Welcome To My Paradise

di vero_leowonny3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontrarsi ***
Capitolo 2: *** Ricambiare il favore ***
Capitolo 3: *** Aprire gli occhi ***
Capitolo 4: *** Amare ***
Capitolo 5: *** Capire ***
Capitolo 6: *** Proteggere ***
Capitolo 7: *** Temere ***
Capitolo 8: *** Rischiare ***
Capitolo 9: *** Migliorare ***



Capitolo 1
*** Incontrarsi ***


~Capitolo 1
Incontrarsi
 
Ciao a tutti, sono nuova e questa è la mia prima fanfiction!! ^^ spero proprio che vi piaccia. A dire il vero mi è venuta in mente mentre stavo ascoltando Beautiful Liar! * rido * Secondo me verrà bene poi non so...*ansiosa* Oltre ai VIXX ho voluto inserire anche altri cantanti che conosco del Kpop, semplicemente perchè sennò non ci sarebbero stati abbastanza personaggi.
questa è una storia un po' particolare perchè è la prima volta che vedo il nostro Leo Woonnie nei panni di un criminale! Mi piace quest'idea! ^^ ma bando alle ciance e buona letturaaa!!

Faceva freddo quella sera di novembre. Taekwoon, il noto sicario di Seoul chiamato solo Leo, si muoveva nell'ombra. C'era poca gente in giro e questo poteva essere solo di aiuto. Dopo aver finito un altro dei suoi “lavoretti”, come soleva chiamarli lui, stava tornando al quartier generale. Svoltò in una viuzza ed entrò in un capannone che un tempo era una ceramica. Era grande ed era il nascondiglio dei Black Die, una banda di criminali di cui anche Leo faceva parte. Gli altri suoi compagni si trovavano in una stanza che anni fa era impiegata per la formatura delle piastrelle. Si muoveva tra i macchinari abbandonati con discrezione. Una delle caratteristiche che lo rendevano un sicario di successo era il silenzio. Leo infatti era un ragazzo che parlava poco. Si avvicinò al resto del gruppo che era seduto a contare i soldi. -Leo! Non ti ho sentito arrivare!- quella era la voce di Kim NamJoon, il capo banda.
I Black Die erano così composti: Kim NamJoon, detto Rap Monster, capo; Choi JoonHong, detto Zelo, spia; Kwon JiYong, detto G-dragon, pistolero; Lee JaeWan, detto Ken, a lui tocca la mitragliatrice; Cha Hakyeon, detto N, secondo pistolero; e infine Jung TaekWoon, detto Leo, sicario.
-Ho compiuto la missione. Ryu HoYeon è morto.- disse impassibile. Rap Monster sorrise soddisfatto -Molto bene. Ecco quanto ti ho promesso.- disse porgendogli un mazzo di banconote. -Sono 10.000. fatteli bastare fino al prossimo compito intesi?- Leo contò i soldi e, senza dire una parola, si sedette con gli altri. -Oggi quegli idioti dei Killer Life se ne staranno buoni?- chiese con tono scocciato Zelo. -Sarà meglio per loro se non vogliono andarsene a casa pieni di piombo!- rispose G-dragon. -E tu Ken, come te la cavi con il mitra?- -Bene. Io e la mia bambina siamo molto legati.- confermò ridendo. -E Leo?- il ragazzo in questione alzò la testa. -Cosa farai con tutti quei soldi? Ti andrai a divertire con le donnine di strada?- disse N prendendolo in giro. Lui si limitò a tirargli un calcio nello stomaco. -O forse no!- continuò N piegato in due per il dolore. Gli altri risero. N e Leo erano buoni amici da sempre ma certe volte esagerava. Mentre stavano parlando un rumore di spari li fece sobbalzare. Si alzarono tutti in piedi sull'attenti. -YongGuk!- disse Rap Monster infuriato. -Alle armi! Zelo aveva ragione! Sono qui!- tutti presero l'arma che gli spettava e uscirono. Davanti a loro i loro acerrimi nemici: i Killer Life. Il loro capo, Bang YongGuk, detto solo Bang, venne avanti. -Non ti sei stufato di tornare a casa con metà uomini in meno?- urlò Rap Monster. -C'è di bello che i miei uomini si rinnovano sempre, a differenza dei tuoi!- urlò di rimando l'altro. Le due bande non sprecarono tempo in parole e passarono subito all'azione. Cominciarono a spararsi a vicenda aiutati dal labirinto di strade e vie della capitale. Il rumore degli spari era assordante e ovunque si vedevano uomini a terra, feriti o morti. I Black Die anche se inferiori di numero, subirono poche perdite: di morti c'erano solo Zelo e N, colpiti da due proiettili vaganti. Leo, silenzioso come sempre, colpiva alle spalle, aiutato anche dalla sua esperienza. Nessuno gli teneva testa...almeno fino a quella notte. Non molto tempo dopo l'inizio dello scontro si infilò in una strada chiusa. Un errore fin troppo stupido per lui. -Ci siamo messi in trappola da soli eh?- fece una voce dietro di lui. Leo si girò calmo come sempre. Davanti a lui Kim WonShik, il ladro più esperto di Seoul, detto Ravi. -Fico! Ho l'onore di uccidere il famoso sicario Leo!- Leo intanto stava fermo, aspettando il momento giusto per attaccare. Ravi gli puntò la pistola contro. -Quasi mi dispiace. Eri il mio idolo.- disse beffardo. L'altro però fu più veloce e senza lasciargli il tempo di finire la frase, gli saltò addosso atterrandolo e bloccandolo. Prese la sua pistola e gliela appoggiò alla tempia. -Le tue stesse parole ti hanno tradito.- disse fissandolo. Era a pochi centimetri dalla sua faccia e poteva sentire il suo respiro affannoso. Non lo aveva mai guardato da così vicino. Ravi era proprio un bel ragazzo! -Beh, che aspetti? Uccidimi!- disse il ladro ridendo. Leo fece per premere il grilletto ma qualcosa lo fermava. Il ragazzo non capiva. Per tutto quel tempo aveva svolto il proprio compito senza indugiare ma chissà come mai quella volta non ce la faceva a ucciderlo. Era troppo bello per poter morire. Anche Ravi guardandolo più da vicino si accorse che Leo era un bel ragazzo. Lentamente Leo abbassò la pistola. A salvarlo da quella situazione imbarazzante fu Rap Monster che ordinava la ritirata. Il ragazzo si alzò e corse via lasciando il suo avversario stupito a terra. Non riusciva a capire. Cosa gli aveva fatto rinunciare a ucciderlo? Non si starà mica....ma no! È impossibile! Leo, il sicario spietato Leo, non poteva innamorarsi di un nemico! No! Doveva essere un'altra cosa! Almeno così sperava....

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Capitolo 2
*** Ricambiare il favore ***


~~Capitolo 2
Ricambiare il favore

Erano passati già due giorni dall'ultimo scontro fra le due bande e nessuno ancora osava abbassare la guardia. I Killer Life erano riuniti nella loro base: il magazzino di un vecchio negozio di scarpe. Ognuno aveva un compito specifico come i Black Die.
Bang YongGuk, detto Bang, il capo; Min YoonGi, detto Suga, pistolero; Lee Hongbin, pistolero; Han Sanghyuk, detto Hyuk, spia; Jung HoSeok, detto J-Hope, ladro; Kim HimChan, fratello di Bang e vicecapo; Kang Daesung, pistolero e Kim WonShik, detto Ravi, ladro.
-è inaccettabile!- sbottò Bang buttando a terra una bottiglia di birra che si frantumò con un rumore assordante. -Nonostante fossero inferiori di numero hanno subito solo due perdite! E conoscendo Rap Monster li avrà già sostituiti di certo! E noi? Ne abbiamo persi cinque! Cinque! Si può sapere cosa avete fatto quella notte razza di idioti?! Solo io sparavo?!- Bang era furioso e stava urlando così forte che lo avranno sentito fino in America.
-Mi spiegate come faremo noi a rimpiazzare cinque uomini??!!- -è colpa di quel sicario! Leo o come diavolo si chiama! Quello non lo senti arrivare! È un miracolo se siamo ancora vivi!- spiegò Suga. Il nome di Leo attirò l'attenzione di Ravi. -Oh davvero? Quindi noi poveri mortali dovremmo buttarci giù da un ponte sapendo che il dio della morte in persona si aggira tra le strade di Seoul, dico bene?- disse Bang sempre più arrabbiato avvicinandosi a Suga. Quello non osò aprire bocca e abbassò lo sguardo. Bang si voltò verso Ravi e disse:-Ravi. In piedi.- lui si alzò in attesa di ordini. -Vai a fare un giro al quartier generale dei Black Die e scopri se tramano qualcosa.- -Ma...capo...non sono io la spia?- chiese timidamente Hyuk. -E io ho deciso di mandare Ravi. Qualche problema?- -Ehm...no...certo capo.- -Molto bene.- Bang fece un cenno a Ravi che partì per andare a spiare i nemici.
Erano sì e no le due di notte. Ravi, con la sua suzuki vitara, pecorse la tangenziale nord poi si infilò in una strada secondaria per raggiungere la zona industriale. Arrivato a destinazione indossò la maschera sulla bocca, prese la pistola e il piede di porco. Si muoveva quatto quatto aiutato dall'erba alta e dall'oscurità. Raggiunse piano piano l'entrata, prese il piede di porco e cercò più volte di aprirla. Era chiusa molto bene.
-Vai da qualche parte?- una voce familiare risuonò fredda nel buio dietro di lui. Si girò e vide Leo che gli puntava la pistola contro. Il ragazzo rise. -Ma proprio non riesco ad evitarti eh.- Leo non si scompose e chiese impassibile.-Perchè sei qui?- -Ordini di Bang.- rispose l'altro scrollando le spalle. -Niente di personale.- rimasero in silenzio per un po'poi Ravi disse:-Sei carino sai?- -Non adularmi. Non cambierà la mia opinione su di te.- rispose cercando di rimanere freddo. Tuttavia Ravi notò che le sue guance si erano fatte rosse per l'imbarazzo. Evidentemente il nostro Leo è anche un timidone, pensò con un sorrisetto. -Che hai da ridere?- -Niente...- si guardò un po' intorno poi disse guardando da un altra parte:-Oddio Bang ha ucciso Rap Monster!- Leo si girò di scatto e nel frattempo Ravi lo atterrò. -Mamma mia, è il trucco più vecchio del mondo!- disse ridendo. -Comunque sei forte.- Ravi gli bloccò i polsi e gli si sedette sopra. -Cosa stai facendo?- gli chiese l'altro.-Niente. Ti sto solo ricambiando il favore.- rispose lui tirandosi giù la maschera e puntandogli la pistola sulla tempia senza sparare. -Ma...a quale scopo??- -Ehi, sono un ladro non un ipocrita! Io mantengo la parola data, e quando mi vengono fatti dei favori io ricambio. Tu non mi hai ucciso l'altra notte e io adesso ti risparmio la vita.- lentamente abbassò la pistola e la rimise nel fodero lasciando Leo sconcerato. -Ma ora ti faccio io una domanda: perchè non mi hai ucciso? Potevi eliminarmi. Perchè non l'hai fatto?- Leo non rispose subito e rimase a guardarlo. Nei suoi occhi marroni riusciva a leggere una strana simpatia. -Io...- aprì la bocca per parlare ma si rese conto di non saperlo nemmeno lui.-...Non lo so... - Ravi rise.-Beh comunque grazie.- -Perchè sei sempre allegro?- gli chiese Leo all'improvviso.-Perchè ridi sempre anche se stai per morire?- l'altro lo guardò come se avesse fatto la domanda più stupida del mondo. -Proprio tu lo chiedi? Tu che sei un sicario? - il ragazzo divenne serio.-Io faccio parte di questo mondo da molto prima di te credimi. Tu non hai vissuto la tua infanzia a rubare il pane ai fornai per avere qualcosa da mangiare la sera. Tu non sei cresciuto senza genitori. Io sì. Mia madre è morta quando avevo due anni e mio padre è andato in prigione quando ne avevo cinque. Tu non sai cosa sia la vera solitudine. Io sì. Non avrei voluto fare questa fine. Ma ho dovuto. All'inizio mi sembrava bello. Mi sentivo potente. Mi sentivo un duro. Ma poi tutta la gloria scomparve. L'euforia lasciò il posto a un senso di amarezza. Ma ormai ci sono dentro e non posso più venirne fuori. Il perchè io sorrida sempre è che cerco di fare andare tutto bene anche quando so che nulla va bene. Cerco di sorridere anche quando vorrei solo piangere. Diciamo che il sorriso è la mia arma migliore. Anche più della pistola. “Vivi ogni giorno come se fosse il tuo ultimo giorno sulla terra” mi ripeto sempre. E vado avanti. Non so come ma vado avanti. Ecco perchè sorrido sempre.- Leo rimase profondamente colpito da quelle parole. -Ma...perchè mi hai detto queste cose? Io...sono un tuo nemico.- -Non lo so. Perchè ormai non ho più niente da perdere. E perchè sento che c'è qualcos'altro in te sotto quella corazza di ghiaccio. Avverto la tua insoddisfazione.- -No... ti sbagli!- disse Leo liberandosi e alzandosi. -A me va bene così.- alzò la pistola verso Ravi. Era insicuro e gli tremava la mano.-Ma guardati! Neanche tu ci credi più! Non mi ucciderai dico bene?- -Cosa ne sai?! Potrei ucciderti da un momento all'altro.- Ravi lo guardò -Hai paura vero? Paura di mancare a un ordine. Paura di morire.- -Io non ho paura di...- -Pensi che la tua esistenza sia vincolata a questo clan. Pensi che la tua unica ragione di vita sia compiacere Rap Monster. No. La vita è molto di più.- -Taci! Serpente! Tu non sai niente di me!- cercò di tenere ferma la mano. -Certo. Io non so niente.- disse Ravi annuendo lentamente.
Un boato giunse da dentro al capannone e si sentirono dei passi.  Rap Monster e gli altri uscirono. -Cosa ci fai tu qui??- disse rivolto a Ravi. Quello prese a correre. -Inseguilo!- urlò a Leo. Il ragazzo non lo sentì. Ripensò al discorso di Ravi. E se avesse ragione? -Mi hai sentito?! Inseguilo!- Leo si svegliò dal suo trans e cominciò a insegiurlo. Per quanto fosse veloce non riuscì a raggiungerlo. Guardò la sua macchina sfrecciare via come un dardo. Intanto gli altri lo raggiunsero. Lui si girò verso Rap Monster che lo guardava serio. -Mi ha deluso oggi Taekwoon.- era la prima volta che lo chiamava per nome. -Spero tu abbia una buona scusa. Abbiamo rischiato molto.- lui abbassò la testa.-Mi dispiace...era...troppo veloce.- il capo non rispose e rientrò. Improvvisamente Leo sentì il suo cuore battere all'impazzata, ma non era paura. Né rabbia. Era qualcos'altro. Una cosa che era rimasta sepolta per anni... 

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Capitolo 3
*** Aprire gli occhi ***


Capitolo 3 Aprire gli occhi -Vi ho riuniti qui oggi per parlarvi di una cosa molto importante.- La mattina successiva Rap Monster aveva convocato inaspettatamente i Black Die per parlare di quella notte. Guardò per un istante Leo poi riprese:-Come capo indiscusso dei Black Die è mio dovere informarvi che stanotte è successa una cosa che avrebbe potuto compromettere il nostro futuro: il nostro amato e rispettato sicario Leo, sembra aver perso la capacità di fare il suo mestiere. Infatti avevo ordinato a lui di fare la guardia al covo ma sfortunatamente, sembrò non essersi accorto che Ravi era qui.- lo guardò con rabbia. -Diamine, ce lo avevi davanti! Perchè non gli hai sparato a quel bastardo?!- Leo abbassò gli occhi non riuscendo a sostenere il suo sguardo. -Io...non lo avevo sentito arrivare. Mi sono accorto...della sua presenza appena tu mi hai raggiunto.- -Trovati un'altra scusa Jung Taekwoon! Eravate faccia a faccia! Come facevi a non vederlo?!- uno del gruppo non riuscì a trattenere una risata ma smise appena si accorse dello sguardo fiammeggiante di Rap Monster che odiava essere interrotto mentre parlava. Leo aveva paura. Era già la seconda volta che lo chiamava con il nome per esteso. Questa volta una semplice scusa non lo avrebbe salvato. Non osò parlare di nuovo. Rap Monster si strofinò gli occhi con un aria stanca. -Stammi bene a sentire: sei fortunato che oggi non ho né la voglia né il tempo di punirti. Ti do un'altra possibilità. Non la sprecare, perchè altrimenti sarà l'ultima volta che avrai infranto una regola. Per sempre. Sono stato abbastanza chiaro?- Leo annuì energicamente.-Cristallino.- Rap Monster uscì e piano piano tutti lo imitarono. Leo non si mosse. Rimase seduto a fissare il pavimento chiedendosi come avesse fatto ad ottenere un'altra chance. -Sei stato fortunato.- disse una voce sopra di lui. Leo alzò lo sguardo e si accorse che Ken gli stava sorridendo. -La mia non è fortuna. Rap Monster ha voluto così.- -Volevo appunto parlarti di questo.- continuò Ken prendendo un barile e sedendosi davanti a lui. -Tu idealizzi troppo Rap Monster. Lo tratti come Dio in terra e tutto quello che dice o fa è sempre giusto. Non credi di esagerare?- Leo lo guardò e rispose:-é il capo. Merita rispetto.- -Sì, ho capito ma questo è davvero troppo!- ribattè Ken allargando le mani. Leo pensò che se gli avesse rivolto questa domanda qualche tempo fa non avrebbe avuto dubbi su cosa dire. Invece adesso non ne era più così tanto sicuro dell'onnipotenza di Rap Monster. Dopotutto Ken era il suo migliore amico. -Gliel'ho promesso.- -Trova un'altra scusa.- gli disse il ragazzo alzando un sopracciglio. Leo non sapeva che rispondere. Ormai non ci credeva più neanche lui. Lo distolsero dai suoi pensieri alcuni spari. I due ragazzi scattarono in piedi e uscirono in fretta. Con stupore si accorsero che nessuno dei Black Die aveva mai lasciato la base. Erano solo usciti a prendere aria. E ora stavano combattendo contro Bang e i suoi, che volevano vendicare i cinque morti dello scorso scontro. Ken prese la sua mitragliatrice, augurò buona fortuna a Leo e si buttò nella mischia. Leo d'istinto mosse la mano verso il manico della pistola ma qualcosa lo bloccò. Non aveva nessuna voglia di uccidere. Ma poi gli tornarono in mente le parole di Rap Monster e, anche se di malavoglia, si avviò anche lui. Leo camminava nell'oscurità senza il minimo rumore. Era il re dell'occultamento. Tuttavia riuscì solo a ferire due Killer Life. Le occasioni non mancavano. Mancava il coraggio. Leo non capiva. Da dove veniva quella sensazione? Perchè non riusciva a sparare? Cos'era che lo fermava? Si fermò su un tetto lasciando il conflitto sotto di lui. Osservò la scena dall'alto e di colpo vide tutto sotto un'altra prospettiva. All'improvviso riuscì a vedere chiaramente le cose come stanno. Vide dei ragazzi di venti-venticinque anni che si sparavano a vicenda, senza un valido motivo. A pensarci bene non c'era una vera ragione di quella rivalità. Era solo la fame di potere a muovere quei giovani. Nel mentre che osservava dall'alto riuscì a vedere anche Ravi. Bello come sempre. Si era fermato anche lui. Probabilmente stava pensando la stessa cosa di Leo. Per un momento si guardarono, poi Ravi fu chiamato da Bang. Leo decise che era venuto il momento anche per lui di scendere. Se lo avessero beccato a starsene lì senza fare niente Rap Monster non glielo avrebbe perdonato. Adesso la via era vuota. Bang dopo i primi due morti aveva ordinato la ritirata. Non erano pronti e con la perdita subita l'ultima volta, non erano numericamente sufficienti per resistere a lungo. Leo si avviò verso la base ma una voce alle sue spalle lo bloccò.-Dove andiamo di bello?- si girò e vide Kim Himchan, il vicecapo dei Killer Life che lo guardava sghignazzando. -Che vuoi?- non aveva voglia di cobattere. Non più. -Voglio ucciderti. Così avrò la certezza che il comando passerà a me dopo mio fratello. Ma non voglio farlo con la pistola, altrimenti non mi diverto. Sarà uno scontro corpo a corpo. Ti piace l'idea?- Leo non rispose e lasciò cadere la pistola a terra. -Sarà un onore per me prenderti a calci.- disse prima di sferrare un colpo sinistro in faccia all'avversario. Leo rispose facendolo cadere. Nel combattimento corpo a corpo era avvantaggiato: era di sicuro più forte di Himchan. Però lui era astuto e non se lo fece ripetere due volte a usare i colpi bassi. La rissa durò sì e no quindici minuti buoni e alla fine Himchan riuscì ad atterrare Leo. Gli si sedette sopra e gli circondò il collo con le mani. -Vedrai come sarà contento Bang quando saprà che IO ho ucciso Leo, il famoso sicario.- Himchan stringeva sempre più forte e ormai Leo non respirava più. Cercò inutilmente di liberarsi. Sarà anche più debole ma di sicuro non si arrende facilmente. Il ragazzo non riusciva a mettere più a fuoco e ormai la faccia di Himchan si era ridotta a un grosso punto rosa. Buio. * * * Quando si risvegliò si accorse di trovarsi nel letto di una camera. Capì subito che non era la sua: le pareti di camera sua sono bianche, queste invece erano di un azzurrino cielo. Si guardò intorno. Ancora non riusciva a mettere completamente a fuoco, per cui i dettagli gli sfuggivano. Si girò verso l'altro lato del letto e vide un viso che l'osservava sorridente. Ci mise un po' a capire che quello....era il viso di Ravi. Sgranò gli occhi spaventato. -Tu cosa ci fai qui?!- esclamò quasi urlando. -Be sai, questa è casa mia.- rispose l'altro sempre sorridendo. -E allora...cosa ci faccio io qui?!- -Sta tranquillo. Ho pensato io alle ferite. Ma come ti è venuto in mente di combattere corpo a corpo con Himchan? Lo sanno tutti quanto è testardo quello.- -Perchè mi hai portato qui?- -L'ho visto mentre cercava di strozzarti. L'ho ucciso prima io. Per fortuna sei salvo. Hai solo qualche livido qua e là.- Ravi si alzò dal letto e Leo si accorse che era senza maglia. Il cuore cominciò a battere all'impazzata e di colpo divenne rosso. -Posso portarti qualcosa?- -N...no grazie.- rispose Leo senza distogliere lo sguardo dai suoi addominali scolpiti. Era maledettamente bello. -Ok.- Il ragazzo si sedette accanto a lui. Anche Leo si mise a sedere, così poteva guardarlo in faccia. Non la smetteva di sorridere. Così sorrise anche lui, senza accorgersene. -Direi che stai molto meglio adesso. Ti ho portato qui che eri tutto insanguinato. Ma il vecchio Ravi ha sempre la situazione sotto controllo così ho provato a rimetterti a posto.- -Grazie.- Leo gli sorrise ma poi di colpo divenne serio. -Oddio, ti ha visto qualcuno? Sanno che sono qui? Da quanto è che sono qui? Ho sporcato le lenzuola per caso??- -Ehi, ehi calma!- disse Ravi ridendo. -Non mi ha visto nessuno, nessuno sa che sei qui, sei qui da un oretta e mezzo e sì, hai sporcato le lenzuola. Ma non è un problema.- Leo ora era più tranquillo. -Ok, scusa ma vado in ansia per certe cose.- l'altro annuì. Restarono a guardarsi per i successivi trenta secondi poi Ravi disse:-Allora, ho visto che te ne stavi in disparte.- -Lo facevi anche tu.- -Vero. Non ne posso più di questa vita. Non mi da soddisfazioni.- -Neanche a me. Solo che non posso abbandonare Rap Monster.- -Tsè. Quello non si merita neanche di vivere! Perchè dici così?- -Lo so ma...- -é un tiranno! Ti sta solo usando! Credi che tutto quello che dice o fa sia giusto? Ti sbagli.- -Non posso andarmene.- -Perchè? A lui non gli interessa niente di te o degli altri. Scommetto che ti ha minacciato per ieri notte vero?- -Sì ma...- -Ma cosa? Mi spieghi perchè ti piace così tanto fargli da leccapiedi?- Leo lo guardò serio.-Rap Monster è mio fratello maggiore.- Ravi sgranò gli occhi. -Cosa?!- -è così. Kim NamJoon è mio fratello. Vedi, prima della sua morte io promisi a mio padre che avrei sempre portato rispetto per lui. Non posso lasciarlo. Non che mi importi qualcosa di lui ma perchè non voglio deludere mio padre.- Leo si rese conto di avere confidato al suo nemico il suo segreto più grande e profondo. Non aveva paura. In un certo senso si fidava. -Ma quasto è un segreto.- -Con me è al sicuro.- Ravi gli mise una mano sulla spalla. -Ma che questo non interferisca con la tua stessa vita! Voglio dire: non è che devi morire per lui! Devi solo rispettarlo. È diverso dal leccare i piedi.- -Lo so. Me ne pentirò. Sia se vado via sia se resto.- -Tu comunque potrai sempre contare su di me.- Leo lo guardò. Possibile che Ravi gli stesse davvero dicendo questo? Il ragazzo gli accarezzò il braccio. Leo seguì il suo movimento e si accorse di sorridere. Inutile. Non riusciva a resistere. Quella sensazione...quel sentimento era riaffiorato dal profondo del suo cuore e ora gli riempiva il corpo. Quando stava con Ravi dimenticava tutto. Un profondo senso di pace lo avvolgeva. Non riusciva ancora ad ammetterlo ma ormai era chiaro cosa provasse. Guardò intensamente il giovane davanti a lui e quello condivise il suo sguardo. Ravi gli prese la mano. Improvvisamente ogni suono e rumore sparirono. Tutto scomparve. C'erano solo loro due. I due ragazzi si resero conto che si stavano lentamente avvicinando l'uno all'altro. Ravi gli passò dolcemente una mano sulla guancia. Sorrideva. Sorridevano entrambi. Perchè sapevano di provare lo stesso sentimento. Leo stava per lasciarsi andare all'inevitabile conseguenza ma la faccia di Rap Monster gli riempì la mente. Di colpo si ritrasse indietro. -Devo andare.- il ragazzo si alzò. -è lui vero?- si girò verso Ravi. -Hai pensato a lui non è così?- -Ravi, cerca di capire. Non posso...- -No no certo. Non puoi. Certo, capisco. Quindi lasci che lui governi la tua vita.- -Non è vero!- -Oh sì che lo è.- Ravi si era fatto serio.-Fargli piacere per te è diventato l'undicesimo comandamento! Non ti basta altro. La sua felicità è la tua. Sei il suo schiavo Leo! Ma non lo vedi come ti manipola?! Guardati! A momenti non respiri nemmeno senza il suo consenso!- -Adesso Basta! Tu non puoi capire!- -No infatti. Io non posso di certo capire. Non ho mai avuto una famiglia, come posso capire. Non preoccuparti! Ti accorgerai presto della verità. Ora scusami, devo occuparmi di affari che tu non puoi capire.- disse Ravi sarcastico. -Non arrabbiarti ti prego!- -No io sono già arrabbiato! Perchè non vuoi ammettere che ti sta usando! Apri gli occhi! Lui non è come credi!- -E tu cosa ne sai?! Sei forse nel nostro clan?- -No non sono nel vostro clan ma lo vedo cosa ti fa quel bastardo! Il lavaggio del cervello! Ma quando capirai come stanno davvero le cose?!- -IO LO SO COME STANNO LE COSE!- urlò Leo con le lacrime agli occhi. -Credi che in tutto questo tempo non mi sia accorto di quello che fa?! Mi credi così ingenuo?! La verità è che quello mi ammazza se non eseguo i suoi ordini! Ho paura va bene? Ho paura! Ma chi non ne avrebbe?! Un fratello così non lo auguro a nessuno! È un incubo tutti i giorni! E io ho paura!- Ravi non si aspettava una reazione così. -Scusami. Non avrei dovuto essere così aggressivo.- -Non importa. Chiunque avrebbe detto così. Ora se permetti io devo andare.- Leo si avviò alla porta e ritornò a casa sua. Per quanto cercasse di dimenticare non riusciva a togliersi dalla mente le parole di Ravi e quelle di Ken. Lo sapeva benissimo che tipo era Rap Monster. Ma non poteva andarsene. O almeno non ora.

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Capitolo 4
*** Amare ***


Capitolo 4 Amare La mattina seguente Leo si svegliò molto presto. Non aveva chiuso occhio quella notte: le parole di Ravi gli risuonavano nella testa come campane il giorno di Pasqua. Continuava a cambiare posizione nella speranza di riuscire ad addormentarsi ma era tutto inutile. Si fermò a guardare il soffitto. Era dai tempi della morte di suo padre, quando il potere passò a Rap Monster, che Leo non si fermava a pensare se stava facendo la cosa giusta per se stesso. Lo sapeva che suo fratello abusava del privilegio ottenuto con la Promessa ma per ora non poteva fare niente. Non aveva nessuna voglia di andare al magazzino. Pensò di fingersi malato ma rinunciò: Kim NamJoon non è tanto stupido. Doveva riconquistarsi la fiducia del fratello. Era obbligato ad andare. Quando arrivò, gli altri erano già tutti riuniti. C'erano due ragazzi nuovi. Probabilmente erano le “riserve”. Da quando persero N e Zelo, Rap Monster non volle più rischiare così teneva quando uno moriva era subito sostitiuto dalla “riserva”. Un po' come a calcio. Solo che lì si giocava per la vita. -Ah eccoti. Cominciavo a preoccuparmi.- disse il leader quando Leo entrò. Il ragazzo osservò il suo sorriso falso come la pelliccia che portava. In tutta la sua vita passata insieme Leo non ricordava di aver mai visto un sorriso vero sul viso di suo fratello. -In ritardo come sempre.- il sorriso scomparve lasciando il posto a uno sguardo sprezzante, come fanno i ricconi che guardano i poveracci chiedere l'elemosina agli angoli delle strade. Leo si sedette con gli altri. Rap Monster prese parola. -Come alcuni di voi avranno notato, seduti tra noi ci sono le nuove riserve. Pronte per essere addestrate. Ragazzi alzatevi.- i due giovani si alzarono e andarono di fianco al capo che li strinse in segno di approvazione. -Sono Song MinHo e Park JaeBeom. Ma per noi saranno semplicemente Mino e J.Park. Benvenuti ragazzi.- concluse in bellezza con uno dei suoi sorrisi migliori. Leo non gli tolse per un secondo gli occhi di dosso. Riusciva a vedere l'avidità e la falsità sul suo viso e si stupì di quanto fosse scarso a nasconderli. Tutti applaudirono alle nuove riserve complimentandosi con loro. Sembravano molto felici del loro incarico. “Cari ragazzi, vi accorgerete presto di come è fatto realmente Rap Monster.” pensò tristemente. Il capo alzò la mano in segno di silenzio. -Mino. J.Park. Il vostro addestramento incomincia ora. Sarete sottoposti a una prova. Una cosa molto semplice. Quasi banale. La prova consiste nel rubare la cassaforte di una banca senza riportare segni di scassinamento, senza farvi vedere né sentire ma soprattutto, senza farvi ingannare. Sarete accompagnati da due veterani, se così si può dire. Ken, mitragliatrice e Leo, sicario.- appena sentì il suo nome il ragazzo si alzò. Aveva scelto lui? Rap Monster gli aveva affidato un incarico? -Conoscete la strada.- poi per ultimo disse rivolto ai due novelli:-Stupitemi.- Ken faceva strada. Prima che potesse uscire Rap Monster afferrò il braccio di Leo e lo fece avvicinare.-Non farti troppe illusioni. Sto mettendo alla prova pure te. Non deludermi.- *** -Quando vi spostate allo scoperto è sempre meglio mascherare la propria identità: non sapete mai chi avete davanti.- il gruppo era sul tetto di una casa. Ken estrasse dalla tasca due maschere e le diede ai novelli. -Usate queste o dei foulard. Quando è giorno dovrete spostarvi a terra invece di notte sui tetti. La fortuna è che la magior parte dei tetti è piatto e con un po' di allenamento riuscirete anche a saltare da un tetto all'altro come faccio io. Siate naturali. L'ultima cosa che dovete fare è dare nell'occhio. Chiaro? Se vi beccano sono cavoli amari sia con la polizia che con il capo. Quello non scherza. Vero Leo?- Lui fece una smorfia e voltò il viso dalla parte opposta. Ken si avvicinò ai due e disse sottovoce:-Anche lui non scherza. Non fatelo arrabbiare se non volete finire con il sedere per terra.- i ragazzi arrivarono al luogo deciso. Mino e J.Park cominciarono la missione mentre Ken e Leo, che non li dovevano aiutare in alcun modo, si sedettero sopra una casa di fronte alla banca. Leo aveva lo sguardo perso e Ken se ne accorse. -Che hai hyung? Sembri distante.- -Non ho niente.- rispose lui abbassando la testa. Ken non se la bevve. -Sei forse innamorato?- chiese avvicinandosi con un sorrisetto furbo. Leo lo guardò e lo spinse indietro facendolo cadere. Ken rise e rimase sdraiato a osservare le nuvole. -Guarda che puoi dirmelo. Sono il tuo migliore amico dopotutto.- l'altro lo guardò chiedendosi se poteva davvero fidarsi di lui. -Be...in realtà un problema ce lo avrei.- Ken si sedette di scatto come azionato da una molla e si avvicinò. -Ti ascolto.- -Ecco...immagina. C'è questo ragazzo. Solitario, riservato, timido...insomma, ci sono io. Una sera, questo ragazzo incontra una persona. L'ultima che si aspettava di incontrare. Praticamente...questa persona gli sconvolge la vita. Il ragazzo è confuso, non sa che fare. In un qualche modo...è...attratto da questa persona. La ascolta. Tanto che le sue parole non lo fanno dormire la notte. Ebbene...se tu fossi in questa situazione cosa faresti?- Ken mostrò un sorriso che andava da un orecchio all'altro. -Amico mio. Sei innamorato!- Leo abbassò la testa imbarazzato. -No...non è vero...- -Ma ti sei visto? sei tutto rosso! Caro Taekwoon, sei cotto!- esclamò Ken ridendo. -Posso sapere chi è questa persona?- -Non la conosci.- rispose in fretta Leo. -é bella?- insistette Ken. l'altro non rispose subito. l'amico aveva dato per scontato che la persona in questione fosse una femmina. come glielo spiegava che quella persona...era Ravi? -Oh sì. lo è.- rispose alla fine guardando il cielo. in quel momento Mino e J.Park, che avvano terminato la missione, li chiamarono e insieme tornarono di corsa alla base. Quando entrarono Rap Monster esclamò:-Ah, siete qui. avete compiuto la prova?- Mino alzò una sacca contenente i soldi della cassaforte della banca. il leader sorrise soddisfatto.-Molto bene. Avete superato la prima prova. Siete pronti per la seconda: Sorvegliare un ostaggio per una notte.- con un cenno della mano ordinò a Gdragon di fare avvicinare il prigioniero. -Ecco la nostra cavia.- disse Rap Monster mostrando un ragazzo legato a una sedia, coperto di sangue e a testa bassa. -Ma è una comparsa?- chiese Mino, impressionato da quanto fosse realistica la scena. -No, mio caro. Questo è un vero prigioniero.- afferrò il giovane per i capelli e lo costrinse ad alzare la testa. Tutti sgranarono gli occhi. Nessuno voleva credere a quello che stava vedendo. Per poco Leo non svenne nel vedere legato a quella sedia Ravi. Il cuore prese a battergli a mille nel petto. Le gambe gli tremavano. -é con immenso piacere che vi presento Ravi, uno dei nostri nemici giurati. Avrete l'onore di sorvegliare una leggenda nella storia dei furti.- Mino e J.Park si fecero timidamente in avanti. Erano eccitati da questa prova. Rap Monster alzò la mano per fermarli.-Ora vi mostro come estorcere informazioni a un ostaggio.- detto questo cominciò a girare intorno a Ravi che si guardava intorno sconcertato. posò lo sguardo su Leo che però voltò la testa da un'altra parte. Non sopportava quella vista. -Allora Ravi. Tu lo sai dove è intenzionato a colpire YongGuk non è così? tu sai come vuole sfruttare i nostri punti deboli e ora tu mi dirai tutto ciò che ti ha detto quel bastardo.- Ravi rise.-Non è con le belle parole che otterrai quello che vuoi.- Rap Monster non se lo fece ripetere due volte e iniziò a colpirlo. -DIMMI QUELLO CHE SAI!- gli mise una mano intorno al collo e lo avvicinò. -Avanti. Uccidimi. Puoi anche continuare a picchiarmi ma io non ti dirò niente. Su, che aspetti? Fammi vedere le stelle.- disse Ravi con aria beffarda. Rap Monster lo lasciò andare. Sapeva che non poteva ucciderlo subito. -Ti ucciderò, se è questo che vuoi. Ma non subito.- poi disse rivolto a Mino e a J.Park. -Voi due. Sorvegliatelo. E cercate di tirargli fuori quelle informazioni che si ostina a nascondermi. Questa è la vostra prova.- detto questo se ne andò seguito da tutti gli altri. Ravi diede un ultimo sguardo a Leo che, come gli altri, seguiva il leader. La notte arrivò in fretta. Al magazzino Mino e J.Park tentavano in tutti i modi di far parlare Ravi. erano ancora molto giovani (avranno avuto sedici, diciassette anni) e ancora non avevano sviluppato la cattiveria e il senso omicida che rendeva Rap Monster un capo rispettato e temuto. -Devi dirci tutto! altrimenti...- -Altrimenti cosa?- chiese Ravi divertito dai due che erano tutto fuorchè violenti. -Mi date del cattivo bambino?- -Altrimenti il capo te la farà pagare.- disse Mino gonfiando il petto nella speranza di sembrare più minaccioso. Ravi scoppiò a ridere. -Sinceramente ragazzi, non siete tagliati per questo genere di cose. non siete affatto credibili.- -Zitto! parla solo se interpellato!- disse J.Park turando fuori la pistola. Ravi lo guardò con pietà.-é scarica.- i due si guardarono chiedendosi come fare per farlo parlare. Alla fine Mino, stufo di tutta quella storia disse:-Oh senti, se non vuoi parlare non parlare. Io ne ho le scatole piene. Vado fuori a prendere un po' d'aria.- E se ne andò seguito dal suo compagno. Ravi rimase solo e approfittò dell'occasione per cercare di liberarsi. in quel momento si sntirono due spari. Il ragazzo tese l'orecchio vigile. La porta del magazzino si aprì ed entrò Leo. Gli occhi di Ravi si illuminarono nel vederlo. -Leo!- quello lo raggiunse di corsa, prese un coltello dalla tasca e tagliò le corde che lo tenevano stretto. -Perchè sei tornato? Pensavo che dopo la discussione di ieri sera tu non volessi più vedermi. Perchè mi hai liberato?- Leo non rispose. Lo guardò negli occhi e d'impulso, senza esitare premette dolcemente le labbra contro le sue. Ravi fu colto di sorpresa ma dopo due secondi di incredulità si stava già laciando andare a quel bacio appassionato. Restarono così per cinque minuti buoni. -Ti amo.- sussurrò Leo accarezzandogli la guancia. Ravi sorrise -Ti amo anch'io.- Si guardavano intensamente. Ognuno trovava riparo negli occhi dell'altro e per la prima volta si sentirono davvero felici. -Penso di aver capito perchè non mi hai ucciso quella notte.- disse ravi passandogli una mano nei capelli. -Per questo e per altri mille motivi.- Ravi lo abbracciò. -Grazie. Per tutto.- -Grazie a te. Per essere entrato nella mia vita.- Leo si sciolse delicatamente dall'abbraccio. -Scusami ma devo andare. Potrebbero vederci.- -Certo. ma che ne hai fatto dei due idioti che mi sorveglivano?- Leo divenne serio.-Li ho liberati.- -Li hai uccisi?- -Non potevo fare altro. Quando Rap Monster si sarebbe accorto della tua fuga se la sarebe presa con loro. Di sicuro avrebbe fatto di peggio. è stato meglio così.- Ravi annuì. -Allora a presto. Le porte di casa mia sono sempre aperte.- -Idem. A presto.- si diedero un bacio veloce e ognuno andò per la sua strada. Nel tragitto per tornare a casa Leo non smise un secondo di ringraziare l'universo per avergli fatto incontrare una persona come Ravi. Per la prima volta in tutta la sua vita si sentì realizzato. Amato. E di questo gli era infinitamente grato.

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Capitolo 5
*** Capire ***


Capitolo 5 Capire La mattina seguente Leo ricevette una chiamata inaspettata. Mentre si stava vestendo il telefono squillò. Era Rap Monster. Era la prima volta che lo chiamava così presto. Subito una paura nera si impadronì di lui. Se qualcuno lo avesse visto mentre baciava Ravi? Se qualcuno li avesse sentiti parlare? Leo non sapeva cosa pensare. Decise di non farlo attendere troppo e prese in fretta il telefono in mano. -Pronto.- Dall'altro capo Rap Monster era infuriato. Come non lo era mai stato prima. La paura aumentò. -Che stai aspettando?! Vieni subito qui!- Il ragazzo guardò l'orologio. Non era in ritardo. Era in perfetto orario. -Sì arrivo subito. Qualcosa non va?- In realtà sapeva benissimo cosa c'era che non andava: Rap Monster aveva scoperto la fuga di Ravi. -Muoviti! Non sei tu a fare le domande ma io! Chiaro?!- -C...certo. Arrivo.- -Hai due minuti!- detto questo buttò giù. Leo fece più in fretta che potè. Non fece nemmeno colazione. Altrimenti quello sarebbe stato il suo ultimo pasto. L'esperienza gli aveva insegnato che non si deve mai far attendere troppo il leader, soprattutto quando è imbestialito. Arrivò al quartier generale col fiatone e si accorse con sorpresa che non c'era nessuno. La porta dietro di lui si chiuse e una voce lo fece sobbalzare. -Non noti niente di strano?- chiese Rap Monster trafiggendolo con lo sguardo. -La stanza è...vuota...- rispose cercando di mantenere la calma. Il leader scoppiò a ridere. -Sei molto perspicace Leo. Infatti la stanza è vuota.- il suo sorriso scomparve. Si avvicinò a Leo e lo afferrò per la maglia. -Dov'è?- -Non so di cosa stai parlando.- -Non scherzare con me! Dimmi dov'è Ravi!- -Non lo so! Non spettava a me controllare che non scappasse!- Rap Monster lo lasciò. -Questa mattina sono venuto in anticipo. Volevo parlare col prigioniero faccia a faccia e farmi dire quello che sapeva. Ma quando sono arrivato... ho trovato le nuove riserve morte davanti all'entrata! Ho subito pensato a un' irruzione dei Killer Life. Poi ti ho chiamato per sapere se avevi visto o sentito qualcosa ma, evidentemente, tu sai meno di me. Non è così?- Leo annuì energicamente. Per un attimo pensò che il suo cuore volesse esplodergli nel petto per quanto batteva forte. -Probabilmente Bang si è accorto del rapimento e ha agito nella notte.- -Non l'avrei mai detto.- rispose Rap Monster sarcastico. All'improvviso prese la sedia che teneva prigioniero Ravi e la scaraventò contro il muro facendo un fracasso terribile. Leo ringraziò che quella sedia non fosse indirizzata a lui. In quel momento arrivarono tutti gli altri. Erano tutti agitati. -Capo! Ravi è scappato!- esclamò subito Gdragon quando entrò. Rap Monster alzò il braccio in un gesto di silenzio. Tutti tacquero. Parlava il leader. -Come tutti voi sapete Ravi è scappato. Evidentemente i Killer Life ci hanno teso una trappola. Hanno scoperto le nostre nuove riserve, Ravi si è fatto prendere e questa notte hanno approfittato per ucciderle. Vi confesso che sto cercando di mantenere un tono civile per cui non fate niente che possa innervosirmi.- si passò due dita sugli occhi come se fosse stato alzato tutta la notte poi disse:-Ken, vai a prendere la mia pistola.- il ragazzo si alzò e si avviò nella stanza accanto. -Muoviti!- Lui partì di corsa e tornò quasi subito. Rap Monster prese l'arma. Posò lo sguardo su Leo. Si avvicinò e gliela porse. -Vai e uccidi quel bastardo.- quelle parole ebbero su Leo l'effetto di una coltellata in pieno petto. Non poteva chiedergli questo. Cercò di giustificarsi. -Ma...io non so dove sia. Perchè proprio io? Non so niente di lui.- -Ti ho forse chiesto se sei d'accordo?! Trovalo e uccidilo! Dovunque sia! Sei un sicario! é questo il tuo mestiere! D'ora in poi parlerai solo se interpellato chiaro?!- -Certo.- rispose in fretta Leo guardando la pistola. -Vai!- il ragazzo si avviò in fretta. -Ti avverto Jung Taekwoon. Se Ravi non sarà morto entro le nove di questa sera sarai tu a prendere il suo posto.- Leo annuì e uscì alla ricerca di Ravi. -Quanto a voi- continuò Rap Monster rivolto a tutti gli altri. -Vi voglio qui alle nove in punto. Non vi azzardate a mancare.- *** Ravi era a casa intento a pulire alcune pistole. Bang gli aveva dato il compito di lucidarle tutte per il prossimo incarico. Non sapeva bene a cosa sarebbero servite e si sentiva un po' umiliato per essere stato scelto proprio lui, tuttavia lo fece comunque. Quando Bang dice una cosa si esegue. Il campanello suonò. il ragazzo andò ad aprire sorpreso. Non aspettava nessuno. Quando aprì la porta si ritrovò davanti Leo. Subito un sorriso si dipinse sul suo viso. -Ciao hyung! Che bella sorpresa! Come mai qui?- Ma Leo non sorrideva affatto. Di colpo lo abbracciò. -Non voglio perderti!- disse piangendo. Ravi non si aspettava quella reazione. -Ehi, che hai?- -Non posso farlo!- -Adesso calmati però. Entriamo e mi spieghi.- i due ragazzi si sedettero sul divano. -Dimmi tutto.- disse Ravi mettendogli un braccio intorno alle spalle. Leo non sapeva come dirglielo. Non riusciva neanche a pronunciare quella frase. -Rap Monster si è accorto della tua fuga. Ha dato...la colpa ai Killer Life. Era fuori di sè e....- si bloccò. Prese un bel respiro e continuò. -...Mi ha ordinato di ucciderti.- Ravi spostò lo sguardo altrove. -Se non lo faccio...lui mi ucciderà...- l'altro rimase in silenzio. -Io ti amo! Non posso ucciderti!- continuò Leo accarezzandogli una guancia. -Quindi cosa hai intenzione di fare?- gli chiese guardandolo con tristezza. -é per questo che sono qui. Tu te ne intendi di queste cose! Devi aiutarmi!- Ravi annuì pensieroso. -Un'idea ce l'avrei. Ma è folle. E pericolosa.- -Sono pronto a tutto pur di non farti del male.- -Dovremo fargli credere che tu mi abbia ucciso sul serio.- Leo lo guardò perplesso. -E come pensi di fare?- -é una tecnica che ho imparato quando andavo ancora alle medie. Per lo spettacolo di fine anno interpretavo il soldato antagonista, che alla fine moriva. Mi hanno versato addosso della vernice rossa e io sono rimasto lì per terra. Ero talmente credibile che la maestra ha finito quasi per crederci e stava per chiamare l'ambulanza.- il ragazzo rise ricordando quei momenti felici. Momenti che purtroppo contava sulle dita di una mano. -Sarà come a quella recita. Tu mi farai una foto e la invierai a Rap Monster.- -E tu credi che quello sia così tanto stupido da crederci?!- Esclamò Leo con una smorfia. -Se siamo bravi sì.- i due si guardarono per un istante. Nessuno dei due era sicuro di quella trovata. Era un suicidio! Ma dopotutto, che alternative avevano? Alla fine Leo acconsentì. -Avanti, non perdiamo tempo! Ci serve della vernice. Per fortuna ne ho un po'.- disse Ravi facendo una corsa in camera e prendendo un barattolo di tintura rossa. -Dovevo usarla per ritinteggiare camera mia ma, evidentemente, la userò per un altro scopo.- Disse mostrandola a Leo. Lui ci diede uno sguardo ma si ritrasse subito con disgusto. -Porca miseria, che odore! Ma con cosa è fatta?- Ravi si grattò la testa imbarazzato. -Non lo so. Il tipo che me l'ha venduta non me lo ha detto. Penso...di vernice.- -Davvero?- chiese Leo sarcastico. -Ehi, io mi intendo di furti non di vernici! Avanti, buttamela addosso.- il ragazzo allargò braccia e gambe, come pronto per il supplizio. Ma Leo scosse la testa. -Che c'è ancora?- -Se vogliamo farlo, deve essere fatto bene.- detto questo prese un pennello che per caso era lì e cominciò a studiare il corpo di Ravi, come un pittore che cerca ispirazione per il suo quadro. Lo intinse un po' nel colore e lo guardò. -Cavolo sembra davvero sangue!- Poi fece un punto sul petto, uno sull'addome e uno sotto la spalla sinistra. -Si può sapere che fai?- Leo non rispose. Prese ancora del colore, questa volta un bel po', e lo spalmò sui punti segnati. Ravi scoppiò a ridere. -Mi fai il solletico!- -Stai fermo!- Ordinò Leo che non voleva essere disturbato. Terminò con qualche gocciolina qua e là per rendere tutto più realistico. Dopo che ebbe finito guardò soddisfatto il suo capolavoro. -Adesso sì che sei morto.- Ravi si guardò allo specchio. -Wow! Davvero! Sei stato fenomenale, hyung!- Leo si strinse nelle spalle e fece un timido sorrisetto. -Bene adesso versa il resto sul pavimento.- Il ragazzo fece come aveva detto e rovesciò il contenuto rimasto del barattolo, inondando il pavimento di tintura rossa. Ravi si sdraiò molto attento a non rovinare l'opera dell'altro. Assunse una posizione di quelle che si vedono nei film, quando hanno sparato a uno: Braccia aperte, Testa di lato e occhi aperti. A Leo venne un brivido. Sembrava davvero morto. Prese il suo telefono e gli fece due o tre foto. -Ok puoi alzarti.- Ravi balzò in piedi per vedere come erano venute. -Sono un attore nato.- -Sì, ma non servirà solo una foto per dargliela a bere.- -Lo so. Dovrò dare l'idea di essere morto sul serio. Doverò sparire dalla circolazione. Non comparire mai più in giro o almeno, finchè in giro c'è Rap Monster.- -Ma così sarai...- -Ai domiciliari. Già. Dove merito di stare.- disse lui con un sorriso malinconico. -Ogni cosa di cui avrai bisogno te la porterò io, ok?- -Ok ma non devi farti beccare altrimenti è finita.- -Tranquillo. Sono famoso come il sicario che agisce nell'ombra. Saprò cavarmela.- I due si sorrisero convinti che ce l'avrebbero fatta. Scelsero una foto, la più bella e realistica e la inviarono a Rap Monster. Aspettarono un po'ma il leader non rispondeva. Aspettarono ancora un po' ma niente. Allora Leo appoggiò il cellulare sul tavolo. -Quando vedrà la foto mi dirà qualcosa di sicuro.- -Ok. Io però mi vado a cambiare perchè sono imbrattato di vernice e sono tutto appiccicoso.- Ravi andò in bagno a togliersi la maglia sporca di quello che sarebbe dovuto essere il suo sangue. O almeno così avrebbe voluto Rap Monster. Tornò quasi subito con una maglietta nera al posto di quella bianca. -Andiamo di là?- chiese a Leo. -Qui è tutto insanguinato!- lui rise e lo seguì in camera sua. Si sdraiarono sul letto. L'uno appoggiato al petto dell'altro a guardare il soffitto azzurro. -Forse ho fatto bene a lasciarle così le pareti.- disse Ravi sospirando. -é rillassante tutto questo blu. Ti sembra di stare sdraiato in mezzo al cielo. Senza neanche una nuvola. Senza il rumore della città, lo smog delle macchine, lo stress del lavoro. Nel cielo. A contemplare la sua infinità, la sua magia. Sei il primo a goderti il tramonto, e sei il primo a goderti l'alba. Quando sono triste e ho solo voglia di scomparire mi metto qui e guardo il soffitto. Un senso di pace mi riempie e mi sento subito meglio. Sono come i bambini: quando sono giù fuggo nelle mie fantasie. Non me ne vergogno. Anzi, lo considero un mio pregio.- Leo ascoltò il discorso con totale ammirazione. Ravi gli aveva mostrato la sua parte di cuore che era sempre rimasta nascosta e mai era stata rivelata a nessuno. Si sentì onorato e in un certo senso in debito. In debito per tutto. L'altro lo guardò. -Penso che nessun'altro conosca questo segreto tranne me,te e il mio vecchio cane defunto.- -Con me è al sicuro.- -Non avevo dubbi.- in quel momento si baciarono. Dolcemente. Senza fretta. Non sapevano per quanto tempo sarebbero stati ancora insieme quindi, volevano assaporare bene ogni attimo e imprimerlo nella memoria. Quando si divisero tornarono a guardare il soffitto blu. -Io non ho un posto così.- Cominciò Leo. -Sono sempre stato un ragazzo molto timido e riservato. Consideravo queste cose inutili e superate. Invece adesso mi rendo conto che non lo sono affatto. Magari se avessi avuto anche io un luogo dove ritrovare me stesso e rialzarmi dopo ogni caduta non mi sarei ridotto a fare il sicario.- -A questo proposito: Perchè hai deciso di fare questo mestiere?- Leo non sapeva che rispondere. O meglio, lo sapeva. Ma non trovava le parole. -Ricordi la promessa che ho fatto a mio padre?- -Sì?- -Da quel momento Rap Monster prese il comando della mia vita. Decideva per me. Viveva per me. Io per paura ubbidivo. Ma sentivo che non aveva più senso la mia esistenza. Più volte sono stato sul punto di farla finita. Ma poi ci ripensavo perchè non ne avevo il coraggio. Tornavo a subire. E il mio odio per Rap Monster ricadeva sulle altre persone. Così un giorno mi propose di entrare nella sua banda di criminali. Mi disse che avrei fatto il sicario. Io acconsentii anche se sapevo che stavo andando incontro all'autodistruzione. Poi sei arrivato tu a sconvolgere la mia vita. E dal momento che ti ho visto ho capito che quello non era vivere. Era solo non morire. E ti ringrazio per questo. Per tutto quello che hai fatto per me!- -Di niente. è stato un piacere.- rispose Ravi dandogli un bacio sui capelli. -Andiamo via di qui.- disse alzandosi e guardandolo negli occhi. -E dove andremo?- -In Europa! Andremo in Europa e ricominceremo una nova vita. Senza più furti e omicidi. Ricominceremo daccapo. Lo faremo insieme.- -Sai bene che non possiamo. Non ora. Dobbiamo aspettare che sia tutto finito.- -E quando sarà tutto finito?- chiese Ravi con una nota di rabbia nella voce. -Non lo so. Ma non dobbiamo rovinare tutto e metterci nei guai proprio adesso.- Ravi annuì con aria poco convinta. -Cerca di portare pazienza. è una situazione pericolosa la nostra. Non mi sembra il caso di mandare tutto a monte per avventatezza.- spiegò Leo accarezzandogli una gancia. Subito Ravi mostrò un gran sorriso.-E va bene. Ma lo farò solo per noi.- Si rimisero sdraiati. Abbracciati come a formare un unica sagoma. Stavano quasi per addormentarsi quando il telefono di Leo suonò. Il ragazzo si alzò di scatto e andò a rispondere.-Lo hai ucciso allora?- fece Rap Monster dall'altro capo. -S...sì. L'ho ucciso. Come mi hai ordinato tu.- -Bene. Ci vediamo alle nove.- Terminata la chiamata Ravi lo raggiunse. -L'ha bevuta?- Leo non rispose. Era turbato. Rap Monster era stato impassibile. Gli aveva semplicemente detto di venire alle nove. E lì lo avrebbe risparmiato o lo avrebbe ucciso davanti a tutti. -Non lo so. Devo andare là alle nove.- -Intendi andarci?- gli chiese l'altro preoccupato. -Certo. O mi verrà a cercare.- Ravi annuì. -Allora forse, è meglio che vai.- -Ma devo aiutarti a pulire!- lui lo prese per le spalle. -In questo momento la tua vita è più importante. Vai.- Si diedero un ultimo bacio. Uno di quelli lunghi. Poi Leo si riavviò verso casa. Era arrivato preoccupato e tornava preoccupato. Quando finirà tutto questo, si chiese. Lui e Ravi non sapevano niente. Non sapevano per quanto ancora sarebbero riusciti a vedersi clandestinamente. Non sapevano se Rap Monster ci avesse creduto oppure no. Leo lo avrebbe scoperto alle nove in punto di quella sera.

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Capitolo 6
*** Proteggere ***


Capitolo 6 Proteggere Per quella sera Leo si era vestito bene. Se doveva essere il suo funerale voleva essere pronto. Era vestito con pantaloni, camicia, giacca e scarpe nere. Tutto quel nero metteva in risalto il bianco della sua pelle. Erano le otto e quarantacinque e Leo era in macchina per andare al luogo dell'incontro. Nonostante da casa sua al capannone ci fossero solo cinque minuti aveva preferito partire un quarto d'ora prima. Arrivò che mancavano ancora dieci minuti. Decise di entrare lo stesso. Con sua sorpresa vide che erano già tutti presenti. Lui era l'ultimo. Si sedette accanto a Gdragon e a Ken. -Ah eccoti. Appena in tempo.- disse acido Gdragon. -Ma se mancano ancora dieci minuti?- rispose Leo seccato. -Lui può arrivare da un momento all'altro, lo sai. Io sono qui da un ora. Ken invece da mezz'ora. Lui dice alle nove ma intende alle otto e mezza. Oramai dovresti saperlo visto che sei suo fratello.- Leo non rispose. Aveva avuto di meglio da fare che stare lì ad aspettare per un ora. Notò che insieme a loro c'erano altri tre ragazzi che non aveva mai visto prima. Dovevano essere le nuove riserve. Leo provò pietà per quei ragazzi di neanche vent'anni che avevano deciso di fare quella vita. Si sarebbero presto resi conto che stare nei Black Die non era come portare fuori la spazzatura. Le nove meno un minuto. La tensione era palpabile. Se Rap Monster aveva deciso di fare una seconda riunione voleva dire che qualcosa era successo. E stavolta non era solo per presentare i nuovi arrivati. Le nove in punto. Le porte si aprirono e Rap Monster fece la sua comparsa, puntuale come un orologio di una stazione svizzera. Il cuore di Leo batteva a mille e il respiro gli si fece affannoso. Quella notte Rap Monster avrebbe deciso cosa fare della sua vita. Notò come fosse terribile stare in bilico tra la vita e la morte. -Buonasera. Siete già tutti qui?- silenzio. Sembrava una riunione di muti. Il leader si sedette sulla sua poltrona di pelle personale e prese in mano pistola e telefono. -Ricorderete di certo l'incarico che ho affidato stamattina a Leo vero?- tutti annuirono. -Inviterei l'interessato a farsi avanti.- disse con un cenno della mano. Leo lentamente si alzò e andò al centro della grande sala. Proprio davanti a Rap Monster. -Sei piuttosto furbo se pensi di mandarmi la foto di Ravi morto via cellulare. Sentito gente? Il nostro Leo è moderno!- il ragazzo scoppiò a ridere e con lui tutti gli altri anche se non ci trovavano niente da ridere. Leo rimase impassibile. Rap Monster si alzò e cominciò a girargli intorno come un avvoltoio. -La foto è molto realistica. Hai usato molto bene la vernice rossa.- a quelle parole Leo si sentì la terra mancare sotto i piedi. Lo sapeva che non ci avrebbe creduto. -Non è... tintura rossa. Quello... è sangue.- disse nella speranza credesse almeno a quello. Il capo si fermò davanti a lui e applaudì. -Bel lavoro Taekwoon. Mi hai stupito. Non sapevo avessi talento con la macchina fotografica.- Mostrò a tutti la foto che aveva ricevuto. Ormai Leo non era più sicuro di niente. Non potè fare altro che negare. Negare fino alla fine. -Grazie. Ma quello è veramente Ravi morto. Pensi che sia così stupido da prenderti in giro in questo modo dopo che hai minacciato di uccidermi?!- Rap Monster rimase zitto a fissarlo. Si avvicinò un po' poi disse:-Qualunque cosa fosse, voglio crederti. Neanche tu saresti così ingenuo da fare una roba del genere senza un valido motivo, hai ragione. Quindi, Ravi è morto?- Leo annuì. -é bastato un colpo. Non mi ha sentito arrivare.- Rap Monster annuì lentamente. -Bene. Se è così, puoi stare tranquillo. Non ti ucciderò oggi.- Leo potè riprendere a respirare. L'ha bevuta. Non riusciva a crederci. -Non Lo avrei fatto comunque. Mi servi ancora per una notte.- detto questo disse rivolto a tutti gli altri:-Questa notte ci sarà uno scontro. L'ultimo. Dove si deciderà quale clan dominerà la capitale. Dovrete essere pronti a tutto. Metterete in pratica tutto ciò che vi ho insegnato. Ognuno di voi avrà un compito che dovrà portare a termine. Lo scopo è di uccidere tutti i Killer Life. Ora che non hanno più Ravi sono deboli. Decidete voi la vostra vittima ma sia chiaro: YongGuk è mio. Raccogliete le vostre armi. I Killer Life ci aspettano.- Leo caricò la pistola. -Stanotte dovremo combattere. Nessuno dovrà tirarsi indietro. Perchè altrimenti, se non vi ucciderà un nemico allora lo farò io. Sono stato abbastanza chiaro?- tutti annuirono pronti alla guerra. Mentre stavano uscendo il leader prese Leo e gli sussurrò a un orecchio:-Papà sarebbe fiero di te.- il ragazzo avvampò d'ira chiedendosi come faceva a essere così vigliacco. Papà si sarebbe rivoltato nella tomba se avesse potuto vedere come si era ridotto. Tuttavia stette zitto. Discutere avrebbe solo peggiorato le cose. Il luogo dell'incontro era una via di periferia isolata. Tutti erano all'erta. Dei Killer Life neanche l'ombra. Rap Monster si guardava intorno circospetto. Andarono avanti così fino a che un proiettile venuto dal nulla uccise uno dei tre nuovi. Il ragazzo cadde a terra morto dopo di chè una raffica di proiettili li colpirono. -é una trappola! Stanno sui tetti!- Leo si attaccò al muro di un condominio. Sentì che lo sconto si era spostato e si accorse di essere solo. Senza staccarsi dal muro si affrettò a raggiungerli. Doveva usare le sue doti di sicario per uccidere più Killer Life possibili. Lo doveva a Ravi. Salì su un tetto e prese la mira. In cinque minuti tre nemici giacevano a terra in un lago di sangue. Quando scese a terra li osservò. Quel tanfo era nauseante. Non aveva mai sopportato l'odore del sangue. Andò via prima di farsi venire i conati. L'aria era densa di morte. Si fece strada tra i corpi e con sorpresa ne riconobbe uno. Si chinò e vide il volto di Gdragon. I suoi occhi senza vita lo guardavano. Raccontavano una storia triste che piano piano sfumava come le nuvole di fumo delle sue sigarette alla marijuana. Gdragon aveva avuto sempre il vizio del fumo e pochi giorni fa aveva anche iniziato a farsi le canne. Leo lo guardò con tristezza. Vicino a lui le altre due riserve. Anche loro lo guardavano. Sebbene non sapeva niente di loro gli facevano pena lo stesso. Doveva fare qualcosa. Non poteva continuare così. Cominciò a cercare Rap Monster. Seguì il rumore degli spari e vide che era iniziata una lotta tra lui e Bang. Decise che quel momento era perfetto. Si mise dietro una casa e di nascosto prese la mira. Non era facile con lui che si muoveva sempre. Ad un tratto qualcosa andò storto e dalla pistola di Leo partì un colpo che prese Bang al petto. Quello cadde in ginocchio e prima di rendersi conto di chi gli aveva sparato morì lasciando Rap Monster sconvolto. Lentamente si girò per vedere chi aveva osato uccidere Bang al posto suo. -TU!- urlò quando vide Leo. Afferrò la pistola e cominciò a sparargli contro. Leo prese a correre. Non avrebbe dovuto farlo. Rap Monster era conosciuto per la sua mira infallibile. Inoltre aveva molta resistenza. Correva da quindici minuti e non riusciva più a respirare. Fu costretto a fermarsi. Era arrivato in una via chiusa. Alzò lo sguardo e vide l'ombra di Rap Monster materializzarsi dietro di lui. Non aveva la forza per combattere. Ormai era finita. Si girò in attesa del suo destino. L'altro si avvicinò e lo prese per il collo. -Come hai osato?! Credevo di averti detto che YongGuk era mio!- lo spinse violentemente contro un muro. -Ti ho fatto un favore!- disse Leo guardandolo con odio. -Mi hai fatto fare una figura di merda!- Rap Monster gli sparò a un braccio. Leo si piegò in due dal dolore -Ma quale figura?! Siamo rimasti... solo noi due!- -E tra poco rimarrò solo io!- ribattè sparandogli questa volta alla pancia. Leo cadde a terra. Non aveva modo di difendersi. Sentiva il sapore del sangue in bocca. Provò a sparare qualche colpo ma andarono tutti a vuoto. La vista gli si annebbiò e il respiro si faceva sempre più debole. Rap Monster, illeso, gli si avvicinò. -Sei una delusione! La vergogna della famiglia!Pensavi di farla franca vero? Volevi uccidermi vero? Ma purtroppo hai preso Bang.- scoppiò a ridere. -Ma non preoccuparti, non ti ucciderò. Voglio vederti morire in agonia.- Leo non riuscì a ribattere. Una lacrima gli scivolò giù per la guancia. Non avrebbe più rivisto Ravi. Un suo sorriso. Riascoltato una sua battuta. Non avrebbe mai più sentito il tocco delle sue mani, la dolcezza delle sue labbra. Avrebbe voluto almeno dirgli che gli dispiace di non essere mai riuscito a ricambiare un suo favore. Gli avrebbe detto di non preoccuparsi, che tutto era finito. Lo avrebbe baciato per l'ultima volta. Lo avrebbe accarezzato per l'ultima volta. Invece no. Sarebbe morto solo come un cane. Non riusciva a immaginare niente di peggio. Chiuse gli occhi perchè tenerli aperti gli costava troppo sforzo. Pregò che fosse una morte veloce. Poi tutto quel silenzio fu rotto dal rumore di uno sparo. Non era stato Rap Monster. Ma a parte loro due nessuno era ancora vivo. Socchiuse gli occhi e lentamente girò la testa per vedere chi era stato. Ma non vide niente. Prima di poter mettere a fuoco svenne. Riuscì solo a sentire qualcuno che dolcemente premeva le labbra sulle sue. Poi niente. *** Ravi spostò il cadavere di Rap Monster e si accorse che Leo lo stava guardando. Si inginocchiò accanto a lui e gli diede un bacio a fior di labbra. Vide che le ferite erano gravi e chiamò in fretta l'ambulanza. Lo prese in braccio e gli fece appoggiare la testa al suo avambraccio. Gli mise anche un dito sul collo per controllare che ci fosse sempre battito. -Non preoccuparti amore. L'ho ucciso. Ora sei libero. Devi solo resistere ancora per un po'. L'ultimo sforzo poi saremo liberi di amarci.- disse accarezzandogli i capelli. Era preoccupato e non smetteva di passargli le mani tra i capelli e di sussurrargli parole dolci. Mentre aspettava l'ambulanza vide un ragazzo avvicinarsi a loro. Lo riconobbe: era Ken. Avanzava lentamente e aveva in fiatone. Come se avesse corso per chilometri. Aveva qualche macchia di sangue sulla maglia e sul viso ma sembrava che non avesse combattuto più di tanto. Si sedette accanto a Ravi ma quello si spostò diffidente. -Tranquillo. Vengo in pace.- Lui si rimise al suo posto ma rimase all'erta. -Voi due siete una bella coppia.- disse dopo aver ripreso fiato. -Da quanto tempo lo sai?- chiese Ravi. -Da quando Rap Monster gli ha odinato di ucciderti. Sapevo che quella foto era falsa. E forse anche lui lo sapeva.- -Perchè non gli hai detto niente? Voglio dire: Lo sapevi. Potevi farci scoprire e farci ammazzare. Perchè non lo hai fatto?- chiese ancora. Ken non rispose subito. -Non potevo macchiarmi di una colpa così grave. Vi amavate così tanto che non ho potuto farvi una cosa simile. Leo è il mio migliore amico. A volte si deve essere disposti a mentire per una persona speciale.- Ravi annuì. -Grazie.- I due ragazzi restarono in silenzio. Il ragazzo posò di nuovo il dito sul collo di Leo e si accorse che il battito si stava facendo sempre pù debole.-Avanti amore. Non mollare adesso. Fallo per me. Ti prego.- Iniziò a temere il peggio. Fortunatamente dopo pochi secondi arrivò l'ambulanza. Caricarono Leo su una barella e andarono di corsa all'ospedale. Lì lo operarono subito per estrarre i proiettili. Una volta terminato l'intervento un medico venne da Ravi.-Ha bisogno di un imminente trasfusione. Il tipo di sangue è 0. Bisogna trovare un donatore al più presto.- Ravi si fermò a riflettere. Non sapeva che tipo di sangue era. -Posso fare le analisi? Magari combacio.- -Certo. mi segua.- Fatto il prelievo il medico lo mandò subito in laboratorio. Intanto Leo era stato trasportato in una sala con altri quattro letti. I due ragazzi si precipitarono da lui. Dormiva ancora. Aveva la maschera per respirare ed era pallido. Di più del solito. Ravi si sedette accanto al lettino. Si prese la testa tra le mani e sospirò. -Sono sicuro che ce la farà. Leo è forte. Non molla mai.- disse Ken appoggiandogli una mano sulla spalla. Il ragazzo si sentì conforato dalle sue parole. -Grazie Ken.- -Chiamami Jaehwan. Lee Jaehwan. Quel soprannome lo voglio dimenticare. Dopo stanotte voglio ricominciare daccapo.- Ravi annuì. -Anche io. Voglio rifarmi una vita insieme a Leo.- Erano le quattro di mattina e i ragazzi erano molto stanchi. Ken si addormentò su una sedia lì vicino invece Ravi rimase sveglio nonostante dovette lottare con il proprio corpo che gli ordinava di dormire. Il referto delle analisi del sangue arrivò non troppo tardi. Ravi era 0. questo voleva dire che avrebbe potuto donare. Pieno di gioia si fiondò immediatamente a prelevare una sacca da attaccare alla flebo di Leo. Alle quattro e un quarto di mattina il sangue di Ravi scorreva nel corpo di Leo, ridandogli colore. Il ragazzo osservava il liquido rosso entrare nella vena del suo compagno. -Ce la farai amore. Dovessi anche darti tutto il sangue che ho tu ce la farai. Te lo prometto.- Gli prese una mano e gli diede un bacio. -Nessun maledettissimo proiettile ti porterà via da me.-

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Capitolo 7
*** Temere ***


Capitolo 7 Temere Hi, Sweetties! Scusatemi tanto per la luuuuuuuunga assenza ma ero in un blocco creativo terribile e non riuscivo a scrivere niente! Non odiatemi please! Speriamo di non avere rovinato tutto con questo capitolo. Buona lettura!-- Ancora niente. Erano le dieci della mattina successiva ma ancora niente. Leo non si svegliava. Ravi era stato sveglio tutta la notte ad osservarlo nella speranza che aprisse gli occhi e condividesse il suo sguardo. Poi alla fine il corpo prevalse sulla mente e si addormentò anche lui, appoggiato al lettino. Dormì per quasi un'ora. Fu svegiliato dall'infermiera che portava i referti delle analisi dopo l'operazione di Leo. Appena aprì gli occhi si rese conto di aver dormito e balzò in piedi. -Oddio, mi sono addormentato!- Si sporse verso Leo ma quello non dava segni di vita. -Mi scusi. Lei è il fratello?- chiese la donna a Ravi. -No, non sono il fratello. Ma può darli a me questi.- -Devo riferire al caposala chi ha preso i documenti. Mi deve dire in che rapporto è col paziente.- Ravi sospirò e disse:-Sono il suo compagno. Ora me li può dare?- Quella annuì e gli allungò la cartella con i fogli dentro. Appena se ne andò, il ragazzo si risedette sulla sua sedia e cominciò a leggere. Era tutto scritto con un linguaggio tecnico e riuscì a capire solo poche cose. Notò un sacco di particolari che il chirurgo non gli aveva detto: uno dei proiettili gli aveva perforato lo stomaco e avrebbe avuto bisogno di tempo prima che la cosa si ristabilizzasse. Diede uno sguardo a Leo e spostando un po' la maglia riuscì a intravedere delle bende e il giallo del disinfettante. Si girò subito da un'altra parte. L'idea che avessero aperto la pancia al ragazzo che amava gli faceva venire i brividi. Aveva assistito a molte scene anche peggiori e credeva di essersi abituato a quel genere di cose. Ma quando è amore è tutto diverso. Non c'è esperienza, libro o film che possa preparare su niente. Veder morire la persona che ami è il film horror peggiore di tutti. Ravi si scosse da quei pensieri e si convinse a pensare positivo. Ma ogni volta che guardava Leo, la maschera dell'ossigeno appogiata sul suo viso, il tubo della flebo nel suo braccio, le bende sul suo petto e sull'addome, il pallore cadaverico e gli occhi chiusi era sempre sul punto di piangere. Gli prese delicatamente la mano. Era fredda ma ancora la sua. Morbida e fragile. Ravi si sporse e gli posò un piccolo bacio sulle labbra. Anche quelle erano le sue. Aveva avuto molte relazioni eppure nessuno mai lo aveva fatto sentire così vivo come Leo. Cercò di sorridere. -Ce la faremo, vedrai. E quando sarai guarito potremo stare insieme. Per sempre.- Si sentì gli occhi umidi nel dire quelle cose. Rise. Non era mai stato così sdolcinato. Per tutta la vita si era preoccupato di sembrare un duro agli occhi della gente. Un criminale con cui non si doveva scherzare. Ma da quando conosceva Leo, sentiva che quell'assurda maschera diventava sempre più inutile. Aveva trovato uno che lo amava per quello che era. E non aveva più bisogno di maschere. Si alzò per sgranchirsi le gambe. Non era una camera grande e non c'era molto da camminare ma almeno aveva la finestra che, anche se dava sul parcheggio, rendeva la stanza molto più luminosa. Si fermò a guardare fuori dalla finestra. persone che correvano, auto che andavano, il vento, il sole, tutto era normale. Un normalissimo giorno di inizio settimana. E in quel normalissimo giorno la persona più importante della sua vita rischiava di morire.

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Capitolo 8
*** Rischiare ***


Capitolo 8 Rischiare. Piatta. La linea luminosa della macchina che monitorava il cuore era piatta. Produceva un suono assordante e continuo. Ravi aveva chiamato l'infermiera e quando vide che non c'era più battito corse a chiamare gli addetti alla rianimazione. Non si preoccuparono di fare uscire il ragazzo. C'erano altre priorità in quel momento. E comunque lui non se ne sarebbe mai andato. Aveva la schiena attaccata al muro come se senza un sostegno non sarebbe riuscito a tenersi in piedi. Era passato di sudore, aveva gli occhi fuori dalle orbite e non riusciva a capire più niente. A differenza di quello di Leo il suo cuore andava eccome. Era la sola cosa che in quel momento riusciva a sentire. Un incessante Tum-Tum che non accennava a fermarsi. Niente più sensibilità. Sembrava che la sua anima si fosse staccata dal corpo. Non era più padrone di se stesso. Strinse ancora di più il manico del carrello a cui era appoggiato. A volte alcuni medici vi si avvicinavano per prendere delle cose e poi tornavano in fretta alla loro postazione. Provarono con il massaggio cardiaco. Intensificarono l'ossigeno. Non si accorse nemmeno che stava piangendo. Guardava fisso il corpo del suo amore sobbalzare sotto i colpi del defibrillatore. Uno. Due. Tre colpi. Non riusciva a guardare altrove. Non si preoccupava del male al braccio per la presa troppo violenta. Non sentiva niente. Durò così per venti interminabili minuti. Anche dopo il quarto colpo del defibrillatore la linea restò piatta. Avevano provato di tutto. Alcuni di loro si fermarono a guardarsi. Diedero un ultimo colpo e stavolta il cuore ripartì. Ma andava troppo piano per esultare. Dopo un po'quasi nessuno era più sul corpo di Leo. Un medico si avvicinò a Ravi. -Non possiamo più fare niente. Mi dispiace. Il suo cuore è troppo affaticato. Ci sono tutte le probabilità che non superi questa notte.- disse appoggiandogli una mano sulla spalla. Lui non riuscì a ribattere niente. Quando tutti furono fuori, lentamente lasciò la presa al carrello e si avvicinò al lettino. Guardò quello che rimaneva del ragazzo che amava. Si sedette sulla sedia e gli prese la mano. -Ciao amore.- aveva la voce rotta ma si stupì di riuscire ancora a parlare. -Sono qui. Riesci a sentirmi?- gli accarezzò delicatamente il viso e una lacrima scese lungo la sua guancia. -Ti ricordi... il nostro primo incontro? Eri bellissimo. Mi avevi...puntato la...pistola contro. Dovevi uccidermi. Ma non lo...hai fatto. Neanche io l'ho fatto. Eri uno schiavo nelle mani di tuo fratello. Tu...non volevi ammetterlo ma lo sapevi. Più volte ti ha ordinato...di togliermi di mezzo ma...tu non lo hai fatto. Ti ricordi...il nostro primo bacio? Eravamo due clandestini. Come Romeo e Giulietta. Avevamo paura ma...allo stesso tempo...non ci importava. Io ho avuto...tante relazioni ma...nessuno baciava come te. E ti ricordi di quando...per ingannare Rap Monster...mi ero dipinto di rosso per sembrare morto? Io sì. Doveva essere un momento triste ma è stato...il momento più felice della mia vita. Perchè stavamo...lottando per stare insieme. Ci siamo confidati i nostri segreti più profondi. Io stavo bene. Per la prima volta...dopo troppo tempo...ero felice. Era così anche per te? Eri molto timido e un po' suscettibile ma a me andava bene così. Spero che anche tu riuscissi a sopportare il mio carattere di merda.- a quel punto no seppe più trattenersi e scoppiò a piangere. -Scusami se non ho saputo proteggerti! Tu stavi rischiando la vita per me! E io? Io non ho fatto un cazzo! Avrei dovuto ucciderlo! Io, con queste mani! Prima che facesse del male a te! E se...adesso morirai...SARA' SOLO COLPA MIA!- si coprì il viso con le mani. Si vergognava di sé stesso. Dopo tutto quello che Leo aveva fatto per lui non era riuscito a ricambiare niente. Aveva lasciato che lo uccidessero. Non sapeva cosa meritava. Se una vita piena di sensi di colpa o una morte veloce per farlo scomparire dalla faccia della Terra. Si prese la testa tra le mani appoggiando i gomiti alle ginocchia. Mai in tutta la sua vita si era sentito così. Così inutile. Così vigliacco. Così assassino. E lui di persone ne aveva uccise tante nonostante facesse il ladro. Si sentiva colpevole. Più di quanto non si dovesse sentire Rap Monster. Tornò a stringere la mano di Leo. -Io ti amo. Ti amo e vorrei poterti toccare di nuovo come una volta. Vorrei baciarti di nuovo. Vorrei sentire di nuovo le tue dita sulla mia pelle. Vorrei sentirti sussurrare parole d'amore. Vorrei addormentarmi di nuovo con te sul mio petto. Vorrei sentirmi di nuovo felice. Avrei così tante cose da dirti! Ti prego non mi lasciare! Non è giusto! Dopo tutto quello che abbiamo passato meritiamo di stare insieme!- abbassò la testa. -Probabilmente cerco solo un pretesto per non sentirmi in colpa ma io ti amo. E la sola cosa che voglio è stare con te! Non mi lasciare. Ti prego.-

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Capitolo 9
*** Migliorare ***


Capitolo 9 Mattina. Dopo una notte insonne e da dimenticare era finalmente mattina. Ravi si era addormentato di fianco a Leo. Aveva combattuto contro sé stesso. Non voleva dormire. Non doveva chiudere occhio. Un po' per paura e un po' per punizione. Ma alla fine non aveva resistito e verso le quattro di notte era crollato di fianco al corpo di Leo. Aveva passato la notte di fianco a lui. Non lo aveva mai lasciato. Nemmeno per andare in bagno. Era stata una lunga e interminabile notte che mai avrebbe dimenticato. Era stato tutto il tempo a pensare a quanto si odiasse per quello che aveva fatto. O meglio, per quello che non aveva fatto. Non lo aveva protetto. Non aveva fatto niente mentre Leo rischiava la sua vita per lui. Eppure lui lo sapeva. Lo spapeva che era in pericolo. Lo spapeva che poteva essere ucciso in qualunque momento e tuttavia non aveva fatto niente. Aveva pianto. Aveva pianto tanto e in un momento di disperazione aveva anche pensato di togliersi la vita. Ma fu fermato dal pensiero che se lo avesse fatto sarebbe stato solo un codardo. Aveva pianto. Aveva urlato. Aveva preso a pugni il muro fino a farsi sanguinare. E alla fine era crollato. Come un guerriero stremato dopo una dura battaglia. Un tocco leggero lo svegliò. Un tocco delicato e quasi impaurito. Ma pieno d'amore. Ravi aprì gli occhi e alzò leggermente la testa. Era in condizioni pietose. Sudato e sporco di sangue. Dentro di sé il vuoto. Cercò la provenienza di quel tocco e per poco non cadde dalla sedia. Leo. Leo lo aveva svegliato. Leo gli stava accarezzando i capelli. Una visione. Ecco cosa doveva essere. Ravi si alzò di scatto e guardò sconvolto il ragazzo che gli sorrideva. Si prese la testa tra le mani e strizzò gli occhi. Il dolore faceva brutti scherzi. Aveva le visioni. Li riaprì ed era ancora lì. Si avvicinò e con la mano tremante toccò il braccio di Leo. Era vero. Non era una visione. Era tutto vero. Leo era sveglio. E gli sorrideva. Le lacrime ripresero a bagnargli il volto. -Amore...sei...sei tu....- -Sì. Sono io.- Ravi si risedette sulla sedia. -Tu...sei...- -Sono sveglio amore mio. È da quasi un' ora che ti guardo dormire. Sono qui. Sono io. Sono Leo.- Ravi si coprì il volto con le mani e scoppiò a piangere. -Io...non so cosa dire...è tutta colpa mia...potevi morire....e io...non ho fatto niente...non merito il tuo perdono...non mi merito niente...mi...dispiace...mi dispiace tanto amore....- lui lo accarezzò. -Non dire così. Non sono arrabbiato con te. Ti amo troppo per esserlo. Ehi, guardami.- L'altro lo guardò e si lasciò accarezzare il viso. -Va tutto bene. Sul serio.- -Tu..sei vivo. Non sai quanto avevo sperato..- -Non piangere tesoro. Sono qui ora. Sono qui per te.- il ragazzo sorrise fra le lacrime. -Sono felicissimo. Non riesco ancora a credere che sei vivo. io..ho pensato il peggio.- -Te l'ho detto. Non potevo lasciarti qui da solo. Tu hai dato un senso alla mia vita. Mi hai tirato fuori dal circolo di Rap Monster e se sono ancora vivo lo devo a te. Mi sarei ucciso volentieri senza te come appoggio.- -Io non ho fatto niente...tu..hai rischiato la tua vita per me...- -E non rimpiango niente.- Ravi non potè fare altro che baciarlo e lasciarsi andare alla sensazione che da troppo tempo non riempiva più il suo corpo. Era un bacio che mischiava passione a un bisogno disperato. I due ragazzi risentirono la vita salirgli lungo la spina dorsale e riempirli di nuovo come un tempo. Mai si erano sentiti così vivi. In quel momento entrò un'infermiera. -Non lo affatichi troppo. È migliorato ma non deve sforzarsi.- -Certo.. mi scusi...- Ravi si alzò e gli diede un piccolo bacio sulle labbra. -Chi devo ringraziare per questo miracolo?- -Nessuno. Solo il destino. Non potevo morire e lasciarti solo.- -Ti amo troppo.- -Ti amo anche io Ravi.- -Wonshik.- lo corresse lui. -Chiamami Wonshik.-

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