La luna dal colore dei petali di ciliegio di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Pioggia nel canneto di bambù ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Ciliegio in fiore ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Luna rosa ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Assolata estate ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Dall'imperatore ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Futura sposa ***
Capitolo 7: *** Cap.7 L'inizio dell'autunno ***
Capitolo 8: *** Cap.8 La promessa di Asano ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Moonlight ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Oltre le porte del tempo ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Spada insanguinata ***
Capitolo 12: *** Cap.12 Appartenenza ***
Capitolo 13: *** Cap.13 Preparativi di matrimonio ***
Capitolo 14: *** Cap.14 La strega volpe ***
Capitolo 15: *** Cap.15 Sotto una luna dal colore dei ‘sakura’ ***
Capitolo 16: *** Cap.16 Le candele del tempo e della passione ***
Capitolo 17: *** Cap.17 Il candido drago albino figlio della magia ***
Capitolo 18: *** Cap.18 Impossibilitato a morire ***
Capitolo 19: *** Tragico epilogo ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Pioggia nel canneto di bambù ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.1 Pioggia nel canneto di bambù
Nell'aria
risuonavano rumori di flauti, coperti dal ticchettare delle gocce di
pioggia. Rivoli d'acqua solcavano il terreno fangoso dove affondavano i
piedi di un bambino. Quest'ultimo tremava, guardandosi intorno, udendo
la pioggia all'interno del canneto di bambù che si era
lasciato alle spalle. Le orecchie da lupo sul suo capo tremavano, il
suo viso dal taglio occidentale era sporco di fango e rigato dalla
pioggia. La pelliccia delle orecchie e i suoi capelli gocciolavano,
aderendo alla sua pelle pallida. Non indossava vestiti, le costole
premevano contro il suo corpo ignudo segnato da cicatrici. Il suo
battito cardiaco era accelerato e tremava.
Avvertì
uno scalpiccio di zoccoli avvicinarsi e tentò di mettersi a
correre,
inciampò e cadde in ginocchio in una pozzanghera. I cavalli
si stavano
avvicinando, i loro cavalieri furono illuminati dalla luce di un
fulmine azzurrino. I samurai vedendolo sguainarono la spada. Il bambino
indietreggiò e soffiò, mostrando i canini aguzzi.
Abbassò le orecchie
da lupo e sgranò gli occhi, facendo brillare le sue iridi
dorate.
Un
giovane scese dal suo cavallo, indossava delle infradito e una tunica
di seta.
"Shogun,
non avvicinatevi, potrebbe essere pericoloso!" disse un suo coetaneo,
scendendo a sua volta dalla propria cavalcatura. Estrasse la spada, le
gocce di pioggia scendevano lungo la lama.
Il
bambino ruggì e uscirono tre artigli di osso per ogni sua
mano.
"E' un
demone!" gridò più di un samurai.
Il
giovane armato puntò l'arma verso la gola del demone, che
indietreggiò.
Lo Shogun gli mise una mano sul braccio e gli fece abbassare l'arma.
Il
rumore di flauti cessò di colpo.
Lo
Shogun avanzò lentamente, portandosi di fronte al giovane
demone. "Si tratta solo di un bambino" ribatté.
II
demone conficcò il capo tra le spalle e alzò lo
sguardo. La luce della
luna piena illuminava il viso dell'altro giovane, facendo splendere le
sue iridi castane, incastonate in due occhi dal taglio orientale.
"Vattene"
ruggì. Le gambe gli cedettero e rischiò di cadere
all'indietro. Gocce
di sangue si mischiarono all'acqua nella pozzanghera, scendevano da una
ferita sulla schiena del più piccolo.
"Mio
signore, permetteteci di ucciderlo" disse uno dei samurai
più vecchi.
"Porterà
solo disgrazie" sibilò un altro.
Lo
Shogun si sporse afferrando il braccio del giovane, lo tenne su e gli
passò le mani sulla pelle fino alle mani, strinse quelle
calde ma
bagnate del demone tra le proprie gelide. "Ha bisogno di cure"
decretò.
Il
bambino ritirò indietro gli artigli, tremando. Strinse a sua
volta le
mani dell'altro e chiuse gli occhi. Si abbandonò, perdendo i
sensi.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Ciliegio in fiore ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.2 Ciliegio in fiore
Il
bambino mugolò nel sonno, socchiuse gli occhi ed
avvertì delle fitte alla schiena. Digrignò i
denti ed estrasse gli artigli. Si alzò seduto di scatto e
sgranò gli occhi, vedendo una separé candido
davanti a sé. Abbassò lo sguardo e
scostò una coperta candida, era seduto in un futon.
Si mise
in ginocchio e gattonò, guardandosi intorno.
Annusò l'aria e chinò il capo, osservò
il pavimento in legno e ticchettò con una mano su di esso,
facendolo risuonare. Avvertì diversi odori di umani di
entrambi i sessi e starnutì.
La
schiena gli diede un'altra fitta, si appoggiò la mano sul
petto e percepì sotto le dita delle bende.
Balzò,
atterrando accanto a una sedia e la annusò, gattonandogli
intorno. Le sue orecchie da lupo vibrarono udendo dei passi.
Si
alzò in piedi e spalancò la finestra, fu
investito dal vento primaverile. I suoi corti capelli mori
ondeggiarono, sferzandogli il viso. Sgranò gli occhi e
spalancò la bocca, trovandosi davanti un gigantesco albero
di ciliegio.
I
petali rosati e candidi vorticavano tutt'intorno, inondando il
giardino. L'odore dei fiori, unito a quello dell'umidità,
gli punsero le narici.
I passi
si fecero sempre più vicini, il piccolo chiuse gli occhi e
si strofinò le palpebre con entrambe le mani. Si
girò e vide la porta aprirsi.
Lo
Shogun entrò con una serie di passi cadenzati, indossava una
veste con uno strascico lungo un braccio. Il giovane samurai che aveva
puntato la spada alla gola del bambino lo seguiva, con una mano
sull'elsa della sua katana, nel fodero al suo fianco.
Lo
Shogun si portò la mano davanti al volto, petali di ciliegio
gli volteggiarono attorno e lui ridacchiò scuotendo il capo.
Abbassò la mano, avanzò lentamente e sorrise.
"Stai
meglio?" chiese.
Il
bambino sbatté le palpebre osservando il codino dell'altro
ondeggiare mosso dal vento. Gli camminò intorno,
sentì l'altro samurai digrignare i denti ed
indietreggiò. Mostrò i suoi artigli.
"Io sto
sempre bene" borbottò, gonfiando il petto.
Lo
Shogun sospirò, si voltò verso il samurai e lo
guardò severamente socchiudendo gli occhi. "Puoi lasciarci
soli un secondo?" domandò. Sorrise gentile, indicando con un
cenno la katana. "O perlomeno smetterla di minacciarlo?".
Il
samurai si sfilò la cintura, prese la katana con entrambe le
mani e s'inginocchiò, porgendola allo shogun.
"Al
vostro servizio" rispose. La appoggiò a terra.
Lo
Shogun sospirò appena, raggiunse il futon e si mise seduto,
indicò accando a sé. "Come ti chiami, lupo dei
bonsai?".
Il
bambino sporse il labbro inferiore e ritirò gli artigli,
avvicinandosi alla finestra. Si mise lì in piedi, osservando
l'altro seduto.
"Non ho
nome" rispose. Il samurai inarcò un sopracciglio e si
sedette per terra.
"Il tuo
viso era così orrendo che nemmeno i demoni hanno voluto
darti un nome?" domandò.
Alcuni
petali di ciliegio entrarono dalla finestra e il bambino li
seguì con lo sguardo. Allungò la mano e
cercò di afferrarne un paio, soffiandogli contro,
arricciando il naso. Un petalo gli finì sulla punta del naso
e il bambino arrossì.
Lo
Shogun si sporse e afferrò il petalo dal naso del bambino,
sorrise ampiamente e lo lasciò andare osservandolo volare.
"Io mi chiamo Eddard Stark, sei a casa mia adesso". Prese le mani
dell'altro ragazzino con le proprie gelide, le strinse e lo
guardò. "Dobbiamo trovarti un nome, lupo dei bonsai!".
Il
bambino gli strinse a sua volta le mani e piegò di lato il
capo.
"Baka,
non sono un bonsai" si lamentò. Si sporse e
soffiò un paio di volte sulle mani dell'altro.
Il
samurai strinse le labbra fino a farle sbiancare.
"Quel
demone non ha rispetto" si lamentò.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Luna rosa ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.3 Luna rosa
Il
demone era raggomitolato sopra il davanzale della sua finestra, con il
capo rivolto verso l'alto. Osservava la luna piena brillare di riflessi
rosa, illuminando il cielo dalla nuvole blu notte.
"Mio
signore, non ha voluto rispondere a nessuno dei nomi che gli hanno
proposto finora. Ed è notte tarda. Domani avete degli
impegni, vi conviene andare a riposare" disse il samurai.
Eddard
annuì, fece cenno verso la porta. "Ci penso io. Puoi andare,
se vuoi". Si alzò e si avvicinò alla finestra,
osservando il cielo con espressione assorta.
"Shogun,
non vi lascio da solo con un demone" rispose il samurai. Il bambino
balzò e afferrò una decorazione a forma di drago
di legno del tetto e si arrampicò su di essa. Sporse il
capo, osservando la luna da più vicino.
"Di
notte non si vedono i fiori" si lamentò.
Eddard
sorrise, raggiunse il davanzale e vi si mise seduto, alzò il
capo guardando l'altro ragazzino e indicò l'alto. "Di notte
si vede la luna. E' anche più bella dei fiori".
Il
bambino si mise a testa in giù e lo guardo in viso,
osservò le labbra dell'altro e deglutì. Lo
guardò negli occhi e piegò di lato il capo.
"Qui si
può andare a caccia?" domandò.
Eddard
annuì, indicando il giardino con un gesto della piccola mano
sottile. "Ci sono perfino dei fiumi per pescare, ma io non posso andare
da solo" ammise.
Il
demone si strinse più forte con le gambe all'appiglio e gli
prese la mano nella propria.
"Vieni con me" propose con
tono deciso.
"Mi toccherà
controllarvi anche al lago" brontolò il samurai.
**********************
Il demone era immerso per
metà nell'acqua e correva, inseguendo le trote. Schiuma
bianca sprizzava nei punti in cui l'acqua sferzava le rocce che
emergevano, per un terzo sedimentate nel letto del fiume. Il samurai
guardava il bambino correre avanti e indietro, tenendo una canna da
pesca di legno tra le mani. Si voltò verso lo Shogun intento
ad accarezzare un pavone bianco. L'animale teneva gli occhi chiusi e
strofinava il capo contro la mano del giovane, facendo schioccare ogni
tanto il becco.
"Shogun,
lo sapete che se non usate la canna da pesca, non pescherete niente?"
domandò.
Eddard
si voltò, sorrise dolcemente e scrollò le spalle.
Teneva gli occhi chiusi e il suo viso brillava illuminato dalla luce
del sole.
"Voglio solo godermi il lago" disse. Guardò verso il demone,
raggiunse il bordo del lago a piccoli passi e si bagnò i
sandali, rabbrividì e ridacchiò deliziato.
"L'acqua è fredda".
Il
demone si tuffò, schizzandolo e riemerse con una trota tra i
denti. La infilzò con gli artigli e le mozzò il
capo, sporcandosi di sangue. Quest'ultimo si mischiò con
l'acqua che scendeva dal suo petto minuto. Il bambino raggiunse la riva
del fiume e lasciò cadere per terra la preda.
"Shogun,
volete che torni al palazzo a prendervi una stuoia per asciugarvi?"
domandò il samurai.
Eddard
storse il labbro, si mise in ginocchio e guardò con gli
occhi spalancati il cadavere del pesce. "Prendi anche dei vestiti
puliti per lui, però" disse. Alzò il capo verso
il bambino, gli sorrise e indicò l'acqua. "Com'è
quella laggiù?".
Il
demone osservò il samurai adagiare sull'erba umida la sua
canna da pesca e correre via. Si voltò verso l'altro e gli
tirò una leggera testata sul petto.
"Sempre
uguale, baka"
si lamentò.
Eddard
ridacchiò, si guardò intorno e sfilò i
sandali. Avanzò lentamente nell'acqua bagnando il kimono,
rabbrividì e lanciò uno strilletto quando un
pesce gli passò vicino. Sorrise divertito, indicò
verso di sé. "Vieni, lupo dei bonsai! Ci sono tanti pesci
vivi qui!".
Il
bambino rientrò nel fiume, ritto in piedi ed
incrociò le braccia al petto.
"Vivi
non si mangiano" ribatté. Sorrise, si piegò e
schizzò l'altro, ridacchiando.
Eddard
starnutì, batté le palpebre e
ridacchiò. Schizzò il demone, osservò
la coda e le orecchie aderire bagnate alla pelle e sorrise. "E se ti
chiamassi Kai?".
Il
demone scosse il capo, facendo ondeggiare le ciocche umide e
disseminò di goccioline illuminate dal sole tutt'intorno.
Anche l'acqua del fiume e le carpe vive al suo interno brillavano di
riflessi dorati.
"Kai
andrà bene" rispose.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Assolata estate ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.4 Assolata estate
"Shogun,
ha per caso troppo caldo? Ha bisogno che la sventoliamo con i ventagli?
Vuole del sake gelido?" domandò una serva. Lo Shogun era
seduto su una stuoia di bambù essiccato. Indossava un kimono
nero decorato con pitture di gigli rosa e foglioline verdi scuro.
"Dicono che questa estate sia la più calda degli ultimi
anni, shogun" disse il samurai. Kai lo osservò e gli
mordicchiò la caviglia.
"Ehi
tu!" strepitò il samurai. Il demone fece un basso ringhio e
continuò a mordicchiare.
"Guarda
che ti tiro un calcio, marmocchio" brontolò il samurai.
"Asano,
non trattarlo così" lo riprese Eddard. Sorrise alla serva,
si portò una ciocca castana dietro l'orecchio. "Tutte le
estati sono le più calde degli ultimi anni. State all'ombra
voi, non vorrei prendeste caldo per me".
La
serve fece un inchino tenendo le mani giunte e si allontanò.
Una
farfalla nera si appoggiò sul capo dello Shogun e Kai gli
balzò addosso, facendolo cadere. Cercò di
addentare la farfalla che volò via.
"Questo
è troppo!" strepitò Asano. Afferrò per
la coda il demone e lo issò, facendolo guaire ripetutamente.
Eddard
si rizzò, si mise in piedi e indurì lo sguardo.
"Asano!".
Il
samurai lasciò andare il più piccolo e
chinò il capo, stringendo le labbra.
"E' mio
dovere controllare la vostra incolumità" sussurrò.
Kai
sbatté un paio di volte le palpebre e si
massaggiò la coda, dimenandola. Raggiunse un tavolino e
sporse la testa, annusò dei panini bianchi ricolmi di crema
marrone.
Eddard
espirò, passò di fianco ad Asano e gli
sfiorò il braccio. "Ti sono grato per quello che fai, ma un
bambino andrebbe trattato con più gentilezza da un adulto".
Proseguì, raggiunse i panini e ne prese uno, fece a
metà e lo porse a Kai. "Panmelon con crema di nocciola. Sono
i miei preferiti".
Kai lo
addentò e deglutì rumorosamente, arricciando il
naso. Abbassò le orecchie ed indietreggiò,
leccandosi le labbra.
Asano
si passò la mano tra i capelli mori e sospirò,
scuotendo il capo.
"Shogun,
non vorrei mettervi fretta. Però se non li finite in tempo,
non riusciremo ad arrivare in orario al raduno con gli altri signori
terrieri" ricordò.
Eddard
mise in bocca la propria metà, deglutì e
annuì passandosi ripetutamente le mani sul kimono. "Va bene,
arrivo!".
"L'imperatore
vuole che in autunno vi presentiate al suo cospetto. Lo shogun del
regno vicino vuole mettervi in cattiva luce" spiegò Asano.
Osservò il suo imperatore vergare con un pennello delle
lettere su delle pergamene.
Si
affacciò dalla finestra ed osservò Kai nuotare in
mezzo a delle ninfee candide. Si immergeva con il capo e riemergeva
ridacchiando. Strinse un pugno e scosse il capo.
Eddard
sospirò, chiuse gli occhi lasciando il pennello e si
allontanò dalla pergamena. "Sarò pronto, Asano. O
credi non possa farcela?" chiese. Raggiunse la finestra,
guardò fuori osservando Kai nuotare con gli occhi liquidi.
Il
samurai gli strinse il codino con le mani tremanti e gli sorrise.
"Sarete
pronto mio signore, non ne dubito" gli disse gentilmente.
Abbassò il capo ed indietreggiò di un paio di
passi.
Eddard
strinse le labbra sottili, voltò il capo e sorrise appena.
"Non volevo mettere in dubbio la tua fiducia nei miei confronti, ti
chiedo scusa" rispose. Guardò nuovamente fuori dalla
finestra, sospirò piano. "E dirò a Kai di
comportarsi bene, per quel giorno. Capirà, vedrai. Il posto
da cui viene era duro, se le storie sono vere".
Asano
impallidì e strinse un pugno.
"Lo
condurrete con voi?" domandò.
Eddard lo guardò
divertito, sorrise appena. "Preferiresti lo lasciassi qui,
così da essere certi di non trovare più niente di
intero al ritorno?".
Asano gli
sorrise e allargò le braccia.
"Posso
tenerlo io. E' poco probabile che mio padre mi faccia venire
dall'imperatore" rispose.
Eddard
negò con il capo, guardò fuori dalla finestra
osservando il cielo limpido. "Vi voglio entrambi con me. Siete i miei
unici amici".
"Come
desidera, Shogun" rispose Asano, inchinandosi.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Dall'imperatore ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.5 Dall'imperatore
Kai
strinse le labbra, rimanendo appoggiato allo stipite della porta e
guardò all'interno. Vide una serie di samurai, indossavano
delle armature e i loro visi erano coperti da maschere di metallo.
Osservò l'imperatore di sottecchi, tenendo il capo basso.
Indossava un lungo copricapo, aveva la testa rasata e teneva le mani
sul ventre rigonfio.
"Concorderete
con me, che un matrimonio che unisca i vostri casati,
rimetterà ogni cosa in armonia" spiegò
l'imperatore.
L'altro
Shogun guardò Eddard e sorrise, mellifluo.
"Ho
giusto una figlia della sua età" disse.
Eddard
ricambiò il sorriso con aria pacata, tenendo le mani
incrociate sulle ginocchia unite. "Il desiderio dell'Imperatore
è uno stimolo più che sufficiente per appianare
qualsiasi divergenza" disse. Guardò lo Shogun,
piegò il capo gentilmente e accennò un sogghigno.
"In ogni caso, sarò lieto di frequentare sua figlia fino
all'età da marito, se ritiene necessario offrirmi la sua
erede".
"E' mio
desiderio che quando la giovane avrà l'età da
marito, si unisca a voi, mio fedele Eddard" disse l'imperatore. Sorrise
ed indicò l'uscita.
"Potrete
rimanere miei ospiti fin quando la giovane non verrà
condotta qui. Sarà mia gioia vedere il primo incontro dei
due giovani" spiegò.
Kai
indietreggiò, si voltò e corse via.
"Sapevo
che portarlo qui non era una buona idea" si lamentò Asano.
Si passò la mano tra i corti capelli mori scompigliandoli ed
osservò l'imperatore pettinarsi i propri lunghi capelli.
"Fortuna
che l'inventore di corte, invece di denunciarlo per averlo visto
correre a palazzo, lo ha condotto con sé nel suo
laboratorio. Speriamo gli insegni un po' di disciplina"
brontolò.
Assottigliò
gli occhi e si mordicchiò il labbro.
"E'
vero che domani incontrerete la vostra promessa?" domandò,
appoggiando una mano sull'elsa della spada.
Eddard
annuì, si passò ripetutamente il pettine tra i
capelli lisci e lunghi e sorrise. "Ma non potrai sfoderare la spada
davanti quella povera piccola, o la spaventerai".
Asano
arrossì e sbuffò, si avvicinò a una
candela, la coprì con una mano e spense la candela con un
soffio.
"Non ho
nessuna intenzione di spaventare una giovane donna" si
lamentò. Abbassò lo sguardo.
"A
breve converrà anche a me cercare una compagna"
mormorò.
Eddard
si alzò, passò le mani sul kimono e si
legò i capelli in un lungo codino. "Non trovi ingiusto che
alle nostre donne venga insegnato come soddisfarci mentre a noi non
viene insegnato come soddisfare loro?" domandò.
Guardò la porta, sospirò scuotendo il capo e si
mise sul futon. "Vorrei che Kai tornasse in stanza, prima di dormire.
Non mi va stia fuori la notte".
Asano
si avviò verso la porta.
"Ve lo
riporterò prima che voi chiudiate gli occhi, mio signore"
rispose.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Futura sposa ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.6 Futura sposa
Una
melodia dolce risuonava nel corridoio, mentre il gruppo avanzava in
processione. Ad aprire la fila era l'imperatore, seguito dal capitano
della sua guardia. Alle sue spalle camminava il padre della futura
sposa, con un kimono violetto. Alle sue spalle avanzava Eddard, seguito
da Asano. Kai chiudeva la fila, sentiva il collo arrossato dal colletto
del kimono verde smeraldo che indossava e si guardava spesso intorno.
Sul capo, a coprire le orecchie, aveva un elmo e la coda sbatteva
contro la stoffa dei lunghi pantaloni di seta chiara che indossava.
Osservò
coloro che aveva davanti camminare a passo di marcia,
ridacchiò vedendo che Eddard ogni tanto faceva qualche passo
in punta di piedi.
Asano
teneva la fronte corrugata e non indossava la katana, ma più
volte si metteva la mano sotto la casacca del proprio kimono rigido.
Entrarono
in una sala e videro una giovane intenta a suonare. Aveva dei lunghi
capelli neri, le labbra rosee e la carnagione bianchissima.
Kai si
voltò verso Eddard, vedendo che la comitiva prendeva posto
sedendosi intorno a lei sul tatami. Il suo shogun aveva delle stecche
dorate a tenergli il codino, decorate con delle nappe vermiglie.
Indossava una tunica blu, con rifiniture oro chiaro e argento. Si
sedette a sua volta, mentre la giovane si toglieva un roseo fior di
loto dal capo e lo porgeva al suo futuro sposo.
Eddard
sporse il capo, osservò la giovane e storse il labbro. Prese
il fior di loto, fece un cenno con il capo.
"Suonate in modo delizioso,
mia signora" disse.
La
giovane arrossì e le sue gote divennero un po'
più rosate e chinò il capo, le sue iridi nere
divennero liquide.
"Conoscervi
mi rende lieta, mio signore" sussurrò. Il padre di lei
ghignò.
"Penso
che in massimo tre anni, le nozze potranno essere pronte" disse.
"Sarò
lieto di presenziarvi" disse.
Kai
sentì la coda pizzicare e strinse i pugni.
Osservò Asano e ne copiò la postura.
Asano
osservava i dipinti sui separé, rappresentavano delle onde
del mare in tempesta, che finivano per prendere la testa di un drago.
Sullo sfondo rosso si intravedeva il monte Fuji.
Eddard
piegò il capo di lato, socchiuse gli occhi e strinse il
fiore di loto tra le mani, guardò l'altro Shogun e sorrise
ampiamente.
"Se vostra figlia è d'accordo, vorrei passasse
più tempo possibile alla mia corte, in modo da stringere
rapporti duraturi". Si portò il fiore tra i capelli, ne
strappò un petalo e lo lasciò cadere.
"Un
matrimonio infelice porterebbe disgrazia. Naturalmente,
potrà tornare a casa ogni volta che lo riterrete opportuno".
"Certamente"
si trovò d'accordo l'altro Shogun. L'imperatore sorrise e
allargò le
braccia, facendo ondeggiare le sue lunghe maniche.
"Così
è deciso" disse. Gli allungati lobi delle sue orecchie
oscillarono ai suoi movimenti.
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Capitolo 7 *** Cap.7 L'inizio dell'autunno ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.7 L'inizio dell'autunno
La
giovane osservò il suo promesso sposo avvicinarsi. Indossava
dei fermagli con dei fiori di carta ai capelli e il vento le faceva
aderire al corpo il largo kimono dai colori dell'arcobaleno. Alle sue
spalle il vento trascinò con sé delle foglie
secche che andavano dal rosso all'arancione che si posarono sul fiume
creando dei cerchi concentrici.
"Mio
shogun, sono lieta di vedervi" disse gentilmente. Congiunse le mani e
fece un inchino a metà al giovane. Si raddrizzò e
sorrise, vedendolo salire sul ponticello di legno dove si trovava.
Eddard
le sorrise, si mise seduto sul ponticello e la guardò dal
basso.
"Chiamatemi Eddard, mia signora" disse. Le fece cenno di
sedersi, piegò il capo lateralmente e si sfiorò i
capelli.
"Vi piacciono i fiori? Ne avete sempre".
La
giovane sgranò gli occhi, aprì la bocca dalle
labbra rose e se la nascose con la mano. Si sedette accanto a lui e
ridacchiò.
"E'
così... audace" sussurrò.
Chiuse
gli occhi e avvampò.
Prese
dal ponticello un ombrellino di seta, tenendolo con il manico di legno
e si protesse dal bianco sole autunnale.
Volse
lo sguardo ed osservò uno spiazzo di viottoli, dove i samurai
erano intenti ad allenarsi. Le loro urla erano ovattate e risuonavano
lontane.
Si
girò nuovamente verso il suo protetto e lo guardò
in viso.
"Mi
è stato insegnato che una giovane deve essere delicata e
remissiva come un fiore. E il suo signore deve decidere se lasciarla
fiorire o appassire" spiegò.
Si
appoggiò una mano sulla guancia, facendo girare l'ombrello
su se stesso con l'altra mano.
"Però
qui sono vivi e stupendi, nei vostri giardini. E ho iniziato realmente
ad amarli. Il vostro regno è così diverso da
quello di mio padre" mormorò.
Abbassò
lo sguardo e sospirò.
"Siamo
così vicini alla montagna dei demoni, lì" ammise.
Eddard
prese a dondolare le gambe, guardando lo spiazzo dei samurai con
sguardo intenso.
"Qui non dovrete mai preoccuparvi di ciò
che dite o fate. Nella mia corte, nei miei possedimenti, tutti sono
liberi di fiorire come preferiscono". Sospirò appena, prese
la mano della giovane e la strinse nella propria fredda guardandola con
dolcezza.
"Non tutti i demoni sono cattivi, e non tutti i fiori sono
buoni. Questo è come funziona".
La
giovane gli sorrise e ricambiò la stretta, tenendo il capo
chino, ma guardandolo negli occhi.
Asano
si deterse la fronte madida di sudore con una pezza bagnata ed
osservò Kai guardarlo. Si grattò la testa e lo
guardò.
"Lo sai
che tu non puoi allenarti con noi" brontolò.
Kai
negò con il capo ed incrociò le braccia al petto
nudo.
"Lo
Shogun ti sta guardando". Iniziò. Asano arrossì e
strinse più forte il manico della spada di legno.
"E
allora?" bofonchiò. Kai sbatté un paio di volte
le palpebre e le sue iridi dorate brillarono.
"Pensi
che voglia portare anche la sua promessa ai nostri soliti incontri
pomeridiani?" domandò.
Asano
cercò di colpirlo con la spada di legno e Kai
saltò di lato.
"Io non
ce la voglio" si lamentò.
Asano
digrignò i denti ed espirò rumorosamente.
"Lo sai
che non dovrebbero nemmeno esserci quegli incontri?" domandò.
Kai
sorrise, mostrando i denti aguzzi.
"Mi
aiuti a costruire una casupola nel bosco? Così ci
incontriamo di nascosto lì e la lasciamo fuori" propose.
Asano
si portò una mano al viso e se lo massaggiò.
"Voi
due sarete la mia rovina" bisbigliò.
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Capitolo 8 *** Cap.8 La promessa di Asano ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.8 La promessa di Asano
Shodu
avanzò con il capo alzato e la mano sopra l'elsa della prima
katana, ne aveva tre per ogni fianco. Asano camminava dietro il padre
con il capo chino, le mani gli dolevano a causa di alcune schegge di
legno conficcate all'interno. Kai li guardò sfilare e li
osservò raggiungere lo scranno dove era accomodato lo
Shogun. La luce del tramonto dava al suo viso dei riflessi aranciati.
Dimenò la coda avvertendo il battito cardiaco aumentare.
Percepì un odore nuovo, femminile e si accorse di una
giovane che camminava di fianco ad Asano, semi-coperta da lui.
Abbassò
le orecchie e sbatté un paio di volte le palpebre.
<
Speriamo che non la porti nel rifugio che stiamo costruendo >
pensò.
Shogun teneva i piedi sulle punte per toccare
terra, guardò il piccolo corteo e sorrise.
"Shodu. Cosa
porta te, tuo figlio e questa giovane qui a quest'ora?"
domandò, dolcemente. La giovane lanciò uno
sguardo a Kai, si avvicinò maggiormente ad Asano deglutendo
e guardò lo Shogun. Sgranò gli occhi e
abbassò il capo arrossendo.
Shodu
corrugò la fronte ed indicò la giovane con la
mano.
"Di
recente, è morto un mio vecchio compagno d'armi
nell'esercito, lasciando sua figlia orfana. Per tutelare la giovane,
è stata promessa sposa di mio figlio" spiegò.
Asano
guardò in viso la giovane, deglutì ed
abbassò lo sguardo.
Kai
dimenò furiosamente la coda e scrollò le spalle.
<
Gli umani si sposano di continuo > brontolò.
Eddard volse lo sguardo ad Asano,
sorrise gentilmente al gruppo.
"Siete venuti a chiedere la mia
benedizione per l'unione, quindi" disse.
Shodu
si tolse una spada dalla lama bianca dal fodero,
s'inginocchiò su una gamba e la porse allo Shogun.
"Esattamente,
mio signore" disse.
Asano
si fissò i piedi coperti dagl'infradito.
La
giovane ragazza gli sfiorò le dita della mano,
avvampò e ritirò l'arto nascondendolo nella lunga
manica del kimono. Eddard sospirò pesantemente,
annuì.
"La ragazza sarà nostra gradita ospite, e
farà da dama da compagnia alla mia futura moglie. Sono certo
che questo permetterà ad entrambe di ambientarsi, e
conoscere meglio i loro futuri sposi".
Asano
sorrise alla sua promessa.
"Sarà
fatto" rispose Shodu, riponendo la spada.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Moonlight ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.9 Moonlight
Kai era
sul tetto del palazzo, in un punto senza statue e la luce della luna lo
illuminava. Era ripiegato su se stesso e teneva le orecchie basse. Nel
legno aveva conficcato una katana e ne teneva il manico con forza,
facendo sbiancare le nocche. Mise la coda tra le gambe e
ringhiò, i suoi denti aguzzi brillavano
nell'oscurità.
"Sono
già passati tre anni" ruggì. Osservò
lo Shogun avanzare nel viale illuminato dalle torce, seguito da Asano
che, insieme a suo padre, portava la portantina con all'interno la
futura sposa.
Lo
Shogun indossava un vestito rosso, decorato con delle stelle dorate. Un
fiocco dorato lo aveva anche la futura moglie, le decorava un abito
bianco con rifiniture rosa. Aveva dei fiori rosa tra i capelli e dei
veli azzurri semi-trasparenti a coprirle il viso.
Risuonò
il rullo dei tamburi e Kai gettò indietro la testa, facendo
un ululato prolungato. Asano alzò il capo su di lui,
vedendolo illuminato dalla luce della luna. Socchiuse la bocca,
sentì suo padre tossire e si concentrò nuovamente
sulla strada. Vide la luce della luna argentea confondersi con quella
vermiglia sul corpo del suo Shogun e il suo viso divenne rosso, le
orecchie gli bruciavano.
Eddard
alzò lo sguardo intravedendo la figura di Kai, chiuse gli
occhi avanzando a passo fermo. < Né lui né
Asano accettano il matrimonio > pensò.
Tornò a guardare la strada davanti a sé, seguendo
il corteo con espressione tesa. < 'Sta sera andrò da
Kai. La mia sposa sarà più che lieta di non
condividere di già il giaciglio > pensò.
Il
corteo si fermò davanti al cerimoniere. La portantina si
fermò, la futura sposa di Asano aiutò la sposina
a scendere e la accompagnò, dandole il braccio. Sia Asano
che suo padre misero in terra la portantina e s'inginocchiarono.
Kai
ululò un'ultima volta.
Kai era
seduto sulla riva del lago, osservò la luce della luna
riflettersi sulla superficie dell'acqua. Un pesce balzò
fuori da essa schizzando e si inabissò oltre una roccia.
Eddard
si mise seduto di fianco a lui, gli poggiò la testa sulla
spalla e chiuse gli occhi porgendogli le mani. "Ti ho sentito, Kai".
Il
demone gli prese le mani gelide nelle proprie, se le
avvicinò al viso e vi soffiò sopra.
"Un
giorno anche io dovrò cercare una femmina" si
lamentò.
Eddard
ridacchiò rilassandosi contro di lui, teneva gli occhi
chiusi e portò le gambe di lato sedendosi sui sassi. "Tu non
devi farlo per forza. Le persone potenti devono sposarsi per lasciare
il loro posto ai figli, ma tutti gli altri possono vivere come
vogliono, nel mio regno".
Kai
inspirò, sentendo il suo odore ed abbassò lo
sguardo. Vide che l'altro sorrideva, mostrando i denti candidi, tenendo
gli occhi chiusi. Arrossì e dimenò la coda.
"Continueremo
a vederci?" domandò.
Eddard
gli strinse con forza le mani calde, strofinò il capo sulla
sua spalla. "Sai che ci apparteniamo" disse, con tono sereno.
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Capitolo 10 *** Cap.10 Oltre le porte del tempo ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.10 Oltre le porte del tempo
Asano
si voltò osservando il suo Shogun accarezzare il muso di un
cervo.
"Mio signore" disse.
Eddard
si voltò verso di lui, sorrise amichevole e si
scostò dal cervo.
"Asano.
Dimmi pure".
Asano
ticchettò con l'indice e il medio sopra l'elsa della propria
spada e chinò lo sguardo.
"Ho
saputo che la vostra sposa è incinta... di già"
mormorò roco.
Eddard
avvampò, abbassò il capo annuendo e si
umettò le labbra.
"Anche
a me ha sorpreso il suo desiderio di dividere il letto con me".
Asano
avvampò e negò con il capo,
indietreggiò, andò a sbattere contro un albero e
ridacchiò.
"No,
mio signore... vedete..." balbettò.
Le
fronde dell'albero frusciarono e il cervo si volse e
scappò via, allontanandosi con una serie di balzi.
"Auguri
mio signore" farfugliò Asano, chinando il capo.
Eddard
sospirò, avanzò lentamente con passo solenne e
alzò il capo.
"Hai
fatto fuggire l'attimo, ed il cervo" lo derise, con tono dolce. Si
sporse sulle punte dei piedi e posò un bacio leggero sulla
guancia del samurai.
"Resterai,
Asano?".
Asano
s'irrigidì ed abbassò lo sguardo.
"Oltre
le porte del tempo" giurò
Eddard
sorrise, gli sfiorò il braccio e assottigliò lo
sguardo.
"Ne
sono certo". Si scostò, passò le mani sul kimono
e si strinse il codino.
"Vado a
dirlo a Kai. Sono certo che avere la notizia direttamente da me
eviterà inutili discussioni".
Asano
annuì e si allontanò, si fermò e si
voltò.
"Mio
signore, i servi hanno detto che vengono strane esplosioni di notte
dalla casetta di Kai" ammise.
Eddard
accennò un sorriso, scosse il capo e fece un cenno con la
mano.
"Non
preoccuparti. Sta solo cercando di imparare a costruire delle bambole
per me".
"Sì,
Shogun" rispose l'altro e fece un inchino.
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Capitolo 11 *** Cap.11 Spada insanguinata ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.11 Spada insanguinata
Kai
fece partire il carillon e la musica che risuonò nella
stanza coprì il rumore prodotto dalle sostanze in
ebollizione negli alambicchi. Raggiunse il tavolo e prese un vassoio
con sopra una serie di panini bianchi ripieni di crema alla nocciola e
lo portò al suo Shogun. S’inginocchiò e
glielo porse, dimenando la coda.
“Tieni
Baka, mi sono avanzati” gli disse. Asano schioccò
la lingua sul palato ed incrociò le braccia al petto
muscoloso.
“Non
sei più un bambino, non puoi più chiamarlo in
quel modo. Rispetto” gli disse con tono gelido.
Eddard
roteò gli occhi, afferrò uno dei panini e sorrise
ampiamente stringendolo tra le mani.
"Ha
sedic'anni, è ancora giovane" lo corresse. Scoccò
un'occhiata a Kai, morse il panino e si leccò lentamente le
labbra rosate.
"Vale
anche per te, Kai".
Kai si
tolse la parte superiore del kimono ed osservò i capelli di
Asano stretti in un codino di due dita.
"Più
che un bambino, resterò sempre un demone. Non mi faranno
partecipare alla guerra" spiegò.
Raggiunse
un altro pupazzetto e lo attivò. Questo
s'incamminò ed iniziò a mulinare una spada.
Eddard
sorrise, mangiò il panino e ne prese un altro rigirandoselo
tra le mani.
"Ne
sono grato, così potrai badare a mia figlia Mariko mentre
non ci saremo" ammise.
Kai
sbatté un paio di volte la coda per terra e alzò
il capo.
"Come
desiderate Shogun, ma sappiate che ero a un punto di svolta delle mie
invenzioni" si lamentò.
Asano
osservò i muscoli definiti del più giovane e
volse lo sguardo allo Shogun, guardando la sua bocca sporca di crema.
Si fissò i piedi intensamente.
Eddard rise, annuì leccandosi
le dita sporche di crema e sorrise. "Allora, prima di partire,
passerò nella tua casuncola per vedere a che punto sei"
disse.
Kai si
alzò in piedi, raggiunse Asano e gli diede un colpetto sulla
testa.
"Vedi
di non morire e proteggere quel baka" lo
punzecchiò. Asano cercò di raggiungerlo con un
pugno e Kai lo scansò, ridacchiando.
"Proteggerò
il mio Shogun senza che me lo chieda un demone" borbottò. Si
alzò e si diresse verso l'uscita.
Eddard
rise scuotendo il capo, guardò Asano uscire e si
voltò verso Kai.
"Tornerò
prima di poterti mancare, Kai" promise.
L'entrata
della tenda fu scostata e un soldato dell'imperatore entrò
al suo interno. Trovò lo Shogun intento a pulire la propria
lama dal sangue. Uno schizzo rappreso gli macchiava il viso e anche i
suoi capelli erano ricoperti di sangue incrostato.
"Mio
signore, mi duole darvi una terribile notizia..." disse.
Asano,
seduto in un angolo della tenda, intento a fasciarsi una ferita,
alzò lo sguardo.
"Se
vuole dirci che le nostre truppe sono sempre più irrisorie e
i nostri nemici stanno decimando la popolazione, lo sappiamo
già" ringhiò.
Il
soldato chinò il capo e porse un plico allo Shogun.
"No. La
vostra sposa è morta, mio signore" comunicò.
Eddard
prese il plico, annuì lentamente e chiuse gli occhi.
"Capisco.
Ti ringrazio per avermi portato la notizia così
velocemente". Rinfoderò la katana, si alzò e
passò le mani sul kimono ripetutamente.
"Sarà
mio dovere richiedere un periodo di tregua per seppellirla
adeguatamente. Se ci verrà rifiutato, sapremo di essere
davvero di fronte a nemici dell'onore e della decenza".
Asano
chinò lo sguardo e si deterse le labbra. Il soldato si
inchinò.
"Mi
congedo, Shogun Eddard" disse. Si rizzò ed uscì
dalla tenda.
"Mia
moglie saprà dirci come, non lasciava mai le stanze della
vostra sposa" disse.
Eddard strinse il plico fino
a farsi sbiancare le dita, espirò.
"Spero le lasciasse per passare la
notte con te, Asano" disse, il tono leggermente roco. Posò
il plico e la katana in terra, si alzò.
"Ti dispiace aiutarmi a cambiarmi? Devo presentarmi in modo decoroso
per chiedere una cosa del genere".
Il
samurai annuì ed iniziò ad aiutarlo a spogliarsi.
"Le
notti in cui eravate in compagnia della vostra sposa erano abbastanza
numerose da permettermi di generare un erede con mia moglie" lo
rassicurò.
Eddard
arrossì leggermente, rilassò le spalle chiudendo
gli occhi lasciandosi spogliare dall'altro.
"Molte
notti le passavamo semplicemente nei giardini, o nei pressi del lago
con Mariko". Sorrise malinconico, chinando il capo.
"Lei
avrebbe voluto evitare passasse così tanto tempo tra i
giardini. Forse avrei dovuto ascoltarla".
"La
vostra sposa vi amava e vostra figlia vi adora. Nessuna delle due
avrebbe mai cambiato nessuno dei momenti che ha trascorso con voi"
disse gentilmente.
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Capitolo 12 *** Cap.12 Appartenenza ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.12 Appartenenza
Kai
guardò le montagne in lontananza, socchiuse gli occhi e
sentì il proprio shogun sospirare. Si voltò verso
di lui, era seduto sul pavimento di legno. Si accomodò al
suo fianco, osservando le gocce di pioggia. Le sue orecchie pelose
fremevano al rumore che faceva lo scrosciare dell'acqua sul tetto del
gazebo di legno. Si sporse in avanti e prese la ciotola con il budino e
un cucchiaino d'oro al suo interno.
"Dovete
mangiare, mio shogun. State deperendo" sussurrò con voce
roca. Prese il cucchiaino e glielo porse alle labbra.
"La
vostra sposa, tra gli antenati e gli spiriti del passato, vi guarda.
Non desidera che vi ricongiungiate così presto". Aggiunse.
Eddard
accennò un sorriso, avvicinò le labbra al
cucchiaio e mandò giù il contenuto ingoiando a
forza.
"Le tue
parole sono gentili, Kai, ma il mio cruccio è per mia
figlia. Temo che l'unico modo per tenerla al sicuro sia prometterla
sposa al figlio del mio invasore, e non desidero una cosa del genere".
Kai gli
diede un colpetto sulla fronte con il cucchiaino.
"Baka.
Nemmeno l'imperatore ti chiederà di mandarla in sposa allo
zio. Sono parenti" brontolò. Abbassò lo sguardo e
mise di nuovo il cucchiaino nella ciotola.
"Questa
volta nessun patto. Vogliono distruggerti dandoti la colpa della morte
della tua sposa" mormorò con voce roca. Le sue iridi dorate
mandarono un guizzo.
Eddard
accennò un sorriso dolce, gli poggiò la mano
fredda sulla guancia e lo guardò negli occhi.
"Farò
tutto ciò che devo per proteggere te, mia figlia, Asano e
tutto il mio popolo".
Kai
chinò il capo e appoggiò la ciotola per terra.
"Ed io
sarò al tuo fianco" promise.
Eddard intinse il dito nel
budino, lo premette sul naso di Kai e lo guardò dolcemente.
"Ti
terranno sempre lontano da me, Kai. Te lo ricordi cosa ti dico
sempre?". Gli diede un bacio sulla punta del naso, leccò il
budino dalle proprie labbra e sorrise mostrando i denti. "Io e te ci
apparteniamo, qualsiasi cosa dicano".
"E lo
faremo sempre" rispose Kai, appoggiando la fronte sulla sua.
*****************
Kai si sedette accanto a Mariko, la
bambina si stava asciugando gli occhi con un fazzoletto di seta.
"Lo spirito di vostra madre non vi ha
lasciata. Potete ascoltare il canto del vento per tornare a sentirla"
disse gentilmente, dimenando la coda.
Mariko gli rivolse un sorriso,
stringendo le gambe coperte dal kimono al petto.
"Mio padre sta meglio, grazie a
te. Questo mi basta". Tiro su con il naso, si tamponò gli
occhi lucidi e arrossati e deglutì.
"Anche se la mamma mi
manca".
Kai le
accarezzò la testa delicatamente, la punta delle sue
orecchie pelose fremette.
"Ti giuro che sia tu che tuo padre,
avrete sempre i servigi di questo demone lupo" le promise.
Mariko
strofinò la testa contro la sua mano, socchiuse gli occhi
alzando il capo e sporse le labbra perplessa.
"Si possono servire
due persone, Kai-chan?" chiese. Si morse il labbro abbassando la testa,
si guardò la punta dei piedi. "Io non voglio tu serva
l'imperatore, anche se è giusto così".
Kai alzò il capo e ghignò.
"Lascia che a servire anche l'imperatore pensino i samurai di tuo
padre. Io servirò solo il mio Shogun" promise. Le
sue iridi dorate brillarono.
Mariko annuì piano, abbassò il capo distogliendo
lo sguardo dalle iridi del demone lupo e sorrise arrossendo.
"So che il filo rosso del destino vi terrà uniti"
sussurrò.
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Capitolo 13 *** Cap.13 Preparativi di matrimonio ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.13 Preparativi di matrimonio
Kai
chinò il capo e si appoggiò le mani sulle
ginocchia.
"Vostra
figlia sta crescendo. Sboccerà prima di loro"
mormorò. Socchiuse gli occhi e dimenò la coda.
Con le unghie aguzze intagliò un pezzo di legno, dandogli la
forma di un pupazzetto.
"Sempre
più spesso rimane con me quando mi chiudo in laboratorio.
Credo si stia legando molto a me" mormorò.
Porse
il pupazzo dalla forma umanoide allo shogun.
"Mio
signore, voi invece venite sempre meno spesso" sussurrò.
Eddard
lo guardò, sorrise melanconico e prese il pupazzetto tra le
mani stringendolo contro il petto.
"Spero
tu e lei abbiate una vita più serena di quella che
è toccata a me e alla madre" mormorò.
Sentì
le lacrime pizzicargli gli occhi, deglutì togliendosi una
ciocca castana da davanti al volto.
"Che
ne dici se guardassimo la fioritura tutti insieme, quest'anno? Come un
tempo".
Kai
sgranò gli occhi e avvertì una fitta al petto. Le
sue iridi dorate divennero liquide.
<
Mi sta affidando la figlia... in moglie > pensò. Fece
un sorriso e chiuse gli occhi.
"Mi
promettete che la vedremo insieme quest'anno?" domandò.
<
Un demone domato donato in sposa a una principessa, mi chiedo se come mossa
politica sia saggia. Aumenterà il suo potere con le
leggende, ma rischia di destabilizzare i suoi rapporti con gli altri
nobili che l'avrebbero voluta chiedere in sposa >.
Eddard
poggiò la propria mano su quella di lui, socchiuse gli occhi.
<
Non posso fidarmi di nessun altro. Solo lui e Asano tratterebbero bene
mia figlia, e Kai è l'unico a cui posso chiederlo. Spero
capisca > pensò.
Lo
guardò, si avvicinò e gli baciò una
guancia sentendo un groppo in gola.
"La
vedremo insieme" sussurrò.
****************************
"Mio
signore" disse Asano. Avanzò alle spalle dello shogun. I
suoi piedi, coperti solo dalle infradito, affondavano nel manto nevoso.
Eddard
osservava la superficie ghiacciata del lago che rifletteva il cielo
plumbeo.
"Per
il compleanno di vostra figlia, l'imperatore giungerà con
colui che ritenete il vostro antico nemico. Volete rifiutare l'offerta
o continuare a organizzare i festeggiamenti che avevate deciso?"
domandò con tono rispettoso
Eddard
alzò il capo, accennò un sorriso divertito
indicando ad Asano il proprio fianco.
"Sai
che va contro i miei principi annullare una festa, soprattutto se
quella di mia figlia".
"La
presenterete come sposa di Kai, vero? Me lo ha fatto intendere mia
moglie" mormorò Asano e la voce gli tremò.
"Affiderei
mia figlia solo a due persone, per tenerla al sicuro. Una sei tu,
l'altra è Kai".
Fece
cenno ad Asano di sedersi di fianco a lui, lo guardò.
“Sai,
quei panini che ti faceva trovare, lui li ha sempre odiati. Per chi
credi che li preparasse?” domandò Asano. Delle
foglie arancioni si staccarono dall’albero alle loro spalle,
ondeggiarono in aria mosse dal vento e precipitarono nel manto candido,
affondando con le punte.
Eddard
rise, incrociò le gambe e guardò il lago gelato
su cui scivolavano alcune foglie.
"Credi
di dirmi qualcosa di nuovo? Se c'è una cosa che so fare
bene, è capire cosa provano le persone per me".
Sospirò
abbassando il capo, strinse i pugni sulle ginocchia.
"Voglio
vivere abbastanza da vedere la fioritura dei ciliegi. Voglio rendere
Kai felice un'ultima volta, prima che lui debba compiere l'ingrato
compito che gli ho assegnato".
Asano
strinse i pugni e chinò il capo, la spada al fianco gli
ondeggiò.
"Vado
a organizzare gli ultimi preparativi, allora, mio signore. Ogni suo
desiderio per me è e resterà un ordine" disse,
dandogli le spalle.
Eddard
strinse le labbra, si alzò di scatto e superò
Asano, mettendosi di fronte a lui. Alzò il capo guardandolo,
gli occhi castani brillavano di riflessi oro e nocciola.
"Non
voglio lasciarmi morire, o suicidarmi, Asano. Vorrei poter passare il
resto della mia vita accudendo mia figlia, occupandomi della mia gente,
facendoti impazzire dietro le mie follie e fingendo di non scambiare
effusioni con Kai, ma la verità è che non me lo
permetteranno. Non in questa vita".
Asano
mise la mano sulla spada e strinse le labbra, mentre una lacrima gli
rigava il viso.
"Allora
vi difenderò, in questa vita e in qualsiasi altra, mio
signore" giurò.
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Capitolo 14 *** Cap.14 La strega volpe ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Kai
si piegò con le gambe piegate accanto al cervo. La creatura
aveva la gola squarciata. Il demone ritirò gli artigli
sporchi di sangue. Afferrò il corpo della preda e se lo
caricò in spalla, raddrizzandosi.
Alzò
il capo, osservando la montagna davanti a sé. Sulla cima
c'era una leggera foschia. Si voltò ed avanzò, i
piedi gli affondavano nel terreno umido.
Camminò
facendo lo slalom tra i vari alberi.
Una
nebbiolina verdina scivolava lungo gli alberi e la vegetazione, con un
forte odore di muschio. Ci furono dei fruscii e alcuni versi acuti che
rimbombarono nella foresta.
Le
orecchie di Kai si appiattirono. Il demone si chinò e
adagiò il corpo per terra. Avanzò,
inspirò un paio di volte sentendo un forte odore e si mise a
correre. Si nascose dietro un cespuglio, le sue iridi brillarono di
riflessi dorati.
Fissò
la nebbiolina, l'odore veniva da lì.
La
nebbiolina ruotò su se stessa ripetutamente, fino a
scomparire dietro un cespuglio. Una giovane fece capolino, aveva due
occhi verde intenso sgranati e le orecchie da volpe ritte.
Kai
diminuì il rumore del proprio respiro, il suo corpo
s'irrigidì.
******************************
Kai
spalancò la porta scorrevole di colpa facendola sbattere ed
ansimò.
Un
samurai digrignò i denti fissandolo.
"Pensavo
avesse imparato le buone maniere" sibilò con voce inudibile.
Kai
raggiunse il trono e si gettò in ginocchio.
"Shogun"
chiamò di nuovo.
Eddard
si alzò in piedi e lo raggiunse, si chinò e
socchiuse gli occhi portandogli una mano sulla schiena.
"Prendete
dell'acqua!" ordinò.
Chinò
il capo, sorrise appena.
Kai
alzò il capo e lo guardò negli occhi.
"Ho
visto una strega" esalò.
Eddard
strinse le labbra, sospirò e si rizzò. Prese il
bicchiere che un servo gli porgeva e lo diede a Kai.
"E
ti è rimasta sullo stomaco?" chiese, con tono serio.
Il
demone strinse il bicchiere e negò con il capo.
"Mio
signore, esse non si possono sconfiggere facilmente" ribatté.
Eddard
sospirò, carezzò la guancia di Kai e
indietreggiò.
"Allora
allerterò i samurai, sia qui che del regno vicino. Se viene
in pace sarà accolta, in caso contrario
affronterà la giustizia dell'imperatore" dichiarò.
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Capitolo 15 *** Cap.15 Sotto una luna dal colore dei ‘sakura’ ***
Cap.15 Sotto una luna dal colore dei
‘sakura’
< Non riesco a dimenticare
quella strega, so che porterà
sventura. I suoi capelli bianchi sembravano fuliggine mista a neve, i
suoi
occhi verdi e attenti, capaci di variare alla luce di colore, parevano
scrutarmi l’anima.
Lei era come me, un elemento che non
avrebbe dovuto trovarsi
lì, sfuggito dai luoghi dove i demoni devono vivere. Le sue
unghie aguzze
d’animale mal si abbinavano al candore delle sue orecchie. Le
sue vesti
principesche, la pelliccia morbida, potevano trarre in inganno gli
sventurati
fiduciosi.
Il coloro dei suoi abiti mi ricordava
quello delle foglie
d’autunno, nell’insieme sembrava la
personificazione delle prime notti
d’inverno tra i canneti di bambù.
Mi è parso di sentire in
lontananza il suo canto, vuole
prendere qualcuno in trappola, lo sento > pensò Kai.
Si scrollò un petalo di
ciliegio che gli era finito sulle vesti e balzò, scendendo
dal davanzale della
finestra.
“Stanotte la luna ha il
colore dei sakura… Avrei preferito
continuare a rimanere solo” disse secco.
“Non desiderereste neanche
la compagnia della vostra futura
sposa?” domandò una voce maschile.
“Sapevo benissimo che non
si trattava del più bello dei
fiori, visto che essa già riposa da ore.
Purtroppo riconosco anche il tuo
passo ed il tuo odore,
Asano” ringhiò Kai.
Il samurai scrollò le
spalle.
“Eppure non sembrava
dispiacerti quando da ragazzi mi
mordicchiavi la caviglia e mi hai spesso invitato nel tuo rifugio
segreto a
vedere le tue ‘bambole’.
Ho visto l’ultima, quella
che tenevi segreta, è
inquietantemente umana e somiglia fin troppo al mio… al
nostro signore” disse
roco. Sospirò e negò con il capo. < Non
è più il bambino irriverente che
ricordavo, ora davanti a me c’è un uomo dal corpo
perfetto >. Si appoggiò
alla parete con un braccio.
“Il nostro signore ha una
missione per te. Di gran fretta mi
ha detto che vuole che tu vada alle pendici della montagna,
lì dove ci sono i
demoni, vicino alla foresta dove ti abbiamo trovato. So che in questo
momento
le piogge sono torrenziali ed è pericoloso, ma ha bisogno
che tu possa
dimostrare che sei un demone purosangue e non un mezzo
straniero” spiegò.
< Approfitta nuovamente della
luna per leggere, avvolto
solo dall’odore delle candele.
Sembra una figura mistica, e lo
è. Una creatura degna di
stare accanto alla divina forma del mio signore. Certo, uno sembra il
male e
l’altro il bene, ma so che sono indissolubilmente legati.
Il mio shogun mi ha detto di
proteggerlo, che tenerlo salvo
sarà il mio futuro modo di dimostrargli fedeltà.
Fino a poco tempo fa mi
sarebbe sembrata un’eresia, ma il loro legame ora lo
percepisco anche io. C’è
stato dal primo momento, quando ha fermato la mia mano e mi ha impedito
di
ucciderlo > pensò.
“Non farò
domande. Se questo è il suo ordine, partirò
subito” sussurrò Kai.
< Quando per tutti non ero
altro che un reietto il mio
shogun mi diede una casa, uno scopo…
Per me è stato padre,
fratello, mentore e stella polare di
ogni mio desiderio > si disse.
“Se non ti dispiace, il
nostro signore vorrebbe che ti
accompagnassi” disse Asano, posando la mano sulla spada.
“Allora datti una
mossa” ordinò Kai. Raggiunse un tavolo
colmo di libri e vi posò quello che teneva in mano.
********
Mariko era seduta in riva al lago,
guardava delle carpe
colorate nuotare tra le ninfee candide.
“Ferma tuo padre. Per
quanto tu sia legata a Kai, non provi
per lui amore" disse il giovanissimo shogun.
“Per quanto tuo padre Asano
sia un samurai fedele, non avrà
mai la potenza adeguata per darti in sposa una nobile.
Ti amo, Isshin. Però sono
anche più grande di te. Per noi
non c'è futuro" gli rispose la figlia dello shogun.
“Mia signora,
io…”. Iniziò a ribattere il giovane.
Un anziano samurai, con una bottiglia
di sakè legata alla
cintola, li raggiunse correndo.
“Mia signora, vostro
padre…” gemette. Il suo viso scimmiesco
stravolto dall'ansia.
“Parla" ordinò
Isshin.
“L'imperatore è
giunto con vostro zio, ma non per i
festeggiamenti.
Sono apparse prove del fatto che lo
shogun abbia ucciso
vostra madre col veleno” raccontò il vecchio.
“Non è
possibile. Mio padre era in guerra in quel
momento" gemette la giovane.
“Mia madre, poi,
può confermare sia stata una lenta
malattia". Aggiunse il primogenito di Asano.
“Lo so. Sicuramente
è opera di magia, ma l'imperatore ha già
preso la sua decisione.
Ha condannato a morte il nostro
signore. L'esecuzione sarà
domani…". Iniziò a spiegare l’anziano.
Il racconto dell'uomo venne
interrotto dal pianto e dalle
urla della giovane, sostenuta dalle braccia allenate di Isshin.
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Capitolo 16 *** Cap.16 Le candele del tempo e della passione ***
Cap.16
Le candele del tempo e della passione
Kai
impallidì, trovando lo shogun steso
davanti a lui, illuminato da delle candele.
<
Pensavo che finalmente trovandomelo di
fronte avrei avuto il coraggio di gridargli contro. Di dirgli che aveva
teso
una trappola a me ad Asano, che subodorando la fine ci ha allontanati,
invece
di permetterci di combattere per lui.
Io sto
soffrendo, ma così ha fatto sentire un
traditore il suo samurai più fedele! Lo ha distrutto, in
questo modo!
Eppure,
ora che mi trovo qui, non riesco a
dirgli niente. Neanche che sono riuscito, in nome suo, a portare la
spada dei
demoni della foresta delle cento lacrime di drago e delle mille spade
volanti.
Solo per fargli vedere che sono un demone completo, ma non per questo
non
domato > pensò, accarezzando la lama.
Eddard
si sciolse la lunga coda, la luce
soffusa faceva brillare i suoi capelli castani di un delicato
arancione, il
demone lupo cadde in ginocchio.
“Chiudi
la porta” ordinò lo shogun.
“Uh”
sussurrò Kai, annuendo. Fece scivolare le
paratie e deglutì, la luce della luna era rosso sangue, ma
filtrando dalla
finestra riusciva a lambire solo i piedi nudi di Stark.
Kai
posò la katana per terra.
<
Giuro che con questa lama capace di
uccidere gl’immortali, darò una fine di sangue a
quella strega. So che è stata
lei > pensò.
Lo
Shogun socchiuse gli occhi, mentre delle
foglie rosse autunnali dell’albero di ciliegio volavano
dentro la stanza.
“Mia
figlia sarà data in sposa a suo zio.
Questo è il verdetto dell’imperatore per mantenere
il suo onore” sussurrò roco.
“Mio
signore, scappiamo. Vi prego” gemette il
demone, dimenando furiosamente la coda.
Lo
Shogun negò lentamente con la testa e gli
accarezzò la guancia con la mano gelida, dalle dita sottili.
“Ucciderebbero
tutta la mia gente,
cancellerebbero quest’oasi di pace e mia figlia
sarà perduta. Lei è stata già
portata via, nella notte. Ora è in viaggio per le terre di
suo zio.
Sarà
lì già per l’alba di domani”
spiegò.
Kai
serrò un pugno e colpì sul pavimento.
“Asano
farà qualcosa! I vostri samurai…”
ringhiò, soffiando. I suoi canini aguzzi brillavano
nell’oscurità.
“Sono
fedeli. Nel momento in cui io sarò
giustiziato, loro non potranno fare niente. Diverranno Ronin e saranno
costretti al seppuku” rispose Eddard.
Un
gemito di dolore, simile a un guaito,
sfuggì dalle labbra del demone lupo.
“Avrei
voluto vedere la fioritura del ciliegio
con te un’ultima volta, insieme a mia figlia. Sarebbe stata
al sicuro al tuo
fianco.
Ora non
mi resta che un ultimo desiderio”
gemette Eddard. Un’unica lacrima solcò il suo
viso, la sua figura sembrava
delicata nella penombra. Finì di spogliarsi, il suo corpo
era sottile, la sua
pelle liscia sembrava ambrata alla luce delle candele, e i suoi occhi
brillavano di riflessi color oro.
“Cosa,
mio signore?” esalò, tremante.
“Te
lo dirò domani mattina, prima dell’alba,
come ultima cosa. Ora, voglio darti un ultimo ricordo… di
noi…” disse lo
shogun.
“Baka,
non è il momento…”
piagnucolò Kai.
Lo
Shogun gli posò le mani sulle spalle e lo
baciò, facendolo arrossire.
“Sono
stato ligio ai miei doveri fino ad ora,
ho dato questo corpo solo alla mia sposa. Non ho premiato chi il mio
cuore
voleva. Mi dispiace solo che Asano non sia qui” disse,
facendo stendere l’altro
sul tatami.
Kai
socchiuse gli occhi, liquidi, dimenando
furiosamente la coda, il suo battito cardiaco accelerò.
<
Io non ero nessuno, prima di conoscerlo,
un’ombra in una foresta di bambù. Gli devo ogni
cosa, mi ha donato tutta la mia
vita > pensò. Si spogliò e gli si mise a
cavalcioni, il suo corpo minuto, ma
muscoloso, sovrastava quello di Stark.
*******
“Un
giovane lupo era stato raccolto dalla
foresta… Ma davanti a me ora c’è uno
shinobi.
Il mio
unico desiderio, come tuo signore, è di
vederti proteggere mia figlia, colei che volevo divenisse tua sposa.
Ora che è
stata presa, come ultimo ordine, ti dico: riportala indietro ad ogni
costo”
ordinò Eddard.
<
Lo shogun non mi ha mai parlato in questo
mondo > pensò Kai, rialzandosi seduto.
Guardò
il corpo dell’altro mollemente
abbandonato, le sue orecchie fremettero. Si rivestì di
fretta e lo aiutò a
rivestirsi lentamente, lo fece alzare e gli legò i lunghi
capelli morbidi. Aprì
il separé e lo condusse fuori dalla stanza, le candele si
erano spente.
<
L’immagine di questa notte, di quello che
abbiamo consumato, rimarrà per sempre impressa in me. Lo
vedrò eternamente
scolpito nella mia anima steso davanti a quelle candele,
così triste e, solo
per una volta, mio > pensò.
“Salverò
vostra figlia, ve lo giuro. Vi faccio
anche un’altra promessa” gli sussurrò
all’orecchio, appiattendo le orecchie da
lupo sul suo capo.
“Cosa?”
domandò lo shogun, mentre scendevano
le scale.
“Asano
non ha potuto condividere quel momento
con noi, ma lo farò giacere tra le mie braccia. Saremo uniti
coi nostri corpi
in nome del vostro spirito” gli promise il demone con voce
inudibile.
“Oh,
non ho dubbi tu possa sedurlo. Fallo
cadere in una giusta tentazione, mio demone”
sussurrò lo shogun. Socchiuse gli
occhi e fece un sorriso bonario.
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Capitolo 17 *** Cap.17 Il candido drago albino figlio della magia ***
Cap.17 Il candido drago albino figlio
della magia
Asano allungò le mani
verso il fuoco, sentendo il calore
lambire le sue dita callose, mentre guardava le fiamme avvolgere le
carcasse
dei pesci decapitati, ancora umidi e sporchi di sangue. Socchiuse gli
occhi e
chinò il capo.
“Avrei dovuto fare seppuku
come tutti gli altri. Ora sono un
Ronin a tutti gli effetti” disse con voce roca.
Kai si sedette accanto a lui e
accavallò le gambe.
“Troverai la morte solo
dopo che avremo obbedito agli ultimi
ordini del mio signore” disse secco.
Asano corrugò la fronte e
chiuse gli occhi, chinando il
capo.
“L’unica cosa che
mi rincuora è che mio figlio stia potendo
dire addio alla madre con onore. Quando torneremo, anche lui, come
servo dello
shogun, dovrà trovare la morte”
sussurrò.
Kai si voltò lentamente e
guardò la luce del sole
riflettersi sulle acque scure, che sembravano verdastre, coperte in
molti punti
da uno strato fitto di foglie rosse e arancio cadute. In lontananza,
sulla
montagna, s’intravedevano i tetti spioventi di legno delle
case e dei templi
così lontani da sembrare puntini o minuti tratteggi.
“Non sono riuscito ad
assistere all’esecuzione. Ha
sofferto?” domandò Kai. La sua coda si muoveva sul
terreno sporcandosi di
terra, dando vita a figure sinuose nel terriccio.
“Ha riconosciuto il tuo
ululato di dolore e ha sorriso
pensando a te prima della fine. La serenità non lo ha mai
lasciato, mentre si
toglieva la vita con le sue stesse mani in nome
dell’imperatore. Era così
candido e puro, sotto il ciliegio spoglio, mentre si feriva a morte
salvaguardando
il suo onore e il suo popolo” rispose Asano.
Kai gli avvolse la caviglia con la
coda e gli sfiorò la
mano.
Asano conficcò la spada
per terra e corrugò la fronte.
“Cosa fai?”
domandò, arrossendo. La sua voce roca aveva una
nota acuta di panico.
“Quel corpo è
stato mio prima della fine” rispose Kai.
Asano cadde carponi, ansante.
“Non sei riuscito a
rispettarlo fino alla fine. Lui ci era
superiore…” gemette.
Kai lo guardò negli occhi,
le orecchie da lupo ritte sul
capo e le zanne d’osso che s’intravedevano
attraverso la pelle dei palmi.
“Al contrario, ho eseguito
il suo ordine. Una delle sue
ultime volontà era che tu mi appartenessi, come avresti
fatto con lui” disse.
Asano si slacciò la
cintura, sfilandosi la casacca con le
mani tremanti.
“Se questo era il suo
volere, non posso non concederglielo,
avendo già fallito nella sua protezione. Chiuderò
gli occhi e tu per me sarai
lui fin quando vorrai” giurò. Si
genufletté, posando la fronte sul terreno,
sporcandosi.
Kai gli posò una mano sul
capo.
“Voleva che come demone ti
conducessi a una tentazione che
ti legasse a me pari alla tua devozione per lui, facendoti giacere
più che
lieto tra le mie braccia” spiegò.
< Non c’è
limite che non varcheremmo per il nostro
signore. Fino alla fine del tempo > pensò Asano.
“Allora provaci,
lupo” disse, rialzando il capo.
********
Un trillo di campanello
risuonò tutt’intorno.
Asano rotolò e
posò la mano sull’elsa della spada, si
alzò
ancora ignudo, brandendola. Si udì una risatina e
afferrò l’elsa anche con la
seconda mano, facendola roteare.
Un forte odore di ciliegio punse le
narici di entrambi, Kai
si acquattò a terra ringhiando, teneva la spada tra i denti.
“La strega è
qui” ruggì.
“Non
v’è onore ad attaccare due guerrieri privi di
vestiti e
armature” disse secco Asano.
Il fuoco si spense, mentre il ronin
riusciva a coprirsi le
nudità legandosi intorno alla vita uno strofinaccio bianco.
“In quella creatura non
c’è onore” ribatté Kai.
La kyubii fece ondeggiare la
campanella, la sua figura s’intravedeva
in una densa nebbia biancastra che si stava alzando intorno a loro. Si
udì un
ruggito e la creatura si tramutò in un titanico drago
albino, dai lunghi baffi,
zanne acute e scaglie luminose.
La sua figura sinuosa strisciava tra
loro.
Asano schivò un assalto
mortale di una delle zampe della
creatura, mentre Kai lanciava una serie di lame di metallo contro la
bestia.
Quest’ultime s’infransero contro la colossale
dentatura del rettile magico.
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Capitolo 18 *** Cap.18 Impossibilitato a morire ***
Cap.18 Impossibilitato a morire
La luce entrava nello stanzone da una
finestra circolare, al
posto del vetro era sigillata da della carta bianca e sottile.
Kai guardava davanti a sé
con espressione spenta, i capelli
spettinati e i vestiti strappati.
“A che pro ho sconfitto la
strega? Uccidere il vigliacco che
ha voluto la morte del nostro signore non ce lo ha restituito.
Tutti, persino Asano, hanno fatto seppuku. Io ho provato, ma non sono
riuscito. Non posso far parte
dei samurai neanche nella morte.
Non voglio che Isshin debba farlo al
posto mio, è così
giovane, ha una vita radiosa davanti a sé. So che la giovane
Mariko ama lui,
non voglio essere costretto a sposare la mia diletta signorina.
Devo trovare un modo”
gemette.
< So che Mariko aspetta il
nipote di Eddard da lui.
Presto le sue rotondità saranno evidenti. Se penseranno che
è mio, lo odieranno
come mezzosangue maledetto. Se capiranno che mi ha tradito,
verrà disonorata
> rifletté.
“Ōkami, tu ti sei piegato al tuo signore, servendo
il suo nome. Come puoi giudicare la fedeltà che mi lega al
mio?” domandò la
strega.
Kai si
acquattò a
terra e ruggì con forza, abbassando le orecchie.
“Se
il tuo signore
vuole essere servito attraverso trucchi, sterminando innocenti,
entrambi non
valete niente e non siete degni nemmeno della polvere che si posa sulla
tomba
del mio shogun!” gridò.
Da fuori veniva il rumore
gorgogliante di un fiume.
Kai stava seduto nella fessura tra il
muro ed una serie di
scatole di legno. Il viso nascosto tra le mani, il suo respiro era
rarefatto ed
i suoi occhi erano arrossati.
< Tutti sono riusciti a
togliersi la vita, io non ho
potuto neanche questo. Nemmeno l’ultimo omaggio ho potuto
rendere il mio
signore. Maledetto ad essere un demone reietto fino
all’ultimo.
La morte sta ridendo di me in questo
momento, mentre la mia
vita si costella dell’ennesima ingiustizia >
pensò. Strinse le labbra ed
inghiottì un singhiozzo.
Le scatole erano chiuse da delle
corde. L’ambiente,
ricoperto di sigilli magici, era perfettamente pulito.
L’incantesimo lo rendeva
antisettico.
Il pavimento di legno brillava, il
bianco delle pareti dove
erano affissi i sigilli di stoffa era così abbacinante da
abbagliare.
Dei passi sottili risuonarono.
Kai corrugò la fronte,
mentre appiattiva le orecchie da lupo
sulla testa. Sgranò gli occhi, trovandosi davanti un ramo
dai morbidi fiori di
ciliegio, di un rosa che risaltava nell’ambiente magicamente
sterilizzato.
Si alzò in piedi, cadde
pesantemente sulle ginocchia. Il suo
viso arrossato era bollente, i suoi occhi umidi di lacrime erano
febbricitanti.
“…
Shogun…” esalò. Alzò lo
sguardo e vide il bambino davanti
a lui.
La sua bambola, con le stesse
fattezze che avrebbe avuto lo
shogun da bambino, sorrideva.
“T-tu… tu hai
preso vita… I miei esperimenti… hanno avuto
successo” esalò con un filo di voce.
La creazione si sporse e gli porse il
ramo. “Non piangere
più” lo rassicurò.
Kai gattonò fino a lui e
lo abbracciò, spasmodicamente,
mentre i petali che cadevano sul pavimento divenivano immacolati, come
lavati
dalla rugiada.
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Capitolo 19 *** Tragico epilogo ***
Attenzione è presente la
morte del protagonista. Si toccano tematiche
delicate.
Eddard aveva le fattezze di Tony
Stark e quindi anche la
bambola.
Scritta sentendo: The Fray - You
Found Me (with lyrics) + HQ;
https://www.youtube.com/watch?v=xMlou7Q0GRE&feature=youtu.be&fbclid=IwAR0bx3GezeBsyTu0DoxzNhnmwYZTB952SjneQRMaM4lilGBjxs1IvTVhSQU.
Tragico epilogo
Occhi neri e vuoti, vacui,
risaltavano sulle maschere lattee
appese alle pareti di legno, simili a teschi lisci e levigati. Ognuna
di esse
copriva uno sbiadito sigillo, il pavimento si stava nuovamente
sporcando di
polvere, che si posava anche su tubi e meccanismi metallici lasciati in
giro.
Ovunque vi erano pile di scatole di
legno chiuse da delle
spesse corde intrecciate.
Kai fissava la sua creazione, la
bambola con le fattezze
dello shogun.
< Ormai sembra un bambino
vero. Ama quando usciamo a fare
lunghe passeggiate, gioca al fiume e insegue le farfalle intorno agli
alberi.
Sembra promettermi un’altra
vita, una diversa possibilità.
Potrei scappare con lui al villaggio e nascondermi dalle mie
responsabilità.
Però lo so che resterò fermo al mio posto
> pensò.
“Non era un semplice incubo
quello che ti ha destato dal suo
simil sonno, vero?” chiese all’apparente bambino.
“Gli dei che mi hanno dato
la vita ora chiedono la vostra in
cambio” sussurrò il piccolo, stringendosi nel suo
morbido kimono. “Ho paura
padrone, dicono che è il vostro volere”. La sua
voce si era fatta simile ad un
sussurro.
“È
cosìì infatti” rispose Kai, dimenando
furiosamente la
coda da lupo.
“Mi lascerete
solo?” gemette il ‘giocattolo’ incantato.
Kai lo rassicurò:
“No. Ti donerò al nipote del mio signore.
Ne erediterà il nome ed il prestigio perduto.
Servilo come avresti fatto con
me”.
Il giovinetto chinò il
capo.
“La signorina Mariko
avrebbe sposato voi se aveste voluto,
mio signore. Io avrei potuto servire un vostro figlio” gli
fece presente.
si
rammaricò.
“Le nozze della principessa
si festeggiano sui corpi dei
guerrieri fedeli a suo padre. Volete fare in modo che si costruiscano
anche sul
vostro sangue?” insistette. Guardò Kai
accarezzargli la testa con gli occhi
liquidi.
“Non è colpa
vostra se il destino ha deciso la vostra
immortalità. Avete tentato di togliervi la vita come tutti
gli altri samurai”.
“Preferisco che la figlia
del mio signore sia felice e che
non si sappia che il fato avesse deciso avessi sorte di
Ronin” mormorò roco
Kai. Tossì, avvertendo la gola dolergli.
“Orsù, dimmi come potrei fare a
compiere il volere divino”.
< Io non ti crescerei come uno
schiavo, ma forse avresti
sorte anche peggiore. Per me saresti sempre l’ombra del mio
shogun. Aspetterei
di vederti uomo per riavere quell’amore che mi è
stato portato via, di cui mi
hanno ingiustamente privato in ogni modo > pensò.
“Da me potrete estrasse una
spada capace di spezzare la vita
degli immortali. Questo grazie al mistico veleno che la
ricopre” spiegò la
bambola.
Kai annuì.
“Finalmente l’onta di non aver potuto seguire il
mio signore nella tomba sarà spazzato via”
sussurrò.
< Non avrei mai immaginato
potesse esistere una lama
avvelenata capace di uccidere gli immortali > si disse.
“Siete proprio
sicuro?” lo interrogò il piccolo.
Kai annui.
“Allora
procedete” sussurrò la bambola con le fattezze di
giovinetto. Il petto iniziò a brillare, mentre il ragazzino
cadeva all’indietro.
Kai lo abbracciò,
prendendolo al volo e gli posò un bacio
sulla fronte. “Tu mi hai consolato, rendendo felice questi
ultimi giorni”.
Infilò la mano nella luce, il piccolo era immobile e
pallido, con gli occhi
chiusi. “Solo grazie a te posso andarmene felice”
lo rassicurò Kai, estraendo
una katana dalla lama viola.
La luce si spense, mentre Kai si
puntava la lama alla gola.
“Datemi un nome, almeno,
prima di lasciarmi” lo implorò la
bambola. Era di nuovo ritta in piedi e lo guardava con occhi
supplicanti.
“Crane”
esalò Kai. La lama affondò nella sua carne, il
sangue schizzò tutt’intorno, macchiando il
pavimento.
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