Visioni!

di cin75
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PARTE PRIMA ***
Capitolo 2: *** PARTE SECONDA ***



Capitolo 1
*** PARTE PRIMA ***


Sam entrò nel primo pronto soccorso che avevano trovato sulla strada , dopo essere riusciti a far fuori l’ennesimo mostro ingannatore.
Dean era ferito seriamente alla testa e a stento il maggiore si teneva in piedi. Il bastardo soprannaturale lo aveva scaraventato così forte contro quella parete rocciosa che, all’impatto,  il sangue di Dean aveva macchiato perfino la roccia.
E poi era crollato a terra come una bambola di pezza.
 Così Sam, benché terrorizzato dal vedere la situazione in cui versava il fratello maggiore, si era ritrovato a combattere da solo contro quell’essere soprannaturale, ma sia per bravura che per quella miracolosa dose di fortuna che ancora si ostinava a non abbandonarli, riuscì a non soccombere al nemico e ad abbatterlo, uscendone solo con un vistoso taglio in pieno petto.
 
Subito dopo era corso accanto al fratello inerme e dopo essersi reso conto che Dean era comunque vivo, aveva dato fuoco al corpo soprannaturale. Giusto per andare sul sicuro.
Poi, aveva infilato Dean in macchina e aveva raggiunto il pronto soccorso.
 
“Abbiamo avuto un incidente ….mio fratello ha….ha battuto la testa. Aiutatemi!” disse appena entrato nel piccolo atrio ospedaliero.
Subito due infermieri erano corsi loro vicino e avevano preso Dean, ancora privo di sensi, mettendolo su una barella e portandolo in uno spazio più appartato, mentre altri due si accertavano che anche Sam stesse bene.
“Come sta?!” chiese il minore mentre veniva visitato ancora sommariamente.
“Il dott. Sanders si sta prendendo cura di tuo fratello.  Ma tu..” fece uno dei due che gli stava controllando la ferita al petto e che lo vide decisamente in uno stato troppo confusionale. “…tu devi stare tranquillo. Tuo fratello è in buone mani, quindi cerca di tranquillizzarti perché hai i battiti accelerati e la pressione rischia di schizzarti via.” cercava di rassicurarlo ma Sam era davvero agitato.
In effetti un po’ troppo per una ferita alla testa che comunque non sembrava troppo grave, pensò il sanitario. Quindi cominciò a guardarlo meglio e notò che le pupille dei suoi occhi erano dilatate e perciò pensò, di conseguenza , che il ragazzo di cui si stava prendendo cura fosse sotto l’effetto di una qualche sostanza.
“Ok! Ok!” fece con voce pacata , per non agitarlo ulteriormente. “ Io sono il dott. Cooper e ora devo farti qualche domanda di routine. Come ti chiami?!”
“Cosa?!” fece Sam che continuava a sbirciare nella direzione verso cui avevano portato via Dean.
“Come ti chiami?!” ripetè con decisione.
“Sam…”
“Sam, e poi ?”
Sam esitò un attimo. Non aveva con se i loro classici distintivi falsi e di certo non aveva i loro documenti reali. E quel cognome fu il primo che gli venne in mente. “Campbell.”
“Ok! E tuo fratello come si chiama?!”
“De..Dean. Lui si chiama Dean. Come sta?…la prego, si informi!”
“Tranquillo. Ho visto tuo fratello, non sembra grave, quindi….tranquillo. Ora! Queste , come ti dicevo, sono domande di routine, ma devo fartele per sapere che farmaci posso o non posso darti, ok!?”  lo avvertì ancora.
E il giovane annuì.
“Hai bevuto ?”
“No.”
“Hai preso… qualcosa?!”
“Cosa???..No!!!”, rispose visibilmente seccato Sam. “Ho bevuto solo una birra più di sei ore fa. Io non mi drogo, nemmeno fumo e lo stesso mio fratello!” fece quasi offeso.
“Ok! Ok! Perfetto. Meglio così!!” rispose con convinzione il medico che continuava ad esaminarlo.
“Ma perché mi sta facen….” ma non riuscì a finire la frase e non sentì il medico dirgli che il fatto che le sue pupille fossero dilatate non era un buon segno dato che doveva essere “lucido”. Ma Sam ormai non lo ascoltava più.  Si sentì improvvisamente confuso e tutto intorno a lui sembrava…sfasato. Fissò il dottore che tornò a parlare con lui.
 
Mi hanno avvisato che suo fratello è stabile….” disse il giovane medico.
Ma ciò che invece Sam “sentì” fu: “Mi dispiace , ma ci sono state delle complicazioni…
 
“Cosa?!” esalò sconvolto Sam e all’improvviso la sua mente e i suoi occhi furono completamente concentrati dalla figura che si materializzò eterea a qualche passo dietro le spalle del medico che aveva di fronte.
 
Ha ripreso i sensi ed è tutto sommato lucido. Infatti ha chiesto di te e….
Che a Sam arrivò come : “ E’ andato in arresto. Hanno fatto il possibile, ma la ferita era più grave di quella che poteva sembrare.
 
Il giovane vedeva le labbra del dottore muoversi  e sentiva quel triste epilogo e nel frattempo alle spalle del medico vedeva Dean. …..Dean. Pallido. Sfocato. Amareggiato. Addolorato.
 
“No…no…” sussurrò a fior di labbra il giovane. “Non può essere. Non puoi essere…” mormorò nel panico, Sam.
 
Sam. Calmati!! Stai tranquillo!! Tra un po’ potrai vederlo. Non ci sarà nemmeno bisogno di mettere punti…
Parole che divennero nella mente ormai confusa di Sam: “Suo fratello è morto. Ci dispiace per la sua perdita.
 
Pochi istanti dopo anche quella presenza iniziò a parlare. La voce bassa, calma, a tratti amareggiata. Addolorata. Forse delusa.
“Sammy!” fece quello che sembrava essere oramai il fantasma di Dean.
 
“No…no…per favore…”
“Sam, mi sembri ancora confuso. Ti senti bene?” domandò preoccupato il dottore che gli stava parlando delle condizioni di Dean.
 
 
Sammy, portami via, fratellino. Vogliono aprirmi. Vogliono farmi l’autopsia per capire cosa mi è successo…” gli disse quella dolorosa presenza.
 
“Dean…no…Dean…” quasi piagnucolava sull’orlo della disperazione.
 
Credono che ci siamo drogati o che siamo ubriachi…..vogliono capire perché…perché siamo arrivati qui. Non farglielo fare, Sammy!
 
“Cosa…cosa…”
 
Portami via, Sammy. Dammi la giusta sepoltura. Voglio il mio funerale da cacciatore. Ti prego Sammy. E’ l’ultimo favore che ti chiedo!” fece la voce irriconoscibilmente calma del maggiore, che poi volse lo sguardo verso una barella su cui era stato abbandonato un cuscino da premaman. Sam seguì quello sguardo ma ai suoi occhi ciò che si materializzò fu il corpo esanime di Dean.
“Oddio…oddio…” ripeteva in piena confusione
 
Portami via , Sammy. Portami via , fratellino!” sembrò supplicare lo spirito.
 
“Sam , tu stai male!!” fece il dottore che cercò di trattenerlo per le spalle, così da poterlo controllare meglio, ma Sam con un gesto stizzito si divincolò.
“NOOO!!!!” gridò furente. “Voi non toccherete mio fratello. Nessuno di voi lo toccherà!” sbraitò più forte tirando fuori la pistola che aveva infilata sotto la giacca.
 
In quel preciso momento, urla spaventate riempirono la saletta del pronto soccorso. Chiunque era in quel posto si accasciò al suolo per proteggersi dagli eventuali spari. Il dott. Cooper che parlava con Sam, cercava ancora di farlo ragionare, mentre il giovane in preda ad un inspiegabile e pericolosa confusione si avvicinava alla barella poco distante da lui e sotto gli occhi sbalorditi di chi lo guardava , lasciava una leggera carezza sulla parte più alta del cuscino.
“Ti porto via, Dean. Tranquillo, ti porto via!” lo videro dire sempre allo stesso cuscino, che poi con movenze premurose e decise si portò su una spalla e continuando a puntare la pistola verso chiunque provasse a fermarlo, uscì dalla porta meccanica e dopo essersi infilato nella macchina con cui era arrivato, sfrecciò via.
 
 
Qualche ora dopo, Dean, ritornò al piano terra. Gli avevano messo dei cerotti alla testa e dato degli antidolorifici. Quando arrivò nell’atrio del primo soccorso, il cacciatore si guardò intorno alla ricerca del fratello, ma osservando bene tutto quello che c’era e chi c’era, capì subito che qualcosa non andava.
Si convinse ad associare quel nervosismo palese al fatto che in quel posto arrivavano le situazioni più assurde e quindi si limitò ad avvicinarsi alla reception.
“Mi scusi, sono arrivato qui con mio fratello. Abbiamo avuto un incidente, ma non riesco a vederlo e non ho con me il mio cellulare, potrebbe aiutarmi?!” chiese cortesemente, ammiccando all’infermiera che lo accolse.
“Nome ?!” domandò giustamente l’addetta, ma Dean era ko quando Sam lo aveva portato lì, quindi non sapeva che nome avesse dato il minore.
“Beh! Sam è un tipo alto, capelli troppo lunghi…una sorta di grizzly con gli occhi da cucciolo spaurito!” fece ammiccando alla ragazza che sorrise timidamente.
“Quel figlio di puttana drogato!!” esclamò il medico che si avvicinò un attimo dopo la richiesta di Dean.
“Ehi!! provi a ripeterlo e sarà lei il prossimo paziente di questo posto!” replicò immediatamente Dean, che perse immediatamente ogni facoltà di essere accomodante.
“Tuo fratello è fuori di testa. Dovrebbe smetterla di prendere qualsiasi cosa lui prenda perché gli sta friggendo il cervello!!” fece ancora il medico e un attimo dopo si ritrovò con la mano di Dean stretta con forza sul suo petto.
“Te lo ripeto: bada a come parli. Che cazzo significa quello che stai dicendo?!” lo esortò a spiegarsi, lasciando da parte ogni formalismo o titolo.
“Significa che era talmente fatto che mentre gli dicevo che stavi bene e che in poco tempo potevate andarvene, lui ha iniziato a dare di matto e….” iniziò a raccontare mentre la presa di Dean si faceva più labile e la sua espressione più allarmata.
“Cosa?”
“… e ha tirato fuori una pistola e ha minacciato tutti!!”
“Cosa!!???” fece decisamente allarmato.
“Io gli dicevo che eri fuori pericolo, che non avevi niente di grave e lui continuava a ripetere che nessuno doveva toccarti, che ti avrebbe portato via. Poi si è caricato sulla spalla a mo’ di persona un cuscino premaman …” riferì ancora, l’altro.
“Un che ?”  domandò interdetto , il cacciatore.
“ Un cuscino premaman….uno di quei cuscini lunghi e modellati che usano le donne incinte per poter dormire sul fianco e poi … è schizzato fuori da qui!”
“Maledizione!!” sussurrò Dean. E poi come se avesse avuto sentore di quello che forse poteva essere successo, fissò di nuovo il medico.  “Era ferito?!”
“Cosa…”
“Mio fratello era ferito?!” ringhiò, preoccupato.
“Lui…sì. Lui era ferito. Aveva un taglio vistoso al centro del petto ma niente di grave.” Rispose.
“Cazzo!”
“Ma non era grave!” ripetè più convinto, il dottore. “Gliel’ho disinfettato e messo solo un cerotto dermico. Non sarebbe rimasto nemmeno il segno.”
“Dove è andato?!” domandò, Dean.
“Come ?!” replicò con aria confusa.
“Dove è andato? Che direzione ha preso quando è uscito da qui?!” chiese infilandosi il giaccone.
“Lui…lui ha preso per la Seven Bridges Road!”  fece il medico.
Dean fece per uscire dalla pronto soccorso quando si fermò un attimo e ripensò al nome della strada che gli aveva indicato il medico.
“Seven Bridges… ma non è una…”
“Ehi!! sei nella parte vintage di Los Angeles. A due isolati da qui c’è l’Hotel California. Dietro l’angolo …il “Take it easy” Bar…Amico!, in questa zona è tutto un Eagles memorial!” lo anticipò il medico intuendo la perplessità dell’ex paziente.

Circa dieci minuti dopo, Dean era nel parcheggio dell’ospedale e si infilava furtivamente nella prima macchina che cedette alle sue mani esperte.







N.d.A.: eccomi di nuovo, come una cambiale!!
Questa è decisamente una storia assurda e non so da dove è venuta fuori, ma si è scritta da sola e quindi voglio darle una possibilità. Infono sono solo due capitoli!!
Piccoli avvisi:
1) lo scritto in corsivo indica le voci "immaginarie" nella mente del povero Sammy!!
2) I riferimenti ai favolosi Eagles...beh!! la canzone "Seven Bridges Roads" dovreste conoscerla. Jensen & C. l'hanno cantata più volte alle con. Le altre due sono altri due grandi classici di questo meraviglioso gruppo di Los Angeles.


Se vi piace come inizio non mi resta che sperare di risentire chunque voglia dirmi come è andato questo capitolo, beh!...al prossimo e ultimo capitolo!!

Baci, Cin!!

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Capitolo 2
*** PARTE SECONDA ***


Alla fine della Seven Bridges Road, c’era uno spiazzo verde, coperto appena da una boscaglia. Sam, ancora nel suo stato confusionale, fissava emotivamente distrutto, le labbra tremanti, gli occhi rossi di pianto e disperati, la forma in fiamme sulla pira  che aveva eretto e che lui credeva essere suo fratello morto.
Quel fratello che non avrebbe avuto più al suo fianco.  Che era morto perché lui non era stato in grado di guardargli le spalle. Che aveva deluso ancora. Per un ultima volta. 
Abbassò lo sguardo per un attimo, colpevole, distrutto. Fissò i suoi piedi nella terra scura e dolorosamente notò che non c’erano impronte accanto a quelle che avevano lasciato i suoi piedi.
Era solo.
 
Appena dietro di lui, quell’allucinazione fraterna si palesò di nuovo e cercò perfino di dargli conforto.
Mi dispiace , Sammy! Non avrei davvero voluto lasciarti. Non ancora. Non così!” confidò amareggiata la presenza dalle sembianze fraterne.
“Dovevo stare più attento. Dovevo coprirti le spalle e invece io…”
No, no, no….fratellino. Non darti la colpa. È andata semplicemente così. Siamo cacciatori. E prima o poi questo…” fece indicando la pira funebre. “..questo è quello che ci aspetta.
“Non ce la faccio. Non sono pronto a dirti addio, Dean. Non ….”
Potrebbe non essere un addio!” azzardò , forse, timidamente lo spirito. O forse, no!
“Cosa? come ?!”, domandò ansioso Sam.

Ritornare dal mondo dei morti? Potevano ancora?

“Billie non ti lascerà tornare indietro!”
No. Non lo farà!”  convenne la presenza con tono deciso ma pacato.
“ E allora….cosa?” quasi balbettò Sam, incerto.
Potresti….”  Ma poi si fermò come se fosse troppo quello che stava per chiedere.
“Potrei…potrei cosa? Dimmelo. Dimmi cosa posso fare per riaverti con me!!?” si allarmò ansiosi di sapere come rimediare a quell’errore che non aveva commesso in realtà.
Lo spirito lo fissò, a tratti addolorato o forse incerto e poi sorridendogli, quasi timidamente, suggerì: “…potresti venire tu da me!” .
 
Sam sentì il suo cuore perdere un battito. Lo stomaco contrarsi dolorosamente. “Dean…”

Lo so che è tanto quello che ti chiedo, Sammy. Ma potremmo stare insieme ….per sempre e so che stenterai a credere a quello che sto per dirti….ma…ma c’è una tale pace da questa parte. Una pace che io non ho mai conosciuto, che tu non hai mai conosciuto e cazzo!! Fratellino…se ce la meritiamo un po’ di quella pace!!” gli spiegò lo spirito di Dean, cercando in tutti i modi di “abbagliare” il giovane che lo ascoltava spaesato.
“Dean, io non so se ….” Balbettò confuso.
 
Davvero Dean gli stava chiedendo di suicidarsi dopo aver vissuto tutta la sua vita impegnandosi contro tutto e tutti pur di salvarlo dalla morte?!
 
Ma la presenza sembrò cogliere quel dubbio sul volto confuso di Sam.
Non voglio che tu rimanga da solo Sammy. Tu , da solo, in questo mondo, a combattere tutto questo schifo di male, senza me che ti guardo le spalle…questo…questo non mi darebbe pace. Per favore! Vieni…vieni da me!” fece invitando il giovane cacciatore a fissare la pistola che aveva lasciato a terra vicino al suo giaccone.
“Non credo di averne il…”
Non abbandonarmi , Sammy!” fece ad un certo punto con la voce più severa, lo spettro. “Non deludermi. Non farlo ancora, Sam.” e questo era decisamente un rammaricato rimprovero sapendo di aver usato la parola giusta. “Hai sempre detto che ti rimproveravi le volte che mi avevi deluso, le volte in cui mi avevi abbandonato. Ora…ora hai la possibilità di rimediare. Fallo, Sammy! Fallo!!” quasi ordinò “Sono morto …ancora una volta….per proteggere te. Me lo devi, fratellino.”  asserì severamente avvicinandosi all’arma.
Sam, deglutì a forza. Quelle parole gli erano entrate dentro con la forza di un temporale. Avevano riportato in vita di nuovo tutte quelle emozioni e quelle sensazioni che tempo addietro avevano fatto da muraglia fra lui e Dean.
 
Guardò la pistola, guardò il fantasma e poi ancora la pistola.
Piano si chinò a prenderla e la strinse tra le mani.
 
Ok! Sammy. Tranquillo. Sarà facile. Sarà veloce. E in un attimo sarai qui …con me. I fratelli Winchester insieme contro il mondo…. per l’eternità!!” sembrò incoraggiarlo.
Sam parve perfino sorridere a quell’eventualità. La voce di Dean gli risuonava ininterrotta nella testa, i suoi incoraggiamenti a premere il grilletto pressavano quasi dolorosamente al centro del suo cervello annebbiato. In quella confusione caricò l’arma tirando indietro il carrello.
Bravo così, Sammy! Quella pistola è sensibile. Ti basterà contrarre appena il dito sul grilletto e sarà fatta. Un colpo. Solo un colpo. Andiamo. Sono stanco di stare da solo. Andiamo!!” si premurava  di incoraggiarlo, l’allucinazione, in modo sempre più insistente.
 
 
 

Dean, quello vivo e vegeto, nel frattempo, lungo il tragitto che gli stava facendo percorrere la Seven Bridges Road, sibilava imprecazioni  e preghiere miste insieme, affinchè Sam fosse abbastanza forte da resistere a quello che di sicuro gli stava accadendo.
 
Qualche giorno prima erano arrivati a Los Angeles per trovare una sorta di mostro ingannatore che ferendo le proprie vittime non le uccideva ma con il suo veleno soprannaturale le esasperava talmente tanto, le spingeva verso una tale disperazione da portarle al suicidio. Prima del loro arrivò in città , quattro persone si erano misteriosamente e improvvisamente suicidate , ma una…una erano riuscita a salvarla appena in tempo.
Dopo di che, avevano affrontato il mostro.
L’unica cosa negativa di quel bastardo era che la sua “influenza” non finiva con la sua morte. Il veleno faceva comunque il suo effetto. Durava per almeno 24 ore e chi ne veniva infettato doveva essere tenuto costantemente sottocontrollo o sarebbe di certo andato incontro a triste inconscia fine.
Perciò il terrore di Dean, in quel momento, era che Sam non era tenuto sottocontrollo da nessuno. Sam era solo, in preda a chissà quale allucinazione sulla sua morte.
 
“Dannazione…dannazione!” imprecava il cacciatore mentre schiacciava il pedale sull’acceleratore. “Ti prego…ti prego Sammy!! Non fare pazzie…non ..non….” quando ad un certo punto vide l’Impala ferma poco dentro il bordo stradale. “Dio ti ringrazio. Ti ho trovato!!” esclamò anche se in effetti il pensiero era su come avrebbe trovato suo fratello.
Ancora vivo o…
Scese dalla macchina e corse senza nemmeno curarsi della sua Baby. Si addentrò nella boscaglia e finalmente lo trovò. Scorse Sam, in piedi. Accanto ad una pira funebre ancora fumante.
E poi la vide! La cosa più terrifica che la sua mente potesse immaginare.
La pistola puntata alla tempia. E Sam che sembrava sul punto di fare fuoco.
 
“Saaamm!” gridò allarmato. “Sammy!!!!”
Il minore si girò di scatto, confuso, sudato. Lo sguardo sperso.
 
Non sono io, Sammy. Quello non è tuo fratello. Io lo sono. E sono qui e ti aspetto. Quello che vedi laggiù è solo un’ allucinazione che vuole tenerti ancorato a tutto questo dolore. Vieni da me, Sammy. Presto!! vieni da me!! Ti proteggerò io, come ho sempre fatto. Andiamo premi quel grilletto!” si fece insistente la voce del fantasma, allarmata dalla presenza di colui che sapeva essere il vero Dean.
 
“Io…” guardando quella presenza eterea e poi… “Dean..” spostando lo sguardo su quel qualcuno dall’aspetto decisamente più corporeo.
“Sam…ti prego. Ti prego, metti giù la pistola, fratellino. Io…io non so cosa tu stia vedendo e cosa tu stia sentendo, ma ti prego di credermi….sono qui. E sono vivo!” fece con apprensione il maggiore.
“No..no..no…tu sei…tu sei morto!” asserì spaesato Sam, che spostava lo sguardo dalla pira in fiamme e un posto vuoto al suo fianco e poi su Dean di fronte a lui.
“Noo!!” quasi gridò il vero Dean.
“Il dottore me lo ha detto …in ospedale…e io…io ho portato il tuo corpo fin qui e l’ho…l’ho bruciato perché….perchè…”
“No, Sammy. No!! Sono vivo. Il mostro ti ha infettato e tu sei sotto l’effetto del suo veleno.” Provò a spiegargli il fratello, sperando che qualcosa scattasse nella mente del fratello.
“Cosa?”
 
Non ascoltarlo Sammy! Vedi cosa vuole fare? Ti vuole costringere a soffrire ancora. Io invece..?? Sono qui e tutto ciò che voglio è che tu smetta di soffrire. Andiamo. Premi quel grilletto, Sam. Andiamo!” sibilò con tono quasi crudele lo spirito. "Sono tuo fratello maggiore ed è mio compito prendermi cura di te, ricordi?" spingendo ancora a sadicamente sul quel lato emozionale sempre più sconvolto di Sam.
 
Il giovane cacciatore, sempre più confuso dalle parole vere e quelle false che si alternavano nella sua mente, tirò indietro il cane della pistola.
 
Sììì!!!” ringhiò tra i denti la presenza.
“Per l’amor di Dio, no!” esclamò, invece , Dean, nel panico.
 
Il maggiore avanzò istintivamente verso il fratello che sembrava ormai sul punto di fare fuoco e togliersi la vita.
“Sammy…Sammy….no. Ti prego, ascoltami. Solo …solo un minuto. Dammi solo un dannatissimo minuto!” lo supplicò mentre freneticamente spostava il suo sguardo dal volto spaesato di Sam, la canna poggiata alla sua tempia e il dito teso contro il grilletto. “Solo un…minuto. Ti scongiuro!” disse ancora con la voce rotta dalla disperazione e solo allora , Sam, parve , rivolgergli attenzione.
Il giovane attese.
Dean deglutì. Sapeva che si giocava il tutto per tutto. Sapeva che non poteva abbrancare Sam. Il minore era talmente teso e  quella maledettissima pistola talmente vicino alla sua testa , che se avesse sbagliato i tempi, Sam si sarebbe comunque sparato. Quindi doveva parlare.
Doveva cercare di arrivare a Sam , alla sua parte cosciente , in ben altro modo.
 
“Toccalo!” disse solo.
 
Sam lo guardò stranito, spostando solo per una frazione di secondo lo sguardo sullo spettro.
“Toccalo…metti una mano sul suo cuore, Sammy. Ti prego…ti prego. Fallo!”
 
Sta’ solo prendendo tempo, Sammy. Non farti infinocchiare come al solito. Sii intelligente. Lui vuole ancora scegliere al tuo posto. Vuole ancora impedire che tu faccia le tue scelte…” anche se la sua voce iniziava a vacillare.
“Sta’ zitto!” sibilò Sam.
“..Non ascoltarlo. La storia è sempre la stessa….” continuava, invece .
“Sta’….zitto!” con tono più severo.
Lui sceglie. Tu ne paghi le conseguenze!!” infieriva ancora.
“STA’ ZITTOOO!!!!” gridò furente a quel punto Sam.
 
Dean sobbalzò appena quando sentì Sam urlare in quel modo ma poi si rese conto che il minore non era con lui che stava parlando. Anche se la cosa lo atterriva comunque, il fatto che Sam stesse zittendo qualunque cosa lo stava confondendo, lo trovò un bene anche perché un secondo dopo vide il fratello che con la mano libera avanzava verso un posto vuoto e sembrava come se ne stesse tastando l’aria.
 
Sam allungò la mano verso lo spettro. Al centro del suo petto. Lì, dove batte il cuore.
Era un fantasma e sapeva che non avrebbe sentito niente, ma voleva comunque capire perché Dean lo aveva supplicato di fare quel gesto. Chiuse a pugno la mano che aveva oltrepassato senza difficoltà l’immagine di quello che era lo spirito di suo fratello.
Poi si voltò verso “l’altro” suo fratello.
Dean gli sorrise appena e con gesti minimi e lenti sembrò chiedere il consenso ad avvicinarsi a lui e Sam acconsentì e anzi gli andò incontro.
“Ora…tocca me , Sammy!”
 
Non farlo, Sammy!”, disse decisamente agitata quella malsana presenza. “Non farti ingannare ancora. Non essere ancora così ingenuamente stupido!!” lo rimproverò duramente.
 
“Tocca il mio cuore. Metti la mano qui, fratellino!” fece  intanto Dean aprendosi la camicia, senza mettergli fretta, quasi non volesse spaventarlo per quel gesto.
Sam  lentamente alzò di nuovo la mano, come  se fosse ipnotizzato.
Raggiunse il centro del petto di Dean e tremando, insicuro, poggiò la mano sul punto esatto in cui un battito forte, vivo e deciso del cuore di Dean, gli battè contro il palmo.
Il giovane trasalì alla sensazione della vita che sentiva contro la sua mano poggiata sul petto del fratello.
“Sono vivo, Sam. E quanto è vero che ti prenderò a pugni quando tutta questa storia assurda sarà finita, sono qui e sono vivo , fratellino.” fece con tutta la convinzione e l’esasperazione che adesso provava Dean, sperando di aver raggiunto la parte senziente del fratello avvelenato.
“Dean…” e lo disse guardando il fratello maggiore dritto negli occhi e Dean capì che Sam adesso sapeva cosa e chi era reale.
 
Inutile…sei inutile…un incapace…sempre a piagnucolare …sempre a sottometterti…non crescerai mai, Sammy….Non… sarai mai…un…vero…..” cercava di infierire ancora ma più i due fratelli si guardavano più la sua malvagia forza diminuiva.
Poi svanì nel nulla. Sconfitto.
 
“Dean…” fece con le lacrime agli occhi il più giovane, mentre Dean metteva una mano su quella premuta contro il suo petto e l’altra l’alzava piano verso quella che ancora teneva impugnata l’arma.
“Metti giù la pistola, fratellino. Mettila giù!”
Sam obbedì. Era ancora confuso. Si sentiva ancora come se si fosse svegliato da un sonno lungo giorni, ma obbedì e lasciò che Dean gli togliesse la pistola dalla mano.
Dean la prese e se la mise sotto il giaccone e un attimo dopo si ritrovò Sam appoggiato a lui che cadeva lentamente sulle ginocchia.
Il maggiore accompagnò quella sorta di caduta e tutti e due finirono in ginocchio sul terreno. Sam che si lasciava andare ad un spossatezza dovuta a tutto quello che provava e a quello che il veleno gli aveva imposto di provare, Dean che lo sosteneva e gli carezzava lentamente ma con decisione la schiena e la testa.
“Va’ tutto bene, Sammy. E’ finito tutto finalmente….. è davvero tutto finito. Tranquillo, fratellino. Sono qui, ci penso io a te. Ci penso io a te!” disse mentre cercava di trovare, lui per primo, una sospirata calma.
“Come sempre!” biascicò Sam, con la testa ancora nascosta contro la spalla del maggiore.
“Come sempre!” concordò l’altro. “Andiamo a casa, ora!” fece stanco ma tranquillo, Dean.
“Sono già tornato a casa.” sussurrò Sam in quell’abbraccio fraterno, sorridendo al respiro di sollievo che sentì fare a Dean.
 
Poi Dean lo vide che fissava il terreno sotto di loro e che sorrideva ancora più apertamente.
“Che c’è?” chiese curioso, aiutandolo a rimettersi in piedi.
Sam non lo guardò ma continuò a fissare a terra. “Ci sono le tue impronte. Qui….accanto alle mie. Ci sono le tue impronte!!” disse poi, sollevato e  sì, felice. Dean lo vide felice di quell’affermazione anche se non ne capiva appieno il significato.
“Ehm!! Già…ok!” convenne anche se perplesso. “Questa me la spieghi al bunker, fratellino!” fece battendogli una fraterna pacca sulla spalla.
“Va bene!” non obiettò il più giovane.
Si avviarono verso l’Impala con Dean che di tanto in tanto lanciava uno sguardo di controllo al fratello e Sam che di tanto in tanto si guardava indietro e fissava le due orme che li seguivano, una accanto all’altra.

 
 








N.d.A.: Ennesima follia. Ma non so perché in questo periodo le idee sui due bros mi stanno assillando la mente.
Sento le voci!!! Sento le voci!!!!
Come vi ho già detto nella prima parte non so se questa os abbia o meno un senso ma non mi è dispiaciuto affatto scriverla  e poi parte del l’ispirazione mi è venuta da questa canzone.
Ascoltate se potete o volete e ditemi se non sprizza Winchester bromance da ogni nota!!
https://www.youtube.com/watch?v=1RTRnj1FI_A
 
P.S.: la questione del cuscino ha suscitato molta curiosità.
Ecco cos’è il cuscino di cui  Sam “si prende cura”!!
http://casa.atuttonet.it/images/2011/11/cuscino-gravidanza.13.jpg
 
 
Baci, Cin!!

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