Non ti lascerò mai sola

di foREVer19996661
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


“Ti prego, resta. Non andartene, non abbandonarmi così! Cosa ne sarà di me, di noi!”
Tenendo la testa dell’unico uomo che amavo scoppiai in lacrime urlando “perché” ripetutamente. Lui per me rappresentava la salvezza, l’unica via di fuga dai problemi e dal mio passato. Era tutto per me. Tutto quello che ho desiderato per così tanti anni se n’è andato nel giro di 30 minuti. Se solo fossi tornata a casa prima, sarei riuscita a fermarlo. Ma perché ha compiuto tale gesto? Perché avrebbe dovuto lasciarmi sola.
Chiamai la polizia e l’ambulanza per far portare via il corpo ormai freddo. Privo di quel calore che ogni giorno scaldava il mio cuore, quel calore che sentivo mio. Passai la notte alla stazione di polizia di Huntington Beach ancora incredula di quello che fosse successo qualche ora prima. Guardavo continuamente il vuoto, come se per me la vita si fosse fermata in quell’istante. La mia anima se n’è andata insieme alla sua.
“Signorina Claire, vuole un bicchiere d’acqua?”
“No agente, sto bene”
“Sto bene”. Ma chi vogliamo prendere in giro? Io non stavo affatto bene, io stavo morendo dentro, il dolore mi stava mangiando non solo l’anima ma anche gli organi interni, il cuore. Non ci sono parole che possano descrivere il dolore che ho provato. Ma anche se ci fossero non riuscirebbero comunque a spiegare quello che dentro di me si stava celando.
“Appena facciamo l’autopsia la informeremo della causa della morte del suo fidanzato”
“D’accordo agente”
Sollevai la mano. Guardai l’anello. Eravamo fidanzati, eravamo felici. Stavamo insieme dai tempi del liceo e avremmo dovuto sposarci la settimana successiva. Avrei indossato l’abito bianco di mia madre. Ampio, bianco con piccole rose sulla spalla sinistra. Velo lungo abbinato a una coroncina di fiori che avrebbe tenuto i miei capelli raccolti in una crocchia. Proprio allo stesso modo in cui teneva i capelli mori di mia madre nel giorno più bello. Attendevamo quel giorno con impazienza. Come è potuto succedere. Le lacrime continuarono a scendere lungo il mio viso e non smisero di uscire dai miei occhi. Lungo la strada di ritorno a casa pensai a come sarebbe stato bello averlo ancora qui, accanto a me. Quell’omone di quasi 2 metri era il mio scudo, la mia difesa dal mondo esterno, dal male. Entrai dal portone di casa. Nastri della polizia ovunque. Tutto mi ricordava di lui, c’era ancora il suo profumo nel salotto. Mi sedetti sulla sua poltrona accanto al camino acceso incredula ancora dell’accaduto. Fissai il tavolino e notai che c’era una lettera con su scritto “per Claire”. La aprì con molta cautela e riconobbi la sua scrittura. Ricominciai a piangere senza neanche iniziare a leggere. Ma è il contenuto che mi fece crollare fino a pensare di volerlo raggiungere là dove stava in quel preciso istante:
Cara Claire,
probabilmente quando leggerai questa lettera io sarò a vegliare su di te da lassù. Il gesto che sto per compiere forse è uno dei più egoisti che ho mai compiuto in vita mia ma questo è per il tuo bene. Non riesco a vivere senza di te e anche se mi fossi separato da te non avrei comunque potuto vivere senza di te perciò preferisco togliermi la vita pur di stare lontano da te e non poterti avere. So che ci saremmo dovuti sposare a breve e voglio che tu sappia quanto io sia felice per questo, ma purtroppo mi sto rendendo conto che non ti avrei mai resa felice quanto tu hai reso felice me. Gli anni passati insieme sono stati gli anni più felici della mia vita. I più belli, più sereni. Ti ho amata fin dal primo momento che ti ho vista e da quel momento non ho mai smesso di amarti. Ricordi la lezione di biologia? È lì che ti ho vista per la prima volta. Tu in ultima fila piccola e indifesa io, invece, grande e grosso, sicuro di sé. Eri bella allora come lo sei adesso. Sei la persona più fantastica di questo mondo e mi ritengo fortunato e lusingato ad averti avuta accanto per così tanto tempo. La mia salute però è diventato un problema che non posso più sopportare. Sono diventato un peso per me stesso ma specialmente per te. Non ho avuto la possibilità di dirti addio come avrei voluto perciò nel cassetto nella nostra camera da letto troverai un regalo per te. So che dopo la mia morte ti arrabbierai molto con me, ma credimi non lo faccio tanto per me quanto per te. Non sai quanto avrei desiderato vederti con quell’abito bianco. Io che ti avrei aspettato davanti all’altare e tu, con il tuo splendore, saresti arrivata da me per giurarmi amore eterno.
Concludo questa lettera dicendoti di non essere arrabbiata con me per il gesto che sto per compiere perché lo faccio solo ed esclusivamente per il tuo bene. Claire io ti amo e ti amerò per sempre.
Il tuo amato Jimmy.”
Non riuscì neanche a piangere. Il dolore non mi aveva divorato solo all’interno del corpo ma mi aveva mangiato pure i sentimenti, le emozioni. Corsi subito in camera da letto e aprì il cassetto che Jimmy mi aveva indicato. Trovai un ciondolo, lo aprì e dentro c’era una foto mia e di Jimmy dei periodi del liceo. Sul ciondolo c’era un incisione “i’m still loving you”. Cascai a terra senza emettere nessun suono. Lacrime attraversarono di nuovo il mio viso pensando ai ricordi che sono legati a questa canzone degli Scorpions.  
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Il giorno dopo mi recai, come richiesto, alla stazione di polizia. Avevano fatto l’autopsia durante la notte.
“Signorina Claire!”
“Si mi dica, agente”
“Il suo fidanzato è morto a causa di un’overdose. È morto 5 minuti prima del suo ritrovo. Mi dispiace”
Guardai il vuoto. Ormai solo quello riuscivo a vedere. Mi sento in colpa. Mi sento tremendamente colpevole. Se avessi avuto la possibilità di raggiungere casa qualche minuto prima lui sarebbe stato ancora con me.
Firmai dei documenti e tornai a casa per organizzare il funerale. Non avrei mai pensato che a 27 anni avrei organizzato il funerale al mio fidanzato. Sognavo quello che ogni donna innamorata del proprio fidanzato sognava: un matrimonio stupendo, una famiglia meravigliosa con tanti figli e nipoti. Io tutto questo lo avrei voluto avere con Jimmy, ma il fato, il destino non me lo ha permesso di avere e non so ancora se mai lo avrò con un altro uomo. Non so se sarò mai in grado di amare tanto una persona quanto ho amato lui. Entrata in quella casa ormai spoglia di ogni traccia di omicidio e polizia mi lasciai cadere nel letto. Stanca di tutto quello che successe in quel periodo, chiusi gli occhi e mi addormentai per un paio di minuti finché non mi squillò il telefono.
“Claire! Sono Matt! Io e Val arriveremo tra mezz’ora”
“Va bene, allora rimetto un po’ in ordine per rendere la casa più presentabile. Grazie per aver deciso di venire a farmi compagnia”
“Claire, ma per cosa? Jimmy per noi era come un fratello, tutti soffriamo la sua assenza ma se non ci facciamo forza a vicenda è la fine”
“Va bene Matt, hai ragione. Allora vi aspetto”
Matt, Matthew Sanders, era il mio migliore amico fin dai tempi del liceo. Fu lui che mi fece conoscere Jimmy o meglio che fece conoscere me a Jimmy. Matt è stato il fratello che non ho mai avuto. C’è stato sempre per me in ogni occasione, bella o brutta che sia. Matt conosceva Jimmy per via del basket. Formavano una bella coppia loro. Ben presto il nostro gruppo di amici si allargò notevolmente quando Matt, Jimmy e altri tre ragazzi sempre del nostro liceo formarono una band che chiamarono Avenged Sevenfold.  Creavano musica meravigliosa o almeno per quelli che ascoltavano quel genere. Gli altri ragazzi, Zacky, Brian e Jhonny diventarono subito miei amici. Dopo poco tempo Matt e Val si misero insieme e così venne fuori il nostro gruppo di amici inseparabili. Facevamo ogni cosa insieme.
FLASHBACK
“Dai Jimmy! Passa quel cazzo di pallone, non stiamo mica ad aspettarti qui tutta la sera”
“Sii ora arrivo!”
Fu l’estate del 2001. Decidemmo tutti insieme di andare a fare una vacanza in Francia, a Nizza. Spiagge bellissime, mare limpido e aria fresca. Mentre i ragazzi giocavano sulla spiaggia io e Val prendevamo il sole.
“Ei Claire! Posso chiederti una cosa?”
“Certo Val! tutto quello che vuoi”
“Cosa ti ha spinto a metterti con Jimmy?”
“Sai a volta la vita è molto strana. Fa incontrare persone e le fa innamorare senza un perché, per puro caso. Io sono rimasta attratta fin da subito da Jimmy e non sto parlando dell’aspetto fisico. Jimmy ha sempre avuto una grande personalità. Ha una corazza che definisce la sua forza ma al suo interno è pieno d’amore, tenerezza e affetto. Mi ha dimostrato più volte che, nonostante il suo passato da bulletto, si merita la mia fiducia. Io lo amo e l’ho sempre amato per come è. Ma perché questa domanda insolita?”
“Wow…no niente, niente pura curiosità”.
Nel preciso istante che Val si rimise ad abbronzarsi io guardai Jimmy e lui guardò me. Era così bello. Mi fece cenno con la mano sorridendo. Ah, quel sorriso. Sarei stata a guardarlo per ore mentre sorrideva. Un sorriso così sincero, ingenuo e bello come quello di un bambino piccolo. In quel preciso istante mi ricordai del motivo per cui decisi di stare con lui. Mi ricordai l’amore che provavo nei suoi confronti, un amore sincero.
La sera del giorno prima della partenza per gli Stati Uniti decidemmo di andare a cena fuori in un locale non lontano dalla spiaggia. Ci divertimmo tutti quanti. Ad un certo punto però Jimmy mi chiese di abbandonare gli altri per un minuto ed andare con lui a fare due passi in spiaggia. Fu una bella serata quella. Il mare calmo, l’aria leggera che passava tra i miei capelli e Jimmy accanto che continuava a parlare e sorridermi sempre facendomi sentire la ragazza più felice del mondo. Ad un certo punto ci fermammo. Mi prese per entrambe le mani. Abbassò lo sguardo e iniziò a parlarmi con voce tremolante
“Jimmy cosa succede?”
“Senti Claire, vorrei dirti e dimostrarti quanto ti amo. Purtroppo ho scoperto di avere un problema non grave allo stomaco. Però se mai dovessi venire a mancare voglio che tu tenga questo sempre con te. È un anello sul quale ho fatto incidere il mio nome e il tuo, in modo tale che il tuo ricordo di me rimanga per sempre”
“Ma cosa vuol dire problema non grave allo stomaco? Cosa significa?”
Mi baciò senza darmi una risposta.
Seduta sul letto ripensando a quel momento guardai l’anello che, come avevo promesso quella sera, avevo tenuto sempre con me. Lo sfilai dal dito e lessi il mio nome e poi quello di Jimmy. Mi concentrai a fissarlo, ricordando i bei momenti passati insieme al ragazzo più magnifico che sia mai esistito. Improvvisamente suonò il campanello. Erano arrivati Matt e Val. Andai subito ad aprire la porta ma nel mentre uscì notai che il ciondolo che Jimmy mi lasciò nel cassetto non era là dentro ma era sul letto, nella parte dove dormiva Jimmy. Non badai molto a questo piccolo particolare e andai via dalla stanza chiudendo la porta.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


“Ei Claire! Come stai?”
“Eh…Val…come devo stare? Cerco di farmene una ragione ma non ci riesco, anche perché in questo caso è quasi impossibile”.
Guardai la coppia che arrivò in casa mia. Li guardai intensamente. Vidi che loro erano insieme e mi chiesi perché non potevo essere pure io insieme all’amore della mia vita. Scoppiai a piangere di nuovo. Piansi sulla spalla di Matt, come sempre succedeva fin da adolescenti. Val, da dietro, mi strinse forte e pianse insieme a me, come per farmi capire che pure lei sentiva la mancanza di Jimmy. Tutti noi sentivamo la sua mancanza. Gli altri ragazzi del gruppo ci avrebbero raggiunti il giorno dopo.
“Ragazzi, ho avuto i risultati dell’autopsia questa mattina. L’agente mi ha detto che si tratta di overdose”
“Cosa?!? Overdose?!?”
“Si, overdose di farmaci che prendeva per lo stomaco. Sono medicine particolarmente forti. Se prese senza limitazioni portano appunto alla morte”
“Ma perché ha fatto questo?”
“In realtà…me l’ha spiegato in una lettera”.
Detti la lettera ai due e, leggendola, Matt si mise a piangere. Prima di allora non l’ho mai visto piangere. Era un uomo duro, dal temperamento forte, molto coraggioso. Però lui voleva bene a Jimmy tanto quanto io lo amavo, quindi riuscì a capire la reazione che ebbe alla lettera.
“Per tutti questi anni…siamo stati come fratelli, poteva contare sul nostro aiuto e lui se n’è uscito con il suicidio!!”.
Matt infuriato lanciò la lettera in terra, si alzò ferocemente dal divano e andò alla finestra appoggiando la testa sul vetro disperatamente. Anche lui quel giorno perse un pezzo della sua anima. Lo capì perfettamente.
“Matt io comprendo benissimo quello che provi in questo momento. Non sai quanto sono sconvolta per l’accaduto. Lui era la mia anima, il mio tutto. Infatti io con il corpo sono ancora qui, con voi…ma la mia anima è salita insieme alla sua. Sai mentre vi stavo aspettando mi sono seduta sul letto e mi sono ricordata l’estate quando andammo a Nizza, ti ricordi? Voglio che ciascuno di noi lo ricordi come era quell’estate e in tutta la sua vita. Porto molto rancore per quello che ci ha fatto, ma porto rancore proprio perché noi lo amavamo tutti allo stesso modo. In un certo senso mi sento colpevole di tutto ciò, se fossi tornata quei fottuti 5 minuti prima lo avrei salvato”.
Mi allontanai per un momento da Matt, mi misi le mani tra i capelli e iniziai a piangere. Val si sedette accanto a me e mi abbraccio. Poi Matt si inginocchiò e mi sollevò il viso
“Si, mi ricordo benissimo tutto di Jimmy, ed è così che lo ricorderemo tutti quanti. Non ti devi sentire in colpa di niente, chiaro? Lui era consapevole della scelta che stava facendo e tu non avresti potuto fare niente comunque”
“Matt, perché? Perché mi ha abbandonata? Ho fatto forse qualcosa che non andava?”
“No, tu Claire non hai fatto nulla. Jimmy ti amava e ti ama tutt’ora, ovunque sia”.
In quella stanza dominò il silenzio per buoni 10 minuti. Improvvisamente dalla cucina si sentì un rumore forte. Entrammo in cucina e trovammo la cornice con la foto mia e di Jimmy per terra rotta.
“Ma cosa cazz…”
 “Ragazzi, è la seconda volta che succede qualcosa di strano in questa casa. Prima ho trovato il ciondolo che Jimmy mi ha lasciato sulla parte del letto dove dormiva lui. Io lì non ce l’ho messo, quel ciondolo era nel cassetto. Io sto avendo molta paura”
“Sicuramente c’è una spiegazione a tutto questo”.
Val era una ragazza molto razionale. Avrebbe sempre trovato una spiegazione razionale anche all’inspiegabile. Io intanto ebbi paura.
Presto si fece sera e andammo tutti a dormire. Verso mezzanotte sentì un rumore nella mia stanza. Accesi la luce ma nessuno entrò nella stanza. Così cercai di rimettermi a dormire ma dopo qualche minuto quel rumore si fece più intenso e mi apparve più vicino a me. Accesi la luce e improvvisamente un colpo di freddo gelido come ghiaccio mi attraversò la schiena. Mi girai e vidi una sagoma bianca, quasi indefinita che si avvicinò sempre più a me
“Chi sei? Cosa vuoi da me? Sei frutto della immaginazione o sei solo un sogno”
“Claire….”
Mi rispose con voce molto gelida. Da lì capì che era un fantasma. Io che vedo io fantasmi? Quando mai?
“Claire, sono Jimmy”.
Il cuore si fermò. Jimmy? Ma come era possibile?
“Jimmy, amore mio”.
Appena lo toccai, diventò più visibile, prese forma e quasi sembianze umane.
“Claire, tesoro…perdonami”
“Perché? Mi chiedo solo perché?”
Lo abbracciai dandogli cazzotti forti sul petto. Anche se riuscivo a vederlo e toccarlo lui non poteva sentire alcun dolore, era solo un fantasma.
“Amore mio. So quanto dolore provate tutti quanti per colpa mia ma credimi l’ho fatto perché mi sentivo un peso. La mia malattia tra non molto tempo mi avrebbe mangiato vivo, ma non te l’ho voluto dire per non preoccuparti”
“Jimmy ci dicevamo sempre tutto, tu per me eri la vita e lo sei tutt’ora. Come farò senza di te”
“Io so chi sarà a prendersi cura di te e del nostro bambino”
“DEL NOSTRO BAMBINO?!?”
 “Si amore, sei incinta. I fantasmi sono molto sensibili e sento che dentro te c’è vita nuova. Una creatura che abbiamo concepito insieme. Lascia che questa piccola creatura abbia la vita che si merita; con una mamma meravigliosa e un padre fantastico che prenderà il mio posto”
 “Nessuno mai riuscirà a sostituirti. Non dirlo neanche per scherzo, chiunque starà accanto a me non potrà mai prendere il tuo posto”.
Lo abbracciai e lo guardai. Mi mancava un sacco. Mi sconvolse molto il fatto che ero incinta. Mille pensieri mi attraversarono la mente i quel momento. Ma nulla aveva importanza finché lui c’era al mio fianco. Mi riaddormentai abbracciata a lui, come abbiamo sempre fatto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Il giorno dopo mi svegliai ma lui non c’era. Provai a chiamarlo più volte ma niente, tutto inutile. Mi stesi di nuovo sul letto cercando di comprendere quanto accaduto quella notte. Perché, dopo tutto quello che era successo, è voluto apparire proprio a me?
Sentì bussare improvvisamente.
“Si può?”
“Brian, siete arrivati tutti? Non ho sentito neanche il campanello suonare, che ore sono?”
“Non hai sentito il campanello perché Val ci ha aperto prima per non svegliarti. Ha ritenuto tu avessi bisogno di riposo prima di oggi pomeriggio”
“Già…Bri, è successo tutto così in fretta che non ho avuto il tempo di organizzare nulla”
“Tranquilla, ci abbiamo pensato noi. Sappiamo come ti senti e abbiamo voluto alleggerirti in qualche modo la situazione”
Lo abbracciai. Brian era il migliore amico di Jimmy fin da bambino. Erano sempre insieme, infatti conoscendo Jimmy conobbi anche lui. Inizialmente non avevamo un bel rapporto, anzi ci prendevamo in giro a vicenda. Probabilmente se ci avessero messo in una stanza da soli ci saremmo ammazzati. Ma anno dopo anno abbiamo iniziato a sopportarci e alla fine siamo diventati inseparabili.
“Grazie, non saprei cosa avrei fatto senza di voi”
“Claire, tranquilla davvero non c’è motivo che tu ci ringrazi”
“Bri, ti devo dire una cosa prima che scendiamo”
 “Si dimmi tutto”
“So che potrà sembrare strano ma stanotte Jimmy è stato qui con me”.
Il silenzio cadde in quella stanza. La faccia di Brian fu riempita di incredulità e stupore. Sapevo che mi avrebbe presa per pazza, ma a qualcuno lo dovevo dire.
“Jimmy mi ha parlato e ha detto che sono incinta”
 “Claire sei sicura di stare bene? Mi hai appena detto di aver parlato con Jimmy?”
“Si lo so che può sembrare stupido ma è così, l’ho visto coi miei occhi ti giuro”
“Sei incinta???”
“Si sono incinta e il bimbo che porto in grembo è di Jimmy”.
Brian non volle credere a quello che dicevo. Si fermò un attimo e pensò.
“Mi prenderò io cura di te e del bambino. Jimmy avrebbe fatto la stessa cosa per me. Lui era un fratello e amerò suo figlio come fosse il mio”
“Ma Bri…”
“Niente “ma”. Vestiti e preparati. Io ti aspetto di sotto insieme agli altri. Diremo questa notizia meravigliosa insieme agli altri, è la luce in mezzo all’oscurità”.
Mi baciò la fronte e mi lasciò sola nella stanza. Pensai a quello che Brian mi disse in quel momento e ripensai a quello che mi disse Jimmy. Mi vestì velocemente e cercai di rimettere i capelli in modo da essere il più presentabile possibile.
Scesi in salotto e vidi tutti seduti sul divano e sulle poltrone vicino al camino. Abbracciai tutti quanti e andai a sedermi vicino a Brian.
“Ragazzi questo momento non è uno dei migliori ma Claire vorrebbe dirvi qualcosa”
 “Si. Forse la cosa potrà scioccarvi ma sono incinta”.
Val si mise a piangere e mi abbracciò e i ragazzi, invece, si guardarono increduli. Dopo però aver realizzato cosa in realtà avessi annunciato mi abbracciarono felici.
“Adesso necessiti molta calma e tante cure”
 “Si Matt lo so. Per questo Brian si è offerto volontario”
“Ragazzi non mi guardate con quei occhi spalancati. Lo devo fare per Jimmy”
“Si Brian hai ragione, sarai un padre favoloso”.
Dopo le ultime parole di Jhonny il sangue smise di scorrermi ungo le vene, divenni bianca o meglio pallida e svenni. Improvvisamente mi trovai in un luogo dove c’era molta luce, quasi accecante. Mi sentivo persa, sola e avevo paura. Alle mie spalle mi apparve Jimmy.
“Amore”
“Tesoro, dove sono finita?”
“Sei in paradiso”
“PARADISO?”
 “Si, paradiso. Sei svenuta e sono stato io a chiamarti qui da me”
 “Perché?”
 “Perché volevo riabbracciarti quei pochi secondi prima che torni da te a mezzanotte”
“Perché non sei apparso quando stamattina ti chiamavo?”
 “Perché non mi è permesso mostrarmi sulla terra prima di mezzanotte. Tutte le anime dei defunti possono muoversi di qui solo a mezzanotte. Sentivo che mi chiamavi ma non potevo fare nulla. Adesso Vai, che se no gli altri si preoccuperanno”
“D’accordo, allora a stanotte!”
“Certo, amore!”.
Mi svegliai improvvisamente tirando un enorme sospiro.
“Accidenti Claire. Ci hai fatto prendere un bel colpo”
 “Scusate, fosse è per colpa della gravidanza. Mi sono sentita male, mi girava la testa e senza neanche accorgermene sono crollata”.
Mi rimisi a sedere sul divano mentre gli altri tentavano in tutti i modi di farmi sentire meglio.
Qualche ora dopo arrivò quel momento che aspettammo con tanta ansia, il funerale.
Come ad ogni funerale c’erano quelli che stavano con la testa chinata davanti alla bara ancora aperta, chi piangeva intorno ad essa (me compresa) e chi ancora pregava in ginocchio. Vidi i genitori di Jimmy arrivare. La madre disperata e il padre ancora incredulo si diressero verso la bara del figlio morto. Poi vennero nella mia direzione e la madre di Jimmy mi abbracciò forte mentre il padre mi mise una mano sulla spalla in segno di comprensione.
“Dobbiamo essere forti, tenerci insieme come abbiamo sempre fatto”
 “Si signora, ha ragione. Dobbiamo farci forza a vicenda”
 “Non chiamarmi più così. Chiamami mamma”
“Va bene, ti ringrazio molto per l’appoggio che mi date. In più dovrei darvi una notizia. Sono incinta”
“Oddio, davvero?”
 “Si, sono incinta e il bimbo è di Jimmy”
“Diventerò nonna, non ci posso credere che Jimmy non potrà gioire con noi una tale benedizione”.
Guardai Jimmy, lo accarezzai sulla fronte e dissi a bassa voce: “Sono convinta, che ovunque lui sia adesso, sa sicuramente che sta per diventare papà e gioirà come noi stiamo facendo adesso”. Gli detti un bacio sulla fronte dopodiché chiusero la bara, la portarono fuori e la seppellirono. Quello fu l’ultimo bacio umano che detti a Jimmy. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Passarono giorni e settimane dopo il funerale di Jimmy e non molto cambiò. Brian si trasferì a casa mia per darmi una mano con le faccende domestiche e per le analisi varie della gravidanza. Vedevo Jimmy ogni notte e ne ero contenta ma non era la stessa cosa che averlo accanto.
“Claire, cos’hai? Ti vedo strana”
“Jimmy…mi manchi. Sai ti vedo ogni notte stiamo insieme, ma non è la stessa cosa che averti qui accanto a me. Sono passate 3 settimane dalla tua morte, ma per me è come se fosse successo ieri. Non riesco a farmene una ragione”
“Claire, amore mio, ascoltami. C’è un motivo preciso per cui non sono potuto salire al paradiso definitivamente e sono riuscito ad avere questo contatto con te. Una volta morto mi persi in un buio. Non sapevo dove andare, ero spaventato e confuso. Poi, improvvisamente, caddi e mi ritrovai preciso dove sono morto. Inizialmente non capivo il perché e successivamente una voce dall’alto mi ha detto che avevo delle faccende in sospeso sulla terra e che sarei dovuto rimanerci, sotto forma di fantasma, per un indeterminato arco di tempo. Il motivo preciso di questa decisione non l’ho saputo finché non ho scoperto la tua gravidanza. Il mio conto in sospeso è di vedere te e il bambino sani e felici”.
Dopo le parole di Jimmy tutta la mia felicità svanì subito. IO pensavo che avrei rivisto Jimmy ogni notte finché non sarei morta. Invece la dinamica dei fatti non fu proprio come me l’aspettavo.
“Quindi dopo che il bambino sarà nato te ne andrai per sempre?”
 “No, non usare il “per sempre”. Ci rivedremo un giorno. C’è un posto lassù che ti aspetta, accanto a me”
“ Si ma sappi che nella vita terrena non sarò mai felice accanto ad un altro uomo che non sia tu, cerca di capirlo”
“E io sono convinto che c’è un uomo che ti renderà tanto felice quanto ti ho reso io negli anni passati assieme”
“No Jimmy, ti stai sbagliando”
 “Questo lo staremo a vedere”.
Dopo aver pronunciato quelle ultime parole mi baciò e se ne andò lasciandomi sul letto a pensare. Lui non capiva quanto lo amassi e che per me non esisteva opzione stare con un altro uomo all’infuori di lui. Se stare accanto a lui significava morire avrei aspettato il momento opportuno per andarmene e stare con lui. Il bambino però aveva bisogno di me, aveva già perso il padre, non volevo che perdesse pure la madre. Non volevo che finisse in un orfanotrofio come me. Quel luogo è senza amore, senza pace. Non è un luogo dove crescere degnamente dei bambini. Ogni bambino all’interno di tale istituzione si educa da sé. Capisce da solo cosa sia giusto o sbagliato, cosa lui voglia o meno, di cosa abbia bisogno oppure no. I bambini all’orfanotrofio vivono una vita solitaria, priva di giochi, risate e scherzi. Ogni bambino là dentro vede come rivale il suo prossimo e questo non dovrebbe accadere quando si è così piccoli.
Io ne sono uscita all’età di 16 anni. Delle brave persone che diventarono i miei genitori si presero cura di me come nessuno ha mai fatto. Mi dettero tutto il necessario per crescere bene e serena. Tutto quello che ho acquisito negli anni lo devo a queste due splendide persone che ormai non ci sono più, ma che porterò sempre nel cuore e li amerò come loro mi hanno amata fin dalla prima volta che mi hanno vista.
Passai la notte senza dormire, senza chiudere occhio. Certo, tutto questo stress per il bimbo non facevano molto bene ma non potevo fare altrimenti.
“Buongiorno Claire, altra notte insonne?”
“Si, Bri…non mi riesce di chiudere occhio ultimamente. Ho troppi pensieri per la testa e tante commissioni da sbrigare per il bambino”
“Guarda che tutto questo stress non ti fa molto bene, e neanche al tuo bambino. Prova a riposarti oggi farò tutto io per te tranquilla”
“Davvero saresti in gradi di fare tutto questo per me? Non voglio darti troppo disturbo, è già tanto che sei venuto a vivere qui”
“No Claire, non dirlo neanche per scherzo. Io ti voglio molto bene e amo questo bambino come se fosse mio. Per voi farei di tutto”
“Grazie Brian, sei davvero un amico fantastico”
“Già..”

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Passarono mesi dall’accaduto. Non c’è stato giorno e notte in cui non abbia pensato a Jimmy che, nel frattempo, non si faceva più vedere e non lasciava neanche il segno della sua presenza. Era spaventata, torturata da mille pensieri. E se non fosse più tornato? E se mi avesse lasciata per sempre da sola? Avevo paura e questa era l’unica certezza che avevo. Tenevo al collo il ciondolo con la nostra foto che mi aveva regalato prima di morire. Guardai la foto che c’era dentro e mi dissi: “Ma quanto eri bello?”. Ero incinta di 5 mesi ormai. La stanchezza, gli attacchi di vomito improvvisi e l’insonnia si facevano sentire e io non avevo più la forza di fare niente. Brian mi aiutava molto, forse anche troppo ma lui continuava ad insistere e io non potevo rifiutare niente. In questi 5 mesi eravamo riusciti a creare un bellissimo rapporto, come mai fino ad allora. A causa dell’assenza di Jimmy avevo pensato che forse era l’ora di cambiare pagina e di andare avanti con la mia vita, per il bene del bimbo e, nonostante i miei sforzi, non riuscivo a togliermi di testa l’unico uomo che amavo. Avevo interpretato la sua assenza come la porta che portava alla nuova vita, ma io non volevo assolutamente oltrepassare quella porta.
“Claire, vieni dentro o prenderai freddo”
“No Bri, sto bene. Voglio rimanere un altro po’ qua, vuoi unirti a me?”
“Si certo perché no. Cosa stavi facendo seduta qua sulle scaline e perché stai tenendo quel ciondolo in mano?”
 “Stavo sulle scale a guardare le stelle e tenevo stretto questo ciondolo perché dentro c’è la mia foto con Jimmy. È l’unico ricordo che mi è rimasto di lui, me l’ha lasciata nel giorno della sua morte”
“In realtà nel giorno in cui morì lui venne a casa mia. Iniziò a fare discorsi strani e ad un certo punto mi disse di prendermi cura di te una volta che lui non ci sarebbe più stato. Io fui incredulo a quello che diceva e lo zittavo in continuazione”.
Non dissi nulla stetti solo a guardarlo.
“Claire, dimmi qualcosa”
 “Ma cosa vuoi che ti dica Bri, a quanto pare il nostro Jimmy aveva organizzato tutto alla perfezione”.
Rimanemmo a guardarci negli occhi e senza neanche aspettarmelo Brian mi abbracciò con tutta la forza che aveva in corpo.
BRIAN
Si l’abbracciai. Non riuscivo più a starle molto distante. Avevo bisogno di sentirla mia, costi quel che costi. Era così bella. Inizialmente, quando la conobbi, non pensavo affatto questo di lei. Anzi pensavo fosse una delle persone più antipatiche sulla faccia della terra. A scuola tutti la lodavano per i bei voti e per la sua intelligenza. Solo pochi anni dopo la nostra conoscenza capì quanto lei valeva per me, quanto lei fosse speciale. Ma purtroppo lei già apparteneva a Jimmy e non potevo strappargliela, era il mio migliore amico. Lui sapeva cosa provavo per lei e lui, nonostante questo, rimase mio amico come se niente fosse. Per questo lo ritenevo il mio migliore amico, insieme nonostante tutto. Vedere in quel momento Claire ridotta in quelle condizioni mi faceva male, molto male. Standole accanto o esaudito il desiderio di Jimmy e in piccola parte anche il mio. Era la mia piccola Claire, l’avrei avuta al mio fianco prima o poi e se lei avrebbe voluto. Per me sarebbe stato il sogno di una vita stare accanto a lei per sempre, ma ero cosciente del fatto che almeno per quel periodo non sarebbe successo. Lei era ancora troppo scossa dall’accaduto, era incinta e diceva di vedere Jimmy la notte e di parlarci. Era troppo abbattuta per iniziare qualcosa di nuovo, per innamorarsi un’altra volta. Era una di quelle ragazze “genuine”, cioè semplici ma allo stesso piene di sorprese che non stancavano mai di stupirti. Era perfetta, non le mancava niente. L’amavo, con tutto me stesso, come mai prima. Quell’abbraccio per lei significò conforto per me amore. Sentivamo due sentimenti distinti l’uno verso l’altro. Lei mi vedeva come il migliore amico del suo futuro marito defunto e io la vedevo come la mia anima gemella, la mia seconda metà. Questa era la dura verità. In quel momento avrei voluto dirle tutto, ma c’è stato qualcosa nella mia testa che disse “fermo non rovinare tutto, aspetta e pazienta un altro pochino”.
L’attesa mi stava divorando vivo, ma non era momento per dichiarazioni quello. Lei doveva cercare di stare il meno stressata possibile e cercare di riposarsi per il bene del bimbo. Ormai mancavano 4 mesi alla nascita del bimbo, sì del bambino sarebbe stato un maschietto e Claire lo avrebbe chiamato James, in memoria del suo vero e unico padre.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Jimmy mi mancava giorno dopo giorno. Persi completamente la speranza di vederlo prima che me ne andassi da questo mondo. I mesi passarono in fretta e la gravidanza stava procedendo benissimo. Brian si occupava di me e del bimbo che, ben presto, sarebbe nato.  Matt, Val e gli altri venivano spesso a trovarci e questo mi rallegrava molto. Era bello avere così tante persone interno che mi volevano bene, ma nonostante ciò Jimmy mi mancava.
Una sera d’estate, in pieno luglio, ci eravamo riuniti tutti per passare un po’ di tempo insieme. Fu una delle poche sere dopo la morte di Jimmy che mi divertì. Non pensai a niente a nessun tipo di problema. Durante una delle tante risate mi allontanai dal tavolo per andare nella mia stanza. Era mezzanotte. Ci sperai in un altro suo abbraccio, in un altro suo bacio. Aspettai un’ora seduta sul letto a guardare la finestra, ma nulla. Mentre stavo uscendo dalla porta dietro le mie spalle arrivò. Non riuscì a crederci. Finalmente l’avrei rivisto per almeno quei pochi minuti.
“Jimmy”
“Claire, perdona la mia assenza”
“Dove sei stato tutto questo tempo? Avevi promesso che finché non sarebbe nato nostro figlio ci saresti stato e tu invece per tre mesi non ti sei fatto vedere?”
Ero furiosa con lui. Aveva fatto una promessa e non l’ha mantenuta, ma d’altra parte non volevo rovinarmi quei pochi attimi che avevo a disposizione con lui perciò cercai di calmarmi subito.
“Perdonami Claire, davvero ma non dipende da me. Anche se tu non mi vedevi io ero sempre con te e vi proteggevo. So che hai chiamato il nostro bambino come me e questo mi rallegra moltissimo perché avevo sempre sognato di chiamare mio figlio con il mio stesso nome. Ti posso anche rassicurare che nascerà sano. Stai tranquilla anche se sulla terra c’è Brian accanto a te, ricordati sempre che ci sono io che ti proteggerò da lassù. Non vi abbandonerò mai, è una promessa che ti faccio e che manterrò senza dubbi. Ti amo e voglio solo abituarti all’idea che tra non molto me ne andrò e che tu debba andare per la tua strada senza di me. So che ti sembrerà assurdo ma quella persona di cui ti parlavo che ti sarebbe stata accanto per tutta la vita è Brian. Lui ti ha amata fin dall’inizio ma non l’ha mai ammesso perché stavamo insieme e non voleva rovinare il nostro rapporto”.
Non riuscivo a credere alle parole di Jimmy. Per me era una cosa assurda, non ho mai recepito segnali di questo tipo da Brian. Mai e poi mai avrei pensato che lui potesse provare qualcosa per me, considerando anche il rapporto difficile che abbiamo avuto agli inizi. Poi mi sedetti e iniziai a riflettere. Si era offerto di aiutarmi, mi abbracciò quella sera. In quel momento capì che Brian avrebbe voluto qualcosa di più di una semplice amicizia
“Jimmy, adesso riesco a capire molte cose. Brian mi ama?”
“Si tesoro, Brian ti ha sempre amata è solo che il tuo cuore apparteneva già a me e non te ne sei mai accorta per questo”
“Ma…io….non riuscirei mai a costruire qualcosa con lui, tu per me sei importante”
“Lo so. Ma prima o poi dovrai dimenticarti di me, dovrai proseguire per la tua strada e rendere la tua vita bella. Nostro figlio avrà bisogno di un padre. Io starò sempre al suo fianco ma lui non potrà mai vedermi. Sono sicuro che Brian riuscirà ancora a renderti felice”
“Ma..Jimmy”
“Niente ma, tesoro. Vedrai che andrà tutto bene. So che in fondo inizi a provare qualcosa per lui ma non vuoi ammetterlo a te stessa”
“Ma cosa dici? Non è vero!!”
“Claire io posso vedere l’interno del tuo cuore, dei tuoi sentimenti e ti posso assicurare che Brian è lì da tempo ormai è solo che sei ancora convinta che tra noi possa ripristinarsi qualcosa”
Stessi in silenzio a pensare. Forse Jimmy aveva ragione. Forse ero così offuscata dal dolore della sua perdita che non mi sarei mai convinta del fatto che Brian per me era diventato una persona speciale.
Siamo stati molto tempo a parlare, ad abbracciarci e baciarci. Ma il momento di andare arrivò presto e mi misi al letto senza neanche tornare giù a salutare gli altri. Non avrei mai pensato che la mia vita sarebbe cambiata da un giorno ad un altro in questo modo. Forse Jimmy aveva ragione…dovevo abbandonare il passato e iniziare a pensare a me stessa, al futuro mio e del bambino. Non ero certa ancora di quello che sarebbe successo tra me e Brian, forse il tempo ci avrebbe dato la risposta e magari, un giorno o l’altro, quello che Jimmy aveva detto si sarebbe avverato.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


“Brian…mi si sono rotte le acque”
“Andiamo in ospedale, SUBITO!”
Sì, finalmente arrivò quel momento, James Jr sarebbe nato. Il dolore era troppo forte per pensare ad altro. Pensavo solo a quando sarebbe finito quell’inferno, perché partorire provoca un patimento senza limiti.
Arrivai in ospedale e mi portarono direttamente in sala parto.
“Signora Sullivan, quando si sente di spingere, spinga”
Sentì il primo stimolo e spinsi. Sentì un secondo e spinsi con tutte le forze che avevo in corpo. Brian stette tutto il tempo accanto a me tenendomi la mano. Avrei voluto che in quel momento ci fosse stato Jimmy, perché il bambino che stava nascendo era il suo. Ma, devo ammettere. Brian fu l’unica persona che mi stette accanto nel vero senso della parola durante gli ultimi mesi di gravidanza. Jimmy se n’era andato di nuovo senza dirmi nulla e persi la speranza nel rivederlo mai.
“Claire sono accanto a te”
Mi girai dalla parte opposta di Brian. Vidi Jimmy. Gli sorrisi leggermente mentre il dolore piano piano svaniva.
“Signora, complimenti, è un maschietto”
Sorrisi, guardai prima Brian e poi Jimmy, dopodiché non ricordo più nulla perché svenni.
“Claire, svegliati”
“Jimmy! Dove mi trovo?”
“Sei in paradiso, dove mi trovo io adesso. Ormai ho risolto tutto quello che avevo lasciato in sospeso quando sono morto. Ho visto mio figlio e ho visto te felice. Posso riposare in pace adesso”
“Ma…questo significa che non ti rivedrò mai più?”
“No, tu mi vedrai sempre nei tuoi sogni. Io sarò sempre a proteggervi dall’alto”
“Ma sono morta?”
“No tu non sei morta, hai perso solo i sensi. Ormai abbiamo poco tempo e penso sia l’ora di salutarci”
Appena sentì quelle parole lo strinsi a me
“Ti ho già dovuto dire addio una volta, non costringermi a dartene uno anche adesso”
“Amore, tu non mi hai mai dato un addio. Anche quando non mi mostravo io ero accanto a te a proteggerti. Io non me ne andrò mai. Il nostro non è un ‘addio’ ma un ‘arrivederci’. Ci rivedremo, prima o poi. Io sarò qui ad aspettarti come ho sempre fatto”
Sentì le lacrime scendermi. Jimmy sfiorò leggermente le mie labbra e mi strinse forte a me. Il fatto di non poterlo più vedere ogni notte era un dispiacere enorme ma anche un sollievo. Sì, lo so sembra un paradosso ma è così. Io lo amavo e lo amerò per sempre ma è anche vero che devo procedere avanti, passo dopo passo per il bene mio e del bimbo. Brian mi ha dimostrato di essere degno di starmi accanto e anche se i miei sentimenti nei suoi confronti non saranno mai tanto forti quanto i suoi nei miei per me sarà sempre una persona importante.
“Jimmy, io non dimenticherò mai quello che hai fatto per me, sia in terra che in cielo”
“Sono io che dovrei ringraziare te, tu sei stata la mia ancora di salvezza in un mare di problemi. Ti amo, Claire”
Mi svegliai. Sono stata addormentata per due giorni, persi molto sangue durante il parto. Questo mi dissero i dottori al mio risveglio.
“Claire finalmente, ero in pensiero per te”
“Bri, non dovevi. Sarei tornata comunque”
Improvvisamente sul viso di Brian apparve un sorriso leggero. Si avvicinò a me lentamente. Seppi benissimo cosa stava per fare. Mentre si stava avvicinando a me pensai a tutto quello che avevo passato negli ultimi mesi. Jimmy sarebbe stato con me anche se io non lo avrei più rivisto, almeno nella dimensione terrena. Ricambiai il bacio e, stranamente, quel bacio fu molto bello. Assomigliava molto al bacio che ricevetti da Jimmy poco tempo prima.
“Erano anni che volevo farlo”
“Adesso l’hai fatto”
“Mi sento un po’ in colpa però. Sto rubando la ragazza al mio migliore amico, anche se lui non c’è più”
“Bri, so cosa provi. Ad essere sincera anche io mi sentivo come te ma ti assicuro che Jimmy è contento che tu sia al mio fianco, mi protegga e ti occupi del mio bambino”
“Non sai quanto mi hai sollevato con queste parole. Per me sei importante e anche se Jimmy Jr non è mio figlio lo tratterò come se fosse il mio, è una promessa che ti faccio”

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Son passati 18 anni dall’ultima volta che ho visto Jimmy. In tutti questi anni non si è fatto né sentire né vedere. Jimmy Jr è cresciuto e spesso mi chiede come fosse il suo padre biologico, cosa faceva e le avventure che abbiamo passato insieme. Sono felice che mio figlio sia così interessato al suo “vero” padre. È identico a lui. Lo sguardo, la bocca, i movimenti, tutto suo padre. Tengo a mio figlio più di qualsiasi altra cosa a questo mondo. L’ultimo regalo di Jimmy è stato proprio questo, mio figlio.
Nonostante ciò, Brian si è dimostrato un marito amorevole e un padre eccezionale. Jimmy manca molto anche a lui e si vede. Manca a tutti noi. Brian ha saputo amarmi, ha saputo prendersi cura di me e di mio figlio.
Gli Avenged Sevenfold che tanto Jimmy amava stanno riscuotendo un enorme successo in tutto il mondo. Grazie a loro ho potuto viaggiare in posti meravigliosi. In ogni posto che ho visitato ho sempre pensato come sarebbe stato se Jimmy fosse ancora tra noi. Penso spesso a lui, ma so che tutto quello che ho vissuto 18 anni fa, tutte quelle carezze fredde, gelide ma allo stesso tempo dolci non le avrei più risentite. Il fantasma di Jimmy non c’era più. La sua anima riposava in pace ormai da tempo. Spesso vado alla sua tomba e parlo con lui perché, in fondo al mio cuore, sono certa che lui mi senta.
Qualche giorno dopo l’ultima visita al cimitero, durante la notte, sentì un rumore provenire dalla cucina. È stato un rumore piuttosto ripetuto e continuo man mano che mi stavo avvicinando. Ho seguito il nostro gattino di nome Melody. Sapevo benissimo che il rumore proveniente da lì non era un rumore qualsiasi.
Una ventata gelida mi è passata sulla schiena e subito dopo un’ombra bianca si è mostrata davanti ai miei occhi.
“Jimmy”.
Rimasi pietrificata. Un angelo. Ali bianche e grandi con piume morbide come la seta. Lui, con la sua solita camicia grigia e pantaloni neri.
“Perdonami il rumore, ma non potevo entrare in altro modo”.
Sono stata penso 5 minuti a guardarlo fisso negli occhi perché a stento riuscivo a credere a ciò che vedevo.
Brian mi ha raggiunta subito avendo sentito me entrare in cucina seguito da Jimmy Jr.
“Jimmy, fratello”
“Brian, abbracciami vecchio mio”
Brian è scoppiato in lacrime non appena ha toccato Jimmy.
Ho preso Jimmy Jr per mano e l’ho accompagnato vicino a suo padre
“Jimmy, questo è tuo figlio”
“Ti proteggo ogni istante della tua vita, anche se non sono lì con te sappi che ti ho seguito da quando sei nato e lo farò per il resto della tua vita, se me lo permetterai. So che sono andato via prima che tu nascessi, ma ricorda che io sarò sempre pronto a proteggerti e a sostenerti. Parlami anche se non riuscirò a risponderti, parlami perché necessito di sentire la tua voce”
“Papà…lo farò sempre, manchi un sacco qui. Mamma mi racconta spesso di te e di quanto eravate felici insieme”
“Lo so figliolo, tua madre ed io eravamo felici insieme e ti posso giurare che tutti lo saremo un giorno”.
Detto ciò Jimmy mi ha abbracciato e mi ha baciato la fronte
“Questo non è un “addio” ma un “arrivederci” perché ci rivedremo”
“Lo spero tanto Jimmy”
“Ti amo e ti amerò per sempre”
“Anche io, a presto”
Mi ha baciata e se n’è andato come un fascio di luce nella finestra. La mia vita sarà senz’altro più serena sapendo che Jimmy ha conosciuto suo figlio e riabbracciato il suo migliore amico.
 
 
 
 
 
Perché scrivo tutto questo? Il motivo è semplicissimo. Penso che tutti, prima o poi, perdiamo qualcuno di importante, qualcuno che ci ha per sempre cambiato la vita. Attraverso questa storia vorrei far capire agli altri che anche se vengono a mancare le persone a noi care, non bisogna mai perdere la speranza in un nuovo incontro. Le persone a noi care, anche se non fisicamente, sono sempre con noi. So che può sembrare stupido, ma in realtà è così. Ne sono convinta.
 
Karolina
                                                                                                                                             Ai cari nonni.

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