THE LAST QUEEN OF NARNIA

di hayley99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 9: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


PROLOGO

Erano passati 1283 
anni da quando i re e le regine di Narnia arrivarono per la prima volta a Narnia, 1283 anni da quando se ne andarono, 1283 anni da quando gli uomini di Telmar arrivarono e decisero di sterminare il popolo di Narnia. Proprio in quel freddo giorno di dicembre nacqui io. Il mio nome? Lo saprete presto, non sapevo ancora niente del mio futuro, infondo ero appena nata quando mia madre morì dandomi alla luce. Venni abbandonata perché ero la figlia bastarda di non so che feudatario del regno, uno scarto umano insomma. Mi portarono nella foresta a confine con il regno di Telmar e mi abbandonarono nel bel mezzo di essa, una bambina di appena qualche ora lasciata a morire, abbandonata da tutto e da tutti. La mia salvezza non furono degli uomini come tutti si aspetterebbero. La mia salvezza furono quelle creature che vennero cacciate dalla loro stessa casa e uccise da persone come me. La mia salvezza furono gli abitanti di Narnia, uno in particolare provò subito affetto per me, un centauro di nome Celion. Mi crebbe come fossi una figlia e mi diede un nome, Talitha. Esatto mi chiamo proprio così, nome strano vi direte, ma poi ci si fa l'abitudine. Tornando a noi, crebbi con i centauri, i fauni, i minotauri (anche se detto tra noi, non sono poi così socievoli e di buona compagnia), con i nani (o gnomi come preferite) e con animali parlanti. Mi sono sempre sentita fuori luogo tra di loro, ma erano la mia famiglia e avrei fatto di tutto per loro, e quando intendo di tutto intendo anche cose come arruolarmi in un esercito di ribelli per sconfiggere gli uomini di Telmar...ma ora sto parlando troppo, vi basta solo sapere che la mia vita cambiò radicalmente da quando conobbi un ragazzo che riportò Narnia all'antico splendore, il ragazzo che mi riportò il sorriso, il ragazzo che amo con tutta me stessa. Il suo nome? Beh, dovrete scoprirlo! Bene, ora direi che potremmo benissimo iniziare con la storia che ne dite? Si forse é meglio. Allora, godetevi l'avventura!



 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 ***


CAPITOLO 1

Correvo, avevo il fiato corto e le mie gambe si muovevano da sole nel tentativo di fuggire agli uomini di Telmar che mi davano la caccia da giorni ormai. Avevo cercato di sabotare la costruzione del ponte che attraversava uno dei più antichi fiumi di tutta Narnia. Erano ormai due giorni che mi davano la caccia, e io non potevo ucciderli senza armi. Il cielo ormai era ricoperto da una volta blu e dalle stelle accompagnate dalla luna. La foresta pareva infinita e gli alberi, immobili, mi graffiavano la pelle e mi strappavano gli abiti. Il vento soffiava e i miei lunghi capelli scuri venivano scompigliati da esso. Non potevo resistere ancora per molto, non avevo poi così tanta resistenza, e il mio fiato avrebbe avuto una fine prima o poi. Dovevo correre, pensavo solo a quello nel momento in cui una freccia scoccò, ma non nella mia direzione, bensì in quella dei miei nemici. Dei suoni di zoccoli attutiti dal terreno arrivarono alle mie orecchie, e dalla foresta apparve la mia salvezza. -Celion!- corsi verso di lui che mi tendeva un braccio, lo afferrai e montai sul suo dorso bianco. Cimatempestosa (il leader del branco dei centauri di cui faceva parte Celion) scoccò altre due frecce che abbatterono gli altri due soldati. -Penso siano tue queste- Celion mi porse le mie frecce e il mio arco insieme alla spada finemente lavorata con motivi floreali sull'impugnatura e il mio pugnale da caccia, piccolo ma efficacie. Me le sistemai addosso e mi strinsi al suo poderoso torace mentre partiva al galoppo al seguito di Cimatempestosa e altri due centauri. I suoi lunghi e setosi capelli bianchi mi colpivano il viso ma senza farmi del male, e senza bisogno di vederlo sapevo che i suoi occhi viola erano preoccupati in qualche modo per me. Per lui ero come una figlia, una bambina da proteggere a qualunque costo, e di questo gli ero grata, era stato la mia salvezza allora e lo era anche ora sebbene fossero passati ormai diciassette anni dal nostro primo incontro.

***

Cavalcammo fino all'alba e oltre. Celion ogni tanto si girava per rimproverarmi, ma sapevo che in realtà mi aveva già perdonata. A volte lo chiamavo "mammina" tanto per farlo arrabbiare, sapevo che si offendeva ogni volta che lo facevo, ma era troppo divertente vedere come la sua faccia si imbronciasse ogni volta che lo dicevo. Ad un certo punto Cimatempestosa si fermò e ci fece cenno di tacere. Guardai Celion leggermente preoccupata, lui mi fece cenno di non parlare e di tenermi pronta. Cimatempestosa si girò e poi bruscamente disse: -Qualcuno sta combattendo qui vicino, e qualcosa mi dice che si tratta di colui che stiamo cercando. Seguitemi e tenete pronte le vostre armi!-. Celion prese il suo arco e io fe i lo stesso e poi partimmo in una corsa sfrenata. Urla, si sentivano solo urla degli uomini di Telmar che cadevano a terra uno dopo l'altro per mano di un misterioso nemico. Nel folto della foresta vidi un ragazzo, avrà avuto si e no la mia età. Era alto e ben piazzato, i suoi capelli scuri ricadevano elegantemente sul suo volto ben definito, anche senza vederlo per la distanza potevo dire che i suoi occhi erano scuri, proprio come i capelli. Tutto sommato era un bel ragazzo, se non fosse stato che indossava la divisa di battaglia di Telmar. Il misterioso nemico ben presto atterrò anche il ragazzo che sgomento riconobbe in esso un topo. "Ahahahah! Mitico Ricipí!" Poteva essere solo lui, il mio amico topo. Sorrisi ripensando a come lo conobbi la prima volta, e a come mi batté e successivamente insegnò a combattere con la spada. Ci avvicinammo di più e notai Trufflehunter (il tasso) assieme a Nikabrik (uno dei due nani che vivevano con il tasso). -Fermo Ricipí, abbassa la tua spada!- disse Trufflehunter leggermente impaurito per le sorti del giovane. -E perché dovrei farlo?! É uno di Telmar, é un nostro nemico!- ribatté il nobile topo. -Guarda bene Rcipí, é stato lui che ha suonato il corno!- disse il tasso indicando qualcosa che il topo nascondeva alla mia vista. -Che ce lo mostri allora!- tuonò Cimatempestosa mostrandosi ai loro occhi seguito a ruota da me, Celion e gli altri centauri. Il giovane si voltò a guardarci e per la prima volta i nostri occhi, di due diverse tonalità del marrone, si incrociarono.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 2

La notte non tardò ad arrivare. Eravamo in una radura e la luce della luna era la nostra unica illuminazione. Erano presenti molti degli abitanti di Narnia, dai centauri ai fauni e ai minotauri, per non parlare degli "animali parlanti" e dei nani. Le uniche eccezioni eravamo io e il ragazzo che si rivelò essere Caspian X (decimo) erede al trono di Telmar. Celion era alla mia destra in tutta la sua altezza vertiginosa. Nikabrik cominciò a parlare incolpando Caspian di aver rubato il corno al popolo di Narnia, ovviamente il ragazzo non era della stessa opinione del nano e così iniziò un dibattito tra di lui e altri presenti. -Voi ritenete me responsabile per tutti i crimini del mio popolo?!- disse il ragazzo. -Responsabile e punibile!- disse il nano. -Questa è buona detta da te nano,o hai dimenticato che è stata la tua gente a combattere al fianco della strega bianca?!- ribatté il mio amico topo. Nikabrik infuriato ammise la sua preferenza alla strega bianca piuttosto alla sottomissione del popolo di Telmar. -Al di là di questa foresta,io sono un principe,il trono di Telmar è mio di diritto,aiutatemi a rivendicarmi ed io riporterò la pace tra noi!- affermò il principe. Cimatempestosa si fece avanti, 
-Questo è vero,i tempi sono maturi,io osservo il cielo,poiché il mio compito è quello di osservarlo come il tuo è quello di ricordare tasso,Parva il signore della vittoria e Alanville la signora della pace si sono uniti nell'alto dei cieli,e ora qui,un figlio di Adamo si è fatto avanti,per offrici di nuovo la nostra libertà.-. Uno scoiattolo chiese conferma tutto elettrizzato all'idea di una nuova pace nella terra di Narnia. -Due giorni fa,io non credevo all'esistenza di animali parlanti,di gnomi,di centauri,ed eccovi qua,e siete tanto forti e numerosi che noi di Telmar non l'avremo mai immaginato. Non so se questo corno sia magico o no,ma ci ha fatti incontrare,e insieme abbiamo la possibilità di riprenderci ciò che è nostro.- Caspian rapì tutti i presenti con quelle parole. -Se sei tu a guidarci io e i miei figli allora vi offriamo le nostre spade.- confermò Cimatempestosa, alzando la spada imitato da tutti gli altri centauri presenti nella radura. -E noi ti offriamo la nostra vita,senza riserve.- Ricipí si inchinò seguito subito dopo dal tasso e tutti gli altri animali parlanti. Mi feci coraggio e con lo stupore del principe dissi: -Se la metti così principe, io non mi tireró certo indietro. Avrai anche le mie armi con te.- sorrisi fissandolo negli occhi mentre lui stupito mi sorrideva di rimando. -Ancora non so il vostro nome signorina.- disse Caspian. Continuai a fissarlo nei suoi profondi occhi e orgogliosa dissi: -Talitha, il mio nome é Tailtha.-

***

Quella mattina il turno di ronda capitò a me, Morris e Caspian. Mi allontanai di qualche metro da loro per ammirare la maestosità degli alberi. Celion diceva che ai tempi dei re e delle regine di Narnia gli alberi danzavano e tutti gli animali erano liberi e parlavano tra di loro addirittura. Mi sarebbe proprio piaciuto vedere gli alberi danzare, arrampicarmi tra le loro fronde mentre i petali mi circondavano con i loro colori e i loro profumi, mentre il vento spettinava i miei lunghi capelli castani e i miei occhi cioccolato osservavano il paesaggio immaginando mille avventure. I miei sogni ad occhi aperti vennero interrotti dal grido di una bambina -Basta!-. Corsi e trovai Caspian alle prese con un biondino mentre Morris fissava inebetito una bambina di circa dieci-dodici anni non di più e ne di meno. Aveva dei lunghi capelli castani tendenti al rosso e due enormi o chi azzurri che fissavano la scena impauriti. Il viso ancora da bambina era rotondo e leggermente allungato, spruzzato qua e là da delle lentiggini. Indossava un vestito lungo rosso e bianco con dettagli dorati, alla vita portava una cintura che conteneva un pugnale e una boccetta con uno strano liquido rosso all'interno. -Che diavolo sta succedendo qui?!- dissi rivolta a Caspian che nel frattempo aveva smesso di lottare con l'altro ragazzo. Quest'ultimo appena sentì la mia voce alzò il suo sguardo su di me, cielo e cioccolato si scontrarono. Aveva degli occhi meravigliosi, e a dirla tutta non era nemmeno un brutto ragazzo, anzi! Aveva i capelli biondi leggermente lunghi e sparpagliati qua e là in modo elegante. Il viso non era ne troppi marcato come quello di Caspian ma nemmeno troppo tondo come quello do un bambino. Era alto e abbastanza muscoloso al vederlo, la maglietta azzurra fasciava alla perfezione le sue belle spalle e i pantaloni marroni lasciavano intravede la muscolatura atletica delle gambe. In mano reggeva una spada molto bella, era tirata perfettamente a lucido e finiva con un'impugnatura con la testa di un leone come decorazione. Sulla lama era scritto qualcosa ma dalla distanza in cui mi trovavo non riuscivo a leggere nulla. Ad un tratto da dietro una roccia spuntarono altri due ragazzi, una ragazza che somigliava molto alla bambina, solo che aveva lunghi capelli mossi e castano scuro, e indossava un vestito azzurro come i suoi bellissimi occhi; l'altro ragazzo invece era l'esatto contrario del biondino, aveva i capelli neri come gli occhi, delle lentiggini spruzzate sul viso e il fisico era abbastanza atletico ma molto magro. -Lucy!- urlò la ragazza mora correndo dalla bambina di nome Lucy appunto. Da dietro l'ultimo ragazzo spuntò un nano di mia conoscenza, -Trumpkin! Pensavamo tutti fossi morto!- dissi guardandolo incredula per la felicità. 
-Beh, se non fosse stato per loro non sarei qui ora.- disse rivolgendosi ai ragazzi sconosciuti. -Tu sei Caspian?- chiese il biondino al principe. -Sí, sono io. E tu sei...?- rispose il moro. -Peter, re Peter. Mentre loro sono i miei fratelli: la regina Susan, re Edmund e la regina Lucy.- finì di dire il biondino. -Si certo! E io sono la regina bianca!- dissi io scoppiando a ridere assieme a Morris. -Talitha. Loro sono davvero i re e le regine di Narnia, il corno ha funzionato davvero.- affermò Trumpkin. Io sbiancai, ero certa di poche cose in vita mia, e una di quelle é che Trumpkin non mente mai quando e sicuro al cento per cento di una cosa. Il biondino mi guardò divertito e mi sorrise in modo sghembo. Io ricambiai il sorrisino con una boccaccia. Nessuno, e dico nessuno mi metteva i piedi in testa! Da dietro di noi giunsero dei rumori e tutti gli abitanti di Narnia sbucarono e si inchinarono dinanzi ai sovrani di Narnia. Peter li fece alzare tutti. Cimatempestosa parlò: -Benornati a Narnia miei re e mie regine. Se volete sarei ben lieto di scortarvi personalmente alle rovine, dove abbiamo stabilito la nostra base.-. -Certo, facci pure strada.- disse cortesemente re Peter. Io salii su Celion e chiusi il corteo subito dopo Capsian diretti alle rovine.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 3 ***


CAPITOLO 3

Era ormai giunta sera quando davanti a noi si presentarono le rovine del tempio sacro di Narnia. Si emergevano all'estremità di un'enorme radura verde costeggiata dagli immobili alberi di Narnia. All'entrata delle rovine vi erano due file ben allineate di centauro che reggevano in mano le loro grandi spade. I sovrani di Narnia si fecero accanto per primi mentre il popolo di Narnia li guardava ammirati, Caspian li seguì subito dopo. Scesi da Celion e a ruota seguì Caspian all'interno delle rovine. -Non sarà quello a cui siete abituato ma,è difendibile.- disse Caspian osservando i re e le regine di Narnia. Il biondino, ovvero re Peter non faceva altro che fissarmi, e questo mi irritava parecchio. -Qualche problema, vostra maestà?- un sorrisino di sarcasmo si disegnò sulle mie labbra carnose e piene. -Mi domandavo cosa centriate voi in tutto questo.- mi osservò a lungo puntando i suoi occhi celesti sui miei occhi marroni. -Lei combatte per il popolo di Narnia, e quindi è nostra alleata oltre che membro del popolo detto centauri.- prima che potessi parlare Caspian mi interruppe rispondendo alla domanda di Peter. "Ma chi si crede di essere?! Sono perfettamente in grado di rispondere da sola al signorino!" Mentre stavo per ribattere a Caspian di farsi gli affari suoi Susan interruppe i miei pensieri chiamando il fratello maggiore. -Cos'è questo posto?- chiese la piccola Lucy ammirando dei graffiti apposti sul muro di un lungo tunnel. -Non lo sapete?- dicemmo io e Caspian contemporaneamente guardandoci straniti successivamente. Caspian afferó una torcia e guidò i sovrani attraverso il tunnel mentre io ne presi un'altra e chiusi la piccola fila. Avanzammo sino a delle grandi porte, e una volta aperte quelle una stanza completamente buia su presentò ai nostri occhi. Io e Caspian ci posizionammo esattamente ai due lati opposti dell'entrata, accendendo con le nostre torce un grande fuoco che illuminò completamente la grande sala. -La tavola di Aslan...- disse Lucy avvicinandosi ad una grande e grossa lastra di pietra spezzata, posta al centro della sala. Un grande rilievo di un leone si ergeva esattamente dietro a essa. -Bene!- dissi per sdrammatizzare la situazione. Ora se volete seguirmi vi porterò alle vostre stanze, così potrete riposarvi un po' mentre Caspian organizza una riunione per decidere sul da farsi. Se volete seguirmi.- dissi facendomi strada attraverso il grande portone, mentre i sovrani di Narnia mi seguivano senza protestare. Li condussi verso un grande corridoio nel quale si affacciavano quattro grandi stanze. -Spero non vi dispiaccia dormire inseme a coppie.- dissi guardandoli per niente dispiaciuta. -No, niente affatto! Io dormirò con Susan, mentre Peter ed Edmundo potrebbero dormire assieme.- disse la piccola regina sorridendomi dolcemente. -Perfetto! Allora questa sarà la stanza di voi ragazze, questa qui quella di voi ragazzi. Per qualunque cosa, quella laggiù è la mia stanza mentre quella posta di fronte alla mia è quella di Caspian.- dissi indicando le stanze, alla mia destra per le ragazze e alla mia sinistra per i ragazzi. -Certo, vi ringrazio infinitamente signorina.- Peter mi sorrise mentre io mi alteravo ancora di più. -E smettila! Mi dai sui nervi! Primo: il mio nome é Talitha, e non "signorina". Secondo: dammi del tu, odio quando mi danno del lei come se fossi una principessina indifesa!- lo fulminai con lo sguardo mentre Lucy, Susan ed Edmund scoppiavano a ridere alla vista della faccia al quanto allibita di Peter. -Ora vado. Vogliate scusarmi, sua maestà!- girai i tacchi per andarmene mentre la voce di Peter mi raggiungeva. -Peter! Il mio nome è Peter! Non scordartelo, Talitha.- mi girai osservandolo attentamente, mentre un sorriso si dipingeva sui volti di entrambi. Poi mi girai di nuovo andandomene, ridendo al commento di Edmund: -Almeno, abbiamo trovato qualcuno che ti tenga testa, fratellone!-.

***

-Un piano di sicuro ce l'ha.- Lucy parlò riferendosi ad Aslan. Eravamo riuniti nella sala di Aslan discutendo del nostro prossimo passo verso la liberazione di Narnia. C'eravamo io. Caspian, Peter, Susan, Edmund, Lucy, i due nani, il "topo", Celion e ovviamente anche Cimatempestosa e Morris. -Credo che tocchi a noi ora...E' solo questione di tempo,gli uomini e le macchine da guerra di Miraz sono in marcia,per cui sarà rimasto sguarnito il castello.- affermò Peter, osservando pensieroso tutti i presenti, soffermandosi un po' più su di me."Ma che problemi ha?!" -Che ci proponete di fare vostra maestà?- Ripicí ovviamente sarebbe stato il primo a combattere per i suoi sovrani. Quel topo a volte mi stupiva. -Ci vuole un piano!- constatò Caspian. -Sei molto perspicace Caspian!- dissi io portando per qualche secondo l'iralità generale. Ma Peter tornato subito serio riportò i presenti alla relatà: 
-Bisogna essere pronti!L'unica speranza è attaccare il castello!-. "Ok posso confermare che il nostro re è un pazzo suicida!" -Ma è da pazzi,nessuno a mai attaccato quel castello!- Caspian diede voce ai miei pensieri, che bravo ragazzo! -C'è sempre una prima volta.- continuò il re biondo, seguito a ruta da quello stolto di un nano: -Ci sarà l'elemento sorpresa.-
-Ma siamo più al sicuro qui!- protestò il principe. -Bene equipaggiati potremo anche resistere all'infinito.- Susan ovviamente prese le parti del principe. Ma quanto erano dolci quei due?! -Io per esempio mi sento più sicuro sotto terra.- il tasso intervenne, ma venne ignorato da tutti. Afflitto abbassò lo sguardo, ma io sorridendogli dolcemente lo feci riprendere un pochino, tutto ciò non fuggì al giovane re biondo che mi rivolse un sorriso, che io prontamente ignorai. Ostinato però subito dospo disse: -Senti,io apprezzo quello che avete fatto qui,ma questa non è una fortezza,e una tomba!- Caspian lo guardò leggermente afflitto e arrabbiato. D'altronde potevo ben capirlo, fino,a po o fa comandava lui, e poi si presentano questi quattro ragazzini che si reputano i re e le regine di Narnia, e pretendono di comandare su tutto! Non che ce l'avessi con loro, ma era stato tutto un po' troppo precipitoso. -Si e se sono furbi aspetteranno e ci prenderanno per fame!- disse intelligentemente Edmund. -Io sono d'accordo con Caspian, sarebbe meglio aspettare. Se dovessimo uscirne sconfitti sarebbero i nostri fratelli a rimetterci la pelle.- dissi guardando tristemente Celion. 
-In tutti e due i casi ci saranno delle perdite, Talitha. Sia dalla nostra che dalla loro parte.- Peter mi guardò intensamente. -Lo so! Ma io non sono disposta a perdere la mia unica famiglia per un atto tanto sciocco!- lo guardai furente pensando al peggio, intorno avevo una bruttissima sensazione. -Potremmo raccogliere delle nocciole.- propose ingenuamente uno scoiattolo che non avevo notato prima. -Si,e lanciarle a quelli di Telmar...zitto!Credo sappiate da che parte sto sire.- disse il coraggioso Ripicí. -Se riesco a farvi entrare,vi occuperete delle guardie?- chiese Peter rivolto a Cimatempestosa. -Fino alla morte mio signore.- rispose quest'ultimo inchinandosi davanti al suo sovrano.
-E' questo che mi preoccupa.- disse tristemente la piccola Lucy.
-Come scusa?- Peter la fissò incuriosito. -Ci sono solo due possibilità per voi:morire qui o morire là.- la piccola alimentò le mie precedenti parole. -Allora non hai ascoltato Lucy.- disse Peter un pot alterato verso la sorella minore.
-Sei tu che non ascolti!O non ti ricordi chi ha sconfitto la strega bianca Peter?- Lucy si infuriò dinnanzi alla freddezza del fratello. -Aslan si è fatto attendere abbastanza a lungo.- terminò Peter. -Sì, Aslan si sarà fatto attendere anche a lungo! Ma saremo noi a morire, Peter! Senza di lui non possiamo farcela. É il tuo popolo, il MIO popolo, non un esercito di soldatini di bronzo!- dissi alzando un tantino la voce. -Talitha...- Celion poggiò la sua mano sulla mia spalla cercando di calmarmi. -No, Celion! Non posso rischiare di perdere anche te, o altri della mia famiglia!- abbassai lo sguardo affranta, e senza farmi vedere in volto uscii dalla sala, mentre delle lacrime cominciavano a rigarmi il volto, e mentre la voce di Peter chiamava il mio nome.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO 4

 

"Affondo, schiva, colpisci a destra, ora a sinistra, para, schiva, affonda,..." andavo avanti ormai da un po' combattendo con la spada contro un nemico invisibile oppure scagliando frecce su frecce addosso al bersaglio in movimento e non. Ero sudata fradicia e i vestiti mi si erano appiccicati alla pelle bianca e delicata. I capelli lunghi e scuri erano legati in una morbida treccia ormai tutta disfatta. Da sempre per sfogare la mia rabbia mi allenavo anche per un giorno intero non facendo caso alla fame o a qualsiasi altra esigenza. Non feci nemmeno caso alla porta che si aprii facendo entrare un ragazzo alto dai capelli scuri come il carbone. 
-Cerchi di uccidere un fantasma?- Caspian mi di avvicinò osservandomi mentre io lo ignoravo e continuavo ad allenarmi. -Talitha...dacci almeno una possibilità.- Lo guardai furente. -Non sono io colei che deve darvi il permesso. D'altronde non sono ne una principessa ne tanto meno una regina.- detto ciò ripresi il mio esercizio. -Sono qui per chiederti di venire con noi e di cercare di non pensare sempre al peggio. Fai parte del popolo di Narnia, li conosci molto meglio di me e sai guidarli e combattere assieme a loro. Tu sei parte di loro!- Caspian mi si parò davanti impedendomi di affondare la spada verso il mio avversario invisibile. -Che cosa hai detto?! Prima cercate di mandare coloro a cui tengo a morire e poi volete, anzi pretendete anche il mio aiuto?!- guardai Caspian sbalordita mentre furente gettavo la spada da allenamento a terra e me ne andavo. Purtroppo la mia"fuga" venne fermata dal principe che mi bloccò il polso facendomi voltare verso di lui. 
-Ricordi quello che mi dissi quando giurasti di offrire la tua spada e il tuo arco per la liberazione di Narnia?! Ricordi di come tu ti fidasti di me conoscendomi appena da poche ore?! Ora ti chiedo di riportare alla luce quella fiducia che mi desti tempo fa per la liberazione del tuo, del NOSTRO popolo. Combatti con me e con i re e le regine di Narnia, fallo per il tuo popolo Talitha.- i miei occhi erano fissi nei suoi mentre lui stringeva ancora il mio polso. In quel momento arrivò Peter. Lo guardai e poi guardai nuovamente Caspian. -Io...devo pensare...- dissi liberandomi dalla sua presa e correndo verso il terrazzo più vicino alla mia stanza. Quando arrivai spalancai la grande finestra e mi precipitai all'esterno appoggiandomi al marmo che fungeva da parapetto. Trassi una grande boccata d'aria mentre la luna che splendeva nel cielo illuminava il mio viso e le mie lacrime salate, non mi accorsi nemmeno di piangere. L'aria notturna sferzava i miei capelli sciogliendoli completamente dalla treccia. Guardai la grande radura che si trovava dinnanzi a me perdendomi nei miei pensieri, pensando alla vecchia Narnia. Non mi accorsi della presenza di Peter finché non fu lui a parlare: 
-Sai, scommetto ti sarebbe piaciuta la Narnia che ricordo io. Selvaggia e libera, gli alberi danzavano e i petali formavano delle figure che ti accompagnavano sempre infondendo allegria. Gli animali parlavano e a volte ricordo che con loro intrattenevo discorsi molto lunghi e interessanti, a volte pensai di essere io lo scemo che non sapeva niente...- la tristezza nel suo tuonò di voce mi fece un po' ricredere si quello che pensavo di lui. -Hai ragione...averti proprio voluto vederla, e sì, mi sarebbe piaciuta.- lo guardai e sulle sue labbra spuntò un sorriso debole ma spontaneo. -Che farai? Chi seguirai o no?- tornai a guardare di nuovo davanti a me cercando di non pensare troppo si suoi bellissimi occhi azzurri. -Narnia é la mia casa, e io non posso abbandonarla...per questo vi seguirò e combatterò con voi, ma lo faccio solo per me e per il mio popolo, non montati la testa, biondino...- lui si girò verso di me sconvolto. -Come mi hai chiamato?!- scoppiai a ridere mentre lui offeso mi guardò aspettandosi una risposta. Io mi avvicinai a lui, e dopo essermi alzata sulle punte dei piedi, li posai un leggero bacio sulla guancia mentre lui rosso come un peperone mi guardava serio. Nemmeno io so il motivo che mi spinse a farlo, ma so che quando lo feci il mio stomaco esplose come se mille farfalle stessero cercando di uscire da esso. Lo guardai nei suoi occhi azzurri cielo e staccandomi da lui e raggiungendo la porta mi girai dicendogli: 
-Buonanotte...biondino!-.

***

La fatidica notte arrivò. La luna era poco visibile nel cielo e alcune nuvole coprivano quest'ultimo. Mi trovavo sul dorso di Celion assieme ad una parte dell'esercito di Narnia nascosti nel fitto della foresta che confinava con il ragno di Telmar. Stavo aspettando il segnale, l'aria era pesante e carica di tensione ed io non facevo altro che torturare i poveri capelli di Celion nel tentativo di calmarmi, avevo una bruttissima sensazione. -Talitha, ora calmati. Non accadrà nulla, te lo prometto.- Celion mi accarezzò la mano infondendomi la serenità di cui avevo bisogno. Ad un tratto arrivò il segnale e noi partimmo subito alla carica diretti al castello. Il castello era imponente e purtroppo l'allarme era già scattato e il cancello non era ancora stato sollevato. Dopo pochissimo esso si alzò permettendoci di entrare all'interno del cortile, e la battaglia iniziò. Vedevo guardie dappertutto e scagliavo frecce a manetta mentre Celion uccideva chi gli si parava davanti con la sua spada. Ad un tratto da un balcone comparve Miraz assieme al Generale Glozelle, e una trentina, se non di più, di uomini ci circondò pronto al comando del loro signore. Fu un attimo, un attimo di distrazione e un soldato scoccò una freccia che si conficcò nella mia spalla sinistra. Caddi dal dorso di Celion mentre anche lui veniva colpito assieme ad altri abitanti di Narnia. Mi voltai e vidi Celion zuppo di sangue che ancora combatteva, ad un tratto un soldato lo colse di spalle brandendo una spada e pronto a colpirlo. "No, no, no!!! CELION!!!" pensai mentre i miei pensieri prendevano voce e urlai: -CELION!!!-. Lui non fece in tempo a girarsi che l'uomo conficcò la sua spada nel torace di colui che per me era un padre. -No...- sussurrai stringendo la mia spalla e cercando di sollevarmi da terra. Celion guardò il suo petto ed estrasse la spada uccidendo poi l'uomo. Un fiotto di sangue uscì dalla sua bocca, mentre il suo petto si macchiava di quel sangue tanto puro. Celion cadde a terra mentre io mi dirigevo dolorante verso di lui, le lacrime ormai bagnavano il mio viso distrutto dal dolore. Quando lo raggiunsi notai che anche Peter, Susan e Caspian erano nel cortile e che combattevano non prestando attenzione al resto. Peter in quel momento si girò e mi vide mentre posavo la testa di Celion, che ormai era in fin di vita, sulle mie ginocchia, noncurante di tutto il resto, per me contava solo Celion in quel momento. Lo osservai a lungo accarezzando dolcemente i suoi bei capelli argentati e osservandolo nei suoi bellissimi occhi viola, mentre la mia spalla sanguinava copiosamente e la vista mi si appannava sia per la ferita che per le lacrime accompagnate da forti singhiozzi. -Non...non piangere. A-andrà tutto bene...Talitha...- Celion mi guardò negli occhi mentre io piangevo ancora più forte. -C-come potrà andare tutto bene s-se tu muori!- urlai disperata. -...promettimi solo...che vivrai...ti voglio bene...Talitha...- i suoi occhi si soffermarono su di me per poi posarsi su quelli di Peter che si era avvicinato a noi cercando di farmi alzare da terra. -Talitha! Dobbiamo andare! Ora!- mi prese per il braccio sano cercando di farmi alzare ma io protestai cercando di rimanere con Celion. -No, no, no! Celion...ti prego...- guardai Celion negli occhi prima che lui con un tono disperato dicesse a Peter di portarmi lontana il prima possibile. Caspian arrivò in quel momento in sella ad un cavallo mentre teneva un altro cavallo con le briglie. -Peter!- urlò attirando l'attenzione del re che mi sollevò di peso mentre io facevo resistenza cercando di raggiungere mio padre, il mio migliore amico. -No! Lasciami! CELION!!!- Peter salì all'istante sul cavallo posizionandomi davanti a lui, afferrò le briglie e partì in una corsa sfrenata lontano dal castello, lontano dal dolore, lontano da Celion, che con un ultimo sguardo mi disse tutto ciò che non mi aveva ancora detto, e poi spirò. -Talitha...- non capivo più niente la voce di Peter era solo un suono ovattato nelle mie orecchie, cominciavo a vedere molto più scuro del dovuto mentre la mia ferita sanguinava copiosamente e la mia vista si faceva ancora più appannata e più scura. Non sentivo più il mio corpo, e mentre Peter chiamava ancora il mio nome, io svenni tra le sue braccia mentre le mie labbra pronunciarono una sola parola carica di trisezza : -Celion...-.

 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 5 ***


CAPITOLO 5

 

Mi trovavo in una capanna. Delle coperte consumate dal tempo ricoprivano tutto il mio corpo arrivandomi a metà viso. Il letto di paglia era scomodo ma non potevo lamentarmi. Volsi lo sguardo verso la figura di una donna che stava cuocendo qualcosa sul focolare. La donna era molto bella, aveva dei capelli ramati arricciati sulle punte, i suoi occhi castani erano molto attenti al fuoco e tutti i suoi movimenti erano aggraziati come il suo dolce viso. Indossava abiti umili ma che comunque mettevano in risalto le sue forme di donna. Prese un mestolo e versò il contenuto della pentolina su di un piatto di legno. Poi si volse verso di me con un sorriso rassicurante e in qualche modo famigliare. Mi si avvicinò e mi porse il piatto dicendo di mangiarlo tutto. -Che cos'è? Puzza!- dissi io involontariamente. La donna sorrise dolcemente e carezzandomi il viso disse: -E la mia pozione segreta, vedrai che ti rimetterai subito in forze, tesoro.-. -Se non la mangio muoio?- guardai la donna disperata cercando aiuto. Lei sorrise e mi diede un bacio sulla fronte. -Certo che no, amore mio. Non permetterò mai che tu muoia, mai, ricordalo sempre.-.
La scena cambiò e mi ritrovai stesa a terra mentre la capanna andava a fuoco, la donna era stesa a terra schiacciata da un'asse di legno. Io piangevo cercando di avvicinarmi. 
-No! Vattene tesoro...devi vivere...- d'un tratto venni sollevata da due forti braccia e mi ritrovai in groppa ad un centauro bianco come il colore dei suoi capelli, e con gli occhi viola. 
-Celion...portala via e proteggila tu al mio posto.- la donna mi guardò sorridendo per l'ultima volta e pronunciando il mio nome prima di spirare mentre una lacrima le solcava il viso. -Nooo!!!- urlai mentre Celion partiva al galoppo portandomi sempre più lontana da lei...

***

Aprii gli occhi che sentii inumiditi dalle lacrime e prima di riaddormentarmi dissi: -Mamma...-.

***

Mi svegliai poco dopo mentre il sole tramontava. Mi alzai e controllai la spalla che era intatta. "Allora era solo un sogno..." pensai felice. Ero ancora stordita da quello strano sogno dove avevo visto mia madre morire e prima ancora la morte di Celion. Mi vestii lentamente e mi diressi verso la sala di Aslan. Percorrendo il tragitto non feci altro che cercare Celion con lo sguardo non trovandolo da nessuna parte. Chissà dov'era andato a finire. D'un tratto arrivai alla sala ed entrai cogliendo di sorpresa tutti. -Talitha!- Lucy quando mi vide mi si buttò addosso abbracciandomi con forza mentre anche Susan si avvicinava per chiedermi come stessi. Mi guardai attorno vedendo Edmund che mi sorrise dolcemente, Caspian che venne verso di me abbracciandomi e assicurandosi che stessi bene. Vidi Ripicì, Trumpkin, Nilabrik, Trufflehunter e Cimatempestosa, quest'ultimo era triste e pensieroso e quando mi vide abbassò lo sguardo. Alla fine posai i miei occhi su altri di solito di un azzurro intenso ora tendenti al blu. Peter mi guardò, il suo sguardo era serio come quello di tutti in quella stanza. Ma dov'era Celion?! -Lucy, dov'è Celion? E Morris?- Lucy mi guardò e,come Cimatempestosa prima di lei, abbassò lo sguardo. Guardai tutti quelli presenti nella sala soffermandomi su Peter. -Peter, dove si trova Celion ora?!- la mia pazienza era giunta al limite. Quello che avevo fatto non era un sogno, ma la pura e difficile verità, ma non volevo ammettere a me stessa che Celion mi avesse abbandonata. -Talitha...- provò a dire Caspian, ma io lo interruppi subito. -No, Caspian. Voglio sentire quello che ha da dirmi Peter!- guardai nuovamente il Re assassinandolo con lo sguardo. -Dov'è Celion!- gli urlai in faccia avvicinandomi a lui. -É morto, Talitha, Celion é morto!- scoppiò alla fine il ragazzo. Una lacrima solcò il mio viso, non poteva essere davvero successo. Dentro di me sentii un vuoto immenso mentre realizzavo che lui era morto, che non sarebbe più rimasto al mio fianco. -Quando é successo ti ho presa e ti ho portata con me come mi aveva chiesto lui...poi mi sei svenuta tra le braccia per colpa delle ferite. Quando siamo arrivati Lucy...- non lo feci finire. Abbassai lo sguardo e chiusi gli occhi inondati di lacrime. Strinsi i pugni e poi dissi: -Zitto! É solo colpa tua! Se non ti avessi ascoltato forse ora Celion sarebbe ancora vivo! Sapevo che non dovevo seguirti! Lui era tutto per me! Tu sai cosa si prova a perdere la propria madre e poi colui che per molto tempo é stato un padre per me?! Eh, lo sai cosa vuol dire?!-. -Ma certo, é ovvio che tu non lo sappia, tu sei il Re, Peter il magnifico! Tu non hai problemi a iniziare le guerre se poi non perdi nessuno a cui tieni!- lui mi guardò e io lo guardai infuriata. -E invece si che lo so...- a quel punto non mi trattenni più e gli sferrai un potente pugno in pieno volto. -Ma fammi il favore. Almeno stai zitto!- mi voltai e mentre stavo per uscire Caspian mi fermò provando a calmarmi. -Non. Osare. Toccarmi! La colpa é anche tua!- lo scansi e mi diressi verso l'esterno dirigendomi ad un laghetto li vicino. Rimasi sola per molto tempo piangendo e prendendo a pugni un albero li vicino. Le mie mani dolevano e le lacrime erano inarrestabili. Alla fine urlai tutto il dolore che provavo lasciandomi cadere a terra. Rimasi in quella posizione per un tempo che mi parve infinito finché dagli alberi non spuntò Susan. -Eravamo tutti preoccupati per te dunque sono venuta a cercarti.- si giustificò la regina sedendosi al mio fianco. -Peter non mentiva, noi sappiamo cosa si prova a perdere una persona a te cara. Siamo stati costretti a dire addio a nostro padre che partì per la guerra per non farvi più ritorno, e tempo dopo nostra madre che ci mandò lontani dalla nostra città per proteggerci.-. Rimasi in silenzio mentre lei mi parlava. Io l'ascoltavo mantenendo lo sguardo fisso davanti a me. -Talitha, tutto questo presto finirà e Narnia tornerà come un tempo. In guerra si perde sempre qualcuno di importante ma bisogna andare avanti e combattere.-. -Io sono stanca di combattere, sono stanca di perdere coloro a cui tengo. Se resto rischio di perdere anche voi, l'unica speranza per questa terra. Anche se ho provato ad odiarlo per avermi portato via Celion, non ce la faccio. E so che se mi affeziono troppo a te a Caspian, a Edumnd a Lucy...e a Peter, soffrirei ancora, e io non voglio più provare quello che sento ora. Quindi ho deciso di andarmene...combatterete senza di me.- mi alzai mentre Susan mi fermava prendendomi per il braccio. 
-Cosa?! Talitha tu devi combattere!- guardai Susan. -Io non devo fare proprio niente! E ora lasciatemi andare, mia Regina.-. Presi il mio arco, le mie freccie e la mia spada e mi incamminai allontanandomi da tutto, da tutti e da Peter.

***

Camminavo da ormai mezz'ora quando sentii il rumore di alcuni zoccoli raggiungermi. Il cavallo era uno solo e quindi dedussi subito di chi si trattasse, mi voltai aspettandomi di trovare Caspian ma non fu così. Il principe dai capelli scuri che mi ero immaginata fu sostituito da un Re dai capelli biondi come il grano. -Talitha!- Peter mi raggiunse scendendo dal suo cavallo bianco. Sembrava quasi un principe visto da così ma lui era un Re. Mi voltai di nuovo ricominciando a camminare per la mia strada. Lui mi afferrò il braccio e mi costrinse a voltarmi. Mi guardò e io lo guardai con sfida. -Mi spiace Peter ma qualunque cosa tu faccia o dica io non tornerò indietro...- non mi lasciò finire e mi strinse in un abbraccio stringendomi fortemente a sé. -Mi dispiace, mi dispiace. É tutta colpa mia, hai ragione. Sono morti tutti per colpa mia.- solo in quel momento mi accorsi che Peter stava piangendo sulla mia spalla. All'improvviso non era più il Re ma un ragazzo pentito, triste e disperato che come tutti aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi. 
-Peter...-sussurrai. -É colpa mia...mi dispiace tanto...ti prego perdonami.-. Lo strinsi forte mentre gli sussurravo: -Io ti ho già perdonato.-. Lui si staccò leggermente da me fissando il suo sguardo nel mio. L'aria attorno a noi si era fatta più calda mentre mille sensazioni dentro di me si susseguivano una dopo l'altra. Lui prese il mio mento alzando il mio viso verso il suo. Non staccavamo gli occhi l'uno dall'altra e pian piano ci facevamo più vicini. Mille brividi mi salivano sulla schiena mentre Peter si piegava leggermente in avanti posando la sua fronte contro la mia. I miei occhi furono catturati dalle sue labbra socchiuse che emavano calore. Socchiusi le mie labbra e mentre lui piegava il suo viso verso il mio per far coincidere le nostre labbra ma un falco arrivò interrompendo quel momento. -Vostra maestà. Mi scuso dell'interruzione ma ho importanti notizie da darle.- Peter si staccò controvoglia da me portando la sua attenzione al falco. -Dimmi pure.- il falco guardò il Re e disse: -Mio signore, l'esercito di Miraz sta arrivando. Saranno alle rovine appena dopo l'alba.-. Non mi ero accorta di quanto tempo fosse passato, quando me ne andai era notte e ora era già mattina pensai guardando la luna che ancora brillava nel cielo. Peter salì sul cavallo poi mi guardò: -Che intendi fare ora? La guerra sta per iniziare.-. Guardai il ragazzo dagli occhi azzurri e dissi: 
-Ah...e come fareste a vincerla senza di me?!-. Peter sorrise porgendomi il braccio che afferrai saldamente prima di montare a cavallo, stringere il Re contro di me saldamente in modo da non cadere e partire al galoppo mentre ancora mille brividi viaggiavano sulla mia schiena e la luna ci osservava alta nel cielo blu intenso, il cielo di una Narnia che stava per essere liberata.

 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 6 ***


 CAPITOLO 6

 

Appena arrivati alle rovine cercammo immediatamente gli altri ma Caspian non si trovava da nessuna parte. 
-Vado a controllare nella sala di Aslan! - vidi Peter correre verso la sala ed io lo seguii subito dopo. Quando arrivammo la scena che ci si presentò fu scioccante. Caspian si trovava ai piedi di una grande lastra di ghiaccio da dove una bellissima donna, che sembrava un tutt'uno con il ghiaccio, si sporgeva verso di lui per riuscire a prendergli la mano, che Caspian le tendeva incantato. Ai lati del ragazzo si trovavano due strane creature: un lupo e una fenice; mentre dietro di lui stava Nikabrik. Caspian stava per raggiungere la mano della donna quando Peter intervenne. 
-Fermo! - Caspian non badò nemmeno al re biondo e si sporse di più per raggiungere la donna che lo incitava con dolci parole. Peter si diresse verso di loro ma venne bloccato dal lupo che abbatté in poco tempo seguito subito dopo dalla fenice che uccisi con una freccia. -Lascialo ferma!- Peter si gettò su Caspian facendolo uscire da un cerchio che si trovava nel pavimento. -Peter, caro. Mi sei mancato. Vieni, una goccia basterà, sai che non ce la farai da solo.- solo allora mi resi conto di ciò che voleva quella donna, voleva il sangue di un figlio di Adamo. Peter si avvicinò anche lui incantato. -Peter no!- non feci in tempo ad avvicinarmi a lui che la lastra venne distrutta e quando crollò dal tutto vidi Edmund con una spada in mano sollevata sopra la testa. Peter lo guardò spaesato e il ragazzino disse: -Lo so, era tutto sotto controllo.-

***

-Sei fortunata sai.- Peter parlava con Lucy mentre io ascoltavo in silenzio affilando la lama della mia spada. 
-Fortunata perché?- guardai i due fratelli e mi meravigliai da quanto Peter fosse dolce e premuroso con la sorellina. -Perché l'hai visto. Magari avesse dato a me una prova di qualche tipo.- capii subito a chi si riferiva, parlava di Aslan. -Forse noi dobbiamo dimostrargli qualcosa.-. A volte mi stupivo di quanto potesse essere saggia quella bambina. Peter stava per ribattere ma fu interrotto dall'arrivo di Edmund. -Peter devi venire di corsa!- guardai gli occhi azzurri di Peter che erano preoccupati tanto quanto i miei e uscimmo per vedere con i nostri occhi l'esercito di Miraz avanzare. 
-Arrivano.-.

***

-Corpo di mille sincopanti! É il tuo nuovo brillante piano? Mandare un bambina nel profondo della foresta da sola?- Trumpkin era contrario all'idea di Peter, e anche io non ne ero molto convinta. -E' la nostra unica speranza!- affermò Peter. Io ascoltavo mentre gli altri discutevano, lanciando occhiate ogni tanto a Peter. -E poi non sarà sola...- Susan si fece avanti avvicinandosi alla sorellina, che le sorrise dolcemente. -Di noi non ne sono già morti a sufficienza?- ribatté il nano. -Nikabrik era anche mio amico, ma aveva perso la speranza, la regina Lucy no e nemmeno io!- il tasso si fece avanti favorendo la piccola regina, mentre io mi convincevo un po' di più su quel piano. -Per Aslan.- Ripicì si fece avanti sollevando il suo spadino. 
-Allora io vengo con te.- Trumpkin era una testa dura quando voleva e quel pensiero mi fece sorridere. Peter se ne accorse e mi guardò con quei suoi profondi occhi blu. -No tu servi qui.- Lucy appoggiò una mano sulla spalla del nano incitandolo a restare. Alla fine il nano annuì poco convinto. 
-Bisogna resistere finché non saranno di ritorno.- Peter guardò tutti i presenti in cerca di suggerimenti. Caspian ne approfittò per suggerire una tattica: -Se mi posso permettere...Miraz, potrà essere un tiranno e un assassino, ma in quanto re, deve seguire le tradizioni e le aspettative del suo popolo. Ce ne una in particolare che ci farebbe guadagnare tempo.-.

***

-Preoccupata?- Peter mi si avvicinò aspettando assieme a me il ritorno di Edmund. Osservavo l'esercito davanti a noi e non facevo altro che pensare alla morte di Celion. -Che tu possa morire per colpa di uno stupido combattimento contro uno stupido tiranno? Sì!- Peter rise mentre io gli diedi un pugno sulla spalla per farlo smettere. -E smettila di ridere! Non é divertente vedere morire di nuovo una persona a cui tengo!- Peter tornò serio e fissò il suo sguardo su di me. 
-Hai così poca fiducia in me?- il ragazzo sii avvicinò di più mentre io rimanevo ferma dov'ero. -No, Peter. Di te mi fido ma non voglio vederti morire, non per colpa di quel gran... Oh! Hai capito!- Peter sorrise mentre mi cingeva i fianchi con le sue mani stringendomi a sé. Poggiò la testa sulla mia spalla e disse: -Non preoccuparti. Tornerò da te, promesso.-. Prima che lui potesse fare o dire qualsiasi cosa lo strinsi a me affondando la testa nel suo petto. Rimanemmo così per un po' finché Caspian non ci avvisò del ritorno di Edmund che garantiva l'accettazione del combattimento. Peter si staccò da me, ma prima di andarsene mi diede un bacio sulla fronte prendendo il mio viso tra le mani. -Me lo hai promesso. Ricordatelo.-. 
Ci dirigemmo nel luogo dello scontro dove Miraz era già pronto con la sua armatura. Peter guardò il fratello che gli porgeva l'elmo e dopo averlo indossato si avvicinò al re di Telmar.
-Spero non sarete troppo dispiaciuto nel rivedermi vivo...C'è ancora tempo per arrendersi...- Miraz stava cercando di far desistere Peter, ma io lo conoscevo bene. -Fate pure.- sorrisi all'affermazione del biondo, mentre impugnava saldamente la sua spada. 
-Quanti altri dovranno morire per il trono?- continuò Miraz. -Soltanto uno!- e Peter partì all'attacco. Peter era molto bravo con la spada, ma Miraz non scherzava affatto. Subito il biondo partì avvantaggiato ma poi venne ferito da Miraz che lo gettò a terra slogandogli la spalla nel tentativo di togliergli lo scudo, ma Peter non si arrese e si rialzò ferendo anche lui il suo avversario. Peter ansimava tanto quanto il Telmarino. 
-Vostra altezza a bisogno di una tregua?- Peter guardò il re di fronte a sé e disse: -Cinque minuti?-. -Tre!- e detto ciò Miraz si voltò dirigendosi verso i suoi soldati. Peter tornò da noi giusto tempo per vedere la sorella maggiore tornare assieme a Caspian, di cui non mi ero accorta della mancanza. -Lucy?- Peter si avvicinò a Susan chiedendo della piccola regina. -Ce l'ha fatta, con un piccolo aiuto.- Susan guardò Caspian il quale fu ringraziato dal re biondo. -Bhe tu eri impegnato.- disse Caspian. Io mi avvicinai a Peter. -Ti fa male?- Peter mi guardò sorridendo lievemente. 
-Credo che sia slogata...- non fece a tempo a finire la frase, che io con un unico movimento gli rimisi apposto la spalla. Edmund si avvicinò dicendo al dolorante Peter di sorridere verso il popolo di Narnia. Poi il biondo si rivolse a Susan dicendole di dirigersi assieme agli altri arcieri. Peter si avvicinò ad Edmund che si trovava affianco a me: -Secondo te che succede a casa se si muore qui? Sai tu ci sei sempre stato, e io non ho mai ahhh!- Edmund gli batté una mano sulla spalla dolorante sorridendogli. 
-Tienitele per dopo!- rispose. I tre minuti erano scaduti, ma prima che Peter tornasse a combattere io mi avvicinai a lui: -Hei! Cerca di non morire.-. Mi alzai sulle punte dei piedi prendendo il suo viso tra le mani e feci unire le nostre labbra in un bacio unico ma pieno di parole. Le sue labbra erano morbide e calde contro le mie. Lui mi prese per i fianchi e mi strinse a sé continuando a baciarmi, ora con più foga, mentre io stringevo i suoi capelli tra le mie mani. Dopo attimi che parvero infiniti Caspian ci riscosse da quel bellissimo bacio e Peter dopo avermi sorriso tornò a combattere contro Miraz. Lo scontro non andò tanto per le lunghe, infatti dopo un po' Peter mise alle strette Miraz che chiese una tregua. -Non è il momento di essere magnanimi Peter!Attento!- Edmund avvisò in tempo Peter che stava pet essere colto alle spalle da quel vigliacco di Miraz. Peter riuscì a disarmarlo e gli puntò la lama alla gola pronto a finirlo, ma desistette dal farlo. -Ragazzo che ti prende? E' troppo per te togliere la vita?- chiese il re Telmarino. -Non sta a me togliertela!- Peter si voltò e fece avanzare Caspian che si trovò di fronte a suo zio pronto a togliergli la vita. -Forse mi sono sbagliato, forse hai le qualità per regnare su Telmar dopotutto...- Caspian guardò lo zio con ira e urlò calando violentemente la spada, ma non su suo zio, ma sul terreno. -Non certo le tue...Tieniti la tua vita ma io restituisco alla gente di Narnia il suo regno!- tutti scoppiarono in urla di approvazione acclamando Caspian e Peter. M la vittoria non durò a lungo. Infatti Sopespian, un sotto ufficiale di Miraz, utilizzò una freccia di Susan pet uccidere il suo re incolpando la regina. -E' finita!Tradimento, è stato colpito! Hanno assassinato il nostro re!-. E fu così che iniziò la battaglia finale.

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 7 ***


CAPITOLO 7

 

La battaglia era iniziata. Corsi al mio cavallo e gli salii in groppa attendendo Caspian che si posizionò al mio fianco. L'esercito avversario cominciò a scagliarci addosso grossi macigni con le loro catapulte, mentre la cavalleria degli uomini di Telmar avanzava ed io aspettavo solo il via di Peter che non tardò ad arrivare. 
-Andate!- io e Caspian ci guardammo negli occhi e partimmo. Corremmo all'interno delle rovine mentre il conto alla rovescia era partito. 1, 2...il mio cuore palpitava all'interno del mio torace...3, 4...il cavallo sotto di me correva dietro a Caspian, dal quale non staccavo gli occhi di dosso pronta all'azione...5, 6...strinsi più forte le redini e avanzai al fianco di Caspian...7, 8...lo sentii sussurrare quei numeri mentre il suo viso era concentrato sul piano...9...sfilai la mia spada. -Dieci!- Caspain colpì forte una colonna mentre io ne colpii un'altra. Avanzammo per un po' continuando ad abbattere colonne su colonne finché una pedana si abbassò per permetterci di risalire in superficie. Facemmo inversione e prendemmo di sorpresa gli uomini si Telmar che erano caduti all'interno di grandi crepe sul terreno causate dalle colonne crollate. Mentre avanzavo infilzavo uomini su uomini con le frecce e con la mia spada. -Ah!- caddi a terra mentre il mio cavallo moriva per via di alcune frecce cadute dall'alto. L'esercito nemico attaccava di nuovo. Mi girai e vidi Peter lui mi guardò e poi urlò: -Torniamo indietro!!!-. Io corsi verso loro ma nel mentre venni colpita, da una freccia nemica, alla gamba sinistra. 
-Dannazione!- tolsi la freccia e continuai a correre finché le catapulte non distrussero l'ingresso delle rovine. Avanzai ancora e trovai Peter al mio fianco. Peter mi guardò negli occhi per poi guardare Caspian e i suoi fratelli. Tutti avevamo capito al volo, e mentre correvamo verso il campo di battaglia con tutte le nostre armi sguainate urlammo assieme: 
-PER ASLAN!!!-. Nel giro di pochi secondi mi ritrovai a combattere di nuovo, ma i miei colpi erano più lenti per via della ferita alla gamba. Tutti intorno a me combattevano, e mentre guardavo con la coda dell'occhio che Peter non si fosse fatto male, un soldato mi colpì. La spada avversaria mi trapassò da parte a parte all'altezza dell'addome. Guardai furiosa il mio avversario che venne colpito da una radice. "Una radice?!" Mi voltai e vidi degli alberi enormi che combattevano dalla nostra parte. Subito pensai a Lucy e ad Aslan. Quella piccoletta ce l'aveva fatta...di colpo mi piegai su me stessa cadendo a terra. Tolsi la mano che teneva la ferita e vidi che avevo perso molto sangue, ero spacciata. Mi guardai attorno alla ricerca di Peter, Susan o chiunque conoscessi, ma vidi solo cadaveri. Mi distesi a terra con il viso rivolto verso l'alto. Molti dicono che mentre stai per morire rivivi tutta la tua vita, ma non fu così, prima di chiudere gli occhi vidi sopra di me il cielo, un cielo che tanto mi ricordava una persona. -Peter...- sussurrai, e all'improvviso un'aquila passò sopra di me. Avevamo vinto, Narnia era libera ora, ma io non sarei vissuta ancora molto per poterla vedere con i miei occhi. Ricordai quello che mi raccontò Peter su Narnia, la terra libera che avevo sempre sognato. Più il tempo passava e più tutto attorno a me si faceva più scuro, il cielo divenne nero e prima di chiudere gli occhi per sempre rividi nuovamente il viso dell'uomo che aveva fatto battere il mio cuore di pietra.

***

-Talitha-...-Talitha!- Aprii gli occhi e tutto attorno a me era bianco. Non c'era ne cielo ne terra, solo un immenso e accecante bianco. -Talitha- quella voce...era impossibile! Mi voltai e vidi una persona che da molto tempo non vedevo. -Mamma...- mi alzai e le corsi incontro. Cercai di abbracciarla ma le passai attraverso. -Ma cosa...- guardai mia madre che mi sorrise dolcemente. -Non sei ancora morta tesoro, non puoi ancora morire. Vedi quella luce?- indicò un punto alle mie spalle e vidi una luce, era una porta. 
-Raggiungila tesoro e vivi.- guardai nuovamente mia madre che pian piano svanì lasciandomi nuovamente sola. Io mi voltai e guardai la porta, attraverso essa potevo scorgere il cielo...Peter! Corsi, corsi il più veloce possibile e attraversai la porta...

***

Il cielo sopra di me era azzurro, azzurro come gli occhi del ragazzo che stava al mio fianco. I suoi occhi però erano velati da alcune lacrime. Accarezzai il suo viso e gli sorrisi. Lui rise e mi abbracciò, come se non volesse più lasciarmi andare. Riuscii ad alzare le braccia e stringerlo a me mentre alcune lacrime scendevano sulle mie guance. Ci sciogliemmo a malincuore dall'abbraccio, e tenendoci per mano ci rialzammo. Mi accorsi di non trovarmi più nel campo di battaglia, bensì vicino al fiume. Un po' più lontano da noi vidi Susan, Caspian e Edmund. In quel momento mi girai e davanti a me vidi Lucy e al suo fianco un leone, un leone enorme. "Aslan?!" Guardai Peter negli occhi e subito dopo mi inchinai al cospetto di Aslan. Lui rise con la sua profonda voce e disse: -Alzati, Talitha, ultima Regina di Narnia.-. Io alzai lo sguardo su di lui. "Cos'ha appena detto?!" Lo guardai ancora, ma prima che potessi spiaccicare parola lui mi precedette. -Esatto, Talitha, hai sentito bene quello che ho detto. Tu hai combattuto per Narnia, hai vissuto e se quasi morta per la sua liberazione. Hai perso anche cari amici in questa battaglia, ed é per questo che tu, seppur con qualche notevole difficoltà, hai dimostrato di avere un animo nobile, come le.tue origini del resto.-. -Cosa? Ma io sono nata e vissuta in una capanna nel bosco, non in un castello! E non penso di avere un animo nobile...- mi alzai e avanzai verso Aslan. -Voi non mi conoscete, io non sono nessuno...-. Aslan mi guardò e poi disse: -Certo, Talitha, io non ti conosco bene come conoscevo i tuoi genitori...-. - I miei genitori?- lo guardai nuovamente, e questa volta ricevette tutta la mia attenzione. -Certamente cara, tuo padre era uno dei Lord fedeli a Caspian IX, il padre del tuo amico, e tua madre era sua moglie, una Lady di Telmar. Purtroppo tuo padre fu assassinato la stessa notte in cui morì il padre di Caspian, morì per proteggere il proprio Re. Tua madre scappò assieme a te, che eri poco più che una bambina. Si rifugiò in quella capanna e conobbe il popolo di Narnia. Tua madre diede la propria vita per te, come tuo padre...ed ora tu hai dato la tua per Narnia. Il tuo animo é più nobile di quanto tu creda. Ora inchinati.-. Mi inchinai e Aslan ruggì. Gli alberi si mossero come le acque. L'aria fece smuovere i miei capelli al vento, e tutto il popolo di Narnia posò l'attenzione su di me. Aslan mi si avvicinò e mi fece alzare. Io mi girai e misi al suo fianco. Poi parlò a voce alta per farsi sentire da tutti. -Popolo di Narnia! Inchinatevi dinnanzi all'ultima Regina di Narnia, Regina Talitha, la Nobile!-. Tutti si inchinarono compresi i miei amici. Da quel momento tutto cambiò, e mentre Aslan ruggiva, vidi una donna che sorrideva, e al suo fianco un uomo che guardava me con uno sguardo fiero. Si guardarono negli occhi, e prendendosi per mano se ne andarono nel vento. "Grazie mamma, e grazie anche a te, papà...".

 

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Capitolo 9
*** EPILOGO ***


LEGGERE ASSOLUTAMENTE!!!!
Questo é purtroppo l'ultimo capitolo...ma...esatto! Ci sarà anche il sequel che "avverrà" durante il viaggio del veliero...quindi...keep calm! Mi piange il cuore a scrivere questo capitolo, perché, per me almeno, é triste che finisca così, ma d'altronde é la mia storia xD Nel sequel ci saranno tanti colpi di scena quindi...leggetelo! Bene detto questo...vi lascio leggere in santa pace!!! 

EPILOGO

Era una bellissima giornata di sole ed io passeggiavo, o almeno ci provavo, per il castello assieme a Caspian. -Ah! Odio questo dannato vestito!-. Dopo l'ennesima volta che inciampavo Caspian non si trattenne più e cominciò a ridermi in faccia. -Smettila di ridere! Vorrei vedere te con questo dannato pezzo di stoffa che si ostinano a chiamare vestito! Preferisco mille volte i miei adorati pantaloni!- presi il vestito poco elegantemente e lo alzai fin sopra il polpaccio, in modo da poter camminare senza problemi. -Non ci credo, ti sei messa gli stivali?!- Caspian scoppiò a ridere nuovamente. -Smettila subito!- gli tirai un pugno sulla spalla, ma lui continuava a ridere. -Ah, ci rinuncio!- affrettai il mio passo per lasciarlo lì da solo. 

-Talitha, aspetta! Devo chiederti una cosa importante!- mi raggiunse e mentre parlava il suo viso si rabbuiò. 
-Tu sai che prima o poi loro torneranno a casa loro, vero?- mi fermai e lo guardai negli occhi. -Certo! Ma finché sono qui bisogna vivere ogni momento in allegria, non credi!- sorrisi in modo falsissimo. La verità faceva male, molto male, ma non potevo permettermi di essere triste con Peter e gli altri nei paraggi. Sapevo che prima o poi se ne sarebbero andati, ma sapevo.che sarebbero anche tornati, quindi...allegria! -Talitha, non fingere con me...-. -Eddai Caspian...sorridi! Quando se ne andranno saremo solo noi due! Potrò stressarti all'infinito!- una lacrima scese a tradimento dal mio occhio destro e Caspian si gettò su di me abbracciandomi. -Talitha...-. 
-Sto bene...ma nel profondo...fa davvero male.- cominciai a piangere e strinsi forte a me il mio migliore amico. Non sarei resistita senza loro, senza Peter. -Va da lui...-. Non me.lo feci ripetere due volte e corsi a cerare il mio Re preferito. Lo cercai ovunque ma non lo trovavo da nessuna parte. Dopo poco sentii dietro di me dei passi e voltandomi trovai Peter assieme a Susan ed Aslan. I loro volti erano tesi e tristi e quando Caspian arrivò subito dopo di loro, aveva un viso triste che diceva tutto. Allora capii. -Peter...- lui venne da me e mi abbracciò stretta. Io lo strinsi a me e dissi: -Promettimi, che quando ti chiamerò verrai. Promettilo!-. Lui sospirò e sorridendomi annuì. Lo strinsi ancora a me. -Quando?-. Lui si staccò leggermente da me. -Oggi, prima del tramonto...-. Abbassai lo sguardo e una lacrima solcò nuovamente il mio viso. Peter l'asciugò e poi alzò il mio viso e mi baciò dolcemente, mentre il sole dietro di noi si faceva alto nel cielo.

***

Ormai il sole era pronto a tramontare e tutti erano riuniti nella piazza che si affacciava su uno strapiombo. Oltre lo strapiombo si potevano vedere i monti di Narnia, era uno spettacolo bellissimo. Io mi trovavo su rialzo dove si trovava un albero abbastanza grande. Vicino a me c'era Caspian, che come me era rassegnato al fatto che Peter e gli altri dovessero andarsene. I fratelli Pevensie erano l'uno vicino all'altro. Peter continuava a guardarmi malinconico, così io mi avvicinai a lui e gli strinsi la mano posizionandomi al suo fianco. -Narnia appartiene alle sue creature come appartiene all'uomo, è benvenuto chiunque di Telmar voglia restare e vivere in pace qui, ma Aslan farà tornare tutti quelli che lo desiderano nella terra dei nostri padri.- Caspian detto questo si spostò di lato e Aslan ruggendo fece snodare l'albero che si rivelò essere un passaggio. Un abitante protestò e Aslan disse: -Noi non ci riferiamo a Telmar. I vostri antenati erano briganti di mare, pirati approdati su un'isola dove in una caverna trovarono un passaggio che li portò qui dal loro mondo, lo stesso dei nostri re e delle nostre regine. É in quell'isola che io posso farvi tornare, è un bel posto per chiunque voglia ricominciare una vita.- concluse il leone. -Accetto. Io accetto la proposta.- mi voltai e vidi il generale di Miraz che si faceva avanti. -Si anche noi.- disse poi la moglie del deceduto zio di Caspian, con in braccio il suo bambino. -Poiché avete parlato per primi, il vostro futuro in quel mondo sarà felice.- e detto ciò l'uomo assieme alla donna e al bambino attraversarono il portale sparendo nel nulla. Dopo alcune proteste da parte dei Telmarini, Peter lasciò la mia mano avanzando di un passo. -Tocca a noi.- il mio cuore si strinse in una morsa di tristezza mentre Edmund diceva stupito: -Tocca a noi?-. 
-Venite, il tempo è scaduto. Dopotutto noi non serviamo più qui.- detto ciò prese la sua spada e la diede a Caspian. I due si scambiarono uno sguardo d'intesa. -La custodirò fino al tuo ritorno.-. Peter non disse nulla e si avvicinò a me. -Temo che questa sia la fine, non torneremo più.-. Quando Susan pronunciò quelle parole guardai Peter sconvolta. -Cosa?!- Peter sorrise debolmente e mi strinse a se mentre io, incredula, cominciavo a piangere silenziosamente nascondendo il volto sull'incavo del suo collo. Lucy disse: -A no?-. Peter si staccò leggermente da me e rispose, rivolgendosi a Lucy e ad Edmund: -Voi due si, almeno credo che intenda voi due.-. Peter si staccò completamente da me ma mi tenne la mano stretta nella sua. -Ma perché loro hanno fatto qualcosa di male?- continuò Lucy. -Al contrario mia cara, ma ogni cosa ha il suo tempo, tuo fratello e tua sorella hanno imparato tutto quello che potevano da questo mondo, ora è il momento che vivano nel loro.- concluse Aslan. Peter annuì e poi si voltò verso di me. -Penso che questo sia un addio allora...- Peter asciugò per l'ultima volta le mie lacrime ed io non riuscii a trattenermi e gli gettai le braccia al collo baciandolo per l'ultima volta. Quel bacio diceva tutto, era l'ultimo nostro bacio, era un bacio pieno d'amore e tristezza, ma era anche una promessa, una promessa che però.non si sarebbe mai realizzata, e in cuor mio lo sapevo, sapevo che non lo avrei mai più rivisto. Peter ed io ci staccammo per riprendere aria e senza che me ne accorgessi mi legò un braccialetto di cuoio nero al polso. -Non é un granché, ma...-. -A me basta.- mi alzai sulle punte dei piedi e gli sussurrai all'orecchio: -Grazie Peter, grazie per avermi amata. Ti amerò per sempre...-. Gli posai un ultimo bacio leggero sulle labbra e poi mi allontanai da lui e mi misi affianco a Caspian. -Tornare è stato bello.- disse Susan rivolta a Caspian. -Avrei voluto trascorrere più tempo con te.- disse il Re. -Non avrebbe funzionato comunque...-. 
-Perché no?- Caspian parve sconvolto.
-Ho milletrecento anni più di te...-Susan si diresse dai fratelli ma prima di andarsene però fece dietro front e strinse a se Caspian baciandolo per la prima volta. Loro non si dissero niente ma nei loro occhi lessi molte cose non dette. -Capirò quando sarò più grande sono sicura...- disse Lucy dopo l'ennesimo bacio visto quel giorno. -Io sono più grande ma non so se voglio capire...- concluse ironicamente Edmund.
Lucy abbracciò il nano e Aslan, e poi corse da me abbracciamdomi alla vita. Io la strinsi dolcemente a me. -Mi mancherai Lucy. Però aspetterò il tuo ritorno finché non potrò riabbracciarti.-. Lei sorrise e poi si avviò verso il portale assieme ai suoi fratelli maggiori. Per primo passò Edmund. Poi Peter, ma prima di andarsene mi guardò per un'ultima volta e io volendo lasciarli un bel ricordo di me sorrisi meglio che potevo mentre delle lacrime scendevano sul mio viso. Lui sorrise e poi scomparì per sempre oltre quel portale. Susan attraversò seguita poi da Lucy e il portale si richiuse. Caspian al mio fianco mi guardò, ma io ero troppo impegnata a guardare il cielo sopra di me che si tingeva di arancione. L'azzurro stava scomparendo, proprio come gli occhi di Peter. Sapevo che non lo avrei mai dimenticato, ma il mio cuore in quel momento non vedeva altro che dolore. Caspian mi sorrise e mi tirò un pugno sulla spalla. -Forza andiamo. Abbiamo tante cose da fare, razza di scansafatiche.-. -Scansafatiche?! Scansafatiche a me?! Ti ricordo che ho rischiato di morire due volte!- gli dissi rincorrendolo. -Ah si?! Allora com'è che non mi hai ancora battuto in un duello?!-. -Se tu prendo ti riduco a brandelli stanne certo prinicpino!- la mia tristezza svanì in poco tempo. 
-Si certo forse...però prima devi prendermi, e non credo che con quell'affare addosso tu ci riesca!-. Infatti dopo neanche tre secondi caddi rovinosamente a terra. 
-Caspian!!!-. Mi rialzai e ricominciai a correre, mentre il vento sferzava i miei capelli e il cielo diventò arancio. L'azzurro se n'era andato per quel giorno, ma sapevo che il giorno seguente sarebbe tornato. Strinsi il braccialetto che avevo al polso e sorrisi. Davanti a me rividi il suo volto, i suoi occhi, i suoi capelli e il suo sorriso. Ed io mi sentii felice, felice per essere stata amata e per aver amato... "Grazie Peter, grazie per tutto!".

...TO BE CONTINUED...



 

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