Stiles è davvero l'anello debole?

di cri96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Avviso ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Umano...una parola così scontata, ovvia, quotidiana, può risultare così opprimente?

La risposta è semplice: si. Al meno per quanto riguarda Stiles, il quale deve continuamente dimostrare di essere all'altezza di tutti gli altri membri del branco i quali sono per la maggior parte licantropi, ma ne fanno anche parte una banshee, una coyote e una kitsune.

Stiles è stanco, stanco di essere considerato l'anello debole del branco, quello logorroico che crea solo problemi, quello che viene preso in considerazione solo per la creazione di nuovi piani ma quando si tratta di attuarli è costretto a stare a casa perchè, a detta degli altri, certe situazioni sono troppo pericolose per lui.

Il figlio dello sceriffo ha sempre cercato di nascondere questo suo stato d'animo, come anche quella sera in cui è in camera sua aspettando con ansia notizie dei suoi amici che erano impegnati a fronteggiare la nuova minaccia di Bacon Hills: un branco di Alpha, secondo un piano d'attacco che aveva ideato lui, il quale era considerato la mente del branco.

Mentre si stava torturando il labbro in attesa di notizie continuava a pensare a come sia cambiata la sua vita da qualche anno a questa parte.

E' cambiato tutto il suo mondo: il rapporto con suo padre a cui è costretto a mentire in continuazione, il suo legame con Scott, il quale è spesso impegnato con gli allenamenti del branco per poter dedicarli del tempo e ovviamente il fatto che quotidianamente rischia la vita per aiutare i suoi compagni licantropi, di cui un paio di anni prima neanche ne conosceva l'esistenza.

Già prima la sua vita non era semplice, non veniva minimamente considerato a scuola, o meglio era visto come uno sfigato, non era bravo a lacross e la sua cotta storica, Lydia: non lo filava minimamente. Ora invece, nonostante sia visto in modo diverso dai compagni di scuola e sia entrato nella squadra questo suo senso di vuoto era addirittura aumentato. Si è vero, faceva del bene, difendeva le persone, le SALVAVA, ma nessuno sapeva di lui, addirittura si sentiva ignorato proprio dai suoi amici, i quali non avevano capito e notato il suo stato d'animo.

Mentre la sua mente naviga su questo li arriva un messaggio di Scott il quale affermava che stavano tutti bene e almeno momentaneamente la minaccia era sconfitta.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Sono le 7.30 del mattino e come al solito Stiles è in ritardo, considerando che deve ancora lavarsi e tra mezz'ora dovrebbe trovarsi a scuola. Con una velocità impressionante in quindici minuti è riuscito a finirsi e ad uscire di casa. Arrivato a scuola si reca in aula dove trova i suoi amici intenti a parlare della sera precedente tanto da accorgersi dell'arrivo dell'umano solo quando questo li saluta. Le ora sembrano non finire mai e quando finalmente la campanella suona Stiles si precipita fuori dalla classe seguito a ruota dagli altri. Andando verso la macchina arriva un messaggio di Derek che chiede di trovarsi quel pomeriggio nel suo loft per parlare della situazione. Stiles non aveva molta voglia di andare all'incontro perchè sapeva che come sempre non sarebbe stato considerato più di tanto, ma comunque decise di andarci lo stesso perchè nonostante tutto FACEVA PARTE del branco. Alla riunione come previsto il figlio dello sceriffo si annoiò e non prestò attenzione anche perchè si parlava di ciò che era successo la sera precedente, in cui lui era assente. Ad accorgersi di ciò fu Derek che irritato lo aveva richiamato più volte ma senza successo. Ad un certo punto l'Alpha perdendo la pazienza prese Stiles sbattendolo conto il muro: Derek:” Cosa diamine sei venuto a fare alla riunione se continui a sbuffare ogni cinque secondi? Stiamo parlando di una cosa seria! Malia ha rischiato di essere uccisa!!” gli aveva urlato il licantropo. Stiles:” Beh forse presterei più attenzione se avessi partecipato anch'io all'attacco e se fossi preso più in considerazione! Non credi?” Questa risposta lasciò tutti i presenti un po' allibiti, anche Derek seppure non lo faceva vedere, perchè era la prima volta che il ragazzo rispondeva a tono al lupo senza avere paura. Derek:” Ti ho vietato di partecipare perchè saresti stato solo d'intralcio e un peso stupido umano! Di certo non potevamo perdere tempo a metterci a difendere un insulso come te!” Stiles:” Un insulso? Un peso? E' questo che sono? Beh strano visto che non mi consideri tale quando si tratta di pianificare piani o quando ti salvo la vita, perchè caro Derek questo insulso di un'umano ti ha salvato le palle un bel po' di volte nel caso te ne fossi dimenticato, e non solo a te!” A quelle parole Derek, nonostante (o proprio perchè) dentro di sé sapesse che Stiles aveva ragione, si innervosì ancora di più. Derek: Senti idiota forse non hai capito che l'unico motivo per cui tu sei entrato nel branco è per Scott, per me se non vuoi restare puoi anche andartene, sono stanco di dover difendere e discutere con uno come te, un ragazzino attira guai, ci sarà un motivo se sei l'anello debole no??” Vedendo come il nipote stesse esagerando Peter decise di intervenire, credendo, come accadeva di solito, di riuscire a fermare lo scontro tra i due. Peter:”Derek smettila di dire queste stupidagini, sai perfettamente che non è così! Adesso chiudiamo la discussione e torniamo a parlare del vero motivo di questo incontro.” Ma Stiles non ha intenzione di cambiare discorso, non ora che sta tirando fuori tutto ciò che si era tenuto dentro in questi mesi e in più, dopo le parole dell'alpha il figlio dello sceriffo ebbe ancora più rabbia e dolore. Le parole di Derek, sputate fuori con tanto disgusto, facevano male a Stiles, come una lama che attraversa e spezza il cuore, era un dolore che non aveva mai provato prima ed era sicuro che nemmeno se quelle parole fossero state dette da Scott li avrebbero fatto così tanto male. Stiles:” Sai cosa c'è Derek? Che qui quello che sta perdendo tempo con qualcuno sono io non di certo tu! Sei scontroso sempre e con chiunque, sopratutto con me, nonostante io ti abbia aiutato spesso! E' vero sono più debole di te fisicamente ma per questo sono inferiore? No, non credo proprio anzi penso di essere superiore e sai perchè? Perchè nonostante i pericoli e i rischi che corro, decisamente superiori ai tuoi, sono sempre in prima fila per aiutare e per risolvere la situazione. E' grazie a me che siete in grado di sconfiggere l'oscurità, sono io che faccio ricerche pur di non dormire la notte, sono io che pianifico il modo di agire! E dopo tutto questo hai il coraggio di venirmi a dire che sono l'anello debole, un peso? No non lo accetto, non più! Me ne tiro fuori da solo da questa storia, lascio il branco senza problemi anzi, magari incontro gente che mi apprezza maggiormente!”. Detto ciò Stiles si liberò dalla presa, non molto stretta dell'Alpha e se ne andò sbattendo la porta, lasciando tutti scioccati, sopratutto Derek, e con qualche rammarico per non aver capito i sentimenti di Stiles, il quale in quella discussione non aveva tutti i torti.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Nel loft l'atmosfera dopo il litigio era molto tesa. Derek era ancora in piedi a guardare la porta, maledicendosi mentalmente per ciò che aveva detto a Stiles, perchè sapeva che tutto ciò che era uscito dalla sua bocca non lo pensava realmente e quindi si chiedeva come mai avesse dette quelle cose.

Gli altri componenti del branco erano persi nei loro pensieri rimproverandosi di non aver capito l'umano; quello che si sentiva più in colpa era senz'altro Scott, il quale continuava a torturarsi le mani perchè aveva una voglia matta di prendere a pugni se stesso e poi l'Alpha. Stiles capiva subito quando lui stava male, anche non possedendo l'olfatto astuto da lupo, lui invece neanche con questa dote aveva compreso lo stato d'animo dell'amico.

A rompere il silenzio fu una chiamata sul cellulare di Scott da parte dello sceriffo...

 

Stiles una volta uscito dal luogo della riunione si recò a passo svelto verso la sua jeep, in quel momento voleva solo andare a casa e stare da solo. Aveva quasi voglia di piangere per le parole dette da Derek ma la rabbia era troppa.

Arrivato all'incrocio che precedeva la sua abitazione dovette fermarsi a causa di un semaforo rosso, dopo pochi istanti vide solo buio. Un'auto aveva sbandato ed era andata addosso a Stiles il quale non era riuscito a schivare l'impatto.

 

Sceriffo: “S-c-ot-t...”

Scott: “Sceriffo che succede, perchè sta piangendo?”

Dopo questa sua affermazione tutti si voltarono a guardarlo con uno sguardo carico di ansia e di paura.

Sceriffo: “St-anno p-portando S-stil-les in ospedale, ha avuto un...i-incidente, è g-grave.”

 

Subito, tutti avendo sentito la conversazione grazie all'udito da lupo, tranne Kira e Lydia che comunque capirono la gravità della situazione, si scaraventarono fuori dal loft in direzione dell'ospedale e il primo fu proprio Derek.

 

Durante il tragitto verso l'ospedale l'Alpha continuava a rimproverarsi per la precedente discussione, pensando che se fosse successo qualcosa a quel piccolo umano non se lo sarebbe mai perdonato..si sentiva responsabile.

 

In ospedale il branco trovò lo sceriffo che camminava nervosamente avanti e indietro per il corridoio bianco mentre piangeva:

 

Lydia: “Sceriffo! Come sta Stiles? Dov'è adesso?”

Sceriffo: “Ragazzi! Ora è in sala operatoria, ha un trauma cranico.” Disse piangendo come non ebbe mai fatto in tutta la sua vita, neanche per la morte della moglie.

Scott: “Ma cos'è successo??”

Sceriffo: “Stiles era fermo ad un semaforo e una macchina andando fuori strada l'ha colpito in pieno e lui pur provandoci non è riuscito a schivare il colpo! Ho paura ragazzi, se dovesse morire io non so cosa farei!”

Malia: “Stiles non morirà! E' un ragazzo forte! Non morirà.” Disse più a se stessa che agli altri.

 

Nel frattempo Derek era rimasto in silenzio, pensando che se non si fosse arrabbiato con Stiles questo ora starebbe bene e non in bilico tra la vita e la morte. Si dava la colpa per ciò che era successo a quel ragazzino ma la cosa strana era il dolore che provava. Era simile a un dolore che aveva provato solo una volta nella sua vita: quando perse tutta la sua famiglia nell'incendio. Non era un dolore per la perdita di un conoscente, come aveva sempre reputato Stiles, e a dirla tutta, il male che provava era troppo grande per considerarlo dovuta anche alla perdita di un semplice amico e il pensiero che Stiles poteva morire credendo a quelle parole da lui pronunciate gli creava ancora di più una fitta al cuore. Perso in questi pensieri non si rese conto della rabbia di Scott nei suoi confronti, che lo portò a tirargli un pugno sullo zigomo.

Scott: “E' tutta colpa tua Derek! E' colpa tua se adesso Stiles rischia di morire! Non ti rendi conto di come tratti la gente?!”

Scott sfogava tutta la sua rabbia contro l'Alpha mentre si liberava in un pianto disperato e Peter e Isaac cercavano di tenerlo fermo.

Il capobranco non fece neanche in tempo a rispondere che dalla sala operatoria uscì il dottore.

 

Sceriffo: “Dottore come sta mio figlio? La prego mi dica che sta bene!”

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Sceriffo: “Dottore come sta mio figlio? La prego mi dica che sta bene!”

 

Dottore: “Sceriffo, purtroppo le notizie non sono molto positive. L'altra macchina ha colpito in pieno la fiancata di suo figlio il quale ha sbattuto la testa. E' arrivato in ospedale in condizione gravissime e ha perso molto sangue. Purtroppo è in coma e non sappiano né quando né SE si sveglierà, mi dispiace!”

In quel momento momento sembrava che il tempo si fosse fermato, nessuno aveva la forza di reagire dopo quella notizia; dopo qualche minuto di trans e di un pianto silenzioso lo sceriffo tirò quella poca forza che era rimasta:

 

Sceriffo: “Posso vederlo? Posso vedere il mio bambino?”

Dottore: “Certo, l'accompagno subito.”

 

Era sera inoltrata ormai e tutto il branco era lì in ospedale con la speranza che la loro vicinanza avrebbe dato forza al loro amico.

Isaac, Malia e Lydia erano dentro con Stiles, Derek era fuori la stanza del ragazzo seduto su una sedia con la testa fra le mani:

 

Peter: “Non fartene una colpa caro nipote, l'unica persona da incolpare è il guidatore dell'altra auto.”

Derek: “Se solo non lo avessi aggredito in quel modo...lui adesso starebbe bene!”

Peter: “Non potevi immaginarti cosa sarebbe successo Derek, nessuno poteva.”

 

Derek non rispose, una brutta sensazione lo attraversò di colpo...dov'era Scott?

L'Alpha aguzzando i sensi si mise a correre per trovarlo, fino a trovarsi sul tetto dell'ospedale:

 

Derek: “Scott che cazzo stai facendo?! Scendi subito dal cornicione e non fare cavolate!”

Scott: “Sta per morire Derek e io potevo evitarlo, potevo aiutarlo in questi mesi e anche oggi, mentre litigavate, non ho fatto niente per fermarlo, per difenderlo! Sono un codardo!” Urlò il beta mentre piangeva disperato.

Derek: “Stiles ce la farà Scott, è forte, è il ragazzo più energico che abbia mai conosciuto. E' sopravvissuto a cose ben peggiori come il Nogitsune, non sarà questo a fermarlo!”

Scott: “Senza di lui io non sono niente, non sopporterei di perderlo. Non mi merito un'amicizia come la sua, non merito niente.”

Derek: “Smettila Scott! Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Stiles e te siete fratelli, se si svegliasse e non ti trovasse ne morirebbe. Continui a dire che sei stato uno stupido in questi mesi perchè non li sei stato accanto, ma adesso? Adesso non mi sembra che tu li sia vicino. Scendi Scott, scendi da lì e va da lui.”

Scott: “ Ma tu non ti senti in colpa eh Derek? Neanche un po'?”

Derek: “Tanto Scott, mi sento morire dentro. Ma so che adesso non è di questo che ha bisogno il nostro umano, quello di cui necessita è che le persone a cui vuole bene gli stiano vicino. Ora dammi la mano.”

Scott ancora piangendo scende con molta lentezza e dolore dal cornicione e mentre stava per recarsi da Stiles:

Scott: “Derek..”

Derek: “Non dirò niente Scott, non ti preoccupare.”

Dopo essersi sentito dire ciò, Scott corse giù il più in fretta che potè, passando la notte a parlare e ad abbracciare SUO FRATELLO

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


E' passata una settimana e Stiles ancora non dava segni di miglioramenti.

I suoi amici si erano trasferiti momentaneamente in ospedale, non volevano lasciarlo solo.

Derek era l'unico a non essere mai entrato nella stanza del ragazzo, ma vegliava su di lui giorno e notte attraverso il vetro che li separava. Vederlo così li aveva procurato una crepa al cuore, una crepa così grande che difficilmente si sarebbe rimarginata.

L'Alpha, mentre guardava Stiles attraverso il vetro, continuava a ripensare a quel maledetto litigio e a quelli precedenti, rimurginando su quanto l'umano avesse avuto ragione a dirgli quelle cose, sul fatto che lui non lo meritasse.

“Perchè l'ho trattato sempre come l'ultima ruota del carro?” Continuava a chiedersi Derek... “Perchè adesso mi sento così strano? Certo è in coma e non voglio che li succeda niente, ma...perchè sto così male, perchè non riesco a staccare gli occhi dal suo corpo?”

i pensieri del licantropo furono interrotti da un suono assordante proveniente dall'interno della camera. La macchinetta che segnava il battito cardiaco era andata in tilt producendo strano rumori e Stiles incominciò a muoversi, con i muscoli tesi, nel letto, come se stesse facendo un brutto sogno.

Derek si precipitò all'interno e con Scott si scaraventò dall'umano cercando di tenerlo fermo e calmarlo.

 

Scott: “Stiles, Stiles calmati ti prego! Svegliati è tutto apposto!

Lydia: “Oddio, no Stiles che hai? Aiuto aiutoooo! Chiamate qualcuno!!”

Derek: “Perchè non viene nessuno cazzo! Abbiamo bisogno di un medico! Stiles svegliati forza!!”

 

In pochi secondi i medici si precipitarono nella stanza facendo uscire i presenti, i quali dovettero assistere a quella scena straziante attraverso il vetro.

I dottori somministrarono delle medicine a Stiles facendolo calmare e riportando i battiti del suo cuore stabili.

 

Sceriffo: “Che ha avuto mio figlio? Ora sta bene?”

Dottore: “Siamo riusciti a stabilizzarlo, ha avuto delle convulsioni; qualche volta succede ai pazienti in coma, ma non si preoccupi! Ora è stabile”

Scott: “Possiamo entrare?”

Dottore: “Certo! Chiamatemi se succede qualcosa.”

 

Peter: “Entra anche tu Derek! Si vede che vuoi stargli accanto ma non ci riesci..va da lui, dai! Così potrai anche schiarirti le idee:”

Derek: “Schiarirmi le idee su cosa?”

Peter: “Lo sai su cosa Derek, non fare il finto tonto!”

 

Detto ciò lo zio si recò verso le macchinette per prendersi un caffè, lasciando un Derek perplesso, come se fosse l'unico a non aver ancora capito.

 

Scott: “Dai Derek entriamo.”

 

Qualche ora dopo l'accaduto, andarono tutti a casa per farsi la doccia e poi tornare, l'unico a non lasciare l'ospedale fu Derek.

Seduto su una sedia accanto al letto, prese la mano del più piccola incominciando a parlare, senza neanche accorgersene.

 

Derek: “Mi dispiace sia Stiles? Mi dispiace per tutto...avevi ragione, come sempre, spero che mi perdonerai.” Disse con un filo di voce, iniziando a piangere; un pianto liberatorio che aspettava tanto tempo per uscire.

 

Peter vedendo suo nipote così, attraverso il vetro, lo lasciò sfogarsi per poi entrare:

Peter: “Nipote...non nascondere ciò che provi per questo ragazzino, si vede lontano chilometri:”

Derek: “Non capisco zio.. è tutto così strano! E' un dolore troppo forte..”

Peter: “Ancora non hai capito vero?”

Derek: “Cosa?”

Peter: “Tu AMI Stiles Derek! Lo hai sempre amato. Per questo non hai mai voluto farlo partecipare agli scontri, per tenerlo al sicuro! Pensaci nipote..”

 

Detto questo Peter uscì dalla stanza lasciando Derek in preda ai suoi pensieri...alla fine pensò Derek, suo zio non aveva tutti i torti.

 

Poco dopo tornarono in ospedale tutti gli altri e restarono a dormire accanto a Stiles, ma Derek non si allontanò da fianco al letto e continuò a tenere la sua mano calda stretta a quella fredda dell'umano, sperando di trasmetterli un po' di calore.

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Passarono un paio di giorni e Derek non si era mai allontanato dal letto di Stiles se non per andare in bagno:

 

Scott: “Ehi Derek, perchè non vai a casa a riposarti un po'? Almeno un paio d'ore! Sembri distrutto”

Derek: “No Scott non ce la faccio proprio...sai mi sento strano in questo periodo, posso farti una domanda?”

Scott: “Vai”

Derek: “Tu come hai capito che amavi Kira?”

Scott: “Derek...mi stai chiedendo un consiglio per capire se sei innamorato di Stiles?”

Derek: “Cos-cosa?? Perchè pensi questo?”

Scott: “Mio caro Alpha..i tuoi polli ti conoscono bene, tutti ci siamo accorti di qualcosa”

Derek: “Vabbè allora? Consigli?”

Scott: “Penso che i gesti parlino più che le parole stesse mio caro Derek”

Derek: “Eh?”

Scott: “DEREK! Ma hai dei neuroni in quel cervellino? Non hai mai staccato gli occhi da lui e dubito si tratti solo di senso di colpa. Quindi penso che si, a te piace Stiles”

Derek: “Sono rovinato non è vero?”

Scott: “Perchè dici questo? È vero è strano pensare al grande e potente Alpha omosessuale ma fidati, è un guadagno avere Stiles nella propria vita. È vero..è logorroico e rompipalle ma senza di lui ora non so dove sarei”

Derek: “Secondo te mi perdonerà?”

Scott: “Magari non subito ma si.. Stiles non riesce ad essere arrabbiato per molto tempo anche se ci prova ahahaah! E poi..secondo me tu non sei indifferente a Stiles, e il litigio di qualche settimana fa l'ha dimostrato”

Scott: “Grazie beta”

 

Erano le 4:00 di notte e Derek, come tutte le sere precedenti aveva la sua mano intrecciata con quella di Stiles, mentre riposava. Dun tratto si sveglia perchè sente una stretta sulla sua mano, come se qualcuno gliela stesse stringendo:

 

Derek: “Stiles, Stiles sei sveglio?”

Sceriffo: “Che è successo?”

Derek: “Non so, mi sembrava avesse mosso la mano”

Sceriffo: “Stiles, figliolo..?”

 

Stiles mosse leggermente la testa e socchiuse gli occhi:

Stiles: “P-papà? S-sei tu?” Chiese flebile.

Lo sceriffo scoppiò a piangere dalla felicità:

Sceriffo: “Si, si sono tesoro come ti senti?”

Stiles: “Confuso, che è successo?

Sceriffo: “Hai avuto un incidente, una macchina ti è venuta addosso”

Derek: “Vado a chiamare il dottore”

 

Solo quando il moro pronunciò queste parole l'umano concretizzò la sua presenza, ma non fece in tempo a chiamarlo che l'Alpha era già uscito.

Poco dopo arrivò il dottore per visitare Stiles:

 

Sceriffo: “Allora dottore? Si è ripreso bene?”

Dottore: “Beh inspiegabilmente direi proprio di si, deve rimanere in osservazione un paio di giorni prima di andare a casa però! Se volete entrare andate pure”

Sceriffo: “Grazie mille dottore, Derek non vieni?”

Derek: “Non si preoccupi sceriffo è giusto che stia da solo con suo figlio, andrò a casa a riposare!”

Sceriffo: “Va bene, ma se riesci domani passa a trovarlo, ne sarebbe contento”

Derek: “ Ne dubito” Disse sconsolato e triste.

Sceriffo: “Ragazzo..se ti piace una persona, lotta per averla”.

Detto questo il sceriffo andò da suo figlio lasciando Derek interdetto e sotto shock:

“E' possibile che tutti se ne erano accorti tranne me” Pensava mentre si recava verso la sua auto, con la certezza che da il giorno seguente avesse fatto di tutto per conquistare quel SUO stupido ragazzino.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Erano le 8:00 di mattina e la stanza d'ospedale di Stiles era già piena di persone accorse a salutare e a festeggiare il risveglio del loro amico: Scott e Malia furono i primi ad arrivare, portando, per la gioia dell'umano, un vassoio pieno di dolci da mangiare.

Dopo poco arrivarono anche Lydia ed Isaac, anche loro con un bel ò di schifezze per festeggiare.

Era già da un'oretta che stavano scherzando e ridendo, ma nonostante ciò la mente di Stiles era occupata dall'immagine di una persona: Derek.

Continuava a chiedersi come mai non fosse venuto anche lui a salutarlo, aveva paura che all'Alpha non importasse poi tanto di lui.

Scott, come se leggesse nella sua mente si affrettò a rispondere:

 

Scott: “Derek arriva tra un po', non preoccuparti?2

Stiles: “Oh, ok”

Malia: “Stiles tu non hai idea di come ci hai fatto preoccupare, e non solo a noi, anche Derek lo era! È rimasto qui giorno e notte a vegliare su di te!”

Stiles: “Cosa?!?! Derek?!”

Lydia: “Si, proprio lui..era irriconoscibile giuro!”

Scott: “Guarda che tiene a te più di quanto pensi fratello”

Stiles: “Sisi, come no...si è visto dal modo in cui mi ha trattato, e non era neanche la prima volta.”

Lydia: “Certo che sei proprio scemo mio caro Stiles! È possibile che tu non ti sia accorto di niente?”

Stiles: “Di cosa mi sarei dovuto accorgere scusa??”

Malia: “Di niente Stiles”. Mentre tirava una gomitata alla rossa.

Scott: “Te ne renderai conto da solo:”

Stiles: “Di cosa? Non sto capendo, volete spiegarmi?”

 

In quel momento qualcuno busso alla porta..era Derek.

 

Derek: “Posso entrare?” Disse con lo sguardo basso.

Isaac: “Certo, noi stavamo proprio andando via..ciao Stiles”

Scott: “Ciao amico, mi raccomando”

 

Derek: “Ciao Stiles”

Stiles: “Ciao”

 

Dopo minuti di silenzio imbarazzante Stiles prese coraggio e parlò, purtroppo la rabbia non li era del tutto passata:

 

Stiles: “Mi è stato detto che mi sei stato molto vicino mentre ero in coma”

Derek: “Si beh vedi...è proprio di questo che volevo parlarti, perchè ho capit-”

Stiles: “Grazie per essermi stato accanto ma non avevo bisogno di compassione o pietà”

Derek: “Cosa? Non capisco che intendi”

Stiles: “Sai benissimo cosa intendo Derek. L'incidente l'ho avuto dopo la nostra discussione e tu ti senti in colpa..è per questo che mi sei stato accanto no? Per smorzare almeno un po' i tuoi sensi di colpa! Non perchè tieni veramente a me, non ci hai mai tenuto”

Derek: “Non è vero quello che stai dicenso! Ok all'inizio forse si ma poi ho capito che ci tengo davvero a te, e vederti inerme su questo letto mi straziava il cuore!”

Stiles: “Beh l'hai capito un po' troppo tardi non ti pare?”

Derek: “Scusa..io non intendevo dire ciò che ho detto quel giorno, forse ho un po' esagera-”

Stiles: “Ti prego Derek non trovare scuse. Tu lo pensi e l'hai sempre pensato e non hai mai mancato un occasione per rinfacciami quanto ti dessi fastidio e non sai quanto male facevano queste parole, perchè io a te ci tengo davvero, ci ho sempre tenuto”

Derek: “Anch'io tengo a te Stiles! Io queste settimane mi sei mancato come l'aria, era come se non avessi più ossigeno”

Stiles: “Cosa stai cercando di dirmi Derek?” Lo chiese con tono seccato ma con il cuore e gli occhi pieni di speranza, perchè era già da qualche mese che si era accorto di provare qualcosa per il licantropo, ma aveva sempre combattuto contro i suoi sentimenti, pensando che il lupo lo detestasse.

Derek: “Io...io..”

Non aveva il coraggio di dire ciò che pensava, di esprimere i suoi sentimenti..non lo faceva da tanto tempo e ora era come se si fosse dimenticato come esprimersi, allora decise di agire con le azioni; e con il cuore che batteva a mille, un pò per la paura di essere respinto, un po' perchè era da anni che non provava a fidarsi così di qualcuno, prese il volto dell'umano e lo baciò, fu un bacio dolce dove però trasmise tutto il suo amore.

Stiles spalancò gli occhi, era scioccato da questa azione.

Dopo qualche secondo Derek si staccò e sempre con le mani sul volto del ragazzo riuscì a dire finalmente ciò che provava..

 

Derek: “Mi piaci stupido ragazzino e adesso lo so che non ti aspettavi una cosa del genere e mi dispiace se ti sto mettendo in difficoltà, ma ho capito che io sono molto attratto da te e che in questi mesi ho cercato di tenerti fuori solo per proteggerti. Mi piaci Stiles Stilinski e adesso ho una fottuta paura che tu mi respinga, che tu non riesca più a guardarmi in faccia..ma non riuscivo più a tenermi dentro tutto questo, mi stava uccidendo. Ti prego di qualcosa!”

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Capitolo 8
*** Avviso ***


Ciao ragazzi! Purtroppo non sto più seguendo la storia per motivi universitari..quindi per il momento resta ferma. Ma per ottobre, dopo che ho dato gli esami, ricomincerò a postare..promesso. Spero capiate, scusate

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Stiles: “Io...io non so cosa dire..cioè, non me l'aspettavo.” Afferma l'umano sotto shock.

Derek: “Si, beh, neanch'io ad essere sinceri”

Stiles: “Ok”

Derek: “Che vuol dire ok scusa? Che razza di risposta sarebbe??”

Stiles: “Cosa vuoi che ti dica Derek?”

Derek: “Forse cosa provi per me e cosa pensi di questa cosa??”

Stiles: “Io non lo so...”

Derek: “Oh mio dio Stiles! Vuoi parlare o no? Di solito non stai zitto un secondo e adesso non spiaccichi una parola? Puoi far funzionare quel muscolo dentro la bocca e dare voce ai tuoi pensieri?!”

 

Derek si stava spazientendo, ma ancora di più si stava spaventando, non si aspettava questa reazione da parte del ragazzo.

 

Stiles: “Vuoi davvero che ti dica ciò che penso?”

Derek: “Certo”

Stiles: “Anche a me piaci Sourwolf, mi sei sempre piaciuto e non sai quanto mi facevano male le tue parole e il fatto che tu adesso abbia capito di provare qualcosa per me mi rende davvero felice. Ma non posso nasconderti che il fatto che tu l'abbia capito in questo contesto mi spaventa”

Derek: “Che cosa intendi dire Stiles?” Dice sorpreso dalla rivelazione appena sentita.

Stiles: “Derek..dovresti davvero far luce suoi tuoi sentimenti. Tu ti senti in colpa per ciò che mi è successo, credi che l'incidente sia avvenuto a causa tua, ma non è così; l'incidente è avvenuto perchè doveva capitare. E per quanto io abbia sperato di sentire queste parole da te, penso che tu stia confondendo l'amore con un sentimento di protezione, per rimediare al tuo senso di colpa. Ma non devi..davvero. Stai cercando di proteggermi perchè pensi che da solo non possa farlo vero? Come del resto anche tutto il branco. Non sono così debole caro Derek, a differenza di quello che tutti voi crediate. So cavarmela da solo. Mi avete spesso lasciato fuori dalle cose casomai potesse succedermi qualcosa o per evitare che facessi casini, ma non preoccuparti non accadrà più.”

 

Stiles stava cercando con tutte le sue forze di non piangere. Il fatto che Derek provasse qualcosa per lui era, a detta dell'umano, qualcosa di impossibile. Insomma..come faceva Derek, un licantropo, muscoloso, sexy e misterioso, ad essersi innamorato di un umano logorroico, magro, fatto di pelle e ossa?

 

Derek: “No Stiles, tu non hai capito niente, io provo davvero qualcosa per te, qualcosa che non ho mai provato per nessun-”

Stiles: “Derek basta!”

Derek: “Ma-”

Stiles: “Non mi hai mai degnato di uno sguardo, sono sempre stato un peso per te, per voi e adesso vorresti farmi credere che di colpo hai capito di provare qualcosa per me? Smettila di mentirmi e di mentirti Derek. Tu vivi pensando che tutto ciò che succede sia colpa tua e tenti sempre di rimediare, ma non è così. Non sei sempre tu al centro delle cose.”

Derek: “Davvero credi questo?” Chiede il licantropo, non capacitandosi del perchè adesso il ragazzo stesse dicendo quelle cose, nonostante avesse ammesso che gli piacesse.

Stiles: “Si davvero e ora è meglio che tu vada.”

Derek: “Ok..buona giornata Stiles” Dice il nato lupo, chiudendosi la porta alle spalle.

 

Appena Stiles rimane solo non riescì più a trattenere le lacrime scoppiando a piangere. Lui davvero crede a ciò che ha detto a Derek. Non riesce a capacitarsi e a concretizzare le parole del lupo. Pensa che ancora una volta l'alpha voglia proteggerlo, proteggerlo perchè da solo non ne sarebbe in grado. Ma è stanco Stiles, è stanco davvero di sentirsi in questo modo, di sentirsi come se fosse realmente l'anello debole del branco.

È stanco di essere visto in quel modo da chiunque, da ogni singolo membro del branco, anche da Lydia.

Prima gli ha notati i loro sguardi, sguardi che urlavano dispiacere e scuse per non essere riusciti a fermarlo dal scappare dal loft. Sguardi pieni di pietà nei suoi confronti che sembravano dire “è successo questo perchè sei un umano, se fosse accaduto a noi saremmo stati tutti bene.”

 

Stiles ricorda bene tutti i momenti in cui Derek e Scott hanno cercato di proteggerlo, impedendogli di partecipare a molte missioni. Ricorda bene come si è sentito la sera in cui è stato rapito de Gerard ed è stato massacrato da un vecchio.

Ed è stanco, stufo di quella situazione. Per questo quando nella sua stanza dell'ospedale entra sua padre in cerca di spiegazioni sul perchè Derek se ne sia andato in modo così arrabbiato decide di chiedergli un favore...

 

 

Derek dopo aver avuto quella discussione con Stiles è fuori di sé. Esce dalla sua stanza sbattendo la porta e, senza salutare nessuno, si dirige verso l'uscita.

Non crede a ciò che l'umano gli ha detto. È sconcertato. Davvero Stiles era innamorato di lui? Quanto lo aveva fatto stare male? Questo pensiero produceva un dolore acuto in Derek e il suo lupo ululava e scalciava per uscire. Questo suo sentimento aumentò quando si ricordò quello che il figlio dello sceriffo gli disse...come poteva pensare che lui avesse detto ciò solo per pietà?

“Mi sono comportato talmente male in questi anni con lui, tanto da indurlo a pensare a questo?” Si chiedeva il licantropo.

Non sapeva che fare, come reagire. Aveva bisogno di rispondere al suo lupo e si mise a correre nel bosco e ad ululare in preda al dolore.

 

Il resto del branco, non avendo ben compreso l'accaduto e sentendo questo lamento da parte del loro alpha, si precipitò nel bosco, trovando un Derek irriconoscibile.

Quando il più piccolo degli Hale aveva finito di raccontare la discussione avvenuta precedentemente tra lui e il figlio dello sceriffo, i membri del branco erano sconcertati e dispiaciuti. Avevano involontariamente fatto sentire Stiles escludo e anche in certi aspetti inutile. Come avevano potuto? Qualcuno doveva parlargli e fargli capire che non era così, che lui era fondamentale. Quel qualcuno era ovviamente Scott, il quale, in accordo con gli altri decise di parlare con il suo migliore amico, suo fratello, il giorno dopo quando sarebbe stato rimesso dall'ospedale, l'avrebbe aspettato a casa e l'avrebbe abbracciato con quel calore che solo quello fraterno poteva dare. Un calore che forse, inconsciamente, Scott aveva tralasciato a causa delle faccende del sovranaturale.

 

Intanto in ospedale

 

Sceriffo: “Stiles che è successo?”

Stiles: “Papà!” Disse in preda alle lacrime.

Sceriffo: “Sshh tesoro, non piangere, tutto si sistemerà”

Stiles: “Papà sono stanco, mi sento sempre inutile, un peso. Tutti cercano di difendermi da questo mondo pensando che io non sia in grado di badare a me stesso. Faccio sempre danni”

Sceriffo: “Ma cosa dici Stiles! Qui tutti ti vogliono bene!”

Stiles: “Papà io ho bisogno di staccare la spina..da questo posto, dal sovranaturale, da tutto e tutti..”

Sceriffo: “Cosa vuoi dire?”

Stiles: “Ho bisogno di andarmene papà, so che c'è la scuola e tutto ma io non ce la faccio. Stavo pensando che magari potevo andare dallo zio Mark in Inghilterra e frequentare per un po' la scuola lì e magari lavorare nel suo bar..”

Sceriffo: “Stiles sicuro? Mi sembra tu sia troppo precipitoso”

Stiles: “No papà non sono precipitoso, non resisto qui un minuto in più!”

Sceriffo: “Va bene, allora lo chiamo e glielo dico..quando vorresti partire?”

Stiles: “Anche domani appena esco! Puoi andare tu adesso a prendere le mie cose?”

Sceriffo: “Stiles...”

Stiles: “Papà..ti prego” Disse in un tono di suppliche.

Sceriffo: “Va bene..se è ciò che vuoi e ne hai il bisogno va bene. Domani partirai per l'Inghilterra.”

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Il giorno dopo Stiles viene dimesso dall'ospedale per le 9 di mattina e insieme a suo padre si reca all'aeroporto:

 

Sceriffo: “Stiles sei sicuro di questa tua decisione?” Ancora titubante su tutta quella questione.

Stiles: “Per la milionesima volta papà, si! Sono sicuro. Ho bisogno di staccare la spina. In questi mesi non ho fatto altro che preoccuparmi di tutti gli altri tranne che di me stesso. Non so più chi sono e cosa voglio essere.” Dice il giovane in preda allo sconforto.

Sceriffo: “Ok figliolo, voglio solo che tu stia bene e che torni ad essere il ragazzo spensierato di un tempo; ma rifletti bene anche su ciò che ti ha detto Derek..”

Stiles: “Non cacciare fuori questo argomento ti prego, ora non voglio pensarci.”

Sceriffo: “Non devi farlo ora infatti, ma in questo periodo di lontananza. Me lo prometti?”

Stiles: “Prometto...ah papà! Non dire a nessuno dove sono. In tesi?

Sceriffo: “Nemmeno a Scott?”

Stiles: “Nemmeno a Scott!, ora devo andare pà, stanno imbarcando.”

Sceriffo: “Certo, vai e chiamami spesso..mi mancherai” Dice John con gli occhi lucidi.

Stiles: “Anche tu mi mancherai.”

 

Dopo questo saluto straziante, sopratutto per lo sceriffo, quest'ultimo torna a casa, dove ad attenderlo trova Scott:

 

Sceriffo: “Scott! Che ci fai qui?” Dice sorpreso e in ansia per dover rivelare così presto la partenza del figlio.

Scott: “Salve sceriffo! Sono qui per Stiles, so che è stato dimesso poco fa; ma...dov'è?” dice il licantropo guardandosi intorno e cercando di sentire l'odore del suo migliore amico.

Sceriffo: “Scott..vedi..Stiles non c'è”

Scott: “In che senso scusi? Quando torna? È ancora in ospedale? Ha avuto una complicazione?” Chiede il lupo andando in panico.

Sceriffo: “No tranquillo! Nessuna complicazione..lui è..partito” Dice non riuscendo a guardarlo negli occhi.

Scott: “COSA? CHE VUOL DIRE PARTITO? PER DOVE? E PERCHE'?!?”

Sceriffo: “E' partito perchè aveva bisogno di pensare, non sa per quanto..e non posso dirti dove è andato. Qui non stava più bene Scott! Era sempre giù e in ansia. Ti prego di non essere arrabbiato con lui...tornerà:”

Scott: “Perchè non mi ha detto niente?”

Sceriffo: “E' stato improvviso e poi lui non voleva..”

 

Scott troppo arrabbiato, con se stesso più che con Stiles, si reca correndo al loft, dove il resto del branco lo sta attendendo, senza degnare di una risposta l'uomo.

 

Entra correndo e sbattendo la porta della casa dell'Alpha:

Derek: “Allora? Che è successo che stai così? Che ti ha detto?” Derek era il più agitato di tutti, voleva sapere se il suo umano avesse detto qualcosa su di lui.

Scott: “Stiles è partito, me lo ha detto suo padre.”

Branco: “COSA?”

Scott: “Si..partito. Lo sceriffo non mi ha voluto dire per quanto e dove è; mi ha solo detto che Stiles aveva bisogno di riprendere aria e quindi gli ha chiesto di andare via per un po'.”

 

Derek, completamente furioso, inizia a sbattere pugni contro i muri del loft, mentre Peter e Isaac cercano di fermarlo!

Derek: “E' colpa mia! Solo colpa mia!”

Scott: “Non è vero Derek! Quello che ha più colpa qui sono io! IO e solo IO l'ho trascinato in questa vita. IO non ho notato come soffriva perchè ero troppo preso dai miei problemi e da questo mondo; mentre lui era sempre presente quando avevo bisogno di lui!” dice il giovane lupo, cadendo per terra e scoppiando a piangere.

 

Lydia: “La colpa è di tutti, siamo tutti un po' responsabili; on abbiamo capito come si sentiva! Ma sono sicura che tra qualche settimana tornerà e sarà il solito rompipalle.” Afferma Lydia.

Scott: “No Lydia..tu non hai visto lo sguardo di sui padre, era..-”

 

Derek uscì sbattendo con forza la porta del loft; quello di cui aveva bisogno era stare solo. Si sentiva colpevole per questo atteggiamento di Stiles. Se non li avesse confidato i suoi sentimenti, ora l'umano starebbe a casa sua.

Si sente solo..quando Scott è entrato a casa e ha detto che Stiles era partito, lui si è sentito una vorragine nello stomaco. Si è sentito le gambe molli ma pesanti.

Non poteva perdere anche lui; colui che gli aveva permesso di capire cos'è l'amore, che non sempre questo porta danni; gli ha permesso di scoprire che lui un cuore ancora ce l'ha e di una cosa era sicuro...non sarebbe stato bene fin quando Stiles non sarebbe tornato.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Passarono i giorni, le settimane e i mesi, precisamente tre, in cui nessuno, tranne suo padre, aveva avuto notizie di Stiles.

 

L'umano si trovava a proprio agio in Inghilterra, aveva conosciuto nuove persone e riscoperto la normalità. Ormai si era dimenticato cosa volesse dire uscire con gli amici per un semplice aperitivo o per una cena, gli era addirittura mancata la preoccupazione per la scuola...negli ultimi mesi, con tutto quello che doveva affrontare, di certo non era quella che lo preoccupava.

Aveva incontrato persone che gli avevano permesso di tornare a ridere, sopratutto 3: Kevin, Helena e Savanna. Erano un quartetto stupendo e ormai ogni sabato uscivano insieme per andare in qualche bar.

Stiles aveva addirittura incominciato palestra insieme a Kevin, con l'intento di mettersi in forma e di mettere su un po' di massa muscolare, e lo scopo stava riuscendo: era molto più muscoloso e le spalle erano più larghe...questo suo cambiamento si ripercosse anche sul suo carattere, era diventato molto più sicuro di sé e meno goffo; spesso pensava, quasi con nostalgia e un po' ridendo, che se adesso i suoi vecchi amici e suo padre lo vedessero lo riconoscerebbero a stento.

 

In questi 3 lunghi mesi ovviamente aveva anche pensato a ciò che era successo prima di partire: a Scott, a Lydia, al mondo sopranaturale e sopratutto a Derek e alla sua rivelazione. Aveva capito ancora di più quanto fosse legato con Scott, perchè nonostante avesse un bellissimo rapporto con i suoi nuovi amici, nessuno era come il licantropo; ed era anche giunto alla conclusione che i sentimenti di Derek nei suoi confronti erano veri, l'aveva capito ripensando al suo sgurdo e ai suoi gesti.

Però Stiles non si sentiva ancora pronto a tornare a quella vita, a rischiare la pelle 2 sere si e l'altra pure..stranamente la monotona routine le era mancata.

 

 

A Beacon Hills, dopo la partenza dell'umano, nessuno era come prima.

Scott era più scontroso, Lydia si truccava poco e vestiva male e Derek..beh Derek si faceva vedere poco in giro. Si era chiuso ancora di più in sé stesso, era carico di rabbia.

Tutti avevano capito e compreso, forse un po' in ritardo, che il collante del gruppo era Stiles..senza di lui il puzzle era incompleto.

 

Purtroppo con il passare del tempo una nuova minaccia decise di toccare quella cittadina fin troppo sfortunata: un mostro, chiamato Gouble, voleva impossessarsi della città, uccidendo quante più persone possibili.

Il branco si riunì più volte per cercare un modo di sconfiggerlo, ma ogni iniziativa sembrava inutile.

Deaton fece diverse ricerche per poi riuscire a trovare una soluzione:

 

Deaton: “Ragazzi ho trovato un modo per sconfiggere il Gouble”

Scott: “Cioè? Un qualche incantesimo”

Deaton: “Si, diciamo di si; ma è più complesso di così”

Derek: “Allora? Vuole parlare o le devo cavare fuori le parole con la forza?”

Deaton: “Si tratta di un incantesimo molto particolare, in greco antico..ma la difficoltà è che non può essere pronunciato da chiunque.”

Lydia: “E chi potrebbe?”

Deaton: “Vedete..facendo qualche ricerca, questo incantesimo è stato prodotto da un ragazzo diversi millenni fa. Lo pronunciò contro un Gouble, dopo che questo uccise tutta la sua famiglia.”

Scott: “Ok..quindi?”

Deaton: “Quindi deve essere fato da un ragazzo che ha subito un lutto così importante”

Derek: “Bene...io”

Deaton: “No..tu non puoi. Questo ragazzo era un umano, infatti non si sa come abbia fatto a sconfiggere quel mostro”

Lydia: “Quindi quello che pronuncerà l'incantesimo deve essere umano?”

Deaton: “Esatto”
Scott: “E chi c'è di umano che può pronunciarlo?!”

Peter: “Stiles”

 

In quel momento tutti smisero per un secondo di respirare. Da quando era partito nessuno aveva più pronunciato il suo nome..fare anche solo quello creava troppo dolore.

 

Derek “Stiles non ne vuole sapere niente, e anche se fosse non sappiamo neppure dove si trovi”

Scott: “Potremmo chiedere a suo padre e spiegargli la situazione”

Deaton: “Ragazzi, c'è un'altra cosa che dovete sapere. Questo incantesimo è molto pericoloso, non solo per quello che lo riceve, ma anche per colui che lo pronuncia...può..può portare alla morte”

Scott: “Stiles non deve essere messo in mezzo. Ho rischiato di perderlo una volta, non voglio che accada di nuovo”

Peter: “O muore una persona, neanche in modo certo, o tutta un'intera cittadina..cosa volete fare?”

 

Dopo aver sentito cià, Derek fu preso da un impeto di rabbia e tenendo per il collo suo zio:

Derek: “STILES-NON-DEVE-ESSERE-MESSO-IN MEZZO..CHIARO?”

Peter: “Ok, ok calmo ragazzone, nessuno ti tocca il tuo principe azzurro..facciamo una cosa, torniamo a casa e pensiamo a una situazione e domani ne riparliamo”

Lydia: “Si..meglio”

 

Detto ciò ognuno torno a casa propria per riflettere, tranne Derek che aveva bisogno di sfogarsi e decise di correre nel bosco, e Peter, che era diretto, ovviamente di nascosto, a casa dello sceriffo...

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Dopo la discussione avuta nello studio di Deaton, Derek non aveva smesso neanche per un secondo di pensare a quanto il dottore avesse detto. Sopratutto una frase continuava a risuonargli nell'orecchio Questo incantesimo è molto pericoloso, non solo per quello che lo riceve, ma anche per colui che lo pronuncia...può..può portare alla morte”.

Derek aveva paura; non si trattava sono di un'eventuale incontro con il suo umano. Non si trattava solo di metterlo in mezzo a un'altro problema sopranaturale, nonostante lui non volesse più trovarsi in mezzo. Il lupo aveva paura di perdere il suo umano, quel ragazzino logorroico che sin dal primo incontro credeva di non sopportare, quel ragazzino che nasconde tutte le sue insicurezze, paure e sofferenze dietro al suo sarcasmo.

No...Derek non voleva correre il rischio di perderlo ancora una volta: certo ora non si vedevano da mesi, ma sapere che comunque Stiles era al sicuro e vivo lo rincuorava.

 

Peter nel frattempo arrivò a casa dello sceriffo e per la sua felicità vide che era in casa:

Sceriffo: “Peter..come mai qui?”

 

Peter: “Ciao john, posso entrare? Dovrei parlarti di una cosa importante”

 

Sceriffo: “Certo vieni pure. Posso offrirti qualcosa?”

 

Peter: “No grazie, preferirei arrivare subito al dunque”

 

Sceriffo: “Adesso mi stai facendo preoccupare quindi parla”

 

Peter: “John vedi..penso tu abbia capito, dai diversi omicidi, che qui centra qualcosa di sopranaturale.”

 

Sceriffo: “Difficile non capirlo”

 

Peter: “Già..si tratta del Gouble, un mostro che vuole impossessarsi della città uccidendo le persone...”

 

Sceriffo: “Santo cielo, avete in mente un piano per sconfiggerlo?”

 

Peter: “Si, un piano ci sarebbe. Bisognerebbe recitare un incantesimo in greco antico, solo che questo può essere pronunciato solo da un ragazzo che ha subito una grave perdita...umano” L'ultima parola la pronunciò talmente a bassa voce, tanto da faticare a sentire la sua stessa voce, per paura di una reazione negativa dello sceriffo.

 

Sceriffo: “Mio figlio non verrà messo in mezzo, scordatelo! Se ne è andato per allontanarsi da tutto ciò e ora cosa volete fare? Rimetterlo in mezzo in una situazione così pericolosa?”

 

Peter: “Ascolta John, prima di tutto erano tutti contro al fatto di chiamare Stiles, infatti nessuno sa che sono qui. Però è una questione di vita o di morte..potrebbe venire sterminata un'intera città capisci? Anche noi e anche tuo figlio quando o se deciderà di tornare! Ti prego..dimmi dove poter trovare Stiles”

 

John: “Io...non voglio vederlo di nuovo soffrire”

 

Peter: “Ti prometto che farò di tutto perchè questo non accada. Gli dirò la situazione senza obbligarlo ad aiutarci, se non vorrà venire ok, ma almeno saprò di averci provato. Se decidesse di aiutarci, una volta finita la missione non lo obbligheremo a rimanere.”

 

John: “Va bene, te lo affido...è in Inghilterra!”

 

Peter: “Grazie John..domani parto. Agli altri non dire niente”

 

Il giorno dopo tutti, compreso Peter, il quale fingeva di non aver fatto niente, si trovarono da Deaton in preda al panico, non avendo ancora una soluzione.

 

Derek: “L'unica soluzione è affrontarlo”

 

Peter: “E' una missione suicida”

 

Derek: “Proponi altro?”

 

Peter:”Si, tipo St-”

 

Scott: “Non pronunciare il nome del mio migliore amico! Non lo manderò a morte! Domani sera alla riserva lo affronteremo. Sperando solo di prendere un po' di tempo”

 

Dopo ciò, Peter partì immediatamente per l'Inghilterra e nel primo pomeriggio si trovava già davanti al bar di Mark:

 

Peter: “Ciao Stiles”

 

Stiles: “Peter...”

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Stiles: “Peter..che ci fai qui?”

Peter: “Hai tirato su muscoli eh ragazzino?”

Stiles: “Peter basta scherzare; dimmi cosa sei venuto a fare!”

Peter: “Wow, dov'è finita tutta la tua parlantina?”

Stiles: “PETER!”

Peter: “Ehi ehi calma. Sono qui per chiedere il tuo aiuto”

Stiles: “Ok..la risposta è no, ora puoi anche andartene”

Peter: “Fammi parlare Stiles. È importante”

Stiles: “Non m'importa Peter, non faccio più parte di quel mondo”

Peter: “Ti prego Stiles! Moriranno degli innocenti!”
Stiles: “..Ok..che c'è?”

Peter: “Cè un mostro il città, il Gouble. È molto pericoloso e vuole impadronirsi di Beacon Hills, uccidendo le persone..”

Stiles: “Cosa centro io??”

Peter: “L'unico modo di sconfiggerlo è un incantesimo in greco antico che solo un ragazzo umano, e con un dolore molto forte provato nella sua vita può pronunciare”

Stiles: “Non mi hai detto tutto, ti conosco..che altro c'è?”

Peter: “Non posso nasconderti che questo incantesimo è pericoloso. Potrebbe ritorcersi contro di te e... e portarti alla morte”

Stiles: “Ahahahaahah! Quindi voi, pur sapendo questo, avete scelto di venirmi a chiedere aiuto? Però!...La mia risposta ovviamente è la stessa di prima”

Peter: “Nessuno sa che io sono qui! Nessuno dei tuoi amici, sopratutto Derek, vogliono metterti in mezzo! Quando io ho proposto di cercarti loro mi hanno aggredito! Non vogliono che ti succeda niente di grave!”

Stiles: “Ah...e allora perchè tu sei qui?”

Peter: “Stiles...è brutto da dire ma..una vita contro quella di un'intera cittadina..”

Stiles: “Oh Peter..sono sempre più sorpreso del sentimento che provi nei miei confronti..anch'io ti voglio bene!”

Peter: “Stiles accidenti! Perchè non vuoi capire ciò che intendo?? Moriranno persone innocenti! Padri madri figli... dopo domani sera non ci sarà più nessuno..”

Stiles: “Domani sera??”

Peter: “Si..il branco ha deciso di attaccarlo..pur sapendo di non avere possibilità. Domani sera alla riserva ci sarà la resa dei conti....Stiles ascolta..io lo so che te ne sei andato per dimenticare. Dimenticare il mondo del sopranaturale, Derek, il dolore che hai provato..ok? Lo so e lo capisco. Ma so anche il ragazzo che sei e sono sicuro che questi tre mesi abbiano si cambiato il tuo aspetto esteriore ma non di certo quello interiore. Sei un ragazzo d'oro, sempre disposto a combattere per salvare e aiutare le persone a te care e anche sconosciuti, non ti arrendi mai! Quindi ti chiedo un ultimo sforzo Stiles!”

Stiles: “Io..”

Peter: “Pensaci ok? Ti lascio qui l'incantesimo che dovresti pronunciare se decidessi di venire”

 

Dopo il colloquio con Peter, Stiles pensò continuamente a cosa avrebbe dovuto fare. In realtà sapeva che doveva andare, ma la paura e il pensiero che il suo dolore si sarebbe riaperto lo fermava.

 

 

Era arrivata la sera dello scontro. Peter non aveva ricevuto nessuna risposta dal figlio dello sceriffo, sperava solo che in lui niente fosse cambiato, o almeno non così tanto da impedirgli di andare in loro soccorso.

 

Derek: “Ok ragazzi. È arrivata l'ora. Diamo tutti noi stessi per difendere la nostra città.”

Scott: “Si..non molleremo”

Isaac: “Ragazzi..io..io volevo ringraziarvi. Mi avete ridato una famiglia e anche se questa sera finirà tutto, beh sono felice che tutto finisca con voi”

 

Detto questo un forte rumore interruppe quell'atmosfera nostalgica e colma di tristezza, il Gouble era arrivato.

 

Lo scontro andava avanti da ore ormai e sembrava che per i licantropi stesse arrivando la fine.

 

Isaac: “E' troppo potente, non ce la facciamo più!”

Scott: “Non possiamo mollare!”

Isaac: “Scott ma ti ascolti? O lo facciamo adesso o tra un po' tutti sappiamo come andrà a finire!”

Peter: “Non perdiamo ancora la speranza..proviamo a tenergli testa ancora per un po'..”

Peter continuava a chiedersi dove fosse Stiles, se davvero non li importasse più di loro e della sua gente, sperava arrivasse e anche in fretta.

Il Gouble aveva preso per il collo Derek e lo stava soffocando, inutili erano gli sforzi dei tre beta che cercavano di fargli allentare la preda..fino a quando non videro il mostro dissolversi dopo un urlo e Derek cadere a terra..Peter si voltò nella direzione da cui veniva un nuovo odore, famigliare, e sorrise...

Peter: “Stiles...”

 

Tutti gli altri, a sentire quel nome si voltarono e videro il loro umano con le braccia incrociate al petto..

Scott: “Stiles! Che ci fai qui?”

Stiles: “Diciamo che ho avuto la conferma che senza di me sareste persi..” Disse con un filo di voce...

Scott: “Amico stai bene? L'incantesimo ti ha fatto qualco-”

Non fece in tempo a finire la frase che Stiles gli svenne addosso.

 

Derek: “STILES NOOOO!

Derek corse verso il suo umano e lo preso in braccio iniziando a scuoterlo:

Derek: “Stiles, Stiles per favore apri gli occhi dai..!”

Scott: “Non amico no..ti prego!”

Isaac: “Non è morto, sento il suo cuore!”

Peter: “Portiamolo da Deaton..ora!”

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


I ragazzi erano tutti in macchina, la quale sfrecciava ad una velocità elevatissima verso la clinica di Deaton. Derek: “Peter! Hai qualcosa da dire?” Peter: “Mi dispiace ragazzi ma ho dovuto farlo. Non l'ho costretto a fare nulla, gli ho sono raccontato gli avvenimenti. Non credevo neanche venisse da come mi ha trattato.” Scott: “Se muore giuro che io uccido te Peter! Hai capito?” Disse Scott preso da un attacco d'ira, mentre Derek ringhiava contro suo zio. Isaac: “Scott, Derek basta! Sappiamo entrambi come è fatto Stiles. Se nessuno lo avesse avvertito e stanotte saremmo tutti morti lui non se lo sarebbe mai perdonato! È stato lui a volersi sacrificare...ancora una volta:” Sussurrò appena l'ultima frase. Tutti in quell'auto sapevano che se loro esano vivi era solo merito dell'umano, e non solo per quella circostanza. Stiles li aveva aiutati tante di quelle volte! Sia dai problemi più futili a quelli più gravi e ciò che faceva male ai 4 licantropi è quello di non essersene mai accorti prima, di non averli neanche detto..grazie. Arrivati alla clinica Deaton non fu sorpreso di vederli, né tanto meno di vedere Stiles svenuto. Il figlio dello sceriffo infatti prima di arrivare nel luogo dell'incontro era passato da Deaton per sapere se ci fosse un qualcosa che riducesse i danni dell'incantesimo. Deaton: “Mettetelo sul tavolo. Scott prendi il stetofonendoscopio! Ok ora uscite. Ho bisogno di tranquillità.” Dopo una mezz'ora, che per i licantropi era parsa lunga ore, il veterinario uscì. Derek: “Deaton..allora?” Il veterinario non fece in tempo a rispondere che dietro di lui sbuca Stiles. Stiles: “Sto bene, ho solo bisogno di riposo.” Derek e Scott lo guardarono e all'unisono gli si fiondarono addosso per abbracciarlo. Isaac: “Ma come è possibile?” Deaton: “Prima di venire da voi è passato di qua per chiedere delle delucidazioni sull'incantesimo e gli ho dato una pastiglia, la quale ha fatto da scudo proteggendolo.” Peter: “Mica scemo il ragazzino ahahahah” Deaton: “Ora però Stiles deve andare a casa e riposare, ed è meglio che non guidi. Il suo corpo è molto debole.” Scott: “Certo! Subito. Derek lo accompagni tu il nostro eroe?” Disse Scott. Per quanto volesse stare con il suo migliore amico sapeva che ne aveva più bisogno Derek. Stiles: “Lui?!” Derek: “Io?!” Peter: “Si voi! Forza andate altrimenti l'umano sviene ancora.” Allora i due si recarono verso la macchina di Derek in silenzio e a sguardo basso. Nessuno dei due aveva il coraggio di parlare.

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