Black Snow - La principessa e il cavaliere oscuro

di YukiWhite97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La curiosità di Emma ***
Capitolo 2: *** Paralisi notturna ***
Capitolo 3: *** Parenti da lontano ***
Capitolo 4: *** Il ballo ***
Capitolo 5: *** L'ombra che veglia su di me ***
Capitolo 6: *** Ad un passo da ... ***
Capitolo 7: *** Ricordi segregati nell'ombra ***
Capitolo 8: *** Addio! ***
Capitolo 9: *** Voglia di morire ***
Capitolo 10: *** Dichiarazione ***
Capitolo 11: *** Passione ***
Capitolo 12: *** La decisione di Emma ***
Capitolo 13: *** Emma l'oscura ***
Capitolo 14: *** Neve nera ***
Capitolo 15: *** La fuga di Emma ***
Capitolo 16: *** Confronto ***
Capitolo 17: *** Guai in vista ***
Capitolo 18: *** Esplosione ***
Capitolo 19: *** Per lei ***
Capitolo 20: *** Ciò che è stato celato ***
Capitolo 21: *** Bianco e nero ***
Capitolo 22: *** Rinascita [END] ***



Capitolo 1
*** La curiosità di Emma ***




Quindici anni sono un'età difficile. Perché non sei né una bambina, né una donna. Se Emma avesse saputo quale segreto fosse celato nei meandri della sua anima, si sarebbe resa conto che quell'età complicata, per lei sarebbe risultata mille volte peggio.
Fortunatamente però, la principessa non sospettava minimamente dei propri oscuri doni. A lei pareva essere toccato lo stesso destino che un tempo era toccato al fratello: tutti in famiglia sapevano dei suoi poteri, tutti tranne lei. Proprio come quando era nata, nessuno vedendola avrebbe mai immaginato che quella ragazza nascondesse un terribile segreto.
Somigliava ad Elsa, ma anche a Jack. Aveva gli occhi azzurri e dei lunghi capelli color neve. Il suo sguardo era compassionevole, la sua indole dolce, ma anche curiosa e passionale.
E la sua magia del ghiaccio era la più grande magia di luce che si fosse mai vista, una magia in realtà falsa, depurata dall'oscurità.
Per quanto riguarda Helge ed Aurora, avevano entrambi passato sia l'infanzia che l'adolescenza. Oramai andavano per i ventun'anni, verso nuove responsabilità. Soprattutto il primo, in quanto futuro re di Arendelle. L'idea di dover regnare su Arendelle non lo faceva impazzire di gioia, poichè un re ha sempre tanti pensieri e come se non bastasse doveva anche sposarsi per garantire un erede. E volendo, Helge si sarebbe anche sposato volentieri, se si fosse trattato di qualcuna che amava. Purtroppo sapeva bene che molto spesso, i matrimoni tra reali non erano soliti ad andare a buon fine. Fortunatamente c'era Aurora. Era diventata così bella, una donna oramai, e l'intelligenza e la forza erano proporzionali alla bellezza. Oramai erano passati quindici anni da quando entrambi avevano iniziato a condividere lo stesso cuore. Ciò li aveva uniti tanto... forse un po' troppo.
Il fatto era che Helge guardava Aurora non più come un bambino che guarda una bambina capricciosa. Era sua cugina ed erano cresciuti come fratelli, tuttavia non riusciva a non vederla come una donna. D'altro canto, Aurora lo guardava allo stesso modo. 
Era palese che vi fosse qualcosa, specialmente quando stavano vicini.
Adesso era dicembre e la neve cadeva leggera sul palazzo di Arendelle. Aurora stava malinconicamente affacciata alla finestra, osservando i fiocchi cadere. Oramai natale era alle porte e, come sempre, si prevedevano grandi festeggiamenti. Il principe si accorse immediatamente di lei, e nel vederla, per farsi notare, prese a sgranchirsi la voce.
"Ti trovo malinconica, mia cara Aurora" - disse avvicinandosi.
"Helge - lo chiamò sorridendo - no, non sono malinconica, stavo soltanto pensando a quanto l'inverno sia meraviglioso. Tutti preferiscono l'estate, il sole, ma vogliamo parlare dell'inverno? La stagione dove tutto tace, dove tutto si nasconde sotto un manto innevato"
"Vedo che ti sei data alla poesia" - sorrise l'altro.
"E tu invece? - domandò - non vai a caccia?"
"Sai bene che non mi piace. Lo faccio solo perchè i miei amici mi costringono, visto che, secondo loro, un bravo principe dovrebbe imparare a cacciare"
Aurora sorrise, avvicinandosi al suo viso.
"Beh, puoi dire ai tuoi amici che tu sei già un bravo principe" - sussurrò. Helge sorrise a sua volta. Quasi faticava a credere a come la cugina fosse cambiata nel corso del tempo, a come i suoi sentimenti fossero cambiati. Anche se gli sguardi parlavano da sé, Helge non poteva fare a meno di domandarsi se anche lei sentisse le stesse cose...
"Mh? - fece ad un tratto il principe - Emma! Sei lì, ti vedo!"
La principessa affacciò il capo da una grande colonna al centro del corridoio, lasciandosi andare ad una risata.
"Ops - rise - scusate, io non ho visto niente!". Dopo aver detto ciò prese a correre via.
"Accidenti! - sbuffò - quella ragazzina non cresce mai!"
Emma adorava spiare il fratello e la cugina. Aveva infatti capito prima di entrambi, del forte sentimento che li univa, per questo si divertiva a stuzzicarli. Un'altra cosa che adorava era correre per le colline innevate di fronte il palazzo. C'erano delle volte in cui sentiva il biosgno di dare libero sfogo alla sua magia, e così faceva. Si perdeva per ore nelle colline, creando vere e proprie opere d'arti di ghiaccio trasparente, lastre su cui poi pattinava e pupazzi di neve che poi ammirava.
Il suo animo era buono, il suo cuore puro. Per questo, in famiglia e anche gli abitanti di Arendelle stessa, le volevano tutti bene. Emma era molto più speciale di quello che credeva, ma non lo sapeva ancora. Lei no, ma qualcun'altro lo sapeva fin troppo bene.
Qualcuno che, a sua insaputa, non le aveva mai tolto gli occhi di dosso.
La principessa aveva preso a passeggiare per i boschi, canticchiando. Ad un tratto però aveva avvertito una sensazione strana, come se il cielo sopra la sua testa si fosse oscurato. Ma in realtà non fu così. Si guardò intorno. In genere quelle colline erano completamente desolate, soprattutto d'inverno. Era quindi assurdo pensare che qualcuno la stesse seguendo.
Tese l'orecchio, cercando di percepire il minimo rumore. Ma ancora niente. Infine prese ad indietreggiare. Quando fu con la schiena contro un tronco d'albero, si rese conto che sulla neve aleggiava un'ombra proveniente da un corpo invisibile. Non c'era infatti niente che potesse riflettere la luce del sole. Tuttavia ciò non la spaventò, anzi, la incuriosì ulteriolmente. Iniziò a seguire l'ombra.
"Hey! - esclamò - aspetta, dove stai andando?"
L'ombra infatti aveva preso ad andare più veloce, dirigendosi verso una sorta di grotta. Emma non pensò ai vari rischi che avrebbe potuto correre, così si infilò. Tutto intorno era silenzioso e dalla parete rocciosa sopra la sua testa, pendevano svariate stalattiti.
"Hey? - chiamò - c'è nessuno?"
A risponderle fu una voce calda ma inquietante allo stesso tempo, proveniente da chissà dove.
"Che cosa curiosa. In genere nessuno mi segue. O devi essere molto sciocca, o molto coraggiosa, giovane Emma"
"Io non sono affatto sciocca! - esclamò - e poi come sai il mio nome?"
"Tutti conoscono il tuo nome, in quanto principessa di Arendelle"
"Oh, giusto. Ebbene? Perchè non esci fuori e ti fai vedere? O hai forse paura?" - domandò guardandosi intorno. Ciò che ne seguì fu una risata che aveva un non so che di maligno.
"Io, avere paura di te? Forse dovrebbe essere il contrario, mia cara"
Per nulla intimorita, la principessa guardò dritta dinnanzi a sé. Dal buio erano comparsi due occhi, infine una figura. Si trattava di un uomo, il quale pareva essere circondato da un'aura di oscurità. Anzi, sembrava essere lui stesso, l'oscurità. Malgrado il suo aspetto inquietante, Emma sorrise contenta.
"Ah, sei venuto fuori alla fine! - esclamò - allora anche tu vieni su queste colline, pensavo di essere la sola"
"Non hai paura di me - costatò - bene, questo non mi sorprende affatto"
"Perché dovrei avere paura di te?" - domandò.
"Non ha importanza - rispose l'altro - è un piacere poterti parlare, principessa Emma"
"Oh grazie, emh... scusa, com'è che ti chiami?"
"Pitch Black" - rispose l'altro, fulminandola con lo sguardo.
"Umh, un nome insolito. Da dove vieni?"
"Io non vengo da nessun posto" - rispose serio. Nonostante la serietà del suo tono, Emma si lasciò andare ad una risata cristallina, cosa che lasciò lo stesso Pitch, interdetto.
"Sei simpatico! - esclamò - se conosci me allora devi conoscere anche la mia famiglia, vero? Mia madre, la regina Elsa, e mio padre, Jack Frost!"
Lo sguardo di Pitch parve rabbuiarsi ancor di più, se possibile.
"Ma certo che conosco Jack Frost" - sussurrò a denti stretti.
"Se è così allora gli dirò che ti ho conosciuto!"
"No! - esclamò - no, mia cara principessa, è meglio che tu non lo faccia. Non ci siamo esattamente lasciati in... umh... buoni rapporti"
"E perché?"
"Cielo, fai decisamente troppe domande - sbuffò infastidito - fuori sta per calare il buio, forse faresti meglio a tornartene a casa"
"E' vero - costatò - devo andare. E' stato un piacere conoscerti"
Entrambi si voltarono, dandosi le spalle a vicenda. Pitch però rimase immobile, come se stesse aspettando qualcosa.
"Emh - azzardò ad un tratto Emma - se domani volessi tornare, ti troverei qui?"
Se la principessa avesse potuto vederlo in viso, si sarebbe accorta del ghigno appena apparso sul suo viso.
"Ma certo, Emma. Tutte le volte che vuoi"
La principessa sorrise, prendendo a correre e percorrendo la via di casa. Pitch invece, si dissolse. In quanto re del buio e dell'oscurità, non poteva permettere che la notte fosse tranquilla.

A palazzo, intanto, era giunta l'ora di cena. Jack ed Elsa sedevano accanto, così come Kristoff e Anna ed Helge e Aurora. Nessuno però osava toccare cibo, data l'assenza della principessa.
"Tua figlia è di nuovo in ritardo"- fece notare Elsa.
"Perchè è mia figlia soltanto quando si comporta male?" - sbuffò Jack. Aurora si lasciò andare ad una risatina, rivolgendosi poi a Kristoff.
"Padre - sussurrò languida - ascolta, so che la cosa ti desta preoccupazione, ma domani vorrei tanto andare a cavallo. Ti prego, non dirmi di no"
"Oh, Aurora, se questo ti fa felice, allora va pure!"
"Grazie! - esclamò - sarò al sicuro, Helge verrà con me"
Nel sentirsi pronunciare, il giovane principe spalancò gli occhi, incrociando lo sguardo poco piacevole di Kristoff. Quest'ultimo infatti stravedeva per la figlia, ma ne era anche terribilmente geloso. E il suo istinto paterno gli suggeriva che non poteva fidarsi neanche di Helge, nonostante la parentela. Beh, probabilmente aveva ragione.
"Con lui? - domandò - ma è proprio necessario?"
"Ma sì padre, con chi sennò!" - esclamò.
"Scusalo cara - intervenne Anna - e che tuo padre è un po' all'antica"
"Io non sono affatto all'antica!" - sbuffò imbarazzato.
La conversazione fu interrotta ad un tratto dall'entrata poco elegante di Emma.
"Eccomi, scusate il ritardo!" - esclamò prendendo posto a tavola.
"Alla buon'ora Emma - sospirò Jack - dove sei stata?"
"Sulle colline. Ho anche incontrato un nuovo amico"
"Uh - la schernì Helge - Emma ha un fidanzato!"
"Io non ho un fidanzato!" - borbottò arrossendo.
"Qual'è il problema, tu mi prendi sempre in giro!"
"Ragazzi, ragazzi! -li richiamò Elsa - vi prego, non è il momento. Emma, non dovresti parlare con gli conosciuti. Tuttavia, se sei sicura che questo tuo amico sia una brava persona..."
"Oh, assolutamente!" - la rassicurò. Emma era davvero convinta di ciò che diceva, inoltre si era resa conto di provare una certa curiosità inspiegabile verso Pitch, quel suo modo di fare misterioso l'attraeva! Per questo non vedeva l'ora ora che arrivasse il giorno dopo.
"Bene, adesso che siamo tutti, direi che possiamo cenare" - disse a quel punto Jack.
Emma mangiò tutto di corsa, per poi andare nella propria camera e leggere un libro. Amava i libri ed era solita a leggere prima di andare a dormire. I suoi preferiti erano le favole e le storie d'amore, storie di principesse salvate da cavalieri coraggiosi e senza paura. 
Sperava un giorno, di poter vivere realmente un amore come quello. Anche quella notte, la principessa si addormentò con il libro aperto, poggiato sul cuore.
Ciò che ancora non immaginava, era che la sua particolare favola aveva già avuto inizio.
..







 
N.D.A

Salve! L'avevo detto che sarei stata veloce XD Si è partito alla grande direi! I bambini sono tutti cresciuti, Helge e Aurora hanno un rapporto.... particolare, ed Emma ha fatto la conoscenza di Pitch, dopotutto se si parla di oscurità, chi meglio di lui? XD
Probabilmente questa storia sarà un tantino dark, ma cercherò di non esagerare altrimenti, fosse per me, questa storia passarebbe ad un rating rosso scarlatto XD Niente, spero che come inizio incuriosisca abbastanza C:

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Capitolo 2
*** Paralisi notturna ***





I terrori notturni, gli incubi, in genere colpiscono i bambini, per poi scomparire con la crescita.
Di solito, perché in realtà Emma era stata un'eccezione. I suoi sogni, erano costituiti  per lo più da spiacevoli incubi che la facevano svegliare nel cuore della notte. La cosa più strana non era questa però. La cosa più strana, la cosa più inquietante, era che Emma non provava affatto paura. Sembrava avere un buon rapporto con gli incubi. Quando la notte si svegliava aveva l'impressione che qualcuno la stesse osservando. La sua curiosità però avrebbe battuto mille paure umane. Alle volte si metteva seduta sul proprio letto, aspettando che quel qualcuno venisse fuori. Ma ciò non accadeva mai, e così poi, delusa, se ne tornava a  dormire. Non sognava morte o cose del genere, piuttosto buio, tanto buio, buio che divorava la luce, l'abbracciava. E poi c'era una farse che aveva per la mente sin da quando riusciva a ricordare, soltanto non sapeva chi glie l'avesse insegnata. Suonava un poi come una macabra poesia.
"La luce è un attimo, l'oscurità è per sempre. Perché attaccarsi alla luce per un solo istante, quando puoi eternamente abbracciare l'oscurità?"
Le capitava spesso di canticchiarla e ciò faceva inquietare non poco i suoi genitori. Nonostante la magia nera della figlia fosse incatenata, ella aveva mostrato, con il passare degli anni, certe sfumature del suo comportamento, opposte alla sua vera persona. Elsa e Jack pensarono che ciò fosse dovuto alla sua indole di magia oscura, non doveva dimenticarsi che inizialmente, Emma avrebbe dovuto essere cattiva. Ma loro erano stati in grado di deviare la cosa, sperando che l'oscurità rimanesse silenziosamente lì dov'era nascosta. Quella notte però ad Emma accadde qualcosa di diverso. Niente incubi, più che altro un sonno senza sogni. Si risvegliò nel cuore della notte, verso le due o tre. Tuttavia il suo corpo non reagì. La sua mente era vigile,  ma il suo corpo pareva non reagire. Le palpebre infatti erano ancora chiuse, come se stesse dormendo. Avrebbe voluto muoversi, parlare, ma in verità non riusciva nè a fare l'uno nell'altro. Ed inoltre poteva udire quanto il suo respiro fosse flebile. Era come paralizzata, come se qualcuno la stesse bloccando. Se avesse dovuto trovare un paragone, avrebbe sicuramente detto che quella sensazione era simile ad un abbraccio soffocante, che le gravava sul cuore. E poi udì dei sussurri nel buio, proprio vicino al suo orecchio. A quel punto fu per lei naturale tentare di muoversi. Mosse un braccio, con violenza, e a quel suo gesto l'intero corpo sussultò, svegliandosi finalmente del tutto. Con il cuore che batteva a mille, Emma si guardò intorno: non vi era nessuno, come sempre. Eppure era strano, era la prima volta che le accadeva una cosa del genere. Ciò non l'aveva impaurita, l'aveva soltanto un po' scossa. Dopo quell'evento si rigirò da un lato, ma non riuscì a riprendere sonno.
Si svegliò qualche ora dopo che era già l'alba. Era stanca, ma anche volendo non sarebbe riuscita a chiudere occhio. Aspettò che si facesse l'orario per andare a fare colazione. Quando ciò avvenne, indossò un abito blu e uscì dalla sua camera. Ovviamente, tutti i suoi familiari notarono la sua strana espressione.
"Mia cara Emma - le disse Elsa - cosa ti è successo? Non hai una bella cera"
"Ho dormito poco - sospirò sedendosi - ho avuto di che pensare"
"E quali pensieri ti turbano?"
La principessa si portò la testa fra le mani, con fare pensieroso.
"Stanotte mi è capitato di avere una paralisi. Ero sveglia, ma non riuscivo a muovermi né a parlare. Era come se qualcuno..."
"Ti stesse soffocando con un abbraccio?" - domandò immediatamente Jack, che aveva teso l'orecchio per ascoltare le parole della figlia.
"Sì, è esatto! - esclamò - ho sentito un grande peso su di me. Poi però, quando mi sono svegliata, è sparito tutto. Dici che mi ricapiterà ancora?"
"Sono sicuro che non accadrà - rispose prontamente il padre - e se dovesse capitarti, ignora questa sensazione. A certe cose non bisogna dare retta"
"Oh - rispose l'altra - d'accordo allora, farò come mi hai detto"
Emma non ci aveva fatto caso, ma Elsa sì. Il tono e l'espressione del marito nascondevano qualcosa, molto probabilmente preoccupazione.
Quando la principessa finì di fare colazione, si precipitò immediatamente verso le colline, era intenzionata a passare l'intera giornata fuori. Corse così tanto che, quando arrivò, i polmoni avevano preso a bruciarle. Riconobbe quasi subito il sentiero che dal bosco portava dritto alla grotta. Senza alcuna esitazione vi entrò. Dentro era tutto terribilmente umido, silenzioso, fatta eccezione per il rumore delle gocce che cadevano sul suolo roccioso. Si guardò intorno.
"Pitch Black? - domandò - sei qui?"
Dopo qualche attimo di silenziò, avvertì una presenza alle sue spalle.
"Non posso crederci, sei tornata veramente" - rispose lui.
"Certo che sono tornata! - esclamò sorridendo - io mantengo sempre le promesse! E poi anche tu sei venuto"
"Giusto" - rispose scostando lo sguardo. Pitch era sicuro di non aver mai incontrato una ragazzina più scostante di così. Al contrario della maggior parte degli esseri umani, Emma non aveva affatto paura di lui, anzi, lo trattava come avrebbe trattato chiunque. Ma ciò non lo meravigliava affatto. Nonostante i suoi modi di fare inquietanti e indisponenti, la principessa prese a parlare per dei minuti interminabili. Mentre faceva ciò, si lasciava andare al suo potere, sollevando la neve e giocandoci. Pitch aveva fatto caso a ciò, per questo, quando ebbe l'occasione, cominciò a fare domande.
"Vedo che sei dotata di un potere straordinario" -  le disse.
"Oh sì, in famiglia lo siamo tutti. E tu? Tu hai qualche potere particolare?"
Pitch non rispose, si limitò solo a compiere un gesto con la mano, da cui ne fuoruscì una rosa intrisa di oscurità. O magari era l'oscurità stessa che aveva assunto quella forma. Emma rimase a bocca spalancata.
"Wow - sussurrò - che tipo di magia è?"
"Magia oscura - rispose - sai, non è ben vista dal resto del mondo"
"Ma perché no? Dopotutto non stai facendo nulla di male - rispose fissando la rosa - chi l'ha deciso che l'oscurità è malvagia?"
"Ribadisco ciò che ho già detto, parli troppo per essere un ragazzina" - rispose l'altro seccato. La principessa però non lo stava neanche a sentire. Parlando di oscurità, le era venuto in mente ciò che le era successo la notte precedente. Non seppe perché, ma ebbe la sensazione che probabilmente Pitch l'avrebbe capita.
"Ti è mai capitato di... rimanere paralizzato?" - domandò.
"Beh, questa è davvero una domanda curiosa"
"Intendo la notte. Mi è successo di recente. Io volevo svegliarmi, volevo reagire, ma era come se qualcuno... mi stesse tenendo stretta a sé e non volesse lasciarmi"
Soltanto dopo Emma si rese conto di come l'altro le si fosse avvicinato.
"E ciò ti ha spaventata?"
La principessa rimane con il fiato sospeso per qualche attimo.
"No - sussurrò - ed è proprio questo il punto. Quella sensazione mi piaceva, ma normalmente non dovrebbe terrorizzarmi?"
"Credimi, per te è normale che sia così" - rispsoe. Poi ,prima che la ragazza potesse dire altro, le porse la rosa che aveva poco prima creato. Con gli occhi che brillavano e le guance leggermente arrossate, afferrò la rosa, guardando negli occhi quel misterioso individuo che aveva un certo fascino in grado di catturarla. Emma era giovane ed era una sognatrice, e da brava divoratrice di libri di favole e storie d'amore, interpretò quel gesto come qualcosa di romantico. Doveva essere per forza così, poiché il suo cuore aveva preso a battere un po' più forte.

Intanto, poco distante dalla grotta, il principe Helge si trovava a caccia, in sella al suo cavallo, mentre reggeva un fucile tra le mani. Lo aveva ribadito continuamente, odiava andare a caccia e odiava uccidere gli animali, ma in quanto principe, c'erano delle cose che andavano fatte! Non era però molto portato, infatti non aveva ancora catturato nulla. In genere non si spingeva mai sulle colline, certo che non vi fosse nulla di interessante, ma quella volta i suoi amici avevano deciso di avventurarsi. Helge precedeva gli altri, per questo si era un po' distanziato. Dopo aver attraversato il bosco, il principe arrivò nei pressi di una grotta. Si sorprese parecchio quando udì i segugi iniziare ad abbaiare senza un apparente motivo, proprio in direzione della grotta. Decise quindi di scendere da cavallo, armato, e di andare a costatare di persone cosa ci fosse che non andava.

"Ti ringrazio - sussurrò Emma - la custodirò"
"Quel tipo di rosa non muore mai - le disse poi Pitch  - è come l'oscurità, esisterà sempre"
Un'altra frase parecchio lugubre che rappresentava però per la principessa, il massimo del romanticismo. A distrarla dai suoi pensieri fu solo l'abbaiare dei cani.
"Accidenti! - esclamò - questi devono essere i cani di mio fratello! Se mi vede con te si farà strane idee. Mi dispiace Pitch, ma devo andare prima di quanto pensassi. Sai, penso che qualche volta dovresti venire a trovarmi. Sarei felice di ciò". Gli donò un sorriso, dopodiché, senza aspettare una sua risposta, uscì dalla grotta. Pitch rimase a guardarla, con un ghigno stampato sul viso.
"Oh, so bene che ti fa piacere, me l'hai già dimostrato stanotte - sussurrò - e se ti rende felice, tornerò tutte le volte che vuoi"

Prima che Helge potesse raggiungere la caverna, Emma uscì, tenendo la rosa ben nascosta dietro la schiena.
"Emma! - esclamò Helge - sei tu? Accidenti, credevo fosse un animale feroce! Cosa ci facevi lì da sola?"
"Niente, stavo solo... facendo una passeggiata..."
"Non dovresti andare in giro da sola, potrebbe essere pericoloso - disse sorridendo malignamente, con l'intento di farla spaventare - l'Uomo Nero potrebbe rapirti"
"Ah, ancora con questa storia? - sbuffò - non sono più una bambina, lo so che l'Uomo Nero non esiste"
Quella fu una buona scusa per Helge per interrompere la sua battuta di caccia. Riportò la sorella al castello. Quest'ultima, quando arrivò, si precipitò a conservare la propria rosa dentro un cassetto, poiché immaginava che non avesse bisogno né di acqua né d luce. Quello sarebbe stato il suo piccolo segreto da custodire gelosamente.

La principessa non aveva idea dei pensieri che stesse dando a Jack. A quest'ultimo non erano infatti sfuggite le parole di Emma. Meglio di tutti sapeva cosa volesse dire ciò che lei aveva detto. Incubi notturni, sensazione di soffocamento, erano tutte conseguenze dell'oscurità. E solo uno era l'essere in grado di controllare tutto ciò.
Elsa sapeva che qualcosa turbasse il marito. Per questo gli si avvicinò, abbracciandolo da dietro.
"E' da stamattina che sei strano in viso - le sussurrò - suppongo che qualcosa turbi anche te"
"E' per quello che ha detto Emma - ammise - Ho l'impressione che più cresca e più venga attratta dall'oscurità. Anche ciò che le è successo stanotte. Di solito è qualcosa che accadeva ai bambini quando ancora Pitch Black era in circolazione. Ma Emma non è più una bambina e teoricamente lui è stato imprigionato"
"Hey, non lasciarti andare a questi pensieri - gli disse - la magia oscura di Emma è celata, nascosta dall'immensa magia di luce che possiede. Quell'essere malvagio non avrebbe motivo di avvicinarsi a lei, e poi sono sicura che sia ancora intrappolato"
"Dico così solo perché so quanto la sua forza sia terribile - sospirò - già una volta io e gli altri guardiani abbiamo dovuto affrontarlo e  già allora non è stato facile. L'oscurità è affascinante, per questo è pericolosa"
"Non preoccuparti, tesoro - lo tranquillizzò Elsa poggiando il capo  sulla sua spalla - Emma è forte, saprebbe come affrontarla, in tal caso". Jack si lasciò stringere dalla moglie, non riuscendo tuttavia a scacciare i suoi pensieri. Decise che avrebbe parlato con sua figlia, quella sera.

Emma stava seduta sul proprio materasso. Quella sera non avrebbe letto, la sua favola si stava già  scrivendo da sola, dentro la sua testa. Con le dita accarezzava i petali della rosa, sospirando con aria sognante. Non avrebbe mai pensato di dirlo ma... forse si stava innamorando! E si sarebbe trattato anche del suo primo amore. Probabilmente si stava lasciando trascinare troppo, dopotutto non conosceva neanche Pitch... oh, ma non riusciva a pensare ad altro!
Il suo flusso di pensieri fu interrotto dal rumore di qualcuno che bussava alla porta. Prontamente la principessa posò la rosa dentro il cassetto, per poi afferrare un libro e gridare "Avanti!"
Poco dopo Jack fece il suo ingresso.
"Scusa, stavi leggendo?" - domandò.
"Oh, non preoccuparti, tanto ho già letto questo libro un mucchio di volte" - le disse.
Il padre le si avvicinò, sedendolesi accanto.
"Sai, mi hai dato molto da pensare con ciò che mi hai detto stamattina"
"Oh, padre, sono solo incubi, nulla più" - cercò di tranquillizzarla.
"Lo so Emma, ma tendo a preoccuparmi di certe cose, perchè io..."
"Perché tu sei stato un guardiano e il sovrannaturale lo conosci bene - cantilenò la principessa - lo so, ma non devi preoccuparti.Io sto bene"
"D'accordo - sussurrò l'altro - comunque vorrei darti una cosa, probabilmente può aiutarti"
Dopo aver detto ciò, Jack le mostrò un oggetto con delle piume colorate addosso.
"Che bello, che cos'è?"
"E' un acchiappa-sogni. Tieni lontani gli incubi, lasciando solo i sogni piacevoli. Questo ti aiuterò a dormire". Emma sorrise nervosamente. Non era sicuro che fosse necessario, anzi, non era sicura di voler fare a meno degli incubi. Tuttavia non se la sentì di farlo preoccupare ulteriormente.
"Grazie padre - rispose - sono sicura che mi aiuterà molto". Sollevato, Jack appese l'acchiappa-sogni proprio spora lo schienale del letto. Dopodiché si chinò, donandole un bacio in fronte.
"Buonanotte Emma, fai bei sogni - le sussurrò - e ricorda. Tu sei la luce"
La principessa sorrise, infilandosi poi sotto le coperte. "Tu sei la luce", glielo ripetevano sempre in tanti, quasi a volerla convincere. E poi  infondo, era davvero così pura come tutti pensavano? Quasi non ne era sicura neanche lei, per qualche strano motivo.
Lentamente sia addormentò, passando dai pensieri a sogni felici.




 






 


N.D.A
Credo che in questo capitolo mi sia sia un pò lasciata andare con la mia parte dark, ma dettagli XD Credo che a tutti nella vita ia capitata una paralisi notturna, in caso contrario vi assicuro che non è bella. Ammetto però che se la causa fosse Pitch magari potrei essere un pochino pù contenta. A parte ciò, Emma, adolescente e sognatrice, si sta già innamorando, ma dopotutto cosa c'è di più romantico di una rosa di oscurità che non muore mai? *-* Ho un gusto strano del romanticismo, ne sono cosciente :D


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Capitolo 3
*** Parenti da lontano ***



La notte passò tranquillamente per Emma. Nessun incubo e nessuna paralisi disturbò il suo sonno. Tuttavia, quando si svegliò, non fu particolarmente felice di ciò. La cosa stava iniziando a diventare strana. Il suo sarebbe sembrato quasi masochismo, per questo preferiva tenere i propri pensieri per sé.
Quel giorno però, decise di tenere a bada ogni preoccupazione. Era infatti il ventidue dicembre, giorno del solstizio d'inverno e quindi compleanno di Helge e Aurora, una grande festività che precedeva il natale. Quell'anno quell'evento sarebbe stato ancora più sentito poiché, compiendo ventun'anni, il principe e la principessa avrebbero raggiunto la maggiore età.
Se tutti erano già svegli da ore, Aurora dormiva ancora come un ghiro. Tendeva ad avere il sonno molto pesante e talvolta risultava impossibile svegliarla.
Quella però si era dimostrata essere una cosa positiva per Helge. Si era infatti avvicinato alla camera della cugina, dove la porta era socchiusa. Tra le mani reggeva un mazzo di crisantemi colorati, i suoi fiori preferiti, fiori tanto belli eppure al contempo tanto tristi, ricordavano le lacrime ed anche la morte. Ogni cosa aveva il suo lato oscuro e quello di luce, se ne rendeva conto. Decise di entrare, facendo attenzione a non svegliarla. Si avvicinò lentamente e quando le fu vicino, si inginocchiò. Trovava che Aurora fosse sempre bella, anche quando dormiva. Gli piaceva osservarla mentre riposava, studiare ogni suo lineamento e ogni sua sfaccettatura che aveva ormai imparato a memoria. Un tempo non si sarebbe mai sognato di guardarla in quel modo, ma adesso gli veniva così... naturale. Allungò una mano, scostandole delicatamente i capelli dalla fronte. Incredibilmente, a quel suo tocco, Aurora reagì, strusciando la guancia contro il cuscino e gemendo delicatamente. Quando aprì gli occhi, si lasciò andare ad un sorriso.
"Buongiorno Helge" - sussurrò.
"Buongiorno principessa  - rispose l'altro - e buon compleanno"
"Oh, Helge! - esclamò tirandosi su - sono per me? Sono bellissimi, ma dove li hai presi?"
"Nella serra di mia madre - sospirò - mi sono dovuto alzare all'alba per coglierli, però ne  è valsa la pena"
"Oh, grazie! - esclamò entusiasta - se solo l'avessi saputo prima ti avrei regalato anche io qualcosa!"
Helge però sorrise, guardandola intensamente negli occhi.
"Tu sei già un dono meraviglioso" - sussurrò. Aurroa arrossì sorridendo, lusingata da quelle parole. Di ragazzi ne aveva conosciuti, ma nessuno aveva la sua stessa  dolcezza e il suo stesso romanticismo. Nessuno la trattava come lui, in realtà. Se solo non fosse stato per quel legame di sangue che li univa, allora la principessa avrebbe potuto pensare che probabilmente le sue intenzioni non si fermassero al semplice affetto. L'intenso momento fra i due fu al solito interrotto da Emma, la quale entrò, aggrappandosi immediatamente al fratello.
"BUON COMPLEANNO A TUTTI E DUE!" - esclamò.
"Oh, quanto affetto da parte tua, cara sorella - disse affettuosamente l'altro, alzandosi mentre la reggeva sulle spalle - coraggio, ho l'impressione che oggi ci aspetti una lunga giornata"
Il principe aveva ragione. Quando infatti se li videro arrivare, Jack, Elsa, Anna e Kristoff, andarono incontro ai rispettivi vigli, increduli al fatto che i loro bambini fossero cresciuti così in fretta. Era un momento felice sì, ma anche estremamente commovente, soprattutto per Elsa, dopotutto ciò che aveva passato, e per Kristoff, che si ritrovava a vedere la sua unica figlia diventare una donna.
"Allora, oggi che cosa facciamo?" - domandò Emma entusiasta. Da brava principessa, adorava le feste, adorava vestirsi elegantemente e più di ogni altra cosa adorava danzare.
"Calma, figliola - disse Jack - prima di festeggiare dobbiamo occuparci dei nostri ospiti"
"Ospiti?" - sussurrarono in contemporanea sia Emma che Aurora. Entrambe adoravano infatti fare nuove amicizie e rincontrare vecchi amici. Senza saperlo, quella volta avrebbero fatto entrambe le cose. Un paio d'ore dopo, furono due le navi che attraccarono al porto di Arendelle. Una fu facilmente riconoscibile, proveniva infatti dalle Isole del Sud.  L'intera famiglia reale si era presentata al porto per accogliere i suoi ospiti. Helge in particolare, teneva il capo alzato, guardandosi attentamente intorno. Quando poi ebbe trovato l'oggetto dei suoi pensieri, si sentì decisamente meglio.
"Fratello mio!" - esclamò una ragazza andandogli incontro e abbracciandolo.
"Selena! - esclamò il principe ricambiando l' abbraccio - mia amata sorella, che bello rivederti! E sei cresciuta in questi ultimi mesi"
"Oh, smettila - ridacchiò l'altra - quanto vuoi che possa essere cresciuta?"
"Ciao Selena!" - esclamò prontamente Emma.
"Emma! - rispose l'altra - che bello vederti, come stai?"
"Bene! - rispose afferrandola per mano - ci sono tante cose che devo raccontarti!"
Neanche il tempo di arrivare, che le due principesse erano già scomparse dalla vista di tutti. Helge li guardò sospirando.
"A quanto pare le tue sorelle si sono coalizzate contro di te, figliolo" - disse ad un tratto una voce. Si trattava proprio del principe Hans, tenuto sotto braccio dalla moglie Elizabeth.
"Ciao padre" - lo salutò l'altro affettuosamente.
In quegli anni erano cambiate molte, molte cose. Anche Hans aveva trovato l'amore: Elizabeth era una principessa delle Terre dell'Ovest, una donna di gran classe, dagli occhi verdi e da una lunga treccia bionda. I due avevano appunto avuto una figlia, Selena, dai capelli marroni-rossiccio, la pelle simile a quella delle bambole di porcellana e una salute, ahimè, molto cagionevole. Quest'ultima era per l'appunto la sorellastra di Helge, ed i due, nonostante non vivessero insieme, andavano molto d'accordo. La principessa delle Isole del Sud inoltre, andava anche molto d'accordo con Emma, poiché avevano la stessa età era stato facile per loro trovarsi come due sorelle. Hans ed Elizabeth andarono poi a salutare Anna, Kristoff, Jack ed Elsa. Con quest'ultimi due, oramai non vi erano più tensioni, anzi, anche tra i due ormai ex rivali d'amore, si era formata una sorta di amicizia.
"E' un piacere rivedervi, miei cari sovrani - disse Hans facendo un leggero inchino - Elsa, Jack, vi trovo bene"
"Anche noi vi troviamo bene - rispose Elsa - Elizabeth, trovo che il tuo abito sia splendido"
"Ti ringrazio Elsa, viene direttamente dalla Francia" - rispose. Mentre gli adulti parlavano tra di loro, Helge non poté non rendersi conto che anche un'altra nave era da qualche minuta attraccata al porto.
"Mh? - domandò - aspettiamo ancora qualcuno?"
"Oh sì - rispose prontamente sua zia Anna - una nostra parente, la principessa Rapunzel, nonché nostra cugina. Se non sbaglio, credo che abbia un figlio della vostra età"
"Davvero? - domandò prontamente Aurora - che bello, un nuovo amico!"
Non ci volle molto prima che le due sorelle di Arendelle riabbracciassero la cugina Rapunzel. Era praticamente una vita che non si vedevano, l'ultima volta era stata quando ancora erano bambine e i genitori delle due principesse erano ancora vivi. Fu una grande emozione per loro potersi parlare come un tempo.
"Elsa, Anna! - esclamò la bionda- mio Dio, non posso crederci, siete proprio voi, come siete cresciute! E queste sono le vostre famiglie?"
"Sì, lascia che ti presenti mio marito Jack. Lui invece è mio figlio Helge. Mia figlia Emma invece sarà nei paraggi, te la presenterò dopo"
"Loro sono invece mio marito Kristoff e mia figlia Aurora" - fece Anna.
"Oh, che meraviglia, è un piacere per me conoscere tutti voi! - esclamò - loro sono invece mio marito Eugene e mio figlio Adrian"
Tutti lì notarono come padre e figlio si somigliassero. Eugene era un bell'uomo, pareva avere un certo carisma ed era anche piuttosto amichevole. Adrian invece, pareva forte, forse anche po' solitario, uno di quei tipi tosti. Ciò non poté sfuggire ad Aurora, la quale rimase a guardarlo con gli occhi che brillavano.
"Wow - sussurrò al cugino - com'è figo". Helge si limitò a fare una smorfia. Non ci trovava niente di figo, o magari era solo il fatto che effettivamente Adrian dimostrava la sua età, mentre lui invece sembrava ancora un ragazzino.
"Vi prego, entriamo pure a palazzo! - li invitò Elsa - non voglio farvi gelare!"

Tornando a Selena ed Emma, le due erano andate in giardino. Avevano parlato a lungo, avevano scherzato, tuttavia c'era qualcosa che l'albina doveva confidare all'altra.
"Ebbene? - domandò prontamente Selena, sedendosele accanto - sbaglio o avevi molte cose da raccontarmi?"
"Beh - sussurrò sollevando gli occhi al cielo - io ho... conosciuto qualcuno"
"Wow, questa sì che è una notizia" - fece sarcastica.
"Non ho finito di parlare - disse fingendosi offesa - credo di essermi innamorata di questo qualcuno"
"Cosa? - sussurrò l'altra- tu innamorata?"
"Beh, cosa c'è di strano?"
"Niente, ma sei sicura di quello che dici? Insomma, almeno conosci questo tipo?"
"So quello che mi basta sapere - sospirò - è così... affascinante, misterioso... e poi sembra capirmi. E quando mi è vicino... il mio cuore batte così forte"
"Oh cielo, allora la cosa è grave.  Qual'è il problema allora, dichiarati e il gioco è fatto!"
"Ma per me è la prima volta! - esclamò - e poi io sono una principessa e lui è... beh, non so neanche cosa sia, però so che è diverso e simile a me. Come si fa a dichiararsi? E a baciare? Tu hai mai baciato? Puoi insegnarmi?"
"Ma-ma-ma - balbettò - ma veramente io non ho mai fatto nulla del genere!"
"Suvvia, non arrossire, non c'è nulla di male" - la schernì. Selena sbuffò, distogliendo lo sguardo. Come faceva Emma ad essere così spacciata?
"Spero tanto che questa sera si presenti - sussurrò portandosi le mani sul cuore - sarebbe come nelle favole, la principessa che danza con il proprio cavaliere"
"D'accordo principessa, però forse stai sognando un po' troppo. Ricordati che potresti rimanere delusa"
"Non essere così pessimista - sbuffò - ho la netta sensazione che andrà bene!"
Selena capì che andarle contro sarebbe stato inutile.
Alla fine le due decisero di rientrare, dopotutto avevano degli abiti da scegliere e la cosa avrebbe richiesto non poco tempo! Passarono infatti minuti interminabili rinchiuse in camera, a gettare sul letto miriadi di abiti diversi. Alla fine, Selena ne scelse uno bianco, molto elegante e semplice. Al contrario suo, Emma era ancora indecisa.
"Se non ti decidi alla svelta la festa inizierà senza di te" - le fece notare l'altra.
"Mmh, non so - fece guardando l'armadio - vorrei qualcosa di diverso"
"Di diverso tipo?"
Emma non rispose, infilando le mani dentro l'armadio ed estraendone qualcosa di scuro.
"Tipo questo"
"Questo? - domandò - ma è nero! E' una festa, non un funerale!"
"Ma perché il nero è abbinato ai funerali? Non l'ho mai messo, voglio vedere come mi sta!".  Selena sospirò, decidendo di accontentarla. Poco dopo la principessa si mostrò: l'abito le calzava a pennello, era assolutamente perfetta, sembrava le fosse stato cucito addosso, e ciò lasciò Selena parecchio sbalordita. La gonna era ampia, il corpetto in pizzo, aveva anche dei guanti lunghi e un velo trasparente.
"Wow - sussurrò - incredibile, stai... benissimo!"
"Grazie, te l'avevo detto io!"
"Sorprendente. E quell'accessorio che hai tra i capelli?" - domandò indicando una strana rosa nera.
"E' un regalo" - sussurrò.
"Inusuale. E' finta, vero?"
"Chissà - disse ridendo - allora principessa Selena, andiamo?? Sento che stasera sarà la nostra serata fortunata!"
L'altra rise, prendendola sotto braccio. Ne sarebbero successe davvero molte.

 

















 
N.D.A

Ebbene sì, altri nuovi personaggi, Selena e Adrian, anche loro faranno parte dei triangoli amorosi, mi sembra proprio il momento adatto ora che la famiglia è felicemente riunita U.U Riuscirà Aurora ad avere la sua serata da favola? 
Lo scoprrete nel capitolo numero quattro :D

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Capitolo 4
*** Il ballo ***



Aurora era nervosa. Nonostante il suo carattere aperto e amichevole, aveva sempre odiato stare al centro dell'attenzione, sin da quando era bambina. Si stava guardando allo specchio, sistemando alcune ciocche ribelli dietro l'orecchio. Di solito non le sarebbe mai importato, ma quella sera voleva essere non carina, ma bella come una donna doveva essere.
"Uh, non lasciarti abbattere - disse parlando con il proprio riflesso - sei incantevole stasera! Che dici, Adrian parlerebbe con te? Ma sì che ci parlerebbe, voglio dire, guardati! Oh, è tutto inutile, sono un imbranata completa con gli uomini. Rimarrò zitella a vita"
In quel momento qualcuno bussò alla porta. La testa di Helge fece capolino piano.
"Aurora, perché stai perdendo tempo? Oh, ma... sei davvero bellissima!"
"Sì, come no! - esclamò - il tuo parere non conta Helge, tu sei mio cugino"
"Beh, grazie per la fiducia - borbottò - qual'è il problema, non te ne sei mai preoccupata!"
"Adesso sì! - esclamò - insomma, tu mi noteresti mai se non mi conoscessi?"
Se solo la principessa avesse saputo con quali occhi Helge la guardasse! Ma non pareva rendersene conto, per questo il principe si dannava tanto. Decise si avvicinarsi e di poggiarle una mano sulla spalla.
"Lo farei sì, ma non solo per la tua bellezza. Lo farei anche per la tua intelligenza, simpatia, per la persona che sei insomma. E chi non è in grado di notare ciò, è proprio uno stupido"
Aurora sorrise.
"Oh, Helge! - esclamò - tu sai sempre come risollevarmi il molare!"
"Ci mancherebbe, oggi è anche il tuo compleanno - disse porgendogli un braccio - ci aspettano, principessa Aurora"
Quest'ultima sorrise ancora, aggrappandosi al cugino come sempre aveva fatto.
Nella sala del trono intanto vi era un grande fermento. C'era gente venuta da tutto il regno, un arcobaleno di abiti meravigliosi, tavoli imbanditi di prelibatezze ed anche una fontana di champagne. Selena stava proprio accanto a quest'ultima, annegandoci ogni tanto il bicchiere e portandoselo alle labbra. Adorava lo champagne, anche se i suoi genitori le raccomandavano sempre di non esagerare, dopotutto non erano comportamenti a cui una principessa doveva lasciarsi andare!
Ma lei preferiva ignorare le loro parole. Solo dopo si accorse di un affascinante ragazzo , in piedi ed immobile accanto alla fontana. Era serio, lo sguardo da duro, le dava l'idea di qualcuno che avrebbe potuto proteggerla, vista la sua indole un po' fragile. Selena non era per niente brava a relazionarsi con l'altro sesso, tuttavia non voleva lasciarsi sfuggire l'occasione, così si avvicinò piano, sempre con il bicchiere di champagne in mano.
"Emh... salve - salutò - siete qui da solo?"
"No - rispose l'altro - in verità sono qui con con la mia famiglia. Mia madre è cugina della regina Elsa e della principessa Anna"
"Oh, un parente, capisco. Beh, io sono la sorellastra del principe Helge, Selena. Voi invece, com'è che vi chiamate?"
"Adrian" - rispose.
"Adrian - ripeté - è la prima vola che venite ad Arendelle?"
"Sì" - rispose secco. Selena deglutì nervosamente. Quel suo modo di fare era decisamente scostante..
"E... vi piace?" - domandò poi.
"Abbastanza" - rispose con leggero sbuffò. La principessa sbuffò a sua volta. Già non era facile per lei fare amicizia, con un tipo così peggio ancora!
La conversazione non ebbe modo di continuare poiché in quel momento, in seguito allo squillo delle trombe, fu annunciato l'ingresso dei due indiscussi festeggiati.Aurora ed Helge camminavano stretti, sempre un po' intimiditi dall'avere tutti quegli occhi puntati addosso. Quando arrivarono, Jack fece loro gli auguri, dicendo poi.
"La maggiore età preclude tante responsabilità e doveri. Mi auguro che il prossimo festeggiamento sia un matrimonio per entrambi"
Helge sorrise nervosamente, ma se avesse potuto lo avrebbe zittito volentieri. Dopodiché iniziarono le danze. Ad aprirle furono ovviamente i due cugini, che presero a ballare il valzer. Anche gli altri invitati e le coppie delle famiglie reale si unirono a loro, tutti tranne Adrian, impettito come sempre, e Selena, ormai mezza brilla.  Dopo il primo ballo, Aurora decise di mettere da parte le sue preoccupazioni. Il suo primo pensiero fu quello di guardare Adrian. Helge ci fece caso e quasi gli venne un colpo quando vide la principessa andargli incontro.
"Hey! - esclamò Aurora dando un colpetto al misterioso principe - so che in genere funziona al contrario ma... vi andrebbe di danzare con me?"
C'era una buona possibilità che Adrian rifiutasse, ma sorprendentemente, ciò non accadde!
"Accetto molto volentieri" - rispose. Helge a quel punto era sconvolto. Come aveva potuto Aurora abbandonarlo per quell'... bell'imbusto?
Era furioso, in preda ad una crisi di gelosia. Sentì le dita formicolargli. Se solo avesse potuto, avrebbe congelato tutto. Ma doveva trattenersi, era la loro festa dopotutto. A quel punto vi fu un vero e proprio scambio di coppie. Hans, per esempio, andò verso Anna, con una mano tesa.
"Principessa Anna, volete concedermi questo ballo?"
Ella era rimasta parecchio sorpresa: erano quasi vent'anni che non danzavano insieme, non dopotutto quello che era successo! Ma infondo era passato tanto di quel tempo, che ci sarebbe stato di male.
"Assolutamente sì" - disse sorridendo. Quando Kristoff vide il princpe trascinarsi dietro la moglie, sbuffò, a braccia conserte. Malgrado tutto, la sua sua indole rimaneva quella dell'uomo geloso.
"Ti capisco bene - sospirò Jack accanto a lui - Eugene mi ha rubato Elsa"
"Almeno lui non è il suo ex fidanzato" - disse stringendo i pugni.
"Emh... Re Jack?" - domandò ad un tratto una voce. Quest'ultimo si voltò. Si trattava di Rapunzel, la cugina di sua moglie.
"Rapunzel - disse sorpresa - cosa...?"
"Ballare - disse indicando la pista - penso sia un buon modo per conoscerci"
"Oh - disse sorpreso - va bene. Mi spiace Kristoff, ti lascio solo"
"Traditore" - bofonchiò a bassa voce. 
Era davvero deprimente. Tutti ridevano felici, e lui? Da solo come un idiota. Ma non sapeva che non sarebbe stato solo per molto.
"Voi siete il principe Kristoff?" - domandò ad un tratto qualcuno. Ad aver parlato era stata Elizabeth, moglie di Hans.
"Sì - rispose - e voi siete la moglie di Hans"
"Proprio io. Visto che i nostri rispettivi coniugi stanno ballando insieme, credo che noi potremmo fare lo stesso... se non vi dispiace"
Kristoff avrebbe volentieri rifiutato, ma sentiva che non avrebbe potuto dirle di no. Elizabeth era visibilmente più grande di lui, ma aveva carisma e a quanto pare anche un temperamento molto forte. Nonostante l'idea non lo facesse impazzire, alla fine decise di accettare.. Fu così che le varie coppie si scambiarono e presero a danzare. Jack si trovava nella stretta amorevole della bionda principessa Rapunzel, la quale aveva due languidi occhi verdi da cerbiatta.
"E' un vero peccato che non ci siamo potuti conoscere prima - affermò ella - sono sicura che saremmo andati molto d'accordo"
"Beh, adesso ne abbiamo la possibilità" - rispose l'altro facendole fare una giravolta.
"Com'è che avete conosciuto mia cugina?"
"Mi trovavo qui da poco e... ho diciamo salvato Helge da morte certa" - rispose omettendo ovviamente gran parte della verità. Quasi nessuno infatti, a parte i membri della sua famiglia, sapeva della sua ex vita da guardiano.
"Oh, è una cosa assolutamente romantica" - sospirò.
"Sì, abbastanza credo"
"Elsa è davvero fortuna - rispose sorridendo - e io sono fortunata ad avervi conosciuto". Jack ricambiò il sorriso, stupito dalla gentilezza della cugina acquisita. Se i due parlavano amichevolmente, lo stesso non si poteva dire per Kristoff: mentre ballava infatti, il suo sguardo era fisso su Anna che veniva stretta dalle braccia di Hans. Quella visione gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Elizabeth se ne accorse, sbuffando rumorosamente.
"Suppongo ci sia qualcosa che non va, non è vero?" - domandò.
"Ah, emh... no, niente di niente"
"Vi prego, ma se non fate altro che guardare lì. Non dovete preoccuparvi, vostra moglie è al sicuro"
"Lo so, è solo che... sapete com'è, un tempo loro stavano insieme ed io..."
"E voi vi preoccupate, è normale che sia così, anche  se personalmente, non sono mai stata un tipo geloso"
"Neanche una volta?"
"No - rispose - tendo ad essere molto sicura di me - fece poi guardandolo attentamente - voi non avete origini nobili, dico bene?"
"Co-come fate a dirlo?" - domandò.
"I lineamenti - disse sorridendo - tipici di chi è cresciuto sulle montagne. Bene, un uomo forte, questo è molto affascinante. I principi sono belli, ma gli uomini che sanno proteggere le loro donne, lo sono ancora di più. Per questo vi dico che non dovete preoccuparvi, vostra moglie non ha occhi che per voi"
Kristoff non rispose, limitandosi a spostare lo sguardo. Elizabeth aveva davvero un carattere forte come si era immaginato e non si creava neanche problemi a dire ciò che pensava. Dovette ammettere a se stesso che un po' quel suo modo di fare gli incuteva timore, ma da un lato trovava la cosa interessante.

Emma, invece, si stava districando nella folla nel tentativo di raggiungere il fratello, ancora da solo e imbronciato.
"Helge!" - lo chiamò abbracciandolo.
"Emma - rispose - vuoi essere tu la mia compagna?"
"Qual'è il problema?"
"Aurora - sbuffò  - sta ballando con quel belloccio, Adrian. Non capisco cosa ci trovi, è così... così... Serio!"
"Oh, se ci tieni tanto forse non dovresti stare qui a lamentarti, dovresti andare lì e riprenderti la tua donna!"
"La mia donna? - domandò - ma tu...?"
"Ahah, cosa credi che sia stupida? - domandò allontanandosi - io so sempre tutto!"
Il principe a quel punto la guardò sconvolto. Però aveva ragione: non poteva rimanersene lì con le mani in mano!
La principessa nel frattempo aveva appena raggiunto l'amica Selena, ancora seduta e con un'espressione deprimente sul volto.
"Oh, eccoti qua Selena! - esclamò - ma che succede?"
"Oh - si lamentò -  nessun ragazzo mi ama, sono così sfortunata!"
"Cosa?! - esclamò guardando il bicchiere mezzo vuoto - ma quanto hai bevuto?"
"Un po'" - borbottò.
"Vieni con me - esclamò sorreggendola - ti porto a prendere una boccata d'aria"
Fuori faceva freddo, però non nevicava. Il cielo era limpido ed era possibile osservare le stelle.
"Eccoci qua!" - esclamò Emma. Selena si tirò su, borbottando qualcosa di incomprensibile. L'altra principessa scosse il capo. Non è che la serata fosse iniziata nel migliore dei modi, la sua migliore amica era ubriaca  e lei non aveva ancora realizzato il sogno di ballare con il suo cavaliere! Sempre se quest'ultimo fosse venuto, visto che stava iniziando anche ad avere dubbi ...
Improvvisamente però, avvertì una presenza che aveva già imparato a riconoscere. Pitch si era materializzato alle sue spalle, come un'ombra.
"Non ci posso credere! - esclamò ella  - Pitch, sei proprio tu, sapevo che saresti venuto!"
"Avevi qualche dubbio forse?". Emma lo guardò con occhi sognanti, mentre le guance si coloravano di rosso.
"Oh cielo! - esclamò Selena - e lui chi è?!"
"E' la persona di cui ti parlavo" - disse nervosamente.
"Ma.. ma... ma... - balbettò - lui è.. è.. insomma...". La principessa non finì di parlare. Fu infatti colta da un inspiegabile sonnolenza, che la portò ad accasciarsi al suolo, vicino le piante. Emma si voltò a guardare Pitch, certo che fosse stato lui la causa.
"Ma perché l'hai fatto?" - domandò.
"Ci sarebbero state troppe cose da spiegare - disse - quando si sveglierà crederà che la causa sia stata l'alcol"
A quel punto Emma, sorridendo in modo raggiate, si avvicinò.
"Posso concederti un ballo?"
"Un ballo? - domandò scettico - io non so ballare, mai fatto"
"Ma come no? - domandò - è facile, posso insegnarti io". Pitch non sembrava molto convinto, tuttavia si lasciò prendere le mani che poggiò poi sui suoi fianchi. Emma gli portò le mani attorno al collo.
"D'accordo - sussurrò - adesso fa quello che faccio io". Sempre meno convinto, Pitch inziio a seguire i suoi passi. Man mano però che il tempo passava, iniziava ad abituarsi al corpo di Emma, al suo tocco, e al suo respiro addosso. Cercò di mantenere la sua mente lucida. Era un essere superiore dopotutto, non poteva permettersi di cedere a certe cose. Al contrario, Emma era stra felice e sentiva il proprio sentimento crescere ogni secondo che passava. Era come trovarsi dentro un libro delle favole, anzi, era addirittura meglio!
"Come fai a trovarmi sempre?" - sussurrò lei.
"Io so sempre dove ti trovi, da sempre"
"Da sempre? - domandò sorridendo - ma io ti conosco appena"
"Ed è qui che ti sbagli. Noi ci siamo già incontrati, molto tempo fa. Solo che non puoi ricordartelo"
"Penso che mi ricorderei di te, se ti avessi già conosciuto - disse facendo una giravolta e sorridendo - è assurdo però in effetti. Non ti conosco ma sento di conoscerti. Perché provo ciò?"
"Non saprei rispondere a questa domanda" - rispose serio. Emma a quel punto si avvicinò al suo viso, non riuscendo a resistere al bisogno di baciarlo. In quel momento tutti i nervi e le paure erano scivolate via.  Guardando quegli occhi, aveva l'impressione che non avrebbe più potuto farne a meno. Si avvicinò ancora. I loro respiri erano vicino, le loro labbra distanziavano solo qualche millimetro. Pitch rimase immobile. Non si aspettava che quel momento sarebbe arrivato così presto. Nonostante fosse proprio quello che voleva, per una attimo, desiderò di staccarsi, poiché sapeva le conseguenze che avrebbe portato quel bacio. E parallelamente però, non ci riusciva. Per la prima volta si sentì inerme, stretto tra le braccia di una semplice umana ...

 








 
N.DA
Sicuramente questa non sarà una festa noiosa XD ebbene, triangolo amorosi non solo per i figli, ma anche per i genitori! Ahi ahi, Jack e Kristoff quanto ne passerete, ma che gusto ci sarebbe altrimenti? XD
Il povero Helge è stato momentaneamente friendzonato, mentre Emma è sul punto di baciare Pitch.
Ebbene sì, proprio come Jack con Elsa, i due si conosco già da prima, ma questo lo spiegherò dopo u.u
Non andatevene, la festa non è certo finita :D

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Capitolo 5
*** L'ombra che veglia su di me ***



Fu solo un attimo, lo stesso attimo che avrebbe potuto cambiare tutto. Emma era, senza saperlo, ad un passo dal cedere all'oscurità. Ma era ancora troppo presto per lei. Questo Pitch lo sapeva bene. Per questo si scostò, per questo e per, incredibilmente, timore. Nel vedere quel suo gesto, la principessa lo guardò con gli occhi lucidi: che fosse stata troppo azzardata?
Pitch indietreggiò, a malincuore doveva ammetterlo.
"Mi spiace - sussurrò - devo andar via"
"Aspetta - rispose lei tendendo una mano - ho fatto qualcosa che non va?"
Pitch le voltò le spalle. Stava succedendo qualcosa. Perché stava esitando? Avere l'oscurità di quella ragazza era ciò che aveva bramato da tempo, proprio adesso che aveva avuto la possibilità, si era tirato indietro.
"Nulla - sussurrò, ripetendo poi - devo andare"
Prontamente la principessa la afferrò per un braccio. Un contatto che li fece fremere entrambi.
"Se non ti piaccio allora non tornare e non illudermi" - proclamò freddamente. Pitch si voltò a guardarla, abbastanza stralunato. Non aveva idea di cosa Emma stesse parlando, non capiva le sue parole. Stava parlando di cose che non conosceva ormai da tanto tempo. Fece per parlare, ma fu interrotto.
"Emma!"
Riconobbe immediatamente la voce di Jack.
"Maledetto Jack Frost - sussurrò - non posso lasciare che mi veda"
Senza aggiungere una parola, si dissolse nel buio così com'era arrivato. Emma allungò le braccia, come per afferrarlo, con il solo risultato di afferrare il buio. Re Jack si fece avanti, chiamandola.
"Emma, ma dov'eri finita? - domandò - ti ho cercato ovunque e... ma che è successo a Selena?"
"Ha esagerato con l'alcol" - sussurrò con lo sguardo vitreo.
"Accidenti, sarà meglio che cerchi di svegliarla - rispose sorreggendo l'altra principessa - ed è meglio rientrare anche per te"
La principessa rimase a fissare il vuoto. Non capiva cosa ci fosse che non andava.
Aveva le lacrime agli occhi. Era stata ad un passo dal suo primo bacio, ma forse aveva corso troppo, forse si era illusa troppo. Con la tristezza nel cuore, decise di rientrare al castello.

Alla festa intanto, la principessa Aurora stava ancora danzando con Adrian. Malgrado l'indisponenza di quest'ultimo, la principessa non si trovava affatto in difficoltà, anzi, si trovava molto bene a parlare con lui.
"Siete bravo - disse lei sorridendo - e scommetto che siete bravo anche con la caccia e con quelle attività che richiedono la forza. Avete mai combattuto?"
"Non ne ho avuto motivo, fortunatamente - rispose - ma se ci fosse una guerra, in quanto futuro re del mio regno, dovrei rpendere le armi e combattere. E' una cosa che fa molto onore"
"Ne sono certa - rispose - per quanto riguarda il mio futuro, tutto ciò a cui posso aspirare è sposare un buon partito, probabilmente di un altro regno. Ma non vorrei che fosse un matrimonio combinato. Vorrei... conoscere e innamorarmi di colui che diventerà mio marito"
"Un indole romantica, principessa" - rispose.
"Sono certa che anche voi lo siete, in fondo. Anzi, sono sicuro che nascondete molto più di quello che sembra"
Adrian fece un cenno con il capo, fissandola. In genere nessuna si soffermava a parlare troppo con lui, Aurora invece non si creava alcun problema.
"Emh, emh - disse ad un tratto qualcuno - scusate"
"Helge! - esclamò Aurora - principe Adrian, vorrei presentarvi il mio adorato cugino, il principe Helge, futuro Re di Arendelle"
"Sì, so bene chi è - rispose l'altro - finalmente abbiamo avuto l'occasione di parlare. Vostra cugina mi ha concesso un ballo. Conversare con lei è assolutamente brillante"
Helge assottigliò lo sguardo, stringendo più forte che poteva i pugni.
"Capisco. Sono d'accordo. Vi dispiacerebbe se ve la rubasso un attimo?"
"Assolutamente" - rispose l'altro facendosi indietro. Helge, a quel punto, prese per mano la principessa.
"Hey - sussurrò lei - tutto bene?"
"Più o meno. Avrei preferito che non mi abbandonassi per quello lì" - ammise chinando lo sguardo.
"Oh Helge - rise - non dirmi che sei geloso!"
"Non sono geloso! - esclamò - tendo solo a preoccuparmi molto. Dopotutto è normale!"
"Mio adorato cugino - sussurrò sorridendo, poggiando il viso sulla sua spalla - non devi avere timore. Non mi accadrà niente"
Il principe sospirò, poggiandole una mano dietro la schiena. Avrebbe voluto tenerla stretta a sé per sempre, ma non poteva e lo sapeva bene.

Passarono le ore, e finalmente arrivò il taglio della torta. Emma però pareva essersi estraniata da tutti i festeggiamenti. Se ne stava seduto in un angolo, con accanto Selena, ancora dormiente.
Era decisamente giù di corda.
"Umh - borbottò a quel punto Selena, tirandosi su - accidenti, che razza di dormita... ma che è successo? Ho come l'impressione di avere avuto un incubo. Emma?"
La principessa però non rispondeva. Il suo sguardo era completamente assente.
Nel frattempo, tutti i sudditi e gli invitati si erano avvicinati ai due festeggiati per far loro gli auguri. Kristoff era felice di vedere come Aurora fosse divenuta grande. Mentre applaudiva però, non potè fare a meno di guardare in direzione di Elizabeth. Quest'ultima la stava guardando di sotterfugio, sorridendo in modo un po'... strano, in un modo che lo mise in difficoltà, in realtà. Aveva avuto l'opportunità, quella sera, di fare la conoscenza della principessa, la quale si era dimostrata una donna più interessante di quel che sembrava.
"Oh, Kristoff! - esclamò Anna - non posso crederci, la nostra bambina è diventata grande!"
"Eh... e già" - rispose l'altro distrattamente.
"Oh - disse ad un tratto - ascolta, mi dispiase se questa sera sono stata un po' assente. Sai, non pensavo che la compagnia di Hans potesse essere così piacevole, nonostante tutto"
Kristoff cercò di non lasciar trapelare la gelosia dal suo sguardo. Non riusciva, dopo tutto quel tempo, a fidarsi totalmente di Hans... e infondo, aveva i suoi buoni motivi. Però era vero che anche lui aveva avuto modo di passare il tempo...
"Non fa niente - rispose - non sono arrabbiato"
La principessa Anna sorrise, stringendolo tra le sue braccia e baciandolo. Il biondo ricambiò volentieri. Tuttavia non poteva non sentire lo sguardo di Elizabeth su di sé.
Anche Jack ed Elsa sembravano molto felici mentre stavano insieme e si stringevano a vicenda. Ad un tratto però, Rapunzel si insinuò tra i due.
"E' stata davvero una bella serata! - esclamò ella - e tuo marito, Elsa, è davvero molto simpatico, l'ho potuto costatare quando abbiamo danzato insieme!"
"Oh, davvero? - domandò sorpresa - bene, mi fa molto piacere che abbiate avuto modo di fare amicizia"
"Fa piacere anche a me! - esclamò - sento che andremo molto d'accordo"
"Lo penso anche io, Rapunzel" - rispose Jack. Elsa si sforzò di sorridere, tuttavia iniziava a sentirsi un po' esclusa da quella conversazione. Sarebbe stato stupido essere gelosa. Rapunzel era sua cugina, e Jack era suo marito. Era impensabile il formulare certi pensieri!

La festa finì del tutto che erano ormai le due inoltrate. I membri della famiglia reale e gli ospiti andarono a coricarsi, così come i più giovani.
Emma si era infilata nel proprio letto, senza riuscire subito a dormire. Stringeva tra le mani la sua rosa nera intrisa di oscurità, con gli occhi spalancati. Nella sua mente, le continue immagini di quel bacio mancato.
Alla fine però, la stanchezza la costrinse a cedere. Scivolò in un sogno...

Molti anni prima ...

Emma aveva sette anni ed era la principessa più felice del mondo. Era dotata di una straordinaria magia di luce, bianca e pura come la neve. Tuttavia, la sua famiglia tendeva ad essere molto protettiva nei suoi confronti. Inoltre, essa trovava che alcuni atteggiamenti della bambina fossero un po', come dire... inquietanti. Emma era allegra, ma talvolta diceva cose strane, sul fatto di avvertire una presenza o cose del genere. Poichè i bambini erano soliti però, a dire certe cose, nessuno ci faceva caso più di tanto.
Ciò che però nessuno sapeva, era che in realtà Emma sentiva davvero qualcosa. Lo chiamava il suo "amico immaginario", amico con cui parlava ma che non aveva mai visto. E gli sarebbe tanto piaciuto conoscerlo!
Accadde un pomeriggio piovoso. La principessa non amava la pioggia, poiché non poteva andare fuori a giocare. La cosa positiva era che, grazie alla sua fantasia, inventava dei giochi da poter fare, anche da sola. Nell'ombra della sua camera, la principessa si perdeva ore e ore a inventare storie fantastiche, che prendevano spunto dalle favole che leggeva.  Quella volta le capitò di guardare allo specchio. Rimase molto sorpresa di vedere una figura rispecchiata in quest'ultimo, dopotutto nella camera, oltre lei, non vi era nessuno. Qualsiasi altra bambina si sarebbe spaventata, ma lei era diverse, lei era l'oscurità, solo che non lo sapeva ancora.
Per questo, curiosa come non mai, si avvicinò.
"Hey - chiamò - e tu chi sei?". Sperò tanto di ricevere una risposta.
"Sono quello che tu chiami il tuo "amico immaginario". E' con me che parlo ogni volta"
"Davvero? - domandò sorridendo - sei proprio tu! Non ti eri mai fatto vedere! Sei diverso da come ti immaginavo... sei buffo"
"Buffo io? - domandò - incredibile, di solito i bambini hanno paura di me"
"Come posso avere paura di te, sei mio amico! - esclamò, voltando poi il capo e rendendosi conto che il suo "amico immaginario" le fosse proprio accanto - tu sei magico come me?"
"Sono magico sì. Il mio potere è molto oscuro. Sono uno di quelli che definiresti "cattivo" "
Emma lo guardò con gli occhi lucidi, scuotendo poi il capo.
"No - rispose sorridendo - non puoi essere cattivo, altrimenti mi avresti già fatto del male"
"Non posso farti del male, visto l'immenso potere che hai - sussurrò inginocchiandosi e guardandola negli occhi  - tu non lo sai Emma, ma è da quando eri solo una neonata che la mia ombra veglia su di te. Non mi sono mai fatto vedere da nessuno, ma tu hai sempre saputo che c'era. Hai sempre avvertito la mia presenza"
"Davvero sei qui con me da quando ero piccola? - domandò - ma perchè? Cos'è che vuoi da me?"
Lui le portò una mano sulla testa, accarezzandola.
"Il tuo potere, Emma". La piccola principessa ovviamente non capì, ne scorse il suo tono maligno. Per lei quell'ombra non era malvagia, anzi.
"Io controllo il ghiaccio" - rispose.
"Il tuo potere è molto più forte di quello che sembra. Per questo mi serve"
"Allora prometto che te ne darò un po' emh... ma ce l'hai un nome?"
"Pitch Black - rispose - anche conosciuto come l'"Uomo Nero" " 
Emma sorrise, memorizzando quel nome che presto avrebbe dimenticato.
Allungò una mano verso la sua, afferrandola.
"Piacere di conoscerti, Pitch" - rispose la bambina sorridendo. Pitch rimase interdetto. Emma era davvero una bambina speciale. Non lo temeva.
Non sapeva però se ciò fosse un bene o un male.


Emma si svegliò con un lungo sospiro. Il cuore le batteva a mille, e quando si guardò intorno, si rese conto che doveva essere mattino, a giudicare dalle luci che filtravano le finestre.
Quello non era stato un sogno e neanche un incubo... sembrava più che altro un ricordo... un ricordo che non sapeva di avere.
Si portò le mani sul cuore, cercando di regolare il proprio battito. Che cosa voleva dire tutto ciò? La sua mente voleva giocarle strani scherzi?
Non ne aveva idea, ma una cosa era certa, doveva trovare delle risposte.


 





 
N.D.A
Signore e signori ecco che il destino si ripete! Pitch è sempre stato accanto ad Emma, sin dalla più tenera età, come un'ombra (cosa piuttosto inquietante direi). La loro storia è molto simile a quella di Jack ed Elsa.
Ma Emma è convinta di voler trovare subito delle risposte.
Per quanto riguarda le nostre coppie, che intenzioni avrà Elizabeth con Kirstoff, con quegli sguardi che gli lancia?
E Rapunzel con Jack?
Beuatiful in confronto non è niente ahahah

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Capitolo 6
*** Ad un passo da ... ***






Il risveglio era stato più movimentato del solito vista la quantità di ospiti che si era fermato per la notte e che si sarebbe fermato anche per i giorni successivi.
A tavola vi era infatti un grande brusio di chiacchiere.
"Oh, Selena - disse Hans - sono molto deluso dal tuo comportamento. Eppure sai che non dovresti fare certe cose..."
"L'ho già detto, mi dispiace - si lamentò portandosi le mani sulla testa - volevo solo lasciarmi un po' andare"
Mentre padre e figlia parlavano, Elizabeth fissava spudoratamente Kristoff. Quest'ultimo se n'era accorto, per questo preferiva tenere lo sguardo basso, stava iniziando a sentirsi vagamente inquieto. Da sotto il tavolo, cercò la mano di Anna, che afferrò poi molto saldamente, come a voler cercare una rassicurazione.
"Kristoff, tesoro, è tutto apposto?"- domandò sorpresa.
"Sì - rispose sorridendo nervosamente - ma certo". 
Stava mentendo spudoratamente: non andava tutto bene, per niente.
Accanto a lui, Jack si trovava nella sua stessa situazione, solo che non se ne rendeva conto. Rapunzel parlava e stra parlava, era come se stesse cercando di attirare tutte le attenzioni su di sé. Elsa sapeva di quel suo lato del carattere, anche da bambina era stata così, ma il fatto che facesse così con Jack, non la faceva stare per niente tranquilla. E non la faceva stare tranquilla neanche il fatto che sembrasse continuamente sminuirla. Le sue battute e le sue frecciatine erano infatte taglienti, pronunciate sì in modo scherzoso, ma sicuramente con un fondo di verità. E la regina cercava di ridere, anche se la sua risata era qualcosa di estremamente forzato. Cosa le stava succedendo?
Si sentiva nervosa nel vederli parlare. Era gelosa. Rapunezl era sposata e lo sapeva bene... ma il modo in cui lo guardava!
Ad un certo punto non resse più. Decise di alzarsi.
"Elsa, ma dove vai?" - domandò Jack.
"Io ho... mi sono ricordata che ho qualcosa di urgente da fare" - cercò di mentire.
"Qualsiasi cosa sia, posso anche farla io"
"No, no, davvero, non ha importanza. Tu rimani pure qui, non badate alla mia assenza"
Sul suo viso vi era una finta espressione cordiale. In realtà, se avesse potuto,si sarebbe lasciata andare alla frustrazione, ma sapeva cosa questo avrebbe comportato. Così si allontanò. Mentre faceva ciò, incrociò Emma, in ritardo come sempre.
"Buongiorno madre - salutò - ma cos'hai? Sei strana in viso"
"Nulla, tesoro, non ho nulla" - la rassicurò.
"D'accordo - disse contorcendosi le mani - allora,  se davvero non hai nulla, potresti prendere del tempo per ascoltarmi?"
Elsa la guardò intensamente. Sua figlia teneva lo sguardo basso, era chiaro che avesse qualcosa di molto importante di rivelarle.
Intanto, seduti al tavolo, i quattro giovani conversavano. Si stava instaurando una bella complicità tra Aurora e Adrian e ciò non faceva per nulla piacere ad Helge.
"Ditemi principe Adrian, come passate le giornate al vostro castello?" - sussurrò la principessa con fare sognante.
"Vado a caccia, oppure mi alleno. Con i miei amici simuliamo dei veri e propri combattimenti, simili a quelli medievali"
"Ah intendete quelli con le spade, a cavallo - disse Helge - sì, lo faccio anche io alle volte". Aurora guardò il cugino, inarcando un sopracciglio: lui non aveva mai fatto nulla di tutto ciò!
"Davvero? - domandò interessato Adrian - questo mi sorprende, non avrei mai pensato che un tipo gracile come voi fosse in grado"
A quel punto Helge  si tirò su, abbastanza indispettito. Non gli piaceva essere preso in giro, soprattutto non davanti ad Aurora. Quella sarebbe stata una buona occasione per farsi bello ai suoi occhi.
"Se è così allora, voglio sfidarvi - disse il principe - senza protezione, chi perde muore... o al massimo viene ferito"
"Mmh - fece Adrian - d'accordo. Accetto la sfida"
"Helge! - esclamò la cugina - potrebbe essere pericoloso!"
"Non preoccuparti - disse con fare rassicurante - non perderò"
In realtà la sua era tutta una facciata. Non era bravo a maneggiare una spada, era bravo con la magia, ma sembrava che quest'ultima non potesse tornargli utile in quel momento. Si era cacciato in un bel guaio...

Elsa ed Emma si erano allontanate da tutti, in modo che potessero parlare indisturbate.
"Allora, Emma - domandò la prima - qual'è il problema?". La seconda si contorse ancora le mani. Non sapeva se confidarsi o no fosse una buona idea, ma sapeva che sua madre fosse l'unica persona che potesse capirla!
"Stavo solo pensando... a quando mi hai raccontato a come tu e papà vi siete conosciuti... tu.. inizialmente non sapevi chi lui fosse, vero?"
"Assolutamente - rispose - è stato grazie a dei sogni che ho fatto che ho scoperto di conoscerlo da sempre. Era stato lui a cancellarmi i ricordi. Mi ci è voluto un po' per rimettere tutti i pezzi assieme, ma alla fine ce l'ho fatta"
"E... a me non potrebbe succedere lo stesso?" - domandò. Elsa strabuzzò gli occhi, non capendo cosa volesse dire.
"Non vedo come sia possibile - rispose - tuo padre era un guardiano, uno spirito. A meno che tu non faccia un incontro del genere... mi sembra molto improbabile"
Quelle parole colpirono molto la principessa. Ma certo, perché non aveva pensato prima a quella possibilità? Magari Pitch non era umano. Così tutto, anche il suo sogno, avrebbe avuto senso.
"D'accordo, ho capito - rispose sollevandosi - grazie per avermi ascoltato madre. Adesso che quello che devo fare!"
"Oh, emh... prego..."  - domandò sempre più allibita, ma contenta di essere tornata utile alla principessa. Quando la figlia se ne andò, Elsa si lasciò andare ad un triste sospiro. Le cose non stavano andando esattamente come si aspettava.
"Regina Elsa?"- la chiamò ad un tratto qualcuno. Elsa si rese presto conto che ad averla chiamate era stata Eugene, il marito di Rapunzel.
"Eugene, emh, salve... cosa fate qui?"
"Nulla, è che vi ho visto andare via e temevo ci fosse qualcosa che non andava" - disse avvicinandosi.
"Oh... siete gentile, ma... non c'è nulla, davvero"
"Non mentite, vi prego. E' per Rapunzel, vero? Guardate che anche io mi accorgo delle attenzioni che gli da"
La regina sbuffò.
"E che è sempre stato così - confessò - lei era sempre quella che voleva stare al centro dell'attenzione... vedo che non è cambiata"
"No, posso assicurarvelo, non è cambiata"
"E voi? - domandò - voi non siete geloso?"
"Rapunzel ha dei comportamenti strani, ma lo conosco bene e so per certo che non farebbe nulla di avventato, soprattutto non a voi!"
Forse aveva ragione. Perché Rapunzel avrebbe dovuto tradire lo splendido marito che si ritrovava?
"Grazie Eugene - disse a voce bassa - avevo bisogno di sentirmelo dire"
Lui le si avvicinò, facendole il baciamano.
"Quando volete, sempre a disposizione" - sussurrò. Elsa dovette ammetterlo, quell'uomo aveva un certo fascino. Ma aveva cose più importanti a cui pensare... come per esempio cercare di mantenere stabile il suo matrimonio.

Quella mattina Emma era più energica delle altre volte, forse a causa delle mole di domande che avrebbe voluto fare a Pitch. Corse così tanto che alla fine, quando arrivò, dovette fare dei lunghi respiri profondi.
"Pitch! - chiamò ad alta voce - Pitch, dove sei?"
"Non gridare così forte il mio nome" - disse una voce alle sue spalle, con aria di rimprovero. Quando la principessa si voltò, il suo cuore prese a battere all'impazzata. La sera precedente non si erano lasciati proprio nel migliore dei modi... ed erano anche stati sul punto di baciarsi!
"Io, ecco... emh... ti devo parlare! - esclamò - questa notte ho fatto un sogno strano. C'ero io e c'eri tu... più che un sogno sembrava un ricordo! Sei proprio sicuro che, magari, non ci conosciamo già? Ne sai qualcosa?"
Pitch a quel punto si avvicinò con aria inquietante.
"In realtà sono io la causa dei tuoi sogni, e di tutti i tuoi incubi. E anche delle tue paralisi notturne. Sono sempre stato io. Quella sensazione di braccia che ti tenevano stretta... ero io. Per questo non ti dispiaceva..."
La principessa sentì di tremare profondamente ad ogni sua parola.
"Tu... tu? - sussurrò - allora tu... sei un guardiano?"
L'altro sorrise amaramente.
"Oh no. Non lo sono. Io e i guardiani siamo come il sole e la luna, la luce e l'oscurità... Però sono uno spirito... proprio come loro"
"Allora il mio sogno è vero. Io e tu ci siamo già incontrati. Perché non riesco a ricordarmi?"
"Perché i tuoi ricordi li ho io. Li ho presi molto tempo fa, cancellando dalla tua mente ogni traccia della mia esistenza"
"Perchè l'hai fatto?" - domandò. Pitch a quel punto distolse lo sguardo.
"Vuoi sapere troppo, Emma. Se te li ho tolti è evidente che non voglio che ti ricordi di me"
"Ma io voglio ricordarmi di te! - esclamò - ti prego, restituiscimeli!"
"Mi odierai, dopo"
"Non lo farò! - esclamò - io non ti odierei mai. Ti prego... ti supplico" - sussurrò.
Pitch era convinto che non avrebbe ceduto. Ma in realtà si era sbagliato di grosso. E poi forse, glielo doveva, dopotutto.
Sospirò, facendole segno di avvicinarsi. Adesso avrebbe ricordato tutto... proprio tutto.

Le cose stavano sfuggendo di mano a Kristoff, e non sapeva perché. Sentiva di essere completamente in balìa di quella donna, che con molta disinvoltura gli stava facendo capire le sue intenzioni.
Assurdo!
Lui era sposato, lo erano entrambi. Amava Anna e assolutamente non voleva avere avere problemi, il suo matrimonio era sempre stato così tranquillo.
"D'accordo Kristoff, pensa, pensa - si disse, passeggiando nervosamente  - devi solo parlarle e spiegarle che non hai alcuna intenzione di tradire Anna. Ma certo, è facile!"
"Principe Kristoff, siete un po' agitato o sbaglio?"
Quasi ci mancò poco che il principe cadesse a terra. Elizabeth lo innervosiva, con i suoi modi di fare sensuali e quello sguardo da predatrice.
"Emh... amh, no, no è tutto apposto... davvero..."
Nell'udire ciò, la principessa si avvicinò, forse di troppo, al suo viso.
"Siete bollente in viso - costatò - sicuro che non abbiate la febbre?"
"Sono molto, molto sicuro" - rispose nervoso.
"In caso contrario, non mi dispiacerebbe calmare i vostri... bollori" - sussurrò poggiandogli una mano sul petto e avvicinandosi ancora. Kristoff era in trappola, letteralmente con le spalle al muro. Doveva muoversi, andarsene immediatamente prima che accadesse l'irrimediabile!

Anche Rapunzel ne stava combinando una delle sue. Quatta come un gatto, era arrivata alla camera da letto dei due coniugi. Jack si era infatti ritirato nelle sue stanze circa un'ora prima, dicendo di avere delle cose da fare.
E che cose! Il re si Arendelle stava dormendo beatamente nel suo letto, come un bambino. Data la porta semi aperta, per Rapunzel fu facile scorgerlo. Sorrise divertita. Chissà, magari sarebbe potuta entrare... per qualche minuto ...





 
N.D.A
Sono decisamente una cattiva persona che ha lasciato tipo tanti conti in sospeso xD Partendo dal basso, con Kristoff che sta per essere "divorato" e Jack, che se non sta attento, viene violentato XD (E sono gelosa di ciò, lui è mio e di Elsa, quindi biondina, fatti in là u.u)
Emma ha scoperto una parte di verità... e adesso scorprirà l'altra parte o.o Perché Pitch non vuole che si ricordi di lui?
E chi vincerà la sfida tra Helge ed Adrian...?
Dai,, un poì di suspense non fa mai male XP 

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Capitolo 7
*** Ricordi segregati nell'ombra ***




Emma vide arrivare la mano di Pitch sul suo viso. Era bastato solo quel gesto per far sì che i ricordi prendessero a riempirle la mente, veloci, numerosi, un susseguirsi di immagini...

La principessa aveva trovato il suo amico immaginario. Un amico un po' diverso da quello che di solito i bambini creano con la fantasia: egli era ombroso, inquietante e soprattutto non sorrideva mai. Ad Emma però piaceva proprio per questo: il suo essere così diverso, così unico, la affascinava. Per lei era l'amico perfetto da avere accanto. Ciò che però non sapeva, era che ci fosse un motivo ben preciso se Pitch aveva deciso di mostrarsi: ciò aveva a che fare con il potere oscuro che aveva dentro sé ma di cui era ignara. Era quello che Pitch bramava. Non aveva visto un potere così grande dai Tempi Bui, e quella sarebbe stata una buona occasione per accrescere il suo potere. Tuttavia c'era qualcosa che non aveva programmato : Emma, con i suoi modi di fare sinceri e trasparenti, era stata in grado di scalfire quel suo gelido cuore. Era proprio così. L'uomo nero, che di solito spaventava i bambini nel buio, si era ritrovato a voler bene ad una di loro.
Lei però era speciale, lo sapeva bene, perchè avevano lo stesso potere, la stessa indole e anche lo stesso cuore. 
Ciò però non doveva assolutamente interferire con le sue intenzioni. Doveva prendere quel potere. Era questo quello che pensava mentre guardava la principessina intenta a giocare. Quest'ultima infatti, aveva sempre tentato invano di trascinarlo nei suoi giochi, ma non c'era mai riuscita.
Pitch si trovava con lei da troppo tempo. Non solo l'aveva vista crescere, ma adesso le si era anche affezionato e ciò era inammissibile!
Cos', con il suo solito fare inquietante si sollevò, andandole incontro
"Pitch?" - lo chiamò la bambina sollevando lo sguardo e incrociando i suoi occhi, più strani del solito.
"Emma - la chiamò a sua volta - la prima volta che incontrammo mi dicesti di non provare paura verso i miei confronti"
"E' ancora così infatti! - esclamò sorridendo - tu sei mio amico!"
"Avresti paura di me se ti dicessi che potrei farti molto male?"
Emma inarcò un sopracciglio.
"Ma perchè dovresti farmi male?"
Pitch sospirò rumorosamente.
"Io sono Pitch Black, faccio male ai bambini per natura. Ma tu, tu sei particolare. Tu possiedi un potere oscuro molto simile al mio. Il tuo cuore è oscuro come il mio. La tua magia di luce è finzione, illusione, nulla più..."
La principessa batté le ciglia, perplessa.
"Stai cercando di dirmi che in realtà sono cattiva?"
"Non ancora. Ma potresti diventarlo se fossi in grado di liberare la tua magia. Sono sicuro che però non ti servirà a nulla. Per questo voglio prenderla io" - disse poi tendendo una mano verso di lei. A quel punto per Emma fu istintivo indietreggiare.
"Che... che vuoi fare?" - domandò. Pitch cercò di ignorare il suo sguardo, quegli occhi che, lo sapeva, lo avrebbero tormentato a vita. 
Era facile, non doveva fare altro che assorbire il suo potere. Un solo gesto e allora si sarebbe risolto tutto. Ma perchè non ci riusciva?
Perché lui, la reincarnazione vivente del male? Non riusciva a fare nulla di così facile? Emma lo guardò ancora, scorgendo la difficoltà nei suoi occhi.
"Pitch?" - lo chiamò ancora. A quel punto fu troppo. Pitch la colpì, ma non per estrarre il suo potere, bensì i suoi ricordi. Non era andata come aveva previsto. Per la prima volta il suo cuoe aveva conosciuto un minimo di umanità e amore,e  ciò aveva rovinato tutto. Non voleva che Emma lo ricordasse così, per questo decise che sarebbe stato meglio cancellare tutto ciò che c'era stato, come se non si fossero mai conosciuti.
Alla fine, la principessa cadde in un sonno profondo. Pitch la guardò a lungo. Avrebbe continuato sempre a vegliare su di lei, come un'ombra, finchè non sarebbe venuto il giorno in cui sarebbe stato in grado di portare a termine il suo compito. L'avrebbe vista crescere, divenire grande e bella, senza che Emma sapesse. 
E così fu...


La ragazza cadde in ginocchio dopo quella che era stata una lunga visione. Tremava, era sconvolta, per ciò che aveva visto e udito. Pitch ci era sempre stato, aveva vegliato su di lei come una sorta di angelo custode... anzi, di angelo oscuro. Ma non era quella la cosa più sconvolgente: la cosa più sconvolgente era stato scoprire il suo vero potere, oscuro, non di luce come tutti si ostinavano a farle credere. Perché i suoi genitori non le avevano detto nulla?
Perché era stata cresciuta nella menzogna? Troppe domande le affollavano la mente, domande a cui non sapeva trovare risposta.
Si era resa conto di non conoscersi accanto. Si era resa conto di quanto quei ricordi dimenticati la facessero star male. Sollevò lo sguardo, vedendo Pitch che la fissava.
"Io - sussurrò - io... per tutto questo tempo... ho creduto di essere diversa. O creduto che tu fossi diverso... ed invece..."
"Invece siamo tutti e due uguali" 
"No. Non può essere vero. Non possono avermelo tenuto nascosto... mia madre... mio padre..."
"Ah, sì, il caro Jack Frost. Colui che ha incatenato, insieme agli altri guardiani, me e la mia oscurità. Tutto quello a cui hai creduto è stata un illusione. Tu non sei una principessa che brilla di luce ed io non sono un angelo dalle ali bianche. Sono l'ombra nera che vuole divenire immortale - sussurrò poi, avvicinandosi al suo viso - e questa volta, mi prenderò ciò che voglio, senza commettere l'errore della volta precedente"
Emma annaspò, avvertendo per la prima volta quell'emozione chiamata paura. 

Kristoff stava pregando silenziosamente che qualcuno venisse a salvarlo. Non voleva cadere vittima del fascino di Elizabeth, non voleva essere messo alla prova, voleva solo essere lasciato in pace!
"Elizabeth, vi prego - sussurrò - non mi sembra il caso. Voglio dire, siamo entrambi sposati... e per quel che mi riguarda amo molto mia moglie!"
"Oh, siete anche un tipo romantico, che cosa meravigliosa - sussurrò - adoro il romanticismo"
Il biondo ci stava capendo sempre meno. Insomma, il matrimonio tra lei e Hans sembrava abbastanza felice, che motivo aveva di fargli quelle avance?
Fortunatamente, le sue silenziose preghiere vennero ben presto ascoltate.
Anna fece il suo ingresso in corridoio, sorprendendosi di trovare quei due così vicini.
"Emh, emh - fece sgranchendosi la voce - scusate, vi disturbo?"
"Anna! - la chiamò Kristoff con fare molto sollevato - non sai quanto sono felice di vederti!"
"Principessa Anna - disse Elizabeth con un sorriso decisamente falsa - stavo giusto parlando con vostro marito di voi"
"Davvero?" - domandò sorpresa.
"Sì. Mi ha detto quanto il vostro matrimonio sia meraviglioso. E' davvero splendido vedere una coppia che si ama. Se fossi al vostro posto, me lo terrei stretto. Adesso però vi lascio da soli"
Nel dire ciò Elizabeth si allontanò. Tuttavia Anna intuì facilmente quella che le era sembrata una frecciatina. Si voltò poi a guardare il marito, il quale le stava sorridendo nervosamente.
"Che strano, non pensavo avresti mai legato con quella donna, dopotutto è la moglie di Hans"
"Già - disse deglutendo nervosamente - neanche io?"
"Che ti succede, mio caro Kristoff? - domandò andandogli vicino - ti vedo un po' nervoso ultimamente"
Il biondo a quel punto fu colto dal panico. Non voleva che Anna si preoccupasse, né voleva mandare all'aria il suo matrimonio per colpa delle avance di un'altra.
Fu per lui istintivo afferrarla ed attirarla a sé.
"Non c'è nulla che non vada - disse guardandola negli occhi - anzi, una cosa c'è: ho un serio bisogno di baciarti"
Anna rimase sorpresa da tanta audacia da parte dell'altro, ma si lasciò baciare volentieri, gesto che poi ricambiò. Non ci volle molto prima che il bacio divenisse qualcosa di passionale, tant'è che i due coniugi si lasciarono andare completamente, una volta chiusi nella propria camera da letto.

Anche Rapunzel si era insinuata in una camera, ma non la sua, bensì quella della cugina e del marito. Quest'ultimo dormiva beato, sembrava quasi un bambino!
Nel vederlo, la bionda non potè fare a meno di pensare che fosse adorabile, anche se era convinta che sotto le lenzuola, Jack dovesse essere molto passionale. Si avvicinò, fino ad appoggiarsi con le ginocchia sul materasso.
A quel punto il re mosse una mano, come se stesse cercando qualcosa.
"Elsa? - domandò - Elsa sei tu?"
Rapunzel rise divertita. Che male ci sarebbe stato a fingersi la cugina per un po'?
"Sì - sussurrò - sono io Jack"
"Sei venuta a farmi visita vedo - disse, dimostrando di essere pienamente nel dormiveglia - avanti, vieni qui con me"
Quando la bionda si sentì afferrare per un braccio, non oppose resistenza. Si lasciò trascinare accanto a lui e si lasciò stringere da quelle braccia.

Nei giardini in tanto, era stato allestito un vero e proprio palcoscenico da combattimento medievale. Adrian ed Helge avevano indossato le armature, mentre Selena e Aurora li osservavano. 
Il principe sapeva di essere in un bel guaio: non era per niente bravo a combattere, al contrario di Adrian! Quest'ultimo infatti sembrava abbastanza minaccioso.
Non aveva però tempo di avere paura. Non voleva fare la figura dello stupido davanti ad Aurora, non di nuovo almeno. Doveva farle capire che anche lui era forte e che, se voleva, poteva essere in grado di proteggerla.
"Spero abbiate detto le vostre ultime preghiere, principe Helge - disse Adrian- perché non ci andrò leggero"
"Tsk, e nemmeno io! - esclamò sguainando la spada - forza, fatti avanti!"
Mentre i due cominciavano a sfidarsi, Aurora li guardava con fare preoccupato. Sapeva quanto il cugino fosse negato in quel genere di cose, che gli era saltato in mente? Come lei, anche Selena pareva abbastanza preoccupata, nonostante non ne avesse motivo: Adrian era forte ed era evidente. Se solo le avesse aperto il suo cuore, allora sì che sarebbe stato più facile
Nonostante quella dei due principi fosse una sfida amichevole, non ci andarono giù leggero. Adrian infatti aveva le stesse abilità e la stessa velocità di un soldato. Helge, che era molto più fragile, faticava a stargli dietro, ma nonostante l'immensa fatica che aveva addosso, era intenzionato a non perdere.
Voleva essere il migliore per quella volta, sapendo che Aurora lo stesse guardando.
Nel momento in cui si distrasse però, Adrian gli fece scivolare la spada di dosso. Adesso era completamente disarmato.
"Non va bene - disse l'altro, puntandogli la spada contro - come farete difendervi adesso?"
Helge corrugò la fronte. Forse essere piccoli di statura non era poi una brutta cosa. Grazie a ciò infatti, fu abbastanza abile dallo scostarsi dalla sua presa e afferrare l'arma che gli era precedentemente caduta.
"Questo non avreste potuto farlo, vero?" - domandò sorridendo. Adrian però si inviperì maggiormente. Puntandogli la spada contro la gola, a debita distanza ovviamente.
"Forse fareste meglio ad arrendervi, prima che vi facciate male"
Quella frase fu per Helge quasi una sorta di sfida. Si scostò, indietreggiando. Il suo sguardo era uno di quelli che non avrebbe permesso altro.
Entrambi si puntarono, correndosi incontro. Aurora e Selena li guardarono, con il fiato sospeso... e poi.
"AH!"
Un lamento fuoriuscì dalle labbra di ambedue i principi. Si erano colpiti tutti e due, ad una spalla, con il risultato di cadere al suolo, con un pareggio.
"Accidenti! - esclamò Aurora correndo incontro al cugino - Helge, Helge, stai bene?"
Il principe si portò una mano sulla spalla, cercando di tamponare il sangue.
"Sì... ah... sto bene..." - biascicò. In realtà l'umiliazione che stava provando lo faceva sentire malissimo. Non aveva perso sì, ma non aveva neanche vinto!
Helge però non sospettava ancora quanto quella situazione gli sarebbe tornata utile... in seguito...

Jack era sparito già da un po'. Malgrado ciò, Elsa non era preoccupata. Sapeva fin troppo bene dove trovarlo: a dormire come un bambino!
Dopo tutti quegli anni, l'ex guardiano non si era ancora abituato alla vita da re e quando poteva trovava un occasione per sfuggire via dai suoi impegni, magari per riposare.
La regina aprì la parte della propria camera, sorridendo nel vedere l'altro dormire così beatamente. Dopo tutta la tensione accumulata, la cosa migliore sarebbe stata lasciarsi andare ad un po' di passione. Si avvicinò, accarezzandogli la testa con una mano.
"Jack, tesoro mio, sono io - sussurrò - non dovresti dormire così tanto... Coraggio, giochiamo un po'..."
Afferrò un lembo della coperta. Non l'avesse mai fatto. La visione che le si presentò davanti, la costrinse a gettare fuori un urlo:
"AAAAAH!"


 



 
N.D.A
Ahi ahi, la povera Emma ha visto la sua favola infrangersi :( Ha scoperto la verità sia su di lei che su Pitch, e a quanto pare quest'ultimo sembra determinato a prendere il suo potere... riucirà a farcela o verrà fermato da magari, non so, dal potere dell'amore? XP
Lo scontro fra Helge e Adrian è finito in un pareggio... sarà questa un'occasione per avvicinarsi a Selena e Aurora U.U
Kristoff è stato salvato al novantesimo, ma temo che Jack non avrà la stesso fortuna... come reagirà Elsa?

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Capitolo 8
*** Addio! ***





Un fastidioso tic all'occhio prese a disturbare Elsa. Al suo urlo, Jack era letteralmente sussultato per aria, con Rapunzel attaccato al collo.
Ancora terribilmente addormentato, l'albino si guardò intorno spaesato.
"Cosa? - domandò agitato - che succede?"
Solo dopo l'albino si rese conto di come la bionda ragazza fosse a lui avvinghiato. In quel momento fu in grado di intuire ciò che la moglie aveva potuto pensare.
"Che-che-che? - domandò poi - che succede?"
"Questo dovrei chiederlo io! - esclamò furiosa - Jack e Rapunzel, cosa diamine state facendo?"
Molto tranquillamente, Rapunzel sbadigliò, senza staccarsi dal re.
"Oh, ciao cara cugina - salutò - scusa, e che mi era venuto sonno "
"E hai pensato bene di infilarti nel letto con mio marito? E tu non hai fatto nulla per fermarlo?"
"Non mi sono accorta di niente, pensavo fossi tu!"
"Certo, bella scusa! - esclamò facendogli segno con la mano di fermarsi - pregate che non vi congeli all'istante!"
"Suvvia Elsa, non prendertela con Jack - disse poi la bionda - dopotutto sono stata io. Ti assicuro che non è successo nulla. Che succede, non ti fidi forse?"
Elsa assottigliò lo sguardo, per nulla convinta dall'espressione della bionda. Di Jack si fidava eccome, ma di lei?  A quanto pare non c'era molto da potersi fidare. Era sempre andata d'accordo con sua cugina, ma adesso che di mezzo c'era il suo matrimonio, Elsa era determinata ad averla vinta. Afferrò Jack con possessività, trascinandolo dietro di sé. Dopodiché si avvicinò alla bionda.
"Ringrazia il fatto che non dirò nulla a Eugene. Sai com'è, non amo rovinare i matrimoni altrui. E direi che sarebbe meglio che ognuno rimanesse al proprio posto"
Rapunzel ricambiò tranquillamente lo sguardo.
"Sono d'accordo" - rispose sorridendo, non badando a quella frecciatina. Dopodichè se ne andò, lasciando i due coniugi da soli. Jack era rimasto interdetto. Non si era accorto di nulla, e se avesse potuto avrebbe evitato quella situazione imbarazzante. Non capiva il perché Rapunzel si comportasse in quel modo, ma sapeva che quel modo di fare stava mettendo a dura prova la pazienza di Elsa. A quest'ultima infatti tremavano le mani, era chiaro quanto si stesse trattenendo.
"Emh... Elsa?" - domandò. La regina si voltò, con un sorriso chiaramente falso sul volto.
"E' tutto apposto, Jack. Mi auguro che la prossima volta, tu sappia difenderti a dovere"
Due semplici frasi, fredde come il ghiaccio. Jack aveva conosciuto quella freddezza parecchi anni prima, e il rivederla lo faceva rabbrividire.
Forse sarebbe stato meglio chiarire le cose con Rapunzel, una volta per tutte...

Emma era rimasta in ginocchio, senza il coraggio di guardare. In un attimo, tutto ciò in cui aveva creduto era stato spazzato via. Pitch non era chi realmente credeva, lei non era sé stessa. Una parte di sé, forse la più importante, era avvolta l'oscurità.
Lei era l'oscurità. E come se non bastasse, colui che sentiva di amare, per la prima volta in vita sua, non aveva fatto altro che ingannarla, per arrivare ad ucciderla. Voleva provare a reagire, usare quella magia di luce in cui per il momento non riuscita a credere. Ma era letteralmente atterrita.
Pitch fu un passò dallo sfiorarla. Eppure, proprio quando fu da un passo dal farla sua, il dubbio che si era in lui insinuato tanti anni prima, prese in lui il sopravvento.
Non le aveva cancellato i ricordi per far sì che fosse una preda più facile, lo aveva fatto perché non voleva che lei lo ricordasse così. Ma adesso era risultato tutto inutile. Perché per la seconda volta, Pitch Black si stava ritrovando in balìa di sentimenti troppo umani. Amore, compassione, tenerezza, non erano cose che addicevano ad uno come lui. Eppure sentiva di non poter fare un altro passo.
Si fermò. Emma avvertì l'aria immobilizzarsi. Lentamente alzò lo sguardo, fino ad incrociare gli occhi disperati di Pitch.
"Maledizione! - esclamò indietreggiando - perchè? Perché mi stai facendo tutto ciò? Io... io non dovrei provare quello che provo, non dovrei avere difficoltà nell'ucciderti. Ed invece non ci riesco!"
Lo sfogo di quello spirito oscuro sembrava così umano, tant'è che la principessa raccolse il coraggio per avvicinarsi. In mezzo a tutta quella oscurità, doveva per forza esserci un po' di luce.
"Cosa... vuoi dire? - domandò - cos'è che senti?"
Pitch si voltò a guardarla.
"Sento che non posso fare a meno di te. Sono stato anni a vegliare su di te, convincendomi del fatto che fosse l'oscurità quello che voleva. E adesso che posso averla, io non ci riesco. E' una sorta di... maledizione!"
Emma sorrise, avvicinandosi.
"Non è una maledizione - sussurrò - forse... forse è... amore quello che provi nei miei confronti"
Gli occhi della principessa adesso brillavano. Nell'attimo in cui la guardò, Pitch desiderò baciarla ardentemente. Fece per avvicinarsi, ma poi si fermò. Sapeva che se l'avesse fatto, sarebbero stati legati per sempre. Ma se ciò doveva accadere, allora uno dei due doveva passare dal lato opposto. E lui non poteva passare dal lato della luce, negare ciò che realmente era.
Sospirò rumorosamente.
"Anche se fosse, non c'è niente che possiamo fare - dichiarò freddo - io sono l'essenza della malvagità. Devi starmi lontano"
"Cosa? - domandò - hai passato tutto questo tempo a cercare di avvicinarmi e adesso mi dici questo?"
"Sì! - esclamò - perché lo stare vicini non potrà che farci male, sarà pericoloso per te, non per me! Ci sono delle regole in questo mondo che vanno rispettate. E una di queste regole dice che l'umanità mi teme. Non sarai tu ad andare contro a ciò"
"Ma..."- fece per dire.
"Stai indietro - la minacciò - sparirò dalla tua vita e questa volta per sempre. Non ti cancellerò i ricordi, in modo che tu sappia io chi sono e che devi starmi lontana. Addio!"
"No, aspetta!" - esclamò correndogli incontro. Prima che potesse afferrarlo però, Pitch scomparve, dissolvendosi nel nulla.
Emma rimase lì, con gli occhi spalancati e una mano teso, sfiorando il nulla.
Se n'era andato di nuovo, e questa volta per sempre, a giudicare dalle sue parole. Non voleva crederci, non poteva. Il cuore le faceva così male, come mai le era successo.
Le lacrime iniziarono a solcarle il viso senza sosta. E le lacrime per la principessa non sarebbero finite. Ella era infatti intenzionata ad avere conferma su ciò che Pitch le aveva detto. Era arrivato il momento di affrontare la sua famiglia!

Dopo lo scontro con le spade, i due principi si trovavano in convalescenza. Era stato necessario che stessero in due stanze diverse, visto che continuavano ad insultarsi reciprocamente. Aurora non sapeva come fare: quei due sembravano dei bambini. E a dire il vero, era molto preoccupata per il cugino, ultimamente si comportava in modo strano. Pensando ciò, si contorceva le mani.
"Oh, forse dovrei andare a vedere come sta Helge - disse - Selena, puoi stare tu qui con Adrian?"
"Io?" - domandò deglutendo nervosamente. L'idea di passare del tempo da sola con il principe, la elettrizzava e le incuteva timore allo stesso tempo.
"Sì! - esclamò - prenditi cura di lui, arrivo subito!"
"Ma io... ah!" - sbuffò, accorgendosi di come l'altra fosse già andata via. Quando se ne fu andata, si voltò a guardare Adrian. Quest'ultimo si trovava seduto sul materasso, senza maglietta e con delle fasciature lì nel punto dove era stato colpito.
Deglutì nervosamente, arrossendo inevitabilmente.
"Emh, emh - sussurrò - ti fa tanto male?"
"Tu cosa pensi?" - domandò l'altro, freddo. Selena sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Come avrebbe dovuto rispondere ad un modo di fare così arrogante?
"Insomma - sbottò - ma tu non ridi mai?"
"Prego?" - domandò l'altro sorpreso.
"Sì, mi hai capito bene! - esclamò -tu... tu mi snervi, d'accordo? Provo a parlarti, ma mi metti in difficoltà. Ed io che mi preoccupo anche per te, accidenti, mi sento così stupida!"
Selena non si era mai sentita tanto sciocca in vita sua. Doveva andarsene, non avrebbe retto. Ma proprio quando fece per andarsene, sentì qualcuno afferrarla per un polso.
Lì il suo cuore perse un battito. Adrian la stava toccando, la stava afferrando con impeto.
"E così... ti preoccupi per me, dico bene?" - domandò divertito.
Che strano, adesso stava sorridendo.

Aurora aveva intanto raggiunto il cugino, il quale si trovava steso sul sofà, imbronciato.
"Helge?" - lo chiamò.
"Aurora - rispose tirandosi su - scusa, non ti avevo visto"
"Fa niente, non dovresti sforzarti - disse sedendosi accanto a lui - te l'avevo detto io di evitare..."
"Ah, va tutto bene, non mi sono fatto nulla" - rispose spavaldo.
Aurora sospirò apprensiva.
"Perché l'hai fatto?" - domandò. Il principe distolse lo sguardo. Era ovvio, tutto ciò che faceva lo faceva per lei, l'aveva sempre fatto per lei.
E per una volta avrebbe voluto che Aurora lo guardasse con due occhi diversi.
"Forse... volevo dimostrarti di essere forte tanto quando Adrian, visto quanto ti piace. Ma non è stata una buona idea, io non sono in gradi di proteggerti"
"Ma che dici? Mi hai sempre protetto, sin da quando eravamo bambini"
In quel momento la mano di Helge si spostò sulla sua. Aurora lo guardò negli occhi, fremendo.
"Il motivo era diverso - sussurrò - per quanto sia sbagliato, per me ci sei tu Aurora. Ci sei sempre stata solo tu"
Le sue parole la fecero rabbrividire. Ma ciò non aveva senso.
Sorrise nervosamente.
"Helge... ma che stai dicendo?"
"Sto dicendo che ti amo, Aurora - rispose - e se questo è un peccato, allora sarò felice di andare all'inferno"
La mano del principe si spostò sul viso della principessa. Si fiondò sulle sue labbra, baciandola e sfiorandole come per tanto tempo aveva sognato di fare. Aurora non riuscì a credere a ciò che stava succedendo. Aveva sempre visto Helge come una sorta di fratello, eppure il baciarlo non le dispiaceva, anzi, aveva in lei scaturito qualcosa, come una tempesta.
Ma avrebbe avuto anche lei il coraggio di lasciarsi andare a quel peccato?


 

 
N.D.A
E come volevasi dimostrare, Elsa si è arrabbiata. Non si è lasciata però andare... per ora XP
Emma è salva, ma in compenso Pitch l'ha lasciata! la principessa sarà disposta a fare di tutto per riaverlo? E riuscirà finalmente a farsi dire la verità dai suoi genitori?
Momenti di pazzia la attendono :D
Helge si è finalmente dichiarato ad Aurora, e l'ha baciata. Quest'ultima però come la prenderà?

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Capitolo 9
*** Voglia di morire ***





Il suo primo bacio. Un bacio che aveva sapore di dolci ricordi. Fu questo ciò che Aurora si ritrovò a pensare mentre le labbra di Helge stavano poggiate sulle sue. Era stata una cosa inaspettata, eppure non provava rabbia. Il suo cuore perse più di un battito nel ritrovarsi tra le braccia del cugino, eppure, Aurora sapeva che cil che stesse provando fosse... sbagliato.
Fu proprio questo pensiero che la portò a scostarsi. Ed Helge la guardò con fare interrogativo.
"Aurora?" - la chiamò.
La principessa prese ad indietreggiare.
"Helge, io... Perché, Helge? Tutto questo è sbagliato"
"Lo so che è sbagliato, ma è quello che provo! - esclamò - ti prego di capirmi! Voglio sapere se anche tu provi lo stesso per me, aldilà del vincolo di sangue che ci lega!"
Aurora chinò lo sguardo. Non sapeva cosa rispondere. Il ragazzo cresciuto con lei come un fratello le aveva appena fatto una dichiarazione d'amore, e tutto ci che lei riusciva a fare era starsene lì senza dare  una risposta.
Ammettere di provare qualcosa sarebbe stato un fardello troppo grande da sopportare.
"Io - sussurrò - io avrei bisogno di restare sola... per un po'!"
"Aurora!" - esclamò facendo per afferrarla, ma invano. Era successo proprio ciò che temeva. Quel gesto poteva unirli come poteva separarli, e a giudicare dalla reazione di Aurora, la seconda opzione era quella più valida. Helge decise quindi di lasciarle spazio e tempo, malgrado la voglia irrefrenabile di avere una risposta.

Selena si trovava ancora nella morsa di Adrian. Era la prima volta che lui la toccava, e questo fatto la imbarazzava molto, per non parlare poi della sua scenata di poco prima.
"Allora? - domandò ancora il principe - ti ho fatto una domanda. Quindi ti preoccupi per me?"
La principessa deglutì nervosamente, capendo che fosse giunto il momento di prendere coraggio. Si voltò a guardarlo, con uno sguardo più duro che poteva, sebbene l'insicurezza fosse costante nei suoi occhi.
"Sì - rispose fredda - perché al contrario tuo, che non sei in grado di provare sentimenti per alcuno, io ho un cuore. Mi chiedo davvero cosa ci trovo in te!"
"E' questo quello che pensi? - domandò contrariato - che non abbia sentimenti?"
"A giudicare da come ti comporti... sì, è quello che pensi!"
Sul volto di Adrian apparve un sorriso che Selena non riuscì a decifrare. Il principe poi si avvicinò al suo viso, con due occhi da predatore.
"Non mi conosci affatto, principessa. Sai come si dice, no? Mai giudicare un libro dalla copertina. Ed io posso essere molto, molto passionale. Inoltre credo che tu sia adorabile... con i modi che hai di fare, è facile capire quanto ti piaccio"
"Cosa?" - sussurrò con un filo di voce, arrossendo. Adrian la irritava, ma le faceva, nello stesso tempo, battere il cuore a mille. Adesso i due erano così vicini che sarebbe bastato poco per far sì che si baciassero. E Selena poté giurarci, sembrava quella l'intenzione di Adrian,a  giudicare da come la guardava.
Il magico momento tra i due fu però interrotto da Aurora. Quest'ultima era infatti uscita dalla camera di Helge con il lo sguardo basso e a passo veloce.
"Aurora? - domandò Selena - che succede?"
"Nulla - rispose con voce tremula - non è nulla!"
Non riuscendo a dire nulla, la principessa più grande scappò, inseguita poi da quella più piccola. Il principe Adrian rimase a fissare quest'ultima mentre si allontanava, con vago interesse. Finalmente sentiva di aver trovatp pane per i suoi denti, e sicuramente, da quel momento in poi, non si sarebbe più annoiato.

Finalmente, le due coppie di Arendelle potevano godere un po' di privacy, visto che i loro ospiti si trovavano per il regno a fare una passeggiata. La giornata tra Kristoff ed Anna era stata molto focosa, tant'è che i due sembravano quasi due adolescenti innamorati. Kristoff adesso si sentiva decisamente meglio. Era sfuggito alle attenzioni di Elizabeth e , cosa più importante, non aveva fatto del male ad Anna!
Da quando la principessa delle Isole del Sud era entrata nella sua vita, le cose erano diventate più difficili. E chi meglio di Jack poteva capirlo, in quella situazione?
"Quella donna mi fa paura - disse parlando con il cognato - è arrivata a tanto così dal baciarmi! Non oso pensare ciò che sarebbe accaduto se Anna non fosse arrivata!"
"Almeno lei si è fermata a questo. Rapunzel invece si è infilata nel mio letto. Non capisco perché si comporti in questo modo. Voglio dire, Elsa è sua cugina"
"Valle a capire le donne. Dobbiamo stare attenti, ho paura che i nostri matrimoni possano essere in pericolo!"
"Sta tranquillo - lo rassicurò l'altro - ho affrontato cose ben peggiori"
A loro insaputa, anche le rispettive mogli si stavano ritrovando a parlare di quello che era successo.
"E' successo cosa?!" - esclamò Anna sconvolta.
"Hai capito bene - sospirò l'altra nervosa - mi sono trattenuta dall'usare i miei poteri, ma credo che la prossima volta non mi tratterrò... anzi, non deve esserci una prossima volta!"
"Direi di no! Sapevo quanto Rapunzel fosse egocentrica, ma addirittura fare certe cose. E' davvero strano... anche se, sai, posso capire la tua gelosia. Anche quell' Elizabeth mi sembra avere strane intenzioni con Kristoff"
"Ma dai, una donna così elegante, con Kristoff?"
"Cosa vorresti insinuare? - domandò fingendosi offesa - comunque è questa l'impressione che mi ha dato. E poi non so, Kristoff mi pare un po' nervoso. Non voglio che il mio matrimonio venga messo in difficoltà"
"Neanche io - disse Elsa seria - e giuro che sarò disposta ad uccidere per difendere ciò che è mio"
Anna deglutì pesantemente nel rendersi conto che, a giudicare dal tono e dall'espressione della sorella, stesse dicendo seriamente.
In quel momento, la porta della sala da pranzo si spalancò. Emma fece il suo ingresso. Sembrava sconvolto,  i suoi occhi erano spalancati all'inverosimile, tremava, e sembrava a due passi dallo scoppiare a piangere.
"Emma! - esclamò Elsa correndolo incontro - bambina mia, cosa ti è successo?"
Erano tante le domande che frugavano nella mente della principessa, e assolutamente doveva avere delle risposte. Il suo cuore stava già soffrendo troppo.
"Madre, padre - mormorò - ho bisogno di parlarvi"
A quelle sue parole, i due coniugi si lanciarono un'occhiata preoccupata, nonostante non immaginassero ancora cosa li attendesse.
I tre si spostarono, andando a oarlare da un'altra parte. Aurora si sedette tutta impettita, mentre i suoi genitori la guardava con preoccupazione.
"Allora tesoro? - domandò la madre - dicci tutto, coraggio"
La principessa prese un lungo respiro.
"Voglio sapere da voi... Io chi sono veramente?"
Jack tirò un sospiro di sollievo.
"Come sarebbe a dire chi sei? - chiese lui -  Emma Frost, principessa di Arendelle"
"Questo lo so già. Intendo dire, chi sono realmente. C'è qualcosa in me che non conosco, non è vero?"
Elsa in quel momento sentì come se il mondo le fosse crollato addosso. Come poteva Emma sapere una cosa del genere?
"Cosa... intendi dire?" - domandò la regina.
"Parlo di un potere - disse seria - un potere che mi è stato tenuto nascosto. Non fate altro che ripetermi che io sono la luce, ma forse non davvero così. E' la verità? C'è della magia oscura in me?"
I due sovrani non seppero cosa rispondere a quella domanda. Per anni avevano nascosto tutto così bene, che non avevano preso in considerazione l'idea che potesse scoprirlo. Ma se Emma aveva davvero scoperto tutto, sarebbe stato inutile continuare a mentire.
"Eh va bene - sospirò Jack - è vero Emma, quello che dici è vero. C'è della magia oscura in te"
Quell'affermazione raggelò il sangue nelle vene della principessa. Adesso aveva una conferma: era malvagia e ciò che era stato fin ora non era altro che finzione. Adesso però voleva sapere perché glielo avessero tenuto nascosto.
"C'è della magia oscura in me - mormorò - perché? Perché me l'avete tenuto nascosto per tutti questi anni?!"
"E' stato per proteggerti - spiegò Elsa - sin dalla tua nascita, il potere che albergava in te era troppo forte. Per questo gli altri guardiani decisero di tenerlo al sicuro, nei menadri della tua anima. Saperlo per te sarebbe stato troppo pericoloso, saresti caduta in tentazione...!"
"Io non avrei fatto del male a nessuno! - esclamò - l'avrei controllato!"
"Non si controlla il potere oscuro - disse Jack - io stesso ho affrontato la magia nera, il male, l'oscurità, e posso assicurarti che è qualcosa di terribile!"
Ad Emma vennero in mente le parole di Pitch: lui e Jack si conoscevano molto bene, erano rivali, si erano affrontati già una volta. Sebbene sapesse che sarebbe stato meglio tacere, la principessa non riuscì a trattenersi.
"Stai parlando di Pitch Black, non è così? - esclamò alzandosi in piedi - bene, posso assicurarti che non è così malvagio come pensi!"
Elsa si portò una mano sul cuore, sempre più sconvolta.
"Emma, cosa vuoi dire?"
"Voglio dire che non è così cattivo come dite voi!"
"Ah no, Emma? - domandò Jack - si sia il caso, che è anche per questo che ti abbiamo tenuto nascosto tutto. Pitch bramava il tuo potere, l'oscurità attira altra oscurità, se non fosse stato per noi, saresti già morta a quest'ora!"
"Non mi avrebbe fatto del male, non mi ha fatto del male! Io l'ho conosciuto!"
Quello era un qualcosa che né Jack né Elsa si sarebbero mai aspettati.
"Tu? - sussurrò il primo - cosa... cosa stai dicendo?"
"Pitch mi è sempre stato accanto, come un'ombra. Ricordi il mio amico immaginario? Era lui. Ricordi l'amico che avevo conosciuto? Era lui.
E' sempre stato lui"
"No... no, Emma, quello che stai dicendo è un'assurdità!"
"Invece no! Io l'ho conosciuto. E' gentile e ci tiene a me, se così non fosse mi avrebbe già uccisa!"
"E tu sei stata così stupida da cascarci? Lui è l'essenza della malvagità, sa come ingannare! Devi dirmi dov'è! L'ho rinchiuso una volta, la seconda volta non lo lascerò vivere!"
"Non so dove sia, ma anche se lo sapessi non te lo direi! - esclamò - io lo amo, devi lasciarlo stare!"
Elsa, che se n'era rimasta un po' in disparte, si lasciò sfuggire un ansimo. Le parole di Emma erano reali a giudicare dal suo sguardo passionale, uno sguardo che solo chi ama veramente possiede. Ma era una pazzia. Anche lei un tempo si era innamorata di un essere immortale, ma questa volta era diverso, si stava parlando del male. Jack sembrava sconvolto tanto quanto lei.
"Lo ami? - domandò - ma sei completamente impazzita?! Hai idea di quello che stai dicendo?!"
"Lo so quello che sto dicendo! - esclamò - e se gli fai del male, ti andrò contro come posso!"
Per Jack fu impossibile trattenersi ancora. Le lanciò un sonore schiaffo sul viso, così forte che Emma sentì bruciare il volto. Rimase interdetta, senza nulla da dire.
"Jack! - lo rimproverò Elsa - cosa fai?"
"Era necessario - disse serio - ascoltami bene, Emma. Ti proibisco di uscire di qui e di rivederlo. D'ora in poi starai dove posso controllarti. Non hai idea del pericolo in cui ti trovi"
La principessa lo guardò con odio.
"Certo. Non solo mi avete nascosto una cosa tanto importante per anni, ma adesso non posso neanche amare chi voglio! Vi odio, vi odio entrambi!"
Con le lacrime agli occhi, la principessa scappò via. Tutto quel dolore era troppo da sopportare.
"Oh, no - sussurrò Elsa - non ci posso credere, è un vero disastro. Abbiamo sbagliato tutto e adesso Emma ci odia"
"Un giorno capirà perché lo abbiamo fatto"
"Jack - lo chiamò  - adesso che lei sa del suo potere. Pensi che le cose cambieranno?"
"Io mi auguro di no - disse serio - ma una cosa è certa. Se Pitch è nei paraggi, è compito mio ucciderlo"
"Cosa stai dicendo?! Tu non sei più un guardiano, ormai!"
"No, ma ho ancora i miei poteri. E ho qualcosa di molto importante da proteggere"
La discussione morì lì. Nei due giorni che seguirono, Emma non uscì dalla propria camera. Piangeva con rabbia e con disperazione. Non aveva mai sentito tanta tristezza in vita sua, e la cosa peggiore era che Pitch non era lì. A volte credeva di vederlo e sentirlo vicino, ma probabilmente erano solo allucinazioni, visto che stava impazzendo. Pitch se n'era andato, ma non voleva credere che fosse realmente così. Emma era sicura che lui ci fosse ancora, che vegliasse ancora su di lei, doveva solo dargli motivo di farsi vedere. Per questo, strani pensieri presero a vagarle per la mente. Dopo averci meditato a lungo, la principessa arrivò alla conclusione che la maniera più efficace sarebbe stato mettere in pericolo la sua vita.
La mattina di Natale, che non era ancora l'alba, Emma uscì dal castello. Vicino le colline c'erano diversi dirupi, che davano tutti su un lago ghiacciato. Ella arrivò in cima ad uno di essi, con un nodo allo stomaco e il cuore che batteva a mille.
Si sentiva decisamente depressa ed il pensiero di morire non le faceva paura, sicuramente non poteva soffrire più di adesso. La sua vita era completamente nelle mani di Pitch. Se voleva, lui poteva salvarla, se realmente non era andato via. In caso contrario, sarebbe morta.
Si guardò indietro. Doveva farlo prima che qualcuno la venisse a cercare.
"Pitch - sussurrò - io mi fido di te. Ma se non verrò salvata, allora è perché nel mio destino lasciare questa vita"
Rassegnata alzò le braccia, come se stesse volando. Dopodiché si lanciò nel vuoto. L'aria fredda la attraversò come una lama. Ma la sensazione peggiore fu quando arrivò al fiume, la cui acqua era ghiacciata. Emma era abituata al freddo, ma in questo modo, non sarebbe sopravvissuta.
Rimase immobile, con gli occhi vitrei rivolti verso l'acqua sopra di lei, attraversata dalla fioca luce del sole. Non riusciva a muoversi, i suoi muscoli erano atrofizzati. Stava sprofondando, si stava indebolendo.
Improvvisamente vide il buio davanti ai suoi occhi. Che fosse giunta la sua ora?

 





 
N.D.A
Ahi ahi, un capitolo pieno di casini! La povera Emma ha litigato di brutto con i genitori, ma direi che è normale visto ciò che le hanno tenuto nascosto. E non solo, ha anche rivelato dei suoi sentimenti per Pitch, e Jack non l'ha presa molto bene, anzi, sembra determinato ad eliminarlo una volta per tutte.
Quale modo migliore di sfogare la tristezza se non con un bel bagno nel fiume ghiacciato? XD Grazie New Moon per avermi dato l'idea :D Emma sarà morta o quell'ombra rappresenta la sua salvezza? u.u

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Capitolo 10
*** Dichiarazione ***




Paradossalmente, la sensazione dell'oscurità che l'avvolgeva, fu qualcosa di estremamente positivo per Emma. Era come se qualcuno l'avesse afferrata e trascinata via da quelle acque gelide.
Quando capì di trovarsi con la schiena contro il terreno, la principessa si sollevò per tossire e liberare i polmoni dall'acqua. Non ebbe però il tempo di aprire gli occhi, che due mani le cinsero le spalle, come ad afferrarla.
"Cosa diamine ti  saltato in mente?"
Nell'udire quella voce che tanto aveva sperato di udire, Emma alzò lo sguardo. 
Era Pitch, e l'aveva realmente salvata, stava tenendo tra le braccia il suo corpo tremante.
"Pitch"- lo chiamò in un sussurro.
"Stupida - la rimproverò freddamente - volevi morire forse?"
"Io... io volevo solo vederti e pensavo che questo fosse l'unico modo. Allora tu... non te ne sei mai andato, sei sempre stato qui"
Pitch si staccò malamente, indietreggiando.
"Non mettermi alla prova. Ti ho già detto che  è meglio stare lontani"
"Perché? - domandò trascinandosi in ginocchio - se non riesci a prendere il mio potere, non vedo quale sia il problema! Non puoi andartene di nuovo, ho combattuto per te. Ho litigato anche con la mia famiglia..."
"Tu? - chiese voltandosi - hai detto loro di me?!"
Emma fece spallucce.
"Non avresti dovuto farlo. Se Jack sa di me, allora puoi stare certa che verrà a cercarmi per uccidermi"
"No! - esclamò - io non lo permetterò!"
"Uno di noi dovrà pur morire. O il bene o il male dovrà vincere, non si è mai sentito che entrambi possano coesistere"
La principessa lo sfiorò appena, ma quel leggero contatto bastò allo spirito per trasalire.
"Io non voglio lasciarti" - rispose decisa. Pitch sospirò.
"Perché ti ostini tanto? Io sono l'oscurità"
"Beh... lo sono anche io a quanto pare. E mi ostino tanto perché io sento di... di..."
"No, non dirlo..."
Emma lo guardò a lungo. Ormai sarebbe stato inutile continuare a negarlo. Il suo cuore traboccava d'amore, per quanto sbagliato potesse essere.
"Io ti amo"
In seguito a quelle parole, calò il silenzio più totale, interrotto solo dal rumore del vento. Era la prima volta che Emma diceva "ti amo" a qualcuno, ed era la prima volta che Pitch udiva quelle parole a lui rivolte. Per un attimo avvertì come se il suo gelido cuore si sciogliesse. Quella ragazzina lo stava rendendo più umano, e vista la sua natura di spirito maligno, stava tentando in tutti i modi di lottare, ma sembrava tutto vano.
"Non voglio che ti leghi a me per sempre"
"Perché no? Non mi ami?". Pitch non avrebbe saputo risponderle. Ormai era tanto tempo che non amava. Una volta era stato umano, ma era stato tanto tempo fa.
Eppure sapeva di non riuscire a fare a meno di lei, non aveva neanche trovato il coraggio di allontanarsi veramente. E sapeva anche che, se fossero andati fino in fondo, allora Emma sarebbe stata in pericolo. E questo non poteva permetterlo.
"Anche se ti amassi, non potremmo stare insieme. La tua famiglia ha ragione, io sono pericoloso. Ed  giusto che tu stia dalla loro parte"
"Ma cosa dici?"
"Torna indietro, Emma. La tentazione che è in me è troppo forte"
"Aspetta....!" - provò a chiamarlo prima che lo spirito scomparisse dalla sua vista. La principessa avrebbe tanto voluto sapere a cosa l'altro si riferisse, ma non ebbe occasione di chiederglielo. Sperò soltanto che, per rivederlo, non avrebbe dovuto nuovamente simulare un suicidio.
Decise di tornare al castello, poiché il sole era già alto.
Quello era il giorno di natale ed il palazzo di Arendelle era in pieno fermento. La maggior parte degli invitati era abbigliata con degli abiti rossi, mentre la Sala del Trono era addobbata di rosso e d'oro, con un meraviglioso albero di natale al centro, alto fino al tetto. Si respirava une bella atmosfera, anche se non per tutti. Helge e Aurora se ne stavano in disparte, gli uni distanti dall'altro.
La principessa aveva ancora alla mente quel bacio che tanto l'aveva sconvolta. Quando ci pensava, le veniva istintivo sfiorarsi le labbra. Era assurdo, emozionarsi tanto, dopotutto Helge era suo cugino. Però era pur sempre un ragazzo, un ragazzo che l'aveva sempre protetta. Si stava lasciando andare a pensieri strani: una relazione tra i due avrebbe portato non poco scompiglio all'interno della famiglia.
Ancora il futuro re di Arendelle sospirava, giù di morale. Temeva di aver rovinato tutto con quel suo gesto avventato. E temeva anche di non poter più rimediare.
"Helge? - lo chiamò Jack - hai per caso visto tua sorella?"
"No - rispose chinando lo sguardo - credo sia ancora rinchiusa nella sua camera"
"Ti dispiacerebbe andare a chiamarla? Hey ma.... è tutto apposto?"
"Sì, tutto bene..."
"Helge, ormai ti conosco abbastanza bene da capire quando menti. Qual'è il problema?"
"Non è nulla, davvero. Sono solo innamorato"
"Oh, allora non vedo quale sia il problema. L'amore non dovrebbe renderti triste"
"Nel mio caso sì, è un amore impossibile!"
"Helge, ti prego. Insomma, guarda me e tua madre. Se un guardiano ed un'umana sono riuscita a stare insieme, allora può riuscirci chiunque"
"Io temo però di aver rovinato tutto" - sbuffò.
"Allora cerca di rimediare. Non devi mai arrenderti,s e pensi che quello che fai sia giusto"
"Sì... penso... penso che tu abbia ragione. D'accordo, allora farò come dici! Grazie per il consiglio!"
"E' stato un piacere" - disse Jack sorridendo. 
Il re tornò quindi a fianco della sua regina, la quale ultimamente era un po' preoccupata, per via di tutto ciò che ultimamente stava accadendo.
"Elsa - la chiamò - non essere triste"
"E come potrei? Siamo a natale, e nostra figlia è rinchiusa in camera sua. Non riescoa a sopportare il fatto che ci odi"
"Non lo pensa veramente, ne sono sicuro. Ti prego, fammi un sorriso"
"Non ci riesco - disse offesa - sono ancor arrabbiata per ciò che è successo con Rapunzel"
"Ti prego, Elsa, non penserai veramente che io avrei tradito? Se mi fossi accorto prima che si trattava di lei, avrei evitato ad ogni costo. Lo sai che amo solo te. Gli anni potranno passare, ma il mio sentimento non scemerà mai"
"Davvero?" - domandò sorridendo.
"Davvero - la tranquillizzò - anzi, sono deciso a parlare con lei per mettere le cose in chiaro"
"Grazie Jack - sussurrò al suo orecchio - allora, visto che sei stato così bravo, stanotte potremmo divertirci un po'..."
Jack sorrise maliziosamente.
"Accetto volentieri l'invito". I due si baciarono, ma furono subito dopo interrotti da un rumore che proveniva da fuori.
"Ma che succede?" - domandò Elsa. I due si precipitarono all'esterno. Rimasero molto sorpresi quando si accorsero di una slitta che volava in cielo, verso la loro direzione. Dopotutto era natale, che festa sarebbe stata senza North.
Quest'ultimo arrivò poco dopo, posandosi sul soffice manto di neve.
"Oh, oh, oh! - esclamò - buon natale a tutti voi!"
"North! - esclamò Jack - allora sei venuto anche quest'anno?"
"Certo! Come potere io mancare? Dove essere Helge ed Emma? Avere dei doni per loro!"
"Purtroppo Emma non è in vena di festeggiare" - sussurrò Elsa.
"Perchè mai?"
"Forse è un bene che tu sia qui - sospirò il re - c'è una cosa importante di cui dobbiamo parlarti"

Helge era intanto arrivato vicino alla camera della sorella. Prese a bussare alla porta, e poco dopo rispose una voce soffocata.
"Vattene via"
"Emma, sono io" - rispose l'altro.
"D'accordo... entra a loro". Il principer fece il suo ingresso, sorprendendosi di trovare la sorella a letto.
"Ma che fai ancora qui? Giù c'è la festa!"
"Non voglio venire, non mi va"
"Avanti Emma, se è per i litigio con i nostri genitori, dovresti metterlo da parte"
"No Helge, tu non sai perché abbiamo litigato! Mi hanno tenuto nascosta una cosa importante! Io ho del potere oscuro dentro di me!"
"Oh... l'hai scoperto" - sussurrò.
"Lo sapevi anche tu?"
"Avevo solo sei anni, ma lo ricordo perfettamente. Ricordo anche quando i guardiani hanno imprigionato il tuo potere"
"Magnifico, tutti lo sapevano tranne me!"
"Ti prego di capire, l'hanno fatto per il tuo bene. Con la magia oscura non si scherza"
"Parli come papà - sbuffò - e poi sono arrabbiata anche per un altro motivo. Io sono innamorata, e ciò non va bene a nostro padre"
"Tu, innamorata? - domandò a braccia conserte - diamine, chi è questo principe che ha osato mettere gli occhi su mia sorella?"
Emma si lasciò scappare una risatina.
"Non è un principe. E' un tipo misterioso, un po' freddo..."
"Ah, il classico tipo bello e tenebroso..."
"Ed è un amore impossibile!"
"Allora siamo in due" - sospirò.
"Con Aurora è andata male, non è vero?"
"Ma come fai a sapere sempre tutto" - sospirò ancora.
"Secondo me non ti devi arrendere. Sono sicura che anche Aurora prova lo stesso!"
"Mi dite tutti di provarci. Vorrei, ma ho paura che lei possa odiarmi"
"Non lo farà!" - lo rassicurò.
"D'accordo, allora tu promettimi di non abbatterti. Nessuno può resistere alla tua bellezza e alla tua dolcezza, risucirai sempre ad ottenere ciò che vuoi. D'accordo?"
"Va bene!" - disse sorridendo.
"Bene. Adesso indossa un bell'abito, la festa è appena iniziata!"

North era rimasto sconvolto dinnanzi ciò che Elsa e Jack avevano lui raccontato.
"Non potere credere... Pitch essere di nuovo libero..." - sussurrò.
"E' libero da un pezzo in realtà. E ha messo gli occhi su Emma. E come se n on bastasse, lei dice di esserne innamorata, ma come può affermare una cosa del genere?"
"Nessuno può decidere di chi innamorarsi, lo sai anche tu" - gli fece notare Elsa.
"Questo essere vero, ma la cosa potrebbe divenire pericolosa. Se Pitch Black avere posato gli occhi su Emma, allora io temere che quest'ultima possa lasciarsi andare più facilmente all'oscurità"
"Questo non lo posso permettere" - disse Jack.
"Allora bisogna trovarlo"
"Jack, cosa vuoi?" - sussurrò Elsa.
"Lo troverò. I miei poteri sono comunque forti come la prima volta in cui l'ho affrontato"
"Ma potresti morire! - disse aggrappandosi a lui - ti prego, non andare!"
"E' per il bene di Emma - rispose - l'oscurità non può vincere sulla luce, ricordatelo sempre"
Negli occhi di Jack vigeva un'impassibile sicurezza. Sarebbe andato a cercare Pitch. Tuttavia sarebbe rimasto molto sorpreso nel vedere come quest'ultimo fosse cambiato...

 

 
N.D.A
Le cose si mettono male! Jack è intenzionato ad andare a cercare Pitch. Quest'ultimo verrà influenzato positivamente o negativamente? U.U La povera Emma si è dichiarata, ma non ha ottenuto una vera e propria risposta! Fratello e sorella si danno consigli a vicenda, nella speranza che qualcosa cambi. Ovviamente la festa di natale non è che all'inizio, quindi accadranno ancora cose u.u

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Capitolo 11
*** Passione ***




Aurora si sentiva così malinconica. Nonostante l'atmosfera natalizia, non riusciva a lasciarsi andare. Helge era sparito da qualche minuto. Chissà dov'era andato...
Non faceva altro che pensarlo. L'immagine del cugino che la baciava, era qualcosa di troppo nitido e che ancora la faceva rabbrividire.
Il principe, poco distante da lei, era tornato, mano nella mano con la sorella. Emma adesso sembrava più sorridente, ed indossava un vestito rosso e bianco, tipicamente natalizio.
"Wow - sussurrò guardandosi intorno - che bello. Ti ringrazi per avermi costretto a venire"
"Ah, prego - disse divertito - allora dimmi. Quello che ti piace è qui?"
La principessa sospirò, scuotendo il capo.
"Purtroppo no. Ma Aurora è qui. Che stai aspettando? Và da lei!" - esclamò dandogli una spinta.
"Cosa? Dopo il bacio che le ho dato sarà sicuramente arrabbiata con me!"
"Non puoi saperlo finché non ci provi, vai!"
Helge si sgranchì la voce, osservando da lontano Aurora. Forse Emma aveva ragione, dopotutto la ragazza non era tipo da infuriarsi tanto facilmente.
Sarebbe stato opportuno parlarle, dirle qualcosa...
Nel frattempo, la principessa Aurora aveva alzato lo sguardo, attratta da una visione che non le aveva affatto piacere. La principessa Elizabeth, si era avvicinata a Kristoff, e lo stava guardando in un modo che non la convinceva affatto.
"Come osa quella donna guardarlo in quel modo? - sussurrò fra sé e sé - ma non si vergogna, è anche sposata!"
Se fosse stata più tranquilla, probabilmente Aurora avrebbe lasciato perdere e avrebbe lasciato risolvere la questione ai suoi genitori. Ma quella volta si sentiva particolarmente nervosa.
Elizabeth, dal canto suo, si era avvicinata davvero tanto a Kristoff.
"Kristoff" - lo chiamò. Il biondo sollevò il capo, per nulla felice di vederlo.
"Amh... Elizabeth..."
"Salve - disse l'altra a braccia conserte - mi spiace, l'ultima volta ci siamo interrotti"
"Interrotti? - domandò indietreggiando - che volete dire?"
"Oh, mio caro - sussurrò con fare suadente - non vorrete dirmi che non avete capito le mie intenzioni...?"
Kristoff purtroppo, aveva ben capito quali fossero le sue intenzioni. Non aveva mai incontrato una donna più scostante di così, che cercava in tutti i modi di condurlo in tentazione. Fortunatamente, in suo aiuto intervenne una persona.
"Principessa Elizabeth, cosa state facendo?"
Aurora si era messa tra i due, a braccia conserte.
"Aurora?" - domandò Kristoff.
"Questa deve essere la vostra adorabile figlia" - disse Elizabeth guardandola malamente, come se avesse avuto davanti un insetto.
"Sì, esatto, sono proprio io! - esclamò - la figlia del principe Kristoff e della principessa Anna! Anche voi siete sposata, forse questo dovreste ricordarlo!"
Poichè la ragazza aveva affermato ciò ad alta voce, tutto si voltarono a guardarli. 
La principessa adulta strinse i pugni, nervosa.
"Lo so bene - rispose - non so cosa voi abbiate capito"
"Io ho capito quello che voi avete fatto capire. Guardate mio padre come se voleste saltarle addosso. Beh, andate a fare la gatta morta con qualcun'altro!"
Anna si portò le mani sul viso, sconvolta.
"Aurora?" - domandò incredula. Cosa stava accadendo? Sua figlia stava innalzando un polverone, non era da lei essere così agguerrita. E d'altro canto, Elizabeth non sembrava affatto felice per quegli insulti a lei riservatole.
"Come osate?" - sussurrò.
"No, come osate voi! - esclamò puntandole il dito contro - venite per rovinare i matrimoni altrui? Non ve lo permetto! Voi che siete sposata, voi che siete libera di amare vostro marito, vi comportate in questo modo! Ma non lo sapete che ci sono persone che non hanno questa fortuna?"
Nel dire ciò, la sua voce cominciò a divenire spezzata, come se fosse in procinto di piangere.
"Aurora - sussurrò Kristoff portandole le mani sulle spalle - che ti prende?"
La principessa sollevò lo sguardo.
"Non è nulla. Io comunque ho detto quello che dovevo dire. Scusate l'intromissione!"
Dicendo ciò sfuggì letteralmente dalla miriade di occhi puntati su di lei. Kristoff e Anna osservarono preoccupati la figlia, soprattutto la seconda. Le sue ultime parole l'avevano alquanto preoccupata. Sguardo diverso era invece quello di Elizabeth, che si sentì umiliata e ferita nell'orgoglio.
"Emh, emh - disse improvvisamente una voce alle sua spalle - mia cara, forse è il caso di parlare"
Ad aver detto ciò era stato Hans, il quale se ne stava a braccia conserte e con uno sguardo poco piacevole.
"Ma certo" - rispose la moglie, senza chinare lo sguardo e con grande dignità.

All'insaputa del resto della famiglia, Jack era andato fuori a cercare Pitch.
Elsa non si era dimostrata per niente favorevole, ma non aveva potuto fare altrimenti. Adesso era rientrata, cercando di sforzare il miglior sorriso che poteva.
"Hey Elsa! - la chiamò allegramente Rapunzel - sai dov'è Jack?"
La regina si soffermò a guardarla. Come poteva essere così sfacciata, dopo quello che era successo? Ancora non poteva crederci, sua cugina era determinata a provarci con Jack?
"Si è dovuto ritirare prima per degli impegni" - disse cercando di mantenersi composta.
"Oh, che peccato - sbuffò - mi sarebbe piaciuto godere della sua compagnia"
"Non devo ricordarti, Rapunzel, che Jack è mio marito. E Eugene è il tuo"
"Oh beh, Eugene è un don giovanni irrimediabile..."
Quello fu troppo per Elsa. Come poteva Rapunzel parlare in quel modo? Proprio lei, dopo ciò che aveva fatto?
La regina strinse i pugni.
"Come puoi dire questo? - sussurrò - proprio tu, che stai cercando di rovinare in tutti i modi il mio matrimonio! Conosco poco Eugene, ma posso tranquillamente affermare che sia una persona migliore di te, una persona che non farebbe mai una cosa del genere!"
Le lacrime stavano per solcare il suo viso. Elsa aveva imparato a non piangere mai, ma talvolta la cosa diveniva impossibile, come in quel caso. Se non si fosse trattenuta, sarebbe stato un problema. Così si voltò, prima di poter agire senza riuscire a controllarsi. Tuttavia, Eugene aveva ascoltato molto bene la conversazione dei due, e nel vedere Elsa reagire in quel modo, il suo cuore si era spezzato. Non l'avrebbe lasciata da sola con il proprio dolore.

Sola nella sua stanza, Aurora poteva dare libero sfogo alla sua frustrazione. Non le veniva da piangere, dopotutto non aveva fatto nulla di male, ma si sentiva nervosa, quella situazione stava divenendo insostenibile!
"Helge... Helge - sussurrò - perché mi hai baciata, perché?"
In realtà era felice di ciò, ma anche terribilmente disperata, poiché adesso sentiva che non avrebbe più potuto fare a meno di lui.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta.
"Avanti!" - esclamò ella. Ad aver bussato era stata Anna.
"Oh, ciao madre" - salutò.
"Ciao tesoro. Mi sono preoccupata nel vederti andare via, così ho pensato di andare a vedere come stavi"
"Sei tanto cara, madre. Ma non c'è niente, davvero"
"Non ne sarei così sicura. Ho ascoltato bene quello che hai detto ad Elizabeth?"
"Che è una gatta morta?"
"No, non quello. Del fatto che non tutti hanno la possibilità di amare chi vogliono. C'è forse qualcosa che devi dirmi, Aurora?"
La principessa sospirò. Un consiglio materno sarebbe stata la cosa migliore, tuttavia non voleva rivelare cosa fosse successo.
"D'accordo - sospirò - c'è qualcuno che amo"
"Questo è meraviglioso. Ma qual'è il problema?"
"Il problema è che un amore impossibile. Sono sicura che per noi sarà difficile stare insieme, per questo ho paura di ricambiare... non voglio soffrire"
"Mia cara Aurora, l'amore è bello anche per questo. Perché si soffre e si vivono molte emozioni, intensamente. Sai, credo che nessun amore sia impossibile, dovresti averlo capito, vivendo in questa famiglia!"
"Temo le conseguenze"
"Dovresti temere di più il rimpianto che potresti avere, non provandoci! Devi fare quello che ti dice il cuore, solo allora sarai felice, di chiunque tu ti sia innamorata"
Quella frase risuonò nella testa della ragazza. Probabilmente, seguire il cuore sarebbe stata la scelta più opportuna. Ed il cuore le diceva di gettarsi a capofitto in quell'avventura.
"Sì - sussurrò - probabilmente hai ragione. Grazie madre, ne avevo bisogno"
"Non devi ringraziarmi - disse abbracciandola - ma ora dimmi, perché hai attaccato Elizabeth?"
"Perchè non sa stare al suo posto - disse seria - devi fare attenzione, madre. Quella donna ha cattive intenzioni"
"Oh, cattive intenzioni - rise la principessa adulta - suvvia, non siamo più ragazzini. Vedrai che andrà tutto bene"
Malgrado le sue parole, Anna sentiva dentro sé un grande senso di inquietudine. 
Una parte di lei sapeva quanto ciò che avesse detto Aurora, fosse vero.

All'esterno aveva ricominciato a nevicare. Jack si era allontanato parecchio dal castello, non voleva che nessuno lo vedesse. Non aveva idea di dove Pitch potesse essere, ma probabilmente lui sapeva che lo stesse cercando e probabilmente invocarlo sarebbe bastato. Quando fu abbastanza lontano, prese un respiro profondo. Conosceva molto bene quel nemico  che già una volta aveva affrontato, e temeva, questa volta, di non riuscirci.
Non aveva però altra scelta che provarci.
"Pitch Black! - esclamò - dove ti nascondi?"
Passò qualche secondo. Dopodiché avvertì un'aura pesante alle sue spalle. Quando si voltò, si accorse che Pitch stava poggiato ad un albero, a braccia conserte.
"Ti sembra questo il modo di salutarmi, dopo tutto questo tempo?" - domandò.
"Tu - sussurrò - sei stato veloce"
"Sapevo già che volevi parlarmi. Anzi, più che parlarmi direi che vuoi farmi fuori"
"Hai proprio indovinato. Come hai fatto a liberarti?"
"Non è stato difficile. Dopotutto, l'oscurità è più forte della luce, e quando ho sentito il potere di Emma, ho avuto in incentivo in più"
"Emma... Cosa le hai fatto?"
"Non le ho fatto nulla, come puoi ben vedere. Tua figlia è molto passionale, mi crede una sorta di principe, o che so io..."
"Tu le starai lontano! - esclamò - non la toccherai più con un dito"
"Ah, quindi è di questo che sei venuto a parlarmi. Questo non dovresti dirlo a me, dovresti dirlo a me"
"Scomparendo tu, avrà meno problemi! Come hai potuto rivelarle il suo vero potere, con quale diritto?"
"Con quale diritto? - domandò - con quale diritto tu gliel'hai tenuto nascosto. Ti ostini a dire che è per il suo bene, ma in fondo sappiamo entrambi qual'è la verità. Tu hai paura che lei diventi come me, hai paura di dover uccidere un membro della sua famiglia..."
"No... non è vero, sta zitto!" - esclamò lanciandogli una saetta di ghiaccio, che Pitch fermò immediatamente.
"Invece, è vero - sussurrò - hai due scelte. Uccidere me e spezzarle il cuore, oppure lasciarmi vivere e renderla felice"
"Dovrei forse credere che tu tieni ad Emma? - domandò - ma fammi il piacere. Non sei in grado di provare amore, né alcun sentimento umano. E soprattutto, io non te lo permetterò. E poi su una cosa ti sbagli di grosso: l'oscurità non esiste. E' solo una mancanza di luce"
I due rivali si fissarono a lungo, senza dire una parola. Pitch non aveva intenzione di farsi uccidere, soprattutto non adesso che i suoi sentimenti erano stati risvegliati. In parte poteva capire Jack, lui voleva proteggere Emma.
E d'altronde anche egli avrebbe voluto proteggerla, da sé stesso. Ma non ci riusciva, perchè amarla implicava per forza metterla in pericolo.
"Ci affronteremo Jack Frost - sussurrò - ma non adesso"
Nel dire ciò, la sua ombra si smaterializzò tra la neve. Jack rimase immobile guardandosi poi intorno.
"No! - esclamò - maledetto, torna indietro e affrontami!"
Le sue però furono solo parole gridate al vento.

Aurora continuava ad essere molto agitata. Ormai si era decisa, avrebbe parlato con Helge. Ma cosa avrebbe dovuto dirgli?
Continuava a camminare nervosamente avanti e indietro, ripetendosi a mente le parole che avrebbe dovuto dire. Si sentiva nervosa ed il cuore le batteva a mille.
Era completamente cotta.
Qualcuno bussò alla porta.
"Sì, chi è?" - domandò nervosamente.
"Aurora, sono io" - rispose la voce di Helge. La principessa divenne immediatamente rossa per l'imbarazzo. A quanto pare il cugino l'aveva preceduta.
Immediatamente si fiondò ad aprire. Helge si fece avanti con un sorriso gentile.
"Ciao, emh... disturbo?"
"No, no, assolutamente" - rispose tutta impettita.
"Ho sentito che ne hai dette quattro alla principessa Elizabeth, mi hai molto sorpreso!"
"Già, emh... mi sono sorpresa anche io" - sussurrò con voce tremula.
Helge si portò una mano tra i capelli, imbarazzato.
"Io... ero venuto a parlarti... riguardo a quel bacio dell'altra volta"
"Sì?" - sussurrò.
"Io... mi spiace - disse senza guardarla negli occhi - non avrei dovuto farlo. Mi rendo conto che i miei sentimenti sono sbagliati, e che forse ho pensato prima a me che a te"
"No... non devi scusarti. Caso mai sono io a doverlo fare. Ti ho lasciato in asso, senza neanche darti una risposta"
"Ma io ti ho messo in difficoltà. Non voglio che tu soffra per colpa mia, e se la cosa può farti stare meglio, allora mi dimenticherò del mio sentimento, o almeno ci proverò"
Aurora guardò il cugino negli occhi. Il suo sguardo era sincero, ma anche molto sofferente. Helge non era affatto egoista, era lei ad esserlo. Lei che, per paura, lo aveva evitato in tutti i modi.
Il suo cuore però, le diceva tutt'altra cosa. Fu per lei istintivo allungare una mano verso il principe, il quale sussultò.
"Non voglio.... non voglio che smetti di amarmi"
"Cosa?"
"Mi hai capito bene! - esclamò - non voglio che smetti di amarmi! Hai fatto nascere in me sensazioni che non credevo di poter provare. Adesso non voglio che dimentichi tutto... io non voglio dimenticare..."
"Oh... Aurora..." - sussurrò. Lei lo guardò. Gli occhi di entrambi erano lucidi. Non sarebbe servita alcuna parola in più, sarebbe bastato un solo gesto.
Per loro fu una sorta di liberazione quando poterono baciarsi nuovamente. Quel bacio però fu diverso dal primo, fu più furente, più passionale, quasi esasperato.
Le mani strinsero l'uno il corpo ed i capelli dell'altro, mentre l'emozione si mescolava all'eccitazione. La paura, sembrava per un attimo essere stata dimenticata. Helge ed Aurora non dissero una parola, A loro bastò un semplice sguardo per capire che quella sera, sarebbero andati fino in fondo.
I due raggiunsero, senza staccarsi un attimo, il letto della principessa, dove la loro passione esplose del tutto. Avrebbero passato la notte più bella della loro vita, assaporando ogni attimo di quell'amore proibita.

Anche Emma aveva raggiunto la propria camera e si era infilata sotto le coperte. Eppure non riusciva a dormire, troppi pensieri. Le tornava continuamente alla mente, il salvataggio di Pitch. Allora gli importava di lei, altrimenti l'avrebbe lasciata morire. Emma voleva credere che egli amasse qualcosa di più del suo potere oscuro, anzi, era quasi sicura che fosse così.
Stava impazzendo. Sentiva il bisogno di rivederlo.
Il suo flusso di pensieri fu interrotto quando avvertì qualcosa muoversi, come un'ombra. Immediatamente si mise seduta, immobile.
"Pitch? - sussurrò - sei tu?"
Quell'ombra che aveva intravisto poco prima, prese pian piano una forma ben definita: era proprio lui.
"Oh - disse con gli occhi lucidi - sei proprio tu!"
"Sì, sono io - disse avvicinandosi - ma non se per quanto potrò rimanere. Tuo padre sa di me. E' venuto a cercarmi, voleva farmi fuori, ma sono andato via prima che potesse farlo"
"Lui ha... davvero?"
"Sì, e non si fermerà finché non sarò eliminato. Capisci adesso quanto è sbagliato amarmi?"
"No - disse stringendo i pugni - non lo capisco"
"Emma, te ne prego - sbottò - dovresti odiarmi. Io sono il male, io ti sono stato accanto solo per impadronirmi del tuo potere. E' da pazzi amarmi!"
"Forse sono pazza, è vero. Ma non ho mai sentito ciò che provo per nessuno. E malgrado tu non voglia ammetterlo, so che senti lo stesso"
Pitch sospirò, chinando lo sguardo. La principessa aveva ragione. Il suo cuore non umano, aveva preso a battere con vigore.
"Pitch - lo chiamò Emma avvicinandosi al suo viso - ti prego, rimani con me questa notte. Se mi ami, anche un po', ho bisogno di saperlo"
"Emma - sussurrò - se decidi di farlo, non potrai più tirarti indietro. Ed io non riuscirò più a fermarmi, mi stai tentando troppo"
"Non mi importa. Ogni dolore non potrebbe essere paragonabile a quello di doverti stare lontana"
Messa in ginocchio sul materasso, Emma gli circondò il collo con le braccia, e finalmente lo baciò. Quel gesto accaldò immediatamente entrambi, un gesto casto che rese vani tutti i tentativi di Pitch.
Aveva provato in tutti i modi a trattenersi, ma anche la sua oscurità sembrava vacillare di fronte ad Emma. Così mandò al diavolo tutto.
Strinse il suo corpo, all'apparenza così fragile, tra le braccia. E ricambiò il bacio, rendendolo molto più passionale.
I loro sensi si risvegliarono, e quando Emma fu stesa con la schiena contro il materasso, avvertì la stessa sensazione di soffocamento che aveva provato durante le paralisi notturne. E quella era la sensazione migliore del mondo.
L'oscurità la stava facendo sua, la stava marchiando a vita con il suo nome.
Anche per lei, quella sarebbe stata la notte più bella della sua vita.
 








 
N.D.A
L'avevo detto che ne sarebbero successe delle belle u.u Ammetto mi sono appassionata molto in questo capitolo, chissà perché XD
Le due coppie "impossibili" sono arrivati all'apice, ma ciò ovviamente avrà le sue conseguenze... non voglio pensare negativo, sto fangirlando troppo :D
Gli avvertimenti di Jack sono stati inutili, immagino quanto potrebbe essere arrabbiato quando scoprirà che il suo peggior nemico ha reso la sua dolce e innocente figliola... meno innocente XD
Aurora invece è intervenuta per salvare Kristoff, è una brava ragazza, ed anche gli adulti avranno i loro problemi in amore O:

 

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Capitolo 12
*** La decisione di Emma ***





Elsa si era dovuta rendere conto che quello fosse stato un natale molto diverso da come si immaginava, sicuramente un natale molto movimentato.
Data la sua discussione con Rapunzel, non aveva passato una bella nottata. Quella mattina si era alzata molto presto, volgendo le sue attenzioni all'alba. Jack era stato fuori tutta la notte, e più di una volta aveva dovuto trattenere l'istinto di correre fuori a cercarlo. Era di un umore davvero pessimo.
A sua insaputa però, qualcuno stava osservando l'alba come lei.
Eugene aveva assistito alla litigata tra Elsa e la moglie, e non aveva potuto fare a meno di provare tenerezza per la prima. Non era però riuscito a parlarle immediatamente, per questo si era svegliato di buon'ora.
Elsa sembrò non accorgersi di lui, almeno finché  non si sgranchì la voce.
"Emh, emh, buongiorno" - salutò.
"Oh, cielo - sussultò la regina - Eugene, sei tu, mi hai fatto spavento. Cosa ci fai in piedi a quest'ora?"
"Potrei farvi la stessa domanda"
Ella chinò lo sguardo.
"Non è nulla... è che a volte i pensieri mi impediscono di dormire"
"Per caso vi state riferendo alla vostra discussione con Rapunzel?"
"Cosa? - domandò ella guardandolo - l'avete sentito?"
"Elsa, tutti quanti lo hanno sentito - sospirò - ed immagino che il motivo sia..."
"Sempre lo stesso, sì - sospirò - non capisco il motivo del suo comportamento. Insomma, ha un marito premuroso a suo fianco, non capisco perché mi fa questo"
"Ho il timore che lei non mi ami più, da molto tempo ormai - sospirò Eugene - inizialmente era innamoratissima di me. Negli ultimi anni però le cose sono cambiate. Lei si è allontanata sempre di più, credo che sia rimasta con me solo per amore della famiglia. Ma adesso che Adrian è grande, temo che mi lascerà, e morirò da solo..."
"Vi prego, non dite queste cose! - esclamò - sono sicuro che siete ancora in tempo a recuperare il rapporto. Voglio dire, siete sposati, avete avuto un figlio, non può essere cancellato tutto così!"
"Io lo spero. Dopotutto la amo ancora, malgrado i suoi atteggiamenti. Ti prego, cerca di non prendertela troppo"
Elsa scostò lo sguardo. Magari fosse stato facile! Ma ogni volta che Rapunzel provava ad avvicinarsi troppo a Jack, la voglia di attaccarla prevaleva.
"E va bene - sospirò - ci posso provare"
"Grazie - rispose Eugene sorridendo - sono fortunato ad aver trovato un'amica come voi"
La regina ricambiò il sorriso, non riuscendo a capire come potesse Rapunzel non amare un uomo che tanto si preoccupava per lei.
Entrambi sussultarono quando udirono un rumore sordo. Erano state spalancate le porte, e adesso a farsi avanti era proprio Jack, coperto di neve, con gli occhi vitrei, e una strana espressione sul viso. Quando Elsa lo vide, gli si precipitò addosso.
"Jack, oh Jack! - esclamò - sono così felice di vederti, ho temuto il peggio. Va tutto bene? Ti prego, dimmi qualcosa!"
L'occhiata che in seguito il marito le lanciò, servì a farle capire che non andasse tutto bene. I due si spostarono, con il bisogno di parlare in privato.
"Ho trovato Pitch" - disse semplicemente Jack.
"Davvero? Allora l'hai ucciso?"
"No - rispose stringendo i pugni - quel maledetto mi è scappato! Sono stato fuori tutta la notte a cercarlo, e a cercare un modo per tenere al sicuro Emma. Lui non si arrenderà,  lei che vuole!"
"Oh no - sussurrò spaventata - che cosa possiamo fare?"
"Dobbiamo assicurarci che Pitch non possa mettere mano sul suo potere oscuro. Non c'è da stare tranquilli, neanche un minuto!"

Emma intanto dormiva ignara, dopo aver passato una notte da sogno. La sua innocenza le era stata rubata, ma non avrebbe potuto esserne più felice. Aveva provato così tante emozioni contrastanti, la gioia, la paura, l'incertezza, tante sensazioni che erano in lei esplose.
Si svegliò, e senza aprire gli occhi accarezzò il materasso con una mano, convinta di trovarvi Pitch. Come però si era immaginata, lui non era lì.
Si tirò immediatamente su, con il cuore che batteva all'impazzata. Pitch se n'era andato, come doveva dunque interpretare il loro rapporto della sera prima?
Dopo ciò che era successo, il suo sentimento era divenuto ancora più intenso, e proprio per questo, Emma non se ne sarebbe stata con le mani in mano. Avrebbe trovato una risposta. Più in fretta che potè si vestì. L'unico modo per uscire da palazzo senza destare attenzioni, era scivolare dalla finestra. Il suo potere del ghiaccio le tornò molto utile, visto che riuscì a costruire una scalinata, da cui poi scese dolcemente.
Nella sua mente aveva già preso vita un'idea, un'intenzione che le avrebbe cambiato la vita per sempre.

Come lei, anche Helge ed Aurora erano in procinto di svegliarsi. Per i due cugini, era stata una notte di fuoco e passione che difficilmente avrebbero dimenticato. Il sonno aveva poi portato via tutte le possibili preoccupazioni, fino a quel momento. La prima a svegliarsi fu proprio la principessa. Si tirò su, ancora stordita. Quando si voltò e vide il cugino ancora dormiente accanto a sé, tutto ciò che era accaduto la sera prima, le venne alla mente. Divenne immediatamente rossa per l'imbarazzo. Avevano davvero fatto quel genere di cose, ed in più le era anche piaciuto. Doveva svegliarlo, prima che qualcuno potesse vederli.
"Emh... Helge - sussurrò - Helge, svegliati"
Il principe mugugnò qualcosa, per poi aprire gli occhi. Nonostante ciò che fosse successo, vedere la cugina davanti a sé, coperta con solo un lenzuolo, riaccese in lui particolari sensazioni.
"A-Aurora - balbettò - io, emh... ecco..."
"Ti prego, non dire nulla - sussurrò - è successo ciò che temevo"
"Oh... sei già pentita?"
"No, non sono pentita! - esclamò - è stata una notte meravigliosa, ma questo... è sbagliato Helge!"
"Perché è sbagliato? Hai soltanto seguito i tuoi sentimenti, non è giusto che il legame di sangue ci tenga separati"
"Io... io temo che la cosa ci porterà a passare dei guai, me lo sento"
"Probabile. Ma io ti amo e sono disposto ad affrontare tutto. E tu invece?"
Aurora rabbrividì nell'osservare le sue iridi azzurre, così intense. Aveva sempre amato Helge come si ama un fratello, ma adesso le cose erano cambiate. Sentiva che il semplice fingere non sarebbe servito a nulla, dopotutto lei ed Helge vivevano insieme,sarebbe stato troppo facile cadere nella tentazione.
Era disposto ad amarlo e ad affrontare tutto?
"Io - sussurrò - io avrei bisogno di una boccata d'aria... scusami..."
Helge si era immaginato una sua reazione di quel tipo, ma aveva tanto sperato di sbagliarsi. Per un attimo aveva potuto sfiorare il paradiso, che fosse l'ultima volta?

Ad essere già alzata invece era Selena. Quest'ultima camminava indisturbata e si stava dirigendo verso la sala da pranzo per la colazione. A sua insaputa però, due occhi la stavano fissando nel buio.
Adrian si era appostato in modo che potesse catturarla, senza che lei se ne accorgesse. E così accadde.
La afferrò di spalle, tappandole prontamente la bocca, prima che potesse urlare.
"Fa silenzio, sono io" - sussurrò. La principessa rimase molto sorpresa, inoltre non immaginava che stare tra le braccia di Adrian fosse così piacevole.
"Cosa... - ansimò lei - ma cosa fai? Che vuoi?"
"Non agitarti in questo modo - disse a braccia conserte, sorridendo - sei molto più carina quando ridi"
"Smettila di prendermi in giro e dimmi che vuoi!" - esclamò lei arrossendo.
"La nostra conversazione è stata malamente interrotta l'altro giorno. Dimmi la verità, io ti piaccio?"
In quel momento Selena sentì come se il fumo le stesse fuoriuscendo dalle orecchie. Eccome se le piaceva, quell'insopportabile e indisponente principe, ma come poteva affermarlo?
"No..." - rispose chinando lo sguardo.
"Suvvia - disse afferrandole il viso e costringendola a guardarlo - dì la verità!"
"Anche se fosse, a te che importa?! - esclamò nervosa - tanto a te piace Aurora!"
"Aurora? Io non ho mai detto nulla di tutto ciò" - disse inarcando un sopracciglio.
"Ah... ah no?" - sussurrò tremando.
"No, piccola sciocca principessa" - disse divertito. Selena avrebbe tanto voluto lanciargli uno schiaffo in quel momento, ma non ci riuscì. Il suo tocco non le faceva capire più nulla, ed ora le sue labbra erano poco distanti dalle sue.
Se l'avesse baciata, non si sarebbe tirata indietro. Purtroppo, ciò non avvenne, per lo stesso motivo della volta precedente.
"Emh... scusate..."
Selena riconobbe immediatamente la voce di Aurora, la quale sembrava abbastanza sconvolta.
"Aurora! - esclamò ella - cosa ti è successo?"
"Mi spiace veramente interrompervi, ma io... ho bisogno di parlare con te... urgentemente"
"D'accordo, su andiamo" - sussurrò lanciando un'occhiata ad Adrian, il quale pareva abbastanza infastidito. Nei suoi occhi vi era però la promessa che la prossima volta, sarebbe riuscito a baciarla.

Nonostante la notte fosse passata, Anna non riusciva a togliersi dalla testa le parole di Aurora. Effettivamente, la figlia non era un tipo che attaccava la gente senza un motivo. Qualcosa doveva aver scatenato la sua ira.
Questo era ciò che pensava mentre guardava Kristoff. L'idea che Elizabeth avrebbe potuto provarci, non sembrava assurda. Ma in caso fosse stato vero, come avrebbe dovuto comportarsi? Di solito era Kristoff quello geloso.
E se quest'ultimo fosse stato al gioco?
No, non era da lui... tuttavia non riusciva a toglierselo dalla testa!
"Anna? - la chiamò il biondo - che ti prende? Ti vedo pensierosa"
"Emh... nulla... stavo solo pensando... emh... Kristoff... tu mi tradiresti mai?"
"Che domande sono? Ovvio che no! Come può venirti in mente una cosa del genere!"
Egli fece però caso a come la moglie avesse chinato lo sguardo. Sicuramente doveva essere preoccupata per ciò che era successo la sera prima.
"Immagino sia... per ieri sera, vero? - domandò - oh Anna, non devi preoccuparti, per quanto Elizabeth possa importunarmi, io non cederò"
"Beh ma... lei è così bella, elegante, aristocratica....!" - borbottò.
"Ma non sei tu - disse dolcemente - io ti amo proprio perchè sei tu, Anna. E proprio per questo, nessuna potrebbe prendere il tuo posto!"
Gli occhi della principessa a quel punto si illuminarono. Era stata una sciocca a pensare una cosa del genere, Kristoff le era fedele.
Lo abbracciò, cercando di dimenticare i brutti pensieri. Dopotutto, a doversi preoccupare del proprio matrimonio, non era lei, ma Hans!
Quest'ultimo, infatti, stava avendo un'accesa discussione con Elizabeth. Per nulla al mondo avrebbe accettato di essere umiliato o tradito, per questo voleva mettere da subito le cose in chiaro.
"Sono serio, Elizabeth! - proclamò egli - dovresti comportarti più seriamente, sei una principessa, mia moglie!"
"Oh, che noia! - borbottò l'altra - io non ho fatto nulla. E' stata quella... sciocca ragazzina ad umiliarmi davanti a tutti senza motivo, ma immagino che abbia preso i suoi modi di fare dalla madre!"
"Non ti permetto di parlare così di Anna. La conosco da tempo e so com'è..."
"Ah, certo, adesso ti metti a difendere il tuo primo amore?" - domandò con aria di sfida.
"Non rigirare il discorso. Non credo che Aurora sia pazza e ti abbia attaccato senza un motivo!"
"Ma certo che è pazza! Anzi, sai cosa ti dico? Non mi piace che nostra figlia passi tanto tempo in sua compagnia. Andò a parlarle immediatamente e le proibirò di parlarle ancora!"
"Ma... Elizabeth!" - provò a fermarla invano.
Dentro di sé, la bionda principessa fremeva dalla rabbia. Si sarebbe vendicata verso Aurora. Non riusciva a sopportarla, era troppo identica alla madre, la quale rappresentava praticamente la sua rivale in amore.
Doveva fare qualcosa. Otteneva sempre quello che voleva. Il suo carattere freddo, l'aveva portata anche a mettere da parte il sentimento verso Hans, dopotutto il suo matrimonio non era chissà che cosa.
Si interruppe dal pensare quando udì dei bisbigli provenire dall'altro corridoio. Riconobbe immediatamente le voci di Selena e Aurora, così tese un orecchio, in modo da poter origliare la loro conversazione.
"Che cosa hai fatto? - domandò Selena - tu ed Helge? Oh mamma, non posso crederci!"
"Neanche io posso crederci! So che data la parentela, è sbagliato. Ma lui ha detto di amarmi, ed io gli ho concesso la mia prima volta, oltre che il mio cuore! Non posso lasciarlo così!"
"Beh, allora gettati anche tu in questa relazione! Anche se forse fareste meglio a tenerla nascosta per un po'!"
"Non so... devo pensare attentamente a cosa devo fare!"
Elizabeth rimase sorpresa. Una relazione clandestina tra il principe e la principessa di Arendelle, qualcosa di assolutamente inappropriato.
Avrebbe dovuto riferire tutto ma... perché farlo, se poteva usare la cosa a suo vantaggio?
Ebbe un'idea, un'idea molto perfida. E la povera Aurora, sarebbe stata la diretta vittima.

Emma era riuscita ad arrivare lontano, con il fiato corto. Adesso che nessuno poteva udirla, poteva finalmente invocare il nome di Pitch ad alta voce.
"Pitch! - chiamò - Pitch! Vieni immediatamente fuori! Non puoi lasciare una ragazza così dopo quello che è successo, non è da cavalieri, insomma! Pitch!"
Un'ombra si materializzò dietro di sé, facendola sussultare.
"Ti sento, non c'è bisogno di urlare. E poi non to ho lasciata, ma non potevo rischiare di farmi trovare..."
"Ah, eccoti qui! - esclamò sorridente - sono davvero contenta di vederti. Sai, la nostra notte trascorsa insieme, mi ha fatto capire molte cose, prima fra tutte, che anche tu mi ami!"
"Oh - sospirò - anche se fosse non c'è nulla da fare. Io e te non potremmo stare insieme"
"Sì che possiamo. Voglio che tu faccia una cosa"
"Cosa? Vuoi che mi prenda il tuo potere?"
"No - rispose seria - voglio che lo liberi"



 
N.D.A
Ohi ohi, cose con il botto! Emma vuole che il suo potere venga liberato, potete immaginare cosa accadrà dopo. Chissà se Pitch si mostrerà restio o meno U_U
Immagino che Elizabeth stia entrando nei pensieri di odio di molti XD Cosa avrà in mente? Renderà la vita impossibile non solo ad Anna, ma anche ad Aurora D: Quest'ultima deve fare i conti con il proprio cuore e anche con quest'arpia :C

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Capitolo 13
*** Emma l'oscura ***





"Cos'hai detto? - domandò Pitch non riuscendo a nascondere la sorpresa - vuoi che liberi il tuo potere?"
La principessa annuì, seria.
"Non se ne parla neanche - rispose l'altro - non hai idea di quello che potrebbe accadere. C'è un motivo se la magia oscura è stata rinchiusa dentro di te, se ora la libero non riuscirai più a controllarla"
"Non mi importa quello che accadrà, se ciò potrà rendermi più simile a te" - dichiarò.
Fu in quel momento che Pitch capì.  Emma era stata spinta a quella decisione dai sentimenti verso lui, un sentimento che a quanto pare doveva essere più forte di quel che pensava.
E malgrado tutto, non poteva negare a sé stesso di sentire le stesse cose. Ma privare Emma della luce, renderla un'essere oscuro, sarebbe stato quasi un sacrilegio, anche se ciò avrebbe permesso loro di vivere insieme come le due metà della stessa anima.
Le sue parole lo tentavano. Sarebbe stata una cosa conveniente, per entrambi, soprattutto per lui.
"Se libero la tua oscurità sarai legata a me per sempre. Sei disposta a mettere a repentaglio tutto? Anche la tua stessa famiglia?"
La principessa si avvicinò, fin quando i loro visi non si sfiorarono. Nei suoi occhi, la luce ferma parlava da sé. Non le importava di nulla, il sentimento che in quel momento provava era più forte di qualsiasi cosa, di qualsiasi paura.
"Io sono già legata a te, Pitch. Prenditi tutto di me" - sussurrò con fare suadente, tanto che neanche il temibile re dell'oscurità sempre resistere.
Con un bacio, avrebbe liberato la sua essenza più nascosta
Le labbra si sfiorarono appena, per poi avvicinarsi senza alcun timore. A quel gesto. Emma sentì come se la sua linfa vitale fosse portata via. Un senso di debolezza momentanea, che venne immediatamente sostituito da una forza che non aveva mai avvertito. Quando Pitch indietreggiò, poté vedere con i suoi occhi l'aura oscura di Emma liberarsi e poi tornare nel suo corpo.
La principessa fu costretta ad accasciarsi al suolo, totalmente presa da quel potere che la stava scuotendo da cima a fondo. Qualcosa in lei cambiò profondamente, la luce venne divorata, e il bianco che la contraddistingueva, sostituita dal nero.
I capelli di color neve si tinsero d'ebano, il suo abito candido divenne un velo scuro.
Affossò le unghie nella terra, avvertendo per la prima volta in vita sua, un senso di superiorità, mai avuto. Rimase alcuni secondi immobile, per poi sollevare lo sguardo.
Rossi. I suoi occhi azzurri come il mare, erano divenuti rossi, come un mare di sangue.
Pitch sorrise. Per anni era stato da solo, ma adesso avrebbe avuto per sempre una compagna a suo fianco.
Le tese una mano.
"Benvenuta nella tua nuova vita, signorina oscura"

Aurora aveva preso la sua decisione. Avrebbe parlato con Helge e questa volta le avrebbe dato delle risposte, malgrado si sentisse molto nervosa.
Arrivò davanti la porta della sua camera, prendendo un lungo respiro.
"Forza Aurora... ce la puoi fare" - disse cercando di infondersi coraggio.
Bussò, e quando il principe dall'altro lato esclamò "avanti!", entrò senza pensarci due volte.
Helge era molto felice di vederla, poiché voleva dire che, in qualche modo, lei voleva ancora avere a che fare con lui, e ciò gli bastava.
"Aurora! - esclamò - non sai quanto sono felice che tu sia qui, temevo che non mi avresti neanche più guardato in faccia!"
"Io ho - sussurrò chinando lo sguardo - ho avuto modo di pensare a ciò che è successo"
"Oh, quello - disse l'altro imbarazzato - non... non devi pensarci, dopotutto hai ragione tu, è sbagliato"
"Non era venuta qui per dirti questo - sospirò - io volevo dirti che... provo esattamente le stesse cose, Helge"
Al principe brillarono gli occhi. Possibile che la ragazza dei suoi sogni ricambiasse quel sentimento tanto proibito?
"Tu... stai dicendo sul serio?"
Aurora annuì.
"Ho paura, è vero, paura di ciò che potrebbe succedere. Ma ho più paura di perdere te. Siamo cresciuti insieme, insieme abbiamo condiviso tutto, anche lo stesso cuore... per questo sentiamo lo stesso cuore, e per questo penso che solo insieme potremo essere completi"
Felice come non mai, Helge si alzò, stringendola tra le sue braccia. Aurora si lasciò stringere, in quell'abbraccio che era molto diverso dal solito. Lei lo strinse a sua volta, capendo che non avrebbe voluto essere da nessuna parte se non proprio lì.
"Vedrai Aurora - le sussurrò - troveremo il modo di stare insieme, dovessimo scappare"
"Spero che non sia necessario arrivare a tanto - disse sorridendo, guardandolo poi negli occhi - io... io ti amo Helge"
"Ti amo anche io, mia dolce Aurora" - sussurrò sulle sue labbra, per poi baciarla.
Pochi minuti dopo, la principessa uscì dalla camera del principe, sospirando con aria sognante. Chi avrebbe mai detto che si potesse essere così felici?
Finché il loro segreto fosse stato al sicuro, non avevano niente di cui preoccuparsi.
Sfortunatamente, la perfida Elizabeth bramava alle loro spalle. Ella non aveva perso di vista la principessa neanche un attimo, e adesso che era da sola, poteva parlarle in tutta tranquillità.
"Oh, ma guarda un po' chi c'è, la principessa Aurora" - disse come se nulla fosse.
"E voi che fate qui? - domandò l'altra con diffidenza - stavate origliando, forse?"
"Suvvia, con chi credi di parlare? - domandò - e poi cosa ci sarebbe da origliare? Hai per caso qualche segreto?"
"Assolutamente nessuno!" - esclamò a braccia conserte.
"Capisco - sussurrò - sai non mi ha fatto piacere il tuo trattamento dell'altra sera. Io non accetto di essere umiliata, specialmente davanti a tanta gente"
"Beh, mi spiace, dovevate pensarci prima di fare la gatta morta con un uomo sposato"
Elizabeth rabbrividì dalla rabbia. Iniziava a non sopportare più l'insolenza di quella ragazzina
"E tu? Non sei mai stata innamorata? Io penso proprio di di sì..."
Aurora a quel punto deglutì. Non sapeva perché, ma Elizabeth aveva tanto l'impressione di una che sapeva tutto.
"Beh sì... mi sono invaghita del principe Adrian, in effetti..."
"Non parlo di lui! - esclamò avvicinandosi a lei - io so tutto di te, principessa. Non sei affatto pura e casta come vuoi far credere"
"Di cosa state parlando?" - mormorò spaventata.
"Umh... una relazione clandestina tra il principe e la principessa di Arendelle, uniti da un legame di sangue. Credo che i vostri rispettivi genitori ne rimarrebbero molto delusi e prenderebbero seri provvedimenti..."
"Vi prego, non dite nulla!" - esclamò congiungendo le mani.
L'altra sorrise malignamente.
"Potrei anche farlo, sì... se... mi aiuterai  ad avvicinare a me Kristoff..."
"Mio padre? - domandò - non ci penso neanche! Non lo getterò tra le braccia di un'altra donna!"
"Allora mi spiace per te! Devi scegliere Aurora, o la famiglia o l'amore. Avanti, cos'è più importante?"
Quello era davvero un colpo basso. Elizabeth aveva messo in ballo le due cose più importanti per Aurora, non poteva scegliere. Non poteva rinunciare ad Helge ma non voleva neanche rovinare la serenità della propria famiglia.
Si sentiva in trappola, e quella sensazione di impotenza la faceva arrabbiare, la faceva divenire matta. Strinse i pugni mentre Elizabeth si avvicinava.
"Allora, principessa?" - sussurrò.
La odiava. Come si poteva essere tanto malvagie?
Non poteva mettere in pericolo un segreto tanto importante come quello dell'amore per Helge. Così mosse piano le labbra.
"Farò come dite" - sussurrò a denti stretti.
Sul viso di Elizabeth apparve un sorriso maligno. Lei otteneva sempre quello che voleva, utilizzando tutti i mezzi a lei a disposizione.

Nel momento in cui Emma aveva aperto gli occhi alla sua nuova vita, si era sentita praticamente onnipotente. Ed anche il suo potere era cambiato. La neve ed il ghiaccio che creava, erano neri come la pece, e davano all'ambiente circostante un non so che di inquietante. Pitch la guardava, mentre la principessa colorava tutto di oscurità.
"Vedo che ti sei già abituata"
Emma si voltò a guardarlo, con lo sguardo serio.
"In effetti è più forte di quello che credevo. Ma riuscirò a controllarlo e diverrò forte come te"
"Oh, oh, dovrai lavorare molto prima di essere come me"
"Un giorno ti supererò - disse avvicinandosi con uno sguardo diabolico - magari... potresti insegnarmi qualcosa... adesso..."
Pitch dovette sforzarsi molto per non cadere di nuovo nella sensazione di farla sua. Oltre al potere oscura, nella principessa era stata liberata anche la lussuria, che era esplosa, cancellando ogni traccia di purezza. Doveva ammettere però, che ciò non gli dispiaceva affatto.
"Magari un'altra volta. Adesso faresti meglio a tornare"
"Cosa? Ma non dovevo rimanere qui con te?"
"Almeno per adesso è meglio che nessuno sappia quello che è successo, altrimenti temo che potremmo avere guai - disse - non preoccuparti, farò in modo che il tuo aspetto sembri quello di sempre. Ora vai, ti prego"
Emma annuì, ma prima di andarsene gli donò un bacio che lasciava intendere molto. Malgrado la voglia di tenerla  a sé, Pitch non la trattenne oltre.
Se tutto fosse andato secondo i loro piani, sarebbero potuti stare insieme per sempre...

Al castello intanto, Jack ed Elsa sembravano molto preoccupati. Emma non era ancora uscita dalla propria stanza, e ciò non era da lei. Ultimamente inoltre si era allontanata molto, e temevano che potesse fare qualche pazzia.
Decisero quindi di andare da lei, magari per parlarle. Quando però nessuno rispose, si allarmarono.
"Emma? - domandò Elsa entrando - Emma ci sei? Oh mio Dio, Emma!"
"Dov'è andata?" - domandò Jack.
"Non lo so, non può essere passata dalla porta. Oh no, e se è scappata?"
"Non può essere andata lontana! Andrò immediatamente a cercarla!"
Il guardiano ebbe il tempo di voltarsi, prima di rendersi conto che la principessa fosse proprio lì, davanti a lui, con un'espressione irriconoscibile.
"Oh, Emma! - esclamò Elsa abbracciandola - meno male, temevo che fossi scappata!"
"Pericolo scampato - sospirò Jack - stai bene, Emma?"
La principessa gli lanciò uno sguardo che lo fece rabbrividire. 
Era sua figlia, eppure c'era qualcosa di diverso in lei, sembrava quasi un'altra persona.
"Sto bene - dichiarò - ma vorrei rimanere da sola"
"Veramente tesoro, eravamo venuti qui per parlarti - sospirò Elsa - ho visto che ti stai allontanando molto in questi giorni"
"Oh, non temere madre. Non c'è assolutamente niente che mi turba"
Anche il suo solito era strano, un tono che non permetteva repliche e anche un po' inquietante. Jack ci fece caso, non riuscendo però a darsi una spiegazione.
Alla fine, la principessa riuscì a liberarsi facilmente dei genitori.
Si sedette nel materasso, lasciandosi andare ad una risata maligna.
Mai più incubi avrebbero "disturbato" il suo sonno. Era diventata lei il peggior incubo.


 




 
N.D.A


Ohi ohi, Emma  è diventata perfida, si salviii che puòòòò. Il suo lato oscuro però è molto affascinante, a Pitch piace!1!!
Elizabeth ha tirato fuori il suo lato più stronzi ahimè, povera Aurora D:

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Capitolo 14
*** Neve nera ***




Emma si svegliò. Aveva dormito per delle ore, ed ora era carica come non mai. provava uno strano senso di frustrazione nel dover rimanere lì, fingendo di essere qualcuno che in realtà non era più. Per quanto sarebbe riuscita a mantenere il suo segreto?
Malgrado ciò si alzò, raggiungendo il resto della famiglia prima che quest'ultima si insospettisse. 
Alla sala da pranzo, tutti erano già deduti. 
Aurora stava seduta tra Helge e Selena, mentre Elizabeth stava proprio davanti a lei. La principessa più piccola era costretta a tenere lo sguardo basso, non riuscendo a reggere quello tanto freddo della più grande. 
Sia Selena che Helge si accorsero che qualcosa non andava in lei. In verità, Aurora sentiva un grande peso dentro di sé. Non voleva che il proprio segreto venisse scoperto e non voleva neanche distruggere la vita amorosa degli altri, soprattutto non quella dei suoi genitori. Aveva paura per quello che avrebbe dovuto fare tra poco. Helge allungò una mano da sotto il tavolo, sfiorando la sua. Con il solo sguardo, parve chiederle cosa ci fosse che non andava. Aurora si limitò a sorridere, sapendo di non poter dire nulla. Elizabeth infatti non smetteva un attimo di guardarla.
Emma arrivò, sedendosi a sua volta accanto a Selena.
"Hey - sussurrò lei vedendo la sua espressione strana - ma che fine avevi fatto?"
"Sto bene" - dichiarò seria, senza degnarla neanche di uno sguardo.
"Uh, dì la verità, sei andata da quel tipo che ti piace, vero?"
A quel punto Emma si voltò a guardarla, mostrando un'espressione che mai le era appartenuta e che fece addirittura rabbrividire l'altra.
Ben presto il pranzo finì, e quando ciò avvenne, Jack andò in terrazza, ad osservare il sole di un dicembre morente. Aveva la netta sensazione che la sua famiglia e l'intero regno fossero in pericolo. Non era solo un re, era anche stato un Guardiano un tempo, e sapeva quanto fosse importante proteggere gli altri.
E ciò che lo preoccupava più di tutti era proprio Emma. Era strana, c'era qualcosa di strano nei suoi occhi.
A distrarlo dai suoi pensieri fu una voce femminile.
"Heyyy!"
Jack sperò per un attimo che si trattasse di Elsa. Poi però, si rese conto che si trattava di Rapunzel, che a quanto pare l'aveva seguito.
"Oh, sei tu Rapunzel" - disse evidentemente deluso.
"Sì, proprio io - disse a braccia conserte - so che probabilmente ti aspettavi Elsa, ma sono stata più svelta"
"Cos'è che vuoi da me? - domandò distogliendo lo sguardo - ti informo, che a causa dei tuoi atteggiamenti, Elsa sta soffrendo molto. Non credo che tra parenti ci si comporti così"
Rapunzel però pareva non stare ad ascoltare. Si era avvicinata, con uno sguardo decisamente languido e con i capelli tra le dita. Stava provando a sedurlo!
"Senti, mi dispiace per Elsa, ma non pensi a me? - sussurrò - io non posso avere quello che voglio"
"Ma cosa... cosa stai dicendo?"
"Coraggio - disse battendo ripetutamente le ciglia - non puoi sfuggire per sempre"
Jack ebbe l'istinto di proteggersi, come se davanti avesse avuto un nemico. Ed in effetti, era un po' così. Ma a fermare la ragazza non fu lui. Un brivido lo percorse all'improvviso: qualcuno aveva lanciato un incantesimo di ghiaccio, e quel qualcuno era Elsa, apparsa all'improvviso e con un'espressione poco piacevole sul viso.
"Elsa" - sussurrò Jack. Rapunzel si voltò a guardarla, infastidita.
"Oh, accidenti - sbuffò - qual'è il problema? Non stavo facendo nulla di male"
La regina però aveva gli occhi di chi non permetteva repliche o giustificazioni. Era sempre troppo controllata, ma adesso la gelosia in lei le diceva di mandare al diavolo ogni sforzo.
"Mi hai proprio stancata con i tuoi atteggiamenti - sussurrò avvicinandosi - hai sempre voluto essere la prima, in tutto. E non ti basta ciò che hai, vuoi anche rubare la felicità agli altri. Beh, non te lo permetterò"
"Elsa - deglutì la bionda - che vuoi fare?"
"Quello che avrei dovuto fare già da tempo - disse minacciosa - forse non ti ricordi Rapunzel, ma la magia scorre nelle mie vene. E tu sei inerme davanti a questo"
La bionda tremò, provando solo il desiderio di scappare. Elsa sembrava furiosa. Quest'ultima infatti si avvicinò. Dopodché, ad un solo movimento della sua mano, un sottile alito di ghiaccio andò a circondare il corpo di Rapunzel, divenendo sempre più grande. Alla fine, il corpo della ragazza era completamente congelato.
"Elsa! - esclamò Jack - che cos'hai fatto?"
"Sta calmo, è viva. Almeno per qualche ora non dovrò sopportarla!"
"D'accordo, ma arrivare a tanto!"
La regina si trattenne dal congelare anche lui. Aveva agito per istinto, nel vedere ciò che le apparteneva tanto bramato da qualcun'altro. Ma a quanto pare, questo Jack non riusciva a capirlo.
"Bene - disse stringendo i pugni - allora scongelala da solo visto che ci tieni tanto!"
"Ma... Elsa!" - provò a chiamarla invano. Tutto inutile. Elsa non era mai stata gelosa, e adesso doveva rendersi conto che non vi era niente di peggio di una donna gelosa dotata di poteri magici.

Aurora stringeva i pugni e  deglutiva nervosamente, mentre camminava in corridoio. Non riusciva a credere di essere praticamente diventata la "schiava" di quella donna. Come poteva trovare una soluzione?
Purtroppo non ebbe molto tempo di pensarci. Incontrò Kristoff sul suo cammino, proprio la persona che stava cercando.
"Tesoro - la chiamò il biondo - tutto bene?"
"Amh... sì - disse distogliendo lo sguardo - ecco... Elizabeth... lei... lei deve parlarti"
"Elizabeth? - domandò - ma non odiavi quella donna"
"Oh no, non la odio affatto. E' davvero una donna gentile e intelligente" - rispose chinando lo sguardo. Dire quella frase fu una dell cose più difficili al mondo.
"Oh, d'accordo - rispose l'altro sorpreso - allora vado a  vedere cosa vuole"
Non appena si fu allontanato, Aurora tirò fuori un sospiro. Il difficile però arrivava adesso: doveva impedire ad Anna di andare a cercarlo.
Kristoff arrivò dinnanzi la camera di Elizabeth, bussando.
"Avanti!" - rispose ella. Quando egli entrò, la donna stava seduta sul materasso e gli stava facendo segno di avvicinarsi.
"Amh... mia figlia mi ha riferito che volevate parlarmi..." - disse incerto.
"Ma certo, fatevi pure avanti - disse gentilmente - sapete, so di aver cominciato con il piede sbagliato. In verità vi ammiro molto - disse alzando gli occhi al cielo - ed ammiro anche vostra moglie, la principessa Anna. Insomma, lei è una donna così fortunata ad avervi sposato"
"Amh... grazie - rispose avvicinandosi - ma anche voi siete fortunata, dopotutto avete sposato Hans e..."
"Ah, sì, mi sono accontentata - sospirò - sapete, ero così giovane. Adesso che sono più matura, capisco che posso avere di meglio"
"E questo "meglio" sarei io, vero?"
"Molto perspicace" - sussurrò afferrandolo.

Aurora era intanto entrata in camera della madre, la quale si stava sistemando i capelli allo specchio.
"Oh, ciao Aurora - la chiamò guardandola attraverso quest'ultima - sei venuta anche tu per farti acconciare i capelli?"
La principessa stava con la schiena poggiata sulla porta e lo sguardo basso. Se avesse potuto si sarebbe lasciata andare ad un pianto a ridotto. Cosa stava facendo?
Stava sbagliando tutto.
"Ecco fatto - disse Anna alzandosi - adesso però è meglio che vada a chiamare tuo padre". Solo quella frase riuscì a far alzare lo sguardo ad Aurora. Quest'ultima si irrigidì, come una sorta di muro.
"Su, Aurora, fammi passare"
Tremando, la ragazza distolse lo sguardo.
"No" - sussurrò appena.
"Cosa?"
"Mi spiace... non posso...."
"Aurora? - domandò  - che ti prende? Stai tremando!"
Per la principessa quello era troppo. Non poteva essere complice della donna che odiava e che voleva distruggere la sua famiglia. Cadde in ginocchio, con le mani sul viso.
"Mi spiace! - esclamò - è tutta colpa mia! E' Elizabeth che mi ha costretto!"
"Cosa centra Elizabeth? - sussurrò sconvolta - oh no..."
Anna parve intuire immediatamente. Dopotutto, Aurroa l'aveva già avvertita una volta. Si diresse immediatamente a cercarla.
Elizabeth stava ancora tenendo troppo vicino a sé Kristoff, il quale però non sembrava disposto a cedere.
"Lasciatemi - disse fermo - non potete farlo. Sono sposato e non ho intenzione di tradire la donna che amo"
"Amore... amore... - ripeté lei - potete amare anche me, se volete"
"Non credo proprio"
"Perché? - domandò - cos'ha lei che non ho?"
"La gentilezza - rispose - la bontà d'animo, il coraggio, la dolcezza e... potrei andare avanti per ore..."
La bionda assottigliò lo sguardo. Non accettava di essere seconda  a nessuno.
Anna entrò proprio in quell'istante. Non aveva udito quella conversazione, aveva solo visto i due troppo vicini.
"Insomma! - esclamò Elizabeth - non si usa più bussare?"
"Kristoff - sussurrò lei - cosa... cosa stai facendo?"
"Anna, giuro che non è come pensi!"
"Cosa stavi facendo qui da solo con lei?"
"Tu cosa pensi?" - domandò la bionda a braccia conserte.
Il cuore della principessa perse un battito. Kristoff non poteva averla tradita, era assurdo!
Lei lo guardò mostrandogli tutta la sua delusione. Senza avere la forza di dire nulla, gli voltò le spalle.
"Anna..." - provò a chiamarla Kristoff. Dopodiché si voltò a guardare Elizabeth. Quest'ultima aveva un'espressione soddisfatta. Aveva ottenuto quello che voleva. Ma lui non avrebbe permesso che finisse tutto in quel modo.
Anna tornò in camera sua, mentre le lacrime iniziavano a rigarle il volto senza che potesse fermarle. Tutti quegli anni trascorsi insieme... potevano finire così?
"Madre" - la chiamò Aurora.
"Aurora - sussurrò lei - che succede....?"
"Ti prego, non avercela con mio padre! - esclamò supplicandola - è colpa mia, è tutta colpa mia!"
"Perché è colpa tua!"
"Elizabeth mi ha costretto ad aiutarla! Ho dovuto farlo, perchè altrimenti lei... lei avrebbe... rivelato a tutti il mio segreto..."
Anna si asciugò il viso.
"E così è stata tutta un'idea di quella donna terribile? E ha usato te? Come si può essere così malvagie. Aurora, non devi permettere a nessuno di usarti"
"Lo so - sospirò - ma non volevo che nessuno sapesse..."
"Cosa c'è mai di cosa importante da portarti a fare ciò? - domandò - ti prego Aurora, non tenermi all'oscuro"
Le mani di Anna sul suo viso, la fecero calmare per un attimo. Sua madre era sempre stata affettuosa e comprensiva. Poteva quindi confessarle il suo segreto inconfessabile?

Nel frattempo, Helge, Emma, Selena e Adrian erano andati fuori a prendere una boccata d'aria.
Selena osservava continuamente Adrian con la coda dell'occhio, poiché quest'ultimo non faceva altro che fissarla. Ed era anche normale, visto il loro quasi bacio.
"Oh - sussurrò rivolgendosi ad Emma - non posso crederci, allora forse anche io gli piaccio! Insomma, mi ha quasi baciato, ma io non so come comportarmi, non sono brava con le dichiarazioni. Tu cosa mi consigli di fare?"
Emma non la degnò di uno sguardo.
"Va e fa quello  che devi fare. Sei una seccatura, non fai altro che lamentarti"
"Cosa? - domandò - ma Emma..."
"Hey, ragazzi! - esclamò Helge - guardate, sono il migliore con i pupazzi di neve. O forse tu, cara sorellina, desideri sfidarmi?"
"Affatto" - rispose.
"Andiamo! - disse il fratello - non farti pregare, so che non resisti"
"Oh - sospirò - se lo faccio, poi mi lascerai in pace?"
"Parola mia!" - disse ridendo.
La principessa allora guardò dritto davanti a sé. Il ghiaccio iniziò a fuoriuscire dalla sua mano, ma c'era qualcosa di strano. Era nero, la neve e la magia che da lei fuoriusciva era nera come l'ebano. Helge rimase a bocca aperta, dopotutto la magia di di Emma era sempre stata bianca!
"Emma - sussurrò - cosa...?"
Dalle labbra della sorella ne uscì un lamento. Fu costretta a portarsi le mani sulla testa.
"Emma, Emma che cos'hai?" - domandò Helge.
"Stai indietro!" - esclamò.
Poteva sentirlo. La magia oscura stava lottando per non rimanere silenziosa e nascosta, come aveva fatto per quindici lunghi anni.
Batté per un paio di volte le ciglia. E nuovamente, i suoi occhi passarono dall'azzurro, al rosso sangue.







N.D.A
Alla fine Emma non sta riuscendo a controllare il suo potere O.O Farà del male ai suoi amici o no? Certo che è molto cambiata, visto che tratta male tutti XD
Finalmente Elsa ha congelato Rapunzel non vedevo l'ora che ciò accadesse :D
E Aurora ha ceduto.... si confiderà o meno con Anna? :P


 


 

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Capitolo 15
*** La fuga di Emma ***





Helge, Adrian e Selena arano rimasti sconvolti, specialmente il primo. Era come se un qualche tipo di magia oscura si stesse impossessando della sorella. Non immaginava quanto la sua teoria fosse più vicina alla verità, di quel che credeva.
La magia di Emma era senza controllo proprio perché aveva tentato di tenerla nascosta. Ma l'oscurità è potente, e non può rimanere nascosta nascosta a lungo.
"Emma! - esclamò Helge - che succede?"
"State indietro! - ripetè con fare minaccioso - vi farò del male altrimenti"
"No - disse il fratello - no, tu non ci faresti mai del male!"
A quel punto, sul viso della principessa si dipinse un'espressione maligna.
"Non hai capito, caro fratello. Io voglio farvi del male. E' per questo che fareste meglio a starmi lontana!"
In seguito, il principe udì una risata maligna. Era sconvolto: quella terribile principessa non era la sua dolce e innocente sorella. E solo dopo averci pensato attentamente, Helge intuì quale avrebbe potuto essere la causa. Non si era certo dimenticato dell'immenso potere oscuro che Emma possedeva e del fattoc he quest'ultimo fosse stato sigillato dentro di lei.
Ai tempi era stato solo un bambino, ma ricordava tutto alla perfezione.
"Emma tu - sussurrò - tu hai liberato il tuo potere oscuro?"
"Bravo fratello, sei molto sveglio - disse sorridendo - sai, tu mi stai simpatico, mi dispiacerebbe farti male. Però, questo posto non fa più al caso mio, penso di avere bisogno di qualcosa... di un po' più ombroso" - disse voltandosi.
"Aspetta, dove stai andando?"
"Via di qui - disse bruscamente - e chiunque proverà a cercarmi e ad attaccarmi, farà una fine molto dolorosa. Siete avvisati"
Non riusciva a crederci. Emma lo stava minacciando, stava minacciando tutti loro. Per Helge fu quasi istintivo cercare di attaccarla per fermarla. Eppure non ci riuscì: quella era pur sempre sua sorella ed il pensiero di doverla attaccare lo faceva star male. Era totalmente inerme dinnanzi quella situazione.
"Emh... Helge? - sussurrò Selena - che cosa facciamo?"
Il principe chinò lo sguardo. Da solo non ci sarebbe stato niente che avrebbe potuto fare. Era necessario che anche la sua famiglia sapesse.

Anna era sconvolta. Aveva ogni ascoltato ogni parola di Aurora senza emettere un fiato, ed anche ora che la figlia aveva smesso di parlare, non trovava cosa rispondere. Lei era innamorata, ed era innamorata di un ragazzo che aveva in parte il suo stesso sangue. Helge.
Non ci avrebbe scommesso mai.
Aurora, dal canto suo, sembrava adesso molto più tranquilla. Sapeva però che non avrebbe potuto passarla liscia.
"Aurora tu... ed Helge...?" - sussurrò. La principessa annuì, chinando lo sguardo. Adesso le sarebbe toccato un brutto rimprovero, ne era certa.
Tuttavia Anna non se la sentiva proprio di rimproverarla. Poteva leggere nei suoi occhi un grande amore, ed il solo fatto che fosse arrivata a tanto per proteggerlo, la diceva lunga. Ed inoltre conosceva Helge, sin da bambina. Era sempre stato insieme ad Aurora e sempre l'aveva protetta. Non era poi così strano il fatto che se ne fosse innamorato.
E non poteva neanche arrabbiarsi. Gli amori "impossibili" erano all'ordine del giorno in quella famiglia.
"Beh - sussurrò - di certo non me lo aspettavo... ma almeno so che ami un bravo ragazzo..."
Sorpresa, la principessa alzò lo sguardo.
"Non sei arrabbiata, madre?" - domandò.
"Oh, no - sospirò abbracciandola - non posso arrabbiarmi davanti ad un amore così grande. E sono sicura che anche Elsa e Jack capiranno"
"E come la mettiamo con mio padre? Lui si arrabbierà di brutto"
Anna sapeva quanto Aurora avesse ragione. Kristoff era già apprensivo e geloso di suo, se avesse saputo una cosa del genere, dubitava che la sua rezione fosse stata tranquilla.
"D'accordo - disse Anna - gli parlerò io"
"Cosa? Davvero?" - domandò sorridendo.
"Ma certo! - rispose - lui capirà. E tu, Aurora, ricordati che non dovrai più cedere alle malignità di quella donna"
"Lo prometto, madre" - disse sorridendo.
Adesso si sentiva meglio e sentiva che le cose sarebbero potute andare solo a migliorare... o almeno sperava!

Jack aveva intanto scongelato Rapunzel dall'incantesimo di Elsa.
Aveva visto la moglie arrabbiata tante volte, ma non fino a quel punto. In parte però lo capiva perfettamente: anche lui una volta aveva congelato Hans, rischiando quasi di ucciderlo, e per lo stesso suo motivo: gelosia.
Potevano passare gli anni, ma la gelosia e la passione sarebbero rimaste immutate nei loro cuori.
L'incantesimo del ghiaccio però, non aveva impedito alla bionda di lasciarsi andare alla sua solita parlantina.
"Oh, sei stato davvero gentile  a liberarmi - disse Rapunzel - per un attimo temevo che Elsa mi avrebbe ucciso, non sapevo quanto il suo potere fosse forte, devo averla fatta arrabbiare veramente"
"Rapunzel... io credo che... - sussurrò - ognuno dovrebbe pensare alla propria famiglia"
"Cosa vuoi dire, Jack?"
"Vedi Rapunzel, io non sempre stato un umano. Per centinaia di anni, non sono stato altro che uno spirito, un guardiano, un essere immortale. E ho bramato a lungo, qualcosa che potesse essere mio. Quel qualcosa l'ho trovato quando ho conosciuto Elsa. Per me c'è sempre stata lei..."
"Oh - rispose l'altra sorpresa - sempre?"
"Sempre - ripetè - e mi dispiace che tu non possa capirlo. Ma vedi... io credo che dovresti lavorare sul suo matrimonio con Eugene. Non credo che il sentimento verso i suoi confronti si sia istinto del tutto. Ma a parte ciò... io sono unito ad Elsa nel corpo e nell'anima. E questo nessuno potrà mai cambiarlo. Adesso, con permesso... vado a cercarla..."
Le parole di Jack erano state dure ma gentili, e questo aveva fatto sì che rimanessero impresse nella memoria di Rapunzel. Chi avrebbe mai detto che il sentimento di Jack fosse così forte?
Quasi provò invidia. Era possibile per lei vivere un amore del genere?
L'albino intanto si era diretto a  cercare la propria sposa. Quest'ultima, per sfogare la propria ira, aveva congelato completamente una stanza,la quale ricordava ora quello che un tempo era stato il suo palazzo di ghiaccio.
Jack deglutì nervosamente. Elsa non si arrabbiava mai, ma quando si arrabbiava era davvero... terribile.
"Emh... Elsa...?" - sussurrò sgranchendosi la voce.
Lei si voltò a guardarlo, imbronciata.
"Che ci fai qui? Credevo fossi impegnato a liberare Rapunzel"
"Già fatto - disse facendosi avanti - e le ho anche detto le cose come stanno"
"Ovvero?" - domandò senza degnarlo di uno sguardo.
"Che amo te e che per me sei sempre esistita solo tu..."
"Sempre, Jack? - sussurrò ella con gli occhi lucidi - cosa è il nostro "sempre" in confronto ad una vita immortale? Niente, solo un battito di ciglia. E se alla fine ti fossi stancato? Se avessi capito che non sono nulla di speciale?"
"Oh... tu pensi davvero che io possa stancarmi di te? Ho aspettato una vita per averti a mio fianco, ed intendo rispettare il voto che ti ho fatto sull'altare. Se non mi credi... sposami di nuovo..."
"Cosa..." - sussurrò ella.
"Hai capito bene - disse inginocchiandosi - sposami di nuovo, Elsa di Arendelle. Voglio rinnovare il mio voto dinnanzi a Dio, dinnanzi tutto il regno. Mi faresti l'onore di diventare mia  moglie, per la seconda volta?"
A quel punto la regina parve dimenticarsi di tutto. Malgrado avesse già vissuto quel momento, provò la stesse emozioni della prima volta.
"Jack - sussurrò - io accetto"
L'altro sorrise, tirandosi su e afferrandola per i fianchi, trascinandola con sé in un bacio che sicuramente si fosse trasformato in altro, se non fosse stato per l'arrivo di Helge.
"Madre, padre! - esclamò ansimando - dove siete?"
"Helge! - esclamò Elsa scostandosi, imbarazzata - che succede?"
"Oh, emh - fece sgranchendosi la voce - io... mi spiace se vi ho interrotto ma..."
"Helge, cosa c'è?" - domandò Jack.
"Si tratta di Emma! - esclamò - lei... lei è diventata oscura! Voglio dire... il suo potere, ma anche la sua anima!"
"Fermo - disse l'altro - cosa intendi dire con "oscura"?"
"Era... strana - sospirò - non sembrava neanche lei. Ha anche minacciato di fare del male a chiunque avesse provato ad attaccarla. Ed inoltre la sua magia... produceva neve nera.... Questo cosa significa?"
Per i due coniugi fu facile intuire cosa fosse successo. La magia oscura della figlia era stata liberata, ed ora il buio stava per avere la meglio sul male!
"Pitch - sussurrò Jack - è stato lui. C'è lui dietro tutto questo"
Helge ricordava quel nome tanto pauroso che si era nascosto nei meandri della sua memoria.
"Le farà del male?"
"Non lo so, non so dove a che gioco stia giocando. Emma adesso dov'è?"
"Non lo so - sospirò - se n'è andata. Avrei voluto fermarla ma..."
"Non preoccuparti, avremmo adesso modo di fermarla - disse serio - dobbiamo salvarla!"

Ignara di tutto, Emma era arrivata ad un cimitero. Un luogo piuttosto lugubre, ma perfetto per lei. Pitch era comparso accanto a lei, seduto su un'urna.
"Vedo che non hai resistito a lungo" -disse schernendola.
"E' colpa tua - rispose l'altra - avresti dovuto farmi rimanere con te..."
"Tanto adesso non ho altra scelta - disse avvicinandosi a lei - la tua famiglia sa?"
"Solo mio fratello. Ma immagino che verranno a cercarmi"
"Tenteranno di uccidermi. Dopotutto io rappresento il male"
"Adesso lo rappresentiamo entrambi, Pitch. E sarò disposta ad uccidere per salvarti. Perchè se c'è una cosa che non è cambiata è il mio sentimento verso di te"
"Oh, lo so, lo so - sussurrò l'altro accarezzandole i capelli - ma starmi accanto ti porterà a fare scelte difficili e a soffrire. Tu sei disposta a seguirmi fino alla fine, fino all'inferno?"
Emma si avvicinò alle sua labbra.
"Sempre" - sussurrò. Il suo respiro era caldo. Pitch affondò una mano tra i suoi capelli ora d'ebano, baciandola con passione e lussuria estrema. Lì, in quel luogo pieno di anime dannate, avrebbero consumato il loro amore oscuro e bruciante come le fiamme.

 



 
N,D,A
Le cose si mettono male D: Emma è scappata e sembra moolto determinata ad andare contro chiunque voglia tentare di fermarla. La sua famiglia avrò un bel lavoro da fare >.< 
Jack ha chiesto nuovamente ad Elsa si sposaro, così giusto per mettere un po' di fluff <3
Ma il compito più arduo spetta ad Anna. Come farà a dire a Kristoff di Aurora ed Helge?

 

 

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Capitolo 16
*** Confronto ***





"D'accordo Anna, ce la puoi fare"
Alla povera principessa era toccato un arduo compito: dire a Kristoff della relazione tra Aurora ed Helge.
Non sarebbe stato facile. Kristoff era sempre stato protettivo e geloso nei confronti della figlia, e sicuramente sapere che quest'ultima avesse intrapreso una relazione "illegittima" lo avrebbe mandato su tutte le furie.
Ma andava fatto. Prima prese un sospiro, per poi entrare. Lei e il marito non avevano ancora parlato dopo quel piccolo "incidente" con Elizabeth.
"Ciao" - salutò ella.
"Anna" - rispose l'altro.
"Aurora mi ha detto tutto. Purtroppo Elizabeth l'ha manipolata per arrivare a te"
"Chissà perché ma sospettavo una cosa del genere - sospirò - mi chiedo però cosa l'abbia portata ad accettare"
"E' per questo che sono qui - disse avvicinandosi -  nostra figlia ha un segreto, ma non vuole che tu lo sappia"
"Un segreto? - domandò - che genere di segreto?". La principessa chiuse gli occhi.
"Ti prego di non arrabbiarti. Vedi... Aurora è innamorata... e questo ragazzo ricambia a pieno i suoi sentimenti. Il problema è che probabilmente tu non approveresti"
Quando Anna sollevò lo sguardo, vide dipingersi sul suo volto un sorriso che non seppe definire.
"Ah, è questo il problema? Non serve che tu dica altro. So benissimo a chi ti stai riferendo" - disse alzandosi.
"Davvero?"
"Sì. L'ho capito da un po' in realtà. Ma Aurora non deve preoccuparsi, dopotutto Adrian mi sembra un bravo ragazzo"
"Adrian?" - sussurrò con gli occhi sbarrati dalla sorpresa.
"Anzi, sai che ti dico? Penso proprio che andrò a parlare con entrambi"
"Cosa? - domandò - Kristoff aspetta!"
Troppo tardi. Il biondo era già sparito e aveva capito tutt'altra cosa!

Fuori da palazzo intanto, Jack ed Helge si stavano apprestando a salutare i familiari, visto che sarebbero dovuti andare a cercare Emma.
"Jack, sei sicuro che solo voi due sarete in grado di affrontarla?"  - domandò Elsa.
"Sta tranquilla, non ho alcuna intenzione di attaccare Emma, io voglio solo salvarla. E quando torneremo, saremo di nuovo la famiglia felice di prima, promesso". 
Helge era piuttosto pensieroso. Avrebbe voluto salutare Aurora prima di andare via, ma di certo non poteva farlo davanti a tutti.
Ad un tratto scorse la figura di Aurora, la quale si era ben nascosta dietro delle piante. Fortunatamente le attenzioni non erano su di lui in quel momento. Riuscì infatti a spostarsi senza dare nell'occhio.
"Ti prego di fare attenzione, Jack" - sussurrò Elsa.
"Lo farò" - rispose. Rapunzel stava accanto alla cugina, potendo notare perfettamente l'amore che unisse quei due, anche solo da come si guardavano. 
Una volta anche lei e Eugene si erano guardati in quel modo. Sarebbe stato bello se fossero riusciti a recuperare il loro rapporto. 
Prima di tutto però, c'era una persona con cui doveva scusarsi.
"Elsa" - sussurrò la bionda. L'altra si voltò a guardarla con fare altezzoso.
"Cosa vuoi?"
"Io... volevo solo chiederti scusa - sussurrò - volevo mettere le mani su Jack, senza pensare al fatto che non solo avrei distrutto due famiglie, ma anche il vostro magnifico matrimonio. Mi sento in colpa"
"Potrei perdonarti - disse a conserte - ma non mi fiderei comunque di te"
"E' una cosa che accetto - sospirò - dovrò imparare a recuperare la fiducia di chi mi sta intorno"
Il loro rapporto non sarebbe stato idilliaco, ma era già un inizio.
Adrian e Selena stavano a pochi metri dalle due, senza dire una parola. La principessa si sentiva piuttosto depressa, visto che il fratello sarebbe partito e non aveva idea di quando sarebbe tornata. Il principe invece, sembrava assolutamente indifferente come al solito, ma in realtà non era così.
"Pensi che rivederemo Emma?" - sussurrò lei.
"Io credo proprio di sì. Non fare quella faccia, piccoletta" - la schernì.
"E smettila - sbuffò gonfiando le guance - sono solo preoccupata"
Adrian si soffermò a guardarla, ad osservare ogni suo lineamento. Selena era ancora acerba, eppure aveva una bellezza tutta sua. Nessuna ragazza gli aveva mai fatto perdere la testa in quel modo.
"Emh, Selena..."
"Oh, giusto te!"
Il principe sussultò nell'udire la voce di Kristoff.
"Emh... mi stavate cercando?" - domandò.
"Assolutamente sì - rispose serio -  Adrian... sappi che io ti accetto"
Il più giovane inarcò un sopracciglio.
"Non capisco"
"Ti accetto nella mia famiglia e come fidanzato della mia Aurora. Sì, avevo capito sind a subito che c'era del tenero fra voi due. E siccome mi sembri un bravo ragazzo, voglio darvi la mia benedizione"
"Cosa? Con Aurora... ma io..."
"Avremo tempo dopo di parlare. Adesso scusami, ma vorrei parlare anche con lei. Con permesso..."
Adrian ci stava capendo sempre meno. Cosa centrava Aurora?
"Cos'è questa storia?" - domandò Selena stringendo i pugni.
"Non lo so! - esclamò - io non ne so niente, giuro!"
"Adrian - sussurrò - odio quando mi si dicono bugie. Dì la verità... ami Aurora?"
"No, accidenti. Selena stai fraintendendo, ti prego!" - esclamò facendo per afferrarla. La principessa però si scostò. Il suo sguardo era nero.
Era stanca di essere la seconda scelta, quella che doveva sempre passare inosservata. Era sempre stato così.
"Lasciami sola" - sussurrò appena, allontanandosi a grandi passi.

I due amanti si trovavano intanto in disparte. Aurora aveva raccontato ad Helge della sua disavventura con Elizabeth"
"Accidenti, che razza di donna - rabbrividì - quindi tua madre sa tutto?"
"Sì, e non si è neanche arrabbiata. Forse c'è speranza per noi, Helge. Però devi promettermi che tornerai sano e salvo"
"Oh, non preoccuparti per me - disse facendole l'occhiolino - sono in gamba. E poi ho già rischiato una volta di morire, non voglio perdere una metà del tuo cuore"
Aurora si portò una mano sul petto. Le lorò meta di cuore, battevano all'unisono, ed era certa che se lui fosse morto, lei lo avrebbe seguito.
Ma non voleva pensarci. Helge, da sopra cavallo com'era, si chinò, donandole un bacio intenso.
Si dia il caso che Kristoff si ritrovasse a passare di lì proprio in quell'istante. Aveva fatto per chiamare Aurora, ma nel momento in cui l'aveva vista baciarsi con Helge, il suo cuore si era fermato.
Com'era possibile che quei due si stessero baciando? Erano cugini, ed erano cresciuti come fratelli.
E se il ragazzo di cui Anna avesse parlato non fosse Adrian, ma Helge?
No... tutto questo era semplicemente inammissibile. Ma la scena parlava da sé.
Kristoff sentì una grande rabbia crescere dentro di sé.
Quello era troppo per lui...

Pitch ed Emma si erano già lasciati andare alla passione diverse volte. Erano praticamene due animi infuocati che non riuscivano a stare lontani.
Ad Emma non dispiaceva affatto l'oscurità, anzi, era come se avesse sempre fatto parte di lei. Ed era così, dopotutto.
"Ah - sospirò - mi sto annoiando. Esattamente com'è che passano il tempo gli esseri oscuri e immortali come te?"
"Beh, io passo la mia esistenza a spaventare i bambini e  far venire loro gli incubi"
"Pff, sono sicura che io sarei molto più brava di te"
"Ah, ma davvero? - domandò tirandola per un braccio - stai molto attenta principessina oscura. Io potrei farti molto, molto male, se volessi"
La principessa lo guardò intensamente.
"Allora fammi male, io non accetto altro"
"Andiamo via di qui, Emma. Abbiamo tutto il mondo a nostra disposizione"
"Vuoi andare via di qui perchè hai paura?"
"Io non ho paura - rispose - io sono la paura. Ma devo anche nascondermi, come un'ombra, perché i Guardiani cercheranno di intrappolarmi nuovamente"
"Ma non puoi sconfiggerli? Voglio dire, tu sei tu"
"Ci sono delle volte in cui la luce riesce a sconfiggere l'oscurità, ed è il mio caso"
"No, Pitch - rispose seria - non questa volta. Tu hai me"
"E tu saresti disposta ad uccidere chi una volta hai amato?"
"Io adesso amo te - sussurrò abbracciandolo - e sarà così per sempre"
Pitch ricambiò la stretta, non riuscendo tuttavia a stare tranquillo. Emma adesso era felice, tuttavia sentiva di non stare facendo nulla per il suo bene.
Nessuno meglio di lui sapeva quando l'oscurità consumasse l'anima, fino ad azzerare ogni sentimento umano. E dopotutto, lui si era innamorato di Emma per la sua dolcezza, per la sua dolcezza... per la sua luce.
Ma luce e oscurità non potevano stare insieme!
Questo chiodo fisso non faceva altro che tormentarlo
Ciò che i due non sapevano, era che a pochi metri, Helge e Jack li avessero individuati.
"Sento qualcosa - disse il principe - deve essere sicuramente Emma!"
"Helge, aspetta! - esclamò l'altro - Emma non è più in sè, potrebbe farti male"
"No, non lo farà, seguimi!"

"Cos'è questo rumore?" - domandò la principessa stringendosi al suo cavaliere oscuro.
"Non posso crederci - rispose l'altro assottigliando lo sguardo - stanno arrivando"
Poco dopo, Emma si vide comparire Helge e Jack davanti. I due rimasero molto sorpresi di vederla così avvinghiata a quello che rappresentava il loro acerrimo nemico.
"Emma" - la chiamò il fratello.
"Che ci fate voi qui? - esclamò lei - non avreste dovuto seguirmi!"
"Tutto questo è una follia - proclamò Jack - Tu Pitch, è tutta colpa tua"
"Sempre pronto ad additare gli altri, vero Frost? Bene, sappi che io non ho fatto nulla. E' stata una decisione di Emma, io non l'ho costretta"
"Cosa? - sussurrò -  vero, Emma?"
"Sì, è vero - rispose - voi mi avete sempre tenuta nascosta la verità. La vera me è questa, e so che nessuno di voi è in grado di accettarlo. Perchè per voialtri, l'oscurità è qualcosa di maligno"
"D'accordo, d'accordo, è vero, ti abbiamo tenuto nascosto la verità, ma era proprio per tenerti al sicuro da Pitch"
"Oh, e chi adesso il più cattivo tra noi due, Frost?"
"Emma ti prego, cerca di ragionare. Puoi davvero amare uno così?"
"Posso - rispose seria - e adesso vedrai di cosa sono in grado"
Jack si irrigidì, attendendo che accadesse qualcosa. Si era ripromesso che non avrebbe fatto del male ad Emma, neanche per difendersi.
Ma in qualche modo doveva salvarla.









N.DA
D: no, le cose non si mettono bene per i nostri personaggi (e quando mai)
Emma sembra davvero decisa a perseguire la sua strada. Chi verrà in aiuto di Jack ed Helge?
Kristoff invece, da bravo imbranato, ha capito tutt'altra cosa, per poi scoprire della relazione di Aurora con Helge, nel peggiore dei modi D:
E adesso prenderà dei seri provvedimenti, potete starne certi D:

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Capitolo 17
*** Guai in vista ***




Emma era completamente fuori controllo. Nei suoi occhi si leggeva una luce chiara, che non permetteva repliche. Aveva l'impressione di una che avrebbe potuto uccidere qualcuno senza troppa difficoltà, ed in effetti era quella la sua intenzione. Davanti a sé non aveva la sua famiglia, ma dei nemici da eliminare.
La situazione era divenuta complicata, Helge se ne rendeva conto. Sua sorella era terribilmente forte, ma aveva paura anche solo a pensare di attaccarla. Stessa cosa pensava Jack. Stava cercando di prenderla con le buone, ma a quanto pare sembrava tutto inutile.
"Emma, ti prego - le disse - cerca di ragionare, non puoi davvero ucciderci"
"Atteno, non continuare a sfidarmi, potrei arrabbiarmi veramente" - dichiarò a denti stretti.
Lo stesso Pitch era molto sorpreso di vedere quel lato tanto "selvaggio" della ragazza. Decise, in un certo qual modo, di venire "incontro" al suo peggiore nemico.
"Emma - sussurrò poggiandole le mani sulle spalle - lascia Frost a me, tu pensa all'altro. Non ti dispiace, vero?"
"Assolutamente no" - sussurrò. A quel punto, le due squadre erano chiaramente formate. Helge contro Emma e Jack contro Pitch.
"Non pensarci neanche, non ti attaccherò! - esclamò il principe - piuttosto mi faccio ammazzare!"
La principessa lo prese in parola, facendosi comparire un sorriso maligno sulle labbra.
"D'accordo, come vuoi!" - esclamò.
Mentre i due fratelli erano intenti a sfidarsi, Pitch andò incontro a Jack, il quale lo guardò con odio.
"Maledetto - sussurrò - cos'hai fatto a mia figlia?"
"Io non ho fatto assolutamente niente - rispose tranquillamente - è stata Emma ha decidere per sé, e direi che ha fatto bene. L'oscurità fa parte di lei, come fa parte di me"
"Fa silenzio! - esclamò - non voglio ascoltarti!"
"Qual'è il problema, Frost? - domandò maligno - hai paura che anche lei possa diventare simile a me? Beh, ti do un informazione... lei  è già come me, e non c'è niente che tu possa fare per imepdirlo"
Quello fu troppo per lui. Lo attaccò, guidato dalla rabbia, ma era evidente come in quegli anni, Pitch si fosse rafforzato, le sue ombre erano più nere, più soffocanti, più terribili.
"Ti prego, non portare avanti la tua sofferenza ancora per molto - disse egli divertito - dopotutto non sei più un Guardiano"
"Sì che lo sono - proclamò - sono il Guardiano di Arendelle e della mia famiglia. E tu hai fatto molto male ad andarmi contro"
In quel momento, la luce divenne acerrima nemica dell'oscurità, così com'era sempre stato dall'alba dei tempi.
E senza che lo sapesse, stava accadendo la stessa cosa dentro Emma. La luce che c'era in lei infatti non si era mai estinto del tutto. Ve n'era ancora un frammento, ma quel singolo frammento era stato in grado di mandare in tilt lintero suo organismo.
L'oscurità stava ora lottando disperatamente per avere la meglio sulla luce, e ciò portava la principessa ad avere dolori atroci.
Ella si portò le mani sulla testa, avvertendo un male lancinante, un po' come se la sua anima si stesse spezzando. Helge se ne rese conto, soprattutto quando la sentì urlare dal dolore.
"Emma! - esclamò - Emma, che succede?"
"Stammi lontano! - esclamò - non ti avvicinare.... non devi..."
Era chiara la sofferenza che vi fosse nei suoi occhi, ma anche volendo non avrebbe avuto modo di aiutarla.
In quel momento accadde qualcosa che catturò, in particolare, l'attenzione di Pitch. Qualcuno venne in loro aiuto, e quel qualcuno stava venendo dall'alto.
Nel capire chi fossero, Jack si lasciò andare ad un sospiro di sollievo. Lo stesso non si poteva dire per la sua nemesi, la quale capì di essere in difficoltà.
I quattro Guardiani erano accorsi in suo aiuto.
"North, ragazzi!" - esclamò Jack.
"Non c'è tempo! - fece North - dov'essere Emma?"
Adesso era chiaro, non erano intervenuti per salvare lui, erano intervenuti per salvare Emma.
"Tu stare lontano! - esclamò poi indicando Pitch - ombra malefica, essere tutta colpa tua!"
Pitch rispose con un ghigno. Solo in seguito si rese conto di cosa il Guardiano stesse parlando. Emma era accasciata al suolo, e il vederla lì, così inerme e fragile, aveva scatenato in lui una sensazione chiamata paura.
Non capiva cosa stesse succedendo, ma il fatto di non potersi avvicinare, peggiorava solo le cose.
Jack prese in braccio Emma, guardando con odio in direzione del suo nemico.
"Se le accade qualcosa, giuro che me la pagherai" - proclamò.
E Pitch non rispose. Perchè in fondo, se fosse accaduto qualcosa alla sua amata principessa oscura, non se lo sarebbe mai perdonato.

Al palazzo di Arendelle tutto sembrava abbastanza regolare. Aurora sentiva già la mancanza di Helge.
"Oh, Helge - sussurrò la principessa portandosi le mani sul petto - la metà del mio cuore che è con te sente che c'è qualcosa che non va. Ti prego Dio, fa che vada tutto bene..."
Il suo monologo fu interrotto quando ella vide Kristoff.
"Padre" - chiamò.
"Aurora, cercavo proprio te. C'è una cosa importante di cui devo parlare, a te e anche a tua madre"
La principessa non aveva idea di cosa volesse dirle, sta di fatto che quel suo tono e  quella sua espressione seria non lo convincevano affatto.
Kristoff la condusse in una grande sala, dove la principessa Anna si trovava, senza sapere neanche il motivo.
"Dunque - disse il biondo sgranchendosi la voce - sono giunto ad una conclusione importante. Aurora è già grande e ha raggiunto la maggiore età, per questo credo che sia giusto per lei il momento di trovare marito"
"Kristoff, ma cosa stai dicendo?" - chiese Anna.
"Sto dicendo quello che è giusto. Aurora, tu sposerai il principe Adrian. Ne ho già parlato con Eugene"
In quel momento la principessa spalancò gli occhi, completamente sconvolta. Tutto ciò non aveva senso, quella decisione non aveva senso.
"Ma padre! - esclamò alzandosi in piedi - non posso sposarlo, io non lo amo, perché..."
"Perché ami un'altra persona. E questo qualcuno è Helge, dico bene?" - domandò fulminandola con lo sguardo. Aurora si zittì, sentendosi in difficoltà.
"Kristoff, adesso smettila! - esclamò la moglie - non puoi costringerla a sposare qualcuno che non ama!"
"Sì che posso, se questo significa impedire un incesto! E' assolutamente immorale una cosa del genere!"
"Non puoi farlo! - esclamò Aurora stringendo i pugni - e la mia vita!"
"Ma finché non sarai in grado di decidere per te, lo farò io!" - rispose l'altro.
Aurora non poteva crederci. Era tutto così ingiusto, irreale. Perché non poteva stare con la persona che amava?
Anche se avevano lo stesso sangue, non riusciva a vederci nulla di male.
Le lacrime la appannarono la vista.
"Ti detesto!" - esclamò correndo via. Kristoff tuttavia non disse nulla, poichè si
era aspettato una reazione del genere da parte della figlia. Per quanto riguarda Anna, ella era sconvolta.
"Kristoff - lo chiamò - non posso credere a quello che hai fatto"
"Io non posso credere al fatto che tu sia d'accordo!"
"Certo che sono d'accordo! Perchè costringerla a sposare qualcuno che non ama non è il suo bene. Mi domando perchè fai tanta fatica ad accettare il fatto che Helge ed Aurora si amino. Sappi che solo che lei non ti perdonerà mai per questa decisione"
Lo sapeva, Kristoff lo sapeva bene. Ma purtroppo, il suo buon senso gli impediva di pensarla in altro modo.
Ovviamente, la malvagia Elizabeth era come sempre in agguato. Aveva origliato la conversazione, e avrebbe usato ciò che sapeva per mettere in difficoltà quella famiglia che tanto detestava.

Elsa aspettava, aspettava che Jack ed Helge tornassero sani e salvi, con Emma.
La sua adorata bambina le mancava tanto. Se solo fosse potuto tornare indietro, le avrebbe detto tutto e  subito, senza nasconderle nulla della sua vera natura.
Ma purtroppo era troppo tardi.
Il suo cuore si riempì di speranza quando vide delle ombre da lontano. Erano proprio loro!
Immediatamente uscì da palazzo, andando loro incontro.
"Helge, Jack! - esclamò abbracciando prima il figlio e poi il marito - siete qui, meno male! Ma siete feriti! Aspettate... ed Emma?"
Solo dopo la regina si rese conto della prese dei quattro Guardiani e del fatto che la figlia giacesse immobile tra le braccia di Jack.
"Lei è..." - sussurrò.
"E' viva - la tranquillizzò - ma non sta affatto bene. Sarà meglio portarla dentro"

La povera Selena si trovava in uno stato di depressione. Oramai si era convinta che che Adrian fosse innamorato di Aurora, e non riusciva a farsene una ragione. 
Era stanca di essere sempre la seconda, quella che arrivava tardi in tutto.
Aurora era sua amica, ma in quel momento sentiva di non sopportarla.
Selena era estremamente pacifista, ma ultimamente un tumulto di emozioni aveva preso a confonderla. L'amore cambiava, e tanto anche, se ne rendeva conto.
Udì qualcuno battere contro la porta.
"Chi è?" - domandò.
"Selena cara, sono io!" - esclamò Elizabeth. Senza aspettare alcuna risposta, la principessa più grande entrò.
"Mio Dio, che cosa ti è capitato? Hai un'espressione orribile!"
"Nulla madre - sospirò - solo problemi di cuore"
"Fammi indovinare - disse sedendosi accanto a lei - e quel bel principe, Adrian?"
"Proprio lui - sospirò - temo che il mio amore non sia ricambiato. Però è strano... per un attimo, da come mi guardava, ho creduto che forse poteva amarmi anche lui"
"Oh, mia cara Selena - disse con finto buonismo - mi dispiace contraddirti, ma temo che ti sbagli. Vedi, mi è appena arrivata la notizia proprio dal principe Kristoff. Aurora ed Adrian si sposeranno presto"
"... Che cosa?" - sussurrò con un filo di voce.
"E' proprio così - sospirò - e la principessa sembrava anche incredibilmente felice"
"Ma... ma questo non ha senso... Aurora non..."
Certo che non aveva senso. Insomma, che ne era della sua relazione con Helge?
"Mia cara Selena, forse è arrivato il momento di capire che le amicizia vere non esistono. Aurora ti ha usato, ha rubato il tuo grande amore e adesso sta per sposarlo. Avresti potuto esserci tu al posto suo"
Le parole della madre erano come carburante per il suo odio. Non riusciva a capire perché Aurora avesse dovuto tradirla, ma il pensiero che avrebbe sposato Adrian, la faceva morire dentro.
Strinse i pugni, non dicendo una parola.
Tuttavia, Elizabeth capì di aver innescato nella figlia la reazione che voleva.
Cosa avrebbe fatto adesso?


          


     



N.D.A
E il premio come madre migliore dell'anno va ad Elizabeth! Povera Selena, ingannata e delusa, ma questo cosa comporterà?
Mentre il premio come padre migliore dell'anno va a Kristoff. Ma cosa combini? La paternità ti ha reso un po' duro, ma vedrò di rimediare.
Passano ad Emma, è evidente che la poca luce in lei rimasta sta cercando di ribellarsi. E Pitch sembra abbastanza preoccuapto.
Cosa accadrà?? :D


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Capitolo 18
*** Esplosione ***




Emma non accennava a svegliarsi Aveva avuto un brutto svenimento, causato dalle continue lotte fra la sua forza di luce e quella oscura. Elsa, Jack e gli altri Guardiani stavano poco al di fuori della sua porta, parlando a bassa voce.
"Che facciamo se non si sveglia?" - domandò lo spirito dell'inverno
"Si sveglierà" - rassicurò North.
"E' tutta colpa nostra - annaspò la regina - avremmo dovuto tenerla sotto controllo, non sarebbe mai arrivata a questi punto!"
Ella stava dando sfogo alla sua tristezza, senza sapere che in realtà la principessa avesse aperto gli occhi. Ora si sentiva molto meglio, nonostante fosse ancora troppo debole per alzarsi dal letto. Ma come sempre, Emma non era sola. Quell'ombra era sempre con lei.
Pitch le si materializzò accanto. Emma non parve sorpresa.
"Vedo che hai fatto in fretta" - sussurrò.
"Mi duole ammetterlo ma ero preoccupato. Come stai?"
"Adesso meglio. Ma non capisco... cosa mi è successo?" - sussurrò.
Pitch sospirò.
"Credo che la magia bianca dentro di te non si sia estinta del tutto. Quel poco che è rimasta continua a lottare per cercare di avere la meglio"
"Cosa? - domandò sorpresa - ma è ridicolo... non puoi eliminarla?"
"Io posso assorbire oscurità, non luce - spiegò - ho l'impressione che dovrai fare una scelta. Perchè continuando così temo che la tua salute ne risentirà"
"Che vuol dire fare una scelta? Vuol dire che devo scegliere tra luce e oscurità?"
"Direi che il punto è quello"
"Ma io ho già scelto l'oscurità, proprio per rimanerti vicino!"
"Questo lo so ma... se scegliessi la luce, io potrei liberarti. Se scegli di cedere del tutto all'oscurità, non potrò liberarti, e sarai costretta a dannare chissà, magari per sempre"
"Non mi importa! - esclamò - voglio soffrire, se questo mi permetterà di rimanerti accanto!"
Pitch si trovava in seria difficoltà. Perché malgrado tutto, la amava veramente, come mai aveva amato nessuno, ed il pensiero di saperla così sofferente, lo faceva a sua volta star male.
"Emma, evidentemente non è destino"
"Ma che stai dicendo?! - esclamò - vorresti tirarti indietro forse? Dopo tutto quello che abbiamo passato? No, io non te lo permetterò!"
Il suo tono era carico di rabbia, ma anche tremulo, come se fosse sul punto di piangere. Ma Pitch non voleva più farla piangere. La afferrò, stringendola a sè, nel tentativo di calmare la sua rabbia. Tuttavia non ci riuscì. Emma fece scivolare le sue lacrime, trattenendo invano il dolore.
"Non voglio che mi lasci. Io ti amo. Sento che non potrei amare nessun'altro"
"Ti amo anche io. Non pensavo fosse possibile, ma tu mi hai fatto ricredere Emma. E per questo meriti di essere salvata. Devi tornare alla luce, e dimenticarti di me, ti aiuterò io a dimenticare"
"Io non voglio dimenticare. Non posso. E non puoi neanche tu" - sussurrò avvicinandosi.
"Emma..." - la chiamò chinando lo sguardo.
"Non dire niente... baciamo e basta..."
Quella, più che una richiesta sembrava un ordine, un ordine disperato a cui Pitch non seppe dire di no. La baciò, con dolcezza e passione. Entrambi si lasciarono andare, per la seconda volta, a quell'amore bruciante come fuoco.

Anche Helge era piuttosto preoccupato. Non solo per la questione della sorella, ma anche per Aurora. Non l'aveva ancora visto, e ciò iniziava a preoccuparla.
La giovane principessa si trovava in camera sua, piangente e con gli occhi arrossati, a causa di quella scelta che era stata presa per lei, senza il suo consenso.
"Aurora?" - la chiamò una voce all'esterno.
Ella sollevò lo sguardo: si trattava proprio di Helge. Adesso come avrebbe fatto a dirgli tutto?
Si tirò su, asciugandosi il viso.
"Avanti" - esclamò. Non appena il principe fece il suo ingresso, si rese immediatamente conto che qualcosa non andasse.
"Aurora? - sussurrò - cosa ti succede?"
"Oh, Helge! - esclaml aggrappandosi al suo collo - sono così disperata! Come vorrei vivere alla luce del sole il nostro amore!"
"Ma perché, cosa è successo?" - domandò.
"Mio padre - sussurrò - lui sa tutto, e si è talmente arrabbiato che ha deciso di darmi in moglie ad Adrian. Io però non posso sposarlo. Perché amo te, Helge!"
"Ha davvero fatto questo? - domandò - oh, no, cosa possiamo fare?"
"Scappare! - esclamò - dobbiamo scappare, assolutamente!"
"Ma, Aurora, non possiamo, io non posso. Qui ho la mia famiglia, questo è il mio regno, sono il futuro re. Come lo spiegherei agli altri?"
"La tua famiglia è anche la mia. Temo che entrambi dovremmo fare una scelta!"
Era una situazione apparentemente senza via d'uscita, difficile da gestire.
"Scusate - disse ad un tratto una voce - vi disturbo?"
Ad aver parlato era stato Adrian. Ovviamente, neanche lui aveva preso bene la scelta della famiglia, dopotutto era la sua vita!
"Adrian - chiamò Aurora - no, non disturbi. Oh, mi spiace così tanto, per colpa mia adesso avrai anche tu dei problemi"
"Non preoccuparti, so che non centri nulla. I nostri genitori non posso costringerci a sposarsi, dobbiamo assolutamente far capire loro che sarebbe una decisione sbagliata per entrambi!
Mentre i tre si ritrovavano a parlare, una furiosa Selena stava passando proprio di lì. Quello che la madre le aveva detto continuava  a frullarle per la testa. Si sentiva tradita da quella che credeva un'amica. E quando vide quest'ultima in compagnia di Adrian ed Helge, non ci vide più.
"Ah, eccovi qui!" - esclamò.
"Selena!" - disse la principessa.
"Aurora, vedo che ti diverti in compagnia di due uomini"
"Ma che stai dicendo?"
"Sto dicendo che sei una poco di buono! - esclamò - un'accalappiatrice di uomini, ecco cosa!"
"Hey! - tuonò Helge - come ti permetti, Selena?"
"Mi spiace tanto fratello, ma mi duole dirti che stai prendendo una fregatura. Non fa bene al tuo nome passare il tuo tempo con una come lei"
"Selena, si può sapere di cosa stai parlando?" - domandò Adrian.
"Tu - fece guardandolo con disprezzo - tu sei il peggiore. Pensavo provassi qualcosa nei miei confronti. Ma a quanto pare, anche per te io sono solo al secondo posto" - esclamò.
"Selena, cosa stai dicendo?!"
La principessà si voltò. La testa le pulsava, era accaldata. Sapeva di avere una salute cagionevole e di non doversi sforzare. Ma era stato più forte di lei.
Un grave mancamento la portò ad accasciarsi al suolo, priva di sensi.
"Selena! - esclamò Adrian afferrandola - Selena, cos'hai, svegliati!"
Purtroppo la principessa sembrava non udirlo nemmeno.

Emma aprì gli occhi. Era come se avesse dormito. Ed era sola. Fortunatamente però, la sua magia oscura era intatta e a quanto pare, anche più stabile. Si tirò su, pensierosa. Adesso che poteva ragionare a mente lucida, quasi faticava a credere di aver attaccato la sua famiglia. Insomma, non era da lei, questo voleva forse dire che la magia oscura la stesse cambiando fino in fondo?
Dopo qualche attimo, Elsa entrò. Aveva uno sguardo terribilmente apprensivo.
"Ciao Emma. Va tutto bene?"
"Sì, direi di sì. Non hai paura di me?"
"Non potrei mai, anche quando volessi attaccarmi"
"Mio padre ed Helge? Come stanno loro?"
"Oh, stanno bene, sono solo preoccupati per te, Emma. Tutto questo è una pazzia"
"Agisco così perché sono innamorata. Tutti non fate altro che ripetermi che è sbagliato, ma nessuno si è soffermato a pensare che magari, avrei potuto starci male. E tu, madre, dovresti capirmi più di tutti. Non avresti fatto lo stesso, a posto mio?"
Effettivamente quella domanda era più che azzeccata. Se ne intendeva abbastanza di amori impossibili, e sapeva che per Jack avrebbe fatto di tutto.
"Io credo di sì, Emma. Ma dobbiamo cercare di rimanere con i piedi per terra. Questa cosa ti sta uccidendo"
"Non mi ucciderà, mi farà solo molto male. Non ci sarebbe altra scelta"
Ad Elsa a quel punto venne un'idea.
"Io credo che ci sarebbe invece - disse - tuo padre ha rinunciato ad essere un Guardiano per stare con me"
"Cosa? E tu credi che Pitch rinuncerebbe ad essere il "signore dell'oscurità", per me?"
"Beh, se ti ama anche lui, credo che accetterà"
"Ma, madre, pensavo che..."
"Ho sbagliato a giudicare. Se questo amore ti rende tanto felice, allora non può essere maligno. Non potrei mai separarti da colui che ami veramente"
Sollevata, Emma la abbracciò. Fortunatamente, sua madre aveva ben capito i suoi sentimenti, e almeno lei era dalla sua parte.
"Madre - la chiamò - visto che la pensi così, allora è bene che tu sappia una cosa. Non sono l'unica che sta vivendo un amore impossibile. Helge è nelle mia stesse condizioni"
"Helge?"
"Sì - sussurrò - lui ama Aurora. Si amano entrambi. Oh, ti prego, tu sei la regina, c'è molto che puoi fare, non esiliarli!"
"Helge ed Aurora? - domandò sconvolta - si amano? Non l'avrei mai pensato!"
"Non li caccerai via, vero?"
"Oh, Emma, certo che no! - esclamò - troveremo un modo"
In quel momento, Jack fece il suo ingresso.
"Emma! - esclamò - stai bene!"
"Sì... e per fortuna anche tu"
"Oh, non preoccuparti, è solo un graffio - la tranquillizzò - Emma, sembri te stessa adesso"
"La mia magia oscura è a bada per adesso, ma non so quanto durerà"
"Non preoccuparti, noi..."
Un boato, un forte rumore che li fece sussultare tutti. Emma si sollevò immediatamente, riconoscendo sin da subito quell'aura oscura che sembrava essere esplosa. Di lì a poco, la principessa avrebbe dovuto vivere un'esperienza terribile.


N.D.A
Accidenti, la povera Emma non ha mai pace. Che si stia scatenando una guerra? Cosa avrà in mente Pitch?
Selena inoltre è abbastanza in pericolo, a causa della sua salute cagionevole. Ed Aurora vorrebbe scappare, purtroppo le cose sono più difficili di quel che sembrano!
Come andranno le cose?


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Capitolo 19
*** Per lei ***





Con il fiato in gola, Emma era corsa fuori, nonostante fosse ancora priva di forze. Tutto appariva nero, offuscato... e non era difficile immaginare a causa di chi.
Pitch si trovava poco distante, accasciato al suolo. Pareva che tutta quell'oscurità provenisse da lui, ed in effetti era proprio così.
"Pitch! - esclamò la principessa andandogli incontro - cosa succede?"
"Stammi lontano, Emma - sussurrò quasi come una supplica - è colpa mia di tutto. Non avresti mai dovuto fidarti di me"
"Cosa? Ma che stai dicendo?"
"In fondo sono stato io a convincerti a volerti convertire al lato oscuro. Volevo qualcuno di simile a me, ed invece, agendo così, ti sto solo mettendo in pericolo!"
"Non dire così! Io sto bene adesso!"
"Emma!"
La voce che risuonava alle sue spalle era quella di Jack, seguito da Elsa e dagli altri guardiani. La principessa si avvicinò a Pitch, stringendolo.
"Non lascerò che nessuno ti faccia del male"
"Emma! - la chiamò ancora - per l'amor del Cielo, adesso che sei in grado di conrollarti, devi fare una scelta! O noi, o lui!"
"Ma Jack!" - esclamò Elsa.
"Mi spiace, Elsa, ma sono costretto ad usare le maniere forti. Allora, Emma? Cos'è che scegli, scegli di stare dalla parte del bene o del male?"
"Fa come ti dice, ti prego" - supplicò Pitch.
"Non ci penso neanche - disse seria - sia l'oscurità che la luce fanno parte del mio animo. Non posso scegliere, perché entrambi mi appartengono. Io amo la mia famiglia, ma amo anche te. Mi spiace padre, ma ho deciso di non scegliere"
In quel momento accadde l'impensabile. L'auto controllo di Emma scomparve, e ben preso la sua parte più oscura e selvaggia, prese il sopravvento, ma questa volta c'era qualcosa di diverso: questa volta, si era trattato di un processo estremamente doloroso, a causa delle due forze contrapposte che continuavano a lottare in lei.
Immediatamente i suoi occhi si tinsero di sangue, segno di un imminente battaglia.
"Non mi avrete!" - esclamò la principessa. Oramai Pitch era convinto che neanche lui sarebbe riuscito a fermarla. Sapeva molto bene quanto l'oscurità fosse in grado di cambiarti, ci era passato anche lui, molto tempo prima
Completamente senza controllo, Emma inveì contro i guardiani, i quali cercarono di difendersi senza però farle male. Quella era la magia oscura più potente che avessero mai visto. Jack invece, completamente accecato dalla rabbia, si rivolse contro Pitch, malgrado quest'ultimo non fosse intenzionato a combattere.
L'ex guardiano non gli avrebbe perdonato una cosa così tanto facilmente.
"Perché? - sussurrò - perché me l'hai portata via? Odi me, ma lei non centra nulla!"
"Ormai non c'è nulla che posso fare" - rispose.
"Sì che puoi. Tu sei l'unico che può prendere la sua oscurità e farla propria"
"Tsk, questo mi renderebbe ancora più pericoloso, lo sai vero?"
"Non mi importa - disse serio - Pitch Black, tu sai cosa vuol dir eperdere una figlia. Quindi non portarmi via Emma"
Nell'udire quelle parole, l'altro si tirò su.
"Taci - lo zittì - non osare parlarne"
"Non ne parlo, ma liberala. Non per me, ma per lei, se davvero la ami come dici"
Jack Frost aveva toccato un tasto dolente, uno dei suoi pochi punti deboli.
Amava Emma, come da tempo non amava nessuno, e  malgrado Frost fosse il suo acerrimo nemico, il pensiero di far vivere a qualcun'altro ciò che anche lui aveva vissuto, lo faceva rabbrividire nel profondo.
Emma era completamente fuori di sé, sembrava non vedere nulla, attaccava, non badando a quelle che sarebbero state le conseguenze.
Tuttavia, fu costretta a frenarsi quando si sentì afferrare.
"Pitch? - domandò guardandolo - cosa stai facendo?"
L'altro la avvicino a sé.
"Io ti amo, Emma. Per questo devo fare ciò che è meglio per te"
"Cosa stai dicendo?"
"Sto dicendo che non intendo perdere un'altra volta la persona che amo. Con un bacio ti ho dato l'oscurità, con un bacio te ne libero"
Prima che potesse dire qualcosa, Pitch la baciò, in modo diverso dalle altre volte. Sembrava quasi un bacio disperato, un baciò che stava prendendo tutta l'oscurità presente in lei. 
La forza che aveva provato fino a quel momento, lasciò in Emma una grande stanchezza e debolezza. Ella chiuse gli occhi, e delicatamente Pitch la afferrò, poggiandolo al suolo.
"Emma, Emma! - esclamò Elsa raggiungendola - cos'è successo?"
"L'ho liberata - rispose - adesso non c'è più magia oscura in lei"
La regina sollevò lo sguardo. Avrebbe dovuto temerlo, ma i suoi occhi sembravano così umani.
"Grazie" - rispose mestamente. Pitch non rispose. Si voltò, incrociando lo sguardo del suo nemico. Non vi furono bisogno di parole, il loro fu un tacito accodo. Lui sarebbe sparito e li avrebbe lasciati in pace, e loro non avrebbero cercato di ucciderlo. E cosa più importante, adesso Emma stava bene.
Malgrado sembrasse finito tutto però, sia lei che Pitch avevano ancora un ruolo importante all'interno di quella storia.

Selena era stata portata nella propria camera dai suoi amici. Aveva avuto un violento svenimento, ed il principe Hans non sembrava molto contento.
"Elizabeth, questa è tutta colpa tua! - esclamò - hai dato troppi pensieri alla nostra Selena, se le capita qualcosa, giuro che me la pagherai!"
"Smettila di piagnucolare! - disse la moglie - io non centro proprio niente, vedrai che si riprenderà!"
"Hai l'istinto materno di un sasso!"
"Scusate! - esclamò Aurora, poggiando una pezza bagnata sulla fronte dell'amica - Selena ha bisogno di riposo e tranquillità, andate a litigare fuori!"
Inviperita, Elizabeth voltò loro le spalle, facendo ad Hans, segno di seguirla.
"E' tutta colpa mia - disse Adrian - sono io che l'ho fatta agitare"
"Non è colpa tua, sono sicura che andrà tutto bene, Selena è solo un po' debole"
Dopo qualche attimo, quest'ultima aprì gli occhi. Si sentiva molto fiacca, ed inoltre sentiva la fronte scottarle.
"Oh, Selena! - esclamò Aurora - ti sei svegliata!"
"Che è successo?" - mormorò.
"Eri svenuta. Oh, per fortuna adesso hai ripreso i sensi"
La principessa non riusciva a capacitarsi di come ella fosse così gentile nei suoi confronti, non dopo come l'aveva trattata. E poi il suo pensiero andrò ad Adrian.
"Potete.... potete lasciare me ed Adrian da soli...?" - sussurrò.
"Oh... ma certo..."
"D'accordo - sospirò Helge - la lascio nelle tue mani"
Quando i due cugini se ne furono andati, Adrian la guardò, senza trovare nulla da dire.
"Sono sicura che adesso mi odi"
"No, non ti odio"
"Mi spiace di tutto. E' solo che... per una volta avrei voluto essere io al centro dei pensieri di qualcosa"
"Selena, tu sei al centro dei miei pensieri! - esclamò - è stato tutto un malintesi. Hanno organizzato il matrimonio tra me ed Aurora perché suo padre ha scoperto della relazione che ha intrapreso con Helge! Non è stato frutto della nostra volontà"
"Ma... ma mia madre ha detto che..."
"Io penso che dovresti fare più attenzione a ciò che tua madre dice"
"Oh, allora sono proprio una stupida" - sospirò.
"Non sei stupida, io penso che tu sia adorabile". Selena lo guardò con gli occhi lucidi.
"Pensi che adesso... potresti baciarmi prima che qualcuno venga ad interromperci?"
"Io... sì, direi che è possibile"
Nel dire ciò si avvicinò lentamente. Selena sembrava così fragile tra le sue braccia. La baciò con dolcezza, e quel gesto lo accaldò. Portò una mano sui suoi capelli rossicci potendo dimostrarle finalmente che sin dall'inizio, vi era sempre stata solo lei nel suo cuore.

All'esterno, Elizabeth ed Hans discutevano animatamente.
"Io sono stufa! - esclamò ella - mi vai sempre contro!"
"Tu sei stufa? Sono io che non ne posso più. Non solo hai deliberatamente fatto la corte ad un altro, ma hai anche messo in pericolo nostra figlia!"
"Beh, vuoi darmi torto forse se ho fatto la corte ad un altro? Tu sei estremamente noioso!"
"Ah, e così, Elizabeth? Molto bene, per quel che mi riguarda il nostro matrimonio può finire anche adesso. Ma Selena verrà con me!"
"Tu non puoi portarmela via!"
"Ah, posso eccome invece! Lei non diverrà la pedina dei tuoi sporchi giochi!"
L'espressione di Hans non permetteva repliche,e  d'altro canto quello di Elizabeth era furioso.
Ad interrompere i due furono Eugene e Rapunzel.
"Emh, scusate se vi interrompiamo - disse il primo - abbiamo saputo di Selena. Come sta?"
"Non so, Adrian è lì dentro con lei"
"Non è da Adrian preoccuparsi così tanto per qualcuno" - disse la bionda.
Poco dopo, il principe uscì dalla porta, sorprendendosi di trovare quei quattro lì.
"Emh... sta meglio, l'ho lasciata riposare... scusatemi..." - disse chinando lo sguardo.
"Adrian - lo chiamò Eugene - Adrian, aspetta!"
"Lasciami stare!" - esclamò.
"Ma che ti prende?"
"Che mi prende Perché ti sei preso la libertà di scegliere chi avrei dovuto sposare?"
"E' stata un'idea del principe Kristoff, non mi sembrava poi così male. Pensavo ti piacesse Aurora"
"Lei mi piace, ma come amica! - esclamò - io amo Selena!"
"La piccola Selena? - domandò sorpreso - non posso crederci"
"Beh, è così! Ti prego, annulla le nozze!"
"Da solo non posso decidere nulla. Purtroppo le cose vanno così. Potresti ritrovarti a non avere un matrimonio felice, ma lo porterai comunque avanti, per il bene stesso della famiglia"
"Ah, ovvio, quindi, visto che tu hai avuto un matrimonio pessimo, adesso devo averlo anch'io? Mi spiace, ma non ci penso proprio!" - esclamò.
"Adrian! - esclamò - come osi? Oh, diamine..."
Adrian era sempre stato così composto ed educato, era raro che perdesse il controllo. Era evidente che provasse qualcosa di molto profondo verso Selena.
Rapunzel gli comparve alle spalle. Lui si voltò a guardarla, con una mano sul viso.
"Parlavi di noi, vero? Quando hai detto del matrimonio infelice e il resto"
"Io... io ti amavo, Rapunzel. Ti amo ancora in realtà. E ho accettato il fatto che tu non mi ami più. Insomma, direi che è abbastanza evidente"
"Mi... spiace - sussurrò - ho avuto una chiacchierata con Elsa che mi ha fatto capire che non dovrei rovinare il matrimonio altrui. Dovrei pensare a salvare il mio"
"Ma... che vuoi dire?"
"Tu mi hai salvata - disse avvicinandosi - grazie a te ho scoperto il mondo. Eri il mio eroe, e lo sei tutt'ora. Se te la senti... vorresti ricominciare?"
Eugene era sorpreso. Non si sarebbe mai aspettato una richiesta del genere. Ma forse era ciò che per tanto tempo aveva sperato.
Si avvicinò, stringendola a sé.
"Con te ricomincerei sempre" - sussurrò sulle sue labbra. Ciò che ne seguì fu un bacio ed una notte di passione in grado di riaccendere il sentimento fra i due.
Quella notte, coloro che si amavano erano così vicini, ma anche tanto lontani.



 



 





 
N.D.A
Accidenti, quante belle cose XD
Emma è stata liberata dall'oscurità da Pitch, che a quanto pare nasconde una sorta di segreto, a giudicare da ciò che Jack ha detto. Beh, lo scopriremo presto u.u
Finalmente Selena e Adrian sono riusciti a dichiararsi! E mentre il matrimonio tra Hans ed Elizabeth sembra essere finito, fra Rapunzel e Eugene la passione si riaccende!
Cosa accadrà ora?

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Capitolo 20
*** Ciò che è stato celato ***





Emma spalancò gli occhi. Era come se per tutto quel tempo fosse stata rinchiusa in un brutto incubo, e adesso che si era risvegliata avvertiva un grande senso di ansia, oltre che un grande senso di debolezza.
"Pitch! - esclamò, il primo pensiero che le passò per la mente - Pitch, dove sei?"
Elsa, che era rimasta appena fuori la porta per assicurarsi di tenerla sotto controllo, le comparve immediatamente davanti.
"Emma, cosa stai facendo? - esclamò - rimettiti immediatamente a letto, sei ancora debole!"
"Non posso stare qui! Dov'è Pitch? Cos'è successo, madre?" - domandò aggrappandosi a lei.
La regina sospirò. Non avrebbe mai creduto di arrivare a pensare una cosa del genere, ma ammirava Pitch per il gesto altruistico a cui si era lasciato andare.
"Se n'è andato, Emma - sussurrò - e ti ha liberato dell'oscurità. Adesso non c'è più niente che dovrai temere"
"No - bisbigliò la ragazza - no, non può essersene andato. Non è possibile, lo devo trovare!"
"Tesoro, ti prego! - esclamò afferrandola per un braccio - tutto ciò è una follia!"
"No, non è una follia! - rispose - non possiamo separarci, perché siamo destinati a stare insieme. Io ho saputo vedere la luce dove nessuno ne è stato in grado, non pensi che voglia dire qualcosa?"
Elsa rimase molto sorpresa. La sua Emma era maturata tanto in così poco tempo.
Proprio lei non poteva negarle l'amore per quanto quest'ultimo apparisse assurdo o impossibile. La principessa era innamorata, poteva capirlo leggendolo nei suoi occhi. Si lasciò andare ad un lungo sospiro.
"Eh va bene. Vai Emma, ma ti prego, fai attenzione!"
Sorridendo, la principessa donò un abbraccio alla madre, sancendo una promessa, ovvero quella che sarebbe tornata sana e salva!
"Farò presto, non preoccuparti per me!" - esclamò. Così dicendo, raccolse le sue poche forze e uscì dal castello.
La regina si lasciò andare ad un altro sospiro, ed infine ad un sorriso. Sapeva di aver fatto la scelta giusta.
Immediatamente dopo, Elsa andò in biblioteca. Voleva attutire le proprie curiosità. Non aveva mai sentito parlare di Pitch Black se non da Jack, eppure era certa che ci fosse dell'altro da sapere. Cercò a lungo, tra libri di storia e leggenda, finchè finalmente, un grosso tomo diede risposta alle sue domande.
Mentre leggeva, la regina non riusciva a credere ai suoi occhi. A distrarla dalla sua attenta lettura, fu proprio il marito.
"Elsa? - domandò Jack - ma che fai qui?"
"Stavo... emh... solo leggendo" - rispose vaga.
"Oh... ma non dovresti essere con Emma?"
"Beh... diciamo che... lei... lei non è più qui" - sussurrò. Jack le si avvicinò.
"Come sarebbe a dire non è qui?"
"Lei... è andata a cercare Pitch"
"CHE COSA? - esclamò - te la sei fatta scappare?"
"No, Jack - disse seria - io ho acconsentito affinché andasse"
"Eh? Ma come... come hai potuto?"
"Come ho potuto? - domandò indicandogli il libro - tu come hai potuto non dirmi questo!"
Seguendo la sua indicazione, Jack prese a leggere velocemente ciò che vi era scritto.
"Tsk, non ha importanta" - borbottò.
"Sì che ha importanza! Il mondo non si divide in buoni e cattivi. Tutti hanno sempre delle motivazioni che li portano ad essere ciò che sono! Emma avrebbe dovuto sapere, anzi, tutti dovrebbero sapere!"
"Pitch è malvagio"
"Non tanto come sembra! - esclamò - c'è della luce nell'oscurità, come c'è l'oscurità nella luce. Tu pensi di essere puro? Bene, ti informo che non è così. Perchè stai sbagliando di grosso con Emma"
Jack assottigliò lo sguardo.
"Spero per te che non le accada niente. Altrimenti sarà tutta colpa tua"
Elsa sospirò avvilita. Aveva sperato che Jack capisse, ma non era andata così.
E non aveva idea di come le cose sarebbero andate a finire.

Intanto, Helge, Aurora, Adrian e Selena, che si era finalmente ripresa, non riuscivano a dormire. Teoricamente, il giorno dopo, Aurora ad Adrian avrebbero dovuto sposarsi, ma non potevano! Dovevano trovare un modo per annullare le nozze senza scatenare una guerra.
"Ma non basterebbe parlarne ?" - domandò Selena.
"Ci abbiamo provato, ma è stato tutto inutile - sbuffò l'altra principessa- oh, che situazione. E' assurdo, non posso accettare una cosa del genere. Helge, che facciamo? Se mi sposo, non potrò più stare con te?"
"Non devi avere paura, Aurora - la tranquillizzò - un modo deve pur esserci"
A scorgere i quattro che parlavano, fu proprio Elizabeth. Quest'ultima era piuttosto arrabbiata dopo ciò che il marito le aveva detto, ed era pronta a scatenare il suo malumore sulla malcapitata Aurora.
"Beh? - domandò - cosa fa la sposa qui? Dovresti dormire!"
"Madre! - esclamò Selena - cosa fai qui?  Vattene immediatamente!"
"Bada a come ti rivolgi a me!"
"Io mi rivolgo come mi pare e piace! - esclamò prendendo coraggio e stringendosi ad Adrian - tutto ciò è successo per colpa tua!"
"Oh, ti sbagli. La colpa è di Aurora, è lei che ti ha rubato l'uomo. Ecco ciò che succede ad essere una poco di buono"
"Ora basta, questo è troppo! - esclamò Helge facendo per attaccarla - giuro che la uccido!"
"Helge, no, ti prego" - lo supplicò Aurora. Elizabeth la guardò, con fare altezzoso.
"Il tuo buonismo non ti porterà a niente. Domani ti sposerai e dopodiché andrai lontano di qui. Dopodiché mi libererò anche di tua madre"
La principessa la guardò, arrossendo per la rabbia. Come si poteva essere così malvagie?
Pochi attimi dopo, Elizabeth fu colta di sorpresa proprio dalla voce di Anna.
"Di chi vorresti liberarti, scusa?" - domandò la principessa facendosi avanti.
"Madre!" - la chiamò la figlia.
"Oh, ma guarda chi è venuta a trovarci. Sì, parlavo proprio di te, principessa"
"Parla pure quanto vuoi, Elizabeth. Puoi farmi ciò che vuoi, ma non permetterò che tu rovini la vita di mia figlia. E per giunta, Kristoff non prenderebbe mai in considerazione l'idea di stare con una donna perfida ed invidiosa come te!"
Mancò poco che ad Elizabeth uscisse il fumo dalle orecchie. L'avrebbe sicuramente afferrata per i capelli, se non fosse stato per l'intervento di Kristoff.
"Ebbene? - domandò - cos'è tutto questo fracasso?"
"Non è nulla, Kristoff - disse Anna - abbiamo solo avuto una piccola discussione, ma è tutto risolto"
"Voi due! - esclamò il biondo rivolgendosi ad Helge e Aurora - cosa fate insieme? Avete anche il coraggio di essere così sfrontati?"
"Padre, ti prego! - esclamò Aurora inginocchiandosi - non costringermi a sposarci! Adrian ama Selena ed io amo Helge, ti prego, sarei così infelice!"
"Come puoi dire questo? Stai parlando del sangue del tuo sangue, è qualcosa di indecente! E poi un accordo è un accordo. Mi dispiace Aurora, ma dovrai sposarti, che ti piaccia o no!"
La principessa avrebbe voluto sprofondare. Non poteva credere che suo padre fosse così severo con lei. Perché non poteva stare con la persona che amava?
"Kristoff - chiamò a quel punto Helge - non prendertela con lei, al massimo sono io. Sono io che l'ho sempre amata, pensata e guardata, non come una cugina, ma come qualcosa di più. Solo io ti prego, non separarci. Lo sai anche tu quanto le voglio bene. Non può essere così sbagliato"
"Mi spiace, Helge, ma non è accettabile una relazione del genere - disse severo - Adrian, Aurora, andate. Adesso. Non lo ripeterò una seconda volta"
Selena a quel punto si aggrappò ad Adrian.
"No, ti prego, non andare. Adrian..."
"Selena - sussurrò guardandola - io amo e amerò sempre e solo te, sappilo. Non dimenticartelo"
"Adrian...!" - esclamò.
Ad Anna le si spezzò quasi il cuore. Helge, con fare sconsolato, fissava al di fuori della finestra, Aurora stava in ginocchio, soffocando un pianto doloroso, mentre Adrian e Selena faticavano a lasciarsi.
Si rivolse al marito, furiosa.
"Mi congratulo con te. Stai facendo soffrire due coppie di innamorati"
"Un giorno capiranno"
"Capiranno cosa?! Che amare è sbagliato? Amare non è mai sbagliato. Tu più di tutti dovresti capire questo genere di cose. Non riesco a credere al fatto che tu sia diventato così insensibile"
Gli occhi di Anna erano lucidi, era quasi come se fosse sul punto di piangere.
A quelle parole, Kristoff sentì di vacillare, tuttavia rimase sulla sua posizione.
La notte era breve. Troppo breve. Troppa poca distanza.

Fuori era notte fonda, ma Emma non aveva paura. Anche se non sapeva dove cercarlo, sapeva che l'avrebbe trovato.
Vagò a lungo per le colline innevate, lontane dal castello, ignorando il freddo e il gelo, dopotutto poteva ancora contare sulla sua magia di luce, che era tornata più vigorosa di prima.
"Pitch! - esclamò - ti prego, ho bisogno di te!"
La sua voce risuonò come un eco, la quale non ebbe però alcuna risposta.
Dinnanzi a lei si ergevano scure montagne, nere tanto da confondersi con il cielo.
Scorse un'incavatura rocciosa, in cui sperò di poter trovare riparo. Quando si insinuò dentro, si accorse che all'interno era completamente buio. Sapeva che a Pitch piaceva nascondersi in posti come quelli.
"Pitch Black! - esclamò - ti ordino immediatamente di venire fuori! Non puoi abbandonarmi così! E' da codardi... ti prego"
Malgrado il suo tono fosse autoritario, divenne spezzato verso la fine. Emma era stanca di perderlo in continuazione. Voleva tenerlo a sé, non importava quanto diversi fossero.
Un'ombra apparve alle sua spalle, immobile. Emma sussultò, senza trovare il coraggio di voltarsi.
"Sei proprio una ragazzina testarda - disse una voce - non dovevi venire qui"
"Pitch! - esclamò ella riuscendo finalmente a guardarlo - cosa...?"
Il suo sguardo era diverso. Sembrava addirittura... triste.
"Che c'è?" - domandò brusco.
"Che c'è? - ripetè l'altra inviperita - perché te ne sei andato? Pensavo ci tenessi a me!"
"Io ci tengo a te, proprio per questo ho dovuto liberarti dall'oscurità. E poi... è stato Frost a chiedermi di liberarti, ed era una richiesta che non potevo rifiutare"
"Ma pensavo che fosse tuo nemico"
"Infatti è così. Tuttavia non volevo far rivivere il mio dolore a nessuno" - disse distogliendo lo sguardo.
"Il tuo dolore? Ma di cosa stai parlando?"
Pitch le diede alle spalle. A sapere della sua vera storia, che era poi divenuta leggenda, erano in pochi, e  tra questi pochi vi erano i guardiani.
"Immagino tu non sappia il perchè io sia diventato così... vero?"
"Io... credevo che tu fossi sempre stato così..." - rispose.
"Oh, affatto. Eravamo tutti umani, un tempo. E lo ero anche io. Il mio vero nome era...  Kozmotis Pitchiner. Sto parlando di tanto, tanto tempo fa, dell'età d'oro, del tempo in cui le costellazioni governavano il globo. Non ero un umano qualsiasi, io ero un valoroso generale. E fui scelto per fare da guardia alla prigione in cui erano rinchiusi i Fearlings"
"Fearlings?"
"Spiriti maligni, che si si impossessano del cuore umano. Io... non avevo una vera e propria famiglia. Però avevo una figlia"
Emma spalancò gli occhi. Non avrebbe mai potuto immaginare che un tempo Pitch fosse stato umano, che avesse avuto addirittura una famiglia.
"Davvero?" - domandò.
"Sì. Era poco più piccola di te l'ultima volta che la vidi. Purtroppo, il mio starle lontano per tanti anni e il continuare a fare la guardia, iniziarono a far vacillare la mia sanità mentale. E così accadde - disse incupendosi ad un tratto - i Fearlings iniziarono ad indebolirmi. Ed ingannarono la mia mente. Imitarono la voce di mia figlia, ed io caddi... in una sorta di trance, credo. Fui portato ad aprire la cella, e a quel punto gli spiriti maligni si impossessarono di me, divorarono la mia anima e divennero parte di me. Cancellarono la mia ragione, parte della mia memoria, ma non tutta per fortuna. E da allori divenni Pitch Black.
Io l'ho persa Emma. Perchè divenendo ciò che sono ora, non potevo più starle vicino. Era come se fossi morto. Lo sono, in un certo senso"
Quella triste storia aveva tanto commosso la principessa, la quale lo abbracciò.
"Emma?"
"Mi... mi dispiace. Non pensavo avessi sofferto così tanto - sussurrò tra le lacrime - sono sicura che lei però non ti ha mai dimenticato! Non è colpa tua"
Pitch fu scosso da un brivido, e la strinse a sé. Accadde qualcosa che non accadeva ormai da secoli: una lacrima rigò il suo volto.
"Nemmeno l'eternità può guarire certe ferite"
"Si che può. Sono sicura che lei non avrebbe voluto vederti in questo stato. Ormai non c'è più, ma vuoi davvero continuare a ricordartene in questo modo? Dannandoti? So che non posso cancellare tutto ciò che hai passato, ma posso aiutarti! Ti prego Pitch, vieni via con me"
"Emma, vorrei, ma non posso. Non capisci? I Fearlings si sono impossessati della mia anima, per questo non posso essere liberato!"
"Sì che puoi! - esclamò - sono sicura che gli altri Guardiani potranno aiutarti! E ti aiuterò anche io Pitch, promesso. Perché ti amo, e non ho intenzione di perderti. Questa è una promessa!"
Pitch non aveva mai letto nei suoi occhi tanta determinazione. Emma gli aveva donato un calore che non sentiva da tanto questo, e probabilmente ciò voleva dire qualcosa. Fin ora aveva vissuto nell'oscurità e nel buio. Forse, afferrando quel raggio di luce, le cose sarebbero iniziate a migliorare.
Le strinse una mano.
"D'accordo, Emma. Se può farti felice verrò con te". La principessa sorrise, distratta poi da un raggio di luce. Era l'alba.
"Sbrighiamoci! - esclamò - ho la vaga impressione che il nostro intervento sia richiesto!"

 





 
N.D.A
Mi  è piaciuto proprio scrivere questo capitolo :D
Che dire di Elsa e Jack, questi figli mettono in crisi anche i genitori D: E lo stesso vale per Anna e Kristoff. Certo che quest'ultimo è molto testardo, riuscirà a ricredersi?
Passando alla mia parte preferita, mi sono ispirata a quella che dovrebbe essere la vera storia di Pitch Black, mi sono documentata su internet, e siccome mi sembrava molto bella, ho deciso di usarla :D
MORALE: BISOGNA ANDARE OLTRE LE APPARENZE!
Ma a parte ciò... voi che dite, sarà un matrimonio movimentato? Io dico di sì ;)

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Capitolo 21
*** Bianco e nero ***




Il giorno delle sue nozze Aurora l'aveva immaginato in maniera molto diversa,
Era avvolta in un bellissimo abito bianco, ma lei non si sentiva affatto bellissima.
Era triste, quasi disperata, e disperato era il riflesso sullo specchio. Stava andando tutto a rotoli. Non solo lei, ma anche altre tre persone stavano soffrendo...
Helge... il suo pensiero andò immediatamente a lui. Erano stati vicini per tanti anni, ed il pensiero di separarsene la uccideva.
Anna le arrivò alle spalle. Poteva ben vedere e capire la tristezza della figlia.
"Oh, Aurora - le disse - non devi preoccuparti, vedrai le cose si aggiusteranno"
"Ma come? - domandò - sto per sposare qualcuno che non amo, anche volendo, come potrei sperare che le cose si risolvano?"
"Se è destino, tu ed Helge starete insieme. Ed io sono certa che il destino sia proprio dalla tua parte" - le disse con un sorriso incoraggiante.
Aurora sospirò avvilita. Sapeva che quella situazione stesse distruggendo anche la sua famiglia. Il rapporto tra Anna e Kristoff si era raffreddato.
Si sarebbe sentita troppo in colpa se il loro matrimonio fosse finito.
"Voglio crederci, ma mi è difficile" - confidò.
"Coraggio - sussurrò afferrandola per un braccio - dopotutto, la fine della storia non è ancora stata scritta"

Il matrimonio si sarebbe svolto all'esterno. Stranamente, faceva più caldo di quello che avrebbe dovuto, e la poca neve rimasta si stava sciogliendo.
Non c'erano molti invitati. Helge stava seduto in prima fila, con accanto Elsa e Jack che conversavano animatamente.
"Emma non è ancora tornata - dichiarò quest'ultimo - come posso starmene qui tranquillo quando mia figlia e là fuori a fare chissà cosa?"
"Calmati, Jack - rispose l'altra tutta impettita - io ho la vaga impressione che tornerà presto"
"Tu e le tue sciocche impressioni..."
"Scusate - fece a quel punto il principe, brusco - potete smettere un solo istante di parlare?!"
"Helge, ma che ti prende?" - domandò Jack.
"Mi prende che devo starmene qui inerme mentre la ragazza che amo, sposa qualcun'altro!"
"Aspetta... cosa?!" - chiese sorpreso, poiché era ancora all'oscuro di tutto.
"Jack, Jack, caro, ci penso io - disse avvicinandosi ad Helge - Tesoro... per tua fortuna tua sorella è stata provvidente a parlarmene prima. Perché non me l'hai mai detto? Io e tu abbiamo sempre parlato di tutto"
"Non volevo che ci separaste - sospirò - come sta succedendo adesso"
"Io non vi avrei separato. Nessuno meglio di me può capire quanto sia difficile vivere un amore impossibile - disse lanciando un'occhiata al marito - che cosa intendi fare?"
Helge si guardò intorno, senza trovare però una risposta. Aveva fatto il possibile, ma probabilmente ci sarebbe voluto un miracolo per fermare tutto.
Anche Selena era del medesimo umore. Con lo sguardo serio, seduta tra Hans ed Elizabeth, fissava Adrian in piedi sull'altare. Sua madre invece guardava con aria soddisfatta la freddezza instauratosi tra Kristoff ed Anna. Era sicura che non appena Aurora si fosse sposata, il rapporto fra quei due si sarebbe spezzato.
E non aspettava altro. Per ottenere quello che voleva, sarebbe stata disposta a rendere infelici quattro giovani innamorati, tra cui la sua stessa figlia.
Anna, intanto, aveva raggiunto Kristoff. I due erano seccati.
"Spero che tu sia contento. Stai rendendo Aurora infelice"
"Smettila di farmi fare la parte del cattivo"
"Ma è quello che sembri. Diamine Kristoff, non sei più lo stesso che ho conosciuto. Pare che il tuo cuore sia diventato ghiaccio"
"Forse è davvero così" - proclamò. Anna rimase sorpresa da quella risposta, ma non ebbe il coraggio di replicare. Tutta una seria di eventi, stava distruggendo la loro famiglia.
L'attenzione di tutti gli invitati fu catturata in quel momento proprio dall'arrivo della sposa. Aurora era splendida, ma la sua espressione era più adatta ad un funerale che ad un matrimonio, e non era difficile capire perché.
Non voleva che Helge la vedesse arrivare all'altare per sposare qualcun'altro.
Il principe però la stava osservando bene. Pensò che fosse bella come non mai, ma subito dopo provò un senso di tristezza. Dopotutto, non sarebbe più potuta essere sua, da quel momento. 
La sposa si fermò un attimo, un breve attimo in cui i loro occhi si incrociarono.
Si stavano supplicando a vicenda, consapevoli che non ci fosse niente da fare.
Aurora continuava a ripetersi a mente ciò che al madre le aveva detto, mentre raggiungeva Adrian. Quest'ultimo la guardava, senza sapere che dire o che fare. Dopotutto erano nella stessa situazione.
Poi, il  sacerdote cominciò la funzione.
"Siamo qui riuniti oggi per assistere alla celebrazione del matrimonio tra la principessa Aurora di Arendelle ed il principe Adrian..."
La principessa però pareva distratta. Continuava a guardarsi intorno, sperando che accadesse qualcosa. E d'altronde, lo speravano tutti.
Ciò che però nessuno sapeva, era che qualcosa stava per succedere realmente.
Emma stava correndo a perdifiato. Arrivata in cima ad una collina, guardando verso il basso, poté vedere che il matrimonio era già iniziato.
"Accidenti! - esclamò - siamo arrivati tardi. Dobbiamo fare qualcosa!"
"E che cosa dovremmo fare? - domandò Pitch, materializzandosi accanto a lei - non sono proprio un grande intenditore di matrimoni"
"Aurora ed Adrian non possono sposarsi, perché amano qualcun'altro. Hanno solo bisogno di una spinta. Puoi... puoi portarmi lì, senza farmi vedere, magari?"
"Stai parlando con la persona giusta - disse poggiandole una mano su una spalla - tieniti forte"
In meno di un secondo, i due si materializzarono giù, dove nessuno avrebbe potuto vederli, ma dove erano perfettamente in grado di vedere i due malcapitati sposi.
"Ebbene? - domandò Pitch - adesso cos'è che avevi in mente?"
"Ecco... io non lo so - rispose - oh, diamine..."
"Che succede?"
In quello stesso istante infatti, il sacerdote aveva fatto la domanda più importante, cruciale. Non c'era tempo per pensare ad un piano.
Gli occhi di Emma si posarono immediatamente sulla torta nuziale di fonte allora. Senza pensarci un attimo ne afferrò un po' con le mani, lanciandola proprio addosso al prete!
"Oh, geniale..." - fece Pitch alzando gli occhi al cielo.
"Almeno sono riuscita a distrarre tutti, guarda!" - esclamò.
Quel gesto aveva infatti messo in allarme tutti. Kristoff pensò che si trattasse di qualche scherzo, e la cosa non gli fece affatto piacere.
"Insomma! - esclamò - chi osa interrompere così un matrimonio?"
Aurora si guardava intorno, alla disperata ricerca del suo salvatore. Fu proprio Emma ad attirare l'attenzione, la quale le fece un segno con la mano.
In quell'istante, capì di dover perdere tempo. Si avvicinò anch'ella alla torta, ne afferrò un pezzo e lo lanciò... proprio addosso a sua zia Elsa!
Quest'ultima si alzò, a bocca spalancata.
"Chi è stato?! - esclamò - come avete osato sporcare il mio abito più bello?!"
Proprio in quell'istante vi fu il caos più totale. Torta e ghiaccio che volavano ovunque, begli abiti che si sporcavano e un matrimonio completamente sottosopra.
Era una rivoluzione! Bisognava fare qualcosa. E Jack, in quanto re, aveva il potere per farlo.
"Silenzio! - esclamò attirando l'attenzione dei presenti - insomma, un po' di contegno. Chi è stato, adesso voglio saperlo!"
(( https://www.youtube.com/watch?v=R_EUv8l2pAQ ))
Emma e Pitch capirono che fosse arrivato il momento di fare la loro comparsa.
E mano nella mano, si fecero avanti, sotto gli occhi sbalorditi degli altri e di Jack.
"Voi - sussurrò - non riesco a crederci, cosa fate insieme?! Siete stati voi a..."
"Sì padre, siamo stati noi! - esclamò la principessa - prima che tu dica qualsiasi cosa, fammi parlare. Nessuno dovrebbe sposare chi non ama, e nessuno dovrebbe mai separarsi da chi ama. Pitch... lui, non è cattivo come sembra. Io lo amo, lo amo veramente"
"Ma..." - sussurrò interdetto.
"Frost - chiamò Pitch - non ho affatto intenzione di portarti via Emma. E d'altro canto, il pensiero di imparentarmi con te mi fa rabbrividire non poco. Ma anche io la amo. So di essere il tuo peggior nemico, ma grazie a lei io ho... ritrovato un po' della luce che era andata perduta. Non sei costretto ad accettarmi, ma almeno permettimi di starle accanto..."
"Io accetto!" - esclamò Elsa.
"Ma Elsa..."
"Sono la regina e posso fare quello che voglio, dopotutto sono io ad avere il potere, non ti sembra?" - domandò sorridendo. Jack sospirò. Era innegabile il forte sentimento che li unisse. Ed era certo che anche non accettando, le cose sarebbero andate avanti comunque.
"Beh... potrei provarci. Ma non ti perderò di vista neanche un istante, Black!"
Emma a quel punto gettò fuori un grido di felicità, correndo ad abbracciare i suoi genitori.
"Oh, ma aspettate, non abbiamo ancora finito! - aggiunse poi, rivolgendosi ad Aurora - oggi ci sarà un matrimonio comunque, sarà lo sposo a cambiare. Aurora! Tu ami Helge?"
La principessa a quel punto si fece avanti. Helge la guardava, con gli occhi lucidi.
"Io... non dovrei amarlo. Perchè abbiamo lo stesso sangue, però sì, lo amo"
"Helge - disse poi - tu ami Aurora?"
"Non dovrei amarla, ma la amo" - confessò davanti a tutti.
"Benissimo, allora potete sposarvi!" - esclamò.
"Aspettate! - esclamò Kristoff - questo no è possibile, è inaccettabile"
"Padre - chiamò Aurora - so che per te è difficile, ma io sarei davvero felice se potessi sposare Helge. Perché è l'altra metà del mio cuore, della mia anima. Io non posso vivere senza il mio cuore, ti prego"
Quelle parole dette con sentimento, colpirono Kristoff nel profondo. Lo sguardo della figlia era sincero, era veramente innamorata e stava soffrendo. Per colpa sua.
"Immagino che solo questo potrebbe renderti felice" - sussurrò.
"E' così" - rispose. Il biondo si lasciò andare ad un sospiro.
"Va bene Aurora. Allora... vi darò la mia benedizione"
La principessa sospirò sollevata, abbracciandolo. Anna si portò le mani sul cuore, orgogliosa del fatto che Kristoff avesse fatto la scelta giusta.
"Che bello! - esclamò Emma - però temo che bisognerà dare una ripulita, non pensi anche tu Pitch?"
"Direi che hai ragione, Emma" - rispose.
E fu così che la luce e l'oscurità unirono i loro poteri. Il cielo si riempì di nuvole grigie. Poco dopo, i fiocchi di neve presero a cadere numerosi, ma con dolcezza.
E la cosa più incredibile era che i fiocchi... fossero di due colori, di bianco e di nero!
Essa, adagiandosi sugli abiti, li ripulì, rendendoli candidi come neve. Un sottile strato di ghiaccio, si posò sui capelli di Aurora, formando un bellissimo velo.
Adesso sì che aveva l'espressione di una sposa.
Elsa si avvicinò ad Helge, prendendolo sottobraccio.
"Madre" - chiamò.
"Beh? - domandò ella - è una vita che aspetto questo momento, e non me lo perderò. Andiamo, figliolo"
I due quindi si diressero verso l'altare. Aurora imitò elsa, prendendo però sotto braccio Kristoff, che avrebbe accompagnato la sua adorata figlia sull'altare.
"Oh, non posso crederci - sussurrò ella - sono così ansiosa. Pensavo avrei avuto un po' di tempo per prepararmi al matrimonio"
"Lasciatelo dire tesoro, non sei mai contenta"
"La mamma aveva detto che la fine della storia non era ancora arrivata"
"E' arrivata adesso, Aurora. Sei tu la fine della storia" - disse sorridendo.
L'emozione era palpabile nell'aria. Anna osservò sua figlia con le lacrime agli occhi, Emma guardava tutto con aria sognante. Anche lei un giorno si sarebbe sposata. Adrian aveva raggiunto Selena, ed i due si erano stretto in un abbraccio, da cui nessuno li avrebbe più separati.
Elizabeth invece, inviperita, se ne andò. Dopo aver cercato di distruggere le vite altrui, non poteva osservare tutta quella felicità. Ma Hans e Selena sarebbero stati meglio senza di lei.
Quando finalmente Aurora arrivò all'altare, Helge poté afferrarle.
"Helge - chiamò Kristoff - ritiro tutto ciò che ho detto. Sono sicuro che tu sarai un marito perfetto per Aurora. Ne sono sicuro, perché io ti controllerò, e potrei farti molto male se così non fosse"
"Non me dimenticherò" - rispose il principe. Helge ed Aurora si scambiarono un sorriso, felici come non mai. Attorno a loro, la neve bianca e nera continuava a cadere. Emma era commossa. Non solo aveva salvato sè stessa, ma anche gli altri. Pitch la strinse a sé.
"Sei stata brava, Emma"
"Siamo stati bravi. Finalmente possono amarsi"
"E anche noi - disse guardandola - sembri proprio una sposa"
La principessa arrossì. Si strinse a lui, per poi baciarlo.
Finalmente, le cose iniziavano ad andare per il verso giusto.

 
 
N.D.A
Per chi non avesse capito, io amo Tata Matilde, infatti ho rubato sia la colonna sonora che la parte finale del film, ma sono troppo belle XD
Quante belle cose in un solo capitolo. Jack ha più o meno accettato Pitch e Kristoff ha accettato Helge.... e lui e Aurora finalmente possono sposarsi e vivere felici :D
Ma non è ancora finita... purtroppo il prossimo è l'ultimo capitolo, e ciò mi rende triste :(
Cosa ci riserverà la fine? :D
 

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Capitolo 22
*** Rinascita [END] ***




Helge ed Aurora si erano finalmente sposati. Dopo tanta fatica, le loro famiglie avevano accettato il fatto che i rispettivi figli si amassero. Oramai non riuscivano più a vederci nulla di male.
Ed in qualche modo, Elsa e soprattutto Jack, avevano accettato il fatto che la loro Emma desiderasse stare accanto ad uno come Pitch.
Ma vi era ancora un conto in sospeso.
"Diventa un umano come me - gli aveva detto Emma - così potremmo stare insieme per sempre"
"Io... tornare ad essere umano? Sarebbe come rinascere" - aveva risposto lui.
"Beh, per l'appunto! - esclamò - se hai una seconda possibilità, non credo che dovresti sprecarla"
Pitch ci pensò su a lungo. Da essere oscuro era invincibile, ma anche terribilmente solo. Da umano, sarebbe stato più debole ed inerme, ma sicuramente felice.
"Eh va bene - aveva risposto infine - io accetto"
Emma rispose con un sorriso.
Gli unici a poter liberare Pitch dagli spiriti maligni e a restituirgli la sua umanità, erano i guardiani. E quest'ultimi si sorpresero non poco!
"Pff - sbottò Calmoniglio - non mi fido. Chi mi dice che non ha qualcosa in mente?"
"Beh, senza i miei poteri non ci sarebbe nulla che potrei fare, non lo pensi anche tu, coniglietto?" - domandò l'altro, provocandolo.
"Coniglietto, io?! Come osi, brutto..."
"Oh, andiamo, non è il momento di litigare. Umh, umh, Pitch - disse Jack sgranchendosi la voce - io so bene cosa voglia dire. Anche io ho rinunciato alla mia immortalità, al mio essere Guardiano, per stare accanto alla donna che amo. Molti pensano che sia un sacrificio... ma non lo è, è solo una scelta"
"Grazie per le parole di incoraggiamento, Frost - rispose Pitch con una punta di sarcasmo - qualcosa mi dice però che se facessi un passo falso con Emma, tu mi uccideresti vero?"
"Mi conosci troppo bene - disse sorridendo - North, puoi andare!"
North a quel punto si fece avanti, seguito dagli altri guardiani. I quattro unirono le loro forze, praticando la magia su Pitch e facendo sia che i Fearlings abbandonassero per sempre il suo cuore. Fu difficile, poiché non era facile liberare l'anima da anni di macchie e buio. Ma alla fine ci riuscirono, riuscendo anche a contenere i Fearling, i quali sarebbero stati in seguito rinchiusi.
Pitch cadde in ginocchio, sentendosi sì più debole ma... anche più vivo.
"Pitch! - esclamò Emma andandogli vicino - stai... bene?"
Lui la guardò. Era diverso. I suoi occhi erano verdi e avevano un'aria decisamente più dolce. Il viso era giovane, ed i capelli d'ebano cadevano su quest'ultimo.
Era molto più bello di quanto avesse mai immaginato.
Annuì appena, accennando un sorriso. Emma a quel punto lo strinse tra le sue braccia, come mai aveva fatto.
Finalmente poteva sentire il suo cuore, ora puro, battere al ritmo del suo.
La sua luce aveva sconfitto l'oscurità, e l'amore aveva permesso a Pitch di rivivere.

Qualche mese dopo...
Le sorprese però non finirono lì. Adesso che tutto era tornato alla normalità, Jack poteva mantenere fede alla parola data: rinnovare i voti con Elsa.
E seguire la loro idea, furono anche Kristoff ed Anna, i quali, dopo quel periodo di litigi e crisi, avevano deciso di rinnovare il loro amore.
Fu così che il ventuno marzo, si celebrò un doppio matrimonio, a cui tutta Arendelle era stata invitata.
Helge ed Aurora, novelli sposi che continuavano a vivere a palazzo, stavano in prima fila abbracciati, seguiti da Emma, la quale osservava entusiasta e con le lacrime agli occhi, l'abito da sposa della madre. Adesso ne era cera, anche le un giorno si sarebbe sposata, e colui che l'avrebbe portata all'altare le stava proprio accanto. 
Dietro vi erano poi Adrian e Selena. Oramai i due si erano ufficialmente fidanzati, e non appena la principessa avrebbe raggiunto la maggiore età, si sarebbero sposati.
Eugene e Rapunzel, anche loro lì presenti, non avevano più avuto una crisi, anzi, il oro amore era divenuto più intenso, tanto che la bionda aveva scoperto di aspettare un bambino. Sarebbe stata un'altra sfida da affrontare, che li avrebbe uniti ancora di più.
Hans invece, aveva annullato il matrimonio con Elizabeth, la quale aveva lasciato le Isole del Sud, in cerca di un altro principe da spolpare.
Era andata male per ben due volte, ma non gli importava. Prima o poi anche per lui sarebbe arrivato il vero amore, ma per adesso voleva soltanto godersi la figlia.
Le campane suonarono a festa quando i voti furono rinnovati. Ovviamente, nel pomeriggio vi una grande festa, a cui tutti parteciparono.
E c'era qualcuno che aveva un importante annuncio da fare.
Aurora stava premendo su Helge, per far sì che parlasse, e alla fine il principe fu costretto a cedere.
"Emh, emh - disse alzandosi e attirando l'attenzione - scusate, vorrei dire due parole. Anzitutto vorrei congratularmi con i miei genitori e con i miei zii, per il rinnovamento dei loro voti di matrimonio. Non credo di aver mai incontrato amore tanto grande, a parte quello tra me ed Aurora. Ed è proprio in merito a questo che sono felice di annunciarvi che... molto presto Arendelle avrà un nuovo erede, perché Aurora ed io aspettiamo un figlio"
Vi furono due secondi di silenzio, a causa dello stupore. Dopodiché vi fu un grande boato, fatto di applausi. Emma saltò giù dalla sedia, stra felice al pensiero che sarebbe diventata zia.
Kristoff era spiazzato. Il solo pensiero che la sua dolce ed innocente bambina stesse per diventare madre, gli faceva pensare che oramai ella non fosse più innocente... ma fu comunque molto contento, così come Anna.
"Oh bene - disse Jack - hai sentito, Elsa? Diventeremo nonni"
"Sì, e non solo mio caro" - disse sorridendo.
"In che senso?"
La Regina a quel punto si alzò, lanciando un'occhiata alla sorella.
"In realtà - disse attirando di nuovo l'attenzione - di nuovi arrivi ce ne saranno ben due. Perché anche la sottoscritta è in dolce attesa"
Altri applausi, più l'incredulità di Jack, che era rimasto completamente spiazzato. Insomma, dopo tutto quel tempo, non se lo aspettava di certo!
"Tre - aggiunse Anna - aspetto un bambino anche io"
"COSA?! - esclamò Kristoff, sul punto di svenire - è uno scherzo vero?"
"No, no, mio caro - disse affettuosamente - è proprio così. Tra non molto tempo, il palazzo sarà pieno di bambini! Non sei contento?"
Kristoff sorrise nervosamente. Era contento sì, molto. Ma sarebbero stati anni molto intensi, ne era certo!
La notizia delle tre inattese gravidanze, fu ben accolta da tutti i presenti.
La più entusiasta di tutti era però stata Emma, la quale amava i bambini e che avrebbe avuto a disposizione un nipote, un cugino e un fratello a cui insegnare tutto ciò che sapeva!
Insomma, le cose stavano andando per il meglio.
Lei e Pitch lasciarono però prima la festa. Andarono a passeggiare su quella stessa collina che d'inverno si imbiancava. Arendelle era così bella in primavera, con i prati verdi, gli alberi e il profumo di fiori.
"Allora Pitch? - domandò Emma - ti piace la tua nuova vita da umano?"
"Non mi sono ancora abituato del tutto - rispose - ma sì, non è male. Dopotutto lo sono stato un tempo, prima che..." - si soffermò. Era chiaro che provasse ancora molto dolore a parlare di ciò che era successo.
Lei si fermò, avvicinandosi al suo viso.
"Non mi hai neanche detto come si chiamava"
"Si chiamava.... Arya - sussurrò - però non ricordo il motivo di questo nome"
Entrambi furono distratti da un alito di vento che accarezzò loro i capelli e che li portò a voltarsi. 
A qualche metro da loro, vi era un figura femminile che aveva circa la stessa età di Emma. Ella aveva dei lunghi capelli, ed era vestita di fiori e foglie.
Era molto, molto bella, e stava sorridendo, nella loro direzione.
"Ma cosa...?" - sussurrò Emma. Pitch rimase quasi pietrificato. Malgrado fossero passati secoli, avrebbe riconosciuto tra mille quel viso, quel sorriso.
Le sue labbra si mossero appena.
"Arya..."
Emma lo udì. Era quella, Arya?
Quest'ultima non parlò. Si limitò a fare un gesto con la mano, come se volesse salutarli. Dopodiché scomparve, lasciando sotto i suoi piedi una scia di bellissimi fiori colorati.
"Aspetta! - esclamò Pitch - non capisco. Era proprio lei, ma perché è andata via?"
A quel punto per Emma fu tutto chiaro.
"Ma certo - gli dissi - non capisci Pitch? Lei non è mai morta, non è mai scomparsa. Lei è qui, in questi fiori, in quest'aria, in queste foglie. Esiste, ha soltanto cambiato nome"
Non vi furono più bisogno di parole. Pitch aveva capito. E aveva potuto vedere con i suoi occhi, come Arya stesse bene e dell'importante ruolo che ella avesse.
Il ruolo del cambiamento, della rinascita, quella stessa rinascita a cui anche lui era stato sottoposto.
Lui ed Emma si strinsero, baciati dai raggi del sole. Dopodiché unirono le loro labbra in un bacio, mentre il vento primaverile li accarezzava piano, con affetto.

 















THE END


 
N.D.A
Waaaaa piango, non posso crederci, siamo arrivati alla fine! Io ho amato scrivere questa storia, era così tanto tempo che volevo metterla nero su bianco ^^
Ogni tanto do anche io un lieto fine! Anna e Kristoff, Jack ed Elsa finalmente vivranno felici, così come Aurora ed Helge, tutti loro avranno un bel da fare!
E anche la coppia principale ha avuto il suo lieto fine. Spero si sia capito il ruolo di Arya. Secondo la leggenda, la figlia di Pitch diveniva Madre Natura, e quindi non potevo non accennarne :)
Che dire, mi sono legata a tutti i personaggi da me creati, come sempre del resto. Mi ritengo soddisfatta, anche se l'ultima parola spetta a voi.
Ringrazio la mia Evy, che mi da sempre sostegno in tuuuuutto ^^ <3
E anche a tutte coloro che hanno recensito e seguito :)))

A PRESTO!

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