Battle Spirits Heroes - New Sunrise

di ShawnSpenstar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La città dei sogni ***
Capitolo 2: *** Episodio 1: Un esplosivo primo giorno di liceo ***
Capitolo 3: *** Episodio 2: Duello Tra Fratelli ***
Capitolo 4: *** Episodio 3: E il campione di Kadode è... ***
Capitolo 5: *** Episodio 4: Sei personaggi in cerca di mangaka ***
Capitolo 6: *** Episodio 5: Vorrei morire a quest'età ***
Capitolo 7: *** Episodio 6: Il gunslinger ***
Capitolo 8: *** Episodio 7: The kids are alright ***
Capitolo 9: *** Episodio 8: Ballate per piccoli fratelli ***
Capitolo 10: *** Episodio 9: Girl on fire ***
Capitolo 11: *** Episodio 10: Chiedimi se sono felice ***
Capitolo 12: *** Episodio 11: In che cosa credi? ***
Capitolo 13: *** Episodio 12: Eccola qua, una notte fra tante ***



Capitolo 1
*** La città dei sogni ***


La città dei sogni
 


La collina alta appena fuori dall'ultima zona abitata della periferia era da sempre il suo posto preferito. Ci andava ogni volta che voleva, sin da quando era piccolo, per qualunque motivo. In quel luogo magico dal quale, se ti sporgevi, potevi osservare tutto il paese come in un magnifico quadro tutti i suoi problemi, le sue preoccupazioni e i suoi dubbi svanivano in un attimo dopo un breve sguardo oltre la staccionata.
Si guardò rapidamente intorno per cercare di capire a che punto fosse, del resto alle nove di sera anche un luogo che conosci a memoria ti può ingannare. Con la coda dell'occhio scorse la vecchia panchina in legno su cui tante volte si era seduto da bambino e che ora era ricoperta di muschio; la sua mente elaborò rapidamente il dato e consigliò di accelerare leggermente il passo ma non fece attempo a muovere un muscolo che una voce femminile assai nota risuonò nelle sue orecchie.
 
"Hajime aspettami!" esclamò, e lui, come gli era stato chiesto, si fermò ad attenderla
 
Non dovette aspettare molto prima che la proprietaria della voce lo raggiungesse: una ragazza dal fisico snello, di media altezza, più o meno come lui, abbastanza carina e con un'insolita espressione di dispiacere dipinta su un volto, generalmente, più propenso ad urlare la sua volontà di dominare il mondo.
Non ricordava bene per quale ragione gli avesse dato appuntamento in quel luogo ma notò immediatamente che si era cambiata d'abito: il vestito estivo bianco e rosa, troppo leggero, aveva lasciato il posto ad una maglietta a maniche corte e ad un paio di jeans ma nonostante tutto sembrava avere ancora freddo; comportandosi da vero cavaliere, perché, anche se non lo dimostra spesso come Leonard, anche lui ha qualcosa di "cavalleresco" in se, si tolse la giacca e gliela offrì; lei la indossò in fretta tenendo sempre lo sguardo fisso sul sentiero da cui era venuta e poi, una volta completata l'operazione, rivolse a lui tutta la sua attenzione.
 
"Scusa se non sono venuta a vederti, mi dispiace davvero" esordì
 
"Non fa nulla, in fondo ho perso" fece l'altro con una punta di tristezza nella voce "e poi… non… non pensavo che saresti venuta, probabilmente eri impegnata nel tuo progetto di dominazione mondiale"
 
"Oh no, molto più banalmente, dovevo studiare" ribatté lei avendo colto la non troppo sottile presa in giro del ragazzo "sai, a quanto pare per dominare il mondo serve una cosetta insulsa chiamata diploma di scuola media inferiore…  uno dei tanti motivi per cui tu non potrai mai ambire ad un tale traguardo"
 
"Ehi, cosa stai insinuando?"
 
"Io? Assolutamente nulla" disse con un tono di superiorità "al massimo, ad insinuare qualcosa può essere la tua atroce media voti"
 
"Ahahah, molto divertente" replicò piccato il ragazzo "e comunque la mia media non è affatto atroce"
 
"Solo perché io ed altri la teniamo in piedi suggerendoti ogni volta che possiamo non significa che sia buona" lo irrise "forse dovresti…"
 
"NO, NO E POI NO!!" gridò indispettito l'altro "So già che cosa vuoi dirmi e non intendo farlo! BS è la mia sola grande passione… si beh, insieme ai condimenti"
 
"Cioè, fammi capire" fece la ragazza "tu, alla bellezza di tredici anni, non hai uno straccio di sogno"
 
"Assolutamente no" ribatté soddisfatto Hinobori "ce l'ho eccome un sogno"
 
"Ah, Si? E quale sarebbe"
 
"Vuoi proprio saperlo?"
 
"Se te l'ho chiesto, un motivo ci sarà; non trovi genio?"
 
"Bene, il mio sogno è…
 
"EMMUOVITI!! NON HO TUTTA LA NOTTE!"
 
"… diventare il prossimo campione del mondo di Battle Spirits!" esclamò ignorando la sonora auto-sberla che la ragazza rifilò alla sua fronte
 
"Ahhh, sei senza speranza"  piagnucolò scherzosa "vado a casa a consolarmi con la statua che quell'imbecille di Tachibana ha fatto scolpire per me"
 
"Aspetta Kimari!" la interruppe lui con un tono così ansioso da provocarle un mezzo spavento
 
"Co-cosa c'è?" domandò
 
"Sei vuoi davvero andartene dovresti prima restituirmi la giacca, non trovi?"
 
Un silenzio gelido regnò sovrano per alcuni secondi. La ragazza si voltò lentamente osservando quell'ebete sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia del maledetto che, ovviamente, se ne stava lì, ritto in piedi incurante, come se non avesse fatto nulla;  il suo sguardo incendiario lo squadrò dalla testa ai piedi cercando un qualunque segnale di pentimento, che tuttavia non era sicura di voler trovare, per ciò che aveva detto.
"Sfortunatamente" non lo trovò e allora…
 
SDENG!
 
Un destro degno di un campione dei pesi massimi si abbatté sulla testa di Hajime facendola rimbombare come una campana; il ragazzo volò a terra nel fango e, prima che potesse rialzarsi, una serie di calci iniziarono ad impattare contro il suo povero stomaco.
 
"NON. AZZARDARTI. MAI PIÙ. A FARMI. PREOCCUPARE. PER. UNA. SIMILE. STRONZATA!!" sillabò la ragazza ormai in pieno stato di berserk
 
"Ahiii, ma che ho fatto di male?!!" si lamentò l'altro dopo che lei ebbe finito di picchiarlo
 
"Il giorno in cui capirai le ragazze sarà lo stesso in cui imparerai a contare fino a dieci senza usare le dita, Hajime Hinobori"
 
"Ehi, ma io so contare fino a dieci senza usare le dita" ribatté ingenuo provocando alla ragazza un altro mugugno di sconforto e disapprovazione
 
"E' incredibile come, nonostante ti conosca da quando sono nata, la tua stupidità continui a sorprendermi"
 
"Faccio del mio meglio" scherzò lui
 
"Immagino" fece lei "ah, complimenti per l'ironia! Cos'è? I tuoi neuroni si sono svegliati dal loro stato di morte apparente finalmente?"
 
"Ahahah, probabilmente si erano solo presi un attimo di riposo"
 
"Un attimo lungo tredici anni? Se la sono presa comoda!" lo prese in giro la ragazza "e hanno deciso di svegliarsi alle… nove e mezza di sera? Una scelta mooolto furba; dimmi, è perché hanno avuto problemi col fuso orario o sono semplicemente idioti come te?"
 
"Ma tu non dovevi andartene a casa?" domandò esasperato il povero duellante
 
Offesa da quella risposta, la ragazza si voltò e iniziò ad incamminarsi in silenzio verso il sentiero percorso in senso inverso solo pochi minuti prima. Il ragazzo di nome Hajime rimase fermo a guardarla mentre andava via (con la SUA giacca) ripensando a ciò che era appena accaduto: quella strega era riuscita a farla arrabbiare anche senza tutte le sue stupidaggini sulla dominazione mondiale; a volte gli sembrava così assurdo pensare che fosse da sempre sua amica, più o meno quanto che Kouta fosse il fratello minore di quella rompiballe, erano così diversi.
 
Kouta era molto più simile a lui, avrebbe potuto essere il SUO di fratello minore.
 
-No, SAREI dovuto essere io il suo fratello maggiore- si disse mentalmente, ricolmo di rabbia -il… fratello… il fratello maggiore-
 
Iniziò improvvisamente a correre, quasi avesse appena ricevuto una scarica di adrenalina che doveva necessariamente smaltire, lungo il sentiero giù dalla collina, rischiando di cadere praticamente ad ogni metro a causa del terreno fangoso; perché era così stupido, solo ora si era ricordato del perché le aveva chiesto di venire.
 
"KIMARIII!!!" urlò sperando che lei lo sentisse
 
"Hajime?!"
 
La vide poco avanti a lui, quasi alla fine del sentiero e del boschetto; quasi certamente aveva corso anche lei perché non si era nemmeno accorta di aver perso la giacca dell'amico lungo la strada, era più interessata a mettere più metri possibili tra se e lui.
Raccolta al volo la giacca, il ragazzo finalmente arrivò in prossimità della sua amica e fece peso sui piedi per frenare e fermarsi senza scivolare… alzando, purtroppo, quintali di fango che non aiutarono il suo "elaborato" piano di pacificazione.
 
"SEI. UN. IMBECILLE!!"sbraitò la castana togliendosi il fango di dosso
 
La replica di una mente normale sarebbe dovuta essere "eccome!", ma purtroppo, nella mente di Hinobori, vigeva la regola "io ho ragione, Kimari ha torto" o "Kimari ha torto a prescindere" o comunque una cosa del genere.
 
"AH, QUINDI SAREBBE COLPA MIA?!!" ribatté quindi l'altro, perfino piccato
 
"E DI CHI SE NO?!"
 
"Beh,  avresti potuto spost…"
 
Kimari decise che non voleva udire oltre: passi l'essere un imbecille infantile ed esagitato; passi che l'aveva fatta correre fino alla collina per nulla, pensare che lei si era pure sforzata di non rimandare la richiesta al mittente con risata satanica allegata, ma che ora gli avesse insozzato i vestiti nuovi e affibbiato a lei la colpa era davvero troppo; aveva tutta l'intenzione di andarsene via di nuovo quando una parola che non sentiva da… beh, praticamente da sempre, la trattenne.
 
"Scu-scusa"
 
La ragazza si irrigidì all'improvviso, ebbe quasi l'istinto di guardare per terra per vedere se la crosta terrestre si stesse spaccando e stesse per sopraggiungere la fine del mondo ma si trattenne. Era di fronte ad un evento di proporzioni titaniche, probabilmente opera di qualche arcana congiunzione astrale; doveva mantenere la calma.
 
"Scusami Kimari" sussurrò  porgendole di nuovo la giacca
 
La castana accettò l'offerta di buon grado e cercò di montare l'espressione più gentile che le riuscisse; non le veniva molto naturale da che l'aveva fatta solo sei, forse sette, volte in tredici anni di vita, ma, se lui era stato capace di imparare una parola nuova per lei, allora non poteva essere da meno. Sorrise… all'incirca.
 
"O-oh" trasali il giovane, intimidito "ho… ho de-detto qualcosa di-di s-sbagliato?"
 
"Cosa? Oh, n-no" replicò lei "pe-perché lo chiedi?"
 
"Perché ha-hai u-un ghigno inquietante stampato i-in volto; sembra che tu voglia intombarmi vivo"
 
"Do-doveva essere u-un sorriso"
 
"Ah" esclamò Hajime senza riuscire a rilassarsi "beh… p-può mi-migliorare"
 
"Ci proverò" fece la ragazza rasserenata
 
"Ecco, va già meglio" scherzò l'amico
 
Sorrisero entrambi, distendendo il clima di tensione che dominava solo pochi secondi prima. Il recente susseguirsi degli eventi sembrava aver tirato fuori da Hajime una personalità ironica e brillante, molto più sopportabile del solito esagitato maniaco di BS; era abbastanza per restare increduli… piacevolmente increduli.
 
"Co-cosa volevi chiedermi?" domandò Kimari rompendo il silenzio
 
"Ah, giusto!" esclamò il castano, meno intimidito "E' e-evidente che, noi due, non andiamo sempre d'accordo e che la nostra testardaggine da idioti ci porta quasi sempre ad urlarci contro…"
 
"Non mi dici niente di nuovo" replicò recuperando la sua classica ironia caustica "vieni al punto"
 
"E' che,  nonostante io sia… beh, io e tu sia… tu"
 
"Wow, che pensiero profondo ed elaborato!"
 
"E lasciami finire!" ribatté il ragazzo stizzito e, al tempo stesso, divertito "nonostante… quella roba che ho detto prima, siamo pressoché inseparabili dal giorno in cui, per la prima volta, siamo stati al mondo insieme; sei l'unica, insieme ha tuo fratello, che considero veramente mia amica"
 
"Beh, ne sono lusingata… credo, ma dove vuoi arr…"
 
"Ricordi quando stava per nascere Kouta e tu eri così terrorizzata da pregarmi di aiutarti, non avevi nemmeno cercato di arruolarmi nei tuoi assurdi piani di dominazione mondiale"
 
"Ehi, avevo solo quattro anni, ancora non progettavo di conquistare il mondo!"
 
"E' sempre bello ricordare che c'è stato un tempo in cui eri una dolce bambina innocente" la prese in giro il giovane duellante "ma comunque… t-tra pochi mesi a-avrò anche'io u-un fratelllino"
 
"Lo so… potrebbe anche essere una sorellina in realtà"
 
"i-io no-non so come comportarmi, se-sento di essere fe-felice per c-c-ciò che s-sta a-accadendo, ma… ma sta… è tu-tutto t-troppo ve-veloce per me" balbetto con voce spaventata guardando infine la giovane dritta negli occhi "p-prometti c-che mi aiuterai; giu-giuro che ti ripagherò, ti-ti farò da scagnozzo, s-schiavo o quello c-che più ti p-pare, ma pe-per favore… no-non lasciarmi solo"
 
Sul volto della castana montò un'espressione sprezzante di scherno… estremamente finta; era conscia che una persona mentalmente nella media l'avrebbe capito dopo dieci secondi massimo, ma era con Hajime che stava parlando.
 
"Strano, pensavo che tu li avessi già superati i quattro anni di età!"
 
Il duellante abbassò la testa demoralizzato e offeso: valeva davvero la pena di sforzarsi così tanto di apparire una persona semi-matura solo per essere trattati in questo modo? In silenzio si voltò e fece per andarsene, ma la stessa parola che prima, pronunciata da lui, aveva trattenuto l'amica apparve di nuovo nella situazione diametralmente opposta.
 
"Non scappare via, Hajime" sussurrò lei "stavo solo scherzando, scusami"
 
Come era stato per lei prima, anche il ragazzo ebbe quasi la sensazione che il mondo si stesse capovolgendo: cosa diavolo aveva di così speciale quel giorno? Era quasi come se stessero concentrando anni di maturazione caratteriale in un unico istante.
 
"Come ha fatto a migliorare così tanto in così poco tempo? Non è che, prima, nemmeno ti sforzavi di essere cordiale?" scherzò Hinobori
 
"Wow, non ti credevo più intuitivo della panchina laggiù" replicò la ragazza
 
"E io non sapevo che tu fossi capace di ridere senza sembrare il cattivo di un manga; vedi, ogni giorno impariamo qualcosa di nuovo"
 
Risero entrambi a squarciagola per due minuti, senza nemmeno preoccuparsi di respirare; era una vita che non ridevano così, sicuramente non da quando lui era diventato un "fanatico di BS" e lei si era trasformata in una "dittatrice in erba con insoddisfatte manie di grandezza".
Quando finalmente riuscirono a fermarsi, si scambiarono un'occhiata d'intesa e insieme si incamminarono, in silenzio, verso le rispettive case; arrivarono insieme fino alla casa della ragazza, dove il castano recuperò gli abiti e la ridicola tenda con cui aveva campeggiato nel loro giardino, dopodiché il giovane duellante imboccò la strada di casa.
 
"Hajime!" lo chiamò, ad un certo punto, la castana, cogliendolo quasi di sorpresa
 
Hinobori si voltò istintivamente e vede la sua amica in piedi di fronte alla sua porta, illuminata dalla luce proveniente dalla casa, con un sorriso determinato e il pollice destro alto in segno affermativo; il ragazzo non poté fare a meno di sorridere.
 
"Non preoccuparti!" gli gridò lei "se ti dovessi trovare in difficoltà, io ci sarò"
 
Lui non rispose nulla, solo alzò il braccio destro e replicò il gesto dell'amica con il pollice. Non c'era niente da aggiungere: loro due, insieme con il fratello di lei, erano inseparabili da tanto tempo, qualunque eventualità gli si fosse presentata, l'avrebbero affrontata insieme.
 
 
 
Due anni dopo, circa
 
 
Le grida di gioia dei ragazzi di terza frequentanti la scuola media di Kadode squarciavano l'aria tranquilla di quella cittadina, tuttavia nessuno, nemmeno gli abitanti più scontrosi, aveva nulla da rimproverare: il diploma di licenza media è qualcosa che si riceve solo una volta nella vita, era giusto che festeggiassero.
Lontano dalla grande massa di studenti esultanti, un ragazzo e una bambina con i capelli castani, che l'altro portava in spalla, correvano verso il parco, alla periferia del paese; in pochi secondi, arrivarono ad un noto sentiero di terra che si inerpicava su un dolce pendio che, stranamente, non era completamente invaso dalla fanghiglia.
 
"Co'ina di 'jime?" domandò la bambina, estasiata da quel luogo che vedeva per la prima volta
 
"beh, non direi esattamente che è mia" replicò il ragazzo divertito "sei pure fortunata, io vengo qui da quindici anni e ho sempre trovato la strada ai limiti dell'impraticabilità, tu invece…"
 
"No' è fot'una, sono brava" gli ribatté la piccola con soddisfazione "t'oppo brava, io d'mine'ò i' mondo"
 
"Tu hai passato troppo tempo con Kimari" la prese in giro lui, facendola scivolare dalle sue spalle alle sue braccia
 
"Sei solo invidioso del fatto che Hanayo preferisca te a me" fece una ridente voce alle spalle dei fratelli Hinobori
 
Il sorriso della bambina si allargò ancora di più all'udire quella voce e diede al fratello l'input di voltarsi tirando la manica della sua divisa nera, ordine cui lui adempì immediatamente; davanti a loro si presentarono Kimari, anche lei con ancora indosso la divisa da cerimonia, e suo fratello Kouta.
Hajime non ne fu sorpreso; era stato proprio lui a chiedere ai due fratelli Tatsumi di venire alla collina, sapeva che sarebbe andato li dopo la cerimonia, ma aveva voluto fare una sorpresa speciale alla sorellina che, anche se aveva solo quasi due anni, era affezionata ai due fratelli quanto lui.
 
Il duellante quindicenne fece segno con la testa ai due amici appena sopraggiunti di incamminarsi con loro sul sentiero; in rigorosa fila indiana, superarono la salita e raggiunsero il belvedere ove si una volta trovava la vecchia panchina.
Appoggiò a terra la sorellina lasciandola libera di andare a giocare; le barriere lungo i confini del promontorio erano state rese molto più sicure rispetto a due anni fa, ma la cosa che non salvò Kouta dal sorbirsi un poema epico di raccomandazioni miste a minacce assurde tipo "sgozzerò tutti i tuoi peluche Pentan di fronte ai tuoi occhi se lasci che le accada qualcosa"; in disparte rispetto alla marmaglia, Kimari rideva di gusto: chi avrebbe mai detto che un giorno Hajime si sarebbe comportato… più o meno come lei, miracoli dell'essere fratello maggiore.
 
Conclusa la predica, Hinobori si allontanò dai due andando ad affiancare la sua amica che si sporgeva leggermente dalla staccionata, sopra le loro teste il sole splendeva libero in un meraviglioso cielo azzurro percorso da un venticello fresco e piacevole; era una delle giornate più belle che avessero mai visto e l'aver celebrato il traguardo del diploma sotto un cielo così sgombro trasmetteva ai due amici una sensazione di completezza, come se la loro vita fosse compiuta.
Si scambiarono una rapida occhiata, era quasi incredibile quanto entrambi fossero diversi: l'unica cosa di Hajime che non era cambiata erano i capelli, in due anni era passato dal metro e settanta scarso a superare abbondantemente il metro e ottanta, in più era molto meno gracile e fisicamente più piazzato; anche Kimari era cresciuta, la ragazzina acerba aveva lasciato il posto ad una giovane decisamente più affascinante, per quanto ancora un po' in difetto d'altezza, così come l'infantile fiocco che da sempre le legava i capelli.
 
Sedettero sulla staccionata l'uno accanto all'altra, con la mano della ragazza sempre saldamente serrata intorno a quella dell'amico, visibilmente tremante per le vertigini, di cui, per fortuna di Hinobori, solo loro due e Kouta erano a conoscenza; spostarono lo sguardo prima sui due fratellini e poi sulla cittadina intenta a festeggiare i suoi diplomandi.
 
"Era più grande qualche anno fa" sospirò malinconica Kimari
 
"Già, papà dice che non c'è da preoccuparsi, che sono solo piccole conseguenze della crisi" replicò l'amico "ma tu davvero vuoi fare questi discorsi da vecchia, manca solo un "ai miei tempi" e sei pronta per la casa di riposo"
 
"Sai, "ai miei tempi" ti avrei buttato giù dalla staccionata per una simile affermazione" lo minacciò "e comunque che c'è di male nell'osservare quanto la città si sia trasformata"
 
"Anche tu ti sei… trasformata" fece Hinobori in tono ironico ma non offensivo "che fine ha fatto la "Dominazione mondiale"?"
 
"Mmm… potrei, che so, essere cresciuta? Dovresti provarci anche tu"
 
"Quindi ammetti che fosse una cosa infantile?"
 
"Si beh, più o meno come il tuo ritenere BS la cosa più importante dell'universo… certo che era infantile, l'ho pensata a cinque anni"
 
"Ed io non sono mai riuscito a capire come diavolo sia iniziata sta stupidaggine, direi che è ora di spiegarmelo, non trovi?"
 
In risposta la ragazza si limitò ad arrossire… più o meno per la prima volta nella vita; il duellante rimase incuriosito da quella strana reazione, se esisteva una storia capace di mettere Kimari Tatsumi, sedicente apprendista tiranno, in imbarazzo e farla vergognare tanto lui doveva assolutamente conoscerla.
 
"Ti giuro che non lo dirò ad anima viva"
 
"Lo spero o ti trasformerò in un'anima MORTA!" ribatté la quindicenne per poi iniziare "devi sapere che, fino a qualche anno fa, mio papà era un insospettabile, ma autentico, fanatico del cinema d'azione…"
 
"Ah… ASPETTA!! Cioè, intendi dire che… ma stiamo parlando dello stesso Denjirou?"
 
"Ne conosci qualcun altro per caso?!" replicò stizzita la castana "comunque, devi sapere che, a causa di questa sua passione segreta, io e mamma eravamo sempre costrette a sorbirci le sue proposte di visione"
 
"A cinque anni? Immagino la gioia" sospirò ironico Hinobori
 
"In realtà, pare che mi divertissi" spiego lei "secondo i miei, ero divertita dalla violenza"
 
"Che notizia sorprendente e impronosticabile"
 
Un impressionante calcio risuonò contro le assi di legno della staccionata facendo traballare il giovane Hajime con loro.
 
"Sei così ansioso di morire? No, perché altrimenti ti aiuto" ringhiò aggressiva prima di tornare al suo racconto come se niente fosse "in ogni caso, al di là del fatto che lo trovassi o meno divertente, vedendo tutti quei film mi è venuta spontanea una domanda: perché i cattivi, gli scienziati pazzi e i maniaci che vogliono conquistare il mondo nei film sono sempre e solo maschi? In quel momento mi sono sentita così offesa da decidere di iniziare a progettare la dominazione mondiale"
 
La faccia di Hajime, seppur visibilmente in tensione, era riuscita a rimanere più o meno impassibile per tutta la durata del racconto, ma quando Kimari giunse alla conclusione non poté fare a meno che scoppiare in una risata tanto incontrollabile da costringere il ragazzo a serrare le mani attorno all'asse con maggior forza per evitare di cadere; di primo acchito, la ragazza arrossì all'improvviso e gonfiò le guance in segno di rabbia, ma poi nemmeno lei riuscì più a rimanere seria.
 
"Cosa diavolo ci trovi di così divertente?" domandò in tono, moolto artefatto, di stizza
 
"Cioè, vuoi dire che l'ossessione con cui hai devastato la sanità mentale mia, della tua famiglia e dei nostri amici è iniziata per una simile idiozia?! Ahahahahah!!"
 
"Simile idiozia un bel niente!" gridò lei grintosa "innanzitutto, con che coraggio parli di TUA sanità mentale, quando mai l'avresti avuta? E poi, sinceramente, la ritenevo, e la ritengo ancora, una dimostrazione di femminismo: è troppo facile voler essere pari solo nelle cose positive, io volevo dimostrare che anche le donne possono ambire ad obiettivi "malvagi" come l'instaurazione di una dittatura mondiale"
 
"Guarda che non sti migliorando la situazione, così suoni ancora più idiota"
 
"Beh, detto da un ragazzo la cui più grande preoccupazione è pescare la carta giusta per vincere un duello e che si suiciderebbe se BS venisse abolito… diciamo che non fa un grande effetto"
 
"Ehi, non è affatto vero che la mia unica preoccupazione è Battle Spirits!"
 
"Quindi deduco che tu sia finalmente maturato" fece la castana, prendendolo in giro "su forza, dimmi quali sono le tue altre passioni; dimmi che progetti hai per il liceo e cosa vorresti fare da grande"
 
La sola risposta di cui il giovane duellante fu capace fu un borbottio che la ragazza non riuscì a comprendere, e della cui importanza comunque si permetteva di dubitare, condita da un'espressione facciale di vuoto cerebrale assoluto che avrebbe meritato di essere immortalato in un quadro.
 
"Come pensavo, è già una congiunzione astrale che tu ci sia arrivato al liceo" ironizzò "congiunzione astrale che peraltro io, Kouta e Chihiro abbiamo contribuito parecchio a far accadere mettendo più volte a repentaglio il nostro equilibrio psicofisico"
 
"Non potevo essere così terribile" affermò lui con sicurezza
 
"Per tutto ciò che non riguarda Battle Spirits eri, e temo tu sia ancora, la creatura con la più bassa soglia dell'attenzione della storia del mondo" ribatté Tatsumi "la povera Chihiro ha avuto l'emicrania per una settimana dopo averti aiutato; fossi in lei, ti avrei ammazzato"
 
"E che c'è di nuovo? Tu avresti voluto ammazzarmi più o meno… sempre"
 
Scoppiarono a ridere in perfetta sincronia, cercando di non perdere l'equilibrio sull'asse; forse, ripensandoci, erano davvero maturati in questi ultimi anni e non solo nell'aspetto: i lati più spigolosi dei rispettivi caratteri erano stati smussati ed entrambi si erano impegnati a mettere da parte i loro comportamenti infantili; alle volte gli pareva ancora strano di riuscire a parlarsi senza urlarsi contro, ma, poi, gli bastava tornare con la mente a quegli anni passati per sorridere sardonicamente della loro stupidità.
 
Rivolsero ancora una volta i loro occhi verso il magnifico panorama che si stendeva sotto la collina, ormai tranquillizzatosi dopo i momenti di sfrenata felicità post-diploma. Il sole splendeva ora alle loro spalle proiettando le loro lunghe ombre sulla cittadina di Kadode; vedere quelle longilinee figure nere allungarsi verso l'orizzonte mise Hajime di buon umore, gli sembrava come… come se potesse arrivare ovunque.
 
"Kimari!" esordì
 
"Si, cosa c'è?"
 
"Dici che la troverò anche'io?" domandò con un espressione malinconica dipinta sul volto
 
"Di che cosa parli?" replicò la ragazza dolcemente
 
"Della mia strada… dici che riuscirò a trovarla?"
 
"Ne sono certa" rispose la quindicenne appoggiando il braccio destro sulle spalle dell'amico in una sorta di abbraccio "dopotutto, questa è Kadode"
 
Lui sorrise un'ultima volta all'orizzonte
 
"Già" sussurrò "è la città dei sogni"
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
Salve a tutti, gentili lettori e lettrici della sezione di Battle Spirits, e benvenuti.
Si fidatevi, non avete le allucinazioni, ho veramente pubblicato due capitoli nello stesso giorno e questo è perfino il primo capitolo della prima storia non su "Brave" ne su "Dan, il Guerriero Rosso" della sezione; la storia è infatti sulla serie seguente a "Brave" intitolata "Battle Spirits Heroes"
 
Si tratta, per ragioni varie e talvolta anche valide, della serie meno apprezzata tra quelle di BS: è completamente diversa dalle due precedenti ed è effettivamente quasi impossibile da digerire se non si è dei fan del genere demenziale; in più viene dopo una serie come "Brave" che, all'interno del suo genere (gli anime alla "Pokemon", "Beyblade" o "Yu Gi Oh" creati specificatamente per pubblicizzare il prodotto) ma non solo,  è un capolavoro assoluto non è affatto facile. Anche io all'inizio, devo ammettere, che l'avevo liquidato bollandolo come robaccia, ma poi ho deciso di dagli una possibilità… e, a suo modo, l'ho trovato geniale:
1) Innanzitutto fa una cosa che, secondo me, qualunque anime simile dovrebbe fare almeno una volta (e che invece quasi nessuno fa mai) ovvero una serie su un gioco di carte unicamente a tema "sportivo", senza nessun accenno fantasy.
2) Da fan sfegatato del genere demenziale e, in alcuni casi, del nonsense, l'anime mi ha ovviamente divertito molto, ma la cosa che ho trovato più spettacolare è che la serie spesso e volentieri fa la parodia degli stessi anime sui giochi di carte (sostanzialmente si autoparodizzano) cosa che mi ha ricordato molto un geniale anime demenziale che andava in onda anni fa insieme a "Digimon" (Guru Guru, il girotondo/batticuore della magia) e che a me piaceva da morire.
 
Per questi motivi ho voluto assolutamente scrivere una storia su questa serie che sicuramente non è al livello di "Dan, il Guerriero Rosso" e men che meno di "Brave" ma che, a mio parere, è comunque un ottima serie. Ovviamente questa storia non sarà come l'anime: i toni saranno molto più seri e i personaggi meno stereotipati (A differenza  degli autori della serie, io, pur mantenendo i momenti di demenziale e nonsense, non voglio fare una parodia); in più, a differenza dell'anime, questa storia affiancherà alla trama "sportiva", una trama "d'avventura"  anche se quest'ultima partirà solo a storia abbastanza inoltrata; ciò che invece manterrò dell'anime saranno gli archi, che mi sono piaciuti molto, con poche aggiunte.
 
Ho concluso, grazie della vostra attenzione; spero di essere riuscito a convincervi a dare un’opportunità a questa storia, io farò il possibile per non farvi rimpiangere la vostra scelta.
 
Alla prossima da ShawnSpenstar
 
 
P.S: Vi volevo avvisare che, essendo questa una storia su una serie mai trasmessa in Italia e a cui, immagino, quasi nessuno avrà dato uno sguardo, gli "Spazi dell'autore" di questi primi capitoli saranno sempre molto lunghi (sulla falsariga di questo, se non di più); mi dispiace annoiarvi tanto ma ci sono molte cose che è necessario spiegare (ad iniziare dal funzionamento delle carte spirit, magia, brave e nexus aventi nuovi effetti peculiari (evoluzioni di effetti come Sgretola o Attacco Tenebra) o effetti Burst, la meccanica specificamente introdotta nell'anime "Heroes", di cui parlerò nel prossimo capitolo).
 
P.S. 2: Pur avendo iniziato questa storia ci tengo a dirvi che "Battle Spirits Rising" resta il mio focus principale, quindi difficilmente gli aggiornamenti di questa storia saranno regolari, anzi potrei metterci sempre molto tempo per aggiungere nuovi capitoli; mi scuso in anticipo con coloro che decideranno di seguire questa storia.

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Capitolo 2
*** Episodio 1: Un esplosivo primo giorno di liceo ***


Un "esplosivo" primo giorno di liceo

 
 
Il mattino del primo giorno di liceo, Hajime si risvegliò nella sua tenda da campeggio, con un gran mal di testa e la divisa nera della nuova scuola già indosso; la tensione si era impossessata di lui subito dopo la prova dell'abito ed rimasto insonne fino all'una e mezza della notte, momento in cui aveva deciso di andare a dormire nel suo rifugio prediletto… la sua amata tenda.
 
"Se Kimari mi vedesse adesso direbbe che sono un idiota" mugugnò sottovoce "spero solo di non avere stropicciato la giacca o mamma mi ammazzerà"
 
Controllò gli eventuali danni non rilevando nulla di irreparabile, dopodiché lascio il rifugio per andare a recuperare la propria borsa e a mettere qualcosa sotto i denti. Fu la madre ad accoglierlo conducendolo immediatamente verso la tavola già apparecchiata; da sotto di essa, dopo essersi sfamato, il castano recuperò la propria valigia e, salutate rapidamente la donna e la sorellina, si fiondò nuovamente fuori dalla casa, correndo in direzione della stazione.
 
Rapidamente, raggiunse la prima tappa del suo viaggio, la casa della famiglia Tatsumi, che trovò ancora chiusa. Il ragazzo attraversò il giardino il più silenziosamente possibile per evitare di svegliare Safari, l'enorme ed eccessivamente affettuoso cane della famiglia, fino a raggiungere l'uscio, ma non fece in tempo a bussare che la porta si aprì per rivelare una ragazza dai capelli castani medio-lunghi, indossante il modello femminile della sua giacca nera e una gonna di identico colore.
 
"Ehi, che fai, dormi in piedi?!" sbraitò la ragazza dopo aver evitato il pugno dell'amico, convinto di avere ancora davanti la porta
 
"Eh… ah, si… yaawn… scusami" replicò l'altro dopo essersi schiaffeggiato delicatamente le guance "diciamo che ho dormito poco stanotte"
 
Kimari gli sorrise e si mosse dall'uscio di casa al giardino, facendo poi al suo, non molto lucido, amico cenno di seguirlo; Hajime non se lo fece ripetere due volte, raggiunse l'amica e, con lei riprese la via per la stazione del treno.
 
"Sai, non ti facevo capace di andare in tensione per il primo giorno di liceo" scherzò la ragazza mentre si dirigevano all'appuntamento con il loro mezzo di trasporto "in fondo non hai mai provato interesse per la scuola"
 
"Non dire così" si lamentò l'altro "mi fai sembrare uno di quei teppistelli da quattro soldi che si vedono ogni tanto negli anime"
 
"Mi dispiace, ti assicuro che non era la mia intenzione" disse lei in tono dispiaciuto
 
"Non preoccuparti, lo immagin…"
 
" Tu, al massimo, sei un imbecille" prosegui lei come se niente fosse "e quattro soldi non li varrai mai nemmeno nel più roseo dei tuoi sogni"
 
Seguirono alcuni secondi di imbarazzante camminata silenziosa in cui la faccia del giovane duellante parve quella di qualcuno che sta cercando di decifrare un antica lingua estinta; quando finalmente, riuscì a "tradurre" la frase della collega studentessa, sorrise.
 
"Vedo che sei molto migliorata come attrice in questi due anni" ironizzò
 
"Sai, non dovendomi più occupare di dominazione mondiale, posso dedicarmi ad altri hobby"
 
"Sono felice di sapere che gli undici anni di tortura ai miei testicoli erano più che giustificati" replicò scimmiottando l'altra "un hobby dice lei, mi hai portato a tanto così da un collasso mentale"
 
"Sai che per avere un collasso mentale bisognerebbe avere una mente vero?"
 
Continuarono a punzecchiarsi amichevolmente fino ad arrivare alla stazione, ove  immediatamente notarono qualcosa di strano: la fermata che conduceva in centro alla cittadina di Kadode era completamente vuota, alle sette del mattino, e, sul display, di fianco ad ogni treno appariva la scritta "SOPPRESSO".
Mentre i due ragazzi ancora si domandavano cosa diavolo stesse succedendo, dall'altoparlante iniziò a diffondersi una sonata di tromba dal tono solenne e, dal display, scomparve ogni indicazione sui treni per lasciare il posto ad un qualcosa di molto simile ad uno stemma; i due ragazzi sbuffarono sconsolati, sapevano fin troppo bene cosa voleva dire quel simbolo… nulla di buono.
 
"Buon primo giorno di liceo, mia dolcissima principessa Kimari" esordì dall'altoparlante una voce soffice e mielosamente irritante "la Tachibana Railroads è fiera di poter servire una ragazza della sua grazia e bellezza; la preghiamo di aspettare, il treno dovrebbe giungere a breve alla sua fermata"
 
I due amici ebbero solo pochi secondi per montare le espressioni più sprezzanti che gli riuscissero perché, proprio come annunciato dall'altoparlante, improvvisamente un treno dagli sgargianti colori rosso, bianco e blu composto da soli due vagoni apparve davanti ai loro occhi; una delle porte del treno si aprì e, sommerso da un concerto di tromba, apparve un ragazzo dai corti capelli nero-verdastri, alto più o meno come Hajime, con un sorriso cosi esagerato da sembrare inquietante e con addosso una divisa identica alla loro.
 
Nell'istante in cui gli sguardi di Hajime e Kimari notarono l'uniforme, la loro espressione passò dal disprezzo alla disperazione.
 
"Ti prego, Hajime" sussurrò la ragazza "dimmi che questo è solo un brutto sogno"
 
Prima che l'amico potesse replicare alcunché, il ragazzo del treno sparì dalla soglia della porta per riapparire a pochi centimetri dalla ragazza, con una faccia ancora più idiota.
 
"Principessa Kimari, perché dai confidenza al Male? Sei forse ricaduta nella tua perfida ossessione per la dominazione mondiale?" domandò con voce fastidiosamente lamentosa
 
"Ok, primo: allontanati da lei, Tameru, stai lievemente invadendo i suoi spazi personali" si inserì il duellante castano andando a frapporsi fisicamente tra i due "secondo: piantala di chiamarmi "il Male"; terzo: a quale povero e innocente studente hai rubato quella divisa?"
 
"Il Male non può impedire al mitico eroe Justice Tachibana di raggiungere la sua amata principessa!" replicò l'altro, melodrammatico "e, per inciso, la divisa è assolutamente mia"
 
"Stai dicendo che frequenterai il nostro stesso liceo?!" chiese Kimari sempre più nel panico "Sommo Buddha, questa potrebbe essere la peggior notizia del mese!"
 
"In realtà, il giovane maestro non frequenterà solo la vostra stessa scuola" disse una voce impostata, molto professionale proveniente dal posto guida "sarete infatti inseriti anche nella stessa classe"
 
La frase, che mise definitivamente K.O. la povera Tatsumi, attirò l'attenzione di Hinobori sulla cabina di guida; seduto sul sedile del conducente c'era un uomo tra i sessanta e i settanta, dagli abiti distinti e con un cappello da capostazione sulla testa.
 
"Ser-jii?!" esclamò stupito il ragazzo, dopo aver identificato il maggiordomo di Tameru "wow, non sapevo sapessi guidare un treno"
 
"Mi sono sottoposto a durissimi addestramenti per essere capace di guidare qualunque mezzo" replicò l'adulto con un orgoglio che, ad Hajime, parve incomprensibile
 
"E… perché dovresti farlo?" domando il castano
 
"Così posso supportare adeguatamente ognuno dei fantasiosi progetti del giovane maestro" rispose l'altro soddisfatto
 
In tutta sincerità, in quel momento, perfino la molto inventiva mente di Hajime faticò ad immaginare le pensate di quel sedicente genio/supereroe di origini mongole, i suoi piani erano così assurdi che perfino il più grande visionario della storia non sarebbe riuscito ad intuirli; il ragazzo decise di non sprecare ulteriormente tempo su quei pensieri inutili, meglio concentrarsi su scuola e orario.
 
"Direi che possiamo partire, vero Ser-jii?" chiese il duellante intento a tenere l'amica, svenuta, sulle proprie spalle
 
"Mi spiace,  posso eseguire solo gli ordini che ricevo dal giovane maestro" ribatte lo stempiato maggiordomo con voce impostata
 
"Beh, sarebbe un peccato se il "grande Tameru" arrivasse in ritardo il primo giorno di liceo" alluse Hinobori
 
All'uomo non servirono ulteriori stimoli, chiuse la porta della cabina di guida e mise in moto il mezzo. Hajime andò a sedersi accanto ad una rediviva, ma non meno disperata, Kimari, i loro sguardi erano fissi sui finestrini: la fermata della scuola media, il club, il centro della città, lo stadio del campionato mondiale di BS; tutti luoghi che avevano visto mille volte e che ora scorrevano per arrivare in una zona che invece non avevano mai visto, dall'altra parte della cittadina.
Si guardarono negli occhi cercando, purtroppo senza successo, di ignorare le mielose pseudo-serenate che uno stonatissimo Tameru cantava alla sua principessa; il ragazzo era teso come una corda di violino e continuava a muovere nervosamente le mani nelle tasche.
 
"Sei preoccupato?" domandò dolcemente la ragazza dopo aver abbattuto il molesto cantante tramite lancio di valigia
 
"N-no… i-in realtà si… no-non mi sento pronto, n-nn-non so cosa f-fare"
 
Kimari sorrise; pur essendo ancora la ragazza energica e caustica di sempre, in questi ultimi due anni era diventata molto più sensibile, a volte quasi materna.
 
"Beh, mentirei se dicessi che ne sono sorpresa" replicò "andrà tutto bene, vedrai. Facciamo così, alla prima pausa dalle lezioni, andiamo ad iscriverci al club di Battle Spirits della scuola; scommetto che, una volta nel tuo ambiente naturale, ti troverai un po' meglio"
 
"B-buona idea" fece Hinobori accennando un sorriso "cerchiamo di coinvolgere qualcun altro della classe magari"
 
"E tu come sai che saremo in classe insieme?"
 
"Hai ragione" osservò rivolgendosi poi verso la cabina di comando "non posso credere a ciò che sto per fare ma… ehi Ser-jii,  per caso ricordi se anche io sono in classe con Kimari e Tameru?"
 
"Ricordo bene, signorino Hajime" rispose l'uomo "voi, la principessa e il giovane maestro frequenterete la medesima sezione… volete per caso anche i nomi degli altri alunni, li ricordo tutti a memoria"
 
Voltatosi di nuovo verso l'amica, Hajime distese enfaticamente le braccia simulando il gesto celebrativo solitamente accompagnato dal "ta-dan", dopodiché incominciarono a sghignazzare sottovoce.
 
"Ahahah, no-non sono sicura di voler sapere come ne è venuto al corrente" balbettò sottilmente lei
 
"Fai bene, fidati" affermò lui convinto "io lo so e la cosa mi sembra solo più inquietante"
 
Risero ancora e, con quell'allegria ancora sulle labbra, arrivarono all'ultima fermata della città. Scesero dal ed abbandonarono la stazione il più rapidamente possibile, desiderosi di lasciarsi alle spalle Tameru e l'esercito di suoi dipendenti in divisa nera che li aveva attesi appena fuori dal treno; arrivati sulla strada, rallentarono il passo ed emisero un liberatorio sospiro di sollievo.
 
"Ahahahah… ah… qu-quel ragazzo è un maniaco" sentenziò Hajime ridendo a squarciagola "fossi in te… ahahah… f-fossi in te lo denuncerei per stalking"
 
"Preferisco concentrarmi sulla strada" replicò lei accelerando il passo "non voglio dare troppa importanza ad un imbecille"
 
"Concordo" concluse l'altro affiancandola e incamminandosi con lei in direzione del grande edifico in bella vista, di fronte a loro
 
Due voci, alle loro spalle, svegliarono i due amici d'infanzia dal loro stato di concentrazione totale; le avevano riconosciute immediatamente.
Si voltarono e videro in lontananza due ragazzi tra loro completamente diversi: il primo era magro, molto alto, con un volto abbastanza allungato e capelli biondi di media lunghezza; l'altro, di contro, era basso e corpulento, con capelli cortissimi e rossicci.
A vederli non avresti mai detto che fossero fratelli.
 
"Presidente! Kataru!" esclamarono "che piacere vedervi"
 
"Buongiorno ragazzi" rispose Manabu, educato come sempre "sono felice di vedere che siete in perfetto orario"
 
"Non dirlo a noi" disse Kimari "almeno in questo il Tachibana Express si è rivelato una piacevole sorpresa"
 
 
"Il… Tachibana Express?" fece Kataru leggermente interdetto
 
"Credici, non vuoi sapere" gli risposero all'unisono i due che ne avevano usufruito
 
"Ok" confermò l'altro fratello, il maggiore "allora come state, siete pronti per il vostro primo giorno al liceo?"
 
"Io si, Hajime meno" rispose scherzando la ragazza "guardatelo, trema come una foglia"
 
"No-non è vero" replicò piccato il ragazzo che tuttavia resta incapace di calmarsi; non si sentiva preparato per iniziare una nuova e più difficile avventura scolastica
 
Era sempre più convinto che il tempo corresse troppo velocemente per i suoi gusti, lui era uno che preferiva fare tutto con calma e che viveva ogni giorno senza pensare a quelli successivi (con i tornei di BS come unica eccezione a questa regola).
Sentì improvvisamente una mano appoggiarsi sulla sua spalla destra e alzò lo sguardo per incontrare il sorriso rassicurante di Manabu Ohizumi, accompagnato da quelli, altrettanto comprensivi, di Kataru e Kimari.
 
"Non preoccuparti, ci penso io ad aiutarvi" disse il biondo trascinando anche Kimari e il fratello in un abbraccio
 
"Piano, presidente" sibilò la ragazza
 
"Purtroppo non sono più presidente" replicò l'altro liberandoli dalla stretta "sono solo un membro del consiglio scolastico"
 
"Troppo lungo" sbuffò Hajime "continuerò a chiamarti presidente"
 
"Guarda, ti rivelo un segreto" ironizzò la castana "ha un nome e un cognome: Manabu Ohizumi"
 
"Questo lo so benissimo, strega" replicò il castano rabbioso "preferisco solo chiamarlo come mi è più comodo"
 
"Strega lo dici a qualcun'altra!" gridò le pestando il piede del ragazzo con il tacco dello stivaletto
 
"Ahia! Questa me la pagh…"
 
"Calmatevi, voi due" li interruppe Manabu frapponendosi tra i ragazzi "vi prometto che, quando saremo arrivati a scuola, avrete occasione di sfogare la vostra rabbia"
 
A quelle parole, i due litiganti si guardarono interdetti per poi voltarsi verso il ragazzo più grande, che già si stava incamminando, con aria incuriosita.
Notando l'interesse del pubblico, Manabu sorrise e si rivolse nuovamente a loro.
 
"Dopo le lezioni, venite da me al club" disse loro "ho una sorpresa per voi"
 
Il volto di Hajime si dipinse con un sorriso a trentadue denti; aveva una tutt'altro che vaga idea di che cosa potesse essere e, cresciuto o no, restava lo stesso che, a nove anni, pianse per tre giorni quando si convinse che Mika stesse per chiudere il club perché non riusciva a pagarne l'affitto.
Il suo momento di estasi venne interrotto solo da un intervento esterno, per la precisione un buffetto sulla nuca rifilatogli da una Kimari molto preoccupata probabilmente dalla possibilità che Tameru li raggiungesse; in rispetto al rapporto di, circa, non belligeranza che erano riusciti a stabilire negli ultimi due anni, il castano accettò l'invito e, con un cenno, invitò anche i due nuovi membri del gruppo a proseguire con loro in direzione della scuola. Sotto la guida di Manabu, i ragazzi coprirono rapidamente i pochi metri che li separavano dalla via in cui si trovava il liceo, svoltarono a destra all'angolo e videro il cancello dell'edificio; davanti ad esso c'era un ragazzo dall'aria vagamente familiare che dava loro le spalle: indossava la loro stessa divisa scolastica ed alto più o meno come Manabu ma molto più robusto di corporatura, da come si guardava intorno sembrava cercare qualcuno.
 
Il biondo a capo della comitiva agitò il braccio destro.
 
"Kobushi, siamo qui!"
 
Davanti alle espressioni incredule dei due da poco arrivati, il gigante si voltò mostrando il suo viso soddisfatto: a loro discolpa, sarebbe stato quasi impossibile riconoscerlo di spalle, abituati come erano a vederlo solo in vesti decisamente più "informali" e sempre accompagnato dai suoi due migliori amici; pareva veramente un'altra persona rispetto al ragazzo "di strada" che erano abituati a conoscere.
 
"Ciao Hajime, ciao Kimari" disse il gigante in tono tranquillo
 
I due ragazzi gli corsero incontro e gli si gettarono addosso stringendolo, per quanto gli fosse possibile, in un abbraccio che il ragazzo ricambiò volentieri; dopo un iniziale momento di contrasto, era diventato quasi come un fratello maggiore per loro… era assurdo che non si vedessero da più di un anno.
 
"Non sapevo frequentassi questo liceo" disse sorridente Hinobori "Manabu non ce l'aveva mai detto"
 
"Gliel'ho chiesto io, volevo farvi una sorpresa"
 
"Ma quindi, anche Chihiro e Tegamaru studiano qui?" domandò la ragazza, incuriosita
 
"No, loro studiano da privatisti" ammise il maggiore porgendo ad Hajime un elegante busta "a proposito di questo, Tegamaru ha un messaggio per voi"
 
"Davvero?! Beh, ringrazialo da parte nostra" fece il ragazzo prendendo estraendo la lettera dalla busta "Buongiorno cari Tatsumi Kimari e… ASPETTA, COSA?!!"
 
"Ahahah, sapevo che avresti reagito così!" osservò il postino improvvisato in preda all'ilarità
 
"Vorrei ben vedere!" replicò l'altro, continuando a gesticolare nervosamente "Buongiorno cari Tatsumi Kimari e Bendato, vi auguro un primo anno di liceo fruttuoso e ricco di soddisfazioni?! Come è possibile che quell'imbecille ancora non ricordi il mio nome?!!"
 
"Bah, potrei difenderlo dicendoti che, essendo diventato ufficialmente il leader della famiglia Tanashi, deve tenere a mente tante altre cose"
 
"Ma…"
 
"Ma sarebbe una balla stratosferica, lo fa solo perché lo trova divertente"
 
"Credo che questo l'avesse intuito qualunque persona con un paio di neuroni funzionanti" si inserì Kimari "il che ovviamente esclude te, Haji… pardon, BENDATO!!"
 
"Ebbasta con questo bendato!!"
 
"Mi dispiace, Hajime" provò a spiegare Kobushi "è che tu hai proprio la faccia da "Bendato", non ci puoi fare niente"
 
"Già , concordo" aggiunse la ragazza con soddisfazione
 
"Come diavolo fai a concordare?" chiese il castano esasperato "è una frase che non vuol dire nulla!"
 
"Forse, ma quando c'è da prenderti in giro, io concordo di principio"
 
Prima che la discussione potesse degenerare il rissa sanguinaria, Manabu e Kataru intervennero per dividere e calmare i due contendenti; la situazione si chetò rapidamente e, tutti insieme, i cinque varcarono il cancello del liceo di Kadode, dividendosi poi appena giunti ai corridoi.
Prima di sparire dietro l'angolo, il giovane membro del consiglio studentesco si voltò un'ultima volta in direzione dei suoi giovani amici e lanciò loro, in particolare ad Hajime, una chiave con etichetta recante scritto "BS Club, 3W-K" e una bottiglietta d'acqua, poi salutò e scomparve dal loro campo visivo; ormai rimasti in tre, Hajime, Kimari e Kataru si diressero allora verso l'area deputata agli studenti del primo anno fino a raggiungere la sezione d'appartenenza dei primi due.
 
"Okay, ci siamo" sussurrò Hajime impercettibilmente teso
 
"Non ti preoccupare" disse più o meno dolcemente l'amica "se avrai bisogno di qualcosa, io ci sono… a patto, però, che tu non mi metta in imbarazzo, quindi vedi di comportarti da adulto"
 
"Uff… ceeerto mammina" ironizzò lui "che rompiscatole che sei"
 
"Tu prova a mettermi in ridicolo e scoprirai che ti romperò ben altro che le scatole" minacciò scherzosamente la castana "su forza, entriamo"
 
I due ignari ragazzi non fecero nemmeno in tempo a spalancare la porta che un Tameru intento a piangere un quantitativo di lacrime pari alle cascate del Niagara gli si gettò ai piedi, accogliendoli così nel modo più sobrio e contenuto possibile. Hajime si voltò istintivamente verso Kimari: era più rossa dei suoi Spirits, così accaldata da parere febbricitante e tremava come una foglia tanto per l'imbarazzo quanto per lo spavento che gli aveva fatto prendere; sembrava voler morire… o ammazzare l'altro, senza particolari preferenze.
Prima che la porta della classe potesse trasformarsi in scena del crimine, il ragazzo con la bandana riuscì ad attirare l'attenzione dell'inconsapevole malcapitato e tempestandolo di domande lo condusse verso il centro dell'aula, fuori dallo sguardo omicida della sua "amata principessa".
 
"Aspetta un attimo, come hai fatto ad arrivare prima di noi?" domandò incuriosito
 
"Oh, è molto semplice" spiegò l'altro con nonchalance "mi sono fatto portare da Ser-jii"
 
"Ah, ok… cioé ri-aspetta un attimo, non c'era nessuna macchina ne all'uscita dalla stazione ne nelle vie adiacenti, dove diavolo aveva parcheggiato?"
 
"Da nessuna parte" replicò sempre con il medesimo tono "siamo venuti a piedi… cioè, Ser-jii è venuto a piedi, io sono venuto sulle sue spalle"
 
Fu come ricevere il secondo pugno in un uno-due di boxe; se la scenata da commedia romantica da due soldi non aveva sortito sul ragazzo alcun'effetto, quest'informazione riuscì a lasciarlo di sasso esattamente come era successo all'amica poco prima.
 
"Che c'è, non l'hai mai fatto da bambino?"
 
"Si, ma mio padre non aveva settant'anni, io non ne avevo quindici e soprattutto non siamo MAI riusciti ad andare più veloci di una bicicletta!!" fece notare un Hajime sempre più incredulo
 
"Ok, per prima cosa, Ser-jii non ha settant'anni, ne ha sessantasette" ribatté piccato il nippo-mongolico "e poi non è un sessantasettenne qualunque, è un sessantasettenne ex atleta di mezzofondo; ha anche partecipato alle olimpiadi di Città del Messico del 1968"
 
"COSA? MA DAVVERO?!!" sbraitò stupito Hajime attirando di nuovo l'attenzione di tutto il resto della classe "EHI KIMARI, HAI SENTITO CHE STORIA?!"
 
La ragazza non rispose, quasi come un fantasma (o una delle creature rappresentate nelle sue carte viola) si mosse rapidamente verso un banco isolato e in una angolo, nella speranza, vana, che nessuno pensasse che quei due scalmanati casi clinici che urlavano al centro della stanza fossero suoi amici; come colpita a morte, si lasciò cadere sul banco, con il solo pensiero di trascorrere più o meno sempre in quella posizione tutto il resto della giornata.
 
Purtroppo per lei, i kami avevano scelto di essere particolarmente stronzi per quella giornata.
 
"Oh cielo!" sbraitò improvvisamente una voce familiare proveniente dall'ingresso "Hajime? Kimari? Siete proprio voi?!!"
 
I due ragazzi chiamati in causa e Tameru si voltarono contemporaneamente in direzione di quel richiamo e videro, appoggiata allo stipite destro, una bella ragazza, alta poco meno di Hajime e Tameru, con lunghi capelli neri e un dolce sorriso dipinto sul volto.
 
"Shizuku?!" domandò Hinobori estremamente sorpreso "Shizuku Himekawa, sei proprio tu?!"
 
Il sorriso della giovane si fece ancora più splendente nel vedere gli sguardi stupiti di tutti. Con grazia si mosse attraverso la classe fino ad andarsi a posizionare, dopo essersi presentata anche a Tachibana, tra Hajime e Kimari.
 
"Sempre insieme, voi due" esordì con una lieve ironia nell'intonazione "a proposito Kimari, non sono rimasta aggiornata sui recenti avvenimenti politici per cui… come ci si sente a dominare il mondo?"
 
"Ahahahah, quanto sei divertente" replicò l'altra ragazza "e invece tu, come è possibile che debba ancora frequentare la stessa sezione di noi gente comune e non una scuola per geni?"
 
Da ignorante sull'argomento quale era, Tameru stava osservando quel battibecco con l'aria di capisce solo metà delle parole, ovviamente quelle riguardo alle sedicenti "dominazioni mondiali", almeno fino a quando Hajime decise di giungere in suo soccorso, spiegandogli tutta la loro storia.
 
Lui e Kimari avevano conosciuto l'altra ragazza quando erano bambini ed erano diventati immediatamente amici; erano poi stati nella stessa classe alle elementari, in uno dei periodi più belli che Hajime ricordasse, avevano persino scoperto assieme Battle Spirits.
Fu in quello stesso periodo, per la precisione verso la fine del loro terzo anno di elementari, che avvenne il fatto per cui ora stavano battibeccando: durante una gita ai laboratori in cui, allora, lavorava suo padre fecero per gioco un test per valutare il quoziente intellettivo delle due ragazze, e il risultato di Shizuku fu un 161 tanto sensazionale quanto assurdo che ebbe una serie di tragicomiche ripercussioni sui loro giorni scolastici venturi.
 
"Come mai non l'ho mai vista?" chiese curioso il nippo-mongolico
 
"Non lo so" ammise Hinobori "non ci siamo più visti molto, dopo la terza elementare"
 
"Parla per te!" esclamò all'improvviso la castana inserendosi nell'altra discussione "al quinto anno, ad esempio, ho potuto ammirare il genio qui presente dimenticarsi di aprire la porta dello spogliatoio femminile al rientro da educazione fisica… e, ovviamente, schiantarcisi contro"
 
"Ehi, ero distratta da cose importanti" si difese Himekawa, replicando con il tono tipico di chi vuole prendere in giro "c'era Hajime sul campo con la divisa sportiva"
 
"Cosa centro io?" chiese l'ignaro ragazzo con la bandana
 
"Ma diamine, come fai a non capire che ti sta prenden… oh, lascia stare!" sbraitò Kimari, lievemente esasperata "ma perché il destino mi ha messo in classe con voi tre, sarà una prima giornata lunghissima"
 
 
 
Contrariamente alle infauste previsioni di Kimari, il resto della giornata filò molto più liscio di quanto potesse immaginare: le lezioni si rivelarono tutte piuttosto interessanti, tanto da essere apprezzate anche dai suoi amici notoriamente meno studiosi di lei (escluso forse Hajime, ma lui era un caso clinico), lei fu in grado di trovare immediatamente un metodo efficace per adempiere ai suoi doveri scolastici e, dulcis in fundo, non si presentarono ulteriori occasioni per rivangare imbarazzi del passato suoi o di altri (escluso sicuramente Hajime, impegnato a moltiplicare quelli del presente); praticamente la giornata ideale.
 
-Ed ora c'è solo una cosa che potrebbe trasformare questo giorno da "ideale" a "perfetto"- pensò, intenta a seguire il suo migliore amico e gli altri nei corridoi dell'area dei club -oh no! Nononono non posso aver davvero citato una frase di Haji-
 
"Il primo corridoio a destra e poi la penultima porta a sin… oh, ehi Kataru!!" fece il bendato sopracitato, risvegliandola dai suoi pensieri
 
"Ciao ragazzi, vedo che siete puntualissimi" replicò il più giovane dei fratelli Ohizumi, prima di sobbalzare dalla sorpresa "aaargh, ma c'è anche Shizuku!!"
 
"Salve Ohizumi Kataru" lo squadrò lei, con lo sguardo di chi vuole dare il via ad una guerra "pronto a venire umiliato proprio come quel giorno in quarta"
 
"Ma sono stato io a vin…"
 
"Lasciala stare, ha troppi pensieri da genio nella testa" li interruppe Tatsumi "piuttosto raggiungiamo tuo fratello e Kobushi"
 
L'ultima replica della ragazza mise definitivamente d'accordo il gruppetto che, immediatamente, depose ogni velleità di battaglia e con ordine, più o meno, imboccarono il corridoio e raggiunsero la porta indicata sul cartellino.
 
Appena entrati si resero subito conto che, oltre a Kobushi, c'era anche un'altra grande sorpresa: seduta tra le due finestre della stanza, sopra l'unico mobiletto presente, una bellissima ragazza dai capelli castani e i lineamenti delicati, con un sorriso splendente e la divisa di un altro liceo, li salutava con calore.
A tre dei cinque ragazzi non servirono nemmeno cinque secondi per riconoscerla: era Chihiro Kusakabe, il secondo membro del Team Tegamaru.
 
"Hajime, Kimari, Kataru e Tameru" esordì la ragazza, dopo aver smontato dalla sua seduta "sono molto felice di rivedervi qui per il vostro primo giorno di liceo"
 
"Il piacere è tutto nostro Chihiro" replicò Hajime facendosi avanti per primo "anzi, direi tutto mio; grazie al cielo tu non mi chiami Bendato"
 
"Dai, non prendertela troppo con Tegamaru, è sempre stato pessimo con i nomi" scherzò la giovane dai capelli castani "piuttosto, non mi presentate la vostra amica?"
 
"Oh, certo" si inserì Kimari, trascinando avanti anche l'altra ragazza "lei è Shizuku Himekawa, un'amica di me e Hajime sin da prima delle elementari" aggiunse poi, rivolta alla compagnia di classe "lei è Chihiro Kusakabe, membro del Team Tegamaru"
 
"Mo-molto p-p-piacere, mi-milady Kusakabe" sussurrò la mora, intimidita dal fatto di essere davanti all'ereditiera di quella ricchissima famiglia
 
"Il piacere è mio" rispose l'altra "per favore, chiamami solo Chihiro" e concluse le presentazioni con una cortese stretta di mano
 
"Bene" fece allora Manabu "ora che abbiamo terminato le presentazioni, posso finalmente dirvi perché vi ho chiesto di venire qui dopo le lezioni"
 
Il rappresentante del consiglio estrasse dalla propria borsa una specie di piattino e un sacchetto che andò immediatamente ad appoggiare sul tavolo; si fece poi da parte e, davanti agli occhi dei ragazzi apparvero tre chiavi, nel piatto, e otto bigliettini di carta piegati in due.
Con un cenno della testa, il maggiore degli Ohizumi fece segno al fratello e agli altri di avvicinarsi per osservare da vicino.
 
"Mi dispiace di avere solo tre chiavi" spiegò "non mi aspettavo che anche Tachibana e Himekawa frequentassero questa scuola, l'ho scoperto solo stamattina"
 
"Non è un problema fratellone" ribatté Kataru, passando i tre pezzi, rispettivamente, a Hajime, Kimari e Shizuku "io posso fare anche a meno di una chiave personale, così ci sarà da fare solo un duplicato"
 
"Perfetto" disse soddisfatto Manabu "ora veniamo alla parte più interessante: il primo storico circolo di Battle Spirits festeggerà tra poco il quarantesimo anniversario dalla fondazione; il club tuttavia non se la passa benissimo anche perché la nostra Kadode, teatro sia dell'invenzione del terreno di gioco in 3D, sia del primo mondiale svoltosi su tale campo, ha definitivamente strappato lo scettro di "città di Battle Spirits", per questo ho fatto richiesta alla federazione internazionale per organizzare un mini-torneo tra otto licei che si svolgerà proprio nello storico club"
 
"Vuoi dire che duelleremo nel primo club di Battle Spirits della storia, il luogo dove tutto è iniziato?" domandò Hajime con gli occhi luccicanti
 
"Ma come" fece sarcastica Kimari "non era mica un gioco dalle origini mitiche? Forse nato perfino ad Atlantide?"
 
"Ahahah molto simpatica, peccato che io a quelle storielle ci abbia creduto solo da piccolo"
 
"Ricordami quanto eri "piccolo" un anno e sette mesi fa"
 
"Tranquillo Hajime" lo stoppò delicatamente Manabu "e tu Kimari non essere pesante, bisogna ammettere che alcune di quelle storie sono accattivanti, posso capire che si possa esserne affascinati"
 
"Questo posso concederlo" concluse la castana "tornando al discorso iniziale, che cosa centrano un sacchetto e dei bigliettini di carta con un torneo intrascolastico?"
 
A quella domanda, il presidente prese in mano il contenitore, vi inserì i foglietti e iniziò ad agitarlo.
 
"Nel momento in cui abbiamo sottoposto la nostra idea, io e Naoko, la vicepresidente di questo club, abbiamo proposto di inviare un solo rappresentante per liceo onde evitare che il torneo si dilungasse troppo" spiegò lui "abbiamo pensato che fosse ingiusto scegliere un rappresentante a tavolino… forza Chihiro, inizia ad estrarre"
 
Come da invito, l'aspirante Spirit-designer  si fece avanti e cominciò, con la mano destra, a rimestare i bigliettini, mentre il giovane membro del consiglio studentesco spiegava la futura disposizione degli estratti sul tabellone: i primi quattro selezionati avrebbero dovuto comporre i partecipanti ad ognuno dei quarti, raggiunti poi dai risultanti della seconda pesca.
 
"I primi estratti sono Hajime, Shizuku, Kobushi e Manabu" annunciò la ragazza "il secondo giro invece è… Kimari"
 
"Perfetto" fece Manabu "primo quarto Hajime contro Kimari"
 
"Poi… Tameru"
 
"Shizuku VS Tameru"
 
"la terza sono io… cioè sarebbe Naoko, ma lei mi ha concesso di duellare al posto suo"
 
"Quindi sfida interna al Team Tegamaru, molto interessante" concluse Ohizumi "e, per forza di cose, gli ultimi siamo io e mio fratello"
 
Kataru ebbe un lieve, ma comunque visibile, sussulto all'udire che avrebbe dovuto duellare contro suo fratello, quasi avesse desiderio di ritirarsi in partenza; al contrario di lui, Hajime e Kimari parevano ipereccitati e stavano già preparando i terreni di gioco per affrontarsi.
 
"E' un peccato non potersi  affrontare sul terreno tridimensionale" osservò Hinobori
 
"Già" ammise il presidente del club "ci stiamo lavorando"
 
"A me non interessa su che terreno si duelli" concluse Kimari prendendo posto sulla sua sedia "voglio solo sapere una cosa, Hajime: hai intenzione di duellare con il mazzo che ha sconfitto Amaterasu?"
 
"Si" rispose il ragazzo, sedendosi a sua volta
 
"Bene, non mi serve altro" sibilò la ragazza grintosa "a te la prima mossa"
 
"No grazie, prima le signore" tentò di replicare il castano con tanta, simulata, galanteria
 
"Ragione in più per far cominciare te" lo prese in giro lei "forza, adesso basta discussioni"
 
 
TURNO 1
 
 
"Va bene" sussurrò Hajime, passando poi ad elencare le fasi obbligatorie del turno d'apertura "fase principale: evoco due Ohdoran, il primo dei due al secondo livello"
 
Con grande cura e una calma quasi completamente estranea al suo modo di essere, il ragazzo con la bandana posizionò le due carte e i rispettivi nuclei sul terreno di gioco, trasmettendo con un solo gesto tutto il suo amore per le carte e per il gioco; erano quasi due anni che non duellava, troppo preso dal disperato tentativo, poi riuscito, di non farsi bocciare, e anche se non si trovava in piedi, davanti all'arena tridimensionale, era bello tornare nel suo habitat naturale.
Si sentiva davvero bene.
 
"Ho concluso, a te la mossa"
 
 
TURNO 2
 
 
"Ok, sono pronta" esordì la ragazza "fase iniziale: fase dei nuclei e fase di acquisizione"
 
Rimase alcuni secondi in silenzio ad osservare le carte che le erano capitate; non era una gran mano quella che il suo mazzo le aveva riservato, troppe carte difficilmente utilizzabili nei primi turni e, al contrario, troppo pochi spirit a basso costo.
 
"Vediamo di fare ciò che si può" fece lei con più grinta che non rassegnazione "fase principale: evoco Fantoccio di Paglia a livello 1, dopodiché attivo, sempre a livello 1, il nexus Torre di Cadaveri Pendente; a te la mossa"
 
 
TURNO 3
 
 
Appena ricevuto l'invito da Kimari, il castano iniziò subito a portare a termine le operazioni preliminari, mise nella riserva il primo nucleo aggiuntivo della sua partita e apri la fase principale abbassando a livello 1 il primo dei due Ohdoran.
 
"Bene ora, per prima cosa con i nuclei recuperati evoco Scimmia d'Acciaio a livello 1" disse lui, collocando il nuovo spirit "dopodiché posiziono un burst, ed infine fase d'atta…"
 
"Raffredda i bollenti spirit, tesoro; ho qualcosa da dire in proposito" lo interruppe l'altra "attivo l'effetto del mio nexus a livello 1 e 2: durante la fase principale ogni aggiunta di nuclei su spirit avversari che non sia causata dagli effetti di spirit, brave, magie o nexus, causa l'istantaneo affaticamento di quello spirit"
 
"E vale anche per l'evocazione?" domandò incuriosito Manabu, impegnato a fare l'arbitro
 
"Sulla carta non viene specificato il contrario…" spiegò la giovane duellante "… sono piuttosto sicura che sia così"
 
"Ahhh, e va bene!" sibilò Hajime "impercettibilmente" stizzito "Scimmia d'Acciaio va in affaticamento, questo però non impedisce l'attivazione del suo effetto in fase d'attacco che mi permette, quando ho un burst posizionato, di aggiungere 3000 PB a tutti i miei spirit che non sono fusi in brave; ora sono pronto, attacco con Ohdoran"
 
"Sarei un'idiota a sacrificare uno spirit così presto" replicò Tatsumi, accingendosi a spostare la prima delle sue vite nella riserva "ne rispondo con la vita"
 
"a te la mossa"
 
 
TURNO 4
 
 
"Spero questa acquisizione vada un po' meglio" borbottò la ragazza, aggiunto il suo secondo nucleo supplementare "mmm, non c'è male"
 
"Mi deludi Kimari, sei così leggibile" la prese in giro Hajime "una duellante esperta come te non dovrebbe compiere questi errori da principiante"
 
"Beh, allora per fortuna che non sai leggere" ribatté lei con altrettanta ironia "bando alle ciance, fase principale: evoco un secondo Fantoccio di Paglia a livello 2, elevo a livello 2 anche il mio nexus"
 
Le mani della ragazza si mossero con grazia sul terreno di gioco, posizionando carte e spostando nuclei, per concludere poi con la collocazione, a sua volta, di un burst.
 
"Ora, a te"
 
 
TURNO 5
 
 
"Wow, burst contro burst" fece Manabu, eccitato all'idea dei possibili sviluppi della situazione "come pensi di rispondere Hajime?"
 
"Lo vedrai!" esclamò Hinobori, pescando la sua nuova carta "salto la fase principale, fase d'attacco: ovviamente, è attivo come sempre l'effetto di  Scimmia d'Acciaio per cui tutti i miei spirit guadagnano 3000 PB. Attacco con Ohdoran!"
 
"Ed io, prima attivo l'effetto a livello 2 del nexus che mi permette di acquisire una carta dal mazzo…" ribatté la ragazza "… dopodiché blocco con Fantoccio di Paglia di livello 1"
 
"I miei PB sono superiori" fece notare l'attaccante
 
"So contare imbecille" rispose a tono la ragazza "con la distruzione di un mio spirit, posso attivare il mio burst: Caotico Seimei, Eroe della Sventura, il suo effetto mi permette di spostare un nucleo da uno spirit avversario nei suoi scarti… sposto il nucleo su Scimmia d'Acciaio che cosi viene eliminato; inoltre, se l'attivazione è scaturita dalla distruzione di uno spirit viola, posso pescare una carta dal mazzo e, infine, riprendere il burst nella mia mano"
 
"Oh, merda!"
 
"Sbaglio o è la prima imprecazione della tua vita?" chiese, con una certa soddisfazione, la maggiore dei Tatsumi
 
"Non so, mi è venuta istintivamente" si giustificò Hajime imbarazzato "credo di si, perché lo chiedi?"
 
"Solo per sapere" sorrise maliziosa "la prima a farti imprecare… sono soddisfazioni"
 
"Ahahah, meno parole e più turni" concluse lui "a te la mossa"
 
 
TURNO 6
 
 
"Preparati Haji, perché stai per assistere ad un grande spettacolo!" sbraitò Kimari con un entusiasmo decisamente eccessivo "fase principale: abbasso Fantoccio di Paglia a livello 1, evoco, quindi, due Alisauro a livello 1 ed attivo immediatamente il loro effetto al momento dell'evocazione, pesco due carte dal mazzo…"
 
La mano destra della ragazza raccolse quanto le spettava sotto gli occhi vagamente preoccupati del suo avversario; aveva accumulato un numero notevole di carte nelle sue mani e, per quanto lei non avesse molti nuclei da sfruttare, le magie viola erano sempre fonte di grande preoccupazione.
 
"Colloco quindi un burst" proseguì la castana imperterrita "dopodiché, fase d'attacco: Alisauro uno e due attaccate!"
 
Quasi non fece in tempo ad inclinare lo spirit per indicarne l'affaticamento che il suo avversario stava già spostando una delle sue vite nella riserva.
 
"Ovviamente rispondo ad entrambi gli attacchi con la vita, e così facendo posso attivare il mio burst Fiammata Esplosiva che mi consente di distruggere tre spirit avversari aventi PB uguali o inferiori a 4000; distruggo tutti i tuoi spirit!"
 
"Ah si, ed io rispondo al fuoco col fuoco" reagì l'altra "anch'io attivo nuovamente l'effetto burst di Caotico Seimei, sposto un nucleo, ed elimino, l'Ohdoran che non si trova in stato di affaticamento e pesco una carta per via dell'eliminazione di un mio spirit viola… perfetta, ti aspettavo"
 
"Hai pescato Cleopatra, vero?"
 
"Questo lo scoprirai a tempo debito" lo silenziò "per intanto, a te la mossa… ah, e ovviamente riprendo Caotico Seimei nella mia mano"
 
Solo stupore e ammirazione brillavano negli occhi di tutti gli spettatori dello scontro; un grandissimo scontro di burst, due avversari decisi a non cedere mai l'inerzia del duello all'altro e la netta impressione che non ci fosse tutta questa differenza tra un finalista del torneo mondiale e una partecipante ai nazionali; al contrario, era Kimari a dominare l'incontro.
 
 
TURNO 7
 
 
"E' il turno decisivo per te Hajime" commentò Manabu osservando i due schieramenti "se questo turno dovesse rivelarsi infruttuoso potresti non avere diritto di replica"
 
"Non vedo come la mia principessa possa perdere" intervenne un Tameru che finora era stato sorprendentemente silenzioso "se anche il malvagio dovesse evocare nuovi spirit, il nexus della ragazza del mio cuore ne raffredderebbe i bollenti spiriti"
 
Senza dar troppo peso ai pur validi commenti da bordocampo, Hajime portò a termine le fasi obbligatorie di inizio turno ed aprì la sua fase principale con l'evocazione di due spirit a livello 1, Armadidrago e Segugio Implacabile, immediatamente affaticati in ossequio all'effetto di livello 1 e 2 del nexus avversario.
 
"Dopo l'evocazione, colloco un burst e concludo il mio turno" disse il ragazzo, tutto d'un fiato "a te la mossa Mari"
 
 
TURNO 8
 
 
Lo sguardo impassibile di Hajime dopo aver concluso il turno, probabilmente, decisivo per il proseguo del suo incontro era quanto di peggio Kimari potesse sperare: cosa aveva nascosto sotto quel burst? Era felice delle carte che aveva o stava bluffando? Quel turno apparentemente misero poteva davvero bastare a salvarlo dalla sconfitta?
 
-AL DIAVOLO, MALEDIZIONE!!- si sfogò mentalmente, dimostrando di non avere particolari remore nell'imprecare -COME CAZZO E' POSSIBILE CHE UN RAGAZZO TANTO ESAGITATO E INCONTROLLABILE  SIA CAPACE DI MESSERE SU UNA FACCIA DA PO.. PARDON, DA BATTLE SPIRITS COSI' EFFICACE?-
 
Passo altri venti secondi buoni a tentare di captare qualcosa sul volto inespressivo dell'avversario, ma alla fine desistette; perdere o vincere, preferiva farlo a modo suo.
 
"Fase principale: evoco Guerriero Mascherato; attivo il suo effetto "quando evocato", posso recuperare uno spirit del genere "Ombra Malvagia" dai miei scarti ed evocarlo a costo zero, scelgo Alisauro ed attivo così, a sua volta, l'effetto "quando evocato", grazie al quale posso pescare una carta; quindi…"
 
"Ohi ohi corri un po' troppo Kimari" si intromise l'altro "l'attivazione dell'effetto all'evocazione di uno spirit avversario mi consente di sfruttare l'effetto burst di Incrocio Esplosivo: distruggo uno spirit con PB inferiori a 6000, ossia Guerriero Mascherato, e il tuo amato nexus"
 
Visibilmente scottata, la ragazza alzò dal terreno di gioco la carta che tanto l'aveva aiutata nei turni precedenti e la posizionò negli scarti; non le piaceva neanche un po' la nuova situazione, era quasi come se Hajime avesse ribaltato in suo favore le sorti del duello e, peggio ancora, l'aveva fatto nel turno di lei.
Picchiettò con le dita sul tavolo come antistress, mentre il suo sguardo restava fisso sul volto del suo amico dalla parte opposta del tavolo.
 
-Aspetta, sbaglio o lo stronzetto sta ridacchiando?- notò, aguzzando la vista -questo è davvero troppo, non posso permettermi di farmi dominare nel mio turno dal ragazzo con il più basso QI della storia umana-
 
"Posiziono un burst" sibilò con voce tagliente "a te la mossa"
 
 
TURNO 9
 
 
"Ok, fase di acquisizione" dichiarò il ragazzo con tono speranzoso "si, lo sapevo"
 
"E poi dicevi a me di non fare errori da principiante" lo prese in giro la ragazza "questo immagino sia il tipico comportamento di un professionista"
 
"Hai ragione, scusami" replicò lui, quasi distrattamente
 
"Co-cosa?!" esclamò Tatsumi, rischiando seriamente di ribaltare il terreno di gioco
 
"Ho-ho d-detto scusa" rispose intimorito
 
"Si beh, n-non farlo mai più o po-potrei pensare che tu s-sia diventato un e-essere umano normale" balbettò lei, mentre il pubblico intorno a loro cercava di trattenere le risate "p-puoi passare a-alla fase principale, per favore"
 
"Oh già, fase principale: elevo Armadidrago a livello 3 e sposto poi tutti i nuclei che mi restano nella riserva su Ohdoran, che ovviamente raggiunge così il livello 2, infine posiziono un burst grazie al quale posso attivare l'effetto di Segugio Implacabile e trattare il suddetto spirit come se fosse sempre a livello 3; fase d'attacco: attacco con tutti i miei spirit; sostengo il loro attacco con un azione lampo: uso la magia Codice di Riavvio che consente ai miei spirit di recuperare energia alla fine di quest'attacco, pago il suo costo con due dei nuclei presenti su Ohdoran"
 
"Rispondo agli attacchi di Ohdoran e Armadidrago con la vita" ribatté l'avversaria "e con la diminuzione delle mie vite posso attivare l'effetto burst del mio secondo spirit chiave, Cleopatra, Eroina della Bellezza: quando ho tre vite o meno posso evocare questo spirit a costo zero"
 
Con enorme soddisfazione, Kimari scoprì la carta e la spostò al centro del suo tabellone di gioco, appoggiando su di essa il nucleo appena perso dalle vite.
 
"Proseguo nel contrastare il tuo attacco, azione lampo: utilizzo la magia Artigli Affilati, scartando le carte nella mia mano posso spostare nuclei dai tuoi spirit ai tuoi scarti; scarto cinque carte, quindi posso spostare cinque nuclei dai tuoi spirit"
 
"Fai pure" replicò Hajime, sorridendo come un ebete "tanto non hai nessuna possibilità di annientare il mio schieramento"
 
"Cosa vuoi dire?" domandò incuriosita
 
"Guarda bene i miei nuclei" suggerì il ragazzo con la bandana, mostrando il suo terreno di gioco "non hai abbastanza nuclei da spostare per eliminarli tutti e, anche a distruggerne due, il terzo rimarrebbe più forte, o perlomeno alla pari, con il tuo Alisauro"
 
"No-non può e-essere?" biascicò la giovane osservando il campo avversario "tu… t-tu sapevi"
 
"Hai accumulato carte senza mai giocarle, era piuttosto ovvio che tu avessi Artigli Affilati in mano" osservò il duellante, sempre con quel sorriso un po' infantile dipinto sul volto "in più sapevo che nella tua mano c'erano anche Caotico Seimei e Cleopatra, due carte che non avresti mai scartato, per cui ho calcolato che avrei dovuto avere cinque, massimo sei, nuclei ben disposti per bloccarti"
 
"E tu hai calcolato tutto questo?" chiesero increduli Tameru e Shizuku, ricevendo un immediato cenno d'assenso in risposta
 
"Sai, se non avessi condito questa grande spiegazione con quel sorriso da deficiente, saresti stato quasi vagamente figo" lo prese amichevolmente in giro l'avversaria
 
"Grazie, dominatrice del mondo; a te la mossa"
 
 
TURNO 10
 
 
"Sono felice di sentire che ti ricordi chi sia in comando" scherzò la duellante pescando la nuova carta dal mazzo "perfetto, fase principale: nuovo nexus, Monte dei Cinque Elementi Sospeso, il suo effetto al momento dell'attivazione mi consente di spostare nuclei da due spirit avversari nella riserva fino a che su di essi non rimanga una sola gemma"
 
Posò la carta nella parte bassa del suo tabellone, osservando il suo avversario muovere i nuclei dal suo spirit ora a livello 1.
 
"In aggiunta a ciò, evoco il maestro degli stregoni demoniaci: Caotico Seimei, Eroe della Sventura"
 
Con evidente soddisfazione, la ragazza pagò l'onerosissimo costo della carta ed appoggiò su di essa l'unico nucleo rimastole; finalmente, dopo due "falsi allarmi", anche il suo spirit preferito era pronto a combattere per lei.
 
"A te la mossa" sussurrò, non conscia di aver dato il là al turno più deprimente della storia del gioco; la sola azione promossa da Hajime nella sua undicesima mano, oltre alle obbligatorie, fu infatti la nuova elevazione a livello 2 del suo Ohdoran, seguita dall'immediato passaggio della mossa sotto gli occhi increduli di spettatori e avversaria.
 
 
TURNO 12
 
 
"Eh? Che diavolo ti è successo Hajime?" domandò il giovane Ohizumi quasi preoccupato, mentre dall'altro lato del tavolo la sua avversaria completava le fasi iniziali del turno ed elevava i suoi due spirit chiave a livello 3.
 
"Non ti preoccupare Kataru, ho un piano"
 
"Purtroppo per te, ne ho uno anch'io" esclamò Kimari interrompendo i due ragazzi "fase d'attacco: attacco con Cleopatra, sostengo la sua offensiva con l'utilizzo della magia Avidità di Nuclei che mi consente di spostare due nuclei  da uno spirit avversario non fuso in brave nella sua riserva"
 
Le dita di Hajime mossero le due gemme nello spazio apposito, abbassando a 1 il livello dello spirit rosso schierato.
 
"Attivo poi l'effetto Raggio di Luce Nera di Cleopatra: quando lo spirit attacca, ogni volte che utilizzo una carta magia, posso attivarne l'effetto una seconda volta senza pagarne il costo e recuperarla dagli scarti una volta conclusa la mia fase d'attacco, grazie ad esso utilizzo ancora Avidità di Nuclei"
 
Anche l'ultima gemma presente su Ohdoran venne spostata dal ragazzo nella riserva, decretando l'uscita di scena del piccolo drago; era ormai senza difese, con un'unica strada da poter percorrere… proprio la via che voleva imboccare.
 
"Ne rispondo con la vita" disse spostando anche il terzo nucleo "alla diminuzione delle vite, posso evocare a costo zero tramite l'effetto burst uno dei miei più fedeli alleati, nonché una delle mie carte preferite; date il benvenuto all'esplosivo e indistruttibile Lord Dragon Bazzel, Eroe delle Esplosioni!!"
 
Posizionò la carta e i cinque nuclei che servivano per l'elevazione al livello 3 quasi con riverenza. Erano più di due anni che non si "incontravano" e lui era, dopo Lord Dragon, l'eroe che per più tempo era stato il cuore del suo mazzo e della sua strategia; con lui aveva affrontato il campionato nazionale, con lui aveva girato il mondo.
Non poteva essere un momento qualunque.
 
"Ciao amico mio, è tanto che non ci si vede" sussurrò malinconico "sai, avrei preferito evocarti sul terreno tridimensionale…  sarà per la prossima volta"
 
Kimari, nel frattempo, lo osservava in silenzio, normalmente avrebbe accompagnato una tale scenata da anime shojo (pareva un incontro romantico) da due soldi con un commento sarcastico e un invito ad amoreggiare di meno e duellare di più, ma stavolta no; era stato lontano da quella che, a parte i condimenti salati, era la sua unica grande passione per tanto tempo e si era impegnato in qualcosa che non l'aveva mai interessato solo perché lei e Kataru gliel'avevano chiesto.
Era riuscito a renderla orgogliosa di lui, doveva assolutamente ricambiare in qualche modo.
 
"Turno concluso…" si limitò a sussurrare "… e non pensare che abbia pietà di te nella prossima tornata"
 
 
TURNO 13
 
 
"Non preoccuparti, non desidero che tu abbia pietà di me" replicò Hajime "fase principale: vieni a me eroe vermiglio, evoco Lord Dragon Eroe Dragone a livello 2"
 
Al ragazzo parve quasi di vederlo; il simbolo rosso, la pesca che dal cielo sopra l'arena discende davanti alla sua postazione, la spada del suo guerriero che fende la superficie rosa fino a che essa non cede.
 
-Il campione è tornato-
 
"Concludo il mio turno collocando un burst" dichiarò infine "a te la mossa"
 
 
TURNO 14
 

Rapidamente, la ragazza aggiunse un nuovo nucleo alla sua riserva e una nuova carta alla sua mano; il destino le riservò un nuovo nexus, Oscura Torre dell'Orologio Nascosta, la cui utilità in quel momento era quantomeno dubbia, ma lei non diede peso alla cosa: era in vantaggio, stesso numero di vite ma con uno spirit schierato in più.
 
"Fase d'attacco: attacco con Caotico Seimei e Cleopatra, attivo ovviamente l'effetto Raggio di Luce Nera di Cleopatra che mi consente di utilizzare per due volte l'effetto della magia Avidità di Nuclei e di recuperarla al termine della battaglia" spiegò esaustivamente la ragazza "è quasi un peccato non poterla usare di nuovo"
 
"Ne sei così sicura?" domandò Hajime
 
"Direi di si; grazie alla magia posso spostare quattro nuclei da Lord Dragon Bazzel, abbassarlo a livello 1 e lasciare che Cleopatra lo distrugga, Alisauro e l'effetto Attacco Tenebra Letale di Caotico Seimei faranno il resto"
 
"E se invece ti dicessi che intendo rispondere ad entrambi gli attacchi dei tuoi spirit chiave con la vita?" chiese ancora
 
"Sei scemo, hai solo due vite!"
 
"Vero… ma è proprio subendo un danno alle mie vite che posso attivare l'effetto del mio burst!!" esclamò il ragazzo esaltato "transevocazione di Lord Dragon Bazzel, evoco, a costo zero, il più grande eroe del mio mazzo, l'eroe draconico con doppio simbolo che ha sconfitto il terribile Amaterasu: Lord Dragon Saviour Eroe Supremo!!!"
 
Con una foga che pareva veramente sopita da due anni, l'ex finalista mondiale completò lo switch tra le due carte e aggiunse il nucleo appena guadagnato dalla perdita della penultima vita.
 
"Attivo ovviamente l'effetto all'evocazione di Lord Dragon Saviour, posso spostare nuclei dalla mia riserva alle mie vite fino ad averne di nuovo cinque" proseguì ancora Hajime con una soddisfazione sempre più evidente "grazie per aver spostato quei quattro nuclei da Bazzel alla riserva"
 
"A-a-a… a t-te la mossa" balbettò Kimari con un tono mesto e remissivo
 
Si fosse trattato di un torneo più importante, si sarebbe messa a piangere.
 
 
TURNO 15
 
 
"Posiziono un burst ed elevo entrambi i miei spirit a livello 3" disse posatamente Hajime "attacco con Lord Dra…"
 
"Attacca con Lord Dragon Saviour per favore" lo interruppe la ragazza "ti giuro che non bloccherò"
 
"Ok, allora attacco con Lord Dragon Saviour"
 
"Ed io ne rispondo con la vita" rispose la castana, alzandosi dalla sedia
 
"Lord Dragon Saviour, Eroe Supremo è uno spirit con doppio simbolo" dichiarò Manabu con tono ufficiale "il duello è concluso; Hajime, per poter convalidare la vittoria devo chiederti rivelare il tuo burst"
 
"Cos… ah già, eccola" replicò distrattamente il ragazzo con la bandana, mostrando la carta Trasmigrazione Fiammante "mi scusi presidente… ehi, Kimari!"
 
"Si?!"
 
"Senti" esordì lui "mi-mi dispiace p-per l'ultimo turno, è-è stato umiliante"
 
"Ti-ti ho detto di smetterla di chiedermi scusa" ribatté la giovane, riuscendo a scherzarci su
 
"Ehi, sto solo cercando di essere un buon amico e una persona adulta" si difese "come sto andando?"
 
"Mmm… può migliorare"
 
"Ahahahah, sei mooolto divertente" rise l'altro ironico "beh, in ogni caso, ottimo duello; se tutti i duelli di quest'anno dovessero essere come questo, allora sarà un anno fantastico"
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
Primo vero capitolo di questa lunga storia su Heroes. Come avrete notato, ho scelto di aggiungere la denominazione "Episodio" come ad esempio ha fatto Hika nella sua storia; questo un po' perché voglio che questi capitoli siano considerati effettivamente quasi come degli "episodi" di un anime, e un po' per facilitarmi le cose quando dovrò scrivere capitoli da dividere in due parti.
Avendo pubblicato questo capitolo a più di un anno di distanza dal primo, è normale che molte cose siano cambiate, ma mai mi sarei aspettato di pubblicarlo con la trasmissione dell'anime in corso in Italia (più che altro perché pensavo che non l'avrebbero mai trasmesso); ovviamente, la cosa non mi dispiace affatto, anzi sono felice che altri possano vedere e, magari, apprezzare la demenzialità di questa serie, solo che adesso devo stare anche molto più attento con eventuali spoiler ecc. (e questo capitolo ne è pieno).
 
Il titolo è, ovviamente, un gioco di parole che ho fatto con la parola burst (la cui traduzione italiana è appunto esplosione), lascio a voi decidere se siano più "esplosive" le carte o i nostri cari deficientissimi protagonisti.
 
Venendo al capitolo in se, in esso vengono introdotti molti nuovi personaggi rispetto al primo, alcuni di loro sono già apparsi nella serie più volte (Manabu, Kataru, Kobushi e Chihiro) mentre, degli altri tre, due appariranno nell'episodio di domani (Tameru Tachibana e Ser-jii) e il terzo, Shizuku, invece è un OC; ritengo di dovervi avvertire sin da subito del fatto che, in questa storia come in "Julian", ci saranno OC con un ruolo estremamente preminente nella trama (Shizuku ne è un esempio), so che questo è qualcosa che molti scrittori non apprezzano, ma, nel caso, spero possiate soprassedere e godervi comunque la storia (io, per ciò che mi riguarda, posso promettervi che farò del mio meglio per creare buoni personaggi).
 
In questo capitolo abbiamo anche il primo duello di questa storia (tra l'altro sorprendentemente lungo per essere un duello con i burst). Ho voluto far fare il primo duello ad Hajime e Kimari per omaggiare l'inizio della serie anime e mostrare, in un certo senso, quanto sono cambiati rispetto ai ragazzini delle medie che erano all'epoca del primo duello.
Tra le mie preoccupazioni principali riguardo al duello c'è sicuramente la comprensibilità delle azioni e degli effetti che vengono presentati; poiché immagino che non tutti voi lettori abbiate visto la serie Heroes prima che arrivasse in Italia (e magari non la state vedendo neanche adesso), vi chiedo di farmi sapere se c'è qualcosa nel duello che non avete capito o qualche passaggio in cui vi siete persi, sono a vostra disposizione per qualunque spiegazione.
 
Che dire ancora, ringrazio tutti coloro che hanno letto il primo capitolo e, ovviamente, la grandissima HikariMoon che l'ha anche recensito, spero che questo capitolo vi possa piacere a sua volta e vi aspetto numerosi per il prossimo, sia esso di "Heroes" o di "Julian".
 
Alla prossima da ShawnSpenstar

 
 
P.S: come avrete intuito, gli effetti Raggio di Luce Nera e Attacco Tenebra Letale sono le evoluzioni degli effetti Raggio di Luce (usato moltissimo ad esempio da Clarky) e Attacco Tenebra, come Ultra Risveglio di Gal-Asura del re del mondo altrove lo era dell'effetto Risveglio. Come ho già spiegato a HikariMoon, le mie traduzioni non seguiranno quelle date durante la trasmissione italiana dell'anime perché preferisco mantenermi coerente con la primissima traduzione italiana, fatta sulle carte prima dell'arrivo dei vari anime (anche se a volte è completamente sbagliata, tipo Curse che è diventato misteriosamente Attacco Tenebra o Armor trasformato in Immunità); se aveste bisogno di ulteriori spiegazioni, chiedete pure.
 
P.S.2: vi riporto la successione dei turni e delle carte pescate, i mazzi arriveranno alla fine di questo mini torneo (e non preoccupatevi, le altre sfide saranno molto più brevi).
 
Turno 1: Ohdoran, Armadidrago, Codice di Riavvio, Fiammata Esplosiva + Ohdoran
Turno 2: Artigli Affilati, Caotico Seimei, Eroe della Sventura, Torre di Cadaveri Pendente, Inferd-Hades Suprema Bestia di Plutone + Fantoccio di Paglia
Turno 3: Scimmia d'Acciaio
Turno 4: Fantoccio di Paglia
Turno 5: Incrocio Esplosivo (Kimari: Alisauro, Alisauro)
Turno 6: Cerchio Sanguinario (Rinascita Oscura, Oscura Torre dell'Orologio Nascosta, Cleopatra, Eroina della Bellezza)
Turno 7: Segugio Implacabile
Turno 8: Guerriero Mascherato (Rodistrello)
Turno 9: Lord Dragon Bazzel, Eroe delle Esplosioni
Turno 10: Monte dei Cinque Elementi Sospeso
Turno 11: Lord Dragon, Eroe Dragone
Turno 12: Avidità di Nuclei
Turno 13: Lord Dragon Saviour, Eroe Supremo
Turno 14: Oscura Torre dell'Orologio Nascosta
Turno 15: Trasmigrazione Fiammante

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Capitolo 3
*** Episodio 2: Duello Tra Fratelli ***


Duello tra fratelli
 
 
 
"Cercate di tornare presto o iniziamo senza di voi" gridò Manabu dalla soglia dell'aula K "e fate attenzione"
 
Scarsamente curanti delle raccomandazioni del loro senpai, Kimari e Hajime uscirono dalla stanza e di corsa raggiunsero il distributore più vicino, dal quale recuperarono un paio di bottiglie di acqua fresca; si sedettero a terra, sgranchendosi le gambe e scambiandosi degli amichevoli pugnetti per scaricare la tensione.
 
"No-non dovremmo andare a s-seguire il due… E PIANTALA!!" esclamò divertito il ragazzo, intento a parare gli ultimi colpi a sorpresa
 
"Davvero sei interessato ad un duello tra un genio e l'unico essere umano più imbecille di te?" chiese lei ironicamente "il risultato dovrebbe essere scontato"
 
"E smettila, lo so benissimo che lei è tua amica e che vuoi assistere"
 
"Certo che voglio assistere" si difese "stiamo parlando di una potenziale avversaria per il torneo regionale"
 
"Oookaay, fingerò di credere a questa scusa da quattro soldi"
 
Il duellante rosso richiuse la propria bottiglia, si alzò in piedi offrendo poi la mano destra all'amica per aiutarla a sollevarsi e, insieme, si diressero immediatamente verso la stanza K, sinceramente interessati ad osservare le tattiche che avrebbe messo in campo la loro vecchia amica; nulla avrebbe potuto, però, prepararli per quello che avrebbero visto una volta rientrati in quella piccola stanza.
 
"Oh cielo!" esclamò istintivamente Kimari non appena il suo cervello finì di registrare la situazione dell'incontro "ma da quanto…"
 
"Sono al quinto turno, la mano è di Tameru" rispose Manabu, anticipando l'amica
 
"Beh, sarà anche l'ultimo" osservò Hajime "ci vediamo in semifinale Tameru"
 
"Sicuro" replicò l'altro prima di portare l'offensiva finale "attivo l'effetto di Siberza Lupo Lanciere al momento dell'attacco che mi consente di recuperare immediatamente lo spirit se questo ha portato la prima offensiva della fase; concludo il duello attaccando con Talpa Combattente, Siberza e Kung-Wolf Eroe del Cielo Azzurro"
 
"Ri-rispondo a-a-all'attacco con la vita"
 
Mestamente, anche l'ultimo nucleo appartenente alla ragazza passò dalle vite alla riserva, a segnare la conclusione di un duello che, forse, non era mai realmente iniziato.
Lo sguardo dei due appena rientrati si concentrò in particolare sul volto del vincitore: era tutto tremante e si vedeva chiaramente quanto si stesse sforzando per trattenere l'esplosione gioia intenta a divampare dentro di lui; per quanto amasse il gioco, aveva sempre saputo di non essere un grande duellante e vincere non era per lui una sensazione così abituale… e, ovviamente, quando si crea un clima così idilliaco è scientifico che "qualcuno" debba dire una qualche stronzata.
 
"Vedi, la tua cosiddetta principessa ti ha mai reso così felice?" domandò l'incauto idiota "l'ho sempre detto: meglio Battle Spirits che KimaaAAHIOOO!!"
 
"Portate fuori la spazzatura prima che quest'aula diventi una scena del crimine" sibilò la principessa piantando il tacco del suo stivale nel piede del malcapitato.
 
Oscillanti tra il divertito e lo spaventato, i ragazzi lasciarono la stanza e il corridoio trascinandosi dietro Hajime a mo di sacco di patate fino a raggiungere il cortile d'ingresso dell'edificio, ove Chihiro e Kobushi iniziarono ad incamminarsi verso le rispettive case; con un grido, Manabu riuscì in extremis a richiamarne l'attenzione, ricevendo in risposta un rapido cenno d'assenso.
 
"Avete qualche accordo segreto di cui non potete parlarci?" domandò lievemente irritata Kimari
 
"Nulla di che, gli ho semplicemente chiesto se potevano sbrigare il loro duello in privato" spiegò il maggiore "vorrei concludere il torneo il più in fretta possibile"
 
Pur comprendendo le ragioni del membro del consiglio studentesco, Hajime non riuscì a trattenere uno sbuffo di disappunto a quella notizia; amava BS con tutto il suo cuore e nulla riusciva a scaldarglielo quanto un appassionante duello tra due sfidanti dalle grandi capacità.
Consapevole del dispiacere dell'amico, Ohizumi decise di tirargli su il morale annunciandogli l'altra notizia: il duello tra lui e suo fratello Kataru si sarebbe svolto domani sul terreno tridimensionale del club di Mika, alla presenza anche dell'ex campione Arata; tanto Hinobori quanto Kimari furono entusiasti della cosa, era passato decisamente troppo tempo dall'ultimo duello in 3D, e con il sorriso sulle labbra separarono definitivamente le rispettive strade.
 
I due ragazzi raggiunsero la stazione ove, per fortuna, non li attendeva il Tachibana Express; salirono sul primo treno diretto in periferia e trascorsero i pochi minuti della corsa in totale silenzio, con gli occhi fissi verso i vetri ad osservare ancora il grande stadio del campionato mondiale.
Arrivati a destinazione, le strade dei due ragazzi si divisero e Hajime si ritrovò da solo negli ultimi metri verso casa. Nemmeno a lui fu chiaro come accadde, ma il passo del ragazzo improvvisamente si fece più lento come a volergli concedere qualche minuto in più solo con i suoi pensieri; non vedeva l'ora di raccontare la sua giornata alla famiglia, non solo del duello, voleva raccontare tutto… era così strano, non gli era mai interessata la scuola.
 
Con questa bizzarra energia addosso, si diresse fino alla porta che spalancò con entusiasmo.
 
"Papà, mamma, sono a casa!" esclamò con una gioia che immediatamente lasciò il posto allo stupore
 
Qualcosa non andava, non sembrava nemmeno casa sua; c'era disordine fin all'ingresso e l'abbagliante, ma accogliente, luce delle lampadine dell'anticamera, che lo aveva accecato ad ogni rientro sin dai tempi dell'asilo, era assente.
Un lieve sussurro giunse alle sue orecchie e lui si fece timidamente avanti; da dietro il muro all'ingresso vide sua madre parlare al telefono con un’espressione strana dipinta sul viso, sollevata e malinconica al tempo stesso; allungò le orecchie tentando di cogliere il succo della conversazione, anche per comprendere chi fosse dall'altra parte della chiamata, ma gli arrivarono solo pochi frammenti quasi indistinguibili.
 
Sconsolato, il ragazzo desistette dai suoi propositi da spia e raggiunse la tavola già apparecchiata e con il suo piatto pronto, una bella ciotola di ramen ancora calda, l'ideale per una giornata fredda come quella; per tutta la durata della cena l'attenzione del ragazzo svariò tra il pasto e ciò che accadeva intorno a lui: una Hanayo decisamente assonnata intenta a giocare, con poco entusiasmo per la verità, con il suo cibo; la madre che camminava avanti e indietro con il telefono in mano; l'assenza totale di tracce della presenza del padre.
 
-Ecco con chi parla al telefono- pensò, soddisfatto per avere finalmente svelato il mistero -chissà dov'è-
 
Non ebbe nemmeno il tempo di ritornare a rivolgere la sua attenzione alla cena che la madre aveva concluso la comunicazione ed ora si trovava seduta al tavolo davanti a lui.
 
"Ti sembra l'ora di tornare a casa?" domandò la donna in un tono misto tra il preoccupato e l'arrabbiato "avresti perlomeno potuto avvertire"
 
"S-si, mi dispiace mamma" replicò rapidamente il ragazzo intento a riporre educatamente il piatto vuoto nel lavabo "ora scusami, ma devo andare in camera mia"
 
Anticipando ogni possibile replica, il castano si fiondò verso le scale in direzione della sua camera; appena giuntovi, chiuse la porta e si distese sul letto, un'azione che compiva ogni volta che si rifugiava nella sua tana e che solitamente precedeva una rituale panoramica del suo amato mazzo il quale, tuttavia, per quella sera non vedette la luce.
Il ragazzo rimase a fissare il soffitto bianco con occhi insolitamente pensosi. Era strano, la casa aveva un'abitante in più eppure era più silenziosa che mai e in tutto l'edificio si percepiva una strana stanchezza; il giovane Hinobori si girò per distendersi lungo il fianco destro, anche lui si sentiva stanco, da quanto tempo non vedeva suo padre? Non lo ricordava nemmeno più.
 
Immerso come non mai in riflessioni complicate, il castano cominciò a sentire le palpebre pesanti e si alzò, con l'intenzione di indossare il pigiama, ma, prima che potesse compiere qualunque gesto, un sordo rumore alla finestra lo risvegliò dalla sua trance sonnolenta.
 
Si affacciò alla persiana con rapidità (pure troppa, visto che rischiò di essere centrato da un sasso) e immediatamente tese lo sguardo a scrutare l'area sottostante; anche senza luci, non gli fu difficile notare un'ombra più scura all'interno del suo giardino, figura che identificò immediatamente nell'istante in cui pronunciò il suo nome.
 
"Kataru, sei tu?" domandò Hinobori
 
"S-si, a-avrei bisogno di parlarti Hajime" balbettò il più giovane dei fratelli Ohizumi "ti dispiacerebbe scendere?"
 
"No, figurati" replicò l'altro, che in pochi secondi superò le scale e si fiondò fuori dalla porta d'ingresso "allora, di cosa dovevi parlarmi"
 
Per un secondo, a Kataru parve di sentire la voce di Kimari che lo incitava a spaccare il naso del ragazzo con la fascetta; veramente non riusciva ad immaginare il motivo per cui aveva chiesto il suo aiuto? Era davvero irrecuperabile.
 
"Il duello?" fece Kataru in tono allusivo
 
"Oh, si!" esclamò l'altro come illuminato "cosa ti serve: consigli strategici? Un po' di allenamento?"
 
"Che ne dici di una gamba rotta" propose l'Ohizumi in tono nemmeno troppo ironico
 
"Non riesco a capire come ti possa aiutare a vincere il duello"
 
La natura pacifica e non violenta di Kataru si sentì nuovamente messa a dura prova e al ragazzo servì ricorrere a tutto il suo autocontrollo per evitare che la sua tensione esplodesse in un urlo di stizza, ma come diavolo faceva quest'imbecille ad essere un campione in un gioco strategico come Battle Spirits mentre lui, molto più intelligente, invece…
 
… oh, al diavolo.
 
"Dai Hajime, davvero pensi che io possa anche solo affrontare il duello di domani?" domandò retoricamente "un infortunio sarebbe un modo tutto sommato decente di cavarsela senza umiliarsi"
 
Come un fulmine a ciel sereno, la risposta del giovane Ohizumi riuscì a rischiarare la nebulosa mente del suo interlocutore che, finalmente, comprese quale fosse il punto della discussione; quella nuova consapevolezza sembrò aver come trasformato la scena di fronte al primogenito degli Hinobori, improvvisamente notò, nonostante il buio, quanto Kataru fosse sudato e rosso in volto e, soprattutto, quanto stesse tremando.
 
"Perché pensi di non farcela, Kataru?" domandò con apparente ingenuità
 
"Andiamo, stiamo parlando di me, Kataru Ohizumi, contro mio fratello, un vincente nato e un membro della nazionale di BS" esplicò il ragazzo sovrappeso "so che mio fratello voleva solo farmi un regalo, ma il duello sul terreno in 3D davanti a tutta la mia classe per me vuol dire solo confermare la loro teoria secondo cui sono solo un perdente sfigato"
 
"Tutto questo discorso è assurdo Kataru" ribatté Hajime con un tono aggressivo ma non rabbioso "è vero che tuo fratello è forte, che duellare al club, nell'arena e con il pubblico può intimidire, concordo perfino sul fatto che tu non sia ad oggi un duellante di livello "nazionale" come il presidente"
 
"Vedi lo pens…"
 
"Fammi finire!" lo interruppe "tutte queste cose sono vere, ma erano altrettanto vere quando hai sfidato me al tempo della sorellona Mika eppure tu quella volta hai vinto, hai battuto un FINALISTA al torneo mondiale"
 
"Solo fortuna"
 
"Forse, e chi ti dice che quella fortuna non si ripresenti proprio domani?" domandò Hinobori
 
"Non penso"
 
"Ma nemmeno sai con certezza che non sarà così" affermò il ragazzo con la fascetta "io non so fino a dove Kataru Ohizumi possa arrivare come duellante, ma so per certo che è più di ciò che vedo adesso; non lo penso solo io, ma anche Kimari"
 
"Davvero?" fece l'altro tanto titubante quanto incredulo
 
"Certo, altrimenti perché scaricarti contro tutta la "potenza di fuoco" di Tameru quando ti sei candidato contro di lei? Sapeva che potevi vincere e, evidentemente, odia perdere più di quanto odi Tameru"
 
A quella considerazione, Kataru non poté fare a meno di lasciarsi scappare una leggera risata, non credeva di essere tenuto in così alta considerazione dall'ex futura padrona del mondo e, anche se per una cosa così stupida, la cosa lo faceva sentire bene; era bello sentirsi primi in qualcosa per una volta.
Si sedette a terra, accanto all'amico, ad osservare il nero della notte, quello in cui, sapeva, si sarebbe dovuto immergere da li a breve per tornare sulla strada di casa, un altro salto nel buio, prima di quello di domani; fece un profondo respiro e si sollevò da terra incamminandosi poi verso il cancello.
 
"Domani ci sarai, vero?" fece Hajime alle sue spalle
 
Kataru si voltò e sorrise
 
"Sarà solo colpa tua" disse, prima di voltarsi e sparire nella notte
 
Hajime rimase li ancora per una manciata di secondi prima di raggiungere la porta di casa, un ultimo sguardo al mondo.
 
"Buona fortuna, amico"
 
 
 

Il giorno seguente il profumo della grande sfida pervadeva tutta l'aria della cittadina, al club c'era grande fibrillazione e anche il cielo, limpido come poche volte ultimamente, sembrava non attendere altro che il ritorno in scena degli scontri sul terreno di gioco tridimensionale dopo una lunga, lunghissima assenza.
La notizia era stata data in ultimo proprio al corpo studentesco del liceo di Kadode; Manabu aveva, in realtà, pensato di tenere all'oscuro fino all'ultimo i suoi colleghi studenti, mai teneri nei confronti del fratellino, ma proprio quest'ultimo quella mattina gli aveva dato il via libera.
 
"La notte mi ha portato consiglio" aveva risposto, quasi sorridente, al maggiore quando l'altro, incredulo, gli aveva chiesto se fosse sicuro della sua scelta
 
E così il magico duo al comando del club liceale di Battle Spirits aveva trascorso ogni momento possibile ad affiggere volantini e fare passaparola all'interno del corpo studentesco; Naoko aveva persino proposto di fare da advertising semovente con tanto di atroce pannello di cartone da appendere al collo, ma (per fortuna del mondo) l'idea fu bocciata all'unanimità.
 
L'effetto degli sforzi congiunti dei due ragazzi dimostrò i suoi effetti alcune ore più tardi, quando i duellanti si ritrovarono all'ingresso del club di BS di Mika Kisaragi: una ressa quasi paragonabile a quella presente al torneo nazionale affollava la sala al pianterreno mentre altri osservavano dalle balaustre al primo piano; in quell'enorme massa, Hajime e Kimari notarono, sguscianti, i lunghi capelli castano chiaro della padrona di casa apparentemente molto eccitata dalla situazione.
Non appena li vide, la giovane gestrice si avvicinò a loro ad ampie falcate e con un impressionante sorriso stampato sul volto.
 
"Hajime, Kimari!" esclamò "quanto tempo che non ci si vede"
 
"Anche troppo, Mika" replicò Hajime "mi mancava questo posto, immagino ci sia anche il campione Arata"
 
"Oh si, ma, per favore, non chiamarlo così"
 
"E perché?" domandò incuriosita Kimari
 
"Beh, prima di tutto è ancora in incognito con quella sua ridicola parrucca afro" spiegò l'adulta "e poi, ultimamente, sentirsi chiamare campione lo butta un po' giù, probabilmente gli ricorda la sconfitta contro Tegamaru"
 
I due ragazzi sorrisero, conoscevano abbastanza bene Arata Yakushiji per sapere quanto, a volte, potesse dimostrarsi semplicemente un bambinone troppo cresciuto, e dire che allora non gli era parso che perdere il titolo gli pesasse così tanto.
 
"Probabilmente il tempo che è trascorso gli ha fatto pensare ad altre cose" ipotizzò Mika in tono leggermente malinconico "è stato campione mondiale per anni sapete, quando io e lui abbiamo iniziato non esistevano né il terreno di gioco tridimensionale né le carte burst e la “Constellation Saga”, quella dei brave, era stata appena annunciata. Fu un periodo complicato per noi appassionati: le regole cambiarono, alcune vecchie carte, ad esempio la mia amata Grande Angelia Mikafar, vennero bannate dalla federazione; tanti più legati ai vecchi spirit smisero dicendo che i brave avrebbero rovinato tutto e reso obsolete le carte precedenti, lui invece accettò tranquillamente i brave e vi si adattò, ma tutto questo non prima di aver difeso per due volte il titolo con solo carte di vecchia generazione”
 
I due ragazzi ascoltarono, assorti, il resto del racconto di Mika.
Era quasi incredibile, l’Arata che ne traspariva era così diverso dall’idiota che ogni giorno veniva al club, indossava l’afro e passava il suo tempo a provarci con lei, era una persona determinata, piena di voglia di affermarsi e di proseguire sulla sua strada senza perdersi nei rimpianti; non recedette mai da quella che è sempre stata la sua filosofia di vita, sul terreno come fuori da esso: la nostalgia e piagnistei non riporteranno indietro il tempo, per cui il solo modo di vivere è guardando sempre avanti.
 
“E lo fece, come duellante” concluse la giovane donna “prima con i brave, poi con i burst, ed è sempre stato all’altezza; ma ora… ora… non so quanta voglia abbia di adattarsi ancora, scegliere di essere un duellante professionista per tutta la vita è… più complicato di quanto possa sembrare"
 
"Cavolo, non avrei mai detto che Arata fosse un tipo da pensieri simili" fece l'ingenuo Hinobori
 
"Questo perché tu non ragioni come una persona matura… a dire il vero non ragioni e basta"
 
Mika non riuscì a trattenersi dal ridere all'udire quell'ironia e nel vedere la spropositata reazione di Hajime nel disperato tentativo di difendere il suo onore; forse, ancora una volta, Arata aveva ragione, la nuova generazione era pronta a raccogliere il testimone.
 
"Okay ragazzi, io vi lascio" concluse la giovane gestrice "tra l'altro i vostri amici sono arrivati"
 
I due ragazzi si voltarono verso l'ingresso dell'edificio e videro i due fratelli Ohizumi avanzare tra la folla di compagni di liceo in direzione del palco, ove si disposero uno di fronte all'altro.
 
"Beeenvenuti alla grande riapertura ufficiale del Club di Battle Spirits della città di Kadode!" urlò una voce momentaneamente senza volto ma decisamente conosciuta "vi ricordate la parola d'ordine, è forse sexy?"
 
"NO GALAXY!!" urlò la stragrande maggioranza dei presenti, con Hajime in testa probabilmente a tutti
 
"Buongiorno appassionati di Battle Spirits della città, un caloroso ben ritrovati dal vostro amato Galaxy Watanabe" si presentò il biondo conduttore, apparendo sul palco in compagnia di un'elegante giovane donna
 
"E da Yui Inoue, direttrice del BS Channel su Youtube e conduttrice di Battle Spirits News" fece a seguito la donna
 
"Siamo davvero felici di trovare qui, oggi, tanti appassionati di questo gioco pronti ad assistere al suo ritorno sul terreno di gioco tridimensionale" proseguì Galaxy "prima di tutto, vorrei ringraziare due amici di una vita che sono qui con noi per festeggiare quest'occasione: un applauso per la proprietaria del Club, Mika Kisaragi, e l'ex campione del mondo di Battle Spirits, Arata Yakushiji!"
 
Le luci del palco si spostarono in direzione del bancone appena in tempo per immortalare l'ennesimo squallido tentativo di flirt di Arata conclusosi con lui abbattuto a terra da un poderoso destro e lei rossa come un peperone per essere stata inquadrata in una simile situazione.
Persi nel pubblico, Kimari e Hajime non poterono che ridere a quella vista; maturo o no che fosse adesso, almeno in qualcosa, il loro amato campione restava sempre lo stesso.
 
"Ehm ehm, per il primo duello dopo due anni di inattività avevamo il dovere di darvi qualcosa di speciale e, lasciatecelo dire, la promessa è stata mantenuta" si inserì Inoue nel disperato tentativo di salvare il salvabile "oggi, infatti, assisteremo al primo duello ufficiale tra il rappresentante della nazionale giapponese, nonché presidente del club liceale di BS, Manabu Ohizumi e il suo fratellino, il tenace Kataru, che aspira a seguire le orme del suo notevole famigliare"
 
"I duellanti sembrano già pronti ad iniziare per cui non perdiamoci in ulteriori chiacchiere e iniziamo lo scontro" concluse l'uomo "il primo turno sarà di Manabu e che vinca il migliore"
 
"VARCO APRITI! ENERGIA!"
 
 
TURNO 1
 
 
"Fase iniziale!" esclamò Manabu osservando con soddisfazione il tabellone illuminarsi "pesco una carta e passo alla Fase principale: attivo il nexus Porto dei Giganti e posiziono un burst"
 
Appoggiò delicatamente la carta sul tabellone mentre dietro di lui appariva, come emersa dalle acque del mare, un enorme area portuale.
 
"A te la mossa, fratellino"
 
 
TURNO 2
 
 
Kataru fece un profondo respiro e si prese qualche secondo per se stesso prima di iniziare, avrebbe quasi voluto congelare in un'istantanea quel momento: lui che duellava con suo fratello, il suo idolo, sul terreno virtuale tridimensionale, il tutto sotto gli occhi dei suoi migliori amici, dei suoi compagni di classe (che peraltro non avevano una grandissima opinione di lui) e dell'ex campione Arata.
 
Tutto perfetto.
 
-Già, ora però devo metterci del mio- pensò -è proprio questo il problema-
 
Non era un grande duellante, e lo sapeva, mentre il fratello maggiore era stato un rappresentante nazionale all'ultimo campionato del mondo; lui non poteva…
Scosse la testa, cercando di trovare un minimo di tranquillità, ma i suoi pensieri non lo lasciavano in pace: avrebbe perso, come era naturale che fosse, sarebbe stato deriso da tutta la scuola e avrebbe deluso Manabu e i suoi amici che si attendevano da lui un duello minimamente degno.
 
Al diavolo, perché era stato sorteggiato contro suo fratello; se solo avesse avuto più fortuna…
 
"Eppure hai battuto me, un finalista al torneo mondiale"
 
Furono come un colpo, quelle parole, lo stesso effetto di un montante dritto in volto; Hajime aveva ragione, ancora una volta si stava arrendendo prima di cominciare, non poteva essere quello un comportamento degno del fratello di Manabu Ohizumi.
 
"Vada come deve andare, fase iniziale: fase dei nuclei e fase di acquisizione" dichiarò con una grinta che non ricordava avesse mai avuto "fase iniziale: evoco Kudagitsunen a livello 2 e posiziono un burst"
 
Il simbolo giallo risplendette sul terreno di gioco per alcuni secondi prima di spezzarsi e rivelare il primo spirit evocato nell'arena tridimensionale da molto tempo a quella parte: il piccolo spirito volpe dalla maschera rituale fece un giro mortale nell'aria prima di schierarsi, con aria combattiva, davanti alla postazione del suo padrone.
 
"Fase d'att…"
 
"Mi spiace interromperti così fratellino" intervenne con voce cortese Manabu "attivo l'effetto del nexus a livello 1 e 2 che costringe ogni giocatore avente in mano tre carte o meno a saltare la fase d'attacco, e dato che tu hai tre carte, rientri nei parametri dell'effetto"
 
Un vento blu si alzò improvvisamente dall'area occupata dal nexus per dirigersi verso la postazione avversaria e tempestare sulla carta spirit appoggiata per alcuni secondi; quando la brezza passò oltre la carta era diventata fredda come fosse congelata.
 
"Uff… a te la mossa"
 
 
TURNO 3
 
 
"Non fare quella faccia fratellino" scherzò il maggiore degli Ohizumi mentre completava le operazioni preliminari "l'effetto del nexus vale per entrambi i giocatori, danneggia anche me"
 
"Solo un genio o un idiota potrebbe volere una carta del genere" replicò l'altro altrettanto divertito
 
"Bisogna solo saperla sfruttare bene, come per tutti i nexus" concluse il presidente "fase principale: evoco Riparoceros e Zigoro Maestro Pescatore a livello 1; concludo così il mio turno"
 
 
TURNO 4
 
 
"Solo due carte in mano? ti toccherà stare fermo per un po' fratellone" osservò Kataru, domandandosi quale potesse essere la strategia avversaria "Okay, fase principale: abbasso Kudagitsunen a livello 1 ed evoco Minogamen a livello 1"
 
Un altro nucleo giallo si infranse e una piccola tartaruga con pinne simili ad ali e dell'erba verde sul guscio svolazzò nell'aria dell'arena prima di andarsi a posizionare alla destra del compagno, di fronte allo strano rospo umanoide con canna da pesca che al turno precedente era apparso, insieme al piccolo rinoceronte robotico, dalla rottura dei due zaffiri; immediatamente il nuovo spirit iniziò a brillare di luce propria e, contemporaneamente, una carta accesa della stessa luce si sollevò spontaneamente dal mazzo giallo.
 
"L'effetto del mio spirit al momento dell'evocazione mi consente di pescare una carta da mazzo e, se essa è uno spirit di costo due di aggiungerla alla mia mano" spiegò il fratellino guardando poi la carta pescata "purtroppo ho pescato Angelia Coma che ha costo cinque, in questo caso, dopo aver mostrato la carta, la ripongo in cima al mazzo; ho finito, a te la mossa"
 
 
TURNO 5
 
 
"Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e infine fase di recupero" mugugnò Manabu senza neanche interessarsi troppo della carta appena pescata "fase principale: elevo a livello 2 Zigoro e Riparoceros"
 
La luce dei due spirit blu si accese similmente a come era accaduto prima per la tartaruga alata e i due si ersero con nuova grinta, puntando gli sguardi verso la postazione avversaria; purtroppo per loro, la loro voglia di lottare non aveva possibilità di trovare sfogo, perlomeno non per quel turno.
 
"Forza Kataru, a te la mano"
 
 
TURNO 6
 
 
Senza nessuna fretta, Kataru sollevò la carta concessagli dalla nuova fase di acquisizione; come era stato per suo fratello al turno precedente, non dedicò alla carta più di una rapida occhiata (anche perché sapeva benissimo di che carta si trattasse) e direzionò piuttosto lo sguardo verso la metà avversaria dell’arena.
 
“Siamo ad una scelta importante per Kataru” osservò Galaxy dalla postazione di commento “gli spirit che ha attualmente schierati non hanno punti battaglia sufficienti per intimorire quelli controllati da Manabu, ma evocarne un altro vorrebbe dire rinunciare ancora una volta ad attaccare; che cosa farà il giovane Ohizumi?”
 
-Maledizione, ho troppa necessità di più potenza di fuoco- pensò il ragazzo “Ok, fase principale: evoco Angelia Coma a livello 3”
 
La terza gemma gialla si spezzò e una luce dal cielo illuminò una piccola porzione del terreno di gioco; qui, percorrendo a spirale il cono di luce, una piccola creatura con le sembianze di una giovane ragazza planò, andando a disporsi accanto agli altri due esseri.
 
“Turno concluso”
 
 
TURNO 7
 
 
Ancor più che nel turno precedente, le fasi obbligatorie vennero sbrigate da Manabu con estrema rapidità: come prima non si interessò minimamente della carta che gli era toccata in fase di acquisizione e passò rapidamente alla fase principale, durante la quale aggiunse i due nuclei che aveva nella riserva a Riparoceros; Kataru, ovviamente, conosceva lo stile di gioco del fratello alla perfezione e sapeva che quello non era il suo usuale modo di comportarsi.
 
-Ha un piano-
 
“Fase d’attacco: attacco con Riparoceros; il suo effetto al momento dell’attacco mi consente di scartare una carta dal mazzo avversario e di aggiungere un nucleo sullo spirit attaccante a patto che io abbia un burst posizionato”
 
La carta con la faccia rivolta al terreno iniziò a emanare delle onde circolari blu che si propagarono su tutto il tabellone del presidente; dal nulla, sulla carta appena inclinata apparve una gemma nucleo e lo spirit sul terreno di gioco si accese di un’intensa luce azzurra.
 
“L’aggiunta del quinto nucleo su Riparoceros causa il suo elevamento al terzo livello, raggiunge così i 6000 PB” spiegò in conclusione il ragazzo “quale è la tua scelta ora Kataru?”
 
“Rispondo all’attacco con la vita” replicò l’altro passando con lo sguardo rapidamente dall’appena eliminato spirit Charadrius alla creatura avversaria il cui corno/trivella impattò violentemente contro lo scudo azzurro infrangendolo
 
La prima vita del duello era stata presa.
 
“Fase finale, concludo il mio turno”
 
 
TURNO 8
 
 
“Fase iniziale!” esclamò Kataru, incredibilmente, per nulla sconsolato dagli eventi del turno precedente “sai fratellone, in fondo sono davvero felice del tuo maledetto nexus”
 
“Dici Kataru?” fece ironicamente l’altro
 
“Si, perché senza non avrei mai potuto fare questo: elevo Minogamen e Kudagitsunen a livello 2; fase d’attacco: Angelia Coma attacca”
 
La creatura angelica decollò a tutta velocità in direzione del campo di battaglia avversario; Manabu la osservò e dopo alcuni secondi parve prendere direttamente l’iniziativa, ma venne interrotto dalla voce del fratello.
 
“Attivo l’effetto di Angelia Coma al momento dell’attacco: scelgo uno spirit avversario e impedisco a quello spirit di bloccare qualunque mio attacco in questo turno, il bersaglio è ovviamente Zigoro
 
“Ne rispondo con la vita” ribatté un grintoso Manabu osservando la pioggia di comete generata dalle ali della piccola creatura
 
Il primo nucleo del presidente si infranse con un rumoroso botto e, in quello stesso istante, il tabellone di gioco di Kataru prese a lampeggiare di una calda luce gialla; il ragazzo alzò lo sguardo verso il suo fratellino e lo vide sorridere, fiero come poche volte era stato prima.
 
“Attivo l’effetto Sacralità di Angelia Coma: ogni volta che lo spirit colpisce una o più vite dell’avversario, io recupero una vita” esplicò il ragazzo mostrando, sulla divisa da duello, il nucleo spento che tornava a brillare "proseguo l’attacco con Minogamen e Kudagitsunen
 
Altri due spirit percorsero rapidi il diametro dell’arena e altre due vite del presidente vennero colpite portando così il conto totale a due; Kataru non poteva quasi crederci: era resistito otto turni contro suo fratello, aveva ridotto le sue vite a meno della metà e lui non aveva perso un singolo nucleo vita.
 
Era bellissimo essere li.
 
“Fase finale, a te la mossa fratellone
 
“Che azione magistrale da parte di Kataru Ohizumi” chiosò un entusiasta Galaxy “in un unico turno ha ribaltato le sorti del duello: ha recuperato la vita persa e messo nell’angolo il fratello che ora, nonostante non abbia nessuna opposizione di spirit avversari, non potrà in nessun modo portare un attacco risolutivo dato che in mano ha cinque carte e solo due spirit già schierati”
 
“Esatto Galaxy” proseguì Yui “anche ammettendo che tutte le carte che ha in mano siano spirit, Manabu dovrebbe evocarne almeno tre per poter vincere, ma farlo lo farebbe cadere sotto l’effetto del suo stesso nexus”
 
“È una situazione difficile per il giovane rappresentante del Giappone all’ultimo mondiale, tuttavia non va dimenticato che la specialità del mazzo blu non è l’eliminazione delle vite”
 
 
TURNO 9
 
 
“Sai Kataru” esordì il maggiore “Galaxy ha decisamente colto nel segno, fase principale: abbasso Zigoro a livello 1 e Riparoceros a livello 2”
 
Come da dichiarazione del castano, i nuclei si spostarono automaticamente dai due spirit alla riserva causando nelle due creature una lieve perdita di smalto; il più grande degli Ohizumi osservò lo scompartimento e i nuclei… sette.
 
-Si, si può fare-
 
“Evoco, a livello 1, Orione, Cacciatore Gigante!”
 
Uno zaffiro molto più grande di quelli apparsi fino ad ora discese sul terreno di gioco e si frantumo in mille pezzi generando una misteriosa nebbiolina azzurra; da essa apparve un piede calzante un sandalo, poi una mano intenta ad impugnare una gigantesca spada, ed infine il colosso dai capelli bianchi si mostrò in tutta la sua maestosità sul terreno di gioco.
 
“Attivo l’effetto di Orione al momento dell’evocazione: elimino dodici carte dal mazzo avversario”
 
L’ordine di Manabu risuonò sul terreno di gioco e il gigante repentinamente sollevò la spada per poi menare un feroce fendente nell’aria, fendente che si tradusse in uno squarcio di colore azzurro lanciato in direzione della postazione avversaria.
Un fragoroso impatto, un vento di tempesta e poi la vista che tutti, meno Kataru, attendevano con ansia: dodici carte, in volo sopra il tabellone pronte a ricadere lentamente sulla casella degli scarti. Il minore degli Ohizumi si impegnò, ma non riuscì a seguire con certezza tutte le carte che venivano eliminate dal duello, una però la notò di certo… non poteva non farlo.
 
“No! Kaguya!” esclamò dimenticandosi di rimanere impassibile
 
Sugli spalti e in sala, gli spettatori cominciarono a mormorare: alcuni sembravano essere divertiti dalla foga e dall’ansia che aveva catturato il cuore del ragazzo più piccolo, altri lo criticavano duramente dandogli del dilettante, altri ancora si incamminavano semplicemente verso l’uscita con un unico pensiero nella testa.
 
-Ora è proprio finita-
 
Come a voler confermare questa tesi, Manabu scelse di attaccare ancora con Riparoceros, attivando nuovamente il suo effetto, colpendo di nuovo la prima vita del fratellino.
 
“Ah, fa male, ma alla diminuzione delle mie vite si attiva il burst” provò a ribattere l’altro raccogliendo il coraggio che gli era rimasto “attivo l’effetto burst della magia Sussurro Magico: posso scegliere un genere e recuperare tutti i miei spirit schierati appartenenti a quel genere che si trovano in affaticamento; designo il genere “Bestia Immaginaria” e recupero Kudagitsunen e Minogamen
 
I due misteriosi spiritelli brillarono di una luce dorata e trovarono dal nulla la forza per sollevarsi da terra.
 
“Attivo poi il suo effetto in azione lampo e cambio, per tutta la durata di questo turno, la natura dei confronti tra gli spirit, non si contrasteranno i punti battaglia bensì i livelli.
 
“Può bastare così” rispose il fratello maggiore, colpito dalla voglia di resistere dell’altro “turno concluso”
 
 
TURNO 10
 
 
Un profondo respiro.
 
Questa fu, per Kataru Ohizumi, l’apertura del decimo turno; era riuscito a sopravvivere all’offensiva di suo fratello con danni veramente contenuti, aveva perso Kaguya della Luna Eroina della Luce è vero, ma il destino aveva deciso di ripagarlo con una buona carta nel turno immediatamente successivo e, ancora una volta, una sua eventuale vittoria cominciava a non sembrare più così fantasiosa.
 
“Fase principale. Colloco il burst, dopodiché passo all’attacco con Angelia Coma e il suo effetto al momento dell’attacco” dichiarò convinto piegando la carta gialla “Orione non potrà bloccare nessun mio spirit”
 
“Blocco con Zigoro” sibilò l’altro osservando poi, impassibile, il suo spirit distrutto “con la distruzione di un mio spirit si attiva il burst che mi permette, nel caso quello distrutto fosse uno spirit blu, di evocare Yagyurd-Jubei senza pagare il costo”
 
Il quarto zaffiro fu inciso sulla superficie da alcuni tagli di spada e, quando si polverizzò, ne emerse una creatura chimerica, armata perlomeno di tre katane; ricordava vagamente Musashied Ashliger, uno degli spirit chiave di Tegamaru, ma aveva un aspetto meno regale e più spaventoso”
 
“Al diavolo!” imprecò l’altro Ohizumi che per la prima volta parve davvero essere preoccupato “concludo così il turno”
 
 
TURNO 11
 
 
Come a voler replicare le mosse del fratello minore, anche il castano presidente scelse a sua volta di posizionare un burst; dopodiché, abbassato un’altra volta di livello Riparoceros ed elevato a livello 2 Yagyurd Jubei, era il momento di passare all’attacco, ancora con Riparoceros e ancora…
 
“Ne rispondo con la vita e, grazie alla diminuzione delle mie vite, posso attivare l’effetto burst ed evocare a costo zero Regina Amazzone a livello 3” si intromise il rossiccio, interrompendo il flusso apparentemente inarrestabile del suo avversario “attivo inoltre il suo effetto al momento dell’evocazione che mi concede di evocare un numero, a mia scelta, di spirit aventi l’effetto “Raggio di Luce” senza pagare il costo, ragion per cui evoco Ragazza Amazzone a livello 2”
 
Rapide come le antiche guerriere di cui portavano il nome, le due carte presero posto nel terreno di gioco, all’interno dello schieramento; tuttavia Kataru non poté godere troppo della sua grande giornata a carte perché la risposta di Manabu fu di quelle indimenticabili.
 
“Quando l’avversario attiva l’effetto all’evocazione di un suo spirit o brave posso attivare a mia volta l’effetto burst di Guerriero Saigord Eroe d’Acciaio che mi consente di eliminare un numero di carte dal mazzo avversario pari al costo dello spirit che ha attivato quell’effetto, in questo caso il valore è sei perciò…”
 
“Altre sei carte negli scarti” concluse divertito “e se, tra esse, c’è una carta burst, posso evocarlo a costo zero”
 
Gli occhi, nuovamente preoccupati, di Kataru si fecero ancor più neri nel cercare di seguire le carte che cadevano eliminate.
Purtroppo per lui, non andò bene.
 
“Una carta magia con effetto burst eh?” domandò in tono scherzoso Manabu “è perfetta, evoco il più grande dei colossi, il più resistente degli automi e il più eroico dei miei spirit, Guerriero Saigord Eroe d’Acciaio
 
Un immenso zaffiro risplendette nel cielo del terreno di gioco, esplodendo poco dopo in una fitta nebbia azzurra; per i primi secondi, nulla fu visibile al suo interno, se non una gigantesca macchia scura, poi due fessure si illuminarono nelle profondità della nube e un vento violento diradò la coltre rivelando lui, l’atteso protagonista del duello.
 
“Vai Guerriero Saigord Eroe d’Acciaio attacca!” esclamò il presidente “grazie all’effetto di Yagyurd-Jubei, in fase d’attacco, tutti i miei spirit dei generi “Eroe Supremo” e “Grande Generale” sono trattati come se fossero al loro livello massimo, attivo quindi l’effetto Grande Sgretola di Guerriero Saigord Eroe d’Acciaio, con il quale elimino cinque carte per ogni livello a cui lo spirit è elevato… il tuo prezzo, fratellino, sono quindici carte!”
 
L’onda d’urto azzurra scaturita dall’inesorabile carica dello spirit lo precedette nella sua destinazione finale andando a spazzare via quel poco che restava del mazzo del minore degli Ohizumi; le guardò tutte, le carte, mentre sparivano all’interno di uno scomparto di metallo, tutte fino all’ultima.
 
“A te la mossa” concluse in tono quasi neutrale il presidente, per poi aggiungere un più sentito “sii fiero di te, fratellino”
 
“Il duello è concluso!” urlò Galaxy con tutto il fiato che aveva ne polmoni “il grande Manabu Ohizumi, rappresentante della nazionale giapponese, ha disputato un magnifico duello e si dimostra già pronto ad affrontare con rinnovata convinzione le qualificazioni regionali del blocco rosso, che si disputeranno da qui a breve”
 
“Concordo su tutto, Galaxy” proseguì Yui “ma questo non deve farci dimenticare del grande duello disputato da Kataru, è evidente che questo ragazzo è un duellante in ascesa e sono certa che anche lui reciterà un ruolo da protagonista al torneo regionale”
 
“Certamente, cara collega, ringraziamo entrambi i ragazzi per il grande spettacolo offerto e gli invitiamo a raggiungerci al club per un meritato tributo alla loro abilità”
 
A quelle parole, ambedue i fratelli si voltarono e si incamminarono attraverso il portale per ritrovarsi poi sul palco, sotto di loro, il corpo studentesco del liceo di Kadode era in visibilio.
 
“Li senti, fratellone” fece Kataru “li hai davvero conquistati”
 
“Quanto sei ingenuo Kataru” replicò l’altro “non lo vedi, esultano soprattutto per te”
 
“Ma io ho perso, e-e-e no-non sono neanche riuscito a-a-ad evocare i-il m-mi-mio spirit chiave”
 
“Vero, ma hai duellato benissimo” concluse il maggiore “te lo ripeto, sii fiero di te”
 
Come fosse uno spirit in fase di recupero, il più piccolo dei fratelli Ohizumi rialzò la testa in direzione della platea e, quasi d’istinto, sollevò il pugno destro al cielo; un boato di applausi e gioia si sollevò sin dal fondo del locale e travolse i due ragazzi sul palco come un uragano.
 
-Si, è davvero bello sentirsi primi-
 
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
Hasta la vista, amigos, benvenuti al terzo capitolo di questa storia, mi scuso se è passato così tanto tempo ma ho avuto molte complicazioni sia negative (il mio attuale lavoro mi tiene lontano da casa) sia positive (è finalmente uscito Kingdom Hearts 3 e da fan pluridecennale non posso assolutamente esimermi) che mi hanno impedito di scrivere, ora ho trovato un po’ di tempo per continuare e spero di essere stato in grado di proporvi un buon prodotto. State tranquilli, se questa storia vi piace sappiate che io non ho, ad oggi, alcuna intenzione di abbandonarla, né di abbandonare la sezione di Battle Spirits (figurarsi ora che abbiamo questi fantastici OAV in corso).
 
Sul capitolo ci sono un po’ cose da dire:
 
1) Innanzitutto i duelli. In questo capitolo troviamo ben tre duelli, con addirittura due fuori scena, che sono una buona rappresentazione di quelli che potrebbero essere gli scontri nei futuri capitoli; voglio scrivere una sorta di avventura di gruppo, in cui tanti personaggi avranno un loro sviluppo, per cui devo sin da subito fare delle scelte. Rispetto all'anime, ad esempio, il Team Tegamaru, e Tegamaru in particolare, avrà un ruolo molto meno preminente (soprattutto perché l'arco di sviluppo di Tegamaru è già stato concluso nell'anime) e per questo il duello tra Chihiro e Kobushi è offscreen; al contrario Manabu e Kataru saranno più importanti rispetto alla serie (soprattutto Kataru, Manabu in realtà avrà più che altro il ruolo di adulto responsabile e di amichevole consigliere, visto che tra i ragazzi è l’unico maggiorenne); il caso di Tameru vs Shizuku, invece, è ancora diverso, il duello è estremamente breve per un motivo che sarà spiegato più tardi.
 
2) La struttura ad episodi. Okay, prima di tutto diamo i meriti a chi di dovere e, visto che siamo nella sezione di BS di efp, il “chi” di dovere è sempre lo stesso, ovvero Hikarimoon che ha avuto per prima quest’idea per la sua storia sequel di Brave. Ho notato nella sua storia come questo sistema funzioni bene nelle storie con tanti personaggi protagonisti e con trame in costruzione (nel senso che il filo che legherà gli eventi futuri vi sarà chiaro solo più tardi); la storia di Julian non si presta poiché avrà un gruppo ristretto e molto unito di protagonisti, mentre al contrario, in questa storia, i ragazzi andranno in direzioni diverse e questa struttura mi consente di giostrarmi meglio tra tutti loro (per capirci, quando si divideranno potreste trovarvi due capitoli anche consecutivi, uno tutto su Hajime e un altro tutto su Kataru con ambientazioni differenti eccetera; so che si tratta di una scelta criticabile ma cercherò il più possibile di rendere chiare le vicende magari con piccoli collegamenti, spero possiate apprezzare lo stesso).
 
E con questo papiro, posso finalmente dichiarare concluso il secondo episodio di questa lunga storia, l’appuntamento è con il prossimo episodio che spero di riuscire a produrre in tempi meno biblici.
 
Alla prossima da ShawnSpenstar, a voi le carte pescate durante questo duello:
 
Turno 1: Porto dei Giganti, Yagyurd-Jubei, Riparoceros, Impavida Città sulla Nave + Zigoro Maestro Pescatore
Turno 2: Kudagitsunen, Canto Atroce, Regina Amazzone, Bibbia Regale + Sussurro Magico
Turno 3: Lago Impronta del Gigante
Turno 4: Minogamen
Turno 5: Orione Cacciatore Gigante
Turno 6: Angelia Coma
Turno 7: Todon Armatore Ruggente
Turno 8: Terra delle Tombe dei Re
Turno 9: Fido Golem
Turno 10: Ragazza Amazzone
Turno 11: Guerriero Saigord Eroe d’Acciaio
 
 
In ultimo vi lascio con le anticipazioni, che da adesso in poi troverete al termine di ogni episodio, del prossimo capitolo, un’altra grande idea di Hikarimoon alla quale prima o poi dovrò pagare i diritti d’autore:
 
La breve competizione per scegliere il rappresentante del liceo di Kadode al torneo intrascolastico entra nelle sue fasi conclusive; Hajime, Tameru, Manabu e Kobushi si sfideranno nelle semifinali e poi in un acceso ultimo duello finale per decidere chi dovrà difendere l’onore della “Nuova Capitale di Battle Spirits” contro altri sette agguerriti duellanti, questo nel prossimo episodio “E il Campione di Kadode è…”.

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Capitolo 4
*** Episodio 3: E il campione di Kadode è... ***


Dedico questo capitolo a Bergamo, all’Atalanta, alle mura venete, al Donizetti, al Caravaggio, al santuario di Caravaggio, ai Pinguini Tattici Nucleari e a tutti gli altri bergamaschi che rendono grande la mia provincia nel mondo.
Forsa scecc, noter an mola mia.

 
 
E il campione di Kadode è…
 
 

Il "Day After" di Kataru Ohizumi fu cento, se non mille, volte più splendido della più splendida delle sue rappresentazioni mentali: quasi tutta la sua classe aveva assistito allo splendido duello e ognuno di loro era esaltato dal fatto che il loro compagno di classe fosse riuscito a tenere testa e a mettere in difficoltà il fratello, un duellante di livello mondiale; durante la pausa, poi, la ressa intorno a lui si fece ancora più grande, perfino molti ragazzi che il primo giorno non avevano ritenuto il giovane duellante degno di un secondo ora gli si avvicinavano per fargli domande e discutere con lui.
Ad osservare la scena, appoggiato agli stipiti della porta della loro classe, Hajime sorrideva soddisfatto; solo qualche anno prima avesse quasi dovuto "usare la forza" per convincere l'amico a candidasi come rappresentante studentesco.
Sembrava passata una vita.
 
"Guarda, quanto se la tira" sussurrò una voce femminile dietro di lui "ma almeno lo sanno che ha perso o cosa?"
 
"Adesso TU ti metti a dare lezioni di umiltà?!" domandò il ragazzo "o forse stai solo avendo un flashback riguardo una certa TUA sconfitta"
 
"Addirittura ironia e allusioni assieme; non mi starà diventando una persona di intelletto quasi normale, vero signor Hinobori?"
 
"Forse lo sono sempre stato" ribatté deciso l'altro
 
Dal tono usato, Kimari intuì che non era il caso di proseguire con le punzecchiature e tornò ad osservare Kataru sempre più accerchiato da ragazzi e ragazze impegnati a complimentarsi con lui; improvvisamente un sussurro alle sue spalle attirò la sua attenzione, si voltò e vide la sedicente rivale del minore degli Ohizumi con una strana espressione dipinta in volto intenta a lanciare occhiate al poveretto al centro dell'attenzione… che strano, improvvisamente la giornata pareva essersi fatta più luminosa.
 
La suddetta luminosità non abbandonò quel dì nemmeno per le restanti ore di lezione, la Tatsumi si districò in maniera eccellente in una sorta di test (svolto non altrettanto eccellentemente da Hajime che si lo concluse, ma molto più sudato e preoccupato di quando dovette affrontare la finale del campionato mondiale) e riuscì a comprendere a grandi linee gli argomenti trattati in giornata.
Allo squillo della campanella, osservò con soddisfazione la sua agenda piena di appunti e si lasciò andare ad un profondo respiro: Il dovere, almeno per oggi, era concluso, ora era il momento del piacere.
 
Rapidamente si incamminò verso la terza ala dell'edificio, contenente le aule aperte ai club, oltrepassando l'ingresso e raggiungendo il cortile; si fermò, per un istante le parve di scorgere una sagoma molto simile alla loro amica Shizuku Himekawa intenta ad oltrepassare il cancello.
 
-Al diavolo, pure le visioni dovevano venirmi- si disse prendendo la porta dell'ala est -vediamo piuttosto di non arrivare in ritardo-
 
Raggiunse la porta ed entrò nella stanza: seduti ad un tavolo c'erano Hajime e Tameru con Manabu e Kataru in piedi accanto all'altro e i terreni con annessi nuclei, vite e mazzi già al loro posto; tutti sembravano pronti ad iniziare.
 
"Ciao, avete per caso visto Shizuku?" domandò incuriosita
 
"Sinceramente no" replicò Kataru "in realtà e quasi tutto il giorno che sembra quasi invisibile, e dire che la sua voce normalmente raggiunge i decibel prodotti da un martello pneumatico"
 
"Vero" asserì la ragazza "beh, immagino sia meglio così; voi due invece che mi dite, sono sorpresa che non abbiate ancora iniziato"
 
"Volevamo aspettare Kobushi per iniziare i due duelli in contemporanea"
 
"SONO QUA!!" esclamo la voce potente di Nigiri da appena dietro la porta
 
"Oh, perfetto" fece Ohizumi prendendo posto al tavolo accanto a quello dei due ragazzi più giovani
 
Tutti i quattro semifinalisti si disposero come da regolamento e mischiarono i mazzi, dopodiché, sotto lo sguardo vigile di Naoko, diedero inizio al primo turno delle rispettive sfide.
I duelli procedettero perfettamente in parallelo fino al quarto turno, quando i primi tentativi di distruzione del mazzo da parte di Manabu fecero guadagnare turni di vantaggio ad Hajime e Tameru.
“Attacco con Pandal” fece Tameru all’altezza del sesto turno
 
“Ne rispondo con la vita” replicò l’altro aggiungendo poi “attivo il mio burst ed evoco a costo zero Lord Dragon Bazzel Eroe Delle Esplosioni
 
Fu, quello, il turno di svolta del duello, Hajime difatti riuscì rapidamente a chiudere la pratica nel turno successivo.
Rimase li ancora pochi minuti, giusto il tempo che, come prevedibile, il presidente avesse la meglio su Kobushi per stringere la mano al suo futuro sfidante e fare i complimenti allo sconfitto per aver dimostrato le sue capacità; dopo ciò si fiondò verso l’uscita.
 
“Dove vai?!” gli urlò Kimari interrogativa
 
“Da Mika” replicò l’altro “che c’è, vuoi venire anche tu?”
 
“Non vengo certo a dire a te cosa voglio o non voglio fare” ribatte piccata la Tatsumi, che tuttavia si affrettò immediatamente a raggiungere il suo amico per poi sussurrare imbarazzata “prima però passiamo da Kouta”
 
Hajime sorrise, era bello vedere che certe situazioni, nonostante gli anni passati, erano a destinate a non cambiare mai.
 
 
 
Il resto del pomeriggio Hajime lo trascorse senza ulteriori emozioni in quello che il ragazzo riteneva, con ogni probabilità, il luogo più felice della terra… il club di Battle Spirits di Mika Kisaragi.
 
Seduto ad uno dei tavoli del pian terreno, il giovane con la fascetta passava in rassegna le carte che componevano il suo mazzo, tra tre giorni in quello stesso posto avrebbe dovuto affrontare il presidente Manabu nel duello decisivo per la rappresentanza; era certo che il suo mazzo avrebbe dovuto dare il meglio di se.
La sedia accanto alla sua, invece, si mosse improvvisamente e Kimari andò a piazzarsi al suo fianco con aria un tantino esasperata.
 
“Guarda che non è che se le passi in rassegna dieci volte alla decima scopri una carta nuova!”
 
“Zitta!” esclamò il ragazzo istintivamente, quasi fosse in trance
 
“Cos… ma che maniere sono!!” ribatté lei piantandogli il solito tacco nel solito piede e stritolandogli il braccio con una mossa di sottomissione “non t’azzardare mai più, vedi di imparare l’educazione o te la insegnerò io a suon di sberle, bamboccio”
 
“Aaahhhh… okayokayokayscusa!!” la supplicò il malcapitato cercando disperatamente, e inutilmente, di divincolare il braccio “è-è solo che de-devo essere pronto per il d-duello”
 
“Ma che dici, sono due anni che il tuo mazzo è sempre lo stesso” replicò l’altra liberandogli finalmente l’arto incriminato e concedendogli così si riammassare le carte del suo deck
 
“Vero, ma non duello con il presidente…”
 
“Non è più presidente”
 
“Ok, diciamo contro Manabu, va bene?” chiese il ragazzo attendendo il cenno d’assenso “non duello contro di lui da tantissimo tempo, credo di averci duellato solo una volta; ho duellato più contro Abura e Leonard”
 
A quelle parole, Kimari si prese qualche secondo per fare mente locale su quelle parole e si sorprese enormemente nello scoprire che… porco cane, aveva ragione, in tre anni di rivalità solo un duello che, tra l’altro, non era valso una mazza.
La ragazza arrivò quasi a spaventarsi della stupefacente capacità mnemonica del suo amico… non che funzionasse per qualunque cosa non fosse Battle Spirits, però era comunque impressionante che uno che, alle volte, dimenticava di aprire le porte ricordasse eventi antecedenti di anni.
 
Non avendo alcuna voglia di litigare, la ragazza decise di lasciar perdere il tavolo e di rivolgere la sua attenzione piuttosto al bancone, ove la proprietaria era intenta a spolverare e a riempire quattro bicchieri; la studentessa raggiunse una delle sedie, afferrò un bicchiere e rivolse alla barista uno sguardo interrogativo, a cui l’altra rispose indicando una bottiglia d’aranciata. La giovane sorrise e tirò una sorsata soddisfatta.
 
“Signorina Mika, ho sentito dire che il canale Youtube di BattleSpiritsTV ha in programma qualcosa di spaziale per stasera?” accennò, dopo aver appoggiato il bicchiere, la giovane in tono retoricamente allusivo “per caso lei sa di cosa si tratta?”
 
Come da malefico piano di giovane ex aspirante dominatrice mondiale, quel semplicissimo accenno bastò a distogliere Hajime dalle sue manie di conteggio, tra l’altro era pure scarso in matematica, e farlo ritornare alla realtà, in particolare a quella esistente nelle prossimità del bancone; la gestrice del locale afferrò immediatamente l’allusione, sorrise furbescamente e lancio l’amo.
 
“Si, sei ben informata Kimari” fece la castana con un ghigno soddisfatto “pare si tratti di uno special sul nostro caro campione europeo; da quello che ho capito, parteciperanno anche il vostro amico Leonard e suo fratello”
 
Ora, la risposta di Mika ebbe l’involontario effetto di cogliere di sorpresa perfino Kimari che, senza sapere come e perché, si ritrovò intrappolata nella sua stessa rete.
 
“Ehhh, Leonard ha un fratello?! E da quando?!” domandò la Tatsumi con il volume vocale da “dominatrice del mondo”
 
“Ad essere sinceri, sarebbe più corretto chiedere da quando Oliver abbia un fratello” replicò lei col tono di chi la sa decisamente più lunga “tra i due non solo è il maggiore, ma anche quello che duella da più tempo”
 
“Cos… è un duellante, ed è uno bravo?” chiese Kimari che forse ora era perfino più abboccata all’amo del suo amico
 
“Oh si, non ha potuto partecipare all’ultimo mondiale perché doveva sostenere l’esame di laurea, ma era tra i selezionati dell’Inghilterra”
 
“Hai visto?!” sbraitò la giovane rivolgendosi con poche cerimonie ad Hajime “tu e la tua mania di NON fare conoscenza con le persone; costava tanto fare due o tre domande in più, brutta testa di legno?!”
 
“Ehi, perché adesso ogni cosa deve essere colpa mia”
 
“Purtroppo i dialoghi li scrivono per te; io lo dissi in tempi non sospetti che avrei optato per un cambio di protagonista, tanto la tua è una disoccupazione per cui nessuno piangerebbe” lo irrise lei in maniera volutamente troppo complicata “non hai capito una mazza immagino, con te ci vorrebbero i sottotitoli per bambini di tre anni; facciamo così, limitati a ringraziare Mika che ci ha evitato una figura di merda con Leonard”
 
“Si, giusto” fece Hinobori, quasi contrito “grazie Mika”
 
A Kimari parve quasi di avere un principio d’infarto, se riusciva davvero a farsi ascoltare da Hajime e a dettargli i comportamenti elementari della vita sociale magari c’era ancora qualche, minima, possibilità di farne un essere umano normale.
Al contrario di lei, il suo amico che sedeva accanto era meno perso in discorsi sopra i massimi sistemi e più preso a rimuginare sulle recenti rivelazioni della barista; se ciò che diceva fosse stato vero ai prospettava una serata insospettabilmente interessante.
 
-Dai, voglio provare a sentire Abura e Nora riguardo a questo- pensò, andando immediatamente a selezionare il numero di Nora Nyao dalla rubrica
 
“Pronto?” domandò pochi secondi dopo una dolce femminile
 
“Nora? Siamo Hajime e Kimari” replicò lui, incurante degli inviti a “non metterla in mezzo” dell’amica “hai saputo qualcosa della partecipazione di Leonard ad uno special su BSTV, so che voi due avete legato molto durante il mondiale”
 
“Ciao Hajime, sono felice di sentirti” rispose l’altra con educazione “mi spiace ma non ne so niente, non parlo con Leonard da molto tempo”
 
“COOOSAA!! VI SIETE LASCIATI!!” si intromise Mika con il sobrio atteggiamento di un’attrice di teatro “Quando? Perché? Come è potuto accadere tutto ciò?!”
 
“Avete litigato, è stata colpa sua vero?!” aggiunse un’altra voce femminile, chiaramente altrettanto presa dalla notizia “tranquilla, l’ho sempre pensato che quel cavaliere da strapazzo non ti meritasse”
 
L’intera popolazione del locale, occasionali compresi, ammutolì e tutti, perfino Kouta che fino ad ora aveva dedicato attenzioni solo alla sua coppa di gelato, dovettero alzare lo sguardo.
Kimari aveva detto quelle cose? Kimari come in Kimari sua sorella? Passi Mika che era un’inguaribile romantica, ma sua sorella al massimo era un’inguaribile dittatrice.
 
“N-no” rispose finalmente Nora, evidentemente imbarazzata “no-non s-siamo mai stati i-insieme, è so-solo ultimamente mi sono tenuta lontana dal mondo di Battle Spirits”
 
“Aspetta, come sarebbe a dire lontana?” chiese, improvvisamente rianimato, Hajime che ovviamente non poteva nemmeno pensare di accostare quelle due parole
 
“Beh, nel senso… nel senso che ho preferito concentrarmi sul mio sogno: studiare criminologia per poi, un giorno, entrare nell’interpol”
 
“Interpol? E da quando?!” esclamarono all’unisono Hajime e Kouta
 
“Da sempre” li stroncò Kimari “lo sanno perfino i muri, gli unici che non l’hanno mai capito siete voi due teste di ca…”
 
“Kimari!” la rimproverò, sempre più imbarazzata, la povera Nora
 
“Ok, teste di legno” si corresse la castana con una certa rassegnazione “scusami Nora; comunque sappi che quello che ti hanno detto questi due anelli mancanti dell’evoluzione dalla scimmia all’uomo è vero: se vuoi, stasera potrai vedere il tuo amante segreto in diretta su BSTV”
 
“NON È IL MIO AMANTE SEGRETO!!” ribatté l’altra ragazza, ormai probabilmente rossa come un pomodoro “a-ad ogni mo-modo, contatemi dentro; ci risentiamo stasera in videoconferenza, se volete posso informare anche Abura”
 
“No, tranquilla” si inserì Hajime “a lui ci penso io”
 
Dall’altra parte della linea, la giovane di Hong Kong acconsentì all’idea e salutò felice il suo simpatico nugolo di compagni di conversazione, prima di chiudere la telefonata; Hajime, da parte sua, ripose immediatamente il cellulare in tasca e si alzò dallo sgabello per poi dirigersi verso l’uscita dopo un rapido e, per tutti, quasi impercettibile (infatti non lo percepirono affatto) saluto.
 
“Ma che… te ne vai di già?!” esclamò Kimari stupefatta “pioverà viola, peccato aver dimenticato a casa l’ombrello”
 
Incredibilmente, il giovane duellante nemmeno fece caso alle ironie dell’amica (cosi come ai seguenti dieci minuti di insulti e reprimende per averla ignorata) e proseguì invece per la sua strada fino ad uscire dal negozio e ad imboccare il percorso per la fermata della linea cittadina.
Ebbe molta fortuna visto che dovette attendere solo tre-quattro minuti prima di veder apparire il treno di cui aveva bisogno, ci salì immediatamente e prese a sedere nel primo dei moltissimi posti vuoti.
 
I pochi minuti di strada che lo separavano dal suo capolinea trascorsero particolarmente lenti, molto più di quanto il fugace panorama mostrato dai finestrini potesse indicare ma, soprattutto, in totale contrasto con quella che fino ad adesso era stata la sua giornata: magari entusiasmante era un termine un po’ eccessivo, ma certamente non sarebbe stato sbagliato definirla ricca ed interessante.
 
-Speciale, come qualunque giorno che abbia Battle Spirits come protagonista-
 
Saltò giù dal treno ancora prima che le porte si aprissero completamente e inspirò un’enorme, liberatoria boccata d’ossigeno, quasi a voler porre un confine tra quel momento e l’attesa apatica del viaggio, dopodiché si lanciò sulla strada che l’avrebbe riportato a casa.
 
Anche a una certa distanza, non faticò a notare come qualcosa fosse diverso rispetto a qualche giorno fa: la luce della sala era accesa, così come quella della cucina, la porta del cortile era chiusa e l’ambiente sembrava in generale più caldo.
 
-Aspetta, vuoi vedere che…- pensò
 
“Buonasera!” esclamò immediamente, mentre attraversava la soglia
 
“È l’ora di tornare?” domandò scherzosa la madre “forza, che la cena è pronta da un secolo”
 
“Ma se è fuori solo da cinque minuti” le rispose un’altra voce, maschile e molto nota
 
“Papà, sei a casa!” gridò Hajime, accelerando tutti i suoi gesti per potergli correre incontro il più in fretta possibile
 
Lo trovò in sala, appoggiato contro lo stipite della porta della cucina, con il volto visibilmente tirato e un paio di occhiaie notevoli ma sorridente e impegnato a fare giochetti con le mani per una Hanayo entusiasta; rallegrato, il fratello maggiore si sedette al suo postò, consumò la cena, ancora calda, il più velocemente possibile per poi alzarsi e fiondarsi verso la rampa di scale.
 
“Aspetta un attimo, Flash” lo fermò suo padre “resta qua ancora un po’, ho qualcosa da dirti”
 
“Va bene” rispose il ragazzo con scarso entusiasmo
 
Tornò a sedersi al tavolo, accanto ad Hanayo, e seguì con lo sguardo padre e mare che andarono a disporsi proprio davanti a lui; Hajime trasalì, era strano che sua madre interrompesse una qualunque delle sue mansioni, di casa o laboratorio, per qualsivoglia motivo ed era ancora più strano che fosse necessaria la sua presenza per un discorso padre-figlio. Avrebbe mentito se avesse detto che non era preoccupato.
 
“Ho saputo da tua madre dei tuoi primi… risultati liceali”
 
Il ragazzo sentì un brivido gelido percorrergli tutta la spina dorsale fino al cervello, quello era probabilmente uno dei tre modi peggiori di iniziare una conversazione con lui e che suo padre, dopo mesi di assenza, cominciasse così il loro primo dialogo confermava le cattive sensazioni.
 
“Tranquillo, non parlo delle sessioni domande e risposte” proseguì l’adulto, riuscendo almeno in parte ad allentare la tensione dell’altro “cioè anche su quello ci sarebbe da dire in realtà, ma è tutto roba che si può risolvere con un maggior impegno nello studio”
 
Il giovane annui sommessamente.
 
“Parlo più del fatto che sono passate… credo due settimane, giusto tesoro?” chiese ad Akari ricevendo un’immediata risposta affermativa “e non ti sei iscritto ancora a nessun club scolastico, non hai nemmeno provato a visitarne uno”
 
“Mmm, si in effetti è vero” confermò il castano
 
“Eppure non hai impiegato neanche mezza giornata per iscriverti al club di Battle Spirits”
 
“Già, vero anche questo” replicò, stavolta con molto più entusiasmo “e sai, disputerò per la scuola un piccolo torneo semiufficiale contro altri sette rappresentanti; ci pensi papà, duellerò nel primo club di BS della storia”
 
“Lo so figliolo, tua madre mi ha detto anche questo” fece l’altro con molta meno euforia “e… non hai proprio pensato di iscriverti a qualche altra attività?”
 
“No, sinceramente no” rispose candido
 
Mahiru lasciò andare un sospiro e abbassò lo sguardò, unendo le mani davanti a lui come in preghiera. Il figlio colse immediatamente il segnale di un gesto consueto, un vecchio gioco eterno che padre e figlio mai si stancavano di giocare, e come sempre si sporse per cercare di vedere il sorriso del genitore.
Gli ci volle anche meno tempo del solito per vincere ed era strano perché solitamente il padre era molto competitivo, ma ciò che trovò ancor più strano fu l’espressione che colse sul volto: non rideva, non era nemmeno serena, pareva al contrario seria e imperturbabile; istintivamente, il ragazzo alzò lo sguardo, atto peraltro replicato dal suo interlocutore, in direzione della madre e trovò anche in lei il medesimo volto.
 
“Tesoro, sei proprio sicuro di non voler provare altre strade?” chiese dolcemente Akari “sei veramente deciso a continuare?”
 
“Certo mamma, perché dovrei pens…”
 
“”Non è tutto semplice come credi Hajime” affermò Mahiru con voce decisa ma gentile “è per questo che ho chiesto al mio maestro, il professor Minamoto, di concederti una giornata di visita alla mia vecchia università in cui lui ti farà da gui…”
 
“Papà non credo m’interessi”
 
“Aspetta a dirlo, il professore è uno degli uomini più onorevoli e stimabili che abbia mai conosciuto e…”
 
“Io intendevo dire che non pensavo nemmeno di andarci all’università”
 
“Ma perché?” chiese la madre “non vuoi cercare qualcos’al…”
 
“E come potrei mamma?!” rispose il giovane, ora impercettibilmente alterato “io diventerò il campione del mondo e tu lo sai; non voglio pensare a nient’altro, BATTLE SPIRITS È TUTTO PER ME!!”
 
“Può essere” sospirò Mahiru trattenendo quanto più possibile il nervosismo “ma ho già preso appuntamento con Robert e non intendo mancare alla parola data, la visita la farai”
 
“Va bene” sussurrò rassegnato “quando sarebbe?”
 
“Alla fine di giugno, prima del break estivo”
 
Il giovane duellante sbiancò all’improvviso: ma come era possibile, se davvero la madre gli aveva raccontato tutto non poteva non saperlo.
 
“M-ma la fine di giugno è la data del torneo”
 
“Lo so, ma tua madre mi ha detto che le selezioni non sono ancora concluse e che tra gli aspiranti rappresentanti ci sono anche Manabu e Chihiro, io non…”
 
Non sentì più nulla, certo la bocca dell’uomo continuava a muoversi e a spiegare ma nella sua testa c’era solo silenzio; era assurdo come più quel dialogo andasse avanti più crescesse la sua voglia di sotterrarsi, ma l’individuo di fronte a lui e che tanto somigliava a suo padre si rendeva conto di ciò che stava dicendo?
 
“Papà, tu… ti stai a-augurando che io perda?”
 
Per la prima volta dall’inizio della conversazione, l’adulto non seppe trovare le parole per rispondere; subì in silenzio sotto il peso di quelle parole, come se fosse su un ring e un arbitro gli stesse contando i secondi.
In ultimo provò a fare mente locale ed infine a reagire, ma era ormai troppo tardi: i dieci secondi erano passati… knock out.
 
“Haji…”
 
Non gli lasciò nemmeno il tempo di finire la frase, il ragazzo di levò dalla sedia lanciandola con violenza e si fiondò rapidamente verso le scale senza mai alzare lo sguardo; Mahiru lasciò cadere le braccia sul tavolo e sospirò per l’ennesima volta, un sospiro molto diverso dai precedenti.
 
“Ho fatto una cazzata, vero tesoro?” domandò retoricamente alla moglie
 
“Si, decisamente” replicò lei in tono carezzevole; lo apprezzò, l’aveva sempre amata quella sua capacità di non edulcorare la verità
 
“Non lo pensavo, sono molto teso”
 
“Lo so amore, dovresti provare a tranquillizzarti” sussurrò la donna, ritirando gli ultimi piatti dalla tavola “se ti serve posso tornare a la…”
 
“No!” esclamò l’altro “scu-scusami, è-è solo che no-non voglio che i ragazzi stiano da soli, soprattutto Hanayo; il numero di operativi nel team di ricerca e sperimentazione non è uno dei nostri problemi”
 
“Ma lo sono i costi del progetto” concluse la moglie “e anche trovare uno sponsor, vero?”
 
Nessuna risposta giunse dall’uomo, ma lo sguardo che rivolse nei riflessi del suo bicchiere era una spiegazione più che esaustiva.
 
“Ce la farai tesoro” lo consolò, appoggiandosi sulla sua spalla “ce la fai sempre”
 
 
 
Hajime premette il tasto e lasciò che la retroluce dello schermo del fisso illuminasse il buio della sua stanza.
Aveva chiuso la porta a chiave e spento la luce, gli pareva di stare in una tomba e decise immediatamente che avrebbe riportato tutto alla normalità prima di andare a letto ma per ora desiderava solo dare l’impressione di voler essere lasciato in pace; l’attesa dell’accensione fece tornare la sua mente allo scontro avuto poco prima con il padre senza però dedicargli più di un istante, avrebbe preferito che il ritorno del genitore fosse diverso ma non era quello il momento di perdersi in cattivi pensieri, per le prossime due ore sarebbero esistiti solo lui, i suoi amici in giro per il mondo e lo speciale su Anthony.
 
Quasi gli leggesse nella mente, il sistema concluse il caricamento delle varie applicazioni e tutti gli aggiornamenti richiesti, dando così via libera al giovane duellante; attivò immediatamente la funzione di videochiamata e inviò i numeri al sistema che, in risposta, aprì tre finestre video.
 
Con sua grande sorpresa, non fu Kouta il primo a rispondere al suo messaggio, perché il ragazzino fu preceduto da un’altra persona: un ragazzo della medesima età di Hajime (al massimo maggiore di un anno), dalla pelle ambrata, un sorriso perennemente stampato sul volto e, addosso, vestiti tradizionali dell’Arabia Saudita.
 
“Ciao Hajime, quanto tempo che non ci si vede!!” gridò, fin troppo entusiasta, il ragazzo arrivando quasi a distruggere le cuffie del giapponese
 
“Ciao Abura, sono felice di risentirti” replicò Hajime strofinandosi le orecchie “e vorrei poter ripetere questa frase ancora, per cui diminuisci i decibel”
 
“È tutto un programma che questa frase venga da te” si inserì l’appena arrivata Nora Nyao “ciao ragazzi e ciao Kouta, questi due sono così impegnati ad assordarsi a vicenda che non si sono accorti nemmeno che sei arrivato”
 
“Se è per questo nemmeno tu ti sei accorta che non c’è solo Kouta in più” ribatté Abura sornione, facendo poi cenno a qualcuno nell’ombra di farsi avanti “lui è Selim, è un grandissimo fan di Battle Spirits nonché mio discepolo”
 
“Beh, piac… aspetta un attimo, come TUO DISCEPOLO?!”
 
“Eh, già” disse soddisfatto l’arabo “hai visto, tu e Kouta non siete più gli unici”
 
“Si ma lui mi sembra un po’ più grande di me” osservò il più piccolo del gruppo
 
“Direi pure un bel po’ più grande” puntualizzò Hajime
 
“E non si vergogna un po’?”
 
“Cosa vorre…”
 
La discussione, per fortuna, non ebbe occasione di continuare perché un paio di sonori e piccati colpi di tosse li riportarono alla realtà; in massa si voltarono verso la finestra di Nora, era evidente che fosse stata lei, e la trovarono intenta ad osservare la situazione con un’espressione irritata sul volto e… un revolver intento a ciondolare intorno all’indice della sua mano destra.
I tre litiganti, che pure di solito non brillavano per acume, colsero immediatamente l’allusione (quando si dice gli stimoli) e si calmarono rimettendosi educatamente ai rispettivi posti.
 
“Ora va meglio, buonasera ragazzi… non ve l’avevo ancora detto, giusto?” domandò
 
“S-si, bu-buonasera” risposero all’unisono gli altri tre, intimoriti
 
“Bene, Kimari non c’è?” chiese Nora riponendo finalmente la pistola
 
“Ha detto che non le interessava” spiegò il fratello
 
“Peggio per lei” la stroncò Hajime “ora però silenzio che sta iniziando”
 
Come annunciato dal giapponese, alle ore 12 in punto di Londra (ore 21 in Giappone) la diretta iniziò e le telecamere si accesero sul Battle Spirits Palace della capitale inglese mostrando così la spettacolare scenografia allestita per l’occasione; ad un certo punto, la panoramica si arrestò e l’inquadratura puntò verso il palco dove si scorgevano, quasi indistinguibili, alcune macchie di colore, il carrello si mosse  l’inquadratura iniziò ad allargarsi e a farsi più nitida fino a rivelare l’identità di quelle macchie: c’era Galaxy, vestito con una specie di divisa militare e un vistoso mantello, con accanto una molto più sobria Yui e, dirimpetto rispetto a loro, stavano Starck, Leonard e un terzo ragazzo, alto, con biondi capelli e lineamenti eleganti, che tutti dedussero essere Oliver, il fratello di Leonard.
Con notevole prontezza, il commentatore, oggi in veste di conduttore, presentò i suoi ospiti ponendo, come ovvio che fosse, più attenzione sul campione europeo che solo pochi giorni prima aveva annunciato di essere diventato il responsabile della selezione nazionale inglese.
 
“È una storia che si ripete” esordì Galaxy “Anthony Starck che torna dove tutto è iniziato per poter permettere alla prossima generazione di duellanti di diventare come la sua”
 
“Già, per ogni duellante inglese il signor Starck non può che essere un idolo” osservò Leonard “siamo tutti molto onorati di averlo come nostro maestro”
 
“Lo immaginiamo” proseguì Yui “ed è proprio in occasione di questo ritorno alle origini, di questa simbolica… chiusura del cerchio che abbiamo deciso, come BSTV, di raccontare la storia di questo grandissimo campione, protagonista di una rivoluzione all’interno del mondo del nostro amato gioco e suo ambasciatore nel mondo al di fuori dell’Asia; una storia di un impatto straordinario”
 
“Questo è certo” replicò stavolta Oliver “essendo maggiore di mio fratello, mi sono messo in gioco prima e i miei istruttori, molti dei quali erano stati al massimo semiprofessionisti, mi raccontavano di come prima i pochi duellanti occidentali avevano una sorta di timore reverenziale verso gli orientali e in particolare dei nipponici”
 
“E fu proprio il signor Starck a dare una svolta a questa situazione, vero?”
 
“Già” continuò Oliver “insieme ad un gruppo di duellanti occidentali si prese la scena e scalò il ranking. Certo, a guardare solo i freddi dati non cambiò nulla, la prima posizione del ranking individuale non fu mai realmente in discussione e anche sui risultati del ranking per nazioni, oggi, si mettono molti “asterischi”, ma il punto è un altro: prima di Anthony nessun giapponese aveva timore di un giocatore non asiatico e anche sul ranking, molti dimenticano che, al momento della sua abolizione, sette delle prime dieci posizioni erano occupate da occidentali”
 
“Vero” confermò Galaxy “e, da giapponese, lasciatemi dire che possono mettere tutti gli asterischi che vogliono su quel ranking per nazioni, non cambierà il risultato indicato da quegli stessi “freddi numeri” che amano tanto”
 
“Mi fa piacere sentirlo da qualcun altro che non sia Arata” ammise Anthony “è per questo che sono ancora fiero di vedere quella data incisa proprio sopra la soglia di questo luogo”
 
“Ne avete ben donde” riprese Galaxy, rivolgendosi nuovamente verso la telecamera “quella data è stata uno dei momenti fondamentali della leggendaria carriera di Anthony Starck; ma come è iniziato tutto? Chi è quest’uomo e da dove viene? Chi è stato il suo maestro? A tutte queste domande cercheremo di rispondere con il primo capitolo della nostra storia: nato per lottare”
 
Sfruttando l’accattivante presentazione di Watanabe, montatore e regista agganciarono magistralmente l’atteso documentario biografico; davanti agli occhi estasiati dei ragazzi si susseguirono un’armonia di granulose registrazione VHS e immagini fotografiche inedite mentre, di sottofondo, le voci dei due conduttori narravano le prime pagine della storia di un ragazzo di buona famiglia inglese, desideroso di diventare un campione dello sport ma frenato da una da una costituzione fisica troppo fragile.
 
“Il mio sogno” raccontò l’Anthony intervistato all’interno del filmato “era di giocare a rugby o, meglio ancora, a calcio; avrei voluto giocare per la mia squadra, il Newcastle, ma gli allenatori e i preparatori dissero ai miei che, per quanto avessi delle qualità, il mio fisico debole quasi certamente mi avrebbe precluso la via del professionismo. Ci rimasi malissimo e per due settimane non volli uscire dalla mia stanza, ma poi mio zio Lewis riuscì a darmi il consiglio decisivo: se non puoi vincere con il corpo, allora vinci con la mente”
 
Le immagini che seguirono non fecero altro che confermare quanto quell’invito avesse colpito il cuore dell’inglese.
Dopo che la finestra sugli sport fisici si era chiusa forzatamente il ragazzo decise di tuffarsi a capofitto nei giochi d’intelletto, il suo primo amore furono gli scacchi e poi, in seguito ad un viaggio in Giappone con la famiglia, scopri Battle Spirits.
 
Per Hajime fu uno spettacolo insuperabile vedere l’attuale campione europeo alle prese con i suoi inizi; non aveva mai pensato ad Anthony come ad un ragazzo che avesse potuto provare le sue stesse emozioni al primo incontro con le carte, era così difficile connetterla con l’immagine elegante e sicura che trasmetteva oggi.
 
“Nel ristretto campo delle carte brave Anthony è, a mio parere, anche superiore ad Arata” affermò con malcelata commozione Daigoro Sakaguchi, il maestro di Starck, intervistato per l’occasione “non credo la mia sia parzialità, se pensiamo ai risultati che ha ottenuto contro gli utilizzatori di burst, ad esempio, mi sembra impossibile pensarla diversamente; non dimentichiamo che Anthony non è potuto venire a contatto con le carte della prima saga, non prima che ci trasferissimo a Londra”
 
Seguendo la rotta tracciata dalle parole del vecchio giapponese, il set della storia traslò da Newcastle al sud dell’Inghilterra; le telecamere viaggiarono per chilometri e chilometri fino a riaccendersi davanti ad una maestosa porta dall’aria familiare.
Anche da buio della sua camera, Hajime la riconobbe immediatamente, non aveva la scritta ad arco sopra la soglia ma era impossibile non riconoscerla. Era lo stesso posto in cui si trovavano adesso.
 
Come prontamente spiegato da Galaxy, Londra era stata per Battle Spirits quello che Sheffield era stata per il calcio; era il cuore di tutto, il luogo dove tutto era iniziato.
Quel club fu il primo vero punto di svolta della carriera, e della vita, di Anthony; nella capitale il ragazzo poté venire a contatto con le carte di prima generazione, poté conoscere per la prima volta il calendario dei tornei e, soprattutto, poté incontrare finalmente un piccolo gruppo di giovani e appassionati duellanti.
 
“In quel club c’erano già Wayne Hart, i fratelli Atkinson, Devon Rose e Wallace McCoy” recitò la voce narrante di Yui Inoue “allora era solo un plotoncino di passionali dilettanti, non potevano nemmeno immaginarlo ma in quel club stavano per scrivere la storia”
 
Una rapida dissolvenza e le immagini del documentario lasciarono il posto a quelle in diretta dallo studio. Le facce erano molto diverse da come le avevano lasciate, il filmato aveva lasciato il segno e se era vero che Yui e Galaxy, da veri professionisti, riuscivano a non far trasparire alcuna emozione, gli altri tre faticavano a trattenere l’eccitazione (i ragazzi) o la commozione (il campione).
 
“E questo è il nostro primo punto di svolta” affermò Yui reintroducendo il discorso “Sakaguchi-Sensei e Lei vi trasferite a Londra per iniziare la vostra sfida al mondo; ci dica, come era affacciarsi nel grande mondo di Battle Spirits in quegli anni?”
 
“Complesso” replicò il campione “l’ambiente era in subbuglio e senza il maestro Sakaguchi a farci da guida probabilmente non ce l’avremmo fatta”
 
“Immagino, era l’inizio della “Constellation Saga” e dell’era dei brave” intervenne Galaxy “non fu una transizione facile”
 
“Guarda Galaxy, quello che dici è corretto, ma il nostro problema principale in realtà era lo stato di non professionisti” lo corresse prontamente Anthony “eravamo tutti minorenni certo, ma perlomeno avremmo potuto avvalerci della qualifica di semiprofessionisti; nella nostra condizione, invece, dovevamo per forza viaggiare in Asia per partecipare ai tornei ufficiali e, pure in caso di vittoria, non potevamo comunque accumulare gli eventuali punti per migliorare il ranking; ci spettava sostanzialmente solo il premio in denaro, non era poco ma in quel momento non era ciò che più ci serviva”
 
“Esatto, la situazione appariva quindi come molto complicata e, come sempre, è nelle solo situazioni ostiche che si vedono gli uomini con il fuoco dentro” fece Galaxy riprendendo possesso del filo della narrazione “la rivoluzione era innescata, ora serviva solo un’idea geniale a fare da scintilla; che altro aggiungere se non un sentito “benvenuti”, questo è il secondo capitolo: dal purgatorio al paradiso, le tournée e il 24 giugno”
 
Come accaduto in precedenza, il regista si agganciò abilmente alla presentazione del conduttore e riportò l’attenzione degli spettatori sul documentario.
 
Non fu un caso se, per prima cosa, il racconto video riprese ed ampliò gli accenni dei protagonisti sulla condizione dei ragazzi di Londra, situazioni ormai molto lontane nel tempo e, soprattutto, interne ad un mondo così cambiato da poter risultare assurdo al giorno d’oggi.
Con grande precisione e competenza, le voci narranti di Yui e Galaxy tracciarono il quadro generale della situazione: a differenza dei paesi asiatici, l’Inghilterra non aveva un organismo federale riguardante il settore, ciò significava che i duellanti inglesi non potevano ricevere la qualifica di professionisti (o semiprofessionisti fino al raggiungimento della maggiore età) e potevano valersi solo di quella di amatori, pertanto non potevano guadagnare punti ranking e potevano entrare nei tabelloni principali dei tornei ufficiali solo come detentori di record di punteggio; in più, l’assenza di una federazione significava impossibilità di organizzare tornei ufficialmente riconosciuti sul suolo inglese, il voleva dire necessità di viaggiare in Asia per partecipare a competizioni valide e acquisire una carta fama.
 
“Perdonate l’espressione poco inglese e poco da alta società” esordì lo Starck dell’intervista “ma era veramente una situazione di merda perché duellavamo sempre in Asia, senza mai avere punti in graduatoria e, in più, dovevamo anche pagare la quota d’iscrizione”
 
“Beh, io e Anthony eravamo ricchi di famiglia quindi il buy in non era un problema” scherzò McCoy, apparso per la prima volta come intervistato “battute a parte, era davvero brutto non avere nessuno che ci sostenesse, era come giocare per perdere solo che, per nostro grande disappunto, noi spesso vincevamo”
 
“Quello non era così male” riprese Anthony “in fondo sarebbe davvero bastato far istituire una federazione per prenderci i punti che ci spettavano, era sufficiente consegnare gli attestati di risultato, e, per fare ciò, dovevamo trovare il modo di far crescere il numero di praticanti… fortuna che il maestro era un visionario”
 
E la visione di cui il campione europeo parlava, scoprì poi Hajime, fu una storta di tournée stile star della musica chiamato il “Grand Tour BS”, prima attraverso l’Inghilterra e poi in vari paesi dell’Europa occidentale, in cui, ad ogni tappa, la squadra di Sakaguchi offriva spettacolari exibition matches e concedeva agli spettatori la possibilità di confrontarsi con i ragazzi.
 
Fu la scelta giusta.
 
“Come ci ha giustamente specificato Anthony, in un paese dall’ampia, e soprattutto vincente, tradizione sportiva come l’Inghilterra era fondamentale che il gioco avesse un seguito che superasse quello di altri sport minori, magari anche di simile natura come gli scacchi” raccontò Galaxy fungendo da complemento alle immagini “l’idea di Sakaguchi fu la svolta: meno dispendiosi tornei internazionali e più viaggi interni, la necessità non era di far conoscere i ragazzi ai loro colleghi asiatici ma di far conoscere il gioco ai connazionali dei ragazzi”
 
“Il suo successo fu straordinario” proseguì Yui “in meno di due anni il numero di praticanti reali di BS crebbe di più del 200%, ciò gli permise sia di ricevere il riconoscimento federale sia di istituire un piccolo circuito di tornei nell’Europa occidentale. Il tour aiutò i ragazzi a farsi veramente conoscere negli ambienti del gioco e a fungere da ispirazione per altri duellanti, occidentali ma non inglesi, che cominciarono ad imitare il loro esempio; Sakaguchi colse immediatamente la palla al balzo e propose l’organizzazione di un grande tour del mondo occidentale che comprendesse anche nazioni che oggi sono considerate di grande tradizione come Stati Uniti o Argentina. Fu un trionfo: era appena nato il leggendario “Occident Express”, il più grande circuito non asiatico mai pensato e considerato, ad oggi, uno delle più importanti innovazioni nella storia del gioco prima della recente riforma dei tornei”
 
Seguendo la storia narrata, anche la prospettiva del documentario iniziò ad allargarsi al mondo.
Era come osservare da lontano una fotografia; da Londra, le telecamere si spostarono su altri luoghi storici del circuito quali Parigi e Berlino, ma anche dall’altra parte dell’oceano New York, Los Angeles e Buenos Aires, e anche le interviste iniziarono a farsi più variegate coinvolgendo anche membri meno noti del gruppo, come i fratelli Callum e Fergus Atkinson, gli altri due scozzesi, o duellanti stranieri quali Chris Neal, indicato dalla grafica come il primo occidentale a sconfiggere un asiatico in un match “ufficiale”, l’argentino Santiago Romero e i francesi Didier Valentin e Mathieu LaFontaine, pionieri del gioco nei rispettivi paesi.
Hajime, Kouta e gli altri ragazzi si sentivano come alla premiere di un film; era incredibile scoprire così tutti questi particolari riguardanti il loro amato gioco, essendo nati in un mondo che in quel senso era già “globalizzato” non avevano mai pensato a come potesse essere stato prima, il ragazzo con la fascetta in particolare si trovò quasi a vergognarsi del suo titolo di duellante leggendario: cos’era essere stato il primo a vincere un match sul terreno in 3D rispetto a tutto questo.
 
“E arriviamo così al 24 giugno” narrò la voce di Galaxy “però, prima di arrivarci, dobbiamo darci un’occhiata alle spalle e in particolare ai precedenti due mesi di trionfi culminati nel prestigioso torneo di Hanoi del 18 maggio. Quel giorno fu un’apoteosi: Anthony Starck vince il titolo battendo in finale Wallace McCoy, quarto si piazza Hart e Rose esce ai quarti di finale, classificandosi tra il quinto e l’ottavo posto; i risultati portano al sorpasso, nel ranking per nazioni, sulla Cina terza e sulla Thailandia seconda arrivando a stazionare solo dietro al Giappone”
 
A quanto parve, l’evento scatenò una reazione non proprio prevista negli ambienti giapponesi di Battle Spirits che, infatti, si affrettarono a proporre una sfida ufficiale che resterà un unicum nella storia del gioco: una sfida per nazioni da disputarsi nei giorni 24 e 25 di giugno in cui si sarebbe messo in palio il primo posto del ranking relativo.
 
“Volevano punirci per aver messo in dubbio il loro predominio” sentenziò sicuro McCoy “Anthony certamente vi dirà che ci rispettavano… come no, diciamo piuttosto che erano abbastanza bravi a dissimulare”
 
“Scelsero anche di ispirarsi ad un evento che noi inglesi amiamo come la Coppa Davis” aggiunse Rose “massimo cinque incontri con un minimo di tre punti necessari per vincere, gli incontri divisi in due singolari, un due contro due e poi, nel caso si rendessero necessari, altri due singolari”
 
Seguendo la linea tracciata dalle interviste, il documentario passò poi a descrivere le regole dell’incontro: a differenza di ciò che accade nella competizione tennistica d’ispirazione, in questo caso si richiedeva una dimostrazione di maestria di tutte le sfaccettature del gioco: era obbligatorio l’uso di tutti e sei i colori (consentiti i mazzi misti) sui cinque incontri; inoltre dei quattro singolari due andavano vinti per eliminazione di vite e due per deck out, con l’obbligo per un singolarista di disputare, qualora si arrivasse al quarto e al quinto, almeno uno dei due tipi di duello.
 
“Era un discreto problema visto che ero un pessimo duellante di carte blu” scherzò Anthony “se fossimo arrivati al quinto sarebbero stati guai seri… fortunatamente avevo dei compagni fantastici”
 
Il resto fu storia: sotto gli occhi stupefatti dei funzionari (e dei giocatori) giapponesi Anthony stravinse il duello d’apertura, McCoy ottenne, con qualche patema in più, il sospirato deck out e in ultimo i fratelli Atkinson dominarono il doppio; non ci fu nemmeno bisogno di ricorrere al secondo giorno, dopo circa tre ore sul tabellone erano già scritti risultato, vincitore e nuovo numero uno del ranking per nazioni: l’Inghilterra.
 
Le telecamere riportarono lo studio londinese sullo schermo facendo una emozionante panoramica dei volti dei partecipanti; il sentimento più diffuso era la commozione e se lo sguardo di Anthony mescolava il sentimento con una certa soddisfazione, gli occhi dei due inglesi erano lucidi dalle lacrime.
Era davvero una bella immagine, soprattutto per Nora anche se lei non l’avrebbe ammesso mai.
 
“Quell’incontro è stato un punto di svolta, giusto?” domandò Galaxy
 
“Si, fu davvero fondamentale” rispose Anthony “ricordo che dopo quell’evento, anche i ragazzi della nazionale americana richiesero di poter disputare una sfida ufficiale di quel tipo, ovviamente dall'altra parte rifiutarono”
 
“Quel tipo di sfida non è mai più stato replicato” scherzò Leonard “nel nostro paese, per scherzare, si dice che temevano fosse la loro Inghilterra-Ungheria, parafrasando una storica umiliazione calcistica della nostra nazionale”
 
“Però concessero la qualifica di torneo di primo livello a Londra” proseguì, anch’egli ridente, Oliver
 
“Vero, ma non solo quello, vennero creati anche il campionato europeo e quello nordamericano” fece allora Galaxy riprendendosi telecamera e filo del discorso “tuttavia, come insegna una legge formulata da uno dei più grandi inglesi della storia, Isaac Newton: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”
 
“E, nella fattispecie, la reazione uguale e contraria” continuò Yui “fu richiamare all’ordine lo strano ragazzo, quello che aveva conquistato e difeso il titolo negli ultimi anni, quello che non vinceva nei tornei (anche perché nemmeno ci partecipava) ma che nessuno riusciva a mai battere; è questo l’inchiostro con cui andremo ora a scrivere il capitolo conclusivo del nostro documentario: Starck vs Arata, la storia infinita”
 
Come prevedibile, l’ultima parte del documentario scelse di riepilogare un po’ gli eventi ma, questa volta, mettendoli a confronto con altri eventi… accaduti a qualcun altro.
 
“Ahahah, lo immaginavo che fosse così” rise Hajime osservando le immagini parallele scorrere sullo schermo
 
Le due vite a confronto erano ovviamente quelle del nostro amato protagonista, Starck, e del suo altrettanto amato rivale e non avrebbero potuto essere più diverse in ogni senso: alla giovinezza agiata e sfarzosa dell’inglese faceva da contraltare quella mediocre del nipponico; poi ancora, ottimo studente, sia per voti che per condotta, il primo, allievo casinista e poco sopra la sufficienza il secondo; vero gentlemen l’uno, vera rockstar l’altro.
 
“Immagino che anche nel campo di BS siano così” affermò Abura divertito
 
“Da ciò che ricordo della sua fama… è proprio così” replicò Nora, anch’ella di buon umore
 
Le immagini confermarono i sospetti dei ragazzi sin dal primo fotogramma.
Emerse che Starck era praticamente iperattivo, partecipante a tornei a rotazione continua in giro per il mondo e perennemente al centro dell’attenzione; al contrario, Arata duellava in scontri ufficiali sostanzialmente solo per difendere il suo titolo e nella maggior parte dell’ambiente di BS era famoso (anzi famigerato) per il suo rendersi regolarmente introvabile.
 
“In realtà ero semplicemente a casa mia, a Kadode” spiegò Arata, apparso per la prima volta nel documentario “all’epoca però, non essendo ancora la “nuova capitale di Battle Spirits”, era solo una cittadina semisconosciuta ad un’ora abbondante da Tokyo; ricordo che, quando vennero a cercarmi, i tre signori della federazione ci misero qualcosa come… se non sbaglio cinque ore per trovarmi”
 
“Non ci ho mai creduto alla storia delle cinque ore” replicò “virtualmente” Anthony trattenendo a stento le risate “non posso credere che la federazione nipponica non conoscesse l’indirizzo del suo numero uno del ranking; voleva, e vuole ancora adesso, solo fare scena”
 
“Conosco il mio paese e so che le possibilità che municipio, federazione e stato avessero un buco nero di informazione riguardo un ventunenne sono tendenti a sottozero” reiterò Sakaguchi “se davvero ci misero cinque ore, e di questo dubito, può essere solo perché i funzionari erano degli incapaci o perché lui non voleva farsi trovare”
 
Improvvisamente, Hajime ebbe un pensiero strano; forse sapeva in che modo Arata era sfuggito ai tre della federazione e se, consideriamo la sua età di allora, probabilmente si trattava della sua prima apparizione in assoluto.
 
“Lo credo bene che ci misero cinque ore, lui continuò a sabotarli e a mandarli fuori strada” sibilò una moderatamente indignata Mika, confermando gli entusiastici sospetti di Hinobori “gli diede almeno dieci volte le indicazioni sbagliate, sempre travestito con quella ridicola parrucca afro… a pensarci bene credo proprio sia stato l’esordio di Afrone”
 
Tuttavia, poiché come recita il proverbio il gioco è bello quando dura poco, alla lunga perfino un cialtrone come Arata cominciò a perdere interesse in quel passatempo e scelse di farsi trovare dagli ormai esanimi funzionari; quando poi quelli gli spiegarono il perché di quella visita, o perlomeno parte di esso, anche il suo spirito anarchico dovette farsi da parte, aveva davvero voglia di un duello decente e, soprattutto necessitava disperatamente che qualcuno lo tenesse in allenamento in vista del cosiddetto “duello della sua vita” (che poi sarebbe quello con Mika).
 
“Se gli avessero detto che si trattava di un duello ufficiale, quell’imbecille sarebbe scappato” affermò Mika con uno tono indecifrabile, ne rabbioso ne condiscendente “l’Arata di allora era molto diverso da quello di adesso, cercava sempre di fuggire le responsabilità; quei tre allora gli mentirono spudoratamente dicendogli che era solo un’esibizione e lui… ci cascò come un idiota, ovviamente”
 
Le risate dei ragazzi furono la perfetta colonna sonora per il film che veniva proiettato in quel momento, per Hajime, in particolare, fu piacevole scoprire chi fosse il campione del mondo in gioventù, vederlo così lo rendeva meno inarrivabile.
Nora d’altra parte era decisamente sconsolata alla vista di tanta stupidità assortita, c’era da sperare che fossero vere le voci secondo cui era molto cambiato… perlomeno per il bene di Mika e del loro futuro.
 
Rimasero però rapiti tutti e cinque in egual misura quando la narrazione fece un salto temporale e si spostò al giorno dell’incontro e tutta la fase di costruzione dell’evento: sorrisero divertiti di fronte alla diatriba tra i funzionari che volevano organizzare un evento in pompa magna e gli amici dell’università di Arata, allora come oggi il suo entourage, che non riuscivano a capire il perché di tante cerimonie per una semplice amichevole (poi capirono… capirono anche troppo); poi rimasero a bocca aperta nel vedere la spettacolare scenografia del Astral Six Palace di Tokyo, tutto agghindato per l’occasione; infine, riuscirono sin dalle loro postazioni video a percepire la soverchiante tensione al momento del primo incontro in persona tra il campione giapponese e i ragazzi della squadra inglese.
 
“Ricordo ancora quando l’ho visto la prima volta, un ragazzo più o meno della mia età che non aveva la più pallida idea di cosa stesse succedendo” commentò Rose “ricordo anche che quello sbruffone di Wallace fu in realtà il primo a farsi avanti”
 
“Ero carico a mille dopo lo scontro con la nazionale e se c’era una cosa che avrei voluto dimostrare era di essere più forte di Anthony, così sfidai quel ragazzo appena lo vidi” spiegò il diretto interessato, quasi divertito dalla sua situazione “col senno di poi non fu una grande idea, un massacro in sette turni”
 
Incredibilmente, e con enorme panico da parte dei funzionari giapponesi, quel primo impatto tra il numero uno e il team britannico rischiò seriamente di rovinare tutto il castello messo in piedi dalla federazione; la sberla ricevuta a bruciapelo infatti fece sorgere nei ragazzi della nazionale parecchi dubbi sulla necessità di disputare quel duello, Rose in particolare propose più volte di ritirarsi e perfino Sakaguchi per la prima volta non parve così sicuro delle possibilità di vittoria del suo pupillo.
 
Sono tuttavia momenti come questo che da sempre fanno emergere lo spirito del campione e quello Anthony l’aveva sempre avuto, sin da quando giocava ancora a calcio.
 
Lo scontro si trasfigurò, divenne una meravigliosa odissea di più di trenta turni in cui i due contendenti concatenarono turni di studio ad improvvise variazioni di ritmo, assalti feroci e strenue difese, attacchi e contrattacchi, combinazioni ardite e azioni più scolastiche ma pulite; un’epopea dove si rivelarono decisive le capacità di lettura e conoscenza del proprio mazzo, di quello avversario e della sua strategia.
 
Fu un crescendo continuo, un’esibizione capace di farsi sempre più spettacolare ad ogni turno, fino alla sua degna conclusione.
 
“Io non rinnego ciò che ho detto; a mio parere Anthony è complessivamente migliore come utilizzatore di carte brave, forse e perfino più completo nell’uso dei sei colori” dichiarò Sakaguchi in video “detto questo, Arata con QUEL mazzo in mano è un duellante semplicemente imbattibile… secondo me era persino più bravo con quello che con il mazzo attuale”
 
“Non c’era nulla da dire” chiosò Starck quasi commosso “era allora ed è adesso più forte di me”
 
Il tabellone segnava il trentaduesimo turno, Arata fece un profondo respiro e portò l’attacco decisivo.
 
Gioco, partita, incontro, storia.
 
Era finita così, il Giappone aveva salvato l’onore confermando il comando del ranking individuale, pur circondato da europei, e l’Inghilterra aveva mantenuto il primo posto in quello per nazioni, pur con la consapevolezza che quella sfida avrebbe potuto essere diversa se quello strano ragazzo vi avesse partecipato.
A loro di tutto questo non importava nulla, avevano appena trovato un amico e un rivale per la vita e quella era, per i due ragazzi, la sola cosa che contasse.
 
“Arata non mi ha mai fatto mancare il suo sostegno” affermò Starck visibilmente commosso “anche nei momenti difficili, e credetemi ce ne sono stati tanti, lui c’era sempre”
 
“Ricordo che la prima volta in cui l’ho aiutato…” raccontò l’ex campione del mondo “… aveva difficoltà a conciliare università e duelli e i suoi minacciarono di non pagargli più la carissima retta se non fosse laureato a breve; allora ebbi l’idea di spronarlo con una sfida, gli assicurai che sarei riuscito a laurearmi prima di lui e che, se avesse perso, non avrebbe più potuto duellare contro di me: ovviamente ho vinto ma siccome si era impegnato tanto decisi di non riscuotere”
 
“Innanzitutto l’idea fu di Mika e poi, in realtà, fui io a vincere” replicò l’inglese ilare “comunque si, quella fu probabilmente la prima volta, ma ce ne furono molte altre più importanti: quando rischiai di rovinare tutto con Natalie, lui mi ospitò e, assieme a Mika, mi aiutò a capire i miei stupidi errori; oppure quando a Wayne diagnosticarono il cancro, io e gli altri ragazzi eravamo devastati, non riuscivamo ad andare avanti… lui e Mika furono sempre i primi ad arrivare al capezzale e gli ultimi ad andarsene, sempre pronti a sostenerci, a spronarci e forse sono proprio loro il motivo per cui non abbiamo smesso di duellare”
 
“Abbiamo fatto solo quello che, a parti invertite, lui avrebbe fatto per noi” si schermò Mika “e poi lui era… lui è importante per me e Arata”
 
“È il mio migliore amico” conclusero all’unisono, in una perfetta sovrapposizione delle immagini le voci dei due protagonisti “questo e altro per lui”
 
Su quelle parole, il documentario si concluse e le luci tornarono ad accendersi sullo studio allestito nel palazzetto londinese; erano tutti in lacrime, perfino Galaxy e Yui alla fine non erano riusciti a resistere e la panoramica totale eseguita dal regista rivelò come anche l’esclusivo pubblico partecipante all’evento fosse nelle stesse condizioni.
 
“Scusate la mia mancanza di contegno” supplicò Galaxy asciugandosi gli occhi “siamo così giunti alla fine di questo bellissimo viaggio nella memoria. Oggi abbiamo assistito allo spettacolo di una vita, quella di uno dei più grandi duellanti della storia nonché protagonista e simbolo della diffusione nel mondo del nostro amato gioco. Permettetemi di ringraziare la produzione, gli operatori che hanno reso possibile quest’evento, il pubblico in studio e quello a casa e, ultimi ma non ultimi, la mia collega Yui Inoue e i nostri ospiti, sia quelli qui oggi sia coloro che hanno partecipato al documentario; grazie ancora tutti, è stato un onore compiere questo viaggio con voi”
 
“Vale lo stesso per noi” replicarono all’unisono i tre inglesi
 
“Siamo in chiusura, ci resta un po’ di tempo per qualche domanda finale” proseguì il conduttore “quali saranno adesso i nuovi obiettivi del campione europeo, cosa lo aspetta?”
 
“Mi aspetta tanta tranquillità, spero” rispose scherzoso Anthony “battute stupide a parte, il mio obiettivo sarà prendermi finalmente qualche momento per me stesso e per i miei cari, in particolare spero di avere più tempo per stare con Natalie e ripagare almeno in parte tutto ciò che lei ha fatto per me…”
 
“Lontano da Battle Spirits?!” domandò, nel silenzio della cameretta, Hajime che ancora non riusciva a capire cosa stesse succedendo
 
“…  perché è proprio questo il motivo di quest’evento: io, Anthony Starck, annuncio ufficialmente il mio ritiro dalle competizioni; parteciperò ancora solo a due duelli da professionista: il primo sarà un’amichevole contro due tra me e i due ragazzi che sono qui oggi, mentre il secondo sarà un duello simbolico in cui metterò in palio il titolo di campione europeo, ovviamente il titolo passerà al mio avversario qualun…”
 
Hajime Hinobori non stette nemmeno ad aspettare la fine di quel monologo, spense forzatamente il computer e si gettò a letto senza neanche ricordarsi di aprire la porta; non gli importava più nemmeno di quello… non gli interessava più niente.
Lanciò le coperte sopra la sua testa e chiuse gli occhi, nella mente solo una domanda.
 
-Perché?-
 
 
 
-Perché? Perché? Perché, cazzo?!!- ripeté il ragazzo, sempre più nervoso, nella sua mente -prima Arata, poi le parole di papà, adesso perfino Anthony-
 
Più passavano i giorni, meno il giovane duellante riusciva a capire cosa stesse succedendo al mondo: la scuola, la sua famiglia, le persone che conosceva, forse anche il mondo; stava accadendo tutto troppo in fretta e, soprattutto, senza che lui avesse capito perché.
 
-Per quale motivo tutti ora vogliono abbandonare Battle Spirits, io non lo farei mai, non potrei vivere senza-
 
“Ripeto, fase d’attacco!” esclamò una voce educata ma possente “fai più attenzione Hajime, devi decidere come rispondere all’attacco di Guerriero Katana
 
Risvegliato improvvisamente dai suoi pensieri, lo studente del primo anno ritorno con la mente al presente e al terreno di gioco su cui si trovava; il suo sguardo colse di sfuggita l’impetuosa carica dello spirit avversario, ormai arrivato già ben oltre la metà del ring roccioso, gli effetti erano già stati attivati e, come sottolineato dal presidente, si attendeva solo la sua risposta.
 
“Ne… ne rispondo con la vita” biascicò incerto, era così preoccupato a fare mente locale sulla situazione che quasi non sentì nemmeno l’urto dell’attacco
 
Osservando le carte che aveva in mano, il duellante con la fascetta provò a scavare nella memoria cercando di ripercorrere le fasi dello scontro e dedurre le sue mosse: erano all’ottavo turno e la mano era di Manabu, mentre lui, nel suo ultimo turno aveva posizionato…
 
-Ok, ora ricordo-
 
“Proseguo l’att…”
 
“NO!!” esclamò Hajime, con una foga un po’ eccessiva “c-cioè io… scu-scusi presidente, c-ciò che intendevo dire è che i-il danno alle mie vi-vite attiva la magia burst Fortezza Esplosiva che mi consente di recuperare immediatamente la vita che ho perso”
 
Mentre osservava la gemma cristallina riprendere lucentezza sulla sua armatura e il nucleo riapparire sul tabellone, il giovane Hinobori non poté non ripensare a quanto strana fosse quella situazione: non era la sua prima distrazione in quel giorno, in molti casi era stato ad un passo dal concludere fasi senza livellare gli spirit o attivare gli effetti e una volta, nel terzo turno, aveva commesso un marchiano errore tentando di attivare un effetto di livello 3 del suo Lord Dragon Bazzel senza rendersi conto di averlo appena abbassato a livello due… un fiasco totale.
 
-Più o meno come stai facendo ancora adesso- gli ricordò la sua voce interiore
 
“Ah già, quasi dimenticavo…” fece il più giovane “abbasso a livello 1 sia Goemon Drago Ladro che Fagiano di Ferro per poter attivare l’effetto del burst in azione lampo: costringo l’avversario a concludere la fase d’attacco”
 
“E sia” replicò l’altro “a te la mossa, Hajime”
 
 
TURNO 9
 
 
“Fase iniziale” esordì Hinobori, deciso ad evitare di prendersi altre pause “vediamo un po’ cosa abbiamo”
 
Era conscio di aver appena commesso l’ennesimo STUPIDO errore della giornata, ma alla vista della carta non poté fare a meno di trattenere un sorriso; era stato così duro perdere il suo amico Lord Dragon Bazzel per colpa della carta magia Falange di Ferro, che vedersi subito arrivare un altro grande eroe del suo mazzo non poteva lasciarlo indifferente.
 
“Fase principale: elevo Fagiano di Ferro a livello 2 e Goemon Drago Ladro a livello 3” dichiarò estraendo poi dalla mano destra la carta appena pescata “e posiziono un burst”
 
Lo sguardo di Hajime si alzò a scrutare l’orizzonte e analizzare la situazione dei duellanti e, ancor di più, l’impotente muro difensivo avversario: dall’altra parte del muro erano schierati Guerriero Katana a livello 3 (l’unico in affaticamento), Todon Armatore Ruggente a livello 2 e infine, tutti a livello 1, Fido Golem, Idra Corazzata e Pressautoma, il tutto condito da due nuclei vita rimasti.
 
“Fase d’attacco: attacco con Goemon e Fagiano di Ferro!” esclamò il ragazzo inclinando le due carte “grazie all’effetto di Scimmia d’Acciaio in fase d’attacco, finché ho un burst posizionato, tutti i miei spirit non fusi in brave guadagnano 3000 PB”
 
La luce dei due spirit in carica e degli altri schierati risplendette più forte che mai, tanto da illuminare tutto l’emisfero appartenente al duellante rosso, che però aveva tutta l’intenzione di non fermarsi li.
 
“Azione lampo: attivo l’effetto di Goemon a livello 2 e 3, scarto una carta rossa, in questo caso la magia Fiammata Esplosiva, dalla mia mano e aggiungo così un simbolo rosso ad uno spirit dei generi “Eroe Supremo” o “Grande Generale” a mia scelta; scelgo ovviamente Goemon
 
“Blocco gli attacchi con Pressautoma e Todon
 
I due spirit blu ruggirono con ferocia e si lanciarono al contrattacco incuranti della loro condizione di totale svantaggio; sugli spalti serpeggiava un senso generale di spiazzamento: nessuno dei presenti riusciva a capire per quale motivo l’ex presidente avesse scelto di sacrificare un eccellente spirit come Todon invece di un altro meno utile come, ad esempio, Fido Golem… nessuno, o quasi.
 
“Perché la strategia di base di mio fratello è sempre la distruzione del mazzo” spiegò Kataru, attento a non farsi sentire da Hajime “non è la prima volta che glielo vedo fare, elimina volontariamente le altre strade strategiche possibili per vedere se riesce a chiudere con quella che lui chiama sempre la SUA strategia”
 
“Beh, è un po’ rischioso non trovate?” osservò convintamente Kouta “cioè, sta duellando contro Hajime, un finalista mondiale, mica contro un dilettante da due soldi”
 
“Beh, oggi non mi sembra tanto “finalista mondiale” sinceramente” commentò Kimari
 
Ignorarono quell’acida osservazione (in fondo quando mai la ragazza era stata gentile con Hajime) e riportarono i loro sguardi sul terreno di gioco, dove, come prevedibile, i due guerrieri di Manabu vennero rapidamente massacrati dai loro corrispettivi schierati dall’altro lato del diametro.
 
“Aggiungo quindi un’altra azione lampo: magia Codice di Riavvio, recupero tutti gli spirit schierati in stato di affaticamento” concluse Hajime, sotto gli occhi increduli degli altri “turno finito”
 
 
TURNO 10
 
 
“Hajime va tutto bene?” domandò Manabu prima di aprire le fasi obbligatorie del duello
 
“Si, perché me lo chiedi?” replicò l’altro
 
“Niente” minimizzò l’ex presidente concludendo l’ultima delle operazioni obbligatorie, il recupero
 
Sugli spalti tutti, anche i duellanti meno esperti, avevano capito a cosa si riferisse; Hinobori aveva commesso un altro evidente errore: avrebbe dovuto attendere un eventuale fase d’attacco avversaria per giocare la carta magia Codice di Riavvio; se la magia, infatti, non consentiva agli spirit recuperati di attaccare una seconda volta (a meno non fossero brave spirit) nulla vietava di bloccare due volte.
 
“Fase principale” dichiarò il maggiore degli Ohizumi “preparati ad assistere all’entrata in scena di un nuovo amico; vi presento la bestia che regna su tutti i mari: evoco Shtrodom Idra di Zaffiro a livello 1”
 
Uno zaffiro di notevoli dimensioni si spezzò in quattro e una fitta nebbia blu avvolse il terreno di gioco; da essa apparvero inizialmente solo le teste, prima le due laterali e infine quelle centrali, poi arrivò la volta del corpo e della coda.
Quando la nebbia si disperse, davanti agli occhi del ragazzo con la fascetta stava un gigantesco mostro blu, con quattro teste e una pelle corazzata da possenti squame.
 
“Avanti, è il tuo turno”
 
 
TURNO 11
 
 
Il sesto turno giocato dal finalista del torneo mondiale fu uno tra i più blandi che il ragazzo ricordasse di aver mai giocato; pur mettendoci tutta la propria buona volontà, era chiaro che il suo mazzo, nonostante vi avesse aggiunto anche le carte del suo piccolo side deck, non avesse troppe intenzioni di aiutarlo quel giorno, per cui si limitò ad alzare i livelli di Ohdoran e Scimmia d’Acciaio e a portare un attacco con l’unico spirit i cui PB, tra livelli ed effetti, superavano quelli di Guerriero Katana ovvero Goemon.
 
“Azione lampo: attivo l’effetto di livello 2 e 3 di Goemon, scar…”
 
Per sua fortuna, quella lucidità che in quel giorno sembrava funzionare, per lui, a singhiozzo decise di attivarsi appena in tempo per evitargli un’altra figuraccia; gli bastò infatti una semplice occhiata lampo per rendersi conto che lui non aveva più in mano nessuna carta rossa da scartare e che quindi non c’erano le condizioni per attivare l’effetto.
 
“Vo-volevo dire… so-solo a-attacco con Goemon” si corresse, cercando di salvare il salvabile “scusi presidente, a furia di giocare turni sempre uguali mi viene da ripetere le frasi; non succederà più”
 
“Ne rispondo con la vita” replicò non convintamente il maggiore, era chiaro che quella giustificazione gli suonava strana, ma se al suo avversario andava bene così che era lui per giudicare
 
“Concludo il turno”
 
 
TURNO 12
 
 
“Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione, fase di recupero” recitò ritmicamente Ohizumi per poi guardare la carta “ottimo, fase principale: evoco immediatamente il titano che caccia tra le stelle, Orione Gigante Cacciatore
 
Il gigantesco uomo emerse dal terreno frantumando la crosta rocciosa in mille pezzi; Manabu lo seguì soddisfatto fino a che esso andò a schierarsi accanto agli altri spirit della sua armata, dopodiché tornò a rivolgere lo sguardo all’avversario.
 
“Attivo l’effetto di Orione Gigante Cacciatore al momento dell’evocazione: distruggo dodici carte del tuo mazzo”
 
L’onda d’urto scaturita dal fendente che il gigante aveva menato contro il terreno oltrepassò la linea maginot dell’Hinobori e impattò con violenza contro la sua postazione facendo letteralmente esplodere il suo mazzo; ben dodici carte appartenenti al duellante rosso volarono inesorabilmente negli scarti.
 
“Fase d’attacco: Guerriero Katana attacca!” prosegui, con grinta, il rappresentante studentesco “attivo l’effetto Sgretola di livello 3 di Guerriero Katana ed elimino tre carte da tuo mazzo”
 
Altra fulminea onda d’urto e altro tributo di carte, molto inferiore in numero rispetto al precedente ma altrettanto pesante.
 
“Vedo che ho eliminato una carta di costo superiore a quattro” commentò Manabu, scorgendo tra le carte scartate lo spirit Kintaro Orso Imperatore delle Zanne “posso quindi attivare l’effetto di Guerriero Katana a livello 2 e 3, mando in affaticamento un tuo spirit a mia scelta… vada per Fagiano di Ferro
 
-Non posso perdere Scimmia d’Acciaio e il suo effetto offensivo- pensò il finalista mondiale “blocco con Ohdoran
 
“MA CHE DIAVOLO FAI?! MA FAI SUL SERIO IDIOTA?!!!” esplose una Kimari ormai impossibilitata a trattenersi ancora “SE HAI ANCORA TRE VITE E UN BURST POSIZIONATO PER QUALE STRAMALEDETTO MOTIVO BLOCCHI QUESTO INSULSO ATTACCO?!!”
 
Incassato il destro, il ragazzo con la fascetta si rivolse al terreno ansioso di ripensare la sua mossa ma, purtroppo per lui, il danno era già stato fatto, la carta era inclinata e lo spirit caricava con foga verso la sua inevitabile fine.
 
Fu un attimo quasi invisibile, prima il drago che salta in direzione dell’androide con le fauci fiammeggianti e poi i due si ritrovano a parti invertite… con la creatura a terra, tagliata in due da un singolo colpo di katana.
 
 
TURNO 13
 
 
Se il sesto fu uno dei turni più blandi della sua vita, beh allora il settimo poteva essere iscritto di diritto alla top five delle mani più assurde e insulse… forse della storia del gioco.
Non sprecò nemmeno tempo nel dichiarare le fasi principale e d’attacco; sarebbe stato tutto inutile, non aveva una singola idea su come affrontare quel turno e il suo avversario, con tutti gli errori che aveva fatto avrebbe potuto compilarci un questionario da sessanta pagine e pure l’unica strategia che sino ad ora era stato in grado di imbastire gli era preclusa da fatto che in mano avesse solo carte bianche.
 
“A lei la mossa” sussurrò mestamente
 
 
TURNO 14
 
 
“Finalmente, it’s showtime!” esclamò il maggiore dopo aver completato l’acquisizione “fase principale: attivo il nexus Lago Impronta del Gigante a livello 2”
 
Un gigantesco cratere montano contenente uno stampo ricolmo di acqua cristallina emerse dal nulla alle spalle della postazione del rappresentante studentesco e immediatamente prese ad irradiare tutto il terreno di gioco con la sua luce.
 
“Attento Hajime, non è ancora finita” fece sicuro l’Ohizumi “elevo Fido Golem a livello 3 e attivo la magia Potere di Orione; pagando il suo costo tramite Guerriero Katana, che si abbassa a livello 2, e Idra Corazzata che viene eliminata”
 
Come sempre accadeva in quei casi, l’aura di luce che avvolgeva l’androide armato di katana si affievolì e il guerriero si chinò come preso da stanchezza; accanto a lui, dove prima stava l’idra, una spada blu dall’aria eterea andò a conficcarsi nel terreno prima di essere afferrata dallo spirit Orione Gigante Cacciatore.
 
“Se giocata durante la fase principale la magia consente, qualora un mio spirit dei generi “Spirit Combattente” o “Spirit Stellare” rechi danno alle vite avversarie, di eliminare dieci carte dal suo mazzo; e ora fase d’attacco” spiegò Manabu prima di aprire definitivamente le danze “per prima cosa attivo sia l’effetto di livello 1 e 2 che quello di livello 2 del mio nexus: il primo mi permette di accrescere il numero di carte eliminate dagli effetti Sgretola dei miei spirit di uno per ogni burst posizionato da entrambi i giocatori; il secondo, invece, mi consente, nel caso abbia solo carte blu nel mio terreno di gioco, di far guadagnare 3000 PB a tutti i miei spirit”
 
Le quattro creature disposte una accanto all’altra esultarono con grida e ruggiti mentre l’aura di potere azzurra proveniente dal nexus si diffondeva nei loro corpi come lingue di energia; conclusasi l’infusione di forza, i quattro misero in attività o estrassero le rispettive armi e si misero in posizione pronte a scattare.
Restava solo da capire l’ordine scelto.
 
“Attacco con Shtrodom!” esclamò deciso “attivo immediatamente il suo effetto Sgretola che si combina con quello del nexus per eliminare un totale di tre carte”
 
-Maledizione, ha doppio simbolo- pensò l’avversario “blocco con Fagiano di Ferro
 
Manabu sorrise soddisfatto all’udire quelle parole, era proprio quello che sperava e, soprattutto, ora poteva poggiare la pietra tombale su quello scontro. Osservò il suo mostro devastare il malcapitato draghetto, assolutamente incapace di opporsi; ovviamente era stato un errore quello del ragazzo con la fascetta, ma era chiaro che in quel giorno Hajime non fosse centrato sullo scontro e, per non amasse ricorrere a certi mezzucci, sarebbe stato da stupidi non approfittarne”
 
“Attacco con Fido Golem e, contemporaneamente, attivo il suo effetto Sgretola” incalzò l’ex presidente “quattro carte sono eliminate, come rispondi all’attacco?”
 
“Rispondo con la vita!” replicò l’avversario subendo l’urto dei due colpi di cannone “con la diminuzione delle vite, posso attivare il burst e così evocare, a costo zero, Lord Dragon Eroe Dragone
 
L’ormai celeberrimo fiore di pesco giunse dal cielo sull’arena rocciosa, infrangendosi sotto i colpi del feroce guerriero dragonico; al solo vederlo ad Hajime parve di recuperare un minimo di lucidità e proprietà di mezzi, era pronto ad affrontare il prossimo turno.
 
“Attacco ancora, stavolta con Guerriero Katana” lo incalzò l’altro “attivo l’effetto Sgretola, stavolta senza l’effetto correlato del nexus, ed elimino due carte”
 
L’ennesima onda d’urto provocata dagli spirit di Manabu lanciò in aria altre due carte del mazzo di Hinobori… due carte tra cui, purtroppo per il giovane vicecampione mondiale., vi era una carta magia di costo cinque.
 
“Perfetto, mando in affaticamento Lord Dragon
 
Un’altra sferzata azzurra centrò in pieno il neo arrivato eroe facendolo accasciare a terra; privo di ostacoli, lo spirit oltrepassò la linea difensiva e si lanciò verso la postazione del ragazzo, il quale, mal celando la frustrazione, si prese tutto il tempo necessario per la replica.
 
“Blocco con Scimmia d’Acciaio
 
“Infine, attacco con Orione” affermò Ohizumi, non attendo nemmeno la, scontata, conclusione dello scontro precedente
 
“Ne rispondo con la vita!” ribatté sicuro Hajime
 
Un gelo generalizzato pervase tutti gli spettatori dell’incontro alla pronuncia di quella risposta; nessuno aveva il coraggio di parlare… quasi nessuno.
 
“IL MAZZO, IDIOTA!!” sibilò Kimari
 
Hajime Hinobori fece appena in tempo a rendersi contro di quanto detto dall’amica che, dopo che i suoi pugni ebbero infranto barriera e nucleo, la spada eterea apparsa a inizio turno si rimaterializzò nella mano sinistra del gigante; con essa, lo spirit menò un feroce fendente sull’esangue mazzo dell’avversario scatenando la sua energia in un’esplosione di carte.
 
“Ho concluso, a te la mossa”
 
Il ragazzo con la fascetta non si era mai sentito tanto male nell’udire la frase di rito di passaggio del turno: aveva subito il primo deck out della sua carriera.
 
Aveva perso.
 
Uscirono dal terreno in 3D per tornare nel salone al pianterreno del club di Mika, ad attenderli c’erano tutti i loro amici che erano spettatori del duello; il minore alzò leggermente lo sguardo per cercare di coglierne i volti: Kouta sembrava deluso, Chihiro e Kobushi erano perplessi, Kimari addirittura aveva uno sguardo incattivito, uno che non vedeva dai tempi in cui ancora sognava di dominare il mondo.
 
-Perfetto, bello spettacolo che ho dato-
 
“Vai fratellone!!” esclamò l’unico di quella combriccola che non sembrava minimamente toccato dalle sue beghe
 
“Beh, diciamo che sono stato anche fortunato” blandì il fratello maggiore
 
“Mmm, non direi sai” si inserirono Chihiro e Kobushi distogliendo, con suo grande sollievo, l’attenzione da lui “non hai mai avuto il tuo spirit chiave a disposizione e hai distrutto un mazzo sostanzialmente a colpi di effetto Sgretola; io questa la chiamo impresa”
 
“Concordo” affermò Mika “inoltre, a mio parere, un duello caratterizzato da errori frequenti come quello condotto da Hajime rende più difficile il trovarsi in posizione di risposta, a causa dell’assenza di una strategia”
 
“Adesso esagera, signorina Mika” replicò cortesemente lo studente “Hajime ha solo incontrato una giornata sfortunata, giusto Hajime?”
 
Il ragazzo non rispose immediatamente, completamente immerso nei suoi pensieri, e servirono un secondo richiamo vocale e i gesti di Kimari per convincerlo a balbettare uno stentato “si, certo”.
 
“Ne ero sicuro” sussurrò ancora il rappresentante scolastico “allora ci rivediamo il giorno del torneo, fai il tifo per me, mi raccomando”
 
Non ce la fece più, tra tutto quello che era successo i giorni precedenti, il pensiero di cosa sarebbe accaduto da li a breve, financo futuro torneo regionale; aveva solo voglia di tirare fuori tutto.
 
“Mi dispiace, non ci sarò”
 
E sparì, al di la della porta.
 
 
 
SPAZIO DELL’AUTORE
 
Evviva, ho finito un capitolo in tempi non omerici, quasi non ci credo manco io.
Vabbè, esultanze esagerate a parte devo ammettere che raramente ho lavorato così velocemente ad un capitolo, soprattutto perché adesso lavoro e quindi non ho più tutto il tempo di prima; il capitolo è, a mio parere, venuto davvero bene, uno degli episodi che più mi ha soddisfatto all’interno di tutte le storie che ho scritto, oltre ad essere il primo capitolo di quasi “vera narrazione” all’interno di questa storia (difatti è il primo capitolo in cui, nonostante il titolo, i duelli sono secondari) e ad essere uno dei più lunghi (se questo vi crea problemi, mi scuso ma vi avverto che ci saranno anche capitoli più lunghi).
 
I punti importanti sono ovviamente la discussione col padre e lo speciale sul campione europeo ed entrambi si inseriscono nel tema generale del “Cosa vuoi fare da grande?”, concetto che ovviamente può essere inteso sia in senso letterale (dialogo tra Hajime e Mahiru) sia in senso metaforico (Anthony è già un adulto, ma anche lui può dover decidere cosa “fare da grande”); se la scansione degli eventi nel capitolo vi crea problemi (es: non riuscite a capire dove sono gli stacchi tra un paragrafo e l’altro) per favore fatemelo sapere e io proverò a risolvere il problema inserendo una riga di separazione, una grechina o qualcosa di simile.
 
Per quanto riguarda la lite, spero di averla resa abbastanza credibile e senza far sembrare né l’uno né l’altro contendente come il “buono” della situazione; ammetto che un po’ mi dispiace per quello che ho dovuto far fare a Mahiru ma è necessario perché dovevo creare un po’ di dramma (nella serie è così tutto perfetto da risultare demenziale, d’altronde la serie È demenziale) e smuovere alcune certezze del nostro ragazzo.
Certamente, a molti di voi sembrerà esagerato che Mahiru voglia indirizzare suo figlio, mettendogli tra l’altro pressione, verso una certa strada a soli quindici anni, ma vi ripeto che si tratta di una scelta voluta; per quanto questo atteggiamento abbia un perché all’interno della trama (accennato in questo capitolo, ma sarà più evidente più avanti), uno delle caratteristiche fondamentali del contrasto tra Hajime e suo padre, che sarà una parte fondamentale di questa storia, è che non ce la cosidetta “parte del torto”, entrambi hanno ragione ed entrambi sbagliano.
 
Per la lunghissima scena dello speciale, che tra l’altro mi ha aiutato a inserire vecchi e nuovi amici futuri protagonisti del mondiale, invece mi sono ispirato ai programmi di storytelling sportivo, in particolare a quelli di Federico Buffa (grande giornalista italiano), che spesso mi capita di vedere; l’enfasi del racconto magari è un po’ eccessiva, ma ho preferito trasporre il linguaggio usato in quei programmi anche per evidenziare il mio contesto ovvero un mondo immaginario in cui BS è considerato uno sport (d’altronde se sono sport scacchi e poker sportivo, perché non BS) è la sua popolarità globale è comparabile a quella del calcio… per cui va trattato come il calcio.
Tra l’altro, il capitolo mi ha aiutato a dare un inquadramento storico del gioco e ad introdurre alcuni personaggi “storici” che avranno una certa importanza, o perlomeno faranno le comparse, nelle vicende future per cui consiglio (e lo ricorderò negli spazi dell’autore di quei capitoli) di andare a rileggersi questo episodio nel caso non ricordaste alcuni personaggi.
Vi avverto in anticipo, il prossimo capitolo che fungerà da prima parte al torneo intrascolastico sarà ricco di guest stars a sorpresa tra i partecipanti al suddetto torneo, non è necessario conoscere questi personaggi per seguire il capitolo, è solo più divertente leggerlo.
 
Vi lascio i turni del duello e, infine, i mazzi dei partecipanti a questo mini torneo; se in futuro ci saranno cambiamenti nei mazzi, li segnalerò.
 
Turno 1: Ohdoran, Lord Dragon Bazzel Eroe delle Esplosioni, Fortezza Esplosiva, Trasmigrazione FiammanteScimmia d’Acciaio.
Turno 2: Fido Golem, Guerriero Katana, Falange di Ferro, Todon Armatore Ruggente + Idra Corazzata.
Turno 3: Goemon Drago Ladro
Turno 4: Impavida Città sulla Nave
Turno 5: Doppia Esplosione
Turno 6: Pressautoma (Fiammata Esplosiva, Codice di Riavvio)
Turno 7: Fagiano di Ferro
Turno 8: Shtrodom Idra di Zaffiro
Turno 9: Lord Dragon Eroe Dragone
Turno 10: Lago Impronta del Gigante
Turno 11: Lama dei Legami
Turno 12: Orione Gigante Cacciatore
Turno 13: Cima-Creek Drago Marino
Turno 14: Potere di Orione
 
Mazzi (scusatemi per questa coda interminabile, è solo che mi sono divertito così tanto a scrivere il capitolo che si è dilatato a dismisura senza che me ne accorgessi; se quest’idea di mettere i mazzi importanti alla fine dei tornei dovesse non piacervi fatemelo sapere e provvederò a tornare al metodo precedente).
 
HAJIME
Lord Dragon Saviour Eroe Supremo x 1, Lord Dragon Glazar Eroe Glaciale x 1, Lord Dragon Bazzel Eroe delle Esplosioni x 1, Lord Dragon Eroe Dragone x 1, Kintaro Orso, Imperatore delle Zanne x 1, Drago Lame Gemelle x 1, Dragone Tsukuyomi x 1, Dragone Kagutsuchi x 2, Drago Orco x 1, Segugio Implacabile x 2, Armadidrago x 2, Scimmia d'Acciaio x 2, Fagiano di Ferro x 2, Dragosauro Inferiore x 2, Armadicertola x 3, Ohdoran x 3, Trasmigrazione Fiammante x 2, Fortezza Esplosiva x 3, Pescata Esplosiva x 2, Fendente Incendiario x 1, Lama della Deflagrazione x 1, Lama dei Legami x 1, Fiammata Esplosiva x 2, Furore Offensivo x 1, Incrocio Esplosivo x 1, Codice di Riavvio x 2, Doppia Esplosione x 1, Takamagahara Fiamma Divina x 1, Scudo Divino dell'Eroe Imperatore x 1, Spada Divina dell'Eroe Imperatorex 1


Aggiunte dal Side Deck per il duello contro Manabu 
Hanzo Drago Shinobi x 1, Goemon Drago Ladro x 1, Drag Krisnar x 1, Isola di Ganryujima x 1, Cima-Creek Drago Marino x 1
 
KIMARI
Cleopatra Eroina della Bellezza x 1, Caotico Seimei Eroe della Sventura x 1, Stein-Bolg Malvagio Capricorno Supremo x 1, Sheyron Drago Fantasma a Due Teste x 1, Youqueen l'Imperatrice x 2, Ethelfelda la Donna Vampira x 2, Ginevra Regina Oscura x 2, Guerriero Mascherato x 1, Comandante Mannaro x 2, Rodistrello x 3, Alisauro x 3, Fantoccio di Paglia x 3, Artigli Affilati x 2, Danza Macabra x 1, Fortezza Esplosiva x 2, Avidità di Nuclei x 1, Maledizione dell'Ade x 1, Girotondo Sanguinario x 2, Funerale Violaceo x 1, Furore Offensivo x 2, Rinascita Oscura x 2, Oscura Torre dell'Orologio Nascosta x 2, Camelot, Città del Crepuscolo x 3, Castello del Pentacolo x 1, Monte dei Cinque Elementi Sospeso x 1, Torre di Cadaveri Pendente x 1
 
MANABU
Guerriero Saigord, Eroe d'Acciaio x 1, Guerriero Katana x 1, Orione Cacciatore Gigante x 1, Yagyurd-Jubei x 2, Todon Armatore Ruggente x 2, Sea-Serpendar Mostro Stellare x 1, Emehydral Vacua Bestia Marina x 2, Idra Corazzata x 2, Automa di Pietra Modificato x 2, Riparoceros x 1, Fido Golem x 3, Zigoro Maestro Pescatore x 2, Pressautoma x 3, Triangolo di Divieto x 3, Pugno Esplosivo x 2, Fortezza Esplosiva x 1, Codice di Riavvio x 1, Falange di Ferro x 2, Sigilla Maelstrom x 1, Annientamento Implacabile x 1, Potere di Orione x 1, Sferzata della Rondine x 1, Lago Impronta del Gigante x 3, Porto dei Giganti x 1, Impavida Città sulla Nave x 2, Colosseo dell'Astro della Velocità x 1, Esplosione del Vulcano Sottomarino x 1

Aggiunte dal Side Deck nel duello contro Hajime 
Shtrodom Idra di Zaffiro x 1
 
TAMERU
Kung-Wolf Eroe del Cielo Blu x 1, Elasmos Grande Castello Rinoceronte x 2, Udo Maestro Shinobi x 1, Ruri Ali Fiorite x 2, Jamqua Grande Capo x 2, Siberza, Lupo Lanciere x 3, Diavoltasso x 2, Pandal x 3, Talpa Combattente x 3, Folata di Vento x 2, Forza della Natura x 1, Recupero del Branco x 1, Fortezza Esplosiva x 2, Proiettile Boomerang x 1, Tempesta di Fulmini x 1, Tornado Esplosivo x 1, Astro della Velocità x 2, Carica della Foresta x 2, Lungo il Confine x 1, Scala Infinita del Tempio Abbandonato x 2, Scogliere del Grande Fiume x 1, Rovine delle Rocce dalla Strana Forma x 2, Pianura degli Ingranaggi x 1, Frutti dell'Albero della Saggezza x 2, Frutti dell'Albero della Purezza x 1, Foresta delle Bestie Giganti x 1
 
KOBUSHI
Yoshitsune Eroe del Vento x 1, Gran Benkei x 1, Kenshin Signore della Guerra Alato x 1, Tarzania il Grande x 1, Nogan il Veterano x 1, Yang Ogre x 3, Tetra-Scimmia Guerriera x 1, Cho Rondine Celestiale x 2, Ruri Ali Fiorite x 2, Fiorfalla x 2, Megamosca  x 3, Scudinsetto x 3, Pistolibellula x 1, Aura d'Insetto x 3, Trappola del Triangolo x 2, Attacco Tempesta x 1, Recupero di Resistenza x 2, Furia d'Armi x 1, Conflitto Definitivo x 2, Carica Vitale x 3, Discesa Esplosiva x 2, Frutti dell'Albero della Purezza x 3, Foresta della Sacra Conifera x 2, Ponte Verde di Gojo x 2, Foresta Antica x 2
 
CHIHIRO
Mibrock Braver Eroe Carismatico x 1, Mibrock Baragan Eroe dei Ghiacci x 2, Prescelto Mibrock x 1, Genio Mibrock x 1, Dragandroide Androide Coraggioso x 2, Cannone di Ferro Esplosivo x 1, Cristallorso Bestia Vacua x 2, Gufo di Ezono x 3, Ricognitore Mibrock x 2, Guerriero Mibrock x 3, Procione Guardiano x 2,  Tigre Samurai x 2, Falco Assalitore x 1, Cavallo-Pistola x 1, Illusione Cristallina x 1, Codice di Riavvio x 3, Squarcio Glaciale x 1, Triplo Affondo x 2, Rigenerazione Nuclei x 3, Spada Dimensionale x 2, Dissolvenza del Giorno x 1, Cascate Ghiacciate x 1, Torre del Santo di Ghiaccio x 1, Scalinata dei Monti x 1, Fiordo Ghiacciato x 1, Grande Muro dello Scudo Bianco x 1, Cannone Satellite Lontano x 1
 
KATARU
Kaguya della Luna Eroina della Luce x 1, Regina Amazzone x 2, Ipergrifo x 1, Ragazza Amazzone x 3, Kuhja Pavone Stellare x 1, Angelia Coma x 1, Nekomarda x 2, Charadrius x 2, Minogamen x 2, Marzoniglio x 2, Kudagitsunen x 3, Fortezza Esplosiva x 1, Codice di Riavvio x 1, Bibbia Regale x 1, Punizione della Luce Lunare x 2, Piedi Alati x 1, Preghiera del Sogno x 2, Sussurro Magico x 3, Scintilla Interscambiabile x 2, Canto Atroce x 2, Organo Meraviglioso x 1, Terra delle Tombe dei Re x 2, Primo Libro della Creazione x 1, Corona del Cielo Stellato x 1
 
SHIZUKU
Cima-Creek Drago Marino x 1, Hogale Balena Portaerei x 1, Aquila Sceriffo x 1, Genio Mibrock x 1, Drago Arma Letale x 2, Auroria Drago dell'Arcobaleno x 1, Monokerock Narvalo Argenteo x 2, Armadidrago x 1, Delfino Etereo x 2, Pesce Vela x 1, Moonshouo Bestia Lunare x 3, Stella Marina x 2, Tripede x 3, Lord-Bravan x 2, Falco Assalitore x 2, Fortezza Esplosiva x 2, Triplo Affondo x 2, Rigenerazione Nuclei x 3, Mano del Sogno x 2, Illusione Cristallina x 2, Occhio del Ciclone x 2, Tempesta Esplosiva x 2, Lancia di Ghiaccio x 2, Spada Dimensionale x 1, Cascate Ghiacciate x 1, Capitale dei Ghiacciai Perenni x 1, Pura Via Lattea x 2
 
 
Ora ho concluso veramente; alla prossima, ed eccovi le anticipazioni:
 
Con Hajime sconfitto e costretto a separarsi dal gruppo, tocca a Manabu tenere alto l’onore del liceo di Kadode. Con il suo gruppo di amici, il presidente è pronto a fare il suo ritorno sui palcoscenici di Battle Spirits; tra nuovi vecchi avversari e duellanti dilettanti “particolari”, il sipario è pronto ad aprirsi sul primo club della storia in… Personaggi in cerca di mangaka.

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Capitolo 5
*** Episodio 4: Sei personaggi in cerca di mangaka ***


Sei personaggi in cerca di mangaka
 
 
 
"E così, è qui che avuto tutto inizio" esclamò Kouta alzando lo sguardo
 
"Già, pare che sia qui che il gruppo di amici del signor Tomioka abbia iniziato a disegnare le prime carte" proseguì Kimari "ma ognuno è liberissimo di credere a tutte le pseudo-leggende che circolano sull'origine di BS"
 
"Sorellona, non è carino prendere in giro chi non è presente"
 
"Scusa, quando mai mi sarei preoccupata di essere carina con Hajime?" replicò la ragazza in tono accondiscendente "e poi, il fatto che, nel nostro gruppo, ogni volta che parte un mezzo insulto si pensi a quella sottospecie di meme vivente vorrà pur dire qualcosa"
 
Come ovvio, la risposta ammutolì completamente il ragazzo, che per qualche secondo pareva addirittura voler sparire, fino a che, fortunatamente, in suo soccorso giunsero Shizuku, Kouta e i fratelli Ohizumi pronti ad offrire al minore dei Tatsumi una bibita e un po' di conforto.
 
"Non essere pesante, Kimari" intervenne Manabu appoggiando le mani sulle spalle dei due fratelli "si tratta di storie interessanti, posso comprendere che anche un uomo di una certa intelligenza ne sia affascinato"
 
"Mmm, mi sfugge chi sarebbe l'intelligente, anche uomo poi… ah, stai parlando di Tameru!" sibilò lei con voce ironica e allusiva
 
"E piantala di essere così cattiva, diteglielo anche voi ragazzi!" sbottò il ragazzino, voltandosi per trovare un riscontro della sua affermazione nei suoi amici, i quali, per sua sfortuna si dimostrarono poco collaborativi "Oh, al diavolo! Ridete pure o vi verrà una paresi"
 
I tre ragazzi, rincuorati dalla "bontà d'animo" dell'amico, poterono scoppiare a ridere in tutta libertà; risero con così tanta convinzione da attirare su di loro l'attenzione di un ospite inatteso: il sesto (molto) incomodo, Tameru Tachibana.
 
"Principessa Kimari, amici!" esclamò il nippo-mongolico pieno di gioia non ricambiata
 
"Nooo!" sbuffo la Tatsumi in modo molto poco principesco "perché doveva capitare l'unico evento capace di rovinare questa giornata"
 
"Sta tranquilla" le consigliò Shizuku per poi rivolgere la sua attenzione a neo arrivato "ciao Tameru, stavamo per entrare nel club in cui tutto è iniziato; vorresti venire con noi?"
 
Il ragazzo milionario sorrise a trentadue denti; poteva anche non essere stata la sua principessa a formulare quell'invito, ma nella sua mente (quella che tutti ripetevano non essere esattamente normale, ma questo non era importante) quella domanda gliel'aveva rivolta lei.
 
"Accetto con piacere, amore mio!" urlò lui gettandosi ai piedi della Tatsumi "mi consenti di condurti a braccetto?"
 
"Piuttosto mi amputo il braccio" replicò lei, caustica "su, non perdiamo altro tempo"
 
Recependo immediatamente l'esortazione, il gruppo di amici entrò nell'edificò, trovandosi immediatamente davanti a qualcosa di molto diverso dai classici club diffusi in tutto il mondo: la luce nel locale era meno accecante e nascondeva bene alcuni dei suoi difetti quali polvere e usura, soprattutto al piano superiore; per di contro, anzi quasi a voler bilanciare la cosa, le pareti erano molto ben tenute, pulite e decorate con tantissimi disegni di spirit, a vederle parevano fuori luogo quasi quanto il modernissimo terreno di gioco in realtà virtuale installato da pochi giorni.
I ragazzi ispezionarono ogni angolo di quel luogo con sguardo estasiato; erano dove era stata fatta la storia del gioco che tanto amavano, non potevano lasciarsi sfuggire nemmeno un centimetro.
 
"Sapete, mi intristisce pensare che siamo stati noi di Kadode a mandare in crisi questo posto" sussurrò Kouta "mi sembra quasi di avere commesso un crimine"
 
"Per fortuna, caro il mio "Hajime-2 la vendetta", i crimini sono cose di ben altra gravità" lo irrise la sorella "e comunque non preoccuparti; tra poco questo posto sarà pieno di duellanti e sarà tutto come una volta"
 
"Già" concluse il ragazzo "non vedo l'ora di conoscere gli altri duellanti"
 
"E allora facciamo un giro in zona" propose il più grande dei sette "sono certo che incontreremo qualcuno di davvero speciale"
 
“Se possibile, vorremmo venire con voi” intervenne una voce piuttosto nota alle loro spalle
 
La combriccola si voltò quasi simultaneamente per assistere al passaggio dalla porta principale di due terzi del Team Tegamaru: Kobushi Nigiri e Chihiro Kusakabe, per l’occasione nei panni di Chihiro Kusaka.
 
“Ragazzi, non vi aspettavamo, perché non ci avete detto che sareste venuti?” domandò il presidente
 
“Beh, pensavo fosse quasi scontato” sussurrò una Chihiro alla quale già brillavano gli occhi “come poteva un’aspirante spirit designer come me perdere l’occasione di visitare questo posto; guardate sulle pareti, ci sono ancora gli sketch originali della prima serie di spirit”
 
“Effettivamente dovevo immaginare che, per te, entrare in questo club sarebbe stato come entrare in paradiso” osservò Kataru, divertito “immagino che Tegamaru sia con voi, oppure è ancora al lavoro?”
 
“Né l’una, né l’altra” rispose Kobushi “è andato a visitare un’università assieme a suo nonno e al suo assistente, il signor Fukuyama”
 
“Tegamaru ha un nonno?!” fecero i due Tatsumi sempre più increduli
 
“Eh già, è incredibile che un essere umano abbia dei parenti” ironizzò il Nigiri
 
“Non è questo che intendevamo” disse Kimari “credevo non avesse parenti in vita”
 
“Non i più stretti, purtroppo” sussurrò Chihiro, con velata malinconia “ma qualcuno ne ha, alcuni rami cadetti del casato Tanashi sono sopravvissuti praticamente intatti fino ad oggi”
 
La notizia diede ai ragazzi di Kadode uno strano senso di allegria: Tegamaru Tanashi non era mai stato (e probabilmente nemmeno mai sarà) la persona più simpatica e affabile che avessero conosciuto, ma avevano sempre dato per scontato che avesse affrontato, prima, e avrebbe dovuto affrontare, da ora in poi, tutta la sua vita da solo e l’idea di un ragazzo attualmente di quindici anni costretto a districarsi negli ambienti mai troppo puliti dell’élite mondiale senza nessuno su cui fare affidamento eccetto i suoi collaboratori non poteva fargli troppo piacere.
Tutti loro, perfino Kimari, dovettero ammettere che per una volta era bello essersi sbagliati e decisero di recarsi al bar appena fuori per un brindisi augurale in onore della ritrovata famiglia del loro amico; raggiunto il bancone con ampio anticipo, Manabu richiamò l’attenzione del barman e cominciò ad ordinare per tutta la compagnia quando, all’improvviso, un’altra voce lo sottrasse a quella conversazione.
 
“Presidente?! È lei?” domandò
 
Il ragazzo iniziò voltarsi in direzione della voce, cercando di fare mente locale e individuare chi fosse tra i suoi conoscenti
 
“Ci conosc…”
 
Non fece attempo a finire la frase che i suoi occhi incrociarono la figura del suo interlocutore.
Certo che lo conosceva: era Masaki Igarashi, il timido ragazzino della classe di suo fratello che si era trasferito appena dopo la fine del campionato nazionale, si era fatto sensibilmente più alto ma la faccia era sempre quella.
 
“Sono felice di vederti, Igarashi!” esclamò allegro il più grande “cosa ci fai qui”
 
“Penso la stessa cosa che fa lei” replicò l’altro “ho vinto le selezioni per la rappresentanza del mio liceo in questo torneo”
 
Ohizumi rimase veramente colpito, gli era stato detto che Masaki era un appassionato di Battle Spirits e un grande fan di Hajime, contro cui aveva disputato il suo primo duello, ma anche che fosse un duellante di basso livello.
 
-Beh, probabilmente non tutte le selezioni saranno state difficili come la nostra- concluse, dopo averci riflettuto un po’
 
Effettivamente, ripensando al campionato nazionale di due anni prima, non ricordava molti duellanti dalla sfavillante abilità strategica, escludendo quel fenomeno di Isami; i concorrenti più pericolosi erano stati i suoi compagni del blocco rosso, e non lo affermava per presunzione, era un dato oggettivo: tutti e tre i rappresentanti del Giappone erano usciti da quella sezione e, nel suo personalissimo caso, il duello più difficile l’aveva disputato con Kimari.
 
-È anche vero che il gioco è cresciuto ancora in questi due anni- pensò ancora il ragazzo -chissà quanti nuovi duellanti sono migliorati in questo lasso di tempo-
 
Sorrise soddisfatto in direzione del povero Masaki ormai adocchiato, riconosciuto e assaltato dal gruppetto di vecchi amici, compresa Shizuku che non lo vedeva dalle elementari, che era finalmente arrivato a destinazione; era strano, improvvisamente si sentiva più eccitato all’idea di affrontare questo piccolo torneo, se qualcuno come Igarashi era migliorato a tal punto da risultare un avversario credibile, beh allora c’era davvero la possibilità che tutto questo gli riservasse qualche sorpresa.
Conclusa la rinfrescata, il colorato gruppetto riprese la via del club in compagnia del loro amico appena rincontrato; nonostante non lo vedessero da più due anni il più incuriosito sembrava essere proprio lui, nei pochi metri di strada che conducevano all’edificio li tempestò di domande, come si trovavano al liceo, come era cambiata Kadode in questi anni e per finire la domanda principe: come era possibile che Hajime non fosse lì con loro.
 
“Beh, ha perso alla selezione contro di me” spiegò Manabu che poi accennò a voler aggiungere qualcosa
 
“Tutto qui?” domandò Masaki, che aveva chiaramente intuito qualcosa
 
“È complicato” provò ad inserirsi Kimari
 
Quell’intervento colse di sorpresa Igarashi un po’ perché non era abituato a vedere la ragazza in difesa di Hajime (chissà quante altre cose erano cambiate in quel tempo) e un altro po’ perché era strano che si associasse la parola complicato a quel ragazzo, era sempre stato fiero del suo essere libero da problemi e complessità.
Scelse di non addentrarsi oltre nella questione, preferendo piuttosto accelerare vistosamente il passo in direzione del centro; a destinazione raggiunta fece una vistosa piroetta, che quasi lo fece volare per terra, con grande ilarità del suo pubblico, e poi fece segno di entrare come fosse un usciere.
 
“Visto che sono arrivato qui prima di voi, vi farò da guida per quanto riguarda gli altri duellanti” disse con soddisfazione “probabilmente i loro nomi non vi diranno nulla, sono quasi tutti non professionisti e vengono da posti così assurdi che sembrano inventati, ma non si può mai sapere”
 
“Bene, facci strada!” esclamò Manabu
 
Rientrarono nel locale al seguito della loro novella guida, questa volta osservando con maggior attenzione ogni angolo del locale; c’erano cose, persone in realtà, che prima non avevano notato: un ragazzo gracile dai capelli corvini intento a guardarsi intorno estasiato, due ragazzi visibilmente più grandi, uno biondo e uno moro, con l’aria da teppisti intenti a guardarsi in cagnesco e, infine, un altro simile ai due, ma con un atteggiamento più rilassato, accompagnato da un altro ragazzo dai capelli color cenere.
 
“Sono loro?” chiese Kataru incuriosito “sono tutti duellanti?”
 
“Non proprio tutti” spiegò Masaki “il ragazzo con capelli neri si chiama Chuuta Kokonose è un duellante dilettante che viene dalla scuola di Shirobori”
 
“Mai sentita” sentenziò Kimari
 
“Sinceramente, prima di oggi nemmeno io” fece l’altro tranquillo “essendo della nostra età è venuto con sua zia Mimi che ho conosciuto ieri, una signora simpatica”
 
“Mi fa piacere che abbiate già fatto amicizia”
 
“Non più che con gli altri in realtà” ammise candidamente l’ex abitante di Kadode “anche quelle due specie di teppisti da gang sono dilettanti”
 
“Lo immaginavamo” affermò Kimari “sai come si chiamano”
 
“Il biondo è Daichi Shinagawa del liceo Monshiro, è stato il primo che ho incontrato; era qui con una ragazza di nome Hana Adachi (un vero uragano) che oggi non so perché non ci sia, lui non è uno che ama parlare” esplicò Masaki, proseguendo nel suo racconto “Con l’altro teppista invece non ci ho nemmeno parlato; sinceramente mi ha fatto paura sin dall’inizio e, dalle voci che mi sono giunte, ne avevo tutte le ragioni perché quello viene dalla St. Ishiyama”
 
“Ah… aspetta, QUELLA ST. ISHIYAMA?!!” esclamarono terrorizzati Kataru e Tameru “la-la scuola co-col più a-alto tasso di-di delinquenza de-del paese?!!”
 
“Esatto, a-anche a me f-fa paura anche solo il nome” sussurrò impercettibilmente imbarazzato “lui si chiama Tatsumi Oga; non credo sia cattivo, ma nel dubbio ho preferito girare alla larga”
 
“Un cuor di leone” ironizzò Kimari
 
“Farò finta di non aver sentito”
 
“Bella risposta!” sentenziò la ragazza, perfino con una punta d’orgoglio nel tono “chissà che non ti siano finalmente cresciute le pa…”
 
“Kimari!” la interruppe prontamente Manabu, mentre il Chihiro e Kobushi trattenevano a stento le risate “stavi dicendoci degli ultimi due”
 
“Si, so-sono quelli più particolari” riprese il loro anfitrione “il ragazzo coi capelli neri viene dal liceo Suzaku e il nome è Ryu, Ryu Yamada; pur essendo un dilettante so che ha anche partecipato saltuariamente a tornei ufficiali, niente di eccezionale, sia ben chiaro, ma è comunque qualcosa in più”
 
“E quell’altro che è con lui”
 
“Oh, lui invece è l’unico non duellante del gruppo” esplicò “è solo il suo migliore amico, si chiama… mmm… Ushio, mi pare, e di cognome fa Igarashi come me, ma vi assicuro che non siamo parenti”
 
Conclusa la carrellata, i ragazzi si raggrupparono in un angolo appartato, sotto l’immagine di Siegwurm Possente Dragone Imperatore del Tuono, a confabulare; il variopinto gruppetto di potenziali avversari gli aveva provocato reazioni differenti, c’era chi ne era incuriosito e chi invece, come Manabu, sembrava un po’ deluso.
 
“Quindi… in fin dei conti sono tutti dilettanti?” domandò il presidente
 
“Beh, loro si” rispose l’altro, non potendo non notare l’espressione sconsolata del maggiore “stia tranquillo presidente, so che preferirebbe avere una sfida di valore e posso assicurarle che io e gli ultimi due sfidanti faremo del nostro meglio per provvedere”
 
“Hai incontrato anche loro?”
 
“Certamente, credo che in questo momento sian…”
 
“QUI!!” sbraitò qualcuno all’ingresso, attirando l’attenzione di tutti i ragazzi che popolavano il piano superiore
 
Anche la combriccola dalla città dei sogni non poté fare a meno di essere richiamata all’attenzione da una simile introduzione; proprio verso di loro si mossero due giovani, probabilmente loro coetanei, in divisa da liceali, un ragazzo di stazza poco superiore a quella di Hajime e i capelli rosso fuoco e una ragazza molto bella, con capelli castano chiaro e due occhi stupendi.
Masaki si distaccò immediatamente dal gruppo e si avvicinò ai nuovi arrivati con un grande sorriso stampato in volto.
 
“Ohi, Toppa, dove vi eravate cacciati per due ore?” chiese
 
“Diciamo che abbiamo improvvisato una specie di appuntamento” rispose il rosso, abbracciando affettuosamente la sua compagna, improvvisamente rossa in volto “qui vicino c’è un parco con un labirinto di siepi davvero bello”
 
“Già, e abbiamo deciso che valeva la pena di trascorrerci qualche ora prima di iniziare questo torneo” proseguì la ragazza, scambiando un timido bacio con l’altro giovane
 
“Dai ragazzi, basta essere così sdolcinati” li irrise Masaki facendoli diventare ancora più rossi “piuttosto sapete dove…”
 
Un rumoroso, e forzato, colpo di tosse richiamò l’attenzione del ragazzo verso coloro che, al momento, si trovavano dietro di lui e che ora lo guardavano un po’ interdetti; lo sguardo interrogativo con cui il ragazzo replicò alla situazione in cui si era venuto a trovare non fece altro che peggiorare, o forse rendere più divertente, la scena e le facce che lo stavano guardando. In fondo se Hajime era il suo idolo un motivo ci sarà stato.
 
“Nooon ci… ehm… presenti i tuoi amici?” accennò Manabu con fare allusivo
 
“Oh, certo, scusate” replicò il ragazzo visibilmente imbarazzato per la brutta figura “loro sono Toppa Bashin e la sua ragazza, Fumiko Otonashi, hanno un anno in più di noi e, a differenza degli altri, sono entrambi duellanti professionisti provenienti dal liceo Toaru”
 
Prontamente, il ragazzo chiamato Toppa si inserì nella discussione tra Igarashi e il gruppo di Kadode spegnendo parzialmente i bollenti spiriti del giovane del blocco giallo e correggere alcune delle sue affermazioni; chiarì come, in realtà, né lui né la sua amica, che lui chiamava affettuosamente Meganeko, non si potessero più realmente definire dei pro, al massimo dei semiprofessionisti, di come lo fossero stati sino dalle elementari e di come le cose fossero cambiate iniziato il liceo.
 
“Beh, i-in realtà è mo-molto s-semplice” spiegò con una punta di timidezza “io… mi sono innamorato"
 
"Wow, non lo… e-ed è per questo che…" esclamò Masaki imbarazzato
 
"Si, partecipare ai tornei ufficiali mi portava a stare lontano da Meganeko" proseguì il rosso "così decisi: tenevo molto di più a stare con lei che ad essere un professionista; ora io e lei duelliamo solo col nostro gruppo di amici"
 
"Davvero una cosa molto romantica" affermò Chihiro "perdonami se sono indiscreta, ma perché hai scelto di partecipare proprio a questo torneo?"
 
"Perché questo è un luogo speciale per me" rispose l'altro "è qui che mio padre vinse il suo incontro per il primo posto del ranking"
 
"Tuo padre… aspetta non sarai mica il figlio di Touha Bashin?" domandò Manabu, come improvvisamente risvegliatosi dal sonno
 
"Eh, si" replicò l'altro un po' imbarazzato
 
"Ora è chiaro, voi sapete chi è?" chiese il presidente agli altri che gli rivolsero, a maggioranza, sguardi interrogativi "Ahi ahi, Naoko è molto più informata di voi; suo padre è stato l'ultimo, o il penultimo, non ricordo bene, leader del ranking mondiale prima di Arata"
 
"L'ultimo per la precisione" precisò Bashin, tendendo la mano "di nuovo, piacere di conoscervi"
 
I due ragazzi si strinsero la mano con reciproca soddisfazione, accanto a loro le rispettive combriccole sapevano esattamente che cosa stavano pensando.
 
-Avevo ragione, questo torneo mi riserverà delle sorprese-
 
 
 
Erano passati circa quaranta minuti dal momento dell'incontro tra il gruppo di Kadode e i due liceali di Toaru e nella grande sala del primo club era calato il silenzio, tutti i ragazzi si erano presentati ormai a tutti gli altri e l'unica domanda rimasta insoluta era chi fosse l'ultimo dei partecipanti, ignoto anche a Masaki.
Improvvisamente, un brusio elettrico cominciò a risuonare dal palco, prima leggero e quasi inudibile poi sempre più evidente, in un crescendo, le luci del locale esplosero in tutta la loro luminosità cambiando completamente il volto all'ambiente; i volti di tutti i ragazzi si diressero verso il palco, già sapevano che cosa aspettarsi.
 
"Amici duellanti, conoscete la parola d'ordine? Che sia forse sexy?"
 
"NO, GALAXY!" rispose il pubblico con entusiasmo vario (e assolutamente imparagonabile a quello, sempre eccessivo, di Hajime)
 
"Benvenuti, amici appassionati di Battle Spirits, in questo luogo storico!" gridò entusiasta Galaxy Watanabe, arrivato ad ampie falcate sul palco "qui, in questa giornata, si svolgerà questo piccolo torneo, organizzato dalla federazione per raccogliere fondi per la ristrutturazione di questo luogo storico; otto licei hanno accettato di mandare un membro dei rispettivi club scolastici per l'occasione, so che non tutti loro sono professionisti ma sono certo che tutti si impegneranno al massimo"
 
Il mitico conduttore scese dal palco per andare tra il suo pubblico, che in pochi secondi era più che decuplicato, a prendersi i gli applausi dei suoi fan; si avvicinò al mucchietto che riuniva i ragazzi di Kadode e di Toaru con un’aria strana, un misto tra l'incuriosito e il divertito.
 
"Hajime non c'è?" domandò
 
"Ehm, non… non è potuto venire"
 
"Peccato, comunque vi conviene prepararvi"
 
Confusi, i due partecipanti si scambiarono un'occhiata perplessa e fecero per rivolgersi ancora al presentatore biondo che però era sparito.
Istintivamente, alzarono la testa e lo ritrovarono già tornato sul palco e con il microfono in mano, intento ad annunciare i contendenti del primo duello: Manabu Ohizumi e Toppa Bashin. Seguì un altro sguardo interdetto.
 
"Forza ragazzi, è ora di iniziare"
 
I due giovani, un po' spaesati, salirono sul palco e si disposero uno di fronte all'altro; un terzo sguardo, questa volta senza dubbi, e ancora una volta sapevano di star pensando la stessa cosa.
 
-Vediamo di dargli un bello spettacolo-
 
"VARCO APRITI, ENERGIA!"
 
 
TURNO 1
 
 
“Fase iniziale!” esclamò soddisfatto il presidente “è davvero bello tornare a partecipare ad un torneo”
 
“Già” replicò l’altro “mi sento bene anch’io”
 
“Qualche rimpianto?”
 
“Nessuno” fece il rosso “ma è bello poter tornare in quest’arena ogni tanto”
 
“Cerchiamo di godercela allora” concluse Manabu “fase principale: evoco Pressautoma e attivo il nexus Esplosione del Vulcano Sottomarino
 
Sia il simpatico robottino che il maestoso monte azzurro circondato dall’acqua fecero il loro ingresso in scena tra gli “ohh” del pubblico pagante, molti di loro assistevano ad un duello in 3D per la prima volta e non poterono restare indifferenti a quella meraviglia.
 
“Un’ottima apertura del sipario direi” osservò soddisfatto Manabu, ammirando il suo nexus “forza, vediamo cosa sai fare”
 
 
TURNO 2
 
 
“Proverò ad accontentarti Ohizumi, spero di non aver perso troppo la mano” esordì grintoso il più giovane “fase principale: evoco Goradon e Eyeburn
 
Due simboli rossi si sbriciolarono nell’aere dell’arena di Battle Spirits lasciando sprigionare una nebbia rosso fuoco; la terra tremò e delle crepe cominciarono a formarsi nella zona ove precedentemente si trovavano i due rubini, da sotto essa emerse un gigantesco rettile marrone dall’aria feroce e, accanto, a lui un drago dotato di un solo occhio apparve dalla nebbia.
 
“Attivo anch’io un nexus: Antichi Resti
 
Una serie di giganteschi monoliti cominciò a circondare la postazione del duellante, apparvero separatamente ma andarono immediatamente ad unirsi formando un'unica catena; incastonate in essa, risplendevano le misteriose ossa fossili di una qualche creatura.
 
“Ora fase d’attacco: attacco con Eyeburn
 
“Ne rispondo con la vita” replicò prontamente l’avversario, affrontando con determinazione la fiamma dello spirit
 
“A te la mossa”
 
 
L’inizio di duello aggressivo non portò, purtroppo per lui, troppa fortuna al giovane Bashin; il suo vantaggio di spirit fu ribaltato da Manabu già nel terzo turno che, giostrandosi alla perfezione con nuclei e riduzioni di costo, riuscì ad evocare due spirit come Emehydral Vacua Bestia Marina e Fido Golem, peraltro a livello 2, dotati di effetti interessanti e di un discreto quantitativo di punti battaglia per trattarsi di spirit di inizio duello.
Così, tra un burst posizionato (da Manabu) e un altro nexus attivato (sempre da Manabu), i turni dal terzo al sesto volarono via veloci, con Toppa intento a rafforzare il suo muro rosso, sia elevando a livello 2 i suoi combattenti che evocando nuovi spirit come l’ultimo arrivato Centauro Cavaliere, e Manabu immediatamente impegnato nel mettere in atto la sua strategia di distruzione del mazzo avversario, costringendo il giovane dai capelli di fuoco alla perdita di due nuclei vita e, soprattutto, di ben cinque carte per effetto di due offensive di Fido Golem, la seconda delle quali sostenuta dal nuovo nexus Lago Impronta del Gigante.
 
 
TURNO 7
 
 
“Evoco Automa di Pietra Modificato!” esclamò il presidente, aprendo così il suo quarto turno personale “e lo elevo immediatamente a livello 2 usando i nuclei presenti sul nexus Lago Impronta del Gigante, che si abbassa così a livello 1”
 
La luce dello splendido paesaggio montano si spense per trasferirsi al gigantesco automa azzurro, che, ardente dal desiderio di lotta, si batté il petto con le enormi braccia rocciose mostrando al nemico le acuminate picche con cui esse terminavano.
 
“Fase d’attacco: attacco con Fido Golem e Automa di Pietra Modificato; attivo per entrambi l’effetto Sgretola, elimino due carte a testa a cui ne vanno aggiunte altre due per l’incremento dettato dall’effetto del nexus Lago Impronta del Gigante a livello 1”
 
“Per coloro i quali non fossero troppo pratici delle nuove carte eccovi una breve spiegazione” si inserì Galaxy “il nexus Lago Impronta del Gigante consente di incrementare il numero di carte eliminate da un effetto Sgretola o Grande Sgretola di tante carte quanti sono i burst posizionati dai due giocatori, in questo caso uno”
 
“Rispondo ad entrambi gli attacchi con la vita!” gridò Toppa, attendendo con decisione l’arrivo delle due creature
 
Lo scudo blu circondò la postazione, pochi secondi di resistenza, poi fu violentemente sfondato dai colpi di zampa del segugio meccanico; riapparve subito, all’avvicinarsi dell’acuminata picca del golem pietroso, venne colpito, piegato e distorto, ma, con grande sorpresa generale, nessuna breccia fu aperta.
 
“Si tratta dell’effetto di Emehydral ai livelli 1 e 2” spiegò l’autore di quell’offensiva “finché ho un burst posizionato, sia io che il mio avversario non potremmo perdere più di una vita a turno”
 
“Un effetto ambiguo e rischioso” osservò Bashin “non pensi che sia troppo difficile da giostrare?”
 
“Può dare i suoi problemi, lo ammetto, ma il mio primo obiettivo resta sempre la distruzione del mazzo avversario” replicò Manabu, per nulla pentito “forza Toppa, è il tuo turno”
 
 
TURNO 8
 
 
Il quarto turno personale di Toppa iniziò in modo diverso dai precedenti; una volta concluse le fasi obbligatorie, il ragazzo aveva dato una rapida occhiata al suo terreno di gioco e alla sua metà d’arena: gli spirit sembravano essere un po’ giù di morale, quasi stancati dai tanti turni di inattività; Bashin, dal canto suo, sorrise.
 
-È ora di un po’ di fuochi d’artificio-
 
“Fase d’attacco!” dichiarò finalmente, dopo aver elevato a 2 il livello del suo nexus “attacco con Eyeburn
 
“Perfetto” replicò Manabu con un ghigno “con l’attacco dell’avversario io posso attivare il burst”
 
La carta capovolta saltò in aria come dopo un’esplosione e ricadde perfettamente nello stesso punto rivelando a tutti la sua identità: era proprio lui, uno dei due pilastri del mazzo e della strategia del presidente.
 
“L’effetto burst mi consente di evocare questo spirit a costo zero a condizione che io abbia almeno uno spirit con effetto Sgretola o Grande Sgretola sul terreno di giocò” esplicò il castano “e poiché io ho non uno, ma ben due spirit con effetto Sgretola, abbassando a 1 il livello di Fido Golem e Automa di Pietra Modificato, posso evocare l’eroe che brandisce la lama di zaffiro, il flagello dei mazzi avversari, Guerriero Katana a livello 2”
 
Maestoso come sempre, l’automa armato di katana e vestito nello stile dei supereroi giapponesi discese sul terreno di gioco rilasciando un possente grido di guerra; gli occhi di tutti gli spettatori erano catturati ed esaltati da quel magnifico spettacolo, solo Meganeko, tra il pubblico, portava un’espressione differente, piuttosto preoccupata dall’esito del duello.
 
-No, non devo disperare- disse a sé stessa -il mio Toppa è un grande duellante, non è ancora finita-
 
Ed aveva ragione.
 
“Ottimo, proprio quello che aspettavo!” urlò soddisfatto il duellante di Toaru “azione lampo: utilizzo la carta magia Aura Offensiva, pago il costo abbassando Centauro Cavaliere a livello 1 e aggiungo 2000 PB a tutti i miei spirit”
 
Un bagliore accecante avvolse gli spirit nella meta d’arena appartenente al rosso; improvvisamente il loro corpi iniziarono a brillare, lanciarono ruggiti di esultanza e anche la carica dello spirit precedentemente mandato all’attacco si fece improvvisamente più veloce.
 
“E ancora” proseguì “azione lampo: con i nuclei della riserva e del nexus, che si abbassa a livello 1, attivo la carta magia Tempesta Fiammeggiante che mi consente di distruggere gli spirit che abbiano un massimo di 3000 PB, per cui Fido Golem, Automa di Pietra Modificato e Pressautoma si guadagnano un biglietto di sola andata per gli scarti!”
 
“SI!!” gridò Meganeko dagli spalti, incapace di trattenere ancora l’entusiasmo
 
Una serie di lingue di fuoco iniziarono a scaturire dalla parete di roccia su cui stava la postazione del ragazzo, percorsero il diametro dell’arena, raggiungendo e superando lo spirit intento a portare l’attacco, per poi scatenarsi con violenza sullo schieramento avversario sferzandolo come fruste infuocate; quando lo spettacolo si diradò, i tre spirit precedentemente nominati non c’erano più.
 
“Dannazione, ne rispondo con la vita” sibilò un Manabu visibilmente rabbioso
 
“È stato un disastro” sentenziò sconsolato un tesissimo Kataru Ohizumi; ne lui ne gli altri del gruppo di Kadode potevano crederci: il loro presidente, un duellante di livello mondiale, era stato giocato da un semiprofessionista.
 
“A te la mano, Manabu”
 
 
TURNO 9
 
 
I pochi secondi con cui svolse le fasi obbligatore non furono ovviamente sufficienti a Manabu per placare, almeno in parte, i bollenti spiriti che rischiavano di offuscare la sua mente. Non riusciva nemmeno a credere di esser stato giostrato a piacimento da carte di primissima generazione e, per di più, nel turno in cui aveva evocato uno dei suoi due spirit chiave; per quanto la cosa potesse sembragli strana, esisteva una sola possibile spiegazione.
 
-È bravo, il ragazzo- pensò -davvero, davvero bravo-
 
Una nuova occhiata alla carta riporto il suo pensiero al punto di partenza: come uscire dalla situazione di merda in cui si era cacciato.
 
-Forse è il caso di eliminarlo- si disse osservando le carte da lui schierate -l’avevo messo per controllare il numero di carte per ogni giocatore, ma, quando mi sarebbe servito il suo effetto a livello 2, non ho potuto sfruttarlo a dovere-
 
“Ma si, evoco Idra Corazzata a livello 2 ed elevo Guerriero Katana a livello 3” elencò, non appena ebbe ritrovato un po’ di grinta “fase d’attacco: attacco con Guerriero Katana; attivo il suo effetto Sgretola e lo combino con il suo effetto a livello 2 e 3, se tra le tre carte scartate ce n’è una di costo pari o superiore a 4 posso mandare uno spirit avversario in affaticamento”
 
Il samurai supereroe sguainò la spada e menò un violento fendente all’aria dell’arena che si tradusse in una sferzata di colore azzurro elettrico, essa percorse tutto il terreno di gioco fino ad impattare con la posizione avversaria.
Un grande vento, e tre carte che, fluttuando, ricaddero lentamente negli scarti; tutti i presenti, in particolare Meganeko, aguzzarono la loro vista il più possibile nel tentativo di scorgere qualcosa delle carte ormai eliminate o dell’espressione di Toppa, ma ogni tentativo fu vano.
 
“Non mollare tesoro!” esclamò la diciassettenne
 
“Tranquilla, non c’era nulla in quelle tre carte” replicò lui, con un sorriso dolce e rassicurante “ah giusto, ne rispondo con la vita”
 
“Ottimo, concludo il mio turno” disse Ohizumi “prima però sposto il mio nexus Esplosione del Vulcano Sottomarino negli scarti e recupero un nucleo dalla riserva”
 
“Questo è l’effetto che possiede Idra Corazzata a livello 2” esplicò Galaxy, soddisfatto di poter erudire la sua folta platea “in fase finale consente di distruggere un proprio nexus per recuperare un nucleo dagli scarti; che duello appassionante amici, i due contendenti sono veri virtuosi del gioco e l’esito dell’incontro è sempre più impronosticabile”
 
 
TURNO 10
 
 
“Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero” ripeté ritmicamente il ragazzo di Toaru “fase principale: uso la magia Pescata Doppia e pesco due carte dal mazzo, dopodiché attivo il nexus Trono dei Sette Draghi a livello 2”
 
Il trono dorato, austero e sfarzoso al tempo stesso, emerse in tutta la sua luce dal panorama, andando a posizionarsi accanto alle rocce e i loro sedimenti fossili.
 
“Attivo l’effetto di Trono dei Sette Draghi a livello 1 e 2 che mi consente di guadagnare una gemma di riduzione del costo supplementare su tutti i miei spirit dei generi “Drago Antico” e “Drago Imperiale” che si trovano nella mia mano” continuò imperterrito il rosso “evoco Siegfried Drago Imperiale!”
 
Alla comparsa di QUEL simbolo rosso, Meganeko non riuscì più a trattenersi, si alzò in piedi, fece lo slalom tra il pubblico nelle loggette e raggiunse Kataru, Kimari e gli altri in prima fila; fino ad ora si era tenuta a distanza perché non voleva rischiare di litigare con delle persone appena conosciute e per di più così cordiali, ma adesso non più, il suo amato Toppa poteva farcela e aveva bisogno di lei.
 
“Attivo l’effetto di livello 2 del nexus Trono dei Sette Draghi, ogni volta che evoco uno spirit dei generi “Drago Antico” o “Drago Imperiale” posso distruggere uno spirit avversario con punti battaglia uguali o inferiori a quelli che il mio spirit possiede al momento dell’evocazione” elencò di nuovo Bashin, ormai sempre più preso nel fuoco del duello “Siegfried Drago Imperiale è uno spirit di genere “Drago Antico”, per cui elimino Emehydral Vacua Bestia Marina con 4000 PB”
 
Una lancia di fuoco si sollevò in aria da dietro il seggio placcato d’oro e si scagliò attraverso il terreno di gioco trafiggendo, in ultimo, lo spirit avversario designato in pieno petto.
 
“Ho concluso, a te la mossa Manabu”
 
 
TURNO 11
 
 
Per la prima volta dall’inizio del duello, la conclusione di un turno aveva provocato qualche mugugno di disapprovazione; certo l’azione portata avanti da Toppa era stata eccellentemente orchestrata, dando ulteriore prova delle grandi capacità strategiche del ragazzo, ma il fatto che tutte le preparazioni non avessero portato a nulla di sostanziale aveva lasciato molti con un po’ di amaro in bocca.
 
“Sai, mi sa che gli stiamo abituando troppo bene” fece Manabu rivolto al suo avversario, indicando le loggette fluttuanti e i giganteschi spalti intorno al campo di battaglia
 
“Concordo” scherzò l’altro molto divertito “ormai si aspettano chissà quali meraviglie ad ogni turno”
 
“Già, beh allora vedrò di dargli qualcosa di cui parlare” tagliò corto il presidente, abbandonando l’atteggiamento rilassato “fase principale: abbasso Idra Corazzata a livello 1, evoco Todon Armatore Ruggente a livello 2 e, infine, posiziono un burst”
 
La frenesia con cui il castano mosse nuclei e carte sul suo terreno di gioco ebbe sin da subito l’approvazione del pubblico che, tuttavia, al posizionamento del burst si chetò notevolmente: era vero che ormai non sapevano realmente più cosa aspettarsi da quegli straordinari duellanti, ma era altrettanto vero che il giovane nazionale era rimasto senza carte in mano, situazione notoriamente considerata molto rischiosa; la paura, insomma, che si traducesse tutto in molto rumore per nulla era concreta.
 
Fortunatamente per loro, Manabu, in quel momento, aveva un concerto Rock in mente.
 
“Fase d’attacco: attacco con Todon; attivo l’effetto Fiero Assalto, affatico il mio nexus e recupero lo spirit attaccante”
 
L’umano con la testa da orso, intento a percorrere l’arena, si illuminò di una sfavillante luce azzurra e vide i suoi possenti muscoli ritornare tonici come se non avesse mai compiuto sforzi, sollevò con estrema facilità l’enorme ancora che si portava appresso e iniziò a farla ruotare vorticosamente sopra la testa.
 
“Blocco con Eyeburn
 
Il drago monocolare rispose repentinamente all’esortazione del suo duellante e andò a disporsi tra la postazione e la traiettoria tracciata dall’ancora, irrigidì i muscoli e provò a resistere ma l’impatto fu paragonabile a quello di una palla da demolizione.
 
“Proseguo nell’offensiva, attacco ancora con Todon e poi con Guerriero Katana” disse Manabu, sempre più infiammato “attivo l’effetto Sgretola e lo combino con quello del nexus Lago Impronta del Gigante: perdi quattro carte”
 
L’onda d’urto provocata dal fendente dello spirit blu fece volar via dal mazzo rosso altre quattro carte, Toppa, in campo, e Meganeko, sugli spalti, trattennero il fiato: se fosse uscita una carta di costo 4 o più, sarebbe finito tutto.
 
-zero, tre, tre, due… perfetto, ci sono ancora- annotò mentalmente prima di rivolgere di nuovo lo sguardo impavido verso il suo rivale “blocco con Goradon e Centauro Cavaliere
 
Come era stato per Eyeburn, anche gli altri due spirit chiamati in causa si posero a difesa della postazione e fecero coraggiosamente scudo con il proprio corpo di fronte ai soverchianti attacchi dei due avversari.
 
“Ok, ora fase finale: attivo l’effetto di Todon che mi consente di recuperare, durante questa fase, tutti i miei spirit in affaticamento aventi effetto Sgretola, in questo caso Guerriero Katana
 
 
TURNO 12
 
 
Toppa tirò un gigantesco sospiro di sollievo, l’ultimo turno gli era stato quasi fatale e, doveva ammetterlo, solo la fortuna di avere molti spirit e magie dal costo ridotto tutti accorpati in una zona lo aveva salvato da sconfitta certa; guardò un’altra volta sugli spalti, la sua ragazza lo osservava con occhi preoccupati mentre attorno a lei gli altri amici del suo avversario sembravano cercare di cogliere le sue intenzioni.
 
“Fase principale: cielo azzurro preparati a diventare nero, evoco Supremo Drago del Caos!!”
 
Il gigantesco rubino si spezzo e un’aria nera ricoprì il terreno di gioco oscurando, come il ragazzo di Toaru aveva predetto, ogni fonte di luce; dalla nube emersero due mani senza braccia, poi due zampe senza gambe, un torso privo di arti e infine una minacciosa testa di drago mentre, dietro alla grande massa scura, sei ali nere si tessevano come in una tela di ragno.
 
“Caro Manabu, ti presento lo spirit chiave di mio padre!” esclamò soddisfatto Bashin “attivo l’effetto di Supremo Drago del Caos all’evocazione che mi consente di pescare dal mazzo tante carte quanti sono gli spirit del genere “Drago Antico” da me controllati”
 
Il ragazzo afferrò le prime due carte del mazzo, le osservo e sorrise: era sulla strada giusta.
 
“Attivo, poi, l’effetto di Trono dei Sette Draghi a livello 2, distruggo Todon Armatore Ruggente
 
Un’altra lancia, rovente quanto quella del turno precedente, attraversò il campo di battaglia come un fulmine che squarcia il cielo durante un temporale, Manabu non riuscì nemmeno a scorgere il momento dell’impatto; si vide solo l’uomo-orso ormai senza vita impalato al muro di cemento che cingeva l’arena, poco sotto la postazione del suo padrone.
 
“E infine, abbasso il nexus a livello 1 e sfrutto i suoi nuclei per elevare a livello 2 sia Siegfried sia Supremo Drago del Caos
 
“Piacere di conoscerti” replicò ironicamente Manabu con lo sguardo rivolto verso il nuovo arrivato “uno spirit degno di un campione del mondo direi”
 
“Permettetemi di concordare con Manabu” si inserì Galaxy “in realtà tutta l’azione del giovane Toppa Bashin è stata degna di un campione del mondo, l’utilizzo fatto degli effetti degli spirit e dei nexus, i movimenti dei nuclei in gioco, è stato tutto magistrale; ora vedremo come risponderà il suo rivale”
 
 
TURNO 13
 
 
“Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione” esordì il presidente afferrando la sua settima carta ottenuta dal turno di pesca
 
La osservò: uno spirit Pressautoma che in un momento differente avrebbe potuto trovare meno confortante, ma che ora gli serviva come il pane per rafforzare le sue difese.
 
“Ok, fase principale: evoco Pressautoma a livello 2” disse appoggiando la carta sul tabellone “e poi uso i restanti nuclei per elevare Idra Corazzata e il mio nexus a livello 2”
 
Il maggiore degli Ohizumi osservò attentamente i due terreni di gioco per valutare il momento e, quindi, il da farsi.
 
Ad un occhio inesperto, la situazione si sarebbe potuta considerare a lui favorevole, aveva tre spirit schierati contro due dell’avversario, il quale aveva solo una vita, e i primi erano anche sostenuti dall’effetto di livello 2 di Lago Impronta del Gigante che avrebbe aggiunto loro 3000 PB; aveva la vittoria in pugno.
 
-Già, se non fosse che non è per niente così- pensò -se attaccassi con Guerriero Katana lui userebbe l’effetto Risveglio di Siegfried per contrastarmi, perderebbe, certo, ma l’effetto a livello 3 del drago gli farebbe guadagnare una vita e a quel punto non potrei più batterlo in questo turno-
 
Valutò con attenzione tutte le possibili combinazioni di mosse, se fosse giusto l’ordine degli attacchi da lui pensato, se alla fine l’idea migliore non fosse attaccare con Guerriero Katana e sperare di eliminare una carta che costasse almeno quattro.
 
-Si beh, sono già due turni che ci provi e non ti è mai andata bene- lo consigliò la sua voce interiore -non farti ingolosire, ragazzo, ricorda che lui ha quattro carte in mano mentre tu nessuna-
 
“Forse hai ragione” sussurrò Manabu “a te la mossa Toppa!”
 
 
TURNO 14
 
 
“Proprio quello che aspettavo!” esclamò soddisfatto il ragazzo più giovane “fase principale: abbasso Siegfried e Supremo Drago del Caos a livello 1, transevocazione di Siegfried
 
Il singolo nucleo rimasto sul drago rosso cominciò ad ardere e, simultaneamente, un violento incendio avvolse completamente lo spirit presente all’interno dell’arena; gli spettatori si sporsero dagli spalti per cercare di capire cosa stava succedendo, solo Meganeko non lo fece, lei sapeva già tutto.
 
“Evoco Siegfriediano Sacro Imperatore a livello 3!!”
 
Un simbolo bianco e un simbolo rosso vorticarono tra le fiamme del rogo fino a collidere, in quell’istante due enormi braccia corazzate, armate da tre cannoni per braccio, emersero dal fuoco precedendo di qualche secondo l’apparizione finale della creatura: un maestoso drago rosso ricoperto da una corazza di metallo, perfetto simbolo dell’unione di rosso e bianco.
 
“L’effetto di Siegfriediano al momento dell’evocazione mi consentirebbe di distruggere tutti gli spirit avversari di costo pari o inferiore a cinque” spiegò Toppa sempre più eccitato “ma dato che la transevocazione è stata eseguita su Siegfried il limite di costo si eleva a otto, quindi elimino tutti i tuoi spirit!!”
 
Il drago rosso e bianco alzò il braccio sinistro, prese la mira e fece fuoco centrando in pieno tutti e tre i suoi bersagli.
 
“Perfetto!” esultò il rosso “fase d’attacco: attacco con Siegfriediano
 
Il mostro si alzò in volo e, dopo aver eseguito un giro della morte per prendere velocità, iniziò la sua inesorabile carica in direzione della postazione avversaria; Manabu assunse la posizione più statuaria che gli riuscisse, era pronto a ricevere il colpo.
 
“Azione lampo: abbasso Siegfriediano a livello 2 per pagare il costo della carta magia Doppio Cuore!!” urlò il ragazzo
 
“SI!!” esultò Meganeko sugli spalti, rischiando perfino di cadere di sotto “con quella magia può aggiungere un simbolo rosso o bianco su Siegfriediano e quindi portare a tre il numero di vite colpibili”
 
“Ne rispondo con la vita!”
 
La barriera si infranse e, in un sol colpo, le ultime tre gemme attive presenti sulla divisa di Manabu esplosero perdendo tutto il loro brillio; a Meganeko veniva quasi da piangere, il suo amato Toppa aveva battuto un duellante di livello mondiale…
 
… eppure, il presidente non sembrava avere intenzione di abbandonare il terreno di gioco.
 
“No, no” fece Ohizumi ondeggiando l’indice in modo derisorio “non cantare vittoria troppo presto, attivo il burst: effetto di Fortezza Esplosiva, dopo aver subito un danno alle mie vite posso recuperarne una”
 
La gemma più a destra della divisa riprese improvvisamente a brillare e, proprio come annunciato dal ragazzo, anche sul tabellone metallico apparve un nucleo uplodato dal sistema.
 
“In più, pagando con l’abbassamento di livello del nexus il costo della carta, attivo il suo effetto in azione lampo che mi consente di far concludere forzatamente la fase d’attacco avversaria”
 
“No!” sbottò sconsolato Toppa “a-a te la mossa”
 
 
TURNO 15
 
 
Manabu Ohizumi trascorse i primi venti secondi del suo ottavo turno personale ad asciugarsi la fronte; l’ultimo turno era stato un uragano di emozioni, escludendo quello in cui aveva perso da Leonard, era il duello più bello a cui avesse partecipato dai tempi del suo scontro con Kimari ai nazionali.
 
Era troppo che non si sentiva così bene, avrebbe quasi voluto che quello scontro non finisse mai.
 
-Non sperarci troppo- lo riportarono alla realtà i suoi pensieri -c’è solo una carta che può farti vincere questo duello-
 
“Lo so, fase di acquisizione” dichiarò estraendo la carta da mazzo “ne ero certo, d'altronde gli eroi arrivano sempre nel momento del bisogno. Fase principale: elevo il nexus a livello 2 e poi evoco l’eroico gigante del mazzo blu, Guerriero Saigord Eroe d’Acciaio a livello 3”
 
Se un appassionato di carte rare fosse entrato nel club in quel giorno probabilmente avrebbe avuto un infarto per lo spettacolo che si sarebbe ritrovato davanti agli occhi: sul terreno di gioco, a fronteggiarsi in uno scontro generazionale, stavano una Rara-X del presente e due del passato.
 
“Fase d’attacco: Guerriero Saigord attacca!” esclamò il presidente inclinando la carta “attivo l’effetto Grande Sgretola, elimino cinque carte dal tuo mazzo per ogni livello del mio spirit, quindi sono quindici carte”
 
L’onda blu che avvolgeva la carica dell’androide venne rilasciata ed impattò violentemente contro la postazione; Toppa stavolta non guardò, non aveva senso, sapeva benissimo che non aveva più nessuna carta nel mazzo.
 
“È finita!” esultò Manabu
 
“Si lo è, ma a modo mio” replicò l’altro “ne rispondo con la vita”
 
L’ultimo nucleo della divisa di Toppa deflagrò perdendo tutta la sua luce, gli spirit vennero immediatamente ritirati dal terreno di gioco e il tabellone elettronico indicò altrettanto immediatamente il nome del vincitore. Aveva perso, eppure non gli importava nulla.
 
Era stato uno spettacolo bellissimo.
 
 
 
Manabu Ohizumi era certo di non essersi mai affezionato con tanta facilità ad un luogo come era successo al baretto appena fuori dal club storico di Battle Spirits: il locale era fresco e accattivante, ma senza perdere sobrietà, il barman era un uomo molto cortese e l'acqua servita era di qualità eccelsa.
 
In più, sembrava essere il luogo perfetto per incontri interessanti.
 
"Wow, è davvero fantastico duellare contro un nazionale!" esclamò Ryu entusiasta
 
"Quindi, questa sarà la tua scusa quando dirai a scuola che hai perso?" lo prese in giro il suo amico, Ushio
 
"Dai" si inserì un condiscendente Ohizumi "il gioco è anche questione di fortuna"
 
Concordarono tutti, i ragazzi che si erano ritrovati per una rinfrescata dopo la prima semifinale; c'erano Toppa e Meganeko, intenti a fare uno spuntino, il presidente e i due ragazzi di Suzaku, Ushio e Ryu, appena sconfitto da Manabu, appoggiati ad un muretto.
Era stato un altro duello molto interessante, certamente lo scontro era stato meno complicato di quello che il maggiore degli Ohizumi aveva dovuto affrontare al primo turno, ma, considerando che il suo avversario era un dilettante, aveva comunque trovato modo di divertirsi.
 
"Quasi dimenticavo: complimenti vivissimi per come duelli" disse il presidente al suo più recente avversario "sai si vede che hai del talento naturale, e poi, pochissimi dilettanti scelgono di usare un mazzo a due colori"
 
"Beh, quando hai uno spirit chiave come il mio è quasi d'obbligo non trovi?"
 
"Già, Geraldy" sussurrò il maestro delle carte blu "se non sono indiscreto, posso chiederti dove l'hai trovata"
 
"L'ha vinta ad un… chiamiamolo torneo non ufficiale" esplicò Ushio cercando di trattenere le risate "il coglione a capo del club del nostro liceo l'aveva avuta da suo padre, che è nella federazione; questo idiota aveva partecipato e vinto piccoli tornei dilettantistici e si era convinto di essere invincibile, aveva preso a sfidare tutti quelli che gli si avvicinavano e metteva la sua carta in palio per darsi delle arie… Ryu l'ha battuto e così siamo qui oggi”
 
“Wow, bella figura” scherzò timidamente Manabu, non abituato a prendersi gioco di altre persone, men che meno se non presenti “spero di non trovarmi mai in una simile situazione”
 
“Mi viene difficile pensare che un membro della nazionale possa fare una simile figura di merda”
 
“Non sopravvalutarci” si schermò il presidente “e poi si sa, ad aspettative più alte corrispondono cadute più pericolose”
 
Sempre più divertito, Ryu si alzò dal muretto a cui era appoggiato e si avvicinò al ragazzo più grande tendendogli la mano.
 
“Sa senpai, lei rispetto a noi e proprio un’altra cosa” disse stringendo con soddisfazione “è educato e responsabile, un membro del consiglio studentesco e un ottimo alunno”
 
“Ehi, parla per te” ironizzò Ushio, ancora appoggiato al muretto “i miei voti sono più che buoni”
 
“Si ma ti manca il resto, scemo”
 
“Ragazzi, cercate di arrivare al punto” intervenne Toppa cercando di non ridere
 
“Si giusto, il punto” si riattivò Ryu “il punto è che… lei è una grande persona; quelli come lei non dovrebbero piacermi, anzi mi sono stati sui coglioni da tutta la mia vita, ma nel suo caso non è così”
 
“Felice di sentirtelo dire” replicò Ohizumi, un po’ imbarazzato per il linguaggio… colorito, ma deciso a reciprocare la stretta
 
“Tenga, questa è sua” concluse Yamada porgendogli una carta con la mano libera “so che lei saprà trovare qualcuno in grado di farle onore”
 
“Grazie, ho giusto un’amica che usa sia giallo che viola”
 
“Ohhh, anche Ohizumi della nazionale ha una principessa-strega che lo aspetta a casa!” esclamò divertito Ushio “hai sentito Ryu, avete una cosa in comune; con questa il totale sale a… uno”
 
“E smettila” replicò l’altro prendendolo amichevolmente a pugni “scusalo, non lo ascolti troppo, può provocare danni irreversibili”
 
“Non penso, ma accetto le scuse” scherzò il presidente “e comunque ti sbagli Igarashi, Kimari è davvero solo un’amica”
 
“Kim… aspetta, la ragazza castana che era con te?” fece stupito Ryu “è anche lei una duellante? Non la conoscevo”
 
“Beh, non è che noi due siamo proprio dentro il mondo di BS, al massimo potremmo definirci degli appassionati” puntualizzò correttamente Ushio “se Kimari non è una professionista vincitrice di tornei difficilmente noi potremmo conoscerla”
 
“Anche questo è vero”
 
“Vero si, però per carità non tirate fuori questo discorso nel caso doveste parlare con lei, Kimari morde e non è una metafora” ironizzò Manabu “invece, cosa sarebbe questa storia della principessa-strega?”
 
“Niente!” tagliò corto Ryu
 
“Solo la sua ragazza” aggiunse l’amico
 
“Ah, quindi non sono l’unico ad avere anche una vita sociale qui in mezzo” li irrise Toppa, molto divertito dalla notizia “e perché “principessa-strega”, se si può sapere?”
 
“Beh, perché per quanto Shiraishi, la mia ragazza appunto, sia stupenda è anche piuttosto… intimidente”
 
“Una volta gli ha scritto un decalogo su come instaurare una conversazione con lei” precisò Ushio “tre pagine di testo”
 
“Diavolo, non credo di aver mai scritto così tanto nemmeno per compiti scolastici” commentò Toppa divertito
 
“Lo credo bene, te li scrivevo io i compiti!” replicò Meganeko “tu eri sempre in giro con Kakeru, Juli e My Sunsh…”
 
“COOSA, TU CONOSCEVI MY SUNSHINE?!!” gridarono praticamente all’unisono tutti i presenti (si, compreso Manabu)
 
“Perché TUTTI hanno sempre questa reazione?” domandò, retoricamente, l’unica ragazza
 
“Dai non essere gelosa, in fondo parliamo comunque di una celeberrima idol” sussurrò il suo ragazzo, abbracciandola e baciandole la tempia “e comunque non è corretto: io CONOSCO My Sunshine”
 
“E lo dici così, come se niente fosse?!” sbraitò Yamada “potresti farla conoscere anche a me… cioè noi”
 
“Frena Ryu, ti ricordo che avresti una ragazza” precisò il suo amico
 
“Anche tu, furbone da due soldi” ribatté l’altro, ironico “è-è comunque… co-comunque lo fa-faccio proprio per Shiraishi… è-è una sua grande fan”
 
“Davvero? Non mi è mai sembrata il tipo”
 
“Ok, non è vero” ammise Yamada “è che sono il suo più grande fan, non hai idea di quante volte ho sognato di…”
 
“Preferiremmo non sapere, grazie” si inserì Manabu, rosso come un pomodoro, tentando di salvare il salvabile
 
“Stia tranquillo senpai, non stava per dire nulla di sconcio” scherzò Ushio “per quanto il suo aspetto possa lasciar pensare il contrario, Ryu è ancora più verginella di lei”
 
“Non si può proprio usare un altro termine?” domandò lo studente premiato, sempre più imbarazzato
 
“Perché? Mi sembra abbia reso bene l’idea” replicò candidamente il cinereo
 
“Oh niente, è solo che anche la mia amica Kimari continua ad usarlo e noi siamo certi che lo faccia SOLO per metterci in imbarazzo” spiegò Ohizumi già più a suo agio “in ogni caso devo ammettere che hai ragione, rende bene l’idea… pure troppo direi”
 
Risero di gusto tutti quanti e insieme brindarono ancora una volta a quella magnifica giornata, abbassati poi i bicchieri lasciarono il baretto per andare a fare quattro passi nel parco; ciondolando a fianco dei suoi nuovi conoscenti, Manabu non poté non pensare a come fosse davvero strano, in modo positivo, sentirsi così a proprio agio con ragazzi conosciuti solo poche ore prima. Forse era davvero tutto merito di Battle Spirits, forse esisteva davvero la “magia del gioco” come diceva sempre Hajime.
Sospirò profondamente e la sua espressione si trasfigurò un nuovo tipo di sorriso, uno ricolmo di malinconia. Il dispiacere del non avere il loro amico lì con loro si fondeva con il vero significato del suo pensiero precedente, quello segreto che conosceva solo lui: e se la sua decisione fosse quella sbagliata? E se ci avesse pensato troppo al fine di autoconvincersi? E se volesse farlo solo per fare contento qualcun altro e non perché era la strada giusta per lui?
 
Troppi se per un momento come quello.
 
-Prima o poi, però, dovrai parlarne- insinuò la sua voce interiore -glielo devi… o perlomeno lo devi a Kataru-
 
Per la prima volta nella sua morigerata, cortese e premiata vita desiderò seriamente affogare i suoi pensieri. In un istante era riuscito a passare attraverso tutte le possibili sfumature di un sorriso ed ora era arrivato a quello delicato pieno di compassione che solitamente rivolgeva a suo fratello… solo che stavolta era per se stesso.
 
Del resto era patetico, davvero bastava così poco per mettere in discussione i suoi progetti e le sue scelte? Bel campione di rappresentate studentesco che si erano scelti.
 
“Signor presidente!!” urlò all’improvviso una giovane voce alle sue spalle
 
La compagnia arresto la sua marcia e Ohizumi si rivolse verso la direzione di provenienza della voce, dove vide un trafelato Kouta intento a correre per raggiungerli.
Lo attesero e gli concessero qualche minuto e una sorsata d’acqua fresca comprata in precedenza per permettergli di dissetarsi e riprendere fiato, dopodiché ascoltarono ciò che aveva da dire e, come conseguenza, fecero immediatamente dietrofront verso il palazzetto.
 
L’incontro di semifinale di Masaki era iniziato ed era molto più entusiasmante del previsto.
 
Raggiunsero l’interno dell’edificio e il terreno di gioco tramite i varchi per gli spettatori che conducevano alla gradinata del lato sinistro, dove Kouta gli aveva detto che si trovasse il loro gruppo; fecero molta più fatica nel farsi strada tra il pubblico, che pareva così catturato dal duello da non notare nemmeno la loro presenza, che non ad individuare la sezione che la squadra di Kadode aveva scelto di occupare… anche perché potevano affidarsi all’udito e seguire l’eco delle grida di Kimari e Tameru.
 
Facendo slalom tra i presenti, raggiunsero la zona che il Kadode Team aveva occupato: erano in sei, disposti a coppie su tre diverse gradinate e circondati da una pletora di giacche, divise scolastiche, borse e zaini volte a “prenotare” i posti per i loro amici momentaneamente assenti.
Istintivamente, lo sguardo di Manabu viaggiò in direzione dei visi dei suoi amici; voleva sapere qualcosa, desiderava capire cosa avesse di speciale questo duello da tenere inchiodate tutte quelle persone. Fu una grande sorpresa, li trovò con gli occhi fissi sul terreno di gioco e intenti a seguire con passione ogni evento; poi un paio di occhi in particolare colsero la sua attenzione, quelli di Chihiro che erano addirittura spalancati, tremanti e con un’espressione a metà tra il dubbioso e lo spaventato.
 
-Ma che diamine sta succedendo- pensò
 
Arrivarono finalmente alla zona e cominciarono a levare tutti gli orpelli che occupavano i posti prenotati, poi si sedettero accanto ai presenti e, infine, rivolsero a loro volta gli sguardi verso il terreno di gioco.
 
Era l’alba del sesto turno, il terzo spettante a Masaki, e i due duellanti apparivano ancora intenti più a prepararsi alla battaglia che non a darvi inizio, soprattutto per quanto riguardava l’ex compagno di classe che tra i due sembrava essere quello più indietro con solo uno spirit evocato e un burst posizionato; dall’altro lato del ring, invece, due spirit Orsa Polare ruggivano fragorosamente a guardia della postazione dell’avversario, un ragazzo dai capelli biondi, abbastanza alto e decisamente magrolino, sormontati da una splendente grotta bianca gigante circondata da alberi.
 
“È il nexus Foresta delle Bestie Giganti a livello 2, l’ha attivato proprio nello scorso turno” spiegò Kimari con un’insolita pazienza “sinceramente non lo conosco, ho provato a chiedere a Chihiro ma è come se fosse in trance”
 
Il ragazzo del consiglio studentesco e il suo avversario di quella mattina si voltarono simultaneamente, trovando immediata conferma in quello che la loro referente gli aveva detto: la giovane ereditiera dei Kusakabe era come paralizzata, non sembrava nemmeno lei.
 
“Evoco Hinoshishi di livello 3!” esclamò Masaki dall’arena, cogliendo il gruppo quasi di sorpresa “e proseguo con fase d’attacco: attacco con…”
 
“Non così in fretta, attivo l’effetto di livello 2 del mio nexus che mi consente di scegliere lo spirit avversario attaccante… scelgo Iguana Buggy
 
Delle lingue di vento emersero dalle profondità della grotta argentea scavata nella pietra e circondarono, fino a creare quasi delle bolle, tanto lo spirit nel terreno di gioco quanto la sua carta corrispondente sul tabellone metallico; senza che Igarashi avesse alcuna voce in capitolo, la carta si inclinò e il piccolo rettile a motore dovette partire alla carica.
 
“Blocco con Orsa Polare” dichiarò l’altro ragazzo serenamente “attivo sia l’effetto personale dello spirit in fase di blocco, sia l’effetto di livello 1 e 2 del mio nexus; grazie ad essi posso aggiungere due nuclei al bloccante ed elevarlo a livello 2”
 
Sia la creatura che il paesaggio iniziarono a risplendere e, dal nulla, sopra la carta appoggiata sul tabellone di ferro apparvero due gemme in più; la bestia ruggì con una rinnovata aggressiva e prosegui, con ancor più foga, la sua carica fino a travolgere lo spirit attaccante.
 
“Basta così” dichiarò Masaki “a te la mossa”
 
Nonostante lo scotto subito, l’ottavo turno fu per Igarashi l’esatta replica del sesto: nell’istante in cui ebbe dichiarato la fase d’attacco, il suo avversario attivò l’effetto del suo nexus e attirò all’attacco il suo spirit Fagiano di Ferro, appena evocato, di livello 2, immediatamente bloccato da uno dei due Orsa Polare in uno scontro da doppia distruzione.
Uno strano brusio di sottofondo si levò dagli spalti al momento dell’esplosione che pose fine alla battaglia dei due esseri, molti spettatori, compresi i nostri, non capivano perché il ragazzo biondo non avesse scelto di far attaccare Hinoshishi a livello 2 o elevare il suo Slei-Uranus Suprema Bestia di Urano, evocato nel turno precedente, ad un livello superiore e non rischiare niente; perfino Galaxy e Yui, dalla postazione di commento, espressero perplessità sul comportamento del giovane duellante.
 
“Io forse ho una mezza idea” azzardò Toppa rivolgendosi ai ragazzi di Kadode e Suzaku “ma per ora preferisco non azzardare nulla”
 
Il turno successivo, il nono, non fece l’altro che confermare tutti i dubbi del pubblico.
 
Il ragazzo dai capelli biondi infatti abbassò il suo primo nexus a livello 1 per poi attivarne un altro, Grande Torre d’Avvistamento, a livello 2 e sfruttarne immediatamente l’effetto di livello 1 e 2 al momento dell’attivazione, eliminando così anche Hinoshishi; l’obiettivo era raggiunto, non c’era nessuno spirit a difendere le vite avversarie mentre lui aveva tre guerrieri schierati e ancora nessun danno alle vite.
 
Eppure il ragazzo non attaccò… nemmeno dichiarò la fase d’attacco.
 
Passo un’altra volta il turno senza colpo ferire, ma, mentre lo faceva, tra se e se sussurrava qualcosa.
 
“Bene, che il vero duello abbia inizio”
 
 
TURNO 10
 
 
“Fase principale” esordì Masaki “vediamo se mi riesce di fare come te”
 
“Ne dubito, sono un caso più unico che raro” lo prese in giro l’altro
 
“beh, almeno ci provo” replicò ancora l’ex studente di Kadode “evoco Dragocertola e Dragone Kagutsuchi, entrambi a livello 2… e dichiaro concluso il mio turno”
 
La battagliera comparsa dei due rettili sul terreno di gioco fu immediatamente frustrata da quelle parole che fecero passare le due creature dall’esaltazione allo sconforto in un istante.
 
“A te la mossa”
 
 
TURNO 11
 
 
“Fase iniziale!” dichiarò l’altro duellante spinto dalla sfrontatezza di Masaki “attivo immediatamente l’effetto di livello 2 del nexus Grande Torre d’Avvisamento che mi consente di pescare, in la fase di acquisizione, una carta supplementare”
 
“Wow, piacerebbe anche a me avere un nexus così” accennò un canzonatorio Igarashi
 
“Beh, mi spiace ma non faccio regali” ribatté l’altro bruscamente “fase principale: evoco Zaneegun e Artefatto Forseti a livello 1, elevo invece a livello 2 Orsa Polare e Slei-Uranus e il mio altro nexus”
 
Il consueto, ritmato movimento dei nuclei divenne quasi una sinfonia in quell’apertura di turno, un turbinio di gemme che per qualche secondo mandò in confusione avversario, pubblico e perfino quella macchina umana di Galaxy.
 
“Attacco con Slei-Uranus” gridò con una ferocia fino ad ora sopita
 
La bestia di ferro nitrì rumorosamente attirando su di se gli occhi di tutti gli spettatori, poi abbassò minacciosamente la testa e si lanciò all’attacco; il pubblico, commentatori compresi, era in visibilio: finalmente anche quello strano biondino arrogante aveva aperto le danze; il duello poteva iniziare davvero.
 
“Ne rispon…”
 
“Aspetta a parlare” lo interruppe ancora il biondino “attivo il suo effetto di livello 2: posso rimandare in mano uno spirit avversario schierato a mia scelta… scelgo Dragocertola
 
Incerto, il duellante rosso riprese in mano la carta appena sparata in aria dal sistema del tabellone; per quale motivo eliminare il suo spirit più debole quando aveva ancora schierato Dragone Kagutsuchi che, in proporzione, era molto più pericoloso.
 
“Non ho ancora finito” prosegui l’altro “se lo spirit ritirato ha costo 4 o meno, posso recuperare un mio spirit dei generi “Guida luminosa” o “Stella suprema” e, dato che Dragocertola ha costo 1, recupero proprio lo stesso Slei-Uranus… bene, ora puoi parlare
 
“Ne rispondo con la vita” sibilò tra i denti il ragazzo dal mazzo rosso
 
Cercò di mandar giù i cattivi sentimenti mentre osservava la carica del cavallo metallico raggiungere la sua postazione, travolgendola e distruggendo la barriera bianca; lui, d’altro canto, non si scompose più di tanto, anzi rideva.
 
“Con la diminuzione delle vite” fece sicuro osservando la carta ignota saltare e rivelarsi “si attiva il burst”
 
“Finalmente è arrivato il piatto forte” affermò Galaxy “si tratta della carta magia Fiammata Esplosiva che, teoricamente, dovrebbe consentire l’eliminazione di tre spirit avversari aventi 4000 PB o meno, ma nell’altra metà del ring ci sono solo due spirit che soddisfano le caratteristiche”
 
Come annunciato dal commentatore, la tempesta di fuoco divampata dalla postazione di Igarashi travolse il campo nemico, ma solo i due spirit bianchi appena evocati arsero in quel violento rogo.
Un po’ deluso, l’ex ragazzo di Kadode osservò il ring con attenzione; non avrebbe avuto senso pagare il prezzo dell’azione lampo non essendoci nessun brave schierato per cui fece cenno all’avversario di proseguire, gesto che il rivale colse al volo per dichiarare la fine del turno.
 
 
TURNO 12
 
 
“Fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero”
 
Recitò tutta la formula iniziale con estrema calma, prendendosi il tempo necessario per riflettere sulle proprie mosse future; non riusciva a capirne il perché, ma, pur avendo ancora quattro vite, non riusciva a sentirsi al sicuro.
Qualcosa nella sua testa sembrava suggerirgli di ricalcare il suo precedente turno, evocare qualche spirit e poi lasciare la mano, ma il suo istinto gli urlava che no, non poteva essere così passivo.
 
“Fase principale: evoco di nuovo Dragocertola a livello 2 e poi posiziono un burst” affermò il ragazzo, abbracciando appieno il suo carattere “ed ora fase d’attacco…”
 
“Per effetto di livello 2 del mio nexus Foresta delle Bestie Giganti e costringo Dragocertola all’attacco per bloccarlo con Orsa Polare, atti…”
 
“Stop, conosco già la solfa!” esclamò Igarashi visibilmente irritato “azione lampo: pago il suo costo abbassando Dragone Kagutsuchi a livello 1 e uso la magia Sussurro Magico che mi consente cambiare, per tutto questo turno, la natura degli scontri, invece che i PB si considereranno i livelli… quindi doppia distruzione”
 
I due spirit si scontrarono violentemente alla metà del ring e subito si scambiarono violenti colpi; sugli spalti la tensione era altissima, ma gli occhi di Manabu non poterono che puntare sul suo fratellino in quel momento: era eccitatissimo, gliel’aveva regalata LUI quella carta, il giorno in cui Masaki aveva salutato lui, Kimari e Hajime.
Poco importava che la mossa avesse poco senso visto che lo spirit di Masaki aveva, tra livello ed effetto, 6000 PB mentre il suo avversario solo 5000.
 
“Attacco anche con Dragone Kagutsuchi e attivo il suo effetto di livello 1 e 2 al momento dell’attacco, pesco una carta supplementare dal mazzo”
 
“Ne rispondo con la vita”
 
Il mostro spiegò le sue ali e volò verso la postazione avversaria scatenando su di essa il suo respiro di fuoco: il nucleo al centro della divisa da duello del biondino esplose e anche lui perse così la sua prima vita.
 
“A te la mossa”
 
 
TURNO 13
 
 
“Toglimi una curiosità” esordì il ragazzo dai capelli chiari, intento a pescare le sue due carte “perché hai usato quella magia anche se avevi più PB?”
 
“Beh, so le magie bianche hanno la brutta abitudine di incrementare i PB in fase di blocco” spiegò Igarashi “volevo evitare sorprese”
 
“Allora non mi ero sbagliato su di te, sei uno prudente”
 
“Lo dici come se fosse una cosa di cui vergognarsi” osservò ancora l’ex abitante di Kadode
 
“Diciamo che, parlando di brutte abitudini, una che caratterizza quel genere di persone è quella di scappare” sibilò l’altro con voce cattiva
 
“A volte fuggire è il miglior modo per…”
 
“Forse, ma IO NON FUGGO! MAI!!!” replicò rabbioso “fase principale: è giunto il loro momento, che la stella nivea che solca il cielo e la sua artiglieria più fidata si preparino alla battaglia; evoco, a livello 1, Strike Siegwurm Drago della Luce Lunare e Drago-Phoenix Pistola Dragonica
 
I due simboli, enorme il bianco, più modesto il rosso, si spezzarono e divisero l’emisfero controllato dal ragazzo nei due colori; quando la nube bicromatica si disperse i due erano li, il maestoso drago bianco e il suo fedele cannone.
 
Pubblico e commentatori erano ovviamente esaltati da quella straordinaria doppia evocazione, ma se solo i loro sguardi fossero stati più recettivi avrebbero notato che in mezzo a tutti quegli occhi spalancati ce n’erano un paio di natura diversa.
Chihiro Kusaka osservava la scena con gli occhi sbarrati e tutta tremante, pareva terrorizzata.
 
“Fusione: Strike Siegwurm con Drago-Phoenix, brave!” esclamò appoggiando la carta rossa sopra l’altra
 
Il corpo della creatura si dissolse e il cannone andò ad innestarsi sulla dorsale del drago meccanico che ruggì selvaggiamente come a festeggiare la sua nuova forza.
 
“Fase d’attacco: brave spirit attacca”
 
“Ne rispondo con la vita” ribatté Masaki afferrando i supporti in metallo più saldamente per resistere al successivo urto del nucleo
 
“Proseguo l’attacco con Slei-Uranus; attivo il suo effetto di livello 1, rimando Dragone Kagutsuchi in mano all’avversario e recupero il brave spirit”
 
“Ne rispondo con la vita”
 
Ancora una volta le esili braccia del giovane Igarashi si irrigidirono e fecero salde attorno ai tubi di metallo e, ancora una volta, il ragazzo resse perfettamente l’impatto; sorrideva ancora, come al turno precedente.
 
“Si! Finalmente attivo il mio burst!” esultò Masaki “alla diminuzione delle vite posso evocare a costo zero il grande eroe vermiglio, Lord Dragon Eroe Dragone, a livello 3!”
 
L’iconico fiore di pesco discese dal cielo sul terreno di gioco per essere immediatamente segnato dai violenti fendenti del suo ospite; una volta indebolito abbastanza, l’involucro venne finalmente infranto e il possente drago spadaccino spiegò le sue ali nel cielo dell’arena.
 
“Turno concluso”
 
 
TURNO 14
 
 
“Perfetto!” sentenziò il moro concluse le fasi obbligatorie “pronto per un’evocazione di massa: abbasso a livello 1 il mio spirit, evoco Dragone Kagutsuchi, Dragone Phobos e attivo il nexus Divinità delle Sacre Montagne
 
Lo spettacolare concerto di evocazioni messo in atto dal ragazzo del blocco giallo lasciò tutti a bocca aperta; con estrema professionalità, Galaxy e Yui si presero il loro tempo per descrivere brevemente gli spirit evocati e il nexus, ma entrambi si accorsero immediatamente che non era ancora finita: il ragazzo aveva ancora qualcosa da dire.
 
“Utilizzo la magia Pescata Coraggiosa: pesco due carte e poi scopro le tre carte seguenti, se tra esse ci sono delle carte brave posso pescarne una e riporre le due carte restanti in cima al mazzo nell’ordine che preferisco” esplicò il ragazzo scoprendo le suddette tre carte “ci sono due carte brave, scelgo Cerbelord e ripongo le altre carte in cima”
 
Sospirò profondamente, quasi sfiancato da quella maratona di azioni.
 
“Infine, posiziono un burst e passo il turno”
 
 
TURNO 15
 
 
“Fase principale” dichiarò l’avversario, per nulla intimidito, almeno apparentemente, dalle azioni di Masaki “Abbasso il livello del nexus Foresta delle Bestie Giganti a livello 1, elevo a livello 3 sia il brave spirit, sia Slei-Uranus e attivo il nexus Lucente Spada Suprema
 
La gigantesca spada bianca rappresentata sulla carta apparve conficcata nel terreno dietro alla postazione del duellante bianco, accanto agli altri due nexus da lui evocati; l’arrogante ragazzo osservò soddisfatto la sua schiera per alcuni secondi, prima di voltarsi teatralmente e puntare l’indice verso il suo rivale in maniera drammatica.
 
“Fase d’attacco: Slei-Uranus attacca, rimando Dragone Kagutsuchi nella tua mano e recupero immediatamente il mio medesimo spirit”
 
“Vita!” fece laconico sopportando la distruzione di un’altra gemma “attivo il burst Artigli Affilati: pesco due carte dal mazzo”
 
A differenza di Kataru prima, Kimari non sembrava sull’orlo di scoppiare in un pianto di gioia (piuttosto si sarebbe sparata in un piede e avrebbe pianto per quello) ma non poté negare che vedere usata la sua carta gli facesse un certo effetto, era quasi come se avesse influenzato qualcuno e, da qualche parte della sua mente, la sua versione “dominatrice del mondo” non poteva non apprezzare.
 
“Proseguo attivando l’effetto azione lampo di Artigli Affilati: scarto cinque delle carte che ho in mano e sposto altrettanti nuclei da un tuo spirit… il brave spirit!”
 
Le quattro carte volarono negli scarti dissolvendosi nel nulla e, sul tabellone opposto, i quattro nuclei sul brave spirit iniziarono a brillare prima di spostarsi uno a uno nella riserva.
 
“Aspetta a cantare vittoria, attivo l’effetto di Lucente Spada Suprema a livello 1” replicò “grazie ad esso, i miei spirit con effetto Immunità o Immunità Superiore, come Slei-Uranus Suprema Bestia di Urano, guadagnano l’effetto Muro di Ghiaccio (Viola, Bianco), affatico quindi Slei-Uranus e annullo l’effetto della tua magia”
 
Come esaustivamente spiegato da quell’arrogante ragazzo, il brave spirit recuperò tutti i suoi nuclei e rimase al suo posto, in affaticamento.
 
“A te la mossa”
 
 
TURNO 16
 
 
Per una volta, Masaki completò le operazioni preliminari in tutta calma, del resto dopo aver sopportato la supponenza del suo rivale per tutto quel duello un po’ di sana umiliazione era più che dovuta.
 
In fondo, aveva vinto.
 
“Fase principale” esordì soddisfatto “elevo a livello 2 il mio nexus e poi mi cimento anch’io in una doppia evocazione: richiamo a me il drago splendente dalle ali di ferro e la bestia nera, evoco Siegwurm-Altair Drago Splendente e Burn Crow Corvo dalle Ali Nere
 
Come era successo al suo avversario qualche turno prima, la metà d’arena appartenente al duellante rosso si divise in due colori che pervasero poi tutta l’aria del ring in uno splendido variopinto spettacolo.
 
“Fusione: Siegwurm-Altair con Burn Crow Corvo dalle Ali Nere, brave!” esclamò Igarashi sovrapponendo le carte “fase d’attacco: brave spirit attacca; attivo immediatamente l’effetto di livello 2 del mio nexus che mi consente di recuperare uno spirit con effetto Impatto Devastante se questi ha portato il primo attacco del turno, con esso recupero lo stesso brave spirit”
 
Il drago rosso corazzato ruggì e risplendette nel mezzo della sua violenta carica come a voler dimostrare il suo ritrovato vigore; raggiunse la postazione avversaria e sollevò le sue possenti braccia ulteriormente corazzate dalle ali del brave viola, che la creatura indossava come se fossero dei guantoni da battaglia, a minacciare il malcapitato avversario che tuttavia non sembrava particolarmente preoccupato.
 
Due colpi, uno per braccio, sfondarono la barriera del terminale e altrettanti nuclei andarono in frantumi.
 
“È finita, attacco con Dragone Phobos e Lord Dragon
 
L’espressione rilassata del biondo si trasformò improvvisamente in un ghigno feroce.
 
“Azione lampo!” gridò “utilizzo la magia Carta del Vuoto, scelgo il colore rosso e sottraggo a tutti gli spirit in gioco un simbolo di quel colore… rispondo ai tuoi attacchi con la vita”
 
Ne la spada del drago guerriero ne il fuoco del suo oscuro compagno riuscirono a distruggere lo scudo rosso apparso a difesa della postazione di duello; con notevole sconforto i due combattenti si ritirarono e si accasciarono a terra, mentre dalla sua vedetta Masaki poteva solo constatare la non felice situazione.
 
 
TURNO 17
 
“Fase d’attacco” sibilò il rivale bypassando del tutto la principale “brave spirit attacca! Attivo l’effetto Impatto Devastante di Drago-Phoenix in stato di brave, devi bloccare”
 
“Mio brave spirit blocca!” replicò Igarashi
 
I due guerrieri si scontrarono al centro esatto del ring dove iniziarono a scambiarsi reciproche carezze; i primi punti sembrò metterli a segno il drago rosso che riuscì prima a rompere la guardia avversaria e poi a colpire con un destro che lanciò lontano l’avversario, questi tuttavia fece valere i suoi PB e, con il cannone arancione posizionato sulla sua schiena, sparò un potente raggio che distrusse l’altro spirit.
 
“Attivo l’effetto di Burn Crow Corvo dalle Ali Nere quando si trova in stato di brave” intervenne trafelato Igarashi “quando il mio brave spirit viene distrutto, posso spostare una vita dell’avversario nella sua riserva e riprendere nella mia mano lo spirit alla base del brave”
 
La nube di fuoco divampata dallo scontro si diradò rivelando la presenza del solo brave Burn Crow in posizione di difesa, dal tabellone di ferro di Masaki il suo Siegwurm-Altair saltò in aria e venne afferrato al volo dal suo proprietario che tirò un sospiro di sollievo; se l’era vista brutta.
 
“Guarda che non è ancora finita” lo richiamò l’altro “o meglio, è finita ma non nel modo che speri: attacco con Slei-Uranus, attivo il suo effetto e rimando Burn Crow nella tua mano”
 
Il moro abbassò lo sguardo sconfortato, guardò un‘ultima volta il suo terreno di gioco… non aveva bloccanti.
 
“Ne rispondo con la vita!”
 
L’ultimo nucleo esplose e duellanti, commentatori e spettatori vennero trasportati fuori dalla realtà virtuale.
 
Guidato con decisione da Chihiro, il gruppo di Kadode e loro nuovi amici fecero per allontanarsi rapidamente dalla folla ma fu tutto inutile, la possente voce di Galaxy risuonò in tutto il club annunciando il nome finalmente il nome del vincitore.
 
“Un emozionante duello, quello che si è appena concluso, dal quale abbiamo avuto il nome del nostro secondo finalista” gridò gioioso il commentatore “facciamo un enorme applauso a Kawashima…”
 
“… Yukio” completò la ragazza ormai giunta alla resa.
 
Alzò lo sguardo e lo trovò lì davanti a loro, appoggiato al muro, a braccia conserte e con quel suo sorriso maligno che gli avevano visto sul viso per tutto il duello; con un colpo di spalle, si staccò dalla parete e gli si fece incontro tendendo la mano verso Manabu, gesto apparentemente amichevole, ma che per qualche strano motivo nessuno riusciva a percepire come tale.
 
“Buon secondo posto Manabu Ohizumi della nazionale” commento con noncuranza, il suo sguardo era puntato su altro “preparati Kusakabe, perché ai regionali voglio vederti piangere”
 
 
 
SPAZIO DELL’AUTORE
 
Bergamo, quasi 2021.
Carissimi (santissimi era un po’ eccessivo e pure pretenzioso in realtà) lettori, quanto mi piacete a me (se cogliete la citazione vi voglio bene)
 
Boiate a parte sono felice di darvi il bentornato con un altro capitolo di questa storia sulla serie più demenziale, cogliona e fo de co della storia di Battle Spirits (che per la verità non è poi chissacché visto che il gioco ha solo dieci anni), come sempre sono qui per farvi un po’ da guida in un mondo che magari, nonostante sia stata trasmessa in Italia, non tutti si sono goduti e spiegare a chi invece l’ha vista quali sono le scelte che ho voluto fare per allontanarmi e creare una serie che non sia solo una ironica parodia.
 
Il titolo è ovviamente una citazione, che ho voluto fare dopo essermi accorto che i personaggi presenti in questo capitolo che non fossero OC o personaggi della serie in se erano proprio sei; e peraltro tali personaggi sono una parte fondamentale di quelli che sono i due highlight dell’episodio: i due duelli in un solo capitolo e le annunciate “guest stars”.
 
Per quanto riguarda i due duelli, sinceramente devo ammettere che questa non è la mia soluzione preferita e sono fermamente convinto che due duelli (parlo ovviamente di duelli completi, se salto tante fasi possono essercene anche di più) siano eccessivi, ma purtroppo le saghe della serie sono i tre tornei e fino a che non innesterò la parte più “avventura” della storia, la trama la dovranno obbligatoriamente portare avanti i tornei (il che significa duelli, duelli e ancora duelli); comunque non preoccupatevi i prossimi, esclusa la finale, saranno sicuramente più brevi, spero solo siate riusciti a seguirli bene (se per caso credete che vi sia sfuggito qualcosa non fatevi problemi e chiedete pure a me).
Sull’argomento personaggi invece l’idea è nata come gioco perché volevo divertirmi un po’ e fare il cazzaro, poi però all’atto pratico è stato un mezzo parto: Inizialmente volevo usare i protagonisti delle altre stagioni di BS, ma avrei dovuto inventarmi i nomi dei licei; poi avevo pensato di fare una serie di personaggi di “licei immaginari” (volevo usare quelli dei giochi di “Persona” visto che è la mia fonte su come funzionano i licei giapponesi e altro, ma ho cambiato idea all’ultimo) degli anime, ma, siccome dovevo scrivere almeno un primo turno e almeno una semifinale, questo significava dover inventare un altro mazzo; alla fine ho fatto metà e metà, quattro (i meno importanti) vengono da altri manga (e anime) che ho letto e che mi sono piaciuti e quattro (in realtà tre più un mio OC) da Battle Spirits.
Ho scelto di inserire proprio Toppa per diversi motivi: per tributo a quella che, nel bene o nel male, è la serie che ha iniziato tutto; perché era molto vantaggioso, visto che avevo già sia il nome per il liceo sia, grazie alla storia su Julian, le carte pronte (ovviamente avrei potuto fare Dan, ma a me piace fare il ribelle);  soprattutto, ho scelto di metterlo perché volevo inserire quello splendido personaggio che è Meganeko, l’unico in tutta la prima serie che non sfigurerebbe per nulla anche nelle serie con Dan (per quanto ci siano, in Shonen Toppa, anche altri personaggi scritti bene o perlomeno decentemente).
 
Per quelli di voi che fossero interessati vi lasciò i nomi italiani dei manga e gli anime (quando possibile con relativi autori) da cui derivano i "sei personaggi in cerca di mangaka" citati nel titolo (che poi in realtà sarebbero sette, sei sono i duellanti):

1) Ryu Yamada e Ushio Igarashi da “Yamada-kun e le sette streghe” di Miki Yoshikawa
2) Daichi Shinagawa da “Yankee-kun & Megane-chan - Il teppista e la quattrocchi” sempre di Miki Yoshikawa
3) Tatsumi Oga da “Beelzebub” di Ryuhei Tamura
4) Chuuta Kokonose da “elDLIVE” di Akira Amano
5) Toppa Bashin e Fumiko “Meganeko” Otonashi da “Battle Spirits - Shounen Toppa Bashin” della Sunrise
 
Prima di salutarci, ritengo necessario precisare una questione per il prossimo capitolo; esso prevedrà un lungo flashback che sarà scritto interamente in corsivo e, siccome non ho intenzione di scrivere “inizio flashback” e “fine flashback” per delimitarlo (la trovo personalmente una soluzione un po’ squallida) volevo sapere se ritenete necessario che io lo segnali attraverso qualche altro modo (che so, una linea di demarcazione ad esempio); fatemelo sapere.
 
E così concludo anche questo capitolo, sono immensamente felice di essere riuscito a scriverne un altro in così poco tempo e spero che questo mio buon momento di ispirazione possa continuare ancora perché mi sto divertendo tantissimo, spero possa essere così anche per voi.
 
Ora, come sempre, le turnazioni dei due duelli.
 
Manabu VS Toppa
 
Turno 1: Pressautoma, Fortezza Esplosiva, Emehydral Vacua Bestia Marina, Guerriero Katana + Esplosione del Vulcano Sottomarino
Turno 2: Goradon, Eyeburn, Antichi Resti, Aura Offensiva + Carica dei Draghi
Turno 3: Fido Golem
Turno 4: Tempesta Fiammeggiante
Turno 5: Lago Impronta del Gigante
Turno 6: Centauro Cavaliere
Turno 7: Automa di Pietra Modificato
Turno 8: Pescata Doppia
Turno 9: Idra Corazzata
Turno 10: Siegfried Drago Imperiale (Trono dei Sette Draghi, Supremo Drago del Caos)
Turno 11: Todon Armatore Ruggente
Turno 12: Doppio Cuore (Richiamo dei Caduti, Siegfridiano Sacro Imperatore)
Turno 13: Pressautoma
Turno 14: Tempesta Fiammeggiante
Turno 15: Guerriero Saigord Eroe d’Acciaio
 
 
Yukio VS Masaki
 
Turno 1: Orsa Polare, Slei-Uranus Suprema Bestia di Urano, Grande Torre d’Avvistamento, Foresta delle Bestie Giganti + Orsa Polare
Turno 2: Iguana Buggy, Fiammata Esplosiva, Lord Dragon Eroe Dragone, Dragone Kagutsuchi + Sussurro Magico
Turno 3: Lucchetto del Silenzio
Turno 4: Hinoshishi
Turno 5: Strike-Siegwurm Drago della Luce Lunare
Turno 6: Codice di Riavvio
Turno 7: Carta del Vuoto
Turno 8: Fagiano di Ferro
Turno 9: Lucente Spada Suprema
Turno 10: Dragocertola
Turno 11: Zaneegun, Artefatto Forseti
Turno 12: Dragone Phobos (Divinità nelle Sacre Montagne)
Turno 13: Aura Protettiva, Drago-Phoenix Pistola Dragonica
Turno 14: Pescata Coraggiosa (Siegwurm Altair Drago Splendente, Artigli Affilati, Cerbelord Imperatore delle Zanne)
Turno 15: Colpo Assoluto, Ricarica Nuclei (Masaki: Beowulf Lupo con le Lame, Illusione Cristallina)
Turno 16: Burn Crow Corvo dalle Ali Nere
Turno 17: Nave Madre dell’Infinito, Colpo Assoluto
 
 
Ho concluso davvero, perdonate la lunghezza del capitolo e preparatevi per le anticipazioni:
 
Lontano dal torneo, dai suoi amici e dai suoi amati duelli, Hajime Hinobori visita per la prima volta la vecchia università di suo padre; diviso tra la rabbia e la soggezione verso un luogo sconosciuto, il giovane trascorrerà una giornata mai vissuta prima tra incontri inaspettati e nuove situazioni, tutto in attesa di sapere il finale del torneo. Alla prossima e che nessuno pensi che… Vorrei morire a quest’età.

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Capitolo 6
*** Episodio 5: Vorrei morire a quest'età ***


Vorrei morire a quest’età
 
 
 
Una lattina abbandonata a terra volò lontano lungo la via colpita da un violento calcio; rotolò rumorosamente sull’asfalto per poco più di un metro fino a che l’attrito congiunto di aria e strada la fece fermare così da poter essere raggiunta nuovamente da suo torturatore, ansioso di ricominciare quel circolo vizioso.
L’aguzzino con la fascetta rossa proseguì con quella sua violenza gratuita ancora per qualche secondo, fino a quando un ultimo colpo non spedì il rifiuto su una stradina laterale; il ragazzo, al contrario, non svoltò e continuò in direzione della stazione dove avrebbe atteso il treno per l’università.
 
Perso a guardare la strada avanti a lui con occhi vuoti e stanchi, Hajime non riuscì a non tornare mentalmente al duello di qualche mese prima, il suo ultimo fino ad ora, e la cosa non poté non fargli salire la rabbia.
Il problema non era l’aver perso il duello, può capitare specie contro un altro nazionale giapponese, ciò che più lo preoccupava era come aveva svolto lo scontro: era stato distratto, aveva sbagliato dei passaggi elementari e si era perfino fatto prendere dal panico; era inutile nasconderlo, aveva veramente DUELLATO MALE.
 
Usare quell’espressione lo fece sentire in un modo… che non riusciva esattamente a descrivere, non era amaro in bocca, era qualcosa di diverso; non aveva mai realmente usato quella frase per descriversi, certo aveva disputato duelli in cui aveva commesso errori, ad esempio nel suo primo duello contro Tegamaru, però in ognuno di quelli scontri aveva duellato convinto di fare del proprio meglio, che ogni sua scelta fosse quella giusta.
Questa volta, no.
 
-Non ha senso, ero perfettamente cosciente di fare le scelte sbagliate- ripeté la voce nella sua testa -eppure ho sbagliato lo stesso, è come se l’avessi fatto apposta-
 
Più ci pensava e meno voleva crederci, era impossibile che avesse scelto, più o meno inconsciamente, di farsi battere una volta saputo della visita organizzatagli da padre, non era quel tipo di persona… almeno così credeva.
 
Quasi senza che se ne accorgesse, i suoi pensieri lo trascinarono fino alla consueta stazione ove, quasi come in uno scherzo del destino, arrivò quasi in coincidenza lo shinkansen diretto in città, quello che, in ogni giorno feriale, lo portava a scuola e che, in ogni giorno festivo, lo conduceva al club di Mika. Per qualche secondo, il ragazzo pensò seriamente di mandare allegramente affanculo suo padre con i suoi piani e montare su QUEL treno.
 
-Verrebbe a saperlo dal suo maestro- gli ricordò la sua voce della ragione
 
Tutto giusto, tutto vero, eppure in quel momento non gli sembrava nemmeno così importante fare la cosa giusta.
Rimase fermo ad un millimetro dalla porta aperta fino alla decisione; gli bastò un istante, le porte dietro di lui si richiusero e il treno rumorosamente tornò finalmente a correre sulla rotaia, pronto per raggiungere il luogo più felice della terra…
 
….
 
… e lui era li, voltato dalla parte opposta a guardare la rampa di scale.
 
Alla fine, non ce l’aveva fatta.
 
Nel silenzioso deserto della pensilina, il ragazzo attese il mezzo successivo (quello con destinazione Tokyo), vi salì, stavolta senza esitazioni, e si sedette nel primo posto libero per poter ripensare in pace un’altra volta a tutti i motivi per cui non era salito sull’altro treno; in realtà era solo una: voleva dargli un’altra occasione.
 
Faceva strano che fosse lui a dire questo di suo padre, di solito in questi casi è il contrario.
 
Diede un’ultima occhiata alle informazioni raccolte riguardo gli orari, settò la sveglia del suo cellulare collegandovi poi le cuffie e chiuse gli occhi, sprofondando immediatamente in un beato sonno che, almeno in teoria, sarebbe dovuto durare poco più di tre quarti d’ora.
Il rumore ritmico del treno che correva lungo le rotaie giungeva ovattato alle orecchie del ragazzo, quasi cullandolo nel suo sonno; nemmeno le improvvise frenate in occasione delle soste alle diverse stazioni riuscivano scuoterlo dal suo torpore, quel giorno era così svogliato e stanco da fare fatica persino a scendere dal letto…
 
… per quello aveva impostato l’allarme sul volume massimo.
 
“AHHAAHAAHAHAHIIIAAAA!!!” urlò strappandosi violentemente gli auricolari dalle orecchie quando la sveglia esplose perforandogli i timpani
 
Aprì gli occhi e capì immediatamente di essere arrivato proprio perché non riusciva a riconoscere nemmeno un metro del panorama di fronte a lui, un ambiente così simile eppure, in qualche modo, anche così diverso dalla sua Kadode; in lontananza poteva vedere il profilo della capitale nipponica, con tutta quella foresta di grattacieli e rotaie così estranea alla sua cittadina di campagna, ma per il resto la zona non era così lontana da quelle che il ragazzo frequentava regolarmente.
Scese dal treno e uscì dalla stazione, ritrovandosi su una piccola strada laterale completamente priva di macchine e persone, il silenzio era quasi surreale e faceva apparire l’ambiente come quasi spettrale; assurdo pensare che un luogo del genere si trovasse a pochi chilometri da Tokyo.
 
Seguì le indicazioni sulla strada e imboccò una lunga via centrale che si estendeva per almeno duecento metri avanti a lui; il ragazzo percorse quei primi metri con un’andatura lenta e barcollante, sbuffando rumorosamente e senza mai alzare lo sguardo da terra: poco importava che non ci fosse, non avrebbe dato nessuna soddisfazione a suo padre e ogni suo gesto in quella giornata avrebbe dovuto confermare la sua malavoglia di trovarsi li.
 
Purtroppo per lui e per i suoi propositi, venne il momento di cercare la conferma visiva di essere sulla strada giusta e così alzò gli occhi davanti a se: capì subito che la sua giornata non sarebbe mai andata come aveva pensato.
Davvero, fu uno di quei momenti che, come si è soliti dire, non avrebbe mai dimenticato in tutta la sua vita; riuscì a percepire ogni istintiva reazione del suo corpo con chiarezza, dal battito del cuore che passò da zero a cento alla velocità di una Ferrari, alle pupille improvvisamente dilatate, e in un istante attraverso tutte le fasi del lutto: lo stupore, il rifiuto e l’accettazione finale.
 
Già, perché davanti a lui si ergeva uno degli edifici più belli e maestosi che i suoi giovani occhi avessero mai visto, cosi bianco e lucido da sembrare che riflettesse la luce solare e costruito un modo che non ricordava di aver mai incontrato, riccamente decorato da non sembrare neanche una scuola e in cui le linee, sempre fluide e morbide, slanciavano una struttura comunque massicciamente salda sulle sue fondamenta.
 
“Pare che a progettare questo edificio siano stati due architetti, il giapponese che era stato messo a capo dell’opera era un seguace dello stile Liberty, in voga in Europa tra fine ottocento e inizio novecento, e volle assolutamente confrontarsi e lavorare con un suo collega francese che conoscesse l’argomento”
 
“Ecco perché non avevo mai v… aspetta un attimo, ma questa voce…” si interruppe Hajime, arrestando quel suo flusso di coscienza per potersi voltare e restare ancora una volta impietrito
 
“Ciao bendato!” sorrise divertito il proprietario di quella voce
 
Lo avrebbe riconosciuto tranquillamente, anche se non avesse usato quel cazzo di appellativo, anche se non lo aveva più visto, almeno di persona, dal giorno del loro ultimo duello e adesso si vestiva quasi sempre da bravo ragazzo dell’alta società.
 
“Tegamaru!” fece Hajime lasciando cadere la sorpresa e battendo energicamente il cinque all’amico-rivale “cosa diavolo ci fai qui, signor pezzo grosso?”
 
“Beh, per quanto questo possa sconvolgere la tua… ehm… mente, di solito esistono solo due motivi per recarsi in un’università: o ci lavori, o vorresti lavorarci”
 
“Stai pensando di diventare professore? Credevo che il tuo sogno fosse riportare il nome dei Tanashi al suo antico splendore”
 
La sberla che Tegamaru si diede in fronte all’udire quella risposta fu così forte da lasciarlo intontito e barcollante per una buona manciata di secondi, a rischio anche di fargli fare un poco simpatico volo per terra; per sua fortuna un elegante uomo sulla quarantina abbondante, con capelli neri come la pece e un paio di vistosi occhiali arrivò appena in tempo per sostenerlo.
 
“Stia attento signorino” esordì l’uomo con voce amichevole mentre un altro strano personaggio, un anziano signore dall’aria altera e il vestito solenne, lo raggiunse sulla scalinata d’ingresso
 
“Evita di comportarti in questo modo, ragazzo” sibilò il vecchio “il tuo dovere è onorare la nobile e gloriosa casata dei Tanashi, non di metterla in ridicolo”
 
“Non siate così duro con lui, mio signore” intervenne l’altro in tono ossequioso “in fondo ha solo quindici anni… e poi, è così tanto che non rivedeva qualcuno dei suoi amici”
 
“Non puoi capire Osamu, tu vieni da una famiglia di vassalli” replicò l’anziano, apparentemente insensibile, ma con un evidente sorriso “forse… forse però… hai… ragione”
 
Tempestivamente, l’uomo chiamato Osamu recuperò una sedia a rotelle pieghevole e vi fece adagiare l’anziano, il respiro dell’uomo si fece immediatamente più regolare e anche l’espressione preoccupata di Tegamaru si rasserenò.
 
“Nonno, stai pensando ancora a papà?” domandò Tegamaru, ricevendo un cenno d’assenso in risposta “non devi farlo e te l’ha detto anche il dottore, dopo un viaggio così faticoso devi stare tranquillo”
 
“Hai… hai ragione” sussurrò, rivolgendosi di nuovo verso l’altro adulto “grazie Osamu, non te lo dirò mai abbastanza”
 
“Si figuri signore, i genitori del signorino non erano solo “i padroni” per me”
 
“Lo so, tu e mio figlio siete praticamente cresciuti insieme”
 
Hajime aveva osservato tutta quella scena in silenzio, come impietrito; se avesse avuto dei popcorn in mano gli sarebbe quasi sembrato di essere al cinema per quanto fosse, almeno per lui, surreale ciò di cui era appena stato testimone.
Staccandosi dalla conversazione con la famiglia, l’erede dei Tanashi si voltò verso il suo rivale e lo trovò, appunto, perso a fissarli in stato semi-catatonico; divertito, il blu optò per qualcosa di molto poco signorile: batté sonoramente le mani davanti al suo volto, facendolo sobbalzare e cadere a terra.
Neanche il tempo di rialzarsi e le occhiate inquisitori di tutto il resto della compagnia erano su di lui.
 
“No è solo che… s-si, c-cioè” balbettò imbarazzato “t-tu hai u-un famiglia!”
 
“No sono orfano di tutto, MA CERTO CHE HO UNA FAMIGLIA, IDIOTA!!” sbottò il blu, in parte divertito dalla situazione “di solito, le persone normali non hanno bisogno di suggerimenti per capirlo”
 
“Guarda che neanche Kimari lo sa”
 
“Appunto, persone NORMALI!” sottolineò l’erede “guarda caso Kobushi, Chihiro e Manabu lo sanno”
 
“E non hanno mai pensato di dirmelo, begli amici” mugugnò tra se e se Hinobori prima di rivolgere uno sguardo contrito verso l’anziano “mi scuso per il mio comportamento signor Tanashi; io sono Hajime Hinobori, un amico, collega e rivale di suo nipote”
 
“Miroku Tanashi” replicò altero il vecchio, osservando il giovane con sufficienza “l’uomo che mi assiste è Osamu Fukuyama, erede di una famiglia di vassalli che serve il nostro casato da a…”
 
“Basta nonno” troncò brusco Tegamaru “devi smetterla con certe storie, non è più il tempo per fortuna”
 
“Probabilmente hai ragione” ammise malinconicamente il canuto “io non appartengo a questo tempo, avresti dovuto…”
 
Tegamaru appoggiò delicatamente la mano destra sulla spalla di suo nonno, interrompendolo prima che potesse concludere la frase; sapeva perfettamente dove volesse andare a parare, gliel’aveva ripetuto per tutto il viaggio e non aveva nessuna voglia di sentirglielo dire ancora.
Si abbassò, fino a raggiungere un’altezza che gli consentisse di guardare il suo anziano parente dritto negli occhi e lasciò che la il suo viso parlasse per lui… non ci fu bisogno di aggiungere altro.
 
“Ragazzo, lo so che Sengoku non ha un carattere facile, ma è un uomo retto e affidabile e, dato il suo ruolo precedente, dovresti…”
 
“Ne abbiamo già parlato e ti ho già detto che proverò a parlare con zio Sengoku, ora però vogliamo entrare?”
 
Rassegnato, il vecchio fece cenno con un braccio a Fukuyama di procedere e il duo si mise alla testa del piccolo corteo diretto verso l’accoglienza. In scia al dinamico duo, Hajime si affiancò a Tegamaru e, incuriosito, chiese qualche spiegazione.
L’erede, con estrema pazienza, spiegò tutto: di Sengoku Tanashi, membro di un ramo cadetto della famiglia (per lui, zio Sengoku) che aveva gestito, assieme ad Osamu, il patrimonio della famiglia negli ultimi anni; di come la sua fosse una grande famiglia (suo padre, ad esempio, aveva due sorelle e tre fratelli) e di come i membri del ramo principale si fossero logorati, anche fisicamente, nella ricerca del tesoro di famiglia; di quanto zio Sengoku fosse stato importante per suo nonno e per altri.
 
“Cazzo, non pensavo che la tua famiglia fosse così complicata!” esclamò il castano stupito
 
“Questo è perché sei un idiota, caro il mio bendato” ribatté Tegamaru “molti fratelli di papà sono morti, solo zia Himiko e zio Ryoma ne sono usciti… zio Sengoku… li ha letteralmente salvati”
 
Hinobori non avrebbe mai avuto l’ardire di definirsi un abile lettore degli stati d’animo altrui, ma francamente anche un cieco si sarebbe accorto del disagio che anche il solo pronunciare quel nome provocava nell’altro ragazzo e, come avrebbe “amichevolmente suggerito” Kimari, gliene chiese atto.
 
“Non è niente” dissimulò all’inizio il nobile “è solo che… si insomma… ha gestito l’impero Tanashi per anni e con la certezza assoluta che non ne avrebbe mai avuto diritto; è… triste”
 
Era chiaro che ci fosse altro dietro, ma il ragazzo con la fascetta decise di non calcare la mano (altro consiglio di Kimari) e si limitò ad un mezzo sorriso comprensivo, prima di puntare deciso verso il corridoio alla sinistra, dove le loro due guide erano già entrate.
Imboccarono il lungo condotto fino alla prima rampa di scale dove il gruppo si spezzò a metà con gli adulti presero che l’ascensore; percorsero i tre piani con un entusiasmo (e un’energia) in costante decrescita, arrivando all’ultimo piano ciondolanti e con le lingue a terra.
 
“Che gioventù” borbottò divertito Miroku
 
I due ragazzi impiegarono ben sedici secondi per rimettersi in piedi e dimostrare che la rampa di scale non li aveva messi K.O. (e li aveva messi K.O.), per poi spenderne almeno il doppio tra il cercare di imboccare la giusta via (sbagliando per tre volte consecutive) e provare a percorrerla in modo consono e dignitoso (caracollando in una maniera che non è che urlasse proprio “fierezza e dignità”).
 
Giunsero difficoltosamente alla loro destinazione, una sobria porta in legno da poco lucidato con sopra fissata una targhetta metallica recitante “ufficio 142”; raccogliendo tutte le sue, scarse, forze residue, il ragazzo con la fascetta bussò, ricevendo in risposta un invito ad entrare da una voce ferma ma cordiale.
Varcarono la soglia dello studio tutti e quattro assieme e, immediatamente, si ritrovarono quasi incastrati tra di loro: il locale era strano, angusto nelle dimensioni e spartano nell’arredamento, con pareti spoglie di quadri o teche e il gli unici mobili di spicco da ricercare nell’imponente, e ricchissima, libreria e nella bellissima cattedra in legno pregiato, il solo pezzo di reale valore.
Era tutto decisamente distante dalla loro immagine di studio di un preside di facoltà.
 
Il vagare di sguardi fu interrotto solo da un sonoro colpo di tosse che praticamente li costrinse a voltarsi; finalmente, non comprendendo bene come avessero fatto a ignorarlo fino ad ora, i loro occhi si fermarono, posandosi su un uomo sulla sessantina abbondante, con un volto visibilmente segnato dagli anni, ma ancora fisicamente in ottima forma, e con una chioma grigio scuro ancora piuttosto folta; l’aspetto austero e intimidente dell’uomo non impedì, ai due ragazzi, di notare alcune strane caratteristiche nei suoi tratti somatici, fattezze che, si direbbe, non erano comuni negli uomini giapponesi.
 
“Buongiorno e benvenuti, amici” esordì la profonda voce dell’uomo, cordiale ma grintosa “sono il professor Robert Minamoto e sono molto felice di conoscerti ragazzo, Mahiru mi ha tanto parlato di te”
 
Se la visione della sala aveva avuto sugli ospiti un effetto straniante, le parole che il padrone scelse per fare gli onori di casa li lasciarono letteralmente di sasso, in particolare Hajime: non era assolutamente abituato ad essere al centro dell’attenzione in contemporanea presenza di un Tanashi… e, a giudicare dall’espressione spazientita del vecchio Miroku, doveva essere così anche per loro.
Totalmente incurante di tutto questo, il professore si sollevò dalla cattedra per stringere calorosamente la mano al suo ospite e perdersi poi, assieme al ragazzo, nel “dialogo privato” meno privato di tutti i tempi visto che chiunque dei presenti era in grado di sentire ogni singola parola; vedendoselo girare intorno, in compagnia di un Hajime sempre più rosso in volto, Tegamaru non poté fare a meno di pensare che il preside fosse un uomo davvero coraggioso: nessuno aveva mai ignorato un membro della sua famiglia e quell’uomo addirittura sembrava fare come se lui e suo nonno non esistessero.
 
Quando però la durata di quella specie di slalom cominciò a passare dai secondi ai minuti, il giovane campione del mondo intuì la necessità di ricordare al loro anfitrione dell’esistenza della nobile famiglia Tanashi… perlomeno prima che lo facesse il rumore del digrignare dei denti di suo nonno, nascosto con sempre più fatica dal povero Osamu.
 
“Sono a mia volta molto felice di conoscerla, professore” si inserì educatamente Tegamaru “se posso permettermi, ammetto che mi aspettavo una persona più… ordinaria, e invece perfino il suo nome non è comune”
 
“Beh ragazzo, questo dipende dal lato del pacifico in cui ti capita di nascere, mia madre era americana e io tecnicamente ci sarei pure nato negli Stati Uniti” scherzò il rettore, riconoscendo finalmente la presenza degli altri “perdonate la scortesia, ma la visita del figlio di un mio dei miei più affezionati allievi mi ha messo di buon umore”
 
“Pure troppo” sussurrò divertito Osamu a Tegamaru, beccandosi un lieve colpo col bastone dal vecchio in segno di rimprovero
 
“Accetto le sue scuse” borbottò il capofamiglia, non proprio conquistato dall’uomo che aveva di fronte “il nome è Tanashi Miroku, attuale patriarca della nobile famiglia Tanashi, e questo ragazzo è il mio nipote ed erede, Tanashi Tegamaru”
 
“È un piacere incontrare di persona il leader di una delle famiglie più prestigiose del paese” disse l’uomo facendo un sobrio inchino “do a tutti voi un caloroso benvenuto nella nostra università e in particolare in quest’ala, adibita alla facoltà d’ingegneria di cui mi onoro di essere il rettore”
 
“Siamo noi che la ringraziamo per questa opportunità professor Minamoto, deve aver dovuto piegare molti regolamenti per permetterlo” replicò tempestivamente Tegamaru, speranzoso del fatto che l’anziano uomo non si accorgesse che, tra tutti, fosse proprio Hajime il meno desideroso di trovarsi li
 
“Oh una sciocchezza, il preside e gli altri rettori sono amici prima ancora che colleghi” spiegò Robert “mai avrei pensato di vedere ancora un figlio di uno dei miei ex studenti, uno dei migliori, venire in visita introduttiva; ero certo che sarei andato in pensione prima”
 
“Beh allora, immagino sia il caso di iniziare questa… visita” dichiarò Hajime, insolitamente intraprendente
 
“E sia!” concluse l’adulto in tono solennemente eccessivo prima di mettersi alla testa del corteo e condurlo fuori dallo studiolo
 
Come prima tappa del tour, il rettore scelse simbolicamente l’enorme aula magna della facoltà, al momento spenta e deserta ma da sempre teatro del primo approccio dei neo-immatricolati col nuovo mondo universitario; conducendoli sul palco, l’uomo spiegò che quello era anche il luogo in cui venivano presentati i progetti e le ricerche promossi dal dipartimento.
 
“Sai, tuo padre ha frequentato assiduamente questa sala” spiegò gentilmente al ragazzo con la fascetta “nella gloriosa storia della nostra facoltà sono pochissimi gli studenti che hanno partecipato a tanti studi quanti lui”
 
Al ragazzo parve quasi di poter vedere la scena con i suoi occhi: la sala gremita di ospiti, gli sguardi di tutti puntati sul palco illuminato dalla luce del proiettore e li, defilato rispetto al centro della scena, suo padre, sua madre e i loro collaboratori pronti a parlare a turno dal pulpito per spiegare i dettagli del progetto al ritmo dello scorrere del PowerPoint; non poté fare a meno di pensare a quanto dovesse essere bello trovarsi in una simile situazione, una di quelle esperienze che ti fanno sentire davvero importante.
 
In maniera del tutto surreale, fu il silenzio a scacciare i filmini dalla sua testa… già, perché l’unico motivo che lo convinse a tornare a focalizzarsi sulla realtà fu il non udire più nessuna delle voci dei suoi compagni di viaggio, cosa non così sorprendente visto che NON C’ERA PIÙ NESSUNO.
Immersi nel buio della sala, il professore e i Tanashi erano usciti senza accorgersi della sua assenza.
 
Abbastanza indispettito, il castano uscì dall’aula e si guardò intorno cercando di capire dove potessero essersi diretti; purtroppo per lui due sole erano le sue certezze: che i suoi compagni d’avventura avessero borbottato qualcosa riguardo alle prossime destinazioni della visita e che lui, però, non avesse sentito una mazza.
Dopo quindici minuti di nulla cosmico in testa, decise che non ne poteva più e che era arrivato il momento di azzardare in prima persona, uscì e imboccò d’istinto un corridoio… pessima idea per uno che, a parte casa sua, era stato capace di perdersi praticamente in qualunque luogo.
 
Come ampiamente pronosticabile, tempo venti secondi circa e si ritrovò in un’area mai vista prima senza aver memoria della direzione da cui fosse arrivato; stava cominciando ad innervosirsi, non era mai stato, fuori dal contesto dei duelli, un fenomeno nel gestire la tensione e la situazione riusciva solo a far riemergere tutti i cattivi pensieri: il litigio col padre, i suoi amici che si divertivano mentre lui era costretto a questa stupida visita e tutto il resto; era ad un passo dall’esplodere e dovette fare appello a tutto il suo solitamente scarso autocontrollo per restare calmo.
 
Per sua fortuna, proprio in quel momento, giunse in suo aiuto un’inattesa mano, ad ennesima conferma della teoria, di Kimari, secondo cui il ragazzo avesse stretto un patto coi kami perché altrimenti “non si spiega come un simile imbecille riesca sempre a pescare lo spirit chiave dal mazzo della sua vita”.
 
“Ehi ragazzo, sbaglio o quella è la divisa del liceo di Kadode?”
 
A quanto pare, quel giorno il patto coi kami aveva scelto di prendere l’aspetto di un ragazzo dai capelli castano chiaro, quasi biondicci, fisicamente molto simile al presidente Manabu (magro e allampanato), con addosso un’elegante camicia bianca e la giacca blu scuro della divisa universitaria appoggiata sulla spalla; accanto a lui c’era una bellissima ragazza, anch’ella abbastanza alta, con stupendi capelli ambrati e un’espressione divertita disegnata sul volto.
 
“S-si, perché?” balbettò il ragazzo, un po’ intimorito alla vista dello studente in rapido avvicinamento
 
“È fantastico!” esclamò entusiasta il maggiore dopo aver confermato di persona la sua tesi “ho un fratellino che frequenta quella scuola; magari lo conosci, di sicuro non è del tuo anno ma è un importante membro del club d…”
 
“Mi spiace, l’unico club a cui sono iscritto è quello di Battle Spirits”
 
“Oh, beh peccato” fece quello un po’ sconsolato “scusa l’invadenza, ma cosa diavolo ci fa un primo anno di liceo qua?”
 
“Ero venuto per una visita all’università sotto la guida del professor Minamoto ma…”
 
“Cos… addirittura il rettore?!” si stupì “allora devi essere figlio di qualcuno di importante”
 
Hajime non poté fare a meno di sorridere a quella considerazione; se li avesse sentiti il nonno di Tegamaru probabilmente li avrebbe uccisi entrambi e poi dato fuoco ai loro cadaveri.
 
"N-no, solo di un suo ex studente" mormorò lievemente intimidito

“Cosa che fa di te il figlio di qualcuno importante” sottolineò l'altro divertito “semplicemente, importante per lui”
 
Risero ancora, stavolta tutti e tre (la ragazza si era avvicinata mentre parlavano), dopodiché, lasciata scemare l’ilarità, il ragazzo prima sussurrò qualcosa all’amica, che tornò da dove era venuta, e poi fece cenno con la mano al minore di seguirlo.
 
“Forza, vieni con me, caro ex collega” invitò l’universitario, incontrando la reazione stranita dell’altro
 
“Mi era sembrato che tu ti fossi perso, mi sono forse sbagliato?” proseguì quello cercando di interpretare “è “ex collega” che ti suona strano? Beh, devi sapere che anche io e la signorina, al nostro tempo, abbiamo frequentato il tuo liceo”
 
Tranquillizzato, il duellante passò a valutare l’offerta… per circa cinque secondi, poi capì che non avrebbe mai ricevuto una proposta migliore e si affiancò alla sua nuova guida per seguirlo nella ricerca.
 
Provarono a ripercorrere mentalmente tutte le mosse fatte dal ragazzo da che aveva lasciato l’aula magna e bastarono per entrambi pochi attimi per rendersi conto che perlomeno otto su dieci di esse non avevano nessun senso; anzi, grazie all’idea avuta dal maggiore Hajime si rese perfino conto di aver girato in tondo in almeno un paio di occasioni, cosa che, una volta compresa, gli creò non poco imbarazzo.
Dal canto suo, la sua guida non si curava di nulla se non di cercare di immaginare dove potesse trovarsi il professore; era certo che si fosse accorto dell’assenza dell’ospite e che quindi lo stesse cercando, l’idea più sensata era che si trovasse in un ampio crocevia di corridoi da cui fosse facile controllare più vie possibili e che il luogo non fosse lontano da dove avevano perso di vista il liceale.
Fortunatamente non erano molti i luoghi che corrispondevano ad un simile identikit e infatti…
 
“Professor Minamoto!”
 
“Hajime, finalmente!” esclamò sollevato l’adulto, prima di avvicinarsi “dov’eri fin… Nakamura? Perché il mio ospite era in sua compagnia?”
 
“L’ho solo accompagnato da lei, professore” spiegò lo studente “quando l’ho incontrato era solo e abbastanza spaesato e, siccome indossava l’uniforme del mio vecchio liceo, ho deciso di dargli una mano”
 
“Bene” replicò l’uomo in tono ironico ma senza cattiveria “sono felice che il suo istinto di buon samaritano necessiti di particolari… condizioni di attivazione; cos’è lei, un essere umano o una carta burst? La ringrazio per il suo servizio ma ora vada dai suoi colleghi, a studiare in biblioteca”
 
“Sarà fatto comandante” scherzò il ragazzo, battendo i tacchi e mettendo il petto in fuori come un soldato “alla prossima Hajime, e salutami mio fratello se dovessi vederlo”
 
“Co-come si chiama?” domandò il duellante, trattenendo a stento le risate per la scenetta precedente
 
“Shukuro Nakamura” rispose “lo riconoscerai subito: è praticamente identico a me, solo un po’ meno alto, con un paio occhiali e sulla divisa la spilla di presidente del club”
 
Conclusa la sua descrizione, lo studente si allontanò per poi svanire dietro il primo angolo, sempre con quel suo sorriso da schiaffi stampato sul volto.
Hajime rise tra i denti; mettendo assieme quel sorriso, la luce furbesca negli occhi e la sceneggiata da bravo soldato di prima poteva facilmente dedurre che il suo nuovo amico Nakamura non avesse troppo intenzione di seguire l’invito del professore; era, anzi, abbastanza sicuro che dietro quell’angolo lo stessero aspettando due ammalianti occhi verdi e una folta chioma ambrata.
 
“Direi di proseguire” riprese il rettore “vorrei mostrarvi ancora alcune aule, la biblioteca, e state tranquilli perché non lo troveremo la, e infine vorrei portarvi anche in un particolare laboratorio”
 
Tracciato a grandi linee il programma, il gruppo poté finalmente riprendere il suo affascinante tour dell’istituto. In ottemperanza alla stringente tabella di marcia, le aule al pian terreno non meritarono più di una toccata e fuga, giudicate poco interessanti dal capogruppo, mentre molto più approfondita fu la visita al primo piano; nello specifico due furono i luoghi che seppero catturare le attenzioni di qualcuno della combriccola: la prima aula tecnica, che, del tutto sorprendentemente, rapì Hajime, e la biblioteca, che conquistò completamente il lato Tanashi e, in particolare, proprio Tegamaru; non lo avrebbero mai dichiarato pubblicamente, ma in quel momento entrambi i ragazzi pensarono, per la prima volta, che in fondo non fosse così terribile, trovarsi lì quel giorno.
 
Dopo aver svolto perfettamente il ruolo di Cicerone durante la lunga e approfondita sosta nella biblioteca di facoltà, dove ovviamente NON trovarono Nakamura, Minamoto fece per incamminarsi in direzione della tappa successiva, ma proprio in quel momento l’eccellente vista, a dispetto degli occhiali, di Osamu Fukuyama notò un voluminoso tomo dall’aria familiare appoggiato su uno scaffale; con l’aiuto di Tegamaru, il vassallo avvicinò la scala e recuperò il volume.
 
Aveva ragione.
 
“Ma questi sono gli annali della famiglia Tanashi!” esclamò sorpreso ed eccitato al tempo stesso “erano andati dispersi come moneta di scambio in uno dei tanti tentativi di recuperare il tesoro; cosa ci fanno in una biblioteca a tema ingegneristico?”
 
“Credo siano stati acquistati dall’università ad un’asta” provò a spiegare l’uomo “purtroppo immagino siano finiti qui a causa della negligenza di qualche studente”
 
“Anche di qualche bibliotecario” mugugnarono risentiti Fukuyama e Tanashi senior
 
“C-certamente” balbettò imbarazzato il preside, lanciando un’occhiataccia ai collaboratori “guardate signori, non mi sembra giusto che un documento di tale importanza per la vostra famiglia resti in nostro possesso; per questo, in via del tutto eccezionale, chiederò al magnifico rettore di concedervi il diritto di recompra a prezzo d’asta”
 
“Va bene” sbuffò il vecchio Tanashi, convinto probabilmente che il suo cognome dovesse da solo valergli il diritto di recompra a prezzo di nulla
 
“Abbiamo un accordo allora” concluse ignaro il canuto, rivolgendosi poi al bibliotecario “signor Yamano, dovrebbe, per cortesia, ritirare questo documento e rimuoverlo dagli inventari; è requisito fino a nuovo ordine”
 
“Mi spiace professor Minamoto, ma sia io che lei sappiamo benissimo che il documento appartiene ad un’altra biblioteca di dipartimento” provò a replicare il gestore “non abbiamo nessuna autorità per mettere in pratica ciò che propone”
 
“Suvvia Toshiro, non faccia storie” lo blandì il preside, appoggiando amichevolmente il braccio sulla sua spalla “penso io a parlare con il professor Higurashi; è un mio caro amico e so che non mi negherà questo favore”
 
L’addetto non parve così convinto da quelle parole ma, alla fine, fece come gli era stato richiesto e spostò il tomo negli scomparti sotto al bancone; finalmente soddisfatti, i Tanashi guidarono la squadra fuori dalla biblioteca, per poi lasciare ancora al rettore l’onere del comando, obbligo che l’uomo accettò volentieri conducendoli prima all’ultimo piano e poi, in particolare, in un corridoio buio chiuso da una porta azzurra.
Il primo della fila lanciò una rapida occhiata alla compagnia per controllare che stavolta ci fossero tutti, nello specifico, il suo sguardo si soffermò su Hajime, un po’ perché era quello che prima si era perso e un po’ perché quell’ultima tappa lo riguardava da vicino.
 
“Ho fatto chiudere questo laboratorio all’uso pubblico ormai molto tempo fa” spiegò l’uomo con gli occhi lucidi “mi ero ripromesso di aprirlo solo se qualcuno mi avesse portato un progetto degno di chi lo aveva preceduto, ma credo che, data la speciale circostanza, sia giusto fare un’eccezione”
 
Concluse il preambolo e, dopo aver estratto la chiave dal taschino della giacca, la fece ruotare tre volte nella serratura sotto gli sguardi inaspettatamente aguzzati dei due ragazzi, desiderosi di scoprire cosa ci fosse li dentro di così importante da essere precluso ai comuni studenti.
L’eccitazione dei due parve inizialmente essere destinata a scemare quando oltre la soglia sembrò materializzarsi null’altro che un comune laboratorio sperimentale, solo più impolverato dei tre precedenti, ma quando poi entrarono e rivolsero all’ambiente una seconda e più accurata occhiata, qualcosa si accese in loro.
 
“Aspetta, ma queste…” sussurrò Hajime osservando alcune teche appese
 
Il vecchio rettore andò a posizionarsi a fianco del ragazzo, con gli occhi sempre più bagnati e un sorriso soddisfatto sulle labbra: la stanza era ricoperta da enormi teli di cellophane e, sotto di essi… e uno strato di dieci anni di polvere, stavano mucchi di videocassette, fascicoli, registrazioni su CD, grafici e fogli volanti, quasi a comporre una grande e caotica opera d’arte. Uno solo sembrava essere il vincolo che univa tutto quel materiale, il solo nome comune a tutti e tre gli attestati premio conservati nelle teche: Mahiru Hinobori.
 
L’incantesimo era scattato.
 
Senza pensarci due volte, i due giovani rovesciarono i teli trasparenti scaraventando con noncuranza uno tsunami di polvere sugli altri tre compagni di viaggio (con notevole disappunto del signor Tanashi), dopodiché presero a spulciare uno a uno i vari memorabilia; su ognuno di essi era stampato quel nome, dalle foto celebrative, ai fogli di prova, ai ritagli di giornale.
Era il vero comune denominatore della stanza.
 
Gli occhi del vicecampione mondiale di BS ritornarono al documento che per primo aveva attirato la sua attenzione, le due teche, un attestato e un ritaglio di giornale, appese sul muro destro. Erano di gran lunga gli oggetti meno polverosi, e quindi i più recenti, e forse anche per questo esercitavano su di lui una certa attrazione, ma solo quando li lesse è ne comprese davvero il perché: su quel documento, oltre che ai consueti Minamoto Robert e Hinobori Mahiru, erano presenti in calce le firme di Tatsumi Denjiro, Arisawa Akari, segnata ancora col cognome da nubile, e di quello che immaginò fosse il vero nome del dottor Sunset.
 
“Questo è stato il loro primo lavoro insieme, l’hanno sviluppato proprio qui sai” raccontò il professore “e non solo, è qui che tuo padre ha lavorato sulla sua tesi di laurea ed è sempre qui che, con gli altri, ha posto le basi per il progetto “spazio virtuale fisico” oggi noto come…”
 
“Il terreno di gioco tridimensionale” lo interruppe il castano, sempre più catturato da quel luogo
 
L’uomo al suo fianco sorrise dolcemente.
 
“Sai Hajime” fece “ho praticamente vissuto in questa università, come insegnante o come rettore, per almeno trent’anni e ho conosciuto e insegnato a centinaia, migliaia di studenti… nessuno di loro è stato più brillante di tuo padre”
 
Hinobori si fece scuro in volto e strinse le spalle, cercando di nascondere il brivido che gli stava salendo per la schiena.
 
“Devi essere molto fiero di lui”
 
Ed eccola finalmente, la domanda che più si sarebbe aspettato e a cui meno avrebbe voluto rispondere; provò a pensare a qualcosa ma la sua testa era persino più vuota del solito.
 
“Beh io… i-io… io no-non”
 
Nemmeno con le parole ce la faceva, non riusciva a fare altro che balbettare e si che sapeva cosa avrebbe voluto dire: certo, la giornata si era rivelata molto più piacevole di quanto pensasse; certo, il professore era un uomo in gamba; certo, in ultimo poteva persino ammettere di essersi divertito, ma tutto questo non aveva cambiato la sua opinione a riguardo.
 
Però dirlo così, apertamente, nel luogo che era stato praticamente la sua seconda casa, davanti al suo maestro…
 
Per la prima volta nella sua giovane vita, Hajime Hinobori si sentì un vigliacco.
 
“Non è così difficile come domanda” provò a scherzare il canuto, cercando di allentare la tensione “basta rispondere si o no”
 
“Io… non posso” ammise l’altro con aria di sconfitta “è troppo difficile da spiegare, specie a lei”
 
“E tu prova a semplificare”
 
Fu la goccia che fece traboccare il vaso; al ragazzo si chiuse la vena e non connetté più il cervello alla sua bocca, non riuscì più a pensare che in fondo l’università non fosse così male o che, magari, quell’uomo stesse solo cercando di tirargli fuori le parole con un trucchetto.
No, in quel momento riusciva a vedere solo l’ennesimo adulto che si prendeva gioco dei suoi problemi.
 
“Io non volevo nemmeno venirci qui!!” sbraitò, gelando i suoi tre compagni di viaggio “papà si è presentato a casa dopo mesi e ha detto che dovevo venire qui perché aveva già preso appuntamento con lei; mi ha costretto anche se non ho nessuna intenzione di andare all’università, IO VOGLIO SOLO GIOCARE A BATTLE SPIRITS!!!”
 
Ansimò, forte, per riprendere fiato: era stato come un fiume in piena, una trance temporanea di una ventina di secondi e si era liberto in un colpo solo di tutto ciò che aveva avvelenato quella giornata finora, così, ora che ne era uscito, non restava che stringere le spalle e mettersi in posizione difensiva; non che fosse un esperto di boxe, ma gli sembrava di aver assestato un buon paio di colpi e non aveva intenzione di farsi trovare impreparato sulla replica.
 
“Beh fidati ragazzo, sono pochi quelli che vogliono davvero venirci qui” ammise tranquillamente l’altro “direi la stragrande maggioranza degli studenti, più di metà del personale di servizio e probabilmente anche parecchi docenti”
 
Il giovane di Kadode rimase di sasso.
 
“Sei sorpreso ragazzo?” proseguì il professore, con una voce molto più dura e inquisitoria “vedi, questa è l’università; qui non ci sono punizioni o compiti a casa… e, in ogni caso, non è compito mio”
 
“Ma io… allora… m-ma quindi lei… no-no-n-non è o-offeso?” biascicò il duellante
 
“E perché dovrei offendermi? Hai solo espresso un’opinione” spiegò, tornando all’amichevole tono di prima “sono un uomo di scienza e sono sempre disposto ad ascoltare un’opinione quando essa è adeguatamente motivata; ora sta a te Hajime, sai dirmi per quale motivo il tuo solo desiderio e obiettivo è giocare a BS?”
 
Ok, ORA era veramente il giorno più assurdo della vita del ragazzo. Dopo tutto ciò a cui aveva pensato nei giorni precedenti il “nefasto evento”, dopo tutto quello che era successo e dopo il suo recente sfogo, qualcuno finalmente gli poneva LA domanda della sua vita e LUI NON SAPEVA RISPONDERGLI; MA CHE DIAVOLO STAVA SUCCEDENDO?
 
“Pe-perché… mi-mi di-diverte?!” fece il castano sentendosi un imbecille nel momento esatto in cui concluse quella risposta
 
“Bene è un buon inizio” replicò l’interlocutore, seriamente o scherzosamente non seppe dirlo
 
Incoraggiato, il povero bendato rimase a vagare ancora nei meandri della sua mente alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa, che fosse in grado di inspessire la sua posizione, ma niente, più pensava più sentiva di allontanarsi dalla soluzione.
 
-Oh, al diavolo-
 
“Mi-mi dispiace si-signore, a-al momento non riesco a darle una risposta” sussurrò sconsolato “posso solo dirle che, per me, Battle Spirits è tutto”
 
“Questa, figliolo…” fece l’altro “… è davvero un’ottima risposta; ci vuole del coraggio per ammettere di non avere la verità in tasca”
 
“Quindi… va bene così?”
 
“Certo” rispose Minamoto “era lo stesso per tuo padre, solo che per lui “tutto” fosse l’ingegneria informatica. Ora dimmi ragazzo, se tu avessi dei bambini immagino che, proprio perché per te BS è tutto, cercheresti di trasmettere a loro la tua passione, giusto?”
 
“Beh si, direi di si perché…”
 
“… perché ogni padre sogna di poter condividere la propria più grande passione con i figli”
 
Lo ammutolì definitivamente, quella frase così perentoria e pronunciata con un tono così saldo, senza ammiccamenti e senza nemmeno voltarsi a guardarlo. Fu come se il mondo intero si fosse aperto davanti ai suoi occhi: cose che prima non capiva, che non gli erano chiare, ora brillavano di una luce diversa.
 
Si voltò lui verso il vecchio maestro e lo vide che sorrideva, sorrise a sua volta.
 
Non era mai stato più felice di essere stato messo nel sacco.
 
Come avessero usato il kai, la tecnica di “Naruto” che disperde le arti illusorie, il lucchetto di tensione che aveva gelato visi e voci dei visitatori venne sbloccato, tutti scoppiarono in una fragorosa risata liberatoria e l’aria da funerale divenne aria di festa; il professore entusiasta diede una sonora pacca sulla spalla al ragazzo e praticamente lo lanciò in direzione di un irrefrenabile Tegamaru che a sua volta lo colpì amichevolmente.
 
“E così Battle Spirits per te è tutto?” domandò ironicamente “cavolo, non me n’ero mai accorto; che amico del cazzo che sono, eh bendato?”
 
“Amico del cazzo lo sei di sicuro” replicò l’altro allontanandolo con un morbido pugno, prima di rivolgersi contrito verso il patriarca “cielo, mi scusi sign…”
 
Non poté, e mai avrebbe potuto, concludere quella frase, non con ciò che stava vedendo davanti ai suoi occhi: Miroku Tanashi, l’austero capofamiglia, aveva dipinto sul volto qualcosa di molto simile ad un sorriso… il primo che il vicecampione del mondo gli avesse mai visto fare.
 
“O, sei vivo?” lo prese ancora in giro Tegamaru, seguito da un altrettanto allegro Fukuyama “dai che, durante il viaggio di ritorno, ti racconto di alcuni duellanti che ho incontrato nei miei viaggi di lavoro”
 
La notizia mise particolarmente di buon umore il castano e fu più facile fargli accettare il fatto che, ormai, fosse giunta l’ora di lasciare quella stanza; i due ragazzi, in particolare ne uscirono a malincuore e, non a caso, restarono ad osservare il momento della chiusura, con quella fessura che, secondo dopo secondo, si faceva sempre più sottile e compressa.
Riuscirono a darle l’ultima occhiata; era strano, pur non essendo cambiata in nulla non sembrava la stessa stanza di quando vi erano entrati; forse aveva ragione il presidente Manabu: a volte sono i nostri occhi a cambiare.
 
Fedele al suo ruolo, il rettore ricondusse tutto il gruppo nell’atrio d’ingresso ove dichiarò ufficialmente conclusa la visita e liberò i suoi ospiti che, infatti, salutarono e iniziarono ad incamminarsi verso la limousine, invitando Hajime stesso a seguirli; il ragazzo con la fascetta fece come gli era stato detto, montò un rapido cenno di saluto e fece per lanciarsi all’inseguimento dei Tanashi.
 
“Ehi ragazzo, aspetta un attimo!” lo bloccò l’anziano, ansante dopo la breve, ma intensa, corsa alle calcagna del liceale “pensa… pensa a-a-a ciò che ti ho detto oggi”
 
“Credevo che non fosse compito suo” osservò ironicamente il giovane “e che qui all’università queste cose non si facessero più”
 
L’uomo sorrise.
 
“Mahiru ha ragione sai” commentò “sei un ragazzo in gamba, Hajime Hinobori”
 
Il ragazzo sorrise a sua volta.
 
“Sa professore, mi ha detto lo stesso di lei” replicò prima di incupirsi di nuovo “p-professore, lei crede che io…”
 
“Non per forza” lo anticipo Minamoto “nessuno dei miei parenti, ne prossimi ne antichi, è mai stato anche solo maestro di scuola eppure… prometti solo che proverai a pensarci”
 
Il duellante non rispose, si voltò e prese la via principale in direzione del grande cancello; arrivato più o meno a metà strada, si arrestò di colpo e alzò il braccio destro, il pollice rivolto al cielo.
Il sorriso dell’uomo si fece ancora più caldo.
 
“Buona fortuna ragazzo”
 
 
 
Nonostante avesse passato metà del tempo ad osservare i banchi vuoti dei suoi amici, la giornata seguente fu, con tutta probabilità, la sua miglior giornata dal punto di vista scolastico da che aveva iniziato il liceo, forse la migliore di sempre: il suo quaderno era pieno di appunti ordinati e comprensibili e nessuno dei question time era riuscito a metterlo in difficoltà.
Si sentiva decisamente fiero di sé: non capiva bene come ci fosse riuscito, ma questo era di sicuro il miglior modo per rispondere a suo padre… era quasi un peccato che fosse l’ultimo giorno.
 
Quando la fine dell’ultima lezione di giornata venne annunciata, e con essa l’inizio del break estivo, il ragazzo gettò con poca cura i suoi strumenti dentro la borsa e, con passo spedito, uscì dalla classe… ma non andò verso il grande cancello d’ingresso.
Forse per abitudine, forse stordito dai Kana-Boon che sparavano la loro “Silhouette” a tutto volume nelle sue orecchie o forse per altro ancora, le sue gambe imboccarono un’altra strada, quella più battuta che portava all’edificio secondario, come se stessero viaggiando con l’autopilota; alla fine era quasi un riflesso incondizionato, il ragazzo non aveva nemmeno bisogno di alzare la testa per sapere che la rotta seguita fosse quella giusta e, infatti, in pochi minuti si ritrovò dove pensava di ritrovarsi.
 
-Che diavolo sto facendo?-
 
Sembrava quasi la scena di uno di quei film americani sullo sport, quando il protagonista, dopo essersi momentaneamente arreso, ritorna dall’allenatore e dalla squadra e si blocca davanti alla porta dello spogliatoio nel disperato tentativo di mettere assieme un discorso di scuse degno di questo nome.
Anche lui stava scrivendo il suo discorso… ma per chi? Non c’era nessuno li dentro, la porta stessa era chiusa e non avrebbe mai potuto sbloccarla visto che non aveva una copia della chiave, e tutto questo lo sapeva benissimo perché, per la prima volta da che aveva frequentato un qualunque grado dell’istruzione, non aveva portato a scuola con sé il mazzo.
 
 Abbassò comunque la maniglia, quasi a voler rigirare il coltello nella piaga.
 
-Cosa pensavo, che la lasciassero aperta?- pensò, quasi divertito dalla sua stessa ingenuità
 
Malinconico, il duellante si spostò dall’altro lato del corridoio, dirimpetto alla porta, e si lasciò accasciare a terra, lasciando cadere la propria borsa accanto a sé e chiudendo gli occhi per potersi perdere nei suoi pensieri: dove andare? Cosa fare per tutto il pomeriggio prima di tornare a casa? Il club di Mika non avrebbe avuto senso, senza le carte.
 
E allora…
 
-Ma certo, ci sono!- esclamò soddisfatta la sua voce interiore
 
Si sollevò di slancio dal pavimento, quasi dimenticandosi indietro lo zaino, e si lanciò con rinnovato entusiasmo verso l’incrocio alla fine del corridoio; uscì dall’edificio ed attraversò il cortile per poi entrare nell’altro palazzo, dirimpettaio rispetto a quello da cui era venuto.
Si incamminò nei cunicoli seguendo le indicazioni fino a raggiungere un altro crocevia, ove trovò una piantina; si fermò, estrasse il quaderno e, dopo aver impresso nella sua mente il percorso, ne fece un rapido schizzò sull’ultima pagina.
Non era niente male.
 
Si immise nel condotto alla sua destra e seguì passo per passo le sue stesse indicazioni, in pochissimo tempo raggiunse l’ala dell’edificio corrispondente (notevole miglioramento rispetto agli eventi del giorno prima) e poté dedicarsi a passare in rassegna tutte porte.
Passò circa cinque minuti a fare avanti e indietro di fronte alla schiera di porte chiuse con l’etichetta sopra senza trovare ciò che cercava; c’era qualcosa di strano, era sicuro di non aver sbagliato nel disegno della sua mappa e l’aveva seguita nei minimi dettagli eppure l’aula che cercava non c’era e lui cominciava ad innervosirsi.
 
“Mi scusi” chiese ad uno studente più grande che passava di lì in quel momento “sa dirmi dove si trova il club d’ingegneria?”
 
L’altro ragazzo prima si bloccò di colpo come fulminato, poi, voltatosi verso il minore, prese a scrutarlo con occhi aguzzi e un’espressione dubbiosa, come se ci fosse qualcosa in lui che non andasse.
Parzialmente infastidito da tutto ciò, Hajime rispose allo sguardo inquisitorio con il suo sguardo inquisitorio: c’era qualcosa di stranamente familiare in lui, in particolare era il suo viso che sentiva di aver già visto anche perché, per il resto, il suo aspetto (capelli castano chiaro, un po’ più alto della media, gracilino) era decisamente banale.
Proseguirono ancora in quella sfida di sguardi non dichiarata, almeno fino a che il ragazzo più grande non decise di rompere il ghiaccio.
 
“Ma tu… sei uno studente?”
 
Stavolta toccò ad Hajime di guardare l’altro stranito.
Ma diceva davvero? Lui era lì con addosso la divisa con stemma del liceo e quello comunque gli chiedeva se frequentava quella scuola; ma era scemo?
 
La situazione era così strana che il ragazzo arrivò financo a darsi un’occhiata per essere sicuro di AVER ADDOSSO la divisa, sentendosi ovviamente un coglione nel momento in cui capì di averla; in quel momento dimenticò ogni tipo di riverenza e rispetto dovuto ai senpai.
 
“Ma certo che sono uno studente!” sbottò “ma cosa sei, cieco? Non la vedi la divisa?”
 
Hajime non poteva saperlo (o meglio, avrebbe potuto saperlo, ma solo se fosse stato… completamente un’altra persona), ma il club di ingegneria del liceo di Kadode era estremamente noto e prestigioso; grazie, infatti, al contributo economico e non di molti suoi storici ex studenti (leggasi: suo padre), esso era riuscito a passare da club minimale e di poco conto, l’ingegneria era considerata materia troppo complessa per dei liceali, ad una piccola anticamera dell’università, spesso preferito agli indirizzi tecnici.
 
“Stai calmo ragazzino” lo canzonò il maggiore, con evidente senso di superiorità “sai, non pensavo esistesse qualcuno in questo liceo che non sapesse dove si trova il club di ingegneria… ma vedo che sei solo un primino, in questo caso direi che sei parzialmente scusato”
 
Il duellante avrebbe davvero voluto azzannarlo alla gola e rimanere li a guardare mentre quello moriva dissanguato. Ma che diamine, non bastava aver fatto una mezza figura di merda, doveva anche sorbirsi le prese per culo di questo stronzo; doveva solo ringraziare i kami che non ci fosse Kimari al suo posto o sarebbe già morto tra atroci sofferenze.
-Va anche detto che Kimari, di regola, figure di merda non ne fa- osservò correttamente la sua voce interiore
 
“Ehi, terra chiama ragazzino!” esclamò sonoramente lo studente senior, riportando l’altro alla realtà “mi pare di ricordare che tu mi abbia fatto una domanda… anzi, a tal proposito, com’è che sei arrivato nell’area diametralmente opposta a quella della tua destinazione?”
 
Fu la goccia che fece traboccare il vaso: passino le ironie, il fargli perdere tempo e il senso di superiorità, ma che si criticasse il suo lavoro in una di quelle tre-quattro volte che si impegnava davvero in qualcosa che non fosse Battle Spirits proprio no.
Fu per questo che, orgogliosamente, gli sbatté in faccia lo schizzo di mappa che aveva tracciato poco prima… non l’avesse mai fatto.
 
“Ok, prima di tutto devo complimentarmi per lo sketch” esordì il ragazzo con il tono più sincero che Hajime gli avesse mai sentito “immagino tu l’abbia fatto senza un metro, vero? Le linee sono davvero precise e le proporzioni sono molto simili a quelle delle cartine stampate, si vede che hai della mano per queste cose”
 
Hajime si impettì come un soldatino, arrivando anche ad arrossire in modo tenue; era la prima volta che qualcuno gli faceva dei complimenti per qualcosa che non fosse BS e, doveva ammetterlo, la cosa era pure piacevole.
Si beh, peccato non avesse idea della doccia fredda imminente.
 
“Detto questo, scusami, ma perché sei andato nella direzione opposta?” domandò “cioè, perché, dopo esserti tracciato il percorso, sei andato a destra invece che a sinistra?”
 
Hinobori lo guardò come se avesse visto un fantasma; imbarazzato, viaggiò a ritroso nella mente lungo il percorso che lo aveva portato dove si trovava ora fino ad arrivare di nuovo a quel crocevia ove tutto era iniziato. Si posizionò virtualmente davanti alla piantina e guardò prima da un lato e poi dall’altro; lo capì subito: aveva confuso la destra con la sinistra.
 
Più rosso in volto delle sue carte, il ragazzo si riprese il quaderno e, d’impeto, fece per immettersi nel corridoio da cui era venuto, pronto a ripercorrere, stavolta fisicamente, il percorso da lui seguito; per fortuna (soprattutto sua, per la verità) lo studente più grande lo fermò.
 
“Piano tigre, dove vuoi andare?” disse, afferrandolo per la spalla
 
“Che domande mi fa?” replicò il ragazzo con la fascetta “torno all’incrocio e…”
 
“Questo l’avevo capito anch’io, detective Conan” lo scherzò “quello che intendevo è: perché farlo”
 
“Perché… è il percorso più veloce?”
 
“Partendo dall’incrocio forse, ma da qui basta prendere il corridoio alle tue spalle e andare diritto” lo corresse il maggiore indicandogli la direzione “usa le finestre che danno sul cortile interno per orientarti, il club che cerchi si trova all’altezza della quintultima vetrata”
 
Non se lo fece ripetere due volte; Hajime salutò cordialmente e ringrazio il senpai (assurdo pensando a come era iniziato il tutto), per poi lasciarselo rapidamente alle spalle nella sua passeggiata attraverso il lungo corridoio.
Percorse tutta l’ala, da un vertice a quello opposto, quasi accecato dal sole che entrava da ognuna delle numerose finestre che davano sul cortile e sull’altro edificio (quello adibito ai club sportivi), fino ad arrivare appunto a quella indicatagli dallo studente di prima; si voltò verso il lato interno ed era lì, la porta per il club di ingegneria.
 
Bussò, anche con troppo entusiasmo per la verità, e un ragazzo probabilmente della sua stessa età venne prontamente ad aprirgli; alla vista di un volto non appartenente al club, il povero ragazzo si irrigidì e una serie di tic nervosi cominciarono a prendere possesso del suo corpo.
 
“Sei del consiglio studentesco o della vigilanza?" domandò quello, quasi terrorizzato “le ripeto che i-il club non centra nulla con lo scherzo di settimana scorsa, sono disposto a giurarlo sulla mia stessa vita”
 
Ok, Hajime stava cominciando davvero ad arrabbiarsi con i kami per avergli rifilato quella giornata… anzi no, quell’intera settimana. Era mai possibile che di recente tutto il mondo cospirasse per fargli ritornare sempre in viso quella sua cosiddetta “faccia da pesce lesso decerebrato” (cit. Kimari)? Non è che fosse proprio l’espressione di cui andasse più fiero, e vedere in lontananza gli altri membri del club che ridevano non aiutava a migliorarne l’opinione.
 
“Ti pare che un primino come te possa entrare a far parte del consiglio studentesco?” chiese uno dei senior del club in tono canzonatorio
 
-Ah, ma allora…-
 
“Diamine Hayama, ci farai scoprire se continui così” osservò una ragazza dai capelli rossi, avvicinatasi ai due sulla porta “sai, dovresti rilassarti un po’, vai a prenderti una tisana”
 
“S-si, scusami Takahashi-senpai” mormorò il minore uscendo dalla porta
 
Hajime seguì con lo sguardo la sua goffa corsa verso la prima intersezione, dove svoltò e uscì dal suo campo visivo; come incantato, il duellante rimase ancora a guardare il nulla chiedendosi cosa stesse succedendo e così fu fino a che la ragazza del club non ricominciò a parlare.
 
“Perdonalo” riprese lei “è un primo anno come te per cui è molto teso. Ciao, sono Mamori Takahashi, come posso aiutarti?”
 
“Ce-cercavo il presidente del club” fece Hinobori titubante “ho incontrato suo fratello e…”
 
“Hai un fratello?!” esclamò un altro di quelli del club rivolto ad un terzo ragazzo, in quel momento di spalle “perché non ce l’hai mai detto?”
 
“Perché non ne ho uno” replicò l’altro studente voltandosi verso il visitatore “sicuro di non esserti sbagliato?”
 
Era assolutamente certo di essersi sbagliato e lo fu dall’istante in cui lo vide per la prima volta in faccia; certamente era meno alto di suo “fratello”, ed effettivamente portava gli occhiali… peccato che tutto il resto fosse totalmente fuori posto: i lineamenti facciali erano completamente diversi, gli occhi erano verdi, non neri, e il fisico non era affatto gracile.
 
I casi erano due: o Nakamura aveva voluto farsi quattro risate a sue spese e gli aveva rifilato una balla, o lui aveva combinato il solito disastro.
O entrambi in realtà; dati i soggetti in gioco era possibilissimo che entrambe le condizioni si fossero verificate contemporaneamente.
 
Decise di togliersi dente, dolore e tutto quanto d’altro.
 
“Lei non è Shukuro Nakamura, vero?”
 
“Shukuro… no, io… cioè” farfugliò il presidente del club, colto stranamente di sorpresa da quella domanda “aspetta un attimo, hai detto fratello?!!”
 
“S-si”
 
“Ma quindi è tor… no aspetta, volevo dire… si insomma, hai conosciuto Kaito?!”
 
Nonostante quella somigliasse più ad una ruminata che non ad una frase, il giovane duellante riuscì a cogliere il senso ultimo di quel piccolo parto sintattico, giusto per rendersi conto che in realtà non sapeva nemmeno il nome di quello studente universitario; anzi, ad essere sincero non era nemmeno certo di quale club fosse presidente il famoso fratello visto che non gli aveva nemmeno lasciato il tempo di dirglielo.
 
Non era mai stato tanto felice che Kimari fosse completamente da un’altra parte come in quel momento.
 
“Hajime, cosa diavolo ci fai qui?!!” trillò qualcuno alle sue spalle
 
Memo per Hajime: mai cantare vittoria troppo presto.
 
Girò solo la testa, giusto per confermare un’identità che non necessitava ne desiderava confermare, e, fatto ciò, riprese la posizione iniziale pronto a proseguire nella sua conversazione; si, Kimari l’avrebbe certamente sbranato, ma almeno avrebbe vissuto i suoi ultimi attimi da uomo civile (onore abbastanza discutibile, in verità).
 
“Si, credo di si” ammise non pienamente convinto
 
“Ma è fantastico!” esultò l’altro sinceramente entusiasta “ma allora vuol dire che è tornato a Ka… oh, ma che modi sono; scusatemi, io sono Toranosuke Hatsuyama, presidente del club di ingegneria di questo liceo”
 
“Hatsuyama… Toranosuke” sussurrarono i due ragazzi
 
“Chiamatemi pure Tora se vi è più facile”
 
“No, no, non è quello” fece Hajime trafelato “è solo che, se è così, significa che ho sbagliato tutto”
 
“Io, invece, semplicemente non riesco a capire cosa sta succedendo qui!” si inserì una Kimari piuttosto contrariata “perché sei al club di ingegneria Hajime? Manabu e gli altri ti stanno aspettando”
 
In quel momento il presidente Hatsuyama Toranosuke trasalì, come se avesse appena captato qualcosa che prima gli era sfuggito.
 
“Aspetta, hai detto Hajime?” chiese “non sarai mica Hinobori…”
 
“Si, sono il figlio di Hinobori Mahiru” replicò il duellante, ormai stanco di sentire quella tiritera
 
“Non è quello che mi interessa… cioè, in realtà anche, visto che tuo padre ha donato più o meno mezzo club” raccontò “no, intendevo dire Hinobori Hajime, il vicecampione del mondo di Battle Spirits”
 
Evidentemente era proprio vero che il dessert DEVE arrivare a fine pasto, magari c’era da sperare che la prossima volta il pasto durasse un po’ di meno, ma in fin dei conti ne era valsa la pena.
 
“Si, sono io!” esclamò lo studente junior, con un sorriso così smagliante che Kimari ne fu quasi spaventata
 
Sfoderando, a sua volta, un’espressione di gioia almeno altrettanto inquietante, il senior mise la mano nella tasca destra e ne estrasse un portamazzi giallo che sventolò davanti agli occhi degli ospiti come una bandiera.
 
“È fantastico” esultò “è il destino che ci ha fatto incontrare: tuo padre è il mio modello per quanto riguarda la passione ingegneristica e tu sei il mio idolo come duellante”
 
Kimari osservò quella scena in silenzio, ma con le dita intente a danzare freneticamente sul cellulare alla ricerca del più vicino istituto di igiene mentale. Mai, nemmeno nei suoi sogni (o meglio incubi) più sfrenati, avrebbe potuto immaginare di vedere uno studente senior, di più, il presidente, del prestigiosissimo club di ingegneria del liceo di Kadode osservare Hajime Hinobori come se stesse guardando un’idol; stava cominciando a pensare che, forse, i maya avevano solo sbagliato anno.
 
“Parteciperà ai regionali del blocco rosso?” domandò il duellante rosso speranzoso
 
“Mi spiace molto Hajime, ma non mi sento ancora pronto” rispose sincero l’altro provocando nel ragazzo con la fascetta un moto di sconforto “dai, non fare quella faccia; facciamo così, ogni tanto vieni a trovarmi qui al club, tu puoi allenarmi nei duelli e io in cambio posso… che so, provare a spiegarti qualcosa sul lavoro di tuo padre”
 
“Si!” confermò il castano, con un entusiasmo financo eccessivo, per poi tendere solennemente la mano al suo interlocutore “sa senpai, non sono mai stato tanto felice di essermi sbagliato”
 
“Chiamami pure Tora” ripeté l’altro sorridente “ah e a proposito di quello, Shukuro è il mio migliore amico e viene spesso qui a trovarmi; se vieni al club, lo incontrerai di sicuro”
 
“Purtroppo i prossimi due mesi mi serviranno per l’allenamento in vista dei regionali” concluse “ma sappia che, a torneo concluso, verrò di certo, Tora-senpai”
 
In tutto questo, Kimari era sempre lì ad osservare, statuaria e silenziosa, e a cercare di comprendere.
Era strano; la scena più assurda a cui avesse mai assistito si era sviluppata ed evoluta, come un climax, fino a diventare qualcosa di ancora più assurdo, eppure nella sua testa non c’erano né ironie, né timori per i segni di un’imminente apocalisse, solo un particolare orgoglio: non aveva idea di cosa fosse successo al suo amico in quei tre giorni in cui non si erano visti ma, se questi erano gli effetti, allora non poteva che esserne felice.
 
“Avete finito?” sbuffò lei, dando finalmente voce ai suoi pensieri “dai su, vieni scemo che io e il presidente abbiamo tanto da raccontarti”
 
Senza farselo ripetere due volte, il giovane Hinobori salutò Tora e il resto della compagnia del club e si lanciò fuori dall’aula all’inseguimento della sua amica di sempre, partita in anticipo; la raggiunse e insieme proseguirono di buona lena attraverso i corridoi dell’edificio, lei sempre davanti, a guidare, e lui sempre a seguire.
I loro ruoli, rispetto a prima, si erano ribaltati, con il ragazzo che proseguiva a testa bassa e in silenzio e l’altra cui, invece, spettava l’onore, e l’onere, di raccontargli tutto: del loro incontro con Masaki e della sua promessa di una grande sfida ai nazionali; dei duellanti dilettanti, uno dei quali le aveva regalato un interessante spirit; di Toppa Bashin, il figlio dell’ex campione del mondo, e “Meganeko” Otonashi, che avevano sacrificato la carriera di duellanti per la loro relazione.
 
-Anche loro- pensò Hajime malinconico
 
“… avendo diciott’anni immagino sappiano quello che fanno, e poi avresti dovuto vederli: erano davvero dolci; scommetto che sarebbero piaciuti anche…”
 
“Scusa Kimari” si inserì rompendo quella specie di voto di silenzio “posso chiederti come mi hai trovato”
 
“Non si interrompe la gente quando parla!!” lo rimproverò veementemente, per addolcirsi poi subito dopo “sai, in fondo sono felice che in questi tre giorni perlomeno non hai imparato l’educazione, sarei rimasta senza lavoro. Comunque è stata pura fortuna, girando ho incontrato un ragazzo castano del terzo anno a cui avevi chiesto informazioni e lui me l’ha detto”
 
Hajime non replicò più, non ne sentiva il bisogno, e i due proseguirono nel più totale silenzio fino al cortile, all’altra ala e, infine, alla porta del club, ora aperta; entrarono e la scena apparve davanti agli occhi di Hinobori come un quadro: Manabu seduto sul tavolo, con Kataru alla sua sinistra, Chihiro appoggiata al muro accanto all’ingresso e Tameru in prossimità delle finestre.
Affilò, quasi d’istinto, lo sguardo, come a voler scrutare con più attenzione quell’immagine; c’era qualcosa in quello strano quadretto che non gli sembrava giusto, le espressioni sui loro visi non erano quelle che si immaginava, ma soprattutto era l’insieme a parergli sbagliato, anzi, incompleto… e non perché mancasse QUALCUNO ma QUALCOSA.
 
“Aspettate un attimo, dov’è il premio?” domandò, cercando in giro per la stanza una coppa, una targa o financo un attestato, memore dell’esperienza universitaria del giorno prima
 
Con grande pacatezza, Manabu si alzò dal tavolo e gli andò di fronte, fermando il correre nevrotico dei suoi occhi; per qualche secondo rimase lì, taciturno, a sovrastare con la sua altezza e i suoi due anni in più il ragazzo con la fascetta.
La sua mano destra diede due delicate pacche sulla spalla del kohai e questi alzò lo sguardo verso il presidente, che solo allora dismise il silenzio.
 
“È una lunga storia”
 
“Ho tempo” replicò il castano, facendo un cenno al maggiore che cominciò a raccontare
 
“È stato un duello… strano, fin dai primi turni; che il mio avversario fosse un tipo particolare mi era chiaro sin dal suo duello contro Masaki, ma non avrei mai immaginato che… uno così non l’avevo mai affrontato”
 
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TURNO 1
 
 
“Fase principale!” esclamò Manabu “evoco Pressautoma e Fido Golem, entrambi a livello 1”
 
I due zaffiri si sbriciolarono lasciando ricadere sul terreno i due combattenti pronti a battagliare, non che si potesse portare alcun attacco nel primo turno ma vederli così presi e sull’attenti non poté che far piacere a Manabu: i suoi ragazzi erano centrati almeno quanto lui.
 
“A te”
 
 
TURNO 2
 
 
“Evoco Chrysanthe MK VIII Artefatto Guardia a livello 1 e passo il turno”
 
 
“Cioè, fammi capire” intervenne Hajime “non ha nemmeno usato le frasi di rito?! Ma aveva così fretta di finire”
 
“Te l’ho detto che è un tipo strano” ribatté il presidente “parla pochissimo e le uniche volte che lo fa, lo fa per provocare” 
 
“Un simpaticone, insomma”
 
“Più o meno come te quando interrompi gli altri, idiota” sibilò Kimari “vada avanti presidente, o non finiamo più”
 
 
TURNO 3
 
 
“Fase iniziale: prima fase dei nuclei e fase di acquisizione” enunciò lo studente senior “perfetto, preparati ad una grande fase principale: evoco Zigoro Maestro Pescatore a livello 1 ed elevo Fido Golem a livello 2”
 
Manabu seguì con un occhio l’apparizione del rospo col cappello di paglia mentre l’altro scrutava ancora le carte in mano; aveva ancora un’ultima cosa da fare, poi poteva dare il via alle danze.
 
“Posiziono un burst e passo alla fase d’attacco” affermò “attacco con Fido Golem; attivo l’effetto Sgretola che mi permette di eliminare due carte dal tuo mazzo”
 
Lo strano ragazzo biondo non fece una piega nell’osservare le due carte volteggiare dal mazzo agli scarti; con un ghigno sprezzante, il giovane mostrò il petto e, con l’indice segnò la prima delle sue vite.
 
“Ne rispondo con la vita”
 
L’animale corazzato fece un lungo balzo che lo portò ad atterrare sullo scudo azzurro a difesa della postazione avversaria, colpendolo poi intensamente con le zampe anteriori; la barriera fu percorsa da una violenta scossa che giunse fino alla base della postazione… ma non si ruppe.
 
“Effetto di Chrysanthe MK VIII Artefatto Guardia a livello 1 e 2 durante ogni fase del duello” si inserì Galaxy dalla sua postazione “le vite di entrambi i giocatori sono immunizzate dagli attacchi di spirit aventi costo 0, 1 o 3 e, poiché Fido Golem ha costo 3, l’attacco è respinto”
 
Manabu alzò lo sguardo e vide il robotico spirit avversario con le braccia congiunte e il gigantesco scudo giallo a celle esagonali, normalmente diviso tra i due arti, ricomposto e splendente di luce bianca; il ragazzo del consiglio studentesco avrebbe voluto mordersi la lingua dalla rabbia, i suoi spirit schierati avevano costo 0 e 3.
Era nel sacco.
 
“A te la mossa”
 
 
TURNO 4
 
 
“Fase di acquisizione” aprì il minore con una voce fredda e monotona, quasi fosse un robot come i suoi spirit “fase principale: evoco Zaneegun e il nexus Nave Madre dell’Infinito, entrambi a livello 1”
 
Il cielo dietro la postazione si squarciò per consentire alla nave di approdare a destinazione, illuminando di luce bianca tutta l’arena; il suo proprietario, da par suo, non la degnò di uno sguardo, ma si affrettò a dichiarare ancora una volta la fine del turno.
 
Era davvero strano, ma, se possibile, i turni successivi furono ancora più strani.
 
L’Ohizumi, per esempio, dapprima sentì in bisogno di pareggiare il numero di vascelli schierati attivando il nexus Impavida Città Sulla Nave e poi, durante il settimo turno, replicò praticamente la sua tornata precedente attivando il secondo nexus Esplosione del Vulcano Sottomarino, il tutto condendo entrambi con un attacco dello spirit Fido Golem e del suo effetto sgretola, prima di livello 2 e poi di livello 3, che condussero a zero vite distrutte ma cinque carte eliminate.
Dall’altra parte del ring, per di contro, il biondo con l’aria da teppista proseguì con quella sua strategia incomprensibile: schierò il nexus Grande Torre d’Avvistamento ma, al momento di distruggere uno spirit con meno di 5000 PB grazie al suo effetto, lui scelse Pressautoma al posto del molto più sensato Fido Golem; poi, al turno seguente, evocò Cristallorso Bestia Vacua a livello 3 ma non posizionò il burst che gli avrebbe permesso di rendere la sua difesa praticamente impenetrabile.
 
“Credo sia il caso di aspettare il prossimo turno per avere una panoramica più chiara” fece Galaxy, interpretando il pensiero di tutti i presenti in quell’arena
 
 
TURNO 9
 
 
“Non hai burst in mano, vero?” chiese Manabu con un’arroganza che, normalmente, non gli apparteneva
 
“Si faccia gli affari suoi, signor Manabu Ohizumi della nazionale” troncò l’altro, alterato
 
“E sia, fase principale: abbasso a livello 2 Fido Golem, evoco Idra Corazzata anch’essa a livello 2”
 
Con un sorriso di soddisfazione, il biondo presidente osservò la bestia dalle cinque teste armate pestare rumorosamente le possenti zampe sul terreno di gioco; il suo costo era 4, finalmente avrebbe potuto dare a quell’arrogante ragazzino un motivo per cui parlare.
 

 
Che diavolo gli prendeva, non era da lui parlare in quel modo.
 
“A-attacco…”
 
“Attenzione!” lo interruppe Yui Inoue “il duellante non ha dichiarato la fase; come da regolamento, riceverà un’ammonizione formale”
 
“S-si, scusate” balbettò un po’ imbarazzato “fase d’attacco: attacco con Idra Corazzata
 
Nemmeno la magra figura fatta precedentemente poté togliere al senior il compiacimento nel vedere finalmente quel maledetto scudo blu sfondato dai denti affilati della sua creatura del mare; poco importava che il successivo, ennesimo, attacco di Fido Golem si fosse limitato alla distruzione di due carte, per quel turno non aveva nessun rimpianto.
 
 
TURNO 10
 
 
“Fase iniziale: fase dei nuclei e d’acquisizione” dichiarò ragazzo più giovane che non aveva ancora avuto bisogno di una singola fase di recupero finora
 
Osservò la carta appena arrivatagli dal mazzo e, incredibilmente, non si limitò ad aggiungerla alla sua mano senza spenderci più di un secondo, si ritrovò invece a studiarla; dall’altra parte dell’anello, gli occhi di Manabu lo notarono e il sorriso del presidente si fece più spavaldo.
 
Ma aveva cantato vittoria troppo presto.
 
“Fase principale: evoco Artefatto Forseti a livello 1, Cristallorso scende anch’esso livello a 1 e poi uso la magia Ricarica Nuclei grazie alla quale posso guadagnare tanti nuclei quanti sono gli spirit del genere “Macchina armata” da me controllati” enunciò il biondino “combinando questo effetto con quello del nexus Nave Madre dell’Infinito a livello 1 e 2 posso quindi aggiungere tre nuclei alla mia riserva e, con essi, elevo a livello 2 il nexus Grande Torre d’Avvistamento
 
La sequela di azioni era stata tanto esaltante quanto difficile da seguire, al punto che Galaxy e Yui decisero di ricapitolare il tutto una volta che si erano calmate le acque; molte furono le parole spese in quelle spiegazioni, ma per Manabu la sola cosa che contava era che qualcosa che sarebbe dovuto succedere non era successo.
 
“Fase d’attacco: attacco con Artefatto Forseti” sibilò il ragazzo, risvegliando un Ohizumi evidentemente impreparato dai suoi pensieri
 
“Ne-ne rispondo con la vita” balbetto il ragazzo più grande
 
L’androide concluse la carica con un violentissimo fendente che tagliò la superficie dello scudo a difesa della postazione; Manabu sopportò l’urto del nucleo con fierezza, in silenzio e senza indietreggiare di un passo, ma sotto quella maschera di sicurezza percepiva una strana amarezza: erano pari, quattro vite a testa, ma lui aveva attaccato cinque volte mentre il suo avversario solo una.
 
 
“Ha attaccato per la prima volta al decimo turno?!!” domandò Hajime rompendo il flusso della narrazione
 
“Ma tu proprio non ce la fai a non rispettare le regole del vivere civile!” lo rimproverò Kimari “smettila di interrompere”
 
“E come diavolo fa una dittatrice a conoscere le regole del vivere civile?” ribatté Hinobori in maniera inaspettatamente acuta “e poi scusa, come potrei non fare domande visto che non ho avuto la fortuna di vederlo di persona”
 
Doveva ammetterlo, era stata una mossa abbastanza squallida quella di far leva sul senso di colpa, ma, a parte il fatto che Kimari non l’aveva un senso di colpa, non gli piaceva che facessero come tutto fosse già alle spalle.
 
“Comunque, effettivamente è una cosa che ha fatto anche nel duello contro Masaki” bisbigliò la castana effettivamente imbarazzata “intendo l’attaccare solo al decimo turno, forse è una sua strategia”
 
“Non credo, troppo rischiosa” osservò Manabu
 
“Si, però due duelli così simili non possono essere un caso” commentò convintamente il ragazzo con la fascetta
 
“Vero, ma credo lo stesso che la sua strategia sia un’altra” replicò il presidente “è qualcosa che comincia molto prima, oserei dire prima anche del primo turno”
 
“In che senso?”
 
“Ora vi spiego” concluse prima di riprendere il racconto
 
 
TURNO 11
 
 
“Fase principale: per prima cosa rimuovo il burst posizionato” esordì il castano mostrando a commentatori/arbitri la carta burst Pugno Esplosivo “e, al suo posto, colloco un altro burst”
 
Appoggiò soddisfatto la carta nello spazio apposito, forse era stato un po’ precipitoso ma gli eventi del turno prima gli avevano fatto capire che non aveva più tempo da perdere, era il momento di dare una svolta all’incontro.
 
“Elevo a livello 3 sia Zigoro che Fido Golem” aggiunse prima di passare all’offensiva “fase d’attacco: Fido Golem, Idra Corazzata attaccate!”
 
Le due creature si lanciarono alla carica in perfetta sincronia, preparati all’imminente impatto con lo scudo o con la linea difensiva avversaria; a metà corsa circa, il cane corazzato rallentò e abbaiò lasciando partire una potente onda d’urto, manifestazione del suo effetto Sgretola, che lanciò in aria altre tre carte dell’avversario, poi raggiunse di nuovo il compagno di battaglia e proseguirono assieme fino alla postazione avversari che solo il mostro in armatura riuscì a espugnare.
 
 
TURNO 12
 
 
“Fase iniziale: attivo l’effetto del nexus Grande Torre d’Avvistamento a livello 2 che mi consente di pescare una carta supplementare dal mazzo in fase di acquisizione” esplicò il giovane teppistello prendendo le due carte destinategli “fase principale: abbasso il nexus rosso a livello 1 ed uso un’altra carta magia Ricarica Nuclei
 
Come al turno precedente, tre nuove gemme azzurre apparvero nella riserva del ragazzo che, immediatamente, le spostò sul terreno di gioco per un’evocazione: lo spirit brave Drago-Phoenix Pistola Dragonica, di cui ovviamente attivò l’effetto “Quando evocato” con cui distrusse Zigoro e il nexus Impavida Città sulla Nave; Manabu, da par suo, poteva solo sorridere, la mossa che aspettava era arrivata.
 
“Con l’attivazione di un effetto “Quando evocato” posso dare il via allo show!” esclamò il membro del consiglio studentesco afferrando al volo la carta sparata in aria dall’attivazione “effetto burst di Guerriero Saigord Eroe d’Acciaio: elimino dal mazzo un numero di carte avversarie pari al costo dello spirit che ha causato l’attivazione del mio effetto, inoltre, se tra le carte scartate ce n’è una con effetto burst, posso evocare il mio titano a costo zero!”
 
Cinque carte saltarono in aria e planarono delicatamente verso l’area scarti del tabellone di gioco del minore; in quel momento Manabu Ohizumi era davvero convinto, anzi era proprio certo, che da lì a poco avrebbe vinto, come sempre gli accadeva ogni volta che il suo eroe era con lui nell’arena… cantava vittoria troppo presto.
Le cinque carte vennero polverizzate negli scarti, tra di esse non c’era nessun burst.
 
“NO!” urlò Manabu, perdendo per una volta la calma
 
Ma era tardi, il suo campione venne strappato dalla sua mano e lanciato con poco riguardo negli scarti.
 
“Mi spiace molto Manabu Ohizumi della nazionale” lo canzonò l’altro “ma io non ho neanche un burst nel mio mazzo. Ora, se non le dispiace, continuo la mia fase principale: produco il brave spirit tra Artefatto Forseti e Drago-Phoenix e lo elevo a livello 2, ma, soprattutto, evoco il primo figlio della luce lunare, il drago dalle candide ali metalliche Strike-Siegwurm Drago della Luce Lunare a livello 2”
 
La fusione tra l’automa spadaccino e il drago-pistola passò quasi inosservata se posta a confronto con la spettacolare entrata in scena dello spirit, disceso sul terreno di gioco come dalla luna e avvolto in una luce paradisiaca che le sue cromature di metallo ricoperte di bianco riflettevano in tutto l’ambiente circostante.
 
Nonostante l’attenzione totale, l’attesa crescente e financo un sempre maggiore tifo nei suoi confronti, il ragazzo non perse la bussola e passò rapidamente la mano.
 
 
TURNO 13
 
 
Mai, nemmeno nelle sue previsioni più negative, Manabu Ohizumi avrebbe pensato di trovarsi in una simile situazione al settimo turno personale: aveva perso il suo spirit chiave, era senza una strategia precisa e il suo avversario aveva schierato una notevole potenza di fuoco.
Per incredibile che fosse, doveva ringraziare la presenza di Chrysanthe MK VIII Artefatto Guardia o avrebbe già perso.
 
Di una cosa però era certo: che per nessun motivo si sarebbe arreso, specie di fronte a quel suo arrogante avversario; doveva insegnargli una lezione e in un modo o nell’altro ce l’avrebbe fatta, per questo, dopo aver elevato a livello due il nexus Esplosione del Vulcano Sottomarino, decise che no, non avrebbe rinunciato all’offensiva e mandò Fido Golem e il suo effetto Sgretola di livello 3 all’assalto.
 
“Blocco con Strike-Siegwurm!” gridò il biondino sorprendendo tutti “Azione lampo! Attivo la magia Colpo Assoluto che mi permette, a patto che io abbia sul terreno di gioco uno spirit con “Strike” nel nome, di scegliere uno spirit avversario e costringerlo ad attaccare: siccome possiedo Strike-Siegwurm, posso costringere Idra Corazzata ad attaccare e bloccarla con Chrysanthe MK VIII Artefatto Guardia
 
Nel momento in cui la spada dell’automa e le cinque teste dell’idra inflissero l’un l’altro le ferite mortali, il presidente capì che era tutto finito, quello che era il suo ultimo scudo era crollato e adesso non aveva più modo di scamparla; seguì con sufficienza il turno successivo, vide con la coda dell’occhio l’evocazione di uno spirit Ele-Gadget e udì di sfuggita la voce dell’avversario che, prima, dichiarava l’intenzione di elevare a livello massimo quattro dei suoi spirit e, poi, annunciava un attacco totale… l’ultimo.
 
Manabu alzò lo sguardo e osservo i cinque spirit in feroce carica, sorrise e lasciò cadere le braccia ciondolanti ai lati del suo torso in un laconico gesto di resa.
 
“Ne rispondo con la vita”
 
Aveva…
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“… perso?!” fece stupito Hajime “le-lei ha perso co-contro uno sconosciuto che ha dichiarato solo due fasi d’attacco e usato solo un’azione lampo?!!”
 
“Te l’ho detto che è stato assurdo” rispose lo studente senior “era come se avesse giocato con me fin dall’inizio; quello che sto per dirti può sembrare assurdo, ma qualcosa nel suo atteggiamento, in come parla, in come duella ti spinge a fare… scelte sbagliate”
 
“Ma è-è i-impossibile che questo… co-come ha detto che si chiama?”
 
“Kawashima, Yukio Kawashima” si inserì Kimari “conoscevo di fama la famiglia visto che è una delle più ricche del paese, ma non sapevo nulla delle sue doti di duellante”
 
“Già, la sola che sembrava saperne di più era Chihiro” proseguì Kataru “non voleva parlarne, ma si è lasciata sfuggire qualche particolare, tipo che non è di famiglia nobile e che il bianco è sempre stato il LORO colore”
 
“Loro?”
 
“Non abbiamo approfondito l’argomento; lei non ci sembrava a suo agio e NOI siamo persone civili a differenza di qualcun’altro” specificò la ragazza castana “comunque è stata un’avventura interessante, io ho perfino guadagnato un nuovo spirit”
 
Hajime diede una veloce lettura alla carta appena datagli dall’amica di sempre, analizzandone gli effetti; Kimari aveva ragione, non era niente male e il fatto che si trattasse di uno spirit premio rendeva quasi impossibile trovare qualcuno che l’avesse davvero visto in azione.
Lo rimise nelle mani della ragazza e si allontanò verso la finestra. Udì solo distrattamente i suoi due amici discutere riguardo ad un patto ad handicap, prevedente l’esclusione dei loro migliori spirit dal torneo regionale, che volevano stipulare con lui poiché la sua testa era completamente concentrata su qualcosa che aveva detto Kimari poco prima, qualcosa che sentiva anche lui.
 
“Si, è stata un’avventura interessante” sussurrò, replicando quelle parole
 
Eppure, sotto sotto, sentiva di aver detto qualcosa di completamente diverso.
 
 
 
SPAZIO DELL’AUTORE
 
È questione di equilibrio, non è mica facile” scrivere questi capitoli in tempi decenti, però, per fortuna, parlare di BSH è una cosa che trovo davvero divertente, la serie è spassosa e se io, con questa mia storia, riesco a replicare anche solo un decimo della demenzialità dell’anime, posso considerarmi soddisfatto.
 
Su questo capitolo, in particolare, sono tre le cose principalmente da dire:
 
1) La prima è che si tratta con tutta probabilità del primo capitolo che manda effettivamente avanti la storia (che, lo ripeto, è la crescita di Hajime e dei ragazzi, la grande avventura che li attende sarà importante ma sarà un mezzo per quel fine), mettendo Hajime a confronto con il mondo “reale”; consiglio a tutti gli eventuali lettori di tenere presente questo capitolo e di ritornarci ogni tanto perché ci sono tanti personaggi importanti destinati a riapparire.
2) La seconda è che per sto capitolo mi sono decisamente voluto fare del male e, tra continui cambi di ambientazione, nuovi personaggi, uno stacco temporale e, dulcis in fundo, un duello in flashback, ho prodotto un episodio che sono conscio può risultare confusionario per cui se avete qualcosa da chiedere o se dovete criticare, fatelo pure, mi serve per capire dove ho sbagliato ed, eventualmente, a migliorare.
3) La terza e ultima è che mi sono divertito un mondo a scriverlo, far fare ad Hajime tutte quelle figure di merda a catena mi ha fatto sentire un po’ come Dida delle “Trip’s Strip” (miniserie correlata ai fumetti di PKNA) che si prende gioco del suo personaggio mettendolo in situazioni assurde.
 
Non assicuro del tutto la correttezza delle mie informazioni su come funzionano le scuole superiori e le università giapponesi; come ho già spiegato, la mia fonte è la serie di videogiochi “Persona” in cui, comunque, quella è una parte secondaria, spero solo di non aver scritto castronerie totali e, nel caso così sia, spero possiate perdonarmi.
 
E con quest’ultima precisazione siamo arrivati alla fine del capitolo e dell’arco del torneo interscolastico (si lo so che è pretenzioso usare gli archi come fanno i veri shonen, ma la cosa mi aiuta); spero vi siate divertiti, se si preparatevi per il torneo regionale del blocco rosso.
 
Vi lascio con la turnazione della finale, i mazzi usati durante il torneo interscolastico (più una modifica ad un mazzo già pubblicato) e, in ultimo, alle anticipazioni per il prossimo capitolo ove spero di ritrovarvi.
 
Da ShawnSpenstar: varco apriti, energia!
 
Turno 1: Pressautoma, Fido Golem, Triangolo di Divieto, Esplosione del Vulcano Sommerso + Zigoro Maestro Pescatore
Turno 2: Chrysanthe MK VIII Artefatto Guardia, Nave Madre dell’Infinito, Grande Torre d’Avvistamento, Ricarica Nuclei + Artefatto Forseti
Turno 3: Pugno Esplosivo
Turno 4: Zaneegun
Turno 5: Impavida Città Sulla Nave
Turno 6: Cristallorso Bestia Vacua
Turno 7: Guerriero Saigord Eroe d’Acciaio
Turno 8: Colpo Assoluto
Turno 9: Idra Corazzata
Turno 10: Drago-Phoenix Pistola Dragonica
Turno 11: Sigilla Maelstrom
Turno 12: Ricarica Nuclei, Strike Siegwurm Drago della Luce Lunare
Turno 13: Falange di Ferro
Turno 14: Ele-Gadget
 
Mazzi torneo interscolastico (avviso valido anche per i tornei e singoli duelli futuri: inserirò solo i mazzi dei duelli che ho scritto per intero o che hanno una certa rilevanza; per i duelli minori di cui verranno rappresentati solo frammenti et similia, non scriverò né turnazione ne mazzi).
 
YUKIO
Strike Siegwurm Drago della Luce Lunare x 1, Mam-Morl Mammuth Bestia dei Ghiacci x 1, Slei-Uranus Suprema Bestia di Urano x 1, Artefatto Forseti x 2, Chrysanthe Mk VIII Artefatto Guardia x 2, Chimairon Bestia Corazzata x 1, Cristallorso Bestia Vacua x 1, Orsa Polare x 3, Ele-Gadget x 2, Fenneparabola x 2, Zaneegun x 2, Drago-Phoenix Pistola Dragonica x 2, Balli-Star Bestia Giavellotto x 2, Potenziamento Magico x 2, Codice di Riavvio x 3, Carta del Vuoto x 2, Aura Protettiva x 2, Lucchetto del Silenzio x 1, Colpo Assoluto x 2, Ricarica Nuclei x 2, Lucente Spada Suprema x 2, Nave Madre dell'Infinito x 2, Foresta delle Bestie Giganti x 1, Grande Torre d’Avvistamento x 2
 
MASAKI
Lord Dragon Eroe Drago x 1, Siegwurm-Altair Drago Splendente x 1, Dilophoza x 2, Legolus Principe Leone Dragonico x 2, Drago Lame Gemelle x 1, Dragone Phobos x 2, Dragone Kagutsuchi x 1, Hinoshishi x 2, Iguana Buggy x 2, Fagiano di Ferro x 2, Dragocertola x 3, Bal-Gunner Drago Cannoniere x 1, Megabisonte Bestia Corazzata x 1, Cerbelord Imperatore delle Zanne x 1, Beowulf Lupo con le Lame x 1, Burn-Crow Drago dalle Ali Nere x 1, Creatura Bikorno Bestia Celeste x 1, Doppia Esplosione x 1, Fortezza Esplosiva x 2, Artigli Affilati x 1, Fiammata Esplosiva x 2, Sussurro Magico x 1, Pescata Coraggiosa x 2, Aura di Coraggio x 1, Codice di Riavvio x 3, Incrocio Esplosivo x 1, Illusione Cristallina x 1, Scudo Divino dell'Eroe Imperiale x 1, Spada Divina dell'Eroe Imperiale x 1, Divinità nelle Sacre Montagne x 1
 
TOPPA
Siegfridiano Sacro Imperatore x 1, Supremo Drago del Caos x 1, Siegfried Drago Imperiale x 1, Volsung Dragone Unicorno x 2, Balmung Dragone Rigenerato x 2, Centauro Cavaliere x 2, Kujaraku Pavone Fiammeggiante x 1, Dragosauro x 2, Goradon x 3, Eyeburn x 2, Lucertola Rasoio x 3, Anello dei Nibelunghi x 1, Aura Offensiva x 2, Settima Cremisi x 1, Pescata Doppia x 3, Tempesta Fiammeggiante x 2, Giavellotto Esplosivo x 1, Lancia Sterminatrice x 1, Ballista Fulminante x 2, Doppio Cuore x 1, Richiamo dei Caduti x 2, Carica dei Draghi x 2, Altopiano del Duello x 2, Antichi Resti x 1, Trono dei Sette Draghi x 1
 
KIMARI
Aggiunge Geraldy Suprema Principessa Magica x 1 al suo mazzo.
 
 
A voi le anticipazioni:
 
Dopo aver vissuto le giornate più strane della loro vita, l’esistenza di Hajime e dei suoi amici ritorna sui binari della normalità appena in tempo per l’apertura della fase regionale; durante gli accesi turni di qualificazione le vittorie schiaccianti faranno da contraltare a sonore sconfitte e le conferme di alcuni saranno le sorprese di altri; perché tutto questo è… Il gunslinger.

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Capitolo 7
*** Episodio 6: Il gunslinger ***


Il gunslinger
 
 
 
Il grande evento che sconvolse gli appassionati di Battle Spirits nel periodo che, dal punto di vista scolastico, corrispondeva alle vacanze estive: il futuro campionato mondiale, da svolgersi in settembre dell’anno venturo, si sarebbe svolto a Parigi, città che aveva vinto la candidatura dopo un lungo testa a testa con New York.
 
Per Hajime, al contrario, i tre mesi che seguirono il torneo interscolastico furono tra i più normali avesse mai vissuto; una novantina di giorni o giù di li che portarono condussero i calendari dalla fine di giugno alla fine del primo semestre di liceo, giorni ritmati sempre da una stessa insolita filastrocca: divertimento vacanziero, poche sfide di Battle Spirits e un (per lui) insolito impegno nello studio; rapidamente questo ritmo d’eventi divorò il tempo che separava i ragazzi dal ritorno in classe, a settembre, e poi dal primo reale appuntamento con la “stagione sportiva”: il torneo regionale del blocco rosso.
 
La situazione, a due giorni dall’inizio delle qualificazioni, era ancora più strana: non toccava il mazzo da due giorni ed aveva dedicato diversi giorni interamente allo studio, più o meno come durante l’estate ma portato all’estremo; eppure non era questo a farlo pensare.
Il vero “problema” era che lui nemmeno si era accorto che mancassero solo due giornate al gunslinger e, se non fosse stato per una casuale occhiata al calendario, forse non se ne sarebbe mai nemmeno ricordato. Non aveva senso, gli era sempre importato solo ed esclusivamente di Battle Spirits e gli ultimi eventi, in particolare la comparsa di questo Kawashima e la scommessa che aveva fatto con i suoi amici, avevano dato nuovo interesse ad una competizione troppo semplice per le sue qualità attuali; eppure non si sentiva minimamente eccitato ed erano ormai tre mesi che non faceva altro che pensare a quanto le sue giornate fossero BANALI.
 
Hajime Hinobori non aveva mai, in vita sua, ritenuto Battle Spirits banale.
 
-Certo che, in confronto a quel giorno all’università…-
 
Quel suo pensiero lo colpì: perché in un momento come quello pensava all’università; un giorno così lontano, di cui aveva detestato ogni minuto e più di tutti aveva detestato suo padre che era tornato solo per costringerlo a visitarla.
Le sole cose positive di quel giorno erano state la sua collocazione temporale (il penultimo giorno prima del break) e l’inaspettato incontro con Tegamaru, che non aveva più rivisto dai tempi del loro duello segreto, con annessa la discussione che con lui aveva avuto riguardo ai nuovi duellanti che l’altro aveva incontrato girando per il mondo come reggente del ramo principale della sua casata e rappresentante, sotto tutela, dell’impero Tanashi. Non vedeva l’ora di incontrare e affrontare quei duellanti a cui l’amico aveva accennato.
 
-Non dire idiozie, non è stato così male incontrare il maestro di papà e sentirlo raccontare le sue storie; e ti è piaciuto anche incontrare quel ragazzo, Nakamura, ti ha fatto fare una figura di merda, vero, ma era un tipo davvero in gamba-
 
Ancora una volta, al suo corpo parve di subire un violento colpo: cosa diavolo succedeva alla sua mente, si era preparata specificatamente per creargli problemi? Che poi, lui che metteva “mente” e “problemi” nella stessa frase: il mondo si stava ribaltando.
 
-Intanto ci hai parlato più di un’ora col rettore Minamoto, più di quanto tu abbia fatto con Tegamaru-
 
E chi se lo ricordava quello.
 
Ancora immerso nei pensieri, il ragazzo con la fascetta uscì di casa e si mise in cammino per raggiungere il club di Mika, convinto che l’aria del luogo l’avrebbe aiutato a trovare una risposta alle tante (troppe) domande che affollavano la sua testa; doveva assolutamente trovare il modo di resettare completamente, ripartire da zero e recuperare la tranquillità o non sarebbe mai stato in grado di tenere fede al patto siglato con gli amici.
 
-Va bene la scommessa- si disse -ma io devo vincere-
 
Assurdo, grazie alle boiate di suo padre ora era diventato anche un risultatista.
 
Accelerò improvvisamente il passo per raggiungere il suo personale traguardo il più in fretta possibile, avrebbe fatto qualunque cosa per levarsi tutte quelle stupide pressioni di dosso e, anche se non era certo di cosa potesse trovarvi, qualcosa gli diceva che il club era il posto giusto in cui cercare; era sempre stato la sua personale panacea.
Come da lui sperato, la durata del tragitto si contrasse fino a sparire in pochi minuti; entrò nell’edificio senza nemmeno controllare la porta e… lo spettacolo fu straniante; ok che si trattava di un giorno senza eventi particolari e senza scuola, ma era certo di non aver mai visto il club di Mika Kisaragi così vuoto nemmeno nei giorni di piogga… non c’era nemmeno Mika!!
 
“Ciao Hajime, ti servo qualcosa?” domandò una voce nota, ma inattesa, lì accanto
 
“Signor Arata? Che ci fa dietro il bancone?!”
 
“Il barman, che domande” replicò il campione con nonchalance
 
“L’avevo intuito” sibilò l’altro, sbuffante “intendevo dire che… cioè, quello che volevo… si insomma, come mai fa il barman?”
 
“Mika si è dovuta assentare per un incontro improrogabile con i fornitori e così ho deciso di tenerle il locale”
 
“Ah, ho capi… aspetta, INTENDE DIRE CHE MIKA NON SA CHE SIETE QUI?!!!”
 
“Non ne ha la minima idea” confermò Yakushiji, estraendo da un mazzo piuttosto voluminoso due chiavi “e ovviamente non sa nemmeno di questa copia della sua chiave di casa che ho fatto parecchi anni fa”
 
Con tutta la forza di cui era capace, il ragazzo si trattenne dal far notare quanto la cosa suonasse come minimo ambigua, non che fosse un argomento su cui potesse definirsi ferrato però… diciamo che l’impressione era quella.
Optò per un cambio di argomento, ovviamente Battle Spirits, ma capì immediatamente di non saper da dove iniziare.
 
-Gli propongo un duello? No probabilmente rifiuterebbe; allora potremmo parlare della prossima saga? Dubito che abbia questo genere di informazioni; e se chiedessi dei consigli? Sei un vicecampione mondiale cazzo, un po’ d’orgoglio-
 
Mentre nella mente del giovane infuriava questo strano tipo di duello, l’ex campione del mondo estrasse il telecomando dal cassetto sotto la postazione della cassa e accese il teleschermo, già settato sul canale di BSTV; per il ragazzo fu l’illuminazione, era da lì, da quel giorno e da quell’annuncio che era cominciato tutto e se c’era qualcuno che poteva saperne di più, beh quello era senza dubbio Arata.
 
“Signor Arata, ma lei, quando l’hanno intervistata per… si, per lo speciale… lei lo sapeva?” domandò con una titubanza non da lui
 
“Sapevo cosa?” ribatté l’altro
 
“Del motivo per cui volevano girare lo speciale” provò a spiegarsi meglio “insomma, del ritiro”
 
“Oh, intendi quello” fece laconico l’uomo “beh… si, ne ero a conoscenza… sia io che Mika in realtà”
 
La notizia lo lasciò un po’ interdetto, Mika lo sapeva? Se cosi, perché gli aveva consigliato di guardare quell’evento? Come sperava che prendesse quella notizia?
 
Ancor più pieno di domande, si sedette ad uno dei tavoli e alzò la testa con scarsa convinzione in direzione della televisione; quasi subito l’improvvisato barista si presentò allo stesso tavolo con una sedia in una mano e un vassoio con due bicchieri nell’altro e con lo sguardo fece segno al duellante di prenderne uno.
Parzialmente rincuorato, il ragazzo fece per afferrare il bicchiere pieno di una ignota bibita gialla subendo però un’immediata occhiata di rimprovero da parte dell’altro.
 
“Non ti conviene, quella è birra” spiegò
 
Quasi intimidito, il ragazzo ritrasse la mano dal bersaglio sbagliato e la direzionò verso il bersaglio che gli spettava; sorseggiò avidamente, nonché con una certa cautela, la bevanda scelta dall’improvvisato barman che, contro le sue basse aspettative, si rivelò niente male. Aveva un futuro dietro il bancone, dopo il ritiro.
 
Si maledì immediatamente di aver ripensato a quella storia.
 
L’assai meno irrequieto campione del mondo si sedette accanto a lui afferrando a sua volta il bicchiere di birra; lo vuotò in pochi secondi, riportò entrambi i recipienti, e il vassoio, al bancone e tornò a sedersi (in realtà praticamente si sdraiò) sulla sedia accanto a quella del ragazzo.
Il giovane non si era mai sentito così in vita sua, era seduto al tavolo del club di Mika con il suo idolo di sempre con cui aveva sempre dialogato con naturalezza e serenità e il tutto in un locale completamente deserto, eppure non riusciva a proferire verbo…
 
…. O meglio, non riusciva a pensare ad un altro argomento di conversazione che non fosse quello che ormai lo ossessionava.
 
“Ho saputo che il tuo amico Manabu è stato sconfitto al torneo tra scuole” esordì, sorprendendo il giovane “deve aver incontrato un avversario davvero notevole”
 
Hajime rimase interdetto qualche secondo, gli occhi fissi sul viso comprensivo dell’adulto che sembrava volerlo invitare, con lo sguardo, a liberarsi un po’ la mente.
 
“Beh si, non l’ho incontrato di persona, ma ha battuto sia Masaki sia il presidente”
 
“Ha sconfitto un altro tuo conoscente? Non me l’avevano detto questo” fece l’altro decisamente sorpreso
 
“Credo l’abbiano fatto perché lei non lo conosce, per cui anche le avessero detto il nome per lei non avrebbe avuto nessun significato” provò a ipotizzare lo studente “Masaki era mio compagno di classe fino alla fine del primo anno delle medie, già allora aveva un mazzo ma non aveva mai trovato il coraggio di sfidare un avversario vero”
 
“Ah, allora non eravamo poi così diversi”
 
Hajime rise. Se non l’avesse detto lui stesso in persona, difficilmente la sua mente avrebbe mai pensato di accostare Masaki Igarashi, l’unico ragazzo al mondo più imbranato di Kataru, e il grande campione Arata Yakushiji, specie in ambito di Battle Spirits.
Eppure, ripensandoci bene, aveva ragione; agli assoluti inizi della sua sfavillante carriera nel mondo di BS, perfino il grande Arata poteva vantare più duelli giocati contro se stesso che contro altri, poi per fortuna (o sfortuna, vedete voi) arrivò Izumi Rollerthough Junko, e, a dirla tutta, financo lui poteva dire di aver iniziato in modo simile.
 
In fondo forse, tutti loro, anche quelli che il gioco l’avevano inventato, avevano iniziato nello stesso.
 

 
Significava forse che avrebbero anche finito tutti nello stesso modo?
 
Scosse cautamente la testa; non era quello il momento di perdersi di nuovo in quei pensieri, lo doveva a quell’uomo che aveva scelto di spendere parte del suo tempo per parlare on lui… a differenza di qualcun altro, a cui più di ogni altro non avrebbe dovuto pensare.
 
“Comunque deve essere migliorato tanto” sentenziò il ragazzo con la fascetta “pensa che quando duellò con me, ed era il suo primo duello, arrivò a mostrarmi le carte che aveva in mano per chiedermi cosa avrebbe dovuto fare… nella sua prima mano”
 
“Ahahahah, fantastico” sghignazzò l’altro per poi domandare scherzosamente “e tu che cosa gli hai detto di fare?”
 
“Ma nulla ovviamente!!” sbraitò divertito
 
“Gli hai detto di passare la mano? Non mi aspettavo un gesto così vile da te”
 
“No cioè… non gli ho detto… si insomma, non volevo… oh, diamine”
 
“Ahahahahah, n-non puoi ne-nemmeno immaginare quanto se-sei ro-rosso i-in questo momento”
 
“Lei si calmi, piuttosto” sbuffò Hinobori “se continua a ridere così soffocherà… o forse potrebbe venirle un infarto, alla sua età”
 
Per qualche secondo parve che il citato infarto stesse davvero per cogliere l’ex campione del mondo, ebbe quasi un mancamento e barcollò così vistosamente che Hajime stesso dovette allungarsi per cercare di sostenerlo… esattamente quello che l’altro voleva.
Con una poderosa spinta dalla punta dei piedi, l’uomo si lanciò letteralmente addosso al suo interlocutore, disarcionandolo dalla sedia e facendolo cadere per terra in sua compagnia; tornò a ridere a squarciagola quando si rese conto che, tra le altre cose, lo scherzò era riuscito così bene da strappare ad Hajime uno spaventatissimo urlo da ragazzina che, certamente, gli aveva fatto ringraziare tutti i kami che il locale fosse vuoto.
 
“Non ti azzardare mai più a darmi del vecchio!” sibilò, tanto fintamente minaccioso quanto veramente divertito
 
“Mica è colpa mia, si lamenti con la sua carta d’identità” replicò istintivamente, sorprendendosi poi immediatamente di quanto le sue risposte d’impulso fossero più creative e intelligenti
 
-Merda, forse ha ragione Kimari-
 
“Non inizierò di certo io a lamentarmi di lei” scherzò di nuovo il castano “nessuno l’ha mai fatto, chiedi a Mika per informazioni”
 
“Ma se lei non ci ha mai combinato niente con la sorellona Mika”
 
Il campione impietrito, come freddato da un colpo di pistola.
 
“Tu… cioè, tu hai capito quello che ho detto?”
 
“No, ma Kimari mi ha detto che l’avresti detto, prima o poi, e che quando fosse successo avrei dovuto rispondere così”
 
“Ah… eee non ti ha detto… nient’altro?”
 
“Che, cito testualmente, non avrei capito nulla di ciò che avresti detto, visto che sono una verginella, ma anche che non era importante
 
“Ne sono felice” disse l’adulto, chiudendo quella questione “ora però torniamo indietro, mi stavi dicendo di questo nuovo avversario, come si chiamava?”
 
“Kawashima” rispose il ragazzo con la fascetta “Yukio Kawashima, pare sia del nostro stesso blocco”
 
“È del blocco rosso?! Wow, il torneo si annuncia più difficile del previsto allora”
 
“A quanto pare si” fece Hajime abbastanza rassegnato “non che io possa dirlo con certezza visto che non lo conosco… beh, per la verità nessuno di noi lo conosce, solo Chihiro”
 
“Aspetta un attimo” lo interruppe l’altro cercando di fare mente locale “stai dicendo che nessuno l’aveva mai visto duellare prima d’ora?”
 
Il ragazzo ci pensò un po’ su; non era solo una questione di duelli, nessuno, ad eccezione appunto di Chihiro, aveva mai nemmeno sentito nominare il giovane in questione, non esistevano né precedenti sui suoi duelli né documenti o pagine web che descrivessero i suoi schemi o le sue strategie.
Praticamente era come se fosse “nato” pochi giorni fa.
 
“È impossibile che un novellino al terzo duello della sua vita sconfigga Manabu!” sentenziò Arata con un tono che non ammetteva repliche… a cui, tuttavia, il giovane replicò lo stesso
 
“Beh, Manabu ha detto che non ha nessuna carta burst e che per questo non è riuscito ad evocare Guerriero Sai…”
 
“Non può essere tutto qua” affermò con una certa sicurezza “fidati di me, quel ragazzo non è un dilettante; avete provato a chiedere qualcosa a Chihiro?”
 
“Non ci dice nulla più di ciò che ha già detto” ribatté prontamente “che ha frequentato le stesse elementari private di alto rango perlomeno fino al quinto anno, che era suo amico e che la sua famiglia è estremamente ricca”
 
Arata soppesò con cura quelle parole; era evidente che Chihiro fosse la chiave per carpire informazioni riguardo a questo nuovo avversario, ed era altrettanto evidente che ci fossero cose la ragazza non voleva dire.
Decise, da vero gentiluomo qual era, di non approfondire ulteriormente la faccenda, erano questioni di Chihiro, che interessavano lei e solo lei e ne avrebbe parlato quando l’avrebbe considerato necessario; si prese qualche secondo per fare mente locale e organizzare il nuovo discorso, in fondo c’erano molti modi in cui poteva aiutare.
 
“Va bene” concluse l’uomo estraendo il suo deck dal portamazzo “se vuoi possiamo provare a mettere a punto una strategia?”
 
“E come posso idearla, non so che stile di gioco abbia questo Kawashima”
 
“I tuoi amici però hanno assistito ad almeno due suoi duelli” osservò l’ex campione del mondo “ti avranno pur dato qualche informazione”
 
Il ragazzo passò in rassegna l’archivio della sua memoria alla ricerca delle informazioni richiestegli, scandagliò ogni angolo dell’enorme sezione dedicata a BS all’interno della sua personale biblioteca mnemonica; nulla, gli sembrava di non ricordare nulla.
Provò a chiudere gli occhi, nel tentativo di concentrarsi di più ma senza sortire l’effetto sperato; stava cominciando a spazientirsi, non aveva mai impiegato tanto tempo per ricordare qualcosa legato a Battle Spirits, la sua mente era offuscata da memorie e pensieri di cui non aveva bisogno ed era tutta colpa di suo padre, di Mika, di Kimari, di tutti.
 
Perché erano tutti così sbagliati?
 
-Sbagliati…-
 

 
-Ma certo, ora ricordo-
 
“È un utilizzatore di brave, il suo colore preferito è il bianco e il suo spirit chiave è Strike-Siegwurm Drago della Luce Lunare
 
“Un buon punto di partenza” commentò Arata “posso chiederti perché ci hai messo così tanto”
 
“Potrà sembrarle strano, ma non mi ricordavo cosa mi avevano detto i miei amici su di lui” spiegò Hajime “poi però mi è venuta in mente una cosa che mi aveva detto il presidente su di lui e, a quel punto, mi sono ricordato praticamente tutto”
 
“Manabu ti aveva detto qualcosa, che cosa di preciso?”
 
“Che una caratteristica di questo Kawashima è la sua capacità di spingerti a fare scelte sbagliate durante l’incontro” rispose il ragazzo “in particolare, il presidente lo disse riguardo all’evocazione di Guerriero Saigord Eroe d’Acciaio: giocando il turno successivo a quello della sua distruzione, il presidente decise di prendersi un po’ di tempo per valutare la situazione e gli bastò un istante per notare che il mazzo di Kawashima era già parecchio ridotto; non c’era alcuna fretta di evocare Guerriero Saigord, Manabu non aveva nemmeno subito chissà quali danni alle sue vite, eppure lui si sentì in dovere di farlo il più in fretta possibile”
 
“Risultato: Guerriero Saigord negli scarti senza poter ferire colpo e Manabu sconfitto in duello” concluse l’altro “cazzo, mica male il nostro Kawa… aspetta un attimo, hai detto che è di famiglia ricca, giusto?”
 
“Ricca ma non di antica tradizione” specificò “questo è quello che ha detto Chihiro… chissà perché poi”
 
“Allora forse lo conosco… cioè, non di persona, non l’ho neanche mai visto duellare ma ho già sentito parlare di lui” raccontò Arata, decisamente entusiasta “qualche mese fa, su BSTV, fecero un programma di presentazione di alcuni duellanti recentemente giunti alla ribalta e, tra questi, ricordo un ragazzo biondo tuo coetaneo proveniente da una delle famiglie più ricche della nazione che era citato come un duellante dalle grandi capacità”
 
“Strano che mi sia sfuggito, di solito guardo sempre ogni evento di BSTV”
 
“Beh, io non ne sono sorpreso, in fondo ti stavi preparando all’inizio del liceo”
 
“Giusto, mamma ultimamente è diventata fin troppo insistente per queste cose” sbuffò il castano con malcelato fastidio
 
Arata sospirò leggero, coprendosi discretamente con la mano per non far vedere né la bocca né l’espressione sconsolata dei suoi occhi; non stava certo a lui discutere riguardo a certe cose, c’erano persone più indicate e lui era lì per un’altra ragione.
 
“Torniamo al nostro discorso” sentenziò chiudendo ogni divagazione “se si tratta di lui allora ti… anzi vi conviene pensare a varie strategie generiche contro un mazzo bianco; anche se avete solo informazioni vaghe, ci sono delle tattiche che possono funzionare a grandi linee contro ogni mazzo di quel colore”
 
“Una tatt… ma davvero lei ritiene che sia necessario?”
 
“Hajime” fece con voce profonda e sicura “ricordo bene quel focus; il tuo “amico” era classificato come duellante di massimo livello su scala nazionale”
 
Il suo interlocutore lo guardò con aria interdetta.
 
“È appena al di sotto della qualifica internazionale e questo, probabilmente, solo perché non ha mai duellato fuori dal paese” spiegò ancora il castano “questa qualifica non è una legge immutabile e non lo rende scientificamente più forte, per carità, ma il suo livello è superiore a quelli di gente che ben conosci e che consideri avversari degni”
 
“Tipo?”
 
“Non sono sicuro su tutti, ma ricordo che Kobushi Nigiri ha una qualifica nazionale di livello basso” cercò di ricordare Arata “le stesse Chihiro e Kimari raggiungono alla meglio un livello medio alto, per non parlare di Kouta e Kataru per cui addirittura bisogna scendere alla qualifica regionale”
 
“Sarebbe più forte di loro due? E cosa vogliono dire “qualifica” e “livello”?”
 
“Sono, per farla breve, ciò che resta del sistema che, prima dell’invenzione del campionato mondiale, decretava il numero uno in Battle Spirits” sorrise l’uomo afferrando un foglio di carta e estraendo una penna da una tasca della sua giacca color argilla “il caro vecchio ranking”
 
“Cos’è un ranking?”
 
“Vuoi dire cos’era” affermò Arata prendendo in mano la penna e iniziando a scarabocchiare e disegnare sul foglio
 
In pochi minuti l’ex campione del mondo riuscì a tracciare un grande schema che rappresentasse in modo esaustivo la situazione precedente: ogni nazione avente una federazione di Battle Spirits, poteva disporre di un circuito nazionale di tornei ufficiali, utili per guadagnare punti per il cosiddetto ranking nazionale; i tornei esterni alla propria nazione, invece, assegnavano punti per il ranking internazionale, valevole per la leadership mondiale che tuttavia poteva essere ottenuta solo battendo in duello il precedente numero uno.
 
“Oggi il ranking per nazioni, l’unico esistente, serve solo a decidere il numero di duellanti che esse inviano al mondiale (da uno a tre) e quasi tutti quei tornei sono stati soppressi” concluse “ma ci sono dei termini, magari diversi nella forma ma simili nella sostanza, che ancora oggi vengono usati e che derivano da quel sistema: la qualifica è il termine con cui si indica il valore, o rilevanza, di ogni duellante (internazionale, nazionale, regionale e locale); il livello, invece, specifica l’abilità del duellante (minima, bassa, medio bassa, intermedia, medio alta, alta, massima) all’interno della relativa qualifica. Mi sono spiegato bene?”
 
“Perfettamente signor Arata!” rispose l’altro, entusiasta di aver scoperto qualcosa di nuovo sul suo amato gioco “sa non la facevo così bravo a spiegare le cose”
 
“Beh, è il mio lavoro”
 
Hajime lo guardò interdetto, come se non avesse capito ciò che il suo interlocutore gli diceva; avrebbe voluto fare la domanda, ma per fortuna Arata lo intuì prima e gli evitò quella che Kimari avrebbe chiamato una “classica figura di merda alla Hajime”.
 
“Intendo dire il mio vero lavoro” disse d’istinto l’adulto, tra i sorrisi “forse un giorno vi ci porterò”
 
A sua volta, Hajime sorrise con poca convinzione; non era così sicuro di voler visitare il luogo del “vero lavoro” di Arata, era, per lui, più bello immaginarlo sempre lì, al club di Mika, a parlare con i giovani duellanti e a continuare a flirtare con la proprietaria; così era sempre stato e così doveva continuare ad essere.
Sapeva tutto quello che c’era da sapere sul suo più grande idolo, tutto il resto era superfluo.
 
“La ringrazio molto signor Arata” concluse Hajime fermandosi per qualche secondo sull’uscio “mi è stato di grande aiuto”
 
“Figurati ragazzo mio; come ti ho detto, è il mio lavoro”
 
 
 
La fermata del treno era più deserta che mai in quel giorno, al punto che Hajime riusciva da li a sentire i rumori che il vento e i passanti producevano nelle vie circostanti; non gli era perfettamente chiaro il perché ci fosse arrivato, in fondo era ancora molto presto, ma da qualche parte sentiva che doveva trovarsi li, che stava per accadere qualcosa di speciale.
 
“Ehilà Hajime!”
 
E qualcosa di speciale accadde; il ragazzo si voltò e vide il viso sorridente e rilassato di Toranosuke Hatsuyama, il presidente del club di ingegneria.
 
“Tora-senpai?! Cosa ci fa da queste parti?”
 
“Beh, a parte viverci…”
 
“I-intendevo a-alla fermata” balbetto Hajime imbarazzato “credevo che lei abitasse in centro”
 
“In realtà sono più verso fuori città” spiegò l’altro “non vivrò in periferia come la tua famiglia, ma non sono così distante: casa mia è dalle parti del parchetto, nella seconda traversa perpendicolare alla via che costeggia i giardini dal lato del campo di calcio; la mia è la casa che, partendo dal parco, si trova in fondo alla via”
 
Il giovane trasalì per un brivido per poi stringere le spalle cercando di farsi piccolo piccolo e di non far vedere all’altro l’imbarazzo che provava in quel momento, peraltro piuttosto giustificato visto che la strada che gli aveva appena descritto era LA STESSA in cui abitava la famiglia di Kimari; la sua mente ripensò a quante volte il suo superiore doveva averlo incrociato e magari riconosciuto, e lui non si era mai accorto di nulla.
 
“Scusi” sussurrò con voce quasi impercettibile
 
“Non hai nulla di cui scusarti” lo rassicurò il senpai, facendogli capire che aveva intuito i suoi pensieri “solo, la prossima volta che vieni da me, mettiti almeno la fascetta, senza quella e con addosso la divisa del liceo invece dei tuoi soliti vestiti blu a momenti non ti riconoscevo”
 
 Quasi d’istinto il ragazzo si toccò la fronte, a sincerarsi della presenza dell’indumento, generando nell’altro un moto d’ilarità irrefrenabile a cui lui non poté fare a meno di aggiungersi; almeno, dalle sue parole e dalla sua reazione, qualcosa aveva capito: il senpai lo conosceva, di vista, da molto prima del loro incontro di due mesi prima.
Insieme, i due presero la linea cittadina e raggiunsero la zona periferica dove, alla penultima fermata, il presidente del club di ingegneria smontò raggiungendo la banchina; prima che il treno potesse ripartire, però, il ragazzo fece cenno ad Hajime di scendere a sua volta e seguirlo.
 
“Tranquillo, ho già pensato a chi ti accompagnerà a casa” affermò
 
Convinto da quelle parole, il primo anno abbandonò il mezzo e venne dietro al suo senpai; sempre affiancati, i due si immersero in un dedalo di vie e incroci che parve, inizialmente, disorientare il minore, almeno fino al momento in cui i suoi occhi non scorsero una breve via laterale, poche case ma una in particolare che non poteva non riconoscere.
 
Pensò che ci fosse qualcosa di strano, Tora-senpai gli aveva chiesto di scendere alla fermata sbagliata e poi se ne andava a casa sua? Non aveva nessun senso, ci doveva essere per forza qualcosa che gli sfuggisse.
E infatti, il momento successivo, gli fu tutto più chiaro: Tora non se n’era affatto andato, era semplicemente rimasto indietro dopo che lui aveva accelerato il passo per raggiungere casa di Kimari e lui, sapendo che la prima casa era la sua, si era creato da solo quell’idea.
 
“È al parco che dobbiamo andare” disse puntando l’indice dritto avanti a se
 
Hajime guardò un istante verso la dimora dei Tatsumi, osservò il giardino in cui aveva campeggiato per quasi un anno e scrutò le finestre aperte; una luce calda e accogliente sembrava avvolgere tutta l’area circostante quell’edificio e improvvisamente decise che aveva un’ultima cosa da fare prima di raggiungere il parco.
 
“Tora-senpai, potrei prendermi un attimo a casa Tatsumi?” domandò intimidito
 
“Certo, ma non credo che la tua amica Kimari sia in casa; oggi lei e l’altra ragazza castana parlavano di qualcosa da fare assieme fino a tardi con altri amici”
 
“E lei come lo sa?”
 
“Ho i miei informatori” scherzò ridendo
 
“Mi sa che preferisco non sapere” replicò altrettanto scherzoso il minore “comunque, era Kouta, il fratellino di Kimari, che volevo invitare”
 
“Oh ma certo, fai pure”
 
Ricevuto l’assenso, il ragazzo con la fascetta si fiondò dalla strada all’uscio in un tempo record e, dopo essere stato accolto da un entusiasta Denjiro, ritornò in mezzo alla via accompagnato da un ragazzino abbastanza basso con capelli neri e addosso una giacca giallo-ocra. Reciprocando il precedente cenno, il duellante rosso fece segno che si poteva andare ed assieme i tre raggiunsero il parco, attraversarono il campo da calcio, momentaneamente deserto, e si diressero verso la zona delle altalene.
Non appena la destinazione fu nel loro campo visivo, i due ospiti notarono naturalmente che quell’area era molto densamente popolata e, aguzzando lo sguardo, si riuscivano anche a delineare alcune delle silhouette delle figure che apparivano, in generale, ben più alte di entrambi; decisamente non erano li per le altalene.
 
Accelerarono il passo entrambi, lasciando leggermente più indietro il loro accompagnatore, perché incuriositi da quelle strane figure, si avvicinarono abbastanza perché i loro profili si facessero più nitidi e cominciarono a notare qualcosa… i capelli per esempio, alcuni di un colore simile all’ambra mentre altri sembravano biondo scuro, simili a quelli del presidente.
 
Hajime si arrestò all’improvviso.
 
“No, n-non…”
 
Non finì la frase poiché Tora-senpai arrivò appena in tempo per convincerlo, con una amichevole spintarella sulla schiena, a proseguire in direzione delle altalene; quando i due ritardatari raggiunsero finalmente Kouta, beh non poteva più avere nessun dubbio, delle sei persone li presenti metà erano, di certo, volti nuovi ma l’altra metà la conosceva eccome: Takahashi-senpai del club di ingegneria, la bellissima ragazza dai capelli d’ambra dell’università e soprattutto…
 
“Ehilà ragazzino, è tanto che non ci si vede!” esclamò il ragazzo dai capelli biondicci
 
“Na-nakamura-senpai?!”
 
“Proprio io” replicò Kaito Nakamura, il ragazzo dell’università “a proposito, vi siete visti ma non ho mai fatto in tempo a presentarvi giusto? Lei è la mia ragazza, Ayame Hanazono”
 
“Piacere, io sono Hajime Hinobori e lui è Kouta Tatsumi” presentò il duellante rosso
 
“Il piacere è mio ragazzo, sono felice di trovarti meno… perso stavolta” scherzò lei, indicando poi il resto gli altri due ragazzi con loro “loro sono Amano e Yagami, i coinquilini di Kaito; non lasciatevi intimidire dal fatto che siano universitari, sono poco più che neofiti del nostro gruppo e quindi non sono tanto diversi da voi”
 
“Io invece mi presento da solo” disse l’ultimo ragazzo, un tipo alto più di Kaito ma con un viso decisamente più giovane “Tatsu Sakurai, sono uno studente del terzo anno e membro della squadra di basket del tuo liceo Hajime”
 
“Non tirartela troppo che sei solo una riserva” lo stoppò il presidente del club di ingegneria cinturandogli amichevolmente il collo col braccio destro “piuttosto, perché non c’è…”
 
“Non è potuto venire… purtroppo” spiegò Kaito “doveva lavorare”
 
Anche se non aveva fatto in tempo a pronunciare il nome, Hajime intuì facilmente di chi stavano parlando: di Shukuro Nakamura, il misterioso fratello minore di Kaito e, ancora una volta, il grande assente; il ragazzo con la fascetta dovette ammettere che un po’ gli dispiaceva che non ci fosse, questo non esserci mai lo faceva sembrare un personaggio sempre più affascinante.
 
“Beh, è bello che almeno uno di noi sia un membro produttivo della società”
 
“Non esagerare” scherzò il Nakamura maggiore “è un vero idiota; solo un idiota potrebbe farsi assegnare un turno di lavoro tra il pomeriggio e la sera a diciott’anni”
 
“Non dire così Kaito!” esclamò Ayame “personalmente io trovo ammirevole che Shuu lavori oltre a studiare e dirigere il club”
 
Quelle parole rischiarono seriamente di far strozzare Tora e Mamori nel tentativo (disperato) di non mettersi a ridere proprio davanti al fratello del soggetto di quella discussione; per Hajime quello era un altro tassello che andava a comporre il mosaico del suo strano ritratto e ancora una volta gli sembrò di non capire come certi pezzi potessero davvero stare assieme: come potevano le sue qualità come presidente di club generare tanta ilarità? Come era possibile che uno studente eccellente, a capo di un club e, perfino, lavoratore fosse preso in giro invece che ammirato? Era inspiegabile.
 
“Aspetti, lei si chiama Nakamura e viene da questa zona, giusto?” si inserì timidamente Kouta, ricevendo risposta affermativa “è, per caso, parente di Nakamura Kaoru?”
 
“Si” rispose l’universitario “è la mia sorellina minore, perché?”
 
“È-è nella mia classe” sussurrò imbarazzato “m-ma allora le-lei è Na-Nakamura… cioè, è membro de-della storica “dinastia” di a-architetti?”
 
Il liceale guardò il suo “fratellino” con uno sguardo dubbioso e questi decise allora di metterlo al corrente di ciò che aveva scoperto: a quanto pareva, la famiglia di Shukuro e Kaito esercitava, per tradizione più che secolare, la professione dell’architetto; negli anni la loro abilità nel mestiere li aveva portati a ricevere commissioni anche da personaggi di alto rango, con conseguenti guadagni economici e di prestigio che li avevano portati ad essere tra i maggiori esponenti del settore; l’attività era ereditata, tradizionalmente, dal figlio primogenito perché questi potesse portare avanti contemporaneamente sia lo studio che il nome di famiglia.
 
“Ma allora perché Nakamura-senpai frequenta la facoltà di ingegneria?” domandò Hinobori senza un preciso interlocutore a cui rivolgersi
 
“Perché io non ci sto a questo gioco” replicò in prima persona il diretto interessato “con questa scusa del preservare il nome, per anni nessun membro della mia famiglia è stato in grado di scegliere da se il proprio destino; è tutta una lunga storia malata in cui è sempre qualcun altro a decidere per te impedendoti di inseguire ciò che davvero vuoi fare, a mio nonno andava bene così e l’ha accettato, mio padre non voleva creare problemi e ha chinato la testa, ma io non ci sto”
 
Il ragazzo con la fascetta rimase ad ascoltare quel lungo intervento in silenzio e con un’abnegazione che, se fosse stata presente, avrebbe reso fiera perfino Kimari; era incredibile ma quei pochi secondi di dialogo avevano lanciato l’universitario verso le vette della sua personale lista di idoli, era quasi sicuro di poter dire che solo Arata e, forse, Tegamaru godevano di una più alta considerazione di lui.
D’altronde, il liceale era esattamente quello che lui avrebbe voluto essere in quegli strani, turbolenti giorni, con quella capacità di rispondere per le rime a tutti senza mai farsi detestare da nessuno; sembrava quasi avesse un superpotere, una simpatica faccia da schiaffi con cui poteva permettersi di prendere, più o meno, in giro il rettore della propria facoltà e passarla liscia, anzi, riuscendo perfino a divertirlo.
 
“Ma quindi lei al liceo…” alluse Kouta
 
“Esatto!” esclamò Nakamura allegro “ero iscritto al club di disegno artistico e tecnico, lo storico e acerrimo rivale del club di ingegneria; ne fui perfino presidente come quel cialtrone di mio fratello lo è adesso”
 
Il ragazzino era quasi egualmente divertito dall’appassionato racconto che seguì.
 
Eletto presidente del club praticamente nell’istante in cui, varcata la soglia dell’aula, dichiarò il suo cognome e a seguito di una votazione “così fasulla che nemmeno in Corea del Nord”, il giovane Kaito aveva poi passato i seguenti tre anni a tenersi ben lontano da QUALUNQUE parvenza di disegno tecnico; ogni tre fine settimana scolastici, circa, tornava a casa con un bel quadro d’arte pittorica da “regalare” alla famiglia che immancabilmente si ritrovava a dover trattenere i suoi istinti più violenti di fronte a quello che, per loro, era un evidente spreco di talento; solo a una persona sembrava apprezzare veramente quella situazione: suo fratello Shukuro, allora dodicenne, che tentò persino di emularlo ricevendo in risposta un quadro spaccato in testa.
Riallacciandosi alla sua figura, il senpai passò quindi a narrare di ciò che, in quel periodo della sua vita, era la sua personale boccata d’ossigeno, ovvero i pomeriggi passati al parco in centro a Kadode in compagnia del fratellino e dei rispettivi gruppi di amici, due compagni di classe suoi e tre coetanei invece di Shukuro, a ridere e rilassarsi, lontani da pressioni familiari e quant’altro; con grande sorpresa sia dei due giovani neofiti sia dei due coinquilini, rivelò che quegli incontri non si erano praticamente mai conclusi e che, anzi, proprio oggi ne stavano vivendo uno.
 
“Vuole dire che i suoi amici…”
 
Ancora una volta, l’universitario intervenne prima che Kouta finisse la frase e confermò che si, gli amici di Shukuro erano proprio Tora, Tatsu e Mamori e i due liceali sempre presenti erano Ayame e un ragazzo appassionato di materie umanistiche che, ora, si era trasferito; lui, la ragazza, Tora, Tatsu e Shukuro addirittura erano amici sin da quando erano molto piccoli.
 
“Ricordo che ad ogni riunione portavo sempre i miei famosi quadri” raccontò con trasporto il ragazzo “perlomeno qui riscuotevano il meritato successo, Ayame ne ha avuti un paio e qualcuno lo ha voluto anche Tatsu se non ricordo male”
 
“Ricordi bene!” esclamò Tatsu “ma cosa sarebbe questa storia di Hanazono-senpai, cosa vuol dire “ne ha avuti un paio”? Io ho sempre dovuto pagarteli!”
 
Tutti, escluso il parlante, scoppiarono in una fragorosa risata collettiva che fece passare la faccia del cestista dall’ironicamente irritato al rassegnato per poi avvicinarsi a Nakamura e tempestargli la spalla di deboli pugnetti.
 
“E finiscila, scemo!” sbraitò allegramente l’altro parandone i colpi “giuro, solo amico di mio fratello poteva essere uno come te; le mie valutazioni erano pure basse se consideriamo che l’arte vera non ha prezzo, per cui ringrazia”
 
“Mi scusi Nakamura-senpai” si inserì un Hajime che per tantissimo tempo non aveva spiccicato parola “ma allora a lei il disegno… si, insomma, le piace”
 
“Il giusto”
 
“Ma a-allora perché non…”
 
“Perché, anche se una qualche cosa ti piace, non significa che essa sia obbligatoriamente il tuo destino” spiegò il maggiore “nel mio caso specifico certo, io VOLEVO che quello non fosse il mio destino, ma in fondo chi può dire con certezza che, se non avessi opposto la mia volontà, la mia vita sarebbe stata diversa, chi può dire che, se mi fossi arreso anch’io come mio padre e mio nonno, non sarei comunque finito su una strada diversa da quella che la famiglia aveva preparato per me”
 
“E immagino che lei abbia scelto ingegneria per farli incazzare ancora di più” sentenziò sicuro e divertito Hajime
 
“E invece ti sbagli!” replicò Nakamura, con sul viso il ghigno soddisfatto di chi sa di aver fregato l’altro “cioè, non del tutto ovviamente visto che si, la cosa li ha fatti parecchio arrabbiare, ma il vero motivo per cui mi sono iscritto a ingegneria e alto poco meno di me, ha affascinanti occhi verdi, un fisico perfetto e stupendi capelli ambrati”
 
Ammutolito il ragazzo guardò verso Ayame che rispose alla sua attenzione con un sorrisetto imbarazzato.
 
“Esatto” confermò lui abbracciandola da dietro “al liceo la signorina si interessava soprattutto di informatica ed io, che ero già cotto di lei, avevo paura che, una volta finite le superiori, non ci saremmo più rivisti, così le proposi ingegneria, come via di mezzo, lei accettò e in meno di un anno stavamo assieme”
 
“Uff” sbuffò un po’ deluso Hinobori, il suo nuovo idolo aveva appena fatto il suo primo mezzo passo falso e ci teneva a farglielo sapere; con sua grande sorpresa, l’altro si limitò ad un sorriso di comprensione.
 
“Sei un cretino, proprio come mio fratello” lo prese in giro “non sottovalutare mai l’amore, è una delle forze più potenti e inarrestabili di questo mondo”
 
Non lo convinse troppo, quell’affermazione, ma accettò comunque quanto detto dallo studente più grande, aveva certamente più esperienza di lui e intendeva discuterne; scelse invece di focalizzarsi sulle sue altre parole, quelle pronunciate ancora prima: chissà, magari anche per lui poteva essere così, magari era quella la soluzione per accontentare sia lui che suo padre, avrebbe anche potuto piacergli il lavoro di suo padre ma non era il suo destino.
Quei pensieri, tutto ciò che gli era successo in quel pomeriggio, fecero crescere in lui un coraggio che non pensava di avere e si fece strada al centro del circolo dei senpai con il portamazzi in mano.
 
“Qualcuno di voi per caso gioca a Battle Spirits?” domandò “dovrei allenarmi per il gunslinger e…”
 
Non fece attempo a finire la frase che sei degli otto presenti, in pratica tutti esclusi Kaito e Ayame, estrassero i rispettivi mazzi con ghigni di sfida rivolti verso di lui.
Alla vista di una risposta così “entusiasta”, il ragazzo sentì un brivido percorrergli tutta la schiena e fece per indietreggiare ma Nakamura, che era dietro di lui, stoppò la sua ritirata con una mano.
 
“A casa ti ci accompagniamo io e Ayame” sussurrò, dilettato dalla situazione “ma, per adesso, fai il tuo dovere signor vicecampione del mondo”
 
 
 
“BEEENVENUTI ALL’EVENTO D’APERTURA DELLA STAGIONE AGONISTICA DI BATTLE SPIRITS!!!” gridò Galaxy nel microfono, agitandosi come tarantolato sul palco “LA PAROLA D’ORDINE LA CONOSCETE TUTTI, VEEERO?! È FORSE SEEEXYYY?!!!”
 
“NO GALAXYYY!!!” replicò il pubblicò con entusiasmo
 
“Eeeesatto amici, finalmente il giorno che tutti gli appassionati giapponesi di questo gioco attendevano è arrivato” riprese il conduttore “avrete certamente notato che con me non ci sono ne la mia collega Yui Inoue ne l’ex campione del mondo Arata, beh questo dipende dal fatto che essi, assieme ad altri tra funzionari e ex duellanti, sono stati inviati nei club ove avranno luogo le qualificazioni regionali degli altri blocchi; per cui, oggi, con voi ci siamo solo io e la signorina Mika”
 
Come evocata da un rito magico, la padrona di casa lasciò il bancone e, aprendo la folla come fosse il Mar Rosso, raggiunse il suo posto sul palco tra gli applausi scroscianti della folla; con la consueta cortesia e ospitalità, la giovane donna salutò l’istrionico presentatore con una formale stretta di mano che, di slancio, si trasformò in un abbraccio.
 
“Grazie dell’onore Galaxy” sussurrò lei prima di rivolgersi verso il pubblico “wow, siete davvero tantissimi quest’anno! Sapete, è fantastico che una semplice barista e gestrice come me possa trovarsi a fare da commentatrice, organizzatrice e arbitro ad un evento così importante e, questo, è possibile solo grazie a voi”
 
Una gigantesca ovazione in replica travolse la castana sul palco facendole venire i brividi; del resto, per quanto lei potesse definirsi “una semplice barista e gestrice”, ogni abituale frequentatore del club Kisaragi (sede di Kadode) sapeva che lei era molto di più: una delle massime esperte al mondo di BS, uno dei più grandi talenti duellistici della sua generazione e, soprattutto, una delle pochissime persone che Arata ascoltava, sempre.
 
“Beh, dopo una simile accoglienza direi che non posso che essere io a spiegarmi regolamento e meccaniche del gunslinger di quest’anno, giusto?” chiese, retoricamente, ricevendo un’altra onda d’urto di si come risposta “e sia, partiamo prima di tutto dalle distinzioni più evidenti: con l’aggiunta di un nuovo piano abbiamo potuto installare altri due terreni di gioco virtuali così da poter svolgere contemporaneamente un duello per ciascuno dei tre gruppi in cui i ventiquattro duellanti ammessi alla fase finale saranno divisi; ovviamente essi saranno accessibili solo una volta concluso il turno preliminare, per cui, per ora, sono off limits”
 
Per la prima volta dall’inizio dell’evento, il mormorio della folla non fu traboccante d’entusiasmo, ovviamente i partecipanti più grandi ed esperti capivano quanto fosse impossibile disputare ognuno degli scontri delle eliminatorie sui terreni ma per i ragazzini alla prima vera esperienza era una vera doccia fredda (soprattutto perché era chiaro che la stragrande maggioranza di loro non avrebbe passato il taglio).
 
“Il secondo piano sarà riservato ai duellanti teste di serie e la loro graduatoria sarà determinata dai risultati ottenuti nell’ultima stagione completa due anni fa”
 
“Ciò significa che il primo della lista è Hinobori Hajime” si inserì Galaxy “poi viene Ohizumi Manabu, Tatsumi Kimari, Kusakabe Chihiro e così via fino ad arrivare ad otto duellanti, un terzo dei partecipanti al torneo regionale vero e proprio”
 
“Gli otto selezionati partiranno ovviamente da una posizione di vantaggio” spiegò Mika “all’apertura dell’eliminatoria, essi saranno considerati qualificati di diritto e potranno essere sfidati da quelli del piano di sotto solo nella seconda metà della sessione (ossia dopo la pausa pranzo) e solo qualora, al momento della richiesta di sfida, essi fossero classificati tra i primi sedici della graduatoria libera”
 
“Ciò non significa che le otto teste di serie siano totalmente al sicuro” commentò ancora il presentatore “ogni vittoria di un duellante del gruppo inferiore comporterà l’immediata promozione di quest’ultimo al gruppo dei qualificati mentre, per il perdente, ci sarà la perdita di una posizione nella graduatoria delle teste di serie; qualora l’ottava testa di serie, chiunque essa sia, dovesse perdere un duello perderebbe anche la qualificazione e verrebbe considerato come un duellante del gruppo inferiore”
 
“Tale diritto potrà essere recuperato o battendo a propria volta una testa di serie o sottraendolo, sempre con vittoria in duello, ad uno dei duellanti promossi dal secondo gruppo”
 
Al piano di sopra qualcuno iniziò coi riti scaramantici al solo udire quell’affermazione, in particolare un uomo tra i trenta e quaranta che l’ultima volta perse contro Chihiro; Ad una certa distanza, Hajime lo osservava con uno stranissimo misto di insofferenza ed empatia, quasi si trovasse, controvoglia, di fronte ad un’anima affine.
 
“Ehi Hajime!” esclamò una possente voce alle sue spalle
 
“Hide il “vulcano esplosivo”!” replicò il vicecampione del mondo salutando il gigantesco ragazzo dalla pelle nera e i capelli rossi “anche tu qui? Allora hai deciso di riprovarci anche quest’anno”
 
“Oh, è un po’ più complicato di così” rispose l’altro “io non ero così convinto di voler fare un altro giro, ma il mio fratellino era così ansioso di partecipare ad un torneo con me… non ho potuto rifiutare”
 
Il ragazzo con la fascetta sorrise; in qualche modo sapeva che fosse andata così, anche due anni prima Hide non era esattamente il duellante più tenace che esistesse (anzi, dopo la sua sconfitta ai regionali era quasi sul punto di rinunciare) eppure avrebbe fatto letteralmente qualunque cosa pur di fare felice il suo gemello minore.
 
“Cosa state confabulando voi due?” chiese Kobushi avvicinandosi ai ragazzi “ah e, a proposito, ben ritrovato Hide, pronto per una nuova sconfitta?”
 
“Guarda Nigiri, spero di essere sorteggiato proprio contro di te, così avrò occasione di ripagarti con la stessa moneta”
 
“Voi due, piantatela di litigare!” si inserì Chihiro “Soprattutto mi sorprendo di te Kobushi, un vero membro del Team Tegamaru dovrebbe dimostrare più dignità”
 
“Cosa sta succedendo Chihiro? Non sento più rumori dal piano inferiore” la interrogò il ragazzo con la fascetta
 
"Galaxy e la signorina Kisaragi hanno concluso la spiegazione e sono passati all’attivazione, ai vari tavoli, dei display”
 
Il gruppetto si sporse dalla ringhiera metallica per osservare la scena: i due presentatori e arbitri si facevano faticosamente largo attraverso la massa per raggiungere le varie postazioni per attivare i pannelli su cui i vari duellanti avrebbero dovuto digitare, prima di ogni duello, il loro numero identificativo grazie al quale avrebbero potuto aggiornare, dopo ogni duello, il loro record personale e formare così la graduatoria in tempo reale.
In poco più di cinque minuti l’operazione fu conclusa e i due ripresero la posizione sul palco presso il microfono.
 
“Ora le postazioni sono tutte attive” conclusero entusiasti “siamo pronti… DICHIARIAMO UFFICIALMENTE APERTO IL GUNSLINGER!!!”
 
Come sempre accadeva, quell’annuncio ebbe lo stesso effetto dello “scatenate l’inferno” de “Il Gladiatore”; i ragazzi del piano superiore videro lo stormo di persone, poco prima ferme in ascolto, agitarsi e mescolarsi in una confusa corsa per accaparrarsi i “posti migliori”… che ovviamente non esistevano, ma a quella massa di novellini poco importava, desideravano solo togliersi dente e dolore.
 
Hajime si voltò verso l’interno del piano e vide Manabu, seduto ad un tavolo, in compagnia del trentenne di prima e una ragazza sulla ventina che lui non aveva mai visto prima; incuriosito, si avvicinò al tavolo e, sottecchi, rivolse un’occhiata interrogativa al presidente del club che, in risposta, scosse la testa.
 
“Li ho conosciuti adesso” spiegò “lei si chiama Midori”
 
“Piacere!” esclamò la ragazza tendendo il braccio
 
“Mentre il signore è Wataru Oikawa”
 
“Lui, anche se vagamente, me lo ricordo” affermò Hajime “lei invece proprio non la conosco”
 
“Venni eliminata al primo turno dal signor Saimon” rispose la ventenne “Ah e, a proposito di questo, sono felice di conoscere finalmente colui che mi ha vendicato”
 
“Di niente” scherzò Ohizumi
 
Hajime scelse di lasciarli a discutere in pace, molti degli argomenti di cui parlavano erano troppo complicati per lui e non voleva mettere il presidente a disagio cercando di parlare di faccende troppo “serie” per i suoi standard; osservò il resto della fauna del piano e notò che un esemplare particolare sembrava, per ora, distante e completamente incapace di mischiarsi a tutti: la sua migliore amica Kimari Tatsumi.
Le si accostò e sporse la testa per capire cosa stesse facendo… e la trovo con in mano un binocolo, tesa come una corda di violino e con un’espressione a metà tra il preoccupato e l’esasperato. Li per li, il duellante rosso avrebbe voluto darle una scrollata per attirare la sua attenzione ma le dita che, più che reggerlo, pareva stessero cercando di incidere sullo strumento non promettevano buon umore e comprensione e lui non aveva nessuna voglia di finire tagliuzzato e cotto alla brace; optò quindi per una soluzione più soft, si sedette accanto a lei e cercò, col su sguardo, di capire dove stesse puntando quelle lenti.
 
-Fosse facile, quaggiù c’è il finimondo- commentò ironicamente la sua voce interiore -allora vediamo: Kouta è da tutt’altra parte, per cui non è lui; Tameru è… aspetta, dove diavolo Tameru? Ahh, comunque non può essere nemmeno lui; ma chi…-
 
Il ragazzo avrebbe continuato volentieri con quel suo travolgente flusso di coscienza; purtroppo per lui, la sua vicina di posto (che, a dirla tutta, nemmeno aveva notato la sua presenza fino ad ora) decise di richiamare la sua attenzione prima con un urlo belluino e poi con quella che, per lei, fu una sbracciata mentre, per lui, fu una sbracciata sul naso.
 
“MA COSA CAZZO FA QUELL’IDIOTA?!! NON S…”
 
“AHIOO!!!”
 
“Eh, ma che caz… Hajime?!” fece lei, stupita e preoccupata al tempo stesso “cosa ci fai qui? Quando sei arrivato?”
 
“Qualche minuto fa” biascicò l’altro tamponandosi il naso con un fazzoletto “posso sapere che cavolo stai facendo? Kouta è la in fondo”
 
“E chi ha mai detto che sto osservando Kouta?” chiese retoricamente la ragazza “a proposito, mi hai fatto perdere il re… ohmmaledizione, ha perso!!”
 
“Chi?”
 
“Lascia perdere” lo troncò lei “piuttosto, perché sei venuto qui?”
 
“Beh, eri l’unica ad essere da sola” rispose, candido, il castano
 
“Oh, grazie!” esclamò la ragazza sorpresa “e allora? Come ti sembra la concorrenza del piano inferiore finora?”
 
Gli occhi del giovane duellante rosso si concentrarono di nuovo sul marasma sotto di loro e cercarono, in quell’informe massa, i pochi volti conosciuti che potessero incontrare; erano, nel complesso, anche meno di quanti ne avesse immaginati: i tre fratelli minori Kouta, Kataru e Hideji vagavano tra i vari tavoli con risultati altalenanti ma, nella maggior parte, buoni; il ragazzo magrolino dai capelli biondi, che immaginò essere Yukio, mieteva una vittima dietro l’altra e, stando al tabellone elettronico, era ancora imbattuto; c’era anche Tora-senpai che alla fine, dopo tante sue suppliche, aveva accettato di partecipare e attualmente, all’alba del suo settimo duello, aveva record negativo.
 
“Questo Kawashima è davvero impressionante” commentò lui, fissando su uno degli schermi lo scintillante rapporto vittorie-sconfitte di 13-0 “a Tora-senpai invece servirebbe un miracolo”
 
La ragazza castana si affiancò a lui lungo la ringhiera e lo guardò di sottecchi per alcuni secondi, dopodiché sospirò e ritornò a guardare in basso; quello strano comportamento attrasse Hajime che si voltò verso di lei per incrociare il suo sguardo.
 
Era triste, quasi come se fosse… delusa.
 
Una serie profonde grida d’esultanza ruppe il silenzio di quello strano confronto; i due ragazzi si girarono d’istinto verso il lato opposto, quello delle scale, e videro un incontenibile Hide intento ad agitarsi e fare casino sotto gli sguardi divertiti di Kobushi e di una Chihiro sorridente come non le accadeva da più o meno due mesi.
Non gli fu difficile intuire il motivo di tanta felicità e, infatti, la seguente occhiata fu solo una pura conferma formale: Hideji aveva appena vinto un gran duello contro Kouta.
 
“Ahhhh, quell’idiota!!” imprecò Kimari una volta messa di fronte al fatto compiuto “lo sapevo! Lo sapevo, io, che quello stronzetto prima o poi avrebbe disonorato il nome della nostra famiglia, è per questo che volevo diventare la dominatrice del mondo”
 
“Non so se sia più strano il fatto che ti preoccupi degli incontri di Kouta o il fatto che le tue motivazioni per giustificare la tua insana ossessione cambino ogni dieci minuti”
 
“Ahahah, per caso hai bevuto un frullato di neuroni stamattina?” ribatté lei, sarcastica, prima di rivolgersi ferocemente al fratellino, occupato ad essere consolato da Kataru “E VOI DUE IMBECILLI SMETTETELA DI STARE LI A FARVI LE TRECCINE!!! DUELLATE DEFICIENTI!!!”
 
Neanche fosse una congiura, la necessità di rimproverare il suo consanguineo le fece avere l’attenzione dell’intero piano inferiore che, in un istante, si ammutolì e arrestò completamente (compresi duellanti impegnati in scontri, commentatori e persino il solitamente impassibile e imperturbabile Yukio) solo per fissare lei facendola diventare rossa come un pomodoro; seguì poi un simpatico piano sequenza aperto da un ironico salutino, nei suoi confronti, da parte di Hideji, proseguito dall’indice del ragazzo puntato verso l’alto e concluso dalla visione di Hide che le faceva una pernacchia, tra le risate a squarciagola di Kobushi e quelle, più controllate, di Chihiro.
 
Per sua fortuna, di sotto non intuirono nulla.
 
“Perfetto, sono stata anche sbeffeggiata da quel mammone di Hide… davvero perfetto” constatò con voce piatta e atona “stasera a casa lo ammazzo”
 
“No, ma perché?” domandò Hajime trattenendo a stento l’ilarità “vedila così, hai la prova video di un diciottenne che ti fa la linguaccia”
 
Kimari non seppe se sorridere o trasalire dallo spavento.
 
“Chi sei tu e cosa ne hai fatto del mio imbecille preferito?” domandò retoricamente senza nemmeno voltarsi “sai, sei molto più spietato di quanto pensassi”
 
“Beh, sai come si dice no” concluse lui “chi va con lo zoppo impara a zoppicaAAAHIOOOO!!”
 
Ancora una volta il tacco della scarpa destra della duellante viola era andato a piantarsi sul dorso del piede dell’amico.
 
“Sai, forse hai anche ragione” sibilò “però ricorda che, per quanto voi mammolette possiate avermi addolcito e convinto a rinunciare al mondo, io resto sempre una vera dura; per cui fai meno il galletto, bimbo!”
 
“Ahhh, ve-vedrò di f-fare ciò che posso”
 
Tenendo totalmente fede alla sua promessa (cosa notevole per uno avente la soglia d’attenzione di un cincillà), Hajime resto zitto a contemplare la scena al piano di sotto nelle ore che precedettero il primo momento di sospensione: la pausa pranzo. Durante quell’intervallo, i ragazzi del gruppo delle teste di serie poterono finalmente godere della libera uscita, mescolarsi al resto degli appassionati e mettere qualcosa sotto i denti.
Prima del cibo e delle rispettive conoscenze, ciò che in primis attirò l’attenzione della combriccola fu, ovviamente, il tabellone elettronico da cui tutti loro, a vario titolo, attendevano responsi che non tardarono ad arrivare: il famoso Kawashima era primo con un record immacolato e una facilità imbarazzante ma Kouta, nonostante le presunte “umiliazioni al nome di famiglia”, si era ben comportato ed era terzo appena davanti a colui che l’aveva battuto, ovvero Hideji; scorsero ancora la graduatoria e trovarono, più o meno nella stessa zona, sia Tora-senpai che Kataru, un po’ strano che fosse così in basso e soprattutto che avesse così pochi duelli all’attivo, mentre nessuno di loro riuscì a leggere il nome di Tameru Tachibana.
 
Conclusa la rassegna, si diressero verso il bancone lasciando indietro la sola Kimari, ancora intenta a cercare qualcuno che non riuscivano a intuire, e si rifocillarono in compagnia del gruppetto dei fratelli minori.
Quasi tutti i presenti, loro compresi, si erano portati dietro il pranzo e quelli che non l’avevano potevano acquistarlo da Mika o lo condividevano con gli altri come in un gigantesco cerchio d’amicizia che non sarebbe detto possibile tra persone che solo pochi minuti prima si affrontavano freneticamente; la sola eccezione a quel clima di fratellanza era proprio Yukio che preferiva stare, pur senza pranzo, solo e distante con Chihiro, dalla parte opposta della sala, che lo fissava con occhi tristi.
 
“È sempre solo” mormorò con gli occhi bassi “forse aveva ragione, saremmo dovuti restare “da soli insieme” per sempre”
 
Nessuno del gruppo, nemmeno Kobushi, volle sondare l’argomento preferendo lasciar scorrere tranquilla il resto della pausa pranzo; terminato il break, i graduati raggiunsero il piano superiore e gli altri duellanti ripresero le postazioni in attesa del nuovo via dei due organizzatori e arbitri.
 
Al segnale… scatenarono l’inferno.
La seconda tranche del gunslinger apparve sin dall’inizio come anche più frenetica della prima, non che in questo ci fosse nulla di strano visto che capitava ogni volta che si teneva un evento con quel regolamento, ma Hajime non era mai riuscito a capire il senso di questa strategia del partire con pochi duelli per poi scatenarsi nella seconda metà dell’evento.
 
“Per forza, tu duelleresti tutto il giorno tutti i giorni, tutti i mesi e tutti gli anni della tua vita” aveva commentato Kimari, convinta di prenderlo in giro
 
“Grazie” rispose lui e la ragazza sentì l’improvviso bisogno di abbattersi… o di abbatterlo, non aveva particolari preferenze
 
Il castano la udì vagamente immergersi in una lunga filippica che si apriva con il poco gradevole “Caro il mio scemo del villaggio” e decise quindi di ignorarla e spostarsi verso il resto del gruppetto, forte del fatto che ci fossero un po’ troppi testimoni per tentare, da parte di lei, un omicidio.
Arrivato al tavolo degli altri li trovò impegnati in due duelli in ottemperanza ad un’altra tradizione, una che perlomeno capiva di più: nella seconda metà dei gunslinger, le teste di serie non si limitano ad osservare ma iniziano a divertirsi.
 
I duelli attualmente in corso erano Chihiro contro Hide e Manabu contro Kobushi e la cosa non poté non abbatterlo visto che non c’era nessun altro avversario che ritenesse interessante; era quasi sul punto di ritornare da Kimari, in previsione di cui cercò di produrre l’espressione più contrita che gli riuscisse, quando una voce sconosciuta dietro di lui chiese una sfida che lui, istintivamente, accettò a scatola chiusa.
 
Si voltò e davanti ai suoi occhi trovò un ragazzo alto poco più di lui, magro come uno stecco e con capelli biondi tenuti piuttosto lunghi per un maschio; era lui, Kawashima Yukio.
 
Il giovane con la fascetta trattenne il fiato, a pensarci bene non era così sicuro di voler sfidare un duellante forte, di cui non aveva mai visto un match e senza i suoi migliori spirit nel mazzo (già alla fine si era stupidamente lasciato convincere ad usare solo Lord Dragon e Kintaro Orso) ma ormai non poteva più tirarsi indietro e così lo scontro ebbe inizio.
 
Il seguente duello confermò praticamente tutto quello che gli avevano detto su quello strano ragazzo, nel senso che dopo due turni, in cui il biondino aveva guardato più Chihiro che non il suo terreno di gioco, già sentiva di detestarlo ma anche che dopo una decina il duello si era già chiuso… e quel ragazzo AVEVA VINTO.
 
Lui, Hajime Hinobori, il vicecampione del mondo, era stato sconfitto.
 
“Attenzione duellanti!!” esclamò tonante Galaxy interrompendo d’autorità tutti gli scontri in corso “abbiamo il primo verdetto; come da regolamento Kawashima Yukio sarà promosso tra i qualificati”
 
Il tabellone elettronico venne aggiornato, il nome di Yukio fu prima evidenziato in rosso e poi cancellato per essere aggiunto al gruppo superiore.
 
“Sempre secondo le regole, la testa di serie perdente perde una posizione in graduatoria” proseguì il presentatore “approfitto dell’occasione anche per ricordare a tutti gli altri partecipanti che la classifica dei migliori sedici non è ad esclusione ma a scalare, ciò significa che, promosso uno dei top 16, il diciassettesimo in classifica entrerà nei sedici”
 
Purtroppo per loro, quel memo ebbe un effetto ben più nefasto di quanto i ragazzi teste di serie potessero immaginare e, in pochi secondi, il primo piano fu invaso dalla mandria degli attuali migliori sedici duellanti del blocco inferiore, tutti ansiosi di prendersi la loro qualificazione; le richieste di sfida cominciarono ad arrivare a pioggia e ben presto i quattro duellanti del gruppo alto non impegnati capirono che non avrebbero potuto rifiutarle tutte.
Iniziò così un tourbillon di sfide che sembravano quasi essere una sola prolungata all’infinito; alcuni di loro, ad esempio Kimari, si districarono eccellentemente in quel dedalo di scontri vincendoli tutti d’autorità mentre altri, il signor Oikawa ma soprattutto un Hajime quasi in confusione, fecero molta più fatica arrivando in alcune occasioni ad un passo dalla sconfitta. La sorpresa più grande di quella turbolenta fase, tuttavia, arrivò dal tavolo di Midori, in un duello giunto al settimo turno.
 
“Sei pronto? Attacco con Lucertola Rasoio” fece sicura la ragazza inclinando una delle quattro carte spirit che aveva schierate
 
“Blocco con Pulcino Pentan” replicò un noto ragazzino dai capelli neri riponendo immediatamente la suddetta carta negli scarti
 
Era Kouta, aveva trovato il coraggio di sfidare qualcuno del primo gruppo e, anche se sembrava essere un po’ in difficoltà, era qualcosa che voleva dire tanto per un duellante alla prima vera esperienza in un evento ufficiale.
 
“Proseguo l’attacco con Balam Guerriero delle Tenebre” sibilò lei e, purtroppo, era un’ottima mossa visto che avrebbe costretto il piccolo dei Tatsumi, rimasto con sole due vite e con Sacerdote Pentan già affaticato, a bloccare e perdere per va dell’effetto Attacco Tenebra lo spirit Pentan Saltarocce, uno dei più forti tra i suoi adorati Pentan.
 
-Non che questo cambi molto in realtà- osservò la voce interiore di Hajime -gli restano due vite, con altri due spirit avversari e nessun bloccante non ha la minima speranza di farcela-
 
E invece…
 
“Azione lampo!” esclamò il ragazzo “utilizzo la magia Canto Atroce che mi permette di scegliere uno spirit avversario come mio bloccante; io scelgo Re Dragonaga Maledetto che sconfigge così Balam e viene a sua volta distrutto dall’effetto Attacco Tenebra di quest’ultimo”
 
Molto sconsolata, la ragazza rimosse le due carte e lasciò la mano al ragazzino immaginando che il suo spirit in difesa e il fatto di avere ancora tre vite potessero bastare, specie contro un mazzo giallo.
 
Sfortunatamente per lei, Kouta era in una di quelle giornate in cui era meglio non sottovalutarlo.
 
“Evoco Veggente Pentan a livello 1” dichiarò completando le operazioni cui lo obbligava l’effetto “Quando evocato” del suddetto spirit “Fase d’attacco: attacco con tutti e tre i miei spirit”
 
“Blocco con Fantoccio di Paglia” ribatté prevedibilmente l’avversaria, ignara
 
“E io ne approfitto per completare l’effetto del mio nuovo spirit… azione lampo!” esclamò il giovane Tatsumi “utilizzo dagli scarti la carta magia Artigli Affilati, scarto tutte le carte che ho in mano e sposto tutti i nuclei di Fantoccio di Paglia negli scarti”
 
L’eliminazione dell’ultimo difensore spalancò a Kouta la via per le vite avversarie, via che il ragazzo imboccò volentieri prendendosi tutti e tre le gemme della ragazza.
 

 
… aveva vinto.
 
Quasi non ci credessero, entrambi i duellanti e tutti coloro che erano stati spettatori si rivolsero al tabellone elettronico e videro per la seconda volta uno dei nomi accendersi di rosso e poi sparire per ricomparire sull’altro tabellone, quello dei qualificati, dove Midori scalò invece dal sesto al settimo posto.
 
Una fragorosa esultanza esplose nel piano superiore e in tutto il locale e una selva di braccia conosciute e meno conosciute avvolse il corpo minuto del ragazzino, rifilandogli pacche, spettinate e stritolamenti in preda all’incontrollabile gioia. Solo una persona non era li con loro, Kimari Tatsumi, che preferì restare in disparte e guardare il mondo sotto di lei; non la vedeva nessuno e, se anche qualcuno l’avesse vista, l’avrebbe negato, ma le veniva quasi da piangere.
 
“Brave fratellino” sussurrò tra se e se “benvenuto tra i grandi”
 
Voleva probabilmente essere un complimento, forse anche un augurio, ma in realtà si rivelò una specie di maledizione poiché, guadagnatosi la qualificazione, il ragazzino si ritrovò immediatamente tempestato di richieste di sfida da duellanti ansiosi di levargli la prelazione; mostrando una grinta che Kimari avrebbe definito “degna di un vero Tatsumi” il giovane si difese egregiamente in più situazioni e in particolare vinse uno stimolante spareggio contro Hideji, pareggiando i conti.
Intorno a loro era un turbinare di altre sfide, molte delle quali con esiti sorprendenti: Midori subì un’altra disfatta da parte di uno del piano di sotto, scalando all’ottavo posto in graduatoria, così come Kobushi e Hide che si scambiarono reciprocamente le posizioni quinta e sesta in conseguenza delle rispettive sconfitte; nella metà superiore della graduatoria, invece, le differenze di valori erano ovviamente più marcate e tanto Manabu quanto Kimari, Chihiro e, con qualche riserva in più, Hajime sembravano in grado di gestire gli scontri con relativa tranquillità.
 
Relativa perché, si sa, il gunslinger è da sempre fucina di grandi sorprese e, quel giorno in particolare, le sorprese parevano destinate a non finire mai.
 
“Hajime Hinobori!” esclamò all’improvviso una perentoria voce proveniente dalle scale “io voglio sfidarti”
 
Ecco una di quelle sopracitate sorprese.
 
Quel guanto di sfida era stato lanciato da Kataru Ohizumi che attualmente deteneva più o meno il trentesimo posto della classifica per record, a pari merito con molti altri, ed era rientrato nei sedici solo grazie alle vittorie degli altri, in ultima una ragazza che aveva vinto contro il signor Oikawa, ma ora si presentava davanti al vicecampione del mondo senza nessun segno di timore reverenziale.
 
Stupito da una situazione che non aveva previsto, il ragazzo con la fascetta accettò più che altro per non mettere in imbarazzo sé stesso e il suo coetaneo di fronte all’adorato fratello maggiore, nonché presidente del relativo club del liceo; l’ideale sarebbe stato competere, e vincere, in un bel duello che scacciasse via l’affanno che aveva mostrato nelle sfide, pur vinte, da lui precedentemente disputate, ma qualcosa in lui voleva spingersi oltre: voleva dimostrare a tutti di ESSERE il vicecampione del mondo.
 
Per farlo il castano scelse di una strategia aggressione selvaggia dell’avversario tanto da eseguire, già al secondo turno, un doppio attacco, replicato poi al quarto, lasciandosi completamente senza difesa pur di attestare la propria forza.
Nulla di questa tattica avrebbe potuto definirsi certamente sbagliato, anzi, in altri tempi, lo si sarebbe definito un classico del mazzo rosso; sfortunatamente quei tempi erano passati ed oggi, al tempo dei burst e della Heroes Saga, era considerata estremamente rischiosa, quando non un suicidio.
 
Ed infatti suicidio fu.
 
Per quanto la sua fama in tal senso non fosse paragonabile a quella del mazzo bianco, il giallo è infatti da sempre un colore adatto ad improntare strategie difensive specie nell’ambito specifico del recupero delle vite perse; quegli attacchi portati con tanta foga dal duellante rosso vennero riflessi dall’uso, da parte di Kataru, dell’effetto Sacralità del suo Ipergrifo che, nonostante la sua distruzione assieme ad altri due spirit, consentì ad Ohizumi di arrivare al settimo turno in svantaggio di una sola gemma: tre vite contro due.
 
“Attivo il nexus Primo Libro della Creazione e sfrutto immediatamente il suo effetto che mi consente, se il nexus è stato attivato dalla mano, di recuperare una carta magia dai miei scarti” fece Kataru con convinzione “elevo poi Minogamen e Kudagitsunen a livello 2 e passo alla fase d’attacco: attacco con entrambi i miei spirit”
 
Hajime ghignò soddisfatto; Kataru gli aveva appena fatto un regalo grande come una casa, ora stava a lui decidere se rispondere con la vita e evocare Lord Dragon Eroe Dragone o sfruttare l’effetto a livello 2 di Fagiano di Ferro e fare piazza pulita dello schieramento avversario.
 
“Blocco con Ohdoran e Dragosauro Inferiore” replicò dopo aver ben vagliato le opzioni “grazie all’effetto di secondo livello di Fagiano di Ferro, ogni volta che ho un burst posizionato, i miei spirit guadagnano 2000 PB per tutta la fase d’attacco avversaria”
 
“Bravo Hajime, ma aspetta a cantare vittoria” ribatté l’altro con una grinta che forse aveva avuto solo nell’altro duello contro il coetaneo “azione lampo! Utilizzo la magia Sussurro Magico e cambio la natura dei confronti in fase di battaglia: invece dei punti battaglia, ad essere confrontati saranno i livelli”
 
Entrambe le coppie di spirit vennero spostate dai rispettivi terreni di gioco agli scarti ma se, per Hajime, questa era una vera grana che non si preoccupò nemmeno più di tanto di nascondere, Kataru dal lato opposto appariva sorridente e soddisfatto.
 
“La distruzione di un mio spirit attiva il burst!” esclamò il rosso “avendo più di tre carte gialle negli scarti, posso aggiungere un nucleo alle mie vite ed evocare, a costo zero, Kaguya della Luna Eroina della Luce a livello 3”
 
Nemmeno il tempo di completare il posizionamento della carta che il minore degli Ohizumi l’aveva già inclinata, rendendo evidenti le sue intenzioni; con un gesto quasi meccanico, il duellante rosso spostò la sua terza vita nella riserva e rivelò a tutti il suo Lord Dragon Eroe Dragone collocandolo al centro del suo terreno di gioco pervaso da una strana sensazione: era appena riuscito ad evocare il suo spirit chiave eppure la sua impressione che non potesse farci quasi nulla.
 
Il turno successivo confermò appieno quello sgradevole sentore, un’ottava tornata composta solo da un’attivazione di nexus, Spada Divina dell’Eroe Imperatore che andò ad affiancarsi al quasi omonimo Scudo Divino dell’Eroe Imperatore, e l’elevamento a livello 3 dello spirit chiave; non sembrava nemmeno un turno giocato da lui… come tanti che stava disputando ultimamente.
 
-Ma che diavolo mi succede-
 
La mano passò a Kataru per un nono turno che il ragazzo aprì con l’evocazione da uno spirit, Angelia Coma, a livello 1; osservò poi attentamente l’ultima carta che gli era rimasta in mano e, di seguito, il tabellone di gioco avversario.
 
Sorrise.
 
“Attacco con entrambi i miei spirit!”
 
“Blocco Kaguya con Fagiano di Ferro e Angelia Coma con Lord Dragon” rispose il castano, sicuro perlomeno di non perdere il suo spirit chiave per l’effetto di Kaguya
 
Purtroppo, altro era ciò di cui avrebbe dovuto preoccuparsi.
 
“Azione Lampo!” esclamò il rossiccio “attivo la magia Punizione della Luce Lunare, grazie alla quale posso impedire, qualora il mio avversario abbia schierati spirit o nexus di due diversi colori, ad ogni spirit non giallo di attaccare e bloccare per tutto il turno”
 
Hajime era incredulo e continuava ad osservare, quasi ossessivamente, quelle due carte inclinate senza nemmeno pensare alle ultime due gemme; se uno sconosciuto l’avesse visto in quel momento avrebbe potuto financo pensare che si stesse rifiutando di accettare il risultato di quel duello.
 
“Ho… ho perso” ammise alla fine
 
Ci fu un silenzio di tomba, seguito da un boato gigantesco, Kataru Ohizumi balzò in piedi lanciando le braccia al cielo con un sorriso a trentadue denti e gli occhi umidi dalle lacrime.
 
Aveva battuto Hajime Hinobori, il vicecampione del mondo, ma, soprattutto aveva passato il primo turno.
 
Avrebbe potuto concorrere per i nazionali.
 
Assieme a quello in cui aveva vinto le elezioni per la rappresentanza studentesca alle medie, era il giorno più bello della sua vita.
 
“Complimenti Kataru” fece Hajime offrendogli la mano “sono… molto fiero di te”
 
“Già, anche io” aggiunse Manabu appoggiando le mani sulle spalle del fratellino
 
Il minore si asciugò gli occhi e strinse la mano del coetaneo.
 
“G-grazie” singhiozzò “vo-vorrei che questa giornata non finisse mai”
 
A quella frase Hajime sentì come un brivido percorrergli tutta la schiena fino al cervello, si sforzò di non ritrarre la mano per evitare di apparire scortese o di lasciar trapelare qualcosa ma la sua espressione da commossa si fece corrucciata.
 
“Io invece spero finisca adesso” sussurrò tra se e se, ad un volume pressoché inudibile da chiunque
 
Purtroppo per lui, il resto della giornata non fece nulla per sconfessare quel pensiero.
 
Il vicecampione del mondo subì un’ulteriore sconfitta da un ragazzo delle medie chiamato Hayato, pareggiando così il poco invidiabile record di Midori, che nel frattempo era stata battuta per la terza volta, come testa di serie con più sconfitte subite durante la sessione del gunslinger. Non si trattò dell’ultima vittoria di un qualificato contro una testa di serie certo, quel discutibile onore toccò a Kobushi, ma ciò non lo consolò per niente: non aveva decisamente fatto una bella figura.
 
Dovette sopportare, assieme alle altre teste di serie e ai qualificati, un’ultima ondata di assalti da parte di quelli del piano inferiore, desiderosi di giocarsi l’occasione finale di essere promossi al torneo vero e proprio: Il più deciso in questo era Hideji che a dirla tutta era primo per record e quindi comunque qualificato, ma che ci teneva particolarmente a non essere da meno degli altri del team dei fratelli minori e quindi affrontò, perdendoci, Kobushi, Chihiro e il signor Oikawa; anche Tora-senpai, rientrato con molta fortuna tra i sedici, tentò l’impresa ma Midori stavolta difese egregiamente il suo ottavo posto e Hide, invece, non gli lasciò il minimo scampo.
 
Fu proprio alla fine di quel duello che il gong risuonò nel locale annunciando la fine del gunslinger.
Tutti i ragazzi scesero al piano terra e si posizionarono davanti al palco e al grande tabellone elettronico su cui comparvero tutti i nomi dei qualificati; Hajime ebbe un altro brivido, stavolta certamente di vergogna, nel vedersi sceso al quarto posto ma ingoiò il rospo e decise, in quel momento, che per la seconda fase avrebbe fatto a modo suo.
Ora gli interessava solo sapere il nome del suo avversario.
 
“BENE GENTE, IL GUNSLINGER È UFFICIALMENTE CONCLUSO!!” esclamo Galaxy con il volume della voce a livello… Galaxy “ORA TOCCHERÀ AL COMPUTER PROCESSARE GLI ABBINAMENTI CASUALI”
 
“Restate in attesa per alcuni secondi” aggiunse una Mika che non si capiva se fosse irritata o spaventata
 
Come dichiarato furono necessari solo pochi secondi perché l’efficiente sistema operativo del club Kisaragi di Kadode riuscisse a completare i dodici abbinamenti che dovevano comporre il turno dei quarti di finale; i risultati di quel lavoro furono poi pubblicati sul tabellone luminoso, ove gli occhi di tutti i qualificati, ammassatisi ai piedi del palco, puntavano in cerca dei relativi posizionamenti.
 
“Io sono nel gruppo C, assieme a Kobushi, Hide e Midori” disse Manabu, il più alto di loro, osservando il display
 
“Io invece ho un gruppo abbastanza facile” ammise Hajime osservando il grafico centrale “tra quelli che conosco c’è solo quel ragazzino che mi ha affrontato alla fine delle qualificazioni… Hayato mi pare”
 
“Beh, quel ragazzino ti ha battuto Bendato” lo prese in giro Kobushi “fossi in te starei più atten… aspettate un attimo, ma dove è finita Chihiro?”
 
“Io non… eccola la!” risposero, quasi unisoni, i due, puntando verso l’angolo sinistro del palco; li stavano, oltre che la duellante bianca, anche Kimari, Kouta, Kataru e Hideji, tutti con una strana espressione mista di stupore e sconforto dipinta sul volto.
 
Accostatisi a loro, i tre ragazzi chiesero istintivamente spiegazioni. Nessuno rispose, solo Kimari si limitò ad un cenno di testa e a puntare il dito verso lo schermo; fu sufficiente, i tre seguirono la traiettoria indicata e videro finalmente i nomi e le sfide del gruppo A, un discreto spettacolo: a parte Oikawa che aveva un esordio semplice, le altre sfide erano Chihiro contro Hideji e, soprattutto…
 
“… Ka-Kataru Ohizumi c-contro Yukio Kawashima?!” balbettò Hajime non appena riuscì a mettere a fuoco le immagini “e… K-Kimari Tatsumi contro Kouta Tatsumi… no, è impossibile!”
 
Il suo sguardo si sposto sui due fratellini disposti uno accanto all’altro con il capo chino e le braccia abbandonate a ciondolare lungo i fianchi come se non avessero ossa in sé, non fu in grado di scorgere le loro espressioni ma era abbastanza sicuro che non vi avrebbe trovato un sorriso; d’altronde era stata proprio una bella doccia fredda: uno non fa nemmeno in tempo a pensare di aver finalmente trovato la strada per raggiungere i suoi sogni che la vita gli sbatte in faccia un muro di cemento alto quanto un grattacielo.
Il peggio era che non aveva la benché minima idea di come comportarsi in quella situazione, non sapeva come consolarli.
 
“Kouta!” esclamò all’improvviso Kimari avvicinandosi a lui
 
“S-si” farfugliò titubante il ragazzino
 
Lei sorrise e gli offrì la mano, non l’aveva mai fatto prima.
 
“Buona fortuna” disse lei con tono fermo ma amichevole “cerchiamo di dar vita ad un grande duello”
 
Quello che seguì fu, per Hajime, incomprensibile.
La singola frase di Kimari fece sparire l’espressione sconsolata del fratellino che passò prima allo stupore e poi al sorriso che accompagnò la stretta di mano offertagli dalla sorella maggiore; quella scenetta cancellò lo sconforto anche dal volto di Kataru che montò a sua volta un’espressione grintosa e la mostrò alla Kusakabe.
 
“Non preoccuparti Chihiro, ci penso io” affermò con una sicurezza che il ragazzo con la fascetta non aveva mai visto in lui “tu occupati di Hideji, ci rivediamo in semifinale”
 
Perfino Chihiro, che ormai vagava da mesi con una perpetua espressione preoccupata, riuscì ad accennare un sorriso e diede una dolce pacca sulla spalla del minore degli Ohizumi sussurrando al suo orecchio un “grazie”.
Un rinvigorito Kobushi le si accostò e la avvolse in un abbraccio cameratesco con i suoi possenti arti strofinandogli la zazzera castana con le nocche e scatenando le proteste della giovane ereditiera; era incredibile, sembravano passati giorni, non minuti, rispetto alla scena di prima.
Il team si raggruppò e tutti i ragazzi si sentirono finalmente liberi di scambiarsi i meritati complimenti, la stessa cosa facevano tra di loro tutti gli altri qualificati e financo anche alcuni degli eliminati, che se la ridevano ripensando agli errori che avevano commesso; Hajime la stava studiando tutta, quella simpatica fauna del club di BS, e per la prima volta nella sua vita non riuscì a capirla, a sentirsi parte di essa, quasi come…
 
-… come se fossi l’unico ad aver perso, oggi-
 
 
 
SPAZIO DELL’AUTORE
 
Benvenuti a tutti al primo capitolo dell’arco delle regionali; da qui in poi, cari ragazzi, si comincia a fare sul serio almeno per quanto concerne il lato “sportivo” degli eventi e allora quale modo migliore di iniziare con quella che, di fatto, è una gigantesca battle royale in cui la sola regola è la legge della giungla? Nessuno direi.
 
Battute sceme a parte il capitolo di oggi presenta alcune piccole particolarità che, per fortuna vostra e mia, non ritorneranno in nessun capitolo futuro (ovviamente perché non ci sarà un altro gunslinger):
 
1)Per prima cosa, come vi avevo preannunciato nello spazio dell’autore del capitolo precedente, non troverete la successione dei turni e i mazzi alla fine di questo capitolo; il perché ve l’ho spiegato la volta scorsa: non sono veri e propri duelli, solo piccoli frammenti di scontri (tanto che di alcuni non li ho nemmeno fatti, i mazzi) e alcuni sono proprio singoli momenti che ho sceneggiato senza scrivere né il prima e né il dopo.
2) Come sempre ci sono tanti nomi nel capitolo; è una cosa che faccio, e farò, spesso per dare un po’ di colore alla storia ma state tranquilli, la stragrandissima maggioranza di loro non è importante e molti potrebbero perfino fare un’unica apparizione nella storia.
3) Le regole del gunslinger possono risultare, lo ammetto, parecchio confusionarie; personalmente mi è sembrato, leggendo il capitolo, di essere riuscito a chiarirle ma se così non dovesse essere fatemelo sapere; le critiche costruttive sono importanti, senza non riusciremmo mai a migliorarci.
 
Bene. E dopo aver dimostrato per l’ennesima volta la mia passione (oserei dire financo ossessione) per gli elenchi puntati, vi saluto e vi do appuntamento con il prossimo episodio, un capitolo che, ve lo annuncio già, sarà un po’ diverso rispetto agli altri (spero sia anche meno lungo).
 
Alla prossima da ShawnSpenstar.
 
Ora, come sempre, anticipazioni:
 
Una ragazza tornata nella città dei sogni che vede i suoi sogni continuamente infranti, una sedicenne, quasi diciassettenne, con una lunga storia alle spalle che recentemente è tornata a farle visita e due giovani adulti nelle cui vite si preannunciano grandi cambiamenti. Quando la vita sembra farsi dura tutti hanno bisogno di qualcuno con cui potersi sfogare, ma state tranquilli… The kids are alright.

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Capitolo 8
*** Episodio 7: The kids are alright ***


The kids are alright
 
 
 
La collina sormontante la cittadina di Kadode era sferzata da un vento insolitamente violento per il periodo, le foglie ingiallite ondeggiavano nell’aria cercando fino all’ultimo di resistere; sotto di esse una giovane ragazza dai capelli castani osservava silenziosamente il panorama.
Ad un osservatore esterno quegli occhi potevano parere come ipnotizzati da tanta bellezza ma, in verità, la mente di Shizuku Himekawa era intenta fare altro, volare libera tra le pieghe del tempo fino a tornare a circa un anno prima, quando tutto sembrava essere destinato al meglio; le carenze di organico che avevano costretto l’agente Toshihiko Himekawa e la sua famiglia a lasciare Kadode erano, infatti, state superate e all’uomo era stata offerta la possibilità di tornare al suo precedente dipartimento.
 
Alla ragazza era sembrata la situazione ideale, così perfetta che, se l’avesse sceneggiata lei stessa, non le sarebbe venuta così bene; seguire il torneo mondiale dell’anno precedente e vedere il suo amico Hajime così vicino al trionfo aveva acceso anche in lei la passione per quel gioco che fino ad ora l’aveva lasciata sempre piuttosto indifferente e, grazie ad alcuni dei suoi nuovi amici, era poi “entrata” definitivamente nel mondo del gioco creando il suo mazzo, doveva solo fare il suo trionfale ritorno alla città dei sogni e tutto sarebbe tornato come prima.
 
E invece…
 
Abbassò lo sguardo dal cielo al malinconico “skyline” (termine enormemente generoso) della sua città natale, evidenziato ancor di più dalla luce ambrata del tramonto, e non poté non notare quanto fosse cambiata rispetto al piccolo e modesto paesino campagnolo delle sue memorie; ma, allo stesso modo, se la sua città avesse potuto osservare di riflesso lei avrebbe visto una ragazza forte e indipendente, pronta a prendere in mano il proprio destino, e non la bambina scontrosa, arrogante e totalmente incapace di accettare i cambiamenti che l’aveva lasciata anni prima.
Lei lo credeva, al peggio lo sperava.
 
E invece…
 
Il carettere si era di certo addolcito rispetto agli anni dell’infanzia, ma decisamente non abbastanza, e non aveva perso quella sua voglia “sportiva” di primeggiare in tutto (e infatti Kataru continuava a non sopportarla), quel desiderio feroce di competizione che l’aveva portata tanto ad essere espulsa dalla squadra di pallavolo delle medie dopo sole tre settimane quanto ad entrare in quella di ginnastica ritmica praticamente un mese dopo; aveva un bisogno quasi patologico di vincere.
 
Eppure, per Battle Spirits, non era così, in quello specifico ambito sembrava che allenamenti, consigli, esercizi psicologici e quant’altro non servissero a niente: ogni volta che si sedeva di fronte ad un terreno di gioco diventava insicura, si lasciava travolgere dagli eventi e puntava a barcamenarsi (poco) dignitosamente fino al momento della sconfitta.
 
Già, perché mai una volta aveva iniziato un duello realmente convinta di poter vincere.
 
“Forse è proprio questo il mio problema” sussurrò tra se e se, osservando la spilletta attestante il suo status di membro del club BS
 
Kimari le aveva detto di non prenderla troppo sul serio, che in fin dei conti era solo un’idea di Manabu per venire incontro a quelli che lei amava chiamare “gli istinti infantili di Hajime” ma era diventata così popolare e riconoscibile all’interno della scuola che ormai tutti i membri non potevano fare a meno di indossarla e lei di questo era orgogliosa.
 
-Già, perché tu sei stata la prima a riceverlo-
 
Ok, a voler essere tecnici e precisi, lei era stata la terza dopo Manabu e Naoko ma questo non cambiava il fatto che lei fosse stata la più svelta e solerte di tutti nel presentarsi a riceverla, più di un ossessionato come Hajime o di Kataru, che col presidente ci vivrebbe pure.
 
Era stata la prima perché lei era Shizuku Himekawa; essere prima era il suo destino scritto nelle stelle, così era sempre stato e così sempre sarebbe dovuto essere.
 
Era un’esagerazione, certo, ma una alla quale era molto affezionata; senza di essa forse non sarebbe nemmeno diventata un’atleta e, da sempre, quella era stata la sua spinta a dare sempre il proprio massimo. I risultati erano sotto gli occhi di tutti, non si diventa una delle atlete di punta della squadra di ginnastica ritmica senza sputare sangue (specie se si è praticamente delle autodidatte) così come non si riescono a bilanciare tre club sportivi diversi (per quanto quello di BS sia uno sport più “intellettuale”) e lo studio senza un enorme forza di volontà.
 
Esagerazione o no, era la strada giusta per lei… ma allora perché con le carte non funzionava.
 
Fece roteare il monile tra le falangi come un pokerista fa con le fiches e lasciò che quel vorticoso movimento catturasse i suoi occhi in una nuova “ipnosi”.
 
La mente invece proseguì nel suo viaggio e saltò in avanti sulla linea del tempo arrivando ai giorni delle selezioni per il torneo interscolastico; ricordava perfettamente i suoi notevoli achivements di quella volta: l’unica duellante a perdere in meno di otto turni (comunemente indicata come la durata media di un duello tra semiprofessionisti), l’unica a non danneggiare nemmeno una vita avversaria e, dulcis (non proprio) in fundo, l’unica a non utilizzare nemmeno una volta l’azione lampo.
Dopo una scoppola di tale portata ovviamente lei aveva applicato il suo metodo di sempre elevato all’ennesima potenza allenandosi per ore e ore, osservando le registrazioni dei duelli di Hajime e Kimari cercando di replicarne le strategie, perfino scrivendosi una piccola ma esaustiva enciclopedia delle carte e delle loro specifiche; era soddisfatta, sentiva di aver fatto passi avanti e tutte le preoccupazioni che, ancora una volta, i suoi due amici di sempre potessero allontanarsi da lei all’improvviso le parvero eccessive… questo fino al gunslinger: zero duelli vinti, solo quattro vite avversarie prese in più di venti scontri disputati, Kouta aveva vinto contro di lei il suo primo duello ufficiale, quel Kawashima l’aveva battuta senza quasi neanche guardare le carte e i suoi due amici non si erano nemmeno accorti della sua presenza; davvero l’epitome del trionfo.
 
Un moto di rabbia le attraversò il corpo e per errore le sue dita scagliarono la spilletta verso la staccionata del promontorio come stessero facendo testa o croce; grazie alle sue qualità ginniche, la ragazza valutò perfettamente la traiettoria e, con un allungo ai limiti della spaccata, riuscì a raccoglierla dopo un primo rimbalzo anticipandone la caduta oltre la barriera.
La ripulì e i suoi occhi si posarono sulla facciata principale, quella con scritte, in inglese perché fosse utile in tutto il mondo, le informazioni generali: affiliazione, cog del duellante, qualifica.
 
-Club ufficiale di Battle Spirits del Liceo di Kadode. Iscritto: Himekawa Shizuku. Qualifica: duellante semiprofessionista- lesse lei mentalmente -la qualifica più alta tra tutti i miei sport; un grado che mi da diritto di accesso al tabellone principale dei campionati minori, obbliga la federazione a pagarmi le quote di iscrizione ai tornei che le prevedono e mi consente di richiedere un istruttore per migliorare il mio gioco-
 
“Tutte cose che quegli amatori che oggi mi hanno regolarmente distrutto non hanno” sussurrò
 
Si faceva schifo da sola.
 
-Ma perché?- si domandò -perché l’ho preso e perché hanno accettato di darmelo?-
 
Troppe domande a cui non sapeva rispondere, troppa confusione nella sua testa, troppi sentimenti cattivi nel cuore e solo un modo per metterli a tacere: la mano destra, quella con cui aveva recuperato la spilla, tesa oltre la staccionata e il confine naturale del promontorio, sospesa sopra al vuoto; le sarebbe bastato un istante, avrebbe schiuso la mano e tutti i suoi dubbi sarebbero svaniti.
 
Shizuku Himekawa doveva solo prendersi il suo attimo.
 
E invece…
 
Quell’attimo lo prese qualcun altro.
 
“Se la perdi, per riaverla dovrai pagare”
 
La mora sorrise e, del tutto dimentica di ciò che stava facendo, si voltò e avvicinò al sentiero per andare incontro al ghigno ironico della sua migliore amica.
 
“È un’idea del presidente?” domandò stando al gioco
 
“No, l’ho avuta adesso” rispose la duellante viola “ma ricordami di fargliela presente; tra Hajime, Tameru e Kataru, è un’idea da guadagni milionari”
 
“E tu credi che una con un così alto senso morale come Naoko ti permetterebbe di sfruttare i tuoi compagni di club per guadagno? Sei un po’ ingenua Kimari”
 
“Seh, come se Naoko non fosse troppo innamorata del nostro presidente per contraddirlo” sentenziò scherzosa la Tatsumi “Sai però, per quanto apprezzi i tuoi consigli imprenditoriali, preferirei tornare a ciò che stava succedendo prima”
 
“Non stava succedendo niente prima” sibilò l’altra
 
“Oh, ma certo” ironizzò la duellante viola “sono sicura ci sia una spiegazione plausibilissima per quello che ho visto: un inciampo, un colpo di vento o magari volevi fare un tributo ai kami e…”
 
“Cosa diavolo vuoi Mari?!” sbottò la ragazza mentre l’altra sorrideva di nascosto per aver ottenuto la reazione che voleva
 
“Sono io che dovrei chiederlo a te” ribatté con durezza “cosa cazzo stavi facendo, Shizuku Himekawa?”
 
“Lo sai benissimo anche tu”
 
“Forse, ma non avendo un QI di 161 potrei non riuscire a cogliere la genialità dei tuoi piani” replicò caustica “per cui finiscila con le scuse e parla”
 
Ormai con le spalle al muro, la ragazza si arrese e raccontò di tutti i pensieri che l’avevano attanagliata fino a poco prima all’amica che ascoltò (sorprendentemente) con attenzione e (ancor più sorprendentemente) senza interruzioni moleste o urla dai decibel ben al di sopra della soglia della sopportazione umana.
Era incredibile come tutte quelle parole le sgorgassero dalla bocca quasi a flusso, come fossero le inarrestabili acque di un fiume in piena: tempo di circa cinque minuti e la liceale aveva concluso uno dei più esaustivi e sinceri ritratti di se.
 
-Oh cazzo- imprecò tra se arrestando il suo racconto, intimidita dal fatto di aver messo a nudo la sua anima di fronte ad una storica esperta di ricatti; poi però il tono della sua voce e, alzato lo sguardo, l’espressione che vide sul suo viso le fece capire che si, poteva fidarsi… perlomeno stavolta.
 
Concluse il suo resoconto e tornò a fissare il viso della coetanea per captare qualcosa di lei.
 
“La mia diagnosi è semplice” annunciò pomposamente la Tatsumi “questa che hai appena descritto è una perdente”
 
Uno sbuffo sonoro e rabbioso uscì dalla bocca di Shizuku seguito da un gelido “vaffanculo Mari” che chiuse ogni spazio di trattativa.
Tornò a se, la corvina, e si voltò di nuovo verso il promontorio caricando stavolta l’intero braccio che reggeva la spilla, pronta a lanciarlo come un giavellotto dell’atletica leggera; la sua mente udì l’immaginario sparo, l’arto eseguì il suo scatto ma non arrivò mai a completare la sua traiettoria poiché la mano di Kimari lo afferrò bloccandolo.
 
“Insomma cosa cazzo vuoi?!!” fece rabbiosa la Himekawa liberando il braccio con uno strattone ma desistendo temporaneamente dai suoi propositi
 
“Dovrei chiederlo io a te!” esclamò l’altra “sei così ansiosa di pagare una “penale” al presidente?”
 
“Finiscila con questa storia!”
 
“Solo se prima lo fai tu”
 
Era più o meno la stessa conversazione che avevano avuto poco prima e la cosa non faceva altro che accrescere, in Shizuku, la sensazione di presa per il culo; era quasi come se quell’altra si stesse divertendo ad umiliarla facendola girare in tondo.
 
“Io non capisco” piagnucolò “mi convinci ad aprirmi e a liberarmi di un peso solo per poi insultarmi, ma che problemi hai! Capisco che la dittatura sia la tua massima aspirazione ma i tuoi sudditi puoi limitarti a tiranneggiarli, non devi anche umiliarli”
 
Quella risposta lasciò combattuta la duellante viola che, da un lato, avrebbe voluto urlarle contro per quell’irritante tono lamentoso che lei detestava e, dall’altro, avrebbe desiderato complimentarsi con lei per aver prodotto una risposta così sagace (abituata, com’era, a conversare con l’anello mancante dell’evoluzione scimmia-uomo); quando però ebbe concluso anche “l’analisi logica” di quella risposta capì che, forse, aveva una risposta ancora migliore.
 
“E quando ti avrei insultato scusa?”
 
“Vedi un po’ tu, mi hai dato della fallita”
 
“Ti sbagli”
 
“Ora mi sta facendo incaz…”
 
“Io ho detto solo che quella di cui mi hai parlato è una perdente” la interruppe con fermezza “ma quella ragazza non puoi essere tu… conosco bene Shizuku Himekawa e la persona che hai descritto NON È Shizuku Himekawa”
 
Bam, destro pieno al volto, colpita e affondata.
 
La ragazza fu così segnata da quella risposta che barcollò leggermente, quasi avesse subito un destro “reale”, ma venne prontamente soccorsa dall’amica che prima offrì il braccio per reggersi e poi cominciò a strattonarla teatralmente, come stesse cercando di impedirle di suicidarsi.
 
“Piantala di fare la deficiente!” esclamò divertita Shizuku
 
“Potrei dire lo stesso di te” le rispose l’altra lasciandola finalmente libera “150 e passa punti di QI sprecati”
 
“La finisci con quella storia, avevo otto anni” mugugnò tra le risate “lo so benissimo che non sono un genio”
 
“Sicura? E dire che questa potrebbe essere la prima cosa da genio che abbia maiaaahh…”
 
Sfruttando le sue superiori capacità fisiche, la ragazza si lanciò quasi in tuffo sull’amica, impedendole di finire la frase e, soprattutto, scaraventandola a terra con lei; crollarono su quel misto di terra, erba e sassi, una accanto all’altra, ridendo a crepapelle e osservando incantate il cielo.
 
“Secondo te… perché me l’ha data?” chiese la duellante bianca estraendo di nuovo il monile
 
“Perché la tua grande passione per Battle Spirits ha convinto il presidente e Naoko a farlo” spiegò laconica l’altra “un po’ banale vero? Penso però che sia così per ciascuno di noi”
 
“Ma quale “grande passione”?!” replicò sconsolata la liceale “non riesco a vincere, anzi, nemmeno a duellare; dove sarebbe la mia passione?”
 
“E Naoko, ad esempio, è perfino più incapace di te ma ti sfido a dire che non abbia passione” commentò la Tatsumi “ne lei ne il presidente avrebbero mai permesso di iscriversi a qualcuno a cui non piacesse BS”
 
“Guarda, su Naoko infatti ho qualche dubbio” alluse maliziosa la Himekawa “non è che la sua passione è un’altra”
 
“Ti prego non farmici pensare!” sbraitò la duellante viola “non so se ti è mai capitato di vederli quando sono soli? Fanno venire il latte alle ginocchia, conosco shojo di quarta categoria che sono più guardabili”
 
L’altra ragazza scoppiò a ridere sia per la frase sia per il suo riuscitissimo tentativo di visualizzare quei due come protagonisti del peggior shojo che ricordasse di aver visto o letto (ed erano parecchi) nella sua vita. La sua amica aveva decisamente ragione, per due ragazze col loro carattere immaginare scene simili era quasi una tortura; c’era perfino una punta di masochismo in tutto ciò.
 
“Ehi, non è che questa storia delle spille e del club è solo una scusa per evitare di rimanere da soli e mettersi in ridicolo?”
 
“Molto maturo mi dicono” fece caustica “di questo passo il loro primo bacio sarà a quarant’anni”
 
“Come Arata e la signorina Mika” osservò correttamente l’altra “e poi, scusa, ma come mai tutto questo interesse per la vita amorosa dei nostri due timidi amici”
 
“Perché purtroppo, per quanto possano essere insopportabili, l’omicidio non è una soluzione praticabile” spiegò Kimari prima di avvicinarsi al viso dell’altra con uno sguardo minaccioso “e tu azzardati a paragonare ancora quei due imbranati al campione Arata e io…”
 
“Kimari Tatsumi, sbaglio o ho appena scoperto il tuo tipo?!” la interruppe Shizuku, ad un niente dal mettersi a saltellare dall’eccitazione “MA È FANTASTICO… cioè non proprio, chiaramente lui è troppo vecchio per te ma almeno adesso ho una traccia su cui lavorare”
 
“Ahhh, ma perché vuoi farti picchiare?!!” sbuffò la duellante viola “sai proprio sicura di non avere tendenze suicide?”
 
“Certa!” rispose quella con un sorriso a trentadue denti stampato in volto
 
“Bah, mi riservo di avere dubbi” fece la castana con noncuranza “e comunque lascia perdere, dimentica tutto quello che è successo”
 
“Cos… vuoi scherzare vero?!!” urlò l’altra quasi rabbiosa “sono riuscita ad avere una conversazione a cuore aperto, farmi consolare e consigliare da te, la persona meno dolce dell’universo, e ora mi chiedi di dimenticare tutto?!! Tu sei completamente fuori strada sorella; fino a un’ora fa questa era una delle peggiori giornate della mia vita e tu l’hai resa la più bella da quando sono tornata a Kadode”
 
Era come in preda ad una catarsi, completamente immersa in quel flusso di coscienza che le faceva uscire le parole dalla bocca senza alcun freno.
 
“Non hai idea di quanto darei per sapere quale miracolo abbia portato a questo” concluse
 
L’ex aspirante dominatrice del mondo sorrise soddisfatta: era arrivata proprio dove voleva lei.
 
“Nessun miracolo” affermò con grande sicurezza “ho solo ricreato ciò che accadde qui più o meno cinque anni fa”
 
La castana trasalì a quella risposta ma non riuscì a ricordare l’evento citato dall’amica; aveva effettivamente percepito una strana sensazione di deja vu durante l’ultima parte del loro dialogo ma la sua mente, che pure in quel giorno era usa ai viaggi nel tempo, non sembrava in grado di riportale alla memoria quello specifico evento.
 
“Era l’ultimo fine settimana prima che ti trasferissi e tu…”
 
La duellante viola non ebbe bisogno di aggiungere altro perché gli occhi completamente spalancati dell’amica le fecero capire che aveva ormai raggiunto l’obiettivo.
 
Non aveva realmente scordato quel giorno la ragazza dai capelli corvini (non avrebbe mai potuto farlo) ma aveva deciso di relegarlo, fino ad oggi, in uno scomparto isolato riservato ai ricordi più dolorosi, quelli da non rievocare mai; non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe stata così felice di riaprirlo.
La scena non avrebbe potuto essere più uguale di così: era la fine di un’assurda settimana di scuola in cui Hajime era stato distante come sempre e lei, che avrebbe voluto dire ai suoi amici dell’imminente partenza, aveva finito per non dire niente a nessuno. Al tramonto di quel giorno era al promontorio a ripensare, sola, alle sue occasioni sprecate quando a sorpresa la sua migliore amica, cui non era sfuggito il suo strano comportamento, si era presentata li e le si era seduta al fianco; per quasi due ore avevano parlato, giocato, preso in giro i loro compagni di classi (specie Hajime) e riso fino a crollare a terra sfinite e da li, con gli occhi rivolti al cielo, la bambina aveva finalmente trovato il coraggio di dire all’amica la verità.
 
“Vedi, nessun miracolo” sussurrò Kimari “ti sei semplicemente sentita a tuo agio”
 
“Beh, e come dovrei fare per “sentirmi a mio agio” sul terreno di gioco?” domandò la mora con aria malinconica “non credo di potermi prendere qualche minuto per scherzare con te durante un duello”
 
“Sei proprio una deficiente!” esclamò l’altra “primo: se ti fossi degnata di leggere il regolamento ufficiale sapresti che in realtà ogni duellante può chiedere due pause di tempo indeterminato durante un duello per “motivi di salute”; secondo: non è il giocare o il prendere in giro che ti fa sentire a tuo agio… o meglio, in realtà lo è ma solo perché è una parte fondamentale di te”
 
“Eh?!”
 
“Ahhh, ma è mai possibile che a te e a quell’altro decerebrato servano i sottotitoli per ogni cosa” sbuffò esasperata “intendevo dire che tu, come tutti, sei a tuo agio quando sei te stessa e non cerchi di assomigliare a qualcun altro; questo è ciò che devi riuscire a fare in duello, essere te stessa”
 
“E come riesco a farlo? Dov’è che sto sbagliando?”
 
“Io… non lo so; sono molto brava a leggere le persone, molto meno ad aiutarle” ammise la castana con perfino una punta di tristezza nella voce “però forse so chi può farlo; una volta terminato il torneo regionale, vai al chiosco sulla strada per la collina e chiedi alla signorina Mika dell’eremita di Battle Spirits; lei capirà”
 
Shizuku annuì confermando l’intenzione di accettare quel consiglio e rimise un’ultima volta la spilla del club a brillare sotto la luce, stavolta quella della luna; il contributo del satellite non poteva essere paragonato a quello del sole, nemmeno se al tramonto, e delle molte parole incise sulla superficie metallica erano visibili solo degli squarci.
Eppure alla ragazza pareva di non averla mai vista così bene.
 
Ripose il monile nell’altra tasca, quella dove teneva il mazzo, appoggiandola proprio sopra al portamazzi e si rialzò dirigendosi verso il sentiero che scendeva dal colle; appena prima di svanire tra gli alberi, si voltò verso la sua amica e tese in avanti il suo pugno destro.
 
“Rinnoviamo il nostro giuramento!” esclamò e Kimari immediatamente si fece avanti
 
Batterono i rispettivi pugni destri, per poi schiudere le mani e richiuderle in una salda stretta.
 
“Giuro solennemente” esordirono all’unisono
 
“di diventare dominatrice del mondo solo nel giorno in cui la mia amica Shizuku Himekawa avrà vinto una medaglia d’oro sia ai giochi olimpici estivi sia a quelli invernali”
 
“di vincere la mia seconda medaglia d’oro olimpica ai giochi estivi e invernali solo nel giorno in cui la mia amica Kimari Tatsumi sarà diventata padrona del mondo”
 
Mossero le mani sinistre in perfetta sincronia e suggellarono quella stretta con il rituale taglio; infine le loro voci divennero ancora una volta una.
 
“Giuro eterna amicizia!”
 
 
 
Il cigolio delle altalene del parco centrale di Kadode non era affatto migliorato nel corso degli anni ma Chihiro Kusakabe era probabilmente una delle pochissime persone a cui la cosa non desse fastidio; la stridente nenia era stata la sua colonna sonora ogni volta che aveva deciso di fare del parco il suo piccolo studio d’arte a cielo aperto e così, anche in un giorno in cui l’ispirazione sembrava non voler bussare alla sua porta, faceva piacere avere almeno un segno di… normalità.
Era decisamente ciò di cui avesse più bisogno in quel momento: un po’ di tranquillità, di ritorno alla sua solita routine e ai suoi ritmi, monotoni e rassicuranti proprio come lo stridio di quell’altalena, per allontanarsi dal recente tourbillon emozionale che l’aveva travolta.
 
Chiuse gli occhi, liberò la mente e si lasciò cullare dal movimento ondulatorio e dallo stridulo ma ritmico suono delle giunture, abbandonandosi totalmente a quell’insieme di movimenti e rumori cadenzati fino a sentirli quasi dentro di se come fosse ad una seduta di ipnosi; era la sua terapia.
Riaprì gli occhi e, visibilmente soddisfatta, si alzò dal seggiolino per estrarre dalla propria valigetta la matita e l’artbook; al momento decisivo, quello dell’osservazione del paesaggio in cerca di un soggetto, però tutte le sue speranze, di cristallo quanto gli spirit che tanto amava, si infransero: non sentiva nulla, era come se i suoi occhi stessero osservando un muro grigio.
 
-Cosa diavolo mi succede oggi?- domandò, non sapendo bene se a se stessa o qualche entità mistica che, immaginava, si trovasse li intorno
 
Fu inutile, ne lei ne gli spiriti avevano una risposta.
 
I cattivi pensieri cominciarono a farsi sempre più pesanti e pressanti nella sua testa, al punto da costringerla a scappare, mentalmente, nel luogo meno artisticamente stimolante ma più “sicuro” di tutta la sua testa: il suo gigantesco archivio di spirit già disegnati; non avrebbe voluto farlo, come artista detestava con tutta se stessa le repliche, ma se non avere un soggetto avrebbe significato restare sola a pensare e ripensare al PERCHÉ non avesse un soggetto allora preferiva ritirarne fuori uno vecchio; peraltro avrebbe potuto scegliere uno spirit bianco tra i suoi preferiti per cui non era poi così male.
Parzialmente pacificata, la ragazza si preparò a dare iniziò al primo “secondo round” artistico della sua carriera quando uno strano suono attirò la sua attenzione, un rumore noto da cui fino a poco prima si era lasciata cullare ma la cui presenza, in quel momento, non aveva senso, essendo lei in piedi.
Si voltò di scatto e vide, seduto sul asse, un ragazzo poco più giovane di lei, non altissimo ne particolarmente largo di spalle, con una folta chioma blu raccolta in una coda da samurai e un sorriso carico di comprensione sul volto.
 
Sorrise: l’elegante completo nero da uomo d’affari era così ridicolo se rapportato al fatto di trovarsi seduto sull’altalena di un parco giochi.
 
“Come mai qui da sola?” la anticipò lui
 
“Potrei, anzi dovrei, essere io a chiederlo a te” ribatté lei “cosa diavolo ci fa il leader della nobile famiglia Tanashi nel desertico parchetto di una cittadina provinciale?”
 
“Beh signorina, diciamo che sono venuto a trovare una mia amica di Tokyo che è usa trascorrere le sue giornate in questa città presso la dimora di suo zio” rispose quello con aria scherzosamente altera “una nostra comune conoscenza mi ha riferito che ella ha incontrato delle difficoltà e ritengo non sia degno di un gentiluomo Tanashi abbandonare una fanciulla in pericolo”
 
“Credo che la vostra “comune conoscenza” abbia esagerato” ribatté quasi caustica “non ricordo rapimenti, sparatorie o quant’altro in zona, non in tempi recenti perlomeno”
 
“Chihiro…”
 
“No, fammi parlare” lo troncò alterata “apprezzo le intenzioni di Kobushi e ammetto che, probabilmente, a parti invertite avrei fatto lo stesso per lui. Detto ciò, non avrebbe dovuto coinvolgerti visto che hai impegni molto più pressanti che stare ad ascoltare una ragazza triste; sei il leader di una delle più importanti famiglie del paese per diam…”
 
“Ed esattamente per questo che dovevo venire ad aiutarti” la bloccò lui stavolta “sono due facce della stessa medaglia”
 
La ragazza soppesò e analizzò quelle parole e si accorse che sorprendentemente aveva ragione lui; in fondo era tutta una questione di prospettiva, il lavoro che stava svolgendo (essere un buon leader) era lo stesso cambiavano solo le “dimensioni” della famiglia che doveva guidare.
 
E se fosse stato lo stesso per lei? Se anche lei dovesse semplicemente osservare i fatti da un’altra prospettiva, un diverso punto di vista?
 
“Ti piacerebbe se disegnassi qualcosa per te Tegamaru?”
 
Era la prima volta, da che si conoscevano, che Chihiro riusciva a prendere di sorpresa il suo leader; aveva sempre rifiutato di disegnare “su commissione”, lo sentiva come un trasformare la sua passione in un lavoro (per quanto potesse essere il suo sogno avrebbe comunque preferito attendere ancora un po’), ma data la situazione doveva tentare.
 
“Mi piacerebbe avere un disegno di Amaterasu” dichiarò titubante “ma tu sei sicura di volerlo fare?”
 
“Si, non ho un’altra opzione per superare questo blocco se non quella di forzarmi la mano e…”
 
“Secondo me, invece, dovresti provare a ripensare all’ultima volta che ti eri trovata in una situazione simile”
 
“Io… io non credo di essermi mai trovata in una situazione simile”
 
“Strano!” esclamò sorridente “io ne ricordo una praticamente identica”
 
Ok, ora si cominciava a scadere nell’assurdo: non riusciva minimamente a ricordare quando si fosse trovata in quella “situazione praticamente identica” di cui il suo leader parlava; se non fosse che era completamente contrario e al suo carattere e al suo ruolo, avrebbe perfino pensato che la stesse prendendo in giro.
 
“È stato quando i tuoi volevano importi il ritorno a casa” raccontò il ragazzo vedendola di nuovo in difficoltà “anche allora non riuscivi a disegnare nulla”
 
Le pupille della ragazza si dilatarono dalla sorpresa e lei arrivò ad un niente dal lasciarsi sfuggire una colorita espressione di rabbia per non essere riuscita a capirlo. Come aveva potuto dimenticarlo, era accaduto parecchio tempo fa, certo, ma era anche stata la sua primissima forma, involontaria, di rigetto.
 
“Sai, non posso dirmi un esperto di psicologia ma credo che, anche in questo caso, questo blocco sia il mezzo con cui il tuo subconscio ti invita ad affrontare i tuoi problemi” proseguì il blu “è il suo modo di dirti di non scappare”
 
Fu come liberarsi di un macigno enorme che la stava schiacciando; erano tutte cose che, probabilmente, aveva sempre saputo ma, come spesso accadeva in queste situazioni, serviva un occhio esterno per vedere meglio le proprie debolezze.
 
“Se vuoi, io sono qui per te” concluse il leader
 
“Come l’altra volta?” domandò lei dolcemente
 
“Come l’altra volta” confermo l’altro “allora, ti va di raccontare”
 
Le andava e le andava in particolare di raccontare tutto sin dal principio, da quando alla scuola elementare aveva incontrato uno strano ragazzino timido, gracile e con una folta zazzera bionda di nome Yukio Kawashima.
Come Tegamaru aveva immaginato, Chihiro non aveva trascorso tutta la sua formazione scolastica nelle scuole pubbliche, anzi, c’era stato un tempo in cui l’idea di frequentare un istituto normale con regole normali era, al tempo stesso, quanto di più sognato da lei e quanto di più lontano dalla realtà del suo rigidissimo istituto privato; tra gli (alti) standard delle scuole private per la formazione della futura classe dirigente l’istituto di Chihiro era considerato uno tra i più esclusivi e prestigiosi, ma anche uno tra i più particolari in quanto accorpava in un solo edificio medie e superiori ma praticava una netta separazione tra i sessi: tra il corpo studentesco maschile e quello femminile era vietata ogni iterazione.
 
“Ogni iterazione?!” fece Tegamaru piuttosto colpito “non era un po’ esagerato”
 
“Pensa che, nei miei primi due anni li, c’era perfino la rete di cavi d’acciaio a dividerci” precisò lei quasi divertita “poi si scoprì che spaventava i bambini più piccoli e allora la tolsero”
 
“La scoperta dell’acqua calda!” esclamò l’interlocutore estraendo un piccolo cartone di latte dalla giacca “Ma che diavolo di posto era, un carcere?!”
 
“oh no, furono costretti a farlo” provò a spiegarsi l’altra “per impedire che i legami tra bambini di diverso sesso continuassero ad essere sfruttati dai genitori in modo… poco etico”
 
“Sicuro” ironizzò il blu sorseggiando l’amato latte “e com’è che li avrebbero “sfruttati in modo poco etico”?”
 
“Beh, per esempio combinando matrimoni o stipulando co…”
 
La ragazza non poté mai terminare il suo esaustivo elenco di nefandezze poiché il solo primo accenno fece sussultare il leader a tal punto che sputò tutto il latte che ancora aveva in bocca.
 
“COOOSAA?!”
 
“Lo so che può sembrare un po’ strano ma anche il Giappone ha una sua tradizione in proposito, tra la nobiltà ad esempio, anche se oggi molto meno, e tra gli yakuza…”
 
“Gli yak… MA COSA DIAVOLO ERA LA TUA SCUOLA?! LA VERSIONE ELEMENTARI-MEDIE DI “NISEKOI”?!!”
 
“Beh un po’ meno divertente direi, però a grandi linee ci siamo” rispose lei con nonchalance “e comunque mi fa piacere che tu legga “Nisekoi” leader, un’altra cosa che abbiamo in comune”
 
“Moolto divertente Chihiro” la zittì lui “che ne dici di arrivare al punto”
 
E ci arrivo prontamente con la successiva tranche di narrazione, dopo un rapido salto in avanti di un paio d’anni. Era il suo quarto anno per la precisione e la rete divisoria se n’era ormai andata lasciando ai professori il dovere di far rispettare la regola di separazione tra i sessi, ma ogni studente sapeva che, se davvero lo si voleva, si sarebbe potuto facilmente trovare, nell’immenso giardino della facoltà, un modo per sfuggire ai radar; lo sapevano i ragazzi più grandi delle medie, che si nascondevano per incontrarsi con le coetanee per cui avevano una cotta, e lo sapeva anche Chihiro, la quale tuttavia si appartava per motivi diversi.
Perfetta sintesi tra élite antica (famiglia di storica nobiltà) e moderna (ricchissima), Chihiro Kusakabe era infatti una delle più perfette rappresentanti del concetto di “studentessa simbolo” di quell’istituto, una vera e propria poster-girl, cosa che la rendeva molto rispettata e apprezzata nei quadri dirigenziali e nelle aule docenti ma molto meno tra le compagne che, gelose, facevano di tutto per escluderla ed isolarla sfruttando ad esempio alcune sue passioni non proprio canonicamente “femminili” come, ad esempio, proprio Battle Spirits.
 
“Pensare che a molte di loro BS piaceva pure” ricordò la castana rivolgendosi al suo leader “fingevano di detestarlo”
 
Accadde, durante quel quarto anno, che in una di queste sue escursioni nel verde, la bambina incrociò la sua strada con quella di un altro studente, un bambino minore di lei di un anno con folti capelli biondi, che trovò raggomitolato ai piedi di un grande albero con la testa perennemente china verso terra per nascondere il labbro gonfio e l’occhio nero.
 
“Aspetta un attimo” intervenne Tegamaru “in che senso “labbro gonfio e occhio nero”?”
 
“L’unico che conosci purtroppo” rispose lei malinconica “A differenza della mia, quella di Yukio non era una famiglia di tradizione (erano solo molto ricchi) e per questo i suoi “nobili” colleghi lo vessavano e bullizzavano in ogni modo, violenza compresa; in apparenza i più aggressivi nei suoi confronti erano due suoi coetanei figli di nobili impoveriti, Jinpachi e Kosuke, ma in realtà il suo vero torturatore era Shimura Shinsuke, un ragazzo maggiore di lui di addirittura quattro anni proveniente da una famiglia di nuovi ricchi, insomma uno come Yukio che…”
 
“… probabilmente voleva sfogarsi per come lui era stato trattato lui anni prima su qualcuno in cui si rivedeva” concluse Tegamaru indignato “è orribile! E gli insegnanti non dicevano nulla scusa?!”
 
“Non aveva sangue nobile, era sveglio e impertinente, aveva i capelli chiari e uno sguardo inquietante; sai bene quanto certi stupidi pregiudizi siano duri a morire, specie in persone anziane e un po’ snob” replicò quella “per tutti era un teppista fatto e finito… peccato che del teppista gli mancasse totalmente, allora come oggi, il physique du role: era magro, senza un grammo di muscoli e con le spalle strette; perlomeno poi ora è diventato altino, ma all’epoca era più basso di me”
 
“E i suoi? Li hai mai conosciuti?”
 
“No ma, secondo Yukio, per loro lui era solo un mezzo, la chiave per entrare nel mondo dell’élite giapponese come era stato per suo padre prima di lui” spiegò “lui ripeteva che i suoi erano perfino dispiaciuti che fosse nato con quell’aspetto, dicevano che l’aria da delinquente avrebbe reso tutto più difficile”
 
“Dev’essere stato un vero inferno per lui”
 
“Già, e lui era così terrorizzato da non riuscire neppure a parlarne; la nostra prima conversazione iniziò proprio perché fui colpita dalla sua reazione di terrore quando mi avvicinai per cercare di pulirgli il labbro gonfio”
 
Riprese a narrare e a Tegamaru parve quasi di veder materializzarsi, in concomitanza con il suo racconto, le scene di quel flashback davanti ai suoi occhi: due bambini timidi e introversi che prima balbettano e sussurrano e poi, via via, acquistano sempre più sicurezza e riescono ad aprirsi con l’altro; parlano di loro, delle tante cose che li accomunano, delle loro passioni fino ad arrivare, in ultimo a Battle Spirits.
Assistette rapito al grande evento che, spiegò Chihiro, avvenne due o tre giorni dopo il loro incontro: il loro primo duello, vinto dal minore, descritto come un “obbrobrio cosmico” (definizione di Chihiro) in cui i due sembravano fare a gara per far vincere l’altro da quanti errori commisero.
 
“Sono quasi certa di aver giocato due turni consecutivi ad un certo punto” precisò divertita la ragazza “eravamo così terrorizzati che ci scoprissero che… ok no, in verità eravamo soprattutto scarsi, ma diciamo che la paura non aiutava”
 
Fu da quell’esperienza che nacque “Chihiro Kusaka”; la ragazza cominciò ad andare a scuola indossando, di nascosto sotto quelli da signorina, gli abiti di suo cugino, all’inizio delle sospensioni si cambiava nel loro nascondiglio (con grandissimo imbarazzo da parte di lui) e poi duellavano o parlavano fino alla conclusione della pausa, quando la bambina si rivestiva riponendo gli abiti in un borsone, si salutavano e ognuno per la sua strada almeno fino al giorno seguente.
 
“Per il resto di quell’anno e per la quasi totalità dei due anni successivi le cose filarono lisce” mormorò la ragazza abbassando il tono di voce “Cioè, lui continuò ad essere trascinato in risse, picchiato e poi accusato di averle provocate arrivando più volte ad un passo dall’espulsione ma, siccome poi non c’era mai nessuna prova, le accuse cadevano sempre e lui veniva regolarmente graziato”
 
“Beh, genitori o no, il tuo amico ha dimostrato un gran coraggio” osservò Tegamaru quasi arrabbiato
 
“Già… molto più di me” ribatté triste la castana
 
“No-non intendevo…”
 
“Tranquillo, lo so” lo fermò lei “e solo che la tua affermazione e la mia sono assieme la perfetta sintesi della conclusione di questa vicenda”
 
Vicenda che, per assurda volontà del destino, proprio quell’anno sembrava stesse svoltando per il meglio: Jinpachi era stato spostato ad un’altra sezione e Shimura era troppo concentrato sul suo futuro da liceale; senza quest’ultimo a sobillare contro di Yukio i ragazzi più grandi e aizzare quelli caratterialmente più fragili (Kosuke e Jinpachi ad esempio) i modi di molti studenti si fecero più sopportabili, in alcuni casi addirittura gentili, tanto che in tutto quell’anno il biondo non si ritrovò coinvolto nemmeno in una rissa.
Nell’edificio femminile, invece, Chihiro continuava ad essere ignorata e isolata, ma la cosa non le era in realtà mai pesata più di tanto e vedere il suo migliore amico felice metteva di buon umore anche lei.
 
Era di gran lunga il miglior anno scolastico della loro vita ma era anche l’ultimo anno in cui avrebbero frequentato entrambi le elementari e il timore che il futuro ponesse tra di loro degli ostacoli era troppo grande: dovevano far si che quell’anno fosse indimenticabile… e ci riuscirono, ma non nel modo che lei aveva immaginato.
 
“Zio Hanzo sapeva ciò che mi accadeva a scuola e, nonostante fosse fermamente convinto che dovessi parlargliene io di persona, fino allo sfinimento perorò con i miei la causa del mio trasferimento ad un'altra scuola, arrivando ad incrinare la loro resistenza” riprese la ragazza “era solo uno spiraglio, ma allora ero così felice che ci ricamai sopra chissà cosa e, verso la fine dell’anno, mi ero convinta che di sicuro avrei abbandonato quella scuola… e Yukio con essa, per cui dovevo dirglielo”
 
“Esatto” intervenne Tegamaru, colpito dalla maturità dimostrata dalla sua sottoposta ad undici anni
 
“Ma… non lo feci”
 
“Ott… eh, aspetta cosa?!!”
 
“Non trovai il coraggio per dirglielo” ammise “e allora ideai uno stupido compromesso: non gli avrei detto nulla, ma avrei esaudito un suo desiderio che ci riguardasse”
 
“E lui?”
 
“Lui… lui ebbe una strana reazione” fece la castana “prima diventò rosso come le tue carte, poi biascicò qualcosa tra se e se e infine, dopo un solenne inchino, mi chiese se potevo duellare un’altra volta vestita da ragazza”
 
“Ah davvero?” commentò sardonico il ragazzo, credendo di aver colto qualcosa di quella vicenda “e tu?”
 
“Ho accettato ovviamente, temevo la sua richiesta non fosse esaudibile mentre questa non era così assurda”
 
“Oh, no di certo” alluse quello maliziosamente
 
“Si può sapere che hai?!” domandò l’altra infastidita dal suo nuovo tono e da quello strano comportamento
 
“Nulla, nulla” la blandì “va pure avanti”
 
Nonostante la risposta poco convincente, la ragazza ottemperò la richiesta e passo a raccontare della terzultima settimana scolastica di quell’anno, quella del grande evento. Il duello durò tutta la settimana, un po’ perché, non avendo il travestimento, i due attivarono tutte le cautele extra e un po’ (anzi, soprattutto) perché Yukio fu estremamente lento e molto “strano” per tutta la durata dello scontro, come se fosse distratto da qualcosa.
 
“Ma non mi dire” commentò ancora il leader, trattenendo a stento le risate “chissà come mai”
 
“Non ne ho idea” replico quella, dolcemente ignara “ma voglio pensare che non sia il motivo per cui ho vinto quel duello; sai leader, quando l’ho concluso mi è sembrato quasi come se stessi chiudendo il cerchio: avevo iniziato perdendo un duello in un vestito da ragazza e ora me ne andavo con quello stesso vestito addosso ma da vincente; ero al settimo cielo… peccato che non sapessi che avevo perso”
 
“COSA?!!”
 
“Una mia compagna di classe” chiarì immediatamente la Kusakabe “lei… lei aveva visto i miei vestiti da maschio e li aveva riconosciuti addosso a “Chihiro Kusaka”; le bastò pedinarmi una volta e scopri il segreto”
 
“E tu l’hai saputo?”
 
“Se così non fosse stato, questa storia non sarebbe finita come è finita” ammise rassegnata, intrecciando le dita dietro la nuca
 
“Ma come…”
 
“Oh, andiamo Tegamaru! Non stiamo parlando di una geniale mente criminale ma di una ragazzina di undici anni” ribatté una mai così informale Chihiro con un tono a metà tra l’esasperato e il divertito “aveva scattato delle foto del nostro ultimo duello e voleva consegnarle ad un professore ma, poiché era convinta di avermi ormai in pugno ed essendo solo una bambina, non riuscì a resistere alla tentazione di passare a forme di bullismo più… dirette”
 
“Ti picchiava?!!” trasalì il leader, sorpreso
 
“No, era più una da scherzi fastidiosi tipo buttarti il quaderno a terra o rubarti penne e altro, il massimo che abbia fatto furono un paio di sgambetti” lo corresse la giovane “ovviamente io non sapevo il perché di questo cambio di atteggiamento per cui, al di là del prestarle un po’ più di attenzione, non modificai di una virgola il metodo “ignora e sopporta” che avevo sempre applicato; purtroppo (per lei) la cosa le mandò il sangue al cervello e durante un cambio d’insegnante mi urlò in faccia che mi aveva scoperto, che aveva delle foto per provarlo e che le aveva consegnate ad un professore”
 
Non poteva saperlo, ma l’espressione inebetita “alla Hajime” che Tegamaru aveva dipinta sul volto ricalcava paro paro quella che lei aveva fatto all’epoca; alla ragazza venne quasi un attacco d’ilarità nel vedersi “allo specchio” nel viso di un’altra persona, un ragazzo peraltro, ma riuscì a controllarsi e proseguì.
 
“Più o meno come reagii io; probabilmente lei voleva che la supplicassi o che mi mettessi a piangere e, per qualche secondo, lo ammetto, l’istinto mi disse quello” disse la liceale “per fortuna, in quel momento la testa mi ricordò che l’avevo tenuta d’occhio per tutta la giornata e questo mi riportò alla memoria uno strano episodio, avvenuto durante la prima ora, tra lei e il professore”
 
La duellante bianca si fermò un secondo per prendere fiato e tossire, massaggiandosi la gola leggermente arrossata; con prontezza, il suo leader le venne in soccorso estraendo dalla borsa una bottiglietta (stranamente non di latte) e porgendogliela.
 
“Grazie, siamo quasi alla fine” fece quella dissetandosi con l’acqua fresca “dove eravamo rimasti? Ah già, avevo intuito che dietro la lunga conversazione della prima ora ci fosse qualcosa e avevo anche già pronto un piano per uscirne… così ritenni giusto avvisare anche Yukio”
 
“Sono d’accordo” commentò Tegamaru “in fondo era coinvolto anche lui”
 
“Fu uno dei più grandi sbagli della mia vita”
 
“Cosa? Ma perché?”
 
“Perché io… non avevo capito nulla di lui” ammise sconsolata “quando gli raccontai tutta la storia lui ne fu felicissimo; ripeteva che fosse la nostra occasione per essere finalmente espulsi da quell’inferno, per “essere soli, insieme” come amava ripetere, ma soprattutto per sputare in faccia ai nostri genitori. Fu lì che compresi come, in realtà, non fossimo mai capiti a vicenda: lui odiava i suoi, li odiava per davvero, mentre io… io non avrei mai potuto fare del male ai miei”
 
“E quindi?”
 
“E quindi reagii nel più stupido dei modi: aggredendolo” continuo la castana “il dialogo degenerò in una discussione. Per paura che l’intervallo finisse senza che io potessi mettere in atto il mio piano, cercai di tagliar corto e lui, allora, mi diede della vigliacca, io in risposta accusai lui e “il suo stupido desiderio” di essere i veri colpevoli di tutta quella storia e gli chiesi perché avesse espresso “una richiesta così idiota”… e quella, per lui, fu la goccia che fece traboccare il vaso: si zittì all’improvviso, abbassò lo sguardò e se ne andò; da quel giorno non mi ha più parlato fino al torneo interscolastico”
 
Tegamaru si portò sconsolato le mani alla testa; era quasi certo di sapere il motivo per cui al ragazzo quei commenti sul suo “stupido desiderio” avessero fatto tanto male e la voglia di alleviare le pene dell’amica era tanta, ma vi resistette; era una cosa importante che riguardava lei e Yukio e, se mai il loro rapporto fosse ritornato normale, avrebbe dovuto essere quest’ultimo a dirglielo.
 
“Mi spiace che sia finita così” si limitò a dire
 
“Oh, ma non è finita così”
 
“Eh?!!”
 
“Lo scoprii poco dopo, quando provai ad intrufolarmi nell’aula del professore per recuperare quelle foto”
 
“Aspetta un attimo” intervenne il blu “ma quindi… tu volevi RUBARE?!!”
 
“Esatto” ammise lei candidamente “ma quando arrivai al corridoio delle aule professori scoprii che ero stata anticipata”
 
“Non mi dire che…”
 
“Si” lo fermo lei con aria malinconica “vidi una schiera di professori circondare Yukio accusandolo di aver rubato alcuni oggetti dagli uffici tra cui la chiavetta di una studentessa; quel povero ragazzino era così goffo, scoordinato e imbranato che si era fatto scoprire subito”
 
Con un ultimo sforzo di memoria e voce, la ragazza raccontò quel poco che restava di quella lunga vicenda: mandata a chiamare dai professori, la ragazzina delle foto tentò di mettere in atto il suo piano, accusando Yukio di aver rubato quella pen-drive per il suo contenuto che ella, ovviamente, rivelò; sfortunatamente per lei, la chiavetta non fu mai ritrovata e il corpo docente, disposto tanto ad addossare qualunque nefandezza al piccolo demone dai capelli chiari quanto a credere a qualunque cosa fosse uscita dalla bocca della signorina Kusakabe, fece cadere le accuse e convocò i genitori dell’accusata… che vennero accompagnati da un Hanzo Kusakabe che fu ben contento di poter finalmente sciorinare il variegato campionario di abusi subiti dalla nipote in quegli anni, di fronte alle espressioni contrite del personale scolastico.
 
Quel giorno Chihiro scoprì che si, nonostante le apparenze i suoi genitori le volevano bene.
 
“Conclusi l’anno e lasciai la scuola” terminò la ragazza “su consiglio dello zio, i miei mi iscrissero ad una media “normale” e da li la storia la sai”
 
“E Yukio?”


“Lo incontrai per l’ultima volta quel giorno; gli chiesi perché l’avesse fatto ma lui non mi rispose, si limitò a fare un sorriso triste e porgermi la chiavetta prima di andarsene per la sua strada” rispose “il giorno dopo non venne a scuola (l’avevano espulso) e non lo rividi più fino al torneo di qualche mese fa”
 
La duellante bianca bevve un ultimo sorso e emise un grande sospiro liberatorio ad epitaffio del discorso; si sentiva molto meglio ora, era quasi come se il peso che portava sulla schiena si fosse improvvisamente alleggerito.
Come se qualcuno, ora, lo stesse trasportando con lei… il vero significato della condivisione.
 
“Allora?” chiese incuriosita “che ne pensi?”
 
 Domanda molto complicata con risposta altrettanto complicata, anche se per altri motivi.
Come prima aveva solo ipotizzato, ora poteva affermare con notevole certezza di avere un’idea piuttosto chiara del quadro generale ma, come ammesso sempre in precedenza, la sua possibilità di intervenire era minima o, perlomeno, non poteva farlo senza intromettersi nella relazione dei due ragazzi.
 
Doveva trovare una soluzione e per farlo pensò alla situazione in cui meglio si destreggiava: Battle Spirits.
 
-Quando c’è un ostacolo alla tua vittoria normalmente devi eliminarlo- pensò -ma quando questo ostacolo potrebbe essere l’esca per una trappola allora… ci sono-
 
“Sai Chihiro, credo che il tuo amico ti somigli molto” affermò sorridente
 
“Cos… NO!” ribatté lei con una foga anche eccessiva “noi… noi non abbiamo nulla in comune”
 
“Ah, ma io non parlo della “te” attuale” proseguì quello, divertito “parlo della “te” che non aveva ancora affrontato i suoi genitori e difeso il suo sogno; ricordi come eri”


Lo ricordava eccome.
 
“Scappavo sempre”


“Esattamente e credo che per Yukio sia lo stesso”
 
L’affermazione spinse la ragazza a comparare le due situazioni ma ancora una volta non riuscì a capire dove il suo leader vedesse tutte queste somiglianze: se Yukio non aveva amici e detestava la sua famiglia allora da chi stava scappando; per la prima volta, le sorse il dubbio di non avere tutte le tessere del puzzle.
 
“Dovrai essere tu a farglielo capire” continuò il blu “magari in duello, come feci io con te; noi duellanti riusciamo a connettere meglio sul terreno di gioco”
 
“Beh, è nel mio stesso blocco, ma magari Kataru…”
 
“Non è ciò che intendevo” la zittì lui, con più durezza e meno cerimonie del solito “quello che voglio dire è che, a prescindere da tutto, tu, e solo tu, puoi aiutarlo… così come lui, e solo lui, può aiutare te, anche se ancora non lo sa”
 
“Ora però mi stai prendendo in giro, leader” rise lei, convinta si trattasse di uno scherzo “io ho smesso di scappare”
 
“E allora…” concluse lui restituendole l’artbook “… non dovresti avere più alcun problema a dipingere”
 
Raccolse giacca e valigetta e, in silenzio, imboccò la strada in terra battuta che conduceva fuori dal parchetto, continuando ad osservare con la coda dell’occhio la propria “vassalla” durante tutta quella (volutamente) interminabile camminata; i suoi occhi svariarono disperatamente sul paesaggio per due buoni minuti nella speranza di cogliere una qualche ispirazione, ma alla fine il solo a cogliere qualcosa fu l’altro: colse perfettamente il momento in cui ella realizzò che aveva ragione lui.
 
“Come lo sapevi?” gridò, correndo per raggiungerlo
 
“Sono un uomo d’affari ormai” rispose il ragazzo con un sorriso malizioso “capire le persone è il mio lavoro”
 
 
 
Mika Kisaragi era una spiritualista (cosa abbastanza scontata discendendo da una tradizionale famiglia di miko) e anche per questo era decisamente certa che il regno dei demoni dovesse assomigliare molto al suo club dopo lo svolgersi del gunslinger.
Non era infatti un caso che il regolamento federale prevedesse un giorno intero di pausa tra il round di qualificazione e il torneo regionale vero e proprio; certo ufficialmente serviva a “consentire ai duellanti di riposare la mente e prepararsi psicologicamente all’evento ad eliminazione diretta”, ma la verità era che nessun gestore di club sarebbe mai riuscito a ripulire in un'unica serata il proprio locale… portarsi avanti però non costava nulla.
 
-Sono questi i momenti in cui sono fiera di non essere più una duellante- pensò lei -cosa diavolo gli costa essere un po’ meno animali-
 
Estrasse dal ripostiglio ogni strumento utile a scopo di pulizia che fosse in suo possesso e gli appoggiò sul bancone, dopodiché diede una rapida occhiata all’ambiente per valutare i danni: sette e mezza di sera di una sfibrante giornata passata ad arbitrare e sciorinare regolamenti e numeri e ora le toccava rassettare un locale immenso, di due piani, così ripieno di sporcizia da fare concorrenza alla rete fognaria cittadina e doveva farlo da sola.
 
-Bah, strano! In fondo i maschi sono sempre così solerti quando si tratta di pulizie- ironizzò la sua testa, ignorando bellamente il fatto che ci fossero anche molte duellanti femmine
 
Iniziò a girare tra i tavoli portandosi dietro il trabiccolo che reggeva i vari sacchi della spazzatura.
L’idea era di raccogliere, partendo sempre dalle situazioni più disperate, prima la spazzatura più evidente (cartacce o bottiglie), poi polvere, briciole o terra e infine macchie e impronte da eliminare col detergente, ma sin dai primi due banchi le fu chiaro che non sarebbe stato così semplice.
 
“COME DIAMINE HANNO FATTO A RIUDURLO COSÌ?!!!” imprecò non riuscendo più a trattenere nella testa la rabbia che quello strano mix di stanchezza fisica e esasperazione le stava facendo montare
 
“Che succede?” replicò a sorpresa una voce distante
 
Ok, questo era davvero strano; Mika era ASSOLUTAMENTE CERTA che tutti i duellanti avessero lasciato il club almeno mezz’ora fa, per cui o doveva chiamare in fretta sua zia perché aveva bisogno di un esorcismo, oppure…
 
“Chi è lei, mi scusi?” domandò con titubanza, forse qualche parte di lei pensava davvero fosse uno spirito
 
“Mika? Sei tu?”
 
“Certo che sono io, è mio questo club” sibilò cominciando a spazientirsi
 
“E allora come fai a non riconoscermi” disse lui mostrandosi, dal piano superiore, finalmente al pubblico
 
“Wataru?!” esclamò la donna stupita “cosa ci fai ancora qui e soprattutto come è possibile CHE IN TUTTO QUESTO TEMPO NON TI SIA PASSATO NEANCHE PER L’ANTICAMENTE DEL CERVELLO DI AIUTARMI?!!!”
 
Visti i toni delicati, l’uomo sulla trentina scese al pian terreno e, montata la faccia più contrita (e più falsa) di cui fosse capace, si presentò davanti alla manager, intenta a vagliare mentalmente i metodi d’omicidio più creativi e cruenti praticabili in quella situazione.
Vedendoselo arrivare davanti con quell’espressione credibile più o meno quanto regalatale da quell’idiota (jazzy) del Battle Spirits Santa, la padrona di casa arrivò a pensare che in fondo così tante culture dedite al cannibalismo non potessero sbagliarsi di molto, ancora meglio se con cottura a fuoco lento; per fortuna (dell’altro) quell’istante di follia fu appunto solo un istante e, recuperato l’autocontrollo, la sua mente ricordò a Mika che era una vera signora, lei, e le vere signore non ammazzano le merde, nemmeno quando sono tanto, tanto, tanto merde.
 
Inspirò ed espirò per alcuni secondi, poi riprese in mano il filo del discorso da dove l’aveva lasciato solo trattandolo molto più gentilmente… quasi.
 
“Ti dispiacerebbe spiegarmi perché sei ancora qui?” domandò in apparente tranquillità, ma con le labbra disposte in un inquietante sorrisetto sociopatico “possibilmente in meno di trenta secondi”
 
Le arti intimidatorie della bionda funzionarono così bene che l’uomo non riuscì, nel tempo stabilito, a produrre nessuna frase di senso compiuto e solo “l’enorme magnanimità di Mika” (parole sue) gli permise di arrivare a biascicare qualcosa di vagamente comprensibile riguardo ad un incontro con un amico li al club.
 
“Un amico? Strano, io non aspetto nessuno, ho perfino messo il cartello su “chiuso”; chi dovrebbe…”
 
Quella domanda non venne mai posta perché, proprio in quell’istante, le porte automatiche si spalancarono permettendo ad un gelido vento, quasi invernale,or di inondare il locale e i suoi avventori; quando poi si richiusero, oltre ai brividi, all’interno dell’edificio restò anche una nuova voce, eccessivamente alta e ancor più eccessivamente entusiasta.
 
“OI GENTE!” esclamò quello, praticamente urlando “COME È ANDATA LA GIORNATA?”
 
La padrona di casa sentì risalire forte il desiderio di porre fine ad una vita, poi che fosse la sua, quella di chi gli stava davanti o quella di colui che era appena entrato poco importava.
 
-Mannooo!! Nononononoooo!!!- imprecò -l’avevamo spedito in Hokkaido, questo imbecille, come diavolo ha fatto ad arrivare qua in meno di mezz’ora, col teletrasporto?!!-
 
Con un tono vocale comparabile agli infrasuoni udibili solo dai cani, il signor Wataru Oikawa sia accostò alla donna per farfugliare un titubante “posso?”; ella colse perfettamente il messaggio e, dato che era particolarmente “canina” quel giorno, passò i seguenti cinque secondi a decidere se acconsentire alla richiesta o azzannarlo alla gola.
Per fortuna dell’uomo (che quel giorno doveva averne molta) alle qualità di cane subentrarono le qualità di duellante e, con una perfetta faccia da po… pardon, da Battle Spirits, si mosse di lato lasciando al trentenne la possibilità di avvicinarsi e accogliere con un abbraccio il nuovo arrivato: l’ex campione del mondo, Arata Yakushiji… il quale aveva tante buone qualità ma, a differenza dell’amico, non doveva avere molta fortuna quel giorno, visto che la prima cosa che fece nello stringere la mano all’altro fu rovesciare una sedia su cui stava appoggiato un bicchiere ancora mezzo pieno.
 
“Mmmmmeessscusate signori” sussurrò Mika, tentando di sopprimere le migliaia di tic nervosi che in quel momento pervadevano il suo corpo “vi pregherei di portare avanti la vostra conversazione al di fuori del locale”
 
I due fecero come era stato loro “richiesto” e uscirono a parlare sulla strada lasciando la gestrice sola nel suo luogo di lavoro a lavare. Per quanto l’avessero fatta arrabbiare, la donna non poteva negare che fosse incuriosita dal perché di quell’incontro e iniziò l’opera di pulizia dalle postazioni più vicine alle porte in modo da riuscire a cogliere qualche frammento di quella conversazione; fu molto poco ciò che captò, ma alcune parti gli giunsero molto chiare: qualcosa riguardo “lavoro” e “turno” collegati al nome Mitsuo, il più storico amico di Arata, poi un accenno a “duelli interessanti” e altri nomi noti come quelli di Kataru e Isami.
Conclusa l’intercettazione, si allontanò leggermente dalla porta al momento dei saluti e attese che il campione rientrasse nell’edificio.
 
“Si può sapere come mai sei qui?” chiese la bionda, ancora piuttosto irritata “ti abbiamo pagato anche la camera”
 
“Beh, c’è comunque Ino…”
 
“Già, peccato che la stanza sia a nome tuo” lo interruppe la donna “e lei di nome faccia Yui Inoue”
 
“Touché”
 
“Allora, vuoi dirmi o no per quale motivo sei tornato qui?”
 
“Pensavo fosse ovvio, domani è il giorno di pausa” rispose quello “io ho un lavoro”
 
“E quante volte la cosa ti ha fermato negli ultimi… mmm, vediamo… dieci? Quindici anni? Forse anche venti?”
 
“Ehi, vent’anni fa ero ancora studente”
 
“Quello infatti È un lavoro” sentenziò la barista “e sinceramente, se fosse stato un mestiere stipendiato, tu non avresti mai meritato una paga”
 
“Ahah, vedo che il gunslinger ti ha messo di buonumore” la prese in giro lui “e comunque, visto che ti interessa tanto saperlo…”
 
“Non mi interessa affatto!!” sbraitò lei, rossa come un pomodoro
 
“… l’ho fatto per Mitsuo” proseguì l’uomo incurante dell’imbarazzo dell’altra “dalla scuola al lavoro, è una vita che copre le mie assenze senza chiedere nulla in cambio”
 
La donna si addolcì a quelle parole e non poté fare a meno di pensare che, idiota o no, fosse davvero fiera di lui; tra le moltissime leggende (o balle, come preferiva lei) che si raccontavano sul conto di Arata Yakushiji, pochissimi erano a conoscenza della lunga amicizia tra lui e Mitsuo Kimura e lei era una di quei pochissimi.
 
“Senza dimenticare la volta che gli hai chiesto di scaricare Roller Izumi per te, vero signor cuor di leone?”
 
“E come potrei” replicò il castano “è stata l’unica volta in cui mi HA CHIESTO qualcosa in cambio”
 
“Sei stato… sei molto fortunato ad averlo come amico” affermò lei “te l’ha mai detto che, dopo che lui ha portato a termine il TUO compito, Izumi gli ha morso un braccio”
 
“Ahi!” esclamò simpatetico “no, non mi aveva mai detto niente, anche se la fasciatura che aveva il giorno dopo mi aveva suggerito qualcosa”
 
“E cosa, che forse dovresti ripensare il tuo tipo ideale di ragazza?”
 
“Quella, cara mia, sarebbe un’impresa impossibile” replicò Arata con voce calda e ferma “la ragazza dei miei sogni è una e una sola: indipendente, intelligente, grintosa fino ad avere punte di violenza ma, al tempo stesso, dolce e sensibile… ed anche bellissima fisicamente, ma quello non era necessario”
 
Aveva avuto l’audacia di recitargliela tutta guardandola dritta negli occhi, quel maledetto, e ora lei non poteva fare a meno di sentirla risuonare nella sua testa.
 
L’aveva udita centinaia, forse migliaia di volte, quella stupida specie di formula magica, ma mai prima d’ora era stato così diretto.
Lo sapevano tutti quello che provavano l’uno per l’altra, e quegli stessi tutti sarebbero stati pronti a giurare che tutto ciò non avesse nessun senso; e come potevano averne? Erano una determinata e sofisticata tsundere in carriera e un Peter Pan con una sublime capacità strategica e un enorme spirito di gruppo.
Eppure avevano sempre funzionato… come amici; si certo, lui flirtava con lei ogni volta che la vedeva, ma non era serio.
 
Lei lo conosceva bene, sapeva com’era quando faceva sul serio.
 
Ora stava facendo sul serio.
 
Ma perché? Perché rischiare? Perché voler cambiare qualcosa che funzionava bene? E perché pensava che, di tutti quelli che avevano passato, fosse proprio quello il momento giusto?
 
Avrebbe tanto voluto porgli una qualunque di quelle domande, forse persino tutte quante, e invece le sole cose che ebbe il coraggio di porgli furono uno spazzolone con straccio annesso e una scopa che lui, con sua grande sorpresa, accettò di buon grado.
 
Per la seguente ora, nel club Kisaragi di Kadode il solo rumore che si sentì fu delle scope e degli stracci che sfregavano su tavoli e pavimenti; i due avventori non si guardarono più nemmeno negli occhi, pensarono solo al lavoro e, in tempi relativamente brevi, infatti riportarono il pianterreno ad una condizione accettabile, potendo così passare a quello superiore.
Anche di sopra, quel tacito accordo venne mantenuto e, ancora nel più totale mutismo, occuparono i successivi quaranta minuti circa nella pulizia. Quando ebbero concluso quella prima rapida passata, Mika si abbandonò su una delle sedie ad osservare i frutti del loro lavoro e Arata si sedette sul tavolo accanto a lei, intento ad osservarla; solo allora ritornarono a guardarsi in faccia.
 
“Perché hai smesso di duellare?”
 
La donna sospirò e replicò la malinconia della voce dell’amico nel suo sorriso; era quasi un contrappasso per tutte quelle domande che lei non era riuscita a fare, ora ne aveva posta una lui ed era LA domanda, quella a cui lei non aveva mai voluto rispondere. Sapeva benissimo che quel quesito fosse molto di più del suo significato letterale era un “perché non hai voluto inseguire quello che sembrava il tuo grande sogno?” o, e forse ancor di più, “perché non hai voluto conquistare il mondo di Battle Spirits assieme a me?”.
 
Si guardò intorno per poi tornare a concentrarsi sui suoi occhi, sulla sua espressione gentile ma salda, e lo capì: non sarebbe riuscita ad uscirne stavolta.
 
“Quando il mio spirit chiave, Grande Angelia Mikafar, ha subito il ban dalla fed…”
 
“Oh, smettila con questa storia!” imprecò l’altro arrabbiato come non era mai stato con lei “avresti potuto usare l’altro mazzo, quello dell’eremita di Battle Spirits”
 
“NO CHE NON AVREI POTUTO!!” ribatté furiosa lei, prima di calmarsi all’improvviso “scusami… ma no… non avrei potuto mai usare quel mazzo in un duello reale”
 
“Ma perché”
 
“Per una cosa che mi ha detto la persona che più stimo al di fuori della mia famiglia”
 
“Io” fece l’altro in tono scherzosamente allusivo
 
“il professor Saimon, asino!” reagì lei colpendolo con un amichevole pugno “lui ripeteva che lo sport, per lui, era uno dei modi più puri per esprimere se stessi e, a me, questa visione così poetica della pratica sportiva… beh, a me piace moltissimo”
 
“Non ti facevo così sentimentale” commentò il castano “e comunque ancora non capisco quale sia il nesso”
 
“Perché tu non mi hai mai realmente visto recitare la parte dell’eremita di Battle Spirits” rispose quella “vediamo di farla più semplice possibile: secondo te, normalmente, io contro l’Hajime dei regionali di due anni fa avrei perso?”
 
“Mai nella vita”
 
“Quando faccio l’allenatrice io scherzò, spiego le mie mosse all’avversario, sbaglio anche volontariamente se necessario” elencò la barista “non potrei mai in un vero duello e allo stesso modo non potrei duellare con un mazzo che non mi rappresenta”
 
“Eh?!”
 
“Non ci hai mai fatto caso? È come aveva detto il professore, ognuno di noi è perfettamente rappresentato dal suo mazzo” chiarì la giovane donna “Kobushi è un vero vassallo e infatti usa il colore più celebre per le strategie di supporto, il verde; il blu, più tecnico e particolare, è il colore prediletto da un ragazzo intellettuale e raffinato come Manabu; l’ambiziosa e pragmatica Kimari preferisce su tutti il viola, quello che più sfrutta gli scarti e il sacrificio dei propri spirit; infine una ragazza come Chihiro, timida e introversa, si protegge dietro gli scudi del bianco, il colore difensivo per eccellenza”
 
Al campione sembrò aprirsi un mondo davanti agli occhi.
 
“Anche tu sei così, sai?” proseguì lei, sicura di avere la sua reazione
 
“Davvero?”
 
“Dietro al poster del grande e invincibile duellante ci siete tu e i tuoi amici di una vita che lo reggete insieme” raccontò “ti sono sempre stati accanto in ogni duello, come se lo affrontassero con te, e il tuo mazzo riflette tutto questo alla perfezione”
 
“Non ci avevo mai visto così tanto dietro a Sieg-Yamato-Fried e Sieg-Susano-Fried” scherzò l’uomo sapendo benissimo dove l’altra volesse andare a parare
 
“Io parlavo del tuo VERO mazzo” sottolineo lei
 
“Il giorno in cui tu e Mitsuo la smetterete con questa storia del “vero mazzo” sarà sempre troppo tardi; vorrei sapere perché vi ostiniate a ripeterla”
 
“Beh, non posso parlare per altri” fece la Kisaragi “ma per quanto mi riguarda…”
 
“Si credo di aver intuito” la interruppe lui, pure bruscamente
 
Stranamente la scortesia non ebbe gli effetti nefasti che normalmente avrebbe avuto, segno di come fosse una serata davvero particolare. La padrona di casa si alzò dalla sedia per andare ad appoggiarsi alla ringhiera e poter osservare più chiaramente il palco; sorrise malinconicamente.
 
“Tu e gli altri nemmeno capite quanto sia bello poter duellare con il mazzo che vi rappresenta”
 
L’amico ricalcò le sue azioni di prima e andò ad affiancarsi a lei in prossimità della barriera metallica; mise mano alla tasca sinistra della sua giacca marrone e ne estrasse il suo mazzo… il suo VERO mazzo.
 
“Lo porto sempre con me” ammise sorridente “dunque è questo il vero motivo per cui hai smesso”
 
“Già, quando Mikafar ha subito il ban prima ancora che potessi disputare un duello da professionista e compresi che la “Divina Mika” non avrebbe mai visto le luci della ribalta, decisi di ritirarmi… suona ridicolo anche solo a dirlo” raccontò “mi feci assumere come praticante da chi gestiva questo club e poi, una volta andato in pensione, io gli subentrai”
 
“E da li partisti per creare la catena dei Club Kisaragi, oggi diffusa in vari paesi del mondo”
 
“Mantenni la promessa che feci ai miei amici e al professore” concluse lei “feci in modo che il mondo, di Battle Spirits e non, conoscesse il nome della “Divina Mika”!”
 
“Beh, se avessi un bicchiere ti farei un brindisi” replicò l’altro alzando la mano destra “alla Divina Mika”
 
Risero divertiti fino a crollare per terra dall’ilarità, con la schiena appoggiata alla ringhiera e il palco alle loro spalle; cercando di riprendere fiato per qualche secondo, l’uomo si voltò d’istinto verso la sua amica che invece ancora ridacchiava quasi senza controllo… ed era stupenda.
 
“E se ti offrissero di la possibilità di disputare duelli ufficiali? Rinunceresti a tutto questo?”
 
“Non saprei” rispose “sono fiera di ciò che ho costruito; certo, non vorrei che questa fosse tutta la mia vita, ma non sono così sicura che duellare sia ancora ciò che desidero”
 
Estrasse anche lei il mazzo dalla tasca e ne pescò la carta in testa per osservarla; non che ne avesse bisogno per sapere quale fosse.
 
“Sono ridicola” sussurrò triste “ho trentaquattro anni e ancora non so cosa voglio fare da grande”
 
“Io credo non si sia mai grandi abbastanza nella vita” la consolò Arata “se davvero lo vuoi, hai sempre la possibilità di prendere una strada diversa”
 
Non la colse di sorpresa nemmeno per un secondo, quella risposta, anzi se possibile se l’aspettava: era la risposta più ovvia che potesse dare uno il cui obiettivo nella vita era sempre stato essere un eterno bambino, eppure sembrava che ci fosse qualcosa di nuovo dietro.
 
“Oh” esclamò “allora è per questo?”
 
“Cosa?” chiese l’altro confuso
 
“È questo il motivo per cui vuoi ritirarti”
 
Non l’aveva domandato, la sua era un’affermazione e, peraltro, così perentoria che Arata non ebbe nemmeno bisogno di risponderle.
 
“Cos’è che è cambiato?” lo incalzò lei
 
“Tante cose che ho visto e sentito, in questi ultimi anni, addirittura oggi stesso poco importa, e che, solo poco tempo fa, avrei ritenuto inimmaginabili” spiegò quello “in Hokkaido ho visto duelli in cui ho impiegato sei turni per intuire le relative strategie; nelle qualificazioni del blocco giallo Masaki Igarashi, che si faceva suggerire le mosse dagli avversari, ha battuto Isami Serizawa mentre qui il piccolo Ohizumi ha sconfitto Hajime; dulcis in fundo, quando ho chiesto ad Anthony chi tra Leonard e Oliver gli sarebbe succeduto lui mi ha risposto nessuno dei due perché entrambi erano stati battuti da un coetaneo di Oliver proveniente dal Belgio, una nazione che ai suoi esordi contava meno di dieci praticanti”
 
L’uomo sollevò il mazzo ponendolo in controluce come ci dovesse leggere un messaggio segreto, poi lo aprì a ventaglio e le osservò risplendere: ognuna delle sue compagne sin dagli inizi del suo viaggio.
 
“Al prossimo mondiale, oltre alla solita Argentina, parteciperanno altre tre nazioni sudamericane, esordirà l’Australia e le federazioni nel continente africano sono più che raddoppiate” constatò con un sorriso stranissimo, malinconico e felice al tempo stesso “è tutto un altro mondo, Mika. Quando noi abbiamo iniziato Battle Spirits era giocato solo nelle nazioni dell’asia orientale e in Russia mentre oggi la sua popolarità nel mondo è quasi comparabile a quella di sport quali calcio, basket o baseball”
 
“Beh, significa che abbiamo fatto un buon lavoro” osservò ella dolcemente
 
“Già… e io credo di non poter dare di più”
 
Nemmeno quella risposta la sorprese più di tanto, era chiaro che qualcosa stesse bollendo in pentola e una qualche parte di lei sentiva perfino di aver intuito qualcosa del tarlo che rodeva il suo amico; certo, lei era convinta si trattasse di fattori più strettamente inerenti al gioco, alle sue meccaniche e alla nuova saga che da li a breve sarebbe stata annunciata, ma in fin dei conti non aveva sbagliato più di tanto.
 
“È iniziato tutto quest’estate, quando in federazione mi hanno chiesto di fare da testimonial per la nuova e imminente saga” rivelò Arata “quel giorno io… per la prima volta non ho detto loro si; avevo sempre dato una mano volentieri al nostro ambiente ma quel giorno, quando me l’hanno chiesto, per la prima volta il mio istinto mi fece dare la risposta sbagliata”
 
“E quale sarebbe questa “risposta sbagliata”?”
 
“Se non fosse più adatto un altro, qualcuno di più giovane” rispose egli “loro ribatterono con un discorso pieno di buon senso: dissero che Tegamaru non era un poster-boy credibile poiché l’avere Dragone Amaterasu gli permetteva di non dover studiare carte e meccaniche nuove (oltre a conferirgli una certa aura di irraggiungibilità), che Hajime era solo un ragazzino peraltro, pur ricco, non abbastanza facoltoso da permettersi di bypassare impegni scolastici e quant’altro e che il resto dei semifinalisti era straniero e loro avrebbero preferito che ad annunciare la saga al mondo fosse un giapponese”
 
“Posso capirli” balbetto la donna con leggera titubanza “in fondo il gioco l’abbiamo inventato noi”
 
“E infatti io non ho contestato quella scelta” ammise Yakushiji “ma mentre mi parlavano io non riuscivo a non pensare ai miei amici che non vedo “veramente” da anni, a Mitsuo che avrebbe dovuto coprire ancora le mie assenze, a te, ai ragazzi ed è stato li che quel pensiero è diventato reale… gliel’ho detto!”
 
“COOSAA?!! GLI HAI DETTO CHE VOLEVI RITIRARTI?!” sbraitò quella “MA SEI IMPAZZITO PER CASO?! E LORO COME DIAVOLO L’HANNO PRESA?”
 
“Bene, si sono…”
 
“Davvero?”
 
“Si… cioè, li per li, hanno avuto un piccolo infarto di gruppo, ma poi…”
 
“Ah, volevo ben dire”
 
“La smetti di interrompere!” esclamò l’uomo trattenendo a stento le risate “comunque si, dopo un primo attimo di smarrimento, il colloquio si è fatto via via sempre più informale e, una volta capito che il mio non era ne uno scherzo ne una provocazione, è finita ad abbracci e brindisi”
 
“Cioè, tu avresti brindato con tre funzionari?”
 
“Di più, quello spumante era tenuto da parte specificamente per il giorno del mio ritiro” precisò “mi sono commosso e forse anche un pelino vergognato in quel momento… ma non sono ritornato sui miei passi”
 
“E allora quando?”
 
“Alla fine del mio ultimo duello ufficiale” rispose “al termine di esso, ufficializzerò il mio ritiro”
 
La manager arricciò il naso e assunse un’espressione vagamente corrucciata di fronte a quello strano (e, per lei, infantile) alone di mistero che l’amico si ostinava a mantenere, ma rispettò la sua scelta e non fece ulteriori domande sull’argomento.
Al contrario, molte e insistenti ne fece riguardo al futuro, domande a cui lui rispose solo in parte accennando a qualcosa riguardo il suo lavoro in municipio e biascicando qualcosa riguardo ad un incarico federale offertogli da quei funzionari.
 
“Non è male come idea” commentò la bionda “riusciresti a restare nell’ambiente e…”
 
“Cos’è per te Battle Spirits, Mika?”
 
La domanda dell’uomo attraversò la selva di quelle poste da lei e la colpì quasi di sorpresa, tanto che per alcuni secondi le parve quasi di non avere una risposta… anche se quella risposta, si rese conto, l’aveva già data prima.
 
“È il mio modo di esprimere appieno me stessa”
 
“Ecco, per me Battle Spirits invece è stato ciò che ha sviluppato le mie capacità di pensiero strategico, ciò che mi ha divertito con match, esibizioni e perfino con quelle parti del professionismo che all’inizio detestavo come le difese del titolo, ciò che ha fortificato le mie amicizie storiche e permesso di crearne di nuove, ciò che mi ha consentito di girare il mondo e visitare posti che il ceto sociale della mia famiglia mai mi avrebbe permesso di visitare” fece l’ex campione del mondo, inarrestabile come un fiume in piena “per me Battle Spirits è stata l’occasione di una vita ed io sono felice di averla colta”
 
Alzò istintivamente lo sguardo verso la sua amica ed interlocutrice trovandola con gli occhi lucidi; solo allora lo capì: era un perfetto discorso d’addio.
 
“Questo gioco mi ha dato tantissimo, forse tutto, ed ora sento sia arrivato il momento di cambiare partendo dall’ultima cosa che questo mondo mi ha regalato” continuò “in questi anni di duelli ho cercato di trasmettere a molti ragazzi la mia passione; da loro, oltre che dal mio altro lavoro, è arrivata la scintilla a vivere la vita fuori da quest’ambiente”
 
“In che senso?”
 
“Qualche mese fa, molti dei nostri giovani amici sono venuti da me per confidarsi; volevano dei consigli, ma non su Battle Spirits… solo consigli riguardo dubbi, problemi personali o segreti pesanti da sopportare” rispose lui “sono venuti Kouta, Chihiro, persino Manabu; scoprire che i ragazzi a cui ho cercato di trasmettere il mio amore per il gioco vedano in me molto più di un grande duellante, che mi ritengano una persona degna di tanta fiducia da confidargli i loro problemi mi ha fatto sentire… non credo nemmeno di saperlo definire a parole”
 
La bionda gestrice era quasi certa che se quel discorso fosse durato altri cinque secondi sarebbe scoppiata a piangere dalla commozione, quasi le dispiaceva rovinare quello splendido epitaffio con la sua domanda.
 
“E quindi, cosa hai intenzione di fare?”
 
“Tutto… niente… credo di non saperlo ancora con certezza” fece l’altro sincero “forse dovrò semplicemente fare come te: diventare grande”
 
“Vorrà dire che dovremo crescere entrambi” scherzò lei divertita
 
L’uomo sorrise sardonico.
 
“Già, dovremmo anche suggellare in qualche modo questo passaggio” dichiarò quello sornione mostrandole il mazzo “quando la Hero Championship sarà conclusa verrò qui  per un duello ufficiale; io ti sfido, Mika Kisaragi!”
 
In fondo era quello il bello di averlo come amico: un secondo prima sei tutta sorridente e commossa e forse lo vorresti perfino baciare mentre l’attimo seguente sei lì con un’espressione esasperata, i tic nervosi che ti pulsano in corpo e una flebile vocina nella testa che tenta disperatamente di convincerti che no, ammazzarlo facendolo rotolare dalle scale non è una buona idea (anche se l’altra vocina, quella che le urla di FARLO E BASTA, è decisamente convinta che qualunque tribunale le concederebbe la seminfermità mentale).
 
“Mi spieghi, razza di idiota” sibilò “cos’è che non hai capito di “non voglio duellare senza il mio mazzo”?”
 
“Ma questo duello prevede che tu USI il tuo mazzo”
 
Ok, adesso DEVE ammazzarlo… perlomeno per il bene dell’umanità; ormai non si tratta più di incomprensioni o pensieri fraintendibili, a questo mancano proprio le basi.
 
“Ceeerto” lo irrise la bionda “e immagino che il signor scemo del villaggio si sia scordato di un certo spirit che è parte del mio mazzo”
 
“Ho già pensato a tutto, sta tranquilla” ribatté lui con nonchalance quasi irritante “tu pensa solo a presentarti qui nel giorno stabilito”
 
Eh no, ora però stava cominciando a flirtare con l’insanità mentale; la situazione era così assurda e l’espressione di lui così irritantemente sicura che stava cominciando ad incuriosire davvero pure lei.
 
“E sia” accettò porgendo la mano “però, per una sfida del genere, è necessario che si sia un po’ di pepe”
 
“Pensavo lo stesso” replicò quello con l’aria di uno che la sapeva lunga “allora vediamo: se dovessi vincere tu… ci sono, farò aggiornare il tuo record professionistico personale eee ti farò assegnare, invece del semplice punteggio, il mio secondo posto nel ranking per un mese”
 
“Ma il ranking ormai è solo formale; non esistono più i punteggi, è tutto congelato”
 
“Non del tutto vero” sottolineo il castano “è vero che la classifica non ha nessun valore reale, ma non è affatto congelata e gode ancora di molta popolarità nell’ambiente; io ti concedo l’opportunità di farti un mese sopra Hajime, Manabu e tutti gli altri”
 
“Tranne Tegamaru però” lo prese in giro lei “sentiamo, e se invece dovessi vincere tu?”
 
“Io…” balbettò “io vorrei che accettassi un invito a cena… solo uno, poi potrai fare ciò che vorrai”
 
La donna arrossì e percepì un piacevole brivido percorrerle il corpo; certo, avrebbe voluto più tempo per pensarci ma la situazione si stava facendo così interessante. Forse aveva bisogno di un po’ di follia.
Alzò lo sguardo dalla mano al volto dell’amico e gli vide dipinta un’espressione titubante e preoccupata che non sembrava nemmeno sua.
 
Era adorabile.
 
“Ci sto!” esclamò Mika stringendo quella mano
 
Si, poteva farlo, un ultimo gioco prima di diventare grandi… insieme.
 
 
 
SPAZIO DELL’AUTORE
 
Buongiorno amici, sono molto felice di risentirvi e spero voi lo siate altrettanto.
 
Come vi avevo detto, capitolo piuttosto particolare oggi ma estremamente importante perché, fidatevi, non sarà un unicum: userò questo genere di capitolo ogni volta che avrò necessità di fare il punto della situazione su alcuni dei protagonisti della nostra vicenda (dove sono arrivati, cosa sentono, ecc.) e posso già dirvi che ne ritroverete altri così; non saranno per forza tre ogni volta, potrebbero essere di più ma più brevi o di meno ma più approfonditi e non saranno per forza gli stessi di questo capitolo ma sceglierò ogni volta coloro che avranno qualcosa da dire (e da dirsi) in quel determinato momento della storia.
 
Venendo poi ai contenuti del capitolo in senso stretto, per prima cosa questo capitolo introduce, nel suo ultimo spezzone, l’altro tema fondante di questa storia (anzi, a volerla dire tutta, sono presenti entrambi i temi) che è la domanda “Che cos’è per te Battle Spirits?”; a differenza di “Chi vuoi essere da grande?” questa sarà una domanda realmente posta all’interno dei vari capitoli ai molti personaggi di questa storia che daranno volta per volta la loro risposta e con essa aiuteranno (o almeno spero) voi lettori a far capire qualcosa di loro stessi, di cosa provano e di cosa vorrebbero essere.
Se volete fare un gioco, provate a segnarvi tutte le risposte date dai personaggi, avrete una panoramica completa del cast della nostra storia.
 
Per il resto, ammetto che il capitolo mi sia venuto un po’ melodrammatico ma è stata una mia scelta cosciente e che spero possiate apprezzare (se così non fosse, mi scuso). Il fatto è che a mio parere troppo spesso si trattano i problemi dei ragazzi banalizzandoli, minimizzandoli o addirittura ridicolizzandoli come se non contassero nulla (ascoltare “Adam’s Song” dei Blink 182 o “Welcome to My Life” dei Simple Plan o i Korn per capire che non è così).
Il secondo troncone è in particolare quello in cui secondo me il melodramma si fa più intenso e credo che mi sia venuto così perché accenno al bullismo e quindi la cosa si fa personale visto che anch’io, come tanti, l’ho subito. Purtroppo si tratta al tempo stesso di una delle pratiche più aberranti e più pervasive della società umana; il bullismo non ha età, di solito se ne parla riguardo ai ragazzi ma io ho sempre pensato che ci sia anche tra i bambini e perfino tra gli adulti con effetti che, purtroppo, conosciamo fin troppo bene; io posso solo sperare di aver reso, in questa storia, anche solo un minimo di giustizia a queste situazioni e di aver fatto tutto questo senza mai perdere completamente l’umorismo che contraddistingue questa storia.
 
Anzi, visto che ne ho citate alcune (e che anche il titolo si ispira ad un pezzo degli Offspring), dedico una canzone ad ogni troncone di questo capitolo:
 
Per Shizuku e Kimari - “Live Forever” degli Oasis.
Per Chihiro e Tegamaru - “Welcome to My Life” dei Simple Plan.
Per Mika e Arata - “Once” di Liam Gallagher. 
 
Non ho altro da dire, ci risentiamo col capitolo venturo che spero possa arrivare a breve.
 
Alla prossima e passiamo alle anticipazioni.
 
È il giorno prima dell’apertura del tabellone ufficiale e Kouta Tatsumi e Kataru Ohizumi hanno molto bisogno di aiuto: sono attesi al loro gran debutto ufficiale in un torneo contro due avversari probabilmente troppo duri per i loro denti da latte e loro vorrebbero solo dimostrarsi all’altezza; con l’aiuto degli amici e le giuste motivazioni, i due ragazzi dovranno dimostrare di essere all’altezza dei loro sogni, perché è a loro che toccherà aprire le danze al ritmo di… Ballate per piccoli fratelli.

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Capitolo 9
*** Episodio 8: Ballate per piccoli fratelli ***


Ballate per piccoli fratelli
 
 
 
-Pensino pure quello che vogliono- mugugnò mentalmente Hajime bevendo l’ennesima bibita portatagli da Mika -io non posso permettermi di perdere e, quindi, di stare a pensare a certi giochetti-
 
Chiuse un attimo gli occhi e, immediatamente, riuscì a materializzare di fronte a se le immagini dei suoi compagni del club, i suoi amici, che lo osservavano con aria delusa.
Il ragazzo sbuffò. Che diavolo volevano da lui, in fondo il giorno in cui avevano stipulato quello stupido patto loro lo avevano abbandonato all’università, non era nemmeno presente quando avevano stretto l’accordo, e poi lui non aveva mai acconsentito, e poi… e poi…
 
-… e poi hai paura di perdere contro dei dilettanti-
 
“Non sono dilettanti” sibilò rabbioso tra sé e sé
 
“Hai detto qualcosa Hajime?”
 
“Eh n-no, ni-niente” rispose trafelato alla barista che lo osservava con aria preoccupata
 
“Ok” sussurrò dolcemente, riempiendogli di nuovo il bicchiere “non preoccuparti per il conto, offre la casa”
 
“Grazie” rispose lui, quasi imbarazzato da tanta gentilezza
 
Vuotò il bicchiere con lentezza, come se ad ogni sorso corrispondesse un ripensare, ancora una volta e sempre più ossessivamente, agli eventi del giorno prima durante gunslinger; era furioso con se stesso, avrebbe dovuto essere assieme agli altri a festeggiare l’impresa di Kouta e Kataru, a cui era riuscito l’ingresso nel tabellone principale, e invece ancora una volta non riusciva a lasciarsi stare.
Richiamò la barista per poter avere un altro bicchiere d’acqua fresca e si sforzò di far scivolare via tutti quei pensieri molesti su future vittorie immeritate (o presunte tali) e sui suoi recenti marchiani errori, voleva perlomeno provare a godersi quel giorno di riposo in attesa del ritorno in campo per il tabellone principale.
 
In quel locale, al momento, aleggiava un silenzio quasi surreale; il grande salone, che nei due giorni precedenti era stato abituato a contare decine (se non centinaia) di presenze, oggi se non ci fossero stati gli adulti non avrebbe raggiunto i dieci clienti (Hajime compreso) e il piano di sopra, che nei giorni seguenti sarebbe stato pervaso da un rumorosissimo tifo, ora era muto come una tomba anche perché abitato da due che, in quel momento, erano così tesi da essersi quasi dimenticati come si parla... ovviamente, i sopracitati Kouta e Kataru.
 
Quando erano entrati, nessuno degli allora cinque frequentanti si era accorto di nulla e Hajime stesso era rimasto sorpreso quando i due, qualche minuto prima, gli avevano chiesto di fare un salto su per discutere qualche strategia; il ragazzo sbuffò appoggiando sul tavolo il bicchiere appena vuotato per la seconda volta, non aveva particolare voglia di parlare di BS (lui!) ma non poteva certo dire no al suo fratellino, specie dopo non essergli stato di nessun aiuto in quel breve momento di sconforto dopo la scoperta del suo primo avversario come semiprofessionista.
 
Si sollevò dalla sedia e diede un’occhiata veloce all’ambiente per vedere i suoi compagni di giornata: c’erano un paio di ragazzi, di cui non sapeva il nome, visti per la prima volta al gunslinger; c’era Chihiro che osservava di sottecchi un Kawashima che, a giudicare dalle occhiaie, non aveva dormito un secondo; c’erano i fratelli Hide e Hideji, cui a proposito doveva dei complimenti per il suo bel mazzo, intenti a parlare e a dare sfoggio dei rispettivi mazzi; infine, distanti dal resto della folla, stavano Arata e altri due uomini della sua età che il duellante non conosceva, ma che dovevano per forza essere suoi amici vista la cordialità con cui dialogavano.
Abbassò lo sguardo, evitando accuratamente di dare confidenze, e imboccò la scala a chiocciola che conduceva al piano superiore deciso a giungere in aiuto dei due fratelli minori bisognosi.
 
Quando li vide, si rese immediatamente conto che probabilmente aveva ampiamente sottovalutato il quanto fossero… ehm, bisognosi i due fratellini; il duellante della nazionale non riusciva davvero a capire come quei due, restando in silenzio tutto il tempo, avessero potuto fare un simile casino, con almeno una cinquantina di nuclei disposti su varie postazioni (non per forza corrispondenti ai tabelloni sui tavoli) e una pletora di carte sparse più o meno ovunque tra tavolo e pavimento.
 
-Ma che diavolo è successo qui?- si domandò -è scoppiata la guerra nucleare più silenziosa di sempre?-
 
Con discrezione, il nazionale fece per avvicinarsi al duo cercando di schivarne le attenzioni, purtroppo per lui le sue precauzioni si rivelarono del tutto vane e, solo con il suo primo passo, riuscì nell’ordine a: provocare uno strano rumore, come di una sassaiola; perdere l’equilibrio e lanciare un urlo di spavento; cascare a terra e, quindi, lanciare un altro urlo, questa volta di dolore, attirando l’attenzione di tutti i presenti e forse anche di tutta Kadode.
 
-Beh, ovvio che ci sia un mucchietto di nuclei per terra- commentò mentalmente il ragazzo, osservando spazientito le pietre che l’avevano fatto cadere -e perché non dovrebbero esserci? In fondo ci sono solo cinquanta altri tavoli vuoti-
 
Alzò lo sguardo, ovviamente imbarazzato per la figura da idiota appena fatta, ma la sola cosa che si trovò di fronte furono quattro occhi ancor più imbarazzati dei suoi, condite dalle classiche espressioni facciali di chi era appena stato colto con le mani nella marmellata.
A vederli in quello stato, il più esperto si intenerì e decise di rimangiarsi tutti i rimproveri e gli improperi a cui aveva pensato nel lasso di tempo tra la caduta e la presa di coscienza del perché fosse caduto; in fondo erano solo un ragazzino e un coetaneo storicamente timido e imbranato, peraltro al loro primo duello nel tabellone principale di un torneo ufficiale; era normale che fossero a disagio, anche lui lo era il… in realtà no, ma lui era una persona diversa, che non si preoccupava mai di niente se non di Battle Spirits.
 
-Ne sei proprio sicuro?- lo canzonò la sua voce interiore -stando agli ultimi tre mesi non si direbbe affatto-
 
Mandò prontamente a fanculo se stesso e ritornò a rivolgere la sua attenzione ai due disperati duellanti novizi. Dopo aver raccolto la maggior parte delle carte e convinto i due a fare ordine, il vicecampione mondiale si sedette accanto ai due e passò in rassegna i loro mazzi: almeno in quello era fortunato, avendo entrambi un mazzo giallo la strategia di base sarebbe stata la stessa, si doveva solo adattarla al relativo avversario.
 
“Ok, partiamo da te Kouta” fece il ragazzo “conosco Kimari e il suo mazzo come le mie tasche, per cui sarà più facile mettere in piedi un piano efficace, specie considerando che non utilizzerà ne Caotico Seimei ne Cleopatra
 
“Beh, il suo nuovo spirit non mi sembra così da buttare però” commentò il ragazzino visibilmente preoccupato
 
“E infatti quello è il nostro unico vero problema” spiegò il maestro “parliamo di uno spirit premio che, per quanto ne sappiamo, potrebbe essere sempre stato nelle mani di duellanti non professionisti, per cui cercare su BSTV un duello in cui sia stato usato per capire come affrontarlo è… decisamente una perdita di tempo”
 
Il morale dei due neofiti crollò a terra all’udire quelle parole; stavano perdendo pure quel poco di speranza che avevano all’inizio, se nemmeno il vicecampione del mondo Hajime Hinobori, che peraltro per Kouta era un idolo, era in grado di aiutarli chi avrebbe potuto? Forse solo Tegamaru e Arata, ma il primo era pressoché inavvicinabile senza un appuntamento e il secondo, negli ultimi tempi, sembrava costantemente essere impegnato in qualcosa, tanto da non aver nemmeno presenziato al gunslinger.
Dispiaciuto per la situazione in cui sentiva di star cacciando i due, Hajime si avvicinò a Kouta prendendo dalla tasca la sua penna ed estraendo un quaderno dalla sua valigetta scolastica; andando a memoria fece uno schizzo della carta compreso di immagine stampata e tutti i dettagli di gioco, concluse il tutto in circa cinque minuti: la figura era di certo stilizzata e parecchio lontana dalla rappresentazione reale, ma il resto c’era.
 
“Perfetto!” esclamò mostrando il pollice alto a Kouta “vieni qua, ora possiamo dargli un’occhiata”
 
Il ragazzo più piccolo si avvicinò e osservò la rappresentazione, effettivamente l’immagine avrebbe potuto essere qualunque cosa ma gli effetti erano scritti perfettamente.
 
“Partiamo dai vantaggi” iniziò Hajime indicando con la penna gli ideogrammi “l’effetto peculiare di questa carta è Immortalità; personalmente la considero una delle abilità peculiari, se non L’ABILITÀ PECULIARE, più difficili da sfruttare per via dell’impossibilità quasi totale di combinarla con la maggior parte degli altri effetti. Questo primo effetto, nello specifico, copre ben tre costi diversi, tutti e tre molto bassi e quindi facili da reperire, non è certo la miglior notizia del mondo ma ce ne sono di peggiori…”
 
Con un rapido gesto spostò la penna direttamente alla terza riga.
 
“Il secondo effetto è solo un’assicurazione contro la distruzione del mazzo, per cui non ci interessa” proseguì deciso il ragazzo, dando, di volta in volta, sfuggenti occhiate per assicurarsi di non aver perso l’attenzione dei suoi interlocutori “ciò che più ci deve preoccupare è il terzo effetto poiché permette a Kimari, contemporaneamente, di spostare una carta dagli scarti al fondo del mazzo, ingiocabile certo ma è un altro aiuto contro i deck out, e soprattutto di spostare due nuclei da uno spirit avversario alla riserva, una cosa molto da spirit viola; questa peculiarità è qualcosa che merita certamente attenzione ma, nel complesso, quello che abbiamo è una media di un effetto veramente pericoloso su tre, per trattarsi di uno spirit chiave non è chissà che”
 
Il minore dei Tatsumi sembrava recepire ogni singola parola di quel lungo discorso con la stessa attenzione con cui i soldati ascoltano gli ordini dati dal loro superiore; con lo sguardo seguì poi il nuovo spostamento della penna che viaggiò verso la parte alta del disegno, a segnalare gli ultimi dettagli.
 
“Paragonandolo ancora ai classici spirit chiave di Kimari, bisogna ammettere che i costi di evocazione ed elevamento sono probabilmente migliori (specie considerando che l’effetto burst Caotico Seimei non ne consente l’evocazione a zero), nulla di trascendentale, per carità, ma leggermente superiori lo sono” osservò prima di giungere agli ultimi due punti del suo discorso “i PB sono in linea con quelli dei soliti spirit chiave di tua sorella; ciò che davvero butta un po’ giù questo spirit è il genere, “Arti Nere” è una famiglia molto rara ed è difficile avere magie e nexus con effetti correlati all’appartenenza ad essa”
 
“Stando a sentire te, quasi non dovrei nemmeno preoccuparmi del nuovo spirit della sorellona” osservò Kouta molto più rincuorato
 
“Ecco, questa è una cosa che mai mi sentirai dire in tutta la mia vita” scherzò l’altro “in nessun modo inciterò mai un duellante a sottovalutare l’avversario o un suo spirit”
 
“Anche perché non ci faresti una bella figura” commentò Kataru “ti ricordo che, nella tua prima sfida contro Tegamaru, sei stato battuto da due Kakyuso
 
“Ehm, ehm, ma voi siete qui per imparare o per prendermi in giro?”
 
I due novellini preferirono rispondere con le risate rispetto che con le parole e, nonostante stessero sostanzialmente ridendo di lui, Hajime non poté che esserne soddisfatto: certo, fino al giorno del duello non avrebbe potuto sapere se i suoi consigli si fossero rivelati utili o meno, ma perlomeno era riuscito a far sentire a proprio agio i suoi due temporanei allievi, cosa molto importante specie per ciò a cui stava per arrivare.
 
“Per quanto riguarda te, Kataru, l’aiuto che posso darti è davvero molto relativo” ammise un po’ sconsolato “questo Yukio l’ho visto duellare meno volte di te, per cui conosco lui, le sue strategie e il suo mazzo esattamente al tuo stesso livello, forse anche meno”
 
“Non ti preoccupare, già lo immaginavo”
 
“Posso solo darti qualche consiglio generico in base alle mie esperienze” esplicò il ragazzo con la fascetta “per affrontare un avversario che sai essere più forte di te devi: mantenere sempre alta la tua concentrazione e prenderti il tuo tempo per ogni mossa; non escludere a priori nessuna mossa avversaria, le (brutte) sorprese sono sempre dietro l’angolo; e, infine, non lasciare che lo spirit chiave avversario diventi un’ossessione… ok, questa è personale, lo ammetto”
 
Non lo disse per caso, la sua mente ricreò l’immagine di quel suo primo duello contro Tegamaru, quello della sconfitta ai regionali. Ne riuscì, in particolare, a ripercorrere interamente un paio di turni e, come sempre, dovette ammettere come non fosse un bello spettacolo; escluso il recente duello contro Manabu, quello era stato di gran lunga il suo peggior duello e l’unico per cui il suo idolo, Arata Yakushiji, l’aveva apertamente rimproverato.
Quella era stata una delle giornate più dure della sua vita, almeno fino ai giorni più recenti.
 

 
… cominciava a diventare un po’ troppo ricorrente, quella formula.
 
 
“Ho un ultimo consiglio per te, Kataru” riprese il vicecampione di BS “so che, visto il tuo carattere, ti risulterà difficile farlo, ma non lasciare che questo Yukio Kawashima ti entri nella testa”
 
Il rosso coetaneo lo osservò con uno sguardo interrogativo.
 
“È per una cosa che mi ha detto tuo fratello” spiegò “mi ha raccontato che, durante il duello, questo Kawashima… gioca con te: all’inizio si mostra disinteressato e dosa le parole, poi invece ti punge con allusioni e ironie; ti fa perdere la calma fino a che non cominci a fare errori e a sconfiggerti da solo”
 
“E come lo batti uno così?”
 
“Io… non lo so” ammise tristemente “non sono molto bravo a capire le persone, non riesco a costruire rapporti se essi non comprendono in qualche modo Battle Spirits e non ho nemmeno abbastanza esperienza come duellante per darti il giusto consiglio”
 
Kataru soppesò le parole di Hajime e si rese immediatamente conto che aveva ragione: che senso aveva chiedere consigli su come battere Kawashima ad uno che non l’aveva mai visto duellare in prima persona; pensò a come, ancora una volta, si fosse dimostrato un codardo e uno stupido, ma, per una volta, quel pensiero non lo abbatté, anzi fu la base per un ragionamento che lo condusse ad una nuova soluzione.
 
“E… se lo chiedessi ad Arata?”
 
Al ragazzo con la fascetta non parve quasi vero di aver udito quelle parole, tanto che si zittì con un’espressione sorpresa sul volto; poi però quell’espressione trasfigurò in un convinto sorriso, era bello vedere che tutto il lavoro fatto per insegnare all’amico a non abbattersi alla prima difficolta era servito.
L’idea era eccellente, come confermarono gli altri due, e il più giovane degli Ohizumi era deciso a metterlo immediatamente in pratica; a differenza dell’Hinobori infatti, il rosso sapeva benissimo dove trovare il campione del mondo, da poco uscito dal club, nella sua vita di tutti i giorni.
 
“Ci ritroviamo stasera a casa tua, Kouta?” chiese, raccogliendo le sue carte, il ragazzo grassottello al più piccolo della compagnia
 
“Ok” replicò l’altro
 
E, ricevuto quell’assenso, Kataru Ohizumi scese al piano inferiore e, con passo insospettabilmente spedito, uscì dal club per imboccare quella che era una delle vie principale della città; la seguì fino ad arrivare ad un imponente edificio dall’aria moderna e austera al tempo stesso in cui entrò senza esitazione raggiungendo, al suo interno, la postazione all’ingresso.
 
“Buongiorno signora Yamanouchi” esordì il rosso salutando l’impiegata
 
“Buon… signorino Ohizumi? È lei?” domandò lei “cosa ci fa da solo in municipio?”
 
“Ehm, si” fece l’altro imbarazzato “i-io cercavo Arata”
 
“Il signor Yakushiji” lo corresse lei
 
“G-già, i-il signor Yakushiji”
 
“Passa di qua” suggerì la donna indicando una porta accanto a lei
 
Il quindicenne imboccò quel corridoio e si ritrovò nel dietro le quinte della sala d’attesa municipale dove l’ex campione del mondo e altri due “loschi figuri” erano intenti a lavorare per la comunità… da leggersi come “fare giochi di prestigio con le carte da BS”.
 
“Ehm ehm, Papà sarà molto felice di sapere cosa combinate qui” scherzò il ragazzo appena entrato
 
“Toh guarda, il signor figlio del sindaco” replicò Arata facendo venire un colpo ai suoi due amici che, infatti, cascarono dalle loro sedie come pere
 
Normalmente una scena del genere avrebbe fatto esplodere Kataru in una fragorosa e incontrollabile risata ma, per loro fortuna, quel giorno era troppo teso per pensare a divertirsi; in fondo aveva anche un ruolo istituzionale da rispettare, non poteva lasciarsi andare troppo.
Passò tra i due “cadaveri” osservandoli con un’aria altera esageratamente artificiosa, tanto che sarebbe risultato più credibile come pupazzo di un ventriloquo che come persona, a cui inspiegabilmente i malcapitati parvero credere visto che, dopo essersi goffamente rialzati, si misero perfino sull’attenti.
 
“Calmi signori” li blandì il giovane “guardate che mio padre non è mica l’imperatore”
 
“Si si, ci scusi”
 
“Di nulla” concluse il rosso rivolgendosi poi ad Arata “credevo che oggi fosse di turno il signor Kimura”
 
“Ricordi bene ragazzo, ma sono tornato al volo dall’Hokkaido per permettergli di prendersi una giornata di riposo” spiegò il campione “Mitsuo ha coperto tutte le mie assenze per motivi di carriera sportiva, ora tocca a me fare qualcosa per lui”
 
“Nobilissimo proposito, ma te ne vorrei proporre uno altrettanto nobile” fece il rosso con un tono da venditore porta a porta “aiutare un povero ragazzo ad allenarsi in vista del suo esordio da semiprofessionista contro un avversario fortissimo”
 
“E questo povero ragazzo avrebbe anche un nome?”
 
“Daiii, per favoreee!”
 
“Ma tu sei proprio sicuro di avere quindici anni?” scherzò “e va bene, aspetta la fine del turno e vedrò cosa posso fare”
 
L’Ohizumi lanciò le braccia al cielo in segno di esultanza e uscì di volata dal locale dirigendosi verso l’accoglienza; i due funzionari attesero di essere certi che il rampollo fosse fuori dal “raggio d’azione” delle loro voci per rilassarsi e lasciarsi andare ad una grassa risata.
 
“Se non lo sapessi già, non direi mai che quello è il figlio del nostro sindaco” osservò uno dei due
 
“Già, suo fratello è molto diverso da lui” replicò Arata, riportando lo sguardo sullo schermo del computer
 
“Il signorino Manabu? Altroché” commentò l’altro, anche con una punta di cattiveria nella voce “lui si che è un erede vero e degno di suo padre”
 
Arata sorrise divertito: era bello che ci fossero momenti in cui il peso delle confessioni dei suoi ragazzi risultasse meno opprimente e più… divertente, in un certo senso.
 
“Forse avete ragione” fece l’ex campione del mondo “eppure, tra i due, è Kataru quello che sa cosa vuole fare da grande”
 
“Cosa intendi dire?” gli chiese uno dei due colleghi
 
“Oh, nulla” minimizzò
 
Ma lui sorrideva ancora.
 
 
 
“Allora, proseguire dritto fino al parco, attraversarlo, prendere la seconda perpendicolare e arrivare circa alla metà della via” ripeté ad alta voce il ragazzo cercando di visualizzare mentalmente il percorso appena raccontato; era stato a casa della famiglia Tatsumi davvero poche volte considerando che lui e la primogenita erano… circa amici da quasi tre anni, per questo motivo, ad ogni passo, sentiva il bisogno di ripercorrere nella sua testa tutta la strada.
 
Si, era di certo per quello che lo faceva… quello e, forse, perché pensare alla strada lo faceva pensare all’allenamento con Kouta e pensare all’allenamento lo aiutava contemporaneamente a tenere a mente il meeting strategico avuto con Arata e ad ignorare lo scomodissimo borsone con il necessario per passare la notte che doveva trascinare dietro.
 
Quando si dice “prendere due piccioni con una fava”
 
Battutacce a parte, il confronto con l’ex campione del mondo era stato particolarmente proficuo; mai nella sua vita il giovane aveva ricevuto una lezione così esaustiva e stimolante, non che fosse una sorpresa visto che la lunga carriera professionistica dell’insegnante gli aveva permesso di avere esperienze con quasi ogni tipo di duellante e che spiegare concetti complicati in modo semplice era praticamente il suo “vero lavoro”, ma alcuni degli spunti che gli aveva offerto erano stati decisamente interessanti e originali.
 
La parte più entusiasmante, tuttavia, era stata senza dubbio la pratica.
 
Già perché, per potergli chiarire meglio alcuni concetti, Arata aveva ritenuto molto più educativo mostrarglieli di persona e così avevano duellato non una ma ben tre volte, ognuna con una lezione diversa da spiegare.
Era stato meraviglioso; per qualunque appassionato di Battle Spirits, duellare contro Arata era come, per un appassionato di calcio, giocare con la propria squadra del cuore contro Diego Armando Maradona e poco importava che all’Ohizumi fosse riuscito di rubargli solo quattro vite in tre duelli.
 
Ciò che aveva realmente preso da quell’uomo non era quantificabile con i numeri.
 
Il suo cervello recuperò dall’archivio l’ultimo di quei tre duelli, quello che aveva sfruttato per approfondire l’ultimo insegnamento.
 
Era certo che, se non gli lo avesse spiegato Arata in persona mettendolo poi in pratica contro di lui, mai in tutta la sua vita il giovane Ohizumi avrebbe anche solo considerato l’idea si potesse portare avanti un piano del genere e il perché gliel’aveva detto proprio il campione del mondo stesso: era una strategia decisamente rischiosa e che, in caso di non perfetta esecuzione, avrebbe sicuramente portato ad una figura di merda.
 
-Però potrebbe essere la tua unica occasione-
 
La sua voce interiore gli aveva ripetuto quasi l’esatta frase che l’ex campione del mondo aveva pronunciato per convincere lui (notoriamente né un cuor di leone ne uno particolarmente “immune” alla pressione sociale) ad adottare quel piano così complicato e labile in vista del suo primo duello da professionista; durante tutto l’allenamento era stato sempre tanto diretto quanto onesto con lui e, per Kataru, questo era un grande plus visto che aveva imparato dal fratello maggiore sia a diffidare di lecchini e adulatori sia a non indorare troppo le eventuali pillole… in più era storicamente abituato a pensare il peggio.
 
Per questo non fu sorpreso quando l’uomo gli disse la verità e cioè che, quasi certamente, avrebbe perso il duello; non fu però neanche irritato dalla dichiarazione poiché, subito dopo, lo stesso Arata gli indicò la giusta strada.
 
“Gli altri consigli che ti ho dato” gli disse al termine del terzo duello “sono lezioni generali valide per ogni duello, quello che ti ho appena mostrato invece potrebbe essere la tua unica occasione di vincere; so bene che si tratta di una strategia difficile da improvvisare in poco tempo e che non sei tipo da arrischiare cose così azzardate, ma…”
 
-se davvero vuoi diventare, e so che lo vuoi, un duellante professionista allora devi duellare per vincere, sempre-
 
Da un paio d’ore, quello era diventato il suo mantra personale; aveva ragione quell’uomo, per migliorare si DEVE assolutamente passare al livello successivo e lui desiderava farlo… anzi ancora di più, l’avrebbe fatto di sicuro.
 
-Sempre, sempre, sempre, semp…-
 
Ecco, magari ipnotizzarsi da solo con il proprio mantra non era proprio la più grande idea dell’universo.
 
Trafelato, il ragazzo fece per soccorrere il malcapitato con cui aveva inavvertitamente giocato agli autoscontri ma, non appena gli arrivò vicino, si rese conto che quello fosse già in compagnia di un benefattore.
E anche che non fosse un “quello” ma una “QUELLA” e, perdipiù, una quella conosciuta.
 
“Chihiro?” chiese lui sorpreso
 
“Kataru?” replicò lei
 
“Hanzo!” completò il terzo, prendendoli in giro entrambi
 
Nel vedere la faccia inebetita del minore, probabilmente impegnato a ricercare un “Hanzo” tra i suoi conoscenti, la ragazza ebbe un moto di pieta… ok, in realtà prima si mise a ridere, poi però ebbe davvero pietà di lui e venne in suo aiuto.
 
“Non farti venire il mal di testa, Kataru” consigliò “a parte Tegamaru e Kobushi, nessuno di voi può conoscerlo se non di fama: lui è il fratello di papà, mio zio Hanzo Kusakabe”
 
Al povero Ohizumi junior parve di regredire alla imbarazzante e perennemente sottomessa versione di se stesso di prima delle vittoriose elezioni alla rappresentanza studentesca delle medie; avrebbe voluto sparire, non solo non aveva riconosciuto un importante membro della prestigiosa famiglia Kusakabe, apparso molte volte sui giornali, ma aveva anche supposto che si trattasse di un servitore; bene ma non benissimo.
Per sua fortuna, Hanzo Kusakabe nella vita di tutti i giorni era molto diverso dall’austero, organizzato e silenzioso collaboratore del fratello descritto dalla stampa, nonché all’esatto opposto rispetto all’immagine che Kataru, e chiunque altro, aveva di un miliardario dall’antica tradizione nobiliare.
 
“Sei sicura che sia un duellante Chihiro?” scherzò ancora “questo trema più di tua madre nel giorno in cui sei nata”
 
“Zio, per favore!” ribatté divertita
 
“Che c’è?”
 
“Già Kataru è uno che si imbarazza facilmente, se ti ci metti anche tu non ne viene fuori più”
 
“Scusami ma per cosa si dovrebbe imbarazzare?”
 
“Beh, a dirla tutta lui si imbarazza per ogni cosa” precisò la ragazza
 
“EHI, SONO ANCORA QUA!” sbottò il rosso
 
“Vero, scusaci” fece la Kusakabe contrita “a proposito di questo, cos’è che staresti facendo qua?”
 
“Ho appuntamento da Kouta, ci alleniamo per il duello” rispose l’altro
 
“E lo zaino?” domandò il terzo uomo
 
“Ho deciso di trascorrere li la notte” spiegò, mostrando fiero il borsone “qua dentro ho tutto il necessario”
 
Forse fu perché le difficoltà del periodo l’avevano molto provata e aveva voglia di compagnia, o forse dipese dalla conversazione avuta il pomeriggio di ieri con Tegamaru ma in quel momento Chihiro non poté non pensare che anche a lei servisse un po’ di compagnia.
Lanciò una rapida occhiata al suo accompagnatore sicura che avrebbe capito, così fu e difatti quello rispose indicando il borsone e mugugnando qualcosa da quasi inudibile con uno sguardo dubbioso dipinto sul volto; lei però non si lasciò scoraggiare e l’uomo, alla fine, dovette limitarsi ad allargare le braccia in segno di resa prima di trovarsi a richiudere in un abbraccio quando lei gli corse addosso per ringraziarlo.
 
“Grazie” sussurrò
 
“Promettimi che chiamerai i tuoi genitori” replicò Hanzo
 
“Sicuro” concluse lei e andò ad affiancare un Kataru che capiva sempre meno di cosa stesse succedendo.
 
Salutarono l’uomo e proseguirono assieme fino alla casa di Kimari e Kouta, dove vennero accolti da una Tatsumi Hanayo che appariva tanto sorpresa quanto eccitata da quella visita inattesa; non capita tutti i giorni di avere ospiti nella stessa serata il figlio del sindaco di Kadode, della cui presenza comunque era stata avvisata, e l’erede di una delle famiglie più ricche e prestigiose della nazione
Con notevole prontezza la padrona di casa aggiunse un posto alla tavola già imbandita per la cena e ringraziò i kami di aver ampiamente abbondato, come spesso accadeva, con le dosi del pasto; già seduto al tavolo, il capofamiglia salutò i nuovi venuti e li invitò ad abbandonare un attimo i loro bagagli (o, meglio, bagaglio, visto che Chihiro non aveva nulla con se), poi richiamò sonoramente i suoi figli.
 
La prima a scendere fu Kimari che, per la verità, era totalmente intenzionata a presentarsi con un’imprecazione già carica in canna e pronta da sparare al povero Ohizumi ma per fortuna (soprattutto di Kataru) la vista di Chihiro la fece immediatamente desistere; non le andava di fare la figura dell’infantile di fronte alla sua matura e sofisticata amica altolocata.
Le faceva quasi strano pensare che solo pochi anni fa pensava di convincerla a finanziare la sua campagna per la dominazione mondiale: la Kusakabe era allora quanto di più lontano dall’uomo, o in questo caso donna, d’affari una persona potesse immaginare, un po’ carente di polso e, ancor di più, totalmente priva di pelo sullo stomaco, e solo adesso sembrava dimostrare alcune qualità (quelle un pelo più edificanti) tipiche della categoria… un vero peccato che nel frattempo Kimari avesse rinunciato al suo obiettivo.
 
-Se ci penso un’altra volta finisce che riconsidero le mie scelte- rifletté la castana avvicinatasi agli ospiti per dagli il benvenuto
 
“Come va?” domandò educata Chihiro “sai non ero sicura di trovarti; ci speravo, certo, ma sinceramente pensavo fossi con Hajime”
 
“Cos… e perché?!” rispose lei con un tono leggermente alterato, come fosse stata colta di sorpresa
 
“Beh, è un periodo un po’ strano per lui e pensavo…”
 
“EHI, NON SONO MICA SUA SORELLA O ALTRO?!” sbraitò la castana interrompendo l’amica “NON SONO MICA OBBLIGATA A STAR DIETRO A TUTTE LE FISIME DI QUELL’ESSERE INFIMO!!”
 
Con le guance arrossate e il fiato corto, la ragazza più giovane concluse la sua filippica con la forza travolgente di un fiume in piena, aveva ammutolito tutto di tutti (persino i pensieri) e ora si ritrovava con puntati addosso gli occhi di ciascuno dei presenti, ospiti e famiglia.
Il colorito che le tingeva le guance le prese tutta la faccia.
 
“Scu-scusa” balbettò, divorata dalla vergogna “è solo che sono… parecchio arrabbiata con quella sottospecie di celenterato”
 
“Non ti preoccupare” la rassicurò l’altra “cosa ti ha fatto stavolta”
 
“Oh, a me niente” chiarì “è una cosa che riguarda una nostra amica comune; l’hai conosciuta anche tu, si chiama Himekawa Shizuku”
 
“La ragazza del club? Cosa è successo?”
 
“Nulla di irreparabile ma se quell’immane imbecille maturasse anche solo un pochino avremmo solo di che guadagnarci” rispose lei “non è che, dato è il mio migliore amico, possa comportarsi così con la mia altra migliore amica”
 
La duellante bianca non sentì il bisogno di continuare oltre la conversazione, le parole dell’altra le avevano già disegnato il quadro generale e poi preferiva “ibernare” quel dialogo e conservarlo così nella sua memoria: non accadeva tutti i giorni che Kimari Tatsumi chiamasse Hajime Hinobori “il mio migliore amico” (anche se lo era), meglio evitare di proseguire nel discorso e rischiare di rovinare tutto.
 
Parallelamente allo svolgersi di quella conversazione, anche Kouta era arrivato al piano di sotto per accogliere gli ospiti; in particolare, il minore dei Tatsumi era avanzato ad ampie falcate verso il suo “collega” Ohizumi con il mazzo in mano e l’aveva tirato da parte verso la sala, avvertendo la madre che si sarebbe messo al tavolo con qualche minuto di ritardo.
 
“Se non vieni entro cinque minuti la tua cena è mia” gli gridò la sorella
 
Il ragazzino nemmeno la sentì, era troppo impegnato a farsi spiegare dall’amico come fosse andato l’incontro con Arata e che cosa avesse appreso dal suo breve allenamento con l’ex campione. Ben tredici minuti furono impiegati nel seguente dialogo “non dialogo”, infatti il povero Kataru, che dopo tutta la strada fatta con il borsone sulle spalle aveva poca voglia di parlare e molta di riempirsi la pancia, si limitò ad una serie di allusioni, riassunti raffazzonati e soprattutto promesse di un resoconto più completo da svolgere dopo cena; non ne fu troppo soddisfatto, Kouta, ma accettò la proposta e i due poterono finalmente raggiungere la tavola ove trovarono i rispettivi piatti.
 
“Ringraziate Chihiro che mi ha convinto a concedervi quindici minuti invece che cinque” sibilò Kimari “se fosse stato per me, col cavolo che avreste mangiato stasera”
 
La duellante bianca coprì graziosamente la bocca con la mano per nascondere una delicata risatina: non l’aveva “convinta” a fare un bel niente, non aveva nemmeno parlato a dirla tutta, al massimo avevano scambiato un paio di occhiate; la sua amica ex dominatrice del mondo aveva fatto tutto da sola.
 
-Noi umani siamo complicati- pensò malinconica -a volte basterebbe anche solo parlarci per rendere tutto più semplice-
 
E stavolta non le serviva Tegamaru per capire come non si stesse riferendo solo al burrascoso rapporto tra i due fratelli Tatsumi.
 
Per sua fortuna, proprio nel momento in cui quei pensieri sembrarono farsi più pressanti, le vennero in aiuto la signora Tatsumi Hanayo e la sua meravigliosa cucina, di cui un singolo assaggio fu sufficiente per farle ritrovare la forza di mettere all’angolo i cattivi pensieri; li avrebbe ritirati fuori più tardi parlando con Kimari, ora voleva un po’ di tempo per se.
Quando ebbe finito (molto più tardi di chiunque altro) di mangiare, al tavolo erano rimasti solo lei, Kimari e il signor Denjiro, con sua moglie che gravitava intorno a loro raccogliendo le stoviglie e i ragazzi spariti al piano di sopra; si sentiva bene, quasi come se i suoi problemi non esistessero, voleva continuare a sentirsi così per cui decise che si, Tegamaru aveva ragione.
 
Cercare sempre di rifugiarsi nei consigli di qualcun altro era sbagliato; LEI, e SOLO LEI, sapeva da cosa stava scappando e LEI, e SOLO LEI, avrebbe potuto affrontare le sue sfide.
 
Era l’erede della famiglia Kusakabe, per diamine!
 
Si alzò dal tavolo e, con grande educazione, portò il suo piatto al lavandino offrendosi perfino di lavarli al posto della padrona di casa. La fermezza nel suo tono di voce e il fuoco quasi visibile nei suoi occhi fecero capire ai due coniugi come quella non fosse una richiesta; era il suo “sangue nobile” a parlare e non avrebbe accettato un no.
Svolse con grande diligenza il compito e ripose al loro posto le stoviglie, poi ringraziò per la cena e uscì fuori in giardino per montare la tenda di Hajime, quella che lui aveva dimenticato li due anni fa; non avrebbe potuto fare altrimenti: si era presentata li senza nessun preavviso, il minimo che poteva fare era di ripagare l’ospitalità disturbando il meno possibile.
 
“Ok, questo dovrebbe andare qui” mormorò tra se e se armeggiando con i paletti “mentre il tuo posto inve… ohnnnoo!”
 
Uno dei puntelli si era divelto e la tenda cominciò ad ammosciarsi e richiudersi su se stessa; la nobildonna afferrò il lembo in due punti e allargò il più possibile le braccia, riuscì a tenerla almeno parzialmente in piedi ma ora qualunque tipo di azione le era impedita; avrebbe dovuto ricominciare tutto da capo… o forse no.
 
“Qua!” esclamò Kimari ripiantando il piolo
 
“Grazie Kimari” fece l’altra “però ora rientra, per favore; devo iniziare a farcela senza l’aiuto degli altri”
 
“Ti sbagli! Quello che davvero devi fare è smettere di chiedere agli altri quali sono le decisioni che TU devi prendere” la rimproverò la duellante viola trasformando poi la sua espressione in un sorriso “e comunque non sai tu ad avermi chiesto aiuto, l’ho fatto di mia volontà e quindi non ho nemmeno violato il tuo diktat”
 
“Ma che hai parlato con Tegamaru per caso?” domandò divertita la nobile “mi hai detto più o meno quello che mi ha detto lui”
 
“No, ma come ho spiegato anche a Shizuku, sono abbastanza brava a leggere le persone” rispose quella altrettanto allegra “specie se si tratta di un’amica”
 
Chihiro era quasi commossa; non aveva ne aveva mai avuti molti di amici, certamente non alle elementari, e anche il suo ingresso nel team Tegamaru aveva migliorato solo in minima parte le cose.
Ora invece…
 
“Kimari, ti andrebbe…”
 
“Certo” la fermò con voce gentile “di cosa vorresti parlare?”
 
“Di tutto”
 
E così fu. Mentre i due maschi nella casa sperimentarono in dei duelli i consigli del campione Arata, loro parlarono di obiettivi e sogni, di sport e moda, di libri, di politica, perfino di ragazzi.
 
Parlarono di tutto… tranne che di Battle Spirits.
 
 
 
Dopo il giorno di riposo, nel club Kisaragi di sede a Kadode era finalmente arrivato il momento di fare sul serio, la gigantesca massa dei duellanti del blocco rosso aveva subito la prima scrematura ed era ora di passare al torneo vero e proprio, quello dei “dentro o fuori” che non perdonano.
I ragazzi qualificati per il tabellone principale erano seduti ai tavoli al pianterreno in attesa che Galaxy e Mika li convocassero per la loro sfida; tra essi c’erano duellanti già affermati e nuovi talenti, giocatori esperti e principianti, tutti accomunati da un unico fattore: erano tutti pronti… più o meno.
 
-Ma perché deve toccare a me il duello d’apertura?- si lamentò mentalmente Kataru -già sono stato sorteggiato contro Kawashima, potevano almeno darmi un po’ più tempo per prepararmi ca…-
 
Bloccò sul nascere la sua stessa imprecazione, quasi avesse paura che il suo educatissimo e ingessato fratellone potesse sentirlo e quindi rimproverarlo, ma batté con forza i pugni sul tavolo; per quanto non potesse lasciarsi andare ad espressioni colorite, aveva bisogno di scaricare la tensione.
Per sua fortuna gli venne immediatamente in mente un modo più costruttivo per farlo.
 
“Ok, vediamo di ripassare un attimo le lezioni di Arata” mormorò tra sé e sé aprendo a ventaglio il suo mazzo sul tavolo “la prima regola da seguire nell’affrontare un duello era… ah si, mai fossilizzarsi sul colore usato dall’avversario”
 
Gliel’aveva spiegato molto bene il perché che stava dietro a quel primo punto. Tutti i duellanti, anche i più inesperti, conoscevano le caratteristiche fondamentali (punti di forza e punti deboli) dei sei colori di Battle Spirits, ma proprio per questo i neofiti finivano spesso per concentrarsi solo sugli stereotipi riguardanti il colore per poi trovarsi impreparati di fronte ad ogni minima variazione rispetto alla strategia più basilare.
Ohizumi Junior applicò quel principio alla sua situazione: il suo avversario aveva un mazzo bianco, notoriamente considerato il miglior colore difensivo ma svantaggiato da costi sempre molto elevati; solitamente, la strategia più basilare contro esso è mettere pressione all’avversario sin dai primi turni ma ora, grazie al consiglio di Arata, il rossiccio riusciva a vederne meglio i difetti.
 
“Molti spirit bianchi possono bloccare più volte in un turno e spesso questa qualità viene usata per annientare lo schieramento avversario prima di scatenare l’offensiva finale nel turno successivo” raccontò a se stesso il ragazzo “riducendo le vite da subito in teoria dovresti costringerlo a bloccare i tuoi spirit con i suoi, impedendogli di formare il suo piccolo esercito”
 
-In teoria- gli sussurrò la sua mente
 
Se l’avesse attaccato, lasciando i compiti di difesa alle magie bianche la sua “strategia basilare” avrebbe finito per rivoltarglisi contro.
 
-E questo ci porta alla seconda lezione di Arata- commentò la sua voce interiore -quando affronti un duello, specie se contro un avversario più forte, non pensare mai a cosa ha lui in più di te ma concentrati su cosa tu hai in più rispetto a lui-
 
Avrebbe potuto sembrare solo il classico pensiero consolatorio, una frase fatta, ma in realtà era la versione più “colta”, evoluta e ad ampio raggio del “non lasciare che lo spirit chiave avversario diventi un’ossessione” di Hajime; il principio di fondo era banale, ma troppo spesso veniva dimenticato: in ogni sfida, anche la più impari, esiste per forza un vantaggio che tu hai nei confronti del tuo rivale, anche fosse solo il fatto di conoscere lui e le sue strategie meglio di quanto lui conosca le tue, ed è li che devi andare a colpire.
 
“E per colpire... la terza lezione” sussurrò ancora
 
“Allora hai deciso”
 
Non era una domanda, quella che Kouta, appena sedutosi di fronte a lui, gli stava ponendo.
 
Il ragazzo dai capelli rossicci alzò la testa con disegnata sul volto l’espressione più determinata che il piccolo Tatsumi gli avesse mai visto; non c’era ombra di paura o dubbio in quel sorriso, come se quel ragazzo abituato a non agire per paura di essere preso in giro se ne fosse andato lasciando il posto al suo riflesso oltre lo specchio.
 
“E sia, fagli vedere chi sei Kataru!”
 
Strinsero con forza le mani e sorrisero ancora; erano pronti… pronti per vincere.
 
“Ohizumi Kataru e Kawashima Yukio sono pregati di raggiungerci sul palco” disse Mika al microfono
 
I due contendenti raggiunsero il luogo prestabilito e si disposero uno di fronte all’altro; una rapida occhiata tra i due, da cui Yukio non riuscì ad ottenere l’effetto sperato, ed erano già pronti per iniziare.
 
“Dichiaro aperto il torneo regionale di Battle Spirits del blocco rosso!” gridò Galaxy
 
“Varco apriti! Energia!”
 
 
TURNO 1
 
 
La sorte aveva assegnato il primo turno al ragazzo dai capelli biondi il quale mise sin da subito in chiaro di aver avuto in dote una prima mano decisamente fortunata.
 
“Fase principale: evoco Fenneparabola e Zaneegun a livello 1”
 
Il suo sguardo si spostò rapidamente dal tabellone metallico, all’arena piastrellata dove il felino e il pesce metallico avevano appena fatto il loro esordio e, infine, alla postazione avversaria dove incrociò gli occhi del giovane Ohizumi; dalla parte opposta dell’anello, Kataru osservò con attenzione quell’espressione: era strano, sembrava quasi fosse dispiaciuto di non poter attaccare già in prima mano; insolito per uno che, nelle due volte in cui l’aveva visto duellare, non aveva mai nemmeno dichiarato una fase d’attacco prima del decimo turno.
 
“A te la mossa” concluse l’altro, irritato
 
 
TURNO 2
 
 
-Devo essere pronto ad ogni evenienza- si disse il robusto ragazzo, ricordando le lezioni di Arata “Ok, fase iniziale: fase dei nuclei e fase di acquisizione”
 
Una rapida occhiata alla carta offertagli dalla sorte: non male, anzi l’avrebbe usata subito.
 
“Fase principale: evoco Nekomarda a livello 1 e attivo immediatamente il suo effetto “quando evocato” che mi consente, scartando una carta dalla mano, di pescare un’altra carta dal mazzo”
 
Come aveva esaustivamente spiegato, il rossiccio appoggiò il nexus Primo Libro della Creazione negli scarti e sollevò in cambio la carta in testa al suo mazzo aggiungendola alle tre restanti.
 
“Fase finale, turno concluso”
 
 
TURNO 3
 
 
“Mano eccellente quella appena giocata dal giovane Kataru Ohizumi” gracchiò Galaxy nel microfono “ad eccezione che contro un mazzo blu, infatti, cercare di velocizzare il ricambio delle carte è sempre una buona idea da parte di un duellante in quanto consente di arrivare prima alle carte che più interessano; vediamo ora come risponderà il suo avversario”
 
L’annunciata replica, che prontamente arrivò, fu uno strano mix di classico e nuovo per tutti coloro che avessero mai visto un duello dell’arrogante erede dei Kawashima; se infatti quello esordì con l’evocazione di uno spirit Orsa Polare a livello 1 (mossa che parve quasi un tic, da quante volte l’aveva ripetuta) poi però proseguì in un modo che nessuno, dai commentatori, agli spettatori e all’avversario, si potesse aspettare: attacco con Fenneparabola.
 
Prontamente, Kataru rispose all’attacco con la vita e aggiunse il nucleo perso alla sua riserva, ma nessuno tra il pubblico poté fare a meno di pensare a quanto quella situazione fosse diversa da ciò che si aspettassero. Uno in particolare aveva davvero brutte sensazioni a riguardo: Manabu Ohizumi, il fratello maggiore dello sfidante
 
“C’è un’unica ragione per cui Yukio dovrebbe cambiare completamente modo di duellare solo per Kataru” osservò guadagnandosi l’attenzione del suo gruppo di amici “lo conosce; l’ha studiato e vuole farlo andare in tensione perché sa che, sotto pressione, mio fratello va nel panico”
 
“Non lasciare che ti entri nella testa Kataru!” esclamò un preoccupato Hajime, ripetendo il consiglio che gli aveva dato il giorno prima
 
“Ho finito, a te la scena Ohizumi” terminò il biondo con sufficienza
 
 
TURNO 4
 
 
“Fase principale” dichiarò il ragazzo sovrappeso osservando carte e nuclei “ok ci sono, evoco Charadrius a livello 1 ed elevo il mio altro spirit a livello 2, infine posiziono un burst”
 
Appoggiò la carta coperta molto lentamente e rischiando pure, un paio di volte, che gli sfuggisse di mano; sugli spalti la sua piccola ma energica torcida era sempre meno tranquilla, avevano l’impressone che da li a breve qualcosa sarebbe andato nel verso sbagliato.
 
E così accadde.
 
“Attacco con Nekomarda!” gridò il duellante giallo inclinando la carta
 
“No Kataru, l’effetto di Orsa Polare!” esclamò il vicecampione del mondo dagli spalti, ma ormai era troppo tardi e, come prevedibile, la carica di quello strano gatto armato di shamisen andò a schiantarsi contro il petto corazzato della belva bianca
 
“Grr… a te la mossa”
 
-Siamo solo al quarto e il duello è praticamente finito- pensò tristemente Manabu -povero Kataru, se anche il solo momento in cui si sente a suo agio dovesse abbandonarlo non so come potrei fargli ritornare il sorriso questa volta-
 
 
TURNO 5
 
 
“Sai credo tu mi abbia appena offerto uno dei duelli più semplici della mia vita” lo irrise Kawashima “comunque grazie per non avermi fatto perdere troppo tempo prima di far piangere Chihiro… fase iniziale!”
 
Espletò rapidamente le funzioni obbligatorie e, dopo una fulminea fase principale in cui evocò il nexus Foresta delle Bestie Giganti ed elevò di livello Zaneegun a scapito dell’indebolimento di Orsa Polare, passò di slanciò alla fase d’attacco.
 
“Sei fortunato sai, se avessi pescato una carta più adatta questo patetico spettacolo sarebbe già finito” continuò quello, rincarando la dose di insulti “comunque sia… attacco con tutti e tre i miei spirit!”
 
Le tre carte si inclinarono e i tre spirit corrispondenti iniziarono la loro carica; Kataru dalla sua postazione passò con lo sguardo da una creatura all’altra spasmodicamente prima di bloccarsi su Zaneegun e sorridere.
 
-Ora!-
 
“Blocco l’attacco di Zaneegun con Charadrius” affermò il ragazzo osservando il pesce metallico scattare avanti agli altri due e distruggere il povero volatile in abiti da medico
 
“SEI UN IDIOTA!!” urlò una Kimari che finora, non si sa come, era riuscita a rimanere calma “DOVEVI BLOCCARE LA VOLPE, ALMENO SARESTI RIUSCITO A DISTRUGGERLA!!!”
 
Eppure, il ragazzo non era per nulla preoccupato.
 
“Con la distruzione del mio spirit, posso attivare il mio effetto burst!” esclamò scoprendo la carta “evoco a costo zero Regina Amazzone di livello 2 e attivo immediatamente il suo effetto all’evocazione che mi consente di recuperare ed evocare senza costo un mio spirit con effetto Raggio di Luce negli scarti… toh guarda, ce n’è proprio uno che fa al caso mio: evoco Charadrius!”
 
Il simpatico uccellino e la donna con ali da farfalla andarono presero posizione sul terreno di gioco pronti ad agire contro gli altri due spirit avversari impegnati nella carica; la loro voglia di battaglia fu presto saziata perché il loro padrone dichiarò immediatamente l’intenzione di blocco (Regina Amazzone su Orsa Polare e Charadrius su Fenneparabola).
 
In pochi istanti un flusso di stelle caduto come pioggia dalle ali del volatile-medico sommerse la volpe fino a soffocarla e la forte corazza metallica sul petto del plantigrado niveo fu sfondata dal bastone della donna guerriera; Yukio osservò la scena con un’espressione che, Chihiro a parte, nessuno dei ragazzi di Kadode gli aveva ancora visto fare: era completamente sorpreso.
 
“A-a te la mossa” balbettò cedendo la mano al suo avversario gongolante
 
 
TURNO 6
 
 
“Wow, non posso credere di averlo fatto davvero” esordì il corpulento ragazzo, apparendo quasi rinato “del resto nessuno è più affidabile del signor Arata in fatto di Battle Spirits”
 
“Cosa intendi dire?” domandò il biondo tanto arrabbiato quanto incuriosito
 
“Terza lezione di Arata Yakushiji nei duelli contro avversari più forti… è la più rischiosa ma anche l’unica in grado di darti una possibilità di vittoria” fece Kataru con una sicurezza che non aveva precedenti in lui “quando cercheranno di farti crollare e di entrare nella tua testa tu non rifiutarli, falli entrare… e poi chiudili dentro!! Fase principale: abbasso tutti i miei spirit a livello 1, evoco Ragazza Amazzone, Kuhja Pavone Stellare e il nexus Terra delle Tombe dei Re al medesimo livello”
 
Il rosso osservò gli effetti della sua spettacolare azione: le piramidi dorate che brillavano dietro alla sua postazione, il pavone dalla splendente armatura aurea e la seducente ragazza alata dalla pelle azzurra vestita solo da un bikini di conchiglie schierati a fianco degli spirit evocati durante il turno precedente; ce l’aveva fatta, ora era lui a condurre le danze.
 
Era il suo momento.
 
“Fase d’attacco: attacco con Kuhja e Charadrius!!”
 
Non ci fu replica da parte di Yukio; certo, non aveva spirit e quindi mai avrebbe potuto bloccare quell’attacco, ma di solito lui trovava sempre qualcosa da dire che fosse un’allusione, un commento cattivo o quant’altro. Questa volta no, Yukio Kawashima era completamente senza parole.
 
“A te la mossa”
 
 
TURNO 7
 
 
Nella perdurante incredulità generale, il ragazzo dai capelli biondi si ritrovò a giocare un settimo turno che non fu ne decisivo, ne tantomeno, come invece lui aveva immaginato poco prima, l’ultimo; era ancora scottato da cosa fosse successo (soprattutto perché non capiva COSA fosse successo) ma le sensazioni buone che aveva all’inizio non erano cambiate.
 
Insomma, in fin dei conti lui era sempre Kawashima Yukio e il suo avversario era sempre Ohizumi Kataru, per diamine!
 
“Abbasso Zaneegun a livello 1, evoco Balli-Star Bestia Giavellotto” sibilò cercando di recuperare il suo atteggiamento consueto “poi attivo il nexus Grande Torre di Avvistamento e sfrutto il suo effetto al momento dell’attivazione per eliminare Regina Amazzone
 
Una pioggia di frecce di fuoco piombò dalla cima dell’altissima torre sulla donna guerriera annientandola in un’esplosione.
 
“Spiegazione” si inserì Galaxy “quando il nexus Grande Torre di Avvistamento viene attivato, se la sua attivazione è avvenuta dalla mano, il suo potere consente di eliminare uno spirit avversario a scelta a patto che questo abbia meno di 5000 PB”
 
“Tutti gli spirit di Kataru erano a rischio” commentò Mika, al suo fianco nella loggetta “Yukio ha semplicemente scelto il più forte”

All’attacco del nexus, seguì l’attacco del brave in forma di spirit che, con la gigantesca freccia che reggeva nelle fauci, sfondò lo scudo rosso apparso a difesa della postazione.
 
“A te la mossa” concluse il duellante
 
 
TURNO 8
 
 
“Grazie mille, amico!” esclamò Ohizumi con simulata cortesia; nessuno, e dico nessuno, nemmeno suo fratello, l’aveva mai visto tanto grintoso e sicuro di se
 
“Non sono tuo amico!” sbottò l’altro
 
“Mmm, in effetti hai ragione… non lo sei, non permetterei a nessun mio amico di far soffrire Chihiro” replicò il rosso “fase principale: elevo il nexus a livello 2 e Kuhja a livello 3”
 
La maestosa piramide irradiò l’intero terreno di gioco con la sua luce dorata, risplendendo come se alle sue spalle ci fosse il sole di mezzogiorno ad illuminarla; allo stesso tempo, nel ring, il nobile volatile alzò la testa con fierezza e batté con forza le sue ali sul petto.
 
“Infine colloco il burst” terminò il ragazzo “a te la mossa”
 
 
TURNO 9
 
 
Quasi frettolosamente, Kawashima completò le operazioni obbligatorie che precedevano l’inizio vero e proprio del turno, era irritato e distratto a tal punto che si lasciò quasi sfuggire un grido di esultanza al momento dell’acquisizione ma la cosa non sembrava interessarlo.
Voleva solo concludere il duello più in fretta possibile.
 
“Fase principale: evoco il re delle fredde notti sotto la luce della luna, Strike-Siegwurm Drago della Luce Lunare a livello 3!” gridò senza più preoccuparsi di trattenere l’entusiasmo “elevo il mio nexus a livello 2 e poi… fusione di Strike-Siegwurm con Balli-Star, Brave!”
 
La bestia corazzata si dissolse lasciando di se solo le corna-arco, la freccia e il cranio; le prime si collegarono alla schiena del drago formando le sue nuove ali, la seconda si dispose a metà dell’arco alare pronta per essere scoccata e l’ultima andò a coprire il volto del dragone bianco come in un minaccioso e maestoso elmo.
 
“Attacca brave spirit!!” urlò il suo padrone senza nemmeno dargli il tempo di atterrare
 
“Blocco con Charadrius!”
 
Il duellante biondo nemmeno si curò di quella risposta, tanto era scontato l’esito di qualunque scontro tra il suo brave spirit e ognuno degli spirit avversari, sentì solo il rammarico di non poter fare nulla con l’effetto del suo brave in stato di fusione.
 
“Purtroppo per Kawashima Charadrius è l’unico spirit del genere “Volatile Canoro” controllato dal suo avversario” chiarì Mika “per cui l’effetto in brave di Balli-Star non può fare ulteriori danni”
 
“Ma posso farli io!” si inserì Kataru “con la distruzione del mio spirit si attiva il mio burst”
 
La carta coperta saltò per aria e ricadde rivelata sul tabellone metallico accompagnata dall’esultanza di tutta l’arena. La loggetta dei ragazzi di Kadode, in particolare, esplose alla vista di quella carta; era arrivata, finalmente.
 
“Tale effetto dice che, quando ci sono tre o più carte gialle nei miei scarti, posso aggiungere un nucleo alla mia riserva o alle mie vite” spiegò il rosso “dì bentornata alla vita numero quattro”
 
La gemma sulla divisa da duello si riaccese all’improvviso e sul tabellone riapparve, splendente come prima, il nucleo-vita toltogli da Balli-Star. Ciò che invece non aveva mai smesso di risplendere era il suo sorriso.
 
“E ora preparati perché, se il tuo drago ruggisce sotto la luce lunare, io sto per richiamare la luna stessa: evoco, a costo zero, Kaguya della Luna Eroina della Luce!”
 
La signora con il volto di una bellissima donna e le ali piumate al posto delle mani fece la sua regale planata sul terreno di gioco accanto al resto della nutrita schiera, accolta dagli applausi del pubblico e dalla riverenza degli altri spirit; era come se una dea fosse appena discesa tra i comuni mortali.
 
“Non è ancora finita: attivo innanzitutto i due effetti di Kuhja, quello di livello 3 e quello di livello 2 e 3, che mi consentono di pescare una carta dal mazzo e guadagnare un nucleo nella riserva ogni volta che un mio spirit giallo viene distrutto” fece duellante giallo recuperando la carta aggiuntiva “Inoltre utilizzo l’effetto di livello 2 del mio nexus che mi consente, affaticando il nexus stesso, di riportare sul terreno di gioco in stato di affaticamento un mio spirit con effetto Raggio di Luce o Raggio di Luce Nera eliminato in questo turno; recupero Charadrius
 
Anche il divertente uccello in camice bianco tornò all’interno dell’arena per tributare onori a Kaguya; dalla sua postazione, il giovane Ohizumi non poté trattenere uno splendente sorriso, aveva addirittura migliorato il suo battaglione nel turno avversario, ora doveva solo giocare la sua decima tornata come aveva in mente.
 
-Sarà il mio turno perfetto-
 
 
TURNO 10
 
 
“Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero”
 
Senza perdere d’occhio la girandola di gemme, il rosso aggiunse la nuova carta alla sua mano e la osservò: perfetto, faceva decisamente al caso.
 
“Fase principale: abbasso Kuhja a livello 2 ed elevo Ragazza Amazzone al medesimo livello”
 
La luce che ammantava il fiero pavone in armatura si affievolì per passare all’affascinante spirit dalle fattezze femminili; a Kataru ora rimaneva solo da fare qualche conto, assicurarsi che tutti i costi fossero copribili e essere certo di ricordare tutti gli effetti degli spirit avversari.
 
La risposta fu sempre si; era pronto.
 
“Fase d’attacco…”
 
“Attivo l’effetto a livello 3 di Strike-Siegwurm quando si trova fuso in brave!” lo interruppe il biondo decisamente arrabbiato “all’inizio della fase d’attacco avversaria posso scegliere uno spirit rivale non fuso in brave e costringerlo ad attaccare ed io scelgo Kaguya della Luna!”
 
La dea della luna spiegò le sue braccia alate e si lanciò all’attacco; il suo aspetto nobile e distaccato non lasciava trasparire nulla di quell’enorme voglia di combattere per il suo padrone che la pervadeva ma la velocità ed esplosività con cui percorse l’anello la tradiva.
 
“Attivo l’effetto ai livelli 1, 2 e 3 di Strike-Siegwurm che mi consente di recuperare lo spirit ogni volta che un avversario attacca” proseguì il teppista “brave spirit blocca!!”
 
-Perfetto!!- urlò internamente il rosso, mentre dagli spalti il fratello e gli amici esultavano di gioia
 
“Azione lampo!” esclamò “attivo l’effetto di Kaguya della Luna Eroina della Luce: sposto due nuclei dalla mia riserva ai miei scarti e abbasso a 2000 i punti battaglia del brave spirit!!”
 
“No!”
 
Ma ormai era troppo tardi. La tempesta di piume rilasciata dalle braccia alate della dea sommerse il drago bianco facendolo saltare in aria; arco, freccia e elmo si staccarono dai resti della bestia e andarono a ricomporre il brave in stato di spirit.
 
“Secondo attacco, vai Ragazza Amazzone!”
 
“Stavolta hai commesso un errore” sibilò il biondo, inclinando in sua difesa il brave appena riformatosi sul terreno di gioco
 
“Dici? Ancora azione lampo: utilizzo la magia Scintilla Interscambiabile” replicò l’attaccante, spostando i nuclei del costo negli scarti “durante questo confronto, i punti di battaglia dei due contendenti verranno scambiati”
 
Non finì di spiegarlo che la piccola freccia scagliata dall’amazzone sbriciolò l’enorme giavellotto scagliato dall’altro arciere e terminò la sua corsa trapassando le sue fauci, il tutto sotto gli occhi sempre più assottigliati di Yukio.
Quegli stessi occhi si sollevarono per osservare l’artefice dell’eliminazione del suo brave e notarono immediatamente che la ragazza non aveva nessuna intenzione di riposarsi.
 
“Ora capisco” intervenne Galaxy “ha aumentato il livello di Ragazza Amazzone per poter utilizzare il suo effetto a livello 2!”
 
“È vero” gli fece eco Mika “l’effetto del suo spirit a livello 2 e 3 consente a Kataru di recuperare una volta a turno Ragazza Amazzone qualora, in quel turno, sia stata giocata una carta magia”
 
La freccia dell’arciera azzurra venne scagliata ancora e stavolta ad essere trapassati furono lo scudo giallo e, soprattutto, l’orgoglio dell’avversario; non poteva crederci, lui che si era impegnato per imparare ad umiliare e giocare con la testa degli altri ora veniva giocato e umiliato da un ragazzo timido e imbranato almeno quanto il lui di una volta.
 
Alla freccia fece seguito l’affilato becco del pavone cavaliere e un’altra delle sue vite finì nella sua riserva; la sua mano andò a toccare l’ultimo nucleo della sua divisa, l’unica cosa che potesse ancora difendere.
 
“Attacco con Charadrius
 
“Blocco con Zaneegun” ribatté, rassegnato all’idea di perdere anche il suo ultimo spirit ma felice di essere riuscito, in ultimo, a difendersi…
 
… forse.
 
“Azione lampo!” gridò in modo quasi liberatorio “attivo la magia Bibbia Regale, pago abbassando il livello di Kuhja e recupero tutti i miei spirit di costo 2 come Charadrius… che attacca ancora”
 
“Azione lampo!” replicò l’altro, sull’orlo di una crisi di nervi “utilizzo Carta del Vuoto, scelgo il colore giallo e sottraggo a tutti i tuoi spirit un simbolo di quel colore… ne rispondo con la vita”
 
Lo scudo apparve ma lo spirit avversario non ebbe la forza di infrangerlo e rinculò a terra sfinito; il ragazzo dietro la barriera lasciò andare un sospiro di sollievo per essere riuscito in una difesa così disperata, ma la situazione non era cambiata di molto: non aveva bloccanti, gli rimaneva solo una vita contro quattro dell’avversario; avrebbe fatto fatica a resistere ancora mentre per vincere… beh, gli sarebbe servito un miracolo.
 
 
TURNO 11
 
 
Per assurdo, la SUA mossa decisiva si rivelò essere l’aver elevato il suo nexus a livello 2 e gli fu chiaro quando il suo effetto di secondo livello gli permise di pescare una carta supplementare in fase di acquisizione.
Forse nemmeno potendo scegliersele avrebbe selezionato due carte tanto perfette; il miracolo era avvenuto.
 
-E fortuna che ero un figlio dei demoni-
 
“Abbasso il nexus a livello 1 ed evoco Artefatto Forseti e un altro Balli-Star Bestia Giavellotto che fondo immediatamente in brave”
 
Come da indicazioni del loro proprietario le due creature appena evocate si scomposero e unificarono in un istante, la corazza dell’addome andò a coprire il corpo dell’androide e il giavellotto volò nella sua mano dopo che questi ebbe lasciato cadere spada e scudo.
 
“Fase d’attacco: brave spirit attacca” esultò “azione lampo! Utilizzo Potenziamento Magico: recupero il brave spirit e gli aggiungo 2000 PB”
 
“Ri-rispondo all’attacco con la vita” balbettò il rosso senza nemmeno guardare; non poteva crederci, era praticamente fatta
 
“Attacco ancora” replicò Kawashima “è finita ragazzo”
 
L’ultimo giavellotto venne scagliato e la barriera si infranse in mille pezzi; il ragazzo dai capelli biondi non aveva nemmeno assistito a quell’ultimo attacco poiché si era già voltato dall’altra parte in attesa della porta bianca.
Rimase per qualche secondo solo con se stesso e i suoi pensieri: era stato di gran lunga il suo peggior duello, si era fatto fregare da un fifone patentato e, quel che era peggio, era riuscito a scamparla per puro culo.
 
-Fanculo, bel modo di prepararsi al duello con Chihiro-
 
Ingoio l’orgoglio e oltrepassò la porta verso il mondo reale.
 
“È stato… è-è stato…”
 
Assurdo, nemmeno Galaxy sembrava trovare le parole per ciò a cui aveva appena assistito. Quando i due contendenti uscirono dalla realtà virtuale furono sommersi da uno tsunami di applausi mai sentito per un quarto di finale dei regionali, tutti sembravano voler stringere la mano a loro… anzi, a lui, perché l’oggetto di tutte le attenzioni era solo Kataru.
La cosa in realtà non dispiacque troppo al suo vittorioso rivale che così, sfruttando la distrazione di tutti esclusa Chihiro, riuscì a farsi largo tra la folla e ad imboccare l’uscita, rabbioso come non mai per un duello vinto per pura fortuna; l’altro, al contrario, era ad un niente dall’essere portato in trionfo e solo l’arrivo dei suoi amici lo sottrasse a quel destino.
 
“Sei stato fantastico!!” esclamò Kouta abbracciandolo “quella strategia è assurda!”
 
“Già, solo Arata potrebbe pensare di fare una roba così rischiosa” replicò il rosso
 
“No, evidentemente” si inserì un’altra voce, austera ed educata “non solo Arata”
 
Kataru alzò lo sguardo e vide davanti a lui la torreggiante figura di suo fratello maggiore, con la testa alza, un’espressione fiera negli occhi e un sorriso colmo di soddisfazione.
 
Ecco, ora aveva vinto davvero.
 
“Andiamo Kataru” sussurrò affettuosamente Manabu “ti pago un gelato”
 
“No, grazie fratellone” rispose quello scuotendo la testa “magari dopo, ora voglio assistere al duello di Kouta”
 
Il maggiore alzò le braccia in segno di resa e poi diede all’altro un’orgogliosa pacca sulla spalla, invitandolo ad andare dall’amico per gli ultimi consigli.
 
“I-il duello di apertura del torneo regionale è stato… qualcosa di mai visto a questi livelli” annunciò Galaxy, ripresosi da quella specie blocco “ma ora è il momento di un altro duello interessante, uno che vede un altro esordiente assoluto a questi affrontare nientepopodimeno che sua sorella”
 
Con un cenno della mano fece segno ai due contendenti di salire.
 
“Fate un bell’applauso a Kimari Tatsumi, la regina viola!” gridò pieno d’energia “e a suo fratello, Kouta Tatsumi”
 
I due fratelli si strinsero la mano e rivolsero l’uno all’altra un ghigno di sfida.
 
“Varco apriti! Energia!”
 
 
TURNO 1
 
“Fase iniziale!” esordì la ragazza “fase di acquisizione”
 
La prima carta aggiuntiva del duello non venne nemmeno aggregata al resto della mano poiché il suo destino fu quello di finire sul tabellone metallico; si trattava di uno spirit Fantoccio di Paglia e venne evocato assieme ad un Alisauro entrambi a livello 1.
 
“Attivo l’effetto all’evocazione di Alisauro” proseguì lei “pesco un’altra carta dal mazzo e poi concludo il mio turno”
 
 
TURNO 2
 
 
“Scommetto che avresti voluto attaccarmi, eh sorellona” scherzò il minore mentre completava le operazioni di inizio mano
 
“Assolutamente” confermò lei “anzi, dovrei scrivere una lettera di protesta alla federazione per far cambiare questa stupida regola del primo turno”
 
“Lo immaginavo, sei sempre alla ricerca di violenza tu” la prese in giro il corvino “Vorrà dire che ti regalerò un po’ di azione, fase principale: colloco immediatamente un burst, poi evoco Pulcino Pentan e Sacerdote Pentan a livello 1”
 
Due minuscoli topazi si sbriciolarono e ne uscirono due dolci pinguini, un pulcino azzurro e un adulto lilla vestito con abiti rituali.
 
“Fase d’attacco: attacco con entrambi i miei spirit”
 
Le due carte appoggiate sul metallo si inclinarono e le due creature assunsero l’espressione più aggressiva (e scarsamente credibile) che gli riuscisse prima di partire alla carica e infrangere, con i loro colpi, la barriera della sorella che, ovviamente, aveva risposto con la vita.
 
“Ma come, io to offro l’opportunità di assistere ad una bella rissa e tu la snobbi così?” domandò Kouta ridendo ancora
 
“Perdere i miei spirit a gratis ti sembra una mossa intelligente?” ribatté a sua volta l’avversaria “finiscila di fare il gradasso e sii serio o giuro sulla nostra famiglia che ti distruggerò fino a farti piangere”
 
“E sia, ho concluso”
 
 
TURNO 3
 
 
“Ora ti faccio vedere io come ci si comporta in duello” sibilò aggressiva “fase principale: evoco Kudagitsunen a livello 2”
 
Anche nel lato del ring controllato dalla ragazza apparve un topazio fluttuante, che si spezzò rivelando lo spiritello mascherato dall’aspetto di volpe; per la maggior parte del pubblico, Galaxy e Mika compresi, fu uno shock dato che, nonostante uno dei suoi spirit chiave fosse di quel colore, la giovane aveva sempre e solo usato spirit viola, ma i suoi amici più stretti sapevano benissimo perché avesse aggiunto al suo deck spirit gialli di costo nullo.
 
“Attacco con Fantoccio di Paglia
 
“Vita!” ribatté prontamente l’altro afferrando forte i sostegni metallici per resistere al primo impatto della sua carriera di duellante nel terreno tridimensionale
 
“Mano tua, bamboccio”
 
 
TURNO 4
 
 
“Smettila di chiamarmi bamboccio, ho dodici anni!” gridò stizzito il corvino, dimentico di dove si trovasse
 
“Solo se tu la smetti di essere così infantile” lo irrise la sorella “e ora duella, ti ricordo che sei in un’arena”
 
Il ragazzino divenne rosso come un pomodoro ed elencò le fasi basilari ad una velocità ultrasonica ai limiti della regolarità per poi passare, sempre allo stesso ritmo forsennato, alla fase principale in cui, prima, elevò al secondo livello Pulcino Pentan e, poi, evocò Veggente Pentan.
 
“Attivo il suo effetto all’evocazione” dichiarò dopo aver appoggiato la carta “scarto una carta magia dalla mia mano, pesco una carta dal mazzo e infine passo alla fase d’attacco”
 
Con gli occhi colmi di determinazione, il minore inclinò lo spirit di cui aveva appena modificato il livello e lo lanciò all’offensiva.
 
“Blocco con Kudagitsunen” ribatté l’avversaria
 
“E io rispondo con azione lampo: utilizzo la carta magia Piedi Alati; grazie ad essa se, durante un confronto di spirit, il mio spirit è di pari livello o superiore all’avversario può ignorare il blocco e colpire comunque le vite”
 
Un paio di maestose ali bianche si materializzò all’altezza dei piccoli piedi dello spirit giallo che, con un’evoluzione, schivò l’ostacolo e, appallato, si gettò sullo scudo giallo della ragazza con un poderoso tuffo a bomba.
 
“Tua” concluse Kouta “allora, che ne dici di come gioca questo bamboccio?”
 
 
TURNO 5
 
 
“Non male, in fondo potrei anche decidere di cominciare a considerarti un parente degno” rispose la sorella maggiore con tono affilato e malizioso “ma credimi, la tua strategia non avrà l’effetto sperato”
 
“E quale sarebbe la mia strategia?” chiese ironicamente l’altro
 
“È banalissima” commentò quella “vuoi togliermi molte vite sin dall’inizio per costringermi a non attaccarti… la conosco fin troppo bene, è la stessa strategia di Hajime!”
 
Il giovane Tatsumi ebbe un moto di sussulto e, pur cercando in ogni modo di non modificare la sua espressione facciale, non riuscì a mascherare appieno il suo disappunto per essere stato “letto” così facilmente; sulla postazione opposta, la sorella sfoderò un ghigno feroce, di quelli che era solita fare in passato quando pensava di dominare il mondo.
 
“Fase principale: abbasso Kudagitsunen a livello 1 e uso i nuclei raccolti per evocare colei che è divisa tra due mondi, la fata-strega gialla dai poteri viola, Geraldy Suprema Principessa Magica a livello 2!”
 
Un topazio di dimensioni molto più notevoli si spaccò perfettamente a metà e dalla luce intensa emerse uno spirit particolare, un’affascinante donna dai vestiti nobili e l’aria malevola, armata di un bastone rosso.
 
Kudagistunen, Geraldy attaccate!!”
 
“Rispondo all’attacco di Kudagistunen di persona” gridò il ragazzino afferrando saldamente i sostegni “con la diminuzione della vita si attiva l’effetto burst di Sussurro Magico grazie al quale posso recuperare tutti i miei spirit affaticati appartenenti ad un genere a mia scelta; scelgo il genere “Volatile Canoro” e recupero Pulcino Pentan con cui blocco l’attacco di Geraldy
 
Quella serie di ordini travolse la battaglia come un fiume in piena e le azioni dichiarate del minore dei Tatsumi trovarono realizzazione sul terreno di gioco.
 
“Non è finita” incalzò il piccolo “attivo l’azione lampo di Sussurro Magico: pago il costo con Veggente Pentan che viene eliminato e cambio la natura dei confronti tra spirit, dai PB ai livelli e questo significa… di addio a Geraldy!!”
 
I due spirit si scontrarono con violenza alla meta esatta dell’anello di pietra finendo entrambi in polvere; dal suo parapetto il ragazzo sorrideva: per quanto i freddi numeri indicassero uno contro due a suo sfavore, lui sapeva benissimo che sua sorella avesse perso molto di più.
 
“Sai, un po’ mi dispiace che l’esordio del tuo nuovo spirit sia durato così poco” ironizzò l’altro appena prima di ricevere la mano dall’avversaria per il sesto turno
 
Dopo un inizio così movimentato seguirono due turni di quasi calma piatta in cui i due contendenti si limitarono a rinforzare le relative schiere di spirit: il più piccolo dei due Tatsumi sostituì lo spirit appena perso con Menestrello Pentan di livello 3, elevando il suo altro spirit al secondo livello; al contrario, la sorella optò per un rafforzamento più soft, un secondo Alisauro di livello 1, puntando più ad aumentare il numero di carte nella sua mano.
Agli amici sugli spalti era piuttosto evidente cosa la ragazza stesse cercando di fare con tutte quelle carte; non erano destinate all’uso ma al sacrificio, in combinazione con la magia Artigli Affilati.
 
“Se Kimari riesce a pescare e settare il burst fa una mezza strage” osservò Hajime, parzialmente preoccupato per il suo piccolo amico, autore finora di un eccellente duello.
 
“Concordo” gli fece eco Manabu “è sempre meglio evitare di concedere troppe carte a Kimari”
 
“Già, ma purtroppo è qualcosa su cui un duellante non ha controllo” osservò Chihiro
 
“Vero, ma si possono comunque trovare delle contromisure” replicò il presidente “ad esempio non concentrarsi così tanto su Geraldy; comunque vediamo cosa verrà fuori adesso”
 
E ciò che venne fuori fu un turno allo stesso tempo normale e fantastico.
 
 
TURNO 8
 
 
“Evoco Pentan Saltarocce a livello 1 ed uso la magia Coro d’Uccelli” fece entusiasta il moro, giostrando tra carte e nuclei “la magia mi permette di recuperare dagli scarti tre spirit appartenenti al genere “Voltatile Canoro; riprendo così in mano i due spirit distrutti”
 
La casella scarti del ragazzino iniziò a risplendere di una luce dorata e dal freddo metallo si rimaterializzarono le due carte eliminate durante gli scontri del quinto turno, balzando in aria per essere afferrate al volo dal loro proprietario; contemporaneamente, un topazio di dimensioni decisamente superiori si spezzò lasciando il posto ad uno dei Pentan più particolari e noti che ci fossero: aveva il piumaggio nero, sopracciglia e capigliatura affilate e aggressive e alcune gocce dorate, simili a gemme, incastonate su braccia-ali e fronte; la corporatura era, come di consueto, tondeggiante ma molto più imponente del solito; infine nella mano reggeva una lunga lancia bardata.
Il motivo della sua notorietà però non era da ricercare nella sua manifestazione tridimensionale bensì tra i dati della carta poiché si, il costo era alto, ma i punti battaglia segnavano 4000 a livello 1 e 7000 a livello 2; non era il classico Pentan carino ma inutile in duello se non per gli effetti, questo era un combattente serio.
 
“Attacco con Pentan Saltarocce
 
Il grosso pinguino si lanciò alla carica reggendo la lancia con entrambe le mani, per ordine dell’altra bypassò la linea difensiva avversaria e distrusse il nucleo vita; Kouta osservò soddisfatto il risultato del suo duello: aveva ancora tre vite, due difensori e la schiera di quattro spirit di sua sorella non aveva nessuna possibilità di sconfiggerlo nel turno seguente; in più aveva recuperato dagli scarti due dei suoi combattenti e a lei restava solo un nucleo.
 
Stava vincendo.
 
 
TURNO 9
 
 
Siccome il destino sa essere, quando vuole, molto simpatico, il duello giocato da Kimari fu la replica quasi perfetta di quello precedente disputato dal fratello; rafforzò il suo schieramento aumentando di uno i livelli di tutti gli spirit e poi lanciò un attacco, peraltro con l’unico spirit giallo tra i suoi.
 
“Vita” rispose stringato l’altro, quasi con noncuranza
 
“Turno tuo” concluse la ragazza irritata dall’impossibilità di fare di più
 
Fu quella la sola cosa che distinse quella coppia di turni.
 
 
TURNO 10
 
 
“Finalmente il mio momento è arrivato!” esclamò allegro il corvino “Abbasso a livello 1 tutti i miei spirit, evoco di nuovo Pulcino Pentan e Veggente Pentan anch’essi a livello 1 e infine… transevocazione di Menestrello Pentan
 
Un bagliore giallo avvolse il piccolo spirit spargendo fasci di luce su tutto il terreno di gioco.
 
“Evoco, a livello 2, il cavaliere nella scintillante armatura, il primo pinguino volante, Phoenixpentan il Coraggioso
 
La nebbia gialla venne dispersa da una serie di violente sferzate di vento che andarono a fendere l’enorme gemma apparsa nella tempesta; quando si sbriciolo, dalla polvere emersero due ali di fenice, poi uno scudo tondo, un elegante spada e infine il maestoso spirit dall’aspetto di pinguino.
 
“Fase d’attacco: attacco con Pentan Saltarocce” annunciò il ragazzo inclinando la carta
 
“Blocco con Alisauro
 
Il volatile corazzato venne trafitto dalla lancia del suo avversario esplodendo.
 
“Attivo l’effetto Immortalità di Geraldy” fece Kimari interrompendo per un attimo il flusso del suo avversario “Ogni volta che un mio spirit di costo 2, 3, o 4 viene distrutto, Geraldy può essere evocata dagli scarti”
 
La principessa dall’aria stregonesca riapparve sul terreno di gioco.
 
“Ottima mossa, ma io attacco di nuovo e stavolta con Phoenixpentan” continuò Tatsumi junior “attivo il suo effetto al momento dell’attacco, sposto Pentan Saltarocce in cima al mio mazzo e recupero lo spirit attaccante”
 
“Blocco col secondo Alisauro
 
Anche il secondo uccello ferrato venne tagliato in due dalla spada dell’eroe dorato che, immediatamente, si illuminò di luce propria, roteando l’arma sulla testa in segno di vigore.
 
-Se attaccassi con uno dei miei spirit di livello 1 lei mi bloccherebbe con Geraldy e li distruggerebbe senza perdere il suo spirit- pensò prima di arrivare alla sua decisione definitiva “e sia, attacco ancora con Phoenixpentan e attivo un’altra volta il suo effetto, stavolta ritirando e rimettendo Veggente Pentan
 
“Blocco con Fantoccio di Paglia
 
Anche il pupazzo demoniaco andò in mille pezzi e Kouta non riuscì a non sbattere il pugno sul pannello metallico in segno di esultanza: aveva tre spirit attaccanti contro un solo bloccante e una vita.
 
Ce l’aveva fatta.
 
“Andiamo sul sicuro… attacco ancora con Phoenixpentan!” esclamò entusiasta “se blocchi perdi di nuovo Geraldy e se non blocchi perdi la tua ultima vita, è finita!!”
 
“E invece che ne dici dell’opzione tre; azione lampo!!” gridò la ragazza sfogando finalmente tutta la sua voglia di rivalsa “utilizzo la magia Avidità di Nuclei: sposto due nuclei da due spirit avversari non fusi in brave nella riserva, scelgo di spostare i nuclei di Pulcino Pentan e Sacerdote Pentan che finiscono così negli scarti”
 
“Brava ma devi ancora bloccare il mio attacco”
 
“Oh, ma io non ho intenzione di bloccarlo” ghignò la ragazza “di nuovo azione lampo! Attivo la magia Danza Macabra: scarto tutte le carte che ho in mano e rimuovo tutti i nuclei da Phoenixpentan che viene a sua volta eliminato!!”
 
“NO!”
 
Ma era troppo tardi, per ogni carta lasciata cadere negli scarti, una freccia viola trafisse l’armatura dorata del cavaliere pinguino fino a spazzarlo via. Kouta abbassò la testa sconsolato; era finita si, ma non come pensava lui.
 
 
TURNO 11
 
 
“Sacrifico Kudagitsunen per evocare Stein-Bolg Malvagio Capricorno Supremo
 
La rara X dello zodiaco emerse dal consueto globo di oscurità brandendo il bastone mentre, dagli scarti, la sua padrona recuperava la magia Avidità di Nuclei usata nel turno precedente come imposto dall’effetto “quando evocato” del suo demone caprino.
 
“Fase d’attacco: hai disputato un bel duello Kouta”
 
Inclinò le carte, i due spirit caricarono e lo scudo si infranse sbalzando per la prima volta Kouta lontano dal pannello metallico; quando il suo sguardo si alzò, il portale luminoso era già li.
 
Tornò al mondo reale e si trovò davanti lo stesso muro di applausi che aveva incontrato Kataru, ma, come per Kataru, solo tre erano le facce che voleva vedere; ci impiegò un po’ di più ma riuscì anch’egli a farsi largo nella folla fino a loro e li trovò disposti uno accanto all’altro: a sinistra, sua sorella, che l’aveva appena battuto, con il viso seminascosto e l’aria indifferente ma visibilmente orgogliosa; al centro, Hajime Hinobori che gli mostrava sorridente il segno d’assenso col pollice; a sinistra, un Kataru Ohizumi che stava disperatamente cercando di non mettersi a saltellare dall’esultanza.
 
“Ragazzi finitela, se qualcuno vi vede potrebbe pensare che io abbia vinto” fece lui avvicinandosi e rivolgendosi proprio al giovane Ohizumi “mi dispiace Kataru, ho perso anch’io in undici turni”
 
“Già forse è stato un segno del destino… di sicuro, però, è stato magnifico” sussurrò divertito quello “è stato come vedere l’Hajime inesperto ma determinato di qualche anno fa”
 
“Ti ringrazio, ma tu hai fatto anche di più” si complimentò il moro con le guance arrossate dall’imbarazzo “hai seguito la strategia del campione del mondo, sei stato un piccolo Arata che…”
 
“Ora non allarghiamoci con frasi ai limiti della diffamazione” si inserì Kimari, fattasi via via sempre meno disinteressata “posso concedere ad entrambi di aver disputato due incontri di alto livello; comunque stai tranquillo fratellino, niente e nessuno potrebbero mai far credere ad anima viva che tu mi abbia battuto”
 
“State buoni ragazzi” si inserì Manabu con aria da paciere “dai, offro a tutti e due; vi accompagno a prendere quel gelato”
 
L’idea venne accolta con grande entusiasmo e i due sconfitti di giornata si fiondarono fuori dal locale in direzione della gelateria più vicina; dietro di loro, Manabu si arrestò sulla soglia, prendendosi del tempo per osservare i due fratelli minori scherzare e giocare tra loro, rilassati.
Il suo sorriso pieno di orgoglio venne interrotto solo da una nota voce di li accanto.
 
“Tuo fratello ha del talento” sussurrò
 
“Lo so” replicò il presidente salutando con un cenno della testa il campione Arata, appoggiato al muro bianco del club
 
“Beh, direi che ha fatto capire chiaramente quale sia il suo vero sogno” alluse l’uomo “ora tocca a te, Manabu Ohizumi, essere onesto con te stesso e con lui; merita la verità”
 
Sbuffò sonoramente estraendo dal portamazzi il suo mazzo originale.
 
“A te la mossa”
 
 
 
SPAZIO DELL’AUTORE:
 
 
Ciao a tutti ragazzi, siamo ufficialmente oltre la metà di questo arco.
 
Il titolo del capitolo è una citazione da un album degli Afterhours e introduce poeticamente i due protagonisti della storia ovvero Kouta e Kataru, per uno si tratta di una prima volta assoluta mentre l’altro si è già ritrovato in ruoli importanti ed entrambi avranno ancora modo di brillare. Sono due che mi piacciono, soprattutto Kataru è anche nell’anime originale davvero un bel personaggio e il suo duello vinto contro Hajime uno dei più significativi (per capirci, se dovessi fare un paragone, è come se Zongurii battesse il Dan di “Gehika Dan” o se Plym battesse Clarky).
 
I duelli sono, senza modestia, tra i migliori che ho mai scritto, esattamente come li volevo sia nei loro parallelismi sia nelle loro differenze: due duelli simbolicamente di pari durata, ne troppo lunghi ne troppo corti e in cui i due ragazzi perdenti dimostrino le loro abilità… ma in modi diversi (Kataru che ha più esperienza, ribalta il duello, addirittura lo domina scegliendo di seguire Arata invece che Hajime mentre Kouta, che di Hajime è discepolo, segue alla lettera lo stile del suo maestro e disputa un bell’incontro ma del quale Kimari non perde mai realmente il controllo).
Il finale del primo scontro potrà sembrare, immagino, un bel po’ artificioso ma la cosa è voluta poiché la mia intenzione era proprio quella di rappresentare una vittoria per pura fortuna; ho già scritto sconfitte onorevoli di Kataru e volevo che questa fosse qualcosa di più: un duello che Kataru sulla carta ha vinto e in cui solo la sorte gli impedisce di poter gioire della vittoria effettiva.
 
Ah, so che probabilmente risulterò eccessivo a ripeterlo anche questa volta: giuro che mi dispiace per chi ritiene pesanti due duelli a capitolo, ma purtroppo, se vi interessa continuare con questa storia, dovrete farci l’abitudine perché essendo la trama di questa storia retta in gran parte dagli archi dei tre tornei (come nell’anime originale perché, secondo me, la struttura era perfetta), è necessario che ci siano tanti duelli e non posso proprio svolgerli tutti offscreen.
 
E anche per questo capitolo abbiamo finito, spero di risentirvi presto.
 
Alla prossima, ora per voi ci sono le turnazioni dei duelli e le anticipazioni.
 
 
Yukio vs Kataru
 
Turno 1: Zaneegun, Fenneparabola, Orsa Polare, Carta del Vuoto + Foresta delle Bestie Giganti
Turno 2: Kuhja Pavone Stellare, Ragazza Amazzone, Scintilla Interscambiabile, Nekomarda + Primo Libro della Creazione (Charadrius)
Turno 3: Potenziamento Magico
Turno 4: Regina Amazzone
Turno 5: Balli-Star Bestia Giavellotto
Turno 6: Terra delle Tombe dei Re
Turno 7: Grande Torre d’Avvistamento
Turno 8: Kaguya della Luna Eroina della Luce
Turno 9: Strike-Siegwurm Drago della Luce Lunare (Kataru: Corona del Cielo Stellato)
Turno 10: Bibbia Regale
Turno 11: Balli-Star Bestia Giavellotto, Artefatto Forseti
 
 
Kimari vs Kouta
 
Turno 1: Fantoccio di Paglia, Avidità di Nuclei, Geraldy Suprema Principessa Magica, Oscura Torre dell’Orologio Nascosta + Alisauro (Danza Macabra)
Turno 2: Pulcino Pentan, Piedi Alati, Sussurro Magico, Pentan Saltarocce + Sacerdote Pentan
Turno 3: Kudagitsunen
Turno 4: Veggente Pentan (Phoenixpentan il Coraggioso)
Turno 5: Furore Offensivo
Turno 6: Menestrello Pentan
Turno 7: Alisauro (Camelot Città del Crepuscolo)
Turno 8: Coro d’Uccelli
Turno 9: Funerale Violaceo
Turno 10: Voce Bianca (Caotico Laboratorio della Magia)
Turno 11: Stein-Bolg Malvagio Capricorno Supremo
 
 
Per Chihiro Kusaka è arrivato il momento del suo grande duello; se vincerà potrebbe non cambiare niente mentre se perderà sicuramente cambierà tutto… e in peggio, per lei e per suo zio, ma per affrontare il duello deve prima affrontare Yukio e capire qualcosa di più di lui e dei problemi da cui sta scappando; sarà il suo ultimo lascito perché a combattere potrà essere solo Chihiro Kusakabe una vera… Girl on fire.

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Capitolo 10
*** Episodio 9: Girl on fire ***


Girl on fire
 
 
 
Dopo aver vissuto una prima metà di giornata trascinante, con duelli aperti fino all’ultimo e due grandi esemplari di outsider da manuale pronti a vendere cara la pelle prima di soccombere alla legge del più forte era quasi fisiologico che la ben nota legge dell’equilibrio (o forse era quella dei grandi numeri) portasse in dote agli avidi spettatori presenti al club di Mika una seconda metà di giornata decisamente meno entusiasmante.
I risultati furono i più scontati possibili: Manabu si sbarazzò in cinque turni di una ragazza utilizzatrice di burst viola, Hajime (inspiegabilmente col mazzo al gran completo) si liberò di un ragazzino di prima media che, a suo dire, se avesse potuto si sarebbe danneggiato le vite da solo e infine Chihiro, pur scossa dalla prospettiva di dover affrontare Yukio, non impiegò più di dieci minuti per condurre in porto il suo scontro contro un pur determinato Hideji, che non riuscì così nel suo sogno di vincere il torneo assieme al fratello.
 
Non viene difficile quindi spiegarsi perché in mezzo ad una tale moria di competitività il duello tra Kobushi e Hide, inedita rivincita della battaglia di circa due anni prima, fu accolto quasi come una manna dal cielo e attirò a sé tutta l’attenzione dei presenti (peraltro non che ci fossero altre partite in corso).
 
I primi due turni di duello erano stati di preparazione del duello: Kobushi aveva come sempre aperto mettendo il più possibile in chiaro di non aver paura dell’avversario e difatti non aveva ancora evocato nessuno spirit pur avendone certamente in mano (teoria sostenuta soprattutto dall’immediata attivazione del nexus Foresta della Sacra Conifera), preferendo piuttosto limitarsi ad uno Scudinsetto e a tenere pronto il resto per le azioni lampo dell’effetto Alta Velocità; dall’altro lato del ring, Hide, nonostante avesse facilmente intuito la basilare strategia iniziale avversaria, non si era lasciato a sua volta intimorire rispondendo, da vero duellante rosso, con un’azione di natura completamente opposta: una piccola evocazione di massa di due spirit, in particolare un Bladra e un Roboraptor (a livello 2), condita da un attacco di Roboraptor volto, in realtà, più a sfruttare il suo effetto che non a colpire la vita avversaria.
 
Il terzo turno vide invece il primo attacco del duellante verde, anche leggermente anticipato rispetto ai suoi standard, con l’appena evocato Yang-Ogre di primo livello, uno spirit che, a sua volta, disponeva di un effetto molto interessante; l’offensiva si concluse rapidamente poiché il possente avversario mise sin da subito in chiaro di non avere intenzione di sacrificare stupidamente uno dei suoi spirit, tutti con PB inferiori a quelli dell’attaccante, e concesse all’insetto bipede di distruggere lo scudo verde della postazione.
 
 
TURNO 4
 
 
“Davvero un bel colpo Nigiri” scherzò il ragazzo dalla carnagione scura “sfortunatamente per te, il vulcano esplosivo è un ottimo incassatore”
 
“Ma parli di te in terza persona?” domandò l’altro divertito
 
“Solo quando voglio vincere” replicò il primo “fase principale: evoco Elginius Drago da Battaglia a livello 1”
 
Lo zaffiro blu apparve sul terreno di gioco per sbriciolarsi e rivelare il piccolo, ma tenace, drago dalle corna taurine che salutò l’esordio scalciando il terreno con i suoi zoccoli; la stragrande maggioranza spettatori rimase interdetta a quella evocazione: non si aspettavano di vedere uno spirit blu in un incontro tra due duellanti così.
Non Hideji, lui conosceva bene suo fratello e il suo mazzo; sapeva dove voleva andare a parare.
 
“Grazie al suo effetto, che mi consente di trattarlo come uno spirit rosso, posso sfruttare Elginius per completare la riduzione di costo della magia Carta Siderale” proseguì “scopro le prime tre carte del mazzo e, se tra essi ci sono spirit dei generi “Guida Luminosa”, “Spirit Stellare” e “Drago Astrale”, posso aggiungerli alla mia mano riponendo il resto delle carte in cima al mazzo”
 
Come esaustivamente spiegato, le tre carte si scoprirono e Hide afferrò due di esse, riponendo invece la terza in testa al mucchietto.
 
“Abbasso Roboraptor a livello 1 e sfrutto i nuclei recuperati per evocare Bal-Gunner Drago Cannoniere” seguitò il ragazzo di colore che sembrava non avere nessuna voglia di fermarsi “fase d’attacco: attacco con Roboraptor
 
Le rampe artigliate del piccolo sauro bianco e rosso fendettero la barriera a protezione di Kobushi facendolo leggermente sussultare a causa dell’onda d’urto. Il ragazzo del team Tegamaru passò la mano sulle due gemme esplose e fece la conta dei nuclei a disposizione; aveva un progetto in mente, sarebbe servita un po’ di fortuna forse ma era fattibile… e poi, quando mai in un duello non era servita anche la fortuna.
 
 
TURNO 5
 
 
“Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero”
 
Il castano osservò la carta che gli era capitata e sorrise: la fortuna aveva fatto la sua parte, ora toccava a lui.
 
“Fase principale: posiziono un burst” esordì appoggiando la carta a faccia in giù sul tabellone “dopodiché elevo a 2 il livello di Yang-Ogre e, sacrificando Scudinsetto, evoco Kenshin Signore della Guerra Alato
 
Il piccolo insetto dal carapace metallico svanì dal terreno di gioco per lasciare il posto ad un grosso smeraldo circondato da un vortice verde e immediatamente segnato da quelli che sembravano colpi di katana; quando poi si spezzò, dalla nebbia emerse un maestoso volatile argenteo armato del suddetto tipo di spada e bardato con abiti da guerriero.
 
“Fase d’attacco: attacco con entrambi i miei spirit”
 
“Ne rispondo con la vita” ribatté senza paura il rosso
 
 
TURNO 6
 
 
“Un'altra bella offensiva Kobushi, ma temo tu ti sia esposto troppo stavolta” commentò il robusto ragazzo di colore osservando lo stanco schieramento avversario
 
Hideji e molti degli spettatori, compresi i ragazzi del club, non poterono che concordare con quella considerazione nel vedere opposti il nutrito schieramento avversario e le sole tre gemme del primo; il solo rischio, precisò Galaxy, sarebbe potuto venire dal basso costo degli spirit del “Vulcano esplosivo”, cosa che li poneva a rischio di alcune popolari magie verdi come Trappola del Triangolo, oltre che, ovviamente, dal burst.
 
“Evoco Pedone Gustav” si lanciò l’imponente duellante per nulla intimidito dalle ipotesi prospettate dal commentatore “grazie ad esso posso sfruttare tutte le riduzioni di costo ed evocare il drago che viene dal sole, Sieg Apollodrago Drago Solare a livello 1!”
 
Il simbolo rosso sbriciolato rilasciò flare incandescenti su tutto il terreno di gioco annunciando l’arrivo, da oltre l’anello dell’arena, del drago: era possente e maestoso e si presentò a tutti scuotendo l’aria con un feroce ruggito.
 
“Fusione in brave di Sieg Apollodrago Drago Solare con Bal-Gunner” fece Hide appoggiando le due carte una sopra l’altra e recuperando il nucleo “e poi sacrifico Pedone Gustav ed Elginius per poter evocare, a livello 2, il drago che fa tremare la terra e squarciare il cielo: Siegwurm Possente Dragone Imperatore del Tuono
 
Un altro drago, meno massiccio e dai tratti più affilati, andò ad affiancarsi a quello precedentemente evocato, ora armato anche con due cannoni metallici sulla spina dorsale.
 
“Fase d’attacco: attacco brave!” esclamò Hide “attivo l’effetto di Bal-Gunner quando si trova fuso in brave: quando il brave spirit attacca, posso pescare una carta ed eliminare uno spirit avversario con 4000 PB o meno; distruggo Yang-Ogre!”
 
Prima ancora che i cannoni potessero sparare i loro colpi, il seguace di Tegamaru dichiarò la sua intenzione di rispondere all’attacco con la vita e poi attese che gli eventi seguissero il loro corso con un sorriso.
 
“La distruzione di Yang-Ogre mi consente in primis di sfruttare il suo effetto personale: guadagno un numero di nuclei pari al livello dello spirit al momento della distruzione, quindi due” replicò il castano “ma soprattutto mi permette di attivare il burst!”
 
La carta coperta rilasciò un effetto verde e saltò in aria rivelandosi.
 
“Effetto burst di Yoshitsune Eroe del Vento: mando in affaticamento due spirit avversari a mia scelta, in particolare Bladra e Roboraptor” esplicò Kobushi mostrando a tutti la carta “dopodiché, avendo più di otto nuclei tra terreno, riserva e scarti, posso evocare, a costo zero e livello 3, il grande cavaliere del cielo: Yoshitsune Eroe del Vento!!”
 
Fasci di energia verde circondarono i due spirit rossi indicati dal Nigiri facendoli accasciare a terra dalla stanchezza; dopo ciò essi ritornarono nella metà d’arena appartenente al castano dove circondarono il grande smeraldo fendendolo come fossero lame.
Indebolita, la superfice della gemma venne spezzata da due enormi pinze e, poi, sbriciolata dall’interno; ne scaturì un gigantesco e possente insetto con un paio di feroci tenaglie ai lati del volto e ali ed artigli quasi da falco.
 
“A te la mossa” sussurrò il “Vulcano esplosivo” mordendosi le labbra
 
 
TURNO 7
 
 
“Abbasso Yoshitsune Eroe del Vento a livello 2, elevo Kenshin e il mio nexus a livello 2” aprì Kobushi seguendo con lo sguardo il movimento dei nuclei “fase d’attacco: attacco con Yoshitsune Eroe del Vento!”
 
“Ne rispondo con la vita” replicò l’altro resistendo all’urto del nucleo
 
“Azione lampo! Sfrutto l’effetto di livello 1 e 2 del mio nexus per evocare due spirit Cho Rondine Celestiale con effetto Alta Velocità; attivo il loro effetto all’evocazione e guadagno due nuclei nella riserva” proseguì ancora il primo “attacco con Cho Rondine Celestiale!”
 
“Hai commesso un errore Nigiri!” ribatté grintoso Hide “blocco con Siegwurm
 
La stupenda rondine dalle folte code ricoperte di rose si lanciò a tutta velocità contro il drago rosso facendolo cadere a terra; la bestia provò a reagire cercando di colpire il piccolo uccello prima con la coda e poi con il fuoco ma fu tutto inutile e in breve tempo, sotto gli occhi increduli degli spettatori, le code ornate avvolsero e bloccarono il drago stritolandolo.
 
“È merito degli effetti combinati di Kenshin a livello 1 e 2 e del nexus Foresta della Sacra Conifera a livello 2” spiegò Kobushi “il primo mi consente di aggiungere 3000 PB ad ogni spirit attaccante del genere “Bestia Alata” mentre, grazie al secondo, i PB dei miei spirit di livello 1 con effetto Alta Velocità sono aumentati al loro livello 2 durante ogni confronto”
 
“Tradotto in parole povere” si inserì Galaxy entusiasta “i punti battaglia di Cho Rondine Celestiale sono 8000!!”
 
Non appena finì la frase, il piccolo volatile completò la sua opera tuffandosi a velocità supersonica sul malcapitato drago, trapassandolo.
 
“Attacco ancora con l’altro Cho Rondine Celestiale
 
“Azione lampo! Utilizzo la magia Codice di Riavvio” gridò Hide tentando di fermare in ogni modo la mareggiata “recupero tutti i miei spirit e blocco con Bladra
 
Bladra eliminato.
 
“Attacco con Kenshin Signore della Guerra Alato
 
“Blocco con Roboraptor
 
Roboraptor eliminato.
 
“Attivo l’effetto di Kenshin a livello 2 al momento dell’attacco: recupero due spirit con effetto Alta Velocità, ovvero i due Cho Rondine Celestiale” incalzò ancora il castano “attacco di nuovo con il primo Cho
 
“Grrrr… blocco con il brave spirit”
 
La graziosa rondine bloccò le braccia del drago del sole schiantandolo a terra con violenza; alla bestia non venne lasciato nemmeno il tempo di reagire che una pioggia di rose lo sommerse completamente annientandolo e causando il distacco del brave.
 
“Attacco ancora con l’altro Cho
 
“Blocco con Bal-Gunner!”
 
Nonostante anche il suo ultimo spirit fosse stato distrutto, Hide era uscito soddisfatto da quello scontro finale: era sopravvissuto ad un’incessante offensiva ed ora il suo avversario aveva solo una vita e nessun bloccante mentre lui aveva in mano almeno lo spirit Automa di Pietra pescato al turno prima sull’attacco del brave spirit.
 
-Bene- pensò -direi che è finita-
 
E lo era… ma per lui.
 
“Azione lampo!” esclamò ancora una volta Nigiri “attivo la magia Recupero di Resistenza! Grazie ad essa posso aggiungere 2000 PB ad un mio spirit e poi, se esso arriva ad avere 10000 PB o più, posso recuperare lo spirit; io scelgo Yoshitsune che arriva così a 11000 PB e va in recupero”
 
Hide li limitò ad un tenue sorriso, stava per subire l’ultimo attacco della sua carriera semiprofessionistica.
 
“Ne rispondo con la vita”
 
Lo disse ancora prima che Kobushi dichiarasse la sua intenzione di attaccarlo e, quando anche quell’ultimo nucleo si infranse, scoprì di non sentire dolore: era sempre stato onesto col suo fratellino e, dopo la sua eliminazione, gli aveva ribadito che i suoi piani non erano cambiati; era pronto a dire basta.
 
Si prese cinque secondi prima di passare attraverso il varco luminoso, solo il tempo di osservare per l’ultima volta, dalla postazione di duello, il terreno di gioco; gli sarebbe mancato, certo, ma sentiva anche di aver veramente fatto il proprio massimo e di poter andare fiero di ciò che avesse fatto.
 
Attraversò il portale bianco e tornò al mondo fisico dove una folla immensa lo accolse tra gli applausi e il suo gemello salì sul palco per alzare le braccia di entrambi i contendenti, come avessero vinto tutti e due.
 
Si… decisamente non aveva rimpianti.
 
 
 
Nonostante l’ultimo quarto di finale si fosse concluso da soli sei minuti il locale si era già notevolmente spopolato e, non a caso, la povera Mika che fino a poco prima commentava esaltata assieme a Galaxy ora girava tra i tavoli sbuffando come una locomotiva a vapore ma, purtroppo per lei, non viaggiando alla stessa velocità.
Non era totalmente sola stavolta poiché, dimostrando grande cortesia, tanto Kobushi quanto Hide avevano deciso, concluso il duello, di restare per dare una mano, trascinandosi dietro anche un discreto seguito di persone; la gestrice si ritrovò così a passare dal lavoro di spazzina della sera prima a quello di coordinatrice dei lavori… anche perché, se li avesse lasciati fare, avrebbero combinato un disastro.
 
“No Hideji, la plastica va raccolta in quel secchio la in fondo” spiegò la donna gesticolando come fosse un vigile “Owada e Sakurai, voi due invece ricordatevi che prima bisogna passare con la scopa e solo dopo potrete usare lo straccio bagnato”
 
Chihiro Kusaka(be) osservava la scena da oltre la porta a scorrimento trasparente, trattenendo a stento sia le risate nel vedere quell’allegra banda fare casini sia il senso di colpa per aver deciso di non fermarsi ad aiutarli; la sua scusa del resto era abbastanza valida: per quanto potesse non andarne troppo orgogliosa, il fatto di venire da una famiglia ricca e nobile aveva fatto si che la ragazza avesse avuto sin da bambina l’aiuto della servitù; in sostanza, non aveva mai lavorato un giorno in vita sua.
 
Si voltò verso la strada e fece per allontanare metaforicamente e geograficamente la ragione dei suoi sensi di colpa da se, ma non riuscì a fare nemmeno un metro poiché la sua attenzione fu immediatamente attirata da una figura longilinea appoggiata di schiena ad uno dei lampioni che illuminavano l’ingresso del club: aveva capelli chiari e lunghi, una giacca nera e la testa perennemente china verso terra.
 
-Perché sei sempre così triste?- pensò; nei due anni e mezzo in cui erano stati amici l’aveva visto alzare la testa forse cinque volte e mai quando era mascherata da ragazzo come quel giorno -al diavolo!-
 
Si avvicinò al ragazzo a grandi falcate e gli arrivò di fronte senza che lui avesse alcun tipo di reazione, era quasi come se stesse dormendo. Per un istante, la sua rabbia le fece salire la voglia di richiamare la sua attenzione con una bella sberla ma poi desistette, in fondo un simile comportamento non si addiceva ad una ragazza di nobili origini…
 
… quello unita alla constatazione di come avesse già preso troppi calci nella vita.
 
La vita.
Chissà come era andata avanti la sua: viveva ancora con i suoi che odiava? Aveva subito ancora altri atti di bullismo? La situazione era migliorata rispetto a quando erano amici? Quanto avrebbe voluto avere il coraggio di porre anche solo una di quelle domande.
 
E invece nulla, optò per una via di mezzo.
 
“Ti ho visto oggi” esordì pentendosi quasi subito delle sue parole “contro Kataru intendo; sei stato bravo”
 
“Cos’è? Adesso mi prendi per il culo anche tu?” ribatté l’altro rabbioso
 
Ne aveva ben donde, visto che chiunque avesse assistito al suo duello e avesse avuto anche solo una conoscenza basilare di Battle Spirits avrebbe detto che lui lo scontro l’aveva perso, a vincerlo per lui era stata la fortuna.
 
“Scusa, ho detto una cazzata” ammise
 
“Tranquilla, non è la prima” fece l’altro con un tono cattivo “e fossi in te modererei il linguaggio; non vorrai mettere in imbarazzo i nobilissimi mammina e papino”
 
Ok, ora stava cominciando ad irritarsi.
 
“E quali sarebbero le altre cazzate che ho detto!” mugugno rabbiosa “che fossimo grandi amici? Che i nostri duelli fossero di gran lunga la parte più sopportabile degli anni in quella scuola? Cosa?!”
 
“Beh, se vuoi puoi anche smettere di essere mia amica” commentò quello, stavolta più triste che arrabbiato “tanto ne hai già molti altri adesso”
 
“E tu invece?”
 
“Io sto bene da solo” sussurrò quello con sincerità “lo sai”
 
“No, tu stai bene “da solo, insieme”, non era questo ciò che dicevi sempre?”
 
“Le cose cambiano e a volte ci si deve adattare alle situazioni” rispose l’altro “tu, ad esempio, ci hai rinunciato o non avresti continuato a travestirti”
 
Per assurdo che fosse, considerando l’umore con cui aveva cominciato quella conversazione, quell’osservazione la fece ridere di gusto; non aveva la minima idea del perché ma Yukio aveva sempre detestato il suo vestiario “maschile”, sin dalla scuola privata.
Evidentemente quella non era tra le “cose che cambiano” di cui aveva parlato.
 
“Un giorno mi dovrai dire il motivo per cui ce l’hai tanto con i vestiti di mio cugino” disse la ragazza “imbranati come eravamo, senza questi ci avrebbero scoperto dopo tre giorni”
 
“Ehi, eri tu che continuavi a fare casino e a parlare, io dicevo sempre il minimo indispensabile” precisò il biondo “e comunque chissà, forse un giorno lo fa…”
 
Non fece a tempo a finire il suo pensiero che si ritrovò improvvisamente imprigionato dalle braccia dell’amica e, di conseguenza, pieno di brividi a percorrergli la schiena e con le guance arrossate.
 
“Ma che…”
 
“Hai detto che un giorno mi dirai perché odi i miei vestiti da maschio” chiarì la ragazza quasi commossa “significa che mi vuoi ancora come amica”
 
“Si… cioè no… cioè io intendaaahhio!!”
 
Ecco, se invece qualcuno le avesse raccontato di QUESTA scena, e non l’avesse vista in prima persona, non ci avrebbe mai creduto per quanto fosse stata assurda; quella, per lei, innocua frase aveva avuto l’effetto di far sobbalzare il ragazzo, causargli una temporanea balbuzie, estendere il rossore dalle guance a tutto il viso e, dulcis (si fa per dire) in fundo, tirare una craniata (anzi, una nucata) pazzesca al palo della luce a cui poco prima era appoggiato; e il tutto non poteva che farla ridere: era bello vedere che nonostante l’altezza torreggiante, l’espressione sempre corrucciata, le sue giacche nere e il fatto che ascoltasse solo Asian Kung-Fu Generation et similia, sotto sotto rimaneva il solito goffo, scoordinato e imbranato ragazzino di sempre.
 
Essendo decisamente più a suo agio lei e notevolmente meno pesante l’atmosfera rispetto all’inizio di conversazione, Chihiro capì che era arrivato il momento di scavare più a fondo; doveva farlo parlare, cercare di sapere qualcosa di più di lui, solo così avrebbe potuto capire le sue intenzioni e da cosa stesse scappando.
Gliel’aveva detto chiaramente, il suo leader: solo lei poteva aiutarlo a smettere di scappare.
 
“Tu… come stai?” domandò con gentilezza
 
“Mah, non mi lamento” rispose lui “certo, il lavoro e parecchio stressante per un part time ma…”
 
“Ehhh! Lavori? TU?!!!”
 
“Ovviamente, sai da quando mi hanno diseredato io…”
 
“Sei stato diseredato?” lo interruppe la castana “ma è legale?”
 
“Tecnicamente no e infatti non l’hanno ancora fatto, ma aspettano solo che io sia maggiorenne, ne sono certo” fece sconsolato “pensa che non mi parlano nemmeno più”
 
Chihiro registrò quell’informazione nello scomparto mentale dedicato ai fatti da verificare. Era una storia che aveva sentito ripetere spesso negli anni delle elementari: Yukio che faceva il possibile per farsi apprezzare e i suoi, in realtà suo padre, che continuavano a rimarcare le sue mancanze e la sua inadeguatezza; non è che non si fidasse del suo amico ma certe così preferiva verificarle di persona, specie se si trattava di affermazioni così assolute.
 
“E comunque come mai sei tanto sorpresa dal fatto che io lavori?” domandò il biondo, recuperando il filo del discorso iniziale
 
“Ma perché tu sei un totale imbranato” lo prese in giro lei, felice di scorgere così tanti spiragli su una corazza che, fino a quel momento, le era parsa inscalfibile “del resto non hai mai lavorato un giorno in vita tua”
 
“Ha parlato la classe operaia” ribatté scherzoso “Ah, e comunque non mi pare sia stato il sottoscritto, totale imbranato, a farci scoprire”
 
Quelle parole le provocarono un brivido intenso ma anche piacevole lungo tutta la schiena che si tradusse in un sussulto trattenuto a stento; era molto combattuta riguardo QUELLA questione perché se da un lato aveva timore di riaprire vecchie ferite (peraltro, con tutta probabilità, il motivo di quell’astio da parte del biondo) dall’altra sentiva una vocina in testa che le diceva di continuare a battere su quel ferro poiché era certa che se fossero riusciti a scherzare anche su QUELLO, allora tutto si poteva sistemare.
 
Purtroppo per lei, come era successo quel giorno alle elementari, fece la scelta più sbagliata: non scegliere nulla.
 
“Anch’io sto alternando gli studi con un’esperienza lavorativa, sai?” alluse lei allontanandosi dal discorso precedente “però immagino sia… piuttosto diverso dal tuo; si tratta di una specie di apprendistato come assistente di mio zio, così da poter essere d’aiuto a lui e a papà nella gestione dell’impero Kusakabe in futuro”
 
“Oh, davvero?!”
 
“Già, negli ultimi anni infatti ho partecipato a parecchi eventi… direi abbastanza interessanti” continuò la castana “ho conosciuto molti volti nuovi ma anche rivisto visi che non incontravo da tem…”
 
“E loro invece chi hanno conosciuto? Chihiro Kusakabe o Chihiro Kusaka?”
 
La durezza di quella risposta unità al tono caustico, quasi cattivo, con cui era stata pronunciata fece gelare il sangue alla giovane nobile che si irrigidì e rimase in silenzio; le fu chiaro si da subito di aver sbagliato (non che servisse chissà quale intuito) ma purtroppo non comprese mai DOVE avesse sbagliato e per questo, una volta placata l’ondata d’ansia, riprese a seguire quella strada, guadagnandosi in risposta un nutrito campionario di sbuffi, risatine ironiche e esclamazioni maliziose.
 
“Ok, ora basta!” sbottò ad un certo punto quella, arrestando la sua narrazione “si può sapere cosa ti diverte tanto?”
 
“Ma nulla” ribatté l’altro con nonchalance “forse sto solo ridendo per non piangere”
 
Non fece nemmeno attempo ad accennare al proseguio di quella frase che la mano destra di lei scattò fulminea verso l’alto e colpi con violenza la guancia del ragazzo, costringendolo perfino a barcollare per qualche secondo prima di recuperare controllo di se ed equilibrio.
Sorpreso, il biondino si toccò la guancia calda e ancora pulsante dal dolore, poi sorrise.
 
“E questa sberla di chi era? Di Chihiro Kusakabe o di Chihiro Kusaka?”
 
“Piantala con questa stronzata!!” sbraitò ella “Chihiro Kusaka non esiste!! L’abbiamo inventata noi e tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro a parte me!”
 
“Oh, ma io lo so” sibilò con cattiveria il minore “tu invece sei proprio sicura che sia così?”
 
Si ammutolì un’altra volta, la Kusakabe, con la mente che le si affollava di pensieri, riflessioni e possibili repliche a tono causandole un caos cognitivo di cui, in quel momento, proprio non sentiva il bisogno.
Alzò lo sguardo verso l’amico per incrociare i suoi occhi; voleva provare a tranquillizzarsi osservandolo e cercando di carpire dal suo linguaggio del corpo dove volesse andare a parare ma niente da fare; lei che sapeva leggerlo con una singola occhiata, lei che l’aveva battuto cinquantasette volte a fronte di sole nove sconfitte improvvisamente sembrava non riuscire più a capire nulla di lui.
 
“Sei proprio sicura di sapere chi sia la vera Chihiro e chi la maschera?” rincarò più esplicitamente quello
 
“I-io… s-si”
 
“E allora spiegami chi è quella vera?” domandò ancora “la brava figlia elegante e ben educata che, per fare contenti mammina e papino, FINGE di interessarsi di finanza o politica oppure la ragazza determinata, amante dell’arte e di Battle Spirits, che sogna di fare la spirit designer ma FINGE di essere un ragazzo per paura di non essere accettata?!”
 
La giovane rimase a fissarlo in silenzio e con un’espressione contrita dipinta sul volto, quasi volesse chiedergli scusa.
 
“Quale di queste finzioni è quella vera?”
 
Ancora una volta, non una parola.
 
“Dimmi Chihiro, te ne intendi di letterature straniere?” proseguì ancora lui
 
“Poco o nulla” rispose ella, confusa “perché tu si invece?”
 
“Già, è una delle mie passioni più autentiche” replicò il biondo, apparentemente più tranquillo “mi sono svenato per riuscire ad imparare altre lingue… ma ne è valsa la pena perché ho finalmente capito qual è il tuo difetto”
 
La castana ebbe un sussulto e si mise sull’attenti.
 
“E quale sarebbe?”
 
“E perfettamente descritto dal massimo rappresentante della letteratura italiana” spiegò “ignavia è una parola strana certo, ma in realtà nasce da una delle mancanze più banali dell’essere umano”
 
La Kusakabe si fece ancor più guardinga; tutto quel preambolo lasciava pensare ad un’imminente offensiva e lei doveva farsi trovare pronta.
 
“Tu sei una vigliacca, Chihiro Kusakabe” sentenziò “tutte queste maschere, queste finizioni, che caratterizzano la tua vita esistono solo perché tu possa continuare a scappare dai tuoi problemi… almeno fino a che questi non diventano troppo grandi e ti sommergono”
 
“Cosa vuoi insinuare?” ribatté secca “una volta forse, ora…”
 
“Ma non dire idiozie” la interruppe quello con tono condiscendente “non sei stata tu ad affrontare i tuoi, è stato il tuo caro leader Tanashi Tegamaru”
 
Nemmeno tutte le cautele e riflessioni del caso furono in grado di prepararla a quello; come diavolo faceva a sapere certe cose, non le risultava che lei o i suoi si fossero messi a sbandierarle in giro.
 
“Come lo so? Beh, ai miei piace tanto parlare di te” sibilò “il confronto tra quanto tu sia “giusta” ed io, invece, “sbagliato” è uno dei loro argomenti preferiti”
 
“Strano, mi era parso di capire che non parlassi coi tuoi” ironizzò lei riuscendo finalmente a tirar fuori gli artigli
 
“E infatti non lo fanno ma, dato che non mi hanno ancora cacciato di casa, posso ascoltarli” chiarì il biondo “dovresti sentirli, sempre a sottolineare quanto splendida e beneducata sia diventata Chihiro, con quanta competenza e disinvoltura si destreggi nelle conversazioni, quanto si diverta nei momenti di svago con le coetanee anche…”
 
Nell’udire l’incupirsi del tono un altro brivido le percorse la schiena.
 
“… anche con alcune di quelle stesse stronzette che a scuola la trattavano come merda” concluse rassegnato, quasi triste “ovviamente i miei hanno usato un linguaggio meno… colorito”
 
La giovane Kusakabe abbassò lo sguardo e si strinse tra le spalle, facendosi più piccola che potesse. Per la prima volta dall’inizio di quella conversazione un’osservazione dell’amico l’aveva messa realmente a disagio e non era riuscita a dare una pronta replica a quell’offensiva.
 
“Sei ridicola” proseguì “pur di leccare il culo ai tuoi genitori ti fai piacere perfino quelle troiette c…”
 
“STAI ZITTO!!” esplose la ragazza, afferrando il biondo per il bavero della giacca “non azzardarti mai più a chiamarle così!”
 
“Tu…” mugugno sorpreso, liberandosi a fatica dalla morsa dell’altra “… dopo tu-tutto quello che ti hanno fatto, TU LE DIFENDI?!”
 
Ancor più rabbiosa, la nobile lo incalzò riprendendo a stringere ancor più saldamente il suo colletto e, con esso, trascinò a forza il viso dell’amico alla stessa altezza del suo per incrociare il suo sguardo aggressivo con quello stupito dell’altro.
Doveva (e voleva) guardarlo dritto negli occhi per quello che stava per dirgli.
 
“Certo che le difendo” sibilò “nessuno di noi è perfetto e, proprio perché è così facile errare, abbiamo tutti diritto ad una seconda opportunità, specie a undici anni”
 
“Sai benissimo anche tu che per dei figli dell’alta società, istruiti fin dal primo giorno di culla, l’età è ancor di più “solo un numero”! Basta sentirli parlare”
 
“Finiscila! Sei tu a sapere benissimo che questa è una balla!” ribatté la maggiore con ancor più vigore “certo, frequentano scuole ricche e avanzate e ripetono a pappagallo gli argomenti complessi di cui parlano i loro genitori, ma alla fine sono sempre e solo BAMBINI!!”
 
Il fuoco sembrava arderle nelle iridi e, per la prima volta dall’inizio di quel dialogo, il suo interlocutore si ritrovò a dover essere lui a distogliere lo sguardo.
 
“Ma a te fa molto più comodo pensare che fossero (e siano ancora oggi) tutti dei mostri!” gridò ancora lei, la voce rotta da un misto di rabbia e tristezza “dei bambini di dieci anni, cazzo!!”
 
Concluse così, con una delle sue rare (per lei) imprecazioni, quel suo discorso liberatorio e allentò la presa sul suo collo, permettendo all’ennesimo mediocre strattone del ragazzo di avere successo; immediatamente, la castana andò a ricercare lo sguardo dell’altro per capire che effetto avessero avuto le sue parole ma quello si sottrasse, adagiandosi invece ad un lampione con il braccio a fare da “cuscino”.
 
“È bello che tu sia riuscita a perdonare” sospirò Kawashima senza nemmeno troppa convinzione “io invece li odio tutti: i miei genitori, gli altri ragazzi, i professori, la società; tutti, ma nessuno mi ha… deluso quanto te”
 
La Kusakabe ascoltò quel monologo con gli occhi chiusi per affinare ancora di più il senso dell’udito e cercare di captare un qualche indizio fino ad ora sfuggito alla sua attenzione, ma la sola cosa che riusciva a sentire era la parola “odio” che rimbombava nella sua testa, quasi fosse un mantra. Non che fosse cosa insolita, il biondino usava quel termine spesso anche quando erano bambini, ma ora suonava diverso; era come se si portasse dietro una convinzione che non aveva mai avuto.
 
-Quanto odi, amico mio- pensò -i tuoi, i coetanei, gli adulti, il mondo intero e anche… aspetta… no, non ha mai detto di…-
 
Riaprì gli occhi ed essi brillavano di felicità; forse non aveva ancora trovato la chiave ma per la prima volta sentiva di avere una traccia.
 
Usci sorridente dal suo temporaneo stato di trance, appena in tempo per ascoltare la parte conclusiva della feroce filippica dell’altro e, nonostante ne avesse perso parecchi punti, immediatamente fu accolta da un secondo segnale molto simile ad un indizio.
Chissà, magari Tegamaru aveva ragione sul fatto che fosse scritto nel destino che lei dovesse aiutarlo… quello oppure si trattava di una giornata particolarmente fortunata.
 
“… alla fine tu ti sei arresa al mondo mentre io, invece, ho continuato sulla mia strada, solo contro il mondo” terminò lui
 
“Già” intervenne prontamente Chihiro “per questo non posso che compatirti”
 
L’aveva detta, quella frase, arricchendola apposta con tutta la mielosità e il pietismo di cui era capace; doveva provocarlo, le mancava così poco per farlo crollare e avere altre tessere del puzzle.
 
“Non fare tanto la superiore!” esclamò rabbioso “l’unica differenza tra te e me è che il tuo caro zietto Hanzo Kusakabe non ti ha mai tradito!”
 
Un ghigno di soddisfazione le si dipinse sul viso.
 
-Colpito e affondato-
 
“Se tuo zio non fosse sempre stato al tuo fianco saresti come me” commentò “e il nostro duello di domani sarà il momento della verità”
 
Ok, questo invece non se l’aspettava.
 
“Cosa intendi dire?” domandò la nobile
 
“Solo questo” rispose feroce mostrandole il suo cellulare… e in particolare QUELLE immagini
 
Mai nella sua vita Chihiro avrebbe immaginato che sarebbe stato proprio Yukio a mostrarle per la prima volta le immagini (più un video in cui lei stessa dichiarava nome e cognome) di quella loro trasgressione infantile; le immagini erano tremolanti e parecchio sgranate, a testimonianza del fatto che erano state registrate con strumenti vecchi, ma era indubbio che fossero quelle presenti sulla stramaledetta chiavetta di cinque anni prima.
Concluso lo spettacolino, il biondo rimise in tasca il telefono e incrociò lo sguardo dubbioso di lei con il suo; era colmo d’ira, quasi tremava dalla fatica con cui cercava di controllarsi.
 
“Cosa significa tutto ciò?” domandò la castana
 
“Voglio aiutarti, sai qual è il destino degli ignavi?” chiese l’altro a sua volta
 
“No”
 
“Perdono la loro identità, diventano indegni di essere anche solo nominati” sibilò quello, quasi delirante “questo mio gioco d’azzardo ti costringerà a smettere di fuggire e fare una scelta: o Chihiro Kusakabe domani si presenta sul terreno di gioco e vince oppure scappa e ne paga le conseguenze”
 
“Quali conseguenze?” fece la giovane, subodorando già la non piacevole risposta
 
“Pensavo fosse ovvio” replicò il minore “se vincerai cancellerò tutto e non dovrai più nemmeno sentir parlare di me mentre, se dovessi essere sconfitta, spedirò immediatamente queste prove alla nostra cara ex-scuola”
 
“E pensi che questo possa spaventarmi? Sei meno intelligente di ciò che ricordavo” commentò “come puoi pensare che, dopo così tanti anni, qualcuno abbia ancora interesse per quella storia?”
 
“Non saprei, si tratta pur sempre del più grande scandalo nella storia della scuola” osservò, ansimante dalla rabbia “ma non è quella il mio obiettivo… mi serve solo come tramite”
 
“Co-cosa intendi?”
 
“Che il mio bersaglio è più personale” esplicò quello “certo i tuoi genitori non ne verranno toccati, del resto erano all’oscuro di tutto, ma tuo zio Hanzo Kusakabe invece…”
 
“N-no!”
 
“… l-lui sa-sapeva tutto e-e la sua r-reputazione a-andrebbe in pezzi”
 
Concluse la risposta che tremava come fosse febbricitante, evidentemente poco saldo sulle gambe e molto sudato. Era strano, pareva quasi che stesse soffrendo delle sue stesse minacce; come se tutto quello che avesse appena detto gli pesasse come un macigno, come se non…
 
-E se…?-
 
“Perché dovrei accettare il tuo gioco?” domandò con fermezza la ragazza, ancora alla ricerca del pezzo mancante
 
“Perché in verità non hai realmente nulla da perdere” replicò il minore “se vinci, tu e tuo zio restate uniti, le prove spariranno e tu potrai continuare la tua vita di perfetta erede della famiglia Kusakabe; se invece perdi, non avrai più nessuno e potrai continuare da sola sulla strada per i tuoi grandi sogni…”
 
Stavolta si manifestò come una travolgente scossa che invase le sue terminazioni nervose costringendola spalancare gli occhi, la sensazione di completezza che si prova quando finalmente si trova la soluzione di un enigma; aveva sentito tante volte, durante tutto il corso del dialogo, crescere in lei la voglia di smettere di ascoltare e scappare e, ogni volta, una parola fuori posto, una frase sibillina o qualcos’altro ancora l’aveva costretta a restare.
 
Ora, finalmente, l’aveva trovata, l’ultima tessera del puzzle.
 
“… ma è bene che tu sappia che non hai nessuna possibilità contro di me” concluse il biondo, tanto in trance da non aver notato minimamente il brulicare di pensieri dell’amica
 
“Non ti conviene sottovalutarmi” ribatté ella alterata
 
“Oh, ma io non ti sottovaluto” ironizzò, abbandonando quell’aria disperata che l’aveva caratterizzato fino a poco prima “ma sai, è molto difficile, forse persino impossibile, duellare indossando una maschera”
 
La giovane Kusakabe incassò quell’allusione con assoluto distacco e tranquillità, in fondo aveva ormai in mano la soluzione del grande mistero attorno al suo amico e nessuna sua cattiveria o punzecchiatura avrebbe potuto turbarla; lo folgorò con un’occhiata e poi si voltò, incamminandosi verso direzione ignota.
 
“Ehi, dove diavolo vai adesso?!” le gridò dietro l’amico
 
“Ma come, non lo capisci?” ribatté lei senza nemmeno voltarsi “torno dalla mia cara e amata famiglia, ovviamente; mi costringi a confermare quello che ho detto prima, Yukio, sei meno intelligente di ciò che ricordavo”
 
Riprese la sua uscita di scena senza nemmeno attendere la sua replica ma lo fece camminando volutamente a passo rallentato; per la prima volta in quel dialogo era stata lei ad affondare il colpo e ora voleva ascoltare le sue ultime parole, era certa che le sarebbero servite.
 
“Brava, scappa da loro!” esclamò “ma, come disse il bardo Shakespeare, “i codardi muoiono molte volte prima di morire mentre i valorosi provano il gusto della morte una volta sola”! Ricordalo Chihiro!”
 
-Forse dovresti ricordarlo prima a te stesso, Yukio- pensò, selezionando il numero di suo padre dalla rubrica telefonica “Pronto, papà? Sono Chihiro… no, tranquillo, non mi è successo nulla, vorrei solo sapere se tu avessi contatti con la famiglia Kawashima, i proprietari del grande impero alberghiero… si? Fantastico!... no, niente, però scusami ma avrei bisogno di un favore”
 
 
 
Il giorno seguente, il club di Battle Spirits di Mika Kisaragi era pieno come nelle grandi occasioni; il primo piano era completamente invaso da appassionati e tifosi e anche al pianterreno, area riservata teoricamente a concorrenti e addetti ai lavori, c’erano molte più persone di quante ne fossero annunciate.
Era dal torneo nazionale dell’anno prima, la Hero Championship, che non si vedeva una tale risposta di pubblico.
 
-Chissà quanti di loro sono qua per me e Yukio?-
 
Non era per ritrosia o timidezza che Chihiro si poneva quella domanda ma per reale curiosità; al di là del loro “rapporto disfunzionale”, quante volte capitava di assistere a un duello tra l’ereditiera di una dei più importanti casati nobiliari del Giappone e il rampollo (anche se diseredato) di una famiglia dell’élite economica? Non doveva essere un fatto così usuale.
 
“Tranquilla, ci sono molti altri duelli da vedere” fece una voce decisamente nota alle sue spalle
 
Si voltò e ad accoglierla trovò l’espressione soddisfatta e rassicurante del suo leader.
 
“Sai, suona strano detto da uno che è venuto solo per vedere il mio duello” ribatté con ironia “scusami, ma tu non avresti altro da fare?”
 
“Mah, il nonno è con zio Sengoku e zia Himiko” rispose l’altro facendo lo gnorri “e Osamu ha la giornata libera oggi, per cui non credo”
 
La castana lo colpì sulla nuca con un buffetto deciso ma non eccessivo, borbottando qualcosa come “parlavo del tuo lavoro di supervisore del blocco verde, asino” a contorno dell’azione; la naturalezza con cui fece il tutto stupì lei per prima poiché, anche se il loro era un “vassallaggio” molto informale, era raro che lei si prendesse così tanta confidenza col capitano.
Era davvero una giornata particolare.
 
“Credo che il signor Serizawa sia in grado di farcela da solo” affermò il giovane Tanashi
 
“Il signor Serizawa?” chiese la ragazza “è per caso parente…”
 
“Di Isami? Si, è suo padre” la anticipò il blu “è nella federazione ed è il mio collega in zona blocco verde; questo, però, temo sia anno di magra per i duellanti della zona, le eliminatorie avevano pochissimi partecipanti e Roller Izumi, la miglior duellante in zona, non si è nemmeno presentata. Direi che non c’era bisogno di avere due supervisori; e poi avevo anche un altro lavoro da fare, o sbaglio?”
 
“Altro lavoro le mie scatole!” imprecò la castana “non mi risulta che per fare qualche telefonata si debba attraversare mezzo Giappone”
 
Divertito dalla reazione dell’amica, l’erede dei samurai si fece una bella risata e indicò in lontananza l’avversario designato della sua sottoposta, impegnato nella sua più classica attività: appiattirsi il più possibile al muro con lo sguardo basso nel tentativo di evitare ogni contatto umano.
 
“Sei pronta?” chiese quello andando ad affiancarla “perché, a guardarlo, lui lo è di sicuro”
 
“Ti sbagli” sentenziò la ragazza con tono fermo e certo “lui crede di esserlo ma oggi è il giorno in cui cadranno le maschere”
 
“Così sia” concluse il ragazzo spingendola verso il palco “fagli vedere chi sei”
 
Sostenuta tanto dalle braccia quanto dagli incitamenti del suo team, la liceale salì la breve gradinata che la condusse al centro della scena, accanto al suo avversario e con solo Galaxy a dividerli.
 
“Benvenuti alla seconda giornata delle fasi finali del torneo regionale del blocco rosso!” esordì il presentatore “oggi, la prima delle semifinali vede confrontarsi due duellanti con molto in comune: un bell’applauso per Chihiro Kusakabe e Yukio Kawashima”
 
Sommersi dagli scroscianti applausi del pubblico i due si strinsero la mano, come da convenevole, e incrociarono gli sguardi un’ultima volta prima di ritrovarsi sul ring.
 
“Sentito, abbiamo molto in comune” sussurrò la castana dolcemente
 
“Solo il conto in banca” replicò quello con tono di scherno “e solo perché ancora nessuno sa che sono stato diseredato”
 
“E invece hanno ragione Yukio e sto per dimostrartelo… VARCO APRITI, ENERGIA!!”
 
 
TURNO 1
 
 
“Fase principale!” esclamò Chihiro, cui era toccato l’onere d’aprire le danze “evoco Lofn Dea dell’Amore
 
Sotto gli sguardi sorpresi di tutti gli spettatori, il diamante si sbriciolò per rivelare a tutti i presenti uno spirit del tutto inatteso: una donna dalla pelle bluastra, vestita con un solenne abito dalle tinte scure, tra il nero e il viola; ormai incapace di trattenersi oltre, la proprietaria di quello spirit lanciò in aria il suo cappello e liberò la sua meravigliosa chioma castana al vento.
 
“Non ho intenzione di indossare alcuna maschera oggi” spiegò ella “spero tu voglia fare lo stesso, Yukio; a te la mossa”
 
 
TURNO 2
 
 
“Cosa vorresti insinuare?” domandò ferocemente il biondo
 
“Non mi sembrava una frase di così difficile comprensione” ribatté la nobile
 
“Ti farò rimangiare tutto, fase iniziale: fase dei nuclei e fase di acquisizione!”
 
Aggiunse la quinta carta alla mano e osservò la sua gamma di malavoglia; doveva ammetterlo, aveva visto mani migliori ma un grande duellante come lui non poteva farsi abbattere dal caso, non in quel duello perlomeno.
 
“attivo il nexus Lucente Spada Suprema!” dichiarò preannunciando l’immediata apparizione della titanica lama bianca alle spalle della sua postazione “ho finito, termino la mia mano”
 
Il periodo di pausa del ragazzo ebbe tuttavia vita breve poiché le uniche azioni attuate dall’avversaria nel terzo turno furono l’evocazione di Mani Lady Automa a livello 2, l’elevamento al medesimo livello dell’altro spirit e l’attacco, il primo del suo duello, del primo dei due, cui il biondino ovviamente non poté fare altro che rispondere con la vita.
Sugli spalti il pubblico (e in particolare il gruppo del club del liceo di Kadode) appariva sempre più confuso: non sembrava esserci nulla del solito mazzo di Chihiro in tutto quello, il suo stile di gioco appariva diverso, molto più cauto, dal solito e quei bellissimi lunghi capelli non erano ciò che erano abituati a vedere; di tutte queste stranezze solo una persona non sentiva alcuna preoccupazione… almeno apparentemente.
 
“Vediamo di fare un po’ di casino!” esclamò il teppista, irritato dall’apparente impassibilità dell’avversaria “Attivo un altro nexus, Nave Madre dell’Infinito stavolta, ed evoco Ele-Gadget a livello 2 e Cristallorso Bestia Vacua a livello 1”
 
In un singolo turno il terreno di gioco di Yukio si arricchì di numerose novità, dall’enorme nave spaziale che apparve da uno squarcio nel cielo alle due bestie meccanizzate, feroci e ruggenti.
La ragazza non si fece intimorire da quel piccolo esercito e valutò lucidamente la possibilità che avesse aggiunto qualche burst al suo mazzo per cercare di sorprenderla; lo escluse, era troppo sbruffone e sicuro di sé per mettere in atto contromisure.
 
-E poi uno che deve vincere non modifica la sua strategia usuale ad un giorno dal duello, è troppo rischioso-
 
I pensieri della giovane furono interrotti dall’attacco avversario, portato da Cristallorso, a cui lei rispose con il blocco da parte di Lofn Dea dell’Amore; la mossa provocò il levarsi di un insistente brusio dalle gradinate degli spettatori, confusi dal gesto della duellante bianca: perché mettersi a sacrificare spirit così presto?
 
“Attivo l’effetto di Lofn a livello 2” fece la Kusakabe fugando immediatamente i dubbi del pubblico
 
“Oh, strategia interessante” si inserì Galaxy, che ovviamente conosceva bene la carta “l’effetto in questione consente al duellante, alla distruzione dello spirit in qualsiasi fase di gioco, di aggiungere un nucleo alla riserva e riprendere in mano lo spirit distrutto a patto che sul suo terreno di gioco ci siano solo spirit bianchi; tale condizione è in questo caso verificata per cui l’effetto è valido”
 
Praticamente nell’istante in cui il commentatore ebbe concluso la sua spiegazione, lo spirit femminile venne distrutto dagli artigli della bestia avversaria e la sua carta, invece di traslare negli scarti, saltò in aria per essere afferrata al volo dalla proprietaria.
 
“Bene, ora è il tuo turno Chihiro” sibilò il biondo irritato “cerca di dimostrati degna di questo duello stavolta”
 
 
TURNO 5
 
 
Nonostante l’invito del rivale, il turno di Chihiro si rivelò la replica quasi perfetta di quello precedente e quindi ancora una volta limitato all’essenziale: nessun nexus o magia particolare e una sola evocazione… la stessa di prima.
 
“Fase d’attacco” dichiarò per la seconda volta nello scontro “attacco con Lofn!”
 
La dama gelida partì alla carica trasportata da una rete di tralci rossi, apparsi dal terreno dopo aver spezzato la crosta rocciosa, che in un istante le condussero all’altezza della linea di difesa avversaria; per un secondo, Kawashima pensò anche di bloccare l’offensiva con Ele-Gadget e il suo effetto difensivo ma poi gli bastò un momento per recedere dall’idea.
Avrebbe dovuto rinunciare ad un nucleo in più da usare e perdipiù regalarne uno a gratis alla sua avversaria senza nemmeno eliminare lo spirit dal gioco? Solo un idiota l’avrebbe fatto.
 
“Rispondo con la vita”
 
La seconda gemma cristallina si spense e un altro nucleo scalò nella riserva; il giovane biondino la osservò e poi guardò le carte che aveva in mano: era a buon punto ma ne sarebbero serviti molti di più di nuclei per ciò che avrebbe voluto fare.
 
-Per ora voliamo bassi-
 
 
TURNO 6
 
 
Le buone sensazioni che aveva avuto finora parvero trovare conferma nella mano successiva poiché la fase di acquisizione gli riservò una delle sue carte preferite e un punto chiave di molte delle sue strategie in duello; certo, il suo costo non era cosa da poco e avrebbe dovuto sacrificare qualcosa per attivarla ma lui era disposto a tutto per averla nel ring.
 
“Attivo il nexus Grande Torre d’Avvistamento a livello 2” dichiarò osservando la gigantesca torre apparire alle sue spalle
 
“Pago il costo abbassando Ele-Gadget a livello 1 ed eliminando Cristallorso, poi attivo l’effetto del nexus al momento dell’evocazione” proseguì ancora “distruggo uno spirit avversario con meno di 5000 PB, in questo caso Mani Lady Automa
 
La donna bianca venne trafitta da una pioggia di frecce infuocate che la fecero saltare in aria; il ragazzo alzò lo sguardo verso la metacampo avversaria ove ormai restava solo la dea dal mantello violaceo, accasciata a terra dalla fatica.
 
-Stavolta non scapperai- disse tra se “attacco con Ele-Gadget
 
“Ne rispondo con la vita” replicò l’altra d’istinto
 
“Perfetto” concluse lui, non curandosi nemmeno degli effetti del suo attacco “ora tocca a te”
 
Ancora una volta i tentativi di provocazione di Yukio sembrarono cadere nel vuoto quando, per il suo quarto turno personale (il settimo complessivo), la sua avversaria sfoderò la fase principale più minimale di sempre: nessun attacco, una sola evocazione, La Hire a livello 2, e il posizionamento di un burst.
 
“Perché?” domandò alterato il ragazzo “perché duelli così? Questa non sei tu!”
 
“Potrei dire lo stesso di te” ribatté la castana senza perdere il suo aplomb “non ti ricordavo così aggressivo alle elementari, anzi, eri un duellante piuttosto prudente”
 
Il silenzio e le occhiatacce furono l’unica risposta che ricevette.
 
“A te la mossa Yukio” terminò ella “e calmati o non riuscirai a goderti il duello”
 
 
TURNO 8
 
 
“Fase di acquisizione: attivo l’effetto del mio nexus rosso a livello 2 che mi consente di pescare una carta extra” esordì il biondino, ancora visibilmente innervosito “perfetto, fase principale: elevo Ele-Gadget a livello 2 ed evoco Drago-Phoenix Pistola Dragonica!”
 
Lingue di fuoco e vento argenteo si fusero in un solo globo, accanto a dove il povero Ele-Gadget fino a poco prima stava accasciato a terra dalla fatica, e da esso spuntarono due canne da fuoco lunghe e affusolate prima di rivelare il resto del drago meccanizzato rosso; immediatamente lo spirit si attivò e, a bruciapelo, sparò un doppio colpo che distrusse Lofn.
 
“È l’effetto all’evocazione di Drago-Phoenix” spiegò lui “distrugge due spirit con 4000 PB o meno oppure uno spirit da 4000 PB o meno e un nexus, siccome purtroppo hai solo uno spirit che soddisfa tali condizioni mi dovrò accontentare”
 
“Oh a me va benissimo!” ribatté la ragazza “attivo l’effetto di Lofn alla distruzione e, soprattutto, con l’attivazione dell’effetto “quando evocato” di uno spirit avversario mi consente di attivare la magia burst Pescata Esplosiva!”
 
La carta saltò in aria e si scoperchiò, rivelando la magia rossa.
 
“Pesco due carte, dopodiché abbasso La Hire a livello 1 e attivo l’effetto della carta in fase principale che mi consente di guadagnare altre due carte”
 
Come facilmente prevedibile, la vista di tutte quelle carte nella mano della Kusakabe raffreddò di molto i suoi bollenti spiriti e passò la mano senza nemmeno dichiarare la fase d’attacco.
 
“Adesso si che ti riconosco Yukio” scherzò lei divertita
 
“Taci e gioca” fece l’altro seccamente
 
 
TURNO 9
 
 
Chihiro giocò certo, ma di tacere quel giorno non ne aveva proprio voglia; il duello era troppo importante per comportarsi come in un normale scontro, lei doveva tirar fuori la verità da quel triste ragazzo.
 
“Sai, con questo tuo nuovo modo di duellare tutto ferocia e guerra psicologica hai certamente vinto molti più duelli, ma io sono comunque convinta che il tuo vecchio stile ti si addica di più”
 
“Puah, duellavo come un debole”
 
“Che stupidaggine!” ribatté ella “non esistono modi “da deboli” di duellare, ognuno lo fa secondo il proprio modo essere”
 
“Si invece!” sbottò l’altro “ero un idiota che giocava per perdere; era così evidente che a volte me ne accorgevo perfino io stesso”
 
“E allora perché non hai mai cercato di cambiare?”
 
Il giovane teppistello stavolta non trovò replica alle parole dell’avversaria; c’era qualcosa di strano in quello che diceva, come se sapesse più di quello che, secondo lui, dovesse sapere.
 
“I-io…” provò a balbettare
 
“No tranquillo, ci arriveremo” lo interruppe lei “ora duelliamo… fase principale!”
 
I nuclei nella riserva di Chihiro iniziarono a brillare di luce propria e la ragazza prese a manovrarli secondo le sue necessità.
 
“Evoco Lofn a livello 1, elevo La Hire a livello 2 e, infine, attivo i nexus Eterno Palazzo Ghiacciato e Naumann City Fortezza Metropoli entrambi al primo livello”
 
Praticamente in un solo turno accadde tutto quello che non era accaduto nei turni precedenti; a parte il solito spirit (che, francamente, perfino Yukio si era ormai stancato di vedere) apparvero anche, alle spalle della postazione, un maestoso palazzo dalle sfumature blu e una futuristica città di metallo avvolta continue folate bianche con, al suo cuore, un imponente monumento dalle fattezze di un elefante robotico.
 
“Utilizzo l’effetto di Naumann City al momento dell’attivazione: posso evocare uno spirit dalla mia mano a costo zero a patto di non attivare eventuali effetti “quando evocato” ed io lo uso per evocare la guida celeste che regna sulle principesse dei ghiacci, Sol Imperatrice degli Automi
 
Un diamante sensibilmente più grosso di quelli apparsi in precedenza si sbriciolò e dalla nebbia bianca emerse una figura maestosa e bellissima, una donna dalla pelle cristallina con il capo cinto da un’aureola splendente.
 
“A te, Yukio”
 
 
TURNO 10
 
 
“Ma diamine!” imprecò il biondino pescando le sue due carte dal mazzo “paghi per attivare quattro carte diverse e poi non attacchi nemmeno, ma che razza di duellante sei?”
 
“Ok, per prima cosa io ho pagato solo tre delle quattro carte che ho attivato, caro il mio signor genio della matematica” precisò l’altra “e poi scusa, sei stato tu a dirmi di gettare la maschera o no?”
 
“Ma non eri mai stata così quando duellavamo!”
 
“E tu contro chi ha sempre duellato?” gli chiese “con Chihiro Kusakabe o con Chihiro Kusaka?”
 
Ancora una volta, i discorsi della nobile riuscirono a zittirlo e, se non fosse stato per il tempestivo intervento di Galaxy, stavolta sul terreno di gioco tridimensionale sarebbe davvero calata una cappa di imbarazzante (e imbarazzato) silenzio poiché nessuno degli spettatori aveva più coraggio anche solo di mormorare alcunché: erano tutti catturati da quello strano, appassionante, duello che sembrava essere molto di più di un semplice scontro tra due duellanti.
 
“O-ora basta” balbettò “fase principale: evoco Chimairon Bestia Corazzata a livello 2 e abbasso Ele-Gadget e il mio nexus rosso a livello 1”
 
La luce si spense e il sorriso del ragazzo si accese come poche volte (anzi, mai) aveva fatto durante quel duello. Le sue dita selezionarono una precisa carta e la estrassero dalla mano; come amava ripetere il senpai Manabu Ohizumi della nazionale, it’s showtime.
 
“Solca i cieli, mio drago dalle ali nivee, e illuminati della luce riflessa della luna… evoco Strike-Siegwurm Drago della Luce Lunare!!”
 
 Un gelido vento bianco invase la quasi totalità della metacampo controllata da Kawashima e dalla densa foschia emersero due possenti braccia corazzate da un’armatura bianca, seguite dalla coda e da un feroce ruggito generante un’onda d’urto capace di dissipare le nuvole; ed eccolo li, in tutta la sua maestosità, il drago bianco, simbolo del suo mazzo.
 
“Fusione di Strike-Siegwurm con Drago-Phoenix, brave!”
 
Il gigantesco spirit non aveva nemmeno concluso la sua apparizione che la sua spina dorsale si fuse con il corpo dell’uccello cremisi, andando a formare un aggressivo ibrido bianco-rosso.
 
“Fase d’attacco: attacco con Chimairon e col brave spirit” annunciò aggressivo il ragazzo “attivo l’effetto di Drago-Phoenix in stato di brave, Impatto Devastante, che costringe il mio avversario a bloccare l’attacco se ne ha la possibilità”
 
“Rispondo con la vita all’attacco di Chimairon e blocco l’attacco del brave spirit con Sol Imperatrice degli Automi
 
Le due offensive tolsero alla Kusakabe una gemma vita, riequilibrando così la situazione, e lo spirit appena evocato, ma lei non si scompose per nulla: era più o meno quello che voleva.
 
“Attivo l’effetto a livello 1 di Sol al momento della distruzione” si inserì con nonchalance “la fase d’attacco avversaria si conclude con l’eliminazione dello spirit”
 
“Merda!” imprecò l’altro “a te”
 
 
TURNO 11
 
 
“Mi sembra di capire che la calma non sia più tra le tue qualità migliori?” lo prese in giro lei
 
“Vuoi fare silenzio e limitarti a duellare, cazzo?!!” gridò l’altro irato “siamo o non siamo qui per offrire uno spettacolo?”
 
“Ti preoccupi per il pubblico o hai solo fretta di perdere?”
 
“STAI ZITTA E COMBATTI!!”
 
“E sia, fase principale” fece la castana con evidente soddisfazione della voce “elevo il nexus Naumann City Fortezza Metropoli a livello 2, poi evoco Gilles De Rais e Cavallo Pistola
 
Le due bestie quadrupedi, un caprone dall’armatura nera e un cavallo corazzato con due possenti mitragliatrici e una criniera luminosa, andarono ad affiancare il cavaliere-gallo robotico bardato coi colori del tricolore francese e la dama delle vesti cupe nel sempre più folto schieramento di Chihiro; le mani della ragazza accarezzarono con dolcezza tutte le carte posizionate per poi fermarsi su una in particolare, la sua scelta.
 
“Attivo l’effetto all’evocazione di Cavallo Pistola: rimando in mano all’avversario uno dei suoi nexus schierati… scelgo Lucente Spada Suprema” ordinò la castana osservando i due cannoni del cavallo puntare ed abbattere l’enorme lama bianca “perfetto! Ora attacco con La Hire!”
 
Il robusto gallo estrasse la spada dal fodero e decollò a velocità supersonica in direzione dello schieramento avversario.
 
“Attivo l’effetto di Strike-Siegwurm durante la fase d’attacco avversaria: ogni volta che uno spirit avversario porta un’offensiva, il mio spirit recupera energia” sibilò Yukio “blo…”
 
Si arrestò all’improvviso, appena prima di dichiarare l’intenzione di blocco e che, quindi, fosse poi costretto a portare a compimento l’azione dichiarata; troppe erano le carte in mano alla sua avversaria e l’idea di mettere a rischio il suo brave spirit senza nemmeno poter sfruttare il suo effetto di secondo livello.
 
“N-ne rispondo con la vita”
 
Il muro bianco venne spezzato in due da un singolo, poderoso, fendente e il ragazzo fu sbalzato a terra dal violento impatto; perso com’era nei suoi pensieri, aveva dimenticato di rafforzare la sua presa sulle sbarre metalliche e la sua scarsissima forza fisica aveva fatto il resto.
 
“Yukio!” esclamò la ragazza preoccupata
 
“Fatti gli affari tuoi!” ribatté quello con le guance così rosse che sembravano in fiamme “attivo l’effetto a livello 2 di Chimairon Bestia Corazzata: ogni volta che uno spirit avversario arreca danno alle mie vite, posso recuperare lo spirit citato quando si trova in affaticamento”
 
“Bene, direi che allora posso concludere qui” disse dolcemente l’altra “sei stato cauto stavolta”
 
“Si ma non pensare che ritorni ad essere un perdente solo per quello”
 
“Lo spero proprio” terminò lei “forza allora, fammi vedere di cosa è davvero capace il “nuovo” te”
 
 
TURNO 12
 
 
“Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero”
 
Non avendo nessuno spirit da disimpegnare, Kawashima si concentrò sul recupero delle gemme azzurre presenti negli scarti, necessarie per eseguire tutte le azioni che aveva in mente.
Attivò di nuovo il nexus Lucente Spada Suprema per garantirsi l’aggiunta dell’effetto Muro di Ghiaccio ed evocò Chrysanthe Mk VIII Artefatto Guardia (a costo dell’eliminazione di Ele-Gadget) per immunizzarsi dagli attacchi degli spirit più deboli, e poi…
 
“O Bestia che vivi tra i ghiacciai perenni schiaccia con il suo titanico corpo chiunque mi sfidi! Evoco l’immenso Mam-Morl Mammuth Bestia dei Ghiacci a livello 1!”
 
Un gigantesco iceberg si materializzò al centro del terreno di gioco di Yukio e, lentamente, iniziò a sciogliersi fino a rivelare un enorme proboscide argentea terminante in una mazza ferrata; il morning star ondeggiò a destra e a sinistra sbriciolando il ghiaccio e, in un istante, lo spaventoso spirit fece la sua comparsa sotto gli occhi spalancati degli spettatori.
 
“ÈÈÈÈÈ INCREBILE GENTEEE!” urlo un Galaxy completamente in brodo di giuggiole “due spirit storici spirit rarissimi, insieme sul terreno di gioco e ancora in grado di dimostrare il loro valore; è proprio ciò che più amo di questo gioco!!”
 
 “Fase d’attacco” proseguì il biondino, noncurante di tutto il casino sugli spalti “vai Chimairon!”
 
“Ne rispondo con la vita” ribatté la liceale e serrò le mani per attutire l’urto
 
“Non proseguo oltre nella fase” concluse l’altro “palla tua”
 
Sugli spalti si levò un brusio di disapprovazione.
 
“Perché non ha attaccato col brave spirit?” domandò Kouta “avrebbe potuto recuperarlo grazie al suo effetto nel turno successivo”
 
“È intimorito dalle carte in mano a Chihiro” spiegò Tegamaru “e poi non avrebbe potuto danneggiare le vite per via dell’effetto Impatto Devastante di Drago-Phoenix
 
-Vai Chihiro, sai cosa devi fare-
 
 
TURNO 13
 
 
“Sai una cosa Yukio” esordì la ragazza prima ancora di dichiarare la fase iniziale “nonostante tutto sono felice che il tuo stile di duello sia un po’ cambiato; per una volta sento che potresti davvero battermi”
 
“Cosa intendi dire?” domandò l’altro
 
“Quando eravamo piccoli, dopo i primi scontri abbastanza “normali” avevi preso a duellare in modo strano” rispose lei “attaccavi pochissimo, dimenticavi le mosse ed eri leggibilissimo; non sembravi nemmeno più te stesso”
 
Il biondino si strinse tra le spalle in silenzio, come fosse appena stato scoperto a rubare.
 
“La verità… e che tu volevi perdere quei duelli” osservò ella “è esattamente come hai detto prima: tu duellavi PER PERDERE”
 
“I-io…”
 
“E ora sono quasi certa che lo facessi perché avevi paura che, se mi avessi battuto troppo spesso, io avrei smesso di giocare con te”
 
Il povero ragazzo si stava facendo, se possibile, ancora più rosso in viso di prima.
 
“Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione, fase di recupero” enunciò osservando la carta che la sorte le aveva destinato
 
-Finalmente sei arrivata, sono così felice di conoscerti- disse mentalmente alla nuova aggiunta “preparati Yukio perché, come tu stesso hai detto, non perderò mai contro un avversario che indossa una maschera; fase principale: attivo un altro nexus Eterno Palazzo Ghiacciato a livello 1, poi Albero Cristallino Innevato a livello 2 ed infine elevo a livello 2 Lofn e Gilles De Rais
 
La ragazza osservò soddisfatta i risultati delle sue azioni: il secondo palazzo bluastro stazionava maestoso accanto al suo gemello, mentre tra essi e la città meccanica era apparso un gigantesco albero ricoperto da un reticolo di cristalli.
 
E dire che il piatto forte doveva ancora arrivare.
 
“Posiziono il burst e termino il mio turno”
 
 
TURNO 14
 
 
“Co-cosa diavolo vuoi da me, Chihiro?” domandò esasperato Yukio, aprendo il suo turno con la consueta pescata
 
“La stessa cosa che tu volevi fare con me” rispose ella “aiutarti”
 
“Mi prendi per il culo?! Tu non puoi aiutarmi” sentenziò il biondo iniziando poi a manovrare i nuclei “fase principale: elevo Mam-Morl a livello 2 e il brave spirit a livello 3”
 
Le due creature esultarono della loro nuova forza e si misero in posizione di scatto, già pronte a ricevere il successivo ordine del proprio padrone.
 
“Io non ho bisogno di aiuto” ansimò “non ho bisogno di nessuno; io sono solo contro il mondo”
 
“Balle” replicò lei quasi atona “se tu lo fossi allora staresti lottando per un ideale, poteresti avanti una visione personale opposta a quella della maggioranza delle persone…”
 
Un sussulto percorse il corpo del giovane Kawashima.
 
“… ma tu non fai questo” proseguì “tu non sei “solo contro il mondo” bensì sopravvivi, da solo, al mondo; sotto sotto, tutto quello che sei è un ragazzino spaventato che ha paura di restare da solo e che si è attaccato all’unica persona che non è mai riuscito ad odiare”
 
Ecco, ora Yukio avrebbe davvero voluto sparire.
 
“Perché tu… tu non vorresti odiare proprio nessuno, è solo che, ogni volta che ci ripensi, tutti non fanno altro che darti ulteriori motivi per farlo e quindi ti arrendi: pensi che il tuo destino sia quello di odiare gli altri”
 
“Vuoi finirla di psicanalizzarmi? Non siamo dal medico! Se non te ne sei accorta, questa è un’arena e noi stiamo duellando per una finale regionale!” sbraitò il minore, scarsamente convinto
 
“Vero, ed è proprio per questo che ti ho parlato” affermò l’avversaria “il terreno di gioco è il luogo in cui dei duellanti come noi riescono ad esprimere meglio i propri pensieri e sentimenti e la nostra voglia di vincere è la prova di quanto crediamo in noi stessi e nelle nostre convinzioni… forza Yukio, vinci e dimostrami la forza di ciò in cui dici di credere”
 
“Con molto piacere” ribatté l’altro che aveva finalmente superato quella specie di imbarazzato mutismo “fase d’attacco: brave spirit e Mam-Morl attaccate!”
 
Come loro stessi avevano previsto, i due spirit più potenti vennero lanciati all’offensiva contro lo schieramento avversario; il pubblico sugli spalti era in fibrillazione: quale sarebbe stata la risposta di Chihiro? Un attacco lo doveva bloccare per forza (e di certo l’avrebbe fatto con Lofn) ma sull’altro non aveva obblighi.
 
“Sapete ragazzi” fece Tegamaru con un bel ghigno dipinto sul viso “credo sia giunto il momento”
 
“Il momento di cosa?” chiese Kimari
 
“Lo vedrete”
 
Chihiro Kusakabe alzò la testa e lasciò che i suoi lunghi capelli castani ondeggiassero nel vento dell’arena.
 
“Blocco l’attacco del brave spirit con Lofn e rispondo al secondo attacco con la vita” dichiarò resistendo all’impatto del nucleo “con la distruzione di una delle vite posso attivare il mio burst!”
 
La carta si capovolse in aria rivelando la sua identità agli occhi di tutti i presenti; nessuno fu in grado di riconoscerla, nessuno tranne un ragazzo dai capelli blu che sorrideva felice.
 
“Evoco a costo zero la divina ragazza dal cuore puro come il cristallo, destinata a condurre la mia armata alla vittoria: Jeanne D’Arc Santa dei Ghiacci!”
 
Un grosso diamante si sbriciolò e da esso scaturì una luce calda che pareva provenire dal un altro mondo e che si diffuse in tutto il terreno di gioco; si udì poi, prima in lontananza e via via sempre più vicino, lo scalpitare di un cavallo e, dopo pochi attimi, ella apparve: una giovane donna, con la pelle bianca come la neve e lunghi capelli del medesimo colore; addosso aveva una solida armatura di metallo e un manto con i colori della bandiera di Francia mentre, sotto di lei, nitriva un nobile destriero dorato.
Tutti rimasero incantati di fronte a quella visione, perfino Yukio per un istante dimenticò le sue velleità bellicose e si fermò a fissarla: era troppo, troppo più bella di ogni altra che avesse mai visto; non sembrava neanche umana…
 
… già, perché lui non stava osservando la spirit.
 
“No-non pensare che basti così poco a fermarmi” balbettò riprendendosi dalla trance “azione lampo: utilizzo la magia Codice di Riavvio che…”
 
“Piano tigre, ho qualcosa da dire a riguardo” lo interruppe l’avversaria “attivo l’effetto del nexus Naumann City Fortezza Metropoli a livello 2”
 
Gli occhi della bestia robotica al centro della città si illuminarono di colpo e dalle sue zanne parti un raggio che colpì la carta magia scelta da Yukio per l’azione lampo.
 
“A patto che l’avversario controlli carte di almeno due colori differenti, questo effetto incrementa il costo di ogni magia avversaria di tanti nuclei quanti sono i colori diversi presenti sul suo terreno di gioco” esplicò la nobile “tu controlli sia carte bianche che carte rosse, per cui il costo della tua magia non è 3 ma 5!”
 
“Grrr, al diavolo” imprecò rabbioso il biondino “pago il costo supplementare con i nuclei di Chimairon che si abbassa a livello 1 e così attivo la magia”
 
“Aspetta ancora a cantar vittoria” si intromise di nuovo l’altra “attivo l’effetto Muro di Ghiaccio (Bianco/Giallo) di La Hire, impegno il mio spirit e annullo gli effetti della magia; infine attivo l’effetto di livello 2 del nexus Albero Cristallino Innevato che mi consente di recuperare uno mio spirit affaticato a causa dell’effetto Muro di Ghiaccio al costo dello spostamento di un nucleo dal nexus citato agli scarti”
 
Il nucleo si spostò nella specifica casella e gallo francese, che fino a poco prima giaceva a terra esausto, si ritrovò in piedi e al pieno delle proprie forze; dall’altra parte del ring, Yukio osservò attonito la scena svolgersi con la certezza di non aver capito nulla di quanto fosse successo: quella ragazza aveva contrastato ogni sua azione, letto ogni sua mossa e giocato con ogni sua debolezza con una grazia e un’intelligenza superiori; e tutto questo l’aveva fatto nel turno DI LUI.
Era così incredibile da non trovare più parole da dirle… tranne ovviamente le stesse che gli brulicavano in mente dal momento in cui si era tolta il cappellino ad inizio scontro e che ora gli rimbombavano in testa con la forza di fuochi d’artificio.
 
-Sei bellissima, Chihiro-
 
“A-a te la mossa”
 
 
TURNO 15
 
 
Chihiro Kusakabe fece un profondo respiro e completò rapidamente le fasi obbligatorie del duello; aggiunta la carta supplementare scrutò il terreno di gioco, prima la sua metà e poi quella dell’avversario, e sorrise: era il turno del destino.
 
“Fase principale: evoco Mani Lady Automa e di nuovo Lofn Dea dell’Amore, entrambe a livello 1” esordì “poi attivo la magia Aura Cristallina che mi consente di aggiungere un nucleo extra su ogni mio spirit schierato appartenente al genere “Principessa dei Ghiacci”; poiché possiedo tre spirit appartenenti a tale genere guadagno tre nuclei, uno su ciascuno spirit, ed elevo così sia Mani che Lofn a livello 2”
 
Le due dame si accesero della luce dei nuclei e si misero in posizione d’attacco; sfortunatamente per loro, però, la loro padrona aveva altri piani.
 
“Abbasso entrambi gli spirit a livello 1” affermò, frustrando le velleità guerresche delle due dame “elevo Jeanne D’Arc a livello 3 e poi la fondo con Cavallo Pistola, brave!”
 
Il corpo del cavallo metallico si dissolse lasciando di se solo i due cannoni che si legarono sul corpo dell’altra cavalcatura e una parte della testa che, invece, andò a proteggere la testa della donna sacra come un elmo, con la criniera d’oro a fare da pennacchio.
 
“Attivo quindi anche la magia Mantello della Mezzaluna” seguitò ancora la giovane ereditiera “grazie ad essa posso scegliere un mio spirit con effetto Muro di Ghiaccio e impedire che questo venga bloccato da qualunque spirit avversario il cui colore sia tra quelli stampati sull’effetto Muro di Ghiaccio di quello spirit; ovviamente io scelgo il brave spirit”
 
“Mi spiace ma questo non posso proprio permetterlo” intervenne finalmente l’avversario, interrompendo quel impetuoso monologo “e, a proposito di effetti Muro di Ghiaccio, attivo l’effetto Muro di Ghiaccio (Bianco/Viola) di Chrysanthe Mk VIII Artefatto Guardia e nego l’effetto della magia”
 
“Aspetta un attimo… ma Chrysanthe non ha quell’effetto!” gridarono, praticamente all’unisono, Hideji e Kataru dagli spalti
 
“Esatto” spiegò Galaxy “ma l’effetto di Lucente Spada Suprema a livello 1 permette di assegnare permanentemente quell’effetto a tutti gli spirit che abbiano l’effetto Immunità o Immunità Superiore e Chrysanthe Mk VIII rientra per l’appunto nella seconda categoria”
 
Delusa, ma certamente non disperata, Chihiro seguì con lo sguardo il passaggio della sua (inutile) magia negli scarti e, poi, tornò a concentrarsi sul suo schieramento e sulle carte che aveva in mano; se lo sentiva, non avrebbe dovuto cambiare una virgola della sua strategia ideale perché era già tutto nelle sue mani.
 
“Fase d’attacco: attacco c…”


“Azione lampo: abbasso a 1 il livello di Mam-Morl e utilizzo la magia Colpo Assoluto!” urlò l’altro “posso scegliere uno spirit avversario e costringerlo ad attaccare… scelgo il brave spirit”
 
“E sia, brave spirit attacca!” confermò la ragazza, lanciando al galoppo il cavallo dorato e il suo leggiadro cavaliere
 
“Blocco col mio brave spirit” ribatté il biondino inclinando le due carte sovrapposte “attivo l’effetto di Mam-Morl che consente a tutti i miei spirit bianchi di guadagnare 2000 PB al momento del blocco: il brave spirit raggiunge quindi i 15000 PB!”
 
I due spirit fusione si scontrarono fragorosamente, costringendosi reciprocamente ad indietreggiare e a riassestarsi in attesa di una nuova carica; tuttavia, prima che essa potesse avere luogo, lo spirit di Chihiro, La Hire e i due nexus Eterno Palazzo Ghiacciato presero a brillare di luce propria.
 
“Ne avrò per un po’, quindi preparati” dichiarò la padrona battendo le mani “attivo l’effetto di Jeanne D’Arc a livello 3 quando si trova fuso in brave: ogni volta che un mio spirit con effetto Muro di Ghiaccio attacca posso rimandare in mano all’avversario un suo spirit il cui colore sia tra quelli stampati sull’effetto del mio spirit”
 
“NO!!”
 
“Bravo Yukio, ha capito” scherzò la ragazza “Mam-Morl è ora di tornare a casa!”
 
I cannoni attorno ad corpo del cavallo si illuminarono e spararono due potenti impulsi che centrarono in pieno il loro grosso bersaglio facendolo rimbalzare e dissolvere in uno scenografico vortice di gemme azzurre (l’effetto visivo che indicava la rimozione dall’arena senza eliminazione).
Concluso quel primo atto, i due spirit principali tornarono a scontrarsi con vigore e, dopo un ultimo reciproco scambio di danni, il drago bloccò con le possenti gambe la carica del cavallo, lo sollevò e lo scaraventò a terra con la sua padrona; gli spettatori sugli spalti non parvero sorprendersene più di tanto, del resto anche senza l’effetto del mammuth la differenza di PB restava nettamente a vantaggio del ragazzo: 13000 contro 11000.
 
Eppure la donna bianca non sembrava minimamente scalfita dal colpo ricevuto.
 
“Attivo gli effetti dei nexus Eterno Palazzo Ghiacciato a livello 1 e di La Hire a livello 2” annunciò grintosa la Kusakabe “i primi aggiungono 1000 PB ad ogni mio spirit del genere “Principessa dei Ghiacci” e il secondo altri 1000 ad ogni mio spirit bianco; in totale sono 3000 PB che portano il valore del mio brave spirit a 14000!!”
 
I due spirit spararono, con i relativi cannoni, due colpi energetici che collisero e bloccarono entrambi in una posizione di stallo; proprio in quell’istante la donna estrasse dal suo fodero una spada cristallina e la lanciò contro l’avversario trafiggendolo in petto e facendolo esplodere.
Il ragazzo era impietrito.
 
“Attacco con Gilles De Rais” lo incalzò l’altra “grazie all’effetto di Jeanne D’Arc, Drago-Phoenix ti ritorna in mano Yukio”
 
“N-ne rispondo c-con la vita” biascicò, sopportando a fatica l’urto
 
“Proseguo l’attacco con La Hire; utilizzo ancora l’effetto di Jeanne D’Arc e rimando in mano Chrysanthe Mk VIII
 
Preso di sorpresa da quella scelta, il ragazzo esitò per qualche secondo prima di dichiarare l’intenzione di blocco con Chimairon; la bestia tentò un paio di volte di scalfire le possenti ali corazzate del gallo ma non ebbe successo e, quando si lanciò per il terzo assalto, la spada del cavaliere alato di Francia lo tranciò in due di netto.
 
“Azione lampo!” esclamò ancora Chihiro con Yukio che, invece, non ne poteva decisamente più “ho la magia Codice di Riavvio: sacrifico Lofn e Mani e recupero tutti i miei spirit”
 
Le due dame si dissolsero e una specie di nastro bianco cancellò all’istante la fatica dei tre spirit.
 
“L’effetto di quella magia consente agli spirit fusi in brave di poter portare un ulteriore attacco nel turno” concluse la nobile “Gilles De Rais e La Hire, nobili luogotenenti di Francia, lasciate libero il passaggio per il vostro comandante: vai Jeanne D’Arc! Attacco brave!”
 
La dama bianca si lanciò nel corridoio indicato dai suoi seguaci e corse in direzione dell’ormai indifesa postazione avversaria; i possenti zoccoli del cavallo dorato scuotevano la terra come martelli e la sua spada di cristallo brillava dei colori dell’iride sotto la luce riflessa del sole.
 
-È uno spettacolo magnifico- pensò il ragazzo dai capelli biondi vedendola arrivare -degno della ragazza più bella del mondo-
 
“Affronta le tue paure Yukio!” gridò ancora una volta ella “vivi senza maschera!”
 
Sorrise; la prima volta dopo tanto tempo che lo faceva così sinceramente.
 
“E sia” replicò “ne rispondo con la vita”
 
Il resto accadde in un istante: l’ultimo nucleo si ruppe e la voce di Galaxy gridava nel microfono la sua vittoria, annuncio accolto da una cascata di applausi e fischi d’approvazione; ritornata poi alla realtà, la ragazza si ritrovò davanti un oceano di persone in festa (tra cui anche Hajime e Kimari) che volevano avvicinarsi per complimentarsi con lei e portarla in trionfo.
E lei, la RAGAZZA Chihiro Kusakabe, per la prima volta acconsentì e si fece caricare sulle spalle da Kobushi.
 
Da lassù vide tutto il locale e riconobbe i volti che più le stavano a cuore: oltre ai tre già visti, scorse anche Manabu e Naoko che le mostravano il pollice alto in segno d’approvazione, Kataru e Kouta che esultavano e, soprattutto, Tegamaru che sembrava in attesa di un suo cenno. La castana cercò allora di scorgere il suo avversario e lo trovò in prossimità dell’uscita, sorridente; ne fece uno anche lei, un sorriso dolcissimo il suo, dopodiché si voltò e fece lanciò una fugace occhiata al suo leader e, tornata a terra, si allontanò assieme a lui verso il mondo fuori dal club.
 
 
 
La porta automatica del club si era appena richiusa, separando il bailamme all’interno dal silenzio del marciapiede, quando Yukio Kawashima fece il suo primo respiro da duellante ufficialmente eliminato; era una sensazione di certo strana per lui, visto che da tanto tempo non subiva sconfitte, e che al tempo stesso però percepiva come rilassante, almeno quanto la quiete che aveva trovato fuori in un ambiente che, per ora e posizione, risultava insolitamente deserto.
 
Si guardò indietro per un istante e vide che erano ancora tutti li, accalcati, urlanti e intenti probabilmente a “intervistare” la sua vecchia amica riguardo allo scontro; non faceva per lui tutto quello, era sempre stato infastidito dal casino e le grandi folle gli davano una sensazione di accerchiamento che avrebbe preferito dimenticare; in conclusione, là dentro non si sarebbe sentito a suo agio… e sarebbe stato decisamente fuori posto.
Cosa avrebbe dovuto festeggiare? Il fatto di aver rovinato, col suo comportamento da bambino immaturo, il suo rapporto con Chihiro? Bella merda.
 
Adagiò la schiena contro il muro, si accese una sigaretta e infilò le cuffiette nelle orecchie sostituendo lo strano silenzio della città con il rumore violento delle chitarre elettriche; completamente immerso nella musica, aprì la galleria del cellulare e raggiunse le foto (e il video) incriminati i quali vennero immediamente cancellati.
 
-Le scriverò che le prove non esistono più- pensò mentre estraeva delle tasche biro e un foglietto di carta, tuttavia non riuscì ad accennare nemmeno un carattere poiché, non appena fece per voltarsi ed usare il muro come scrivania, vide accanto a se una ansante e arrossata in viso (ma sempre stupenda) Chihiro Kusakabe
 
“C-che cos…”
 
“E così adesso fumi anche” commentò la ragazza
 
“Beh, sono un delinquente, no?” replicò lui beccandosi un amichevole buffetto in risposta “ok, scherzo ovviamente; lo faccio solo per assomigliare un po’ di più al mio idolo: Eikichi Onizuka”
 
“Sono felice che, oltre alla letteratura straniera, sei ancora un appassionato anche di grandissimi manga” rise la castana, divertita “comunque, a dirla tutta, Onizuka era anche… decisamente povero di famiglia, per cui mi sa che con te… no no”
 
“Ehi mi hanno diseredato, questo dovrà pur valere qualcosa” fece il giovane per poi scoppiare immediatamente, all’unisono con l’amica, in una fragorosa risata
 
Recuperato a fatica il suo autocontrollo, Yukio rilasciò un’ultima nuvola di fumo (in direzione opposta a dove si trovava la sua amica) e spense la sigaretta sotto la suola; dopodiché offrì all’altra il proprio cellulare, già settato sull’app corretta.
 
“Controlla pure ma ti giuro che ho già eliminato tutto” spiegò “anzi, se vuoi puoi tornare a festeggiare con i tuoi amici in tutta tranquillità”
 
La liceale sollevò d’istinto lo sguardo e incrociò il malinconico sorriso dell’amico.
“I-io… io manterrò la mia parola: non tornerò mai più ad importunarti” terminò quello, pronto ad incamminarsi verso direzione ignota “addio Chihiro, mi… spiace molto per quello che ti ho costretto a sopportare in questi giorni; sappi che oggi, in quell’arena, sei stata… eri stupenda… e-e lo sei ancora”
 
Eh no, stavolta non poteva accettare il finale comodo.
 
“Aspetta!” gridò “no-non andartene, resta c-con noi a festeggiare”
 
L’altro si arrestò di colpo, quasi fosse congelato.
 
“Tu… da-davvero mi v-vorresti la dentro co-con gli altri?” domandò titubante “do-dopo tutto quello che ti ho fatto?”
 
“Certo! Non ricordi più quello che ti ho detto ieri?”
 
Il minore ripercorse mentalmente il lungo dialogo alla ricerca del passaggio a cui l’amica si riferiva ma la conversazione era stata così intensa e piena di contenuti che faceva fatica ad isolarne un singolo momento.
Sconsolato si rivolse alla ragazza scuotendo la testa ed ella gli rispose con un magnifico sorriso.
 
“Tutti hanno diritto ad una seconda opportunità” citò lei, diradando le nebbie dalla mente dell’altro “specie se si hanno solo dieci anni”
 
“Io però ne avrei…”
 
“Non importa, i tuoi problemi e sentimenti di quel tempo ti incatenano ancora a quell’età” lo fermò la ragazza “tu non ti sei mai realmente mosso da quei giorni e la colpa, devo ammetterlo, è anche mia”
 
L’altro arrossì e si strinse tra le spalle.
 
“Il tuo “Hanzo Kusakabe” ero io, vero?” chiese ricevendo un immediato cenno d’assenso in risposta “solo che tu, a differenza mia, avevi solo me a cui appoggiarti”
 
Il minore si lasciò andare ad un profondo sospiro e si accasciò a terra usando il muro come schienale.
 
“Già” ammise “quando capii quanto non fossimo mai stati realmente sulla stessa lunghezza d’onda mi sentii come se mi fosse crollato il mondo addosso e, in tutti questi anni, non sono mai riuscito a smettere di pensare che, se non fosse stato per tuo zio, oggi saremmo ancora insieme; per questo ho cercato di mettervi l’uno contro l’altro sfruttando il duello, è un modo sadico e meschino, lo so, ma purtroppo è l’unico che abbia mai conosciuto: tu sei la sola ad essere stata gentile con me”
 
La ragazza abbassò lo sguardo su di lui e lo osservò con dolce malinconia.
 
“È possibile, anzi decisamente probabile, che tu abbia ragione sullo svolgersi degli eventi, Yukio” osservò “ma, se devo dirla tutta, personalmente non rimpiango nulla di come siano andate le cose”
 
“Cos… davvero?!”
 
“Sai, quel giorno ho visto per la prima volta mio padre arrabbiarsi per me (e non con me) e mia madre e mio zio difendermi a spada tratta dai tentativi di scaricabarile dei professori” raccontò la castana “per la prima volta da che avevo coscienza sentii di avere una famiglia… e tutto ciò è stato anche per merito tuo”
 
“Eh?!”
 
“Se quel giorno non avessi rubato la chiavetta, i miei avrebbero potuto fare ben poco” concluse ella tendendo a lui la mano “grazie di cuore, Yukio”
 
“Di nulla” rispose lui, usando prima la mano per issarsi e poi stringendola con convinzione; la ragazza allora allentò la presa, fece scivolare la propria mano sul polso di lui e lo strattonò trascinandolo in un avvolgente abbraccio.
Colto di sorpresa e decisamente accaldato dalla situazione, il giovane tentò dopo alcuni secondi di divincolarsi da quella stretta certamente piacevole ma che cominciava a lasciare segnali fin troppo evidenti sul suo viso (era rosso come un semaforo); non vi riuscì, un po’ perché era molto più debole di lei e un po’ per… ragioni contingenti.
 
“Chi-Chihiro” balbettò “i-io dovrei…”
 
“A-ancora un attimo pe-per favore” sussurrò ella, inciampando a sua volta nelle parole “c-c’è qualcuno che d-dovresti i-incontrare”
 
“Stai tra-tranquilla” provò a blandirla il biondo “se è-è vero ciò che dici, a-avrò tutto il tempo di-di conoscere i tuoi nuovi amici”
 
“N-non… non parlavo di loro…”
 
“Ah… aspetta, cosa?!” sussultò il ragazzo
 
“… e s-se non lo faccio ora non credo che riuscirei più a farlo” proseguì la nobile “questo è il mio personale grande gesto di amicizia per te; se penserai che abbia sbagliato, potrai odiarmi ma lo dovevo fare assolutamente… per te”
 
Il ragazzo la guardò dritta negli occhi con un’espressione confusa ed ella gli fece cenno di voltarsi; fece come gli era stato consigliato e ruotò su se stesso di centottanta gradi per ritrovare nel proprio campo visivo tre figure elegantemente vestite aventi più o meno la sua età.
Un brivido poco piacevole percorse la sua spina dorsale: li conosceva, erano molto cambiati rispetto a quei tempi ma li conosceva; del resto non avrebbe potuto dimenticarli nemmeno se l’avesse voluto.
 
“N-no!” esclamò, indietreggiando tremante come una foglia
 
“Tranquillo Yukio” lo rassicurò la ragazza affiancandolo “non sono venuti per farti del male; non vedi le loro espressioni”
 
Pur non del tutto rassicurato, il biondino osservò meglio i volti dei tre personaggi apparsi: la sua amica aveva ragione, erano tanto intimiditi e contriti da non sembrare neanche loro; non li aveva mai visti così.
 
“Ji-Jinpachi… Kosuke…” biascicò a fatica
 
“C-ciao Yukio” risposero due dei tre, i due più giovani, con altrettanta titubanza “è-è passato tanto tempo”
 
Kawashima si rivolse poi al terzo figuro: un ragazzo alto e decisamente fisicato, con corti capelli neri molto ordinati, ben vestito e con dipinto sul volto un sorriso triste.
 
“Shi-Shimura senpai?”
 
Il maggiore fece un cenno d’assenso con la testa.
 
“Co-cosa significa questo Chihiro?” chiese il biondino ancora dubbioso
 
“Chiunque ha diritto ad una seconda occasione, specie se si hanno solo dieci anni” ripeté lei con un dolce sorriso “conosco Jin e Kosuke da una vita e ogni volta che li ho incontrati dopo quel giorno non hanno fatto altro che ripetermi quanto fossero stati vigliacchi a scaricare le loro paure su di te; quando poi, ad un evento, ho rincontrato Shimura senpai e egli mi ha chiesto, preoccupato, tue notizie ho pensato che sarebbe stato bello se foste riusciti a parlarvi. Il mio leader mi ha dato gli ultimi consigli e così eccoci qui”
 
Gli occhi del ragazzo si spalancarono dallo stupore.
 
“Non preoccuparti” gli sussurrò ancora la ragazza con affetto “non pretendono che tu li perdoni, vorrebbero solo chiederti scusa… e parlare un po’ con te”
 
Con un movimento appena accennato, la giovane diede il la all’amico che si avvicinò ai tre con aria circospetta e timorosa; i due coetanei, da parte loro, si fecero avanti lentamente cercando di nascondere con dietro i loro sorrisi imbarazzati il brulicare dei loro pensieri, disperatamente impegnati a cercare le parole giuste.
Alla fine ci rimuginarono così tanto che non dissero niente e l’onere di aprire il discorso toccò al ragazzo dai capelli biondi.
 
“Jinpachi, t-ti trovo… mo-molto cambiato, se-sei da-davvero in forma” balbettò incerto osservando uno dei due; lo ricordava come un bambino basso e decisamente rotondetto e vederlo così tirato a lucido gli faceva una certa impressione
 
“Sto-sto meglio, vero?” replicò quello tirando mentalmente un interminabile sospiro di sollievo “s-sai e-ero stanco d-di essere lo stereotipo di un nobile decaduto e co-così ho d-deciso di dedicarmi allo sport: o-ora pratico scherma co-con la squadra del mio liceo”
 
“Wow, è… fantastico”
 
“Non direi, so-sono solo una riserva per ora” si schermò “Kosuke piuttosto, lui si che è un pezzo grosso”
 
“La finisci con questa storia, asino!” esclamò scherzoso l’altro ragazzo, strofinando le nocche sulla testa dell’amico
 
“Ahah, i-in che senso?” chiese Yukio, quasi incredulo del fatto che si stesse sinceramente divertendo con loro
 
“È rappresentante di classe nella sua esclusivissima scuola” chiarì Jinpachi riuscendo a sfuggire ai tentativi di censura dell’altro “e per l’anno prossimo vorrebbe candidarsi al consiglio studentesco”
 
“Incredibile” rispose ironicamente il biondino “deduco che le tue medie voto non siano più le stesse di un tempo allora. Ma come mai tanta voglia di entrare nel consiglio? Desiderio di aiutare i compagni d’avventura”
 
“Se, come no! Tu lo sopravvaluti enormemente Yukio” commentò ancora lo schermidore “il suo unico “desiderio” fa la vicepresidente del consiglio, ha un anno in più di noi, degli stupendi occhi verdi e si chiama… mmm, Sakura mi pare”
 
“Ahahahah, è-è bello s-sapere che la-la nobiltà de-dei tuoi propositi rispecchia quella del tuo sangue” rise ancora il biondino, rivolgendosi stavolta all’altro interlocutore “quindi è tutto qui, basta un paio di begli occhioni a farti fare follie del genere”
 
“Si, cioe no, cioe… ahhhh, mi tirerete scemo voi due!” imprecò Kosuke “ok, ammetto che sicuramente la possibilità di riuscire a parlare a Sakuya senpai (SAKUYA, capito imbecille?!) prima che lasci la scuola abbia contribuito a rafforzare l’idea, ma il motivo non è quello”
 
Deglutì rumorosamente e assunse una posizione quasi solenne, con schiena dritta e fisico innaturalmente rigido, che pareva essere in contrasto con i tic nervosi che, ogni tanto, scuotevano il suo corpo; vista la scena, anche il suo amico smise di ridere e si ricompose come poté: era chiaro che fosse una cosa seria.
 
“I-io… io l’ho fatto perché non si verificassero più situazioni come quella che hai vis… che abbiamo vissuto noi” ammise il ragazzo senza quasi prendere fiato “scusami Yukio, m-mi vergogno tantissimo per come mi sono comportato allora; e-ero sottopressione pe-per via della situazione economica della mia famiglia e terrorizzato da-da alcuni senpai, ma questo non può giustificare ne lo sfogare il mio nervosismo su di te ne la scelta di perpetrare questa catena di paura i-invece che spezzarla”
 
Quella confessione così sincera, fatta a testa alta e guardando il suo interlocutore negli occhi, colpì profondamente Yukio: la sua voce stava tremando, è vero, ma la sua mente no e quello era l’unico segno di cui avesse bisogno.
Chi chiede scusa avendo il coraggio di guardare l’altro dritto negli occhi prova vergogna e rimorso per le sue azioni, non per le sue parole di scusa.
 
“Anche a me dispiace molto” rincarò l’altro, anch’egli con lo sguardo alto e diretto “ero frustrato e tu eri semplicemente il bersaglio più facile dato che eri fisicamente il più debole di tutti e eri malvisto dall’intera scuola per via dei tuoi capelli chiari e le tue origini non nobili”
 
Erano tutte cose che sapeva o che, perlomeno, aveva intuito in tutti quegli anni anni passati a ripensare ai maledetti giorni delle elementari, eppure sentirlo dire da loro, in prima persona, era così… diverso.
 
Era quello che aveva atteso per tutta la vita: un motivo, anche minimo, per non essere obbligato ad odiare.
 
“Siamo stati dei vigliacchi, avremmo…” accennò ancora Jinpachi
 
“Non prendertela con loro, è tutta colpa mia”
 
 I tre si zittirono e si voltarono di colpo, terrorizzati; Shinsuke Shimura, il loro senpai, che fino ad ora era rimasto in silenzio e in disparte aveva appena fatto il suo ingresso in quella conversazione e non con parole di circostanza.
 
“Siamo stati noi grandi a forzare i tuoi coetanei a bullizzarti; era quasi una tradizione che…”
 
“Shimura senpai” provò ad interromperlo Jinpachi
 
“No, lasciatemi finire” lo bloccò l’altro “era una tradizione della scuola che i più grandi “istruissero” i più giovani e tu avevi una storia… troppo simile alla mia per tollerarti. Alla tua età, anch’io ero mal considerato e non avevo mai subito vessazioni solo perché ero sempre stato il più grosso e spaventoso dei miei coetanei… tutte cose che sapevo e per questo, sin da quando seppi di te, desiderai fartela pagare quasi per istinto”
 
“Beh, c’è riuscito” commentò Yukio
 
“Pure troppo direi; dopo quel giorno sei sparito completamente al punto che ho persino avuto paura che avessi fatto… qualcosa di grave a te stesso. Per questo la prima volta che l’ho rivista ho chiesto notizie di te a Chihiro” concluse il ragazzo più grande “non ho nessun diritto di dirti cosa fare ma se c’è un consiglio che posso mutuare per te dalla mia esperienza personale e quello di provare a superare il rancore; io non l’ho mai fatto, ti ho odiato con tutto me stesso e questi sono stati gli effetti… nefasti direi”
 
“Perché lo odiavi?” domandò Jinpachi incuriosito
 
“Mi sembrava di vedere una versione debole e remissiva di me stesso ed era una cosa che non riuscivo a sopportare” spiegò rivolgendosi poi di nuovo alla sua antica vittima “capisci ragazzo, l’odio annebbia la mente e può trasformarci nelle versioni peggiori di noi stessi; probabilmente non sarai in grado di perdonare subito questi ragazzi e, magari, non riuscirai mai a farlo ma, in qualunque caso, non lasciarti divorare dall’odio… non diventare mai come me”
 
“I-io…”
 
Chiuse gli occhi e con un profondo respiro richiamò a se tutti gli eventi che si erano susseguiti negli ultimi mesi, dal torneo interscolastico di giugno sino agli ultimi folli giorni, e tutte le porcherie che aveva fatto alla sua migliore amica di sempre.
Se lei era riuscita a perdonare lui, anche lui poteva, anzi doveva, fare uno sforzo.
 
“Ci proverò” dichiarò con sicurezza offrendo poi la mano al senpai “grazie”
 
Cortesemente, il maggiore rifiutò la stretta ammettendo di non meritarla e lo invitò piuttosto a porla ai suoi due coetanei, proposta a cui il ragazzo avrebbe certamente acconsentito se Chihiro non si fosse nuovamente inserita nella scena.
 
“Sai credo che ci sia qualcuno che vuole stringerti la mano anche più di loro due” affermò
 
“Chi, tu? Mi pare di averci già provato prima” scherzò lui “o, forse, è qualcuno dei tuoi amici? Il tuo leader magari?”
 
“No, è qualcuno che già conosci” rispose lei voltandosi poi dietro di se “venga pure avanti signore”
 
Interessato da quelle parole, anche il ragazzo copiò il gesto dell’amica e fece un’altra inversione a u per ritrovarsi di fronte (destino del giorno) ad un’altra sorpresa inimmaginabile, superiore perfino a quella precedente; davanti a loro, infatti, stavano il leader di Chihiro, Tanashi Tegamaru, e…
 
“P-papà?”
 
Invitato dal ragazzo coi capelli blu, l’uomo si avvicinò ai due giovani con un’espressione ambigua, apparentemente dura e corrucciata ma anche dispiaciuta; era molto diverso dal figlio: capelli castani che accennavano solo in parte al colore biondo di quelli del figlio, fisicamente robusto e ben piazzato, viso dai lineamenti saldi e “maschi”; praticamente il solo tratto comune ai due era un’altezza superiore alla norma per due uomini giapponesi.
 
-Due estranei, fisicamente e spiritualmente- questo era sempre stato il pensiero del ragazzo
 
“Ciao ragazzo, ho visto il tuo incontro e…”
 
“Sarai felice allora che abbia perso” lo fermò, gelido, il ragazzo “ho confermato tutte le tue idee su di me, no?”
 
“Non ho detto…”
 
“STAI ZITTO!!” lo stroncò ancora “NON MI PARLARE CAZZO!!”
 
L’uomo ebbe un sussultò nel sentire il figlio con un tono così feroce, ma non si fermò.
 
“Yukio” tentò, con il tono più fermo che gli riuscisse in quel momento “calmati un attimo”
 
“E perché? Questo tono non è adatto al rango della famiglia?” domandò “tanto mi avete già diseredato e aspettate solo che io raggiunga la maggiore età per cacciarmi di casa, per cui perché dovrei preoccuparmi? Non puoi farmi niente”
 
“Diseredato?”
 
“Non azzardarti a fare l’innocente solo perché c’è Chihiro” sibilò ancora rivolgendosi poi proprio all’amica “lui non è come i ragazzi, non aveva dieci anni e quindi non la merita una seconda opportunità”
 
“Merita almeno di spiegarsi meglio” replicò la ragazza, sorprendendolo “fidati di me, c’è qualcosa che devi sapere”
 
Il giovane si voltò di nuovo indietro ad osservare il viso stranamente addolcito del genitore; fosse stato solo per lui non l’avrebbe mai degnato di un secondo sguardo ma Chihiro… non era in grado di dirle di no.
 
“Sentiamo” mormorò
 
L’uomo fece un profondo respiro e iniziò il suo lungo racconto cominciando dal principio: la sua esperienza come figlio e il rapporto con sua madre.
 
“So di non essere stato il miglior padre del Giappone…”
 
“Già, forse sei stato addirittura il peggiore” commentò il figlio ironico
 
“Ahahah, si forse è così” concordò, divertito a sua volta
 
L’altro lo guardo storto.
 
“La cosa ti… diverte?!”
 
“Si beh, è la stessa cosa che io pensavo di mia madre” spiegò l’uomo “tua nonna era, a voler essere generosi, una persona complessa: lavorava tantissimo ma parlava pochissimo e non sorrideva mai; ti guardava sempre dall’alto verso il basso, aveva standard notevoli da raggiungere perché non si arrecasse danno alla reputazione della famiglia e, ogni volta che ciò accadeva, non aveva paura di ricorrere alle punizioni. Vivere con lei era un vero inferno, specie se non arrivavi perlomeno a pareggiare le sue aspettative”
 
“Immagino che tu non c’è abbia mai fatta” scherzò Yukio, non troppo convinto della veridicità di quella storia
 
“Decisamente no” sentenziò l’altro, lasciando il figlio a bocca aperta “è assurdo vero? E tu pensa che, praticamente per tutta la vita, non ho mai saputo dove stessi sbagliando; ogni volta che c’erano degli impegni da svolgere io lo facevo e nel miglior modo e, al tempo stesso, nel minor tempo possibile, mi impegnavo a fondo nello studio e facevo in modo di coltivare i rapporti giusti. Non ha mai funzionato, non sono mai stato abbastanza”
 
Faceva strano sentire quello che aveva sempre ritenuto il suo carnefice parlare in quel modo, un’immagine di se così vulnerabile era decisamente non in linea con l’idea che aveva tanto di un uomo dell’élite finanziaria quanto di suo padre, solitamente duro e autoritario.
 
“La odiavo ogni giorno di più, quella bastarda” fece l’uomo, quasi rabbioso al solo ripensarci “mai una volta che si fosse degnata di spiegarmi cosa diavolo volesse veramente da me”
 
“Benvenuto nel mio mondo, hai fatto gli stessi errori della nonna” commentò sarcastico il biondino
 
“Peccato che io li abbia fatti apposta e proprio in quanto non li ritenessi più errori” replicò il genitore
 
“Eh?!”
 
“Ti spiego meglio; sai come reagii a quella situazione?” domandò l’adulto
 
“Ovviamente no!” rispose il giovane
 
“Migliorandomi giorno dopo giorno in ognuno degli ambiti d’interesse diventai l’uomo che sono oggi” spiegò “e, quando mi presentai da lei per sbatterglielo in faccia, lei finalmente mi parlò apertamente”
 
“Quindi alla fine hai vinto tu”
 
“Oh no, ha vinto lei” lo contraddisse il genitore “poiché mi costrinse a constatare che, grazie a tutti quei miei sforzi sapientemente pilotati da lei, la nostra famiglia era divenuta molto più economicamente florida di quanto non fosse mai stata sotto la sua potestà”
 
Il ragazzo ormai non aveva quasi più parole; niente in quella storia sembrava andare come lui pensava e, colmo dei colmi, cominciava persino a provare compassione per l’uomo che, fino a quel giorno, aveva odiato più di ogni altro.
E pensare che la vera sorpresa era ancora da venire.
 
“Era questo il segreto della fortuna della nostra famiglia: un’interminabile catena di rancori” continuò l’uomo “come te adesso e me allora, anche lei a suo tempo aveva odiato il padre (il tuo bisnonno) il quale a sua volta doveva aver odiato il suo prima di vedersi obbligati a riconoscere il fatto che i rispettivi genitori avevano avuto ragione”
 
“Ra-ragione?” balbettò Yukio “e questo solo perché la generazione successiva era sempre più ricca della precedente?”
 
“Non è sempre stato l’obiettivo della nostra famiglia poter arrivare a guardare dritto negli occhi chi un tempo ci guardava dall’alto al basso?”
 
“Ma è assurdo pensare così!” sbraitò il biondino quasi disperato “ci sono moltissimi che non ci accettano ancora oggi e probabilmente nemmeno lo faranno mai perché è una questione di livello sociale, non di soldi; non c’è nessuna ra… a-aspetta un attimo, ci-ci hai c-creduto a-anche tu?”
 
L’uomo abbassò colpevolmente lo sguardo a terra e sorrise tristemente.
 
“E perché avrei dovuto non farlo? I numeri erano lì davanti ai miei occhi e i numeri, come si sa, non mentono mai”
 
“Ma allora con me…”
 
“Ho… continuato su quella stessa strada ovviamente, anche quando mi fu chiaro che mai avresti reagito come speravo”
 
-No, non dirlo, ti prego- supplicò mentalmente il ragazzo
 
“Mi ripetevo sempre che dovevo andare avanti per forza, che era un sistema duro e insopportabile, certo, ma anche il modo più giusto… in realtà era semplicemente l’unico che conoscevo; nessuno aveva mai insegnato a me, ne ad alcun membro della nostra famiglia un metodo diverso da quello”
 
Non aveva nemmeno bisogno di udirla con le orecchie, quella frase, perché se la “sentiva” in qualche modo dentro sin dall’istante in cui il genitore aveva iniziato quel viaggio nella sua memoria, un singolo pensiero capace di svoltare completamente idee radicate nel ragazzo da parecchi anni e che, fino a pochi istanti prima, sembravano inscalfibili; quella frase però, pronunciata proprio in quel modo, era molto di più.
 
-È come me-
 
Era l’epifania, più inattesa e sperata, ricevuta dalla persona, più inattesa e sperata, che avesse mai immaginato e non l’avrebbe desiderata in nessun altro modo; la sua mente, di solito fredda e calcolatrice, si fece da parte e il suo istinto decise che in quel momento c’era solo una cosa che potesse fare.
Del resto se Chihiro aveva accettato quella frase come suo insulso e paraculo gesto di scusa che era lui per rifiutare il medesimo gesto.
 
“Papà!” esclamò, abbracciando il genitore “anche se sei un grandissimo stronzo, ti voglio bene!”
 
L’uomo ricambio caldamente la stretta.
 
“Grazie figliolo” replicò “ora sono davvero certo di aver sbagliato fino ad oggi”
 
“Perché?” domandò divertito il ragazzo senza sciogliere l’abbraccio
 
“Perché ciò che hai appena detto di me è molto più bello di qualunque cosa io abbia mai detto di tua nonna”
 
Quell’ultima frase fu la degna conclusione di un dialogo in cui i vecchi miti erano stati superati e idee che parevano scolpite nella pietra si erano sciolte come se fossero di burro; certo, la strada per ricostruire i legami all’interno della famiglia, anche con la madre, era ancora lunga ma era un inizio.
 
Da par suo, Chihiro rimase ancora qualche secondo ad osservare dolcemente quell’abbraccio prima di lasciare, nel completo silenzio, la compagnia e dirigersi verso la stazione con uno splendente sorriso dipinto sul volto a testimonianza della soddisfazione per il successo del suo azzardo; gli altri invece ci misero un po’ ad accorgersi della sua assenza e, quando lo fecero, non poterono fare altro che ringraziarla col pensiero.
 
“Scusami Yukio ma ora devo andare” affermò il padre dandogli una pacca sulla spalla “se ti va, stasera potremmo fare una partita a carte; non saprò giocare a Battle Spirits ma ad hanafuda e altri giochi con le carte me la cavo piuttosto bene, sono anche un discreto pokerista”
 
“Per stasera passo papà” ribatté il giovane meno incline a dimostrazioni d’affetto “ci vediamo”
 
Rimasero in cinque davanti alle porte del club: Yukio, i suoi tre ex compagni di scuola e Tegamaru, che aveva osservato il tutto restando in disparte; quest’ultimo in particolare, accostatosi al ragazzo biondo, gli passò sottobraccio una specie di tesserino.
 
“Hai mentito, non avevi nessuna intenzione di pubblicare quelle foto”
 
Non era una domanda ma un’affermazione.
 
“N-no” balbettò lui “i-io non… avrei mai potuto… vede i-io sono in…”
 
Il blu portò il proprio indice alla bocca facendo segno all’altro di non continuare, mormorò qualcosa che suonava come un “lo so, non devi dirlo da me” e rivoltò la tessera che gli aveva appoggiato sul palmo prima; il ragazzo non poté che restare pietrificato a quella vista.
 
“Benvenuto nel team Tegamaru, Yukio Kawashima!” esclamò il leader, allontanandosi verso la sua strada “ti auguro di poterla rendere felice”
 
 
 
 
SPAZIO DELL’AUTORE
 
 
Ciao ragazzi, come va? Sono come sempre molto felice di ritrovarvi e, in particolare, oggi sono ancora più felice perché siamo al penultimo capitolo del “secondo arco” di questa storia a cui tengo molto.
 
Oggi episodio lungo (forse anche troppo e, nel caso, mi scuso per la sua pesantezza) ma non potevo proprio scriverlo in un altro modo poiché questo è il capitolo più importante della storia fino ad ora, il primo in cui alcuni dei personaggi importanti (Chihiro e Yukio) decidono davvero “cosa vogliono fare da grandi”; una parte fondamentale della storia sarà far arrivare tutti personaggi di una certa importanza (Hajime, Kimari, Manabu, Kataru, ecc.) al punto in cui siano in grado di dare una risposta a questa domanda e il fatto che questi due decidano di “smettere di scappare” è esattamente questo.
“Diventare grandi” per loro non è la carriera che si immagina per se stessi o la famiglia che si desidera formare, o meglio non è solo quello; è lo smettere di sopravvivere nichilisticamente al mondo (per Yukio) per iniziare a VIVERE e di dividere se stessa in due facce separate per vergogna e paura di non essere accettata (per Chihiro) per mostrarsi invece per quella che è a prescindere da contesto e interlocutori.
 
Sono sinceramente abbastanza soddisfatto in particolare dal duello; rileggendolo a volte mi è parso un po’ troppo teatrale e anche artificioso (cosa che sarebbe normale essendo sceneggiato, ma in questo caso è forse troppo evidente) ma mi sembra di essere riuscito a trasmettere abbastanza bene le sensazioni dei due e il sentimento generale dello scontro. Spero che possa piacere allo stesso modo a voi.
Spero anche che Yukio possa risultarvi non troppo insopportabile (nel caso non vi piaccia ovviamente, se vi piace non avrete problemi) perché sarà un personaggio che non sparirà dopo questo duello; il suo ruolo sarà meno importante ma ci sarà ancora e avrà, anzi, un altro momento significativo (piuttosto in la, per la verità) all’interno della storia, sempre legato alla sua relazione con Chihiro.
 
Non ho altro da aggiungere, spero che vi siate goduti il capitolo e che non sia stato un peso per voi; in ogni caso, state tranquilli, gli episodi a partire dal prossimo saranno decisamente più brevi e, in caso di altri capitoli lunghi, vi avvertirò preventivamente negli Spazi dell’autore dei capitoli prima.
 
Alla prossima, da ShawnSpenstar un cordiale hasta luego accompagnato dalla turnazione dei due duelli (precisazione: non troverete, al termine del capitolo successivo che conclude la saga del torneo regionale, il mazzo di Hide; questo perché, avendo solo un duello nella storia, non l’ho nemmeno composto ma mi sono limitato a mettere assieme qualche carta)
 
 
Kobushi vs Hide
 
Turno 1: Scudinsetto, Kenshin Signore della Guerra Alato, Cho Rondine Celestiale, Yang-Ogre + Foresta della Sacra Conifera
Turno 2: Roboraptor, Elginius Drago da Battaglia, Bladra, Codice di Riavvio + Carta Siderale (Bal-Gunner Drago Cannoniere)
Turno 3: Recupero di Resistenza
Turno 4: Culla dei Cuccioli di Drago (Sieg Apollodrago Drago Solare, Siegwurm Possente Dragone Imperatore del Tuono)
Turno 5: Yoshitsune Eroe del Vento
Turno 6: Pedone Gustav
Turno 7: Cho Rondine Celestiale
 
 
Chihiro vs Yukio (questo potrebbe risultare confusionario visto che entrambi usano carte bianche e rosse; anche in previsione di situazioni future simili fate conto che l’ordine con cui sono scritti i due duellanti all’inizio di questo recap rispecchia sempre l’ordine dei turni)
 
Turno 1: Lofn Dea dell’Amore, Mani Lady Automa, Aura Cristallina, La Hire + Albero Cristallino Innevato
Turno 2: Chimairon, Ele-Gadget, Lucente Spada Suprema, Cristallorso Bestia Vacua + Nave Madre dell’Infinito
Turno 3: Codice di Riavvio
Turno 4: Mam-Morl Mammuth Bestia dei Ghiacci
Turno 5: Naumann City Fortezza Metropoli
Turno 6: Grande Torre d’Avvistamento
Turno 7: Pescata Esplosiva
Turno 8: Drago-Phoenix Pistola Dragonica, Colpo Assoluto (Chihiro: Mantello della Mezzaluna, Cavallo Pistola, Eterno Palazzo Ghiacciato, Sol Imperatrice degli Automi)
Turno 9: Gilles De Rais
Turno 10: Nave Madre dell’Infinito, Strike Siegwurm Drago della Luce Lunare
Turno 11: Eterno Palazzo Ghiacciato
Turno 12: Chrysanthe Mk VIII Artefatto Guardia
Turno 13: Jeanne d’Arc Santa dei Ghiacci
Turno 14: Codice di Riavvio
Turno 15: Mani Lady Automa
 
E per concludere, anticipazioni:
Le finali del torneo regionale sono finalmente arrivate e tutti i pronostici, pur qualche patema di troppo, sono stati rispettati; il mondo però non finisce lì è ha ancora in serbo molte sorprese per i ragazzi di Kadode. Saranno esse gradite o odiate? Questo sul momento non ci è dato saperlo ma, prima o poi, qualcuno dei ragazzi se la sentirà di rispondere a quel... Chiedimi se sono felice.

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Capitolo 11
*** Episodio 10: Chiedimi se sono felice ***


Chiedimi se sono felice
 
 
 
Alle ore 17 e 30 in punto, finalmente il quadro delle finali del torneo regionale del blocco rosso fu completo.
Con un bel duello di nove turni, infatti, Kobushi Nigiri riuscì finalmente a liberarsi del suo avversario, qualificandosi così per la sua prima grande finale ove avrebbe dovuto fronteggiare il presidente Manabu Ohizumi. Con un orecchio ancora rivolto a Galaxy e ai suoi annunci, il possente membro del team Tegamaru lanciò un’occhiata di sfida al ragazzo biondo; sarebbe stata dura e questo lo sapeva, ma ce l’avrebbe messa tutta per onorare con la vittoria il suo leader.
 
“OOOOKKAAAYYYY!!!” esultò Galaxy eccessivo come al solito “è arrivato finalmente il momento per la città di Kadode di assistere alle tre finali del torneo regionale di qualificazione per la Hero Championship”
 
“Tanti i grandi duellanti che si sono distinti in questo campionato” gli fece eco Mika “ma alla fine ad emergere sono stati molti volti già piuttosto noti”
 
“Esatto, infatti la finale del blocco A sarà tra Kimari Tatsumi e Chihiro Kusakabe” proseguì ancora il biondo ed estroso commentatore “per il blocco C si affronteranno Kobushi Nigiri e Manabu Ohizumi mentre dal blocco B viene l’unica novità: Hajime Hinobori, che per la verità non è apparso fino ad ora in gran forma, si scontrerà contro la più giovane Kiyoko Yukimura, un’esordiente a questi livelli”
 
In sala c’era grande fermento per ognuno degli incontri citati, un po’ perché due di essi opponevano avversari considerati in grado di condurre duelli equilibrati e affascinanti, soprattutto quello tra le due ragazze, e un po’ perché l’avversario sconfitto da quella Kiyoko era Hayato, il ragazzo che aveva battuto Hajime durante il gunslinger, e nel locale iniziava a serpeggiare la voce che il vicecampione del mondo potesse essere eliminato.
Tutte queste cose Hinobori le aveva sentite e anche per quello da mezz’ora stava facendo ogni gesto scaramantico di cui fosse a conoscenza.
 
Si guardò intorno per cercare di cogliere l’umore e le sensazioni dei suoi amici e colleghi a pochi minuti dal grande evento: Kimari era con Shizuku (improvvisamente ricomparsa dopo una lunga assenza) e stava ridendo di qualcosa che la sua amica le aveva detto, era tanto rilassata da non avere nemmeno estratto il mazzo; Kobushi e Chihiro erano seduti ad un tavolo in compagnia di Kawashima e di un vistoso rotolo di carta di dimensioni gigantesche che doveva contenere qualcosa di… particolare visto che la ragazza era rossa come un peperone mentre il robusto compagno stava rischiando di ribaltare la sedia (e se stesso) dalle risate; infine c’era il serioso Manabu, l’unico impegnato nell’allenamento, che stava simulando alcune mani di duello con la collaborazione del fratello minore e di Kouta.
 
Nessuno di loro sembrava essere anche solo minimamente teso e, se lo erano, lo stavano nascondendo molto bene, di certo molto meglio di lui.
 
-Quasi quasi preferirei essere in classe-
 
E per quanto fosse assurdo che, in quel preciso momento, un pensiero simile fosse sovvenuto ad un fanatico del gioco come il ragazzo con la fascetta egli non poté fare altro che constatare quanto fosse vero: forse era la tensione, forse gli sguardi sicuri degli altri, forse gli eventi di quella folle mezza annata o forse tutte queste cose, ed altre, insieme ma Hajime sentiva di non essere più quello di sempre; tremava, si, ma non dalla voglia di trovarsi al club per sfidare e battere i migliori.
 
Un comune pensiero recita che a volte “il silenzio vale molto più di mille parole”… beh, se quella era una di quelle volte allora il duellante rosso era impegnato da tempo nella narrazione di un poema epico di cui peraltro lui stesso, pur essendone l’autore, non ricordava più il proemio e sentiva di non conoscere il finale.
In fin dei conti trovava quasi conforto nell’immaginare di trovarsi immerso nel singolo istante della storia di un altro perché altrimenti avrebbe passato ogni secondo a pensare che quella non fosse la sua vita; non poteva essere lui il ragazzo roso dai dubbi che in quel momento avrebbe preferito sparire piuttosto che salire sul palco ed entrare nel ring, Hajime Hinobori non era questo.
 
-Vada come deve andare- concluse prima di raggiungere Galaxy e Mika sul palco accompagnato dagli altri cinque finalisti
 
“I tre duelli inizieranno in contemporanea su tre sistemi differenti” spiegò la padrona di casa muovendo le mani come se stesse dirigendo il traffico “per cui chiedo cortesemente al nostro pubblico di incolonnarsi dietro la coppia di finalisti di cui si desidera seguire l’incontro”
 
Fu la prima volta che una delle novità proposte dall’organizzazione non incontrò esattamente il favore popolare e, anzi, si sentirono financo dei fischi giungere dalla pletora di appassionati; per fortuna Galaxy intervenne tempestivamente in aiuto della collega.
 
“State calmi ragazzi, da ogni arena saranno visibili grazie a dei display virtuali anche gli altri due duelli di finale” chiarì “in più, se un duello dovesse concludersi prima degli altri, sarà concesso a spettatori e concorrenti di prendere posto tra gli spalti degli altri scontri; tutto chiaro?”
 
Ricevette in risposta un entusiastico “Si” corale e ritornò a concentrarsi sui protagonisti di quell’evento.
 
“Allora ragazzi, siete pronti?” domandò ricevendo un cenno d’assenso collettivo in risposta “e sia, avanti!”
 
Le tre coppie andarono a posizionarsi davanti al rispettivo computer ed enunciarono la password d’accesso alla realtà virtuale, la porta splendente si aprì e finalmente si poté dare inizio allo spettacolo.
 
Con grande sorpresa di tutti, il duello più breve si rivelò essere proprio quello di Hajime che, aiutato certamente dall’avere il mazzo al gran completo, dispose della sua avversaria in quattro fulminei turni (sette in totale) per quello che fu senza ombra di dubbio il suo miglior scontro da parecchi mesi a quella parte; ciò che stava accadendo era veramente incomprensibile, a lui prima che a chiunque d’altro: a volte la sua mente era vuota, non riusciva a leggere strategie ne a formularne mentre in altri casi si sentiva quello dei tempi migliori.
Il ragazzo con la fascetta non volle lasciare a quei pensieri neanche il tempo di prendere corpo, si fiondò fuori dal terreno di gioco, raggiunse Kouta, che era stato spettatore del suo duello, e insieme a lui si fece strada verso la postazione di Kataru, sugli spalti del duello di suo fratello giunto al quinto turno contro Kobushi; il rossiccio gli accolse con un saluto e con un breve resoconto degli eventi più interessanti (peraltro scarsini e quasi tutti timbrati dall’uomo del team Tegamaru).
 
“Al primo turno ha usato molto intelligentemente l’effetto all’evocazione di Pistolibellula per velocizzare il ricambio delle carte” raccontò il timido ragazzo “il fratellone aveva giocato solo lo spirit Fido Golem per cui con quell’effetto Kobushi ha potuto pescare quattro carte, recuperandone di fatto due visto che oltre ai due spirit ha posizionato un burst”
 
“Ma perché Pistolibellula è affaticato?” domandò Kouta “non ha senso farlo attaccare, non ha simbolo”
 
“Kobushi ha usato proprio all’ultimo turno la magia Aura d’Insetto che permette di guadagnare un nucleo nella riserva per ogni attacco di uno spirit dei generi “Insetto Corazzato”, “Parassita” e “Gusciomo” e, siccome Pistolibellula è di uno di questi generi, l’ha giustamente mandato all’attacco assieme al suo altro spirit Scudinsetto
 
“E Manabu non ha bloccato?” osservò Hajime
 
“Immagino abbia pensato che non fosse il caso” ipotizzò l’Ohizumi minore “sai, con l’effetto Alta Velocità in agguato non si può mai sapere”
 
“Vero” sentenziò il ragazzo con la fascetta “chissà come risponderà ora il presidente”
 
 
TURNO 5
 
 
“È il mio momento” esordì il castano “evoco un secondo Fido Golem a livello 1”
 
Il simbolo azzurro si spezzò liberando un altro cane meccanico accanto a quello già schierato.
 
“E ora che il cielo si tinga d’azzurro per dare il benvenuto alla sacra bestia dalle quattro teste!” esclamò ancora “evoco Shtrodom Idra di Zaffiro, pago il suo costo con uno dei due Fido Golem
 
Uno dei due cani si dissolse nella nebbia azzurra da cui emerse invece un gigantesco gioiello blu immediatamente colpito da quattro impronte simili a morsi fino a spezzarlo in due metà; il fumo si addensò e da esso spuntarono prima due ali, poi le quattro teste e infine tutto il corpo della bestia azzurra.
 
“È stato bravissimo” commentò Hajime “ha sfruttato il doppio simbolo del suo nexus Intrepida Città sulla Nave per massimizzare la riduzione di costo”
 
“Esatto!” esultò Kataru
 
Completamente preso dal momento, Manabu proseguì le sue azioni come un fiume in piena; inclinò immediatamente la carta appena appoggiata lanciando all’attacco l’idra che, prima di caricare, agitò le ali creando una violenta tempesta che sferzò il mazzo avversario eliminandone la prima carta.
 
“Ne rispondo con la vita” dichiarò Nigiri
 
Shtrodom ha doppio simbolo per cui le vite distrutte sono ben due!”
 
Come specificato la bestia addentò la barriera con due delle sue quattro teste causando una violenta doppia esplosione tanto nello scudo quanto sulla divisa del robusto ragazzo; il presidente sorrise nell’osservare il suo guerriero riprendere posto nelle schiere di competenza ma poi non insistette, passando piuttosto la mano.
 
 
TURNO 6
 
 
“Fase iniziale: nuclei, acquisizione e recupero” aprì spedito il corpulento duellante “ci siamo! Elevo il mio nexus Ponte Verde di Gojo a livello 2 ed evoco Ruri Ali Fiorite al medesimo livello”
 
La spettacolare architettura dai motivi floreali risplendette rilasciando nell’aria un delizioso profumo che si fece ancora più ricco nel momento in cui ad essa si aggiunsero anche i fiori delle ali del passero azzurro.
 
“Fase d’attacco: attacco con Scudinsetto
 
“Ne rispondo con la vita” replicò immediatamente il presidente rinsaldando la presa per reggere l’urto del colpo
 
L’attacco si concluse e Nigiri cedette la mano all’avversario; molti sugli spalti mormorarono a quella mossa specie perché sprecava l’effetto principale del nexus Ponte Verde di Gojo ma Hajime invece si sentiva di concordare: non era il caso di aprirsi troppo, soprattutto visto che dall’altra parte c’era uno spirit con doppio simbolo.
 
 
TURNO 7
 
 
Il quarto turno personale di Manabu si aprì con il posizionamento di una carta burst che pareggiò quella del suo avversario e con l’attivazione di un nexus Colosseo dell’Astro della Velocità a livello 2 che andò ad affiancarsi alla maestosa città isola già presente dietro alla postazione del castano, infine evocò un’altra maestosa (e mostruosa) creatura degli abissi cioé lo spirit Sea-Serpendar Mostro Stellare.
 
“Attivo l’effetto “quando evocato” di Sea-Serpendar: distruggo uno spirit avversario di costo 4 o meno… in questo caso scelgo Ruri Ali Fiorite
 
“Accetto il colpo e rispondo!” esclamò Kobushi osservando il suo guerriero saltare in aria “la distruzione di un mio spirit attiva l’effetto burst di Tarzania il Grande che mi consente di evocarlo a costo zero”
 
Il volatile appena esploso venne sostituito nello schieramento da un feroce leopardo bipede con vari smeraldi incastonati sul dorso delle mani e all’altezza dei gomiti; il suo padrone spostò su di esso tutti i nuclei liberi che aveva elevandolo a livello 2 e poi osservò lo schieramento avversario tenendo sempre d’occhio le proprie carte: al momento non era in una buona situazione ma poteva farcela, doveva solo resistere a quel turno.
 
“Fase d’attacco” annunciò dalla parte opposta del ring il presidente “attacco con Shtrodom! Utilizzo ovviamente il suo effetto Sgretola grazie a cui posso eliminare la prima carta del tuo mazzo”
 
L’onda d’urto delle ali lanciò negli scarti la testa del mazzo come ordinato e così l’idra poté finalmente partire all’attacco, con una ferocia che testimoniava a pieno la sua voglia di combattere; il suo bersaglio tuttavia non si scompose troppo e inclinò la carta che aveva appena appoggiato sul tabellone, per quanto potesse dispiacergli di perderlo subito era l’unica mossa sensata.
 
“Azione lampo: utilizzo la magia Conflitto Definitivo su Scudinsetto!” rincarò l’uomo di Tegamaru mentre osservava il suo Tarzania e Shtrodom annientarsi a vicenda “grazie a tale magia, lo spirit potrà bloccare un attacco anche se in affaticamento”
 
Ecco, dalla sua reazione, un ringhio sommesso, fu immediatamente chiaro che questa fosse una mossa che Manabu non si aspettava e che avrebbe preferito non dover fronteggiare.
 
“Attaccherà ancora” affermò a sorpresa una voce femminile facendo venire un colpo al trio di spettatori “ma questo è un imprevisto davvero fastidioso; senza di esso avrebbe forse potuto chiudere anche in questo turno”
 
“Naoko?! Quando sei arrivata?” domandò Hajime sorpreso
 
“Sono sempre stata qua” rispose ella “ecco guarda, proprio come ti dicevo”
 
Il ragazzo con la fascetta segui la traiettoria tracciata dall’indice della ragazza e vide Manabu lanciare all’assalto il suo secondo spirit dotato di effetto Sgretola (ovvero Fido Golem), arrivando a colpire una vita avversaria, per poi passare la mano.
 
“Wow, sei eccezionale a leggere le strategie Naoko” commentò il minore entusiasta come poche volte in tempi recenti “sei proprio sicura di non voler diventare duellante?”
 
“Non reggo la tensione” ammise lei con sincerità “e poi ho già un sogno”
 
“Davvero? E quale?”
 
La studentessa sorrise dolcemente.
 
“Te lo dirò… un’altra volta, ora godiamoci il duello”
 
 
TURNO 8
 
 
“Preparati Manabu, perché questo sarà il turno decisivo” annunciò Nigiri “elevo Scudinsetto a livello 2”
 
Il bagliore di luce che scaturì dall’insetto distolse per qualche secondo l’attenzione del pubblico dagli strani fasci verdi che stavano soffiando da dietro la postazione del membro del team Tegamaru ma né Hajime né Naoko ci cascarono.
 
“Evoco il re dalle variopinte ali che sfreccia nei cieli azzurri, Yoshitsune Eroe del Vento a livello 3, e lo unisco immediatamente a Pistolibellula producendo il brave!”
 
La sequela annunciata travolse il terreno di gioco scatenando nel pubblico un vero tourbillon di emozioni.
Il gigantesco insetto dalle possenti chele sconquassò la terra con il violento vento generato dalle sue ali e rimase lì a mezz’aria ad osservare quasi con superbia il resto delle schiere; immediatamente, l’altro spirit, il piccolo insetto artigliere, spiccò il volo e si scompose lasciando di se solo canna e grilletto (il suo corpo da libellula) che si connessero ad uno degli artigli della bestia.
 
“Somiglia molto a Aquila Sceriffo, questo brave spirit” commentò Kouta acuto
 
“Vero” confermò Naoko
 
“Fase d’attacco: Scudinsetto, brave spirit, attaccate!”
 
I due si lanciarono all’attacco con furore e aggredirono la barriera del presidente spezzandola; essendo senza simbolo Kobushi sapeva che l’apporto portato dal brave sul brave spirit in quell’offensiva era nullo ma non gli importava, era nel prossimo turno che sarebbe servito il suo effetto.
 
“Concludo qui il turno”
 
 
TURNO 9
 
 
“Fase iniziale” esordì il biondiccio passando poi alle operazioni obbligatorie “fase dei nuclei, fase di acquisizione e…”
 
“Ti fermo subito, Ohizumi” si inserì Nigiri “attivo l’effetto di Pistolibellula quando si trova fuso in brave: ogni volta che l’avversario pesca una carta, il brave spirit va in recupero”
 
Manabu bypasso quell’intrusione con grande nonchalance e proseguì nel suo turno abbassando il livello del suo nexus Colosseo dell’Astro della Velocità e selezionando dalla sua mano la carta a destra.
 
-Ladies and gentlemen, it’s showtime- pensò sorridendo “sei pronto Kobushi? Evoco il titano che brilla sotto le stelle della bilancia, il gigante che abbatte il mazzo avversario, il mitologico Golem Libra Bilancia Suprema a livello 3!”
 
Lo zaffiro blu si spezzò in due metà esatte lasciando sprigionare una dirompente energia che salì verso il cielo a comporre le stelle della costellazione della bilancia; formata la figura poi i fasci dorati ricaddero sulla terra sconquassandola e permettendo al pietroso gigante bardato di blu e d’oro di sorgere e stagliarsi con maestosità.
 
“Fase d’attacco: vai Golem Libra! Attacca!!” urlò Ohizumi con una foga che pochissimi avevano visto in lui prima d’ora
 
“Blocco col brave spirit” replicò l’altro “azione lampo: utilizzo l’effetto Alta Velocita per evocare dalla mia mano Megamosca
 
La gemma smeraldina piombò in volo all’interno dell’anello di cemento e si spezzò liberando l’insetto metallizzato che poté così andare a disporsi accanto all’esausto Scudinsetto.
 
“Attivo l’effetto all’evocazione di Megamosca grazie al quale posso aggiungere 1000 PB ad ogni mio spirit” proseguì Nigiri con convinzione “così facendo il brave spirit raggiunge i 13000 PB e supera Golem Libra
 
“Sbagliato” ribatté il presidente
 
“Cosa?!”
 
“Grazie all’effetto del nexus Impavida Città sulla Nave ogni aumento di punti battaglia dato dai brave è da considerare pari a zero, il che abbassa a 11000 i punti battaglia del brave spirit” spiegò il biondiccio “comunque ti devo ringraziare poiché, grazie alla tua mossa, posso attivare il burst!”
 
La carta coperta saltò in aria e ricadde capovolta sul terreno di gioco svelando la sua identità: la magia Sferzata della Rondine.
 
“Non posso sfruttare il suo effetto burst ma posso usare la sua azione lampo” continuò Ohizumi “pago il costo eliminando Fido Golem e distruggo il brave fuso su un brave spirit, in questo caso Pistolibellula
 
Il gigante di pietra indietreggiò dallo scontro e prese a far roteare furiosamente la sua lancia per scatenare da essa un violento taglio azzurro a forma di rondine che centrò in pieno la zampa armata del composito spirit avversario cancellando la pistola.
Nigiri imprecò con rabbia prevedendo l’imminente distruzione del suo spirit chiave ma, essendo ancora più che ben piazzato, non parve disperarsi più di tanto, solo avrebbe voluto sapere per quale motivo l’automa del presidente non sembrava voler smettere di far vorticare la sua arma.
 
“Risolto il primo effetto” spiegò Manabu “posso distruggere un secondo spirit di costo 3 o meno… addio Megamosca!”
 
Una seconda sferzata centro in pieno insetto di ferro tranciandolo netto in due e, quasi nello stesso istante, il grande e maestoso insetto alato venne trafitto in pieno dalla stessa lancia esplodendo in mille pezzi; Kobushi non riusciva a crederci, aveva perso.
 
“Attacco con Sea-Serpendar Mostro Stellare” dichiarò il presidente “attivo il suo effetto Fiero Assalto: affatico il nexus Colosseo dell’Astro della Velocità e recupero il mio spirit”
 
“Rispondo con la vita ad entrambi gli attacchi” sussurrò Nigiri ormai rassegnato “complimenti Manabu, è stato davvero un bel duello”
 
“Anche per me” rispose l’altro osservando l’ultima barriera blu spezzarsi
 
Il duello si concluse così ma lo spettacolo in quel giorno di novembre sembrava essere destinato a non finire mai perché, sin dall’istante in cui il secondo duello fu dichiarato concluso, giunsero alle orecchie di spettatori e duellanti le grida esultanti e gli applausi provenienti dalla terza arena; completamente in balia dell’adrenalina, i ragazzi del club del liceo si fiondarono sugli spalti dell’ultima battaglia, ove con loro grande sorpresa trovarono Shizuku, per venire immediatamente catturati dalla situazione all’interno dell’anello: era in corso l’ottavo turno e Chihiro aveva doveva aver appena attivato una magia Aura Cristallina perché la sua riserva traboccava di nuclei.
 
“Esattamente” confermò Shizuku “è incredibile, come facevi a saperlo?”
 
“Intuito di duellante” rispose quello “ora vediamo come continua”
 
Continuò con l’evocazione di uno spirit brave rosso chiamato Lagian che venne immediatamente sfruttato per formare, con Saga Prima Bibliotecaria, un primo brave spirit la cui funzione doveva essere di fare da deterrente ad eventuali offensive dell’avversaria, essendo Chihiro in svantaggio di vite; concluse la fase principale collocando un burst e sfruttando il nucleo recuperato dal brave per elevare ancora a livello 2 una delle due Lofn e poi passò ad attaccare proprio con lo spirit appena potenziato che, ovviamente, andò a schiantarsi contro la daga nera del Guerriero Mascherato dell’avversaria.
 
“Attivo l’effetto di Lofn al mome…”
 
“Eh no, Chihiro” si inserì la sua avversaria “non puoi farlo”
 
“Esatto” proseguì Galaxy “l’effetto di Lofn infatti può essere attivato solo nel caso sul terreno di gioco di chi l’ha attivato ci siano solo spirit bianchi; normalmente i brave sono esclusi da questo conteggio ma il fatto che Lagian abbia un simbolo rosso rende Saga temporaneamente uno spirit bicolore”
 
Sbuffando, la nobile di ghiaccio si rassegnò a riporre negli scarti il suo spirit e a passare il turno, non era andata proprio come sperava ma era ancora in buona posizione e soprattutto aveva un’ottima scorta di gemme celesti a cui attingere nel suo futuro turno… o così credeva.
 
 
TURNO 9
 
 
“Come sempre, in fase iniziale, si attiva l’effetto del mio nexus Castello del Pentacolo che sposta i nuclei avversari dalla riserva agli scarti; quindi fase principale” esordì la duellante viola “utilizzo la magia Girotondo Sanguinario grazie alla quale costringo la mia avversaria ad eliminare dal suo terreno di gioco i suoi nuclei fino ad arrivare in pari con i miei”
 
“Il confronto è di sedici nuclei contro nove” precisò istantaneamente Galaxy “credo che Chihiro non perda alcuno spirit ma dovrà rinunciare a ben sette nuclei”
 
La Kusakabe ringhiò e sbatté con violenza il pugno sul tabellone metallico ma non poté impedire che i fasci neri scaturiti dalla postazione avversaria si facessero affilati come punte di spada e trafiggessero il suddetto numero di nuclei, sbriciolandoli.
Dalla parte opposta, Kimari seguitò nelle sue preparazioni bellicose evocando prima un secondo Kudagitsunen e poi Ginevra Regina Oscura pagando attraverso Guerriero Mascherato il suo costo; il piano era piuttosto chiaro anche Chihiro, accumulare spirit dei due colori per sfruttare al meglio la riduzione di costo su Geraldy, ma ella non poteva fare nulla per impedirlo: il bianco non era un colore noto per gli effetti distruttivi e Ginevra e Ethelfelda non erano spirit così facili di cui disporre, specie se elevati di livello.
 
“Concludo il turno” terminò l’ex aspirante tiranna “a te la mano”
 
 
TURNO 10
 
 
“Fase iniziale: nuclei, acquisizione e recupero” pronunciò la maggiore, un po’ sconsolata nel vedere nella sua riserva molti meno nuclei di quanti sperasse “vabbè, mi rifaccio subito… fase principale: attivo la magia Rigenerazione Nuclei, aggiungo un nucleo alle mie vite e un nucleo su Lofn che si eleva a livello 2”
 
La dama dalla veste cupa si eresse con fierezza risplendendo di luce propria e puntò il suo sguardo sulla grande barricata avversaria, quasi sapesse cosa la attendeva; nel momento in cui la sua padrona inclinò la carta, il suo volo fu leggero come quello di una farfalla, tagliò al centro l’armata avversaria e raggiunse la barriera della duellante viola, colpendola con i candelabri a frusta che ornavano il suo manto.
 
“Il danno alle mie vite attiva il burst!” esclamò lei “magia Artigli Affilati: pesco due carte dal mazzo come da effetto burst ma rinuncio ad attivare l’effetto in azione lampo”
 
“E io rinuncio a proseguire il turno” le fece eco l’altra “forza, tocca a te”
 
 
TURNO 11
 
 
“Pronta a ballare? Elevo Ethelfelda a livello 2” annunciò la castana dopo aver risolto le fasi obbligatorie “ed ora, pagando il suo costo tramite Alisauro, evoco colei che è divisa tra i due mondi, la fata-strega gialla dai poteri viola: Geraldy Suprema Principessa Magica!!”
 
Il topazio levigato si spezzò e una nube bicolore equamente divisa tra viola e giallo ascese verso il cielo creando lassù una specie di variopinto globo; quando poi le due anime si furono ben amalgamate, quel cumulo ormai molto più denso venne perforato da un bordone scarlatto che, muovendosi, tagliò tutta la superficie rivelando così la donna in abiti neri e dorati e il sorriso sadico.
 
“Posiziono un burst e passo alla fase d’attacco” continuò ancora la ragazza “vai Geraldy!”
 
“Ne rispondo con la vita” replicò la nobile, assorbendo con classe il la scarica di stelle rilasciata dal bastone della sua pari sangue “la perdita di una delle mie vite attiva il burst!”
 
La carta coperta saltò in aria e ricadde sul freddo metallo rivelandosi a tutti; era lei, ovviamente.
 
“Evoco a costo zero la divina ragazza dal cuore puro come il cristallo, la comandante ispirata dalla luce: Jeanne D’Arc Santa dei Ghiacci
 
Una luce quasi paradisiaca discese dal cielo sopra al terreno di gioco, investendo completamente il simbolo bianco, sciogliendolo lentamente come un iceberg e liberando da esso una meravigliosa energia da cui emerse la dama cristallina a cavallo del suo fedele destriero, brillante sotto il sole dell’arena.
 
 
TURNO 12
 
 
L’apparizione della pulzella di diamante convinse la duellante viola a passare, senza ulteriori azzardi, la mano ad una Chihiro che praticamente stava saltellando dall’eccitazione per il turno corrente.
 
“Per prima cosa separo il mio brave spirit per formarne uno nuovo tra Jeanne D’Arc e Lagian
 
Il corpo di quella strana specie di grifone meccanico svanì lasciando di se solo le due ali, il cranio e la coda seghettata; le prime tre andarono a disporsi sul cavallo, rispettivamente sul suo addome e sulla testa, trasformandolo in una sorta di pegaso con elmo mentre la corda volò nella mano della ragazza, andando a fare coppia con la sua spada più classica; la ragazza roteò le armi in aria con maestria e le puntò in direzione della postazione avversaria.
 
“Tranquilla Jeanne D’Arc, avrai modo di sfoggiare il tuo valore” la rincuorò la sua padrona “ma prima elevo Mani Lady Automa a livello 2, attivo il nexus Eterno Palazzo Ghiacciato e per finire colloco un burst”
 
Fedele al suo titolo di regina dei ghiacci, la giovane erede dei Kusakabe travolse il terreno di gioco come una slavina, lasciandolo arricchito di una carta coperta, una dama alata raggiante e un arzigogolato e meraviglioso palazzo di ghiaccio alle spalle di lei.
 
“Fase d’attacco: attacco con Lofn e Mani; attivo l’effetto “quando attacca” di Mani e recupero un nucleo dagli scarti alla riserva”
 
“Rispondo ad entrambi gli attacchi con la vita”
 
La barriera bianca si sbriciolò per due volte in pochi secondi spostando le due gemme azzurre dalle vite alla riserva; lo sguardo di Kimari si puntò proprio su quello scomparto dove ora brillavano le sue due ultime vite, sufficienti per sopravvivere a quel turno ma chissà per quanti altri. Doveva agire adesso.
 
“Con il danno alle mie vite attivo il mio burst!” esultò “ancora una volta, Artigli Affilati: pesco due carte dal mazzo ma rinuncio all’azione lampo”
 
“Nessuna paura, attacco col brave spirit!” si scatenò Chihiro inclinando le due carte sovrapposte “attivo l’effetto Risveglio di Lagian quando si trova fuso in brave: sposto i nuclei in più da tutti i miei spirit su Jeanne D’Arc elevandola a livello 3”
 
“Blocca Ethelfelda” sibilò l’altra con un sorriso grintoso “azione lampo! Utilizzo la magia Danza Macabra: scarto tutte e cinque le carte che ho in mano e sposto altrettanti nuclei dagli spirit avversari alla riserva; Lofn, Mani, Hlin e Saga finiscono tutte negli scarti!”
 
Chihiro osservò la scena praticamente impietrita; la vista del suo brave spirit che straziava senza fatica il corpo della vampira a suon di fendenti non poteva cancellare il fatto che il suo schieramento difensivo era stato completamente annichilito e che, se anche fosse riuscita a sopravvivere al turno seguente, ricostruire una strategia sarebbe stata una vera impresa.
Stava quasi per passare la mano quando, in extremis, le tornò alla mente l’effetto del nexus della sua avversaria e decise di anticipare la sua mossa utilizzando, in azione lampo, la magia Codice di Riavvio, non la mossa più logica o più corretta da fare ma l’unica che sentiva di poter fare; fino a che la fiamma non fosse morta, lei avrebbe continuato a proteggerla.
 
 
TURNO 13
 
 
Dall’altro lato del ring di cemento e pietra il clima era praticamente l’opposto, Kimari era eretta, impettita e sprizzava un senso di imminente trionfo da ogni poro, talmente convinta dei suoi mezzi da non ricordarsi (quasi) nemmeno di attivare l’effetto del suo nexus.
Non che facesse chissà quale differenza in questo caso visto che nella riserva di Chihiro non c’era lo straccio di un nucleo.
 
“Elevo Geraldy a livello 3!” esclamò “e attacco con i due Kudagitsunen
 
I due spiritelli volpe si lanciarono timidamente all’offensiva, quasi impauriti dalla presenza nell’altra metà del ring del brave spirit armato e pronto a colpirli, ma quello non si mosse e loro poterono così colpire indisturbati la barriera con i loro fasci di magia.
 
“Siamo giunti alla fine… vai Geraldy!” gridò senza più nemmeno fingere distacco
 
“Aspetta a cantare vittoria” la interruppe l’altra “blocco col brave spirit e, grazie al tuo attacco, attivo la mia magia burst Triplo Affondo
 
La Kusakabe afferrò al volo la carta lanciata per aria mostrandola a tutto lo stadio e ai due arbitri che le diedero immediatamente il via libera per proseguire nelle sue intenzioni.
 
“Aggiungo, tramite l’effetto burst, 3000 PB al mio spirit” esplicò “dopodiché lo abbasso a livello 1 e utilizzo l’effetto azione lampo della mia magia: sposto Ginevra Regina Oscura in fondo al tuo mazzo”
 
In un bagliore di gemme, la donna bianca vestita di blu si dissolse e la carta si sollevò per andare ad infilarsi all’ultimo posto del mazzo di Kimari, proprio nell’istante in cui Geraldy e Jeanne D’Arc incrociavano per la prima volta le armi.
 
“È stata incredibile!” esultò Hajime dalla tribuna “ha ribaltato tutto! Senza Ginevra l’ultima vita non è più in pericolo e, grazie ai 3000 PB aggiunti, il suo brave spirit anche se a livello 1 è più forte di Geraldy; Chihiro ha vinto!”
 
Proprio in quell’istante attorno a alla fata oscura iniziò a formarsi una strana nebbia violacea che prese a circondare la ragazza a cavallo quasi soffocandola, dall’opposta postazione, Kimari aveva un sorriso grintoso dipinto sul viso e in mano reggeva… due carte? Impossibile, ne aveva solo una.
 
“Attivo l’effetto di Geraldy quando combatte” sibilò “spostando una carta dai miei scarti al fondo del mio mazzo posso muovere due nuclei da uno spirit avversario alla sua riserva… scelgo ovviamente il brave spirit!”
 
La nebbia viola si fece più stringente e il brave ne fu completamente soffocato, esplodendo subito dopo senza essersi almeno potuto gustare l’agognato scontro; il nucleo sopracitato traslò nella riserva per poi ritornare sul terreno di gioco per permettere all’ex brave ora ritornato spirit di schierarsi ma non c’era più niente da fare: il blocco era già stato dichiarato ma, non essendoci stato il confronto, formalmente Geraldy non era mai stata bloccata.
 
“N-ne rispondo con la vita” balbettò amaramente la nobile attendendo che la fata nera compisse il suo dovere
 
Quando il bastone rosso premette sullo scudo con violenza fino a perforarlo e il suo ultimo nucleo andò in frantumi, la scossa percorse tutto il suo corpo e rivide davanti a se tutti gli eventi che l’avevano portata a quel momento, a quella sconfitta.
 
-Ma si- disse a se stessa -va bene così-
 
E sorrise mentre la porta bianca la riportava al mondo reale.
 
 
Lo spettacolo del club di Mika Kisaragi gremito di appassionati intenti a guardare i ragazzi sul palco con occhi colmi di ammirazione non era qualcosa che avrebbero potuto facilmente dimenticare, certo alcuni di loro vi erano più abituati di altri (Hajime e Manabu soprattutto) ma era sempre qualcosa di speciale.
A renderlo ancora più speciale fu però l’intervento di un insolitamente sobrio Galaxy che, raggiunti i ragazzi al centro del palco, diede il là al pubblico e, come un direttore d’orchestra, coordinò il levarsi di un graduale applauso collettivo che si trasformò, col passare dei secondi, da lieve fremito a possente, ma compostissima, onda d’urto.
 
Mika Kisaragi osservava tutta quella scena dal suo bancone, ove era intenta a versarsi un bicchiere di Champagne; aveva lavorato per settimane a quel saluto ma alla fine era davvero riuscita a trasformare una marmaglia di fan di BS (in gran parte tra gli undici e i diciannove anni) in dei simil ospiti di una serata di gala, un brindisi decisamente se lo meritava.
 
“Come mai tutto questo?” domandò Kimari a Galaxy cercando di non dare a vedere quanto quell’accoglienza l’avesse colpita
 
“Perché siete stati fantastici, ragazzi” mormorò quello con un tono così basso da non sembrare neanche suo “sta per iniziare un periodo di grandi cambiamenti nel nostro sport e mi fa piacere vedere così tanti giovani talentuosi e appassionati pronti per portare ancora avanti questo gioco”
 
Concluse il discorso e strinse la mano di ognuno di quei ragazzi prima di invitarli a scendere dal palco per godersi il loro meritato bagno di folla mentre lui, afferrando per un’ultima volta il microfono, dichiarava conclusa la fase delle qualificazioni regionali per la Hero Championship, annunciando inoltre, supportato dalla grafica dei maxischermi, i nomi dei vincitori degli altri cinque blocchi.
 
Fu quello l’unico momento in cui il clima di festa si placò e tutte le attenzioni verterono ad altro che non fossero i sei “eroi”; i giganteschi display, che nei giorni precedenti avevano calamitato gli occhi del pubblico con molti duelli entusiasmanti, lì catturavano ancora ma stavolta con una promessa, quella di vedere in quell’elenco volti noti ed ammirati e magari qualche sorpresa.
 
E ce ne furono, soprattutto di sorprese.
 
“NO, NON CI CREDO!!” esclamarono quasi all’unisono Hajime, Kimari e Kataru “Masaki è ai nazionali!”
 
“Credeteci invece” si inserì una Mika appena sopraggiunta e con ancora in mano il calice “e pensate che ha passato il gunslinger del blocco giallo con una percentuale di vittorie del 50% esatto”
 
“Ha avuto record positivo?!” gridarono gli ex compagni di classe sempre più stupefatti, soprattutto Kataru che aveva passato i preliminari con record negativo
 
“Beh, ha fatto solo due duelli e solo uno nella prima metà di giornata ma tec…”
 
“Cioè ha ottenuto la qualificazione battendo una testa di serie? Davvero?” la interruppe Kataru estasiato
 
“Che strano che nessuno l’abbia voluto sfidare dopo quella vittoria” aggiunse l’Ohizumi maggiore che pareva anche più interessato del gruppetto del fratello per le sorti del loro ex collega
 
“Questo lo dici perché non sai che testa di serie ha battuto” commentò la barista “non avendo risultati certificati all’attivo, il vostro amico è dovuto partire da zero ma, al momento della battle royale, dopo aver perso il primo e unico scontro il suo sguardo ha puntato immediatamente al bersaglio più grosso”
 
“Vuoi dire che…”
 
“Già” concluse la donna “Masaki Igarashi si è qualificato sfidando e battendo Isami Serizawa; da lì nessuno ha avuto più il coraggio di sfidarlo ed è così che ha passato il gunslinger, letteralmente con due duelli”
 
La signorina Kisaragi non poteva nemmeno immaginare cosa avesse appena scatenato con quella frase; immediatamente la povera donna si ritrovò quasi assalita dai tre coetanei del giovane campione del blocco giallo e travolta da un fiume di domande a cui non era così certa di poter rispondere dato che il “rapporto preliminare” fornito da Yui era piuttosto… ehm, stringato (cinque giorni sintetizzati in poco più di mezza pagina) ma di fronte a tanto entusiasmo non poté dire di no e ci provo comunque.
E allora via: come aveva duellato? Un po’ contratto per l’emozione nel duello d’esordio (non a caso perso) ma da li in poi con sicurezza e padronanza di se; il mazzo era lo stesso del torneo interscolatico? Si ma per nazionali ha in serbo qualche sorpresa; come aveva preso Isami quella sconfitta? Come uno stimolo per asfaltare chiunque gli si fosse parato davanti da li in poi, chiedere al povero Ryuta Furuta da Nagoya per informazioni; come era possibile che fosse nei primi sedici nonostante non avesse vinto nessun duello? Storia strana, molti iscritti ai gunslinger del blocco giallo misteriosamente non si erano presentati il primo giorno e, al momento di apertura del torneo, i presenti non erano più di quaranta, lo stesso era accaduto per il blocco viola.
 
Manabu Ohizumi ascoltava tutti quei discorsi in disparte, seduto al bancone e con in mano una bottiglietta di acqua fresca.
 
-E così da zero sei diventato hero- pensò scherzosamente mentre con lo sguardo seguiva i suoi kohai, in particolare Kimari intenta ad esultare sguaiatamente per l’eliminazione del cosiddetto “uomo più imbecille di Nagoya” (il sopracitato Ryuta) e il povero Kataru che provava a spegnerle i bollenti spiriti ricordandole che c’erano ancora i tornei per la selezione dei detentori di record di punteggio.
 
-Hai imparato a volare guardando i grandi e poi ai spiegato le tue ali facendolo a modo tuo- recitò -bravo Masaki-
 
Quasi di riflesso, il suo sguardo andò a focalizzarsi unicamente sul suo fratellino, escludendo la Tatsumi dal campo visivo, e immediatamente sui suoi piccoli occhi neri andò a posarsi la malinconica patina della solita domanda: per quanto ancora lui avrebbe impedito a Kataru di fare lo stesso?
Era una vera piaga, quel pensiero; più ci tornava più nella sua testa si faceva largo il tarlo di una disgustosa (ma possibile) risposta che lui mai avrebbe voluto prendere in considerazione nemmeno come semplice ipotesi.
 
C’era un limite alla decenza e se davvero quel pensiero avesse avuto un qualche fondamento… beh, significava che l’aveva sfondato, e di parecchio pure.
 
Come sempre gli succedeva in quei momenti la sola cosa che riusciva a calmarlo era riprendere e riformulare il discorso preparato per il momento in cui avrebbe confessato la verità al fratello; non si trattava di un passatempo piacevole e spesso si ritrovava a girare e rigirare parole per ore per poi ritornare al punto di partenza ma la situazione non gli consentiva di fare troppo lo schizzinoso con la sola cosa che riuscisse a calmarlo.
 
“Va tutto bene?” domandò una voce dolce e delicata riportandolo alla realtà; davanti a lui c’erano lunghi capelli viola scuro, occhiali grandi e spessi e un viso angelico.
 
Per quanto fosse un’altra prova di quanto lui fosse, in realtà, un vigliacco, Manabu Ohizumi non poté che essere felice di scoprire che anche Naoko Saotome, la ragazza che gli piaceva, riuscisse ad avere un effetto calmante su di lui; era infinitamente più piacevole.
 
“Si si, sto bene” mormorò offrendole il lo sgabello accanto “perché me lo chiedi?”
 
“Perché hai la stessa faccia di Chihiro”
 
“Wow, è vero” fece il biondiccio notando l’amica seduta a un tavolo con Kobushi “ehi Chihiro, tutto a posto?”
 
Non fu decisamente una mossa furba dato che improvvisamente l’attenzione dell’intero locale (che per fortuna si era già ampiamente svuotato) si volse in massa sulla finalista recentemente sconfitta, la quale, ovviamente imbarazzata, divenne all’istante rossa come un pomodoro e muta come un pesce; seduto nel posto accanto al suo, Kobushi stava quasi soffocando per trattenere le risate.
 
Consci del danno causato, i suoi amici tentarono di rimediare avvicinandosi al tavolo e offrendo così alla giovane ereditiera la privacy e la discrezione di cui aveva bisogno.
 
“Non è niente” ammise, non appena il suo battito cardiaco fu rientrato nella norma “è solo che non ho visto Yukio tra il pubblico ed è tutto il giorno che non risponde al telefono; non vorrei che gli fosse capitato qualcosa, lui è una vera calamita per i guai”
 
A sostegno della sua posizione la Kusakabe fece per mostrare agli amici il suo cellulare con relativo elenco delle sue chiamate senza risposta e, come per uno scherzo del destino, proprio in quell’istante apparve sul display la segnalazione d’arrivo di messaggio WhatsApp del ragazzo; colta di sorpresa, la nobile aprì il messaggio e lesse il suo stringatissimo contenuto; una sola, eccitatissima, frase (“Vieni di fuori, Chihiro”) condita da un numero di punti esclamativi molto superiore a quello dei caratteri.
 
Forse lo fece solo per poterlo prendere in giro, perché era così divertita da quel messaggio tanto fuori dal carattere che Yukio normalmente ostentava da non poter resistere alla tentazione, ma la ragazza non attese un secondo prima di fare come le era stato chiesto e uscire dal club accompagnata da tutta la compagnia.
 
Il mondo fuori dal locale era decisamente buio, la strada e le macchine si distinguevano a fatica e, se non fosse stato per i diversi lampioni che ne illuminavano i confini, i ragazzi avrebbero avuto difficoltà anche a capire dove finisse il marciapiede e iniziasse la carreggiata; non c’era nulla di strano in questo, il cielo era stato cupo sin dalla mattina, la giornata stava volgendo ora verso la sera ed era novembre, diciamo però che qualche informazione in più su cosa dovessero cercare magari “quell’imbecille con capacità scrittorie pari a quelle di un porco invasato di fronte alla sua idol preferita” (Cit. Kimari) avrebbe anche potuto dargliela.
 
“Quaggiù!” esclamò prontamente l’imbecille con capacità scrittorie discutibili et cetera.
 
Il gruppetto si voltò in massa e finalmente lo vide: era vestito con la consueta giacca di pelle nera e con la schiena si appoggiava ad un albero ma, accanto a lui, faceva la sua splendida figura una fantastica Yamaha scintillante.
 
“Ehi baby, ti va di farti un giro?” domandò il biondo ragazzo a Chihiro simulando (malissimo) il tono di un playboy spaccone (che decisamente non era)
 
“Chiamami ancora in quel modo e giuro che la scientifica dovrà usare il microscopio per trovare i tuoi resti” sibilò, scherzosa ma al tempo stesso decisa “ma poi si può sapere cosa diavolo ci fai con quella? Tu hai quindici anni!”
 
“Perché dite tutti sempre la stessa cosa” commentò ironicamente “l’istruttore privato, Jinpachi e adesso tu, sempre con questa domanda del cazzo; e cosa diavolo mai si potrà fare con una moto? La si guida, no?!”
 
“Lo sai che è come minimo un 125?”
 
“Oh ma che diamine! Ma tu e l’istruttore avete per caso concordato l’interrogatorio?” replicò quello divertito “se dico anche a te il nome di mio padre smetti pure tu misteriosamente di fare storie?”
 
“Misteriosamente è proprio il temine giusto” rise la ragazza
 
“Ah per me lo è, un mistero” simulò ancora l’altro trattenendo gli sghignazzi “non sono bravo a capire cosa pensino le persone, mica sono un duellante di Battle Spirits o che so io!”
 
“Ehi voi due, la volete finire di flirtare!” sbraitò Kimari da dietro, rompendo contemporaneamente l’incantesimo e la recita di Yukio che immediatamente si fece rosso, tremante e, da li a breve avrebbero scoperto, pure balbettante
 
“A-allora, ti… ti va?” chiese, così titubante da non sembrare nemmeno quello di prima “ti-ti a-accompagno da t-tuo zio”
 
Con grande sorpresa di tutti (Yukio in primis), la ragazza accettò di buon grado la proposta, montò macchinosamente in sella dietro all’amico abbracciandolo prima lievemente e poi fino quasi a stritolarlo e, insieme, essi sparirono dalla vista dei loro colleghi lasciando dietro di se solo una nuvola di smog e polvere.
 
“Se ne sono andati” constatò Manabu dopo aver tossito fuori tutti quei gas nocivi
 
“Già e spero per loro che non li fermi nessuno, se la devono godere” aggiunse Kimari quasi sognante
 
“Il Signor Hanzo Kusakabe, sempre ammesso che vadano davvero da lui, vive a Tokyo” li riportò alla realtà Kobushi “se non lì beccassero sarebbe o per miracolo o perché gli autovelox identificandoli abbiano dato il loro cognomi agli agenti”
 
“Vabbè, mal che ci vada ci toccherà pagargli la cauzione” scherzò Kataru
 
“Anche no” precisò Kobushi piccato “le loro due famiglie se volessero potrebbero comprarsi la prigione, la città e forse anche tutta la prefettura; lascio volentieri ai loro genitori l’onore e l’onere”
 
“Li volete lasciare in pace, coppia d’asini dei miei stivali” sibilò l’ex tiranna afferrando sia il primo che il secondo per le orecchie
 
“AHAHAHAHIIIAAA!! SI STAVA SOLO SCHERZANDO!” gridò il duellante verde cercando di liberarsi “ma poi scusa, tu mica conosci Yukio solo da un paio di giorni?”
 
“Caro il mio Kobushi Nigiri, tu non avrai mai una ragazza” sentenziò ella “solo due tonti come voi possono non vedere quanto siano dolci e romantici quei due”
 
“Wow, non ti facevo così… sensibile, Kimari”
 
Ma quanta fretta di morire aveva oggi questo ragazzo.
 
La duellante viola assaltò Kobushi arrivando ad addentargli (si, avete letto bene) il braccio destro costringendo il corpulento duellante a divincolarsi sopportando il dolore; in suo aiuto arrivò Kataru e la trasformazione da schermaglia verbale a vera e propria rissa in cui si trovarono coinvolti anche Kouta (che a dirla tutta vi fu letteralmente trascinato da sua sorella) e Shizuku, con Manabu e Naoko nelle vesti (fallimentari) di pacificatori.
 
Solo uno di loro era riuscito a rimanere esterno a tutto quel casino, il suo identikit? Altezza e fisico normali, capelli castani un po’ meno in piedi e una vistosa fascetta rossa.
 
-Spero che quei due imbecilli non si facciano beccare o Kimari finirà per venire alle mani anche con la polizia- si disse scherzosamente ma neanche troppo; da qualche parte dentro di lui desiderava davvero che ai due vecchi amici venisse lasciato un po’ di tempo per raccontarsi le rispettive vite, se lo meritavano.
 
-E Shizuku, lei invece cosa meritava?-
 
Fu il passaggio naturale del flusso di pensieri; il pensiero a quei due amici d’infanzia non poteva non connettersi al trattamento che lui aveva invece rivolto a Shizuku dal giorno in cui si erano ritrovati: non le aveva mai chiesto nulla, mai una volta si era interessato a come era stata la sua vita in questi anni. Che stronzo era stato, e dire che lei, invece, si era persino iscritta al club di BS pur di essere più vicina ai suoi amici e migliorarsi come duellante.
 
-duellante… Shizuku duella?- pensò -strano, non ricordo nessun suo scontro e io ho un ottima memoria per i duelli-
 
Gli schiamazzi del resto del gruppo lo riportarono alla realtà e immediatamente notò che lo scontro, per fortuna, era ritornato sui binari della civiltà, nel senso che per quanto la discussione fosse ancora in corso perlomeno avevano smesso di mordersi, picchiarsi o divincolarsi; provò a porgere l’orecchio a quella conversazione ma immediatamente si rese conto che la situazione era esattamente uguale a quella ricordata prima su Shizuku: non sapeva da dove era partito il litigio ne come fossero arrivati a quei discorsi.
 
Era un estraneo e per questo fece l’azione “da estraneo” più semplice e meno intelligente che gli venisse in mente in quel momento: lasciò in silenzio la compagnia e imboccò la strada di casa; certo avrebbe anche potuto impegnarsi un po’ e cercare di parlare di romanticismo et similia ma non erano argomenti di suo interesse, o meglio non era ciò che si aspettava dal suo personaggio.
 
Lui era quello per cui Battle Spirits era tutto, giusto? E allora perché seguitava ad andare alle lezioni di ingegneria nonostante non è che sentisse di averci capito granché? Perché l’aver vinto il torneo regionale non riusciva soddisfarlo? Perché ultimamente erano più le volte in cui tornava a casa con Tora-senpai e Takahashi-senpai che non quelle in cui ad accompagnarlo erano Kimari e Kouta?
 
Perché non riusciva ad essere felice?
 

 
Quello strano giorno di giugno aveva avuto un vero e proprio Impatto Devastante sulla sua vita, il non essere stato in grado di rispondere prontamente come immaginava alla famosa domanda su BS l’aveva segnato e da allora niente nel suo piccolo mondo gli sembrava più come prima… eppure (e questa era la vera sorpresa) non sentiva che la cosa gli dispiacesse.
In vari ambiti, anzi, si sentiva di dire che le cose fossero cambiate in meglio: aveva un rapporto molto più stretto con la sua sorellina; aiutava più di frequente la madre sia nelle faccende di casa sia (nei limiti delle di lui capacità) nel suo lavoro come tecnica; perfino il suo rendimento scolastico era migliorato, certo nelle graduatorie era ancora ampiamente sotto Kimari e Kataru o anche solo Shizuku ma gli ultimi test li aveva superati con relativa tranquillità (cosa mai avvenuta nemmeno alle elementari) e il fatto aveva disteso di molto i rapporti con il padre.
 
-Non era colpa mia!- provò a giustificarsi nella sua testa -non avevo mai capito che fossero delusi dai miei risultati scolastici; pensavo che il fatto di essere felice nel fare ciò che più amavo (e amo) bastasse per rendere felici anche loro-
 
Invece le cose erano probabilmente più vicine a quell’appunto, fattogli sempre dal rettore Minamoto, riguardo i desideri divergenti suoi e di suo padre; il ragazzo con la fascetta non poteva fare a meno di chiedersi se tutto fosse proprio come gli aveva detto l’anziano docente: davvero ogni padre spera che il figlio segua le sue orme? E, se si, allora padre e figlio sono destinati a scontrarsi quando le rispettive volontà non collimano? E allora io, anche io sarò così con mio figlio?
 
Sorrise; un ragazzo di quindici anni, studente e appassionato di Battle Spirits abituato a lasciarsi scivolare via di dosso ogni responsabilità, blaterava riguardo all’ipotetica relazione tra lui e la sua futura progenie.
Chiunque l’avesse visto e sentito in quel momento l’avrebbe certamente preso per pazzo eppure, dentro di se, il ragazzo sapeva che le persone che davvero conoscevano Hajime Hinobori da Kadode non ne sarebbero state così sorprese.
 
Perché Hajime Hinobori da Kadode non era altro che un bambino troppo cresciuto, incapace di comprendere il reale peso, talvolta anche il reale significato, di azioni e parole. Se fossero stati li con lui, Kataru e Kouta l’avrebbero certamente interrogato con le facce rosse dall’imbarazzo, Kimari lo avrebbe irriso sostenendo che lui nemmeno sapesse come si facessero i bambini (spoiler: lo sapeva, essendo di natura timida la cosa lo metteva un po’ a disagio ma si, lo sapeva) e Manabu in ultimo avrebbe provato a chiarirgli le idee con una lunga ed esaustiva spiegazione di cui difficilmente avrebbe ricordato alcunché.
 
Tutti loro sarebbero stati, a loro modo, li per lui mentre lui lo era così raramente…
 
-A volte mi chiedo se sono veramente loro amico o se è solo Battle Spirits a tenerci assieme- rimuginò il castano osservando il viale dove si trovava casa sua -ogni volta che ho percorso questa via l’ho fatto sapendo che, se avessi voluto, sarei potuto andare a stare da Kimari, ora è dall’inizio dei regionali che non parlo veramente con lei… le cose cambiano-
 
Era vero ma, come i suoi stessi pensieri avevano precedentemente dimostrato, non sempre cambiare voleva dire farlo in peggio e, per sua fortuna, quella giornata aveva ancora voglia di offrirgli un’ultima meravigliosa sorpresa.
 
Fu una cosa graduale: i recettori del ragazzo si attivarono sin da prima di essere arrivato nelle vicinanze della sua casa, quando le sue narici si ritrovarono inebriate da un profumo piacevole ma insolito, tipico di qualche pietanza straniera; cominciò poi a collegare i puntini quando, nel parcheggio vicino a casa, scorse la silhouette di una macchina, una splendida Posche, che di solito non c’era ma che stranamente gli sembrava familiare; quando infine venne accolto nel cortile di casa dalla vista di sua madre e della sua sorellina che, sorridenti, giocavano a rincorrersi sul verde tutto gli fu finalmente chiaro.
Certo che era successo qualcosa di speciale, se sua madre era in giardino con Hanayo allora in cucina a preparare la cena poteva esserci solo lui.
 
“PAPÀ!” esclamò fiondandosi verso l’angolo cottura a velocità supersonica “SEI TORNATO!”
 
L’uomo non parlò, sorrise e ondeggiò la testa in un cenno d’assenso.
 
“Vedo che hai fatto pace con tuo padre” commentò alle spalle del giovane un’altra voce
 
Non se l’aspettava, Hinobori, ma conosceva anche quella; non la udiva da quello strano giorno di giugno che tante sensazioni aveva provocato in lui e anche per questo non avrebbe mai potuto dimenticarla.
 
“Ma lei… b-buonasera professor Minamoto” balbettò imbarazzato mentre la sua mente riusciva finalmente a connettere gli ultimi punti “ma certo, il Porsche di fuori è il suo! L’avevo visto quel giorno mentre entravo con Tegamaru”
 
“Molto perspicace ragazzo” lo lusingò l’austero uomo “potresti avere una memoria fotografica, sai”
 
“La ringrazio” blandì “ma in realtà e solo un misto di attenzione per i dettagli e allenamento; sa, una buona memoria è fondamentale per un duellante di Battle Spirits”
 
“Altra bella risposta figliolo” replicò quello rievocando con quell’espressione il loro primo incontro “immagino che tu sia molto fiero del tuo ragazzo, Mahiru”
 
“Si, molto”
 
Hajime spalancò gli occhi dallo stupore. Pur colto di sorpresa dall’improvviso coinvolgimento, suo padre aveva risposto a quella domanda senza alcuna esitazione e senza confusionari giri di parole; non era una risposta quella, era una sentenza.
Aveva quasi voglia di mettersi a piangere lì, di fronte a tutta la famiglia (comprese madre e sorellina), senza alcuna vergogna.
 
“Beh, se quello che hai raccontato è vero” aggiunse ancora l’antico maestro “a breve la cosa potrebbe diventare reciproca”
 
Il ragazzo lanciò ad entrambi una fugace occhiata di incomprensione.
 
“Lo spero” fece Hinobori senior, afferrando il telecomando “siete pronti?”
 
Evidentemente Hajime era il solo ad essere all’oscuro di tutto perché quando il padre pose quel quesito tutti gli altri, Hanayo compresa, risposero con un lieve cenno assertivo del capo, concedendo così al capofamiglia di accendere l’apparecchio sul canale del notiziario corrente; attesero alcuni minuti che si concludesse la prima parte dedicata ad economia e politica interna ed estera e poi, finalmente, lo spettacolo poté avere inizio.
 
“La ricerca sulle fonti d’energia rinnovabili e non inquinanti potrebbe aver fatto un importante passo in avanti” esordì l’annunciatore mentre sullo schermo scorrevano le immagini di una conferenza stampa “infatti, dopo circa due anni di ricerca e sperimentazione, il professor Hinobori Mahiru di Kadode, cittadina nota soprattutto per il gioco sportivo chiamato “Battle Spirits”, è riuscito a sviluppare un sistema di produzione di energia fondato proprio su tale gioco di carte, originario del nostro paese ma oggi diffuso in tutto il mondo e contante milioni di appassionati”
 
La famiglia del professore osservava rapita il teleschermo, godendosi quel fiume di informazioni che da esso sgorgava; raccontavano di quanto era stato travagliato il progetto, dei vari ritardi, della difficolta di Mahiru di non poter disporre di tutti gli effettivi (in particolare la moglie e il padre di Kimari) del suo abituale team di lavoro, dei problemi nel trovare un’azienda che credesse nel progetto ma anche delle prime formulazioni teoriche, dei primi test di successo, della prima simulazione completa e anche di come era nata l’idea.
 
“Ogni sport produce energia” dichiarò il Mahiru sullo schermo “ma, ovviamente, essa è quasi impossibile da immagazzinare in un contesto diverso da quello dell’allenamento. Per Battle Spirits è diverso, generare il terreno di gioco in 3D richiede un consumo minimo mentre, all’interno della realtà virtuale, ogni scontro tra spirit e ogni danno alle vite produce dell’energia che, se in eccesso e in mancanza di una apposita cella, viene immagazzinata dal sistema stesso mandandolo in crash o dispersa all’esterno; sarebbe dunque sufficiente associare ad ogni sistema un dispositivo di stoccaggio per essere in grado di raccogliere energia e renderla disponibile ad uso pubblico. Naturalmente questa non può essere considerata una misura risolutiva, anche solo perché tutti i duelli hanno uno svolgimento diverso e quindi producono un diverso quantitativo di energia, ma come fornitura di energia pulita di supporto penso possa dare ottimi risultati”
 
“Grazie all’accordo raggiunto con la SuperNova, società emergente nel campo delle energie rinnovabili con sede in Texas, il laboratorio del professor Hinobori darà il via a breve ad una sperimentazione su scala globale in almeno cento club diversi” riprese l’austero mezzobusto “che verrà potenziato fino a coprire il cento per cento dei club del mondo nel caso in cui la fase 1 dovesse dare i riscontri sperati. Tutto ciò potrebbe realmente essere l’avanguardia di una grande svolta in senso ecologico nell’ambito della produzione e distribuzione di energia, ma nonostante ciò il professore ha sempre dimostrato grande umiltà”
 
“Il nostro progetto non è frutto di un singolo bensì di un’insostituibile squadra che va anche oltre la mia equipe di colleghi, per cui mi scuso in anticipo ma ho diversi ringraziamenti da fare” annunciò ancora l’Hinobori televisivo mentre quello reale sembrava quasi mimare con le labbra il suo stesso discorso “al signor Anderson di SuperNova e alla federazione mondiale di BS per il sostegno offertomi; alla signorina Hanagata e a tutta la squadra di tecnici e scienziati che con me ha formulato la teoria e costruito gli strumenti necessari per realizzarla; al mio secondo assistente Denjiro Tatsumi che, pur iniziandolo, ha dovuto abbandonare il progetto per stare accanto alla sua bellissima famiglia; infine un ringraziamento più personale a qualcuno senza cui tutto questo nemmeno esisterebbe… la mia famiglia: la mia adorata moglie e prima assistente Akari, Hanayo la mia dolce bambina e mio figlio Hajime grazie al quale ho avuto il primo lampo del progetto che oggi vedete qui presentato; ti ringrazio figliolo, è tutto merito tuo!”
 
Su quell’esclamazione il servizio si concluse, la registrazione terminò e l’annunciatrice passò ad introdurre la notizia seguente, ma per quello che concerneva la famiglia Hinobori avrebbe anche potuto essere spenta perché a quel tavolo non si sentiva più nulla che non fossero grida d’esultanza: Akari sin dalla conclusione dell’intervento non aveva smesso di battere le mani, trascinando con se in quell’applauso anche la sua bambina, mentre il professor Minamoto si era solennemente levato dalla sedia per stringere la mano del suo allievo ma, una volta raggiunto l’altro, non ce l’aveva fatta a trattenersi e l’aveva abbracciato sussurrandogli un sentito “ho sempre saputo che ti attendeva un grande destino”.
 
Solo Hajime era rimasto al suo posto, come impietrito da tutto quel turbinio di emozioni e gesti che non era certo di saper gestire. Provò a leggere qualcosa negli sguardi dei tre adulti e li trovò resi lucidi dalle lacrime; nulla di strano, lo erano anche i suoi.
 
“Che ne dici Hajime, sei fiero di me?” domandò l’uomo fissando per la prima volta il figlio dritto negli occhi
 
Il ragazzo non sprecò nemmeno un secondo di più, si alzò di scatto scaraventando rumorosamente la terra e si lanciò tra le braccia del genitore che lo strinse in un caldo abbraccio.
 
“Ti voglio bene papà!” esclamò, senza contegno ne timidezza, il duellante rosso sentendosi raggiunto in quell’abbraccio anche dalla madre e dalla sorellina
 
Ecco, in quell’istante Hajime Hinobori da Kadode si sentì completo come poche volte gli era successo sia fuori che nel terreno di gioco; solo ora sapeva cosa avrebbe voluto dire al mondo intero… una richiesta.
 
-Chiedimi se sono felice-
 
E, in quel momento, lui avrebbe risposto si.
 
 
 
SPAZIO DELL’AUTORE
 
 
Buongiorno/Buonasera cari lettori, benvenuti all’ultimo capitolo del secondo arco di questa storia; come avrete potuto vedere, i nostri ragazzi hanno già cominciato a fare i conti con la realtà, abbiamo conosciuto parti dei loro piccoli e grandi problemi, alcuni di loro hanno già trovato la forza di affrontarli e, magari, risolverli mentre altri sembrano intenzionati a continuare a scappare, per ora.
Sapete, se penso che all’inizio questo episodio non lo volevo nemmeno scrivere mi sento anche abbastanza fiero di come sia venuto; non è il mio miglior capitolo di sempre ma non credo sia del tutto da buttare e spero che, una volta letto, valga lo stesso per voi.
 
Nelle mie intenzioni, più o meno ogni saga sarà dedicata alla crescita e alla risoluzione di un personaggio del gruppo principale mentre, sullo sfondo, si svolge in maniera molto più lenta e graduale la crescita di Hajime e questo capitolo credo ( e spero) sia la sintesi perfetta di tutto questo: la protagonista della saga finora è stata indubbiamente Chihiro ma quest’ultimo capitolo è quasi interamente dedicato ad Hajime, con tutti i suoi pregi e, soprattutto, i suoi difetti posti sotto i riflettori.
 
Piccola premessa, se fino ad ora qualcuno di voi ha trovato Hajime divertente ma anche un po’ fastidioso o, alle volte, financo antipatico… beh, ne sarei molto soddisfatto perché vorrebbe dire che almeno in questo l’ho scritto esattamente come volevo nonché perfettamente in linea con una parte della sua caratterizzazione originale.
Perché la verità è che se Hajime non fosse inserito nel mondo demenzial-parodistico di Battle Spirits Heroes risulterebbe assolutamente insopportabile come persona.
 
Prendendo ad esempio altri protagonisti di Battle Spirits mi viene da dire che Hajime piuttosto che a Dan assomiglia molto più a Toppa quindi un ragazzo piuttosto esagitato, poco riflessivo e decisamente fissato con Battle Spirits ma soprattutto uno che non è un “altruista naturale” ma quello che potremmo definire un “altruista interessato”: nelle rispettive serie, sia Hajime che Toppa sanno essere dei buoni amici (Hajime ad esempio lo è con Kataru) ma solo a condizione che ti piaccia Battle Spirits e, se per disgrazia il gioco non ti interessa, possono diventare anche più o meno involontariamente cattivi (guardatevi, se volete, l’arco di episodi di Shonen Toppa che da il via al character development di Meganeko e vi accorgerete (oltre a fatto che sono scritti da Dio) che in quella serie di episodi Toppa è, senza mezzi termini, un vero stronzo; bene, Hajime è, potenzialmente, la stessa cosa, la sola differenza è che il secondo “vive” in un anime demenziale in cui tutto è fatto per far ridere e niente viene preso sul serio mentre il primo no).
Dan invece è un altruista naturale e lo si può capire già nel secondo episodio, quando rinuncia a tornare a casa perché colpito dalla fede che Zongurii ripone in lui; più che a Toppa o Hajime, direi che Dan è paragonabile a Tai di “Digimon”, entrambi sono delle “grandi persone” mentre Toppa e Hajime sono solo delle “brave persone”.
 
Mi auguro che questa spiegazione vi abbia aiutato a capire meglio il personaggio e come io lo veda perché, in fondo, questa storia è fatta per questo: riportare i personaggi esagerati e demenziali di Heroes nel mondo “reale”; è un’operazione molto complicata e spero che voi lettori possiate apprezzare, pur con tutti i miei limiti, ciò che sto scrivendo; in caso contrario non esitate a farmelo sapere, c’è sempre spazio per migliorare.
 
Ho concluso, vi saluto e vi do appuntamento alla prossima saga; ci attendono ancora molte sorprese.
Negli ultimi istanti del nostro secondo arco narrativo, vi lascio le turnazioni e i mazzi introdotti in questa serie di duelli dopodiché potremo finalmente imbarcarci per un nuovo viaggio.
 
Au revoir da ShawnSpenstar/Athos.

 
 
Manabu vs Kobushi
 
Turno 1: Impavida Città sulla Nave, Fido Golem, Shtrodom Idra di Zaffiro, Falange di Ferro + Sea-Serpendar Mostro Stellare
Turno 2: Ponte Verde di Gojo, Pistolibellula, Scudinsetto, Foresta Antica + Fiorfalla (Tarzania il Grande, Aura d’insetto, Ponte Verde di Gojo, Ruri Ali Fiorite)
Turno 3: Colosseo dell’Astro della Velocità
Turno 4: Conflitto Definitivo
Turno 5: Fido Golem
Turno 6: Yoshitsune Eroe del Vento
Turno 7: Sferzata della Rondine
Turno 8: Megamosca
Turno 9: Golem Libra Bilancia Suprema
 
 
Kimari vs Chihiro
 
Turno 1: Alisauro, Kudagitsunen, Artigli Affilati, Castello del Pentacolo + Girotondo Sanguinario (Ethelfelda la Donna Vampira)
Turno 2: Lagian, Lofn Dea dell’Amore, Triplo Affondo, Rigenerazione Nuclei + Lofn Dea dell’Amore
Turno 3: Guerriero Mascherato
Turno 4: Pescata Esplosiva
Turno 5: Rinascita Oscura
Turno 6: Saga Prima Bibliotecaria
Turno 7: Kudagitsunen (Kimari: Ginevra Regina Oscura; Chihiro: Hlin la Guardiana, Eterno Palazzo Ghiacciato, Aura Cristallina, Mani Lady Automa)
Turno 8: Jeanne D’Arc Santa dei Ghiacci
Turno 9: Danza Macabra
Turno 10: Codice di Riavvio (Kimari: Furore Offensivo, Geraldy Suprema Principessa Magica)
Turno 11: Artigli Affilati
Turno 12: Naumann City Fortezza Metropoli (Kimari: Fantoccio di Paglia, Camelot Città del Crepuscolo)
Turno 13: Avidità di Nuclei
 
E, dopo i turni, i mazzi.
 
KOUTA
Phoenixpentan, il Coraggioso x 1, Shogunpentan x 1, Pentan Saltarocce x 3, Penperatrice x 2, Maggiordomo Pentan x 2, Detective Pentan x 2, Sacerdote Pentan x 3, Menestrello Pentan x 1, Postino Pentan x 2, Veggente Pentan x 1, Pentan x 2, Pulcino Pentan x 2, Piedi Alati x 2, Voce Bianca x 1, Sussurro Magico x 3, Personaggio Perduto x 2, Coro di Uccelli x 3, Artigli Affilati x 2, Preghiera Sognante x 2, Pozione Reale x 1, Fulmini Concatenati x 1, Impero dei Pentan x 2, Caotico Laboratorio della Magia x 2, Fontana della Guarigione x 2, Arca Volante x 2
 
MANABU
Sostituisce temporaneamente Guerriero Saigord Eroe d’Acciaio e Guerriero Katana con Golem Libra Bilancia Suprema e Shtrodom Idra di Zaffiro.
 
KIMARI
Sostituisce temporaneamente Cleopatra Eroina della Bellezza e Caotico Seimei Eroe della Sventura con Geraldy Suprema Principessa Magica.
 
 
Fiiinito, ora momento speciale per le prime anticipazioni della saga successiva.
Anche se pochi hanno notato la sua presenza, il giorno del gunslinger c’era anche Shizuku Himekawa; le cose decisamente non sono andate come la giovane duellante prevedeva ed ella se n’è uscita dal club con gli occhi bassi e un imbarazzante record di ventitré sconfitte e nessuna vittoria ma, grazie alla sua amica Kimari, non è tutto perduto e la ragazza ha già ben chiara quale sia la strada da percorrere. Al tempio shintoista della famiglia Kisaragi, usato come rifugio dall’eremita di Battle Spirits (ovvero Mika), la giovane liceale dovrà capirei suoi errori, punti deboli e punti di forza perché, in BS come in ogni sport, alla fine è solo questione di… In che cosa credi?
 

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Capitolo 12
*** Episodio 11: In che cosa credi? ***


In che cosa credi?
 
 
 
Si alzò tardi Shizuku Himekawa, cosa già insolita per lei sempre così mattiniera, in un giorno che, a pensarci bene, nemmeno ricordava più quale fosse e in un letto che era certamente il suo ma che quasi non riusciva nemmeno a riconoscere.
Con estrema calma, la giovane si sollevò dal letto facendo per alzarsi in piedi ma la vista delle carte del suo mazzo sparse sul pavimento della camera la costrinsero a fermarsi un attimo per raccogliere una a una tutte le componenti del suo deck; le passo lentamente tra le dita, osservando con attenzione ciascuna di esse: tante di quelle non le aveva mai state usate, altre nemmeno ricordava di averle aggiunte.
 
-Questo spiega molto della cura con cui l’hai composto- la canzonò la sua voce interiore
 
Quel commento (suo peraltro) ebbe perlomeno l’effetto di irritarla a tal punto da farla tornare alla realtà e convincerla definitivamente ad abbandonare il letto; trascinandosi stancamente, la liceale si vestì e sistemo i capelli e poi, dopo una rapida doccia, scese al piano terra per fare colazione.
Al tavolo quella domenica c’era (più o meno) anche suo padre, tornato da poco dal turno di notte, che tentava disperatamente di tenersi dritto a suon di disgustosi caffè; incrociando con gli occhi quelli devastati del genitore, la ragazza alluse con lo sguardo alla rampa per il piano superiore: era il giorno libero dell’uomo, era giusto che si riposasse un po’.
 
“Aaaaaspetta… tu… yaawn… tu dove stai andando?” biascicò ritrovandosi un paio di volte ad un nulla dal crollare completamente sul tavolo
 
“Da nessuna parte papà” rispose la ragazza fingendo spudoratamente
 
“E allora… yaawn… allora perché hai fatto lo zaino”
 
-Diamine-
 
Aveva preparato tutto la sera prima apposta per evitare di confrontarsi col padre riguardo al fatto che avrebbe passato diverse notti fuori casa, forse settimane, peraltro in un luogo “sconosciuto”, peccato che poi si fosse dimenticata il borsone in cucina.
 
“Volevo andare da Kimari”
 
“E ti porti sacco a pelo, ricambi per due settimane e materiali di scuola?”
 
“Ma tu proprio non ce la fai a non fare il poliziotto?” chiese lei divertita “non dico per tanto, mi basterebbero cinque minuti”
 
“Ahh… s-smettila” sbadigliò l’uomo “so che v-vorresti le mie capacità deduttive”
 
“Ha assolutamente ragione detective, ora però deduci la posizione del primo gradino o alla mamma toccherà dedurre come sei morto”
 
Pur sbadigliando per l’ennesima volta, l’agente riuscì a fermarsi appena prima di impattare contro lo scalino iniziale e imboccare poi in tutta sicurezza la rampa per il piano superiore; si arrestò solo per un secondo, a metà della salita, per voltarsi e guardare la sua bambina pronta a lasciare casa.
 
“Ovunque tu debba andare, sappi che mi fido di te” le disse “comunque fai attenzione”
 
La liceale sorrise.
 
“E tu riposati invece che i cittadini, e soprattutto mamma, hanno bisogno di te”
 
Chiuso quel dialogo, la mora poté finalmente lasciare il domicilio per dirigersi verso il cuore della città e in particolare al club di Mika Kisaragi per chiedere alla gestrice di farle conoscere l’eremita di Battle Spirits; a dire la verità, la sua amica Kimari le aveva detto di cercare la donna in un altro posto, un chioschetto appena fuori dalla città, ma il perché non le era molto chiaro: non era più sensato cercarla nel suo luogo di lavoro?
 

 
Risposta: no, non lo era.
 
Pur essendo ancora ad una certa distanza, infatti, notò immediatamente come ci fosse qualcosa di strano nell’edificio: le vetrate erano scialbe e la luce dentro al locale non sembrava sortire alcun effetto, ok che era una giornata molto soleggiata, specie per essere alla fine di novembre, ma almeno un po’ di “calore” avrebbe dovuto esserci.
Perdipiù non aveva ancora visto la porta automatica aprirsi una volta… ed era li ormai da cinque minuti, solitamente in quel lasso di tempo si forma un tale ammasso di persone da non riuscire più ad entrare.
 
-No, cazzo!- imprecò mentalmente avvicinandosi ad ampie falcate alla porta-se mi tocca dare ragione a Kimari io giuro che…-
 
Il suo cervello non scoprì mai cosa avesse intenzione di “giurare che” ma dovette purtroppo (per lei) registrare il fatto che si, Kimari aveva ragione: sulla porta, appeso all’interno del locale, faceva bella vista di se il cartello indicante la chiusura del locale; anzi, a scanso di equivoci, era pure scritto in tre lingue diverse.
Sconsolata, la liceale si lasciò andare e abbassò la testa, puntando gli occhi verso l’asfalto ove, ancora una volta, trovò ad aspettarla una strana sorpresa, stavolta materializzatasi nella forma di una specie di freccia puntante alla sua destra dipinta (nemmeno troppo bene) con una vernice rosa shocking leggermente vistosa; seguì l’indicazione e trovò, appeso a lato della porta, un foglio di carta verde ripiegato a meta, appeso al muro con lo scotch e con scritto sopra in indelebile “per te, asina”.
 
Sorrise e prese la lettera.
 
“Siccome sapevo già che avresti fatto di testa tua, cara la mia scema del villaggio, ho deciso di darti le indicazioni” lesse “venendo dal club vai a sinistra e cammina fino a che non esci dal centro; da li devi andare verso la collina, per cui ancora sinistra e poi terza via a destra, entrerai in una strada in salita che conduce fuori città e, al termine di quella strada, troverai un piccolo chiosco; mostra il mazzo al proprietario e poco dopo una ragazza elegantemente vestita e un paio di occhiali da sole addosso (che è palesemente Mika ma tu fa finta di non riconoscerla, a lei piace così) ti indicherà la strada. P.S: la vernice me la devi ripagare, il colore era… ehm… l’unico che c’era, tu azzardati a prendermi in giro e io ti cambio i connotati che nemmeno gli amici di tuo padre alla scientifica riuscirebbero ad identificarti”
 
Molto divertita, la moretta si intascò quella lettera piena di amichevoli consigli (per gli standard di Kimari) e iniziò la scarpinata tenendo bene a mente le indicazioni; non fu un viaggio ne semplice ne piacevole, il suo zaino era pesante e, purtroppo per lei, non c’erano mezzi per arrivarci per cui dovette andarci a piedi; ci mise quasi un’ora e, quando arrivò a destinazione, aveva i piedi che bruciavano per cui si sedette immediatamente su uno degli sgabelli del chiosco e chiese una bibita, poi, come da invito di Kimari, pose il mazzo sul tavolo.
 
“Stai cercando qualcosa?” domandò una voce femminile alle sue spalle
 
Si voltò e vide esattamente quello che la sua amica le aveva detto: una giovane donna alta, con lunghi capelli biondi che spuntavano da sotto il cappello a tesa larga, un giaccone beige addosso e un paio di occhiali da sole ad occultarle lo sguardo; era palese che si trattasse di Mika ma, come da consiglio, decise di soprassedere.
 
“Si” affermò malinconica la ragazza “ai regionali ho duellato… cioè io… io non ho vinto nemmeno un duello”
 
“Può succedere, mia giovane amica” gli rispose l’altra “non c’è nulla di cui disperarsi”
 
“SI INVECE!!” esclamò quasi rabbiosa “i miei amici non si sono mai nemmeno accorti della mia presenza e io… i-io non voglio che sia così, no-non posso comportarmi a-allo stesso modo al torneo per acquisire il titolo di detentore del record di punteggio”
 
La proprietaria dei club Kisaragi prese in mano il mazzo che la liceale aveva appoggiato prima sul bancone e passò in rassegna le truppe.
 
Non le ci volle troppo per cogliere quale fosse il problema.
 
“Hai mai sentito parlare dell’eremita di Battle Spirits?” domandò all’altra restituendole il mazzo
 
“Vagamente” fece quella “una mia amica ha accennato qualcosa a riguardo ma nulla di troppo approfondito”
 
“Bene!” esclamo soddisfatta la donna in incognito “raccogli lo zaino e ti accompagno al tempio”
 
La ragazza dai capelli corvini non se lo fece ripetere due volte, si caricò il borsone sulle spalle e pagò la bibita, poi raggiunse la donna, che nel frattempo si era avvantaggiata, e prosegui con lei per una nuova e ancor meno piacevole scarpinata; poco prima di mezzogiorno arrivarono in cima alla collina fuori città e al termine del loro viaggio e Shizuku poté finalmente conoscere quella che, aveva deciso, sarebbe stata fino circa a natale la sua casa temporanea: da fuori appariva come un edificio visibilmente segnato dal tempo, con assi travi e pilastri pieni di scheggiature e tagli, ma ancora in grado di conservarsi dignitosamente, non esercitava la sua funzione da anni eppure il legno era lucido e profumato; dentro poi era uno spettacolo di eleganza e, al tempo stesso, di sacralità, ogni stanza, ambiente o cortile sembrava raccontare la storia di quel luogo.
 
“Posso chiederle come è diventata proprietaria di questo luogo?” domandò Himekawa voltandosi in direzione della sua guida
 
Non la trovò, era sparita abbandonando, nascosto (male) in un angolo, il giaccone beige; la giovane liceale si avvicinò per raccoglierlo e piegarlo ma una voce a lei sconosciuta alle sue spalle la spaventò, bloccandola.
 
“Ahhh, ma perché non può fare lo sforzo di nasconderlo meglio” borbottò affiancando la ragazza “già lei è tanto ridicola quanto pessima nei travestimenti, se poi non si impegna nemmeno a nascondersi… devo fare tutto io”
 
Il proprietario della voce si fece avanti, ignorando completamente la presenza della ragazza che così riuscì finalmente a vederlo: statura media e corporatura normale, quasi banale, ma anche lunghi capelli blu raccolti alla maniera dei samurai e un portamento fiero e altero ma privo di superbia.
Shizuku iniziò a tremare; lo conosceva, lo aveva visto in tantissime foto sui cellulari di Kimari e Hajime, oltre che sui giornali e in televisione: era Tegamaru del nobile casato dei Tanashi, la leggendaria famiglia di vassalli di Oda Nobunaga.
 
“Temo, Signorino Tanashi, che la padrona di casa fosse parecchio di fretta” precisò un altro personaggio, un uomo austero con corti capelli neri stavolta, a sua volta giunto accanto alla giovane “oh mi scusi signorina, non l’avevo vista”
 
La povera quindicenne divenne rossa come un pomodoro quasi fosse stata colta con le mani nel sacco durante un furto (notevole considerando che, al massimo, era stata degli altri, la scortesia) e per alcuni secondi sembrò quasi guardarsi intorno in cerca di un angolo dietro cui nascondersi; per sua fortuna, le venne in aiuto l’unico del team che la conoscesse.
 
“Tu sei quella ragazza del club” disse il terzo della compagnia “Hime… Himekawa se non sbaglio”
 
“Nigiri senpai?!” fece l’altra, totalmente sorpresa; le era stato detto che il robusto ex teppista era uno stretto amico di Tegamaru Tanashi, un membro del suo team, ma vederlo di persona era tutta un’altra cosa
 
“Wow, non sapevo che saresti venuta qui, immagino sia per un allenamento” commentò il maggiore
 
“S-si, ma loro…”
 
“Già, scusami” farfugliò, imbarazzato come spesso gli capitava “loro sono Fukuyama Osamu, segretario della famiglia Tanashi, e il mio leader, Tanashi Tegamaru”
 
“Piacere” dissero i due quasi all’unisono, tendendole le rispettive mani
 
“P-piacere?! I-il piacere è-è mio!” balbettò la ragazza entusiasta “no-non capita tutti i giorni di conoscere il leader di una famiglia di così grande e antico prestigio”
 
“Ma tu non hai già conosciuto Chihiro scusa?” le chiese Tanashi, incuriosito da quella reazione
 
“Certo” rispose quella “ma, senza voler offendere, la sua famiglia non è del suo stesso lignaggio; è ricca e nobile, certo, ma non è storica quanto la vostra”
 
“Tutto vero ma ti supplico: puoi evitare di darmi del lei? Mi sembra di essere mio nonno”
 
“Oh, s-si… scusi… cioè, scu-scusa”
 
Terminate le presentazioni, il maggiordomo e i due terzi del team Tegamaru la affiancarono nella perlustrazione del tempio; a differenza della ragazza, i due duellanti ci erano già stati e seppero quindi guidare il gruppetto con maggior sicurezza e precisione fino alla sala interna, quella in cui la padrona di casa aveva fatto installare il terreno di gioco tridimensionale.
 
Si guardarono attorno senza vedere nessuno, ma il finissimo udito del signor Fukuyama, migliorato da anni e anni di servizio, fu in grado di cogliere un rumore strano, una specie di cigolio, proveniente da uno dei corridoi e in costante avvicinamento.
Il più anziano fece prontamente voltare tutti i ragazzi in direzione di quel suono e, davanti ai loro occhi, si palesò una strana figura vestita (mascherone compreso) da panda a cavallo di uno scassatissimo triciclo.
 
Ai tre venne seriamente il dubbio di essere finiti in una (brutta) parodia di “Shining”.
 
“Signorina Mika?” domandò l’aspirante allieva
 
“No, io sono l’eremita di Battle Spirits” replicò secca l’altra, con la voce ovattata dalla maschera
 
Per quanto potesse sembrarle ridicolo, Shizuku ricordò l’indicazione datale da Mari riguardo il non contraddire i deliri della donna e stette al gioco mostrando “riverenza” all’eremita con un inchino; dietro di lei, i suoi due improvvisati compagni d’avventura stavano trattenendo le risate con tale sforzo da farli tremare mentre un, in realtà, altrettanto divertito Fukuyama provava timidamente a rimproverarli.
Sbuffò e lasciò correre, consapevole di come fossero loro a dover esserle grati: fosse successo qualche anno prima, quand’era ancora una bambina immatura, li avrebbe picchiati fino a farli piangere; a ripensarci, forse era migliorata più di quanto pensasse, almeno riguardo al carattere.
 
La donna mascherata si voltò verso il corridoio e si avviò verso chissà dove facendo cenno agli ospiti di seguirla.
 
“Sa signor eremita” fece l’erede dei Tanashi, andandole dietro divertito “non ricordavo il triciclo”
 
“Perché l’unica volta che hai ammirato il mio fido destriero la tua mente era già dominata dal pensiero di Amaterasu, mio giovane amico” spiegò ella “ma sono felice di sapere che ti sei risvegliato dalla tua ossessione”
 
“Come se non lo sapesse già” sussurrò Kobushi all’orecchio di Shizuku “anche lei ha assistito al grande duello finale vinto dal bendato”
 
“Ma allora è vero che Hajime ha sconfitto Amaterasu!” esclamò la corvina eccitata
 
“Oh yes” rispose il corpulento ragazzo “è stato un duello sensazionale, superiore a ognuno di quelli a cui mi sia capitato di assistere; davvero non lo sapevi?”
 
“Mari continua a ripetere che Hajime si è inventato tutto per poter dire di essere un grande campione”
 
“Ahahahah… i-il grande campione… si è i-inventa… ahahah” sghignazzò quello senza nemmeno riuscire a comporre la frase “ma-ma se… ma se ha fatto tutto lei”
 
“Prego?!”
 
“Non te l’ha detto?” chiese stupito il castano “nessuno ne sapeva niente; io e Chihiro avevamo chiesto alla tua amica se si potesse fare qualcosa, ma alla fin fine ha organizzato tutto da sola, all’insaputa anche di Tegamaru e Hajime”
 
Sul volto della giovane liceale si dipinse un sorriso ambiguo che mescolava una certa malizia a qualcosa di molto simile alla commozione; non aveva mai pensato alla sua amica, specie alla sua versione di due anni fa, come ad una persona capace di impegnarsi tanto per fare felice qualcun altro, senza alcun doppio fine di dominio mondiale. Questa non gliel’avrebbe certo lasciata passare; ma proprio mai.
 
Raggiunsero una stanza calda e accogliente in cui erano stati preparati quattro futon; salutando la combriccola, la loro guida annunciò loro che avevano la sera libera perché l’allenamento di Shizuku sarebbe iniziato solo il giorno seguente, dopodiché chiuse la porta scorrevole e si diresse verso la sua camera.
Illuminati dalla luce fioca delle candele, i quattro ospiti scelsero i rispettivi letti, abbandonando in testa ad essi i loro bagagli. I tre maschi uscirono dalla stanza per consentire alla ragazza di cambiarsi, favore che ella ebbe immediatamente possibilità di ricambiare, e poi presero posizione sui loro materassi pronti per passare la notte…
 
… solo che nessuno di loro aveva ancora voglia di dormire.
 
“Allora, vi va di raccontarmi cosa è successo dopo il mondiale?” domandò la ragazza, incuriosita dalle precedenti parole del Nigiri
 
“Oh, certo” rispose Tegamaru “non ci vedo nulla di male in tutto ciò”
 
“Già, se si esclude il fatto che non fai esattamente una bella figura in questa storia va tutto bene” precisò con ironia Kobushi
 
“Ah, quindi adesso i vassalli si permettono di prendersi gioco dei loro signori?” lo zittì il blu con un sorrisetto allusivamente maligno “oh, quanto sta cadendo in basso questa nazione; non ci sono più confini al degrado morale del…”
 
“Va bene, va bene, va bene ma ti prego, risparmiami l’imitazione di tuo nonno”
 
La liceale seguì divertita la schermaglia tra i due, spostandosi poi occasionalmente sul terzo del gruppo che sembrava in preda ad una serie di colpi di tosse o roba del genere: continuava a tenere la bocca chiusa e ad agitarsi, muovendo la testa su e giù.
 
“Guarda che puoi anche ridere” alluse il suo protetto voltandosi verso di lui “ti assicuro che il nonno non ha il dono dell’ubiquità; non verrà mai a sapere che ti sei divertito un po’ alle sue spalle”
 
“Dice così perché non ha avuto l’occasione di conoscere l’onorevole Miroku Tanashi a fondo” ribatté Osamu, in tono chiaramente scherzoso “sa, comincio a credere che abbia scelto specificamente di visitare quell’università mesi fa perché che vi avrebbe trovato gli annali di famiglia”
 
“Ne sarei molto sorpreso” concluse il blu “comunque, se voi due asini avete finito di prendermi in giro, avrei una bella storia da raccontare alla nostra nuova amica”
 
“Nuova per te” commentò Kobushi “io già la conoscevo”
 
“E va bene, nuova per me” replicò l’altro, piccato “ora possiamo iniziare?”
 
I due uomini fecero un cenno d’assenso e così il giovane leader dei Tanashi poté iniziare il suo racconto.
 
“Dopo il mondiale e il duello finale contro Arata ero… non la miglior versione di me stesso. Ero completamente soggiogato da quella mia missione di ripristinare l’onore della mia nobile stirpe e quasi ossessionato da quell’illusione di invincibilità in duello datami da Amaterasu, diventai scontroso e distante, mi trasferii in America per poter riprendere in mano la mia fortuna… e lasciai i miei amici alle mie spalle” narrò con tono sommesso, quasi sofferente “non fu tutto da buttare, questo è certo; riuscii ad esempio a rintracciare i membri della mia famiglia ancora in vita, in particolare trovai tracce di mio nonno che, sfinito, si era ritirato a vita privata e dell’uomo che si era occupato di lui, mio “zio” del ramo cadetto di famiglia Sengoku Tanashi”
 
“Bravo quello!” esclamò Kobushi con una certa malizia “meglio perderlo che trovarlo, quel tipo”
 
“Mi perdoni, signor Nigiri, ma non posso permetterle di parlare così del signor Tanashi” si inserì l’unico adulto “egli si è preso…”
 
“… ammirevolmente cura del mio signore in questi anni difficili” continuò il corpulento ragazzo “conosco bene la solfa signor Fukuyama, ce l’avrà ripetuta centinaia di volte”
 
Ignorando il suono delle lamentele del duellante verde e dei biasimi dell’uomo nei confronti delle amicizie scelte dal suo padrone, Shizuku si avvicinò con discrezione al nobile ragazzo decisamente (e visibilmente) esasperato da quel brusio di sottofondo.
 
“Ma è veramente come dice Nigiri senpai?” domandò ella
 
“Non saprei dirti sai; il nonno dice che è solo il suo carattere ma personalmente mi è sempre sembrato un po’ freddo, perlomeno con me” sottolineò il blu “comunque sia, fu la sola cosa intelligente che feci in tutto quel periodo; le giornate scorrevano lente, tutte uguali e tutte ugualmente vuote fino a quando non venne a parlarmi Tatsumi Kimari, che immagino tu conosca”
 
“È la mia migliore amica”
 
“Beh, hai davvero una migliore amica in gamba” commentò l’altro “Chihiro e Kobushi sono stati fortunati”
 
“Aspetta… come fortunati? Non sono stati proprio loro ad indirizzare Mari da te?”
 
“Si e no” rispose criptico quello “è vero che Kimari ha notato il disagio dei miei sottoposti e ha attuato il piano d’accordo con loro, ma tanto l’iniziativa quanto il piano sono entrambi farina unicamente del suo sacco su cui i miei due amici si sono limitati a concordare”
 
“E qual era questo piano?”
 
“Oh, a questo ci penso io” intervenne Kobushi, reinserendosi nella converTsazione dopo aver concluso la baruffa con Fukuyama “sempre che non ti dispiaccia”
 
Tegamaru sorrise e, avvicinatosi ad ampie falcate, diede il cinque al suo amico, quasi a volergli passare fisicamente il turno di narrazione; dopo ciò, andò a sedersi accanto ad Osamu in attesa che il suo corpulento amico chiarisse il suo punto di vista riguardo a quella storia.
 
“L’idea davvero geniale, per me, fu lo scambio” spiegò il maggiore “da ottima conoscitrice di persone e dinamiche interpersonali, la tua amica capì subito che se avessimo optato per la scelta più naturale (lei da Hajime e noi da Tegamaru) non avremmo ottenuto nulla dato che il qui presente nostro caro leader…”
 
Il grosso ragazzo sorrise e cinse la testa blu dell’amico col suo braccio destro, stringendolo in una morsa a tenaglia per poi strofinare con amichevole foga le nocche dell’altra sua mano, quella libera, tra i suoi capelli.
 
“E finiscila scemo!” gemette il nobile, divertito si ma anche intontito dal dolore
 
“La storia o la mossa di sottomissione?” chiese l’altro
 
“Direi entrambe” sentenziò il più basso dei due liberandosi dalla stretta “sei un vero idiota a volte, sai?”
 
“Eccome!” rispose soddisfatto “comunque, per tornare a noi… il nostro leader non voleva vederci per paura che una nostra visita lo distraesse da quello che, in quel momento, lui riteneva un impegno più urgente”
 
“Ricostruire il suo impero era più importante che trascorrere del tempo con suoi amici e fedeli seguaci?” commentò Shizuku, sorpresa per un comportamento che non le sembrava coerente col “profilo psicologico” del nobile ragazzo
 
“No… cioè si, ma solo in parte” farfugliò Kobushi “quello che intendo dire è che Tegamaru oltre a recuperare l’eredità di famiglia stava per l’appunto cercando i suoi parenti ancora in vita; purtroppo questo noi non lo sapevamo, così come non immaginavamo che i continui insuccessi fossero la ragione di un carattere sempre più intrattabile”
 
La ragazza, rinfrancata, si lasciò andare ad un sorriso e un sospiro di sollievo. Era sicura che, date le descrizioni e i racconti dei suoi amici, non le fosse possibile di essersi fatta un’idea così tanto sbagliata del giovane rivale di Hajime: un ragazzo intelligente votato alla logica e al pragmatismo e quindi conscio dell’importanza del denaro, ma non un avido figlio di papà capace di vedere le persone solo come strumenti da usare e poi abbandonare sulla via per il successo.
 
“Per di contro” proseguì Nigiri “il rapporto tra Hajime e Kimari all’epoca non era dei migliori… cioè, erano migliori amici certo, ma lei riteneva lui un infantile idiota, casinista e ossessionato, e lui vedeva lei come una piccola dittatrice piena di passioni incomprensibili… ok, a dirla tutta non è che le cose siano cambiate poi tanto”
 
“Azzarderei financo un “per niente” per quanto mi riguarda” precisò Tegamaru ilare
 
“Sia quel che sia, l’importante è che, se avessimo seguito l’idea mia e di Chihiro, non avremmo per l’appunto combinato un bel niente; per nostra fortuna però, la tua amica intuì che le cose sarebbero potute andare in maniera molto diversa facendo semplicemente un atto minimo: uno scambio di obiettivi”
 
“Kimari venne da me con una proposta di sfida da parte del bendato” si inserì l’erede dei Tanashi “sapeva benissimo che quel monologo che lui mi aveva rivolto al campionato mondiale aveva colpito nel segno e che, di conseguenza, non avrei mai rifiutato una sfida propostami da lui”
 
“E contemporaneamente invece tu e Chihiro andaste da Hajime per sommergerlo di sentimentalismi sul valore dell’amicizia, sull’importanza del team Tegamaru e sul significato di Battle Spirits, convincendolo con molta facilità” completò la ragazza “è geniale”
 
“Concordo appieno” annuì Tanashi “ci siamo ritrovati sul grande terreno di gioco di Kadode, nello stadio del campionato del mondo, quasi all’oscuro di tutto… il resto, come si suol dire, è storia”
 
“Una grande storia peraltro” precisò Kobushi “uno degli scontri più spettacolare a cui mi sia capitato di assistere, ricordo che Chihiro e io ci siamo perfino commossi quando il nostro leader ha utilizzato in battaglia i nostri spirit chiave; è stato tutto talmente bello che il fatto che Tegamaru in ultimo abbia perso non ci ha pesato nemmeno un po’”
 
“Oh, mi fa piacere che non vi sia importato della sconfitta del vostro leader” ironizzò il blu rivolgendosi poi alla ragazza “visto che bella razza di vassalli che mi sono scelto?”
 
Shizuku rise divertita di fronte al veloce battibecco che si scatenò tra leader e seguace e col medesimo umore trascorse anche i successivi venti minuti, passati a ascoltare i racconti degli altri due su tutti quei duelli disputati dai suoi amici a cui lei non aveva potuto assistere.
Quelle storie, narrate con dovizia di particolari, era come se riuscisse a vederle davanti ai suoi occhi: lacrime e sorrisi, gioie e dolori, mosse e contromosse; un eterno lotta tra due elementi sempre in opposizione, due lati di uno specchio.
L’essenza vera di Battle Spirits era tutta qui, nella sfida tra due strategie, due menti e due cuori, e i suoi amici di sempre si erano dimostrati tra i migliori al mondo in quello. Come si poteva non esserne orgogliosi, era come essere amici d’infanzia di Diego Armando Maradona o di Nadia Comaneci.
 
-E io, invece, chi sono? Cosa sono?-
 
Era una domanda strana ma non era la prima volta che si faceva largo nella sua mente e per quanto avesse sempre voluto rifilarle con sprezzo la risposta più ovvia e laconica, Shizuku Himekawa da Kadode, non era mai riuscita a replicarle con la dovuta chiarezza.
 
-Che voglia dire qualcosa?- si domandò dandosi poi, quasi per ripicca, immediata risposta -forse ma ci penserò domani-
 
Chiuse così quel monologo interiore e tornò a focalizzarsi totalmente sui suoi compagni di viaggio con i quali trascorse ancora una buona mezz’ora abbondante tra racconti, risate e aneddoti prima di augurarsi reciprocamente la buonanotte e dedicarsi ad un po’ di meritato riposo.
Chiusero gli occhi assieme ma soltanto due dei tre ragazzi riuscirono a sprofondare nel mondo dei sogni, la terza al contrario non ricevette tanta grazia e, non riuscendo in nessun modo a sfinirsi, decise di prendere una boccata di fresca aria invernale; uscì dalla camera e percorse i corridoi fino a raggiungere il cortile per riempirsi i polmoni con le sferzate gelide della notte ma, nel momento in cui arrivò al suo traguardo, la sua attenzione venne immediatamente catturata da una strana ombra che, dato il luogo, poteva essere solo una persona.
 
-E così la padrona di casa ama fare passeggiatine notturne- pensò -non si è nemmeno preoccupata di mettersi il suo ridicolo mascherone-
 
Divertita da quel suo ultimo pensiero, la ragazza sentì sorgere in se una voglia matta di tendere al “misterioso” eremita di Battle Spirits un’imboscata e si avvicinò furtiva alla porta pronta a prendere di sorpresa la smascherata Kisaragi, sperando ovviamente di non coglierla in situazioni imbarazzanti, ma, quando la porta si aprì, quello che trovò fu la giovane donna inginocchiata in meditazione e con addosso proprio quel ridicolo copricapo da panda.
La sorpresa l’aveva fatta lei.
 
“C’è qualcosa che ti affligge, giovane allieva?” esordì ella facendo sussultare l’altra
 
Shizuku non rispose affatto, era rimasta quasi scottata dal fatto di essere stata clamorosamente fregata dall’altra donna ed ora non riusciva nemmeno a pensare a qualcosa da dire; ad essere sinceri, forse era anche un po’ irritata dalla faccia tosta con cui le aveva posto quella domanda.
 
“Forza, parla pure; non mordo mica”
 
“N-no… no-non ho n-n-nessun p-problema” balbettò imbarazzata
 
“Sicura?” chiese con tono carezzevole “eppure l’eremita vede il turbinare di pensieri nella tua testa”
 
La ragazza sbuffò e abbassò lo sguardo a terra; era sconfortante che apparisse così leggibile a chiunque, come diavolo poteva pensare di diventare una valida duellante se il suo viso risultava un libro aperto per, neanche ogni giocatore, OGNI PERSONA che si trovasse ad incrociare lo sguardo con lei.
 
“La tua amica ha fatto davvero tanta strada dai giorni in cui si addestrava in queste stanze” commentò la bionda
 
“Anche Mari è sta… aspetta un attimo, come sai che stavo pensando a lei?” chiese la liceale ponendo in standby la sua altra domanda
 
“L’eremita conosce i pensieri di chiunque all’interno di questo tempio” rispose solennemente la donna facendo ogni sforzo possibile e immaginabile per non scoppiare a ridere lei stessa mentre recitava quelle sceneggiate criptiche
 
“Ci stava spiando!!” urlò la più giovane, dimentica sul momento dell’ora tarda “ecco perché era in giro! Non stava facendo una passeggiata, lei origliava i nostri discorsi!”
 
“Non ne hai le prove” replicò quella condendo il tutto con un’infantile pernacchia il cui suono fu attutito dalla maschera
 
“Ahhh, ma io perché sono qui a perdere tempo con lei a quest’ora di notte”
 
“Beh, immagino sia perché vuoi migliorare come duellante”
 
“E in che modo l’insonnia mi aiuterebbe a farlo?”
 
“Ah, ma non sono mica io che ti costringo a stare sveglia…”
 
Per un istante Shizuku pensò seriamente di dimenticarsi di tutte le storie sulla saggezza dei maestri e sull’onorare gli anziani e strozzare la sedicente eremita e farla ritrovare il giorno dopo morta con quella ridicola maschera ancora in volto; magari gli shinigami sarebbero stati tanto disgustati da una tale mancanza di dignità da non volersi nemmeno prendere la sua anima.
 
“… il perché tu non riesca a chiudere gli occhi è nella tua testa”
 
Ed eccola, la verità nascosta e, al tempo stesso, il motivo per cui i progetti omicidi della corvina non si realizzarono.
 
“Ora ti ripeto… c’è qualcosa che ti affligge, giovane allieva?”
 
La liceale sospirò ancora ma in modo del tutto differente rispetto a come aveva fatto prima: non c’era nessuna pesantezza, nessuno sconforto in quel gemito, solo un senso di liberazione e sollievo; in un certo senso era il suo esatto opposto.
 
“Quand’è che così tante persone hanno cominciato a capire veramente e ad apprezzare Kimari? Non ha cambiato una virgola di sé”
 
“Brava, bel tentativo!” esclamò l’altra, stavolta con tono veramente da maestra “se il mio mestiere non fosse quello di capire cosa pensano forse avrei potuto cascarci anch’io”
 
La più giovane la osservò con un’espressione mista tra dubbio e senso di colpa; odiava non poter vedere i suoi occhi in quel momento.
 
“La vera domanda che volevi pormi era… molto meno edificante” spiegò “era più un: “Come ha fatto Kimari a diventare così migliore di me? Quando ci siamo viste l’ultima volta non la sopportava nessuno”; come ti suona?”
 
La corvina abbassò colpevolmente lo sguardo e si strinse tra le spalle, sfregandosi pacatamente le mani come a fare credere di volersi scaldare quando, in realtà, il suo obiettivo era quello di farsi più piccola possibile; con grande prontezza di spirito, la maestra la rincuorò mettendo in chiaro come la sua amica non fosse migliore di lei ma avesse semplicemente trovato il modo di esprimere se stessa in modo migliore.
 
“E come?” domandò la ragazza
 
“Mi sorprendi ragazza!” squittì la castana con una voce stranamente squillante “proprio tu, una sportiva, non riesci a capirlo”
 
“Evidentemente no!” replicò ella stizzita
 
La donna si prese il tempo di un profondo respiro per ricollegare tutti i meravigliosi ricordi della sua vita e comporre con essi il suo discorso, dopodiché…
 
“È stata la più importante lezione datami dal mio maestro, oggi vostro preside, Saimon Keisuke” esordì la padrona di casa “quando incontrava me col mio gruppo di amiche fuori dalle lezioni mi ripeteva sempre “ricorda Kisaragi, poche cose al mondo permettono di conoscere ed esprimere se stessi quanto lo sport perché esso è una delle espressioni più pure del proprio io, unione di corpo e spirito” ed ho scelto di credere totalmente mia questa massima; per questo cerco in ogni modo di insegnare a te, ad Hajime o a chiunque si presenti al tempio con la giusta forza di volontà come si diventa un vero duellante, come il maestro a suo tempo ha fatto con me”
 
Nonostante potesse vedere gli occhi della maestra a causa della maschera, la liceale abbassò lo sguardo con aria contrita quasi a volersi sottrarre al confronto con l’altra; forse sperava che la donna non cogliesse i suoi pensieri ma, sfortunatamente per lei, Mika Kisaragi era sempre stata una persona particolarmente intuitiva.
 
“Mi insegnò che non esistono sport superiori o inferiori, che gli sport “fisici” non valgono più di quelli “mentali” e che Battle Spirits è esattamente quello: uno sport, come il calcio, il baseball, la ginnastica o, più similmente, gli scacchi e che come tale necessita di allenamento e preparazione”
 
Quella frase lasciò l’altra completamente di sasso; non le suonava nuovo, quel pensiero, e le riportava alla memoria qualcosa che era accaduto un paio di anni prima, il primo momento in cui aveva sentito qualcosa per il gioco.
 
“È sicura che siano parole del preside?” domandò
 
“Assolutamente certa, perché?”
 
“Perché, vede, sono quasi le stesse parole che lessi in un’intervista del campione europeo Anthony Starck un paio di anni fa”
 
“Ah si, davvero interessante” commentò la signora con l’aria di chi la sapeva lunga
 
“Sa i-io… i-i-io...” balbettò imbarazzata “… quando ormai un bel po’ di anni fa Hajime e Mari si appassionarono a Battle Spirits, io non riuscii li per li a provare per quel gioco le stesse sensazioni che provavano loro; già allora ero membra di una squadra di pallavolo e la cosa mi portava a ritenere sport non fisici meno… ehm, meno degni rispetto a quelli olimpici”
 
“Nulla di strano, succede a molti” osservò correttamente Mika cercando di mettere l’altra più a suo agio possibile
 
“Sarà, di certo il fatto diede il la al mio progressivo allontanamento da loro culminato poi col trasloco; credevo non avremmo mai più potuto legare ma, come scoprii alcuni anni più tardi, mi sbagliavo” prosegui, visibilmente rinvigorita “quando seppi che Haji e Mari erano qualificati per il torneo nazionale decisi di seguire la competizione e… e rimasi folgorata: il meraviglioso scontro di geniali strategie nel duello tra Kimari e il presidente e quello più “emotivo” tra Hajime e quel ragazzo, Isami Serizawa, mi conquistarono al punto che seguii con trepidazione anche il torneo mondiale e, al termine di esso, acquistai quasi d’istinto il mio primo pacchetto di carte… per poi rendermi conto che non sapevo cosa farne e ritrovarmi quindi di nuovo sommersa da dubbi e pregiudizi sul gioco”
 
“E qui, immagino, entrò in scena la famosa intervista” precisò l’adulta
 
La ragazza sospirò come se si stesse per liberare di un grande segreto.
 
“Decisi di informarmi sul gioco: studiai le carte e i profili dei duellanti, guardai le registrazioni degli incontri e lessi le riviste specializzate” riprese “su una di esse era riportata quest’intervista al campione europeo dove, in mezzo a vari commenti su duelli e avversari, il signor Starck si prese del tempo per raccontare anche la propria storia personale e, come in quel recente special, mise l’accento proprio sull’evoluzione del suo sogno, dal giocare a calcio nel suo amato Newcastle United, agli scacchi e infine a Battle Spirits. Fu la mia seconda illuminazione: prima di allora non avevo mai pensato che un appassionato di sport “veri” potesse approcciarsi con altrettanta passione a quel tipo di attività…”
 
Mika sorrise sotto la maschera.
 
“… quasi come se mi avesse letto nella mente, il passo successivo dell’intervista riportava, a grandi linee, proprio quella frase da lei pronunciata riguardo l’inesistenza di sport di principio superiori o inferiori e che ognuno dovesse seguire solo la strada della propria passione; era come sentire la sua voce che parlava proprio a me”
 
Un altro sospiro prima di un dolcissimo sorriso.
 
“Ho scelto il colore bianco anche in suo onore” sussurrò concludendo il suo discorso
 
La ragazza lasciò che il vento disperdesse le sue ultime parole per riportare l’aria del tempio all’austero silenzio della notte ma questo non avvenne mai perché nel cortile iniziò a diffondersi il suono di un applauso, prima tenue, quasi un eco, poi via via sempre più intenso e udibile; la giovane si voltò d’istinto verso la porta della sua camera e vide i suoi due compagni di stanza intenti a battere ritmicamente le mani con sulle labbra un sorriso soddisfatto.
Himekawa arrossì e, d’istinto, si raggomitolo in un maldestro tentativo di nascondersi ma nessuno dei suoi simpatici coinquilini aveva alcuna intenzione di lasciarla stare e la circondarono con un abbraccio.
 
“È stata una bella chiacchierata” commentò la padrona di casa “si è fatto molto tardi, credo sia il caso che vi riposiate in vista della giornata di domani”
 
“Già, lo credo anch’io” ribatté la studentessa
 
“Ottimo, buonanotte” dichiarò la donna facendo poi per andarsene “ah, un’ultima cosa”
 
“Si?” domandò Shizuku
 
“Ti dispiacerebbe consegnarmi il tuo mazzo?”
 
Non le dispiaceva; la ragazza recuperò il portamazzi dalla camera e porse il suo bel gruzzolo di carte alla signora del tempio.
 
“Complimenti Shizuku Himekawa, hai superato la prima prova!” esclamò Mika “a domani”
 
 
 
“Fase iniziale!” esclamò quasi gridando Shizuku, totalmente incapace di trattenere l’eccitazione; il suo cuore era in accelerazione continua e persino il semplice illuminarsi del tabellone alla dichiarazione di apertura del turno era in grado di farla sussultare; del resto era un momento speciale, allenamento o no era la sua prima volta in un terreno di gioco tridimensionale.
 
-Esatto, vedi di non fare altre figure di merda- la pressò la sua voce interiore che già da quella mattina aveva assunto questo atteggiamento non proprio collaborativo.
Il fatto che nemmeno lei stessa sembrasse credere in lei era una delle cose più, al tempo stesso, divertenti e deprimenti che le fossero mai capitate ma Shizuku, quel giorno, era sicura al cento per cento che avrebbe fatto rimangiare tutto a tutti: tra la notte precedente e quella mattina aveva avuto tutto il tempo per ripensare ai suoi duelli, ai suoi errori e al suo dialogo con la signorina Kisaragi.
 
Le carte che la sorte le aveva riservato non erano male ma dallo studio di tanti duelli e strategie aveva imparato che il primo turno, specie per un mazzo bianco, risulta più spesso un peso che non un vantaggio; i costi alti delle carte, spirit più basilari compresi, e il fatto di non poter attaccare e quindi mettere pressione all’altro costringendolo ad un atteggiamento aggressivo (una manna date le capacità degli spirit bianchi in fase di blocco) facevano, con tutta probabilità, dei diamanti i meno adatti per aprire le danze.
 
-Cosa farebbe Hajime?- pensò -forse ci sono-
 
“Fase principale” annunciò convintamente “evoco Tripede e Stella Marina a livello 1, dopodiché colloco un burst”
 
Le due gemme purissime si spezzarono per lasciare il posto alla coppia di creature marine che Shizuku, dalla postazione, non poté far altro che osservare estasiata: erano anche meglio di come le aveva immaginate.
 
“A lei la mossa, sommo eremita” sentenziò con voce un filo canzonatoria la giovane, passando poi ad osservare la sua avversaria.
 
“Ok” esordì quella “per prima cosa durante un duello bisogna cercare di lasciar trasparire al minimo le proprie emozioni; bluffare è possibile ma, a causa della possibilità dell’avversario di interferire con il proprio turno, molto rischioso e quindi generalmente lo sconsiglio ai neofiti”
 
La ragazza assorbì quelle istruzioni come una spugna, osservando nel mentre la sua maestra evocare a sua volta due spirit, uno spiritello dalle fattezze di cavallo chiamato Pooka e Charadrius, il volatile in camice bianco che aveva già visto più volte, mantenendoli entrambi a livello 1.
 
“Attivo il nexus Sorgente dei Poteri Magici” completò ella prima di passare all’offensiva con Pooka
 
“Ne rispondo con la vita!” ribatté la liceale sorprendendo tanto la sua avversaria quanto gli altri tre spettatori (Tegamaru, Kobushi e il signor Fukuyama) di quel duello “con la diminuzione delle mie vite posso attivare il burst ed evocare così a costo zero Lord-Bravan!”
 
Dalla carta precedentemente coperta scaturirono due scie, una bianca e una rossa, che andarono a mescolarsi sopra la terra dell’arena fino a formare un globo striato; da esso due ali affilate e delle fauci metalliche squarciarono la superficie e, con una rotazione completa, tagliarono la sfera rivelando il piccolo drago metallico.
 
-Ottimo- pensò la ragazza mentre dal mazzo sollevava (l’altra le aveva ceduto la mano appena prima) una carta che non perse nemmeno tempo ad aggiungere alle altre poiché finì immediatamente a faccia in giù nell’angolo in alto a sinistra del suo tabellone metallico “elevo i miei due spirit a livello due e attacco con Stella Marina
 
“Rispondo all’attacco con la vita” affermò la giovane donna sopportando con vigore l’impatto del nucleo
 
“Ho concluso” aggiunse la più giovane passando la mano alla maestra che, sinceramente, sembrava non aspettare altro
 
“Pronto, fase principale!” esclamò “a te che vieni da oltre l’arcobaleno seguendo un sentiero di mattoni gialli, ti prego di darmi la tua forza; evoco Dorothy Principessa di Quadri!”
 
Il topazio esplose e sulla terra dell’arena apparve il sopracitato sentiero, dalla postazione fino al centro dello schieramento di Mika; camminando su quelle pietre, una bella ragazza bionda con un paio di occhiali, un vestito principesco e, ai piedi, le celebri scarpette rosse fece il suo regale ingresso sul terreno di gioco, quasi risplendente di luce propria.
 
“Attivo l’effetto di Dorothy all’evocazione: scopro le prime sei carte del mio mazzo e, se tra esse vi sono spirit del genere “Mago” posso evocarne due a costo zero” esplicò la sacerdotessa rivelando il suddetto numero di carte “ne ho trovate ben tre; sacrifico quindi Pooka e Charadrius per evocare Paira Bestia Arcana e Oberon Principe Arcano, il primo a livello 1 e il secondo a livello 2”
 
Le due creature andarono a disporsi accanto alla ragazza pronti a partire all’attacco mentre, vedendo quella loro smania, Mika pensò di accontentarli e dare loro libero sfogo; in fondo non rischiava niente, grazie agli effetti di Oberon da un lato e di Tripede dall’altro i punti battaglia dei suoi due spirit e di quelli avversari abilitati al blocco erano perfettamente in pari, mal che andasse sarebbe stata doppia distruzione.
 
L’altra tuttavia reagì esattamente come prima.
 
“Ancora una volta il danneggiamento delle vite attiva il burst” fece rivelando un’altra volta la carta celata “Fortezza Esplosiva, carta magia che mi consente, prima, di recuperare una vita e, dopo, di costringerla a concludere il suo turno d’attacco”
 
“E sia” replicò l’altra “forza, tocca a te”
 
La ragazza non se lo fece ripetere due volte e, quasi tremante, iniziò ad accumulare tutti i nuclei “superflui” nella riserva.
 
“Sono pronta! Evoco la bestia dalla bianca corazza che nuota negli abissi oceanici: Cima-Creek Drago Marino di livello 1!”
 
Il diamante purissimo si spaccò e dalla fenditura iniziarono a scorrere le incontrollabili acque dell’oceano compresse in una specie di infinito canalone d’acqua; al suo interno, un’ombra passò veloce percorrendo l’intera traiettoria e concludendo la sua corsa allo sbocco di quello strano fiume, ove rivelò il suo aspetto: era un gigantesco drago marino, una sorta di plesiosauro ricoperto da un carapace simile a quello di una tartaruga.
 
La padrona lo ammirò estasiata e appoggiò dolcemente la mano sulla carta ansiosa di inclinarla e vedere il suo guerriero partire all’offensiva ma, proprio in quell’istante, la voce della sua insegnante la riportò alla realtà; alzò il viso e incrociò il suo sguardo con quello dell’altra, non era soddisfatta e lo stesso valeva per Tegamaru e Kobushi sugli spalti.
 
“Shizuku ti rendi conto di quello che hai fatto?” chiese
 
Nessuna risposta e, anzi, una faccia dubbiosa che testimoniava quanto l’allieva non avesse ben chiaro il perché di quella domanda.
 
“Ok, sospensione temporanea” dichiarò la padrona del club, uscendo dal terreno di gioco e invitando la sua seguace a fare altrettanto “Bene, ora spiegami quale è stata la tua strategia durante il quarto turno”
 
“M-ma… il quarto turno era suo” balbettò titubante l’altra
 
“Vero, ma un duellante professionista non si affida mai all’avversario e ha pronta una strategia anche nei turni difensivi” fece l’altra “tu l’avevi, l’ho capito dai pochi secondi che hai impiegato per decidere come reagire alle mie azioni”
 
“I-in effetti io avevo pensato di rispondere agli attacchi con la vita per poter accumulare nuclei con la copertura della carta burst” provò a spiegare la corvina “i-i costi degli spirit bianchi sono piuttosto alti e con l’effetto del suo nexus…”
 
“Conosci l’effetto del mio nexus?”
 
“Si, lo ricordavo” rispose ancora la minore “in sostanza, avevo bisogno di nuclei per evocare Cima-Creek nel turno successivo e…”
 
“E impedire al tuo unico spirit in grado di attaccare di farlo”
 
La liceale osservò la maestra, stranita da quella improvvisa interruzione che non era sicura di aver compreso; quand’è che avrebbe fatto una cosa simile? Sapeva benissimo che Tripede non poteva portare un’offensiva e che il drago del mare non avrebbe potuto attaccare prima di essere elevato a livello 3 ma per il resto cos… oh.
 
“No… si-si sbaglia, c’era ancora Lord-Bravan che…”
 
Lord-Bravan non ha simbolo” la interruppe di nuovo la sacerdotessa “ma questo lo sai benissimo anche tu visto che nel contare i nuclei per la riduzione di costo di Cima-Creek non l’hai considerato”
 
La ragazzina abbassò la testa e strinse le spalle come tante volte le era capitato di fare anche la notte precedente ma non disse nulla; cosa avrebbe potuto dire del resto? Che era vero, lo sapeva? Certo che lo sapeva, erano le basi.
 
“Sai Shizuku Himekawa, tu sei… un caso strano” fece la donna “non è che non sai giocare; per esperienza so che chi non sa giocare di solito dimentica le fasi, sbaglia a contare i nuclei, evoca gli spirit in ordine sbagliato o altri errori simili mentre tu conosci addirittura l’effetto di una carta nexus della seconda generazione quando molti professionisti esperti non ricordano quelli di carte più recenti; questo significa che, anche se magari non sei un talento naturale, il tuo problema non è che non sei competente in duello…”
 
“E allora dove sbaglio?”
 
“Nel fatto che duelli come se le mosse ti venissero suggerite”
 
A volte, doveva ammetterlo, detestava quella strana mania, che la signorina Kisaragi assumeva quando interpretava l’eremita di Battle Spirits, di parlare sempre in modo sibillino e arzigogolato, mai una volta che riuscisse a capirla maledizione.
 
“Intendo dire…” proseguì la signora del tempio intuendo come l’allieva avesse bisogno di una traduzione “… che il tuo modo di duellare è strano, alle volte tracci una strategia anche per turni interi e poi la sconfessi con una mossa di segno opposto. È una cosa che ho notato anche nel tuo mazzo; è come diviso in due parti, da un lato una metà con una certa coerenza e dall’altro un’accozzaglia di carte che paiono aggiunte a caso”
 
“Esagera, ho solo…”
 
“Giovane Himekawa, il tuo mazzo ha come spirit chiave Hogale Balena Portaerei, un grandioso spirit per capacità difensive ma che non lega per niente ne con la penuria di nexus del tuo mazzo, necessari se si vuole iniziare una “guerra di posizione”, ne con la tua pletora di carte burst che, notoriamente, sono utili per accelerare il gioco”
 
“Io… mi sembrava di non migliorare mai, duellavo da sola e non riuscivo mai a concludere uno scontro” confessò la studentessa “Hajime e Kimari non mi avrebbero mai degnata della loro attenzione se…”
 
“Tu non devi copiare Hajime o Kimari, devi duellare per esprimere te stessa” sentenziò l’insegnante “noi umani non facciamo sport per poterci divertire con gli amici, per far contenti i genitori o per portare onori alla nostra nazione; o meglio si, lo facciamo anche per quello, ma prima di ognuna di queste cose lo facciamo per noi stessi, per superare i nostri limiti e vedere fino a dove il nostro corpo e la nostra mente possono arrivare”
 
Fece una breve pausa per prendere fiato e puntò quasi minacciosamente l’indice verso la sua protegé.
 
“Duella come ti senti Shizuku e se Kimari e Hajime continueranno ad ignorarti, beh vorrà dire che sono loro ad essere due infantili ragazzini bisognosi di crescere; dimmi, cos’è Battle Spirits per te?”
 
“In che…”
 
“Perché hai scelto di imparare a giocare a Battle Spirits?”
 
La giovane Himekawa chinò la testa e fece un respiro per poi montare l’espressione più ferma e determinata che le riuscisse.
 
“Io, Hajime e Mari siamo sempre stati inseparabili” raccontò “già dà molto piccola io praticavo sport agonistico e partecipavo a piccole competizioni locali che ovviamente mi prendevano sempre grandi lassi di tempo eppure loro, soprattutto Mari, sembravano trovare sempre modo di venirmi a vedere. Due anni fa, quando quasi per caso mi ritrovai sullo streaming di BSTV dei campionati nazionali e avrei voluto chiudere subito quel sito, mi tornarono in mente quei momenti: nei primi tempi quei due avrebbero voluto “cambiare canale” un milione di volte, lo vedevo nei loro sguardi impressi nella mia memoria, ma hanno sempre scelto di mettere da parte il loro divertimento personale per stare con me… avevano solo sette anni ed erano più maturi di me quando ne avevo tredici”
 
La donna le si accostò delicatamente e le porse un bicchiere per rinfrescarsi un po’ la gola la minore riprendeva fiato.
 
“Mi sono vergognata del mio comportamento e ho deciso di guardare, in fondo glielo dovevo, se loro avevano scelto di rinunciare a ciò che più gli piaceva per me allora anche io potevo farlo per loro… due giorni dopo ero appassionata, lo stesso “miracolo” che avevo fatto io almeno per Mari anni prima ora l’avevano fatto loro per me; avremmo potuto essere di nuovo uniti”
 
“E per questo hai confuso la gratitudine per i tuoi due amici con la voglia di piacergli ad ogni costo” concluse al suo posto la castana “è un errore comprensibile, specie per una duellante alle prime armi; ora però dobbiamo correggere la tua traiettoria ed aiutarti ad esprimere il tuo gioco, ripulire il tuo mazzo e ricostruire il tuo stile”
 
“Il mio stile?” rise la liceale “Come fa sapere che ho un mio stile? Nemmeno io sono sicura di averlo”
 
“Tutti ne abbiamo uno” ribatté la barista “è una cosa logica e al tempo stesso istintiva, una vera espressione di se”
 
“E io? Come faccio a sapere qual è il mio? Nemmeno mi ricordo da dove ho iniziato”
 
“Pensaci bene, osserva le due metà in cui è diviso il tuo mazzo e prova a ricordare quale sia la metà scelta da te” spiegò “quale è stata la prima carta che, alla sola vista, ti ha fatto pensare che l’avresti voluta usare su un terreno di gioco? Tu sei una vincente, Shizuku Himekawa, con quale carta vorresti vincere?”
 
La liceale scattò quasi d’istinto sull’attenti e sorrise, non aveva nemmeno bisogno di pensarci.
 
Breidhablic Drago Palazzo Lucente!”
 
Anche l’altra donna sorrise.
 
“Complimenti Shizuku Himekawa, hai passato la seconda prova!”
 
 
 
SPAZIO DELL’AUTORE
 
Ragazzi, sono ShawnSpenstar e vi do il benvenuto al capitolo d’esordio del terzo arco della storia, l’arco in cui alcuni dei nostri ragazzi dovranno capire bene il vero significato delle loro aspirazioni e, in particolar modo, questa saga avrà come deuteragonista Shizuku, come sicuramente avrete intuito dalla trama che avete letto prima di giungere fin qui.
 
Come sempre, ho qualche appunto per, spero, aiutarvi a capire alcune delle scelte che ho fatto per il capitolo e che magari potrebbero risultarvi poco chiare:
 
1) il gruppo che ho scelto è certamente abbastanza insolito ma voglio far interagire tra loro vari gruppi di personaggi per fare si che questi abbiano più “storie” da raccontare; le persone (o i personaggi in questo caso) portano influenze e consigli diversi a seconda di quella che è la loro indole e quindi far instaurare ai miei ragazzi più relazioni possibili mi sembra un buon modo per fargli avere diversi sviluppi caratteriali.
2) il discorso sullo sport come massima espressione del proprio io ovviamente non è farina del mio sacco; si tratta di un’idea che ha una lunga tradizione e che, in questo caso, io ho ripreso da una frase pronunciata da Julio Velasco, storico allenatore della nazionale italiana di pallavolo, durante la diretta della cerimonia d'apertura delle olimpiadi di Tokyo 2021 ma il motivo per cui l’ho voluta mettere è che io la credo vera; io non pratico sport ma sono un grande appassionato e ho potuto vedere più volte come il carattere di uno sportivo collimi con il suo modo di praticare il suo sport (ad esempio Maradona nel calcio, Kobe nel basket, Gimbo Tamberi nel salto in alto, ma potrei citarne altre migliaia) e siccome nella nostra storia Battle Spirits è esattamente questo, uno sport (del resto, mi ripeto, se lo sono scacchi e poker sportivo perché non BS?), ho pensato di prendere quell’idea come base del “problema” di Shizuku, del motivo per cui non riesce non solo a vincere ma neanche a duellare.
3) se alcuni di voi hanno visto la serie originale sicuramente avranno notato che anche questo terzo arco è una replica (quasi) del suo corrispettivo nell’anime. Non voglio accampare troppe scuse, di sicuro questo avviene soprattutto perché, non essendo uno scrittore particolarmente capace, ho bisogno di prendere fortemente spunto dalla base ma, se posso permettermi questa sincerità, questa è una scelta che, probabilmente, farei anche se fossi un autore più bravo ed esperto e questo perché ritengo la divisione ad archi di Battle Spirits Heroes la migliore mai realizzata in tutte le serie di Battle Spirits; stagioni come Gehika Dan, Brave, forse anche Shonen Toppa e Sword Eyes sono migliori di BSH (anche se, alla fin fine, sono gusti, io preferisco BSH a Sword Eyes e Shonen Toppa tutta la vita) per quanto riguarda il complessivo ma spesso si trovano ad avere episodi confusionari, archi troncati, casini vari per cui capita di non ricordare nemmeno più come si è arrivati a certe situazioni (Shonen Toppa in particolare è strapieno di casi simili) mentre al contrario la pulizia narrativa di BSH è fantastica anche se la serie in se non ha altre pretese se non quella di un’intelligente autoparodia (cosa che, a dirla tutta, forse ha aiutato ad avere questa schematizzazione così perfetta, BSH in fondo è praticamente uno spokon con intenti parodistici).
 
Ho concluso, spero che queste precisazioni siano servite a chi avesse avuto dubbi e, nel caso ne aveste ancora o voleste farmi notare errori o critiche, non esitate a recensire, solo col confronto reciproco si può migliorare; io dal canto mio non posso fare altro che darvi appuntamento al prossimo capitolo e salutarvi cordialmente: grazie della vostra attenzione, spero vi siate divertiti.
 
Alla prossima da ShawnSpenstar; vi avverto che qua sotto non troverete la turnazione del “duello” (ci vuole molto coraggio a definirlo tale) tra Shizuku e Mika ma solo le anticipazioni del prossimo capitolo.
 
Anche sul paese di Kadode è calato l’inverno con il suo freddo e le sue foglie morte, certo, ma anche con la sua attesa e la sua atmosfera sognante, così in linea con quella che è per definizione la città dei sogni; sotto la neve, che imbianca i tetti donando a tutto l’ambiente un’aria ancor più magica, due storie parallele stanno per dipingere a modo loro le due facce della medaglia natalizia: la gioia di un nuovo inizio da un lato e la malinconia di una fine dall’altro; questo, ladies and gentlemen, è il nostro regalo per voi… Eccola qua, una notte fra tante.

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Capitolo 13
*** Episodio 12: Eccola qua, una notte fra tante ***


Eccola qua, una notte fra tante
 
 
 
“Sei proprio sicura di volerlo fare proprio adesso? È pure natale e tu…”
 
Non le diede il tempo di continuare oltre, Shizuku, o era certa che l’avrebbe convinta a ripensare le sue scelte, cosa di cui in quel momento non aveva bisogno; ci aveva messo diverse settimane ma forse aveva finalmente capito dove avesse sbagliato finora nel suo approccio al gioco ed aveva trovato lo stile che più le si addiceva.
Ora doveva solo battere il ferro finché era caldo.
 
“Si desidero fare un’altra sosta al tempio, sento di essere ormai pronta per la prova signorina Kisara… ehm, volevo dire nobile eremita di Battle Spirits”
 
“Tu credi?” alluse la padrona di casa, il tono era scherzoso ma con una punta di evidente soddisfazione
 
“Assolutamente” replicò la liceale “infatti vorrei sostenerla stasera; sarà il mio regalo per la vigilia”
 
Il viso della donna era completamente nascosto dalla solita, ridicola, testa di panda tondeggiante con cui era usa celare la cosiddetta “misteriosa identità segreta” dell’eremita ma, sotto di essa, brillava un sorriso splendente: nemmeno nelle sue prospettive più rosee aveva immaginato per la sua ultima allieva una simile trasformazione.
 
“E sia, credo di avere un esercizio decisamente adatto alla situazione” affermò la signora facendo poi cenno all’allieva di seguirla
 
La coppia si incuneo in una serie di corridoi mai visitati prima verso una delle stanze più interne del tempio, un antro ombroso pervaso da un buon odore di legno e profumi contenente, lungo tutta la parete opposta all’ingresso, un enorme armadio pieno di piccole celle divise su otto righe e molte più colonne.
 
“Questo mobile contiene moltissime carte differenti” spiegò la padrona di casa “i gruppi di colonne distinguono i vari colori mentre delle otto righe cinque sono dedicate agli spirit e sono divise tra loro per rarità (comuni, non comuni, rare, master rare e extra rare) e le restanti tre sono dedicate rispettivamente a brave, magie e nexus; ogni categoria di carte è inserita nello specifico scomparto in rigoroso ordine alfabetico”
 
L’aspirante duellante era completamente incantata ad osservare quel magnifico spettacolo di design e di organizzazione ma se fosse stata cosciente probabilmente avrebbe domandato quale fosse il legame tra il suo addestramento e quella stanza e infatti, da esperta insegnante quale era, Mika intuì quel pensiero e le diede risposta: una prova, una specie di ibrido fra un gioco d’azzardo e un test con il quale la liceale avrebbe dovuto dar prova di aver afferrato la lezione; Shizuku avrebbe dovuto ricostruire il suo mazzo in modo logico, dando prova di conoscere il “suo gioco”, ma per farlo avrebbe dovuto scartare dal mazzo una carta in cambio di ognuna di quelle che avrebbe prelevato dalla scorta del tempio Kisaragi; pareva la legge dello scambio equivalente.
 
“E che succede se sbaglio?” scherzò la ragazza “vedrò il portale e incontrerò la verità?”
 
“Se dovesse succederti, spero tu conosca qualcuno in grado di costruirti gli automail” replicò l’altra ugualmente sarcastica “parlo seriamente furbona, per ogni carta che preleverai dovrai abbandonarne una delle tue e ogni tua scelta dovrà essere irrevocabile; tutto chiaro?”
 
“Quasi, perché tutte queste regole per un semplice gioco?”
 
“Perché…” sibilò con un tono per la prima volta autoritario la donna “… questo non è un gioco, non più almeno. Tu sei venuta da me perché volevi diventare come Hajime e Kimari, ricordo bene?”


“Si”
 
“Bene, loro sono dei semiprofessionisti, potrebbero decidere di smettere e non passare mai al livello successivo ma, ora come ora, per loro Battle Spirits è più un lavoro che un gioco; quelli di ieri erano i tuoi primi passi, hai capito cos’è Battle Spirits per te, e ora questa prova verificherà la tua conoscenza del gioco, sia in generale che il tuo nello specifico”
 
La corvina la osservò con uno sguardo confuso.
 
“Come ti ho già detto, il tuo mazzo non è del tutto sbagliato” commentò l’eremita “ha solo bisogno di qualche accorgimento e se davvero, come credo, hai finalmente capito quale sia la strategia ideale per te beh… diciamo che un professionista non dovrebbe avere problemi anche con tutte le mie limitazioni”
 
Shizuku estrasse il suo mazzo dalla tasca e lo osservò carta per carta. Su quello, effettivamente, la padrona di casa aveva ragione: aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato in esso e tante volte facendo certe scelte in duello le era capitato di constatare che lei avrebbe optato per strategie diverse ma, prima di ieri, si era sempre sforzata di non dare troppo peso alla cosa; ora però era diverso, aveva la possibilità di correggersi e diventare quindi pari di Hajime e Kimari, sarebbero stati di nuovo una squadra.
 
Non voleva perdersi nemmeno un secondo di quei futuri momenti.
 
“Te lo ripeto, ti senti pronta per questo test? Puoi scegliere di sostenerlo quando ti sentirai più pronta, in fondo lo sport può essere un lavoro, si, ma soprattutto è uno svago”
 
“Si… anzi a dirla tutta non vedo l’ora di mettermi alla prova”
 
“Questo è lo spirito giusto” affermò la donna “hai due ore di tempo; pensa con cura, ogni volta che scegli una carta, a quanto bene essa leghi con le altre carte e a come potrebbe arricchire la tua strategia”
 
“Stia tranquilla, ci sono” ribatté perentoria la giovane
 
Un altro ghigno si compose sulla bocca, celata, di Mika, stava cominciando a piacergli davvero quella ragazzina.
 
“E allora… pronti… VIA!”
 
L’emozione la fece in un primo momento scivolare ma poi, recuperato l’equilibrio, la ragazza varcò determinata la porta del locale e si lanciò subito ad estrarre quanti più cassetti possibili appartenenti alla sezione delle carte bianche; le era ben chiaro cosa stesse cercando: spirit non per forza dotati di effetti burst o alti valori di PB ma con grandi qualità difensive e, possibilmente, appartenenti al genere “Pesce Volante”; magie utili in fase di blocco o, comunque, capaci di interferire con la fase d’attacco avversaria; nexus capaci di concatenare effetti positivi e legare bene con il genere dominante del suo mazzo. Non poteva sbagliare, i professionisti non lo facevano.
 
“Ok, per prima cosa via i due Lord-Bravan e buona parte delle magie con effetti burst e dentro qualche brave che abbia simbolo” mormorò tra se e se estraendo due carte Paguro Adamantino da uno scomparto “ottimo, hanno tanti PB in stato di spirit e un buon effetto difensivo in fase di brave, non eccezionale come quello Falco Assilitore ma in compenso hanno, appunto, quel simbolo che a me manca”
 
Aggregò le due carte alla sua mano abbandonando i due brave bicolore dotati di effetto burst e riprese a scrollare le carte alla ricerca di un altro brave spendibile; certo, questo avrebbe dovuto significare rinunciare ad uno dei suoi due adorati Falco Assalitore ma per vincere un duello era anche necessario attaccare oltre che difendersi.
Le sue dita danzarono tra i fogli plastificati fino ad arrivare a Dragoscudo Intrepido Drago Argenteo: era perfetto, aveva simbolo, condizioni per il brave molto semplici e un effetto come Immunità, difensivo ma non vincolato alla fase di blocco.
 
“Ho ammucchiato qualche carta del genere “Drago Corazzato” ultimamente” commentò “potrei usarlo come secondo genere su cui costruire il mazzo, aggiungere altre carte e combinare il tutto con qualche nexus”
 
Così fece, rinunciando a malincuore ad un nexus e alcune magie, e completò l’opera aggiungendo un paio di magie verdi, una avente un effetto burst (quindi con almeno un effetto su due utilizzabile a gratis) e Effetto Specchio, molto più popolare in passato ma ancora parecchio utile nell’agevolare il ricambio rapido delle carte, una delle principali debolezze di molti mazzi bianchi.
Sorrise a quel pensiero; gliel’aveva fatto notare pure la signorina Mika come si fosse messa in un bel casino nello scegliere proprio quel colore per iniziare ma lei non poteva farci niente: mica era colpa sua se il suo idolo usava quello, Starck-sensei avrebbe anche potuto scegliere di aggiungere le carte rosse un po’ prima.
 
-Stai calma tigre- si disse mentre aggiungeva le ultime carte scelte -non sai gestire bene gli attacchi, cosa te ne saresti fatta delle carte rosse?-
 
“Molto simpatica” rispose, quasi stesse parlando davvero con un’altra persona “ricordami quanti duelli sono stati vinti senza attaccare”
 
-Beh, Mari può rius…-
 
“Nomina un’altra volta Mari e ti licenzio come voce interiore” sentenziò richiudendo a malincuore il cassetto delle carte rosse “ma perché le mie carte più scarse devono avere costo 2?”
 
-A parte il fatto che Tripede ha costo 1, di cosa ti sorprendi? Tutti gli spirit bianchi hanno costi elevati, la prossima vita ti scegli un colore più facile-
 
“Sai, per la prossima vita spero vivamente che tu non reincarni… o perlomeno che la tua versione 2.0 sia più collaborativa”
 
-Intendi dire più leccaculo, vero?-
 
“Ecco, appunto” la tagliò fuori, voltandosi per bussare alla porta “Mika-se… cioè, eremita di Battle Spirits? Ho concluso”
 
La porta scorrevole si spalancò quasi lanciata e la ragazza venne praticamente assalita da una Mika tanto eccitata da essersi messa a saltellare come una ragazzina e, da par suo, l’allieva era pressoché certa che, se solo le fosse stato visibile, il sorriso a trentadue denti che la donna aveva dipinto in viso l’avrebbe abbagliata da quanto sarebbe stato splendente; era incredibile, se in solo due giorni aveva reso tanto fiera la sua insegnante con un po’ di vero allenamento avrebbe potuto mostrare a Mari e Hajime di che pasta era fatta.
 
-Spera di non essere pasta di sale allora-
 
Perfetto, adesso l’ironia della sua vocetta interiore la divertiva pure; doveva esserci qualcosa di masochistico in lei.
 
-Beh, la mia migliore amica è Mari, se non è masochismo questo- si disse prima di essere riportata alla realtà dalle occhiate degli altri quattro (anzi tre, quelli di Mika non poteva vederli) presenti, intenti a guardarla come se fosse impazzita.
Solo dopo che Kobushi ebbe alzato l’indice come per fare un appunto si rese conto che erano almeno tre minuti che era ferma in mezzo alla stanza a parlare con se stessa con attorno un circolo di persone intente a farle i complimenti; contrita, ella fece un rapido inchino di scuse e poi estrasse il suo rinnovato mazzo dal portamazzi mostrandolo alla sua istruttrice.
 
“Lo ho studiato attentamente e sono convinta che si farà valere…” esplicò “… ma vorrei comunque testare il mio nuovo mazzo in un vero duello, maestra; sarebbe disposta a darmi una seconda chance?”
 
“No” sentenziò l’altra
 
La giovane poteva sentire il castello di vetro delle sue speranze sbriciolarsi ma non abbassò lo sguardo ne lasciò trasparire nessuno sconforto; non ne aveva, quella risposta era stata come una pugnalata al cuore, ma non poteva di certo definirla inattesa.
Era stato piuttosto presuntuoso da parte sua dare per scontato che bastasse così poco per meritarsi la rivincita ed era più che pronta accettare qualunque nuovo test che fosse passato per la mente della sua insegnante quando ella decise che l’aveva tenuta sveglia abbastanza.
 
“C’è qualcun altro che vorrebbe essere lo sfidante del tuo primo duello” proseguì la padrona di casa prima di farsi cerimoniosamente da parte e lasciare la ragazza libera di incrociare lo sguardo del suo avversario designato: Tanashi Tegamaru, leader in pectore del nobile casato dei Tanashi ma soprattutto, data la situazione, campione del mondo di Battle Spirits.
 
Nemmeno a sognarlo sarebbe riuscita ad immaginare un duello d’esordio più affascinante.
 
“È-è u-un onore…” esordì traballante, ma il ragazzo dai capelli blu la fermò subito e, senza dire una parola le fece da guida verso la sala esterna del tempio, quella in cui Mika aveva fatto installare il terreno di gioco tridimensionale, ove li attendevano due figure, un uomo e una donna, vestiti con abiti tradizionali dello shintoismo e che reggevano nelle loro mani le divise da duello dei due contendenti.
 
“Io l’ho già vista” disse la ragazza osservando l’uomo “lei era il barista del chiosco dove la signora Mika mi ha avvicinato”
 
“Hai buona memoria ragazzina, un’ottima dote per giocare a BS” replicò quello “piacere, io sono Kisaragi Hiroto del tempio Kisaragi; assieme a mia sorella Sayaka, mia cugina e altri della mia famiglia ci prendiamo cura di questo luogo da generazioni”
 
“E cosa centra Battle Spirits con tutto questo?”
 
“Oh, è molto semplice” si inserì la donna “in famiglia siamo tutti grandi appassionati, per cui se possiamo dare una mano a nostra cugina lo facciamo più che volentieri… siete pronti?”
 
“Si!” esclamò Tegamaru
 
“Allora è tutto vostro”
 
“VARCO APRITI! ENERGIA!”   
 
 
 
Per quanto negli ultimi tempi avesse fatto fatica ad entusiasmarsi per Battle Spirits, Hajime Hinobori non avrebbe mai pensato che le prime parole che avrebbe pronunciato una volta entrato nel club Kisaragi la notte dell’ultimo duello del campione europeo Starck sarebbero state “e lei cosa ci fa qua?”.
A sua difesa va anche detto che non vedere Mika dietro il bancone in un giorno così speciale, era pure natale, e trovarci invece un esaltatissimo Arata intento a far volteggiare le bottiglie come un vero barman (che non era e ciò era testimoniato anche dalla presenza di scopa, paletta e cestino trasportabile accanto all’asse).
 
“Il locale è aperto per l’evento speciale e la signorina non voleva rinunciare ai possibili guadagni” rispose l’uomo versandosi in un bicchierino un liquido di colore ambrato “è per il brindisi in onore di Anthony, questo scotch me l’hanno regalato proprio lui e Wally McCoy”
 
“Ma scusi, perché la sorellona non c’è se voleva guadagnare?” incalzò ancora il ragazzo con la fascetta
 
“Potresti anche farti gli affari tuoi per una volta!” imprecò Kimari dietro di lui
 
“Figurati, volete qualcosa da b…”
 
La frase dovette per forza di cose interrompersi, in ogni caso essa sarebbe stata resa inudibile dal fragore fatto dalla bottiglia appena schiantatasi sul pavimento.
 
“È sicuro che Mika abbia chiesto proprio a lei di sostituirla?”
 
L’uomo non rispose, fece qualche movimento a caso e tergiversò per alcuni minuti per poi gridare “guardate, sta iniziando!” esattamente nel momento in cui il maxischermo si attivò; sconcertata, Kimari lasciò perdere: aveva già fin troppi bambini di cui occuparsi, non poteva mica dedicarsi pure ai trentenni troppo poco cresciuti e in ogni caso non le interessava più di tanto, bastava che non distruggesse il locale o tutta l’inventario.
A differenza di lei, Hajime invece, non appena aveva udito l’ultima frase del campione, si era voltato e aveva inchiodato il suo sguardo sull’enorme display, preso da un entusiasmo molto comune gli anni passati ma che nei tempi recenti non aveva avuto molto spazio nella sua vita; chissà, magari era proprio di un bel duello che aveva bisogno per rinverdire la sua passione.
 
-Se è così, lo scopriremo presto… ecco, inizia-
 
Il tempismo dell’annuncio fu pressoché perfetto perché nell’istante immediatamente successivo il locale, già riempito da numerosi appassionati appena arrivati, venne praticamente scosso dall’onda d’urto provocata da uno dei più potenti “SEXY? NO GALAXY!!” che avesse mai sentito e poi pervaso dalla voce esaltata del commentatore sparata a tutto volume dagli altoparlanti.
 
“BBBEEEENVENUTI APPASSIONATI DI BATTLE SPIRITS DI TUTTO IL MONDO!!” urlò il biondo raggiungendo i decibel di un martello pneumatico “oggi siamo qui per un evento importante nella storia del nostro amato sport, uno di quelli che segna il passaggio da un’epoca all’altra della disciplina, perché quello che avrà inizio tra pochi minuti sarà l’ultimo incontro da professionista del campione europeo Anthony Starck!”
 
Le luci dei riflettori traslarono dal presentatore lungo il tappeto rosso steso tra il palco e l’ingresso dove si fermarono per illuminare le due figure chiave della serata, uno accanto all’altro: un ragazzo di almeno vent’anni, molto alto e prestante con capelli neri lunghi fino alle spalle e un accenno di barba dello stesso colore, ma soprattutto un elegantissimo Anthony che mascherava, a fatica, sotto un’espressione salda gli occhi lucidi e portava sottobraccio una specie di fazzoletto. I due si fecero avanti e raggiunsero il palco accanto al presentatore che fornì nome cognome e generalità dei due contendenti, resistendo come poteva alle “aggressioni” dell’inglese che, in piena trance agonistica, continuava a cercare di abbracciarlo.
 
“Eddai, devo lavorare!” esclamò divertito il biondo “e cosa diavolo è quella roba che ti sei portato dietro?”
 
“Questa “roba” è un regalo del Newcastle United per la mia festa d’addio” replicò l’altro quasi offeso “la maglia bianconera del mio idolo, Alan Shearer, da lui autografata; è il secondo più bel regalo che avrei potuto ricevere in questo giorno”
 
“E quale sarebbe il primo?”
 
“Segreto” rispose ironico incontrando lo sconforto dell’intervistatore “tranquillo, se tutto dovesse andare bene lo scoprirete presto”
 
“Speriamo sia così allora” concluse il nipponico per poi rivolgersi ancora al pubblico “prima di iniziare questo duello vorrei prendermi qualche minuto per un intervento”
 
Le luci si concentrarono tutte nella porzione di palco occupata dal presentatore e la telecamera centrò sul suo volto: espressione professionale e solenne al massimo.
 
“Il duello di questo natale sarà anche occasione d’esordio per il nuovo sistema di raccolta dell’energia progettato dal professor Hinobori Mahiru, ideatore del terreno di gioco 3D; il professore e il signor Anderson, CEO di SuperNova, hanno ritenuto necessario organizzare una prova pubblica del nuovo sistema di raccolta e stoccaggio al fine di dimostrare la funzionalità e l’efficacia del progetto. Per il suo futuro ampliamento e sviluppo, i due leader hanno istituito un fondo di ricerca aperto a donazioni e ci tengono a dimostrare la trasparenza e validità dell’operazione; a tal proposito, durante tutta la trasmissione, in sovraimpressione saranno trasmesse le informazioni necessarie per effettuare tale operazione… EEE ORA DIAMO INIZIO ALLE DANZE: VARCO APRITI! ENERGIAAA!!”
 
 
TURNO 1
 
 
Il lancio della moneta assegnò al campione europeo in carica il turno d’apertura, condizione generalmente ritenuta una potenziale arma a doppio taglio ma che all’inglese, forte anche di una mano molto fortunata, non sembrò dare particolari problemi.
 
“Evoco Roboraptor a livello 1 e Armadicertola a livello 2, dopodiché concludo il mio turno” dichiarò nel consueto tono suadente ed elegante “avanti ragazzo, mostrami il valore della tua spada”
 
“Ahh h ma perché è sempre così teatrale?!!!” sbraitò Kimari davanti allo schermo “poi si lamenta che tutte le volte che parla nessuno capisce mai cosa vuol dire!!”
 
“Anthony è fatto così, vede duelli tra nobili cavalieri ovunque” mormorò dietro di lei un’Arata che era già stato totalmente catturato “certamente la sorte ha fatto la sua parte ma la mano che ha giocato è stata estremamente intelligente visto che con due spirit ha guadagnato tre potenziali riduzioni di costo; sono curioso di vedere come risponderà il suo avversario”
 
Ovviamente l’ex campione del mondo non dovette attendere che pochi minuti prima di veder risolta la sua curiosità ma, non appena essa si fu diradata, il suo posto venne preso immediatamente da un altro sentimento: il dubbio, anzi lo sconcerto. Il ragazzo belga aveva infatti fatto una mossa che, così di primo acchito, gli risultava poco chiara: aveva consumato tutti e cinque i suoi nuclei per evocare un nexus, uno bellissimo chiamato Grande Orologio Floreale ma che ovviamente non cancellava il fatto che fosse appunto una carta terreno.
 
“Di solito non è una buona idea esporsi così ad uno come Anthony” osservò “ora, grazie all’effetto di Roboraptor, potrà accelerare sin da subito il ricambio delle carte”
 
“Che abbia pescato una brutta mano d’apertura?” ipotizzò Kataru
 
“Può darsi ma allora avrebbe dovuto lasciare qualche nucleo nella riserva per usarlo in azione lampo” replicò l’improvvisato barman “più probabilmente a pescato parecchi spirit costosi pressoché impossibili da evocare nei turni iniziali e ha preferito puntare sul controllo del terreno…”
 
L’uomo con la cicatrice a croce continuò nel suo ragionamento e, attorno a lui, tutti i “suoi ragazzi”, pur senza mai levare gli occhi dallo schermo, lo ascoltavano estasiati. Era sempre meraviglioso sentire le sue analisi.
 
“… ciò non toglie che al prossimo turno Anthony pescherà due carte e la cosa potrebbe durare anche per altre due o tre tornate” concluse e Hajime emise un sospiro malinconico: se ancora aveva tutta questa passione perché voleva smettere? Non aveva senso.
 
Persi tra pensieri e speculazioni strategiche i ragazzi del liceo e il loro maestro quasi non si accorsero che il terzo turno era appena stato dichiarato ma, in tutta sincerità, avrebbero anche potuto non vedere nulla di quel turno e sarebbero comunque stati in grado di descriverlo perché tutto si svolse esattamente come aveva previsto il campione: evocazione di uno spirit Gulnearl Bestia Corno a livello 1 (“evocherà uno spirit di medio livello o un nexus a seconda di cosa si ritroverà in mano”) con conseguente abbassamento di Armadicertola al medesimo livello e attacco di Roboraptor conclusosi, ovviamente, con la distruzione di una vita e la raccolta di una nuova carta dal mazzo.
Il turno più telefonato che i membri del club liceale di Battle Spirits fossero in grado di ricordare si concluse così, quasi anonimamente, esattamente come era iniziato.
 
All’apertura della tornata successiva, la quarta totale e seconda individuale per il ragazzo belga, però qualcosa sembrava essere diverso: Thibaut Van Der Horst aveva prima impilato e poi appoggiato sul bancone metallico quattro delle sue carte mentre nella sua mano ne restava solo una che osservava con un’espressione per lui molto strana visto che era il suo primo sorriso da che era iniziato il collegamento.
 
laten we de dans openen
 
 
 
TURNO 3
 
 
“Fase iniziale: fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero”
 
Le quattro gemme usate per pagare il costo della magia Fortezza Esplosiva durante il precedente turno raggiunsero le due già presenti nella riserva di Tegamaru sotto lo sguardo attento e non completamente soddisfatto del loro proprietario; sapeva benissimo che sacrificare così presto una delle, praticamente, uniche tre magie burst difensive del suo mazzo non fosse il migliore dei piani ma le carte rosse erano notoriamente le peggiori per quanto riguarda l’incremento dei nuclei e, sfortunatamente, il suo caro Dragone Amaterasu costava parecchio.
 
“Ok, fase principale: evoco in quest’ordine Kakyuso, Nodeppo e Golhorn Aquila Corna d’Oro tutti a livello 1” proseguì a fiume il blu “e colloco il burst”
 
“No per…!” imprecò Kobushi ma era già troppo tardi, la carta era già stata appoggiata.
 
Passata la foga del momento, Tegamaru ci mise nulla a capire di aver appena fatto un errore da principiante assoluto, se infatti avesse posizionato il burst prima di evocare Nodeppo avrebbe potuto sfruttare il suo effetto all’evocazione per distruggere uno qualunque tra Tripede e Moonshouo Bestia Lunare, i due guerrieri schierati da Shizuku a difesa delle sue vite, mentre così quella del scoiattolo cannoniere risultava sostanzialmente, escluse le riduzioni dei costi, uno spreco.
 
-Hanno ragione Chihiro e Kobushi, da che ho Amaterasu sono diventato più disattento- commentò Tanashi nella sua testa -ho troppa fretta di evocarlo e finisco per fare stupidaggini indegne di un campione del mondo-
 
L’erede dei samurai alzò la testa verso la metà avversaria del ring per osservare i suoi potenziali bersagli.
La bestia quadrupede del colore del cielo notturno era a terra, abbattuta dalla fatica per aver portato un attacco (peraltro reso infruttuoso da Fortezza Esplosiva), mentre al contrario il grosso pesce a tre gambe era ben saldo su di esse e pronto a difendere la postazione dietro di lui (anche perché in fase offensiva era inutile); poi c’era lei che, da che era iniziato lo scontro, praticamente aveva parlato il minimo indispensabile e pareva tesa come una corda di violino in ogni attimo della loro battaglia. Forse si era sbagliato, era convinto che una sfida col campione del mondo l’avrebbe stimolata a tirare fuori il meglio di lei quando l’unico effetto che sembrasse aver avuto fosse quello di innalzare l’ossequioso rispetto della coetanea al massimo livello.
 
-Sono certo che, sotto tutte quelle fisime, ci sia una grande duellante- pensò prima di inclinare il suo terzo spirit “fase d’attacco: vai Golhorn, colpisci con il tuo Impatto Devastante
 
L’aquila cornuta spiegò le sue maestose ali e si lanciò all’attacco avvolta da una fiammante aura rossa, la classica rappresentazione grafica del suo effetto peculiare, in direzione dell’unico combattente avversario in grado di bloccarla; lo scontro tra i due fu violentissimo e il pesce bianco dimostrò come, almeno in difesa, sapesse il fatto suo ma alla fine la differenza di PB era ciò che contava e in quella vi era una netta vincitrice.
 
“Termino il turno” sentenziò Tegamaru “forza Himekawa, dimostrami cosa davvero sai fare”
 
 
TURNO 4
 
 
-Dimostrami cosa davvero sai fare-
 
La frase appena pronunciata dall’avversario risuonò nella testa di Shizuku come il rintocco di una campana e, proprio come essa, fu per la ragazza il segno di un nuovo inizio. Del resto lui aveva ragione, tanti discorsi sul fatto che stavolta fosse cambiata davvero, che fosse pronta, che avesse fiducia nel suo mazzo e nelle sue capacità e poi la “nuova” lei si dimostrava tanto simile alla “vecchia” lei? No, non poteva andare così.
 
“Fase principale!” esclamò con un tono diverso da quello alternativamente sommesso o robotico che aveva tenuto finora “si prepari Tanashi sensei perché le mostrerò le mie capacità”
 
“Non vedo l’ora”
 
“Evoco Monokerock Narvalo Argenteo e attivo il nexus Fiordo Ghiacciato, entrambi a livello 1” annunciò osservando il magnifico diamante spezzarsi per lasciare il posto al suo narvalo ad otto pinne “fase d’attacco: Monokerock fagli assaggiare il tuo corno!”
 
Non aspettava altro, il mammifero corazzato d’argento, la coda quadripinnata si mise a roteare come un’elica e la bestia partì all’attacco ad una tale velocità che la sua padrona fu quasi convinta che, se anche il suo avversario avesse dichiarato il blocco, quello scatto gli avrebbe permesso di bypassarlo in barba al regolamento del gioco; purtroppo non ci fu modo di sperimentare questa surreale ma affascinante ipotesi poiché, come prevedibile, il campione del mondo affermò di voler rispondere con le vite.
 
“Con il danno alle mie vite posso attivare la magia burst Pescata Tripla” spiegò il leader dei Tanashi afferrando al volo la carta appena lanciata in aria “distruggo uno spirit avversario con 4000 PB o meno, in questo caso Moonshouo, dopodiché pago il costo di attivazione dell’effetto in fase principale e pesco due carte per poi scoprirne una terza che, se essa è uno spirit rosso, posso aggiungere alla mia mano”
 
Il blu sollevo le prime due carte dal mazzo e le aggiunse alla mano senza degnarle di un secondo sguardo, poi voltò la terza e la rivelò ai presenti; era uno spirit rosso ma non proprio quello che sperava.
 
“Aggiungo Dragone Kagutsuchi alla mia mano” fece infine il giovane cedendo di nuovo il palcoscenico alla coetanea
 
“Per me può bastare” si limitò ad aggiungere lei scherzosa “mi sa che le tocca pescare ancora”
 
“Eh già” replicò sorridente l’altro muovendo la mano verso il mazzo
 
Non appena l’arto gli fu sopra, qualcosa di simile ad un brivido attraversò la spina dorsale del samurai facendolo irrigidire e una strana intuizione si fece largo nella sua mente; chissà, forse la magia di prima non era stata del tutto inutile.
 
-Finalmente sei arrivato mio fedele compagno- sussurrò mentalmente il giovane con sincero affetto -bene, che ne dici di mettere alla prova le capacità della nostra nuova amica-
 
Un ruggito acuto e solenne sembrò arrivare alle sue orecchie.
 
-Si, lo credo anch’io-
 
 
 
Se i ragazzi di Kadode avessero avuto anche solo una minima conoscenza del fiammingo avrebbero certamente potuto convenire che si, Thibaut Van Der Horst era decisamente stato di parola.
 
Nei due turni che giocò dopo aver annunciato (nella lingua delle fiandre) la proverbiale apertura delle danze in effetti fu scatenato; certo a degli occhi inesperti sarebbero potuti non sembrare nulla di trascendentale, non c’erano state ne evocazioni di massa ne attacchi forsennati e, a dirla tutta, Anthony era ancora in vantaggio nel conto delle vite, ma erano stati giocati con molta intelligenza e ora, all’alba del settimo turno il suo schieramento era ben strutturato: Raijoule Bestia del Tuono di livello 3 era l’attaccante di cui sfruttare (come già accaduto al quarto turno) l’effetto Sacralità tanto per recuperare vite quanto per costringere l’avversario bloccare uno spirit dotato di un buon quantitativo di PB; con obblighi difensivi invece era schierata Angelia Kleio, non fortissima certo ma con un interessante effetto che le permetteva di sfruttare la distruzione di spirit di costo 2 (lei stessa compresa) per pescare nuove carte dal mazzo; infine, a dominare il terreno di gioco, stava la gigantesca torre dell’orologio arborea di cui pochi conoscevano gli effetti ma che il suo proprietario si era premurato di elevare a livello 2.
 
Al contrario, la situazione per Anthony sembrava essere decisamente più complicata.
 
“Attivare il nexus Altare Stellare non basta per pareggiare la carta terreno dell’avversario…” commentò Arata osservando con attenzione i due schieramenti “… e, anche se non poteva fare altro, perdere un jolly come Armadicertola è un brutto colpo”
 
“Lei dice? A me non sembra che Starck-sensei sia messo così male” ribatté Hajime “gli ha appena tolto due vite e, tra l’effetto di Roboraptor e quello di Gulnearl, pesca carte a fiumi; vedrete che a breve troverà anche Apollodrago Ascendente e Lunatech Strikewurm
 
“Ma sei un genio!” esclamò Kimari
 
“Eh eh, modestamente”
 
Niente oh, gli mancavano proprio le basi.
 
“Già, se non teniamo conto del fatto che, trovando Lunatech con quell’effetto, sarebbe costretto a spostarlo in fondo al mazzo sarebbe un piano perfetto”
 
“Che in… oh”
 
“Eh si, proprio “oh” caro il mio pesce lesso” continuò la ragazza “per fortuna immagino che i ragionamenti di Starck-sensei siano un po’ meno semplicistici dei tuoi”
 
“Ehm, ragazzi” si inserì Manabu “non vorrei rovinare il quadretto ma rischiate di perdervi il settimo turno”
 
Come risvegliati da un’ipnosi, i due litiganti misero in standby il loro bisticcio e tornarono a focalizzarsi sullo schermo giusto mentre Galaxy annunciava l’apertura, appunto, del settimo turno, il quarto appartenente al campione europeo.
 
 
TURNO 7
 
 
“Fase iniziale: nuclei, acquisizione e recupero” dichiarò rapidamente il biondo destreggiandosi tra le operazioni obbligatorie di inizio turno “fase principale: utilizzo la magia Carta della Rinascita e pesco due carte dal mazzo, dopodiché abbasso Gulnearl a livello 1 ed evoco Dragone Kagutsuchi
 
Il drago coi tratti di un grifone andò ad occupare il posto lasciato libero dal cucciolo bianco distrutto il turno prima e ruggì con ferocia dimostrando di avere ancora voglia di spiegare le sue enormi ali di fuoco; vedendo tanta grinta il suo padrone decise che sarebbe stata una villania non concedere al suo soldato l’onore della battaglia e lo lanciò all’attacco accompagnato dallo stesso spirit a cui il dragone aveva sottratto i nuclei.
 
“Attivo gli effetti di Dragone Kagutsuchi e Gulnearl al momento dell’attacco: pesco una carta e poi ne rivelo altre tre, se tra esse c’è uno spirit o un brave del genere “Drago Astrale” posso aggiungerlo alla mia mano”
 
Le tre carte vennero avvolte da un bagliore rosso e fluttuarono al centro del tavolo metallico sulla postazione disponendosi una accanto all’altra; si scoprirono una alla volta, le tre, ma gli occhi del loro padrone la terza non la videro mai.
 
-Sei arrivato finalmente- ghignò, totalmente assorto dalla nuova carta rossa che quasi nemmeno notò il fatto che, contro ogni pronostico e pure contro una buona dose di logica, l’avversario aveva risposto con la vita ad entrambi gli attacchi.
 
“AAATTTEEENNZIONEEE!!!” urlò Galaxy entusiasta “siamo solo al settimo turno e Van Der Horst è già rimasto con un’unica vita; per un duello che, finora, non ha visto l’utilizzo di spirit on effetti burst è un risultato impressionante!”
 
“Stavolta devo ammettere che neanche io riesco a capire cos’abbia in mente” commentò da fuori un pensieroso Arata
 
“Chissà, forse lo abbiamo sopravvalutato” ipotizzò Kimari altrettanto poco convinta “nell’organizzare lo schieramento è bravissimo ma poi fa di certe stupidaggini che…”
 
“Amici, state dimenticando che ha battuto Leonard” puntualizzò Kataru inserendosi nella conversazione “io penso che sia meglio aspettare il turno di replica per dare giudizi”
 
 
TURNO 8
 
 
Trattandosi di un consiglio pieno di logica tutto il gruppo dei ragazzi del club più Arata decise di dare ascolto all’invito di Kataru e gli occhi di tutti, esclusi per un secondo proprio il campione e Manabu che si scambiarono uno strano cenno d’intesa, tornarono a centrarsi sul grande display, ansiosi di studiare la risposta che il belga aveva in serbo.
 
“Fase principale!” esclamò nel suo tentennante inglese quello, estraendo da quelle in mano ben tre carte “abbasso a livello 1 il mio nexus e Kleio ed evoco al loro fianco Guerriero Calibro e Guerriero Magnum di livello 1 e il nexus Nave Madre dell’Infinito di livello 2”
 
I due diamanti dei mitraglieri robotici e lo squarcio nel cielo da cui poi emerse la nave si guadagnarono gli sguardi e gli “ohh” ammirati di tutti gli spettatori collegati da ogni parte del mondo che ora erano davvero ansiosi di vedere come si sarebbe la fase d’attacco successiva.
 
Rimasero molto delusi quando gli fu chiaro che non ce ne sarebbe stata una.
 
“Okay, questo è strano” ammise Kataru “io almeno con Raijoule avrei attaccato, mal che vada ti sbarazzi di Roboraptor
 
“È come vi ho detto io” rincarò la dose Kimari “è un grande organizzatore di strategie e di schieramenti ma poi non riesce a metterli in pratica”
 
“E allora come avrebbe fatto a battere Leonard?” domandò Hajime con aria supponente
 
“MA NON LO SO, PER DIAMINE!! PER QUEL CHE NE SAPPIAMO POTREBBE ANCHE AVER AVUTO FORTUNA!!” imprecò l’esasperata ragazza attirando su di se l’attenzione di almeno metà della fauna del club in quella sera di natale “E POI IO NON HO MAI DETTO CHE SIA UNO SCARSONE, SOLO CHE, FORSE, LO ABBIAMO SOPRAVVALUTATO!!”
 
L’urlo fu così potente da generare un’eco all’interno dello stesso locale, Arata si mise teatralmente a protezione delle bottiglie come avesse il timore che l’onda d’urto generata dalla voce dell’allieva potesse romperle e molti spettatori decisero di tenere i loro sguardi fissi su di lei invece che ritornare al duello; la povera Kimari era rossa come un pomodoro.
 
“AHHH MA PERCHÈ MI PORTI SEMPRE A FARE QUESTE FIGURE DI MERDA!! HAJIME HINOBORI, IO TI DETESTO!!”
 
Se possibile, il destro che fece seguito a quell’imprecazione attirò ancor di più l’attenzione di lei dato che la maggior parte dei presenti non avrebbe mai immaginato di vedere un colpo degno di un peso massimo eseguito da una “dolce e fragile quindicenne”.
L’impatto fu molto più devastante di quello scritto sulle amate carte rosse del malcapitato ma ebbe il merito, oltre che di avergli incrinato qualche ossicino della mandibola, di fargli voltare la testa verso il megaschermo proprio al momento più perfetto della mano in corso.
 
 
TURNO 9
 
 
Incredibile ma vero, alla fine forse gli sarebbe toccato pure di ringraziarla per averlo picchiato.
 
“Fase principale: attivo il nexus Galassia Splendente!”
 
Nell’anello e in tutto l’ambiente virtuale circostante la temperatura iniziò a calare e l’aria si tinse di un blu scuro e profondo come quello del cielo di notte, oscurando il terreno di gioco fino a non vedere quasi nulla; poi però, poco alla volta, sull’enorme telo nero cominciarono ad apparire dei puntini arancio-giallastri che con raggi di luce puntellarono qua e l’arena squarciando quel buio, l’intensità del loro bruciare crebbe rapidamente e in attimo si ritrovarono tutte collegate da fasci altrettanto splendenti, come all’interno di un bellissimo quadro; infine quello che sembrava essere l’abisso, il punto più nero da cui provenivano tutte le tenebre, si squarciò e da esso emerse una nebulosa dalla luce intensissima che irradiò con le sue dorate emissioni quel cielo e il terreno riscaldandolo. Una vera meraviglia.
 
Al club di Mika, tutti gli spettatori osservavano quell’attivazione come incantati e probabilmente la stessa cosa accadeva in tutti i club BS del mondo in cui il duello veniva proiettato perché per tutti quelli che si erano appassionati al gioco (come molti dei giovani presenti) o avevano giocato da professionisti (come molti degli adulti) durante la “Constellation Saga” Galassia Splendente non era solo UN nexus.
Era IL nexus, quello che tutti desideravano durante la caccia alle rare-x dello zodiaco, le carte realizzate solo in cinque copie per segno.
 
Soprattutto, era stata una delle armi decisive usate dal campione Arata Yakushiji nel duello che aveva segnato la loro vita di professionisti e appassionati: quello contro Anthony.
 
“Non è ancora finita perché evoco anche Spineed Hayato Volatile Lanciere; utilizzo i nuclei di Roboraptor, che viene così eliminato, per pagarne il costo” incalzò “infine utilizzo la magia Carta Siderale: scopro le prime tre carte del mazzo e, se tra esse ci sono uno o più spirit dei generi “Guida Luminosa”, “Stella Suprema” o “Drago Astrale”, li posso aggiungere alla mia mano”
 
Come esplicato dall’uomo, le tre carte raggiunsero fluttuanti il centro del tabellone e si rivelarono davanti ai suoi occhi. No, decisamente non era stata una cattiva mossa, usare quella carta magia.
 
Lunatech Strikewurm Drago della Luce Lunare è del genere “Stella Suprema” e quindi posso aggiungerla alla mia mano” terminò il biondo facendo poi un cenno con la testa all’avversario “forza, ora tocca a te”
 
 
TURNO 10
 
 
Forse non voleva semplicemente che l’invito del suo illustre collega cadesse nel vuoto ma il ragazzo belga praticamente aveva già iniziato le fasi obbligatorie del suo turno quando quello dell’altro non era ancora neppure terminato e così, quando il rivale gli fece cenno che fosse il suo momento, questi aveva già pescato e appena visionato la carta.
 
“Attenzione duellante Van Der Horst” intervenne Galaxy “l’ordine delle fasi deve essere sempre rispettato, così come i tempi che ognuno dei contendenti sente di dover impiegare; si tratta di una violazione minore per cui mi limiterò ad un richiamo formale ma, se la cosa dovesse ripetersi, mi vedrò costretto ad assegnarle un’ammonizione”
 
“Si, mi scusi” replicò l’altro con un tono così asettico da farlo sembrare un robot “fase principale: abbasso Raijoule al primo livello ed uso i suoi nuclei per evocare l’angelo che illumina i cieli: Grande Angelia Sophia di livello 1!”
 
La creatura divina appena richiamata discese sul terreno dormiente e nascosta al resto del mondo attraverso una specie di bozzolo delle sue ali; in quel buio la donna spalancò gli occhi azzurri e si rivelò al mondo liberando l’intera sua apertura alare e facendo piovere piume sul terreno.
 
“Attivo l’effetto all’evocazione di Sophia grazie al quale posso evocare dalla mano uno spirit del genere “Bestia Immaginaria” senza pagarne il costo; evoco Perython Volatile dell’Arco Sacro!”
 
Un’altra gemma dorata apparve a mezz’aria e un forte vento iniziò a soffiare nell’arena piastrellata; un intenso fascio di luce scaturì dall’indice dell’angelo puntato verso il cielo, trapassò le nuvole e ritornò sulla terra investendo il simbolo e consumandolo come fosse acido. Quando la luce si spense il simbolo non c’era più, al suo posto fluttuava una strana creatura con corpo e ali d’aquila ma testa e zampe di cervo, ricoperta da un’armatura dorata e tra le cui corna era teso un filo argenteo.
Dalla parte opposta del ring, Anthony Starck non poté fare altro che guardare ammirato quell’apparizione. Conosceva lo spirit per cui sapeva perfettamente cosa stesse per accadere e la cosa lo eccitava, in più era sempre stato un amante del disegno fantasioso delle carte gialle.
 
“Elevo il nexus Grande Orologio Floreale a livello 2 e poi produco il brave tra Grande Angelia Sophia e Perython Volatile dell’Arco Sacro, utilizzando il nucleo recuperato per completare l’elevamento dello stesso brave spirit a livello 2”
 
La chimerica creatura appena evocata sparì lasciando dietro di se solo armatura e arco che andarono rapidamente a proteggere il corpo della ragazza alata e ad armare il suo braccio destro, trasformandola quasi in una valchiria.
 
“Fase d’attacco: grazie all’effetto del nexus Grande Orologio Floreale a livello 2, i miei brave spirit non possono essere bloccati da spirit avversari di costo pari o inferiore a cinque; e allora forza brave spirit! Tocca a te!” annunciò il corvino dimostrando finalmente un po’ più di entusiasmo “attivo l’effetto al momento dell’attacco di Perython in stato di brave: scopro la prima carta del mazzo e, se essa è una carta magia con un effetto da usare nell’azione lampo posso attivare quell’effetto senza pagare il costo della carta”
 
Come era accaduto prima per l’evocazione del cervo alato, un altro fascio dorato partì dall’angelo in armatura per colpire la cima del mazzo e scoperchiare la prima carta. Fu fortunato, la carta era la seconda Consegna Fulminea presente nel suo mazzo per cui l’effetto azione lampo c’era ed era abbastanza generico (pescata aggiuntiva più lieve incremento dei PB) da essere utile in qualsiasi situazione.
 
“Ne rispondo con la vita” affermò l’avversario più per ritualità, attendendo solo che le due frecce scagliate dalla guerriera sfondassero due delle quattro vite che gli erano rimaste
 
“Attivo l’effetto Raggio di Luce di Grande Angelia Sophia e recupero dagli scarti la magia Consegna Fulminea” proseguì il giovane non curandosi minimamente di ciò che accadeva intorno a lui “attacco ancora, stavolta con Guerriero Magnum
 
Forse fu per lo scotto di aver precedentemente subito un attacco senza possibilità di difesa, oppure perché non gli andava a genio di vedersi immediatamente pareggiato nel numero delle vite rimaste, sta di fatto che Anthony Starck commise un errore.
 
“Blocco con Spineed Hayato!” fu in prima istanza la risposta data dal biondo ma poi, nel momento in cui il suo falcone ebbe ragione dell’androide avversario, si rese conto di aver appena fatto un favore al suo sfidante. Questi, difatti, combinando l’effetto di Angelia Kleio con i due effetti dell’altro nexus, quello bianco, che aveva schierato si prese una nuova carta dal mazzo e riprese in mano lo spirit appena distrutto; un guadagno totale, senza perdite.
 
“A lei la mossa, signor Starck” biascicò il ragazzo nel suo zoppicante inglese, consegnando al suo rivale la mano e un bel bagaglio di domande su come continuare quella battaglia
 
 
 
Più che ad una prova, ciò che si trovò a subire Shizuku Himekawa nel quinto turno fu il corrispettivo in Battle Spirits di un bombardamento a tappeto. Sospettava che il burst usato al turno precedente avesse dato i suoi frutti e fu molto felice, significava che stava migliorando nelle letture, quando la sua ipotesi venne confermata dal fatto che il campione del mondo avesse evocato altri due spirit portando a quattro le unità del suo schieramento ma, di certo, mai si sarebbe aspettata che a quello seguisse l’attacco totale che, invece, ne seguì.
 
Quattro spirit su quattro vennero lanciati contro la sua postazione senza che lei avesse possibilità di difenderla e, in un secondo, la giovane si ritrovò dall’essere al comando dello scontro all’essere sull’orlo del baratro.
 
-Quindi è così che duellano i grandi- pensò non riuscendo a trattenere un sorriso di soddisfazione -in un istante si può passare dalla medaglia d’oro al nulla, come alle olimpiadi… mi piace-
 
 
TURNO 6
 
 
“Fase dei nuclei, fase di acquisizione e fase di recupero” dichiarò la corvina, desiderosa di rispondere al fuoco di sbarramento dell’avversario con un’azione altrettanto decisa “fase principale… si prepari perché ne avrò per un po’ “
 
Per la prima volta nel duello, Tegamaru non parve troppo convinto dalle intenzioni della sua sfidante ma ella in realtà aveva già perfettamente tracciato il suo piano nella sua testa. Sfruttando l’oceano di gemme che, grazie al suo avversario, adesso si ritrovava nella riserva la ragazza elevò Monokerock a livello 2 ed evocò Pesce Vela al medesimo livello e Falco Assalitore in forma di spirit, dopodiché…
 
“Che la terra tremi, che le onde si innalzino e che tutti diano il benvenuto all’imperatrice degli oceani” presentò Shizuku in piena trance agonistica “evoco Hogale Balena Portaearei
 
I frammenti del diamante spezzato ricaddero sul terreno di gioco come gocce di pioggia e, dall’istante del contatto col piastrellato, un sottile strato d’acqua iniziò a sollevarsi dal pavimento pietroso; un prolungato suono assordante, simile al grido di una balena, pervase tutta l’area del terreno di gioco e un’ombra nera apparve sulla superficie dell’acqua, ingrandendosi sempre al trascorrere dei secondi sino all’emersione. Un immenso cetaceo argenteo, sormontato da una piattaforma di lancio con torre di controllo annessa aveva appena fatto il suo ingresso in scena.
 
“Non è finita; fusione di Hogale con Falco Assalitore, brave!” fece la sua padrona sovrapponendo le due carte “utilizzo il nucleo recuperato per elevare il brave spirit a livello 2 e poi fase d’attacco: Monokerock e Pesce Vela attaccate”
 
I due spirit si lanciarono all’attacco solcando l’arena come se fosse un oceano e raggiunsero vittoriosi la postazione di Tegamaru; non aveva nulla per bloccarli e, in ogni caso, non ne avrebbe avuto la minima intenzione, così facendo l’altra restava solo uno spirit in difesa della sua unica vita e nessuna carta in mano mentre lui aveva ben quattro combattenti pronti ad attaccare. Aveva già vinto, gli dispiaceva solo di essere riuscito a farlo prima di evocare Dragone Amaterasu.
 
“Ho concluso”
 
 
TURNO 7
 
 
“È stato un gran bel duello, Himekawa Shizuku” esordì il nobile mentre sollevava dal mazzo la sua carta “sono felice che tu abbia accettato il mio invito”
 
“Perché?”
 
“Beh, perché sei amica di due dei duellanti più in gamba che conosco e volevo sapere se…”
 
“No scusi, io volevo sapere perché parla come se avesse già vinto?” lo interruppe seccamente quella
 
Tegamaru non poté trattenere un sorriso.
 
“Brava, così si parla… fase principale: attivo il nexus Isola di Ganryujima a livello 2 e colloco un burst” continuò il blu “fase d’attacco: Nodeppo, Dragone Kagutsuchi attaccate! Attivo l’effetto del mio nexus a livello 2 che mi consente di aggiungere 3000 PB agli spirit del genere “Bestia Imperiale” come Nodeppo
 
Le due bestie si lanciarono all’attacco con la sicurezza di chi sta per concludere lo scontro mentre dalla sua postazione Tegamaru non degnava di uno sguardo la carta che l’effetto di Dragone Kagutsuchi gli aveva permesso di pescare; la sua sola preoccupazione, se così si poteva definire, era sapere quale dei suoi due spirit sarebbe stato bloccato e quale, invece, sarebbe arrivato fino in fondo.
 
“Blocco entrambi gli spirit…” affermò la sfidante “… con Monokerock
 
“Cosa?!”
 
“Attivo l’effetto a livello 2 e 3 di Monokerock Narvalo Argenteo che consente al mio spirit di bloccare anche in stato di affaticamento qualunque spirit avversario senza transevocazione” spiegò con prontezza di spirito “e sfrutto l’effetto di Hogale a livello 2 e 3 che mi consente di aggiungere 3000 PB a tutti i miei spirit del genere “Pesce Volante” portando quindi i punti battaglia di Monokerock a 7000”
 
Il blu non fece quasi in tempo ad alzare lo sguardo verso l’arena che il cetaceo cornuto aveva già infilzato a morte entrambi i suoi combattenti invalidando quella che, secondo lui, avrebbe dovuto essere la sua ultima offensiva. L’aveva fregato, quella novellina l’aveva appena messo nel sacco e lui… lui ne era felice, anzi di più, ne era euforico.
 
“Non pensavo che l’avrei detto ma… a te la mossa”
 
 
TURNO 8
 
 
“Sa una cosa? Nemmeno io pensavo che sarei arrivata a giocare quattro turni contro di lei” scherzò la liceale “ad essere sincera, se si escludono le volte in cui ho aperto il duello, credo di non essere mai riuscita a giocare quattro turni contro nessuno”
 
“C’è sempre una prima volta allora” replicò il blu “forza Himekawa, fammi vedere come giocherai il primo quarto turno della tua carriera”
 
Eccitata com’era, Shizuku non se lo fece ripetere due volte, ormai era quasi certa che il suo avversario avesse in mano Dragone Amaterasu e quindi, se davvero voleva vincere, doveva chiuderla in quel turno; purtroppo per lei, il suo mazzo non la aiutò.
 
“Merda! Auroria Drago dell’Arcobaleno!” imprecò sottovoce guardando un’altra volta la carta che le era toccata “è troppo costosa, non posso evocarla senza abbassare il livello del brave spirit o del mio nexus”
 
Si perché, nel frattempo, Shizuku in quel turno aveva già dovuto usare parecchi nuclei per elevare Hogale fusa in brave e Fiordo Ghiacciato rispettivamente a livello 3 e 2 come assicurazione contro gli imprevisti; purtroppo questo significava anche che, per evocare lo spirit che avrebbe potuto portarle la vittoria avrebbe dovuto sacrificarne uno.
 
“E sia… evoco euforico Auroria Drago dell’Arcobaleno prendendo i nuclei da Pesce Vela che quindi viene eliminato” sentenziò “fase d’attacco: Monokerock e Auroria attaccate!”
 
-Se non dovesse avere Amaterasu in mano, sia Auroria che Monokerock possono bloccare anche se impegnati; se dovesse averlo, li perderei entrambi comunque- pensò mentre osservava i suoi due combattenti oltrepassare la metà dell’anello e lanciarsi a tutta velocità verso il campione del mondo e il suo schieramento.
 
“Blocco Monokerock con Golhorn e rispondo all’altro attacco con la vita”
 
Il narvalo e l’aquila si trafissero a vicenda con le rispettive punte distruggendosi in una grande esplosione congiunta mentre accanto a loro il drago d’argento scatenò il suo respiro di fuoco bianco e metallico sulla postazione mandandola in frantumi.
 
“Alla perdita di una vita si attiva l’effetto burst di Fortezza Esplosiva!” ribatté il blu sollevando la carta “recupero la vita persa e, pagando il costo indicato, forzo la conclusione della fase d’attacco”
 
-E sia- pensò la ragazza -è il momento della verità-
 
 
TURNO 9
 
 
“Posiziono un burst, abbasso Isola di Ganryujima a livello 1 e ritiro i nuclei da Fenneparabola eliminadolo…”
 
Le gemme traslarono alla riserva e lo spirit nel ring svanì dopo essersi adagiato a terra privo di forze.
 
“Con tre nuclei su di esso, evoco il sacro simulacro della famiglia Tanashi, il dio di tutti gli spirit: Dragone Amaterasu Supremo Drago Assoluto!!!”
 
Sapeva che sarebbe stato uno spettacolo ma mai avrebbe immaginato tanto: il consueto rubino non apparve, o perlomeno lei non lo vide, perché il cielo di colpo da limpido che era si fece nero come la pece con le uniche luci date dai lampi che ripetutamente lo squarciavano; in corrispondenza di uno di essi si apri un varco nelle alte sfere e da esse fuoriuscì un ruggito acuto, quasi un sibilo, e poi una lunga figura, così bianca da brillare al buio, che discese sul terreno di gioco mostrando le sue sei ali fiammeggianti, la sua corona di luce solare e il suo feroce e maestoso volto.
 
“Tutti gli spirit escluso il mio dio vengono eliminati dal terreno di gioco”
 
Lo spirit ruggì di nuovo, emettendo un’onda d’urto così potente che alla stessa Shizuku parve di indietreggiare; travolto da essa il drago, già accasciato a terra, si lasciò totalmente andare e crollò fino a sparire nel nulla ma, accanto ad esso, invece l’altro spirit, dopo un primo momento di debolezza, ora si stagliava con vigore sempre crescente.
 
“È l’effetto del mio nexus a livello 2 che assegna a tutti i miei spirit fusi in brave l’effetto Immunità Superiore (rosso/blu); grazie ad esso Hogale resiste all’ordine del tuo spirit”
 
Con un colpo di reni, il brave spirit si rialzò completamente e si sbarazzò dell’oppressione dell’onda d’urto, il suo viso inferocito era puntato dritto verso il divino avversario e nei suoi occhi si poteva leggere chiaramente il desiderio di affrontarlo.
 
“Desideri combattere, vero Amaterasu?” domandò ricevendo in risposta un altro ruggito “bene, ti accontento subito… fase d’attacco!!”
 
La mano del blu inclinò la carta e il drago del sole partì alla carica, avvolto da una luce che sembrava testimoniare la sua natura divina. Dal lato opposto la ragazza non si lasciò intimorire: era il suo momento, quello che attendeva da che aveva iniziato a giocare, e non aveva nessuna intenzione di farselo sfuggire per cui, anche lei, inclinò la carta e osservò la sua guerriera farsi avanti e venire a contatto con il suo avversario.
I due si sfidano, si scambiano colpi, la balena scarica sul mostro divino l’intera batteria dei suoi cannoni cercando di respingerlo mentre l’altro prima resiste e poi contrattacca scagliando, dalla corona solare, una serie di raggi d’energia che l’avversaria a volte schiva e a volte subisce; fattasi largo tra quelle saette, l’enorme bestia colpì poderosamente lo sfidante con la coda facendolo barcollare ma non riuscendo ad atterrarlo e subendo così una violenta controffensiva nella forma di uno stritolamento simile a quello attuato dalle anaconda per uccidere le loro prede.
 
“Ora! Attivo l’effetto di Falco Assalitore quando fuso in brave al momento del blocco!!” gridò la giovane
“aggiungo al mio brave spirit 5000 PB per ogni simbolo presente sullo spirit bloccato e, dato che per Dragone Amaterasu sono tre, l’incremento ammonta a 15000 PB
 
La rappresentazione grafica dei punti battaglia apparve accanto alla balena accrescendo il suo valore da 11000 a 26000 e permettendo alla bestia di liberarsi almeno parzialmente da quella stretta ma, per quanto molta della distanza fosse stata colmata, l’inerzia restava ovviamente a favore dei 30000 PB del suo avversario.
 
“Aggiungo l’attivazione dei due effetti di Hogale Balena Portaerei!” incalzò ancora la ragazza “il primo, quello ai livelli 1, 2 e 3, mi consente di aggiungere al mio brave spirit 1000 PB per ogni spirit del genere “Pesce Volante” presente sul mio terreno di gioco, in questo caso solo la stessa Hogale, mentre il secondo effetto, quello ai livelli 2 e 3, premette a tutti i miei spirit del genere “Pesce Volante” di guadagnare 3000 PB durante la fase d’attacco avversaria. Aggiungo quindi complessivamente 4000 PB che mi consentono di arrivare a…”
 
Quando la somma fu completata la ragazza si sentì mancare al punto da doversi reggere ai sostegni metallici per non cadere. Tremava e aveva gli occhi quasi lucidi.
 
“So-sono t-tren… t-trentamila pu-punti battaglia!!”
 
Un bagliore quasi dorato avvolse completamente il composito spirit dandogli l’impulso decisivo per liberarsi e scatenare sul drago avversario l’ultima scarica che la sua batteria di cannoni le consentiva; dal lato opposto Amaterasu raccolse le ultime energie e scatenò sulla sfidante una potente fiammata condita da una serie di scariche rilasciate dalla corona solare.
 
Entrambi i colpi andarono a segno e, in una titanica deflagrazione, entrambi i contendenti vennero distrutti.
 
Falco Assalitore come da regolamento si ricompose e riprese la sua posizione in stato di spirit ma nessuno ci fece caso, in primis la sua padrona che, era chiaro, in quel momento riuscisse solo a pensare ad una cosa.
 
“H-h-ho sconfitto A-Amaterasu… h-ho… h-ho… L’HO SCONFITTO, HO BATTUTO AMATERASU!!!”
 
La ragazza non si contenne più, iniziò a saltare sul posto e ad agitare i pugni al cielo, rossa in volto come un pomodoro e con gli occhi sempre più lucidi, gridando a squarciagola tutto il suo entusiasmo sotto gli sguardi soddisfatti e quasi commossi degli altri presenti.
 
Aveva una sola vita contro le due del suo avversario, nessuna carta in mano e un solo spirit schierato che peraltro non aveva simbolo. Aveva certamente perso ma sinceramente, per una volta, non gliene fregava nulla: era riuscita a fare qualcosa che solo il suo amico Hajime, il vicecampione del mondo, era riuscito a fare.
 
Dalla parte opposta dell’arena sorrise anche il campione del mondo.
 
“Per me possiamo fermarci qui” annunciò premendo il tasto che materializza la porta d’uscita dalla realtà virtuale
 
La festa si arrestò e la ragazza lanciò al suo avversario uno sguardo interdetto.
 
“Perché?” domandò “non ho speranza di vit…”
 
“Forse, ma non importa” tagliò corto l’altro “non c’è nulla di più che questo duello possa insegnarti”
 
Assieme, i duellanti uscirono dal terreno di gioco e si ritrovarono nella stanza esterna del tempio della famiglia Kisaragi sotto gli sguardi soddisfatti di Hiroto e Sayaka che offrirono a ciascuno una bottiglietta, d’acqua per lei, di latte per lui; i due bevettero un goccio per rinfrescarsi e si scambiarono un’occhiata colma di rispetto, d’istinto si tesero reciprocamente le mani e se le strinsero.
 
“È stato un duello magnifico, Himekawa” affermò il blu “ma se posso permettermi, se tu avessi qualche burst potresti dare un impulso ancora maggiore alle tue azioni”
 
“Beh, ho un buon numero di magie che…”
 
“Lo immaginavo ma io parlavo di spirit”
 
Shizuku trasalì.
 
“No-non penso di a-averne le qualità” replicò sinceramente “non riesco a dirigere un’offensiva quando è lenta, si figuri quando e accelerata dall’uso dei burst”
 
“Tutto giusto ma, purtroppo, non si possono vincere i duelli senza attaccare” sentenziò il nobile estraendo una carta da una delle sue numerose targhe “tieni, questa è per te”
 
La ragazza afferrò il dono e lo osservò attentamente: uno spirit con effetto burst. L’altro ragazzo le sorrideva di fronte.
 
“E ora… fammi vedere cosa sai fare”
 
 
 
Mentre completava le fasi obbligatorie all’alba del suo sesto turno (l’undicesimo complessivo), Anthony Starck non poté fare a meno di pensare che si, probabilmente aveva fatto bene ad annunciare il suo ritiro proprio in quel momento. Mai infatti, se non contro Arata, gli era capitato di ritrovarsi a giocare un turno a senso unico quanto il precedente e il fatto che di tutte le carte usate non ce ne fosse nemmeno una che fosse “nuova” (lui aveva sempre scelto di non abbandonare i suoi amati brave) ma anzi che alcune di esse fossero addirittura più vecchie delle sue non deponeva a suo favore.
 
-Ho trentaquattro anni, mica settanta, per cui non può essere un decadimento mnemonico- si prese in giro mentalmente -semplicemente ho molte più cose a cui pensare e, come per un computer, archiviarle richiede prima che si faccia un po’ di pulizia-
 
Ciò poteva significare solo una cosa, qualcosa che, in fondo al suo cuore, il nobile inglese sapeva già: Battle Spirits non era più in cima ai suoi pensieri e quindi era giusto finirla li, prima che potesse inquinare la sua storia professionistica.
 
“E sia!” esclamò “però vorrei concedermi un ultimo ballo… fase principale: evoco Armadicertola e Ele-Gadget entrambi a livello 1…”
 
Selezionò poi la carta al centro della sua mano e le diede un bacio; era l’ultima volta che l’avrebbe evocata su un terreno di gioco tridimensionale, la cosa non poteva non provocargli una reazione.
 
“… evoco Apollodrago Ascendente Supremo Drago Solare a livello 3!”
 
Il grande rubino apparso a mezz’aria si crepò e da esso iniziò ad uscire un volume sempre maggiore di fuoco fino a quando la superficie della gemma non divenne troppo fragile e si spezzò del tutto, lasciando libero sfogo alle fiamme. Dalla nube scarlatta, un’ombra nera si fece avanti ed emerse, mostrandosi in tutto il suo maestoso aspetto: un possente drago rosso, corazzato d’oro sugli artigli e sul petto e con sulla testa una specie di corona con uno smeraldo incastonato al suo interno.
 
Gulnearl e Dragone Kagutsuchi vengono sacrificati per l’evocazione” sentenziò l’uomo eliminando i due dall’arena “attivo quindi l’effetto del nexus Altare Stellare ai livelli 1 e 2!”
 
Una serie di lingue di fuoco discesero dal braciere ardente sull’altare e strisciarono sin nell’emisfero avversario, dove avvolsero e stritolarono, bruciandola, la povera Angelia Kleio.
 
“SI!” esclamò esultante Arata osservando quella mossa
 
“Grande strategia da parte del campione europeo” esplicitò Galaxy “l’effetto di Altare Stellare permette di eliminare uno spirit avversario con 3000 PB o meno ogni qualvolta il proprietario del nexus evochi uno spirit del genere “Drago Astrale” ma, con la distruzione di Angelia Kleio in fase principale, il suo effetto, grazie al quale lo sfidante avrebbe potuto pescare una nuova carta dal mazzo, non potrà essere attivato”
 
L’inglese si lasciò andare ad un sorriso soddisfatto e sollevò dal tabellone metallico lo spirit Spineed Hayato Volatile Lanciere per poi appoggiarlo sopra il suo spirit chiave.
 
“Produco il brave tra Apollodrago Ascendente e Spineed Hayato” affermò con grazia l’uomo “fase d’attacco: brave spirit attacca”
 
Il drago, la cui armatura ora si era tinta di venature verdi, si lanciò all’assalto armato delle cinque lance, che componevano la coda del falcone, ora incastonate nella parte superiore dell’armatura. Dal lato opposto, il belga serrò più saldamente le mani alle sbarre di sostegno del proprio pannello di gioco; conosceva perfettamente quello spirit, era molto famoso, e quindi sapeva bene quali erano gli effetti che avrebbe dovuto, da li a breve, sostenere.
 
“Attivo l’effetto a livello 1, 2 e 3 di Apollodrago Ascendente Supremo Drago Solare che consente a tutti i miei spirit del genere “Drago Astrale”, come il sopracitato, di scegliere uno spirit avversario e attaccarlo; scelgo Guerriero Calibro” spiegò il nobile “attivo quindi l’effetto di Spineed Hayato in stato di brave: seleziono un colore, il bianco in questo caso, e ogni qualvolta il mio brave spirit viene bloccato da uno spirit di quel colore posso disimpegnarlo”
 
Il guerriero mandato all’offensiva si sbarazzò facilmente del intrepido ma insufficiente difensore e poi ruggì ferocemente in direzione della postazione avversaria senza accasciarsi a terra. Prontamente, il proprietario del brave spirit inclinò un’altra volta la carta inviando di nuovo il suo soldato verso lo schieramento avversario, stavolta senza richiedere l’attivazione dell’effetto di Apollodrago Ascendente, ma prima…
 
“Attivo l’effetto di Apollodrago Ascendente a livello 3 quando si trova fuso in brave!” esclamò “quando attacca, se il brave spirit sconfigge l’avversario bloccante per confronto di PB posso scegliere un nexus, spirit o brave avversario e distruggerlo… scelgo Raijoule
 
Lo spirit indicato venne trafitto da una delle lance andando in pezzi e così il drago ebbe campo libero nel suo attacco alle vite avversarie, l’ultimo del duello.
 
L’ultimo della sua carriera.
 
La seconda lancia viene afferrata dall’artiglio destro del leggendario brave spirit che, con movimento da vero lanciatore di giavellotto, la impugnò alla metà esatta e la scagliò contro la barriera rossa sicuro del risultato, esattamente come il suo proprietario che, ormai, attende solo l’annuncio di Galaxy.
Quell’annuncio però non arriverà mai.
 
La lancia rimbalzò sulla barriera venendo scagliata indietro proprio dove il brave spirit si era accasciato per la fatica.
 
“Cos…?!” imprecò Arata, stupito lui stesso di ciò a cui aveva appena assistito
 
“Effetto del nexus Grande Orologio Floreale a livello 1 e 2” intervenne deciso il ventenne “durante la fase d’attacco avversaria, qualora un mio spirit giallo venisse distrutto da un effetto avversario le mie vite sono immunizzate per tutto il turno”
 
La luce si accese e tutti i presenti, Galaxy, il pubblico e soprattutto Anthony, capirono cos’era successo. No, non sarebbe stato quello, l’ultimo turno dello scontro.
 
 
TURNO 12
 
 
“Scompongo il mio brave spirit”
 
Fu quello il primo annuncio del turno che non sarebbe dovuto esistere e fu perfettamente coerente con tale definizione. Tanto, infatti, era assurdo pensare ad un “turno che non sarebbe dovuto esistere” quanto era strano che si separasse un brave spirit senza che fosse stato distrutto.
 
 
 
“Abbasso Grande Orologio Floreale e Sophia a livello 1 ed evoco nuovamente al medesimo livello Guerriero Calibro, Guerriero Magnum e infine un altro Guerriero Magnum” elencò “e poi, transevocazione di Perython!”
 
La chimerica creatura prima prese a brillare e poi svanì in un turbine di stelle e luce gialla.
 
“Evoco Ullr Imperatore delle Tormente di livello 2”
 
La luce gialla sfumò, si divise in due (giallo e bianco) e all’interno dell’uragano bicolore apparvero il topazio e il diamante che poi, spinti dal vento, si scontrarono e unificarono, richiamando dall’occhio del ciclone un gigante corazzato di bianco, armato di spada, arco e scudo.
 
“Evoco un nuovo Perython Volatile dell’Arco Sacro che fondo immediatamente in brave con Ullr e con il nucleo guadagnato riesco a ri-elevare al secondo livello anche Grande Angelia Sophia” fece il giovane corvino “fase d’attacco: attacco con Sophia!”
 
Era assurdo, certo, ma più passavano i turni più pareva che il belga giocasse apposta per sovvertire le aspettative e le previsioni che venivano via via fatte su di lui. Anche qui tutti (ma proprio tutti) si aspettavano un attacco del brave, quantomeno per sfruttare l’effetto del brave, e invece quello mandava all’attacco il suo angelo solo per poter usare un’altra volta la sua magia Consegna Fulminea senza doverla perdere negli scarti.
 
“Ne rispondo con la vita” ribatté il campione osservando da lontano il suo avversario recuperare dagli scarti la carta appena usata
 
“Ho concluso, a lei la mossa”
 
 
TURNO 13
 
 
“Uff… fase principale” borbottò Starck “Che al sole cocente si affianchi la luna bianca della notte, evoco Lunatech Strikewurm Supremo Drago della Luce Lunare a livello 2; elimino Armadicertola e Ele-Gadget per completare l’elevamento e, dallo schieramento avversario, Guerriero Magnum grazie all’effetto di Altare Stellare con cui posso eliminare uno spirit avversario di 3000 PB o meno ogni volta che evoco uno spirit dei generi “Guida Luminosa”, “Spirit Stellare” o “Stella Suprema”, quello cui Lunatech Strikewurm, per l’appunto, appartiene”
 
Il diamante si spezzò e sul terreno scese una notte profonda. Nel cielo, accanto alla nebulosa incandescente del suo nexus, apparve la luna e da essa uscì una bestia, un drago bianco e corazzato, con ali rigide e munite di razzi.
 
“Ho alzato lo scudo, ora tocca alla lancia” affermò l’uomo di Newcastle “fase d’attacco: brave spirit attacca! Scelgo per l’effetto di Spineed Hayato Volatile Lanciere in stato di brave il colore bianco e…”
 
“Azione lampo!” lo interruppe l’altro “utilizzo la carta magia Canto Atroce grazie alla quale posso scegliere uno spirit dello schieramento avversario e usarlo per bloccare l’attacco; scelgo Lunatech Strikewurm
 
Apparentemente impotente, Anthony osservò la sua carta inclinarsi sul suo tabellone metallico; quel ragazzo l’aveva fregato, non essendo uno spirit avversario ne l’effetto di Spineed Hayato ne quello di Apollodrago Ascendente fuso in brave si sarebbero attivati e lui si sarebbe ritrovato senza nessun altro attaccante e avrebbe solo potuto dichiarare la conclusione del turno… o forse no.
 
“Azione lampo!” reagì “attivo la carta magia Potenziamento Magico che mi consente d recuperare un brave spirit e aggiungergli 2000 PB; pago il costo con i nuclei di Lunatech Strikewurm abbassandolo a livello 1!”
 
Il corpo dello spirit rosso e verde venne avvolto da un’intensa aura rossa che la sua carta sul piano di ferro si era rimessa in verticale. Il suo padrone fu costretto ad osservare i suoi due fedeli combattenti duellare fra loro e, in particolare, l’appena evocato spirit bianco esplodere in mille pezzi trafitto da più di una lancia.
Per nulla intimidito e, anzi, francamente rinfrancato per essere riuscito ad uscire da quella trappola, l’inglese inclinò un’altra volta la sua doppia carta e lanciò di nuovo all’assalto il suo guerriero.
 
-Sono comunque fregato- rifletté -se, dopo la prima vittoria, con l’effetto distruggo il nexus al secondo attacco lui mi bloccherà con Perython e fermerà l’effetto di recupero continuo mentre se distruggo il brave potrò recuperare il mio spirit quante volte voglio ma non potrò colpire le vite-
 
L’esperto duellante osservò con attenzione ciò che restava tanto del suo schieramento quanto della sua mano; la luce si accese: certo, non avrebbe potuto concludere in quel turno ma poteva fare danni e poi resistere.
 
“Attacco ancora col brave spirit!”
 
“E io blocco con Ullr” replicò il giovane con nonchalance
 
Il bianco cavaliere corazzato andò in pezzi e la sua carta, come da effetto di Nave Madre dell’Infinito a livello 2, tornò in mano al suo proprietario mentre la piccola bestia gialla riprendeva invece la sua forma e il suo posto originario.
 
“Essendo Ullr uno spirit bicolore (bianco e giallo) l’effetto di Spineed Hayato si attiva e mi consente di recuperare il mio brave spirit mentre, con l’effetto di Apollodrago Ascendente Supremo Drago Solare fuso in brave a livello 3, distruggo il nexus Grande Orologio Floreale
 
Le lance dello spirit rosso e verde fecero come ordinato, trafiggendo proprio al centro del quadrante il grande orologio apposto sulla torre-albero e dando fuoco a tutto il circondario. Deciso a non lasciare nulla di intentato, il campione europeo prosegui nella sua offensiva con il fedele drago venendo, come da facile previsione, bloccato dall’ex brave giallo ora in stato di spirit, interrompendo così l’incessante carica.
 
“Utilizzo ancora l’effetto di Apollodrago Ascendente per distruggere Guerriero Calibro e concludo il mio turno”
 
 
TURNO 14
 
 
Che qualcosa fosse accaduto, in quella settima mano di marca belga, fu evidente sin da subito visto che sin dal primo secondo del turno lo sfidante si presentò con il sorriso delle grandi occasioni… ok, in realtà era al massimo un sorriso mediamente convinto ma, se confrontato con i precedenti, era praticamente euforia sfrenata.
 
 “Fase principale: evoco Guerriero Calibro e abbasso il nexus Nave Madre dell’Infinito a livello 1” esordì dopo aver accuratamente diviso le carte rimastegli in mano “transevocazione di Guerriero Magnum e Grande Angelia Sophia
 
I due spirit presero contemporaneamente a brillare sotto gli sguardi di Galaxy e di altri milioni di spettatori in presenza e streaming; erano tutti estasiati, Arata compreso, di fronte a quello spettacolo, del resto non accadeva tutti i giorni di vedere due transevocazioni assieme.
 
“Dal mio robot appartenente, per effetto del mio nexus, al genere “Macchina Armata” evoco il cavaliere che sfreccia nello spazio: Hermod Cavaliere Ipersonico!” annunciò con un autocontrollo sempre minore “mentre il mio angelo sarà la base per il ritorno in scena del guerriero dello zero assoluto: Ullr Imperatore delle Tormente di livello 2!!”
 
Il nucleo di Guerriero Calibro venne spostato negli scarti cancellando l’esistenza del combattente meccanico ma poco importava di fronte a tutto il resto. Al diradarsi del blizzard, nell’emisfero di gioco dedicato al ventenne torreggiavano statuarie le figure di due maestosi guerrieri robotici.
 
“Fase d’attacco: Hermod vai!”
 
Il primo dei due cavalieri bianchi attivò retrorazzi e lame laser e partì all’attacco con un passo quasi pattinato. Il suo bersaglio lo scortò visivamente nell’attraversamento dell’anello e nel suo scavalcare con un balzo l’esausto difensore; eccolo, il momento che attendeva.
 
“Azione lampo: carta magia Barriera Delta!” replicò con decisione “Durante il turno in corso, gli spirit avversari di costo 4 o più non potranno ridurre le mie vite”
 
Le due lame energetiche sferzarono la barriera bianca senza riuscire a spezzarla e il fulmineo esoscheletro non poté fare altro che riposizionarsi nel suo schieramento ed accasciarsi a terra dalla fatica. Ce l’aveva fatta, era riuscito a prolungare il duello… forse.
 
“Proprio come speravo, non ha Codice di Riavvio” sibilò “Attacco con Ullr Imperatore delle Tormente!”
 
“Cosa?!”
 
Troppo tardi, il guerriero era già in prossimità della postazione pronto ad abbattervi la sua lama. Il campione europeo lo osservava con curiosità, certo che la sua magia l’avrebbe protetto, ma fu chiaro fin da primo istante, quando lo scudo bianco iniziò a deformarsi, che ci fosse qualcos’altro.
 
“Attivo l’effetto Immunità (rosso/viola/bianco/blu) di Ullr!” concluse l’altro alzando con fierezza la testa “gli effetti della sua magia sul mio spirit sono annullati”
 
La spada bianca squarcio la barriera e l’ultima gemma della lunga, gloriosa e decorata carriera di Anthony Starck di Newcastle esplose rilasciando nella pila e sul suo proprietario la propria energia. Stavolta era finita davvero…
 
... e sorrise con il più bel sorriso che chiunque gli avesse mai visto fare.
 
Tornò alla realtà fisica, in una sala assordante divisa tra chi (belga) esultava per la vittoria del proprio beniamino e chi (inglese) piangeva per la sconfitta del proprio, ma lui non ci fece nemmeno caso: in quel momento avrebbe potuto ovunque, in Giappone dal suo amico Arata, a New York, perfino nello spazio e nel più assoluto silenzio e non si sarebbe comunque accorto di niente.
 
Scese dal palco su cui un esaltatissimo Galaxy era intento ad annunciare il nome di Thibaut Van Der Horst, il nuovo campione europeo, e avanzò a grandi passi in direzione della sezione centrale della gradinata, quella direttamente di fronte al palco, fino a fermarsi davanti ad un particolare posto della prima fila occupato da un’affascinante donna dai capelli castano scuro, vestita in un elegante abito da sera.
Lui la guardò dritta negli occhi e si inginocchiò.
 
“Nathalie LaFontaine…” esordì “… quel giorno a Bordeaux in cui ci siamo incontrati è inciso nella memoria più di qualunque duello abbia mai affrontato: ero venuto per conoscere un talentuoso duellante diciassettenne e cercare di convincerlo a far parte del nostro progetto e invece mi trovai di fronte alla più bella laureanda ventiduenne in economia e commercio che fosse mai apparsa sulla terra”
 
Sul viso della donna si dipinse una dolce espressione; aveva intuito cosa stesse per accadere ma non disse nulla poiché, così come il resto dei presenti che di colpo si erano completamente pietrificati e ammutoliti (Galaxy compreso), voleva sentire il proseguo di quel bellissimo monologo.
 
“Da quel giorno non siamo mai stati lontani” continuo il biondo inglese “il fatto che tu sia stata agente di tuo fratello e, una volta conseguita la laurea, tesoriere della federazione francese nonostante tu, personalmente, ritenessi il gioco una perdita di tempo è la testimonianza di quanto sia grande il tuo amore per i tuoi cari ed io mi onoro di aver ricevuto questo tuo affetto vedendoti in prima fila ad ogni mio torneo o incontro importante dal giorno in cui sei diventata la mia compagna”
 
Kadode era, in quel momento, lo specchio di ogni altra parte del mondo: c’era chi, come Yukio, fissava rosso in volto una Chihiro con lo sguardo sognante puntato al display; chi, come alcuni uomini, brindavano alla salute; chi, come Manabu e Kataru, batteva discretamente le mani; chi non ci stava capendo nulla come Hajime e Kouta; chi, come Arata e Kimari, addirittura era sull’orlo delle lacrime.
 
“Io e te siamo diversi, Nathalie” aggiunse ancora quello senza curarsi della ragazza che lo invitava a fermarsi per riprendere fiato “so bene che odi questa frase che ho ripetuto, per anni, ad ogni nostro litigio. È la dimostrazione del mio amore per Battle Spirits e non intendo rinnegarla poiché io amo Battle Spirits, mi ha salvato dalla depressione per le mie aspirazioni frustrate…”
 
Si fermò, finalmente, per riprendere aria e approfittò della pausa per infilare la mano nella tasca destra. Dentro c’era una piccola scatola blu scuro.
 
“… ma, Nathalie LaFontaine, amo te molto più di quanto abbia mai amato Battle Spirits” sussurrò “mi hai aspettato e sopportato per una vita e ora io spero che questo possa ripagare anche solo un’oncia di quello che mi hai dato”
 
Aprì la scatola e, sotto le sfavillanti luci dei riflettori, lasciò brillare la tradizionale fede degli Starck, tramandata da generazioni nella famiglia.
 
“Avrei voluto farlo dopo una vittoria ma… Nathalie LaFontaine, vorresti sposarmi?”
 
Si osservarono per un istante, con gli occhi lucidi reciprocamente riflessi in quelli dell’altro, poi la donna si alzò di scatto e si lanciò sull’inglese, abbracciandolo con affetto.
 
“Oddio si!”
 
Si baciarono e, intorno a loro, la sala esplose in un tripudio di grida, fischi e applausi.
Persi nel loro mondo, i due non si accorsero di niente ma se, per caso, fossero stati in grado di udire anche solo per un secondo ciò che avrebbero udito sarebbe stato il suono più maestoso, assordante e meraviglioso di sempre, molto più grande di quello che, poco prima, aveva accompagnato la fine del duello.
 
Perché tutto questo era molto più grande di Battle Spirits: questa era la vita.
 
 
 
SPAZIO DELL’AUTORE

Buon Natale a tutti, cari lettori.
 
Ho forzato la pubblicazione del capitolo precedente solo per poter pubblicare questo capitolo in questo giorno, non sarei mai riuscito a trovarne uno più adatto.
Per prima cosa concedetemi solo per stavolta di farmi un grande applauso: in un solo capitolo sono riuscito a fare un tributo a Radio Deejay, la mia radio preferita, col titolo dell’episodio (tratto da una delle loro canzoni di natale più belle) e a scrivere il primo episodio di natale, un superclassico di un sacco di anime, della mia carriera di scrittore di fanfiction, mi sento realizzato.
 
Scherzi a parte questo è stato forse il capitolo per me più complicato da scrivere e temo anche per voi da leggere; questo continuo cambio di scena tra i due duelli è stato, lo ammetto, un’idea piuttosto azzardata ma purtroppo ne prima ne durante la scrittura del capitolo mi è venuta un’idea migliore per svolgere entrambi i duelli con le rispettive introduzioni facendo sembrare i due eventi come contemporanei. In conclusione spero che le linee divisorie vi possano essere utili, in caso contrario fatemi sapere.
 
Il capitolo è occupato in gran parte proprio dai duelli e, come ho già più volte sottolineato, in se la cosa non fa piacere neanche a me ma sinceramente, dopo due capitoli praticamente senza scontri, stavolta ci può stare. Al contrario, la struttura e lo svolgimento dei duelli mi soddisfano enormemente, sono proprio come li avevo immaginati.
Nel duello tra Tegamaru e Shizuku l’obiettivo era dimostrare come questa, con un mazzo sensato, depurato da forzature iperoffensive come i burst e che quindi rispecchi la sua indole e le sue capacità, sia effettivamente una che ci sa fare e che, impostando una strategia semplice, prettamente difensiva, sia in grado andare anche oltre quello che dovrebbe essere il suo livello; la distruzione di Amaterasu, battuto prima solo da Hajime, è la grande impresa che simboleggia ciò che avrebbe potuto essere e l’interruzione che ne segue serve a rafforzare quest’idea: che lei vinca o perda poco importa, ha già dimostrato il suo valore.
Lo scontro tra Anthony e Thibaut (ah per inciso, nel caso ve lo steste chiedendo la frase pronunciata da Thibaut (laten we de dans openen) è in olandese parlata dalla maggioranza dei fiamminghi) invece è stato più complicato sia perché più lungo sia perché strettamente sceneggiato secondo due linee guida che avevo in mente ancor prima di scriverlo: doveva essere estremamente tecnico e spettacolare, segno di un professionismo di alto livello, e doveva terminare con la vittoria dello sfidante dopo che questi fosse parso sull’orlo del baratro per gran parte del duello. Il secondo obiettivo l’ho centrato di certo avendo costretto il mio personaggio a duellare con una sola vita sin dal settimo turno di un duello che ne dura quattordici mentre al primo potete rispondermi solo voi: vi siete divertiti? Fatemelo sapere.
 
Ho concluso anche questo spazio personale, spero di esservi riuscito a spiegare ciò che, eventualmente, ci fosse da spiegare e ad intrattenervi nella parte narrativi; vi lascio, come al solito con turnazioni e mazzi e, infine, con le anticipazioni.
 
Da ShawnSpenstar, aribaderci.
 
 
Tegamaru vs Shizuku
 
Turno 1: Nodeppo, Fortezza Esplosiva, Pescata Tripla, Isola di Ganryujima + Golhorn Aquila Corna d’Oro
Turno 2: Tripede, Falco Assalitore, Moonshouo Bestia Lunare, Fiordo Ghiacciato + Monokerock Narvalo Argenteo
Turno 3: Kakyuso
Turno 4: Pesce Vela (Tegamaru: Fenneparabola, Fortezza Esplosiva, Dragone Kagutsuchi)
Turno 5: Dragone Amaterasu Supremo Drago Assoluto (Crollo di Nexus)
Turno 6: Hogale Balena Portaerei
Turno 7: Fendente Incendiario (Fortezza Esplosiva)
Turno 8: Auroria Drago dell’Arcobaleno
Turno 9: Legolus Principe Leone Dragonico
 
 
Anthony vs Thibaut Van Der Horst
 
Turno 1: Roboraptor, Barriera Delta, Altare Stellare, Armadicertola + Potenziamento Magico
Turno 2: Raijoule Bestia del Tuono, Consegna Fulminea, Guerriero Calibro, Hermod Cavaliere Ipersonico + Grande Orologio Floreale
Turno 3: Gulnearl Bestia Corno (Carta della Rinascita)
Turno 4: Grande Angelia Sophia (Nave Madre dell’Infinito)
Turno 5: Prescelto Mibrock (Monti del Respiro di Vapore)
Turno 6: Angelia Kleio
Turno 7: Ele-Gadget (Spineed Hayato Volatile Lanciere, Dragone Kagutsuchi, Carta Siderale, Apollodrago Ascendente Supremo Drago Solare)
Turno 8: Guerriero Magnum
Turno 9: Galassia Splendente (Lunatech Strikewurm Supremo Drago della Luce Lunare)
Turno 10: Perython Volatile dell’Arco Sacro (Ullr Imperatore delle Tormente, Perython Volatile dell’Arco Sacro)
Turno 11: Armadicertola
Turno 12: Guerriero Magnum (Canto Atroce)
Turno 13: Nube Oscura
Turno 14: Campanile Dorato
 
SHIZUKU (mazzo nuovo)
Hogale Balena Portaerei x 1, Orcanon, il Pesce Ali d'Acciaio x 1, Drago Arma Letale x 2, Auroria Drago dell'Arcobaleno x 2, Monokerock Narvalo Argenteo x 2, Armadidrago x 1, Delfino Etereo x 2, Pesce Vela x 1, Moonshouo Bestia Lunare x 3, Stella Marina x 2, Tripede x 3, Paguro Adamantino x 2, Dragoscudo Intrepido Drago Argenteo x 1, Falco Assalitore x 1, Codice di Riavvio x 3, Rigenerazione Nuclei x 2, Occhio del Ciclone x 2, Aura Protettiva x 2, Lucchetto del Silenzio x 2, Lupi Notturni x 2, Carta del Vuoto x 1, Effetto Specchio x 2, Manto del Miraggio x 2, Tornado Esplosivo x 1, Pura Via Lattea x 2, Grande Muro dello Scudo Bianco x 1, Torre di Luce Galattica x 1, Faro della Speranza x 3, Fiordo Ghiacciato x 1
 
TEGAMARU
Dragone Amaterasu, Supremo Drago Assoluto x 1, Musashied Ashliger Eroe della Spada x 1, Kintaro Orso Imperatore delle Zanne x 1, Golhorn Aquila Corna d'Oro x 2, Legolus Principe Leone Draconico x 1, Aquilam x 1,  Yashium x 2, Dragone Kagutsuchi x 1, Nodeppo x 3, Hinoshishi x 2, Fenneparabola x 2, Kakyuso x 3, Illusione Cristallina x 2, Esplosione Salvatrice x 1, Doppia Esplosione x 1, Fendente Incendiario x 2, Crollo di Nexus x 2, Pescata Tripla x 3, Tempesta Esplosiva x 1, Spada Esplosiva x 1, Fortezza Esplosiva x 3, Lama della Delflagrazione x 1, Trasmigrazione Fiammante x 2, Città Fortificata del Drago di Fuoco x 1, Isola di Ganryujima x 2
 
ANTHONY
Lunatech Strikewurm Supremo Drago della Luce Lunare x 1, Apollodrago Ascendente Supremo Drago Solare x 1, Dragonic Taurus Drago Taurino Supremo x 1, Granim Cavallo Spada x 1, Prescelto Mibrock x 1, Dragone Kagutsuchi x 2, Gulnearl Bestia Corno x 1, Orsa Polare x 2, Roboraptor x 2, Ele-Gadget x 2, Armadicertola x 2, Bladra x 3, Nube Letale x 1, Spineed Hayato Volatile Lanciere x 1, Polar Caliber Shuttle Spada Stellare x 2, Arklancer Drago Automa d'Assedio x 2, Manto del Miraggio x 3, Potenziamento Magico x 1, Codice di Riavvio x 2, Carta Siderale x 2, Fiamme del Sagittario x 2, Carta della Rinascita x 2, Barriera Delta x 2, Carta del Vuoto x 2, Aura di Coraggio x 1, Galassia Splendente x 1, Silos della Luce Lunare x 1, Lucente Spada Suprema x 2, Monti dal Respiro di Vapore x 1, Altare Stellare x 1
 
THIBAUT
Glorious-Solute Divinità Celeste x 1, Hermod Cavaliere Ipersonico x 1, Ullr Imperatore della Tormenta x 1, Nue Sacra Bestia del Tuono x 1, Drago Arma Letale x 2, Grande Angelia Sophia x 1, Iberix Cavallo Astuto x 2, Raijoule Bestia del Tuono x 2, Pegaseeda Divino Pegaso Stellare x 1, Ipergrifo x 1, Gufo di Ezono x 1, Angelia Kleio x 2, Guerriero Magnum x 2, Guerriero Calibro x 2, Kudagitsunen x 3, Polar Caliber Shuttle Spada Stellare x 2, Perytorn Volatile dell’Arco Celeste x 2, Ricarica Nuclei x 2, Fortezza Esplosiva x 2, Pozione Reale x 1, Flauto Fiorito x 1, Freccia Splendente x 3, Codice di Riavvio x 1, Consegna Fulminea x 2, Canto Atroce x 1, Piedi Alati x 1, Fontana della Guarigione x 3, Nave Madre dell’Infinito x 2, Grande Orologio Floreale x 1, Campanile Dorato x 1, Isola Volante Errante x 1, Sorgente di Norn x 1
 
 
And now, anticipazioni:
 
Natale è passato, l’anno nuovo è già tra noi ma i dubbi di Hajime sembrano non essere svaniti con il tramonto dell’annata precedente, anzi paiono se possibile ancora più ampi. Accompagnato da un compagno di viaggio molto diverso da quello che si sarebbe immaginato, il ragazzo va alla ricerca chiarimenti presso le persone che ammira ma la cosa più importante che ne riceverà sarà l’opportunità di aiutare un amico… Fai pensieri felici, Manabu.

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