Come nacquero i Jeux d'amour - Game of Love di Grimilde Deveraux (/viewuser.php?uid=847303)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - All'angolo ***
Capitolo 2: *** 2 - Giochiamocela ***
Capitolo 3: *** 3 - Come stregare Jacob Meler ***
Capitolo 4: *** 4 - Scegli. ***
Capitolo 5: *** 5 - Rosso cremisi ***
Capitolo 1 *** 1 - All'angolo ***
Capitolo 1 - prequel
Jacob Philip Meler era un giovane
che non
prendeva tempo in qualcosa che poteva, anche potenzialmente, annoiarlo!
Era quel tipo di uomo,
sì ragazzo era
decisamente un termine che non gli si addiceva visti i suoi 27
anni…ad ogni
modo Jacob era quel tipo d’uomo che fa ciò che
vuole quando vuole e come vuole;
una cosa del tutto normale quando si è il rampollo di una
ricca famiglia come i
Meler, un po’ meno quando l’anno è il
1910 e tutto ciò che ci si aspetta da un
erede dei Meler è di vederlo sposato con un altrettanto
ricca giovane donna e
in attesa del primo figlio.
<< Jacob
caro…dovresti partecipare alla
cena di domani sera, ci saranno un sacco di nostre conoscenze
e… >>
<< E le loro papabili figlie madre? >>
domandò il giovane mal
celando la rabbia e l’impazienza che quei discorsi gli
causavano ogni
volta:<< Hai 27 anni Jacob, non puoi andare avanti a
divertirti in quelle
bettole in città, non puoi passare le notti in mezzo a quei
rozzi babbani e
fare finta di non essere ciò che sei >>
<< Ciò che sono? E che cosa
sarei madre? >> domandò lui di nuovo spegnendo
la sigaretta che aveva in
bocca nel posacenere di cristallo poggiato sul
tavolino:<< Sei un Meler e
sei mio figlio e non ho intenzione di tollerare ancora questi tuoi
comportamenti stupidi ed irresponsabili >> la voce di suo
padre lo fece
voltare verso la porta:<< Padre >> e Jacob
guardò il genitore che
avanzava nel salotto di casa con la sua solita aria impettita.
Guardando la sua espressione fiera
e il suo
portamento da generale Jacob non faticò a credere da chi
avesse preso il suo
temperamento testardo e determinato, certo lui lo usava per il male a
detta dei
suoi genitori ma a lui andava bene così, la sua vita non
aveva nulla che non
andava…salvo per le continue insistenze dei suoi genitori
affinché lui trovasse
moglie!
Da quell’ultimo discorso
con i suoi genitori
erano passati un paio di mesi e le “cene con i loro
conoscenti”, come le
chiamava sua madre, non erano altro che aumentate.
<< Dammi retta amico
mio se continui a
dire di no i tuoi genitori non ti lasceranno tregua >> e
Alexander
Poitiers, il suo miglior amico, lo guardò sorridendo mentre
Jacob stava brontolando
come sempre sorseggiando un po’ di Whisky
Incendiario:<< Parli proprio
tu? È bastato che i tuoi ti servissero una moglie su un
piatto d’argento e tu
te la sei sposata nel giro di un mese, non sei la persona
più indicata per dare
consigli Alec >> l’amico rise di gusto
guardando all’interno del salone
da ballo in cui si trovavano ed individuando sua moglie che rideva
allegra con
un altro gruppo di donne:<< Sarà anche come
dici tu amico ma la vita
matrimoniale in fondo non è così male come credi:
una bella casa, una moglie
che ti aspetta quando rientri con la cena in tavola, magari qualche
marmocchio
per far felice i nonni, dammi retta amico mio dovresti farci un
pensiero
>> Jacob fece una smorfia tornando a bere il suo whisky:
lui non si
sarebbe mai sposato, mai!
<< Come sarebbe a
dire che passeremo le
vacanze in compagnia? Padre che cosa… >> e
Jacob guardò suo padre e sua
madre mentre l’uomo gli stava esponendo i loro progetti per
l’estate:<<
Abbiamo invitato alcuni amici con le loro famiglie a passare un mese
qui con
noi nella tenuta, tua madre ha ragione quando dice che questa casa
è troppo
grande solo per noi >> sì certo e il fatto che
gli amici dei suoi genitori
avrebbero portato i loro figli, o per meglio dire le loro figlie, era
solo una
semplice coincidenza!
Troppo arrabbiato per dire o fare
qualsiasi cosa
in quel momento Jacob si alzò dal divano uscendo dalla sala
senza rivolgere la
parola a nessuno ma una piccola idea si stava già facendo
strada nella sua
mente: i suoi volevano incastrarlo? Beh non gli avrebbe reso le cose
facili!
Jacob
Philip Meler
Grimilde's
Questa piccola mini-long nasce
giusto per dare una spiegazione alle trovate sadiche del povero Isaac
che in fondo si sta solo attenendo a quello che il protagonista di
questa breve storia ha ideato pur di farla franca e non
sposarsi...quindi vi presento - molto a grandi linee e velocemente, me
ne scuso - la storia di Jacob Philip Meler, l'ideatore dei Jeux d'amour!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 2 - Giochiamocela ***
Capitolo 2 - prequel
Il folto gruppo dei loro ospiti
arrivò il
pomeriggio seguente.
Jacob guardò quella
parata di gentiluomini,
nobildonne e relativa progenie, fortunatamente i suoi genitori avevano
avuto il
buon gusto di ridurre gli inviti ad un paio di famiglie della loro
cerchia più
stretta: c’erano i Faure con i loro quattro figli, il
maggiore dei quali,
Daniel, aveva la stessa età di Jacob ed era il suo acerrimo
nemico per così
dire; dietro di loro i Legrand con la loro deliziosa Lucille, una
ragazza dai
capelli biondi e la pelle chiara che facilmente arrossiva anche davanti
al più
pudico dei complimenti, Jacob l’aveva conosciuta ad un
ricevimento e la trovava
graziosa ma niente di più.
Accanto alla giovane con il suo
passo da padrone
del mondo e con l’immancabile sorriso da faccia da schiaffi
c’era poi Edison
Holden, l’orfanello inglese che grazie ai risparmi dei
genitori aveva fatto
fortuna diventando uno dei più richiesti cacciatori di
creature magiche delle
Nord Europa, si diceva che avesse perfino catturato un paio di draghi
con il
solo ausilio della sua bacchetta ma nessuno era presente
all’evento quindi
Jacob non vi dava così tanto credito!
In ultimo da una carrozza chiara in
fondo al
viale l’erede dei Meler vide scendere monsieur Bernard con al
seguito la moglie
e i tre figli: l’algida Lya primogenita, la vulcanica Colette
pecora nera della
famiglia e il timido ed impacciato Eustache, l’ultimo genito
che aveva sulle
spalle l’arduo compito di portare avanti il buon nome della
famiglia, cosa di
cui Jacob dubitava che fosse capace, ma il ragazzo non aveva che
diciassette
anni, aveva tutto il tempo di imparare!
<<
Signori…benvenuti nella nostra casa
>> e suo padre salutò i nuovi arrivati con un
largo sorriso mentre Jacob
si stupiva che il vecchio non avesse usato la solita frase immodesta
“benvenuti
nella nostra umile dimora”, in quella villa ci sarebbero
state tutte le squadre
del campionato di Quidditch francese ed inglese senza troppi problemi
quindi umile dimora era un
eufemismo inutile!
<< Jacob non farti
aspettare, vieni a
salutare i nostri ospiti >> lo chiamò sua
madre con sorriso enorme
stampato in faccia.
<< Oh il famoso Jacob
Meler >> e
sorridendo Daniel Faure gli tese la mano:<< Togliti quel
sorrisetto dalla
faccia Faure o te lo levo io >> gli ricordò
avvicinandosi all’orecchio
dell’altro in modo che nessuno lo sentisse:<<
Minacciare un ospite, non
sapevo si usasse così adesso >>
cercò di continuare l’altro per non
dimostrarsi debole:<< Tu prova a giocare con me Faure e
ti assicuro che
te ne pentirai molto presto >> poi lasciandolo andare
Jacob tornò al
resto dei suoi ospiti e in particolare alle figlie di monsieur Bernard,
aveva
avuto il piacere di conoscere Lya ad un evento organizzato dalla
famiglia di
lei e l’aveva trovata algida e altezzosa, ma il suo interesse
ora era tutto per
la piccola di casa: Colette.
<<
Signorine… >> ed inchinandosi
davanti a Colette fece il baciamano alla ragazza incrociando i suoi
occhi con
quelli grigi della ragazza:<< Mademoiselle Bernard
>> Colette
sorrise:<< Monsieur Meler… >> e
chinò il capo sbattendo le ciglia
civettuola:<< Mademoiselle… >> e
Jacob fece per baciare anche la
mano di Lya ma la ragazza lo fulminò con lo sguardo
inchinandosi prima che lui
potesse fare qualsiasi cosa per toccarla:<< Meler
>> <<
Bernard >> le rispose a tono bloccato da quel solito
atteggiamento
freddo:<< È un piacere avervi qui
>> Lya non ebbe il tempo di
replicare perché Jacob non gliene diede il tempo salutando
la dolce Lucille
Legrand e il giovane Edison che a dispetto di tutti si guardavano come
a
volersi mangiare con gli occhi:<< Cerca di essere un
po’ più discreto
Holden se non vuoi che monsieur Legrand ti impicchi sulla pubblica
piazza
>> ricordò all’altro quando si
avvicinò con la scusa di salutarlo.
Fu solo quella sera a cena che
Jacob decise di
mettere in atto il suo piano:<< Posso dire due parole
padre? >>
domandò e Meler lo guardò preoccupato, conosceva
bene il carattere di suo figlio
e nei suoi occhi vedeva guai:<< So che ci avete riuniti
qui nella
speranza di organizzare dei convenienti ed altolocati matrimoni e vi
capisco
>> sua madre quasi ebbe un infarto a quelle parole, ma
che aveva fatto di
male per avere un figlio così degenerato?
<< Non preoccupatevi
madre, sono d’accordo
con voi e capisco le vostre motivazioni, per cui ho una proposta da
farvi, anzi
da fare ai miei compagni di sventura: giochiamocela >>
Lya Annette Bernard
Colette Deva Bernard
Lucille Legrand
Edison Holden
Daniel Maurice Faure
Grimilde's
E Jacob
ha fatto la sua mossa...ho voluto lasciare a metà la cosa
perchè le reazioni di tutti saranno nel prossimo capitolo...
Ci ho pensato e al
massimo metterò ancora tre capitoli alla storia senza
dilungarmi troppo sui giochi visto che poi sappiamo tutti come
andrà a finire...
Solo una domanda: chi
sarà la futura moglie di Jacob secondo voi?
Non vi dirò niente fino alla fine comunque....
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 3 - Come stregare Jacob Meler ***
Capitolo 3 - prequel
Le facce allibite di tutti i
presenti gli fecero
capire di aver colpito nel segno; era esattamente quello che voleva e
di cui
aveva bisogno: tempo, tempo per trovare una scappatoia a tutta
quell’assurdità
e liberarsi delle ossessioni dei suoi genitori.
Ci aveva messo quasi due ore per
convincere i
presenti delle sue buone intenzioni, una competizione pulita nel caso
due di
loro puntassero alla stessa ragazza, sapeva che quella e altre frasi
del genere
avrebbero convinto suo padre e gli altri capofamiglia, il bello era che
lui non
aveva alcuna intenzione di giocare pulito!
Era sdraiato sul suo letto ancora
preso dietro
il suo piano che nemmeno si accorse del piccolo gufo beige che lo
guardava dal
pomello della testiera del letto:<< Cosa?
>> e guardò la lettera
che il piccolo pennuto aveva nel becco, grossa quasi quanto lui.
Si mise seduto e
l’uccello gli volò in grembo
porgendogli la lettera con fare orgoglioso:<< E tu da
dove sbuchi fuori
pulce >> commentò sorridendo e facendo per
accarezzare la testa del
gufetto, ma questo sentendosi offeso arruffò le piume
diventando qualcosa di
molto simile ad una Puffola Pigmea molto arrabbiata per poi svolazzare
di nuovo
fuori dalla finestra sparendo nella notte.
Srotolando la piccola pergamena
Jacob guardò le
poche parole scritte con una stretta grafia spigolosa e in un brillante
inchiostro blu:
“ I miei complimenti per la tua
idea mon cher… ho solo una domanda: tu voi giocare con noi,
io posso giocare
con te? Se vuoi assecondarmi domattina a colazione mettiti quella
cravatta
rossa che tieni in fondo all’armadio, ti sta meglio di quanto
credi ”
Che fosse una donna
l’autrice di quel messaggio
era innegabile come lo era il fatto che avesse stuzzicato la sua
curiosità,
alzandosi dal letto Jacob raggiunse l’armadio e
guardò la cravatta vermiglia di
cui parlava la sua misteriosa mittente, aveva messo quella cravatta
poche volte
per via del fatto che odiava quel colore visto che era anche quello
dello
stemma della sua famiglia e per lui rappresentava quasi un cappio
quando la
metteva al collo, ma come ogni buon giocatore che si rispetti Jacob non
poteva
rinunciare ad una sfida e quindi togliendo la cravatta dalla stampella
l’appoggiò
accanto ai vestiti che avrebbe indossato l’indomani.
Nei giorni seguenti a quella
lettera ne erano
seguite altre, una più intrigante dell’altra e,
neanche a dirlo, alla fine
Jacob si era ritrovato preda della sua misteriosa ammiratrice; beh
forse
ammiratrice non era la parola esatta visto cosa lei gli scriveva, ma
quella
donna lo intrigava e non c’era nessuno in grado di suscitare
e mantenere viva
la curiosità di Jacob Meler fino a quel punto.
Quasi come un povero innamorato che
si strugge d’amore
si era ritrovato ogni sera ad aspettare quel piccolo gufo quasi con
ansia,
lasciava sempre la finestra socchiusa per dar modo
all’animale di entrare e
qualche volta gli lasciava un po’ di pane o qualche piccola
lucertola in modo
da sfamarlo ma l’animaletto – permaloso come pochi
– lasciava lì i suoi doni
andando a cacciarseli da solo!
<< Che cosa stai
leggendo di interessante
Meler? >> e Daniel Faure si avvicinò con il
suo solito sorrisetto da
padrone del mondo sedendosi sulla panchina sotto al portico accanto a
lui:<< Niente che possa interessarti Faure
>> lo rimbeccò acido
mettendosi la lettera in tasca ed alzando lo sguardo su Colette e
Lucille che
stavano dando da mangiare alle paperette nel laghetto della
tenuta:<< Sei
misterioso ultimamente Meler…l’idea di questi
stupidi giochi è stata tua ma
sembra che a te non importi poi
granché…così in realtà
volevi solo una scusa
per non sposarti subito e… >> <<
Le pensi da solo queste assurde
teorie Faure o Holden ti ha aiutato a formularle? Di certo ha
più cervello di
te quell’inglese >> << Grazie per
il complimento Meler, ma è tutta
farina del suo sacco >> commentò Edison
sedendosi dall’altro lato accanto
ai due e guardando in direzione di Lucille che si stava avvicinando
insieme all’amica:<<
Vedo che almeno qualcuno ha gradito la mia idea e ne sta approfittando
appieno,
o mi sbaglio Holden? >> domandò Jacob
sorridendo vedendo lo sguardo con
cui lui guardava Lucille e le guance di lei che si
imporporavano:<< La
scusa perfetta per passare del tempo con Lucille senza subire le ire di
suo
padre, ti sarò grato per sempre amico >> Jacob
fece per rispondere quando
la mano di Faure nella sua tasca catturò la sua attenzione e
l’altro alzandosi
in piedi sorrise sadico mentre stringeva trionfante l’ultima
lettera della sua
ammiratrice tra le mani:<< Bene bene, vediamo chi
è che ti scrive mio
caro Meler...non ti facevo il tipo da letterine d’amore, ma
non si sa mai
>> sapendo bene quali frasi, ben poco caste a dire il
vero, erano scritte
in quel messaggio Jacob strinse i pugni preparandosi a colpire il mento
di
Daniel ma una risata e una mano chiara attorno alla lettera lo
bloccarono:<< Suvvia Daniel non siate crudele
>> poi passando una
mano sulla spalla del giovane la ragazza aggiunse:<<
Condividete anche
con noi queste preziose informazioni >> e strappandogli
la lettera dalle
mani la giovane gli poggiò una mano sul petto per impedirgli
di
raggiungerla:<< Lya andiamo…sapete che io e
Jacob… >> la ragazza
sorrise melliflua:<< Voi e Jacob cosa? Dei bambini che si
azzuffano per
la palla più bella? >> poi dando una scorsa
veloce alla lettera aggiunse
appallottolandosela nella mano e porgendola di nuovo a
Jacob:<< Siete
puerile Meler se vi lasciate incantare da certe promesse, vi facevo
più sveglio
e pretenzioso >> Jacob recuperò in fretta la
lettera nascondendola nella
tasca interna del gilet:<< Ciò che sono non
è affar vostro mademoiselle
Bernard >> poi avvicinandosi alle scale che portavano in
giardino
aggiunse:<< Andate a divertirvi con il vostro amico
Faure, io ho di
meglio da fare >> e lasciandoli soli si diresse sul suo
campo di tiro con
l’arco che si trovava sul retro della villa.
Come si aspettava anche quella
notte arrivò l’ennesima
lettera, ormai era così quasi ogni notte e lui si era
ritrovato ad imprecare
quando non vedeva comparire il piccolo gufetto con il suo messaggio.
Stavolta solamente poche righe
adoravano il
foglio ma valevano più di tutte le altre missive che aveva
ricevuto fino a quel
momento:
“ Il nostro gioco mi sta annoiando mon
cher…che
ne dici di rendere le cose un po’ più vere?
– la bocca di Jacob divenne
arida a quell’ultima parola, ma continuando a leggere la cosa
peggiorò
solamente – Oggi
ti ho visto tirare con l’arco in cortile...Credo di non aver
mai
voluto tanto qualcuno in vita mia…sarai mio, Jacob? Propri
come io sono già tua?
Domani notte, lascia aperta la porta di servizio della tua camera e io
verrò da
te. Bonne nuit mon cher ”
Come lei si aspettava che dormisse
sogni
tranquilli dopo quella proposta Jacob proprio non lo sapeva,
l’unica cosa di
cui era cosciente era che quella giovane donna misteriosa
l’aveva fatto suo in
modi che non credeva possibile, con ogni lettera ed ogni parola vergata
da
quella delicata mano lui si era sentito perso.
La ragazza conosceva cose e
pensieri che lui
aveva sempre celato a chiunque, lo leggeva come un libro e vedeva nella
sua
anima ciò di cui realmente aveva bisogno!
Dopo le prime lettere si era
sentito importante,
si era galvanizzato di avere una fanciulla che lo volesse a tal punto
da
azzardarsi a fare una cosa del genere ma più il gioco andava
avanti e più lui
si era ritrovato a fare tutto ciò che lei gli chiedeva nelle
sue lettere…era cominciato
tutto con la cravatta ma ben presto aveva detto sì a
qualsiasi cosa quella
donna gli proponeva e non aveva mai potuto risponderle o fare qualcosa
per
scoprire la sua identità, lei gli aveva vietato di cercarla
o scriverle; aveva
lasciato un paio di messaggi al piccolo gufo ma lui li aveva
prontamente
lasciati sul suo davanzale e la notte dopo lei gli aveva ricordato che
il bello
di quel loro gioco era il mistero…
Mistero…già
era proprio su quello che si reggeva
il gioco della sua dama, si era lambiccato più e
più volte su quale delle sue tre
ospiti potesse essere la sua misteriosa signora…aveva
escluso Lya Bernard quasi
immediatamente visto l’odio che entrambi provavano
l’uno per l’altra, Colette
invece sembrava decisamente il tipo da fare una cosa del genere ma
perché non
dirlo subito apertamente? Non aveva mai fatto segreto di voler
approfondire la
loro conoscenza, quindi perché le lettere? Infine restava
Lucille Legrand, la
dolce ed innocente Lucille Legrand…che poi così
innocente non era stando alle
parole di Edison Holden, ma non poteva essere una finta per depistare
tutti e
lui per primo sulle intenzioni della giovane?
Poco prima di chiudere gli occhi
Jacob lanciò un
ultimo sguardo alla finestra e vide il piccolo gufo che lo osservava
curioso
poco prima di sparire nella notte con qualcosa nel becco.
Il
gufo della donna del mistero
(che poi è identico a quelli
che portano
i messaggi all'Hotel des Fleur, la tradizione viene proprio
da qui)
Grimilde's
A quanto
pare l'idea di Jacob si è ritorta contro di lui, anche se
non sembra poi così dispiaciuto...forse come tutti gli
uomini l'idea di avere qualcuno che stravedere per lui e che lo
desidera lo riempie d'orgoglio...rimane da vedere se sarà
ancora così quando scoprirà l'identità
della sua donna del mistero...intanto però almeno sappiamo
che questa mademoiselle è l'unica che potrebber iuscire a
domare l'erede dei Meler...
Allora? Avete qualche idea
più chiara su chi possa essere?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** 4 - Scegli. ***
La notte successiva proprio come
gli era stato
ordinato – storceva ancora un po’ il naso al
pensiero che una ragazza lo
comandasse a quel modo – Jacob lasciò socchiusa la
porta di servizio e andò
dietro al paravento dove si trovava la sua vasca di acqua calda per un
tranquillo bagno prima di dormire.
Se ne stava immerso
nell’acqua avvolto dal
profumo dei sali quando le candele che illuminavano la stanza si
spensero tutte
nello stesso momento e pochi secondi dopo una mano candida
tirò le pensanti
tende di velluto rosso facendo crollare la stanza nel buio
più totale.
Allungò una mano per
cercare la propria
bacchetta ma una mano piccola e fredda sulla sua spalla lo
bloccò:<< Non
dirmi che il grande Jacob Meler ha paura del buio >> e
mentre lei parlava
Jacob sentì il suo respiro caldo ad un soffio dal suo
orecchio:<< Non ho
paura ma devi ammettere che parto svantaggiato: tu sai chi sono, io no
>>
la piccola risata di lei gli fece lo stesso effetto delle ballerine del
Moulin
Rouge:<< Vuoi spezzare la magia Jacob? Quello che ti
piace del nostro
gioco è proprio questo: io so chi sei e tu non sai chi sono
io, ogni giorno
siamo insieme e io ti osservo, ti vedo e ti voglio mentre tu ti stai
chiedendo
chi io sia… >> poi sfiorandogli la nuca con le
labbra aggiunse:<<
Scommetto che ci hai pensato vero e anche più di una volta
>> deciso a
stare al gioco Jacob annuì:<< In effetti ho
qualche teoria >> lei
rise di nuovo e anche l’altra mano si poggiò sulla
sua spalla scendendo poi
verso il suo petto nudo:<< Sentiamo…sono
curiosa >> lui fece per
muoversi ma scivolando ancora più in basso con le mani lei
aderì alla sua
schiena impedendogli ogni movimento:<< Ho una
possibilità su tre e quasi
nessun indizio, mi sono dovuto arrangiare >> lei
passò le proprie unghie
su quei muscoli disegnati:<< Hai il 33% di
possibilità e ti ho dato molti
indizio mon cher, decisamente troppi >> <<
Indizi dici? >> la
prese in giro:<< A parte le esaustive descrizioni di
ciò che potremmo
fare insieme non mi hai lasciato intendere molto altro >>
<<
Andiamo mon cher sei un uomo intelligente oltre che bello, sono sicura
che puoi
fare di meglio >> << Vieni qui e guardami
in faccia così possiamo
parlare meglio >> le ricordò afferrandole un
polso e facendo per tirarla
con lui nella vasca ma lei scattò indietro e per un istante
Jacob si sentì solo
senza quel calore accanto:<< Le regole non le decidi tu
dovresti averlo
capito ormai >> << Ho capito che a te piace
giocare ma quando si
tratta di arrivare al sodo ti tiri indietro come una pudica verginella
>>
sperava di ottenere una qualche reazione a quelle parole, conosceva
abbastanza
le sue ospiti per sapere come avrebbero reagito a
quell’accusa: Colette si
sarebbe buttata nella vasca insieme a lui per smentirlo, Lucille
sarebbe
impallidita iniziando a balbettare ma probabilmente ciò
accadeva prima che la
ragazza approfondisse la sua conoscenza con mister Holden,
l’ultima rimasta era
Lya e la maggiore di casa Bernard gli avrebbe tirato un sonoro ceffone
per una
frase simile, tuttavia quello che fece la sua dama misteriosa lo
lasciò di
nuovo basito:<< Perché preferiresti un
giocattolo usato Jacob? Sei un
uomo troppo possessivo per condividere ciò che è
tuo o prendere qualcosa che è
appartenuto a qualcun altro…io sono tua Jacob
>> poi tornando con le mani
sulle sue spalle iniziò a massaggiargliele sussurrandogli di
nuovo all’orecchio:<<
Ieri ti ho guardato tirare con l’arco, ho visto i muscoli
della tua schiena
tendersi e le tue braccia piegarsi sotto la forza dell’arco,
dimmi che non usi
quella forza solo per dimostrare la tua bravura, dimmi che non ti
diverti solo
ad eccitare il pubblico presente senza poi dargli il giusto premio
>>
sorridendo nel buio Jacob capì che la ragazza in questione
era arrivata al
limite esattamente come lui:<< Vieni qui e vedrai di cosa
sono capace
>> le sussurrò buttando indietro la testa in
modo da avvicinarsi a quella
di lei che rise di nuovo mentre con le mani gli afferrava il
viso:<<
Pazienta mon amour, pazienta e presto sarò solamente
tua… >> e con quella
dolce e peccaminosa promessa catturò le labbra di Jacob
succhiandogliele piano.
Quando riaprì gli occhi
Jacob si accorse che le
candele erano ancora spente ma le tende erano state aperte permettendo
alla
luce della luna di entrare, uscendo dalla vasca e mettendosi un
asciugamano in
vita Meler fece per avvicinarsi al letto quando notò un
piccolo messaggio
appoggiato sul suo comodino.
“
Credi che mi basti un
bacio mon
cher? Questa è la tua ultima possibilità, sai chi
sono. Ora scegli ”
Sapeva chi era? E come diavolo
poteva saperlo? Un
bacio al buio e una voce suadente non potevano certo essere indizi
rivelatori,
doveva trovare il modo di venirne a capo o sarebbe stato rovinato!
Senza contare che aveva ancora il
sapore di
quelle labbra di pesca sulle sue e probabilmente non sarebbe riuscito a
chiudere
occhio!
Grimilde's
Che
posso dire...povero Jacob...lo sto compatendo sempre di più
ed ora poi la sua misteriosa compagna si è stufata di
giocare e vuole che lui scelga...povero Jacob di nuovo...siamo alla
fine ormai e il prossimo capitolo è l'ultimo di questa
mini-long in cui alla fine è stato l'ideatore dei giochi a
finire in trappola.
A presto...e poi vedremo chi
aveva ragione...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** 5 - Rosso cremisi ***
Capitolo 5 - prequel
<< Ed ora io vi
dichiaro marito e moglie,
può baciare la sposa >> Jacob
guardò sua moglie con un sorriso mentre lei
sollevava una mano sfiorandogli la guancia:<< Madame
Meler… >> e
avvicinò il viso al suo:<< Monsieur Meler
>> gli rispose lei mentre
le loro labbra si univano.
Alcune ore dopo chiusi nella loro
stanza da
letto Jacob guardò sua moglie in piedi accanto al
paravento:<< Vuoi darmi
una mano mon cher? >> gli domandò guardandolo
da sopra la spalla e
sorridendo lasciva:<< Hai ancora bisogno di chiederlo?
>> lei
sorrise Jacob si
avvicinò sollevando le
mani per raggiungere la fila di bottoncini avorio che chiudevano il
retro del
suo abito da sposa:<< Sei favolosa con questo abito ma
vie ma credo che
tra poco potrei… >> << Fallo
>> gli rispose lei prima che lui
potesse finire la frase:<< Tua madre si
infurierà, le sarà costato una
fortuna e proviene dai migliori sarti di Avignone >> la
prese in giro
avvicinando la bocca a quel collo bianco latte:<<
L’unica persona da cui
posso tollerare di ricevere ordini adesso è mio marito
>> il sorriso di
Jacob si allargò ancora di più a quelle parole
mentre sua moglie si passava le
mani sulla pancia ormai evidente dove stava riposando il loro futuro
erede:<< Felice di sentirtelo dire ma vie >>
Villa Meler, sei mesi prima
<< Questa volta non
ti asseconderò Jacob,
non mi interessa quali scuse ci propinerai non accetterò mai
che sotto il mio
tetto… >> <<
Succederà anche senza il vostro benestare padre, tanto
vale che vi metta a conoscenza dei fatti no? >> il signor
Meler si alzò
dalla sua poltrona impugnando la propria bacchetta:<< Mi
stai sfidando
Jacob? >> il giovane si passò una mano nei
capelli ramati sfiorando con
l’altra la propria giacca dove teneva la bacchetta pensando
che molto
probabilmente in quella casa era l’unico che ancora non aveva
combinato niente
di concreto mentre Holden e Faure di sicuro si stavano divertendo con
le sue
ospiti!
Al pensiero di Daniel Faure che si
dava da fare
una smorfia gli salì alle labbra ma un altro pensiero lo
fece sorridere più di
quanto immaginasse: con chi si dava da fare Daniel? Se lo scopriva
poteva
escludere la suddetta signorina dalle sue possibilità e dal
momento che quella
notte aveva già escluso Lucille Legrand visto che Edison gli
aveva raccontato
di aver passato la notte con lei non ci sarebbe voluto molto per capire
quale
delle due sorelle Bernard:<< Te lo ripeto di nuovo Jacob,
stai sfidando
tuo padre? >> sapendo che doveva pensare in fretta Jacob
sorrise
sardonico:<< Mai padre, non farei mai niente del genere,
credo che
abbiate frainteso le mie intenzioni >> poi sfoderando la
sua migliore
faccia da angelo aggiunse guardando anche Legrand e
Bernard:<< Chiedo
scusa signori, mi sono espresso male, non intendevo dire che dovremmo
passare
la notte con le vostre figlie ma solamente del tempo, molto tempo,
insieme in
modo da poterle conoscere meglio >> Simon Bernard si
voltò a guardarlo
con quegli occhi grigi che aveva trasmesso anche alle
figlie:<< Le tue
intenzioni sono caste figliolo? >> odiava essere chiamato
figliolo ma
visto che con ogni probabilità stava parlando con il suo
futuro suocero doveva
stare calmo:<< Sì signore, senza dubbio
>> poi chinando il capo per
dimostrare tutta l’umiltà e le buone intenzioni di
cui era capace, dio quanto
sapeva fingere bene! Ad ogni modo continuò:<<
La sola cosa che voglio è
passare un po’ di tempo con una certa signorina prima di
poter prendere una
decisione che cambierà non solo la mia ma anche la sua vita
>> a quelle
parole gli uomini lo guardarono allibiti e suo padre
domandò:<< Hai per
caso scelto chi… >> << Ho
un’idea padre ma non stiamo parlando solo
della mia vita e quindi vorrei prima parlarne con lei, concedetemi un
giorno,
un giorno solo in cui io possa parlarle e vedere se ciò che
provo… >>
<< Andiamo Philip il ragazzo ha buone intenzioni
dopotutto! >> e
sorridendo gioviale ed ignaro di quello che la sua unica erede faceva
di notte
in compagnia di Edison Holden monsieur Legrand spalleggiò la
sua causa:<<
Non mi farai pentire di questa scelta vero Jacob? Non farai nulla di
sconveniente o di irreparabile perché pagherai le
conseguenze di ogni tuo
singolo gesto >> pensando all’unica notte, anzi
ai pochi momenti, che
aveva passato con la sua misteriosa ammiratrice Jacob
sorrise:<< Non
preoccupatevi padre, andrà tutto come deve andare
>> poi chinando il capo
per salutare aggiunse:<< Se volete scusarmi è
meglio che vada a… >>
<< Possiamo sapere il nome della ragazza a cui intendi
proporti figliolo?
>> domandò Bernard e lì il sangue
di Jacob si fermò, come diavolo poteva
dire…:<<
Credo che sia meglio prima parlarne con lei, non vorrei spiazzarla
troppo con
le mie intenzioni e poi… >> <<
Suvvia Jacob, io e Legrand siamo
qui, sono le nostre figlie quelle di cui stai parlando, un padre merita
di
sapere a chi andrà in sposa sua figlia >>
<< Avanti Jacob, penso
che tu possa soddisfare la nostra curiosità >>
lo invitò suo padre
sorridendogli in segno di sfida:<< Beh
ecco…io… >> in suo soccorso
arrivò un delicato bussare alla porta:<< Non
ho interrotto niente di
importante vero? >> Jacob si voltò guardando
l’espressione sorpresa di
Lya Bernard:<< Lya…ma petite che cosa ci fai
qui? >> le domandò il
padre sorridendo mentre la figlia si avvicinava, bellissima ed eterea
in
quell’abito color cipria notò
Jacob:<< Non cercavo voi padre, ma Jacob
>> sentendosi chiamare lui si voltò verso di
lei:<< E per quale
motivo mi cercavate? >> domandò alzando un
sopracciglio scettico e lei si
portò una mano sulle labbra fingendosi imbarazzata mentre le
sue guance si
tingevano di rosso:<< Oh ve ne siete dimenticato?
>> poi
avvicinandosi ed allungando una mano per poggiarla sul suo braccio
aggiunse:<< Mi avevate promesso di insegnarmi a tirare
con l’arco, ne
stavamo parlando ieri sera prima di cena, ricordate? >>
lo stava
salvando, senza un’apparente motivo e vai a capire per quale
tornaconto Lya lo
stava tirando fuori da quella situazione decisamente soffocante, doveva
solo
capire perché:<< Oh ma certo la lezione!
>> e fingendo di
ricordarsi di quell’inesistente conversazione Jacob si
voltò porgendo il braccio
alla ragazza:<< Voi ci scusate signori? Continueremo
questa conversazione
più tardi >> poi prima che qualcuno potesse
fermarli uscì dal salotto
insieme alla sua salvatrice!
<< Bene, grazie per
avermi tolto da questo
impiccio ma ora ho da fare e… >> e Jacob fece
per allontanarsi quando la
voce sprezzante di Faure lo fece imprecare tra i denti:<<
Si dice in giro
che tu stia dando lezioni di tiro con l’arco Meler
>> Jacob si voltò
vedendo il giovane che si avvicinava affiancato da Colette, Edison e
Lucille:<<
Chissà perché non mi sorprende che la voce ti sia
già arrivata Faure! I miei
complimenti, sei davvero una pettegola d’eccezione!
>> lo prese in giro
Jacob che non si sarebbe mai abbassato a dargliela
vinta:<< Ridi pure
Meler, ridi finché puoi, ho sentito quello che hai detto ai
nostri padri, ho
sentito quello che ti sei messo in testa ma non pensare di essere
l’unico a
poter giocare questa mano >> Jacob fece per rispondere
quando la voce di
Lya lo anticipò:<< Vuol dire che hai
già pensato ad una scelta Daniel?
Davvero? >> immobile Jacob la guardò e non
poté che provare di nuovo
ammirazione per quella giovane, certo che sapeva rigirarsi chiunque
avesse
davanti, non aveva mai fatto caso a questa sua capacità o
forse l’aveva sempre
notata ma lo infastidiva perché la usava anche con
lui:<< Oh mia adorata
Lya potrei sorprenderti >> le mormorò lui
facendo per prenderle la mano,
ma lei se le portò entrambe al volto battendole felice come
una bambina
voltandosi poi verso di lui:<< Oh Jacob, so di chiedervi
molto, ma visto
che siamo tutti qui, perché non ci date una dimostrazione
della vostra bravura?
Ve ne prego >> di nuovo Lya lo stava salvando evitandogli
di spaccare la
faccia a Faure ma probabilmente stava salvando anche sé
stessa, quel ragazzo
era viscido e lei non voleva averci a che fare!
<< Rendiamo le cose
più interessanti Meler
>> ribatté Daniel avvicinandosi e prendendo
uno degli archi che erano
poggiati su un tavolo di legno:<< Giochiamocela
>> e imitando la
sua stessa frase usata la prima sera aggiunse prendendo una freccia e
preparandosi a scoccare:<< Dieci tiri, chi fa
più centri sceglierà per
primo >> Jacob lo guardò come se fosse
pazzo:<< Sceglierà cosa?
>> domandò anche se forse immaginava
già la risposta dell’altro:<<
La sua donna >>
Nove frecce dopo Edison era ormai
decretato
terzo classificato avendo mancato due bersagli mentre Daniel e Jacob
erano
testa a testa, mancava un tiro a testa e Faure si era rivelato un
tiratore non
così scarso come aveva sempre fatto credere:<<
Allora Meler? Vuoi fare
anche questo tiro o ti decidi a gettare la spugna? >>
domandò quel
megalomane dopo che ebbe fatto il terzo centro di fila:<<
Mi chiedo
quando chiuderai quella bocca Faure, davvero sarebbe un miracolo
>> e
Jacob si preparò a tirare ma nell’esatto momento
in cui scoccò la freccia
Daniel estrasse la bacchetta dalla tasca e mormorò a bassa
voce:<<
Confundus >> facendo deviare il tiro di Jacob verso la
parte esterna del
bersaglio:<< Ma che peccato…ho vinto
>> poi sorridendo soddisfatto
aggiunse:<< Quindi se non ricordo male ora tocca a me
scegliere vero?
>> Jacob non proferì parola mentre Faure
sorrideva tronfio:<<
Allora Daniel? Non dicevi di avere già le idee chiare?
>> e senza troppi
mezzi termini Colette lo guardò di sfuggita mentre i suoi
occhi fuggivano verso
Jacob ancora fermo con i pugni chiusi, se quell’idiota non la
smetteva di fare
le sue sceneggiate presto si sarebbe trovato per terra con un occhio
nero!
<< Avete ragione
Colette, avete pienamente
ragione >> poi guardando di nuovo Jacob
aggiunse:<< Una giornata
intera con una di loro vero? >> Meler annuì
stringendo i denti, quanto
aveva intenzione di tirare la corda
quell’idiota:<< Bene, allora credo
non ci sia molto da dire…dico bene mademoiselle Bernard?
>> e porgendo la
mano a Colette aggiunse galante:<< Volete farmi
l’onore? >> Colette
guardò quella mano bianca che le veniva porta poi alzando
gli occhi verso Jacob
per un istante sorrise tornando a guardare Faure:<< Con
vero piacere
monsieur >> come tutti si erano aspettati Daniel
guardò verso
Jacob:<< Tu permetti vero Meler? >> Jacob
fece spallucce:<<
Non sono io a dover decidere Faure, buona fortuna >>
Daniel assottigliò
gli occhi:<< Tu non hai ancora scelto >>
Jacob sorrise guardando
Edison e Lucille che si tenevano per mano, dio era troppo tenero per
quel mondo
e lo aveva sempre saputo:<< Mademoiselle Lya siete pronta
per la vostra
lezione privata? >> domandò poi quasi senza
guardare la giovane in piedi
accanto a lui e porgendole il braccio:<< Con vero piacere
monsieur Meler,
con molto piacere >>
a quelle
parole Daniel fece per aprire bocca ma Lya lo guardò
sorridendo:<< Andate
Faure o mia sorella potrebbe diventare gelosa…
>>
Quella sera prima di andare a
dormire Jacob si
attardò nella biblioteca con la scusa di scegliere un buon
libro, in realtà
voleva stare solo per pensare: il lungo pomeriggio trascorso con Lya
Bernard a
tirare con l’arco l’aveva lasciato decisamente
spiazzato; se all’inizio aveva
creduto che lei fosse solo una bella statuina da salotto dopo i primi
due tiri
in cui lei aveva quasi centrato il bersaglio lui era rimasto
affascinato nel
vederla tirare, nel vedere il suo viso serio e concentrato, le sue
braccia tese
e le mani delicate che praticamente accarezzavano la freccia, avrebbe
tanto
voluto che accarezzassero…ma si era riscosso subito da quei
pensieri ricordando
chi glieli stava suscitando, Lya era il suo opposto e una giornata
insieme non
avrebbe mai cambiato questo fatto!
Mentre stava per prendere un libro
da uno
scaffale le luci della stanza si spensero e un caldo profumo di
fiordaliso lo avvolse:<< Sei felice della tua scelta mon cher?
>> gli domandò
la voce della sua misteriosa compagna, percepiva la sua vicinanza ma
non era
così vicina da poterlo toccare:<< E tu la
chiami scelta? >> lei
rise piano:<< Non sono dispiaciuta se è questo
che ti stai domandando
>> per un attimo un pensiero gli balenò nella
mente ma era talmente
stupido che lo accantonò all’istante, poi la voce
di lei lo distrasse di
nuovo:<< Domani sera tuo padre ha deciso di dare un ballo
prima della
nostra partenza, aspettami in fondo alle scale >>
<< Dimmi chi sei…
>> lei si avvicinò quel poco che bastava per
sfiorargli la nuca con le
labbra:<< Tu sai chi sono… >>
poi mentre si allontanava gli mormorò
piano:<< Solo un’ultima richiesta mon
cher…la tua cravatta rossa…
>> << Cosa? >> lei rise
piano:<< Mettila, si abbinerà
con il mio vestito >>
La sera dopo con il suo impeccabile
completo
nero e la cravatta al suo posto Jacob aspettava immobile ai piedi dello
scalone
di cedro dell’ingresso, aveva rimuginato tutto il giorno e
buona parte della
notte precedente sulle richieste della sua ignota compagna ed era
giunto ad una
conclusione: era Lya! Doveva essere Lya! Non poteva essere altrimenti e
l’idea
che non fosse lei lo spaventava quasi quanto la consapevolezza che
dalla prima
volta in cui l’aveva conosciuta non aveva fatto altro che
detestarla per quanto
poco lei cedesse al suo fascino, ma se lei non lo riteneva interessante
o
attraente allora non poteva essere lei quella che…no! Doveva
essere lei!
Quasi mosso da una forza invisibile
Jacob alzò il
viso verso il piano superiore e i suoi occhi incrociarono una figura
slanciata
con i capelli neri raccolti su un lato e il corpo da dea fasciato in un
vestito
rosso cremisi dal taglio ad impero che la faceva somigliare ad una
divinità dei
romani.
In silenzio e con la gola secca dal
desiderio la
guardò scendere i gradini ad uno ad uno.
Quando furono una accanto
all’altro
automaticamente le porse la mano e sorridendo le sussurrò in
un orecchio:<<
Ora capisco il perché della cravatta >> lei
sorrise:<< Ti è sempre
stata bene, proprio come la prima volta che ci siamo incontrati
>> Jacob
strinse il braccio di lei con il proprio mentre attraversavano la porta
d’ingresso
del salone da ballo poi, prima che gli mancasse il coraggio o che
qualcuno
potesse anche solo provare a fermarlo prese entrambe le mani della sua
accompagnatrice e mettendosi in ginocchio davanti a lei estrasse dalla
tasca
della giacca un grosso anello con un rubino tagliato a rombo contornato
da
piccoli brillanti e sorridendole domandò
piano:<< Lya Annette Bernard,
vuoi sposarmi? >> contro ogni usanza del buon costume Lya
lo tirò in
piedi e gettandogli le braccia al collo gli baciò le labbra
senza riserve!
Sei mesi dopo i giornali parlavano
di matrimonio
riparatore e di un errore che era costato a Jacob Meler la sua
libertà, ma
nessuno sapeva quanto in realtà Jacob e Lya avessero
ottenuto entrambi
esattamente ciò che volevano!
Monsieur
Jacob e Madame Lya Meler
Grimilde's
Avrei potuto
aggiungere mille altri particolari di come si sono innamorati Lya e
Jacob, soprattuto lei che all'inizio sembrava odiarlo (sembrava
appunto!); tuttavia questa storia era nata come una mini-long e quindi
ho preferito accorciare e darvi un quadro generale della storia...
Per i posteri lascio
detto che tutti gli eredi dei Meler fino ad Elodie sono stati maschi e
tutti con la stessa folle idea di Jacob di tentare in tutti i modi di
non sposarsi o per lo meno di poter scegliere con chi farlo...da qui la
tradizione dei Jeux d'amour è continuata nei secoli e
onestamente ha sempre portato fortuna a tutti coloro che vi hanno preso
parte...
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3528203
|