La sigaretta
Mi
era presa una di quelle voglie che mi faceva ardere dentro.
Sentivo
che da un momento all’altro avrei preso fuoco se non
l’avessi fatto.
Sei
lì seduto su quella panchina.
Parli
con in tuoi amici e non mi calcoli neanche per sbaglio.
Mi
avvicino a te quasi tremando.
Inizi a osservarmi, probabilmente con un mucchio di domande che ti passano per il
cervello.
Il
desiderio bruciante non c'è più, lascia il posto
ad un opprimente tuffo al cuore.
Non
è il solito sguardo disinteressato.
Questo
è sconvolto, ma stranamente speranzoso.
Come
se uno dei tuoi desideri più remoti si stesse per avverare.
Dolcemente
sfioro un lato del tuo viso.
Doveva
essere un movimento rapido, invece sembrò non finire mai.
Sei
pietrificato.
Sorrido
divertita.
Quella
che per lui è una carezza fuori luogo, per me non
è altro che uno stratagemma.
Dai l'impressione di essere
supplichevole.
Ma
no, non mi lascerò abbindolare.
Anche
se le tue labbra sono sempre più invitanti.
Non
sono di certo io ad avere un debole per te.
Per
la prima volta ho il controllo e voglio godermela.
Piantala
di essere così irresistibile.
Porto
la sigaretta alla
bocca.
Come
mai mi guardi deluso?
Non
lo ricordi?
L’hai
posata sopra il tuo orecchio qualche minuto prima.
Adesso
è mia.
Ti
mando un’ultima occhiata prima di allontanarmi.
E
solo allora ho capito che qualcosa non
quadrava.
Eppure
me ne stavo per andare con quella che doveva essere una vittoria
schiacciante.
Cos’è
questo vuoto che
ho nel petto?
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