La Falce del Male - Clarisse ha un nuovo spasimante (come Chris ideò un omicidio)

di _Brandy_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La quiete prima della tempesta ***
Capitolo 2: *** Cena con lampi, fulmini, tuoni e saette ***
Capitolo 3: *** La Divina lite coniugale ***
Capitolo 4: *** Oggi mi alleno con un altro ***
Capitolo 5: *** Pavone, cinghiale, cavallo ***
Capitolo 6: *** Sogni ***
Capitolo 7: *** Ange ***



Capitolo 1
*** La quiete prima della tempesta ***


Angolo in alto delle autrici ;)    (primo e ultimo ... in alto, intendiamoci)

Gentili lettori mezzo-sangue da dove possiamo cominciare … dall’inizio mi sembra il punto migliore … allora …

Un giorno, non molto tempo fa la mia cuginetta mi salta fuori con questa storia di voler scrivere assieme un fanfiction su Percy Jackson, mi dice che c’è questo, c’è quello e quell’altro e che è una figata pazzesca ** (giuro c’era anche uno sbarluccichio assassino-assatanato nei suoi occhi … O-O 90 la paura).
 
La conversazione è stata tipo più o meno così:
 
I-chan: ** Allora, allora? La facciamo un ff su PJ **
Io: PJ? E chi è PJ? Il pokémo?
I-chan: O-O Ma no ^^! E’ Percy Jackson **
Io: Ohh OoO E che cosa vorresti che raccontassimo?
I-chan: Non lo so **
Io: … -_- …
I-chan: **
Io: Ok, avrai come minimo un’idea di base!?
I-chan: PJ! *^*
Io: … -_- … Quello non è neanche un pensiero … non è neanche una parola! T-T
I-chan: Dai, facciamo una ff su PJ, ma facciamola divertente! I libri sono fantastici >u< e sono totalmente diversi dai film *^*
Io: o.o “?”(idea luminosa) Ok per farmi venire un’idea e per stare dietro ai tuoi trip mentali dammi il tempo di leggere i libri! Quanti sono?
I-chan: 10 *^*
Io: O-O E tu ti sei letta 10 libri?
I-chan: Sì *^*
Io: O-O Tu che a malapena ne leggi uno durante tutto l’anno?
I-chan: Sì ^o^
Io: O-O
I-chan: Ma sono veloci da leggere, la prima serie di 5 libri l’ho letta in una settimana! E io sono lunga a leggere! ^-^
Io: OoO … XoX
I-chan: Onee-sama? (?v?)
Io: XoX
I-chan: Riprenditi! ‘’’|°0°|’’’
Io: Sì @-@ sì ci sono! Allora, va bene … 5 libri, in una settimana! E che sarà mai!?
…………………………………………………………….. (una settimana dopo) ………………………………..
*^* WOW … certo sì, ci sono delle trovate ridicole a volte -_- però è divertente, leggero e si legge con piacere se vuoi rilassare la mente.
I-chan: *^* vero? *^* vero? E che cosa ti piace di più?
Io: No aspetta! Che ti conosco! -_- E’ tua l’idea di fare un ff cosa piace a te?
I-chan: Lo diciamo insieme al tre … 1 … 2 …3
Io & I-chan: Chris e Clarisse *^* *^*
 
E da qui, come potete aver intuito, abbiamo deciso di incentrare la nostra ff su due personaggi che non hanno avuto molto rilievo nella storia originale (p.s. io per il momento mi sono fermata ai primi 5, la mia socia invece se li è letti tutti … più avanti vedrò di finirli anch’io … quindi non fatemi spoiler nei commenti, se potete T-T grazie^^).
Stavo dicendo … ah sì grazie per aver letto questa intro un po’ così e vi auguriamo buona lettura ^^ ^^ sperando vi possa piacere questa ff a quattro mani … che presto diventerà a due (perché tu andrai a farti un giretto di sola andata negli inferi *-*) se non la pianti di leggere a voce alta quello che sto scrivendo, mentre sto scrivendo, che mi confondi e rischio di sbagliare e dopo sai che bella figura ci facciamo?!
I-chan: Scusaaaa T-T non lo faccio più! T-T
Io: Bene ^^ Allora …
Io & I-chan: BUONA LETTURA ^^ ^^ e COMMENTATE, COMMENTATE, COMMENTATE *^* *^*
 
George: COMMENTATE, COMMENTATE, COMMENTATE …. Piuttosto ce l’avete un topo?
Marta: Oh piantala George, altrimenti non ci inseriranno! -.-‘
George: Ma io lo voglio tanto un topo T-T



 
La quiete prima della tempesta
 
Campo Mezzo-Sangue
Era una giornata come tante al Campo Mezzo-Sangue, era estate, c’era il sole, i figli di Apollo si allenavano al tiro con l’arco, i figli di Afrodite parlavano di gossip, quelli di Atena stavano studiando nella loro cabina, eccetto Annabeth, che si trovava in una bolla d’aria in fondo al lago con Percy, i figli di Demetra e Dioniso si stavano occupando del raccolto di fragole per le prossime consegne, nella cabina 8 le cacciatrici di Artemide invece si stavano riposando dopo una lunga caccia avvenuta nelle vicinanze del Campo, mentre i figli di Efesto stavano progettando qualche altra diavoleria e i figli di Ermes progettavano come disturbarli a più non posso.
La guerra con Crono era finalmente finita e tutto sembrava tornato alla normalità, eccetto per i figli di Ares, che quelli si allenavano nell’arena un giorno sì e l’altro pure come se si dovessero preparare per una nuova guerra. Infatti, proprio dopo un allenamento, Clarisse stava amorevolmente accudendo Chris, dopo averlo picchiato selvaggiamente, come di norma.
-Clarisse, perché devi sempre ridurlo così, poverino?!- le chiese esasperato Will Solace, il capo-cabina della casa di Apollo nonché capo dell’infermeria del campo, che al momento era miracolosamente deserta.
-Grazie Will!- rispose un po’ depresso Chris.
-Non è mica colpa mia se lui è così fragile!- sbottò la ragazza senza peli sulla lingua.
-Grazie Clarisse!- rispose il sempre più depresso Chris.
Will sopirò sapendo che non avrebbe cavato un ragno dal buco, quindi decise di dare un po’ d’ambrosia e un bicchiere di nettare al mal capitato e di levare le tende.
Mentre Chris si sistemò meglio sul lettino per bere il nettare che le stava passando la sua violenta ragazza ebbe un gemito di dolore al costo.
-E dai che non ti ho fatto tanto male!- borbottò lei minimizzando la cosa.
-Male!? Noooo! Ho solo visto la morte in faccia! E me la sono vista pure bene, solo due costole incrinate, una caviglia slogata e un occhio nero, più bonus speciale di contusioni e graffi vari!-
-E’ colpa tua, non vuoi mai allenarti e finisci per rammollirti fino all’eccesso del ridicolo! Sei troppo pigro!-
-Non sono troppo pigro! … Beh, forse un po’! Ma tutte le volte che ci alleniamo insieme o finisco in infermeria o rischio di finire negl’inferi, oggi ci sono andato parecchio vicino! Mi sono visto tutta la vita passarmi davanti … la cosa che mi rincuora è che sarei morto tra le tue braccia e il mio ultimo ricordo sarebbe stato il tuo viso … e la tua lancia … la tua lancia e il tuo viso … forse di più la tua lancia …-
-Cretino!- Clarisse cerò di fare la sua solita faccia da poker per non dargli la soddisfazione di vederla sorridere.
-Ma tanto lo so che fai così solo perché sei pazza di me! In fondo io sono il tuo punchball preferito, non è vero!?- guardandola con il suo solito sorrisetto provocante che lei odiava e amava tantissimo.
Rossa in viso cercò di cambiare argomento perché il dialogo stava diventando imbarazzante per gli standard di Clarisse.
-Cos’è che mi dovevi dire prima che ci allenassimo…- e gli diede il bicchiere di nettare.
-Prima che mi pestassi a morte!- la corresse lui prendendo il bicchiere e bevendo un sorso dello squisito nettare.
-Sì quello!- fece sbrigativa lei.
-Volevo dirti di andarci piano perché dovevo presentarmi da Chirone alla Casa Grande e volevo farlo tutto intero!-
Clarisse si guardò attorno -Non vedo arti amputati! Puoi andarci benissimo da sol…-
Will sbucò fuori all’improvviso da non-si-sa-dove con occhi di fuoco -Non azzardarti La Rue! Tutto il campo sarà anche il tuo parco-giochi-presto-chi-mi-pare-e-piace, ma questa è la MIA infermeria e NESSUNO, neanche TU detti legge!- la minacciò con una siringa. Poi si rivolse a Chris -E tu, non azzardarti a lasciare quella branda!- e si mise a guardare entrambi -Qui nessuno viene dimesso o se ne può andare senza il mio permesso!- e se ne andò.
Chris e Clarisse si guardarono allibiti, non avevano mai visto Will in modalità capo-crocerossina-pazza. O_O
-Sono stato chiaro?- Will rispuntò da non-si-sa-dove tenendo in mano una siringa ancora più grande!
Chris e Clarisse annuirono silenziosi, ancora senza parole e lui se ne andò definitivamente, soddisfatto e con un sorriso tronfio sulle labbra, portandosi dietro il siringone.
-Va bene! Allora facciamo che vado io da Chirone e gli dico che non puoi andare da lui per … motivi personali!-
-Ma quali motivi personali! Digli la verità e cioè che sono stato investo dal dolce-e-violento-uragano-Clarisse!-
-Quello non glielo dirò mai!-
-Ok allora digli che mi hai buttato a terra, mi sei saltata sopra e poi mi hai BIP, BIP, e poi ancora cambiando posizione abbiamo fatto BIP, BIP, BIP e poi tu con una mazza mi hai fatto BIP, BIP BIIIP…- (Chris censura automaticamente le cose sconce, non quelle violente, quelle non le nomina nemmeno)
-Ma vuoi morire per caso?- Clarisse era più rossa di un peperone sia per la rabbia che per l’imbarazzo (perché lei sapeva cosa passava per la testa del ragazzo, lo sapeva, sempre).
- Sólo en sus brazos, mi amor!- le disse sorridendo malandrino. (trad. “Solo tra le tue braccia, mio amore!”)
Dopo quelle prole, Clarisse si fiondò fuori dall’infermeria, prima di fiondarsi su Chris, che sia dannato, lui lo sapeva quanto a lei piacesse sentirlo parlare in spagnolo e se ne approfittava sempre.
Chris, solo, all’interno dell’infermeria, stava finendo di bere il suo nettare, per gli dei non ne avrebbe avuto mai abbastanza, ma berne troppo, come tutti sanno, era pericoloso perché potrebbe innescare un meccanismo di auto combustione. Il ragazzo si stava rilassando lasciando che il potere della dolce bevanda facesse il suo effetto lenendo e guarendo poi, il dolore e le ferite quando Will rispuntò da non-si-sa-dove (in un posto imprecisato alle spalle di Chris) -Dovresti smetterla di prenderti gioco di lei in questo modo! Poterebbe stancarsi e mollarti!-
Se non fosse stato per il dolore, probabilmente Chris avrebbe fatto un salto di tre metri sul lettino per lo spavento. -Will, Di immortales, ci pensa già Clarisse a tentare di ammazzarmi, non mettertici pure tu!-
Will gli prese il bicchiere ormai vuoto dalle mani -Dico sul serio Chris, se tiri troppo la corda, questa finirà col rompersi!-
Chris fece un cenno con la mano -Ma dai, a lei piace quando lo faccio … anche se non sembra!- aggiunse pensieroso ... “E se …!”
-Se lo dici tu!- gli rispose poco convito il capo dell’infermeria -Resta sdraiato qui ancora un paio d’ore, poi torno a darti una controllata, ma penso che per allora ti sarai già ripreso!-
-Bene allora potrò evade… cioè andarmene anche da solo!? Non ti pare?- ^^ chiese senza pensare il ragazzo.
-Non ci provare!- rispose il figlio di Apollo col fuoco negl’occhi tirando fuori da non-si-sa-dove il famigerato siringone (ancora più grande dell’ultimo O_O).
-Ok!- ^^’
Will se ne andò lasciando Chris a riposare e ad annoiarsi.
-Che palle! Avrei potuto chiedere a Will di andare da Chirone, così io e Clarisse avremmo potuto avere l’infermeria tutta per noi! Che stupido! … Beh, sarà per la prossima volta!- chiuse gli occhi e si addormentò.
 
Casa Grande
Chirone era sulla soglia della Casa Grande che pestava gli zoccoli sul selciato aspettando Chris, figlio di Ermes. Ad un tratto, un passo marziale attirò la sua attenzione, era Clarisse, figlia di Ares, che stava arrivando di gran carriera.
-Chirone.- salutò la ragazza seria.
-Clarisse? Qual buon vento? A proposito sai dov’è Chris?- le chiese il centauro frustando la coda e guardando dietro di lei allungando il collo.
-Come a proposito? Perché da per scontato che sappia dove sia? Come se … se … se fossimo sempre insieme?- balbettò la ragazza arrossendo.
Chirone alzò un sopracciglio come a voler obbiettare al fatto che in effetti loro erano sempre insieme, ma non disse nulla, si limitò solo a sospirare.
-Comunque Chris non può venire, perché mmm è … caduto.-
-E’ … caduto?- gli spiegò la ragazza.
-Sì, caduto. E Will non permette a nessuno di lasciare l’infermeria se prima non si è completamente rimesso … ci … cioè, lo ha minacciato con una siringa gigante!-
Chirone sbiancò completamente alla parola siringa gigante, il suo volto aveva lo stesso colore del suo equino posteriore.
-Cos’ha, tutto bene? Non avrà mica paura delle siringhe?- ghignò spavalda la ragazza.
-Non proprio signorina La Rue … è che una volta non ho ascoltato il signor Solace e lui beh ... la siringa, lui … non ne voglio parlare!-
-Bene. Allora io andrei.- Clarisse stava già girando i tacchi per tornare da Chris, ma Chirone la fermò.
-Dato che il signor Rodriguez al momento è indisposto puoi ... gentilmente occuparti tu dell’orientamento del nuovo arrivato?-
-Orientamento?- lo disse come se fosse una parola a lei sconosciuta.
-Sì, fargli fare un giro per il campo e poi portarlo alla cabina di Ermes, probabilmente questa sera, massimo per domani dovrebbe venir riconosciuto, ma fino a quel momento alloggerà alla cabina 11.-
Clarisse sospirò rumorosamente. -Va bene, ma se mi farà arrabbiare non prometto per la sua incolumità.- si puntellò le mani sui fianchi.
-La prego di contenersi signorina La Rue.-
-Farò il possibile. Dov’è il novellino?-
Chirone si schiarì la voce e si sporse sull’uscio della Casa Grande -Signor White?-
-Eccomi!- dalla porta usci un bel ragazzo, alto, atletico, discretamente muscoloso, di carnagione chiara, capelli neri, non troppo corti, gli occhi come il ghiaccio, ma sorridenti, come tutto il suo viso. Non avrà avuto più di diciotto anni, la stessa età di Clarisse.
-Bene, signor White, le presento la signorina La Rue, lei la porterà a fare un giro del campo.-
-Grazie signor Chirone.- e gli strinse la mano con un sorriso.
-Solo Chirone, ti prego!- sorrise il centauro -Altrimenti mi farai sentire vecchio.-
Clarisse alzò gli occhi al cielo, già spazientita.
-D’accordo, allora, grazie Chirone.- poi il nuovo arrivato si girò verso la ragazza. -Piacere di conoscerti mi chiamo Henry E…-
-Muoviti pivello che non ho tutto il giorno da starti appresso.- Clarisse si era già voltata ed incamminata verso il centro del campo.





Vero angolo delle autrici
Ancora ciao a tutti ^^ speriamo che questo primo capitolo vi sia piaciuto, vi attendiamo con i vostri commenti (speriamo) numerosi al prossimo capitolo ^^  -
Cena con lampi, fulmini, tuoni e saette- *^*

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Capitolo 2
*** Cena con lampi, fulmini, tuoni e saette ***


Cena con lampi, fulmini, tuoni e saette
 
“Pessima idea, pessima idea. Avrei potuto spedire qui Will a vedere cosa voleva Chirone. Così avrei potuto stare un po’ da sola con Chris, dato che i momenti di privacy sono talmente rari da poterli contare sulle falangi di un dito. E invece sono incastrata qui, a fare da balia all’ultimo arrivato.” Clarisse sospirò infuriata. “Beh! Vediamo di sbrigarci. Così potrò tornare da Chris.”
-Bene allor…- Clarisse era uscita dalla proprietà dal perimetro della Casa Grande, posizionata in un punto strategico per mostrare la zona al pivello. Ma questo non era dietro di lei, anzi, stava correndole incontro tutto trafelato.
-Eccomi. Scusa, avevo lasciato dentro il borsone!- cercò di giustificarsi riprendendo fiato.
-Sentimi bene.- la ragazza lo guardò dritto negl’occhi con sguardo feroce. La differenza d’altezza non le procurava il ben che minimo problema era una figlia di Ares non si sarebbe lasciata intimorire neanche da un gigante, figuriamoci da lui. -Mi era parso di averti detto che non ho alcuna intenzione di starti dietro tutto il giorno, quindi vedi di muoverti e stare al mio passo, altrimenti, per quel che mi riguarda, puoi pure arrangiarti da solo. Sono stata chiara adesso?-
-Sì!- sembrava leggermente intimorito, ma questo a Clarisse non importava, anche se le faceva piacere intimorire le persone, dovevano capire subito chi comanda.
-Bene. Allora …- si voltò verso la vallata -da quella parte,- indicando alla sua sinistra -si trova l’albero di Talia, lo vedi è quello più alto, ci devi essere passato per arrivare qui e quella montagnola rossa che respira è il drago Peleo che fa la guardia al Vello D’Oro che io ho recuperato durante la mia impresa per salvare il campo da un’imminente invasione di mostri.-
-Wow allora devi essere ingamba e pure forte e coraggiosa.- non sembrava la stesse prendendo in giro, sembrava veramente ammirato.
Clarisse gonfiò il petto d’orgoglio -Ovvio, d’altronde, sono la favorita di mio padre, Ares, il dio della guerra.- Esordì tronfia. Poi continuò -Dall’altra parte invece,- indicando alla destra della Casa Grande, al di là del fiume -si trovano i campi di fragole, grazie alle quali il campo provvede a tutte le sue spese. Bene. Seguimi.- Clarisse partì subito in quarta lasciandosi la Casa Grande alle spalle -Qui come puoi vedere anche da solo ci sono i capi di pallavolo e quelli sono il figli di Apollo, che perdono tempo dopo il loro blando allenamento.- concluse con scerno. -Poi, più in là potrai trovare il circolo delle Arti e dei Mestieri con quel che ne consegue, l’anfiteatro e la parete d’arrampicata. Tutto chiaro? Ottimo. Vieni passiamo dall’altra parte del fiume.- senza spettare risposta si diresse di gran carriera verso le cabine.
-Aspetta, aspetta un attino, ma quella, quella è lava?-
-Sì. Forte vero?- sogghignò divertita.
-Ma è pericoloso qualcuno potrebbe farsi male, qualcuno potrebbe morire!- continuò spaventato Henry, il nuovo arrivato.
In quel momento a Clarisse venne una fitta al cuore, pensò a Silena, la sua amica che era morta nell’ultimo scontro contro Crono, era morta da vero eroe, ma questo non toglieva il fatto che non ci fosse più. -Le persone muoiono ogni giorno, per un motivo o per un altro e noi siamo mezzo-sangue e siamo più soggetti alla morte dei semplici mortali, mostri, maledizioni, imprese, mostri e ancora mostri. Quando ti troverai la fuori sarai grato di esserti allenato su quella parete d’arrampicata. Credimi.- il suo tono era più triste di quello che avrebbe voluto, ma non gliene importava. Voleva solo liberarsi del pivello il prima possibile.
-Laggiù in fondo,- indicò una struttura senza tetto dopo un agglomerato di case -c’è la mensa.-
-Ma non c’è il tetto! Come fate quando piove?- chiese perplesso Henry.
-Qui non piove mai, gli dei non lo permettono.- si voltò dalla parte opposta -Da questa parte puoi trovare invece l’infermeria, l’arena, più avanti l’armeria e ancora più in là ci sono le stalle dei pegaso.-
-Pegaso?- le chiese con gli occhi che brillavano -Vuoi dire il…
-Il cavallo con le ali. Sì. quello.-
-Che gran figata.-
Clarisse sospirò più spazientita che mai -E questo agglomerato di case sono le nostre cabine. A seconda di chi sei figlio vieni smistato nella tua cabina. - ed iniziò ad indicarle -In ordine le prime due in fondo al centro sono quelle di Zeus ed Era, poi a destra ci sono quella di Demetra, Atena, Artemide, Afrodite e Dioniso, mentre a sinistra ci sono quelle di Poseidone, Ares, Apollo, Efesto ed Ermes ed in fine ci sono quelle di recente costruzione per accogliere anche i figli degli dei minori, Ade che pur essendo uno dei tre dei più antichi e potenti non aveva una cabina (divini problemi di famiglia) ma ora ce l’ha e poi ci sono Iris, Hypnos, Nemesi, Nike, Hebe, Tyche ed Hecate. Bene ora sai tutto, o almeno il necessario.- concluse soddisfatta.
-Aspetta e ora dove vado?- la guardò spaesato.
-Oh già, dato che non sei ancora stato riconosciuto devi andare alla cabina 11, quella di Ermes, il dio dei viaggiatori, accoglie tutti fino a quando il loro genitore divino non li riconosce.- Clarisse gli indicò la cabina. -Muoviti pivello. Ah! Per la cena quando suona la conchiglia dirigiti alla mensa con gli altri della tua casa.-
-Grazie.- le sorrise il ragazzo -Ma non mi sono ancora presentato come si deve.- le porse la mano -mi chiamo Henry, Henry E. White.-
Clarisse acconsentì a quelle assurde presentazioni pur di toglierselo in fretta di torno, gli strinse la mano con la sua stretta ferrea e si presentò con tutto il garbo che le era rimasto -Clarisse La Rue, figlia di Ares.- anche se sembrava più che altro una minaccia.
-Che stretta, poderosa.- Henry si massaggiò la mano, ma lei non disse nulla -Spero di rivederti Clarisse.- si affrettò ad aggiunse
Lei intanto si era già voltata -Io no. Addio.- e lasciò il nuovo arrivato a se stesso.
Finalmente poteva tornare in infermeria e lo fece il più velocemente possibile, ma senza correre, non voleva attirare sguardi indiscreti. Non vedeva l’ora di liberarsi di quel pivello per poter tornare da Chris. L’infermeria era ancora deserta, nessun altro si era fatto male quel giorno o comunque non così tanto da doversi far curare da Will che, a proposito, non si vedeva in giro. Clarisse sorrise. “Meglio così!” Arrivò alla branda di Chris e lo vide lì, come un beota, che dormiva nella grossa. Una parte di lei avrebbe voluto svegliarlo con un calcio e dirgli “Ehi pigrone, bel ringraziamento, vado in giro a fare il lavoro al posto tuo e tu cosa fai? Quando torno non mi accogli neanche con un sorriso perché dormi!?”. Ma un’altra parte, quella più insistente, le diceva di lasciarlo stare, di lasciarlo dormire perché forse, e dico forse, oggi l’aveva sbatacchiato un po’ troppo e poi dai, era così carino quando dormiva. Sorrise. Con una mano gli accarezzò i capelli erano così folti e morbidi, non avrebbe mai smesso di toccarli. Poi si guardò intorno. L’infermeria era deserta e decise di sdraiarsi delicatamente accanto a lui, non voleva svegliarlo, voleva guardarlo e stringerlo a se e basta, così piano piano, lentamente si accoccolò accanto a lui. La testa appoggiata alla spalla di lui. Da quando si allenavano assieme era diventato più muscoloso e sexy pensò Clarisse guardandogli il volto, una volta lo avrebbe preso a pugni ogni giorno solo per il gusto di farlo ora però … si sporse verso di lui, un po’, ancora un altro po’ fino ad appoggiare le sue labbra su quelle di lui. Un bacio dolce, innocente, ma incredibilmente carico d’amore. Chris inspirò col naso girandosi su un fianco finendo con l’abbracciare la ragazza con il braccio libero -Clarisse.- sussurrò nel sonno. Lei alzò lo sguardo per vedere se si fosse svegliato, ma no. A parte un sorrisetto ebete, stava dormendo ancora e … “Mi sta … sognando!” Clarisse si sentì il cuore battere a mille e la faccia diventare rossa, incandescente, era nel panico, il suo cervello stava fumando e entro breve, brevissimo tempo sarebbe andata a fuoco per combustione spontanea. Era talmente agitata da non rendersi conto di aver afferrato la maglietta di Chris e di starla stringendo con non poca foga.
Chris mugugno e socchiuse gli occhi, guardò assonnato verso il basso ed incrociando lo sguardo di lei, le sue guance ormai dovevano avere dei toni fluorescenti. Lui le sorrise -Clarisse! Ti stavo sognando.- le scostò un ciuffo di capelli dal volto. -Ma dal vivo sei molto più bella!- si sistemò sul lettino e la strinse con entrambe le braccia. -Sono stato uno stupido, potevo dire a Will di andare da Chirone, così avremmo potuto stare insieme da soli di più! A proposito se ti vede ancora con le scarpe sulle brande sai quante te ne dice?! E poi quel siringone non promette nulla di buono!-
-Allora non credi che dovresti lasciarmi andare?- gli chiese riprendendosi un po’.
Chris finse di pensarci un po’ su -No!- esclamò alla fine stringendola ancora più forte.
“Però, quando vuole sì che è forte! O forse sono io che divento debole quando sto tra le sue braccia?”
-Se ti impegni puoi toglierti le scarpe usando i piedi!-
Clarisse alzò lo sguardo verso di lui -Dai non fare il bambino lascia…- non fece in tempo a finire la frase, in un istante il volto di Chris divenne serio, i suoi occhi profondi e in un attimo, la stava baciando, un bacio che non aveva niente a che fare con quello che gli aveva dato lei prima. C’era la dolcezza, c’era l’amore, ma aveva una carica di passione tale che le parve di aver infilato le dita nella presa della corrente. Aveva una scarica elettrica che le correva su e giù per la spina dorsale e prima che se ne rendesse conto rispose al bacio con tanta foga e passione da portarla sopra di lui. Ormai aveva perso il controllo. Avevano perso il controllo.
-Chris.- ansimò lei infilandogli le mani sotto la maglietta.
-Clarisse.- le rispose lui toccandole il sedere con entrambe le mani.
-Will.- fece allegro l’altro.
Clarisse fece letteralmente un salto giù dalla branda portandosi dietro Chris.
La ragazza si alzò di scatto come se il suolo scottasse -Non stavamo facendo niente!- esclamò un po’ troppo forte.
-Già, proprio niente!- come per dire “guarda che non ti crede nessuno!”
-Oh insomma, Will! Non hai qualcosa da appendere fuori, tipo un cartello con scritto non disturbare oppure …-
-Una cravatta?-
-Oh, oppure dato il luogo, un fonendoscopio sarebbe l’ideale!- continuò divertito Chris.
-Si dà il caso, che questa sia un’infermeria, per l’appunto, e non un albergo.- continuò arrabbiato Will -E Clarisse, ti avevo già detto che non volevo vederti con le scarpe sopra le brande. Non voglio più vedere una cosa come questa nella mia infermeria, altrimenti … -Will con occhi di fuoco e fare minaccioso tirò fuori da non-si-sa-dove il famigerato siringone –Avrete un assaggio della mia ira! Se non mi credete chiedete a Chirone!-
 
Chirone alla Casa Grande rabbrividì.
 
Chris e Clarisse si guardarono ancora imbarazzati e ora anche un po’ spaventati -Scusaci Will. Non ricapiterà più.-
-Ma … se si togliesse le scarpe?- chiese Chris cercando una scappatoia.
-FUORI!- gridò Will paonazzo.
I due ragazzi non se lo fecero ripetere due volte e si fiondarono fuori dall’infermeria arrivando al limitare della foresta e riprendendo fiato scoppiarono a ridere.
-Cavolo non l’ho mai visto arrabbiarsi così!-
-Già nemmeno io! Ora che ci penso non l’ho mai visto arrabbiato… come, non ho mai visto arrabbiato te!- Clarisse si avvicinò al ragazzo.
-Te tengo!- le prese il volto tra le mani -Qué razón tendría yo para estar enojado?- le sorrise, lei gli sorrise a sua volta e si baciarono di nuovo. (trad. Ho te! Che motivo dovrei avere per essere arrabbiato?)
In lontananza sentirono le voci profonde ed inconfondibili dei figli di Ares, i fratelli di Clarisse, che uscivano dall’arena. Le loro labbra si staccarono, ma i loro volti continuavano a rimanere vicini e i loro nasi si strusciarono dolcemente. Clarisse emise un lamento di dissenso -E’ già così tardi!- si lamentò.
Chris sospirò frustrato quanto lei. -Mmm- mugugnò -Fra poco sarà ora di cena! Capisco la divisione nelle case…- scosse la testa -…ma non riesco proprio a concepire il fatto che non si possa sedere a mangiare con chi si vuole! Questa è davvero una regola stupida.-
Clarisse gli accarezzò la guancia e lui le sorrise così dolcemente che le tremarono le ginocchia.
-Perché ridi adesso?-
-Perché questa parte di te è solo mia!- le prese la mano e le baciò il palmo, non ne aveva mai abbastanza delle sue carezze, come non ne aveva mai abbastanza di tutte le bastonate che gli dava. “Forse sono un masochista!” si ritrovò a pensare “E anche se non fosse così, non la lascerei a nessun altro, non voglio più separarmi da lei, mai più.”
-Ora dovremmo andare a farci una doccia! Prima che siano troppo affollate e sia costretta a tirare fuori qualcuno per i capelli!-
Chris sorrise e la prese per mano -Ok! Ah! Che cosa voleva Chirone alla fine?-
-Niente di che, è arrivato un nuovo ragazzo e l’ho portato a fare un giro di orientamento.-
Chris si fermò di colpo con un’espressione terrorizzata sul volto. -Tu?-
-Sì!?-
-L’hai portato a fare un giro di orientamento?
-Sì!-
-Gli hai fatto visitare anche i gabinetti?-
-Sì! No! Come ti viene in mente?- con una faccia da finta innocente.
-No, perché il ti-infilo-la-testa-nel-cesso è un tuo master! Povero ragazzo! E Chirone te l’ha permesso?-
-Smettila cretino! Ti ricordo che tu sei stato graziato da quel trattamento.- e ripresero a camminare.
-Me lo ricordo sì! E no, non serve che mi rinfreschi la memoria!- si affrettò a precisare.
Clarisse sorrise divertita, certo se ora gli avesse infilato la testa nel gabinetto poi non avrebbe più avuto il coraggio di baciarlo.
Prima che qualcuno li vedesse si salutarono con un veloce e sbrigativo bacio, come se nessuno al campo sapesse se stanno insieme.
Illusi.
 
Al suono della conchiglia tutti i ragazzi del campo di diressero alla mensa a cielo aperto. Al tavolo di Ermes c’era anche il nuovo arrivato era un bel tipo, Clarisse non gliel’aveva detto, anche se Clarisse è … Clarisse, ma una ragazza è pur sempre una ragazza … e una ragazza le nota certe cose. Comunque, a detta di Chris, anche se era di bell’aspetto aveva una faccia da schiaffi e c’era qualcosa in quel tipo che non gli piaceva, ma non riusciva ad afferrare cosa.
Prima di consumare il loro desco, tutti si alzarono ed andarono a porgere le loro offerte agli dei gettandole nel fuoco al centro della mensa. Per ultimo andò il pivello. Il Signor D aveva detto che si chiamava Henry E. White. “Chissà la E. per che cosa sta?”
Quando Henry gettò una succulenta coscia di pollo nel fuoco questo si ravvivò, crescendo di un metro abbondante.
Tutta la mensa ammutolì. Tutti i ragazzi cominciarono a guardarsi tra di loro e ad un tratto si voltarono tutti verso Henry. Beh, non guardavano lui, ma il simbolo che era apparso sopra la sua testa, un enorme fiore di loto rosa, in sboccio.
Talia sbiancò. -Di immortales.-
Tutti sbiancarono. -Di immortalis.-
Alzarono all’unisono lo sguardo al cielo, nuvoloni neri erano improvvisamente comparsi sul campo, sopra le loro teste. Tuoni, fulmini, lampi e saette e una voce roboante che sovrastò tutto.
-ERA!- Zeus, il padre degli dei e marito cornuto era fuori di se. 



Angolo delle Autrici
Ciao gente X3 l'altra volta ci siamo dimenticate di dirvi che ad alcune cose ci siamo ispirate a delle ff già esistenti, sia perchè l'idea ci piaceva, sia per creare un continuato letterario dando l'idea di verosomiglianza della storia (tipo il fatto che Chris parli spagnolo e che a Clarisse venga il latte alle ginocchia tutte le volte *^* - ispirato ad una one shot di Dragana - ti prego non odiarci è che era un'idea così tenera e sexy, sopratutto sexy *^* che non abbiamo saputo resistere ^^. Speriamo solo di aver dato il dovuto omaggio alla tua idea ^^).
Detto questo vi consigliamo di leggere anche le altre ff di Chrisse (sopratutto quelle di Dragana, ma anche le altre) che sono molto belle e speriamo che anche la nostra sia di vostro gradimento.
Commentate ... e se avete anche un topo per George perchè Martha rischia di commetere un serpenticidio ... sta sssssclerando. XD

Ah! Ci siamo dimenticate di dirvi che abbiamo creato anche un "Dietro le quinte" di quello che succede mentre scriviamo questi capitoli. Se volete leggerlo ... I-Chan: cercatelo ...

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Capitolo 3
*** La Divina lite coniugale ***


Angolo in Alto delle autrici ;3
Ciao ^^ siamo di nuovo noi ^^ in anzi tutto volevamo ringraziare cianfri per i commenti che ci ha fatto su questa storia ^^
.... vedete, vedete, come si fa? Anche voi, commentate ^^
I-chan: Oppure assaggerete la mia ira °^°
Brandy: O_O ... non minacciarli -.-
I: Non li sto minaccciando! E' solo un amorevo consiglio.
B: ... vi prego fate come dice |°o°| (ficcina "Urlo di Munch" ... non è super-fashion?? BD)

Speriamo che il nuovo capitolo vi piaccia ^^
I: E ... commentate B( 
B: Commentate ;3
I&B: Grazie e buona lettura ^^ ^^





 

La Divina lite coniugale
 
-ERA!-
Al Campo mezzo-sangue era calato il silenzio, persino i grilli e le cicale tacevano dinnanzi alla divina furia di Zeus.
-Dimmi caro!- le rispose la divina Era come se nulla fosse.
-ESIGO UNA SPIEGAZIONE.- il cielo tuonò.
-Ti ricordi che nostro nipote, l’estate corsa, invece di accettare il dono dell’immortalità e di diventare un dio, ha richiesto che noi, dei dell’olimpo, ci prendessimo le nostre responsabilità e riconoscessimo i nostri figli? Ecco, io ho semplicemente rispettato i patti!- le rispose la moglie in tono innocente e come se la cosa fosse ovvia.
-NON MI RIFERIVO A QUELLO. PERCHE’ HAI RICONOSCUTO QUEL RAGAZZO COME TUO FIGLIO?-
Ci fu un attimo di silenzio, come se la divina Era fosse confusa dalla domanda. -Perché è mio figlio, ma ti pare, che domande!-
-TU MI HAI TRADITO!?- i lampi e i fulmini erano talmente tanti da illuminare il cielo a giorno. Mentre i tuoni erano talmente forti da rompere almeno un paio di bicchieri su ogni tavolo e costringendo tutti i presenti a tapparsi le orecchie.
-Oh, ora non farne una questione personale! Vogliamo contare tutte le volte che mi sei stato infedele tu?- le rispose impettita la dea.
“No, no! Questa è proprio una questione personale!” pensarono tutte le persone che erano al campo.
-Beh! Beh! Erano delle cose diverse donna! E poi tu sei la dea del matrimonio! Come ti è venuto in mente di tradirmi e di rimanere incinta per di più?-
-Più o meno com’è venuto in mente a te tutte le volte che sei stato tu a farlo! E poi, se devo proprio dirla tutta, sono più di duemila anni che non mi dai soddisfazione!-
Alla mensa si guardarono tutti tra di loro, lanciando anche qualche sguardo preoccupato al tavolo del signor D. -Wow! Che imbarazzo! Riusciamo a sentire tutto!- cercò di sdrammatizzare il dio del vino.
-Signor D.? Signor D.? Che cosa dovrei fare adesso?- gli domandò Henry rannicchiato sotto il grande focolare nel calderone di pietra.
-L’hai fatta grossa ragazzo mio! Probabilmente morirai … non c’è dubbio!- esclamò il signor D. come se la cosa non gli riguardasse.
-Cosa vorrebbe dire che non ti do soddisfazione?- chiese un tonante Zeus imbarazzato.
-Non mi dai soddisfazione, non mi dai piacere, sei una pippa a letto! Fai un po’ tu!-
Ci furono delle risate strozzate ai tavoli del campo. Se Zeus li avesse sentiti si sarebbero trasformati in cenere ancora prima che una saetta li colpisse.
Talia avrebbe voluto che si aprisse una voragine nel terreno e la facesse sprofondare nelle viscere degli inferi tanto era imbarazzata.
-Ma se, ma se …- Zeus si schiarì la voce. -Ma se vieni praticamente subito ogni volta.-
-Intanto, mi adattavo solo ai tuoi temi ristretti! Dopo due ore di preliminari ogni volta vorrei anche vedere! Forse dovresti farti visitare da Apollo, insomma, sarai pure un dio, ma ormai non sei più un ragazzino!-
-Quindi fingevi! E comunque, sono ancora in perfetta forma!-
-Dovevo fingere! L’unica volta che non l’ho fatto ti ci sono volute altre due ore di preliminari per concludere qualcosa! Mi chiedo ancora come ti sia venuto in mente di fare due volte i preliminari!?-
-In effetti è una cosa piuttosto bizzarra!- esclamò il signor D. sorridendo e schivando subito una saetta che gli fulminò la sedia. -NON E’ PER NIENTE UNA COSA BIZZARRA, LO FACCIO ANCH’IO ALLE VOLTE, ARRIVO ADDIRITTURA A TRE!-
Zeus lo ignorò dato che non vi fu un secondo colpo. Comunque per sicurezza i ragazzi si nascosero tutti sotto i tavoli.
-Non avevo mai assistito ad una lite coniugale divina!- esclamò entusiasta uno dei gemelli Stoll.
-Non fare l’idiota Travis. Vuoi essere disintegrato?- gli chiese Connor.
-Magari mi confonderà con te!-
-Ragazzi, non è questo il momento.- li interruppe Chris.
-Se non sbaglio, tu non hai diritto di parola, giusto? Anche se non so ancora come definire uno che volta le spalle al campo, si allea con Crono e poi torna dalla nostra parte… Mmm allora, come dovrebbe essere chiamato uno come te? Traditore, doppio giochista, infame, verme?!-
Chris non disse nulla a tal riguardo, non fece una piega, continuò solo a fissare Travis che si stancò presto di sostenere il suo sguardo, rendendosi anche conto che diventare un mucchietto di cenere non era una delle sue più grandi aspettative.
-Ma perché non me l’hai mai detto?- il Signore del Cielo glielo chiese sott’intendendo la colpevolezza della moglie.
-Ma io te l’ho detto! La prima volta 2000 anni fa, un’altra volta 1000 anni fa, un'altra ancora 550’anni fa poi ancora 500, 450, 400 e così via ogni 50’anni fino a quando mi sonno stancata. Cioè dopo la tua ultima scappatella. Insomma, non è giusto che sia solo tu a divertirti.-
Talia era tentata di prendere la prima posata che gli capitava a tiro, anche un cucchiaio e cominciare a tagliarsi le vene.
-CHI E’ IL MISERABILE MORTALE CHE TI HA MESSO LE MANI ADDOSSO?-
Era rise -Zeus, sei davvero adorabile quando fai il geloso! Non ti dirò mai chi è … e comunque, sono stata io metter le mani addosso a lui … dappertutto!- concluse ridendo eccitata ripensando al passato.
Al campo si sentì un sonoro tonfo che scosse anche la terra. Probabilmente il divino posteriore del marito cornuto si era accasciato pesantemente sul divino trono.
Alla fine un profondo e stanco sospiro dissipò le nubi dal campo.
-Ragazzo? RAGAZZO? Mostrati a me!-
Il nuovo arrivato fece capolino con la testa da dietro il focolare. Deglutì e timidamente si alzò in piedi e con lui anche tutti gli altri. -Sì! Divino Zeuz.-
-Come ti chiami?-
-Henry, signore, Henry E. White.- era visibilmente nervoso, ma si fece un po’ più di coraggio
-E.?- sorrise il dio -Per cosa sta la E.?
-Era.- intervenì la dea del matrimonio.
-Sì dopo! Allora ragazzo?-
-No, non hai capito la E. sta per Era! Sono stata io a dare il nome a mio figlio! Vuoi che non lo sappia come si chiami?-
-Di immortalis Era, quanto puoi essere narcisistica e possessiva!? E poi ti lamenti se vado con altre donne!-
Il disappunto della dea tradita si poteva percepire perfino tra le colonne e i tavoli della mensa ed era talmente intenso e pericoloso da lasciare tutti gli astanti in perenne stato d’allerta.
-Allora, cosa desidera il divino e CORNUTO Padre degli dei e Signore del Cielo da mio figlio?- chiese a dea sottolineando in modo a dir poco “divino” la parola cornuto.
-Dato che tu ti sei sempre permessa di … “mettere alla prova”, se così si può definire, tutti i miei figli semidivini. Ora, mi riserverò il diritto di mettere alla prova il tuo. Ragazzo?! Tra una settimana ti assegnerò una prova e se la supererai con successo, avrai … la mia, benedizione.-
-E se non dovessi riuscirci?- chiese preoccupato Henry.
-Allora vorrà dire che sarai morto provandoci!- sorrise tre se il dio. -Auguro una buona serata a tutti voi del campo.-
Non appena il Padre degli dei ebbe finito di parlare il cielo si rischiarò rivelando una splendida e serena notte stellata.
-Bene ragazzo!- fu il signor D. a rompere il silenzio rialzandosi in piedi e sistemandosi la camicia tigrata -Ti è andata bene! La tua morte è stata posticipata di una settimana!- poi si rivolse ad un satiro ancora tremante nelle vicinanze -Tu! Portami un’altra sedia.-
-Si-ì signore!- e corse ad eseguire l’ordine.
-Bene allora riprendiamo pure a mangiare.- afferrò la coppa incantata -Pinot del ’63.- e la coppa si riempì.
-Dioniso, rammentati delle tue restrizioni.- gli ricordò Chirone.
Il signor D. alzò gl’occhi al cielo e sbuffò scocciato -Coca, light.- rivolto alla coppa e la bevanda cambiò. Intanto, anche il satiro con la nuova sedia era tornato e tutti i ragazzi, silenziosi, erano usciti da sotto i tavoli. All’improvviso un rumore di piatti caduti a terra ruppe il silenzio.
-Accidenti Chris, cerca di stare più attento!- esclamò Travis soffocando una risata.
Chris si chinò a raccogliere il suo vassoi cercando di dare meno nell’occhio possibile, quando si rialzò Clarisse era già alle sue spalle.
-Ehi! Tutto ok?-
-Ehi! Sì, cosa dovrebbe esserci che non va?- Chris appoggiò nuovamente il vassoio sul tavolo a si allontanò con la ragazza.
-Non lo so. C’è qualcosa che non va?- gli chiese lei accigliandosi.
-No, chi l’ha detto?-
-Tu, un attimo fa.-
-No, ho detto che non c’è niente che non va!-
-Infatti, questo vuol dire che c’è qualcosa che non va.-
-Comincio a perdere il filo del discorso!-
-Se non me lo vuoi dire basta che lo dici.- incrociando le braccia al petto.
-Non posso dirti qualcosa che non c’è!-
Clarisse non ne era convinta ma lasciò correre. -Dai andiamo a mangiare.-
-Scusa, ma questa sera non ho molta fame.- si strinse nelle spalle e infilò le mani in tasca.
-Chris …- la ragazza era visibilmente turbata, Chris a volte diventava strano.
Lui le sorrise dolcemente -Lo sai che sei davvero carina quando ti preoccupi per me!?- le sussurrò ad un orecchio baciandola sulla fronte. -Ti amo.- le disse infine respirando il profumo dei suoi capelli per poi allontanarsi dai tavoli della mensa senza lasciarle il tempo di rispondere.
Clarisse lo guardò allontanarsi ancora per qualche istante e poi tornò al tavolo di Ares e mangiò poco niente osservando di tanto in tanto i suoi fratelli, che si strafogavano come bestie, neanche fosse un’eternità che non toccavano cibo. Mentre ogni tanto guardava il tavolo di Ermes, dove i fratelli di Chris continuavano a divertirsi e a fare scherzi come se niente fosse, come se non gl’importasse che Chris non ci fosse … “Forse …”
-Clarisse?- i suoi pensieri furono interrotti da una voce che la chiamava, era Chirone.
Senza accorgersene l’ora di cena era già terminata e gli altri ragazzi se ne stavano andando dal padiglione della mensa.
La ragazza si voltò in direzione della voce che l’aveva chiamata.
-Clarisse devo parlarti!- Chirone arrivò da lei trottando, seguito da Henry.
-Sì dimmi Chirone.- si fermò con le mani sui fianchi.
-Ecco … vedi, vorrei che tu allenassi Henry durante la prossima settimana, per prepararlo all’impresa che gli assegnerà il divino Zeus.- cupi tuoni si udirono in lontananza.
La ragazza rimase un attimo interdetta, spostò lo sguardo da Chirone al ragazzo e dal ragazzo a Chirone. -Ehm! Grazie, ma no grazie.- e fece per andarsene.
-Clarisse ti prego!-
-Oh andiamo, gli ho già fatto fare il giro turistico del campo. Lo molli a qualcun altro.-
-Clarisse, Henry potrebbe imparare molto da te in una sola settimana. Ne va della sua vita.- le disse il centauro, Clarisse incrociò le braccia al petto.
-In oltre, tu sei il miglior guerriero del campo. La tua esperienza con le armi è incomparabile. Ci ricordiamo tutti il modo in cui hai sconfitto il dragone nella battaglia di New York ribaltando le sorti della guerra in nostro favore.-
Clarisse sembrò gongolare in tante lusinghe. -Beh! Sì è vero!-
-Clarisse, solo tu puoi riuscire nell’impresa di trasformale questo ragazzo,- indicando Henry -… in un guerriero.-
-Sì.- disse a malincuore la ragazza -Anche questo è vero.- sospirò profondamente.
-Allora?- le chiese il saggio centauro.
-Oh e va bene! Ma non mi prendo nessuna responsabilità per la sua incolumità.-
-Incolumità?- le chiese Henry intimorito.
-Vuol dire che se muori durante i miei allenamenti la colpa è solo tua.-
Il ragazzo deglutì rumorosamente.
-Ti ricordo che se morisse prima della prova del divino Zeus … ecco, credo che subiresti la sua ira.- le confidò Chirone.
Roboanti tuoni scossero violentemente l’aria.
Clarisse spostò gli occhi al cielo -Eh! Sì, ok!- e deglutì tornando a guardare Chirone -Arriverà al giorno della prova senza schiattare, per il dopo, comunque, non voglio grane, intesi?!-
-Intesi!- esclamarono all’unisono il centauro e il nuovo arrivato.
-Bene.- poi si rivolse a Henry -Sentimi bene, domani mattina ti voglio trovare nell’arena alle 5.00 precise non un minuto più tardi. Sono stata chiara?-
Henry annuì -Sì signora.- non la stava prendendo in giro, Clarisse sapeva che molti, in sua presenza, si sentivano di fronte ad un generale e a lei questo piaceva.
-Bene.- si voltò e se ne andò.
-Grazie!- le gridò Henry, ma lei non lo stava più ascoltando.
 
Chirone si schiarì la voce per attirare l’attenzione del ragazzo -Dunque figliolo, ora credo tu voglia trasferirti nella tua cabina di appartenenza. Ti accompagno?-
-Oh, no. Grazie! Clarisse oggi mi ha mostrato il campo, credo di essere in grado di orientarmi.-
-Bene, allora ti lascio andare.- Chirone lo salutò con un sorriso e si congedò.
Henry fece altrettanto ed andò a prendere le sue cose alla cabina 11.
Dirigendosi alla casa di Ermes notò un paio di ragazzi sghignazzare arrivando dalla direzione opposta. Li per lì non ci fece caso e andò ad aprire la porta. Fece solo un paio di passi dentro la casa che vide un ragazzo alto e ispanico di fronte ad un letto col materasso squarciato e le piume, probabilmente di un cuscino, che volavano ancora qua e la.
-Ehi?- gli chiese -Tutto bene?-
-Sì!- Chris gli rispose distratto, girandosi appena. -Sì, tutto bene.-
-Hai bisogno di una mano?-
-No, grazie, mi arrangio.- gli rispose non curante Chris mettendosi a pulire e prendendo un astuccio di cuoio lungo da sotto le assi il letto infilandoselo poi in un passante della cintura. Alla fine ficcò tutto quello che era da buttare in un sacco nero per le immondizie e quando si voltò vide che quello nuovo era ancora lì. -Ti seve qualcosa?-
-Ah! No, scusa, devo solo prendere … ah eccolo!- afferrò la giacca di jeans che era caduta per terra. -Sai ora vado nella casa di Era e beh, sì ecco …-
-Buon per te.- senza esprimere chissà quale gioia uscì dalla cabina e andò a buttare la spazzatura, in pratica materasso e cuscino compreso.
 
Henry prese i suoi bagagli e si diresse verso la cabina 2. Li aveva tutto lo spazio che avrebbe potuto desiderare, ma tutto quello che voleva in quel momento era dormire.
“Rischiare di perdere la vita per una folgore di Zeus è piuttosto sfiancante e poi domani mattina mi devo svegliare presto … mmm vediamo di sistemare un paio di cose e poi a nanna!”
 
-Cazzo quanto pesa!- Chris aveva finalmente raggiunto i bidoni della spazzatura senza farsi notare troppo. -Domani chiederò a Chirone un nuovo materasso! … A pensarci bene, anche un’amaca non sarebbe male! Per fortuna il resto delle mie cose le avevo nascoste nella foresta, altrimenti non oso immaginare che fine avrebbero potuto fare!- sospirò per la fatica -E adesso? Dove dormo?- si passò una mano fra i capelli grattandosi la nuca, quando, all’improvviso ebbe un lampo di genio, un sorriso malizioso gli si dipinse sul volto e corse al campo, verso le cabine.
Non era la prima volta che si arrampicava, ma le pareti della casa di Ares erano peggio di quelle della parete di lava. Non c’era un appiglio neanche a pagarlo fior fior di dracme.
“Oh issa!” ecco, un ultimo sforzo per issarsi con le braccia ed era arrivato al davanzale di Clarisse. La finestra era aperta così Chris si infilò dentro con la fluente e silenziosa agilità di un ladro. La ragazza era girata di spalle intenta a fare flessioni verticali ad una sbarra attaccata alla parete -101, 102, 103 … - teneva il conto con un tono tale che sembrava auto incitarsi.
La porta era, come sempre, chiusa, per evitare che uno dei suoi fratelli prendesse la cattiva abitudine di far capolino con la testa in camera sua … a meno che ci tenesse ad averla ancora attaccata la collo … la testa.
Chris rimase seduto sul bordo della finestra a fissarla per un bel po’ “Forse ho fatto troppo piano e non si è accora di me” sorrise compiaciuto “Sto diventando davvero bravo se non ha avvertito la mia presenza.” :3
-195, 196, 197, 198, 199, 200.- rimase appesa alla sbarra prese un respiro profondo e ricominciò -201, 202, 203 …-
Chris rimase deluso, pensava che avesse finito e invece …
-233, 234, 235 …-
“Sembra davvero faticoso e stancante!” posò lo sguardo sul letto della ragazza con occhi invitanti “Mi metterò lì per un po’!” Piano, piano, senza fare rumore si mise sul letto si tolse scarpe e calzini e si sdraiò a guardarla ancora un po’.
-315, 316, 317 …-
C’è da dire che tutto questo contare aveva un effetto soporifero per Chris che di lì a pochi altri piegamenti si addormentò.
 
-497, 498, 499 e 500.- Clarisse lasciò la presa alla sbarra e atterrò sul parquet della sua stanza a piedi nudi, soddisfatta del risultato appena raggiunto. -Bene e domani arriviamo a 600.- Quando si voltò ebbe un sussulto -Chris?!- poi si mise una mano sulla bocca, aveva usato un tono di voce un po’  troppo forte -Chris!- disse di nuovo più piano -Che cosa ci fai nel mio letto?- gli domandò avvicinandosi a lui.
-Mmm- si lamentò lui assonnato -Secondo te? Cosa si fa in un letto? Dormo, no!? … Avevi qualche altra idea per caso?- le chiese in fine con un sorriso malizioso, socchiudendo gli occhi.
Clarisse arrossì all’istante. -Non dire cazzate, cretino. Dai alzati!-
-No, non mi va, voglio restare qui.-
La ragazza cercò di prenderlo per un braccio per farlo alzare, ma lui fu più veloce. La tirò a se girandola di schiena, le cinse la vita con le braccia e le posò la fronte sulla nuca libera, dato che aveva i capelli legati in una coda di cavalo.
-Voglio stare qui con te.-
Clarisse si sentì il cuore andare a mille e il volto infiammarsi. -Chris, Chris ascolta. Lasciami. Non puoi stare qui e poi devo, devo andare a farmi la doccia. Ho appena finito di fare 500 flessioni, sono tutta sudata.-
-A me non da fastidio.-
-Ma a me sì.- ribattè lei imbarazzata -Dai lasciami andare.-
-Solo se mi lasci stare qui con te.-
-Va bene, va bene, puoi rimanere qui, ma ora lasciami andare a fare una doccia, per favore.-
Chris sospirò profondamente e di malavoglia la sciolse dall’abbraccio. Quando Clarisse fu libera si alzò velocemente, in caso non volesse ripensarci.
-Clarisse?- la chiamò lui.
Lei si stava prendendo il necessario per una doccia.
-Torna presto!- e si rimise a dormire.
La ragazza si fiondò fuori dalla cabina di Ares e schizzò dentro le docce, fortunatamente i turni per lavarsi erano finiti da un pezzo e lei poteva lavarsi senza dover aspettare una doccia libera. Quella sera segnò il suo record personale e probabilmente anche del campo. Dentro e fuori in 5 minuti. Non perse neanche tempo ad asciugarsi i capelli “Me li asciugherò in camera! Se uno dei mie fratelli dovesse scoprire Chris nel mio letto sarei costretta a fare un bagno di sangue!” A quel pensiero in un lampo fu di nuovo nella sua stanza. Chris era ancora lì, dove l’aveva lasciato solo che … adesso era … sotto le coperte …
Clarisse sospirò e mise i vestiti sporchi nel cesto della biancheria da lavare e appese l’accappatoio, sulla sbarra che prima stava usando per le flessioni, ad asciugare. Prese il fohn e si asciugò rapidamente i capelli. Poi si voltò verso il ragazzo. Dannazione, era così dannatamente carino quando dormiva -Chris?- gli si avvicinò.
-Mmm-
-Chris perché sei venuto qui?- si inginocchiò davanti al letto.
-Per stare con te!-
-Non raccontarmi balle.-
Allora Chris sospirò profondamente, aprì gli occhi e la guardò per un attimo che sembrò eterno. -Te lo dico solo se vieni a letto, se mi lasci stare qui e che non farai scenate o bagni di sangue quando te l’avrò detto.-
Lei sospirò di malavoglia, ma lo accontentò lei aveva già addosso la canottiera che usava per la notte e un paio di pantaloncini corti di tela. Alzò le coperte per andare a letto quando si fermò di scatto diventando paonazza in una frazione di secondo -Ma sei nudo!-
-No, ho i boxer! … Vuoi che mi li tolga?- le chiese come se nulla fosse.
-Vestiti.- gli ordinò lei.
-Non riesco a dormire vestito!- si lamentò lui. -Dai vieni a letto.-
-Ho detto vestiti.-
-Ma non riesco a dormire vestito.-
-Va bene, non dormire allora!- si era appena resa conto di quello che aveva detto quando lui cominciò a sorridere pertanto si affrettò a dire: -Dormo io però.-
Lui si spazientì e l’afferrò trascinandola sotto le coperte abbracciandola come aveva fatto prima e sospirò -Mmm che buon profumo!- le sorrise sulla spalla.
-Io non metto profumo.-
-Mmm!-
-Allora mi dici che cos’è successo, anche a cena eri strano!?-
-Ho avuto un piccolo diverbio con gli altri ragazzi della casa di Ermes. Tutto qui.-
-Sicuro sia solo un piccolo diverbio? E poi su cosa avete litigato?-
-Niente d’importante, ho rotto qualcosa che non può essere aggiustato e ora ce l’hanno un po’ con me, ma passerà.-
-Se non è niente d’importante, te lo chiedo un’altra volta. Perché sei qui?-
-Ma perché volevo stare con te.-
A quel punto Clarisse si voltò verso di lui per guardarlo in faccia. La ragazza aveva un’espressione seria sul volto, non le piaceva essere presa in giro e questo, Chris lo sapeva.
Il ragazzo abbassò lo guardo -Per evitare di trovarmi appeso per i piedi da qualche parte nel bosco, fradicio di acqua zuccherata, avvolto da sciami di api, tafani, zanzare e compagnia varia.- alzò gli occhi per guardarla -Preferisco essere avvolto tra le tue braccia.- ed era vero, solo con Clarisse riusciva a sentirsi in pace. Ogni volta che ci pensava gli veniva da sorridere, era davvero ironico, l’unica in grado di portar pace nel suo animo era la figlia del dio della guerra.
Si guardarono per un attimo che sembrò meravigliosamente interminabile, quando Clarisse gli sorrise così dolcemente da dissipare ogni suo dubbio, ogni sua incertezza, ogni sua paura, c’era solo lei e per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa. Poi gli passò una mano tra i capelli, Di immortales quanto gli piaceva quando lo faceva.
-Cosa sei, un gatto adesso?- gli disse lei sorridendo.
-Cosa? No! Perché?- le chiese lui confuso.
-Mi hai appena fatto le fusa!-
Chris arrossì -Cosa? No! Non è vero!-
-Oh sì che è vero, ti ho sentito.- gli sorrise lei compiaciuta.
-Avrai sentito male.-
Clarisse si avvicinò di più a lui, fino ad arrivare a pochi centimetri dalle sue labbra. -Fallo ancora.-
Non era una richiesta, era un ordine, ma aveva pronunciato quelle parole in modo così suadente, provocante e sexy che senza accorgersene fece lo stesso verso di prima. Lei gli sorrise con aria da conquistatore e lo baciò.
-Va bene, per questa notte puoi dormire e sottolineo dormire qui. Ma che non diventi un’abitudine.-
-Mmm …e io che speravo potesse diventare proprio un’abitudine!- la guardò con un sorriso sornione.
Clarisse gli sorrise senza controbattere e si voltò dall’altra parte per godersi meglio l’abbraccio del suo ragazzo e spense la luce.
 
Nella cabina di Era, all’estremità dell’apparato delle case, Henry stava sistemando i suoi bagagli prima di andare a dormire. Era una casa piuttosto spaziosa, certo niente a confronto della villa dove era cresciuto, con tutti i confort e le agiatezze. In pratica mancava tutto. Elettricità, un bagno privato con vasca idromassaggio, un mega schermo full HD 145’’ con casse stereo dolby surround, PS3, Xbox, un computer, per non parlare del Wi-Fi illimitato … niente, neanche un letto decente. Ma dati precedenti di Era, se non avesse assecondato sua madre in maniera più che entusiasta, probabilmente, sarebbe stato schiacciato da una mucca precipitata dal cielo.
Aveva appena finito di farsi il letto quando vide con la coda dell’occhio qualcosa saettare dentro la finestra. Per poco non fece un infarto, credeva che il divino e cornuto Zeus avesse deciso di saltare la prova e andare direttamente alla sua polverizzazione, ma non era così. Quello che era entrato dalla finestra non era una saetta, ma una piuma, una piuma di pavone, come quella che aveva ricevuto tre giorni prima, quando si trovava a casa sua. Se l’era girata e rigirata tra le mani e quando la muoveva i riflessi della piuma andavano a formare un messaggio, come con quelle carte magiche con la doppia immagine, dove a seconda dell’inclinazione la figura si animava.
Il messaggio diceva:
Dirigiti al Campo Mezzo-Sangue
Farm Road 3141
Long Island, New York 11954
Quella seconda piuma, però non era così, dopo poco aver toccato terra … o meglio, dopo essersi conficcata nel pavimento della stanza, la piuma tremò e si trasformò in una spada dalle splendide striature sfumate dei toni del verde e del blu, sino a sfiorare il viola scuro.
Sull’elsa della spada era attaccato un biglietto. Henry lo strappò e lo lesse:
Questa è la spada che ti aiuterà a superare l’imminente prova di Zeus.
Usala con saggezza.
La Mamma Migliore del Mondo.
E. ;*
p.s. Il nome della spada è “Occhio di Pavone”.
Il ragazzo afferrò l’arma e notò che a seconda del movimento che faceva col polso, proprio come una piuma di pavone le sfumature si muovevano danzanti, come in un caleidoscopio di colori. Aveva un effetto magico, o meglio, ipnotico. La lama, sebbene lunga 60 cm, come un gladio, non ne aveva la stessa forma, sembrava composta di 12 scaglie romboidali incastrate l’una sull’altra, con al centro di ognuna un ovale simile ad un occhio delle sfumature del blu. Era splendida. La guardia era un rombo orizzontale con i lati affilati, nella parte più grossa aveva uno spessore di 2 cm e un’altezza di 5 cm circa, su cui vi erano incise splendide immagini di pavoni in rilievo, con al centro uno smeraldo verde a forma di occhio. L’impugnatura era di cuoio marrone scuro, elegantemente intrecciato, mentre il pomolo era ricurvo e finiva con un medaglione piatto d’argento, a richiamare la guardia, il tutto lungo circa 20 cm. Era un’ottima spada soppesò il ragazzo intanto che la roteava in aria mimando qualche mossa, il bilanciamento era pressoché perfetto. Mentre la roteava sopra la testa, improvvisamente, la lama si allungò come una frusta e il ragazzo si fermò di colpo sorpreso, una volta interrotto il movimento la spada tornò tutt’intera. Ad Henry s’illuminò lo sguardo, quella era davvero uno strumento fantastico.
Quell’arma possedeva un meccanismo che le consentiva di separare i 12 segmenti della sua lama con un filo metallico particolarmente resistente e affilato, consentendo alla lama di raggiungere una lunghezza massima di 2 metri. La lama poteva essere allungata con un possente movimento della spada e poi, facilmente riportata alla formazione iniziale se, dopo essersi aperta, l’arma non continua a volteggiare, il congegno la portava a richiudersi.
Henry sorrise. “Superare la prova di Zeus, qualunque essa sia, sarà più facile del previsto.”
 



Angolo di ..... George & Martha
G&M: Sssscrivete in molti ;)

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Capitolo 4
*** Oggi mi alleno con un altro ***


Angolo in Alto delle Autrici
Rieccoci ^^ cari lettori mezzosangue, siamo tornate con un super mega-maxi special di Halloween ... il giorno dopo. *^*
Premettimo che di horror non c'é assolutamente niente, e neanche di Halloween ... -_- ... quindi, deboli di cuore, non temete ...
Bene ^^ preparatevi a leggere il capitolo da cui é partito tutto *^* muhuahah.... sì, perché in realtà tutto questo doveva essere una one short (lunga, ma pur sempre una one shot), ma tempo zero che si é trasformata in una storia moooolto più lunga XD 
In oltre, questo capitolo é un mio regalo personale extra per il compleanno della mia cuginetta I-chan  ^^
P.S. D'ora in poi i capitoli avranno cadenza non-so-quando perché con lo studio e quant'altro non sappiamo quando potremmo postarne di nuovi, ma speriamo in una pubblicazione bimestrale come massimo ^^ salvo eventi eccezionali ^^' idem per "Il dietro le quinte"
Buona lettura ^^



 

Oggi mi alleno con un altro
 
 
Lunedì
DRIIIN … DRIIIN … DRIIIN …
L’odioso suono si placò quasi subito, quindi Chris non ci fece molto caso, ritornando in uno stato di dormiveglia più profondo. Non sapeva quanto tempo fosse passato, non molto probabilmente, che un raggio di sole lo colpì in pieno viso.
-Mmm!- si lamentò -E’ già mattina?- allungò una mano sul letto, ma non c’era nessuno. Allora socchiuse gli occhi e vide Clarisse davanti a lui, girata di spalle, che si stava infilando una maglietta, ma riuscì comunque ad intravvedere la fascia del reggino sportivo. “Mmm! Oggi va il grigio!” Poi spostò lo sguardo sulla sveglia erano le 4.30.
-Clarisse?- la chiamò -Arrivo, dammi cinque minuti, mi sveglio e mi vesto!- anche se, dal tono della voce, non aveva la minima voglia di farsi pestare durante gli allenamenti mattutini della ragazza.
-Tranquillo, fa con calma! Basta che non ti fai beccare mentre esci dalla mia stanza. Altrimenti ti ammazzo. Comunque, oggi non serve che vieni all’arena!- gli disse infine allacciandosi la bandana rossa in testa.
-Come? Perché no?- le chiese ancora intontito dal sonno abbracciando il cuscino e respirando il profumo di lei.
-Perché oggi mi alleno con un altro.-
… -.- …
-Eh!?- sollevò la testa dal cuscino con i capelli arruffati e scompigliati, rimanendo interdetto ancora per qualche istante -Come? Che cosa hai detto?-
-Oggi mi alleno con un altro.- ripeté indifferente lei.
O_O
Chris ne rimase visibilmente scosso. Ormai del tutto sveglio, era in uno stato quasi catatonico, muoveva la bocca, ma non emetteva alcun suono. “Dovresti smetterla di prenderti gioco di lei in questo modo! Poterebbe stancarsi e mollarti!“ Chris cominciò a sentire la voce di Will che gli rimbombava in testa “-Dico sul serio Chris, se tiri troppo la corda, questa finirà col rompersi!-“ Aveva la gola secca e la lingua impastata “No, aspetta dai! Non c’è stato alcun genere di segnale sul fatto che mi volesse lasciare. Insomma, questa notte mi fatto pure dormire qui! Forse vuole dirmelo prendendomi alla sprovvista! Prima mi indora da pillola e poi mi trivella di colpi … No, no, non è da Clarisse, lei attacca a testa bassa senza guardare dai lati, va avanti e abbatte qualsiasi cosa abbia la sventura di trovarsi sul suo cammino. Calmati, calmati. Cerca di capire che cosa sta succedendo!”
Chris si schiarì la voce cercando di tornare padrone di se. -Beh, insomma, perché? Chi?-
Clarisse sbuffò, si stava infilando le scarpe -Il pivello!- disse seccata -Chirone mi ha chiesto di allenarlo durante questa settimana. Prima che Zeus decida che impresa affidargli.- si tirò su in piedi e questa volta parlò in tono più orgoglioso -Sai, io sono la migliore, quindi ha pensato che se lo alleno io avrà qualche possibilità di tornare.-
-Sempre se supera questa settimana!-
-Sì!- esclamò contrariata con le mani sui fianchi -Chirone vuole che ci vada piano!- sbuffò -Bene, allora io vado.-
-Aspetta!- balbettò il ragazzo -Se vuoi vengo e ti do una mano.-
-Ah! Non serve, non ti preoccupare. So che non ti piace allenarti! Guarda il lato positivo, hai una settimana di vacanza.- gli disse sogghignando -Anche se non so quanto potrà giovarti.- gli sorrise ancora, ma questa volta era un sorriso malandrino, però Chris non ci fece molto caso. Poi la ragazza si chinò su di lui e lo baciò dolcemente. -Non farti scoprire ad uscire di qui intesi? Altrimenti, non potrai più venire a trovarmi!- gli sorrise mordendosi l’angolo del labbro inferiore.
Lui le sorrise a sua volta, si mise a sedere a la baciò ancora e ancora.
-Ok, ma ora lasciami, altrimenti arriverò in ritardo.-
-E chi se ne frega!- baciandola ancora.
Clarisse gli sorrise, lo sentiva dal modo in cui lo stava baciando. -Sul serio Chris.-
Lui allora la lasciò di malavoglia e la guardò uscire dalla stanza sorridente.
Tempo neanche dieci secondi che Chris era già in piedi e vestito e stava scendendo lungo la parete della casa di Ares. “E io dovrei lasciarla sola con un tizio qualsiasi? Ma assolutamente no. E se le fa qualcosa? Certo lei si sa difendere benissimo … ma, ma, cavolo…”  in un istante scivolò con un piede e perse la presa, ritrovandosi dolorante steso al suolo. Fortunatamente era quasi arrivato a terra, quindi non era caduto da molto in alto, ma rimase senza respiro comunque per qualche secondo.
-Aia! Che male!- ancora mezzo indolenzito si girò da un lato e si alzò in piedi. Sbirciando tra le case notò che Clarisse aveva appena superato la cabina di Apollo. “Dannazione quanto cammina svelta! Non sarà impaziente di allenarsi, spero!?” Veloce entrò al limitare della foresta e la seguì a distanza, rimanendo nascosto all’ombra degli alberi. Una volta arrivato all’arena entrò dalla porta sul retro, salì sugli spalti e rimanendo nascosto nell’ombra osservò la scena. Fortunatamente l’arena aveva la stessa caratterista fonica dell’anfiteatro. Le persone che parlavano al centro del campo venivano udite anche nel punto più alto degli spalti, in più, quando Clarisse era in modalità scontro, se parlava, aveva un tono di voce piuttosto alto e spingeva anche il suo avversario ad urlare.
 
Quando Clarisse entrò nell’arena ebbe un attimo di stupore. Henry era già lì. Già armato e con la corazza protettiva.
La ragazza lo squadrò attentamente. In pochi riuscivano a sorprenderla sul campo di battaglia. -Sei arrivato, prima di me.- non era di certo una domanda retorica o una specie di complimento … e aveva di più l’aria di una minaccia, piuttosto che di un’affermazione scocciata. Erano le 4.55.
-Tu mi hai detto che non dovevo arrivare in ritardo, ma non hai accennato al fatto che non dovessi arrivare in anticipo!- sorrise e fece spallucce lui.
 
“Cos’è quello? Un tentativo di flirt?” Chris si sentì montare la rabbia in corpo.
 
-Mmm! E da quanto tempo è, che sei qui?- incrociò le braccia al petto impettita.
-Dalle 4.30!- le sorrise ancora Henry estraendo “Occhio di Pavone” dal fodero di cuoio marrone.
 
“Sì! Sta decisamente flirtando con la mia ragazza!” Chris serrò la mascella ed iniziò a molleggiare nervosamente la gamba.
 
Clarisse sollevò un sopracciglio piacevolmente colpita. -Ah!- poi osservò la spada -E quella?- la indico con un cenno della testa.
Henry la sollevò -Oh! Questa? È un regalo di mia madre! L’ha conficcata al centro della stanza da letto ieri sera e ha detto di usarla. Quindi pensavo che magari avrei fatto meglio ad usare questa, per abituarmi a combattere.-
La giovane guerriera scosse la testa in segno d’assenso. -Sì! È una buona idea, dato che hai solo una settimana per imparare a combattere è meglio che ti abitui subito ad usare l’arma che ti porterai in missione.- gli sorrise compiaciuta -Bravo, ragioni già come un guerriero, forse hai qualche speranza di sopravvivere.-
 
“Ah! Gli fa pure i complimenti! A me non ha mai detto niente del genere!” sospirò adirato Chris nascosto nell’ombra ad osservare la scena.
 
Henry sorrise compiaciuto e soddisfatto per quel complimento … un sorriso da idiota, a detta di Chris.
-Beh! Se riuscirò a sopravvivere la fuori sono certo che sarà solo per merito tuo!- e si mise in posizione di combattimento.
Clarisse sorrise. -Questo è poco ma sicuro, pivello!- prese una spada dall’armeria e lo incitò ad attaccare.
 
“IO LO UCCIDOOOO!” Chris stava letteralmente fumando d’ira “Lo voglio vedere morto, quello stoccafisso, quel bell’imbusto. No, no, quel tizio non è altro che una GATTA MORTA!” *^* 
“Voglio ucciderlo in tutti i modi possibili ed immaginabili. Avrà una morte sociale, mentale e fisica che la storia ricorderà come la più cruenta mai vista! Sì, sì! Lo filmerò mentre viene pestato a sangue da Clarisse e lo metterò su youtube!” sorrise divertito “Oppure potrei andare lì, in mezzo all’arena e battermi con lui e sconfiggerlo davanti agl’occhi di Clarisse allora… Lei -Oh Chris, come sei coraggioso e impavido. Sei il mio eroe.- con gli occhi a cuoricino.
Mentre io, col sorriso più spezzante e affascinante che possiedo, mi giro verso di lei le prendo il mento con due dita e poi mi avvicino e le dico in tono suadente -Per te questo e latro, baby!-“
Chris a quel pensiero sogghignò come un maniaco pervertito più che come un probabile omicida. Poi si ridestò “Ma a che cosa sto pensando!” e premette la fronte contro la ruvida parete di pietra dell’arena “Se Clarisse avesse gli occhi a cuoricino non sarebbe più Clarisse! Infatti, se interrompessi la sua sessione di allenamento mi infilzerebbe come un puntaspilli con tutte le lance del campo… Oh sì!” sorrise compiaciuto all’idea, ma si riprese subito “… Smettila cretino!” e cominciò a sbattere la testa sulla parete “Stupido, stupido, idiota, stupido!” poi si fermò con la fronte sanguinante a guardare giù nell’arena. “Potrei fargli cadere addosso un albero mentre passa vicino al bosco! … No, no, deve sembrare un incidente …”
“Allora, analizziamo la situazione. Clarisse lo allenerà per la maggior parte del tempo all’uso di una sola arma, la spada a quanto vedo, dato che ha solo una settimana di tempo si concentrerà sul fare in modo che possa usarla al meglio e poi, solo alla fine, gli darà un’infarinatura sulle tecniche base con le altre armi, in caso di necessità non si sa mai! Potrei allentare uno dei cardini del porta lance così quando faccia-da-sberle andrà a prenderne una gli cadranno tutte addosso infilzandolo.” Soffocò una risata malvagia e si mise ad osservare il loro allenamento, gongolando sul suo fantastico piano.
Anche se era la prima volta che faccia-da-sberle prendeva in mano una spada, se la cavava piuttosto bene, dovette amaramente ammettere Chris e sembrava che Clarisse si stesse divertendo.
“Con me non si diverte così!” dovette ammettere il ragazzo a malincuore T-T “Va bene che forse sono troppo occupato a rimanere vivo per potermene accorgere -_- però … !” T^T ad un tratto ebbe una folgorazione O-O “Con me … non si diverte!” O^O e sprofondò in uno stato catatonico-depressivo … catatopressivo senza precedenti.
Si rannicchiò con le ginocchia strette al petto guardandoli mentre si scambiavano vigorosi colpi di spada, affondi, parate e stoccate, rimuginando sui suoi pensieri precedenti e in men che non si dica finirono di allenarsi.
 
-Bene. Devo dire che sono soddisfatta. Sei più bravo di quanto mi aspettassi.- disse orgogliosa Clarisse.
-Davvero? Beh, essere stimolato, da un ottimo avversario, dà i suoi frutti …- rispose annaspando Henry, piegato con le mani sulle ginocchia.
La ragazza sollevò un sopracciglio. -Ottimo? Io sono la migliore!- ghignò lei gongolante con le mani sui fianchi.
 
O-O “Cosa fai Clarisse? Non fare la civetta! Così lo incoraggi e basta!” T-T Chris si era appena ripreso, ma solo per ricevere un’altra stoccata al cuore. “Lo so che non lo fai apposta! Tu non te ne rendi conto, ma tutti gli altri, sì!” 
 
-Comunque devi migliorare la resistenza!- incrociò le braccia al petto, non doveva mostrarsi troppo accondiscendente, altrimenti si sarebbe rammollito.
-Signor sì, signora.- le fece il saluto militare.
Lei ne fu divertita e decise di stare al gioco. Rispose al saluto -Riposo soldato.- poi andò a rimettere la spada nell’armeria -Bene ora andiamo a farci una doccia, una buona colazione e poi lezione di tiro con l’arco fino alle 10 e poi ti allenerai per migliorare la resistenza.-
-Ah … e quando mi riposo?- le chiese sfinito.
-Quando sarai morto.- gli rispose la ragazza mentre se ne andava, come se la cosa non le riguardasse.
 
O-O
Per quanto riguarda Chris, sebbene avesse ascoltato tutta la conversazione, l’unica parte che il suo cervello recepì fu “… andiamo a farci una doccia …” e la frase continuava a riecheggiargli nella mente come un eco.
“A-andiamo è plurale, quindi più di uno, loro sono in due, quindi era riferito a loro due, quindi ad entrambi; farci anche, anche quello è plurale, perché se in una frase c’è il soggetto al plurale anche il verbo va inteso al plurale, poi farci, -ci, -ci vuol dire insieme e loro erano da soli, quindi era riferito a loro, loro insieme; e, e poi c’è doccia, doccia, nome specifico di … nudi sotto l’acqua … NOOOOOO” @-@ a Chris girava la testa, si sentiva frastornato. Se le avesse prese da Clarisse sarebbe stato di certo mille volte meglio. Tornò a guardare al centro dell’arena. La gatta morta stava correndo dietro a Clarisse … Chris non poteva permettergli di fare i suoi porci comodi con la sua ragazza. Veloce scese le scale e uscì dal retro, come prima, li seguì stando nell’ombra e arrivato alle docce si aspettava di vederli entrare assieme, ma lui andò sulla struttura adibita ai ragazzi, mentre lei su quella delle ragazze.
… O^O … Inizialmente Chris rimase sorpreso, la scena che si era immaginato era un qualcosa tipo:
Clarisse e Henry avvinghiati selvaggiamente, nudi, sotto la doccia, lui sarebbe entrato e avrebbe preso la testa di Henry e gliel’avrebbe infilata nel sedere e lo avrebbe fatto diventare uno strano scherzo della natura.
Allora Clarisse gli avrebbe detto: -Oh Chris, perdonami per non aver notato prima tutta la tua virile possenza!- *^* con sguardo adorante.
Oppure sarebbe stato tipo:
Clarisse e Henry avvinghiati selvaggiamente, nudi, sotto la doccia, lui sarebbe entrato e avrebbe pestato Henry fino a ridurlo una poltiglia informe e sanguinolenta.
Oppure, ancora:
Clarisse e Henry avvinghiati selvaggiamente, nudi, sotto la doccia …
“NO! Non ci voglio pensare!” si accovaccio a terra e si prese la testa tra le mani. “Ma come diavolo mi vengono in mente queste cose! Perché mai Clarisse, la mia Clarisse mi dovrebbe tradire con l’ultimo arrivato! … Solo perché trascorrono un po’ di tempo insieme … e che sarà mai!? Insomma è stato Chirone a chiedere a Clarisse di allenare la gatta-morta-con-la-faccia-da-sberle, perché lei è la migliore! Uffa!” Si rendeva conto di comportarsi in modo ridicolo, ma non poteva farci niente. “Durante gli allenamenti era l’unico momento che potevamo stare insieme … beh, alle volte anche quando Clarisse mi spediva in infermeria potevamo stare un po’ da soli … mmm … sarà per quello che non mi dispiace farmi malmenare? Oppure è perché sono proprio un masochista? … Naaa!” Si alzò in piedi con rinnovato entusiasmo, in oltre era riuscito a calmarsi un po’. “Magari oggi pomeriggio riusciamo a stare un po’ da soli … nella foresta … potremmo giocare a Cappuccetto Rosso e il Lupo …” sorrise divertito mentre se ne andava a prendere un cambio e un asciugamano per farsi una doccia anche lui. ^-^
 
La mattinata procedette tranquilla, dopo colazione, come aveva già programmato, Clarisse e Henry si allenarono con il tiro con l’arco sotto la supervisione di Will. Essendo un figlio di Apollo la sua maestria con l’arco era superiore persino a quella di Clarisse anche se lei non l’avrebbe mai ammesso apertamente.
“Mmm … da lui si fa aiutare e da me no!” sbuffò Chris, ma rimase comunque ad osservarli da lontano, all’ombra di un pino, fingendo di sonnecchiare … “Forse dopo un po’ di tempo non mi darà più fastidio vederli insieme … com’è successo con Will! … Speriamo!”
Alle 10 precise tornando nell’arena Clarisse si accorse di Chris che bighellonava nei dintorni.
-Ehi!- lo salutò con un sorriso.
-Ciao!- Di immortales quanto amava quel sorriso. -Avete finito?- le chiese come se non sapesse nulla del loro programma.
-No! Ora inizia la parte più dura.-
-Che cosa?- gli occhi di Henry sembrava volessero uscirgli dal cranio.
-Devi migliorare la tua resistenza, te l’ho detto anche questa mattina, ricordi?-
-Sì!- T-T Henry sembrava voler scappare.
A Chris scappò un sorriso, ma non passò inosservato.
-Non è divertente.- lo guardò torvo Henry.
-No!- ribadì serio, ma poi tornò a sorridere -Solo un po’.-
-Scommetto che non riusciresti a resistere allo stesso allenamento a cui mi sottopone Clarisse.- lo sfidò beffardo il nuovo arrivato.
La giovane guerriera sollevò un sopracciglio e fissò Chris come per dire “Ti rendi conto che il pivello ti sta sfidando, vero? Vuoi lasciarlo fare?” e magari anche “Sii uomo e dagli una lezione! Non vorrai che prenda il tuo posto?” … beh, l’ultima parta l’aveva aggiunta Chris.
-D’accordo! Se vinco io dovrai abbassare la cresta, pivello.-
-Mentre, se vinco io …- Henry finse di pensarci su -Non interferirai più con i nostri allenamenti.- sghignò il ragazzo … “Come se sapesse …” pensò Chris.
-Ehi, ehi ragazzi, calma, questa non è un gara, è un allenamento serio. Chiaro?- si intromise Clarisse, ma ormai non la stavano più ascoltando.
-Tu farai da giudice, giuria e carnefice, d’accordo?- era una domanda retorica, la ragazza lo capì dal modo in cui Chris lo disse. Non l’aveva mai visto così serio e soprattutto non l’aveva mai visto così desideroso di far fatica.
Sospirò rassegnata -Mi piace la parte del carnefice!- ed entrarono nell’arena.
-Oh! Guarda chi c’è!? Percabeth!-
I due ragazzi si fermarono dal loro allenamento con la spada.
-Chris, ti ho già detto di non chiamarci così.- lo imbeccò Annabeth.
Lui sorrise divertito -Eh dai, vi sta così bene!-
-Ah, ah, ah! Se noi siamo Percabeth! Voi come vi chiamate?- gli chiese Percy indicandoli con la spada.
-Chrisse!- scrollò le spalle il ragazzo -Non è ovvio?-
Clarisse si tenne la fronte con una mano massaggiandosi le tempie e cercare di far sfumare l’imbarazzo -Tu hai unito i nostri nomi?-
-Non avevo niente da fare, mi sembrava una cosa divertente!- si strinse nelle spalle Chris.
-Voglio ucciderti.- espresse rassegnata la ragazza.
-Wow! Sei proprio bravo a mettere in imbarazzo le persone.- lo derise Henry.
Chris lo incenerì con lo sguardo, poi si voltò verso la ragazza. -Clarisse?-
-Vorrei sprofondare nel Tartaro!- bofonchiò lei, ma abbastanza forte perché Chris potesse sentirla. Poi sospirò profondamente e sollevò la testa. -Bene ragazzi, ora farete cento giri di campo, il primo che finisce vince. Tutto chiaro?-
Henry annuì e Chris fece lo stesso con aria colpevole e abbattuta.
-Ai posti. Pronti. Via! Percy, Annabeth voi farete i giudici con me.-
-Aspetta non coinvolg…- Percy cercò di protestare, ma uno sguardo truce di Clarisse lo dissuase. -Ok.- acconsentì rassegnato.
Dopo aver deciso, “tutti di comune accordo”, di rimanere lì a guardare due tizzi che facevano il giro dell’arena cento volte, si misero comodi, seduti sulle prime gradinate degli spalti di pietra.
-Senti, Clarisse?- Annabeth decise di interrompere il silenzio che si era creato -Perché stiamo, insomma stanno facendo questo?- indicando i due ragazzi che correvano testa a testa nell’arena.
La ragazza sospirò spazientita e le raccontò cos’era successo qualche minuto prima.
-Aaahn!-
-Cosa, ahn? Che significa, ahn?- le chiese spiegazioni Clarisse.
-No, è che mi sembrava ci fosse un po’ troppo testosterone nell’aria!-
Clarisse continuava a guardarla aspettando una risposta chiara.
Annabeth si schiarì la voce. -Credo che Henry abbia una cotta per te e credo anche che Chris se ne sia accorto e quindi, sta solo cercando di proteggere ciò che è … suo!-
Il volto della giovane guerriera avvampò e si voltò immediatamente a fissare l’arena come se ne valesse della sua vita. -No, non è possibile, ti sbagli.-
-Su cosa?- la guardò scettica la figlia di Atena.
-Su tutto!-
-Oh, ma andiamo, smettila! Ti rendo noto che tutti al campo sanno che tu e Chris state insieme, anche se ti ostini a far finta di niente, costringendo quel povero ragazzo a fare altrettanto!- sbottò Percy. -E poi è perfettamente normale che cerchi di proteggerti, non vuole perderti. Se ci fosse qualcuno che fa la corte ad Annabeth farei lo stesso anch’io.-
-Sul serio?- gli chiese lei con occhi languidi.
-Certo, diventerebbe cibo per pesci.- la rassicurò il ragazzo avvicinandosi a lei per rubarle un bacio, ma Annabeth si voltò verso Clarisse -Vedi, anche Testa d’alghe lo farebbe.-
-Ehi, io sono qui! Non parlare di me come se non ci fossi!-
Le ragazze lo ignorarono -Certo il fatto che sia una cosa così plateale probabilmente è dovuto al fatto che sono dei ragazzi, in fondo a loro piace esagerare e tendono sempre al drammatico.-
-Veramente, sono le ragazze ad essere più inclini al drammatico! Comunque in questo momento stanno facendo una semplice gara di virilità.-
Annabeth lo guardò accigliata. -Beh, in questo caso non basterebbe solo, solo, beh, ecco sì, fare una semplice misurazione?- era visibilmente imbarazzata.
-Da quando in qua sei così esperta?- le chiese altrettanto accigliato, anche se cercava di nascondere un sorriso divertito.
-Idiota!- si voltò scocciata a guardare l’assurda sfida.
Lui rise e guardò il campo. -Vedetelo come una gara per determinare un’immaginaria estensione fallica che comprenda sia la virilità, che la forza fisica, che mentale, per provare la profondità del loro sentimento a te, Clarisse e la loro superiorità, all’avversario.-
Le due ragazze lo guardarono allibite e quando lui se ne accorse si mise a fissarle -Che c’è?- domandò confuso.
-Non avrei mai pensato di sentire in un'unica frase le parole immaginaria, estensione e fallica … soprattutto detto da te.- Annabeth era rimasta a bocca aperta.
-Prissy la prossima volta che cercherai di fare l’intellettuale, ti prego, non farlo vicino a me.- concluse Clarisse.
 
Finalmente quei due invasati avevano finito di correre i cento giri dell’arena, ora stavano annaspando un po’ d’aria ad un lato del campo in una piccola chiazza d’ombra.
-Beh! Sono vivi! Devo dire che è già un buon risultato!- constatò Percy avvicinandosi con le ragazze.
-Questo è poco ma sicuro!- concordò Annabeth.
-Hanno appena cominciato. Non crederete che il mio allenamento sia qualcosa di così blando, spero?!- si voltò verso la coppia con un’espressione come per dire “Questo era solo il riscaldamento. Non ve ne eravate accorti?” -Allora.- si voltò verso i due ragazzi sfiniti davanti a loro -Ora mettetevi a terra e fate duecento flessioni e vedete di mantenere un ritmo regolare, dato che è la prima volta, terrò io il tempo e farete una pausa di trenta secondi ogni cinquanta piegamenti. Tutto chiaro? Bene. A terra.-
Senza discutere i due sfidanti si misero a terra ed aspettarono il segnale della ragazza per cominciare. Intanto, Clarisse aveva preso dalle mani di Annabeth la sua spada e seguita da Percabeth si sedettero sulla prima fila di spalti nel lato all’ombra dell’arena.
-Ad un battito scendete, all’altro salite e non azzardatevi a toccare terra col torace oppure ad inarcare la schiena o ad alzare il sedere. Tutto il vostro corpo deve essere in linea con le spalle. Bene. Pronti. Via.- ed iniziò a picchiettare col piatto della lama la superficie di pietra delle gradinate.
Annabeth constatò che ogni battito equivaleva ad un secondo e che non perdeva il ritmo, mai. Era secco, lineare, marziale, proprio da Clarisse. Lei e Percy si guardarono dispiaciuti per il duro allenamento dei ragazzi e per il loro ruolo in quella storia, che, a dirla tutta, non avevano ancora capito che cosa dovessero giudicate. Nessuno dei due avversari voleva perdere, seguivano il faticoso ritmo senza fiatare “Beh! Non credo che di fiato gliene sia rimasto molto per poter parlare!” pensò Percy.
Nessuno cedette, mai.
Si lasciarono cadere a terra ansimanti solo quando Clarisse gridò lo STOP.
-Avete due minuti di pausa vedete di recuperare in questo tempo.-
-Cosa? non abbiamo ancora finito?- chiese Chris col fiatone e le braccia indolenzite, mentre si girava supino per respirare meglio.
-Puoi pure andartene se vuoi!?- gli rispose Henry con mezzo sorriso sulle labbra.
-Ti piacerebbe, pivello! Dillo che non ce la fai più!- ribatté per tutta risposta l’ispanico.
-Sei tu quello…-
-Se avete tutto questo fiato potete benissimo ricominciare, vero?- ringhiò la loro allenatrice.
Nessuno più parlò fino alla scadere dei due minuti.
-Ora, con lo stesso metodo di prima, farete cinquecento addominali.-
Chris ed Henry si misero in posizione ed attesero il segnale.
-Pronti. Via.-
L’allenamento durò fino all’ora di pranzo, ma nessuno dei due cedette. Chris si sentiva sfinito, non si sarebbe mai più lamentato di un allenamento corpo a corpo con Clarisse, in quello almeno aveva più fantasia di movimento ed usare la sua agilità per difendersi e combattere. Qui invece, era solo un rigio lavoro di muscoli e ormai i suoi stavano per partire per un viaggio di sola andata per il Tartaro.
-Bene, per questa mattina abbiamo finito ora andatevi a fare una doccia e poi a mangiare … Henry, con te ci ritroviamo qui alle 4.00, anzi no alle 3.00 quindi mangia leggero.-
-E lui non viene?- indicò con un gesto del capo il ragazzo ispanico.
-Oggi pomeriggio riprenderemo l’allenamento con la spada, non posso occuparmi di entrambi e poi mi devo concentrare su di te. Hai solo una settimana per prepararti all’impresa che ti affiderà Zeus.-
-Allora chi ha vinto?- chiese ancora Henry.
-Nessuno.-
-Beh! Allora, oggi pomeriggio potremmo affrontarci con la spada, una sfida amichevole e riprendere…- continuò il ragazzo.
-Anzi no, mi sono sbagliata. Ho vinto io.- lo interruppe Clarisse -E lo sai perché? Perché vi siete allenati come se non ci fosse un domani. Ma vedo che tu sei ancora pieno di energie, forse vuoi continuare?-
-Quindi, ho vinto io!- le sorrise compiaciuto Henry lanciando anche un’occhiatina di scherno a Chris.
-Alle docce.- Clarisse era pericolosamente seria. -Subito.-
Henry abbassò leggermente la testa e con la coda tra le gambe uscì dall’arena.
A Chris scappò un sorriso.
-E tu che cos’hai da ridere?- gli ringhiò contro la ragazza.
-Niente è che me l’aspettavo che l’avresti detto.-
-Cosa?- lo guardò confusa incrociando le braccia al petto.
-Che avevi vinto tu!- si strinse nelle spalle. -Tu vinci sempre.- le sorrise.
-Chi è la causa di questa pagliacciata? Vedi di non intrometterti anche oggi pomeriggio.- Clarisse non sorrideva, lei era furiosa.
-C-Clarisse, io…-
-Alle docce.-
-Clarisse…-
-Adesso.-
Chris non abbassò la testa. Chris sostenne il suo sguardo. Anche lui era arrabbiato. -Como comandos.- (trad. “Come comandi.”)
Lo spagnolo lo usava solo per farle piacere, lui lo sapeva che lei adorava sentirlo parlare in spagnolo, ma questa volta lo usò per farle capire come si sentiva, beh, almeno ci provò perché non aspettò una sua reazione e se ne andò alle docce. Era furioso, aveva fatto tutto quello solo per lei, per dimostrarle che non era una mammoletta, che era forte, che era degno di lei … e lei cosa gli dice “Non intrometterti … Alle docce.”
“Questa mattina era tutta un bravo di qua e un bravo di là per quel faccia-da-sberle, tutta fiera e orgogliosa. Mentre adesso, per me, neanche un sorriso. Eppure lo sa che non mi piace allenarmi. Dannazione!” imprecò dando un calcio ad un albero con tutta la suola della scarpa. Fu un colpo così forte da staccare un pezzo di corteccia.
-Ahi!- una ninfa ne usci massaggiandosi una gamba -Che ti è preso, sei forse impazzito? Guarda che mi hai fatto male sai?- lo rimproverò guardandolo in cagnesco con i suoi occhi totalmente verde muschio.
-Scusa.- disse brusco continuando a camminare.
-Che modi, sei solo un bullo un anti ambientalista, sei peggio degli animali che fanno i loro porci comod…-
Chris si fermò e tornò indietro, prima Clarisse e adesso una ninfa qualunque, eh no, ora basta. -Vorrà dire che la prossima volta ti farò visita con una motosega. Contenta?-
La ninfa lo guardò pallida ed inorridita e fuggì spaventata. Chris rendendosi conto della stupidaggine che aveva fatto cercò di fermarla, di spiegarle -No, dai aspetta, scusa, mi dispiace, non volevo, non dicevo sul serio … mi dispiace.- perché non ne faceva mai una giusta. Quando nella sua testa c’era Clarisse, tutto il resto spariva, anche il buon senso … e questa poi, era la prima volta che litigavano in quel modo, che sì, non avevano proprio litigato nel vero senso del termine, ma quello scambio di sguardi era peggio di mille insulti.
Chris si sedette su di una roccia, vicino all’albero che aveva colpito, sperava che la ninfa tornasse, per poterle chiedere scusa, almeno a lei.
L’ora di pranzo passò … e piano, piano, un po’ titubante, la ninfa tornò al suo albero ma quando vide il ragazzo si fermò terrorizzata, stava per andarsene di nuovo, ma questa volta Chris fu più rapido e quando le chiese scusa lei si fermò ad ascoltarlo. Allora lui le raccontò tutto, della gara, del litigio, di come si sentiva e del perché aveva tirato quel calcio. La ninfa ascoltò paziente, ma comunque infastidita e forse ancora un po’ spaventata, in fondo, alberi e motoseghe non vanno molto d’accordo.
-Va bene, per questa volta ti perdono, ma vedi di non prendere a calci più il mio albero, nessun albero.- e poi si affrettò ad aggiungere -E di non usare motoseghe.-
Chris sorrise -Farò il possibile!- chiarita la situazione stava per andarsene, quando la ninfa lo chiamo.
Era per metà dentro l’albero -Senti, forse dovresti dire alla tua ragazza quello che hai detto a me, se magari vi chiarite tutto tornerà a posto o comunque, sarà meglio di rimanere arrabbiati, no?-
-Sì!- il ragazzo le sorrise sereno -Hai ragione. Lo farò! Grazie!-
Anche la ninfa gli sorrise e sparì nell’albero.
 
Purtroppo l’ora di pranzo era finita, ma fortunatamente le arpie delle pulizie avevano appena iniziato a sistemare il padiglione, così, Chris, furtivo e silenzioso riuscì a sgraffignare un paio di mele verdi, le sue preferite e un bel grappolo gonfio di chicchi d’uva bianca, un pagnotta e un pezzo di formaggio morbido (ottimo con la frutta).
Trovatosi un posto tranquillo e all’ombra, iniziò a pranzare e ad ideare un piano d’azione. “Allora, una volta finito di mangiare vado a farmi una doccia veloce, poi potrei andare da Clarisse e … no, no, mi ha detto di starle alla larga oggi pomeriggio, quindi forse è meglio se ci parlo questa sera … sì, sì, questa sera, dopo cena, mi arrampicherò in camera sua e ci chiariremo. Sì, bene. Però finché arriva questa sera, cosa faccio? Potrei andare a vedere da lontano come vanno gli allenamenti del pivello. In fondo Clarisse mi ha detto di starle alla larga, quindi, se guardo e non mi faccio vedere, non dovrebbero esserci problemi!” E così fece … ma forse, andare a guardare gli allenamenti di scherma della gatta-morta-faccia-da-sberle non fu una grande idea. Infatti, non faceva altro che pensare di pestare il pivello in tutti i modi possibili ed immaginabili. Con una vanga, un bastone, sotto gli zoccoli di un pegaso, sotto quelli di Chirone, oh sì, anche sotto una mandria di party pony, oppure lui si potrebbe trovare più a suo agio sotto gli zoccoli di una mandria di lente e placide vacche … tutte in fila per uno sopra di lui. Sì, quest’ultima opzione gli piaceva di più, magari dopo averlo batacchiato un po’ con una vanga però.
 
Finalmente l’ora di cena arrivò, Chris mangiò nervosamente poco niente, non faceva neanche caso alle frecciatine di un paio dei sui fratelli, era inquieto, agitato, aveva paura di sbagliare qualcosa e di peggiorare le cose, ma come gli aveva detto la ninfa, doveva provare “comunque sarà meglio di rimanere arrabbiati, no?”
“Sì, sarà comunque meglio.” Si rispose mentalmente.
 
“Bene! È il momento!”
Agile e furtivo si arrampicò fino alla finestra di Clarisse e scivolò dentro alla stanza con movimenti fluidi e silenziosi. Chris si aspettava di trovarla intenta a fare i suoi esercizi serali, ma la ragazza, non era lì.
“Dove sarà? Non starà facendo a botte con qualcuno, spero! Naturalmente spero che non gli faccia troppo male! A meno che non si tratti di Henry, allora potrebbe pestarlo per bene.” Pensò divertito, ma poi un’ombra scura gli rabbuiò il volto “Aspetta e se adesso fosse proprio con Henry. Insomma, per venire qui, senza essere notato, l’ho persa di vista e non ho proprio badato a Henry durante la cena.” Il panico prese il sopravvento, il suo cuore cominciò a battere all’impazzata, si passò una mano sulla fronte e poi cominciò a tormentarsi il labbro inferiore col pollice e l’indice camminando nervosamente per la stanza. “E se adesso fossero in riva al lago a camminare romanticamente mano nella mano? NO, no, non può essere, ragioniamo. Clarisse non si farebbe mai vedere così apertamente amoreggiare con qualcuno. Andiamo! Non l’ha mai fatto con me…”
Pausa pre-panico.
O-O
Panico.
“E se il problema invece, fossi proprio io? Se fosse con me che non si vuole far vedere in giro? Infondo, agl’occhi di tutti io ho tradito il campo e non importa se sono tornato. Dal punto di vita di un guerriero potrebbe equivalere ad una forma di disonore … e … e quindi … Clarisse, si vergognerebbe di farsi vedere con me.” I suoi pensieri furono interrotti da delle voci fuori dalla finestra e lui, nascosto, si avvicinò per guardare e sentire meglio. La stanza della ragazza era una di quelle laterali e quindi fece fatica a vedere cosa stava succedendo. Però non aveva alcun dubbio.
Fuori dalla casa di Ares, c’erano Clarisse e Henry.
-Allora, a che ora ci vediamo domani?- le chiese il ragazzo.
 
“Dannato bastardo, guarda che si tratta di una sessione di allenamento, non di un appuntamento. Vuoi morire per caso?” Chris strinse i pugni talmente tanto da farsi diventare le nocche bianche.
 
-Alle 5.00, come oggi.-
-E cosa faremo?-
-Quello che abbiamo fatto oggi. Sempre se riuscirai ad alzarti dal letto.- sogghignò lei.
Lui sorrise. -Se ci riesco allora usciamo insieme?-
O-O
 
O-O
“IO LO AMMAZZO DI SICURO!” *^*
Fortunatamente Chris non soffriva di attacchi di combustione spontanea altrimenti avrebbe ridotto, non solo la stanza di Clarisse, ma tutta la casa di Ares in un cumulo di cenere.
 
Clarisse era ancora a bocca aperta per la sorpresa, era convinta che Annabeth si sbagliasse ed invece … -Ah, a-ascolta, io sono la tua insegnante e nient’altro, ok?-
-Ok!- rispose il ragazzo storcendo un po’ il naso. -Però se torno vincitore dalla prova di Zeus, ne riparliamo.- la guardò con occhi lascivi -Buona notte.-
-N-Notte!- Clarisse era senza parole, era la prima volta che piaceva ad un ragazzo. Certo, eccetto Chris. Solitamente lei li faceva fuggire a gambe levate, non si mettevano a farle la corte. Senza accorgersene il cuore cominciò a battere più velocemente. Sarà anche stata una dura e burbera figlia di Ares, ma era pur sempre una ragazza ed essere corteggiata, le faceva piacere.
“Assolutamente no.” Si riprese. Entrò nella cabina 5 di gran carriera e si sarebbe diretta subito in camera, se uno dei suoi fratelli non avesse attirato la sua attenzione con un sonoro fischio da muratore -Quello chi è? Il tuo nuovo ragazzo?- sogghigno -Anche se è già condannato a morte, almeno è meglio del traditore.- e rise di gusto.
In cinque passi, Clarisse era già su di lui a pestarlo di botte. Gli fratturò la mascella e forse anche qualcos’altro. Ora non avrebbe più riso o parlato per ameno due giorni. Lei ne uscì con un labbro spaccato e un taglietto sul sopracciglio sinistro.
Quando entrò in camera non ebbe neanche il tempo di sospirare che notò una sagoma seduta sul suo letto e si spaventò, poi mise a fuoco era Chris.
-Chris, Di immortales, mi hai fatto prendere un colpo!- gli disse a bassa voce chiudendo la porta.
-Mi dispiace è che …- quando sollevò lo sguardo vide le sue ferite si alzò subito dal letto e si avvicinò a lei sospirando -Sempre a fare a botte, eh?- la rimproverò, anche se il suo tono era più quello di una persona rassegnata ad essere preoccupata. -Dai siediti.-
-Posso fare come se fossi in camera mia, vero? Che gentile!- scherzò lei e si sedette sul letto.
Chris prese dall’armadio il kit di pronto soccorso che le aveva dato di scorta, “Non si sa mai!”, le aveva detto. Dentro c’erano dei cerotti, molti cerotti, del disinfettante un paio di garze e delle bende. A volte capitava che non le andasse di andare in infermeria. “Sono solo dei graffi! Che ci vado a fare? A farmi prendere in giro da Will?” diceva. A parte il fatto che Will non avrebbe mai detto niente del genere, tranne forse “Clarisse, ancora tu? Non me l’aspettavo. La prossima volta ti aspetto in un sacco per cadaveri.” Ma poi l’avrebbe rimessa in piedi più forte di prima.
Ecco questo era uno di quei casi “no!”, erano due graffi e in infermeria non ci sarebbe andata per nessun motivo al mondo.
-Cosa ci fai ancora qui?- le chiese con la delicatezza di una macchina che ti passa sopra sette volte perché il guidatore non è convinto di averti preso sotto nel modo giusto. -Hai ancora problemi con gli altri ragazzi della cabina 11?-
Chris si sedette sul letto, di fianco a lei, mise un po’ di disinfettante su una garza e cominciò a pulirle le ferite -Girati un po’ verso di me! Sì ho ancora problemi, ma non è per questo che sono qui.-
La ragazza corrugò la fronte. -Per cosa allora?-
-Stai ferma.- la rimproverò lui -Volevo chiederti scusa per oggi, non ho .. non ho avuto un comportamento molto maturo …- sospirò e passò a disinfettarle il labbro -E’ solo che … quel tizio mi dà sui nervi e non sopporto che ti ronzi attorno.-
Lei sorrise. –Veramente, sei piuttosto carino quando fai il geloso. Però, non era per quello che mi ero arrabbiata oggi.-
Chris si fermò la guardò confuso -N-No? E allora perché ti sei arrabbiata?-
-Per la storia della fusione dei nomi. Ma come ti è venuto in mente dico io?-
-Beh, un pomeriggio che non avevo niente da fare, tu non c’eri, mi annoiavo e mi sono messo a guardare la gente che camminava per il campo. Ad un tratto ho visto Percy e Annabeth che andavano in giro mano nella mano, mi è venuto in mente il mito delle due metà di Platone e ho pensato a come si sarebbero chiamati se in realtà fossero un'unica entità: Annarcy, ma non suonava bene; Percybeth, ma mi sembrava poco poetico il fatto che il nome di lui ci fosse tutto e quello di lei no; e poi è saltato fuori Percabeth e mi è sembrato perfetto. Poi ho pensato a noi e il nome mi è venuto subito.-
Clarisse sospirò -Io intendevo come ti è venuto in mente di dirlo davanti a tutti, soprattutto a Henry!?-
-Da quando in qua ti preoccupi di quello che pensano gli altri? E cos’ha Henry di speciale?- la cosa irritava non poco Chris.
-Henry non ha niente di speciale! Solo che non volevo perdere la mia autorità davanti a lui, sono io che lo alleno.-
-Se non ha niente di speciale, allora perché non gli hai detto subito che hai un ragazzo, quando lui ti ha invita ad uscire?- gli chiese arrabbiato il ragazzo.
-Tu, mi hai spiata?- gli chiese incredula Clarisse.
-No. Beh! Sì, ma è stato un caso! Ero qui che ti aspettavo e ho sentito per caso la vostra conversazione.-
-Oh, quindi anche oggi ti trovavi per caso vicino all’arena e al poligono di tiro?-
Chris non disse nulla.
-Dimmi, come posso crederti?-
-Già, in fondo io sono un traditore, vero? E un condannato a morte è sempre meglio di me, giusto?- le chiese cupo.
-Hai ascoltato anche questo.- Clarisse incrociò le braccia.
-Beh, sappi che è difficile non sentire un figlio di Ares quando apre la bocca. Avete tutti un tono piuttosto roboante.- scavalcò la finestra.
-Cosa fai?-
-Me ne vado. Non credo tu mi voglia qui questa notte.- stava mettendo fuori anche l’altro piede quando Clarisse parlò.
-Bene, bravo. Scappa. Questo è quello che sai fare meglio. Andartene.-
Chris si fermò come pietrificato. -Sai Clarisse, di tutti, credevo che tu saresti stata l’unica, che non mi avrebbe mai parlato in questo modo. Che non me l’avrebbe mai rinfacciato.- glielo disse senza voltarsi, senza guardarla, per poi scivolare via nel tepore della sera.
 
Chris era arrabbiato, arrabbiato con se stesso perché, per l’ennesima volta, non era riuscito a fare quello che veramente voleva. Si diresse nella foresta, addentrandosi sempre di più, sperando di incontrare qualche mostro per sfogare la sua frustrazione.
 
Martedì
Oggi Clarisse era di pessimo umore e lo sfogava tutto su Henry, il ragazzo riusciva a stento a difendersi dai suoi colpi, figuriamoci pensare di attaccare.
-Clarisse, c’è qualcosa che non va?- le chiese alla fine dell’allenamento pre-colazione.
-Non sono affari che ti riguardano. Più tardi ti aspetto al campo di tiro.- e se ne andò.
“Sai Clarisse, di tutti, credevo che tu saresti stata l’unica, che non mi avrebbe mai parlato in questo modo. Che non me l’avrebbe mai rinfacciato.”
-Al diavolo. Razza di stupido.- e tirò un forte calcio ad un albero.
-Ahi! Ancora? Questa volta …- la ninfa che ne uscì massaggiandosi la gamba smise di parlare non appena vide Clarisse -Ma tu non sei quello di ieri!?-
-Che perspicacia.- la derise la ragazza.
-L’altro era più carino e innamorato.- la ninfa assunse uno sguardo trasognato. -Pensa aveva litigato con la sua ragazza e si era venuto a sfogare su di me. Ma che tipo!- ricominciò indignata -Ma poi mi ha chiesto scusa e mi ha raccontato tutta la storia. Chissà se hanno fatto pace?-
-Sì, beh addio.- tagliò corto Clarisse.
-Assetta com’è che aveva detto di chiamarsi … ah sì Chris.- disse fra se e se la ninfa.
La ragazza si fermò di scatto -Chris?-
-Anche tu dovresti imparare da lui e chiedermi scusa.- le disse tutta impettita la ninfa.
-Tu hai parlato con Chris? E Quando?- Clarisse si era avvicinata di nuovo alla ninfa, ma lei faceva finta di ignorarla. Clarisse si trattenne dallo sradicarle l’albero a mani nude e fece un respiro profondo. -Mi dispiace per il calcio, non pensavo che questo albero fosse abitato. Ora potresti, per favore, dirmi di Chris.-
La ninfa si girò appena per guardarla -Perché vuoi sapere di lui?- gli chiese ancora un po’ indispettita.
Clarisse sospirò. -Perché sono la ragazza con qui ha litigato.-
-Oh! Davvero?- le chiese la ninfa girandosi verso di lei tutta eccitata -E dimmi, com’è andata?-
-Beh! Mi ha chiesto scusa, per il motivo sbagliato, ma poi, abbiamo litigato ancora!- Clarisse fece una smorfia e si sedette su di un masso vicino all’albero della ninfa. -Ed è stato ancora peggio. Gli ho detto una cosa orribile, dopo che lui aveva cercato di dimostrarmi che era forte …-
-Oh! Con quella sfida con quel ragazzo che stai allenando?- la interruppe la ninfa.
-Sì! Quello!- sospirò la ragazza.
-Devi essere più positiva! Emani una forte negatività, se una pianta vivesse con te si suiciderebbe!-
Clarisse si voltò a guardarla, come se non aspettasse altro che una ‘frase positiva’ come quella potesse risollevarle il morale. “Ma perché mi sono messa a parlare con una ninfa?”
-Sai, il tuo Chris si era seduto proprio sulla roccia dove sei tu adesso! Noi creature della natura interpretiamo questi atti come un segno del destino. Sono certa che tra di voi le cose si sistemeranno per il meglio, vedrai. Ora però …- la ninfa annusò l’aria -… sarebbe meglio che ti andassi a fare una doccia sai.-
Clarisse sorrise. -Già, è meglio!-
Sperando che la ninfa avesse ragione, andò a farsi una doccia e continuò a passare la giornata ad allenare Henry aspettando impaziente la sera, desiderando che Chris, da un momento all’altro, entrasse dalla finestra della sua stanza e si accoccolasse nel letto abbracciato a lei. Purtroppo però, Chris quella notte non si presentò.
 
Mercoledì
Clarisse fece fatica ad alzarsi quella mattina, si era addormentata tardi nella speranza che Chris arrivasse, ma dormì da sola tutta la notte.
Durante gli allenamenti, venne quasi disarmata da Henry, ma si riprese subito e contrattaccò fino ad avere la meglio.
Anche durante i pasti Chris non si faceva vedere, così prima di andare al campo di tiro con l’arco andò a parlare con i fratelli Stoll, solo per accertarsi che non l’avessero appeso da qualche parte.
-Chris? No, noi non ne sappiamo niente! Per quello che ci frega!- disse Travis.
-Ma è vostro fratello!- sbottò Clarisse.
-Era nostro fratello! Fino a quando non ha deciso di allearsi con Crono.- rincarò la dose Connor. -Non riesco a capire come tu possa stare con lui.- concluse con disprezzo.
A Clarisse si strinse il cuore “Come ho potuto trattarlo così? Sta già subendo tutto questo e non ha mai detto niente. Non si è mai lamentato. Non ha mai chiesto aiuto.”
“… ho rotto qualcosa che non può essere aggiustato …”
Lui gliel’aveva detto, ma lei non aveva fatto niente. Era stata così stupida d’aver creduto si trattasse di qualcosa di materiale, invece …
“Clarisse La Rue sei proprio una stupida!”
“… sta solo cercando di proteggere ciò che è … suo!”
Anche quella sapientona di Annabeth gliel’aveva detto.
“Dannazione!”
Ora non poteva andare a cercarlo, era già in ritardo.
Quel giorno fu infinitamente lungo, non aveva mai pensato che le sessioni di allenamento potessero essere così lunghe, noiose ed estenuanti. Voleva solo andarsene, andarsene a cercare Chris.
Durante la sessione pomeridiana con la spada, Henry riuscì anche a ferirla, ma ebbe comunque la meglio lei.
Quella sera però, quando tornò in camera Chris era lì che l’aspettava.
-Farsi colpire da una mossa così banale, ma dove avevi la testa?- il ragazzo si scostò dalla finestra, sul letto c’era già il kit di pronto soccorso.
-Mi stavi spiando ancora?- incrociò le braccia al petto.
-Io non ti spio.- la corresse Chris -Io ti guardo. Ti guardo, sempre.-
Chris era davanti a lei e la guardava negl’occhi. Dolcemente le scostò una ciocca di capelli dalla fronte. Le era mancato così tanto.
-Ero preoccupata per te. Dove sei stato?-
Lui le sorrise e le prese la mano portandola a sedersi sul letto. -Nella foresta, a pensare…-
-Ma sei impazzito. Ci sono i mostri là.- lo interruppe brusca lei.
-… e a spaccare qualche testa.- lui le sollevò delicatamente il braccio, lo disinfettò per quel che era possibile e le spalmò una pomata lenitiva, poi le mise una garza e lo fasciò. -Sai, a volte anch’io ho bisogno di sfogarmi … polverizzando qualche mostro.-
-Sì, ma è pericoloso andare lì da solo e poi … aspetta, ma non hai neanche un graffio!?- lo guardò stupita.
Chris sorrise imbarazzato -Non sono così debole come credi Clarisse.-
-N-Non volevo dire questo e … neanche l’altra volta, io … scusa.-
-No, non ti devi scusare, io sono stato un’idiota, ero concentrato solo su di me e sulla mia gelosia, e non ho capito che eri sotto pressione per il tuo ruolo di allenatrice. Infondo, la vita di quella gatta-morta-faccia-da-sberle dipende dal tuo metodo d’insegnamento.-
Clarisse sorrise. -Gatta-morta-faccia-da-sberle? Non avevo capito che fossi così geloso. È una cosa seria.- lo guardò di sottecchi.
Chris si voltò verso di lei -Tu sei una cosa seria.-
La ragazza arrossì e si sentì il cuore martellarle a mille, sembrava sul punto di voler schizzare fuori dal petto e scoppiare, ma non voleva distogliere lo sguardo da lui, aveva paura che se ne andasse ancora -Non andartene più via senza dirmi niente. Intesi? Non mi piace quando te ne vai via da me.-
-Todo lo que quieras mi amor.- regalandole il bacio più dolce che le avesse mai dato. (trad. “Qualsiasi cosa tu voglia amore mio.”)
Poi Clarisse si ricordò -Ma, io non ti avevo detto di starmi alla larga?-
-Sì, l’hai detto, ma non mi hai vietato di guardare, quindi ho pensato che, se guardo e non mi faccio vedere, non dovevano esserci problemi! Giusto?-
Lei gli sorrise felice. -Mi piace quando infrangi le regole trovando delle scappatoie Rodriguez.- e lo baciò ancora.
 
Giovedì
DRIIIN … DRIIIN … DRIIIN …
Il mattino seguente, come tutte le mattine, nella camera di Clarisse la sveglia suonava alle 4.30, ma lei dormiva così bene tra le braccia di Chris, che fu un supplizio aprire gli occhi.
Dopo essersi chiariti la sera precedente lo aveva spinto a sdraiarsi sul letto e le si era accoccolata a fianco … a dirla tutta, le si era avvinghiata al fianco. Le aveva appoggiato la testa sulla spalla, mentre con un braccio gli cingeva il petto e con le gambe ne aveva avvolto una delle sue … tipo Kraken ad una mal capitata nave … così, per evitare che andasse da qualche parte.
Chris, dal canto suo, non aveva opposto la benché minima resistenza. Anzi, aveva affondato il viso nei suoi capelli, le teneva dolcemente il braccio sul suo petto e le avvolgeva la schiena con la mano libera.
-Mmm … non voglio alzarmi.- si lamentò Clarisse
Chris sorrise inspirando il profumo di lei. -Vuoi far piovere per caso?-
DRIIIN … DRIIIN … DRIIIN …
-Spegnila.-
Chris ruotò leggermente il busto spostando lievemente anche lei e allungò il braccio, che teneva la schiena di Clarisse, verso il comodino e spense la fastidiosa sveglia, poi rimettendolo subito a contatto con la ragazza.
-Sai, se non avessi avuto niente da fare e mi avessi detto che non ti volevi alzare, ti avrei volentieri tenuta a letto tutto il giorno.- sospirò rassegnato -Purtroppo però, devi allenare Henry gatta-morta-faccia-da-sberle per la sua imminente impresa e se dovesse schiattare nel compierla, tu ti sentiresti tremendamente in colpa e dato che, vederti depressa non mi va proprio, vedi di alzarti, andare ad allenarlo, magari pestarlo un po’, solo per la mia gioia personale e poi, tornare da me prima di subito. Che dici?- le disse baciandole la fronte.
Clarisse sollevò lo sguardo e lo baciò -Mi piace la parte “prima di subito.”- sorrise un po’ maliziosa -E mi piace quando dai gli ordini, sei davvero sexy.-
-Mmm, smettila, non rendermi così difficile lasciarti andare … da lui.- concluse schifato.
-Va bene.- la ragazza si sollevò -Vado, l’ammazzo e torno.- gli diede un rapido bacio a stampo e si alzò dal letto.
-Mi piace. Soprattutto la parte de “l’ammazzo e torno”.- si mise a sedere lui. -Posso venire ad assistere? Naturalmente, senza essere visto.-
-Se ti dicessi di no, troveresti una scappatoia per venire comunque, giusto?-
-Giustissimo!-
Lei gli sorrise, si voltò e cominciò a cambiarsi. Chris la osservò pochi secondi e si costrinse a distogliere lo sguardo. -Non dovresti cambiarti di fronte a me, potrei saltarti addosso, sai?-
Clarisse vide con la coda dell’occhio che si era voltato e sorrise compiaciuta. -Davvero?- gli chiese con tono da finta innocente.
Chris intanto si era sdraiato sul letto e guardava il muro dalla parte opposta. -Devo trovare il modo di stare da solo con te in cabina.- borbottava tutto serio con fare da “sto ordendo un complotto e nessuno dovrà mai capire il mio vero intento”.
Clarisse intanto aveva finito di cambiarsi e si sporse sopra di lui andandogli a sussurrare nell’orecchi -Quando trovi il modo, chiamami.-
Quando lui si voltò per guardarla lei gli stava facendo il suo miglior ghigno beffardo, della serie “Non riuscirai mai a far uscire di casa i miei fratelli trogloditi, a meno che tu non faccia scoppiare una guerra, ma allora uscirei anch’io e saremmo punto e a capo!”
-Scommettiamo?- le propose punto sul vivo.
-Tutto quello che vuoi!- acconsenti lei, ma probabilmente si rese conto troppo tardi di quello che aveva appena detto, che non le sarebbe dispiaciuto affatto, diciamolo … anzi, ma un conto era dirlo apertamente, un altro era saperlo e basta. E quando lui le fece il suo sorriso mellifluo, lei era già rossa come la bandana che avevo in testa.
-Idiota.-
 
Si salutarono con un ultimo bacio e Chris uscì agile e furtivo dalla finestra, mentre lei scendeva le scale e apriva la porta.
-Buon giorno Clarisse.- la salutò una voce gioviale.
-Henry?! Che ci fai qui?- gli chiese la ragazza come se si fosse appena imbattuta in una trappola del nemico.
 
“È venuto pure a prenderla a casa!” una vena sulla tempia di Chris cominciò a pulsare visibilmente.
 
-Ti sono venuto a prendere!-
 
“Ecco, a punto!” si immaginò di andare, lì di prendergli la testa tra le mani, effettuare una forte e violenta torsione ed insegnargli a guardare all’indietro da vivo e spiegargli da dove deriva il detto “guardati le spalle”.
 
-Ma non serviva! La conosco la strada.- si puntellò le mani sui fianchi -E poi, non ho bisogno della guardia del corpo.- concluse minacciosa.
-Non volevo farti da guardia del corpo. So bene che ti sai difendere da sola. L’ho provato sulla mia pelle, credimi. Sono ancora tutto indolenzito da ieri.- disse muovendo una spalla per scaldare il muscolo -Volevo solo fare un po’ di strada con te.-
Clarisse sospirò -Ascoltami, io ce l’ho già un ragazzo, intesi? E non ne voglio un altro. Andiamo.- inflessibile e con passo marziale si diresse verso l’arena con Henry al seguito, in un muto silenzio.
 
T^T
“Clarisse! Mi amor! Mi corazón vive por ti, yo vivo para ti.” (trad. “Clarisse! Amore mio. Il mio cuore vive per te, io vivo per te.”)
Sentirle pronunciare quelle parole, gli aveva riempito il cuore di gioia. Avrebbe potuto benissimo volare tre metri da terra senza le scarpe alate di Ermes.
Si trattenne a stento dal gridare un esultante “Sì! Ti sta bene. Sì. Clarisse è mia, ricordatelo dannata gatta-morta-faccia-da-sberle. Sì.” E come nei giorni precedenti, corse all’entrata posteriore dell’arena e si nascose ad osservare nell’ombra.
Chris fu costretto ad ammettere che Henry era migliorato davvero molto in pochissimo tempo, stentava a credere che fosse la prima volta che prendeva in mano una spada. Eppure, quel ragazzo continuava a dargli una strana sensazione. Non era solo per il fatto che ronzava sempre intorno a Clarisse, era qualcos’altro, qualcosa di pericoloso, che gli faceva formicolare la pelle. Un qualcosa che gli accendeva una spia rossa in testa con su scritto a caratteri cubitali “PERICOLO”. Quando era tra le fila di Crono si sentiva perennemente in quello stato, qualsiasi mostro poteva decidere, da adesso a subito, che non gli andavi a genio ed attaccarti con il solo scopo di farti fuori. Tra l’altro, il fatto di essere un semidio addestrato a polverizzarli a loro non andava proprio a genio, in incipit. L’unico che ascoltavano era Luke, per via dell’influenza di Crono o meglio, del bisogno che il titano aveva di lui.
“No! Quel tizio proprio non mi piace.” Continuava a pensare Chris mentre osservava il pivello parare l’affondo di Clarisse e contrattaccare con foga. Parava con eleganza, come se danzasse, ed attaccava con incredibile forza e veemenza. Gli attacchi sembravano seguire uno schema, non sempre con la stessa intensità e velocità, per spezzare il ritmo dell’avversario, forte, piano, piano e ancora più forte del primo. A quella distanza non poteva esserne certo, ma dall’angolatura del braccio e dalla velocità dei colpi, Chris aveva quell’impressione.
Henry sembrò sul punto di disarmare Clarisse almeno due volte, ma la ragazza con colpi forti e rapidi glielo impedì.
Anche gli allenamenti pomeridiani procederono spediti e senza particolari eventi eclatanti. Eccetto per il fatto che Henry aveva finalmente centrato il suo primo bersaglio (immobile) con una freccia. Era straordinariamente negato per il tiro con l’arco, addirittura peggio di Percy … e ce ne vuole.
 
Finalmente, il dopo cena.
Chris si fiondò in camera di Clarisse più veloce e rapido che mai. –So come fare per avere la cabina tutta per noi.- esordì trionfante con un sorriso a 32 denti quando Clarisse lo raggiunse in camera.
-Ah! Sì?- incrociò le braccia al petto scettica -E come, genio del crimine?-
-Con il Drive-In!- la guardò con gli occhi scintillanti di chi aveva avuto un’idea geniale -O meglio, il DivinBiga-In!- e poi continuò -Immagina di posizionare delle bighe, naturalmente più grandi di quelle che usiamo per correre, perché infilarci dei sedili da automobile su quelle, sarebbe una cosa difficile, nell’arena e proiettare una film su un mega telone bianco ogni venerdì sera, certo, i film dovranno spaziare nei vari generi, ma con i generi guerra e azione con sangue, morte e sbudellamenti vari credo di riuscire a mandar fuori di casa i tuoi fratelli senza attirare troppi sospetti.- le si avvicinò suadente e la prese dolcemente per i fianchi spingendola verso la porta chiusa.
-Ma se l’idea verrà da te, non credi qualcuno sospetterà qualcosa? E poi c’è il teatro. Come la metti con loro?-
Chris sorrise. -Le rappresentazioni di teatro non si possono fare ogni settimana, loro sono dei perfezionisti e per quanto riguarda l’idea, ne ho parlato con Will, sarà lui a proporla al circolo delle arti.-
-Hai pensato proprio a tutto, vero?- gli sorrise mordendosi il labbro inferiore.
-Assolutamente.- le sussurrò chinandosi a baciarla, un bacio dolce che divenne sempre più frenetico. Le mani di lui scivolarono verso il basso, sul sedere di lei. Mentre le braccia di Clarisse si andarono ad intrecciare al collo di lui. Chris con un colpo di reni la sollevò e lei subito gli allacciò le gambe dietro la schiena, le mani tra i suoi capelli avrebbero voluto continuare all’infinito.
Senza rendersene conto Clarisse si ritrovò con la schiena sul letto.
-Chris? Chris ci sentiranno!-
-Ti voglio.- le sussurrò baciandole il collo.
Clarisse socchiuse gli occhi. -Anch’io. Ma ci sono tutti di là.- disse a denti stretti, frustrata.
-Spero che il DivinBiga-In venga approvato senza troppi problemi … e in fretta.- mormorò baciandola.
-Sì! Anch’io.-
 
Venerdì
Quella notte dormirono ancora abbracciati e la mattina seguente fu Chris il primo a svegliarsi, ancora prima che suonasse la sveglia. Così rimase a fissare Clarisse mentre dormiva, si scoprì a sorridere guardandola, era così bella e lei non se ne rendeva conto, ma ciò che l’aveva colpito di più quando l’aveva conosciuta era la sua fiera testardaggine e il suo impeto aggressivo che nascondeva una ragazza dolce ed impacciata. Sarebbe rimasto lì immobile per ore intere a guardarla dormire. Quel leggero salire e scendere del suo respiro e il delicato movimento delle palpebre. Stava sognando probabilmente, magari anche qualcosa di bello perché, ad un tratto, le sue labbra si piegarono in un lieve sorriso.
Delicatamente Chris le spostò una ciocca di capelli dal viso e poi, la sveglia suonò. In quel momento, il ragazzo avrebbe voluto aver il potere di disintegrarla col pensiero, velocemente e senza muoversi troppo la spense e tornò a guardarla. Non l’aveva mai notato, ma prima che si svegliasse corrugava la fronte in modo quasi truce. “Forse è il suo inconscio che urla: NO, ANCORA CINQUE MINUTI!” pensò divertito il ragazzo. E poi finalmente aprì gli occhi e gli sorrise.
-Ciao.-
-In diretta, solo per me, “Il risveglio del guerriero”.-
-Che scemo che sei!- sogghignò divertita la ragazza stiracchiandosi.
-Come hai dormito?-
-Come tra le braccia di Morfeo!- lo stuzzicò lei.
-Dovrò uccidere anche lui allora.- soppesò serio Chris.
-È un dio non lo puoi uccidere … e poi è solo un modo di dire.- lo baciò lei.
-Mmm … non mi piace quando dici il nome di un altro uomo appena sveglia. Stavi sognando niente di particolare?-
Lei sorrise diventando paonazza -Sì! Noi, durante una proiezione del DivinBiga-In.-
-Sul serio? E cosa succedeva?- le chiese gasato il ragazzo.
Clarisse si alzò dal letto velocemente -Non te lo dirò mai.-
-Oh! Fantastico!- lo disse come se avesse già capito tutto. In fondo quando un semidio sogna, quello che vede ha sempre un significato. Poi gli tornò in mente una cosa …
-Clarisse, posso chiederti una cosa?-
-Dipende!- si fermò guardinga, in fondo aveva un aria piuttosto seria -Posso risponderti senza doverti uccidere?-
-Come ti sembra Henry quando combatte?-
In effetti era una domanda un po’ strana, soprattutto perché non l’aveva chiamato gatta-morta-faccia-da-sberle. -Mi sembra normale. È pure piuttosto bravo, ogni tanto cambia persino il ritmo di affondo e la forza con cui colpisce. Perché questa domanda?-
-Perché mi sembra piuttosto strano che, un ragazzo che ha preso in mano la spada per la prima volta pochi giorni fa, sia già così bravo.-
-Forse è merito della sua insegnante?- gli domandò in tono ironico, come se fosse ovvio.
-Questo non lo metto in dubbio, ma tu gliel’hai spiegata questa tattica per prendere l’avversario alla sprovvista?-
Clarisse corrugò la fronte pensierosa. -No, in effetti, no. Forse l’avrà capito da solo.- si strinse nelle spalle.
Chris non ne sembrava molto convinto, ma non continuò oltre l’argomento, non voleva farle fare tardi.
Prima di uscire dalla stanza Clarisse si voltò verso il ragazzo che aveva già un piede fuori dalla finestra. -Vieni a spiarmi anche oggi?-
-Ovvio!-
Lei sorrise e uscì.
 
Alla fine dell’allenamento pre-colazione decise che quello sarebbe stato l’ultimo giorno che avrebbe impartito lezioni di scherma ad Henry e che si sarebbe riservata il fine settimana per dargli una ripassa… cioè, un’infarinatura anche con le altre altri tipologie di armi.
 
Poco prima dell’inizio degli allenamenti nell’arena, Chris si intrufolò velocemente dentro alla struttura, senza notare però, di essere stato visto…
Il ragazzo si era andato a posizionare al suo solito posto nascosto e un po’ in ombra, per evitare di essere notato.
-Chris?- una voce lo spaventò e per poco non ruzzolò giù per tutti gli spalti.
-Annabeth! … Percy!- controllò che nessun altro avesse sentito qualcosa, fortunatamente nell’arena non c’era nessuno e Clarisse ed Henry non erano ancora entrati. -Ciao! Che ci fate qui?-
-Questo dovremmo essere noi a chiederlo a te! Ti sei intrufolato tutto furtivo!- gli fece notare Annabeth.
-È che … cercavo un posto tranquillo, senza essere disturbato.-
-Ma qui c’è sempre un putiferio!- gli fece presente Percy.
-Bene, sei pronto per cominciare?!- … -Sono nato pronto.- Le voci di una ragazza e di un ragazzo arrivarono fino a loro.
-Ma quella è la voce di Clarisse!?- osservò Annabeth
-No, non credo!- fece Chris mettendosi le mani in tasca cercando di fare lo gnorri.
-Oh, andiamo. Usa più forza, non sei mica una principessina. Guarda che i mostri la fuori, non aspettano altro che impalarti su uno spiedo.-
-Sì, sì, è proprio Clarisse.- concordò Percy.
Annabeth incrociò le braccia al petto. -Chris che cosa significa?-
-Sch, abbassa la voce. Tranquilla, è tutto ok. Clarisse lo sa che … vengo qui!-
Annabeth non sembrava soddisfatta della spiegazione, della serie “Guarda che non mi hai ancora spiegato niente!”
-È che non mi piace quella gatta-morta-faccia-da-sberle!-
-Chi?- gli chiesero all’unisono.
-Henry! Quello nuovo!-
Percy e Annabeth si sporsero leggermente per guardare nell’arena. Clarisse stava allenando Henry nel combattimento con la spada.
-Beh, non hai tutti i torti, sarà forse perché è figlio di Era e tra me e lei … insomma, non scorre buon sangue diciamo, ma anche a me non piace, ha un che di … viscido.-
-Già.- concordò Chris.
-Dite? A me non sembra.- Percy si sporse a guardarlo.
 
Per Clarisse il pomeriggio, passò lento, come sempre, negli ultimi giorni, e alla fine dell’allenamento la ragazza annunciò al suo allievo il cambio di programma inerente alle armi ed Henry ne sembrò entusiasta.
-E che tipi di armi proveremo?-
-Beh! Pensavo ai più comuni, ovviamente la lancia che è una mia specialità, poi la rete e il forcone, l’utilizzo dello scudo sia in maniera offensiva che difensiva, l’ascia …-
-E la frusta?-
-La frusta? Sì, non è tra le più comuni, ma va bene, anche quella.- lo accontentò lei senza farsi tanti problemi. Certo, non era un asso nel maneggiarla, ma sempre meglio di tutti gli altri del campo messi assieme.
 
Finalmente di nuovo soli ed insieme.
-Questa sera c’è la riunione del circolo dello arti e Will proporrà l’idea del DivinBiga-In. Se tutto fila liscio, domattina, al più tardi per cena annunceranno la nuova attività ricreativa del venerdì sera.- la guardò con un’occhiata ricolma di aspettative.
-Sì, ma non rimanerci troppo male se il tuo piano non dovesse funzionare!-
-Funzionerà.- le disse certo lui.
-Lo spero!- gli sorrise lei spingendolo sul letto e mettendosi a cavalcioni su di lui, regalandogli un bacio da fuori campo all’ultimo inning della finale del Major League Baseball, segnando il punto della vittoria.
-Mmm … Sei fantastica! Me hacen perder la cabeza!- e la baciò ancora. (trad. “Mi fai perdere la testa!”)
 -Lo sai che da quando ti sei stanziato qui non riesco più a fare i miei allenamenti serali!?-
-A proposito di allenamenti, la frusta non ti sembra una richiesta piuttosto insolita? Ah! Comunque, mi piace quando mi definisci una distrazione … e sono pure piuttosto piacevole come distrazione, ammettilo!?-
-Sì, molto piacevole.- le sorrise -La frusta?- gli chiese subito dopo con sguardo confuso.
-Sì! Oggi, la richiesta di Henry. Ricordi?-
-Sì, in effetti ha sorpreso anche me, ma non ci trovo poi qualcosa di così strano. Tu non hai nient’altro di meglio da fare che guardare me?-
-Ma se è la mia attività preferita!- 
 
Sabato
Dato che Clarisse aveva più dimestichezza ed esperienza con la lancia, decise di partire da quella e poi era da quasi una settimana che non ne prendeva in mano una e cominciava a mancarle parecchio.
Spiegato ad Henry le basi “La parte appuntita infilza il mostro.” Cominciò a fargli vedere alcune mosse per disarmare l’avversario. Clarisse era talmente esaltata per aver ripreso in mano una lancia, che passarono tutta la giornata ad allenarsi solo con quella.
 
Durante la cena il signor D. richiamò l’attenzione di tutti dando poi la parola a Will.
-… dopo una lunga e ponderata analisi dei pro e dei contro, il circolo delle arti ha deciso di istituire, con il permesso del signor D., l’attività ricreativa del DivinBiga-In il venerdì sera …- poi Will spiegò in cosa consisteva e ci furono subito urla e cori d’assenso.
“Lo sapevo! A chi non piace un bel film!?” pensò Chris mentre fissava vittorioso la figlia di Ares, che gli sorrideva di sottecchi nascondendo gran parte del volto con la mano a cui si era appoggiata.
 
Domenica
Questa volta Clarisse durante gli allenamenti mattutini mostrò ad Henry come utilizzare uno scudo sia in difesa che in attacco, iniziando anche ad istruirlo all’uso della rete e del forcone elencandone punti di forza e debolezze.
Durante il pomeriggio invece, decise di saltare l’allenamento per incrementare la resistenza e focalizzarlo sulle armi che mancavano all’appello e come poterle contrastare con altre.
Finalmente arrivano alla frusta. A dir la verità Clarisse sparava di poterla saltare, ma dato che avevano ancora tempo decise di affrontare anche quell’argomento.
In mano ad Henry la frusta sembrava diventare viva, aveva un vero e proprio talento naturale per usarla. La disarmò in men’ che non si dica.
 
Chris non credette ai propri occhi. Clarisse, era stata disarmata e il scintillio folle che Henry aveva negl’occhi non gli piaceva affatto. Era stato solo un attimo, solo un istante, ma il suo volto aveva assunto un’espressione folle.
 
-Bene.- gli disse la ragazza guerriera col fiatone -Sei pronto per affrontare l’impresa di Zeus.-
Henry le sorrise un po’ esaltato e Clarisse pensò fosse il fuoco della battaglia che ardeva in lui ad averlo infervorato.
 
Durante la cena quando Henry gettò la sua offerta nel fuoco per gli dei, il cielo si oscurò e la voce di Zeus tuonò dal cielo.
-Henry E. White ho scelto la tua impresa. Dovrai trovare la Falce di Crono e consegnarla all’Olimpo come trofeo di guerra. Prega di essere pronto.-
Com’era arrivato se ne andò e il cielo tornò sereno.
Henry alla luce del fuoco aveva una sorriso sinistro sul volto. -Sul serio!? Non potevo chiedere di meglio.- sussurrò.

 
 
Mito delle metà – Simposio di Platone
"Un tempo gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v'era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà..."







Angolo in Basso delle Attrici
Ringraziamo sempre la nostra fedelissima cianfri ^^ che lascia sempre un commento
E ora ci rivolgiamo a tutti voi, che leggete e non lasciate un commento -_- ...  potreste scrivere qualcosa anche voi! T-T Agli scrittori fa piacere ricevere commenti e osservazioni da chi li segue, che siano positivi o negativi, a noi servono per poterci migliorare nella scrittura e per dare a voi storia e racconti sempre migliori ^^ perchè tutti noi, amanti della lettura, sappiamo che leggere qualcosa di scritto bene ci scalda il cuore ^^ ed infiamma lo spirito *^* e poi non credo che scrivere una frase con più di 10 parole possa uccidervi -_- ... Anzi, Esculapio dice: "Una recensione al giorno, anche se breve, toglie il medico di torno e ti renderà la giornata più serena ^^" Grazie ^^
Alla prossima ^^
P.S. Se vi piace Once Upon A Time, io (_Brandy_) sto scrivendo una ff incentrata sul personaggio della malvagia strega dell’Ovest, Zelena **, se vi interessa il titolo è "OUAT in the Castle in the Wind" e la trovate sempre qui, su EFP X3 ciao XD
 

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Capitolo 5
*** Pavone, cinghiale, cavallo ***


Angolo in Alto delle Autrici
 
Letterina a Babbo Natale
 
Caro Babbo Natale,
siamo _Brandy_ e I-chan, quest’anno siamo state buone, ma proprio buone, ma buone buone buone, quindi il regalo che volevamo chiederti per questo Natale era ricevere tante recensioni, sia su quest’ultimo capitolo, ma anche quelli a venire, perché no! Tu sei Babbo Natale siamo certe che tu possa mettere una mano sul cuore ai nostri lettori semidivini e guidare le loro dita sulla tastiera del computer, tablet o cellulare da cui leggono le nostre fantasie (*mettono le mani avanti* non intendiamo niente di sconcio … forse un po’ piccante, ma appena appena, quel tanto che basta per dire “Ne voglio ancora! *^* …. Beh! Questo è quello che speriamo noi ^^ ^^).
Bene, riassumendo per quest’anno vorremmo tante tante recensioni ^^ ^^
Grazie ^^ ^^ stacci bene Babbo Natale ^^ ^^
 
 
Pavone, cinghiale, cavallo
 
-… Trova la Falce di Crono e consegnarla all’Olimpo …- così aveva parlato il Padre degli dei.
La mensa era calata in un silenzio inverosimile, Henry era ancora davanti al focolare, a fissare il cielo ormai sgombro di nubi, mentre gli astanti si guardavano tra di loro.
-Nessuno sa dove possa essere andata la falce di Crono dopo essere caduta dall’Olimpo!- bisbigliò qualcuno.
-Questa è un’impresa impossibile!- bisbigliò qualcun altro.
Il signor D. si schiarì la voce -Bene ragazzo, ora che sai come morirai, puoi pure tornare a sederti o se preferisci resta pure lì, per quel che mi riguarda!- minimizzò con un gesto della mano.
-Henry!- si fece avanti Chirone -Più tardi andrai da Rachel,- indicando la ragazza -che ti rivelerà la tua profezia.-
Henry spostò per un istante lo sguardo sulla ragazza, poi tornò a prestare attenzione a Chirone e annuì, tornando a sedersi e a consumare il suo pasto.
Chris, seduto in disparte, al tavolo di Ermes, notò che Rachel stava guardando di sottecchi Henry con sguardo indagatore “Forse neanche a lei piace!?”
 
Finito di cenare Rachel si avvicinò velocemente al figlio di Era -Ti aspetto alla mia grotta.- e senza dargli tempo di rispondere, velocemente se ne andò.
Prima che Henry potesse seguirla Chirone lo chiamò.
-Henry, prima che tu vada da Rachel volevo dirti che, in caso avessi bisogno d’aiuto mi puoi trovare alla Casa Grande e che qualunque cosa ti dirà l’oracolo, potrai portare con te altri due compagni per affrontare la tua missione, non uno di meno, non uno di più. Sceglili con molta cura ed attenzione. Sia da te, che da loro, potrebbe dipendere la riuscita della missione. -
 
Dopo essersi congedato da Chirone, Henry si diresse alla grotta dell’oracolo. Non c’era mai stato prima, ma dato che era la residenza di un oracolo avrebbe probabilmente avuto cadaveri di uccelli morti appesi al soffitto, teste rimpicciolite che pendevano dai candelabri e tante altre cianfrusaglie appese in giro con magari anche un pentolone che bolliva sul fuoco una densa brodaglia puzzolente e dal colore strano. Ma quando arrivò alla grotta di Rachel rimase a bocca aperta. Non era minimamente come se l’aspettava, anzi, era fantastica, aveva un non so che di Wright. L’ingresso era fiancheggiato da torce e per entrare si dovevano attraversare delle sottili tende verde foglia, che se non ci fossero stati più strati alternati si sarebbe potuto benissimo vedere all’interno. Una volta superati i tendaggi si trovò in un arioso spazio, dove si trovavano tele dipinte in un angolo, altre bianche vicine e un cavalletto con una tela intonsa, pronta ad essere riempita alla prima ispirazione. Al centro della stanza c’era un tavolino basso con dei comodi cuscini sparsi qua e là e sulle pareti c’erano delle mensole con libri e oggettistica varia. Una parte della parete era libera e vi sgorgava una piccola cascata dando un che di feng shui all’ambiente, dietro delle altre candide tende c’era un altro spazio probabilmente adibito a stanza da letto.
Rachel era seduta al tavolino basso che leggeva un libro sull’arte, forse su Andy Warhol, e lo stava aspettando.
-Bene, sei arrivato!- chiuse il libro e lo spostò di lato.
Sì era proprio su Andy Warhol.
-Siediti, accomodati.-
Henry un po’ titubante si siede a gambe incrociate su un comodo cuscino bordeaux davanti a lei, dalla parte opposta del tavolino.
-Ora presentati.- gli intimò la ragazza.
Henry la guardò un po’ confuso -Ma, come, mi conosci. Mi hai già visto per il campo, insomma…-
-Presentati.- lo guardò con gli occhi che sembravano due fessure. -Qui dentro sono io il boss. Se vuoi una profezia, presentati.- ripeté la ragazza autoritaria.
-Sono Henry E. White figlio di Era …-
All’improvviso Rachel si piegò in due, come se qualcuno le avesse dato un pugno nello stomaco. Poi drizzò la schiena e i suoi occhi brillarono di una luce verde smeraldo luminescente.
Quando parlò, la sua voce sembrò come triplicata - come se ci fossero tre
Rachel che parlavano in contemporanea e un denso fumo verde la avvolse come spire di serpente -Io sono lo spirito di Delfi, portavoce delle profezie di Febo Apollo, uccisore del possente Pitone. Avvicinati, cercatore, e chiedi.-
-Qual è la mia profezia?-
-Un nuovo vecchio nemico nel buio giungerà
e l’impresa degli eroi, nell’ombra seguirà
il vero servo di chi il padre uccise,
figlio del tradimento che nell’odio, il cuore intrise.
Per mano sua, gli dei, in schiavi si vedran finire,
con una chiave il mondo potrà perire.
Se spargerà il sangue dell’animale della Luna,
di vite non ne rimarrà nessuna
e se il Padrone, nel sangue dorato si bagnerà
nessuno più lo sconfiggerà.
 
Pavone, cinghiale, cavallo
una bianca cerva braccheranno.
Servi e vendicatori li potran squartare,
ma il metallo maledetto, sangue, non dovrà toccare.
Quando il traditore si mostrerà
per quel che è, nella notte di tenebra mal farà.
Per trovarlo, nel principio dovran cercare
raggiungendo in fine, la lama del male.-
 
La coda del serpente di vapore scomparve nella bocca di Rachel, chiudendosi. La ragazza reclinò la testa in avanti chiudendo gli occhi. Un istante dopo inspirò come se avesse una crisi asmatica e si riprese. La fronte imperlata di sudore e le mani aperte sul tavolo. Rachel aveva il fiatone. Dopo un attimo, riprendendo fiato, si umettò le labbra e deglutì.
-Hai ricevuto la tua profezia?- chiese ad Henry, anche se conosceva già la risposta dato che si sentiva stravolta.
Il ragazzo annuì ancora con gli occhi sbarrati.
-Bene. Ora spero che mi scuserai se ti chiedo di uscire. Mi devo riposare un po’.-
Rachel aspettò che Henry uscisse dalla stanza e quando lo vide sparire, dietro le tende, portandosi con se il rumore dei suoi passi, posò una mano sul telefono e premette il pulsante stop del registratore. Prese le cuffie e ascoltò la registrazione. -Certo che devo fare davvero paura quando entro in trans! Henry aveva una faccia!- Rachel sorrise e rinominò il file come “Profezia Henry E. White”. E lentamente, con fatica, si alzò dal tavolino e si diresse verso i tendaggi bianchi, li scostò e si lasciò cadere sul letto ad una piazza e mezza, addormentandosi.
 
Una volta uscito dalla grotta dell’oracolo, Henry si diresse alla Casa Grande, dove trovò il saggio centauro che era … incastrato in una sedia a rotelle nella veranda a giocare a scacchi in una partita solitaria. Quando lo vide rimase un attimo imbambolato a bocca aperta.
-Oh Henry!- lo accolse con un sorriso Chirone. -Ah, questa?- spostò lo sguardo dove stava guardando quello del ragazzo. -Questa la uso per spostarmi negli spazi stretti, sai … sono piuttosto ingombrante!- sorrise -Ma dimmi piuttosto, com’è andata?-
-Sì! Ehm … Rachel è entrata in una specie di trans e un fumo verte le è uscito dalla bocca e …-
-Sì, le succede sempre quando viene posseduta dall’oracolo di Delfi. Ebbene, cosa ti ha detto? Qual è la profezia?-
- Un nuovo vecchio nemico nel buio giungerà
e l’impresa degli eroi, nell’ombra seguirà
il vero servo di chi il padre uccise,
figlio del tradimento che nell’odio, il cuore intrise.
Per mano sua, gli dei, in schiavi si vedran finire,
con una chiave il mondo potrà perire.
Se spargerà il sangue dell’animale della Luna,
di vite non ne rimarrà nessuna
e se il Padrone, nel sangue dorato si bagnerà
nessuno più lo sconfiggerà.
 
Pavone, cinghiale, cavallo
una bianca cerva braccheranno.
Servi e vendicatori li potran squartare,
ma il metallo maledetto, sangue, non dovrà toccare.
Quando il traditore si mostrerà
per quel che è e nella notte di tenebra mal farà.
Per fermarlo, nel principio dovran cercare
raggiungendo in fine, la lama del male.-
 
-Mmm … interessante e davvero, molto poco rassicurante.- disse fra se e se con voce cupa e preoccupata.
-Eh, Chirone senti, il pavone è l’animale sacro a mia madre, giusto?! In fondo, sulle porte della mia cabina ci sono incisi due enormi pavoni. Quindi il pavone della profezia dovrebbe riferirsi a me, ma … il cinghiale e il cavallo? A chi si riferiscono?-
-Come? Ah, sì, giusto!- Chirone sembrò destarsi dai suoi pensieri. -Durante tutta questa settimana ti sei solo allenato e probabilmente non lo sai, ma anche gli altri dei hanno uno o più animali a loro sacri. Per esempio, come hai già detto tu, il pavone è un animale sacro a tua madre, la divina Era. Mentre il cinghiale è l’animale sacro ad Ares, il dio della guerra e il cavallo, nato dalla cresta delle onde è un animale sacro a Poseidone. Quindi, dovrai essere accompagnato da un figlio di Ares e da uno di Poseidone. Per quanto riguarda il primo caso, hai una vasta scelta di valenti guerrieri, mentre nel secondo, l’unico figlio di Poseidone è Percy Jackson. Del resto della profezia non posso dirti niente, perché le profezie non vanno interpretate, e nemmeno tu devi provare a farlo, perché non si realizzano mai come ti saresti aspettato.-
Henry ascoltò la spiegazione del centauro in silenzio e con grande attenzione, annuendo di quando in quando, per fargli capire che lo stava seguendo e di continuare. Una volta terminata la spiegazione di Chirone, Henry gli disse che sarebbe andato a cercare Percy e che poi avrebbe pensato al figlio di Ares.
-Buona fortuna, figliolo.- Chirone lo salutò dandogli un’incoraggiante pacca sulle spalle.
 
Henry dopo il confronto con il centauro si diresse verso le case. Nel tragitto s’imbatté proprio in Percy che stava tornando alla sua cabina con Annabeth.
-Percy!- lo chiamò forte il ragazzo avvicinandosi di corsa alla coppia, che si fermò e si voltò in direzione della sua voce.
-Oh Henry! Com’è andata con Rachel?- gli chiese Percy quando il ragazzo fu più vicino.
-Bene, bene! Anzi, ti volevo giusto parlare di questo!- il ragazzo gli recitò la profezia e quello di cui aveva parlato con Chirone e quando ebbe finito la faccia dei due ragazzi era seria e cupa.
-Male!- esclamò Annabeth torturandosi il labbro inferiore tra le dita -Non mi piace! Non mi piace per niente!-
-Neanche a me, ma devo andare, sono l’unico figlio di Poseidone.- poi si rivolse ad Henry -Hai già pensato a qualcuno per i figli di Ares?-
-Pensavo di chiedere a Clarisse, in fondo è l’unica che conosco … più o meno!-
“Chris non sarà contento … come non lo sono io!” pensò Annabeth sospirando. -Questa potrebbe essere la missione che passerà alla storia dove ci saranno i semidei che si uccideranno tra di loro ancor prima di partire dal campo!-
-Perché?- le chiese Henry confuso.
-Perché Percy e Clarisse sono come l’acqua e il fuoco … sono assolutamente incompatibili!- spiegò la ragazza.
-Tranquilla, sarà divertente! Dovrò difendermi dai mostri e da Clarisse … da Clarisse e dai mostri … decisamente più da Clarisse.-
-Comunque, accetti?- gli chiese in fine Il figlio di Era.
-Ci troviamo domattina all’alba, all’albero di Talia.-
Detto questo Henry si diresse verso la cabina 5.
 
Alla Casa 5, come ormai era una consuetudine, quando Clarisse entrò nella sua stanza, Chris entrò dalla finestra.
-Senti, ma come diavolo fai ad evitare le mine?- gli chiese la ragazza puntellando le mani sui fianchi.
Chris le sorrise malizioso -Questo è un segreto! Piuttosto, dobbiamo festeggiare!- le sorrise raggiante alzandosi dal davanzale, andandole incontro e sollevandola per i fianchi e facendola girare in aria.
-Chris, razza di idiota, mettimi giù!- il ragazzo la posò a terra. -Per cosa dovremmo festeggiare?- lo guardò con la fronte corrucciata.
-Perché ci siamo finalmente tolti la gatta-morta dai piedi ed ora tu sei tutta mia!- le sorrise malizioso baciandola e anche se lei cercava di fare la seria si vedeva che ne era felice.
 
La casa di Ares era di colore rosso acceso, il tetto era rivestito di filo spinato e con probabilmente delle mine sotterrate tutt’intorno. Henry, sperando di non finire proprio sopra ad una di queste ultime, prese il coraggio a due mani e si diresse verso l’ingresso. Bussò deciso alla porta e dopo qualche istante un ragazzone nerboruto con i capelli rasati, la aprì con un ringhio.
-Chi sei? Che vuoi?-
-Ciao, sono Henry, c’è Clarisse?-
-Ah!- sogghignò -Sei la nuova carne da macello! Clarisse è di sopra. Vieni.- grugnì.
Henry deglutì e lo seguì dentro la cabina di Ares, si sentiva come un topolino che entrava nella tana dei leoni più feroci e cattivi che potessero esistere sulla faccia della terra. Silenziosamente il ragazzo seguì il fratello di Clarisse su per le scale, fino ad una porta chiusa dove vi bussò violentemente.
-Clarisse.- ruggì il ragazzone.
 
Clarisse e Chris si erano appena lasciati andare ad uno di quei baci appassionati che ti lasciano senza respiro, quando la ragazza sentì la voce roboante del fratello da dietro la porta e con una forza brutale diede una spinta tale al suo ragazzo da scaraventarlo sul letto.
-Cazzo! Chris va nell’armadio, muoviti.- gli bisbigliò
-Cosa?!- bisbigliando a sua volta.
 
-Che vuoi Sherman?- tuonò la ragazza dall’altra parte della porta.
-C’è … ?-
-Henry.- urlò il figlio di Era.
-C’è la nuova carne da macello.-
-Arrivo.-
Sherman non aspettò di sentire la risposta che se n’era già andato.
 
-Cosa? Perché la gatta-morta è qui? Che vuole?- le disse Chris in tono arrabbiato, ma sempre bisbigliando.
-E che ne so! Ora lo scopro! Va nell’armadio.-
-E dovrei lasciarti sola nella tua stanza da letto con lui?-
-Di Immortales, Chris non mi lascerai sola, sarai nell’armadio e poi credi che non mi sappia difendere?-
-N-no non intendevo…-
-Chris, dannazione, muoviti ed entra nell’armadio e fai silenzio, altrimenti ti butto fuori dalla finestra.-
Il ragazzo contrariato entrò nell’armadio dall’altra parte della stanza, di fronte al letto.
Clarisse sospirò profondamente e gli chiuse la porta senza dargli la possibilità di fare altre lamentele.
Chris per tutta risposta socchiuse le porte per poter vedere e sentire meglio ciò che dicevano.
 
Qualche istante dopo Clarisse aprì la porta, dopo aver girato due mandate di chiave.
-Che vuoi?-
-Posso entrare?-
Clarisse sospirò e lo lasciò passare.
Per un istante i due si guardarono.
-Sarebbe una cosa privata, quindi … sì, insomma, non è che potresti chiudere la porta?-
La ragazza alzò gli occhi al cielo e chiuse la porta.
-Posso sedermi?-
-Prego!-
Henry si stava per sedere sul letto quando Clarisse lo bloccò. -Sulla sedia!-
-Sì certo!- si spostò velocemente sulla sedia alla scrivania vicino alla finestra.
 
“Sì. Vai così Clarisse, non farlo sedere sul letto. Il letto è solo mio … cioè nostro.” Pensava Chris mentre li guardava dalla piccola fessura tra le ante dell’armadio.
 
-Bene. Parla.- incrociò le braccia li dov’era, in attesa di una spiegazione per quell’intrusione poco gradita.
-Tu non ti siedi?-
-No.-
Henry si schiarì la voce. -Ok! Beh! Tu sai che sono andato da Rachel per ricevere una profezia per affrontare questa impresa, giusto!? Bene, ecco vorrei-che-tu-partecipassi-all’impresa-con-me!-
Clarisse sgranò gli occhi. -Cosa?-
 
-Cosa?- bisbigliò Chris nell’armadio.
 
-Cosa?- chiese a sua volta Henry girandosi verso l’armadio da cui gli sembrava aver sentito venuto un rumore.
-Cosa l’ho detto io. Non farmi il veso.- “Cazzo, Chris c’è mancato poco!”
-Sì, insomma la profezia dice che con me ci deve essere un figlio di Ares, quindi ho pensato a te! Cioè, non che non avrei pensato a te se non ci fossero state delle richieste specifiche da rispettare.-
-Wo wo wo! Frena. Quali richieste? Cosa dice la profezia?-
Il figlio di Era gliela recitò ed in ogni punto che sembrava farsi più pericolosa gli occhi di Clarisse s’illuminavano di sete di sangue e di gloria.
-Ci stai?-
-Fantastico. Ci sto. Sono tutta tua. Quando partiamo?-
 
“Clarisse!? Tutta tua un corno!” *^*
 
-Grandioso!- Henry la guardò raggiante. -L’appuntamento è per domattina all’alba, all’albero di Talia.-
-Perfetto. Ci vediamo domani. Ora smamma che devo affilare le mie armi.-
-Ok, allora, a domani!?- Henry si alzò dalla sedia visibilmente felice per la risposta della guerriera che velocemente gli aprì la porta e lo spinse fuori.
-Certo, certo. La strada la conosci vero? Bene.- e richiuse la porta alle sue spalle.
 
Clarisse presa dall’eccitazione per la nuova impresa, sorrideva raggiante per la stanza. -Un’impresa, finalmente. Ero stufa di stare in panchina. In questi lunghi periodi di pace rischio di rammollirmi.-
Si diresse velocemente verso l’armadio per prendere lo zaino. Quando aprì le porte trovò Chris che giocava con un suo reggiseno. -Che cosa stai facendo?-
-Aaaaaah … niente! Controllavo solo …- iniziò a tirarlo come fosse un elastico -Controllavo solo l’elasticità del tuo reggiseno. Sai, quando combatti devi essere comoda nei movimenti.-
Clarisse glielo strappò dalle mani. -Piantala idiota. Dai dammi una mano a fare i bagagli.-
-Oh, sì! I bagagli!- si alzò ed uscì dall’armadio -Per andare in missione con Henry.- disse disgustato -Per fortuna che con voi ci sarà anche Percy.-
-Prissy? No! Henry non ha detto niente riguardo a Jackson.-
-“Pavone cinghiale cavallo”- le ricordò il ragazzo. -Il cavallo è un animale sacro a Poseidone, quindi si riferisce a Percy.-
-Oh! Che palle.-
-Bene!- le sorrise Chris -Credo che dovresti dire alla gatta-morta che ci hai ripensato.-
-Cosa? No. Neanche per sogno. Vuoi che credano tutti che abbia paura?- gli chiese contrariata.
-Nessuno crederebbe mai che hai paura … a meno che non cerchi la morte!-
-Non mi farò spodestare da Percy Prissy Jackson. Intesi?-
-Intesi!- rispose il figlio di Ermes contrariar mente rassegnato.
-Bene! Allora?! Prima di tutto lo zaino e poi …- continuò concitata e pensierosa Clarisse mentre faceva mente locale su cosa prendere.
-Comunque quel tipo non mi piace! Ti ronza continuamente intorno e poi ci prova spudoratamente e tu, cosa fai? “Certo, sono tutta tua!”, in preda all’euforia.-

-Clarisse, mi stai ascoltando?-
-Mhn, ah, sì!- gli rispose distrattamente lei.
“Sì come no!” -_- pensò scettico il ragazzo.
-Ah, senti tesoro, posso chiamarti tesoro?- di schiarì la voce Chris incrociando le braccia al petto.
-Sì, sì.- gli rispose senza neanche ascoltarlo e aprendo il baule delle armi.
Il ragazzo, dopo un attimo, sorrise divertito. -Clarisse, quando torni dalla missione, mi vuoi sposare?-
-Sì, certo!-
 “Se mi stesse ascoltano davvero, questa non sarebbe di certo la sua reazione!”
Chris rassegnatosi ormai ad essere ignorato sospirò profondamente -Ti dispiace se ti lascio preparare i bagagli da sola? Aspetta, ti ricorderai di prendere tutto il necessario e non solo le armi, vero?- rifletté preoccupato.
-Sì, sì!-
“Avrei una conversazione più stimolante con una pianta grassa!” -_-‘
 
Il figlio di Ermes uscì dalla finestra della stanza di Clarisse come se fosse l’abitudine … sì, ormai era decisamente un’abitudine … e si diresse alla fucina dei figli di Efesto. Ormai era da almeno tre settimane che ci andava di nascosto. Beh! Di nascosto da Clarisse, non dai figli di Efesto, loro praticamente vivevano lì quindi faceva fatica a non farsi notare e poi aveva chiesto il loro aiuto per un progetto molto particolare. Certo non tutti ragazzi della cabina 9 erano felici di vederlo, ma il progetto che aveva in mente aveva appassionato alcuni di loro che, decisero di aiutarlo solo per il guasto della sfida.
Harley, il ragazzo più piccolo della casa di Efesto, non aveva neanche otto anni ed era un tornado di iperattività si fiondò subito da Chris non appena entrò nelle fucine.
-Chris, Chris, Chris è arrivato un pacco per te, ma era indirizzato qui, quindi non sapevo se te lo dovevo dire, così ho chiesto a ai ragazzi cosa fare e Nyssa mi ha detto “Che si arrangi!”- imitando una voce grossa e profonda -così ho deciso di aspettare che arrivassi e se entro oggi non fossi venuto domani mattina ti avrei avvisato.-
Chris gli sorrise e gli scompigliò i capelli castani -Grazie campione! Se non ci fossi tu sarei proprio nei guai! Dov’è il pacco?-
-È sul mio tavolo vieni!-
-Attento, potrebbe essere una bomba, lacche di Crono!- intervenne Nyssa seguendo ogni loro movimento con lo sguardo.
-Allora credo sia il caso tu esca!- la canzonò Chris per poi tornare al piccolo pacco sul tavolo da lavoro del ragazzino.
-C’è anche un biglietto!-
-Lo hai letto?- s’informò sornione il ragazzo.
-No!- scosse la testa Harley iniziando a giocherellare con qualche bullone che aveva in mano.
Chris lo prese, lo lesse e sorrise. “Ecco quello che mi hai chiesto. Ange ;3”
-Chi è Ange?- chiese il ragazzino.
-Ma non avevi detto di non averlo letto?-
Harley abbassò gli occhi. -Scusa.-
-Scherzavo! Non importa!- gli sorrise il ragazzo arruffandogli ancora i capelli -Ange … è il mio angelo!-
Harley corrugò la fronte. -Ma Clarisse? Se Clarisse scopre che frequenti un’altra ragazza, ti ucciderà!- esclamò preoccupato e terrorizzato.
Chris scoppiò in una fragorosa risata. -No! Stai tranquillo, non sto frequentando un’altra ragazza e poi io e Ange non abbiamo quel tipo di relazione.-
-Ma allora ...?-
-Segreto!- gli sorrise divertito.
-Mmm! Allora?- Harley decise di spostare la sua attenzione da un'altra parte. -Che cosa c'è li dentro?- indicando il pacchetto che il figlio di Ermes aveva ricevuto.
-Oh! Questo è una bomba!-
Tutti si voltarono verso di loro all'unisono.
-Intendevo in senso figurato.- come se fosse ovvio e poi prese il pacchetto e cominciò a scartarlo.
La scatola era piccola, stava in una mano. Velocemente sciolse il nodo fatto con uno spago e strappò la carta da imballaggio beige, rivelando una scatola marrone scuro, sollevò il coperchio e dentro, tra il rivestimento protettivo in morbida e soffice spugna, c'era un piccolo congegno metallico cilindrico delle dimensioni di un'unghia.
-E quello che cos'è?-
-Solo ... un dispositivo di sicurezza.-
 
-Bene! Dovrei aver preso tutto. Cosa ne dici Chris? Chris?- Clarisse si guardò intorno, ma del suo ragazzo neanche l'ombra. -Ma dove si è cacciato?!- guardò fuori dalla finestra, ormai il sole era calato, diede un'occhiata alla sveglia sul comodino erano le 10.00 -Dato che domani devo alzarmi presto credo sia il caso di andare a dormire!- sospirò tra se -Spero che non se la sia presa perché vado in missione, quando ci si mette diventa proprio una principessa gelosa!- sorrise "Però è davvero carino quando mette il broncio!"
-Ma se domani mattina non viene a salutarmi mi sentirà quando ritorno!- tornò seria e scontrosa mentre s'infilava sotto le coperte.
 
-Ehi! Guarda che noi ce ne andiamo!- esordì Nyssa con la sua solita gentilezza.
-Ho quasi finito, posso restare a completare gli ultimi ritocchi? É ... urgente, per favore.-
-Dai Nyssa, per favore?- gli chiese Harley.
-É Jack il capo chiedi a lui.- si voltò e se ne andò.
Chris ed Harley si voltarono verso il capocabina.
Jack si rivolse a Chris -Una volta che avrai finito te ne andrai senza più rimettere piede qui dentro?-
-Sì, a meno che non mi chiediate di tornare!- esclamò sorridendo, ma Jack non sorrideva affatto.
-Sì, non metterò più piede qui dentro.-
-Bene! Allora puoi rimanere fino a quando non hai finito, poi chiudi e metti la chiave sotto lo zerbino.-
-Sotto lo zerbino? Scherzi vero?!-
-No. Harley, tu a letto forza.-
-No!- piagnucolò -Io non ho sonno!- esclamò sbadigliando.
- Harley, facciamo così,- cominciò Chris -non appena finisco il progetto te lo vengo a mostrare, anche se starai dormendo. Quindi preparati ad essere svegliato. Ok?!-
-Me lo prometti?-
-Lo giuro sullo Stige.-
Harley gli regalò il suo sorriso più grande ed assonato che aveva. -Ok, allora ti aspetto!- e sbadigliando se ne andò con gli altri ragazzi.
Chris si voltò verso il tavolo dove vi era il suo progetto, doveva solo assemblarlo nel modo corretto e aggiungere il piccolo cilindro che gli era stato recapitato e se avesse sbagliato, nessun problema, gli sarebbe solo esploso in faccia, molto probabilmente.
Ci lavorò su ancora tre ore buone e una volta completato sembrava perfetto, insomma, non ne era avanzato neanche un pezzo.
-Se ti avanza qualcosa vuol dire che probabilmente esploderà!- gli aveva detto Harley quando avevano cominciato a lavorarci quella sera.
“Per quel ragazzino poteva esplodere qualsiasi cosa anche una banana con la panna era passibile di esplosione. Beh! Essendo figlio di Ermes so per esperienza personale che ogni cosa è passibile di esplosione!” sorrise divertito.
-Bene vediamo se funziona!- fece un respiro profondo e fece scattare il meccanismo del piccolo oggetto che teneva in mano. Un leggero sfrigolio metallico risuonò nella buia fucina del campo e come per magia, eccolo. Splendido. Perfetto. Rifece scattare il meccanismo per riportarlo allo stato iniziale e … non esplose.
-E vai!- Chris gridò e saltò di gioia. -Funziona, funziona, funziona.-
Spense le luci, chiuse la porta della fucina-laboratorio e nascose la chiave sotto lo zerbino. “Ma chi lo fa più!?” -_-‘ Poi, silenziosamente, sfruttando il buio delle ombre, senza farsi vedere dalle arpie, si diresse verso la cabina 9, doveva mantenere la sua promessa, d’altronde era il minimo, senza quel ragazzino non sarebbe mai riuscito a realizzare il suo progetto.
 
 
 


Angolo in Basso delle Autrici
Buon Natale a tutti ^^ ^^ *Brandy scappa col Pandoro …. Purtroppo però I-chan ha già sigillato tutte le uscite*
B: Nuuuuuooooooooooo T^T
I: ah ah
B: Ma a Natale non dovremmo essere tutti più buoni?
I: Io no.
B: Ma se fai così non ci arriveranno recensioni!
I: … -_- … O_O … Nuuuuuooooooooooo |OoO|
B: -_-
I: Allora facciamo a metà del Pandoro.
B: … -_- … O_O … Nuuuuuooooooooooo |OoO|
I: -_-
B: Ok T^T
Tornando serie (sì, si fa per dire -_-) volevamo augurarvi a tutti Buon Natale e Buone Feste ^^ ^^ e ringraziare tutti coloro che ci hanno recensito cianfri e una new entry Martina710 *scattano gli applausi registrati*
B: O.O Da quando abbiamo gli applausi registrati?
I: ???
B: Mah! La magia del Natale *^*
I: Oooh
E poi volevamo ringraziare tutti coloro che hanno messo la nostra storia tra le preferite, seguite e ricordate ^^ ^^ ci fa tanto piacere.
Ancora Buon Natale è Buone Feste. Alla prossima ^^ ^^ CIAO
 
P.S. Qui è Brandy, se volete, andate anche a dare un occhio all’altra storia che sto scrivendo OUAT in the Castle in the Wind sulle serie tv Once Upon A Time ;3
 
 

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Capitolo 6
*** Sogni ***


Angolo in Altro delle Autrici
Ciao a tutti cari lettori mezzosangue, siamo tornate con un nuovo ed entusiasmante capitolo ^^ ^^ e soprattutto a tutte le donne, Buona Festa della DONNA ^^ ^^
Volevamo scusarci per la lunga attesa ma siamo state un po’ impegnate e poi c’è stato un leggero blocco dello scrittore, ma ci siamo riprese e siamo pronte all’azione *^* *^*
Volevamo inoltre dirvi che abbiamo cancellato il “Dietro le quinte”, non perché ci sia stato imposto dalla direzione perché qualcuno si era lamentato, ma semplicemente perché I-chan si era stancata di scrivere.
I-chan: Eh, perché il mio papy divino non mi ha trasmesso la passione per la scrittura. T^T
Detto questo, vi auguriamo buona lettura ^^ ^^

 


 
Sogni
 
Talia era immersa nella nebbia più fitta. In ogni direzione in cui si girasse non era in grado di vedere niente, ma riusciva comunque a sentire una potente presenza.
-Ehi! C'è nessuno?- gridò nel bianco vuoto.
Nessuna risposta.
-Se questo è uno scherzo, non è divertente.- prese l’arco ed incoccò una freccia. -Vieni fuori, chiunque tu sia.- All’improvviso sentì l’aria crepitare ed i capelli corti rizzarsi sulla nuca, oltre che ad un senso di nausea crescerle dentro.
-Non credo sia questo il modo di rivolgerti a tuo padre, Talia!- Zeus uscì dalla nebbia nel suo completo gessato.
-Ah davvero? Tu ti riferisci allo stesso padre che voleva uccidermi a causa di una profezia?-
-Non rivanghiamo il passato. Sono qui per affidarti una missione.-
-Ah! Cosa ti fa pensare che abbia intenzione di accettare!?-
-Cosa ti fa pensare di avere scelta.-  e detto questo se ne andò così com'era venuto.
Talia si svegliò di soprassalto nel cuore della notte, con la fronte imperlata di sudore ed il cuore a mille.
-Maledizione.- ringhiò a denti stretti, nel silenzio della cabina di Artemide, consapevole di non poter dire di no.
 
 
DRIIIN … DRIIIN … DRIIIN …
Clarisse mugugnando contrariata allungò un braccio sul comodino per spegnere la sveglia, ma lei non era lì.
DRIIIN … DRIIIN … DRIIIN …
Sollevò nuovamente il braccio e colpì un po’ più in là, ma niente, così sollevò la testa dal cuscino ed intravista la sveglia con la poca luce che filtrava dalla finestra andò per spegnerla, ma la sveglia venne spostata da … un manico di scopa. O^O
DRIIIN … DRIIIN … DRIIIN …
La ragazza si voltò di scatto verso i piedi del letto e vide Chris, seduto sulla sedia presa dalla sua scrivania, con in mano il manico di scopa. -Chris!? Ma che diavolo fai?-
Il ragazzo sorrise  -Scusa, ma era già da qualche giorno che pensavo a questa cosa!-
-Oh dei!- sospirò girandosi verso la sveglia per spegnerla.
DRIIIN … DRIIIN … DRIIIN …
Chris la spostò ancora.
-Piantala!- e spense la sveglia. Scostò le coperte e si alzò dal letto -E poi, dove sei sparito ieri? Dovevi aiutarmi a fare i bagagli e invece te la sei filata … e perché mi stai fissando con quell’aria da beota!?- lo rimproverò stizzita.
-Perché sei stupendamente autoritaria anche di prima mattina.- le si avvicinò sorridendo e poggiandole le mani sui fianchi le diede un leggero bacio sulle labbra. -Comunque, quando sono tornato ho controllato i tuoi bagagli e mi sono permesso di aggiungere un cambio di biancheria, una scatola di cerotti e una di garze con bende annesse. E poi … ero andato a finire una cosa per te!-
-Oh!- gli cinse il collo sfoderando il suo ghigno migliore -E cosa, di grazia?- si alzò sulle punte dei piedi ricambiando il bacio con un altro altrettanto rapido e giocoso.
-D’accordo,- si scostò da lei -ma prima, devi chiudere gli occhi!-
-Aspetta, sarà una cosa piacevole? Perché lo sai che detesto le sorprese!- lo fissò allarmata.
Chris sorrise divertito -Sta tranquilla, ti piacerà te lo prometto, insomma, lo spero … Beh! Allora, chiudi gli occhi!-
Clarisse sospirò, ma lo fece contento.
-Apri!- le disse Chris dopo un attimo e la ragazza lo vide con una scatolina tra le mani.
-Ah!- “Cazzo è una scatolina dannatamente piccola! Non vorrà mica farmi QUELLA domanda!? No. Non sono pronta! Che cosa faccio! Ritirata, ritirata! Tutti in trincea. Cazzo il nemico ci sta accerchiando”
-Clarisse? Tutto ok?-
-Ah! Sì, sì! Ahm!- la ragazza deglutì e si asciugò le mani sudate sui pantaloncini del pigiama molleggiandosi nervosamente sul posto.
“Noooo! Non ci credo! Crede d’avvero che voglia farle QUELLA proposta!? Beh! Almeno so come fare per mandare nel panico la figlia del dio della guerra! Certo che se fosse vero, questa reazione sarebbe…” un sorriso amaro gli si dipinse in volto “Beh! Un passo alla volta!” -Su prendilo!- le lanciò la scatolina e per istinto, la ragazza lo afferrò.
-Su aprilo avanti! Non avere paura!- la stuzzicò lui.
-Io non ho paura!-
“Ah! Ha abboccato!” sogghignò il ragazzo. 
-Io non ho paura di niente.- Clarisse impettita iniziò ad aprire il pacchetto e quando sollevò il coperchio rimase un attimo interdetta, sollevata certo, ma … quasi, delusa. -Eh! È un portachiavi!?-
-Sì!-
-A … forma di … proiettile!-
-Sì! Per la precisione è un Full Metal Jacket 5,56 mm e sul fianco del proiettile ho inciso il cinghiale dei figli di Ares.- *^* le spiegò eccitato il ragazzo.
-Beh! Grazie! Ci metterò le chiavi di casa!- gli sorrise imbarazzata.
-Credo che quelle poi potrebbero risultare scomode però!-
-Come scusa?- lo guardò confusa lei.
-Permetti!?- le prese il portachiavi di mano -Sei pronta … ad amarmi alla follia?- le chiese con sguardo languido.
Per tutta risposta la ragazza incrociò le braccia al petto spostando il peso su una gamba e sollevando un sopracciglio con fare scettico.
-Donna di poca fede!- la schernì lui.
Chris si schiarì la voce facendo in modo da concentrare tutta l’attenzione della guerriere sul palmo in cui teneva il portachiavi. Chiuse la mano a pugno e con un gesto deciso del pollice, premette l’innesto del proiettile, come fosse un pulsante e il meccanismo scattò, un leggero sfrigolio metallico risuonò nella camera della ragazza che ammirava a bocca aperta il metallo prendere forma davanti a lei.
In pochi istanti, sotto i suoi occhi, si era formata uno splendido esemplare di lancia, robusta, pregevole, in un certo senso truce, dato il suo colore nero. La punta era la parte più affascinante dell’arma, in lucente bronzo celeste, battuto ed affilatissimo lavorato talmente tanto da renderlo dello stesso colore dell’acciaio. In oltre, la punta era diversa da quella classica a triangolo, infatti presentava degli spuntoni concavi a forma di zanne di cinghiale ai lati che ne aumentavano sensibilmente il potenziale offensivo. Asta e punta erano separate da un pezzo di bronzo celeste battuto, reso rotondo e finemente decorato, situato alla fine di un pezzo, che ricordava lo zoccolo di un cinghiale e all’inizio dell’altro.
-Wow-
-Bella vero?! Lo so che di solito tu le preferisci rosse, ma credo che essendo nera, i lampi elettrici risaltino molto meglio e in modo più truce.-
-Lampi elettrici!?- Clarisse stava entrando in uno stato d’estasi che non aveva mai provato.
-Oh! Sì!- le sorrise lui. Prese la lancia a due mani e ruotò il lato superiore, diviso da quello inferiore da un alto anello di bronzo con delle incisioni in senso orario e degli scintillanti e scarlatti lampi elettrici danzarono sulla punta rendendola splendidamente spaventosa.
-La amo!-
-Dovresti amare me!- -_- si lamentò Chris.
-Oh! Sì, anche te, va bene!- protese le mani verso la lancia.
Il ragazzo sospirò sorridendo -E poi, con uno scatto dall’altra parte, in senso antiorario, l’elettricità si spegne e con un ulteriore scatto la lancia torna ad essere un portachiavi.- le spiegò lui mostrandole il procedimento -In pratica ha lo stesso meccanismo della spada di Percy, solo … con più stile.- le sorrise restituendole il proiettile.
-Chris … è bellissima, davvero, è stupenda … ma come?-
-Ho chiesto ai ragazzi della cabina di Efesto di darmi una mano e dopo che ho spiegato loro il progetto erano abbastanza interessati da farmi stare temporaneamente nelle fucine con loro, per non parlare del piccolo Harley che era talmente entusiasta da aiutarmi in tutto e per tutto. Se non fosse stato per lui non sarebbe mai stata pronta per oggi e non volevo che andassi in missione senza la tua lan…-
Chris non fece in tempo a finire la frase che Clarisse gli si lanciò al collo rischiando di farlo cadere a terra ringraziandolo con il più profondo ed appassionato bacio che gli avesse mai dato.
-Wow. Devo prendere nota di regalarti armi più spesso.- le sorrise riprendendo poi a baciarla.
-Bene, ora devo vestirmi, quindi ora esci e aspettami fuori e fingi di essermi venuto a prendere. Ok? Ok.- la ragazza si scostò da lui ed andò ad aprirgli la finestra. -Forza, rapido.-
Chris sospirò a malincuore e fece come gli era stato detto.
Sceso a terra si guardò in giro per vedere che non ci fosse nessuno davanti le cabine, quindi si portò tranquillamente davanti la casa 5, aspettando che Clarisse, tra una botta ed un’imprecazione, scendesse le scale e uscisse dalla porta in pieno stile “figlia di Ares”.
Non erano passati neanche cinque minuti, che Chris sentì alle sue spalle un rumore di passi e quando si voltò, gli si rovesciò lo stomaco.
-Ah! Sei tu!- esclamò deluso Henry.
-Sì! Sono io, Chris. Il ragazzo di Clarisse. Io la sto aspettando per accompagnarla all’albero di Talia prima che parta in missione. Tu che ci fai qui?- gli chiese irritato con le braccia conserte.
-Oh! Ero venuto a prendere Clarisse per accompagnarla …-
-Ma come puoi vedere ci sono già io. Tu non servì. Quindi va pure avanti, noi ti raggiungeremo subito.- lo interruppe Chris.
-Non mi piace ricevere ordini e non mi piace il tuo tono.-
-Sono terribilmente desolato!- ribatté ironicamente il figlio di Ermes.
-Sai, ho sentito delle voci, su di te, Chris …- Henry fece qualche passo verso di lui -e non credo che un traditore come te, abbia il diritto di dire a me, che cosa possa o non possa fare.-
Chris strinse così forte i pugni da farsi sbiancare le nocche. -Questo, non ti deve riguardare White e poi, non ricordo di averti dato il permesso di chiamarmi per nome.-
-Oh!- il figlio di Era alzò le mani in con un gesto teatrale -Le mie scuse, Rodriguez.- si voltò poi verso la casa 5 rimanendo ad aspettare con le braccia incrociate e con un disgustoso ghigno sulla faccia -Sappi però, che non avrò bisogno del tuo permesso per prendermi Clarisse,- girò appena la testa per guardarlo mentre il suo sorriso si allargava sempre di più -Rodriguez.-
A quelle parole, Chris girò la testa lentamente verso il verme che aveva accanto, con l’unico desidero di pestarlo a sangue.
Se in quel momento non fosse uscita Clarisse di certo lo avrebbe ucciso.
-Ehi! Che succede?-
-Niente!- le risposero all’unisono.
Clarisse li guardò con l’espressione di una che ci credeva poco, ma lasciò perdere.
Chris allora, si schiarì la voce, fece un paio di passi verso di lei e le prese lo zaino delle mani -Lascia!-
-Guarda che ce la faccio!-
-Lo so!- poi si voltò verso Henry -White!- e gli lanciò lo zaino. -Grazie dell’aiuto.- Poi mise un braccio sulle spalle di Clarisse -Andiamo!?-
Lei gli sorrise, annuì e s’incamminarono verso il luogo dell’incontro.
-Clarisse, vuoi che ti porti anche la spada?- chiese ironico, rivolto però a Chris.
-Ma che dici, sei impazzito?- il ragazzo ispanico si fermò di colpo -Vorresti togliere un’arma dalle mani di una figlia di Ares? Vuoi morire per caso!?- poi ci rifletté un attimo -No, no! A pensarci bene, dovresti provare a prenderle la spesa.- continuò strafottente Chris.
La ragazza finse di leggere l’orologio al polso -Oh, ma guarda come si è fatto tardi. Andiamo.- si scostò dalla presa del suo ragazzo ed a passo di marcia si diresse verso la collina.
 
Arrivati all’albero, dove dormiva acciambellato il drago Peleo, a guardia del Vello d’Oro, li trovarono già ad aspettarli Percy, Annabeth che gli stava facendo tutte le dovute raccomandazioni del caso e Talia, che se la rideva sotto i baffi insieme a Rachel.
-Ehi!- li salutò Percy con un gesto della mano, felice di poter interrompere il noioso elenco della figlia di Atena. -Ce ne avete messo di tempo!-
-Vediamo di non cominciare subito male, Jackson.-  lo rimproverò subito Clarisse con le mani sui fianchi.
-Cercate di non uccidervi tra di voi piuttosto.- intervenne ironica Rachel cercando di placare gli animi.
-Sapete già da dove partire?- s’informò Talia.
-Ah! Sì, ieri sera ne parlavo con Annabeth e considerando i versi “Pavone, cinghiale, cavallo una bianca cerva braccheranno.”…- iniziò Percy e poi la figlia di Atena terminò la frase come suo solito -Gli ho suggerito di dirigersi nel Parco Nazionale di Yellowston in Wyoming.-
-Dovremmo stare attenti a Yoghi e Bubu.- sorrise divertita Clarisse.
-Ehehehéh! Ricordatevi di portare il cestino della merenda!- esclamò Chris con la stessa intonazione del famoso orso goloso di cestini da pic-nic.
I due si scambiarono uno sguardo complice e divertito, mentre gli altri si scambiavano occhiate allarmate.
-Ok!- Talia tentò di riprendere il controllo della situazione -Ma per quanto riguarda invece i versi che dicono “Se spargerà il sangue dell’animale della Luna di vite non ne rimarrà nessuna.”, non sarebbe il caso di lasciarla lì, dov’è, al sicuro?-
-Se la “catturassimo”…-
-Non potete catturare l’animale sacro ad Artemide, ma dico siete impazziti!-
-Se mi lasciassi finire…- Percy alzò di nuovo le braccia ed enfatizzò nuovamente le virgolette -Dunque, se la “catturassimo” potremmo tenerla al sicuro e liberarla in seguito, evitando contemporaneamente che dei possibili mostri al servizio di questo nuovo cattivo le possano fare del male.-
-Sì, in effetti è un buon piano Annabeth!- rifletté Talia.
-Veramente è una mia idea!- le fece notare Percy.
-Beh! Senz’altro l’influenza di Annabeth è stata fondamentale.-
-Guarda che non è malata.-
… -.-…
-Comunque, genio, hai idea di quanto disti da qui il Wyoming?- le chiese Clarisse ignorando la freddura di Prissy -Tipo, 28 ore di macchina senza traffico!?-
-Ma solo 3.30 col treno! Argo è già pronto, vi accompagnerà alla NY Penn Station e da lì prenderete un diretto fino a Rock Springs.- precisò Annabeth. -Senza contare il prezzo speciale per i semidei, infatti con lo Sconto Impresa sono solo 31.290 dracme a testa per biglietto. Poi da Rock Springs fino al parco ci vogliono circa 5 ore di macchina, però mi sembra un buon compromess…-
-31.290 dracme a testa?- Clarisse strabuzzò gli occhi. -E dove credi che le dovremmo andare a prendere così tante dracme?-
Annabeth sospirò ed assunse un’espressione schifata. -Fortunatamente, il divino intervento economico della divina Era, la divina madre degli dei, ha risolto la situazione.-
 
La sera prima alla cabina 3
-Il parco di Yellowston?- Percy strabuzzò gli occhi sedendosi sul letto accanto ad Annabeth. -Quello nel Wyoming?-
-Sai! C’è solo quello!-
-Hai idea di quanto sia distante? Sei sicura che quella cerva non sia un po’ più vicina?-
-Sì! E sì, sono sicura, hai presente, figlia di Atena, dea della saggezza!? Quando il polo del potere si è spostato dalla Grecia agli Stati Uniti, i territori nei pressi della regione di Cerinea, dove la cerva sacra ad Artemide era solita trovarsi, si sono spostati nel Wyoming.-
-Nel parco di Yellowston!-
-Nel parco di Yellowston!- ripeté a conferma la ragazza.
Percy sospirò esasperato, non aveva speranze contro Annabeth.
-Comunque, in macchina ci vorrebbe una vita, è vero, ma in treno, no! Guarda!- esclamò la ragazza girando il portatile di Dedalo.
-Ah! Solo 3 ore e mezza. Bene, ottimo!- le sorrise compiaciuto, ma poi i suoi occhi caddero sul prezzo del biglietto. -31.290 dracme?- le chiese afferrando il portatile.
-Eeeeh! Sì! … A testa!- specificò Annabeth riprendendosi il prezioso ascito di Dedalo.
-A testa?- ripeté sconvolto Percy.
-Beh! È il prezzo speciale Sconto Impresa! Altrimenti sarebbe costato molto di più!- gli sorrise lei.
-Ah! Per fortuna che c'è lo Sconto Impresa! E dove le troviamo così tante dracme? A testa!?- sospirò passandosi una mano tra i capelli.
-Basta chiedere!- una cantilenante voce femminile, spiacevolmente familiare si intromise nella loro conversazione. Un istante dopo, nella stanza, di fronte a loro comparve la divina Era, col suo divino finto sorriso da madre comprensiva e disponibile.
-Chiedere cosa di grazia?- chiede Annabeth trattenendosi a stento dal prendere la penna di Percy dalla tasca del suo ragazzo e farla scattare trapassando la dea.
-Ma non eri tu la figlia di Atena? La dea della saggezza?- la canzonò Era sempre sorridendo.
“Ok! Voglio quella penna!”
Annabeth sospirò profondamente ed implorò a tutta la saggezza di qui era in possesso di domare i suoi desideri e di aiutarla a continuare una conversazione pressoché pacifica. -La prego divina Era, ci illumini, in fondo, anche se figlia della dea della saggezza sono pur sempre per metà umana.-
-Ma è ovvio!- schioccò le dita e nella sua mano comparvero tre foglietti rettangolari verdognoli -I biglietti del treno, con i miei divini omaggi!- sorrise la dea porgendo i biglietti a Percy.
-Ah! Ecco, grazie!- boccheggiò uno stupito  figlio di Poseidone.
-Di niente caro! Volevo darli a mio figlio, ma poi ho pensato alla faccia che avrebbe fatto una semidea di mia conoscenza e non ho resistito.- rispose guardando Annabeth. -Ah, dimenticavo, ho anche messo nei vostri bagagli dei sacchetti con qualche dracma aggiuntiva. Non si sa mai.- agitò una mano -Bene!- congiunse le mani in grembo -Buon viaggio cari!- e com’era venuta se ne andò.
 
-Ecco, è andata così!- sospirò una esasperata ed ancora irritata figlia di Atena finendo di raccontare come si era svolta la vicenda.
Percy le mise un braccio intorno alle spalle e la trasse a se. -Sai, sono davvero orgoglioso del tuo autocontrollo.- Le sorrise. -Credevo l’avresti uccisa!-
-Oh! Ci ho pensato! Eccome se c’ò pensato!- si voltò velocemente verso Henry -Senza offesa Henry!-
-Tranquilla!- minimizzò col gesto di una mano -Credo che ognuno di noi abbia dei trascorsi con almeno un dio!-
-Bene!- Clarisse si strofinò le mani. -Dato che il problema economico è stato risolto, possiamo partire. Sì? Sì! Bene! Andiamo.- disse, o meglio ordinò al gruppo partendo in quarta.
-Ehi scheggia! Aspetta, salutami almeno!- Chris la prese dolcemente per un polso.
Clarisse sorrise nervosa. -Ma ci siamo già salutati prima. Ricordi!?- gli fece notare lei a denti stretti. Ma lo sguardo di Chris non ammetteva un “No.” come risposta. Essere messa alle strette, a Clarisse, non piaceva affatto, però tutta quella decisione e sicurezza che vedeva negli occhi di Chris, l’affascinavano e le davano un senso d’eccitazione e desiderio.
“Ahgr! Dannazione, Chris sei un bastardo! Per gli dei, come riesce a farmi provare così tante emozioni in un solo istante!?”
-Ok!- intervenne Percy. -Cominciamo noi!- si voltò verso Annabeth le sorrise e le diede un tenero bacio sulle labbra. -A presto sapientona!-
-A presto testa d’alghe.-
-Ciao Rachel.-
-Ciao Percy, sta attento.-
Loro si salutarono con un abbraccio, così come con Talia. -Mi raccomodando Percy, non fare stupidaggini.-
-Ne ho mai fatte?- le chiese sconcertato.
-L’unica cosa di intelligente che tu abbia mai fatto è stata quella di metterti con Annabeth!-
Clarisse sospirò. -Chris, sei impossibile!- velocemente si avvicinò e gli diede un bacio a stampo, stile “toccata a fuga”, ma il ragazzo la afferrò per la vita e ci pensò lui a salutarla come si deve. -Torna da me.-
-E-eh- si schiarì la voce e deglutì -È un ordine?-
-Sì.- le rispose tenendola ancora tra le braccia.
-Lo sai vero, che non mi piace ricevere ordini!?- gli sussurrò lei.
Chris le rispose con uno di quei sorrisi sornioni che le piacevano tanto, senza però aggiungere altro.
La truce guerriera allora si morse un labbro e si sollevò sulle punte dei piedi per raggiungere l’orecchio del ragazzo. -Ma, solo per questa volta, farò un’eccezione.- e gli diede un dolce bacio sulla guancia.
Talia osservò per tutto il tempo il comportamento di Henry, che sembrava visibilmente disgustato dalle effusioni tra Chris e Clarisse, ma ad un tratto si accorse di lei e la sua espressione cambiò totalmente, esibendo un sorriso quasi timido. Talia non aveva mai visto un ragazzo così agghiacciante.
-Ehmm!-  Henry le si avvicinò guardingo. -Allora … che ne dici, un abbraccio d’incoraggiamento?-
Per tutta risposta Talia incrociò le braccia al petto ed iniziò ad ignorarlo.
-Oh! Andiamo, solo perché mia madre ti odia, non vuol dire che ci dobbiamo fare la guerra, no!? E lo stesso vale per te Annabeth!- continuò rivolgendosi poi, anche alla figlia di Atena. Purtroppo per lui però la cosa non sembrò sortire alcun effetto. -E dai! Andiamo, Atena e Poseidone si odiano però tu sei addirittura la ragazza di Percy!-
-Ehi! Cosa vorrebbe dire “addirittura”?!- si lamentò il ragazzo.
-Sì! Ho capito quello che intendi!- Annabeth interruppe le lamentele del suo ragazzo -Però, Poseidone non mi ha mai scagliato addosso l’ira dei mari, mentre tua madre ha disseminato il suolo sotto ai mie piedi di cacche di mucca.-
A Chris e Clarisse scappò una risata e Annabeth li fulminò con uno sguardo.
-Fortuna che non è figlia di Zeus, altrimenti saremmo già morti!- sussurrò il figlio di Ermes alla sua ragazza, che sorridendo annuì.
-E va bene! Ma che colpa ne ho io, se mia madre è permalosa?-
-In effetti, non ha tutti i torti!- esclamò Percy.
-Mmm- mugugnò Annabeth.
-D’accordo, allora comincio io!- s’intromise Rachel, cercando di rompere il ghiaccio avvicinandosi al figlio di Era e regalandogli un abbraccio di buona fortuna. -In bocca al lupo.-
Annabeth e Talia si scambiarono un’occhiata come per dire “Ma dobbiamo proprio farlo?”
-Su, forza ragazze!- le incitò Rachel -In segno di pace!-
Le due amiche sospirarono e una dopo l’altra salutarono Henry con un abbraccio un po’ troppo forzato, ma facendo entrambe lo stesso avvertimento.
-Se succede qualcosa a Percy, giuro che ti troverò ovunque tu sia e ti spedirò nel Tartaro, vivo.-
Intanto, Chris si era avvicinato a Percy per salutarlo mettendosi in disparte, ma soprattutto per chiedergli un favore -Senti Percy, devo chiederti una cosa!-
-Dimmi.-
-Potresti, controllare Clarisse?-
Dopo un attimo di smarrimento si riprese -Come scusa?-
-Credo che Henry possa provarci con lei.-
-Non ti fidi di Clarisse?- gli chiese sconcertato.
-Cosa? No! No, ma che dici? È di Henry che non mi fido! E per quanto riguarda Clarisse credo non capisca quando qualcuno ci provi con lei! Anzi no, non credo, ne sono certo! Quindi …- Chris sospirò. -Insomma , lo so che dati i miei trascorsi, dire che non mi fidi di qualcuno sia un po’ … ipocrita da parte mia, però…-
-Ehi! Tranquillo amico, quella è acqua passata, io di acqua me ne intendo, sai com’è! Comunque tranquillo, ci darò un occhio.- promise dandogli una pacca sulla spalla.
-Grazie Percy.- si strinsero la mano e si diedero un paio di pacche sulla schiena -Sta attento anche tu.-
-Tranquillo c’è Clarisse a proteggermi.-
-Sì! Certo! Contaci Prissy!- si sistemò meglio lo zaino in spalla -Bene, ora che abbiamo finito con tutte queste moine, muoviamoci. Abbiamo un treno da prendere.- e s’incamminò verso l’auto ai piedi della collina, dove Argo aspettava a braccia conserte.
Velocemente Percy prese lo zaino e sospirando la seguì verso la macchina. -A presto gente.-
Anche Henry si sistemò meglio lo zaino in spalla e nel farlo urtò Chris e dopo un ultima occhiata in cagnesco tra i due, il figlio di Era se ne andò con un sorrisetto viscido e soddisfatto sulle labbra.
Un ultimo saluto di Percy agitando la mano e dopo essere saliti tutti sfrecciarono diretti alla stazione.
 
Chris sospirò visibilmente scontento. -Quel tizio proprio non mi piace.-
-Neanche a me!- esclamarono in coro Annabeth e Talia a braccia conserte.
-Oh! Andiamo, forse non è poi così male se … se lo si conosce meglio!?- provò ad ipotizzare Rachel.
I tre semidei la fissarono per un istante come se avesse detto la cosa più sconcertante che mente umana potesse concepire. -No!- esclamarono all’unisono senza ammettere repliche.
-Ok!- decise di concordare l’oracolo per non contraddire gli amici, ma soprattutto per il quieto vivere e poi girò i tacchi per tornare alla sua grotta.
-Beh, ragazze, ora vado anch'io. Devo trovare qualcosa per distrarmi. Ciao.-
-Ciao.- lo salutarono le ragazze mentre si stava già avviando verso il campo, soffermandosi però prima a dare una grattatina sotto la gola del drago Peleo, che ricambiò con quelle che dovevano essere delle … fusa.
 
-Allora, ti va di allenarti un po' con me nell’arena, prima di colazione?-
-Ah! Scusa Annabeth, ma non posso, ho … delle cose da fare.- rispose Talia infilandosi le mani nelle tasche posteriori dei jeans.
-Quali cose da fare?- le chiese sospettosa incrociando le braccia.
-Cose da cacciatrice!- puntualizzò la ragazza incrociando le braccia a sua volta.
-È top secret?-
-Sì! Bene, ora vado. Ciao.- dileguandosi il più in fretta possibile.
-Cia … o.- la figlia di Atena la guardò andarsene verso la casa di Artemide -Ok Annabeth, dovrai trovare un altro modo per passare il tempo e soprattutto per distrarti.- sospirò e poi si diresse verso la propria cabina in cerca di qualcosa di interessante nel portatile di Dedalo.
 
-Rachel?-
La ragazza si sentì chiamare poco dopo aver disceso la collina, quando si voltò vide Chris correrle dietro.
-Chris!-
-Ciao, senti … posso chiederti un favore?- indicandole di continuare pure a camminare.
-Se posso!-
-Ecco, tu sai che tra me e gli atri ragazzi della casa di Ermes non … insomma, al momento non è tutto rose e fiori, sai … per quella faccenda di Crono.-
-Quando hai tradito il campo e hai seguito Luke?!- Rachel cercò di essere il più gentile possibile, non aveva niente contro Chris e anche se in passato aveva tradito il campo, alla fine era tornato sui suoi passi ed era tornato dalla parte dei suoi amici e per quel che poteva valere, a Rachel, Chris era simpatico, insomma, sembrava un bravo ragazzo … paziente di sicuro, per riuscire a stare con Clarisse.
-Già.- Chris cominciava ad esitare.
-Dimmi allora, che cosa posso fare?- cercò d’incitarlo l’oracolo.
-Volevo chiederti se potevo …- si schiarì la voce e cominciò a parlare più piano -… se potevo dormire dietro la tua grotta, fino a quando Clarisse non torna.-
-Perché fino a quando Clarisse non torna? … Oh!- la verità si fece lampante nello sguardo dell’oracolo. -Hai dormito con Clarisse!?-
-Schsss! Abbassa la voce!-
-Oh scusa! E da quanto tempo va avanti questa storia?-
-Da circa una settimana!- Chris si guardò intorno per controllare che nessuno li avesse sentiti, se quella voce giungeva alle orecchie di Chirone si sarebbe preso una bella strigliata … “Ah ah strigliata, Chirone è per metà cavallo. Chris, cazzo, non è il momento di pensare alle freddure!”
-E nessuno vi ha scoperti?-
-No, altrimenti credo si sarebbe saputo! Allora, posso accamparmi dietro la tua grotta?- le chiese implorante
-Oh! Sì! Certo, hai un sacco a pelo o una tenda, hai bisogno di qualcosa?-
-No, no! Tranquilla, oggi pomeriggio mi intreccerò un’amaca.-
Rachel si fermò di scatto. -Allora facciamo che ti lascio stare dietro la mia grotta se fai un’amaca anche per me!- lo fissò risoluta l’oracolo.
Chris la osservò per un attimo interdetto, cercando di capire se lo stesse prendendo in giro o meno. -Non stai scherzando,  vero?-
-Non sono mai stata così seria.-
-Ok! Avrai la tua amaca. Preferenze?-
-Reticolato a fasce larghe. Tessuto morbido, ma resistente. Dimensione medio-grande!-
-Medio-grande? Ma se sei uno scricciolo!?- cercò di controbattere il ragazzo.
-Prendere o lasciare.- e gli allungò una mano per sugellare l’accordo.
Chris sospirò e le strinse la mano. -Prendo, prendo.-
-Bene!- gli sorrise la ragazza -Allora avvertimi quando arrivi. Ok?-
-Ok!- rispose un meno solare Chris, che già si vedeva tutto il giorno impegnato a reperire materiale ed a intrecciare amache.
 
Dopo cena, Chris si diresse furtivo alla grotta dell’oracolo con armi e bagagli.
-Rachel? Rachel?-
-Oh! Ehi! Credevo arrivassi più tardi e dove sono le tue cose?-
-Mi sono già sistemato! Ti ho portato l’amaca. Ti aiuto a sistemarla se vuoi!?-
-Certo!- le risospese felice lei. -Wow! Chris … è bellissima!- una volta aperta era davvero grande, le fasce erano larghe il palmo di una mano e il tessuto che aveva usato era cotone verde, dello stesso colore delle tende all’entrata, rinforzato da diversi strati per renderlo più resistente, ma mantenendo la morbidezza del tessuto.
-E si lava in lavatrice, che è un bel vantaggio.-
Una volta posizionata l’amaca, praticamente sopra al letto. Scelta bizzarra secondo Chris. Il ragazzo tornò nel suo alloggio di fortuna e stesosi sulla sua amaca, in breve tempo prese sonno.
 
Il luogo in cui si trovavano era buio, illuminato solo da alcune fiaccole che emanavano una fiamma verde giallastra. Probabilmente erano dentro una grotta viste le pareti di roccia, roccia nerissima e levigata. Clarisse e Percy erano feriti e sporchi dal lungo viaggio, gli scontri e la fatica. Di Henry, nessuna traccia. Ad un tratto furono accerchiati dai mostri. Gli occhi di Clarisse si fermarono su di lui.
-Chris, NO!-
 
Le grida della ragazza lo svegliarono terrorizzato e madido di sudore. -Clarisse.- era notte fonda e ci mise qualche secondo prima di capire che era solo un sogno, ma per i semidei, i sogni, non sono mai, solo sogni.
-Chris!?- Rachel si precipitò dal ragazzo, indossava il pigiama più assurdo che avesse mai visto, con un motivo psicadelico ed ipnotico. -Chris è terribile ho visto Percy e Clarisse incatenati e feriti, cosa facciamo?- e poi cominciò a parlare a mitraglia. -Ma forse è stato solo un sogno, indotto dalla suggestione, dato che prima di addormentarmi stavo ascoltando la profezia che avevo fatto ad Henry, speravo di trovare qualcos’altro per poterli aiutare e poi li avrei contattati con un messaggio Iside, però tutte le altre volte che ho avuto dei sogni non erano semplici sogni, però è anche vero che non sono una semidea, ma comunque resto pur sempre l’oracolo e poi…-
-Ok! Ora, calmati!- la interruppe il ragazzo. -Allora io preparo le mie cose…
-E io vado a svegliare Annabeth!-
-Annabeth!? Perché?-
-Beh! Perché anche Percy è in pericolo e poi perché le conoscenze di Annabeth sarebbero molto utili in missione, non credi?-
-Ok! Sì, hai ragione, scusa.- Rachel stava già andando quando Chris la fermò. -Aspetta un attimo!- e scese dall’amaca -Hai detto che stavi riascoltando la profezia di Henry, vero? … Ma come?!...- il ragazzo la guardò confuso.
A quel punto Rachel sollevò il cellulare che aveva ancora in mano -L’ho registrata! Sai, per qualsiasi evenienza!-
-Posso ascoltarla?- le chiese improvvisamente Chris. Che non si fidasse di Henry era più che provato e un sospetto si faceva sempre più largo nella sua mente.
-Ah! Sì, certo!- Rachel fece partire la registrazione.
“Un nuovo vecchio nemico nel buio giungerà
e l’impresa degli eroi, nell’ombra seguirà
il vero servo di chi il padre uccise,
figlio del tradimento che nell’odio, il cuore intrise.
Per mano sua, gli dei, in schiavi si vedran finire,
con una chiave il mondo potrà perire.
Se spargerà il sangue dell’animale della Luna,
di vite non ne rimarrà nessuna
e se il Padrone, nel sangue dorato si bagnerà
nessuno più lo sconfiggerà.
 
Pavone, cinghiale, cavallo
una bianca cerva braccheranno.
Servi e vendicatori li potran squartare,
ma il metallo maledetto, sangue, non dovrà toccare.
Quando il traditore si mostrerà
per quel che è, nella notte di tenebra mal farà.
Per trovarlo, nel principio dovran cercare
raggiungendo in fine, la lama del male.”

“…trovarlo…” pensò Chris “Per trovarlo, non per fermarlo, come aveva riferito Henry a Clarisse, certo forse si era sbagliato, in fondo il significato non sembra cambiare molto … sempre che non si trattasse di una profezia!”
-Senti Ra…-
Improvvisamente Rachel lo afferrò per un braccio, così forte che il figlio di Ermes stentava a credere che avesse tanta forza in mani così piccole e sottili. Poi si piegò in due, come se qualcuno le avesse dato un pugno nello stomaco. Poi drizzò la schiena e i suoi occhi brillarono di una luce verde smeraldo luminescente.
Quando parlò, la sua voce sembrò come triplicata - come se ci fossero tre
Rachel che parlavano in contemporanea e un denso fumo verde la avvolse come spire di serpente.
-Segui la chiamata,
si formerà una squadra inaspettata.
Dell’amore la fiducia dovrà provare
che nella forza, in vero, dovrà testare.
E che cadere tu non possa
nel fuoco della fossa.
I desideri, in fine, si vedrà avverare
Se con la chiave, gli dei saprà ingannare.-
 
La coda del serpente di vapore scomparve nella bocca di Rachel, chiudendosi. La ragazza reclinò la testa in avanti chiudendo gli occhi. Un istante dopo inspirò come se avesse una crisi asmatica e si riprese. Aveva la fronte imperlata di sudore mentre afferrava Chris con entrambe le mani intanto che lui la sorreggeva. Rachel aveva il fiatone e le ginocchia molli. Dopo un attimo, riprendendo fiato, riuscì ad essere un po’ più stabile, si umettò le labbra e deglutì.
-Ho, ho avuto una profezia!?-
-Già!- la guardò preoccupato Chris. -Stai bene?-
-Sì! Sì sto bene! Cosa diceva la profezia?-
-Che sarà dura. Ce la fai ad andare da Annabeth?-
-Sì!- annuì decisa lei
-Bene, allora ci troviamo all’albero di Talia.-
Rachel annuì e si avviò verso la casa di Atena.
 
Velocemente Chris si vestì e prese il necessario per partire, lo zaino con un cambio di vestiti, qualche barretta energetica che aveva preso di nascosto dal magazzino, un paio di bottiglie d’acqua, dracme, portafoglio con dollari americani presi in prestito da Trevis e Connor, una borraccia di nettare ed un sacchetto di cubetti d’ambrosia. Senza dimenticarsi del lungo astuccio in cuoio che si agganciò alla cintura e della spada da oplita che gli aveva regalato Clarisse non appena si era ripreso dalla follia in cui l’aveva indotto Minosse nel labirinto. Lama in bronzo celeste della miglior qualità, affilatissima, impugnatura in cuoi nero e fodero del medesimo colore, borchiato, da duro.
-Bene, ho tutto.- si mise la spada agganciata alla spalla e lo zaino su quella libera, dirigendosi poi verso il luogo dell’incontro, quando, ad un tratto, gli squillò il cellulare.
 
Rachel era appena arrivata davanti alla cabina 6, realizzando solo in quel momento che gridando il nome dell’amica, non avrebbe fatto altro che svegliare tutto il campo e questo era assolutamente da evitare, così decise di scassinare la porta per andare a svegliarla furtivamente. Aveva appena aperto la porta quando si trovò Annabeth davanti, sveglia, vestita e pronta per andare in missione.
-Rachel!? Che ci fai qui?- poi guardò la porta corrugando la fronte -Hai scassinato la porta!? No! Non importa, devo andare, Percy è in pericolo.-
-Lo so! Ho sognato lui e Clarisse incatenati e feriti. Chris ti sta già aspettando.-
-Incatenati? Io li ho sognati circondati da mostri e … Chris, Chris era lì! Clarisse urlava “Chris NO!”, forse lui centra qualcosa.-
-A proposito,  quando ero con lui prima, ho avuto una profezia.-
-E cosa diceva?-
-Chris ha detto solo “che sarà dura!”- fece le virgolette con le dita. -Se solo l’avessi re…- Rachel guardò il cellulare e si bloccò -Ma io l’ho registrata, sopra la profezia di Henry!- sfiorò lo schermo touch ed in un paio di mosse riuscirono a riascoltare la profezia che riguardava Chris.
“Segui la chiamata,
si formerà una squadra inaspettata.
Dell’amore la fiducia dovrà provare
che nella forza, in vero, dovrà testare.
E che cadere tu non possa
nel fuoco della fossa.
I desideri, in fine, si vedrà avverare
se con la chiave, gli dei saprà ingannare.”
 
-Non sembra buona!- esclamò Rachel.
-Io direi che è proprio pessima, considerando che nella profezia di Henry c’erano i versi “Per mano sua, gli dei, in schiavi, si vedran finire, con una chiave il mondo potrà perire.” Chris potrebbe essere tornato dalla parte dei seguaci di Crono o peggio, potrebbe non averli mai lasciati.-
-Aspetta, ora non credi di esagerare! Sembra tenere veramente tanto a Clarisse, insomma, non credo le farebbe del male.-
-Nemmeno io credevo che Luke potesse mai tradire…- la voce le si spezzò in gola -… tradire il campo, invece l’ha fatto.-
-Allora cosa facciamo con Chris?-
-Tu niente! Dovrai restare qui e coprirci con Chirone, se venisse a sapere che due gruppi di semidei sono partiti per la stessa missione non la prenderebbe molto bene e ci manderebbe dietro le cacciatrici per fermarci. Per quanto riguarda Chris, io e lui raggiungeremo insieme il gruppo di Percy, almeno in questo modo potrò tenerlo d’occhio!-
-Se non puoi batterlo, alleati con lui, giusto?!-
-Precisamente!- sospirò Annabeth. -Allora, dove ha detto di trovarci?-
-All’albero di Talia!-
-Andiamo!-
 
Il cellulare aveva cominciato a suonare insistentemente e quando Chris lo prese dalla tasca vide sul display la foto di Ange.
Rispose.
-Pronto, Ange scusa mi sono dimenticato di ringraziarti per avermi spedito il sensore, però ti sei scordata da mandarmi il link dell’app.-
-Non l’ho scordato, ho fatto apposta a non inviartelo, così potevi venire qui a prendermi e portarmi via, lontano da questo posto.- gli rispose una voce angelica e melodiosa come quella di una ragazzina, ma monotono.
-Ah!- rimase interdetto dopo aver udito il piano d’evasione della sua interlocutrice. -Le cose non vanno bene col divino Ermes? È troppo veloce per te? E lo sai che non dovresti chiamarmi col semiphone, dato che non ne è stata approvata la costruzione!- le fece notare sospirando e cercando di cambiare discorso.
-Il divino Ermes non si è visto oggi e neanche ieri e nemmeno il giorno prima! E ti ho chiamato col semiphone perché i messaggi Iside non funzionano, c’è una totale assenza di segnale!-
-Hai creato un arcobaleno come si deve? Non hai usato dracme false vero?- le chiese incredulo che i messaggi Iside non funzionassero.
-…-
-Ok! Hai fatto tutto come doveva essere fatto! Domande stupide.- Chris si scusò della poca fiducia, dato che non udiva più segni vitali dall’altro lato dell’apparecchio.
-Ti aspetto! Mi trovi qui! Ciao!- e riagganciò.
-No Ange, aspetta!- ma era troppo tardi, aveva già riattaccato.
Chris sospirò ormai arrivato accanto a Peleo, che sentendolo frustrato, ancora un po’ assonnato gli avvicinò il muso come a volerlo consolare e rassicurare. Il ragazzo sorrise e cominciò a coccolarlo -Grazie amico mio! Ora avrò bisogno del tuo aiuto. Pensi di poterlo fare?-
Il drago alzò orgogliosamente la testa gonfiando il possente petto, come per dire “Ma per chi mi hai preso? Per uno di quegli stupidi ronzini? Io sono un drago!” poi però, si voltò verso il grande pino, dove su un ramo vi era il Vello d’Oro, come se si fosse ricordato di quale fosse d’avvero il suo compito.
-Capisco, ma sarebbe solo per qualche ora, il tempo necessario per trovare Clarisse, Percy e…- sospirò disgustato -Henry!-
Anche il drago fece una smorfia, come se trovasse insopportabile anche lui il ragazzo.
-Chris!?-
Il figlio di Ermes si voltò e vide Annabeth che lo stava chiamando, seguita da Rachel, che aveva ripreso un po’ più di colore rispetto a prima.
-Dobbiamo sbrigarci, ho un brutto presentimento!- la incitò il ragazzo.
-Sì!- esclamò la figlia di Atena lanciando un’occhiata all’alta ragazza -Anch’io!-
-Allora forza!- Chris fece per montare in groppa a Peleo.
Annabeth e Rachel strabuzzarono gli occhi. -Chris che fai?-
-Ci accompagnerà Peleo, così saremo più veloci!-
-Peleo è a guardia del Vello, hai idea di cosa potrebbe accadere se qualcuno lo rubasse durante la sua assenza?- “Forse è proprio questo ciò che vuole!”
Chris si avvicinò ad Annabeth in modo tale da farle capire tutta la sua risolutezza. -Senti, Clarisse è in pericolo e anche Percy. Quindi se tu vuoi perdere tempo e fare un’altra strada accomodati, fai pure! Ma io, non permetterò a nessuno di far del male alla donna che amo. Intesi!?-
Sia Annabeth che Rachel annuirono intimorite ed affascinate.
-Bene!- poi si rivolse a Rachel -Ah! Abbiamo un altro problema! I messaggi Iside non funzionano!-
-Cosa? non è possibile!- esclamò Annabeth –Tu come lo sai?- gli chiese poi.
-Mi hanno chiamato!- Chris prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni e lo diede all’oracolo -Rachel prendilo, con questo anche noi semidei possiamo, avere un cellulare, diciamo.-
-E poi voi come farete?-
-Passerò a prenderne un altro!- e tornò da Peleo rivolgendosi poi al drago. -Pensi di poter risolvere il problema della tua assenza?-
Il drago lo fissò per un istante negli occhi, uno sguardo intenso ed ipnotico, poi con una zampa creò una montagnola di terra e poi vi soffiò una leggera fiammata dorata, non rossa come suo solito, e la montagnola di terra prese vita, crebbe e si trasformò in un altro Peleo, solo col manto color terra invece di rosso ruggine, che si acciambellò vicino a pino da proteggere.
-Wow! Ma come?- Annabeth rimase a bocca aperta.
-I draghi sono creature magiche, dotate di grandi e antichi poteri!- spiegò Chris accarezzando il dorso del suo squamoso amico -Questo è niente per Peleo, vero!?-
Il drago inorgoglito da tanti complimenti gonfiò il petto tutto impettito.
-Ok amico! Abbiamo capito che sei molto figo, ora però abbassati, così possiamo salire e  partire.-
Il drago, ubbidiente, fece come gli era stato detto e Chris gli salì agilmente in groppa porgendo una mano ad Annabeth. La ragazza la guardò un istante e poi l’afferrò e salì in groppa a Peleo, dietro al ragazzo.
-Andiamo!-
All’ordine di Chris, il drago, con un poderoso colpo delle zampe e delle ali, prese il volo e in pochi istanti, si issò sopra gli alberi della collina e subito dopo stava già volando verso New York.
-Peleo, andiamo all’OPS, Olimpo Pacchi Spediti, dobbiamo recuperare un paio di cose.-
 
Quella mattina, sul treno diretto nel Wyoming.
Non appena saliti sul tremo e trovato un posto libero in disparte, Clarisse si sedette come se il treno fosse suo, appoggiando i piedi sul sedile davanti a lei e si isolò subito dal gruppo -Bene! Buona notte! Chiamatemi quando arriviamo.-
Percy e Henry si lanciarono uno sguardo rassegnato e si sedettero nei due posti rimanenti vicino al corridoio e cominciarono a mangiare la loro parte di colazione presa al bar della stazione.
-Lasciatemi un paio di ciambelle.- mugugnò Clarisse sistemandosi meglio sul sedile.
-Oooky!- la rassicurò Percy, ma più timoroso che potesse pestarlo in caso contrario.
Nell’ora e mezza successiva, Percy e Henry passarono il tempo parlando del più e del meno. Quando Clarisse si svegliò, il figlio di Poseidone stava elencando tutte le motivazioni possibili ed immaginabili del perché il cibo blu fosse migliore di tutti gli altri.
-Prissy, Di immortales, sta un po’ zitto! Hai parlato per tutto il tempo e sono stanca di sentire i tuoi sproloqui. Le mie ciambelle?-
Henry le passò il sacchetto e il caffè.
-Grazie.-
Percy la guardò allibito. -Tu, hai ringraziato?-
-Solo perché sono una guerriera super tosta, non significa che non sia educata!- e cominciò a fare colazione.
Nel giro di cinque minuti aveva già spazzolato tutto ed iniziato a lamentarsi di quanto fosse noioso il viaggio e che se ci fosse stata lei alla guida del treno sarebbero già arrivati.
Percy, stanco di sentirla parlare, si alzò.
-Dove vai? Non ho finito di lamentarmi.- le fece notare la ragazza.
-Al bagno! Posso … mamma!?- e senza aspettare la risposta se ne andò sospirando esasperato.
Henry sorrise. -Per fortuna che hai dormito per un po’, altrimenti credo che avresti già preso d’assalto la locomotiva!-
-Questa sì che è un’idea!- rifletté Clarisse prendendo seriamente in considerazione la battuta del ragazzo.
 
Percy temporeggiò più del dovuto nel bagno per rinfrescarsi il viso, ma soprattutto per stare un po’ lontano da Clarisse. “Di immortales, ma come fa Chris?” sospirò “Già Chris, gli avevo promesso di tenere d’occhio Henry!” -Ok! Ributtiamoci nella mischia!- disse alla sua immagine riflessa nello specchio, si asciugò le mani e fece per aprire la porta, ma un uomo corpulento e nerboruto dalla mascella quadrata e dalle mani grandi come pale lo anticipò.
-Oh! Mi scusi signore! Ho finito, se mi fa passare …-
-La tua corsa finisce qui, Percy Jackson!- disse l’uomo con una profonda e mostruosa voce gutturale.
Percy fece appena in tempo a capire che cosa stava succedendo, che la grossa mano dell’uomo lo prese per il collo sollevandolo da terra e bloccandolo al muro, lasciandolo senza fiato. Annaspando per un po’ d’ossigeno cercò di aggrapparsi alle dita dell’uomo, che diventavano sempre più grosse, forti e irsute, rivelando la vera identità dell’individuo, un lestrigone. Allora tentò di afferrare la penna nella tasca della giacca, ma l’aveva lasciata al suo posto. Se non avesse fatto qualcosa, qualcosa di più che tentare di graffiare quella mano enorme sarebbe soffocato, oppure quel mostro gli avrebbe rotto il collo prima.
All’improvviso sentì il suono metallico di una spada estratta dal fodero e un lampo verde mozzò il braccio del lestrigone. Il mostro ebbe appena il tempo di mugugnare un rantolo dolorante che un altro fendente verde gli mozzò la testa e divenne polvere. Henry infilò la testa dentro il bagno e vide Percy rosso in faccia mentre cercava di riprendere aria. -Tutto bene Percy.-
-Sì!- annaspò -Grazie amico!- ed accettò la mano che il figlio di Era gli aveva offerto per aiutarlo a rialzarsi.
-Ragazzi muoviamoci.- Clarisse si avvicinò velocemente a loro indossando la giacca in pelle e passando lo zaino e la giacca di Percy al ragazzo. -Ci sonno delle empuse! Ne ho contate almeno cinque. Vediamo di farle fuori lontano da occhi indiscreti.-
-E dove pensi di farlo? Siamo in un treno con dei normali esseri umani!- le fece notare Percy prendendo le sue cose e pronto con la penna in mano.
-Ci sarà almeno un vagone notte, no? Spazio ristretto, poca possibilità d’azione per noi, ma anche per loro.- si voltò a guardare indietro e le vide avvicinarsi vestite da assistenti di viaggio. -Muoviamoci.-
I tre semidei si diressero verso il fondo del treno, passando vagone dopo vagone, ma di un posto senza persone neanche l’ombra.
“Ma perché diavolo devono sparpagliarsi in questo modo, non possono sedersi in modo ordinato? Riempiendo un vagone e poi un altro e un altro ancora e invece no, devo essere un branco di pecore!” pensò sempre più nervosamente una Clarisse pronta all’azione.
Finalmente trovarono un vagone libero.
-Bene ragazzi, vediamo di sbudellare qualche mostro! Oh, e fatemi il favore di non crepare! Soprattutto tu Ga… Henry!- “Chris, quando torno ti uccido!”
-Farò del mio meglio!- rispose Henry.
-E tu, Prissy, vedi di non intralciarmi!-
-Sì, sì, ok!- poi Percy si voltò verso Henry e lo vide un po’ teso. -Tranquillo Henry, tutto sarà finito in men che non si dica!-
-Speriamo!- sospirò nervosamente il ragazzo.
-Sicuro! Con te ci sono Prissy e Cissy, il dinamico duo!-
-Cissy!?- gli chiese la ragazza disgustata.
-Sì! Non ti piace!?- le chiese con fare ingenuo.
Clarisse sospirò esasperata. -Ho già voglia di ucciderti Jackson.-
Una volta in posizione, attesero l’arrivo dei loro nemici.
Le empuse li raggiunsero in poco tempo e quando entrarono nel vagone si diressero subito verso il loro bersaglio, iniziando a trasformarsi del tutto, la pelle già chiarissima perse del tutto colore, diventando pallida come gesso, gli occhi diventarono rossi come sangue e i denti diventarono zanne. Poi le gambe, sotto la gonna della divisa mutarono forma, la sinistra era marrone e ispida, con uno zoccolo asinino, mentre la destra era umana, solo che era di bronzo.
-Oh! Poverina, i tuoi amici ti hanno lasciata tutta sola e sono scappati?- disse la prima empusa.
-Maschi!- disse disgustata la terza -Sono proprio inaffidabili.-
-Avete proprio ragione ragazze!- esclamò comprensiva Clarisse, spada alla mano. -Ma non è questo il caso.- le empuse fecero ancora due passi verso di lei e poi si fermarono sospettose.
-Adesso.-
Quando Clarisse diede il segnale, si scatenò l’inferno.
Henry e Percy si lanciarono dentro al vagone dai finestrini laterali aperti, calandosi dal tetto, dove si erano nascosti e presero le empuse da dietro e dai lati, con la figlia di Ares che le bloccava da davanti, non potevano fare altro che aspettare di essere disintegrate.
La lotta fu dura e per niente facile e Clarisse odiava gli spazzi piccoli, soprattutto perché non poteva usare la sua arma preferita, la lancia, ma l’idea di polverizzare quelle bastarde, la faceva sentire meglio.
Erano riusciti ad ucciderne tre, quando ad un tratto un lestrigone ancora più grosso del primo con le braccia tutte tatuate con carpe Koi, prese Clarisse alle spalle e la scaraventò dall’altra parte del vagone come fosse un fuscello.
-Occupati di lei.- disse il nuovo arrivato ad una delle empuse che si diresse verso la ragazza a terra.
Con una risata stridula si avvicino alla semidea disarmata. -Sei in mio potere.- la sollevò da terra con una mano artigliata alla gola. -Un ultimo desidero?-
“La mia spada nel tuo petto!” pensò Clarisse, poi si ricordò del regalo di Chris. L’empusa stava per strapparle il cuore dal petto. -Voglio dissetarmi col sangue del tuo cuore ancora pulsante!- esclamò divertita.



Angolo in Basso delle Autrici
Muahahahahah suspance al 100%
Babbo Natale è stato cattivo con noi e noi siamo cattive con lui e quindi vi beccate la suspance.XP
Comunque, come vi è parso questo capitolo? Finalmente i nostri eroi partono per la loro impresa … era ora!
Quale sarà la missione di Talia?
Vi è piaciuto il regalo di Chris? Se non sono riuscita a descrivervela bene vi mando il link della lancia a cui mi sono ispirata
http://www.commerciolot.it/carpentierilot/images/LanciaVortha.gif
ed anche dell’arma di Henry
http://i54.tinypic.com/20kro6b.jpg
Spero vi piacciano i flashback perché ce ne saranno altri e poi a I-chan piacciono (meno male, altrimenti sarebbe stata una guerra ….)
Cosa ne pensate della doppia profezia? *^*
E poi andiamo, non avete rivalutato il pigro e magico drago Peleo? Perché io sono fissata con i draghi *^* li LOVVO A BESTIA *^*
E poi vi piace il finale sospeso? Muahahahahah *^* *^*

Ringraziamo, come sempre, tutti coloro che hanno messo la nostra storia tra le preferite, seguite e ricordate ^^ ^^ e che ci hanno recensito Cianfri e Martina710 ci fa tanto piacere.

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Capitolo 7
*** Ange ***


Angolo delle Autrici
Ciao a tutti ^^ lettori mezzosangue, ci scusiamo per l'immenso, immane, colossale ritardo di pubblicazione, ma avevamo gli esami (università e scuola) e poi siamo andate in vacanza ^^ ... ci manca la montagna T^T
Comunque siamo qui con un nuovo capitolo, non ci siamo dimenticate di voi vogliamo dirvi però che i prossimi capitoli avranno cadenza a caso perchè la scrittrice (io) deve laurearsi T^T e tra ultimi esami e tesi avrò il tempo limitato anche per dormire T^T quindi vi chiedo di portare pazienza.
Grazie ^^ ^^ e buana lettura ^^ ^^


 

Ange 
 
Dopo essere stata scaraventata del lestrigone, dall’altra parte del vagone, a causa del forte impatto, Clarisse aveva perso di mano la spada e quando l’empuse le fu addosso e l’afferrò per la gola, sollevando la da terra, era ancora stordita dal forte colpo.
-Un ultimo desidero?-
“La mia spada nel tuo petto!” pensò la guerriera, poi si ricordò del regalo di Chris. L’empusa si preparava a strapparle il cuore dal petto. -Voglio dissetarmi col sangue del tuo cuore ancora pulsante!- esclamò divertita.
Clarisse fece scattare il meccanismo del portachiavi e la lancia, in uno sfrigolio metallico trapassò il petto del mostro, riducendo l’empusa in cenere, mentre la ragazza ricadeva a terra tossendo ed annaspando aria massaggiandosi la gola graffiata dai lunghi artigli del nemico. Velocemente la figlia di Ares si riprese, ruotando l’asta dell’arma in senso orario, azionò il meccanismo elettrico della lancia e si scagliò contro l’altra empusa trapassandole lo sterno. Intanto Percy e Henry erano occupati a schivare le palle di fuoco che il lestrigone lanciava loro tenendoli a debita distanza per impedirgli di contrattaccare. Ma nel momento esatto in cui la seconda empusa, morente, gridava straziata dalle fiamme, prima di ridursi in cenere, il lestrigone voltò lo sguardo verso di lei distraendolo dal suo scontro, permettendo così a Percy ed a Henry di colpirlo e di finirlo, l’uno colpendolo al cuore, l’altro decapitandolo.
-Però!- esclamò Henry ancora col fiatone -Per fortuna che il treno è il mezzo più sicuro per viaggiare!-
Percy sorrise alla battuta poggiando le mani sulle ginocchia e riprendendo fiato. -Bella lancia!- esclamò poi rivolto a Clarisse che gli rispose con un ghigno soddisfatto e compiaciuto.
-Ci stavano aspettando, che dite?- chiese il figlio di Poseidone, dando voce si propri pensieri.
-Tu credi!?- gli chiese preoccupato Henry.
-In effetti erano in molti e ben organizzati.- fece notare Clarisse.
-Già! Questa aveva tutta l’aria di essere un’imboscata.- continuò Percy.
-Un’imboscata?- chiese confuso Henry -Ma per organizzare un’imboscata avrebbero dovuto conoscere i nostri piani e i nostri spostamenti! A parte noi, chi era a conoscenza del piano d’azione?- chiese in fine.
-Nessun altro, eccetto tua madre Era…-
-Aspetta!- lo interruppe la ragazza. -Tu, credi che ci sia una spia tra di noi!?-
-Beh! Non sarebbe la prima volta che capita, no!?- le fece notare Henry.
-No, non credo ch…-
-E sentiamo!  Chi credi che sia questa, fantomatica spia?- lo interruppe di nuovo la figlia di Ares.
Henry la fissò per qualche istante negl’occhi, poi si umettò le labbra e abbassò lo sguardo a disagio. -Chris.-
Una frazione di secondo dopo Henry era letteralmente appeso alla parete del vagone, Clarisse lo teneva per il bavero della giacca. -Che cosa hai detto?- gli ringhiò contro, la lancia ancora in modalità elettrica stretta nell’altra mano.
-Clarisse!- esclamò Percy allarmato, ma per lei fu come non ci fosse.
-Andiamo Clarisse, pensaci!? L’ha già fatto una volta, cosa potrebbe impedirgli di farlo ancora? Tu?-
In uno scatto d’ira la ragazza gli conficcò la lancia a pochi centimetri dalla faccia, Henry sentiva l’elettrica sfrigolargli l’orecchio e non poté evitare di sudare freddo.
-Ragazzi, adesso basta!- s’impose alla fine Percy, richiamando a se l’attenzione dei suoi compagni. -Dovremmo andarcene di qui prima che arrivi qualcuno. Non so voi, ma io non voglio finire in carcere per colca di qualche psicopatica e di un piromane!-
Finalmente Clarisse lasciò la presa su Henry, ritrasse la lancia e con un movimento netto e preciso la fece tornare un portachiavi. Raccolse le sue cose, rinfoderò la spada e si diresse verso un altro vagone, mentre, silenziosamente, i due ragazzi la seguivano.
 
OPS – Olimpo Pacchi Spediti NY
Era notte inoltrata, ma grazie alla luminosa luna argentea che svettava nel cielo stellato, Chris e Annabeth riuscivano a vedere più che discretamente, certo, questo non era un problema per Peleo che, essendo un rettile, vedrebbe perfettamente anche nelle notte più buia.
-Perché dobbiamo andare all’Olimpo Pacchi Spediti?- gli chiese ad un tratto Annabeth, aggrappandosi più forte alla vita di Chris per una folata di vento.
-Per prendere un nuovo semiphone e per recuperare una persona.- sospirò contrariato da quest’ultimo punto.
-Visto che dovevamo muoverci, non credo sia il caso di portare carico extra!- gli fece notare lei.
-Sarei pienamente d’accordo con te, se non fosse che quel carico extra può aiutarci a trovare Clarisse e Percy più velocemente!-
-E anche Henry.- disse disgustata Annabeth.
-Sì! Anche lui!- continuò altrettanto disgustato Chris.
 
Quindici minuti dopo stavano atterrando sul tetto dello stabile della OPS.
-Peleo tu aspetta qui! Torniamo subito!- esclamò il ragazzo scendendo dal dorso del drago, che per tutta risposta si acciambellò su se stesso, pronto ad aspettarlo in totale relax.
Velocemente i due semidei scesero la scala interna all’edificio per poi dirigersi all’ufficio di Ermes. La porta era chiusa, quando l’aprirono trovarono un ambiente molto luminoso e spazioso, se non fosse per le pile e pile di fogli che coprivano ogni angolo di superficie calpestabile o libera che si potesse trovare nella stanza, fatta eccezione per una piccola stradina che portava alla scrivania.
-Ange!?- chiamò Chris.
Nessuna risposta.
-Ange!? Sei qui?- riprovò il ragazzo.
-Sì è qui, Chris! Sei Chris vero?- rispose una voce femminile da dietro la scrivania.
-E ci siamo anche noi! Ti prego ragazzo salvaci! … E non è che ti avanzerebbe un topo, per caso?- continuò una voce maschile.
-Ma quelli sono …- Annabeth corrugò la fronte stupita.
-Sì, George e Martha!-
Facendo attenzione a non far cadere le pile di fogli ordinati, alti quasi un metro, Chris percorse il piccolo spazio di pavimento libero fino a raggiungere la scrivani e sotto al tavolo trovò Ange raggomitolata a terra che dormiva beata tra carte di dolciumi, scatole di pizza vuoti e bevande energetiche finite.
Sì, quando dormiva sembrava proprio una bambola … il problema era quando era sveglia …
-Chris grazie agli dei …-
-Toglici dalle grinfie di questa psicopatica!- finì George la frase che aveva cominciato la moglie.
I due serpenti al servizio di Ermes erano in modalità iphone poggiato vicino alla ragazzina che dormiva.
-Ermes le ha dato il compito di rimettere in ordine le fatture, gli ordini, le spedizioni e quant’altro e noi magicamente siamo finiti a farle da calcolatrice parlante! Hai idea di quanto sia esigente e puntigliosa?-
-Sì! Ce l’ho!- confermò il ragazzo sospirando, poi allungò un braccio per scuoterla dolcemente -Ange, svegliati! Sono Chris!-
-No fermo che fai!? Hai idea di quanto tempo ci abbia messo per farla addormentare con tutte quelle bevande energetiche che si è sparata!?- lo rimproverò il serpente.
-Oh! Smettila George, se fosse per te non lavoreresti mai! Come Ermes!-
-E ti sembra una brutta vita?-
-Mmm.- la ragazzina mugugnò stropicciandosi gli occhi.
Intanto Annabeth si era avvicinata e si era portata accanto a Chris per vedere che cosa stesse combinando.
-Chris chi è questa ragazza?-
Ange si mise a sedere e si stropicciò gli occhi -Fratellone, ce ne hai messo di tempo!- esclamò la ragazzina sbadigliando.
-Fratellone?- Annabeth rimase senza parole -V-vuol dire che è tua sorella?-
La ragazzina si alzò dal suo giaciglio improvvisato ed ancora assonnata si rivolse alla ragazza alta e bionda che le stava davanti. -Biologicamente parlando, sì!- rispose lasciandosi sfuggire uno sbadiglio.
La figlia di Atena rimase a bocca aperta. “In effetti si somigliano,” pensò “la stessa carnagione leggermente ambrata, gli occhi e i capelli dello stesso color mogano, le stesse orecchie leggermente a punta tipiche dei figli di Ermes. Erano vestiti pure in abbinato! Entrambi con una maglietta verde, jeans e convers blu. L’unica differenza era che nella maglietta della ragazza c’era la stampa di Keep Calm and LOVE MUSTACHE, col disegno di due grossi baffoni tutto in bianco.”
-Ange ascolta, ho bisogno del localizzatore e … di un nuovo semiphone.- intervenne Chris bloccando il flusso dei suoi pensieri.
-Sei riuscito a rompere anche quello? Oppure l’hai perso?- si diresse fuori dall’ufficio evitando accuratamente le pile di fogli ordinati seguita da Chris e da Annabeth che aveva cominciato a collegare i pezzi.
-Dato che non potevamo comunicare tramite i messaggi Iside l'ho lasciato a Rachel, per le emergenze.-
-Aspetta!- lo bloccò la figlia di Atena. -Tu hai messo un dispositivo di localizzazione su Clarisse?- gli chiese sgranando gl’occhi.
-Beh! Non l'ho messo proprio addosso a Clarisse, l’ho inserito nella sua lancia!- spiegò con fare innocente lui tornando a seguire la sorella.
“Perché l’ha fatto? Forse … lui sapeva!” -È da dove ti è saltata fuori questa idea?-
-Era, era solo una semplice precauzione!-
Ange si diresse verso una porta con una targhetta con su scritto il suo nome oltre che una serie di avvertimenti “SI PREGA DI NON ENTRARE SENZA L’AUTORIZZAZIONE SCRITTA DI ANGE”, “ENTRARE SOLO IN PRESENZA DI ANGE”, “PERICOLO DI MORTE”, “ATTENTI A VOI CHE ENTRATE ANIME BRAVE”, “CHI ENTRA MUORE … ECCETO ANGE”, “L’ACCESSO AD ERMES È VIETATISSIMO” e così via. -Voi aspettate qui!- e la ragazzina si dileguò oltre la porta dopo aver immesso codice alfanumerico, riconoscimento vocale, delle impronte digitali e dell’iride.
-Una precauzione!?- continuò la figlia di Atena riprendendosi dallo stupore di tante misure di sicurezza per aprire una porta.
-Andiamo Annabeth, lo sai anche tu quanto possa essere spericolata Clarisse e lo stesso vale per Percy, malgrado non vadano apertamente d'accordo, sotto quel punto di vista sono molto simili.- Chris sospirò -È stata solo una precauzione, nel malaugurato caso ci avesse contattato per richiedere eventuali rinforzi avremmo saputo esattamente dove andare senza perdere tempo prezioso.-
In un certo qual senso, Annabeth capiva quello che intendeva. -E Clarisse lo sa?-
-Credi che sarei ancora qui se gliel’avessi anche solo proposto?!-
-Giusta osservazione!-
La porta della stanza dove era entrata Ange si riaprì e la ragazza ne uscì con addosso una giacca in pelle, uno zaino verde militare sulle spalle e un semiphone per mano. -Ecco, tenete!- e diede ad ognuno di loro un cellulare. -Ho già inserito una sim prepagata, da Ermes, i numeri di ognuno e la posizione GPS dei nostri numeri.-
-E il localizzatore?- le chiese Chris.
-Quello rimarrà solo in mio possesso, per evitare che ti sorga la tentazione di mollarmi da qualche parte.-
-Ange, questo non è un gioco! È una missione pericolosa.-
-Non dovresti giudicare un libro della copertina Annabeth Chase, figlia di Atena.-
-E tu come fai a sapere …-
-Come ti chiami? E di chi sei figlia? Credi che non ci sia comunicazione tra me è Chris?-
-Hai l’abitudine di rispondere ad una domanda prima ancora che finiscano di fartela?-
-Sì!- risposero all’unisono i fratelli Rodríguez.
-Tutta colpa di nostro padre, si dilunga inutilmente in spiegazioni…-
-…facendoci perdere tempo e non arrivando mai al dunque…-
-…così abbiamo imparato ad anticipare lui…-
-…e tutti gli altri!-
Annabeth era rimasta ad ascoltare la loro spiegazione a bocca aperta, passando lo sguardo da lui a lei, era incredibile come riuscissero a coordinare un discorso concreto senza neanche guardarsi, come fossero due corpi ed un unico cervello.
-Comunque sia, di che missione di tratta? … Sapendolo potremmo prendere qualche gadget extra che potrebbe esserci utile!- conclude velocemente Ange notando l’obbiezione che cresceva in Annabeth, che decise di raccontarle ciò che era accaduto, della profezia e dell’ipotesi che aveva esposto sul percorso da seguire, tralasciando però la profezia su Chris.
Ange ascoltò attenta ed in silenzio fino a quando la ragazza non ebbe finito.
-Quella cerva è un animale sacro e anche nella mitologia, Ercole, per evitare la ire di Artemide, l’ha colpita in un punto preciso della zampa, non irrorato dal sangue, però nessuno di noi è tanto bravo con l’arco; quindi …- velocemente Ange si diresse verso il settore di ricerca e sviluppo e lo oltrepassò diretta al magazzino.
-Dovrebbe essere …- col naso all’in su cercava qualcosa sulla grandi casse posizionate negli alti scaffali dell’enorme deposito ed estrasse il cellulare della tasca interna della giacca -George, Martha, per favore trovate le sfere acchiappa-mostri nel registro dell’archivio.-
-Il lato positivo del lavoro con Ange è che almeno lei chiede “per favore”.- commentò George.
-Trovato!-
-Di già!?-
-Sai, non ho perso tempo a fare il lecchino.-
-Allora?- intervenne la ragazzina sospirando.
-Sezione D7, scaffale 11F.-
-Grazie.- e si rimise il cellulare in tasca. Arrivata nella sezione indicata trovò subito la cassa che cercava e con un elevatore la raggiunse, prese qualche sfera di vetro grande come una palla da tennis e tornò dai ragazzi -Ecco.- e gli porse tre, quattro sfere a testa. -Ci basterà lanciargliene addosso una di questa per racchiuderla al suo interno senza farle del male.-
-Wow! Come mai non ne avevo mai sentito parlare prima?- domandò ammirata Annabeth.
-Perché sono per l’appunto nella sezione ricerca e sviluppo e questi sono solo dei prototipi che devono ancora passare al vaglio del divino genio di Ermes!-
-E chi le ha inventate? È un genio!-
-Grazie!-
Annabeth rimase a bocca aperta.
-Sì! Ma ora sbrighiamoci, non voglio lasciare il campo troppo a lungo senza Peleo.- intervenne Chris.
-Solo un attimo voglio portare anche questi.- estrasse da una delle scatole più basse un barattolo di fagioli secchi fluorescenti. -Devo assolutamente testarli sul campo.-
-Fagioli radioattivi!?- chiese Chris interdetto.
-Più o meno!-
-Altro?- continuò poi spazientito.
-No, andiamo!- esclamò la ragazzina infilandoli nello zaino.
-Ah! Io vi raggiungo subito, vado un attimo in bagno!- disse Chris allontanandosi come se niente fosse senza aspettare risposta da nessuno.
Velocemente il nuovo gruppo così formatosi si ritrovò sul tetto ed in groppa a Peleo partirono per il Wyoming.
 
Rock Springs
Finalmente, dopo tre ore e mezza di viaggio e un buon riscaldamento contro i mostri, Henry, Clarisse e Percy arrivarono finalmente alla stazione di Rock Springs.
-Bene! Ora dobbiamo solo trovare un passaggio per Yellowston!- esclamò Percy.
-Niente passaggio. So che mio padre ha una rimessa di nuovi e vecchi mezzi bellici. Ne prenderemo in prestito uno di quelli.-
-Non vorrai girare per le strade con un carro armato spero!?-
Clarisse sospirò sognante. -Non tentarmi Jackson, non tentarmi!-
Arrivati alla rimessa, Henry andò verso il portone e tentò di aprirlo ma senza successo.
-È chiusa e adesso come facciamo?
-Levati ci penso io.- lo scansò Clarisse, che afferrando il portone con entrambe le mani lo aprì con facilità.
-Ma era chiuso- le fece notare Henry- Come hai fatto?
-Figlia di Ares, solo Ares e i suoi figli possono avvalersi della sua collezione-
-Ma non potevi dirmelo prima!- protestò Henry
-Si, ma era divertente l’espressione di sconfitta e sconforto nel tuo sguardo, e ancora di più quella di stupore quando sono riuscita ad aprirlo.- sogghignò beffardamente Clarisse -Bene. Muoviamoci. Basta perdere tempo.- concluse in tono marziale girandosi ed entrando, mentre Percy ed Henry si scambiarono uno sguardo scoccato per poi seguirla dentro.
Una volta entrati si divisero per cercare il mezzo più appropriato per il viaggio, ma a parte gip scassate della seconda guerra mondiale e qualche carro armato non c’era niente e di prendere l’elicottero non ne voleva sapere.
-Ehi! Ho trovato!- Clarisse sollevò un enorme telo impolverato scoprendo un’enorme Hummer di colore nero opaco.
-Si, si, questa può andare!- esclamò entusiasta Percy -Ma guido io!-
-Non ci provare Prissy. L’ho trovata io. La guido io.-
Dopo aver fatto il pieno, partirono per il Parco di Yellowston ed a parte la noia mortale e il pessimo cibo che mangiarono in una stazione di servizio dimenticata dagli dei, non incontrarono altri ostacoli.
… se non fosse che …
Il Parco, era chiuso e lo sarebbe stato ancora per un mese, per lavori …
“Ma che lavori dovevano fare in un parco naturale?”
-Fantastico! Fino ad ora era filato tutto troppo liscio!- commentò Percy sporgendosi sul cruscotto. -Ora scavalcheremo, ci beccheranno, finiremo dentro, e Chirone dovrà venire a pagarci la cauzione!-
-Sappi che se ti fai beccare ti uccido!-
-Di bene in meglio!-
-Clarisse, ci conviene parcheggiare laggiù, guarda!- Henry indicò una zona nascosta -Così, forse avremmo meno possibilità di essere scoperti.-
-Ottima idea, poi scavalchiamo, troviamo la cerva e continuano la missione.-
 
Intanto, dall’ombra delle piante, delle oscure figure gli osservavano con occhi maligni, verdi e acquosi.
 





Angolo delle Autrici in Basso
Grazie a tutti coloro che ci seguono e che ci lasciano un commento e sopratutto che pazientano per gli aggiornamenti ^^ ^^
Alla prossima ^^ ^^ Ciao ^^ ^^

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