Samuele - Road To Alternative Endings

di Kim WinterNight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto è bene quel che finisce (di Soul_Shine) ***
Capitolo 2: *** Il tempo cura le ferite? (di Hanna McHonnor) ***



Capitolo 1
*** Tutto è bene quel che finisce (di Soul_Shine) ***


ReggaeFamily

Tutto è bene quel che finisce

(di Soul_Shine)



Era una nottata calda e il cielo stellato sembrava una cappa sulle nostre teste, che aveva intrappolato l'afa della giornata appena trascorsa.

Era tutto così surreale: io, Francesco, Sara, Fabiano e Marika consumavamo una pizza su un basso muretto in cemento che contornava una piccola piazzetta.

Quel luogo mi ricordava tante sere di qualche anno prima, quando ancora Samuele, Stefano e Jessica uscivano insieme a noi. Ormai erano passati cinque anni e tante cose erano cambiate.

Sara, quindi ora cosa farai?” domandò Francesco con interesse a mia sorella, mentre divorava la sua pizza.

Stavo pensando di iscrivermi a Lettere, cosa ne pensate? In fondo è il mio sogno, anche se il Conservatorio non sarebbe male...” spiegò lei.

Mia sorella si era diplomata da una settimana con risultati eccellenti e aveva tante passioni da inseguire: la scrittura era una di queste.

Lei e Stefano non stavano più insieme da due anni ormai, ma quel ragazzo era stato davvero importante per lei e l'aveva aiutata a crescere, ad accettarsi e a maturare. Grazie a lui, mia sorella era completamente cambiata e non aveva più paura di essere se stessa, nonostante la timidezza non l'avesse abbandonata.

Un giorno passeremo di fronte alle vetrine delle librerie e ci troveremo i tuoi best seller!” esclamò il mio ragazzo con aria sognante.

Caro cognato, tu hai troppa fiducia in me” ribatté Sara.

Lui, in tutta risposta, le diede un pizzicotto su una guancia.

Quei due andavano d'amore e d'accordo; in particolare Francesco stravedeva per mia sorella e la incoraggiava sempre.

Io lo chiamavo scherzosamente “crocerossina” perché non poteva fare a meno di soccorrere e aiutare le persone insicure e in difficoltà.

La nostra relazione procedeva abbastanza bene, con alti e bassi. Io non ci potevo credere: eravamo sempre più uniti e mi sembrava un sogno avere un ragazzo tanto speciale al mio fianco.

Francesco, nonostante i suoi numerosi impegni, mi aveva promesso che saremmo presto andati a vivere insieme; infatti stavamo ristrutturando insieme una vecchia casa che aveva ereditato da qualche lontano parente, ma il lavoro maggiore spettava a me perché lui andava sempre di corsa.

Ormai mi ero abituata al suo stile di vita.

Tutti gli ripetevamo, in preda alla preoccupazione, di rilassarsi e prendersi un po' di tempo per se stesso qualche volta, però lui era felice e soddisfatto anche con poche ore di sonno al giorno.

Io in fondo ero contenta per lui e rispettavo le sue decisioni. A star fermo proprio non ce la faceva.

Io intanto avevo trovato un lavoretto part time in un negozietto di alimentari in attesa di qualcosa di meglio.

Fra, hai detto a quel coglione di Samuele che se non si dà una mossa ci rifiutiamo di produrlo?” sbottò Fabiano mentre masticava un boccone di pizza.

Marika scosse la testa, rassegnata. “Il solito maleducato! Potresti almeno finire di masticare prima di parlare?”

Eh, vabbè... che palle!”

Ma perché glielo devo dire io? Non lo puoi chiamare tu?” sbuffò Francesco.

No, perché te ne occupi tu!”

Mi sono stancato di passare ore al telefono a rimproverarlo!”

Perché, che succede?” intervenni, non capendo la conversazione.

Vuoi sapere che succede? Da un anno ci sta dicendo di voler fare un EP e finora ha registrato solo tre canzoni! Sembra non aver voglia di concludere qualcosa, ma soprattutto ci sta facendo perdere tempo!” saltò su Fabiano, infervorandosi.

Dev'essere l'effetto di quella schifo di ragazza che si ritrova” commentò Sara.

Ha una ragazza?” si informò Marika, stupita.

Sì, ed è pessima. Lei è molto più piccola di lui, avranno almeno otto o nove anni di differenza, e va in giro truccata e vestita come una puttanella da quattro soldi.”

O forse vorrai dire non vestita” la corresse Francesco con aria disgustata.

Che squallore! Però se esistono ragazze così è perché ci sono uomini a cui piacciono!” disse la ragazza in sedia a rotelle con una smorfia.

Quelli non sono uomini, sono maschi!” obiettò Fabiano.

Cambiammo quasi subito argomento: non ci andava di parlare di Samuele. Era stato una delusione per tutti noi e ormai la nostra amicizia era un capitolo chiuso delle nostre vite.

Quando mi capitava di incontrarlo a qualche serata lo ignoravo.

Ho una proposta per voi!” annunciai a un certo punto con un enorme sorriso.

Tutti mi lanciarono occhiate curiose e interrogative.

E se andassimo tutti al mare per fare il bagno di notte? Si muore di caldo oggi!”

Calò il silenzio per qualche secondo, poi Sara e Marika cominciarono a esultare, approvando la mia idea.

Ma non abbiamo il costume!” fece notare Fabiano.

Andiamo a prenderlo” sentenziò Francesco.


* * *


Nuotare era ciò che mi faceva sentire completa. Gli altri camminavano, io nuotavo.

Mi sentivo libera di muovermi, di esplorare, di cercare. Mi sentivo viva.

L'acqua salata bruciava sulla mia pelle, stringendomi in un abbraccio protettivo. Là sotto io ero padrona.

Quando riemersi, Fabiano era a un metro da me che mi seguiva e mi osservava attentamente. Ormai sapevo com'era fatto: era iperprotettivo e si preoccupava che potesse succedermi qualcosa di brutto; voleva proteggermi ed era davvero dolce.

Quando si metteva in gioco e si mostrava per quel che era, ovvero una persona fragile e sensibile, lo amavo ancora di più.

Lui, senza dire una parola, mi attirò a sé e mi strinse forte tra le sue braccia.

Ormai lo conoscevo da cinque anni, stavamo insieme da due, e capivo cosa significavano quegli abbracci: si stava tenendo a me per restare a galla, per chiedermi affetto e aiuto.

Sei l'unico motivo per cui non affondo” sussurrò a un centimetro dal mio orecchio.

Un brivido mi percorse la schiena.

Le onde di quell'immensa distesa d'acqua avevano la stessa voce di Fabiano, lo stesso sapore, lo stesso respiro caldo.


* * *


Era incredibile quanto Fabiano fosse cambiato da quando Marika era giunta nella sua vita, stravolgendola. Quella ragazza aveva una forza e una pazienza straordinarie: amava la vita nonostante fosse costretta su una carrozzina ed era riuscita a trasmettere questo amore anche a quel ragazzo.

Un giorno avrei scritto un libro su di loro, ma per il momento sarebbe andata bene anche una one shot su EFP. Ovviamente a loro insaputa.

Notai che Mia aveva un sorriso ebete stampato in faccia ed era immersa nei suoi pensieri, così nuotai verso di lei e la schizzai leggermente per farla tornare in sé.

Sara! Ma sei scema?” si rivoltò lei, passandosi una mano sul viso.

A che pensavi?”

A niente... che Mari è grandiosa.”

Concordo! Siamo fortunate ad averla conosciuta.”

È un'amica preziosissima, da cui c'è tanto da imparare.”

A proposito di amicizia,” esclamai, “ma Jessica l'hai più sentita?”

Mia scosse la testa. “Da quando sta con quello lì sembra essersi dimenticata di me. Vabbè, io non prego nessuno, che si arrangi!”

Già, era una cosa tristissima.

Jessica non si era trovata bene in Svizzera e, dopo circa un anno di permanenza lì, aveva trovato un altro lavoro in Valle D'Aosta e si era trasferita. Nonostante si trovasse nuovamente in Italia, non aveva voluto far ritorno nel suo paese nemmeno per una vacanza e non aveva più voluto vedere nessuno di noi.

Mia aveva incassato anche quel colpo, ma continuava a starle vicino e a chiederle come andavano le cose.

Finché Jessica non si era fidanzata con Luca, che più che un ragazzo era uno spettro che deambulava. Era proprio un'oscenità: pelle e ossa, capelli neri e lunghi schiacciati in testa, trucco bianco per sembrare ancora più cadaverico... era come se nella sua testa fosse Halloween tutti i giorni! E, come se non bastasse, era ignorante, tirchio e razzista.

Jessica si era fatta fare il lavaggio del cervello da lui perché era una ragazza estremamente vulnerabile e per colpa sua aveva mollato tutte le amicizie.

Sinceramente la cosa non mi stupiva: vedendo i suoi comportamenti precedenti con Ignazio, non ci si poteva aspettare di meglio. Sbagliava e non se ne rendeva conto finché non ci sbatteva il muso.

Lasciala perdere, ormai è irrecuperabile” consigliai a mia sorella.

Perdere un'amicizia era qualcosa di poco piacevole, ma Mia aveva tutto ciò che le serviva per guardare avanti.

Uno schizzo improvviso alle nostre spalle ci fece spaventare. Mia si allontanò gridando, mentre io mi buttai sott'acqua contro ogni istinto di sopravvivenza, per poi riemergere tossendo e sputacchiando.

Eheheheheheh... sorpresa!” esclamò Francesco come un perfetto idiota, scoppiando a ridere.

Francesco! Considerati un uomo morto!” minacciò mia sorella con sguardo truce.

Sorpresa?! Adesso te la faccio vedere io la sorpresa!” aggiunsi io.

Poi tutte e due prendemmo a inseguirlo, schizzandolo e minacciandolo di morte.

La finimmo a ridere fino alle lacrime come tre cretini, perché in fondo non eravamo altro che questo.

Amavo la mia famiglia.

Andando avanti di questo passo, i futuri cenoni di Natale sarebbero stati memorabili!


* * *


Finalmente ci ero riuscita!

Dopo che i sensi di colpa mi avevano perseguitato per anni, ora avevo di nuovo il mio bambino!

Mi ero fatta mettere incinta in discoteca. Non sapevo chi era il padre, ma capitemi, ero disperata e solo un figlio sarebbe stato in grado di risollevarmi. Ora ero di nuovo felice.

La gioia che avevo provato quando il medico aveva annunciato che era un maschietto non la saprei descrivere a parole.

Julieta, come ti senti?” mi chiese dolcemente un'infermiera, avvicinandosi al mio letto.

Alla grande!” risposi sinceramente, con un sorriso euforico.

Bene, mi fa piacere. Ora il bambino ha bisogno di essere allattato. Sei pronta?”

Quelle parole mi fecero tremare dall'emozione. Certo che ero pronta, avrei fatto qualsiasi cosa per il mio piccolo.

Così mi porsero quella meravigliosa creaturina in cerca di cibo e io lo accolsi tra le mie braccia per la prima volta.

Ciao tesoro mio, amore di mamma! Ma quanto sei bello, e quanto sei affamato! Benvenuto piccolino” mormoravo, mentre osservavo il suo minuscolo visetto. “Sai, per te ho scelto un nome proprio speciale! Sai quale?”

Il bimbo, in tutta risposta, agitò i pugnetti serrati.

Samuele.”



♥ ♥ ♥



Ora parla Soul

Benissimo, lettori!

Sono Soul_Shine, un'assidua lettrice della nostra amatissima Kim e la maggior parte di voi forse mi conoscerà, sia per le mie storie, sia perché bombardo di recensioni Kim in ogni sua singola storia!

Innanzitutto la devo ringraziare per averci dato questa grande opportunità, ovvero renderci attivi nella storia e lasciare a noi lo spazio per raccontare la conclusione, facendo diventare Samuele un fandom!

Sul mio finale non ho molto da dire, se non che spero piaccia all'autrice e agli altri lettori.

Ora aspetto con impazienza le vostre storie, sono proprio curiosa di vedere cosa ne verrà fuori! Sbizzarritevi!

Grazie mille per la lettura e a presto! :3

Soul ♥



♥ ♥ ♥



Ora parla Kim

Cari lettori, che ne pensate del finale che Soul_Shine ha ideato per la mia long “Samuele”?

A me è piaciuto tantissimo, direi che da Julieta ci si poteva aspettare soltanto che chiamasse suo figlio Samuele, anche se sa un po' di ossessivo e di squallido.

Sono veramente soddisfatta del suo lavoro, ma aspetto che anche gli altri lettori di “Samuele” esprimano il loro parere, quindi attendo recensioni!

A presto, e spero che la mia raccolta vi piaccia.

- - -

CHIEDO AGLI AUTORI DI OGNI ONE SHOT DI NON AUTORECENSIRE QUI SOTTO.

Fate finta che questi scritti siano pubblicati nel vostro profilo e che quindi sia a voi proibito recensire. Siate corretti, vi prego. Se volete rispondere alle recensioni che vi verranno fatte, potete contattare privatamente l'utente che ve le ha lasciate, o magari dire alla sottoscritta – via messaggio privato – esattamente cosa volete che io inserisca come risposta da parte vostra. Please. Ovviamente io non risponderò al vostro posto. La raccolta è pubblicata nel mio profilo solo per una questione di comodità, perché ho pensato che non avesse senso far pubblicare uno storia su un “fandom sconosciuto” sul profilo di chi ha scritto la suddetta, perché temo che sarebbe dispersivo per chi seguiva “Samuele” trovare i vari finali nei vari profili e perché – probabilmente – nessuno che non conosce già la mia long (purtroppo i lettori e recensori erano ben pochi) recensirebbe una storia su personaggi e su vincende che non può conoscere.

Spero di essere stata chiara, grazie a tutti per l'attenzione!

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Capitolo 2
*** Il tempo cura le ferite? (di Hanna McHonnor) ***


Il tempo cura le ferite?

(di Hanna McHonnor)




"Desideravo solo la luna!" Sara si passò una mano tra i capelli e abbassò lo sguardo a terra. A cosa serviva guardare in alto se la luna non era presente?

"Non essere negativa, sorellina. Vedrai che spunterà fuori".

"Me lo prometti, Mia?" Chiese la minore piena di speranza, ora con gli occhi sognanti nuovamente rivolti al cielo.

"Certo. Anche se non sono meteorologa, prevedo che spunteranno luna e sabbia"

Dicendo questo, Mia si chinò veloce e, presa della sabbia, la gettò addosso alla sorella.

"Adesso dovrò buttarmi in acqua per togliermela di dosso!"

"Ops".

Le due sorelle scoppiarono a ridere e dopo uno sguardo complice si gettarono in acqua. Con i vestiti inzuppati, le scarpe appesantite e risate nell'aria, lasciarono che il cullare delle onde le riportasse ai ricordi del giorno prima.




*** *** *** ***




Il sole, ancora alto nel cielo, non era certo di aiuto a chi stava montando il palco.

"Entro sera mi sarò sciolto" Francesco si asciugò il sudore dalla fronte e lanciò uno sguardo complice alla sua ragazza.

"Mia, ti prego. Acqua!"

"Ma certo, mio dolce beduino" Mia gli lanciò una bottiglia di plastica e lui la prese al volo.

"Grazie."

"Credi che si arrabbierà?"

"Ogni tanto serve una scossa. E noi siamo la sua scossa" Francesco riprese a montare il palco e a controllare che ogni cosa fosse al suo posto.

"E se non ci parlasse mai più?"

"Non mi pare che ora lo stia facendo, no?"

Mia si sedette sul pezzo di palco già pronto. Le spalle abbassate e la testa china. Due braccia la cinsero da dietro.

"Vedrai che andrà tutto bene e se non fosse così, noi avremo almeno provato ad aggiustare le cose. Facendo il possibile."

"Hai ragione!" Mia si voltò e sorprese Francesco con un bacio dolce quanto inaspettato.

"Ehi, ma qui si lavora o si limona?"

"Lasciali stare, scemo!"

Ed ecco arrivare i due che avrebbero aiutato Mia e Francesco nel loro folle piano: Sara e Stefano. Tutti e quattro si misero al lavoro e portarono quella follia un po' più vicino alla realtà.






3 h Dopo.



Francesco e Mia erano entrati all'aeroporto, mentre Sara e Stefano erano rimasti fuori ad aspettarli. Passò diverso tempo fino a che, finalmente, li videro uscire. Sara fu la prima ad accorgersi che erano soli. Si strinse forte a Stefano e lasciò che le lacrime le rigassero le guance. Perché doveva essere così difficile? E sbagliato? Quanti anni erano passati? Solo cinque... Possibile fosse tutto irrecuperabile?



1 h Dopo.



"E che cazzo!" Esplose Stefano. "Non possiamo farci ridurre così!" Diede un calcio alla lattina di birra che aveva diviso con Sara.

"Credo di voler andare a casa. Mia?" Sara chiese rivolta alla sorella.

"Mi associo"

I quattro ragazzi si alzarono dal palco. Era finito, riempiva la metà del parco dietro casa delle ragazze ed era stato messo lì per un evento importante. Ma l'ospite a sorpresa li aveva traditi. Forse tutto doveva finire così...

Un gracchiare li fece voltare di scatto. Un solo passo ancora e avrebbero svoltato l'angolo lasciandosi il palco alle spalle, ma quel gracchiare… ignorare... o voltarsi.

Fu Sara la prima a voltarsi. Un sorriso le si allargò in pieno viso quando lo vide in mezzo al palco con il microfono in mano e lo sguardo fisso su loro.

È Samuele!"

Bastò quel nome a far voltare gli altri tre. Dei sorrisi, proprio come quello di Sara, si allargarono sulle loro labbra. Ognuno aveva qualcosa da dire, ma nessuno si azzardò a rompere quel silenzio. Solo il microfono continuava a gracchiare.

"Io..." Fu Samuele a rompere l'oblio che si era creato in quel parco.

"Dillo cantando" Mia sperava di essergli stata di aiuto e di incoraggiamento.

Senza staccare mai gli occhi da loro, Samuele iniziò a cantare e a scatenarsi sul palco. Era così bello vedere come alcune cose, anche dopo diversi anni, non cambiavano mai.




*** *** *** ***




"Sai, ormai non credevo sarebbe venuto. Avevo perso le speranze. Sono passati cinque anni da quando vedemmo Samu partire dall'aeroporto per l'Inghilterra. Ogni volta che tornava a casa non ci chiamava e noi non osavamo farlo. Qualcosa si era per sempre rotto..."

Le onde cullavano le due sorelle e i loro pensieri.

"Quando ho sentito la sua voce e l'ho visto scatenarsi sul palco, ho capito che Samu era tornato"

Sara, non correre troppo" Mia le accarezzò la testa. Nonostante avessero entrambe cinque anni in più, per lei rimaneva sempre la sua sorellina. "Ieri è venuto alla rimpatriata che avevamo organizzato. È vero. Poi abbiamo parlato fino alle ore piccole. E ti do ragione, anche io ho l'impressione che le cose possano aggiustarsi. Ma ho paura di rimanere delusa. Che tu rimanga delusa"

"Non sono più la ragazzina sprovveduta e insicura di allora" Sara, punta nel vivo, schizzò la sorella.

"Lo so. Lo so. Sai che non intendevo questo!"

"Faremo un passo alla volta e proveremo a ricostruire la nostra amicizia".

Le due sorelle uscirono dall'acqua e si ritrovarono a benedire le temperature ancora alte dell'estate.

"Credi che lo rivedremo prima che parta per il suo tour? Dopotutto ora è famoso"

Mia non ebbe il tempo di rispondere che Sara le saltò al collo.

"Sei la migliore" quasi le urlò all'orecchio mentre rideva come impazzita.

"Ma che ti prende?"

"La tua promessa" detto questo schizzò via.

Mia si voltò e alzò lo sguardo al cielo: la luna era lì, al suo solito posto. Illuminava la sabbia ricoperta delle loro impronte e l'acqua dei loro ricordi.




*** *** *** ***




Samuele, in uno dei tanti ristoranti nell’aeroporto della sua città, era in attesa di qualcuno. Il cuore in gola e le mani sudate. Finalmente scorse la figura di chi stava aspettando.

"Anthony" si alzò e gli andò incontro. "Ho l'aereo tra poco. Tieni queste quattro buste e dalle a chi sai tu!"

"Mi hai preso per il tuo postino?"

"Sei il mio talent scout, no? Hai detto che mi avresti aiutato e lo hai fatto, ma senza loro non sarebbe lo stesso"

Anthony lo abbracciò e gli sorrise.

"Va’ a prendere quell'aereo. Ci penso io" sventolando le quattro buste si allontanò lasciando Samuele con il cuore più leggero.




*** *** *** ***




Mia, Sara, Francesco e Stefano erano seduti sullo stesso palco su cui Samuele si era esibito solo qualche giorno prima. Aprirono le buste dopo uno sguardo d'intesa. Ogni busta conteneva un badge con il nome del destinatario della busta e una lettera scritta da entrambe le parti, una a mano e una a computer. Quest'ultima erano le istruzioni per come usare quel regalo.

"Oddio! Vale per tutto il suo tour. Siamo stati invitati a tutte le sue tappe!"

"Sara, respira"

Mia e Sara si abbracciarono saltando sul posto. Stefano scuoteva la testa sorridendo e Francesco leggeva sul retro. Tutti i fogli riportavano le stesse frasi:


Gli amici, quelli veri, si cercano e si trovano anche nel buio. So di aver sbagliato ad allontanarmi. Cantando per voi, su quel palco traballante, ho scoperto che non posso e non voglio vivere il mio sogno senza di voi. Ricominciamo?


Poi in fondo era scarabocchiato il suo nome: Samuele.


Delle lacrime scesero sulle guance di Mia, Sara e non solo. Era il momento di riallacciare ciò che si era rotto o ricominciare da dove si era lasciato. L'amicizia non è una certezza assoluta, si vive giorno per giorno.

"Ehi, il mio palco non era traballante!" Saltò su Francesco facendo trasalire gli altri.

Ancora una volta scoppiarono tutti a ridere e questa volta si liberarono, con sorriso e lacrime, di un grosso peso che si portavano dentro da davvero troppo tempo.



♥ ♥ ♥



Ora parla Hanna

Sono davvero felice e un po’ emozionata di aver scritto questo finale alternativo per la storia di ‘Samuele’ di Kim. Scrivendo mi sono resa conto che ogni personaggio da lei inventato, mi aveva insegnato qualcosina. Inoltre, mi avevano fatto provare delle emozioni. Nella storia originale ci sono anche altri personaggi, lo so, ma ho lasciato che fosse l’ispirazione a dettarmi cosa scrivere, senza andarla a sforzare, ricercando magari di nominare ogni altro personaggio.

Non ho mai scritto al cell. Ma ero così presa dalla storia che questa l’ho scritta proprio nelle note del telefono. Poi, dopo averle copiate al pc, le ho corrette. Dunque, che cosa ne pensate? E tu, Kim, cosa ne pensi? Naturalmente non potendolo dire qui sotto, me lo dirai in privato xD



♥ ♥ ♥


Ora parla Kim

Cari lettori, anche Hanna McHonnor ha dato il suo contributo per creare un bel finale alternativo alla mia long.

Cosa ne pensate? Io sono piacevolmente sorpresa, perché lei è stata positiva con Samuele: ha fatto sì che tornasse sui suoi passi, gli ha fatto fare pace con i suoi vecchi e cari amici.

Siete contenti? Io a questo non avevo mai pensato, essendo che avevo da sempre inteso Samuele come qualcuno che sarebbe irrimediabilmente cambiato.

Grazie ancora Hanna, ottimo lavoro!

- - -

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Spero di essere stata chiara, grazie a tutti per l'attenzione!

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