Heathens - Pagani

di Tera_Saki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hyram - Nascita ***
Capitolo 2: *** Kole - Graffi ***
Capitolo 3: *** Elsbeth - Danza ***
Capitolo 4: *** Tonnya - Piccola ***
Capitolo 5: *** Nathaniel - Macchine ***
Capitolo 6: *** Karl - Plastica ***
Capitolo 7: *** Aysha - Papà ***



Capitolo 1
*** Hyram - Nascita ***


 

Hyram - Nascita

 

Un lembo di luce sfiora le cornee, e scopri in quel calore un recesso di coscienza quasi piacevole. Le labbra istintivamente si dischiudono, in bocca il liquido in cui galleggi colpisce le papille gustative, e conosci il senso del gusto per la prima volta.

La consapevolezza di avere forma e arti ti lascia confuso. Muovi le dita in spasmi primitivi, mentre assapori gli impulsi nervosi che le terminazioni artificiali ti mandano.

I suoni raggiungono le tue orecchie soffocati da un muro d'acqua. Non comprendi ciò che mormorano, ma c'è in essi una sfumatura a te sconosciuta. Emozione, la classifica il tuo cervello, e un brivido elettrico pervade le tue membra.

L'attimo dopo, uno stridio acuto lacera i timpani con insistenza, i fili a cui sei collegato tremano. Il liquido che immerge la tua meccanica culla inizia a defluire, e assaggi il sapore ferroso del dolore quando l'aria riempie i polmoni al posto dell'acqua. L'ossigeno brucia in gola, invade la bocca e le narici, e tu crolli in ginocchio.

L'impatto violento con l'esterno stordisce quanto l'immensità di stimoli che ti invia. Annaspi, sputi e graffi per terra cercando di alleviare il dolore che accompagna la tua entrata nel mondo.

Vorresti tornare a galleggiare nel buio della culla, non ti piace l'improvvisa ondata di gelo che attanaglia la tua pelle artificiale, fanno male alle orecchie le grida che adesso riempiono la stanza.

-È vivo! Ce l'abbiamo fatta, Orion!-
-Guardalo, Antlia... è perfetto. Apus sarà soddisfatto del suo Capitano-

I tuoi occhi cupi saettano lungo l'asettica stanza, registrando con fredda precisione le apparecchiature elettroniche che monitorano una fila di capsule uguali alla tua. Alle tue spalle la culla vuota geme come un mostro di metallo, ritirando i fili meccanici non più attaccati alla tua pelle.

Tossisci gli ultimi residui di liquido intrappolati nei polmini, cerchi di parlare, ma un gemito di gola è tutto ciò che riesci a produrre. I due uomini, vestiti di lunghi camici bianchi, si voltano, e attraverso le pupille ancora dilatate puoi distinguere un sorriso sul volto di entrambi.

-Benvenuto a casa, Hyram-

 

ANGOLO AUTRICE

Ho due interattive all'attivo, e devo aggiornare entrambe, ma a quanto pare è impossibile che io smetta di partorire idee strane come questa. Vi spiego un attimo la situazuione, giusto per fornire un breve quadro generale.

La storia si ambienta alcuni anni dopo Go (scusate ma ho troppa poca dimestichezza con i personaggi di Chrono Stone, rischierei di fare più danni che altro), in cui un gruppo di ricercatori giapponesi, con nomi in codice di costellazioni latine, ha sviluppato una tecnologia in grado di creare artificialmente cellule umane. I ragazzi così creati formeranno una squadra dal nome di “Heathens”, ovvero Pagani, e saranno i vostri OC.

Come vedete sarà una raccolta di One-Shot, sia perchè a capitoli rimarrebbe una cosa lunga e ingestibile, sia perchè in questo modo mi potrò concentrare meglio su ogni personaggio.

Le regole sono semplici.

  • Fareste un favore a me, ma soprattutto a voi, se nella recensione poteste indicare il ruolo in cui giocherà il vostro personaggio, così da evitare troppi giocatori in un solo ruolo e nessuno in un altro.

  • Potete inviare massimo due OC a testa, che dovranno essere inviati tramite messaggio privato con oggetto “Autore – Nome OC”.

  • Le schede dovranno essere inviate entro il 31 Agosto, poiché il giorno seguente pubblicherò la scelta dei personaggi.

  • Se sparite per più di due o tre capitoli, siete fuori. So che può essere una seccatura recensire Shot incentrate principalmente su un personaggio che non è il vostro, ma cercherò di inserire più personaggi possibile e di portare mano a mano avanti anche la trama.

  • Accetto ogni tipo di personaggio, più è originale e complicato, meglio è.

 

SCHEDA OC

 

Nome completo e cognome:
 

Sesso:
 

Orientamento sessuale:


Età (dai 15 ai 17 anni):


Aspetto fisico:


Carattere (molto, molto dettagliato):


Fobie e paure:


Abitudini, hobby e interessi particolari:


Ruolo di giocatore nella squadra:


Abilità calcistiche (aspetti in cui eccelle e quelli in cui ha più difficoltà):


Amicizie e inimicizie (per ora potete indicarle nei confronti dei membri della Raimon):

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Capitolo 2
*** Kole - Graffi ***


Kole - Graffi

 

Distendi il braccio sul metallo grigio della sedia, e guardi con la testa inclinata l'ago che entra nella vena, negli occhi d'argento una luce vagamente incuriosita. Il dolore non ti sfiora, ma quasi ti spunta un sorriso al pensiero delle nanomacchine che entrano in circolo.

-Ho voglia di uno yogurt- snoccioli con lentezza, puntando le iridi fredde in quelle ancora abbassate dell'uomo al tuo fianco. Il Tecnico ti sfila in silenzio l'ago dal braccio, riponendola con un ticchettio metallico sul tavolo sterilizzato.

-Ho fame-

-Le tue cellule non sono naturali. Non puoi avere fame-

La sua risposta impersonale è cortese, ma i suoi occhi non incontrano i tuoi nemmeno mentre sfila chirurgicamente il laccio dal braccio. Alzi le spalle e lasci la sedia di metallo.

-Sulla pelle i graffi ci sono, però-

Il Tecnico ti lancia un'occhiata interrogariva a cui non è destinato ad avere risposta. Esci dalla Stanza Bianca con uno strano gusto in bocca.

Il suono ritmico dei tuoi passi sul pavimento bianco è rilassante, preciso e accuratamente mirato come ogni cosa che ti riguarda. Un retrogusto cinico è solo la naturale conseguenza di un'intelligenza sviluppata come la tua.

Nel bagno, l'odore pungente di disinfettante ti fa storcere il naso, e tuttavia ti fai cullare dall'asettica indifferenza che satura l'atmosfera di quel luogo tanto poco frequentato. Poi ti chiudi a chiave in nella cabina a destra e inizi a vomitare.

Dieci minuti più tardi, stremato dai conati, le lacrime che ormai lambiscono gli occhi e una fitta pungente di solitudine allo sterno, ti accasci a terra, appoggiandoti solo leggermente al divisorio di legno. Fai vagare lo sguardo sul pavimento del bagno senza riuscire a vederlo davvero, e ti pulisci la bocca con il dorso della mano in un gesto quasi stanco.

Sei stato ideato come regista migliore del mondo, ti hanno donato la mente più brillante della squadra, hanno plasmato per te un corpo meccanico e ti hanno imposto un solo ordine in cambio di una vita quasi vera. L'unica cosa che ti si può forse rimproverare è l'egoismo distaccato che ti ritrovi a riservare ad ogni occhiata distrattamente amichevole.

Un ragazzo inumanamente brillante e tremendamente solo.
A volte rimpiangi la culla fredda in cui galleggiavi prima della Creazione.

Quella sera, l'allenamento è feroce, quella sera non hai pietà per nessuno. Fissi gli occhi vuoti del droide da allenamento con sguardo di vetro, e non c'è che una vaghissima sfumatura di rimorso nelle tue iridi artificiali mentre infierisci su di lui fino a staccargli la testa.

 

 

Angolo autrice
 

Ed eccomi qui, finalmente, è sempre bello inaugurare un'interattiva con un capitolo dark e sadicamente malinconico. Capitemi. Innanzitutto, ringrazio tutti per avermi inviato le schede puntuali, qui sotto verranno elencati i personaggi scelti.

 

Bel Gardenesis “Gardel” di lickmelyca → Portiere

Tonnya Akebi di lickmelyca → Difensore

Aysha Meghara di theTORNgirl → Centrocampista

Karl Lathsveiz di _Leopardo delle nevi_ → Centrocampista

Nathaniel Stainer di taccy01 → Centrocampista/Attaccante

Elsbeth Viertanen di crona78 → Attaccante
 

Che si aggiungono ai miei personaggi:
 

Hyram Neoha (Capitano) → Difensore

Koleos Mhadel “Kole” (Regista) → Centrocampista

Felyks Geoden “Fey” → Attaccante
 

Premetto che probabilmente alcuni personaggi avranno meno spezio di altri, ma ogniuno di loro avrà il suo momento, e soprattutto per ogniuno di loro userò uno stile leggermente diverso, come potete già vedere in questo e nel primo capitolo.
Concorderò privatamente con gli autori le relazioni eventuali, mentre amicizie e inimicizie all'interno della squadra verranno stabilite da me mano a mano che scriverò i capitoli (quindi i personaggi faranno praticamente da soli). Spero sia tutto chiaro, per qualsiasi domanda o modifica della scheda, non esitate a contattarmi

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Capitolo 3
*** Elsbeth - Danza ***


Elsbeth – Danza

 

Scatti in avanti, entrando in scivolata fra le gambe del driode e rubandogli facilmente la palla. Mentre corri, senti l'aria scompigliare i tuoi ciuffi mossi, sfiorando la pelle in un sibilo tagliente. Dribbli uno, due avversari con agile eleganza, imitando quasi le movenze di una ballerina.

Ma la tua danza è scura e sa di sangue, e ridi mentre ti allunghi come un'ombra fra difensori che non saranno mai alla tua altezza. Ignori l'urlo del regista, sai cosa è un'attaccante meglio di lui.

Calibri la potenza di tiro con precisione, le tue fredde iridi azzurre si soffermano per un solo attimo sul volto metallico del portiere, poi calci, e la forza che imprimi al pallone è tale da scaraventare il droide in porta.

Ti avvicini a lui mentre il fischio di fine partita risuona per il campo; osservi le placche metalliche incrinate e i fili recisi, e scoppi a ridere. Sposti i resti di un'arto con la punta del piede, e sei costretta a portare una mano allo stomaco dolorante tanto forti sono gli spasmi della tua risata.

Ti volti verso il tuo Capitano, un sorriso ilare sulle labbra -L'ho distrutto, Hyram-

Il ragazzo punta gli occhi cremisi sul droide, poi su di te. Tu fai un gesto leggero con la mano, voltandoti e incamminandoti verso il centro del campo con l'ordinata eleganza che ti è propria. Mano a mano che il tuo obiettivo si avvicina, però, il sorriso sulle tue labbra si indurisce.

Fissi duramente Karl, addosso un disappunto sempre più intenso. Lanci al suo indirizzo un'occhiata di rigido rimprovero -Avresti dovuto passarmi la palla-

Odi la strafottenza con cui ti guarda quanto odi la sua superficialità in campo. Ad un giocatore è richiesto un impegno costante, un miglioramento necessario alla riuscita della missione, ma lui sembra non esserne minimamente al corrente.

Non è il suo gioco individuale che ti indispone, anche a te non piace troppo collaborare con i tuoi compagni, quanto l'impressione che lui non abbia la minima intenzione di volersi migliorare in qualche modo. Per te la perfezione conta, conta più di tutto, ma sembra che lui non la pensi allo stesso modo. Vorresti sputargli addosso quanto tutto ciò ti dia fastidio, ma sei perfettamente consapevole che sarebbe solo tempo sprecato.

-Potresti provare a fingere che ti importi qualcosa, ogni tanto-

-Potresti provare a non farti distrarre dal mio fascino, quando sei in partita- replica con un ghigno stampato in viso, e soffi uno sbuffo seccato solo per non sibilargli un insulto.

-Fa' come vuoi- replichi, voltandoti di scatto e puntando direttamente lo spogliatoio. Il suono di una voce improvvisa, però, ti costringe a fermarti e rivolgere nuovamente la tua attenzione al campo.

L'uomo che ha parlato è uno dei Creatori, lo sai dal timbro di voce così inumanamente freddo, e non puoi impedire al tuo corpo di provare una fitta di soggezione in sua presenza.

-Avete giocato bene oggi-

La sua voce è satura di glaciale determinazione e fredda cortesia, e quasi tremi mentre le sue parole riecheggiano attraverso il campo.

-Il vostro sviluppo è completo, Pagani. Domani farete ciò per cui siete stati creati-

Lui non è un Creatore, comprendi improvvisamente, lui è il Creatore, colui che vi ha donato la vita e ha infuso nei vostri cuori artificiali il primo respiro.

-Domani, voi distruggerete la Raimon-

 

Angolo autrice

Sottolineo, a beneficio soprattutto di Karl, che il punto di vista con cui lui, e qualsiasi altro personaggio, è stato filtrato è quello soggettivo di Elsbeth, perciò sono le sue impressioni sono personali e non oggettive.

Ho paura inoltre di non poter garantire un ritmo di aggiornamento regolare, ma farò di tutto per non dilatare troppo i tempi e non farvi aspettare troppo. Fatemi sapere se la caratterizzazione è esatta oppure se ho sbagliato qualche punto. Vi aspetto al prossimo capitolo, un bacio,

Kyem

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Capitolo 4
*** Tonnya - Piccola ***


Tonnya – Piccola

 

Un sorriso di quasi timida gioia fiorisce sul tuo viso. I tuoi occhi azzurri saettano da un compagno all'altro, trasmettendo una sincera eccitazione di bambina. Avete vinto, ma ai Pagani non sembra importare molto. Per te il gusto di quella vittoria è anche personale, e sa del frutto di cui porti il cognome, sa di fatica e sudore, sa di denti stretti e urli muti.

Karl è l'unico che ricambia il sorriso, anche se il suo è quasi feroce. Poi ti accorgi di ciò che i suoi gelidi occhi stanno puntando, e la tua fronte si aggrotta. Lo sguardo scivola prima su Skie, poi su Arion. Lei sembra triste, un viso di bambola con le lacrime agli occhi, e l'allegria di poco prima abbandona anche te.

Però non capisci. Il ragazzo, Arion, è a terra, un'espressione di sofferenza e confusione sul viso. Tiene la mano destra premuta contro il petto, ma, a parte lo sguardo spento, non sembra avere altro che un polso slogato. Accenni un sorriso. Skie non dovrebbe essere così preoccupata, basterà poco per aggiustare quel centrocampista.

La ragazza al suo fianco muove le labbra in un'esclamazione di preoccupazione e pura angoscia. Lanci una veloce occhiata al resto della squadra della Raimon. I giocatori sono malamente accasciati sul campo, i volti doloranti e le espressioni abbattute.

I sentimenti che i loro occhi emanano sono così forti da travolgere anche te. Fose non è così facile per loro farsi aggiustare nella Stanza Bianca. Le tue labbra si piegano lentamente all'ingiù, lo sguardo si fa triste. Aver vinto non ti piace più così tanto.

Muovi un leggero passo in avanti, poi un altro, e un altro ancora, l'andatura dondolante di un'acrobata. Senti lo sguardo di Hyram su di te mentre ti fermi ad un metro da Ryoma Nishiki. Allunghi un braccio, e stai quasi per sfiorarlo quando le tue dita sottili si posano sul pallone abbandonato accanto a lui.

-Torneremo- dice atono Kole -e farete meglio ad essere pronti per allora-

Riesci a leggere il suo labiale meglio di quello degli altri, forse perchè è stato lui la prima persona che hai visto quando mesi fa hai aperto gli occhi. Ti lancia una silenziosa occhiata, e ti avvicini ai tuoi compagni senza opporre resistenza. Sei la più piccola, non avresti voce in capitolo neanche se potessi parlare.

Piccola e debole, Tonnya. L'ingenuità fragile di una bambina.

Lanci un ultimo sguardo a Skie, ma avverti una fitta di dolorosa soggezione quando gli occhi scuri del Capitano ti perforano la schiena. Abbassi lo sguardo, chiudendo gli occhi, e quando li riapri è il Campo di Allenamento quello che vedi.

Le parole del Creatore ti scivolano addosso come acqua, quella sera, e non ci provi nemmeno a capire ciò che dice. Non è bello come dicevano, sconfiggere qualcuno. Ti sarebbe dovuto piacere, ti eri immaginata la scena tante volte nei tuoi sogni, ma la verità è che è tutto diverso.

Quella notte, quando le luci si spengono, non ti eserciti nel contorsionismo sul letto come al solito. Quella notte, ti siedi per terra, le braccia strette attorno alle ginocchia e i folti capelli verdi a coprire i tratti del volto, e pensi che non ti sei mai sentita meno felice di così.

 

Angolo autrice

 

Tonnya è, in effetti, la piccolina della squadra. Ha solo quindici anni ed è un personaggio molto bello, estremamente umano, che spero di aver reso com'era desiderio della sua creatrice. Spero inoltre che questo capitolo vi sia piaciuto, vi ringrazio per le recensioni, e vi mando un grosso bacio,

Kyem

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Capitolo 5
*** Nathaniel - Macchine ***


Nathaniel – Macchine


Gli umani sembrano colpiti dai due giocatori di categoria 4, specialmente il loro allenatore, Mark Evans, e il suo vice, Jude Sharp. Sei infastidito dal fatto che gli sguardi di tutti siano concentrati su di loro, e rilasci un sonoro sbuffo seccato. La categoria 1 è la migliore, dovresti spiegarglielo.

Scatti in avanti quando Aysha passa in attacco, ricevi il suo passaggio con una fredda occhiata, e puoi sentire mentre corri gli ordini del Capitano avversario. Un ragazzino dai capelli rosa ti si para davanti, ma lo dribbli con un'agile finta senza il minimo sforzo.

Vedi la porta, e sei quasi deluso. Sembra di giocare contro manichini di cera, non c'è il minimo impegno da parte loro, il minimo, debole tentativo di resistenza. Un gruppo di ragazzini che si agitano inutilmente al comando di un insopportabile ottimista. Lo senti quasi, lo sguardo di Evans addosso, e ti scappa un basso ringhio.

-Di qui non passerai-

Un difensore, un fragile umano diviso dal branco, un corpo in carne e ossa. Ti farebbe pena, se avessi un cuore. Se potessi, gli daresti la palla solo per vedere cosa ha intenzione di fare contro una squadra di macchine. Ad ogni modo, ciò che crede ti è del tutto indifferente.

-Perderete- decreti, atono -vi annienteremo-

Eccolo, lo sguardo feroce degli umani. Usa la sua tecnica, la Rete da caccia. Prevedibile. Dischiudi le labbra in un candido ghigno, e l'occhio oro vibra d'istintiva eccitazione. Allunghi il braccio destro, artigli la rete e strappi.

Quando gli passi accanto, il suo viso è una maschera di sorpresa e orrore, il tuo un gelido specchio. Ciò che pensano loro non ha importanza, quello che davvero conta è fare ciò per cui vi hanno programmati e smettere di vivere. Semplice, pulito, lineare come il tratto di una matita. Continuare ad esistere che differnza farebbe per voi, in fondo?

Il tuo passaggio è violento e preciso, Tom non distoglie nemmeno lo sguardo. Continua a correre, scartando gli avversari con una freddezza inumana, gli occhi vuoti di un burattino. Sharp soffia un respiro che sa di confusione e puro terrore.

Non dovrebbe dispiacersi, comunque. Non c'è più traccia di umanità nella categoria 4, Tom Dark ora è solo un corpo artificiale senza bisogni, volontà e pensieri propri. L'intento del Creatore era questo fin dall'inizio, dopotutto, e non c'è niente di più crudele che intrappolare una bestia in un guscio umano.

-Forza J.P, ce la puoi fare!-

La cecità di Sherwind è inconcludente. Dolore che si aggiunge ad altro dolore, mera amarezza travestita da falso ottimismo. Forse, se glielo spiegassi, capirebbero. Hanno tolto tutto il superfluo dal DNA della quarta categoria, hanno strappato via emozioni e sentimenti, non ci sono ricordi né pensieri coerenti in quei cervelli artificiali.

J.P, ovviamente, non ce la fa. Non ti sorprenderesti, anzi, se quel tiro gli avesse lussato la spalla. Ma ancora gli umani non cedono. La prima, vera scintilla di panico, di dura sconfitta, la vedi negli occhi dell'allenatore Evans quando David conclude con un freddo sorriso -Avete perso-

 

 

Angolo autrice


Quella ad essere senza cuore sono io, come avrete capito. Questo capitolo è più crudo del solito, ma spero che sia piaciuto a voi quanto è piaciuto a me. 
Al fondo si parla di un David ( che è uno dei due membri, insieme a Tom, della categoria 4), e se ho potuto “resuscitare” il caro Tom, chi pensate che sia David?
*Suvvia, non guardatemi così male. Lo so che mi volete bene comunque.*
Mi dileguo, prima che possiate tirare fuori le armi pesanti.
Un abbraccio,

Kyem

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Capitolo 6
*** Karl - Plastica ***


Karl – Plastica

 

Approfondisci il bacio con un ringhio. Kole apre gli occhi, gioca con la tua lingua, mordendoti le labbra, e punta le iridi liquide nelle tue. È solo sesso. Ma il vuoto freddo in quegli occhi ti tormenta anche nei sogni, ghiaccio che brucia sotto la sua pelle e infiamma lentamente la tua.

Kole ti infila una mano sotto la maglietta, senti le sue dita scivolare bollenti sul petto, poi sul ventre. Si blocca prima di scendere più in basso, ritira la mano, abbandona le tue labbra, e del suo tocco rimane solo una sottile scia infuocata. Senti in bocca il sapore amaro d'insoddisfazione, ma non protesti.

Mentre Kole esce silenziosamente dalla stanza, ti lecchi piano le labbra, avvertendo sulla pelle il metallo gelido del piercing. Scendi dal letto, e aiutandoti con le braccia sali sul davanzale della finetra. Non ti piace il controllo che quel ragazzo riesce ad avere su di te; Dio, ti fa impazzire ogni volta che ti guarda in quel modo.

Passi le dita fra i capelli biondi -al diavolo la riscrescita scura- fino a formare un ciuffo. Con la mano sinistra tiri fuori una sigaretta dalla tasca della felpa e la accendi. Questo posto è una noia, pensi, una noia mortale. Sei stufo anche degli allenamenti, la superiorità dei Pagani, in partita, è palese, perfino imbarazzante.

Inspiri una boccata di fumo, lo senti scendere in gola e riempire i polmoni, ma proprio non riesci a toglierti dalla testa le dita di Kole. Sbuffi irritato, e stai pensando di andare in città per divertirti un po', quando un pallone ti colpisce violentemente l'avambraccio, facendoti perdere la presa sulla sigaretta.

-Cazzo- soffi infuriato, e lanci un'occhiata tagliente in direzione della responsabile del tiro. Scendi dalla finestra con un salto -Mi hai rovinato la sigaretta, Meghara-

La ragazza non sembra provare il minimo rimorso -Beh, se sei così bravo come dici, avresti dovuto evitare quella pallonata-

Le punti addosso un gelido sguardo irritato -Se solo una bambina viziata-

-Da che pulpito, Lathsveiz-

Sbuffi arrogante -Ma per favore-

Ti dirigi verso la Palestra senza guardarti indietro, inarcando solo lievemente un sopracciglio alla vista dell'abbigliamento aperto della ragazza, che lascia ben poco alla fantasia. Apri con violenza la porta del corridoio, come se fosse lei la responsabile di quella sigaretta sprecata.

Scendi con sicurezza le scale di metallo, sentendo in quelle pareti asettiche un vago sentore di familiartità. In fondo il tuo mondo è tutto lì, rinchiuso in una capsula meccanica, una vita artificiale che, malgrado tutto, non riesci a sentire come tua. Una vita di plastica, Karl.

Avverti dei rumori oltre l'ingresso della Palestra, perciò decidi di cambiare direzione. Non ti piace allenarti insieme agli altri, non ti piace allenarti in generale, principalmente perchè non ne hai il minimo bisogno. E poi, i tuoi compagni non riescono neanche a sfiorare il tuo livello, se in partita facessi davvero gioco di squadra finirebbero per rallentarti.

Una vera seccatura, insomma. Che decidi di saltare, per il momento, addentrandoti in profondità della struttura, in un solitario momento di spirito di avventura. Svolti l'agolo di un corridoio deserto, e ti trovi di fronte ad una porta mai notata. Aggrotti le sopracciglia, un paio di mesi prima quella stanza non esisteva, ne sei certo.

Provi ad aprirla, ma la trovi chiusa a chiave, perciò fai per andartene, quando improvvisamente si apre, rivelando la statura corpulenta di un Inserviente dei Laboratori. L'uomo sembra sorpreso, ma si riprende quasi subito.

-Non dovresti stare qui-

Alle sue spalle, per pochi attimi, puoi vedere un familiare luccichio metallico, un tubo che collega una serie di macchine in ombra. Un occhio artificiale, la pelle di plastica, poi la porta si richiude, e tu puoi solo sperare che quello fosse il riflesso di una luce.


 

Angolo autrice

 

Spero di avervi fatto una sorpresa, soprattutto alla creatrice del personaggio, iniziando il capitolo con una scena di questo genere. Sinceramente, Karl e Kole ce li vedo molto bene insieme, mi piacerebbe conoscere anche il vostro parere.
Ho voluto evidenziare, nella seconda parte del capitolo, che questa cosa di avere un corpo “finto” pesi molto sui membri della squadra, e ho volutamente spezzato in questo modo l'atmosfera di normalità giovanile data dalle e l'atteggiamento di Karl.
Grazie infinite per le vostre recensioni fantastiche, davvero, mi sollevano il morale ogni volta. Un bacio, ci vediamo al prossimo capitolo,

Kyem

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Capitolo 7
*** Aysha - Papà ***


Aysha – Papà

 

I pagani non hanno allenatore, né mosse speciali o spiriti guerrieri. Tu giochi in campo come se stessi combattendo, e in fondo un po' è così.

Mentre dribbli con una finta un avversario -sembra stiano finalmente iniziando a reagire- il tuo sguardo si sofferma sul tuo Capitano, in piedi, in mezzo al campo, la posa animale e uno sguardo affilato verso le piccole figure che vi si dimenano intorno. Hyram sembra incuriosito dal Capitano avversario quanto una tigre lo sarebbe con un uccellino, sono quasi teneri.

Sei deliziata dagli sguardi dei mortali, tutti puntati su di te, tutti ammaliati dalla tua bellezza e dalla tua forza. Sei vento e pura energia mentre sfrecci giocando accanto a loro, e ridi e spalanchi le braccia quando per una volta ti senti libera e finalmente perfetta.

Poi le tue labbra si fanno marmo e i tuoi occhi si congelano in un'espressione di fredda incredulità. Quell'umano, quell'attaccante che la prima partita sembrava così sorpreso e abbattuto, ora è di fianco a te, e ha appena cercato di rubarti la palla. Ovviamente non ci è riuscito, sei troppo veloce per lui, ma il suo sguardo ti dice che non ha intenzione di mollare così.

-Ti prenderò la palla, bellezza-

-Non credo- ribatti al suo tono sicuro con una vena di compassione mista ad durezza nella voce, ma quella sfida infondo ti incuriosisce. Sai che non ce la farà, ma vorresti scoprire quanto la sua determinazione riuscirà a reggere.

Sorridi al suo indirizzo, e non riesce proprio a vedere quella scintilla di cattiva soddisfazione che celi fra le labbra, poi ti lanci contro di lui in un contrasto tanto violento che potrebbe spaccargli entrambe le gambe e che riesce incredibilmente a superare.

Rimani, per la seconda volta in una partita, stupita dalla sua aumentata resistenza, ma noti con piacere la fatica permeare ogni suo respiro. Ti piace giocare con lui, realizzi, e con un inquietante sorriso lasci che si sfoghi inutilmente ancora per un po'.

Il gioco va avanti in quel modo per alcuni minuti, poi ti stanchi e passi la palla a Felyks, che segna il goal decisivo della partita. Il doppio fischio dell'arbitro sancisce la fine del secondo tempo, e mentre la Raimon si crogiola nell'ennesima sconfitta superi Ryoma con un atono -Mi dispiace- neanche troppo sincero.

-Avresti dovuto passarla, la palla, al posto di giocare al gatto col topo con quello stupido mortale-

La solita espressione arrogante si fa strada sul tuo volto al suono di quella voce meccanica. Seccatore. -Beh, mi stavo divertendo, Nath, al contrario di te-

Ti guarda con un sopracciglio arcato -Hai rallenatato la squadra-

Quasi ti metti a ridere. Apri la bocca per rispondere a tono, ma quasi subito ti volto verso il centro del campo con una strana sensazione. É lì che lo vedi, e un sorriso spontaneo di gioia nasce sul tuo viso. Papà è qui.

-Tutto qui, quello che sapete fare? Un po' poco, devo ammetterlo-

È una voce spietata e fredda, che per te sa solo di casa. Come se le fosse stato ordinato, la squadra dei Pagani si dispone accanto al Creatore, che fissa con soddisfazione la Raimon piegata a terra.

-Tu sei...- Sharp, il viceallenatore della Raimon, è senza fiato -sei Xavier Shiller-

Oh, no, vorresti dirgli, lui è il mio papà, il papà di tutti noi Pagani. Comunque, sussurri a te stessa mentre i tuoi occhi verdi brillano di affettuoso orgoglio, tu sei la sua preferita, lo sei sempre stata.

 

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