She will be loved

di Carol2000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ordinary people ***
Capitolo 3: *** Almost friends ***
Capitolo 4: *** Chi non muore si rivede ***
Capitolo 5: *** Somebody that I used to know ***
Capitolo 6: *** Let's get drunk on our tears ***
Capitolo 7: *** Who are you now? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Io stessa non sapevo dire con esattezza come mi sentissi dopo l'accaduto; non riuscivo a capire se provassi tristezza, dolore o semplicemente rabbia.
Lo avevo scaricato senza troppe spiegazioni, un messaggio molto telegrafico in cui avevo scritto che sicuramente non avrebbe potuto funzionare.
Io e lui eravamo troppo simili per stare insieme, così scaltri e manipolatori che probabilmente avremmo finito col farci del male l'un l'altro.
Ero sempre stata una ragazza dalle mille paranoie, nonostante non lo dessi a vedere e perciò tentavo in ogni modo di nascondermi dietro una corazza di menefreghismo e arroganza.
Era una delle poche persone che avesse avuto il coraggio di amarmi veramente, per quella che ero.
Ma allora perché continuavo a respingerlo? Io stessa non riuscivo a trovare una risposta valida a quel quesito.
Non potevo nasconderlo, fin dal primo momento in cui lo vidi capii subito di sentirmi fisicamente attratta da lui, inoltre fra noi due c'era sempre stata un'intesa formidabile.
Era l'unico in grado di tenermi testa, conosceva i miei punti deboli a menadito, una caratteristica da non sottovalutare.
Dopo quel fatidico messaggio, ricevetti una raffica di telefonate da parte sua, alle quali non risposi perché avevo paura, ero spaventata poiché sapevo che mi avrebbe riempita di domande alle quali non avrei saputo dare alcuna risposta.
Da quel momento in poi decisi di dimenticarlo, cancellai il suo numero, eliminai le nostre conversazioni e lo bloccai su ogni social network.
Non avevo più modo di contattarlo e ne ero felice, o almeno così credevo.
Dopo la fine della quinta stagione non mi ero sentita con nessun concorrente del reality poiché detestavo quegli ipocriti, loro stessi erano i primi a fare buon viso a cattivo gioco, ma poi quella che passava per la Regina George di turno ero sempre io.
La verità è che fin da bambina ebbi dei seri problemi a relazionarmi con le altre persone, non ero mai riuscita a far durare un'amicizia più di due mesi.
Ero fermamente convinta che tutti mi giudicassero e di conseguenza mi chiudevo dentro il mio guscio, dove nessuno avrebbe potuto ferirmi.
Poi però mi accorsi che forse in questo modo sarei risultata debole agli occhi degli altri, ciò che cercavo di evitare.
Da quel momento in poi cominciai a trattare male tutti: familiari, pseudo amiche e persino gli insegnanti.
Avevo sempre la risposta pronta e andavo giù pesante con gli insulti, erano elaborati così accuratamente che sembravano tratti da qualche battuta di un film.
Nessuno osava contraddirmi, nemmeno i professori.
In 'a tutto reality: l'isola' era stato semplice ingannare Lindsay e Beth, erano così stupide che manipolarle quasi non mi divertiva.
Poi perfino loro compresero la mia indole malvagia e restai da sola.
Per colpa di quella decerebrata bionda persi anche i capelli e la dignità in diretta TV, la giusta punizione che meritavo.
Avevo tutto il cast contro di me e la causa principale ero io.
Cercai di fingere che non me ne importasse nulla, ma la verità era un'altra: io volevo davvero qualcuno con cui fare amicizia.
Nella seconda stagione le acque si calmarono e Leshawna divenne quasi mia amica.
Poi nella terza la mia esistenza fu sconvolta dall'arrivo di un argentino rubacuori, dagli occhi verdi, i capelli castani e la pelle ambrata: Alejandro.
Egli fece quasi uscire il lato buono del mio carattere, ma ovviamente trovai il modo di allontanarlo, lasciandolo in balia di vulcano in eruzione.
Dopo quell'episodio tuttavia riuscii a guadagnarmi il rispetto dei miei compagni.
Durante la quinta serie fu lui ad ingannarmi, rispedendomi a casa dopo aver rubato la mia statuetta dell'immunità.
Il karma mi aveva punita, strappandomi il milione di dollari di mano un'altra volta.
Dopo la sua eliminazione le cose erano andate bene: lui mi chiese di essere la sua ragazza e per un po' di tempo riuscii persino ad essere felice.
Quando poteva mi raggiungeva a Toronto, ci sentivamo al telefono ogni sera...ero così serena che i miei genitori non se ne capacitavano.
Poi feci il più grande sbaglio della mia vita e da quel momento ritornai la stessa ragazza acida e bisbetica di sempre.
 
SPAZIO AUTRICE
In questo prologo ho inserito una spiegazione generale della situazione, ho anche parlato di fatti passati per renderlo più completo.
Alcune cose sono state inventate da me e...niente, spero che vi incuriosisca almeno un po'! :)

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Capitolo 2
*** Ordinary people ***


Ero in fila alle casse quel noiosissimo lunedì mattina; il sole splendeva e il caldo era davvero insostenibile: alquanto insolito dato che ci trovavamo appena a maggio.
Mi sentivo tutti gli sguardi addosso, sicuramente mi avevano riconosciuta.
Quando la signora anziana davanti a me decise finalmente di sgomberare, pagai la mia spesa, mentre la cassiera mi fissava incuriosita.
Cercai di ignorare quello sguardo insistente, presi le mie buste e me ne andai.
Da ormai un mese abitavo da sola nel nuovo appartamento: un attico nel centro di Toronto.
Era costato un occhio della testa, ma ero riuscita a pagarlo grazie al mio lavoro, in quanto un anno prima avevo iniziato a dare lezioni di danza classica.
I ricchi genitori delle mie allieve mi pagavano profumatamente e si complimentavano per la mia bravura, mandandomi in un brodo di giuggiole.
Lavoravo occasionalmente: il mercoledì, il giovedì e il sabato.
Sporadicamente andavo a trovare i miei genitori, essi si fingevano felici di vedermi, ma era palese che nemmeno loro sopportassero il mio odioso carattere.
Come biasimarli?io stessa a volte non riuscivo a comprendere da dove tirassi fuori quella meschinità.
Appoggiai le borse nel bagagliaio, salii e misi in moto, immergendomi nel traffico cittadino.
I raggi solari erano così insistenti da impedirmi di vedere la strada, così per un po' vagai alla cieca.
Ad un tratto udii un fragoroso rumore provenire dal cofano, non impiegai molto a capire di aver tamponato qualcuno.
«perfetto, ci mancava solo questa».
Pensai.
Scesi dall'auto e udii qualche insulto abbastanza pesante nei miei confronti, ma lo ignorai.
"Ma insomma si può stare mai tranquilli in questa dannata città?"
Urlò quella che dedussi fosse una ragazza; mi avvicinai a lei mentre continuava a imprecare.
"Mi scusi, non volevo è che questo sole era così accecante...mi perdoni".
La diretta interessata si girò verso la mia direzione e strabuzzò gli occhi quando mi vide.
Avrei riconosciuto quella chioma verdastra ovunque: Gwen.
"Tu...sul serio?che ci fai qui? Credevo che ti fossi trasferita a Brighton".
Domandai incredula.
"Infatti ci sono andata, ma sentivo troppo la mancanza del Canada e così eccomi qua".
Rispose con nonchalance. 
Il suo modo di vestire non era mutato di una virgola: i soliti abiti neri e gli anfibi di pelle.
Il suo caschetto però si era allungato di qualche centimetro e portava un piercing sul naso.
"Senti, visto che oggi mi sento buona farò finta di niente e non ti farò pagare il danno...ma se dovesse succedere ancora, sappi che te ne pentirai amaramente".
Rimasi ammutolita di fronte a quell'affermazione, per un attimo credetti perfino di sognare.
Non mi aspettavo tutta questa gentilezza nei miei confronti, se fosse successo a me non avrei esitato a farle risarcire tutto.
"Tu hai il mio numero, vero?"
Le chiesi mentre sistemava uno specchietto retrovisore.
"Sì, perché?"
"Non so, qualche volta potremmo vederci per prendere un caffè o fare un po' di shopping..."
Sgranò gli occhi ed esitò un attimo prima di rispondere.
"Ti senti bene Heather?o stai tramando segretamente di uccidermi?"
"Mai stata più seria! Andiamo, che motivo avrei di ingannarti?non siamo mica nel reality, non ho bisogno di una coalizione per arrivare alla finale a tre".
"Uno a zero per te...si potrebbe fare, andare in giro per negozi non è esattamente la mia idea di divertimento, ma può andare".
Sorrisi e diedi uno sguardo all'orologio.
"Ora dovrei andare, ci vediamo".
Mi fece un cenno di saluto con la mano, mi diressi verso il veicolo e ripartii.
Che cosa mi era appena accaduto? Ero stata davvero così gentile con quella che per anni era stata la mia rivale?
Non credetti nemmeno alle mie parole, forse quel caldo mi aveva dato alla testa...sì, doveva essere sicuramente quella la verità.
O forse non la odiavo così tanto come credevo.

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Capitolo 3
*** Almost friends ***


Quella mattina mi svegliai di soprassalto a causa del campanello, sicuramente doveva essere il postino.
Mi diressi verso la porta, ancora assonnata.
Aprii l'uscio e come avevo sospettato, trovai una busta sullo zerbino.
Rientrai in casa e presi un tagliacarte per aiutarmi ad aprire la lettera, sperando di non tagliarmi come l'ultima volta.
Era da parte di Geoff e parlava di una fantomatica festa a casa sua: avrebbe invitato tutto il cast del reality per festeggiare il suo fidanzamento con Bridgette.
A quanto pareva lui le aveva chiesto di sposarlo e lei aveva accettato, sembrava assurdo che a questa giovane età intraprendessero una scelta così azzardata.
I festeggiamenti si sarebbero tenuti una settimana dopo alle ore 19.
Dedussi che avrei dovuto comprare loro un regalo, nonostante io li odiassi e loro non sopportassero me.
Lanciai la busta sul divano e corsi in bagno, dove mi lavai i denti e mi feci una doccia calda e rilassante.
Mi avvolsi fra gli asciugamani e mi affacciai alla finestra; avevo sempre amato osservare le città trafficate dall'alto.
Il sole si stagliava fra le nuvole in lontananza, diventando man mano più alto e riscaldando con il suo tepore.
Persa nei miei pensieri, mi ricordai di quello che era accaduto il giorno prima...l'incontro con Gwen.
Forse avrei potuto chiederle di aiutarmi a scegliere il dono per i due piccioncini, magari anch'io in tal caso avrei dato una mano a lei.
Mi diressi lentamente verso la mia camera da letto, dove mi vestii in un lampo e afferrai il cellulare.
Composi il suo numero e attesi qualche squillo, finché non udii la sua voce.
"Ciao Gwen, volevo chiederti se oggi ti andrebbe di fare un salto al centro commerciale per il regalo di Bridgette e Geoff...ti è arrivato l'invito, vero?"
Dedussi che la mia raffica di parole doveva averla confusa, perché ci mise un po' a rispondere.
"Sì, certo! Nessun problema, ti andrebbe verso le tre e mezza? Andiamo a quello in periferia, ma non troppo lontano".
"Perfetto, ci troviamo direttamente lì?"
"Per me va bene, allora a dopo".
"Ci vediamo".
 
 
***
Quando giunsi al luogo d'incontro, Gwen era già lì appostata, intenta a sfogliare un giornale svogliatamente.
Ero arrivata con ben dieci minuti di ritardo, tipico da me.
Quando si accorse del mio arrivo, alzò gli occhi e fece un cenno di saluto con il capo.
"Scusami se ti ho fatto aspettare, ma ho incontrato un po' di traffico durante il tragitto".
Mentii spudoratamente, ma probabilmente lei non se ne accorse nemmeno.
"Tranquilla, non è un problema".
I minuti seguenti furono caratterizzati da un imbarazzante silenzio, eravamo state impegnate ad odiarci per così tanto tempo che era difficile trovare qualche argomento per conversare.
Il luogo era gremito di gente intenta a fare acquisti, era così affollato che per passare dovetti spingere qualcuno, dal quale ricevetti un'occhiataccia.
Adocchiai una gioielleria e la indicai a Gwen, lei in tutta risposta alzò le spalle e mi seguì mentre mi dirigevo verso l'ingresso.
"Ho pensato che potesse farle piacere una collana o un paio di orecchini, queste cose di solito sono sempre gradite in queste situazioni".
Ci facemmo largo fra le varie vetrine del negozio, le quali erano ricolme di monili di diamanti e molto costosi.
"Dobbiamo trovare qualcosa con un prezzo abbordabile".
Dichiarò la ragazza.
"Oppure potremmo dividerci la spesa e farle un regalo comune, ti va?"
"Sì, è decisamente un'ottima idea dato che in questo ultimo periodo i verdoni scarseggiano".
"Come mai?se posso saperlo".
 Il suo volto assunse un'espressione rammaricata.
"Per un po' di tempo ho lavorato come cameriera in un hotel e non sono stata pagata molto, ma comunque sono riuscita a sopravvivere.
Poi un bel giorno il direttore ha deciso di licenziarmi di punto in bianco, così mi sono ritrovata senza il becco di un quattrino mentre il pagamento della rata dell'affitto incombeva.
Poi, dopo qualche mese, finalmente sono riuscita a farmi assumere come donna delle pulizie in un ristorante, è alquanto umiliante e lo stipendio non è dei migliori...forse ancora più basso del precedente".
Rimasi di sasso di fronte a quella dichiarazione, io ero la prima a lamentarmi senza sapere in quali condizioni di miseria si potessero trovare gli altri.
"Mi dispiace tanto...se vuoi posso pagarne io due terzi e tu il resto".
Inarcò un sopracciglio.
"Sei la stessa persona che ho conosciuto nel reality oppure ti hanno fatto un trapianto di cervello?"
"In realtà ormai non so più nemmeno chi io sia".
"Sei sicura di riuscirci?insomma, sarà di sicuro una bella somma..."
"Al cento per cento. Dai andiamo a scegliere qualcosa".
La prima opzione fu un braccialetto di diamanti, ma la scartammo quasi subito in quanto troppo banale.
Poi provammo con una collana con un ciondolo di rubino a forma di cuore, ma eliminammo anche quella.
Poi vidi qualcosa che mi colpì al primo sguardo, come un fulmine: si trattava di un paio di orecchini di ametiste e pendenti, i quali risplendevano come dei fari.
Li indicai alla ragazza accanto a me, la quale rimase a sua volta incantata dalla bellezza di quei gioielli.
"Sono perfetti".
Mormorò.
Chiamai una commessa per chiederle di toglierlo dalla teca, poi ci dirigemmo verso la cassa.
"Sono davvero meravigliosi, costano molto ma ne vale la pena".
Affermò mentre impacchettava il dono.
"Già, a proposito...quanto costa?in vetrina non c'era scritto il prezzo".
"750 dollari".
Sbiancai di fronte a quella cifra, ma per fortuna avevo la carta di credito carica.
Pagammo, dopodiché uscimmo dal negozio e adocchiai una gelateria.
"Ti andrebbe un gelato?"
"Oh mi piacerebbe molto ma ora devo andare...devo scappare al lavoro, ci sentiamo la prossima volta?"
"Va bene".
Mi fece un cenno di saluto con la mano e si diresse verso l'uscita principale del centro commerciale, in seguito scomparve dalla mia vista.
Eravamo ancora un po' impacciate e si notava, faticavamo a interloquire e non ci spingevamo in grandi slanci di affetto.
Mentre ero immersa nei miei pensieri mi parve di scorgere una sagoma familiare, poi scossi il capo e quest'ultima scomparve.
 

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Capitolo 4
*** Chi non muore si rivede ***


Era passata esattamente una settimana dall'ultima volta in cui avevo visto Gwen ed era arrivato il giorno della fatidica festa.
Decisi di telefonarle per chiederle di andare insieme.
"Pronto?"
"Ciao, sono Heather...ti andrebbe di venire con me stasera?"
"Oh ciao, sì...nessun problema, ma avevo promesso a Leshawna che saremmo andate insieme, per te è un problema se si aggiunge anche lei?"
Stavo per dire qualcosa di non molto carino, ma mi morsi la lingua.
"Va bene, allora ci vediamo qui a Byron Street alle diciotto e mezza".
 
***
Dopo un attento esame del guardaroba, alla fine optai per un vestito color crema lungo fino al ginocchio e delle scarpe nere dai tacchi chilometrici.
Mi raccolsi i capelli in uno chignon, misi gli orecchini a cerchio, che mi erano stati regalati al mio diciottesimo compleanno, tracciai una netta riga di Eyeliner e completai il tutto con un rossetto rosso sangue.
Presi una pochette dal guardaroba, intonata con il colore dell'abito, afferrai il telefono e controllai l'orario: 6:30 PM.
Per la prima volta ero in orario perfetto; presi l'ascensore e giunsi al piano terra.
Davanti all'ingresso del condominio vidi Gwen e Leshawna intente a confabulare come due pettegole, mi augurai che non stessero parlando di me...altrimenti le avrei rivoltate come dei calzini.
Uscii dal portone e quando la ragazza dai capelli verdi mi vide, mi fece un cenno di saluto con la mano.
Quando l'afroamericana mi vide sgranò gli occhi e rivolse lo sguardo verso la sua amica, la quale abbassò gli occhi.
"Scusa?saresti tu la ragazza gentile di cui mi parlava Gwen?tesoro mi stavi prendendo in giro?"
"No, Heather è cambiata...scusaci un secondo Leshawna, devo dirle una cosa".
Mi prese da parte, poiché aveva notato una certa confusione nei miei occhi.
"Non le avevi detto che vi avrei accompagnate io?"
Le chiesi sottovoce.
"Non ho accennato il tuo nome, ho solamente detto che ci avrebbe portate una ragazza conosciuta qualche giorno prima...per questo si sente disorientata, ma ti prego, non litigate stasera".
Sospirai.
"Va bene, cercherò di non attaccare e di non rispondere alle provocazioni".
Ritornammo indietro, mentre la ragazza ci guardava ancora confusa.
"Bene, seguitemi".
Dissi solamente, mentre ci dirigevamo verso la mia auto, che era a qualche metro dall'ingresso di casa mia.
Gwen si sedette accanto a me, mentre Leshawna prese posto sui sedili posteriori.
Per almeno una decina di minuti fu un viaggio piuttosto silenzioso, finché la ragazza accanto a me non prese parola.
"Allora Heather, non mi hai detto ancora che lavoro fai".
"Insegno danza, tu invece?"
Domandai a quella alle mie spalle.
"A dire il vero non lavoro, frequento la scuola di moda".
«difficile da credere, visto il suo cattivo gusto nel vestire".
Pensai.
In quel preciso istante indossava un vestito giallo pieno di brillantini, piuttosto scollato e molto aderente, così tanto da mettere in evidenza le sue forme prominenti.
L'altra invece era vestita di nero dalla testa ai piedi, come al solito.
"Heather potresti fermarti fra una ventina di metri, per favore?Katie e Sadie mi hanno appena chiesto di venire con noi".
"Che cavolo sono, un ta...volevo dire certo, sono le benvenute".
Non dovevo lasciare che il mio lato malvagio, che per anni era stato il dominatore, prendesse il sopravvento.
Accostai di fronte a una villa color rosa antico, dalla quale sbucarono fuori le due psicopatiche, naturalmente vestite nello stesso modo: abito attillato, mono spalla, lungo fino al polpaccio e rosa fucsia.
Aprirono lo sportello ed entrarono in macchina, mentre emettevano degli strani urletti da adolescenti in piena crisi ormonale...solo che loro avevano già compiuto vent'anni.
"Oh mio dio Katie, non sei tipo super emozionata?"
"Puoi dirlo forte Sadie!"
"Bene...possiamo ripartire adesso?"
Le passeggere annuirono ed io rimisi in moto.
In seguito le due cominciarono a parlare di ragazzi, di come avrebbero tentato di abbordare Justin, di manicure, di una possibile rottura fra Trent e una delle sue recenti fidanzate e pettegolezzi di ogni genere.
Sarebbe stato un viaggio decisamente lungo ed estenuante.

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Capitolo 5
*** Somebody that I used to know ***


Quando giungemmo al luogo d'incontro le mie orecchie erano andate in tilt, tutto a causa delle due pseudo gemelle psicopatiche.
Chiusi lo sportello e mi accesi una sigaretta, mentre le mie compagne di viaggio chiacchieravano a qualche metro di distanza da me, forse ero proprio io l'argomento di discussione, dato che talvolta si giravano verso la mia direzione.
Sentii un rombo alle mie spalle, mi voltai e vidi una macchina enorme appostata accanto alla mia, dalla quale scesero Owen, Izzy, Noah, Dj e Justin.
Mi girai dall'altra parte e feci finta di nulla, mentre loro correvano a salutare le altre.
Poi arrivarono anche Courtney e Duncan mano nella mano e notai un cambiamento di espressione nel volto di Gwen, immaginai che dovesse essere successo qualcosa di cui io ero all'oscuro.
A dire il vero non ero aggiornata su nessun pettegolezzo, alquanto insolito per una come me.
In seguito scorsi qualche concorrente nuovo delle ultime stagioni: vidi Jo, Lightning e Brick intenti a litigare, Ann-Maria indaffarata con la bomboletta della lacca, Mike e Zoey a braccetto, Cameron per conto suo, Sam in braccio a Dakota (o meglio, Dakota il mostro) e Stacy che blaterava cose senza senso.
Successivamente arrivò una limousine, dalla quale scesero Sierra, Cody, Harold e Trent.
La ragazza teneva stretto il povero Cody, il quale aveva un'aria leggermente sofferente, ma nonostante ciò riusciva a sopportarla.
Quest'ultimo mi fece un cenno di saluto, che io poi ricambiai; era uno dei pochi che provasse simpatia nei miei confronti.
Notai una seconda limousine, dalla quale vennero fuori Eva, B, Scott, Tyler, Lindsay e Beth.
Il ragazzo dai capelli rossicci guardò Courtney e Duncan con un tale disprezzo che mi si raggelò il sangue nelle vene.
Dopo giunse anche Dawn con la sua bici, la solita ecologista e vegana dei miei stivali.
Mancava solo una persona all'appello, un certo argentino di nome Alejandro Burromuerto.
Per un attimo provai un senso di malinconia, ma poi scrollai il capo e decisi di aggregarmi a qualche gruppo per smettere di pensare.
"Heather vieni con noi, non fare l'asociale!"
Mi urlò Gwen dall'altra parte, alquanto strano detto da una come lei, ma alla fine le raggiunsi e feci finta di nulla.
"Sul serio tu e Greta siete diventate amiche?"
Domandò Lindsay confusa.
"Già, la vita è davvero insolita".
Fu la mia unica risposta, evitai persino di correggerla perché tanto non avrebbe sortito nessun effetto.
"Ma che cosa stiamo aspettando?"
Chiese di nuovo la bionda.
"Geoff deve venire ad aprire la porta, poi aspetteremo l'arrivo di Bridgette nascosti per farle la sorpresa".
Rispose Beth.
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase, che udimmo un clacson, suonato da un grande fuoristrada nero.
Avrei saputo riconoscere quell'automobile anche fra mille, era proprio quella di Alejandro.
Appena lo vidi le mie guance avvamparono come non mai e cominciai a grattarmi freneticamente il collo, mentre le ragazze mi fissavano.
Per poco non mi cadde la mascella quando vidi una chioma bionda e un vestito rosso fuoco scendere dal sedile del passeggero, ma che diamine ci fa faceva Blaineley alla festa?e soprattutto, perché era con lui?
"Ho letto su Today Magazine che due mesi fa hanno iniziato ad uscire insieme e forse la cosa si sta facendo seria".
Affermò Leshawna.
Per un attimo mi mancò l'aria ai polmoni e mi si chiuse lo stomaco.
"Tutto bene, Heather?"
Era davvero insolito vedere Gwen preoccuparsi per me.
"Sto benissimo".
Mormorai con tono freddo e distaccato.
Finalmente Geoff uscì a salutare tutti, prese un megafono e fece un annuncio.
"Salve a tutti, ragazzi! Allora, prima di tutto vi ringrazio per essere venuti e poi venite con me, vi mostrerò dove appostarci per attendere Bridgette".
Aprì il cancello e ci accolse in casa sua, dopodiché gli porgemmo i nostri doni e ci celammo dietro i divani.
Dopo qualche minuto udimmo il suono della chiave che girava nella toppa, la porta si aprì e la ragazza si richiuse l'uscio alle spalle.
"Tesoro, sono in casa!"
Gridò.
"Ehi?c'è qualcuno?"
"Adesso".
Sussurrò Geoff.
Tutti quanti saltammo fuori all'unisono tirando fuori festoni e palloncini e urlammo:
"Sorpresa!"
Lei rimase a bocca aperta, corse in braccio al suo ragazzo e lo baciò.
"Grazie, che cosa farei senza di te?"
Tutte quelle smancerie mi davano il voltastomaco.
"Bene, ora possiamo andare nella sala da pranzo a festeggiare, ho preparato un buffet perfetto".
Ci spostammo tutti nella stanza, mentre il padrone di casa ci faceva strada.
I miei occhi erano sempre puntati su di lui, mentre stringeva la mano di quella finta bionda.
Entrambi non riuscivano a staccare lo sguardo dal proprio partner, sembravano davvero presi.
Percepii una mano toccarmi la spalla e mi girai di scatto.
"Capisco perfettamente come ti senti".
Mi disse Gwen; notai che aveva gli occhi leggermente lucidi.
"Ma figurati se sto male per quel verme, non merita le mie lacrime".
Affermai.
Ci avvicinammo al tavolo e cominciammo a riempire il piatto, poi accostai al bancone degli alcolici e presi un bel bicchiere di Vodka.
"Ne vuoi un po' anche tu?"
Domandai alla mia, ormai, nuova amica.
"Sì, riempi fino all'orlo".
Spazzolammo ciò che avevamo nel piatto, poi all'unisono afferrammo i bicchieri e mandammo giù tutto d'un fiato.
La testa cominciava a girarmi, ma era l'unico modo per dimenticare i miei dispiaceri.

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Capitolo 6
*** Let's get drunk on our tears ***


Ero arrivata al quinto bicchiere di Vodka, sia io che Gwen eravamo brille più che mai.
Continuavamo a ridere senza motivo, mentre qualcuno ci guardava male.
"Questi stronzi che se la fanno con altre...siamo due sfigate, vero Gwen?"
Biascicai.
"Già...la vita è davvero una merda".
Puntò lo sguardo sul suo ex, il quale stava scambiando un bacio passionale con Courtney.
"Eh, diceva di amarmi e poi alla fine è tornato da lei strisciando come un verme".
Affermò, dopodiché prese un altro sorso di whisky.
"Tutti uguali gli uomini, sono tuuutti dei vermi".
Scoppiammo a ridere di nuovo come due iene e poi bevvi ancora un goccio.
"Sai che ti dico? Io sono stata una stupida a lasciarmelo scappare, ma lui che se ne va con Blaineley...ma dai!"
"Sul serio, non può farsi quella milf!"
Guardai l'orario sul mio orologio da polso, nonostante vedessi doppio e riuscissi a leggere a malapena.
Erano le tre e mezza del mattino, piuttosto tardi.
Geoff salì sul tavolo con in mano un megafono, anche lui molto ubriaco.
"Abbiamo delle tende per tutti, dividetevi in gruppi e...tutti in giardino!"
Biascicò.
Ruzzolò per terra e si udì una fragorosa risata generale.
Mi tirai sù, barcollando e così mi aggrappai al braccio di Gwen, anche lei tremolante.
Sostanzialmente ci sostenevamo a vicenda.
"Ma tu vuoi davvero andare a dormire?"
Mi domandò.
"Non...non lo so".
"Dai stiamo sveglie ancora un po'...balliamo!"
Mi avvicinai allo stereo e alzai il volume, mentre le note di una canzone che mi parve How deep is your love aleggiavano nell'aria.
Ci scatenammo come due pazze, sotto gli occhi di tutti.
In particolare notai quegli occhi su di me, due grandi iridi verdi come gli smeraldi, che mi scrutavano.
Quando il mio sguardo incontrò il suo, mi fermai immediatamente.
La ragazza dai capelli verdi alzò un sopracciglio e mi chiese se mi sentissi bene, io le risposi che forse sarebbe stato meglio andare a letto.
Nonostante in quel momento avessi le capacità cognitive di un'ameba, non riuscivo a smettere di pensare alla sua mano intrecciata con quella di Blaineley.
Cercai in ogni modo di evitarlo, ma ogni volta ricompariva dal nulla accompagnato da quella conduttrice da quattro soldi.
Ci dirigemmo verso il giardino e prendemmo una delle tende che ci distribuì Bridgette, poi tentammo di montarla.
"Come si mette questa cosa?"
Urlò la mia compagna con voce impastata, subito dopo ci venne incontro Cody, che la assemblò perfettamente.
"Grazie mille...sei un amico".
Biascicò, poi lo strinse in un abbraccio un po' impacciato.
"Figurati, per te farei di tutto".
Adocchiai il gruppo con cui eravamo venute alla festa e le chiamai.
"Ehi voi tre sgallettate, perché non venite a sballarvi con me e Gwen?ci divertiremo!"
Le ragazze si guardarono un po' incerte e poi ci raggiunsero.
"Queste due sono ubriache marce".
Sussurrò Leshawna nell'orecchio di Katie.
Entrammo tutte e cinque nella tenda e ci sistemammo con i sacchi a pelo, io mi sdraiai accanto a Gwen, con il viso a pochi centimetri dal suo.
"La vita è una merda".
Sussurrò afferrando una sigaretta.
"Puoi dirlo forte".
"Ne vuoi una?"
Mi domandò porgendomi il pacchetto, io accettai e tirai fuori un accendino dalla mia pochette.
"Ehi vi dispiace se fumiamo?"
Chiesi mentre il trio era intento a spettegolare.
"No, ma solo se ne date qualcuna anche a noi".
Affermò Sadie, dopo qualche secondo in tutto l'ambiente aleggiava un olezzo di sigaretta.
"Il karma mi ha punita".
Mormorò Gwen mentre una lacrima cominciava a rigarle il volto.
"Io e te siamo due sfigate in amore, ma il fatto è che creiamo i problemi con le nostre stesse mani".
Dichiarai mentre facevo un altro tiro.
"Sai una cosa? Hai ragione, sono stata una stupita a pensare che lasciasse davvero Courtney per me...è sempre stato troppo innamorato di lei, solo che non riuscivo ad ammetterlo, ho anche mandato via Trent a causa sua".
"La colpa è stata solo sua, è sempre stato un farfallone".
"La tua storia con Alejandro perché è finita?"
"Perché...non ne ho idea, non lo so nemmeno io il perché".
Ci fissammo intensamente per qualche secondo e poi scoppiammo a piangere all'unisono.
Le altre per fortuna non se ne accorsero, poiché si erano già addormentate.
 
***
Quando mi svegliai la testa mi pulsava, come se mille spilli me la stessero perforando.
Presi il cellulare per controllare l'orario: le nove e mezza del mattino, neanche tanto tardi.
Nella tenda eravamo rimaste solo io e Gwen, quest'ultima dormiva ancora profondamente.
Non ricordavo molto della sera precedente, l'unica cosa che mi era rimasta impressa era l'immagine di Alejandro e Blaineley che si baciavano.
Rabbrividii non appena immaginai le sue labbra appoggiate su quelle della conduttrice odiata da mezzo mondo.
Sospirai così forte che la ragazza accanto a me si svegliò e alzò lentamente il capo nella mia direzione.
"Che cos'è successo?"
"Niente. Ieri sera io e te ci siamo prese una bella sbronza..."
"Ma dai, non l'avrei mai detto".
Si alzò e si stiracchiò.
"Che ore sono?"
Mi domandò mentre rimirava il suo riflesso sullo schermo del suo lettore mp3.
"Le nove e mezza".
Emise un lamento e si tirò sù, sistemandosi i capelli arruffati.
"Credo di non sentirmi bene".
Mormorai mentre mi legavo i capelli in una coda.
Quando capii che un conato di vomito era sul punto di uscire, scappai verso un cespuglio appartato, mentre lei mi seguiva a ruota.
Sboccai anche l'anima, finché non mi sentii così debole da sedermi per terra.
Gwen mi aveva tenuto i capelli tutto il tempo, per evitare che la coda si spostasse in avanti e si sporcasse.
Io la guardai e le rivolsi un sorriso, che poi lei ricambiò.
"Perché non siamo diventate amiche nel reality?"
Mi domandò mi mentre mi aiutava ad alzarmi.
"Perché io ero troppo impegnata ad allontanare tutti pur di vincere il montepremi".
Risposi, ero stata un tantino diretta, ma per la prima volta ero stata sincera.
"Ehi festaiole, vi va di giocare al gioco della bottiglia?"
Ci domandò Geoff mentre stringeva Bridgette fra le sue braccia.
Alzammo le spalle e accettammo, sperai solo che non venisse mai il mio turno.
Ci sedemmo tutti quanti in cerchio, io ero in mezzo a Gwen e Trent.
"Ah Heather, è da tanto che non ci si vede".
Constatò, i suoi capelli corvini si erano allungati leggermente e le sue braccia erano diventate più massicce.
"Sì, da tanto".
Risposi solamente, non pensavo che in realtà gli interessasse davvero di vedermi, dato che mi aveva odiata per tre stagioni consecutive.
Il biondo fece girare la bottiglia, che dopo poco tempo si fermò e indicò Noah, il quale fu costretto a scambiare un bacio passionale con Katie.
I due non esitarono nemmeno e si ritrovarono avvinghiati, come se non fossero stati nemmeno obbligati.
"Secondo me è successo qualcosa fra quei due ieri sera".
Mormorò Gwen.
In seguito fu il turno di Brick e Jo, i quali avrebbero preferito fare una nuotata nell'acido piuttosto che slinguazzarsi.
Poi toccò a Lightning e Dawn, Zoey e Dakota, Sam e Sadie, Leshawna e Dj, Izzy e Owen, Stacy e Ann-Maria, Courtney e Cody, Duncan e Bridgette, Geoff e Beth, Tyler e Lindsay, Mike e Justin, Eva e Harold, Sierra e Cameron, Ann-Maria che dovette sacrificarsi per B.
Per poco a Gwen non prese un colpo quando scoprì di dover limonare con...Scott!
I due si guardarono, abbastanza imbarazzati, si avvicinarono lentamente finché le loro labbra non si sfiorarono e si intrecciarono in un bacio, che si trasformò in uno quasi passionale.
Quando si staccarono ritornarono con la stessa espressione di prima, come se nulla fosse accaduto.
In seguito fu il turno di Alejandro e Blaineley, che andarono avanti per un minuto di seguito, con una tale foga che mi si chiuse lo stomaco.
Nonostante tutto, ricevettero un grande scroscio di applausi da parte di tutti gli altri invitati.
Forse quello stupido gioco era finalmente terminato e io non avrei fatto nessuna figuraccia, o forse no.
"Questo è l'ultimo giro, i due fortunati verranno eletti re e regina del party!"
Annunciò Geoff.
"Ma non siamo mica al ballo di fine anno".
Commentai, ma fui ignorata completamente.
La bottiglia indicò prima Trent, poi continuò a ruotare ininterrottamente per almeno una trentina di secondi, finché non si fermò proprio...davanti a me!
Cominciai ad arrossire come non mai e tutti gli occhi dei presenti si incollarono su di me, anche quelli di Alejandro.
Non riuscivo a cogliere nessuna emozione nel suo sguardo, forse aveva davvero perso interesse per me?
No, non doveva importarmi e in ogni caso ero stata io a lasciarlo, quindi aveva tutto il diritto di farsi una vita.
"Beh, sembra strano che io e te siamo il re e la regina del party, ma se proprio dobbiamo..."
Presa da uno strano impulso, gli afferrai il volto e lo trascinai verso il mio e le nostre lingue si intrecciarono.
Alla fine anche lui si fece coinvolgere dal bacio, prendendo confidenza con le mie labbra.
Ci staccammo e ci guardammo per qualche secondo, mentre tutti gli altri cominciarono ad applaudire, persino Alejandro.
Bridgette e il suo ragazzo presero due corone dorate di cartone e ce le appoggiarono sulla testa.
Francamente non sapevo come mi sentissi dopo quel bacio, forse mi ero solo fatta trascinare dall'entusiasmo del momento.
Ormai era già mezzogiorno, così fummo costretti ad andare tutti via.
"Ehi Gwen, vieni con me?"
Le chiesi mentre si avviava verso il parcheggio.
"Ehm...va bene, grazie Heather".
Non salutammo nessuno ed entrammo in macchina, mentre tutti gli altri continuavano ad osservarci, mormorando qualcosa.
Nessuno riusciva a capacitarsi di come fossimo diventate improvvisamente così unite, ma forse nemmeno noi stesse.
Misi in moto subito e partii come un razzo, per lasciarmi alle spalle tutto quel casino.
"Ma tu e Scott...sembravate molto uniti".
Il suo colorito, generalmente esangue, assunse un'insolita sfumatura di rosa.
"Allora ti svelerò un segreto, prima di ubriacarci sono andata un attimo in bagno e ho incontrato Scott.
Entrambi ci sentivamo feriti, io da Duncan e lui da Courtney, così mi ha detto 'aiutami a dimenticare' e poi mi sono ritrovata le sue labbra sulle mie.
In realtà gli avevo giurato che non l'avrei detto a nessuno, ma ho già infranto la promessa".
Disse tutto così velocemente che poi dovette fermarsi un attimo per prendere fiato.
"Ecco perché eri scomparsa...stai tranquilla, sarò muta come un pesce".
Vidi che aprì leggermente la bocca come per dire qualcosa, così intervenni prima che mi ponesse la domanda.
"Non so che cosa mi sia successo con Trent, forse ero solo gelosa di quel coso".
"Mi hai tolto le parole di bocca, comunque potresti provare con lui".
"Sei sicura che non ti dia fastidio?insomma, è pur sempre il tuo ex".
"No, è un capitolo chiuso da fin troppo tempo...poi è un bravo ragazzo, se ti mettessi con lui non ti farebbe mai soffrire".
«già» pensai. «peccato che in realtà fossi stata io l'unica a fare del male sia a me che al mio ex ragazzo».
Dopo circa un quarto d'ora giungemmo di fronte ad un palazzo piuttosto malandato, forse delle casi popolari, dove abitava Gwen.
"Grazie per il passaggio...amica".
Sorrisi.
"Figurati".
Si richiuse lo sportello alle spalle e corse verso il portone.
Mi si strinse il cuore, ed era alquanto strano che una regina di ghiaccio una come me provasse pietà per qualcuno.
Pensai a quanto fossi stata fortunata in un tempo di crisi a trovare un lavoro che mi permetteva di condurre una vita dignitosa, mentre lei arrivava a malapena a fine mese.
 
SPAZIO AUTRICE
Ho scritto questo spazio autrice per avvisarvi che partirò e che non porterò con me l'ipad, quindi per due settimane non riuscirò ad aggiornare la fanfiction...ma vi prometto che appena tornerò aggiungerò i nuovi capitoli, lo giuro. <3
 

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Capitolo 7
*** Who are you now? ***


Erano passati cinque giorni dalla festa, durante i quali non avevo parlato con nessun se non con mia madre.
Passavo da periodi di intensa attività sociale, ad altri di noia totale.
Poi mi venne in mente di quel tizio che mi aveva contatta su Facebook, così decisi di scrivergli tanto per passare il tempo.
Heather Wilson: ciao.
Insomma, non era il massimo della cordialità come messaggio, ma non si poteva pretendere troppo da me.
Adam Butler: ehilà ;)
Heather Wilson: che velocità...come stai?
Adam Butler: bene grazie, tu?
Heather Wilson: bene, mi racconti qualcosa di nuovo?
Adam Butler: mah niente di che, sono andato in giro con gli amici a fare un aperitivo.
Tu invece hai fatto qualcosa di interessante?
Heather Wilson: sono stata ad una festa qualche giorno fa ed è stato abbastanza divertente...ho preso una bella sbronza e ho dimenticato tutti i miei dispiaceri.
Adam Butler: quali dispiaceri?
Heather Wilson: il mio ex.
Adam Butler: ahia, ti ha lasciata lui?
Heather Wilson: diciamo che siamo stati entrambi.
Adam Butler: anche a me è successa la stessa cosa, ma ora ci ho messo una pietra sopra ed è quello che dovresti fare.
Heather Wilson: forse hai ragione...ora devo andare, ciao.
Ancora una volta chiusi la discussione in un modo un po' brusco, sempre per la stessa causa.
Non riuscivo a spiegarmi come facessi ad aprirmi così tanto con uno sconosciuto, però aveva un che di familiare, come se lo conoscessi da una vita.
 
***
"Ma sei sicura che sia davvero lui quello delle foto?"
Mi domandò Gwen mentre addentava un trancio di pizza; l'avevo invitata a casa mia a cenare e alla fine avevamo optato per qualcosa di semplice.
"Penso di sì, insomma mi sembra abbastanza realistico".
Osservò di nuovo il suo profilo e storse il naso.
"Che c'è?"
"È che non mi fiderei di uno con cui non hai amici in comune e che dice di essere un modello...insomma, sembrano foto prese da internet".
Mi venne un lampo di genio ed aprii google immagini.
"Che stai facendo?"
Mi chiese.
"Provo a cercare 'modelli con capelli rossi', vediamo cosa viene fuori".
Comparvero diversi ragazzi, ma nessuno assomigliava nemmeno vagamente ad Adam.
Aveva un che di esotico, nonostante il colore di capelli non sembrava irlandese a causa dei suoi tratti mediterranei.
"Forse è davvero lui, magari sono io ad averlo giudicato male".
"Se non ci sono sue foto su internet deve essere per forza lui".
Poi la ragazza sgranò gli occhi come se avesse avuto un lampo di genio.
"E se gli chiedessi di uscire con te?gli proponi di incontrarvi davanti alla palestra e poi andate a mangiare qualcosa insieme".
"Ottima idea! Lo faccio adesso?"
Lei annuì e io presi il telefono, aprii messenger e cominciai a digitare.
Heather Wilson: ehi, come stai?ho una richiesta particolare da farti.
Come al solito la risposta non tardò ad arrivare, sembrava quasi che attendesse solo me.
Adam Butler: di che si tratta?
"Oh mio dio, Gwen! Ha risposto!"
"Che velocità...fammi vedere".
Si avvicinò a me per vedere che cosa avesse scritto.
Heather Wilson: ok, non prendermi per una maniaca ma...perché non usciamo insieme?
Adam Butler: oh certo, perché no? Facciamo questo mercoledì?
Heather Wilson: perfetto, alle quattro e mezza PM davanti alla palestra.
Adam Butler: bene, a presto.
Entrambe ci scambiammo un'occhiata incerta.
"E se fosse un maniaco?non ha esitato nemmeno un momento".
Chiesi titubante.
"Non penso, io mi sarei preoccupata di più se avesse risposto in modo incerto".
Sperai che avesse ragione, dopo quel momento mi sentii una strana inquietudine addosso.
 
***
Mi trovavo di fronte alla palestra ed ero in perfetto orario, come prestabilito.
Il mio cuore tamburellava freneticamente nel petto, senza darmi tregua.
I minuti passarono, così lentamente che a momenti mi addormentai.
Il tempo scorreva lentamente, ma di lui nemmeno l'ombra...ed erano passati tre quarti d'ora.
«forse è solamente in ritardo e mi sto facendo mille paranoie»
Pensai.
Passò un altro quarto d'ora e di lui nessuna traccia, la stessa cosa accadde per l'ora successiva.
La rabbia mi pervase e mi diressi verso l'auto, poi sbattei la portiera fortissimo.
Come poteva permettersi di prendersi gioco di me in questo modo?mi aveva forse scambiata per un clown?
Decisi di scrivergli per chiedergli spiegazioni, nessuno poteva lasciarmi lì come uno stoccafisso.
 
SPAZIO AUTRICE
Allora...le due settimane al mare alla fine sono diventate tre e non sono riuscita ad aggiornare, per questo mi scuso ancora.
Ora vi darò un'altra brutta notizia...devo partire di nuovo 😂 quindi per altre due settimane niente capitoli, mi dispiace.
Beh sapete come si dice, l'attesa aumenta il desiderio...no? Ci vediamo, alla prossima! Xx

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