Boxes or Funnies?

di Psiche_00
(/viewuser.php?uid=962962)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La rapina ***
Capitolo 2: *** Una notte da volpe ***
Capitolo 3: *** L' inizio delle nausee ***
Capitolo 4: *** Ce la puoi fare Nick!!! ***
Capitolo 5: *** Parenti serpenti ***
Capitolo 6: *** la fine... o forse no! ***
Capitolo 7: *** La volpe e l'uva ***
Capitolo 8: *** Benvenuti a Mammals City ***



Capitolo 1
*** La rapina ***


-Agente Hopps e agente Wilde all’ inseguimento. Abbiamo intercettato i criminali all’ interno della banca. Si dirigono verso il secondo piano, passo-. I rapinatori, un rinoceronte e un orso bruno, tenevano in mano i sacchi della refurtiva. Erano riusciti ad entrare nella banca principale di Savana Central, ma non senza far scattare gli allarmi, così si erano affrettati a rubare quel che potevano dalle casse per poi evadere dall’ edificio prima dell’ arrivo della polizia. Evidentemente avevano fatto male i loro calcoli, poiché, per loro sfortuna, erano di pattuglia nella zona proprio Judy Hopps e Nick Wilde. I due sentendo gli allarmi provenienti dalla banca si erano precipitati a sirene spiegate verso l’ edificio. Ora i rapinatori, sentendo irrompere la polizia dal portone d’ ingresso, si erano affrettati verso il piano superiore per cercare di fuggire poi dall’ uscita d’ emergenza. Non sapevano però con chi avevano a che fare. Judy e Nick li raggiunsero facilmente al secondo piano, prima che potessero uscire dalle scale anti incendio. I due rapinatori si voltarono verso gli agenti dapprima spaventati, poi guardandoli meglio, scoppiarono in una sonora risata. -HAHAHA!!! Guarda Frank! Una volpe e un coniglio!!! HAHAH cosa vorreste farci? Prenderci a schiaffi, con quelle tenere zampine?- Nick appoggiato al muro, a braccia incrociate e con un sorrisetto divertito volse uno sguardo mellifluo alla sua partner, - sentito cosa ha detto, carotina? Ti ha chiamata ‘tenera’!!- , - Già, l ho sentito. Vede signore, se un coniglio dice ad un altro coniglio tenero, va bene, ma se a dirlo è un altro animale…- -…succede questo!- concluse Nick, e prima che i rapinatori se ne accorgessero Judy , dandosi una spinta contro il muro si era già fiondata con un calcio contro il muso del rinoceronte, mettendolo K.O mentre Nick, veloce come un fulmine, sparò tre colpi di proiettili sedativi contro l’ orso, stendendolo a terra. Subito dalla radio uscì la voce del capitan Bogo: -WILDE , HOPPS !!! siete riusciti a fermare i rapinatori?- -Perché, aveva dei dubbi ? La coniglietta qui potrebbe fare wrestling per professione!- rispose sarcastico Nick, subito seguito dalla partner: - Capitano, la refurtiva è stata recuperata, ci dirigiamo verso il dipartimento per stilare il rapporto!- - Ottimo lavoro Hopps, tu Wilde, invece, niente week end libero!!- - COME? - - Così impara a fare lo spiritoso e a non chiamarmi CAPITANO!!!-. I due partner si stavano dirigendo verso il dipartimento quando Nick, nascondendo egregiamente un certo imbarazzo grazie alle sue doti da attore, si fece coraggio e rivolse a Judy una proposta. – Carotina, tutta questa storia della rapina mi ha davvero fatta venire una certa fame e visto che tra poco finisce il turno, che ne dici di una bella cena al ristorante?-. Era la prima volta che Nick la invitava a cena fuori. Fino a quel momento si erano limitati a prendere qualche spuntino nei bar della città o nelle pasticcerie, ma mai erano usciti per una vera e propria cena. In tutti quei mesi non si erano separati un attimo, avevano condiviso tanti di quei momenti! Nick faceva ridere tantissimo Judy e, anche se certe volte la esasperava, lei riusciva a vedere in lui un cuore grandissimo e stare con lui la faceva sentire bene, protetta, al sicuro. Nick, anche lui, si era affezionato tanto a Judy, era l’ unica da cui si sentiva compreso, la sua dolcezza era irresistibile, persino quando si infuriava a lui sembrava l’ incarnazione della tenerezza. Tra i due c’ era un sorta di attrazione che però non volevano ammettere ma nonostante ciò il loro legame cresceva. Un’ inchiodata improvvisa. –Si, dai. Perché no?!...- rispose Judy con gli occhi spalancati fissi nel vuoto, probabilmente sotto shock. – hey carotina! Sicura di stare bene?- chiese Nick con un ciglio alzato, -si, certo, perché non dovrei?!- Finito di compilare il rapporto i due uscirono dall’ ufficio per dirigersi verso casa. – vengo a prenderti per le otto!- , -VA BENE!!- rispose Judy mentre si allontanava. Per tutta la strada verso casa, Judy aveva gli occhi fissi nel vuoto, sembrava uno zombie. Appena dietro di lei si chiuse la porta del suo appartamento, l’ intero palazzo venne invaso da un “SIIIIIIIIIIIIIIII !!!!!!” che risuono dalla tenuta del pangolino fino a kilometri di distanza! Persino a Tundratown si udì qualcosa in lontananza. Arrivarono le otto della sera. Judy, vestita di tutto punto, sentì accostarsi la macchina di Nick sotto il suo palazzo. Dovette esercitarsi qualche minuto per contenere un sorriso ebete che le si era stampato in faccia da un angolo all’ altro. Suonò il campanello. Era Nick. Judy era agitata ed emozionata come non mai. Non aveva idea di cosa le avrebbe riservato quella serata. NOTA DELL'AUTRICE: Scusate la mancanza di spazi tra i paragrafi, non capisco perché non riesco a mantenerli nell' anteprima! Se qualcuno sa il motivo e può dirmi come fare a risolvere il problema lo invito a farlo! Spero che la storia vi piaccia! È la prima che scrivo! Presto pubblicherò il prossimo capitolo,cercherò di risolvere il problema!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Una notte da volpe ***


Quando Nick aprì quella porta, gli si presentò una visione! Judy, in contrasto con lo squallore dell’ appartamento era splendida: il vestito bianco era un tubino con uno scollo a barca che lasciava scoperte le spalle e le arrivava a metà coscia, esaltando le sue forme, mentre gli occhi grandi e viola erano messi in evidenza da un filo di matita e di mascara, il pelo era visibilmente morbido e lucente e le scarpe erano classici tacchi neri, eleganti al punto giusto.

Nick, quasi per istinto, rizzò le orecchie a punta e con gli occhi color smeraldo spalancati e un sorriso aperto – Coniglietta!- disse, - quasi non ti riconoscevo! Non ti avevo mai visto così… emh, femminile!- “oops, mi sta guardando male” - in che senso ?!!! pensavi fossi una sorta di maschiaccio solo perché non vengo a fare la poliziotta con un tacco 12?!!!- rispose lei, semi offesa guardandolo di traverso e con un sopracciglio alzato. “mayday, mayday attenzione a tutte le unità, codice rosso, RITIRARE LE TRUPPE!!!” – No no! Ma cosa dici carotina, ti stavo solo facendo un complimento!- , lei ci pensò un attimo. -… volpe ottusa!- disse poi con un sorriso dolcissimo e il piccolo malinteso venne presto dimenticato.

Mentre erano in macchina parlarono e scherzarono. Quando quei due stavano insieme erano sempre a loro agio e non importava quale fosse l’ occasione poiché, grazie al feeling che li legava, dal momento in cui si incontravano le tensioni non esistevano, al mondo c’ erano solo loro. La serata sembrò iniziare col piede giusto.

Arrivati al ristorante, passato un buon quarto d’ ora snervante per trovare parcheggio, entrarono in sala per prendere un tavolo. In quel momento si avvicinò un cameriere.

-I signori mi scuseranno, ma attualmente i tavoli sono tutti occupati-, -COME? Che razza di accoglienza è questa?- disse Nick a metà tra il sorpreso e l’ indignato. – Avevate già prenotato un tavolo?- chiese il cameriere, il quale si sforzava di sembrare cortese ma in verità non desiderava altro che togliersi d’ impiccio quelle seccature. – No! Non pensavo ce ne fosse bisogno, so che è un ristorante piuttosto ricercato, ma non pensavo fino a tal punto! Insomma, mi trovi subito un tavolo per me e la mia…- interruppe il mezzo ringhio e si voltò a guardare Judy che intanto lo osservava con il fiato sospeso -… compagna!!!- terminò la frase quasi senza pensare, mentre si perdeva negli occhi viola della coniglietta, che ora sembravano brillare. Fu il cameriere a riportarli alla realtà: - Signore, se non ha prenotato può aspettare che si liberi un tavolo altrimenti si cerchi un altro ristorante! E adesso se mi vuole scusare ho dei clienti da servire-

Nick stava per ripartire alla carica, ma Judy lo fermò in tempo. –Hey, Nick!- disse con un tono di voce calmo, - non preoccuparti, possiamo pur sempre trovare un’ altro ristorante!-, - Ma carotina è tardi e questo è il ristorante più elegante della zona! Non mi va di portare una coniglietta così carina in un pub scadente!!- rispose Nick, anche lui calmo ma con una punta d’ agitazione. Proprio non gli andava che la serata, la SUA serata, quella che sognava da tempo andasse storta. – Ci accontenteremo! In fondo ciò che conta è un tavolo, del cibo e la MIA volpe preferita!- queste ultime parole le pronunciò posando la sua zampina sulla guancia di Nick. Il profumo delicato e caldo dello shampoo per pelo fece impazzire l’ olfatto sviluppato di Nick, che alla fine si fece convincere dalla sua carotina. Ma sapeva che la parolina pronunciata prima non sarebbe passata inosservata.

Alla fine si trovarono seduti ad una tavola calda, non troppo accogliente, “l’ osteria della luna calante”. I pavimenti sembravano lasciati in preda alla sporcizia da mesi, le sedie di legno erano consumate, i muri presentavano macchie di muffa. Tuttavia era il punto di ristoro più vicino e perlomeno, non sembrava troppo affollato.

Appena si sedettero fu Judy a prendere la parola. –Nick, volevo dirti… cioè quando eravamo al ristorante… I-intendo dire… stavi b-bleffando, vero?-, Nick stava per rispondere ma lei lo interruppe, sembrava una macchinetta ed era evidentemente in imbarazzo. – C-cioè non che mi darebbe fastidio… v-voglio dire, non è mica importante eh… però cosa intendevi dire.. perché, cioè se volevi dire…- -Judy! Io ti amo!-

Silenzio imbarazzante. Aveva proferito quelle parole con tutta la calma del mondo. Sarebbe stato inutile tirarla per le lunghe, e tentare il tutto per tutto ne valeva la pena per una causa come lei. Non che fosse stato facile per lui, freddo e distaccato com’ era, gli ci erano voluti lunghi soliloqui davanti allo specchio e aveva dovuto rimettere in discussione tutto se stesso, il suo atteggiamento, i suoi principi. In quel momento, per la seconda volta nella vita aveva mostrato la sua debolezza.

Lei intanto era rimasta a bocca aperta. Le mani ferme a mezz’ aria si erano bloccate dal loro frenetico gesticolare nel momento in cui Nick l’ aveva interrotta da un attacco di delirio.

-Volete ordinare o stiamo qui fino a Mezzanotte, cenerentole?!!- il “cameriere” era un rinoceronte, grosso e nerboruto che aveva l’ aria di essere tutto fuorché una brava persona. – Ma non ci avete portato nemmeno il menù- protestò flebilmente Judy, cercando di sciogliersi dalla posa, come se fosse stata imprigionata dal ghiaccio. – Hey coniglia!! Non lo vedi quanto lavoro ho da fare? La prossima volta svegliati e vattelo a prendere da sola su quel tavolo accanto alla cucina, dove si trovano i menù in bella vista!-. Non sapremmo dire se in quella situazione Nick avesse voluto di più saltare al collo del cameriere o sbattere la testa e svenire per quello che aveva detto poco fa.

In ogni caso non fece in tempo né per l’ uno né l’ altro visto che il rinoceronte si era diretto, sbuffando, verso i menù.

Una volta tornato e consegnati dei fogli consunti, i due iniziarono subito ad ordinare (non che ci fosse tanta scelta di patti!) . Nick nel frattempo sentiva un ringhio formarsi nella gola ma Judy lo guardava come a dire “ti prego, non facciamo scenate, prima che ci buttino fuori anche da qui!”.

Nel momento in cui il rinoceronte si diresse a portare le ordinazioni in cucina, calò un momento di silenzio.- Con permesso, devo andare un attimo in bagno, torno subito-. Nick assentì con un cenno della testa. “Sono proprio una volpe ottusa”.

Il bagno era piccolo e del wc non ne parliamo, ma perlomeno c’ era uno specchio per potersi rassettare. Sentiva un caldo terribile, così iniziò bagnandosi il collo con un po’ d’ acqua. Si guardò allo specchio: il trucco sembrava un po’ sbiadito, così decise di aggiustarsi. Un disastro! La boccetta del mascara le cadde sul vestito bianco (nuovo!) , lasciando una vistosa macchia nera, che provò a far andare via con un po’ d’ acqua, risultato? Poteva buttare via il vestito. Sbavò con l’ eye liner creando un pasticcio sugli occhi e per di più ricominciò a sudare più di prima. Provò di nuovo ad aggiustare le sbavature con l’ acqua ma peggiorò semplicemente le cose, insomma un disastro!

Intanto in sala Nick pensava che Judy se la fosse svignata. Stava per alzarsi ma per sbaglio andò a sbattere contro il rinoceronte-cameriere a cui cadde il vassoio con il cibo. –STUPIDA VOLPE!!! FARESTI MEGLIO AD ANDARTENE TU E LA TUA SGUALDRINA!!!- . l’ ultima cosa che quel poveretto vide prima di svenire per le seguenti 12 ore fu la “ volpe” che, alzando il braccio indietro e caricando con tutto il peso del suo corpo, si spinse in avanti con un pugno fortissimo, facendolo cadere all’ indietro, senza più rialzarsi. “Un destro da manuale!”
A quel punto dalla cucina uscì furibondo un orso polare.- CHI OSA VENIRE A DARE PROBLEMI NEL MIO LOCALE?!!!- sarebbe stato tutto abbastanza sotto controllo se non fosse stato per il fucile che aveva in mano!.

Ci fu uno sparo.

Proprio nel momento in cui la situazione stava per degenerare , Nick vide l’ orso accasciarsi a terra.
–Carotina!! Che ci facevi con una pistola spara sedativi nella borsetta?!!- , -Tesoro, sono pur sempre una coniglietta sbirro, è questione di abitudine!- rispose lei ammiccando. –è per questo che l’ adoro!- disse Nick reggendosi la testa sulla mano, con il gomito poggiato sul tavolo mentre sfoggiava il suo solito sorriso sarcastico e divertito.

Fuori pioveva, perciò i due si affrettarono ad entrare in macchina. Per quasi tutto il viaggio erano rimasti in silenzio. Non c’ era niente che fosse andato per il verso giusto. Il ristorante romantico dove Nick voleva tanto portare la sua carotina si era trasformato in una bettola piena di pazzi, la serata tranquilla si era trasformata in una scazzottata e una mezza sparatoria, senza contare il vestito ormai rovinato di Judy e, cosa più importante, lei non aveva risposto alla dichiarazione di Nick.

La volpe ormai non aveva più speranze, ma per conservare almeno un po’ di galanteria e visto che alla fine non erano riusciti neanche a mangiare, si rivolse a Judy, con le orecchie basse: - A casa ho ancora un po’ di pizza… che ne dici di mettere in bocca qualcosa? In fondo non abito così lontano dal tuo appartamento, posso accompagnarti quando vuoi-. Judy fece segno di sì. Evidentemente stava pensando a qualcosa, ma Nick non capiva. Per lui ormai era tutto perduto.

Entrarono in casa, la coniglietta si mise sul divano mentre Nick stava riscaldando la cena. Mangiarono in silenzio, finché una volta finito lui le chiese –Ti riaccompagno?-. Silenzio. – Carotina! Non vuoi andare a casa? Si è fatto tardi.. scusa per la serata, è stata un disastro lo so…- - Ti amo anch’ io, Nick-.

BOOM, si era dichiarata!!! Ci voleva tanto?? Nick pensò di soffocare in quel momento, ma dalla gioia!

-M-ma come? Prima sembravi di ghiaccio! Sembrava che ci fossi rimasta male!-, - “Rimasta male”? Nick! Ero un po’ sorpresa, sì, ma non sai quanto mi hai resa felice! Aspettavo da tanto che me lo dicessi! Da quando in funivia per la prima volta ho visto il vero Nicholas Wilde!! Ti ho amato da sempre! E non penserai che un rinoceronte psicopatico e un vestito sporco mi facciano cambiare ide..-,
prima che potesse terminare la frase, Nick le si stava avvicinando lentamente alla guancia per poi scendere verso il collo della coniglietta, rimasta immobile all’ improvviso. Con il suo naso sviluppato da predatore poteva fiutare perfettamente l’ odore di Judy e inebriarsene. Voleva assaggiare quel corpicino che da tanto era oggetto del suo desidero, orma non resisteva più. Il nasino di lei incontrò quello umido di lui, si sentì improvvisamente leccare il suo piccolo musino. Infine anche lei aprì le sottili labbra, andando ad accarezzare con la sua lingua quella del partner. Si baciarono a lungo, provando sensazioni che non avevano mai provato fino a quel momento. La notte era giovane, le luci erano spente, faceva caldo e il desiderio che li attraeva non smise di consumarsi fino a tarda notte, quando, stremati, si addormentarono sul letto abbracciati. Finalmente dopo tanto tempo erano riusciti ad esprimere i loro sentimenti e ora non erano più semplici amici. La verità è che forse non lo erano mai stati poiché quel sentimento così intenso era lì da sempre e non aspettava altro che l’ occasione giusta per esplodere. E l’ occasione infine si era presentata quella sera stessa.

Le luci dell’ alba arrivarono presto. La sveglia suonò alle 7 in punto ma quando Nick aprì gli occhi, di Judy era rimasto solo il suo odore dolce e penetrante sul cuscino.

NOTA DELL’ AUTRICE: ciao a tutti! Eccomi arrivata al secondo capitolo… Beh che dire! Un po’ di violenza qua e là, un po’ di erotismo su e giù , dichiarazioni d’ amore… e tutto nella stessa notte! Insomma ho fatto bene a metterlo nella categoria demenziale! Il titolo, ispirato ovviamente a “una notte da leoni” mi sembrava azzeccato!! Ci mancano i commenti dei lettori che mi dicono di andarmi a curare e siamo a posto!!! a parte scherzi, sarei felice di leggere le vostre opinioni! spero che vi abbia divertito almeno quanto mi sono divertita io a scriverlo.
Ps. L’ ho riletto moltissime volte, spero non ci siano errori e che la lettura sia scorrevole!
Pps: grazie a plando per avermi aiutata a risolvere il problema degli spazi, grazie di cuore ;) !!! AL PROSSIMO CAPITOLO!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L' inizio delle nausee ***


La stanza era del tutto a soqquadro. La scrivania vicino alla finestra era stata completamente svuotata, le tende erano state tirate giù, il letto era sfatto e spostato dalla posizione originale. Svegliandosi in mezzo a quel disordine Nick, ancora mezzo stordito, non poté trattenere un aria di maliziosa soddisfazione.

“Ma…dov’ è finita quella coniglietta?...non sarà mica stato solo un sogno?”. Nick, un po’ confuso, si alzò dal letto lentamente e, quasi barcollando, si diresse verso la porta.
Dall’ altra parte lui stesso poté avere la conferma di ciò che era successo la scorsa notte: non ebbe nemmeno il tempo di focalizzare per bene il salotto, con il copri divano completamente a terra e il tavolino sotto sopra, che subito attraverso un balzo gli saltò in braccio una coniglietta Iper-sovraeccitata , la quale lo riempì immediatamente di tanti piccoli e teneri baci sulla guancia. Non era stato un sogno! La sua carotina era lì, tra le sue braccia! E lui non avrebbe potuto chiedere di meglio dalla vita.

Se qualcuno li avesse potuti vedere quella mattina gli si sarebbero letteralmente cariati tutti i denti : sembravano l’ emblema della dolcezza, si comportavano davvero come due adolescenti innamorati! Lo scenario era un continuo susseguirsi di coccole, baci e attenzioni.

Alle otto, uscirono insieme per andare a lavoro, mano nella mano.
Anche in ufficio le cose non cambiarono. Continuavano a flirtare e a scambiarsi occhiatine maliziose mentre lavoravano ai rapporti delle varie operazioni, l’ uno portava all’ altro un caffè o bevande varie dalla macchinetta, mancava solo la colonna sonora sdolcinata del tipo ‘ ohh Honey Honey!!’ e il quadretto sarebbe stato completo.

I colleghi fino a quel momento avevano solo vagamente intuito il loro legame, tranne Clawhauser, il ghepardo della reception, che dal primo giorno in polizia di Nick aveva fatto il tifo per loro due (volendolo dire in termini più da fangirl, li aveva shippati alla grande!). Quel giorno però, Ben aveva intuito che era successo qualcosa, mentre lo stesso non si poteva dire del resto degli agenti, i quali continuavano, come sempre da quando Judy aveva preso popolarità nel distretto, a provarci con la dolce coniglietta.

Quel giorno fu il tenente Wolf, un lupo grigio, ad avvicinarsi mentre Judy era alle macchinette.
-Buongiorno raggio di sole, come fai ad essere sempre così sexy ogni giorno di più ?!-
- Ehm… salve, agente Wolf!...- . Judy era totalmente in imbarazzo e non sapeva assolutamente cosa rispondere, di sicuro se non fosse stato per la pelliccia, insieme al sorriso forzato si sarebbe intravisto un certo rossore sulle sue guance.
- Hey, lupacchiotto lasciala stare! Tornatene ad ululare per conto tuo!- A Nick era bastato scorgere un’ ombra alla reception vicino a Judy perché l’ istinto di protezione avesse la meglio su di lui (per non dire la gelosia cronica).
-Nick! Perché tu invece non te ne torni dal sottoponte da cui sei venuto a vendere ghiaccioli ?- . Il suo passato purtroppo era noto agli altri agenti, che per questo lo prendevano spesso di mira: generalmente lui non ci faceva troppo caso, l’ opinione degli altri non era un suo problema, ma in quella situazione, con Judy di mezzo, sentì il sangue ribollire e il pelo rizzarsi.
- Ascoltami bene, cagnolino, te lo spiego molto semplicemente, in modo che anche la tua mente sottosviluppata possa capirlo: se non la lasci stare puoi ben dire addio ai tuoi amati canini!-, - Ah si? E sentiamo, perché mai una volpe qualunque come te dovrebbe impedirmi di invitare una bella collega a casa mia? Non è mica un crimine, sai?!!-

Entrambi i predatori si stavano ringhiando contro, e ci sarebbe di sicuro stata una zuffa se Judy, rimasta in disparte fino a quel momento non fosse intervenuta: - Perché questa “volpe qualunque” è IL MIO FIDANZATO!!!- disse l’ ultima parola scandendola molto chiaramente – e perché l’ unica casa dove ho intenzione di andare è la sua!- terminò la frase con decisione.

Nick, dapprima interdetto da quella uscita così energica della sua carotina, finì per assumere uno sguardo verso il collega che pareva dire “ Hai visto? Prendi questa!!!”. La discussione non ebbe modo di andare avanti poiché , udito il vociare proveniente dal piano terra, entrò in scena il Capitan Bogo. – agente Wilde, Hopps, nel mio ufficio!-

-Vi rendete conto della scenata a cui avete dato luogo ?!! Non tollero simili comportamenti nel mio dipartimento! Pensate che mi interessi della vostra relazione?!! Fareste meglio a preoccuparvi piuttosto che ciò non intacchi il vostro operato o giuro che vi faccio radiare a vita dal corpo di polizia!!!- . Il capitano fu molto chiaro e dopo aver terminato il discorsetto li rimandò al loro lavoro.

Judy era dispiaciuta per il richiamo, mentre Nick era completamente rilassato. La sua carotina l’ aveva difeso! E in più aveva definito la loro relazione in tutto il dipartimento!! Non poteva essere più felice. Solo quello contava per lui. Finalmente lei era Sua. E nessuno gliel’ avrebbe portata via!

La sera, finito il turno, Nick riportò Judy a casa visto che per quella sera avrebbe avuto un bel po’ da fare per rimettere in ordine il suo appartamento disastrato, nonostante le insistenze della fidanzata . Alla fine lei dovette cedere all’ infallibile persuasione della volpe e lo salutò con un caloroso abbraccio sulla soglia di casa, dopodiché si congedarono e lui poté tornare alla sua umile dimora.

Rimettere a posto quel disordine fu una delizia per Nick, che ad ogni singolo oggetto spostato collegava, come possiamo immaginare, una scena a dir poco piacevole! Quando si coricò sul suo letto non smise di pensare a quei due giorni meravigliosi. In quei due giorni la sua vita era davvero cambiata. Ma ancora, il poveretto non poteva neanche lontanamente immaginare quanto.

Il giorno dopo la nostra volpe si svegliò decisamente di buon umore, non vedeva l’ ora di andare a lavoro e si presentò addirittura in anticipo! Quando arrivò si aspettava di trovare pochi colleghi ma si precipitò comunque in ufficio, sperando soprattutto di trovare QUELLA collega in particolare. Non la trovò. “niente paura Nick, è ancora presto arriverà”. Passò un’ ora. “Sarà in ritardo”. Passò un’ altra ora e di lei nessuna traccia. Nick cominciava a preoccuparsi, di solito era così puntuale! Avrebbe voluto andare da lei ma Capitan Bufalo muschiato era stato chiaro “ niente distrazioni!”.

Il turno fu particolarmente angosciante, così, durante una pausa(per lui anche fin troppo frequente!) si avvicinò al banco di Benjamin.
Hey ! Nick! Finalmente tu e Judy vi siete messi insieme!! Dovevate vedere come eravate carini ieri!!-
-Ben, vecchio mio!!! Vedo che non ti sei perso di vista proprio niente, eh?! Piuttosto… sapresti, per caso, dirmi perché mai Judy non è a lavoro oggi?-
Sapeva che avrebbe sputato il rospo, pettegolo com’ era. – Bhe, professionalmente non potrei dirtelo- rispose il ghepardo sottovoce – ma… faro un eccezione per due freschi fidanzatini come voi!- e fece l’ occhiolino, - Judy ha chiamato prima, ha detto che stava male e che oggi non sarebbe venuta!-.

L’ ansia di Nick era appena schizzata fuori dai normali livelli mentali, stava per precipitarsi da lei, non desiderava altro che vedere cosa era successo alla sua Judy e occuparsene! Ma poi tornò alla realtà: prima di poterla vedere avrebbe dovuto finire il turno, o non l’ avrebbero mai fatto uscire.

Fu così che dovette aspettare di staccare da lavoro per recarsi immediatamente alla tenuta del pangolino. Bussò alla porta, ansioso di soccorrerla. Tuttavia, inizialmente, sentiva solo dei versi strozzati. Poi la porta si aprì e quello che vide lo fece preoccupare. –Nick! Vattene via, subito!- Judy stava praticamente vomitando l’ anima in bagno. – C-cosa…- - Ho detto vattene via!!- ripeteva Judy che sembrava volesse fulminarlo con gli occhi.

Nick, di fronte a quelle grida determinate non poté far altro che chiudere la porta e andarsene. –Strano, non l’ ho mai vista così irritabile…- pensava mentre andava a casa. –Speriamo che domani si senta meglio!- .

Il giorno dopo Judy a lavoro sembrava uno straccio. Aveva gli occhi visibilmente stanchi, come se non avesse dormito tutta la notte, e di tanto in tanto sentiva ancora un po’ di nausea oltre ad una evidente irritabilità.

Quel giorno Judy e Nick erano di pattuglia.
–Sicura di stare bene?-
- Nick! Muoviti ed entra in macchina!!-.
All’ inizio fecero il solito giro di perlustrazione, dopo di che si fermarono nella loro postazione base, al lato della strada. Dopo pochi minuti la radio trasmise la voce del capitano: -Agenti Hopps e Wilde, preparatevi all’ inseguimento a piedi: una zebra ha rubato dei gioielli in un negozio Gatonsky del centro e si sta dirigendo verso i vicoli del vostro quartiere!-

Judy e Nick uscirono dalla vettura per dirigersi verso un complesso intricato di strette stradine secondarie, pressoché impraticabili con una macchinona come quella della ZPD. Il soggetto era stato avvistato. Iniziarono entrambi a rincorrerlo, anche se con una certa fatica vista la velocità della zebra.

Ad un certo punto Nick non vide più Judy. Si voltò: era accasciata a terra e si teneva il ventre. –Nick! Che fai?!!! Non ti fermare!-. Nick non sapeva come comportarsi, i rinforzi non arrivavano e il criminale intanto stava scappando. Ragionò d’ impulso, poi disse : -Judy, rimani dove sei ! Ti prometto che torno subito!- e ricominciò l’ inseguimento, determinato a chiudere il più velocemente possibile la partita.

Alla fine arrivarono i rinforzi, e il criminale, circondato, venne arrestato. Nick tornò subito dove aveva lasciato Judy 15/20 minuti prima, ma non c’ era. Non c’ era neanche nel suo appartamento. Cercò dappertutto ma di lei nessuna traccia. Dovette aspettare fino a sera, quando, mentre si trovava seduto sul suo divano a fissare il vuoto, distrutto e preoccupatissimo, ricevette una chiamata

-Lei è il signor Nick Wilde?-, - Si, sono io… chi parla?- - La chiamo dall’ ospedale per dirle di recarsi urgentemente qui. È per la sua compagna, la signorina Hopps. -
Nick si precipitò di volata all’ ospedale col fiato alla gola e la pressione a mille. Arrivò alla reception.
–Buonasera, potrei sapere dove si trova Ju.. voglio dire, la signora Hopps?-
- Certo, - rispose un’ anziana pecora,- la signorina Hopps si trova nel reparto di ginecologia-
“COSA?!!!!!”
–G-grazie mille…- “stai calmo, Wilde!”

Arrivò nella sala d’ ospedale e quando entrò vide Judy stesa sul lettino che lo aspettava con un sorriso caldo e dolce.
-Amore! Eccoti…- disse la coniglietta.
–Carotina, ti ho cercata dappertutto, ti avevo detto di aspettarmi!!-
- lo so, mi dispiace… ma avevo delle contrazioni forti al ventre, non ho resistito e ho chiamato l’ ambulanza…-
-Mmh… mi hai fatto preoccupare a morte… per fortuna stai bene!!!- disse Nick, un po’ più sollevato. – Ma quindi ti hanno detto cos’ hai? In questi giorni non sei più la stessa! sei sempre nervosa, hai nausee strane, mal di pancia, emicranie…e, già che ci siamo, perché mai ci troviamo in un reparto di ginecologia??-
Judy fece una gran risata cristallina, si divertiva a vedere confusa per una volta quella volpe sempre sicura di se, mentre per lei era tutto chiaro: - Singor Wilde- cominciò scherzosa, - come se la cava lei con i cuccioli?- .
-I-in che senso, c- carotina?-
Nick sembrava non capire. Nel frattempo si era avvicinata un’ infermiera con una cartella clinica in mano. Gliela porse. Lui l’ aprì.

In quel momento a Nick si appannò la vista, il sangue sembrava non ne volesse sapere di arrivare al cervello.

-congratulazioni….PAPA’ !!!-

Nella cartella c’ era l’ ecografia. Il test di gravidanza era positivo.

Un attimo di pietrificazione. Poi tutto nero. Era svenuto.

NOTE DELL' AUTRICE:
Buongiorno cari lettori!! Voglio iniziare ringraziando chiunque sia arrivato a leggere fino al terzo capitolo( no, cioè, per davvero qualcuno sta leggendo il terzo capitolo? XD ) e come sempre vi invito a commentare ciò che ho scritto ...RIASSUMENDO, in questo episodio ho voluto iniziare con un po di sana fluffosita smielata (in fondo anche loro dovranno un po sfogarsi , no?) Per poi con un crescendo di eventi strani (che poi chiunque si farebbe venire qualche dubbio ma Nick evidentemente non è molto ferrato in materia) arrivare alla rivelazione finale : Judy è incinta, yeee!! ( si è incinta e allora? Se a zootropolis gli animali parlano e si fanno i selfie, allora porcopony possono anche rimanere incinti di un altra specie!! Oh! XD) Ad ogni modo prima di salutarvi e ringraziarvi per qualsiasi critica o complimento che vogliate scrivere, vorrei dedicare tutto questo progetto ad E. Il mio ragazzo! Se lui non mi avesse assillato...volevo dire incoraggiato x) a scriverlo, non ci avrei nemmeno provato!! Arrivederci con il seguito !! ( e scusate se sono sempre più logorreica :D )

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Ce la puoi fare Nick!!! ***


Nick si trovava in un posto completamente bianco e luminoso. Non c’ erano pareti e se c’ erano, non si potevano vedere, vista la sconfinatezza di quel luogo. Era del tutto vuoto. Solo bianco.

Nick vagava in quello spazio, senza meta. Non capiva dove si trovasse né cosa fosse successo.
-Nick !!!-
Improvvisamente si sentì chiamare. La voce sembrava non provenire da nessuna parte. Nick non riusciva a capire.
-Nick, non è da te non sapere cosa fare!-
-CHI SEI TU?- Finalmente si decise a parlare.
-Chi sono io? Ma è ovvio, sono la tua coscienza!-
-Ah, ma davvero? Che bello non sapevo di averne una!-
Come sempre aveva fatto quando si trovava in difficoltà, anche in quella occasione faceva ricorso al sarcasmo. La sua protezione.
-Sei incredibile, fai lo sbruffone anche con la tua stessa morale!!-
-Bhe, sai, neanche tu devi essere tanto perfetta se non ti sei mai fatta viva in trent’ anni di vita… piuttosto… Dove diavolo sono finito?!!-
-Hahah, ma come, non la riconosci? E’ LA TUA MENTE!-
-…. Ma è tutto vuoto!!- protestò Nick
-Appunto… -
Ci fu un attimo di perplessità.
-Nah… scherzo, hai avuto un black out, Furbizia!-
-Buono a sapersi, persino la mia coscienza non mi sopporta…-
Basta con le chiacchere! piuttosto, hai idea del perché sei finito qua dentro???-
Nick improvvisamente si ricordò di Judy, della cartella clinica e del test. Voleva svenire di nuovo. Peccato che l’ avesse già fatto.
-VUOI SAPERE LA VERITA’?! bene, ti accontento subito, ho avuto paura. Un terrore enorme…-
-Io te l’ avevo detto di usarle le protezioni, ma tu “no, in fondo siamo specie diverse cosa mai potrà succedere..” e bla bla bla… ora pedali, caro mio!-
-M-ma… io ho paura… neanche quando sono stato trovato dagli scagnozzi di Mr. Big ero così preoccupato… sta succedendo tutto così in fretta..-

-Nick, amico mio, ascoltami bene, tu LA AMI?- quella voce lo interruppe ma questa volta con un tono più pacato e comprensivo.
Un sussulto. Poi …
-… Più della vita stessa!-

-Allora non c’ è bisogno di avere paura. Quei cuccioli so già che ti renderanno più felice di qualunque altra cosa al mondo! Saranno l’ incarnazione del vostro amore e, fattelo dire da una che ti conosce molto in profondità, quando cresceranno e se ne andranno di casa, si porteranno via con sé un pezzo del tuo cuore!-
Nick era rimasto in silenzio, ma aveva ascoltato ogni parola. Infine disse:
Non basta che io li ami. Voglio dire, sarei davvero un bravo padre? Riuscirei a proteggere la mia famiglia? Sarei all’ altezza? Cosa penseranno gli altri? E se dovessi fallire... –
-Pensi davvero che Judy non abbia avuto tutti questi dubbi? Che furbizia Wilde… Judy ha avuto le tue stesse preoccupazioni! Ma sai perché era così serena? Perché l’ unica cosa che conta per lei è l’ amore, lei si fida di te! Lei ti ama!... è ora che anche tu lasci stare la paura e ti concentri su ciò che conta veramente.-
A quelle parole Nick si tranquillizzò un pochino. Quella specie di grillo parlante non aveva tutti i torti.
-E adesso puoi andare, volpe ottusa!-
-…Coscienza acuta!-
- Non cambi proprio mai! Ora però svegliati e ricorda: Ce la puoi fare Nick!!.
Lentamente, dal buio si fece sempre più chiara l’ immagine di un soffitto di ospedale. Il black out era durato poco, giusto qualche minuto. Si mise seduto di scatto: gli girava un po’ la testa, ma era perfettamente cosciente.
Si trovava nella stessa stanza di ospedale di prima, con le pareti azzurre, i mobili bianchi e… Judy sul letto che piangeva in preda ad una crisi di ormoni.
Gli ci volle un po’ per tranquillizzarla.
-Ma cosa dici! Sono svenuto per la gioia, carotina- sapeva che non era vero, ma in quella situazione mentire gli avrebbe fatto comodo e poi adesso era veramente felice, gli ci era solo voluta una chiacchierata con un’ amica che non vedeva da tempo. Poi gli venne un’ idea. –Cosa ne diresti di venire a vivere con me? non è una casa molto grande lo so, ma avremo tutto il tempo per cercarne una nuova!-
Quelle parole la fecero subito consolare. Lo abbracciò fortissimo, in quel momento sentiva che lui le sarebbe rimasto accanto ed era felice come non mai! Non poteva immaginare un padre migliore di Nick.

-Ma, per sapere, quanto dura esattamente un gravidanza per voi conigli?-
-un mese!-
“UN MESE? Le femmine della mia specie ci mettono 49 giorni! Ecco perché i conigli sfornano così tanti cuccioli! E poi è un tempo brevissimo per prepararsi!”
-Tesoro, ho detto qualcosa di male?-
Nick abbandonò subito la posa inebetita e si affrettò a rispondere con sorriso e sguardo mellifluo:
-No, no un mese è perfetto, carotina! Non poteva proprio andare meglio di cosi!-.

Quella sera Judy era felicissima mentre con Nick si dirigeva verso la LORO casa, che bella parola!
La volpe, dal canto suo continuava ad essere pensierosa ma non lo dimostrava apertamente, e poi vedere la sua carotina così piena di gioia era una delizia per gli occhi. Sapeva però che, in uno stato del genere, una parola sbagliata l’ avrebbe mandata fuori di testa perciò si adoperava ad assecondarla il più possibile.
Arrivarono a casa tardi e si diressero velocemente verso la camera, dove quella notte avrebbero dormito insieme.

Nick sdraiato sul letto insieme a Judy che dormiva con la testolina sul suo petto, non riusciva ad addormentarsi. “cosa serve ad un bambino? Bisogna comprare la culla, il passeggino, il biberon... e i pannolini! come diavolo si usa un pannolino?” e altri pensieri simili, finché ad un certo punto volse lo sguardo al viso della coniglietta. Era così serena, tranquilla, e anche lui, guardandola si sentì di nuovo calmo. L’ amava, non importava altro.

Il giorno dopo entrambi si svegliarono presto, c’ erano tante cose da fare. Nick andò in ufficio mentre Judy avrebbe fatto la richiesta di esenzione dal lavoro per maternità, dopodiché avrebbe dovuto fare le valigie e trasferirsi a casa del partner definitivamente.
Mentre stava preparando la sua roba, Judy ricevette una chiamata. Preso il cellulare in mano, gli venne un colpo. “Oh no.. sapevo che questo momento sarebbe arrivato”
-Pronto mamma!!-
-Judy! Piccola mia! Come vanno le cose da te?-
Iniziarono a parlare del più e del meno mentre Judy sprofondava in un abisso di angoscia: non poteva tenere nascosta una cosa così grande , finchè…
-Tesoro, io e tuo padre siamo contenti che a lavoro vada tutto bene…-
-…Siamo fieri di te!- Judy sentiva parlare il padre dalla videochiamata.
…però ecco, stavamo pensando che, alla tua età...-
-… Dovresti pensare a sistemarti!!!- dissero all’ unisono.

Intanto a lavoro, più o meno contemporaneamente, sul telefono :
-Nick! Come sta il mio cucciolino?!!-
-Mamma!!!... sono in ufficio!-
-…anch’ io tesoro!-
-c- come, scusa?-
In quel momento entrò in ufficio una volpe decisamente matura, esteticamente molto simile a Nick. Si chiamava Christina ed era la madre del nostro protagonista.
-CIAO PICCOLINO!!-
-MAMMA CHE CI FAI QUI?-
-Non vieni mai a trovarmi e così ho pensato che se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto!- il tono di quella volpe era rilassato. Esattamente quello che non era suo figlio.
Nick era sorpreso dalla visita, da un po’ non si faceva sentire in effetti, ma di certo non era quello il momento più adatto.

Si raccontarono ciò che era successo in quel periodo, sua madre era contentissima del nuovo lavoro del figlio: non sapeva esattamente in cosa consistesse il suo impiego precedente, ma l’ intuito da volpe le aveva fatto capire che non dovevano essere affari molto puliti.
Sono felicissima per te figliolo, ma senti, non è che per caso in tutti questi giorni a lavoro hai conosciuto qualche bella compagnia?- fece lei sorridendo maliziosa ma sempre con quel tono dolce e calmo.
-Dai mamma, possiamo parlarne in un altro momento?!-
-Nick, anch’ io inizio ad avere una certa età, sono felice della mia vita ma non vorrei morire senza aver mai avuto dei nipotini!-
Nick dovette compiere un grande sforzo per mantenere la calma.

Judy adesso voleva davvero morire. “ e adesso cosa gli dico? Mamma, papà, ho un fidanzato, è una volpe, conviviamo e aspetto un figlio!..?”
-Bhe, in effetti… ci sarebbe un ragazzo..-
-DAVVERO??dai, dai raccontaci tutto, è una cosa seria? Conosciuto da poco?- sua madre era contentissima e anche Stu, il padre, quasi si commuoveva.
-In effetti… è piuttosto seria!- Judy si sforzava di mantenere un sorriso credibile.
-E perché non ce ne hai parlato prima? – chiese Stu
- Ecco…io..-
-Figliola lascia stare, ci racconterai tutto stasera di persona! Dì al tuo ragazzo che vogliamo assolutamente conoscerlo!-…

-Una fidanzata!! Nick! Voglio assolutamente conoscerla stasera! Invitala a cena! Sarà fantastico! Mio figlio ha una ragazza! Tuo padre sarebbe cosi fiero di te…-
Nick non aveva saputo tenerglielo nascosto. “qui si mette male!”

Intanto Judy cercava di far desistere i suoi da quella visita, ma senza successo. I conigli sono testardi e i suoi genitori non erano da meno. La chiamata infine terminò e anche la madre di Nick decise di congedarsi e lasciare il figlio al suo lavoro.

Uscito dall’ ufficio, Nick tornò di corsa a casa ad avvisare Judy. La coniglietta, appena lo vide entrare scattò in piedi:
-Ti devo dire una cosa!- esclamarono all’ unisono.
-Mia madre si è praticamente autoinvitata a cena!-
-Anche i miei genitori!! e adesso come facciamo?-
Un attimo di silenzio. –siamo morti-. C’ era solo una cosa da fare. Aspettare l’ impatto. Due famiglie così diverse che si sarebbero trovate in un'unica stanza, entrambe convinte che i loro figli avessero trovato un partner si, ma della stessa specie!
Sarebbe stata una guerra.

La cena era pronta. Si sentì bussare alla porta: dall’ occhiello si intravedeva la madre di Nick.
I due partner si guardarono l’ un l’altro: l’ agitazione incominciava a salire. Suonò il campanello, il tempo iniziava a stringere ma nessuno si decideva ad aprire.
-Judy nasconditi in bagno!- disse Nick sottovoce
Tutto qui il tuo piano? Sei un genio! –
-Shh shh! Lo so ora però corri ti prego, cercherò di prepararla all’ idea prima che ti veda!-. Judy non era convinta per niente, ma lo lasciò fare e corse in bagno.
Nick aprì la porta.
-Ciao mamma!!!
-Figliolo!! Che bello rivederti! Ma… la tua volpina deve ancora arrivare?-
-Sai, è esattamente di lei che volevo parlarti, vedi…-
-oh ma non ce n’ è bisogno caro, aspetterò che sia lei a parlarmi di se stessa ! scommetto che è molto carina… e che ha una coda molto folta! Come piacciono a te!-
- Mamma!-
-Che c’ è? È vero! Ti ricordi Natalie, la tua ex? Lei si che era carina, aveva un pelo liscissimo! Peccato vi siate lasciati… ma vabbè, è stato molto tempo fa!-
Intanto Judy che in bagno sentiva tutta la conversazione, aveva dovuto fare appello a tutto il suo auto controllo. Non le aveva mai parlato di quella “Natalie”.
-MAMMA! -
-Ah come siamo suscettibili ! piuttosto, dov’ è la tua nuova compagna?-
-mamma, la mia compagna è una…-. Suonò il campanello.

Se il Karma esisteva, in quel momento Nick lo stava scontando tutto.

-Oh che bello! Finalmente è arrivata, voglio vederla, subito!- e intanto, piena di entusiasmo la volpe si era già avvicinata alla porta. –Mamma, non…- troppo tardi.
Sua madre ormai aveva aperto l’ uscio, quando si trovò davanti due conigli vestiti molto semplicemente che sembravano provenire dalla campagna.
Erano i genitori di Judy, che si erano presentati all’ indirizzo datogli dalla loro figliola. Ora, vedendo di fronte ai loro occhi non una, ma ben due volpi, sui loro visi si dipinse lo sconcerto più totale.
-Bonnie, prendi il taser per volpi, fai presto!.- disse sottovoce Stu alla moglie
-COSA AVETE FATTO ALLA NOSTRA BAMBINA?!! Judyyyy!!!!- Bonnie era spaventata all’ idea che potesse essere successo qualcosa a sua figlia: pensavano che quello fosse l’appartamento dove viveva da sola.
-Signori, posso spiegare, non è come sembra…- ma prima che Nick finisse la frase Stu gli si era avventato addosso con uno spray al peperoncino per volpi. Lo stesso che avevano dato a Judy prima di venire a Zootropolis.
Nick non ci vedeva più, sentiva un bruciore terribile agli occhi e iniziò ad urlare: in quel momento uscì dal bagno di corsa Judy.
-Judy!- disse Bonnie, sollevata-Piccola mia come stai, che ti hanno fatto?!- . Immaginatevi ora la confusione dei genitori della coniglietta nel vedere la loro figlia che correva a soccorrere quella volpe.
-Papà! Ma cosa hai fatto!! è lui il mio ragazzo!!-

-CHE COSA?-
dissero all’ unisono entrambe le famiglie, compresa la mamma di Nick che osservava confusa quell’ incredibile susseguirsi di eventi caotici e colpi di scena.
-Io sono la fidanzata di Nick e conviviamo qui, in questo appartamento, insieme!-
A quel punto nessuno disse niente, erano tutti immersi nei propri pensieri. Regnava l’ imbarazzo.
-Mamma…Papà?- disse Judy preoccupata dal silenzio dei suoi genitori.
Bonnie e Stu non le rivolsero parola, ripresero le loro borse piene di spuntini che avevano portato in regalo e se ne andarono.
-Mamma, papà aspettate!- Judy uscì in lacrime dall’ appartamento per raggiungerli prima che salissero in macchina, lasciando Nick e sua madre da soli.
-Papà! Ti prego non andartene! Posso spiegare!-
-Lascia stare, Judy, ci hai profondamente deluso, sei una vergogna! Come puoi fare questo a noi, che ti abbiamo cresciuto con così sani principi!- Diceva Bonnie.
-Ma… mamma…- Judy era mortificata e piangeva. Aveva bisogno del supporto dei suoi genitori, soprattutto in quel momento.
-Zitta Judy!- cominciò Stu- Quella Volpe, quella bestia non sarà mai della nostra famiglia!! Noi ce ne andiamo, chiamaci quando avrai messo la testa a posto-. E se ne andarono via, sulla loro macchina, lasciando Judy lì, da sola.

Intanto nell’ appartamento la madre di Nick lo guardava come un disgraziato.
–Se tuo padre ti vedesse sarebbe profondamente deluso. Come lo sono io. Lei è una coniglia! Noi siamo rivali dei conigli! È nel nostro sangue, le nostre specie, per quanto adesso abbiano imparato a convivere pacificamente, non si uniranno mai del tutto! Saremo sempre rivali! E tu mi disonori col tuo comportamento! Non starete insieme ancora per molto, te lo prometto!-.
-Vorresti dire che in quanto volpe rimarrò sempre un semplice predatore? Che non potrò mai cambiare?-
-Si Nick! Noi non facciamo più del male, non uccidiamo, ma rimaniamo diversi da loro come il giorno e la notte. Non potrai mai cambiare questo.-
Wow, altro che Giulietta e Romeo, qui ci si era messa la natura in persona a dividere le due famiglie!
Nick intanto era rimasto in silenzio. Dentro di se, si sentiva profondamente dispiaciuto, non perché le desse ragione, ma perché sperava che sarebbe riuscita a capire. Evidentemente non era così.
Anche Christina, infine se ne andò. La cena era saltata. Judy e Nick si trovarono sul solito divano, in silenzio, senza saper cosa dire.
-Mi dispiace- iniziò la coniglietta – non avrei mai pensato ad una simile reazione…-
-Neanche io…voglio dire, con tutto quello spray anti volpe rischiavo di fare la fine di una zanzara! In ogni caso non pensavo che anche mia madre l’ avrebbe presa così male, ma non importa, che ci vuoi fare? prima o poi capiranno anche loro.-
Ma se hanno preso così male anche solo il fatto che stiamo insieme, cosa faranno quando scopriranno che sono incinta?!-.
Nick ci pensò un attimo, poi rispose: -Probabilmente legalizzeranno la caccia alla volpe e quando mi avranno trovato, si puliranno i piedi su uno zerbino fatto con la mia pelliccia!-
-Aw, grazie Nick, sei molto confortante, lo sai vero?-
- E succederà di peggio carotina! –
- cosa potrebbe succedere che peggiori ancora di più la situazione?!-
-Bhe c’ è un’ altra cosa che dovranno sapere e che li farà letteralmente impazzire!-
Judy iniziava a non capire. –E cosa sarebbe di preciso?...-
Nick si alzò dal divano e si mise di fronte a lei. Quando sua madre gli aveva detto che non sarebbero rimasti insieme a lungo si sbagliava di grosso.

Si inginocchiò.

-Judy Laverne Hopps, vuoi sposarmi?-

NOTA DELL'AUTRICE: Si lo so, lo so il capitolo è molto lungo, ma ci sono anche diverse scene e mi ci sono voluta dedicare molto! Ciò che spero soprattutto è di non essere stata troppo noiosa e che vi abbia divertito! Come sempre, se vi è piaciuto o se avete qualche critica, esprimetelo nelle recensioni!!!! Ciao e alla prossima :))

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Parenti serpenti ***


Probabilmente non era il momento più romantico per una proposta del genere, ma in fondo era quello che entrambi volevano. Si, i loro genitori erano contrari e la serata era stata un disastro. Ma per loro ormai era così che andava sempre: quando si erano conosciuti non si sopportavano, erano talmente diversi da sembrare addirittura incompatibili, il loro primo appuntamento romantico era stato del tutto sabotato, e anche ora, in quel momento, quella proposta di matrimonio era stata avanzata alla luce di una serata del tutto negativa.
Ma loro erano così, erano un fiore nato in mezzo al cemento della città: un fenomeno del tutto improbabile (se non impossibile!) quanto meraviglioso, forte e bisognoso di cure allo stesso tempo.

A questo pensava Judy mentre Nick, nella sua mente, programmava un volo di sola andata per l’ Antartide in caso di risposta negativa!. Mentre lei pensava lo guardava negli occhi, dapprima sorpresa, poi stranamente calma. Infine la risposta fu inequivocabile.
–Si Nick, finché morte non ci separi.- ….

-…Ah davvero? Sai perché io non mi sento mica tanto bene, anzi con la senilità che avanza sento qualche dolorino qua e la ogni tanto che…-
-Zitta volpe ottusa !- Judy, con le lacrime agli occhi, si avvicinò d’ improvviso e lo baciò con tutto l’ amore che riusciva a provare in quel momento. Anche Nick infine si lasciò andare.

Non sapevano che ad aspettarli c’ era qualcosa di molto peggio della morte.

il giorno dopo a Bunnyborrow Stu e Bonnie Hopps si svegliarono presto. I piccoli generalmente a quell’ ora dormivano e così i due coniugi avevano tutto il tempo per fare colazione con calma e parlare. Quel giorno l’ argomento della discussione era particolarmente delicato.
-Non posso credere che l’ abbia fatto!- Cominciò Stu mentre la moglie gli versava il centrifugato di carote nel bicchiere.
-Neanche io… insomma, vivono insieme! Solo al pensiero di cosa potrebbero aver fatto in quell’ appartamento…- Bonnie si fermò quando vide lo sguardo del marito. Era furioso, quello era troppo per lui.
-E’ INACCETTABILE!!-
-Non urlare.. svegli i cuccioli!- Replicò piano la signora Hopps.
Stu non fece in tempo a rispondere che il telefono segnalò una notifica. Era un messaggio di Judy. Nel testo c’ era solo scritto “ spero che questo possa farvi cambiare idea sul nostro rapporto” e, sotto, l’ immagine della fede al dito.
Entrambi gli Hopps sbarrarono gli occhi! Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Intanto a Zootropolis, a casa della signora Christina Wilde, si riproponeva uno scenario simile.
Lei era seriamente preoccupata e delusa dal figlio. Aveva fatto di tutto per lui da quando suo padre se ne era andato a causa di una brutta malattia, quando Nick era ancora piccolo, e se ne era presa la piena responsabilità.
Non accettava però che avesse una relazione con una coniglietta. Anche lei quando era piccola veniva presa in giro dagli altri erbivori e nel momento in cui la stessa cosa era capitata a suo figlio non ebbe più alcun rapporto con altre prede: per lei erano tutti una branca di animali gretti e retrogradi. Non vedeva nulla di buono in loro.
Anche a Christina arrivò un messaggio simile dal figlio dove c’ era la stessa immagine dell’ anello: niente avrebbe potuto scandalizzarla di più! Era del tutto inaccettabile, non avrebbe mai permesso che un’ altra preda facesse del male al suo amato Nick.

In quel momento due famiglie tanto diverse per mentalità e biologia, si ritrovarono a convergere su un’ unico punto: Quel matrimonio non si doveva fare, né ora né MAI!!! …..(questa frase non mi è nuova…dite che Manzoni si arrabbierà per i diritti d’ autore?).

Verso sera alla stazione di Bunnyborrow scese un problema in veste di volpe. Christina aveva intuito fin da subito la provenienza di quei conigli, come Nick aveva fatto con Judy al primo incontro.
Il suo intuito non l’ aveva ingannata: bastò chiedere in giro al primo coniglio di passaggio se sapesse dove abitavano i genitori di una certa Judy Hopps, che quello le indicò subito il luogo.

La casa di campagna era una grande fattoria circondata dai campi, vecchia ma curata. La signora Wilde fu sorpresa dalle dimensioni dell’ edificio che sembrava contenere un numero infinito di stanze: ovviamente non si immaginava quanto prolifici potessero essere i conigli.
I coniugi Hopps stavano mettendo a letto i loro cuccioli quando sentirono suonare il campanello.
Bonnie andò ad aprire e fu cosi che le due consuocere si ritrovarono l’ una di fronte all’ altra.
-Cosa ci fa lei qui?! Se ne vada prima che Stu la veda o non so cosa potrebbe succedere…-
-…Signora Hopps, non sono venuta per creare guai,- (perlomeno non a loro) – Siamo entrambe sulla stessa barca: lei non mi piace e neanche io piaccio a lei, ma presumo che entrambi vogliamo il meglio per i nostri figli…-
- Non vorrà sostenere anche lei questo rapporto! Le ha detto suo figlio del fidanzamento?!-
-Per l’ appunto, era proprio di questo che le volevo parlare, neanche io ho intenzione di lasciare che mio figlio si rovini la vita… ma se ha intenzione di ascoltare una vecchia volpe, potrebbe esserci una soluzione… lei intende?-
La volpe era stata alquanto persuasiva e visto che la faccenda sembrava irrisolvibile ai due conigli, non rimaneva altro che affidarsi al diavolo.
-Intendo… si accomodi.-

Il mattino dopo Nick e Judy si erano svegliati felici, il primo si preparava per andare a lavoro, mentre la coniglietta si sarebbe goduta la maternità a casa. In paradiso però, si avvicinava la tempesta.

Uscito di casa Nick, Judy si ritrovò da sola nell’ appartamento. Le dispiaceva di non poter andare a lavoro ma il suo, era un impiego pericoloso e non se la sentiva di rischiare in quella condizione.
Si sedette sul divano e incominciò a pensare a ciò che era successo due sere prima. Era felicissima, dispiaciuta per i suoi genitori, ma felice.
Tuttavia c’ era ancora un dubbio che di tanto in tanto riappariva nella sua mente. ancora non le tornava il discorso che aveva sentito in bagno a proposito di quella Natalie. Beh era ovvio che Nick avesse avuto delle storie prima di lei, ma sentire quel nome per la prima volta le era parso strano, si sentiva quasi gelosa di quel nome, pur non sapendone nulla.
Mentre rifletteva sentì bussare alla porta.

Nick quel giorno era di pattuglia. Mentre guidava la macchina, non poteva credere a quello che era successo: non c’ era stato bisogno di fuggire lontano, lei gli aveva detto di si! E non era nemmeno sotto sostanze pesanti! Non se lo aspettava, non poteva credere che con tutti i conigli che c’ erano a Zootropolis si era innamorata proprio di lui. Ad un certo punto però, le parole di sua madre gli tornarono in mente come un fulmine a ciel sereno.
“non rimarrete insieme a lungo”, “tu sei un predatore, lei una preda, “siete diversi come il giorno e la notte” , “ non puoi cambiare questo”.
E se avesse ragione? In fondo loro erano davvero diversi. Forse Judy aveva risposto frettolosamente, avrebbe potuto cambiare idea un giorno. Era raro che una preda e un predatore rimanessero insieme a lungo: Zootropolis ormai era una città moderna e casi del genere erano già capitati, ma erano rari e ancora di più lo erano quelli che riuscivano a durare nel tempo.

Intanto a casa, Judy andò ad aprire la porta. Ciò che vide la lasciò senza parole: era Christina.
-Buongiorno Judy!-
-Ehm… Buongiorno, signora Wilde! Si accomodi!- La coniglietta rispose educatamente e cercò di essere gentile per non peggiorare l’ opinione che quella volpe aveva nei suoi confronti.
Christina quindi entrò e si sedette sul divano.
-Avvicinati cara, non ti mangio mica!-
“lo spero!” pensò Judy, che intanto si accomodava vicino alla volpe.
-Vedi,- incominciò Christina- io non ho cattive intenzioni, sono sicura che tu sia una brava mammifera, ma ho paura che non sappia alcune cose… e non mi stupirebbe visto che Nick non ama parlarne…-
Judy sembrava incuriosita. Perfetto, l’ esca aveva funzionato. -Conosci Natalie?-
Quel nome ! l’ istinto glielo diceva che c’ era qualcosa sotto!
-N-no… mai sentito parlarne…- mentì, ma in fondo non se la sentiva di confessare di aver origliato la conversazione. L’ avrebbe solo messa in cattiva luce.
-Strano, Nick non è stato molto sincero a non parlartene… in effetti è stato un momento importante della sua vita…- Judy iniziava ad agitarsi, sentiva chiudersi la gola, ma riuscì comunque a rispondere:
- D-di cosa si tratta? Chi è … Natalie?-
La rete, notò con piacere la volpe, era stata tessuta con successo.
-La sua ex moglie!-
Judy aveva gli occhi lucidi. Se lui gliene avesse parlato prima, forse si sarebbe ingelosita, ma poi avrebbe lasciato correre. Invece non l’ aveva fatto. Perché? Perché tenere nascosta una cosa così grossa? Non si fidava di lei? Nick era stato falso, aveva sbagliato…

E Judy aveva abboccato.

-Povera piccola… Non volevo creare problemi! Chissà quante cose non ti ha detto del suo passato… Nick è sempre il solito, non si apre mai con gli altri…-
“non si apre mai con gli altri”, da quando Judy era gli altri?
-… ad ogni modo sarà meglio che vada, sono un po’ stanca! Buona giornata Judy, divertiti con il tuo fidanzato!- e se ne andò, così come era venuta.
Judy era distrutta, appena la porta si chiuse lei rimase lì, a riflettere su quella discussione. Quella sera avrebbe preteso dei chiarimenti.

Intanto Nick, finito il giro di pattuglia senza che ci fossero stati problemi, tornò in ufficio. Sbrigate le ultime pratiche, terminò il turno e si avviò verso casa.
In macchina, mentre guidava, continuò a riflettere su quello che aveva pensato la mattina. “ Ah mamma, hai sempre cercato di programmarmi la vita, come quella volta con Natalie! Ma questa volta non ce la farai, non più!” e accantonò i dubbi su Judy.
Lei lo amava veramente ne era sicuro.

Arrivato a casa, aprì la porta ed entrò. –Eccomi carotina! Ti sono mancato?- fece Nick con il suo solito sorrisetto, ma quello che rimediò fu solo uno schiaffo improvviso e, apparentemente, inspiegabile.

-Quando pensavi di dirmelo?!!!- Judy era furiosa.
-Dirti cosa??- ora Nick la guardava con gli occhi verdi sbarrati, non ci capiva nulla.
-Che ti sei già sposato!, che hai un Ex moglie! Immaginavo che avessi avuto delle storie in passato, MA NON UN MATRIMONIO!-
Nick era visibilmente sorpreso. Vedendolo silenzioso, Judy ricominciò, con gli occhi lucidi e un tono di voce quasi strozzato: -Perché non me l’ hai detto, Nick?-
Sperava che lui negasse. Ma non lo fece.
-Chi ti ha detto questa cosa?- . Quelle parole per Judy erano una prova. Nick si era veramente già sposato senza che le avesse detto nulla.
-Allora è vero…-
-Judy! Chi te lo ha detto?!!- Nick era furibondo, lo dimostrava l’ averla chiamata per nome.
-Tua madre!-
-AH… Quella manipolatrice! Sapevo che non si sarebbe arresa!!-
-QUELLA MANIPOLATRICE? Qui l’ unico manipolatore sei tu, Nick!-
- Ma non capisci? Judy, io non mi sono mai sposato! Fu lei che mi costrinse a conoscere Natalie! È stata lei a tendermi una trappola organizzandomi un matrimonio a sorpresa! Tutto per il suo egoismo e la sua fissa di avere dei nipotini!-

Judy era confusa, non sapeva cosa credere. Allora forse non era vero? Nick non si era mai sposato e la vera storia era stata stravolta totalmente da sua madre? Era tutto un casino. -Perché dovrei crederti, Nick? Tu sei abituato a mentire ma questa storia è fin troppo ridicola anche per te! Perché non la smetti con queste bugie e non mi dici la verità?! Aveva ragione tua madre, non ti apri con gli altri e io non sono un eccezione.-
-Perché allora dovresti credere a mia madre?! O forse di me non ti fidi abbastanza?-

Judy non lo ascoltava, guardava fissa nel vuoto.
-Aveva ragione mio padre, non avrei mai dovuto stare con te! Sei solo una volpe infima e bugiarda come tutte le altre!- disse infine e si avviò in camera per preparare le valigie.
Peccato che appena chiusa la porta dietro di sé, Judy si era già pentita di quelle parole, Nick non se le meritava, ma ormai le aveva dette e il suo orgoglio le impediva di tornare indietro.

Nick era rimasto lì, immobile, col cuore spezzato. Ci aveva creduto così tanto, ma alla fine sua madre aveva vinto. Judy non si fidava di lui, per lei era una volpe qualunque. Quelle parole lo avevano distrutto.
Ad un certo punto vide uscire Judy con la valigia.

-Io torno al mio appartamento. Domani chiederò il trasferimento in un altro dipartimento. Addio Nick.-
Dietro di lei si chiuse la porta di casa. Rimase fuori, davanti all’ uscio. A piangere in silenzio, mentre dall’ altra parte anche Nick sentiva lucidarsi gli occhi.

Sembrava tutto finito.


NOTA DELL'AUTRICE: scusate per l attesa ma scrivere questo capitolo è stato difficile... fino a questo momento Nick e Judy non hanno dovuto passare grossi problemi, ma la tranquillità non dura per sempre e in qualche modo i problemi si insinuano, anche nei rapporti più belli! Il capitolo finisce in modo abbastanza triste... ma purtroppo dobbiamo tener presente che tutto si basa su equilibri sottili, e a volte possono anche spezzarsi.... ma la storia non finisce qui ! Spero di pubblicare il prossimo capitolo e di finire la storia prima dell inizio della scuola. Come sempre, se ill capitolo vi ha coinvolti o se qualcosa non vi ha convinto fatemelo sapere nelle recensioni! :)) a presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** la fine... o forse no! ***


Era una mattina tersa e soleggiata a Zootropolis. Le prime luci dorate dell’ alba risvegliarono lentamente la grande città e la vita ricominciò a scorrere con la solita frenesia.

Il giorno svegliò tutti, tranne Judy che non era riuscita a prendere sonno sul letto del suo vecchio appartamento.
Non ce l’ avrebbe mai fatta in quello stato di emozioni contrastanti che l’ agitavano dall’ interno.

Non poteva crederci, conosceva Nick meglio di chiunque altro e cosa le andava a nascondere quell’ ottusa di una volpe? Un matrimonio! Passato certo, ma che avrà di sicuro avuto una bella importanza nella sua vita…
In alcuni momenti poi, capitava che si soffermasse ad analizzare meglio le parole di Nick e allora sentiva come un macigno sullo stomaco, la testa le sembrava scoppiare.
“E se invece stesse dicendo la verità? Se fosse innocente?” ma quell’ ipotesi era fin troppo dolorosa per lei.
Certe volte, infatti, è difficile ammettere i propri sbagli e chiedere scusa mentre è decisamente più facile continuare a credere ad una versione dei fatti che ci giustifichi e Judy, nonostante i suoi ideali utopici, non era certo un mammifero perfetto.

Il giorno però non tardò ad arrivare.
Che bella che era quell’ alba: i colori della città vibravano attraverso un filtro di luce calda, tutto sembrava così vivo! Così meraviglioso! Così freddo, lontano, indifferente all’ inferno che divorava Judy.
Quella mattina infatti avrebbe dovuto fare una scelta importante, che avrebbe potuto allontanarla definitivamente da un bugiardo traditore o, forse, dall’ amore della sua vita. Era tutto nelle sue mani. E la valigia era ancora lì, accanto a lei.

A mattina inoltrata Judy si trovò a camminare per strada, destinazione : dipartimento ZPD, ufficio del capitano.
Mentre camminava continuava a ripetersi un po’ le parole che avrebbe dovuto dire al capo, un po’ il motivo che la spingeva a fare tutto ciò.

“No, non ci credo che Christina mi abbia raccontato una bugia così cattiva! Non può esser stata capace di una cosa simile, è lui il bugiardo capace di far ricadere la colpa persino su sua madre!”. Povera Judy. Quanto poco sapeva delle volpi madri e del loro istinto di protezione.

Arrivò di fronte al grande edificio della polizia e ricapitolò per la centesima volta tutti i suoi pensieri. Poi ce ne fu uno nuovo.
“Il cucciolo!”. In quel momento si sentì vacillare: come poteva far svanire il sogno di una famiglia con Nick che aveva tanto agognato per una sciocchezza del genere?… ma quel barlume di lucidità non durò a lungo e trovò presto cento altri motivi per cui invece sarebbe stato giusto il contrario. In fondo il litigio era ancora recente e le bruciava dentro l’ ira della sera prima.

Entrò dal portone principale.
-Hey judy! Come stai?!- le gridò felice di vederla Benjamin.
-Ciao Ben, b- benissimo… Buon lavoro!- e si allontanò subito, non avendo la forza di reggere una conversazione con il suo amico.
Passava per il corridoio mentre i colleghi dai loro uffici la guardavano e la salutavano. Nessuno poté fare a meno di notare il pancione di Judy che nel frattempo si era ingrossato notevolmente.
Solo di fronte ad un collega esitò un attimo.
Nick era nel suo ufficio che lavorava al computer. Aveva un aria nervosa ma appena la coniglietta si era avvicinata il suo olfatto gliene segnalò subito la presenza.
Si voltarono entrambi. Vedendosi di nuovo di persona improvvisamente nei loro sguardi si materializzò una profonda tristezza, in Nick quasi una supplica di rimanere, mentre Judy era combattuta più che dalla rabbia, dal fervido orgoglio. Sentiva gli occhi gonfiarsi e non potendo reggere oltre lo sguardo, lo abbassò subito e continuò dritta la sua strada.

-Buongiorno Capitano!- disse Judy con tono serio, il che preludeva un discorso grave e importante.
-Signorina Hopps, cosa ci fa lei qui? Non dovrebbe essere in maternità?-
-Signore, sono venuta da lei per richiedere…- dovette prendere un respiro, poi ce la fece –un trasferimento!-
Agente, lei sa che non sono stato io ad assegnarle il distretto e un trasferimento può essere permesso solo in caso di particolari condizioni che influiscano negativamente sul suo operato…-
-Capitano, è proprio per questo che le faccio una richiesta del genere: a causa di rapporti turbolenti con certi colleghi, che rischiano di influenzare negativamente il mio rendimento.-
Bogo immaginava perfettamente di chi si trattava ma, non avendo mai visto la sua miglior agente così a terra, non volle infierire.
-Agente Hopps, lei è sicura della sua scelta? Detto tra noi, sappia che mi rincresce molto veder andare via un agente formidabile come lei e non sono uno che elargisce complimenti! Ma se la sua scelta è definitiva io non potrò negarle il diritto di presentare la sua richiesta al sindaco che provvederà ad assegnarle un distretto di provincia. Al termine del periodo di ferie poi, potrà riprendere a svolgere il suo lavoro. –
Judy ci pensò un attimo. Le città di provincia non erano certo Zootropolis, erano molto più piccole e non avevano ecosistemi. Alcune avevano fama di non essere posti molto raccomandabili.
La sua situazione però non lasciava vie d’ uscita. Anche dal punto di vista professionale non era il caso di continuare a lavorare nello stesso distretto di Nick, il coinvolgimento sentimentale avrebbe davvero potuto distrarla e causare gravi incidenti.
-Si capitano, sono sicura.-
-Bene! E’ stato un piacere lavorare con lei agente Hopps… a volte!- scherzò il capitano, strappando un piccolo sorriso alla coniglietta, che a quel punto si congedò e uscì dall’ ufficio.
Judy si trovava sulla soglia del dipartimento. Prima di andarsene però, si voltò indietro: Osservò per un’ ultima volta la Hall, Benjamin che mangiava le sue ciambelle, il via vai di poliziotti in divisa.
Poi, si accorse di un particolare: Appoggiato al muro , vicino le macchinette a braccia conserte la osservava da lontano Nick.
Lui sapeva il motivo della visita ma non riuscì a fare niente per fermarla, seppe solo guardarla con malinconia. Sapeva che poteva essere l’ ultima volta che vedeva Judy Hopps.
Lei aveva le orecchie basse, ma cercava di mantenere un’ aria dignitosa. Lo guardò. Poi però si voltò nuovamente, richiudendo dietro di sé la porta.

Era passata una settimana da quando Judy se ne era andata e c’ era solo un termine che potesse descrivere lo stato d’ animo di Nick: depressione.
Erano sette giorni che rimaneva chiuso in ufficio a lavorare ininterrottamente senza le sue solite e continue pause alle macchinette, mentre durante i giri di pattuglia se ne stava sulle le sue e non parlava con i colleghi. Quando tornava a casa nessuno poteva dirlo con certezza, ma visto un certo calo di peso e l’ aria stanca, si ipotizzava che non mangiasse né dormisse.

Come per Judy anche per Nick i pensieri erano troppi. Non riusciva a capire dove avesse sbagliato, perché la sua carotina non gli avesse creduto, e quelle parole, oh quelle parole lo avevano ferito molto. Odiava sua madre per il tiro che gli aveva giocato, non glielo perdonava: grazie a quelle insicurezze che lei le aveva instillato, aveva perso ciò che di più caro aveva al mondo.
Il settimo giorno però Clawhauser, che più di tutti era preoccupato, decise che era arrivato il momento di parlare con il suo amico.

-Ciao Nick! Come te la passi?- iniziò Ben.
-Bene, Bene… Scusa è che ho tanto lavoro da fare…-
-Nick, tu non hai tanto lavoro da fare! Si vede benissimo che sei depresso! Non parli con me da giorni, non scherzi e non prendi nemmeno più in giro il Capitano!-
-E’ che… sai è un periodaccio… non mi va di parlarne.-
-E’ per Judy vero? Nel dipartimento non si parla d’ altro che del suo trasferimento a Mammals city! Un peccato… e poi insieme eravate così carini! C’ era addirittura una pagina FurrBook su di voi!- dovette interrompersi visto che Nick iniziava a guardarlo storto.
-B- bhe… in ogni caso non voglio entrare nei dettagli, se non te la senti, ma qualunque cosa sia successa devi risolverla! Non puoi lasciare che la madre di tuo figlio se ne vada via così ! Devi assolutamente convincerla a tornare!-
Nick non rispondeva, era pensieroso. –Grazie per il consiglio Clawhauser, ora se non ti dispiace ho dei rapporti da compilare.- A quelle parole il felino non poté fare altro che andarsene, dispiaciuto.

Poco dopo fu il capitan Bogo ad entrare nell’ ufficio della volpe. Vedendolo da un po’ così sciupato e triste, aveva deciso di dargli tre giorni di ferie, sperando che servissero a qualcosa. Per Nick però, la lontananza dal lavoro significava dover stare da solo nel suo appartamento a pensare. Ma pensare era per lui doloroso, soprattutto dopo che Ben gli aveva detto quelle cose.
Era vero, non poteva permettere che per orgoglio finisse tutto, ma era anche vero che la mancanza di fiducia nei suoi confronti era stata davvero grave.

E così, con questi pensieri, se ne stava sul suo letto a rimuginare finché…
-Nick!- quella voce…
-Ma come! Ancora tu? Guarda che non sono svenuto, puoi benissimo tornartene in quella landa desolata che è il mio cervello!-
-Beh in verità ora più che una landa desolata è tutto così grigio e triste che ho pensato di dover fare qualcosa per cambiarlo, altrimenti giuro che mi licenzio!-
Nick non aveva voglia di stare a sentire quel grillo parlante.
- Fai come vuoi ma lasciami in pace! Come vedi non c’ è niente da fare qui e non sono in vena di sentirmi preso in giro!-
-Ma… Nick, ti rendi conto di quello che stai facendo? Hai tre giorni a partire da domani mattina per cambiare le cose! E tu li sprechi standotene sul letto?-
-E cosa dovrei fare? Lei non mi vuole più ormai… -
-Lei è incinta! Ed è confusa! Non è più il momento di lasciarsi andare a certe sciocchezze, probabilmente in questo momento sta peggio di te!-
Nick non rispondeva. Era stanco e quella conversazione era troppo pesante. Infine si addormentò profondamente, senza nemmeno sognare.

La mattina si svegliò tardi. Avrebbe voluto rimanere seppellito nel letto per tutti quei tre giorni, ma visto che non era abituato a stare fermo per così tanto, ad un certo punto dovette alzarsi anche se svogliatamente.

Mentre faceva colazione seduto sul divano, notò la penna a forma di carota di Judy sul tavolino di fronte a lui. Se l’ era scordata quando era andata via.
All’ inizio guardandola provò di nuovo tanto dolore, riaffiorarono ricordi che sapevano di nostalgia, bei momenti che non sarebbero tornati.
improvvisamente però gli balenò in mente un’ idea, prima vaga e indefinita, poi sempre più evidente finché non fu un’ illuminazione!

Lui Nicholas Wilde, aveva finalmente un piano.
Se grazie a quella penna era cominciato tutto, allora grazie a quella penna avrebbero ricominciato da capo.

NOTA DELL'AUTRICE: arieccomi! Questo capitolo non è particolarmente lungo ma è abbastanza intenso visto che si incentra sulla decisione di trasferimento di Judy , per poi finire finalmente con una nota di speranza. Ho dovuto interromperlo o avrebbe preso davvero troppi fatti importanti che ho intenzione di raccontare con calma e precisione! Spero vi abbia incuriosito e che il capitolo vi sia piaciuto nonostante sia un po breve, ho cercato di rendere l intensità del momento e spero ci sia riuscita! Fatemi sapere cosa ne pensate! :) a presto!!! PS: ormai non credo che riuscirò a finire prima del rientro a scuola, quindi il ritmo sarà più irregolare purtroppo!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La volpe e l'uva ***


Riavvolgiamo per un momento il nastro e torniamo indietro veloce di una settimana, dove eravamo rimasti con Judy? Ah già!...

La coniglietta aveva mantenuto un’ aria risoluta e decisa durante tutto il tragitto tra l’ ufficio del capitano e il parcheggio dove aveva lasciato la sua macchina, nonostante si scorgesse in lei una piccola nota di dispiacere. Quel dispiacere ebbe modo di esprimersi solo dopo essere entrata nel veicolo.
Fece un profondo sospiro e ci fu un momento di silenzio, aveva lo sguardo perso nel vuoto.
-stupida, stupida, stupida coniglietta ottusa!- continuava a ripetere ad alta voce mentre picchiava ripetutamente la testa sul povero volante, finché alla fine non si decise a mettere in moto e partì verso casa sua.

Durante tutto il tragitto non fece altro che pensare a quello che aveva fatto e non sapeva decidersi se avesse preso la scelta giusta oppure no. Aveva pensato che mettendo in atto una volta per tutte una decisone netta, i dubbi si sarebbero dissolti come per magia, e invece no, era ancora al punto di partenza.
“Ah Nick! Che stupido! Perché non me lo hai impedito?!! Potevi… non so, chiedermi di restare, o ancora meglio rapirmi e mettermi in un sacco prima che andassi da Bogo finché non avrei desistito, tanto per dare un idea… Certo che non le capite proprio per niente le donne!”
E mentre i suoi ormoni schizzavano da una parte all’ altra, di umore in umore, arrivò a casa senza fare incidenti, per un pelo.

Appena entrò dalla porta si gettò subito sul letto, riuscendo a calmarsi un poco. Sapeva meglio di chiunque altro che il suo appartamento non era una villa, ma era, appunto, Suo! Era stato il posto dove era andata a vivere per la prima volta da sola, costituiva diciamo il simbolo della sua nuova vita a Zootropolis! E ovviamente le dispiaceva doversene separare.

A mente lucida capì che ormai non poteva tornare indietro e pensò in fondo di aver fatto la cosa giusta per se stessa. O almeno questo era quello che le diceva la ragione. Si limitò quindi ad aspettare con pazienza la chiamata del dipartimento.

Verso le 17.00 squillò la suoneria del telefono: “oh, oh, oh, oh, ooh Try every..”
-… pronto? Capitan Bogo?-
-Buona sera miss Hopps! La chiamo per riferirle che il sindaco ha preso una decisione riguardo alla sua richiesta…-
“ti prego, dì che l’ ha rifiutata!” pensò Judy istintivamente
-…Mi spiace agente…- “ Oh Santa Carota! Sia ringraziato il cielo!”
-…ma temo di doverle dire addio, il sindaco ha accettato! Verrà trasferita a Mammals City - “ecco, come non detto!”
-G-grazie capitano… Buona serata!- e così Judy spense, abbastanza bruscamente, la chiamata.

Rimasta da sola, nella camera, in silenzio, l’ emotività si impossessò nuovamente di lei. Sentì farsi strada tra i sentimenti un profondo senso di rimorso. Proprio adesso che non c’ era più modo di ritirare la richiesta, rimpiangeva di non averci riflettuto un po’ di più, di non aver parlato meglio con Nick e non aver chiarito le cose. In quel momento non le interessava più il suo orgoglio, o tutte quelle supposizioni su bugie e mancanze di fiducia, solo una cosa sapeva: che le sarebbe mancata da morire la sua amata volpe ottusa.

Raccontare ciò che successe alla stazione, prima di partire per Mammals City, sarebbe ripetitivo visto che si alternarono gli stessi sentimenti contrastanti. Alla fine però, non poté fare altro che salire sul treno e partire.
Mentre si allontanava, guardando da lontano lo skyline di Zootropolis sentì una fitta alla pancia. Ormai iniziavano ad essere frequenti.

E questo in parte fu quello che successe a Judy Hopps nel corso della settimana! Ma sarà bene per ora tornare nuovamente al presente.

Infatti, in un quartiere come tanti altri della periferia di Zootropolis, abbiamo lasciato da sola una certa volpe di nome Christina.
Nel frattempo lei non aveva avuto notizie dal figlio, ma si aspettava che succedesse qualcosa. Sapeva che si sarebbe scatenata una tragedia… Il piano le era sembrato infallibile dal primo momento in cui le era venuto in mente quella sera a casa dei coniugi Hopps. Entrambe le famiglie avevano passato la notte a cercare di trovare i punti deboli dei propri figli e l’ unica soluzione possibile fu proprio quella di sfruttare la riservatezza di Nick contro l’ emotività di Judy. Sembrò infallibile e così era stato, come noi sappiamo.

La volpe sentì suonare il campanello, quando aprì la porta vide suo figlio.
Entrambi sfoggiarono un ampio sorriso e si salutarono amorevolmente. Nick era rilassato. Troppo rilassato.
-Ciao Mamma! Da quanto tempo non ci sentiamo! Ho pensato di farti una visita! –
-Nick! Come sta il mio cucciolo? Accomodati! Sei sempre il benvenuto da me!- Christina si mostrò il più gentile possibile. Ma le sembrava strano vedere suo figlio così sereno, qualcosa doveva essere andato storto.
-Dimmi caro, C’ è qualche motivo in particolare per cui sei venuto a trovarmi? Qualcosa che mi devi raccontare forse?- chiese con fare ambiguo.
-Mah, niente di importante in verità… ah che stupido, quasi dimenticavo!-
-Si???- esclamò subito sua madre.
-Ti ho portato questa! La tenevo da parte da qualche anno per berla in un occasione speciale!- Nick mostrò a sua madre una bottiglia di ottimo vino italiano regalatogli da Mr. Big quando ancora erano in buoni rapporti, prima della sventurata storia del tappeto di puzzola.

Lo aveva tenuto da parte tutto quel tempo per gustarselo una volta ben invecchiato, ma vista la situazione si trovò costretto a sacrificarlo in nome di una causa decisamente più importante, anche se non senza dispiacere.
“Ah il mio buon Chianti, mi dispiace dovermi separare da te vecchio amico, ma ti giuro che il tuo sacrificio non sarà vano!”
Nick era furbo. Ed Esopo aveva ragione quando diceva che la volpe è terribilmente attratta dall’ uva… Christina poi, non resisteva al buon vino.
Non resisteva, ma proprio in tutti i sensi!

-Oh figliolo! Vedo che ancora ti preoccupi per la tua mammina!- e afferrò la bottiglia fulmineamente.
-A cosa devo tutta questa gentilezza?- continuò mentre si versava il primo bicchiere.
-Vedi mamma, io ti devo proprio ringraziare!-
-Di cosa, cucciolo mio?- e intanto iniziava a sorseggiare quel dolce nettare liquoroso.
-Mi hai letteralmente salvato da me stesso!-
-E’ il compito dei genitori, figliuolo!...- aveva mandato giù tutto il bicchiere, ma si riprese subito con un po’ di lucidità.
-…Ma non capisco, cosa avrei fatto per salvarti?-
- Ma come, non lo sai? Mi hai liberato da Judy! Le hai raccontato di quel matrimonio con Natalie che…-
- AH NATALIE! Che bel nome… Nicky, Nicky… perché non ti sei sposato con lei? Avevo organizzato tutto così bene… bastava che dicessi si!- …e siamo già al bicchiere numero 2.
-Già, per fare contenta te! Sapevi che non l’ amavo! Mi hai convinto quasi a forza, tutto perché volevi dei nipotini!-
Lo so, lo so figliuolo, ma ho dovuto dirlo a Judy, prima che vi sposaste! Hahah ma quando mai? Una volpe… ed un coniglio! HAHAH!!!- rideva con gusto mentre si versava un terzo bicchiere, che credo da qui in poi non potremo più contare.

Nick invece, sorrideva soddisfatto mentre guardava sua madre annegare nel suo stesso brodo.
-E poi! Ah Nick! Perché mi guardi così! No, non farlo ti prego..- e cambiò subito umore, quasi si fosse rattristata di colpo.
-io ti voglio così bene! Se solo i figli sapessero quanto è immenso l’ amore delle madri… ho dovuto! Ho dovuto chiedere aiuto!- ormai era del tutto ubriaca
-…Aiuto a chi?- Nick non se l’ aspettava.
-Ai suoi genitori! Ovvio! Chi meglio di loro poteva dirmi come mettere in crisi quella coniglietta… la sua fiducia… E tu! Tu figliuolo, non sei affatto un tipo, per così dire “affidabile”! il piano era perfetto! Per- fet- to! E lei ci ha creduto!- partì una lunga risata.
-Nicky! Figlio mio! Ti prego, voglio solo vederti felice… e voglio diventare nonna!-
-Beh congratulazioni mamma! Judy è incinta!-
-Cosa? Hahah hai messo incinta quella coniglietta?- ormai era passata direttamente alla bottiglia e Nick pensò fosse il caso di togliergliela prima che il suo fegato esplodesse in mille pezzi.
-Basta cosi! Dammi quel vino!-
Christina continuava a ridere, per Nick poteva bastare.
Uscì fuori da quella casa solo dopo aver convinto sua madre ad andare a letto. Povera volpe, in fondo lui lo sapeva che non era cattiva e che agiva sempre e solo per proteggerlo: avrebbe sacrificato la sua vita per lui. Quella volta però aveva un tantino esagerato. E lui non poteva lasciare che uno stupido malinteso distruggesse la sua vita!

Una volta fuori, Nick si mise le mani in tasca e sorrise. Dopo tutta quella confusione, finalmente teneva in mano la soluzione al problema.
Estrasse la penna a forma di Carota. Aveva registrato tutta la conversazione, ma mancava ancora qualcosa.
Non era finita lì, c’ era ancora un messaggio che doveva registrare.


NOTA DELL'AUTRICE: va bene stiamo calmi.. pensare alla madre di Nick versione alcolista mi ha dato un senso di soddisfazione, mi sono proprio detta : ho proprio un sacco di fantasia ! Wow... mi scuso per la brevità del capitolo ma in questi giorni con l inizio della scuola sono stanca e non ho voglia di scrivere papiri.. Spero che la storia continui a piacervi comunque anche perche siamo vicini alla fine..fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Benvenuti a Mammals City ***


“Benvenuti a Mammals City”

Questo lesse Judy su un cartellone ingiallito e sporcato dalle bombolette spray di qualche vandalo.
Davanti si ergeva una città industriale piena di condomini decadenti e grigi, più o meno tutti uguali tranne che per le crepe di varie dimensioni.
Prima di raggiungere il centro abitato vero e proprio si passava di fronte ad un complesso di fabbriche tra cui alcune in costruzione. Certe industrie gettavano fumi neri nell’ aria attraverso alti comignoli: di cosa erano composti quei fumi non si saprebbe dire, ma di certo non avrebbe reso tanto contenti gli ambientalisti.

Il treno terminò la sua corsa in una piccola stazione, assolutamente non paragonabile a quella sgargiante e piena di venditori a Zootropolis. Era un luogo anonimo dove si trovavano solo due binari all’ aperto, e all’ interno del piccolo e squallido edificio una semplice biglietteria.
Judy terminò lì la sua corsa e, uscita dalla stazione, avvertì subito l’ odoraccio che emanavano le industrie della periferia. Cercò di abituarcisi al meglio e si recò subito verso l’ indirizzo del dipartimento di polizia, che aveva scritto su di un bigliettino.

L’ edificio non era tanto grande, al contrario della prigione che, non lontana da lì, impressionava per le sue dimensioni. Judy si presentò alla Hall dove venne accolta da una giovane lince.
-Lei deve essere la nuova arrivata! la signorina Judy Hopps!-
-Ehm, già, sono io! Piacere di conoscerla signora…-
Blair, piacere mio! Il capitano, il signor Blaide, la aspetta nel suo ufficio per darle il benvenuto! In fondo al corridoio, a destra.- disse sfoggiando un sorriso cortese.

Judy si avviò ed entrando nell’ ufficio, scorse seduto sulla sua poltrona un grosso alce di una certa età che doveva aver avuto giorni migliori.
-Buongiorno agente Hopps, benvenuta nell’ MPD! Ho sentito molte belle cose su di lei…-
-Cerco solo di fare il mio lavoro al meglio- interruppe Judy, con un piccolo sorriso di cortesia. Non aveva assolutamente voglia di sentir tessere le sue lodi da eroina, proprio mentre pensava di essere il peggior animale nella storia dell’ universo.
-Certo, certo, qui tutti cerchiamo di farlo, ma vorrei ragguardarla sotto certi aspetti che forse…non le hanno specificato correttamente!-
Judy ascoltava, anche se non vedeva l’ ora in realtà di dirigersi verso il suo nuovo appartamento.
-Vede, agente questo posto, come avrà notato venendo qui, non è affatto Zootropolis. Probabilmente da dove viene lei, è abituata a risolvere di tanto in tanto casi di rapine o scomparse di mammiferi, tutto molto intrigante certo, ma qui a Mammals City le cose vanno diversamente. Qui le sparatorie fra gang sono all’ ordine del giorno, e non è un gioco: abbiamo perso tre agenti in soli due mesi e da Zootropolis ancora non si decidono ad inviare i fondi alle provincie per comprare giubbotti antiproiettile e armi all’ avanguardia, dobbiamo accontentarci dei vecchi modelli. I criminali qui non scherzano signorina, le consiglierei di stare molto attenta persino ai suoi vicini di casa, non si sa mai.-
Il tono dell’ alce era serio e fermo, mentre la coniglietta iniziava ad accumulare un certo timore negli occhi. Non tanto per lei in verità, quanto per il suo cucciolo, ancora in grembo.

“dove diavolo ti ho portato, piccolo mio…” pensava Judy piena di risentimento per se stessa.

-Per il momento continuerà a godersi la maternità, dopodiché potrà ricominciare a lavorare, questo è tutto. E ancora, benvenuta, spero di non averla scoraggiata.-
-Grazie mille capitano, ricevuto!- “già, si vedeva proprio che non era sua intenzione” pensò sarcastica.

A quel punto dopo essersi salutati, Judy si avviò fuori dal dipartimento con un certo timore. Dal discorso del capitano sembrava rischioso persino passeggiare per strada.
In effetti non aveva tutti i torti. Camminando Judy vide spesso passare le auto della polizia con le sirene accese, di tanto in tanto anche alcune ambulanze.
Poi finalmente arrivò di fronte ad un grande condominio. Il proprietario, una vecchia donnola, le fece avere le chiavi del suo appartamento al quinto piano.

C’ erano un bel po’ di scale da salire e la fatica non valse certo la pena. Il monolocale era molto simile al suo precedente appartamento: era quasi del tutto spoglio, ma ormai era abituata ad abitazioni simili e poi, perlomeno, c’ era la tv!. Quanto le mancava però l’ appartamento della volpe, non che fosse tanto più confortevole, ma non era quello il punto. L’ importante era che ci fosse Nick, era lui che la faceva sentire a casa .

Si gettò come spesso faceva sul letto, cercando di soffocare i pensieri e la solitudine nel cuscino, ma proprio in quel momento sentì di nuovo una fitta. Erano frequenti ormai, e Judy iniziava a temere per il cucciolo. I suoi genitori ancora non ne sapevano niente, ma non se la sentiva di dirglielo, non aveva la forza per quella discussione.
E fu così che passò la settimana, tra chili di gelato mangiati sul letto, a piangere con una montagna di fazzoletti di fronte alla tv. Un classico.

Erano passati circa sette giorni da quando Judy si era trasferita a Mammals City e la coniglietta non si era quasi mai mossa dall’ appartamento se non per andare al bagno, che si trovava al primo piano del condominio ed era condiviso da tutti gli inquilini.
Non usciva un po’ per paura, dopo il discorso del capitan Blaid, un po’ perché non trovava la voglia di uscire: molto meglio confortarsi con una vaschetta di buon gelato!... ciliegia, panna, carota… mirtilli.
“ ecco, ora mi tormenta pure il gelato, bah… mi è passata la voglia!”
Gettò il contenitore e si avvicinò al frigo per vedere cosa ci fosse rimasto da mangiare: Il nulla! era più arido di piazza Sahara, con tanto di palle di fieno, stile far west!
Lei però aveva fame. Guardò nel portafogli: poche banconote… ma abbastanza per una piccola spesa e visto che erano a malapena le sette decise di avviarsi verso il supermarket più vicino.
La luce del sole fuori non c’ era più e iniziava già a calare il buio. Pioveva, così dovette affrettarsi per raggiungere l’ entrata del negozio dall’ interno ben illuminato, in contrasto con la semi oscurità dell’ esterno.

La spesa però si rivelò un esperienza ben poco piacevole. Si deve infatti sapere che in un paesino come Mammals city la gente non era abituata a vedere facce nuove, tanto più una coniglietta sola e incinta.
-Chissà cosa sarà venuta a fare qui!-, -Mah, sarà una delle tante donnacce che vengono ogni mese in città!- , -chissà che fine ha fatto il compagno!-, -Magari è stata scaricata!- , -Magari l’ ex era un mafioso!-, -pss, guarda mamma che pancia che ha quella coniglia!-
Erano solo alcune dei pettegolezzi detti sottovoce che sentiva Judy mentre decideva cosa prendere al banco della frutta e verdura.

Anche se in altre situazioni avrebbe reagito con la sua solita forza e tenacia, in quel momento non riusciva a fare altro che tenere le orecchie basse. Sentirsi giudicare una poco di buono con chissà quale passato scabroso, la feriva. Non che lei non sapesse difendersi da sola, ma avrebbe voluto Nick in quel momento al suo fianco, pronto a difenderla.
“forse in fondo me lo merito… è stata tutta colpa mia, solo mia e della mia testardaggine!”.
Si avviò alla cassa per comprare quel poco di spesa che poteva permettersi, mentre la cassiera, un armadillo rugoso e di una certa età la guardava con diffidenza.

Fuori continuava a piovere, ed era ancora più buio: situazione non molto raccomandabile in un quartiere del genere. Già fuori dal supermarket di tanto in tanto giravano gruppi di predatori in cerca di passanti da derubare… o peggio.

Per arrivare al parcheggio, Judy dovette percorrere un pezzo di strada illuminata solo da un lampione.
Stava camminando con la spesa in mano quando dietro di lei sentì il vociare di un gruppo di animali che sembravano totalmente fatti.
-Hey coniglietta! Ti va di venire a farci un po’ di compagnia, eh?- senti urlato da dietro, seguito da una grassa risata.
Judy, col cuore in gola, aumentò velocemente il passo. La situazione non prometteva bene, avrebbe potuto chiedere aiuto ma la strada era isolata e probabilmente nessuno sarebbe sceso di casa per soccorrerla, tantomeno avrebbero chiamato la polizia, codardi com’ erano.
-Hey tu dove scappi?!!- altra inquietante risata.

Il parcheggio era vicino e Judy corse come un fulmine in macchina. Mentre entrava sentì uno sparo: l’ adrenalina era troppa per preoccuparsi di dove avesse colpito il proiettile, accese il motore e andò via a tutta velocità!.
Arrivò di corsa a casa. uscita dalla macchina vide un foro di proiettile sul suo sportello, proprio sotto il finestrino. L’ aveva passata liscia, molto liscia.
Corse verso il condominio e salì tutte le scale fino al quinto piano, arrivata davanti alla sua porta l’ aprì immediatamente, spaventata. Voleva solo rinchiudersi a chiave con doppia mandata e nascondersi sotto le coperte del letto, al sicuro.

Successe però qualcosa di molto strano, che le fece dimenticare per un momento quello che era successo. Abbassando lo sguardo, prima di aprire l’ uscio, notò qualcosa di arancione sul tappetino per asciugarsi le zampe.

-LA MIA PENNA CAROTA!!!- esclamò contenta di riaverla.
“un momento… ma se l’ avevo dimenticata a casa di Nick… allora, magari…”
Fece un sorriso a trentacinque denti, raccolse la penna e si catapultò dentro l’ appartamento con un entusiasmo senza pari. Sentiva come se il cuore si fosse liberato da un macigno e avesse rincominciato a risplendere.
Ma presto dovette tornare alla realtà. Per quanto piccolo fosse l’ appartamento Judy guardò dappertutto, ma di Nick non c’ era traccia.
“eppure… deve pur essere da qualche parte… perché mai mi avrebbe riportato la penna sennò?”

Alla fine però dovette rassegnarsi. Nick non era lì, non aveva lasciato bigliettini, nessun messaggio.
Delusa, posò la penna carota sulla scrivania e se ne andò a letto.
Intanto la luce verde del registratore lampeggiava nel buio.
Il mattino dopo Judy si svegliò di pessimo umore. Ebbe giusto la voglia di farsi un caffè, per poi rigettarsi sul letto a riflettere.
Era sdraiata sul materasso quando, lanciando per un attimo un’ occhiata verso la carotina, notò di sfuggita una lucina verde, ma tornò subito dopo a guardare il soffitto.
“aspetta un attimo…”
Scattò in piedi e corse a prendere la penna. C’ era registrato qualcosa!... ma cosa?. Ci pensò un attimo, assimilando la tensione del momento.
Poi si fece coraggio e diede il via alla registrazione.

In quel momento Judy, per chi l’avesse vista, sembrò una sfilata di espressioni: all’ inizio era seria e ascoltava con attenzione quella che sembrava essere una conversazione tra Nick e sua madre.
Poi, andando avanti con la registrazione fu presa dallo stupore totale. Quella nota vocale era una conferma, la prova che mise fine a qualsiasi dubbio! Ah Nick, vecchia volpe astuta!
Verso la fine della registrazione la colpì molto venire a sapere della parte che avevano avuto i suoi genitori nell’ intrigo. Non poteva crederci che fossero arrivati a tanto.

Finita la ripresa sonora Judy non seppe come reagire, non capiva dove volesse arrivare Nick. Era un modo per fare pace? O voleva solo prendersi gioco di lei, facendogli notare il suo sbaglio?
Stette per un po’ ad assimilare l’ informazione. Notò poi che la spia della penna ancora lampeggiava.
Un altro messaggio?
Aveva quasi paura di sapere cosa ci fosse registrato, ma si fece forza e dopo un attimo di suspence premette il bottone.
“Carotina! Se stai ascoltando questo messaggio vuol dire che, primo: incredibilmente nessuno dei tuoi simpatici vicini ha venduto la penna al mercato nero e secondo: hai ascoltato il primo messaggio. So certe volte di poter sembrare “giusto un tantino” schivo sul mio passato, ma giuro che non ti ho mai mentito, Judy! È la verità! Se però anche a questo punto non avrai intenzione di credermi, lo accetterò e rispetterò la tua scelta… ma se, mettendo per un attimo da parte gli ormoni, sei ancora la stessa Judy che si è fidata di me fin dalla prima volta, guardando oltre quello che pensava di me la gente solo perché ero una volpe, allora so che mi crederai! Se è così, ti aspetto per le 11.00 di domani mattina sulla Riff beach di Zootropolis… ah, quasi dimenticavo, ti servirà una cosa che ti ho lasciato nel tuo vecchio appartamento. Non dimenticartene!
A presto Carotina… spero.”

Ci mise un po’ a digerire il messaggio ma non ci volle molto perché venisse travolta dalla felicità!

-Ah Nick! Volpe ottusa! Per tutti i cracker al formaggio, ma quanto diavolo ci hai messo?!! ADDIO “DEGRADO CITY”!!!-
Ma che cosa aveva in mente Nick? Certo non era stato proprio del tutto chiaro. Ma Judy non ci fece caso, contava solo una cosa: finalmente aveva l’ occasione di chiedere scusa!

Mentre la coniglietta rifletteva, si accorse che erano già le 9.00! e l’ incontro era per le undici! Ci avrebbe messo un po’ per arrivare… e rischiava di far tardi! Ma c’ era comunque ancora una questione da risolvere una volta per tutte, e l’ avrebbe conclusa quella mattina stessa.
Quella questione si trovava a Bunnyborrow.

NOTA DELL'AUTRICE: eccomiii! Scusate il ritardo! Alla fine sono riuscita a pubblicare, anche se con un certo ritardo, un capitolo abbastanza corposo!! Spero di aver dato un idea completa della città e di ciò che ha vissuto judy! Da ora in poi però la situazione riceverà una bella scossa! Ci stiamo avvicinando alla conclusione, ma ci arriveremo con ancora alcune sorprese!! Spero il capitolo vi sia piaciuto! Fatemi sapere nelle recensioni :-)!!!!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3523094