Kathrine

di Nateishaa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Another life ***
Capitolo 2: *** Qualcosa in comune? ***
Capitolo 3: *** Someone Else ***
Capitolo 4: *** Confusione e chiarimenti? ***
Capitolo 5: *** Coincidenze brutali ***
Capitolo 6: *** Rivelazioni ***
Capitolo 7: *** La sfilata dello sfogo ***
Capitolo 8: *** Vendette e passioni ***
Capitolo 9: *** Passato ardente ***
Capitolo 10: *** Incidenti di percorso ***
Capitolo 11: *** Complotti ***
Capitolo 12: *** Serenità svanita in fretta ***
Capitolo 13: *** Ben tornata vecchia Kathrine ***
Capitolo 14: *** Sarà sempre così? ***
Capitolo 15: *** Furia omicida - Parte 1 ***
Capitolo 16: *** Furia omicida - Parte 2 ***
Capitolo 17: *** Respiro di nuovo ***
Capitolo 18: *** Essenza vitale ***



Capitolo 1
*** Another life ***


Sono in viaggio sul treno verso quella che sarà la mia nuova “casa”. A causa del lavoro dei miei genitori e alla loro perenne assenza hanno deciso, senza pensarci due volte di spedirmi in un liceo con dormitorio, non preoccupandosi minimamente di come potessi prenderla, non chiedendomi se per me andava bene. Hanno deciso e basta.
Questo liceo si chiama Dolce Amoris e dista 8 ore dalla mia città. Mi spaventa l’idea di andare a vivere in un dormitorio, chissà se sarò sola in camera.. Lo preferirei, odio cambiare ambiente e soprattutto le mie abitudini. La mattina la prima cosa che facevo quando ero in casa mia era affacciarmi sul balcone e accendermi una sigaretta riflettendo un po’ su quella che sarebbe stata la mia giornata.. e se capitassi una coinquilina che odia il fumo? Ed ecco che iniziano i miei complessi, smorzati però dall’annuncio che fra poco saremmo arrivati a destinazione. Non so definire il mio umore, triste non lo sono, ho sempre fatto tutto da sola ma felice nemmeno, nessuno si preoccupa davvero di me.
Scendo dal treno e oltre all’ammasso di gente che cammina a spasso spedito da un punto ad un altro, c’è un freddo assurdo, fortunatamente avevo controllato su Google che temperatura ci fosse in questa città e visto quant’erano basse ho riempito la valigia di maglioni e dolcevita che adoro. Mi avvio, verso l’uscita della stazione e secondo le indicazioni date da alcuni passanti il dormitorio sarebbe a 8 km da lì, decido di prendere un taxi e nell’attesa mi guardo intorno. Il tempo è instabile, quasi intento a piovere. Odio il rumore dei clacson e dei motori ma resto nella speranza che il dormitorio sia in un luogo un po’ più tranquillo, più adatto a me. In lontananza vedo arrivare il taxi, con un autista più amareggiato di me, carica i miei bagagli nel cofano e ci mettiamo in viaggio. Durante il tragitto noto che con grande fortuna siamo in una zona più tranquilla come quasi fosse il paese in cui abito io, ci sono addirittura delle piccole botteghe e non i negozioni da città. A poco a poco intravedo un edificio di grandi dimensioni, marrone all’esterno e con le stesse verande man mano che si sale di piano, dovrebbe averne almeno 5. L’autista svogliato annuncia l’arrivo, scendo dall’auto puzzolente e con i miei super muscoli prendo le valigie da 30 kili l’una (si fa per dire) e mi dirigo verso il cancello, eh si, perché questo edificio è contornato da delle ringhiere, * un carcere, scappa Kathrine, scappa * dice una vocina nella mia testa, ma no! Io sono coraggiosa ed affronterò anche questa sfida che mi ha proposto la vita senza timore.
Attraverso il cancello e mi trovo su un viale, la cosa che mi colpisce è che tutta la struttura è circondata da un giardino verde e ben curato, * Allora una cosa positiva c’è * penso accennando un sorriso, questo mi porta all’entrata del dormitorio. Alla “hall” se così si può chiamare, composta da una sala d’attesa, due divani, due poltroncine e qualche pianta sparsa qua e là, trovo una signora bassa e paffutella dietro il “bancone”  che mi da il benvenuto  << Buonasera, signorina, in cosa le posso essere utile? >>  , << Salve, ho fatto richiesta per iscrivermi a liceo Dolce Amoris e per soggiornare nel dormitorio, il mio nome è Kathrine Weller >> sono impaziente di sprofondare nel letto sperando sia comodo, la stanchezza si fa sentire ed è anche sera inoltrata, << Oh si, ecco la sua richiesta, aspetti che chiamo il ragazzo che la accompagnerà nella sua stanza >> mi fa cenno di accomodarmi nell’attesa .
……………………………….
Apro gli occhi e mi ritrovo in una stanza, non la mia. Mi guardo in torno cercando qualcosa di famigliare ma a parte le due valige davanti la porta non c’è nulla di mio. Rimango meravigliata dalla confortevole atmosfera che c’è qui dentro : le pareti sono lilla, il letto, l’unico letto e da questo deduco che fortunatamente ho una stanza singola, appoggiato al muro sinistro e al lato di questo un comodino di legno quasi di colore bianco con un abatjour ed una sveglia di sopra. A destra invece vi è un armadio a tre ante sempre di colore chiaro, uno specchio fisso al muro ed una scrivania con una mensola al di sopra. Di fronte a me c’è un balcone, * momento di sclero per la gioia di poter fumare la mattina * , e noto che il cielo è ancora scuro , guardo la sveglia e segna le 5 e mezza del mattino. Alzandomi dal letto vado a prendere le sigarette e guardandomi allo specchio mi accorgo di non indossare il pigiama, ed ecco il primo dramma! E’ possibile che ieri mi sia addormentata sulla poltroncina ? se fosse così chi mi ha portata in camera? Poco importa, ci penserò dopo, adesso vado a fumare la mia bella sigaretta mattutina. Oggi sarà il mio primo giorno di liceo, penso aspirando e buttando via il fumo. L’aria è gelida, ci saranno più o meno 3 gradi. Nel mio paese il sole era sempre presente in cielo, annunciando la positività della giornata, raramente pioveva, questa città invece mi sembra perennemente triste. Ma non devo “ bagnarmi prima di piovere” come si usa dire, nemmeno un giorno e già penso a tutte queste cose negative? Nono Kathrine non va proprio! Finisco l’ultimo tiro e mi avvio verso il bagno. Faccio una doccia calda tutte le mattine, mi rilasso e mi sveglio meglio in oltre è un buon momento per cantare, beh si, amo farlo in privato ma odio il pensiero che qualcuno possa sentirmi, nonostante da piccola mi incoraggiavano a farlo, ho sempre rifiutato di esibirmi. Questo è come un segreto, una cosa di me che in pochi conoscono.
Lavo i miei lunghi capelli lisci e rossi che richiedono non poche cure e mi dedico un po’ a me stessa. Finita la doccia prendo l’accappatoio che vi è “In dotazione” e vado a disfare le valigie , in modo da sistemare la roba. Sistemo i vestiti dentro l’armadio, il computer sulla scrivania, le cose per il corpo in bagno insieme ai trucchi e allo spazzolino. Sono le 6:30, decido così di applicare la mia adorata crema alla vaniglia sulle mie lunghe gambe, poi lavo i denti e mi trucco. Io non esco mai e dico mai senza l’eyeliner è un MUST per me, lo faccio anche abbastanza spesso e metto anche la matita nera all’interno così da contornare i miei occhi color ciliegia, per ultimo aggiungo il mascara. Ho una carnagione molto chiara quindi uso spesso il phard color pesca e un lucidalabbra sulla bocca carnosa, non troppo definita ma tonda. Finita la tortura al mio viso, mi asciugo i capelli e mi vesto. Uso sempre dei jeans di tonalità scura attillati, converse nere, dolcevita nero e un maglione ad ali di pipistrello bordeaux. Finalmente pronta! Esco e mi ritrovo in un lungo corridoio, al centro di questo vi sono delle scale che scendono giù alla hall. Dalle rampe riesco a capire che mi trovo al secondo piano. Sento una voce chiamare il mio nome, ed è lei, la signora di ieri sera << Signorina Kathrine, ieri era molto stanca e il signorino Castiel l’ha portata personalmente su in camera, comunque ogni mattina alle 7 30 serviamo la colazione nella sala da pranzo in fondo a questo corridoio, in oltre il liceo è a 500 metri da qui quindi può raggiungerlo con facilità a piedi. Adesso vada a riempire il suo pancino >> dice sorridendo. Camminando verso la sala, non posso fare a meno di chiedermi chi sia questo “ signorino Castiel? “ * ahahah * rido pensando al modo in cui l’ha detto. Entro in questa grande sala piena di “studenti” seduti ai loro tavoli, proprio come nei film Americani che si vedono in TV, ma non sono tipo da abbassare lo sguardo anzi, sono molto sicura di me e non mi spavento di qualsiasi tipo di occhiata. Con fare disinvolto mi avvio verso il buffet, prendo i pancake e vado a sedermi in un tavolo isolato. Sono abbastanza diffidente e non so fino a che punto riuscirò a legare con qualcuno. Guardandomi in giro vedo dei ragazzi molto singolari, noto anche che uno di loro ha gli occhi cromati e uno stile vittoriano, ma non è l’unico, c’è una ragazza di inestimabile bellezza con lo stesso look. Inizio ad abbuffarmi con i pancake pensando che forse questa non sarà poi un esperienza così cattiva. Prima di uscire dalla sala da pranzo vado a prendermi un bicchiere d’acqua, quando un tizio affascinante dai capelli rosso rubino, si avvicina a me facendo mezzo sorriso << Non si dorme con la bocca aperta >> mi sussurra a mo’ di presa in giro. Gli lancio un occhiataccia ma non cedo alla sua provocazione, non sono tipo da dare “soddisfazioni “ continuo quindi per la mia strada, ma deduco sia Castiel, * il signorino * accenno un sorriso.
Dopo aver bevuto il mio bicchiere d’acqua esco dal dormitorio e mi incammino verso il liceo, canticchiando una delle mie canzoni a bassa voce.
 

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Capitolo 2
*** Qualcosa in comune? ***


Arrivo al liceo dopo essermi presa qualche goccia di pioggia, oggi il cielo è di nuovo triste e l’atmosfera fredda, il termometro segna 2 gradi. Apro la porta d’entrata e mi ritrovo a terra. Un ragazzo dai capelli biondi e dall’aspetto innocente mi è piombato addosso. << Scusa, scusa, scusa >> ripete tre volte mortificandosi e poi continua << Non ti avevo vista>> mi porge una mano << Il mio nome è Nathaniel e sono il segretario del liceo, per qualsiasi cosa non esitare a chiedere >> . Fosse stato un altro gli avrei sbraitato contro, ma la sua estrema gentilezza fa si che i miei bollenti spiriti si calmino. << Io sono Kathrine, la nuova alunna >> esordisco, senza far trapelare nessuna emozione dal mio viso. << Oh certo! La preside mi aveva avvertito, ti faccio vedere il tuo armadietto e la classe >> Il tipino mi sorride invitandomi ad entrare.
Nathaniel è un ragazzo davvero gentile ed educato, a differenza delle persone che frequentavano il mio vecchio liceo.
*Quando ero ancora nel mio paese, avevo una fama da dura ma anche di quella un po’ sbandata. Purtroppo lì c’erano le peggiori ragazze e per sopravvivere a delle vipere come loro dovevo essere più velenosa. Così mi creai uno scudo e non riuscì mai a fare amicizia. L’unica cosa che mi piaceva è che tutti avevano timore di me, forse non è una bella cosa, ma dovevo essere così per forza. Sola e con le mie forze, sia nella mia vita privata che in quella sociale, ho sempre avuto difficoltà a stringere rapporti anche a causa della mia situazione familiare, se non si può contare su una madre o su un padre, si può contare su un estraneo? Così quella piccola fiammella di fiducia verso gli altri che c’era in me svanì. In oltre fumavo cose più pesanti delle sigarette, per alleggerire quella pesantezza che c’era in me, che cosa stupida! Infatti mi resi conto che non potevo rovinare me stessa per colpa degli altri e così smisi. Inizialmente avevo timore a venire in un nuovo liceo con la paura di dover ritornare quella di prima e di incontrare persone schifose come quelle che avevo incontrato precedentemente, ormai lì ero il capobranco, ma qui ricreare tutto di nuovo sarebbe stato troppo faticoso ma anche triste, perché anche se incazzata per tutto ciò da un lato sono felice di ricominciare, sperando per il meglio.*
Nathaniel mi sventola una mano davanti la faccia esclamando << Ehi ci seii?! >> , non mi ero accorta di essere arrivata all’armadietto essendo immersa nei miei pensieri << Si, scusami, ero sovrappensiero >> accenno un mezzo sorriso, mi indica l’aula con la mano e se ne va.
Bene la prima cosa è stata fatta, adesso non mi resta che entrare in aula ed aspettare l’inizio delle lezioni, ma prima che io possa farlo quella ragazza dallo stile vittoriano, che avevo visto in sala, si avvicina a me con fare socievole << Ciao io sono Rosalya, hai un viso davvero dolce >> fa trasparire la sua reale sincerità, << Io sono Kathrine, grazie >> ecco che la mia freddezza emerge. Mi prende per il braccio e mi trascina verso l’aula * disagio, disagio, disagio * . << Sono sicura che ti troverai bene>> dice, poi indica tre ragazze presentandole, una si chiama Iris e sembra la saggia della situazione, poi Violet dai capelli viola e la timidezza estrema, Kim la dura e Melody che sembra una bambina. Al termine delle presentazioni “imbarazzanti” vado a sedermi in un posto qualsiasi visto che a detta di Rosalya non hanno posti fissi.
Al suono della campanella la classe si riempie, due ragazzi che si presentano come due fratelli , Alexy e Armin, sembrano simpatici e solari. Successivamente noto il ragazzo dallo stile vittoriano, che si avvicina a me e si presenta con eleganza, Lysandro è il suo nome e Castiel , il signorino, che mi guarda con fare malizioso. Ora che ci penso, parlo tanto dei suoi capelli rossi, ma i miei? Anche se un po’ più scuri non sono da meno *sorrido*. Il professore entra in classe seguito da tre ragazze dall’aspetto poco gradevole, sembrano oche. * Non giudicare * mi dice una vocina nella mia testa. Il professore sistema il registro e la bionda si avvicina a me quasi con sfida << Quello è il mio posto levati >> ridacchia girandosi verso quelle che le stanno dietro. Avevo giurato che non sarebbe saltato fuori il mio lato cattivo, ma questo buon presupposto purtroppo non verrà rispettato. Per il momento non rispondo. << Oltre ad essere brutta sei anche sorda ? >> La pazienza non è il mio punto forte, soprattutto vedendo che il professore se ne sta sbattendo e tutta la classe ha gli occhi puntati su di me e quest’oca , decido di non stare più con le mani in mano << Senti, non so il tuo nome e non mi importa nemmeno sapere come ti chiami visto quant’è basso il tuo livello , ti consiglio vivamente di andare a sedere in uno degli altri 300 posti liberi e non rompermi più, perché la mia pazienza ha un limite >> mi meraviglio del modo in cui l’ho detto, con una calma fuori dal normale. La bionda ride e replica ancora una volta << Sei ridicola, ti vorresti mettere contro di me ? Contro Ambra? Forza alzati fai la brava mocciosa >>  * Non esplodere Kathrine non esplodere* no, troppo tardi devo sbottare per forza. Mi alzo dalla sedia facendole fare un gran rumore, prendo questa Ambra per il colletto della maglietta e la guardo negli occhi con freddezza totale << Ti sto dicendo vatti a sedere in un altro dei posti liberi, è già la seconda volta che spreco fiato a parlare con te, la terza volta non esiste per me lo sai? Chiudi quella bocca schifosa che ti ritrovi e va a sedere >> . Ambra praticamente morta e rossa di rabbia si va a sedere tacendo, finalmente. Kim mi fa un occhiolino , come per dire “Sono fiera di te “ ricambio con un sorriso a labbra serrate.
Finita l’ora di lezione, suona la campanella della ricreazione, ne approfitto per andare fuori a fumare una sigaretta. In cortile cerco un posto all’ombra e lontano dai trambusti dei liceali, sotto un albero.. * però sono fiera di me * penso, a quest’ora nel liceo che frequentavo sarebbe finita con un azzuffata, invece ho saputo mantenere calma e sangue freddo. << Coraggiosa >> dice Castiel sedendosi di fianco a me e interrompendo i miei pensieri.
<< Non credo di essere coraggiosa, ho fatto quello che andava fatto >>  lo guardo dritto negli occhi.
<< Sei interessante >>  mi ruba un bacio sulla guancia e se ne va.
Non gli do il tempo di farlo visto che mi alzo di scatto, lo afferro per un braccio e sempre senza urlare ma con la mia freddezza gelida << L’hai fatto? Non lo fare mai più >>. Castiel mi sorride maliziosamente e mi scruta in viso, forse intento a capire se sono arrabbiata, comunque alla ricerca di una mia “emozione”, mi dispiace per lui ma non trapela nulla dal mio viso, solo il gelo. Lascio la presa e mi volto.
Sinceramente non ho voglia di continuare le lezioni per oggi, firmo un permesso e vado verso il parco. Senza nessun problema la mia uscita viene autorizzata e così mi incammino, voltandomi verso il liceo noto che Castiel mi fissa, * Che strano sto ragazzo * , strano o molto simile a me? Sono un osservatrice ed ho visto che durante le lezioni nei momenti di chiacchiera generale lui non parla mai con nessuno a parte che qualche parola con Lysandro e se qualcuno fa qualcosa che lo infastidisce non esita a reagire, poi non ha sempre il suo mezzo sorriso fastidioso ma spesso il suo viso è cupo. Mi è impossibile capirlo dopo un solo giorno di scuola, ma a pelle non credo sia quello che vuol far apparire.
Indosso le cuffie e durante il tragitto ascolto una delle mie canzoni preferite, che oltretutto amo cantare, per me è come uno sfogo. In realtà sto andando al parco proprio adesso perché è un orario in cui tutti i ragazzi sono a scuola e gli adulti al lavoro, forse potrò cantare un po’ o dovrò aspettare il momento della doccia? A volte vorrei solo fregarmene ma ho come un blocco.. cantando farei trasparire ciò che sono davvero, le mie emozioni e la cosa non mi attira affatto. Tra un pensiero e l’altro riesco ad intravedere il parco, è circa un 20 min che cammino, ma questo e altro per un po’ di tranquillità.
Oltrepasso il cancello e sono felice di vedere il “ deserto “ , ho tutto il parco per me. Cuffie nelle orecchie, canzone preferita e anche se con tono basso inizio a cantare ad occhi chiusi. << Sento troppo dolore anche per respirare, sono in ginocchio in questo momento sai? Nessuna parola di troppo ormai, abbiamo chiuso tutto e nel buio te ne vai >> amo e dico amo questa canzone, mi rappresenta , rappresenta il mio passato che forse non racconterò mai a nessuno e che nessuno sa, normale per me, non ho mai avuto una persona di cui fidarmi.. rifletto ascoltando la melodia che viene dopo il ritornello.  Riprendo a cantare quando qualcuno leva una cuffia dal mio orecchio, sgrano gli occhi pensando * Qualcuno mi ha sentita? *
<< Abbiamo qualcosa in comune quindi >>
Castiel!! Dio! Ma perché è sempre in mezzo ai piedi nei momenti meno opportuni. In un giorno è riuscito a rovinare tutti i miei momenti di tranquillità. << Se ti azzardi a dire mezza parola di ciò ti ammazzo >> sono visibilmente imbarazzata. Mi soffermo un attimo su ciò * Questo ragazzo mi fa provare delle forti emozioni anche se negative, ma forti * . Lui sorride, << Che intendi con “in comune” ? >> chiedo, mi ha incuriosito la sua affermazione. << La signorina “freddezza” mi ha fatto una domanda, wow>> si alza fa un mezzo sorriso e va via. Ecco, immaginavo non poteva darmi una risposta seria. Vado via anch’io avviandomi verso il dormitorio.
 

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Capitolo 3
*** Someone Else ***


** Ciao a tutteeee, spero che la storia vi stia piacendo , in questo capitolo ad un certo punto dovrete ascoltare una canzone mi raccomando fatelo prima di continuare a leggere il pezzo successivo al link, io vi lascerò il link nel testo nel caso ci siano problemi vi lascerò il titolo accanto a questo.
buona lettura e grazie 
**




Salgo nella mia stanza intenta a farmi una doccia così da poter uscire stasera a fare una passeggiata e a comprare le sigarette, quando vedo Castiel nel balconcino di cui possiamo usufruire tutti alla fine del corridoio. * Perché devo respingere sempre tutti * , è questo quello che faccio, respingo le persone e se invece provassi a fare amicizia? O per lo meno tentassi? Devo solo prendermi di coraggio andare e incominciare una conversazione, nulla di più semplice * Si certo *. E’ un giorno che lo respingo, anche se si approccia in modo fastidioso, forse è l’unico modo che conosce per farlo. * Perché lo giustifico? * Sento una specie di sintonia fra me e lui, ed è per questo che lo ritengo la persona giusta con cui poter iniziare un minimo rapporto, è una sfida con me stessa, non posso restare sola per sempre, devo trovare una persona con i miei stessi “complessi “. Devo farlo, vado. Incerta se aprire la porta vetrata o meno, prendo un respiro e la apro senza ripensamenti. * Come iniziare a parlare? Chiedigli una sigaretta! * che idea brillante... Mi avvicino lentamente << Ciao Castiel, hai una sigaretta? Ho dimenticato di comprarle >> * Credibile Kathrine *. << Anche scroccona >> sorride e mi porge il pacchetto. * Ridi Kathrine ridi *, riesco a mostrargli un mezzo sorriso e accendo la sigaretta.  << Non puoi chiamarmi semplicemente con il mio nome? >> dico dopo aver buttato fuori il fumo. Mi guarda .. << Potrei, ma nemmeno lo so >>, Dio! Ha ragione. Non gli ho mai detto come mi chiamo. << Kathrine >> dico guardandolo negli occhi, fa un cenno con il capo ma non risponde. Che dovrei fare? Forse e meglio se me ne tornassi dentro, non essere codarda ripeto a me stessa, * apriti con qualcuno o per lo meno provaci *.<< Come mai oggi sei uscito anche tu prima ? >> ho detto la prima cosa che mi passava per la testa, << Ero annoiato, e volevo stare un po’ all’area aperta, tu ? >> non fa trasparire nessuna emozione proprio come me, aspira. << Stessa cosa.. >> e ora?!?! << Canti quindi ? >> smorza la mia “ansia” e mi guarda incuriosito, << Si>> ok l’ho ammesso, o la va o la spacca, non sembra tipo da sperperare le cose in giro. << Interessante >> continua a fissarmi. << E tu ? >> , << Suono la chitarra ed il violino, una volta avevo una band ma poi.. >> si ferma guardando un punto fisso, il suo sguardo è cupo.. credo che Castiel abbia un passato strano proprio come il mio, ma non riesco ancora a capire bene. Non mi va di ficcare il naso negli affari suoi così per alleggerire la pesantezza che si era creata nella discussione chiudo il dialogo << Capito, vado a farmi una doccia, ci si vede >> . Stavo per arrivare alla porta quando sento << Kathrine ! >> mi giro verso di lui e vedo che mi accenna uno dei suoi sorrisi “ambigui” , faccio un cenno con la mano e sforzo un sorriso.
Fiera di me stessa entro in doccia, senza lavare i capelli già puliti, mi rilasso riempiendomi di bagnoschiuma alla vaniglia, poi passo alla prassi viso sempre la stessa ogni giorno e faccio una mezza coda lasciando qualche ciuffo intorno al viso. Vado verso l’armadio, voglio indossare qualcosa di carino anche se solo per fare una passeggiata metto : un vestitino nero stretto che contorna la mia vita con delle calze nere di sotto e degli anfibi non troppo pesanti. Prendo la borsa, il giubbotto di pelle, uno sciarpone visto il freddo ed apro la porta ritrovandomi Castiel di fronte. << Oh ciao ! >> esclamo sorpresa. << Ti propongo un affare >> sorride maliziosamente mostrandomi due maschere bellissime di colori sgargianti. << Cos’hai in mente ? >> sono seriamente incuriosita, << Ci vediamo alle 20 in punto alla piazza centrale della città, fidati >> , << La fiducia non è il mio punto forte Castiel.. >> il mio viso diventa cupo, << Lo so, nemmeno il mio >> mi fa un occhiolino e va via lasciandomi la maschera viola e nera, con tre piume all’estremità per lato e ricoperta di glitter. * Ma è pazzo ? che intendeva dire con lo so? * comunque, sono davvero curiosa, e se lui confida nel fatto che io vada anch’io devo avere un minimo di “certezza” nei suoi confronti. Non mi sento ancora pronta ad utilizzare il termine “fiducia”.
……………………..
Arrivo in piazza, guardo l’orologio che segna le 20 : 10, il cielo è stato nuvoloso tutto il giorno, ma stasera si riescono a vedere alcune stelle, c’è una grande folla : coppie che si tengono per mano, famiglie con i propri bambini, comitive.. ed è tutto illuminato. Tengo la maschera in mano ma di Castiel nessuna traccia, se è tutto uno scherzo giuro che non mi azzarderò mai più a socializzare così tanto con qualcuno.
<< Kathrine >> finalmente sento la sua voce chiamare il mio nome, << Indossa la maschera che aspetti ? >> , sto immobile, cos’ha progettato ? Odio non sapere le cose. << Forza, mettila e vieni al centro della piazza >>. Annuisco. Indosso la maschera e voltandomi verso l’enorme piazza noto che Castiel ha in mano una chitarra di quelle elettriche . Mi avvicino e tutti ci guardano, * Come biasimarli! Abbiamo delle maschere addosso! * << Canta, non ti riconoscerà nessuno >> mi dice a bassa voce. Non ha tutti i torti, ho una maschera non hanno mai sentito la mia voce,  * Lasciati andare Kathrine, vivi, non l’hai fatto per molto tempo * lo guardo negli occhi è sento qualcosa dentro me così inizio a cantare, ( https://www.youtube.com/watch?v=3F-lddz3ylk Someone Else - Miley Cyrus ) . L’atmosfera sembra prendere un altro colore, sento mille emozioni che scorrono dentro me, finalmente la mia voce sta uscendo senza restrizioni. Man mano si aggiungono altri musicisti che compongono una base fantastica sotto la mia voce. Posso far trasparire tutto quello che sono senza che nessuno sappia mai di me. Tutto quello che dice questa canzone, tutto quello che sento lo sto buttando fuori come non avevo mai fatto, avevo bisogno di esplodere. Mille sguardi si scambiano tra me e Castiel, quasi a creare un filo conduttore : io non so nulla di lui, lui non sa nulla di me ma entrambi ci conosciamo nel profondo. Sputo via il dolore, la delusione e mi sento finalmente libera come non mai, inizio così a cantare di tutto petto come ho sempre voluto fare. Grazie a tutto quello che ho affrontato sono diventata forte, è così che devo essere, come sono adesso. Mi volto verso Castiel, continuando a cantare sta volta per lui. Persone che mi conoscono da quando sono nata non sono mai riuscite a farmi sentire così viva, ed un ragazzo che conosco da 24 ore è riuscito a fare tutto questo?
La canzone finisce e la folla esulta applaudendo, sussurro un << Grazie >> a Castiel che sembra quasi sbalordito , la mia testa dice che è il momento di tornare, ma il mio cuore di prenderlo per un braccio ed andare ad esplorare la città di notte divertendoci. Detto, fatto! << Discreta >> dice sorridendo, << Sta parlando >> controbatto, poi ormai lontani dalla folla leviamo le maschere. << Birra ? >> propone lui << Ci sto ! >> ci avviamo verso la birreria più vicina.  Entriamo nel locale, ci sediamo al tavolo e ordiniamo due birre, ma si sa una tira l’altra soprattutto se non ho un freno, così l’alcool sale un po’. << Mi traduci il testo della canzone che hai cantato ? >> dice incuriosito, << Non conosci l’inglese ? >> dico con mezzo sorriso, << Si ma ero preso da altro >>, << Tipo ? >> devo ammettere che per misteriosità non lo batto. Dopo essere riuscita a costruire un dialogo mezzo serio con Castiel tutto viene interrotto da Ambra e una sua amica tatuata che irrompono nel locale. << Ridicola ! >> dicono in coro, poi Ambra continua << Te la fai anche con il mio ex e l’attuale ragazzo di Debrah ? >> , guardo Castiel spaesata, poi il mio istinto prevale << Non so se per voi parlare significa che “me la faccio” la cosa è grave! Siete solo due bambine >> , stufa di questi drammi da bambini, indosso il giubbottino di pelle e ignorandole vado verso la porta quando Debrah mi tira per la mano << Lui è mio !>>, ma davvero queste credono che perché ho scambiato due parole e passato la serata con Castiel lui mi piaccia? Si è creata una sintonia è vero, grazie a lui mi sono aperta a me stessa certo.. *ma che sto dicendo* non provo assolutamente nulla per lui. Presa di rabbia per la pretesa aggredisco a parole Debrah << Non so in che universo vivi, ma non me frega nulla ne di te ne del tuo fidanzato, si parla tra persone lo sai ? Non ti azzardare mai più a sfiorarmi perché la prossima volta l’ombretto viola che hai, te lo faccio permanente >> , Castiel è visibilmente irritato dal comportamento delle due ma non dice una parola, forse sa che me la sarei cavata da sola senza problemi, in ogni caso poco importa, non siamo né amici né altro, siamo solo simili.. esco dal locale e vado verso il dormitorio.
 

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Capitolo 4
*** Confusione e chiarimenti? ***


E’ ormai mezzanotte, fortunatamente questo dormitorio non ha coprifuoco in quanto la hall è sempre aperta e ogni studente ha la chiave della propria stanza. Per quanto ne so dopo oggi molti di noi abitano nel dormitorio, le uniche al di fuori di ciò sono quelle stupide e Nathaniel il segretario.  Sono davanti la porta della mia stanza incerta se entrare e fumare lì o andare nel balconcino in comune attendendo il ritorno di Castiel solo per vedere il suo comportamento dopo quello che è successo. Decido quindi di andare nel terrazzino ed accendere la mia amata sigaretta, mi affaccio dalla ringhiera pensando per un attimo a ciò che è accaduto in sole 24 ore,  ho cantato per la prima volta davanti ad un pubblico e tutto questo grazie a Castiel, come ho già pensato più e più volte non ci conosciamo ma lo sento così vicino, non capisco come possa stare con quelle stupide bambine, mi sembra così diverso eppure bisogna osservate i fatti anche se tutto non è ciò che sembra, * oddio * il mio cervello sta scoppiando. << Ti sei divertita ? >> sapevo che sarebbe venuto, ne ero certa, << Sì >> inutile fargli domande per la quale abbia fatto quel gesto stasera, non mi darebbe mai la risposta, ma dopo quello che è successo la freddezza che per qualche ora era diminuita ritorna a prendere il pieno possesso di me.
<< Se stai cercando di trovare pietà, hai bisogno di guardare da qualche altra parte
perchè sicuramente non posso aiutarti
Sto facendo del male a me stessa
Sto diventando qualcun altro
Ero solita credere che l’amore vince su tutto
Questo è quello che si vede nei film
Venite a scoprire che non è affatto così
Vedrete che la vita reale è molto diversa  >>

 
Recita le frasi della canzone che avevo cantato stasera poi sorride. << Avevi detto di non averle ascoltate >>  continuo a fumare, << Ero preso dall’euforia del momento, ma come posso capirti se non ascolto le parole che canti ? >> Castiel vuole capirmi? Forse come me anche lui cerca di capire cosa c’è sotto questa “corazza”  << Siamo simili Castiel >> , dovevo farlo, amo essere diretta senza sotterfugi e poi non ci vedo nulla di male nel confrontarmi con qualcuno.. * certo * . << L’avevo già capito il primo giorno >> finisce la frase con un occhiolino, poi continua << Andiamo nella stanza di Rosalya, sta facendo un “ pigiama party “ cosa che odio, ma non ho voglia di andare a letto >> ma cos’è pazzo? E’ già tanto che parlo con lui.. però socializzare con qualcuno non è stato poi così male, forse. << Vengo, però magari poi Debrah è gelosa >> dico con tono ironico e sicura di me, << Non preoccuparti di lei, più avanti capirai >> , * ma boh * o è pazzo o io non lo so. Decido di non rispondere e lo seguo verso la stanza di Rosalya che si trova all’ultimo piano, salendo scopro che è l’unica stanza del piano occupata quindi anche se facciamo un po’ di rumore nessuno ci farà poi così caso e non corriamo guai. Apriamo la porta e la prima a darmi un caloroso benvenuto è proprio Rosalya << Ciaoooo Kathrine, come sei carina >> , sorrido cercando di ricambiare il complimento, poi Lysandro che mi fa spazio accanto a lui nel letto ed un terzo tizio mai visto << Piacere io sono Leigh >> anche lui dallo stile antico << Hai un look singolare quasi dark oserei dire >> aggiunge poi. * Da che pulpitoooooo!!!!! * << Leigh è il fidanzato di Rosalya ed ha una boutique di vestiti qui vicino, non ti meravigliare dei suoi commenti sul modo di vestire altrui >> è Lysandro a presentarlo senza tralasciare nulla. Mi scappa un sorriso, sono tutti strambi ma per quello che sembra sinceri. Tra una chiacchiera e l’altra, dopo aver sgranocchiato patatine e bevuto ancora birra, sono già le 3 e nessuno sembra ancora aver sonno, figuriamoci io. << Ho trovato !!! >> esclama Rosalya dopo qualche minuto di silenzio << Faremo una sfilata per lanciare la tua nuova collezione, i vestiti sono quasi tutti pronti, Castiel, Lysandro e anche se a malincuore Debrah canteranno di nuovo dopo mesi insieme e tu Kathrine potrai sfilare insieme a me, che ve ne pare ? In un occasione si sistemeranno un sacco di cose! >> è così entusiasta. Momento di silenzio generale, Lysandro suona? Debrah canta con loro ? Ma quante cose non so? << La sfilata si deve fare per forza adesso? Possiamo aspettare un mese? >> chiede Castiel, << No, sono vestiti invernali, più andiamo avanti più sprechiamo occasioni di vendere, perché? >> interroga Rosalya con sguardo curioso, Castiel invece diventa cupo in viso, mi lancia un occhiata e poi si appoggia a terra con le braccia dietro la testa. Lysandro con la faccia di quello che la sa lunga smorza la tensione venutasi a creare proponendo un gioco “ Obbligo o Verità” se qualcuno si vuole astenere dal rispondere ad una domanda o di fare un obbligo deve bere ogni volta un bicchierino di vodka. Siamo tutti d’accordo e così inizia il gioco. La prima ad interrogare e Rosalya che propone una domanda collettiva << L’ultima volta che avete fatto sesso o l’amore ? >> ad uno ad uno dovremmo rispondere, Leigh, Castiel e Lysandro danno una data, * La mia prima volta è stata anche l’ultima, sotto l’effetto di marijuana un mio compagno di classe nonché figlio di un boss mafioso si approfittò della mia debolezza mentale e così fu’, non posso scordare le lacrime, il dolore che ho provato in quel momento e nei mesi successivi per lo schifo che mi faceva lui ed anch’io. Questa è una delle ragioni per cui sia ho smesso di fumare ma anche per essere diventata così fredda oltre le altre 1000 motivazioni *, così, per non dire quella data che riporta in me ancora dolore bevo e il mio viso diventa cupo. << Non ci credooooo!!! Non hai mai fatto nulla ? >> dice Rosalya innocentemente, << No, lascia perdere, continuiamo >> il mio tono freddo e deciso le lascia intendere di non dover più persistere a domandare e ad andare avanti con il gioco, Castiel nota subito che c’è qualcosa che non va ma conoscendosi (quindi conoscendo me ) e sapendo come potrei reagire non chiede nulla e fa finta di niente. E’ il turno di Leigh << Il vostro errore più grande in assoluto ? >> tutti rispondono, ma quella che mi interessa è la risposta di Castiel << Fidarsi di nuovo di una persona che ti ha già tradito >> il suo viso non esprime alcun sentimento : rabbia, delusione.. nulla! * Usa la mia stessa tattica *, ecco ed io che volevo dire quasi la stessa cosa ? E’ il mio turno << Di errori ne ho fatti tanti ma quello più grosso è stato senza dubbio quello di credere che qualcuno si interessasse a me >> tutti mi guardano come a cercare un emozione, tristezza forse? Invece no, il mio viso è sempre freddo, i miei occhi spenti. Tocca a Lysandro * adesso sono curiosa * << Vi obbligo a fare la cosa che vi riesce meglio per 5 secondi >> Leigh e Rosalya sfilano, Castiel mostra la chitarra ma svogliato non suona dicendo che tutti lo abbiamo visto almeno una volta farlo e a questo punto decido di essere davvero coraggiosa e non fingere di esserlo, il mio momento buio deve finire, devo avere la forza di costruire qualcosa di nuovo, di far rinascere me stessa e far vedere a tutti di cosa sono capace. Mi giro di spalle in modo da non far vedere il mio viso e canto due versi della canzone che amo :
<< Se stai cercando l’amore
Sappi che l’amore non vive più qui >>

Poi mi giro e mi risiedo come se nulla fosse e tutti mi guardano sbalorditi. Lysandro più di tutti << Sei fantastica >> , noto che Castiel gli lancia un occhiataccia e che tutti hanno apprezzato ciò che ho appena fatto, poi continua << Devi assolutamente unirti a noi, altro che Debrah >> . Castiel non dice una parola rimanendo in silenzio e guardando un punto qualsiasi nella stanza, apprezzo comunque tutti i complimenti ricevuti ma il parere che cerco è il suo..  Una parola tira l’altra e l’orologio indica le 5, decidiamo tutti insieme di non dormire per stanotte e di continuare il gioco. E’ il momento di Castiel << Pfff, vi obbligo a bere tre bicchieri di vodka uno dietro l’altro >> tutti accettiamo, sento di stare bene in questo momento ma non voglio sbilanciarmi.
 Dopo questa bevuta siamo un po’ in ariae anche se reggo bene l’alcool dopo birra e vodka in quantità un po’ la testa gira. Essendo ormai le 6 passate andiamo tutti a farci una doccia giovani e brilli, camminando barcollo un po’. Il problema che riscontro sempre è la perdita dell’equilibrio rischiando tutte le volte che sono in questo stato di cadere, stavo per farlo in corridoio quando Castiel prontamente mi prende, * che succede * non ho un contatto fisico del genere da molto troppo tempo e la cosa anche se non lo do a notare mi intimorisce, così mi scosto quasi infastidita, lo guardo per un secondo negli occhi notando il suo essere perplesso e mi avvio senza girarmi verso la mia stanza.



** Ciaooooo lettrici !!! Spero sempre che la storia vi stia prendendo :) !!! Nel prossimo capitolo accadrà qualcosa che pochi si aspettano, vi tengo sulle spine. Un bacioooo **
 

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Capitolo 5
*** Coincidenze brutali ***


Dopo essermi lavata e vestita con il mio solito look “dark” come l’ha definito Leigh *sorrido*, scendo ancora un po’ intontita in sala per fare colazione. Rosalya che sembra essere la più sveglia di tutti mi invita a sedere al tavolo con loro e così faccio. Non posso far a meno di pensare a cosa sta succedendo, ieri non mi sarei mai azzardata a fare un passo del genere e invece oggi? Possibile che in un solo giorno queste persone siano riuscite a scalfire la mia corazza e a far entrare un po’ di luce? Che poi il merito in realtà è solo di Castiel, a proposito dov’è? Mi guardo intorno.
Accanto a me ho Lysandro che mi guarda incuriosito non staccandomi gli occhi di dosso. << Lysandro stai bene ? >> chiedo perplessa, << Si, ma la tua voce mi ha incantato non riesco a non pensarci >> sembra imbambolato mentre dice queste parole.. tutto viene interrotto da Castiel che esordisce in modo tagliente verso il vittoriano << Dimentichi sempre tutto, perché non rimuovi ciò che è successo ieri dalla tua testa ? >> poi si fa spazio tra me e lui sedendosi. * Ma che gli prende ? * poco importa. Siamo tutti assonnati e intenti a dormire se non fosse perché tra 15 minuti dobbiamo essere a scuola, così anche se controvoglia andiamo verso l’uscita.
Durante il tragitto Rosalya, dopo aver fatto una chiamata, annuncia che la sfilata sarà stasera perché è l’unico giorno disponibile per affittare il parco e anche se vi è un momento di confusione generale tutti acconsentono, << Castiel avvisa Debrah >> lo avverte Lysandro. Continuiamo a camminare quando Castiel mi prende per il polso facendomi segnale di stare ferma, gli altri non si curano di noi e continuano per la loro strada. Lo guardo un attimo negli occhi e forse per l’ansia di sapere cos’ha da dirmi il mio cuore batte forte << Che c’è ? >> chiedo, << Stasera sarai tu a cantare e non Debrah >> se ne esce così? Senza dare alcuna spiegazione? Non riesco a mantenere la calma così sbraito << Ma tu sarai pazzo, come faccio? Ma stai scherzando, ieri perché è successo ma non lo rifarei mai, non proporre una cosa del genere perché ti giuro che mi incaz… >> Sento qualcosa che mi avvolge.. sono le braccia di Castiel, di nuovo il contatto fisico, non ci riesco.. mi libero dalla sua morsa e lo spingo via. << Kathrine adesso devi finirla! Stai sprecando dei momenti che non torneranno più per colpa di qualcosa che non so ma che non è così importante da bloccarti, lo stesso è successo a me ma io non sono stato codardo, e se in un primo momento mi sono chiuso in me stesso poi sono andato avanti combattendo, non diventando una specie di robot privo di emozioni.. la vita è dura, e guardando nei tuoi occhi so che non hai un passato facile come non ce l’ho io, ma così stai rovinando solo te stessa..>> le sue parole mi entrano dentro, pensavo di aver fatto bene fino  ad adesso e invece no, ho continuato ad essere una codarda è questo quello che sono. << Non è facile >> sento qualcosa che bagna il mio viso, è una lacrima, una sola, che si fa strada nel mio sguardo gelido e la mia espressione priva di emozioni, è la tristezza che porto con me che vuole uscire, vuole andarsene via. Ieri cantando mi sono liberata di tutto ma non di questo, per anni non ho pianto sono rimasta impassibile di fronte a tutto anche se mi feriva e adesso non so cosa sta succedendo, Castiel mi guarda è sorpreso quanto me, lo guardo per un ultima volta negli occhi e poi riprendo a camminare.. mi riabbraccia di nuovo questa volta dalle spalle, * Non spaventarti Kathrine *  ripeto a me stessa, non succederà nulla ricambia la sua stretta. Ed è quello che faccio, mi volto verso di lui e lo stringo, lo stringo forte. << E’ da tanto che non ricevo un abbraccio >> sussurro, stringe ancora più forte. Lascia la presa e scruta il mio viso, sforzo un sorriso. << Stamattina non andiamo a scuola, lavoreremo su di te >> mi fa cenno di seguirlo , prima di farlo però gli pongo una domanda << Castiel perché ti interessi a me? >> sempre con un sorriso mi risponde << Perché volevo che qualcuno lo facesse con me realmente, non per interessi >> senza rispondere ma con fiducia, si utilizzo il termine fiducia, devo fidarmi di lui perché lui si sta fidando di me e se riceverò un’ altra delusione non importa sono abituata ormai a superare questo tipo di cose ma in questo momento sento che devo fidarmi, devo riuscire ad abbattere questo muro che da anni mi blocca.
Dopo qualche minuto che camminiamo in silenzio mi sorge una domanda spontanea << Dove stiamo andando ? >> , << A casa mia è qua vicino non preoccuparti >> .. perché sta in dormitorio se abita qui vicino ? Poi continua << Tranquilla a casa mia non ci sarà nessuno, qualche volta viene mio fratello ma solo durante le vacanze visto che anche lui frequenta la scuola >> la cosa mi solleva, ma non riesco a capire perché stiamo andando lì, * Kathrine hai deciso di fidarti, fidati * .
Arriviamo davanti una maestosa villa poco lontana dal liceo. Dopo aver aperto il cancello d’entrata lo seguo senza fare domande; resto sorpresa da tutto questo lusso, anch’io non sto male economicamente ma non sono di certo a questi livelli. Prima di entrare però non posso far a meno di porgli la domanda che mi perseguita da tutto il tragitto << Perché siamo venuti qui ? >> mi guarda mostrandomi un mezzo sorriso ma restando in silenzio così lo seguo. Entrando dalla porta principale si arriva in un salone enorme e arredato in stile moderno ma sofisticato, poi vedo che Castiel si dirige verso una scalinata imponente senza esitare vado verso di lui. Al piano di sopra vi è un corridoio molto largo con tre porte, ne indica una << Apri >> , lo ascolto e abbasso la maniglia aprendola. Il mio viso si illumina, all’interno vi è una sala insonorizzata con strumenti e anche una specie di studio per registrare << E’ fantastico ! >> esclamo. Senza rendermene conto ho fatto un sorriso, di quelli veri, Castiel sembra soddisfatto. << Oggi suoneremo la canzone per stasera, sei libera di farlo con o senza maschera >>, torno seria rispondendo alla sua affermazione << Non c’è bisogno di dirti che ti sto dando la mia fiducia, dopo anni sei il primo a cui la do, non farmi pentire di questo gesto, ma comunque il problema è Debrah >> lui ridacchia io invece resto seria perché per me è importante quello che sta accadendo << Non te ne pentirai anzi, comunque la storia con Debrah è lunga, ci sono interessi e soldi dietro, tra un mese però sarà tutto finito , fosse stato per me anche prima ma non si può >> diventa cupo in viso, << Non preoccuparti, stasera canterò promesso e per non far ricadere la colpa su qualcuno di voi ho un piano anche perché ciò che è successo l’altra volta alla birreria non me lo sono mica scordata >> , mi avvicino a lui spiegandogli l’azione malvagia che mi era appena venuta in mente contro Debrah. << Sei un genio! >> esclama, << Modestamente >> sorrido. I nostri discorsi vengono interrotti da una voce maschile al piano di sotto << Castiel ? >>, si allontana dalla stanza e va giù.
Dopo qualche minuto ad esplorare la sala sento Castiel chiamarmi, scendo anch’io quando davanti ai miei occhi ricordi strazianti si fanno vivi. << Ti presento mio fratello Colin >> dice il rosso con un viso cupo e ignaro di tutto, << So benissimo chi è >> la mia voce è fredda, il mio viso impassibile e i miei occhi pieni di rabbia. << Fratello, stai con le fattone ? >> Castiel lo guarda quasi volendolo fulminare, come mi ha chiamata? << Sei un verme! >> lo guardo senza mai abbassare lo sguardo, poi si avvicina a me e sussurra << Ti va un altro giro ? >> non ci vedo più dalla rabbia e gli sferro un pugno lui mi spinge facendomi sbattere la testa contro un spigolo, mi rialzo senza esitare. Colin è intento a continuare ma Castiel si mette subito davanti a me andando contro il fratello << Che cazzo stai facendo ? >> gli sferra un calcio in pancia, il suo tono è così autoritario e arrabbiato, << Andiamo Cass divertiamoci su! Io me ne sono già approfittato una volta >> ride tenendosi lo stomaco con la mano, si avvicina a noi ma Castiel mi abbraccia intimando al fratello di andare via , Colin ubbidisce ma prima di chiudere la porta d’entrata lancia un occhiata al fratello  << Sei un perdente >>. Castiel ignora la provocazione e anche se pieno di rabbia mi stringe forte a se. Mi fa cenno di sedermi sul divano, poi anche se ormai rabbioso e cupo mi chiede di raccontargli cos’è successo, ho promesso a me stessa di fidarmi di Castiel ma dopo aver scoperto chi è suo fratello e automaticamente suo padre non ho più la forza di farlo. << Scusami, io vado ci vediamo stasera >> . Ero quasi arrivata alla porta.. * Kathrine se vai via non sei diversa da tutti gli altri che ti hanno sbattuto la porta in faccia, Castiel è diverso non giudicarlo se non sai cos’ha passato, è ferito come te * .
Mi volto e Castiel è ancora fermo a fissare il vuoto, vado verso di lui quasi con impazienza e lo abbraccio, lo stringo forte e lui fa lo stesso, quasi ci togliamo il respiro. A causa del momento di foga non mi rendo conto di essermi seduta a cavalcioni su di lui così quando lasciamo la presa la tensione è alta, forte e sento qualcosa di travolgente dentro di me. Castiel si avvicina lentamente intento a baciarmi ma blocco questo gesto << C’è una cosa che devi sapere >> interrompo il silenzio abbassando lo sguardo ..
 

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Capitolo 6
*** Rivelazioni ***


Castiel mi accarezza il viso, è una delle rare volte che abbasso lo sguardo, mi scosto da lui sedendomi di fianco e inizio a parlare << Ieri a casa di Rosalya non ho risposto alla domanda su quando avevo fatto l’ultima volta “L’amore” perché per me è stata una cosa traumatizzante e non mi andava di ricordarlo, ma sento che tu devi sapere e che io devo lasciar andare tutte le cose negative del mio passato per andare avanti. Sono sempre stata sola, i miei genitori non si preoccupavano né si preoccupano di me, da piccola ho subito molte volte episodi di bullismo e nessuno se n’è mai interessato così un giorno ho detto basta, ho deciso che non potevo essere debole per sempre, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno ho fatto del mio corpo una fortezza per la mia anima, ed il risultato è stato un “robot senza emozioni” come mi hai definita tu. Al liceo che frequentavo prima nonché quello di tuo fratello tutti avevano timore di me, nessuno si azzardava ad andarmi contro e tutti erano intimoriti dalle mie azioni, facevo spesso a botte ed ho iniziato a fumare marijuana, a vendermela era proprio lui, tuo fratello. Una sera ci ritrovavamo tutti in spiaggia, io avevo bevuto parecchio e dopo mi ero allontanata a fumare in solitudine, non ci capivo nulla ero così stordita da non riuscire nemmeno a parlare ma non posso scordare ciò che Colin fece. Mi bloccò e iniziò a prendersi la mia verginità.. se fossi stata lucida l’avrei riempito di pugni ma purtroppo ero come paralizzata e dentro di me urlavo, solo successivamente scoprì che aveva messo altro nella roba che fumavo così da raggiungere il suo intento. Il giorno dopo mi svegliai in spiaggia, piena di lividi e con un mal di testa bestiale questo però non mi fermò. Arrivai a scuola e lui era appoggiato ad un albero, presi un pezzo di ferro ero davvero intenzionata a sfregiarlo quando due uomini vestiti di nero mi bloccarono il passaggio intimandomi di andare via se non volevo problemi con il boss, ma io ero troppo arrabbiata per ascoltarli così cercai di farmi varco tra loro e spaccargli la faccia . Prima che potessi farlo loro mi fermarono, il bastardo si avvicino e mi disse << Sei una bella puttana sai? Ti consiglio di non darmi problemi e non parlare con nessuno di ciò che è successo se non vuoi che sia tu che i tuoi genitori vi troviate in mezzo la strada e senza un soldo >> mi ha fatto così schifo che l’unica cosa che volevo era ucciderlo, veramente questo pensiero ha sfiorato la mia testa, ma non potevo, non che mi importi qualcosa dei miei genitori ma si sarebbero innescati meccanismi troppo grandi e come sempre il peso ricadde sul mio fardello che diventò ancora più pesante. Quel giorno tornai a casa e mi feci una doccia strofinando la spugna addosso al mio corpo più forte che potevo, per levare lo schifo e l’odio che provavo, ma niente lo porto ancora dentro e mi sta consumando. Da quell’evento smisi di fumare e di socializzare anche con il più innocente, il contatto fisico per me era come un incubo, lo è stato fino a quando non ho incontrato te Castiel. Quando mi hai presa mentre barcollavo ho avuto una paura immensa è per questo che sono andata via, io ho paura, non sono una dura, ho solamente tanta paura >> le lacrime rigano il mio viso e stavolta non sono accompagnate da un silenzio tombale, è un pianto liberatorio . Alzo lo sguardo e noto che Castiel è pieno di rabbia così riprendo << Andiamo avanti insieme, tu sostieni me io sostengo te, non saremo più soli, noi siamo uguali e ci aiutiamo a vicenda, te lo prometto >> si volta verso di me, vorrebbe sorridere ma la rabbia è troppo forte, poi finalmente prolifera parola << Sapevo che facevano schifo sia padre che figlio ma non credevo fino a questo punto, io davvero sono inorridito da ciò che mi hai raccontato. A questo punto penso tu sappia che mio padre è uno dei boss più importanti in circolazione e la cosa non mi fa certo onore, odio quello che fa. Non ti sei chiesta perché abito in dormitorio quando ho questa villa? Ti do la risposta. Io non voglio vivere così, con i soldi “facili” guadagnati truffando qualcuno, ti ci ho portata soltanto perché sapevo ti sarebbe piaciuta la sala di sopra non per altro, tornassi indietro non lo rifarei so che a te basta un po’ di tranquillità per stare bene. Quando mia madre morì a causa di una cosca mafiosa, mio padre cominciò a vendicarsi creando un impero. Inizialmente ero d’accordo a vendicare la morte di mia madre, solo se la cosa si fosse fermata lì, in oltre ero piccolo e vedersi portata via la mamma ad una certa età porta troppo dolore. Poi con l’avanzare del tempo capì che la colpa fu solo di mio padre, se non fosse stato in mezzo a queste cose tutto ciò non sarebbe accaduto e mentre mio fratello si accostò sempre di più al suo stile di vita io me ne allontanai, perché non voglio essere come lui. Mi dispiace per ciò che ti hanno fatto, e anche per aver visto quella merda di mio fratello, non pensavo venisse.. >> .
Sono sconvolta, riesco a percepire il dolore nelle sue parole. Le mani di Castiel si poggiano sui miei capelli e guardandomi negli occhi sussurra << Avrei voluto incontrarti prima solo per proteggerti >> , dopo queste parole ci abbandoniamo ad un bacio profondo, pieno di passione. Due anime tormentate che trovano la loro parte mancante e iniziano a danzare sulle note dell’inferno.. Un pensiero mi torna in mente così prima di fare qualcosa che possa portarmi altro dolore gli pongo una domanda staccandomi per un attimo dalla sua presa << E Debrah? >> Castiel prende un respiro e poi mi da la risposta che attendevo << Inizialmente ero preso da Debrah lei era sensuale, bella e la desideravo. Avevamo creato una band, poi però scoprì che lei stava con me solo per affari e che l’aveva mandata mio padre per farmi un torto, per farmi stare male solo perché non avevo seguito le sue orme e a lei non fregava nulla di me.. devi però sapere la parte più importante, da quando ti ho conosciuta provo dentro me come un fuoco che non si spegne mai, non ho mai provato questa sensazione e ciò mi ha dato conferma che per Debrah era solo “tensione sessuale” solo questo. Ormai manca solo un mese e il contratto finisce, c’è da dire però che da quando ho scoperto tutto ciò non ho suonato più con lei, Debrah insiste con il teatrino della fidanzata quando in realtà è tutto morto ormai e lo sa >> .
Io e Castiel sprofondiamo in un abbraccio, poi concludo l’intero discorso << So che siamo compatibili, ma non voglio drammi, quando tutto sarà finito con Debrah sono sicura che accadrà,  per il momento.. ho troppa paura Castiel >> mi da un bacio sulla guancia e mi sorride << Andiamo a mangiare ? >> il suo tono è improvvisamente più tranquillo, annuisco e lo seguo andando fuori la villa.
Ci avviamo verso la rosticceria più vicina e parliamo in continuazione, un argomento tira l’altro e più andiamo avanti più conosciamo ogni angolo l’uno dell’altra e di conseguenza ricreiamo un nuovo noi. Con lui posso essere me stessa senza nascondermi dietro false apparenze. Il pranzo è così divertente, abbiamo ordinato praticamente tutto quello che c’era sul menù e assaggiato di tutto e di più, ridendo come non mai e di cuore, allontanando tutti i pensieri negativi che ogni giorno ci appesantiscono la vita. Era da troppo tempo che non stavo così bene.
<< Andiamo a comprare dei vestiti per stasera? >> chiedo dopo essere usciti dal locale, << Ho le prove con Lysandro a casa sua, vieni cosi provi anche tu! >> devo rifiutare, voglio fargli una sorpresa stasera << Non posso, ho una cosa da fare >> imito uno dei suoi sorrisi maliziosi e mi avvio verso la mia strada lasciandogli intendere che ci vediamo stasera, mi ferma per un braccio si avvicina e mi sussurra  << Fai la misteriosa ? >> poi mi da un bacio sulla guancia e va via. Tutto sembra essersi sistemato e adesso sono alla ricerca di una maschera, ho intenzione di vestirmi di rosso e nero stasera e avendo già in mente cosa mettere non mi resta che trovarne una che completi il tutto rendendomi speciale. Voglio umiliare Debrah per tutto quello che ha fatto a Castiel, voglio che tutti quelli che ci hanno fatto del male cadano a terra, perché i vermi è lì che stanno. Girando tra i negozi ne trovo finalmente uno di “gadget” sicuramente troverò qualcosa, all’interno vi è un sacco di roba sparpagliata qua e là e poi finalmente vedo attaccate ad un muro tre maschere bellissime, l’ultima della fila è rossa glitterata con delle piume che la contornano, vistosa e di classe. La compro senza pensarci due volte.
Ormai sono le 19 devo correre a casa a sistemarmi visto che la sfilata è alle otto e mezza. Con passo spedito dopo mezz’oretta arrivo al dormitorio, salgo in stanza e mi precipito a fare una doccia, truccarmi e ad acconciarmi i capelli con una mezza coda e dei ciuffi lasciati a contornare il viso. Indosso un tubino nero con un cinturino rosso sotto il seno, delle decolté rosse e infine il mio marchio : la maschera.
Mi avvio verso il parco..
 

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Capitolo 7
*** La sfilata dello sfogo ***


** Ciaoooo, come in un capitolo precedente anche qui ci sarà bisogno di utilizzare youtube :), mi raccomando iniziate ad ascoltare la canzone prima di continuare a leggere! un bacioooo <3 **



Arrivata al parco noto un gran fermento, tantissima gente è venuta qui per vedere la collezione di Leigh. Senza farmi notare cerco di raggiungere Castiel per la prima parte del nostro piano : scambio dei microfoni. Tengo la maschera in mano e con fare furtivo mi avvicino verso di lui che è occupato a sistemare gli strumenti. Senza dire una parola mi passa il microfono che utilizzerò per cantare, mi fa un occhiolino e torna al suo lavoro. In attesa dell’inizio della sfilata mi siedo in una delle panchine più isolate del parco a fumare una sigaretta di “Buon auspicio”, per quanto ne so io nessuno sa di questo folle piano nemmeno Lysandro.
Tutti i presenti hanno preso posto nelle sedie che i ragazzi avevano accuratamente sistemato precedentemente, le luci si spengono ed io sono pronta per cantare un'altra delle canzoni che amo, per Castiel e per me. I fari colorati iniziano a riflettersi sulla passerella, i ragazzi partono con la base ( https://www.youtube.com/watch?v=iVbQxC2c3-8 Who owns my heart – Miley Cyrus )  e Debrah sta per ricevere ciò che si merita. Indosso la maschera e con passo felino e sicuro mi avvicino verso le scaletta, vedo la stronza salire sul palco muovendosi come una zoccola, non “come” lo è. Lei è intenta a cantare il primo verso della canzone ma invece a farlo inizio io. Così mentre Debrah inizia a sbottare dalla rabbia senza capire cosa sta succedendo e a girarsi continuamente verso Castiel io salgo sul palco prendendomi la scena e facendomi spazio tra le ragazze della sfilata, inizio ad esplodere in mille emozioni che escono tramite la mia voce, percorro tutta la passerella con fare deciso guardando intensamente le persone tra il pubblico per poi tornare indietro al centro del palco, le modelle mi passano accanto e io le accompagno cantando con tutta la passione che ho nel cuore, poi mi volto verso Debrah e le mando un bacio. Guardo Castiel negli occhi che mi da la forza di far uscire la leonessa che c’è in me, mi volto verso il pubblico e levo la maschera gettandola a terra come gesto liberatorio continuando a cantare e a pensare QUESTA SONO IO! Lascio uscire tutte le emozioni che trapassano il mio corpo, mi avvicino a Castiel che suona la chitarra e ci lasciamo andare a dei movimenti travolgenti per poi riandare in passerella trascinando tutto il pubblico a scatenarsi guardando i meravigliosi vestiti. Continuo a cantare fin quando le ragazze finiscono di esibire gli abiti. Corro verso Castiel abbracciandolo, lui ricambia la mia stretta quando qualcosa o meglio qualcuno mi tira via : Debrah.
Mentre Leigh ringrazia tutti i partecipanti e la band che ha accompagnato la sua sfilata io devo ascoltare le lamentele di questa bambina << Tuu!!!!! Come ti permetti a rubarmi la scena! Ma chi ti credi? E poi non devi toccare Cass cretina! >> , * ridicola * peccato che non sappia che io so già tutto, per non mettere Castiel nei casini taccio. << Questa è la mia piccola vendetta per quel gesto che hai fatto in birreria >> le sorrido a mo’ di presa in giro. Va per sferrarmi uno schiaffo ma prontamente la blocco, << Debrah levati dai coglioni >> dopo averla scaricata mi volto per andare a complimentarmi con Leigh quando l’oca mi prende per i capelli, l’ho avvertita una volta a parole adesso basta. Non vedendoci più dalla rabbia mi volto prendendola per le spalle e sbattendola contro una corteccia d’albero poi inizio a sferrarle pugni fino a farle uscire sangue, mi fermo soltanto grazie a Lysandro che interviene urlandomi di smetterla. Forse ho esagerato, ma quando mi incazzo la rabbia prende il sopravvento e non ci vedo più. Odio perdere il controllo tanto quanto chi me lo fa perdere. Così senza esitazione prendo un taxi e vado via verso il dormitorio.
Arrivata in stanza controllo le mie mani, sono gonfie e rosse a causa dei pugni dati, levo le fastidiose decolté , sfilo via il tubino e mi metto qualcosa di più comodo : pantaloni di tuta e maglietta in cotone. * Cos’ho fatto * ho ceduto alla sua provocazione, proprio quando avevo deciso di andare avanti ho commesso l’errore di tornare indietro, ho fatto la stessa cosa che facevo al liceo : picchiare. Non sono triste per lei, assolutamente, sono triste per me, perché ho ceduto al mio istinto, alla rabbia. I miei pensieri vengono interrotti da qualcuno che bussa alla mia porta, apro e mi ritrovo davanti Castiel, senza dire una parola gli faccio cenno di entrare. Lui non prolifera parola così sono io a prendere la palla in mano << Mi dispiace, la rabbia ha preso il sopravvento >> mi guarda incredulo << Tu pensi che io sia arrabbiato? >> ridacchia, poi continua << Allora ci tieni davvero tanto a me >> sorride malizioso. Mi sta provocando forse? << Sai bellino, non l’ho fatto per te, le emozioni belle le sfogo cantando, la tristezza piangendo e la rabbia? La rabbia picchiando, Debrah me ne ha dato l’opportunità ed io l’ho fatto >> gli lancio un occhiataccia prendendo le sigarette dalla borsa, lui ride. << Vieni fuori, fumiamo >> lo invito a venire nel balconcino. << E’ andato tutto secondo i piani e sei stata fantastica, hai tolto la maschera, non me lo aspettavo >> mi guarda in cerca di una risposta << Avevo già mezza idea, poi guardandoti ho avuto il coraggio di farlo >> aspiro.

<< La stanza è piena
Ma tutto ciò che vedo
Sono I tuoi occhi che mi infiammano
Come fuoco nell’oscurità >>

 Come l’altra volta, Castiel recita un pezzo della canzone, un pezzo in particolare. << Ho capito che ascolti le parole delle mie canzoni e adesso, che vuoi ? >> rido, << Quindi i miei occhi sono come fuoco nell’oscurità ? >> dice avvicinandosi, << Tu hai un cinema in testa, ti fai i film ! Ho cantato questa canzone perché mi piace, nessun altra motivazione >> no, non è vero, questa canzone l’ho cantata per me e per lui, perché è stato lui a far entrare luce e speranza in me. Mi allontano da lui. << Kathrine baciami >> sussulto al sentire queste parole dette da Castiel con voce roca. Aspetto che Debrah sia fuori dai giochi o lo bacio? << Non ancora Castiel, sai cosa sto aspettando.. ma posso fare di meglio.>> entro in stanza intenta a prendere un testo. << Non resisto >> continua lui, voltandomi e baciandomi con foga, ricambio. Poi mi prende in braccio ed io avvinghio le mie gambe alla sua vita passando le mani tra i suoi capelli folti e rossi mentre lui esplora la mia schiena, lascia per un attimo la presa << Aspetterò >> mi sussurra dolcemente, << Cosa puoi fare di meglio ? >> chiede incuriosito ricomponendosi, io invece sono ancora un po’ frastornata. Non riesco ad ammettere a me stessa cosa provo per Castiel, sento che con lui è diverso sento qualcosa di forte, ma non lo so gestire, è una cosa nuova per me “essere desiderata” e devo capire come comportarmi. Faccio anch’io l’indifferente o per lo meno cerco di esserlo, prendendo il testo della canzone che volevo cantargli. Lo faccio sedere a letto e poi inizio ( https://www.youtube.com/watch?v=arecGhOm0k0   When i look at you – Miley Cyrus Acapella ) . Appena l’ho sentita, ho pensato a lui e non posso far a meno di dedicargliela.

<< Quando guardo te
Io vedo il perdono
Io vedo la verità
Tu mi ami per quello che sono
Come le stelle sostengono la luna
Proprio li dove si appartengono
E ora so che non sono sola >>

 
Dopo aver recitato queste frasi guardandolo negli occhi, nemmeno io credo di resistere più a Castiel, al suo essere così complicato ma così simile a me, riesco a scorgere l’emozione dal suo viso. Io riesco a sentirlo anche se lui non dice una parola, lui sta diventando parte di me.
 

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Capitolo 8
*** Vendette e passioni ***


Mi sveglio avvolta nelle braccia di Castiel. Ieri dopo aver cantato ci siamo abbracciati e addormentati sereni e protetti l’uno nelle braccia dell’altro. Lo guardo in viso, ha un espressione così innocente quando dorme. Mi alzo cercando di non far rumore, la sveglia segna le sei, così come da prassi prendo una sigaretta e vado a fumare nel balcone. Non riesco a credere a ciò che sta accadendo, Castiel è l’unico ad essermi entrato dentro, l’unico ad essersi interessato a scoprire cosa c’era sotto la mia fredda apparenza. Sono certa di voler stare al suo fianco, ma non mi sento del tutto tranquilla fin quando Debrah è ancora presente, so che lui non prova nulla nei suoi confronti ma non voglio che abbia problemi. In oltre sono sicura che Debrah cercherà vendetta quindi è meglio stare in guardia, non mi spavento di lei ma sapendo le persone che ci sono alle sue spalle so che non sarà facile. Oggi dobbiamo per forza andare a scuola, nemmeno il tempo e già un uscita anticipata ed un’assenza, devo impegnarmi. Fa freddo e sento dei tuoni fra poco pioverà, penso guardando il cielo. Mi scappa uno starnuto, non devo raffreddarmi devo essere forte e concentrata su ciò che sta accadendo. Finita la sigaretta vado verso il bagno per fare una doccia calda, Castiel sta ancora dormendo, quando avrò finito lo sveglio così ha il tempo di sistemarsi.
Apro l’acqua e mi spoglio, l’aria è gelida non vedo l’ora di riscaldarmi un po’ e finalmente  il getto d’acqua quasi bollente bagna il mio corpo, amo questa sensazione. Indosso l’accappatoio, asciugo i capelli e mi trucco poi esco dal bagno così da vestirmi. Il letto è vuoto, ma dov’è Castiel ? Mi guardo intorno e poi lo vedo, è fuori come me anche lui fuma la mattina. Mi fa un sorriso quasi imbarazzato a vedermi in accappatoio, io invece non sono tipo da “scandalo” in fondo sono tutta accucciata all’interno di questo. Prendo i vestiti e vado a cambiarmi, lui invece mi fa un occhiolino << Ci vediamo sotto, ti aspetto per andare a scuola >>, annuisco. Indosso dei leggins felpati neri, UGG grigio antracite ed un pullover dello stesso colore, prendo il giubbotto e scendo giù. * Ho una fame *, ieri tra tutti gli eventi accaduti ho dimenticato di mangiare, così arrivata in sala prendo dei pancake e mi siedo al tavolo con gli altri ragazzi. Tutti mi guardano straniti poi esce un << Sei eccezionale >> in coro da parte di Lysandro e Rosalya, la vittoriana continua << Grazie Kathrine, è anche merito tuo se la sfilata ha avuto un successo clamoroso e tutti si sono divertiti >> mi fa gli occhi dolci, << Di nulla Rosalya, è stato un piacere >> . Un intervento di Lysandro mi sorprende << Avevo capito fossi brava, ma la tua voce è a dir poco angelica >> come sempre quando il povero vittoriano esprime parole dolci nei miei confronti arriva Castiel lanciandogli un pugnetto in testa. Tutti ridiamo. << Ragazzi stasera andiamo tutti in discoteca >> propone Rosalya, discoteca?! Ci sono andata 2-3 volte, è un luogo pieno di depravati che cercano di palpare altre depravate. Lysandro acconsente sbuffando, Castiel si volta verso di me << Tu ci sarai ? >> * Vita sociale Kathrine * << Certo >> sorrido, finito il discorso ci avviamo tutti insieme verso la scuola, e durante il tragitto starnutisco più e più volte, il rosso lo nota e mi mette un braccio attorno le spalle strofinando la mano per riscaldarmi.
Arriviamo in aula e ci mettiamo a sedere ai nostri posti, Debrah con il viso gonfio mi guarda ridendo, non la sopporto ma ho smesso di darle peso, quello che dovevo fare l’ho fatto. Durante la prima ora di lezione Nathaniel il segretario entra in classe dicendo che ero richiesta fuori. * Cosa sarà successo ? *, la zoccola continua a ridere e Castiel ha un espressione insospettito. Esco dall’aula e vado verso l’entrata, Nathaniel mi ha detto che c’era qualcuno che voleva parlare con me, mio padre? Mia madre? Non mi resta che andare a vedere. Vedo due ragazze alte, slanciate e vestite di nero, una mi prende per i capelli l’altra invece inizia a darmi dei pugni in faccia e in pancia << Debrah non si sfiora neanche con un fiore, stupida >> , riesco a darle qualche calcio in pancia allontanandola per un attimo, poi mi volto verso l’altra che tira ancora i miei capelli e le do una testata, essendomi finalmente liberata torno subito dentro, non mi sento in piena forma e non so fino a che punto possa resistere contro queste due, ma con le forze che mi restano e col naso sanguinante chiamo Nathaniel << Fai uscire Debrah >> * Kathrine Weller è tornata * penso, non importa se devo fare i conti con la violenza, a me i piedi in testa non li mette nessuno. Nathaniel mi guarda spiazzato , non avrò di certo un bell’aspetto ma non me ne frega nulla, poi finalmente la stronza esce dall’aula prima con un sorriso, poi sbianca in faccia << Tu credi che io non sia capace di difendermi ? Sei una lurida, IO le cose le risolvo da sola e con le mie forze, TU non riesci nemmeno in questo, ma non ti fai schifo? Stai tranquilla che non ti tocco perché mi fa venire il volta stomaco toccare la tua pelle. >> Debrah resta in silenzio e io mi avvio verso la classe, prima di farlo però le sputo in faccia ,<< Non devi rompermi i coglioni >> sono le ultime parole che le dico, poi entro in classe. Tutti mi guardano, come biasimarli ho ancora il naso che sanguina il professore mi osserva << Signorina Weller, va tutto bene ? >> , << Certo, sono caduta e sbattendo il naso visto che ho i capillare fragili ho iniziato a sanguinare >> * credibile * se non fosse per qualche livido di troppo, ma comunque non se ne cura nessuno a parte Castiel e Lysandro che continuano a fissarmi. La campanella della ricreazione suona e finalmente posso guardarmi in uno specchietto per vedere come sono combinata : capelli arruffati, naso gonfio e con un livido. Appena tutti escono dalla classe Castiel si avvicina a me << Che diavolo è successo Kathrine ?! >> non voglio farlo preoccupare, di sicuro combinerebbe qualcosa se sapesse, così ometto la verità << Solite discussioni con Debrah >> , mi guarda sempre più incazzato << Ah si? E come mai lei è illesa e tu sei combinata così, lo so che sei 100 volte più forte ed agile >> resto in silenzio. Si avvicina al mio viso tenendo il mio mento con il pollice << Dimmi cosa cazzo è successo ? >> inutile continuare a mentire, non si arrenderà. << Due signore sulla trentina.. >> non riesco a finire, mi avvicino al cestino e vomito, fortunatamente solo Castiel è presente * Saranno stati i pugni nello stomaco * , ci vedo nero e non mi sento bene. << Perfavore andiamo via >> gli dico ancora piegata in due. Così facendoci autorizzare e prendendo un taxi ritorniamo al dormitorio.
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Mi sveglio un po’ intontita, sono nella mia stanza e alzandomi a mezzo busto dal letto vedo Castiel fumare nel balcone, metto la coperta sulle spalle e vado verso di lui. << Dormigliona >> dice accarezzandomi la testa. Mi sarò addormentata in taxi, e lui ha aspettato qui che mi svegliassi.. merita di sapere cos’è accaduto. Fumo una sigaretta anch’io e gli racconto di ciò che è successo. << E’ colpa mia se ti è capitata una cosa del genere lo sai ? >> no, non è così lui non centra proprio nulla e non deve addossarsi colpe che non ha << No Castiel, nessuno ha colpe, io e Debrah ci siamo andate contro fin dall’inizio, una cosa tira l’altra e siamo arrivate a questo, io ho voluto vendicarmi con quel piano, io le ho voluto riempire la faccia di pugni e lei ha ricambiato, mi sono saputa difendere e non è successo nulla. Ho perso le forze perché sicuramente avevo anche un po’ febbre già da stamattina, non per altro >> dico tutto di un fiato, poi riprendo a fumare. Castiel riflette per un po’ sulle mie parole poi gettando la sigaretta mi prende in braccio. E a pochi centimetri di distanza dal mio viso sussurra << Sai che manca poco e poi sarai mia piccola samurai ? >> capisco subito ciò che intende, ma io non voglio aspettare più, per chi poi? Debrah? No, ho smesso di pormi limiti per gli altri, adesso vivo la mia vita. << No Castiel, non manca poco >> mi guarda indispettito << Hai cambiato idea dopo oggi ? >> lascia la presa poggiandomi delicatamente a terra, << No affatto >> gli sorrido, poi lo prendo per mano andando verso il bagno, lui non riesce a capire cos’ho in mente e sinceramente non lo so nemmeno io. So solo che lui mi ha reso ciò che sono ora e che provo per lui qualcosa di forte, qualcosa di grande, qualcosa di indescrivibile * Amore forse? Dai Kathrine svegliati *, continuo a non proliferare parola, poi accendo l’acqua calda. Castiel capisce subito cosa sto per fare, così prende la palla in mano, a lui piace comandare ed anche a me, non sarà semplice * sorrido *. Si avvicina e poggia le sue morbide labbra alle mie, dando vita ad un bacio travolgente poi…
TO BE CONTINUED..

 

** Ammetto che...... voglio farvi un po' soffrire in attesa del prossimo capitolooooo :) ahahah **

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Capitolo 9
*** Passato ardente ***


Poi le mie mani scivolano tra i suoi capelli mentre le sue accarezzano la mia schiena e iniziano a sfilare via la maglia, stavo per fare lo stesso anch’io quando qualcuno inizia a bussare insistentemente alla porta, in un primo momento volevo solo continuare a farmi trasportare dalla passione ma il rumore dei pugnetti contro la porta non si fermava, così rimetto la maglietta e con viso imbronciato vado verso la porta. << Chi è ? >> chiedo spazientita, << Kathrine sono papà >> sbianco in viso, che ci fa mio padre qui ? Faccio cenno a Castiel di chiudere la porta del bagno, poi lo faccio entrare. << Chi non muore si rivedere padre >> lo guardo negli occhi come a volerlo fulminare, ma lui oggi non ha la solita espressione sembra quasi triste, << Che ti è successo ? >> chiede guardandomi in viso << Nulla che non possa superare da sola >> il mio sguardo è sempre dritto verso i suoi occhi, io non provo nulla per lui, né gli voglio bene né lo odio, è per me uno sconosciuto. << Hai picchiato qualcuno come di tuo solito ? >> chiede quasi con la pretesa di sapere << Non sai nulla di me, come ti azzardi a fare una domanda del genere e con quel tono? Se hai qualcosa da dirmi fallo in fretta e vai via >> sto iniziando ad infuriarmi e non è una buona cosa << Kathrine.. io e la mamma ci siamo separati, lei ora vive con un altro uomo più ricco e più potente e la tua custodia ce l’ho io >> la cosa non mi arreca il minimo dolore. << E quindi? Non cambia nulla, non vi ho mai avuti presenti nella mia vita, non so com’era il vostro rapporto e non mi interessa nemmeno saperlo, siete due sconosciuti per me >> mi volto prendendo una sigaretta , devo calmarmi. << Tesoro quello che ti sto proponendo è di venire con me >> faccia da culo che ha quando dice queste parole, << Tesoro? Che c’è sei rimasto solo? No impossibile, con tutti i soldi che hai riuscirai a trovare una che ti stia dietro come un cagnolino, non preoccuparti. Io sto bene qui >> accendo la sigaretta. << Stai bene da sola? >> sta iniziando ad arrabbiarsi, << Oh no papà pensi davvero che io sia sola? Ho una persona che in poco tempo ha riempito i vuoti lasciati da te e la mamma e farmi dimenticare tutte le cose che ho passato quando tu eri troppo occupato per fregartene qualcosa, ora esci da quella porta immediatamente >> sto perdendo il controllo << Dai fai la brava e vieni con me su >> il suo tono è così fastidioso e falso che mi fa vomitare << Vai via ho detto! >> , così senza insistere va via facendomi un sorriso << Potevi avere il lusso e invece hai deciso di fare una vita da cane in dormitorio, ciao bocciolo >> gli sbatto la porta nel modo più forte che potevo, poi inizio a prendere a pugni il muro e a tirare tutto in aria, Castiel esce dal bagno e mi abbraccia accarezzandomi la testa.
Mi scosto ed esco in balcone, ho bisogno di sbollentare. Ma com’è possibile che un padre riesca a comportarsi in una maniera tale? Non ha la minima idea, il minimo senso della delicatezza e della responsabilità. Castiel mi raggiunge fumando con me.  << Com’è possibile, dimmelo se lo sai perché queste cose mi mandano fuori testa.. io lo odio, pensavo non mi importasse nulla ma invece lo odio, dal profondo del cuore, è un sentimento che sta invadendo il mio cuore, la mia mente, vorrei riempirlo di pugni, lo hai sentito no? Hai sentito cos’ha detto? >> mi rivolgo verso  Castiel con un tono più che rabbioso, non riesco a controllarmi. Lui mi guarda, ma sa che nessuna parola è adeguata alla situazione, così mi abbraccia silenziosamente. La mia testa sprofonda nelle sue braccia e scoppio in lacrime. Il dolore è lancinante. Emozioni che ho represso, si può dire per tutta la vita vengono a galla violentemente. Castiel mi accarezza la testa << Ci sono io >> sussura, baciandomi la testa. << Come posso fidarmi Castiel? >> lo guardo, contemporaneamente lacrimoni scendono dai miei occhi color ciliegia. << Dammi la certezza che non mi lascerai mai sola. Puoi darmela ? No ovvio che non puoi. Io sono una persona destinata ad essere eternamente triste, per sempre >> dico spingendolo via. << Kathrine adesso basta! Lo vedi? Ti stai sfogando con me, fidati, fallo  con il tempo avrai le certezze che vuoi, io starò sempre con te, a patto che anche tu lo faccia e sappiamo entrambi che lo faremo >> .
Mi volto verso di lui, avvolgo le braccia attorno al suo collo e lo bacio, con foga e passione. Lui ricambia. Ma soprattutto con amore. Mi prende in braccio accompagnandomi delicatamente sul letto. Lui è su di me, posso sentire il mio cuore sussultare. << Castiel.. non ho mai fatto l’amore.. >> gli sussurro all’orecchio. << Nemmeno io ho mai fatto l’amore >>, poi riprende a baciarmi. Accarezza delicatamente il mio viso, la sua mano scende fino ai fianchi, prendendoli in una morsa che mi fa sussultare. Le sue morbide labbra baciano il mio collo, contemporaneamente, esploro la sua schiena accarezzando con decisione le sue grandi spalle, gli sfilo la maglietta in modo da poter sentire in modo diretto il calore della sua pelle, lui fa lo stesso. La sue dolci labbra passano sul mio ventre, sento come un calore che si dilaga in tutto il corpo, e movimenti senza controllo prendono il sopravvento. Prendo la sua testa fra le mani e lo bacio, poi inverto i ruoli ruotando, lui sotto ed io a cavalcioni su di lui. Le mie labbra fanno il suo stesso gioco, poi sbottono i pantaloni, levando tutto ciò che gli restava addosso. Ma si sa lui non è tipo da essere comandato e perciò la situazione si ribalta nuovamente. Le sue dita che scendono sul mio corpo sono così delicate e leggere da farmi venire la pelle d’oca. Anch’io non ho più nulla a coprire il mio esile corpo. Ora un senso di paura si fa spazio dentro di me, Castiel avverte subito un cambiamento nel mio corpo. << Stai tranquilla, sono qui e ci sarò sempre >> sussurra. Queste parole sono come una ventata d’aria fresca per le mie emozioni. Riesco così a lasciarmi andare. Sento Castiel diventare parte di me, sento come un dolore fortissimo, ma le sue carezze i suoi baci mi fanno dimenticare di questo “fastidio” e tutto diventa così più armonioso, più naturale. I nostri corpi si riscaldano con il loro attrito, posso sentirlo, sento il suo cuore battere, il suo respiro affannato sul mio collo, e poi la danza si ferma lasciando spazio ad una sensazione di calore mai provata prima. Ci abbracciamo, e i nostri occhi si guardano intensamente. Vorrei dirgli quella cosa.. ma è così difficile per me dire ad una persona che provo amore. E’ assurdo sapere di provarlo figuriamoci a dirlo. Ma sarò pronta prima o poi, con lui.  Poggio la testa sul suo petto lasciandomi avvolgere.
<< Grazie >> lo guardo accennando uno dei miei sorrisi più sinceri, lui mi stringe più forte. << Stasera te la senti di andare con gli altri ? >> mi guarda scrutando una mia espressione, << Certo, ma sono già le sette e mezza, dovrei fare una doccia. >> dico sbalordita guardando l’orologio, << Facciamola insieme >> dice con un sorriso malizioso, tirandomi con dolcezza verso il bagno..



Scusate la mia imperdonabile assenza.. ho avuto tanti problemi ma spero comunque di ritrovarvi tutte qui a leggere questo capitolo.
Perdonatemiiiiii... spero vi piaccia, un bacio :)

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Capitolo 10
*** Incidenti di percorso ***


Dopo una maratona d’amore, Castiel è andato in camera sua a finire di prepararsi per andare in discoteca. Io sono ancora un po’ indecisa su cosa indossare, ho già sistemato i capelli raccolti in una coda liscia con il ciuffo libero e truccato il viso con un bel trucco sul nero. Mi ritrovo davanti all’armadio e frugando trovo un vestitino nero attillato, con la schiena scoperta e uno scollo davanti semichiuso da dei laccetti, ovviamente metterò qualcosa di sopra. Lo indosso, metto le decolté nere un giubbottino di pelle ed esco dalla camera.

Vorrei indispettire Castiel, così mi dirigo verso la sua stanza e busso. Lui apre la porta trovandomi appoggiata di fianco. Dal suo viso traspare un velo di gelosia << Tu >> dice guardandomi con aria quasi arrabbiata, io invece continuo a tenere un sorriso beffardo sul mio volto. Mi prende per la vita avvicinando il mio ventre al suo e le nostre facce ad un centimetro. << Dove vorresti andare vestita così? >> tiene salda la presa sui miei fianchi. Non rispondo, voglio provocarlo. << Allora? Ti hanno tagliato la lingua forse? >> mi tira dentro camera sua. Continuo a non proliferare parola ma sussulto quando dalla sua bocca escono queste parole << Peggio per te >> , ora è lui ad avere un sorriso irritante sul viso. Mi appoggia sulla scrivania alzandomi con decisione il vestito .. << Allora? Hai un ultima possibilità, ti cambi ? >> , faccio finta di pensarci poi ridendo scandisco le sillabe << Enne o >> lo spingo leggermente e mi ricompongo, ma non faccio in tempo ad uscire dalla porta perché la scena si ripete e in meno di 1 minuto mi ritrovo Castiel che spinge con passione e decisione. << Non era la risposta corretta >> dice baciandomi il collo e facendomi venire la pelle d’oca.

Finita la foga, mi guarda ancora con quell’espressione vittoriosa << Ed è solo l’inizio, non puoi provocare il provocatore >> mi fa un occhiolino e si ricompone, io replico << Vedremo, ho ceduto perché volevo cedere >> allo stesso tempo mi ricompongo, << Questa lingua… >> dice con tono malizioso. Mi avvio verso la porta, ma prima di uscire Castiel si fa serio << Stammi sempre accanto >>, annuisco anche se so badare a me stessa è bello che qualcuno si prenda cura di me.

Alla “hall” troviamo Rosalya, Lysandro, Leigh e Armin, tutti vestiti in modo impeccabile. << Ciaoooooo, sei spettacolare! >> esulta la vittoriana, poi continua << Siamo pronti ad andare? >> , tutti acconsentono e così ci avviamo verso la discoteca. Già da fuori si nota un gran fermento ed è piena di ragazzi della nostra età.

I controllori ci timbrano il polso e poi entriamo. Il proprietario è lo zio di Rosalya e così per noi le consumazioni sono gratis, non vedo l’ora.. oggi è stata una giornata strana, mi sento ancora più cresciuta di quanto lo ero già. Sfogarsi è bello.

 Mentre i ragazzi vanno in bagno io e la vittoriana ci avviamo verso il bar ma prima che Castiel vada mi fa un occhiolino come a dire “ stai attenta ” . Appena preso il cocktail veniamo avvicinate da un gruppo di ragazzi, che dal loro aspetto si direbbero poco raccomandabili, così gli chiediamo gentilmente di levare il disturbo per non creare discussioni inutili in cui potrebbero andare di mezzo i nostri ragazzi, anche perché a detta di Rosalya sono gli spacciatori della zona.

Tra una chiacchiera e l’altra abbiamo finito il primo cocktail ed i ragazzi finalmente sono tornati. << Tutto bene ? In bagno c’era una fila pazzesca >> mi mette una braccio attorno al collo ordinando un giro di shortini per tutti noi. Poi uno di quei malviventi si riavvicina e ad alta voce esclama << Manca poco che vi fa effetto >> sghignazza come un cretino. Io e Rosalya non capiamo, ma Armin subito chiede << Si sono avvicinati a voi? >>, << Si ma li abbiamo scacciati perché? >> chiede la vittoriana mentre io acconsento a ciò che dice. << Vi siete distratte ? >> continua lui, mentre gli altri cercano di capire cosa succede, comunque noi gli rispondiamo che stavamo parlando tra di noi e quindi era possibile. << Cazzo ragazze, loro sono famosi perché drogano le ragazze, cazzo, cazzo >> . Castiel e Leigh hanno un nervoso bestiale e vedo il rosso intento a partire, fortunatamente lo riesco a fermare << Sta tranquillo non ci accadrà nulla, godiamoci la serata fin quando e possibile ed metti in conto che probabilmente stiano solo scherzando per fare a botte >> , Rosalya è d’accordo con me, possibilmente stavano solo bleffando e non è nemmeno vero ciò che hanno fatto.

Castiel però è ancora furioso e  li continua a fissare. Propongo di sederci nei divanetti ed ordinare un giro di shortini come avevamo deciso prima, tutti acconsentono ma la testa inizia a girare, mi guardo con Rosa e lei fa lo stesso ma non voglio rovinare questa serata così cerco con tutte le mie forze di non cedere all’effetto di qualsiasi cosa abbiano utilizzato. “ Fortunatamente ” ero abituata a questo tipo di droghe quindi non dovrebbe accadere nulla, più che altro devo tenere sott’occhio Rosalya.

Nell’allergia generale un drink tira l’altro e passiamo la serata ridendo e scherzando. * Io e Castiel non abbiamo ancora ufficializzato né siamo nulla e in pubblico ci comportiamo normalmente ma a me sta bene così, anche se gli altri spesso ci guardano con gli occhi di chi la sa lunga. Mi trovo bene con loro ed è una cosa che mi fa piacere. * Assorta nei miei pensieri sento Leigh chiamarmi << Rosalya non si sente bene, vai in bagno con lei >> chiede gentilmente ma con tono preoccupato, rispondo affermativamente e ci avviamo verso il bagno.

<< Kathrine mi sento malissimo, aiutami >>, è così pallida. << Ascoltami bene, sciacquiamo la faccia con l’acqua fredda ok? >> chiedo senza far trasparire preoccupazione in modo da trasmetterle sicurezza; lei annuisce. Le chiedo se va un po’ meglio ma lei scosta la testa come per dire di no. L’unica soluzione e tornare a casa, così ci avviamo verso il tavolo dei ragazzi. << Dobbiamo andare >> esclamo rivolgendomi a tutti. Ci mettiamo in macchina, Castiel e Leigh sono ancora visibilmente infuriati. << Kathrine ma tu stai bene? Perché a Rosalya ha fatto effetto e a te no? >> chiede Lysandro incuriosito. Ecco, questa domanda l’aspettavo, il mio passato lo conosce solo Castiel e non voglio che qualcun altro lo sappia. << Beh non ne ho idea >>  cerco di essere disinvolta, ma ritorno fredda.

Arriviamo al dormitorio, ci salutiamo e dico a Leigh che per qualsiasi cosa può chiamarmi. Io e Castiel saliamo silenziosamente nelle stanze, è turbato, non ha proliferato parola. Arriviamo davanti la sua porta così, per interrompere quel silenzio fastidioso lo saluto << Buonanotte >>  è la prima cosa che mi è venuta in mente. Lui mi guarda come incredulo ma non riesco a capire perché, poi finalmente sul suo volto appare un mezzo sorriso << Ma cosa buonanotte? Noi dormiamo insieme ormai. >> detto ciò, mi tira dentro la sua stanza.

 

Scusate se questo capitolo non è un granchè ma è transitorio, nel prossimo ci saranno un bel po' di sorprese :)

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Capitolo 11
*** Complotti ***


L’indomani dopo esserci ricomposti tutti andiamo verso il liceo. Io e Castiel ci facciamo i dispetti per tutto il tragitto e fortunatamente Rosalya ha riacquistato la sua vivacità naturale; di fronte al liceo troviamo un manifesto che parlava di audizioni band per un concerto ad un famoso stadio della città. Ci guardiamo tutti in viso ma le nostre espressioni tralasciano che già avevamo accettato tutti senza dire nulla, << Te la senti ? >> chiede Castiel incerto guardandomi intensamente, << Ovvio che voglio >> gli faccio un occhiolino, e contornandomi il collo con il suo braccio ci rechiamo in classe.

Dopo esserci seduti tutti il professore chiede il silenzio per una cosa importante da dire << Ragazzi silenzio per favore, volevo ricordare che come ogni anno domani ci sarà la dimostrazione per i ragazzi che speriamo vorranno iscriversi in questo liceo, ho già preparato le attività e i gruppi. Vi illustro cosa farete : le ragazze utilizzeranno la divisa per accogliere e far visitare le varie aule con le dimostrazioni che invece faranno i ragazzi. >> si volta prendendo dei fogli, io odio questo genere di “ lavori “ spero almeno di essere in coppia con Rosalya, pensandoci bene però ho una scappatoia << Professore mi scusi, io non ho la divisa >> e visto che i tempi sono minimi non posso nemmeno comprarla,  * si Kathrine ottima tattica * dico tra me e me, soddisfatta di ciò che elabora il mio cervello.. << Signorina Weller, ha ragione, potrebbe controllare se tutti svolgono il loro lavoro, ok? >> chiede il professore sempre troppo ingenuo, faccio cenno positivo con la testa quando qualcosa cattura il mio sguardo : Debrah e il viscido “ fratello “ di Castiel che parlano.

Non perdo tempo, chiedo al professore di andare in bagno, e dopo aver chiuso la porta inizio a correre in modo da poter sentire di quali malvagità stanno discutendo, scendo le rampe di scale il più veloce possibile sfoggiando tutte le mie abilità atletiche. A pochi metri dalla scena vomitevole di due persone viscide così vicine allento il passo mettendomi dietro il muro, fortunatamente li sento in modo scandito << Non è davvero possibile, Castiel non può umiliarmi così, parteciperà al concorso con quel gruppetto mediocre e nemmeno. Ancora il contratto è in valido, lui non può disobbedirci così >> sento Debrah piagnucolare queste insulse lamentele, poi quel serpente con i capelli neri, gli occhi glaciali e cattivi replica << Per quanto ne so questo concorso dona alta visibilità e se qualche nostro conoscente nota ciò non è una buona cosa sia per la vostra che per la nostra famiglia, ma micetta non ti preoccupare ho un piano >> le accarezza il viso, quella voce così maligna si ferma per un istante poi continua << Quanto ci scommetti che Kathrine avrà delle brutte ore il giorno del concorso? E tu salirai sul palco al posto suo ? >> , * Che coglioni ! Non posso credere a ciò che dicono, ma che gli pare che siamo in un film? Perché i loro genitori sono “ potenti “ con i soldi degli altri per giunta, credono di poter dare l’inferno ad altre persone? * penso sentendo la risata fastidiosa di Debrah.

*Ormai, quello che dovevo sapere lo so, ma non posso dire nulla a Castiel, inutile dargli problemi quando posso cavarmela da sola. In oltre il concorso è tra una settimana, c’è tempo, devo solo trovare il modo di fermarli * penso accingendomi a tornare in classe. Sento chiamare il mio nome e resto pietrificata, dopo aver preso un respiro profondo mi volto << Colin, anzi verme scusa >> dico mettendo sul viso uno sguardo di sfida, << Che fai in giro per la scuola non sai che ci sono i lupi cattivi ? >> sorride viscidamente avanzando un passo. << Lupi cattivi eh? Io invece direi che ci sono i vermi schifosi e che i lupi sono altri >> il mio tono strafottente lo fa innervosire, lo noto dal minimo tremore delle sue mani. << Stai attenta piccola esile Kathrine, non c’è sempre il principe azzurro a salvarti >> mi fa un occhiolino e si volta, << Io mi difendo sola, coglione! >> poi finalmente, torno in classe sedendomi al mio posto senza guardare in viso nessuno, soprattutto Castiel che noterebbe subito il mio stato d’animo, anche se purtroppo, ogni volta che accade un esperienza negativa come questa sento che la corazza prima sgretolatasi grazie a Castiel, che ritorna pezzettino dopo pezzettino. Continuo a guardare fuori dalla finestra, rendendomi conto che verso quel ragazzo provo odio, odio profondo, potrei fare una “ Black List “ al primo posto lui, dopo mio padre e poi? Ancora sono giovane, di qua alla mia mezza età probabilmente potrei farne un libro “ Le persone che odio e perché “ . Sento tirarmi per un braccio è Castiel che mi guarda spazientito << Oh bella addormentata non la senti la campanella della ricreazione ? >> per un attimo sembra sia serio, poi sorride. << Scusami ero assorta a guardare il “ panorama “ >> mi da un pugnetto gentile sulla testa, poi si avvicinano anche Rosalya, Lysandro e Leigh. << Dobbiamo decidere quando provare >> dice la vittoriana con un sorriso smagliante, << Dobbiamo chiamare Armin per suonare la batteria >> aggiungono, << Ragazzi avrei intenzione di fare un duetto >> dico io fissando il vuoto, << E’ un ottima idea, ma chi di noi sa cantare ? >> chiede Lysandro, << Io so farlo >> ed ecco Castiel con il suo sorriso beffardo. Ci dividiamo i compiti accordandoci a provare tutte le sere insieme e durante il giorno ogni momento libero sarà dedicato alle prove. << In oltre dopodomani ci saranno quattro giorni di vacanza a causa della disinfestazione quindi saremo super carichi giusto ragazzi? >> l’euforia di quella ragazza è assurda, tutti acconsentiamo entusiasti anche se io ho un ronzio in testa. Devo stare attenta.

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Dopo esser tornati al dormitorio e aver mangiato decido di fare una doccia calda per rilassare un po’ tutta  la tensione accumulata. << Kathrine >> sento chiamare da fuori la porta, credo sia la voce di Castiel. Così anche se ho indosso solo un asciugamento visto che mi stavo per lavare gli apro ugualmente tanto, non è poi uno scandalo con tutto quello che succede tra me e lui. Castiel non è tipo da imbarazzo e quando mi vede in quel modo percorre il mio corpo con lo sguardo dal basso verso l’alto << Avresti aperto a chiunque ? >> chiede “falsamente” imbronciato, << Conosco la tua voce Castiel >> mi volto e continuo << Aspetta qui che devo farmi una doccia >> mi sto comportando in modo altezzoso di proposito, voglio vedere la sua reazione che non tarda ad arrivare. Appoggia quasi ermeticamente il suo petto alla mia schiena, poggiando le mani sui miei fianchi e lasciando cadere così la tovaglia << Come hai detto? Tu devi farti una doccia? Aspetta qui? >> mi dice mordendomi poi delicatamente un orecchio e continuando a strofinare il suo ventre al mio. Mi volta di scatto facendomi fare un sussulto e iniziando un bacio travolgente, sfilo i suoi vestiti lasciandolo come ero io fin dall’inizio : nudo. Mentre mi bacia con foga si siede con una sedia indicandomi con la pressione delle mani di sedermi a cavalcioni su di lui. Inizia nuovamente una danza, un fuoco << Sei.. sei.. >> non riesco a terminare la frase che la mia schiena si inarca i miei muscoli si irrigidiscono e il mio respiro si fa corto, dopo qualche secondo lui riprende con decisione i movimenti al mio interno << Sono? >> mi sussurra all’orecchio leccandomi poi il collo, << Mio >> finisco la conversazione, o meglio lo scambio di parole baciandolo. Castiel mi prende in una stretta possessiva, finendo la danza con dei colpi teneri. Ci guardiamo intensamente negli occhi, quando un malessere pervade il mio corpo con un senso di nausea, scatto in bagno accovacciandomi sul water e liberandomi dei crampi allo stomaco, vomito. Sento ti sudare così mi alzo poggiandomi con il lavandino e sciacquo la faccia con acqua fredda, poco dopo quando sento di essermi un po’ ripresa lavo anche i denti e mi appoggio al lavandino reggendomi con le braccia. << Kathrine è tutto ok ? >> sento la voce preoccupata di Castiel, possibilmente ho mangiato qualcosa di cattivo non c’è bisogno di preoccuparsi, penso tra me e me. << E’ tutto ok, solo un piccolo malessere >> rispondo con voce apparentemente serena uscendo dalla porta. Castiel mi guarda perplesso ma non emette un fiato. Ricomponendoci e scambiandoci dei sorrisi iniziamo a salire verso la stanza di Rosalya.

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Capitolo 12
*** Serenità svanita in fretta ***


Siamo tutti seduti in cerchio io, Castiel, Rosalya, Leigh, Lysandro e Armin. La vittoriana si alza e annuncia una notizia forse positiva : il concorso è stato sposato da sabato a mercoledì. Tutti siamo più rilassati avremo più tempo per provare ma iniziamo comunque oggi. << Allora! >> esclama Rosalya continuando << Abbiamo studiato il pezzo che vogliamo fare “ Make me” i nostri ruoli li sappiamo tutti. Castiel canterà e suonerà la chitarra, Kathrine canterà, Lysandro chitarra e coro, Armin piano e coro ed io solamente coro. Ci siamo fin qui ? >> il suo tono è simile a quello di un maresciallo che detta legge, tutti annuiamo con un colpo secco di testa poi sedendosi incita ad iniziare a fare una prova approssimativa di ciò che sarà, << Proviamo il primo pezzo e domani a scuola proveremo in palestra, tanto sono tutti impegnati con “ l’accoglienza ” e nessuno farà caso a noi >> conclude il suo discorso. Così, tutti iniziamo a prepararci e dopo aver sentito i tre rintocchi di bacchetta che emette Armin incominciamo a cantare.

“I never needed you like I do right now
I never needed you like I do right now “

Dopo aver cantato il mio pezzo faccio cenno a Castiel, così inizia a cantare.
“I never hated you like I do right now “

Non avevo mai sentito la sua voce è così, profonda.. ti trapassa il corpo. Poi dopo aver perso per un attimo la concentrazione, è il momento del coro.

“Cause all you ever do is make me...”

Ci guardiamo tutti sorridendo, le nostre voci insieme sono così belle, si sposano alla perfezione. Adesso, è tutta questione di complicità un verso io un verso Castiel, devo rimanere concentrata, finalmente sto facendo ciò che amo senza farmene un problema e anche se molti pensieri negativi vagano senza direzione nella mia mente, per il momento quello più forte, quello che mi trasmette cantare è la : serenità. Così inizio << Gave you up 'bout 21 times >> il rosso accenna un sorriso e canta << Felt those lips, tell me 21 lies >> i suoi occhi mi spingono come per dire * vai! Forza *, è il mio turno << You'll be the death of me >> gli lancio uno sguardo di sfida per fargli dare il meglio, anche se lui lo fa sempre << Sage advice >> è l’ultimo verso di Castiel, poi in coro cantiamo l’ultimo verso << Love-lovin' you could make Jesus cry >>.Siamo tutti così soddisfatti che sprofondiamo in un abbraccio di gruppo. E chi ci avrebbe mai creduto? Kathrine Weller vuole bene a qualcuno. Rosalya non può trattenere la sua euforia << Ragazzi! Siamo stati grandi, tu Kathrine e tu Castiel avete un’ intesa così profonda che farebbe venire la pelle d’oca a chiunque >> io e il rosso scoppiamo a ridere << Ma smettila ! >> diciamo entrambi sbuffando senza rendercene conto abbiamo fatto la stessa identica mossa, procurando ovviamente le grasse risate degli altri.

Il mio telefono squilla così, non conoscendo il numero, mi allontano per rispondere. << Pronto ? >> il mio tono di voce intende dire “ chi sei ? “ , la voce dall’altra parte è femminile << Caterina >> , non ci posso credere, solo una persona mi chiama così, ma perché tutti decidono di ricomparire adesso, come per gli altri non ho pietà per nessuno << Oh ciao mamma, scusa ma se ci siamo sentite un secondo fa perché mi hai richiamata ? >> chiedo ironicamente facendo trasparire la mia voglia di ferirla, la sento piangere ma la cosa non mi scalfisce, anche io ho pianto, sola però senza parlare con nessuno << Ho bisogno del tuo aiuto >> dice ancora singhiozzando, non voglio nemmeno sapere cosa le sta succedendo, lei non c’è mai stata ho passato anni di merda senza un cazzo di nessuno, le chiudo il telefono in faccia e in preda alla rabbia esco dalla camera senza salutare nessuno sotto gli occhi sconvolti degli stessi. Corro, non voglio sentire alcun consiglio nulla, devo sbollentare, sola. Nemmeno Castiel può aiutarmi adesso, devo fare i conti con il passato e con il dolore.

Esco dal dormitorio più in fretta possibile arrivando con il fiatone al parco. Non so perché ma dopo aver conosciuto Castiel sono più vulnerabile e la cosa mi da fastidio perché quel minimo senso di colpa per non averle dato il tempo di dirmi cosa le stava accadendo prima non ci sarebbe stato e invece adesso è come una macchietta che si va sempre più ad estendere come se volesse prendere il sopravvento, ma no, non posso cedere. Sono arrivata allo sbando, un ragazzo si è approfittato di me e lei dov’era una madre non può non esserci, non accorgersi di tutto ciò, lei è una persona come tante. * Kathrine dissociala da te come facevi prima, lei è una come tante, come se ti avesse chiamato una sconosciuta * ripeto, ripeto lo ripeto all’infinito ma non funziona, vorrei solo capire cosa sta succedendo e la rabbia nel frattempo prende il sopravvento di tutte le mie reazioni : inizio a calciare i sassi, dare pugni agli alberi e a “gridare sotto voce” che la odio, la odio. Arrivo ad una conclusione, devo chiudere i rapporti con tutti, non posso rischiare di cedere, di cedere alle lacrime. Ci ho provato quando è stato di mio padre, e si, ti senti meglio ma ti indebolisci, provare emozioni rendere deboli. Sento di nuovo squillare il telefono, quasi con paura guardo il telefono ed è di nuovo quel numero, rispondo o non rispondo ? cosa devo fare ? l’indecisione mi sta corrodendo e non fa parte del mio carattere, devo prendere una decisione. Con sofferenza premo il verde << Dimmi cosa vuoi e poi sparisci >> il mio tono è freddo, conciso e privo di intonazione. << Sono incinta, sola e senza un soldo aiutami Caterina per favore >> piange ancora, io però sento di non doverle nulla << Di chi è ? >> chiedo solo per capire << Non è di tuo padre >> dice diretta smettendo di piangere << Di tuo marito vorrai dire, comunque non è affar mio, fa ciò che cazzo ti pare, non chiamarmi mai più >> chiudo la chiamata e mi incammino lentamente verso il dormitorio ed una sola parola descrive come mi sento adesso : confusa. Non so più cosa fare, da un lato sento che Castiel mi fa bene risveglia la mia parte positiva dall’altra sento di essere pù debole, poi penso che lui abbia una situazione simile alla mia e che se ce la fa lui posso farcela anche io, ma ripeto che non so cosa sento cosa provo, forse dovrei piangere? No, non è da me o forse non lo era. Non lo so non capisco sto per impazzire, ed il cielo sembra quasi voglia accompagnare il mio stato d’animo con bagliori e goccioloni, non mi importa.. continuo a camminare e a farmi bagnare dalla pioggia fredda, fredda come me. Una grande macchina bianca si accosta a me, mi volto e all’interno vedo Colin che inizia a ridere da coglione, come ha sempre fatto. << Perché non sali fattona ? >> non reggo più nulla e con qualcuno devo scaricare. << Scendi dalla macchina! >> gli urlo << Vuoi che mi bagni per te ? >> chiede sbruffone << Ti ho detto scendi >> ripeto con un tono freddo e pieno di rabbia << Ahahah vediamo cos’hai da dirmi >> e inizia a lasciare la macchina. Non vedo l’ora di trovarmelo di fronte per spaccargli la faccia, ed eccolo il coglione che ha rovinato anni della mia vita. << Ti ricordi cosa mi hai fatto ? >> gli urlo sferrandogli il primo pugno, la mia mano è indolenzita ma la mia rabbia non me lo fa sentire più di tanto. << Allora te lo ricordi ? >> gli sferro un calcio nella pancia, lui fa il gesto di darmi uno schiaffo, ma più veloce del verme gli sferro un altro pugno e di conseguenza un calcio.. poi prendo fiato e lo ammazzo con le parole << Lo vedi che da solo sei nulla, niente un signor nessuno? Non ti avvicinare mai più a me, questo a dimostrazione che io non ho bisogno di nessuno tanto meno di un principe azzurro per difendermi, allora Colin schifo hai capito ? >> ancora indolenzito non risponde mentre io mi rincammino verso la strada del liceo. Ad un certo punto lo sento minacciare << Questa me la pagherai Kathrine, me la pagherai >> non gli rispondo, continuo per la mia strada le sue minacce come tutto, mi scivolano addosso; sfreccia via in auto facendo schizzare le pozzanghere formatesi in strada, bagnandomi. E’ questo che fanno i vigliacchi, sono superiore e nemmeno mi irrito per un deficiente tale. Poco dopo vedo una figura davanti a me, è Castiel, bagnato fradicio.. cosa faccio? Lui mi guarda come ad aspettare una mia reazione, una spiegazione. Mi sento così confusa.. so che lui potrebbe capirmi ma i sentimenti mi distruggono. Lo vedo avanzare passi mentre io resto ferma. Ormai di fronte a me, stringe le mie spalle attorno le sue braccia senza dire una parola, * è qui che devo stare, è qui che mi sento a casa * penso, ricambiando la stretta.

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Capitolo 13
*** Ben tornata vecchia Kathrine ***


E’ stato un tragitto silenzioso quello di ieri sera con Castiel, fatto di scambi di strette e calore come a dire “ Io ci sono “ . Arrivati al dormitorio lo ringraziai e lui dandomi un bacio sulla fronte mi lascio’ andare nella mia stanza. Non so perché ma avevo una brutta sensazione, forse era solo per gli eventi accaduti, ma sentivo qualcosa di negativo, infatti anche se ormai mattina mi sento come frastornata. Quasi non riesco a credere a ciò che è successo ieri. Esco dalle morbide e calde coperte ma la testa gira accompagnata da un forte senso di nausea, a far capire che non è una sciocchezza è che non ho nemmeno voglia di accendermi una sigaretta. Mi limito ad avvicinarmi alla veranda notando un paesaggio a dir poco incantevole, tutto bianco. Stanotte ha nevicato. Il color verde del prato lascia spazio ad un candido bianco.. l’atmosfera viene smorzata dalla nausea che si trasforma nell’atto vero e proprio, corro in bagno e dopo essermi liberata da quel malessere mi inizio a chiedere come mai sono dei giorni che mi succede ciò. Rifletto fissando il vuoto e tirando lo scarico come fosse un azione automatica, poi un pensiero agghiacciante sfreccia nella mia mente. Faccio uno scatto verso la stanza e aprendo il primo cassetto del comodino, esco l’agendina in cui segno la data di ogni ciclo. Per un attimo mi sento mancare quando leggo che mi sarebbe dovuto venire un giorno prima di aver fatto l’amore con Castiel. * Ma dai Kathrine è impossibile, non eri fertile * penso rivolgendomi a me stessa quasi a sopprimere quel pensiero che pur se bello, mi spaventava. Ebbene si, c’era una cosa che mi spaventava : l’idea di avere un bambino. Apro il portatile, cercando su google se fosse possibile una cosa del genere, scorro, scorro e riscorro; leggendo le varie informazioni mi rendo conto che si, può accadere, e siccome tutte le cose strane e assurde succedono alla sottoscritta, il pensiero inizia a farsi più vivo e nitido. Così, senza perder tempo, mi do una sistemata molto superficiale e decido, anche se ho già fatto un assenza, di non andare al liceo, ma di raggiungere una farmacia e comprare un test. Prima di  compiere questo atto un po’ in preda al panico mi fermo un attimo a pensare * Devo parlarne con Castiel? * , riflettendo, non è ancora una cosa certa e preferisco essere sicura prima di gettare una bomba del genere. Così senza farmi notare decido di uscire dal dormitorio, do’ un occhiata furtiva alla mensa, sono tutti lì tranne Castiel, dove sarà? Ora devo stare attenta il doppio non avendo la certezza che lui sia a scuola, soprattutto dopo ieri. Quasi come un ladro intento a fare un furto, riesco ad uscire dall’edificio senza farmi notare; l’aria è gelida e la neve non mi fa di certo essere agile. Faccio cenno ad un taxi e dopo esservi salita chiedo di farmi portare in centro. Durante il tragitto decido di mandare un messaggio a Castiel dicendogli che mi sarei assentata perché stavo poco bene e avrei continuato a dormire, così anche se qualcuno bussa alla mia porta e non apre nessuno la risposta è chiara : sto dormendo. Siamo quasi arrivati a destinazione e non ho ancora ricevuto una sua risposta, ma va be, non importa, ora il pensiero principale è un altro. Prendo un respiro e dopo aver percorso altri dieci minuti di strada a piedi con gli arti in ipotermia arrivo a destinazione; ho scoperto di essere anche ansiosa ma guarda un po’, quanti aspetti di me che erano sepolti, * meglio che restavano tali * mi suggerisce una vocina in testa. Entro in farmacia, prendo ciò che mi serve ed esco, fortunatamente non è  un orario di punta e quindi non vi era nessuno. Prima di rientrare al dormitorio e inscenare la mia finta malattia decido di girare tra la città, questo è il periodo delle grandi colazioni e tutti gli uomini ricchi e potenti si ritrovano in dei locali situati tutti in sequenza nella via che sto percorrendo. Solitamente una cosa del genere mi scoccerebbe da morire, ma devo in qualche modo scacciare o meglio sopprimere anche solo l’idea o meglio il pensiero che possa essere incinta, così guardo quest’uomini all’apparenza felici ma eternamente tristi con solo i soldi e finte mogli al loro fianco, un esempio palese di ciò che è mio padre, anzi, quell’essere che ha il mio stesso DNA purtroppo. Da una vetrina scorgo un rosso, un rosso inconfondibile ed il sangue mi si gela, ma non per il freddo.. mi avvicino di poco per vedere meglio : è Castiel. Ma cosa ci fa lui qui? Nel tavolone a cui siedono signori vestiti in giacca e cravatta e per giunta accanto a lui vi è una ragazza, appena capisco chi è la rabbia mi fa ribollire dentro isolandomi dai -4 gradi che ci sono in città. E’ con Debrah. Ma che cazzo significa questo? Non può accadere e non può essere, sarà sicuramente una farsa davanti a quei mafiosi dei loro genitori. Non voglio più assistere né vedere, voglio solo la verità sia da me e dai miei strani malesseri che da lui, la cosa che più mi fa incazzare è che lui non mi ha detto nulla, niente di niente. Ormai lontana da quella scena prendo un taxi, e seduta sui sedili posteriori di questo mi arriva un sms anonimo, è un file; * Vediamo cosa vuole mia madre * pensai, forse per la prima volta ingenuamente. Non era lei, era una foto di Castiel e Debrah che si baciavano, poi un altro messaggio “ Scacco matto fattona “ , ora era tutto più chiaro, Colin voleva vendicarsi, ma ciò non giustifica il comportamento di Castiel che ha tradito quella piccola fiducia che gli avevo dato, non può fare l’amore con me e baciare lei. Mi maledico per non aver aspettato che la faccenda si fosse chiusa, mi maledico perché ieri dovevo chiuderla e forse poi in un futuro quando entrambi avessimo superato i nostri drammi riaprirla e invece no, perché questo mi ha fatto, mi ha indebolita. Quando l’ho conosciuto non volevo nemmeno essere toccata e ora invece si è insinuato nel mio cuore, ma io non sono fatta per i drammi, voglio le cose chiare e limpide e lui a quanto ho capito non ha le mie stesse intenzioni. Mi ha perso nel momento stesso in cui mi ha nascosto di oggi, se mi avesse spiegato, forse sarei stata sua complice, comprendendo la sua situazione.. ma invece no. La rabbia ha preso il sopravvento ricomponendo come un puzzle la mia corazza, la sento intatta è tutto come prima. Strano come un solo evento possa cambiare ciò che si prova. Io adesso, non sento più nulla; solo odio, rabbia e delusione. Arrivo al dormitorio ormai a mezzogiorno inoltrato, non voglio perdere tempo, se il test è negativo chiuderò i rapporti con tutti e ritornerò alla mia vecchia vita che pur se più buia meno dolorosa, mentre.. se il test sarà positivo non voglio nemmeno pensarci. All’entrata vedo Rosalya che mi guarda con aria di preoccupazione << Dove sei stata ? Mi hai fatta stare in pensiero >> sento le sue braccia avvolgermi completamente, ricambio leggermente pensando a cosa dire << Non mi sentivo tanto bene stamattina così sono andata in farmacia a comprare l’aspirina >> le rispondo senza far trapelare la mia incertezza poi la vittoriana continua << Almeno mangia con noi >> mi sorride, non ho il tempo di rifiutare perché mi tira in direzione della mensa senza poter fiatare. Intanto il mio pensiero è uno riuscire a fare il test al più presto possibile. Dopo aver passato un solito pranzo insieme a lei, Lysandro e Armin cerco una scusa e dicendo di non sentirmi proprio in forma mi concedo andando verso la mia stanza. Noto le facce preoccupate dei tre e il mio passo farsi più lento, è una situazione che non posso controllare e ciò aumenta il mio nervosismo; prima di uscire dalla grande sala della mensa faccio cenno a Rosalya come a dirle “grazie “ e guardandoli per un ultima volta sorridendogli, perché davvero potrebbe essere l’ultima in base al risultato. Scalino dopo scalino per arrivare alla mia stanza, i passi si fanno più pesanti come se il corpo mi stesse facendo capire di non farlo, ma io devo. Apro la porta e il mio ultimo pensiero  va a Castiel, che anche se ha perso quel granello di fiducia non ha risparmiato il mio cuore, perché mi ha mentito? E’ l’unica domanda che rimbomba nella mia testa. Senza rimuginare ancora sulle cose che mi hanno fatto male in qualche modo, chiudo la porta a chiave, estraggo il test dalla borsa e mi dirigo verso il bagno, mi fermo per un attimo a leggere le istruzioni anche se è abbastanza intuitivo voglio essere certa di non sbagliare, e di fatti ho preso il più caro. Attimi di mancati respiri sono quelli che succedono durante “ l’operazione ” ; ok, ultimo step, appoggiare il test su una superficie piana ed aspettare 3 min. I secondi passano lenti, mi accendo una sigaretta per smorzare quella sensazione di “ asma ” che nemmeno ho. Sento il cuore stringersi e quello che ho davanti ai miei occhi paralizza tutti i miei arti, non ci posso credere, io non sono pronta per un passo del genere e non perché ho perso Castiel ma proprio a livello mio, come posso..? La mia paralisi viene interrotta dalla sua voce che riconoscerei fra mille, << Kathrine come stai? >> dice bussando insistentemente alla porta, non rispondo pensando in un minimo secondo come gestire la situazione, nascondo il test sotto il cuscino e poi gli apro solo per ammazzarlo a parole questo è chiaro. << Bene >> rispondo alla sua domanda dopo avergli aperto, voltandomi subito per andare a prendere una sigaretta, poi un pensiero tocca la mia mente * non puoi fumare mentre… Kathrine * mi suggerisce una vocina nella mia testa con aria di rimprovero e consiglio. Mi riprometto che è l’ultima che fumerò e la prendo lo stesso dirigendomi in balcone. Castiel mi segue non capendo il mio silenzio << Ma che hai ? >> mi volta da una spalla per guardarmi negli occhi << Sei pallida stai bene ? >> io davvero non provo nulla, il niente di nuovo, so di amarlo ma so che devo proteggermi e sta volta davvero. << Sai Castiel? >> Gli dico sorridendo, << te lo ricordi la canzone di ieri? Si no? Bene! Allora pensa al tuo pezzo " Felt those lips, told me 21 lies " , che poi sarebbe “Assaggiato quelle labbra, dirmi 21 bugie” >> lo guardo con aria delusa e lo vedo impassibile guardando il vuoto << Bene, ora pensaci Castiel, quali bugie mi hai detto? Booh chi lo sa, sicuramente stamattina ti sei divertito.. >> . Lui resta ancora a fissare di fronte a lui, io invece sento qualcosa rigare la mia guancia a denti stretti dico fra me e me << Non è possibile >> no, non è possibile che anche se mi sento una fortezza mi escano lacrime. Devo rilassarmi e capire perchè mi accade questo, solo con lui. Lo amo, so di amarlo, in fondo è grazie a lui se sì sono più debole ma anche più forte, solo che sento come se abbia perso qualcosa e questo qualcosa è la mia fiducia, pensavo non mi avrebbe mai nascosto nulla, l'ho pensato quando eravamo nel suo salotto dopo aver incontrato dopo anni Colin, lui sembrava davvero intento a dirmi tutto ma invece.. sospiro. Così senza proliferare nulla mi chiudo in bagno e l’acqua calda della doccia si mescola alle mie lacrime che, non posso fermare.

Spero che la storia vi stia piacendo e di ricevere delle recensioni così da sapere cosa ne pensate! Ve ne sarei davvero grata :)

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Capitolo 14
*** Sarà sempre così? ***


Esco dalla doccia, indosso l’accappatoio e prendo un respiro, non sapendo se Castiel è ancora lì oppure ha deciso di andarsene. Apro lentamente la porta e gelo nel vedere quell’immagine.. Castiel ha in mano il test.. seduto sul letto, volta la testa verso di me, mentre io resto paralizzata davanti la porta del bagno, sul suo volto si dipinge un sorriso a labbra serrate, non malizioso né beffardo.. un sorriso sincero, io invece sento solo una grande paura, non riesco ancora a capire cosa sento se felicità o paura, ma dalle mie reazioni penso che sia la paura a prevalere su tutto. Questo sentimento che come una grande onda si espande sulla riva, prende possesso del mio corpo; continuiamo a fissarci e nessuno dei due prende una posizione, quando la nausea si rifà viva. La odio ma forse in questo momento mi sta salvando. Mi precipito di nuovo in bagno, chiudendo la porta e salvandomi, purtroppo vomitando, da quella situazione che mi stava corrodendo, o meglio la paura mi stava corrodendo, non sapere cosa fare, come comportarmi non è da me. E’ vero devo realizzare il fatto che dentro di me c’è qualcosa, e che questo qualcosa è un bambino mio e di Castiel. Ma non riesco a essere felice e non per Castiel, so di amarlo .. la paura in realtà è per altro, chi c’è dietro di lui, le situazioni che si sono venute a creare e stamattina, stamattina qualcosa è crollato. Dopo essermi lavata i denti, ritorno in stanza lui è ancora lì, devo chiedergli una spiegazione << Allora.. >> inizio il discorso, un po’ intimorita da ciò che può essere la sua risposta, anche se poi penso che fino ad ora, io, Kathrine Weller ho affrontato tutto da sola, qualsiasi cosa e anche questo se devo, ma la cosa che più mi tormenta è * Cosa posso dare io a questo bambino ? * , non so minimamente come si comporti un genitore, o forse so solo che è l’esatto contrario di quello che sono stati i miei per me, dare amore, educazione e stargli vicino.. forse a parole lo posso pensare, ma a metterlo in atto?.. Ho una gran confusione nella mia testa e non mi ero nemmeno accorta di essere rimasta imbambolata come una deficiente, così è Castiel a prendere la palla al balzo << Ti spiego tutto Kathrine. >> si alza venendomi più vicino. Ma io non voglio spiegato nulla in realtà vorrei sapere solo il cazzo del motivo per cui non me l’ha detto << No, dimmi solo perché me l’hai tenuto nascosto, Castiel io ti ho dato la mia fiducia, capisci cosa cazzo significa questo? Sei l’unica persona a cui l’ho data l’unica! E come ricambi tu? Nascondendomi le cose? Ma che cazzo fai ? Dimmelo perché  non lo riesco a concepire! >> esclamo spingendolo via innervosita, e si so che non posso fumare ma facciamo che inizio a smettere domani, così prendo una sigaretta dalla borsa ed esco in veranda. Castiel mi segue << Mi devi ascoltare! Quando ho visto il risultato del test è stata la cosa più bella insieme a conoscerti, è la prima volta che sento un emozione del genere, come se qualcosa dentro me pulsi in continuazione, e sai come si chiama? Felicità! Che tu non stai riuscendo a sentire, per le tue cazzo di paure e si in parte e colpa mia ma ti devi fare spiegare e basta! >> si ferma per un attimo cercando una mia espressione una mia risposta, l’unica cosa che mi sento di fare è un cenno di testa per farlo continuare, a questo punto sono curiosa ma proprio curiosa di ascoltare le sue spiegazioni, così continua << Non te l’ho detto perché ieri eri sconvolta anche se non lo davi a vedere ti ricordo che forse siamo gli stessi e so come reagisci, non potevo darti una notizia del genere, che poi in sé non è niente di che, era una colazione con la sua la mia famiglia e altre persone come loro, sai quanto mi fanno schifo ma ormai mancano 2 settimane e con Debrah avrò chiuso, dovevo farlo per non avere problemi e sai che in fondo la odio, lo sai bene. >> poi prende una sigaretta accendendola e a parlare inizio io, ma prima prendo il telefono mostrandogli la foto del bacio << Ti fa schifo vero? Si può fingere anche senza baciarsi lo sai? E poi se davvero sapessi che sono come te, non me l’avresti nascosto e ora non sto qui ad indagare per quale motivo realmente tu non me lo abbia detto, ti dico solo 5 parole >> mi volto guardandolo con sguardo severo << Hai perso la mia fiducia >>, lo vedo ticchettare con il piede per terra e poi urlare di rabbia << Kathrine cazzo aspettiamo un bambino! Voglio solo tenerti fuori e lontana da persone del cazzo che potrebbero farti dal male, lo capisci si o no? E poi io ho perso la tua fiducia? Ma dai non fare la “dura” della situazione perché so farlo benissimo anche io, ma in questo momento non serve a nulla avere un comportamento così.>>. E niente, come ormai 20 volte al giorno inizio a piangere, ma che cazzo ho che non va? Io non sono pronta a questo, forse in fondo so di potermi fidare di Castiel ma allora non capisco, vorrei solo che Debrah non ci fosse e che tutto non fosse così complicato anzi, che io non fossi così complicata. La paura mi sta corrodendo, sono sola, ho Castiel al mio fianco ma non del tutto, e se non riuscissimo a tenere questo bambino? Sarebbe una delusione troppo grande, perfino per me, che di delusioni ne ho prese tante, sarebbe straziante risultare un fallimento. E poi, fin quando ci saranno Colin, Debrah e tutti quelli che vogliono farmi del male compreso mio padre e mia madre questa creatura non sarà mai al sicuro. Se solo avessi la certezza che Castiel non se ne andrà mai.. ma come faccio a saperlo? Solo perché è simile a me? Io me ne andrei? No, non lo farei, sarei felice anzi.. e allora perché mi sento così dannatamente sbagliata? Devo realizzare concretamente che io sarò madre e Castiel padre, devo dargli una seconda possibilità per forza o davvero sarò eternamente triste. << Nascondimi altra mezza cosa e ti puoi scordare di me, della mia voce, di tutto perché non mi rivedrai mai più, capito? >> sussurro accovacciata nel pavimento della veranda. Castiel si china,  mi guarda in viso, poggiando le sue labbra nella mia fronte << Io ti proteggerò >> dice sottovoce, il mio cuore sussulta.. cosa devo fare? Sono ancora troppo incazzata << Castiel, ti prego.. non nascondermi più nulla >> insisto su questo perché la cosa mi terrorizza, mi spaventa non sapere, poi continuo << Da oggi non c’è più “ io e te “ , ci siamo noi.. e ti avverto per me è una cosa troppo grande ed importante non permetterò a nessuno di mettersi in mezzo >> mi alzo entrando in stanza invitandolo a fare lo stesso, << Sarò io a non far accadere nulla >> mi da un bacio in fronte. Forse devo solo accettare la situazione e continuare la mia vita normalmente, l’unica cosa che mi viene in mente per essere al sicuro sembra anche la più corretta << Castiel, nessuno deve saperlo, fin quando possiamo tenerlo nascosto dobbiamo farlo. >> annuisce, è d’accordo con me, poi penso che ormai il grosso è successo ed è inutile stare a letto a rimuginare sui miei pensieri così prendo l’iniziativa decidendo di andare a provare da Rosalya, il rosso mi guarda un po’ sorpreso ma mi asseconda in silenzio, sa che faccio  scelte giuste e con testa. Così senza pensarci troppo ci dirigiamo verso la camera in cui come ieri si svolgono le prove. Appena apriamo la porta è proprio Rosalya a saltarmi addosso dicendomi che oggi avevo fatto stare tutti in pensiero, compreso Lysandro che a detta della vittoriana ha sempre, ogni secondo, minuto, ora chiesto di me. Mi scappa una risatina, sono proprio dei buoni amici. << Allora >>  prende l’iniziativa lei con tono un po’ più duro << ci proviamo a cantarla tutta? >> tutti rispondiamo di si, visto che comunque nessuno ha problemi né con il testo né a livello vocale. Armin da i soliti tre colpi di bacchetta ed iniziamo. Oggi il mio canto è di sfogo e anche se cerco di non farlo notare, forse qualcosa nella mia vita sta cambiando e senza rendermene conto poggio una mano sulla gamba di Castiel. Sento la musica scorrere dentro di me, lo stesso vale per gli altri, siamo tutti immersi in una cosa che ci lega : il canto. Ormai abbandonando il testo sul pavimento e chiudendo gli occhi si viene a creare un atmosfera eccezionale, anche se dentro una stanza, sembra di volare. Perché non conta dove sei, conta con chi e cosa fai. Non so come ma grazie a queste persone e soprattutto a Castiel sono riuscita ad aprirmi almeno un po’ con il mondo, a non essere sempre arrabbiata con tutti, ed ora anche questa cosina che ho in pancia.. mi renderà una persona migliore? Lo spero. In primis per lui, poi per Castiel ed anche per me. Vorrei conoscere la felicità al cento per cento, e spero che ciò possa accadere. Anche se so che non sarà facile che ci saranno ostacoli, non importa sta volta lotterò e non per la mia “sopravvivenza” come ho fatto fino ad ora, ma per la felicità, la serenità, il senso di famiglia e va be ovvio : l’amore. Anche se già c’è Castiel che anche se a  causa del mio carattere del cazzo, non lo do a vedere è il mio amore, lo sento fin dentro le ossa. Quando si avvicina io non sono tranquilla, io palpito.. quando mi bacia sento quelle cose.. le farfalle nello stomaco. E non glielo mostro perché non so mostrarlo come lui non lo sa mostrare a me è ovvio. Ma ci capiamo ed è per questo che ci incastriamo alla perfezione. Finita la canzone, io e Castiel ci guardiamo così intensamente quasi da guardarci dentro, poi mentre siamo ancora tutti seduti, si alza << Ascoltatemi bene perché lo dirò una sola volta >> tutti lo guardiamo incuriositi poi poggia una mano sulla mia testa e con voce flebile annucia << Lei è la mia ragazza >>  poi si volta uscendo dalla stanza e chiudendo la porta alle sue spalle, di scatto esco fuori anche io per evitare le domande curiose di Rosalya e tutti gli sguardi sorpresi e non, dei ragazzi.

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Capitolo 15
*** Furia omicida - Parte 1 ***


I giorni passano abbastanza tranquilli, a parte qualche risata provocatoria da parte di Debrah in classe, il resto delle giornate sono state serene e prive di drammi. Con Castiel le cose vanno bene e dopo aver detto ai ragazzi del nostro “fidanzamento” che non si può chiamare nemmeno tale perché davanti agli altri se spiccichiamo tre, quattro parole è tanto.. non è cambiato nulla! E a me va strabene così. Tralasciando lo sguardo curioso da parte della vittoriana e Lysandro nei primi giorni, poi le cose sono tornate normali. Abbiamo provato tutte le sere e gli ultimi giorni sia mattina che sera, fortunatamente non si intravede nessun pancino così posso evitare ancora per un po’ di dirlo a qualcuno e soprattutto a loro. L’unica cosa davvero fastidiosa nei giorni delle prove è stata la nausea, ma quanto tempo durerà? Fra poco mi finiranno le scuse per scattare via di corsa ogni qual volta che sono in loro compagnia.

Finalmente, il giorno del concorso è arrivato e tutti noi stiamo fremendo in sala mentre facciamo colazione. Rosalya non riesce a tenere a bada la sua ansia che riesce a trasmettere a tutti con le sue domande continue “ Ma allora te lo ricordi ? “ , “ Si non te lo scordare eh mi raccomando “ , “ L’hai ripassato quel pezzo ? “ e questo è solo l’1 % delle domande che riesce a dire al massimo in 5 minuti, fortunatamente tutti la prendiamo a ridere. Un altro aspetto odioso della gravidanza è la sonnolenza, se sono riuscita a seguire tre, quattro ore di lezione in questi giorni è tanto. Appena finito di mandare giù il caffè, ci incamminiamo verso il liceo accordandoci di trovarci alle 7 davanti al luogo in cui si terrà il concorso. Dopo aver canticchiato per tutto il tragitto arriviamo in classe, accarezzo la spalla di Castiel e lui mi fa una delle sue solite smorfie, mentre ci andiamo a sedere ognuno ai propri posti notiamo che ancora il professore non è arrivato. Debrah mi guarda e ride più del solito ed io sto arrivando a livelli di sopportazione mai visti nel corso della storia. Continua a fissarmi con quell’aria di sfida che non tollero così con molta calma decido di dirle qualcosa << Dimmi Debrah, cos’è che ti fa ridere tanto ? >> lei sbuffa ancora in una risata poi risponde << Quando passerai dall’inferno >> , mi alzo di scatto intenta a gonfiarle per l’ennesima volta la faccia di merda che si ritrova. Ma a strattonarla è Castiel intimandogli di smetterla se non vuole problemi, io mi blocco a metà strada tra il mio banco e il suo a guardare la scena, il rosso ha uno sguardo omicida che se potesse tramutarsi in arma l’avrebbe già uccisa. Lei continua a sorridere mandandogli un bacino. E’ lì che esplodo. Lui è mio, solo mio e non deve essere toccato, e forse lei ancora non ha capito che la sua presenza è solo una farsa << Debrah, non te lo ripeterò mai più quindi ascoltami bene, se continui a toccare ciò che è mio non so fino a che punto ti converrà restare in questa scuola o addirittura in questa città >> il mio tono non si alza, ma diventa tagliente e presuntuoso, lei continua ad assumere quell’atteggiamento così fastidioso che la prenderei a schiaffi o meglio a pugni, ma poi rifletto e penso che tanto lei non smetterà mai di fare così fin quando ha un certo “ potere” che fortunatamente sta per finire. Il “dramma” viene interrotto dall’arrivo del professore che con la sua calma ha deciso finalmente di recarsi nella nostra classe. Così sia io che Castiel ritorniamo ai nostri posti, nervosi dentro ma glaciali fuori.

Le lezioni passano in fretta e a fine scuola torniamo in dormitorio a lavarci e sistemarci per essere pronti e puntuali, soprattutto per non subire la dittatrice : Rosalya, il pensiero mi fa sorridere. In fondo sento di volerla un po’ bene, si sa non sono tipo da abbracci, baci e confessioni tra amiche, io lo dimostro con quel poco, che per me è tanto, ma questo penso che già l’abbia capito. Prima di entrare in stanza Castiel mi lancia uno sguardo felino, che mi dispiace caro mio, ma non posso saziare. Così gli faccio un occhiolino provocatorio giusto per aumentare quella piccola sofferenza, anche se so che in realtà lui è molto felice di questa situazione e lo sono anche io, in questi giorni me ne sono resa sempre più conto, mantenendo si la mia solita fortezza personale ma facendo entrare molteplici spiragli di luce che mi fanno vivere meglio, non potrei desiderare altro.

 Dopo essermi lavata, e allisciata i capelli raccogliendoli in una mezza coda lasciando i ciuffi che contornano il viso decido di indossare ( visto che Rosalya ha detto che dobbiamo vestirci tutti in prevalenza di nero e poi in secondo piano il rosso ) : un vestitino nero di maglina, anfibi bordeaux e accessori dello stesso colore, per finire un giubbotto di pelle. Mi trucco e guardandomi allo specchio riesco a vedere una persona che sta cambiando in meglio, ho una persona che conosce il peggio e forse il meglio di me e nonostante questo mi resta sempre accanto qualsiasi sia la situazione, mi protegge, mi fa sentire una forza della natura, mi ha risvegliata. La vera Kathrine è pronta a dare il meglio di se stasera. Poi prendo la tracolla ed esco dalla stanza carica di energie e pronta a spaccare tutto, quando, appena uscita lasciandomi la porta alle spalle sento qualcosa appoggiarsi violentemente alla mia bocca e poi il nulla.

Mi sveglio stordita in una specie di sgabuzzino semibuio, non riesco a capire dove mi trovo e cosa sta succedendo, la prima cosa che attira subito la mia attenzione è sentire delle voci dietro la porta, così appoggiando l’orecchio delicatamente a questa per non fare rumore riesco a distinguerne alcune femminili ed altre maschili, credo parlino di affari. Riflettendo un secondo sul da farsi e su cos’è successo decido di non farmi sentire. Devo mantenere la calma il più possibile, sono sicura che dietro tutto ciò ci siano Colin e Debrah, loro sono gli unici che potrebbero farmi del male o attuare un piano del genere e infatti un pensiero mi balza alla mente: in questi giorni ho ignorato totalmente ciò che gli avevo sentito dire quella mattina in cortile ovvero che avrei passato delle brutte ore il giorno del concorso e che sarebbe salita Debrah sul palco al posto mio; tra la gravidanza, tra le prove e i pensieri positivi avevo accantonato il rischio maggiore : la loro vendetta o meglio  il loro attacco. L’unica cosa però che so per certo è che mi hanno rapita e portata qui, il mio vantaggio? Non sanno che mi sono svegliata, devo cercare un arma qualsiasi, appena aprono la porta colpire e scappare, non posso rischiare di prendere pugni o calci, devo ricordarmi che sono incinta. Frugo in giro intenta a cercare qualcosa, purtroppo non si vede molto e devo andare maggior importanza al tatto, c’è molto materiale legnoso e credo sia meglio di niente, così, prendendo una specie di asta, tiro un sospiro preparandomi a ciò che mi possa aspettare e inizio a sbattere manate sulla porta.

<< Uuuh la fattona si è svegliata >> riesco a sentire prima che aprano la porta, è Colin. Appena, finalmente decidono di liberarmi da quel buco, senza dare molta importanza a chi possa avermi aperto scatto fuori colpendo chiunque, ma qui c’è una vera e propria cosca da riuscire a fermare chiunque, così non perdono molto tempo a venirmi contro e non riesco a resistere di conseguenza inizio a prendere pugni anche io, sento di avere paura, non per me ma per ciò che ho dentro.. mi vengono quasi le lacrime agli occhi pensando di poterlo perdere ma devo essere forte, una lupa, la capobranco per esattezza. Sento qualcuno prendermi per un braccio in modo da bloccarmi, in parte, mi volto intenta a colpire quest’ultimo ma qualcosa mi ferma, i suoi occhi, sono identici a quelli di Castiel ma non brillano al contrario sembrano essere spenti, freddi e cattivi. Mi da un strattone facendomi cadere a terra, poi accennando un sorriso, dall’ aspetto schifoso e viscido afferma << Ora capisco >> , ma cosa vogliono queste persone? Ci sono almeno 20 uomini e 5 donne tra cui il verme, ma non perdo tempo a guardarmi intorno così, senza perdere un altro secondo gli rispondo << Cosa capisci? Lasciatemi stare vigliacchi ! >> gli urlo alzandomi di scatto. Mi guardo intorno cercando un uscita, ma il mio intento è vano, due uomini mi vengono a bloccare per le braccia e questo “ signore “ anche se non è l’appellativo esatto per un verme del genere inizia a parlarmi << Kathrine Weller no? Vedo che hai una calamita verso i miei figli, se non ricordo male anche con Colin.. >> lascia intendere, insinuando una risata e invitando gli altri a fare lo stesso con un cenno di mano e tutti come pecore gli obbediscono il primo lui Colin che non perde tempo a infangarmi come sempre. La rabbia, eccola, la sento pompare nelle vene << Non so chi ti credi di essere e ti do del tu perché non ho il minimo rispetto nei tuoi confronti, non ti azzardare ad insinuare cose su di me, perché tuo figlio Colin fa schifo, se potessi ucciderlo, beh si lo farei, ma perché sporcarmi le mani con il sangue di un pezzo di merda eh? Al contrario Castiel non ha niente a che fare con voi e tu, tu devi lasciarlo vivere la vita che vuole, verme padre! Verme figlio! >> , lo vedo ancora ridere poi fa’ un altro segnale due ragazze si avvicinano a me, le stesse che dovevamo pestarmi a scuola << Ti ricordi di noi? >> dicono in coro poggiandosi una mano sul fianco. Prima che possano toccarmi << Sei un fallimento! >> urlo verso il “ boss “ ancora tenuta da quei due uomini, così, decide finalmente ad avvicinarsi così che io lo possa vedere bene negli occhi e mi sussurra << Tu, hai rovinato la testa di mio figlio Castiel, nessuno si intromette nei miei progetti, oggi quando tornerai a casa e ti guarderai allo specchio te ne ricorderai, potete iniziare donne >> si volta di spalle, andandosene e quelle stronze non mi danno nemmeno il tempo di rispondere, iniziando a riempirmi di schiaffi, poi sento due pugni in pancia, se prima avevo cercato di resistere adesso non posso, non posso perderlo, non resisto più e la paura mi paralizza tanto da farmi chinare la testa << Sono incinta, basta vi prego >> le lacrime iniziano a scendere, poi il così detto boss che era rimasto lì in fondo a guardare la scena ordina << Danne un altro, Betty con tutta la forza che hai, poi lasciatela andare >> sgrano gli occhi di fronte alla malvagità di questo essere umano non definibile uomo,inizio a dimenarmi e ad urlare di lasciarmi andare, non può farlo, sento come mancare l’aria, mi sento morire, alzo le gambe lanciando calci verso le donne, ma sono in netto vantaggio così scoppio in un pianto, buttando nel cesso la mia dignità e pregando, pregando in quei secondi decisivi di non fare una cosa del genere. Quando tutto vieni interrotto da una voce in lontananza << Kathrine ! >> lo sento, è Castiel, sentire la sua voce è come avere la speranza che tutto andrà bene, che non accadrà nulla, ma suo padre non ha perso tempo ad impartire di nuovo l’ordine di prima, ormai atterrita di paura e colma di rabbia inizio ad urlare il nome di Castiel, urlare di gola, urli strozzati dal pianto, ma questa Betty non se ne fece nulla della mia disperazione, ascoltò solo quello che gli avevano ordina e così mi sferra un pugno, ed è lì che lo sento : il vuoto. sento qualcosa andarsene via a livello di anima, e inizio a pregare, pregare che non sia vero che sia solo la paura, perché non lo potrei tollerare, potrei solo morire, non voglio che questa sensazione possa diventare realtà perché preferirei togliere la mia vita di mezzo e anche se spero, spero e rispero che questa resti solo tale, è come se io già lo sapessi, se fosse così  combatterei per sopravvivere in questo corpo con la mente alla costante ricerca della morte. Così, prima di andare via verso Castiel e correre nell’ospedale più vicino a capire cos’è che mi sta succedendo, ancora accovacciata sulla pancia e con uno sguardo che sta ad indicare la follia rivolto verso i diretti interessati << Io vi ucciderò, vivrò solo per uccidervi e la vostra sarà una morte lenta e dolorosa>> .. Ma prima che possa barcollare verso di lui, è proprio lo stesso che arriva puntando una pistola alla testa del padre..

Fine prima parte - TO BE CONTINUED

Ho avuto la necessita di dividere questo capitolo ovvero Furia omicida in due parti, a breve la seconda.

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Capitolo 16
*** Furia omicida - Parte 2 ***


Proprio in quel momento vedo davanti ai miei occhi una scena, che non mi sarei mai potuta nemmeno lontanamente immaginare. La guardo atterrita accovacciata al pavimento. Castiel, anche lui colmo di lividi e sangue sul suo bel viso che vedo oggi cupo, rigido e pieno di odio come non l’avevo visto mai, o meglio.. non avevo mai visto un viso con quell’espressione così gelida, decisa e vendicativa : sta puntando una pistola alla testa del padre. Sono momenti di gelo, momenti colmi di silenzio provocato dal terrore di tutti, nessuno credo abbia mai attentato alla vita del “Boss” per questo sui visi dei suoi tirapiedi si scorge solo la paura, l’incertezza di ciò che può accedere, in cui l’unico suono a strozzarlo è quello dei respiri che emetto ancora pesanti dopo essere stata pestata, i dolori li sento in tutto il corpo e i pugni.. sono quelli che mi hanno tolto l’aria. << Ho sentito tutto, ho lottato contro le guardie ascoltando ciò che le facevate,eppure non sono arrivato in tempo per fermarti. Tu stai giocando con la vita della persona che amo, hai giocato a fare il mafioso con una vita che forse non c’è più, dimmi quale vendetta sarebbe migliore? Una morte veloce e indolore? No.. io invece dico una sofferenza lunga e piena di problemi, non credi? Ti è stata tolta la cosa che amavi di più, tua moglie! Come puoi arrivare a tanto? A tradire la tua famiglia! Uomo d’onore? Ma cosa uomo d’onore? Non sai nemmeno cosa significa! Pensa a ciò che hai appena fatto, forse, hai privato ad una madre di suo figlio e anche ad un padre, perché io sarei stato padre capisci?! Una persona migliore di te, e invece guardati, sei un assassino! Meriteresti solo di morire. Io non sarò mai come te, mai! Nemmeno sotto tortura arriverei a fare questo al mio stesso sangue, invece tu l’hai fatto.. Anche solo il pensiero di essere tuo figlio ormai mi fa salire il voltastomaco! >> Castiel dice ciò senza pause, alternando momenti di urla a momenti di sdegno, continuando a  pressare la pistola sulla tempia del padre con decisione, ancora seduto. Quest’ultimo non accenna la minima paura, nessuna espressione trapela dal suo viso, il suo sguardo è rivolto a me, le sue mani e le sue gambe sono immobili come se non avesse nessuna tensione addosso riguardo ciò che gli sta accadendo, mentre Castiel è pieno di rabbia, stringe le labbra, i suoi occhi sputano odio e dolore allo stesso tempo, i suoi arti sono rigidi ma accennano qualche tremore e le sue vene sono evidenti sottopelle. Nessuno emette un fiato, quello schifo di Colin è così atterrito dalla paura, che non fa il minimo gesto per difendere il suo “amato esempio”, guarda la scena come un bambino che non sa cosa fare, ticchettando le dita sulla gamba con un ritmo irregolare e strizzando le palpebre più e più volte. In oltre, questa è tutta opera sua e, forse sarebbe accaduto lo stesso ma lui aveva già organizzato tutto quel giorno con Debrah, forse non pensava che suo padre avesse potuto togliere ciò che si stava creando dentro di me, forse non pensava che ne sarebbe stato capace, capace di compiere un atto del genere, o probabilmente voleva solo una vera vendetta nei miei confronti, una vendetta che non mi sarei dimenticata mai, probabilmente.. voleva farmi capire che contro di lui non avrei potuto vincere mai, ma deve ricordarsi che lui può fare questo solo grazie alla mafia che ha dietro perché solo non è nulla, solo fogna come suo chi ha contribuito alla sua nascita con gli spermatozoi. Poi il padre dopo un lungo silenzio, fissandomi e con un tono piatto gli risponde << Lei ti indebolisce, tu devi seguire le mie orme, ti ho permesso un distacco minimo giusto per il liceo ma le cose stanno degenerando. Addirittura arrivare ad avere un figlio? Credi di esserne capace? Sei una persona debole, insignificante, priva di carattere e di for.. >> non finisce la frase, Castiel tremante gli spara ad una gamba, questa è stata la goccia, lui ha tolto a suo figlio la gioia di essere padre, e continua a disprezzarlo accreditandogli aggettivi che non gli stanno bene addosso, anzi descrivono solo lui stesso, lui è ciò che dice, stronzate e cattiverie gratuite. Io sono terrorizzata, da tutto e non riesco a credere a ciò che ho davanti, ma cosa sta succedendo? Sento solo tanta paura, una paura paralizzante che ghiaccia il mio corpo rendendolo privo di movimento, guardo solo ciò che mi accade davanti quasi incredula, e l’unica cosa che riesco a sentire è il dolore, la delusione, la tristezza, un senso di vuoto. Suo padre ha un’espressione di dolore fisico in viso, ma non sembra essere toccato dalla reazione del figlio, non riesco a capire come possa essere così, come possa essere arrivato a commettere un simile gesto solo perché suo figlio non ha seguito le sue orme, anzi, anche se in questa situazione, trova ancora il tempo di lanciargli sguardi di sfida, a cui però Castiel non ricambia, ma, come sempre, si dimostra superiore e dopo averlo guardato per un ultima volta come, credo gesto di addio, getta l’arma a terra, lasciando che gli scagnozzi si fiondino con premura ad aiutare il loro “Padrone”, relativamente però, visto che quando hanno visto suo figlio minacciarlo sono rimasti spiazzati e impauriti a guardare la scena, ora suo padre spero si sia reso conto di essere solo, senza suo figlio, senza nessuno con reale coraggio . Lo vedo avanzare verso di me, faccio lo stesso, sento le lacrime fiondarsi fuori dai miei occhi, muovendo piccoli passi e tenendomi un braccio, sperando che sia tutto finito e di poter rimettere insieme gli ultimi cocci che sono rimasti di noi. Ma purtroppo in queste situazioni non si finisce mai in questo modo, senza che i “ giusti “ soffrano davvero, così non solo quasi sicuramente mi hanno privata di essere madre ma Colin non risparmia nemmeno Castiel, puntandogli la pistola a qualche metro di distanza. Lui però non se n’è nemmeno accorto e continua a camminare verso di me, sta volta la paura non mi sta paralizzando, mi sta dicendo : agisci. Il mio uomo, perché si Castiel è il mio uomo, non merita questo, non merita anche un colpo di pistola, soprattutto perché tutto ciò è accaduto dopo il mio arrivo, in fondo riflettendoci bene è a causa mia se lui sta passando tutto questo inferno, ha dovuto affrontare il fratello, quasi uccidere il padre, eh si, so che se lo meritano ma se non ci fossi stata tutto ciò non avrebbe avuto luogo, perché come sempre io sono sbagliata, io non ho mai avuto ne dato qualcosa di bello alle persone, solo a Castiel ma è un minimo di bene contro alla grande parte che ricopre il male. E allora se questo minimo di bene appartiene solo a lui, devo farlo diventare grande. Lui ha perso la madre, e anche se già è come se li avesse persi, ha perso definitivamente un fratello e un padre in un modo così terribile che non si potrebbe vedere nemmeno in un film. E quindi, posso io permettere che venga colpito così? Alle spalle? E fargli avere la conferma totale anche se già ce l’ha che oltre me non ha nessuno? No, non posso, io lo so cosa sente, suo padre ha appena ucciso suo figlio, ma suo fratello può anche impartirgli quest’altro dolore? Solo perché lui ha scelto di vivere una vita migliore? E quale colpa ne ha? Nessuna. E se questo può servire a creare il suo futuro, felice con la carriera che ama ed una famiglia, probabilmente con una persona che non gli porterà tanti problemi come gliene ho portati io, lo farò. Dopo aver guardato Colin per ultima volta e capendo che era davvero intenzionato a compiere quell’atto così vigliacco, compio uno scatto in preda al terrore verso Castiel, e prima che Colin possa premere il grilletto, spingo via il rosso in modo violento. E’ proprio nel momento in cui avverto la sensazione di aver fatto ciò che dovevo, che sento il colpo di pistola scavarmi il fianco e Castiel urlare il mio nome. Cado a terra ma non lo sento. Non sento il dolore. Ho finito finalmente, ho dato finalmente tutto a qualcuno, e non ad una persona qualunque ma a Castiel. Ormai ne ero certa, io la mia creatura l’avevo persa, non potevo perdere l’amore della mia vita, anche nel momento in cui non sarei più potuta stare con lui. Perché l’amore, è vedere la persona che ami felice e si vorrei tanto che fosse con me ma se così non fosse sarei serena lo stesso, perché in un modo o nell’altro adesso può costruire la vita che vuole, mi ha dato la possibilità di rinascere, di scoprire le emozioni, quelle positive.. e la stessa possibilità la merita lui. Ormai stremata chiudo gli occhi.

 

La seconda parte di questo capitolo è conclusa, spero che vi abbia trasmesso ciò che ho provato io scrivendolo. Quando ho continuato questo capitolo ho ascoltato in continuazione una canzone " Running up that hill " , se volete potete fare lo stesso.

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Capitolo 17
*** Respiro di nuovo ***


Apro lentamente gli occhi, la luce forte che penetra dall’immagine sfocata che vedo mi costringe a chiuderli e strofinarli più volte, sento le braccia debolissime e questo minimo movimento che compio mi affatica parecchio, la testa martella aumentando il mio smarrimento. Dopo qualche tentativo vano, finalmente la mia vista si fa più nitida. Mi sento spaesata, ma riesco a capire di essere in un luogo a me sconosciuto: una stanza con un ampia finestra, fonte di luce, un armadio e il mio letto. Guardo ancora stranita intorno cercando di capire dove sono, perché e da quanto tempo. Poi i miei occhi si dirigono verso il braccio destro con un ago in vena ed una flebo che lentamente scende e si fa strada nelle mie vene. Istintivamente cerco di mettermi a sedere con tutte le forze quando, un dolore proveniente dal fianco destro si fa spazio dentro di me, ricordandomi esattamente tutto ciò che era accaduto. Istantaneamente il suo nome rimbomba nella mia testa facendo chiarezza : Castiel. Ricostruisco i momenti e mi rendo conto di respirare di nuovo, le lacrime rigano il mio viso e lo stesso si riflette in quella finestra dalla quale entrano raggi di sole sereni, raggi che illuminano la stanza vuota che nonostante ciò vedo in bianco e nero..lasciando spazio alla mia sofferenza, come è potuto accadere tutto questo a me? Una cosa così orribile, disumana. Nonostante io ricordi, non so cosa sia successo dopo quello sparo, non so come stia Castiel, non so come sia finita, non so.. anche se in fondo una cosa la so.. che lui non c’è più. * Kathrine, esci il lupo che è in te, quel lupo che ti ha fatto sopravvivere a tante cose e anche se questa è una cosa troppo dolorosa, la più dolorosa di tutte non morire dentro, non sopprimere la tua anima, perché non è giusto.. non è giusto che dopo aver sconfitto i tuoi scheletri tutto ciò venga buttato via così, non importa quanto difficile, drammatica sia la tua vita.. tu ne uscirai sempre viva, a volte sopravvivrai ma alla fine della tua lunga scalata vedrai quel paesaggio meraviglioso che la vita ti sta riservando, perché queste cose non le può affrontare chiunque, le puoi affrontare solo tu * penso, iniziandomi ad asciugare le lacrime. Non sopprimerò le mie emozioni sta volta ma, devo vendicarmi è l’unica cosa che devo fare per poter andare avanti, distruggere quell’uomo che ha distrutto me, non sapendo però che lui è “ qualcuno” solo per le persone che lo circondano, io sono “ qualcuno” perché l’ho deciso io.

La porta della stanza si apre lentamente, capisco subito si tratti dell’infermiera avendo scorto la sua divisa dalla porta, appena la donna entra noto lo stupore sul suo viso << Finalmente! >> esclama sorridendo in modo sincero, non riesco a capire e non faccio nemmeno in tempo che si precipita a controllare la pressione e vari accertamenti generali << Dopo due settimane si è svegliata, dobbiamo chiamare subito Castiel, ha passato tutti i giorni qui e tutte le notti, è andato via una due ore fa per fare una doccia, ma tornando a lei come si sente ? >> chiede continuando ad armeggiare con gli strumenti. Due settimane? Ma com’è possibile? La mia testa non elabora bene le informazioni, << Bene >> rispondo alla sua domanda ancora un po’ stranita. << Va bene, per adesso continui a riposarsi, ha perso molto peso e non deve assolutamente fare il minimo sforzo >> . Non proliferando parola, la lascio andare via ma la porta non fa in tempo a chiudersi che il rosso, senza nemmeno farsi dire le novità sul mio stato entra in stanza notando con grande gioia che i miei occhi sono aperti, lì a guardarlo, inizia a piangere di gioia e io mi lascio trascinare, il solo vederlo lì davanti a me mi da sollievo, sollievo che nessuno gli abbia fatto del male, perché non potrei mai sopportare di perdere la ragione per cui io mi sento viva, non potrei sopportare di perdere la persona che amo e che più merita di vivere una vita diversa, una vita giusta e adeguata a lui. In un secondo le sue braccia mi avvolgono facendomi dimenticare tutta la confusione, la tristezza, l’angoscia che provavo dal momento in cui avevo aperto gli occhi, non sento il dolore proprio come quando ho deciso di mettere la sua vita prima della mia, mi sento completa, le pulsazioni del suo cuore compensano al mio, il suo calore riscalda il mio freddo corpo fuori luogo, la sua presenza il suo profumo, si fanno spazio nella mia mente e nel mio cuore ridando vita a tutto ciò che per un momento si stava spegnendo, come la benzina fredda buttata sull’asfalto prende fuoco passo dopo passo, ma in modo così veloce da non lasciar più spazio a nulla, non mi lascia nemmeno per un secondo ed io mi lascio coccolare da quell’abbraccio così bello e profondo da non voler mai che finisse, come ho sempre pensato questo è il posto dove devo stare, il posto in cui mi sento a casa, le sue grandi braccia che mi accolgono come una mamma di lupi accoglie i suoi piccoli. Lui per me non è solo il mio fidanzato, lui è la mia famiglia, la persona che ha compensato a tutto e a tutti non facendomi sentire più freddo.  Le sue braccia allentano la presa guardandomi negli occhi profondamente << Sei pazza e priva di senno, ma ti amo e lo farò sempre perché tu Kathrine Weller mi hai salvato la vita e per questo sei diventata tu stessa la mia vita, la mia essenza >>  vorrei dargli un bacio ma prende fiato per ricominciare a parlare << E sempre tu, devi sapere che sapevo già che sei la donna della mia vita, ma devi esserlo sul serio e avevo promesso che la prima cosa che avrei fatto appena ti fossi svegliata era questa >> lo vedo inginocchiarsi ai piedi del letto e tirare fuori dalla tasca la scatolina che tutte le donne sognano, ma alla quale io non avevo mai pensato.. a dire il vero, con Castiel dopo aver saputo del bambino sì, c’è stato un momento in cui ho immaginato tutto quello che io non ho mai avuto e in tutto ciò c’eravamo io e lui come una vera famiglia e forse per la debolezza, o forse perché devo ammetterlo mi fa battere il cuore troppo forte per il mio corpo ancora privo di forze.. << Kathrine, mi vuoi sposare ? Andremo via da qui, via dal liceo che non fa per noi, via da questa città, noi saremo felici te lo prometto >> dice guardandomi negli occhi con immensa gioia e serietà, con quel fascino e sicurezza che solo lui riesce a tenere con così tanta classe, ed io? Io gli credo, come ho sempre fatto, mi sento una principessa e non lo sono affatto quindi bisogna essere davvero innamorati per sentirsi anche ciò che non si potrebbe mai essere, insomma sentirsi onnipotenti, lui mi fa sentire così.. ed io l’ho sempre saputo. << Sì >> dico tutto d’un fiato uscendo dal letto fregandomene di tutto e gettandomi su di lui senza sentire alcun dolore. Ma all’improvviso un pensiero smorza la felicità e la domanda mi sorge quasi spontanea << Castiel.. tuo padre ? >> mi volto spalle cercando di sotterrare quei sensi di colpa per la domanda a sproposito. << E’ scomparso, lui insieme a tutta la cosca, ma li sto cercando, avrò vendetta >>, inizio a fare dei passi cercando di riflettere su ciò che devo fare << Li dobbiamo trovare, creiamo un’ organizzazione.. devo uscire da qui ! >> il tono rabbioso si ripercuote nell’aria felice che si era creata poco prima annullandola del tutto. << Tu non fai niente Kathrine, questo è lavoro mio >> il mio sguardo si indirizza subito verso il suo, so che sta per iniziare una discussione con una fine poco lieta << Lavoro tuo? No! Se vogliamo farlo insieme benissimo ma lavoro tuo un cazzo Castiel >> sento già che mi sto riprendendo e che anche Castiel inizia a riprendere tono << Senti, ho messo da parte il mio carattere per troppo tempo, in parte menomale in parte no perché la mia crudeltà è andata a farsi fottere stando con te, quindi adesso devo rifarla viva, per proteggerti! >> ciò da il via ad una serie di botta e risposta in cui ad iniziare sono io non lasciandomi passare le parole del rosso << Beh, anche io ho messo da parte molti lati del mio carattere per te e quindi? So proteggermi da sola, come se non lo sapessi! >> L’aria si fa pesante << Certo che ti sai difendere sola, ma ero diventato troppo preso non accorgendomi dei reali pericoli d’ora in poi non esisterà più una cosa del genere e lamentati pure quanto ti pare ma nessuno tocca mia moglie perché a difenderla ci sono io >> con ciò esce dalla stanza lasciandomi all’interno come una stupida. Un attimo prima mi chiede di sposarlo e l’attimo dopo fa il presuntuoso? Menomale che il liceo non gli appartiene più.. effettivamente però c’è da dire che entrambi forse abbiamo omesso lati del nostro carattere troppo importanti per la nostra sopravvivenza, se ripenso al Castiel dei primi tempi con quello degli ultimi molte sue freddezze suoi lati duri sono completamente scomparsi, forse anche lui come me si è reso conto che lo rendo debole non solo nei miei confronti ma anche nei confronti degli altri.. nonostante ciò io ho imparato a conviverci, dosando alcuni lati magari quelli più istintivi, aggressivi e passivi che mi possono sempre servire come dimostratosi. Lo stesso dovrebbe fare lui anche se forse dopo l’accaduto preferisce non utilizzare solo minime parti del suo carattere ma invece farle sfociare tutte per proteggermi, senza tener conto però che io sono una persona fin troppo forte che non sta con le mani in mano. Mi chiedo se, visto che per entrambi questo è un problema le cose possano andar bene. Se i nostri lati cupi ma necessari oscureranno le parti buone e dolci, anche se prima ha fatto quel grande gesto l’attimo dopo non ha avuto nessun ripensamento a comportarsi in quella maniera, forse perché vuole solo proteggermi e non farmi rischiare con suo padre e quella mala gente. Ma intanto.. in questo momento, nella mia mente viaggia una sola parola : VENDETTA.

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Capitolo 18
*** Essenza vitale ***


Dopo quel giorno le mie dimissioni arrivarono presto e le cose con Castiel sembravano essere tornate normali.. ma il mio desiderio di vendetta e il suo di tenermi fuori da tutta quella storia diventò un discorso all’ordine del giorno. Non passò giorno dopo essere tornati al dormitorio che non pensassi a come poter sopprimere quel dolore che pensavo di poter affrontare, ero convinta.. ma ciò non è servito a nulla. L’unica cosa positiva in tutto quel dolore era la totale scomparsa di Debrah. Dopo essere tornata alle lezioni il mio umore peggiorò e non ripresi peso. Castiel mi stava tutti i giorni accanto e per quanto cercasse di non farmelo notare anche lui era turbato.. sapevo che insieme potevamo abbattere il mondo, ma il suo carattere diventò così protettivo che non mi permise nessuna mossa. Le settimane passarono da quella proposta di matrimonio, fatta forse senza pensare alle cose più pesanti e non solo al nostro amore, che è solo un grande sentimento senza barriere, senza basi.. ci amiamo ma entrambi non siamo felici, perché? Perché lasciare le cose all’aria non è da noi ed il pensiero di aver perso la cosa più importante, il pensiero di suo padre non ci fa vivere serenamente. Mi ero ripromessa di non farmi rovinare la vita, ma come si fa? Insieme alle settimane passarono anche i mesi, avevo perso l’amicizia di tutti, anche di Rosalya. I sorrisi non si mostrarono più, la mia voce era flebile, il mio corpo esile, le mie emozioni spente, respingevo tutti. Però l’anello che portavo al dito era l’unica cosa che ancora mi dava speranza. Speranza che mano a mano si affievoliva quando Castiel scomparì senza dire nulla a parte un biglietto in cui diceva di amarmi.. il mio appetito svanì completamente ed ero sola, l’unica cosa in cui trovai sollievo fu l’alcool. Così, ogni sera mi recavo al bar ordinando bicchiere dopo bicchiere chiedendomi tra la disperazione, dove fosse il mio grande amore. Il cellulare spento, Lysandro e gli altri tacevano osservando la mia lenta degenerazione. In realtà fu proprio quest’ultimo a chiedermi quasi tutti i giorni se tutto andasse bene, se avessi fame o sete, se avessi voluto compagnia. E la risposta era sempre la stessa : no. Io volevo solo Castiel, ma l’odio si fece sempre più grande non solo nei confronti di suo padre che mi aveva rovinato la vita, ma anche nei suoi confronti. Lui aveva detto che non mi avrebbe mai lasciata sola e adesso invece sto lentamente svanendo nella solitudine e nella depressione di essere sola. Questa storia, la mia storia non cambierà mai. Sono nata sola, ho vissuto sola e morirò sola. Non so perché, non so come e che disegno del cazzo ha la mia vita ma è solo la realtà e non ha senso continuare a credere che qualcosa possa cambiare perché non accadrà. Perché mi ha chiesto di sposarlo se poi è andato via così? Senza dire nulla? Voleva chiarirsi le idee? O sta facendo qualche cazzata? Ma in tutto ciò, mi fa impazzire il fatto che io non sappia nulla, è vero.. aveva detto che mi avrebbe lasciata fuori da tutti i casini, ma non può lasciarmi sola perché adesso, ora, dopo tutto io ho bisogno di lui. La mia spinta vitale, la mia essenza.. senza di lui non ho l’energia per andare avanti. Il tempo scorreva e io lentamente svanivo ..di fatti non seppi mai se Castiel tornò, perché mi spensi.

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