la chiave del mondo: la magia

di paolaferrario
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 ***
Capitolo 2: *** Cap.2 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***
Capitolo 4: *** Cap.4 ***
Capitolo 5: *** Cap.5 ***
Capitolo 6: *** Cap.6 ***
Capitolo 7: *** Cap.7 ***
Capitolo 8: *** Cap.8 ***



Capitolo 1
*** Cap.1 ***


POV SETH

A passi lesti mi addentro nella foresta, il fiato corto, le mani che tremano… -e se mi prendessero!?-.
Il freddo pungente mi solletica il naso, appoggio la schiena contro il tronco di un albero per riprendere fiato.
Da secoli i Blender scappano dagli umani, cacciati per le loro capacità, perché l’uomo ha paura di ciò che non conosce, di ciò che non può essere contrastato.
Io sono uno di loro, un blender.
Al contrario di quelli come me, non ho un potere unico, non controllo un singolo elemento, bensì tutti: ho la capacità di manipolare la materia.
Percepisco la presenza di qualcuno, istintivamente chiudo gli occhi per sentire meglio…
“i-io non lo so!! Lo giuro!” 
Un urlo straziante ed il nulla.
Sento gli occhi che lentamente si inumidiscono, riconosco quella voce:
“trovatelo! Cercate ovunque, prendetelo e portatemelo vivo!!!”.
So che si riferiscono a me.
A capo di quell’esercito c’è Thomas, un mio vecchio amico, anche lui è un blender, non ho ancora ben capito per quale motivo, ma si è schierato dalla loro parte.
Mi sporgo leggermente in avanti per vederlo: un ragazzo alto, abbastanza muscoloso.
Ricordo che qualche anno fa, quando ero un po’ più alto di lui e più forte fisicamente, lottavamo con le spade per vedere chi era più poderoso… Vincevo sempre io.
Eravamo conosciuti come il duo inseparabile: Thomas e Seth; lui capelli biondo cenere ed occhi neri come la pece, io capelli neri e occhi blu come il mare in tempesta.
Lo ricordo come fosse ieri, ma ora, ora è cambiato tutto: è più forte, fisicamente e mentalmente, più alto, non è più dalla nostra parte, ma soprattutto non è più mio amico.
La sua voce mi scuote provocandomi brividi di terrore misti a solitudine lungo tutto il corpo,
“Seth… so che sei qui… vieni fuori, non mangio mica!”
Un sorriso sadico si dipinge sul suo volto.
Tremo, non so perché, ma non vederlo vicino a me, mi fa star male, mi sento vuoto, incompleto, solo e vulnerabile; mi dava sicurezza.
“SHET!! VIENI FUORI O GIURO… Giuro che la pagherai!”.
Non capisco a cosa si riferisca, non gli ho mai provocato dolore, non gli ho mai fatto nulla di male! I miei occhi si bagnano nuovamente, devo andar via di qui! Come mi diceva sempre, è inutile piangersi addosso, soprattutto se la colpa non è tua; inspira, pensa ed agisci.
Prendo fiato e con tutto il coraggio che mi è rimasto, mettendo da parte la paura, muovo il primo passo, poi il secondo, il terzo ed il quarto.
Senza neanche rendermene conto sto correndo, mi sto allontanando sempre di più da lui.
Mi fermo annaspando, respiro rumorosamente a bocca aperta cercando di riprendere fiato e deglutisco.
Mi volto a destra e sinistra per assicurarmi che nessuno mi stia seguendo.
Scoppio in un pianto inarrestabile, mi lascio cadere poggiando la schiena su di un muro e, coprendomi il viso, sprofondo nella più totale solitudine.
In questo ultimo secolo sono cambiate diverse cose: re Celsius, del Regno di Sesmer, ha dato la possibilità di cacciare i Blender anche alle persone comuni, ha raddoppiato gli eserciti e dato fuoco ai nostri villaggi.
Tutti i miei amici, i miei parenti, sono tutti morti.
Dei villaggi non sono rimaste che macerie, come quelle alle mie spalle.
Improvvisamente mi ricordo di Nazvar, mio vecchio amico e tutore: un uomo di mezza età, panciuto e goffo, poco più basso di me, ma di un intelligenza concessa a pochi.
Nazvar è umano, ma al contrario di loro, non ci vede come una minaccia anzi, ci ammira per le nostre qualità ed è incuriosito da noi.
Con la manica della maglia mi asciugo le lacrime, tiro su con il naso e mi alzo.
Da quando sono corso via, non li ho più sentiti, di conseguenza mi sento più sicuro.
La mia meta ora è la città di Crisal, dove si trova Nazvar.
La città non dista molto da qui, quattro giorni a piedi, nel caso poi fossi così fortunato da trovare qualcuno a cavallo disposto a darmi un passaggio, ci metterei massimo due giorni.
Escludendo già in precedenza questa possibilità, mi incammino a passo sostenuto, determinato ad arrivare il prima possibile.
Non potevo certo sapere che da qui a poco, mi sarei trovato faccia a faccia con il mio incubo peggiore.


Perdonatemi per eventuali errori! Se ci sono vi sarei infinitamente grata se me li segnalaste... così imparo ^^

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Capitolo 2
*** Cap.2 ***


Dopo un'intera giornata di cammino, senza aver incontrato anima viva disposta ad aiutarmi, decido di fare una sosta per riposare. Ormai il sole sta per tramontare, la stanchezza sta prendendo il sopravvento avendo la meglio su di me. Cammino ancora per qualche metro fino ad arrivare ad una piccola conca situata tra le montagne. Ormai ho attraversato il bosco ed il villaggio dei Vald , ora sto attraversano la valle della Luna, situata tra le due montagne più imponenti del regno. Viene chiamata così per via dello spettacolo mostrato da quest’ultima durante le notti: si mostra fiera, più grande che mai, una luce tendente al blu che vela il celo. Mi siedo, il terreno è umido e fangoso, l’aria fredda pare come una morsa, mi preme sul petto impedendomi di respirare correttamente. Alzo il viso, il sole, ormai stanco, abbandona il cielo lasciando spazio alla luna e alle stelle. Nella quiete della notte chiudo gli occhi e cado in un sonno profondo. La tiepida luce del mattino mi sveglia; in lontananza riesco a sentire delle voci, mi alzo di scatto e mi giro intorno per capire da dove provengano: sono due, una maschile e una femminile. Sento una mano afferrarmi bruscamente il braccio per poi strattonarmi all’indietro, mi giro. I miei occhi ne incontrano due neri, l’intensa luce mi permette di vedere solo il suo profilo. “Ti ho trovato!!”, Una fitta al cuore, sento il fiato mancare ed il battito accelerare. Se non ci fosse la sua mano arpionata al mio braccio a sostenermi, le gambe mi avrebbero già tradito. “Pensavi davvero che non ti avrei trovato!?!?” La presa si fa sempre più ferrea: “pensavi che avresti potuto scappare da me, ME!!” I suoi occhi mi incutono terrore, inizio a tremare, dico al mio corpo di fermarsi, ma non mi risponde. “M-mi fai male…” Dico con voce flebile, “ti faccio male…? Vedrai quanta te ne farò hiii!” La sua mano in un primo momento sul mio braccio, lo lascia per posarsi sulla sua gamba. Di scatto si piega, un lamento sfugge dalle sue labbra. Un secondo braccio mi afferra il polso, tento di sganciarmi da quella presa ma non ci riesco. Un’altra mano si posa delicata sulla mia spalla: “stai calmo, ci siamo noi!! Vogliamo solo aiutarti…” È una voce femminile a parlarmi, incantato da questa, mi lascio portare lontano da lì, prima di allontanarmi troppo, gli do un ultimo sguardo: è lì, piegato a terra, le mani a circondare la gamba sanguinante, mi fa male vederlo così, Thomas mio vecchio amico… Gira di scatto la testa ed incatena lo sguardo al mio, i suoi occhi sono profondi come la notte, i miei si posano sulle sue labbra; mimano un –Ti prenderò-, mi sfugge una lacrima, mi volto e seguo i due ragazzi addentrandomi sempre di più nella gola tra le montagne. Dopo diversi minuti di corsa, ci fermiamo per prendere fiato. Indietreggio di qualche passo e li osservo: lui fisico slanciato, abbastanza alto capelli castani ed occhi verdi, lei di media altezza, paffutella, capelli lunghi mori ed occhi azzurri. ”Perché mi avete aiutato?” Nessuno risponde, si limitano solo ad osservarmi. “A-allora..?” La prima mi risponde, “sei un Blender giusto?? Io sono Cara, lui è Mett!” Li guardo incuriosito, “lo siete anche voi??” Questa volta è Matt a rispondere, “sì, io controllo il ghiaccio lei il fuoco!” Cara mi guarda impaziente, "tu? Cosa controlli?” Un po’ titubante le rispondo: “la materia….”, “CHEE!?!?”, Chiede Matt, “l-la materia, non controllo un singolo elemento…”, gli occhi di Cara si illuminano, “woww!”, mi risponde con sguardo ammaliato. Lo sguardo di Matt cambia facendosi più severo: “chi era quel ragazzo, e perché ti stava seguendo??” Non so cosa rispondere, così mi limito solo a dire: “è Thomas, un mio amico… è nell’esercito del Regno e, quindi come blender, mi dà la caccia…” Cara prontamente mi pone un’altra domanda, “ma non è un blender anche lui? Che cosa controlla?” –Già, che cosa controlla?- non mi ha mai voluto dire qual era il suo dono, mi diceva sempre che era meglio tenerselo per sé, usarlo il meno possibile e comportarsi normalmente. “Non ne ho idea, non me l’ha mai detto.” Cara mi mostra il miglior sorriso che abbia visto in quest’ultimo periodo, “bene! Allora, come ti chiami?” Le sorrido, “Seth!” Soddisfatta, si avvicina, “bene Seth! Dove sei diretto??” Con tono determinato le rispondo, “la città di Crizal, devo trovare Nazvar, lui potrà aiutarmi!”. Cara mi si lancia addosso abbracciandomi, noto lo sguardo infuriato di quello che pare essere suo fratello, “è fantastico!! Anche noi stiamo andando lì!!! Che ne dici di andare insieme?” Con l’adrenalina a mille, le rispondo con un gran sì, tutti e tre insieme ci incamminiamo verso la meta. Nel frattempo al castello del re, un Thomas infuriato si prepara ad una vera e propria caccia, di cui io sono la preda. Hey!!! vi sta piacendoo? Spero di si! Il prossimo capitolo lo pubblicherò Lunedì pomeriggio (prima su wattpad poi su efp) Vi auguro un buon fine settimana!! ^^

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Capitolo 3
*** Cap.3 ***


POVTHOMAS Cammino irrequieto per i corridoi del castello, -Chi erano quei due? Perché hanno aiutato Seth, e come ho fatto a farmelo sfuggire!?!?- sento dei passi che si avvicinano e mi volto, una fitta alla gamba ed una smorfia di dolore; "stai bene?" Jace è sempre molto attento nei miei confronti:un ragazzo aitante, pelle ambrata, capelli neri ed occhi verde smeraldo. L'aspetto da cattivo ragazzo lo rispecchia alla perfezione: violento e pragmatico, non bada a niente e a nessuno. Al contrario degli altri mi ha preso in simpatia, forse perché sono un blender come lui... il suo dono è la forza, un po' insolito. Non siamo ben visti all'interno di queste mura, ma per me è indifferente. Ora il mio obbiettivo è quello di catturare Seth, poi deciderò cosa fare. "Non mi rispondi?", lo guardo con aria scocciata, "si..." Mi guarda con una smorfia di falsa offesa, "beh? Perché mi hai fatto chiamare?" Un sorriso smagliante si fa strada sul mio viso, " ti ho parlato di quel ragazzo che sto cercando? Seth!" Mi guarda più impaziente che incuriosito "si perché?Non sei ancora riuscito a prenderlo??" Mi canzona lui.Abbasso il capo, il mio viso si fa severo, gli occhi si riducono a due fessure ed il sorriso scompare dal suo volto. "Emm... stavi dicendo??" Alzo fiero il capo e continuo: "tu sei piuttosto forte ed agisci senza pensare, tutto il contrario di lui insomma!" Un sorriso complice si stampa sul suo viso "eeeee....", lo guardo e continuo "pensavo che magari tu ed io avessimo più possibilità di prenderlo insieme, non credi??" Il suo sorriso si fa sempre più esteso, "credo che accetterò la tua proposta, ma io cosa ci guadagno?" Sapevo che l'avrebbe chiesto, non ho niente da perdere quindi sicuro gli dico: "tutto quello che desideri!" Un sorriso sadico illumina il suo viso,riesco ad intravedere una vena di pazzia nel suo sguardo "mmmm... ci penserò, non devo dirtelo ora vero?" Una smorfia di irritazione, odio il suo modo di fare, ma cosa potevo aspettarmi da lui? "Allora è deciso, questo pomeriggio partiremo, non abbiamo tempo da perdere" Jace annuisce, uno sguardo di intesa ed ognuno si ritira nella propria stanza. Non riesco a non pensare a Seth, come ho potuto lasciare che scappasse? Porto le mani a coprire il capo e un sonoro respiro di frustrazione aleggia per la stanza. Mille pensieri si fanno strada nella mia mente, provo a scacciarli, invano. Qualcuno bussa alla porta: "è permesso??" Stanco gli rispondo di sì ed un uomo imponente entra nella stanza. A grandi falcate mi raggiunge: il volto ricoperto di infinite cicatrici, gli occhi color ghiaccio e i capelli ormai bianchi. Con tono superficiale lo saluto: "ciao Mendes, di cosa hai bisogno?" Nonostante l'aspetto da duro, essendo umano, ha sempre avuto paura che io o Jace gli potessimo fare del mele. Con voce acuta mi chiede: "allora, ho sentito che tu e Jace andrete a far visita a quel ragazzino di cui sei tanto ossessionato!". Mi sfugge un ghigno, "si, perché vuoi unirti alla caccia??" Con sguardo indifferente mi risponde "beh, se proprio devo,verrò! Ora ti saluto, ho delle faccende da sbrigare". Detto questo, esce lasciandomi da solo nella stanza. Il suo modo sbrigativo mi da sui nervi, una volta ottenuto ciò che vuole se ne va. Almeno ora siamo in tre, sarà molto più semplice catturarlo. Inizio a prepararmi per questo pomeriggio,porterò tutto il necessario. Sono sicuro che si stiano dirigendo da quel pazzo di Nazvar, alla città di Crizal. Sento un tonfo provenire dall'altra stanza, e una risata al quanto terrificante. Sono scuro che si tratti di Jace, ne avrà fatta un'altra delle sue. Sarà difficile tenerlo a bada durante il viaggio, vuole fare tutto di testa sua. Non so perché, ma ho una brutta sensazione in merito a ciò che dovrò a Jace. Ora non è il momento di pensarci però,decido di riposarmi un po' prima di partire. Mi metto quindi aletto. Prima di addormentarmi penso un'ultima volta a quando giocavamo insieme; non accadrà più. Il pomeriggio è ormai arrivato, siamo pronti: cavalli, scorte di cibo, acqua... fremo dalla voglia di avere Seth davanti; di vederlo tremare di nuovo... mi fa sentire forte, invincibile. Non so come abbiamo fatto ad arrivare a tanto, ma tutta la mia stima ed il bene che provavo nei suoi confronti, si sono tramutati in odio. Voglio provocargli un dolore immenso, ferirlo, vederlo strisciare ai miei piedi. Con questi pensieri ad annebbiarmi la mente, io ,Jace e Mendes ci mettiamo in marcia. Heyy!!! Spero che questo terzo capitolo vi sia piaciuto!! ^^ Il prossimo verrà pubblicato Mercoledì pomeriggio!! Vi auguro una buona giornata!! ;) VI CHIEDO SCUSA SE NEL TEST PUBBLICATO NON CI SONO SPAZI, MA NON RIESCO A FARE ALTRIMENTI.... SCUSATEMI ANCORA, SPERO NON INFLUENZI IN NEGATIVO LA VOSTRA LETTURA

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Capitolo 4
*** Cap.4 ***


POV SETH Per qualche strana ragione, si è aggiunto un nuovo membro alla combriccola: un ragazzino dai capelli arancioni e gli occhi ambrati con una parlantina a dir poco impressionante. In qualche minuto è riuscito a far venire mal di testa a tutti. Camminiamo imbronciati ed irritati per il troppo blaterare, mentre Mrizend continua a parlare del più e del meno: "perché sapete, vi ho detto che mia madre è tanto malata, fino a poco tempo fa eravamo disperati! Dico davvero, si si!! Ma poi, poi è arrivato lui, un signore troppo goffo!" Si mette a ridere e quando Cara sta per sbraitargli contro, dice: "come si chiamava?? Ah sì! Nazvar!". Io, Cara e Matt ci fermiamo di colpo. "Hai detto Nazvar?" Domanda Matt, "si sì, proprio lui! È così divertente, mangia tutto ciò che gli capita a tiro e poi...." Non riesco a trattenere un sorriso, quel piccoletto lo conosce, così potrà condurci direttamente da lui. Mi giro e vedo Cara con gli occhi sgranati, e Matt intento a strozzare il povero Mrizend! Scoppio in una fragorosa risata e loro dopo di me.Mi dice tutto quello che ha fatto Nazvar negli ultimi anni e finalmente lo ascoltiamo con piacere. Ci ha detto che è diventato medico, ne sono felice era il suo obbiettivo. Mi dice anche che Crizal non dista molto da qui al contrario di quel che sapevo, ma che a breve saremmo arrivati. Quando il sole ha ormai abbandonato il cielo, notiamo delle luci comparire all'orizzonte. Non vedo molto,ma sembrano provenire da alcune fiaccole "siamo arrivati" dice Mrizend in un sussurro. A passo felpato varchiamo le porte della città e, dopo alcuni metri, ci fermiamo davanti ad un'imponete porta. Cara con mani tremanti per il freddo bussa, "chi è?" Chiede una voce bassa e rauca che riconoscerei tra mille. "Sono Seth!" Gli rispondo io. Passi pesanti si fanno vicini e la porta si apre. Abbasso il capo, davanti a me un Nazvar con le lacrime agli occhi per l'emozione mi sorride. "Seth, sei proprio tu!! Quanto sei cresciuto!!" Ed eccolo che scoppia a piangere. Dalle case vicine, qualcuno urla di smettere. "Entrate, entrate pure, fate come se foste a casa vostra" dice singhiozzando. Entrati, ci lanciamo verso il focolaio al centro della stanza cercando di riscaldarci un po'. "Allora, cosa vi porta qui??" Ci chiede mentre con un gran mestolo di bronzo gira la zuppa di zucca. Si trova in un gran pentolone, anch'esso di bronzo. "Siamo qui in cerca di avventura!" Risponde con sguardo sognante Cara. Matt sbuffa, "siamo qui per consegnare una lettera, ma per colpa di qualcuno", si gira verso Cara, "l'abbiamo persa". Questa scoppia a ridere nascondendosi nel colletto della pesante mantella. "Volevo parlarti di Thomas" gli rispondo io con tono triste. Il suo sguardo si fa preoccupato. "Cosa gli è successo?. Mrizend ci interrompe, "potremmo riposarci un po' nella stanza di sopra?" Chiede sbadigliando. "Anche a me non dispiacerebbe riposarmi un po', abbiamo camminato molto!" Dice Matt, Cara annuisce. "Ma certo, salite pure, Mrizend mostragli la stanza". Tutti e tre si dirigono a passi pesanti di sopra lasciandoci soli. Nazvar torna a guardarmi. "Dimmi tutto" dice. "Beh, non ho capito la ragione ma si è unito all'esercito e mi da la cacci, non so perché non gli ho fatto niente, tre mesi fa ha cominciato a rispondermi male, mi dava fastidio, sembrava fargli piacere!" Gli dico abbassando lo sguardo, una lacrima si fa strada sul mio viso, è la seconda volta. "Non capisco, è un bravo ragazzo, vi ho cresciuti io!Deve esserci una spiegazione, magari lo stanno minacciando, oppure lo ha ferito qualcosa o..." "no!" Rispondo glaciale. "Thomas è cambiato, ho visto i suoi occhi, tremavano di rabbia, gli faccio ribrezzo!" Mi guarda tristemente "perché sei venuto qui?" Mi chiede ancora. "Non lo so" rispondo io stanco. Mi manca, mi manca più di qualsiasi altra cosa. Mi sento solo come non mi ero mai sentito. Ricordo ancora il giorno in cui mi promise che non mi avrebbe mai lasciato. Io piangevo, mi sorrise, un sorriso rassicurante, caloroso. Mi abbracciò dicendo "io non ti abbandonerò mai! Fa' di me il tuo tronco, e tu sii la mia chioma!." Una mano si posa sulla mia testa, inizia ad agitarsi a destra e sinistra scompigliandomi i capelli. "Vai a riposare, domani vedremo cosa fare!" Mi mostra un gran sorriso,sfinito lo saluto e salgo le scale. Vedo Cara e Matt avvinghiati l'uno all'altro e Mrizend steso supino. Mi sdraio accanto a lui emi copro con una pesante coperta di lana. Troppo stanco per pensare,chiudo gli occhi e l'oscurità mi avvolge. Ciaooo!!! Spero che questa storia vi stia piacendo... ^^ Il prossimo capitolo lo pubblicherò Venerdì pomeriggio!! (scusate davvero per gli spazi, sto cercando di risolvere e ricordate che la storia è anche su wattpad) ;)

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Capitolo 5
*** Cap.5 ***


POV THOMAS Abbiamo camminato diverse ore attraversando il villaggio dei Vald, perdendo tempo ad eliminare tutti i Blender che vedevamo. È stata una richiesta del re, il prezzo da pagare per prendere Seth! Ed io ero più che disposto ad accettarlo. In seguito ci siamo rimessi in marcia, arrivando così alla valle della Luna. Abbiamo deciso poi di restare qui per la notte. Mendes sta dormendo, io e Jace invece non riusciamo a prendere sonno. “Mi sembri pensieroso” mi dice, “non posso negarlo” rispondo io. “Questa volta non dobbiamo farcelo sfuggire!” Dico. Ricordo questo posto, ricordo quando Nazvar mi portava qui con Seth. Ci raccontava ogni volta che cosa accadeva di notte, dello spettacolo che la luna ci proponeva. Ci ha cresciuti come fratelli, ci volevamo bene eravamo una famiglia; ma tre mesi fa, tre mesi fa è cambiato tutto. La voce di Jace interrompe i miei pensieri: “non accadrà!” Dice sicuro. “Con noi tre insieme nessuno potrà scappare, comunque sono abbastanza curioso, com’è questo Seth? Ne parli tantissimo ma non me l’hai mai descritto!” Il suo solito sguardo attento lascia spazio ad un viso incuriosito. “È un ragazzo poco più basso di me, magro, capelli neri, occhi blu, pelle ambrata… Che vuoi che ti dica, un ragazzo come gli altri” dico con tono di superficialità. “Non intendevo l’aspetto, anche se da come me lo descrivi non è niente male” dice ammiccando. Una smorfia di disgusto e riprendo a parlare. “È un ragazzo fragile, a bisogno di qualcuno che lo protegga, di qualcuno di cui fidarsi”. Dico dimenticandomi della sua presenza. “Ha delle idee ben precise, ma non teme di cambiarle, darebbe la vita per le persone che ama” dico tutto d’un fiato chinando il capo. “Che persona profonda… e dimmi com’è che ora lo odi, se ho visto giusto eravate piuttosto legati”. Il mio sguardo si fa duro, “non ho voglia di parlarne!” Dico alzando la voce. “Ora sarà meglio dormire, ci metteremo in marcia presto domattina e quando arriveremo, dovremmo essere al pieno delle forze”. Detto questo, ci sdraiamo sulla soffice erba, il celo ricoperto da una tenue luce blu. Mi ricorda i suoi occhi, ci sdraiavamo qui e ci guardavamo sorridendoci. Amavo fargli scherzi di qualsiasi genere, mi divertiva vedere il suo viso spaventato. Ormai sfinito, cado tra le braccia di Morfeo. La mattina arriva presto, dopo aver fatto scorte d’acqua ad un fiume poco distante da qui, ci mettiamo in marcia. “Sono stanchissimo!” Dice Mendes, “ma se non hai fatto altro che dormire!” Risponde Jace scoppiando a ridere. Mentre loro continuano a bisticciare non posso non osservare Jace; è stato molto tranquillo, troppo tranquillo. “Ehi Thomas! Quelle sono delle porte, delle porte gigantesche!” Dice Mendes con gli occhi sgranati. Alzo lo sguardo , siamo arrivati. “Non posso crederci…” dico in un sussurro. “Allora, dicci cosa dobbiamo fare” dicono all’unisono. “Mendes tu occupati di Nazvar, voglio che quel pazzo non metta più piede furi città da vivo!” POV JACE Noto un leggero tremolio nella sua voce mentre lo dice. Fremo dalla voglia di sapere come finirà questa storia. “Tu verrai con me, ci sono altri due ragazzi con Seth, non so chi sono, ma se si impicciano di nuovo uccidili!” Mi dice con voce ferma. Mi piace sapere le cose dall’inizio alla fine, e non sapere la sua storia completa mi irrita parecchio. –Perché ha cambiato i sentimenti nei suoi confronti in modo così radicale? Perché si è messo contro la sua stessa specie??- Thomas si avvicina ad una casa con una grande porta spalancata ed entra, io lo seguo. Le pareti sono di pietra, un grande focolaio al centro della stanza, a sinistra ci sono delle scale, saliamo. Delle coperte sono stese sul pavimento, intuisco che questa sia la casa di Nazvar, e che qui, si siano riposati i ragazzi poco prima. Vedo Thomas calarsi e prendere dei guanti strappati alle punte delle dita per poi scrutarli con cura. “Sono qui” sentenzia. Un sorriso si fa largo sul mio viso. Riesco ad intravedere impazienza nel suo sguardo, non sono completamente certo dei sentimenti che prova nei confronti di Seth, ma una cosa è certa; il suo non è puro odio. Sentiamo delle urla provenire da fuori l’abitazione, Thomas corre subito a vedere cos’è successo mentre io mi affaccio alla piccola finestra che ho davanti. Sporgendo il capo vedo: due ragazzi, un uomo e una donna. Probabilmente sono gemelli, l’unica differenza sta negli occhi, lui verdi e lei azzurri. Affianco un uomo sulla cinquantina si tiene il fianco destro, vedo il sangue fuoriuscire dalle dita colando sulla maglia lisa. Davanti a lui Mendes tiene un pugnale. Noto solo ora altri due ragazzi, uno ha l’aspetto di un bambino capriccioso dai capelli color carota, ha uno sguardo terrorizzato, dell’altro rimango incantato. Sono sicuro che sia lui Seth, ha uno sguardo perso, sembra non respirare. Vedo sbucare da fuori la porta Thomas. In un primo momento guarda con disprezzo e odio quell’uomo che ho capito essere Nazvar, poi si sofferma a guardare Seth. Fa un passo in avanti, l’altro uno all’indietro. Ripetono questo movimento per ancora qualche volta, finché Thomas non assottiglia lo sguardo. Riconosco quegli occhi, sono gli occhi di chi non vuole aspettare, e di fatti non aspetterà. CIAUUUUUU!!! IL PROSSIMO CAPITOLO LO PUBBLICHERò DI DOMENICA!! MI SPIACE SE NON SONO RIUSCITA A RISOLVERE IL PROBLEMA DEGLI SPAZI... SE ANDATE A LEGGERLA SU WATTPAD, CI SONO ED è FORSE PIù SEMPLICE DA CAPIRE^ ;)

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Capitolo 6
*** Cap.6 ***


POV THOMAS Riduco gli occhi a due fessure, -crede di poter giocare con me?- lo vedo tremare di nuovo e sorrido mentalmente. Amo vederlo così spaventato, soprattutto sapendo che la causa della sua paura sono io. Con viso severo mi avvicino ancora, questa volta non muove un solo passo. Continuo ad avanzare, sempre più vicino fino ad arrivare a qualche centimetro da lui. “Jace, prendilo e fai in modo che non si intrometta” dico con la più totale calma. Vedo Seth perplesso ma subito dopo una smorfia di dolore gli fa distogliere lo sguardo dal mio. Jace lo ha afferrato saldamente per il polso. Guarda gli altri come per chiedere aiuto, li sta pregando con lo sguardo. Le sue preghiere però, non verranno ascoltate. “Togligli le mani di dosso!!” Dice Nazvar con voce spezzata. Mendes si avvicina con il coltello ancora stretto tra le mani, pronto a sferrare un altro colpo. Con disinteresse inizio a guardare i gemelli. Mi osservano con fare minaccioso, decido che è inutile perdere tempo, ne ho perso già troppo, così li metterlo a tacere. POV SETH Avviene in un attimo, non so cosa sia successo, ma la terra è ceduta sotto i piedi di Cara e Matt. Una volta dispersa la nuvola di povere e terra creata dal crollo, li vedo stesi a terra doloranti. Guardo Thomas scandalizzato, -Come ha fatto? Non l’ho mai visto fare una cosa del genere!-. Al contrario di quello che mi aspettavo, non si gira per guardarmi, anzi, torna ad osservare Nazvar per poi voltarsi verso l’uomo con il pugnale. “Uccidilo Mendes!” Dice. Non posso credere a quello che ho appena sentito, -Come può chiedere la morte della persona che lo ha cresciuto!!-. Sto per intervenire, quando Mrizend, urtandomi la spalla, mi passa a fianco correndo. Prontamente il ragazzo che mi sta tenendo, che a quanto ho capito si chiama Jace, lo afferra dal giaccone in pelle per poi avvolgergli il braccio intorno al collo intento a non farlo scappare. Tenta di liberarsi, si dimena, ma risulta tutto inutile. Vorrei intervenire, ma non appena mi giro verso Jace, questo inizia a guardarmi in un modo che non saprei definire, mi mette in soggezione. Sembra essere dotato di grande forza nonostante la mole, di grande aiuto; mi stringe il polso come una morsa, inizia a bruciarmi il punto in cui lo sta tenendo. Sento dei passi da dietro e mi giro. Thomas si sta avvicinando, una strana luce si riflette nei sui occhi. Il ragazzo dai capelli neri ride, una risatina inquietante, il suo fiato caldo mi arriva sul collo provocandomi brividi lungo tutto il corpo. Rafforza ancora di più la presa, forse perché mi sente irrigidire. Mi sfugge un lamento. Thomas intanto mi è ormai vicino. Mi impongo di non tremare, lo fisso in quegli occhi simili a pozzi nel quale non vi è fondo. La pelle, poco più chiara della mia, mette ancora più in risalto gli occhi. Mi pare arrabbiato, irritato, il suo viso esprime disapprovazione. Vedo le sue mani tremare manifestando impazienza, pura ira. Si ferma a qualche passo da me, mi aspetto il peggio. Vedo l’ansia, l’angoscia negli occhi di Mrizend così, rimango impassibile per non spaventarlo ulteriormente. Vedo Thomas alzare la mano, non comprendo immediatamente l’azione, la capisco solo nel momento in cui la sua mano si scontra con il mio viso. Il dolore non tarda ad arrivare, e non parlo di quello fisico. Tengo la mano libera sul punto dove mi ha dato lo schiaffo. Sono pietrificato, -Perché un gesto del genere?- Non so come reagire, mi viene da piangere, non riesco più a muovermi. POV JACE Guardo sbalordito Thomas, non mi aspettavo un gesto del genere. Mi fa cenno con la testa di andare, io gli indico Mendes fermo per la scena di poco prima. “Ci raggiungerà dopo”,. Questo fa un cenno e riprende a camminare in direzione di Nazvar. Thomas mi si avvicina, strappandomi malamente Seth dalle braccia prendendolo dalla mano ancora posata sulla guancia; strattonandolo si dirige verso i cavalli. Gli occhi di Seth sono vuoti, non capisco il motivo ma mi sento male per lui, non mi sembra un ragazzo che possa fare male a qualcuno. Sono sempre più curioso, voglio capire cosa c’è dietro, -Cosa può aver fatto per meritarsi questo trattamento da Thomas?- Il ragazzino dalla testa rossa inizia a dimenarsi, stanco della situazione, stringo la presa più forte, chiude gli occhi e si piega dal dolore. Ora non sono interessato a lui, voglio conoscere meglio quel ragazzo; di sicuro, una volta al castello, lo potrò fare. Con facilità trascino il ragazzetto e lo carico a cavallo. Thomas e Seth sono ormai sul loro, così partiamo nel silenzio più assoluto diretti al castello, i gemelli legati alla sella con delle corde lunghe abbastanza per farli camminare lontani dai cavalli, e Mendes ormai prossimo all’uccidere Nazvar. Heyyy!!! il prossimo capitolo lo pubblicherò Martedì pomeriggio...;)

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Capitolo 7
*** Cap.7 ***


Una volta giunti al castello e rinchiusi Seth e gli altri nelle segrete, ci rechiamo nella sala del trono, dove si trova il re ad attenderci. Abbiamo varcato le grandi porte. Ora davanti a noi si estende un grande spiazzo. Infondo, il sedicente Re, è seduto comodamente sul suo tono: il viso rotondo ed i pochi capelli rimasti, mi rendono la sua figura ancora più comica. Trattengo per poco una risata. Il piccolo figlioletto che fino a poco prima correva intorno al trono provocandogli forti emicranie, scivola facendo scoppiare in una fragorosa risata il Re, che ora si tiene la grossa pancia per il troppo ridere. La madre, seduta sul trono affianco, si alza di scatto con viso preoccupato, e dopo essersi avvicinata al piccolo Rasmus, gli si inginocchia davanti lanciando un’occhiata di disprezzo in direzione del vecchio Celsius, che solo ora, accorgendosi della nostra presenza, smette di ridere. La regina Clirias è stata costretta dal re a diventare sua sposa, ora è lì, inginocchiata ad accertarsi che il figlio stia bene. È una giovane donna dalla pelle bianco candido, i capelli lunghi color grano ad incorniciarle il viso ovale e un paio di occhi verde acqua. Il figlio è identico a lei, l’unica differenza è la tonalità leggermente più scura di capelli. “Avete fatto presto, avete portato a termine il vostro compito?” “Ovviamente mio Re!” Risponde Seth. “Come da promessa abbiamo ucciso tutti i blender della valle dei Vald!” Dice con il capo chino. Aveva le labbra leggermente inclinate verso l’alto, come se aspettasse qualcosa, qualcosa che sapeva sarebbe arrivato. “Bene bene…” brontolò il Re. “Potrei pagarti in danari, ma sembra che tu voglia altro, non è cosi?!?” “Se mi è permesso, vorrei non uccidesse il prigioniero che ho portato qui oggi, il ragazzo dai dagli occhi blu…” disse pregandolo. Il Re rise di gusto per il suo comportamento supplichevole, ovviamente non aveva capito che si stava atteggiando così per ottenere ciò che voleva. “Intendi il ragazzo con i capelli neri scompigliati, vi ho visti mentre entravate. Va bene! Puoi fare tutto quello che vuoi di lui! Anche degli altri” disse come se non gliene importasse niente. Lo guardò per un attimo per poi spostare lo sguardo sul mio. “Tu cosa desideri ragazzo?? Intendi condividere con lui il bottino??” Dice ammiccando. Non so se quello che provo adesso è semplice nausea nei confronti di quel gesto, o è per la rabbia che mi sta montando dentro. Penso entrambe. Il Re è un uomo viziato, si vanta di ciò che non è! Dei suoi sottoposti non ce né uno che non pensi sia pazzo! Un uomo sadico, malato di sesso e capace di fare qualsiasi cosa. Vedendo che non dico niente, Thomas risponde per me. “Si signore, non c’è alcun problema! La ringraziamo della sua bontà, ora se ci può scusare siamo davvero esausti. Con il suo permesso ci dirigiamo nelle nostre stanze” disse con voce flebile. Con un gesto lesto della mano, Il Re ci congedò. POV SETH Sono sconvolto, perché l’ha fatto? Mi ero preparato a tutto, ma non potevo proprio aspettarmi quel gesto. Quello schiaffo mi ha spiazzato. Ora sono qui, rinchiuso in una delle celle del castello, da solo! Gli altri spero stiano bene, penso li abbiano rinchiusi da qualche altra parte delle segrete. Mille pensieri mi annebbiano la mente. Dov’è Thomas? Nazvar è morto o è riuscito a difendersi da Mendes? Che fine faremo io e gli altri, perché non ci hanno già uccisi?. Ho un grande mal di testa e mi sento sfinito. Poggio la schiena sulla fredda parete, mi lascio cadere. L’umidità è palpabile, ma è come se questo clima mi avvolgesse dandomi un senso di protezione. Mi sento come in una fantasia, in un sogno. Forse sto solo impazzendo!! Riempio i polmoni e sbuffo, uno sbuffo sonoro, isterico. Sento de passi avvicinarsi, passi maschile. Li riconosco perché sono pesanti e vanno ad un ritmo sostenuto. Li sento sempre più vicini e capisco che si dirigono verso di me. Non ho le forze di tirarmi su, cos’ rimango qui, fermo, con il capo chino. Lo sento fermarsi, non oso tirare su la testa. Rimango in silenzio ed anche lui. “Come ti senti?” Disse. Alzai di scatto il volto. E’ il ragazzo che l’altro giorno mi ha afferrato per il polso, ho ancora il segno. Mi guarda curioso, uno sguardo penetrante. Vorrei dire qualcosa, ma le parole, mi muoiono in bocca., inizio a tremare e mi viene da piangere; mi sento d’improvviso vulnerabile, solo ed infreddolito. Perché quel ragazzo mi fa quell’effetto? E’ certo più imponente di me! Anzi, ora che lo guardo meglio, direi che è almeno 20 cm più alto di me, ma c’è qualcos’alto. Forse sono i suoi occhi verdi come smeraldi, o forese quei ciuffi corvini che ricadono sugli occhi, con l’eccezione di alcuni ribelli che si piegano in segno di sfida verso l’alto. Continuo a tremare. “Allora, non mi rispondi?” I suoi occhi si fanno severi ed assume una posa di superiorità. Il mio cuore cessa di battere. SCUSATE TANTO IL RITARDO... IL PROSSIMO CAPITOLO LO POSTERò VENERDì! VOGLIO ANCHE AVVISARVI CHE QUESTO è IL PENULTIMO CAPITOLO PRIMA CHE LA STORIA SI INTERROMPA... VI AUGURO UNA BUONA LETTURA ;)

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Capitolo 8
*** Cap.8 ***


POV Jace Non sopporto quando le persone non mi rispondono, però quando ha iniziato a tremare, non ho potuto fare a meno di sorridere, un sorriso sadico. E questo non ha fatto altro che farlo agitare ancora di più. Prendo il pesante mazzo di chiavi e inserisco quella che mi serve nella serratura. “Sta tranquillo ragazzino, non mangio mica” dico sgranando gli occhi. Lo vedo schiacciarsi ancora di più contro la parete. Spalanco le grandi porte e una volta dentro, me le richiudo alle spalle. Mi faccio avanti di qualche passo, e una volta abbastanza vicino, mi calo sulle ginocchia. “Non mi rispondi ancora?” Dico ormai parecchio irritato. “Come pensi che possa sentirmi?” Dice triste. Alzo la mano e lentamente gliela poso in testa per poi accarezzarlo con dolcezza. Se in un primo momento si era irrigidito, ora era diventato estremamente calmo. Tolgo la mano per sedermi a gambe incrociate di fianco a lui. “Perché sei qui? Per consolarmi?” Dice sorprendendomi. Prima che io potessi rispondere, sento dei passi avvicinarsi. Alziamo insieme la testa, però lui la riabbassa di scatto. E’ Thomas, che non so se per me o se per Seth, spalanca con violenza le porte e si precipita all’interno della cella. Mi afferra il polso strattonandomi per farmi alzare, poi mi trascina con lui. Saliamo i gradini che portano alle segrete, e ancora fino ad arrivare alla porta della sua stanza. Mi spintona all’interno. Mi siedo sul letto e lo guardo cercando di capire cosa succede. “Cosa cazzo stavi facendo?!?!?” Sbraita lui. “Come scusa?? Cosa stai facendo tu!! Trattare così un ragazzino terrorizzato!! Non so cosa ti abbia fatto, a patto che abbia fatto qualcosa, però questa volta hai proprio esagerato!!” Dico drizzandomi in piedi arrabbiato ed offeso. Mi sento in dovere di proteggere quel ragazzo e vedere Thomas che lo tratta così, mi fa impazzire. “Tirargli uno schiaffo!” Continuo, “ti sembra normale! E’ l’unica cosa che ti è venuta in mente? E poi trascinarmi fuori dalla cella come se non potessi rivolgergli la parola, come se nessuno potesse sfiorarlo oltre te!! Devi capire che è una persona, non uno dei tuoi tanti oggetti personali!!!” Ormai sono davvero fuori di me, odio i miei poteri in queste situazione, se anche solo lo sfiorassi, lo distruggerei con la forza che ho. “Non sono affari tuoi di quello che faccio con Seth, e sì! Nessuno può toccarlo, non puoi neanche pronunciare il suo nome” dice chinando il capo, per reprimere la rabbia. “Che cosa hai detto??” Dico ringhiando. “Non mi sfidare Jace, non ti conviene” dice assottigliando lo sguardo. “Ed ora che ci siamo chiariti, esci.” Furibondo esco dalla stanza sbattendo la porta, sento il rumore del legno che si spezza, ma non ci faccio caso e mi dirigo verso la mia stanza. POV Thomas Con foga, scendo le scale e mi avvicino alla cella di Seth, prendo il mazzo di chiavi e con mani tremanti ne provo un po’ finché non trovo quella giusta. Entro e mi fermo respirando rumorosamente davanti a lui. Mi sento improvvisamente in colpa per lo schiaffo che gli ho tirato, lui non c’entra niente, non ha mai fatto niente. E’ sempre stato Nazvar, quel pazzo! Se non fosse per lui, ora non sarei diventato così, non sarei solo. Avvicino la mano al viso di Seth che ha ancora il capo chino. Lo vedo irrigidirsi, però continuo a portarla avanti. Con uno scatto del braccio, la sposta. La rabbia si impossessa di me e gli afferro saldamente il polso ancora livido per la presa di Jace. “Che c’è adesso non ti fai neanche toccare? Ti ho visto prima sai?? Ti facevi consolare da Jace… bè sappi che non durerà per molto, anzi non verrà mai più a trovarti.” Dico senza pensare. Gli lascio velocemente il polso rendendomi conto di quello che ho appena fatto, vedo il suo corpo sussultare, e singhiozza dal pianto. Non sapendo ne cosa fare ne cosa dire, esco correndo e mi dirigo nella mia stanza. POV Seth -Cos’ho fatto per meritarmi tutto questo?? Che cosa gli è successo??- Sento nuovamente dei passi, ormai mi arrendo, non ce la faccio più. “Ehi! Ehi!!” Alzo a fatica la testa ed i miei occhi si illuminano, è Jace. Lo vedo aprire con foga quella maledetta porta, di nuovo. Entra e si cala porgendomi una mano. “Andiamo ti faccio uscire di qui!” Dice guardandosi intorno allarmato. Non potendo credere a quello che ha appena detto, continuo a rimanere seduto, e mi guardo intorno spaesato, come se sperassi che stesse parlando a qualcun altro, perché non sarei riuscito a reggere di nuovo una situazione come quelle precedenti. Mi sorride. “Dico sul serio dobbiamo uscire, e in fretta!”. Dice guardandosi nuovamente intorno. Afferro incerto la sua mano e mi aiuta a rialzarmi. Le gambe non reggono ma prima che potessi cadere, mi cinge la vita con un braccio. Alzo il viso e lo ritrovo a qualche centimetro dal mio. Mi sento mancare ma, fortunatamente, lui si sposta e mette il mio braccio intorno alle sue spalle. “Perché lo fai?” Gli chiedo. “Non c’è tempo per rispondere ora, dobbiamo muoverci! Ti spiegherò tutto più tardi”. Ci ritrovammo poco dopo, lontani dal castello. -Non posso credere che non abbiamo incontrato nessuno-. Subito però mi ricordo degli altri. “Aspetta!!” Dico con voce spezzata “gli altri?” Mi mostra un grande sorriso che, devo ammettere, mi tranquillizza. “Non preoccuparti! Ho chiesto ad un amico fidato di farli uscire. A breve saranno qui! Ora riposa, ne hai bisogno!!” Con queste certezze, e la troppa stanchezza, chiudo gli occhi lasciando spazio al buio più profondo.

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