I passi di Lituania e Russia

di Yusaki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un fiore al confine ***
Capitolo 2: *** Le lacrime di quella separazione... ***
Capitolo 3: *** Il tempo e la resa ***
Capitolo 4: *** Silenziose gelosie ***
Capitolo 5: *** Un fiore che sboccia ***
Capitolo 6: *** Conquistata ***
Capitolo 7: *** Il sentimento dietro la notte ***
Capitolo 8: *** Fuoco sul ghiaccio ***
Capitolo 9: *** Nicola ***
Capitolo 10: *** L'ametista e l'Immortale (+ omake, storia extra) ***
Capitolo 11: *** La neve soffoca ogni voce ***
Capitolo 12: *** Il peso della guerra, il peso della pace. ***
Capitolo 13: *** La luce nella stanza buia ***
Capitolo 14: *** Cade e crolla ***
Capitolo 15: *** Una sillaba importante ***
Capitolo 16: *** Il tempo prima delle alleanze ***
Capitolo 17: *** 1° Settembre 1939 ***
Capitolo 18: *** Biel e Jaune ***
Capitolo 19: *** Abbandono ***
Capitolo 20: *** Russia ***



Capitolo 1
*** Un fiore al confine ***


Solo la stupenda espressione sadicosa del caro Ivan-san poteva spingermi nei meandri della storia Russa, le battaglie combattute dall’unione sovietica, contro chi amava, e anche contro chi odiava.

Queste Flashfic ci portano del primo giorno in cui lo sguardo di Ivan si è posato su Toris a quando quest’ultimo ha conquistato la sua indipendenza, in passi che sono costati vite umane e lacrime.

Si dia l’inizio alla danza della neve e dei girasoli! ^__^ Buona lettura!!!

 

 

 

 

 

 

Era già da un po’ che si era accorto di lui, da quando l’aveva visto, quasi per caso, trasportare fra le braccia un carico di ortaggi troppo pesante per il suo fisico minuto.

Russia era grande, ed essendo così grande aveva molte cose di cui occuparsi, e poco tempo per occuparsene, ma ogni tanto sentiva il bisogno di sfuggire al rigido inverno delle sua casa per camminare, semplicemente camminare, vicino ai confini dove le stagioni erano almeno un po’ meno gelide. In una di quelle occasioni…si era accorto di Lituania.

Aggraziato, con i capelli lisci e castani, si muoveva rapidamente cercando di raccogliere quelle verdure cadutegli durante il trasporto, ricordandogli una lepre che saltella in primavera; proprio come una lepre il ragazzino, sentendosi osservato, ricambiò il suo sguardo, immobilizzandosi per la sorpresa.

Aveva gli occhi blu, Lituania, ed erano sembrati ancora più grandi, e ancora più blu, quando l’aveva guardato con aria impaurita (e un po’ incuriosita).

Russia in quel momento era rimasto fermo, troppo vicino a superare il confine per poter fare altro che contemplarlo, come quando vedeva un bel fiore in un campo.

Erano rari i fiori in quel periodo, creature troppo bisognose di calore per poter nascere in inverno. Allo stesso modo quella piccola lepre impaurita sembrava emanare quel piacevole tepore che a volte regalano i raggi del sole.

Rimasero a lungo incatenati dai loro stessi sguardi, Lituania troppo affascinato da quei gelidi occhi chiari per accorgersi della linea di confine, vicina ai suoi piedi.

“Liet!!!”

Russia vide Lituania sussultare e voltarsi verso la voce che lo chiamava, interrompendo il contatto fra i loro sguardi. Russia vide da lontano una figura a sua volta minuta, dai capelli dorati, che correva verso di loro con incredibile resistenza.

“Liet! Se non riesci a portare tutto da solo aspetta che arrivi io no? Così finisci solo per farti male” lo sgridò il nuovo venuto mentre Lituania sorrideva, scusandosi. Il biondo Polonia sbuffò ed aiutò Lituania, fra un commento e l’altro, a raccogliere tutto ciò che era in precedenza caduto dalla braccia dell’amico.

Pochi minuti dopo Polonia si era già avviato verso casa, carico di barbabietole e patate, ma Lituania esitava, lanciando un ultimo sguardo al punto dove, fino ad un attimo prima, aveva visto Russia.

Russia aveva la schiena appoggiata ad un masso, due alberi morti lo nascondevano alla vista di Lituania permettendo a Russia di osservarlo indisturbato.

“Liet!!!” lo chiamò ancora Polonia.

Lituania se ne andò, ma Russia tornò a vederlo molte altre volte…

…fino a decidere che lo voleva tutto per se.

 

 

 

 

 

 

 

Non si sa poi molto del passato di Lituania, ma ho voluto rappresentare così un possibile primo incontro con Russia…Ivan ovviamente sapeva dell’esistenza di Toris (è difficile non vedere una nazione!) ma, diciamo in breve, adesso si è anche accorto che quell’esistenza potrebbe essere speciale per lui.

Qualcuno dei capitoli potrebbe essere più lungo, qualcuno più breve, con la discontinuità che mi contraddistingue insomma! XD A chi recensirà Ivan regalerà una notte con Toris…no, scherzavo…però magari una bottiglia di Vodka potreste riceverla, a patto che non se la finisca prima lui!

A presto!

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Capitolo 2
*** Le lacrime di quella separazione... ***


 

A chi sta leggendo, siccome è sera ho poco tempo e tanto sonno! Quindi scusate se questa piccola parentesi iniziale e piccola e confusa…però ho risposto alle vostre recensioni! Troverete un bell’angolo a fine della storia, più che un angolo è una stanzetta con the e pasticcini…o magari non proprio the e pasticcini ma qualcosa troverete. Con la storia invece procediamo, e parla all’inizio quel personaggio che perderà qualcosa di importante…danzano i girasoli sulla neve…Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

Polonia aveva visto spezzarsi tutta insieme la storia della sua vita tutto sommato tranquilla.

Lituania stava giocando insieme a Lettonia ed Estonia, con Polonia che, un po’ di cattivo umore per sconosciute ragioni, stava in un angolo a sonnecchiare, alla fresca ombra di una pianta in fiore.

Forse Polonia, al contrario degli altri tre, aveva capito che qualcosa non andava, erano solo lontani fremiti nell’aria, o almeno così gli era sembrato…

Si, in quegli ultimi giorni gli occhi si Svezia e Russia erano stati stranamente ostili.

Svegliandosi d’improvviso, con quell’immagine in testa, si voltò verso le terre fredde che circondavano i suoi prati scoprendo che non era il solo ad essersi fermato a guardare in quella direzione.

Non era il solo ad essersi accorto del sordo marciare di passi stranieri.

La terra venne frustata da stivali di dura pelle.

I prati calpestati.

In un attimo Lituania, Lettonia, Estonia, scapparono chiamando a gran voce Polonia, che rimaneva fermo, agghiacciato a guardare quegli eserciti che invadevano il suo mondo.

Tutto si spezzò intorno a lui, l’intera nazione venne indebolita da quell’improvvisa ondata di conflitti.

Non poté muovere un dito quando Lituania gli venne portato via.

 

 

Toris sentiva lontana una discussione, fatta di toni che gli sembravano troppo bassi per una litigata. Aprendo gli occhi, un po’ stordito, riuscì ad individuare qualcosa di familiare che lo riportò alla realtà.

Era su un prato verde, quello in cui appena pochi mesi fa aveva raccolto delle barbabietole buonissime; risalendo con lo sguardo su quella terra rugiadosa vide delle gocce di sangue, che diventarono una piccola traccia fino a dei capelli biondi che conosceva bene.

Tentò di muoversi, per raggiungere un Feliks accovacciato a terra che scrutava torvo qualcosa alle sue spalle, un labbro spaccato e i vestiti incrostati di sangue rappreso. Il biondo spostò la sua attenzione su di lui e gli sorrise debolmente, riacquistando un po’ di quell’aria birichina che lo contraddistingueva.

Avrebbe voluto chiedergli, anzi urlargli, come mai fosse conciato in quel modo e perché lui stesso fosse steso a terra incapace di alzarsi, ma proprio in quell’istante qualcuno lo tirò bruscamente su da terra, e in un fluido attimo di smarrimento si ritrovò tra le braccia dello sconosciuto.

Impaurito si voltò per poterlo vedere ma l’altro lo teneva fermo, affondato in vesti che constatò essere molto spesse e pesanti.

Non ebbe molto tempo per capire cosa succedeva, sentì solo dire: << Allora Lituania è mia >>

Nel campo visivo di un sempre più spaventato Lituania comparve quello che riconobbe come Svezia, che annuiva noncurante con la testa.

Si sentì leggermente strattonato all’indietro e poté finalmente voltarsi per scorgere un barlume di sorriso in due occhi gelati.

A Lituania sembrò che la terra avesse tremato sotto i suoi piedi. Occhi chiari, gelidi, visti una mattina in quello stesso posto, la nazione più grande che avesse mai visto e che ora lo stava gentilmente portando via…

Di scatto si divincolò per incontrare le iridi un po’ smarrite di Polonia.

Toris non disse niente, perché aveva capito dalle lacrime cadute dagli occhi dell’amico; lentamente distolse il volto, per non far vedere che anche lui stava piangendo.

Russia lo stava portando via perché aveva vinto, e il sangue di Feliks stava solo a significare che adesso era diventato fragile, in balia di quelle due potenze che avevano deciso di staccarlo da lui.

La Abiejų Tautų Respublika non esisteva più.

Mentre piangeva si accorse che la stretta di Russia si era fatta più forte, e, per non cadere, Lituania si aggrappò a quei vestiti pesanti che l’altro indossava. Erano proprio spessi, imbottiti, e anche caldi e morbidi…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1)Note a fine storia: Abiejų Tautų Respublika : Repubblica delle due Nazioni, Lituania e Polonia unite (in Lituano).

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini- delle risposte alla recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris)----

 

 

Yusaki: Recensioni! Tre recensioni sono più che un buon inizio, per di più sono positive...

Russia: Si è emozionata molto quando le ha lette…ha persino ballato in costume sul tavolo di cucina.

Yusaki: Quello veramente era per colpa tua che hai fatto bere una donna astemia!! é_é

Russia: Sei astemia? Come mai allora la mia Vodka sparisce senza motivo quando ci sei tu?

Yusaki: ^__^’’’ ma passiamo a rispondere a questa prima meravigliosa recensione! Bene, Clasaru, ciao Clasaru! Per cominciare grazie mille per la recensione! Mi ha fatto molto piacere, e poi è stata la prima! Sono concorde con te su Russia sai? Lo trovo “tremendamente adorabile”! Lui e il piccolo tenero Toris sono i miei preferiti! Sapere il passato di Lituania sarebbe bello, e spero presto in sue notizie, ma nel frattempo mi affido ai libri di storia cercando di addattarmici e di adattarci Axis Power Hetalia. Per quanto riguarda la lemon fra Russia e Lituania…

Russia: A me va benissimo.

Yusaki: si, anche a me.

Lituania*che si sente minacciato*: Cosa?! No! Aspettate un attimo!! Non decidete senza di me!!

Yusaki: Andiamo Toris-chan, non ti va di accontentare una cara lettrice? ^__^

Lituania: Ma…è che…Clasaru-san non preferirebbe un po’ di Vodka?^_^’’ Ne abbiamo di tutti i tipi!!

Yusaki: è astemia! ^__^

Lituania: Allora della Gira? O della Starka?

Yusaki: Ti ho detto che non beve!!

Lituania: ç_ç

Russia: Rassegnati caro Lituania ^__^

Lituania: …dobbiamo rispondere alla prossima recensione no? ^__^’’ La seconda recensione è di cry_chan.

Yusaki: Ciao Cry_chan!^__^ Grazie di aver lasciato una recensione! Ti ringrazio per i complimenti, e per il fatto che mi seguirai…anche io adoro quei due insieme! Non piacerebbe anche a te vederli stesi in un letto che…

Lituania: No non le piacerebbe!! …vero? ç_ç

Russia: proprio non mi vuoi Lituania-chan? ^__^

Lituania: Ah, non è per quello è…che…io…meglio se passiamo alla recensione di Yume Azuka!

Yusaki: fai tutto tu Toris-chan…la prossima volta faccio rispondere solo a te ! Che ne dici? *_*
Lituania: che mi sento un po’ sfruttato…

Russia&Yusaki: Ma nooo, e chi mai ti sfrutterebbe o vorrebbe vederti piangente e confuso?

Lituania:…

Russia&Yusaki: A parte noi, ovvio.

Lituania: Dicevamo di Yume Azuka!!

Yusaki: Si, ecco, Yume Azuka grazie mille della recensione! La Vodka ai frutti di bosco è fra le preferite di Ivan e provvederemo a recapitartela al più presto!

Russia: Ma certo, toccate la mia Vodka e arriverete all’inferno.

Yusaki: Beh, cercherò di fartela avere, e cercherò di impegnarmi al massimo su questa fanfiction! Grazie davvero per i complimenti…E spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

Spero che questo capitolo sia piaciuto a tutti voi! Nel prossimo sapremo come si trova Lituania nella fredda Russia…il nostro Ivan come si comporterà ora che la preda è caduta in mano sua?

Lituania: Russia-san che stai facendo? …aspetta! No! Non mi spogliare…che vuoi fare…?! Aaah! Nooo!!! Russia-san mi fa freddo senza la maglia…!!

Yusaki: Lo scopriremo nel prossimo capitolo! Continuate a seguirci!!! E a recensire!!^__^ A presto!

 

 

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Capitolo 3
*** Il tempo e la resa ***


 

Voglio anche io la neve, fa veramente caldo…è nato un fiore! Avevo seminato tempo fa il bulbo, e credevo ormai non nascesse più invece…speriamo sia un buon segno!^__^

Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lituania era stato tranquillo, perso, completamente smarrito per fare altro che trascinarsi dietro di lui e crollare sul tappeto del salone.

Così Russia aveva avuto il tempo di osservarlo. Come un cucciolo appena tolto dalla madre il piccolo Lituania si era raggomitolato su se stesso, una sagoma infreddolita contrastante col tappeto rosso sotto di lui; gli occhi umidi vagavano senza apparente meta lungo tutto il mobilio dell’ampio spazio in cui era stato portato.

Aveva le palpebre arrossate, per le lacrime cadute incessantemente durante il viaggio, e non pareva avere idea di cosa fare ora che la morsa ferrea di Russia era stata allentata e lui non era più guidato da nessuno. Ormai privo di difese diresse la sua attenzione sulla nazione che lo aveva appena sottomesso.

Ad Ivan quella piccola dimostrazione di fragilità era piaciuta, come continuava a piacergli quello sguardo bisognoso di rassicurazioni.

Lituania chiuse gli occhi, per un attimo, ma quando le lunghe ciglia tornarono ad aprirsi sembrò che volesse tentare di assumere un vago aspetto di battagliera difesa.

<< Perché mi hai portato qui? >> gli domandò.

<< Per essere più forte. Non desideriamo tutti questo? >>

Per espandere il proprio dominio, per avere maggior controllo e potere, perché ognuno di loro, infondo, cercava quello.

Lituania parve capire i silenziosi pensieri di Russia perché chiese, con un tremito che non poteva nascondere << Io cosa dovrei fare ora? >>

Russia rise, non poté evitarlo, e quel suono cristallino e puro quando il metallo innervosì ulteriormente l’altra nazione.

<< Puoi fare solo due cose >> scandì Russia, apparentemente divertito << Poi sottometterti docilmente a me, facendo tutto ciò che ti dico di fare…oppure puoi ribellarti, e tentare di combattermi. >>

Per un fugace secondo Russia vide con soddisfazione una scintilla accendersi nello sguardo di Lituania, forse tentato dall’idea di combattere, di ribellarsi, per poter poi fuggire da quella casa sconosciuta e tornare a giocare nella tranquillità del luogo in cui aveva vissuto fino a poco fa. Lo sguardo di Lituania scattò verso la grande finestra, via di fuga che dava su una grande distesa di neve; ma quando si voltò di nuovo, lentamente, verso di lui, ogni fuoco di guerra era sparito dalle due iridi lucide.

Chinò il capo, gli occhi fissi sul pavimento, rimanendo così com’era, accovacciato sul tappeto pregiato come poco prima lo spezzato Polonia lo era stato sul prato.

Resa.

Russia gli si avvicinò e allungò una mano per accarezzare quei serici capelli bruni, in un tentativo di risistemarglieli, sebbene i guanti che indossava ottennero l’effetto contrario.

<< Bravo >> gli sussurrò gentilmente spingendo Lituania a lanciargli un’occhiata sorpresa. Toris non sapeva bene come prendere quella specie di strana carezza, di sicuro non poteva rimanere a fissarlo in quel modo perché stava facendo la figura del povero bambino indifeso.

Ed in effetti un po’ lo era, così giovane, così confuso.

<< Allora comincia col metterti i vestiti che sono sul divano >> annunciò allegramente Russia, ritirando la mano per indicargli un grosso divano bianco, a cui Lituania dava le spalle.

Lituania si alzò e barcollò fino al divano, aspettandosi di trovare qualcosa di insolito, perché probabilmente col clima freddo avrebbe dovuto indossare cose più pesanti di quelle a cui era abituato, o magari un abito tipico Russo, non conosceva bene il vestiario che Russia-san poteva fargli adottare.

Di sicuro non si aspettava affatto i vestiti deposti con cura sullo schienale del candido divano.

Con un misto di imbarazzo e perplessità sollevò, cercando di non spiegazzarla, la svolazzante divisa da cameriera che si era ritrovato fra le mani, veste decisamente molto femminile soprattutto per le calze bianche ornate da un velo di pizzo che fece arrossire intensamente Lituania, non appena lo notò.

<< Russia-san >> la sua voce stava diventando acuta << Io sono un maschio! >>

Ivan sorrise ampiamente, come a dire “E con ciò?”.

Lituania deglutì, significava forse che doveva indossare quel completo? Nonostante…nonostante tutto?

In effetti non era la prima volta che sentiva dire di un maschio vestito da ragazza. Dopotutto Polonia stesso aveva avuto una passione speciale per vestirsi in modi ambigui, lo trovava un passatempo divertente.

Ma un conto era se qualcun altro si vestiva da femmina, un altro era se toccava a lui.

Sentì lo sguardo di Russia su di se, probabilmente l’altra nazione lo stava studiando per capire se poteva fidarsi o se doveva attuare delle difese contro una possibile ribellione.

Non poteva ribellarsi. Non adesso, ormai aveva deciso di restare lì…non che avesse molta scelta: se avesse combattuto non solo lui ne sarebbe rimasto coinvolto.

<< Va bene, lo metto >> pigolò piano Lituania, sentendosi arrossire ancora di più mentre stringeva fra i pugni il tessuto scuro rischiando di stropicciarlo, pensando intensamente che lo faceva per non creare ulteriori problemi a Estonia, Lettonia, e Polonia.

Un sorriso inquietante illuminò il volto di Russia.

<< Perfetto >> ribatté Ivan << Appena lo hai indossato puoi cominciare il lavoro andando in cucina a prendermi della Vodka >>

Il viso di Toris esprimeva di nuovo la sua confusione; gli si leggevano chiare parecchie domande che aveva in testa, a cominciare da come avrebbe fatto a raggiungere la cucina, che non aveva idea di dove fosse in quella casa enorme.

<< I bicchieri adatti sono nella credenza in basso >> continuò lui come se niente fosse << Adesso vai. Sbrigati. >> continuò prima che Lituania avesse tempo di aprire bocca. << Hai capito vero? >> il suo sorriso era sempre più simile ad un ghigno.

<< Sbrigati >> scandì nuovamente, come se quella parola fosse particolarmente significativa.

Lituania, seppure incerto, venne spinto ad agire da quell’ordine velato di una minaccia che non comprendeva appieno, ancora sconvolto dagli avvenimenti di poche ore prima il suo cervello non riusciva a lavorare bene.

Ci mise un po’ a svestirsi, in una stanza vuota che trovò lungo il percorso nella sconosciuta dimora di Russia-san, perse ancora molti minuti a riuscire ad allacciarsi come si doveva quella divisa da cameriera, e poi neppure seppe quanto esattamente impiegò per trovare la cucina nel labirinto di stanze, curiosamente tiepide rispetto al clima esterno.

Quando riuscì a tornare nuovamente da Russia-san era passato molto, molto, molto tempo.

Russia parve non farci caso, e Lituania stava già tirando un sospiro di sollievo quando l’altro, finita di bere la Vodka, disse:

<< Non ti sei sbrigato come ti avevo detto >>

Il suo tono era tranquillo, controllato. Un brivido freddo corse lungo la schiena di Toris.

<< E per di più…questo non è il bicchiere giusto per servire la Vodka >>

Ivan si alzò dal divanetto sul quale aveva gustato la bevanda alcolica che più amava. Nell’algida mano destra, non più munita di guanto, stringeva una lunga frusta nera.

<< Ci sono molte cose che ti devo insegnare >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e Vodka (forse)- delle risposte alla recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un inatteso Feliks)----

 

 

 

 

 

Yusaki: Tu, mio caro adoratissimo amoroso cuccioletto, che ci fai qui?

Polonia: Sbaglio o colgo un lieve sentimento omicida nelle tue parole? Eh??

Yusaki: No, ti sbagli…non ho mai detto che mi sei antipatico. Nelle mie Fanfiction traspare forse che mi sei antipatico?

Polonia: Dalle fanfiction no, ma com’è che stavi ridendo molto sadicamente su una mia foto spezzettata brutalmente?

Yusaki *Con aria coraggiosa*: E va bene, lo ammetto, Polonia ecco io…non ti sopporto! V__V Ecco, l’ho detto!

Polonia: Ah! Almeno lo hai ammesso! Adesso posso tranquillamente ammazzarti di solletico!*__*

Yusaki: O__O Ma che idea ha questo figliolo della guerra?

Russia *annuendo con condiscendenza*: Si, l’ultima volta voleva portare in guerra i Pony.

Polonia: Ehy! Guarda che sono Pony super addestratissimi!!!!

Lituania: Emh, non stiamo perdendo un po’ troppo tempo? Ecco, dovremmo rispondere alle recensioni…

Polonia *Saltando per abbracciare Lituania* : Liet! *__*

Yusaki: Aspetta Russia-san, non lo ammazzare, ci penso io! *__*

Lituania: Polonia, ho come l’impressione che stai per essere fatto a fettine ^__^’’

Polonia: Ahi, tu, pazzoide, quella roba fa male! ç_ç

Yusaki: Certo che fa male, è la lama di un frullatore appena sradicato da casa tua! °__°

Polonia: IL MIO FRULLATORE!! T__T

Yusaki: Bene! Ora che ho avuto la mia vendetta su Polonia possiamo sederci e rispondere alle recensioni!^__^

Ma prima sentiamo se i nostri prodi hanno da commentare questo capitolo! Tu Polonia puoi farci il grosso favore di stare zitto, grazie! ^_^

Polonia: il mio frullatore…ç_ç

Yusaki: Per prima rispondiamo a Cry_chan! Ciao Cry_chan, siamo molto felici di vederti di nuovo qui! Non preoccuparti per Polonia, non lo maltratto sul serio (no, nel caso ti piacesse Polonia ecco, sappi che infondo gli voglio bene…ma tanto infondo…ma tanto tanto tanto…*nel frattempo sta cercando di infilare il frullatore in gola a Polonia* ). Oltre ai pasticcini e al the come vedi oggi abbiamo portato anche la Vodka!^_^ Così possiamo offrirtela!

Russia: Certo, ma è appena finita.

Yusaki: Ti avevo chiesto di lasciarne un po’ per i recensitori!!ç_ç

Russia: l’ha bevuta il Pony! ^__^

Yusaki:…stendiamo un velo pietoso sulla pietosa bugia…Come dicevo, sono contenta che tu ti sia commossa, perché significa che sono riuscita a trasmettere qualcosa!

Lituania: Anche tu, Cry_chan, vuoi la lemon? Ma sei sicura? Magari se vuoi della Gira quella posso offrirtela…ç_ç no?

Yusaki: Non abbiamo ancora capito qual è il problema per cui tu non vuoi concederci tale bello spettacolino.

Polonia *Sopravvissuto al frullatore maledetto*: Perché è vergine!

Yusaki *guardando stupitissima Russia*: COOSA? O__O

Russia *fischietta*: Polonia, a che epoca sei rimasto??

Lituania: Polonia, credo che tu ti sia perso qualche passaggio storico…

Yusaki: Ah, ecco, mi pareva…ma non preoccuparti, penseremo ad approfondire questo argomento nel capitolo in cui descriverò il tuo defloramento!

Polonia: Sai che questo angolo sta diventando più lungo della fanfiction?

Yusaki: ma io mi diverto a scrivere cose così…così…sceme!ç_ç

Polonia: e il marmocchio sarei io!

Yusaki: a proposito di intuizioni defloranti, Clasaru è stata veramente perspicace a capire che Lituania non stava del tutto male fra le calde e morbide braccia di Russia! Non ti è sfuggito questo particolare, complimenti! *__*

Polonia: Ma guarda, hai la stima di qualcuno! Tu! HAhaha!! Tu, marmocchietta!!! Ahahaha!!!

Yusaki: Lo vedi questo frullatore? Sai dove te lo faccio finire??

Russia: Clasaru grazie del sostegno, vedrai che…non vi deluderò per noi-sappiamo-cosa…*guarda avidamente Lituania, che improvvisamente suda freddo*

Yusaki: KawaiiSai! Che bello trovarti anche qui!^__^ Sono contenta che apprezzi anche questa mia nuova creazione…fra l’altro tu mi hai dato l’input con quella bellissima fanfiction su loro due! Conoscendoti anche tu sarai molto interessata alla deflorazione di Lituania, vero? Grazie dei complimenti!!

 

 

Continuate a recensire! Ci vediamo nel prossimo capitolo!!! …ancora Lituania non verrà deflorato però…fra l’altro, so che la fine di questo capitolo è fraintendibile ma…

Lituania: Cosa avete pensato?! Pervertite!!!! >///< La frusta non serve a…quello ecco!

Russia: In effetti ci potrei fare un pensierino…

Lituania: Russia-san! ç///ç

 

A prestooooo!!!

 

 

 

 

*Note a fine storia: Per chi non lo sapesse nel manga sul web si vede in un brevissimo Flash back Lituania frustato da Russia, e Lituania è vestito da cameriera…da qui ho preso spunto per questo capitolo. Povero Liet! Presto parleremo anche delle sue cicatrici…

 

 

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Capitolo 4
*** Silenziose gelosie ***


 

Compare la donna silenziosa!*_* Cioè, non io, non credo di essere particolarmente silenziosa e il colore dei miei capelli è il contrario del colore dei suoi…Di chi sto parlando? Fra poche righe lo saprete! Quindi vi lascio ancora una volta a quella che spero essere una buona lettura…Avverto che questo capitolo è abbastanza corto, ma supera di misura le 500 parole quindi non è una flashfiction. L’ho inserito sia per parlare di questo silenzioso personaggio che per una piccola, ulteriore, evoluzione dei sentimenti di Ivan (molto piccola, più che altro non sembra che stia descrivendo le torture che infligge a Toris-chan?). Girasoli! Neve! Fa caldo…

 

 

 

 

 

 

 

 

Era passato ben poco tempo dal suo stato di sottomissione quando la incontrò.

Quel giorno stava scegliendo, con gran cura, i bicchieri giusti con cui servire la vodka ad Ivan, quando si era sentito osservato.

Si era voltato velocemente, rischiando di lasciare andare il fragile cristallo che aveva tra le mani, ma era riuscito ad intravedere solo un rapido guizzo argenteo di lunghi capelli chiari.

Era rimasto perplesso e pensieroso per tutta la giornata, così soprappensiero da beccarsi più di una frustata; il mistero fu risolto quando, stanco per il lavoro svolto, tornò in cucina per quella che sperava essere l’ultima volta.

Lì, ad attenderlo, c’era una ragazza, molto bella e altrettanto impassibile, che lo scrutava con gli stessi occhi glaciali di Russia.

Bielorussia all’inizio non fu particolarmente cordiale con Lituania, sembrava quasi che le attenzioni che il fratello, Russia, dedicava a Toris le provocassero qualche remota gelosia. Ma dopo un po’ di tempo il suo atteggiamento cambiò, probabilmente si era sentita impietosita da quel bambino che ogni sera crollava sul pavimento della sala, esausto e ferito.

Così si può dire che fecero amicizia.

Lituania si scoprì molto felice di quella compagnia silenziosa; a volte si ritrovava a servire da bere a Russia-san e alla sorella che conversavano piacevolmente seduti, e quelle volte l’atmosfera si avvicinava molto a qualcosa di caldo e familiare.

 

Russia odiava Polonia.

Ci stava pensando proprio in quel momento, mentre si soffermava distrattamente sulla figura minuta di Toris che metteva in ordine una pila di fogli sul tavolo.

Quel giorno erano nella sala più piccola dell’immensa dimora. Era un posto un po’ più intimo, più adatto ad accogliere amici che ad un incontro formale per dichiararsi guerra; Ivan la usava principalmente quando si ritirava a leggere qualche noioso documento (che spesso finiva spezzettato con noncuranza) oppure a bere in pace qualche bicchiere di Vodka.

Quel giorno insieme a lui c’era la sorella più piccola, Natasha, dalla pelle così bianca e dai capelli luccicanti d’argento, come sempre restia ad aprir bocca.

Russia aveva conversato cordialmente con lei, come al solito, aspettando che Bielorussia rispondesse e poi riprendendo a discorrere di cose abbastanza futili.

Gli argomenti futili si erano fatti sempre più futili e insignificanti tanto che anche lei si era accorta che qualcosa non andava, ma quando lanciò al fratello uno sguardo interrogativo questo si limitò a rispondergli facendosi sorgere sul viso un lento sorriso rassicurante.

A quel punto Bielorussia si volse vero Toris, che aveva appena finito di sistemare tutte le carte.

<< Posso fare altro, Russia-san? >> domandò Lituania, in diligente attesa di ordini.

Russia si accorse che il più piccolo era un po’ più pallido del solito, forse aveva uno dei suoi frequenti mal di stomaco.

<< Portaci della Vodka…alla pesca >> soggiunse ricordandosi delle preferenze della sorellina << Poi puoi andare a riposarti >>

Era decisamente pallido. Quando tornò da loro Russia si sorprese a chiedersi se non fosse per colpa sua e per le frustate insolitamente violente di quelle mattina.

Rivolse un altro sorriso e un cenno a Bielorussia, invitandola a bere. Natasha accettò il bicchiere che Lituania le stava offrendo, e Lituania sorrise leggermente, arrossendo un po’ e lisciandosi la divisa da cameriera, che forse lo metteva in imbarazzo.

Bielorussia non sorrise, sarebbe stato eccessivamente inusuale da parte sua, ma al fratello non sfuggì la scintilla di intesa passata nei suoi occhi, una tenerezza segreta rivolta al piccolo Toris, che gli aveva appena salutati per poi ritirarsi nelle sue stanze.

Russia lasciò che lei bevesse, nel silenzio della stanza loro sembravano essere ancora più simili e cupi.

Russia odiava Polonia, perché sapeva che Lituania gli voleva bene.

Lituania doveva essere solo suo, solo lui poteva imporgli la sua obbedienza, solo lui poteva umiliarlo, o vederlo timidamente sottomesso. Lituania non doveva appartenere a nessun altro.

Tuttavia sentiva che Bielorussia non era un pericolo, nei suoi silenzi Ivan riusciva a capirla, e sentiva che mai avrebbe fatto qualcosa a Toris.

Quello di Bielorussia sembrava solo un vago interesse…forse suscitato dal fatto che lo stesso Ivan aveva interesse nei confronti di Lituania. Magari avevano gusti simili.

Dopotutto erano fratelli. Quindi, alla fine, non c’era nessun bisogno di odiare anche lei…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e Vodka (Tenuta sotto chiave)- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natasha)----

 

 

Yusaki: Bene, oggi abbiamo una persona in più! Il mondo si ingrandisce…insomma, come va Bielo-chan?

Bielorussia: …

Yusaki: Ti va di rispondere a qualche recensione?

Bielorussia: …

Yusaki: Non senti come le nostre recensitici gioiscono per il vestito di Lituania-chan?

Bielorussia: …

Yusaki: …emh…

Polonia: Forse è morta, ma noi non lo sappiamo. È così pallida!

Yusaki: Ti prego Pollonia risparmiaci le tue considerazioni.

Polonia: Ehy! Ma se eri d’accordo come quando dicevamo che la gonna della divisa da cameriera di Liet andrebbe accorciata ancora un po’!!

Lituania: COSA?! MA è Già CORTISSIMA!!!!

Polonia: Com’è che Yume Azuka dice che aggiorni velocemente?

Yusaki: Perché questa fanfiction sta andando insolitamente veloce per i miei standard, Yume Azuka ha perfettamente ragione! XD Mi diverto troppo a scrivere di Lituania-chan e Russia-san! *__*

Lituania: Io vestito da cameriera sarei uno spettacolo per gli occhi e una gioia per il cuore?...che cosa bella da dire!!! *///* Io…sono contento!! Ti ringrazio!!

Russia: Mmh, Lituania sei così felice che mi viene voglia di…

Tutti: O__O Di?

Yusaki: No, dai, ora uscirà con qualcosa tipo che ha voglia di scattargli una foto…

Russia: No, è proprio come pensate voi, mi viene voglia di frustarlo e…

Yusaki: OK ABBIAMO CAPITO!!!

Russia: Bene, allora mentre voi fate i pudici io rispondo a Cry_chan…Cry_chan, sei proprio sicura che vuoi che metta giù la frusta? Dopotutto le fruste si possono usare per molti scopi…ehehe…non ti fa gola un Lituania sottomesso, indifeso, intrappolato contro una parete mentre io…

Lituania: RUSSIA-SAN!!!! O///O

Russia:…le fruste sono così utili!

Polonia: Ma io sto antipatico a tutti? Eppure sono così biondo, così carino, così----

Yusaki *sussurrando*: così pollo.

Polonia: Ti ho sentito!!è__é’’ E comunque Clasaru ha detto che gli piace il fatto che mi vesta da femmina!*_*

Yusaki: ma poi ha anche precisato che tu sei il rompiballe terzo incomodo fra Russia e Lituania!è_é

Polonia *Saltando addosso a Lituania*: infatti io voglio bene a Liet! *__*

Lituania: Emh, Polonia ci sono Yusaki, Clasaru e Cry_chan armate di frullatori…

Polonia: ARGH! Ferme!! QUEI FRULLATORI FANNO MALE!!ç__ç

Russia *Con aria sadicamente allegra*: Sei tu che te le cerchi!^_^

Yusaki: Comunque, Clasaru, anche io credo che la frusta sia spaventi che invogli Lituania…Aspetta Lituania-chan prima che tu ribatta rispondiamo a NekoRika! Una nuova recensitrice! *__* Ciao, mi fa molto piacere che tu ti sia fermata a recensire, se per caso volessi unirti a noi nell’aggressione di Polonia dillo pure, altrimenti, se per caso dovessi amare Polonia, fa finta che non ti abbia proposto niente!^__^’’’ Spero che l’aggiornamento sia stato abbastanza veloce anche se questo capitolo è un po’ breve.

Lituania: Sembra che questa divisa da cameriera catturi l’attenzione di tutti.

Russia: Assolutamente si.

Yusaki: E per la gioia delle lettrici annuncio due cose: Finalmente potrete usufruire della promessa vodka che ho ottenuto da Russia in cambio della promessa che presto arriverà la parte deflorante della fanfiction. Nel prossimo capitolo le cose su questo affascinante fronte si fanno più interessanti, e questa era la seconda notiziola! ^__^ Quindi diamoci dentro con gli alcolici!!!! Salutiamo tutti! Bielorussia saluta!

Bielorussia: …

Yusaki: …

Devo dire che mi stavo preoccupando per la salute di Bielorussia, ha una fratello abbastanza facile a sentimenti negativi! Beh, recensite e al prossimo capitolo!!!!!

 

 

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Capitolo 5
*** Un fiore che sboccia ***


 

Questa non sarà decisamente una Flashfic! ^__^ Un buon profumo di fiori…Speriamo che Liet-chan non si faccia troppo male.

Via auguro una buona lettura, e vi avviso che probabilmente dal prossimo capitolo il raiting passerà all’arancione. Fatemi indovinare, siete contente! Bene, anche io, la neve diventa calda, i girasoli prosperano e danzano…Buona lettura!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La mano chiusa di Russia si alzò in un gesto che conosceva bene, Lituania si voltò dall’altra parte, dando la schiena, quando sentì il sibilo nell’aria e lo schiocco che preannunciò il dolore una frazione di secondo prima che questo si sprigionasse lungo tutto il suo corpo. Di nuovo il sibilo, e ancora una volta e un’altra, quando Lituania sentì gli occhi riempirsi di lacrime e piccole urla di dolore, soffocate quanto più riusciva.

All’ennesimo colpo il suono cambiò e divenne quello secco e sinistro della pelle lacerata. Fece in tempo a percepire il vestito appiccicarglisi addosso per il sangue prima che la frusta si abbattesse nuovamente su di lui, implacabile e violenta.

Quando nella femminile divisa da cameriera apparve un ampio squarcio sulla schiena la frusta terminò finalmente la sua opera e Lituania, tremante, sentì i passi di Russia allontanarsi.

Con un sospiro e un brivido Toris rimase piegato su se stesso, le ginocchia doloranti e sbucciate per il duro contatto col pavimento, rimandando il momento spiacevole in cui avrebbe dovuto alzarsi e farsi carico di tutto il dolore accumulato. Tremando di più si decise a fare leva sulle gambe formicolanti e si alzò; per poco non ricadde quando una fitta violenta gli avvampò lungo tutta la schiena offesa, facendolo barcollare. Riuscì a rimanere in piedi, stringendo saldamente il panno con cui aveva cercato di riparare il danno che aveva combinato (aveva versato l’acqua di un vaso su un mobile), si asciugò le lacrime e ricominciò ad asciugare la superficie in legno.

Era cambiato, Lituania. Era diventato più alto, più flessuoso, il viso affusolato e aggraziato impreziosito da quegli splendidi ed innocenti occhi zaffiro; si muoveva agile per la casa, leggero come una giovinetta e altrettanto bello in quella divisa che avevano dovuto comprare con una taglia diversa. Non era più un bambino, aveva perso i tipici tratti goffi dei fanciulli, eppure non era diventato poi così mascolino, anzi le calze nivee di pizzo sembravano donare ancora di più alle sue gambe lunghe e snelle, visibili attraverso gli svolazzi della gonna nera.

Le sue mani delicate dovettero compiere solo altri pochi sforzi, come strizzare in un lavandino il panno bagnato, ripiegarlo, sistemarlo e finalmente almeno una mansione era finita.

Quella sarebbe stata un’altra lunga giornata, piena di sforzi a cui si era abituato ma che gli risultavano comunque faticosi. La casa di Russia era immensa, c’era sempre da pulire, ovunque, e da cucinare, cosa gli dava una certa soddisfazione: chiunque, anche gli ospiti stranieri, gli facevano i compimenti per i suoi piatti. La mattina comunque era sempre densa, qualche volta si riposava quando Bielorussia veniva a trovare il fratello e a lui era consentito rimanere insieme a loro.

Avevano anche una serra, che Ivan amava molto e che pretendeva curata al massimo. Toris trovava quel posto un luogo dove rilassarsi un po’. C’era silenzio fra le piante, c’era caldo, a volte troppo rispetto alla neve incessante che macchiava di bianco il viale; Lituania, tuttavia, si rendeva perfettamente conto che a lui sembrava caldo in quell’ambiente chiuso in pannelli opachi, ma che in realtà le piante soffrivano molto il gelo, che dunque solo a lui sembrava piacevole quel clima, in quanto vi si era abituato…così ogni volta che sbocciava un fiore era una piccola gioia imprevista, e Toris correva a riferirlo ad Ivan.

 

 

Lituania sostò incerto sulla soglia della saletta interna, quella più piccola dove Russia riceveva sempre Bielorussia. Russia sembrò cogliere il lieve moto di incredulità nello sguardo dell’altro.

<< Russia-san, è sicuro di non volere della Vodka? >> mormorò Toris, quasi in imbarazzo.

<< Sono sicuro. Per oggi puoi andare. >> lo congedò gentilmente, nella voce nascosta una nota che gli diceva che se non si fosse tolto di torno in fretta si sarebbe beccato altre frustate. Così Lituania si inchinò a Russia, reprimendo una smorfia per il dolore alla schiena, fece un passo indietro e chiuse le porte dietro di se, pieno di stupore.

Russia-san non aveva bevuto Vodka quel giorno.

Ci rimuginò fino a che non fu arrivato in camera. Era un rito bere della Vodka la sera, qualcosa che Russia-san sembrava ritenere molto importante, e poi era risaputo il suo amore per quell’alcolico. Da quando era arrivato non c’era stata una sola sera in cui Russia-san aveva rinunciato al suo bicchiere serale.

Con un leggero mugolio staccò il vestito sporco di sangue dalla pelle, riaprendo probabilmente qualche ferita nonostante l’attenzione messa nella delicata operazione.

Tremò per un attimo quando fu nudo, dallo specchio vide se stesso, pallido e magro, ricambiare uno sguardo pensoso.

Cercò di distogliere la sua attenzione da quelle stranezze. Voleva riposarsi, visto che quella era la parte della giornata che più amava.

Con un sorriso si diresse nel bagno, il suo bagno personale, attinente alla camera, e aprì la manovella argentata dell’acqua calda. Quando vi si immerse per un attimo gli sembrò che la schiena gli andasse a fuoco: ogni taglio bruciò come se l’acqua fosse stata un veleno mortale, fu percorso da uno spasmo involontario e fu costretto a mordersi il labbro per non gridare.

Il dolore scemò pian piano lasciandolo un po’ più sfinito ma anche un po’ più calmo; si accorse del sapore ferroso nella bocca e, con una risatina nervosa, passò la lingua sul taglio che si era procurato per errore sul labbro.

Mentre i vapori si alzavano ed invadevano la stanza Toris si lasciò andare, scivolando più giù sulla superficie liscia, immacolata, beandosi della sensazione di pace tanto intensa che per un attimo desiderò addormentarsi, scivolare lontano dal dolore e dalle fatiche del giorno, dimenticandoli…

Proprio il pensiero del dolore fece tornare alla sua mente Russia-san.

Russia-san…era stato un po’ strano nelle ultime settimane; la schiena di Lituania si era accorta con somma disperazione di quanto le frustate erano divenute più violente, e ancora più frequenti. Veniva punito praticamente per tutto, sembrava quasi che vederlo soffrire fosse diventata un’altra consuetudine giornaliera. Certo, Russia-san sembrava divertirsi da sempre a colpirlo in quel modo, ma da un po’ quegl’occhi avevano cominciato a guardarlo in modo strano, diverso, Lituania li sentiva come cercare di trafiggergli il corpo; in concomitanza di quegli sguardi la frusta veniva usata sempre più spesso.

Da quando era cominciato tutto quello? Da quando Russia-san sembrava voler divorarlo con lo sguardo? La sensazione era così simile all’essere mangiato da farlo rabbrividire.

Lituania si rannicchiò dentro la vasca, l’acqua stava diventando fredda e lui si sentiva un po’ abbandonato. Russia-san era incomprensibile e gentile, gli aveva donato una delle stanze più confortevoli, un piccolo, morbido, paradiso provvisto di un grande lettone caldo e un bagno candido, confortevole in ogni modo possibile. Eppure lo frustava, eppure era spesso…crudele…e se quelle frustate servivano a qualcosa, ecco, era qualcosa che lui non capiva!

Immerso così nei suoi pensieri non si rivestì come al solito nel bagno, il pigiama troppo grande giacque dimenticato sul bordo di una sedia, ad impregnarsi d’umido. Avvolse intorno ai fianchi un asciugamano color crema, soffice e profumato come in quel momento lo era la sua pelle.

Distratto, troppo distratto dalla sua stessa mente, tornò nell’altra stanza, vicino al letto, davanti al grande e raffinato specchio e frugò nel cassetto in cerca di una crema da spandere sulla pelle.

Non sentì la porta aprirsi.

Non vide Ivan sulla soglia guardare orripilato la pelle nuda della sua schiena.

Non lo sentì entrare.

Capì che c’era qualcuno quando si sentì imprigionare in un abbraccio, allora alzò il viso, di scatto, terrorizzato nello scorgere nel riflesso dello specchio i morbidi capelli argentei di Russia-san.

<< R-Russia-san! >> esclamò Toris, agitato, cercando invano di voltarsi verso di lui.

Ivan aveva il volto nascosto nei suoi capelli bruni, incurante del disagio di Toris nel trovarsi seminudo, abbracciato a lui. Tremava, quel corpo grande e forte contro il suo, sembrava sconvolto.

<< Russia-san… >> ripetè piano, rilassandosi dopo un po’ in quella stretta, chiamandolo in un sussurro. A quella voce dolce Ivan parve stringerlo più forte a se, prendendo un respiro caldo.

<< Scusami >>

Lituania spalancò gli occhi a quella parola.

<< Non ti frusterò mai più >>, continuò lui.<< Sei un fiore troppo bello per subire queste ferite. >>

Russia piangeva, e le sue mani accarezzavano la schiena scoperta di Toris, toccando i contorni di quelle ferite ancora fresche con una delicatezza incredibile.

Le sue mani erano nude, e Toris sentiva volute di calore avvolgerlo man mano che spostavano il loro tocco gelido lungo il suo corpo. Il più piccolo chiuse gli occhi, la voce non riusciva più a raggiungere le sue labbra, bloccata in gola da qualche strano, avvampante, sentimento.

Non avrebbe voluto che Russia-san vedesse quelle ferite, lo sapeva, infondo al cuore, che avrebbe sofferto; quel dolore faceva male anche a Lituania, ma qualcosa di più dolce si stava insinuando in entrambi, distruggendo ogni piaga fisica.

<<Sei un fiore bellissimo…>> disse Ivan baciando la sua schiena, sporcandosi la bocca di sangue.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natasha)----

 

 

Yusaki: Ebbene, orsù, dunque, quindi…

Polonia: Muoviti!!!

Yusaki: Caro Pollonia! Non hai fiutato le novità di questo capitolo?

Polonia: ò_ò novità?

Yusaki: Ma certo mio pollissimo amico (?!), Russia-san sta finalmente per cogliere il fiore della giovinezza di Lituania!!! *__*

Russia: In questo caso è decisamente appropriato parlare di fiori ^__^

Yusaki: Vero? Lo pensavo anche io!

Lituania: emh, potremo evitare di esprimersi da subito su questo imbarazzante argomento?

Russia: Lituania non c’è niente di imbarazzante *sorride* dopotutto ti ho solo immobilizzato fra il mio corpo e il letto e…

Yusaki: SI OK LITUANIA HA RAGIONE, lo spiego nel prossimo capitolo non è necessario parlarne ora!!! Sai com’è, il raiting di questa fanfiction  è ancora solamente giallo!

Russia: Per ora…

Lituania: *trema*

Yusaki: Chi è la prima di oggi? Cry_chan!! Ciao Cry_chan, felicissima di ritrovarti e ancora più contenta di sapere che hai trovato interessante il capitolo…

Russia: Credevo fosse ovvio che mi preoccupo per Lituania…

Yusaki: …in modo astruso e ambiguo!ò__ò

Russia: In effetti è vero.

Lituania: Grazie di esserti preoccupata per me Cry_chan, di solito le persone che si preoccupano per me sono anche quelle che mi frustano a sangue ma per fortuna tu sei un’eccezione! ^__^

Yusaki: O_O Beh, infatti non penso voglia frustarti a sangue…al massimo frustiamo Polonia ecco! Per fargli male ovviamente, non per altri scopi.

Russia: Non toglietemi l’Hobby, ci penso io a disgregare Polonia. E se non ti spiace rispondo io a Clasaru

Lituania: in verità credo che voglia rispondere Bielorussia-chan.

Bielorussia: ……………

Yusaki: Molto illuminante Bielorussia, siamo d’accordo con te *non ha idea di cosa l’altra abbia detto*. Emh, Clasaru, effettivamente sono abbastanza d’accordo con te sul fatto che Bielorussia avrebbe dovuto essere un po’ più cattiva con Liet-chan, ma siccome era nel capitolo giusto di passaggio, e siccome non volevo parlare troppo approfonditamente di lei (in quanto non uno dei “protagonisti” se così vogliamo dire) non mi sono messa a scavare nella sua psicologia e ho abbreviato i tempi facendola subito passare dalla fase “sospettosa” a quella comprensiva…ma le sue entrate in scena non sono finite! Quindi spero avrò il tempo di rifarmi. Bielo-chan mi affascina molto dopotutto, è così carina!

Bielorussia: …

Yusaki: ed è anche molto silenziosa, quindi non rompe le scatole come un certo tizio di nostra conoscenza.

Polonia: Mi fischiano le orecchie.

Yusaki: chissà perché…mhuahahaOoops, starò davvero subendo l’influenza di Russia-san come dice Clasaru?! In effetti ho lasciato anche questo capitolo sul più bello!!!

Russia: Che brava, stai imparando il mio metodo ^__^

Yusaki: ^__^’’’ Non lo faccio apposta, davvero.

Polonia: NekoRika non mi odia! Grazie NekoRika!! *_*

Yusaki: Ma nemmeno ti ama, ha detto che non ti ha inquadrato! V_V

Polonia: La neutralità è già qualcosa, niente guerre! Ma se ci fosse una guerra schiererei i miei Pony! *__* All’attaccoooo!!!

Yusaki: ò_ò Si, va bene…Riprendendo, NekoRika, come hai giustamente notato non c’è ancora stata quella che in termini di stati si dice…

Russia: Dominio di un territorio, invasione, penetrazione delle mura difensive di…

Lituania: *avvampando* RUSSIA-SAN!!!!!!

Yusaki: Credo che se continuano così dovrò decisamente alzare il raiting!

Polonia: Non sembri dispiaciuta.

Yusaki: Perché non lo sono! ^__^ NekoRika grazie ancora per la recensione!! E KawaiiSai sembra intenzionata a comprare un frullatore!!

Polonia: Per fare cosa?

Yusaki: Sei proprio pollo piccoletto.

Polonia:…AH! MI VUOLE UCCIDERE?!

Yusaki: Ti ringrazio dei complimenti, anche io sono più interessata alla frusta di Russia-san, e in questo capitolo difatti ha avuto ampio spazio *ç*

Lituania: Sembra che Eagle fire si sia da poco appassionata alla serie, e Russia-san è il suo personaggio preferito.

Russia: *sorrisone* Grazie Eagle fire, anche la fanfiction che hai scritto tu sul 1917 era molto bella, Yusaki non è riuscita a farti una recensione decente perché si è emozionata molto a leggerla.

Yusaki: Grazie dei complimenti e delle recensione! ^///^ Quello che ha detto Russia-san è vero…era così bella, soprattutto il finale!

Polonia: Ehy! Ascoltate, Malukuku mi minaccia!

Yusaki: Ha solo detto che non è tua alleata! E le dobbiamo offrire delle buonissima Vodka con tanto ghiaccio.

Lituania: Non preoccuparti Malukuku, anche io piango se bevo molto, e ho dei farmaci contro le sbronze!

Yusaki: Ringrazio anche te per la recensione, sei molto gentile, e ti ringrazia anche Bielorussia! Su Bielo-chan, ringrazia. ^__^

Bielorussia: …

Yusaki: …

Polonia: BakaMocchi aspetta una Lemon…Perché aspetta del limone? Esiste la vodka al limone?!

Russia: Non è quello che intendeva lei.

Polonia: Ah, e cosa intendeva??

Russia: Mmh, diciamo…questo…*si avvicina a Lituania*

Lituania: AAAH! No Russia-san aspetti non qui!!! ç///ç

Yusaki: Bene, vedo il raiting virare inesorabilmente verso lidi molto più arancio-rossi…che dire…fantastico! XD BakaMocchi grazie mille per esserti fermata a recensire! ^__^ E per quanto riguarda Liet-chan versione cameriera…è assolutamente e “ukeosamente” adorabilissimo!!!!

 

Yusaki: Anche oggi non siamo riusciti a tirare fuori una parola a Bielorussia, e Polonia sta facendosi illustrare cos’è una Lemon, e mi va bene a patto che non si metta in testa di attuarla con Lituania-chan, nel caso difenderemo Liet con i frullatori in nostro possesso…Ma che dico?! Non è di questo che dovevo parlare!!!!

Questo capitolo si chiude così, con un Russia-san con le labbra fascinosamente macchiate di sangue, e possiamo scommettere che si farà perdonare a Lituania tutte quelle frustate. In un certo senso questa situazione rispecchia un crollo emotivo, uno di quelli che Russia-san ha avuto anche durante quella sanguinaria data storica russa che tutti conosciamo…un Russia che fa male, ma in un certo senso non si rende veramente conto di quanto fino a quando tutto non sembra essere quasi perduto. Il nostro Russia ha tanto bisogno d’affetto! *_* Prima di lasciarvi faccio pubblicità ad una fanfiction che è una specie di raccolta con un filo logico, composta da drabble, in cui si parla dei Supercontinenti (Pangea, ad esempio. A cui ho dato voce ecco XD) nei primi due capitoli, e poi di come nascono tutti gli altri…ci saranno Francia, America, Inghilterra, Germania, Italia e naturalmente Russia e Lituania, tutti versione bambini. E se state per chiederlo si, è Yaoi…leggera visto che solo alla fine saranno grandi, ma Yaoi, non poi così impegnativa.

Polonia: Finito di farti pubblicità?

Yusaki: Tu finito la lezione sulle Lemon? Non ti azzardare a toccare Lituania-chan eh!!! Recensite, e alla prossima che spero sarà presto!!! Un saluto a tutti quanti!!!

  

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Capitolo 6
*** Conquistata ***


 

La fanfiction riprende, con una nuova veste arancione e non sto parlando del vestito da cameriera di Liet che è nero e bianco! Altrimenti sembrerebbe un mandarino o un’arancia. Prima di lasciarvi al capitolo volevo scusarmi per il ritardo accumulato nello scrivere questo capitolo, un po’ difficoltoso perché ho pensato “Russia e Lituania non sono mica Francia, come faccio a sapere come si comportano in certe situazioni?”, alla fine mi sono lasciata guidare dall’amore per i personaggi, e ho lasciato fare a loro. Spero che il capitolo vi piaccia! Un’ultima cosa, vorrei ringraziare in particolar modo cry_chan che mi ha mandato una mail preoccupata per la fanfiction…mi hai aiutato a sbloccarmi! Ti ringrazio! E adesso prosegue (finalmente, direte) questo ballo nelle neve e nei girasoli. Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quel corpo era morbido, caldissimo, quasi scottante dopo un bagno forse troppo prolungato. Sussultava cedevolmente ai suoi tocchi, riempiendosi di brividi che sfociavano in respiri spezzati dalla bocca di Lituania.

Russia sentì le sue stesse mani farsi più frenetiche e possessive, il bisogno irrefrenabile di avvicinare di più quel corpo al suo che si acuiva e diventava insopportabile; la sua lingua leccò le ferite, strappando al più piccolo un gemito di dolore che fece fermare Russia.

Lituania era giovane, inesperto, puro come l’acqua cristallina che versava tutti i giorni sui suoi fiori; Non aveva esperienze, quando Russia lo aveva accolto in casa, con la forza, era ancora un bambino. Era vissuto nei prati, raccogliendo ortaggi e giocando con Polonia in rincorse che, per entrambi, non avevano niente di malizioso.

Le dita di Russia strapparono via l’asciugamano con un impeto che fece ammutolire Lituania, e in quegli istanti di silenzio Ivan trasportò fra le braccia il suo peso di piume fino a depositarlo sulle coperte rosse e crema dove la figura del piccolo si adagiò scompostamente, le membra pallide tese e frementi il cui desiderio pareva riflettersi negli occhi lucidi.

Era nudo, nudo davanti a lui. Era suo, era suo.

 

Lituania si sentì adagiare sul letto, tornando a guardare Russia lo scoprì troneggiare su di lui, i suoi occhi parevano fiammeggiare nell’esplorare il suo corpo privo di vestiti e difese. Gli sembrava ancora di essere mangiato, sempre di più ad ogni momento in cui le iridi chiare rompevano ogni inibizione e da sole riuscivano a far reagire il suo corpo.

Toris sentì un gemito sommesso lasciare la sua stessa bocca, e chiuse gli occhi per l’imbarazzo di sapere che Russia lo stava guardando in quel modo, con quel tipo di desiderio che lui, Lituania, stava sperimentando per la prima volta. Quelle mani fredde e prive di guanti lo stavano accarezzando quasi con riverenza passando delicatamente sul suo torace.

La pelle bianca di Lituania era come la neve, che si scioglieva sotto il tocco umano come lui sentiva sciogliersi allo sfiorare dei polpastrelli del più grande.

Tremando si aggrappò ai vestiti di Russia, strattonandoli con meno forza di quella che avrebbe voluto, cercando di sentire di nuovo il calore insolito ma così confortante, così erotico, del corpo di Russia. Ivan guidò le sue mani e lentamente i bottoni della giacca furono slacciati, mentre la sciarpa cadeva sfiorando i fianchi morbidi di Lituania come una nuova carezza.

<< Lituania… >>

Sentendo il suo nome Lituania aprì gli occhi in tempo per vedere le labbra di Ivan che si posavano sul suo polso, una mano intrappolata nella sua, intento nel suo baciare quel tratto sensibile e ora arrossato. Gli sembrò che il cuore volesse correre via, lontano da lui, protendendosi invece verso la visione del fisico forte di Russia, quasi sempre celato da strati e strati di vestiti; Russia: imponente, con la pelle levigata e intoccata dal sole, il suo padrone verso il quale aveva custodito un sentimento nascosto quanto crescente.

E come aveva sempre fatto Russia lo dominava, lo stava sottomettendo senza aver bisogno di alcuna frusta.

Nella sua mente piena d’adrenalina si fece strada un senso di pericolo mentre, come da un’enorme distanza, i suoi sensi riemergevano nel sentire le dita di Russia che risalivano solleticando le sue gambe, su fino a sfiorare…

Lituania cacciò un gemito quando Russia premette con l’indice sulla sua apertura, stringendosi al contempo di più a lui che pareva essere sempre così lontano, troppo lontano, e il piccolo aveva paura come la prima volta che l’altro aveva schioccato la frusta contro di lui, quel suono orribile della carne lacerata che rimbombava nella sua testa da quando, solo e perso, aveva sperimentato il dolore insopportabile di essere colpito con gratuita violenza.

Voleva averlo vicino, per una volta, solo per quella volta voleva vedere il suo sguardo non crudelmente divertito dal dolore che provava.

Forse Ivan sentì che il piccolo in sua balia aveva bisogno di rassicurazioni. O forse era lo stesso Ivan ad averne bisogno.

Forse semplicemente desideravano entrambi che quel dolore fosse diverso dal solito dolore.

Russia si chinò su di lui e Lituania sentì quelle labbra premere contro le sue mentre il primo dito, lento e dolce, lo violava.

Quel bacio sconvolse Lituania facendogli dimenticare ogni cosa, ogni suono si era spento nella stanza, dal fruscio delle coperte al respiro di Russia; era come essere al centro di un paesaggio innevato, privo di ogni cosa eccetto il bianco abbacinante delle neve e la sua pura assenza di impronte, di suoni, sensazione che ricordava di una volta in cui si era perso e Russia l’aveva ritrovato.

Era come quella volta, felice di averlo ritrovato, e sentiva solo la dolcezza, infinita, impensabile, pura, della lingua calda di Russia che accarezzava le sue labbra, la sua bocca, un profumo di Vodka.

Sembrò, a Toris, di essere sopravvissuto ai mille soprusi di quella infinita casa solo per poter provare l’amore di quel momento.

Russia fu dentro di lui prima ancora che se ne accorgesse o che provasse a pensare al dolore che fu taciuto nei mille baci che Ivan gli stava regalando, senza fargli riprendere fiato.

Continuarono a baciarsi, fino a che Lituania sentì una fiamma ardente divorarlo seguita da un senso di completezza che placò quello stesso fuoco, e smise di pensare.

 

Russia stava dimenticando di essere una nazione fatta di ghiaccio e neve, da lungo tempo non dava calore a nessuno e non sapeva di essere capace di fare qualcosa di simile. Un tempo, forse, così lontano da essere solo nebbia, avrebbe saputo cosa fare, come muovere le mani o la bocca in modo da non provocare dolore a chi lo circondava. Un tempo viveva in un posto caldo, con distese di fiori.

Le ferite dietro la schiena di Lituania si erano riaperte, Russia vedeva il sangue macchiare le lenzuola, nascondendosi nei ricami rossi ma lasciando comunque tracce visibili del suo passaggio nei tratti chiari del letto. Come il sangue di una vergine, pensò Ivan.

Il piccolo però non sembrava essersi accorto né del sangue né del dolore. Era completamente assorto nel bacio, con gli occhi chiusi e le guance completamente rosse, mugolava qualcosa ad ogni spinta particolarmente forte dell’altro.

Se fosse stato chiunque altro a concedersi in quel modo a lui avrebbe pensato che forse lo faceva per spirito di sottomissione, come nazione e non come persona, ma non Lituania che non sapeva mentire, che ogni qual volta tentava di dire una bugia si faceva venire mal di stomaco.

Russia sapeva che le persone come se stesso sapevano mentire, Russia quando si rifletteva allo specchio e vedeva il suo riflesso che sorrideva pensava che quanti erano come lui mentivano ad ogni espressione felice. Lituania no, quello sguardo lucido, quelle mani tremanti, quelle labbra che cercavano disperatamente le sue non avevano traccia di menzogna.

Quasi si commuoveva per quel corpo, una voglia cattiva di spezzarlo, era così fragile, si impossessò per qualche istante di lui; la stessa sensazione perversa che lo assaliva quando lo frustava e vedeva il vestito farsi a brandelli rivelando la morbida carne sottostante.

Involontariamente strinse di più Toris mentre, sorprendendo se stesso, una stretta allo stomaco lo assaliva.

In verità, una parte di quel bambino che guardava dalla finestra i girasoli rivolti al sole era sopravvissuta in Ivan, ed era quella parte che contemplava il ricordo doloroso della schiena martoriata di Lituania. Voleva tutto di Toris, ogni petalo del suo essere: il corpo, il cuore, l’anima, per ottenerli non poteva fargli male, non eccessivamente. La piccola nazione era diventata la sua ossessione, e non se ne sarebbe mai stancato.

Improvvisamente Toris parve tendersi e sussultare, il volto ulteriormente arrossato per il piacere frenetico che l’aveva investito.

Meraviglioso.

Poco prima di raggiungere quello stesso piacere che aveva travolto il più piccolo Ivan gli sussurrò, con voce roca e suadente: << Adesso Lituania fa completamente parte di Russia >>.

Quando furono tutti e due stanchi l’uno accanto all’altro Ivan lo abbraccio e gli accarezzò i capelli in un gesto insolito e sonnolento.

<< Domani puoi riposarti >> disse Russia, con un mezzo sorriso.

<< Ma la casa…c’è da pulire…e poi la serra… >> obbiettò Lituania, riemergendo parzialmente dal sonno che lo stava avviluppando.

<< La casa per un giorno non crollerà >> concluse Russia, con tono definitivo << Domani stai con me >>

Siccome quel tono gli ricordava un gentile e gelido ordine, come quelli che riceveva di solito, Toris annuì automaticamente, in silenzio, cercando di memorizzare il calore che Ivan gli trasmetteva scacciando il freddo che invece stava già tornando a caratterizzare quella voce così diversa fino a poco prima.

A parte la frusta, sarebbe davvero cambiato qualcosa?

 

 

La giornata si era fatta tiepida e piacevole mentre Bielorussia risaliva il vialetto. Aveva trovato dei fiori, tanti fiori, nel giardino della sua casa ed erano così belli e colorati che ne aveva impulsivamente colti alcuni per farne un mazzo da portare al fratello.

Quando però arrivò alla porta della grande casa di Russia si fermò, esitando, come colta da un presentimento. C’era qualcosa di strano, diverso dal solito. Un po’ titubante entrò.

L’ingresso era tranquillo, così come il salone. Regnava un silenzio totale ricco di calma, quasi sonnolento.

Eppure, nonostante questo, la ragazza si sentiva inquieta.

I vasi erano quasi vuoti d’acqua, notò, come se quella mattina nessuno si fosse prodigato a rimetterla; sul tavolo era stata abbandonata una bottiglia di vodka, non ancora riposta.

Procedette per il corridoio, senza trovare il fratello, fino a che giunse in prossimità di una delle camere da letto della casa.

Lì lo sentì.

Permeava la stanza, espandendosi leggero e quasi impercettibile nel corridoio dove sostava; era l’odore, quell’odore, il profumo della passione e del desiderio non del tutto mascherato dai fiori freschi che trasportava tra le braccia.

Natasha non aspettò di vedere le guance arrossate di Toris, o il sorriso probabilmente appagato di Ivan, voltò le spalle alla porta, ripercorse a ritroso la strada fatta, il salone e poi l’ingresso. Non si voltò a guardare quella casa e scappò, silenziosa come sempre, lungo il vialetto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante -e forse un po’ sconvolta- Natasha)----

Yusaki: Ecco, cara Bielo-chan, e questa sarebbe la storia delle api e dei fiori!!

Bielorussia: …

Yusaki: Prima o poi qualcuno doveva raccontartela.

Bielorussia: …

Polonia: Un conto è raccontarla, un conto è vederla messa in pratica dal fratello e da Liet!!!!

Yusaki: Sei sconvolto anche tu Pollonia?!

Polonia: Beh, no! Perché dovrei essere sconvolto nel sapere che Liet e Russia coltivano fiori e si dedicano all’apicoltura? Sono cose normali, anche se mi chiedo da dove venga questo interesse per le api. Però capisco che Bielorussia sia rimasta scioccata nel vederli che si facevano pungere dalle api! Immagino la scena!

Yusaki: …si, si vede che hai capito molto della questione…

Polonia: eh?

Yusaki: Polonia, ti spiace se rimandiamo a dopo e iniziamo invece con le recensioni?!

Polonia: Figurati! Rispondiamo!! Ma dove sono Liet e Russia?

Yusaki: Sono occupati! Allora, la prima recensione…cry_chan! Come dicevo la tua mail mi ha dato nuova forza per andare avanti, non credevo che qualcuno si sarebbe preoccupato seriamente della storia, dimentico sempre quanto mi preoccupo io e quanto sclero quando le storie che seguo rimangono ferme…in verità il capitolo era già mezzo scritto, ma avevo avuto un blocco ed ero anche rimasta indietro con un’altra fanfiction per cui ero decisa a portare avanti quella per prima, che era rimasta ancora più ferma di questa! (Una fanfiction su un altro manga/anime, xxxHolic…beh, non aggiorno mai in tempi decenti! Sono un’incompetente!! *ride*). Alla fin fine, dovevo tornare a tormentare Polonia, prima o poi!

Polonia: Ehy, come sarebbe?!

Yusaki: Grazie per i complimenti!

Polonia: Comunque se Yu è un mito e un genio io sono il re dell’intelligenza!!! MHUAHAHA!!!

Yusaki: Polonia stai per beccarti tante, ma tante, frustate visto che ho preso in prestito la frusta da Russia.

Polonia: E i frullatori?

Yusaki: Credo gli stia usando Inghilterra per farci una marmellata! Ma evitiamo di assaggiarla. Ciao NekoRika! Non vorrei pretendere di mettermi nei panni di Russia e di pensare come lui, ma a mio parere Russia era più nervoso e si sfogava su Lituania semplicemente perché i suoi sentimenti lo mettevano nel panico!

Russia: Chi sarebbe nel panico?

Yusaki: Ugh, nessuno, figurati. Parlavamo di America, è nel panico perché vogliono fargli assaggiare a forza la marmellata preparata da Inghilterra con i nostri frullatori!

Russia: Ahaha! Che bugia carina. *Sorriso preoccupante* NekoRika a dire il vero sono andato nella stanza di Lituania perché mi sentivo inquieto, una parte di me sospettava di avergli fatto più male del previsto.

Yusaki: Come sei tenero Russia-san!

Russia: Infondo lo sono davvero.

Polonia: Ma tanto, tanto, davvero tanto in fond

Yusaki: POLONIA!

Polonia: ma è vero!!!! E poi lo è solo con Liet!!!

Russia: Di sicuro non lo sarò mai con te, nazione che sta per essere disgregata dalle mie forze! *altro sorriso*

Polonia: ...ce l’ha con me…

Yusaki: almeno questo l’hai capito.

Polonia: AHA! Guarda, Kurenai88 mi adora!!!! *__*

Yusaki: COOSA?? DAVVERO?! *corre a leggere* Kurenai88, ma sono più che felice di spedirti Polonia impacchettato, magari soffoca durante il tragitt…cioè, volevo dire…ci metterò tanti bei nastri colorati sul pacchetto! Grazie delle recensione e dei complimenti.

Russia: a Kurenai88 piace anche Cina.

Yusaki: Si *occhiataccia a Russia* a lei piace Cina, beh, Cina è carinissimo aru! Però tu cerca di non essere troppo espansivo con Cina, Russia-san!

Russia: Mi piacerebbe inglobare anche lui nel mio territorio.

Lituania: Chi? *preoccupato*

Yusaki: Ma niente Lituania caro, Russia-san non diceva sul serio!!

Russia: Lituania, questo era un bel capitolo, vero?

Lituania: *arrossendo e fingendo di non averlo sentito* Clasaru dice che sei veloce nel postare capitoli, Yusaki, credo che…

Yusaki: …che sia una delle poche volte che mi viene detta una cosa simile si, e che, soprattutto, adesso sono stata smentita visto che per postare questo mi ci sono voluti dei secoli!

Russia: discontinua ^__^

Yusaki: ^__^’’ già. Clasaru non sono riuscita a far andare in Rosso questo capitolo, ma sull’arancione ci siamo...quindi spero ti sia piaciuto lo stesso!

Russia: Sai che oltre a xxx e yyy e zzz io e Lituania abbiamo anche fatto molte altre cose? Ehehe…anzi…kolkolkol..

Yusaki: Russia-san!ç__ç Ho appena detto che non è un raiting Rosso!

Russia: *sorride innocentemente*

Yusaki:  BakaMocchi, pure tu mi dici che aggiorno velocemente!

Polonia: Prima lo facevi, è ora che ti stai rincretinendo!

Yusaki: Grazie Pollonia, sei sempre confortante. Facciamo così Pollonia, togliti dai piedi e vai a farti strizzare un po’ dalle recensitrici a cui piaci visto che fra queste c’è ance BakaMocchi!

Russia: Quel triangolo…

Yusaki: PoloniaxLituaniaxRussia?

Russia: Si, qualcuno insinua che Lituania e Polonia…?

Lituania: che succede? *Non ha sentito la discussione*

Russia: Lituania *serio* se provi a farti toccare anche solo con un dito da Polonia ti ritroverai segregato in una stanza con me e faremo tu-sai-cosa fino alla morte.

Yusaki: Ma dai, ora salterà fuori che Tu-sai-cosa è solo coltivare girasoli!

Russia: No, no, io intendevo davvero quella cosa che fa diventare a raiting rosso una fanfiction.

Yusaki: Ah.

Lituania: ??

Yusaki: Emh, coff, continuiamo! Eagle fire...

Lituania: Ahi!

Yusaki: Cosa? O__O

Lituania: Mi ha lanciato via!T__T

Yusaki: Beh, era per un fine buono e meritevole, bere Vodka sola soletta con Russia-san, tutti una volta nella vita vorrebbero avere questo onore!*

Russia: Mi sta bene, ma deve essere Vodka di qualità.

Yusaki: *ç*

Lituania: si è incantata.

Yusaki: Ero assorta in immagini mentali! Eagle Fire grazie dei complimenti, e sono contenta di sapere che adori questa storia! XD Poi, accogliamo Agnes Fey che si è appena appassionata a questa storia!

Russia: Benvenuta Agnes Fey, tocca la vodka e ti ritroverai la schiena squartata.

Yusaki: Russia-san, guarda che Agnes Fey si è prodigata nel disegnare Liet-chan in versione cameriera, e addirittura tu che baci la sua schiena!!! E…Pollonia triturato dai nostri frullatori!!*__*

Russia: Meraviglioso, Agnes Fey, allora ti meriti la mia vodka!

Yusaki: Assolutamente si!!!!

Polonia: Meno male che non siete nazioni, voi recensitrici, altrimenti sarei circondato e in balia delle vostre forze belliche!

Yusaki: Saresti stato indubbiamente fritto. A proposito, ma non eri a farti coccolare da alcune lettrici?

Polonia: Si, stavamo scegliendo un vestito da mettermi! Che ne pensi di una gonnellina bianca con il pizzo?

Yusaki: …Agnes Fey grazie per i complimenti e mi piacerebbe tanto vedere i tuoi disegni se è possibile!

Polonia: Yu! Non ignorarmi!!! Ehy!! Il vestiario è importante!

Yusaki: Quindi dopo i ringraziamenti e i saluti siamo giunti alla fine di un altro capitolo. Naturalmente le scene intime fra i nostri due non sono finite qui, chissà, magari riuscirò a toccare il raiting rosso, anche se non ho molta fiducia nelle mie capacità in tal senso…nel prossimo capitolo, ad ogni modo, arrivano due novità nella casa di Russia: Estonia e Lettonia!! La vita per Lituania è migliorata, la sua schiena non sanguina più, e la casa prospera, persino nella serra le piante sono più sane e in fiore del solito quasi a voler festeggiare per lui…ma siamo sicuri che l’arrivo delle altre due nazioni, sotto il controllo russo, sarà solo pieno di felicità per Lituania?

Lituania: Cosa?! Vuoi dire che anche con loro ci saranno problemi?!

Yusaki: Ma chissà…chissà…eheheLettonia-chan è così carino quando trema!*__*

Lituania: Che centra? Perché non mi rispondi?ç__ç Mi sta venendo mal di stomaco!

Polonia: l’autrice mi ignora da un’ora!

Lituania: Avete qualcosa per il mal di stomaco?

Russia: Vieni qui Lituania, un po’ di coccole ti faranno passare subito tutti i dolori.

Lituania: Prima vorrei sapere perché l’arrivo di Estonia e Lettonia mi causerà altri problemi!

Yusaki: Arrivederci al prossimo capitolo spero di scriverlo in un tempo minore di questo! A presto e…

Lituania e Polonia: NON CI IGNORARE!!!

Yusaki: …recensite!!

 

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Capitolo 7
*** Il sentimento dietro la notte ***


 

Si parte con i ricordi di Lituania, la mattina dopo l’avvenimento con cui si è chiuso lo scorso capitolo. E intanto io penso alla neve, qui al caldo, e guardo crescere il girasole in camera. Buona lettura!

 

 

 

 

 

<< Mi sembra di aver sentito qualcuno, Russia-san… >> mormorò pianissimo Lituania, quella mattina dopo la prima volta in cui aveva unito il corpo a quello della nazione più grande. Non sapeva se l’altro era sveglio o no, per cui aveva parlato veramente piano, un sussurro per non svegliarlo.

Russia però a quanto pareva era a sua volta sveglio perché rispose << Non preoccuparti, non è niente >>

Tuttavia Lituania ci pensò mentre si addormentava. Al suo risveglio non trovò più Russia accanto a se così si alzò, cercando la divisa femminile da cameriera che ormai gli sembrava di portare da sempre; pensò vagamente che doveva ricucirla sulla schiena visto che era ancora strappata…ma proprio mente ultimava queste riflessioni si accorse che il vestito non  era sulla sedia, dove l’aveva riposto con cura giusto la sera prima. Ebbe un moto di panico, Russia-san l’avrebbe ucciso se non ritrovava quel vestito!

Freneticamente, anche se un po’ intontito dal sonno e da un certo dolore alla schiena (e al fondoschiena), girò per tutta la stanza aprendo i cassetti, arrivando a guardare dietro lo specchio e a chinarsi sotto il letto accanto al quale trovò solo l’asciugamano della sera prima che lo face arrossire ricordando come era stato strappato via da Russia-san.

Raccolse l’asciugamano scuotendo la testa per scacciare i ricordi, almeno al momento doveva concentrarsi per trovare quella divisa.

Invece ne trovò un’altra di divisa, proprio sul letto. Prima forse non l’aveva vista a causa delle coperte che aveva tolto un po’ troppo bruscamente facendole finire a coprire quella veste.

Posò di nuovo l’asciugamano, e, con delicatezza prelevò da sotto le coltri di coperte una giacca e un paio di pantaloni tinti di un verde militare, una camicia di ottima fattura bianca come la neve e una cravatta di un giallo non troppo intenso. Attonito scoprì che quei vestiti erano della sua taglia, e che probabilmente erano stati comprati da pochissimo tempo.

Un po’ incerto indossò quei nuovi indumenti, allacciando con mosse insicure la cravatta, e alla fine prese coraggio e guardò il risultato nello specchio.

Non erano male quei vestiti, anzi, non erano affatto male erano…morbidi e molto comodi. Almeno non doveva più preoccuparsi che la gonna scoprisse una porzione eccessiva di gambe.

Un più intenso rossore tinse il suo volto: non che ora avesse molta importanza quanto Russia vedesse scoperte le gambe, visto che l’aveva già visto completamente nudo.

Voltandosi si diresse all’uscita della stanza ma quando l’oltrepassò, per cercare Russia-san, un oggetto colorato attirò la sua attenzione.

Lo raccolse con la stessa delicatezza con cui aveva raccolto l’asciugamano. Un petalo di un fiore, delicato e totalmente fuori posto in quel corridoio.

Che ci faceva lì il petalo di un fiore? Le finestre non erano aperte, non poteva essere entrato per sbaglio.

O forse, la persona, chiunque essa fosse, che aveva sentito camminare quella mattina, era stata quella misteriosa persona a lasciare cadere quel petalo scuro; Russia-san gli aveva detto che era stata la sua immaginazione, che in casa non era entrato nessuno, ma a lui era sembrato di sentire dei passi leggeri, fruscii quasi impercettibili.

Alla fine si strinse nelle spalle e depose il petalo in una tasca lambiccandosi invece sul perché Russia gli avesse dato quei vestiti.

 

Lituania si riscosse dai ricordi. Gli erano tornati in mente perché era stanco e si era quasi appisolato sulla sedia che avrebbe invece dovuto pulire.

La stanchezza era anche dovuta ad una certe preoccupazione: Russia-san era partito, senza dirgli dove.

Cosa era andato a fare Russia-san, per così tanti giorni, fuori casa? Quando lo aveva lasciato gli aveva sorriso e scompigliato i capelli, uno di quei suoi sorrisi inquietanti che aveva fatto rabbrividire il povero Lituania, ulteriormente preoccupato dal fatto che l’altro era uscito armato, il che non era un buon segno.

Così aveva lasciato perdere le sue congetture, dopo che aveva provato a chiamare Polonia senza ottenere risposta: il telefono era squillato a vuoto, anche se quello poteva essere dovuto al fatto che l’amico fosse impegnato in altre mansioni, che sperò ardentemente non comprendessero il litigare con la grande nazione di Russia.

Lo colse un brivido improvviso mentre percorreva il corridoio profumato di fiori secchi, quasi una piccola premunizione.

Era quasi arrivato alla porta quando vide Russia-san, con il cappotto ricoperto di neve, venire verso di lui.

<< Lituania-chan >> lo chiamò con il vezzeggiativo che usava qualche volta quando era particolarmente di buon umore.

<< Russia-san, è andato tutto bene il viaggio? >> domandò Lituania, accorrendo a prendergli la giacca per riporla e accorgendosi di quanto, in effetti, Russia fosse di buon umore; aveva le guance lievemente arrossate e lo sguardo limpido, e nel complesso la sua espressione era quella di chi ha appena ricevuto il regalo che aspettava da tempo. O, forse, quella di chi si è appena preso con la forza il regalo che aspettava da tempo, come era successo con Lituania.

<< Il viaggio è stato meraviglioso >> rispose Russia sorridendogli, con la solita candida espressione << E ho anche riportato a casa dei bei Souvenir…accogli i nostri ospiti Lituania, staranno da noi da adesso. >>

Lituania seguì la mano di Russia che indicava elegantemente due figure dietro di lui che stavano riprendendosi in quel momento dal freddo; Russia si scostò e le tre nazioni poterono vedersi in viso.

<< Lituania! >> gridò il più piccolo dei due nuovi arrivati, con voce tremante.

<< Lettonia, Estonia, come siete arrivati…? >> ma non concluse la frase, la voce gli morì in gola osservando attentamente le due persone con cui aveva condiviso l’infanzia. Erano infreddoliti, perché tremavano tutti e due, e gli stavano rivolgendo uno stanco sorriso di sollievo, Lettonia lo guardava tristemente, dal labbro spaccato gli colava ancora del sangue. Entrambi avevano addosso i segni inequivocabili di chi ha ingaggiato una piccola ma determinata lotta.

Lituania capì immediatamente cos’era successo, non gli ci era certo voluto molto a ricollegare il “viaggio” di Russia al suo desiderio di inglobare nuove nazioni al suo territorio. Gli abbracciò, sotto lo sguardo attento di Russia, sentendo insorgere lacrime che erano un po’ di tristezza e un po’ di felicità per poter rivedere i suoi fratellini.

<< Lituania-chan >> gli sussurrò all’orecchio Russia, dopo che gli altri due furono mandati a farsi un bagno ristoratore << Come sai Estonia e Lettonia erano sotto il mio controllo già da prima che lo fossi tu. Ma trattare con Svezia per poterle portare definitivamente qui è stato più ostico del previsto, sai che sono dovuto andare fino a Nystad?* >>.

Lituania sentì il respiro e le labbra di Ivan accarezzargli il collo, probabilmente un modo carezzevole del padrone per dirgli che gli era mancato.

<< Gli ho portati qui perché ho pensato ti facesse piacere rivederli. Ma dovranno anche lavorare per me, come fai tu adesso.>>, lo informò Russia, accennando con lo sguardo alla casa, anche se il più piccolo, che cominciava a sentirsi tremare le gambe per i baci che l’altro gli stava lasciando sulla pelle, non afferrò subito le sue parole.

Lituania cominciava a sentire che c’era qualcosa di sbagliato, e il pensiero si manifestò con maggior chiarezza non appena Russia si staccò da lui per dirigersi verso il soggiorno.

<< Lituania…? >>

Il ragazzo si voltò e scorse Lettonia che si nascondeva dietro la parete. Il piccolo gli fece cenno di avvicinarsi così Lituania si accostò a lui e trovò Estonia che si era appoggiato al muro raffinato, e gli sorrideva di nuovo.

<< Come va? Ci sono novità? Polonia… >> esitò un momento, poi continuò << Polonia come sta? >>

Estonia scosse la stessa mentre il sorriso scivolava via dal suo volto. << Non c’è più >>

<< Non c’è più?! >>

<< Se dovessi cercarlo su una mappa del mondo non lo troveresti. Il suo nome è stato cancellato, e lui è…distrutto… >>

<< Non è così sul tragico >> borbottò però Lettonia << Certo non è più una nazione, e per parecchio tempo non è stato in grado di muoversi dal letto, ma pare che adesso sia sotto la custodia di Austria. Non lo conosco benissimo ma sembra che sia una brava persona. >>

<< Polonia >> Lituania strinse le labbra, il suono di quel nome che gli permase nelle orecchie come la risata del biondo, che ora chissà in che condizioni era. Chiuso nella casa di Russia com’era non poteva fare niente per lui << Feliks >>

<< Feliks è solo Feliks >> Lettonia abbassò lo sguardo, come se in quel momento avesse avuto un ripensamento sulle sue avventate parole precedenti, e un brivido lo scosse << Non è più “Polonia” >>

<< E voi due come state? >> domandò Lituania con un mezzo sorriso << Russia-san…è stato cattivo con voi? >>

<< Ecco, io… >> Lettonia fu scosso da un tremito più forte e d’istinto si avvicino a Estonia che però rise.

<< Non ci ha fatto troppo male, però siamo stati costretti ad una brutta marcia al freddo, Lettonia è caduto e si è spaccato il labbro >> spiegò allo sguardo sconcertato che Lituania gli aveva lanciato alla sua risata. << Dopotutto la guerra l’avevamo già persa da tempo, anche se Russia non ci aveva portati ancora qui. Credo che abbia preso in casa solo te perché eri più grande, e forse temeva una ribellione. >>

Si, c’era molto di sbagliato. Russia-san era l’uomo che gli aveva fatti soffrire così tanto, che gli aveva strappati dalle loro terre, che aveva distrutto molto di quello che a cui tenevano; con che coraggio lui lo amava? Quale masochistica parte di se in quei mesi aveva, e tutt’ora, ceduto con così tanto sentimento ai desideri dell’altra, crudele, nazione?

Si sentiva schiacciato dal peso della sua coscienza.

<< Vorrei rivedere Feliks >> disse d’impulso, pensando ad un volto amico e spensierato.

In quel momento Russia li chiamò per la cena.

 

Il desiderio di rivedere Polonia (o quello che un tempo era stato Polonia) non si placò nella notte, in cui tornò con tutta la sua prepotenza e intollerabilità, facendogli rigare il volto di lacrime amare di tristezza.

Russia-san era probabilmente stanco del viaggio e dunque, solo nel grande letto, aveva avuto fin troppo tempo per pensare, per lasciarsi andare a quel pianto che aveva trattenuto per amore di Estonia e Lettonia. Non voleva infatti che i due fratelli vedessero la sua incertezza e debolezza; per loro sarebbe già stato difficile abituarsi ai ritmi serrati di lavoro in quella casa.

Ringraziò che Russia-san non fosse con lui quella notte, non ce l’avrebbe fatta neppure a guardarlo negli occhi, non dopo aver immaginato quali terribili cose potevano essere state fatte al povero Feliks. Non dopo aver saputo che quelle mani erano state complici nella tortura dell’amico.

Spinse la testa a fondo nel cuscino, profondamente impregnato del profumo di Russia, e piombò in un sonno intenso e agitato…

<< Lituania? >>

Lituania, dopo essersi svegliato con la sensazione di non aver dormito affatto, si stropicciò gli occhi e rivolse un pallido sorriso a Lettonia ed Estonia, impegnati a guardarlo con preoccupazione.

<< Sto bene >> li rassicurò Lituania << Solo uno dei miei mal di stomaco, tranquilli! Allora, cominciamo, la casa di Russia è molto grande quindi dobbiamo dividerci…siccome c’è una libreria, è oggi è il giorno di pulire la libreria, uno di voi verrà con me e l’altro può cominciare a occuparsi del salotto. >>

<< Spolverare il salotto? >> domandò Estonia.

<< Esatto, i mobili e gli arredi, e i soprammobili e i vasi con i fiori >> Lituania gli dette una leggera pacca sulla spalla, d’incoraggiamento.

Durante la colazione risolsero che Lettonia sarebbe andato con Lituania a sistemare la libreria, visto che Raivis si faceva prendere facilmente dal panico era meglio se restava con qualcuno. Estonia lo sapeva, per questo si era offerto volontario per andare da solo.

Così Lituania guidò il più piccolo attraverso i lunghi corridoi, corredati di sontuosi tappeti rossi, e gli aprì la porta della grande libreria circolare, per lasciarlo entrare.

Lituania lo seguì dentro fermandosi solo un attimo davanti all’immenso camino, il più grande della casa, riflettendo.

<< Lettonia, io comincio da qui >> disse indicando il camino << Puoi riordinare i libri di quelle prime scaffalature? >>

Lettonia guardò i piani da pulire e riordinare che gli erano stati richiesti e annuì, Lituania gli passò uno straccio e iniziarono il loro lavoro.

Fu piacevole lavorare insieme, perché parlarono e l’atmosfera parve mutare e diventare più calda e confortevole. Gli era mancato quel tipo di rapporto con qualcuno…prima, a volte, scambiava due parole con Bielorussia ma lei da un po’ non si era fatta più vedere, e Lituania ne aveva sentito la mancanza. Parlare con Lettonia era come liberarsi da un peso, quel suono conosciuto, di una voce umana e fraterna, lo rincuorò e lo spinse a lasciarsi prendere dall’entusiasmo.

<< Quindi Estonia ha davvero fatto esplodere il magazzino? >> chiese Lituania, incredulo, dopo che Lettonia gli ebbe raccontato una vicenda di qualche tempo prima.

<< L’ha fatto andare a fuoco >> precisò Lettonia, ridendo << Svezia era veramente furioso, ma poi è arrivato Finlandia e… >>

Un rumore lo fece interrompere all’improvviso, il rumore della porta che si apriva e si richiudeva con un piccolo tonfo.

I due ragazzi nella stanza parvero ghiacciarsi, uno con un libro stretto nella manina fine e l’altro fermo nell’atto di ravvivare il fuoco.

Russia, apparentemente ignaro dello stupore che la sua improvvisa apparizione aveva suscitato, sorrise ai due e prese posto ad una sedia del tavolo.

<< State facendo un buon lavoro >> osservò soavemente, lanciando un’occhiata sia agli scaffali riordinati per metà sia al fuoco le cui fiamme scoppiettavano alte e allegre << Lituania >> chiamò poi << Potresti portarmi della Vodka? >>

Lituania annuì e corse subito ad obbedire alla richiesta. Quando tornò trovò Russia assorto nella lettura di un libro dalla copertina pesante: era chiaro che si sarebbe fermato lì a leggere.

Toris versò la Vodka nel bicchiere di Ivan, senza guardarlo, e quando questo prese il bicchiere si allontanò all’istante.

L’atmosfera era mutata, Lettonia non aprì più bocca per un pezzo e Lituania lavorò in silenzio. Russia, che leggeva tranquillo, era placido e silenzioso.

Era bastato il suo arrivo a sconvolgere tutto. Colto da un moto di preoccupazione Lituania vide con la coda dell’occhio Lettonia, le cui mani tremavano nel riporre i libri, così tanto che se non fosse stato attento sicuramente qualcuno ne sarebbe caduto e Toris non osava immaginare cosa sarebbe successo dopo.

<< Lettonia, perché tremi così tanto? >> domandò ad un certo punto Russia, emergendo dalla lettura del suo libro.

Lituania fece scattare lo sguardo verso il più piccolo e lo vide immobilizzarsi e tremare ancor più violentemente.

<< I-io… >> tentò di dire Lettonia, senza alcun risultato.

<< Forse hai freddo? >> insistette scrutandolo, sulla faccia il suo solito sorriso innocente che contrastava con le gelide iridi metalliche.

Quando l’altro non gli rispose Russia sbuffò e apparentemente si disinteressò a Lettonia tornando ad immergersi nella lettura del suo libro, cosa per la quale la piccola nazione sembrò molto sollevata.

Ma Lituania aveva addosso uno strano presentimento, così di tanto in tanto, quando si avvicinava per aggiungere legna al fuoco, scoccava sguardi a Russia-san.

Effettivamente Ivan leggeva, leggeva su quella pagine antiche dalla calligrafia elegante quanto antiquata. A Toris però non sfuggì quell’occhiata.

Quell’occhiata, quello sguardo di un predatore in caccia, silenzioso, letale. Lituania vide Russia far scorrere lentamente, studiatamente, gli occhi sulle gambe esili di Lettonia, le caviglie lasciate scoperte a causa dei pantaloni inadatti al suo fisico, la pelle fresca e pregna di sfumature rosee; poi i fianchi stretti propri dell’età appena adolescenziale in cui Lettonia stava entrando, tremanti più per paura che per freddo, poi ancora più in alto il collo, solleticato dai capelli scomposti di un oro pallido e gradevole.

<< Lituania? >>

Lituania si riscosse appena in tempo per ritrovarsi a fissare le iridi di Russia, ora concentrare su di lui.

<< Portami altra Vodka >> ordinò in tono neutro, accennando appena col capo alla bottiglia semi vuota sul tavolo.

Lituania buttò rapidamente l’ultimo ciocco di legno nel fuoco, facendone sprigionare improvvise scintille, rapidamente raggiunse la porta, aprendola, e, altrettanto rapidamente, percorse il corridoio che dava alla cucina, con il cuore a mille.

Rabbrividendo come Lettonia poco prima afferrò la bottiglia della Vodka, gelata contro il palmo altrettanto gelato della sua mano, riuscì a calmarsi, respirando profondamente, solo quando fu a pochi passi dal tornare in quella libreria. Percorse quei pochi metri con lentezza, e silenziosamente, udendo la voce di Russia che parlava di nuovo.

<< Allora, perché tremi così tanto? >> sentì dire Russia, con un tono soffice e pacato.

<< R-russia-san… >> quella era la voce di Raivis.

<< Sono curioso, sai? È forse a causa mia? >>

<< N-no…! >>

<< Suona come una bugia >>

Lituania sospirò profondamente per placare una stretta spiacevolissima allo stomaco che non comprendeva a cosa fosse dovuta. Entrò annunciato dal tonfo cupo della porta.

Russia si voltò senza fretta verso di lui, era in piedi con il libro abbandonato sul tavolo. Davanti alla grande nazione, tenendosi praticamente addossato alle scaffalature, Raivis tremava come una foglia e sembrava sul punto si svenire.

Toris però non guardò il piccolo Lettonia, i suoi occhi erano fissi in quelli di Russia, che adesso sembrava perplesso da quello sguardo così intenso e diverso dal solito.

Lituania versò con rigida disinvoltura la vodka nel bicchiere di Ivan che fu costretto a sedersi di nuovo per berla. Raivis si voltò rapidamente. Toris si voltò a sua volta. Ognuno tornò alle sue mansioni in un silenzio nuovo, diverso in un modo ancora dal precedente, più profondo, teso, come quello della notte appena trascorsa in incubi di Lituania.

 

 

La scrivania in legno scuro, pregiato e pesante, accoglieva un vaso di fiori freschi dai colori vivaci, accanto al quale vi era ripiegata con cura una ben conosciuta e morbida sciarpa, e alcuni documenti che Russia stava in quel momento scorrendo.

Quando bussarono alla porta della sua stanza fu sollevato dal poter lasciare quelle noiose carte prima di avere la tentazione di farle finire in pasto alle fiamme dell’inferno.

<< Si?>> accennò in tono interrogativo al misterioso interlocutore fuori.

La porta si socchiuse un poco, quel tanto che bastava a far intravedere il visetto pallido e grazioso di Lituania.

<< Russia-san, posso entrare? >> mormorò, a voce bassa, Lituania.

Seppur sorpreso Russia annuì chiedendosi cosa l’avesse spinto ad arrivare fino alla sua stanza di sera, forse qualche problema appena insorto con le nazioni avversarie?

No, non poteva essere quello, vide Lituania richiudere la porta dietro di lui, appoggiandovi contro con gli occhi bassi, l’azzurro intenso che riluceva. Si fece avanti ancor più esitante, con le guance arrossate e, ora che lo notava, i suoi occhi sembravano umidi…

Toris si sedette sulle sue gambe, a cavalcioni, e sprofondò il viso nella pesante veste di Russia.

<< Russia-san posso restare con te stanotte? >> gli sussurrò all’orecchio con voce vibrante e terribilmente imbarazzata.

Russia poteva sentire il profumo così dolce e buono dei suoi capelli, e il suo piccolo corpo aggrappato al suo, istintivamente la nazione più grande gli aveva stretto le braccia attorno alla vita.

Era sempre stato Russia ad andare a trovare Lituania nella sua stanza, non il contrario. Cosa aveva improvvisamente spinto Toris a cercare la sua presenza?

Sentì Toris strusciarsi in modo impacciato su di lui, le sue labbra che assaggiavano una parte di pelle così vicina la collo…

Ivan gli baciò i capelli, attirandolo maggiormente a se, mentre il calore lo invadeva e cominciava a renderlo irruento.

Era adorabile Toris, in quel momento, quasi come la prima volta che l’aveva fatto suo.

E si stava donando a lui, di sua spontanea volontà, e con una passione e cedevolezza pregna di una qualcosa che Russia non riusciva a cogliere e che sembrava paura.

Paura di cosa? Non di lui, ne era sicuro dal modo in cui Lituania cercava disperatamente le sue labbra, dai sussurri spasmodici che uscivano dalla bocca per arrestarsi ogni volta che le loro lingue si intrecciavano.

Forse non era paura, ma un sentimento più violento. Il momento dopo in cui Lituania urlò il suo nome, e un attimo prima di raggiungere a sua volta il piacere, Russia rimase incantato dalle lacrime in quegli occhi e di colpo capì cos’era il sentimento che aveva aggredito il candido animo di Toris.

 

Di “aggressione” non si poteva propriamente parlare. Certo quel sentimento era strisciato subdolamente in Lituania, ma non tanto da suscitare gravi effetti.

Russia sorrise, spostando lo sguardo da Toris a Raivis.

Lettonia era molto carino, in effetti, con quel suo corpicino snello e tremante, la pelle perlacea e setosa.

Però…

Russia ripensò alle labbra di Toris quella notte, agli occhi blu che volevano solo lui, al languido rossore sulle guance, al sentimento di possesso che scivolava nel suo corpo con le sue parole. A quella punta di gelosia che si era insinuata in Lituania muovendolo a spingersi fra le braccia della nazione che per un attimo aveva pensato di odiare.

Russia si sentiva quasi orgoglioso di se per aver fatto provare a quell’immacolata creatura il sentimento distruttivo della gelosia, anche se in minima parte.

Qualsiasi persona verso cui potesse provare attrazione, nessuna comunque sarebbe mai stata all’altezza del viso bagnato di lacrime e imporporato dal piacere del suo Toris.

 

 

 

 

 

 

 

1) Note  a fine storia: *Nystad: città Finlandese in cui il 10 settembre 1721 venne firmato il trattato con cui l’Estonia e la Lettonia passavano alla Russia, cedute dalla Svezia che perse il conflitto contro la potenza Russa imperiale.

 

2) Per la precisione la Polonia viene spartita negli anni seguenti al 1700 tra Austria, Prussia, e Russia…ma dire solo “Austria” mi sembrava più confortante per il povero Feliks, anche io ho un cuore dopotutto.

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natasha, e dei due nuovi arrivati, il tremante Raivis, e Eduard)----

Polonia: CHI SAREBBE STATO CANCELLATO DALLE CARTE GEOGRAFICHE EH?!?!?!

Yusaki: E non strillare Pollonia! È un fatto storico sai? Mica me lo sono inventato!!! Il tuo corpicino è stato diviso fra Austria, Prussia, e Russia!

Polonia: AGH!!!

Yusaki: Non cambierai la storia limitandoti a digrignare i denti, Pollonia.

Polonia: E va bene uffa, allora vado a salutare loro ecco!

Yusaki: Ah, giusto, diamo il benvenuto a Estonia e Lettonia-chan!! ^__^ Piccoli, come vi trovate a casa di Russia-san?

Estonia+Lettonia: è stato terri…

Russia: State parlando di me?

Estonia+Lettonia: …è stato un viaggio magnifico, la casa è bella, va tutto benissimo!!!

Yusaki: Immaginavo ^__^’’’’ Comunque Lettonia-chan, sai che ti trovo tremendamente e tremantemente carinissimo? Lo ammetto, dalla prima volta che ti ho visto ho adorato il modo in cui tremavi così cucciolosamente!

Russia: è vero, lo pensavo anche io.

Yusaki: Ma tu lo pensavi perché ti piace vedere in difficoltà le persone, Russia-san.

Russia: Però bisogna ammettere che non è per niente male…

Lettonia: V-vi ringrazio dei complimenti m-ma…*trema*

Yusaki: *sorriso candido stile Russia* Ma dai Lettonia-chan, non ti faremo mica paura vero?

Lettonia: *si accascia a terra tremando*

Estonia: LETTONIA!!!!

Yusaki: Ed ecco che arriva il baldo cavaliere, vabbè, ho capito, meglio lasciare il piccolo Lettonia alle sue cure.

Russia: Anche perché dovremmo cominciare a rispondere alle recensioni, non credi?

Yusaki: Ma certo! Ma certo! Cominciamo subito con…

Russia: Cara cry_chan, vedo che hai colto piuttosto bene il mio sentimento verso Lituania, sono stato bravo quella notte, non credi? Non l’ho neanche fatto soffrire troppo.

Yusaki: RUSSIA-SAN VERAMENTE VOLEVO RISPONDERE IO!

Russia: *ignorandola* Le sue lacrime sono belle, preziose…voglio che pianga solo per me…

Lituania: non so se esserne confortato o spaventato.

Russia. *sia avvicina e gli sussurra all’orecchio* quando sei spaventato sei ancora più desiderabile.

Lituania: R-russia-san non dire queste cose così di colpo! Ah…no, aspetta, non accarezzarmi la schiena…ah…Russia-san fermati…

Yusaki: Bene, ora che finalmente Russia-san sembra avere altro da fare direi di continuare con le recensioni, dicevo…

Estonia: Vorrebbero mettermi con Lettonia? Non è una cattiva idea…

Yusaki: La piantate di interrompermi?!

Lettonia: Che dicevi Estonia?

Estonia: Che l’autrice si è arrabbiata.

Polonia: Che novità, le verranno le rughe se continua così, ahaha!

Yusaki: La mia autorità sta calando…allora, grazie dei complimenti e delle recensione e soprattutto, io ci nuoto nelle cose contorte o mi sarebbe stato difficile scrivere questa fanfiction.

Russia: Agnes Fey, come si fa a essere astemi?

Polonia: Eh, mi sembra una cosa surreale.

Russia: Incomprensibile. Però ne resta più a me da bere *sorseggia della vodka*

Yusaki: Mentre attendo i tuoi disegni mi bevo anche io un po’ di Vodka, ma non prima di averti ringraziato per la comprensione sui blocchi dell’autore! *beve anche lei un po’ di Vodka, poca o Russia la uccide*

Polonia: *sottovoce* Soffocatevici *ad alta voce* Io rispondo a Kurenai88 che mi vuole tanto bene, al contrario di voi due.

Yusaki: Kurenai88 vedo che il capitolo ti è piaciuto!

Polonia: Tutto l’armadio…quindi anche quel vestito l’à col pizzo, e quello che ho messo durante la festa in Giappone, e poi quello…

Yusaki: Pollonia, ma quanti cavolo di vestiti da donna hai?!

Polonia: I vestiti sono importanti, te l’avevo detto l’altra volta anche! Magari Kurenai88 me ne consiglierà anche qualcuno nuovo.

Yusaki: Si, e magari un giorno qualcuno ti strozzerà con le calze di pizzo bianco che hai in mano. Cambiando discorso, Cina spero presto arriverà anche in questa storia, dopotutto è un personaggio importante.

Russia: *interessato* Bene, chissà, un vero Harem potrei allestirlo davvero, gli farei vestire tutti da cameriere. Devo dire ai sarti di accorciare ancora le gonne però.

Lituania: Mi sento una concubina, una concubina sfruttata!

Yusaki: Ma no, ma no Lituania, vedi che comunque Kurenai88 tiene Cina fuori dalla portata di Russia, grazie al cielo. E ora eagle fire…anche io avrei voluto essere al posto di Liet, magari con un po’ di fortuna potrò diventare anche io una concubina del grande Russia…anche se non sono un maschio, e temo sia un punto a mio e tuo sfavore!

Russia: Se lei ha bisogno di lanciare maledizioni posso aiutarla.

Yusaki: Russia-san vorrebbe aiutarla a maledirmi?! AIUTO!

Russia: Se scriverai no, ma se decidessi per caso di fermarti…

Yusaki: Mi sento sudare i polpastrelli, non è un buon segno, forse sto per svenire. Ma non posso svenire adesso! Devo rispondere a SenseAndSensibility che ha recensito in un momento davvero delicato della sua vita.

Russia: Che coraggio, proprio prima dell’esame di maturità.

Polonia: Caspita, la ammiro!

Yusaki: Anche lei ammira te.

Polonia: Evvai, un’altra che mi difenderà!

Yusaki: No, ha detto che siccome sono un genio posso pure picchiarti a sangue! V_V

Polonia: Ma ho sfiga addosso per caso?!

Yusaki: I meriti di essere un genio *dietro intanto le hanno appeso un foglio con scritto “Scema”*, sai che anche a me piacciono Francia e Austria? E anche Svizzera, lo adoro! Mi diverte sempre tantissimo!!

Polonia: Come fa a divertirti uno che spara a chiunque gli passi accanto nessuno lo sa.

Yusaki: Come fai a essere così masochista da insultarmi nessuno lo sa, dopo mi vendico. SenseAndSensibility grazie davvero della recensione, e non è “inutilmente lunga” visto che i complimenti che c’erano dentro, e l’entusiasmo, e tutto il resto mi hanno fatto davvero piacere!

Polonia: E ora alice_maya, che sarei contentissimo se avessi quel vestito, anche se forse è un po’ scomodo, come tutti i vestiti da sera uffa. Però visto che mi vuoi bene ti passo la Vodka.

Yusaki: Un giorno, Ali-chan, mi spiegherai perché vuoi bene a Polonia…nel dettaglio…ma tranquilla, non lo uccido, mi serve per la fanfiction, e poi deve soffrire ancora un po’. Grazie per la recensione! Ma vedo Lettonia che corre trafelato e terrorizzato da noi, cosa sarà successo?

Lituania: Lettonia che è successo?

Lettonia: *affannato* Inghi…lterra!

Tutti: Inghilterra cosa?

Lettonia: è qui…con la marmellata!!!!

*Nel mentre tutti si voltano e vedano Inghilterra camminare allegro verso di loro con in mano un barattolino di quello che sembra catrame viscoso e nero*

Yusaki: Adesso sto per darvi un ordine preciso, e anche se non sono nessuno perché mi ubbidiate spero lo stesso che lo farete, perché è per il vostro bene. Innanzitutto devo dire che nel prossimo capitolo non ho idea di cosa succeda, forse la rivoluzione russa, ma sinceramente non ho ancora deciso, poi dico come al solito: recensite! Ed ora ecco il mio piccolo ordine, o consiglio…SCAPPATE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

*E tutti fuggirono in preda al terrore*

 

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Capitolo 8
*** Fuoco sul ghiaccio ***


 

Siamo arrivati ad un capitolo più improntato sul fronte storico, un modo per dare un’idea dell’epoca e di quello che succede, questi passi vertono molto a parlare di guerre e desolazione, siamo, insomma, a poco prima del famoso Congresso di Vienna avvenuto in seguito alla disfatta francese. Ripercorriamo i momenti freddi nella neve dell’inverno russo…sembra tutto così deprimente! Sigh! Però almeno sono stata più rapida, per fermi perdonare. Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

Quando Lituania sedeva su un tronco d’albero caduto e si metteva a fissare il paesaggio pianeggiante sentiva che tutto era infinito. Spingeva lo sguardo là, fino alla linea dell’orizzonte, fino a che del fiume non rimaneva che una lingua azzurra sottile quanto il suo mignolo, e sapeva che anche dove il suo sguardo non giungeva comunque c’era territorio Russo.

I confini estesi di Russia sembravano non finire mai, era diventata una potenza immensa, così grande che sembrava poter rivaleggiare con l’immensità del cielo.

E proprio come il cielo era composta da tante stelle, tutte diverse, e che bruciavano perennemente di fuochi battaglieri, e qualcuna già giaceva nelle ceneri della resa, come lui.

Però era felice.

 

<< Lituania >> mormorò con un sospiro Lettonia << Lo Zar Paolo I è morto >>

Lituania saltò su dalla poltrona imbottita, molto comoda, su cui si era seduto a riposare, e guardò Lettonia con occhi sbarrati.

Lettonia si morse il labbro inferiore, evitando il suo sguardo. Non gli aveva detto tutta la verità.

Il più piccolo scosse la testa, come a chiedergli di non domandare oltre, ma Lituania lo superò con decisione per andare in cerca di Russia.

Non dovette faticare molto in quanto Russia era appena fuori dalla porta, parlava con qualcuno nel corridoio.

Riconobbe l’interlocutore non appena si spostò dall’ombra; in quel momento Alessandro I e Russia avevano la stessa identica espressione di fredda gioia, su una manica del figlio del precedente Zar era chiaramente visibile una macchia rossa, nelle mani brillava la punta di un pugnale.

Russia si esibì in un inchino appena accennato a cui il nuovo Zar rispose con rispetto prima di congedarsi.

<< Lituania-chan >> lo salutò Ivan, girando appena il viso verso di lui e continuando a dargli la schiena. Quel vezzeggiativo risuonò cupamente nel buio del corridoio. << Siamo stati colpiti da una disgrazia, lo Zar precedente è stato assassinato. Proprio in primavera, non è una sfortuna? Non potrà vedere la fioritura… >>

<< Ne sono dispiaciuto, Russia-san >> mormorò sommessamente Lituania, sapendo benissimo che quella morte era stata programmata da tempo.

<< Forse adesso potremo occuparci come si deve della Francia >> continuò Russia, distrattamente << Tu cosa ne pensi Lituania-chan, dovremmo farceli alleati o schiacciare al suolo quel verme di Napoleone? >>

Lo disse in tono così amabile che non parve quasi una questione importante.

<< Credo che sia meglio combattere, per ora. Forse riusciremo a prenderci anche Polonia così, non vuoi che rimanga in mano ai Francesi, vero Lituania-chan? >> si rispose Ivan.

Furono mesi difficili, Lituania non rispose alla domanda, e Russia scelse da solo prima di essere nemico, poi alleato, e poi di nuovo nemico della Francia dopo che questa aveva tentato di farlo aderire ad uno stupida strategia economica che avrebbe, a suo dire, indebolito la Gran Bretagna.

La Francia non prese bene la cosa, o meglio, Napoleone non prese bene la cosa. Lituania si stupì molto di come un singolo uomo potesse voler sfidare Russia.

Si stupì ancora di più quando cominciarono a perdere.

Ma Russia ritirava le truppe con un sorriso crudele sul volto, Lituania glielo vedeva tutte le volte che marciavano insieme per assistere a qualche battaglia.

Poi lui arrivò, e Lituania assistette alla furia del freddo alleato di quelle terre e comprese la strategia di Ivan.

<< Lituania, devo andare a Vienna >> gli mormorò Russia, alzandosi dal letto dove fino a poco prima si erano scaldati a vicenda << Vieni con me. Forse incontrerai anche qualche persona simpatica. >>

Lituania annuì, e poco dopo si ritrovò su di una carrozza che partì rapidamente. Affondò il viso nel cappotto di Russia, che gli sedeva di fianco, e si concesse di addormentarsi e sognare quelli che prima erano stati solo i ricordi della grande vittoria Russa.

 

Russia si era spostato da Mosca, aveva dormito in un alloggio provvisorio insieme a Lituania, Estonia e Lettonia. Quella mattina i tre fratelli erano stati svegliati dalla voce dalla grande nazione, e da una scossa della sue mani.

Mentre si vestivano avevano visto dalla grande finestra le truppe Napoleoniche, in avvicinamento.

Russia-san gli aveva portati lontano, ma da un punto da dove si potesse vedere il procedere del conflitto.

Mosca, quel giorno, bruciò.

Lituania, vedendo le lingue di fuoco, si era lasciato sfuggire un gemito di sgomento, e aveva fatto l’atto di correre verso la città in preda alle fiamme.

Russia lo fermò, Lituania si voltò a guardarlo.

Sembrava quasi più alto del solito, Ivan, che con voce calma gli disse di rimanere dov’era. Seppure il suo tono era così incolore Toris si accorse all’istante che i suoi occhi ardevano quanto la città.

Si alzarono grida strazianti dal centro dell’incendio, portate dal vento assieme all’odore di carne bruciata, facendo gelare Lituania più del nevischio che gli vorticava intorno. Toris cadde in ginocchio, con la testa fra le mani, singhiozzando.

Russia non si mosse, non lo consolò, non lo guardò. Aveva occhi solo per la città che cadeva.

Dopo qualche giorno passarono a cavallo fra le vie della città vuota e devastata, una cavalcata di cui Lituania ricordava ben poco tanto era stata piena di orrore e dolore. Poi erano usciti all’aperto, nelle sconfinate pianure innevate, e, come d’improvviso, un soffio gelato più del normale era strisciato attraverso le schiere pronte al combattimento, Toris aveva sentito passare quella specie di carezza di ghiaccio proprio accanto al suo fianco e si era voltato rabbrividendo, per capire cosa l’aveva causata.

Vide un cavallo, e un cavaliere, di un bianco tale che sembrava rifulgere d’azzurro, talmente imponenti che sembravano pronti a combattere da soli le armate francesi; gli ci volle qualche attimo a registrare, con stupore, che poteva vedere attraverso ai due.

Gli strani fantasmi si misero alla destra di Russia, davanti a Lituania che osservava l’apparizione con costernazione.

Mentre la sagoma evanescente pareva diffondere su di loro il gelo dell’inverno altri si unirono alla loro marcia;  di colpo  si accorse che accanto a lui cavalcava Bielorussia, la quale fissava altera e algida davanti a se, poi Ucraina, che lui aveva visto solo una volta e che ora era imbacuccata fino al naso per il freddo, nervosa sul suo baio marrone, ed Estonia e Lettonia uno di fianco all’altro, i giovani volti tesi e pallidi, e ancora Finlandia, con ancora le ferite della  guerra recente…

<< Proceda, Generale Inverno >> s’insinuò fra tutti loro la voce di Russia.

Il cavaliere evanescente spronò senza parole il suo cavallo che si lanciò in un’aggraziata corsa verso i francesi in ritirata  lasciando dietro di se la sua scia di gelo e neve così intensi da far rabbrividire persino loro che al freddo ci erano abituati.

I Francesi si guardarono indietro, e tentarono di accelerare la marcia, ma i piedi affondavano sempre di più, gli arti congelati non rispondevano ai comandi, l’inverno Russo gli prese e il Generale gli schiacciò tutti nella sua morsa di morte.

 

<< Lituania-chan, svegliati. >>

Lituania riemerse dai sogni, stordito per l’intensità di quello che aveva appena rivissuto. Aprì gli occhi e vide Russia sorridergli gentilmente.

<< Siamo arrivati >> lo raggiunse poi la voce di Estonia, che teneva vicino il piccolo Lettonia, il quale sembrava a sua volta essersi svegliato da poco. << Hai dormito tantissimo >> continuò Estonia << Sembravi stanco, così Russia non ti ha svegliato, dopotutto la guerra in cui siamo stati coinvolti è stata molto lunga e… >>

<< Guarda Lituania-chan, >> lo interruppe Russia, scostando la pesante tendina rossa che copriva la finestra della carrozza. << Le altre nazioni sono già qui >>

Sbirciando fuori Lituania scorse, quasi come in un sogno nebuloso, passare davanti a loro Inghilterra, composto, e vicino Prussia, che lanciò loro un’occhiata divertita, entrambi accompagnati dai proprio ministri di cui Lituania aveva solo sentito parlare.

Anche Austria avanzò con eleganza davanti a loro e Lituania si lasciò sfuggire un suono sommesso e una lacrima.

Quasi lo avesse sentito, Feliks, che seguiva Austria con espressione imbronciata, lo cercò con lo sguardo e i loro occhi si incontrarono, un contatto visivo che durò solo un attimo ma che sembrò far scorrere dall’uno all’altro i rispettivi pensieri, la malinconia della lontananza, il dolore delle battaglie, la furia degli inverni…

<< Ti è mancato, Lituania-chan? >> domandò con voce infantile Russia, a cui non era sfuggito lo scambio di sguardi avvenuto fra i due << Si, ti è mancato, ma non preoccuparti, presto mi porterò via anche lui. >>

Le tende vennero nuovamente tirate oscurando il paesaggio e le persone che vi erano incorniciate. Toris rivolse il viso verso Ivan incontrando il suo sguardo lampeggiante di rabbia.

Qualcuno aprì la porta della carrozza facendo scendere Estonia e Lettonia. Ivan protese una mano e sfregò la guancia di Lituania per cancellare quella singola lacrima.

Non essere arrabbiato con me, pensò disperatamente Toris, mentre Russia lo precedeva nell’uscire, io voglio bene a Feliks, ma…Russia-san…

<< Aspetta >> sussurrò Toris trattenendo la stoffa del cappotto di Russia, che nuovamente rivolse l’attenzione a lui vedendo che un’altra lacrima scendeva dalle sue guance.

Sembrava sfinito da tutto quello che aveva vissuto, dalla paura e dalla fatica, gli chiedeva solo un po’ d’amore, per poco, per sopravvivere a tutto quello.

Ivan si chinò su di lui, stringendolo e posandogli un bacio sulle labbra socchiuse.

Russia-san io sono innamorato di te…

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: Alessandro non uccise personalmente il padre Paolo, ma prese parte al complotto per questo l’ho voluto rendere simbolicamente con un coltello in mano sporco di sangue.

2) La strategia Russa fu di ritirarsi davanti alla truppe francesi, spogliando nel frattempo le città di ogni possibile fonte di approvvigionamento per i francesi. Mosca venne lasciata in mano ai francesi, facendo prima evacuare i cittadini, anche se alcuni rimasero. Da questo momento inizia la disfatta francese per il freddo, la mancanza di cibo, e l’arrivo dell’inverno. Al contrario di quanto si può pensare l’incendio di Mosca fu organizzato dagli stessi Russi…ma Liet-chan questo non lo sa, povero piccolo!

3) Il Congresso di Vienna, si tenne il 1° ottobre 1814 fra le potenze vincitrici per spartirsi, diciamo, i territori degli sconfitti. Vi parteciparono la Russia, l’Austria, la Prussia e l’Inghilterra.

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (al momento nel chaos totale a causa di un imprevisto)----

Lituania: Autrice! Autrice! Oh, che facciamo adesso?!

Polonia: bah, ma che vuoi fare? L’autrice era così depressa per aver scritto un capitolo così triste che gli ho offerto un dolcetto, e le è venuto mal di pancia.

Lituania: Mal di pancia! Ma quale mal di pancia, è un’ora che sta rimettendo lo stomaco in bagno!

Polonia: eh, sai com’è…*fischietta allegro*

Estonia: …Polonia non è che centri qualcosa?

Polonia: Chi? Io? No…

Inghilterra *arrivato con un sorriso felice*: Allora Polonia, la mia marmellata è piaciuta all’autrice?

Polonia: *Sudando freddo* Eh? Io? Che? Ehehe…

Lituania+Estonia+Lettonia: POLONIA!!!!

Bielorussia: …

Polonia: Su andiamo, era solo un dolcetto alla marmellata!

Inghilterra: Ho capito, ripasso più tardi, mi sembrate un po’ agitati, prendetevi un the e datevi una calmata.

Lituania: *dopo che Inghilterra se n’è andato* Hai fatto mangiare all’ultrice la marmellata di Inghilterra, sei impazzito?ç_ç

Lettonia: Poverina, la potevi uccidere…la m-marmellata di I-inghilterra…se ci penso…brr…

Polonia: Quanto la fate lunga, piuttosto, abbiamo le recensitrici tutte per noi, non siete contenti? Entusiasmiamoci! E rispondiamo cavolo…la prima…ecco qua Liet, fai tu! *Passa un foglietto con su scritto la recensione a Lituania*

Lituania: Eh?! Perché io?ç_ç Mi viene mal di stomaco se mi entra l’ansia, lo sai

Russia: Da qua Lituania, faccio io. Cry_chan si, Yusaki-chan è cattiva e lo sta diventando sempre di più perché è una mia discepola, non hai notato quanto carinamente ha imparato a sorridere? Non hai notato l’ombra felice nei suoi occhi ogni volta che vede una frusta?

Lettonia: In effetti, io che la vedo l’ho notato. *rabbrividisce*

Russia: Bravo Lettonia, mi dai ragione *sorriso*, proprio in quanto a lui, come possono non sorgermi sentimenti di perversione verso una creatura così amabile? Mi ricorda Lituania i primi tempi. E vedere il mio piccolo Lituania geloso è stato *sospiro di contentezza* esaltante, direi.

Polonia: Ehi però, Bielo non è sparita, sta qua!

Bielorussia: …

Estonia: Comunque ci ha fatto piacere sapere che adori me e Lettonia. *sussurrando* anche a me piacerebbe se stessimo di più insieme…

Lettonia: *prendendo un altro foglio* La prossima recensione è di SenseAndSensibility.

Lituania: Che bello, va in Francia!

Russia: Francia, l’abbiamo appena schiacciato e calpestato ben bene. *risata cristallina che inquieta tutti* Fra l’altro questa ragazza mi piace, mi ha ben capito, in effetti io mi diverto con chi voglio, dove voglio e quando voglio. Anche se Lituania rimane la persona con cui preferisco divertirmi.

Lituania: *arrossendo totalmente* R-russia-san

Polonia: *Interrompendolo deliberatamente* EHI! Ma com’è che tutti mi chiamano con quel soprannome?! Anche tu che sei una mia fan…! Dovresti tentare di difendermi!

*si sentono degli spari in lontananza e tutti si riparano dietro Russia*

Svizzera: CHI SAREBBE DIVERTENTE? CHI VI FAREBBE RIDERE? IO NON SONO UN COMICO SAPETE E SONO ANCHE DI CATTIVO UMORE!

Lettonia: Gulp, ma sembra sempre di pessimo umore.

Estonia: Ringraziamo SenseAndSensibility, anche da parte dell’autrice che al momento è impossibilitata a farlo. E ci auguriamo che Francia non la molesti.

Lituania: Agnes Fey ci dispiace davvero molto per la tua storia d’amore in crisi. Spero che almeno il tuo amato non ti abbia mai frustato a sangue o sussurrato parole omicide mentre ti abbracciava o non ti abbia minacciato di farti sparire dalle carte geografiche.

Polonia: Si, insomma, speriamo che il tuo lui non fosse uno dello stampo di Russia. Cavolo, se lo fosse stato forse saresti morta e non qui a recensire!

Lituania: Temo che non siamo bravi a tirarti su di morale, però per essere solidali neanche noi bevremo per oggi!

Russia: *glaciale* Bene, Lituania-chan, se non vuoi che beva mi dovrai dare qualche altra piacevole alternativa, come premio.

Lituania: Chissà perché sospettavo un risvolto simile.

Polonia: AHA! AHA! Guardate qua, la recensione di Kurenai88, staremo insieme da Austria e ci scambieremo dei bei vestiti. Sarà la mia consulente personale!

Lituania: Ultimamente mi sento nervoso quando sento nominare Cina.

Polonia: Coff, coff, ovvio, stiamo parlando di quel perverso di Russia, chissà che gli potrebbe fare a Cina.

Russia: Avete finito di diffidare di me?

Lituania: Ho mal di stomaco, Polonia per favore rispondi tu alla prossima. *Corre a prendere una medicina*

Polonia: *Che si ritrova spiazzato con l’ennesimo foglio in mano* Ah, si, emh, evvai ragazzi rispondo di nuovo io! C’è alice_maya in linea, cioè, in recensione.

Estonia: ma come parli Polonia?

Polonia: Forbita…forbi…forbitosame…insomma, parlo bene! Dicevo, alice_maya chi è questo Yanek? Il tuo fidanzato? Non lo conosco ma potrei fare una ricerca! Se vuoi posso trovarlo vestirlo da ragazza e spedirtelo a casa!

Estonia: Tutto questo assume sempre meno senso!

Polonia: Comunque al momento è l’autrice-scema ad aver bisogno di una flebo.

Russia: Questi cioccolatini sono per me? Ti ringrazio alice_maya.

Polonia: *sottovoce* Soffocatici *Ad alta voce* E ora BakaMocchi, no non ti scusiamo per non aver commentato lo scorso capitolo, finirai in pasto ai frullatori malefici! Aahaha!

Lettonia: Frullatori malefici?!

Polonia: Si, ma stavo scherzando eh.

Estonia: Lettonia, sei uno dei suoi personaggi preferiti!

Lettonia: Ho anche io delle fan, sono contento, grazie!

Russia: Certamente che hai delle fan…e dei fan *Lettonia trema*. Non sono pedofilo, non ho fatto niente a Lettonia alla fine, anche se un pensierino lo faccio sempre volentieri su di lui.

Polonia: Comunque dicevo che…ARGH!

*Polonia viene colpito in testa da un frullatore*

Yusaki: Tu…brutto…DEFICIENTE…

Polonia: Oho.

Yusaki: IO TI AMMAZ…

Inghilterra: *appena tornato* Goodmorning Yusaki, come ti è sembrata la mia marmellata? Era buona?

Yusaki: ^__^’’  *L’autrice vuole bene ad Arthur, anche se ha ancora i crampi allo stomaco per la sua marmellata*  Ma certo, era, umh, deliziosa, assolutamente deliziosa.

*Polonia intanto si spancia dal ridere*

Arthur: Ne sono contento! Quel cretino di Francia ha detto che era rivoltante, ma ovviamente quello non se ne intende per niente.

Yusaki: *sudando freddo* Assolutamente, è come dici tu.

Russia: Posso fare io i saluti di fine capitolo?

Yusaki: Suppongo che dirti di no segnerebbe la mia fine totale.

Russia: Esatto. Nel prossimo capitolo farò una strage, la famosa strage. Se avete notate che le risposte alle recensioni si sono estese in questo ridicolo *sorride* teatrino è solo a causa della tristezza che subentra nell’autrice ogni volta che scrive qualcosa di poco felice, dovete perdonare questa povera incompetente! *altra risata cristallina che fa gelare tutti*

Yusaki: Si, scusatemi davvero! Non fateci caso, spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo nel prossimo, ricordatevi di recensire! E adesso…POLONIA DOVE STAI SCAPPANDO?!

 

*Ed anche questa volta tutto si chiuse nel Caos*

 

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Capitolo 9
*** Nicola ***


 

Sono passati più secoli per scrivere questo capitolo che per costruire la muraglia cinese, fra un po’!T__T Ebbene si, ma per le scuse rimando alle risposte alla recensioni a fine capitolo. In questo vi saranno un po’ di pensieri di Lituania, mentre aspetta di sapere gli esiti del famoso congresso di Vienna, perchè il piccolo fiore deve prendere coscienza di molte cose seduto nel salotto di Austria. È corto, e di passaggio, ma la fine apre nuovi scenari per il futuro russo...torna la neve con l’inverno…e i girasoli?

 

 

 

 

 

 

 

 

Lituania era rimasto fuori dalla sala dei congressi a cui potevano accedere solo le quattro importanti nazioni vincenti. Spostò gli occhi per guardare, senza reale interesse, Austria che chiudeva la porta della stanza annunciando così implicitamente l’inizio del congresso di Vienna.

Il tonfo della chiusura gli giunse ovattato alle orecchie, arrossate per il caldo quasi eccessivo della stanza in cui attendevano.

Era comoda, quella sala ricca e arredata con raffinato buon gusto, eppure non riusciva a mettere Toris a proprio agio; in verità il ragazzo pensava che niente sarebbe riuscito a metterlo a proprio agio, in quel momento, neanche uno dei bagni caldi e densi di vapori che amava tanto. Lasciò che il suo corpo crollasse, un po’ scompostamente, su un divanetto rosso dall’aria particolarmente soffice.

Immediatamente fu investito dalla preoccupazione per Polonia, chiuso nella stanza adiacente alla loro, le cui sorti sarebbero state giocate fra i quattro vincitori, fra cui vi era Russia. Alla preoccupazione per l’amico si mischiava l’imbarazzo, così denso da fargli incendiare il viso, per la confessione che aveva fatto a se stesso poche ore prima.

Russia-san io sono innamorato di te…

Il calore divenne quasi esasperante; non lo aiutava certo il fatto che seduti su poltrone davanti a lui ci fossero Estonia e Lettonia, entrambi silenziosi e cupi e indubbiamente all’oscuro dei suoi sentimenti per il loro “sadico padrone”.

Non è che non sapessi di amarlo, pensò in maniera quasi disperata fra se e se, ma ammetterlo così candidamente a me stesso è stato un altro paio di maniche. Solo che era così arrabbiato che io…

Stavolta nascose direttamente la testa fra le gambe, cercando di farsi più piccolo possibile mentre un’ondata di vergogna per essersi comportato così da ragazzino sensibile lo sommergeva del tutto, rischiando seriamente di farlo affogare, o peggio di far capire ai suoi due fratelli che c’era qualcosa che non andava.

Nella carrozza aveva visto gli occhi di ametista e ghiaccio di Russia incupirsi per la rabbia, uno sguardo che era penetrato in lui come una gelida lama stuzzicando fin troppo il suo cuore, cuore desideroso soltanto di un abbraccio, o una carezza…quel forte bisogno di essere amato che lo aveva prepotentemente messo di fronte al vigore dei suoi sentimenti.

<< Toris c’è qualcosa che non va? >> domandò la voce pacata di Estonia, chiamandolo col nome come faceva solo a volte, quando erano soli.

Lituania sussultò e di botto volse il viso verso Estonia, avvampando più di prima mentre un pensiero stupido, Russia-san non mi ha mai chiamato per nome, gli attraversava di nuovo la mente in subbuglio.

<< No, no, basta!!!! >> gridò esasperato a se stesso prendendo un delicato cuscino ornamentale e cominciando a darselo in testa con forza cercando di scacciare quei pensieri che lo facevano sembrare ancora più scemo, e perso.

<< Toris? >> gli giunse di nuovo, lontana, la voce di Estonia << Toris?! Non puoi distruggere quel cuscino! Austria-san ce lo farà sicuramente ripagare! >>

Toris si placò, o almeno tentò, rimanendo con la testa immersa nel guanciale, scaldandolo col calore del suo volto in fiamme fino a che la stoffa non divenne calda quanto il suo viso.

<< Toris… >> cominciò di nuovo Estonia, mentre l’altro sentiva chiaramente il frusciare dei suoi vestiti mentre si avvicinava.

Un paio di istanti più tardi il divanetto affondò leggermente sotto il peso di Estonia, sedutosi accanto a lui con un sospiro, e di nuovo affondò, quasi impercettibilmente, sotto i pochi grammi del corpicino di Lettonia. Rimasero così, i tre fratelli e il cuscino rosso, su cui la presa delle mani di Lituania si era allentata.

Forse passarono ore, forse passarono molte ore, forse moltissime, Lituania non avrebbe saputo dire se nel frattempo si era di nuovo addormentato o se era semplicemente caduto in una sorta di passiva trance, dove l’ambiente intorno a lui si sfocava e le figure di Estonia e Lettonia divenivano solo personaggi di un altro sogno nebuloso, al termine del quale la porta della sala si aprì.

Fu quel rumore, dopo tanto silenzio e immobilità, a riportare Toris alla coscienza.

 

Una porta che si apre segna molto spesso l’inizio di una storia,di una favola o di un racconto dell’orrore; in quel caso invece segnava la fine del congresso di Vienna.

Varcò la soglia, per primo, la persona che era stata fatta accomodare nella stanza accanto alla loro, quella di cui dentro il congresso si decidevano le sorti, e quella a cui Lituania, nonostante la confusione mentale che aveva riguardo a Russia, aveva pensato intensamente e insistentemente.

Il volto sotto la zazzera bionda, il visetto imbronciato come prima, si volse immediatamente verso di lui, come se sapesse che lui era stato lì a strapazzare un cuscino rosso anche perché in pena per lui.

Come era avvenuto in precedenza il contatto visivo non durò molto, in quanto Feliks fu costretto a spostarsi dalla mano guantata posata sulla sua spalla, facendo spazio all’imponenza di Russia, che dal modo in cui l’aveva guidato fin lì faceva intendere la buona riuscita del congresso.

Ed era così, il successo di Russia, Lituania poteva vedere i residui della paura nel broncio infantile dell’amico Polonia.

<< Piccolo Polonia, non eri ansioso di salutare i tuoi vecchi compagni? >> mormorò serafico Russia, con un sorriso gelido che rifletteva tutta la crudele felicità che provava, tutta la mancanza di interesse per una possibile risposta.

<< Credo proprio che dovresti salutarli, adesso, sai? >> insistette con apparente serenità Russia, Lituania vide il guanto stringersi intorno alla spalla di Polonia, che si irrigidì per il dolore, negli occhi le ceneri della paura parvero riprendere vita, ma il biondo polacco rimase ostinatamente zitto.

<< Come sei scortese Polonia, e pensare che non li vedrai per tanto tempo >> sbuffò Russia, con una scossa non troppo gentile che fece barcollare Polonia.

Lituania fece quasi per scattare in avanti a riprendere l’amico, ma si trattenne all’occhiata di Estonia e Lettonia, chiaro messaggio di quanto quell’azione sarebbe stata stupida e avrebbe rischiato di mettere ancora di più nei guai il biondo.

<< Che significa che non ci vedrà per molto tempo? >> domandò Lituania, costretto fermo sul divanetto, eppure incapace di starsene zitto.

Russia si girò lentamente a guardarlo, il gelo in quegli occhi parve attenuarsi un po’ mentre gli rispondeva.

<< Che, naturalmente, non verrà ad abitare con noi >> rispose in un modo quasi giocoso, come se quell’accordo lo soddisfacesse in pieno.

C’era un significato implicito in quella condizione, Polonia non avrebbe avuto né la libertà…né Lituania.

 

Feliks avrebbe scoperto più tardi, mentre viaggiava in una carrozza, che non era la stessa carrozza di Russia e dello Zar, e neppure quella dei tre fratelli baltici, che avrebbe avuto una costituzione. Certo ci sarebbe stato al comando quel losco tipo dell’imperatore Russo, ma avrebbe avuto una costituzione.

La carrozza diede uno scossone improvviso, da cui il biondo non ebbe neanche il tempo di riprendersi prima che gli venisse intimato di scendere.

Un brivido lo scosse per un attimo nel passare dal tepore della carrozza alla temperatura esterna, più bassa.

Arrivò così un’altra curiosa scoperta.

C’era Lituania, il suo caro amico Toris, che scendeva a sua volta dalla carrozza che lo ospitava, venendogli incontro con un bellissimo sorriso e un’ombra di tristezza negli occhi verdi.

<< Feliks… >> mormorò Toris, stringendolo in un abbraccio.

Feliks non si fece troppi problemi a ricambiare la stretta, non sentiva neppure lo sguardo di Ivan trafiggerlo come invece si era aspettato. Felicissimo per quell’inaspettato congedo cominciò a snocciolare con aria trionfale la sua gioia nel rivederlo, e soprattutto la novità della costituzione.

 

Un altro paio di occhi stava osservando la scena.

<< Gli concedi tutte queste libertà, fratello? >> domandò un ragazzo dallo sguardo attento e scaltro.

<< Libertà? >> domandò distrattamente Alessandro I.

Il giovane Nicola lo fissò con aria cupa.

<< Dovremo pensare a prenderci ancora più nazioni, e diventare più forti, invece di metterci a concedere abbracci! >> ribatté Nicola, attirando l’attenzione di Russia che lo fissò apparentemente tranquillo; ma nella mano la nazione stringeva i frammenti di un bicchiere di Vodka, polverizzato dal suo pugno al pensiero di quello che stava succedendo là fuori.

Ed era solo un abbraccio.

 

 

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: Alessandro I, una volta ottenuto il controllo della Polonia, concesse una costituzione. La Russia invece ne rimase sprovvista e questo causò non pochi scontenti interni.

2) Nicola è il fratello minore dello Zar Alessandro, prenderà il suo posto al trono dopo l’improvvisa morte senza eredi di Alessandro. Volge la politica in modo più autoritario ed espansionistico…Per questo nell’ultima parte della fanficton critica le concessioni fatte a Polonia. Per la cronaca, l’ultimo saluto fra Toris e Feliks lo ha concesso Alessandro, non certo Russia!

3) Un ultimo appunto, il capitolo è intitolato a Nicola per segnare l'inizio di un tempo più buio di quanto già non fosse. Dai prossimi capitoli ci saranno ancora più guai?

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natasha, e dei due nuovi arrivati, il tremante Raivis, e Eduard, e anche di qualche altra nazione di passaggio…)----

Yusaki: Bene, coff, coffcioè, non tanto bene ecco…coff

Polonia: Ehy Autrice incapace, hai la tosse?

Yusaki: No, stavo solo imbarazzandomi per il ritardo con cui questo capitolo è venuto alla luce! V__V’’ Io dichiaro che è tutta colpa tua e del congresso di Vienna!!!

Polonia: E io che centro?!?! Ma guarda te, mica è colpa mia se sei totalmente cretin…*A Polonia arriva una cassa piena di bottiglie di Vodka in testa*

Yusaki: Quanto tempo era che non scrivevo questa storia e che mi evitavo i mal di testa causatimi dall’imbecillità di Pollonia! Quanto tempo che non andavo in delirio felice per l’amoreggiare di Russia-san e Liet-chan!!! Quanto tempo mie care lettrici e lettori!ç__ç Vi farei un abbraccio collettivo, ma sono impossibilitata a causa delle casse di bottiglie di Vodka che sto trasportando a casa di Russia-san, che mi ha punito per il mio ritardo immane.

Polonia: e ha fatto anche bene! Scemaaaa!!!

Yusaki: Pollonia, sto per ficcarti un girasole in gola. Allora, qui abbiamo le recensioni, che sono ben 8! 8 recensioni e tantissime persone a cui chiedere scusa! Cominciamo subito!

Polonia: Con Cry_chan!

Yusaki: Esattamente! Lituania-chan, mi tieni su quel foglio per favore che io non posso a causa della scatola? Grazie mille! Cry_chan, certo che Pollonia finirà male, dopotutto questa è una mia fanficton, Pollonia non può certo prosperare e vivere felice, soprattutto dopo lo scherzetto che mi ha fatto con la marmellata di Inghilterra-chan!

Polonia: Ma va, se ho anche avuto la costituzione!

Yusaki: Dettagli caro biondino, vedrai che presto le cose crolleranno inevitabilmente…mhuahaha

Russia: Lituania-chan e Lettonia-chan appena svegli sono adorabili. Anche troppo adorabili. Mi viene da pensare a come sarebbe averli entrambi a lett...

Yusaki: RUSSIA-SAN!!!!!

Russia: …comunque alla fine la Vodka è stata brillantemente sostituita. *Sguardo malizioso a Lituania*

Lituania: eh…ah…coff…*imbarazzatissimo*

Yusaki: Ti rigrazio immensamente delle recensione, e mi scuso per il ritardo, Cry_chan!

Lettonia: La prossima con cui ti devi scusare è Kurenai88! ^__^

Yusaki: Si, ecco, scusa per il ritardo! E sono felicissima che il capitolo ti sia piaciuto!!

Lituania: chissà qual è l’esibizione a cui accenna…

Yusaki: Non so, però spero le sia andata bene!

Polonia: un augurio con venti anni di ritardo.

Yusaki: Pollonia, per rispetto a Kurenai88, che è tua fan, non ti ucciderò strangolandoti con la bandiera russa. Ok, la prossima è…Dragon Girl31! Che è una nuova recensitrice! *__*

Polonia: Probabilmente però si sarà stufata di aspettare questo nuovo capitolo e non la vedrai più per il resto della tua vita! V__V

Yusaki: Grazie Pollonia, sei sempre così consolante che se tenessi la bocca chiusa eviteresti di venire ammazzato! Emh, ti ringrazio per i tuoi complimenti, e per aver deciso di recensire!

Lettonia: e in effetti hai ragione, Dragon Girl 31, io quando appaio o tremo o vengo ingurgitato da delle pecore…

Estonia: Lettonia, tu e Lituania siete fortunati perché apparite spesso per essere seviziati da Russia-san!

Lettonia: ma guarda, una v-vera fortuna!!T__T’

Russia: Mh, questa recensitrice preferisce vedermi con Lituania-chan che con Cina…

Yusaki: E ci credo, scusa caro Ivan-san ma credo che anche tu preferisca Liet-chan no?

Russia: *Sorrisone*

Lituania: non comprendo la tua risposta.

Russia: *ride* che mi piace vederti geloso. *Sottovoce* Però su Cina ci farei davvero un pensierino…

Yusaki: Si preparano tempi ardui per Lituania-chan. ç__ç Ma con il suo visino carino e una buona dose di vestiti da cameriera nessuno potrà batterlo!!! MHUAHAHA!

Russia: *Sognante* Certo, rimettiamolo in divisa da cameriera come ai vecchi tempi…

Lituania: *Agitatissimo* Dragon Girl 31 l’autrice ti ringrazia e si scusa tantissimo per il ritardo! Si augura che gli Umpa Lumpa non siano riusciti nell’intento di rapirti e dice che concorda con te sulla prima impressione meravigliosa avuta su Hetalia.

Yusaki: Esatto! E adesso…alice_maya!

Russia: Accetto volentieri la Vodka al peperoncino.

Yusaki: Quando si parla di Vodka accorri subito a rispondere alle recensioni eh?

Russia: Ovviamente, ma ridurrò in polvere tutte le sfere del drago così Polonia creperà sul serio.

Yusaki: V__V Saggia decisione.

Polonia: Alice, hai conosciuto un polacco in Spagna? E che ci faceva un polacco in Spagna?!

Yusaki: V__V Sei tu l’esperto di Polacchi! Dovresti saperlo da solo!

Polonia: Cosa credi, che passi il tempo a spiare cosa fanno tutti i polacchi della terra? O__O

Yusaki: Da te potrei aspettarmi qualunque stranezza! Insomma, grazie anche a te delle recensione e scusa il ritardo!

Lituania: E adesso c’è…

Lettonia: *Trema*

Estonia: Emh…

Yusaki: *Trema* S-si, Reidina!

Russia: Mi sento come quando vengo minacciato da Bielorussia.

Yusaki: Mi sento come quando non se morire di paura o essere contenta!ç__ç Allora, cara Reidina, comincio col dirti che sono felice che questa fanficton ti, emh, entusiasmi così tanto!^__^’’

Russia: Vedere tutti soffrire è una gioia della vita, mi impegnerò perché tutto ciò avvenga…e anche tu vero autrice?

Yusaki: Ma io veramente…ç__ç Si, ecco, non vorrei che soffrissero così tanto ma la storia Russa è così allegra che non si può fare altrimenti! Comunque vedo che apprezzi, quindi…dunque…

Lettonia+Lituania: *Sono andati a nascondersi, terrorizzati*

Yusaki: Da quanto leggo odi appassionatamente Cina!

Polonia: Cina, hai contro una recensitrice che terrorizza quanto Russia, se mi senti credo che sia il caso che ti prepari ad essere assaltato e squartato!!

Yusaki: Credimi…anzi…Mi creda Reidina-san, farei anche io a meno di mettere Cina nella storia, perché non mi piace molto vedere Lituania che soffre ma…

Lituania: Come sarebbe?! Vuoi dire che Russia-san mi tradir…

Yusaki: *Interrompendolo* COMUNQUE…è necessario che ci sia Cina, mi capisca, è sempre stata una nazione fondamentale nella storia di Russia-san e…beh, adesso ho paura, perché ho aggiornato in ritardo e mi sto immaginando i riti oscuri e le maledizioni che starai compiendo per farmi crepare a causa del ritardo!!!!ç__ç’’’ Visto che sono ancora viva, però, ne approfittto per ringraziarti davvero molto dei complimenti, e mi scuso molto sentitamente per la mia incapacità di postare regolarmente!!!!! MI DISPIACE!!! T__T’’’

Cina: Com’è che questa tizia mi odia aru?

*Tutti di avventano su Cina sbattendolo fuori di casa, per la sua incolumità visto che Reidina potrebbe benissimo trasformarlo in poltiglia*

Yusaki: Con questo passiamo alla prossima…Maayatan, mi rallegro che tu abbia avuto modo di lasciarmi una recensione, sentire i pareri dei lettori è sempre positivo per un’autrice! Dunque ti ringrazio e mi scuso moltissimo anche con te…e, beh, Russia-san in effetti può apparire un po’ cattivo a prima vista.

Tutti: UN PO’?!?!

Yusaki: Ma infondo al cuore è un angelo tenero!

Tutti: Si, e l’Inghilterra sforna i migliori cuochi del mondo.

Yusaki:Mi hai fatto molti complimenti, sono al settimo cielo!

Lettonia: Adesso abbiamo Agnes Fey.

Polonia: Perché dovevo inciampare? Perchè volete farmi fare tutti la fine del cretin

Yusaki: *A cui oggi va di interrompere le persone*:  Non ti scusare per il ritardo nella recensione! *Aria tragica* sono io che devo stra-scusarmi per i ritardi! E ringraziarti per i complimenti!

Polonia: e comunque hai ragione, mica ci scandalizziamo!

Yusaki: Giusto, Hetalia poi è decisamente ben poco etero come anime! Aaah, l’amour non ha confini!

Francia: Cherie, questa frase suonava molto da me!

Yusaki: è vero mon amour…no, ehy, ma che cavolo dico?! Francia non farmi parlare francese che non lo so!! ç__ç Passiamo alla prossima recensione,  di BakaMocchi! Non eri ad un soffio dall’Update, come hai potuto notare…ç__ç mi scuso solennemente!

Estonia: Festeggiamo! Si è scusata per l’ottava e ultima volta.

Polonia: Direi che è la parola che ha ripetuto di più in oggi.

Russia: Era decisamente suo dovere! *Sorrisone*

Yusaki: Liet-chan è dolce dolce si, anche normalmente e senza che ci metto mano io! *__*
Lituania: Tutto questo è imbarazzante, i miei pensieri sbandierati in giro.

Yusaki: Che ami Russia-san era evidente in questa fanficton più che se l’avessimo scritto sul perizoma che porti, Lituania-chan.

Lituania: NON PORTO PERIZOMI!!!ç__ç

Yusaki: Grazie per la recensione e i complimenti, BakaMocchi.

Bielorussia:…

Lituania: Mh, si in effetti abbiamo allungato tantissimo questo teatrino, hai ragione Bielorussia-chan.

Polonia: è perché l’autrice scema si doveva scusare a profusione. Ah, si scusa con tutti i lettori e ascoltatori e blablabla, avete capito no?

 

Yusaki: Spero che mi perdonerete tutti e che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto. Nel prossimo vi devo annunciare che comparirà lui, l’incubo più recente di Lituania-chan, comparirà insomma quella creatura della lunghe chiome nere raccolte in coda, con gli occhioni scuri e grandi, il visetto carino, e uno strano suono che emette alla fine di ogni frase aru.

Inizia la guerra di conquista russa, il primo vero pericolo (rivale?) per la stabilità dell’amore di Lituania. Riuscirà il nostro piccolo brunetto a capire cosa sta succendo? Russia sarà interessato a Cina al di là della pura conquista territoriale? Questo ed altro al prossimo capitolo! Salutiamo tutti su, che era da tanto che non lo facevamo.

 

Tutti: Recensite, e al prossimo capitolo!!!

 

 

 

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Capitolo 10
*** L'ametista e l'Immortale (+ omake, storia extra) ***


Dalle porte di quell’impero rimasto isolato a lungo…ecco, arriva, Cina dal suo oriente misterioso. Di nuovo una lunga attesa, per questo capitolo, ma scrivere di Cina mi aveva un po’ messo in ansia, anche io mi dispiaccio per Lituania…che forse è geloso senza troppi motivi, solo qualche sguardo di troppo, l’espansione Russa…

E mentre cade la neve, aspettiamo che i girasoli fioriscano ancora.

 

ATTENZIONE! In questo capitolo è compresa una storia Extra che potrete trovare dopo le risposte alle recensioni! Scorrete giù con la pagina se le volete saltare e la vedrete!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le altre nazioni avevano parlato di un ragazzo, dall’aspetto giovane e dalla voce particolare, lunghi capelli scuri e abiti dalle maniche troppo lunghe…

Sembrava che non fosse molto felice di trattare con gli estranei, sembrava anche, a detta di Inghilterra, che negli ultimi tempi avesse avuto un sacco di guai e che, forse, stando attenti e usando bene la diplomazia, e le minacce, si poteva ottenere qualcosa dal ragazzo, che si narrava fosse immortale.

Fu infatti da quel giorno che Russia cominciò a guardare più attentamente in quella direzione, verso oriente.

 

Ancora più spazio…

La fame di territori, per Russia, sembrava non finire mai. Lo sguardo di Ivan sfiorò, senza soffermarsi, su Lituania che sistemava i cuscini sulle sedie, per renderle ancora più comode e confortevoli; e calde, soprattutto calde, perché per un visitatore esterno il clima non fosse più gelato di quel che era.

In realtà tutte quelle gentilezze erano superflue, così gli aveva ricordato Inghilterra, con uno sbuffo, visto che la nazione che stava per incontrare era uno “Sconfitto”. Uno sconfitto sia dall’interno che dall’esterno.

Invece Russia aveva voluto fare di testa sua, come sempre.

Aveva già incontrato quella nazione, l’aveva visto mentre veniva afferrato per le braccia, e trascinato via, con lunghi capelli scuri scomposti e uno sguardo ribelle, il volto insanguinato peggiorato dallo schiaffo di un ministro inglese che, perso ogni contegno gentleman, l’aveva buttato fuori prima che combinasse danni, minacciandolo che avrebbe continuato a vivere solo se apriva loro le porte della sua bella, segreta, nazione.

Russia si era chiesto di come quel corpo, all’apparenza fragile sotto gli abiti larghi, potesse rappresentare una nazione grande come la Cina, ma vedendo le fiamme d’orgoglio in quegl’occhi combattivi aveva capito che la grandezza di Cina non era un fatto fisico.

Anche per questo lo stava accogliendo con interesse, e con apparente gentilezza…dopotutto erano vicini, poteva trarne…grandi vantaggi…

Quando emerse dai suoi pensieri e si voltò scoprì che Lituania era sparito, ma prima che potesse fare alcunché la porta si aprì e apparve Estonia, serio.

<< L’ospite è arrivato, Russia-san >>.

Russia fece un cenno con il viso, sorridendo imperscrutabilmente, ed Estonia rispose al comando tirandosi di lato, lasciando la porta aperta e libera.

La soglia rimase vuota per qualche lungo istante di troppo, quasi chi doveva entrare fosse esitante; ne arrivò prima l’ombra, e, lentamente, i passi soffici portarono un ragazzo nella stanza.

Il sorriso di Ivan si allargò impercettibilmente.

Cina era vestito di bianco, avvolto in uno di quei suoi abiti orientali, quasi a rimarcare la sua provenienza che stonava moltissimo accanto al mobilio della stanza russa; il suo viso era quasi intatto, indubbiamente adesso appariva più sano senza quelle ferite e quel sangue che aveva nascosto la curva piacevole delle guance, il mento delicato, che aveva incrostato alcune ciocche di capelli che ora fluivano tranquille sul volto del proprietario.

Eccolo, Cina, con lo sguardo scuro puntato su di lui.

<< Benvenuto, Cina >> lo salutò infine Russia, con un ampio gesto che racchiudeva lui e la stanza << Siediti pure! >> trillò cambiando tonalità di voce, sorridendo come un bambino nel pieno della sua innocenza.

Fu proprio quest’ultimo tono a spiazzare Yao, che tentennò, sbattendo le palpebre con espressione confusa e guardando la sedia che gli era stata offerta come se non avesse mai visto niente di simile prima.

Ivan rimase ad osservarlo, senza accennare a muoversi, così alla fine Cina, riportato bruscamente alla realtà, ricambiò il saluto con un piccolo inchino e si sedette rapidamente di fronte a lui.

 

Lituania, più tardi, si stava chiedendo cosa l’aveva trattenuto in quella stanza.

Inizialmente aveva fatto quello che doveva fare, portato un bicchiere ad entrambi, versato della vodka ad entrambi, fattosi da parte quando entrambi avevano afferrato i rispettivi calici di liquore.

A quel punto gli era permesso di andarsene per lasciare entrambi a discutere di affari importanti, non c’era bisogno che assistesse alle subdole minacce che il russo avrebbe rivolto al loro ospite.

Invece le gambe di Toris avevano tremato, costringendolo a fermarsi in quella sala, non troppo distante da Russia.

C’era quella sensazione, quel senso di disagio provato già in passato, anche se la sua memoria non riusciva a ritrovare con chiarezza il momento in cui aveva provato qualcosa di simile.

<< Vuoi farmi ubriacare, aru? >> sbottò il cinese, aggrottando le sopracciglia, e, forse per il nervosismo, il suo strano intercalare divenne più marcato quando Ivan gli chiese se voleva bere ancora.

Russia rise, uno scroscio di campanelli di metallo, versando di persona altra vodka a Yao.

<< Mmh…direi di si! >> rispose il Russo, il liquido trasparente che scorreva nel bicchiere, espandendosi senza rumore. Gli occhi ametista che scorrevano l’intera figura vestita in bianco, non notati da Cina, concentrato sul bicchiere.

Lituania pensava a quel “direi di si”, sapendo profondamente che era stato detto con più sincerità di quello che Ivan voleva far credere; quando quella risposta aveva lasciato le labbra di Russia Toris si era sentito improvvisamente come allontanato bruscamente, come gettato senza riguardi in un’altra stanza, lontano da loro, lontano da Russia che aveva occhi solo per l’asiatica nazione immortale, con un interesse che sembrava voler escludere chiunque altro.

Cina era stato chiuso nel suo palazzo, lontano dal mondo, e quando le porte erano state aperte (violentemente, con la forza…) ne era uscito quel ragazzo, dagli occhi limpidi, dalle vesti inconsuete, dalla bellezza orientale che poteva diventare un nuovo, meraviglioso, giocattolo per Ivan…

Toris sospirò, desiderando intensamente che Russia non lo venissi a trovare quella notte. Avrebbe sentito ancora le tracce di quell’interesse non rivolto a lui…

Non voleva essere toccato, adesso.

<< Ho mal di stomaco… >> sussurrò a se stesso, stendendosi meglio sul letto e chiudendo gli occhi, dispiacendosi per la sua sensibilità che lo portava a preoccuparsi sempre più del dovuto.

Alla fine, sarebbe passata anche quella. Si trattavo solo di commercio, no?

 

Invece, alla fine, Russia era arrivato lo stesso nella camera, avvicinandosi al suo letto con il solito silenzio da predatore. Aveva scostato i capelli dal suo viso, svegliandolo dal torpore che lo aveva colto, e gli aveva sorriso.

<< Lituania-chan… >>, Lituania sentì mormorare il russo, prima che si aggiungesse alla voce la sensazione delle sue labbra sul collo, i denti che si spostarono presto ad afferrare il tessuto bianco del pigiama, scostandolo per rivelare una delle spalle candide.

Il corpo più piccolo della nazione più piccola fremette, e cedette, carezzato e lusingato, spogliato, amato.

<< Lituania-chan…ah…Toris… >>

Di colpo Lituania fu felice che Russia fosse venuto a trovarlo, e sorrise. Quei sospiri erano per lui, per lui, per lui…soltanto per lui!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: Questa nota è messa perché venga capita meglio la situazione storica. Ci troviamo poco dopo la seconda guerra dell’oppio, quando la Cina fu costretta, dopo aver subito una dura sconfitta contro l’Inghilterra, ad aprirsi al commercio ed alla diplomazia con l’occidente. Situazione che anche la Russia sfruttò. La Cina, in quel periodo, era inoltre in difficoltà anche a causa dei conflitti interni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natasha, e dei due nuovi arrivati, il tremante Raivis, e Eduard, e… “Aru”?)----

 

Yusaki: Tanana, tarara, tadaaaa…*Canticchia*…che capitolo orribile…*Canticchia*

Lituania: Nel tempo che l’autrice non ha scritto la sua salute mentale è peggiorata.

Yusaki: Umh, Lituania-chan caro, come mai sento una sfumatura di acidità nella tua voce?

Lituania: Sarà una tua impressione!

Yusaki: ^__^’’’ Si, naturalmente, scusami!

Lituania: Ti dovresti scusare con i lettori, piuttosto, mentre io me ne vado a prendermi qualcosa per lo stomaco. …che capitolo orribile!

Yusaki: Era quello che stavo dicendo anche io!

Lituania: Rispondi alle recensioni, non perdere troppo tempo a parlare a caso.

Yusaki: ç__ç Ti vedo di cattivo umore oggi…

Cina: Sembrate molto tetri, aru!

Yusaki: *Facendo un salto di tre metri* UAAAAARGH! Che ci fai qui?! O__O

Cina: Passavo a salutare, siccome oggi avete parlato di me, aru! *indica il capitolo*

Yusaki:…

Cina:…che c’è? Perché mi guardi così, aru?

Yusaki: *Scuotendo la testa* Cina-chan, io ti devo aprire gli occhi su una grande verità!é__é

Cina: Emh, certo, dimmi, aru!

Yusaki: Cina tu…hai dietro Lituania-chan con in mano un’ascia e intenti poco pacifici, scappa per favore V__V

Cina: *Si volta* UAAAARGH!!!! O__O’’’ *Corre con Lituania che lo insegue*

Yusaki: Perfetto! Adesso che sappiamo che Cina-chan non macchierà di sangue il tappeto posso inizare a scusarm…a rispondere alle recensioni!

Russia: La prima è cry_chan, che dice che le piaccio quando sono geloso.

Yusaki: Ma…! Russia-san! Dovrei rispondere io alle…

Russia: No, tu ci hai messo troppo a scrivere questo capitolo, quindi adesso sei estromessa da questo compito. Qualcosa in contrario? *Sorriso*

Yusaki: …

Russia: cry_chan, visto quanto ci ha messo ad aggiornare stavolta immagino sarai rimasta ancora più sorpresa, mi domando quante volte avrai sbattuto le palpebre…a proposito di Cina, è assolutamente vero che quando dice “aru” fa tenerezza, viene proprio voglio di fargli violenza quando lo dic…

Lituania: Grazie della vodka alla pesca, cry_chan! *Si mette a bere dalla bottiglia senza contegno*

Russia: Lituania-chan, non dovresti bere così sai che non ti fa bene…

Lituania: Sigh, tanto ho i farmaci contro le sbronze.

Estonia: *Recuperando il foglietto con la recensione* Mmh, è vero, l’autrice non mette qualcosa di carino fra me e Lettonia da ben due capitoli.

Lettonia: Scusa Estonia, che hai detto?

Estonia: Niente Lettonia. Credo che Yusaki non abbia avuto occasione di mettere certe scenette, ma spera di rifarsi, anche lei tifa per me!

Lettonia: Ma di cosa parli?!

Estonia: Ah, e questa recensione dice che comunque anche Russia-san è geloso, sai Lituania?

*Russia e Lituania si bloccano dal contendersi la bottiglia di alcolico e guardano Estonia*

Tutti: *Silenzio*

Russia: Passiamo alla prossima recensione

Lituania: Eh? Russia-san, davvero è geloso?

Russia: Ho detto passiamo alla prossima recensione, kolkolkol…

Trio Baltico: Subito! ^^’’

Yusaki: *Bisbigliando* cry_chan, puoi chiamarmi Yu tranquillamente! (e puoi anche chiamarla Deficiente, o Autrice incapace, o Ritardataria cronica! N.d.Tutti)

Lettonia: L-la prossima recensione è di NekoRika!

Russia: Come vedi la nostra autrice sciocca non ha affatto risolto il blocco, kolkolkol, causando enormi ritardi.

Lituania: Anche tu sei con me, NekoRika! Grazie, davvero, non voglio più soffrire, prima le fruste, ora Cina...!

Cina: Ma insomma, non mi sembra di aver fatto niente, aru!

Lituania: è il fatto che esisti, sai, e che Russia ti radiografa con lo sguardo ogni volta che mi da fastidio!

Cina: Cosa, aru?! MA NO CHE NON MI RADIOGRAFA CON LO SGUARDO!!

Russia: posso assicurarti di si.

Cina: ARU?!

Lituania: Russia-san credo che me ne tornerò a casa di Polonia.

Russia: …stavo scherzando, Lituania-chan!

Yusaki: *approfittando degli attimi di confusione* Grazie della recensione, NekoRika, e scusami se non riesco a superare i miei 982349856 blocchi!

Russia: Tu non dovresti parlare, autrice *sorride*

Yusaki: ç__ç

Lituania: La prossima recensione è di alice_maya, che a quanto pare ha fatto una cosa molto utile: ha minacciato l’autrice perché continuasse!

Russia: alice_maya, dovremo minacciarla di più la prossima volta, l’autrice ci mette davvero troppo tempo per scrivere capitoli.

Yusaki: come dire, la mia vita è in costante pericolo.

Russia: Se fossi diligente non lo sarebbe, lo sai? ^__^

Yusaki: …

Polonia: Cioè, ma cos’è questa storia del leader polacco?

Yusaki: Beh, un giorno te la racconto…certo che tu non sai niente di te eh! XD

Polonia: Ehy!

Russia: Potreste non far rumore? Mi irritate.

Lituania: Adesso c’è la recensione di Maayatan. Maayatan, spero tu non abbia perso la speranza per il nuovo capitolo neanche stavolta, sappiamo che l’autrice ci ha messo altre due ere!

Polonia: L’autrice è sceeeemaaaa!

Yusaki: Pollonia ora muore affettato dai frullatoriiiiii!

Russia: Maayatan, cos’è che vorresti fare? Appicciarti a Lituania come un koala? *Sorriso molto preoccupante alla recensitrice*

Estonia: Maayatan scappa, stai rischiando la vita.

Lituania: Ma che gentile, dice anche che sono tenero! Ti ringrazio! ^///^

Polonia: Eh, e ha anche scritto che pensa tipo che io e Liet non stiamo male insieme!

Russia: Ah, ma che cosa carina da dire…kolkolkolkolkolkol...

Estonia: Ora stai seriamente rischiando la vita!

Yusaki: Prima che scappi dalla furia dell’ “Angelico” russo ti ringrazio della recensione!

Lettonia: Probabilmente la sua amica se lavorasse a-agli o-ordini di Russia-san non penserebbe che è un a-angelo!!

Yusaki: Suvvia, ora che Russia-san è impegnato a meditare propositi di vendetta posso provare a rispondere ad una recensione…vediamo, a chi tocca? Tocca a…reidina…Uuuh, mi sono appena accorta di avere un impegno veramente molto urgente, ho promesso a Tony che l’avrei aiutato a sezionare un Hamburger per capire con qualche armi chimiche era stato creato! Ci vediamo!!! *fugge*

Lituania: *A cui è stato lanciato il foglio delle recensioni* Ah, emh, si…

Russia: Faccio io, dopotutto si tratta di reidina. Reidina, mi dispiace per EFP che ti ha fatto quel brutto scherzo mentre stavi scrivendo la recensione, vorrei vendicarti ma se cancello dal globo EFP poi l’autrice incompetente di questa fan fiction non potrà più scriverla. E c’è un’ottima domanda per te, Lituania.

Lituania: *Legge* Ma no! Non è vero che non mi interessa Russia-san! Solo che era molto tempo che non vedevo Polonia, e Polonia è mio amico…non mi accusate in questo modo, mi fa venire mal di stomaco!

Russia: Lituania-chan, questo vuol dire che se solo mio?

Lituania: Si, io ti am… *arrossendo* N-non potremo parlarne dopo?!

Russia: Dopo ti assicuro che faremo ben altro che parlare.

Lituania: Russia-san! >///<

Yusaki: *Magicamente tornata* Oooh, una scenetta Yaoi, che teneri! *__*

Cina: è lei la recensitrice che ce l’ha con me, aru?

Yusaki: tralasciando che in questa fan fiction un sacco di recensitrici ce l’hanno con te, si. Comunque, certamente questa è una RussiaxLituania perché io amo questa coppia e non cambierò idea, solo che siccome Russia-san è Russia-san inevitabilmente farà soffrire in tutti i modi possibili Lituania-chan, anche a causa di Cina che comunque non ricomparirà per un po’, dopo questo capitolo, quindi non c’è da preoccuparsi!!!! Per rispondere alle altre domande, Generale Inverno non so quando riapparirà, c’è stato qualche capitolo fa ma…non lo so se riappare perché non vedo più in là del prossimo capitolo! T__T’

Russia: Sotto la mia sciarpa…beh, la sciarpa è praticamente una parte del mio corpo, ma sotto, da qualche parte, immagino ci sia il collo. Non so, non la tolgo quasi mai!

Yusaki: Il fatto che non sai cosa c’è sotto la tua sciarpa è sconcertante. Va bene, emh, adesso passiamo alla prossima recensione! Una nuova recensitrice, fra l’altro!!! *__*

Lituania: MattxMelloSanjixZoro, un’altra recensitrice che adora vedermi frustare da Russia-san! ç__ç’

Estonia: e che adora anche te, a quanto vedo, e che adora anche Russia!

Yusaki: e chi potrebbe non adorare Russia-san? *Sognante*

Polonia: io, per esempio!

Yusaki: Ma tu non conti, sei solo un piccolo pollo biondo! ^__^

Polonia: Cioè, posso usare una parolaccia?

Yusaki: No! Sono contenta che il capitolo 6 ti sia piaciuto, mi impegno sempre molto a scrivere tutti i capitoli, e quindi ti ringrazio molto di esserti fermata a recensire…e Russia-san ha gradito moltissimo, come sempre, l’offerta di Vodka! E mi scuso per non aver aggiornato presto come speravi.

Polonia: e hai tipo un’altra nuova recensitrice:  è Stefy_rin!

Yusaki: Grazie anche a te per la recensione! I tuoi complimenti alla storia mi fanno molto piacere, e vedo che non sei l’unica ad aver apprezzato il sesto capitolo!

Lituania: è una sostenitrice delle RussiaxCina…*Sospira e va a prendere altri farmaci per il mal di stomaco*

Yusaki: Vabbè ma qui sostiene te! Lituania? Lituania?! Oh, uffa, non mi ascolta più!

Russia: Autrice, siccome adesso hai continuato la fan fiction Stefy_rin ci fornirà a vita di Vodka e Girasoli!

Yusaki: Aaah! Hai fatto un promessa impegnativa, a Russia-san poi, che è una persona pericolosa se non mantieni una promessa!

Polonia: e com’è che non gli dico niente? Sono così carino!

Yusaki: Ma certo Pollonia, dai, vai a giocare con le nuove lame dei frullatori su!

Russia: e ora è il turno di Dragon Girl31, a cui dico che io ho l’unico monopolio della frusta, al momento, quindi l’autrice non potrebbe comunque frustare nessuno.

Yusaki: Dragon Girl31, non devi scusarti per il ritardo nel recensire, i recensori non si devono scusare, sono io che mi devo scusare!

Lituania: Sigh, ma mi chiedo se davvero riesco a far ingelosire Russia-san, capire quello che pensa mi è sempre più difficile…non è che tiene a me solo perché vuole tenersi stretti i miei territori?

Yusaki: Ma no Lituania-chan, guarda che Russia-san è molto romantico e geloso, anche se non lo da a vedere!

Tutti: *La guardano con aria molto scettica*

Yusaki: Miscredenti…tornando alla recensione, c’è un messaggio per te, Lettonia!

Lettonia: Il fatto che non sia l’unico a venir divorato da degli erbivori un po’ mi consola…p-però ancora non sono mai stato stuprato da una pecora!é__è Ci mancherebbe solo quella!

Estonia: Con tutte le volte che ho gridato “LETTONIAAA!!” vedendolo inguaiato da qualche parte, la mia voce è diventata più profonda.

Russia: Lituania-chan vestito da damigella…

Lituania: Russia-san, mi sta guardando in modo strano, emh, R-russia-san non ha qualche assurda idea in mente vero?!

Cina: Non mi odiate, aru!

Yusaki: si sta solo difendendo dai tuoi capelli Cina, poi si in effetti vorrebbe vederti disintegrato, ma quello è un desiderio comune a molti, anche allo stesso Lituania se non fosse impegnato a imbarazzarsi perché Russia-san lo vuole vestire da damigella. A proposito di capelli, Dragon Girl31 hai detto che hai i boccoli? Che belli! Io ho i capelli lisci, quindi i capelli mossi sono per me fonte di grande curiosità!

Inghilterra: god save the queen!

Yusaki: O__O evocato dalla frase della recensitrice…

 

Yusaki: Bene, per chiudere qui, perché…oddio, ho scritto dieci volte più in questo angolo delle risposte che nella storia. Beh, i capitoli hanno lo scopo di non essere troppo lunghi, quindi immagino vada bene anche così.

Ed adesso l’omake! Intitolato “Cosa ci fu dopo Nicola: Alessandro II e la torta” , prima di lasciarvi alla lettura volevo dire che questo capitolo è dedicato ad alice_maya, che mi ha praticamente dato l’idea! Grazie mille! (ed è la prima volta che dedico qualcosa a qualcuno, che emozione! >///<)

 



 

 

 

“Cosa ci fu dopo Nicola: Alessandro II e la torta”

 

 

 

Lituania sospirò. In quei giorni sospirava sempre più frequentemente; beh, non poteva fare molto altro da quando l’attuale Zar aveva deciso, assieme a Russia, che non voleva più sentir parlare alcuna lingua che non fosse il russo. Così Lituania si ritrovava a sospirare sempre più spesso, perché così non rischiava di farsi uscire per sbaglio qualche parolina nella sua lingua.

Parevano tutti molti irritabili su quell’aspetto, anche se in realtà l’essenziale era che nessuna delle lingue non-russe fosse trovata scritta, ma siccome lui era a diretto contatto con i reali Russi doveva attenersi anche al tacito accordo di non parlare.

Dopotutto Russia-san, la notte prima, gli aveva anche sussurrato all’orecchio che lo eccitava sentirlo parlare in russ…

Lituania si alzò di scatto dalla sedia, mentre un suonare di campanelli lo riportava bruscamente alla realtà, facendolo arrossire intensamente per i suoi pensieri.

Scosse la testa e si precipitò alla porta, spalancandola e cominciando a scusarsi per il ritardo nell’aprire quando vide che non c’era nessuno. Pensava già che si trattasse di un qualche scherzo (che razza di scherzo?) quando, abbassando lo sguardo, notò una bellissima torta dall’aria invitante, guarnita di stranissimi motivi bianchi e rossi.

<< Per Lo Zar e Russia, con tanti auguri di Buona Pasqua >> lesse quel che recitava il biglietto lasciato accanto alla torta, un biglietto metà rosso e metà bianco scritto in luccicanti lettere rosa.

<< Mah, chissà di chi è questa torta >>, si chiese ingenuamente Lituania, ancora distratto dai pensieri di prima, portando senza troppa attenzione la torta all’interno della casa.

 

Russia stava uscendo dalla stanza, dove discuteva con lo Zar, con aria piuttosto cupa. O meglio, con un bel sorriso cattivo sul volto.

<< Quindi oggi vuole del dolce da accompagnare con la Vodka… >> sbuffava fra se Russia, evidentemente affatto contento dei capricci del suo capo.

<< Del dolce, Russia-san? Stamattina è stata consegnata una torta! >> intervenne Lituania, facendosi avanti, improvvisamente memore della torta pasquale consegnata quella mattina << Vuole che porti quella? >>

Russia si volse verso di lui, guardandolo come per studiarlo, con un piccolo “Mmh…” segno che stava pensando se assecondare o no quella sciocca pretesa dello Zar.

<< Da*, d’accordo, portala! >>  assentì infine, rientrando nella stanza mentre Lituania sfrecciava via a recuperare quanto richiesto.

Lituania tornò nella stanza proprio mentre Russia lasciava ricadere sul tavolo dei documenti, i decreti per far si che la lingua polacca fosse dovunque vietata, sia scritta che parlata, un evento che l’aveva messo di incredibile buon umore e che l’aveva fatto ricredere sul cervello del suo sovrano.

<< Grazie Lituania-chan >> gli sorrise Russia, mentre Lituania lasciava la torta sul tavolo con un inchino ad entrambi, uscendo poi nuovamente.

Russia stava ancora ammirando i trattati quando Alessandro II, che stava invece ammirando il dolce, esordì con delle chiacchiere su quanto appunto sembrasse ben fatta quella torta, non vi si poteva certo rinunciare, vista la pasqua…

<< …e poi guarda, c’è anche un bigliettino con gli auguri per noi, certo che non avevo mai visto scrivere con un inchiostro così rosa, abbaglia quasi gli occhi! >> rise lo Zar, impugnando un coltello affilato, con l’intento di servirsi personalmente la torta.

<< Un inchiostro…rosa? >> riemerse Russia, alzando gli occhi dal foglio per fissarli sul biglietto che lo Zar aveva lasciato accanto. Un assurdamente vistoso biglietto, un’irritante grafia che gli rievocava un viso infantile e capelli biondi…

<< SI FERMI ALESSA…>>

 

 

Polonia sorrise ampiamente quando il botto e il rombo della bomba esplosa fecero tremare il pavimento e ballare la porta dietro la quale il biondino stava aspettando.

Si trattenne dal ridere, premendo le piccole mani sulla bocca. Era riuscito a fargliela pagare a quello scemo dello Zar! Il polacco era una lingua troppo carina, come aveva osato abolirla?!

<< Adesso dovrei averli messi, umh, tipo fuori gioco! >> pensò, avvicinandosi alla porta fumante per vedere all’interno…

Ma fece appena in tempo a raggiungerla quando questa venne aperta lentamente, e dal fumo emerse una figura.

E Polonia si immobilizzò, ritrovandosi davanti un Russia coperto di briciole di torta e di cenere e altri materiali della stanza andati a pezzi nell’esplosione.

Polonia lo guardò dal basso, Russia sorrise ampiamente, molto, molto ampiamente.

<< Polonia… >>

<< Si? >>

<< TU. SEI. MORTO. >>

Lituania rimase a bocca aperta quando un affannatissimo Polonia gli gridò << CIAO LIET!!!! >> scappando a gambe levate da un alquanto inferocito Russia.

 

 

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: Da è Si in russo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Yusaki: Finito…ecco qua, quello era lo speciale perché, per chi non lo sapesse, Alessandro II è stato il successore di Nicola. Alessandro II firmò un decreto che vietava alcune lingue scritte, non russe ovviamente, fra cui il Lituano, e vietava il Polacco sia come lingua scritta che come lingua parlata! A seguito di questo un attentato, lo stesso giorno della firma, lo uccise…

L’attentato fu fatto da un polacco, che inserì un esplosivo in una torta pasquale (Anche se non credo andò a bussare alla porta della residenza russa…! XD), solo che mi è stato raccontato che sbagliò la dose di materiale esplosivo e…finì ammazzato anche lui nell’esplosione! Scusate, mi viene da ridere, da Pollonia in effetti mi aspettavo una cosa del genere…

Spero che via sia piaciuto e che vi abbia fatto ridere almeno un po’! E che mi abbiate perdonato per i ritardi.

Nel prossimo capitolo…chissà! Cina per un po’ sparisce dalla storia, i disordini in Russia si fanno sempre più pressanti…la prima guerra mondiale alle porte, o forse è già arrivata, la si sente nell’aria, la si sente nel cuore. Anche Lituania la sente? E Russia?

Come sempre lo sapremo nel prossimo capitolo! Recensite, io mi impegnerò per esserci al più presto!!!!

 

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Capitolo 11
*** La neve soffoca ogni voce ***


 

Prima di iniziare voglio ringraziare Oz, che spronandomi continuamente è riuscita infine a farmi scrivere questo capitolo, e grazie alla sua costanza potrò probabilmente migliorare i miei tempi di scrittura!

 

Un’altra lunga attesa, ma trovate oggi un capitolo più lungo dei precedenti. Ed è un capitolo difficile, cupo, perché si snoda dagli inizi della prima guerra mondiale, con uno scorcio sulla situazione estera, al preannunciarsi di come potrebbe finire. Con l’estate fioriscono di nuovo i girasoli, ma in Russia vi è ancora la neve e l’inverno, adesso che gli Zar deludono il loro popolo…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Non siete voi a dover decidere, aru! >>

Lituania chiuse gli occhi e inclinò il volto, un’espressione di sofferenza che si dipingeva chiara sui suoi tratti.

<< Non potete decidere cosa farne di me, aru! >> gridò di nuovo Cina, con voce rotta, scansando bruscamente la mano che Giappone gli stava porgendo.

<< Invece possiamo, sai? >> contestò soavemente Russia, con un sorriso candido. << Ormai hai perso così tante volte… >>

Cina si morse il labbro inferiore, respingendo di nuovo le mani gentili di Giappone e fissando quell’arto come avrebbe fissato una spada insanguinata pronta a ferirlo.

Lituania riaprì gli occhi giusto in tempo per vedere lacrime di rabbia solcare il viso del cinese, prima che Russia entrasse nel suo campo visivo, grande, in contrasto con i due piccoli orientali, e tendesse una mano verso Cina.

Giappone intervenne in meno di un istante, ed una katana scintillante quasi sfiorò la gola di Russia.

<< Giappone >> il russo sorrise ampiamente << Non pensare che sia solo tuo >> commentò, crudele, accennando con la testa a Cina.

La situazione rimase quella per interminabili secondi.

Poi Russia arretrò, Giappone abbassò la katana, Cina si voltò dall’altra parte.

<< Andiamo, Lituania >> gli ordinò Russia, passandogli accanto. Lituania lo seguì, cercando di non pensare al dolore che si faceva sempre più forte, dalla parti dello stomaco.

 

Lituania sapeva quanto era orribile subire l’occupazione di un’altra nazione.

Ma assieme alla compassione in lui si mescolavano anche rassegnazione e gelosia, sentimenti a cui comunque non poteva permettere di prevalere, in quanto la situazione nella quale si trovavano non glielo permetteva.

Già, la situazione…

Fervevano preparativi, ministri stranieri entravano in casa di Russia, si accordavano, firmavano, uscivano, un via vai che poteva significare una cosa sola: una cosa che si respirava nell’aria assieme alla paura ed all’adrenalina, entrambe che erano aumentate sempre di più fino a rendere l’aria russa densa come crema. Il culmine era giunto, infine, nel giugno 1914.

<< Russia-san, sta andando da Serbia? >> domandò quella mattina Lituania, intento a preparare la valigia del suo padrone.

Russia lo scrutò attentamente, come se cercasse qualche traccia di gelosia nella sua espressione. Non ve ne trovò.

Lituania non si sentiva geloso di Serbia, nonostante Russia avesse deciso di proteggerlo.

Lituania…provava pena per quella piccola nazione, un bambino che già veniva sfruttato per gli scopi di imperi più grandi di lui.

<< Si, ma tornerò presto. >> rispose Ivan, avvicinandoglisi.

Toris si fermò quando le mani del russo circondarono le sue, impedendogli in modo insolitamente gentile di continuare il suo lavoro. Alzando lo sguardo su di lui il lituano poté accorgersi di quanto il sorriso di Ivan apparisse teso adesso che non c’erano altre nazioni a cui far credere che andava tutto bene.

Toris sapeva che probabilmente in quel viaggio Russia sarebbe incappato negli eserciti austriaci e tedeschi, ma Russia era forte, tremendamente forte, dunque non aveva di che preoccuparsi.

Eppure si preoccupò, sentì un brivido freddo mentre baciava le sue labbra.

<< Hai paura per me? >> il tono di Ivan era scherzoso, ma allo stesso tempo si era lasciato sfuggire una nota di piacevole sorpresa per i sentimenti del lituano, quest’ultimo che tornò ad occuparsi della valigia annuendo una volta in risposta, avvalendosi delle lunghe ciocche di capelli bruni per nascondere le guance arrossate.

Improvvisamente Toris sentì le mani dell’altro sollevarsi, strappandogli un sospiro di sollievo perché la sua presenza così incombente gli dava sempre l’impressione di essere fagocitato; tuttavia anche il calore che aveva sperimentato sulle dita sembrò svanire, lasciandosi dietro solo un residuo formicolio là dove il corpo del russo era entrato in contatto col suo. << Sono una grande nazione >> disse solo Russia, prima di lasciare la stanza.

Parole che anche Lituania pensava e che si sforzò di fermare nella mente durante l’assenza di Ivan.

 

Era incredibile come quell’uomo riuscisse a metterlo a disagio.

Lituania cambiò bruscamente direzione, fingendo di essersi accorto che le rose nel corridoio di sinistra fossero state sistemate male. Si fermò davanti ad esse, concentrandovi tutta l’attenzione, le dita che rassettavano morbidamente la semplice composizione di quei fiori che Francia aveva donato a Russia, in qualità di suo nuovo alleato.

Ma come sempre ecco che sentiva ancora lo sguardo ceruleo di quell’uomo trafiggerlo, affondare come un coltello che intendesse tagliargli via tutta la carne, tutta, fino a trovare il cuore pulsante e leggerci dentro ogni sua emozione.

La sgradevole sensazione si attardò su Toris anche quando i passi di Rasputin si fecero flebili e lontani.

<< Lituania… >>

Sentendosi chiamare Lituania si voltò, ritrovandosi accanto Estonia e Lettonia, quest’ultimo che tremava più del solito guardando nella direzione in cui il mistico era come svanito; notando ciò Estonia mise una mano sulla spalla del biondo, come per tranquillizzarlo, tenendo però l’espressione seria e lo sguardo su Lituania.

<< Quell’uomo è riuscito a farsi ammettere di nuovo alla presenza della zarina e di suo figlio >>, lo informò, senza degnarsi di pronunciare il nome di Rasputin. Poi come incapace di trattenersi aggiunse: << Tu…tu credi che abbia davvero dei poteri? >>

Lituania parve pensarci, pur consapevole dello scetticismo di Estonia. << Indubbiamente è una persona particolare. >>

<< M-mi mette i brividi. Ma in modo diverso da Russia. >> commentò Lettonia, mentre i tre si incamminavano verso un punto imprecisato della grande casa.

<< Spero che torni presto >>, sospirò Toris, abbassando lo sguardo sul pavimento; sia Eduard che Raivis lo guardarono con stupore così il lituano rivolse loro un sorriso nervoso << Forse Russia-san potrebbe mettere a posto le cose, cacciare quell’uomo e far ragionare la zarina. Altrimenti temo che il popolo…>>

<< Il popolo cosa? >> commentò una voce stanca, dietro di loro.

Sussultarono, tutti e tre, e come un’unica entità si voltarono nello stesso istante, ma le loro reazioni di fronte a Russia furono diverse.

Toris non si era aspettato di rivederlo così improvvisamente, senza neppure esser dovuto andare ad aprire la porta; era tornato davvero presto, per di più sembrava stare piuttosto bene, e questo dette a Lituania un tale sollievo che per poco non si sentì girare la testa.

<< Bentornato Russia-san >> lo salutò, seguito a ruota dai fratelli.

<< Devo vedere lo Zar >> li informò seccamente però Russia, precedendo qualsiasi altra parola. << Rasputin era di nuovo qui >>, aggiunse, le iridi ametista che parevano scurirsi per una qualche emozione negativa.

<< Russia-san, dovrebbe riposarsi… >> tentò Toris, notando che i vestiti della nazione più grande erano laceri in alcuni punti, e vi era del sangue secco a decorarli macabramente.

Russia non parve sentirlo, si diresse a passo di marcia verso la stanza dei suoi superiori lasciando i baltici indietro, ad osservare la grande schiena ferita del loro padrone.

 

Lituania aveva grandi cicatrici che gli solcavano la schiena, andavano dal collo in giù, giungendo a sfiorare la base della spina dorsale. Toris era abituato a quelle antiche ferite, anche se non gli piaceva vederle riflesse nello specchio della sua stanza.

Invece non era abituato affatto alle rosse lacerazioni sulla pelle chiara della schiena di Russia, riportate durante le ultime battaglie. Agli occhi del lituano quelle nuove ferite sembravano spropositatamente grandi, grandi e sbagliate, tanto da spingerlo a volere che non ci fossero. Accostò il suo corpo a quello di Ivan, coprendo con il petto e il busto il più possibile della sua schiena e abbracciandolo, evitando con le mani altre lesioni purpuree sull’addome, provocate forse da nuove armi da fuoco.

Russia guardava la nuda parete davanti a lui, sulla quale si faceva strada la luce dell’alba che, forzate le ante della finestra, si era introdotta nella stanza con un bagliore biancastro, fastidioso. I muscoli del corpo imponente si tesero sotto le braccia del lituano, che si scostò in quanto Russia sembrava voler prendere i vestiti riposti ai piedi del letto.

Mentre Toris provvedeva a sua volta a vestirsi la luce inghiottì del tutto la camera, assieme ad uno spiffero gelido che svanì non appena Russia richiuse la finestra. Le imposte però erano state aperte e il più grande guardava fuori, assorto.

<< Lituania, prepara la colazione e poi va’ a prendere del kvass, in città >>, ordinò piattamente Russia, inducendo Lituania ad una reazione di perplessità prontamente celata. Il kvass? Perché? Una bevanda così poco alcolica a cui Russia aveva sempre preferito la vodka…

<< Si, Russia-san >>, rispose tuttavia Lituania, ritenendo che non fosse il caso di contestare quella richiesta.

Probabilmente c’erano ragioni che non conosceva.

 

Quando arrivò alle prime case di Mosca non si accorse di quanto sembrassero silenziose. Le strade erano deserte, eppure Toris non vi fece troppo caso perché quelli erano tempi duri, per tutti.

Però anche nel negozio non c’era nessuno.

Le porte erano aperte, così le spinse, chiamò, nessuno rispose, entrò, in una serie di azioni sempre più titubanti. Nel silenzio schiacciante prese alcune bottiglie di kvass, lasciando del denaro sul tavolo, e uscì.

Al ritorno si accorse della mancanza di un qualsiasi rumore, del freddo ancor più intenso. La calma piatta delle strade era acuita dal tappeto di neve, un candido paesaggio opprimente che spinse il ragazzo ad accelerare il passò.

Alla fine si ritrovò a correre, col cuore in gola.

Se prima aveva pensato che c’era un silenzio inquietante adesso, a pochi metri dalla residenza di Russia, non poteva che pensare a quanto fosse tutto ancora peggiore. Rallentò, camminò con nuova incertezza…si fermò del tutto alle prime tracce rosse sulla neve.

Sangue. Spinse lo sguardo più in là. Un corpo. Un altro. Un altro ancora, riverso sul primo. Ancora sangue, ancora corpi. Troppi, più di quanti riuscisse a contarne, quella moltitudine di bocche che non potevano più parlare ma che comunque facevano risuonare fragorosa l’assenza di suoni.

Poi, lontano, vide lui.

Toris lasciò cadere il sacchetto con gli alcolici, riprendendo a correre.

<< Russia-san >>, un sussurro strozzato, mentre lo raggiungeva e si chinava su di lui.

Russia lo vedeva? I suoi occhi si spostarono su Lituania, ma non parvero riconoscerlo. Seduto, in mezzo alla neve, attorno a lui tanto sangue non suo e un fucile fra le mani.

<< Ivan >>, singhiozzò Lituania, capendo, sprofondando anche lui nella coltre bianca, abbracciando quella nazione che aveva dovuto sterminare non solo i suoi stessi figli, ma anche una parte di se.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: La prima parte di storia si riferisce al tentativo di espansione russa in Cina, tentativo che portò Russia a scontrarsi con Giappone. Giappone ottenne però la vittoria, ed è stata appunto resa quella situazione per questo il carattere di Kiku può apparire un po’ più aggressivo del normale. Cina stesso è stato reso meno conciliante con il fratello a causa delle guerre di conquista da quest’ultimo effettuate.

2) Grigorij Efimovič Rasputin, nasce in Russia da una famiglia contadina ma grazie ai suoi presunti poteri mistici riesce ad ottenere un certo rilievo a corte, soprattutto presso la Zarina in quanto sembrava che Rasputin potesse lenire la malattia del figlio della sovrana, emofiliaco. Anche lui è in parte responsabile dello screditamento degli Zar.

3) Il terzo momento della fanfiction è dedicato alla rivoluzione del 1917. Riprende in parte una scena del manga, ma solo in parte il resto è stata pura e libera interpretazione.

 

4) Il Kvas È una bevanda russa fermentata, poco alcolica (tasso massimo di alcol: 2,2%), è molto comune in Russia fin dal tempi antichi. (Informazioni prese da Wikipedia, grazie a Dragon Girl 31, che mi ha permesso di ricordarmi che non avevo messo questa nota!)

 

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natasha, e dei due nuovi arrivati, il tremante Raivis, e Eduard, e… “Aru”? Con probabile incursione di Giappone…)----

 

Lituania: …

Russia: …

Yusaki: …

Lituania: …

Russia: …

Yusaki: …

Lituania: …

Russia: …

Yusaki: Ok, è stato un capitolo particolarmente triste, si, va bene, ho anche nominato uno sfacelo di volte il silenzio, sono pronta e disposta ad ammetterlo, ma smettete di fare quelle facce depresse!ç__ç Questo è l’angolo felice e stupido delle nostre assurde risposte alle recensioni, dove io finisco sempre per scusarmi per i ritardi e dove voi ridete di me senza alcuna pietà!

Russia: Hai ragione, ridere di te mi tirerà su di morale!

Yusaki: Quale gioia, cosa farei senza il suo sottile sarcasmo? Russia-san, la amo oltre ogni cosa!

Bielorussia&Lituania: …*Occhiataccia a Yusaki*

Yusaki: Salve cari lettori e recensitori, no, non sto cambiando argomento perché mi sento minacciata da due nazioni gelose, come potete pensarlo? Qualsiasi cosa crediate è comunque giunto il momento di rispondere alla prima recensione! *__* La prima è di Triadine

Russia: Che sembra aver capito benissimo che sei un’autrice lentissima negli aggiornamenti.

Lituania: Triadine, purtroppo con questa autrice ci vuole molta pazienza! È decisamente lenta, e anche piuttosto scema, ma in fondo le vogliamo bene.

Russia: E infondo io sono d’accordo con te Triadine, io e Cina stiamo piuttosto bene insieme.

Lituania: Io invece accordo il permesso di rapire Cina, basta che non stia qui.

Cina: Sai Lituania, un tempo sembravi una persona più gentile, aru!;__;’’

Yusaki: Ma in realtà lo è! Comunque Cina-chan, vederti con Austria non sarebbe male…*riceve in testa una padella volante*…ehy, chi diamine ha lanciato quella padella?!

*Notare Ungheria che si defila all’orizzonte*

Lituania: oltretutto la nostra autrice è anche molto timida e sensibile agli elogi, per cui ti ringrazia con tutto il suo cuore dei complimenti!

Yusaki: Eccome, e spero anche che continuerai a seguirmi! Anche perché abbiamo gradito molto i tuoi alcolici in regalo!

Giappone: C’era anche il sakè, ne volete?

Yusaki: Ma certo!

Estonia: mentre l’autrice provvede ad ubriacarsi passiamo alla prossima recensione, di Stefy_rin. Non saprei dire se il tuo balletto ha portato sfortuna, l’autrice ritarda semplicemente perché è…

Tutti, compresa Yusaki: una incompetente!

Estonia: …che però come sempre ringrazia per i complimenti.

Yusaki: E poi, dei celesti, sono riuscita a fargli amare di più la RussiaxLituania! Io! Io! Lituania-chan, non senti la gioia che trasuda da ogni poro del tuo corpo di uke per questo? IO SONO COMMOSSA! Stefy_rin, mi hai detto una cosa così bella che potrei piangere…

Lituania: Se continui a scolarti sakè piangerai di certo, fa male lo sai autrice? Comunque…*arrossisce* …sono contento…

Yusaki: Vedete? Vedete che ogni tanto anche io combino qualcosa di buono?!

Polonia: Cioè, però, tipo accettiamo Vodka e Girasoli *li scarica in braccio a Russia* ma non sono tipo pronto ad essere infilzato dai miracle blade! *Scappa*

Russia: peccato, sembrava un’attività interessate. E ribatto che Lituania-chan che parla in russo è particolarmente adorabile.

Lituania: AHEM, passiamo alla prossima recensione. Lalani, che come giustamente ricorda è la sessantesima a recensire!

Yusaki: come premio e per festeggiare avrai un bacio da Lituan…Russia-san, stavo scherzando, sono certa che una bottiglia di vodka sarà più che sufficiente. Cosa? Neppure quella? Ma lei è in accontentabile Russia-san, dovrà pur cedere qualcosa prima o poi!

Lettonia: Lalani, ti dirò in segreto che i tuoi tanti complimenti hanno fatto di nuovo girare la testa all’autrice!

Yusaki: Si, tendo a commuovermi in certi casi…ma soprattutto: è anche il tuo OTP! Questa splendida coppia è il tuo OTP! Non sai quanto sono felice di aver saputo che esisti!ç__ç

Lituania: Anche io sono felice.

Russia: Lituania-chan, visto che sei così felice potremo approfittarne e festeggiare a dovere, noi due, da sol…

Yusaki: RUSSIA-SAN LEI E LITUANIA DOVETE RISPONDERE CON ME ALLE RECENSIONI! Allora, grazie mille della recensione, come sapete i commenti contano molto per noi autori.

Polonia-che-è-tornato: è il turno di miristar, che vorrebbe tipo giustamente vedere Lituania fra le mie braccia. Dai Liet, abbracciami!

Lituania: Emh, non intendeva in senso letterale Polonia.

Russia: Visto che hai detto che mi ami, miristar, ignorerò quel tuo commento su Lituania e Polonia.

Yusaki: Si, emh, grazie della clemenza Russia-san. Dicevamo, ecco…in realtà inizialmente non ero sicura circa il rapportò di età tra Russia-san e Lituania, ma ho scelto di rendere quest’ultimo più piccolo per sottolinearne poi il processo di crescita e i suoi cambiamenti. Poi, ti ringrazio tanto dei complimenti e spero di riuscire a migliorare! *__*

Cina: adesso ci sarebbe Nephtian

Yusaki: Che ti assicuro non ti ama particolarmente, quindi lascia rispondere me. Guarda, ho aggiornato di nuovo! Ci sono riuscita! Anche se sì, è rispuntato Cina, e comunque non è che mi piace…

Estonia: Disse perché sotto minaccia lituana.

Yusaki: <__<’ Ok, comunque sono contenta che la storia del torta pasquale ti abbia divertito!

Lituania: Comunque io ero sovrappensiero, per questo non mi sono accorto che la torta era di Polonia.

Russia: Naturale, dopotutto stavi pensando a cosa avevamo fatto la notte prima.

Lituania: *cambia discorso* Adesso rispondiamo a Liris, per questo ritardo allora dovresti direttamente staccare le guance all’autrice.

Russia: potrebbe essere divertente.

Giappone: in effetti è un po’ disonorevole aver tardato tanto, Yusaki-san vuoi una spada per suicidarti?

Yusaki: Se fossi così radicale sarei morta secoli fa. Per cominciare ti ringrazio tantissimo di aver lasciato una recensione, Liris! Grazie davvero!

Lituania: Spero anche io che vada tutto a posto, l’autrice è un po’ lunatica ma per fortuna non intende davvero separarmi da Russia-san.

Yusaki: Anche perché Russia-san non vorrebbe, ed io lo rispetto fermamente e voglio il suo bene. Cari, supporto il vostro amore! Sono contenta che anche tu abbia trovato divertente la storia extra, spero che continuerai a recensire. Passiamo ora a Maayatan, che per fortuna Russia-san ha deciso di smettere di inseguire.

Russia: Si, perché in questa recensione ha ammesso che Lituania-chan sta molto meglio con me che con chiunque altro.

Lettonia: *sottovoce a Yusaki* è-è m-meglio non dirgli che probabilmente l’ha detto solo p-per non incorrere in morte sicura?

Yusaki: Infatti è meglio non dirglielo. Maayatan come vedi anche ad inizio di questo capitolo c’è di nuovo Cina, cosa che probabilmente ti avrà reso felice ma che ha reso un po’ meno felice Lituania, che però è abituato alle incursioni di Cina e quindi…Ah! Ma comunque volevo dirti che sono stata travolta dalle tante cose positive che hai messo nella tua recensione, e intendo travolta in senso buono, anzi, buonissimo, tanto che il mio cuore ha ballato per la felicità! Non ti dico quanto sono stata contenta, e spero che il tuo entusiasmo non si sia smorzato troppo nell’attendere questo nuovo capitolo…

Russia: Alla recensione di Dragon Girl31 inizierò a rispondere io, visto che ha accennato ad una cosa interessantissima circa alcuni vestiti da far indossare a Lituania! Sarebbe magnifico vederli addosso a Lituania-chan…ed anche toglierli di dosso a Lituania-chan…

Yusaki: Si, in pratica lo vuoi spogliare, abbiamo capito.

Lituania: Potreste non dire cose così imbarazzanti con tanta tranquillità?! *Legge la parola “abito da sposa”* Uh, io…io…abito da…*sviene*

Russia: In realtà era un’ottima idea.

Polonia: Tipo anche io voglio un abito da sposa! Rosa, con tipo tante trine! Comunque tipo lo zar se lo merita di tipo ricevere una torta esplosiva…era tipo poco grazioso, cioè poco carino ecco…

Yusaki: Che motivone per ucciderlo =__=’’ Emh, comunque si, wikipedia è sempre fonte di sorprese! Grazie mille della recensione, mi dispiace di aver fatto aspettare così tanto il nuovo capitolo…

Cina: Adesso c’è Reidina…aru?! ARU?! *Scappa inseguito da maceti animati da volontà propria*

Yusaki: O__O Innanzitutto ti ringrazio di averci perdonati, anche se Lettonia è terrorizzato anche da te e quindi adesso non riesce a parlare. Emh, vodka al sangue, un nuovo ritrovato! Che dire, ha un sapore un po’ ferroso. Dovrebbe farmi bene no? Sono leggermente anemica.

Russia: Questa vodka mi piace un sacco.

*Il trio baltico sta invece guardando terrorizzato la vodka al sangue*

Yusaki: Però mi sento tanto un vampiro così, e siccome è giorno e non vorrei disintegrarmi al sole vedrò di berla più tardi. Quanto ad Inghilterra devo dire che non ho idea se apparirà o no, in caso non appaia per consolarci mangeremo tanti suoi ottimi manicaretti!

Russia: Suppongo che “ottimi manicaretti” fosse un modo carino per non offenderlo?

Yusaki: Si, lo sai che voglio bene ad Inghilterra.

Lituania: Adesso l’ultima recensione per oggi, L_Lawliet_poppy! Che mi trova più carino di Cina. *Felice*

Russia: 300 casse di vodka a più gusti? *sognante*

Yusaki: A volte ho l’impressione che più di tutto ami la vodka, ma sorvoliamo per adesso su questo punto! Ti ringrazio tantissimo per i complimenti, mi raccomando, non rimanere avvelenata dal cibo di Inghilterra…

Inghilterra: Avvelenata da cosa?

Yusaki: Inghilterra! ^^’’ Non dicevo niente, cioè, parlavamo di quanto siamo ansiosi di mangiare il tuo cibo…o meglio, lo saremmo, ma guarda: è estate, fra poco c’è da provare il costume e sfortunatamente sono super-a-dieta!

Inghilterra: Ah…va bene, sarà per la prossima volta!

Yusaki: Scampato pericolo. Allora, L_Lawliet_poppy ti ringrazio tantissimo dei complimenti e di aver lasciato una recensione!

 

Yusaki: Anche per questa volta ci lasciamo con spero un sorriso, anche se il capitolo è stato piuttosto manchevole di felicità. Devo dire che, anche leggendo, trovo sempre di più che la storia russa sia molto dura e piena di sofferenza, ma Russia-san è anche forte, e temprato dai tanti inverni, siamo dunque tutti sicuri che riuscirà sempre a trovare un modo per non farsi troppo male.

 

Siamo quindi approdati alla famosa rivoluzione d’ottobre, del 1917, che vi annuncio non essersi conclusa con questo capitolo; vi prego di aspettare ancora con pazienza il prossimo, arriverà perché ribadisco di non avere l’intenzione di abbondare questa storia! Andiamo avanti, spero che lascerete una recensione e a presto!

 

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Capitolo 12
*** Il peso della guerra, il peso della pace. ***


 

 

Un’attesa più breve? Si spera di si. La rivoluzione prosegue, e c’è sempre più sangue…il silenzio lascia spazio alle grida di battaglia, ma anche queste dovranno finire, con una pace insopportabilmente pesante da accettare. Così la felicità, come i girasoli, giace ancora sotto la neve, speranzosa un giorno di poter nascere di nuovo…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Russia-san, rimanga qui, torno a prendere… >> non terminò la frase, incerto sul fatto che l’altro lo stesse ascoltando; esitò nel lasciarlo andare, ma alla fine si decise e fece scivolare via le mani dal suo corpo, precipitandosi, incespicando, a riprendere gli alcolici che aveva comprato. Gli doleva il cuore, ad ogni passo verso quel sacchetto di carta marrone tristemente raggrinzita.

Le bottiglie all’interno erano intatte, la neve aveva accolto il loro peso senza romperle, così Toris le raccolse stringendole al petto, cercando un qualsiasi conforto quel vetro freddo potesse offrirgli; tornò indietro sempre correndo, e come prima ogni passo gli sembrò una pugnalata al cuore…forse faceva addirittura più male di prima: adesso stava tornando verso Russia, quella nazione che non sembrava più se stessa.

<< Ecco Russia-san, rientriamo in casa >>, stette un attimo fermo, chino su di lui, non sapendo bene come comportarsi. Sentiva gli occhi bruciare per le lacrime represse.

<< Forza, Russia-san… >>, si morse il labbro inferiore, strattonando lievemente su la pesante giacca del russo; dalla giacca sembrarono stillare gocce di sangue, trattenute dalla stoffa, che si espansero macchiando le dita di Lituania il quale non si fermo e rafforzò la presa, sporcandosi ancora di più e cominciando inevitabilmente a piangere. << Ivan…ti prego…dobbiamo rientrare… >> singhiozzò, sentendo la mente vacillare, sapendo che avrebbe desiderato solo non vedere e pensare più niente. Ma le sue orecchie funzionavano bene, ed attraverso il silenzio grida rabbiose si avvicinavano.

Il popolo russo era ancora in rivolta.

Ivan lo guardò, vagamente, inclinando il capo con un sorriso che spezzava il cuore. << Erano stati cattivi Toris, erano stati molto cattivi, così ho dovuto… >>, gli mostrò il fucile, o almeno provò a farlo ma gli cadde dalla mani e lui lo osservò affondare leggermente nella neve, senza fare niente per recuperarlo.

Toris non riusciva a dire più niente, adesso bruciava anche la gola, e le mani, tutto il suo corpo sembrava voler gridare e piangere quasi gli occhi fossero insufficienti ad assolvere quel gravoso compito.

<< Ivan, dobbiamo rientrare adesso. Io…lo so…che hai dovuto. >> balbettò, non appena ebbe ritrovato la voce, strattonandolo ancora un po’. Alla fine il russo riuscì ad alzarsi e si lasciò trasportare docilmente fino alla porta della residenza.

Sebbene riuscisse a reggersi in piedi ed a camminare a Lituania parve di dover trasportare gran parte del peso di quella grande nazione, tuttavia non si lamentò ma continuò a sussurrare incoraggiamenti, mantenendo lo sguardo annebbiato dalle lacrime sulla porta. Era solo una sua impressione che fosse infinitamente lontana?

Quando furono dentro il calore li investì, inaspettato perché erano stati quasi dimentichi della temperatura là fuori. Russia trasse un respiro tremante, profondo, chiudendo gli occhi come se si fosse aspettato di morire lì, in quell’esatto momento; Toris lo fissò, angustiato, le mani che si erano allungate un attimo ad accarezzare la faccia gelata dell’altro. Le dita del lituano lo avevano però sporcato ancora di più di rosso, ma in quel momento Toris non se ne curò: c’era già così tanto sangue, e Ivan pareva in un certo modo tranquillizzato da quel contatto.

Finalmente il russo espirò, inspirò, espirò, in un respiro che tornava regolare. Aprì gli occhi, stavolta Lituania si accorse che era più cosciente di quel che stava succedendo, così ritrasse le dita, lasciando ricadere lentamente le braccia lungo il corpo. Il sacchetto, posato in precedenza sul braccio, scivolò giù a sua volta, tintinnando nel toccare il pavimento.

Le dita di Russia si protesero verso Toris, vedendo che aveva a sua volta degli schizzi di sangue addosso, ma la sua mano sussultò e si fermò al giungere di una voce femminile ed altera.

<< Cosa sta succedendo? Cosa sta succedendo?! I domestici sono scappati! Mio figlio è terrorizzato! >> lo sguardo di fuoco della zarina si posò su di loro, << Qualcuno faccia qualcosa! Tu! >> indicò rabbiosa Lituania, facendolo sobbalzare. << Torna là fuori e trova Rasputin, dovunque sia, ho bisogno di Rasputin…Rasputin… >> continua a parlare, la voce che rapidamente diventava sempre più alta ed isterica, i capelli sfatti sulla testa le davano l’aspetto di una pazza. Lo sguardo di Russia si posò su di lei, ma Lituania non vi lesse gelo o rabbia, piuttosto paura e compassione; la guardava in modo dolorosamente intenso, presto la donna si accorse di quelle iridi d’ametista su di lei e ricambiò, ammutolendo.

In quel lasso di silenzio risuonarono chiare le grida là fuori, rabbia che si abbatté calda sulla porta con un impatto quasi fisico.

<< Alessandra, dovete lasciare l’abitazione >>, Russia cercò con lo sguardo qualcosa, << Subito! >> ringhiò un istante dopo, scandalizzando la donna che però obbedì, voltandosi rapidamente per correre verso la stanza del figlioletto e delle figlie.

<< Russia-san! >> un altro urlo, questa volta più familiare: Estonia e Lettonia correvano verso di loro, entrambi imbracciando un fucile.

<< Estonia, prendi altri fucili >>, ordinò Russia, afferrando quello che Lettonia portava mentre Eduard annuiva a correva via.

<< Russia-san, cosa…?! >> Lituania non capiva perché Russia avesse di nuovo uno sguardo che baluginava come acciaio, fisso sulla porta al di là della quale si avvicinavano truppe di poveri contadini, donne, semplici cittadini russi, anche soldati ma in maggior parte solo il popolo russo.

<< Dobbiamo proteggere gli Zar >>, Ivan li guardò uno per uno, mentre fuori le grida si facevano più forti.

C’era però qualcosa di strano…le grida erano vicine, eppure ancora nessuno aveva provato a sfondare il portone di accesso. Rimasero ancora un attimo fermi, poi Russia aprì la porta e un innaturale silenzio calò sulla scena nevosa là fuori.

Toris, stringendo spasmodicamente il suo fucile, fece scorrere lo sguardo sgomento sulle file di figure che non stavano fronteggiando loro, ma gli volgevano le spalle; tante, tante, tante schiene bianche, pantaloni bianchi, uniformate con la neve come tanti spiriti se non fosse stato per le armi scure che portavano con militare diligenza, oggetti che baluginarono quando gli uomini si volsero verso di loro.

Come fossero una sola persona ognuno di quegli uomini mosse un passo di lato, lasciando aperto un varco nello schieramento, esattamente dove le quattro nazioni sostavano in modo che potessero vedere l’altro esercito.

L’altro esercito era quello che si erano aspettati, gli uomini della rivoluzione.

<< Le armate bianche >>, la voce di Russia era bassa e ferma, ma loro sembrarono sentirlo e scattarono sull’attenti. << Combattiamo…per difendere gli Zar! >>

 

Lituania non stava più capendo niente, ma succedeva sempre così quando si era in guerra, nel bel mezzo di una battaglia dove gli spari rimbombavano nelle orecchie e i proiettili bruciavano nel trapassare i vestiti. Solo che questa volta era ancora peggio, perché non stava combattendo contro dei militari ma contro semplici cittadini, vestiti di abiti logori, smagriti per la fame. Uno di essi crollo accanto a lui, Toris vide sostituirsi a quel vuoto un bagliore bianco, uno degli uomini dello Zar che con voce tonante incitò gli altri a continuare lo scontro.

<< Difendete gli Zar! >> risuonava ovunque, grido intervallato e spezzato dalle urla dei morenti o dai gridi di battaglia.

<< Lituania! >>

Il grido diverso lo fece voltare, Russia sparò contro un uomo e con uno scatto ne approfittò per avvicinarsi a lui. Per un attimo ci fu la pace, attorno a loro i combattenti avevano creato un largo spiazzo.

Si guardarono. << Le armate rosse stanno arrivando… >>, fece in tempo a dirgli il russo, prima che altri si avventassero su di loro.

Le truppe rosse! I rivoluzionari, stavolta non sprovveduti, ma uomini ben addestrati ed armati!

Un urlo di donna penetrò l’aria, superando il caos di suoni, seppur di poco. Lituania si voltò in tempo per vedere la Zarina, gli abiti eleganti in contrasto con gli stracci dei tre uomini che la tenevano per le braccia e le gambe; anche Russia l’aveva vista, e si era precipitato a soccorrerla, con un urlo di furibonda rabbia.

Il grido di Russia fece correre mille brividi per la schiena di Lituania, che lo sentì come un triste presagio di terrore, di disfatta. Decise di andare ad aiutarlo ma non appena si mosse un colpo alla testa fece inarcare il suo corpo dal dolore, la fitta continua e lancinante gli indebolì del tutto le gambe e il lituano cadde a terra, la vista che si oscurava con rapidità sorprendente.

Prima che le palpebre calassero del tutto a coprirgli gli occhi Toris fece un ultimo sforzo, quasi incosciente, un atto dettato da un automatico timore per la vita della persona che amava. Russia stava correndo, ma stavolta Lituania vide anche qualcos’altro, una figura maestosa librata a pochi metri e avvolta da turbini nevosi.

Il Generale Inverno che, freddo come la stagione che portava, guardava la scena, senza intervenire mentre il suo antico alleato si disfaceva dall’interno. Dopotutto, chi avrebbe dovuto aiutare se i russi combattevano contro se stessi?

Alla fine il dolore vinse. Toris chiuse gli occhi, piombando nel buio, e non sognò nulla: forse perché l’incubo era reale ed infuriava ancora intorno a lui.

 

Quando si svegliò Lituana non ricordava nulla di quello che era successo, anzi, lì per lì non ricordò neppure di essere una nazione invece che un semplice umano. Si, si sentiva molto e semplicemente un essere vivente come tanti, tormentato da un dolore crescente dietro il collo, che si espandeva bruciando alla testa, facendola pulsare man mano che riemergeva dal sonno; ancora non completamente cosciente si ritrovò a pensare di essere tornato al tempo in cui Russia lo frustava per ogni minimo errore, per un attimo terribile credette anche che tutto quello che era successo dopo fra loro fosse stato un sogno; probabilmente fu proprio quel pensiero doloroso a risvegliarlo del tutto.

Socchiuse gli occhi, col cuore che batteva a mille, rinunciando al muoversi quando sentì una nuova fitta di dolore alla testa. Evitando di muovere qualsiasi muscolo, addirittura respirando con cautela, Toris si guardò attorno per capire dove fosse senza però ottenere grandi informazioni data l’oscurità in cui si trovava la stanza.

Ma nonostante la scarsa luce non gli ci volle molto a capire che quella non era una stanza dell’abitazione di Russia, il letto in cui stava era rigido, sebbene piuttosto grande. C’era un odore che gli ricordava qualcosa in effetti, qualcosa di ferroso, e forse del cuoio, comunque la stanza sembrava stata pulita da poco perché si levava dal letto e dal pavimento una qualche fresca fragranza di fiori.

Non passò molto tempo che qualcuno entrò nella stanza.

<< Sei sveglio >>, affermò una voce severa ma non troppo scortese, che fece sorgere un senso di paura in Lituania.

L’uomo gli si avvicinò, lasciando trapelare la luce attraverso la porta lasciata aperta. Seppur in controluce Lituania individuò i capelli biondi, gli occhi azzurri, la figura solida di Germania.

<< Ti conviene rimanere fermo, hai una frattura cranica. Qui sei al sicuro, adesso non posso dirti tutto quel che sta succedendo >>, lo precedette, prima che potesse fare domande, << ma al momento non devi preoccuparti. >>

La luce venne oscurata per un attimo da un'altra figura. Germania e Lituania si volsero nello stesso momento.

Ludwig si accigliò, ma rimase in silenzio, mentre Toris cercò di nuovo di alzarsi a sedere capendo che quell’uomo sulla porta altri non era che Russia.

Non riusciva a vederlo bene, anch’esso si teneva in controluce, ma almeno sembrava stare bene…almeno era in piedi…gli sembrò che volesse avanzare verso di lui, ma lo vide anche trattenersi dal farlo. Scorse un luccichio: a quanto pareva Ivan stringeva in mano una bottiglia semi-vuota della chiara, intensa, vodka.

<< Io… >> tentò di dire Lituania.

<< Dormi >>, gli ordinò Germania, voltandosi per tornarsene da dove era venuto, chiudendo la porta ed escludendo così anche l’immagine di Russia dal suo campo visivo.

Quello poteva farlo, Lituania era abituato ad obbedire agli ordini, e c’era anche da dire che si sentiva così stanco…se dormiva non avrebbe più sentito dolore…

Ma Russia…c’era il pensiero di Russia a impedirgli di sprofondare di nuovo nell’incoscienza. Anche quel pensiero era però offuscato dalla stanchezza e dalla confusione e lo rivide come in sogno, pensando a quando era più piccolo e lo costringeva vestirlo da cameriera, a quando lo frustava, e poi a quella prima volta in cui l’aveva sentito tremare fra le sue braccia e dopo avevano fatto l’amore…pensò a quando aveva ammesso di amarlo, ed a quando Cina era arrivato a portarglielo un po’ via. Ora come ora, sembrava anche quello un ricordo così lontano…

Ancora una volta si chiese se era giusto amare una persona come Ivan, che gli negava l’indipendenza e spesso lo costringeva ad eseguire ordini crudeli . Ma si stava già rispondendo di si, che non poteva farne a meno e che sperava che anche Russia lo amasse ancora più di ogni altro, quando tornò a sprofondare nel sonno.

 

Bielorussia era ferma, pallida più del solito, sembrava una statua vestita di abiti reali; accanto a lei Germania, in piedi, sembrava controllare la situazione e la sua espressione non lasciava trasparire niente, proprio come quella di Natalia in quel momento.

Non aveva mai davvero visto sua sorella avere paura, ma Russia fu certo che in quel momento fosse terrorizzata; non sbatteva neanche le palpebre, niente di lei si muoveva, pareva stentare addirittura a respirare l’aria della pur sua città: Brest-Litovsk. Anche Russia si sentiva in uno stato molto simile.

Trotsky ha parlato, ha parlato, ha parlato, ma anche la sua voce stanca alla fine si è spenta, e Lenin ha potuto alzarsi ed avanzare verso il capo tedesco; per un attimo Russia ha incontrato lo sguardo di Trotsky, e questo ha abbassato il suo verso il terreno, come già Russia sapeva avrebbe fatto in caso di sconfitta.

Lenin è fermo davanti ad un grande foglio pregiato.

I diplomatici degli Imperi Centrali attendono, così tanti, assiepati attorno a quel lungo tavolo, con sguardi più o meno ostili.

Bielorussia trema.

Ivan non può sopportarlo, potrebbe starsene fermo su quella sedia e aspettare se riuscisse ad essere solo la rappresentazione della nazione Russa, ma non può, quel nome scritto su quel foglio glielo impedisce perché davanti per i suoi occhi lì c’è scritto Toris, e non Lituania.

E poi i nomi delle sue due sorelle, e di Estonia, e Lettonia.

Dell’odiato Polonia.

Ivan si alza di scatto, Natalia lo segue a ruota ed entrambi sembrano due demoni pronti a divorare tutti i presenti che paiono ghiacciati dal terrore, ai loro posti. Ma Germania era preparato a quel che poteva accadere, e afferra Bielorussia per un braccio, lei che con un ringhio basso estrae un coltello e tenta di colpirlo e lotta, il vestito che turbina come se volesse inghiottire l’avversario.

Lo sanno che verranno fermati, lei è una giovane donna è impossibile che regga a lungo alla forza del tedesco; quanto a lui, ad Ivan…

Tanti uomini lo afferrano, e lui colpisce indiscriminatamente i suoi diplomatici ed i loro.

Addirittura per un attimo pensa di farcela, nonostante le ferite recenti si siano riaprendo ovunque sul suo corpo.

Poi una goccia di inchiostro nero cadde giù dalla punta della penna, quando Lenin la sollevò per firmare; quella perla scura parve metterci anni a cadere, ma alla fine successe ed essa si infranse proprio come a Ivan sembrava stesse infrangendosi il suo paese. Proprio come Ivan sentiva infrangersi qualcosa dentro il petto.

Se solo avesse visto quella grande nazione piegata, impotente, se solo avesse sentito le urla di disperato  dolore mentre invocava il suo nome…se solo quel giorno Lituania fosse stato lì, non avrebbe mai dubitato dell’amore che Russia provava per lui.

Infondo quel giorno Ivan e Natalia stavano solo lottando per le persone che amavano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: Nella rivoluzione da me descritta in questo capitolo sono state in realtà riunite varie vicende, fra cui gli scontri tra le Armate Bianche, armate fedeli al vecchio impero Zarista, e le Armate Rosse, i rivoluzionari. La stessa famiglia reale viene tratta in arresto, ma non credo proprio nel modo in cui l’ho rappresentata io, che ho preferito privilegiare la figura della zarina Alessandra che verrà fucilata nel 1918 assieme alla sua famiglia.

 

2) Imperi centrali: l’alleanza tra Germania, Austria, Ungheria, Impero Ottomano, Bulgaria e Italia, quest’ultimo solo per un certo periodo in quanto alla fine decide di schierarsi con l’Intesa (con grande incavolatura di Germania, devo aggiungere).

 

3) Trotsky (Lev Davidovič Trockij), fu un politico e rivoluzionario russo oltre che comandante dell’armata rossa. Non riesce ad impedire che il trattato del 1918 sia così debilitante per la Russia sebbene (Tratto da Wikipedia): “sfrutti tutta la sua capacità di eloquenza nel tentativo di non cedere alle richieste della Germania.”

 

Lenin (Nikolaj Lenin) fu un altro politico e rivoluzionario russo, a capo del Partito Bolscevico, dirò di meno su di lui in queste note perché è una figura maggiormente conosciuta. Ai fini della storia è importante sapere che è lui che pressa per la firma del trattato, ritenendo che la pace fosse l’unica cosa da fare per salvare la nazione Russa, a quel tempo.

 

4) Ed adesso il famoso trattato di Brest-Litovsk, cittadina Bielorussa dove il 3 marzo 1918 viene firmata la pace tra la Russia e gli Imperi Centrali. La pace prevedeva pesantissime condizioni per Russia, oltre ad alte somme da pagare ai vincitori furono le perdite territoriale ad essere le più debilitanti. Perse infatti Polonia, Ucraina, Lettonia, Estonia e Lituania dovendo anche accettare l’occupazione tedesca della Bielorussia. Natalia alla fine di questo capitolo si dimostra terrorizzata per la situazione, sa del trattato e che verrà sottratta all’amato fratello se Lenin firma. È presente solo lei, oltre a Russia, perché la situazione si svolge proprio nel suo paese.

 

5) Naturalmente sul trattato non ci sono realmente scritti i nomi umani delle nazioni, ma a Russia pare di vedere quello di Lituania perché in quel momento sta pensando da persona e non da nazione. Non sapevo se era un passaggio chiarissimo, così ho preferito spiegare!

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natalia, e dei due nuovi arrivati, il tremante Raivis, e Eduard, e… “Aru”? Con probabile incursione di Giappone…)----

Yusaki: Eh no eh! Non sarete di nuovo tutti in crisi, vero?!

Lituania: eh si, che ragione mai avremo di esserlo?

Russia: Dopotutto siamo solo stati appena separati, io sono ridotto peggio di un girasole in Antartide, e per di più ho contratto debiti con mezza popolazione mondiale!

Bielorussia:…

Lituania: Già, e Bielorussia è stata occupata dai tedeschi!

*I personaggi si uniscono tutti assieme con un enorme cartello con scritto: “PROTESTIAMO”*

Yusaki: Ehi! Calmatevi, guardate che non è colpa mia se la storia va così, così, anzi, siete voi che fate la storia, quindi se è colpa di qualcuno è colpa…

Russia: Stai dicendo che è colpa nostra? *sorriso omicida*

Yusaki: Guardate! Stavolta la prima a recensire è L_Lawliet_poppy!

Estonia: L’autrice lo sa che non può continuare ad usare per sempre il trucco del “cambiare frettolosamente argomento”?

Lettonia: P-probabilmente lo sa e aspetta il momento in cui non funzionerà più.

Yusaki: L_Lawliet_poppy, mi dispiace di averti fatto piangere! T__T Certo sono felice di aver suscitato tanta emozione, ma mi dispiace comunque…

Lituania: ecco, potresti evitare simili cose rendendo i capitoli un po’ più sereni.

Yusaki: Ma se colpa vostr…*intercetta lo sguardo di Russia* …stavo dicendo che sono felice il capitolo ti abbia preso talmente tanto, davvero. *sottovoce a se stessa* comunque vedi che è d’accordo con me sul fatto che è colpa loro.

Russia: *che si è già avventato sulle 300 casse di vodka* ma con queste mi ci ubriaco io, altro che!

Yusaki: *che coraggiosamente gli sottrae le casse di vodka* Queste solo se prometterai di non guardare Cina V__V

Russia: *Guardando le casse di vodka come una gatta in calore guarda un maschio* Non guarderò mai più Cina…voglio solo la vodka…la voooodkaaaaaa…

Yusaki: ^__^’’’ Mi fa paura adesso, tanta. Comunque è vero, Cina cos’ha di speciale?

Lituania: Tsk, ma niente.

Cina: Siete sempre meno gentili, aru.

Russia: *Bevendo Vodka* Ha dei bellissimi e lunghi capelli setosi, delle morbide labbra dolci, e poi sembra così fragile che viene voglia di stuprar…

*Yusaki, Bielorussia e Lituania perdono la pazienza e abbattono Russia e Cina con le casse di alcolici*

Cina: M-ma io non avevo detto niente…*perde i sensi*

Yusaki: Grazie immensamente per la tua recensione, spero di riuscire a continuare a farti emozionare! Ed adesso passiamo alla recensione di miristar, hai colto il senso delle risposte alle recensioni! Sono per stemperare il clima serio della fanfiction.

Polonia: Se pensa tipo troppo seriamente dopo un po’ entra anche lei in tipo crisi, cioè, è una strana autrice.

Yusaki: Sono una persona sensibile, ecco!ç__ç Questo angolo di risposte mi riempie di nuovo di allegria, infatti scrivo molto liberamente qui, proprio per rilassarmi un po’.

Tutti: Cosa che visti i tuoi tempi non ti meriti neanche tanto.

Yusaki: Posso lamentarmi anche io come Cina, aru, del fatto che non siete più gentili come un tempo?ç__ç Ma torniamo a te miristar, ancora Polonia non è ricomparso e probabilmente saresti stata uccisa a colpi di rubinetto assassino o qualche altro mezzo altrettanto pericoloso, ma per fortuna Russia è al momento fuori gioco, così non dovrai temere niente di tutto questo! ^__^

Polonia: Comunque che bello, hanno tipo chiesto di me! Che persona graziosa, cioè, grazie miristar!

Yusaki: Grazie della recensione, comunque per arrivare al loro futuro ancora un po’ c’è! Ed ora Dragon Girl 31, che devo sentitamente ringraziare perché mi ha fatto accorgere che avevo dimenticato di aggiungere una nota per dire cosa era il Kvass! Mi scuso sentitamente con tutti per questa disattenzione, adesso ho corretto l’errore. Ora provvediamo anche a far rinvenire Russia-san…Russia-san, abbiamo qui dei bellissimi modelli di vestiti per Lituania passati da Dragon Girl 31!

Russia: *che miracolosamente si riprende* Lituania-chan, guarda qui quante belle idee per rifarti il guardaroba!

Lituania: Emh, ma Russia-san non dovevamo risparmiare per non rischiare una qualche crisi economica? ^^’’

Russia: Lituania-chan, per queste cose sappi che posso anche rischiare una crisi economica.*ampio sorriso*

Lituania: *vedendo di nuovo il vestito da sposa* Dragon Girl 31, i vestiti da sposa sono affamati della mia carne, ne sono certo!ç__ç

Yusaki: E ci stiamo preoccupando perché effettivamente abbiamo trovato un frustino nella camera di Giappone.

Giappone: Autrice-san, la prego di non dire bugie, per favore!

Yusaki: Bhuahaha, ma dai che lo sanno che sei troppo tenero&coccoloso per fare certe cose. Credo. Credo. Credo…mi stanno venendo dei dubbi? O__o

Russia: Dragon Girl 31, l’autrice adesso è impegnata nei sui dubbi e lasciamola pure lì, ma sappi che ringrazia tantissimo anche te per i complimenti. Ed io ti ringrazio per i modelli dei vestiti, sappi che ne farò buon uso! Adesso è il turno di Liris. Altra Vodka! Sappiate che sono felice e fiero di voi *sorrisone*.

Lituania: Grazie anche del tiramisù, l’abbiamo assaggiato tutti ed era buonissimo!

Yusaki: Anche troppo, Polonia si è ingozzato e alla fine della giornata praticamente rotolava invece di camminare!

Polonia: Ehy, era tipo delizioso, ecco!

Lituania: Cercherò di trattare con quanta più cura possibile Russia-san, lo prometto.

Russia: Anche io tratterò con molta cura Lituania, moltissima, come faccio sempre quando la notte nel lett…

Yusaki: COME STAVO DICENDO, anche se in realtà non dicevo niente in particolare, ti ringraziamo anche dei biscotti è bello poter assaggiare certi manicaretti *commossa*. Grazie della recensione e di tutte le cose buone che ci hai regalato! Ed ora c’è Triadine, innanzitutto spero che tu abbia ancora il computer, anche perché altrimenti non potresti leggere questa risposta. Devo dirti che come al solito mi sono commossa per i tuoi complimenti, sapere che non sono una frana a scrivere mi rincuora sempre.

Russia: l’autostima dell’autrice è un po’ scarsa.

Polonia: non sarebbe una tipo cattiva idea!

Russia: Cosa?

Polonia: Colorare casa tua di rosa! Sarebbe tipo più carina e sicuramente più tipo…allegra! Lo farò!

*Russia affoga Polonia nel contenitore della vernice rosa*

Yusaki: *Sospira recuperando Polonia* Purtroppo l’aggiornare puntale è difficile, ho storie molto più in arretrato di questa, fra l’altro…ma grazie della comprensione, un giorno riusciremo a rimetterci in pari! Spero, almeno.

Tutti: Si, si, spera.

Yusaki: Sento un lieve clima di sarcasmo. Vabbè, passiamo alla prossima recensione, di Lalani. Il titolo funziona?! Entusiasmo alle stelle per me!!! Ne sono felice, i titoli a volte mi danno problemi così finisco per spazientirmi e a volte uso il puro istinto per metterli. Sono felice che il mio istinto non sia ancora da buttare! A proposito di Rasputin, anche io pensavo a quello del cartone, decisamente più “simpatico”, quindi per farlo diventare serio…XD beh, è stato difficoltoso.

Lituania: Quanto al bacio va bene, non vedo cosa ci sia di male! *scocca bacione*

Russia: Lalani…KOLKOLKOLKOL…spero che tu sappia correre molto velocemente!!!! *brandisce un rubinetto con un sorriso omicida…cioè, Russia ha un sorriso omicida, non il rubinetto, ovviamente*

Lituania: Russia-san, era solo un ringraziamento! Era…niente, è già partito é__è’.

Yusaki: Grazie mille dei tanti complimenti, non farti acchiappare da Russia-san, mi raccomando! Russia-san, torni qui che deve rispondere assieme a me alle recensioni! Qualcuno lo riporti indietro per favore…

Bielorussia: …*Corre dietro al fratello*

Yusaki: si, emh, grandioso, adesso c’è Stefy_rin, che davvero adesso mi farà commuovere fino alla morte!ç__ç Quasi ancora non riesco a credere di essere stato io a farti amare così tanto questo pairing, ripeto che non potrei essere più felice! In onore di ciò Lituania verrà di nuovo vestito da cameriera, come da te richiesto.

*Lituania si da alla fuga*

Yusaki: Qualcuno riporti indietro anche Litu-chan per favore…e ricordate di recuperare anche il suo vecchio vestito da cameriera! Dicevamo? Ah, si, per fortuna stavolta non ci ho messo 6 mesi a postare anche se mi rendo conto che i miei tempi non sono dei più brevi, quindi se preferisci così, beh, meglio! Ma cercherò di migliorarmi anche su questo.

Polonia: Per quanto riguarda il contatto msn lei non lo usa tipo molto.

Yusaki: Già, ma anche a me farebbe molto piacere parlare con una fan della coppia RussiaxLituania, quindi al più presto ti contatterò tramite EFP e ti invierò il mio contatto msn!

Estonia: Ad ogni modo se qualcuno vuole il suo contatto msn non ha che da chiedere.

Yusaki: Grazie ancora Stefy_rin, spero che potremo sentirci presto! Ora l’ultima recensione è di larxene, un nuovo nome fra le recensitrici di questa fanfiction! Grazie di aver lasciato una recensione, i tuoi complimenti mi fanno molto piacere e come sempre sapere che il capitolo ha commosso commuove anche me!

Polonia: l’autrice sta cercando anche di tipo lavorare sui suoi tempi di scrittura.

Yusaki: si, quindi spero di non averti fatto attendere troppo!

 

Yusaki: e spero di non aver fatto attendere troppo nessun altro di voi lettori, che mi seguite, cosa per la quale non finirò mai di ringraziarvi. Sia che leggiate, che lasciate una recensione, cosa per la quale sono sempre grata, sono davvero felice di sapere che ci sono così tante persone che seguono questa storia. Cercherò sempre di metterci tutto l’impegno possibile!

 

Termina la rivoluzione, ma forze scuotono ancora Russia, privato delle persone a cui teneva. La prima guerra mondiale si avvia alla fine, ed adesso Lituania è solo, indipendente ma sfiancato dalla guerra e privo di molte risorse…e soprattutto lontano da Russia. Inoltre iniziano i primi veri problemi con Polonia…non è forse meglio andarsene per un po’? Magari lontano, cercando un po’ di riposo per riprendersi e magari rimettere in sesto l’economia. Quindi nel prossimo capitolo avremo probabilmente l’occasione di sbirciare come fu il periodo in cui Lituania lavorò a casa di America (ma non vi preoccupate, Russia certo non se ne starà con le mani in mano!), dunque spero che continuerete a seguirmi ed a recensire! A presto!!

 

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Capitolo 13
*** La luce nella stanza buia ***


 

Come sempre vi rassicuro sul fatto che non lascerò mai andare questa fanfiction, anche se so che stavolta ho impiegato ben più tempo a creare questo capitolo. Non so se notate l'ora, ecco, sappiate che l'ho finito da poco quindi riguardato una sola volta, se c'è qualche errore perdonatemelo (domani controllo con più cura). Ma sono qui, e anche loro sono qui, in questa pagina, con un Lituania ferito nel profondo da due conflitti che non voleva, tragedie che hanno lasciato che segno profondo su di lui, qualcosa che fa male quanto vecchie cicatrici sulla schiena…c’è anche del sereno, lontano dalle terre innevate, anche se il freddo è sempre in agguato a tentare di non far nascere i girasoli. Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Smettetela! Gli sembrava di urlarlo da un’infinità. Smettetela! Urlava senza sosta nell’incubo.

Lituania, nel sogno, guardava dalla finestra della sua casa, la sua, e fuori da essa c’era un panorama che non era affatto abituato a vedere. Certo era bello essere di nuovo infagottati nel tepore tranquillo della propria abitazione, eppure il paesaggio là fuori, la neve che già si scioglieva promettendo germogli verdi di primavera…quei colori vivaci perché diversi dal bianco ed esteso bagliore dell’inverno, tutto quello scintillare e ondeggiare al vento contrastava in modo sgradevole con i sentimenti che gli chiudevano lo stomaco.

Alla fine, inevitabilmente, si era svegliato.

Era stato un pessimo risveglio.

E non solo il risveglio, tutto andava degenerando; tutto ciò che si sarebbe potuto pronosticare, visti gli eventi poco felici, si rivelò nella sua folle fatalità, solo che Lituania non avrebbe mai pensato di ritrovarsi di colpo libero.

Smettetela! Gli sembrava di urlarlo da un’infinità. Smettetela! Non era più solo un incubo. Smettetela! Perché tutti e due mi attaccate? Smettetela…vi prego…sto talmente male…

Lituania non voleva crederci, non voleva ancora crederci nonostante il sangue che gocciolava giù dal suo giubbotto andando piano a formare un massa uniforme per terra.

Non era stato Polonia, con le sue mani, a ferirlo così ma era stato comunque un soldato polacco e sentiva un dolore lancinante là dove la fasciatura nascondeva la ferita del proiettile; un dolore terribile, lo stesso che gli era parso di provare quando aveva volto il fucile verso quello stesso soldato, lasciando partire un colpo.

Il proiettile aveva attraversato l’uomo, e mentre questo cadeva, gli occhi fissi nel vuoto, era apparsa la sagoma di Polonia, un ciuffo di biondi capelli irrigidito dal sangue secco.

<< Smettila! Cos’è successo? Cos’è successo?! >> Toris avrebbe voluto accasciarsi a terra e piangere, ma era davanti alla sua gente che combatteva, era davanti al nemico. Un ragazzo biondo, con gli occhi ingenui e da bambino, un amico che mai avrebbe voluto chiamare avversario.

Un amico che aveva cominciato una guerra.

<< Si vede che anche lui non ti vuole abbastanza bene >> il sibilo di Russia invase il campo di battaglia, e suo malgrado Lituania si ritrovò ad alzare il viso verso di lui.

Una goccia di sangue gli attraversava il viso, sfiorando occhi ametista, spenti, che non mostravano pietà.

<< Non ti vuole bene, quindi torna da me, è l’unica cosa che puoi fare >> continuò il russo, stringendo tra le mani il fucile.

<< Liet, perché non vuoi tornare con me? Vivremo insieme, come…come era prima! >> si inserì la voce di un Polonia insolitamente pallido. Toris sentì Feliks aggrapparsi ai suoi vestiti, strattonandolo.

Smettetela…non voglio niente da nessuno dei due. Voglio solo non dover pensare a voi, alla guerra, a qualsiasi cosa. Voglio essere libero per la mia gente, hanno sofferto tutti troppo a causa della mia debolezza.

Adesso non posso che oppormi a voi.

Spezzato, attaccato da due parti, tradito e lacerato. Voleva solo stare solo, per una volta, senza che Polonia improvvisamente decidesse che quella capitale era sua, senza che Russia gli portasse via le città ed il cuore.

<< Lasciatemi stare…lasciatemi stare…io…io… >> Smettetela! Io morirò…

Il suo popolo, tutto insieme, si schierò davanti a lui, come era successo quella volta con gli Zar, solo che non era nessun re quello da salvare: stavano proteggendo quel povero ragazzo, che rappresentava tutti loro.

<< Lituania, io… >> ma il sussurro di Russia si perse nel frastuono dei conflitti.

 

Un indefinito tempo dopo, un silenzio che non “sentiva” da un sacco di tempo, ed a cui si doveva abituare, invadeva il suo corpo. Poteva dire che fosse lì più o meno volontariamente, allo stesso modo si poteva affermare che il divanetto era davvero comodo e che, nel caso si fosse assopito, nessuno sarebbe giunto a gridarlo e picchiarlo. No, quelle cose non succedevano in questa nuova casa, luminosa, calda, immensa.

Piuttosto era probabile che il disinvolto proprietario non si accorgesse che non stava lavorando.

<< Questo non è un buon motivo per non fare niente >>, bisbigliò fra sé, rimettendosi in piedi per affaccendarsi attorno ad un mobile. Anche perché stando fermi c’era troppo silenzio, ed anche se era un bel silenzio rischiava di fargli pensare alla realtà che aveva sconfitto non troppo tempo prima.

<< Lituania? Sei qui…? Pensavo che potresti fare una pausa e mangiare qualcosa! Ti va un Hamburger? >> si affacciò in quel momento sulla porta un giovane ragazzo, e in pochi avrebbero detto che qualcuno con un’aria così informale potesse essere una nazione. Una gran nazione, aveva pensato Lituania, anche se America mangiava in modo assolutamente terribile, e non sapeva dov’erano i baltici, questo non toglieva che fosse una delle economie più forti al momento; una giovane, forte, nazione, sebbene dopo aver visto che genere di cose mangiava tutti i giorni (e tutte le ore) Toris aveva cominciato a chiedersi come potesse essere ancora vivo.

<< Mmmmghf? >> tentò di dire l’americano, e Lituania lo interpretò come un invito a prendere un panino dal sacchetto che portava tra le braccia.

<< Avrei dovuto cucinare io, America-san >> sospirò Toris, spazzolandosi il grembiule che portava, esitando nel mangiare.

<< Mmh… >> buttò giù un enorme boccone, << Ma questi li ho comprati, e tu stai già facendo un sacco di cose >>.

<< Ah >>, Lituania non sapeva bene che dire, non si era ancora adattato ai ritmi rilassati di quel posto, così alla fine afferrò un panino cercando di mascherare l’imbarazzo.

<< Comunque cucini davvero bene >>, si complimentò Alfred, mentre si sedevano, << La cena di ieri era buonissima! Non avevo mai mangiato cose simili >>.

Toris sorrise meccanicamente: come doveva prendere quel complimento? Certo Lituania aveva fatto un sacco di pratica nel cucinare a casa di Russia, ma era anche vero che America era cresciuto con la cucina inglese…

<< Grazie, America-san >>, si decise infine a dire, pensando che non fosse carino ricordargli dei suoi disaccordi con la Gran Bretagna.

Toris cominciò a spiluccare un po’ di pane, più che altro impegnato a guardare il suo nuovo…datore di lavoro? Qualcosa del genere, supponeva. Era solo il secondo giorno che era lì, quando si era presentato da America aveva trovato un sorriso e un caffè ad attenderlo; anzi: un sorriso, un caffè, ed un sacco di chiacchiere.

Era stato un po’ come accedere ad un ampio angolo di paradiso, e sebbene la luce intensa non riuscisse a scacciare del tutto gli incubi che ancora lo attanagliavano, per lo meno lo facevano stare tranquillo; un po’ come accendere la luce di notte…

<< Ti piace la casa? Non è magnifica? >> lo riscosse America, evidente fiero del luogo in cui abitava, luogo che si estendeva a tutta l’America e non solo alla mera residenza.

<< Moltissimo >>

Ed alla sera una cosa sconcertante.

<< Lituania! Guardiamo un film Horror! >> Alfred aveva un sorriso a 2.500 denti, sembrava davvero entusiasta, << Tranquillo, l’eroe è vicino a te, non devi avere paura! >> lo rassicurò America, trascinandolo sul divano prima che lui avesse il tempo di accettare.

Guardarono così il film (a proposito, ma c’era uno strano essere grigio seduto con loro?) ed alla fine Lituania quasi rise. Quel film era così scemo, persino gli zombie lo sembravano, tutto così…beh, era impossibile averne paura! Si volse verso Alfred.

<< America-san? >> domandò interrogativo, vedendo che si era nascosto dietro una montagna di cuscini tirati fuori da chissà dove.

<< Non ho paura! >> riemerse l’americano, dando un’occhiata allo schermo ed impallidendo di colpo. << Ma, umh, che ne diresti di dormire con me stanotte? >>

Toris lo guardò sconcertato, ritrovandosi dopo qualche istante ad arrossire. Si alzò di colpo: << Questo non rientra nelle mie mansioni, mi scusi! >> esclamò, preso dal panico, prendendo la porta e andandosene per un corridoio a caso.

<< Eh? >> Alfred non capiva, si scambiò un’occhiata perplessa con quell’-essere-grigio-che-a-quanto-pare-c’era-davvero, e dopo una lunga riflessione arrossì a sua volta, << NO, ASPETTA, NON INTENDEVO QUELLO…!!!! >>

Sarebbero stati giorni decisamente allegri.

 

Gli era sembrato di aver sentito la sua voce.

Russia serrò le labbra, in un sorriso che da infantile divenne teso: non era così improbabile l’ipotesi di aver sentito la voce di Toris, dopotutto era lì, da qualche parte in casa di America.

Dopo un lungo viaggio adesso siamo molto vicini, pensò Ivan, chiedendosi in che punto della casa esattamente si trovasse il lituano; tuttavia, mentre la porta si apriva, subentrò rapido un altro pensiero: anche America e Lituania sono molto vicini. E chissà quanto lo erano stati da quando vivevano insiem…no, non “insieme”, così suonava davvero sbagliato, era una parola che rischiava di farlo infuriare davvero.

Il suo sorriso aveva ancora un qualcosa di inquietante quando si trovò finalmente davanti il volto del giovane americano, che quel giorno aveva i capelli leggermente spettinati, che aiutavano a dargli, nel complesso, un’aria lievemente disordinata.

Russia abbassò lo sguardo su di lui proprio nello stesso istante in cui l’altro spostava le iridi azzurre su, sul suo viso; si fissarono per un attimo, un breve secondo storico in cui parve passare qualcosa tra loro, forse la consapevolezza di essere le più potenti nazioni…

<< Ciao Russia! Per caso passando per il vialetto hai visto una camicia? Deve essere volata via quando ho provato a stendere i panni! >> lo salutò Alfred, totalmente ignaro del momento storico, sbilanciando il corpo per guardare oltre Russia, nel tentativo di vedere la strada.

Russia stava di nuovo sorridendo nella sua maniera pacata da bambino, << Mi dispiace, non l’ho vista. >>

<< Peccato. Entra in casa…emh, ma come mai sei qui? >> domandò l’americano, perplesso, dopo che il russo lo ebbe seguito all’interno.

<< Ho saputo che Lituania lavora da te adesso >> spiegò Russia, con un tono neutro sfumato di premura.

<< Si, è qui da me! È un ottimo lavoratore, anzi, forse lavora troppo…mi è davvero di aiuto >> assicurò America, << Sta bene, ha anche fatto amicizia con Tony >> aggiunse poi, pensando che forse il russo era preoccupato per la sua salute.

Ivan aveva una vaga idea di chi fosse Tony, ma scansò le sue ipotesi perché in quel momento non gli importava avere dettagli su un alieno. Lasciò che l’americano parlasse un po’, per allacciarsi poi ai suoi complimenti su Lituania.

<< Si, è un bravo lavoratore, anche se… >> scosse la testa, inscenando un sospiro triste << …si preoccupa sempre troppo per molte cose, così la sua salute ne risente. Ho pensato che magari aveva difficoltà a relazionarsi con un’altra grande nazione… >>

America sembrava colpito, << Non preoccuparti, mi è davvero simpatico, ed è sempre gentile. Va tutto bene fra noi >>

L’espressione di Russia rimase immutata nonostante quella fosse la preziosa informazione che voleva, giusto il suo tono lo tradì, quel breve e sibilante << Bene >>.

<< Vuoi che lo chiami? >> domandò America.

Appena la domanda fu formulata ad Ivan parve che qualcuno avesse stretto in un pugno il suo stomaco; voleva vederlo, quella pressione nel sangue gli diceva che voleva incontrarlo, ma si trattenne.

Farsi vedere da Lituania in quel momento, quando non poteva portarlo via, non era contemplabile. Sarebbe parso debole, di sicuro inferiore ad America che gli aveva sottratto il fiore tanto amato.

Avrebbe incontrato di nuovo Toris solo quando sarebbe stato più forte, abbastanza da non farselo portare via da nessuno.

<< No, non chiamarlo >>

 

Gli era sembrato di aver sentito la sua voce.

Appena quel piccolo inganno dell’udito, così sperava, era avvenuto Toris si era immobilizzato, con il respiro accelerato e le dita che stritolavano la maniglia di una porta chiusa. Lituania era poi scivolato contro la porta, crollando a terra come se lo avesse rivisto, mentre in realtà era a stanze di distanza da lui o, forse, non c’era neppure. Il baltico pensava di riuscire a essere sempre sereno, di giorno, in quella casa luminosa  e calda; ma, buffo, il solo pensiero di Russia lo faceva cadere con tanta facilità, gli spezzava le gambe dal desiderio di piangere, e scappare per non fare tutto il contrario.

Forse non era stata la sua voce…forse non era mai stato lì, ma aveva comunque l’impressione che lui lo spiasse da ogni angolo buio. Aveva l’impressione che invadesse il suo letto, di notte, con sogni che non vorrebbe mai aver vissuto. Aveva l’impressione che, sempre e comunque, le sue dita fossero lì a farlo cedere.

Ed infine aveva anche un altro pensiero, quello che Ivan stesse piangendo ancora una volta, guardando un panorama di nevi e corpi morti, ed un letto in cui Toris non lo accompagnava più.

Tremante era rimasto lì, fissando le proprie gambe, ma alla fine era stato costretto a distogliere lo sguardo anche da esse visto che aveva per un attimo immaginato le mani di Ivan che vi scorrevano sopra, le labbra che baciavano le ginocchia…così si era, in un certo senso, ripreso con un sussulto ed era riuscito a far funzionare di nuovo l’udito.

Non c’era più niente, nessun suono, se mai era stata reale la voce di Russia adesso si era spenta. Nel silenzio cominciò a cogliere rumori più lievi, come il ticchettare di alcuni orologi, dettagli prima coperti dal battere furioso del suo cuore.

Riuscire a sentirli lo tranquillizzò e risvegliò il suo “automatico” senso del dovere; non poteva restare lì, anche se non aveva molto da fare sentiva di doversi muovere e sbrigare qualche faccenda di casa. Fu sempre il senso del dovere a sostenerlo, seppur con qualche difficoltà, a far lavorare i muscoli delle gambe.

Ci mise comunque una quantità incredibile di tempo ad aprire una semplice porta, e dopo la successiva, e quella dopo ancora che dava nel salotto.

Lì si fermò di nuovo, un rivolo di sudore gelido che si decise a scivolare lungo la tempia.

La sua presenza era ovunque, in quella casa non sua, era sicuro che ci fosse stato e avesse camminato lì e parlato, aveva lasciato il suo odore, quello della vodka e un altro indefinibile aroma proprio della sua pelle.

-Non devo essere così stupido- si disse, accorgendosi con nervosismo di quanto la sua voce fosse suonata sottile e distorta.

<< Lituania? Hai detto qualcosa? Scusa, non stavo ascoltando >> la voce proveniente dal divanetto, da America sprofondato nel divanetto, lo fece sussultare di nuovo.

<< N-no, n-niente. Scusi America-san, non si preoccupi, stavo solo…riordinando le idee >>

Alfred si tirò un po’ su, riuscendo ad incontrare lo sguardo del baltico, e gli sorrise; era un gesto così ampio e sincero (Lituania non era abituato a simili sorrisi) che anche le labbra di Toris si piegarono, strappandogli il primo vero e proprio sorriso di quella giornata.

<< A proposito Lituania, ho comprato un nuovo film horror! >>

 

Qualche settimana dopo Toris avrebbe decretato che stava bene. Stava bene, aveva qualcuno di cui prendersi cura, qualcuno che, in un certo senso, inconsapevolmente, si prendeva cura di lui a sua volta.

Un intero oceano lo separava dai guai che aveva vissuto. E forse sarebbe stato grande abbastanza da sommergere anche quell’amore che l’aveva a lungo tormentato…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: La guerra Lituano-Sovietica inizia nel 1918, la Russia, in breve, voleva riprendersi la Lituania. Storicamente riesce a prendere una città dopo l’altra, affrontando una scarsa resistenza (per questo ho mostrato Lituania così abbattuto e, in un certo senso, fragile). Poco più tardi la Polonia entra a sua volta in conflitto con la Lituania, in quanto la nazione polacca comincia ad avanzare pretese sulla capitale (Vilnius) del paese baltico. Il tutto si risolve nel 1920 con il Trattato di Mosca con il quale Lituania viene riconosciuto indipendente, punto importante qui non trattato che forse mostrerò in futuro come ricordo.

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natalia, e dei due nuovi arrivati, il tremante Raivis, e Eduard, e… “Aru”? Con probabile incursione di Giappone…)----

 

Tutti: Andiamo sempre meglio *sarcasmo*

Yusaki: oh, ma che volete?! Mica è colpa mia se ci sono state le guerre Polacco-Lituana e Lituano-Sovietica!

Russia: io non mi riferivo a quello, ma com’è che LITUANIA DORME CON AMERICA?

Yusaki: non guardare me, è un fatto del manga, poi mica hanno fatto qualcosa! È solo Lituania che è un pervertito e pensa male.

Lituania: Ma veramente io…cioè…era fraintendibile!

Yusaki: Si ma----

America: il vostro eroe preferito è arrivato per allietarvi con degli ottimi hamburger!

Yusaki: …in questo angolo recensioni c’è davvero troppa gente.

America: Vuoi un hamburger?

Yusaki: Emh, non posso, sono vegetariana.

America: *aria perplessa* è una malattia?

Yusaki: ç__ç lasciamo perdere, diamo piuttosto il via alle risposte---

America: ALLE RISPOSTE ALLE RECENSIONI!

Yusaki: Perché diamine mi hai interrotto?!

America: Perché io sono l’eroe!

Yusaki: Vi prego, datemi del cianuro, morirò con un buon profumo di mandorle addosso almeno! Allora, la prima recensione è di…Oz?! Che ci fa una recensione di Oz qui?! O__O Oz, mia cara, le cose tu puoi dirmele a voce sai? Comunque, visto che hai recensito ti onorerò di una risposta. *rilegge la recensione*

Russia: l’autrice è appena scappata *sorrisone*

Lituania: Risponderemo noi perché i complimenti l’hanno fatta svanire ci colpo, è una sua abilità segreta! Grazie dei tanti complimenti Oz, la tua era davvero una bella recensione: dici di aver avuto le lacrime agli occhi leggendo il capitolo, ma ti assicuro che anche l’autrice ne ha avute leggendo la tua recensione. Poi, ribadiamo il concetto che Russia mi ama a tal punto da ribellarsi ai suoi diplomatici! *__* Mi sento commosso anche io…

Russia: *si dimostra interessato ad un pezzo di tappezzeria*

America: questa Oz mi è simpatica!

Tutti-gli-altri: eh, i folli simpatizzano con i loro simili…

Yusaki: *ricomparsa* Bene, insomma, e non tiriamola così per le lunghe, grazie mille di aver lasciato una recensione, è stata proprio una bella sorpresa, anche se ho rischiato l’infarto. La prossima recensitrice è miristar! In effetti quella parte di storia russa ha fatto soffrire anche me, mentre leggevo degli avvenimenti (mi documentavo per il capitolo) quelle stesse parole che mi scorrevano davanti agli occhi sembrano evocarmi scenari di dolore, e sangue. Obbiettivamente mi hanno fatto tutti un po’ pena in quel capitolo, ma era necessario non essere buoni, perché quegli avvenimenti non erano buoni di loro.

Russia: Però in effetti un po’ di sesso dovresti rimetterc…

Yusaki: *lo interrompe* QUINDI COME STAVO DICENDO…credo che nel prossimo capitolo ci sarà del sesso, quindi non temere! Anche perché è già un po’ di capitoli che non si danno esplicitamente da fare in quel senso.

Lituania: La finiamo con quest’argomento? -///-

Yusaki: Sentiamoci tutti Franciaaaa! Rispondo alla tua ultima domanda: Prussia naturalmente comparirà, è anche lui un elemento importante della storia russa, ma come tu stessa hai capito ci sarà in futuro. Grazie mille delle tue costanti recensioni!

Lituania: Ed ora…

Polonia: Io voglio quel tipo di vestito lolitoso!

Lituania: …L_Lawliet_poppy!

Russia: Anche io voglio quel vestito, per metterlo a Lituania-chaaaan! *Lituania fugge*

Yusaki: L_Lawliet_poppy, questo capitolo purtroppo non è giunto rapido come il precedente! Chiedo subito scusa per questo! Comunque sono felice di aver contribuito in parte alla felicità di quella tua giornata.

Russia: L_Lawliet_poppy, ti farò rimanere nello spazio recensioni se mi presti uno di quei tuoi vestiti.

Lituania: *Disperato* per favore, no ç__ç

Yusaki: Spero di non aver deluso le tue aspettative con questo capitolo e di aver reso bene come speravi la situazione: ho cercato di intervallare la serietà a momenti un po’ più leggeri, mi auguro di non aver combinato un eccessivo disastro! I tuoi cappellini e coroncine di perline devono essere molto carini, sarebbe bello vederli in foto un giorno! Grazie della recensione. Ora chi abbiamo?

Polonia: Tipo, credo Liris.

Yusaki: bene, allora sparisci Polonia che da questa brava recensitrice non sei gradito *lo passa a Russia che lo chiude in una scatola*, ciao Liris, sappi che non voglio farti morire tra atroci dolori, ma se hai sofferto significa che sono riuscita a far arrivare a destinazione il dolore del capitolo…quindi permettimi di esserne un po’ felice ç__ç è una gran cosa riuscire a trasmettere sensazioni. Direi che Lituania se la sta cavando abbastanza bene a casa di America, anche se non ho rimesso molte parti delle vignette…ho preso solo spunto, come al solito, anche se potrete ritrovare delle situazione che effettivamente ci sono anche nel manga! ^^

Lituania: *commosso* Gli ha detto che ero il suo Ex!

Yusaki: magnifico, se poi tu avessi sentito sarebbe stato meglio, ma dalla vita non si può avere tutto. Probabilmente in quel momento eri stato rapito da Tony! Liris, grazie dei complimenti e della recensione, e anche dei dolci dell’altra volta, spero che ne cucinerai altri e non ci lascerai in balia della cucina americana.

America: Che?

Yusaki: Ma niente, niente, piuttosto rispondiamo a Lalani, che ha un avatarino a dir poco bellissimo *__*

Russia: Lalani, visto il tuo avatar ho deciso che smetterò di rincorrerti, ti perdono.

Yusaki: Caspita, è davvero carino! E…sono arrivata alle 80 recensioni?! *stralunata* Bene, allora vodka per tutti…anzi, prima finiamo di rispondere o finisce male, vi vedo già tutti ubriachi e incapaci di intendere o di volere. Allora, grazie di avermi ricordato il traguardo, in effetti 80 è un numero alto ed importante, grazie di dire che mi merito tutte le recensioni. Per un’autrice sono parole semplicemente meravigliose. A proposito, ma devo abbracciare Bielorussia?

Bielorussia: …*la guarda male*

Yusaki: ^__^’’’’’ Emh, umh, ecco…non è che mi faccia paura no…è che tipo…ecco, ora parlo come Polonia. Va bene Bielorussia, abbracciamoci perché me l’ha chiesto una recensitrice!

Francia: Due donne che si amano! *__*

Yusaki: Francia, ti farò ingoiare quella rosa che ti ritrovi fra le gambe. Comunque *tocca appena Bielorussia con un dito* ecco fatto!

Tutti: Ma non era un abbraccio ò__ò

Yusaki: *Sorride e ignora tutti* Lalani, come vedi il rapporto tra America e Lituania è ancora agli inizi, l’ho descritto, appena più a fondo della superficie, ma ancora parlerò un po’ di loro. Spero che il capitolo ti sia piaciuto, e grazie della recensione (e di avermi detto del traguardo)! L’ultima per oggi è Dragon Girl31, a cui dico subito che ha ragione sulla depressività del capitolo, sfortunatamente per rendere bene la storia russa così doveva essere…ma non volevo distruggerti l’umore! Scusa!

Bielorussia: …

Yusaki: Eh? Ah si, Russia-san, proteggi la recensitrice da Bielorussia!

Russia: *guarda preoccupato Bielorussia* E come?

Yusaki: Ma non lo so, spogliati per esempio!

*Tutti si mettono a fissare avidamente Russia*

Lituania: *si schiarisce la gola* Autrice, dovresti finire di rispondere alle recensioni.

Yusaki: giusto. Ecco ragazzi, guardate un po’ questa ragazza cosa ci ha portato: vestiti da sposa per tutti!

Polonia: è rosaaaaa! *__*

Lituania: *Svenuto*

Giappone: vorrei ricordarvi che la faccenda del frustino è tutta un equivoco.

Yusaki: Ti stiamo tutti fermamente credendo Giappone. Bene, per festeggiare le 80 recensioni tutti vestiti da sposa e tanta vodka! Mi piace! Grazie tantotantotanto anche a te della recensione, vedrai che prima o poi ti rilasciano dal manicomio, io sono sempre riuscita ad evadere quindi ci riuscirai anche tu!

America: Eccomi! *Porge a Yusaki un hot dog*

Yusaki: Emh, America, io non mangio carne! Sono vegetariana!

America: Ma questo non è un hamburger.

Yusaki: ma c’è comunque la carne!!!

America: …davvero? O__O

Yusaki: ç___ç Basta, ubriachiamoci tutti sul serio!

*E la festa ebbe inizio*

 

Nel prossimo capitolo siamo ancora da America, un clima sereno e disteso…almeno fino a che Russia non riassesta di nuovo le forze, e torna a trovarlo, intenzionato a ricordare a Lituania chi è davvero il suo padrone. Ma un altro famoso personaggio si scorge fra le righe della storia, qualcuno con folte sopracciglia e che cucina, beh, possiamo essere gentili e dire non benissimo?

Lituania rivede Russia, dopo tutto quel che è accaduto, perché ovviamente no, nessun oceano può spengere quel suo doloroso amore; cederanno il corpo ed il cuore di Toris?

Al prossimo capitolo, sperando di riuscire a ricominciare a fare presto! Un grazie enorme a tutti coloro che mi hanno portato fin qui, accumulando ben 80 recensione che significano tanto per me e per i fan di questa coppia. Sappiate che sono davvero felice di scrivere questa storia, anche se a volte non è allegra come tutti vorremmo.

Grazie anche a Ritsuka96, Liris, bianfre, Chibi_Cute, Stefy_rin, Astaroth Arslan, che hanno recensito la One-Shot “Il folle tè di marzo (RussiaxLituania)” e a Liris e miristar che hanno recensito l’altra One-Shot “Infrangersi ad un tocco (RussiaxLituania)”.

Grazie a tutti voi! A presto e...recensite, arriviamo ancora ad altri traguardi insieme!

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Capitolo 14
*** Cade e crolla ***


 

Passa un po’ meno tempo del solito. Avevo iniziato un bel po’ di tempo fa a scrivere questo capitolo…ma pochi giorni fa l’ho ripreso e sono riuscita a finirlo in breve tempo! Per questo miracolo devo ringraziare le due magnifiche cosplayers di Russia e Lituania, quelle dell’Hetalia Day (Firenze), che obbiettivamente non conosco ma che mi hanno regalato davvero tanta ispirazione. Non so se loro o qualcuno che le conosce legge questa fanfiction…in ogni caso questo capitolo è dedicato a loro, sperando di non fargli un dispiacere, nel caso scusatemi!

In questo capitolo un po’ più lungo del solito…girasoli e calore, e poi di nuovo la neve, in un ciclo che si sussegue ogni volta.

 

 

 

 

 

 

 

Tepore. Lo trasmettevano le coperte e l’ambiente, ma non solo. Il calore confortante derivava anche da un respiro profondo e regolare, il respiro di un dormiente, una presenza che, stranamente, lo rilassava. Il sonno, per Lituania, era stato spesso foriero di incubi, sogni del passato, ma soprattutto di fragilità e pericolo.

Alfred però era una presenza forte, e dopo aver capito che non intendeva approfittare di lui per Toris era stato rassicurante averlo accanto.

Una solita serata passata a film horror, era cominciato da lì quel piccolo rito fatto di familiarità; i molti mesi erano trascorsi con notti serene, facendo inevitabilmente avvicinare quelle due nazioni così diverse. Non stava male con lui, era un po’ come avere un amico molto spontaneo, ed anche se lo taceva a se stesso Alfred stava lentamente avvicinandosi a quel posto che un tempo era stato di Polonia. Anche se la sua presenza era molto diversa da quella dell’amico di infanzia, doveva ammettere che entrambi avevano bisogno di essere accuditi.

Entrambi conservavano quella luce ingenua e particolare tipica dei bambini.

Si raggomitolò un po’ su se stesso, sapendo che era già mattina, ma desiderando poter riprendere il suo sonno, anche solo per pochi attimi. Purtroppo gli eventi nel mondo non parevano pensarla allo stesso modo, un lieve tintinnare gli giunse infatti alle orecchie, ovattato dalla distanza, abbastanza da fargli pensare che forse se l’era immaginato. Difatti il suono non si ripeté, tuttavia pochi istanti dopo sentì dei piccoli passi farsi avanti nella camera.

Sarebbe balzato su dal letto, terrorizzato, se non avesse riconosciuto all’istante l’identità del nuovo arrivo; aprendo un occhio la scarsa luce dai toni caldi gli permise infatti di intravedere l’inconfondibile, piccola, sagoma di Tony.

Tony si fermò a pochi passi dal letto, rimanendo fermo ad osservarlo, ma quando Toris gli sorrise il suono del campanello irruppe di nuovo. A quel punto il lituano percepì la voce di Tony sfiorare la sua mente, un sussurro che apparve molto diverso dal solito: aveva un che di irritato, quasi fosse una considerazione sfuggita per caso.

<< Uno stupido inglese >> sentì la voce nella testa.

Lituania lo guardò confuso.

<< C’è uno stupido inglese alla porta >> precisò l’alieno.

<< Cosa?! >> un inglese! Chi altri poteva essere se non… << Inghilterra-san! >>, Lituania balzò giù dal letto, con in testa l’unica priorità di aprire la porta al visitatore. Si sfilò il pigiama con rapidità sorprendente (Tony si voltò dall’altra parte, arrossendo, ma il baltico era troppo affaccendato per accorgersene), infilando i pantaloni e afferrando la camicia mentre correva via. Era spaventatissimo: e se il suo ritardo avesse offeso l’inglese? E se avesse causato qualche incidente diplomatico grave? L’orologio nell’ingresso gli si palesò con poco garbo davanti agli occhi…era tardissimo! Non se ne era proprio accorto! Il sole, già alto, irrompeva dalle finestre ma lui non si fermò ad osservarlo neppure un istante. Caracollò fino all’entrata principale, chiudendo gli ultimi bottoni della camicia e spalancando immediatamente la porta.

<< INGHILTERRA-SAN MI PERDONI PER IL RITARDO NON L’AVEVO SENTITA! >> praticamente urlò tutto d’un fiato, sbiancando un attimo dopo perché aveva definitivamente finito il respiro.

Quando si riprese, e gli ci volle anche un po’, si accorse che l’inglese era rimasto come pietrificato in piedi, e lo stava guardando con gli occhi spalancati dallo stupore.

Probabilmente Inghilterra si accorse della propria espressione, perché si affrettò a ricomporsi.

<< Non fa niente >>, rispose in tono neutro, forse giusto un po’ troppo piatto.

<< Ecco, si…si accomodi >>, lo invitò Toris, dopo qualche istante di strano silenzio. Aveva pensato che l’inglese avrebbe chiarito subito il motivo della visita, invece si limitò a entrare, scoccandogli un’occhiata poco amichevole.

<< Le preparo subito del…tè >>, Toris si salvò in extremis dal dire “caffè”.

<< Grazie >>, disse pacato Inghilterra, << Suppongo che quel pigro di America non sia ancora sveglio. Fra l’altro…quella è la sua camicia? >>

Toris aprì la bocca per rispondere quando si accorse dell’entità della domanda che gli era stata rivolta; seguì su di se lo sguardo dell’inglese, e si rese conto che forse un incidente diplomatico lo avrebbe causato ugualmente.

Aveva preso per sbaglio la camicia di Alfred, nella fretta non vi aveva fatto caso e l’aveva indossata e ora eccola lì, che lo ricopriva, innocentemente troppo grande per lui.

<< Oh, emh, non è come sembr… >> ma non finì mai la frase, il suo tono nervoso venne interrotto dall’entrata in scena di un seminudo America, la cui voce proruppe prima con uno sconsiderato sbadiglio e poi con un’altrettanto sconsiderato: << Eccoti qui Lituania! Mi ero svegliato e non ti ho trovato a letto, mi hai fatto quasi preoccupare! >>

L’americano parve perplesso dall’improvviso irrigidirsi della figura di Lituania, che per altro non lo stava guardando. Si voltò dunque verso il divano, e vide Inghilterra.

A quel punto la scena parve congelarsi in un iceberg molto, molto, molto ghiacciato.

<< Inghilterra? Come mai qui? >> domandò, perplesso, America, ricevendo un’occhiata irritata dall’inglese.

<< Ero venuto a vedere come se la cavava Lituania >>, sembrava esserci un ringhio represso nel tono di Arthur.

<< Tutti a preoccuparvi per Lituania. Guardate che sta benissimo: mica lo maltratto! >> sbuffò l’americano, facendo voltare Toris verso di lui perché, nonostante l’ansia data dalla camicia, il baltico si era chiesto “chi altro si stava preoccupando per me?”.

<< Vedo che sta bene >> commentò Inghilterra, sarcastico.

Il baltico sospirò: << Scusate, vado a cambiarmi. Per errore ho messo la camicia di America, come lei ha giustamente notato, Inghilterra-san >>, affermò, con un piccolo sorriso di scuse in direzione di Arthur, che non parve disposto a credergli del tutto. Sentì gli occhi verdi dell’inglese trafiggergli la nuca mentre lasciava la stanza.

 

Nell’appena pomeriggio Lituania stava godendosi un tè, regalo di Inghilterra, che non si era certo presentato a mani vuote. Fuori la luce allegra del giorno venne oscurata per qualche attimo da una forma grande e scura, che tuttavia sparì molto in fretta.

<< Tony deve essere tornato >>, rifletté il lituano, riconoscendo la forma sferica della sua astronave.

<< Si, sono qui >>, la risposta si spinse come al solito nella sua mente, e avendo imparato a conoscerlo percepì una vena di stanchezza in quel tocco.

<< Tony, tutto bene? >> domandò Toris, preoccupato, posando la tazzina del tè nel vedere rientrare l’alieno. La pelle grigia appariva priva di ferite, ma l’extraterrestre sembrava muoversi più lentamente del solito.

<< Sono stato attaccato, mi sono spinto troppo lontano >>, raccontò, brevemente, Tony. Varie immagini sembrarono brillare nei suoi ricordi, il silenzio si protrasse, ma alla fine fu di nuovo il piccolo alieno a spezzarlo. << …mentre tornavo qua…credo di aver visto qualcuno che si dirigeva in questa direzione. >>

<< Qualcuno? >>, Lituania era confuso, Inghilterra era venuto a trovarli appena quella mattina, non poteva essere certo di nuovo lui. Per di più America si era assentato da casa per un problema interno, che Lituania non conosceva, ma che aveva richiesto l’immediata convocazione di Alfred dal suo capo; in pratica era solo, chiunque fosse l’ospite doveva sicuramente essere venuto per parlare con America…

<< …Lituania? >>

<< Scusami, ero distratto! >> si affrettò a riemergere dai pensieri Toris, << Chi sta per arrivare qui? >>.

<< Non lo so, stavo scappando, non ho fatto in tempo a vederlo >>, ma aveva fatto delle supposizioni, Lituania lo sentiva, e nello stesso istante respinse un dubbio gelido che voleva scorrergli nelle vene.

Alla fine lo chiese: << Quando sei stato attaccato…dov’eri? >>

<< In Russia >>

 

Non stava succedendo davvero. Non c’era nessuno su quella porta, nessuno di aspettato, nessuno che avrebbe voluto rivedere. O almeno non avrebbe dovuto esserci qualcuno che lo guardava, profondamente, come se tutto quel tempo non avesse cambiato niente in entrambi.

Era un dolce dolore rivederlo, quel genere di angoscia per cui piangerebbe, un sentimento abbastanza intenso da farlo tremare di sicuro. Lituania era certo che tutto quello sarebbe accaduto al suo corpo, appena avrà accettato appieno il fatto che Russia si trova davvero lì davanti a lui.

Le labbra di Ivan erano chiuse, non serrate, ma neppure piegate in un sorriso, semplicemente prive d’espressione come potrebbe esserlo un dipinto. Irreale, ma vivo, Lituania non sapeva far altro che rimanere immobile a fissarlo, pensando che sarebbe sparito lasciando che riprendesse il percorso verso la cucina.

Erano secondi che non avrebbe saputo come descrivere, semplicemente perché non stava pensando niente; era tutto solo un sordo stordimento. Non si chiedeva neppure come il russo avesse fatto ad entrare in casa.

<< Toris >> la bocca di Russia si mosse appena.

Fu un colpo, terribile, sentire il suo nome pronunciato a quel modo dopo tanto tempo. Non aveva neanche perso un attimo di respiro a chiamarlo come nazione, era stato soffiato lì, così, il suo nome umano, stringendogli il cuore un po’ di più ad ogni lettera.

Scappa, abbi paura, voleva gridare qualcosa in lui, ma non sapeva fare altro che rimanere ancora inerte, abbandonato alla necessaria incoscienza.

<< Toris >>

Il suo corpo inanimato venne stretto in un abbraccio; il viso del lituano parve inclinarsi naturalmente, per affondare in quella sciarpa morbida che l’altro sempre portava. C’era il calore del lungo cappotto di Ivan, la conosciuta pressione delle mani sulla schiena, l’indefinito modo in cui sentiva il cuore del russo battere, pur al di là di tutti quegli strati di vestiti. E, con un sussulto, si accorse che anche il suo cuore stava battendo; sembrava che avesse cominciato solo in quell’istante a pulsare, forte e rimbombante, rapido come quello di un animaletto spaventato.

Si sentiva troppo piccolo per quel suono mostruosamente enorme, che risuonava nella sua cassa toracica.

<< Toris…va tutto bene… >> la voce di Ivan aveva il tono dolce di chi sta cercando di rassicurare qualcuno, e Lituania si rese conto di stare piangendo. Una reazione avventata, quella di piangere, della quale neppure si era accorto: nessuno dei muscoli del suo viso si era contratto nell’espressione del pianto, semplicemente le lacrime rigavano le sue guance, cadendo senza apparenti ostacoli.

La volontà del loro padrone sembrava sparita per qualche istante, così avevano avuto il tempo di cadere.

Ivan gli aveva detto anche altre cose, Toris ne era certo, ma di esse non era arrivata che la voce e non il significato.

<< Mi…mi lasci… >> aveva poi pigolato il più piccolo, tentando di frapporre le sue mani fra i loro corpi. Tenendo le mani poggiate sul petto del russo aveva sentito quest’ultimo irrigidirsi leggermente, stringendolo più forte, segno di pericolo imminente. Ma Toris non era abbastanza in sé da cogliere quei segnali, continuò a tentare di spingerlo via, di sottrarsi al suo abbraccio, e alla fine venne spinto sul letto con un gesto fermo.

Russia non voleva essere scacciato.

<< No…per favore… >> un mormorio febbrile, ma non riusciva a respingerlo. Sentiva le sue dita carezzarlo, in un modo che tentava di essere dolce, ma nello stesso modo sentiva le lacrime che continuavano a sgorgare dai suoi occhi.  << No…la prego!...siamo…non possiamo…non in casa di America-san… >>

Ivan si fermò di colpo, e stavolta Toris capì di aver fatto un passo falso nominando il suo nuovo “padrone”; il lituano trattenne bruscamente il respiro mentre scorgeva un sorriso crudele farsi largo sul volto di Russia.

<< Oooh, perdonami >>, disse in tono gentile, infantile, << in questo letto devi aver giocato con lui eh? Per questo non sei contento che io sia tornato? >> la sua voce cambiò, distorcendosi nell’ira. << E dimmi, Toris, America-san ti ha toccato qui? >>

Una delle mani di Russia scivolò sulla schiena, scostando la maglietta, carezzando la linea sottile della spina dorsale, che si inarcò come a volergli sfuggire.

<< N-no lui non…! >>

<< O forse qui, Toris? O qui? È stato bello andare a letto con lui, Toris? >> il russo neppure gli aveva lasciato finire la frase, sordo alle sue proteste a causa del sangue che produceva un rumore tumultuoso nelle sue orecchie; il modo in cui pronunciava il suo nome…il lituano si sentiva morire per l’ira e il disgusto che quella voce vi sapevano imprimere.

<< No! Russia-san io e lui non…non abbiamo mai… >> singhiozzava, addolorato e terrorizzato, senza sapere cosa dire per placare la rabbia del russo.

Ben presto comunque non poté più parlare, anche se voleva, in quanto le labbra di Ivan si chiusero sulle sue, violentemente, brutalmente. Il più piccolo cominciò a sentirsi nudo prima ancora di esserlo, nudo e vulnerabile, così quando Russia gli tolse la giacca e i pantaloni quasi non se ne accorse.

Le dita di Ivan passarono su ogni punto di pelle possibile, senza soffermarsi ma solo accarezzando, permettendo alla loro pelle di ritornare finalmente unita; i loro ansiti incostanti si mescolavano, così diversi, quello di Russia talmente caldo mentre affondava il viso nei suoi capelli.

<< Sai di americano >> buttò fuori Ivan, con una risatina raggelante, mentre passava a baciargli il collo. Le sue labbra si mossero contro la giugulare del lituano mentre diceva: << che odore orribile >>.

Un singhiozzò violò di nuovo la gola di Toris, talmente forte che stavolta sembrò spezzargli il cuore. Aveva stretto le gambe attorno al busto di Russia, e le sue braccia gli circondavano il collo come, nonostante tutto, a trarlo di più a sé.

Perché lo amava, e lo amava anche se rideva in modo così freddo.

Toris sapeva che Ivan avrebbe voluto un altro benvenuto, uno affettuoso e pieno di calore, quel calore che il russo sempre cercava. Un benvenuto bello come un girasole. Ma come avrebbe potuto comportarsi così? Era stato confuso, pieno del dramma della guerra recente, delle preoccupazioni e poi della serenità che quella casa lontana gli aveva portato. L’aveva quasi…non dimenticato, no, dimenticare non era contemplabile, ma era riuscito a riporlo in un angolo lontano, un ripostiglio della mente.

Adesso invece lo aveva lì, con se, vivo e reale, ed erano stretti insieme come da troppo tempo non era accaduto. Il lituano non poteva negare di essere in un certo qual modo felice di quel contatto, rassicurante perché voleva dire che Ivan per tutto quel tempo lo aveva pensato, forse desiderato. Che era ancora suo, che erano ancora amanti.

<< Ivan >> un piccolo, nuovo, singulto.

Ivan ansimava, ormai dentro il corpo dell’altro, che lasciato andare contro le coperte lo stava guardando con occhi lucidi di lacrime. Un sorriso leggero aleggiò su quelle labbra rosse per i troppi, violenti, baci: << Ivan… >>.

In quel momento anche Russia desiderò fermarsi, fermarsi e piangere. Lo abbracciò stretto, mentre la rabbia ancora stringeva il suo stomaco in una morsa, perpetrando nel violare il corpo del brunetto che si teneva stretto a lui sussurrando il suo nome, come se esso forse una qualche formula magica capace di lenire la sofferenza di entrambi.

<< …Ivan… >>

 

Raggomitolato sarebbe sembrato ancor più piccolo ed indifeso, invece Toris era disteso su un fianco, una gamba leggermente piegata che si intravedeva da sotto il lenzuolo. La stoffa bianca lo ricopriva con inconsapevole pudore, muovendosi col respirare del ragazzo, un soffio costante che solleticava i ciuffetti bruni di capelli, sparsi sul cuscino.

Gli aveva fatto di nuovo del male.

Ivan osservò con tristezza la figura esausta del baltico, addormentato, sfinito dal sesso e dalle lacrime.

<< Ti riporterò a casa, Toris >> disse, carezzandogli un po’ goffamente i capelli. << America sta avendo molti problemi, ultimamente. Per questo sono tornato da te. Lui diventa debole, io torno di nuovo forte, e ben più di prima >>.

Staccare le dita da lui fu difficile. Si alzò dal letto senza guardarlo di nuovo.

Con un fitta al cuore si rese conto di quando gli seccava lasciarlo lì, su quel letto americano; stringendo troppo forte la maniglia uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle.

 

 

 

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: secondo gli ufologi, e anche molti quotidiani e giornali, un’astronave aliena si sarebbe in passato avvicinata a una base militare russa. Il velivolo extraterrestre sarebbe stato attaccato e abbattuto. Questo avvenimento risalirebbe in realtà agli anni attorno al 1990, ma non essendo sicura della ricomparsa di Tony in futuro ho preferito collocare qui l’evento.

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natalia, e dei due nuovi arrivati, il tremante Raivis, e Eduard, e… “Aru”? Con probabile incursione di Giappone…)----

 

Tutti(tranne Polonia): Qualcuno ci spieghi…perché…siamo vestiti in questo modo…

Yusaki: Dite perché siete tutti vestiti con magnifici abiti da donna che vi stanno benissimo? Beh, ma è perché L_Lawliet_poppy ce li ha gentilmente offerti, così ho pensato che farveli indossare per l’angolo recensioni fosse un’ottima idea! *Sorrisone*

*L’autrice viene brutalmente abbattuta a rubinettate*

Russia: *Togliendosi il vestito* Ho appena contribuito e rendere l’umanità più intelligente.

Polonia: Ma uffa, a me tipo piacevano questi vestiti…

Russia: E se volete miglioriamo ancora la situazione uccidendo anche Polonia.

Lituania: Russia-san, non faccia stragi per favore. Comunque dobbiamo rispondere alle recensioni, adesso, solo un attimo che mi rimetto i miei solito vestiti…*Fa per togliersi il vestito da lolita*

Russia: No, tu rimani così.

Lituania: Ma…!

Russia: *Sorriso inquietante*

Lituania: T__T

Russia: La prima recensitrice di oggi è Liris, che ci ha gentilmente fornito dei biscotti…

Inghilterra: anche io ho fatto dei biscotti, li volete?

*Fuga generale*

Inghilterra: Ma guardate che modi…

*Dopo un po’ comunque tornano tutti, anche perché altrimenti le risposte alle recensioni non sarebbero andate avanti*

Lituania: Stavamo rispondendo a Liris. Che vuole un abbraccio da Russia-san perché ha recensito alle 1:00 di notte…beh, in effetti si merita un abbraccio, è rimasta sveglia fino a così tardi!

Estonia: Oooh, oggi Lituania è permissivo.

Lituania: si chiama essere gentili V__V’

Russia: A nome dell’autrice grazie della tue recensione Liris, ed eccoti anche l’abbraccio! *abbraccio stritolante*

*Varie fan di Russia si mangiano le mani dalla gelosia, compresa Yusaki che è ancora in stato semi-comatoso*

Lituania: La prossima è miristar, che vuole vedermi stuprato, geloso, e che vomito sangue. Emh, sembrano auguri un po’ spaventosi in realtà…

Russia: KOLKOLKOLKOL…Lituania dovrebbe fare sesso con quell’americano?

Lituania: Ma no Russia-san, è evidente che miristar stava scherzando.

Lettonia: no c-che non stava scherzando.

Russia: KOLKOLKOLKOL.

Lettonia: Argh!!! No, non ho d-detto n-nienteeeeee!!!

Yusaki: *sta fasciandosi delle ferite* comunque non preoccuparti miristar, presto riavremo Lituania-chan geloso, dopotutto ha sofferto così poco per questo ultimamente, quindi devo rimediare!

*Fu così che Yusaki venne picchiata anche da Lituania*

Yusaki: *prima di morire* comunque grazie delle recensio…*muore*

Russia: Passiamo a Triadine, a cui dobbiamo dire: “Bentornata”.

Lituania: Ci fa piacere riaverla tra le recensitrici, Triadine!

Russia: Già, con i tuoi complimenti riesci a far morire di felicità l’autrice, anche se al momento è giù morta per altri e più brutali motivi.

Estonia: Dice che l’autrice riesce a catapultare il lettore nella storia, è un bellissimo complimento anche questo!

Tutti: Quindi ti ringraziamo infinitamente!

Russia: Ed ora L_Lawliet_poppy.

Lituania: Russia-san ha sentito? Non può farmi niente finché ho questo vestito, quindi non potrei toglierlo?ç__ç

Russia: Certo che no Lituania, non mi perderei mai l’occasione di osservarti mentre indossi una cosa così carina!

Polonia: Dai, disegnaci davvero tipo tutti in versione lolita! Quel vestito…è tipo il mio preferitissimo, è bello, è rosa, siccome è rosa è bello, grazie! Ora sono una principessa!!

America: Questo vestito non è male *osserva il suo vestito*, anche se mi è un po’ stretto…non sarò di nuovo ingrassato?! ARGH! E dire che oggi ho mangiato solo 6 hamburger a pranzo…e poi uno spuntino a base di patatine fritte, erano un kilo, quindi non molte…

Lituania: Comunque America-san ha davvero paura dei film horror, anche perché non ha mai tentato di farmi cose strane quando dormivamo insie…

Russia: *interrompendolo* Puoi. Evitare. Di. Ricordarmi. Che. Dormivate. Insieme? *Aura oscura e sorriso*

Lituania: Oho.

Estonia: Prima che si scateni il caos ringraziamo L_Lawliet_Poppy per la recensione e passiamo a Lalani.

Polonia: Ora Russia sta tipo cercando di picchiare America, quindi penso che puoi anche spupazzare Liet senza che tipo se ne accorga. Approfitta dell’occasione!

Lituania: mi sento una merce a saldo.

Yusaki: *Si trascina dietro la flebo* Eccomi di nuovo qua, cosa dovevo dire? Ah, si, devo chiarire la storia della tv e dei film horror! Innanzitutto i fatti narrati si dovrebbero svolgere all’incirca dopo il 1920, quindi dopo il trattato di Mosca, è dopo quella data che Lituania, a mio parere, giunge a casa di America. Bene, in quel periodo la tv non era stata inventata (ho trovato dati imprecisi a tal proposito), non come la conosciamo oggi almeno. Il primo modello primitivo di tv risale al 1875, ma il tubo a raggi catodici viene inventato solo molto più tardi. I film horror (brevi e muti) già esistevano, anche se dubito ci fossero supporti per leggerli “in casa”. Tuttavia, senza dare ulteriori e pesanti informazioni ti dirò che mi sono presa una licenza poetica, avevo infatti deciso di seguire il corso del manga in questa parte di storie, e nelle vignette vi era appunto questa scena con i film horror, lo spavento di America, e il suo successivo dormire con Lituania. Dunque, a prescindere dai dati reali, avevo deciso di seguire la “storia Hetaliana”, cosa che non capita sempre ma che in questo caso tornava bene. Ecco tutto! ^^ Ti ringrazio davvero molto della recensione, hai dato un’interpretazione molto intensa e poetica del capitolo che mi ha davvero fatto piacere! Grazie!! E a proposito dell’avatar…tutte le volte che lo vedo è come se riprendessi energie per scrivere, è proprio carinissimo!

Russia: Esatto, se lo cambi…kolkolkol…

Yusaki: *Sempre mezza morta* Quindi siamo a Dragon Girl31! Non preoccuparti se hai tardato nella recensione, dopotutto io stessa sono la donna dei ritardi quindi…quindi comprendiamoci a vicenda! *piange commossa*

Lituania: Lo scorso capitolo in effetti era stato rilassante, all’inizio…

Russia: Eh già, all’inizio, poi è andato a peggiorare.

Estonia: Vero. Avete notato che l’autrice ha un modus operandi? C’è una parte iniziale che si può dire rilassata e felice, poi una centrale che mette un po’ ansia, e infine il botto finale dove prorompe il sadismo o la depressione.

Yusaki: Modus operandi? Detto così mi fai sembrare una criminale!

Estonia: appunto.

Yusaki: =__=’’

*Compare dal nulla Tony* Tony: *Parla telepaticamente* anche in questo capitolo le scene equivoche non sono mancate. *scompare*

Tutti: ommioddio, un alieno!

Yusaki: riprendendo, anche a me sarebbe piaciuta una scena come hai descritto! E come hai visto Lituania alla fine si è lasciato tentare da Russia-san, in questo capitolo. Quanto alla tua domanda…certo che Lituania ha capacità paranormali, dopotutto è stato con Tony un sacco di tempo no? No, ok, seriamente, Lituania si è limitato a farsi suggestionare troppo dalla voce di Russia-san! Ahahaha…

Lituania: Ma non c’è niente da ridere!

Yusaki: Grazie per la recensione. L’ultima è KawaiiSai, che non deve certo giustificare i suoi problemi. KawaiiSai lo sai che già il fatto che ogni tanto riesci a recensirmi è per me una grandissima cosa! Mi segui sempre con tanto entusiasmo, e non credo certo di meritare così tanta ammirazione e complimenti…ma grazie, grazie davvero!!
Lituania: è bello che anche tu ami e scriva su me e Russia-san.

Yusaki: Si, assolutamente! E sappi che sono sempre felice di aiutarti come posso, anche il fatto che tieni in considerazione i miei tentativi di suggerimenti mi commuove! Grazie ancora della recensione, come vedi il nuovo capitolo come ti avevo detto! ^^’

Inghilterra: Ma davvero nessuno vuole i miei biscotti?

America: O degli hamburger?

Yusaki: Ma voi siete sempre a offrire cibo?! Oh, cielo…beh, se qualcuno vuole favorisca.

*Tutti scapparono di nuovo*

 

Yusaki: In questo capitolo…che dire? C’era un sacco di Tony! Perché io adoro Tony, sappiatelo! Per il resto: state sempre attenti a che camicia mettete, mi raccomando!

 

Piccolo accenno di guai, una crisi economica che arriverà nel prossimo capitolo. Crolla il paradiso che era la casa di America, creando problemi a molte nazioni, ma non a Russia la cui ripresa sembra non volersi fermare. E ora che è forte vorrà riportare a casa Lituania.

Toris ritroverà di nuovo i fratelli, e l’atmosfera che aveva perso con il passare del tempo. Ritroverà stanze conosciute, la neve, e Russia. Soprattutto Russia.

Come andranno le cose?

Chissà quali nuove emozioni verranno riscoperte nel prossimo capitolo! Recensite, e al prossimo capitolo!

 

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Capitolo 15
*** Una sillaba importante ***


 

Avevo in mente di dirvi qualcosa di molto bello, qualcosa che comunicasse la mia felicità. La felicità stessa mi ha soffiato via le parole che pensavo essere adeguate… così eccomi, con un capitolo piuttosto lungo, e volevo anche aggiungere un extra, uno speciale, una piccola storia di ringraziamento, ma non l’ho ancora fatto. Vi avrei fatto attendere ancora troppo, e già più di un mese è passato, ma vi prometto che mi rifarò in futuro.

Un grazie immenso lo ritroverete anche a fine pagina. Spero che la neve sia stavolta una coperta morbida, tiepida di sentimenti per i girasoli sbocciati.

 

 

 

 

 

 

 

 

America non aveva mai passato un martedì tanto brutto; anzi, ad essere sinceri non era sicuro di aver mai passato un giorno tanto brutto, a parte forse quelli lontani della Guerra d’Indipendenza, ma a quel tempo non era stata propriamente colpa sua, quindi si sentiva in dovere di dire: “Non ho mai passato un martedì tanto brutto!”.

<< Mi dispiace… >>

<< Sei un cretino! È tutta colpa tua! >>

<< Mi dispiace… >>

<< È colpa tua! >>

<< Mi dispiace… >>

<< Va’ al diavolo America! >>

<< Mi dispiace! >>

Quella sequela di Insulta-e-Rispondi andava avanti ormai da un po’, forse ore, e tutti gli occhi inferociti del mondo erano puntati su di lui. Prese un attimo di respiro, sentendo comunque parole rabbiose ronzargli attorno; di lì a qualche istante sarebbe ricominciato tutto da capo, e Alfred si chiedeva quando quella tortura sarebbe finita.

<< America-san… >> lo raggiunse una voce.

<< MI DISPIACE! >> scattò subito su America, sudando freddo; gli ci volle qualche istante a riconoscere un preoccupatissimo Lituania, fermo davanti a lui. << Scusami, non mi ero accorto che fossi tu. >>

<< Non si preoccupi America-san >>, Lituania riuscì a sorridergli, e a strappargli una piccola smorfia che poteva essere a sua volta un sorriso. << La situazione è brutta, ma sono certo che... >> sembrava nervoso, ma voleva rassicurarlo, America avrebbe voluto fare lo stesso ma in quel momento qualcuno raggiunse il podio dove l’americano stava parlando, e la sua ombra cadde in modo inquietante su Lituania.

Pochissimi in quel momento, in quella sala infinita, non ce l’avevano con lui… apparentemente Russia era uno di loro.

Come se l’avesse sentito Toris si irrigidì, prima ancora che il russo si chinasse su di lui e sussurrasse << Ti ho trovato! >> con un’intonazione talmente felice da far venire i brividi.

Il lituano tentò all’istante, istintivamente, di sottrarsi ma Ivan gli afferrò con fermezza un braccio e, senza rivolgergli un’occhiata di più, si volse verso America.

Nella frazione di istante prima che uno dei due parlasse gli occhi di Russia trafissero quelli di America, inchiodandolo con lo stesso sguardo di gioia che aveva rivolto a Lituania poco prima. Solo che stavolta il barlume della crudeltà era ben evidente nelle iridi viola.

<< Non sei più in grado di prenderti cura di Lituania >> disse il russo, risuonando chiaro sul brusio delle altre nazioni, << quindi me lo riprendo. >>

Alfred parve voler ribattere, ma la sala piena di problemi era tutta attorno a lui: << Si…per favore: prenditi cura di lui >>.

Toris si sentì commosso da quelle parole, quasi da dimenticare la stretta delle dita russe sul suo braccio, ma Ivan gli ricordò presto la sua presenza prendendolo di peso e caricandoselo sulle spalle con tanta facilità da lasciarlo sconcertato.

Mentre Lituania lottava per non cadere nell’imbarazzo riconobbe la voce di America, ormai così familiare, che si rivolgeva a lui.

<< Grazie per tutto quello che hai fatto! Quando questo guaio sarà passato, vediamoci di nuovo! >>

A quel saluto Lituania sentì gli occhi pizzicare davvero, ma la presa di Russia su di lui si accentuò, una mano scivolò possessiva sul suo fianco, e Toris venne portato via.

 

Russia avanzava poco dietro di lui, sembrava tagliargli ogni via di fuga. Come se Lituania avesse qualche possibilità di scappare. Ivan era una presenza imponente ed opprimente, simile al cancello spesso ed elaborato che si ergeva davanti a lui. Toris si concesse di reclinare la testa all’indietro, per osservare la sommità di quel varco, stagliato contro il cielo freddo e azzurro della Russia.

Il vento era pungente, proprio come la sua voglia di piangere.

Uno scalpiccio sul vialetto, abbassò di nuovo lo sguardo, ed ecco arrivare le due figure mai dimenticate, i cui particolari si perdevano a causa delle sbarre del cancello che ne spezzavano una visione unitaria; quando il cancello venne aperto Lituania non si curò più di Russia, non aspettò neanche un attimo e si gettò ad abbracciarli.

Sentì il piccolo corpo di Lettonia tremare fra le sue braccia, e il calore di quello di Estonia che lo abbracciava a sua volta, un amore fraterno che prorompeva senza la remora del non essere davvero fratelli. Toris si strinse ai loro vestiti, assaporando l’odore della loro pelle e dei loro capelli, così simile al suo, con quella punta di profumo di terra e sapone. Accostò una guancia a quella di Eduard, scontrandosi con piacere con i suoi occhiali, stringendo di più a sé Raivis, impedendogli di tremare ancora. Com’era magro il corpo di Lettonia! Quando si sciolse appena dall’abbraccio notò come quegli occhi azzurri sembrassero tanto grandi, rispetto al volto magro. Una pallida manina si strinse nella sua. il fratellino minore gli sembrò quasi più giovane di quando lo aveva lasciato.

<< Lituania, bentornato >>, ci volle un po’ perché quelle parole uscissero dalle labbra di Estonia, il sorriso tirato di chi, in realtà, si era augurato che il fratello non tornasse mai in quel luogo nel quale vivere era così difficile.

<< Vi vedo un po’ sciupati >>, sussurrò Lituania, notando quanto anche Estonia fosse dimagrito, stato accentuato dal grande cappotto pesante che pareva faticare a portare. Chiedere cosa era successo loro era tuttavia inutile, lo sapevano già bene tutti e tre, dopotutto la forza economica di Russia non era certo cresciuta a forza di riposo e pigrizia. << State… state bene? >>

Nonostante tutto parvero contenti di almeno quella domanda, fu Lettonia a dire: << Più o meno >>, prima che il cancello si chiudesse con un suono metallico, facendo sussultare tutti e tre.

Voltandosi Toris incontrò lo sguardo di Russia; durante il viaggio l’allegria era sparita dal suo viso, i suoi occhi erano tornati freddi e distanti. Adesso era chiuso dentro la residenza di quella nazione, assieme a lui, assieme ai suoi fratelli, con il peso di un leggero disprezzo che gli gravava addosso.

<< Tornate a lavorare >>, ordinò solo Russia, con tono amabile, camminando poi via senza un’altra occhiata. Inquietamente simile ad un bambino che abbandona i giocattoli, dopo essersi assicurato che essi siano tutti tornati ai loro posti.

 

<< Mi dispiace, io e Lettonia dobbiamo tornare in casa adesso, per pulire il salotto >>

<< Non dispiacerti Eduard, so che lo fate per lasciare a me i lavori più leggeri. Russia aveva detto a me di sistemare il salotto, dopotutto… e la biblioteca… e la cucina… il cortile… >> Lituania aveva osservato il cortile, che stava spazzando, con aria leggermente scoraggiata.

Estonia gli aveva assestato una pacca comprensiva sulla spalla, andandosene seguito da Raivis e lasciando il castano solo.

Era da allora che Toris stava intensamente riflettendo, con aria che andava facendosi lentamente sempre più triste. In quel guardino non c’era nessuno, poteva concedersi di lasciarsi un po’ andare.

Ebbene sì: aveva pensato che Russia lo avrebbe preteso con sé in quei giorni, si era aspettato di essere tormentato, si era aspettato…

Un po’ più di calore.

Invece pareva che a Ivan non importasse poi così tanto del suo ritorno. In effetti, stramente, una volta in viaggio, Russia non lo aveva preteso accanto a sé. E dopo tre giorni dal suo ritorno a “casa” si era limitato a rifilargli ordini e commissioni, in modo noncurante, con quel tipo di affabilità che ha il compito di tenere a distanza le persone. O almeno quelle persone che erano state ospitate da America.

Meglio così, si era ripetuto spesso in quei giorni. Già era stanco, figurarsi se la mole di cose da fare fosse cresciuta e per di più avesse avuto anche Russia a torturarlo. No, andava bene, non desiderava ripetere la brutale esperienza di quella volta, quando Russia era andato a trovarlo a casa di America.

Ripensarci lo riempì di uno strano senso di gelo, che fu seguito da un maggiore calo di energie. Si sedette su una panchina, incrociando le braccia per scaldarsi.

I pensieri non andarono via; ricordava come alla mattina America lo avesse trovato, e ricordava la genuina preoccupazione nelle sue domande. Toris aveva pulito e rifatto il letto, ma per tutto il giorno era stato scosso da brividi, facendo pensare a Alfred che avesse preso la febbre. Glielo aveva lasciato credere, lo aveva lasciato credere anche a Tony, che sembrava sospettare qualcosa. Poi, la notte, aveva dormito il più distante possibile dall’americano, come se avesse paura di contaminarlo con quel folle amore che ancora martellava nella sua mente.

America era così lontano. La sua voce gioviale riportò alla mente del baltico una persona che non aveva potuto ancora vedere, ma che era molto più vicina, capelli biondi e occhi verdi, giochi nei campi di grano… pian piano, cullato dall’immaginario parlare di Feliks, scivolò nel sonno.

Sognava Polonia, e tutto il mondo che aveva girato attorno a loro durante l’infanzia. Non che fosse un mondo così facile, ma nel sogno c’erano solo i giochi e le risate, le corse assieme ad Estonia e Lettonia, una casa che aveva pensato di non lasciare mai. Il sogno era così reale che gli sembrava di sentire il peso di Polonia sulla schiena, la stretta delle braccia attorno al collo al quale si era aggrappato; era straordinario con quanta chiarezza riuscisse a ricordare quell’affetto anche dopo tanto tempo.

<< …umh? >> il sogno svaniva mentre il baltico, con un leggero mugugno, cominciava a svegliarsi. Certo accorgersi di essere svegli era difficile: dopotutto dal sonno tiepido stava scivolando in una realtà altrettanto tiepida; si sistemò meglio su quel morbido calore di cuscini, facendo immergere le mani al caldo, a contatto con la stoffa. Stava proprio bene, se solo avesse potuto trovare una coperta… ma supponeva fosse difficile visto che era su una panchina.

Su una panchina…

…già, quindi quello non poteva essere un cuscino.

Lituania aprì appena le palpebre, non ancora completamente sveglio, e il colore conosciuto del cappotto di Russia riempì la sua visuale. Rimase ad osservarlo, con aria sonnolenta.

Si accorse ben presto della situazione, ma gli sembrava così assurdamente surreale che non riuscì a muoversi di un millimetro. Seguì con lo sguardo le sue braccia, con le mani affondate sotto il cappotto dell’altra nazione, stretto a lui in una specie di abbraccio che l’altro non stava ricambiando, essendosi limitato a servire da “cuscino”.

Era completamente attaccato al corpo del russo. E aveva la testa teneramente appoggiata sul suo braccio.

<<< AAAARGH! MI SCUSI!!!!! >> Lituania scacciò le ultime tracce di sonno con il suo stesso, agitatissimo, urlo, mentre si ritraeva, il cuore che, col suo battito fortissimo, sembrava sovrastare il suono della sua voce. Era arrossito talmente tanto che probabilmente non sentì neppure il freddo intenso dovuto allo stacco da quel caldo contatto.

Ivan pareva di buon umore, diversamente da quanto era stato in quei giorni; però lo stava guardando con aria pensosa, e se fosse stato più attento Toris avrebbe potuto notare anche un lieve rossore che gli colorava le guance: << Cosa stavi sognando? >>

<< La mia infanzia >>, gli venne naturale rispondere, anche se si rese conto dopo che quell’affermazione avrebbe potuto irritare l’altro.

Russia non staccò gli occhi da Lituania, che guardò altrove; Ivan aspettava che l’altro aggiungesse qualcosa, che gli raccontasse un po’ di più del sogno, ma Toris era ancora troppo agitato per pensare a qualcosa da dire.

<< Come hai fatto ad addormentarti qui? >> domandò il russo, << Si gela, non dovresti più essere abituato a tanto freddo. Rischi di ammalarti, così. >>

Lituania captò un’allusione al lungo tempo trascorso a casa di America, dove certo le temperature erano più miti.

<< Sì, fa freddo, mi scusi, ero stanco e senza accorgermene mi sono addormentato… >> e comunque anche Russia cosa ci faceva in giardino con quel tempo glaciale? Si, c’era cresciuto con quel gelo, ma non doveva essere piacevole lo stesso.

<< Anche io sogno, spesso >>, disse all’improvviso Russia.

<< Cosa sogna, Russia-san? >> di nuovo una domanda che era giunta naturale e spontanea; Toris vide le labbra di Ivan piegarsi in un sorriso dolce, quasi imbarazzato. Lo stava ancora contemplando con una certa sorpresa quando il russo si avvicinò, e lo avvolse in un abbraccio.

Ed ecco un’altra cosa naturale per Toris, ricercare il tepore dell’altro, poggiando le mani sui suoi vestiti e lasciandosi andare contro di lui mentre Ivan gli sussurrava all’orecchio: << Vorrei vivere in un luogo caldo, circondato dai girasoli >>.

Le labbra di Ivan su una guancia, l’abbraccio che si protraeva, l’incapacità di protestare.

<< Adesso non sai più così tanto di americano >> Russia sembrava allegro. << Non scappare più via da me, capito? Mai più >>. Lasciatolo andare rimase seduto, con gli occhi chiusi, e Lituania intuì che era meglio andarsene. Con la sensazione di non respirare bene il castano si affrettò verso la serra.

 

Eccola, la serra, sembrava attrarre la luce del sole e sembrava attrarre lo stesso Lituania. Il ragazzo si avvicinò, poggiando una mano su quella porta tanto ben conosciuta; tiepida, al suo tocco, era un elemento confortante e familiare.

Non sapeva cosa aspettarsi, perché chissà se la serra era stata curata con tutte le cose che erano successe in sua assenza, forse i germogli erano stati dimenticati nella terra, abbandonati alla nascita; invece quando entrò un vortice di colori investì la sua vista. La fioritura gli dava il benvenuto, petali distesi e umidi si erano aperti ovunque attorno a lui, piante che parevano protendere le tenere foglie verdi verso di lui, in un invito, un abbraccio: “Bentornato a casa”.

Voleva considerarla davvero “casa”? Avrebbe potuto pensarci, almeno per quel piccolo pezzo di verde vivo. Quante volte era stato a suo agio là dentro, quando gli occhi di Russia si illuminavano nel vedere lo sbocciare di un nuovo germoglio. Erano quegli gli attimi in cui, in passato, era davvero stato bene, ed era per essi che sentiva di dovere molto a quella serra.

Raccolse l’annaffiatoio, passando a controllare il terriccio di ogni pianta e bagnandolo dove necessario.

Chissà se Ivan aveva già visto la fioritura.

Era per quei dolci pensieri che voleva chiamare quel luogo “casa”.

 

Era stato Russia a curare la serra. Glielo aveva detto Estonia. Certo anche Eduard e Raivis avevano fatto la loro parte, ma era Ivan a controllare sempre che fosse tutto a posto.

Aveva sempre tenuto ai fiori.

Uno sciocco batticuore prese Toris quando lo seppe, qualcosa che doveva aver a che fare con la riscoperta di quel lato tenero che il russo sapeva avere. Aveva ben presente il Russia crudele, il Russia dalla dolcezza distorta e il sorriso falso, ma il ricordare l’altro aspetto del suo carattere gli fece capire quanto difficile era tentare di non amarlo.

Tornava potente, quel sentimento, assieme al tambureggiare del cuore. Lo sentiva battere, forte nel petto, risuonava sulle braccia di Ivan che gli avevano circondato forte il busto, così forte da impedirgli quasi di respirare. Espirava piano, Toris, temendo inconsciamente che un rumore troppo azzardato avrebbe causato qualcosa di terribile; le sciocche paure di un bambino di fronte al buio.

Che bel buio conosciuto era quello, piacevole quanto l’oscurità delle palpebre che calarono sugli occhi in un tentativo di calmarlo, di non farlo tremare nella stretta di Russia.

<< Rimani con me, stanotte >> e Ivan non chiedeva, affermava, distruggendo nell’altro ogni coraggio di negare. << Voglio toglierti ogni minimo sapore sconosciuto dal corpo! >>

Nonostante la solita intonazione giocosa e crudele c’era una totale serietà nel modo in cui lo posò sul letto, lasciando che si distendesse. Studiò gli occhi blu, arrendevoli, cercandovi traccia di colpa o paura.

Lituania non si mosse. Stava lì, abbandonato, aspettando di essere preso.

Terrorizzato dalla segreta felicità che provava nel non venir più ignorato dall’altro.

<< Mi ami? >>

Stavolta quella di Ivan era una domanda, stavolta c’era dell’incertezza, traspariva persino dal modo in cui era chino su di lui, con le mani che sostavano a un soffio dalle sue. E non ci volle niente a Toris per capire che si riferiva a quel giorno a casa di America. Mi ami ancora dopo quel giorno? Buffo che glielo chiedesse, lui che in passato gli aveva fatto soffrire tagli purpurei sulla schiena…

Avrebbe dovuto smettere di amarlo già da allora.

Le dita di Russia si contrassero appena sulle coperta, per quella risposta che non arrivava, ma il suo viso non lasciava trasparire niente. Bastò quel movimento impercettibile, il dettaglio che significava paura di perdere qualcosa di importante, e Toris schiuse appena la bocca.

<< Sì >> mormorò << …e io e America non… non abbiamo mai… >>

Si chiese se si erano mai detti, prima, che si amavano. In quel momento non lo ricordava. Importava solo che adesso lo sapevano di nuovo entrambi e che le labbra di Ivan erano sulle sue, un bacio appena accennato, ma le mani del russo erano finalmente tornate ad intrecciarsi con quelle di Toris.

 

Il telefono dava libero, ma nessuno ancora rispondeva. Lituania guardò nervosamente la scopa posata ad un palmo di distanza, sapendo bene che sarebbe dovuto essere a lavoro in quel momento.

<< Sì? >> sempre quelle due sillabe importanti, stavolta interrogative, ma era quella voce che lo fece sorridere.

<< Ciao Polonia >> salutò Lituania, cercando di trattenere l’emozione.

Ci fu un attimo di silenzio, poi l’esplosione di rumore: << LIET! MA COSA HAI TIPO FATTO TUTTO QUESTO TEMPO? TE NE SEI TORNATO QUI E NON CI SIAMO NEPPURE PROPRIO VISTI! >>

In altri casi il lituano avrebbe scostato la cornetta dall’orecchio, perché la voce alta dell’amico aveva la facoltà di assordare facilmente, se voleva, ma era troppo tempo che non lo sentiva e anche il dolore al timpano lo riempì di gioia. << Mi dispiace, sono… dovuto tornare da Russia. America ha avuto un crollo terribile, così mi ha lasciato a lui e… >>

<< Ma si, si, quelle cose complicate là. Non parlarmene anche te, sono stato tipo metà mattina a sentire il mio capo che gridava di questo e di quello! Cioè, una noia…! >> udì distintamente che sbuffava, e gli dispiacque non poter vedere la sua faccia imbronciata, << Parliamo di tipo cose serie Liet: quando vieni a trovarmi? Ho arredato con cose nuovissime la stanza per gli ospiti, devi vedere che è tanto principesca! >>

Toris immaginò distintamente letti rosa con trine rosa e cuscini rosa. Tendaggi rosa e muri rosa. E tappeti rosa.

Polonia in quei mesi non era cambiato affatto: i giorni cupi erano talmente lontani da non essere che miseri puntini.

<< … mi spiace, Liet >>, gli arrivò ancora la voce di Polonia, dopo un discorso che non aveva ben seguito.

Polonia ricordava, aveva ricordato bene la loro guerra, ogni giorno da quando Lituania se n’era andato con quell’espressione ferita, ogni giorno da quando il telefono non squillava più.

Lituania sorrise, chiedendogli semplicemente di parlargli ancora della stanza degli ospiti.

 

Ivan aveva sentito Lituania parlare con Polonia. Si era soffermato sulla porta, posando lo sguardo prima sulla scopa, abbandonata contro una parete, e poi sull’espressione serena di Toris. Dal piccolo ricevitore poteva anche udire il lieve suono distorto della voce del polacco.

Lituania non si accorse di lui, Russia stesso provò a ignorare quella telefonata. C’erano davvero tante cose a cui pensare, dopotutto.

L’oscurità del secondo conflitto mondiale si stava insidiando piano, come piccoli soffi di debole vento, screzi leggeri che un giorno futuro li avrebbero travolti tutti con straziante violenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: questo capitolo si apre con la Grande Depressione: “La grande depressione, detta anche crisi del 1929, grande crisi o crollo di Wall Street, fu una drammatica crisi economica che sconvolse l'economia mondiale alla fine degli anni Venti, con gravi ripercussioni durante i primi anni del decennio successivo.” (Tratto da Wikipedia) . Nello specifico il martedì a cui si riferisce America è il 29 ottobre, che segna il crollo definitivo della borsa valori.

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natalia, e dei due nuovi arrivati, il tremante Raivis, e Eduard, e… “Aru”? Con probabile incursione di Giappone…)----

 

 

Yusaki: non importa che io abbia attualmente il raffreddore, qualche linea di febbre, e un freddo terribile alle mani… sono felice, immersa in una bellissima atmosfera idilliaca!

Cina: è disgustosa, aru, sembra che abbia dei fiorellini che le danzano attorno alla testa.

Polonia: è tipo una cosa carina!

Yusaki: si è… perché è tutto così buio?

*attimi di silenzio*

*Le luci si riaccendono improvvisamente* Tutti: BUON COMPLEANNO!

Yusaki: *commossa* Grazie mie cari… ma non è il mio compleanno.

Lituania: Ah, scusa! Abbiamo sbagliato, volevamo dire “COMPLIMENTI PER LE TUE 100 RECENSIONI!”

Polonia: cioè, troppo lungo da dire.

Russia: Non fare la pignola autrice, il senso era quello.

Yusaki: *Ancora più commossa* grazie, sento il cuore cantare di gioia!

Russia: Il tuo cuore canta? Posso estirpartelo dal petto per vederlo? *__*

Yusaki: Emh, no, non credo sia il caso. Anche perché è il momento di passare a ringraziare le persone che, con le loro recensioni, mi hanno portato a questo importantissimo traguardo! La prima di oggi è Triadine, che mi dice che secondo lei scrivo bene… ti ringrazio tantissimo, ogni volta che lo sento dire la mia autostima si risolleva un po’, e ne sono sempre tanto contenta. Penso che a ogni scrittrice o scrittore di fanfiction faccia piacere ricevere questo complimento in particolare. Certo anche sentirmi dire che ti sono venute le lacrime agli occhi leggendola, e che l’hai riletta una decina di volte mi ha colpita moltissimo! *si asciuga a sua volta nuove lacrime di commozione.*

Russia: dovresti vergognarti per averle fatto attendere questo capitolo così tanto *sorrisone*.

Yusaki: sei sempre così consolante, Russia-san. Però hai ragione, mi scuso molto per questo! La prossima è Liris, che se non sbaglio ha ricevuto un abbraccio da Russia, la scorsa volta, cosa per la quale salterò la sua recensione… no, sto scherzando. Non arrivo a questi livelli di gelosia, anche perché è stato Lituania a dare il permesso, io non posso dire niente! *Posa di teatrale dolore*

Lituania: Autrice… finiscila.

Yusaki: Chiedo scusa. Comunque, Liris grazie per i complimenti e…

Inghilterra: quindi io saprei far bene solo le tisane…

Yusaki: Ti vedo depresso, ma ti tirerò su io il morale chiedendoti cosa hai provato quando hai visto Lituania con la camicia di Ameri… anzi, no, non voglio essere picchiata in questo lieto pomeriggio! Tornando a te Liris…

Russia: Kolkolkol… io non sono geloso, voglio solo che Lituania non abbia nessun altro all’infuori di me, e ucciderò chiunque tenti di sottrarlo al mio possesso assoluto e incontestabile.

Polonia: e questa non è tipo gelosia, è tipo fare il tè.

*Polonia venne barbaramente picchiato da Russia. Siccome non è una novità potevamo anche evitare di dirlo*

Yusaki: Sigh, sono stata interrotta per la millesima volta. Insomma, grazie anche a te Liris. Ora c’è Oz, che spesso mi chiedo perché recensisca, ma vabbè, devo dire che mi fa piacere. Oz, è normale che vieni distratta dalle pubblicità a lato, noi persone con un unico neurone facciamo fatica a concentrarci. No, ok seriamente, ti ringrazio tantissimo per i complimenti. E un po’ meno seriamente ribadirò con seria non serietà che si: io amo la LituaniaxTony, non vedi come sono compatibili, affini, pregni di struggente passione?

*Tutti i personaggi presente si mettono a vomitare*

Russia: non ho neanche la forza di sentirmi geloso.

Polonia: Ma non avevi tipo detto che non lo eri?

Russia: E tu non dovevi essere agonizzante a terra con le ossa rotte? *sorrisone*

*Polonia fugge*

Yusaki: Comunque, avresti anche tu capito male come Inghilterra se ti fosse venuto ad aprire uno mezzo nudo e con l’aria di chi ha appena passato una notte di fuoco.

Lituania: ma non avevo affatto quell’espressione!!

Yusaki: E ahahaha, Russia che fa pubbliche scuse ad America! Ahahaha… Oz, sei bravissima con queste battute! Ahahaha!

Estonia: non sembrava una battuta.

Yusaki: ssst, Estonia zitto! Vuoi forse far picchiare America? Ti saluto Oz, stavolta provo ad avvertirti quando aggiorno. La prossima è miristar, per favore non urlare cose come che Lituania dovrebbe far sesso con America altriment…

Russia: KOLKOLKOL, miristar, se proprio ci tieni posso abbracciare il tuo cadavere! *prende il rubinetto*

Yusaki: Russia-san, ti prego, non voglio stragi di sangue al mio compleanno!

Russia: Ma non è il tuo compleanno.

Yusaki: Già… hai ragione… ma è comunque un giorno importante, quindi per favore fai il bravo e vai a giocare con i resti di Polonia, su. Miristar, non sai come mi sono sentita orgogliosa quando hai detto che il capitolo ti ha quasi fatto piangere! Non che sia felice che tu pianga, ma mi fa piacere essere riuscita a comunicare con tanta forza i sentimenti di cui scrivevo. Quindi sono ben contenta di regalarti un abbraccio da Lettonia.

Lettonia: V-va bene, visto che è il suo c-compleanno.

Yusaki: Io dico che qui c’è un po’ di confusione con questi compleanni. Non credo proprio sia il suo compleanno. Grazie infinitamente della recensione miristar! La prossima recensione mi ha causato qualche danno mentale, è di Claws, una nuova recensitrice che parto col ringraziare per la recensione. Per me è stato molto… mmh… credo il termine che più si avvicini sia “emozionante”, sì, per me è stato davvero molto emozionante che una sostenitrice della Russia/Cina abbia apprezzato la mia fanfiction Russia/Lituania. Mi hai lasciato una bellissima recensione, molto esplicativa e per di più accompagnata da delle ottime crostate!

Polonia: in effetti ci voleva tipo qualche torta per il compleanno.

Tutti: BASTA, NON è IL SUO COMPLEANNO!

Yusaki: Le abbiamo gradite molto, e Russia-san ha gradito molto la vodka.

Russia: autrice, hai delle brave recensitrici *sorrisone*.

Yusaki: bene, come dicevo è stato davvero un colpo per me ricevere questi complimenti, un colpo in positivo naturalmente! Ti ringrazio ancora, con tanta sincerità.

Lituania: ma i danni mentali a cosa erano dovuti?

Yusaki: *scoppia a piangere* Oooh, mio piccolo e innocente baltico! Finora ti è andato tutto relativamente bene nella storia…

Lituania: quand’è che qualcosa mi sarebbe andato bene?

Yusaki: … ma da-molto-presto le cose precipiteranno, lo sai, gli Alleati e la Seconda Guerra Mondiale, quindi ritornerà Cina e quindi… e quindi mi sento in colpa! *Si soffia il naso nella veste di Cina, che si ritrae, disgustato*

Lituania: no, aspetta, che vuoi dire?! CHE VUOI DIRE?!

Estonia: Lituania! Lituania calmati! Le tue medicine per il mal di stomaco, ecco, ecco prendil--- LITUANIA?!

Yusaki: qualcuno soccorra Lituania per favore, credo stia morendo. Salutiamo Claws e passiamo alla prossima recensitrice, Stefy_rin, che è riuscita a sua volta a emozionarmi tantissimo con le sue parole. Innanzitutto è stato bello ritrovare una tua recensione, mi era mancato il tuo entusiasmo, anche se il fatto di essere una delle autrici che segui più assiduamente su EFP mi fa arrossire tantissimo… grazie! Anche Russia-san ti ringrazia per i girasoli e la vodka. E… caspita! Uno smoking! *___* Lituaniaaaa, guarda un po’ che bello smoking fatto apposta per Russia!

Lituania: *stava agonizzando ma si riprende un po’* Smoking…? Oooh, Russia-san, mi piacerebbe tanto che lo mettesse!

Russia: Non sembra male, lo metterò. *Va ad indossarlo e poi torna a farsi ammirare*

Lituania: emh, sta molto bene Russia-san, ma sa credo che la sciarpa non vada portata con lo smok…

Russia: KOLKOLKOL.

Yusaki: e così diamo il via ad una nuova moda: lo smoking con la sciarpa! Un bell’applauso per questa trovata geniale della nuova collezione autunno-inverno-e-tutte-le-altre-stagioni! Comunque Stefy_rin naturalmente potrai fare da damigella! Come ultima cosa ti volevo dire che mi dispiace che ancora non ci siamo potute sentire su msn, in questo tempo non l’ho avuto ma conto di reinstallarlo al più presto. Grazie tanto e tanto ancora della recensione e dei complimenti! Ora c’è Lalani, che ci ha ricordato che in dicembre, il 30 dicembre, Russia-san ha compiuto gli anni… e sì, in effetti, siamo curiose: Lituania cosa hai fatto a Russia di regalo?

Lituania: emh, io… come… nel senso… non pensare male è che…

Russia: *nuovo sorriso allegro* autrice, posso raccontartelo io, ma non avevi detto che non volevi far salire a rosso il raiting della fanfiction?

Yusaki: EMH GIÀ, dicevo, nonostante l’energia che questa coppia mi trasmette stavolta ho tardato un po’ di più per il nuovo capitolo, fra le feste e tutto il resto sono stata piuttosto distratta! Lituania grazie al cielo è riuscito a chiarire con Russia che non è successo niente con America…

America: ma in realtà sono successe un sacco di cose! Io sono un eroe, e da bravo eroe l’ho salvato un sacco di volte! Per esempio quando…

Yusaki: si, grazie America, non intendevamo ciò che la tua mente pura pensa.

Russia: comunque, Lalani, ti assicuro che sono stato molto, molto, molto buono con Lituania-chan a Natale.

Yusaki: Ecco. Tornando a te Lalani, tranquilla non ho preso la tua scorsa recensione come una critica, ma ho pensato che fosse meglio specificare, anzi, avrei dovuto specificare subito per non confondere le idee ai lettori! Quindi ti ringrazio tantissimo, grazie della recensione! Siamo ora a L_Lawliet_poppy, e come prima cosa, prima ancora di ringraziarti della recensione, ti ringrazio per aver regalato quei bei vestiti! Ne sono tutti molto entusiasti!

Lituania: *Costretto di nuovo ad indossare quel vestito* entusiastissimo ç__ç

Russia: sentito Lituania-chan? Adesso possiamo sfruttare queste meraviglie come vogliamo!

Lituania: R-Russia-san aspetti, l’angolo recensioni non è ancora finito… ah… non possiamo…! Non…!

Yusaki: Era prevedibile.

Polonia: *danza ammirandosi in uno specchio con il suo nuovo abito rosa*
Yusaki: Anche questo era prevedibile. Tutto in Lituania urla la parola “uke”! Chissà com’era carino con quella camicia più grande. Spero tu sia riuscita a fare quei disegni! Se in futuro avrai modo di metterli sul computer mi piacerebbe moltissimo vederli. Grazie mille per la recensione (e per i vestiti, Russia ci tiene a precisarlo, anche se temo che non metterà il suo)! È il turno di DragonGirl31… che sta parlando tipo come Polonia!

Polonia: cioè che intendi? Ha tipo qualcosa che non va come parlo?

Yusaki: Ma no Polonia, tipo figurati. DragonGirl31 attenta ai demoni polacchi! Comunque, Lituania ha sbagliato camicia perché era di fretta e nel panico, e come si dice: la fretta è cattiva consigliera! Infatti ha fatto veramente una cavolo di figura del cavolo, e Inghilterra ha frainteso. Anche io avrei frainteso. Ma io in un caso simile avrei fatto ingoiare la camicia all’incomodo, Inghilterra l’ha fulminato con lo sguardo ma in definitiva è stato abbastanza controllato! Benedetta calma Inglese! ^__^ Ad ogni modo Russia-san, DragonGirl31 ha ragione, non dovresti…

Lituania: Grazie autrice, sono così felice che difendi la mia integrità fisica!

Yusaki: No, io stavo per dire che non dovrebbe attaccare Tony! Ma povero piccolo tenero Tony! Il mio alieno del cuore! Ok, basta. Grazie anche a te per la recensione!! La prossima è KawaiiSai, che è riuscita per l’ennesima volta a commuovermi. Grazie KawaiiSai, il tuo è stato un bellissimo regalo e le tue recensioni sono come sempre molto curate. Mi ha fatto enormemente piacere sapere qual’era il tuo preferito fra tutti i capitoli di questa storia, mi ha fatto enormemente piacere che tu abbia letto anche le altre mie fanfiction… e Tony sembra andare per la maggiore!

*Arriva Tony, ammicca e sparisce di nuovo*

Yusaki: Emh, si. Bene, spero di continuare a migliorare, farò il possibile, e… grazie ancora e ancora, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Ed ecco ora NekoRika, sono felicissima anche del tuo ritorno! Non devi scusarti per non aver più recensito! Lituania si è fortunatamente chiarito con Russia-san.

Tutti: praticamente stavamo tutti sulle spine per questo.

Yusaki: Esatto, il punto cruciale! No, non esageriamo, comunque meglio così che Lituania gli ha detto che non è successo niente e blablabla, quel che è. Certo Russia-san, anche lei che crede a simili cose… dopotutto cos’è di speciale America? Certo ha un bel fisico, magari con qualche hamburger di troppo sulla pancia ma nessuno ci fa caso, è forte e alto, è simpatico e vitale, una delle nazioni più potenti ed è tremendamente figo ma…

Russia: *Prende il rubinetto* Hai finito?

Estonia: ce la farà l’autrice a non farsi uccidere prima di aver finito di rispondere alle recensioni?

Yusaki: ç__ç dunque, Lituania-chan ormai ha quel vestito ufficialmente, festeggiamo anche per questo! *__* NekoRika con te ho raggiunto le 100 recensioni, quindi grazie, grazie, urlo ancora GRAZIE!

Polonia: e ora continuiamo la festa di compleanno!

*E festeggiarono per il motivo sbagliato*

 

Voglio ringraziarvi tutte e tutti. Quando ho postato lo scorso capitolo speravo che mi sarei avvicinata a questo traguardo, ma non pensavo di arrivarci proprio con quello. È stata una sorpresa, inaspettata, e come tale totalmente e infinitamente gradita! 100 recensioni, e 100 volte ringrazio ognuna di voi che con sostegno ed entusiasmo, correggendomi quando era giusto, mi avete portato a questo numero così alto, che riesco a raggiungere con una fanfiction per la seconda volta e sono lieta di esserci riuscita con questa. Amo Russia, amo Lituania, tutti i personaggi di Hetalia e il loro creatore, e amo tutte le nazioni vere con i pregi e difetti della gente, un grazie a tutti loro quanto a voi, i miei lettori, i miei non-più lettori, chi mi segue anche se non ama la coppia e chi mi segue amando proprio questa coppia. Grazie davvero a chiunque si sia fermato su questa storia.



100 Grazie ad ognuno di voi
Spero che la mia storia continuerà a piacervi per almeno altri 100 capitoli
(Emh, ma questa storia non è di 100 capitoli…)
(Comunque, spero che continuerà a piacervi anche in futuro!)

 

 

Nel prossimo capitolo cominceranno cose poco piacevoli, all’inizio saranno solo minimi momenti, da ignorare, da far finta di non vedere… come una nube lontana. Recensite, e alla prossima!

 

 

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Capitolo 16
*** Il tempo prima delle alleanze ***


 

Sono sommersa dai post-it! Perché? Forse leggendo le risposte alle recensioni lo capirete, ma altrimenti non importa, non è uno di quei misteri per cui si muore! Allora, leggendo i post-it… ringrazio le recensitrici che mi hanno fatto i complimenti, e miristar che ha ricordato a Liris che il nuovo capitolo di questa fanfiction era stato postato. E un benvenuto alla nuova recensitrice, Konoha_Hellsing_94. Ecco, finiti i post-it… ah, dovrei dare uno schiaffo a Polonia, ma mi ha appena corrotto regalandomi un cucciolo di pony, quindi non lo farò.

Stavolta ho fatto in fretta con il nuovo capitolo, vero? Sto lavorando sui miei tempi. E le cose con Cina mi riescono più in fretta. Forse perché, come i girasoli, voglio scappare dal freddo, o forse perché, infondo, so di conoscere bene la neve che cade…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Forse era Germania il problema. O forse Francia, era cominciata da Francia che aveva preteso un pagamento esagerato. O magari era colpa di Inghilterra, che sembrava intenzionato a lasciar correre qualsiasi capriccio tedesco.

Oppure era colpa di Russia, che pareva voler mettersi contro mezza Europa per ragioni ancora insondabili.

Lituania sentì cominciare ad insorgere un’emicrania, e non gli parve il caso di farsi venire il mal di testa pensando a certe cose. Dopotutto ancora non sembrava che la situazione fosse critica, anzi, c’era uno stallo che prometteva un po’ di tranquillità anche se il crollo economico americano aveva dato una bella scossa agli eventi. Ma era andato tutto bene, se tutto bene può voler dire persone che morivano di fame o si uccidevano di lavoro… beh, almeno ancora non si era visto qualcuno sparare contro a qualcun altro. Niente battaglie…

La situazione non era critica, seppure il suo mal di stomaco (a cui si era aggiunto il mal di testa) promettesse ben di peggio.

<< Liet? Cioè, dico, ma stai tipo sonnecchiando? >> lo riprese la voce di Polonia, dall’altro capo del telefono.

<< Scusami! Stavo pensando a quel che dicevi su Germania… >> spiegò Lituania, con voce appena più tesa del solito, leggermente distorta dal fatto che si stava mordendo nervosamente un labbro.

<< Ma non preoccuparti, il mio capo si preoccupa solo troppo >>

Passi si avvicinavano, dal suo lato della cornetta.

<< Polonia devo riattaccare. Ci… ci r-risentiamo >>, aveva buttato giù frettolosamente, fin troppo consapevole di aver balbettato le ultime parole. Fece appena in tempo a prendere respiro che i passi si fermarono all’entrata della stanza, costringendolo a voltarsi.

Non capì se Russia a avesse notato la sua espressione particolarmente pallida, Ivan comunque parlò con il solito tono, forse solo appena venato di sarcasmo. << Se volevi avere notizie del tuo amico bastava che aspettassi la riunione di oggi, lo sapevi, vero, Lituania? >>

Sapeva perfettamente che non era il caso di rispondere, a ogni modo il suo sguardo gelido gli faceva sentire la gola come stretta in una morsa. Annuì una volta sola, e l’altro se ne andò via dopo un più secco << Vai a prepararti >>.

 

La riunione di quel giorno disperse in parte i suoi dubbi, ma il fatto era che nessuna riunione a cui partecipava America poteva dirsi seria. Lituania sapeva che c’erano anche momenti in cui America era stato tutto fuorché entusiasta, che quel giorno fosse spensierato come al solito indicava che la situazione non era così grav…

<< Non per mettervi agitazione >>, Francia però sembrava agitato, << ma il Crucco si sta riarmando >>.

<< Si sta riarmando, ma non ha ancora attaccato nessuno! >> sbottò Inghilterra.

<< Pensi che abbia intenzione di fare il tè con le MP 18? >> ribatté ancora il francese, e sembrò star per iniziare una litigata, ma America intervenne a suo modo, rovesciando la Coca Cola sul tavolo.

<< Mmgngnam ooops >>, mugugnò, ripescando un documento importante che gocciolava il frizzante liquido scuro. << Qualcuno ha altra Coca cola? L’ho finita >>.

Pareva che ad Inghilterra sarebbe presto scoppiata qualche vena, << Piantala di fare il cretino! Guarda che è colpa tua se ci troviamo in questa situazione economica disastrosa! >>

<< Oooh, ancora con quella storia >>, borbottò America.

<< E hai appena imbrattato tutti i documenti! >>

<< Ti lamenti un sacco >>

<< Emh, pulisco io >> intervenne Lituania, piano, in modo quasi automatico. Era stato ammesso lì perché accompagnava Russia ma sapeva bene di non avere altro ruolo che lo stare seduto ad osservare. E poi la cola stava cominciando a gocciolare giù dal tavolo, e non gli andava molto che gli si sporcasse la divisa.

E poi… era seduto vicino a Cina, stava cercando una scusa per allontanarsi.

Russia e Cina si erano estraniati dalla riunione già da prima che scoppiasse quel leggero caos. Parlavano a voce bassa, non di molto, ma era quel classico timbro di chi sta scambiandosi informazioni. O segreti, a giudicare dall’interesse che brillava negli occhi del russo mentre ascoltava parlare la nazione più anziana.

Seppur vicino al dibattito fra le altre tre nazione, Toris sentì distintamente l’intercalare del cinese “Aru” infilarsi fra i diversi accenti degli altri ed entrargli nelle orecchie; udiva anche la voce di Russia, ma non ne distingueva bene le parole, sebbene stesse parlando in modo lento e calmo.

Russia, Ivan, che non aveva dato peso al fatto che Toris se ne fosse momentaneamente andato, ma dopotutto stava probabilmente discutendo qualcosa di importante col cinese.

Ma anche quello che stanno dicendo Francia-san, Inghilterra-san e America-san è importante, ragionò Lituania, scaraventando nel cestino, con mani tremanti, la carta che aveva usato per asciugare il danno sul tavolo.

<< NON PROVARE A PARAGONARE LA COCA COLA AL TÈ! >> sbraitò proprio in quel momento Inghilterra, che aveva perso abbondantemente la sua flemma inglese a seguito dell’eresia pronunciata dall’americano.

Lituania sospirò, pesantemente afflitto, rassegnandosi a tornare al suo posto.

Dalla sua sedia era ad appena pochi centimetri da Russia, ma il fatto che quest’ultimo gli desse quasi le spalle per parlare con Cina lo faceva sentire come se il tavolo fosse diventato molto più grande, e come se la sua sedia fosse dall’altro capo del mondo; poteva invece vedere benissimo il volto del cinese, il leggero inarcarsi delle sue sopracciglia, l’espressività piuttosto contenuta di quel viso quando parlava, gli occhi piuttosto grandi per un orientale. Era vestito di rosso, anche se Lituania lo ricordava quando indossava una tunica grande e bianca, e doveva ammettere che quell’abito si adattava meglio al suo corpo, era meno grande, nonostante il cinese fosse evidentemente dimagrito in quel periodo.

Toris lo ricordava, notando come non avesse perso niente della sua bellezza lontana, un aspetto acuito dall’aria battagliera che gli si agitava nello sguardo, come un fuoco in attesa di uscire che lo raffinava come avrebbe fatto con un metallo prezioso. C’era il ricordo che ne aveva Lituania, e c’era come era diventato adesso, in entrambi i casi Russia sembrava affascinato da lui come lo era stato in passato.

Toris in quel momento era Lituania, doveva mantenere quel ruolo perché gli era richiesto in quella riunione. Una nazione non deve provare gelosia umana, è un sentimento permesso solo se riguarda possedimenti territoriali quindi, in quel caso, sarebbe stato concesso solo a Russia di essere geloso. Toris si sarebbe comportato da immaturo a lasciarsi andare a sé stesso, ma mantenere su i panni di Lituania e basta stava diventando un po’ difficile.

Una certa inquietudine lo avvolse, togliendogli qualche pensiero, quando si concentrò sui documenti che aveva salvato dalla Coca cola; c’erano notizie su Polonia, lì fra quelle pagine, e molte altre informazioni, le avrebbe decifrate facilmente se fosse riuscito a concentrarsi.

Ma Il nuovo cancelliere tedesco… aru… la crisi che ha colpito… aru… l’attacco del Giappone a… aru, quell’ “Aru” lo distraeva enormemente.

 

Quando fu, finalmente, a “casa” Toris si concesse di respirare e immediatamente un senso di sfinimento lo pervase. Uno specchio poco distante rifletté impietosamente il pallore stravolto della sua pelle; Lituania rimase a lungo a guardarsi, concentrandosi nel riprendere un aspetto il più possibile normale anche se poteva addurre il suo malessere al mal di stomaco.

Era vero che aveva mal di stomaco.

<< Com’è andata la riunione? >> Estonia quasi lo fece sobbalzare, apparendo dall’entrata al salotto; anche Lettonia fece capolino, trasportando un piccolo vaso contenente fiori graziosi.

<< A giudicare dalla tua espressione deve essere s-scoppiata una g-guerra! >> Lettonia voleva scherzare, ma il suo balbettare agitato lo aveva tradito miseramente, ed era normale che fosse preoccupato ma Toris lo rasserenò con un sorriso; era un sollievo vederli, erano (anche se si sentì cattivo a pensarlo) nazioni piccole come lui, che portavano lo stesso peso. Sembrava un’idea un po’ vigliacca, ma era felice di poter giocare e litigare con loro senza che uno scatto improvviso di rabbia provocasse lo scoppio di una guerra.

<< Non preoccupatevi, le cose non vanno così male >>, aveva pensato di riferirgli del riarmo tedesco, ma decise di rimandare a più tardi, << mi sono solo molto stancato, c’era un sacco di tensione in quella stanza, con tutte quelle nazioni importanti! >> proruppe in una risata nervosa che non convinse i fratelli.

<< Si è portato dietro Cina? >> domandò di colpo Lettonia, mettendo fine alla sua risata con un suono aspro che non si riconobbe.

<< Come? Cina? No, perché… >> quella domanda non aveva senso, non aveva molto senso neppure il modo un po’ imbarazzato con cui Estonia aveva gettato una rapida occhiata di rimprovero a Lettonia.

<< Sì, qui. È stato… >> ma Lettonia fu interrotto.

<< …qui un sacco di volte >>, Russia fece la sua entrata nel corridoio, sorridendo non appena si fu accostato al lettone e gli ebbe premuto con forza una mano sulla testa. << Ma stavolta è tornato a casa >> risolse i dubbi dei baltici, senza smettere di torturare il più piccolo.

Toris sentì gli occhi di Estonia addosso, ma non ricambiò il suo sguardo. Si era come bloccato, lo sguardo fisso davanti a sé, anche se quando sentì quell’occhiata si chiese per un attimo “Estonia sa di me e Russia?”.

<< Lituania, hai preso tu i miei documenti della riunione, da? Portali nel mio ufficio >>, dispose, lasciando andare Lettonia e voltandosi per dirigersi dove aveva detto, senza voltarsi per vedere se Lituania lo avrebbe seguito. Lituania infatti si mosse meccanicamente per raggiungerlo, camminando a qualche passo da lui, le mani gelate che stringevano senza nessuna forza le pagine piene di inchiostro e di qualche schizzo di cola.

Stava guardando i documenti, e ancora una volta non riusciva a capirci niente, quando Ivan lo fermò delicatamente. Il baltico si ritrovò addossato alla porta dell’ufficio, e strinse i documenti con ben più forza quando Russia posò le labbra sulle sue.

Si stava sforzando per non scostarsi.

Senza dire niente Ivan gli stava carezzando la nuca, giocando con i suoi capelli. Un silenzio con qualche suono umido; il castano non si aspettava certo che Russia desse qualche spiegazione al fatto che Cina fosse spesso stato in quella casa. Russia non avrebbe addotto nessuna giustificazione, non si sarebbe sprecato a formularne una.

Eppure Toris gli aveva detto che lo amava, non troppo tempo fa. Evidentemente neanche quello era abbastanza per sapere cosa era successo.

Russia e Cina dovevano avere molto in comune, il lituano ricordò con sforzo che aveva letto qualcosa in merito, proprio su quei documenti che permanevano ancora nelle sue mani; forse avevano preso accordi, di sicuro si era incontrati, sì, quello era riportato, ma erano stati incontri ufficiali, di certo un mucchio di fogli di carta non si curano di avvertirti che la persona che ami invita nella sua casa qualcun altro…

Cina, non una persona qualsiasi, un’altra nazione, guardata più volte da Ivan con quel tipico affetto da predatore che lo contraddistingueva. Per la seconda volta in un giorno il suo cuore masochistico costrinse la mente a mostrargli il ricordo chiaro dell’interesse di Russia verso Cina; forse perché faceva così male il suo cuore non riusciva a battere troppo forte, nonostante i baci di Ivan si fossero spostati a marchiare il suo petto, e le sue mani gli avessero fatto abbandonare documenti a cui non era realmente interessato.

Dal canto suo Ivan non si accorse che qualcosa non andava fino a che non sentì scivolare via le mani di Lituania, che avevano sciolto definitivamente un già debole abbraccio. Solo allora si scosto un po’; il corpo di Lituania era riverso sulla scrivania, inerme, la pelle nuda ben in vista senza la camicia e i pantaloni leggermente slacciati. Forse aveva giusto solo un po’ l’aria troppo di chi è senza difese, e non ha intenzione di combattere.

Il russo accostò una delle sue mani alla guancia del lituano, che spostò impercettibilmente lo sguardo, come confuso da quel gesto. Ivan gli lasciò un altro bacio, sulle labbra, poi si scostò definitivamente da lui per riprendere quei fogli prima caduti, mettendosi a lavoro, e lasciando inconsapevolmente l’altro con un senso di gelo addosso che faticò molto a nascondere.

 

Sembra che non passi mai abbastanza tempo tra una riunione e un’altra.

Anche quel giorno aveva un’emicrania, in aggiunta al mal di stomaco e alla sensazione di averne davvero abbastanza di quegli incontri. Russia si ostinava ancora a portarlo, forse perché gli era utile per tenere in ordine la scrivania, non che servisse a molto altro. Certo America si mostrava sempre felice di vederlo, mentre gli altri non lo tenevano troppo in considerazione.

Quel giorno erano stati più indaffarati, rispetto a prima.

Ma, per fortuna, era finita, stava giusto uscendo tranquillamente dalla stanza, riordinando le idee. Forse era Germania il problema, e il suo capo che era diventato di colpo potente e pericoloso. O forse Francia, che nonostante la crisi pretendeva da Germania oro e territori. O magari era colpa di Inghilterra, che insisteva nel lasciar correre qualsiasi capriccio tedesco…

<< Russia! >> il modo in cui pronunciò storpiò il suo nome fece contrarre le dita di Toris, mentre Cina passava di corsa davanti a lui, chiamando l’altra grande nazione.

Russia era decisamente più avanti, Lituania aveva fatto in modo di distanziarsi da lui attardandosi al suo posto. Il baltico vide Cina allungare una mano e tirare leggermente il cappotto del russo, che comunque già gli aveva rivolto la sua attenzione.

Lituania registrò un solo brandello della conversazione.

<< Volevo dirtelo a fine riunione, per non creare problemi, aru. Mao Tse-Tung è stato eletto membro del comitato centrale… >> stava dicendo il cinese, che aveva ritratto in fretta le dita dall’altro, prima che Lituania cambiasse strada dirigendosi… non sapeva dove, da qualsiasi altra parte sarebbe andato bene.

Forse era Germania il problema, forse Francia, Inghilterra, Russia.

O magari era colpa di Cina. Ah, no, giusto, lui non c’entrava davvero nulla. Dopotutto non era neanche in Europa.

Allora perché cavolo aveva dovuto partecipare a quella riunione?

Qualcuno a quanto pareva si stava chiedendo la sua stessa cosa. Udì uno sbuffo irritato in seguito a parole francesi che non capì, poi la perentoria e ancor più seccata risposta di Inghilterra.

<< Cina è qui solo perché Russia vuole ingraziarselo >> affermò Arthur, scoccando un’occhiata in tralice a Lituania, non appena lo vide.

Toris aveva sentito molto bene.

Adesso era fuori dalla sala riunioni. Adesso poteva smettere di essere Lituania, e lasciarsi andare a un po’ di dolore e paura?

 

 

 

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: “Forse era Germania il problema. O forse Francia, era cominciata da Francia che aveva preteso un pagamento esagerato. O magari era colpa di Inghilterra, che sembrava intenzionato a lasciar correre qualsiasi capriccio tedesco.” Qui, e nelle frasi simili che ritrovate nel testo, viene fatto riferimento a vari fatti storici. Il primo, Germania, si tratta dell’ascesa al potere di Hitler, che sta iniziando il riarmo tedesco e una politica aggressiva. Col pagamento esagerato richiesto da Francia si fa invece riferimento al Trattato di Versailles (il trattato che mise fine alla Prima Guerra Mondiale), la Francia voleva infatti vendetta sulla Germania per la vecchia storia della guerra Franco-Prussiana, e inoltre desiderava dei territori sotto l’influenza tedesca; così fu la Francia a premere per punire severamente la Germania, con pesanti pagamenti in oro e terre. Parlando di Inghilterra si tratta della politica dell’appeasement che adottò nei confronti della Germania, cercando, in breve, di accettare e giustificare alcune sue azioni per non dover scatenare una guerra contro di lui.

 

2) Note a fine storia: l’MP 18 è una pistola mitragliatrice tedesca, nata all’incirca nel 1918 ed è un po’ la mamma di tutti i modelli successivi. Venne proibita la sua produzione con il trattato di Versailles, ma nel 1933 Hitler ordinò che venisse nuovamente prodotta e studiata. In seguito sarebbe stata sostituita da un modello più avanzato chiamato MP 34.

 

3) Inghilterra, quando dà la colpa della crisi economica ad America, si riferisce alla Grande Depressione, citata anche nello scorso capitolo.

 

4) Mao Tse Tung è il fondatore della Repubblica Popolare Cinese, e uno dei politici e rivoluzionari più famosi della storia. Fu favorevole e promosse i rapporti… no, suona malissimo così… beh, promosse la collaborazione fra la Cina e l’Unione Sovietica. Nel 1935 venne eletto membro del Comitato Centrale, nel Comintern (la III Internazionale)  ovvero l’organizzazione internazionale dei partiti comunisti.

 

5) Un’ultima precisazione: gli Alleati ancora non esistevano propriamente, ma vi erano dialoghi e confronti un po’ fra tutti loro, così ho pensato di rappresentarli in alcune riunioni tutti insieme, per dare un anticipazione di quel che sarà in futuro.

 

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natalia, del tremante Raivis, e Eduard, e… degli Alleati in generale, con probabili incursioni dell’Asse…)----

 

Yusaki: ebbene, avete visto che il titolo della nostra stanza-per-le-recensioni è un po’ cambiato? ^__^

Polonia: che cosa tipo emozionante.

Yusaki: Non ti vedo affatto convinto. Non so, potresti esprimere il tuo entusiasmo ballando e saltellando…

Russia: è cambiato il titolo?

Yusaki: Oooh, Russia-san, l’hai notato? *__* Per esprimere il tuo entusiasmo potresti, non so, darmi un bell’abbraccio!

Russia: *Scoppia a ridere prendendo l’affermazione per una battuta*

Yusaki: sì, ovviamente, ti pareva… ma lasciando da parte i convenevoli direi di iniziare a rispondere alle rec…

Lituania: *Interrompendola* Cos’ha da ridere Russia-san? Eh?! Sigh, da quando è arrivato Cina è così di buon umore.

Yusaki: Su Lituania-chan, vedrai che nel prossimo capitolo Cina ci sarà molto meno…

Lituania: Autrice… grazie…

Yusaki : … poi da quello dopo ancora tornerà, perché ovviamente fa parte degli Alleati, e tu soffrirai il triplo di prima naturalmente.

Lituania: Vuoi un pasticcino?

Yusaki: Come? Che c’entra? Vabbè, ok, tanto è quasi ora di merenda! … certo che questo pasticcino ha un sapore un po’ strano… sembra pesce andato a male misto a maionese scaduta… a proposito, avete notato quante note storiche ci sono state in questo capitolo?

*E quelle furono le ultime parole di Yusaki, che dopo crollò a terra con la schiuma alla bocca*

Estonia: Certo che usare un dolcetto di Inghilterra è una tecnica trita e ritrita.

Lituania: Sì, ma l’autrice è tonta e quindi ci casca sempre.

Russia: adesso abbiamo tutto per noi l’angolo delle recensioni, possiamo rispondere come vogliamo alle recensitrici! *sorrisone*

Lituania: La prima di oggi è miristar.

Russia: che in questo momento mi ricorda moltissimo Bielorussia, quindi… *si eclissa a bere vodka*

Lettonia: c-caspita, è riuscita a f-far scappare Russia-san, che carisma!

Lituania: riprendendo la recensione, miristar ha ragione, stanno per accadere quegli eventi che hanno sconvolto l’intero mondo… e naturalmente è colpa di Cina *sottovoce*.

Cina: Cosa, aru? Guardate che non smercio più oppio, per cui non insistete! *comincia a parlare sottovoce a sua volta* … in realtà forse un po’ d’oppio ce l’ho ancora, quanto potete pagare?

Lituania: Non stavamo chiedendo niente del genere!

Estonia: Cina-san, non spacciare qui per favore, poi l’autrice potrebbe avere problemi con la legge.

Lituania: comunque ancora un po’ manca alla Guerra Fredda, e non sono per niente ansioso di arrivarci. L’autrice ci tiene a dire che lo scorso capitolo era in realtà più lungo del solito! Appena si riprende l’autrice deve poi ringraziarti per aver avvertito Liris del nuovo capitolo.

*Giappone passa e attacca un post-it a Yusaki, perché non se ne dimentichi*

Polonia: La prossima è, credo, tipo, dovrebbe essere Liris, che dice gli faccio tipo paura! Com’è possibile? Io sono, cioè, graziosissimo!

Lituania: Sigh, Liris, grazie del sostegno. Da come dice temo anche io che l’autrice voglia farmene passare di tutti i colori, spero solo di sopravvivere.

Cina: Non so perché, ma mi sento tratto in causa aru.

Tutti: Ma dai?!

Russia: Siete tutti così sospettosi, cosa pensate che faccia a Cina?

Cina: ecco, adesso ho paura pure io aru.

Lituania: avete finito?

Lettonia: Q-quest’atmosfera tesa mi uccide! *sviene*

Estonia: LETTONIAAA!

Cina: Comunque in questo capitolo non è successo nulla di grave, aru, no? No? No?

*Silenzio tombale*

Russia: *Legge* adesso risponderemo alla recensione di Triadine. Che fa un sacco di complimenti all’autrice.

Polonia: Se non fosse già tipo svenuta sarebbe svenuta adesso!

Lituania: Triadine, questo capitolo è arrivato piuttosto in fretta, no? Però l’autrice credo dovrebbe ringraziarla di persona per tutti questi complimenti…

Italia: Ci penso io! *attacca un nuovo post-it su Yusaki*

America: Neanche a me è piaciuto il crollo della borsa.

Lituania: beh, America-san, sarebbe stato strano se ne fosse stato felice. Anche la prossima recensione parla un po’ di quel martedì di crollo econimo… è di KawaiiSai. Nel frattempo che l’autrice è svenuta ti ringraziamo al suo posto per i complimenti! Però anche in questo caso dovrebbe essere l’autrice stessa a ringraziare…

*Francia sorride e attacca l’ennesimo post-it sulla faccia di Yusaki*

Russia: sì, l’inizio è stato ripreso dal manga, come parte della scena in cui Lituania mi si addormenta sul braccio *sorrisone*.

Lituania: *arrossendo* oh… beh… ero molto stanco…

Russia: E guarda Lituania-chan, la parte preferita da KawaiiSai dello scorso capitolo è la tua dichiarazione!
Lituania: Ah, ma quella… ! Quella non era… cioè, sì, lo era ma… io… io… ho di nuovo mal di stomaco!ç///ç

America: mmmmgnam… prossima recensionsluuurpgnam…

Lituania: Emh, America-san non dovrebbe mangiare mentre risponde alle recensioni.

America: gnamgnam, scusa! *inghiotte Hamburger* Ora abbiamo la recensione di Stefy_rin!

Russia: Kolkolkol… ma lui che ci fa qui?

Lituania: beh, c’era scritto anche nel nuovo titolo della stanza che ci sarebbero stati tutti gli alleati, no?

Russia: KOLKOLKOL.

Lituania: *Spaventato, cambia discorso* b-bene, l’autrice deve ringraziare anche per questi auguri di compleanno!

*Inghilterra finisce con calma il suo tè e poi attacca un post-it a Yusaki*

Russia: in effetti lo scorso capitolo non è stato male.

Lituania: già, perché Russia-san è stato piuttosto gentile con me… e infondo è stato bello addormentarsi accanto a lui, anche se quando mi sono svegliato mi è preso un colpo.

Russia: Lituania-chan, Stefy_rin ti immagina come una mogliettina amorevole che lava la mia sciarpa! Non è male come scena, vogliamo provare?

Lituania: Da come lo dici sembra una cosa da raiting rosso!ç__ç

Tony: *appare dal nulla* Certo, Lituania ama follemente solo me *Scompare*

Russia: Un giorno riuscirò a prendere quell’alieno, kolkolkol. Ma nel frattempo… cosa hai detto sulle scappatelle, Stefy_rin? *prende rubinetto e insegue*

Lituania: *mette un post-it a Yusaki per ricordargli di accedere a msn il più presto possibile* Siamo arrivati a Konoha_Hellsing_94, una nuova recensitrice! *Altro post-it per comunicare l’evento a Yusaki*

Russia: questa recensitrice dice che ha cominciato da poco ad apprezzare la coppia RussiaLituania… c’è sicuramente tempo per rifarsi.

Lituania: aemh, comunque tranquilla Konoha_Hellsing_94, l’autrice non ha intenzione di far andare in raiting rosso questa fanfiction.

Russia: ogni tanto mi sorgono, come dire, istinti omicidi verso l’autrice.

Cina: sembra che Polonia non le sia simpatico aru.

Russia: Davvero? *Legge il P.s.* … visto che l’autrice è svenuta, o forse morta, posso dare io uno schiaffo a Polonia? *Sorrisone felice*

Polonia: mi sento tipo minacciato. Ehy! Non voglio finire spartito per la duecentesima volta!!

Russia: è solo uno schiaffo, al massimo ti spezzerò la faccia ma sono incidenti che capitano. *Si avvicina, minaccioso*

*Polonia scappa*

Lituania: Non picchiatevi! Comunque bisogna attaccare un altro post-it all’autrice per quello schiaffo.

Polonia: ma, cioè, meglio che se ne dimentichi no?!

*Russia attacca un post-it enorme a Yusaki perché non se ne dimentichi*

America: che bello, anche per oggi abbiamo finito!

Tutti: Ma tu non hai fatto quasi niente!

*Discutendo e salutando se ne andarono tutti… dimenticando Yusaki, mezza morta, al suo destino*

 

Qualche ora dopo…

Yusaki: uh… che mal di testa e di pancia e di qualsiasi altra cosa nel mio corpo… forse ho assunto per sbaglio qualche atroce veleno… ma.. ma… MA PERCHÉ DIAMINE SONO PIENA DI POST-IT?!?! EHY!!!!!!!!

 

*E questa è la storia dei Post-it*

 

 

Quindi ricomincia il “Cina-è-ovunque-e-mi-da-fastidio”, purtroppo sì, Cina è un elemento fondamentale di questa storia. Fa soffrire, vorrei poter tralasciare, ma c’è, c’è con tutta la grandezza del suo paese e con tutto il sottile ingombro della sua persona; questo capitolo è solo l’inizio di qualcosa che ritroveremo più in là…

E che dire della seconda Guerra Mondiale? Ormai è semplicemente alle porte, e irromperà nel prossimo capitolo che spero di poter pubblicare quanto prima. Sto davvero cercando di migliorare i miei tempi di scrittura e pubblicazione, perché sono sempre stata una frana nella puntualità, e questa è una cosa che voglio migliorare… e forse è perché voglio davvero impegnarmi che anche l’ispirazione mi sta dando una mano. Speriamo bene! Sostenetemi con le vostre recensioni! Ooh… sembra una campagna promozionale… beh, recensite, e al prossimo capitolo!

 

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Capitolo 17
*** 1° Settembre 1939 ***


 

Sono leggermente stanca… pensavo ci sarebbero state meno note di fine capitolo da mettere… la Seconda Guerra Mondiale ha davvero un sacco di eventi complicati da spiegare. Anche se non c’entra con quanto stavo dicendo, devo dire che sono felice di essere riuscita postare non troppo tardi; se non sbaglio è passata poco più di una settimana. Per un attimo le Note da sistemare mi hanno abbattuto, come se già non lo fossi dal capitolo! La Seconda Guerra mondiale non è uno scherzo. Perdonate dunque a questi occhi stanchi qualche errore di battitura, se c’è, presto riguarderò più attentamente.

Un girasole che si abbandona su una coperta di neve, fa freddo ma può riposare e infondo il suo è un abbraccio davvero confortante.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il giorno era appena cominciato, allungando i suoi raggi rosati nella camera da letto. Toris aveva osservato quello stiracchiarsi del sole dal principio, essendosi svegliato molto presto, quando il sonno l’aveva abbandonato, di colpo, lasciandolo lucido e con poca voglia di dormire ancora. Si era vestito, perché comunque in quella casa il risveglio era davvero mattutino, ed era andato alla finestra, deciso a sfruttare quell’ora riposandosi nel leggero freddo che permeava la stanza. In piedi, si appoggiò alla parete, osservando fuori senza troppa attenzione.

La bellezza dell’alba sembrava in grado di portargli via i pensieri.

Ma vi era un’ombra, una piccola figura scura che si avvicinava dall’oscurità sotto le fronde nel cortile. Lo sconosciuto non era che un piccolo puntino agitato, fu solo quando giunse a pochi metri dalla serra che il riverbero del sole smise di accecarlo, permettendogli di riconoscere l’inconfondibile veste rossa e i lunghi capelli neri di Cina.

 

Lituania era corso giù al suono del campanello, con uno strano senso di incredulità addosso. Non si era mosso prima perché nel profondo si diceva che aveva visto male, che la luce gli aveva giocato uno scherzo e che Cina non stava percorrendo il vialetto del cortile.

Anche la sua parte di nazione era agitata, cos’è successo? Se è qui forse è successo qualcosa. E Toris non poteva fare a meno di avere paura.

Non aprì gentilmente la porta, ma la spalancò, spaventando un già nervoso Cina che per un attimo lo guardò con occhi sbarrati da un indefinito e lontano terrore.

<< Cina-san >>, mormorò Lituania, spaventato dalla sua espressione.

<< Devo parlare con Russia, aru >>, disse subito Cina, prendendo un respiro profondo; sembrava qualcosa d’importante, e Toris gli fece subito strada all’interno, sebbene una piccola morsa gli avesse contratto lo stomaco quando il cinese aveva superato la soglia di casa.

Una volta nell’ampio ingresso, dove due scale si diramavano per giungere ai piani superiori, Lituania lo fermò.

<< Vado a chiamarle Russia-san, aspetti solo un att… >>

<< Cina >> le sue parole furono interrotte, da quella voce che lo immobilizzò sul posto, senza che avesse il coraggio di voltarsi. Subito Cina superò il baltico, prorompendo con un << Russia, è successo un disastro, aru! Giappone… >>.

A quel punto Lituania si voltò. Russia era già vestito, la sciarpa compostamente al suo posto, e con sguardo più duro del solito stava ascoltando Cina.

<< … mi ha attaccato, è riuscito a prendere gran parte delle mie vie di comunicazione aru, e se non faccio niente anche la fascia costiera orientale… >> Cina fece una pausa, in quell’istante Lituania si rese conto di quanto sconvolto doveva essere l’asiatico, e con quanta forza contenesse il dolore che aveva segnato il suo viso con delle occhiaie, le sue mani con i segni rossi delle unghie. << Forse è stata presa pure quella, aru, mentre io sono qui. Aiutami, aru! >>

Con quanto disperato orgoglio lo chiedeva, con quanta serietà Russia gli rispose di sì. Con quanta certezza, pochi giorni dopo, Lituania seppe che il telefono che squillava non significava nulla di buono.

 

Quando Toris rispose al telefono sperò che fosse Polonia. Aveva voglia di parlare con lui, anche se gli aveva detto di non chiamarlo, che sarebbe stato lui a contattarlo perché per il polacco era pericoloso chiamare casa di Russia; a volte però Polonia se ne dimenticava, chiamando lo stesso l’amico.

<< RUSSIA! CHE CAZZ* STAI FACENDO?! >> gli urlò qualcuno dalla cornetta, una voce che assomigliava tantissimo a quella di Inghilterra. Ma non poteva essere lui, non avrebbe mai parlato così…

Stava per ribattere qualcosa quando la mano di Russia si chiuse sulla sua, strappandogli un brivido, guidandolo nel riattaccare il telefono.

<< Russia-san…? >> era così vicino, Toris guardò su con terrore incontrando occhi più simili a pezzi di ghiaccio viola, venati di cattiveria.

<< Non era Polonia, immagino >>, echeggiò ad un soffio dal baltico la sua voce infantile, così inadatta alla pistola che teneva in una mano. << Non potrebbe proprio essere Polonia >>.

Gli parve di vederlo sorridere, un piccolo ghigno, mentre lo lasciava andare.

Non potrebbe proprio essere Polonia.

Un guaito lasciò la bocca del lituano, mentre tutti i tasselli andavano al posto giusto, mentre Estonia accorreva giù, seguito dalla voce di Lettonia, mentre dei soldati scattavano sull’attenti davanti a Russia e lo accompagnavano fuori, nel gelo sconfinato del 1939.

 

Russia si spostò davanti ai tre baltici, in un conscio atto di protezione. Sentiva i tratti del viso come diventati di ghiaccio, e distintamente sapeva che del sangue fra le dita gli stava impedendo una buona presa sulla pistola; fissava Germania, presto sentiva che avrebbe desiderato colpirlo, ma un senso di gelo incredulo lo stava tenendo fermo dov’era.

Polonia gridava, mentre le due nazioni più grandi non lo guardavano neanche per sbaglio.

<< Siete…! Siete due…! >> la voce di Polonia era diventata raschiante a forza di gridare insulti che a mala pena conosceva, << avevamo tipo un accordo! UN ACCORDO! Perché mi avete attaccato?! >>

Lituania lo guardò preoccupato: era raro che Polonia si esponesse così, parlasse in quel modo a nazioni straniere. Germania, dopo un altro istante di quel tono fastidiosamente alto, alzò una mano e, afferratolo per una spalla, lo scrollò per farlo stare zitto.

<< Sta zitto, hai attaccato la mia stazione radio >>, disse semplicemente, lasciandolo andare di colpo e facendolo inevitabilmente finire a terra. Stavolta Russia non poté che spostare gli occhi su quel piccolo essere biondo, che si asciugava il sangue dalla faccia, facendo smorfie di dolore nel muovere un braccio che era quasi stato rotto; il polacco ricambiò lo sguardo con gli occhi verdi incupiti da paura e rabbia: Russia non aveva nessuna scusante per averlo attaccato, neanche una confezionata per finta. Ivan non gli sorrise come avrebbe fatto di solito, riportò rapidamente l’attenzione su Ludwig, sperando che quel che stava succedendo fosse tutto un grosso errore.

Pareva però non essere così.

<< Lituania >>, lo chiamò per la seconda volta Germania, e quel nome, pronunciato con il tono basso e fermo del tedesco risuonò forte come un colpo, nelle orecchie del russo. Sembrò essere ancora più alto e grande mentre proteggeva i suoi tre piccoli stati.

Vedendo che nessuno sembrava intenzionato a muoversi Germania si accigliò appena.

<< È nei patti >>, esplicò il tedesco, << Lituania passa sotto il mio controllo >>.

Pur senza vederlo Ivan avrebbe giurato che Lituania, dietro di lui, stava tremando, e che i due fratelli stavano cercando di tranquillizzarlo con muti abbracci. Gli era successo poche volte nella vita, ma sentiva la gola secca, arsa da una collera bruciante.

<< Russia, lascia passare Lituania >>, intimò un uomo, facendosi avanti fino a quasi toccare il baltico, << forza Lituania, vai. Non è il caso di creare problemi >>.

Russia si volse finalmente verso il suo capo, la voce resa aspra dalla furia << Lituania non può passare a Germania, non mi aveva detto questo punto! >> sibilò in russo.

Stalin non si scompose, tenendo incatenati gli occhi di Ivan ribatté con fermezza: << Questi tuoi capricci non sono ammessi in guerra. >>

Fu la sua unica affermazione, ma dal modo in cui la disse parve una verità inconfutabile, inderogabile, che neanche tutta la forza di Ivan poteva in qualche modo smontare. Il russo parve schiacciato dall’imponenza della voce calma del suo superiore, impossibilitato a ribattere dalla strana forza che quell’uomo imponeva in ogni sua decisione; nel silenzio lasciò che Stalin ordinasse ancora, << Vai, Lituania. Adesso. >>

L’accentò russo risuonò come prima quello tedesco, e probabilmente fu per Lituania come una percossa di frusta dopo tanto tempo. Russia era pallido quanto Lituania, senza la forza di guardarlo andare via, con quei passi incerti di chi ha una paura tremenda di quel che lo attenderà.

La presenza di Stalin lo frenava dal fare alcunché, non solo per il carisma della persona ma anche per evitare che Germania sapesse quanto i loro rapporti non fossero perfetti. Stalin sapeva guidare la nazione. Stalin doveva avere piena collaborazione da Russia. Altrimenti sarebbero tutti caduti.

Quando si furono allontanati Stalin mostrò un certo buon umore.

<< Non dovresti lamentarti, Russia. Abbiamo ottenuto di tenere Estonia, Lettonia, e persino Finlandia se tu vuoi. Abbiamo anche un certo controllo sulla Polonia, per di più, anche se non per intero. >>

<< Mi ascolti bene >> Ivan fermò all’istante le sue parole. Aveva ripreso il tono infantile, ma era così tagliente da sembrare pronto ad affondare e uccidere. << Io mi riprenderò Lituania. Non accetterò ordini in merito: io mi riprenderò Lituania. >>

 

Dopo più di una settimana, a dispetto delle sue parole, Ivan aveva quasi cominciato a pensare che non l’avrebbe più rivisto, invece ecco Lituania che, illeso, teneva strette le mani di Estonia e Lettonia; i fratelli l’avevano preso e accompagnato a casa, e una volta giunti al cospetto di Russia lo lasciarono andare.

<< Russia-san >>, lo salutò il lituano, con aria provata.

Il sollievo nel sentirlo, la voce che confermava che era reale, travolse Russia in un modo che neppure lui immaginava. Aveva avuto paura, lui che nella storia aveva visto tanti disastri, ma aveva paura di perderlo per la seconda volta, di essere costretto a sentire la solitudine che permeava tutte quelle stanze calde quando Lituania era da qualcun altro; non voleva per niente al mondo ripetere quell’esperienza, come molte altre che l’avevano ferito e reso quel che era.

Come il freddo eterno della sua terra.

Ivan mandò la bottiglia a schiantarsi seccamente contro il tavolo, e questa oscillò per un attimo come ubriaca del suo stesso liquore, per poi abbattersi sulla superficie, rollando, e prima ancora che spargesse ovunque la vodka che conteneva il russo aveva stretto Toris a sé, stringendogli un polso così tanto da fargli male, e l’aveva baciato.

Lettonia si lasciò sfuggire un suono sconvolto, ma il lituano non lo sentì. Toris per quella volta fu indifferente al fatto che i fratelli scoprissero di quella relazione, il pensiero non lo sfiorò perché non era consapevole che fossero nella stanza o che la vodka stesse rovinando il legno del tavolo: le labbra di Ivan avevano cancellato ogni pensiero, niente gli toccò la mente in quei momenti in cui il sollievo fu, anche per lui, talmente intenso da cancellare i giorni passati nel terrore.

<< Uscite >>, la bocca di Russia si era spostata leggermente dalla sua per pronunciare quell’ordine, e vagamente Lituania registrò che i passi frettolosi di due persone abbandonavano la stanza.

Passò un tempo che sembrava non poter finire, dove le carezze si confondevano con la sensazione di trovarsi in un mondo ovattato, di una neve infinita e priva di qualsiasi altro essere vivente. C’erano parole, in russo, che Ivan pronunciava in mormorii appena accennati, frasi che non voleva far capire e che l’altro non stava cercando di capire.

Erano ancora vestiti quando il russo sollevò il più piccolo, lasciando che gli si stringesse addosso per non far scivolare via quella sensazione e quel momento, l’impressione sconvolgente che in casa non ci fosse nessuno, che il silenzio permettesse e prevedesse solo i loro respiri irregolari; mentre lo trasportava via qualcos’altro fece rumore, lo stillare di gocce limpide calpestate da un passo deciso. Dal basso la vodka scintillò, un ricordo chiaro mentre Ivan lasciava assieme a lui la stanza per portarlo nel grande letto della sua camera.

Quel letto era così grande. Russia si chiedeva come avesse fatto a dormirci da solo per tanto tempo, come aveva potuto sopportare tutta l’assenza di calore che le coltri non riuscivano a dare. Ecco com’era completo, quel letto e quelle coperte rosse, con Toris distesovi sopra, che ricercava la sua presenza, il suo amore, la sua bocca.

Il ritrovarsi aveva suscitato un sentimento così immenso che entrambi avevano l’impressione non sarebbe mai tornato, era da conservare con cura, nel corpo, per tutto il tempo in cui si sarebbero amati.

 

Quando Lituania si era svegliato la stanza era illuminata flebilmente dalla luce delle stelle, e dal riverbero bianco della neve. Nell’aprire gli occhi aveva provato una sensazione di confusione, quasi convinto di aver dormito per moltissimo tempo, e di aver sognato un sacco di cose; ma i sogni non lasciano lividi sulle braccia, e lui li aveva, proprio dove Ivan aveva stretto con così forza da fargli male.

Che strano, solo qualche giorno prima si era destato con la luce del sole, alla giusta ora, invece adesso giaceva sveglio in piena notte. Rigirandosi intravide subito il corpo di Russia, che con un respiro lento e regolare dava l’impressione di essere immerso in un sonno profondo; senza pensarci troppo il lituano si spostò più vicino a lui, lasciando ricadere una mano sul suo torace, sotto le coperte, in una sorta di abbraccio.

<< Sei sveglio >>, Ivan non parlò subito, quindi quando lo fece Toris sussultò involontariamente: era convinto che fosse addormentato.

Il castano sospirò, annuendo contro il suo braccio. Sapeva che parlando gli sarebbero salite alla gola quelle domande che non voleva davvero fare, tutte le cose da affrontare che avrebbero inevitabilmente messo fine alla bellissima notte.

Lituania lo sapeva dall’inizio del risveglio, pareva quasi aver passato tutto il tempo dei sogni a riflettere. Lo sapeva ma non voleva dirlo…

Ivan si girò a sua volta, Toris sentì presto il suo respiro accarezzargli il viso. Aspettava, con un certo non sapeva cosa di intimidatorio che sembrava voler ributtar giù le parole che Lituania aveva in gola.

<< Russia >>, sentì una stretta al cuore a chiamarlo in quel modo, in quel momento di intimità, ma decise di proseguire seppure il suo corpo stava già dando segni di brividi. Ogni sillaba costava uno sforzo: << Polonia… l’hai lasciato da Germania, vero? >>

Un lungo istante di silenzio.

<< Era già da Germania >>, la voce di Russia era priva di particolari inflessioni. << Adesso ha solo il pieno potere sulla sua sorte. Il prezzo per te non è stato molto alto, non ti pare? >>

Toris sentì il respiro congelarglisi nei polmoni: era stato la causa della sventura del suo amico. E, lo sentiva, c’era altro in arrivo.

<< Dopotutto è solo una nazione che verrà distrutta di qui ad un mese >>, soffiò fuori, dolcemente, sulle labbra del baltico.

<< Distrutta? >>

<< Da lui, e da me. Vedi? Lo vedi che non ha proprio nessuna importanza? >>

Una risatina seguì quelle parole, anticipandone altre.

<< Ti preoccupi sempre per gli altri, per di più persone inutili. Sai, Polonia adesso non mi interessa poi tanto, ho intenzione di portare qui Finlandia, invece. Lo attaccherò, perché lui non è così buono come vuol far credere: non vuole tornare da me! Penso che sarò costretto a ferirlo un po’. >>

Suonava ancora dolce la sua voce, era semplicemente terribile da ascoltare, e Toris sapeva che era tutta colpa sua se quel tono era diventato così. Era colpa delle sue domande, proprio come aveva detto, se adesso sentiva la risata particolare del russo sfiorargli la pelle e strisciargli nelle orecchie, una melodia abbastanza inquietante da rischiare di strappargli il cuore.

<< Russia, per favore… non… non far loro del male… ti prego… >>

<< Siamo in guerra Lituania, questi tuoi capricci non sono ammessi. >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: nella prima parte del testo Cina dice di essere stato attaccato da Giappone. Si riferisce all’agosto del 1937 quando il Giappone lancia un’offensiva contro la Cina, sbaragliando le difese cinesi e riuscendo a controllare le principali vie di comunicazione e la fascia costiera orientale. In quel periodo Mao Tse Tung rafforza il suo potere e consolida i rapporti con l’Unione Sovietica.

 

2) Il 1° settembre 1939 segna l’inizio della seconda Guerra Mondiale, con l’invasione della Polonia da parte della Germania. La Germania e la Russia aveva preso accordi segreti, e il Patto Molotov-Ribbentrop, di cui parlerò nella prossima nota. Precedentemente sia la Germania che la Russia avevano stretto un patto di non aggressione con la Polonia, trattati chiaramente infranti con l’inizio della guerra.

 

3) Il Patto Molotov-Ribbentrop fu un trattato di non aggressione stipulato tra la Germania Nazista e l’Unione Sovietica (cit. Wikipedia). Ma vi era anche un protocollo aggiuntivo del 19 Agosto, pochi giorni prima dell’effettiva firma del patto; il protocollo aveva quattro articoli, quattro punti che spartivano l’Europa Orientale tra Russia e Germania. Per questa fanfiction è di particolare rilevanza il 1° articolo, con il quale veniva decretato che Finlandia, Estonia, Lettonia sarebbero andate all’Unione Sovietica, mentre la Lituania sarebbe ricaduta nella sfera tedesca. Nel 2° articolo la Polonia veniva “Spaccata in due”, la parte Ovest alla Germania e la Est alla Russia.

 

4) Tuttavia, nonostante l’accordo citato nella nota sopra, già il 28 Settembre 1939 veniva stilato un protocollo supplementare che assegnava nuovamente la Lituania all’Unione Sovietica. La Polonia sarebbe invece passata per lo più sotto l’influenza tedesca.

 

5) Stalin fu uno degli artefici dell’Unione Sovietica, ovvero del primo stato socialista del mondo. Dell’URSS fu il dittatore, e il suo nome in russo significa “d’acciaio” che esplica grandemente il carattere di questo politico. Per il popolo russo è un idolo da temere e rispettare, un uomo dal forte carisma che si è imposto sulla Russia di quel tempo guidandola nella Seconda Guerra Mondiale. Per questo anche Ivan, in questa storia, mal riesce a contestarlo.

 

6) Verso la fine del testo Russia parla brevemente di Finlandia, è un accenno all’attacco dell’Unione Sovietica alla Finlandia, avvenuto il 30 Novembre sempre del 1939, e della seguente Guerra D’inverno.

 

7) Farò altre brevi e varie precisazioni: i modi particolarmente bruschi di Germania, in questo capitolo, sono dettati dall’influenza di Hitler, un periodo orribile che conosciamo tutti e che ho voluto mostrare nel rendere Germania con un carattere peggiore. Un’altra precisazione ci riporta più all’inizio, con la chiamata di Inghilterra… si dimostra sconvolto, arrabbiato, sorpreso, proprio perché nell’Europa del tempo nessuno si aspettava davvero che l’Unione Sovietica e la Germania Nazista potessero “allearsi” e dare inizio alla guerra.

 

8) Nota aggiunta in ritardo: Quando Germania accusa Polonia di aver attaccato la sua stazione radio si riferisce all'incidente di Gleiwitz: il 31 agosto 1939 la Germania inscenò un finto attacco alla stazione radio di Gleiwitz, alcune truppe tedesche si travestirono da soldati polacchi, assaltando la stazione radio e trasmettendo un messaggio in cui veniva incitata la minoranza polacca della Slesia a ribellarsi e rovesciare Hitler. Il finto attacco (dal nome “Operazione Himmler”) fu solo una scusa per poter attaccare la Polonia il giorno successivo. (Grazie a claws, senza la quale non mi sarei accorta di aver saltato questa nota).

 

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natalia, del tremante Raivis, e Eduard, e… degli Alleati in generale, con probabili incursioni dell’Asse…)----

 

Yusaki: Oggi è…

Tutti: San Valentino.

Lituania: e lasciatelo dire: la fine di questo capitolo da un po’ schifo come regalo di San Valentino.

Yusaki: Veramente io stavo per dire che oggi è l’anniversario della mia trentesima lettura dei libri di Harry Potter! ç__ç

Russia: Ma oggi che è San Valentino perché non sei da qualche parte con qualche ragazzo? E soprattutto perché io sono bloccato qui a rispondere alle recensioni e non a molestare Lituania?

Lituania: E soprattutto perché questo capitolo finisce in modo così brutto?

Yusaki: Ma dovete sempre fare così tante domande?! Ma diamine, saranno affari miei!

Russia: Noi ce ne andiamo, vieni Lituania.

Lituania: Beh, *arrossisce* d’accordo…

Estonia: Pensi che qualcuno oggi stia sprecando tempo leggendo questo capitolo?

Yusaki: In realtà ci sono un sacco di persone contrarie a questa festa… sigh, e io che volevo regalare tanto bel cioccolato d’amicizia a tutti… pensare che avevo acquistato anche quello alla vodka…

Russia: Ripensandoci credo sia mio dovere restare ancora un po’ qui a rispondere alle recensioni. Dov’è la cioccolata alla vodka?

Lituania: che bello, sono stato scaricato per la cioccolata alla vodka.

Lettonia: sempre m-meglio di quando vieni scaricato per C-cina, no?

Lituania: …sai è vero Lettonia, a volte parli troppo ç__ç

Yusaki: *Che sta febbrilmente preparando il cioccolato promesso* Emh, il cioccolato lo avrete tutti quando avremo compiuto il nostro dovere…

Russia: …far andare in raiting rosso questa fanfiction!

Yusaki: Ma no! Intendevo rispondere alle recensioni!

Russia: Kolkolkol… allora rispondiamo alle recensioni, così posso avere il mio cioccolato. Coraggio Lituania *Sorrisone*.

Lettonia: D-devo iniziare io? Perché? Comunque la prima è miristar

Cina: QUELLE SEDIE FACEVANO MALE ARU!!! Ho ancora delle schegge nei capelli aru!

Lituania: Sto piangendo per te.

Yusaki: Sì piangerei anche io, ma poi il cioccolato diventa salato.

Cina: grazie Lituania e autrice, siate così incoraggianti aru -__-

Estonia: ai lettori vengono gli infarti se l’autrice aggiorna presto. Non sono proprio abituati.

Lettonia: è p-perché l’autrice che aggiorna in fretta è una rarità! Forse temono che la fine del mondo sia vicina!

Yusaki: …accidenti Lettonia, così mi sento proprio un disastro.

Litunia: l’ho detto che a volte parla troppo.

America: Perché miristar ha tentato di uccidermi? Non sa che sono l’eroe?

*Yusaki gli ficca in gola un mattoncino di cioccolato e lo zittisce*

Yusaki: Eh, gli alleati sfruttano Lituania… anzi, in realtà fa tutto da solo, forse è l’abitudine! Appena ho finito di fare il cioccolato lo regalo a tutte le recensitrici, quindi anche a te!

Russia: *sorrisone* ci auguriamo che nessuno sia a dieta. La prossima è Liris… vogliamo la torta che ci hai promesso.

Estonia: sì, l’autrice si è impegnata ed è passata poco più di una settimana.

Italia-Giappone-Cina-Francia-America: anche noi vogliamo la torta! Vogliamo anche il cioccolato dell’autrice però.

Yusaki: Ehy! Guardate che io e le recensitrici non siamo qui per nutrirvi!!

America: in cambio ti regalo un hamburger.

Yusaki: AMERICA SONO VEGETARIANA MALEDIZIONEEE! Emh, tornando a te Liris… d’ora in poi accetterò solo torte dalle recensitrici e biscotti da Italia-chan, niente più cose di dubbia provenienza, visto che queste nazioni sembrano tutte volermi assassinare…

Lituania: giustamente.

Yusaki: E ribadiamo tutti a Cina che è colpa sua: Cina è colpa tua, in generale!

Cina: vi citerò per maltrattamenti aru.

Yusaki: grazie mille per la recensione! Polonia, vuoi dire qualcosa?

Polonia: non sono un tipo demone rosa, cioè io sono una principessa rosa.

Yusaki: ecco, logico. Adesso passiamo a Dragon Girl31, nooo Dragon Girl31 non disperarti così per non avere recensito un capitolo! Non meriti nessuna gogna! Può capitare di saltare qualche recensione, non preoccuparti, e poi sono contenta che comunque hai ricominciato a recensirmi, quindi grazie! ^^

Russia: autrice, ma rispondi alla sua domanda… è una sua impressione sbagliata che Lituania-chan si stia allontanando da me, vero?

Yusaki: emh… ecco… storicamente… ma comunque è colpa tua Russia, ti metti a sbavare per Cina, è chiaro che poi Lituania se la prende, anche se è carino e non lo da troppo a vedere.

Lituania: autrice, a questo punto dì anche alla recensitrice e a tutti noi che Russia-san è interessato a Cina solo per fattori di conquista, e che non lo ama e non ci farà niente di strano…

Yusakia: emh… uh… vedete… storicamente… è perché la storia è così capite… questa è una RussiaxLituania quindi no non ama un altro però… tuttavia… nel senso… oh, la cioccolata! Devo finire di prepararla!

Tutti: AUTRICE!!!!

Yusaki: comunque la tua recensione non era affatto schifosa, mi ha fatto piacere, e capisco che la scuola stanchi… se vuoi un post-it le nazioni ne sfornano a volontà, purtroppo.

Polonia: appiccicarli addosso all’autrice l’altra volta è stato tipo divertente! Io ho i post-it rosa, carinissimi. Tipo, ora la recensione è di Konoha_Hellsing_94 che… ugh! *spaventato dall’urlo iniziale si rifugia dietro Lituania*

Yusaki: Su Polonia, tranquillo, tanto non ce l’ha con te.

Cina: ARGH!!! FERMATELAAA! VUOLE UCCIDERMIIII!

Yusaki: Scusami Cina, ma se mi muovo di qui poi chi mescola il cioccolato? Ah, il manga Hellsing… me ne hanno parlato bene! Mi piacerebbe seguirlo, magari trovo qualcuno che me lo presti visto che al momento seguo un po’ troppe cose.

Lituania: a proposito della recensione… anche io mi chiedo perché devo soffrire così tanto. In quanto al mio mal di stomaco spero non sia gastrite.

Yusaki: in realtà gli viene mal di stomaco perché si agita e si preoccupa troppo.

Russia: Sei così sensibile, Lituania-chan!

Tutti: Perché Russia-san riesce sempre a dire cose fraintendibili?

Russia: leggo qui una buonissima idea: usare Polonia come cavia per i dolci di Inghilterra.

Yusaki: come inventare nuove torture…

Polonia: Tipo, preferisco suicidarmi, grazie.

Cina: QUALCUNO POTREBBE DEGNARSI DI SALVARMI, PER FAVORE ARU?!

Yusaki: *lo ignora* la prossima recensitrice è claws_Jo, a cui dico subito di non preoccuparsi per non aver recensito lo scorso capitolo, anzi, grazie tantissimo per i complimenti che mi hai fatto in questa recensione! Stranamente mi è abbastanza facile (intendo… spontaneo, credo) descrivere Cina. Non ho mai capito bene perché, sarà uno dei tanti aspetti della mia schizofrenia, suppongo.

Lituania: Grazie della cioccolata. *commosso*

Estonia: ma non è una sostenitrice della RussiaxCina?

Lituania: *gli va di traverso la cioccolata*

Lettonia: però dice che q-questa fanfiction la sta portando a voler bene anche a-alla RussiaxLituania.

Yusaki: sì, e questo elemento e tutto quel che hai scritto, claws, è stato per me un complimento non sai quanto grande. Davvero, è una gratificazione immensa. Ora, che l’ho detto posso svenire in pace, i complimenti così mi emozionano sempre troppo!

Tutte-le-nazioni: però noi non vogliamo la Seconda Guerra Mondiale!

Yusaki: Su, su, calmatevi, guardate piuttosto che bella cassa di alcolici ci è stata offerta!

Estonia: adesso c’è NekoRika.

Russia: è normale che non ti sia accorta che l’autrice aveva aggiornato, di solito ci mette secoli. *sorrisone*

Yusaki: NekoRika devo darti una brutta notizia…

Lituania: ho un mal di stomaco che promette guai.

Yusaki: …Cina sarà nei paraggi ancora per un bel po’.

Lituania: ecco. Potrei fare il veggente: colui che vedeva il futuro nei mal di stomaco.

Yusaki: Comprendo la tua sofferenza, io scrivendo mi sento spesso orribile sapendo che sto facendo del male a questi due personaggi che amo tanto. Soprattutto nei capitoli che verranno, pensandoli mi sono ritrovata spesso a non voler affatto scriverli, a desiderare saltare alcune cose o ignorarle perché non voglio che accadano… purtroppo la fanfiction è venuta così, con tutto il buio e i problemi che penso questa coppia abbia avuto nella storia. BHUAAAAH, IN FUTURO NON ODIATEMI!ç__ç

Estonia: si è depressa anche l’autrice.

Polonia: cerca tipo di non piangere nel cioccolato che stai preparando.

Yusaki: sigh, comunque, la cosa positiva è che in questo capitolo effettivamente Cina c’era di meno. Beh, grazie davvero tanto per la tua recensione! Qualcun altro vuol dire qualcosa a NekoRika?

Russia: Sì, io: anche tu hai un nuovo avatar molto carino.

Yusaki: Capita, è vero, complimenti! Anche io dovrei mettere un’immagine prima o poi, ma non so quale, vabbè. Ok, adesso continuiamo con… Triadine! Che mi ha dato una bellissima idea per una fanfiction con Russia-san e Lituania felici fra bellissimi girasoli dorati! La scriverò!

Russia-Lituania: *Speranzosi* Davvero?

Yusaki: No.

Russia: KOLKOLKOLKOLKOLKOLKOLKOL.

Yusaki: ç__ç scusate, la scriverei anche, ma ne ho troppe in corso… e poi non sono sicura che vuoi vestirti da cameriera, in rosa per di più.

Russia: ecco, questo non lo avevi detto.

Yusaki: ad ogni modo, Triadine non sei affatto monotona! I complimenti fanno sempre piacere, e poi anche io non so mai come ringraziarvi… quindi semmai quella monotona sono io, ma ti assicuro i miei “grazie” sono sinceri! Sono veramente grata a voi recensitori per i vostri pareri e commenti!

Lituania: Emh, comunque, forse sarebbe utile ma non voglio una botta in testa.

Polonia: e cioè, questa recensitrice mi piace, mi vuole bene.

Yusaki: Grazie della recensione! E ora, e ora… KawaiiSai, con cui mi scuso per non aver avvertito del nuovo capitolo. Io mi scordo, di solito quando posto sono molto agitata… oooh, anche tu mi fai i complimenti per come descrivo Cina…

Cina: in effetti è una cosa strana aru.

Yusaki: uno dei misteri della scienza moderna, già. Stiamo lavorando per risolvere il mistero! Però sono contentissima se riesco a rendere bene come lo vede Lituania. Cerco davvero di provare a sentire cosa prova, che emozioni può avere mentre lo vede vicino a Russia-san… perché, beh, penso che un po’ quello che si prova verso qualcuno ce lo faccia vedere in un modo piuttosto che in un altro.

Lituania: hai detto una cosa molto profonda.

Polonia: non ho capito tipo niente.

Yusaki: E anche io mi sento male! Più continuo, sapendo che accadranno cose non belle, più mi sento male! E… ecco… spero di non deludere sulle qualità dei miei capitoli… spero di migliorarmi sia nella velocità sia nella qualità… Grazie della recensione!

Russia: Possiamo avere la cioccolata adesso?

Yusaki: Naturalmente, è quasi pronta! E tu Lituania ne hai preparata un po’ esclusivamente per Russia-san?

Lituania: *avvampando* EH?! Ma… ma…. io non sono una ragazza…!

Yusaki: detto da uno che si è vestito da cameriera per metà della sua vita fa un po’ ridere. Fila a preparare il cioccolato!

 

Yusaki: cioccolato a tutti! O qualsiasi altro dolce che preferite, per commemorare l’affetto in generale. Un giorno qualunque per ricordare che è bello voler bere… ma mi raccomando, assicuratevi che il cioccolato non sia troppo alcolico, o che non venga dall’Inghilterra.

Inghilterra: Hai detto qualcosa?

Yusaki: Certo che no. Vuoi un cioccolatino?

 

Io vorrei che questa giornata e le prossime fossero molto felici, ma devo ammettere di essere un po’ preoccupata per i capitoli che devo scrivere. Sono molto affezionata a questa storia, così come è, anche se in certi momenti mi dico “Come faccio a fare questa cosa, o quest’altra? Non voglio”. Mi auguro di riuscire sempre a farcela, senza far calare il vostro entusiasmo nella storia, spero.

La Seconda Guerra Mondiale è scoppiata, e sta pian piano schierando le forze, costringendo alcuni ad alleanze e altri alla lontananza. Facendo vacillare i sentimenti. Spero di riuscire ancora a mantenere il ritmo nel postare i capitoli, ma il prossimo è complesso, quindi sarò sincera: forse ci metterò di più, ma voglio renderlo bene. Recensite, e al prossimo capitolo!

 

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Capitolo 18
*** Biel e Jaune ***


 

Biel: Bianco (in Polacco).

Jaune: Giallo (in Francese).

 

Come previsto ci ho messo un bel po’. Perdonatemi per questo capitolo…

Del girasole non è rimasta che una manciata di petali, deboli luci in un silenzio innevato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Svezia sedeva immobile, preoccupato, i pugni rigidamente tenuti serrati e l’espressione, di solito sempre involontariamente truce, divenuta solo e mortalmente seria. Si guardò attorno, muovendo solo gli occhi, e la scarsa luce di quella sua stanza spartana gli mostrò come anche il volto di Norvegia fosse molto pallido. Seppur fisicamente differenti i due nordici erano in quel momento estremamente simili nella tensione che contraeva le loro facce.

Il più grande dei due, Svezia, sapeva di non poter fare niente per Finlandia… anche se gli voleva bene, doveva aspettare, poteva solo aspettare.

Poi Finlandia arrivò, stanco e con i capelli buffamente ghiacciati dalla neve e dall’acqua. << Ho firmato la Pace di Mosca >> disse solo, e Svezia fu sicuro che ne fosse sollevato e infelice al tempo stesso. Adesso erano in tre, in quella stanza, ad attendere il procedere della guerra.

Poi arrivò loro la notizia, da un giovane che aveva aperto la porta con affannata irruenza.

<< Danimarca è stato sconfitto da Germania! >>

Gridò, con quel poco fiato che gli rimaneva.

Norvegia si alzò, andando verso quella stessa porta e superando il loro messaggero.

<< Dove vai? >> domandò Finlandia, preoccupato.

Norvegia si volse appena: << A difendere la mia neutralità >>.

Ma neanche lui ce l’avrebbe fatta. I tedeschi avanzavano, e sembrava nessuno fosse ancora in grado di fermarli.

 

Lituania aveva visto Russia tornare piuttosto malconcio dalla Guerra d’Inverno. Era più qualcosa di psicologico che di fisico, anche se aveva firmato una pace che gli aveva portato dei vantaggi. Non era rientrato in casa, ma aveva raggiunto i baltici e le truppe sovietiche al margine di un bosco, dove la neve non aveva neppure accennato a sciogliersi. Si era disposto accanto a loro, avendo così una perfetta visuale degli uomini fermi in piedi di fronte a loro. Toris non aveva osato guardarlo in viso, terrorizzato ma al contempo rapito dagli sguardi di quegli uomini, vestiti da abiti sfatti, e sporchi, feriti, impauriti quanto lui e incerti su quel che stava per succedere. Alcuni di loro guardavano i soldati sovietici, che gli circondavano tagliando così ogni via di fuga.

Un ufficiale scattò sull’attenti davanti a Russia e pronunciò parole nella loro lingua, qualcosa da cui Toris capì che quegli uomini erano cittadini polacchi.

C’era fra quei prigionieri polacchi un ragazzo particolarmente giovane. I suoi occhi erano scuri, ma aveva i capelli biondi, crini straordinariamente in ordine ed incredibilmente belli; quel ragazzo non si era accorto che Lituania lo stava osservando, guardava invece, come molti degli altri, le truppe russe tutt’attorno a loro.

<< Campi di prigionia… >>

Toris colse quelle altre parole, ma sentì Russia sbottare in un secco diniego. Confuso il lituano spostò gli occhi su di lui, proprio come improvvisamente fecero tutti mentre il russo avanzava, ponendosi di fronte ai prigionieri.

Russia aveva del sangue sulla faccia, forse sangue finlandese, ma l’impulso di Toris di pulire quelle tracce rosse si dissolse sul nascere alla vista dello sguardo di Ivan, un vuoto che si rifletté nel modo in cui tirò su un braccio, puntando senza incertezze una pistola contro il primo polacco che si trovò davanti.

Sparò.

La forza del suono stordì Lituania, inceppandogli i pensieri. Nessun uccello si levò in volo a quel rumore, nessuno si mosse, non una delle creature in quel luogo parve rendersi conto che la neve aveva appena accolto il corpo di un civile polacco.

Un gemito di cieca paura lasciò infine la gola di uno degli uomini, proprio il biondo ragazzo che Lituania aveva notato. Assomiglia a Polonia, ecco perché quei capelli gli erano parsi familiari.

Così, a freddo, un ordine e una solfa di spari. Poi il ragazzo era morto, e gli occhi scuri che guardavano fisso il cielo parvero verdi al baltico.

Russia dovette afferrarlo per un braccio e trascinarlo via, perché Toris non sembrava riuscire più a sentire e capire niente di quel che aveva attorno. Ivan si accorse che il lituano non piangeva neppure, e che quello non era un buon segno; fu con appena un velo in più di tenerezza che lo mise sotto le coperte, una volta a casa, lasciando che dormisse quanto voleva.

C’era stato qualcosa di talmente inumano in quel che aveva visto che Toris, una volta sveglio, non riuscì a ricordare.

 

Furono sette mesi di incredibile calma. Buffo, la gente moriva, i paesi venivano conquistati e maltrattati, ma su tutto regnava una quiete che impigriva, rallentava, i movimenti delle nazioni. Buffo, esatto, Guerra buffa, guerra strana, l’aveva sentita chiamare Lituania.

<< Fall Gelb… il Caso Giallo è iniziato… >> fu il secco messaggio che in maggio fu recapitato a Russia.

Guerra buffa, Guerra strana, Guerra finta, Guerra del crepuscolo la cui notte giunse solo con quell’attacco tedesco alla Francia.

<< Sono rimasti sorpresi! >> con un intonazione felice Russia commentò lo sconvolgimento degli Alleati per quell’attacco improvviso. In realtà sembrava sforzarsi di essere interessato a quel che la Germania stava facendo, ma seguiva l’attacco alla Francia con una certa tranquillità.

<< Germania ce la farà? >> chiederlo gli lasciava l’amaro in bocca, ma Lituania sapeva che erano alleati, anche se il tedesco aveva fatto a pezzi il suo amico Polonia. E Russia aveva collaborato a quella nuova spartizione, non poteva non ricordarlo, anche se ributtò giù quella consapevolezza.

Ivan era affondato in un grande divano, la stoffa beige si mescolava a quella del suo cappotto. Il russo non invitò l’altro a sedersi accanto a lui, e Toris gliene fu silenziosamente grato. Tendeva a rabbrividire più spesso quando per caso si sfioravano, alla sua mente tornava l’immagine di occhi fissi nella morte, il ritratto di uno sparo privo di ripensamenti.

Il russo sembrava studiarlo. << Non mi sono alleato con qualcuno di debole >>, rispose cautamente Russia, l’ombra di un sorriso di scherno che gli arricciava le labbra. << Anche se sinceramente non mi importa di quel che fa, adesso >>.

Sì, lo stava studiando, se ne accorse un Lituania piuttosto a disagio. Una volta tratte le silenziose conclusioni della reticenza dell’altro Russia gli tese pigramente una mano.

<< Mi fai compagnia, Lituania? >> sillabe sornione lo solleticarono da lontano. Così lontano, anche se era solo a due passi dal divano.

Lituania inclinò il volto, in modo che Russia rimanesse al limite del suo campo visivo, e rimase in silenzio. Fingere di non aver sentito non sarebbe servito a niente, ma una parte di lui sperava che il russo l’avrebbe lasciato in pace. Si stavano imbarcando in una guerra preoccupantemente ampia, quello non era il momento per i capricci, una frase che il baltico ricordò con una punta di amarezza. Mista a una grande dose di preoccupazione.

<< Ho freddo >>, insistette Russia, << siediti accanto a me >>.

Combatté quella richiesta per qualche istante ancora, poi, evitando il suo sguardo, avanzò e si sedette rigidamente sul divano avendo cura di non avvicinare troppo il corpo a quello dell’altro. Ivan lasciò ricadere la mano, osservandolo di nuovo con intensità.

<< Hai mal di stomaco? >> affermò Russia, pacato, protendendosi verso di lui. Avrebbe sentito avvicinarsi il calore del grande corpo russo anche senza vederlo; come sembrò percepire la mano guantata che andò ad accarezzargli una guancia.

<< Lituania… parla >>.

Toris riconobbe la sfumatura di pericolosa impazienza nelle parole del russo, e sentì il cuore battere più forte, di paura. No, non gli avrebbe fatto del male, lo sapeva con la fiducia che aveva pian piano costruito dentro di lui… ma era spaventato, perché non voleva essere toccato, e aveva il terrore che quella ritrosia trasparisse nel tremare della sua voce.

<< Ho… >> maledizione, la sua voce si era davvero incrinata, << …mal di stomaco >>, confermò. Le carezze sul suo volto si fecero più forti, i polpastrelli della nazione più grande premevano sulla pelle per attirare la sua attenzione.

<< Non mi piace quando ti comporti così. Lo sai, vero, Toris? >>

Forse fu quell’intonazione che aveva usato nel suo nome che lo fece scattare, ma senza pensare alle conseguenze Toris scacciò la mano di Ivan con la propria.

Al gesto seguì un attimo di silenzio, sorpreso da parte di entrambi.

Il russo non fece niente solo perché era stanco, per le battaglie e per le notizie che si susseguivano. Era stanco, e non voleva perdere il controllo e fargli del male rischiando così di mandare in pezzi in un secondo tutta la loro storia passata. Tutte le promesse. Ricominciare da capo, con il dolore che ne sarebbe seguito, era l’ultima cosa che voleva al momento.

Tuttavia non poteva negare quel senso di impazienza e seccatura che si era fatto nuovamente strada dentro di lui.

Un bussare alla porta interruppe il momento pesante.

<< Signor Russia? >> la voce esitante di Estonia si fece largo nella stanza, mentre apriva la porta. << La prossima riunione è stata anticipata. Sarà domani mattina. >>

Quando Russia gli rivolse uno dei suoi sorrisi più cattivi Estonia si rese conto che forse era il caso di sparire alla svelta. Anzi, ora che ci pensava (e si ritrovò piuttosto in imbarazzo nel pensarlo) visto che era insieme a Lituania forse era stata una cattiva idea anche solo interromperli. Qualsiasi cosa stessero facendo, ma non ci voleva riflettere più approfonditamente, così richiuse frettolosamente la porta e se ne andò, non cogliendo l’occhiata di Toris, che sembrava chiedere disperatamente aiuto.

Russia non disse nient’altro, comunque. Si poggiò indietro sul divanetto e chiuse gli occhi.

Vorrei tanto abbracciarti, e baciarti, e… Lituania strinse le labbra, arrossendo per i suoi pensieri. Era come se gli facesse molto male il petto, perché anche se voleva stargli vicino non ci riusciva. I sensi di colpa verso Polonia, verso Estonia e Lettonia, e verso la sua stessa terra… troppe cose gli legavano i movimenti.

Toris si alzò.

<< Vado a preparare i documenti per la riunione >>, era una scusa bella e buona, ma Ivan continuò a stare zitto. Così Toris lasciò la stanza.

Si rincontrarono la mattina successiva, quando lo seguì nella sala dove America, Inghilterra e Cina li attendevano.

Non avrebbe potuto essere più nervoso. Toris si sentiva come un piccolo animaletto costretto in una gabbia di fiere rabbiose, che si squadravano l’un con l’altro quando pensavano di non essere viste e l’aria, oh, l’aria, era così satura di imprecazioni trattenute da essere diventata insopportabilmente densa.

Gli si riproponeva continuamente la sensazione di non essersi mai alzato dal divano, la sera prima, perché quella freddezza tesa che aveva provato accanto a Russia somigliava molto alla facciata di diplomazia che gli stati stavano dimostrando. Diplomazia, necessaria ma tradita dallo scattare nervoso delle penne tra le dita, da qualche sbuffo, da molte occhiatacce, anche se tutti sembravano sforzarsi di mantenere più contegno del solito. Gli avvenimenti ostili avevano scoraggiato qualsiasi gioco infantile.

Quel che Toris aveva notato in ritardo, ma di cui Russia si era accorto subito, era la netta divisione fra le forze in gioco. Se America si stava tenendo stranamente più silenzioso, intervenendo meno, era pur vero che Inghilterra stava cercando di instaurare un dialogo con quella sua ex colonia. Il posto occupato di solito da Francia era vuoto, quella sedia lasciata a sé stessa marcava il confine tra America e Inghilterra e Russia e Cina, isolando gli ultimi due dalla discussione.

In verità avevano tentato di partecipare, ma presto Russia aveva capito che meno diceva più a lungo avrebbe mantenuto buoni sia Inghilterra che Germania. Già, Germania ovviamente non c’era, e non doveva saperne nulla.

 

Parlavano. Russia e Cina sembravano a miglia di distanza dalle altre due nazioni al tavolo; si erano un po’ spostati e si rivolgevano di nuovo esclusivamente l’uno all’altro.

Cina gli stava spiegando come andava nella sua nazione; appariva chiaro come trascurasse alcuni dettagli, forse importanti, ma Ivan non gli mise pressione, ascoltandolo con pazienza. Yao si agitava un po’ nel raccontare, e ne aveva tutti i motivi.

Ah, c’era anche Lituania con loro… non aveva peso, ovviamente, ma c’era, Ivan ne era consapevole e gli aveva chiesto di passargli alcuni documenti; gli parlava, quando Cina rispondeva a domande di qualcun altro,  donandogli qualche attenzione sebbene provasse ancora un certo fastidio per il modo in cui era stato respinto la sera prima.

Poi Cina tornò a rivolgersi a lui, e sostenne il suo sguardo mentre finiva di spiegargli la loro strategia per resistere a Giappone. Yao si morse per un attimo un labbro, nel riprendere fiato. L’aveva fatto così, per un rinnovato nervosismo, perché era preso dal racconto. Perché rammentava nel vivo quegli accadimenti, ma erano tutte ipotesi.

La cosa importante era il modo in cui quei denti erano affondati per un attimo nella pelle sensibile, arrossandola.

E Russia dimenticò i documenti, e dimenticò chi gli stava tenendo in ordine. Dimenticò chi aveva portato con lui in quella riunione, la persona, il sottoposto, di cui solo poche settimane prima aveva sofferto tanto la mancanza.

<< Anche se la battaglia di Shangai ti ha tolto le tue truppe migliori hai sempre le mie armi. Posso aiutarti ancora. >>.

<< Lo faresti, aru? >> Cina aveva rilasciato il labbro. Il segno più rosso era ancora lì.

Russia sorrise, un’aura di pericolo parve attorniarlo: << Faccio ciò che mi va, e ciò che mi conviene >>.

Vide in Cina la tentazione di scappare, uno sfuggirgli che acuì il suo istinto di inseguirlo. Yao in quegli anni  aveva avuto nessun altro di così vicino, con cui allearsi. C’era solo Russia, che lo scrutava per cercare di dirgli che al momento non gli interessava nient’altro.

La notte di quello stesso giorno Russia pretese con sé Lituania senza tanti complimenti.

Toris, per fortuna, non si chiese a chi stesse pensando Ivan mentre arricciava tra le dita i suoi capelli, manipolandoli in modo solo a tratti gentile. Il baltico si limitò a dargli la schiena, rannicchiandosi un po’ e mantenendo ancora quella certa distanza.

Ebbe di nuovo gli incubi, di nuovo si alzò dal letto già col mal di stomaco.

Il suo malessere durò per una settimana intera, tanto da fargli pensare che forse si stava ammalando. Ma non poteva permettersi di essere fuori gioco quando i meeting si susseguivano a distanza tanto ravvicinata, quando Olanda e Belgio avevano dovuto arrendersi all’offensiva tedesca e Francia, ormai sull’orlo del crollo, si era lasciato strappare via Parigi.

A fatica, di nuovo, una decina di giorni più tardi affrontava l’ennesimo incontro di nazioni molto sottopressione e molto più forti di lui.

 

Il corridoio era immenso, di una tale maestosità, nonostante fosse solo un corridoio, che Lituania avrebbe ricordato a lungo come ogni passo sembrasse durare molto più del dovuto. Era un lento rimbombare di suoni, un eco del suo stesso camminare che lo mise a disagio; nonostante i soffitti alti e le pareti distanti il baltico si sentì in trappola, obbligato a seguire quel tappeto rosso scuro che si stendeva dritto davanti a lui.

Avrebbe ricordato a lungo quella sensazione. Non si era mai reso conto di quanto il corridoio che portava alla sala riunioni fosse così soffocante se lo si percorreva da soli.

Russia si sarebbe arrabbiato se avesse saputo che aveva dimenticato in sala alcuni documenti. Sì, si sarebbe arrabbiato, e mentre lo pensava una sorta di gelido sudore gli si era insinuato sotto la maglia. Fogli, fogli importanti…

Una persona importante era rimasta in quella stanza, anche se Toris non lo sapeva. Non si era accorto che Russia era rimasto indietro, nel suo cercare di stargli un po’ lontano per non rimarcare la follia della guerra, non vi aveva fatto caso respingendo la sua presenza in un angolo della mente, sicuramente pensando che una volta a casa avrebbe potuto abbracciarlo ed essere un po’ più dolce. Vedere il russo sorridere, forse. Non ci riusciva mai davvero durante quelle interminabili discussioni con nazioni tanto arrabbiate.

Non sentì niente quando afferrò la maniglia di quella porta, non registrò nemmeno quanto era fredda… un dettaglio insignificante, che si dimentica nello stesso istante in cui lo si prova… non presagì che lui era così vicino, mentre apriva la porta con un gesto fatto tante, e tante volte.

Un corpo era sdraiato sul lungo tavolo, il legno che premeva sulle gambe coperte di tessuto chiaro; fu quel corpo la prima cosa che vide, il vestito rosso diverso dal solito che col suo colore catturava. E l’elastico, l’elastico si fermò nella sua mente in una fotografia crudele, spezzato, abbandonato senza cura in un punto vicino del tavolo; un oggettino inutile per quei neri capelli sciolti in cui delle ben conosciute dita erano affondate.

Fu da quelle dita che capì, mentre ogni cellula del suo corpo pareva gelare seguì la stretta della mano nuda che in molte notti aveva sfiorato il suo viso; una mano grande, forte, come ogni brano di pelle e vestiti che toccava il corpo del cinese.

Le loro labbra erano state unite appena per una manciata di istanti, il tempo di sentire la porta aprirsi, ma Cina non si mosse da quella stretta di passione che reclinava il suo collo. Volse solo appena gli occhi, marroni e ambrati, confusi.

Al contrario di quelli di Russia, che non dicevano assolutamente niente di quel che stava pensando.

Qualcosa dentro il petto di Lituania lanciò un grido di dolore straziante e assordante che solo lui poteva udire, un urlo silenzioso che durò tutto il tempo in cui le sue iridi blu si scontrarono con quelle ametista del russo.

Mani lo laceravano dall’interno per ogni centimetro di quei corpi che si toccavano.

Ivan accennò quello che poteva essere un sorriso.

<< Esci >>

Un deja-vu, le stessa parole che aveva pronunciato tempo prima a Estonia e Lettonia, facendo allontanare il suono dei loro passi mentre, quella volta, lo baciava e carezzava con la felicità di chi ha ritrovato qualcosa di prezioso.

La memoria di quella sensazione, custodita con cura, sentiva starsi sgretolando in pezzi acuminati. Lituania chiuse la porta, sorprendendosi di aver avuto la forza di farlo. Ricordava il suo sorriso, solo il suo sorriso, che senza pietà lo ricondusse chissà come attraverso il grande corridoio, dove crollò, senza una parola, schiacciato dalla sofferenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: l’inizio del capitolo è uno scorcio molto (molto, aiutatemi a dire molto) riassuntivo della Guerra d’Inverno. La Guerra d’Inverno ebbe inizio il 30 novembre 1939 con l’attacco della Russia alla Finlandia. Quest’offensiva fu mal vista da quasi tutte le nazioni, e per la stessa Unione Sovietica fu un conflitto estenuante che portò alla perdita di numerosi uomini.

La Guerra d’Inverno ebbe fine nel 1940, quando il 12 marzo di quell’anno veniva firmata la Pace di Mosca con la quale la Russia otteneva alcuni territori finlandesi.

Quanto agli accenni a Danimarca a Norvegia si riferiscono rispettivamente all’Operazione Weserübung (con la quale la Germania invaso la Danimarca, occupandola in un solo giorno in quanto le difese danesi erano state pressoché nulle) e la Campagna Norvegese (sempre ad opera della Germania, la Norvegia dimostrò una tenace resistenza nel tentativo di mantenersi neutrale… ma fallì e cadde in mani tedesche.)

Svezia fu l’unico a riuscire nel restare neutrale.

 

2) Il Massacro di Katyn fu l’uccisione non solo di soldati, ma anche di civili polacchi, effettuata su ordine di Stalin. Nella fattispecie gli uomini la cui eliminazione è raccontata nel capitolo sono quelli del campo di prigionia di Kozielsk, proprio perché la loro morte nella Foresta di Katyn da’ il nome all’intero massacro. In realtà le uccisioni non avvennero come ho descritto, la realtà fu così: “Inizialmente venivano verificati i dati anagrafici del condannato, poi questi veniva ammanettato e portato in una cella isolata. Dopo essere stato fatto entrare nella cella, veniva immediatamente ucciso con un colpo alla nuca. Il colpo di pistola veniva mascherato tramite l'azionamento di macchine rumorose (probabilmente ventilatori). Il corpo veniva quindi trasferito all'aperto passando da una porta posteriore e poi veniva caricato su uno dei sei camion appositamente predisposti per il trasporto. A questo punto toccava alla vittima seguente.(Wikipedia)”. Mi sono presa una licenza poetica ambientando la scena in modo un po’ diverso e all’aperto.

 

3) Dopo la campagna di Polonia iniziò la Guerra Finta. Questa guerra assunse molteplici nomi nei diversi stati, venne chiamata infatti: Guerra Buffa, Guerra Strana, Guerra del Crepuscolo, Guerra Comica, Guerra Noiosa. Il motivo di appellativi tanto insoliti fu dovuto alla stasi che il conflitto aveva assunto, con un relativo rallentamento delle operazioni militari.

 

4)  Fall Gelb è il nome in codice della Campagna di Francia che mise fine al periodo della Guerra Finta. Dopo aver attaccato il Belgio e i Paesi bassi la Germania era arrivata in Francia, dove aveva incontrato una resistenza piuttosto scarsa. Il 14 giugno 1940 la Germania aveva occupato Parigi e il 22 giugno Hitler umiliava la Francia costringendola a firmare l’armistizio nello stesso luogo, e nelle stesse modalità, con cui la Germania aveva firmato quello della Prima Guerra Mondiale.

Il titolo di questo capitolo è tratto proprio dal “colore” con cui la Campagna di Francia era contrassegnata. Il “bianco” si riferisce invece al “Piano Bianco” ovvero la Campagna di Polonia che diede inizio alla guerra.

 

5) “Germania ovviamente non c’era, e non doveva saperne nulla” qui Russia si riferisce al fatto che i suoi rapporti con Germania si stanno già sgretolando. Al contempo, in quel periodo, gli alleati tentavano un avvicinamento diplomatico all’Unione Sovietica.

 

6) La Battaglia di Shangai… ma vi interessa della battaglia di Shangai? Cioè, si tratta di Cina, non potrei saltare? … ho l’impressione di star delirando. Riprendiamo. La Battaglia di Shangai fu una delle battaglie che si svolse durante la Seconda guerra Sino-Giapponese (il conflitto che durante la seconda Guerra Mondiale vide combattere l’uno contro l’altro Giappone e Cina).

Fu un periodo particolarmente difficile per la Cina, che ebbe tuttavia aiuto e sostegno (di armi e approvvigionamenti) da parte della Russia. Anche la Germania sostenne Cina, prima che la guerra assorbisse tutte le sue energie. L’Unione Sovietica comunque fu più vicina alla Cina degli altri… basta, non fatemi dire altro.

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natalia, del tremante Raivis, e Eduard, e… degli Alleati in generale, con probabili incursioni dell’Asse…)----

 

*Vuoto, silenzio, atmosfera da landa desolata dove regna l’oscurità*

*Silenzio che si protrae*

Estonia: per interrompere questo delirio tutt’altro che allegro… dove sono finiti tutti? Soprattutto l’autrice, che dovrebbero dirigere quest’angolo?

Bielorussia: l’autrice ha da qualche ora la testa immersa nel lavandino pieno d’acqua.

Estonia: Stai parlando!

Bielorussia: c’era tanto silenzio che ha scocciato anche me.

Lettonia: M-ma l’autrice non respirerà con la testa sott’acqua!

Estonia: ho il dubbio che il suo intento fosse proprio quello. Ma le altre nazioni, quelle un po’ più importanti di noi dove sono…?

Lettonia: m-mi sembra che R-Russia-san stesse inseguendo Lituania che voleva trasferirsi nel Sahara e lasciarsi morire di caldo e sete.

Estonia: ah. Forse dovevamo fermarli…

Lettonia: Per cosa? Tanto non si parleranno più per il resto della loro esistenza, e l’autrice è complice del disastro quindi ha fatto bene a sacrificare la sua vita all’acqua saponosa del lavandino.

*Aura oscura in avvicinamento*

Russia: Chi è che non parlerà più con chi? *sorriso spietato*

Lettonia: *ha la mano di Russia che gli sta schiacciando la testa* n-nessuno! N-nessunoooo!

Russia: *Se ne va di pessimo umore*

Estonia: Ma ora che facciamo? Abbiamo bisogno di aiuto per rispondere alle recens…

America: Avete bisogno di aiuto? L’EROE QUI PRESENTE VI SALVERÀ!

Inghilterra: stupido americano, non c’è nessuno da salvare, devono solo rispondere a qualche recensione!

America: Allora comincio subito.

Tutti: chi ha detto che devi farlo tu?!

America: Abbiamo qui la recensione di claws  che sta consumando fazzoletti per… per cosa?

Inghilterra: Per la storia deficiente! Ma non sai neppure questo?!

America: Quale storia? *gli viene passato l’ultimo capitolo della fanfiction e lo legge*

*Qualche minuto dopo*

America: *Piangendo* Non ci ho capito molto, ma mi dispiace per Lituania! T__T

Inghilterra: Lasciamo stare, continuo io. In effetti sono passati mesi dall’ultimo capitolo, più di un mese sicuramente.

Polonia: Sono tipo felice che sei dalla mia parte claws.

Lettonia: m-ma dov’eri finito?

Polonia: stavo tipo cercando di capire perché Lituania stesse cercando di buttare un phon acceso nel lavandino dell’autrice, ma Russia mi ha scacciato via!

Francia: anche Cina dovrebbe ringraziare per il sostegno questa gentile recensitrice.

Estonia: penso che Cina sia stato o triturato e fritto o bandito per l’eternità dal sistema solare, quindi non credo lo rivedremo presto.

Polonia: comunque tipo grazie a te claws per leggere e commentare i capitoli di quella strana persona, cioè, della tipo autrice.

America: *asciugandosi gli occhi* La prossima è Konoha_Hellsing_94, che ha portato i biscotti al cioccolato per me sapendo che piangere mi avrebbe fatto venire fame! *Si ingozza dei biscotti*

Polonia: Tipo ne voglio anche io!

Tutti: MOLLA I BISCOTTI!!! *Si scatenò così una piccola guerra per i biscotti*

Lettonia: *Che è riuscito a scroccare un paio di dolcetti* anche casa dell’autrice è cosparsa si pezzetti d-di pupazzetti di C-cina fatti a pezzi.

Bielorussia: O forse erano proprio pezzetti del vero Cina. *affila coltelli*

Polonia: *masticando i biscottini* certo che tipo… siamo già al capitolo 18!

Estonia: Credo sia la fanfiction più lunga di quest’autrice. Ah… emh… c’è un post scriptum in cui verrebbe richiesto un bacio in diretta fra Russia e Lituania…

Russia: *tornato trascinandosi dietro Lituania* un bacio di riappacificazione ci può stare… dopotutto mi perdoni, vero Lituania-chan?

Lituania: *secco* No.  

Italia: Veee, offrite qualche biscotto anche a me!

Estonia: Giusto in tempo Italia! ^^’ Si stava creando un brutto clima. Rispondi tu alla prossima recensione!

Italia: Va bene! NekoRika Grazie dei complimenti al precedente capitolo…

Lituania: ma come purtroppo noterai, NekoRika, le cose non sono andate male. *risatina nervosa* Sono andate malissimo.

Italia: Ve, Lituania ma non dovevo rispondere io?

Lituania: e come ancora avrai notato non ci sono stati semplici accenni RoChu, c’è stato un autentico disastro! *Si mette a piangere anche lui*

Russia: credo di sentirmi a disagio. Andrò a picchiare con il rubinetto il cadavere dell’autrice.

Francia: Queste relazioni così passionali e piene di dolore! Lituania, io sono disponibile a consolarti e farti dimenticare quel bruto di Russ…*Viene abbattuto da una rubinettata*

Italia: Oooh, Francia Nii-san ha un brutto bernoccolo in testa! Che buffo. La prossima recensitrice è medinspower Ari. In questo capitolo ci sono stati altri accenni ai Nordici, proprio all’inizio! Ve, anche loro hanno avuto problemi durante la guerra.

Germania: Anche io avevo problemi, qualcuno continuava ad usare le scorte d’acqua per cuocere la pasta.

Estonia: io avevo capito che fra Russia e Lituania… però potevano evitare di… davanti a noi…

Francia: suvvia, si sono solo baciati!

Italia: Germania! Germania! Anche io voglio andare in giro sugli sci come i soldati finlandesi!

Germania: Non puoi andare in giro con gli sci così a caso! Smettetela di dire sciocchezze e continuate a fare il vostro dovere rispondendo alle recensioni.

Polonia: tipo adesso c’è Triadine. Che mi adora e mi ha anche abbracciato, quindi tipo è proprio una brava persona!

*Intanto passa in volo un rubinetto lanciato verso la recensitrice*

Lettonia: R-Russia-san non è proprio per niente di buon umore oggi. Probabilmente perché Lituania lo odierà a vita.

Estonia: Lettonia se continui a dire queste cose rischi di ricevere la prossima rubinettata!é__è’’

Italia: Triadine dice che vorrebbe dedicarle una fanfiction.

Polonia: potrebbe tipo essere un’idea carina per tirare l’autrice su di morale! Andiamo a riferirglielo!

Estonia: emh, mi dispiace deludervi ragazzi ma l’autrice è morta, proprio morta, quindi dubito che possa rispondervi… però penso anche io che sverrebbe dalla gioia se gli venisse dedicata una fanfiction.

Polonia: o anche se tipo ricevesse Prussia nella marmellata.

Lettonia: credo preferisca solo la marmellata. Alle pesche. Comunque come fanfiction per gli OC dovrebbe pensarci, altrimenti le piacerebbe una RussiaxLituania…

Tutti: non l’avremmo mai detto, eh?

Estonia: penso che al momento le andrebbe bene qualsiasi coppia tranne *abbassa la voce* la RussiaxCina. Dopotutto è il pensiero che conta.

Italia: ringraziamo ancora Triadine e rispondiamo ora a miristar. Ve, possiamo sperare in una RussiaxFinlandia…?

*Occhiata glaciale da Svezia, che passava di lì. Italia sventola una bandiera bianca, terrorizzato*

Inghilterra: ho il sospetto che fosse un “no”. *Sarcastico*

Polonia: visto che Cina è tipo stato… come esiliato, tipo, non potrai tirargli alcuna sedia.

Inghilterra: però se provi lo stesso a picchiarlo non ce ne avremo a male.

Germania: Non ho ben capito perché ho un fucile puntato contro. Non c’è disciplina tra queste recensitrici!

Francia: su questa recensione voglio dire qualcosa anche io: sono favorevole ad inserire più scene di sesso!

Lituania: Possibilmente non fra le persone sbagliate.

America: Liris mi ha offerto una torta!

Tutti: Ma non l’ha offerta a te!

Estonia: Rispondiamo alla recensione di Liris. In effetti ti possiamo confermare che ha preso a testate il muro… sul serio.

Polonia: però fa tipo spesso queste cose strane, quindi non c’è da preoccuparsi.

Inghilterra: bah, comunque visto il clima di questa stanza era meglio se questo capitolo non arrivava davvero.

Francia: non è che stanno tutti così male perché gli hai offerto tu qualcosa da mangiare?

*Francia e Inghilterra cominciano ad azzuffarsi*

Giappone: l’autrice, esattamente in questo momento, si sta chiedendo se avrà davvero il coraggio di postare il capitolo.

Estonia: e questa informazione di servizio a cosa serviva?

Giappone: non saprei, ma è in ansia quindi forse stava cercando di darsi forza da sola.

Italia: Liris grazie della torta e dei complimenti alla storia!

Lituania: e del sostegno. Sigh.

Polonia: io tipo so perché iniziare dall’alba ha colpito tanto KawaiiSai!

Francia: Perché l’alba è un momento romantico?

America: gnam gnam… perché si fa colazione?

Italia: perché all’alba è ancora presto e si può rimettersi a dormire?

Polonia: ma no! Cioè, è perché l’alba è tipo l’inizio della giornata, è come una metafora dell’inizio della storia!

Estonia: *spezza lo stupore generale* un attimo, Polonia non può aver detto una cosa così intelligente.

Inghilterra: credo sia il segno che la sanità mentale dell’autrice è ormai del tutto distrutta. Ma KawaiiSai non ha cenato? Le vado a preparare qualcosa!

Tutti: O__O KawaiiSai scappa finché sei in tempo!

Italia: l’ultima per oggi è Dragon Girl31.

America: mmmgnam ganmaamn gnam?

Polonia: Non ti capisco se parli mentre mangi…

America: ah, giusto… dicevo, ma Cina come ha fatto a non morire congelato? Se l’è chiesto anche la recensitrice.

Giappone: Cina è un essere millenario e immortale, nei suoi lunghi anni di vita ha imparato a sopportare caldo e freddo.

Italia: ve, secondo me l’autrice si è semplicemente dimenticata di precisare se aveva vestiti più pesanti!

Francia: rispondiamo piuttosto alla sua prima domanda: certo che io ricomparirò.

Lettonia: non ne sarei così certo…

Polonia: forse tipo ricompari, così a caso di sfuggita. Cioè, in questo capitolo hanno nominato la tua disfatta, ecco.

Francia: …

Estonia: E anche Finlandia è apparso, anche se non per molto.

Polonia: del mio soggiorno in Germania si saprà nei prossimi capitoli, tipo credo.

Yusaki: Io preferirei dei deliziosi cereali Cheerios.

*Tutti si voltano verso l’autrice*

Tutti: UN FANTASMAAAAAAAAAAAA!

Yusaki: Oh, andiamo, sono solo un po’ pallida e dimagrita e piena di lividi per i colpi di rubinetto, ma alla fine non potevo morire. Ho delle fanfiction da portare avanti… e non scappate! Non scappate…!

 

Grazie a tutti coloro che recensiscono. Come vedete sto assumendo un tono serio perché, beh, non ho provato davvero ad affogarmi nel lavandino ma scrivere questo capitolo mi ha comunque causato un grande dispiacere. Ho scritto questa fanfiction perché sono una fan della coppia RussiaxLituania, che è in assoluto la mia preferita nell’ambito di Hetalia; questa evoluzione della storia so che avrà lasciato l’amaro in bocca a molti di voi oltre che a me stessa, ma devo dirvi che queste scene RussiaxCina erano nate proprio con il nascere della storia, quindi sapevo che prima o poi mi sarei ritrovata a scriverle.

Ammetto che ho provato a saltare questo pezzo, volevo con tutto il cuore far andare meglio le cose… ma sarebbe stato un grosso sbaglio, perché purtroppo la fanfiction andava così e avrei irrimediabilmente rovinato tutto e tradito la storia stessa se non avessi inserto certe scene. Allo stesso modo posso assicurarvi che questa rimane una fanfiction RussiaxLituania, e che Cina è solo una fase, sì, non è eterno, prima o poi si toglierà dalle palle (sì, non sono state fine, ma quando ci vuole…!).

Bene, cioè, male, mi sono dilungata troppo su questi miei piccoli dispiaceri! Speriamo che anche i grandi dispiaceri, quelli che coinvolgono il mondo attuale (come il pericolo nucleare che c’è stato e c’è in Giappone) si sistemino al più presto.

 

Dopo questo discorsino vi introduco al prossimo capitolo che, sì, arriverà più velocemente, e, no, le cose non miglioreranno per niente ma anzi peggioreranno. Argh! Ora non vorrete più leggere e io rimarrò sola con le mie crisi di follia!ç__ç

Spero rimarrete con me, ora che Russia e Germania sono sul punto di rompere la loro alleanza e che Lituania soffre, desiderando di essere lontano dal suo vecchio padrone. E che succederebbe se il suo desiderio venisse inaspettatamente esaudito? Ivan resterà con Cina o lotterà ancora una volta per riavere Toris?

Recensite e… al prossimo capitolo.

 

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Capitolo 19
*** Abbandono ***


 

Alla fine dello scorso capitolo avevo dato anticipazioni un po’ troppo precoci. Lituania è stato appena portato via… anzi, non è esatto dire così. Ma lo leggerete in questo capitolo…

Mentre la neve cade silenziosa, il girasole cede al freddo e, in un istante, sembra morire.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il silenzio stillava in gocce dolorose. La pioggia era la sua clessidra, scivolando giù dalla grondaia scandiva il tempo che passava. Ogni goccia, ogni impietoso momento in più in cui lui non tornava.

Plic. Plic. Plic.

Non sapeva cosa desiderava, se restare lì e vedersi arrivare loro due dalla porta principale o se rifugiarsi in camera, stringendosi contro le coperte come a ricreare un abbraccio soffocante, e, insonne, essere costretto ad ascoltare i loro passi sulle scale, la porta della camera di Russia che si sarebbe poi chiusa, in lontananza, dietro di loro.

Non sapeva, insomma, se farsi sbattere la cosa in faccia o se percepirla di nascosto, rifugiato nel calore illusorio del suo letto.

Quel letto che alle volte era stato anche di Russia.

 Plic. Plic. Plic.

Un altro istante. Un altro istante. Un altro istante.

Era ormai arrivato quasi in cima alle scale; ci aveva messo un po’, ma aveva deciso di tornare nella sua stanza. Dopotutto era tardi, o almeno, fuori era già buio, dunque eccolo lì a trascinare stancamente le gambe al piano superiore.

Proprio in quel momento il portone principale si aprì.

Lituania sapeva perfettamente che le persone che lo avrebbero varcato era quelle a cui aveva pensato per tutto il pomeriggio, così si affrettò, il cuore in gola come se quei gradini fossero stati infiniti.

Ma l’aveva sentito: << Cina… >>, gli giunse quel nome, pronunciato dalla sua bocca, e mai un nome aveva fatto tanto male. Stavano forse parlando di chissà cosa e Russia aveva solo detto Cina, come poteva bastare a fargli ardere la gola di lacrime ricacciate indietro?

Si rispose da solo, mentre percorreva gli ultimi metri che lo separavano dalla camera. Era perché non erano due nazioni che parlavano, erano due amanti, e quel semplice nome trasudava di carezze non ancora espresse, di sguardi d’affetto e passione che di lì a poco avrebbero trovato ragione nei corpi.

Non ce la faceva a reggere tutto quello.

La porta fece troppo rumore quando la chiuse, ma Toris non vi fece caso; non si gettò sul letto ma si sedette per terra, appoggiandovi la schiena, proprio davanti alla grande finestra. Reclinò la testa, per impedire alle lacrime di cadere giù, limitandosi il campo visivo al solo cielo notturno buio e con già le prime stelle.

Quella non era solo una delusione d’amore, c’era molto di più, quel tradimento era giunto dopo tante cose che avevano passato assieme. Dopo la conquista, la rivoluzione, la Prima Guerra mondiale, la pace e l’allontanamento, la sua permanenza da America e il breve soggiorno da Germania; era giunto dopo l’aver detto che lo amava, e dio quelle parole verso la persona che l’aveva tanto ferito gli erano costate chissà quanto.

Tutta quella storia sembrava improvvisamente non contare più niente, cancellata da freghi rossi proprio come si fa con un errore su un foglio. Forse un giorno si sarebbero addirittura dimenticati tutto, avrebbero guardato quei segni e si sarebbero chiesti: “Ma cosa c’era scritto lì sotto?”.

Forse per Russia era già così.

Il pensiero di essere il solo a dare importanza a quei ricordi lo schiacciò, conducendolo ad un sonno agitato; nel dormire la testa del lituano si reclinò, e finalmente le lacrime scivolarono giù.

 

Una voce concitata… molto lontana… no, era il sogno che si stava allontanando. Il sonno, allentando la presa su di lui, gli ricordò gradualmente che stava sognando qualcosa di spiacevole, un incubo senza linee precise.

<< Lituania! L-Lituania! >> un suono reale, accanto al letto. << Lituania ti prego, svegliati! >>.

L’agitazione di Lettonia, e le sue mani che gli scuotevano un braccio, ridestarono Lituania. Il baltico più grande fece per alzarsi, ma nel muoversi un dolore lancinante gli trafisse i muscoli di schiena e gambe. Era rimasto tutta la notte a sedere per terra, che idiota… ricordando che era stato sul punto di piangere si passò rapido una manica sul viso, sia per scacciare il ricordo che per disperdere le ultime tracce di sonnolenza.

<< S-stai bene? >> ma non lo lasciò nemmeno rispondere, << Lituania è tardissimo, io ed Estonia pensavamo che fossi già in cucina a preparare la colazione… >>

La colazione.

Gli occhi di Lituania parvero farsi più grandi mentre incontrava quelli intimoriti del fratello.

<< R-Russia-san scenderà a m-momenti! >> il suo balbettare e tremare si fecero più accentuati, ma Toris non li aveva nemmeno notati per la fretta di correre giù. Arrancò per le scale, e grazie al cielo non aveva avuto bisogno di perdere tempo a vestirsi visto che la sera precedente era stato troppo impegnato a commiserarsi per infilarsi il pigiama. L’ultimo gradino lo tradì, e si ritrovò a battere una ginocchiata dolorosa sul pavimento; strinse i denti e si rialzò all’istante per fiondarsi in cucina dove Estonia lo accolse con un sussulto e un: << Finalmente! >>.

Anche Eduard pareva piuttosto nervoso. Gli lasciò subito il posto davanti ai fornelli, Lituania afferrò il manico della padella dando al contempo un’occhiata al resto della colazione che gli altri due baltici avevano iniziato a preparare.

<< Dov’è lo Tvorog? >> chiese nel mentre cominciava a ungere la padella con del burro.

<< Io l’ho… no, l’ho dimenticato. >> riuscì a trovarlo subito, depose il piatto sul tavolo, tornando al fianco di Lituania. << Va bene l’impasto? >>

<< Non l’ho assaggiato, mi fido di voi. Comunque non abbiamo più tempo >>, anche volendo non avrebbe avuto modo di rifarlo e, scaldata la pentola, cominciò subito a cuocere i bliny.

Con l’acciottolio dei piatti che venivano spostati o riposti non sentì l’avvicinarsi dei passi di due persone, ma i bliny, appena pronti, si resero complici del suo voltarsi giusto in tempo per l’arrivo del padrone di casa e del suo ospite.

<< Fate sempre colazioni così esagerate, aru? >> stava chiedendo Cina, che aveva adocchiato con stupore la spropositata quantità di calorie sul tavolo. Dopo che ebbe passato al setaccio con gli occhi le varie pietanze alzò lo sguardo sulla padella che Lituania aveva ancora in mano, poi sul baltico stesso, e solo allora parve accorgersi del silenzio che aveva seguito il suo ingresso.

<< Abbiamo bisogno di pietanze sostanziose qui in Russia >> rispose Ivan, spezzando il silenzio con la sua noncuranza. << Vieni in sala, non è qui che faremo colazione >>.

Cina parve grato di andarsene, gli sguardi delle altre due nazioni addosso dovevano averlo un po’ agitato. In effetti gli avevano probabilmente ricordato quanto strana fosse la sua presenza in quella casa, soprattutto se si considerava che era mattina presto.

Soprattutto perché si intuiva dove, con chi, avesse passato la notte.

Lituania, sentendosi addosso gli sguardi di commiserazione dei fratelli, seguì i due dopo appena un istante. Giunse in sala, i capelli in disordine per non averli potuti pettinare quella mattina, il piatto di bliny caldi che gli scottava le dita ancora impiastricciate di burro, il ginocchio che pulsava dolorosamente minacciando di cedere ad ogni passo. Mentre lui ed Estonia servivano le pietanze Lituania fu bene attento a non soffermarsi neppure un istante su Russia.

Vide Cina invece, non poté evitarselo nonostante la veste verde chiaro attirasse l’attenzione meno di quella rossa. L’orientale aveva le gote imporporate, e non sembrava a suo agio. Forse lo sarebbe stato non appena se ne fossero andati…

Come se non avessero capito in che rapporti era con Russia. Era un po’ tardi per nascondere certe cose.

Plic. Plic. Plic.

Il suono della pioggia sostituiva ancora le sue lacrime.

 

Senso di colpa.

Quel sentimento era nato nell’istante Russia si era accorto che Lituania era entrato in sala riunioni nel momento sbagliato. Aveva represso all’istante la strana e fastidiosa emozione, ed era stato facile finché aveva i baci e il corpo di Cina a distrarlo. Sui suoi sentimenti non aveva poi così tanto tempo da perdere, non con Stalin così concentrato nel modernizzare i mezzi di combattimento attualmente a loro disposizione. Russia non aveva avuto tregua, fra le riunioni e il suo dover correre da un posto all’altro.

Tuttavia quella mattina aveva sorprendentemente avuto un po’ più di tempo per sé stesso; si era ritrovato da solo assieme a Lituania che si aggirava con efficienza per la cucina, preparando la sua colazione.

Toris era pallido, e un po’ più magro del solito, lo notò anche se il baltico sembrava fare di tutto per non voltarsi verso di lui, così il russo si ritrovò a guardare i suoi capelli, seguendo quei filamenti bruni fino alle spalle, poi proseguì giù, lungo la schiena; la sua schiena… con i vestiti a nascondere le vecchie cicatrici da lui provocate.

Solo in quel momento il senso di colpa ricominciò a serpeggiargli addosso, strangolando sul nascere la sua infantile curiosità nell’indagare su quanto di preciso gli aveva fatto male. Era quella schiena, quella maledetta schiena.

Quella schiena umana di quel fragile corpo di ragazzo.

<< Giappone sta per arrivare >> Toris si era voltato appena nel dirglielo, stava guardando un orologio. << Vado all’ingresso ad accoglierlo >>.

Sparì, mentre Russia finiva di mangiare. L’umore del russo era incredibilmente peggiorato, e certo il dover incontrare Giappone non contribuiva a rallegrarlo.

Giappone fu accolto da un sorriso gelido, che su quell’uomo così alto metteva una certa soggezione. Neanche Kiku era felice di essere lì, Russia ne era certo, ma l’orientale nascondeva incredibilmente qualsiasi emozione dietro gli occhi scuri.

Smise così di pensare a Toris, in favore degli accordi che stava per firmare.

E, inaspettatamente, quella sera ricevette un’altra visita dall’oriente.

Era andato di persona ad aprire la porta, ma Lituania era già lì e fece prima di lui. Lasciò entrare Cina, prima di defilarsi rapidamente.

Ebbe la tentazione di seguire Toris, per guardarlo un istante negli occhi perché non aveva dimenticato quel che aveva provato quella mattina, ma c’era Cina lì, e non poté far altro che guardare lui. E non si limitò a osservarlo, prese il suo polso e, nonostante le proteste, lasciò scivolare le loro mani a intrecciarsi mentre lo portava con sé in camera.

Fece le cose con calma, ma man mano che denudava quel corpo scopriva ferite fresche che, se non stava attento, sanguinavano macchiando le bende da lui sopra apposte. Sangue, un liquido visto tante volte.

Cicatrici, nessuna novità per lui.

Ma Yao ne aveva una sulla schiena. Era lunga, netta, vecchia, deturpava in un solo colpo la sua pelle. Ivan si trattenne a guardarla, e sotto il suo sguardo quella cicatrice parve divenire molte cicatrici perché adesso quella schiena non era la schiena di Cina, ma quella di Lituania e quei vecchi colpi erano stati causati da lui. Quell’illusione parve aleggiare su di loro mentre il russo accarezzava la spina dorsale del cinese, quest’ultimo che stava rabbrividendo per quelle attenzioni stranamente lente.

<< Chi te l’ha fatta? >> la voce di Ivan solleticò il suo orecchio.

Cina sembrò intenzionato a non rispondere, ma dopo qualche istante in cui si udivano solo i loro respiri disse piano: << La persona che ho cresciuto >>.

Lituania e Cina avevano entrambi sulla schiena segni lasciati da qualcuno di amato.

Di colpo desiderò non aver firmato quel patto di non aggressione con Giappone; lo fece infuriare il fatto che poche ore prima fosse stato nella sua casa. La sua rabbia non trasparì se non con una presa più forte sui polsi del cinese mentre lo voltava, avendo cura di non vedere più la sua schiena che gli ricordava… che gli ricordava…

… quanto arrabbiato era anche verso se stesso.

 

<< Germania sta per attaccarti! >>

<< Mh, mh… >>

<< Sto dicendo sul serio, ha attaccato me e ora sta per attaccare te, riconosco quando Germania sta per assalire qualcuno sai?! Non ho vinto per caso! >> Inghilterra era sembrato prossimo ad una crisi isterica, dovuta al fatto che Russia stava del tutto ignorando i suoi avvertimenti.

<< Per quanto mi scocci ammetterlo credo che Inghilterra abbia ragione, aru >> tentò di intervenire anche Cina. Russia però attirò a se il cinese con una mossa fulminea, mettendolo a tacere con un bacio che fece quasi strozzare Inghilterra col tè.

<< Come…? Quando…?! >> il borbottare di Inghilterra stava salendo pericolosamente di tono.

<< Non preoccuparti per me Cina, Germania non ha accumulato ancora abbastanza coraggio per osare giocare con me! >>

Le ultime frasi Lituania le aveva solo sentite perché aveva distolto lo sguardo al momento del loro bacio. Il ricordo dell’avvertimento ignorato era ancora fresco, e sembrava ancora più netto in quel momento, visto che la tenda che li accoglieva si ergeva proprio al confine verso il quale Germania, a dispetto delle parole di Russia, stava marciando.

<< Lituan… Toris. >>

Il modo in cui Estonia si era corretto lo sorprese. Anche la sottile ruga tra le sue sopracciglia, che gli dava quell’aria grave, stupì il baltico più grande. Lituania era seduto, dunque Estonia lo guardava dall’alto, e d’un tratto il lituano si rese conto di quanto il fratello sembrasse più maturo di lui.

Toris non seppe mai come continuasse quel discorso iniziato col suo nome; Russia e Lettonia erano entrati nella tenda, ma Raivis non vi rimase che un istante prima che Ivan ordinasse a lui e a Eduard di uscire.

Lituania capì perché li aveva fatti andar via non appena colse come i suoi occhi si fossero posati sulla sua gamba, che non aveva fatto in tempo a coprire di nuovo con le bende.

Una ferita marginale, la pelle era lesa da una scia rossa lasciata da un proiettile che aveva mancato il bersaglio. Ma non era stata quella ferita di una guerra appena cominciata ad attirare l’attenzione di Russia, Toris lo sapeva.

Era colpa del suo ginocchio…

Il suo ginocchio era livido, tinto di una dolorosa tonalità violacea che stava sfumando nel giallo.

<< Come te lo sei fatto? >> domandò, ma prima che avesse modo di trafiggerlo con lo sguardo il baltico aveva distolto gli occhi.

<< Sono caduto >> rispose semplicemente, atono. Sono caduto per correre a prepararvi la colazione, ma questo non lo disse.

Era riuscito a controllare la voce, ma il sollievo non arrivava a causa del dolore che il tocco di Ivan sulla gamba gli provocava; e non era per il livido, no, era stata la delicatezza delle sue dita e la venatura di preoccupazione nella voce a fargli salire un groppo in gola.

Tu ami Cina, non è vero?

Sarebbe stato meglio se nessuno dei due avesse più ricordato niente dell’altro, almeno così Toris non si sarebbe sentito morire per i polpastrelli del russo che avevano cominciato a carezzarlo; lo toccava appena appena, ma non aveva i guanti e il lituano poteva sentire la sua pelle, il suo calore.

Toris sussurrò delle parole in lituano, un invito a fermarsi pronunciato così piano che non c’era modo di capirlo. Russia gli si era avvicinato, il corpo di Lituania pareva deciso a restare inerte ad attendere quel che sarebbe accaduto anche se i pensieri stavano riacquistando forza, implorando di sottrarsi a quella tortura.

<< RUSSIA-SAN! >> delle urla all’esterno, che si persero all’istante nel fragore di una deflagrazione che scosse la tenda e i loro nervi. Toris scattò in piedi, solo quello prima di essere afferrato per un braccio da Russia e portato fuori all’istante. Appena usciti una seconda onda d’urto fece chiudere gli occhi del Lituano.

Quando li riaprì non vi era il tumulto che chiunque avrebbe immaginato. Una linea di soldati russi arretrava, qualche ordine gridato, poi scomparvero.

Ed eccolo apparire, il caos sotto forma di una fila di uomini che ormai non erano che corpi morti, insanguinati, sparsi per il campo dopo che una bomba ancor più vicina li aveva presi.

 

Fu la guerra, combattuta in prima linea come non faceva da tempo. Toris affrontava armi nuove, sconosciute, avanzate; Toris rivedeva la morte, personificata in un uomo i cui occhi azzurri e l’imponente statura si materializzarono da un varco nelle truppe nemiche all’assalto.

Lo vedeva come una figura terribile, che avanzava e avanzava…

Lettonia correva verso quell’uomo, ma Estonia stava cercando di raggiungere lui, che non capiva, sentiva solo l’adrenalina della battaglia in corpo che si mescolava alla disperazione dell’essere costretto alla guerra.

Estonia tentò di urlargli qualcosa, era ancora lontano… c’era tanto rumore… Lituania non capiva… a Lituania non interessava sentire quel che stava dicendo, perché che importanza avevano le parole sul campo di battaglia, mentre i soldati morivano o venivano mutilati? Che importanza, mentre loro rischiavano di fare la stessa fine?

Che importanza?

Si volse invece dall’altra parte, dove trovò Russia a ricambiare il suo sguardo. Perché era immobile? E che strana espressione aveva. Toris continuava a non sentire le parole di Estonia.

Che importanza? Lo sapeva già. Sapeva qual’era il discorso che voleva fargli prima, quando aveva quell’aria tanto seria, ne avevano già discusso tante volte.

Stare con lui ti sta distruggendo. Devi andartene, devi stare con noi, andremo lontano tutti insieme. Germania può proteggerci.

Germania può tenergli testa.

Lentamente Lituania abbassò la Pepeshka*. Scorse un lampo di dolore oscurare il volto di Russia, ma stavolta non distolse i suoi occhi, lo guardò fino a che Estonia non lo prese per una manica. Lasciò che lo conducesse via.

Il fucile con il quale non aveva difeso Ivan gli cadde dalle mani, venendo subito calpestato dai soldati tedeschi. Gli parve allora che non avrebbe mai più avuto niente a cui dare davvero importanza.

 

 

 

 

*Pistola mitragliatrice russa.

 

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: Lo Tvorog è un formaggio fresco russo simile alla ricotta, molto usato in Russia sia per piatti dolci che salati.
I Bliny
(anche conosciuti come blintz, blintze o blin) sono una tipica frittella della cucina russa simile ad una crepes, ma con la differenza che rispetto a quest'ultimo, il bliny ha bisogno di lievitazione. (cit. Wikipedia). Pare che i Bliny necessitino di molte ore di lievitazione, anche tutta la notte… per questo Toris dice che anche volendo non avrebbe avuto modo di rifare l’impasto.

 

2) Stalin, nel 1941, era concentrato completamente nell’organizzare e modernizzare il suo apparato militare. La sua era una frenetica corsa contro il tempo, in quanto temeva un imminente attacco da parte della Germania (un attacco imminente ma non immediato, in quanto non pensava sarebbe avvenuto prima del 1942).

 

3) Il patto nippo-sovietico di non aggressione fu firmato  a Mosca nel 1941 da Molotov (ministro degli esteri russo) e Matsuoka (ministro degli esteri Giapponese). Il patto impegnava entrambe le potenze alla reciproca neutralità, nel caso di un attacco ad una delle due da parte di una terza potenza, e di non aggressione di una delle due nei confronti dell'altra. Il patto aveva una validità di cinque anni. (cit. Wikipedia).

 

4) L’Inghilterra in quel periodo tentò, fallendo, un riavvicinamento all’URSS. Quando Inghilterra dice che Germania l’ha attaccato ma lui l’ha sconfitto si riferisce alla “Battaglia d’Inghilterra”. Questa battaglia ebbe inizio il 10 luglio del 1940, e fu combattuta esclusivamente dalle forze aeree delle due nazioni (la Luftwaffe tedesca contro la RAF inglese). Termina nell’ottobre 1940 con la vittoria dell’Inghilterra.

 

5) Il 22 giugno 1941 ebbe inizio l’Operazione Barbarossa (Unternehmen Barbarossa in tedesco) con la quale la Germania attaccava l’URSS, rompendo così il patto Molotov-Ribbentrop. Fu la più vasta operazione militare terrestre di tutti i tempi (cit. Wikipedia).

 

6) Germania conquistò facilmente gli stati baltici in quanto la popolazione si dimostrò favorevole all’occupazione tedesca. Per rendere questo Lituania, nonostante tutto, non difende Russia.

 

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natalia, del tremante Raivis, e Eduard, e… degli Alleati in generale, con probabili incursioni dell’Asse…)----

 

Yusaki: Non mi ricordo più assolutamente niente di questo capitolo.

Estonia: cominciamo bene.

Lituania: Forse l’ha rimosso per lo shock.

*Yusaki va a rileggersi il capitolo*

Yusaki: sigh… sigh… Lituania, sei un mostro, come hai potuto fare una cosa simile a Russia-san?!

Lituania: Ma… guarda che non è stata una decisione facile, e comunque ti sei già scordata che lui mi ha tradito con Cina?
Yusaki: Ah, hai ragione! Ok, allora ti sta bene Russia-san.

Russia: KOL KOL KOL KOL KOL KOL…

Yusaki: Emh… non dicevo sul serio Russia-san, lo sai che mi fai quasi compassione lì da solo abbandonato da tutti.

Russia: …

Yusaki: … va bene, non sono consolante, e visto che non sono brava a consolare direi di passare a rispondere alle recensioni!

Lettonia: M-ma prima di rispondere vi facciamo notare il miracolo di oggi: l’autrice è v-viva!

Polonia: cioè, sì, anche se per tutta la settimana abbiamo pensato che fosse tipo un fantasma.

Lituania: in effetti con tutti i modi in cui aveva provato ad uccidersi, e con tutte le volte che io stesso ho tentato di ucciderla….

Russia: speravamo davvero che fosse morta.

Yusaki: certo che anche voi avete per me tutto quest’affetto… anche se me lo sono meritato, però non posso morire prima di aver portato a termine questa fanfiction.

Russia: *sorrisone* quindi dopo che l’avrai terminata…?

Yusaki: LE RECENSIONI! Prima che un russo infuriato mi picchi di nuovo, devo rispondere a… Stefy_rin! Che piacere risentirti cara… purtroppo sì, lo scorso capitolo (e anche questo) era pesante, però mi conforta sapere che eri preparata a questi tempi bui. IO INVECE NON MI SONO SENTITA ABBASTANZA PREPARATA! BHUAAAAAH!ç__ç *si soffia rudemente il naso in un fazzolettino passatogli da Lituania*

Polonia: tipo allora la fanfiction sta finendo? Eh?

Yusaki: beh, di certo siamo a molto più di metà… però abbiamo ancora qualche capitolo, come dire, non siamo proprio agli sgoccioli. Ci sono ancora parecchie cose interessanti prima dell’indipendenza lituana!

Lituania: che è come dire che mi ci sono voluti secoli per ottenerla.

Russia: è letteralmente vero.

Yusaki: Russia-san, c’è una parte di recensione tutta per te.

Russia: *legge* occhioni grandi e cristallini… pelle bianca… corpicino ben proporzionato…  capelli color cioccolato… *guarda Lituania con un sorriso molto sornione*

Lituania: *brivido* mi sento in pericolo.

Russia: Stefy_rin ha assolutamente ragione… sei proprio il perfetto uke da portarsi a letto.

Lituania: avevo visto giusto, sono decisamente in pericolo. C-comunque vorrei del gelato al… ah!... Russia-san non voglio! Sono ancora arrabbiato, io-aaah! Russia-saaan, dobbiamo rispondere… dobbiamo rispondere…

Yusaki: DOVETE RISPONDERE ALLE RECENSIONI! Lituania, tu devi fargliela pagare maledizione, non puoi cedermi così a caso! RIPRENDIT--- *l’autrice viene abbattuta da una rubinettata*

Russia: Che autrice noiosa.

Lituania: Stefy_rin siamo dispiaciuti per la tua delusione amorosa… comunque il mio gelato preferito è alla vaniglia, ma amo molto anche il cioccolato.

Russia: In realtà anche io vorrei più scene di sesso… *gioca distrattamente con i pupazzini a forma di Lituania che la recensitrice gli ha lanciato contro*.

Yusaki: *si sta sistemando il ghiaccio sul bernoccolo in testa* Il mio gelato preferito è invece… *la guardano male* va bene, non vi interessa… allora, grazie mille dei tuoi complimenti, e come ultima cosa ti chiederei di andare a vedere la tua casella di posta su EFP perché sto per mandarti un messaggio con il mio nuovo indirizzo msn (quello vecchio è definitivamente morto, non funziona, vorrei uccidermi). Passiamo alla prossima recensitrice: Konoha_Hellsing_94! … ha detto… che il mio capitolo è un capolavoro? *commossa, si soffia di nuovo con poca grazia nel fazzoletto di prima* Certo che Lituania che sclera in romano è davvero divertente da immaginare! XD

Lettonia: se parla così s-sembra quasi un maschio!

Lituania: sigh.

Yusaki: *che sta continuando a leggere la recensione* Oooh, non sapevo che la paiata fosse composta da queste, emh, cose… *impallidisce* intestini… di agnello…

Italia (Lovino): sei una maledetta ignorante autrice!.

Yusaki: *sbianca del tutto* Uh…

Estonia: credo che ci serva con urgenza dell’insalata, o dello zucchero.

Polonia: ho tipo dei dolcetti dell’altra volta. Mi sa che uno ha tipo un po’ di muffa…

Russia: non lo noterà.
*Rifilano il dolcetto all’autrice che lo sgranocchia, tranquillizzandosi*

Yusaki: Beh, temo che non mangerò mai la Paiata, a meno che non sia fatta effettivamente con gli intestini di Cina, in quel caso potrei prontamente ripensarci, uhuhu… *ghigno malevolo rivolto a Cina*

Cina: compatisco gli agnelli adesso, aru.

Yusaki: comunque, ecco, vedi Russia-san? Stai perdendo fan a causa della tua geniale scappatella con Cina! V__V

Russia: Sono stato battuto da Danimarca? Kol kol kol…

Tutti: *sottovoce* e ti sta anche bene Russia-san.

Yusaki: tornando a noi, grazie per i tuoi incoraggiamenti, mi aiutano a non picchiare troppo la testa contro il muro per quel che devo scrivere… come dire, raccontare di Russia e Cina non mi piace proprio per niente. Però non preoccuparti, anche se seguo un filo storico confido nel fatto che Russia-san capisca quant’è stato scemo a mollare Lituania!

Lituania: Konoha_Hellsing_94, ti prometto che d’ora in poi Russia dovrà faticare per farmi cedere, non lo perdonerò facilmente! *Aria decisa e mal di stomaco in corso*

Yusaki: grazie per la recensione! Passiamo ora a miristar, cara quando hai detto “infilarsi dentro Cina ho vomitato anche io.

Lituania: e io non avevo le mie cose, ero solo un po’ nervoso, ecco.

Yusaki: ma in effetti Lituania è abbastanza donna… potrebbe davvero aver avuto le sue cose!

Lituania: Ma non è vero!ç__ç

Russia: Scusami Lituania, non avevo capito che eri nervoso per quella ragione… potevi dirmelo però, ti avrei lasciato in pace.
Lituania: qualcuno mi uccida.

Yusaki: effettivamente lo scorso capitolo è piuttosto lungo! Non me ne ero neanche accorta. Forse ero troppo impegnata a deprimermi! Ahaha… no, ok, non c’è niente da ridere, scusate. Be’, questo capitolo è invece un po’ più corto dell’altro, ma un po’ più lungo rispetto alla mia media.

Lituania: Vorrei dire che anche a me non piacciono le riunioni.

Yusaki: io di solito mi addormento alle riunioni. Cioè, o mi addormento o faccio disegnini osceni sul tavolo.
Tutti: che razza di persona è l’autrice?!

Yusaki: Comunque Lituania avrà presto l’occasione i vendicarsi anche sul piano affettivo. *Sorride*

Russia: dimmi che devo uccidere, avanti, non aspetto altro.

Yusaki: Devi aspettare il prossimo capitolo Russia-san. Mmh… mi piacerebbe ignorare la Storia per dare una lezione a Cina ma, purtroppo no, non vedremo il suo brutale omicidio a opera di Lituania. Grazie della recensione e del vino! Cercheremo di non ubriacarci. Adesso abbiamo… Miharu__Chan! Una nuova recensitrice che accogliamo con gioia! ^__^ Passiamo subito a rispondere alle tue domande…

Cina: Io sono un uomo, aru.

Yusaki: Anche se non si direbbe. Russia-san, pare che questa recensitrice ti ami! Ti ama quanto e più di Bielorussia, non sei felice? Leggi! *Gli fa leggere la recensione*

Russia: *Risata vagamente nervosa* un’altra Bielorussia… ahaha… *disperato*

Tutti: ora Russia-san è fregato sul serio!
Yusaki: e probabilmente anche Lituania deve stare attento! ^^’ Avverto intenti omicidi verso di lui provenire da Miharu__Chan…

Cina: Stranamente invece io sono salvo, pare, aru! Per una volta…

Yusaki: Sì, sì, certo Cina, toh, prendi uno dei dolcetti che ci ha mandato la recensitrice. Miharu__Chan, sono colpita dal fatto che ti sei iscritta per ringraziarmi e… uccidermi… be’, a ogni modo ti ringrazio tantissimo per avermi lasciato questa recensione! Purtroppo so che non è una storia perfetta, forse con la coppia MiharuxRussia sarebbe stata una fanfiction migliore ma non credo di essere in grado di scriverla. Sono ancora una piccola autrice un po’ incapace, ecco. A proposito, voi *si rivolge a Polonia e Lituania* non mangiate i dolcett…

*Polonia e Lituania hanno le guance piene di dolcetti, stile criceti*
Yusaki: SPUTATE SUBITOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!

Cina: Grazie di pensare a salvare anche me eh, aru! Meno male che so riconoscere i veleni.

Yusaki: Ora che vi ho salvato la vita, risponderò a Triadine. Innanzitutto: spero che la gita ti sia andata bene! Poi grazie per i complimenti. I complimenti sulla scrittura in particolare mi fanno sempre molto effetto. Ok, i complimenti in generale mi fanno sempre molto effetto. Un giorno forse riusciranno anche a creare in me un’autostima degna di questo nome!

Russia: le recensitrici stanno diventando sempre più audaci nel minacciare noi nazioni importanti.

Yusaki: Triadine mi ha fatto riflettere su una cosa: scrivendo un’autrice può far fare qualsiasi cosa a un personaggio.

Polonia: tipo sei un po’ lenta autrice, ci ero arrivato, ecco, pure io.

Yusaki: uhuhu… interessante… un giorno proverò qualche divertente esperimento in merito. Nel frattempo ringrazio tantissimo anche Triadine e passo a… KawaiiSai! Un saluto grande grande, e… sì, la storia doveva proprio andare così. Diamine, Russia-san, KawaiiSai ha ragione… tu non hai pazienza! Non potevi capire un po’ di più il povero, dolce, tenero Lituania-chan?

Russia: *Russia beve Vodka e la ignora*

Yusaki: secondo me Cina compare al momento sbagliato.

Lituania: sarebbe stato meglio se non fosse comparso affatto.

Yusaki: ammetto che non avremmo sentito la sua mancanza se non ci fosse stato.

Cina: ormai sto zitto aru.

Yusaki: c-certo che sentirsi dire che… una descrizione è…d-divina…
Estonia: riprendetela che sviene!

Yusaki: *capogiro* be’, a ogni modo mi fa piacere che la pensi così! Ho cercato di rendere il dolore di Lituania, mi sembrava però non venisse mai abbastanza bene…

Lituania: Kawaii-sai, anche io sono sempre sulle spine per me ogni volta che viene scritto un capitolo.

Lettonia: i-in effetti ne hai tutte le ragioni!

Yusaki: ti ringrazio ancora una volta delle tue recensioni e delle tue bellissime parole!

 

Siamo arrivati alla fine anche di questo capitolo, e, no, scrivere della schiena di Cina non mi è piaciuto affatto. Soprattutto perché era Russia che lo stava spogliando, e che cavolo.

Ho detestato anche che Lituania abbandonasse Russia… non giudicatelo troppo severamente, Toris non l’ha fatto per ripicca, ma perché sapeva che era meglio per il suo popolo, e perché in quel momento non aveva più alcuna ragione per separarsi dai fratelli. Però mi dispiace per Russia.

 

E così Lituania se n’è andato, probabilmente ritroverà delle vecchie conoscenze a casa di Germania. Ma Russia non si arrenderà facilmente, anche se la guerra è dura per chiunque…

Come autrice vi ringrazio per non avermi abbandonato, lo scorso capitolo mi ha un po’ terrorizzata. Vi aspetto per il prossimo! Recensite, e a presto!

 

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Capitolo 20
*** Russia ***


 

È vero, ci ho messo un po’ anche stavolta… e mi è stato fatto notare che raramente dedico i capitoli o le storie a qualcuno. Vediamo, be’, se fosse un bel capitolo allegro lo dedicherei a una persona a cui voglio molto bene, ma non è affatto allegro, quindi non lo farò. Però posso dedicarlo ad alcune amiche che mi hanno (involontariamente) spinto a scrivere questo capitolo… sappiate che vi ho odiato per qualche minuto buono. Poi ho realizzato che vi voglio bene. E... siamo al capitolo 20! è un piccolo traguardo per caso? Penso sia la fanfiction più lunga che ho mai scritto sin ora! *__*

La neve vortica, ma in sé stessa ha perso il girasole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La sua casa non era più la sua casa; il rombo della guerra, ancora nella sua mente, sembrava distorcere la realtà che vedeva attraverso gli occhi.

Casa. Familiare, amica persa da molto tempo. Una soglia rimessa a nuovo, l’ingresso in ordine, i divanetti puliti e dall’aspetto sempre soffice… qualcuno doveva essersi occupato di tutto mentre lui era via. Naturalmente doveva essere così, ma forse nessuno aveva dormito lì, nessuno ci aveva davvero vissuto; era rimasta solo la casa, vuota, lontana, ad aspettarlo con pazienza attendendo che tornasse a farla essere davvero la sua casa.

L’ultima volta che era tornato Lituania si era messo a guardare nostalgicamente fuori dalla finestra, preoccupato per il suo “padrone”, anche allora coinvolto in una guerra. Stavolta non fece nulla del genere, lasciò che le tende pesanti coprissero il panorama fuori dalle finestre. Un panorama inutile, che non gli avrebbe detto niente sulla situazione di Russia, anche se forse vedere di nuovo i campi in fiore gli avrebbe rasserenato l’animo; ma non meritava che quel peso sullo stomaco venisse attutito: aveva tradito Russia.

Lasciò cadere a terra la sacca contenente le sue cose e si precipitò verso la radio, tenendola fra le mani come se fosse più preziosa dell’oro e più fragile del cristallo. L’accese.
La radio gracchiò, e Lituania sapeva che quando la voce si fosse stabilizzata quel piccolo apparecchio avrebbe potuto dirgli come ciascuna forza in campo stava agendo.

Sussultò quando la voce di Stalin uscì prepotentemente dal vecchio congegno; si aggrappò all’accento russo con tutto se stesso, decifrandone ogni parola:

Compagni! Cittadini! Fratelli e sorelle! Combattenti del nostro esercito e della nostra flotta! A voi mi rivolgo, amici miei…”

 

“… Le truppe hitleriane sono riuscite ad occupare la Lituania, una notevole parte della Lettonia, la parte occidentale della Bielorussia, una parte dell'Ucraina occidentale. L'aviazione fascista allarga la sfera d'azione dei suoi bombardieri e bombarda Murmansk, Orscia, Moghiliov, Smolensk, Kiev, Odessa, Sebastopoli. Sulla nostra Patria pesa un grave pericolo.”

Freddo sul viso. Gli arrossava la pelle, gli gelava il naso, ma ancora poteva sentire gli odori. Odori… di uomini ammassati, di fiati sempre più deboli. Spifferi gelidi portavano all’interno anche altre esalazioni più sgradevoli.

Fuori c’erano dei morti.

Russia contrasse le mani, per sgranchirle, sentendole intorpidite nonostante la presenza dei guanti; mentre compiva quel movimento più volte, nei giorni precedenti, aveva immaginato di stringerle attorno alla gola di Germania per guardare il suo fiato che lentamente si indeboliva, le sue labbra che diventavano sempre più blu.

Ma da quando Lituania se n’era andato non lo pensava più.

Resistere, difendersi, resistere, difendersi, uccidere, resistere, difendersi; una sequenza di azioni che non gli lasciava respiro, e quando glielo lasciava era troppo stanco per pensare in modo coerente. E allora le forze lo abbandonavano, non lasciandogli modo di arginare il dolore. In quei momenti pensava a Lituania, a come avesse giurato a sé stesso che non avrebbe permesso più che qualcuno glielo portasse via…

<< Se n’è andato di sua spontanea volontà >> mentre lo diceva Ivan sentì il sapore del sangue che gli invadeva la bocca. Il suo labbro era spaccato, evidentemente, e neppure se ne era accorto. << Toris se n’è andato… >>

Alcuni dei suoi ufficiali, quelli con la forza di farlo, lo guardarono con perplessità. Chi era Toris? Loro non conoscevano il nome di quel ragazzo, ma solo quello della nazione che era stata un loro territorio, uno come tanti, con la stessa importanza di tanti.

<< Signore… Signor Russia… la sua razione. >> un uomo gli porse qualcosa che assomigliava vagamente a del cibo, forse grano duro e compatto.

<< Non ho fame >> la voce di Russia non aveva perso la sua tonalità infantile, eppure riusciva a sembrare più greve, più definita. L’uomo che gli aveva porto la razione non insistette, vedendo che Ivan non aveva neppure accennato a guardarlo.

Quell’uomo, quel soldato, si chiedeva cosa aveva spinto il giovane che rappresentava la nazione a lottare in campo con loro, a ficcarsi nella trappola mortale di fame e dolore che era diventata Leningrado. Non immaginava certo che parte di tanta pazzia fosse stata dettata dalla perdita di un piccolo stato baltico.

In questa grande guerra di liberazione noi non saremo soli. In questa grande guerra avremo alleati fedeli i popoli dell'Europa e dell'America, compreso il popolo tedesco asservito dai caporioni hitleriani…

No, invece, lui, Russia, era solo, e anche tutti gli uomini che stavano morendo all’esterno erano soli. Soli davanti alla notte che ne prometteva altre ancora più scure, ancora più fredde, e la voce di Stalin attraverso una radio non aveva il potere di aiutarli.

“…Le nostre forze sono inesauribili. Il tracotante nemico dovrà ben presto convincersene. Insieme all'Esercito rosso si levano alla guerra contro il nemico aggressore molte migliaia di operai, colcosiani, intellettuali. Si leveranno le masse di milioni di uomini del nostro popolo…”

Continuò a parlare, quel discorso che tutti ascoltavano e sembrava infinito quanto l’assedio. Eppure tutti pendevano dalle sue labbra, perché era l’unica speranza.

Alla fine di quel discorso ci fu un messaggio solo per lui, che arrivò attraverso un'altra frequenza radio, una di quelle che solo le spie potevano capire.

<< Signor Russia abbiamo ricevuto ordine di riportarla a Mosca, da Stalin. Le truppe tedesche potrebbero voler attaccare anche… >>

<< Come avete intenzione di portarmici? >> quella domanda falsamente placida interruppe il parlare del soldato.

<< Attraverso Ladoga >> rispose prontamente il ragazzo.

<< Oooh… >> una piccola risata lasciò la bocca di Ivan, terrorizzando chi aveva attorno. << Mi stai dicendo che, senza saperlo, ho imparato a camminare sull’acqua? >>

<< Abbiamo costruito una strada >> di nuovo la sua risposta non si fece attendere, << è stata chiamata la Via della Vita. Una strada, sul lago. >>

Impossibile. Ma Russia li seguì, paziente.

Impossibile, eppure quella via c’era, e mentre il russo se ne andava vide altri connazionali entrare in città con sacchi di cibo sulle spalle.

La Via della Vita, un nome appropriato.

 

<< Abbiamo perso Kiev >>

<< Non l’abbiamo ancora persa >>

Russia mantenne fermo il suo sguardo su Stalin. Il suo capo era rigido, e il pallore del suo viso, che non poteva controllare, faceva intuire un certo stato di debolezza.

<< Li farà ammazzare tutti. Non vuole che vengano ammazzati tutti, vero? >> la domanda docile di Ivan sembrò tendere ancora di più i muscoli facciali dell’altro.

<< Morirebbero con onore! I nostri soldati sono forti, nessuno di loro farà un passo indietro davanti alle truppe tedesche. Combatteranno, e riusciremo a tenere Kiev. >>

Quell’uomo trasudava sicurezza, nonostante fosse interiormente preoccupato. Credeva nelle sue truppe, ma sembrava anche troppo, straordinariamente, orgoglioso… e Kiev era una città così importante per loro.

Ivan si alzò, sapendo che discutere era inutile, perché quell’uomo tanto fiero era Stalin e non c’era modo di mettersi contro di lui. Per’altro era stato richiamato a Mosca perché, lo sapeva bene, sarebbe stata il prossimo obbiettivo dei tedeschi dopo Kiev.

E Kiev sarebbe presto caduta.

Russia strinse un pugno così forte che si sarebbe fatto male, se i guanti spessi non avessero protetto la sua pelle. Ma anche senza farsi male alle mani sentiva che qualche ferita si stava aprendo sul suo corpo; il sangue caldo di una nazione che sta perdendo.

<< Li farà ammazzare tutti >> disse un’ultima volta, una scintilla d’ira nello sguardo.

Tutti, stava perdendo tutti; quel pensiero doloroso lo aveva attraversato nell’istante in cui si era chiuso la porta alle spalle. Perdeva territori, perdeva il suo popolo, perdeva la guerra.

Perdeva…

<< Pff… >> trattenne la risata solo per qualche istante, << ahaha… ahahahaha… AHAHAHAHA! KOLKOLKOLKOL… >>

Dilagò nell’aria, inarrestabile, quella risata che lo faceva tremare tanta era la sua intensità. Cresceva di tono, proprio davanti alla stanza di Stalin che doveva aver sussultato sulla sedia nell’udirla… o forse no, dopotutto il suo capo era l’uomo di ferro e di ferro doveva essere fatto anche il suo cuore. Stavano perdendo, per quel cuore di ferro! Stavano perdendo!

<< KOLKOLKOLKOLKOL… prenditela tutta questa mia terra! PRENDILA GERMANIA! È tutta ghiaccio e neve, ecco cosa otterrai! NEVE! NEVE! PRENDITELA! >>

La risata continuò, Ivan non seppe neanche per quanto tempo. Si estinse solo quando la finestra davanti a lui si spalancò, lasciando entrare un vorticare di gelido nevischio.

Sulle labbra aveva ancora le tracce delle risa quando affrontò l’essere che aveva davanti.

<< L’ultima cosa che mi aspettavo era trovarti a ridere >>, la voce di Generale Inverno parve vorticare tutta attorno a lui.

Russia non rispose, inclinò solo la testa, stringendosi appena nella spalle, come ad ammettere una colpa. Sapeva perché il Generale era lì, nonostante le piogge dell’autunno stessero ancora cadendo.

<< Sarò io a non permettere che la nostra terra venga presa >> gli occhi, occhi vuoti d’espressione ma pieni di riflessi, si fissarono su di lui. << questa neve ti appartiene, l’inverno ti appartiene, la mia forza è tua. >>

Da quella figura si lasciò avvolgere, odiandola, odiando la malinconia che gli evocava quell’unica… persona?… rimasta davvero con lui fin dalla sua nascita. L’Inverno che sempre lo aveva aiutato, e il prezzo di distruzione che sempre aveva dovuto pagare per la sua forza.

Voglio solo stare in un campo di fiori, col sole che mi riscalda la testa e la schiena, pensò Russia, mentre le braccia del Generale lo tenevano più stretto, promettendo che nessuno l’avrebbe sconfitto. Voglio solo osservare i girasoli che seguono la luce, e vedere Toris che gioca con i loro petali, accanto alle mie sorelle.

 

Il 7 Novembre l’armata sfilava nella Piazza Rossa; visti tutti insieme, dall’alto, parevano in effetti tanti fiori dai colori scuri. Scuri come la notte.

<< Sono tutti così belli >> constatò Russia, provocando una specie di smorfia trattenuta dall’ospite che quel giorno era con lui.

<< La parata è indubbiamente un grande evento >> la voce di Inghilterra suonò secca. << Se non fosse fatta in un momento tanto inappropriato… >>

<< Sono rimasto con te in questa stanza apposta per discutere di questo “Momento inappropriato” >>, disse Russia, spostando l’attenzione dalla piazza all’altra nazione. << Quello che mi hanno riferito è vero? >>

Gli parve che il viso di Inghilterra avesse fatto trapelare per un attimo qualcosa, ma finse di non essersene accorto: << è vero. Giappone ha intenzione di attaccare America, progetta già qualcosa anche se non ci è del tutto chiaro cosa. >>

Un sorriso divertito increspò appena le labbra di Russia; fu solo l’ombra di un ghigno, in realtà, visto che America era teoricamente un suo alleato e non poteva gioire perché veniva minacciato. Quella situazione, tuttavia, rendeva le cose a Russia davvero più facili: non doveva temere un attacco dall’Oriente, poteva concentrarsi sul respingere le armate tedesche; un tempo, per questo, avrebbe forse riso apertamente, ma ancora non si sentiva in vena di essere davvero felice per alcunché.

<< Ancora non sappiamo come e dove Giappone sferrerà la prima offensiva >> ripeté il concetto Arthur, e stavolta Ivan percepì chiaramente la preoccupazione insita in quelle parole. Dunque Inghilterra non riusciva a staccarsi del tutto da America, continuava a essere un po’ in ansia per quella sua ex-colonia, anche se apparentemente non andavano affatto d’accordo. Quel ragionamento gli provocò un nuovo, lieve, sorriso divertito perché quell’attaccamento al passato pareva una cosa comune di molte nazioni.

Inghilterra e America, Cina e Giappone…

Lui stesso e Lituania.

Avevano tutti scelto di andarsene.

Il suo sorriso si ombrò d’amarezza.

<< Non potrò confrontarmi con Giappone, dunque. >> Ivan espose una piccola parte dei suoi pensieri all’Inglese.

<< Questo per te è un bene >> affermò l’ovvio Arthur.

Era certamente così, ma Russia non disse altro.

L’armata sfilava ancora nella Piazza Rossa; visti tutti insieme, dall’alto, parevano in effetti tanti fiori dai colori scuri. Scuri come la notte.

E scuri anche come i capelli di Cina.

Ivan non avrebbe potuto vendicare il cinese di quella brutta cicatrice che gli deturpava la schiena. Lo infastidiva non poterlo fare, tanto che per un po’ gli sembrò di non pensare a Lituania che se n’era andato.

Eppure era ancora la schiena di Toris che vedeva, quando pensava a Yao.

“Tutte le forze del popolo per schiacciare il nemico! Avanti, per la nostra vittoria!”

Quello aveva detto Stalin nel suo discorso, sembrava tanto tempo fa. E io andrò avanti, fino ai confini tedeschi, per riprendere ancora una volta ciò che è mio.

 

 

 

 

 

 

1) Note a fine storia: Tutti i discorsi in corsivo e fra virgolette alte (“ ”) sono ripresi dal discorso che Stalin fece alla nazione il 3 Luglio 1941. Il discorso di Stalin delineava realisticamente le difficoltà della situazione e l'entità della minaccia che incombeva sull'URSS e i suoi popoli. (Cit. Wikipedia)

2) La situazione di Leningrado si può riassumere così: grazie ad alcune azioni militari tedesche e finlandesi Leningrado, agli inizi di agosto, si ritrovò totalmente isolata, priva di rifornimenti di cibo e attaccata.

3) La Via della Vita fu una strada costruita sul ghiaccio del lago Ladoga. Essa permise agli abitanti di Leningrado di sopravvivere, in quanto attraverso essa arrivarono rifornimenti di cibo… non chiedetemi come hanno fatto a costruirla, non ne ho sinceramente idea.

4) il 24 settembre ha luogo la Sacca di Kiev, una schiacciante vittoria della Germania. Stalin si dimostra ostinato nel voler mantenere Kiev per “Motivi di prestigio”. Una decisione che si rivelerà molto pericolosa…

5) Il 2 ottobre ha inizio l’Operazione Tifone, l’attacco tedesco diretto a conquistare Mosca.

6) All'inizio del mese di novembre nella capitale sovietica cresceva il timore dell'arrivo dei tedeschi e Stalin, allo scopo di risollevare il morale della popolazione, decise, il giorno 6, di celebrare comunque il 24º anniversario della Rivoluzione di ottobre. Il giorno dopo, secondo tradizione, fu effettuata sulla Piazza Rossa la grande parata militare. (Cit. Wikipedia)

7) Quanto al Giappone che attaccherà l’America, è una notizia che Stalin riceve da spie inglesi e che gli consentono di riportare a Mosca le sue truppe, che altrimenti sarebbero dovute rimanere in parte in Siberia a sventare una possibile offensiva giapponese.

 

 

 

 

----Angolo -stanzetta con pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte alle recensioni! (a cura dell’autrice, di Ivan e di Toris, con l’aggiunta di un irritante Feliks e dell’inquietante Natalia, del tremante Raivis, e Eduard, e… degli Alleati in generale, con probabili incursioni dell’Asse…)----

 

 

Yusaki: Ta-daaan! Un capitolo quasi tutto per Russia-san! Russia-san, sei fiero di me?!

Russia: Non molto *sorrisone*, ci hai messo secoli a scriverlo.

Polonia: Senza contare che è tipo più breve del solito.

Yusaki: Ma è più breve perché volevo solo dare uno scorcio delle situazioni rispettivamente di Russia e Lituania… cioè, quella di Lituania sarà nel prossimo capitolo.

Lituania: *Già col mal di stomaco* Devo preoccuparmi?

Yusaki: Naaa, ritroverai Polonia e anche il tuo vecchio “conoscente” Prussia! *__*

Lituania: Ho capito, devo preoccuparmi.

Yusaki: non hai la minima fiducia in me… non sono mica così sadica con te come credi…

Lituania: Davvero? *Sguardo falsamente sorpreso* Quindi mi sono sognato che Russia mi ha tradito con Cina e continua a pensare a lui nonostante la guerra e il fatto che io me ne sono andato?

Yusaki: *Agonizzante per le troppe frecciatine* è… tutta… colpa di Russia-san…
*Russia la abbatte definitivamente*

Lituania: Quest’autrice si caccia sempre nei guai!é__è Cominciamo a rispondere noi alla prima recensione?
Yusaki: Aspettate… devo fare il mio dovere… *Si trascina* … la prima è… Kyuketsuki Assassin. Wow, anche il nuovo nickname è bello! E mi piace la ghignante immagine di Undertaker, è così poco rassicurante! *Emana cuoricini*

Lituania: Un becchino? O__O Certo che non è rassicurante!

Yusaki: E comunque hai ragione… come può Russia aver portato in casa (IN CASA!) quel friggi-tutto di Cina facendo così soffrire Lituania-chan?!?!ç__ç Non è giusto!

Lituania: Non è giusto!ç__ç

Russia: Quanto la fate lunga…

Yusaki: Quanto all’arrivo delle truppe tedesche, in effetti ho cercato di rendere l’atmosfera il più terribile possibile, quindi se ti sono parsi spettri o mostri o demoni va bene! A volte gli uomini sanno essere davvero come mostri… grazie degli incoraggiamenti! Ora lascio Russia-san alla tua furia.

Russia: KOLKOLKOL… smettete di prendervela con me… *Aura pericolosa* Chi mi faccio sono affari miei, e se voglio Cina allora prendo Cin---

*Lituania si mette a piangere in silenzio e si allontana.*
Russia: … *gli svanisce l’aria pericolosa e arrossisce* … ma… ora come ora… vorrei solo che Lituania… tornasse da me…

Yusaki: Ha detto una cosa sensata *borbotta*. Be’, passiamo alla prossima… Stefy_rin! Mi dispiace che il tuo condominio non abbia gradito la musica alta! Puoi sempre dire che è colpa mia, tanto non mi troveranno mai.

Lituania: l’Autrice è avvolta nel mistero…

Yusaki: Esatto! Nessuno può scovarmi! BHUAHAHA! Tornando alla recensione… la guida dei paesi baltici! Io l’ho letta in libreria, assieme a molte altre guide, e ho intenzione di comprarla quando partirò per visitarli. Sì, prima o poi voglio visitarli, ci tengo. Ad ogni modo, probabilmente la pensiamo uguale… il fatto di essere brava non collima con la mia mancanza di autostima. Ogni tanto mi dico “Ehy! Ma forse so scrivere…”, purtroppo questo pensiero svanisce sempre in gran fretta.

Lettonia: u-un po’ è un bene, così cerca sempre di migliorarsi.

Yusaki: Russia-san, proprio perché è un seme perverso, è così sexy… resistergli è impossibile… *Si perde in sogni a occhi aperti assieme a Lituania*

Lituania: il gusto Yogurt… mi piace moltissimo anche quello! Sa essere dolce ma non stucchevole.

Yusaki: e, fra parentesi, è il mio gusto preferito di gelato.

Russia: Queste mollette sono così carine! *Mette a Lituania una molletta a forma di girasole, con aria allegra*

Yusaki: *Ghigno* è bella anche quella di Cina.

Cina: … *un po’ depresso, con la cacchetta rosa sulla testa*

Yusaki: Grazie della recensione! È ora il turno di ooShyoo che…

Russia: … che si è ubriacata con me. V__V

Yusaki: *Annuisce* e ti ha anche rimproverato per bene! Così si fa, bisogna far capire a Russia-san che è stato cattivo, cattivo, cattivo…
*Russia guarda anche lei con occhi a cucciolo*

Yusaki: … ooh, piccolo tenero Russia-san!!! T__T *Lo coccola*
Lituania: come cambiare in fretta idea…

Yusaki: Lituania, se sei geloso parla col bicchiere.

Lituania: Quella era una metafora per dire quanto erano ubriachi!

Bicchiere: Ma io so parlare davvero.

*Tutti si voltano a fissare il bicchiere*

Bicchiere: Che c’è?

Tutti: UGYAAAAAAAAAH!!!! PARLAAAAAA!!!!!!!!!! *Fuga generale*

Yusaki: *torna in sé un attimo dopo* Ma pazienza, ne ho viste di peggio di un bicchiere che parla, lo chiuderò dopo nella credenza. Dicevamo… anche tu eri fan delle RussiaxCina?! O__O’’’ M-ma, quante fan della RussiaxCina leggono questa fanfiction?!? Io… sono commossa… vorrei abbracciare tutte queste persone che hanno avuto il coraggio di leggere una RussiaxLituania nonostante amassero un’altra coppia! Grazie davvero!

Lituania: La prossima è Miharu__Chan, che sta cercando di ucciderci tutti da un  po’ di recensioni…

Yusaki: Miharu__Chan, sappi che vorrei tanto permetterti di far loro del male, ogni tanto fanno saltare i nervi anche a me… però mi servono per la fanfiction, capiscimi!ç__ç Così per proteggerci ho dovuto usare lui…
*Yusaki indica Inghilterra, che è stato costretto a difenderli dalle maledizioni ricevute*

Inghilterra: abbiamo a che fare con qualcuno di pericoloso…

Lituania: è una delle poche volte in cui ho visto Russia-san seriamente spaventato.

Yusaki: Per la cronaca, alla fin fine non posso uccidere neanche Cina…

Cina: evviva, aru. *Tono sarcastico*

Yusaki: ti ringrazio per i complimenti al capitolo! Sappi che Russia-san ha gradito la Vodka ai girasoli, ma ora è un tantino traumatizzato perché hai detto “Russia, non lo sai, ma a volte finivo nel tuo letto quando eri ubriaco e mi chiamavi Lituania”.

Lituania: Per lo meno non chiamava Cina.

Polonia: Ma stavolta niente dolcetti per noi?

Yusaki: Polonia… se vuoi finire avvelenato fallo senza chiedermi il permesso…

Russia: Adesso è il turno di miristar. *Smangiucchia un Bliny*

Yusaki: *Strangolata dai Blinis* UMMMPH! JSWHBHJUHYFE!!!!

Polonia: Significava tipo “Non mi piace il salmone affumicato?”

Yusaki: *Cerca di buttare giù* Sono quasi collassata… per favore, niente pesce!

Lituania: Autrice, ma tu mangi qualcosa ogni tanto?
Yusaki: certo! Dolcetti, biscottini, impasti non cotti di dolcetti e biscotti…

Lituania: Che dieta sana.

Yusaki: ma non stiamo a disquisire sulla mia alimentazione, miristar non ha capito il capitolo… *Riflette* in effetti succedono un sacco di cose, forse davvero troppo in fretta… in questo ce ne sono meno comunque, è anche più breve! Comunque, dobbiamo festeggiare la mia prima recensione “Neutra” ricevuta! *__*

Estonia: Non dovresti festeggiare una cosa simile!

Yusaki: Come no?! Io sono commossa! Ho ancora tanto da imparare… e poi è la prima! Sono così felice! Ti ringrazio tanto miristar, sia del tuo sincero parere sia della tua recensione neutra!

Lituania: Ad ogni modo noi baltici non andiamo esattamente da Germania, come si evince da questo capitolo. In realtà ci poniamo sotto la sua protezione… facendolo passare.

Yusaki: Esatto, la popolazione dei baltici accoglie favorevolmente i tedeschi. Credo li abbiano preferiti ai russi, ecco tutto. Ora c’è… Triadine! Matthew? Chi?!

Canada: Sigh…

Yusaki: Quali auguri? Il mio compleanno intendi? Ma non c’è problema! Dopotutto neanche lo sapevi. ^^ Quanto a San… purtroppo non ho letto le “Leggende del mondo emerso” mi sono fermata alle Cronache, forse dovrei continuare ma attualmente il mio cuore è donato a R.R. Martin, autore delle “Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”.

Russia: Avete finito di parlare di saghe fantasy? *Sorriso*

Yusaki: Scusa! Riprendo a rispondere… dicevo, R.R. Martin…

Tutti: AUTRICE!

Yusaki: Va bene, va bene… mi ricompongo, allora, sì, io in realtà ero presente in quel periodo storico. Vedi, io sono nata ai tempi di Alessandro Magno, sono stata al suo fianco alla conquista del…

Tutti: AUTRICEEEE!!!!

Yusaki: d’accordo, forse non sono così vecchia, ma il mio spirito stava sicuramente osservando Alessandro! Insomma, cerco di attenermi a tutti gli IC possibili, faccio molte ricerche ma qualcosa penso mi sfuggirà sempre… perché, appunto, non sono nata così tanto tempo fa. Grazie dei complimenti e di avermi ricordato del potere della tastiera, uhuhuhu… *i personaggi la guardano, preoccupati*

Lituania: La prossima recensione è di calitopo.

Yusaki: calitopo ha detto di adorare la mia storia! Ne sono molto felice, come sono felice dei tuoi complimenti. Questo nuovo capitolo ha tardato un po’ ma…

Lettonia: ma tanto l’autrice è incostante, i lettori sono abituati a non sentirla per un po’.

Yusaki: sì, appunto, ecco.ç__ç Grazie per esserti fermata a lasciare una recensione! L’ultima per oggi è Liris! Ma no, cara, la pena capitale (ovvero mangiare i biscotti di Inghilterra) è adottata per crimini ben peggiori… non ci sogneremo mai di rivolgerla su di te.

Inghilterra: Che diamine…

Yusaki: *Continua rapidamente* Ecco! Tu eri un’altra delle fan RussiaxCina…
Lituania: *Mangia distrattamente alcuni biscotti (non di Inghilterra) fingendo di non sentire*

Yusaki: … ma mi fa piacere che tu per un po’ l’abbia odiato, dopotutto ha fatto del male a Lituania. E anche io… anche io… anche io dovrei essere odiata per aver scritto cose tanto brutte… ma è la storia… *si picchia con una manopola dell’acqua*

Lituania: Grazie della crema contro i lividi, le scale russe sono molto pericolose. Bambini, non imitatemi!

Yusaki: Che stai dicendo Lituania?! Va be’, mandiamo tutti in vacanza i nostri cervelli, così ci riposiamo un po’…

Tutti: il tuo cervello si risposa sempre, autrice.

Yusaki: e su questa illuminante constatazione sul mio cervello chiudiamo…

 

Come ho detto questo capitolo era dedicato all’attuale situazione di Russia, e il prossimo sarà dedicato a quella di Lituania. Il nostro baltico ritroverà vecchi amici e vecchi nemici. Di sicuro sarà in attesa di sapere come va la guerra, come sta Russia… e forse sarà lo stesso Russia a dirglielo.

Spero che il prossimo capitolo possa arrivare in fretta, so cosa scrivere quindi mi impegnerò a farlo. Spero anche che mi lascerete una recensione! Per cui, a presto!

 

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