La bella addormentata in Collina

di Alicecream
(/viewuser.php?uid=480117)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


Okay, prima di iniziare vi chiedo gentilmente e umilmente e in ginocchio baciandovi gli anelli: RECENSITE. Ve ne prego. Vorrei sapere se fa così tanto schifo come penso o se l'idea può essere salvata in calcio d'angolo. QUALSIASI (e lo dico in caps lock) cosa, negativa o positiva, che pensate vi prego ditemela, potrebbe andare della mia vita. Abbracci, kissini e foto di Anna a tutti voi.

Ammettiamolo: la Disney stava diventando di una noiosità assurda. Invece di sfornare nuove e originali idee, si era messa a riprendere tutte le storie del secolo prima e le aveva semplicemente riproposte con attori in carne e ossa. Inizialmente era stata felice dell'idea: vedere Richard Madden (il Re del Nord, per capirci) in calzamaglia per due ore le sembrava un ottimo modo per passare il venerdì sera.
Tutto cambiava nel momento in cui il viso ultrazigomato della Jolie la circondava da ogni parte, appeso su ogni possibile o immaginabile parete di ogni possibile o immaginabile edificio. La settimana prima, nel bagno della scuola, si era dimenticata di portarsi i fazzoletti da casa (liceo e carta igienica non sono neppure degni di stare nella stessa frase), ma si era salvata la vita grazie a dei dépliant che qualcuno aveva lasciato sulla piana della finestra. Asciugarsi con una strega barra fata barra essere che aveva preso ripetizioni di contouring dalla Kardashian era stata un'esperienza che avrebbe aggiunto al suo curriculum.
Era a questo che pensava Luna mentre tornava a casa. L'eastpak rosa shocking le ballava sulle spalle, e si impigliava in continuazione nei biondi capelli lisci. Lisci, che parolona; diciamo che quella mattina, con la piastra in mano e delle buone intenzioni, potevano anche sembrarlo, ma adesso tra l'umidità e la cartella fastidiosa sembravano più il pelo di un barboncino. 
La tasca anteriore dei jeans vibrò, e Luna tolse il telefono con un gesto che le era ormai familiare. In meno di tre secondi aveva sbloccato la tastiera con un complicato sistema di password, aperto WhatsApp e visualizzato.
"Non di nuovo! Ma com'è possibile, in che modo devo dirglielo che non ha nessuna possibilità con me?" sbuffò.
Il messaggio di Lucifero era chiaro come il sole: un "Ciao!!!" che a vederlo sembrava gran poco, ma nel codice non scritto dei rapporti virtuali significava più "Allora hai pensato a quello che ti ho detto diciassette giorni tre ore e due minuti fa? Usciamo insieme sì o sì".
Un po' le dispiaceva, ma la maggior parte dell'altro po' si era rotta le scatole di quel ragazzo. Per non parlare di quel nome: Luna, l'aristocratica Luna, non sarebbe mai uscita con un individuo di nome Lucifero, neanche se fosse stato il secondo nome di Jake Ghyllenhaal (dalla regia mi dicono che lo pensava solo per correttezza, dal momento che avrebbe volentieri venduto un rene per incontrarlo).
Comunque era ora di finirla con quello sfasciascatole. Con le dita laccate di smalto (rigorosamente rosa) digitò "Basta. Mi scrivi tutti i giorni, non ne posso più di te. Se dovessi continuare sarei costretta a bloccarti. F i n i s c i l a". Scrollò le spalle. Se l'era meritato.
La risposta che ricevette la lasciò interdetta: "Bn. Nn mi vuoi? E allora la maledizione cadra su di te. Ricordati qst parole: qnd 18 anni avrai, in un sorso il sonno troverai.".
Ma che? Pure lui con 'sta storia della Bella Addormentata? Luna sarà stata anche bionda, ma non era certo stupida come quella svampita che aveva scritto in fronte a caratteri cubitali "Pungetemi con un arcolaio che ho tanto sonno".
Bah. In un attimo bloccò il contatto. Magari adesso avrebbe smesso di importunarla.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. ***


Erano le nove del mattino di una fresca domenica di primavera. Luna si stiracchiava nel letto, scalciando la povera micia addormentata ai suoi piedi. Aveva un sacco di cose da fare.
Punto primo: la sua vita online. Afferrò il cellulare che stava sul comodino e con gli occhi ancora appannati dal sonno si mise a sfogliare pigramente la home di Facebook. Tre nuove richieste di amicizia, un tag ad una foto insieme a persone che non ricordava neppure di aver conosciuto e trentasette likes erano state le conquiste di routine della serata. Era stata anche aggiunta ad un gruppo, Degradoqualcosa, doveva essere il nome della band che aveva suonato. Nessuna novità su Instagram, e le solite domande su Ask. Tutto nella norma.
Ora era tempo di organizzare la sua festa di compleanno, che sarebbe caduta il sabato successivo. Forse un comune mortale non avrebbe aspettato la settimana prima per organizzare un diciottesimo degno del suo nome, ma Luna aveva un asso nella mano: con il solo dono della parola sapeva convincere chiunque a fare quello che voleva lei.
Digitò il numero del suo locale preferito e si mise in attesa. Tre minuti, un'unghia mordicchiata e sette sbadigli più tardi, finalmente si degnarono di risponderle.
"Pronto, discoteca Collina. Deside.."
"Buongiorno, vorrei prenotare il locale per sabato.."
"Luna?!"
"Ma cosa.. con chi parlo?"
"Non riconosci la voce? Eppure mi sembrava di aver capito di essere talmente pesante che tu conoscerebbi il mio tono perché lo ascolti troppo spesso".
"Prima di tutto, Lucifero: parli peggio di un ubriaco la domenica mattina. Secondo: perché sono al telefono con te?"
"Hai mai pensato che ci sarebbe un motivo a chiamarmi Collina di cognome? Mio padre ha fondato il locale".
Non ci credeva. Non solo l'anti lingua italiana in persona era innamorato di lei; doveva anche essere il quasi proprietario della discoteca in cui avrebbe dovuto festeggiare il compleanno più unico della sua vita. A questo punto ci mancava solo che le chiedesse di invitarlo al party.
Fortunatamente, non andò così.
"Senti Lucifero, mi serve il locale per la notte di sabato. Dimmi il costo, e domani a scuola ti porto documenti, soldi e stupidaggini varie."
"Mh, lo farei, ma cosa ottenerei in cambio? Immagino che non mi lascerai mai festeggiare con te. Patteggiamo: io vengo, e in cambio non ti faccio pagare una Lira. Ci stai?"
Aveva capito bene? Lucifero non poteva essere così stupido, doveva esserci qualcosa sotto.
Oh, ma che importava! Con un secco "d'accordo" chiuse la telefonata e tornò comoda sotto le coperte.

Secondo passo: gli inviti. Le passò per la mente di creare un gruppo su WhatsApp, ma era così dannatamente poco originale, e poi aveva avuto esperienze non proprio positive da queste unioni di persone tra loro sconosciute. No, lei voleva di più.
D'un tratto, l'illuminazione: avrebbe fatto un'opera che nessuno prima di lei aveva mai pensato di fare. Si mise subito all'azione: con pazienza compilò a mano (si ricordava come impugnare una penna dall'ultimo anno delle elementari) una quarantina di biglietti e li decorò con i pastelli colorati. Ce n'erano per tutti: per la sua classe, per la sua squadra di hockey sul ghiaccio e per gli amici del suo paese. Aveva creato un capolavoro. Era davvero fiera di se stessa.
La mattina dopo lì distribuì nella sua 4B.
"Mi raccomando ragazzi, è un diciottesimo ma è anche una festa a tema! Quindi, chi non veste trash non entra! Uomo avvisato.." andava gridando.
"Flora, ti avverto: se vieni elegante uso la tua cravatta come reggicalze. Fauna: ho bisogno di musica, tanta bella musica. Confido in te. Serenella, ti nomino ph ufficiale della serata. So che non mi deluderai. Voi innominati, invece, ricordatevi: più portate da bere, più bevete".
"Mi sembra un ottimo esempio di proporzionalità diretta, Luna. Ti dispiacerebbe invece venire alla lavagna e parlarmi delle derivate di una funzione?".
Niente da dire, il professor Stefani aveva sempre un'entrata trionfale.
Ora Luna avrebbe solo dovuto superare indenne la settimana, riuscendo anche a guardare una o due serie di anime, comprare qualcosa da mettere e prenotare il servizio bar. Roba da poco, infondo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3297458