Ti amo, ti odio

di Giuls_BluRose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non è mai un errore ***
Capitolo 2: *** Non capiva che l'amavo ***
Capitolo 3: *** Ti amo, Ti odio ***



Capitolo 1
*** Non è mai un errore ***


Non è mai un errore

 

Ti guardo per l' ultima volta mentre vado via
Ti ascolto respirare non scatto la fotografia
Non porterò nessuna traccia dentro me
niente che dovrò rimuovere.
Se hai giocato è uguale anche se adesso fa male
Se hai amato era amore, non è mai un errore
Era bello sentirti e tenerti vicino
Anche solo per lo spazio di un mattino.

 

Siamo qua, faccia a faccia, finalmente dopo tanto tempo.
Ti guardo mentre mi sta dinnanzi: i folti ricci scuri tutti spettinati, i tuoi occhi da cerbiatto spaurito che adesso sono rossi, le tue mani chiuse a pugno per trattenerti da chissà cosa.
Perchè?
Perchè è andata a finire così?
Ti vedo, ti conosco: stai cercando di convincermi a restare come al tuo solito, con quelle fottute lacrime.
No Darren, questa volta non funzioneranno: so che sono solo lacrime di coccodrillo, so che stai mentendo, non mi farò incantare ancora dai tuoi maledetti giochetti.
Smettila, non mi guardare come se tu fossi la vittima, non cercare di rimanere con me versando quelle stupide lacrime: questa volta non mi avrai, non mi farai mai cambiare idea.
“Ti prego Chris, resta con me.”
“Sta zitto.”
La mia voce è sprezzante, più di quello che dovrebbe, ma cosa dovrei fare?
Lui si è preso gioco di me per tutto questo tempo e io, coglione che non sono altro, l'ho assecondato, sapevo dei suoi maledetti giochetti e non ho fatto nulla per impedirgli di farli su di me.
“Io ti..”
“No, non provare neanche a dirlo. Ti ho detto che devi stare zitto.”
Alzo la voce, sento la rabbia che mi cresce dentro.
Ti amo, è questo che stavi per dire Darren, eh?
Volevi dirmi che mi ami? Che per te sono importante? Che valgo qualcosa?
No, non ti credo, non avrei mai dovuto farlo, ma sono stato troppo stupido, troppo ingenuo e mi sono lasciato catturare dai tuoi occhi color nocciola, bellissimi, ma letali.
“Vattene Darren.”
Gli indico la porta: non voglio vederlo in casa mia un solo minuto di più.
Vedo che lui prova a ribattere, ma gli lancio un'occhiata gelida, come per fargli capire che non deve dire niente, che non ne ha il diritto.
“Esci da casa mia, adesso.”
Perfetto: sento le lacrime che mi salgono e cercano di uscire, ma non devo cedere, devo essere più forte io oggi, non devo crollare davanti a lui, sarebbe la mia rovina.
“Dimmi solo che cosa ho fatto.”
Che cosa hai fatto? Hai pure il coraggio di chiedermelo?
No, non ho intenzione di risponderti questa volta, non meriti questa opportunità: sei solo un verme, non sei più niente per me.
“Esci, adesso.”
No, non iniziare a piangere adesso, non voglio vedere le tue fottute lacrime.
No, non mi guardare con quello sguardo da cucciolo bastonato, sei soltanto un carnefice.
Perchè non te ne vai? Perchè continui a rimanere qua in piedi?
Lo capisci che non voglio più niente da te? Lo capisci che non sei più il benvenuto in questa casa?
Okay, lo hai voluto tu.
Mi avvicino alla porta e la apro, facendoti segno di andartene.
Niente eh? Proprio non lo vuoi capire.
Vorrà dire che ti sbatterò fuori di peso se necessario, basta che non veda più il tuo viso da qui fino alla fine dell'eternità.
“Darren ti prego, vattene.”
Mi guardi di sottecchi, lo noto, poi stringi i denti e annuisci piano, varcando la soglia; forse ci sono riuscito, forse sta davvero finendo tutto.
No, non ti voltare indietro, non rendere questo momento ancora più difficile di quanto non sia.
“Mi dispiace Chris.”
Basta, non ti voglio più sentire, non voglio più saperne di te, delle tue scuse, delle tue lacrime, niente di niente.
Chiudo di malo modo la porta di casa e resto solo, a farmi compagnia solo il silenzio.
E forse stavo aspettando solo questo momento, forse era questo quello che stavo nascondendo da tanto, troppo tempo: senza accorgermene crollo per terra, in ginocchio, sentendo che tutte le lacrime che ho trattenuto fino a questo momento devono uscire.
Inizio a piangere singhiozzando, tenendo le mani sul viso per cercare di ovattare il più possibile quel suono: se mai Darren fosse ancora fuori non voglio che mi senta piangere.
Perchè?
Perchè tutto è dovuto finire in questo modo terribile?
Alla fine sapevo che Darren non poteva provare niente per me, sapevo che per lui era solo sesso, sesso e niente altro, che non provava nessun sentimento per me se non forse amicizia.
Allora perchè sono stato tanto stupido da innamorarmi di lui e credere che potesse succedere la stessa cosa dalla parte opposta?
Perchè mi sono convinto che lui non mi stesse usando solo come un giocattolo? Perchè non ho capito che per lui era solo uno stupido gioco?
Vedo che Brian si è accorto che sto piangendo ed è venuto qua per consolarmi: amo il mio gatto, sa sempre percepire il mio umore.
Sorrido piano tra le lacrime lo accarezzo, quel suo pelo morbido e scuro; lo avvicino a me e lo accarezzo mentre cerco di non piangere dell'altro, anche se è molto difficile.
Ha scelto Mia, ovviamente, io non posso più farci nulla: è stato bello finché è durato, ma già sapevo fin dall'inizio che io sarei sempre stato secondo a lei, che lui avrebbe scelto la vita da etero, quella più facile, senza che io potessi fare nulla per fargli cambiare idea.
Chris, sei proprio un cretino, fattelo dire: non dovevi soffrire per lui, non dovevi fare in modo che lui ti spezzasse il cuore e ci giocasse a proprio piacimento. E' tutta colpa tua, dovevi comportarti diversamente.
Smettila adesso di piangere, sei ridicolo, seriamente.
Sbuffo e mi asciugo in fretta tutte le lacrime che mi bagnano le guance, alzandomi da terra e cercando di distrarmi il più possibile, anche se sarà molto dura.
 

Ti guardo per l' ultima volta mentre vai via
Ti vedo camminare, e come per magia
non sarai pensieri, non sarai realtà
Sai che bello, sai che felicità..
Se hai sbagliato è uguale anche se adesso fa male
Se hai amato era amore e non è mai un errore
Era bello guardarti e tenerti per mano
O anche solo immaginarti da lontano

 

Ricordo perfettamente l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, il momento in cui ho capito chi era davvero Darren Criss e che cosa voleva da me, dalla mia amicizia, dal mio corpo.
Ricordo come se ne andò da casa mia non appena Mia lo chiamò dicendo che gli mancava e che aveva bisogno di lui.
Ricordo come mi lasciò da solo, sotto le coperte, salutandomi con un bacio sulla tempia e dicendomi che gli dispiaceva, ma che doveva andare.
Ricordo come andò via dopo essersi preso quello che voleva, il mio corpo, mentre io rimasi nudo in quel letto, coperto da una rinnovata vergogna.
Credevo di aver appena fatto l'amore con Darren, almeno per me era così, ma a quanto pare non per lui; credevo che quei “ti amo” sussurrati all'orecchio fossero veri, non solo la conseguenza dell'eccitazione; credevo che volesse prendere anche la mia anima e il mio cuore, non soltanto il mio corpo.
Si, il ricordo più vivido rimane senza dubbio la vergogna: vergogna perchè lui era entrato a casa mia, facendomi credere di provare qualcosa per me, ma alla fine aveva avuto quello che cercava e mi aveva dimostrato che a lui bastava quello.
Dovevo capirlo che per lui quello era solo sesso, che non c'era amore, ma io ero troppo velato dai miei sentimenti per potermene accorgere, dovevo prima uscire dalla mia sbornia al sapore di Darren Criss per capire quello che mi stava facendo.
Adesso però sono lucido e sobrio e non ho intenzione di tornare sui miei passi, il ricordo di quella sera fa ancora male, fa malissimo, ma io riuscirò a superarlo e a dimostrare a me stesso che sono più forte di lui, che non mi faccio usare a suo piacimento per poi essere messo da parte non appena la vita reale lo riporta a sé.
 

Erano appena le nove di sera, Chris aveva finito da poco di cenare e si era messo comodo sul divano per riuscire a scrivere un po' del suo ultimo libro: la consegna era alle porte e lui doveva ancora rivedere le ultime cose.
Fu quasi scocciato quando sentì suonare il campanello: l'ultima cosa che voleva in quel momento era qualcuno che lo disturbasse.
Si alzò di malavoglia e si avviò verso la porta, chiese chi fosse, ma non udì alcuna voce parlare; allora aprì la porta e quasi non fu sorpreso nel vedere Darren che lo guardava sorridendo da fuori, aspettando di poter entrare.
“Ehi Chris!”
“Non ti aspettavo, a cosa devo questa visita?”
Il castano fece cenno al moro di entrare in casa, sorridendo: alla fine poteva andare peggio, era felice che fosse stato lui a suonare e non qualcun altro dei suoi rumorosi amici.
“Volevo stare un po' con te, disturbo?”
“No, figurati.”
Il sorriso di Darren era caldo e sincero, amava passare del tempo con il suo amico.
“Accomodati pure sul divano, vado a prendere qualcosa da bere.”
Il riccio annuì e si mise seduto, trovandosi poco dopo un gatto grassoccio sulle ginocchia: iniziò ad accarezzarlo e questo gli fece le fusa, si, Darren stava simpatico pure a Brian, il vero padrone di casa.
Si accorse che sul tavolino c'era il PC dell'amico e che era aperta la pagina di scrittura con il libro in corso, così, senza pensarci neanche, lo prese e iniziò a leggere qualcosa: aveva seguito tutti i libri ed era curioso cosa avesse elaborato la testolina del castano quella volta, ma neanche due minuti dopo fu sgridato proprio da quest'ultimo.

Ehi, guarda che non lo puoi leggere! E' tutto materiale inedito quello! Giù quelle tue zampe da hobbit!”
Darren lo guardò come un cucciolo bastonato, ma sapeva che non si poteva discutere con Chris: se diceva no allora era no e niente e nessuno era in grado di fargli cambiare idea.

Ho portato della Coca, spero ti vada bene.”
Il moro annuì; non era raro trovare il frigo di casa Colfer svuoto o sprovvisto, alle volte Darren si chiedeva davvero se Chris non si cibasse della sua stessa immaginazione.
“A che punto stai con il libro?”
“Teoricamente ho finito, devo solo rivederlo e fare le ultime modifiche.”
“Sono sicuro che i fan lo ameranno.”
“Ci spero.”
Si sorrisero: il sostegno che Darren gli stava dando era sincero, voleva davvero che il castano avesse successo nel mondo della scrittura e sapeva che tutto quello che raggiungeva era solo per merito suo, della sua geniale immaginazione.
“Poi mi insegni a scrivere come te?”
Chris lo guardò, stranito da quella proposta, poi però ridacchiò tra se, sorprendendo Darren con la risposta.
“Con te ci vorrebbe un miracolo, altro che un insegnante.”
“Ah ah ah, molto spiritoso signor Colfer.”
Chris sorrise tra sé, mentre Darren lo guardò improvvisamente con aria furba e maliziosa.
“Chris?”
Il castano lo guardò, interdetto.
“Dimmi.”
“Facciamo una scommessa.”
“Quale?”
Il moro sorrise ancora, con fare più innocente, questa volta.
“Tu prova a resistermi, se ce la farai lascio perdere, altrimenti mi fai leggere il libro in anteprima e mi fai scrivere un capitolo del prossimo.”
Il mezzo soprano sgranò gli occhi: no, lui stava male, non se ne parlava neanche.
“Mai, non sei in grado, mi rovineresti il libro.”
“Dai, solo una scommessa, cosa, hai paura di non riuscire a resistermi?”
Detto questo iniziò pericolosamente ad avvicinarsi al castano, posando le labbra al suo collo.
“Dai Dare, non iniziamo con questi giochetti, non mi pare il caso.”
“Hai paura, Colfer?”
Il moro leccò piano la cicatrice sul collo di Chris per provocarlo: sapeva tanto che avrebbe vinto lui.
“Dai smettila.”
“Mai, tesoro.”
Lo strinse con forza a sé e prese a baciare il collo del castano, salendo via via verso la mascella: sapeva bene i punti deboli del ragazzo e a lui mancava tanto quel contatto così intimo con Chris, sentiva che ne aveva bisogno e forse era per quello che si era presentato a casa del ragazzo senza preavviso.
“Dare, Dare ehi...”
Tutto inutile: Chris sapeva che ormai non avrebbe più potuto resistere a quei baci da parte del moro, sapeva che le sue braccia lo avrebbero strinto come morse mortali, sapeva che si sarebbe nuovamente ubriacato di quei baci e di quel calore.

“Ti amo, Chris.”
Darren aveva fatto posare la testa del castano al suo petto, mentre passava la mano nei capelli di Chris e baciava di tento in tanto la sua tempia.
Il moro aveva vinto la scommessa, Chris non era riuscito a resistergli e avevano finito per fare l'amore, stretti nel letto ormai disfatto del mezzo soprano.
Avevano ancora il fiato corto, erano stretti uno nelle braccia dell'altro e si godevano quei momenti insieme, senza pensare a nulla, solo a quello che stava succedendo.
Chris sapeva benissimo che Darren aveva una ragazza, ma sentiva che non era importante, perchè il loro rapporto andava oltre; sapeva anche di avere perso la scommessa, ma non gli interessava.
Il suono di un telefono, quello del moro: i due si guardarono per un attimo, ma Darren decise di non rispondere per non rovinare nulla.
Il cellulare però squillò una seconda e una terza volta, costringendolo a rispondere.
“Pronto?”
Chris lo vide piano piano sbiancare ed iniziare a inghiottire a vuoto, mentre riattaccava al telefono dopo aver farfugliato qualcosa.
“Cosa è successo?”
“Devo andare.”
Il castano non capì: perchè proprio in quel momento? Chi era al telefono? Perchè aveva reagito in quel modo?
“Era Mia, vuole che torni a casa.”
Qualcosa si ruppe all'interno del petto di Chris: non poteva farla aspettare ancora un po'? Non poteva tornare a casa dopo?
“Resta con me.”
Darren abbassò lo sguardo: non poteva restare, non poteva far insospettire la ragazza; avrebbe voluto, ma sapeva che era troppo pericoloso, avrebbe potuto capire dove si trovava.
“Non posso.”
Chris sentì una lacrima bucargli l'occhio.
“Ti prego.”
“Non posso, scusa.”
Si vestì ed ebbe una sola premura: quella di dare un bacio sulla fronte del mezzo soprano prima di abbassare gli occhi e andare via, lasciando Chris da solo nel letto, mentre uno strano senso di nudità e vergogna lo assaliva e per la prima volta un uovo pensiero gli annebbiava la vista.
Che Darren lo usasse solo come gioco sessuale?
Si coprì, mentre le lacrime iniziavano a scendere, consapevole che forse mai il moro lo avrebbe scelto per primo, mai avrebbe rischiato la sua vita sicura per lui.

E se hai mentito è uguale ora lasciami andare
Ma se hai amato era amore e non è mai un errore
Era bello sentirti, rimanerti vicino
Anche solo per lo spazio di un mattino
Entrerò nei tuoi pensieri di una notte che non dormi
e sentirai freddo dentro
Entrerò dentro ad un sogno, quando è già mattino
e per quel giorno tu mi porterai con te
Se hai giocato è uguale anche se ancora fa male
Ma se hai amato era amore e non è mai un errore

 

“Chris aprimi!”
No, non ho la minima intenzione di vederti un'altra volta, è inutile che continui a bussare: non voglio più avere niente a che fare con te.
“Chris ti prego!”
Sta zitto cazzo, non voglio neanche sentirti, smettila, smettila di battere alla mia porta, non mi convinci tanto.
“Chris cazzo apri questa dannata porta!”
Basta, l'hai voluto tu.
“Sparisci da casa mia, giuro che chiamo la polizia.”
Apro malamente la porta e lo sfido a voce alta, puntando i miei occhi dritti nei suoi.
No Chris, resisti, non farti imbambolare da quegli occhi colmi di lacrime, ricordati che sono finte, ricordati che non le sta versando veramente per te, cerca solo di fregarti.
“Chris...”
Prova a prendermi la mano, ma io la ritraggo velocemente: no, non voglio neppure che mi tocchi.
“Cosa vuoi ancora? Non sono stato abbastanza chiaro oggi pomeriggio?”
Lo vedo tremare leggermente, mentre cerca di nuovo la mia mano, senza trovarla: deve smetterla di comportarsi come un bambino viziato, non attacca con me.
“Non ho capito..”
Darren Criss che non capisce? Perchè questa cosa non mi risulta nuova?
“Cosa?”
Parlo freddo, senza lasciare trapelare alcuna emozione, non voglio che colga nulla in me, se ha da dirmi qualcosa che lo faccia in fretta, non voglio sprecare altro tempo.
“Perchè stai facendo così?”
Perchè sto facendo così? Perchè sei un coglione, anzi no, il coglione sono io in verità: io che mi sono fidato di te, io che ti ho dato il mio cuore per poi vederlo calpestare senza alcun ritegno.
“Darren, non fare finta di niente, lo sai.”
Ti vedo negare con la testa, ma si, so che in cuor tuo tu sai perchè sto facendo così, sai quali sono stati i miei sbagli e sai quali sono stati i tuoi, non mentirti.
“E' perchè sono andato via l'altro giorno?”
Bingo. Vedi che se ci pensi ci arrivi anche tu Signor Criss?
Annuisco e lo vedo abbassare la testa, mentre la sua voce torna ad essere tremolante e noto che sta iniziando a piangere, di nuovo.
“Tornassi indietro sceglierei te se sapessi che avresti reagito così.”
Sorrido amaro: no, so che non avresti mai scelto me, hai troppa paura a cambiare le carte in tavola, non vuoi mostrarti troppo, ti piace rimanere nel tuo guscio protettivo.
Darren, hai paura e vuoi mantenere la tua relazione stabile con Mia per non avere problemi e sai, non ti posso neanche biasimare del tutto, infondo qua lo stupido che si è inventato tutto sono io.
Non voglio però continuare a vivere con un peso sullo stomaco, non posso vivere con te attorno amandoti, ma sapendo che tu non potrai mai farlo allo stesso modo.
Devo lasciarti andare, è l'unica soluzione e si, fa male, ma è la cosa migliore per tutti e due.
Mi avvicino lentamente a lui, poggio una mano sulle sue guance e gli asciugo le lacrime: cazzo Darren, odio vederti piangere e lo sai, mi fai sempre male.
Sorrido amaramente, trovando il coraggio di parlare.
“Darren no, tu non mi avresti mai scelto. Tu ami Mia, devi dimenticarti di me; non posso permettermi di averti ancora accanto. Tu non te ne rendi conto, ma io con il tempo mi sono innamorato di te, ma so che tu non mi potrai mai ricambiare e non voglio essere solo un tuo sfogo sessuale. “Se ami qualcuno lascialo andare”, giusto?”
Sento che lui si irrigidisce sotto il mio tocco e vorrebbe dire qualcosa, ma non glielo permetto, ormai ho già fatto la mia scelta.
Mi abbasso appena e poso le labbra alle sue, come bacio d'addio: è un contatto di pochi secondi, ma sento il mio corpo che formicola tutto; mi stacco subito e mi allontano, senza più dire una parola o incontrare i suoi occhi.
Mi chiudo la porta dietro, in modo che non possa più vederlo: è una delle cose più difficili da fare, ma so che in questo modo staremo meglio tutti e due.
Lo sento piangere da dietro la porta, sento i suoi singhiozzi e la sua voce che mi chiama pregandomi di aprire, ma questa volta sarò più forte io, non mi lascerò guidare dagli istinti.
Mi accascio per terra, per la seconda volta oggi, poggio la mano sulla porta e sento le lacrime che nuovamente pretendono di uscire, bollenti come lava.
Ti amo Darren, un giorno capirai perchè l'ho fatto e spero che mi perdonerai, ma adesso non posso più stare con te, finiremmo per rovinarci la vita a vicenda.


Note dell'autrice:
Ma ciao ragazzi!
Eccomi qua con quella che inzialmente era nata come una OS con tre canzoni, ma sarebbe venuta immensa, così ho preferito dividerla in tre capitoletti, una mini raccolta, una per canzone.
Questo primo capitolo è sulle note di "Non è mai un errore" di Raf.
Ieri sera ascoltandola mi è subito venuta in mente una scena del genere e non ho potuto non scriverla.
A dirla tutta questa è un lavoro al quale tengo particolarmente e, non essendo sicura di saper scrivere bene questo genere, mi sarebbe davvero utile qualche vostro parere in ambito. Ve ne sarei davvero molto grata.
Detto questo spero mi aiuterete a capire se ritirarmi o meno (?)
Vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo, un bacione.

Giulia Pierucci

 

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Capitolo 2
*** Non capiva che l'amavo ***


Non capiva che l'amavo

 

Qui seduto sul letto ripenso a noi
a quei giorni che il vento ha portato via
quante sere passate allo stesso bar
con gli amici che adesso non vedo più
il suo sguardo era luce negli occhi miei
la sua voce era un suono dolcissimo
quante volte ho pensato di dirglielo
quante volte ho creduto di farcela.

 

Sfreccio nella mia auto nera per le strade di Los Angeles, è notte fonda ormai e ha anche iniziato a piovere, come se non bastasse, quindi devo trovare un posto dove potermi rifugiare.
Sono ore che viaggio senza una meta, con la testa che mi sta scoppiando e le lacrime che continuano a scendere sul mio viso, come se non ne volessero sapere di placarsi, neanche per un attimo.
Sento il mio cuore che batte all'impazzata, come se volesse tentare di uscirmi fuori dal petto, fa male, molto male, ma non poteva essere altrimenti.
Perchè? Perchè tutto questo?
Non capisco, no, non riesco a capacitarmi di tutto quello che sta succedendo in questo momento: non trovo un motivo, non trovo una ragione valida.
Vedo la strada sfrecciare sotto di me, sento il piede che preme sempre di più sull'acceleratore, senza riuscire a fermarsi.
Sto andando troppo veloce, lo so, ma non faccio più nulla in pieno possesso della mia lucidità.
Perchè Chris? Perchè mi stai facendo questo?
Tu non capisci, non capisci quello che provo davvero, non capisci come cela il mio cuore. Non sono mai stato esplicito e lo so bene, ma non ti ho mai usato, mai avrei potuto fare una cosa del genere.
Tu però lo credi e spezzi il mio fragile cuore, quello che batte per vedere un tuo sorriso, quello nel quale sei entrato con tanta, troppa facilità e dal quale quasi sicuramente non riuscirai più ad uscire.
Tu non capisci Chris, non so se non lo vedi o fai finta di non vederlo, ma non capisci che quello che c'è tra noi non è un qualcosa di finto, non è qualcosa destinato a sparire nel nulla da un giorno all'altro.
Finalmente mi fermo davanti ad un locale, proprio nel momento in cui la pioggia inizia a cadere forte; lo riconosco immediatamente e sento una stretta al cuore che fa malissimo: questo è il locale dove più e più volte io e Chris siamo venuti a cena o a divertirci un po'. E' un posto poco conosciuto, perfetto per non farci riconoscere.
Scendo dall'auto e sento il freddo della notte che mi colpisce il volto, mentre l'acqua comincia a bagnarmi i vestiti.
Non so perchè sto entrando proprio qua, non so perchè mi voglio fare del male, ma sento che è come se una forza superiore avesse voluto che io mi trovassi qua stasera e non ho potuto fare altro che seguire questo mio strano istinto.
Entro dentro il locale e mi siedo in un tavolo isolato, osservando attentamente solo i tavoli scuri e le sedie imbottite che li circondano: non è un luogo molto elegante, ma è molto accogliente e l'atmosfera riscalda il mio cuore, al contrario della tempesta che inneggia fuori da qua.
Sento la testa scoppiare dalle tante domande e dai tanti pensieri che, senza sosta, girano nella mia mente senza riuscire a trovare una via di sbocco.
Sto iniziando a credere che Chris si sia bevuto il cervello, non è possibile che così, da un secondo all'altro, abbia dato i numeri e mi abbia trattato in quel modo: si, non è mai stato un ragazzo molto pacato, ma arrivare fino a questo punto non lo credevo possibile.
Sento le sue parole che mi rimbombano in testa: ha detto che mi ama, ha detto che con il tempo si è innamorato di me, ma che io non posso capire, non posso ricambiare.
Sento un nodo alla bocca dello stomaco e sorrido amaramente tra me e me: certo Chris, perchè tu sei l'unico ad esserti innamorato, vero? Sei l'unico che è stato male notti intere senza sapere che cosa fare, senza avere il minimo punto di riferimento, no?
Sento il mio corpo che inizia a tremare e no, non si tratta solo del freddo pungente che regna ancora in ogni fibra del mio corpo, nonostante qua ci siano i termosifoni accesi.
Cerco di darmi un contegno, vedo il cameriere che ci avvicina e mi chiede che cosa possa portarmi, ci penso un attimo e poi ordino: un drink a base di Vodka, voglio vedere se con alcool in corpo riesco ad affievolire questo senso di smarrimento che mi perseguita da ore.
Lo vedo sorridere prendendo l'ordinazione e sparire tra i tavoli, lasciandomi nuovamente solo con i miei pensieri.
Sospiro, quasi sbuffando, e mi passo le mani tra i capelli bagnati: perchè? Perchè mi sono perso l'occasione di dire tutto a Chris? Perchè sono stato talmente stupido?
Possibile che non si sia mai accorto di nulla?
Possibile che per tutto questo tempo abbia davvero pensato che io lo usassi solo come sfogo sessuale?
Cosa voleva che facessi?
Voleva che andassi sotto casa sua e appendere uno striscione con scritto “Chris ti amo”?
Voleva che lo dicessi in diretta mondiale facendo un mega coming out?
Non era già abbastanza palese senza che lo scrivessi o glielo dicessi a parole?
Era lui che mi diceva sempre che i genti valgono più di mille parole e adesso che fa?
Mi caccia in quel modo da casa sua urlandomi contro che lo ho solo usato: non ci posso credere, quello non poteva essere veramente il Chris che conosco io.
Arriva il drink e ringrazio il barista con un sorriso tirato, dopo di che faccio passare un dito sul bordo del bicchiere e lascio che delle lacrime bollenti inizino a rigarmi le guance, senza che io possa fare nulla per anche solo cercare di reprimerle in qualche modo.
Bevo il primo sorso e sento l'alcool che mi brucia appena la gola, ma non voglio pensarci in questo momento, non è quello l'importante.
Il telefono squilla e io, quasi per istinto, immediatamente lo prendo per controllare chi è: Mia, mi ha mandato un messaggio con scritto “Quando torni, tesoro?”.
Sospiro e chiudo il messaggio senza neanche rispondere, lei è la causa di tutto questo e non riesco a scriverle adesso.
Non che non le voglia bene, ma mi sono messo nei casini da solo e non so come farò ad uscirne: me lo avevano detto che non era la ragazza adatta a me, me lo avevano detto che dovevo stare più attento a quello che mi diceva il cuore. Io però non ho voluto ascoltarli, credevo che mettendomi con lei avrei potuto dimenticare Chris, quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio che era entrato nel mio cuore, ma al quale non credevo di importare minimamente in quel senso.
Sono stato uno stupido, lo so: perchè non glielo ho detto prima? Perchè non ho mai ammesso di essermi innamorato di Chris?
Sarebbe stato tutto più facile per noi due, non mi sarei messo nei guai da solo e non lo avrei fatto allontanare in questo modo.
Paura, Criss, non è forse vero?
Non è stata forse la paura a farti rinunciare al ragazzo della tua vita?
Sei uno stupido ragazzo, un completo idiota.
E adesso cosa fai? Te ne stai in un bar, mentre butti giù centilitri di alcool e pensi a quello che hai perso, a quello che avresti potuto avere se solo fossi stati più coraggioso e senti la testa diventare più pesante, mentre ordini il secondo drink.
Coglione, ecco cosa Criss, un emerito coglione.

Ore in macchina a parlare sotto casa sua
si rideva si scherzava e non capiva che
non capiva che l'amavo
e ogni volta che soffriva io soffrivo
quante notti ho pianto senza dire niente
perché perché perché perché.
Non capiva che l'amavo
e ogni volta che non c'era io morivo
quante notti ho pianto senza fare niente
e mi nascondevo all'ombra di un sorriso
non capiva che l'amavo.


La giornata di lavoro era finalmente finita e Darren e Chris ne avevano approfittato per passare un po' di tempo da soli come due vecchi amici per discutere del copione delle seguenti puntate e magari provare un po' insieme le scene del giorno successivo.
Avevano deciso di farlo a casa di Darren, magari con davanti una pizza o una vaschetta di sushi fresco.
La sesta e conclusiva stagione di Glee era iniziata da qualche settimana e, a causa della rottura di Kurt e Blaine, i due non passavano più tanto tempo insieme sul set, quindi dovevano rimediare la sera.
Il giorno successivo i due sarebbero stati chiusi in un ascensore per tutto il giorno per provare e non avevano ancora imparato perfettamente tutte le battute, motivo in più per passare la serata chiusi in casa a provare.
A detta di Chris sembrava che il Fandom fosse entrato in casa Murphy e lo avesse costretto a scrivere quella scena apparentemente insensata e nonsense, che agli occhi del più piccolo sembrava davvero ridicola.
Darren invece l'aveva trovata subito molto divertente e non vedeva l'ora di girarla, anche perchè il regista aveva detto loro che gli avrebbe lasciati improvvisare un po' ad un certo punto, in modo da vedere come reagivano a uno stimolo differente dal recitare battute scritte e provare mille volte.
Agli occhi di tutti e due però non era certo scappata la vista di quel bacio che avrebbe dovuto far concludere la scena, un bacio che, a quanto era scritto sul copione, avrebbe dovuto essere molto più sensuale del solito, un bacio quasi disperato e bisognoso.
Non era ovviamente la prima volta che Chris e Darren si baciavano, ma quello a quanto sembrava sarebbe stato molto diverso dal solito bacetto a stampo e la cosa preoccupava molto i due.
Decisero però di non farci caso quella sera e di preparasi solo per l'altra parte della scena, imparare bene le battute a memoria e prepararsi psicologicamente a non ridere non appena sarebbe entrato il pupazzetto di Sue sul set.
Era una cosa malata, ma sembrava molto divertente da vedere e da fare.
“Ryan sta diventando matto, te lo dico io. Come minimo delle Klainers avranno fatto irruzione a casa sua e lo avranno costretto a scrivere quella scena.”
Disse Chris, ridacchiando.
Darren lo guardò e sorrise anche lui: sapeva quanto il Fandom tenesse a quella coppia e sapeva che Ryan li avrebbe fatti tornare insieme alla fine.
“Dai Chris, non fare il guastafeste! Ci divertiremo un sacco domani!”
Il moro sorrise e si fermo davanti a casa sua, prendendo già il cellulare per ordinare tanto sushi, la loro scelta per la sera, dato che sarebbe stata un lunga serata di prove, tra Chris che rideva per l'insensatezza di alcune scene e Darren che non riusciva a memorizzare parte delle battute: tutto normale alla fine.

Era quasi l'una di notte, i due si erano attardati molto nel soggiorno di Darren tra risate e lanci di cose, mentre provavano o meglio, cercavano di provare, la loro scena del giorno successivo.
Il moro aveva deciso di riaccompagnare a casa il suo amico per non fargli prendere un taxi ed erano quindi sulla strada dell'abitazione di Colfer, che stava sonnecchiando sul sedile del passeggero accanto a Darren che, di sottecchi, continuava a guardarlo e a sorridere intenerito.
Si, quel ragazzo che tutti definivano etero si era preso una bella cotta per il suo collega, ma aveva il timore che Chris non ricambiasse affatto e si, ci stava male, molto male.
Tutti sul set scherzavano insinuando una relazione tra i due e Chris, ogni volta, metteva a tacere tutti con una battutina sarcastica ribattendo sempre sul fatto che Darren fosse etero e che non potesse provare nulla per lui.
Falso Colfer, niente di più falso: Darren era cotto, per non dire innamorato, ma aveva paura e allora stava zitto, temendo di poter rovinare la loro bellissima amicizia.
Arrivarono sotto casa di Chris e il moro si prese qualche secondo per ammirare la bellezza di quell'angelo che si era addormentato accanto a lui, prima di chiamarlo delicatamente per svegliarlo.
“Chris. Ehi Chris, siamo arrivati.”
Il castano sbadigliò aprendo lentamente gli occhi color del ghiaccio, lasciando Darren senza parole per la delicatezza di quell'essere che andava protetto in qualunque modo.
“Salve dormiglione.”
“Non rompere Criss, se qualcuno avesse una memoria migliore io avrei meno occhiaie.”
Mai, mai quel ragazzo perdeva il suo sarcasmo, neanche a notte fonda e con la voce impastata dal sonno.
Darren sorrise ridendo appena e scosse la testa: no, il suo amico non sarebbe cambiato mai, ma lui non voleva che lo facesse, amava il suo modo di vivere la vita, con quella punta acida di sarcasmo che non faceva mai male.
“Grazie del passaggio, comunque.”
“Di nulla, certo non potevo lasciarti venire a piedi.”
Chris si stiracchiò prima di sorridere in modo sincero e scendere dall'auto per dirigersi verso il pianerottolo della sua casa, seguito da Darren.
“Grazie ancora, ci vediamo domani allora.”
Il moro annuì e abbracciò il suo amico stringendolo per un attimo in più tra le braccia: avrebbe tanto voluto baciarlo, gli mancavano le sue labbra, ma sapeva di non potere. Si, alcune volte si erano ritrovati a baciarsi o addirittura ad andare oltre, ma nessuno dei due ne aveva mai parlato seriamente ed era come se non volesse mai dire nulla, come se fosse una cosa puramente carnale e la loro amicizia andava poi avanti come se non fosse successo nulla.
Per entrambi però quello non era nulla, loro lo chiamavano amore, ma nessuno dei due aveva mai il coraggio di dire niente, avevano troppa paura di non essere ricambiati e soffrivano in silenzio.
Come quella notte, una volta che Darren fu tornato a casa e si fu messo nel letto a luce spenta: iniziò a piangere, versando tutte quelle lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento e che non poteva più evitare. Pianse per quasi due ore, cercando di calmare il proprio corpo dai tremiti e dai singhiozzi.
Pianse per sfogarsi, pianse per lasciare uscire tutto il dolore e la frustrazione che lo assalivano e che lui, giorno dopo giorno, rinchiudeva nei meandri del proprio cuore.
Se solo fosse stato più coraggioso, se solo non si fosse fatto prendere dall paura di rovinare tutto.
Forse sarebbe stato tutto diverso, forse sarebbe stato lui più felice.
Però non poteva sapere come avrebbe reagito Chris e, certamente, non poteva sapere che in quel momento, a casa Colfer, il mezzo soprano stava piangendo anche lui nel suo letto, per le stesse identiche ragioni.
“Non capisce che lo amo.”
Questo quello che entrambi continuano a singhiozzare nel cuore della notte.

 

Il ricordo è una lama nell'anima
un dolore che brucia senza pietà
Il suo nome vivrà nell'eternità
come un segno profondo e indelebile
ore e ore a soffocare tutto dentro me
mi parlava mi guardava e non capiva che.
Non capiva che l'amavo
e ogni volta che soffriva io soffrivo
quante notti ho pianto senza dire niente, fare niente
perché perché perché
non capiva che l'amavo
e ogni volta che non c'era io impazzivo
quante volte ho fatto finta inutilmente
e mi nascondevo all'ombra di un sorriso
non capiva che l'amavo.
..non capiva che... l'amavo.

 

E io non lo so, non so perchè mi trovo qua, non so bene come abbia fatto ad arrivarci.
So solo che mi sento la testa pesante, forse non avrei dovuto buttare giù quei tre drink di fila, forse avrei dovuto darmi un contegno.
Adesso però sono qua, sotto casa di Chris alle quattro del mattino e non mi arrenderò questa volta, non mi importa se lo sveglio, non mi importa se chiamerà la polizia, lui adesso deve sapere quello che ho nascosto da tempo nel mio cuore e non accetterò un no come risposta.
Inizialmente lo chiamo al cellulare: uno, due, tre squilli. Non mi risponde, ovviamente.
Ci provo di nuovo e poi di nuovo ancora: lo chiamo per circa sei volte consecutive, ma niente, ha il telefono acceso ma non mi risponde, inutile forse che tenti una settima volta; se ha il cellulare silenzioso non noterà le chiamate prima di domani mattina e io non posso aspettare così tanto.
Decido quindi di dirigermi verso il pianerottolo per suonare il campanello: non mi interessa se Chris sta dormendo, lo farò svegliare e che mi mandi pure a fare in culo, che mi getti pure una secchiata d'acqua addosso: io non me ne andrò di qua.
Forse sono troppo brillo a causa di tutto l'alcool che ho inghiottito, ma sento in me uno strano coraggio, quello che mi è sempre mancato e non posso farmi scappare questa occasione: Chris ascolterà quello che ho da dirgli, volente o nolente.
Suono per la prima volta il campanello e aspetto un paio di minuti: nulla, non sento alcuna reazione, come mi aspettavo.
Suono per la seconda volta e aspetto nuovamente per qualche minuto: niente, Chris deve aver capito che sono io oppure non si sveglia con il suono del campanello.
Sospiro: no, questa volta non mi arrendo, costi quel che costi.
Mi attacco al campanello e lo suono circa cinque volte di fila, senza staccare il dito l'ultima volta: spero che nessun altro senta quello che sta accadendo o per me ci potrebbero essere delle conseguenze poco piacevoli.
Suono ancora e questa volta, come mio grande stupore, sento la voce di Chris parlare attraverso la grata di ferro del campanello.
“Darren che cazzo vuoi? Sono le quattro passate, non hai il minimo rispetto eh?”
Sento la sua voce alterata che mi urla contro e fa male, molto male, ma non devo lasciarmi scoraggiare, no non posso fallire e cerco di rispondere tenendo la voce ferma il più possibile.
“Chris fammi entrare, dobbiamo parlare.”
“Vattene via.”
“Chris!”
“Giuro che se non te ne vai via adesso io chiamo la polizia.”
Sospiro e cerco di non tornare a piangere, non posso farmi sentire debole in questa situazione, ma alla fine lo sento, sento quella domanda uscire dalla bocca di Chris, quella domanda pronunciata con uno strano tono, quasi preoccupato oserei dire.
“Darren, per caso hai bevuto?”
Come ha fatto a rendersene conto dal campanello? La mia voce mi sembra normale, non mi sembra di avere segnali di una sbronza, a parte ovviamente la testa che comincia girarmi, ma per il resto tutto normale.
“No, non ho bevuto, fammi entrare.”
“No, non abbiamo nulla da dirci, vattene.”
“Chris ti amo, okay? Ti amo, ti amo da morire, ti prego fammi entrare.”
Parlo senza neanche rendermi conto di quello che sto dicendo, le parole escono da sole e finalmente ho il coraggio di dirgli quello che provo davvero, pronuncio quelle parole con la mia sincerità più sentita e finalmente mi sento come se un peso mi si fosse tolto dallo stomaco.
Spero solo che adesso lui mi faccia entrare perchè credo di iniziare a non sentirmi più bene e ho bisogno di sedermi.
Aspetto qualche istante, speranzoso, prima di sentire la risposta del ragazzo.
“Vattene via o chiamo la polizia, davvero.”
Sento la sua voce fredda, ma mi sembra che abbia tremato leggermente. Chiude la cornetta del campanello e mi lascia da solo sotto casa sua, con freddo che mi entra dentro e le lacrime che tornano a sgorgare sul mio viso.
Non posso accasciarmi a terra qua, devo tornare alla macchina, ma sento che la testa mi gira di più: spero solo di riuscire a tornare a casa.
Salgo in auto e scoppio davvero a piangere, sento ogni fibra del mio corpo piena di dolore e il cuore come se volesse scoppiarmi nel petto da un momento all'altro.
Ho perso Chris davvero?
Davvero non vuole più saperne nulla di me?
Davvero non potrò più averlo?
Forse avrei dovuto farmi coraggio prima, forse avrei dovuto capire prima che era lui che amavo, che sto con Mia solo perchè non ho il coraggio di dire al mondo chi sono davvero.
E queste allora, forse, sono le conseguenze della mia codardia, non avere Chris è il prezzo da pagare per essermi costretto a tenermi nell'ombra per paura di non essere accettato, per paura di non essere ricambiato.
Adesso Chris non capisce che io lo amo davvero, che è lui il ragazzo con il quale voglio passare la mia vita e io sto male, so che non potrò mai perdonarmi per essere così stupido.
Nel frattempo la macchina sfreccia per la strada, forse un po' troppo veloce, ma non mi importa; la testa mi gira in un modo incredibile, pulsa tantissimo e non capisco più niente in un attimo: forse giro con troppa foga il volante, forse premo l'acceleratore per sbaglio al posto del freno e nel giro di pochi secondi so solo che sento delle urla, il mio corpo pieno di dolore improvviso e poi più il nulla, il nero più totale che mi circonda.


Note dell'autrice:
Salve a tutti ragazzi!
Si, non sono scomparsa, solo che sono stata al mare qualche giorno e non ho avuto modo di scrivere, ma niente paura: sono tonata e ricomincerò a scrivere tutte le mie tre Long/Raccolte in corso, non vi preccupate (E chi si preoccupa? Nessuno, ye.)
Comunque! Il capitolo si basa sulla canzone "Non capiva che l'amavo" di Meneguzzi
Spero che questo secondo capitolo narrato dal punto di vista di Darren vi sia piaciuto, io sinceramente preferisco il primo, ma vabbè.
Come sempre vi pregherei di lasciare una recensione perchè tengo veramente tanto a questa storia.
E detto questo alla prossima.
Un bacio e buona lettura.

Giulia Pierucci
 

 

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Capitolo 3
*** Ti amo, Ti odio ***


Ti amo, Ti odio

 

Facile per te decidere rubarmi l'anima
e poi fuggire
difficile per me nascondere paure e lacrime
facile tornare qui da me con gli occhi lucidi
di un nuovo errore
impossibile ancora crederti
troppo facile per non coinvolgersi
giocare in bilico tra amore e sesso
impossibile per me accettare che per te è
lo stesso
ti sembra facile sai solo fingere
mentre in un cinema io sto affondando ormai

 

Mi sveglio di scatto, sento l'adrenalina che lentamente scende dal mio corpo, ho il respiro affannato e sento la testa girare: ho avuto un incubo, uno dei peggiori degli ultimi tempi e devo ammettere che questo mi ha veramente colpito molto.
Guardo la sveglia vicino al mio comodino: sono le cinque del mattino, non ho dormito neanche un'ora da quando Darren se ne è andato da casa mia.
Si, proprio quel Darren: quello che senza il minimo rispetto è venuto a suonarmi il campanello in piena notte con la vana speranza che io potessi aprirgli.
Non credo che abbia capito che non voglio più avere nulla a che fare con lui, non capisce che così continuiamo solo a farci del male a vicenda e io non ho più intenzione di soffrire per lui, non voglio che un paio di occhi color dell'ambra mi rovinino la vita più di quello che non hanno fatto fino ad ora.
Eppure in questo momento sento il cuore pesante, sempre a causa di questo incubo che mi ha svegliato di soprassalto: ho addosso una strana sensazione, paragonabile ad ansia e paura, anche se so che sono solo spaventato.
Ho vivida nella testa la sensazione della voce di Darren che lancia un urlo disperato in lontananza, chiedendo aiuto, ma io vedo tutto nero intorno a me e non riesco ad identificare la sua posizione.
Devo darmi una calmata, alla fine è solo un sogno, solo perchè mi era sembrato di sentire qualcosa di strano nella voce di Darren prima, ma solo perchè avevo sonno e mi aveva svegliato.
Eppure non riesco a levarmi di dosso la paura che gli sia potuto succedere qualcosa, perchè sicuro di aver scorto qualcosa di strano nella sua voce, anche se mi ha detto di non aver bevuto. Lo conosco ormai, so che se sta male si butta sull'alcool se non c'è qualcuno a tenerlo e io in questo momento ho paura per lui, che in un attimo di buio si sia potuto affidare a quel liquido piacevole, ma letale.
Si, l'ho cacciato io di casa perchè mi ha fatto male, troppo male, ma questo non vuol dire che io non tenga a lui, anzi: so perfettamente di aver preso una sbandata assurda per quel ragazzo, per non dire che sono proprio innamorato, ma non posso più permettere che mi tratti come un giocattolo e che mi posi via quando si è stancato di me.
Mi stendo nuovamente nel letto, sentendo che il mio gatto si è svegliato ed è venuto da me, lo accarezzo e cerco di calmarmi, anche se temo che questa brutta sensazione non passerà tanto velocemente.
Sospiro cercando di liberare la mente, mentre Brian ha iniziato a leccarmi le dita, forse sentendo che sono agitato: fa sempre così, quando capisce che qualcosa in me non va mi si mette accanto e mi lecca le dita, quasi come a dire che c'è lui qua con me.
Molti dicono che gli animali sono solo delle bestie, ma alle volte credo che abbiano più cuore loro che noi uomini, che sappiano cogliere il dolore e che odino vederci soffrire, mentre noi ci sentiamo in diritto di trattarli come crediamo perchè pensiamo che siano solo animali senza sentimenti.
Devo molto al mio gatto, mi è sempre stato vicino quando sapeva che non stavo bene per un motivo o per un altro e anche questa notte non è da meno.
Gli accarezzo la testolina, anche se tanto piccola non è, mentre chiudo gli occhi inspirando profondamente: non so se tra qualche ora mandare un messaggio a Mia chiedendo se Darren è tornato a casa; da una parte voglio avere la certezza che stia bene, ma dall'altra so che la ragazza potrebbe insospettirsi e l'ultima cosa che voglio è che litighino tra loro per colpa mia.
Ho capito che Darren ama stare nel suo bozzolino pieno di sicurezze e non voglio certo essere io la causa della caduta delle sue sicurezze.
Temo che sarà lunga arrivare alle otto di mattina prima di mandare con una scusa un messaggio alla sua ragazza e forse è meglio se torno a dormire, anche se so che non mi sarà possibile.
Forse se accendo la luce e mi letto a leggere il tempo passerà più veloce; la luce inizialmente mi fa male agli occhi, ma riesco ad abituarmi dopo pochi istanti, afferro il libro che ho lasciato sul comodino e riprendo il segno, cercando di concentrami su quello che c'è scritto: le parole però viaggiano nella mia testa senza fissarsi veramente e mi ritrovo immerso in un mare di lettere senza apparente significato che mi girano attorno come se volessero dirmi qualcosa.
Arrivo in fondo alla prima pagina, ma temo che dovrò rileggerla perchè ho capito poco nulla, la mia mete è presa da troppe cose per potermi concentrare sul mio libro, anche se è uno dei miei preferiti.
Harry Potter, tanto per cambiare, ma credevo che riuscisse a prendermi, ma non avevo fatto i conti con la mia fottuta ansia per quel coglione di Darren, quello che mi farà sempre battere il cuore, anche se non dovrebbe.
Lo amo e per questo lo odio, si: lo odio perchè lo amo, bel casino eh?
Alle volte mi faccio pena da solo: un uomo che si prende una cotta per il suo migliore amico, peggio di un ragazzino alle prime armi.
Sospiro, so perfettamente che non posso andare avanti così, ma alle volte non so proprio che fare: spero che adesso, dopo averlo allontanato, la situazione possa migliorare e riesca a levarmelo dalla testa.
Sono troppo sensibile a quel ragazzo, lo so: mi lascio sempre convincere dalle sue lacrime, da quei occhi color dell'oro che mi incantano come una dolce ninna nanna, ma so che dovrò combattere contro me stesso per non cedere alle sue sceneggiare.
So che proverà ancora ad entrare in contatto con me, ma io dovrò avere la forza di respingerlo e dovrò combattere con tutte le mie armi per tenerlo lontano dal mio cuore, ormai già ferito e umiliato.
Credo ormai di aver capito che leggere non mi tranquillizzerà questa notte, quindi forse è meglio se mi alzo, anche se non sono neanche le sei del mattino, e cerco di riordinare le mie idee e trovare anche una scusa plausibile per chiedere a Mia di Darren, almeno per far scemare la mia preoccupazione per lui.
Mi dirigo in cucina, seguito ovviamente dal mio gatto, e accendo la macchinetta per preparare il caffè; non faccio neanche in tempo a prendere una tazza dalla mensola che il mio cellulare squilla: riconosco il suono dei miei messaggi.
Non ho molta voglia di leggere, ma sono curioso: chi mai mi scriverebbe a quest'ora del mattino?
Forse l'unico pazzo sarebbe Darren: bhe, almeno saprei che sta bene e poi anche fosse lui mi basta non rispondergli.
Torno in camera e prendo il cellulare: mi si ghiaccia il sangue quando vedo chi è stato a mandarmi un messaggio.
Questo è il numero di Cerina, la madre di Darren.
Con le mani tremanti apro il messaggio, sentendo nuovamente quell'ansia dell'incubo attanagliarmi lo stomaco: forse è meglio se mi siedo.
Leggo una, due, tre volte, cercando di decifrare il vero senso di quelle parole stampate sul mio schermo illuminato; il mio respiro si fa più veloce e irregolare, mentre posso indistintamente sentire una lacrima che scende dai miei occhi glaciali. In una parola: sono terrorizzato.

-Chris, Darren ha avuto un incidente con l'auto, non è molto grave per fortuna. Adesso sta riposando nella sua stanza.-


 

ti amo ti amo per tutta l'estate
ti odio ti odio ti ho dato la vita
ti amo ti amo
e adesso mi chiedo ma dove ho sbagliato
che cosa è successo
ti amo ti amo domeniche vuote
ti odio ti odio non c'è via d'uscita
ti amo ti odio ti amo
ti amo e ti odio

 

Una fitta a tutto il corpo, come se un enorme macigno mi avesse travolto in un solo secondo: sento la testa pesante, che mi fa un male atroce, sento tutto il mio corpo come se si svegliasse da un sonno profondo.
Inizialmente non mi rendo conto di nulla, ma adesso capisco che mi sto svegliando, anche se non ricordo come mi sono addormentato: in testa ho solo la strada che corre veloce sotto la mia auto, io che ho bevuto troppo e delle urla, niente altro.
Riconoscerei questo odore ovunque: mi trovo a casa mia, nel mio letto, posso sentire la delicatezza delle lenzuola appena lavate sotto il tocco delle mie mani.
Apro gli occhi lentamente, sentendomi invaso dalla luce che filtra dalla finestra accanto a me: mi maledico inizialmente per aver scelto questa posizione del letto, perchè tutte le mattine sono svegliato dai raggi del sole che entrano in modo prepotente nella camera.
Forse dovrei fare un po' di chiarezza nella mia testa, ma non mi importa di me in questo momento, l'unica cosa che conta è che nella mia mente resta impressa l'immagine dell'unico ragazzo che mi abbia davvero cambiato la vita.
Se lui mi avesse aperto adesso io starei sicuramente meglio, ma non posso certo dargli la colpa per la mia guida inopportuna.
Credo che sia stato lui il primo a farmi imparare il concetto di amore , il primo che mi abbia fatto davvero battere il cuore e adesso mi sto odiando perchè me lo sono fatto scappare, perchè per la mia stupida paura di rischiare me lo sono fatto scappare.
No, questa volta però non mi arrenderò: non appena mi sarò ripreso tornerò da lui e cercherò di parlarci, devo farcela e non potrà sbattermi la porta in faccia ogni singola volta.
Paura di rimanere col cuore spezzato nuovamente? E' estrema, ma non posso permettere di perderlo per sempre, non posso permettergli di allontanarsi da me come se niente fosse, devo reagire, devo combattere.
So come è fatto Chris e mi rendo conto che per essere arrivato a trattarmi in quel modo avesse superato il limite da molto tempo, ma odio il fatto che abbia pensato che io non provassi nulla per lui, che lo usassi solo come oggetto sessuale.
Non so come abbia fatto a non capire che lui era una delle poche persone che mi ha aiutato ad andare avanti nel periodi neri, che con il suo sorriso spingeva anche me ad essere ottimista.
E' una delle persone migliori che io conosca e so che sarà molto difficile farmi perdonare, ma devo riuscirci ad ogni costo.
Improvvisamente sento il campanello suonare insistentemente, una, due e poi tre volte di fila; mia mamma va ad aprire, riconosco la sua voce che chiede chi sia e la sento aprire la porta di casa.
Parla piano e non riesco a capire chi sia, sento mamma sospirare e spiegare a qualcuno quello che è successo.
“Ha avuto un incidente, si è messo alla guida ubriaco e deve aver accelerato troppo, è andato fuori strada e si è capovolto. No, non ha nulla di rotto per fortuna, solo qualche livido, dovrebbe riprendersi entro qualche giorno. Vuoi entrare? Solo che credo stia ancora dormendo.”
Sento chiudere la porta di casa e mia mamma che dice a chiunque sia entrato che sono in camera mia, addormentato e senza neanche pensarci fingo di stare davvero dormendo: chiunque sia in questo momento non ho voglia di parlare con nessuno, quindi chiudo gli occhi e aspetto.
Sento qualcuno aprire la porta della mia stanza ed entrare piano, per poi avvicinarsi a me e carezzarmi piano qualche ricciolo che mi ricade sulla fronte imperlata di sudore.
Sento il mio cuore perdere un battito: sono mani delicate e fredde, tremano leggermente e mi accarezzano il viso come se fossi una bambola di porcellana: credo che riconoscerei ovunque delle mani, sono indubbiamente quelle di Chris.
Tento in tutti i modi di restare ad occhi chiusi, per non far capire che sono sveglio e non farlo allontanare da me: sento che si siede sul bordo del letto e continua a giocare con i miei capelli, iniziando poi a sussurrare.
“Sei uno stupido, lo sai Darren? Mi hai fatto venire quasi un infarto. Tua mamma mi ha mandato un messaggio e adesso io mi sento in colpa, sei contento? Si, perchè stavi venendo via da me, hai bevuto perchè ti ho trattato in quel modo e forse ho esagerato. Ma sai cosa? Temo che tu non sia pronto a fare una scelta e che ti senta più sicuro nel tuo bozzolo con Mia. Ho deciso di lasciarti vivere la tua vita con lei, spero che non mi odierai ma che capirai la mia decisione. Volevi sentirti dire che ti amo vero? Bhe, ti amo, ma non sono quello di cui hai bisogno adesso. Mi dispiace Darren, ma non sono adatto a te.”
Sento il mio cuore che sta per esplodere: come fa a credere di non essere quello giusto per me? Ma si sente quando parla?
Si muove, sento che si sta abbassando e posa le sue labbra alle mie: è un contato leggero, che dura pochi secondi, ma posso sentire una sua lacrima scendere sul mio viso e il suo respiro strozzato.
In questo momento vorrei solo abbracciarlo forte e non farlo più andare via, ma so che ha fatto una scelta e che peggiorerei solamente la situazione.
Se ami una persona lasciala andare. Il detto dice così, no? Forse è la cosa migliore da fare, anche se starò male per molto tempo. Forse ha ragione lui, non sono pronto, non siamo pronti.
Si alza, lasciandomi un'ultima carezza prima di andare e lo sento sussurrare qualcosa tra le lacrime prima di chiudere la porta ed andarsene.
“So che sei sveglio, Dare. Sappi che ti amo, scusa per tutto.”
E io, nel silenzio, crollo.

per te è facile negare la relatà con
l'inconscienza che
muove i tuoi fianchi
impossibile per me difendermi sono
colpevole
ti sembra facile sai solo chiedere
non sai che male fai non sai che attrice sei
oho oho oho...
ti amo ti amo per tutta l'estate
ti odio ti odio ti ho dato la vita
ti amo ti amo
e adesso mi chiedo ma chi ti ha cambiato che
sbagli ho commesso
ti amo ti amo promesse cadute
ti odio ti odio stavolta è finita
ti amo ti odio ti amo
ti amo e ti odio
...mai da te potrò difendermi...
mai da te potrò dividermi...

 

Sono passati sei mesi dall'ultima volta che l'ho visto, da quando sono andato a casa sua e gli ho detto addio.
Lui non ha mollato però, non si è mai dato per vinto: molte volte mi ha mandato un messaggio chiedendomi di poterci vedere, che potevamo chiarire e adesso da tre mesi mi sta chiedendo di andare all'Elsie Fest, ma io non gli ho mai risposto.
Adesso però sto volando da Los Angeles a New York per andare da lui e vederlo esibirsi in quel progetto che so essere particolarmente caro a Darren.
Come potrei mancare, nonostante tutto? Come posso stargli lontano in uno dei momenti più importanti della sua vita?
Darren non sa che lo andrò a vedere: ho detto tutto ai suoi genitori, che subito si sono resi disponibili per aiutarmi, e ho chiesto loro di non dire nulla al figlio: voglio fargli una sorpresa, non voglio che la mia presenza lo disturbi in qualche modo.
Non voglio farmi vedere fino alla fine dello spettacolo, ho chiesto quindi ad Alla di venire con me ed aiutarmi in questa follia: lei ha i biglietti e dirà a Darren che è venuta per sostenerlo, poi mi farà entrare e a fine concerto andrò in camerino a salutarlo, sperando che non mi chiuda la porta in faccia dopo tutto quello che gli ho fatto passare.
“Chris, va tutto bene?”
Mi volto verso Alla, sorridendole: non posso certo nasconderle che ho paura per tutto quello che sta succedendo, ma per fortuna lei capisce e mi stringe la mano per incoraggiarmi.
“Andrà tutto bene.”
“Lo spero.”

“Darren, andrai alla grande, oggi!”
Mi volto verso Mia e le sorrido, ringraziandola con lo sguardo: lei ci è sempre stata per me in questo ultimo periodo e mi ha sostenuto in tutto e per tutto. La paura inizia a farsi sentire, oggi è il grande giorno e ho paura che qualcosa possa andare storto; Mia continua a dire che andrà tutto bene e spero che abbia ragione.
Prendo il telefono per controllare se i produttori mi hanno mandato qualche aggiornamento mentre andiamo al luogo del concerto, anche se so che sto solo controllando se Chris mi ha risposto. Nulla, ancora una volta ha ignorato i miei messaggi e mi sa che mi devo rassegnare al fatto che stasera non ci sarà.
Fa un po' male, ma devo cercare di godermi questa giornata che ho aspettato da così tanto tempo: Chris mi manca, mi manca molto, ma oggi è il mio giorno, non devo permettere a nessuno di rovinarlo.
Scendiamo dall'auto e troviamo mia madre che ci saluta, come sempre è qua in perfetto orario; mi abbraccia forte e mi stritola a sé come un bambino.
“Oggi sarai strepitoso, Dare!”
Le bacio le guance e la guardo con occhi grati: è lei la mia roccia.
“Grazie, mamma.”
“Darren?”
Sento la voce della mia ragazza che mi chiama e mi volto verso di lei.
“Dimmi.”
“Credo che quella donna cerchi te.”
Mi volto e per poco non cado: Alla, la manager e una delle migliori amiche di Chris è qua, davanti a me che mi sorride. Quasi istintivamente mi guardo in giro per scorgere la figura del ragazzo, ma non ce n'è neanche l'ombra, sfortunatamente.
“A-Alla?”
“Ciao Darren, come stai?”
“Tutto bene, solo nervoso.”
La vedo sorridere come una vecchia amica, noto che è felice per me, ma cambia espressione quasi subito.
“Posso parlarti un attimo?”
Annuisco e vedo con lei, più lontani da Mia e da mia mamma.
“Chris è molto orgoglioso di te, sappilo.”
Sorrido istintivamente, ma non posso negare che faccia male sentire quel nome.
“Davvero?”
“Si. Ti augura il meglio.”
Sorrido ancora, capendo poco nulla.
“Anche io a lui, anche io a lui.”
E non sto mentendo.

Darren sta cantando, è sul palco da dieci minuti e lo vedo sorridere, felice come poche volte: si vede che è veramente orgoglio di se stesso, che è al settimo cielo.
L'ho sempre detto: è un animale da palcoscenico, sembra il suo habitat naturale e sono felice di vederlo sorridere in questo modo.
Durante tutto il pomeriggio sono stato in giro per l'Elsie stando molto attendo a non farmi riconoscere da nessuno, per non scatenare il finimondo, ma adesso che è il momento di Darren non ho potuto non avvicinarmi alle quinte nel backstage per osservarlo bene.
Ha un outfite davvero molto elegante e i capelli gli cadono in modo leggero sul viso, incorniciando quei suoi occhi color ambra.
Sorrido istintivamente, poggiando la testa sulla colonna dietro di me e guardando Darren cantare Hoplessly Devoted To You, sentendo improvvisamente una stretta al cuore ricordando il momento in Glee in cui l'ha cantata.
Spero mi abbia perdonato per tutto quello che gli ho fatto passare, spero abbia capito che stavo solo cercando di renderlo più libero, spero non mi odi per aver preferito la sua felicità alla mia.
In questo momento riconosco in lui il Darren spensierato, quello con la passione per il canto che darebbe la sua vita per la musica e sono felice, felice di vederlo ridere, felice di sapere che sta realizzando i suoi sogni.
“Sono certa che il mio Dare sarà al settimo cielo quando ti vedrà.”
Mi volto e vedo il viso di Cerina che mi sorride, stringendomi poi in un caldo abbraccio, subito da me ricambiato.
“E' sempre un piacere rivederla, signora.”
“Te l'ho già detto che puoi darmi del tu. Non sai quanto Darren abbia fantasticato sulla tua presenza allo spettacolo, non hai idea di quanto tenga a te.”
E a queste parole mi sento morire leggermente dentro, mentre sento gli applausi del pubblico e le prime note di una canzone che riconoscerei ovunque: la sua amata Teenage Dream.

Si, ovunque tu sia e qualsiasi cosa tu stia facendo sappi che questa canzone è dedicata a te Chris, a tutti i momenti che abbiamo passato insieme, a tutto quello che abbiamo condiviso e tutto quello che mi hai fatto provare.
La dedico a te, alla persona che mi ha dato la forza di reagire, al ragazzo che è entrato nel mio cuore e che non ne è mai uscito.
A te Chris, che queste note ti possano arrivare in qualsiasi parte del mondo tu sia adesso.
Sono riuscito a fare mie le parole, sono riuscito a farla diventare un parte fondamentale di me: si, forse il mio rapporto con Chris è un po' come un sogno adolescenziale, ma è il mio sogno adolescenziale, quello più bello e quello che non farò mai morire, lo terrò sempre nel mio cuore.
Si, ti ho perdonato, anche se non è stato facile, ho capito che stavi facendo tutto per me e non per te, che credevi che fosse la cosa giusta per entrambi.
Adesso ti vorrei qua accanto a me, vorrei vedere i tuoi occhi, il tuo sorriso e sapere che tra noi non è cambiato nulla, sai: lo vorrei veramente tanto.
Inizio a cantare il ritornello, con la voce quasi tremante e, senza sapere veramente il motivo, i miei occhi sfrecciano verso il backstage, incrociando il ghiaccio più puro e il cielo più limpido.
Perdo uno, due, tre battiti o, forse, è proprio in questo momento che il mio cuore inizia a battere, dopo un lungo, lunghissimo letargo.
Chris, sei davvero tu?
Sei tu che mi stai sorridendo, come se niente fosse?
Sei tu che mi fai un cenno, come un okay, sei tu?
Allora sei venuto, non mi hai abbandonato in un momento tanto importante per me.
Sorrido, ma ho voglia di mettermi a ridere, devo darmi un contegno o capiranno che c'è qualcosa che non va in me.
Adesso però Chris sei qua e sento il mio cuore più leggero: grazie, davvero.

A alla fine basta solo un abbraccio, ritrovarsi stretti l'uno nelle braccia dell'altro fa capire ad entrambi che il tempo non è servito e non è bastato a rompere quel magico legame.
Basta poco, una stretta che sembra durare un'eternità, un sorriso su entrambi i volti e la consapevolezza di essersi ritrovati, di essere tornati a casa dopo tanto tempo.
Alle volte certi legami non possono essere spezzati da niente e da nessuno, perchè semplicemente sono troppo forti, sono indissolubili, come anime legate per sempre tra di loro.
“Sei venuto.”
“Non sarei mai potuto mancare.”
“Non sai quanto mi sei mancato.”
“Non ti dirò mai addio, ricordi?”
Un sorriso, come se la storia d'amore di due personaggi inventati inondasse anche la vita degli attori, stringendoli tra loro con un filo invisibile, ma indistruttibile.
E forse è proprio vero che se due persone sono destinate a ritrovarsi questo succederà sempre, andando contro a ogni circostanza e superando ogni ostacolo che la vita metterà loro davanti.


The end,
or maybe just the begin.
 

Note dell'autrice:
Ebbene ragazzi, finalmente sono riuscita a terminare questa mini LongSong e ne sono molto orgogliosa per una volta!
Mi è piaciuta molto come è venuta fuori.
Il finale l'ho modificato dopo quello che è successo ieri sera All'Elsie Fest e devo dire solo una cosa: Chris, Darren usciteci le foto insieme, forza!
Apparte questo (?)
La canzone è, ovviamente, Ti amo ti odio di Paolo Meneguzzi.
Spero che vi sia piaciuta, che mi sia venuta discreta e vorrei tanto sapere che ne pensate, dato che ci tengo molto a questa Song.
Per il resto nulla, come sempre buona lettura e alla prossima.
Un bacio!

Giulia Pierucci

 

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