Someone in the dark

di Bridgette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1988 ***
Capitolo 2: *** She's out of my life ***
Capitolo 3: *** Dopo tanto tempo,ho trovato l'amore ***
Capitolo 4: *** Ti ho trovata ***
Capitolo 5: *** Ben ***
Capitolo 6: *** Speechless ***
Capitolo 7: *** Torniamo a Neverland ***
Capitolo 8: *** Los Angeles ***
Capitolo 9: *** La città degli Angeli ***
Capitolo 10: *** L'incontro ***
Capitolo 11: *** Goodnight. ***
Capitolo 12: *** Il Paradiso. ***
Capitolo 13: *** SMS ***
Capitolo 14: *** Bizzarro ***
Capitolo 15: *** Una sorpresa ***
Capitolo 16: *** La prima regola di Neverland ***
Capitolo 17: *** Le prove ***
Capitolo 18: *** Il mio nuovo lavoro a Los Angeles ***
Capitolo 19: *** Maybe ***
Capitolo 20: *** La mia strada ***



Capitolo 1
*** 1988 ***


23 maggio 1988,Roma.

Quella sera,il tempo scorreva come sempre,ma in quella stanza c'era qualcosa che faceva fermare il tutto:la sua voce. La voce del grande Michael Jackson. Ma partiamo dall'inizio.


''Allora,sei pronta a vedere dal vivo il cantante più famoso di tutti i tempi?!''. Disse mia sorella urlando.
''Ovvio,non sto più nella pelle! Pensare che fino ad adesso ho dovuto sempre ascoltarlo in radio...che emozione!''.

Ma che sciocca,non mi sono ancora presentata. Beh,in realtà non c'è molto da dire.
Il mio nome è Alessandra,ma tutti mi chiamano Alex,ho 17 anni e la gente ironizza dicendo che sono gli anni più belli della mia vita. Non credo di pensare lo stesso,visto che nella mia vita ho sempre cercato di cavarmela da sola nei momenti difficili.
Da piccola,sono cresciuta con un padre alcolizzato e una madre egoista. Ho passato l inferno in quella casa.
Così,appena compiuti diciasette anni,scappai di casa con mia sorella di venti anni,Delfina.
Non ho mai avuto molti amici,anzi per niente...si allontanarono tutti da me appena videro mio padre.
L unico 'amico',se posso considerarlo così,che avevo e che ho tutt'ora è sempre stato Michael.
C'è sempre stato per me...mi bastava ascoltare le sue canzoni e lo sentivo vicino. E ora che posso finalmente incontrarlo,mi sento felice.

Io e Delfina,prima di dirigerci al concerto,decidemmo di mangiare qualcosa a casa.

''Sai,sono molto contenta di incontrare finalmente il nostro idolo. Dopo aver passato l inferno in quella casa,un po' di felicità ce la meritiamo'' disse.
''Ti prego,non ricordarmelo. Voglio dimenticare tutto ciò che abbiamo passato. Ho sofferto molto quando papà ci insultava e menava,mentre era ubriaco''.
''Oh certo,scusami. Beh,devi ammettere che eravamo molto veloci a correre,quindi la maggior parte delle volte non riusciva nemmeno a prenderci'' detto questo,ridemmo.

 Dopo aver finito di mangiare,pulimmo il tutto,ci preparammo e salimmo subito in macchina.
Durante il tragitto,pensai a Michael e ancora non riuscivo a crederci che stavo per andare ad un suo concerto. Ad incontrarlo,a cantare le sue canzoni,ad urlare il suo nome in mezzo a tutta quella gente.
Eccoci arrivate. Ansia.
Scendemmo dalla macchina e,all'improvviso,una folla urlante ci stordì le orecchie.
-Cavolo,non è ancora iniziato il concerto e già stanno cantando le sue canzoni- pensai.
Dopo tanta fatica,finalmente,riuscimmo a metterci in prima fila.
Facemmo anche amicizia con un gruppetto di ragazzi dietro di noi...è proprio vero che la musica unisce le persone.
Dopo un paio di minuti:il buio.

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Capitolo 2
*** She's out of my life ***


Michael.

''Voglio anche io innamorarmi,Frank!'' dissi deciso alla mia guardia del corpo,al mio ''confidente''
''Sono stufo che cacci ogni volta le ragazze che si innamorano di me. Ai miei sentimenti non ci pensi?!'' continuai.
''Non rovinarti la vita con queste cose,Michael! Sei un cantante di fama mondiale,non hai bisogno di certe distrazioni. L'amore è solo una perdita di tempo'' disse lui,convinto di ciò che diceva.
''L'amore non è una perdita di tempo,Frank. Anzi,penso che sia la cosa più bella che ci sia in questo mondo''
''Ma tu sei Michael Jackson! Le persone si avvicinano a te solo per soldi,Mike''
''Nella vita non siamo tutti uguali,ci sono anche persone oneste!''
''Quando ne trovi una fammi un fischio,allora!'' troncammo così la conversazione.

Pensa davvero di comandarmi? Di dirmi quello che devo e non devo fare? Non ha capito nulla,se è così. Sono io il capo,sono i miei soldi,sono io che lo pago. Anzi,è meglio che si adatti alle mie regole,altrimenti questo lavoro non lo manterrà a lungo.

Andai verso il mio camerino per ripassare i testi delle mie canzoni e i passi di danza. Tra meno di cinque minuti devo salire sul palco,deve essere tutto perfetto.
Sento già le voci dei miei fan cantare le mie canzoni e urlare il mio nome. Quanto li amo.
E' per merito loro che continuo a dare spettacolo,altrimenti abbandonerei la mia fama per vivere come una persona 'normale';cosa che non ho mai fatto in tutta la mia vita.

''Sbrigati,Mike!'' sento la voce di Frank chiamarmi da lontano. ''Tra due minuti ti voglio su quel palco!''
''Si,arrivo'' bevvi velocemente il mio bicchiere d'acqua calda con sciolta una caramella 'Ricola' e salì su quella piattaforma.

''Michael,vogliamo Michael!'' urlano i miei fans.
Dio,sono meravigliosi.
In mezzo a tutta quella folla,mi accorsi di una ragazza nelle prime file. Sorrise appena mi vide urlando 'Ti amo Michael'. Era stupenda.
Pelle chiara,capelli lunghi e mossi,biondi. Le sue labbra erano colorate da un rossetto rossiccio. Indossava una delle mie maglie con sopra una giacca di pelle. Non riuscivo a smettere di guardarla. Non riuscivo a smettere di guardare quel viso angelico.
Cercai di non pensarci e cantai le prime strofe di 'Wanna be startin' something'.
La vidi lì,mentre saltellava,cantando la mia canzone.
Una delle cose che preferisco esibendomi,è vedere la felicità sul volto dei miei fans...e in quel momento adoravo il suo viso spensierato e pieno di gioia.
Cantai altre tre canzoni,per poi arrivare a 'She's out of my life'.

''Now the way that it stands,she's out of my hands'' all'improvviso mi fermai e dissi ''Potete mettere delle scale qui?''

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Capitolo 3
*** Dopo tanto tempo,ho trovato l'amore ***


Alex.

Eccolo lì. Eccolo lì in tutto il suo splendore.
E' fermo su quel palco insieme ad altri ballerini,aspettando che la musica lo trascini.
Guardandolo,mi viene da pensare che,in certi versi,le nostre vite sono molto simili: padre manesco,vita solitaria,senza nessuno con cui parlare o giocare.

''Ma non ti accorgi che Michael sta guardando proprio te?'' mi urlò all'orecchio Delfina,interrompendo i miei pensieri.
''Non dirmi che stai già delirando!'' risposi con aria beffarda.

-Ma dico io,con tutta questa folla,crede davvero che stia guardando proprio me?- pensai.

Non avevo mai fatto caso a quanto fosse bravo ad intrattenere il suo pubblico,a quanto fosse spontaneo il modo in cui muoveva il suo corpo.
E' come se facesse l'amore sul palco,con quel microfono.

Dopo aver cantato 'I just can't stop loving you',partì con 'She's out of my life'.
Notai che a volte,sorrise guardando verso la prima fila.
-E se Delfina avesse ragione? E se stesse davvero guardando me?- pensai,in preda all'ansia.

''Now the way that it stands,she's out of my hands'' all'improvviso si fermò e disse ''Potete mettere delle scale qui?'' venendo nella mia direzione.

Una volta messe le scale,salgo sul palco e corsi subito ad abbracciarlo.
Mentre ci abbracciammo,mi baciò la guancia,si allontanò e mi sorrise.
Continuando a cantare,mi prese per mano facendomi segno di stare accanto a lui,ma d'un tratto,una delle sue guardie,mi prese per il braccio aiutandomi a scendere giù dal palco.

''Hai visto? Avevo ragione! Guardava te!'' mi disse mia sorella,con gli occhi pieni di gioia.
Continuai a guardarlo,mi fece l'occhiolino e io gli regalai il mio sorriso più bello.

Michael.

La feci salire sul palco,finalmente potei guardarla più da vicino. Si,era stupenda.
La baciai sulla guancia prendendola per mano,ma una delle mie guardie la prese per il braccio aiutandola a farla scendere.

Ecco,un altro guastafeste.
Ma quando capiranno che io sono padrone di fare quello che voglio?

Appena scese dal palco,mi fece il sorriso più bello del mondo.
Oddio,quel sorriso mi fece letteralmente impazzire.

Finito il concerto,andai nel backstage sperando di poter incontrare ancora quella ragazza.
Avevo tanta voglia di parlarle,di sapere il suo nome,che tipo di persona era...
Dopo Tatum O'Neal,non ho mai provato queste sensazioni con nessun'altra.

Forse si. Dopo tanto tempo,arrivò anche per me l'amore.

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Capitolo 4
*** Ti ho trovata ***


Alex

Mentre eravamo in macchina,per tornare a casa,mi misi a pensare a tutto quello che era successo al concerto.
Michael era l'uomo più bello che io abbia mai visto.
I suoi riccioli,la sua voce,il suo sorriso. Amavo tutto di lui.
Ho ancora in mente il suo profumo,dolce e profondo allo stesso momento.
Il modo in cui mi ha strinta fra le sue braccia...in quel momento stavo per svenire.

''Cos'hai? Non sei felice di aver visto finalmente il tuo idolo?'' disse Delfina,con aria curiosa.
''Ma si,ovvio! Sto solo pensando a ciò che è successo al concerto. Non riesco ancora a crederci che mi abbia fatta salire sul palco con lui!''

Durante il tragitto,parlammo ancora del concerto e canticchiammo le sue canzoni.
Ero felice in quel momento,felice come non lo ero mai stata.
Avrei voluto ritornare a qualche ora prima,tra le sue braccia,per rimanerci per sempre.

Il luogo in cui si tenne il concerto,non era molto distante da casa,perciò dopo un po' di tempo arrivammo a destinazione.
L'appartamento che avevamo preso io e mia sorella,dopo essere scappate di casa,non era molto grande...Anzi,era molto piccola ma confortevole.
Appena si entra,c'è un lungo corridoio con uno specchio attaccato al muro. A destra,c'è una porta che si affaccia nella mia stanzetta.
Lungo il corridoio,invece,c'è la porta della camera di Delfina.
A destra della porta,si trova la cucina e il bagno.

''Oddio,che stanchezza! Sarà meglio andare a dormire,ora'' disse Delfina,sbadigliando.
''Come fai ad avere sonno dopo quello che è successo? Io mi sento ancora entusiasta e piena di energie!'' dissi,col sorriso a 32 denti.
''Sono quasi l'una di notte,Alex. Meglio andare a dormire,domani è un altro giorno!'' mentre disse questo,si avvicinò alla porta della sua camera e la chiuse,lasciandomi lì,nel salotto.

Dopo essermi messa il pigiama,mi misi sul letto.
Non riuscendo a dormire,guardai il soffitto e pensai ancora al concerto e a Michael.
Chissà cosa starà facendo ora. Cosa starà pensando?
Non credo che riuscirò mai a dimenticare il suo viso,al modo in cui mi ha abbracciata e alle sensazioni che ho provato in quel momento.
Mi sentii a mio agio tra le sue braccia.
Dicono che ognuno deve trovare un posto dove essere felici,un luogo in cui pensi -Mi sento a casa-.
Beh,quelle braccia erano la mia casa. Lui era la mia casa.

Presi il mio telefono e guardai l'ora: 01.25.
-Visto che non prendo sonno,ora esco e vado al parco qui vicino- pensai.

Mi alzai dal letto e mi diressi verso la porta d'ingresso,cercando di fare poco rumore possibile.
Uscì e andai in quel piccolo parchetto che si trova vicino casa.
Soffiava molto vento,così decisi di sedermi sull'altalena.
Adoravo dondolarmi sulle altalene,fin da piccola...soprattutto quando c'era molto vento. Mi sembrava di volare.

Trasportata dal vento e dai miei pensieri,senza nemmeno accorgemene,si avvicinò a me un ragazzo. Era vestito in maniera insolita.
Un cilindro per cappello,occhiali da sole,un giaccone lungo e pesante e una mascherina che gli copriva l'intero volto.

''Ti ho trovata,finalmente'' mi disse.

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Capitolo 5
*** Ben ***


Michael

Finito lo spettacolo,andai nel backstage,mi asciugai il sudore e parlai alla mia guardia del corpo.

''Devo conoscerla,Frank!'' dissi,deciso di ciò che facevo.
''Non dirmi che ti piace quella ragazzina,Mike'' mi rispose,quasi come se fosse disgustato da 'quella ragazzina'.
''Ti prego,non ricominciare e aiutami a cercarla!''
''E va bene,sei tu il capo. Ma il suo nome sarà l'unica cosa che scoprirò''

Finì così la conversazione.
Devo assolutamente conoscerla,non riesco a smettere di pensare a lei e al suo sorriso.
Nessuna mai è riuscita ad entrarmi nella mente in così poco tempo.

Dopo che mi cambiai nel mio camerino,salii nella limousine che mi avrebbe portato in hotel.
-Credo proprio che con tutti questi pensieri non riuscirò a chiudere occhio- pensai.
Nella limousine,portavo sempre dei 'costumi' da poter mettere per non farmi riconoscere da nessuno,quando mi veniva voglia di andare in posti affollati.

''Può fermare l'auto?'' chiesi al mio autista.
''Come desidera,signor Jackson''
''La ringrazio. Lei può portare l'auto in albergo,al ritorno chiamerò un Taxi'' gli dissi,mentre scendevo dalla limousine.

Camminai a lungo,quando vidi un piccolo parchetto con degli scivoli e delle altalene,in fondo la strada.
Mentre mi dirigevo in quel parco,ricevetti una chiamata da Frank.

''Allora Frank? Cosa hai scoperto?'' iniziai così la conversazione.
''Sei un ragazzo che va subito al sodo,mi piaci!'' ridacchiò,mentre lo disse.
''Dai Frank,dimmelo!'' stavo quasi per perdere la pazienza.
''Si chiama Alessandra,Alex per gli amici. Che sempliciotta'' rispose,sempre con aria disgustata.
''Cosa? Tutto qui?''
''Certo. Ti avevo avvisato che l'unica cosa che ti dicevo sarebbe stato il suo nome. A proposito,quando hai intenzione di ritornare in hotel,Mike?'' mi chiese,con aria di rimprovero.

Ero ormai quasi vicino al parco,quando mi accorsi di una ragazza a me familiare,seduta su una delle altalene.
La osservai per bene,cercando di capire dove l'avevo già vista.
Oddio,ma è...

''Michael?'' sentii Frank dall'altra parte del telefono.
Non avevo chiuso la chiamata,che stupido.
''Frank,non posso parlare ora. Ti richiamo più tardi'' dissi frettolosamente e riattaccai.

Andai verso quella ragazza,ormai non avevo più dubbi:era lei!
Era seduta su quell'altalena,talmente persa nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno chi si stesse avvicinando.
Dio,com'era bella.
Ormai le ero davanti e,senza pensarci,le dissi ''Ti ho trovata,finalmente''
Mi uscì questa frase in modo spontaneo,tanto ero contento di rivederla.

''Scusami?'' mi chiese,non capendo ciò che stava succedendo.
-Ecco,adesso deve avermi preso per un'idiota- pensai.
Cosa le dico adesso? Mi ero dimenticato di aver addosso un travestimento.

''Ehm...scusami tu. Ti ho scambiata per una persona che conosco'' le dissi l'unica cosa che mi venne in mente in quel momento.
''Comunque,piacere Ben!'' continuai.
''Alessandra'' rispose lei,in modo distaccato,quasi fredda.
Ma sapevo che dietro quella facciata,si nascondesse una persona timida e fragile.
Me ne accorsi dal modo in cui mi ha abbracciato.
Si può capire tutto di una persona anche da un semplice abbraccio.

Alex

''Scusami?'' gli chiesi,non capendo ciò che mi disse.

Mi disse che mi aveva scambiata per un'altra persona e mi ha anche detto come si chiamava. Ben.
-Che tipo strano è questo tipo- pensai.
Eppure,la sua voce mi ricordò una persona a me familiare.
E se invece fosse...


 

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Capitolo 6
*** Speechless ***


Alex

E se invece fosse...Ma no!
Come mi vengono certe idee?
In realtà,sono ancora così presa dal concerto che l'unica cosa che tiene occupata la mia mente è Michael.

''Esci spesso di notte? Vestita in pigiama,per di più'' mi chiese questo 'Ben',incuriosito.
''Veramente questa è la prima volta che esco di notte. Non riuscivo a dormire,così ho pensato di fare quattro passi'' risposi,divertita dalla sua domanda. ''E tu invece? Sei vestito in maniera così insolita. Ti stai nascondendo da qualcuno o qualcosa? Sei una spia segreta?'' continuai,ridacchiando.
''Ma no,sono venuto qui per il tuo stesso motivo. Riguardo al look,ehm...non volevo prendere freddo'' disse,quasi come se volesse cercare una scusa.

Parlammo ancora un po' e scoprii che molte cose ci accomunavano. Ci piacevano gli stessi film,lo stesso tipo di musica e avevamo entrambi la fanciullezza di quando si è bambini che,purtroppo,alcuni l hanno già persa crescendo.

''Mi piace molto Peter Pan. Quella voglia di rimanere bambino per sempre,senza pensare ai problemi di quando si diventa grande. Mi ci rappresento'' mi disse.

-E' un tipo strano,ma è molto simpatico- pensai.

''La mia preferita è Wendy'' risposi io,orgogliosa di ciò che dicevo.
''Ma se fossi stata lei,sarei rimasta con Peter'' continuai.
''E se io fossi stato Peter,non ti avrei mai lasciata andare'' disse lui convinto,guardandomi negli occhi.

A quella dichiarazione rimasi un po' scioccata,insomma...non ci conoscevamo mica da tanto tempo da poter dire una cosa del genere.
E poi,mi sembrava fin troppo familiare il suo modo di atteggiarsi e la sua voce...

''Ehm...posso farti una domanda?'' chiesi,cercando di cambiare discorso.
''Si,certo'' rispose lui,con fare gentile.
''Ci siamo già visti,per caso?''
Dovevo saperlo. Dovevo sapere chi si nascondesse dietro quel travestimento.
''Beh,ecco...in realtà si. Ti ho vista prima,al concerto di Michael Jackson. Stavo dietro di te,in mezzo a tutta quella folla,quindi era impossibile vedermi'' mi rispose.

Rimasi senza parole.
Credevo davvero ci fosse un'altra persona dietro quella mascherina.
Volevo davvero ci fosse un'altra persona.
Non che mi dispiacesse la compagnia di questo 'Ben',anzi...era un tipo piuttosto divertente.
Ma dietro quel travestimento,volevo ci fosse Michael.

Mentre ero nei miei pensieri,ad un tratto,sentii squillare il mio telefono.
Delfina.
Devo averla fatta preoccupare molto...sono andata via così,senza nemmeno avvisarla o lasciare qualche biglietto.

''Dimmi'' iniziai così la conversazione,tranquillamente.
''Dimmi? Te ne sei andata senza nemmeno avvisarmi e si sta facendo mattina. Mi hai fatta preoccupare,Alex! Ma dove caspita sei?'' rispose lei,rimproverandomi.
''Scusami,hai ragione. Tra 5 minuti sono a casa'' detto questo,riattaccai.

''Fidanzato?'' mi chiese Ben.
Mentre mi chiese questo,sentii una punta di tristezza nella sua voce.
''Cosa? Ma no! Era mia sorella. Credo proprio di dover tornare a casa...sono quasi le 3 e non ho nemmeno dormito'' dissi,in fondo divertita da questa 'esperienza'.
''Ah,va bene! In realtà non mi ero accorto che si stava facendo tardi. Sono stato davvero bene in tua compagnia'' mi disse,sorridendo.
''Per me è lo stesso,Ben'' risposi,allontanandomi per ritornare a casa.

Stavo quasi per attraversare la strada,quando mi sentii chiamare.

''Alex?'' mi chiamò Ben,cercando di attirare la mia attenzione.
''Si?'' risposi.
''Ti va di rivederci?''

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Capitolo 7
*** Torniamo a Neverland ***


Alex

Tornai a casa,ripensando all'incontro insolito di prima.
''Se io fossi stato Peter e tu Wendy,non ti avrei mai lasciata andare''
Perchè mi ha detto questo? Cosa significava? Perchè quel ragazzo mi ricordava tanto Michael?
Ripensai anche a ciò che mi chiese: ''Ti va di rivederci?''
Gli dissi che mi avrebbe fatto molto piacere,dandogli appuntamento domani nello stesso posto,alla stessa ora.

Aprii la porta di casa,dove trovai Delfina seduta sul divano,mentre mi aspettava.

''Mi dici dove caspita sei stata?'' mi chiese,alzandosi e venendo verso di me.
''Mh,te lo spiego dopo. Adesso ho sonno e voglio dormire'' le risposi,dirigendomi nella mia stanza,lasciandola nel salotto.
In realtà,non mi va di darle molte spiegazioni...mi avrebbe fatto il terzo grado e si preoccuperebbe per nulla,se le dicessi di aver incontrato un ragazzo per strada.

Entrai nella mia camera,mi tolsi le scarpe e mi misi sul letto per riposarmi un po'.
Mi è sempre piaciuta questa stanza.
-Questa camera deve essere la mia!- pensai,la prima volta che la vidi.

Appena si entra,trovi il letto a destra della porta,proprio vicino il muro.
Alla parete ci ho attaccato delle mie foto con Delfina che,a mio parere,erano bellissime. Raffiguravano me e lei,la prima volta che prendemmo questa casa...eravamo molto felici di ricominciare una nuova vita,senza nostro padre che ci menava o nostra madre che faceva di tutto,tranne badare a noi.
Attaccai anche dei poster dei miei musicisti preferiti.
Ovviamente,Michael non poteva mancare.
Di fronte al letto,c'è un piccolo balconcino.
Vicino,si trova il mio armadio e una libreria dove tengo tutti i miei libri preferiti e dei Dvd dove ci registrai alcuni film della mia infanzia.

Quando mi svegliai,erano le sette di sera.
Aprii gli occhi e mi accorsi dalla piccola finestrella,che pioveva a dirotto.
-Speriamo che per domani il tempo sia migliore- pensai,sperando di poter rivedere quel ragazzo.

Mi alzai dal letto e,avendo molta fame,chiesi a Delfina se preparava la cena.

''Delfi,puoi prepararmi qualcosa da mangiare,per favore?'' chiesi,dirigendomi in cucina,dove trovai mia sorella che apparecchiava.
''Certo tesoro,sto già preparando. In realtà,ho ordinato la pizza. Tra un po' dovrebbe arrivare'' disse,mettendo i bicchieri e i tovaglioli a tavola.
''Mh,strano...quando ordini la pizza vuol dire che hai combinato qualcosa,oppure vuoi che ti racconto ciò che ho fatto'' le dissi,sedendomi sulla sedia e mettendo le braccia incrociate.
''Ma no! So che è il tuo cibo preferito,quindi volevo accontentarti'' disse,trovando una scusa.
''Va bene,ma non ti aspettare che ti racconti cosa ho fatto ieri'' le risposi,facendole la linguaccia e dirigendomi verso il divano,per guardare la tv.
Il giorno dopo,alle 01.25,andai di nuovo in quel parchetto.
Lo vidi già lì,seduto su una panchina ad aspettarmi.
Parlammo molto,scherzammo e mi divertii come non mai.
Fino a quando,dovetti ritornare a casa.

Michael

Quella sera la vidi di nuovo. Stavo così bene in sua compagnia...mi innamoravo ogni giorno di più.
Dopo essere stato un po' con lei,ritornai nella mia stanza d'albergo,dove trovai Frank che firmava dei documenti.

''Prepara le valigie,Mike'' mi disse,appena entrai.
''Torniamo a Neverland''

Nota: Salve! Credo di aver fatto un po' di casini nei capitoli.
Nel capitolo 5,al punto della limousine ho fatto dire a Michael di riportarla a Neverland,ma in realtà intendevo in Hotel,visto che la storia si svolge a Roma. Mi dispiace e mi scuso per questo errore.
Detto questo,mi farebbe davvero piacere se mi scriviate ciò che pensate della storia,magari dandomi qualche consiglio.Grazie e buona giornata^^

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Capitolo 8
*** Los Angeles ***


Michael

''Torniamo a Neverland'' mi disse Frank.
Non avrei mai voluto sentire quella frase.
Amavo Neverland,era parte di me...ma in quel momento non desideravo andarci.
Desideravo stare a Roma insieme ad Alex.
Cosa avrei fatto a Neverland senza di lei? Senza qualcuno che mi capisca,con cui parlare,con cui essere me stesso...
In quel momento;desideravo andare da lei,dirle chi ero e portarla con me.

''Cosa caspita dici,Frank?'' gli urlai contro,sbattendo la porta alle mie spalle.
''Ma cosa ti prende,Mike? E' da quando siamo arrivati a Roma che vedo del cambiamento in te'' disse,accendendosi un sigaro.
''C'entra per caso quella ragazzina? Non ti sarai mica innamorato,vero?'' continuò
''Si,mi sono innamorato. Ne ho diritto anche io,Frank'' risposi,cercando di liquidare l'argomento.
''Adesso capisco perchè esci la notte,mascherandoti. E cosa le dirai quando scoprirà realmente chi sei? Ti ricordo ancora una volta che sei Michael Jackson!'' disse,cercando di farmi un lavaggio del cervello.
In quel momento,cercai di immaginare la reazione di Alex quando avrebbe scoperto che dietro quel travestimento si nascondeva il suo idolo.
Sarebbe stata felice? Avrebbe detto a tutti che stava con Michael Jackson? Sarebbe stata delusa,dato che le avevo mentito?
Non riuscirei a sopportarlo se fosse stata delusa,se mi avrebbe ignorato...se non volesse più sapere niente di me.

''Si,forse hai ragione. Preparo le valigie'' dissi a Frank amareggiato,dirigendomi verso l'armadio.

Notai un sorriso soddisfatto nel suo volto.
Soddisfatto da cosa? Per avermi convinto?
Ho finalmente trovato una persona che mi capisca,con cui ho piacere a stare in sua compagnia e mi portano via da lei.
Non volevo mai essere Michael Jackson.
Volevo essere un ragazzo normale,da poter avere degli amici sinceri e stare con loro tutto il tempo che desideravo.

Finito le valigie,scendemmo nella Hall dell'albergo e ci dirigemmo verso la limousine che ci avrebbe portato all'aereoporto.
Prima di entrare in auto,salutai i miei fans che circondarono l'albergo,cercando di entrare per incontrarmi.

Dopo un po' di tempo,ritornai a Neverland.

Alex

Sono passati due giorni,dall'ultima volta che vidi quel ragazzo.
Era come se fosse sparito...
Passai quei due notti in quel parco,sperando di poterlo incontrare,ma nulla.
Avrò fatto qualcosa di male? Che io sappia no.
Anzi,mi disse anche che le ero simpatica e che stava bene in mia compagnia.
Ma allora perchè non vuole più vedermi?
-Se a lui non importa nulla di me,nemmeno a me importa nulla di lui- pensai,con fare orgoglioso.
Si,sono molto orgogliosa.
Ma non perchè sono un tipo vanitosa,ma per non stare male quando una persona mi ferisce.
Era una corazza che mi portavo dietro da molto tempo.

Ma nonostante questo,in questi due giorni,sono molto contenta per Delfina.
Si frequenta con Lucas,uno dei ragazzi con cui facemmo amicizia al concerto.
''E' molto simpatico,mi piace molto come persona. Quando te lo presenterò,vedrai che piacerà anche a te'' mi disse,non riuscendo a smettere di sorridere.
Credo si fosse innamorata.

Ero nella mia cameretta a leggere,quando entrò Delfina urlando.

''Alex,devo dirti una cosa importante!''
''Cosa?'' le dissi,senza staccare gli occhi dal libro.
''Andiamo a Los Angeles!''

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Capitolo 9
*** La città degli Angeli ***


Alex

''Ma cosa dici,Delfi?'' le dissi,alzandomi dal letto per avvicinarmi a lei.
''Beh,ecco...Ieri ho incontrato una mia amica e mi ha detto che andrà a vivere a Los Angeles con il suo compagno'' disse tranquillamente,sedendosi sul letto.
''Quindi mi sono detta:Perchè non andiamo anche noi?'' continuò
''Beh,pensandoci,sarebbe una bella esperienza...Ma come facciamo? Non abbiamo abbastanza soldi e poi Lucas? Non ti piace più?'' dissi,sedendomi vicino a lei,chiedendo spiegazioni.
''Ma che idee ti fai? Io e Lucas siamo solo amici,niente di più'' rispose,un po' imbarazzata.
''Per i soldi non preoccuparti,con il mio lavoro metto da parte dei soldini e,se non ce la facciamo,il resto lo mette Paola;la mia amica'' continuò
''Mh,va bene. Adesso lasciami leggere'' dissi,riprendendo il libro.

Passarono almeno due o tre settimane e,finalmente,Delfina riuscì a prendere i biglietti aerei.
Riuscii anche a conoscere Lucas,ed effettivamente è un bravo ragazzo.
Una sera,andammo tutti in una pizzeria vicino casa e ci siamo divertiti molto.
Devo dire che mia sorella e Lucas,avevano molta complicità tra loro.
Non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso...

Ero nella mia camera a preparare le valigie e non riuscii a non pensare a quel ragazzo. Quel Ben.
Chissà che fine avrà fatto.
E chissà perchè mi ricordò tanto Michael.
La sua voce,il suo modo di fare,la sua ammirazione per Peter Pan...
Quel ragazzo non mi convinceva e,se per caso lo inconterò di nuovo,scoprirò chi si nasconde dietro quel travestimento.

Erano le otto di sera e,prima di andare a dormire,decisi di mangiar qualcosa.
Domani dovremmo svegliarci presto,per andare all'aeroporto.

''Sei pronta per domani?'' chiesi a Delfina,sedendomi a tavola.
''Ho appena finito di preparare le valigie e sono emozionatissima. Non ti accorgi che le cose ci stanno andando meglio?'' disse,sorridendo.
''Beh si,finalmente'' dissi,mangiando qualche patatina fritta.

Il giorno dopo,ci svegliammo presto,ci preparammo e andammo all'aeroporto.
Aspettammo il nostro turno e salimmo su quell'aereo.
Destinazione Los Angeles,la città degli angeli.

Dopo tanto tempo,arrivammo.

''Oddio,finalmente! Non ce la facevo più a stare in quei sedili scomodi'' disse Delfina,posando a terra le valigie.

Prima di andare in Hotel,decidemmo di mangiare qualcosa in un bar.

Ad un tratto,vidi un ragazzo vestito in nero,cappotto pesante,occhiali,mascherina e cappello.

''Alex?''

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Capitolo 10
*** L'incontro ***


Michael

E' già passato un mese, da quando ritornai a Neverland.
Non ho nemmeno potuto salutare per l'ultima volta Alex, dirle che me ne andavo, confessarle chi ero per davvero.
Mi sentii un codardo ad essermene andato via così, senza nessuna spiegazione.
Ma promisi a me stesso che se per caso la incontrerò di nuovo, le avrei detto tutta la verità.

Avevo appena finito un concerto, dopo aver salutato i miei fans, andai in qualche bar vicino per stare tranquillo.
Mi misi il mio solito travestimento e mi incamminai.

Appena arrivato, la vidi lì, seduta ad un tavolino con un'altra ragazza.
Cosa ci faceva a Los Angeles? Non è di certo stupida, avrà capito chi fossi.
Sarà partita per questo?

Presi coraggio e andai verso di lei.
Parlava e sorrideva con la ragazza che le stava vicino...ancora ricordo il sorriso che mi fece al concerto.
Era così bella, è così bella.

''Alex?'' le dissi, senza pensarci, sorpreso di vederla.
Mi guardava sconvolta, chissà cosa stesse pensando.
''Ma cosa fai qui?'' mi rispose, sorpresa anche lei.
''No, cosa fai tu qui'' le dissi, senza saper cosa dire.
''Ehm...posso sapere cosa succede?'' chiese la ragazza vicino ad Alex, incuriosita.
''Puoi scusarmi un attimo, Delfi?'' disse, alzandosi.

Mi prese per un braccio e mi portò lontano da quel tavolino, per parlare e chiedere spiegazioni.
Cosa del tutto normale, visto come mi sono comportato.

''Allora? Vuoi dirmi perchè sei sparito?'' chiese, e sentendo il suo tono di voce, capii che era molto arrabbiata.
''Ecco, io...sono molto contento di rivederti'' risposi, non trovando alcuna scusa adatta.
Beh, in realtà non era una scusa...ero davvero felice di rivederla.
Ma non potevo mantenere la mia promessa e dirle tutto quanto lì, in mezzo a tutti quei passanti.

''Lo sono anche io. Ma ti ho fatto una domanda ed esigo una risposta'' disse, cercando di mantenere la pazienza.
La guardai negli occhi, in quei occhi blu che tanto amavo.
In quei occhi, vedevo la sua anima.

''Se sei davvero sicura di saperlo e di scoprire chi sono, incontriamoci stasera e te lo dirò'' dissi, ormai sicuro di dirle la verità.
''Va bene, ti scrivo su un foglietto l'indirizzo dell hotel, così passi a prendermi'' disse, cercando una penna e un foglio nella sua borsa.

Quando finimmo di parlare, mi presentò la ragazza che le stava accanto, sua sorella.

''C'era anche lei al concerto di Michael, possibile che non l'hai vista?'' mi sussurrò all'orecchio Alex.
''C'erano un sacco di persone, non l'ho notata. E poi, i miei occhi erano concentrati solo su di te'' risposi.

Si fece un po' tardino e me ne andai, altrimenti chi lo sente Frank.
Comincerebbe a chiedermi dove sono stato, a ricordarmi che ero Michael Jackson e altre cose che io odiavo sentirmi dire.

Tornai a Neverland e mi chiusi nella mia camera, per organizzare la serata.
-Potrei portarla in un ristorante- pensai.
Oppure, fare una passeggiata e dopo mangiare una pizza o delle patatine fritte.
So che sono i suoi cibi preferiti.
E dopo di questo, potremmo andare in un bel parco e le dirò chi sono.

Si, ne ero molto convinto.
Ero spaventato dalla reazione che potrebbe avere, ma non volevo nemmeno mentirle.

Si fece sera, mi misi il travestimento e mi incamminai verso l'Hotel in cui alloggia.
L'aspettai fuori e finalmente la vidi uscire dall'ascensore.
Indossava un vestito rosso aderente, lungo fino le ginocchia e delle converse come scarpe.
Era bellissima, con i suoi bei boccoli biondi e le sue labbra rosa.

''Scusami per il ritardo, mia sorella non smetteva di farmi domande'' disse, ridendo.
''Ah, non preoccuparti. Anche io ho degli 'amici' che non smettono di stressarmi con le loro domande'' dissi, cercando di farla sorridere e di metterla a suo agio.

Passeggiammo, parlando e scherzando in continuazione.
Mi faceva bene stare con lei, finalmente potevo essere me stesso con qualcuno...
Decidemmo di prendere una porzione di patatine fritte e di mangiarle in un parco, su una panchina.

''Come mai sei sparito? Chi si nasconde dietro quel travestimento?'' chiese all'improvviso, molto incuriosita.
''Beh, ecco...è difficile dirtelo. Non so come la prenderai'' risposi, abbassando gli occhi e continuando a mangiare.
''Comincio a dirti soltanto che c'ero anche io al concerto di Michael Jackson, ma non ero tra il pubblico''

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Capitolo 11
*** Goodnight. ***


Michael

''Cioè? Cosa significa?'' mi chiese Alex, confusa.
Possibile che non ha ancora capito? O forse sta solo facendo finta.
Forse vuole che lo dica direttamente.
Ma non riesco...come dovrei dirlo? -Io sono il tuo idolo, Michael Jackson e ti ho mentito per tutto questo tempo, facendoti credere che fossi un'altra persona-

''Nulla, lascia stare. Non credo sia così importante'' dissi, finendo di mangiare e pulendomi le mani con il tovagliolo.
''Ma io voglio saperlo, Ben!'' ribattè.
''Lo capirai più in avanti. Ti va di passeggiare ancora?'' chiesi, alzandomi dalla panchina e porgendole la mano.
''Va bene, Ben'' disse, alzandosi anche lei e prendendo la mia mano.

Cominciai ad odiare il nome Ben.
Mi sentii pieno di sensi di colpa, in quel momento.
Dovevo dirle dall inizio chi fossi...
Ma ho fatto una promessa e ho intenzione di mantenerla.
Eppure, il nome 'Ben' lo dice con una tale enfasi, che non riuscii a pensare che non l'avesse ancora capito.

Continuammo a passeggiare, mano nella mano.
Adoravo quel momento... Sembravamo due fidanzatini.

Sentii un sentimento grande per lei e capii che anche per lei fu lo stesso.

''Come mai sei diventato così silenzioso, Ben?'' mi chiese, guardandomi.
Ci risiamo.
''Mi fa davvero bene stare con te e mi piace molto camminare mano nella mano'' dissi, cercando di parlare di altro.
Mi sorrise e mi strinse ancora più la mano.
Com'è dolce...

Camminammo ancora un po', parlando del nostro passato.

E' incredibile come una persona, nonostante il male che ha subito, trova sempre la forza di sorridere e di andare avanti.
E questo io lo so bene, visto ciò che ho passato.

Alla fine, l'accompagnai a casa.

Alex

Quindi questo segreto? Me lo dirà prima o poi?
L ho capito benissimo che è lui, non c'è più bisogno di mentire.
L ho capito da quando ho strinto la sua mano.
Quelle mani.
Quelle mani potrei riconoscerle fra mille...
Ricordo ancora di quanto le sue mani erano calde e morbide, delicate.
Poi la sua voce, inconfondibile.
Era lui, ne ero sicura.
Ma perchè continuare a mentire?
Io non dirò nulla, voglio vedere fin quanto continuerà il suo 'gioco', se così si può definire.

Mi accompagnò a casa e mi strinse in un abbraccio.

''Credo che domani sarò molto impegnato. Ti va di vederci di notte, nel parco di prima?'' mi chiese, speranzoso di un mio si.
''Certo, perchè no'' risposi, sorridendo.
''Buonanotte, Alex'' disse, baciandomi la fronte e sciogliendo quell'abbraccio.
Lo guardai sorridendo, mentre si allontanava.

-Buonanotte, Michael- pensai.

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Capitolo 12
*** Il Paradiso. ***


Alex

Entrai in casa, dove trovai Delfina seduta sul divano, a mangiare popcorn e guardare la televisione.

''Ti stavo aspettando. Dove sei stata?'' mi chiese, guardandomi.
''Con Ben, il ragazzo che abbiamo incontrato al bar'' risposi, dirigendomi nella mia camera.
''Vado a dormire, buonanotte'' continuai

La mattina dopo, Delfina entra nella mia stanza svegliandomi.

''Alex, svegliati! Devo parlarti'' disse, levando le coperte dal letto.
''Cosa c'è?'' risposi, strofinandomi gli occhi e sbadigliando.
''E' da un po' che non passiamo del tempo insieme. Ti va di andare al centro commerciale, questo pomeriggio?'' mi chiese, sedendosi di fianco a me.
''Così ci cerchiamo anche un lavoro'' continuò.
''Si, per me va bene'' le dissi, sorridendo.

Nel pomeriggio, mi preparai per uscire con Delfina.
Decisi di mettere una felpa con dei teschi raffigurati e una giacca di pelle da sopra.
Un jeans nero, con degli strappi e delle Dr.Martens.
Non so per quale motivo, ma amo lo stile Dark, vestiti neri, teschi, pelle e cose di questo genere.
Delfina invece, odia tutto ciò. Ha uno stile un po' più elegante.

Prendemmo un taxi e ci dirigemmo verso il centro commerciale.
Per tutto il tragitto, guardai verso il finestrino per ammirare le strade di Los Angeles.
Quasi tutti i negozi erano pieni di insegne luccicanti.
Era piena di palazzi alti, ville...e i marciapiedi erano circondati da pali della luce e da molte palme.

-Los Angeles è il paradiso- pensai.

Arrivammo al centro commerciale, più tardi del previsto, a causa del troppo traffico.

Era molto grande e pieno di negozi.
Negozi di abbigliamento per bambini, per donne e uomini, negozi per arredamento.
C'era anche il Mc.Donald e una gelateria.

Provammo molti vestiti e alla fine, io comprai una giacca di jeans e delle converse nere.
Invece Delfina, un maglione bianco semplice e un bracciale dorato.

Uscimmo dal centro commerciale e, mentre passeggiammo, vidi in una vetrina di un bar, un cartello 'Cercasi cameriere/a'
Entro per chiedere informazioni e alla fine, decido di lasciare il mio numero al proprietario, se decide di assumermi.

Alla fine, ritornammo a casa esauste.

''E' stata molto gentile Paola, a darci questa casa'' disse Delfina, togliendosi la giacca e sedendosi sul divano.

Dopo aver alloggiato in un hotel al nostro arrivo a Los Angeles, Paola chiamò Delfina per dirle di avere un'altra casa a disposizione e che potevamo affittarla.
Appena si entra, c'è un salotto con divano e televisione, quadri di famosi pittori, dei vasi e un mobile con sopra uno specchio.
A destra del salotto, ci sono delle scale che portano alle nostre camere.
Verso sinistra, c'è la cucina e il bagno.

''Già, è una persona molto simpatica e generosa. Perchè non la invitiamo a cena, qualche sera?'' le chiesi, sedendomi di fianco a lei.
''Domani esco con lei. Andiamo dal parrucchiere e dopo potrei portarla qui'' disse, accendendo la televisione.

Decidemmo di guardare un film, prima di preparare la cena.

Dopo mangiato, andai nel letto aspettando che arrivi mezzanotte.
Sono così impaziente di rivederlo.
I miei occhi sono fissi su quell'orologio, aspettando che l'ora passi.
-Chissà se questa volta mi dirà la verità- pensai.
Le 23.30.
Non ce la feci più ad aspettare così, senza fare rumore, scesi al piano di sotto.
Aprii la porta e andai verso quel parco.

Mi sedetti su un'altalena e mi dondolai, mentre lo aspettai.
Ogni tanto, controllai il mio telefono per vedere l'ora.
Le 23.45.
Ancora di lui non c'è nemmeno l'ombra.
Mi alzai dall'altalena e decisi di passeggiare un po'.
Mezzanotte. Il nulla.
-E se invece mi ha dato buca?- pensai.

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Capitolo 13
*** SMS ***


Michael

Corro.
Sto correndo da mezz'ora.
Ho appena finito un concerto, e sto cercando di non farmi assalire dai miei fan e da quei paparazzi.

Finalmente sono riuscito a nascondermi in una vietta, adesso posso ritornare a casa.
Mi dispiace solo che non potrò andare in quel parco, troppo rischioso.

Dopo due ore, arrivai a casa.
Sono le 2.15.
Devo trovare un modo per mettermi in contatto con Alex e chiederle scusa.
Chiesi a Frank di cercare il suo numero e dopo tante suppliche, lo cercò.

Cosa le scrivo? Comincio ad andare nel panico ora.

''Scusami se non sono venuto, ho avuto un problema personale.
Ti spiegherò tutto domani mattina. Ci vediamo al parco.''
Ok, dai...può andare.
Spero non sia troppo arrabbiata.

Mi stesi sul letto e dopo 10 minuti sentii il mio telefono vibrare.
Da: Alex.
''Si, comprendo. Ci vediamo domani, notte'' lessi ripetutamente, quasi decifrando ogni parola, per capire se fosse arrabbiata o meno.

Non riuscii a dormire, pensando a ciò che potrei dirle.
Come faccio a dirle che sono Michael Jackson?
Dovrei dirlo spontaneamente oppure dirlo con giri di parole?
''Devo dirti una cosa importante, non so come potrai prenderla, spero bene... Non voglio che roviniamo il nostro rapporto per questo. Ecco vedi, io... Io sono Michael Jackson'' parlai allo specchio, facendo le prove su come dovrei dirlo.
-No, troppe parole- pensai.

''Non ce la faccio più a nascondertelo. Sono Michael Jackson'' provai ancora.
-Troppo diretto. Dai Mike, puoi farcela!- pensai ancora.

Dopo aver passato quella nottata insonne, mi alzai per prepararmi e andare al parco.
Sono così nervoso! Ma anche felice...finalmente le dirò la verità.
Spero solo non si arrabbi troppo e che non voglia più avere niente a che fare con me.

Mi misi il travestimento e raggiunsi il parco. Dopo un'ora arrivai.
Mi sedetti su una panchina e dopo 10 minuti la vidi avvicinarsi.
Diventa stupenda ogni giorno che passa!
Era vestita con un vestito lungo fino le ginocchia, nero con dei buchi sulle maniche, collant scuri e Dr.Martens.
-Dietro quei vestiti da darkettona, si nasconde un'anima fragile e adorabile- pensai.

Mi alzai e le andai in contro.
''Sei molto bella!'' le dissi, senza pensarci.
''Scusami per ieri, non potevo proprio. E tra un po' capirai il perchè'' continuai, facendole segno di sedersi sulla panchina.
''Cosa vuoi dirmi, Ben?'' disse, quasi preoccupata.
''Ecco vedi...''
Non riuscii a parlare, continuai a fissarla negli occhi ed era come se fossi paralizzato.
Amavo quegli occhi blu.
Amavo i suoi capelli, il suo carattere, le sue labbra rosa.
Amavo lei.
''Non voglio rovinare tutto, dicendoti questo...'' dissi, insicuro.
''Ma cosa vuoi rovinare, Ben? Siamo buoni amici, ti comprenderò'' disse, rassicurandomi.
Chiusi gli occhi e senza pensarci le dissi questo.
''Sono Michael Jackson''

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Capitolo 14
*** Bizzarro ***


Alex

Mi sedetti e guardandolo rimasi in silenzio.
Cosa voleva dirmi di tanto preoccupante?
Forse avevo ragione io. Mi sta per dire la verità, la sua vera identità.
Continuai a guardarlo, aspettando di sentire la sua voce.

''Sono Michael Jackson'' disse tutto in un fiato, con occhi chiusi.

Rimasi lì ferma, a guardarlo con bocca aperta, incredula.
Nonostante oramai avessi capito già da tempo, che mi stesse dicendo una bugia e il suo era solo un modo per non farsi riconoscere, ero felice che finalmente mi abbia detto la verità.
Anche se, non credevo me lo dicesse così rapidamente.
Sospirai, prima di dirgli ciò che pensavo.

''Finalmente me l hai detto! Sei un po' lentino, eh'' dissi, sorridendo nervosamente.
Mi guardò strano, come se non avesse capito ciò che gli dissi.
''Cosa vuoi dire? Già lo sapevi?'' mi chiese, guardandomi fisso negli occhi.

Non riuscii più a dire nulla.
Come se mi trovassi in un altro pianeta, non sapevo più cosa pensare o cosa fare.
Tutto questo mi sembra così strano. Solo un paio di giorni fa, morivo dalla voglia di poterlo incontrare o parlarci e ora mi sembra tutto così bizzarro.
Averlo accanto a me e potergli parlare come se ci conoscessimo da tanto tempo.
Ricordai la notte del concerto, i suoi meravigliosi occhi e il suo stupendo sorriso.
-Ha un viso bellissimo, è un peccato nasconderlo così- pensai.

''Dai Alex, dì qualcosa!'' disse il misterioso uomo mascherato, che oramai di misterioso non ha più.
''Lo sapevi già?'' continuò.
''Beh, no...ma avevo dei dubbi'' dissi tranquillamente, sorridendo.
''E cosa pensi di fare? Nel senso...questo ti crea dei problemi?'' disse, quasi spaventato in una mia risposta, in un mio rifiuto verso di lui.

Me lo chiedo anch'io.
Per me è un problema?
In fondo, sapevo già chi fosse.
E questa cosa non mi spaventava, anzi ero felice...
Anche se il mio era solo un dubbio che avevo, una mia fantasia.
Non credevo che la mia 'immaginazione', poteva trasformarsi in realtà.

-Ma di cosa ti lamenti, Alex?! Hai l'occasione di conoscere più da vicino il tuo idolo, dovresti essere più che contenta!- pensai, come se stessi litigando con la mia coscienza.

''No, nessun problema...credo. E' che tutto questo mi sembra così...''
Mi fermai qualche secondo, per poter pensare ad un aggettivo adatto per descrivere questa situazione.

''Così bizzarro'' dissi, non riuscendo a trovare nient'altro.
''Si, bhe...ti capisco. Infatti, volevo aspettare ancora un po' prima di dirtelo, ma non ce la facevo più a nascondertelo'' disse, guardandomi e osservando la mia reazione, i miei gesti...

''Ti va di passare tutta la giornata con me?'' mi chiese, porgendomi la sua mano.
''Certo che si!'' risposi, quasi saltando di gioia e prendendo la sua mano l'abbracciai.
''Dove andiamo?'' chiesi, sciogliendo quell abbraccio.
''E' una sorpresa'' rispose.

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Capitolo 15
*** Una sorpresa ***


Alex

Una sorpresa? Oddio, adesso mi sale l'ansia. 
Cominciai a pensare a un sacco di cose. 
Dove stiamo andando? Questa sorpresa mi piacerà?

Ci alzammo dalla panchina e ci incamminammo verso l'uscita del parco.

"Mi dici dove vuoi portarmi, Ben?" gli chiesi, stuzzicandolo un po'. 
"Ti piacerà, vedrai" rispose, ridendo. 
Dopo un paio di minuti, ci avvicinammo ad una macchina.
"Questa è la mia macchina" mi disse, facendomi segno di salire a bordo.
"Stai tranquilla, fidati di me" continuò, mentre si accorse della mia espressione confusa.

Salii in macchina e partimmo.

"Posso accendere la radio?" gli chiesi, sperando in un si. 
"Ma si, certo" rispose, sorridendomi.

Accesi la radio e cominciai a cambiare stazione, non trovando nulla di decente da poter ascoltare. 
Michael invece, si divertì molto della mia espressione annoiata. 
Annoiata perché non riuscii a trovare nulla che mi piacesse. 
Sbuffai ad ogni stazione radio che cambiavo. 
Mi ero quasi arresa, fin quando non sentii le note di una canzone a me familiare. 
"She's out of my life".

"Finalmente!" dissi, con viso pieno di gioia, rilassandomi sul sedile.
"Questa canzone mi fa venire in mente un bel momento, non trovi anche tu?" disse Michael, quasi sognante. 
Lo guardai senza capire a cosa si riferisse, ci pensai un po' e dopo mi venne in mente la sera del concerto. 
Mentre cantava questa canzone, chiese alle sue guardie di farmi salire sul palco con lui. 
Mi ricordai di quando mi baciò sulla guancia. 
Di quando mi tenne stretta a sé in un abbraccio. 
Lo guardai senza dirgli nulla, sorrisi soltanto. 
In quel momento, volli solamente rilassarmi ascoltando la sua canzone, pensando a quella sera.

"Siamo quasi arrivati" disse ad un tratto Michael, interrompendo i miei pensieri.
Facemmo un altro po' di strada, fin quando non vidi un cancello. 
-Non posso crederci- pensai. 
"Oddio, ma è..." dissi, con aria stupefatta. 
"Si, lo è" rispose lui, divertito dalla mia espressione.

Un cancello con una grande scritta e una stemma posizionata sopra. 
Neverland.

Quando scendemmo dalla macchina, mi avvicinai al cancello, toccando le sbarre, per essere sicura non fosse un sogno. 
"Non è soltanto questa la sorpresa" disse Michael, avvicinandosi a me e toccandomi il braccio.
Una volta che entrammo, Michael e io attraversammo tutto il giardino per poi fermarci di fronte un lungo vialetto illuminato da piccole candele messe in fila uno accanto all'altra ai lati del sentiero.
Non sapevo bene dove portassero ma Michael sembrava piuttosto ansioso di avvicinarci sempre di più.
Pian piano che camminavamo, in fondo, si notava sempre di più una maestosa quercia. Era bellissima ma non capivo ancora perché Michael soprannominava quel posto "speciale".
Continuai a seguirlo in silenzio, guardandomi intorno perché insomma... 
-Ero a Neverland!- pensai.

"Mi dici dove stiamo andando? Non ce la faccio più a camminare, Mike" dissi, incuriosita. 
"Lo vedrai".
La sua risposta non fece altro che aumentare la mia curiosità. 
Ci avvicinammo all'albero e, finalmente, ci fermammo. 
"Ecco. Amo questa casetta sull'albero, è il mio posto preferito in assoluto" disse, guardandomi. 
Non credevo che il posto preferito di Michael fosse una casetta sull'albero. 
La trovavo una cosa tenera, ma non potevo aspettarmi altro dall'eterno Peter Pan che era.
Io adoravo le casette sull'albero, erano un ottimo posto dove nascondersi e stare un po' per i fatti propri. Michael si aggrappó ad una scala fatta di corde e legna e salí sulla casetta, mi guardò dall'alto sorridendo e facendomi segno di salire.
Sicuramente, mentre salivo, gli sarò sembrata un idiota. Non sono particolarmente amica delle scale e dell'altezza ma dopo vari tentativi riuscii a salire e sedermi accanto a lui.
La quercia era molto grande ma la casetta era piccola e perfetta. Era interamente in legno e Michael aveva messo qualche cuscinetto qua e là per poter stare più comodi.
Mi sembrava di essere tornata alla mia infanzia e la ciliegina sulla torta è poter stare accanto a Michael.

"Allora, ti piace?" mi chiese, guardandomi negli occhi, speranzoso di un mio si. 
"Si, mi piace" gli dissi sorridendo. 
"Ma mi piace di più stare qui accanto a te" continuai.

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Capitolo 16
*** La prima regola di Neverland ***


Alex

Eravamo ancora in quella casetta a parlare e a divertirci. 
In sua presenza, mi sentivo come se nessuno e niente potesse farmi del male. 
Pensavo solo a noi e basta. 
Ero seduta su un cuscinetto, mentre lui da dietro mi abbracciava. 
"Dopo andiamo in giro per Neverland, ti faccio provare tutte le giostre che ci sono. Ti va?" mi chiese con voce dolce, accarezzandomi la guancia. 
"Ci vorrà una giornata intera" dissi io, scherzando. 
Quando lo dissi, scoppiò a ridere. 
La sua risata mi faceva stare bene, era così contagiosa! 
Fu così che passammo il tempo in quella casetta: ad abbracciarci, a fare battute senza senso e in alcuni momenti ci capitava di fare discorsi seri.

Verso mezzogiorno, mi arrivò un messaggio di Delfina: "Dove sei?"
Le risposi che stavo bene e di non preoccuparsi. 
Penso sia ancora troppo presto per dirle che quel Ben è in realtà Michael Jackson e che stavo a Neverland con lui.

Scendemmo dalla casetta e passeggiammo per il parco di Neverland. 
"Quale giostra vorresti provare per prima?" mi chiese Michael, sorridendomi. 
"Montagne russe!" risposi, senza nemmeno pensarci. 
Non le ho mai provate ed è sempre stato uno dei miei sogni. 
E finalmente potevo farlo! 
Mi misi a correre per raggiungere quella giostra e Michael restò al mio gioco, inseguendomi. 
Dalle montagne russe, passammo alle autoscontro. 
Dall autoscontro, al trenino e così via. 
Infine, andammo sulla ruota panoramica. 
"Amo Neverland!" dissi io, ridendo e saltellando come una bambina.
Lui mi guardò come incantato, non smetteva di sorridere mentre andavo da una giostra all'altra. 
Forse gli sarò sembrata un'idiota ma non ho mai passato una giornata così; con il mio idolo, nella sua casa a scherzare e parlare come se fosse una cosa normale...come se questo capitasse tutti i giorni. 
Camminando, passammo vicino la piscina. 
Michael mi strinse a sè, spingendomi piano piano verso l'acqua. 
Persi l equilibrio e caddi in piscina. 
"Per quale motivo l hai fatto?!" chiesi, cercando di rimanere a galla. 
"È la prima regola di Neverland" rispose lui, guardandomi e ridendo per quello che ha appena fatto. 
"Non puoi continuare a stare qui, senza che prima non ti sei bagnato in qualche modo" continuò lui, non smettendo di ridere. 
Uscii dalla piscina, ridendo anche io e cercando di spingere Michael. 
Ma appena si accorse di ciò che volevo fare, cercò di dimenarsi e cominciò a correre. 
"Non ci riuscirai mai!" gridò lui, mentre scappava come un pazzo. 
Cominciai anche io a seguirlo. 
Stavo quasi per prenderlo, quando all'improvviso inciampai su un qualcosa e caddi a terra, facendo la figura di una stupida. 
Michael, preoccupato si avvicinò a me. 
"Ti sei fatta male?!" mi chiese, mentre mi tese il braccio per aiutarmi ad alzarmi. 
Gli presi la mano e lo tirai per far cadere anche lui. 
Volevo farlo cadere di fianco, ma non ci riuscii e cadde su di me. 
Ridemmo ancora come dei pazzi e appena ci accorgemmo della situazione, diventammo seri. 
In quel momento, ci fissavamo intensamente negli occhi. 
Non riuscivo a distogliere lo sguardo, ero come incantata. 
Aveva degli occhi così belli ed espressivi come se potessi leggere la sua anima all interno. 
Continuava a fissarmi; mentre il suo viso, si avvicinava lentamente al mio.

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Capitolo 17
*** Le prove ***


Michael

Eravamo sdraiati sull'erba, io sopra di lei. 
Ci fissavamo negli occhi e io mi avvicinavo sempre più al suo viso, alle sue labbra. 
Avevo talmente tanta voglia di baciarla, che non ricordavo più dove eravamo. 
Sapevo solo che io ne avevo voglia e a giudicare dal suo sguardo, ne aveva voglia anche lei. 
Stavo quasi per sfiorare le sue labbra, che ad un tratto suonò un telefono. Il mio. 
Mi alzai di scatto e frugai nella mia tasca per prenderlo. 
Frank. 
Maledizione! Ma proprio ora? Come cavolo fa a rovinare tutti i bei momenti?!
Risposi, mentre Alex si alzò e per non disturbare decise di visitare Neverland da sola.

"Cosa c'è?" risposi, un po' alterato. 
"Mike, allora sei vivo!" disse, cercando di fare lo spiritoso. 
"Ricordati che oggi ci sono le prove" continuò lui. 
Oddio, le prove! Me ne ero dimenticato... 
Beh, sono con Alex e lei mi fa dimenticare tutto ciò che mi è attorno.
Risposi a Frank che andrò in studio all orario stabilito, ma che per ora non potevo parlare. 
Chiusi la chiamata e andai in cerca di Alex. 
Chissà dove si sarà cacciata! Conoscendola starà in giro per provare altre giostre o starà mangiando qualche caramella su una panchina. 
Dopo un bel po', la trovai su una panchina a mangiare un gelato alla fragola. 
Sorrisi a quella vista e mi avvicinai a lei.

"Scusami, era il mio manager" le dissi, sedendomi accanto a lei. 
"No, non preoccuparti" rispose, continuando a mangiare il gelato. 
"Io tra un po' dovrei andare, Mike" continuò
"Se vuoi, ti accompagno io" risposi, un po' tristemente. 
Non volevo se ne andasse, volevo rimanesse ancora con me a divertirci insieme. 
Mi disse di non preoccuparmi e che poteva ritornare a casa da sola. 
Purtroppo, non potevo insistere... Dovevo andare alle prove, non potevo far tardi e subirmi la ramanzina di Frank. 
Restammo a chiacchierare su quella panchina per un po' di tempo, finchè lei non dovette andare. 
"Si è fatto tardi Mike, mia sorella si starà preoccupando" mi disse, alzandosi. 
Mi alzai anch'io e insieme ci dirigemmo verso il cancello di Neverland. 
"Dopo le prove, posso chiamarti?" le chiesi, sperando in un si. 
"Si, certo" mi rispose, sorridendomi. 
Ci salutammo con un abbraccio e lei, purtroppo, se ne andò. 
Già mi mancava.

Alex

Cavolo! Non riesco a crederci di aver appena passato il tempo con il mio idolo! 
È un emozione indescrivibile ciò che sto vivendo. 
Sono così felice da toccar il cielo con un dito. 
Mentre camminavo, presi il mio telefono per tranquillizzare Delfina. 
Le scrissi un messaggio per dirle che stavo bene e che stavo tornando a casa. 
Attraversai la strada e salii su un Taxi. 
Dopo quasi un'ora, ritornai a casa. 
Aprii la porta e andai in cerca di Delfina. 
Andai in cucina e trovai attaccato sul frigorifero un foglietto. 
"Sono in giro con un'amica, nel forno c'è la pizza. Delfina".
Sono le sette di sera e non sapendo cosa fare, decisi di mangiare la pizza e vedere un po' di tv. 
Presi la pizza dal forno, accesi la televisione e mi sedetti sul divano, in salotto. 
-Che bello! Fanno i Looney Tones- pensai. 
Passai il tempo a guardare cartoni animati e mangiare schifezze. 
Sono passate ore da quando me ne sono andata da Neverland... Mike mi aveva promesso che mi avrebbe chiamata. 
Chissà se avrà finito le prove. 
All'improvviso, sentii il mio telefono vibrare. 
'Un messaggio da Michael'
-Parli del diavolo!- pensai. 
"Incontriamoci al parco, non riesco a stare lontano da te"
Mi alzai di fretta dal divano, mi preparai per cercare di risultare decente e mi avviai al parco. 
Lo vidi seduto sull'altalena con il suo solito travestimento.
Appena si accorse di me, mi venne incontro. 
"Sei stupenda" mi disse, prima di abbracciarmi. 
Non ce la facevo più... Se non lo faccio, impazzisco! 
Mi allontanai un po' da lui, ma restando sempre tra le sue braccia. 
Gli abbassai la mascherina e pian piano mi avvicinai alle sue labbra, dando vita a un bacio pieno di amore e di passione.

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Capitolo 18
*** Il mio nuovo lavoro a Los Angeles ***


Alex

Sono passati circa cinque giorni da quel bacio.
Da allora, non si è fatto più sentire... 
Mi vennero in mente un sacco di dubbi, ero insicura, amareggiata, delusa. 
Avrò sbagliato? Non voleva lo baciassi?
Ma allora perché mi corteggiava? 
Forse sono io che mi sono fatta film mentali... forse lui voleva solo una semplice amicizia e io ho rovinato tutto. 
Adesso non so se telefonargli, scrivergli...
Beh, a dirla tutta non ho voglia di stare giù di morale solo per questo. 
Si, è il mio idolo e averlo incontrato mi ha cambiato la vita, ma ho passato tutta la vita a piangermi addosso e non voglio ricominciare. 
Nonostante questo, ho anche delle buone notizie: mi hanno accettato come cameriera in un bar e ho anche fatto delle belle amicizie. 
Delfina invece, si è iscritta in un corso estetico. 
Ha sempre voluto fare la make-up artist e io sono contenta per lei per questa opportunità. 
***
Erano le sei di sera e mi trovavo nella mia camera. 
Quando guardai l'orologio, mi resi conto che ero in ritardo. 
Così andai a vestirmi per poi andare a lavoro. 
Decisi di mettermi qualcosa di più colorato, non mi andava andare a lavoro sempre con i miei soliti vestiti neri. 
Perciò andai nella camera di Delfina, aprii l armadio e guardai attentamente i suoi abiti. 
Presi dei jeans chiari, aderenti e un maglioncino bianco raffigurata Minnie. 
Ho sempre amato i cartoni della Disney, in particolare Mickey Mouse. 
Come scarpe presi delle converse bianche. 
Infine, mi pettinai i capelli per legarli in una coda. 
Mi misi la mia fedelissima giacca di pelle e mi avviai verso il bar. 
Fortuna che il locale si trova vicino casa, così evito di spendere soldi per il taxi. 
Non mi andava di guadagnare per poi spendere soldi per cose inutili. 
Promisi a me stessa di non essere 'spendacciona' come altre ragazze della mia età. 
Se spenderò soldi è solo per comprare qualcosa di davvero importante.

Arrivata al bar, mi subii il rimprovero del proprietario. 
"Dovevi essere qui almeno dieci minuti fa!" mi urlò contro, mentre si allontanava dai clienti. 
Chiesi scusa, gli dissi che non ricapiterà più e cominciai a lavorare. 
Di certo non era uno dei miei sogni lavorare in un bar, ma a dirla tutta mi ci trovavo piuttosto bene. 
Il locale era anche abbastanza carino. 
Non era molto grande, ma accogliente. 
Non era nemmeno uno dei soliti bar che trovavi in giro per Los Angeles, non era lussuosissimo o altro. 
Era una grande e unica sala riempita da tavoli in legno e qualche biliardino per giocare con gli amici. Il bancone occupava la maggior parte dello spazio. 
Prima di andare dai clienti per servirli; salutai Tyler, un altro cameriere e anche mio amico. 
In tutto eravamo tre camerieri: io, Tyler e Emily. Andavamo a turni; un giorno io e Tyler, un altro io e Emily oppure loro due insieme. 
Lasciai Tyler a pulire il bancone e andai verso i tavoli per chiedere ai nuovi clienti cosa volessero. 
"Un caffè e un pezzo di cheesecake" mi rispose una ragazza, mentre era impegnata a scrivere al suo computer piccolo. 
Notai che aveva anche dei libri, quindi pensai fosse una studentessa in cerca di pace. 
Andai dietro il bancone per preparare il caffè dalla macchinetta e per tagliare la cheesecake e portai alla ragazza ciò che chiese. 
Son passate tre ore, dopo aver servito altri due clienti, finalmente, possiamo chiudere. 
Lasciai a Tyler il compito, mentre io pulii i tavoli e il bancone.
Mi tolsi il grembiule, quando entrò un uomo sulla quarantina di anni, con indosso uno smoking. 
"So che state per chiudere, ma per favore potrei avere un pacco di patatine e una bottiglietta d'acqua?" mi chiese. 
Aveva tutta l'aria di andare di fretta, così acconsentii e gli diedi ciò che voleva. 
Pagò, ringraziò e uscì. 
Adesso possiamo chiudere. 
Io e Tyler ci salutammo e mi avviai verso casa.

Michael

Sono appena uscito dalla sala registrazione, per provare una nuova canzone di un nuovo album che stava per uscire. 
Sono così emozionato! Amo fare questo lavoro e amo ancor di più sapere che qualcuno si diverte ad ascoltare le mie canzoni e ad imitare i miei passi. 
Entrai nella limousine e dissi all'autista di portarmi a Neverland. 
Durante il tragitto, pensai ad Alex... 
Non sono stato molto gentile ad essere sparito così, dopo averla baciata. 
Ero felice di quel suo gesto, ma ero anche spaventato! 
Insomma, sono Michael Jackson. 
Le persone morirebbero pur di star con me, per diventar famosi o chissà cosa. 
So che non dovrei pensare questo di lei, è una ragazza così dolce... Non farebbe del male nemmeno ad una mosca, ma ho troppa paura che possa succedere o che la mia fama possa farle del male. Non potrei sopportarlo. 
In questo momento, voglio starmene per conto mio per pensare a cosa fare. 
Volevo stare sicuramente con lei, ma non voglio che il fatto che io sia un cantante di fama mondiale possa rovinare tutto. 
Mi venne un po' di fame e qui vicino c'è un bar ancora aperto. 
Chiesi al mio autista di andare a prendere qualcosa da mangiare e da bere. 
Scese dall auto e dopo cinque minuti ritornò con un pacco di patatine e una bottiglietta d'acqua. 
Lo ringraziai e cominciai a mangiare. 
Mi accorsi che nel posto in cui ci trovammo si trovò vicino casa di Alex. 
"Può girare per di qui, per favore?" chiesi, indicando un viale. 
"Come vuole, signor Jackson" rispose, con fare gentile. 
Così fece. 
Proseguì dritto e mi trovai di fronte il portone di quel palazzo. 
"Ecco, si fermi" dissi all'autista, guardando quel palazzo dal finestrino. 
-Chissà se è ancora sveglia- pensai. 
Mi vennero in mente tutti quegli abbracci che ci siamo dati, su quella casetta sull albero. 
Mi venne in mente di quanto si divertii a Neverland, provando qualsiasi giostra si trovò davanti. 
Pensando a tutto questo, presi una decisione... Non voglio stare lontano da lei, voglio rischiare! 
E se andrà male, pazienza...almeno posso vantarmi di aver fatto entrare l'amore nella mia vita. 
Presi il telefono e le mandai un messaggio:
"Sei ancora sveglia? Mi manchi, voglio vederti. Sono fuori casa tua"

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Capitolo 19
*** Maybe ***


Alex

Stavo appena girando l angolo, quando sentii il mio telefono vibrare. 
Lo ignorai e continuo a camminare. 
Sono così stanca che non ho voglia di fare nulla ora. 
Mi avvicino al mio palazzo e davanti vidi una limousine bianca. 
Sapevo di chi fosse, così mi avvicinai lentamente guardando oltre il finestrino. 
Michael. 
Appena mi vide, mi fece segno di entrare. 
Ci entrai e quasi lo fulminai con lo sguardo.

"So che sei arrabbiata con me, ma almeno fammi spiegare" disse, neanche il tempo di chiudere la sportella alle mie spalle. 
"Non sono arrabbiata con te" risposi, facendo spallucce. 
''La vita è la tua, sei libero di fare ciò che è meglio per te" continuai. 
Volevo mostrarmi un po' distaccata da lui, non volevo più essere la ragazza di prima che si illudeva ad ogni cosa, per poi rimanerci delusa. 
Mi guardò dispiaciuto dalle mie parole, ma forse è la cosa più giusta da fare. 
Insomma, io sono solo una ragazza che viene dall'Italia, con un passato non molto felice...
Mentre lui è un cantante di fama mondiale, come potrà mai funzionare tra noi? 
"Ti va di vederci domattina?" mi domandò, ignorando le mie parole. 
"Come vuoi" risposi, continuando a fare spallucce. 
Mi sorrise e mi salutò con un delicato bacio sulla guancia, mentre io aprivo la sportella e scesi dall'auto. 
Entrai in casa e mi misi a chiacchierare un po' con Delfina. 
Era da tanto che non passavamo del tempo insieme e vedendola sul divano, mi sedetti con lei. 
"Cosa hai fatto oggi?" domandai, togliendomi la giacca e posandola sul divano. 
"Sono andata al corso, lì sono tutti molto bravi e anche molto gentili" mi rispose con un sorriso che le illuminò il volto. 
"Ti va di guardare un film?" continuò. 
Le annuii sorridendole, per poi scegliere dalla mensola un film che potrebbe piacerci. 
Alla fine, optammo per 'Mrs. Doubtfire'.
Adoravamo quel film, era il nostro preferito. 
Riuscii a guardare almeno la metà del film, finché non crollai sul divano.

La notte era passata in fretta, troppo direi. 
Mi risvegliai con il dolce profumo dei pancakes appena fatti. 
Ero completamente sdraiata sul divano, con una coperta addosso. 
Sarà stata Delfina, vedendomi mentre crollavo ieri sera. 
Mi stiracchiai, per poi strofinarmi gli occhi con le mani.
Mi ricordai del messaggio che non avevo ancora letto, così presi il telefono e mi ritrovai con altri due messaggi. 
Michael. 
In uno diceva 'Incontriamoci alle 10.00 al parco, sarò travestito'. 
Controllai l'orologio ed erano le 09.20.
Bene, ho almeno il tempo di farmi una doccia e fare colazione. 
Mi alzai dal divano ancora assonnata e mi dirigo in cucina, dove trovai sul tavolo un piatto pieno di pancakes alla nutella con un biglietto: 'Buongiorno! Questi sono per te, buona colazione. Se ti serve qualcosa, puoi tranquillamente chiamarmi. Delfina'. 
Finii di leggere il biglietto e cominciai a mangiarli, assaporando ogni boccone. 
-Squisiti- pensai, aggiungendo ancora un po' di nutella. 
Appena finito, mi alzai per scegliere i vestiti da indossare. 
Optai per un jeans nero, una felpa dello stesso colore e delle Dr.Martens. 
Guardai l'orologio: 09.30.
Vado subito a lavarmi, per poi vestirmi. 
Finii di prepararmi e mi dirigo verso il parco. 
Mi guardai intorno, vedendo un uomo seduto sulla panchina, con lo stesso travestimento di Michael. 
Mi avvicinai sorridendogli, salutandolo con dei baci sulle guance.

"Come stai?" mi domandò, mentre mi abbracciava.
"Abbastanza bene" risposi, facendo un lieve sorriso. 
Lo guardai bene, notando che non era molto coperto.
Aveva solo un giaccone, una mascherina e un cappello con dei ricciolini che ricadevano sul suo viso. 
Ad un tratto, sentii un grido di un bambino mentre parlava con la madre: 'Mamma, guarda! Michael Jackson!'.
Ci guardammo preoccupati, mentre una fila di persone cominciò a venire verso di noi. 
Mi prese per mano e iniziammo a correre, cercando di seminarli. 
Ci fermammo in una stradina deserta, lì non ci passava mai nessuno perciò eravamo salvi, in quel momento. 
Eravamo entrambi con l affanno, ci guardavamo senza dire una parola, cercando di riprendere fiato. 
"Michael" lo chiamai, tra un sospiro e l'altro. 
Mi guardò preoccupato, quasi come se avesse capito ciò che stavo per dirgli. 
"Ti prego, non dirlo" rispose, con un filo di tristezza nella sua voce.
"Credo sia meglio non vederci più"

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Capitolo 20
*** La mia strada ***


Alex

È già passato un anno e dopo quell'episodio, io e Michael non ci siamo più rivisti. 
Sono successe parecchie cose dopo quell avvenimento e ne sono particolarmente entusiasta. 
Delfina, dopo aver fatto quel corso, è diventata ufficialmente una truccatrice. 
Ancora ricordo il suo sorriso e il suo entusiasmo nel dirmelo.

"Alex! Ho delle belle notizie da dirti, dove sei?" quasi urlò, mentre entrò in casa, cercandomi in ogni angolo della casa. 
"Sono in cucina!" risposi, mentre ero indaffarata a preparare una cena da leccarsi i baffi. 
"C'è una cosa che devo dirti" disse, senza smettere di sorridere. 
"Cosa rimani lì in piedi, allora? Sù, siediti e raccontami" risposi, dandole un occhiata, ritornando poi a cuocere la carne. 
"Beh, ecco..." si sedette, mentre sospirò profondamente. 
Era molto nervosa, non l avevo mai vista così da quando ci siamo trasferite a Los Angeles. 
Così, cominciai a preoccuparmi e iniziai a domandarle cose assurde, per capire meglio la situazione. 
Dopo pochi minuti, finalmente, mi disse la notizia. 
"Sono diventata ufficialmente una make-up artist!" urlò, alzandosi dalla sedia e continuando a ridere. 
"Sapevo ce l'avresti fatta, sorellona!" iniziai a sorridere anche io, tanto ero contenta per lei. 
È sempre stato il suo sogno lavorare con i trucchi e finalmente poteva farlo.
 Dopo un abbraccio di incoraggiamento, cominciammo a mangiare, per poi guardare un film sul divano.

Riguardo a me, invece, dopo quello che fu successo con Michael, volevo ritornare in Italia. 
Quella sera, stavo pensando ad un discorso da poter dire a Delfina per convincerla, ma appena mi dette quella notizia e vedendola così felice, non potei rovinare tutto così. 
L' indomani mattina, mi svegliai presto come al solito, per andare a lavoro. 
Durante il tragitto, vidi la vetrina di un negozio di musica. 
Guardai attentamente, cercando qualche album di Michael Jackson. 
Beh si, anche se non avevamo avuto dei bei momenti ultimamente, ero pur sempre la sua più grande fan. 
Mi incantai a guardare l interno di quel negozio, notando una chitarra elettrica appesa ad un angolo. 
Una Fender rossa. 
Era bellissima, ma putroppo, un po' troppo cara per il mio budget. 
Fin dall'età di sette anni, desideravo imparare a suonare uno strumento, magari una chitarra, diventando così una chitarrista di successo. 
Ovviamente, tutto questo era solo un pensiero di una bambina sognatrice, ma vedendo quella chitarra mi si riaccese ancora quel desiderio. 
Ho cominciato a risparmiare i soldi guadagnati lavorando in quel bar, facendo attenzione a non spendere nemmeno un centesimo. 
Di certo la paga non era molta, ma continuando a fare in questo modo, riuscirò ad arrivare alla cifra necessaria. 
Avevo proprio bisogno di un hobby, un qualcosa per potermi rilassare nei momenti di stress, e magari uno strumento poteva aiutarmi. 
Adesso che ci penso, quel giorno è stata l' ultima volta ad aver intravisto Michael. 
Ero ancora incantata a guardare quella Fender, pensando ad un modo per poterla comprare. 
All'improvviso, degli schiamazzi e il rumore di una macchina, mi fece ritornare sulla terra. 
Girai il viso, guardandomi attorno, vedendo una limousine nera mentre alcuni paparazzi cercarono di raggiungerla, gridando il nome "Michael Jackson".
Dopo aver visto tutto ciò, mi accorsi di star facendo tardi e raggiunsi subito il locale. 
***
Erano le sette di sera, ed avevo appena finito il turno. 
Pulii il bancone, togliendomi poi il grembiule, salutai Emily e chiusi il bar. 
Dopo un bel po' di strada, girai l'angolo e raggiunsi casa. 
Aprii la porta, notando Delfina sul divano leggendo qualche rivista. 
"Ho trovato un regalo per te, appena arrivata a casa" disse, girando il viso verso di me, per poi abbassare ancora gli occhi continuando a leggere. 
"L'ho portato nella tua camera" finii di parlare. 
La guardai stranita, togliendomi la giacca, posandola sul divano accanto a lei. 
Salii le scale e in un attimo, mi ritrovai dentro la mia stanza, rimanendo immobile da ciò che trovai sul mio letto. 
Una Fender rossa, con un fiocco dello stesso colore attaccato al manico. 
Mi avvicinai di più, sfiorandola delicatamente, credendo fosse solo un sogno, che fosse solo la mia immaginazione. 
Mi ricredetti, appena trovai un biglietto con su scritto qualcosa. 
Non era molto leggibile, ma riuscii comunque a leggere.
C'era scritto solo 'Buon divertimento. Trattala bene'.
Iniziai a farmi mille domande, insomma... Non ho nessuno qui, a parte mia sorella, quindi chi può essere stato?
Abbandonai subito quei pensieri, appena mi sedetti sul letto provando a fare qualche accordo. 
Maneggiai con cura quella chitarra, tenendola stretta a me, facendo attenzione a non farla cadere. 
Un brivido mi percorse lungo la schiena quando iniziai a suonare, sentendomi bene con me stessa. 
In quel momento, non pensai a nulla, scacciai completamente i miei pensieri, rilassandomi completamente. 
In quel momento, pensai che quella fosse la mia strada.

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