P-ossessione

di Cissnei
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


1.

 

“Start”
“Spegni computer”
“Arresta il sistema”

La ragazza dai capelli biondi spense il suo pc portatile e tirò un silenzioso ma sentito sospiro di sollievo. Raccolse alcune scartoffie dalla scrivania e le infilò nella sua borsa rigida, poi si alzò dalla sedia girevole e si avviò verso l’uscita dell’ufficio.

Lungo le scale salutò gentilmente i suoi colleghi ed una volta che fu scesa per strada guardò il suo orologio da polso, scostando leggermente la manica della camicia azzurra: erano le 11.
Oggi ho finito presto”, pensò.

Si incamminò a passi piccoli e veloci  e raggiunse la sua macchina, una Wolkswagen Beetle gialla. Sorrise.
Non riusciva ad evitarlo. Ogni volta che guardava la sua automobile le tornavano in mente le parole di Youko, quando per la prima volta le aveva mostrato il suo mezzo di locomozione.

Certo che non vuoi proprio passare inosservata, eh! Però questa macchina, con questo giallo così acceso… è proprio da te”, le aveva detto la ragazza dai capelli corvini.

Scacciò questi pensieri dalla mente ed aprì il portabagagli, infilando la borsa nera e richiudendolo. Era in procinto di aprire lo sportello dal lato del guidatore, quando ad un tratto si fermò; era troppo presto per tornare a casa, a quell’ora non avrebbe trovato nessuno.
L’idea di dover stare nel suo appartamento da sola non la attirava affatto, odiava stare ferma senza fare niente.
Si appoggiò quindi alla macchina gialla ed iniziò a picchiettare nervosamente il dito indice contro la carrozzeria; stette qualche minuto in attesa che le venisse in mente qualcosa da poter fare per ingannare il tempo. Poi ebbe un’idea.

La Lilian

L’istituto nel quale la ragazza aveva passato la sua infanzia e la sua giovinezza distava pochi isolati da lì: sarebbe stata una bella passeggiata, anche se era sicura che il rivedere quel viale alberato e la  statua sorridente di Maria sama le avrebbero sicuramente provocato una forte malinconia.

Beh, potrei anche adocchiare qualche bella ragazza in uniforme e raccontarle dei bei tempi in cui frequentavo il suo istituto… sarebbe una bella tecnica di approccio

Rise; amava recitare la parte della “sciupa femmine”.
Le si addiceva davvero tanto il comportarsi in quel modo, senza contare che per lei era davvero conveniente il fatto che la gente la potesse vedere come una persona priva di sentimenti o che pensasse solo a divertirsi.
Cercava di apparire il più possibile invulnerabile agli occhi degli altri, ritenendo che se si fosse comportata così nessuno avrebbe mai potuto in alcun modo ferirla.
Sperava di non dovere più provare l’atroce sofferenza che aveva provato durante i suoi sedici anni.
Perché lei, in realtà, i sentimenti li provava. Forti ed intensi più che mai.

 

 

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Capitolo 2
*** 2. ***


2.

 

Il cancello che delimitava l’ingresso dell’istituto Lilian appariva solenne e maestoso, come sempre; era aperto per metà ed oltre questo era possibile ammirare il grande viale alberato.
Sei lo oltrepassò ed una volta dentro si guardò intorno: di studentesse, nemmeno l’ombra.

Probabilmente saranno tutte nelle classi a seguire le lezioni… sono stata sfortunata

Con fare rassegnato si diresse nuovamente verso il cancello, per uscire, ma il suo sguardo cadde sulla statua marmorea di Maria Sama. Si fermò di fronte a questa e la fissò, sorridendo.

Cara Maria Sama, vi trovo proprio in forma. Anche io non me la passo male, sa? Ah e le porto i saluti di Youko Mizuno. Si ricorderà sicuramente di lei, immagino

Non riuscì a trattenersi e rise. Quel soliloquio, seppure fosse avvenuto soltanto nella sua mente, l’aveva divertita.
Si ricompose e tornò a fissare la statua. Dopo qualche secondo alzò la mano destra e fece un cenno verso questa, a mò di saluto.

Alla prossima

Una volta uscita dal cancello, la ragazza dai capelli biondi tornò ad interrogarsi su cosa avrebbe potuto fare per trascorrere il tempo. Dopo ripetuti sbuffi e sguardi interrogativi al cielo nello stile  di chi attende una illuminazione improvvisa, alla fine decise di fare un salto al market lì vicino per comprarsi una rivista.
Fece qualche passo in direzione del marciapiede opposto e quando fu in procinto di attraversare, sentì una voce chiamarla alle sue spalle.

Sei! Sei Satou!

Si voltò. Davanti al cancello della Lilian, si trovava ora una ragazza alta e longilinea. I lineamenti del suo viso erano molto delicati, ma allo stesso tempo abbastanza definiti; Sei non potè vedere altro, perché l’intero corpo di quest’ultima era nascosto da un pesante abito nero ed i capelli erano avvolti in un velo. Si trattava di una suora.
La ragazza dai capelli biondi fece qualche passo verso colei che l’aveva chiamata e strabuzzò gli occhi.

Quei lineamenti… una suora…

Poi si rese conto di chi fosse la persona che aveva davanti.

Non ci posso credere… Tu… tu sei Shiori?

La ragazza con l’abito nero annuì. Poi continuò a parlare.

Mi fa davvero piacere rivederti… ed inoltre ti trovo davvero bene. Sei venuta anche tu a salutare la statua di Maria Sama?

Sei ebbe un brivido. Uno di quelli che ti attraversano dai piedi fino alla punta dei capelli e che ti accelerano il battito cardiaco in modo così forte da non riuscire a pronunciare neanche una parola. Cercò di calmarsi e di controllare le sue emozioni, sebbene le sue mani non smettessero di tremare.

Io… si, ho fatto un salto alla Lilian perché oggi ho finito presto al lavoro…

Si bloccò. Non ci riusciva… era più forte di lei.
Tutta quella agitazione interiore non lasciava neanche spazio ai pensieri.

Ah, ho capito. Lavori qui vicino, dunque?

Shiori non smetteva di fare domande e la ragazza dai capelli biondi non riusciva a trovare la forza per rispondere, ma capì che non poteva continuare  in quel modo. Si fece coraggio e si impose di rilassarsi.

Si, il mio ufficio dista pochi isolati da qui.

Finalmente era riuscita a calmarsi; riuscì anche ad accennare ad un sorriso. Si sentì forte, come se avesse avuto la meglio nella lotta contro le sue emozioni. La sua mente tornò a formulare pensieri.

Forse… forse potrei…

Continuò a parlare.

 
 
 Dimmi… ti va se ci sediamo in un bar a parlare? Potrei offrirti un caffè…

No, Sei…

La ragazza con l’abito scuro la interruppe, poi continuò

Non ho molto tempo, purtroppo. Però se vuoi… ecco, c’è quella panchina lì. Se ti va possiamo sederci e chiacchierare un po’

Sei annuì ed entrambe si avviarono per raggiungere il posto a sedere.

Maledizione, maledizione…

La ragazza con i capelli biondi strinse forte i pugni e digrignò i denti.

Sono una stupida… sono solo una stupida

Si pentì di avere fatto quella proposta a Shiori. Si rese conto che, inconsciamente, era stato come se avesse voluto trattenere la ragazza vestita di nero, per evitare che fuggisse via da lei; come quando si fa un bel sogno e ci si augura di non doversi svegliare mai.

Ma come mi è venuto in mente? Come ho potuto…


Davanti a Shiori, Sei non poteva recitare la parte della persona forte ed invulnerabile: con quella ragazza non c’era alcuna maschera che potesse reggere. I suoi occhi, così profondi, riuscivano a scavarle nell’anima.

In quel momento,dopo tanti anni, Sei si era trovata senza alcuna barriera, totalmente esposta alla sua interlocutrice.
Stava rischiando di soffrire. Di nuovo.

 

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Capitolo 3
*** 3. ***


3.

 

La posizione a sedere che aveva assunto la ragazza dai capelli biondi era composta ed ordinata, con spalle dritte e gambe unite; le mani, appoggiate su quest’ultime, si tormentavano continuamente. Ma l’assunzione di quella posa, da parte sua, era totalmente innaturale.
Se si fosse trovata da sola in quella panchina, avrebbe sicuramente divaricato le gambe, poggiato un braccio sul limite della spalliera molto spavaldamente, e guardato il suo interlocutore dritto negli occhi. In quel momento, questo non le riusciva.

Una volta sedute, le due ragazze rimasero in silenzio per qualche secondo. In quei brevi istanti, Sei sentì dei forti brividi, come se Shiori le stesse scrutando l’anima.

Non entrare… non entrare dentro di me…

Strinse i pugni sulle gambe, afferrando con forza le pieghe dei pantaloni.

Smettila… smettila, ti prego…

Non riusciva più a reggere il peso di quella situazione. Fu in procinto di piangere, ma provò con forza a trattenere le lacrime; per quanto tempo ancora avrebbe dovuto sopportare quella sofferenza lancinante?

Stavi andando da qualche parte, prima che ti chiamassi?

Grazie al cielo, la ragazza vestita di nero aveva interrotto quell’imbarazzante silenzio. Ora, però, alla ragazza dai capelli biondi toccava rispondere.

Ah… In realtà non stavo facendo nulla di importante… stavo solo cercando un modo per far passare il tempo

Capisco, allora non ti ho disturbata

Rimasero nuovamente in silenzio. Sei non aveva la forza di iniziare un discorso; ciò che più desiderava in quel momento era fuggire via.
Shiori aveva ormai intuito il suo forte imbarazzo, così parlò nuovamente.

Sai, in tutti questi anni… ho pensato molto a te, alle ragazze… alla Lilian. A volte ho molta nostalgia del periodo che ho trascorso lì con voi; se ripenso a quell’anno mi tornano in mente soltanto degli splendidi ricordi, che custodisco gelosamente nel profondo del mio cuore. Credo sia lo stesso anche per te

Si…è così

Non era vero. O almeno, era vero soltanto in parte. Di ricordi positivi Sei ne aveva, ovviamente; ma erano tutti legati al suo terzo anno in quell’istituto. I ricordi dei primi due anni per lei erano tutt’altro che piacevoli.

La ragazza vestita di nero riprese a parlare.

Sai, a volte mi capita di passare di qui, ma ogni volta non riesco a trovare il coraggio di superare quel cancello. Forse, ora che ci sei tu…

*Beep
beep*

Sei sentì il cellulare emettere il suono di ricezione dei messaggi. Lo uscì rapidamente dalla tasca dei pantaloni e senza neanche controllare chi avesse mandato l’sms e cosa vi fosse scritto, lo spense.

Scusami, se ti ha interrotta. Stavi dicendo?

Ah… no, non era niente di importante. Piuttosto, Sei, senza accorgermene sto parlando soltanto io… tu non hai nulla da dirmi? Non so, qualcosa che ti piacerebbe raccontarmi…

Perché mi hai lasciata sola alla stazione in quella fredda notte di Natale di tanti anni fa? Perché non hai avuto il coraggio di dirmi di presenza che non saresti riuscita a sostenere quella fuga? Era davvero così forte il tuo amore verso Dio? Più forte di quello che provavi per me?!

Erano queste le domande che la ragazza dai capelli biondi avrebbe voluto porle, ma sapeva con certezza che non ci sarebbe mai stato un momento opportuno per formularle e che tutte quelle questioni sarebbero rimaste irrisolte, per sempre. Così si sforzò di guardare Shiori negli occhi e pronunciò quattro, incisive, parole:

Dimmi… sei felice, ora?

La ragazza dal vestito nero rimase sbalordita, in un primo momento. Si sarebbe aspettata di tutto, persino una richiesta di chiarimento riguardante il perché tanti anni fa avesse rifiutato di fuggire con la ragazza di fronte a lei. Domanda alla quale, ovviamente, non avrebbe risposto. Ma in quel momento, Sei era riuscita a sorprenderla. Dopo un attimo di lieve esitazione, rispose:

Si. Sono riuscita a raggiungere i miei obiettivi ed adesso non c’è nient’altro che desideri

La ragazza dai capelli biondi sorrise.

Questo mi fa piacere”.

 

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