinati, mi invadono la mente, sento le nostre labbra raggiungersi.

Un contatto dolce, desiderato da tempo.

Mi perdo.

No, nessun sogno.

Solo il tuo sorriso. Un’immagine splendida che mi accompagna fino a sera…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

~ Note d’autrice ~

 

Ma tauuuuuu!!!

Quando la smetterò con questi inizi da pazza ? Mistero… u.u

Ok, ciancio alle bande : nuovo capitolo finalmente!

Spero vi sia piaciuto leggerlo tanto quanto a me è piaciuto scriverlo.

Inutile dire che mi scuso come sempre per il ritardo ma – ehi! - meglio tardi che mai. E poi dovrei aver soddisfatto qualcuno … Chi shippava Iris e Armin dall’inizio ? Eh? Dove sono le manine alzate?

Bene, nessun problema con il codice HTML, quindi che dire ?

Fatemi sapere se avete apprezzato XD

Un bacio,

Hikari .

 

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Capitolo 18
*** La mia forza ***


P.O.V. Lysandro

Fila centrale. Ultimo banco in fondo alla classe.
Il posto più adatto a me.
Il sole mi scalda, ma senza colpirmi direttamente. Non gradisco sudare.
La voce degli insegnanti mi raggiunge, ma non risulta troppo squillante. I toni forti non sono di mio gusto.
Nessuno si gira curioso ad osservarmi. Non mi piace stare al centro dell’attenzione.
Eppure, allo stesso tempo, da qui, riesco ad accorgermi di cose che nessuno noterebbe mai.
Sapete quante volte Ambra tocca i suoi capelli durante le lezioni?
Mettiamo un attimo da parte il mio amico dalla chioma rossa, al momento assente. Lui, per quanto possa aver sofferto in passato, rimane comunque un ottuso : non riesce neanche ad ammettere che, disinteresse dallo studio a parte, ogni sua distrazione è dovuta a una persona in particolare.
E metto da parte anche me e, ovviamente, la mia riservatezza.
Io sono consapevole della direzione del mio sguardo e, dopotutto, come potrei non notare quell’affascinante chioma bianco-argento costretta spesso ad assentarsi?


Ma torniamo al dunque.
Avete presente quelle persone costantemente felici, col sorriso perenne in volto?
Quelle che riescono a nascondere perfettamente le proprie emozioni?
Ecco. Lasciate che ve ne parli.


C’è un ragazzo in particolare, dalla strana capigliatura azzurra che, proprio adesso, sta importunando il fratello davanti a lui, con un’espressione giocosa e vivace.
La sua solita espressione sorridente.
Ma, esattamente, quanto è sincero quel sorriso, Alexy?


Neanche a dirlo, smette di punzecchiare il gemello e torna composto.
Ed ecco ciò di cui stavo parlando.
I suoi occhi, prima di un rosa brillante, adesso sono spenti e fissano un punto impreciso.
Le sue labbra, prima aperte in un sorriso smagliante, ora seguono una linea retta e le sue mascelle si serrano, dandogli persino un’aria più mascolina.
Cosa nascondi?
Sei capitato in un riservato posto in ultima fila proprio come me e, probabilmente, non ti aspetteresti mai che io, dal lato dell’aula opposto al tuo, possa accorgermi del tuo vero essere.
Spero solo che tutto ciò non sia troppo doloroso.
So per certo che ognuno di noi nasconde qualcosa che, spesso, si rivela essere triste.
Nascondiamo ciò per riservatezza, per non far preoccupare i nostri amici o, al contrario, per non far gioire i nemici. Per paura di essere giudicati, derisi o, più semplicemente, per sola paura.
Paura di cosa? Di sembrare deboli?
Tsk, quante maschere in giro…


Passo un attimo la mano tra i capelli per riprendermi e mettere da parte i miei pensieri.
Dovrei smettere di essere così paranoico. Con un Alph come il mio poi! Potrei benissimo andare da Alexy, scoprire bene entrambi gli occhi, fissarlo e aspettare che confessi tutte le sue vere emozioni. Ma...non è affatto da me.


Sento la campanella suonare, il che mi suggerisce di abbandonare l’aula del professor Pierrick. Ma ho come l’impressione di aver dimenticato qualcosa…
<< Ragazzi, vi raccomando di non perdere di vista i vostri obbiettivi per il prossimo semestre. Detto ciò, vi auguro un buon ritiro estivo, eccetera eccetera >> annuncia il nostro insegnante divertito.
<< Avete sentito? Eccetera eccetera! >> Armin non si smentisce mai e, ancora con una mano posta alla fronte, si incammina in quella che sembra una marcia militare, accompagnato come sempre dal fratello e dalla più recentemente acquisita presenza di Iris.
Vedo il professore di difesa sorriderci un’ultima volta e mi incammino verso il corridoio.
Subito, una presenza ostile si butta a capofitto su di me, avvolgendomi le spalle con una delle sue braccia in maniera poco elegante.
<< Amico mio, vacanze estive! Non rivedrò questa topaia per ben due mesi. >>
<< Castiel, da quando la scuola è così stancante per te che non ti sei neanche degnato di venire a lezione? >> Sospiro.
<< Sai quanto mi annoino le lezioni di quello là. È già tanto essere andato agli allenamenti di Boris e...mi hanno a dir poco distrutto! Ho persino passato le ultime ore in infermeria >> ammette tra uno sbadiglio e l’altro.
<< Non mi sembra che il programma di combattimento sia più intenso del solito. Sarebbe stancante solo il giusto se QUALCUNO non facesse il doppio della fatica solo per mettersi in mostra. >> Lo rimprovero, pur sapendo che non servirà a niente. Difatti, lo vedo battersi le mani sul viso.
<< Bene. Adesso possiamo tornare alle vacanze estive, per favore? >>
<< Hai detto “per favore”? Sul serio? >> Rido.
Si getta ancora una volta su di me e, con la mano libera aperta e protesa verso il soffitto, comincia a mimare una serie di parole l’una dopo l’altra.
<< Andiamo, pensaci. Ragazze in bikini. Sole. Mare. Ragazze in bikini. L’estate è meravigliosa! >>
<< Per caso, vuoi che domani ti accompagni in spiaggia? >>
<< Sei un amico! >>
E, senza neanche pensarci due volte, molla la presa su di me e si allontana gioioso, aprendo le braccia come a voler stringere l’aria.
Sembra fin troppo felice per i miei gusti. Ma chi sono io per non ridere di quella chioma rossa impazzita?

 

 

 

 

 

 


Apro gli occhi e, per poco, spengo la sveglia prima che Castiel possa fulminarla. È già la sesta quest’anno.
Mugugna e si dimena nel letto, alla ricerca delle lenzuola che, durante la notte, hanno raggiunto il pavimento.
<< Andiamo, muoviti bell’addormentato >>
<< Solo cinque minuti… >> continua a lamentarsi.
<< Bene, vorrà dire che darò il buongiorno ad Eri anche da parte tua >>
<< SONO SVEGLIO! >>
Come al solito, stuzzicarlo funziona ed io me la rido.
Raccolgo i calzini del mio compagno di stanza, lasciati lì, sul pavimento a marcire dalla sera prima, spero. Mi dirigo poi al bagno e recupero un paio di teli da spiaggia e asciugamani.
Subito, torno di là e mi stupisco, quel che basta, trovando il mio amico già bello che pronto e più sveglio del previsto.
<< Allora, andiamo? >> Il suo tono è impaziente.
<< Divertente come i ruoli possano invertirsi così facilmente con te. Ah, già. Riguarda Eri, quindi è tutto nella norma. >>
<< Piantala! Si vede che non mi conosci affatto : Nessuna ragazza potrebbe mai influenzarmi tanto. >> Per l’appunto, vecchio mio. Per l’appunto.
E mentre il mio amico lascia la stanza quasi indispettito, mi chiudo la porta alle spalle ridendo un’ultima volta.

 

 


Che dire? Wow…
Sembra passato così poco tempo dalla scorsa estate, eppure, non ricordavo che venire in spiaggia potesse essere così bello.
Sento la sabbia che solletica i miei piedi, ormai nudi. Il rumore delle onde, lente ma decise, a infrangersi contro gli scogli. Vedo la luce del sole riflettersi sull’acqua limpida. Chiudo gli occhi ed ispiro l’aria tipicamente salina che mi circonda. Il venticello leggero raggiunge la mia pelle insieme ai raggi del sole.
Per la prima volta, sono senza parole. Ma… penso che “wow” renda decisamente l’idea.


Castiel mi ha già abbandonato. E come dargli torto? Nonostante il suo Alph non vada d’accordo con l’acqua, con una giornata come questa e con la compagnia di Eri, fare un bagno era la cosa più ovvia che potesse fare.
Ma guardatelo! Così imbranato ed esibizionista.
Lo vedo mentre schizza dell’acqua addosso alla nostra compagna dai capelli blu, la quale, prontamente e un po’ annoiata, usa il suo Alph per bagnarlo completamente. Infine, dopo quello che sembra un attimo di perplessità, si allontanano a nuoto.
A volte, non saprei dire chi dei due sia più ottuso. Ma, a proposito, spero che Castiel non si dimentichi della sua poca resistenza in acqua.
Sospiro e mi guardo intorno.
La spiaggia è già piena, per quanto la nostra scuola non sia esattamente numerosa. I ragazzi sembrano divertirsi e riconosco i volti di tutti i miei compagni di classe.
E lei?
Ma che vado a pensare? Sono le vacanze estive, è ovvio che le passi con Leight.
Già, che fortuna che hai avuto, fratello.
Mi ricordo ancora la prima volta in cui la vidi : le cerimonie d’apertura non erano mai state così belle. E lei era lì, a chiedere in giro chi appartenesse alla sua stessa classe. Poi si avvicinò a me, una matricola come lei, così solare, così tanto diversa da me, forse troppo. Eppure, quei giorni sembravano volare via e il suo sorriso mi aveva già fatto innamorare.
Ci speravo, speravo che quella bella amicizia nata tra noi potesse evolversi e diventare qualcosa di ben più grande e profondo, ma anche averti come amica mi bastava. E, neanche a dirlo, proprio il giorno in cui avevo deciso di aprirti il mio cuore, tu, felice e con un sorriso incantevole, mi raccontasti di come fosse andata bene la dichiarazione che, così dettagliatamente, avevi programmato. Dichiarazione destinata a mio fratello, ovviamente.
Che stupido! E pensare che sono stato io stesso a presentarvi…
O forse doveva andare così. Ma Leight non poteva certo accontentarsi di tale fortuna : avere una collega così attraente è una tentazione troppo forte, giusto?
E lei… lei che ti ama così tanto da far finta di niente. Ed io che, giuro, a volte dimentico la parentela che ci lega e vorrei solo andare da lui e spaccargli la faccia. Ma non posso : lei ne soffrirebbe.
Ed io, ormai, voglio solo la sua felicità, nella speranza che le sue condizioni di salute non peggiorino.
<< Ehi, amico! Come mai così pensieroso? >> Una pacca sulla spalla mi risveglia.
È Armin.


P.O.V. Armin


<< Tutto bene? >> chiedo ancora.
<< Grazie Armin, mi ci voleva proprio >> si volta e mi sorride. << Ero solo sovrappensiero >>.
Ricambio il sorriso, poi, con spensieratezza, strappo via il suo asciugamano dalla sua presa non troppo ferrea.
<< Forza, va’ a fare un tuffo! >> Accompagno la frase con una leggera spinta, seguita da un suo “ehi” in segno di lamentela. L’importante è che mi abbia dato retta.
<< Mani in alto! >> Una presenza alle mie spalle mi cinge la vita.
<< Mi arrendo >> dico voltandomi.
Ed ecco Iris, che mi guarda dal basso con i suoi grandi occhi acquamarina, così belli, profondi,così…
<< Adatti >> mi ritrovo a dire.
Lei, di risposta, inclina la testa dubbiosa e mi chiede : << di cosa parli? >>
<< Mmh, vediamo. Stavo solo pensando che oggi sembri più - >> le sue gote si infiammano, poi continuo << più bassa del solito. Già, sei proprio bassa >>.
La vedo irritarsi, gonfiando le guance in modo buffo ed io rido di gusto. Finiamo per rincorrerci lungo la spiaggia, mentre lei mi urla : “sei tu ad essere troppo alto!”
So che in realtà si sta divertendo e continuiamo così a lungo, portando il sorriso persino a chi ci sta intorno.
Mi rifugio in acqua, la sua debolezza, anche se, pensandoci, non è un problema a meno che non si trasformi. Difatti, mi raggiunge e ci ritroviamo sott’acqua.


Sono sfinito.
Penso che il sole mi abbia dato alla testa, ma i raggi solari dovrebbero essere più deboli adesso, no?
D’altronde, il tramonto è vicino.
<< Sei ancora arrabbiata o ti va di seguirmi su quella scogliera ad ammirare l’orizzonte? >>
<< Per stavolta passi. Su, andiamo >> e, finalmente, torna a sorridermi. Ma, in fondo, so che non è mai stata seriamente arrabbiata con me.
Le prendo la mano e percorriamo un tratto di spiaggia, in salita quanto basta, fino ad arrivare al posto di cui parlavo.


Ci sediamo l’uno accanto all’altra, distendendo i nostri teli da spiaggia, dopo averli piegati in due per stare comodi il più possibile.
Da qui possiamo ammirare il sole calare e tutti i nostri amici divertirsi in acqua.
<< Ehi, Armin. Eri preoccupato per Lysandro prima, giusto? >>
<< Te ne sei accorta anche tu, vedo. >>
Annuisce.
<< È solo che, per un momento, mi ha ricordato Alexy. >>
Ha un’espressione interrogativa e la vedo incuriosita, però so che non vorrebbe mai essere indiscreta. Ma io, vedendo il mio gemello così giocoso, mentre si diverte a schizzare acqua agli altri, non resisto e le stringo la mano ancora più di prima. Mi viene da sorridere.
<< Sai, aspetto a parte, forse non siamo poi così simili. >> Comincio a raccontare.
<< C’è un motivo per cui mio fratello non utilizza il suo Alph : ne ha paura. Ne ha paura sin da quando eravamo piccoli...>>
Ed ecco che le immagini ritornano alla mia mente come se fosse ieri. Ma, in fondo, lo so che è tutta colpa mia.
Se solo quel giorno non mi fossi messo nei guai. Se solo quei bambini non avessero fatto del male anche ad Alexy. Solo colpa mia. E la sua espressione non sarebbe diventata così buia da attivare i suoi poteri…
Gli alberi estirpati, il nostro pallone da calcio, il cartello colorato dell’entrata di quel parchetto in cui, ogni giorno, andavamo a giocare. Ogni cosa vicina risucchiata in quel vortice oscuro, provocato da un corpicino così debole.
Un abbraccio. Un solo abbraccio, dato con tutto il coraggio che non sapevo di avere. Così poco, ma abbastanza da riportare mio fratello alla realtà, prima che qualcuno potesse rimanere coinvolto.
Ricordo bene i volti terrorizzati intorno a me, le lacrime di Alexy. Lui...che si è sempre definito un mostro.
<< Armin >>
Riapro gli occhi.
<< Sto bene, davvero. Vorrei solo che fosse lo stesso per lui. In confronto a me, ha una tale forza. Riesce a sorridere in ogni momento. Pensa agli altri prima che a sé stesso e fa di tutto per proteggerli. Ma… chi è che protegge lui? Dovrei farlo io, dovrei esserne in grado e, invece, sono così debole… >>
Scusami Iris, il mio viso è umido, forse non sono quello che ti aspettavi.
Mi blocco.
Cos’è questo calore?
Mi sta abbracciando ancora una volta.
Che strano. Fa caldo, ma non è per niente fastidioso.
<< Siete simili eccome. Armin, non te ne rendi neanche conto, ma, secondo te, chi è la persona per cui Alexy trova la forza di sorridere? Chi è l’unico in grado di fargli riacquisire il controllo? L’unico che gli sta accanto, nonostante tutto. Sto parlando di te. >> La sua stretta si fa più ferrea.
<< Anche tu non fai altro che preoccuparti per lui, cercando di essere la sua forza. E ci riesci, credimi! Per cui, stare così male senza parlarne è inutile. Piangere non significa essere meno forte, perché tu riesci comunque a sorridere, Armin! >>
Iris…
Stavolta sono io a stringerla a me. Poi, si allontana lentamente e, con uno dei suoi dolcissimi sorrisi, mi dice : << Tu non sei affatto debole. D’altronde hai me, giusto? >>
Cosa? Ahhh, che imbarazzo!
<< C-cioè, voglio dire… Ti prego, fa’ finta di niente, sono stata troppo sdolcinata. >> Parla tutto d’un fiato. Si è resa conto troppo tardi delle sue parole e il rossore ha preso il sopravvento.
Che carina!
Hai ragione : sei proprio la mia forza, Iris.
<< EHI, PICCIONCINI ! POTRESTE GIRARVI GIUSTO UN PO’? NON VORREMMO PERDERCI IL BACIO! >>
Alexy!!
Mio fratello sorride e, lo so per certo, si tratta di un sorriso sincero.
Mi volto verso la ragazza alla mia sinistra e scoppiamo entrambi in una grassa risata.
Finalmente.

 


P.O.V. ERI


Partecipiamo in coro alle risate. Sembrano tutti così allegri ed io, devo ammetterlo, non riesco a trattenere un sorriso.
Perché mi sento così felice anch’io?
Dev’essere qualcosa legato ai miei amici.
E poi, c’è Castiel, che mi saluta da lontano, mettendo in mostra i suoi muscoli.
Non faccio che dargli dell’idiota ma, lo so, è grazie a lui se adesso sono in grado di sorridere.
Lui è come un amico speciale.
E pensare che prima ero così sola. Non nel senso cattivo del termine. Non soffrivo affatto la solitudine. Eppure, è così : a volte, pensi di non aver bisogno di qualcosa, finché quel qualcosa si presenta a te e ti rendi conto che, in fondo al tuo cuore, l’hai sempre cercata.

 

 

 


~ Note d’autrice ~


Ma ciao ragazzuoliiii !!
Ok, forse dovrei scusarmi piuttosto che cominciare le note in modo sempre più anormale -_-
E già. ECCOMI QUA! TARATTARÀ !!
… La smetto…
Mi risparmio le scuse, ormai mi conoscete : ritardataria cronica.
Ma, passando al capitolo, dovrei considerarmi soddisfatta secondo voi?
Personalmente, non pensavo di sbloccarmi per almeno i prossimi due mesi e, invece, ne è venuto fuori un bel capitoletto. Ma lascio giudicare a voi.
Sono stata troppo smielata durante il tenero momento della la neo-coppietta ? Vi aspettavate che i sentimenti di Lys potessero essere così forti? E del passato dei gemelli?
Ma, soprattutto, RIUSCIRANNO ERI E CASTIEL AD APRIRE GLI OCCHI? ( *guarda che sei tu a scrivere ‘sta fan fiction * )
Beeeeene.
Ciancio alle bande. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, perché io ci ho messo tutta me stessa.
Fatemi sapere cosa ne pensate e recensite.

Un bacio,
Hikari

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** Cuori limpidi ***


P.O.V.  ERI

Se mi avessero detto che a quest'ora sarei stata qui, a godermi questo bel tramonto, circondata da persone che è usuale chiamare "amici", probabilmente mi sarei sentita pienamente presa in giro.

Insomma, diciamolo pure : non sono mai stata un tipo socievole.

Ero cosi abituata a chiudermi in me stessa, da aver dimenticato cosa volesse dire divertirsi e sorridere. Questo, ahimè, riuscivo a farlo solo in compagnia di mia
madre.

Oh, mamma...papà.

Ero rimasta da sola. Talmente tanto da pensare che qualunque tipo di rapporto che includesse l'affetto fosse
superfluo.
E ne ero cosi convinta, non so come, da essere riuscita a creare un muro tra me e gli altri bambini.

Ero diversa. Ero.."un mostro".

Ed era bene così. 
D'altronde, nessuno aveva bisogno di me e gli incubi mi ricordavano di come si finisce sempre
col perdere le persone che si amano.

Ne ero convinta. Lo sapevo.

Come sapevo che non ci sarebbe mai stato nessuno disposto ad amarmi sul serio. 
Certo, eccezion fatta per zia Agata.
Lei..lei è...una fata, ecco.

A proposito, mi chiedo come mai non mi abbia ancora richiamata.
La sua esuberante segreteria telefonica mi ha già avvertita, per la seconda volta, della sua assenza a casa. 
Possibile che abbia sempre cosi tante commissioni da fare?

<< Fwahh >>

<< Cos'hai da sospirare tanto, Kitamura-chan ? >>
Ed ecco Nathaniel. 
Quasi mi sento in colpa : da quanto siamo seduti qui, su una panchina, senza che io dica una parola?

<< Nulla di che. >> Dico tranquillamente.

<< Ahh, voi ragazze! Dietro quel 'nulla' potrebbe nascondersi qualsiasi cosa. >> 
Sembra quasi esasperato.

<< Ma io non nascondo proprio nulla. >>

Spero non si sia offeso. 
Sono consapevole del mio lato inespressivo che, ogni tanto, ancora  viene fuori. 
Magari ha interpretato male qualche mio atteggiamento, oppure sono io ad aver detto qualcosa di sbagliato?

<< Ahah. Non prenderla tanto sul serio, stavo solo scherzando. >>
Continua a ridere.

<< Però non hai torto : non sei una ragazza che nasconderebbe i suoi pensieri. Sei così semplice... N-non nel senso cattivo del termine! A-anzi! >>
Ha cominciato ad agitarsi ed ora le sue gote sono, quasi impercettibilmente, arrossate.
Poi si gratta il viso e riprende il discorso.

<< Penso solo che quelle come te siano speciali. Mi sono sempre chiesto il perché della tua perenne espressione neutra, ma non riuscivo a leggere nulla dentro di te, almeno all'inizio.
Poi, ho capito che la barriera emotiva che ti eri creata era troppo forte, anche per il mio Alph... Ma poi, ecco che cominci a mostrare il meglio di te : il tuo affetto, il tuo senso di giustizia, i tuoi sorrisi confortanti. Il tuo cuore è...così limpido. >>

Nathaniel...

<< Deve essere per questo che avevo una cotta per te. >>

Eh?!

Lo guardo. Allibita, per quanto la mia mimica facciale possa permetterlo.
Intende...quello?

<< Eheh. Ti ho sorpresa, eh? >>
Beh, in effetti.

<< Mi dispiace, non volevo metterti in imbarazzo! >> Dice, agitando le mani davanti al viso.
<< Ma ehi, tranquilla, ho parlato al passato, non sono mica qui per metterti a disagio! >>

Cos'è questo lieve senso di colpa che sento all'altezza del petto?

Si alza di scatto. 
<< Sono venuto piuttosto per chiederti scusa, da parte mia e di Kazuya-sempai. Quindi, mi dispiace! >>
Con gli occhi chiusi, si piega in avanti, raggiungendo l'altezza della panchina.

<< E-ehi! Non hai di che scusarti, anzi, dovrei essere io a- >>

Mi interrompe.
<< Lei si è dichiarata. >>

Come?
<< Ed io ho...accettato. >> Ritorna in posizione eretta e unisce gli indici con fare imbarazzato.

Melody?
Ecco il perché di quegli sguardi strani in mia presenza.

<< Non hai di che scusarti. >>
Sorrido, almeno credo, cercando di mostrare un minimo della compassione e della tenerezza che provo in questo momento.

<< Ti ringrazio. >>
E anche lui si rasserena.

Mi raggiunge, sedendosi ancora una volta al mio fianco, mentre un po' di venticello, tipicamente autunnale, fa si che i miei capelli mi solletichino il viso.

Mi racconta di come la castana si sia fatta avanti, dichiarando a lui i suoi sentimenti proprio nel bel mezzo delle vacanze estive, dandogli almeno il tempo di assimilare la cosa.
Lei è sempre stata al suo fianco, così carina e gentile, proprio come la mia prima impressione su di lei mi aveva suggerito. 
Certo, spero che d'ora in poi possa esserlo in tutto e per tutto anche con me. Quel tono, improvvisamente infastidito al solo vedermi, non era esattamente rassicurante.

Nathaniel, alla fine, ha capito che a volte bisogna dare una possibilità a chi ci vuole bene davvero e, nel suo cuore, ha sempre privileggiato in qualche modo la ragazza in questione. Amore e amicizia, in alcuni casi, si incontrano.
Eppure io ne so così poco...

Ore 19:30. Coprifuoco.
Meglio andare a cenare.

<< Tanto per la cronaca, Eri. >>
Comincia a formulare mentre fa per andarsene verso la direzione opposta alla mia.

<< Se ho rinunciato a te, è anche perché ho capito che il tuo sguardo era già impegnato a guardare verso un'altra direzione. E penso di non essere stato l'unico a capirlo. >>
La sua mano sinistra raggiunge la mia spalla dal medesimo lato.

<< Adesso sta a te. >>

Se ne va.

Ero così sollevata di saperlo finalmente felice. Allora perché, adesso, con una sola frase, è riuscito a farmi dubitare persino di me stessa?
Verso quale direzione dovrebbe essere indirizzato il mio sguardo?

<< Ragazzina, il coprifuoco! Tu e la campanella non andate per niente d'accordo o è il tuo udito ad essere deboluccio? >>

Non c'è neanche bisogno che mi volti per capire che si tratti di Castiel che, con i suoi soliti modi poco delicati e, in questo caso, la sua presenza inopportuna, è riuscito a interrompere il mio flusso di pensieri.

<< Grazie per avermi fatto dimenticare a cosa stessi pensando, Maekawa. >>
Dico, ovviamente, ironica.

<< Stavi forse pensando a me? >>
Eh??

<< Sei irritante. >>
E, senza degnarlo di troppa confidenza, valco finalmente la soglia del mio dormitorio.
Mi chiudo la porta alle spalle sospirando, trovandomi davanti Kim con un asciugamano sulle spalle, segno che deve aver appena finito di allenarsi chissà dove.

<< Ehi, piccoletta! Sei tornata, vedo. >>
Mi dice, scompigliandomi i capelli come suo solito.

<< Ma... Ehi, Eri. Per caso, hai la febbre? Sei tutta rossa. >>

<< Cosa? >>
E, solo toccandomi il viso, mi rendo conto di quanto la temperatura del mio corpo sia salita. 
Le mie guance sembrano quasi in fiamme e sono sicura di non avere alcun tipo di influenza o malessere. 
Ma, allora, perché?

***

P.O.V ARMIN

<< Waa! Ancora non ci credo che le vacanze estive siano finite. >>
Si lamenta la mia ragazza stiracchiandosi.

<< Su, Iris. Ci siamo divertiti abbastanza, a quanto pare. Si torna al lavoro! >>
E, senza pensarci troppo, le regalo un bacio sulla fronte prima di allontanarmi.

<< Ehi, Armin! Ma dove vai? >>

<< Torno subito! >>
Mi volto un'ultima volta, sollevando la seconda cartella in mio possesso perché capisca.
Devo solo restituirla ad Alexy. Quell'imbranato!

Conoscendolo, dovrebbe ancora trovarsi nel sottoscala ad ascoltare musica o, magari, a bearsi della compagnia della piccola Karla.
È incredibile come quella ragazzina si sia legata a lui.
Penso lo veda proprio come un fratello maggiore.
Dovrei, per caso, essere geloso?
Nahh.

Neanche a dirlo, scendo la rampa di scale dell'edificio scolastico e mi ritrovo a guardare dall'alto il mio fratellone, proprio in compagnia di Keizo-chan.

<< Fratello >>
Alza la mano con fare annoiato.

I suoi capelli azzurri sembrano quasi avere vita propria .
Che non abbia dormito bene?

<< Buongiorno a te, Alexy. Sbaglio, o non sei riuscito a chiudere occhio stanotte? >>
Gli chiedo appoggiandomi al passamano della scalinata.

Si stropiccia gli occhi con la mano libera.
<< Ho solo ascoltato musica fino a tardi. >>

Mi accorgo solo adesso che la piccola presenza alla sua sinistra è praticamente avvinghiata al suo braccio, mentre, con le guance gonfie, osserva nella mia direzione con uno sguardo che potrei definire intimidatorio.
Sorrido nervosamente, mentre restituisco a mio fratello la cartella che, stamattina, aveva distrattamente dimenticato nella sala comune del dormitorio.

Non capisco perché Karla debba sempre guardarmi in quel modo. 
Sembra quasi ce l'abbia con me, ma sono sicuro di non aver mai fatto nulla che possa averla offesa in qualche modo.

Ok, quasi.

Ma sono un tipo dalla battuta facile io! 
Possibile che sia così permalosa?

P.O.V  ERI

<< E anche la signorina Suzuki si è finalmente degnata di onorarci della sua presenza. >>
Dice l'insegnante di arti magiche senza neanche osservare direttamente la ragazza in questione.

Ogni tanto fa piacere vedere la barbie irritata.

<< Adesso che siamo tutti, io direi di iniziare! >>
L'entusiasmo di Boris sembra animare anche i più assonnati.

La sua presenza è inusuale.
Siamo nell'aula di simulazione, dopotutto.
Ma, con un po' di calma, ci è stato spiegato che la presenza dei due insegnanti è fondamentale per la lezione di oggi.

<< Che ne dite di una lezione speciale? >>







*** NOTE D'AUTRICE ***

EEEEEEEEE allooooooraaaaaa !!!!!!!!!
Come vi va? 
No, non sono sparita. Semplicemente, scusatemi, ma le responsbilità e gli impegni si fanno sentire.
Se poi aggiungiamo anche il tempo libero con gli amici e quello per disegnare, l'unico momento libero che avevo per pensare a scrivere era LA NOTTE!

E, quindi ,eccoci qua. Con la nostra Eri, come si suol dire, "più confusa che persuasa" da queste nuove sensazioni STRANISSIME e ANOMALE mi dicono! ( - Non è colpa mia se sono sempre stata apatica. Mi hai creata tu.- NdEri )
Dall' altra parte abbiamo praticamente tutto il resto dei personaggi, quali il nostro amato Castiel, che non fa che importunare la nostra eroina;
La tripletta Armin, Alexy e Iris, ai quali stavolta aggiungiamo anche la piccola Karla (e niente, mi sono abituata troppo a questa immagine di lei), con il suo strano "odio" verso il corvino che pian piano chiariremo.
E che dire della mia adorata Kim che AZZECCA SEMPRE I MOMENTI GIUSTI! 
Ok, basta, la smetto.

Ma, tornando seri, quanti di voi hanno fatto caso a una determinata frase a inizio capitolo?
*coff coff* zia Agata *coff coff* 
Ma niente spoiler! In fondo, non manca tanto alla fine.

Piccolo appunto : mi sento leggermente sclerata e non vedo l'ora che Alpha Academy finisca così da potervi liberare da questo peso ( sad :c ).

MA 

Dato il mio essere masochista, ho deciso di accavallarmi oltre 3mila cose insieme e mi son detta :" perchè non allegare qualche disegno e preparare le schede personaggio?". 
E, neanche a dirlo, le schede in questione sono già pronte e contengono, per la cronaca, cose ovvie ( aspetto ) e non ( Alph, punti deboli, eccetera ).
Fatemi sapere se l'idea vi piace e se dovrei pubblicarla e, SOPRATTUTTO, cosa ne pensate del capitolo!

A presto (si spera)
Un bacio,
Hikari.

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Capitolo 20
*** Fulmine a ciel sereno ***


Penso sia la prima volta in cui mi trovo a rimpiangere le basse temperature della mia regione.

<< Su, su! Cosa sono quelle espressioni disperate? >>

Cavolo, perché questo caldo? 
Non è più neanche la stagione giusta!

Sarà che avere un insegnante in più in aula non aiuta? 
Potrebbe essere la pressione di affrontare un nuovo tipo di prova? 
Oppure la colpa è di noi tutti che stiamo cercando di utilizzare il nostro Alph, inclusa Iris posizionata proprio accanto a me?

<< Allora, mammolette. Vi muovete o no? >>
Stavolta è la Delenay a parlare. Inconfondibile.

Se ci troviamo qui, tutti insieme, a spremerci tra idee ed esercizi fisici sotto la guardia della professoressa di arti magiche e Boris, è solo perché i due hanno deciso di sottoporci all'ennesimo esame : trovare ognuno una tecnica speciale utilizzando le rispettive armi.

Che sia offensiva o difensiva non importa. 
Ma, secondo l'insegnante dalla chioma corvina, potrà essere tutto tranne che "molle". O così ha detto lei.

Le ho già visto bocciare i "pugni oscuri" di Armin, troppo entusiasta per accorgersi subito del fallimentare tentativo di colpire Kentin. 
Inutile dire che, a quanto pare, un'ombra non può farti del male. 
Eppure l'Alph del moro mi ha sempre inquietata in qualche modo.

Tutti ormai hanno chiaro in mente quale tipo di arma sia meglio adattabile alle loro potenzialità. 
Persino la chioma azzurra nella stanza è intenta a faticare. 
Sta quasi abbattendo un albero con quell'enorme martello che si ritrova.

<< La situazione deve sbloccarsi. >>

Professoressa...

<< È un vero peccato con la forza che si ritrova. >>

Professore... 
Perché sussurrano?

Li vedo fissare un  Alexy affaticato e, subito, capisco. 

Pensandoci, quel ragazzo non ha mai utilizzato il suo Alph in nostra presenza.

<< Stiamo lavorando sul suo autocontrollo. Secondo il fratello, pare che riesca a liberarsi solo sotto pressione, presa da rabbia o forte paura. Ma potrebbe essere un problema. >>

<< Il vuoto...affascinante quanto spaventoso. Che potere singolare! >>

Non penso che qualcun altro abbia potuto origliare la conversazione e, quasi, mi sento in colpa. 
In compenso, adesso, sto cominciando a comprendere la vera natura del mio compagno dagli occhi rosa.

Distolgo lo sguardo e qualche lamento esagerato mi invita a voltarmi verso una famosa, quando irritante, chioma rossa di mia conoscenza. 
Come al solito, sta allenandosi in compagnia del suo amico dagli occhi eterocromatici, che si difende col suo stiletto pur davanti allo svantaggio di lottare contro una spada.

Così pieno di sé.

Così sicuro ed espressivo, quasi troppo.

Eppure, quel sorriso sembra non voler mai sparire dal suo volto. 
Se c'è una cosa di positiva in quel tonto, devo dargliene merito, è quella temperanza che si porta dietro, e quegli occhi grigio cenere, tanto misteriosi, che mi portano ad avere la sicurezza che quel ragazzo non cambierà mai, certo, ma né si arrenderá.

<< Pensavo volessi allenarti seriamente. >>
E la mia amica dalla pelle abbronzata mi raggiunge con tanto di pacca sulla spalla.

Mi sorride, come suo solito, ma senza frullarmi la testa stavolta. 
Piuttosto, segue il mio sguardo e comincia anche lei a fissare il ragazzo dalla capigliatura scarlatta.

<< Ahhh. Ora ho capito : si tratta di Maekawa. >>

<< Mi sorprendi, piccoletta! Ogni volta che ti distrai, il tuo sguardo è impegnato a guardare nella sua direzione. >>
Incrocia le braccia.

<< C-come hai detto? >>

E, come un flash nella mia mente, ripercorro il momento in cui Nathaniel utilizzò le sue stesse parole...

*Se ho rinunciato a te, è anche perché ho capito che il tuo sguardo era già impegnato a guardare verso un'altra direzione.*
 

<< Eri, guarda che arriva! >>
Ed ecco che Iris mi riporta alla realtà.

Volevo un colpo deciso. 
Qualcosa che risvegliasse in me  una certa aggressività. 
Che potesse decidermi a mostrare i miei miglioramenti. 
Che agitasse il mio spirito. 
Fino a far ribollire il sangue nelle mie vene. 
Smuovendo tanta di quell' adrenalina da portare i miei poteri a un livello superiore.

Ed è così che, mentre la mia amica dall'alter ego focoso carica una delle sue frecce infuocate, uno strano calore mi pervade.

Chiudo gli occhi.

Mi concentro.

E, all'improvviso senso solo i miei sospiri accompagnati dal battito del mio cuore.

Pulsazione dopo pulsazione.

Il dardo che si avvicina, inesorabilmente lento.

Una scossa che parte dai piedi serrati con forza sul terriccio.

L'energia che si propaga da ogni parte del mio corpo sotto forma di un'aura blu e, finalmente, mi muovo.

Fendo la freccia con precisione assoluta, dividendola in due parti perfettamente uguali con le fiamme già estinte.

I miei occhi sono aperti e fissano la mia di arma, che adesso splende di una luce azzurra, cristallina e limpida come l'acqua stessa, talmente tanto da permettere di vederci attraverso.

Poi, torna al suo colore ferroso ed io, un po' stordita, devo ammetterlo, torno alla mia naturale espressione neutra.

<< È stato davvero fantastico, Eri! >>
Ed eccola più entusiasta che mai.

<< Waaah. Adesso però dovrò pensare a qualcosa di meglio! Voglio dire, ti sei vista? Hai spento il mio attacco quasi fosse un fiammifero. >>
Continua la ragazza dagli occhi acqua marina mentre mi imita fingendo di brandire una spada.

É incredibile come riesca a sembrare così spensierata.

<< Allora? >>

<< Allora cosa? >>
Ripeto, senza più essere stranita dai miei momenti sovrappensiero.

<< Parlo del tuo attacco. Come pensi di chiamarlo? >>

<< Spada... d'acqua? >>

<< Daii, non essere così banale. Ci vuole qualcosa di più! >>

<< Ma è una spada. >>
Dico impassibile.

<< Beh, si, ma- >>

<< E il mio Alph è l'acqua. >>

<< Si, certo. Però... >>

Adesso anche lei è confusa e la vedo sorreggersi il mento mentre il suo piede sinistro picchia sull'erba di questa foresta improvvisata.

<< Che ne dici di 'lama blu'? >>

Oh... Ci ha pensato davvero?

<< Lama blu, eh? >>

<< Ahah, solo a due imbranate come voi poteva venire in mente un nome così! >>
Ed ecco la ritrovata presenza di quell'ochetta dalle ciglia finte .

<< Ciao a te, Ambra. >>
La riprende la mia amica. 
Ancora non capisce quanto i suoi tentativi di bullismo spiccio ci scivolino addosso. 

<< Quasi mi mancavano i tuoi starnazzi. >>
Le confesso io in quello che avrebbe dovuto essere un pensiero a voce alta.

Le vedo storcere lo sguardo, infastidita, mentre la mia amica dai capelli ramati cerca di contenere una risata.

<< Si, ridete pure. Tanto non sarete mai al mio livello. >>

<< Già. >>
<< Hai ragione. >>
Ci alterniamo io e la mia amica più annoiate che mai.

<< Quindi, suppongo che tu abbia già trovato la tua tecnica speciale. Giusto, Suzuki-san? >>
È Castiel.

La barbie sembra sorpresa di trovarselo alle spalle e, subito, comincia a fare ciò che le riesce meglio.

<< Castiel caro! Tranquillo, non serve preoccuparsi per me. Anche gli insegnanti sanno che la mia arte non ha alcun bisogno di miglioramenti. >>

Ma ecco che Boris la contraddice :
<< Mi dispiace deluderla, signorina. Ma non credo possa esonerarsi autonomamente dalla lezione. >>
Urla da lontano.

Lei, ancora più umiliata, comincia a ridere nervosamente.

<< Faresti meglio a prendere una spada anche tu e darti una mossa. >>
Le consiglio nonostante la cosa non mi riguardi.

<< Tsk. Figurati se impugnerei mai un'arma tanto rude. Non sono mica un maschiaccio come te! >>
Afferma, quasi schifata.

<< Mmh. E, sentiamo un po', che tipo di arma utilizzi? >>
La sorprende ancora Maekawa.

<< Indendi la mia splendida lancia, Castiel caro? È perfetta per me, non trovi? Per caso, stavi per chiedermi di allenarci insieme? >>

È incredibile come il suo tono possa cambiare quasi drasticamente.

<< No. >>
La spegne il rosso.

<< Ma penso che la tua amichetta ti stia aspettando. >>
E, con nonchalance, le indica la ragazza dai tratti orientali qualche metro oltre le sue spalle.

Finalmente lei si dilegua, sventolando come sempre i suoi capelli biondi. 
Il rosso, invece, rimane lì a fissarmi come a pretendere dei ringraziamenti, col suo solito sorrisetto.

<< Non mi aspetto nessun ringraziamento, tranquilla. Ma, che ne dici di allenarti con me? >>

<< No. >>
Cerco di dileguarmi.

<< Ma, ehi! >>

<< Maekawa, hai trovato anche tu un attacco speciale? >>
Si intromette Iris capendo che uno come lui difficilmente mollerá la presa.

<< Puoi dirlo forte! Bene, vuol dire che mi tocca farti rosicare da lontano. >>
Sospira. E, finalmente, si allontana.

<< Chissà quanta potenza ci metterà. >> Mi dice Iris, quasi punsecchiandomi.

<< Pff. Sai che me ne importa. >>

Ma, come al solito, a contraddire le mie parole sono i miei gesti. Ed i miei occhi sono già su Castiel.

Lo vedo caricarsi, utilizzando una tecnica sorprendentemente simile alla mia, ma poco più grezza. 
E, come nel mio caso, ecco una strana aura trapelare dal suo corpo.

Lo osservo, carico più che mai, mentre impugna la sua spada ormai satura di energia elettrica. 
Un ghigno stampato in volto ed ecco che, con un solo colpo, riduce una fila di alberi alle stesse condizioni in cui io ho ridotto la freccia di Iris. 
Perfettamente a metà. 
Potente e preciso.

Qualche goccia di sudore gli imperla la fronte, ma soddisfatto da il cinque al suo amico mentre assume una posa trionfante. 
E, ancora, sorride.

<< Niente male! È stato davvero bravo. Vero, Eri? >>

Certo, lo è stato. 
<< Niente di speciale. Ma, se lo dici tu. >>

Il solito esibizionista... 




 

E, finalmente, anche oggi lezioni finite.

<< Ti giuro, quel cane è un mostro! Un piccolo mostriciattolo dalla lingua viscida. >>

Chissà cosa starà facendo quella sconsiderata di zia Agata...

<< Ma prima o poi lo farò fuori! E dovrà sembrare un incidente. Ihih >>

Ma dico! 
Già odio quella stramaledetta segreteria, in più è mai possibile che non la trovi mai in casa?

<< Oh. E poi, ovviamente, diventerò malvagia e distruggerò la scuola! Ma dico, Eri. Mi ascolti o no? >>

<< Oh. Ehmm... Perdonami Watanabe, ero solo sovrapensiero. Ma un po' ti ho ascoltata, eh! >>

<< Quindi, sei d'accordo con me quando dico che bisogna metterci una pietra sopra? >>

Annuisco, anche se leggermente confusa.

<< Al cane, intendo. >>

Ma che?!

<< Scherzo, scherzo. Ahahah. La tua faccia è esilarante. >>

La vedo asciugarsi una lacrimuccia come conseguenza alle sue risate. 
Mi dispiace essermi distratta, ma almeno una delle due si sta divertendo. 
Vederla così è quasi confortante e un lieve sorriso sfugge alle mie labbra.

<< Ma tranquilla, piccoletta. Capita a tutti di avere qualche pensiero di troppo. >>
Mi scompiglia i capelli, ormai come  suo tratto distintivo.

<< Ci vediamo! >>

E, mentre anche Kim, come gli altri, lascia definitivamente l'edificio scolastico, decido che forse è meglio lasciare davvero da parte i pensieri per oggi.

Inaspettamente però, giusto sulla soglia dell'entrata principale, ecco che mi ritrovo davanti alla presenza del suddetto "cane da compagnia della barbie" : Lee Seitaro.

<< Ehi, Kitamura-san. >>
Mi saluta cordialmente.

Adesso sono ancora più sicura del suo carattere fin troppo pure e ingenuo per stare accanto a quella là. 
Non che sia cattiva, eh.
Non penso che lo sia, non l'ho mai pensato. 
È solo infantile. 
Un'odiosa e spocchiosa bambina cresciuta troppo in fretta, viziata così tanto da eguagliare soltanto la quantità di trucco sulla sua faccia.

<< Lee, giusto? Sei l'amica di -

<< Ambra, si. È esatto. >>
Mi interrompe.

Potrei giurare di aver colto una nota di tristezza nel suo sguardo.

<< S-senti, vado dritta al dunque. Mi dispiace! >> 
E, di colpo, si inchina.

Dichiararmi confusa sarebbe poco.

<< L-lei non sa nulla di questa nostra conversazione. E-ecco, mi aveva chiesto di seguirti, ma non con cattive intenzioni. I-io però...>>
Confessa agitata.

<< Calmati e siediti. >>

Ed eccoci raggiungere una delle mie adorate panchine.

Stringe la cartella posta sulle ginocchia e sospira. 
<< Lei non ti odia. È solo curiosa. >>

Non mi odia? Davvero? 
<< Curiosa? Di cosa? >>

<< Beh, di te e...>>
Si interrompe. Sembra imbarazzata.

<< Si, insomma, del tuo r-rapporto con Maekawa! >>
E le suo guance si infiammano.

Eh?!

<< Io e quello là non abbiamo alcun tipo di rapporto! >>
Chiarisco, alzandomi dal mio posto.

<< Si può sapere cosa avete tutti? >>
E, con una maleducazione che non mi appartiene, finisco la frase mentre mi allontano, senza neanche aver concluso il discorso con Seitaro-san.

Ma, insomma. 
Perché finisco sempre per essere associata a quel rosso del miei stivali?

<< Perdona l'irruenza, signorina Kitamura. >>
Quasi sobbalzo alla presenza di Pierrik.

<< La direttrice vuole parlarti. >>

Fantastico! Aggiungiamola alla lista.

Come un déjà vu, ritorno alle sensazioni di questa mattina e un brutto presentimento si impossessa di me.

In men che non si dica, ritorno tra i corridoi scolastici e, davanti a me, il professore di difesa apre una porta che mai avevo valcato, rivelandomi il volto della direttrice Aryma, che mi osserva da dietro la sua scrivania intenta ad accarezzare un cagnolino posto proprio sulle sue ginocchia.

Cerca di mettermi a suo agio, mi carica di complimenti inerenti gli ultimi allenamenti. Ma, senza troppi giri di parole, decide di arrivare al dunque.

<< Sarò chiara e coincisa. Qualsiasi maniera io utilizzi, la sua reazione non cambierà. >>

E, come un fulmine a ciel sereno, cinque sole parole riescono per la prima volta a congeralmi :
<< Sua zia è stata rapita. >>

 

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Capitolo 21
*** Conoscere sè stessi ***


P.O.V. CASTIEL

<< D-dunque, in caso di emergenza, qualsiasi Alph può dimostrarsi vitale,ragazzi. Ovviamente, per aiutare voi stessi e i vostri compagni. >>

Quindi, io cosa dovrei essere? Un defibrillatore?

<< G-grazie mille signorina Shumei. >>

Ed ecco che Charlotte torna tra noi, prendendo posto nel suo primo banco delle seconda fila a partire dalla porta.

Vedo, come al solito, quell'impacciato di un professore chinarsi per cogliere una penna che accidentalmente ha fatto cadere. E, con una tempistica perfetta, ecco che la campanella suona ed io posso finalmente tornare in infermeria da quell'altra imbranata. 
Dalla notizia della scomparsa di sua zia, ha come perso tutta la sua vitalità. 
I suoi occhi, così belli e lucenti, sono tornati spenti e vuoti, ancora di più della prima volta in cui ci incontrammo. 
Secondo Iris, né lei né quel mutaforma di Kentin, ormai suoi migliori amici, sono stati in grado di strapparle una sola parola. 
E, beh, come darle torto? 
Non è così facile comprendere la sensazione di aver perso qualcuno, specie se sai che quella persona potrebbe essere in pericolo. 
La sua unica reazione, a quanto pare, è stata quella di cominciare ad allenarsi senza freni, fino a perdere quasi il controllo delle sue capacità. 
E, quindi, eccomi qui, ad aprire le porte di una stanza a me troppo familiare.

<< Sei sveglia, vedo. >>
Le dico mentre ancora guarda fuori dalla finestra.

Non accenna a muoversi.

<< Hai dormito bene? Sai, in questi letti ho fatto i migliori riposini del mondo! >>

E ancora non accenna a rispondermi. 
Mi rassegno. Sospiro. E mi siedo a gambe divaricate su una sedia posta al lato del suo lettino.

<< Senti, Eri. La direttrice vuole parlarci. Ed è necessaria anche la tua presenza >> dico schietto.

E ancora non mi degna di uno sguardo.

<< Io lo so, ok? So cosa vuol dire perdere qualcuno! So cosa vuol dire perdere chiunque e restare da soli! Fa male, lo so! Ma non puoi rimanere impassibile per sempre! >>
Mi rendo conto in un secondo momento di aver alzato la voce.

<< Scusami. Non dovrei urlarti contro, non è colpa tua. Ma è proprio questo il punto : non è colpa tua, non darti la colpa e reagisci come solo tu sai fare! Stai male? Usa quel dolore per ergere una barriera indistruttibile. Sei arrabbiata? Usa quella rabbia per diventare più forte! >>

Un attimo di silenzio, prima di rendermi conto di quanto io abbia parlato a sproposito. 
Forse mi sto solo sopravvalutando e in realtà non la capisco affatto.

Decido di chiuderla qui e, finalmente, metto la sedia al suo posto facendo per andarmene.

<< Io...vorrei solo che tu tornassi te stessa. Ci manchi, ragazzina... >>
Ammetto con un po' di malinconia.

Stavolta sono io a guardare da un'altra parte e comincio ad aprire la porta per lasciare definitivamente quella stanza così silenziosa.

<< Castiel >>
La sua voce mi raggiunge. 
È fiebile.

<< Mi siete mancati anche voi. Ci vediamo domani a lezione. >>
Ed ecco che si degna di guardarmi direttamente negli occhi, con i suoi spenti ma pur sempre affascinanti.

Ma che mi metto a pensare?!

<< Sii puntuale, ragazzina. >>

Potrei giurare di aver visto un piccolo sorrisetto abbandonato sulle sue labbra. 
Chissà perché anch'io mi sento così sorridente adesso.
Quella ragazza mi fa uno strano effetto... 
Ma, ahhh, che dico? 
Non sono uno che ammetterebbe così facilmente di...NO, NO E NO! 
NON C'È NULLA DA AMMETTERE!

<< Come dici tu. >>
E, come al solito all'improvviso, il mio migliore amico fa la sua comparsa.

<< Ma dico! Ti sembra il modo? Mi hai fatto prendere un colpo. >>
Mi giustifico con una mano sul petto.

<< Certo, certo. Perdona la mia umile e inferiore persona per aver interrotto i tuoi pensieri profondi >> si scusa, ovviamente, ironico.

<< No, no, no. Nessun pensiero profondo. Ho solo fatto visita a quella là. >>
Divago, sventolando la mia mano destra davanti al viso.

Perché continuo a mostrarmi così strafottente anche davanti a uno come lui? 
Non c'è nulla da nascondere, in fondo. 
Non è...proprio nulla.

<< Piuttosto, quando smetterai di usare il tuo Alph contro di me? >>

<< Mi dispiace, Castiel. Ma non serve alcun tipo di potere per leggere in quella testa bacata che ti ritrovi. >>
Mi dice colpendomi la fronte con le dita.

Mi supera col suo passo veloce, dato forse dalle sue gambe lunghe.

Restiamo in silenzio per un po', finché mi convinco che anche lui come me avrebbe più domande da fare del solito, dati gli ultimi straordinari avvenimenti.

<< Piuttosto, lei come sta? >>

<< Beh...sta. In qualche modo si è convinta a parlare. Domani torna a lezione. >>

<< Sei riuscito a convincerla? Strano. >>
Continua con sguardo vago.

A volte ho come l'impressione che mi prenda in giro. 
La sua capacità di capire le persone è fuori dal comune.
Ma esagera! 
Oh, si, se esagera. 
In fondo, è impossibile che mi capisca più di quanto riesca a capirmi io stesso. 
Giusto?

<< Qui lo strano sei solo tu. Non c'è niente di strano. Avrebbe sputato il rospo con chiunque altro! Io ho solo usato le parole giuste. >>

<< Che sarebbero? >>
Insiste.

<< Su, andiamo, ho bisogno di una doccia. >>

Arrivo in camera quando ormai la mia voglia di parlare è pari a zero. 
Non che io abbia qualche problema con Lys, è pur sempre il mio più caro amico. Ma, a volte, viene fuori quella parte di me che evita tutti e tutto, persino di esprimersi. A che servirebbe parlare di qualcosa quando non sai nemmeno cosa pensare?

E, con questa sorta di confusione, mi muovo a chiudere il rubinetto, immergendomi finalmente nella vasca piena d'acqua calda. 
La stanza è sommersa dal vapore ed io non so più se questa sensazione sia più simile all'essere rilassati o al sentirsi sciogliere lentamente. 
Ok, forse sono un po' troppo debole qui dentro. 
Dimentico sempre la mia scarsa affinità all'acqua. 
Pensandoci, deve essere per questo che quella ragazzina mi fa sentire strano.

<< MA CHE CAVOLO STO DICENDO?! >> Urlo all'improvviso alzandomi di scatto.

<< Cass, hai detto qualcosa? >>

<< T-TRANQUILLO, STAVO SOLO- >>

Mi agito senza un motivo apparente. Ma, come al solito, la mia agilità prevale e, con una mossa sbagliata, scivolo sul pavimento bagnato cadendo in malo modo. 
Poi vedo la porta aprirsi.

<< Ma che stai facendo? >>

<< Ahi >>

P.O.V. LYSANDRO

Caro Castiel, se non esistessi, dovrebbero inventarti. Anche se ancora non mi è chiaro chi mai potrebbe avere così tanta fantasia. 
Ancora lo guardo stranito mentre, pensieroso e con le mani dentro le tasche, mi precede in quello che è il nostro cammino verso la classe.

Lo vedo impaziente e credo di saperne il motivo, anche se lui non lo ammetterebbe mai. 
Amico mio, sei di nuovo nella merda.

Valchiamo la soglia, trovando stranamente il ritardatario professore di difesa già alla sua postazione. 
Guardiamo entrambi nella direzione della ragazza dai capelli blu che, come promesso, almeno oggi è presente. 
Ricambia il nostro saluto ed io mi ritrovo costretto a dare una pacca sulla spalla del rosso per convincerlo a prendere posto. 
Finalmente mi siedo anch'io e, dopo il quotidiano appello e qualche premessa, la lezione può dirsi iniziata.

<< Bene, ragazzi >> comincia premendo il dito sullo schermo della lavagna.

<< chi sa dirmi cos'è uno scudo? >>

Vedo i volti dei miei compagni incerti, come se tutti sapessero la risposta, ma dandola troppo per scontata, mentre il professor Pierrick ancora indica la parola in questione che risalta sulla superficie bianca.

<< Su, ragazzi. Accetto di tutto. Tu, Honzo. Prova a rispondere. >>

Vedo Violet sobbalzare come al solito e raggiungere una delle sue famose tonalità di rosso.

<< I-io...io...>>
Si nasconde dietro il libro di testo.

<< È uno...s-strumento di difesa(?) >>
Dice infine.

<< Molto bene! E, ditemi, come si usa esattamente? >>

Ed ecco che interviene Kentin. 
<< Ma che domanda è? Si posiziona davanti e questo ci impedisce di essere colpiti, il più delle volte almeno. Io, per esempio, non perdo mai. Tutto il mio corpo può diventare uno scudo. >>
Elogia le sue doti da mutaforma e sento già qualche risatina in sottofondo.

<< Proprio così, Sato! Grazie per aver anticipato ciò che sto per dire. >>

<< In quanti di voi hanno un' Alph difensivo? >>
Chiede ancora.

Non vedo chi possa rispondere. 
È vero, Kentin può mutare le sue parti del corpo. 
L'invisibilità di Violet non è esattamente un' abilità offensiva, così come i due tipi di chiaroveggenza di Nathaniel e Ambra.

A proposito, dov'è quella là? 
Quasi mi fa strano non vederla toccarsi i capelli.

E poi ci sono anche le arti curative di Charlotte. 
Ma, dove vuole arrivare?

<< Vedete, ragazzi. Il mio Alph è proprio lo scudo e, se mi è permesso utilizzarlo in classe non è perché sono un insegnante. Il motivo sta nella natura difensiva del mio potere. Difficilmente un' abilità simile può diventare un'arma. >>

Finalmente comincia a spiegarsi.

<< Non possiamo cambiare la natura stessa di un Alph. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, un attacco può tranquillamente diventare una difesa.
Tu, Maekawa, ti è mai capitato di difenderti col tuo Alph? >>
Dice indicando il mio amico solo alla fine.

<< Mmh? Beh, il mio corpo è un conduttore elettrico, quindi chiunque mi tocchi potrebbe rimanere paralizzato. >>
Afferma annoiato come suo solito.

<< Giusto! Il tuo cervello quindi da l'impulso al tuo corpo di creare un campo di elettricità per proteggerti. Non ci hai mai ragionato, eh? >>

Castiel che non ragiona? Capirai che novità.

<< Tu, Noji. Sei consapevole del fatto che potresti sfruttare la tua ombra per assorbire gli attacchi nemici? >>
Continua rivolgendosi ad un Armin alquanto confuso.

<< Beh, no, ma- >>

<< Ciò che intendo dire >> lo interrompe << è che non conta avere un Alph potente. Non esiste un potere più forte di un altro. Conta piuttosto l'uso che ne facciamo. Imparate a conoscere meglio voi stessi, poi ne riparleremo. >>

E, come da copione, ecco che la campanella suona proprio alla fine della frase dell'insegnante.

Adesso dovremmo raggiungere l'aula di simulazione. Chissà cosa avrà preparato per noi la Delenay
Ripongo la sedia alla sua posizione iniziale e mi muovo per andarmene, non prima però di aver notato l'atteggiamento di Alexy.
Come mi aspettavo, le parole del professore devono averlo colpito in qualche modo.
Castiel mi raggiunge, buttandosi di peso sulle mie spalle e, ancora in questa posa scomoda raggiungiamo la stanza in questione.
Ma ecco che sbarriamo gli occhi e ci costringiamo a tornare con la schiena dritta davanti alla presenza della direttrice.

Quella donna fa paura.
Ancora non capisco come faccia ad apparire così imponente dal suo metro e cinquanta.
Con quel cane in braccio poi, sembrerebbe quasi la vecchietta più gentile del quartiere.
Non c'è immagine più sbagliata, credetemi.

Vedo già Kim battere il piede sul pavimento bianco, mentre storce lo sguardo al suo suddetto acerrimo nemico.
Questo finché anche lui attizza le orecchie canine, e lei si ritrova a doversi voltare per evitare problemi.
Potrebbe anche essere una scena buffa, ma dall'altra parte vedo Eri stringere i pugni, segno che anche lei come me ha uno strano presentimento.

<< Ma buongiorno a tutti. E...ben ritrovati. >>
Comincia guardando proprio in direzione della mia amica.

<< Sono consapevole di quanto la mia presenza sia inusuale e non vorrei disturbare. Ma, ragazzi, avrete coscienza anche voi della situazione in cui ci troviamo, no? >>
I suoi occhi si stringono e noi tutti ci limitiamo ad annuire.

Per la prima volta, vedo l'insegnante di arti magiche abbassare lo sguardo, mentre come noi continua ad ascoltare questo discorso di cui lei conosce già la fine.

<< Sarò schietta. Dopo la scomparsa di un familiare della famiglia Kitamura, devo purtroppo annunciarvi che anche una dei vostri compagni è stata rapita. >>

Ehi, aspetta. Dov'è Rosa?

<< Si tratta di Suzuki Ambra. >>
E quasi mi tranquillizzo.

<< Pensavo fosse qualcosa di grav - >>
Tenta di dire Karla.

<< Sta zitta, idiota. >>
La blocca Alexy tappandole la bocca.

Vedo i volti di Nathaniel e Lee come sotto shock, mentre il primo cede e raggiunge terra con le ginocchia.

<< I-io non... Credevo stesse ancora dormendo, come al solito... >>

Si trattiene, è evidente. Ma, ciò nonostante, una lacrima sfugge al suo controllo e i primi singhiozzi riempiono la stanza.

<< Sappiamo cosa state provando. Ma faremo tutto il possibile. Abbiamo il nome del colpevole. >>

Sobbalzo sorpreso.
Sono stati fin troppo efficienti, ma è come se mancasse qualcosa.

<< Penso conosciate tutti la Beta Academy. Se la risposta è no, vi informo che l'isola di Hell non è solo una leggenda, ma un inferno vero e proprio. >>

Certo che non è una leggenda, io lo so bene. E, ancor più di me, ne ha la consapevolezza Castiel, che ora digrigna i denti e stringe i pungi finché le sue nocche non diventano bianche.

<< Sono stati loro. Quella gente è spietata e non sappiamo ancora come abbiano fatto a intrufolarsi eludendo anche le guardie dei confini. Tuttavia, hanno a capo un essere spaventoso. Daisetsu, è questo il suo nome. È una vera e propria presenza malvagia, nonché lo spietato rettore di quell' accademia di criminali. >>

Cade il gelo e anche la direttrice Aryma sembra aver perso la sua compostezza.

<< L-lei >>
Comincia Eri. È incerta come non credo di averla mai vista, ma per un momento i suoi occhi sembravano sprigionare fiamme.

<< Lei può dirci altro? Sa come contrastarlo? Sa qualcosa di lui?? >>

Poi, silenzio.

<< Oh, si. Lo conosco bene. >>
Spezza ancora l'atmosfera la dirigente.

<< Dopotutto...lui è mio fratello. >>


 

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Capitolo 22
*** Colpiti da una scarica elettrica ***


Ritornare alle proprie origini. 
Cancellare un errore e ricominciare. 
Trattenere le lacrime e cominciare ad essere forte davvero. 
Ecco, era questo ciò che mi ero prefissata una volta tornata ad allenarmi. 
Ma, come dimostrato dai miei recenti cedimenti, forse è meglio mettere in chiaro qualche punto. 

Se tornassi alle mie cosiddette origini, significherebbe soltanto tornare alla vecchia me : sola, fredda, col casino dentro e mille silenzi fuori.

Trattenere le lacrime, beh, a quello sono abituata. 
I pianti sono liberatori, è vero, ma li ho sempre visti come un qualcosa di...intimo.
Si, credo renda l'idea.
Dopotutto, perché sfogarsi con chiunque?
Perché mostrare le proprie debolezze a persone che, magari, non si curano nemmeno di noi?

Se questo fosse dipeso dalla vecchia me, la risposta sarebbe stata soltanto una: "non importa il perché. Nessuno dovrà leggerti dentro. Mai."
Questo almeno finché, in questa stessa scuola che tanto avevo pregiudicato, non ho incontrato loro, i miei amici.
Questo, finché non ho incontrato lui.

<< Ormai avrete capito : nessuno scherzo. È ora di agire, pivelli. >>

Mai la voce dell'insegnante di arti magiche mi era sembrata tanto decisa.

<< Abbiamo tutto ciò che ci serve, ragazzi. Ma siete proprio voi l'arma più potente a nostra disposizione. >>  
E ancora Boris ci incoraggia.

Vedo già i miei compagni mostrare espressioni curiose, entusiaste quasi. Ma chi, come me, si aspetta più che altro dei chiarimenti in vista della fatica che ci aspetta, ha già assunto una posa composta e uno sguardo serio.

<< Cominciamo dal più pericoloso. >>
Smanetta l'insegnante dalla chioma scura sulle sue adorate leve. 
Ed ecco un immagine proiettarsi al centro della stanza.

<< Daisetsu Aryma. Non ci è dato conoscere il suo volto, privilegio ovviamente dato alla nostra cara Direttrice, nonché sua sorella. Non conosciamo di preciso il suo Alph. >>
Aggiunge con un'aria inquieta.
Poi si schiarisce la voce.

<< Pensiamo però abbia a che fare col controllo. Non oso immaginare cosa si provi ad essere controllati da un essere del genere. >>
E tutti noi ci rabbuiamo.

Mi volto automaticamente verso Castiel e, come mio presentimento, le sue nocche sono già bianche.
Vedo Lysandre a braccia incrociate e Kentin tentare di rendere più tranquilla Violet.
Poi, incrocio lo sguardo del professore di combattimento e dei brividi mi attraversano la schiena.

<< Boris, vuoi aggiungere qualcosa? >>
Interrompe il silenzio la professoressa.

<< No, no, figurati. >> Dice lui tornando in sé. Poi riprende la parola.

<< Grazie ad alcune fonti, siamo riusciti a individuare i volti di alcuni studenti della Beta Academy. Guardate pure e, anzi, osservate bene. >>

Dopo qualche click, ecco proiettate immagini di volti vari. 
Vedo ragazzi della mia età. Alcuni dagli occhi piccoli e scuri. Altri dal busto pieno di cicatrici, per quanto l'icona mi permetta di vedere.
Poi, il volto di una ragazza mi colpisce, incorniciato da qualche orecchino di troppo e una chioma castana. I suoi occhi, in particolare, sono due vere e proprie sfere di ghiaccio.

<< È lei. >>
Esordisce dal nulla Castiel.

<< Conosci quella ragazza, Maewaka? >>
E di nuovo è la Delenay a parlare.

<< Debrah Hattori, terzo anno. >>
Ammette senza nascondere il suo disprezzo.
Poi continua.

<< Il suo Alph è la pietrificazione. Purtroppo, non ho idea di come lo usi di preciso o fino a che punto lo controlli. Ma sono quasi sicuro sia una dei più pericolosi là dentro. >>
Mentre lo dice si tortura le unghie rosicchiandole.
Ora tutto si collega, come tasselli di un puzzle, ed il pensiero di quanto il rosso possa sentirsi tormentato mi assilla.

<< Non voglio mentirvi, ragazzi. Nulla sarà mai così facile come sembra. Dalla vostra parte però, avrete tutto il nostro sostegno e...anche il loro. >>
Boris indica la porta e questa comincia a scorrere, rivelando due figure familiari a me come al resto della classe.

<< Nishigame Jade. Kazuya Melody. Ecco i vostri senpai che ci hanno offerto tutto il loro appoggio. >>

Vedo già Nathaniel ricambiare il sorriso della ragazza, ma io non riesco e mi concentro piuttosto sull'altra presenza alquanto sgradita.
Dietro di me, i miei amici si irrigidiscono. Castiel batte il piede a terra e Lysandre prova a calmarlo. Iris storce lo sguardo. Ma soprattutto Kentin mostra quanto sia nervoso e, con un scatto, si posiziona quasi in forma di difesa davanti alla sua Violet.
Il verde, di risposta, fa uno dei suoi soliti ghigni, quasi compiaciuto dal cambio repentino dell'umore di noi altri.
Anche gli insegnanti colgono una certa tensione e, per alleviare il tutto, la Delenay torna a parlare.

<< Qualunque siano i vostri pensieri in questo momento, dimenticateli. Dimenticate tutto. Focalizzatevi soltanto sulla battaglia che ci aspetta, perché non sarà nulla di pacifico, purtroppo. E adesso, muovetevi e date il vostro meglio! A meno che non vogliate un bel calcio nel fondoschiena, mammolette. >>

<< SI! >>
La risposta arriva in coro e gli occhi infuocati dei miei compagni mi dimostrano quanto la carica sia alle stelle.
Poi, mi volto verso il mio compagno dai capelli biondi e ci sorridiamo a vicenda.
Dobbiamo farcela.
Per Honey - Sama.
Per Ambra.

<< Charlotte, puoi farcela! >>

<< Non stressarla troppo. >>

Come al solito, i gemelli Noji assumono comportamenti opposti. Ma, come noi, rimangono in attesa di una mossa della nostra compagna dai capelli scuri che, concentrata come mai prima d'ora, sta focalizzando le sue energie verso un Kentin già pieno di graffi.
La distanza tra i due non è molta, ma mette la ragazza in difficoltà, troppo abituata ad agire direttamente a contatto col corpo da guarire.

<< Se dovesse riuscire nell'intento, sarebbe un grande aiuto durante la battaglia. >>
Sento dire al nostro insegnante di combattimento.

Poi, la ragazza apre gli occhi marroni e quello che ai nostri occhi appare come uno spostamento d'aria raggiunge il nostro compagno dai capelli castani.
Subito, l'interessato si osserva le mani e, circondato da un lieve bagliore verde, vede tutte le sue ferite rimarginarsi lentamente e senza dolore alcuno.

<< Wow, che forza! >> Dice poi.

E tutti ci avviciniamo a lui, ancora al centro della stanza, preceduti da una Violet leggermente preoccupata che controlla le sue braccia, come a volersi assicurare che tutto sia al posto giusto.

Adesso, a tutti scappa un sorriso e anche Charlotte, che sta ancora asciugandosi la fronte imperlata di sudore, sembra soddisfatta e stringe i pugni seppur con contegno.
Le sorrido, ma come mi aspettavo lei preferisce ricomporsi e tornare seria.

<< Complimenti Shumei! >>
Esordisce l'insegnante dai capelli laccati.
<< Adesso però - >> 
Viene interrotto stavolta.
La Delenay decide di confidargli qualcosa sussurrando e, insieme, si allontanano verso il lato della stanza opposto al nostro.

<< Cinque minuti di pausa, ragazzi. >>

Mi incuriosisco, ma decido per una volta di non indagare troppo e rilassarmi anch'io in questi pochi attimi a disposizione. 
Come me, anche gli altri sono sollevati e, mentre qualcuno si stiracchia, altri sbadigliano. Sono la prima a sentire gli occhi leggermente stanchi ma, per qualche ragione, il mio corpo ancora risponde alla perfezione. Sarà merito dell'adrenalina.

Dei passi alle mie spalle si fanno sentire. Ed ecco Maekawa fare la sua entrata.

<< Ehi, rosso. >>

<< Ehi, ragazzina. >>

Il resto delle sue parole di sfugge. 
Mi distraggo. 
Vedo alle sue spalle la piccola Karla e, dal suo sguardo furbetto, ho come l'impressione che abbia in mente qualcosa. Uno dei suoi scherzi, magari. E, come al solito, credo che la vittima in questione sia Armin, girato giusto di spalle rispetto al rosso davanti a me, intento a conversare col fratello al suo fianco.

Vedo i suoi enormi occhi furbi scintillare e la sua mano già posta sull'altra a mo' di pistola. 
Ma, d'un tratto, il moro sobbalza.

<< Oh >>
Sembra notare qualcosa. Che l'abbia scoperta?

<< Alexy, i lacci della tua scarpa. >>
Fa notare al gemello. 
Ed un sospiro di sollievo sfugge alla mia compagna dal cerchietto rosa. 
Adesso è pronta a colpire.

<< Lascia. Ci penso io. >>
E, di getto, si china.

Solo sorpresa negli occhi verdi della piccola Karla. 
Questa però non basta a fermare il suo attacco, già in procinto di colpire il moro.

Sbarro lo sguardo anch'io seguendo quella che appare come una scintilla di luce, ormai fuori controllo. 
Ma ancora di più quando mi accorgo chi, effettivamente, si è ritrovato a esserne vittima.

<< Ragazzina, hai sentito quello che ti ho detto? >>

Scuoto la testa. 
Come faccio a dirglielo?
Non mi aspettavo accadesse qualcosa del genere. 
Ma, in effetti, i poteri di Keizo-chan riguardano la crescita, giusto?

<< Ehi, ti sei rimbambita? >>

<< Maekawa. Ecco... >>

<< Cosa c'è? >>
Comincia a spazientirsi.

<< I tuoi...capelli. >>

<< I miei cosa? >>

E solo portando una mano alla nuca, si rende finalmente conto della situazione.
La sua chioma rossa, un tempo più sobria, si trova ora ad essere molto più folta e appariscente.

Spalanca gli occhi, troppo stupito dal ritrovarsi dei capelli lunghi quanto i miei. 
Nessuna reazione eclatante. 
Nessun urlo. 
Nessuno sguardo omicida. 
Penso debba ancora realizzare la cosa.

Neanche a dirlo, di scatto si volta. Le mascelle serrate, gli occhi socchiusi, i pugni stretti e le sopracciglia tremolanti.

<< Chi... Chi è stato? >>
I suoi modi sono molto più calmi di quanto mi aspettassi.

I nostri compagni si ritrovano nel silenzio più assoluto, ma qualcuno sta a stento trattenendo le risate.

<< PARLATE! >>
Urla, ma apparendo ai miei occhi ancora più buffo.

<< Oh oh... >>
Esordisce una piccola presenza alle spalle di Alexy. 
Si copre la bocca, ma il rosso la nota.

<< TU. PICCOLA - >>

<< Castiel, aspetta! >> 
Lo blocca Lysandre.

<< Guarda i tuoi capelli >> gli consiglia.

<< So già di sembrare una ragazza. Grazie mille. >> Sbuffa.

<< No no >> lo contraddice.

<< Credo che siano carichi di...elettricità. >>

<< Che? >>
Ed ecco che il rosso, come noi, si volta in direzione della sua nuova capigliatura, per quanto gli sia possibile. 
I lunghi fili scarlatti sono circondati da piccole scosse e scintille, e appaiono ai nostri occhi come una sorta di barriera. 
Se solo si fosse visto mentre era infuriato.

<< Mmh, interessante >> esordisce dal nulla Boris. 
Con una mano ancora sul mento alterna il suo sguardo su Castiel, poi sul pavimento, poi ancora in direzione dell'insegnante d'arti magiche, che esprime la sua approvazione annuendo.

<< Buone notizie, Maekawa : per te, una nuova mossa speciale. Che ne pensi? >> 
Sorride accarezzandosi la chioma bionda.

<< E io dovrei tenermi questi cosi?! >>

Mi aspettavo una sua lamentela. Eppure, non capisco, non sta affatto male così.

<< Oserei dire che ti donano >> mi sfugge.

Vedo Iris e Kentin sopprimere una risatina e, guardando nella mia direzione, assumono uno sguardo furbesco.

Poi, Lysandre da una gomitata al rosso.

<< Credo fosse un complimento, Castiel. >>

<< Si. Certo. >>
La risposta arriva fin troppo lenta e, mentre parla, si volta persino a darmi le spalle. Ma che gli prende?

<< Su, su. Maekawa, vogliamo fare un tentativo? >>

Boris incrocia sorridente le braccia all'altezza del petto, mentre il rosso torna a guardarci. 
So già che la prenderà come una sfida e il suo sguardo carico me lo conferma.

Ora lo riconosco. 
Così competitivo, con quel suo mettersi costantemente alla prova. 
Con i suoi occhi accesi, mentre ancora serra i piedi sul pavimento e stringe i bicipiti. 
Adesso i suoi capelli svolazzano, circondati da saette, carichi di un'energia nuova, ma così familiare.

Non posso fare a meno di fissarlo, attratta come una calamita. 
E, forse è proprio quello il punto : due poli opposti, è questo che siamo.

Si volta a guardarmi, ricambio il suo sguardo. È sempre così. 
Eppure, se non ci fosse lui, sento che quell'elettricitá mi mancherebbe. 
Quella sua potenza. 
Il suo arrivare all'improvviso. 
Come se fosse lui stesso un fulmine. 
Ed io, beh, a volte ho come l'impressione di essere stata fulminata.

 

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Capitolo 23
*** Concentrati ***


P.O.V.  ERI

<< Non pensi di esagerare? >>

<< Ma sono ancora troppo lunghi!! >>

<< Li hai tagliati appena due giorni fa! >>

<< Non sono io. È colpa di quella là. >>

<< L'alph di Karla non ha effetti duraturi nel tempo. >>

<< Aaaaah! >>
Si dispera per l'ennesima volta scompigliandosi nervosamente la chioma rossa.

Castiel non è più lo stesso ultimamente. 
È vero, è un tipo facilmente irascibile, ma da quell'incidente con la piccola Karla, continua a far drammi neanche ne dipendesse la sua stessa vita. 
È troppo esagerato per i suoi standard. 
Chissà cosa gli passa per la testa.

Sta zitto d'un tratto, mentre ancora passeggiamo per i corridoi ormai deserti della struttura scolastica. 
Il sole sta tramontando e ciò mi ricorda quanto le giornate si siano accorciate. 
Ad Aqua, ogni stagione è uguale all'altra. 
Beh, sì, anche noi abbiamo le giornate di sole, ma non è mai bello come questo qui, che riesce comunque a scaldarmi anche se lievemente con i suoi ultimi raggi. 
Mi manca la mia casa, sempre se definirla tale è giusto. 
Zia Agata, tornerò da te. Torneremo insieme e, allora, sarà casa. 
Perché ora posso dirlo : casa è dove sono coloro che amiamo e, devo ammetterlo, anche qui mi sento un po' a casa.

<< Forse dovrei legarli >>

Ignoro i vagheggiamenti del mio compagno dai capelli rossi e, mentre lui continua insistentemente a torturarsi qualche ciocca, io mi dirigo verso la Biblioteca in cerca di un libro che possa distrarmi.

<< Cosa facciamo qui? >>
Dice valcando la soglia della porta subito dopo di me.

<< Tu cosa fai solitamente in una Biblioteca? Sai, in mezzo ai libri... >>

<< Ti sembro forse il tipo che spende il suo tempo a leggere? >>

<< Senti, Castiel. Con me la parte del bulletto scansafatiche non funziona. I tuoi voti parlano da sé. Credo che la tua cultura sia persino più vasta della mia. >>

Ed ecco che perde il tipico sorrisetto furbo.

<< Mi hai chiamato per nome. Facciamo progressi, eh? >>
Ma purtroppo riecco la parte da idiota che riaffiora.

<< Hai semplicemente un cognome troppo lungo. >>
Mi giustifico, pur sapendo quanto la mia scusa sia debole.

<< Senti di parla. Ki - ta - mu - ra. >>
Scandisce sillaba per sillaba e mi si avvicina consapevole di essere snervante.

<< Senti un po', tu. Compra un elastico, mi stai facendo il solletico. >>

Gli afferro una ciocca mentre lo dico e l'effetto è quello desiderato. 
Si allontana di colpo. 
Ma la sua espressione non è quella che mi aspettavo : si copre la bocca con la mano destra e si volta piano rivelando una sorta di rossore sul viso. 
Ma che gli prende?

<< Se non hai nulla da fare qui, non voglio prenderti tempo. Non mi serve una mano e tu avrai sicuramente di meglio da fare. >>
Lo dico senza nemmeno guardare nella sua direzione e i suoi passi mi suggeriscono che presto si lascerà la porta alle spalle.

Non volevo essere scortese. 
Non so cosa mi prenda quando si tratta di quel rosso dei miei stivali. 
È un testardo, stupido e fin troppo impulsivo. 
Ma, per qualche ragione, con lui sono in grado di ridere, piangere, arrabbiarmi e mi sento...me stessa.

Mi allungo per prendere un libro la cui copertina mi incuriosisce. 
Purtroppo però, la mancanza di altezza si fa sentire e, anche così, non riesco ad arrivare alla mia meta, rischiando soltanto di farmi male. 
Lo sfioro di un minimo, quel che basta per far sì che cada proprio sulla mia testa. 
Chiudo gli occhi per prepararmi all'impatto, ma ciò non accade. 
Perché, proprio alle mie spalle, una presenza lo ha afferrato al mio posto. 
E, solo girandomi, mi rendo conto che in realtà quell' antipatico di un Maekawa non ha mai lasciato la stanza.

<< Dovresti imparare a chiedere aiuto, non credi? >>
Mi fissa dall'alto del suo metro e ottanta. 
Questa volta non rispondo e mi limito a fissarlo con quello che dovrebbe essere un broncio. 
Fa il suo solito sorrisetto e se ne va. 
Stavolta per davvero.

Fisso la finestra e adesso siamo davvero al crepuscolo. 
Forse è meglio tornare al dormitorio. 
Questo libro però mi incuriosisce : Hybrids, eh? 
Sarà per la prossima volta.

Faccio un ultimo giro dell'istituto e un rumore mi incuriosisce. 
Penso che qualcuno si stia ancora allenando in palestra e la curiosità mi divora. 
La porta è socchiusa e mi invita a sbirciare. 
Avvicino l'occhio destro alla fessura ed effettivamente avevo ragione. 
Questo qualcuno sembra prenderla sul serio e si scaglia con foga sull' unico sacco da boxe presente. 
Dalla stazza è sicuramente un ragazzo, ma solo dopo l'ennesimo calcio riesco a scorgere il volto di Kentin.

Lo esservo ancora per non disturbare, ma a quanto pare mi sono sporta troppo e, mentre tampona il viso col suo asciugamano, mi nota.

<< Oh, Eri-chan >>

Mi avvicino quel che basta per analizzare il suo viso. È un vizio che non credo perderò mai.

<< Hai gli occhi rossi >> gli faccio presente.

E subito va sulla difensiva. 
<< Oh, certo che sì. Penso di essermi allenato un po' troppo. >>

Ma la sua risatina nervosa non mi convince.

<< Sicuro che vada tutto bene? >>

Riposiziona il braccio lungo il fianco e di colpo il suo viso si fa più cupo. 
Il silenzio regna sovrano. 
Poi si lascia andare alla gravità e raggiunge terra sedendosi a spalle contro il muro.

<< Ehi! Ma tu - >>

<< Che stupido >>
Dice interrompendomi.

Lo fisso dall'alto e finalmente riprende a parlare, ma senza degnarmi di uno sguardo.

<< Pensavo solo...di poter diventare forte. Più forte, ancora più forte. E invece sono solo un debole, uno che si abbatte per niente e che non riesce a proteggere le persone che ama. >>

È forse la prima volta che lo vedo così preoccupato e credo, e spero, l'ultima che lo vedo piangere.

Nasconde il viso tra le braccia ed io non sono in grado di proferire parola. 
Poi mi accovaccio al suo fianco.

<< Io...vorrei solo proteggerla. >>

Quasi mi scappa un sorriso e, impulsivamente, poggio una mano ad accarezzargli il capo. 
Finalmente torna a guardarmi.

<< Ci vuole una gran forza per mettere qualcuno prima di noi, sai? >>

I suoi occhi sono ancora lucidi, ma in qualche modo sta sorridendo, anche se debolmente. 
Si asciuga di riflesso il viso e solo allora noto le sue nocche insanguinate.

<< Ma fai sul serio? >>
Quasi lo rimprovero.

<< Su, andiamo. Ti porto in infermeria. >>

Lo trascino di forza verso l'aula in questione e, nel frattempo e senza che lui se ne accorga, afferro il cellulare e compongo un messaggio per una certa persona.

La stanza bianca sarebbe completamente deserta se non fosse per noi e un lettino già occupato dalla presenza di Lysandro, in compagnia di una sorridente Rosalya che, seduta su una sedia proprio accanto al lettino, sembra intenta a fasciargli la mano sinistra. 
Ci osserviamo velocemente e ci sorridiamo a vicenda, poi saluto l'albino con un cenno della mano.

<< Prendo il disinfettante >>
Dico allontanandomi.

In realtà voglio solo prendere tempo. 
E, neanche a dirlo, ecco che una ragazza dalla chioma violacea fa la sua entrata.

<< Violet, ma che ci fai- >>

<< Stupido >> Lo interrompe. 
E, di getto, lo abbraccia.

Lui, un po' confuso all'inizio, non può non ricambiare la stretta, dando così vita a un abbraccio tanto dolce quanto sofferto, accompagnato dalle lacrime di lei.

La scena, per quanto carina, mi dice che sono di troppo e, silenziosamente, ma neanche tanto, mi allontano accennando un saluto. 
Faccio per lasciare la stanza, ma non prima di aver rivolto un altro sguardo alla seconda coppia presente. 
Rosalya sta ancora sorridendo e arruffa i capelli ad un Lysandro col viso semi nascosto dalle braccia sulle ginocchia.

<< Oggi i ruoli si sono invertiti, eh? >>

Sorrido un'ultima volta e mi chiudo la porta alle spalle, lasciando poi definitivamente l'edificio scolastico.

P.O.V.  KIM

<< Stupido, stupido Dajan >>
Un altro colpo.

<< Si può sapere cosa diamine ti passa in quella testaccia?? >>
Un altro. E questa volta l'albero sembra inclinarsi.

<< Idiota. IDIOTAAAA!!! >>
Urlo e do un colpo finale, dando sfogo a tutta la mia frustrazione. 
Quando i pensieri sembrano avere il sopravvento, la mia unica via di fuga è l'allenamento. 
E così, eccomi qua. Tra gli alberi. In mezzo a questa sorta di boscaglia dove nessuno viene a cercarmi. 
E pensare che in realtà è a soli due passi dal dormitorio.

Stanca, metto l'asciugamano sulle spalle, raccolgo il borsone e faccio per tornare. 
Il sole è tramontato da un po' e spero che Violet abbia già liberato il bagno*. (* : Kim e Violet sono compagne di stanza) 
Scorgo all'ingresso due figure che riconosco come Alexy e la piccola Karla. 
Alzo la mano per salutare, ma non faccio in tempo perché il primo ha già valcato la porta, mentre la sua minuta accompagnatrice assume uno strano comportamento. 
La vedo guardarsi attorno, alternando lo sguardo prima a destra poi a sinistra finché, certa di non essere vista, si allontana fino al retro del dormitorio. 
La raggiungo, di soppiatto pur non avendone bisogno, mentre lei si rannicchia e comincia ad emettere una debole luce.

<< Cosa stai facendo? >>
La interrompo. 
E lei sobbalza, perdendo l'equilibrio fino a toccare terra. 
Mi osserva con i suoi occhioni verdi.

<< N- non sono affari tuoi! >>
Dice mettendo il broncio.

Non ci vuole molto a capire in realtà. 
Penso al suo Alph, analizzo la sua stazza minuta e sorrido.

<< Volevi per caso...provare i tuoi poteri su te stessa? >>

Colpita nel segno. 
Il suo viso si accende e si alza di scatto, per poi allontanarsi a passo pesante urlandomi ancora : 
<< NON TI RIGUARDA! >>

***

<< È proprio una bella giornata per allenarsi all'aperto, no? >>

Cavolo, ma perché questo tizio deve sempre urlare così tanto?
I capelli biondi devono dare alla testa. 
No, ripensandoci, anche Nathaniel è biondo, ma non mi da l'impressione di essere uno sciroccato. Oddio, sua sorella invece...

<< Su, su >>
Ed eccolo che si volta proprio verso di me. 
Eppure sa quanto io sia forte. 
Voglio dire, in quanti come me passano le serate a tirare calci in mezzo a un bosco?

A tal proposito, mi viene da cercare con lo sguardo una certa piccoletta di mia conoscenza. 
Ma, prima che possa trovarla, è lei a venirmi incontro sbattendomi addosso.

<< Tu! >>
Mi punta il dito.

<< Non dirai a nessuno di avermi vista, vero? >>

Rido al pensiero dei venti centimetri di altezza che ci distanziano. 
Ma decido di prenderla di poco sul serio e le afferro il dito per rimetterla al suo posto, pur con gentilezza.

<< E sentiamo, cosa ci sarebbe di tanto umiliante? >>

<< Non ti riguarda! >> Ripete ancora.

<< Ricominci? Bene, allora. Non lo dirò a nessuno a patto che...tu mi dica perché hai questa fretta di crescere. >>

La vedo pietrificarsi, un po' imbarazzata, un po' infastidita, ma con un pizzico di qualcosa che sembrerebbe tristezza.

<< Ehi, tutto bene? >>

Non risponde e ancora fissa i suoi piedi insistentemente.

<< Armin, vieni qui! >>
La voce di Iris mi distrae. 
Torno a guardare la piccoletta che mi sta di fronte, ma anche lei come me ha volto il suo sguardo in direzione della coppietta. 
Il problema è il suo sguardo. 
Mi sembra troppo imbambolata. 
Troppo strana. 
Troppo...triste.
Aspetta un attimo.

<< N-non dirmi che tu... >>

Ancora una volta ho colpito nel segno, ma mi sento in colpa quando le vedo gonfiarsi le guance per camuffare gli occhi lucidi.

<< Ma lui - >>

<< ZITTA! >>

Sta per scoppiare. 
<< Per favore, non dirlo >>

La osservo dall'alto e lei sembra non riuscire più a trattenersi. 
Si lascia andare e si rannicchia in sé stessa, quasi in posizione fetale.

<< A volte vorrei soltanto sparire. Crescere e cambiare ma...non ci riesco. >>
Qualche singhiozzo soffocato mi suggerisce quanto stia provando a non piangere ed essere forte. 
Ma, prima o poi, crolliamo tutti. 
E quando si parla di questioni di cuore, beh, anche il più imbattibile dei colossi si sente fragile e indifeso.

<< Non so quanto possa servire, ma sei forte piccoletta. >>

<< Mmh? >>
Mugugna risollevando la testa e solo allora le sfodero un sorriso.

<< Spesso le lacrime finiscono per fluire in forza. Sta a guardare. >>

E, guidata da un forte spirito di volontà, assumo una posa di attacco, caricando tutto il potere alle gambe. 
Parto alla carica e salto. 
Urlo e torno a toccare terra, finché al solo contatto questa si crepa sotto di me. 
Evito di caderci dentro aiutandomi con un'acrobazia improvvisata. 
Adesso tutti gli sguardi sono posati su di me, incluso quello dell'insegnante e incluso quello della ragazzina dal cerchietto rosa, che adesso ha interrotto il pianto per abbandonarsi a uno sguardo meravigliato.

<< Vedi? Basta volerlo. Sono sicura che tu puoi fare di meglio. Che ne dici di provare insieme? >>

Le porgo una mano e lei mi guarda dalla sua posizione come sorpresa. 
Poi si alza di scatto e passa la manica dell'uniforme sul viso.

<< Si! >>
E, finalmente, i suoi occhi tornano vivaci.

P.O.V.  CASTIEL

Non sarebbe male l'idea di un attacco combinato. 
Ma a chi potrei pensare?

Quell'idiota di Lysandro ha ancora una mano fasciata da ieri sera. 
Iris e Armin hanno degli Alph interessanti, ma faranno coppia tra loro, non mi va di disturbare. 
Anche Watanabe è una forte, ma ha appena deciso di affiancarsi alla piccola combina guai. 
Per il bastardino non se ne parla. Ben che meno la sua sottospecie di sorella o l'asiatica amica di quest'ultima. 
Il mutaforma è in panchina e Violet, perdonami, ma non so che farmene della tua invisibilità.

Potrei chiedere a lei...

E la vedo di spalle intenta ad usare Alexy come sacco da boxe, che para i suoi colpi con le mani dimostrando ottimi riflessi. 
Però, niente male. 
Anche se ancora non mi è chiaro perché il turchino non utilizzi il suo Alph, torno a concentrarmi sulla chioma blu di mia conoscenza. 
Stare a contatto con il suo elemento non mi rende esattamente più forte ma, pensandoci, l'acqua è un ottimo conduttore, potrebbe uscirne fuori qualcosa di buono.

<< Ehi, ragazzina >>

Si volta di scatto ed io mi blocco un attimo ad osservarla. 
Aaah, dovrei smetterla!

Congeda il ragazzo dagli occhi rosa e mi concede la sua attenzione, cominciando però ad osservarmi insistentemente.

<< Che - che ti prende? >>
Le chiedo cominciando ad agitarmi.

<< Oggi hai qualcosa di diverso. Mmh. >>

Stringe gli occhi in due fessure e mi scruta avvicinandosi ancora al mio volto. Troppo.

<< E-ehi. Che fai? >>

<< Ma si, certo! Hai legato davvero i cappelli! >>

Torna composta con un enorme sorriso ed io mi tranquillizzo, tornando a respirare normalmente. 
Lei ancora ride. 
Io ancora la guardo. 
Perché sento come un martellarmi nel petto? 
Merda.

<< Per oggi potete andare ragazzi. >>

Bene, ho proprio bisogno di una doccia fredda.

***

<< Eccoti un cambio pulito. Muoviti, idiota. Ti aspetto all'ingresso. >>

<< Anche tu mi sei mancato oggi. >>

Lascio il mio migliore amico chiudendo ancora la porta dell'infermeria. 
Quella stanza ha un effetto soporifero, ma piano piano sto cominciando ad odiarla. 
Pensandoci, è così spoglia, così bianca e monotona. 
E poi, che tristezza quel silenzio. 
Non che qui sia meglio.

Giro ancora per i corridoi. 
Devo solo ingannare un po' il tempo. 
Passo davanti alla porta della biblioteca ed istintivamente entro. 
No, lei non c'è. 
Chissà perché sono entrato.

<< Ehi, Maekawa. Se stai cercando Eri,
mi sembra di averla vista nella vostra classe. >>
È Melody - senpai a parlare. 
Ma da dove è sbucata?

<< No, io... Non la stavo cercando. >>
La mia risposta però non arriva a nessuno, perché la ragazza si è già dileguata.

Senza pensarci troppo, forse solo per curiosità, mi dirigo proprio verso l'aula che riporta la targhetta "2A".
Indugio un po'. 
In fondo non ha senso che io sia qui. 
In fondo c'è solo lei. 
Qui. 
Che dorme sul banco.

<< Ragazzina imbranata >>
E me la rido avvicinandomi ancora.

Mi trovo quindi a prendere posto proprio davanti al suo, sedendomi alla rovescia con le braccia sullo schienale, solo per avere la possibilità di guardarla ancora. 
Sorrido di nuovo e mi sento un imbellice, ancora di più quando d'istinto le sposto una ciocca di capelli per liberarle il volto. 
Ma la mano si sofferma un po' troppo.

<< Ehi, ragazzina >>

E le parole escono da sole.

<< Credo che tu mi piaccia >>

 

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Capitolo 24
*** Paura del vuoto ***


P.O.V.  Alexy

<< È tutto così snervante! >>

Quanto è inutile stare qui a tirare calci al tronco di un albero se non posso essere d'aiuto a nessuno?!

<< AAAAH!!! >>

Ancora uno.

<< CADI !!! >>

Il rumore sordo riempe la stanza e, piano, le pareti tornano al loro bianco.

È una fortuna che la Delenay ci permetta di utilizzare l'aula di simulazione anche in sua assenza ultimamente. Deve essere un  po' il suo regalo di Natale ma, dopotutto, niente in questo periodo sembra speciale adesso, e anche le vacanze sono state annullate. 
Non che mi importi: tutte queste festività mi sembrano così inutili, così diverse da quelle dei miei ricordi. Ah, se solo tutto fosse rimasto uguale. Se solo io fossi rimasto lo stesso. Se solo questo mio potere non fosse mai esistito... non sarei stato la causa della cicatrice che segna il viso di mio fratello, né la sua preoccupazione quotidiana. 

Lo vedo. Vedo com'è felice con Iris adesso. Lo è sempre stato in realtà, se n'è soltanto reso conto da poco. Quello stupido!
Ecco perché non posso permettermi di far sparire quel sorriso.

Sono tutti preoccupati, in ansia per qualcosa che non conosciamo nemmeno. Ed io, beh, sono solo un idiota che ha paura del suo Alph. 

<< Bel modo di passare la vigilia ! >>

Pff. Armin...

<< Tutto bene, fratellino? >>

Ti prego, fratellone. Non preoccuparti per me.

<< Certo che si ! >> Dico sfoderando uno dei miei migliori sorrisi.

<< Ti serve qualcosa? Oppure vuoi allenarti ? Io stavo già andando, tranquillo. >>

Continuo a passarmi l'asciugamano sulla pelle umida, mentre faccio per superare mio fratello.
Arrivato al suo fianco però, mi blocco.

<< Con te non funziona, eh? >>

Abbasso lo sguardo. Non posso continuare a fingere anche con lui.     

Raggiunge terra. I suoi occhi sono diretti al pavimento e regge le ginocchia con le mani.

<< Fratello... Quanto tempo è che ti alleni da solo in questo modo? Quanto tempo è... che non ti confidi con me? >>

Lo raggiungo imitando la sua posizione, dandogli direttamente le spalle e gettando la testa all'indietro.

Il mio silenzio e il suo si sovrappongono. Eppure, è sempre così confortante.

<< E se ne parlassi con gli altri ? >>

<< Pff. Ottima idea, Alexy. Io sono con te. >>

------------------------------------------------------

<< Il tuo Alph fa cosa?! >> 

<< Calmati, Kentin. Per il vostro compagno non è così facile. >> 
Interviene Boris come a difendermi. 

Avrei preferito che stesse zitto in realtà.

<< Che carino che sei! È la prima volta che ti vedo arrossire. >> 

La voce di Iris risalta tra i bisbigli dei miei compagni, ed io non posso fare altro che coprirmi il viso aggiustando qualche ciuffo della frangia.
Che figura...

 

P.O.V.  Lysandro

Osservo ancora il mio compagno dai singolari occhi rosa acceso. 
Per qualche ragione, sono felice per lui: non si è mai esposto così tanto. Non che io sorrida per il suo imbarazzo, al contrario, credo che esplicare finalmente il suo essere sia una cosa positiva. 

<< Che è? Ti sei preso una cotta? >>

Irrompe il mio amico dalla chioma rossa vedendomi sorridere.

<< Ti dirò: non ci sarebbe niente di male, ma no. Piantala di saltare a conclusioni affrettate. >>

Lo contraddico schioccandogli le dita sulla fronte.

<< Piuttosto, ti ringrazio per essere rimasto fuori dall'infermeria ad aspettarmi ieri sera. >> 
Dico ironico.

<< Si può sapere dove ti eri cacciato? >>

Lo vedo trasalire.

<< Niente di importante. Avevo solo bisogno del bagno. >> 

Sei arrossito, amico. Si può sapere che hai combinato?

Lascio perdere la sua faccia da deficiente e mi guardo intorno. 
Oggi anche Rosa è presente. Da quando la situazione è...quello che...ha deciso anche lei di dare il massimo e allenarsi tutti i giorni insieme a noi. 
Le sorrido. 
Spero solo che la sua salute non ne risenta.

<< E adesso, aspettiamo. >>
Ci annuncia la Delenay

Ma aspettare cosa?

<< Eccomi qua! >>
Esclama una voce femminile oltrepassando la porta scorrevole.

<< Scusate il ritardo. >>

È accompagnata dalla senpai Melody. 
Ha un viso familiare e particolarmente divertito. I suoi occhi sono enormi e verdi ; i suoi capelli lisci e castani, tenuti da un cerchietto. Penso appartenga anche lei alla terza classe: è abbastanza alta, poco più della sua accompagnatrice. 
Anzi, ora che la guardo meglio...

<< E questa chi è? Carina... >>

<< Castiel, lei veramente-  >>

<< Ihihih >> Mi interrompe la risata della ragazza in questione.

<< Maekawa, non penso ci siano bisogno di presentazioni con la piccola Karla. >>

Chiarisce finalmente Alexy.

Vedo i volti dei miei compagni quasi sconvolti, straniti, impossibilitati dal dare una risposta al cambiamento repentino della ragazza dal cerchietto rosa
Lei continua a ridere e si avvicina a noi altri, venendo accerchiata ancora in compagnia di Kazuya-senpai. 
Questa ci spiega come la cosa sia in realtà probabilmente temporanea, menzionando il suo Alph che ha influenza sul tempo.

<< Ecco a cosa mi riferivo quando parlavo di tecniche combinate. >>
Dice con una certa fierezza l'insegnante dai capelli scuri.

Qualcosa mi dice che oggi ci sarà da lavorare sodo. O come giustificare anche la presenza di Pierrik e Faraize?

<< Davvero puoi governare il tempo, senpai? >>
Chiede una Violet curiosa come non mai.

Anche Iris e Lee si aggregano alla sua richiesta, avvicinandosi sempre più entusiaste alla loro vittima.

<< Calma, calma. Non posso mica viaggiare nel futuro, né riavvolgere le cose, purtroppo. Tutto ciò che il mio Alph mi permette di fare è rallentare il tempo fino a fermarlo per qualche secondo, oppure accelerarlo, come in questo caso. Certo, non lo avevo mai provato su una persona, ma l'abilità di Karla ha fatto il resto. >>

<< Ma quanto parla questa qui? >>
Mi sussurra il mio amico.

Ammetto che ha ragione, ma gli do comunque una gomitata per la poca gentilezza delle sue parole. Non che sia una novità.

E, mentre alcuni ancora se la ridono, gli insegnanti decidono finalmente di esporsi.

Ci viene spiegato come anche noi ci cimenteremo, stavolta seriamente, nella tecnica di combinazione tra Alph. 
Sono loro stessi a scegliere le coppie: abilità simili, opposte o, semplicemente, compatibili. Ed è così che mi ritrovo in compagnia di Nathaniel.

<< Ehi. >> 
Mi saluta alzando educatamente la mano.

Ricambio il cenno e penso al suo potere: la chiaroveggenza potrebbe aiutarci con i nemici. Certo, dovrebbe avvicinarsi molto e non ho idea di quali siano le sue abilità in battaglia. Forse, combinato alla mia lettura del pensiero, potremmo, che so, capire l'Alph del nemico.

<< Sarebbe utile. >> 
Mi sfugge.

<< Lys, io guarderei in quella direzione fossi in te. >> 
Consiglia lui nel frattempo.

Seguo il suo dito e, subito, trattengo una risata : la coppia Castiel - Jade è a dir poco esilarante. I due sprigionano già saette dagli sguardi e vedo il mio amico trattenersi, troppo orgoglioso per dare di matto e fare il bambino davanti a tutti. 

Il senpai, invece, ormai abituato a stare in nostra compagnia, sembra irritato solo il giusto e maschera il tutto con uno dei suoi soliti sorrisetti falsi. Persino Boris interviene, giudicandoli come un duo ben assortito.
Pensandoci, il verde ha influenza sui cambiamenti atmosferici e, se ho ragione, sfrutteranno una delle sue tempeste per incrementare il fulmine di Castiel.

Mi guardo intorno, notando altre coppie altrettanto capaci intente ad allenarsi.

Vedo Eri in compagnia di Iris e, in cuor mio, spero che stavolta tutto vada bene e che i loro poteri contrastanti diano buoni frutti.

Rosalya è in compagnia di Lety Momoru. Quella ragazza è più gelida del suo Alph e non credo di averle mai parlato. Ma nulla mette in dubbio la sua forza, nè il fatto che il suo ghiaccio possa accostarsi bene al vento della mia amica dai capelli bianchi.

Lee e Charlotte formano l'ennesima coppia e scopro da quest'ultima come il suo Alph sia riuscito a evolversi: sembra che possa trasmettere parte del suo potere curativo alle piume dell'asiatica, in quanto le ali di quest'ultima risultano essere viventi. 

La coppietta Kentin - Violet è rimasta intatta. La professoressa si avvicina a loro e sembra aver capito che l'esatto potere del mutaforma consista nel "prendere in prestito la materia altrui". 
Che questo possa estendere anche a lui l'invisibilità della timida abitante di Alternative?

L'accoppiata che più di tutte mi sorprende, però, è quella tra Kim e il mio compagno dai capelli azzurri...

<< Signorina Watanabe, mi sono occupata io stessa di visionare gli ultimi allenamenti del signorino Noji. Perciò, posso assicurarle che non si trova affatto in pericolo e, anzi, le sarei grata se aiutasse il suo compagno a svolgere l'esercitazione odierna. >>

Chiarisce la Delenay. 
Non è mai stata così seria...

Smanetta su qualche leva e il paesaggio torna, come sempre, un angolo di natura, sorprendentemente simile al boschetto vicino all'edificio dei dormitori.

<< Andiamo. Pericolo? Crede che mi spaventi per così poco? Su, ragazzo. Fammi vedere cosa sai fare. >> 

La ragazza dalla pelle abbronzata dimostra come sempre una grande carica e spirito competitivo, cercando di dare la giusta spinta al turchino, che però non sembra afferrare il messaggio e, impassibile, si allontana di qualche passo, mentre l'altra impugna la sua arma.

<< Sta a guardare. >>

<< Kim, non strafare. Mi raccomando ! >>
Le consiglia la, ormai, non tanto piccola Karla.

<< Tranquilli, ragazzi. AAARRRGHHH!!! >> 

Quello che sembra un ruggito uscito fuori dalla sua bocca, accompagna il suo movimento. 

Con un colpo di martello deciso, la stanza comincia a tremare e il terreno si spacca, creando come una voragine al centro.

Sapevo già della forza dell'abitante di Tera, quindi la cosa non mi sorprende affatto.
Vedo invece Alexy quasi in soggezione, incerto sul da farsi, mentre ancora gli insegnanti aspettano una sua mossa. Nessuno vuole mettergli fretta e sono certo che anche i nostri incoraggiamenti potrebbero metterlo a disagio.
Lui però si volta verso il fratello, che più di tutti non vede l'ora di guardarlo all'opera, orgoglioso più di un padre. Leggo nelle labbra del corvino un "puoi farcela" e, solo allora, il gemello sorride.

Fa un sospiro profondo e, finalmente, punta una mano verso l'apertura nel terreno.
Chiude gli occhi e, con un rumore sordo, ecco apparire un vortice dalle tonalità violacee proprio sul fondo di questo cratere improvvisato.

Sento un sibilo di vento dal basso, e noto quanto in effetti il suo potere appaia ristretto.

<< Signorino, la prego di concentrarsi. >>
Fa un tentativo la Delenay.

Ma ecco che subito viene contraddetta. 
Il ragazzo stringe i pugni e la voragine si dilata in un secondo. L'effetto di questa corrente che sembra volerci trascinare non ha effetto su di noi, che siamo tenuti al riparo dallo scudo di Pierrik, ma lo ha sul resto della stanza. 
Ed ecco che l'armadietto delle cianfrusaglie viene risucchiato, passando precisamente a sfiorare i capelli dell'insegnante di arti magiche.

Questa deve ricredersi e, adesso, eccole addosso un sorrisetto compiaciuto.

Appunta qualcosa e da il permesso a noi altri di lasciare finalmente l'aula.

<< Ah! Ehm - ragazzi, aspettate! >>
Ci ferma Faraize sulla soglia della porta.

<< N-nelle vostre camere troverete un vestiario particolare all'interno di una valigetta. A-abbiamo pensato che presto ne avrete bisogno e tutto è stato equipaggiato secondo le vostre a-abilità e progressi. >> 
Dice tutto d'un fiato.

Poi si sofferma un attimo.

<< Andrà tutto bene, ragazzi. >>

Ci sorride. 
Forse per la prima volta in due anni, sempre troppo preoccupato a preoccuparsi.

Ricambiamo il sorriso incrociando lo sguardo degli altri insegnanti, poi ci avviamo verso il corridoio. 
Castiel raggiunge subito la nostra compagna dai capelli blu, e così ci ritroviamo a formare un gruppo da tre che, tra una chiacchiera e l'altra, scende le scale e fa per uscire dall'edificio.

<< KITAMURA-CHAAAAN! >>

Ci raggiunge una voce femminile una volta al piano di sotto.

<< Rosalya, ti serve qualcosa? >> 
Le chiedo invece io d'impulso.

<< Ciao, Lys. Ciao, Castiel. >> Sorride.

<< Avrei bisogno di Eri in realtà. Posso rubarvela un attimo? >>

<< Mh? Certo, andate pure. >>

Si allontanano, precedendoci nella nostra uscita.

Rosa era molto strana. Mi aveva già detto di aver legato con Eri in modo particolare, anche se a parer mio veloce, grazie soprattutto alla fiducia che la ragazza dai capelli blu le aveva ispirato, "come mai nessuna finora" a detta sua.

Mi volto verso il mio amico dalla chioma rossa e, vedendolo imbambolato, mi permetto un sorrisetto divertito. 
Poi, senza preavviso, lo afferro con un braccio attorno al collo strofinandogli l'altro pugno sui capelli, approfittando della mia altezza. 

<< Piantala, Lys! >>  

Si dimena.

<< Eh, no. Non credi dovremmo parlare anche noi? Del tipo: perché non mi dici davvero cos'è successo ieri sera, prima che lo scopra da solo? >>

Continuo a torturalo per un po', ma una presenza ci blocca in questa posizione.

<< BIIIIIIISCOTTIIIIIIIIII !!!!! >> 

Urla. 

<< Qualcuno ne vuole? >>

È una ragazza del terzo anno che mi è già capitato di incontrare.

 I suoi capelli neri sono sempre più somiglianti al capo di un fungo, anche arrivandole alle spalle. Qualche ciuffo ribelle le incornicia il viso dai tratti infantili e il suoi occhi violacei sono come sempre seminascosti da un paio di occhiali rotondi.

 Non si vede in giro spesso in realtà. Che io sappia, finite le lezioni, è sempre chiusa nella sua stanza a fare dolci. Ma è molto gentile e, quando ne ha la possibilità, distribuisce in giro le sue creazioni. 

<< Ma che problemi ha quella lì ? >>

<< Smettila, Castiel. >> 

Lo rimprovero allentando la mia presa fino a lasciarlo libero.

<< Iwamoto-senpai è estremamente generosa. E, inoltre, trovo che i suoi dolci siano ottimi. >>

Continuo a non guardarlo nemmeno.

<< Hai mangiato i dolci di qualcuno che avrebbe potuto, potenzialmente, avvelenarti? >>

Che esagerato...

<< Salti ancora a conclusioni affrettate? Conosco il suo Alph e non lo fareb- >>

La sua espressione basta a interrompere le mie parole.

È a metà tra lo schifato e l'incredulo. Se avessi il cellulare a portata di mano, gli farei una bella foto.

<< Ma che faccia è? >> 

Me la rido ancora un po', poi finalmente lasciamo l'edificio.
 

Arrivati in stanza, aspetto che Castiel si metta comodo, esattamente in posizione supina sul mio di letto. 
Mi accomodo anch'io standogli di fronte, e la seduta può dirsi cominciata.

<< Quindi:  di preciso quando, e dove hai incontrato Eri prima di degnarti a tornare dal tuo migliore amico infortunato ? >>

Lo vedo subito coprirsi il viso con le mani, quasi disperato. 
Doveva aspettarsi che il primo sospetto fosse la ragazza in questione. Castiel è uno stupido, ma è leale, e sono pochi, se non unici, i casi in cui mi metterebbe in secondo piano. 
Tipo questo.

Si lamenta ancora e ci vuole un po' prima che sputi davvero il rospo.
 

Adesso tutto mi è chiaro. Non che non avessi già capito cosa provasse, ma esporsi così, cavolo : è messo più male del previsto.

Lo lascio nei suoi pensieri e ne approfitto per fare un giro nei dormitori finché posso, controllando che anche gli altri siano a posto. Quando siamo usciti dall'aula, ho visto Kentin e Armin andare verso l'infermeria. Quei due sembrano non averne mai abbastanza di allenarsi, specie insieme, dato il buon rapporto che è venuto a crearsi.

Mi fermo sul posto per accertarmi che il mio cammino non sia inutile e, in effetti, sento distintamente i pensieri dei due ragazzi in questione, come se fossero a pochi passi da me. 

Proprio sulle scale, infatti, me li ritrovo davanti, con solo qualche cerotto sulle braccia e sul viso.

<< Abbiamo preferito lasciare in pace Charlotte per oggi. Credo non fosse esattamente in forma. Anche lei avrebbe bisogno di riposo ogni tanto. >> 

Mi chiarisce il corvino sorridendo. 
Poi fanno per andarsene. 

<< Ah, Tanaka. C'era anche Jade con noi. >> 

Lo sguardo di Kentin è invece fin troppo serio e capisco immediatamente cosa vuole che faccia.

Cammino diretto all'infermeria. 
Ma, solo svoltando a sinistra, mi accorgo che la porta è socchiusa.

<< È proprio un bel potere il tuo. >>

Avevano ragione : è la voce di Nishigame.

<< Che peccato vederti star male, il tuo bel faccino ne risentirà. >>

Mentre lo dice, ha già afferrato il viso della ragazza dall'Alph curativo. E, vedendola in difficoltà, non posso fare a meno di entrare totalmente all'interno della stanza.

<< Oh, abbiamo visite. >> 
Dice osservandomi .

<< Tranquillo, Lysandro. Stavo andando via. Ma sta' attento alla piccola Charlotte, non vorrei si ammalasse per colpa vostra. >>

Per qualche motivo, il suo tono sempre furbo e divertito, ha finito col trasformarsi fino ad accompagnare un'espressione quasi di risentimento. Purtroppo per lui, è costretto a guardarmi dal basso, quindi non prendo per nulla la cosa come una minaccia.

Nel frattempo, le ginocchia di Charlotte hanno ceduto e io la osservo in uno stato emotivo in cui mai avrei pensato di poterla vedere.

<< Ma che - che vuole questo qua? >>

È  arrossita. Non posso crederci.

La aiuto a rialzarsi e provo a tenerle compagnia per evitare che il verde si ripresenti. 

Mi ringrazia, poi la vibrazione del mio cellulare cattura l'attenzione di entrambi.

<< Ah, scusami. Penso sia Castiel. Ci vediamo Shumei-san. >>

Chiudo la porta alle mie spalle e controllo la notifica di un messaggio : non è il mio compagno di stanza. 
È Rosalya.

Senza pensarci due volte, nonostante l'ora ormai tarda, seguo la sua richiesta e mi dirigo al parco. 
Non la lascerei mai da sola, figuriamoci adesso che la notte sta calando. 
Inoltre, ho come l'impressione che quel suo "ti va di parlare un po'?" possa riguardare mio fratello.

Oltrepasso il cancello e non ci vuole molto prima che arrivi a destinazione.
Lei è già lì, ancora in tenuta scolastica, che mi saluta sventolando il braccio all'aria gelida.

La vedo infreddolita e, subito, le presto la mia giacca mentre ci avviciniamo alla panchina.

<< Allora ? >>

Chiedo una volta seduti, forse un po' troppo impaziente.

<< Signorino Tanaka! Non pensavo fosse così curioso! >>

Esclama imitando, evidentemente, la Delenay.

Se la ride, ma non voglio finga di star bene come sempre. I suoi occhi sono ancora rossi d'altronde. 
Quindi la osservo, finché non cambia espressione.

<< È finita. >>

Dice con sguardo basso.

<< Avevi ragione. Hai sempre avuto ragione. Ed io ero stanca di essere cieca. >>

Rosa...

<< Beh ma, ehi, guarda che gli ho dato uno schiaffo meritatissimo. Anzi, se n'è beccato anche un altro in realtà. >>

Sorpreso da questo suo lato e felice di rivedere il sorriso sulle sue labbra, mi concedo di divertirmi un po', ascoltando il suo racconto e di come, alla fine, anche l'altra ragazza si sia stufata, lasciando il lavoro per non rivedere più "una feccia simile".

Certo, il fatto che mio fratello gestisca un negozio d'abbigliamento in quest'isola non aiuterà a non vederlo del tutto, ma almeno qualcuno è potuto tornare a casa sua. 
Mentre Rosalya, la dolce Rosalya, è tornata serena.

<< Waaaaa ! >> 

Si stiracchia un po', dandosi poi delle pacche sul viso. 

Si alza di colpo e la mia giacca le cade dalle spalle.
Raggiunge l'aiuola poco distante e sale sul muretto in pietra che la circonda. 

Mette un piede davanti all'altro, lentamente, per mantenere l'equilibrio.

<< Lui non ha...>>

Comincia.

<< Lui non ha saputo tenermi, ecco. >>

E, neanche a farlo apposta, manca un passo appena lo dice. 
Rischia di cadere, ma prontamente la afferro.

Adesso, mentre tengo il suo braccio, lei mi fissa e il tempo si ferma.

La sua espressione è imbarazzata e rassicurata al tempo stesso; esprime gratitudine anche senza ringraziarmi davvero. Ed io, beh, sono in questi momenti che mi accorgo quanto realmente lei sia importante per me.

<< Ti tengo io. >> 

Nessuno ti farà del male finché ci sarò.

<< L'ho sempre fatto. >>

Anche se il tuo cuore non mi appartiene.

Lei rimane in silenzio  e io la stringo forte a me, un po' per ripararla dal freddo di questo triste Natale, un po' per non lasciarla andare via.

Adesso penso a lei, che ha cominciato a singhiozzare sulla mia spalla.

Penso a me, e alla pace che riesco ad avere solo standole vicino.

E penso agli altri che, come me, hanno una persona da proteggere. 

Quello stupido di Armin sarà anche lui preoccupato, ma starà di certo rassicurando un'altrettanto ansiosa ragazza dai capelli rossi. 
Spero anche il suo gemello stia bene : probabilmente la musica lo distrarrà da tutto il resto.

Anche la coppia formata da Violet e il mutaforma sarà da qualche parte a scaricare la tensione.
Conoscendo lui, avrà appena finito di tirare a canestro e, adesso, starà riposandosi poggiando la testa sulla spalla di lei.

Felici, si. 
Come potrebbe esserlo un altro idiota di mia conoscenza.

Nessuno farà loro del male. Nessuno.

<< Andrà tutto bene. >>


 

P.O.V.  Eri

Non immaginavo che Rosalya potesse sfogarsi a quel modo con me.

"Per la prima volta, sento anch'io di meritare di meglio".

Era come scoppiata a piangere gradualmente.

"Io...so di avere delle colpe. Avrei dovuto rompere subito e...imparare ad apprezzare chi è sempre stato al mio fianco davvero".

Era ovvio si riferisse a Lysandro, ma non mi sarei mai aspettata che sapesse cosa l'albino prova per lei. 

Non che me ne intenda ma, a detta sua, non ha mai voluto illuderlo, né lasciarlo andare.

"Lui è speciale" mi ha confessato in fine.

Non era una dichiarazione, questo è certo. Ma, di sicuro, spero che alla fine entrambi i miei amici dalla chioma bianca siano felici.

La sera è fredda come quelle a cui sono abituata, ma io non riesco a dormire.
Ho perso la cognizione del tempo e, a quanto pare, anche dello spazio, perché non ho idea di dove i miei piedi mi stiano portando. 

Poi capisco.

E, senza pensarci, apro la porta che mi conduce al tetto dell'edificio.

La serata è talmente calma. 
La quiete prima della tempesta o, letteralmente, la quiete prima della battaglia.

Le stelle non sono mai state così luminose: sembra una notte d'estate, a me per nulla familiare, ma così bella da farmi sentire a casa.

Ecco però che una voce interrompe la piacevole sensazione.

<< Ammettilo: mi hai seguito. >>

Non ci credo...

<< Buonasera a te, rosso. >>

Forse è meglio che vada e lo lasci alla sua sigaretta.

<< Dai, scherzavo. Siediti, non mordo mica. >>

<< Su questo ho i miei dubbi. >> 
Rispondo richiudendo la porta. 

Sembra stranamente gentile. 
Ma non mi faccio incantare e rimango in piedi avvicinandomi soltanto.

<< Strano vederti qui. Non riuscivi a dormire, Kitamura? >>

<< Non sta sera. E, a quanto pare, neanche tu. >>

Ammetto.

<< Già. >>

Aspetta un attimo.

Di scatto lo raggiungo, ancora più vicina, piantandomi praticamente di fronte al suo viso.

<< Mi hai chiamata col mio cognome? >>

Ma che gli prende? Sembra così...triste.

<< Castiel, guardami. >>

I suoi occhi sono arrossati e il grigio delle sue iridi risalta ancora di più, così spento, ma così luminoso.

<< Tsk. Ragazzina sleale. >> 

Quasi si divincola. Getta via il mozzicone e nasconde la testa sulle ginocchia.

<< Anche uno come me può essere preoccupato, sai? >>

E ancora non accenna a muoversi.

<< Maekawa...tu... >>

Ma certo. Come ho fatto a non capirlo prima?

Persone come me e Nathaniel sono in pensiero per i propri cari, purtroppo prigionieri di qualcosa che in realtà non conosciamo.

Persino tutti gli altri, che si sono impegnati così tanto, che daranno tutto loro stessi, in realtà non sanno cosa ci aspetta.

Lui invece si.
Dovrà lottare insieme a noi, ma...contro quelle che erano le persone più importanti della sua vita.

Senza che possa fermarla, la mia mano si muove direttamente verso i suoi capelli. 
Comincio ad accarezzarli e mi rendo conto di non aver mai provato una sensazione tanto morbida.

Lui non oppone nessuna resistenza. Ed io non posso fare a meno di pensare a quanto sia doloroso vederlo così. 

Ogni sua emozione mi entra dentro come se mi appartenesse.
E questo, ad ogni costo, dovrò proteggerlo.

Domani, non sarai solo.

<< Andrà tutto bene. >>

 

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Capitolo 25
*** Scontro ***


P.O.V.  ERI
 

Per l'ennesima volta, l'ennesimo incubo... Come se fosse una novità.

Mi sveglio di soprassalto.

La fronte imperlata di sudore.
Le gambe leggermente intorpidite.
La schiena produce un leggero scricchiolio.

Ancora a piedi nudi raggiungo il bagno.
Sciacquo il viso con dell'acqua fredda per riprendermi.
E poi lo vedo : il mio riflesso.

Dio, perché a volte ho come l'impressione che non mi somigli per niente?

<< Piccoletta. >> 

La voce della mia compagna di stanza, per la prima volta non così fastidiosa, mi riporta alla realtà.

<< È ora. >>

Quasi mi svuoto mentre, in maniera autonoma, il mio corpo si muove.

I capelli sono a posto, la divisa non troppo spiegazzata, le scarpe scomode come sempre.
Ed io mi dirigo, come al solito, verso una delle aule. 

Tutto sembra fin troppo normale. Ma, di normale, non c'è proprio nulla.

<< Nessuna pressione, ragazzi. >>

Oggi, mi troverò finalmente faccia a faccia col nemico.

<< M-mostrate loro ciò che sapete fare. >>

Oggi, ti rivedrò, zia Agata. È una promessa.

<< Ce la faremo. >>

Oggi... vinceremo. Tutti insieme.

Smetto di pensare e vedo nei volti di tutti un'espressione concentrata, quella di chi vuole mettersi in gioco. 

Gli insegnanti che  hanno appena parlato sembrano quasi commossi dalla nostra determinazione. 
E, parlando di determinazione, chi altro poteva affiancarmisi se non il rosso dei miei stivali?

<< Scommetto che ne sconfiggo più di te, ragazzina. >>

<< Si, certo. Sogna pure. Ah, e ricordami di non colpire anche te. >>

Quasi mi dimentico della serietà della situazione. 
Che strano potere che hai, Castiel.

Gli rispondo a tono, mentre lui continua, come suo solito, a sfregarsi leggermente la punta del naso col pollice. Non capirò mai se si tratta o meno di un riflesso del nervosismo.

<< Aww, che ship! >>

<< Kentin, piantala! >>

Le voci del mio migliore amico e della sua timida ragazza si sovrappongono.

<< Perdonami, Violet. Farò più piano. Non trovi anche tu che la "EriEl" sia splendida? >>

<< Gli hai dato persino un nome? >> 
Si intromette Armin.

<< Beh, ne riparleremo quando si metteranno insieme. >> 
Aggiunge persino Lysandro.

Ma che?!

<< Noi saremmo qui ! >>

E, dopo aver risposto in coro, né io né il rosso abbiamo il coraggio di guardarci in faccia.

Ma perché? 

<< È ora, ragazzi. Andate e preparatevi. Li accoglieremo a braccia aperte. >>

Anche la direttrice Aryma ha detto la sua. 
Frasi banali, lo ammetto. Ma, solo adesso, mi rendo conto che tutto è reale.

Ci avviamo verso i dormitori e ognuno si dirige alla sua stanza.

Apro la porta soltanto dopo l'ennesimo sospiro e, una volta dentro, mi dedico a quella che sarà la mia tenuta da battaglia.

Il corpetto è stretto e solido, striminzito per i miei gusti. Ma, almeno, la parte più bassa, seppur velata, riesce a coprirmi parte del ventre.
Quelli che sembrano degli shorts sono comodi e non troppo corti, sorretti da una cintura che li unisce a un'altra velatura nera.
Gli stivaletti e i rivestimenti che mi coprono da polso a gomito sembrano i più tecnologici. I primi hanno una suola piatta, gli altri sono rigidi e a tratti affilati.
Tutto è sui toni del blu e ricoperto di squame, forse sintetiche, ma che, a dire degli insegnanti, mi permetteranno eventualmente di combattere sott'acqua con la stessa agilità di sempre.
Noto persino un auricolare e, subito, lo indosso per completare l'opera.
Ma ciò che non vedevo davvero l'ora di provare è la mia nuova spada : più leggera  per permettermi maggiore manualità, rigorosamente coordinata al resto e, ovviamente, ancora più compatibile al mio Alph.

Anche Lety è pronta. Si pavoneggia nel suo abitino, di un celeste chiaro e molto più scollato del mio.

A pensarci bene, nessuna delle due sembra avere abbastanza stoffa per coprirsi. Ma, dopotutto, veniamo entrambe dalla stessa regione e le basse temperature del periodo sono molto più confortevoli per quelli come noi.

Compie qualche altra giravolta ed io mi accorgo di quanto le sue calzature assomiglino a dei pattini, ma senza lame sotto.
Mette tra i capelli un superfluo fermaglio a forma di fiocco di neve, poi smentisce il mio primo pensiero, indossando d'un tratto una sorta di lungo cappotto che le copre dalle spalle in poi.

Quello che mi colpisce di più, però, è la sua arma: una grande lancia dotata di un paio di spuntoni e una lama affilata, che la rende più simile ad una falce.

Strano vederla così.

<< Che c'è? >>

È quasi infastidita dal mio sguardo.

<< Niente, niente. >>

Ed io nascondo un sorrisino.

Poi, finalmente ci riuniamo agli altri e, insieme, raggiungiamo quello che è lo spiazzale esterno dell'Alpha Academy.

Vedo il professor Pierrik piazzare uno scudo a proteggere l'edificio scolastico, mentre il resto di noi si scambia sguardi di intesa. Non siamo presenti soltanto noi della seconda classe, ma l'intero corpo studenti.
Riconosco Melody-san, quel Jade e altri senpai, ma di matricole ne vedo ben poche. 

Non importa : basteremo.

Ci voltiamo tutti di scatto e niente di ciò che vedo mi sorprende: una vasta nuvola di vapore violaceo viene fuori dalla vegetazione del boschetto poco lontano.

Sarà stato davvero così semplice arrivare fin qui? 

Che qualcuno abbia usato un potere simile a quello della nostra direttrice per teletrasportarli ?

Poco importano le ipotesi adesso.

Davanti a me, si erge una schiera di studenti che, da questo momento, saranno da considerarsi "nemici".

Alcuni attirano la mia attenzione più di altri : già visti in alcuni documenti della Delenay o, più semplicemente, troppo appariscenti.
Una ragazza in primo piano è ricoperta da bende, uno invece ha un lungo mantello rosso a coprirgli anche il volto.

Poi, tra tanti, vedo LUI. 
E, per accertarmi di aver ragione, volgo lo sguardo prima verso Castiel, poi verso Kim, e li vedo stringere i pugni.

<< Si comincia. >>
Dice il rosso.

Entrambi sguainiamo le spade e, come noi, anche i nostri compagni sono pronti alla carica.

In men che non si dica, entrambe le parti si corrono incontro e tutto sembra diventare una guerra di movimento. 
Non vogliamo la loro morte, ma loro non sembrano essere dello stesso avviso. 
Ed eccoci in uno scontro all'ultimo sangue. 

Perché deve andare così?

Zia Agata, dove sei?



 

P.O.V.  CASTIEL

<< WRAAAAAHH !!! >>

Ancora urlo e respingo con la mia fidata spada quanti più avversari possibili.

Tutto è stato talmente veloce. Ci siamo respinti troppo in fretta e, in altrettanto modo, stiamo continuando a lottare.

Non pensavo quest'arma potesse rendere così bene. Sembra tutto molto più semplice in queste vesti e, per la prima volta, sento davvero di essere più forte del mio stesso potere. 

Gli indicatori sulla lama segnano a quanto ammonti la carica elettrica che le da energia e, senza esitare, premo il pulsante che le da il comando di rilasciare tutto sul nemico che ho davanti. 

<< Che figata! >>

<< Già, lo penso anch'io ! >>
Si intromette una voce femminile. 

Mi sfreccia davanti nelle sue vesti vittoriane, ed io riesco soltanto a scorgere quella metà del suo viso che la lunga frangia non copre, mentre un sorrisetto inquietante si riflette sulla sua falce.

<< Va' via, Nina. Il tuo potere non funziona con lui! >>
La avverte una seconda presenza. 

Che è? Una specie di ape gigante?

Non ci vuole molto affinché anche lui vada a tappeto. 
Poi però, sento una presenza alle mie spalle e, di scatto, mi volto.

Ma ecco che i miei occhi si sbarrano.

<< Ne è passato di tempo, eh? Ti sei fatto crescere i capelli, per caso? >>

Dovevo aspettarmelo.

<< Dajan... >>

Lo vedo ghignare.
Osservo i suoi capelli, per nulla in ordine come al solito, con qualche ciocca a ricadere sul sorriso forzato. 
Anche il suo abbigliamento è completamente diverso : quei toni di nero e viola non sono per niente da...lui.
Che cosa sei diventato?

<< Sai, è buffo. >> 
Dice aggiustandosi le bende sulle mani.

<< Cosa è buffo? >>

<< Pensare che adesso che ti ho rivisto...sarà anche l'ultima volta. >>

E ancora sorride perfido mentre estrae ben due katana dalla schiena.

Non esito.

Mi getto su di lui come lui fa con me. 

Le nostre lame producono quel fastidioso rumore metallico, e così senza sosta, in quella che sembra diventare una gara di resistenza più che di forza.

<< TU. NON SEI. IN TE !!! >> 
Urlo, tra un colpo e l'altro.

Ancora non riesco a credere di star lottando proprio contro di lui. 
Contro quello che un tempo era il mio migliore amico. 
Come siamo arrivati a questo punto?

<< Hai ragione...>>

Cosa?!

<< È-è colpa sua! È lui che mi controlla! >>

Lui?

<< Aspetta! Intendi il fratello della nostra direttrice? Un certo Daisetsu, parli di lui? >>

E, per un attimo, abbasso la guardia.

Mai mossa fu più stupida, perché, come un pivello, mi faccio sorprendere . 
Adesso mi sovrasta e una delle sue lame è conficcata nel terreno proprio accanto alla mia testa.

<< Sei un idiota, come al solito. >>
Sussurra.

Poi comincia a ridere sguaiatamente.

<< Non ci posso credere! Te la sei bevuta davvero! Ahhh, il povero Castiel, così tenero e ingenuo. >>

Ringhio, ormai disarmato. 
Lui invece continua :

<< Sei proprio un sentimentale. >>

E mi afferra il volto, mentre ancora tiene entrambe le mie braccia bloccate da un piede e da un ginocchio.

Poi, lo noto. 
Guardo i suoi occhi e...sono neri!

Perché non sono più dorati?

E se il suo cambiamento fosse davvero colpa di qualcuno?

"Il suo Alph dovrebbe riguardare il controllo...di qualcosa" 

Ed ecco che i ricordi riaffiorano.

Lui, nel frattempo, impugna una katana e la tiene in modo perpendicolare al mio viso.

<< Ultime parole? >>

Amico, se sei ancora lì, ho il dovere di salvarti. Ma prima, devo sconfiggerti.

<< Sai cos'altro è buffo? >>

<< Cosa? >> 
Chiede spazientito.

<< Pensare che io abbia bisogno di una spada per farti del male. >>

E, senza dargli tempo, lascio che tutta la mia energia fluisca in una scarica molto più forte delle precedenti. 

In questi momenti, sono io stesso il fulmine.

Come previsto, lui si accascia e perde i sensi. 
Io lo sollevo da terra. E faccio per allontanarlo da questo casino.

<< Castiel, ma che fai? >>

Mi grida Lysandro.

Lui ancora si destreggia col suo stiletto e noto la ragazza di prima avvicinarglisi, mentre lui la respinge.

Gli rivolgo un sorriso, smezzato, ma sincero. 
Nel frattempo, trovo un posto sicuro per il ragazzo dalla pelle abbronzata, ancora caricato sulla mia schiena.

<< Fidati di me. >>

Mi concedo un ultimo secondo per cercare con lo sguardo una chioma blu, e la trovo intenta a fronteggiarsi con una tizia e la sua arma chiodata, mentre una Iris infuocata, fornita di arco e freccia, le copre le spalle.

Così, un po' più tranquillo, torno finalmente a fare la mia parte.




 

P.O.V.  LYSANDRO
 

<< Ti chiami Nina, giusto? >>

<< Ma bene! Abbiamo un altro sensitivo! Che banali che siete però...>>

Quasi mette il broncio, mentre ancora si fa avanti con la sua arma.

<< No. Mi spiace deluderti, ma ho solo un buon udito. >>

Continuo a difendermi, ma lei è forte.

<< Tanto meglio. La tua amica è stata davvero inutile. >>

<< Che cosa avete fatto ad Ambra? >>

Lei ancora ride e sogghigna.

<< Chi lo sa? Forse sta bene o forse...>>

Rotea su sé stessa.
Sfortunatamente, non sono l'unico a sentirla. E, neanche a dirlo, vedo Nathaniel più carico che mai a scagliarsi con il doppio della foga contro chiunque gli si pari davanti.

<< RIDATEMI MIA SORELLA! >>

<< Ihihih >> Ride ancora lei. 
<< Interessante il tuo amico. >>

Poi si avvicina di colpo al mio viso.

<< Ma tu lo sei ancora di più, senpai.  >> 

Ricaccio il suo sussurro con un colpo della mia lama, che lei prontamente schiva, lasciando soltanto che qualche suo capello colorato di rosa venga tagliato .

<< Tu...i miei capelli! >> 

Per la seconda volta assume un'espressione imbronciata e i suoi occhi sono quasi lucidi.

Certo, i suoi occhi! 

Ecco perché non riuscivo ad utilizzare il mio Alph su di lei!

<< Perché tieni i capelli a quel modo? Ti fa così paura esporti troppo? >>

La provoco.

<< Cosa!? N-no, io... mi piace tenerli così. >>

Per un attimo, smette di attaccare e si concentra ad aggiustare qualche ciuffo sul viso.

<< Non ti piacciono i tuoi occhi, per caso? >>

Non risponde.

<< Io scommetto che sono bellissimi. >>

Comincio ad avvicinarmi alla sua figura e lei sembra agitarsi, ma senza indietreggiare.

Mi fermo quando a separarci c'è un passo soltanto.

Lei chiude le palpebre, tremanti mentre le scosto la frangia bionda.

Poi le apre.

<< Wow. >> 

Mi trovo davanti due enormi perle grigie, splendide, devo ammettere.

Ed ora, si fa sul serio.

<< C-che succede? >>

<< Tranquilla, va tutto bene. >> 

La rassicuro.

<< Siamo nella tua mente. >>

La vedo sorpresa e tra i suoi pensieri sento riecheggiare un "ma come ha fatto?"

<< È il mio Alph. >>
Le chiarisco.

<< M-ma io avevo- >>

<< Appena usato il tuo potere su di me? >>
La interrompo.

<< Già, è un peccato. Davvero un peccato che a me basti un solo sguardo. Non è equo, tu non credi? >>

Continuo a camminare in questo vuoto tinto di bianco che è il suo mondo interiore.

Provo a raggiungerla ancora, ma lei sembra volersi dileguare.

<< Mh. Paralisi, eh? >>

"Smettila!"

<< Davvero un bell'Alph. >>

"Non voglio!"

I suoi pensieri si fanno sempre più forti.

<< Non vuoi cosa? Che io legga dentro di te? >>

Smette di premere le mani sulle tempie ed io ne approfitto per afferrarle il polso sinistro.

<< Non vuoi che io capisca...che in realtà sei una brava ragazza? >>

Ci troviamo entrambi a fluttuare, ancora nel bel mezzo del nulla.

Poi lo spazio si riempie dei suoi ricordi.

Una bambina felice.

Un coniglietto di peluche.

Tanti sorrisi e poi... lacrime.

Una famiglia che non c'è più.

Solitudine.

Derisione.

Esclusione.

Debrah!

Ecco perché è così legata a lei...

<< Sei ancora in tempo. Non è colpa tua. >>

Lo ripeto finché non sembra esserne convinta.

Piange. 
E la sua espressione sembra farla tornare a quando era solo una bambina.
 

Tutt'intorno riappare il contesto di qualche attimo fa e, di nuovo, ci troviamo nel bel mezzo della battaglia.

Questa volta però, lei si ferma e, con fare timido, mi sorride e annuisce : è dalla nostra parte.

Ci dividiamo. 

Lei trova un posto sicuro, mentre io fronteggio l'ennesimo nemico.

È un ragazzo interamente vestito di rosso e nero. 
Alcune parti del tessuto sono strappate, altre semplicemente rattoppate da appariscenti "x" rosse. Anche i capelli sono del medesimo colore, ma non lo rendono per nulla simile al mio amico: il suo ghigno è fin troppo malvagio.

<< Ti ho visto, sai? Con me non funziona. Userò la mia calamita per distrugg- >>

Non finisce la frase. Il mio stiletto lo ha già raggiunto.

<< Per la cronaca: io non svelerei così facilmente il mio Alph al nemico. >>

Estraggo l'arma.

<< Ah, e tranquillo. Non morirai. Vedi questa? >>

Dico indicandogli la sicura a metà della lunghezza della lama.

<< È fatta per evitare al mio pugnale di spingersi troppo in là. Dovresti ringraziarmi. >>

Poi lo osservo.

<< Ah, già. Non puoi. >>

Ottima idea quella del liquido paralizzante.

<< Non mi fate paura! >>

La voce di Rosalya mi distrae.

La vedo librarsi in aria mentre altri due tizi alati sembrano intrappolarla in un'enorme nuvola nera. 
Ma la mia preoccupazione sparisce così come è arrivata, perché l'albina subito riemerge impugnando ancora la sua arma dalla forma bizzarra.

<< Carino l'ombrellino! >> 
La punzecchia uno dei due.

<< Ti svelo un segreto. >>
Risponde lei a tono.

<< Io sono un ottimo arciere. >>

E, senza che capiscano nulla, la mia amica punta loro il suddetto ombrello, dalla cui superficie fuoriescono però delle punte di freccia, conficcate direttamente sulle loro spalle.

Ci dedichiamo finalmente un sorriso e la vedo correre direttamente verso di me. 
Ma, d'improvviso, sento un suono sordo, la sua espressione cambia e le sue labbra sembrano urlare: 

<< LYS, ATTENTO! >>

Un fischio assordante. 

Mi giro di colpo e mi trovo davanti LEI.

<< Debrah. >>

Il tempo sembra rallentato, ma ciò non vale per la figura che ho davanti.

<< Addio. >>
Dice soltanto.

Per un attimo, chiudo gli occhi preparandomi al peggio.

Ma non mentre lei mi guarda!

Non mentre Rosa mi sta guardando!

E, come fosse l'ultimo desiderio, si realizza. Ma tutto ha un prezzo.

<< Nina...>>

La sua figura si interpone tra me e la mora.

I suoi occhi ferrei e lucidi rivolti a me.

La bocca spalancata solcata da un rivolo di sangue.

La mano di colei che avrebbe dovuto essere sua amica direttamente artigliata alla sua schiena.

E, quel che è peggio, il volto di quest'ultima segnato da un ghigno soddisfatto.

<< Se-senpai...mi...dispiace. >>

Succede tutto in pochi attimi.

Il suo corpo si ingrigisce, così come gli abiti, diventando letteralmente pietra.

E, con un secondo colpo, si sgretola sotto il mio sguardo allibito.

<< Debole. >>

Sorride la colpevole.

<< ERA TUA AMICA! >>

<< Ahhh. Cos'è ? Una fissazione quella per l'amicizia? >>

I suoi occhi sono gelidi proprio come Castiel li aveva descritti.

Si pulisce le mani dalla polvere rimanente.

<< Ora tocca a te. >>

Arrabbiato e, al contempo, inerme, carico il peso sulle gambe e mi preparo a schivare.

Conoscere il suo Alph è sicuramente un vantaggio, ma vederla all'opera è tutta un'altra storia.

La respingo finché posso, ma la mia lama si spezza.

Fortunatamente però, una chioma rossa e un'altra blu mi si piazzano davanti.




 

P.O.V.  CASTIEL
 

Vedo il suo volto impazzito.
Pieno di rabbia al solo vedermi.
La sua espressione ancora più crudele di quanto ricordassi.

<< Due contro una. Non è affatto equo, sai? >>

Parla senza il minimo affanno e continua a respingerci con quelle sue bende come fossero fruste.

<< Ci vorranno molti altri di voi per fermarmi. >>

Conclude convinta.

Prosegue nella nostra direzione quasi ignorando i nostri colpi.

Vedo Eri affaticata mentre, con la sua spada, prova a colmare il vuoto lasciato dalla mia.

Con qualche senso di colpa e ancora più motivato, mi faccio quindi avanti. 

Non mi accorgo però di come la mia compagna sia stata scaraventata via, da un colpo che non so neanche da dove sia arrivato tra l'altro.

E se avesse usato il suo Alph?
Se l'avesse pietrificata?

Adesso, con ancora più foga, decido di passare al contrattacco.

Approfitto di una delle sue frustate per sciogliere finalmente i miei capelli e, una volta liberi, riesco ad usarli per condurre tutta l'energia elettrica presente nel mio corpo.

Nonostante la paura di coinvolgere anche gli altri, la mia mossa si rivela invece una via di fuga per coloro che, conoscendo le mie abilità, non si sono fatti scrupoli a sfruttare il fulmine per fare in modo che colpisse soltanto i nemici.

Quasi orgoglioso, rimango sconvolto quando invece la figura d'avanti a me non sembra risentire di nessun danno.

<< Credi che tu e i tuoi amichetti siate gli unici furbi  della zona? >>

Indica le sue bende, sicuramente fatte di un materiale isolante.

Deglutisco rumorosamente e lei sembra divertita dalla situazione.

<< Ci hai provato >>

Comincia avvicinandosi. 
Ha uno sguardo a dir poco furioso, quasi offeso.

<< ma hai fallito. >>

Non mi muovo, per la prima volta sconfitto.

<< WRAAAAHHHH >>

Lei urla, ma attorno a me tutto tace.

Poi succede.

<< C-c...bleah. >>

E, d'un tratto, un getto di  sangue le esce dalla bocca.

La osservo e, lentamente, i suoi occhi si spengono, diventando due lenti vuote riflesse dal nulla.

Il mio campo visivo si espande.

Cerco una figura alle sue spalle. 
E la vedo.

<< E-Eri... >>

<< Mh? >>

Come appena risvegliata da uno stato di trans, anche i suoi occhi mutano e tornano finalmente a brillare.

Sembra confusa, scandalizzata da ciò che appena successo, come se non sapesse esattamente quando il suo corpo si è sollevato da terra.

Estrae la lama dalla schiena di Debrah e, per qualche strano motivo, il sangue sulle sue mani diviene polvere così come la sua proprietaria.

Senza pensarci troppo, la stringo a me.

<< Sta' tranquilla. È finita. >>

Peccato non mi renda conto che siamo soltanto all'inizio.

<< VIENI FUORI, CODARDO! >>

Anche la direttrice urla.

Gli insegnanti la osservano, ancora carichi e arrabbiati.

Poi, un'ennesima aura oscura fatta di fumo attira l'attenzione di tutti e, ancor di più, la risata che proviene dal suo interno.

<< Sorellona... che piacere rivederti. >>

Esce spavaldo dalla sua tana e scruta tutti con cura.

Digrigna i denti solo per un attimo, dopo aver visto tutti quei suoi alleati sconfitti.

<< Persino Hattori... >>
Sussurra.

<< Restituisci Ambra Suzuki e Agata Seyran. È un ordine! >>

Il suo volto si fa cupo.

Da un gesto della mano, riesce a far ritrarre parte della nube, rivelando il volto spaventato della nostra compagna che, bendata, riesce solo a subire la spinta che la porta nella nostra direzione.

L'uomo, coperto completamente dal lungo e logoro mantello nero, osserva di sottecchi la scena, mentre Lee torna finalmente ad abbracciare la sua amica.

D'un tratto mugugna e la sua espressione, una volto risollevato, è a dir poco raccapricciante.

<< Siete più forti del previsto, in effetti. Ma... >>
Dice allargando le braccia.

<< Sta andando tutto secondo i piani. >>

Persino la direttrice sembra spaventata da ciò che succederà da adesso in poi.

Eri, ancora preoccupata, sembra chiedere col solo sguardo dove sia invece sua zia.

Come a volerle rispondere, Daisetsu sfrange un'altra parte della nube e la figura completamente in nero della donna in questione ci appare davanti.

Fluttua avvicinandosi gradualmente alla postazione dell'uomo incappucciato. Ma la sua espressone è spenta, il volto pallido, gli occhi vuoti. I capelli acconciati quasi perfettamente e quel suo abito sfarzoso che ricorda quello di...

<< ...una sposa. >

Mi sfugge.

<< Zia Agata... >> 

Poi, finalmente Ambra fa per parlare e si rivolge direttamente alla preside Aryma.

<< L-lui vuole usarli! Vuole usare i suoi poteri da fata! Il suo...desiderio sarà...>>

<< La disperazione. >>
Conclude lei.

Torno ad osservare Eri e vedo la sua preoccupazione tramutarsi in rabbia, mentre lei pianta i piedi a terra e si prepara all'attacco.

Il direttore della Beta Academy sembra accorgersene e si diverte. 
E ancora tiene le braccia aperte, finché un ennesimo fascio oscuro non circonda lui ed un tratto molto più esteso.

<< Sta succedendo... >> 
Sussurra ancora Ambra.

Qualcuno tossisce, altri stringono gli occhi arrossati. 
Ma, presto, tutto passa e, da quello stato vaporoso si concretizzano delle figure in carne ed ossa.

Ok... più ossa che carne. 

Ma che è? L'alba dei morti viventi?

<< Lo ammetto: niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza il SUO aiuto. >>

Ricomincia a parlare seminascosto dall'oscurità.

<< Piantala adesso! Se vuoi metterci l'uno contro l'altro, sappi che non funziona! Nessuno dei nostri insegnanti ci volterebbe le spalle! >>
Gli urla la direttrice in risposta.

<< E chi ha mai parlato di un insegnante? >>

E, d'improvviso, tutto tace, finché una risata femminile non si diffonde nell'aria.

<< Waaa. Ok, adesso non riesco proprio più a trattenermi. È tutto troppo divertente. >>

Continua, mentre nessuno osa voltarsi.

Ma, questa voce...

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Capitolo 26
*** Fase finale ***


P.O.V. ERI

<< Ok, adesso non riesco proprio più a trattenermi. È tutto troppo divertente. >>

Una risata sempre più intensa si fa largo tra la folla.

<< ET VOILA'! ECCOMI QUA! Sorpresi, eh? >>

E la figura di Melody si fa avanti con fierezza.

<< Ma che- che significa? >>

Vedo il volto di Nathaniel ormai pallido e sconcertato, i suoi occhi sono spalancati e le sue labbra tremanti.

<< Che significa, dici? Significa che quei pochi neuroni che avete nel cervello non hanno fatto il loro dovere. In mezzo a tutte quelle ipotesi, nessuno di voi poveri idioti ha pensato che i miei poteri temporali mi permettessero di agire sotto gli occhi di tutti. Ma, dopotutto, chi mai avrebbe sospettato della dolce e disponibile senpai? >>

Dimena le mani assumendo una finta espressione innocente, poi riprende a ridere ed io mi rendo conto solo adesso di quanto piccole siano le sue iridi.

<< Divertente. Davvero divertente! >>

Poi di colpo si avvicina al biondo.

<< Ma adesso vi farò subire le conseguenze di avermi sottovalutata ... >>

Dei brividi mi percorrono la schiena.

<< ... e non mi fermerò finché mia sorella non verrà vendicata! >>

Sorella??

Faccio appena in tempo a realizzare che quegli occhi sono gelidi quanto lo erano soltanto quelli di LEI.

Poi, solo urla alle mie orecchie. E la battaglia riprende.

Tra un colpo e l'altro, vedo i miei compagni difendersi con destrezza, mandando uno alla volta i nemici al tappeto.

Qualche goccia di sudore imperla, forse per la prima volta, la fronte di Lety. E i suoi poteri si sprigionano al massimo quando decide finalmente di congelare il terreno. I nemici scivolano via, alcuni troppo goffi, mentre lei li affronta con l'eleganza di una pattinatrice.

Anche Iris sembra in pieno fomento. I suoi capelli sembrano meno dinamici, ma il suo fuoco ancora divampa mentre scaglia l'ennesima freccia, stavolta durante un'acrobazia che la porta ad attaccare a testa in giù.

Io invece mi faccio sorprendere, troppo assorta dalla preoccupazione, e mi ritrovo davanti proprio la mia senpai.

Sembra intenta a vendicarsi, ma io non so come reagire e mi limito a schivare finché un ultimo colpo mi costringe a chiudere gli occhi.

Mi ricredo soltanto quando il mio corpo si muove, spostato con forza da una seconda presenza. E, solo voltandomi, riconosco il volto di Kentin.

<< Ma dico, sei stupida? >>
Mi rimprovera portandomi al sicuro.

<< Ricorda che non sei da sola. >>

Si pianta alle mie spalle come fosse la mia armatura ed in me torna una sicurezza che quasi non ricordavo di avere.

Melody è stata scaraventata da un colpo d'arma del mio amico, al momento un bastone metallico. Ma altri suoi alleati ci circondano e da lontano noto i primi rinforzi.

Nathaniel salta in alto come solo da poco ho scoperto sa fare. Si getta su più avversari preso dalla foga, mentre una Lee concentrata gli copre le spalle con le sue piume affilate.

Continuo a rispondere agli attacchi, ma nel frattempo Melody si riprende e, scomparendo d'un tratto, si ritrova davanti a Violet.

<< No... >>

Anche il mio amico se ne accorge e, più preoccupato che mai per la sua amata, mi afferra per la vita e ci catapulta fuori dalla massa con la forza della sua arma, adesso elastica.

Lo lascio correre dalla mia amica dai capelli violacei, mentre io prendo un attimo di respiro.

La testa brucia.

Se Melody-senpai usasse i suoi poteri per bloccare il tempo...no, aveva ammesso lei stessa quanta energia le portasse via.

Ma se lo riavvolgesse?

Ecco come ha fatto a prevedere la mia posizione!

Sono io il suo bersaglio. E, adesso, Violet è solo un ostacolo.

Quel che è peggio è che conosce tutti i nostri Alph. Ma, ora che ci penso, non puoi riavvolgere o prevedere qualcosa che non hai visto, giusto?

Ti prego, usa al meglio la tua invisibilità, amica mia.

Quasi come ad udire i miei pensieri, vedo la ragazza dalla chioma castana adirata mentre sembra combattere da sola.

Lei le sta tenendo testa!

Ed io mi concedo un sorriso.

Poi però la testa ricomincia a pulsare e tutto in torno gira vorticosamente.

Il fiato viene a mancare e le urla si affievoliscono nella mia mente, lasciando spazio solo all'eco di una risata agghiacciante.

Riemerge dall' oscurità dopo essere rimasto a guardare mentre ogni suo alleato veniva sconfitto.

Ma il suo volto mostra tutt'altro che dispiacere. Solo un ghigno di rabbia, pieno di un qualcosa che definire pazzia è dir poco.

Anche gli insegnanti lo osservano, ma prima che qualcuno possa avvicinarsi direttamente, lui apre le braccia per l'ennesima volta.

Un brivido sale lungo la mia schiena, la terra trema ed io sono sicura che la colpa non sia della amica dalla pelle abbronzata.

Sento uno sgretolio alle mie spalle.

Il suo sguardo diretto sul mio.

E, per la prima volta, ho paura a voltarmi.

Pian piano lo faccio, ma ciò che mi trovo davanti è diverso da qualsiasi cosa possa essermi immaginata, distante persino dalle figure di prima che sembravano zombieficate.

Nè vestiti, né pelle a brandelli per questi qua.
Solo sangue e sangue a fiumi. Di un rosso caldo, che scorre lento e denso dalle tempie alle ginocchia di ognuno.
Una voragine al centro del petto, all'altezza del cuore, mi suggerisce che qualcosa manchi.

Le figure monocromatiche si muovono in sincro ed io, immobile, giurerei di poterci vedere attraverso, quasi fossero evanescenti.

Tutti i miei amici cominciano a respingerli.

<< QUESTI QUA NON MUOIONO! >>
Urla Castiel in lontananza.

<< SONO GIÀ MORTI, GENIO! >>
Gli grida in risposta Jade.

Come?

<< Ci siete arrivati. Bene. >>

La risata agghiacciante giunge ancora alle mie orecchie e con voce bassa e roca comincia a rivolgersi direttamente a me.

<< Piccola Eri, da quanto tempo... >>

In un lampo tutti i miei incubi tornano a galla e finalmente associo a Daisetsu tutto il terrore di quelle notti e... di QUELLA notte...

Poi ancora brividi e un brutto presentimento che si fa vivo in me.

<< Perché non riabbracci mamma e papà? >>

Mi blocco.

Ho freddo tutto d'un tratto.

E ancora una volta fatico a voltarmi per vedere cosa si nasconde alle mie spalle.

<< Non può... essere... >>



 

P.O.V. LYSANDRO

Lo sguardo di Eri mi suggerisce che qualcosa non va.

Non può essere semplicemente spaventata. Non è da lei!

Ancora con Alexy alle mie spalle, continuo a fronteggiare questi nuovi nemici, purtroppo inscalfibili.

Ma che dovrei fare?

Anche il mio compagno dai capelli azzurri sembra in difficoltà, ma ben si destreggia anche senza l'aiuto del suo enorme martello, ormai distante qualche metro da noi.

Con lo sguardo cerco Castiel. Comincio a connettermi con la mente di ognuno e sento dei pensieri, forti, a far pulsare la mia testa.

Non appartengono al rosso, ma ad Eri stessa!

Quelli sono...i suoi genitori.

<< SPOSTATEVI! >>

La piccola Karla urla all'improvviso e, con grande concentrazione, si impegna ad usare il suo Alph direttamente sulla sua arma, che raggiunge le dimensioni di un colossale ventaglio, o qualsiasi cosa fosse all'inizio.

Vedo Rosalya aiutarla ed utilizzare le sue abilità per spazzare via, insieme, quante più figure possibili. 
Ma mi distraggo.

Vengo ferito superficialmente all'altezza del braccio e Alexy se ne accorge.

<< Tanaka, tutto a posto? >>

<< Figurati, è solo un graffio. >>

Lui in risposta digrigna i denti.

<< Se solo io... >>

Viene interrotto da un grido e tutti ci voltiamo in direzione di Armin e Iris. La coppia improvvisa un attacco e, con la spinta del corvino, la rossa spicca in un salto, ruotando avvolta dalle fiamme. 

Tutt'intorno il terreno prende fuoco, circondando le figure spettriche, ormai in trappola.
Le rimanenti però sembrano ancora in foga, mentre la resistenza dei miei compagni sta ormai giungendo al limite.

Charlotte ce la sta mettendo tutta, ma i suoi poteri curativi non riescono a raggiungere tutti.
Con fatica, la ragazza in questione molla per un attimo il suo arco e si concentra su di noi. 
Ma ecco che una possente figura oscura la raggiunge e, in silenzio, prova ad attaccarla.

Come risultato però, viene tranciato in due da una terza presenza che riconosco come Jade.

<< Non sei ferita, vero? >>

Il suo tono è fin troppo preoccupato e la ragazza annuisce sorpresa.

Il verde si limita ad allontanarsi e raggiunge il mio amico dalla chioma rossa.

<< Ma come hai fatto ? >>

<< Mira al centro. È l'unico punto debole che ho trovato. >>

Persino Castiel sembra piacevolmente colpito dal nuovo atteggiamento del verde e, dopo una rapida occhiata, i due decidono di mettere in pratica i loro allenamenti.

Quasi con rabbia, Nishigame unisce le mani e le stringe davanti al petto, finché le prime nuvole cominciano ad oscurare il cielo. Non ci vuole molto finché la tempesta arrivi e, in men che non si dica, il rosso ne approfitta traendo energia dai primi fulmini.

Con un ghigno soddisfatto, lascia i suoi capelli fluttuare e con uno sguardo ci avverte di farci da parte.

<< CREPATE DI NUOVO, BASTARDI ! >>

E, tra la luce dei lampi e quella emessa dal mio amico, mi compiaccio nel vedere le decine e decine di sagome carbonizzate, mentre altre sono solo paralizzate.

Quasi come fosse tutto finito, ognuno di noi sorride, specie in direzione di Castiel. 
Altri invece cercano con lo sguardo i compagni rimanenti, ancora nel mezzo della battaglia.

Jade, in particolare, si precipita di nuovo da Charlotte ed io non posso fare a meno di pensare a Rosalya.

Ma dove sei?

Neanche a pensarlo, vedo l'albina ancora all'attacco contro ben due figure.
Mette al tappeto la prima senza troppa fatica, ma poi il mio presentimento diventa reale e lei comincia a respirare affannosamente stringendosi il petto.

No!

E subito la raggiungo.

<< Se osi toccarla, ti faccio fuori. >>

Senza pensarci due volte, scatto in avanti e, con un'aggressività che non sapevo di possedere, ringhio davanti al nemico in questione.

<< Rosa, non puoi sempre strafare. Mettiti al sicuro, idiota! >>

Le urlo tra un colpo e l'altro.

<< Ma Lys- >>

<< ZITTA! >>
La interrompo.

Non riesco più a trattenermi.

<< Se non vuoi farlo per te stessa, almeno hai pensato a quanto soffrirei io? Se tu perdessi la vita, io ti seguirei a ruota, hai capito ?? >>

Non sento risposta. Solo il mio respiro affannoso e i lamenti del nemico di fronte.

<< Non avrei motivo di vivere senza la ragazza che amo. >>

E, con un ultimo colpo, la figura grigiastra si accascia al suolo senza testa.
 

P.O.V. CASTIEL

Corro in direzione dei miei compagni sperando che i miei fulmini possano ancora funzionare.

Nonostante la potente scarica di prima, alcuni di questi cosi sono ancora in piedi e le mie gambe stanno per cedere.

<< Corpo, non mi abbandonare! >>

Eri, si può sapere dove sei finita?

Dopo qualche salto e qualche altro colpo elettrico qua e là, mi trovo finalmente davanti alla ragazza.

I suoi occhi sono spalancati, fissi sulle due figure che le stanno di fronte.

Poi capisco.

<< PERCHÉ LE FAI QUESTO ? >>
Urlo alla figura incappucciata a qualche metro da me.

È seduto comodamente su un improvvisato trono di fumo violaceo e, ancora, ghigna.

<< Lei ha qualcosa che mi appartiene. >>

Scatto in avanti a sferrargli un colpo, ma quello che si rivela essere una specie di ologramma scompare.

In compenso, mi trovo circondato dalla stessa sostanza, praticamente incollato al pavimento, impossibilitato dal muovermi.

Ringhio e torno ad osservare una certa chioma blu, ancora immobile.

Cosa posso fare?

<< ERI, TUTTO QUESTO NON È REALE! NON È REALE, MI SENTI?! >>

Merda...

Sento un urlo alla mia destra.

Mi volto e trovo Violet stesa a terra, apparsa dal nulla.

Quella Kazuya, un tempo la nostra senpai alleata, la blocca a terra, puntandole al volto il suo pugnale.

Kentin, ancora bloccato dai poteri temporali della stessa senpai, trova la forza di opporsi al potere e torna a muoversi. Poi, sprigiona il suo Alph e il volume del suo corpo raddoppia, mutando in roccia.

Ma tutto accade troppo velocemente.

La castana sfrutta ancora il suo controllo sul tempo e, con quello che ai miei occhi appare come un teletrasporto, raggiunge ancora Violet ferendola al viso.

Una volta distratto il muta-forma, con lo stesso trucchetto, lei lo sorprende colpendolo direttamente all'addome.

Devo liberarmi.

Per fortuna Nathaniel mi anticipa e con un'agilità e una forza che mai gli avrei attribuito, riesce a mettere in salvo il mio amico, che raggiunge finalmente la sua ragazza stringendola a sé.

<< Non ti facevo così meschina! >>

Urla il biondo.

La sua avversaria, in risposta, ride e li vedo affrontarsi a suon di lame.

<< Sei tu quello troppo ingenuo, mio caro. >>

Loro ancora si fronteggiano ed io ancora mi distraggo, con un ennesimo urlo.

Stavolta è Armin ad essere stato ferito e si accascia a terra dolorante.

<< Fratello... >>

Lo sguardo di Alexy si abbassa.

Le mie forze vengono a mancare e la vista si annebbia.

Ciò nonostante un potente grido giunge ai miei timpani e lo stesso Alexy comincia ad emettere una strana aura oscura.

D'un tratto si solleva da terra, gli occhi spenti. E, alle sue spalle, ecco apparire una voragine.

Questa comincia a trascinare ogni cosa non ancorata al suolo verso di sé e, in men che non si dica, Nathaniel ne approfitta.

<< Addio, mia cara. >>
Dice ironico.

E, con un colpo, calcia via la figura di Melody, che prima lo sovrastava. Questa urla e svanisce in quel vortice oscuro che, come soddisfatto, si richiude e le iridi del mio compagno strambo tornano a splendere.

Preso dall'euforia, quasi non mi accorgo che il denso vapore che mi circonda pian piano perde forza su di me e, subito, ne approfitto per liberarmi.

Poi capisco cosa effettivamente sta succedendo.

<< SEI MIO! >>

Boris si precipita sul nemico, ormai lontano dal suo trono.

Anche qualche figura nemica comincia a sparire nel nulla e alcuni dei miei compagni possono concedersi un attimo di respiro.

In compenso, tra un colpo e l'altro, noto come quella nebbia oscura stia cominciando invece ad offuscare la vista del mio insegnante, circondandolo.

Dall'esterno, lo sento attivare il suo Alph di tortura.

Poi riemerge.
E colpisce senza sosta, senza curarsi di ferite e fatica.

Ma... non si è ancora reso conto di star lottando da solo.

<< BORIS! È UN'ILLUSIONE !>>

Gli urla l'insegnate di arti magiche ancora accasciata a terra.

Il diretto interessato si gira di colpo, ma non fa in tempo a reagire, perché dalla nube emerge il vero Daisetsu, che lo afferra per il collo e lo solleva da terra.

<< Piaciuto il trucchetto? >>

No...

<< È una delle cose che ci divertiva da piccoli. Vero, amico mio ? >>

Il mio volto si unisce all'espressione sorpresa di tutti gli altri.

<< E quella stessa cicatrice che ci portiamo dietro... Quanti ricordi. >>

Ma che sta succedendo?

<< Ma tu, no, hai dovuto per forza rovinare tutto. Diventa buono, Daisetsu. Sei ancora in tempo, Daisetsu. >>

Continua imitando alla fine i toni gentili del professore.

<< Sei persino diventato un insegnante. Con quell'Alph, poi. Un vero peccato. >>

Nessuno ha il coraggio di fiatare e il biondo ancora si dimena dalla presa ferrea.

<< Già. Un VERO peccato. >>

Dei brividi percorrono la pelle di tutti noi, mentre qualcosa sembra venir fuori dalla bocca dell'insegnante.

Un rumoroso sospiro fende il silenzio e la sostanza evanescente vola via. Daisetsu la afferra in tempo, mollando invece la presa dal collo del suo vecchio amico, che adesso cade a terra, ormai senza vita...

E, come la goccia che fa traboccare il vaso, il gesto porta tutti noi ad urlare agguerriti.

Kim attira l'attenzione di tutti, utilizzando finalmente il suo Alph per creare una voragine nel terreno, della quale molti dei nemici superstiti rimangono vittima.

Daisetsu invece, ancora ghignante, sembra avere gli occhi puntati in una direzione ben precisa. E, solo seguendo il suo sguardo, capisco.

Eri...

<< Sta succedendo, finalmente! >>

Il suo tono è persino più inquietante di prima.

Guardo Eri e, ancor di più, l'aura oscura che la circonda e la solleva da terra.

I suoi occhi due perle nere.

Il suo viso immobile rivolto verso l'alto.

<< CHE COSA LE HAI FATTO? >>
Urla d'un tratto la direttrice Aryma.

E subito il fratello le risponde.

<< Questo potrebbe essere divertente! >>

Comincia ridendo sguaiatamente.

<< Anche dieci anni fa cercavo una fata. Sua madre era davvero perfetta, la più nobile delle creature alate. >>

Racconta.

<< Ma che vuoi farci? Tutti a difendere i propri cari. Non ha voluto ascoltarmi e ha preferito farsi uccidere. Ma, nel frattempo, lei e quel suo inutile compagno mi avevano ferito e... >>

Le iridi della direttrice si stringono e lui scoppia in una grassa risata.

<< MA CI PENSI, SORELLINA? C'ERA UNA POSSIBILITÀ SU UN MILIONE! >>

Poi torna serio, per quanto gli sia possibile.

<< Eppure quell'esserino minuscolo è riuscita ad assorbire parte del mio potere. >>

Cosa?!

<< E ADESSO ECCOLA, LA MIA DEGNA EREDE! FATTI AVANTI ERI-CHAAAN! >>

Ancora avvolta da quella strana sostanza vaporea, la mia amica apre le braccia.

Dalla sua tenuta vengono fuori innumerevoli catene che circondano i nemici rimasti. E, come niente fosse, trancia i loro corpi già senza vita riducendoli a brandelli.

Quel che accade poi giustifica il sorriso ancora presente sul viso del nemico.

Tra i volti stupiti di ognuno, Eri torna a toccare terra. 
E si scaglia su di noi.

Molti vengono catapultati via, feriti e doloranti.

Finalmente trovo la forza per muovermi e mi dirigo nella sua direzione.

Mi scambio uno sguardo con Nathaniel e, insieme, raggiungiamo le sue spalle.

<< ERI, FERMATI! >>
Urla lui.

<< TORNA IN TE! >>
Provo invece io.

Allungo un braccio a sfiorare il suo, ma quel che ne ricavo è solo una ferita alla gamba.

<< Castiel! >>

Non faccio in tempo a tranquillizzare il biondo, che anche lui viene colpito, cadendo rovinosamente qualche metro più indietro.

Lei ancora mi osserva e, immobile, mi fissa con quello sguardo completamente nero.

Alle mie spalle Daisetsu ride.

Cosa devo fare?

<< Eri, ti prego. Questa non sei tu! >>

Ti prego, fa' che mi ascolti.

<< Guardami. Sono io! Siamo amici. Siamo tutti tuoi amici! Ricordati di noi. Ricordati chi sei, ragazzina! >>




 

P.O.V. ERI

Che cosa...

<< ERI! >>

Questa voce...

<< TI PREGO, SVEGLIATI! >>

Castiel...

Confusa e frastornata, ancora non riesco a distinguere cosa mi circonda.

Il corpo che si muove da solo.

Cosa sto facendo?

Mi blocco.

Alla mia mente riaffiorano tutti i bei ricordi con Iris, Kentin, Rosa, Lysandro.

Gli allenamenti con Kim.

La colazione con zia Agata.

Un tramonto.

Castiel...

Stringo gli occhi.
E mi vedo.

Una sagoma oscura identica a me.

Mi sta di fronte e imita i miei movimenti, mentre provo ad osservarmi le mani.

Il mio di corpo ha invece come un'aura bianca ad avvolgerlo. Ed io mi sento così al sicuro.

Lei ghigna e mi si avvicina.

Poi capisco.

<< Sei così pura, piccola mia... >>

 E le stringo la mano.

Travolta da una strana energia, stavolta positiva, riprendo finalmente comando sui miei muscoli.

Apro le palpebre, mi volto e trovo il rosso a guardarmi.

Intorno a me volti stanchi e corpi feriti. I miei amici che mi guardano, alcuni ancora spaventati, altri con occhi pieni di speranza.

Torno a guardare verso Castiel e la sua espressione è quasi indecifrabile.

<< Si, mia piccola Eri. Va' avanti, unisciti a me e prosegui nella disperazione! >>

Daisetsu...

Cammino verso di lui a passo lento ma deciso.

Il suo volto soddisfatto, vincente.

Ghigna.

Ma, quando solo un passo ci separa, lo faccio.

<< Ch- bleah... >>

Conati di sangue fuoriescono dalle sue labbra.

La mia lama poco prima improvvisata dalla nebbia ancora conficcata nel suo addome.

<< C-che fai... r-ragazzina? >>

Mi allontano, per poco soddisfatta, tra le occhiate stupite di ognuno.

<< Mi chiamo Eri. Non 'ragazzina'. >>

Con un balzo all'indietro raggiungo gli altri, intimandogli di farsi da parte.

L'uomo incappucciato assume un'espressione incomprensibile, ormai impazzita.

Hai fatto male i tuoi conti.
Grosso sbaglio lasciarmi parte del tuo potere.

<< Controllo... dell'anima. >>

E, con un mio solo comando, ancora quella nebbia violacea emerge.

Mille volti urlanti di disperazione al suo interno.

Il viso di quell'essere per la prima volta impaurito, mentre si lascia cadere all'indietro.

<< No, no! >>

La sostanza lo raggiunge.

Viene accerchiato, stretto.

La bocca ormai tappata.

Impossibilitato a muoversi.

Sentiamo solo i suoi mugugni.

Finchè quelle stesse sagome spettrali non lo trascinano via, giù, dritto in fondo alla voragine ancora presente nel terreno.

 Io, ancora sospesa a mezz'aria, sento che le forze mi stanno abbandonando e mi lascio cadere.

Tutto è oscurità, ma un tonfo che arriva sordo alle mie orecchie e una lieve sensazione di bagnato mi suggeriscono che sono finita in acqua.

Mi sento in pace, libera.

Poi, sento una voce.

È calda e dolce.

Mamma...

Tendo una mano verso l'alto quasi a volerla raggiungere.

Ma una figura reale si sovrappone alla mia immaginazione.

<< ERI! >>

E così finchè tutto tace e una sensazione di calore raggiunge le mie labbra.

Silenzio.

<< Lasciatela respirare. >>

Un'altra voce.

<< Si sta riprendendo, vero? >>

Iris...

Provo a muovere leggermente il mio corpo ancora intorpidito e mi rendo conto di trovarmi sulla terra ferma, sorretta da una figura a me familiare.

<< Sta aprendo gli occhi! >>

Kentin...

Poi apro finalmente le palpebre. E così scopro che colui che mi ha salvata e mi sta ancora sorreggendo è proprio chi immaginavo.

<< Ben tornata, ragazzina. >>

<< Ora puoi lasciarmi, rosso. >>

E allontanano la sua fronte da me col solo dito.

<< Si, è proprio lei. >>

Sento dire a Nathaniel con un filo di ironia.

E, subito, risate, sorrisi, lacrime di felicità.

Abbracci stretti e sinceri.

Gratitudine.

Fatica.

Preoccupazione.

Gioia, finalmente.

Poi, i ricordi vagano, veloci nella mia mente.

<< Boris-sensei... >>

Sussurro.

Lysandro mi raggiunge. Mette una mano sulla mia spalla e fa segno di no con la testa.

L'aria è di nuovo triste e qualcuno stringe ancora i pugni.

<< Guarda, Eri. >>

Castiel raggiunge la mia spalla libera e mi indica la scena poco distante da noi.

Le figure spettrali rimaste, che ora ho capito essere anime, ci fronteggiano, adesso con un'aria triste. Mi volto ancora verso il mio amico dalla chioma chiara e capisco.

<< Vogliono solo riposare in pace. >>

Dice lui.

<< Tu puoi aiutarli. >>

Si aggiunge il rosso.

Ed hanno ragione. 

Per quanto questo potere abbia fatto del male, io non sono come lui...
 

Ancora una volta e grazie a Charlotte, raccolgo le ultime forze e mi concentro.

Il mio corpo torna a sollevarsi da terra.
I miei capelli fluttuano.

Fisso i diretti interessati.
E un'aura, stavolta candida, comincia a circondarli.

I loro volti irriconoscibili cominciano ad assumere dei tratti precisi e distinguo in loro delle espressioni sorprese.

La sostanza dei loro corpi comincia a infrangersi e, come nel più bello degli spettacoli di magia, escono di scena circondati da piume e frammenti brillanti.

Sono talmente affascinata, da accorgermi solo adesso della mano gentile che mi accarezza il capo. 
E, non appena mi volto, le lacrime non possono fare a meno di solcare il mio viso.

<< Papà... Mamma... >>

Il braccio maschile si allontana da me, ma io scatto e li raggiungo.

Torno per un attimo bambina, ma la sensazione di quest'abbraccio non è calda come mi aspettavo.

Sotto la mia stretta, entrambe le figure cominciano a dissolversi ed io, disperata, cerco di trattenerli finchè una quarta presenza non mi fa tornare alla realtà.

<< Eri... >>

Il suo volto è pieno di compassione. 

Mi getto in lacrime tra le sue braccia.

<< Castiel... >>

Ci voltiamo insieme ancora una volta.

Quelli che ai miei occhi appaiono, un'ultima volta, come i miei genitori ricambiano lo sguardo. E sorridono.

<< Che cosa mi è successo? >>

Dal nulla la sagoma di zia Agata si fa avanti, ancora in quelle strane vesti che il nemico le aveva imposto. 

<< ERI-CHAAAN! >>

Anche lei si abbandona al pianto e mi stringe forte.

Poi, insieme, osserviamo la scena. 

I miei genitori svaniscono lentamente, lasciando come traccia solo un bellissimo spettacolo, pieno di sfavillii a mezz'aria.

I volti di tutti tornano a guardarsi a vicenda, finalmente sorridenti.

È tutto... finito.

 

Adesso, Charlotte sta provando a curare le ferite più gravi.

Nel frattempo, Jade  tira delle occhiatacce a tutti perché, almeno secondo lui, non dovremmo approfittarci troppo della ragazza in questione.

E tutti invece sorridiamo.

Violet e Kentin si ammoniscono a vicenda per la troppa avventatezza dimostrata in battaglia.

L'altra coppia invece, formata da Iris e Armin, si stringe forte rassicurandosi ancora un po'.

Vedo Lysandro fissare un cumulo di polvere sul terreno, che piano vola via.

Rosa lo raggiunge e l'imbarazzo assale entrambi.

Ambra per la prima volta mi sorride e accompagna Lee che, insieme alla piccola Karla, sta assistendo la Delenay.

L'insegnante di arti magiche, con l'assenso degli altri due, utilizza il suo Alph del ripristino direttamente su Dajan.

Il ragazzo, dopo qualche minuto, si riprende. 
I suoi occhi, a detta del rosso, tornano dorati e i due possono finalmente riabbracciarsi felici, apparendo per un attimo ai miei occhi come due bambini.

Poi, anche Castiel si allontana, lasciando invece che il suo amico stringa a sé Kim, con tutto l'imbarazzo e l'affetto possibile.

Mi distraggo un po', ma Nathaniel con un cenno mi indica di andare.

Mi dispiace tanto...

<< Grazie. >>
Gli sussurro.

E, subito, giro l'angolo e, per l'ennesima volta, mi fiondo all'interno dell'edificio scolastico, ignorando l'occhiata curiosa che Pierrik mi dedica.

Senza incertezza, corro in direzione delle scale e raggiungo il tetto avvolta da un nuovo sentimento.

Apro di scatto la porta e lo vedo.

<< Era ora. Ragazzina. >>

Marca come al solito l'ultima parola ed io mi imbroncio, sferrandogli un pugno alla spalla sinistra.

<< Ahia! >>

<< Te lo sei meritato. Non pensare chissà che solo per avermi salvata, rosso. >>

<< Ricordi bene. Non credi che io mi meriti una ricompensa inve- >>

Lo interrompo.

Ancora in questa posizione.

In punta di piedi.

La sensazione delle sue labbra morbide sulle mie.

L'odore di nicotina direttamente sulla lingua.

Semplicemente così. Senza pensarci due volte.

Mi allontano soddisfatta e ancor di più guardando il suo viso incredulo.

Torna a guardarmi avvolto dal rossore, ma io non credo di essere da meno.

Però sorrido.

<< Su, andiamo. >>

Gli prendo la mano e, insieme, corriamo giù, dritti dove poco prima ci trovavamo.

Nessuno sembra sorpreso dal vederci insieme.

Qualcuno si scambia sguardi furbi. 

Altri sorridono e basta.

Finalmente felici.

Finalmente felice.

Mamma, papà, Boris-sensei. Grazie a voi e a tutti loro... sono tornata a sorridere.





 

~Alpha Academy ~ FINE ~

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