Doppia identità

di Sakkaku
(/viewuser.php?uid=198100)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao a tutti! Ci tengo solo a precisare che in questa storia non troverete il "classico" caso di disturbo dissociativo dell'identità, assolutamente no, è qualcosa di molto diverso, di certo non posso svelare tutto in queste poche righe, altrimenti che divertimento ci sarebbe a leggere i vari capitoli e scoprire la verità man mano che la storia prosegue? Vi ho incuriosito almeno un pochino? Se le cose stanno così, smetto di scrivere e farvi perdere altro tempo e vi auguro una buona lettura ^_^

--------------------------------------------------------------------------------------------------
 

Capitolo 1


Una voce uscì dall'altoparlante del treno.
- Attenzione! Tra pochi minuti giungeremo a destinazione, questa è l'ultima fermata. Tutti i passeggeri sono pregati di scendere.
“E se io non volessi scendere?” pensò una ragazza dai lunghi capelli corvini, aprendo con malavoglia gli occhi blu notte, spalancando la bocca in un grande sbadiglio e alzando le braccia verso l'alto, in modo da poterle sgranchire. “Stupida voce registrata mi hai svegliato… anche se forse è meglio così”. Si guardò intorno. Gli altri passeggeri erano già in piedi, nonostante fossero ancora dentro la galleria. “Sembra quasi di assistere a una gara di chi scende per primo” pensò nuovamente, massaggiandosi con la mano sinistra il collo leggermente indolenzito.
Il treno si fermò emettendo un acuto fischio.
La ragazza rimase seduta, continuando a guardare fuori dal finestrino, mentre gli altri passeggeri si spingevano per non arrivare in ritardo al lavoro o nel caso degli studenti, a scuola. Afferrò la sua borsa, che era posata sul sedile alla sua destra, infine si alzò.
La stazione di Londra era parecchio affollata, tutte le persone intorno a lei camminavano velocemente, si spingevano a vicenda. Di tanto in tanto, lanciavano nervosamente lo sguardo verso il grande orologio della stazione, per controllare di non essere in ritardo o che il treno che stavano aspettando arrivasse in orario.
“A quanto pare anche qui tengono molto alla puntualità” sospirò “Come al solito, l’unica a non badare all'ora sono io.”
Stava per incamminarsi, quando sentì uno strattone, la borsa a tracolla era appoggiata sulla spalla destra e qualcuno stava cercando di rubargliela.
Si voltò di scatto.
Le bastò un'occhiata per capire che si trattava di un giovanotto, sui tredici anni. Vide che indossava dei vestiti stracciati e macchiati. Osservando più attentamente, capì. “Non sono classiche macchie di sporco. Sono di sangue e a giudicare dal colore devono essere di qualche giorno fa.”
Con noncuranza disse – Senti moccioso, non crederai davvero di riuscire derubarmi o spaventarmi. Lo so che sei un vampiro e ti posso assicurare che la cosa non mi intimorisce per niente – incredulo il ragazzino mollò la presa della borsa e iniziò a correre.
“Eh no! Non mi scapperai” pensò la ragazza. Iniziò a correre per inseguirlo, mentre un leggero sogghigno si dipinse sul suo volto.
Nascosta dietro un vagone, una ragazzina osservava la scena. Era chiaramente preoccupata per il vampiro che invano cercava di seminare tra la folla la ragazza che voleva derubare.
"Mi chiedo come abbia fatto a capire che sono un vampiro” pensò il giovane voltandosi per verificare che l'umana avesse smesso di seguirlo. Non vedendo nessuno, smise di correre. “A quanto pare ho seminato quella vecchiaccia!! Bene, così posso impegnarmi a cercare altri umani da derubare e se avrò fortuna potrebbe diventare uno spuntino.”
– Ti sbagli vampirello dei miei stivali, non mi hai per niente seminata. Sono io che ti ho superato senza che tu te ne accorgessi – disse la ragazza, sempre con un sogghigno dipinto sul volto.
Per la sorpresa di vederla davanti a sé, le chiese urlando – Come cazzo hai fatto a superarmi?!?! Si può sapere cosa vuoi da me?!?!
- Hei, hei modera il linguaggio moccioso!! Non vorrei ucciderti davanti a tua sorella! – rispose alzando anche lei la voce. Gli afferrò il braccio sinistro per evitare che scappasse, poi chiuse gli occhi, come se fosse in meditazione.
“Shyla, cerca di calmarti! Non vorrai davvero uccidere questo ragazzino? E' ancora un bambino.”
“Sta zitta Trudy!! Ho in mente qualcosa per questo vampiro da quattro soldi. Continua a osservare in silenzio.”
“Come preferisci. Ti avverto, se ci metti nei casini come l’ultima volta… stavolta ti fermerò.”
"Ahahah e da quando sei gentile Trudy? Comunque ti ho detto di star tranquilla, non ho nessuna intenzione di diventare una pericolosa criminale anche qui.”
“Quest'affermazione l'ho già sentita. Nella città dove eravamo prima di venire qua, hai detto la stessa cosa e ti ricordi com'è andata a finire? Siamo dovute scappare da una prigione. Un penitenziario sotterraneo!! Pensavo di morire soffocata. Sai che soffro di claustrofobia!!!”
“Trudy, cribbio vuoi tacere?!?! Mi stai distraendo!!”
Quando Shyla riaprì gli occhi, vide davanti a sé una giovane vampira in ginocchio, la stessa che aveva scorto sbirciare la situazione da dietro un vagone. Tra un singhiozzo e l’altro la supplicò balbettando – La pre-pre-prego signo-signorina la-lasci an-andare mio fra-frate-fratello.
Il vampiro la interruppe dicendole – Scema! Scappa finché è concentrata su di me!!
“E' davvero strano come una scena del genere non attiri la curiosità nemmeno di una singola persona, eppure ce ne sono diverse qui intorno. E’ veramente una cosa assurda. Sono talmente schiavi del tempo che non si accorgerebbero neanche se li squartassi in mezzo alla stazione” sospirò. Con la mano libera aiutò la ragazzina a rialzarsi.
– Non ti preoccupare, non farò del male né a tuo fratello né a te. Ho solo intenzione di aiutarvi.
- Grazie signorina. In che modo vuole aiutarci? – le chiese la giovane vampira.
Sorridendole Shyla le rispose, mentre lasciava libero il braccio del fratello – Semplice volevo darvi questo.
Mise una mano all'interno della propria borsa alla ricerca di un oggetto. Pochi secondi dopo tirò fuori un sacchettino di pelle che porse alla sorella del ladruncolo.
– Mi fido più delle ragazze vampire che dei vampiri – le disse facendole l’occhiolino – Sono sicura che troverai il modo migliore per usare questi soldi. In questo modo non dovrete più attaccare gli umani. Inoltre non rischierete di farvi ammazzare da qualche licantropo o umano che vi da la caccia. Forse non lo sapete, ma ci sono e non saranno affatto gentili se vi dovessero catturare.
- Lei è una befana vecchia signora! Non abbiamo bisogno del suo stupidissimo aiuto ce la...cough – il vampiro si bloccò di colpo. La sorella gli aveva tirato una potente gomitata nello stomaco.
– Stai zitto fratello! Questa gentile signorina, ti risparmia dopo che hai tentato di derubarla, ci regala dei soldi per sopravvivere e tu che cosa fai? Continui a insultarla?!? Sei proprio un idiota! – fece una pausa, poi rivolgendosi all'umana – La ringrazio enormemente signorina e mi scuso per quello che mio fratello le ha appena detto.
Shyla si mise a ridere – Ahahah non ti preoccupare. Conosco il motivo del suo comportamento. Semplicemente fa così per colpa del suo orgoglio maschile che gli impedisce di ringraziare. Anche mio fratello maggiore era così – smise di ridere, il suo volto si oscurò, ma si sforzò di sorridere ai due fratelli vampiri - Beh, io ora devo andare. Mi raccomando abbiate cura di voi.
- Posso prima farle una domanda? – chiese la vampira guardando il sacchettino di pelle.
- Certo dimmi pure.
– Anche tu sei un vampiro come noi?
Dapprima emise un leggero sospiro, in seguito rispose – No, non sono una vampira... è complicato - li guardò entrambi con dolcezza - Sono consapevole che esistete, esattamente come i licantropi e le altre creature, che la maggior parte delle persone crede siano solo frutto della fantascienza o che appartengono al passato, come mostri leggendari e mitologici. Voi due cercate di sopravvivere e di non farvi scoprire. La maggior parte degli esseri umani sono convinti che la vostra esistenza sia impossibile, finché lo credono sarete al sicuro. Questa loro convinzione vi rende quasi invisibili ai loro occhi. Per nessuna ragione dovete mostrare la vostra vera natura, ci sono persone che vi danno la caccia, perché vi reputano un pericolo. Dovete fare attenzione. Contate solo su voi stessi per sopravvivere.
- Ci può contare signorina – risposero in coro, il fratello obbligato dallo sguardo di rimprovero dalla sorella - Arrivederci.
La ragazza li salutò con la mano e si allontanò.
“Non avrei mai creduto che avevi in mente una cosa del genere… sono stupita.”
“Su su Trudy lo potevi immaginare. Sei nella mia testa dopotutto.”
“A volte sei fuori controllo, non c’è bisogno che te lo venga a dire.”
“Sì sì va bene, hai sempre ragione tu. Ora basta parlare, mi devo concentrare.”
“Per cosa Shyla?”
“Devo trovare un lavoro… di nuovo… che scocciatura!”
“Sei la solita. Possibile che non hai mai voglia di far nulla?”
“Sì è possibilissimo cacchio! Non so neanche perché siamo arrivate qua!” sospirò fermandosi davanti ad una fermata dell'autobus.
In quel preciso momento iniziò a piovere.
“Guarda Trudy, tutti si affrettano a tirare fuori un ombrello per coprirsi dalla pioggia. Hanno paura che lavi via le loro di menzogne, le loro maschere, la loro doppia faccia che si portano dietro da chissà quanto tempo. Temono di mostrare a tutti cosa sono veramente. Oppure hanno paura semplicemente di rivelare il proprio lato oscuro o il loro animo troppo buono.”
"Sono d'accordo, però... sei sicura di star bene?”
“Oh sì, certo non ti preoccupare. Piuttosto, pensa a quale potrebbe essere la nuova professione che svolgerò qui.”
All'improvviso un ombrello la coprì dalla pioggia, si voltò, trovando davanti a sé un anziano signore che iniziò a parlare.
– Dovrebbe girare sempre con un ombrello nella borsa, signorina. Le piogge improvvise sono la specialità di Londra.
“Attenta Shyla! Ho un brutto presentimento. Non ti fidare di lui!” l'avvertì Trudy.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Con un movimento rapido, Shyla si spostò, mettendosi nuovamente sotto la pioggia.
– La ringrazio, ma…
- Oh, non mi dire... ascolti e segui i consigli di Trish?! Ztztzt mi deludi, Skyller - disse l’anziano – Dovresti sapere che non farei mai del male alla mia sterminatrice preferita - un sorriso indefinito piegò le labbra dell'uomo.
- Tu… - iniziò a dire la ragazza irrigidendosi e storcendo la mascella – Se pensi che tornerò ad essere il vostro giocattolo, ti sbagli. Neanche t'immagini quanto sono cambiata. Se vuoi riportarmi indietro, dovrai prima uccidermi. Ed entrambi sappiamo che è qualcosa che non ti puoi permettere. Se questo è un altro tentativo di catturarmi, provaci se ci riesci, ma scommetto che fallirai come l’ultima volta.
"Lascia fare a me, Shyla."
"Come preferisci, Trudy" acconsentì la ragazza.
Modificando lo spazio tempo fece apparire la propria immagine come quella di una bambina di sei anni.
"Cosa diamine significa questo?"
"Ho fatto la mia parte, ora tocca a te. Inizia a urlare. In questo modo avrà problemi con la legge" fece una pausa, poi riprese a spiegare "Secondo i miei calcoli ha con sé delle armi vietate in Inghilterra. Se oltre al capo di accusa di possesso di armi illegali, ci aggiungiamo aggressione a un minore, la sua condanna sarà assicurata."
- Aiutoooooooooooo!! Questo signore cattivo mi vuole rapiree!!! Mammaaaaaa!!!!!!! - Shyla strillava con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Quelle grida attirarono l'attenzione di tutte le persone radunate sotto la fermata dell'autobus.
Immediatamente, immobilizzarono l'anziano, che iniziò a protestare gridando che si trattava di un malinteso, che lui voleva soltanto coprire la bambina dalla pioggia per evitare che si ammalasse. Le sue parole furono inutili. Gli agenti di polizia chiamati sul posto, lo ammanettarono, facendolo in seguito salire sulla volante per portarlo in centrale ed effettuare ulteriori controlli.
In mezzo a tutto quel trambusto, Shyla si dileguò.
Entrò in un vicolo, in questo modo Trudy poté far tornare l'aspetto esteriore a quello originale.
Appoggiando un piede contro il muro, chiuse gli occhi e respirò a fondo.
"Trudy, mi spieghi che genere di tattica era quella?"
"Ho escogitato un piano per liberarci di lui evitando l'uso della violenza. Se l'avessimo aggredito, saremmo state noi quelle nel torto e questo non avrebbe giovato alla nostra situazione. Sinceramente, volevo evitare di conoscere un'altra prigione" il suo tono era pacato, tuttavia in quell'affermazione,vi era una nota di rimprovero.
Shyla sospirò.
"La prossima volta avvisami."
"E' quello che ho fatto, ti ho detto come procedere" ribatté Trudy.
"Intendo che dovresti informarmi prima che tu faccia qualcosa del genere, accidenti!" si lasciò sfuggire un altro sospiro, stavolta esasperato "Sei nella mia testa, siamo la stessa persona eppure a volte pare proprio che siamo due entità differenti!"
"Siamo la stessa persona, ma abbiamo personalità, conoscenze e caratteri diversi. Può sembrare strano, ciò nonostante è utile."
"Nonostante condividiamo la stessa identità, abbiamo come un muro che ci divide. Più che strano, per me è triste."
"Possedere una doppia identità, forse non è così strano come pensiamo. Peccato che finora non abbiamo incontrato ancora nessuno con la nostra stessa sindrome."
Shyla scosse la lunga chioma corvina. Voleva finirla con quella discussione, aveva perso il conto delle volte che avevano ragionato alla ricerca di una soluzione logica. La discussione, finora, non aveva mai avuto una fine soddisfacente, quindi era meglio evitare di sprecare altro tempo in riflessioni.
"Meglio che vado a trovare un riparo o mi prenderò un raffreddore" pensò la ragazza, iniziando a camminare a passo lesto verso il centro della città.

Nel frattempo il Primo Ministro russo stava cercando di mettersi in contatto con l’agenzia segreta “Il Lab”. Li aveva fatti chiamare più volte, senza mai ottenere alcuna risposta.
– Deve pazientare Primo Ministro, sono impegnati nell'operazione Recupero. La riuscita di questa missione è di vitale importanza per loro e sono consapevoli che lei esige di essere aggiornato. Deve solo aspettare e presto otterrà tutte le risposte – disse il segretario cercando di calmare il Primo Ministro Stesnikov. Se quell'uomo si arrabbiava, la sua ira si sarebbe scagliata contro la prima persona che gli sarebbe capitata a tiro. In questo caso su di lui e il segretario sapeva il fatto suo. Ciò nonostante, aveva usato una parola tabù.
– Non mi dire di pazientare! Sono il Primo Ministro!! Se ordino che sia fatto qualcosa, deve essere fatta subito! Se voglio una risposta, devo riceverla un secondo dopo che ho fatto la domanda! Ti sembra giusto?– urlò Stesnikov.
- Certo Primo Ministro, ha pienamente ragione. Riprovo subito a contattarli – rispose il segretario abbassando la testa, prese in mano la cornetta e ricompose il numero del Lab. Stavolta il tentativo non andò a vuoto.
Una voce seccata, leggermente acuta, rispose al telefono – Qui Il Lab, identificarsi prego.
- Sono il segretario del Primo Ministro della Russia. La metto in attesa un minuto e glielo passo subito – rispose l'uomo, si rivolse subito al proprio datore di lavoro – Li ho trovati Signore. Le passo la chiamata sulla linea protetta 3.
Stesnikov annuì, rientrò a passi pesanti nel suo ufficio e alzò la cornetta. Rimase in piedi, nemmeno si sedette sulla sua poltrona nera in pelle.
– Con chi desidera parlare Signore? – chiese nuovamente seccata la segretaria, continuando a masticare rumorosamente la sua chewingum.
– Come osa rivolgersi a me con questo tono di voce? Lei è soltanto una sgualdrina che è seduta su quella sedia perché non capisce un fico secco! Ha il cervello più piccolo di una mosca! Mi passi subito il Comandante Winkowski!! – urlò Stesnikov irritato dai modi svogliati della donna.
– Che modi sgarbati. Glielo passo subito – rispose la segretaria con voce ancora più acuta.
– Qui Comandante Winkowski, desidera? – disse una voce roca e fredda come il ghiaccio.
La schiena di Stesnikov fu percorsa da un brivido.
Il Comandante non aveva pietà di nessuno, era impenetrabile, profondo come le montagne della Siberia. Era un uomo che chiunque sano di mente avrebbe dovuto temere. Una sola parola sbagliata con lui e potevi ritrovarti con le budella squartate nel cuore della notte senza che te ne accorgessi.
– Sono il Primo Ministro. Voglio avere un aggiornamento riguardo la missione Recupero.
- Chiami proprio a fagiolo, Stes. Il mio uomo ha avuto un contatto verbale con la sterminatrice. Purtroppo gli è sfuggita ed è stato arrestato. Si è fatta più furba, non agisce senza pensare come prima. Ora elabora soluzione senza ricorrere alla violenza.
Stringendo più forte la cornetta, il Primo Ministro passò sopra al fatto che il Comandante lo avesse chiamato Stes.
Deglutì cercando di calmarsi, poi parlò – Quindi non è ancora riuscito a recuperarla? Sa quante informazioni è in possesso la sterminatrice? Senza contare di quante cose è in grado di fare... se volesse potrebbe distruggerci. L’abbiamo creata noi e ci appartiene. Vi finanzio profumatamente mettendo in rischio la mia posizione. Voglio che la riportiate subito indietro.
Con uno sbuffo Winkowski disse - Oh non preoccuparti Stes, la sua memoria è bloccata in parte. Certo Trish potrebbe essere d’impiccio ma alla fine è Skyller che comanda. Abbiamo preso delle contromisure per evitare che possa ricordarsi qualcosa di controproducente. Le nostre identità sono al sicuro. Ogni volta devo ricordartelo - concluse con noncuranza.
– Trish è astuta, potrebbe eludere i vostri provvedimenti e scoprire ciò che deve rimanere segreto. Quindi, cercate di recuperarla prima che tutto questo si trasformi in una catastrofe!! – sbraitò il Primo Ministro perdendo il controllo della propria voce. Aveva assistito dietro ad un vetro e visto con i proprio occhi quello di cui la sterminatrice era in grado di fare. Quasi temeva più lei che il Comandante. Anzi, era una partita alla pari.
– Consideratelo già fatto. Tra cinque minuti la squadra è pronta a partire per Londra. Stavolta non ci scapperà. Passo e chiudo – ribatté Winkowski riagganciando. “Certo che Stes è un vero idiota” pensò mentre si incamminava per controllare se fosse tutto pronto per la missione “Se non fosse che è il nostro finanziatore con più influenza, lo avrei già ucciso”.

Mentre in Russia elaboravano un piano di recupero, Shyla era entrata in un bar per trovare un rifugio dalla pioggia. Si era seduta al bancone, con la speranza di restare tranquilla e aveva ordinato un thè bianco. Dopo alcuni minuti, una donna era entrata nel locale sedendosi accanto a lei, ordinandosi una vodka liscia e sorridendole. La ragazza finse di non aver visto, iniziò però osservarla attentamente.
Tutti gli uomini presenti nel locale non le staccavano gli occhi di dosso. Si trattava di una bella donna con gli occhi azzurri e i capelli biondi raccolti in una treccia laterale, indossava un vestito rosso attillato che non arrivava all'altezza del ginocchio, sulla schiena vi era una scollatura, era normale che attirasse l'attenzione degli uomini. Ciò che aveva attirato l’attenzione di Shyla, era il rossetto. Le labbra avevano un colore rosso intenso, simile a quello delle fragole particolarmente mature.
“Sono sicura di aver già visto questo colore. Chi aveva un rossetto simile?” pensò la ragazza.
Fu Trudy a risponderle.
“Hai ragione, l’abbiamo già visto ed io mi ricordo a chi appartiene. Mettile degli occhiali da vista, lenti a contatto nere e un camice bianco”.
Shyla strinse la tazza del thè.
La donna lo notò. A quel punto si piegò leggermente verso di lei sussurrandole – A quanto pare ci hai messo poco a riconoscermi. Cosa mi ha tradito?
- Il rossetto. Lei è l’unica che possiede un rossetto di quel colore intenso, Dottoressa Silk– rispose Shyla appoggiando sul piattino la tazza con la bevanda calda.
La donna sorrise lievemente. Bevve un sorso della sua vodka liscia, poi iniziò a parlare – Ascoltami, so che quel che ti abbiamo fatto ti ha causato molto dolore. Ti abbiamo sottoposto a tanti esperimenti e sofferenze sia fisiche sia mentali. Tu sei riuscita a superare tutto con risultati eccellenti. Dovresti sentirti orgogliosa di quello che sei diventata e di quello che sei in grado di fare. Sei un enorme successo per la scienza.
- Mi avete fatto sterminare dei villaggi solo perché, non so chi, considerava quelle persone come un costo per la società. Ed io li ho uccisi senza pietà, nonostante cercassero di ferirmi, rimanevo illesa, perché con le abilità dei vampiri ero molto più veloce di loro.
- Quello è stato un grande successo. Tu con un singolo pugnale sei riuscita a vincere. Hai assimilato una miriade di informazioni. Sai, certe azioni che sembrano malvagie devono essere compiute per il bene della maggioranza.
Shyla si alzò dalla sedia. Non poteva più sentire quello che la Dottoressa stava dicendo.
– Il conto per favore – disse rivolta alla cameriera.
- Glielo porto subito - rispose annuendo la donna - Finisco di servire un altro cliente e arrivo da lei.
- Shyla, non agire in maniera azzardata. Sei molto preziosa ma se superi un certo limite, loro non esiteranno a ucciderti… - continuò Silk, fissando il suo bicchiere di vodka – Ti dirò solo un'ultima cosa, quindi ti prego, ascoltami. E' qualcosa che non dovrei dirti. Loro potrebbero uccidermi, però ho deciso di correre il rischio. Ti supplico, trova Trudy e salvala. Per favore.
La cameriera stava porgendo lo scontrino ma Silk lo afferrò dicendo – Pago io, se non le dispiace.
“Che cosa sta dicendo? Trovare Trudy? Sei dentro la mia testa, che senso ha cercarti?”
“Non lo so Shyla, magari vuole solo confonderci le idee. Potrebbe essere una tattica per prendere tempo. Meglio se ce ne andiamo subito, sicuramente tra poco arriveranno i rinforzi.”
“Si hai ragione.”
– Dottoressa Silk, non riuscirà a confondermi le idee – iniziò a dire Shyla.
A quel punto la donna si voltò verso di lei per fissarla, svelando gli occhi lucidi e una lacrima solitaria che le solcava il viso.
– Credimi... non ti sto mentendo. Ricordati la prima volta che hai ucciso. Non eri da sola in quella stanza. Ricordati di quell’altra bambina. Sono qui, senza il loro permesso. Mi uccideranno ma almeno salverò mia figlia Trudy. Sempre se tu ricorderai e deciderai di andare a salvarla.
Quelle parole fecero rimanere immobile Shyla.
Prima che potesse dire qualcosa, udì un fischio acuto percorrerle nella testa. Mise la mano destra sulla tempia, come se il gesto potesse fermare quel rumore. Numerose immagini le passarono davanti. Erano tutti ricordi sbiaditi senza significato.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Il capitolo precedente l'ho un po' sistemato, però non ci sono stati cambiamenti nella trama, quindi potete leggere tranquillamente questo nuovo capitolo. Buona lettura =)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


Shyla si svegliò di soprassalto. Si sedette di colpo e si guardò intorno. Osservando con attenzione, capì di trovarsi in una piccola stanza. Oltre alla branda dove era stata adagiata, c'era soltanto un tavolo con una sedia e una valigetta simile a un kit di soccorso. Al di là della porta c’era parecchio chiasso.
“Siamo nella stanza sul retro del bancone” intuì Shyla “Quel fischio deve avermi fatto svenire. Chissà cos'erano quelle immagini. Hai qualche idea, Trudy?”
“No, nessuna. A essere sincera, mi hanno turbato. E' meglio andarcene il prima possibile da questo posto.”
“Sì, hai ragione. Mi domando dove sia finita la Dottoressa Silk.”
Una volta d'accordo su come proseguire, Shyla afferrò la sua borsa, sistemata ai piedi del letto. D'istinto la aprì per controllare se non mancasse nulla. Notò che c’erano due oggetti in più.
Uno era un ciondolo d’oro a forma di stella e l'altro un nastro di stoffa color arancione.
Shyla decise di indagare su quegli oggetti più tardi. Chiuse la borsa, come sempre la indossò a tracolla. Mise la mano sulla maniglia e uscì dalla stanza.
La cameriera si girò verso di lei dicendole – Oh ti sei ripresa! La tua amica mi ha detto che soffri di pressione bassa. La sua ordinazione è già stata pagata da lei.
Shyla si guardò attorno, senza vedere da nessuna parte la Dottoressa Silk, stava per uscire quando ritornò sui suoi passi.
Si avvicinò al bancone e chiese alla cameriera – Scusi, mi sa dire quanto tempo fa è uscita?
L’espressione della donna si fece pensierosa mentre asciugava un bicchiere, poi rispose – Un dieci minuti fa, circa. Un uomo molto robusto vestito in gessato è entrato afferrandola per un braccio e sono usciti.
“Qui sento puzza d'imboscata.”
“Beh, siamo in ballo, non ci resta che ballare.”
– La ringrazio molto. Buona giornata.
Shyla si avviò lentamente verso l’uscita. Ascoltò attentamente ogni singolo rumore. Nessuna trappola era presente all'interno del bar. Niente, l'area sembrava sicura. Fu questo l'esito del suo controllo.
“A quanto pare non vogliono coinvolgere i civili” pensò Shyla.
“Probabilmente. L'ultima volta ci hanno arrestato e siamo evase da una prigione. Ora vogliono evitare altri coinvolgimenti con i media” rifletté Trudy.
“O semplicemente hanno con sé armi illegali e artiglieria pesante. Se qualche civile li vedesse, potrebbe pensare che si tratti di un attacco terroristico” ipotizzò Shyla.
Una volta in strada, camminò pigramente, appariva rilassata. I suoi inseguitori dovevano credere che lei fosse all'oscuro della loro presenza.
Shyla aveva tutti i sensi all'erta. Riusciva a percepire il pericolo, poteva sfiorarlo ma preferiva rimanere restia e fingere di non essersi accorta di nulla. Far credere al nemico di essere in vantaggio rispetto al proprio obiettivo, era la tattica migliore per coglierlo alla sprovvista e sovrastarlo.
"Shyla percepisco che sono in molti. Forse dovremmo..."
"No" rispose secca "Se ci diamo alla fuga, saremo di nuovo al punto di partenza. Dobbiamo far capire al comandante che non siamo più il suo giocattolino da guerra."
"Sei infuriata" commentò Trudy "Stai ragionando in maniera inopportuna."
"No, ti sbagli!"
"E' il ricordo del tradimento di..."
"Se pronunci quel nome, potrei zittirti!"
"Questa aggressività è soltanto la prova che ho ragione e tu lo sai. Sei solo troppo testarda per ammetterlo!"
Shyla tornò in stazione. Era il posto più affollato, quindi la possibilità di mimetizzarsi e perdersi nella folla era maggiore. Un grido attirò la sua attenzione. Si mise a correre verso l'origine del suono, senza pensarci. Al suo arrivo costatò i suoi timori. Due uomini in gessato avevano catturato i due giovani vampiri. Senza sprecare altro tempo, colpì alla nuca i due uomini facendo perdere loro i sensi.
- Questo posto non è sicuro. Uscite dalla stazione e trovate un altro rifugio. Ora cambierò i vostri abiti, in modo che possiate passare per dei normali ragazzini che vanno a scuola. E' soltanto una magia illusoria, sparirà da sola solo quando sarete in un posto sicuro. Dovete camminare normalmente, se vi metteste a correre vi troverebbero di nuovo. Non dovete attirare l'attenzione. Loro stanno cercando me, quindi non perdete altro tempo e andate!
La vampira voleva dire qualcosa ma il fratello, annuì in modo risoluto, afferrò la sua mano e insieme si aggiunsero al grande numero di studenti diretti a scuola.
"E ora divertiamoci a far impazzire i nostri inseguitori" pensò Shyla sogghignando. Si concentrò e scelse un treno a caso. Ordinò a tutti di scendere, passeggeri e autista compreso. Una volta che il mezzo di trasporto fu deserto, eliminò i ricordi collegati a quel treno, sia ai passeggeri sia agli addetti ferroviari.
"Trudy concedimi altra magia. Mi sento un po' debole..."
"Questo perché sei un'egocentrica paranoica" commentò l'altra sospirando.
"Dobbiamo fare le cose in grande!" ribatté Shyla.
Appena altro potere magico fluì nel suo corpo, creò un paio di cloni di se stessa. Ordinò loro di sparpagliarsi per la stazione, se avessero tentato di colpirla, lei avrebbe schivato il colpo. Solo nel caso in cui il clone fosse stato catturato, sarebbe scomparso.
"Questo farà perdere un bel po' di tempo a quei cretini. Ora ci faremo un altro bel viaggetto! Potrò dormire e recuperare le forze!"
"Dove hai intenzione di far andare questo treno?"
"Non ne ho idea. Ho inserito il pilota automatico."
"Che cosa vuol dire?"
"Semplice. Ho impostato il treno in modo che scelga automaticamente il percorso più sicuro. Sai giusto per evitare di scontrarci con qualche altro convoglio ferroviario in transito. La destinazione potrà sorprendere entrambe!"
"Basta che non giriamo in tondo. Sarebbe assurdo."
"Rilassati Trudy! Dovresti approfittarne e riposare anche tu."
"Una delle due deve pur rimanere in allerta" le ricordò "Potrebbero attaccarci se abbassiamo la guarda."
"Dopo sarei io la paranoica, eh?" rise Shyla sedendosi sul sedile "Fai come meglio credi ma qui siamo sicuro. La nostra posizione è nascosta agli occhi umani e a quelli di creature mistiche. Ho occultato la nostra presenza. Dopotutto siamo un unico vagone, escludendo quella in testa del pilota, non siamo un treno intero. Tranquillizzati, nessuno si accorgerà di noi."
"Hai preso più precauzioni di quanto credessi..." Trudy era sorpresa e divertita allo stesso tempo "Questo prova che sei la più paranoica tra le due."
"Oooh, stai zitta e dormi!" sbottò Shyla imbronciata.
I sogni di Shyla e Trudy non furono tranquilli. Immagini nitide, eppure sbiadite, come se viste in lontananza. Una figura, di una persona, probabilmente un uomo, era lampante che fosse qualcuno di pericoloso. Una luce bianca accecante, tante voci che pronunciavano parole complicate in un'altra lingua. Greco o latino, forse.
Un viso noto ma nascosto dietro una maschera bianca. Gli occhi sembravano tristi e disperati, eppure privi di lacrime. Sotto quella maschera si poteva immaginare vi fosse celato un sorriso. La voce di una donna «Tesoro, mi dispiace, ma questo ti renderà più forte e sarai sempre al sicuro.»
Shyla si svegliò ansimando e con la fronte sudata.
"Trudy..."
"Sì..." fu la risposta "E se questo sogno, fosse collegato al fischio che abbiamo sentito al bar?"
"Tu pensi che la dottoressa Silk abbia scatenato volontariamente questa reazione a catena di ricordi? Forse ci hanno tenuto nascosto qualcosa e queste immagini dovrebbero aiutarci a capire di cosa si tratta."
"E' possibile" ragionò Trudy "Dovremmo indagare sugli oggetti presenti nella borsa. Probabilmente è stata proprio la dottoressa Silk a metterli nella borsa. Se riusciamo a trovare e capire il collegamento, sicuramente questi ricordi ci saranno più chiari e saremo in grado di capirne il significato."

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4


Una giovane guardia si avvicinò e titubante disse - Comandante Winkowski, cattive notizie.
Rimase in silenzio e immobile sull'attenti, prima di proseguire con il messaggio. Stava tremando, con un cenno l'uomo di fronte a lui lo intimò di proseguire.
La guardia deglutì, solo dopo quel gesto riprese a parlare.
- A quanto pare la sterminatrice ha liberato due soggetti vampiri prima che potessimo inserire il localizzatore GPS. Skyller è salita su un treno con direzione ignota. Ha cancellato la memoria agli addetti della stazione. Nessuno ha idea di dove fosse diretto il treno sul quale è salita.
- Questo è irrilevante - affermò Winkowski - Può cambiare la destinazione con estrema facilità. Sapere quale fosse la meta in programma non ci sarà utile in alcun modo - fissò l'uomo che aveva di fronte.
Il Comandante si domandò come avesse fatto a superare i test per diventare un soldato semplice. "Dovrebbero controllare di più la determinazione mentale e il coraggio. Essere in grado di ricordare le tattiche è solo questione di memoria. I soldati dovrebbero avere abbastanza fegato da guardare il proprio superiore in faccia e riferirgli senza timore qualsiasi notizia, negativa o positiva che sia e non tremare come un bambino impaurito dal buio."
Scoraggiato di avere personale incompetente, dichiarò – Mettiti in contatto con tutti i tuoi compagni a Londra, devono rientrare alla base immediatamente. Appena saranno nuovamente al Lab ci sarà una riunione. Una volta tutti riuniti, illustrerò il modo in cui procederemo. Il prossimo tentativo di cattura sarà l'ultimo, perché avremo successo di sicuro. Niente più errori! Sono stufo di tollerarli - la sua voce era ferma, spietata.
La sua mente stava già elaborando un piano. Skyller sarebbe tornata al Lab con le sue stesse gambe, di sua volontà. Purtroppo, avrebbe dovuto perdere un elemento importante per la continuità della ricerca e del progetto, però ne sarebbe valsa la pena. Un ingente somma di denaro sarebbe stata versata direttamente sul suo conto, se fosse riuscito a riportare indietro Skyller in tempo per assassinare il rivale di Stes. Il Primo Ministro avrebbe perso se, chi si era messo sul suo percorso politico, non avrebbe levato le tende o cambiato interessi.
La guardia congedata si affrettò a raggiungere la sala delle comunicazione per avvisare i compagni sul campo. Aggiungendo un particolare, ovvero che Winkowski stava sorridendo. I sottoposti capirono subito. Qualcuno sarebbe morto. Quando era un comandante di una brigata, addestrò i suoi soldati facendoli diventare dei militari assassini. Da sempre, l'unica cosa che riusciva a rallegrarlo era togliere la vita, non semplicemente uccidendo, bensì utilizzando vari mezzi di tortura. Per lui era un vero spasso, si ritrovava spesso a rivivere i vecchi tempi e questo era uno stimolo ulteriore per la sua inventiva.
"Faresti meglio a essere lesta a tornare, sterminatrice. Potrebbe sorprenderti, anzi di sicuro sarà così. Non potresti mai immaginare cosa sto pensando. Anche se ti ho addestrato personalmente e dovresti conoscere perfettamente la mia mente spietata" pensò il Comandante.
Dopo un paio d'ore tutti i soldati partiti in missione erano tornati alla base. Senza preoccuparsi di cambiarsi d'abito, si riunirono nella sala conferenze.
Quando Winkowski espose il suo piano diversi militari rimasero impietriti.
- Come possiamo commettere una simile crudeltà a qualcuno disarmato? - domandò qualcuno, chiaramente sconvolto.
- Lei non è una ragazzina stupida. E' una stratega, una calcolatrice. L'unico modo per destabilizzarla è farle subire uno shock. Solo così la coglieremo alla sprovvista e avremo l'occasione di catturarla, evitando di ferirla! Ricordatevi, è di vitale importanza: lei deve rimanere incolume! Ha una missione importante da compiere, i vostri stipendi dipendono da questo.
Il braccio destro del Comandante, il tenente Piotr aggiunse - Sembra giovane, ma ha un'esperienza in battaglia spaventosa. Se vi reputerà un pericolo, vi assicuro che non farete in tempo a contare fino a tre, il vostro corpo sarà sul pavimento in tanti piccoli pezzi di carne e nemmeno vostra madre sarebbe in grado di riconoscervi.
Un mormorio s'innalzò. Con un'alzata di mano Piotr chiese silenzio. Tutti obbedirono.
Winkowski riprese la parola.
- Grazie tenente – piegò in avanti la testa nella sua direzione come segno di gratitudine per le sue parole, poi si rivolse nuovamente alla platea.
- A ognuno di voi ho assegnato un compito. Dovete essere certi di riuscire a portarlo a termine. Se pensate che ciò potrebbe farvi avere rimorsi di coscienza, allora siete liberi di andare. La titubanza può far fallire questa missione. Dovete essere convinti di riuscire a fare ciò che vi ho esposto. Altrimenti uscite da questa stanza subito.
Il Comandante rimase in silenzio guardando i soldati riuniti nella stanza.
Un uomo timidamente si alzò, fece il saluto militare, si scusò e uscì. Altri, prendendo coraggio, seguirono il suo esempio. Nella sala riunioni rimasero poco più di una trentina di uomini.
- Voi mi rendete orgoglioso. Ora so quali uomini sono degni del nome e del ruolo che portano - iniziò a dire Winkowski - Ora dobbiamo solo prepararci al suo arrivo. Mi raccomando, svolgete ogni compito con calma e precisione. Skyller ha bisogno di tempo per elaborare un piano. Noi siamo in vantaggio, perché ne abbiamo già uno da seguire. Ora non ci resta che metterlo in atto e avere successo. La gloria della vittoria sarà nostra!
- Sììì!!! - gridarono caricati gli uomini.
Il tenente Piotr osservò attentamente lo schema sulla lavagna bianca. Era un piano molto elaborato. In genere gli schemi di attacco del Comandante erano molto semplici, il soggetto doveva essere catturato e bisognava utilizzare tutti i mezzi a disposizione.
"Sicuramente ci sarà da divertirsi. Winkowski si è impegnato molto per elaborare un piano simile. Ha addirittura assegnato un compito specifico a ogni singolo soldato. Spero che nessuno commetta degli errori, se il suo schema dovesse avere delle falle, le ripercussioni saranno tremende per loro."
Uscì dalla sala. Il tenente si recò verso l'uscita dello stabile per fumarsi una sigaretta.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5


Trudy rimase vigile. Dopo quel sogno aveva deciso di rimanere concentrata per progettare una tattica. Era la scelta migliore per allontanare quella spiacevole sensazione. Si domandava come Shyla avesse fatto a riaddormentarsi senza troppi problemi. Forse, anzi sicuramente, aveva dato poca importanza a quel sogno, come se non si trattasse di un ricordo vissuto ma solo un sogno che non aveva nulla a che fare con la realtà.
"E' davvero spensierata... beata lei" pensò Trudy.
Shyla si sentiva infreddolita. Dormire sul treno comportava qualche inconveniente.
"Sei rimasta sveglia. Lo so perché mi sento la testa pesante."
"Sì, scusami. Quelle scene erano troppo forti per me, mi hanno colpito. Riprendere a dormire era fuori discussione."
"Non importa. Le energie le ho recuperate" la tranquillizzò Shyla "Sei riuscita a trovare qualche risposta che vuoi condividere ora che sono sveglia?"
"Rimango dell'idea che dovresti analizzare quegli oggetti con la magia. La Dottoressa Silk potrebbe aver chiesto a qualcuno di lasciare un messaggio specifico con l'intento di aiutarci oppure ostacolarci. Se usiamo la magia, sarà più facile capire se ci vuole ingannare o se quello che ci ha detto al bar corrisponde alla verità."
"Dici sul fatto che devi essere salvata?"
"Può darsi che abbiamo un timer impiantato nel cervello e potrebbe esplodere da un momento all'altro e ucciderci."
- Ahahahah – scoppiò a ridere Shyla.
"Tu credi troppo nelle cospirazioni. Sei paranoica! Se avessimo davvero un timer, l'avrebbero usato contro di noi per catturarci i almeno minacciarci" cercò di farla riflettere.
"Può essere come dici tu, ma anche il contrario" obiettò Trudy.
"D'accordo. Ora mi concentro e provo ad analizzarli. Spero solo che non sia uno spreco di tempo ed energie."
Prese la tracolla e tirò fuori i due oggetti. Inspirò a fondo per concentrarsi. Stava cercando di far scorrere meno flusso magico possibile, cosicché se fosse stata una trappola, avrebbe avuto le difese necessarie per proteggersi da un qualsiasi tipo di attacco.
L'analisi del ciondolo non portò a nulla. Senza sprecare altro tempo, passò al nastro di stoffa, appoggiando l'altro oggetto sul sedile accanto.
Appena entrò in contatto magico con l'oggetto, ci fu un forte impatto. Era talmente potente e profondo che riportò alla luce un ricordo dimenticato. Prese forma in maniera vivida.

FLASHBACK

Una mano delicata pettinava i capelli corvini.
- Auch!
- Dovresti restare ferma - la rimproverò il ragazzo, con un tono calmo - Se continui a dondolarti, è impossibile evitare i nodi e scioglierli in maniera meno dolorosa.
- Mi annoio a stare ferma - sbuffò la bambina.
- E se... - continuò il giovane - Se ti dicessi che potrai mettere il nastro arancione tutti i giorni, ne saresti contenta?
Per tutta risposta la bambina annuì.
- Bene. Ti metterò il nastro che ti piace tanto ogni volta che lo vorrai, ma in cambio devi promettermi una cosa. Dovrai essere una bambina obbediente. Siamo d'accordo?
- Sì! - le gambe ripresero a dondolare, erano troppo corte e non toccavano il pavimento o forse era la sedia a essere troppo alta, ma questo permetteva alla bambina di ciondolare in libertà le proprie gambe.
- Mamma non si arrabbierà, se lo metto sempre? Dice che è di un tessuto raro e si rovina se l'indosso più di una volta.
- Stai tranquilla, non succederà - la rassicurò, mentre intrecciava il nastro colorato intorno ai capelli della sorella.
- Promettimelo! - lo esortò lei, insistente.
- Shyla ti assicuro, quello che ho appena affermato corrisponde alla verità. Non potrei mai mentire alla mia piccola sorellina.
Un volta finita la pettinatura corse alla specchio.
I capelli corvini erano morbidi e il nastro di stoffa arancione s'intonava bene.
Un'altra figura apparve nello specchio accanto a lei. Un giovane uomo dai capelli corvini e gli occhi verdi riflettevano l'immagine, la sua espressione lasciava trapelare che aveva preso una decisione importante.
- Sei il fratello migliore di tutti, Josh - affermò Shyla abbracciandolo e annuendo con vigore.
- Sei davvero dolce a dirmi così - lui le sorrise con dolcezza e questo fece apparire un enorme sorriso anche sul viso della bambina.
Un grido li fece sobbalzare, rompendo in frantumi quel momento di beatitudine.
- Figli miei, dove siete?! So che siete a casa! Josh, Shyla uscite subito dalle vostre stanze e venite a salutare vostra madre! - la donna barcollava nel corridoio di casa, senza smettere di urlare - Figli ingrati!! Dovrei vendere i vostri organi al mercato nero, almeno guadagnerei qualcosa dalle vostre insulse vite!!
- Ho paura - sussurrò tremante la bambina.
- Copriti le orecchie - le sussurrò abbracciandola e prendendola in braccio - Tieni gli occhi chiusi e fidati. Ti ho promesso che ti avrei salvato da questa brutta situazione e oggi è il giorno in cui manterrò quella promessa.
Con la sorella in braccio uscì dalla stanza e scese al piano inferiore.
- Josh dove credi di andare? Sul serio pensi di poter sopravvivere? Sei sicuro di riuscire a badare a te e a tua sorella in modo migliore di quanto non faccia io? Sei un folle!! - le strilla si fecero più acute, pareva quasi che graffiassero il timpano talmente erano fastidiose.
Il giovane uomo non rispose e continuò a correre con Shyla in braccio. Poteva sembrare non avessero nulla con sé, a parte gli abiti che indossavano, ma sia nelle tasche della giacca sia nei pantaloni Josh aveva molti gioielli appartenenti alla madre. Una volta venduti, guadagnò abbastanza soldi da poter affittare un appartamento e avere del cibo per un paio di giorni. In poco tempo trovò un lavoro e prese un gattino in modo che facesse compagnia a Shyla, almeno non avrebbe passato la maggior parte della giornata nell'appartamento da sola. Passarono diversi giorni felici insieme, andarono a visitare lo zoo, fecero dei giri nella città, tutti bei momenti che i due fratelli mai avevano vissuto prima. I momenti di angoscia e terrore degli anni passati con la madre erano ormai un lontano ricordo nella mente della bambina, seppure i lividi fossero impressi nella sua anima.
Il nastro arancione cadde in una stanza bianca e da quel momento in poi, tutto diventò sbiadito.

FINE FLASHBACK

Il respiro si era fatto affannato.
Shyla lasciò la presa del nastro di stoffa, con la speranza che quella sensazione sparisse e si appoggiò al sedile accanto. La mano sfiorò il ciondolo e stavolta il contatto portò a un risultato.

FLASHBACK

La bambina bionda aveva un libro in mano. Era felice.
– Mamma, quando ho finito questo, posso andare a prenderne un altro? – aveva gli occhi speranzosi di ricevere una risposta positiva.
–Certo, tesoro. L'importante è che rimetti a posto prima quello, la libreria deve essere ordinata, lo sai.
- Sììì – esclamò gioiosa la bambina – Sei brava mamma. Tu non sei come lui.
Spalancando gli occhi lei mise l’indice sulle labbra – Shhh –la esortò – Non devi dire queste cose, lo sai.
- Sì mamma – abbassò la testa.
A quel punto la madre la raggiunse e la abbracciò, le diede un bacio sulla fronte, poi uscì per andare al lavoro.
La differenza tra i due genitori era enorme e per la piccola era incomprensibile capire come la madre riuscisse a sopportare il padre. Lui era cattivo, la faceva sempre piangere e la bambina non lo poteva tollerare ma non sapeva cosa fare per fermarlo, perciò si nascondeva nella lettura dei libri, come le aveva consigliato sua mamma.
La giornata passò lentamente. Era sera e la bambina era tornata nella sua stanza. Aprì la finestra per guardare le stelle e con la manina strinse il ciondolo d’oro appeso intorno al collo e come ogni sera espresse il solito desiderio: «Voglio che un ladro entra in casa e lo uccida.»
Era un pensiero molto forte per una bambina della sua età.
– Che cosa ci fai ancora sveglia a quest’ora? - quella frase la fece sussultare.
Il padre era tornato a casa presto quella sera. Quando vide una luce accesa nel piano superiore, corse furioso sulle scale. Doveva controllare se la figlia fosse ancora sveglia o se avesse dimenticato di spegnere la luce prima di addormentarsi. Rabbioso spalancò con forza la porta.
– Tieni la finestra aperta con questo freddo? Se ti ammali chi pensi dovrà pagare il dottore e le medicine? Io! Non di certo tua madre che guadagna una miseria con il suo lavoro da ricercatrice! – allungò le mani verso la bambina – Stavolta non ci sarà tua madre a proteggerti!
La piccola rimase immobile dalla paura.
L’istinto e la ragione le dicevano di correre e scappare lontano da quella stanza, eppure nonostante lo desiderasse, le sue gambe rimasero ferme come se i piedi fossero inchiodati al pavimento.
Dal piano inferiore la madre la chiamò.
– Sono tornata, Trudy. Scendi, devo presentarti un collega, poi andremo in un posto.
Nessuna risposta. Solo allora si accorse di un mazzo di chiavi sul mobile vicino all'entrata, si preoccupò e corse al piano superiore. Seguita dalla persona al suo fianco.
La donna gridò – Togli le tue mani da mia figlia! Non osare picchiarla!
A quelle parole l’uomo raddrizzò la schiena e voltò lo sguardo alle sue spalle.
In quel momento, si sentì un forte boato.
Le orecchie di Trudy fischiarono, sentiva i rumori in modo diverso. D'istinto corse tra le braccia della madre che l’abbracciò forte. Dietro di lei vide un uomo, sembrava piuttosto giovane, con in mano un arma. Lo guardò, fissandolo negli occhi verdi. Lui le sorrise dolcemente e poi sparì.
Il suo ladro gentiluomo era arrivato e le aveva liberate dal padre manesco.
Il suo desiderio si era avverato. Se l’avesse incontrato di nuovo, lo avrebbe ringraziato, era certa che lo avrebbe riconosciuto. Un giovane dagli occhi verdi e capelli corvini.
Il ciondolo d'oro fu perso in una stanza bianca e da quel momento in poi, tutto diventò sbiadito.

FINE FLASHBACK

Una volta aperto gli occhi, tutto sembrava accecante. Perfino quelle specie di pallini neri dalla forma indefinita. Shyla si sentiva gelare, come quando anni prima, il Comandante l'aveva obbligata a restare per un giorno intero dentro una caverna di ghiaccio in Siberia, con addosso degli abiti estivi e senza un parka a riscaldarla.
"Questi..." iniziò a dire Shyla.
"Sì" affermò Trudy "Sono dei ricordi. Uno è sicuramente il tuo, ma l'altro...?"
"La donna sembrava la Dottoressa Silk" si mise una mano sulla fronte "Ho un terribile mal di testa ora."
Entrambe restarono taciturne per diversi minuti. Il rumore delle ruote sulle rotaie era l'unico suono a rompere il silenzio.
"Entrambe le visioni avevano una cosa in comune. Mio fratello Josh" questo particolare sconvolse Shyla.
"Quel ciondolo... in effetti, mi dice qualcosa. Sto cercando d'indagare, purtroppo mi trovo davanti a una barriera inviolabile" Trudy si sentiva frustrata.
"Se quella visione fosse falsa, non dovrebbe ricordarti niente, questo dimostra che sono reali. Forse siamo due persone diverse e queste visione servono per farci rendere consapevoli oppure sono una trappola del Comandante... no, ma com'è possibile? Perché non riesci a ricordare con chiarezza? Entrambe siamo consce dei vari esperimenti a cui ci hanno sottoposto, possediamo abilità appartenenti ad altre specie, cosa di per sé incredibile da credere. Però questo va oltre alla follia. Tuttavia, se fosse vero..." Shyla era disorientata, con i brividi che rimanevano a farle compagnia. "Dove ti trovi ora? Di sicuro sei viva, altrimenti la Dottoressa Silk non mi avrebbe mai detto di salvarti."
"Eppure io mi sento bene" Trudy era perplessa oltre che scossa "Se ho bisogno del tuo aiuto, può voler dire soltanto una cosa. Sono chiusa da qualche parte all'interno del Lab. O almeno il mio corpo. Il punto è: vale davvero la pena andare a salvarmi, se non potrò tornare nel mio corpo? Siamo una persona sola adesso. Il processo inverso secondo i miei calcoli è impossibile."
"Il come farai a tornare nel tuo corpo, lo scopriremo una volta arrivate al Lab. Di sicuro sapranno annullare la simbiosi, altrimenti non avrebbe senso salvarti e il messaggio della Dottoressa Silk si rivelerebbe un subdolo metodo per farci tornare" Shyla aveva ripreso il controllo ed era diventata combattiva "Quelle persone non si sono limitate a usarci e fare esperimenti su di noi, ci hanno addirittura cancellato la nostra identità e tolto i ricordi che potevano essere compromettenti."
"Sei sicura? Perché a me sta bene continuare come abbiamo fatto finora."
"Prima non eravamo così, è quello che ci hanno voluto far credere per tenerci al guinzaglio e usarci per i loro scopi. E poi stai scherzando? Mi sei stata di enorme aiuto una miriade di volte, probabilmente non sarei ancora viva se non fosse per te. Te lo devo, è il minimo" Shyla era determinata "Dobbiamo solo entrare nel Lab con un piano perfetto. Introdursi sarà facile, conosciamo la piantina e i condotti d'areazione a memoria. Dobbiamo escogitare solo più varianti per uscire entrambe da quel posto."
Trudy si sentiva riconoscente, per questo avrebbe aiutato Shyla, non voleva deluderla.
A dire il vero, lei non ci teneva particolarmente a tornare nel suo corpo. Il senso d'impotenza della visione l'aveva vissuto profondamente e si era rivista in lei.
In realtà aveva mentito. Lei si era ricordata quasi tutto del suo passato. Ora era in grado di sentire i discorsi degli scienziati mentre analizzavano il suo corpo, commenti del passato e presente si mischiavano, eppure riusciva a suddividerli in ordine temporale. Aveva il terrore di ritornare com'era prima. Da una parte voleva aiutare Shyla, perché le sue intenzioni erano buone, ma dall'altra aveva l'intenzione di sabotarla. Solo agendo così la loro vita non avrebbe subito altri cambiamenti. Shyla non doveva scoprire ciò che lei sapeva, per questo aveva schermato quei ricordi in modo tale da non essere visibili.
"Devo proteggere quello che siamo, separarci porterebbe solo un grande dolore e vuoto" pensò Trudy senza farsi sentire volutamente da Shyla.



---------------------------------------------

Nota: Più o meno siamo arrivati a metà della storia, non so se la verità che sta emergendo sia comprensibile oppure no, anche perché un po' di mistero deve restare... vi assicuro che più avanti ci sarà una descrizione dettagliata su cosa è realmente successo, quindi non temete c'è una spiegazione a tutto, nonostante per ora è ancora tutto confuso!
Inoltre ci tengo a ringraziare tutti coloro che stanno leggendo questa storia, grazie mille!! =)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6


Nel Lab c'era un gran movimento. L'agitazione era dovuta alle macchine attaccate al corpo di Trish. Da diversi anni non c'erano stati cambiamenti, per cui tutti gli scienziati erano bramosi di capire il motivo di quell'improvviso cambiamento.
- Dottoressa Silk, secondo i primi dati raccolti si tratta di un'attività celebrale. Per essere precisi la zona con maggiore intensità è quella corrispondente all'ippocampo - il ricercatore abbassò lo sguardo analizzando altre informazioni scritte sui fogli, poi continuò - Trish è riuscita ad avere accesso a diversi ricordi del suo passato, quindi avrebbe potuto far trapelare informazioni senza problemi, avendo accesso oltre la barriera creata da noi. Per ora non ci sono stati segni di cedimento, per cui mi vien da affermare che i dati protetti sono rimasti tali. Dobbiamo solo sperare che Trish non inizi a indagare, perché se ha qualche sospetto con le sue abilità, le ci vorranno pochi secondi per scoprire il segreto per cui abbiamo lavorato duramente per far sì che rimanesse nascosto dalle menti di entrambe. A quel punto svelerebbe tutto a Skyller e lei potrebbe distruggerci - senza rendersene conto rabbrividì. 
La donna bionda rimase impassibile a quella notizia.
Si limitò ad annuire e commentare - Continuiamo ad analizzare i dati, vediamo se riusciamo a scoprire qualcosa di più dettagliato. Per l'origine che ha causato tutto questo, l'indovino potrebbe esserci d'aiuto.
Lo scienziato rimase a bocca aperta - Il Comandante ha ordinato di lasciarlo nella sua cella d'isolamento. Non sono autorizzato a spostarlo.
- Spiegagli la situazione. I dati non ci possono mostrare le immagini, possiamo solo scoprire a quale fascia d'età è collegato il ricordo o a quale emozione, se siamo fortunati. Vai e torna con l'indovino.
Dopo quelle parole la Dottoressa Silk si allontanò dirigendosi verso il bagno. Si chiuse dentro, espirò a occhi chiusi e solo allora si lasciò sfuggire un sorriso. La donna fece scorrere il rotolo della carta igienica e tirò l'acqua, una volta uscita dalla cabina, si avvicinò al lavandino per lavarsi le mani. Quel gesto era necessario per mantenere le apparenze. Uscita dal bagno andò a sbattere contro qualcuno.
- Heiii!! Guarda dove vai, imbecille! - lo apostrofò scocciata. Si trattava di una guardia che conosceva bene, se ne accorse solo dopo essersi girata a guardare in quella direzione.
- Ti consiglio fingerti malata e fare assenza per i prossimi giorni, anzi sarebbe meglio una vacanza - le bisbigliò - Il Comandante ha in mente un piano per farle tornare e tu sei il soggetto di tortura prestabilito che, secondo lui, le farà cedere a ogni sua richiesta.
- Lo so, Josh – lei sorrise tristemente - L'indovino mi ha predetto il futuro, su queste cose è davvero affidabile. Il tuo avviso mi conferma solo che le sue parole sono veritiere.
- Devi scappare. Posso coprire le tue tracce senza che sospettino di me. Potrei riuscire a impedir loro di trovarti, ma... devi andartene ora - l'uomo era preoccupato - Il pericolo per la tua vita è adesso, tra un paio di giorni tutto sarà finito e potrai tornare.
- Sei un buon amico Josh - la ricercatrice si allontanò lentamente - Devo restare accanto a Trudy, mia figlia ha bisogno di me. Se la lasciassi sola, sarebbe come se la abbandonassi una seconda volta nelle mani degli scienziati.
La guardia rimase ferma dov'era, scosse la testa, sospirò e incamminandosi riprese a svolgere le proprie mansioni.
Il Comandante Winkowski negò l'intervento dell'indovino, così egli rimase nella sua cella d'isolamento.
Josh decise di andare a scambiare due parole con il prigioniero.
- So già perché sei qui - disse lui con voce sibilante - Vuoi che faccia avere un messaggio alla sterminatrice da parte tua.
- E' un favore che mi devi.
- Sono chiuso in questa cella lontano da tutti e dal mondo - l'indovino lo stava ignorando - Ho già aiutato la Dottoressa Silk a lanciare un messaggio magico tramite due oggetti e finora non mi ha ripagato per il mio aiuto. Tu potresti comportarti allo stesso modo.
- Sai benissimo che non sarà così. Mi conosci e prevedi il futuro - Josh parlava con tono calmo, sapeva che fare la voce grossa era inutile con la persona che si trovava davanti.
- Il tuo cuore è avvolto da questa nuvola nera, eppure la tua anima è pura. Sei un umano davvero curioso Josh - l'indovino continuava a parlare stando sdraiato sulla sua branda.
- Se vuoi un assaggio della mia anima, puoi averla subito. A me importa solo che farai avere il messaggio a mia sorella.
- Devo avvisarti che potrebbe essere distorto. E' un ricordo che impongo a qualcuno, quindi lo vivrà come un avvenimento extrasensoriale.
- L'importante è che sappia che non l'ho abbandonata. Lei mi odia perché crede che abbia agito in quel modo per soldi e niente è più lontano dalla realtà. Shyla deve sapere questo, di tutto il resto non m'importa.
Gli occhi dell'indovino si ridussero a due fessure - Come guardia di sicurezza, dovresti sapere che è contro le regole donarmi uno spuntino simile, le anime sono proibite. Dirti che la tua vita da umano sarà dimezzata è qualcosa di cui sei già a conoscenza.
- Dacci un taglio. Fammi pagare il mio debito e preleva il ricordo che ti mostrerò - Josh era stanco di tutte quelle chiacchiere. Più tempo passava lì, più correva il rischio di essere scoperto.
L'indovino si alzò di scatto, gli afferrò la mano dalle travi, iniziando il suo pasto prelibato. L'uomo avvertì un senso di vertigine, però si sforzò di rimanere in piedi, appoggiò il proprio busto sulle sbarre. Il senso di debolezza si fece più forte. In quel momento tutto finì.
- Sei proprio il fratello maggiore della sterminatrice, avete la stessa tempra - espirò l'aria tremante - Mi hai fatto un regalo immenso. Ora ho la forza necessaria per scappare da questo posto, ma non lo farò perché è divertente - sembrava sorridesse - Adesso mostrami questo ricordo.
Josh usò le forze rimanenti per fare quanto chiesto dall'indovino. Di sua iniziativa quest'ultimo aggiunse un momento iniziale che reputò importante che la sterminatrice vedesse.
"Di sicuro capirà meglio le sue intenzioni... ecco perché la sua anima è così pura" l'indovino chiuse i piccoli occhi e soffiò sul viso dell'uomo che si era accasciato a terra.
- Ti dimenticherai della tua richiesta e di ciò che è successo - fece una pausa - E' per tutelare entrambi - sembrò giustificarsi.
Josh sogghignò - Ho fatto un piccolo ragionamento: la Dottoressa Silk ti ha chiesto un favore, però in cambio non hai guadagnato niente, per te non rappresenta un rischio. Adesso aiutando me, hai ottenuto il pasto proibito. Se i ricercatori lo venissero a sapere, riprenderebbero a farti esperimenti finché le energie appena acquisite non saranno sparite. Ipotizzando questo, sono giunto alla conclusione che entrambi avremmo vinto con questo scambio.
Perplesso l'indovino pensò "Forse la mia fame di un'anima pura mi ha reso cieco dal accorgermi che lui aspirasse a eliminare le sue memorie? E' normale, dopotutto ha firmato la sua condanna accorciando la propria esistenza."

Shyla si sentì improvvisamente assonnata.
"Trudy..." pronunciò solo il suo nome, prima che una nebbia grigiastra l'avvolse facendola precipitare in uno stato di dormiveglia.
Una melodia senza un suono specifico o identificabile, la stava trasportando, come se fosse all'interno di un vortice che la spingeva verso il basso, fino a farla sprofondare in un'oscurità buia e senza luce. Talmente profonda da farle perdere il senso dell'orientamento. Il posto sembrava confuso, poi tutto si schiarì, diventando un'immagine nitida. Shyla non riusciva a muoversi, a comunicare con Trudy e parlare, non le rimaneva che restare immobile e assistere. Quello che avrebbe visto corrispondeva a una verità che nessuno avrebbe mai immaginato. Almeno non lei. Di certo avrebbe avuto un impatto sul suo stato emotivo.

RICORDI DI JOSH – FLASHBACK

Josh stava sfogliando il giornale in cerca di qualche offerta di lavoro. L'annuncio di un laboratorio scientifico catturò la sua attenzione. Cercavano nuove guardie di sicurezza. Lui era adatto per quel ruolo. Senza pensarci troppo, prese il telefono e compose il numero. Il colloquio telefonico durò pochi minuti, la segretaria gli diede l'indirizzo del luogo in cui doveva presentarsi per partecipare alla selezione.
Mentre era in sala d'attesa per essere chiamato per il colloquio preliminare, scambiò due chiacchiere con una ricercatrice che si era avvicinata domandandogli se poteva essergli d'aiuto. La donna aveva una figlia della stessa età della sua sorella minore e parlando avevano pensato di farle conoscere, dopotutto entrambe rimanevano spesso a casa da sole.
Per un mese dovette superare vari test e partecipare ad allenamenti specifici, prima di essere valutato idoneo per il lavoro di guardia di sicurezza.
Il giorno in cui fu assunto, attese la fine del turno della ricercatrice. I due erano rimasti d'accordo che se lui fosse riuscito ad ottenere il lavoro, lo stesso giorno le due bambine si sarebbero conosciute. I piani furono infranti dal marito. Era rientrato prima a casa e che stava facendo del male alla figlia della donna.
D'impulso Josh estrasse la pistola d'ordinanza appena ricevuta e sparò in testa all'uomo. Quello era l'unico punto che aveva valutato essere sicuro, avrebbe evitato di colpire o sporcare di sangue la bambina, anche perché aveva approfittato della frazione di secondo in cui il marito della ricercatrice si era raddrizzato in piedi.
Era a conoscenza dei maltrattamenti del padre sulla figlia e se al suo posto ci fosse stata la sua sorellina, avrebbe voluto che qualcuno uccidesse la persona che stava per farle di nuovo del male. Sempre ammesso che lui non fosse stato in grado di risolvere la questione da solo.
Solo dopo aver visto l'uomo accasciarsi a terra, si rese conto di aver agito senza pensare.
La bambina lo guardò e per istinto le sorrise come per rassicurarla. Subito dopo pensò che la piccola avrebbe potuto vederlo come un assassino, senza dire nulla, corse fuori da quella casa.
Appena varcata la soglia del suo appartamento, si affrettò ad abbracciare Shyla. Dopodiché si preoccupò di insegnarle a difendersi da sola, per essere certo che nessuno si sarebbe potuto rivelare una minaccia per la sua incolumità. Dal canto suo la sorella minore era contenta di imparare cose nuove dal fratello maggiore che ammirava tanto, infatti si impegnava con tutta se stessa per migliorare.
La ricercatrice lo ringraziò molto quando lo incontrò nei corridoi, rassicurandolo che aveva spiegato alla polizia che era stato un ladro a uccidere il marito e che la figlia Trudy non era rimasta scioccata dall'accaduto.
Le due famiglie stavano vivendo un momento di serenità, che prima era inesistente nelle loro vite, purtroppo quei momenti durarono solo per poco tempo.
Il Lab cercava due cavie che avessero qualcosa in comune, così da essere affini per gli esperimenti. Per prima cosa cercarono e provavano a fare combinazioni tra i vari parenti dei dipendenti. Dopo diversi giorni riuscirono a trovare una somiglianza tra due bambine.
A Josh venne un tuffo al cuore quando gli proposero di usare sua sorella minore per un esperimento. Era sconvolto, tanto che pensò di licenziarsi pur di salvare Shyla, dopotutto gli avevano comunicato che lei sarebbe stata perfetta per essere la cavia numero uno.
Fu la Dottoressa Silk a fargli cambiare idea.
- Mia figlia Trudy è stata scelta come cavia numero due. Sai perfettamente quanto bene le voglio, è la mia vita. Tu credi che sia disposta a sacrificarla per un esperimento che fallirà? No... il progetto è perfetto nei minimi dettagli, l'ho controllato io stessa, per questo ho intenzione di accettare. Insieme saranno più forti e si proteggeranno a vicenda. Niente le farà più soffrire e non saranno mai sole, neanche dopo la nostra morte, che presto o tardi arriverà per entrambi.
Il discorso convinse Josh, sicuro che la donna fosse sincera e in buona fede. In fin dei conti, metteva in gioco la vita della propria figlia.
Per loro sfortuna erano i superiori a non esserlo, infatti avevano omesso di informarli che se il risultato dell'esperimento fosse stato un successo e se le due bambine avessero superato tutti i test, sarebbero diventate un'entità con la doppia personalità. Avrebbero ricevuto dei poteri fuori dal comune e a quel punto sarebbe diventata una sterminatrice, in pratica una killer in mano ai capricci del Comandate e dei politici che chiedevano i suoi servigi.

FINE RICORDI DI JOSH - FLASHBACK

Una morsa d'angoscia per aver dubitato di suo fratello Josh la stava divorando dallo stomaco. Fu la sua mente a riportarla alla realtà.
"Shyla siamo il frutto di un esperimento!!" la voce di Trudy rimbombava come un eco "Tornare al Lab sarebbe una missione suicida!"
La sua affermazione era scioccante, aveva avuto il coraggio di esprimerlo ad alta voce, a modo suo. La ragazza si sentiva triste. Era amareggiata per i sentimenti di odio che fino a quel momento aveva provato per il fratello. Lei aveva creduto che a causa della sua particolarità l'avesse venduta al Lab. La verità era ben diversa. Ora si sentiva in colpa per come si era rivolta in modo meschino ogni volta che Josh si era avvicinato sorridendole. Sapeva di averlo ferito, eppure lui si era sempre comportato in modo carezzevole.
"Adesso sono più determinata a tornare al Lab" Shyla scosse la testa "Non posso sopportare l'idea di aver maltrattato Josh quando lui era innocente. Devo scusarmi con lui e salvarti. Ti staranno facendo altri esperimenti mentre io vivo libera da quel supplizio è un'ingiustizia che non posso tollerare."
Trudy sapeva che farle cambiare idea era impossibile. S'isolò, fingendo di mettersi in meditazione "I miei ricordi di quei giorni si fanno sempre più nitidi e chiari. Shyla non deve assolutamente vederli, devo proteggerli dalla sua percezione o il suo istinto di distruzione avrà la meglio sulla mia ragione." 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7


L'indovino meditava nella sua cella.
Lui era l'ultimo degli stregoni poltergeist, ossia maghi che si cibano delle anime dei morti, rubandone conoscenze e abilità, sebbene questo gesto impedisce loro di raggiungere un luogo di pace o di infinita sofferenza. Fin da piccolo gli avevano insegnato che compiere un azione simile non era una cattiveria verso la persona passata a miglior vita, bensì il contrario. Una volta mangiata l'anima degli stregoni poltergeist erano in grado di riferire messaggi alle persone ancora in vita oppure potevano terminare qualcosa rimasto in sospeso. Gli era stato proibito di mangiare anime dai vivi, fatta eccezione se si sarebbe trovato in un posto lontano dai cimiteri e quella era l'unica fonte di energia che gli avrebbe permesso di non perdere i suoi poteri. La scelta delle anime non era semplice. Se si decideva di mangiare un'anima corrotta erano solo per punire la persona e non per aiutarla.
Da quando era rimasto l'unico della sua razza, l'indovino che aveva sempre avuto un grande talento, sviluppò i suoi poteri, ampliando le sue conoscenze e abilità. Prima di essere catturato dal Lab, mangiava piccole parti d'anima a chiunque gli passasse accanto, necessitava di forze se voleva vendicarsi. Violava lo stesso codice che gli avevano insegnato, ma non c'era più nessuno a ricordargli le severe regole e rimproverarlo.
Un gruppo di licantropi ebbe la pessima idea di attaccarlo e lui, fece qualcosa che nemmeno i suoi antenati avevano mai osato fare. Mangiò la loro anima. Questo aumentò notevolmente le sue nozioni, le capacità che ottenne superarono le sue aspettative. Nessuno gli aveva mai detto che mangiare anime di creature soprannaturali avrebbe moltiplicato la sua forza, probabilmente perché gli stregoni poltergeist rispettavano le altre razze ed evitavano conflitti con loro.
Quando il Lab lo catturò, l'indovino pensò di essere finalmente riuscito a trovare chi avesse mandato la sterminatrice a uccidere tutti i suoi simili.
Con suo enorme dispiacere, il Comandante si comportò da vigliacco. Era a conoscenza che a lui bastava guardare negli occhi per rubare l'anima. Prima d'incontrarlo si era assicurato di bendarlo e coprire il volto in uno spesso strato di carta vetro. All'indovino parve di soffocare, solo grazie ai poteri acquisiti riuscì a sopportare tutto. Nonostante la situazione, era certo che avrebbe riconosciuto Winkowski dall'odore di morte che si portava dietro. L'indovino era in grado di percepire e sentire le parole delle anime e l'ignaro Comandante, era circondato dalle vittime innocenti che aveva massacrato per divertimento. Promisero all'indovino di diventare il suo pasto, se li avrebbe aiutati ad avere vendetta. Fu in quel momento che decise di giocare d'astuzia, avrebbe atteso pazientemente l'ora di agire.
Per quello decise di vivere quieto in quella cella. Lui sapeva che, presto o tardi, l'ora del Comandante sarebbe arrivata e quello spettacolo non voleva perderselo per niente al mondo.
Inoltre, dopo diversi anni, finalmente poteva restare senza benda. Questo perché le analisi avevano appurato che in lui non vi era più traccia di magia, né di poltergeist né di stregoni, risultati da lui modificati grazie alla magia. Per tutti gli scienziati l'unico potere rimasto era la chiaroveggenza, per cui tutte le precauzioni erano risorse sprecate. Grazie a questo, riusciva ad assorbire una minima quantità d'anima giornaliera dalle guardie senza che loro se ne accorgessero.
L'indovino percepì la presenza della sterminatrice, così come le anime, che dapprima si agitarono, poi si placarono. Subito capì che il momento era giunto. Si alzò deciso a contribuire, o almeno ad essere d'aiuto, affinché le anime si sarebbero offerte a lui.
"Per fortuna l'altro giorno ho avuto un buon pasto puro, mi ha proprio risanato" pensò "Oltretutto non ho più visto la sterminatrice da quel giorno... chissà se mi riconoscerà."
Senza perdere altro tempo passò attraverso le sbarre, immobilizzò le guardie, per evitare che dessero l'allarme e come un fantasma si mise alla ricerca del Comandante. Le voci delle anime lo guidavano come una mappa tra i molteplici corridoi del Lab.
Winkowski osservava scrupolosamente il lavoro dei suoi sottoposti, per essere certo che ogni tassello del suo piano si trovasse al posto giusto. Non voleva essere scoperto dagli scienziati per l'incapacità di un singolo soldato.
Il tenente Josh si era dimostrato fedele nei suoi confronti, non l'aveva deluso, anche quella volta lo avrebbe seguito. Si trattava di catturare sua sorella, eppure non si era tirato indietro, era rimasto impassibile, si era limitato ad annuire e a prendere nota nel proprio taccuino.
Degli altri soldati indegni se ne stava occupando il tenente Piotr, li avrebbe torturati, lasciando a Winkowski l'onore di dare il colpo di grazia, questo sarebbe giunto solo dopo numerose ore di agonia.
"Forse finalmente la considera un'arma da guerra. In fondo della sorella minore che lui ricorda, non ne è rimasto nulla. I miei insegnamenti l'hanno resa un'assassina di prim'ordine. Devo ammettere però, che aveva delle doti eccezionali di apprendimento, soprattutto per le torture. Ora è una sterminatrice e, presto sarà di nuovo al mio servizio."
I pensieri del Comandante iniziarono a viaggiare verso nuovi obiettivi. Qualsiasi persona presente sul pianeta, lo avrebbe temuto, tutti nel sentir pronunciare il suo nome avrebbero tremato di terrore. L'identità del suo killer infallibile sarebbe rimasta sconosciuta e riuscire a catturarla sarebbe stato impossibile.
"Lei tornerà ad essere quello per cui è destinata. Inoltre se qualcuno vorrà i suoi servigi mi dovrà pagare profumatamente. Sarà interessante la telefonata che farò a Stesnikov. Ne sarà felice, ma una volta che sarà eletto dovrà nominarmi ministro della difesa e della sicurezza nazionale. Col tempo diventerò un'icona mondiale."

Fare irruzione nel Lab si rivelò semplice. La sicurezza all'esterno era inferiore rispetto al passato, ma Shyla non ci diede troppo peso.
"Probabilmente sono in giro a cercarci."
"Non mi piace questa storia. Siamo ancora in tempo per tornare indietro, non si sono ancora accorti della nostra presenza" Trudy era agitata. "Avanti, capisco le tue intenzioni di giustizia, però dovresti lasciar perdere. A me sta bene vivere così, mi evito di faticare e sono in grado di fare tutto ciò che voglio. Anzi, a dirla tutta, mi sento sicura di me, se dovessi tornare nel mio corpo, sarei di nuovo la persona insicura e timorosa di un tempo."
"Ci sarò sempre io a proteggerti, di questo non devi preoccuparti. Inoltre hai molte abilità, nessuno oserà fare il prepotente con te" Shyla cercava di persuaderla "Pensa che bello sarebbe poter viaggiare fianco a fianco e poter parlare ad alta voce."
"Quello non mi interessa, diventerei taciturna e sarei sempre attaccata a qualche libro, come un topo da biblioteca, tornei a essere la persona priva di vita."
"Oh, ma andiamo! Come puoi essere seria a dire una cosa simile!"
Appoggiò una mano alla parete. All'improvviso le era salito un senso di nausea, inoltre gli occhi erano infastiditi dalla luce, li socchiuse, con la speranza di un po' di sollievo.

FLASHBACK

- Dove mi stai portando fratellone? - per tutta risposta lui sorrise prima di infilarle il casco.
Quel sorriso caldo, riusciva a tranquillizzarla, infatti la sorella minore, una volta in sella alla moto, si aggrappò al fratello e rimase calma per tutto il tragitto.

- Mamma, dove andiamo di bello oggi?
- Lo scoprirai presto, tesoro. Rimani seduta composta, non voglio che ti fai male - si raccomandò la donna lanciando un occhiata al sedile posteriore.
- Sì, starò buona, così dopo mi prenderai il gelato - la bambina sorrise.

Il grande palazzo era di un bianco sporco, senza finestre. Due bambine vi entrarono guardandosi continuamente intorno, impaurite e spaesate.

- Fratellone, perché non resti con me?
- Come ti ho spiegato questo è il posto dove lavoro. E' per questo che non posso stare con te. Oggi mi hanno concesso un permesso speciale. Lo sai, se fosse per me starei sempre al tuo fianco.
- Ok - disse la bambina facendo il muso. Lui le stropicciò la chioma corvina prima di parlare nuovamente.
- Shyla, ascoltami. Appena sarai entrata in questa camera, vai a sederti su una sedia. Stai ferma lì, finché non sentirai una voce che ti darà degli ordini. Qualsiasi cosa ti chiederà di fare, tu svolgi il compito che ti assegnerà. Lo farai? - la bambina annuì e si avviò per entrare nel locale che il fratello maggiore le aveva indicato.

- Trudy, ora la mamma deve lavorare. Per piacere, entra in questa stanza, siediti sulla sedia e da brava bambina ascolta quello che ti viene detto dall'altoparlante. D'accordo?
- Perché? - la bambina non voleva separarsi dalla madre, quel posto la metteva a disagio.
- Tesoro, è come una prova di scuola. Tu sei un genio, per questo so che ce la farai - quelle parole misero coraggio alla figlia che aprì la porta.

Una volta entrante le due bambine si trovarono l'una in faccia all'altra. Il locale aveva tre porte, due ai lati, da dove erano entrate e una terza in fondo. Diligentemente, ognuna si sedette sulla sedia più vicina, rimanendo in silenzio.
La bambina dai capelli corvini, iniziò a dondolare le gambe. Si stava annoiando.
- Come ti chiami? Io sono Shyla.
- Io... Trudy - rispose timidamente la bambina dai capelli biondi - La mia mamma lavora qui. E' una dottoressa.
- Sul serio? Forse conosce il mio fratellone. Lui lavora nella sicurezza.
La loro breve discussione fu interrotta da una voce che uscì dall'altoparlante in alto a sinistra.
- Insieme a voi si unirà una persona. Le porte sono chiuse a chiave, non potete scappare. Quest'uomo vi ucciderà, se non lo farete prima voi. Se controllate sotto la vostra sedia, troverete una scatola. Al suo interno troverete la vostra arma di difesa.
Alcuni secondi di silenzio.
- La scelta sta a voi se vivere o morire.
Le due bambine si fissarono spaventate, poi si abbassarono per guardare le scatole. Shyla aveva un coltello a serramanico, Trudy invece aveva una pistola di piccolo calibro.
La porta si aprì ed entrò un uomo robusto, indossava una divisa da carcerato.
- E' questa la prova? Per essere libero devo uccidere queste due? Sarà facile - iniziò a ridere, avvicinandosi alle bambine.
- Stai tranquilla Trudy. Mio fratello mi ha insegnato a difendermi. Stai dietro di me - impugnò il coltello prima di correre incontro all'uomo.
Il coltello si infilò nel muscolo della gamba. Il criminale urlò di dolore, però non si fermò, le afferrò il braccio e glielo torse. Le lacrime punsero gli occhi di Shyla, che deglutì, lasciando scivolare sul viso gocce d'acqua salata. Vedendola in difficoltà, Trudy afferrò una sedia per poi lanciarla sulla schiena dell'uomo, che colto alla sprovvista, mollò la presa, lasciando libera la bambina che aveva catturato. Si avviò verso Trudy, lei cercò di scappare, ma l'uomo le afferrò la collana, strattonò, purtroppo si ruppe. A quel punto Shyla iniziò a correre verso la scatola sul pavimento, prese la pistola e sparò, a causa del colpo del rinculo cadde a terra. Il nastro che aveva nei capelli si sciolse, silenziosamente cadde per terra. Il bersaglio era stato colpito.
- Ottimo lavoro! Complimenti a entrambe! - parlò nuovamente la voce, in sottofondo si sentì che stava applaudendo - Ora i ruoli sono stati chiariti. E' tempo di procedere con il vero esperimento.
Le due bambine si guardarono, ancora stordite e confuse.
Quello era solo l'inizio traumatico di ciò che sarebbe successo nei giorni, mesi e anni a venire.

FINE FLASHBACK

"Perché proprio ora?!? Eppure non sono emotivamente scossa nel ritornare qui."
"E' colpa mia, scusami. Volevo tenertelo nascosto..." dopo un sospiro scoraggiato Trudy continuò. "Volevo dissuaderti da questa missione suicida , per questo ho cercato di non mostrarti questo ricordo di come tutto ha avuto inizio. Sapevo che se sarebbe successo non sarei riuscita a farti cambiare idea. Appena varcata la soglia, questo ricordo è riaffiorato senza che potessi controllarlo."
"Sei una sciocca!" la rimproverò Shyla "Niente al mondo mi impedirà di proseguire e andare fino in fondo a questa faccenda. Da che parte devo girare ora?"
"Vai sempre diritto, la sala degli esperimenti dovrebbe essere la seconda porta sulla destra."
Quando entrò nella stanza, le sembrò essere intrappolata in una morsa, come se un anaconda la stesse lentamente stringendo sempre di più. Oltre a numerosi soldati, c'era anche lui.
- Winkowski - sibilò con un smorfia di disgusto.
- Sterminatrice - iniziò a dire Winkowski - Con la tua irruzione mi hai sorpreso, non credevo che saresti tornata da me. Ho richiesto ai miei uomini di lasciarti arrivare fin qui da sola, per non rovinare questo momento di ricongiungimento. Ti devo ringraziare, venendo qui di tua iniziativa, mi hai reso felice.
- Ti sbagli, non sono qui per tornare ad essere la tua allieva o forse sarebbe più corretto dire pedina? - ribatté Shyla - Sono qui per liberare Trudy e portarla fuori da qui.
"Come fa a sapere di Trish? Qualcuno deve aver parlato e so già chi è il responsabile di questa fuga di notizie. L'unica persona che si è presentata in ritardo dopo che abbiamo localizzato la sterminatrice. Sospettavo, anzi sapevo che stava architettando qualcosa... proprio per questo motivo è stata scelta per essere il fattore scatenante dei sentimenti della mia preziosa pupilla" Winkowski sogghignò.
- Perché stai... - iniziò a dire Shyla, ma fu interrotta.
- Ora lo capirai da te, mia prediletta - il Comandante si voltò a guardare un sottoposto, - Soldato, conduci qui la Dottoressa Silk.
- Sissignore! - rispose all'istante per poi allontanarsi di corsa.
"Shyla porterà qui mia madre!" Trudy era angosciata, anzi era in preda al panico. "Ha architettato qualcosa, me lo sento! Dobbiamo andarcene finché siamo in tempo."
"Tranquilla, respira. Eravamo consapevoli che dopo aver ricevuto quegli oggetti e quei ricordi di Josh, non poteva essere una coincidenza. Tutto era molto sospetto e siamo venute qui lo stesso. Avevamo tenuto da conto che fosse tutta una sceneggiata per farci tornare. Noi usciremo di nuovo da qui. Stavolta insieme."
Trudy voleva far valere il suo pensiero, tuttavia rinunciò, riconoscendo la risolutezza di Shyla.
In quell'istante tornò il soldato che trascinava per un braccio la Dottoressa Silk, confusa e indignata.
- Se voleva parlarmi o vedermi Comandante, poteva convocarmi con l'altoparlante come di consueto. Inviarmi il tuo sottoposto per trascinarmi qui come se fossi una ricercata, non l'ho trovato affatto opportuno.
Solo dopo aver terminato la frase, notò gli altri presenti in quella stanza. Quando riconobbe la figura di Shyla sbiancò, temendo per l'incolumità della figlia. Cercò di ricomporsi, nonostante i sentimenti contrastanti, tentò di rimanere impassibile e il più professionale possibile.
- Ottimo, siete riuscito a riportare Skyller alla base. Ora comprendo tutta questa premura nel portarmi qui. E' una cosa urgente. Avanti, aiutatemi a portarla nella stanza 5. Dobbiamo svolgere dei test per verificare se ci sono stati degli sviluppi o delle evoluzioni nelle sue capacità - fece per girarsi e uscire, ma due soldati le bloccarono il passaggio.
- Cosa diamine...!! - esclamò la donna, immobilizzata da entrambi i lati.
- Nessuno uscirà da questa stanza fino a nuovo ordine - Winkowski aveva gli occhi che brillavano - Che lo spettacolo abbia inizio! Sono certo che vi divertirete.
"Shyla... sta per succedere qualcosa di brutto."
"Lo so, però in questo momento non possiamo scappare. Prima lascerò che metta in atto il suo piano, solo dopo farò la mia mossa. Tu tieniti pronta a preparare una strategia imbattibile."

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8


- Prego Dottoressa Silk, spieghi alla Sterminatrice come è nata - il Comandante aveva un sorriso che andava da una guancia all'altra. Era inquietante e la donna non poté evitare di rabbrividire.
- Finiscila con il tuo teatrino e giochetti psicologici - lo apostrofò Shyla - Se vuoi posso spezzare in due tutti i tuoi soldatini, se devo combattere lo farò.
- Assolutamente no! Questa riunione non deve concludersi con uno spargimento di sangue. Deve solo essere un incontro pacifico, dove tu saprai la verità - Winkowski scosse la testa - Con mio grande rammarico, sto passando la parte del cattivo. Tutto perché la Dottoressa qui presente, ti ha svelato di sua iniziativa e senza il mio consenso, che prima di entrare nel Lab eri una persona diversa e Trish un'altra, mentre prima credevi o per meglio dire, credevate di essere solo un individuo con due personalità. Ha creato confusione in te, quindi ora esigo che la verità venga svelata. Deve raccontarti della tua nascita. Ti renderai conto che, tutto quello che ti ho fatto, sono serviti a rafforzarti.
"Ci vuole confondere, andiamocene!"
"Trudy, mi stai nascondendo qualcosa?" Shyla era sospettosa. Era impensabile che non le interessasse sapere niente, a meno che..."Tu sai già tutto, non è vero?" era adirata, sapeva di non ottenere una risposta, infatti Trudy rimase in silenzio.
- Avanti, sono curiosa - afferrò una sedia per mettersi comoda - Sentiamo come sono nata.
-Questa è la mia allieva! - esclamò trionfante Winkowski - Dottoressa Silk, ha sentito Skyller, prego la parola passa a lei.
- Io... io... non sapevo cosa avrebbe comportato... pensavo fosse un modo per connettere due persone, in modo che, in caso di necessità, avrebbe potuto chiedere aiuto alla persona con il quale era collegata. Il legame dei gemelli reso molto più profondo e potente - la donna cercava di scegliere le parola più adatte, in modo da non ferire la persona che aveva di fronte - Tu e mia figlia eravate due persone bisognose, una volta superato il test, fu stabilito quali abilità avreste dovuto sviluppare per compensarvi l'un l'altra.
- Le teorie di base non mi interessano. Quello che credeva fosse il progetto mi è già noto. Nonostante ciò, nel corso degli anni avete proseguito con degli esperimenti e test, questo me lo ricordo molto bene, come potrei dimenticarmene? Quindi eviti di perdere tempo. Voglio sapere come siamo arrivati a essere una sola persona - Shyla la fissò con sguardo truce - Come direste voi scienziati: è il risultato finale che conta. Dottoressa Silk la pregherei di arrivare al dunque, prima che perda la pazienza.
Alla donna cedettero le ginocchia. Piegò verso il basso la testa, poi sciolse lo chignon e la chioma bionda le coprì il volto. Le due guardie la tirano su bruscamente.
- Va bene. Devo essere dettagliata nella spiegazione, quindi non sarò breve.
- L'importante è che non si perda a divagare con pareri sentimentali o con illusioni sue di un progetto in grado di migliorare il mondo – la frase ironica risuonò tagliente come una lama nelle orecchie della Dottoressa Silk. Dopo un respiro profondo iniziò a parlare.
- Per raggiungere l'obiettivo finale era necessario mandare in uno stato di coma permanente uno dei due soggetti. Skyller dovevamo mantenerla attiva, perché le abilità fisiche a differenza di quelle mentali, non potevano essere trasferite. Eseguimmo l'intervento un anno dopo il primo test. Il legame che era stato instaurato tra voi due superò le nostre aspettative di calcolo, fu questo a convincerci a proseguire con il programma prestabilito. Abbiamo estratto delle cellule celebrali della comunicazione e le abbiamo impiantate nel cervello, scambiandole tra voi due. Dopo questo Trish iniziò a essere presente nella tua mente, dopo qualche seduta con la sedia elettrica, riuscimmo a cancellarti i ricordi prima di quel giorno. Con l'aiuto di un demone siamo riusciti anche a collegare le vostre anime, rendendovi sempre più consce di essere un unico essere. Da quel momento la vostra comunicazione mentale divenne perenne. Questo vi convinse che era quello il motivo per il quale vi trovavate all'interno del Lab. Skyller continuò con i suoi allenamenti seguita direttamente dal Comandante, mentre Trish fu soggetta a molti altri esperimenti, ci accorgemmo che nello stato dormiente l'apprendimento era più celere ed efficace. In quel momento eravate ancora umane. Successivamente vi venne iniettato i DNA di esseri soprannaturali, in modo da aumentare notevolmente le abilità - la Dottoressa Silk fece una pausa per prendere fiato - Praticamente Trish dipendeva completamente da Skyller, ancora oggi non sappiamo spiegarci come la crescita era collegata l'una all'altra, lo stesso discorso valeva per l'alimentazione. Nel giro di un anno Trish era diventata un'entità che viveva completamente in simbiosi con Skyller. Nonostante ciò, per non perdere un soggetto di vitale importanza, tutti noi scienziati coinvolti decidemmo di lasciarla collegata alle flebo nutritive. Il resto lo sai, il tuo addestramento militare continuava in pari passo con l'inserimento di informazioni e conoscenze.
- Complimenti il vostro esperimento ha avuto successo. Ora dovresti rispondere ad una mia domanda - Shyla ignorò gli occhi stracolmi di lacrime della Dottoressa Silk - Dopo tutto questo tempo, come sta Trudy?
- A questo posso risponderti io, mia allieva adorata - s'intromise Winkowski, stanco di rimanere in silenzio - La tua fuga era qualcosa che non avevamo affatto calcolato, o meglio, gli scienziati mi avevo assicurato che un perfetto killer non avrebbe avuto sentimenti di ribellione, soprattutto dopo 8 anni.
- Pffft, dovevate sospettarlo che Trudy avrebbe elaborato un piano per scappare dal Lab. Dopotutto l'avete resa un'ottima stratega, io ho dovuto solo metterlo in atto e con le mie abilità è stato semplice. Ho solo dovuto uccidere un paio di dottori, si erano messi sulla mia strada pensando che spararmi un tranquillante mi avrebbe fermato dal raggiungere la libertà - Shyla parlava in tono beffardo - Comunque, non avete ancora risposto alla mia domanda. Come sta il corpo di Trudy dopo tutti questi anni?
- Nello stesso istante in cui sei scappata dal Lab, i segni vitali del corpo di Trish hanno iniziarono a subire degli sbalzi, come se avesse un attacco epilettico, le macchine continuavano a suonare, si placarono soltanto dopo qualche minuto. L'attività celebrale si era completamente fermata, solo la respirazione e il battito cardiaco erano ancora nei parametri minimi vitali. Qualsiasi intervento per migliorare la sua situazione risultava inefficace. Venivamo bloccati da qualcosa che sembrava una barriera difensiva, probabilmente creata involontariamente dalle abilità di Skyller o forse da Trish stessa, è qualcosa che non siamo riusciti ad analizzare - la Dottoressa Silk continuò con la spiegazione. - Da quel momento in poi, il corpo di Trish divenne inutile, non potemmo continuare con gli esperimenti e nemmeno utilizzarla per scoprire qualcosa su di te. Potevamo staccare la spina, perché sapevamo che oramai eravate un'unica entità, però in questo modo avremmo buttato all'aria tutto il lavoro fatto fino a quel giorno ed era qualcosa che non potevano permetterci. Sei il frutto di un esperimento troppo importante, la tua stessa esistenza è vitale per molte persone. Ti prego rimani qui al Lab e non scappare più.
"Come se potessi accettare di tornare a essere una vostra cavia!!" era talmente furiosa che non si accorse di non aver pronunciato la ad alta voce.
"Shyla calmanti, lei era all'oscuro del reale utilizzo della nostra creazione!"
"Come fai a dirlo con certezza Trudy?"
"Perché dopo il primo ricordo del passato, sono riuscita a mettermi in contatto con il mio corpo e ho origliato tutte le discussioni dei dottori e scienziati."
Quell'affermazione la rese dubbiosa su come agire.
- Dottoressa Silk, la ringrazio per la sua collaborazione - il Comandante fece un cenno - Tenente Piotr, proceda come pianificato.
Il subordinato agì velocemente, infilò l'ago nel collo della donna e iniettò il contenuto della siringa. La ricercatrice rimase inerme, poiché i due soldati la tenevano saldamente, impedendole di muoversi.
- Accetta questo mio regalo, Skyller. Le abbiamo appena introdotto un alto dosaggio di Stricnina, affinché la colpevole della tua creazione sia punita. Se cercavi una vendetta per ciò che hai dovuto sopportare, ebbene io l'ho portata a termine per te - il Comandante gesticolava in maniera teatrale - Da questo momento in avanti, possiamo tornare a collaborare. Insieme saremo invincibili - nonostante il discorso fosse rivolto verso di lei, Shyla si accorse che Winkowski non staccava gli occhi di dosso dalla Dottoressa Silk.
Shyla era indecisa su come agire in quella situazione. Era del tutto impreparata. Il suo piano era entrare nel Lab, uccidere chi l'avrebbe intralciata e uscire di lì con Trudy. Oltretutto, prima di quel momento, credeva che la Dottoressa Silk l'avesse incontrata seguendo un ordine preciso del Comandante.
"Trudy che cos'è la Sticina? O come diavolo si chiama poi?"
"La Stricnina è un veleno che provoca la morte per esaurimento fisico o blocco respiratorio. Essa agisce come potente eccitante del sistema nervoso centrale, causa il blocco di particolari terminazioni nervose, i recettori post sinaptici per la glicina. Questo fa sì che ogni stimolo causi convulsioni. Tutt'oggi non esiste niente in grado di interrompere il processo di deterioramento" le parole risuonarono flebili.
L'uomo sbuffò, spazientito di non vedere nessuna reazione, fece un segnale ad un soldato che impugnava un kalashnikov, immediatamente eseguì l'ordine e sparò alle gambe della donna, che invano, tentò di gridare o muoversi. Purtroppo il suo sistema nervoso era sotto il controllo della Stricnina, di conseguenza, la Dottoressa Silk fu travolta da potenti convulsioni e una bava schiumosa bianca le salì dalla trachea, fuoriuscendo dalla bocca. Dopo qualche secondo, dopo un ultimo spasmo, il corpo si accasciò. I due soldati lasciarono la donna, che cozzò sul pavimento. Nel cranio si aprì una fessura e ne uscì della materia cerebrale.
Winkowski iniziò a ridere, imitato da tutti i suoi sottoposti. Tranne Josh. Lui serrò la mascella, rigido.
- Mi aspettavo che avrebbe dato più spettacolo - bofonchiò il tenente Piotr - Se l'avessimo torturata, sarebbe stato decisamente meglio.
- Amico mio, come darti torto? - annuì il Comandante - E' la prima volta che sperimentiamo questo genere di tortura. Ora abbiamo scoperto che preferiamo altri metodi più appaganti.
Shyla sentiva Trudy straziata, era avvolta da un silenzio agghiacciante, senza accorgersene, rabbrividì. Qualsiasi cosa sarebbe accaduta da lì a poco, intuì che avrebbe potuto fare affidamento soltanto alle sue abilità, le capacità tattiche di Trudy erano compromesse dal suo stato d'animo. Era da molto che faceva affidamento ai calcoli scientifici matematici per alterare lo spazio tempo, avrebbe dovuto accontentarsi della risorsa di magia che avrebbe potuto assimilare.
La furia aumentò. Il suo odio la stava facendo tremare. Fremeva dall'impazienza. Voleva ucciderlo. Prima però, avrebbe dovuto occuparsi dei suoi seguaci. Fece ricorso alla forza dei licantropi, le mani mutarono e furono sostituite da artigli, senza aspettare oltre, avanzò verso il nemico, recidendo arti a una dozzina di soldati.
Il suo viso si macchiò di sangue, questo fece risvegliare il suo lato vampiresco. La lingua spuntò da un angolo della bocca e leccò avidamente le gocce di sangue, a quel punto gli occhi diventarono color malva.
Il silenzio regnava nella stanza. Josh rimase immobile, esitava a sparare alla sua adorata sorella, se avesse ricevuto l'ordine, avrebbe sbagliato a prendere la mira di proposito.
Shyla stava per continuare a sfogare la sua ira, quando sentì dei passi alle sue spalle.
Il tocco gentile della mano dell'indovino le ricordò qualcuno che aveva già incontrato in passato. La presenza magica la riconobbe all'istante, era la stessa persona che gli aveva procurato i flashback sui due oggetti e mostrato i ricordi di Josh. Delle emozioni contrastanti le avvolsero il petto in una morsa, facendole dimenticare per un attimo cosa stava facendo. Senza una ragione cercò di evitare quel contatto. L'indovino non cedette. Le afferrò nuovamente la mano.
- E' passato tanto tempo, sterminatrice. Questi occhi color malva ti donano, come sempre.
- Io non ti conosco - obiettò Shyla liberandosi stizzita di nuovo dalla presa, aveva altro a cui pensare.
- Mi offendi - l'indovino scosse la testa - Forse dovrei cantare per te, però non te lo meriti. Pensavo che saresti stata contenta di rivedermi, è dalla tua visita alla chiesa che non ci vediamo - emise un sospiro scoraggiato.
- Martin - pronunciò il suo nome con un sussurro, quasi non credesse si trattasse proprio di lui. Come per cercare una conferma lo guardò dritto nei suoi occhi neri profondi. Il suo ricordo era permanente nella sua memoria, non poteva sbagliarsi.

FLASHBACK

Delle onde calme e basse si avvicinavano alla spiaggia che veniva accarezzata da questa gentilezza. Il tramonto colorava il cielo di rosso, inconsapevole che ben preso anche la terra avrebbe avuto lo stesso color cremisi. Le urla non avrebbero fermato l'orrore. Solo le onde restavano calme, ignare. La loro amabilità rimase la stessa, perfino quando la sterminatrice mise i propri piedi nell'acqua. Le onde continuavano a sfiorarla delicatamente, come se potessero rovinarla nel caso fossero arrivate con più impeto.
- Ho ucciso... ce l'ho fatta - le parole erano sussurrate alla brezza che con il calare della notte si stava innalzando.
Immerse le mani nell'acqua per togliere il sangue. Doveva essere felice, aveva eseguito il proprio compito, aveva vinto. Il suono di un organo attirò la sua attenzione. Aveva dimenticato qualcuno, doveva rimediare o il Comandante l'avrebbe torturata di nuovo.
Un giovane stava suonando e in quel momento intonò un canto che la paralizzò. Era straziante e, nello stesso momento, dava una pace eterna. Si sentì come sopra una nuvola, avvolta da una morbidezza che poco dopo sparisce all'improvviso e ti fa sprofondare nell'oscuro oblio.
Shyla era incantata, tanto che rimase sulla soglia della chiesa a osservarlo.
Quando il canto terminò, il giovane senza voltarsi disse - So cosa hai fatto al mio villaggio... ho sentito le urla e visto le loro anime riunirsi qui, una ad una. Il mio canto era per loro, in modo che avessero pace e raggiungessero il luogo a cui sono destinati. Dovrei odiarti, però non posso proprio fartene una colpa - fece una pausa. - Mentre raggiungevo la chiesa ho sentito dei soldati che scommettevano sulla tua morte. Erano certi che stavolta un certo comandante non ti avrebbe perdonato il fallimento e avresti dovuto sopportare molto di più che le solite torture. Per cui il tuo gesto ha una motivazione, malgrado non la condivida.
Shyla desiderava, voleva ribattere. La voce però, si rifiutava di parlare, come se fosse alla ricerca dell'espressione giusta per spiegare le sue azioni. Delle lacrime spuntarono per poi scivolare lungo il viso, quella era l'unica risposta universale, per manifestare il suo stato d'animo.
Incuriosito dal silenzio, il ragazzo si voltò, vedendola piangere capì. Annuì leggermente, poi parlò nuovamente - Penso che tu non sappia nulla della mia specie. Spiegartelo potrebbe essere difficile da capire, perciò ti dirò come ci chiamano i comuni essere umani. Indovini. Ho visto varie sfaccettature del tuo futuro. Se vuoi, puoi cambiare. Sei forte, fra qualche anno lo sarai ancora di più. Se davvero lo desideri, puoi opporti a loro, cosicché potrai dedicarti a difendere la gente come quella del mio villaggio - i suoi occhi neri la fissarono in modo rassicurante. Forse perché sembravano così profondi e caldi. Nonostante avesse agito in maniera crudele verso i suoi simili, lui l'aveva trattata dapprima con freddezza, tuttavia quando aveva capito come si sentiva in realtà, le aveva rivolto parole in tono gentile. Le aveva dato speranza.
"Trudy... non posso farlo... non ce la faccio più..."
"Sei impazzita??" la stava sgridando "Se non lo farai Winkowski stavolta ci ammazzerà! L'ultima volta che non hai ucciso tutte le persone presenti nella lista, ci ha lasciato in quella cantina buia per... ho perso il conto dei mesi! Se arrivava qualcuno era solo per torturarci! Ti avviso, dubito che riuscirò a sopportare di nuovo un trattamento del genere!"
"Lui è gentile e ha ragione. Possiamo fare del bene con le nostre abilità, invece di uccidere possiamo aiutare!"
"Non siamo abbastanza forti per contrastarlo... Ti devo ricordare com'è finita quando vi siete scontrati il mese scorso?"
Shyla stava per rispondere quando dei soldati entrarono nella chiesa.
- Sterminatrice Skyller abbiamo finito di pattugliare. Hai svolto un ottimo lavoro. Durante il tragitto verso la base, contatteremo il Comandante e gli riferiremo che hai portato a termine la missione, sterminando tutto il villaggio... - il militare si bloccò, appena notò una figura in fondo alla chiesa. - Hai dimenticato qualcuno! Fallo fuori ora prima che scappi!
- No! - gridò Shyla, gli occhi diventarono color malva e senza ascoltare le proteste di Trudy, si scaraventò contro i soldati.
- Se ti avessi incontrato prima, probabilmente non avrei mai commesso quelle atrocità... ora è impossibile tornare indietro e cancellare le mie azioni, devo soltanto accettarlo e rimediare, con te posso fare qualcosa. Questi incompetenti li sistemerò in un batter d'occhio, tornerò da sola al Lab, così nessuno saprà che sei sopravvissuto! Scappa il più lontano possibile!!
Lui sorrise - Sapevo che avresti agito in questo modo Shyla, nonostante Trudy non sia d'accordo con te. Hai preso la decisione giusta. Tra l'altro, mi chiamo Martin..
- Taci e corri! Ci rivedremo, prima o poi, puoi contarci! Ora vattene - lo spinse con forza, poi tornò a occuparsi dei militari.

FINE FLASHBACK

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9


Le anime si agitarono quando l'indovino fece la sua comparsa nella stanza. Lui abilmente riuscì a placare la loro ansia, rassicurandole che avrebbe esaudito il loro desiderio.
Senza nessun preavviso i suoi antenati apparvero come una visione, rimproverandolo di aver agito in modo sconsiderato, eppure pronunciavano le parole con un sorriso lieve. In cuor loro approvavano il suo comportamento, il loro sangue era stato versato ingiustamente e ora era giunta l'ora della vendetta.
- Chi diavolo è Martin? Si può sapere con chi stai parlando Skyller? - Winkowski si stava agitando, detestava essere all'oscuro di qualcosa.
- Con me - fu la risposta sibilante dell'indovino, rendendo visibile solo da quel momento la sua presenza a tutti.
- Come ha fatto a scappare?!??!! - il Comandante era furioso - Perché sono circondato da incapaci? Cosa aspettate catturatelo e rinchiudetelo nella sua cella!
Martin fece perdere i sensi a Josh, per tutelarlo. Se lui era lì era grazie al suo contributo. Le anime gli chiesero delle motivazioni per quel suo gesto, perché la sua promessa riguardava la morte del Comandante e dei suoi seguaci, l'indovino rispose che era in debito con lui e quello era il modo di ripagare il favore.
- Degli alti dovresti occupartene tu, sai ho i poteri limitati, dopotutto fino a pochi minuti fa ero ancora imprigionato - fece un sorriso con fare innocente.
Shyla sogghignò, prima di occuparsi dei soldati, lo avvisò - D'accordo, riposati. Scordati di divertirti con lui soltanto te!
- Come se potessi farti un torto del genere - ribatté offeso, senza smettere di sorridere beffardamente.
- Sai Comandante, quando sono fuggita da qui, mi sono ripromessa di non uccidere più facendo soffrire la gente. Ti riassumo brevemente la nostra attuale situazione: vuoi catturare Martin e imprigionarmi di nuovo, quindi è impossibile restare ad osservare senza muovere un dito. Il mio corpo è stato mutato e addestrato per combattere le guerre al posto di chi tiene il proprio culo al sicuro su qualche lussuoso divano, mentre sorseggia drink... nessuno accetterebbe un ruolo simile, quindi non vedo ragione per cui debba farlo io - rimase in silenzio.
- Skyller cerca di riflettere! - gridò Winkowski - La persona che richiede i tuoi servigi è il Primo Ministro Stesnikov! Una volta al potere potrà esaudire ogni tuo desiderio, ti tratterò come mio pari se lo desideri!
- Bugie! - Shyla voleva porre fine alla discussione.
I soldati attendevano ordini dal superiore, così passò all'azione e ne uccise cinque, senza dar loro la possibilità di agire o realizzare quello che stava accadendo. Gli uomini caddero con un tonfo, tutti con le gole tagliate in modo chirurgico, il sangue colorava le piastrelle della stanza di un colore vivo, rispetto al giallo cereo.
"Shyla... cosa succede? I tuoi pensieri sono oscurati... cosa stai cercando di fare?" Trudy era in preda al panico "Smettila di fingere di non sentirmi!"
"Finiscila di urlare nella mia testa!"
"Finalmente sei tornata a parlarmi" si sentiva sollevata.
"Ho preso la mia decisione. Se questa sceneggiata continua, il tuo corpo finirà con patire infinite sofferenze e di stare attaccato ad una macchina a vita. E questo è una cosa che non riesco ad accettare" era risoluta e dopo quell'affermazione schermò di nuovo a Trudy i propri pensieri.
"Smettila di comportarti da egoista! Se vuoi fare qualcosa io esigo di saperla! Siamo in simbiosi, abito in questo corpo esattamente come te! Io devo sapere le tue intenzioni, altrimenti non posso esserti d'aiuto!" si zittì all'improvviso, perché si accorse di essere nel buio più totale.
Shyla le stava impedendo di vedere e sentire.
Trudy si sentì abbandonata.
Se avesse potuto, sarebbe scoppiata a piangere. Invece rimase a riflettere, senza avere pensieri e a chiedersi il motivo di questo suo vuoto mentale. Lei aveva sempre pensieri, a volte apparivano senza saperne l'origine.
Ora era tutto vuoto e nero.
Trudy si sentiva opprimere da quella sensazione mai vissuta prima di quel momento. In fondo aveva sempre avuto Shyla al suo fianco.
Shyla dal canto suo, aveva lo stato d'animo a pezzi. Bloccare completamente Trudy dopo tutti quegli anni in cui aveva creduto che facesse parte di lei, le procurava un enorme sofferenza. Anche perché lei sapeva come avrebbe preso questo suo gesto Trudy. Espirò cercando di calmarsi.
- Skyller, cosa credi di fare? Hai finito di consultarti con Trish? Ho ordinato ai miei uomini, a quelli ancora vivi, di non attaccarti, nonostante la tua provocazione di trucidare e sgozzare i loro compagni d'armi. L'ho fatto perché sono curioso di sapere cosa avete architettato, guidate dalla speranza di potermi ingannare e battermi - Winkowski aveva gli occhi che brillavano dall'eccitazione. Poteva quasi sentire l'odore della battaglia, la ragazza di fronte a lui era in grado di regalargliene una con i fiocchi.
Lui bramava questo scontro, per questo aveva messo in atto un piano tanto dettagliato, quanto spietato. Era per metterla alla prova.
- Sai Comandante, - iniziò a dire Shyla - Qualche mese fa, avrei inconsapevolmente accontentato i tuoi desideri di una guerra con i tuoi uomini e li avrei trucidati senza trattenermi. Per quanto riguarda quelli deceduti poco fa, l'ho fatto solo per diminuire i suoi alleati e eliminare quelli più pericolosi. Oltre ad allentare un po' la tensione - fece una pausa. – Oggi sono venuta a conoscenza di molti fatti avvenuti in passato, del quale ero completamente ignara, nonostante Trudy sapesse tutto, questo ha cambiato molto il mio modo di pensare e agire. Stavolta ti deluderò e ti impedirò di ottenere ciò che brami di più, soldi e sangue versato sul campo di battaglia - mise una mano nella tracolla ed estrasse il coltello a serramanico. Con uno scatto uscì la lama e prima che il Comandante o qualcun altro capisse le sue intenzioni, la lama aveva raggiunto il cuore, trafiggendolo.
Quel gesto inaspettato pietrificò Winkowski. Superato lo shock iniziò a ridere fragorosamente sotto gli occhi sconcertati dei suoi sottoposti.
- Ti sei dimostrata più abile di me! E' qualcosa di impareggiabile. E' una tattica spettacolare! Mai prima di quest'oggi mi ero lontanamente immaginato di pensare a un piano simile!
- Comandante - lo riprese il braccio destro - Sta spaventando gli uomini. Sa cosa deve fare.
- Mi avete deluso! - sbraitò Winkowski - Se non capite, siete stati sopravvalutati! - delle venature rosse comparvero nei suoi occhi - Voi non meritate di stare nella mia unità d'élite. Siete come quegli smidollati di scienziati! Loro almeno si rendono utili per la causa, voialtri siete solo delle nullità! Feccia! - smise di urlare.
Il soldato alla sua sinistra, impugnava un mitra, con uno strattone glielo strappò e una volta impugnato, lo puntò contro la truppa, colpendoli senza sosta e ridendo di gusto.
Il tenente Piotr rimase impassibile di fronte a quella scena. Era abituato a quel comportamento dal parte del Comandante. Il suo compito era ripulire il caos del superiore e rimanere in silenzio su quanto accaduto con chiunque avrebbe fatto domande in merito. Finché si sarebbe comportato in quel modo, la sua posizione e la sua vita sarebbero state salve.
Trudy era isolata, completamente sola. Ogni suo tentativo per contattare Shyla risultava essere inutile. Era come se fosse incatenata nel suo angolino della testa e niente sarebbe cambiato, almeno finché Shyla non avesse voluto. In fondo lei era solo un'estranea in quel corpo, la sua presenza era imposta, era un ospite, forse non più gradito. Avvertì una leggera scossa, seguita da un dolore straziante, era talmente acuto da bloccare ogni suo senso.
Gli occhi color malva tornarono blu come la notte, la pupilla luccicava e brillava come una piccola stella solitaria. Il viso di Shyla mostrava solo un sorriso beffardo, qualunque emozione regnasse in lei, restava celato.
Martin era inginocchiato a fianco a lei - Perché hai fatto un gesto tanto folle? - la risposta fu un forte boato.
Winkowski abbassò lo sguardo allibito, poté vedere le proprie viscere uscire da un foro all'altezza dell'ombelico o giù di lì. Utilizzando la magia presente nel suo corpo, aveva creato un proiettile velenoso, in grado di corrodere la pelle umano e liberare gli organi interni.
- Questo è il mio regalo di addio, Comandante. Ti ho colpito con la sostanza tossica dei DNA di tutte le creature presenti nel mio corpo. Sai, mi hai addestrata per essere come te, però è qualcosa che non accadrà. Ti sei sbagliato su tutto, i tuoi ultimi anni li hai spesi in un progetto fallito miserabilmente - sorrise - Scacco matto.
Winkowski era rimasto senza parole. L'aria che inspirava sembrava pesante, come una tonnellata. Tutto sembrava attutito. Espirava aria calda e brividi percorrevano lungo tutto il corpo, chiudeva gli occhi cercando di placare il suo animo tormentoso che continuava ad agitarsi, chiedendo di dar libero sfogo a tutto quello che percepiva. Voleva distruggere. Era l'unico desiderio. Far inginocchiare quei luridi vermi schifosi, spappolarli, renderli cibo per vermi... quella sarebbe stata una visione affascinante. Sì, poteva chiaramente sentirlo... l'istinto omicida che cresceva. Voleva gridare, farsi sentire, ma dall'altra parte invece preferiva rimanere in silenzio, per poter colpire alla sprovvista le ignare vittime. Tutto avrebbe avuto senso se solo fosse stato possibile. Nulla era così chiaro come l'immagine di quel desiderio morboso e viscerale. Sangue. Se fosse possibile, ricoprirebbe i muri con il sangue, creando una nuova tappezzeria. Sangue di gente spregevole e barbara, che spreca la propria esistenza cercando di rendere deteriorare la vita di coloro che non provano l'odio. Quel sentimento continuava a crescere e crescere, andando sempre più in profondità, come se l'oblio stesso rendeva ancora più vivo il sentimento dell'odio che faceva vibrare l'intero essere.
Quando gli impedivano di fare qualcosa, questo aumentava soltanto la rabbia, che ora scalpitava, voleva farsi sentire e, opprimere quel sentimento lo rendeva ancora più furioso. Sangue. Si dice che la vendetta non risolva nulla, eppure i nervi e l'odio, una volta ottenuta, provavano soddisfazione e si placavano, a breve termine.
"Possibile che provo questo, perché in fondo ho paura della morte?" pensò Winkoski con entrambe le mani teneva i propri organi cercando di rimetterli al loro posto "Ero partito con un buon proposito, eppure mi sono fatto corrompere dai soldi e ho rovinato tutto." Il suo respiro era affannato, espirò e tutto finì.
Le anime presero a festeggiare, subito dopo, mantennero la loro promessa e si fecero divorare dall'indovino, il quale accettò di buon grado il dono.
- Martin ho un favore da chiederti – Shyla era consapevole di avere le facoltà di agire, solo grazie ai residui dei vari poteri rigenerativi. Sentiva il proprio corpo indebolirsi sempre di più, lentamente, ma in modo inesorabile.
- Dovresti recidere il legame che c'è tra la mia anima e quella di Trudy... così lei sarà libera di tornare nel suo corpo.
"Cosa stai dicendo?? Non prendere decisioni per entrambe!!" la voce riecheggiò nella sua testa, la barriera creata precedentemente era calata, questo significava solo una cosa, il tempo stava per scadere.
L'indovino poteva sentiva la voce di Trudy, per procedere con la richiesta di Shyla, necessitava di un'armonia interna.
- Dovete essere d'accordo, perché in caso contrario morirete entrambe - pronunciò quella frase con qualche esitazione, ma doveva essere sincero.
"Trudy non cambierà nulla, ci invertiremo semplicemente i ruoli, sono presente nella tua testa esattamente come te" quelle parole risuonavano rassicuranti, tuttavia parevano allo stesso tempo una bugia.
"Se le nostre anime si dividono come facciamo a essere come siamo ora?"
"Abbi fiducia nel nostro legame. Ricordati, gli scienziati hanno fatto molti test prima di definire ciò che siamo un esperimento di successo. Funzionerà."
Quelle parole cancellarono ogni dubbio in Trudy che acconsentì a procedere "D'accordo, dì pure all'indovino di procedere e di ricollegare le nostre anime se per qualche ragione dovessero perdersi."
- Una volta... - Martin si bloccò vedendo lo sguardo intransigente di Shyla - Preparatevi, sembra stupido dirlo, considerando tutti i test al quale vi hanno sottoposte, ma vi assicuro che non sarà una passeggiata.
Trudy avvertì uno strattone, come se fosse un albero e la stessero sradicando dal terreno. Ebbe l'impressione di cadere, precipitare senza raggiungere mai una fine, almeno finché non atterrò con un tonfo sordo, senza farsi male, intorno a lei c'era morbidezza, come se si fosse buttata sopra un enorme cuscino. Provava un senso di disagio, era come se fosse tornata a casa dopo anni di assenza e aveva l'impressione di essere fuori posto, nonostante fosse consapevole di essere di nuovo nel suo corpo a cui apparteneva fin dall'inizio.
Shyla trattenne il dolore destinato a Trudy. Era consapevole che avrebbe sofferto una volta scoperto del legame spezzato e della sua scomparsa. Martin l'aveva avvisata senza farsi sentire da Trudy. Se tutto sarebbe andato per il verso giusto, senza complicazioni, lei sarebbe diventata un fantasma, nel peggiore dei casi, il suo spirito si sarebbe dissolto, diventando meno di un granello di sabbia.
“Per mia fortuna ho mangiato una notevole quantità di anime” pensò l'indovino “Altrimenti non sarei riuscito a concludere l'incantesimo di separazione e rimandato Trudy al suo recipiente originale”.
Passarono alcuni minuti, si rilassò solo quando ebbe la certezza di aver raggiunto il suo obiettivo.
- Eri davvero serio - borbottò - Pensavo non avresti finito più.
- Sterminatrice...
- Oh ti prego, non chiamarmi in quel modo! - mugolò il fantasma.
- D'accordo... Shyla, mi stupisco della tua presenza, la tua linfa vitale era completamente sparita, pensavo fossi disintegrata nell'aria.
- Stai per caso cercando un modo per offendermi? - mise il broncio, poi sospirò rassegnata - Devi accompagnarmi da Trudy, voglio essere certa che stia bene. Nella mia condizione attuale è un po' complicato. Sono in grado di attraversare le pareti, peccato solo che lei non può né vedermi né sentirmi, solo tu puoi.
L'indovino la osservò attentamente, era diversa dai precedenti fantasmi o anime, la sua essenza sarebbe scomparsa da lì a breve.
"Uno spirito non è destinato a morire, bensì a esistere tormentato per l'eternità, salvo se non ottiene il mio aiuto..." rifletté Martin, tutto d'un tratto arrivò alla conclusione "Ha chiesto un favore a loro."
- Shyla dimmi che non hai implorato...
- Sì, l'ho fatto - rispose lei senza dargli il tempo di finire la domanda. - Sono conscia del fatto che mi tortureranno per l'eternità, ma vendere la mia anima martoriata ai demoni è un prezzo equo da pagare, se teniamo conto dei miei comportamenti passati. Andiamo, nemmeno uno come te avrebbe potuto salvarmi, sarei diventata un ossessione per Trudy e alla fine sarebbe impazzita. Era qualcosa che mi terrorizzava. Soltanto quando avrò la certezza che si è ripresa senza complicazioni e può vivere una vita normale, loro avranno questo spirito con cui divertirsi.
Si avviarono per raggiungere la stanza. Il corpo di Trudy era dentro un sarcofago di vetro con molti tubicini attaccati su braccia, gambe, busto, schiena, collo, persino sul volto. Allibita da quella visione, Shyla usò il residuo di magia che le restava, per liberarla in modo indolore da quella prigione. Martin si avvicinò per aiutarla a uscire, Trudy aveva già ripreso i sensi e aveva lo sguardo spaesato.
- A quanto pare hai messo fuori gioco tutti i dottori della stanza, mi hai evitato di faticare - disse sarcastico l'indovino.
Lei non rispose, sembrava alla ricerca di qualcosa, piano piano realizzò. Appena fu consapevole della mancanza di Shyla, a Trudy parve di soffocare. Voleva gridare, la voce uscì fievole e si disperse poco lontano dai suoi passi. Era straziante e difficile da sopportare quel senso di abbandono, era di gran lunga ben peggiore della barriera divisoria. Grosse lacrime riempirono i suoi occhi. Shyla si mise accanto a Trudy. A Martin sembrava strano che la stessa non se ne accorse. Trudy in quel momento avvertì una sensazione di freddo che l'avvolgeva.
- Shyla? - si guardò intorno in cerca di un segno che rivelasse la presenza della perduta amica.
- E' lei - le confermò Martin - Solo che non puoi né vederla né sentirla. E' simile a un fantasma.
- Dille che mi dispiace di averle mentito. Volevo liberarla da questo fardello, in modo che lei potesse decidere chi voleva essere, senza imposizioni da medici o ricercatori. Dille di essere felice.
Pazientemente l'indovino ripeté il discorso di Shyla. Trudy singhiozzò e pianse per mezz'ora buona. Quando si fu calmata disse - Non mi dimenticherò mai di te! Ricorderò del tuo coraggio di affrontare il pericolo e ne trarrò forza.
- E' orgogliosa di te - ripeté nuovamente l'indovino.
- Oh, ma smettila! Sai bene che riesco a sentirla! - nonostante la brusca reazione Shyla sorrise.
Trudy si allontanò dalla stanza, voleva andare a cercare Josh.
- Lei pensa che rimarrai nelle sembianze di un fantasma... non può vederti ma crede che non sparirai - sussurrò Martin – E immagino che toccherà a me dire la verità a lei e a tuo fratello.
Una lacrima le scivolò lungo la guancia. - Ho fatto la scelta giusta. E' quello che merita, una vita libera. Poter scegliere cosa si vuole realmente fare, non a tutti è concesso un lusso simile e poi ora potrà vivere come una persona normale.
- Ora è sotto shock, ma penso si arrabbierà con me quando mi ricollegherà alla vostra separazione - era seriamente dispiaciuto - Mi sembra quasi di aver agito nella maniera sbagliata.
- Hai agito in modo corretto, invece. L'hai liberata da quello che era con me, hai tolto il legame di un passato pieno di torture e di assassinii. Sono io che ho fatto la scelta, tu l'hai soltanto eseguita. Non devi preoccuparti, capirà che è opera mia. Guardando il mio stato, mi sono resa conto di come quest'esperienza mi abbia segnato l'anima, quindi posso solo ipotizzare che lo stesso valga per Trudy. Tra le due lei è la sapiente e la sua visione del mondo sarà sempre condizionata dal passato. Grazie a te non avrà mai il peso di dover controllare i suoi istinti a causa del DNA appartenenti a creature soprannaturali... - Shyla smise di parlare, sembrò incerta se continuare, scosse la testa e aggiunse - Ho un altro favore da chiederti. Ti ricompenserò. Questo sarà veramente l'ultimo, i demoni stanno arrivando a prendermi.
Con un sospiro teatrale e alzando le mani al cielo Martin disse - Dimmi.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10


La luce del sole era troppo forte per gli occhi celesti di Trudy. Dopo quasi 15 anni, era di nuovo in grado di vedere luci e colori, tutti apparivano troppo accecanti e luminosi. Sentiva le gambe deboli, faticavano a tenere il gracile corpo in piedi, così si sedette su una panchina. Fissò il verde intorno a lei, la natura e i paesaggi visti dagli occhi di Shyla erano diversi. La sua percezione era attenta ai pericoli che potevano celarsi, Trudy invece osservava tutto con una meraviglia quasi ingenua.
"Shyla non riuscirò mai a perdonarti per essere stata così egoista! Lasciarmi da sola dopo tutti questi anni passati insieme... è davvero crudele, anzi meschino. Mi sento come se non sapessi più chi sono. Mi ritrovo di nuovo in questo corpo che mi appartiene, eppure mi sento spaesata, sento di non essere in grado di sopravvivere in questo mondo pieno di insidie..." sospirò "Sono qui a parlarti, sebbene tu non ci sia più."
Udì un fruscio alla sua sinistra, si voltò, però non vide nulla.
- La tua anima ricorda troppo. Ho fatto una promessa e se dovessi lasciare le cose come stanno, rischierei di scatenare la sua ira - l'indovino si era seduto alla sua destra. Parlava con lo sguardo dritto, rivolto verso il lago che luccicava sotto i raggi del sole.
- Ti stai riferendo a Shyla, vero? Dimmi la verità, sei ancora in grado di comunicare con lei? - lo esortò Trudy.
- No. Una volta che l'anima sparisce non esiste una via di ritorno - scosse la testa, la realtà era diversa, ma rivelarla gli era proibito, aveva fatto una promessa. - Mi ha fatto un dono immenso lasciandomi i suoi poteri, le sono debitore, per questo motivo porterò a termine la sua ultima richiesta. Probabilmente ciò che sto per farti è imperdonabile. Un lato positivo c'è... non sarai in grado di ricordare e in te non ci sarà straccia di rabbia o odio.
Trudy si alzò in piedi. Aveva intuito cosa stava per accadere, doveva scappare il più lontano possibile da lui. Iniziò a correre.
"Sono troppo lenta" pensò "Maledetto corpo debole!"
Martin l'avvolse con la sua aura e divorò avidamente ogni traccia di Shyla, la consapevolezza di aver vissuto nel Lab, l'esistenza delle creature mistiche, annullò anche il dubbio che vi fosse qualcosa di oscuro nel mondo.

 

Un anno dopo
 

- Mi sento vuota. Ho delle conoscenze strane, come se avessi letto milioni di libri, sebbene non ricordo quando sia successo. So che sembra un controsenso, eppure mi sento così. Sono insensibile alle emozioni e di quello che accade in questo mondo, perché la verità è sempre celata, ho questa sensazione. Sono certa che prima o poi troverò la soluzione e probabilmente sparirò per sempre dalla circolazione. In caso contrario ci incontreremo alla prossima seduta.
- Grazie per il tuo intervento, Trudy - disse con un sorriso stanco la terapista della clinica - Per oggi abbiamo finito. Ricordatevi di tornare domani.
Si alzò un brusio di voci che confermavano la presenza per il giorno successivo e rumori di sedie che strusciavano contro il legno del pavimento. Ogni giorno era la stessa storia, le stesse persone, le medesime parole. Oramai conosceva a memoria le vite delle persone del suo gruppo, però non poteva lamentarsi, perché anche lei faceva esattamente come loro.
- Che cosa stai facendo Trudy? - le domandò un uomo dai capelli corvini avvicinandosi.
Aveva appena finito di scendere le scale dell'entrata della clinica, lo guardò di sbieco. Le sembrava di conoscerlo, forse le ricordava qualcuno che aveva incontrato in passato.
Scrollò le spalle - Stai sbagliando persona - dopo quella frase si voltò, incamminandosi verso casa.
- Ho ucciso tua padre anni fa, credi davvero che non riconoscerei il volto di quella bambina? Senza contare che mia sorella Shyla ha dato la sua vita per te? - quelle parole erano taglienti e il tono dell'uomo era carico di rabbia.
"Perché mi ferisce quest'affermazione?" pensò Trudy "Devo tornare a casa prima di avere una crisi e finire di nuovo nei guai."
Ignorandolo riprese a camminare, ma stavolta lui l'afferrò per un braccio.
- Shyla sarebbe triste nel vederti vivere così. Ti ha liberato dal Lab, voleva evitare che facessi una fine del genere. Non ti permetterò di gettare quest'occasione al vento!
- Non ho idea di chi sia tua sorella!! Lasciami in pace!! - gridò istericamente Trudy, battendo i piedi per terra.
L'uomo sbatté le palpebre incredulo e sembrò rivalutare la situazione.
- Ora capisco. Quando l'indovino ti ha incontrato nel parco deve averti fatto dimenticare... ecco perché sei sparita! - il tono si era addolcito, ora era comprensivo - Hai passato un brutto periodo. Forse non dovrei farti ricordare però... sei l'ultimo ricordo di mia sorella. Mi strazia il cuore ritrovarti dopo un anno, dopo numerose ricerche e vederti vivere così. Tua madre non ne sarebbe felice. Hai un pezzo del cervello di Shyla dentro di te. Concentrati e vedrai che riuscirai a ricordare.
"Questo è più folle di me e degli altri pazienti della clinica" pensò Trudy "Shyla... mai conosciuto qualcuno con questo nome."
All'improvviso sentì pulsare qualcosa dentro il cranio. Faceva male, le procurava un dolore lancinante. L'immagine di una bambina dai capelli corvini e occhi verdi che sparava a un uomo.
Le mancò il fiato.
"Quando ho assistito a un omicidio?" era confusa.
Altre immagini di una donna dai capelli biondi come i suoi e un rossetto rosso, che la guardava dolcemente da sopra gli occhiali da vista. Una contrazione muscolare prese di mira lo stomaco. Stavolta ci furono molte immagini in simultanea. Scienziati, fiale, siringhe, sangue, violenza, ferite, prigione, fuga, creature mistiche, addestramenti stancanti, scritte in diverse lingue, morte.
- Josh... - lo guardò con uno sguardo abbattuto - Shyla è... - lui annuì e l'abbracciò.
- Lo so. Ha agito di testa sua, pensando di fare la cosa giusta per il bene di tutti.
- Io... sono un disastro... ho rovinato tutto... - Trudy iniziò a singhiozzare.
- No - la rassicurò lui - Ti aiuterò e lei sarà orgogliosa di quello che riuscirai a realizzare. Ne sono certo. Lei credeva molto in te, più di quanto credesse in se stessa.

 

EPILOGO - Sei mesi dopo
 

Trudy si era impegnata molto negli ultimi mesi. Aveva smesso di frequentare le sedute di terapia di gruppo e aveva messo anima e corpo nel progetto. Finalmente il risultato era arrivato, grazie all'aiuto e al supporto di Josh. Si comportava come un fratello maggiore nei suoi confronti, iperprotettivo come lo era stato in passato con la sorella minore.
- "Rifugio Shyla" perché deve avere il nome di quella vecchia scorbutica? - commentò in tono aspro un ragazzino le labbra erano leggermente socchiuse e un paio di canini sfioravano il labbro inferiore.
- Nascondili subito!! - lo rimproverò la sorella - E il nome è bello.
- Non si capisce che è un posto sicuro per noi vampiri - obiettò il fratello.
- E' per tutti, non solo per quelli della vostra razza - lo corresse Trudy giocherellando con il ciondolo a forma di stella che portava al collo. - Il rifugio è per chiunque è perseguitato dagli umani o è in difficoltà, qui troverà un posto sicuro in cui riposare o vivere se preferisce. L'unica regola è che devi essere disposto a dimenticare i dissapori con un'altra razza e convivere in modo pacifico.
- E' una noia - borbottò ancora il vampiro.
- Tu puoi sempre andartene, io rimarrò ad aiutare la signorina. Ci ha salvati ed è giusto ripagare il favore.
- Sai che non sei obbligata - le disse Trudy sorridendole.
- Lo so, ma è la cosa giusta. Se non ci aiutiamo tra di noi, la nostra estinzione è vicina.
Josh parcheggiò la macchina nel vialetto. Dal lato del passeggero uscì un ragazzino dagli occhi marroni e i capelli arruffati sul castano chiaro-biondo.
- E' un licantropo - sibilò il vampiro mostrando i canini e lasciando la bocca semiaperta.
- Smettila! - la sorella lo colpì con forza - E' nostro ospite e non creare problemi o ti farò cacciare!!
Trudy nascose un sorriso con il dorso della mano "E' un ottima collaboratrice."
- Piacere, io sono Stacie - disse porgendo la mano al giovane licantropo.
- Su, presentati - lo incoraggiò Josh spingendolo, da sotto la manica uscì un pezzo di stoffa arancione. - Nessuno ti farà del male qui.
- Sono Carl, piacere - strinse titubante la mano della vampira.
- Ti troverai bene qui e per qualsiasi cosa io, Trudy e Josh siamo a disposizione - gli sorrise - Vieni ti mostro la struttura. Quella persona poco garbata che neanche si è presentata è mio fratello Timothy. Se ti causerà disturbo, lamentati pure, anzi ti autorizzo a colpirlo.
- Stacie!! - le gridò dietro il fratello - Stai lontana da lui.
- Smettila di essere paranoico, è esattamente come eravamo noi qualche mese fa. Dovresti essere più comprensivo e gentile.
Il giovane vampiro borbottò qualcosa, prima di allontanarsi.
- La vita diventerà movimentata da oggi in avanti - disse Josh - Mi auguro che non distruggano mezzo istituto.
- Non succederà. Stacie è molto autoritaria, ci penserà lei a far rispettare le regole - Trudy sorrise guardando negli occhi verdi l'uomo accanto - Ti devo ringraziare, so di averlo già fatto, ma senza il tuo aiuto ora sarei ancora agli incontri a ripetere ogni giorno le stesse cose.
- Sai benissimo che non è necessario. Ti ho aiutato a esaudire il tuo e il desiderio di Shyla. Ovunque lei si trovi in questo momento è sicuramente felice di sapere che hai realizzato una casa rifugio.
- Sì, ne sono convinta anch'io - annuì Trudy alzando lo sguardo e osservando le nuvole.

 

Martin stava passeggiando per i parchi di Yellowstone quando percepì una presenza al suo fianco. Rimase senza parole per lo stupore. Una figura femminile da capelli corvini e occhi verdi con striature di malva gli sorrideva.
- Come fai a...
- Sai, dovresti salutare in maniera più entusiasta un'amica che non vedi da parecchio tempo - borbottò Shyla - Sembra che tu abbia visto un fantasma - alzò gli occhi al cielo. - Lo ammetto questa non era divertente.
- I demoni di solito sgretolano l'essenza vitale di chi catturano, come fai a essere ancora tutta intera? - domandò l'indovino, poi si affrettò ad aggiungere - Non fraintendermi, sono felicissimo di vederti, se potessi ti abbraccerei.
- I miei poteri rigenerativi - spiegò lei - I demoni si sono stufati di torturarmi, probabilmente si sentono offesi, sono molto orgogliosi sai? Hanno provato di tutto pur di farmi gridare, l'unico risultato che ottenevano erano le miei risate. Il Comandante mi ha fatto di peggio del loro tagliuzzare pezzi di carne per poi darlo in pasto ai cerberi, poveretti e pensare che si credono dei sadici.
- Ti sei presa gioco dei demoni e loro ti hanno liberato? - domandò Martin incredulo - E' la prima volta che sento qualcosa del genere. E' anche vero che mai prima d'ora qualcuno si era azzardato a deriderli.
Shyla scrollò le spalle - Mi hanno promosso come cacciatrice di anime. Il mio compito consiste nel portargli le anime ancorate alla vita passata - notando lo sguardo contrariato dell'indovino, precisò - Cosa che farò soltanto con fantasmi di criminali, le altre anime saranno tue. Sono passata giusto per avvisarti e domandarti se...
- In passato mi hai chiesto parecchi favori - la fermò Martin sospirando - Vuoi chiedermi se voglio lavorare in coppia con te?
- Accidenti - lo spettro spalancò la bocca sorpresa - Allora non è soltanto un nomignolo che usi per vantarti, indovini davvero le cose!!
In quell'istante un lupo solitario si fermò a guardarli, incuriosito.
- Dici che mi vede? - domandò stupidamente Shyla.
- No, salvo se non è uno spirito divino - rispose l'indovino. - Per me va bene.
- Sul serio? - le striature malva parvero luccicare - Vedrai ci divertiremo!
"Forse mi sbaglio, ma ho il sospetto che in qualche modo vuole redimersi per aver sterminato la mia specie."
"Sì hai ragione" la voce di Shyla rimbombò nella sua testa "Oltre a farmi perdonare, è anche bello avere qualcuno su cui contare. Sei da solo da molto tempo, mentre io non sono abituata a non avere nessuno con cui discutere o scambiare opinioni."
L'indovino sogghignò – Potresti evitare di parlarmi mentalmente? Sai non sono abituato.
- Tu puoi parlare nella mente altrui, ma gli altri non lo possono fare a te?
- E' la mia unica regola.
- D'accordo, non lo farò più. Salvo nel caso di un urgenza e devo consultarmi con te per come procedere senza farmi sentire dai fantasmi.
Martin sospirò - Affare fatto. Mi chiedo come abbia fatto Trudy a sopportarti tutti questi anni.
- Come sta lei?
- Si sta riprendendo, sta cambiando la vita agli esseri soprannaturali dandogli un posto in cui vivere serenamente.
Shyla sorrise orgogliosa - Lei è sempre stata la parte migliore e altruista, sapevo avrebbe compiuto un azione simile.
- Se vuoi possiamo passare da lei, non ti vedrà, ma tu potrai osservare il suo operato.
- Sarebbe grandioso! - esclamò Shyla mettendogli d'istinto le braccia intorno al collo.
L'indovino percepì il contatto, come se lei non fosse un'anima, i suoi capelli gli pizzicavano il naso. Dopo qualche minuto si accorse del gesto impulsivo e si spostò bruscamente.
- Scusami, non so cosa mi sia preso - farfugliò evitando di guardarlo in faccia.
"Sembra diversa" osservò Martin "Questo deve essere il suo vero carattere. Prima era condizionata dall'altra personalità, mentre ora è solo lei."
In qualche modo avvertiva di doverla prendere sotto la sua ala protettiva.
- Ti sei incantato? - Shyla lo riscosse dai suoi pensieri.
- No, sto solo pensando se concludere quello per cui sono venuto o portarti da Trudy e tornare qui più tardi.
- Vuoi farmi affaticare a fare avanti e indietro? Finiamo qui e poi andiamo a vedere questo rifugio.
- Allora seguimi in silenzio.
Shyla annuì fissandolo negli occhi scuri.
Da quel momento scattò qualcosa. Si ritrovarono in perfetta sintonia, come se fossero collegati. Entrambi si accorsero di una presenza mistica che collegava i poteri dell'indovino nuovamente con Shyla.
- Siete legati, dovete fare affidamento l'uno all'altra - disse una voce - Dovete ristabilire l'ordine della magia e delle razze, eliminate gli altri esperimenti e potrete tornare a essere due entità separate.
- E' il lupo! - strillò Shyla.
- Noi lo siamo - proferì Martin.
- Ora non più - il muso del canide parve piegarsi in un sorriso - Sono una divinità potente, ora andate e sistemate i pesi sulla bilancia o tutto andrà perduto. Solo quando avrete portato a termine questa missione sarete nuovamente due persone separate.
L'indovino avvertì un senso di leggerezza, con i suoi poteri indagò per capire di cosa si trattasse.
- La mia anima è collegata alla tua. Puoi attingere alle tue vecchie abilità tramite me - spiegò Martin, mentre il lupo si allontanava silenziosamente.
- Bello - commentò Shyla sorridendo - E' come con Trudy, solo che al suo posto ci sei tu e sei una persona in carne ed ossa, non soltanto una voce nella testa. Ora sono più emozionata che mai di iniziare!
Il suo entusiasmo era contagioso e per qualche motivo pure l'indovino si ritrovò a sorridere.
"Questo viaggio sarà incredibilmente divertente!"
"Shyla smettila di parlarmi nella testa!" si lamentò Martin.
"Non l'ho fatto apposta! Ho solo pensato tra me e me" si difese lei.
"Vuoi dire che i nostri pensieri sono collegati anche se non lo vogliamo?"
- Ahahah - scoppiò a ridere Shyla - Ti lascio la scelta, preferisci che parlo o che penso?
- Parla, ti proibisco di pensare da questo momento in avanti - Martin si sentiva esasperato e stanco -
Spero di sopravvivere a tutto questo.


-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ciao a tutti! =)
Finalmente sono riuscita a terminare questa storia. Ci tengo a ringraziare di cuore chiunque ha avuto il coraggio di leggere tutti e 10 i capitoli (siete molto coraggiosi), ringrazio anche coloro che hanno letto un qualche capitolo per pura curiosità, grazie davvero! <3


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3454107