Niente di più

di TheIrishKiss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo1 ***


- Io questo mondo non lo capisco più! Davvero! Non riesco a capire cosa sia successo per mandarlo alla rovina così! Ormai niente ha più senso! Ogni persona pensa solamente a sé stessa e non gliene frega un cazzo di nessuno! Basta pensare a come funzionano le relazioni! Ormai due persone si metto insieme solo per cambiare lo “stato sociale” su Facebook! Oppure cercano la storia di una notte! Che, per un certo aspetto, non hanno nemmeno torto, certo una scopata è molto più facile, questo nessuno lo mette in dubbio! Però, diavolo! Non c'è più nessuno che crede nel vero amore?! Nell'anima gemella?! Nel “vissero per sempre felici e contenti”?! Quando il “per sempre” era “per sempre” e non “fino a quando non ne trovo uno più giovane”! Insomma, c'è ancora qualcuno che crede in queste cose?! Quanti siamo nel mondo? Miliardi??! Possibile che siano tutti così?! Dov'è finito l'amore, l'attesa e il corteggiamento?! Se tu dovessi uscire fuori, fermare un uomo e chiedergli che cos'è il corteggiamento ti direbbe se è un nuovo panino di McDonalds! Prima si parlava guardandosi negli occhi e non nascondendosi dietro ad un computer o allo schermo di un cellulare! Se volevi conoscere qualcuno, uscivi, frequentavi i locali, e, certo di delusioni se ne prendevano comunque, ma era molto meglio che conoscere uno in una chat per incontri che al primo appuntamento scopri essere il gemello psicopatico di Zio Fester! Prima, almeno, si aveva un pochino più di decenza, non dico tanto eh, ma un poco di più!! Ora invece la seconda cosa che un uomo fa dopo chiederti come ti chiami è mandarti una foto del suo cazzo! Poi ci lamentiamo che il mondo va a rotoli e che la società fa schifo! Ma ci sarà anche un motivo per cui siamo arrivati a questo punto!! No, Viola? -.

- Eh? Ah, sisi.. certo..-.

- Ehi, ma mi ascoltavi o cosa?! -.

Viola si volta verso la sua collega che la guarda irritata dopo essersi resa conto di aver parlato per una buona mezz'ora con qualcuno che nemmeno la stava a sentire.

- Ma certo che ti ascoltavo! - mente spudoratamente, aprendo leggermente la bocca e corrugando le sopracciglia, come se fosse scioccata dal fatto che lei avesse potuto mettere in gioco questa possibilità.

La guarda ancora per un istante poi abbassa gli occhi sulla maglia a maniche lunghe che ha appena finito di ripiegare.

- E questa è l'ultima! - esclama, riprendendo fiato e guardandosi intorno nel negozio di vestiti completamente deserto - Michi, finisci tu qui? Sono un po' stanca, vorrei andare a casa..-.

- Si, certo, non c'è problema, chiudo io -.

- Grazie -.

La saluta con un sorriso e si affretta a raggiungere lo spogliatoio, infilarsi il cappotto, recuperare la sua borsa e uscire tra le strade di Ravenna avvolte dalla notte.

Riprende fiato respirando la fresca aria di fine Febbraio e inizia a camminare.

Il suo appartamento non dista molto dal negozio ed è per quello che la maggior parte delle volte decide di non prendere l'autobus, soprattutto adesso che non fa più tanto freddo e può fare la strada a piedi senza rischiare di trasformarsi in un ghiacciolo.

Perde lo sguardo nella strada deserta di fronte a sé e allunga una mano per recuperare una sigaretta dalla sua borsa.

Ad essere sinceri non è stanca per nulla.

Lo ha detto solo perché non aveva più voglia di stare ad ascoltare i complicati discorsi di Michela.

Non che abbia qualcosa contro di lei o contro la sua voglia di esprimere costantemente la sua opinione, anzi, quella ragazza è forse l'unica collega che aveva avuto che le fosse stata simpatica, solo che ancora una volta aveva preferito trovare una scusa ed allontanarsi piuttosto che fare discussioni.

La verità è che tutto quel suo discorso, tutta la sua ostentata eticità, le sembra un po' esagerata.

Chiariamo, anche lei ha ovviamente dei valori ed è pienamente d'accordo sul fatto che il mondo stia andando alla rovina, trascinato in basso da una società corrotta e conformista, ma, a differenza della sua collega e di molte altre persone, evita di preoccuparsi del perché.

La realtà è quella. Il mondo è quello. Le persone sono quelle.

E piuttosto che passare la vita a tormentarsi chiedendosi continuamente cosa sia successo o rimuginare su com'era il passato, Viola ha deciso di arrendersi all'evidenza ed adeguarsi.

Adeguarsi a come va il mondo, a come funzionano le cose.

E in ventisei anni di vita non è andata poi così male. Infondo.

Chi lo sa, magari il suo modo di fare è completamente sbagliato, o magari è l'unico che funziona davvero.

Ma questo, è solo lei a doverlo dire, un giorno, quando sarà.

Per ora l'unica cosa che le interessa è andare a casa, spogliarsi, farsi una doccia e andare a letto, per prepararsi ad un nuovo giorno, che arriverà sicuramente troppo presto.

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Capitolo 2
*** Capitolo2 ***


Viola si sistema il corsetto dello stretto vestito nero, guardando la sua immagine riflessa nell'enorme specchio del bagno delle signore.

Scruta attentamente il suo viso, controlla che il trucco non si sia in qualche modo rovinato e si porta una mano a sistemarsi una ciocca dei lunghi capelli scuri che le incorniciano il viso, ricadendole sulle spalle.

Poi distoglie lo sguardo e raggiunge la porta per tornare ad immergersi nella caotica febbre che quella sera riempie i muri del “Division”.

Il locale è pieno.

Ci saranno almeno cinquanta persone che ballano appiccicate le une alle altre sulla pista da ballo e altrettante sedute ai divanetti e ai tavoli, intenti a ridere, parlare tra di loro e flirtare come se non ci fosse un domani.

Viola deve usare buona parte della sua forza per farsi largo tra la folla e raggiungere il bancone.

Si infila nell'unico spazio libero che riesce a vedere e alza gli occhi sul barista, che sembra voler fare tutto tranne accorgersi di lei.

Al quarto tentativo di ottenere la sua attenzione sta quasi per stufarsi ed arrendersi.

Distrattamente sposta lo sguardo e vede che di fianco a lei c'è un ragazzo.

Incrocia i suoi occhi solo per un istante e fa per concentrarsi su qualcos'altro quando all'improvviso lo sente pronunciare il suo nome.

- Viola? -.

Lei si volta a guardarlo sorpresa e lo vede sorridere.

Per un attimo non sa come reagire.

A quanto pare lui la conosce ma non riesce a capire perché.

Gli sorride, leggermente imbarazzata, e si ferma a guardarlo.

È alto, ha i capelli scuri e gli occhi neri che riflettono le luci del locale.

Ha l'impressione di averlo già visto da qualche parte ma non riesce proprio a ricordare dove.

Per fortuna lui lo capisce e scoppia in una piccola risata.

- Sono l'amico di Fabio..- dice - Ci siamo visti qualche volta, qualche mese fa, in un pub del centro..-.

- Ah, ma si certo! - esclama lei - Si, ora ricordo! Tu sei..-.

- Manuel -.

- Manuel.. giusto..-.

Lei sorride, ringraziandolo mentalmente per averle risparmiato un'altra figuraccia e si maledice per avere una memoria incredibilmente scadente.

Ora però di lui si ricorda bene.

Hanno passato un paio di serate insieme grazie a degli amici che entrambi hanno in comune.

Si ricorda che era un tipo simpatico, ma forse non aveva fatto caso che fosse così bello.

- È bello rivederti..- dice lui dopo aver passato su di lei una di quelle occhiate fatte per scrutarla in ogni sua minima parte - Ti posso offrire qualcosa? -.

- Si.. certo..-.

Lui le sorride ancora una volta per poi voltarsi verso il barista, che, questa volta, non ci mette né uno né due ad accorgersi di lui.

 

 

Viola non parla molto mentre Manuel l'accompagna a casa.

Si limita a sorridere alle sue battute, cercando di evitare di incastrarsi con il tacco alto tra le crepe delle vie del centro.

La notte è abbastanza fredda, ma non così tanto da farli rabbrividire all'interno dei vestiti leggeri che entrambi indossano.

Una debole mezzaluna sorride nel cielo attraversato da alcune nuvole scure.

Quando si rende conto di essere arrivata di fronte al suo portone, Viola si ferma e si volta a guardarlo.

Anche lui ora ha smesso di parlare.

La guarda con quella luce negli occhi che ha già da tempo imparato a riconoscere e lei non può fare a meno che sorridere, interiormente compiaciuta, osservando come la pelle del viso di lui risulti incredibilmente chiara e perfetta alla luce della luna.

Lo vede spostarsi lentamente, appoggiarsi con una mano nell'ultimo spazio di muro che rimane tra lei e il portone e mostrarle di nuovo il suo sorriso.

- Allora.. questa è casa tua..-.

- Già..-.

Lo guarda di nuovo negli occhi.

Sono incredibilmente scuri e in questo momento estremamente attraenti.

Ci vuole solo un altro attimo prima che lui decida di agire, svelto e sicuro di sé come forse non è mai stato.

Si impossessa della sua bocca con bramosia e allo stesso tempo con una dolcezza che Viola forse non si sarebbe aspettata.

Lei non fa resistenza, si lascia andare a ciò che era già stato deciso qualche ora, prima quando i loro occhi si erano casualmente incrociati.

Le mani calde di Manuel si posano salde sui suoi fianchi mentre le loro labbra non danno segno di volersi staccare.

Lentamente lui la trascina verso l'interno del portone.

La spinge con il proprio corpo contro la superficie dura e fredda del legno.

Viola ha solo qualche secondo per riprendere fiato quando lui si scosta dal suo viso per concentrarsi sul suo collo.

Sa perfettamente cosa succederà ma non ha intenzione di fare nulla per fermarlo.

Molte altre forse si farebbero dei problemi, ma lei no.

Ancora una volta agisce senza pensarci troppo, senza auto giudicarsi o imporsi inutili pudori.

La verità è che sa quello che sta per succedere, ed è proprio quello che vuole.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo3 ***


- Uh! Mi piace quell'attore! Ha fatto anche quell'altro film! Quello dove era stato sepolto vivo in una cassa sottoterra!! -.

- Già, è vero..-.

- Com'è che si chiama? -.

- Mm.. Ryan Reynolds -.

- Ecco, si! È bravo! Ha le palle! -.

Viola si volta distrattamente a guardarlo ma Manuel non se ne accorge neanche, troppo preso ad osservare lo schermo illuminato del televisore.

Senza farci caso si ferma a chiedersi come siano arrivati già a questo punto, come quel piccolo momento di quotidianità sia già entrato a fare parte di loro.

Sono passati solo poche settimane da quella serata al locale e tutto quello che è avvenuto dopo e ora sono già a questo punto, a parlare come si conoscessero da sempre, vedendo tranquillamente un film seduti l'uno accanto all'altra sul divano di casa sua.

In effetti si può dire che sia semplicemente successo, come una cosa già decisa ma che nessuno dei due si stava aspettando.

Legarsi a qualcuno non era certo una cosa che Viola aveva in programma di fare, almeno non nell'immediato futuro, ma è successo, e, per l'ennesima volta, non si fa troppi problemi.

Infondo, il fatto che lei creda che il mondo sia semplicemente quello che è e che non esiste un modo per cambiarlo, non esclude che si possa decidere di passare il fugace tempo della propria esistenza con qualcuno.

A pensarci bene non ha mai avuto nulla contro le relazioni, fino ad ora non ha semplicemente trovato nessuno con cui valesse la pena costruire qualcosa.

Certo, non può dirsi ancora sicura che con Manuel, invece, possa essere diverso, però quello che sta succedendo tra di loro non le dispiace per nulla.

Lui le piace.

È simpatico, gentile e così diverso da lei da creare una sorta di contrasto capace di mantenerli entrambi in equilibrio.

Ha qualche anno in più di lei.

Lavora nel negozio di elettronica del padre ma è una cosa di cui non si lamenta, perché infondo è la cosa che ha sempre desiderato fare.

Gli piace l'elettronica.

Si è sempre divertito ad aiutare il padre a smontare vecchie radio e i videoregistratori che gli portavano in negozio e, a suo dire, è anche parecchio bravo.

Ha un buon profumo.

Viola non sa bene di cosa sappia ma è buono.

E ha sempre le guance perfettamente rasate.

È una caratteristica di un uomo a cui Viola non ha mai dato molta importanza ma che inconsciamente apprezza.

Quasi si spaventa quando all'improvviso lui lancia un esclamazione divertita per una scena esaltante ma poi si rilassa contro lo schienale, tornando a concentrarsi anche lei sul film.

Sono proprio nel bel mezzo di un inseguimento quando una luce si illumina sul tavolino di fronte a loro.

Viola lancia un occhiata, giusto per capire se si tratta del suo cellulare, ma quando vede che non è così, torna a guardare il televisore.

Con la coda dell'occhio vede Manuel sbuffare e sporgersi in avanti per afferrarlo.

Lo lascia vibrare per alcuni istanti nella sua mano prima di leggere l'ultima volta il nome sullo schermo, sbuffare nuovamente e schiacciare il tasto rosso.

- Non ora, Lo..- dice, riponendolo al suo posto e riagganciando il braccio dietro le spalle di lei.

- Chi era? -.

Non sa neanche perché gliel'ha chiesto.

Molto probabilmente è solo una curiosità che le è venuta spontanea.

- Loris..- risponde lui, semplicemente, senza togliere gli occhi dalla tv.

Viola lo guarda per un attimo senza dire niente, corrugando leggermente le sopracciglia.

Dal modo in cui Manuel ha pronunciato quel nome sembrerebbe che lei debba in qualche modo conoscerlo, peccato però che lei non ha proprio idea di chi sia.

- Sai.. quel mio amico..- aggiunge lui, cercando di toglierla ancora una volta dall'imbarazzo - Te ne ho parlato qualche volta..-.

- Ah.. si..-.

Ora se lo ricorda.

È uno degli amici più stretti di Manuel.

Se non sbaglia hanno fatto il Liceo insieme.

Non è che sappia molto di lui.

Forse quella è l'unica cosa che Manuel le ha detto.

O forse dovrebbe starlo a sentire un po' di più.

Entrambi rimangono in silenzio fino alla fine del film, lasciando alla tv il compito di riempire con i suoi suoni l'appartamento.

Sono quasi alla metà dei titoli di coda quando Viola lo sente muoversi, sbadigliando e stirandosi la pelle.

Lentamente sfila il braccio e le da una leggera carezza sulla spalla prima di alzarsi.

Viola lo segue con lo sguardo mentre, senza aggiungere nulla, lui si avvia verso la sua camera da letto.

È chiaro che passerà la notte lì.

Ormai non c'è neanche più bisogno di chiederglielo.

Manuel raggiunge la soglia aperta e si volta a guardarla.

Lentamente si porta le mani a sfilarsi la maglietta scura che poi lascia cadere ai suoi piedi.

Viola si ferma ad osservare il suo fisico asciutto e lievemente disegnato e lui si lascia guardare per un attimo per poi sorriderle e sparire nella penombra della camera.

Lei rimane a guardare la soglia ormai vuota per qualche istante, poi sorride a sua volta e si appresta a seguirlo.

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Capitolo 4
*** Capitolo4 ***


- Cos'è questa storia??! -.

La voce di Michela la fa sussultare per la veemenza con la quale l'ha raggiunta.

Si volta verso di lei e incrocia i suoi occhi scuri carichi di indignazione.

- Quale storia? - chiede stupita, non capendo a cosa si riferisce.

Lei la guarda ancora per un attimo poi incrocia le braccia al petto, appoggiandosi con un fianco al bancone.

- Si da il caso che ieri sera io ti abbia visto in giro con un ragazzo.. e dal modo in cui vi comportavate sembravate a dir poco.. intimi.. quindi la domanda è.. com'è che tu hai un fidanzato e io non ne so nulla??!! -.

A quella esclamazione Viola per un attimo non sa come reagire.

Rimane immobile a guardarla, stupita e anche lievemente imbarazzata.

- Michi, io non..-.

- Pensavo che fossimo amiche!! - la interrompe lei - Alle amiche si devono raccontare certe cose!! È la regola!! -.

Viola rimane in silenzio senza sapere cosa dire, ma intanto non ce n'è bisogno perché Michela è già pronta a ripartire in quarta.

- Però non fa nulla. Ti perdono - le dice magnanima, avvicinandosi - A patto però che tu adesso mi racconti tutto!! -.

Incrocia nuovamente le braccia al petto, mettendosi in ascolto.

- Avanti! Dai! Lui com'è?! È un bravo ragazzo?! Simpatico e gentile?! Non sarà mica uno di quei decerebrati di cui ti parlavo l'altra volta, vero?! -.

Viola si ferma a guardarla e non può fare a meno di sorridere.

- No, lui è..-.

Sta cercando di trovare la parola giusta ma proprio in quel momento i suoi occhi cadono sull'orologio a muro.

- Oh, ma è tardissimo! - esclama - Mi dispiace, Michi, ma devo andare!! Ci vediamo domani! Ciao, ciao! -.

Recupera velocemente le sue cose e sparisce fuori dalla porta a vetri prima che Michela abbia il tempo di dire una sola parola.

Una volta superato l'angolo e il pericolo di un suo attacco, Viola riprende fiato e allunga una mano per recuperare la solita sigaretta.

Il suo fidanzato..

Bhè, pensa che si possa definire così a questo punto.

Non ne hanno ancora parlato precisamente, ma infondo quella è una di quelle strane cose di cui non c'è bisogno di parlare.

Ormai è passato parecchio tempo da quando hanno iniziato a frequentarsi, lei e Manuel.

Non sa dire quanto con precisione, però, perché ha perso il conto, o più probabilmente non lo ha mai tenuto.

È certa che lui lo sappia.

Ma in ogni caso non avrebbe il coraggio di chiederglielo.

E poi non è che sia poi così importante.

A dire al verità non si vedono poi tanto spesso, perché sono entrambi parecchio impegnati con il lavoro, lei che cerca sempre di fare turni extra per guadagnare qualcosina in più e lui che, essendo il figlio del capo, è quasi obbligato a rimanere in negozio ben oltre l'orario di chiusura.

Però si sentono tutti i giorni e si mandano molti messaggi appena hanno qualche minuto di tempo.

Alle volte, senza nemmeno avvisarla, lui si presenta a casa sua la sera tardi e rimane a dormire da lei.

A dire la verità succede sempre più spesso.

Camminando Viola ripensa alla reazione di Michela quando ha scoperto che le ha nascosto una cosa così importante.

Il fatto è che lei non lo ha detto a nessuno.

Non che per lei non lo sia, importante, eh, assolutamente.

È solo che non pensava che a qualcuno potesse interessare. Tutto qui.

A qualche metro dal suo portone butta la sigaretta e recupera le chiavi.

Chiude la porta del suo appartamento alle spalle e riprende fiato prima di appoggiare la borsa sul mobile dell'ingresso, spogliarsi e raggiungere il bagno per farsi una lunga doccia calda.

Circa un ora dopo, con indosso la maglietta del pigiama e i pantaloni della tuta si lascia cadere sul divano.

Afferra un elastico dal tavolino e si lega i capelli in una coda mentre la televisione si accende su un vecchio film con Audrey Hepburn.

Inizia a seguirlo senza troppo coinvolgimento quando la sua attenzione viene attirata dallo schermo spento del suo cellulare, abbandonato sul tavolino.

È da un po' che Manuel non si fa sentire.

Le ha scritto qualcosa qualche ora prima, una delle sue tipiche battute che le ha fatto scappare un sorriso, e poi più nulla.

Ci pensa qualche istante prima di decidersi ad afferrarlo e cercare il suo nome sulla rubrica.

Non è che senta l'improvviso bisogno di sentirlo o qualcosa del genere, è solo che le sembra carino chiamarlo per sapere se va tutto bene.

E poi è quasi sempre lui a chiamarla, non fa certo male se per una volta è lei a farlo.

Rimane in ascolto mentre si avvia la chiamata, ma la segreteria parte prima che lui abbia il tempo di rispondere.

Decide di mandargli un messaggio.

 

Ehi, tutto bene?”

 

Torna ad osservare la tv.

Passano una decida di minuti ma la risposta non sembra voler arrivare.

Riprende in mano il cellulare.

Rimane a fissare lo schermo indecisa se richiamarlo oppure no, poi scuote la testa e lo lascia ricadere sul tavolino.

Sarà semplicemente impegnato e di certo la richiamerà appena vedrà il messaggio.

Viola prende fiato, raccogliendo le gambe al petto e circondandole con le braccia.

Lancia un'ultima occhiata allo schermo del cellulare per poi spostare lo sguardo e cercare di concentrarsi sulla trama del film.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


- Viola, mi sa che c'è qualcuno per te...-.

Alza gli occhi dalla cassa dove ha appena finito di ritirare i soldi di un acquisto e vede Michela sorriderle e fare un gesto con il capo verso la vetrina, tornando poi a mostrare il vestito alla cliente che sta servendo.

Confusa, lancia un occhiata verso la direzione che lei le ha indicato e quando lo vede non può trattenersi dal sorridere.

Lo guarda per un attimo attraverso il vetro della vetrina poi si volta di nuovo verso Michela.

- Michi, non è che io potrei..-.

- E me lo chiedi pure?!! -.

Scoppia a ridere.

- Prenditi pure la pausa pranzo libera, ci vediamo dopo -.

- Grazie! -.

Le sorride un'ultima volta poi afferra la sua borsa e si affretta ad uscire.

- Ehi! - esclama appena mette piede fuori dalla porta a vetri.

- Ehi - la saluta Manuel, sorridendo.

- Cosa ci fai qui?? -.

- Sono venuto a prenderti per mangiare qualcosa insieme. Perché? Non dovevo?

- No, anzi, figurati! Hai fatto bene..-.

Viola sorride e si avvicina per dargli un bacio.

Rimangono abbracciati per qualche istante prima di staccarsi e iniziare a camminare.

Lui le cinge con un braccio le spalle, come fa sempre, stringendola a sé.

- Che fine hai fatto ieri sera? - gli chiede lei, voltandosi leggermente a guardarlo - Ti ho chiamato e mandato un messaggio ma tu non mi hai più risposto..-.

Non è arrabbiata, né offesa, solo un po' stranita.

Non può dire di non esserci rimasta male quando, dopo essersi risvegliata qualche ora dopo sul divano non aveva ancora ricevuto neanche un suo messaggio, e niente neanche quella mattina quando si era svegliata per andare al lavoro.

- Oh, si, scusa. Ero fuori con Loris. Abbiamo fatto un po' tardi e stamattina tra una cosa e l'altra mi sono dimenticato di scriverti -.

Lei annuisce senza dire nulla e abbassa lo sguardo, continuando a camminare.

- Ehi! Non ti sarai mica offesa vero? -.

- No, figurati - chiarisce lei - È solo che mi sono un po' preoccupata..-.

È la prima volta da quando si conoscono che lascia in qualche modo intendere che di lui le importa qualcosa e infatti appena lo dice abbassa lo sguardo, come rendendosi conto di essersi sbilanciata troppo.

Manuel rimane in silenzio per qualche istante, anche lui considerando quello che ha appena detto, poi si volta a guardarla.

- Scusami.. non succederà più..-.

Avvicina il suo volto al suo per darle un bacio sulla guancia e lei sorride tra sé, tornando a concentrarsi sulla strada.

- Dovresti farmelo conoscere prima o poi questo Loris..- dice, riprendendo il discorso - Almeno potrò avere la prova che esiste davvero..-.

- Oh, esiste, esiste! Eccome che esiste! - dice lui, trattenendo una risata - Però certo, presto te lo farò conoscere... anzi!! Guarda che combinazione!! Eccolo lì!! Loris!! -.

Un ragazzo è fermo di fronte alla vetrina di un negozio.

Tiene lo sguardo basso e fuma una sigaretta.

Da sotto la manica sinistra della maglietta spunta il segno scuro di un tatuaggio.

Sentendosi chiamare, alza distrattamente lo sguardo e quando incrocia il volto di Manuel, sorride lievemente, alzando solo un angolo della bocca.

Tornando a guardare per terra, butta il mozzicone e si appresta a fare qualche passo verso di loro.

- Ehi, bello -.

- Ciao, Lo! Stavo proprio parlando di te..-.

- Eh, quando parli del diavolo..-.

Manuel scoppia a ridere e solo dopo qualche istante sembra ricordarsi di Viola.

- Oh, bhè certo, a questo punto tanto vale presentarvi subito..- dice, lanciandole uno sguardo - Viola, lui è il famoso Loris, e, Loris, lei è la mia Viola..-.

Viola cerca di non fare troppo caso al modo in cui ha sottolineato quel “mia” e si sporge in avanti per stringergli la mano.

- Piacere di conoscerti..-.

- Piacere mio..-.

Mentre le loro mani si toccano in una veloce stretta, lei ha il tempo di studiarlo un attimo.

I capelli biondicci sono corti e spettinati.

Porta un orecchino ad anello all'orecchio destro e ha gli occhi incredibilmente chiari.

Viola non riesce a capire precisamente di che colore siano e lui non le da nemmeno il tempo di provare ad indovinarlo, tornando quasi subito a concentrarsi su Manuel.

- Allora, ti sei ripreso da ieri sera?! - esclama con un sorriso divertito dipinto sul volto.

- Non del tutto, amico! - risponde Manuel, ridacchiando - Mi sa che abbiamo un po' esagerato! Non oso immaginare cosa deve aver detto Francesca quando ti ha visto tornare a casa in quello stato! -.

- Oh, lei ci è abituata -.

- A proposito, dov'è quella santa donna? -.

Loris non fa nemmeno tempo a rispondere che una voce li raggiunge dalla porta a vetri del negozio.

- Manuel!! -.

Viola si volta verso quella direzione e incrocia il volto sorridente di una ragazza.

Ha i capelli biondi, corti e girati dietro le orecchie.

Una mano stringe il manico di una borsa di carta bianca.

Ha il viso giovane e pulito, senza il minimo segno di trucco.

Non ne ha bisogno. È già bellissima così.

Si affretta a raggiungerli, continuando a sorridere e si avvicina a Manuel per salutarlo con due baci sulle guance.

- Che bella sorpresa!! - esclama, staccandosi dal suo abbraccio e affiancando Loris.

È solo dopo aver mostrato a Manuel un altro dei suoi sorrisi che finalmente sembra accorgersi di Viola, che, quasi inspiegabilmente, si irrigidisce quando vede i suoi grandi occhi azzurri puntarsi su di lei.

- E tu devi essere Viola!! - esclama, sorridendole - Ciao, io sono Francesca!! Manuel ci ha parlato molto di te! -.

- Ah.. davvero? -.

- Si! Certo! - esclama - Sono felice di conoscerti -.

Viola sorride di rimando e abbassa lo sguardo come a non riuscire più a sopportare tutta la sua perfezione.

La conosce solo da qualche minuto, ma da quando è arrivata lei ha avuto l'immediata sensazione di sentirsi incredibilmente inferiore.

- Allora, cosa ci fate da queste parti? - chiede Manuel, interrompendo quel breve attimo di silenzio.

- Siamo venuti a fare un salto in questo negozio di bomboniere - risponde Francesca indicando la vetrina alle loro spalle - Era una cosa che avremmo dovuto fare insieme ma lo sai Loris come è fatto! Passa cinque secondi dentro un negozio del genere e subito gli manca l'aria! -.

- Lo sai che queste cose non fanno per me..- interviene lui come per scusarsi e voltandosi a guardare la sua fidanzata - L'unica cosa che mi importa è farti mia per sempre.. -.

Senza che lei abbia il tempo di fare nulla per fermarlo, lui le prende il viso tra le mani e la bacia sulla bocca, in un modo così tanto impudico che Viola ad un certo punto è costretta a distogliere lo sguardo.

Francesca mugugna sotto la sua presa ed è costretta ad usare tutta la sua forza per staccarlo da lei.

- Dai.. Loris..-.

Ha il volto arrossato e appena incrocia lo sguardo degli altri due non può fare a meno che scoppiare in una risatina imbarazzata.

- Ora dobbiamo proprio andare – aggiunge, prendendo la mano del fidanzato - È stato un piacere conoscerti Viola! Dobbiamo assolutamente uscire tutti e quattro insieme una sera di queste! -.

- Si.. certo..-.

- Bene! Allora ci organizziamo! A presto! Ciao, Manuel! -.

Lui li saluta velocemente e dopo averli visti sparire dietro un angolo, torna ad abbracciare Viola e insieme riprendono a camminare.

- Ecco, ora li conosci..- dice, leggermente divertito.

- Sono.. simpatici..- conviene lei.

- Si, sono i migliori amici che possa avere -.

Viola sorride tra sé tornando a guardare la strada.

- Ma.. sbaglio o stavano parlando di un matrimonio? - ipotizza.

- Eh, si! Mi sa che questo non te l'ho detto! Si sposeranno questa estate -.

- Ah.. così giovani?! -.

- Eh, già..- risponde lui - Pizza? -.

- Si.. certo..-.

Manuel le sorride ancora una volta e si slaccia da lei per entrare all'interno di una pizzeria. Viola aspetta solo qualche istante prima di seguirlo, con l'evidente sensazione che solo a lei la notizia sia sembrata assolutamente pazzesca.

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