Behind my eyes

di La ragazza noname
(/viewuser.php?uid=970293)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Risultati immagini per foto tumblr
Capitolo 1.

Ps. Le parti scritte in corsivo rappresentano i flashback dei personaggi

 
Vi è mai capitato di svegliarvi pochi minuti prima della sveglia? Quel momento devastante che sembra infinito, dove non sai se chiudere gli occhi e goderti quello che ti resta o fissare i secondi aspettando quel maledetto suono.  A me capita spesso ultimamente, mi sembra di svegliarmi in una sorta di limbo dove non si capisce il tempo e lo spazio e tutto sembra confuso.
E poi eccolo li. Il suono che nessuno vorrebbe mai ascoltare alle sette del mattino.
Mi strofino gli occhi maledicendo la mia pigrizia e non aver tolto tutto quel trucco la sera prima. Mi siedo sul letto e passo la mano fra i miei capelli neri. Passo i seguenti cinque minuti a fissare lo smalto mangiucchiato sulle mie mani cercando di trovare il coraggio per alzarmi.
“Elly, buongiorno cara” sento alle mie spalle la voce di mia madre,come al solito solare e piena di vita “scendi per la colazione?”
Scuoto la testa e resto in silenzio, non ho la forza neanche di rispondere. “Ed io che chiedo pure” afferma prima di chiudersi la porta alle spalle
Mi alzo e mi dirigo verso il bagno. “Peter apri” dico bussando alla porta con una voce roca
Qualche secondo dopo il volto di mio fratello compare sulla porta. “Oh mio dio sei orrenda” afferma ridendo “Il bagno è tuo” continua allontanandosi
Evito di risponderlo e mi chiudo la porta alle spalle. Si sono veramente orrenda penso guardandomi allo specchio
 
Scendo di fretta le scale mentre ascolto Peter che urla per il mio classico ritardo.
“Mi piace ottobre” afferma Peter mentre si mette alla guida “non fa caldo,non fa freddo, è tutto un mistero non credi?” dice guardandomi
“è solo un mese come gli altri Peter” rispondo distrattamente mentre invio un messaggio a Toby,il mio migliore amico
“Un tempo eri poetica” ribatte lui sorridendo
Decido di non rispondere e di guardare fuori dal finestrino. Amo Peter, penso che nessuno possa capire il legame che lega due fratelli gemelli se non lo prova sulla propria pelle. Non so dimostrare il mio affetto nei suoi confronti,con il tempo ho imparato a chiudermi molto in me stessa, ma non nego che a volte vorrei semplicemente dargli un abbraccio.
 
Arrivati nel cortile della scuola, ci dirigiamo immediatamente verso la nostra comitiva. Sono l’unica donna del gruppo. Non amo molto la compagnia di altre ragazze e quelle riunioni tutte trucco e serie tv. Con i ragazzi riesco a relazionarmi meglio, mi sento molto più a mio agio.
“Hei raggio di sole” dice Toby mettendomi un braccio intorno al collo “Come ti senti questa mattina?” mi chiede
Tolgo gli occhiali da sole mostrando le mie occhiaie. “Oh dio” esclama ridendo
“Ricordami perché beviamo così tanto di domenica sera” chiedo accendendo una sigaretta
“Perché siamo giovani, folli e soprattutto stupidi” mi risponde prontamente ed io annuisco
Passano per lo più dieci minuti, resto in silenzio per tutto il tempo mentre ascolto Toby e Peter parlare di football. Quando vedo una chioma rossa avvicinarsi alzo gli occhi al cielo. “Ciao amore” dice Hanna dando un bacio a mio fratello
Gelosia portami via. Non la sopporto. Ho una specie di gelosia morbosa nei confronti di Peter, ma è giusto che abbia le sue storie ma non con lei. Eravamo migliori amiche durante il primo anno di liceo, ma dopo qualche mese e l’inizio della relazione con Peter, le cose sono peggiorate un po’ per  la mia gelosia un po’ per aver tradito mio fratello un paio di volte. Peter ha sempre cercato di farmi ragionare, che non c’era motivo di odiarla,se lui l’aveva perdonata dovevo accettarlo. Ma cosi non è stato e adesso non ci salutiamo neanche.
Il suono della campana mi richiama all’attenzione e mi dirigo in classe. L’ultimo anno di liceo è stazionante, pesante e ripetitivo. Le persone continuano a ripetere che è l’anno migliore, l’anno delle esperienze, l’anno dei risultati e della preparazione al futuro. Per me sono i soliti 365 giorni,piatti e senza uno scopo.
La nuova insegnante di storia ha un tic particolare, non saprei come descriverlo. Guardo Toby mentre la imita e mi scappa una risata. Sono contenta di avere lui al mio fianco sempre.
Mentre sono fuori durante la terza ora, provo ad accendere una sigaretta ma il mio accendino decide di non collaborare. Impreco. Per poi gettarlo a terra arrabbiata.
“Pensa se fosse il contrario” sento alle mie spalle
Mi giro confusa a guardare il ragazzo avanti ai miei occhi. Sbuffo. Zack Miller. Il classico giocatore di football, palestrato,ricco e sicuramente presuntuoso. Non ci avevo mai scambiato parola ma non avevo intenzione dopo cinque anni di iniziare adesso a cambiare le abitudini. Lo ignoro.
“Dimentico che sei Elly Davis” dice poggiando il suo accendino sul muretto e dandomi le spalle
Cosa significa “dimentico che sei Elly Davis?”. Una sorta di ira mi invade, pensando a quale pregiudizio possa avere quel ragazzo senza neanche conoscermi. Accendo la sigaretta e cerco di evitare il pensiero.
Alla fine delle lezioni, mi dirigo verso l’auto. Ma vedo Hanna seduta di fianco a mio fratello.
“Cosa fai?” chiedo a Peter facendo finta che la rossa non ci sia
“Diamo un passaggio ad Hanna e poi torniamo a casa, dai Sali” risponde
Faccia una faccia strana prima di voltarmi per andare a piedi verso casa.
“E dai Elly”  dice Peter affiancandomi con l’auto
Evito di rispondere, non ne ho la minima voglia. Ormai è quasi una abitudine quotidiana accompagnare la fidanzatina a casa da adesso che ha una patente.
“Elly Sali non fare la bambina” afferma lei sporgendosi per guardarmi meglio
La rabbia mi invade, ma cerco di evitare di dire tutte le brutte parole che mi passano per la mente. Lo faccio per Peter sia chiaro, non per lei. Mi limito ad alzare il dito medio e a sorridere nel modo più finto possibile.
Peter scuote la testa evidentemente deluso. Ancora. Accelera e mi lascia li sola, a venti minuti da casa.
Sbuffo e chiamo Toby, ma non risponde e mi ricordo che è rimasto a scuola in punizione per essere stato beccato con uno spinello in cortile.
Mi faccio forza e inizio a camminare, infilando le cuffie. Alzo il cappuccio della mia felpa rossa e cerco di avere un passo svelto. Sono arrabbiata, tanto. Odio essere la seconda scelta di qualcuno. La seconda scelta di Peter. Vorrei prenderli a pugni, entrambi. Vorrei gridargli tante di quelle cose.

“Sparisci dalla mia vista sei un essere spregevole” grido a tutta forza, tutto il cortile della scuola si gira a guardarci
“Abbassa la voce e non farmi scenate” afferma lei con il fuoco negli occhi
“Hai tradito mio fratello,hai tradito la mia fiducia. Sei una puttana e tutti devono saperlo” grido ancora di più
Un secondo dopo Hanna arriva a darmi uno schiaffo e il cortile cala nel silenzio. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ne io ma neanche lei.
“Scusami” afferma subito

Il suono di un clacson supera il volume massimo delle mie cuffiette. Mi fermo all’istante a pochi centimetri dal parabrezza di un auto nera opaca. Il mio cuore raggiunge il limite massimo di battiti.
“Ma sei cretina” afferma la voce dall’auto
Mi abbasso il cappuccio e tolgo immediatamente le cuffie pronta a chiedere scusa, ma quando vedo il volto fuori dal finestrino la rabbia mi inonda.
“Ancora tu” urlo avvicinandomi al finestrino
“Sei tu che sei passata in strada senza guardare e senza aspettare” grida Zack Miller
Cinque anni di assoluto silenzio e ora due incontri in poche ore.
“Mi hai rotto,signor sono pieno di soldi” grido lanciandogli l’accendino nella macchina “non voglio le tue elemosina, e non voglio più rivolgerti la parola, sparisci” grido presa dalla rabbia
Lui mi guarda confuso prima di affermare “Questa è pazza” e lasciarmi li al centro della strada
 
Arrivo a casa con non uno ma mille diavoli per capello. Peter è avanti alla tv. Sbatto la porta e corro di sopra.
“Elly” dice seguendomi “fermati”
Chiudo la porta della mia stanza a chiave. Lo sento bussare ma non ho alcuna intenzione di aprirlo.
“Elly” lo sento sbuffare dice
Lo sento scendere le scale e solo in quel momento mi accorgo di aver trattenuto il fiato. Mi alzo con le lacrime agli occhi, il cuore a pezzi. Ho deluso mio fratello, mandato a fanculo la mia ex migliore amica, e ho scaricato tutta la mia rabbia su uno sconosciuto. Bella giornata Elly.
Mi tolgo la felpa e mi avvicino al cassetto chiuso a chiave della scrivania. Lo apro e prendo le pillole tranquillanti che usava papà durante la malattia. Ho paura ogni volta che decido di prenderle, ma è l’unico modo per sentirmi meglio. “Mi manchi papà” penso mentre ingerisco le pillole “scusami se lo faccio di nuovo”
 
Spazio autrice
Sto avendo difficoltà e la mia storia viene cancellata spesso visto che mancano alcune parti di dialoghi, mi dispiace per questo problemi con un po’ più di calma vi spiegherò quello che avrei voluto dirvi in questo spazio autrice.
Detto ciò spero che come inizio vada bene, non è la prima storia che scrivo e spero di avere successo anche con voi. Ringrazierò nel prossimo capitolo le persone che lasceranno un pensiero. Sarei felice di sapere i vostri giudizi.
Lei è Elly

Risultati immagini per alexandra park gif
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Trailer storia:
https://www.youtube.com/watch?v=fGdYqPB5Vu8

Risultati immagini per foto tumblr
Capitolo 2.

Le parti scritte in corsivo rappresentano i flashback dei personaggi

Intorno al mio corpo era tutto un insieme di colori indistinti.
Ero stesa sul pavimento ai piedi del letto e non c’era rumore solo colore. Un vortice di colori cosi intensi da lasciarmi quasi abbagliata. Giravano, danzavano, saltavano da una parte all’altra della stanza.
Uno strano suono piano a piano cominciò ad entrare nella mia testa come un trapano, sempre più forte. Mi tirai su e cercai con lo sguardo di attraversare quella massa di colori che sembrava volessero soffocarmi. Riconobbi la suoneria del mio telefono e riuscì ad allungare solo la mano sul letto per prenderlo per poi scivolare di nuovo sul pavimento e scoppiare a ridere. “Pronto” dissi con una voce un po’ troppo alta forse
“Elly, ho trovato la tua chiamata” disse la voce dall’altro lato
“Chi sei?” chiesi ridendo
“Elly sono io, Toby” rispose
Ah si, Toby. Il mio migliore amico. Innamorato follemente di me. Cosa ci vedrà di speciale in me non lo so. “Non mi avrai mai”  dissi per poi essere inghiottita dal buio
 
Silenzio. Un secondo prima nella mia testa c’era solo caos e ora silenzio.
Provai ad aprire gli occhi e la forte luce al neon bianca mi creò qualche problema.
“Ah finalmente” disse una voce, era sicuramente Peter
Mi poggiò la mano sulla fronte e mi spostò i pochi capelli dal viso. “Come ti senti?” mi chiese
“Confusa” risposi prontamente “dove sono?”
“Ospedale” rispose mio fratello con amarezza “io e Toby abbiamo sfondato la porta perché non rispondevi e ti abbiamo trovata sul pavimento, avevi perso i sensi per..”
“Peter mi dispiace” affermo subito con le lacrime agli occhi
“Prendi ancora quelle pillole Elly, mi avevi fatto una promessa” disse quasi arrabbiato
“Lo so” risposi “ti giuro che era da tanto che non le prendevo, ma ieri..”
“Ieri niente Elly, vuoi morire?” urlò “Perché se è così fallo fuori dalla mia casa, fuori dalla mia vita e fuori da questa città perché io non voglio assecondare queste tue pazzie” concluse dandomi le spalle
Piansi. In silenzio.
“Soffro anche io per la mancanza di papà, ma non decido comunque di suicidarmi” aggiunge
“Non volevo suicidarmi ho solo perso il controllo”
“Questa volta..” disse avvicinandosi alla porta
“Mamma?” chiesi esilmente
“Ha il telefono spento sarà come al solito a lavoro” rispose prima di uscire e chiudere la porta
Mi guardai i polsi magri e osservai il braccialetto con il numero. Non ero mai finita in ospedale ho sempre avuto il controllo di quello che assumevo. Mandai giù il nodo alla gola e mi tirai su con la schiena passandomi le mani fra i capelli.
“Come ti senti?”
Sobbalzai. Non mi ero resa conto che Toby fosse entrato.
“Sono stata meglio” rispondo abbassando la testa
“Non sei mai arrivata a tanto Elly” disse incrociando le braccia e restando a distanza “Ti procuro quelle pillole perché mi hai promesso che avresti fatto attenzione, e guarda in che guai ci hai cacciati”
Non rispondo. Mi alzo dal letto e cerco le mie scarpe.
“Non accadrà più” decido di dire
“Infatti, da me non avrai più niente” afferma per poi uscire dalla stanza
 
“Signorina dalle sue analisi risulta la presenza di un farmaco molto pericoloso nel suo sangue” afferma il dottor Cal guardandomi severo
“Lo so” dico guardando Peter che evita il mio sguardo
“Non sporgeremo denuncia e non esporremo il caso alla polizia di Chicago, ma sarà obbligata a frequentare queste sedute” dice consegnandomi un foglio
AIUTIAMOCI INSIEME
Patetico. Non avrei mai frequentato un corso dove tutti ci diciamo i problemi e ci abbracciamo facendo finta che sia tutto finito.
Sto per polemizzare, ma Peter risponde prontamente. “Sarà così dottore, grazie mille”
 
“Non andrò a questo centro di recupero” urlo sbattendo la portiera dell’auto
“Invece ci andrai e non farai storie o sarò il primo a denunciarti” risponde mio fratello mettendo in moto
Il mio cuore accelera e sento di esplodere da un momento ad un altro.
Arrivati a casa troviamo mamma ad aspettarci in cucina. “Ciao ragazzi”
Io e Peter ci guardiamo prima di non rispondere. “Cosa sono queste facce?” chiese
Guardo Peter supplicando con lo sguardo di non dire niente. “Sono andato a prendere Elly a scuola era rimasta in punizione” dice poi andando verso il salone
“Punizione per cosa?” chiede la donna evidentemente poco interessata
“Mi conosci rispondo male a chiunque, niente di grave” dico per poi salire le scale
“Elly perché la porta della tau stanza è rotta?” chiede poi
“Non riuscivo ad aprirla e Peter mi ha dato una mano a romperla” rispondo per poi entrare in camera
Mi getto sul letto e passo le mani sul mio viso cadaverico. Sfilò il telefono dalla tasca dei jeans e scorro le ultime chiamate per poi aspettare risposta da Toby.
“Hei dimmi..”
“Toby senti..” dico subito contenta di sentirlo
“Ci siete cascati vero?” risata “Questa è la mia segreteria lasciate un messaggio dopo il..”
Attacco.
Prendo un respiro profondo. Sono una stupida.
 
Apro gli occhi toccandomi la fronte e maledicendo un terribile mal di testa.
Guardo al lato del letto e leggo sulla sveglia del comodino le 23.22
Mi alzo ed esco nel corridoio notando mia madre già immersa nel suo sonno, mentre la stanza di Peter vuota.
Scendo silenziosamente le scale.
 
Cammino a passo veloce con le mani nella mia felpa. Fa più freddo del previsto. Devo parlare con Toby.
Raggiungo la piazza e noto subito il mio gruppo. Mi avvicino silenziosa.
“Hei donna del mistero” dice Tim dandomi il cinque
Sorrido e abbasso il cappuccio della felpa e guardo Toby seduto sulle scalinate. “Possiamo parlare?” chiedo con sguardo quasi triste “Per favore” mi sbrigo ad aggiungere
Lui si alza e i indica di seguirlo. Ci sediamo poco lontani, la vista del lago e della città di notte ci fa da sfondo.
“Mi dispiace se ti ho messo nei casini” dico subito osservando la nuvoletta di fumo uscire dalla mia bocca
“Non sono arrabbiato per questo Elly” dice guardandomi negli occhi
Lo guardo confusa e so che ha capito che a questo punto aspetto una spiegazione.
Sospira prima di continuare. “Perché hai detto quella frase oggi al telefono?”
Ora capisco. Io e la mia stupida  bocca. “Toby io ero completamente strafatta, non sapevo cosa dicevo” mi giustifico ed era vero
“Elly quando ho deciso di confidarti i miei sentimenti per te, non l’ho fatto perché mi aspettavo qualcosa da te. Volevo semplicemente essere onesto con la mia migliore amica” dice deluso “è stato umiliante oggi” conclude prima di alzarsi e lasciarmi sola
 
“Peter dove sei?” chiedo al telefono
“Sono a casa di Hanna” risponde freddo
“Ancora? Ma è la mezza, non puoi venire a prendermi?” chiedo con un pizzico di disperazione
“Non può Toby?” chiede
Sospiro. “No”
Passano interminabili secondi di silenzio. “va bene dove sei?” mi chiede
Sorrido. “Vicino al lago, poco più avanti seduta su una panchina”
Attacca. Incrocio le gambe e mi accendo una sigaretta.
“Vedo che ne hai comprato uno nuovo” dice una voce alla mie spalle
Mi giro confusa per poi sbuffare nel vedere il viso di Zack. “Lasciami in pace” dico dandogli di nuovo le spalle
“No” dice lui sedendosi al mio fianco
Mi allontano. “Non hai niente di meglio da fare?” chiedo con finta calma nella voce
“I miei amici sono un po’ ubriachi” dice indicando con un dito un gruppo di ragazzi seduti quasi vicino la riva “io non mi stavo divertendo e ti ho vista qui tutta sola e ho pensato di venire a farti compagnia”
“Non mi serve grazie” rispondo alzandomi
“Facciamo così” dice alzandosi a sua volta “tu mi chiedi scusa per essere piombata avanti alla mia auto e per avermi lanciato l’accendino in faccia e io me ne vado”
“Scordatelo”  rispondo acida
“Allora resto qui” dice
“Me ne vado io” dico camminando
“Elly” grida
Mi giro a guardarlo scocciata.
“Perché ti comporti così con me io non ti conosco neanche” dice con uno sguardo quasi dolce
“Se non mi conosci perché te ne esci con frasi del tipo ‘dimentico che sei Elly Davis’?” dico incrociando le braccia e guardandolo con tono di sfida
“Tu sei famosa per la tua scontrosità” dice ridendo
“è solo un pregiudizio” dico
“E perché tu non ne hai nei miei confronti?” aggiunge
Lo guardo nervosa. Sbuffo. Ha ragione, ma non posso dirglielo.
Per fortuna il rumore del clacson di Peter mi riporta alla realtà e mi salva da quella conversazione. Salgo in auto senza dire una parola ma sento lo sguardo di Zack fisso su di me.
“Non hai salutato Zack Miller” dice Peter ridendo “una nuova fiamma?”
“è lui la fiamma e spero si spenga presto” dico guardando fuori dal finestrino
 
“Tranquillo papà, ti dimostrerò come sono diventata brava” dico ridendo e mettendo in moto
“Io non mi fido tanto” ride “ forse dovremmo aspettare tua madre” aggiunge
“Papà hai bisogno delle medicine e io non so quali sono e mamma torna tardi lo sai, quindi ti accompagno io in farmacia” dico guidando cauta
“Potrei guidare io” dice Peter dal sedile posteriore “Non capisco perché hai detto si a lei e a me no”
“Perché sono la figlia preferita” dico ridendo mentre papà mi accarezza la guancia
 
Apro gli occhi. Mi accorgo che sono ancora le cinque del mattino. Sono tutta sudata e ho il cuore a mille.
Esco sul balcone della mia camera e mi accendo una sigaretta. Mi manchi papà.
Una lacrima riga la mia guancia.
“Non riesci a dormire” dice la voce di Peter
Scuoto la testa. “Brutti sogni”
Mi stringe. “Andrà tutto bene te lo prometto Elly”
“Ho sognato il momento prima dell..” le lacrime smorzano la mia frase
Peter mi stringe e mi bacia la testa. “Non è colpa tua”
“Mi manca così tanto” sussurro
 
Sono fuori alla sede dell’AIUTIAMOCI INSIEME. Entro sotto lo sguardo severo di Peter che evidentemente non si fida.
“Ciao, puoi dirmi il tuo nome?” dice una signorina fin troppo gentile per i miei gusti
Mi guardo alle spalle e noto dietro la porta di vetro che la macchina di Peter non c’è più.
“Ho sbagliato posto” dico per poi svignarmela
Cammino circa dieci minuti per poi trovarmi fuori la casa di Toby. Prendo un profondo respiro e poi busso.

 
--------------------------------
SPAZIO AUTRICE
Secondo capitolo.  Vorrei ringraziare le più di cento persone che hanno letto il mio primo capitolo in un giorno, sono felice anche se mi sarebbe piaciuto ricevere qualche commento giusto per farmi una idea di come può piacere la storia.
Spero capirete con il tempo che non è la classica storia di una ragazza trasgressiva, ma comunque tempo al tempo.
Oggi vi mostro il volto di Peter: 

Risultati immagini per isaac lahey gif
Vi informo inoltre che ho creato anche il trailer della storia per chi volesse passare a dare uno sguardo ecco il link: https://www.youtube.com/watch?v=fGdYqPB5Vu8
Baci e alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Capito 3.
Le parti in corsivo rappresentano i flashback dei personaggi


Toby aprì la porta e si lasciò scappare un sorriso, per poi tornare serio.
“Cosa ci fai qui?” chiese dubbioso
Lo abbracciai, di slancio. Non era da me era chiaro, e sono sicura di aver sorpreso anche lui.
Tentennò qualche secondo prima di stringermi forte. “Devo ritenermi lusingato, tu non abbracci nessuno” disse fra i miei capelli
Lo guardai negli occhi e gli diedi un bacio sulla guancia. “Sono una stupida” affermo “mi fai entrare?”
Mi fece spazio e lasciò che entrassi.
“Ciao Elly” disse il padre di Toby senza neanche guardami, impegnato a guardare il giornale
Alzai la mano come cenno di saluto, non mi ero mai sentita a mio agio in questa casa. I genitori erano molto severi, pretenziosi.
“Vieni” mi disse Toby facendomi strada su per le scale

“E quindi sei scappata da li, Elly..” disse pronto ad ammonirmi
“Oh e dai sai che non sono tipo da centro di recupero” dico rotolando a pancia in su sul suo letto
“.. devi andarmi Elly, questa è l’ultimo volta che ti copro” dice girando il volto verso di me
Non mi giro. Mi sento come una bambina che ha rubato delle caramelle ed è stata scoperta. Il suono del mio cellulare distoglie la mia attenzione.
Peter.
“Cazzo” dico tirandomi immediatamente su “E ora cosa faccio?” chiedo nel panico
“Inventa una scusa” dice Toby indifferente
“Si ma cosa?” dico girando per la stanza “Pronto” azzardo
“Elly ma quanto ci vuole per rispondere sei ancora lì? Posso venire?” dice veloce
“Ah emm.. sai che mentre ci sono queste sedute non posso prendere il telefono” rimprovero “Comunque non serve ho mandato un messaggio a Toby prima di entrare, verrà lui” dico mordendomi le labbra
Ci sono alcuni minuti di silenzio. “Peter?” chiedo aspettandomi il peggio
“Va bene, allora vado da Hanna ci sentiamo dopo “ e stacca
Ha questo brutto vizio di chiudere il telefono in faccia a chiunque.
Sorrido alzando le mani in segno di vittoria.
“Sei stata brava” dice battendo le mani con fare teatrale
“Una scusa banale” dico per gettarmi di nuovo a letto
“Posso farti una domanda?” chiede poi quasi timidamente
“Dimmi” rispondo girandomi su un fianco e guardandolo negli occhi
“Ti interessa Zack Miller?” chiede tutto d’un fiato
Lo fisso per dei secondi interminabili, poi scoppio a ridere di gusto mettendo le mani sulla pancia.
“Assolutamente no” affermo prontamente
“Vi ho visti parlare, lui è carino” dice
“E da quando capisci se un ragazzo è carino o meno” dico ridendo e dandogli una spinta
“Però stai evitando le risposte” dice guardandomi negli occhi
Annuisco e mi schiarisco la gola. “Non posso dire che sia brutto, lui in questi due giorni si è avvicinato a me ma non gli ho dato molta corda” dico e prendo una pausa
Alla mente risale il pensiero del suo viso. I lineamenti perfetti, i capelli di un biondo cenere che risaltano i suoi occhi.. ma che sto pensando. “No non fa per me” aggiungo in conclusione “Lui fa parte della squadra di football, è più tipo da cheerleader” dico ridendo
“Tu volevi essere una cheerleader un tempo” mi ricorda ridendo
“è stato tanto tempo fa” dico in un sussurro

Eravamo entrambe agitate. Ci stringevamo la mano mentre aspettavamo che la capo squadra delle cheerleader annunciasse i nomi delle nuove ragazze in squadra.
Hanna tremava. Era il nostro sogno. Diventare cheerleader significava popolarità alle stelle, ragazzi più belli della scuola ai tuoi piedi.
Dopo una serie di nomi elencati perdemmo quasi le speranze.
“..ed anche Hanna Smit ed Elly Davis,anche se siete del primo anno avete molta grazia e sarei contenta di avervi in squadra”

Cacciai quel ricordo all’istante.
“Terra chiama Elly” disse Toby passandomi una mano sul viso
“Scusa” sorrido
Mi alzai dal letto ed iniziai a camminare sue giù per la stanza, cercando di rilassare il corpo dopo quell’orribile ricordo.
“Era da tanto che non entravo in camera tua” dico toccando la pila di cd ben sistemati
Era sempre la stessa. Tutta perfettamente in ordine. Una scrivania ben allineata con poche cose essenziali sopra. Non una macchia sul muro, segno di qualche momento di sfogo. In pratica tutto il contrario della mia.
“Non ricordavo fossi così ordinato” dico poggiandomi alla scrivania “Eppure sei un tipo così ribelle” dico ridendo
“Essere ribelle non equivale per forza ad essere disordinato” dice venendomi incontro “sono un ribelle un po’ particolare,con delle regole da seguire mio malgrado” afferma sospirando e fermandosi a pochi centimetri da me
Cercai di evitare il suo sguardo, che per qualche motivo in quel momento mi agitava parecchio. Focalizzai la mia attenzione su alcune foto incollate al muro sopra il letto.
In una foto c’era Peter con Tim, una birra in mano e tanti sorrisi. Nell’altra io, lui ed Hanna al primo anno felici e giovani e poi una terza, io e lui quasi un anno fa. In quella foto ridevo tantissimo e mi mantenevo la pancia con le mani mentre Toby mi osservava quasi ammaliato.
Sarebbe stato bello, forse, provare lo stesso sentimento di Toby. Ricambiare. Sono sicura che non mi farebbe mai mancare niente.
“Oggi ti distrai spesso” dice la voce di Toby portandomi di nuovo alla realtà
Mi sposta una ciocca di capelli dal viso portandola dietro l’orecchio per poi scendere ad accarezzare la guancia.
“Scusami Elly” dice flebilmente
Ho pochi istanti per capire.
Le labbra di Toby raggiungo le mie in una morsa famelica. Sbatto più volte le palpebre, cercando di capre come comportarmi.
Mi è difficile restare lucida. Il mio cervello prova a lasciarsi andare, iniziando a modellare la mia bocca sulla sua.
Un secondo dopo il rumore della porta che si apre ci fa sobbalzare entrambi.
La madre di Toby ci guarda imbarazzata.
Scendo dalla scrivania e mi sistemo i capelli, sicuramente devo avere più di mille colori in viso.
“Ciao Elly non sapevo che fossi qui” dice con freddezza nella voce “resti con noi a cena?” chiede ma sembra ovvio che non ne sarebbe felice
“No” balbetto “è tardi devo tornare a casa” dico raccogliendo il mio giubbino di pelle nero ed e avviandomi verso l’uscita
“Aspetta ti do un passaggio” dice Toby seguendomi
“No, tranquillo ti mando un messaggio quando sono arrivata” dico cercando di svignarmela il prima possibile
Lo vedo deluso, lo capisco dal suo sguardo. Ma non posso accettare.
Scappo da quella casa, cercando di avere un passo moderatamente svelto, e non mettermi a correre.
È stato uno sbaglio. Mi sono annebbiata e ho ceduto.
Mi dispiace pensare di non aver provato niente, di magari aver illuso le aspettative di una delle persone più importanti per me. Non posso perderlo.
Accendo una sigaretta e cerco di mandare via il pensiero ma le lacrime inondano i miei occhi. È in casi come questi che vorrei mandare giù qualche pillola e semplicemente spegnermi.

Arrivo a casa con una faccia poco rassicurante.
A tavola, mia madre sembra fare poca attenzione a noi. Mentre mangia continua a guardare sul suo cellulare,a ridere e a mandare messaggi.
Io e Peter ci guardiamo in silenzio.
Mangio poco e niente, aiuto Peter a sparecchiare e a pulire la cucina.
“Come mai mi aiuti?” dice mentre asciuga un piatto “Non lo fai mai, qualcosa non va” dice
“Niente sono solo stanca” dico legandomi i capelli in una coda disordinata
“è per quel centro di recupero, ti fa stare male andarci?” chiede
Nego con la testa senza avere voglia di rispondere.
“Va bene allora ti va di uscire?” dice sorridendomi
“Non esco con te ed Hanna” affermo avviandomi verso le scale
“Hanna non c’è stasera, sto con i ragazzi ci aspettano al lago” dice sperando di convincermi
I ragazzi includono Toby e non ho proprio la faccia di vederlo in questo momento.
“Stasera passo, sono stanca” dico
Noto il suo sguardo preoccupato, ma mi conosce abbastanza bene da sapere che non è necessario chiedere altro.
Mi siedo sul divano a televisione spenta. Passano circa dieci minuti mentre nel mio cervello i pensieri continuano ad accavallarsi.
Non ne posso più. Cerco di resistere al mio corpo ma è più forte di me.
Mia madre è sotto la doccia. Entro in camera e prendo in cofanetto con le ultime pillole. Respiro cercando di capire quale delle due parti della mia anima deve vincere.
Prendo una pasticca. Una sola non può farmi male.
Sto per ingerirla quando il suono del campanello mi blocca.
Poso tutto e corro ad aprire, ma mi fermo avanti alla porta. E se fosse Toby?
Rifletto a lungo e il campanello torna a suonare.
Decido di aprire e di affrontare il problema.
Ma non è Toby avanti alla porta di casa mia.
Hanna mi guarda con uno sguardo triste. “Ciao” dice
“Peter non è in casa” dico per poi sbatterle la porta in faccia
Mi giro per risalire in camera ma il campanello suona di nuovo. Riapro.
“Non sono qui per Peter, ma per te” dice quasi disperata
La guardo negli occhi e sto per sbatterle di nuovo la porta in faccia ma mi trattengo. “Non credo di essere la persona adatta a te, qualsiasi cosa ti serva” dico dura
“Per favore” dice lasciando che due lacrime le rigassero il viso “Sono nei guai e non so da chi altro andare”

----------------------
SPAZIO AUTRICE
Vari colpi di scena oggi. Allora cosa ne pensate? Vi piacerebbe una sorta di relazione con Toby? E cosa vuole Hanna da Elly? Tanti segreti nascondono questi ragazzi, siete in grado di decifrarli? Mi piacerebbe sapere se qualcuno di voi riesce ad immaginare cosa sta succedendo, in quale guaio si è cacciata Hanna.
Lui è Toby:

Risultati immagini per cam gigandet gif

Vi ricordo inoltre il trailer della storia: https://www.youtube.com/watch?v=fGdYqPB5Vu8

Potete seguirmi anche su watt pad: https://www.wattpad.com/user/RossEmme

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4

Le parti in corsivo rappresentano i flashback dei personaggi
 
Non riuscì a chiudere occhio tutta la notte.
Tirai un sospiro di sollievo nel sentire il rumore della sveglia. Mi alzai velocemente e corsi verso il bagno.
“Hei” disse Peter “vai di fretta?” chiese sorridendo
Per me era difficile tenere un segreto con lui, riusciva quasi sempre a scoprire il mio viso bugiardo. “No, ma devo uscire presto Toby mi aspetta” dissi
“Ah si? Non mi ha detto niente ieri” disse per poi scendere per la colazione lasciando il bagno libero
Mandai via dalla mia mente il pensiero di dover davvero affrontare Toby e le sue cento chiamate prima o poi ma dovevo prima risolvere una questione più importante.
 
“Non sapevo con chi altro parlare” disse fra i singhiozzi Hanna poggiandosi con la testa sulle mie gambe
Non riuscì a scacciarla anche se un po’ mi urtava, come situazione.
“Dimmi che mi aiuterai” supplicò fra le lacrime
Sospirai, e cercai di mantenere il controllo. Non meritava il mio aiuto. Aveva rovinato la nostra amicizia e tradito la fiducia di mio fratello più volte.
“Si, ma solo per domani..” risposi prima di alzarmi
 
“Non fa ancora abbastanza caldo per mettere quel cappello di lana?” disse Peter mentre mi osservava scendere le scale
“Vado a piedi” dissi “è ancora abbastanza presto preferisco camminare e non mm.. beh.. congelarmi le orecchie” conclusi
Peter mi guardò confuso. “Hai preso di nuovo qualche droga?” chiese avvicinandosi e strappandomi gli occhiali da sole per guardarmi negli occhi
Tremai.
“No” quasi urlai “Dovresti fidarti di me” risposi per riprendermi gli occhiali e chiudermi la porta alle spalle
 
Camminai lentamente continuando a pensare alla conversazione della sera prima.
Arrivai fuori la farmacia e cercai di dare poco nell’orecchio. Improvvisamente notai una testa biondo cenere muoversi verso l’uscita.
Lo riconobbi subito.
Scappai dietro un auto e mi inginocchiai abbassando di poco gli occhiali da sole per vedere meglio.
Sembrava essere andato.
Tirai un sospiro di sollievo e aspettai qualche altro secondo, prima di decidere ad alzarmi.
“Che stai facendo?” disse una voce alle mie spalle
Sobbalzai, letteralmente. Sentivo il cuore che poteva esplodere da un momento all’altro
“Ma come hai fatto?” dico guardando verso la farmacia e poi verso Zack
“Punto primo sono veloce o non sarei nella squadra di football” disse quasi fiero e risposi con una faccia disgustata “e secondo ti sei nascosta proprio dietro la mia macchina” sorrise
Osservai il colore nero opaco e capì che la fortuna non era lì ad assistermi quella mattina.
“Perché sei ancora nascosta? Ormai ti ho visto” disse poi ridendo
In quel momento mi resi conto di essere ancora inginocchiata dietro la sua auto, ma non volevo dargliela vinta.
“Non mi nascondo da te” dissi
“dai Elly” disse tendendomi la mano
Il mio nome assumeva un suono diverso se pronunciato dalla sua bocca, sembrava quasi dolce.
Senza pensarci accettai la sua mano, lasciandola un secondo dopo. Mi pulì i jeans scuri con le mani, e tornai a guardarlo.
“Perché mi fissi?” chiesi irritata
“perché sei vestita tutta nera, con un cappello di lana ..” disse ironicamente “..sei in missione”
“Non sono affari tuoi” dico voltandomi e avviandomi verso l’entrata
Sento il suo sguardo fisso sul mio corpo e questo mi crea una specie di soggezione. Involontariamente mi volto, per vedere se la mia teoria fosse vera e si, mi stava fissando.
Alza la mano in cenno di saluto ma continua a restare lì, fermo a guardarmi.
Non ricambio il saluto ed entro in farmacia. Improvvisamente un senso di agitazione invade il mio corpo. Cerco di mantenere un profilo basso, mentre cerco fra gli scaffali quello che stavo cercando. Non ne capisco niente, ci sono vari prezzi, marche, non so quale scegliere.
Entro nel panico e l’idea di essere riconosciuta mi manda in tilt il cervello.
Perché ho deciso di accettare?
Avrei dovuto chiedere a Toby.
Toby. Il pensiero mi porta dei brividi e l’ansia sale all’idea di doverlo incontrare a breve nel cortile della scuola. Mando giù il nodo alla gola e alla cieca prendo la prima scatola avanti ai miei occhi e mi dirigo alla cassa.
 
Arrivo nel cortile della scuola giusto in tempo per il suono della campanella. Tiro un sospiro di sollievo almeno potrò aspettare di affrontare Toby dopo la fine delle lezioni.
“Hei” dice Peter “ma non dovevi vederti con Toby?”  sotto il suo braccio protettivo la chioma rossa di Hanna
Il suo volto era cadaverico.
Le lancio uno sguardo, per poi sorridere in modo del tutto finto. “Si, mm io ti ho mentito non mi sono vista con Toby” dico tutto d’un fiato
“e con chi?” chiede curioso e quasi infastidito
Mi guardo in torno fra la calca di studenti che si fanno spazio per entrare nella struttura. E poi eccolo. “Zack” dico senza riflettere “Zack Miller” concludo per poi svignarmela
 
Corro su per le scale verso il secondo piano. Sto per entrare in classe ma qualcosa mi immobilizza per un braccio.
Mi giro e guardo Toby. Un viso non proprio rilassato.
Deglutisco e lo osservo attentamente. “Non hai risposto alle mie chiamate,sei sparita dopo..”
“Ne parliamo dopo okay, mi accompagni a casa e ne parliamo ora entriamo in classe” dico liberandomi dalla sua stretta e correndo al mio tosto
Per tutto il tempo delle lezioni non mi muovo dal mio posto, neanche per una sigaretta. Avevo il terrore che Toby mi seguisse.
Sento il vibrare del mio cellulare nella tasca e lo estraggo facendo attenzione a non farmi beccare.
-Ci vediamo alle sei, da te? Ho chiesto a Toby di uscire con tuo fratello così abbiamo casa libera. Hanna x-
Sbuffo, sonoramente. “Signorina Davis,la mia lezione la annoia?” chiede il professore
Sobbalzo ancora, presa dai miei pensieri per poi scuotere la testa.
 
“Elly” sento gridare alle mie spalle dal corridoio
Sbuffo, notando Zack Miller e la sua tenacia. “Hai trovato quello che ti serviva?” chiede
Ha un sorriso sempre così.. solare. È irritante. “Non sono affari tuoi , di nuovo” dico distogliendo lo sguardo
“Perché mi rispondi sempre così?” chiede un po amareggiato
Penso a un qualche tipo di risposta, ma il tempismo di Toby mi salva. “Hei” dico dandogli un bacio sulla guancia
“Ciao, andiamo?” chiede guardando freddamente Zack
Annuisco per poi voltarmi insieme a lui, e sentire ancora incessantemente lo sguardo di Zack sulla pelle che brucia.
Arriviamo vicino l’auto di Toby e mi apre la portiera. Ringrazio con la testa e salgo senza dire una parola. Mentre aspetto che metta in moto guardo per l’ultima volta di direzione del biondo, circondato adesso dagli amici ma che continua incessantemente a guardarmi.
Sorriso involontariamente e un secondo dopo siamo in moto.
“Perché mi stai evitando?” chiede duro, senza un filo di timbro nella voce
Sospiro. Non so come giustificarmi. Il mio comportamento nei suoi confronti è inaccettabile. “è per il bacio?” aggiunge poi
“Senti, è stato un errore” dico velocemente guardandomi le mani
“Un errore a cui tu non ti sei sottratta” dice “Perché?”
“Perché sono una stupida va bene? Mi hai preso in contropiede, non sapevo cosa fare ero confusa” mi giustifico quasi urlando “Non avresti dovuto” concludo poi
 
Il tragitto fino a casa è nel totale silenzio. Non ci guardiamo neanche, nessuna canzone a farci da sottofondo. Come siamo arrivati a questo?
Quando l’auto si ferma, tentenno prima di aprire la portiera per poi sbatterla forte. Mi giro verso di lui poggiandomi al finestrino. “Io ti voglio bene, come un fratello. Sei una delle pochissima persone su cui so di poter contare su tutto, se non l’unica” dico con le lacrime agli occhi “ti prego non abbandonarmi anche tu”
Scende dall’auto. Sembra furioso. “Abbandonarti? Elly sei impazzita” dice guardandomi negli occhi “sei la cosa più bella che potesse capitarmi e non ti lascerei mai andare”
“Ma non proviamo le stesse cose e tu.. tu soffri a causa mia..” dico ferita e amareggiata
“Elly io sono..” tira un forte sospiro ma poi si allontana “.. devo andare”
“Ma stiamo parlando” dico seguendolo dal lato del passeggero
“Lasciami stare, ti chiamo io va bene?” dice con uno strano pallore in viso
Annuisco, per poi allontanarmi dall’auto e guardarlo correre via.
 
Entro in casa esausta, un peso sul cervello e sul cuore. Poso lo zaino e ignoro il piatto sulla tavola pronto per essere mangiato.
“Non pranzi neanche oggi?” dice mia madre
Non le rispondo e salgo le scale. Non mi segue. Ovviamente.
Ho bisogno di calmarmi. Apro il cassetto della scrivania e prendo il mio cofanetto dei “gioielli”.
Prendo un pezzo di fumo ed esco sul balcone. Aspetto che si sciolga, per poi preparare il tutto.
“cosa fai?” chiede Peter raggiungendomi sul balcone e sedendosi a terra accanto a me
“è solo una sigaretta speciale, niente di eccessivo” dico chiudendo la cartina
“Posso unirmi a te?’” chiede
Lo guardo e gli sorrido. “è da tanto che non lo facciamo insieme, ultimamente sono stato più un padre che un fratello, ogni tanto è bello tornare indietro”
“Ti ricordi quando papà ci beccò?” risi
“è stato orribile, era furioso” disse
Annuì. “Forse non è fiero di noi adesso” dico prima di accendere la sigaretta
“Sono sicuro che capirà” aggiunge lui rassicurandomi e facendo un tiro
 
Aprì la porta. Le 18 in punto.
“Sei strafatta” disse Hanna guardandomi negli occhi
“Facciamola finita” dico velocemente prendendo la busta dallo zaino
Fece uno strano sospiro. “Va bene, vieni con me?” chiese
“Forse è meglio se aspetto qui fuori” dico
Lei annuisce e sparisce nel bagno.
Senza rendermene conto cammino avanti e indietro sulla soglia del bagno, attendendo che si apra la porta.
Quando Hanna torna alla mia vista, sono già consapevole di tutto..
 
--------------------
SPAZIO AUTRICE
Ormai non penso sia difficile capire cosa sta succedendo ad Hanna. Mentre Toby? Cosa nasconde?
Lei è Hanna:
 
Risultati immagini per Emma stone rosSA GIF

Vi ricordo inoltre il trailer della storia: https://www.youtube.com/watch?v=fGdYqPB5Vu8
Profilo Wattpadhttps://www.wattpad.com/user/RossEmme

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5

Hanna si lanciò fra le mie braccia. Scoppiò in un pianto disperato.
Non sapevo cosa altro fare, se non stringerla. I miei occhi si riempirono di lacrime, ma mi feci forza. Non dovevo piangere, non avanti a lei.
Si lasciò scivolare sul pavimento e poggiò la schiena al muro tirandosi le ginocchia al petto.
“Come farò?” mi chiese fra i singhiozzi
Andai verso la cucina e le presi un bicchiere d’acqua. Tirai un profondo respiro prima di sedermi accanto a lei. Non sapevo cosa dirle, ero confusa non quanto lei ma quasi.
“Cosa hai intenzione di fare Hanna?” chiesi flebilmente, l’effetto della droga era svanito in un istante e ne sentivo un grande bisogno di quel momento
“Non lo so” disse guardandomi negli occhi
“Dobbiamo dirlo subito a Peter” dissi alzandomi in piedi cercando il mio telefono
“No” disse lei quasi urlando “Non dirgli niente per favore” poi sussurrò
“Cosa? E perché mai?” dissi indignata
“Non ho il coraggio, ho paura che lui..” singhiozzò
Che possa lasciarla. “Ma dico sei impazzita” urlai inginocchiandomi avanti a lei e prendendole il viso con le mani “Peter è un uomo meraviglioso e ti ha perdonato tanto, non ti lascerà per questo” dissi sicura
Conoscevo mio fratello. Non lo avrebbe mai fatto.
Hanna rimase in silenzio per qualche secondo poi mi guardò. “Puoi accompagnarmi a casa?” chiese
Trattenni il fiato. “Non posso guidare” dissi
“Certo che puoi, solo che non vuoi” disse alzandosi
“Esatto” dissi indignata
“Dovrei superarla prima o poi questa cosa Elly” mi ammonì
Mi sentì tradita, colpita, ferita. Era un dolore che nessuno poteva capire, una sensazione che nessuno aveva provato sulla pelle. Mi feci rossa dalla rabbia
La spinsi contro il muro e giuro che stavo per darle uno schiaffo ma mi fermai. Feci scendere la mano lungo il fianco e strinsi i denti.
“Non permetterti mai più, di dire una cosa del genere. Tu non sai niente di me” ringhiai
Lei evitò il mio sguardo e scivolò via dalla mia presa, per poi scappare fuori casa correndo.
Chiusi la porta che aveva lasciato aperta, sbattendola per poi correre in camera.
Sapevo cosa dovevo fare.
 
Le pasticche che avevo preso mi avevano cambiato totalmente l’umore. Mi guardai allo specchio osservando il mio vestito nero attillato e pieno di pailette.
“Si sono una bomba sexy” dissi guardandomi allo specchio
“Dove credi di andare così” disse la voce di Peter
Vidi la sua immagine riflessa nello specchio e sorrisi. Niente poteva rovinare quella serata.
“Vado al Neasy” risposi alzando le mani in segno di festa
“Da sola?” chiese quasi arrabbiato
“Con Toby” risposi guardandomi nuovamente allo specchio
 
“Non è troppo corto quel vestito” disse Toby guardandomi salire in macchina
“Hei, non farmi la predica” risi. L’effetto della pasticca stava facendo davvero un grande lavoro
“Dobbiamo festeggiare” aggiunsi “dobbiamo fare pace quindi stasera giù il musone e su i bicchieri” urlai con il vento che mi scompigliava i capelli per la velocità
 
La musica era alta, il locale pieno di gente.
C’erano tanti ragazzi del mio liceo, non ne conoscevo quasi nessuno ma non mi importava. Mi muovevo da un corpo all’altro. Mi sentivo la padrona del mondo. Mi avvicinai al bancone dove Toby era seduto a bere un bicchiere di chissà cosa.
“Dai perché non vieni a ballare con me” dico facendo il musino dolce
“Non è serata” dice lui scocciato
“Dai” dico mordendomi le labbra e tirandolo per un braccio
Si lasciò convincere e mi seguì al centro della pista. Rubai il bicchiere dalle sue mani e lo mandai giù in un sorso. Lasciai cadere il bicchiere di plastica e urlai soddisfatta. Gli occhi di Toby avevano una luce speciale.
Iniziammo a ballare a più non posso, i piedi erano distrutti a causa dei tacchi ma non mi importava.
 
Non so quanto tempo fosse passato e a quanti bicchieri di alcool stessi, ma il mondo cominciava a girare. Avevo perso Toby fra la folla ma non riuscivo a fermarmi.
Improvvisamente un volto familiare comparve alla mia vista. “Zack” dissi forse per la prima volta con un tono allegro il suo nome
Mi aggrappai al suo collo e cominciai a muovere. Lui rimase immobile.
“Dai campione” dissi muovendo il mio corpo in modo sensuale vicino a lui “lasciati andare” gridai al suo orecchio per poi tornare a ballare alzando le mani al cielo e muovendo i fianchi
Notavo il suo sguardo. Era famelico. Ma non come gli altri in sala, intenti a guardare il mio corpo.
Lui cercava continuamente i miei occhi.
Mi sentì stordita ed inciampai. Mi prese prontamente. Risi
“Che riflessi” dissi sorridendo
“Il tuo ragazzo ti starà cercando” disse urlando per sovrastare la forte musica
Il mio ragazzo?
“Chi? Toby?” chiesi confusa
Lui annuì.
Pensava fossimo fidanzati. “Ma non è..” non riuscì a terminare la frase
Lo stomaco e la testa cominciarono a girare. “Elly” disse Zack stringendomi notando il mio precario equilibrio
“Mi viene da vomitare” sussurrai
Sentì la forza cedere dalle mie gambe, ma non mollai. Mi trascinai a fatica incollata al suo braccio sperando di arrivare il primo possibile all’uscita. Ma improvvisamente ci fermammo.
La mia vista era annebbiata ma ero quasi convinta che fosse Toby.
“Ci penso io a lei ora” disse in tono rabbioso stringendomi per la vita e trascinandomi
Volevo voltarmi verso il ragazzo tutto muscoli e acconciatura, ma non ne trovai la forza.
Improvvisamente un vento gelido invase i miei sensi. Mi sentì poggiare al muro.
Mi tenni la testa con le mani. Guardai la figura di Toby avanti ai miei occhi. Era preoccupato.
“Sto bene” dissi flebilmente iniziando a scivolare sempre più giù verso il pavimento
“No, non mi sembra e non posso portarti a casa così, o tuo fratello ci uccide” disse
Risi, mentre sentivo che mi prendeva in braccio senza il minimo sforzo.
Poggiai la testa sulla sua spalle e provai a chiedere. “Dove mi porti?”
“A casa mia” disse aprendo la macchina e mettendomi al lato passeggero “I miei sono ad un convegno” aggiunge per poi chiudere la porta
“Devo avvisare Peter” dissi cercando il telefono nella mia borsa
“Lo avviso io” disse mettendomi una mano sulla gamba
Mi calmai, improvvisamente.
 
Non mi ero resa conto di essermi addormentata, fin quando non ho aperto gli occhi mentre Toby mi portava in braccio su per le scale.
“Non pensavo fossi così forte” dissi flebilmente
“Ci sono tante cose che non sai di me” disse senza il minimo sforzo
Mi adagiò sul letto e mi aiutò a togliere le scarpe. “Ma siamo migliori amici” dissi “Io devo sapere tutto di te” dissi indignata
“Ora pensa a dormire” disse mentre si sfilava la maglietta
Mi tirai su. Rimasi seduta sul letto a fissare il movimento delle sue spalle mentre si spogliava.
Reagì, senza neanche rendermene conto.
Mi ritrovai dietro di lui. Mi sentivo confusa,a tratti dimenticavo il mio nome ma non mi importava in quel momento.
Passai le mani sulla sua schiena e lo sentì rabbrividire. “Sei molto bello Toby” dissi in un sussurrò lasciandogli un bacio fra le spalle
Si girò e mi guardò negli occhi, tenendo il mio viso fermo fra le sue mani. “Cosa fai Elly?” chiese silenziosamente
Non ragionai. Incollai le mie labbra alla sue in un secondo. Non provavo niente. Mi sforzai di sentire qualcosa, qualsiasi cosa ma era tutto vuoto.
Cacciai quel pensiero e lo tirai di più a me. Sentì la sua lingua insinuarsi nella mia bocca mentre stringeva sempre di più il mio corpo, quasi a farmi male.
Mi prese in braccio stringendomi per il sedere, e mi ritrovai sotto di lui, stesa sul letto.
Cominciai a passare le mie mani su tutta la sua schiena cercando poi di sbottonargli i pantaloni.
Risi, ma non smettemmo di baciarci neanche un secondo. Volevo sentirmi viva, ma era tutto così dannatamente sbagliato.
Si allontanò da me e mi guardò, quasi timido prima di iniziare ad alzarmi il vestito, lentamente scoprendo ogni centimetro di pelle.
Cominciò a baciarmi la pancia, i fianchi fino a raggiungere la curva del seno.
Poi il buio.
 
L’incessante rumore di una sveglia, non mia, cominciò a martellarmi nel cervello.
Passai le mani sul viso, cercando di ricordare quando avessi cambiato la suoneria. Aprì gli occhi e mi accorsi in pochi secondi che non era mia quella stanza.
Mi guardai accanto e il letto era vuoto. Mi alzai
La testa cominciò a pulsare maledettamente.
“Buongiorno” disse la voce di Toby
Aveva in mano una tazza fumante. “Bevi, ti farà bene” disse quasi senza guardarmi
Notai poco dopo che ero semplicemente in intimo, e nel suo letto e che i nostri vestiti erano sparsi nella stanza.
Diventai rossa, poi viola.
“Oddio” dissi e portandomi le mani sul viso.
“Tranquilla” disse Toby “non è successo niente”
“Niente?” chiesi timorosa
“Mi sei saltata addosso ma ti sei addormentata prima che potesse succedere qualcosa” aggiunge lui “Ora bevi e vestiti ti ho messo una maglia pulita li e quei jeans di mia madre forse ti andranno un po larghi ma non ho altro da darti” concluse
Ringraziai e mi alzai per andarmi a cambiare in bagno. Mi guardai allo specchio.
Oh che bel panorama.
Mi lavai velocemente il viso e misi i vestiti. Non volevo neanche pensare al mostro che sembravo sia vestita che truccata in quel modo.
 
In auto il tragitto fu di nuovo silenzioso. Ultimamente ci stava capitando spesso.
Decisi di tirar fuori l’argomento. Senti di essere vicina al perderlo ma non volevo. Non lui.
“Toby” dissi flebilmente
“Elly non ho voglia di ascoltarti” disse brusco
Rimasi a bocca aperta. Inghiottì il nodo che avevo in gola e ringraziai il cielo di essere arrivata a scuola.
Scesi velocemente dalla macchina e corsi all’interno del cortile senza guardare negli occhi nessuno.
“Elly” gridò la voce di mio fratello
Non mi voltai, non avevo alcune intenzione di parlare con lui in quelle condizioni o avrei finito per rivelare il segreto di Hanna.
Girai intorno alla scuola, fermandomi dietro agli spalti del campo di football.
Non mi ero resa conto che tremavo fin quando non provai ad accendermi una sigaretta.
Lanciai l’accendino a terra e iniziai a scalciare il terreno. Ero furiosa ma non sapevo con chi prendermela, se non con me stessa.
“Elly” sentì dire
Disperata mi voltai e Zack mi guardava preoccupato.
“Che cosa vuoi ancora da me” dissi sull’orlo di una crisi di nervi
“Ti ho vista scappare via dall’auto del tuo ragazzo ed eri abbastanza sconvolta, ho pensato..”
“Hai pensato male, tutto male” gridai “Lui non è il mio ragazzo e neanche tu” dissi dandogli una spallata ed allontanandomi prima di scoppiare a piangere avanti a lui
Attraversai di nuovo il cortile, pronta ad andarmene e a saltare le lezioni.
“Dove vai?” disse la voce ferma di mio fratello stringendomi per un braccio
“Lasciami andare subito” mi liberai dalla sua presa e senza aspettare un secondo di più mi allontanai da tutti
 
--------------------
SPAZIO AUTRICE
Bene, o forse no? Il personaggio di Elly continua a peggiorare, a combinare casini con chiunque. È questo grande segreto di Hanna? È il suo tentativo di provare qualcosa per Toby? Cosa vuole veramente Elly?
Finalmente è il momento di mostrarvi Zack:

Risultati immagini per lucas scott gif

Vi ricordo sempre il trailer della storia: https://www.youtube.com/watch?v=fGdYqPB5Vu8
La mia pagina watt padhttps://www.wattpad.com/user/RossEmme

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3541529