DxD: Emerland King Chronicles: La Rivalsa del Re

di Nidhogr
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione: The Beginning ***
Capitolo 2: *** Life 0 ***
Capitolo 3: *** Life 1 ***
Capitolo 4: *** Life 2 ***
Capitolo 5: *** Life 3 ***



Capitolo 1
*** Prefazione: The Beginning ***


Dichiaro di non avere alcun diritto sul mondo di High School DxD e sui personaggi da esso tratto, a parte personaggi da me inventati e inseriti in tale ambientazione in questa Fan Fiction, inoltre dichiaro che nel caso qualcuno riconosca in ambientazioni o personaggi accenni o ispirazioni a qualcosa su cui hanno diritto e non dovessero approvare allora non esitino a contattarmi: tali evenienze non sono atte a rubare idee o altro e provvederò immediatamente a rimuovere qualsiasi cosa consideriate come un furto di idee o di diritti, dal momento che scrivo questa Fan Fiction solo come svago senza alcun fine collegato al lucro o ad altro di simile.
 
The Beginning
 
Urla e odore di bruciato, quelle erano le uniche cose che le persone in quella stanza riuscivano a percepire dell’esterno: com’era potuto capitare tutto ciò? Ormai erano anni, anzi, secoli che si nascondevano prestando la massima attenzione, senza mai fermarsi in un luogo per più di qualche anno… Ma ciò a quanto pareva non era stato sufficiente a far perdere a quegli individui completamente le loro tracce e infatti poche ore prima l’edificio in cui abitavano, il quale anche se dall’esterno sembrava solo una casupola di campagna in realtà era una villa di modeste dimensioni che si articolava sotto terra, era stato attaccato senza preavviso da coloro che un tempo erano stati loro compagni.
<< Signora, si sbrighi! I nemici saranno qui a momenti! >>
Colei che aveva appena parlato tra le persone in quella stanza polverosa era un’anziana donna dai capelli ormai ingrigiti e vestita con una divisa da cameriera con alcuni ornamenti ricamati di color verde scuro, la quale ormai serviva quella famiglia da innumerevoli secoli, sin dalla generazione precedente a quella attuale, ovvero la prima. Invece, la persone alla cui si era rivolta era un giovane donna dalla fluente chioma di capelli color smeraldo e vestita con eleganti abiti dello stesso colore dei capelli, per quanto avessero una tonalità leggermente più scura, che sembrava starsi giusto avvicinando alla fine della sua ventina , la quale altri non era che la padrona della prima donna.
<< No, io non verrò: prendi i bambini e portali in salvo, io cercherò di guadagnare tempo. >>
<< Cosa?! Non può dire sul serio! Se proprio qualcuno si deve sacrificare per guadagnare tempo allora lo farò io! Questo è un mio dovere come capo cameriera della vostra famiglia! >>
Mentre le due donne discutevano tra di loro i rumori all’esterno della stanza, dietro la robusta porta di pietra rivestita con numerosi sigilli magici, si stavano intensificando sempre più, chiaro segno che i combattimenti si stavano facendo sempre più vicini a loro e che il tempo di cui disponevano stava rapidamente giungendo a termine.
<< Cordelia cara, ti sono grata per la tua fedeltà e senso del dovere, ma se sarai tu a sacrificarti servirà a ben poco: loro forse ancora non sanno della nasciata del bambino, per cui se io morirò allora forse si convinceranno che la nostra famiglia sia ormai stata sterminata… Comprendi? >>
<< Ma mia Signora! Non posso abbandonarvi qua! Ho giurato che avrei sempre servito e protetto la vostra famiglia! >>
<< E infatti lo farai: ti prenderai cura di mio figlio, questo non significa forse come proteggere la nostra famiglia e assolvere ai tuoi doveri? E ora vai… E Asami... >>
Proprio alla fine del suo discorso la donna si voltò verso una delle altre due persone presenti in quella stanza: una giovane bambina dai corti capelli mori e con indosso un vestito che ricordava molto quello dell’anziana cameriera, la quale nonostante non avesse ancora neanche compiuto dieci anni si ritrovava coinvolta in una situazione simile.
Ella era la figlia di una dama di compagnia della padrona di casa, la quale era per l’appunto morta in quell’attacco per permettere ai li presenti di salvarsi.
<< Mi duole farti una richiesta del genere quando hai appena perso tua madre… Ma per favore, resta sempre al fianco di mio figlio come tua madre ha fatto con me. >>
<< Sniff… Lo farò… Sniff… Questo sarebbe anche stato  il desiderio di mia madre… >>
Vedendo la bambina sforzarsi di rispondere nonostante i singhiozzi causati dal pianto spinsero la donna a poggiare una mano sulla sua testa per accarezzarle e cercare di confortarla un po’: sapeva che Asami fosse una brava bambina e che proprio come sua madre fosse estremamente ligia al dovere, dal momento che già da qualche anno aveva iniziato l’addestramento per divenire una cameriera agli ordini della famiglia, per cui anche se questo la facesse sentire in colpa ad affidarle un compito simile, allo stesso tempo sapeva di poter stare tranquilla se si trattava di lei.
Alla fine, quando iniziarono i primi colpi dall’esterno per cercare di buttare giù la porta, la donna si avvicinò alla cameriera, o per meglio dire al fagotto che reggeva in braccio: voleva assicurarsi di vedere un’ultima volta il suo viso prima di separarsi da egli per sempre.
<< Mi raccomando, cerca di non far arrabbiare troppo Cordelia, chiaro ometto? >>
In risposta a ciò il piccolo bambino avvolto nel panno si limitò ad emettere qualche suono incomprensibile, dal momento che era ancora troppo piccolo per poter parlare…
E alla madre doleva tremendamente il cuore al pensiero che non avrebbe mai potuto sentirlo pronunciare le sue prime parole o camminare, ma non vi era altra scelta: quello che stava succedendo in fin dei conti era anche causa sua e dei suoi genitori, dal momento che piuttosto di affrontare la situazione quando era il momento avevano preferito fuggire.
Così, accarezzata un’ultima volta la guancia del bambino, la donna congedò la cameriera e la bambina facendole andare via per un passaggio che lei stessa aveva fatto apparire dal nulla in una delle pareti di legno di quella spoglia stanza: esso si sarebbe richiuso subito dopo che il trio fosse passato e dal momento che solo i membri della loro famiglia erano in grado di aprirlo il rischio che venissero seguiti era estremamente esiguo.
<< Ora andate, la porta non reggerà ancora per molto. >>
Con le lacrime agli occhi, l’anziana donna accennò un ultimo inchino nei confronti della sua padrona per poi prendere per mano la bambina mentre con l’altra reggeva il neonato e incamminarsi così per il passaggio dalle pareti legnose senza mai voltarsi indietro…




 
Note: bene, eccomi qui per la prima volta, che dire? Questa è la prima volta che mi cimento nella scrittura di una Fan Fiction, veramente questa è la prima volta in assoluto che provo seriamente a scrivere qualcosa XD
Premetto che per primo so di non avere chissà che talento per la scrittura, ma dopo averne lette un po’ mi è venuta voglia di provare io stesso a scriverne una e dopo aver passato molto tempo a scervellarmi sul se farlo o no alla fine mi sono deciso a buttarmi… Che altro dire? Questa è solo la pre-fazione, per cui non vi è ancora molto da dire, comunque premetto che nel primo capitolo ci sarà un drastico time skip dal momento che questo avvenimento accade circa 17-18 anni prima dei fatti raccontati nella Visual Novel originale che è anche dove sarà ambientata la parte principale di questo racconto che sto iniziando a scrivere. Per l’uscita dei capitoli sinceramente non saprei dare un’uscita precisa dal momento che riesco a scrivere solo quando me ne viene voglia, ma cercherò perlomeno di postarne come minimo uno al mese, forse, chissà XD
Spero di sentire più pareri possibili nelle recensioni, alla prossima.

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Capitolo 2
*** Life 0 ***


Dichiaro di non avere alcun diritto sul mondo di High School DxD e sui personaggi da esso tratto, a parte personaggi da me inventati e inseriti in tale ambientazione in questa Fan Fiction, inoltre dichiaro che nel caso qualcuno riconosca in ambientazioni o personaggi accenni o ispirazioni a qualcosa su cui hanno diritto e non dovessero approvare allora non esitino a contattarmi: tali evenienze non sono atte a rubare idee o altro e provvederò immediatamente a rimuovere qualsiasi cosa consideriate come un furto di idee o di diritti, dal momento che scrivo questa Fan Fiction solo come svago senza alcun fine collegato al lucro o ad altro di simile.
 
Life 0
 
Eccolo, finalmente giunse il suono della campanella a segnare la fine di quella lezione e con essa anche della giornata scolastica, cosa che mi fece sfuggire un sospiro di sollievo: iniziavo a non poterne più di star ad ascoltare le lezioni.
Non che le trovassi difficili da comprendere, ma dal momento che non avevo alcun interesse verso di esse il doverle seguire era alquanto pesante…
“Seriamente, per quanto mi aspettassi tutto ciò l’affrontarlo di persona resta comunque un qualcosa di decisamente noioso…? E a quanto pare le mie sofferenze non sono ancora finite...”
A causarmi un altro sospiro, ma questa volta di rassegnazione, fu il fatto che una ragazza si stesse chiaramente dirigendo verso di me, il che di norma a dirla tutta non sarebbe di certo stato un evento sgradevole, soprattutto tenendo conto di come tale mia compagna di classe fosse decisamente carina: figura snella e un bel volto adornato da corti capelli neri, con due occhi cristallini del colore dei lillà…
Quindi dove stava il problema? Beh, suddetta ragazza era il Presidente del Consiglio Studentesco della Kouh Accademy, ovvero la scuola che frequentavo al momento e se questo non era ancora sufficiente a spiegare il mio fastidio con l’interagire con lei, beh, il problema era uno dei motivi per cui era lei a detenere tale carica.
<< Tutto bene Zimmer-kun? Ho notato che durante la lezione sembravi un po’ a disagio… Non ti sei ancora abituato al nuovo ambiente? Oppure le lezioni sono troppo noiose per te? >>
<< Trovare le lezioni noiose?! Non potrei mai! Come hai appena detto mi devo solo ancora abituare al nuovo ambiente… >>
Come mi aspettavo il sarcasmo che avevo malcelato, volontariamente tra l’altro, sembrava non essere andato molto giù a Suona Shitori, la quale aveva appena iniziato a guardarmi ancor più storto di quanto non stesse già facendo all’inizio della nostra conversazione: seriamente, l’essere finito nella stessa classe della *Seito-Kaichou era decisamente un evento abbastanza fastidioso con cui avere a che fare, per quanto il fatto di essere uno studente trasferito mi aveva permesso perlomeno all’inizio di godere di una certa immunità all’inflessibilità di questa ragazza…
Cosa che purtroppo non era più valida da un po’ purtroppo, dal momento che ormai erano già tre settimana che frequentavo quella scuola.
“Capirei se non stessi proprio attento alle lezioni o se le disturbarsi, ma venirmi a fare la predica perché le trovo chiaramente noiose… Non ha proprio nulla di meglio da fare?”
Proprio quando la mia compagna di classe sembrava sul punto di riprendere con la predica, per mia fortuna sembrò che le mie lamentele fossero state udite da qualcuno: infatti un ragazzo del secondo anno, un certo Saji se ben ricordavo, che faceva anch’egli parte del Consiglio Studentesco la venne a chiamare per qualcosa per l’appunto inerente a delle faccende scolastiche.
<< Capisco, tu va avanti Saji, ti raggiungo subito… E tu, Xylon Zimmer, tieni a mente che è buona educazione nonché il dovere di uno studente ascoltare con attenzione le lezioni. >>
<< Su questo sono pienamente d’accordo… Ma l’ascoltarle o no con interesse, fintanto che si presta attenzione, penso che sia un qualcosa che sinceramente non dovrebbe causare alcun fastidio, no? >>
Dopo aver sentito questo mio ultimo commento la ragazza sembrò volermi rispondere a dovere, ma dal momento che aveva già mandato avanti il suo sottoposto decise di lasciar stare e si accontentò di andarsene lanciandomi un’altra occhiata torva e a questo punto anche io presi le mie cose per poi lasciare la classe in modo da iniziare a dirigermi verso casa.
“Per fortuna che aveva degli impegni: oggi sembrava intenzionata a tirarla per le lunghe… Beh, domami è Domenica quindi potrò rilassarmi un po’.”
Infatti quell’oggi si concludeva per l’appunto la mia terza settimana di scuola da quando mi ero trasferito dalla mia precedente scuola, che per la cronaca era situata in Germania…
Si, non solo avevo cambiato scuola, ma persino continente dal momento che fino a solo un mese prima ero sempre vissuto in Europa, un cambio decisamente drastico a dirla tutta, il quale però alla fin fine non mi era risultato troppo pesante dal momento che perlomeno ero in grado di parlare decentemente il giapponese, si…
“Ormai mi sono inserito decentemente, forse è ora che inizi a fare qualcosa…”
Continuando a rimuginare sul come ormai fosse passato tempo a sufficienza da quanto ero giunto in città e avevo iniziato a frequentare la scuola affinché si potesse dire che mi ero stabilito a dovere li, finì con l’oltrepassare il cancello della scuola e imboccare la strada che portava a casa mia, ovvero qualcosa che ormai facevo quasi tutti i giorni, solo che quell’oggi accadde qualcosa d’insolito: quando passai davanti a un parchetto che si trovava sulla via del ritorno una ragazza che ad occhio avrà avuto all’incirca la mia età mi si pose davanti per poi iniziare a giocherellare con le proprie dita, chiaramente imbarazzata.
<< Ehm, posso fare qualcosa per te? >>
<< Ecco… Come dire… O cielo, che imbarazzo… >>
Per qualche motivo quella ragazza sembrava essere decisamente in imbarazzo, cosa sottolineata dal rossore delle sue guancie, cosa che mi incuriosì e mi portò a dirigere la mia attenzione su di lei…
E proprio quando compresi qualcosa sul suo conto finalmente lei riuscì a dirmi ciò che voleva, cogliendomi abbastanza di sorpresa a dirla tutta dal momento che non era di certo qualcosa che mi sarei aspettato in quel momento.
<< Ti prego… Esci con me! >>
Una ragazza che vedevo per la prima volta in vita mia mi stava chiedendo di uscire con lei!
Beh, di certo era carina e i suoi lunghi capelli neri leggermente smossi dal vento non facevano che sottolineare ciò, ma comunque ciò era decisamente qualcosa d’insolito: normalmente ci si farebbe qualche domanda in una situazione simile, no?
<< So che può sembrarti improvviso, dal momento che non mi conosci neanche… Ma sono giorni che ti osservo Xylon-san e- >>
<< Ok, uscirò con te: domani alle dieci potrebbe andare? >>
<< Eh? Ah, si certo! Va benissimo! >>
 Si, la situazione era un po’ strana, forse quasi sospetta, ma in fin dei conti quale ragazzo rifiuterebbe di uscire con una bella ragazza?
Diamine, quest’ultimo pensiero mi fece formare sul volto un sorrisetto involontario, il quale apparentemente fu interpretato dalla ragazza come una mia reazione di felicità per i recenti avvenimenti.
<< A ancora una cosa: a quanto pare tu conosci il mio nome, ma io non so il tuo… Come ti chiami? >>
<< Yumma… Amano Yumma! >>
Si, decisamente un bel nome, non c’è che dire…
Dopo questa breve presentazione e aver stabilito d’incontrarci davanti alla stazione, salutai la ragazza che se ne andò via al settimo cielo, per poi riprendere a dirigermi verso casa: a quanto pareva non avrei avuto la Domenica tranquilla che avevo inizialmente programmato.
Quando ormai fu qualche minuto da quando mi ero separato da Yumma, infilai una mano in una tasca e ne tirai fuori un oggetto decisamente strano da portarsi appresso: infatti si trattava dell’estremità spezzata della punta di una freccia, la quale tra l’altro era completamente nera.
“Vedo che fa ancora il suo dovere… Devo ricordarmi di ringraziare Rob.”
Continuando a giocherellare con quell’oggetto, che per me era un portafortuna proprio come allo stesso tempo non lo era, infine giunsi davanti alla mia attuale abitazione, o per meglio dire a ciò di cui essa faceva parte: infatti al momento abitavo in un appartamento situato al secondo piano di un condominio a quattro piani.
Essendo ormai arrivato, rimisi la punta di freccia nella mia tasca e senza perdere tempo entrai nell’edificio per poi percorrere il corridoio al piano terra e salire le scale, giungendo infine davanti alla porta di legno del mio appartamento e dopo averci inserito la chiave la feci girare ed entrai chiudendomi la porta dietro.
“Casa dolce casa, eh? Beh, per lo meno al momento…”
L’appartamento consisteva giusto nel minimo indispensabile come stanze: ovvero un bagno, una cucina e una stanza da letto.
Tuttavia di positivo vi era che di per se le stanze erano discretamente spaziose, fatta eccezione per il bagno che era leggermente piccolo per i miei gusti e l’edificio di per se era ancora abbastanza nuovo, quindi se dovevo dire la mia non era male come posto in cui vivere.
“Pulita come al solito, eh? Seriamente, la zia fa anche troppo…”
Ringraziando mentalmente la donna che sapevo doveva essere passato come suo solito a pulire l’appartamento mentre ero a scuola, mi diressi verso la camera da letto in modo  da potermi cambiare in qualcosa di più comodo in modo da mettermi poi a mangiare, dal momento che quell’oggi volevo mettermi a letto presto in modo da essere in forma l’indomani per l’appuntamento con Yumma.
Entrato nella stanza gettai la cartella scolastica ai piedi del letto per poi iniziare per l’appunto a cambiarmi mentre mi guardavo attorno: per quanto ormai vivessi li da un mese, sinceramente l’unica cosa li presente a parte i mobili che vi erano già dall’inizio, i miei vestiti e i libri sia di scuola che personali, era un poster che ritraeva una rigogliosa foresta, cosa dovuta al fatto che sinceramente non sentivo ancora un qualche particolare attaccamento a quel posto.
“Non c’è che dire: a casa niente è meglio di una tuta per andare in giro.”
Cambiatomi in una felpa grigia con delle strisce verde scuro in lunghezza si sulle braccia che sulle gambe feci per uscire, quando la mia figura riflessa nello specchio attirò la mia attenzione: ero un ragazzo che si avvicinava al metro e ottanta, con degli occhi color verde scuro e i capelli neri lunghi fino a toccare le spalle… Ma di certo ciò che saltava di più all’occhio era la frangia che tenevo pettinata verso destra, la quale al contrario del resto dei miei capelli era di un verde scuro simile ai miei occhi.
“Tutt’ora a scuola c’è chi crede che me li tinga… Ma tutto sommato non è un fastidio.”
A dirla tutta dubitavo seriamente che ci fosse qualcosa che mi potesse far considerare quella mia frangia un fastidio, ma al momento non avevo voglia di soffermarmi a pensarci su, per cui mi tolsi da davanti allo specchio e mi diressi in cucina, dove trovai sui fornelli una pentola dalla quale usciva ancora qualche sbuffo di vapore.
“Sembra ancora calda… Eppure le ho detto che posso perlomeno cucinare da solo.”
Sospirando al pensiero di come quella donna non volesse proprio darmi ascolto su quelle cose mi avvicinai alla pentola e ne sollevai il coperchio, ritrovandomi subito a ringraziare nuovamente quella donna: la suddetta pentola era piena di stufato di carne!
A quanto pareva quell’oggi aveva dedicato particolare attenzione alla cena, cosa che per quanto mi rendesse grato mi faceva nuovamente pensare al come sinceramente esagerasse un po’ nel prendersi cura di me nonostante non fossi più un lattante.
Comunque, messi da parte nella mia testa quei pensieri, non persi tempo e subito misi lo stufato in un piatto per poi sedermi al tavolo e portarmi alla bocca il primo pezzo: come al solito era squisito. Anche se dopo molte insistenze ero riuscito a convincerla ad insegnarmi a cucinare, sinceramente ciò che facevo io non si avvicinava minimamente ai piatti che faceva lei e a voler essere sinceri neanche a quelli di un’altra persona, i quali ormai non avevano più nulla da invidiare neanche a quelli della zia.
“A ben pensarci sarebbe interessante informarla dell’appuntamento: mi immagino già la sua reazione, ehehe…”
Godendomi quel divertente pensiero finì di mangiare il primo piatto e me ne presi persino un secondo, il quale una volta terminato mi saziò definitivamente, così mi misi a spreparare e una volta terminato ciò mi diressi in camera dove una volta accesa la lampada sulla scrivania mi ci sedetti per iniziare a leggere dei fogli,  i quali a dirla tutta li avevo già letti il giorno prima ma volevo ricontrollare dal momento che mi avrebbe causato qualche problema non tenere tutto ciò che vi era scritto a mente, senza poi contare che a breve avrei potuto controllare alcune delle cose che vi erano su riportate.
“Lo avevo già pensato ieri, ma non c’è che dire: la questione è un po’ più incasinata di quello che pensavo… Devo riflettere bene sul come agire.”
Tra la lettura e pensieri vari prima che me ne rendessi conto fu già sera, il che significava che senza volerlo avevo passato diverse ore a rimuginare su quella questione e dal momento che l’indomani volevo essere al meglio delle mie condizioni decisi che per quell’oggi poteva bastare così e una volta toltomi la maglia che indossavo e restato a dorso nudo con addosso solo i pantaloni della tuta mi misi a letto, per poi addormentarmi poco dopo…
“Domani si prospetta una giornata divertente…”
 
*
 
Guardai l’ora: erano le dieci meno venti, il che significava che erano passati dieci minuti da quando ero giunto li e che per il momento le mie preoccupazioni sembravano essere infondate.
Per essere chiari, non che fossi particolarmente nervoso per quell’appuntamento, ma dal come Yumma si era comportata il giorno prima sembrava essere il tipo di ragazza che sarebbe arrivata con un certo anticipo, il che quindi in base alla buona educazione che la zia mi aveva insegnato significava che avrei dovuto recarmi al luogo dell’incontro con ancora più anticipo di quello che si farebbe normalmente in una simile occasione.
“Forse ho sbagliato un po’ con il mio giudizio su di lei…? O forse non poi così tanto.”
Quando mi trovavo li da un quarto d’ora alla fine la mia accortezza sembrò rivelarsi utile: infatti da lontano vidi arrivare Yumma in tutta fretta, la quale sembrava essersi un po’ innervosita quando aveva visto che io era già qui ad attenderla, cosa che potei confermare quando infine mi raggiunse.
<< Scusa, avevo pensato di arrivare un po’ prima… Ma a quanto pare sono comunque in ritardo. >>
<< No, sta tranquilla: sono appena arrivato. Allora, vogliamo iniziare questo appuntamento? >>
Dicendo ciò le porsi la mia mano e dopo un attimo d’esitazione l’afferrò leggermente imbarazzata: finalmente potevamo dare inizio all’appuntamento. A dirla tutta non avevo un piano ben preciso, ma a quanto pareva anche il solo limitarsi all’andare in giro per i negozi che gli piacevano sembrò essere abbastanza per Yumma, per cui alla fin fine sembrava che stese andando tutto bene.
Quando giunse l’ora di pranzo ci fermammo in un ristorante a gestione familiare dove lei prese un dolce mentre io mi limitai a bere un frullato di frutta, dal momento che quella mattina avevo già fatto una colazione abbastanza abbondante dopo aver fatto jogging: seriamente, delle volte a colazione ho l’impressione che la zia abbia intenzione di farmi letteralmente scoppiare.
Dopo ciò girammo ancora qualche ora per l’immenso centro commerciale della città e alla fine quando fu giunta la sera ci incamminammo per la via del ritorno insieme, dal momento che a detta di Yumma la strada da percorrere era la stessa fino al parco dove ci eravamo incontrati il giorno prima.
“Devo dire che è stato gradevole… Per quanto debba ammettere di non averne molti a cui paragonarlo.”
Tralasciando il fatto che fino ad ora non avevo avuto molti altri appuntamenti, quando ormai era già calata la sera finalmente io e Yumma giungemmo al suddetto parco, dove lei si allontanò dal mio fianco per mettersi davanti alla fontana mentre mi dava le spalle per poi iniziare a rivolgermi la parola.
<< È stato divertente oggi . >>
<< Si, è stata davvero una bella giornata… >>
A quanto pareva ero riuscito a farle passare una bella giornata, non potevo chiedere di meglio, no?
Poco dopo avermi detto ciò Yumma si voltò con un grazioso sorriso in volto e mi si avvicinò di qualche passo, per poi riprendere a parlare con un tono un po’ più serio di quanto fosse prima.
<< Sai, c’è qualcosa che vorrei fare per festeggiare il nostro primo appuntamento…>>
<< Davvero? E che cosa sarebbe? >>
Normalmente in una situazione del genere si arriverebbe al primo bacio no?
Questo è ciò che ci si aspetterebbe alla fine di un qualsiasi primo appuntamento, almeno che esso non ci sia già stato prima o durante esso, per cui di per se pensare una cosa simile non è di certo inusuale, giusto?
Sinceramente non riuscivo a trattenere un sorriso…
<< Vuoi morire per m-guh?! >>
Yumma interruppe ciò che stava dicendo per fare un verso sgraziato, ma sinceramente non la potevo biasimare: in fin dei conti era appena stata trafitta da degli spuntoni di roccia generatisi improvvisamente dal suolo, per cui era comprensibile che la sorpresa e il dolore le avessero causato un simile verso, tanto più che aveva persino iniziato a vomitare del sangue.
<< Gaah! C-coa? Guh! Che sta succend-Bleargh! >>
Di nuovo non riuscì ad evitare di vomitare un po’ di sangue e poco dopo gli spuntoni si sgretolarono, facendo così fuoriuscire ancora più sangue dalle ferite, che per quanto profonde comunque non erano particolarmente larghe dal momento che gli spuntoni che l’avevano infilzata erano abbastanza sottili…
Ma a questo punto sinceramente non fui più in grado di trattenermi.
<< Kh… Ah… Ahahahahaha! Dovresti vedere l’espressione che hai in volto! Ahahaha! >>
Vedendo come all’improvviso fossi scoppiato a ridere così forte da finire quasi con il piegarmi in due e mi stringevo lo stomaco con le mani, Yumma sembrò divenire ancor più spaesata di quanto non fosse prima e se per qualche attimo ciò mi fece divertire ancor di più dopo un po’ iniziò a darmi leggermente fastidio, dal momento che sembrava essere più lenta di comprendonio di quanto mi aspettassi.
<< … Ancora non ci arrivi? >>
<< Guh! Arrivare a cosa…! Questa è opera tua?! >>
<< Pin-pon! Abbiamo una vincitrice! >>
Mentre dicevo questo attorno a me si alzarono delle folate di vento, le quali subito dopo si scagliarono contro Yumma colpendola e facendole fare un volo di circa cinque metri fino a farla finire nella fontana, dove il suo sangue iniziò a colorare di rosso l’acqua che vi scorreva: era dal giorno prima che attendevo quel momento.
<< Non c’è che dire, tra tutti quelli della tua specie che ho incontrato sei decisamente una delle più sciocche. >>
<< Ugh! Che cosa… Sei?! >>
<< Uhm, si, decisamente una delle più sciocche e lente di comprendonio. >>
A quanto pareva il dolore e la sorpresa stavano debilitando le sue già scarse capacità mentali, per cui decisi di darle una mano: improvvisamente dietro di me, partendo dalla mia schiena si aprirono due ali nere da pipistrello, alla cui vista Yumma sgranò gli occhi, i quali subito dopo si riempirono di un profondo odio.
<< Ci sei arrivata adesso? Sei stata presa in giro tutto il tempo da un demone, cara la mia angela caduta. >>
<< Tu! Ugh, un dannato… Demone! Come hai osato! >>
Mentre diceva ciò e si rialzava anche sulla sua schiena comparvero delle ali nere, ma nel suo caso le sue erano le ali piumate di un angelo caduto, un’altra stirpe mitologica che non solo era diversa da quella a cui appartenevo io ma vi era anche in lotta.
Una volta riacquistato l’equilibrio, restando nella fontana Yumma alzò una mano verso il cielo e improvvisamente in essa apparve una lancia fatta di pura luce, la quale se mi avesse colpito per via del potere sacro non mi avrebbe di certo fatto pochi danni… Per cui dovevo solamente impedirgli di farlo: proprio quando lei fu sul punto di scagliarla io utilizzai un po’ del mio potere demoniaco per manipolare l’acqua della fontana e così un piccolo proiettile d’acqua concentrata trapassò il polpaccio di Yumma facendole cedere la gamba e scagliare la lancia di luce lontano da me.
<< Allora? Cosa si prova a scoprire di essere la preda e non il cacciatore? Piuttosto frustrante non è vero? >>
Mentre io dicevo ciò con un sorrisetto sadico in volto, Yumma stava nuovamente cercando di rimettersi in piedi, per quanto questa volta stesse utilizzando la fontana stessa per sorreggersi dal momento che il mio ultimo colpo le aveva discretamente debilitato la gamba, il che sinceramente era davvero un bello spettacolo da guardare.
<< Seriamente, non ti è manco passato per la testa che potesse essere strano il come avessi accettato senza un attimo d’esitazione? Certo sei una bella ragazza, anche se forse questo termine non ti si addice più molto, ma non pensi di sopravvalutarti un po’? >>
<< Dannato! Guh… Come? Come hai capito chi ero? E poi cosa sei? Un mezzo sangue?! >>
<< Per la prima domanda: anche se la nascondevi discretamente bene mi sono limitato a percepire la tua aura, scema. Mentre per seconda la questione è più interessante… >>
Mentre finivo di dire ciò con una mano andai a prendere un oggetto da una mia tasca e lo mostrai a Yumma, la quale dopo un attimo di confusione si rese conto del lieve potere che veniva emanato da esso e sembrò iniziare a comprendere come stavano le cose, il che mi fece pensare che forse non era poi tanto stupida.
<< Come penso tu abbia capito, questo è un pezzo di un oggetto creato con il potere di una Sacred Gear: è grazie ad esso se tu mi sei letteralmente cascata tra le braccia come una falena attratta dalla luce. >>
<< Quindi tu-Guh! Sapevi di me?! >>
<< Non esattamente: so che la vostra razza tende a venire a contatto con i possessori di Sacred Gear e che in questa città ultimamente siete più attivi del solito… Ma francamente non mi aspettavo che uno di voi mi avrebbe avvicinato dopo solo un mese. >>
Dopo essere scivolata un paio di volte a causa del fondo viscido della fontana e delle sue gambe indebolite sia dalle ferite che dalla perdita di forze che esse le stavano causando, finalmente fu di nuovo in piedi e anche se era ancora chiaramente irritata dal momento che comprendeva di essere stata presa in giro per tutto questo tempo da quello che avrebbe dovuto essere il suo bersaglio, sembrava che finalmente stesse iniziando a comprendere la sua situazione e nei suoi occhi si poteva scorgere un accenno di paura.
<< Adesso che pensi di fare? Uccidermi? Non pensare che ti sarà così facile! >>
<< A dire la verità fino ad ora è stata una passeggiata e tu sei più morta che viva… >>
Sinceramente arrivati a questo punto avrei posto fine alla cosa, dal momento che anche se mi ero goduto il momento in cui si era resa conto di come stavano le cose e le sue reazioni io non era tanto bastardo da godere nell’uccidere qualcuno lentamente solamente per sentirne le urla e le implorazioni, anche perché se lo avessi fatto la zia non me lo avrebbe perdonato tanto facilmente…
Ma in questa faccenda vi era qualcosa che non mi tornava: perché aveva in programma di uccidermi sin da subito? A voler essere sincero mentre la trafiggevo con gli spuntoni di pietra ero rimasto sorpreso nel sentire ciò che diceva e questo non solo per quanto fosse ridicolo il modo in cui lo aveva detto, ma anche perché di norma quelli della sua razza non eliminano così su due piedi delle potenziali reclute.
“Normalmente iniziano con l’avvicinarsi all’obbiettivo per controllare se il Sacred Gear in questione è potente o no, poi nel caso non lo sia o li lasciano stare o se si tratta di tipi come questa li uccidono per il gusto di farlo… Mentre se sono potenti allora vedono se sono disposti a divenire loro sottoposti e se non lo sono se ne sbarazzano.”
A dirla tutta quest’ultima parte era sensata, dal momento che ciò significava eliminare una potenziale minaccia futura, ma Yumma aveva agito prima ancora di arrivare anche solo a capire che potere avessi: sinceramente è come se l’avvicinarsi a me fosse stato solo un passatempo e non fosse interessata a qualsivoglia Sacred Gear pensasse potessi avere…
<< Che succede? Improvvisamente ti è passata la voglia di par-Guh! >>
<< Fossi in te non parlerei in questo modo quando sei in quello stato…? Un momento, possibile… >>
Premettendo che Yumma non fosse proprio una caso disperato, anche se di certo poco ci mancava, la spiegazione più logica dietro al come a quanto pareva avesse intenzione di eliminarmi subito al primo appuntamento, cosa che io invece avevo in programma nei suoi confronti per togliermi dai piedi un potenziale fastidio, era che in quella città ci fosse in atto qualcosa sufficiente a farle letteralmente snobbare un Sacred Gear potenzialmente utile…
Ma se così era, sinceramente li su due piedi non riuscivo ad immaginare di che cosa si potesse mai trattare e ciò non mi permetteva di starmene tranquillo.
“Le cose potrebbero essere più complicate di quanto mi aspettassi…?!”
Proprio mentre rimuginavo sulla situazione e sul se eliminare effettivamente quella ragazza senza prima averle tirato fuori qualche informazione, dai margini del parco percepì due presenza ostili e feci giusto in tempo a voltarmi per vedere due lance di luce dirigersi verso di me: sembrava che avessi tirato la cosa troppo per le lunghe.
<< Reynalle-sama! >>
Per evitare di venir colpito da quelle fastidiose lance di luce feci un balzo all’indietro allontanandomi di qualche metro dal punto in cui mi trovavo prima e dove le suddette lance andarono a schiantarsi danneggiando il suolo.
Una volta accertatomi di aver schivato quell’attacco tornai a dirigere la mia attenzione vero Yumma, o forse dovrei dire Reynalle visto che una dei due angeli caduti appena arrivati l’aveva chiamata così: infatti adesso oltre alla ragazza con cui ero andato all’appuntamento vi erano una gothic lolita e un vecchio con indosso un cappotto, i quali mi stavano guardando con tanto odio da pensare che volessero provare ad aprirmi un buco nella testa con il solo sguardo.
<< Questa è davvero una piega inaspettata e sgradevole… >>
<< Reynalle-sama, queste ferite… Tu! Dannato demone! >>
<< Che rottura: non sapete dire altro che “dannato demone”? Voi donne angelo caduto non sembrate proprio avere inventiva. >>
Sinceramente non avevo idea del se quei due fossero stati contatti da Reynalle in un mio momento di distrazione o se fossero venuti a conoscenza della situazione per via del come le cose stessero andando per le lunghe, ma la loro presenza sommata a ciò che era accaduto quell’oggi con quella donna confermava le informazioni in mio possesso: in quella città vi erano persino troppi angeli caduti.
“Non è normale che gli angeli caduti siano così attivi in un territorio prevalentemente controllato dai demoni, senza contare che per scartare così un potenziale incremento del loro reparto bellico non si deve trattare di qualcosa di poco significante…! Un momento, forse può tornarmi utile…”
Mentre rimuginavo sulla situazione mi resi conto che i due nuovi arrivati sembravano sul punto di scagliare nuovamente un attacco contro di me, cosa che sinceramente non mi garbava: approfittando del come fossero leggermente rallentati nell’agire dal momento che stavano sorreggendo Reynalle generai due grosse sfere di fuoco nelle mie mani e senza perdere tempo le scagliai verso di loro, mirando però affinché impattassero con il suolo a circa un metro da loro.
<< Dannazione! Schifoso demone! >>
Pensando che il colpo fosse diretto a loro i due eressero una barriera i luce per proteggersi, la quale comunque gli tornò utile per non venir minimamente coinvolti dalla deflagrazione dei due ammassi di fuoco quando essi impattarono sul suolo, per quanto comunque essi servirono al loro scopo: approfittando del come loro si fossero concentrati sulla difesa io non persi tempo e mi diedi alla fuga, iniziando a correre velocemente via da quel parco.
“Affrontarne tre sarebbe una rogna, senza contare che con tutto sto casino avremmo attirato l’attenzione del demone che gestisce questo territorio e doverlo fronteggiare è una delle ultime cose che voglio… Senza E poi quei tre potrebbero ancora tornarmi utili.”
Dopo aver corso per un bel po’ fui certo di non essere più inseguito e così inizia a rallentare gradualmente il passo fino a che non mi ritrovai a passeggiare tranquillamente dirigendomi verso il mio appartamento, mentre allo stesso tempo riflettevo sui recenti avvenimenti: una donna angelo caduto mi si era avvicinata per cercare d’uccidermi, cercando per di più di rendere la cosa più divertente pensando di potermi prendere in giro fingendosi un’innocente ragazza presasi una cotta per me e oltre a ciò avevo confermato che la sua specie era stranamente attiva in città…
Francamente non avevo idea di cosa stesse bollendo nella loro pentola, ma dal momento che ciò non sembrava essere qualcosa di trascurabile forse avrei potuto far si che tornasse un po’ a mio favore, dal momento che per tutto quel mese avevo atteso un’occasione adatta per potermi mettere in azione senza rischiare d’attirare troppo l’attenzione del demone che gestiva quella città.
“Un qualche complotto da parte di alcuni angeli caduti? Sinceramente non penso di poter chiedere di meglio… Con questo anche se mi dovessi avvicinare a lei penso che per il momento non risulterebbe essere troppo sospettosa.”
Così, discretamente soddisfatto da quella giornata continuai a dirigermi verso casa per farmi una bella dormita, mentre i miei pensieri futuri mi facevano sfuggire un sorriso al pensiero di come le cose si sarebbero fatte movimentate…
 
Note:
*Seito-Kaichou: Presidente del Consiglio Studentesco
 
Bene, eccomi finalmente qua con il primo vero capitolo di questa fan fiction.
Ecco che si inizia a fare la conoscenza di quello che è il protagonista della mia storia, ovvero Xylon Zimmer. Come si vede è un tipo più disinteressato piuttosto che svogliato, ma per quanto riguarda il suo disinteresse verso la scuola vi è un particolare motivo oltre solo alle lezioni noiose, ma questo lo spiegherò più avanti… E come ci si potrebbe aspettare questo non va a genio a Sona XD
Qui premetto che il fatto che si trovi nella sua stessa classe non significa che qui Sona sostituirà Rias nel racconto, ma solo che vista la personalità di Xylon pensavo che farlo stare nella stesa classe della Seito-Kaichou potesse rivelarsi interessante.
Passiamo adesso invece alla parte più movimenta di questo capitolo: l’appuntamento con Yumma/Reynalle e la scena al parco. Come si vede Xylon non è un mezzosangue e infatti non possiede una Sacred Gear, tuttavia ha con se un oggetto creato con una di esse e ciò da anche diversi indizi sul conto di questo Rob…
Ma torniamo all’appuntamento: al contrario dell’opera originale dove è Reynalle a raggirare il protagonista qua è quest’ultimo a prendersi gioco di quella fastidiosa tipa, essendosi reso conto della sua identità e decidendo di batterla al suo steso gioco. Qui si può vedere anche come Xylon verso i suoi nemici abbia si un atteggiamento sadico e beffardo, ma non al punto tale da divertirsi uccidendoli lentamente o cose simili, anche per via dell’educazione ricevuta da questa fantomatica zia, la cui identità la lascio alla vostra immaginazione XD
Come si può vedere inoltre il ragazzo se la cava anche discretamente nell’utilizzo degli elementi naturali: infatti usa la roccia, il vento, l’acqua e il fuoco senza problemi. Ammetto che sinceramente avevo sui dubbi sul fargli avere la meglio così facilmente su Reynalle, ma dopo aver ripensato all’opera originale mi sono ricordato che di per se lei non è di certo questo chissà che cosa nel combattere, per quanto per via della debolezza di Issei si possa essere tratti un po’ in inganno a mio parere, per cui alla fine ho deciso di fare la scena come l’ho fatta.
Per concludere il nostro Xylon inizia a rimuginare su un qualche suo piano in quella città per il quale la presenza di Reynalle e degli angeli caduto ai suoi ordini può tornargli utile, motivo per il quale non l’ha eliminata quando poteva… Bene, per il momento mi fermo qua dato che non voglio rischiare di rivelare avvenimenti futuri e rovinarvi la sorpresa: spero di sentirvi nelle recensioni ^^

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Capitolo 3
*** Life 1 ***


Dichiaro di non avere alcun diritto sul mondo di High School DxD e sui personaggi da esso tratto, a parte personaggi da me inventati e inseriti in tale ambientazione in questa Fan Fiction, inoltre dichiaro che nel caso qualcuno riconosca in ambientazioni o personaggi accenni o ispirazioni a qualcosa su cui hanno diritto e non dovessero approvare allora non esitino a contattarmi: tali evenienze non sono atte a rubare idee o altro e provvederò immediatamente a rimuovere qualsiasi cosa consideriate come un furto di idee o di diritti, dal momento che scrivo questa Fan Fiction solo come svago senza alcun fine collegato al lucro o ad altro di simile.
 
Life 1
 
… Perché le cose erano andate in quel modo? La sera prima tutto sembrava starsi mettendo in maniera a me decisamente congeniale: avevo battuto una donna angelo caduto al suo stesso gioco, potendo così svagarmi un po’ dopo un mese di noiosa scuola umana e per di più avevo confermato che in quella città vi era in corso qualcosa che avrebbe potuto fungere come un buon diversivo, per cui persino un demone avido per natura come me avrebbe potuto chiedere ben poco in più…
[ Xylon-sama, glielo chiederò un’ultima volta: si è divertito all’appuntamento di ieri? ]
Dal tono della voce che si sentiva arrivare dal cerchio magico vicino al mio orecchio destro normalmente si sarebbe potuto pensare che la persona dall’altro lato stesse per l’appunto solamente chiedendo come fossero andate le cose il giorno prima, ma io che la conoscevo da anni sapevo come stavano davvero le cose: ormai ero morto!
Sia che rispondessi o che continuassi a tacere come stavo facendo da un quarto d’ora, per poi manco parlare del mentire, sarei sempre andato incontro a una sentenza di morte certa, per cui tutto quello che potevo fare era cercare di prolungare un po’ il tempo che mi restava.
<< Per caso ieri i tuoi famigli erano al parco? >>
[ Le ricordo che non è educato rispondere a una domanda con un’altra… Ma si, è proprio in tal modo che sono venuta a conoscenza del vostro piccolo svago. ]
Dannazione, quindi erano proprio così che erano andate le cose!
Purtroppo quella persona e i suoi famigli erano tra le poche persone di mia conoscenza che non ero in grado di percepire senza restare pienamente all’erta e questa volta ciò sembrava che avrebbe potuto segnare la mia fine: e pensare che vi era ancora molto che volevo fare nella vita…
<< Beh, come dire, è stato abbastanza gradevole prendersi gioco di quell’angelo caduto… >>
[ Xylon-sama, sapete bene che non è quello che intendo, vero? ]
In quel genere di momenti mi sentivo impotente come in nessun altro frangente della mia vita: per quale diamine di motivo doveva divenire così ostinata su questioni simili?!
A quanto pareva avrebbe neutralizzato qualsiasi strategia avessi potuto provare a mettere in atto, per cui non mi restava che farmi avanti e cadere con onore, per quanto di certo non fosse qualcosa che mi andasse a genio, per niente.
<< Ehm… Ammetto che di per se l’appuntamento è stato divertente, anche se era fittizio. >>
[ … ]
<< Asami? Sei ancora li? Per favore di qualcosa! >>
Sinceramente quando se ne stava in silenzio come in quel momento era quando vi era da preoccuparsi di più: il mio stomaco non si era ancora ripreso dall’ultima volta in cui era accaduto e non ero confidente di poter sopravvivere a un altro dei suoi piatti speciali.
Detto questo, sembrava che per il momento avesse sentito abbastanza per quanto concerneva quel lato della faccenda, per mia sfortuna, per cui finalmente passò a parlare di ciò per cui l’avevo inizialmente chiamata, per quanto ad essere sincero me ne fossi pentito immediatamente quando scoprì che era al corrente di buona parte dei fatti della sera precedente.
[ Quindi ha confermato personalmente che gli angeli caduti sembra stiano architettando qualcosa a Kouh Town?]
<< Si, altrimenti non si spiegherebbe perché in una città territorio dei demoni e con due famiglie di nobili a gestirla gli angeli caduti siano così attivi. >>
[ In effetti è sospetto anche come siano usciti così facilmente allo scoperto, per quanto da quello che mi avete riferito sembrerebbe solo che siano troppo presuntuosi. ]
Anche se vi potevano essere altre spiegazioni, sinceramente dopo l’incontro con Reynalle sinceramente ero abbastanza certo che fossero semplicemente stupidi e presuntuosi, visto che tipo era la donna che li comandava, ma comunque non potevo ancora darlo per certo.
<< Per il momento direi di lasciarli stare, ma gradirei che tu li tenessi un po’ d’occhio: meglio prendere delle precauzioni per evitare che le cose ci sfuggano di mano. >>
[ Ricevuto, procederò immediatamente… E lei cosa farà invece? ]
<< Penso che sia giunta l’ora che mi metta in azione: di sto passo è questione di poco prima che inizino ad avere dei sospetti… Ah, ricordati di ringraziare Rob da parte mia: come al solito il suo portafortuna ha svolto alla meraviglia il suo compito. >>
[ Sarà fatto: sono certa che sarà felice di sentire come gli siate grato… E ricordatevi di attendere con trepidazione il prossimo pasto. ]
<< … Eh? Che cos’hai detto? Asami? Asami?! Asamiiiii!! >>
Purtroppo non ottenni più risposta: aveva chiuso la comunicazione…
A questo punto spostai lo sguardo su ciò che vi era sul tavolo proprio davanti a me: diversi tipi di pane, di marmellate, di formaggio e abbondanza di prosciutto con delle uova, ovvero una classica colazione della zia per quanto fortunatamente quell’oggi ci fosse andata un po’ più leggera con le quantità.
Sinceramente osservandolo non potei trattenere una lacrima che mi scese dall’occhio sinistro al pensiero che quello sarebbe stato il mio ultimo pasto affidabile prima che mi ritrovassi a pagare per aver osato un po’ troppo il giorno prima.
<< Sarà meglio che mi sbrighi a mangiare per poi andare a scuola… >>
 
*
 
Finalmente si era fatta sentire la campanella della pausa pranzo, la quale era divenuta una delle mie melodie preferite in quel mese di scuola, per quanto quell’oggi mi mettesse un po’ meno di buon umore: a quanto pareva in preparazione al cibo si quella sera Asami aveva convinto anche la zia a non prepararmi nulla per pranzo e dal momento che ciò il giorno prima non me lo aspettavo minimamente non mi ero potuto preparare nulla da solo…
Quindi non mi restava che una cosa da fare, dal momento che la caffetteria della scuola a quell’ora era decisamente troppo caotica per i miei gusti.
<< Oh? Quello sembra buono: fammi assaggiare. >>
Alzatomi dal mio banco e avvicinatomi a un altro non attesi la risposta di colui che vi era seduto e presi un pezzo di pollo fritto dal *bentō che aveva davanti a se per poi mangiarlo senza indugi: non c’era che dire, dovevo ammettere che la mia cucina era ancora inferiore.
<< Ohi! Di nuovo?! Oggi per quale motivo non hai il pranzo, Xylon? >>
<< Diciamo che ho avuto delle complicazioni a casa… Ma piuttosto, Yosuke, vi è una cosa che volevo chiederti da un po’… >>
Il ragazzo a cui mi stavo rivolgendo e al quale stavo continuando a rubare pezzettini del suo pranzo era Tono Yosuke, un ragazzo con i capelli castani pettinati in diagonale all’indietro con il gel in maniera simile al figlio del protagonista di un certo manga e con un’altezza sul metro e ottanta, membro del club di karate della scuola e a cui piaceva mettere in mostra i muscoli delle braccia, motivo per il quale teneva le maniche della divisa scolastica risvoltate fino alle spalle.
Da quello che avevo sentito aveva iniziato a cucinare verso metà delle scuole medie perché aveva sentito che i ragazzi bravi in ciò avevano più successo con le ragazze, ma proprio per via di ciò vi era qualcosa che mi incuriosiva.
<< Visto che sei così bravo a cucinare, perché non hai ancora una ragazza? Non penso che sia per una tua mancanza d’interesse. >>
Nel sentirmi dire quelle parole Yosuke si dimenticò di continuare a proteggere il suo cibo dai miei assalti, i quali a dirla tutta non ne stavano comunque risentendo, per passare invece a mettersi le mani tra i capelli pieni di gel e mostrarmi proprio l’espressione esasperata che speravo di vedere e che mi fece formare un sorrisetto sadico in volto.
<< Gyaaah! Ti ci metti anche tu Xylon?! >>
<< Oh? Che succede? Chi si sta divertendo a torturare Yosuke senza di me? >>
<< Sparisci Take! Uno solo che mi prende per i fondelli è già più che sufficiente! >>
Il ragazzo che si era appena unito alla conversazione si chiamava Hiraki Takeichi, un membro del club d’atletica della scuola che a quanto pareva conosceva Yosuke sin da quando erano bambini e che sin da allora si divertiva a stuzzicarlo sull’argomento che per lui era il più doloroso: ovvero il suo scarso successo con le ragazze.
<< Alla fine anche Zimmer ha notato i tuoi problemi con le ragazze? >>
<< Ti ho detto di startene alla larga per la miseria! Perché queste cose devono sempre capitare a me?! >>
Al contrario del suo amico Takeichi non era il tipo da cercare di dare nell’occhio, infatti indossava la divisa perfettamente come da regolamento e sinceramente il modo in cui lasciava che i discretamente lunghi capelli neri gli coprissero gli occhi contribuiva a renderlo ancora meno notabile a mio parere.
Inoltre al contrario di Yosuke lui attualmente riusciva ad avere un discreto successo con le ragazze, ulteriore motivo per cui l’amico si irritava particolarmente quando egli gli tirava delle frecciatine.
<< Devi sapere Zimmer che il suo problema è uno solo: quando si ritrova davanti a una ragazza alla quale è interessato inizia a sudare come se fosse in una sauna turca e a strabuzzare gli occhi. >>
<< Beh, questo spiega tutto… Pft! >>
Sinceramente riuscì a stento a trattenere una risata, proprio come Takeichi e al vedere ciò la fonte del nostro divertimento iniziò a dimenarsi ancora di più e ad emettere grida di sofferenza, il che alla fin fine non fece che farci divertire ancora di più: sinceramente quei due erano uno dei pochi lati positivi di ritrovarmi in quella scuola e soprattutto in quella classe.
<< Si, è vero! Non ho successo con le ragazze! Ma non voglio sentirmelo dire da uno che invece ce l’ha nonostante sia uno dei tipi più monotoni della scuola… O da uno straniero di bell’aspetto! Prima o poi la mia invidia riuscirà a trasformasi in una maledizione diretta a voi due! >>
Sinceramente uno dei suoi ultimi commenti mi fece smitteredi ridere: si, a dirla tutta mi ritenevo anche io discretamente di bell’aspetto e a quanto pareva la mia frangia color smeraldo sembrava aiutare, ma a dirla tutta l’essere popolare con le ragazze in quel momento non era proprio il mio interesse principale, soprattutto ripensando a ciò che avrei dovuto affrontare quella sera.
“O diamine, sta iniziando a farmi male lo stomaco…”
Mentre io iniziavo a soffrire in silenzio e Yosuke continuava a soffrire rumorosamente, una ragazza che fino a qualche attimo fa stava chiacchierando con delle sue amiche, le quali a quanto pareva avevano deciso di spostare la conversazione da qualche altra parte, si avvicinò a noi e iniziò a dare delle pacche sulla larga schiena di Yosuke, il quale sorpreso smise si lamentarsi e si voltò per vedere chi fosse, ritrovandosi con lo sguardo che si illuminò quando ebbe la risposta.
<< Fuyuko-chan! >>
<< Su, su! Nella vita c’è di peggio… E comunque puoi consolarti pensando di essere meglio del duo di pervertiti del secondo anno. >>
A sentire quelle parole il ragazzo divenne ancor più raggiante, al punto tale da diventare persino un po’ fastidioso da guardare, ma perlomeno ciò non dipendeva solo dal come volesse a tutti i costi essere popolare con le ragazze: in fin dei conti Masuo Fuyuko non era di certo una ragazza qualsiasi li a Kouh Town. Non solo come aspetto competeva con le due ragazze più famose della scuola, per quanto perdesse leggermente come davanzale, ma attualmente era famosa in tutta la città dal momento che era la ragazza immagine della pasticceria del padre che per l’appunto aveva una certa fama, per cui la si poteva senz’altro definire una celebrità locale.
<< Davvero? Non sono senza speranze?... Allora usciresti con me? >>
Al sentire queste parole il suo amico non poté evitare che portarsi una mano alla faccia in segno di rassegnazione e sinceramente non potevo dargli torto: quel ragazzo non sapeva proprio quando era il caso di starsene buono e di accontentarsi. Comunque in tutta risposta alla sua domanda la ragazza giocherellò un attimo con i lunghi capelli castano scuro che gli scendevano fino a un po’ sotto le spalle per poi congiungere le mani e piegarsi un po’ in avanti facendo un lieve inchino.
<< Scusa ma non sei proprio il mio tipo! >>
<<… Ohi, Yosuke, sei ancora vivo? >>
Non appena udita la risposta di Masuo il ragazzo sembrava aver perso tutte le forze che aveva in corpo per poi collassare sul suo banco mentre un torrente di lacrime iniziava a sgorgare dai suoi occhi: che dire, si raccoglie ciò che si ha seminato, no? Sinceramente chiunque con un briciolo di cervello avrebbe compreso che quella sarebbe stata la risposta della ragazza.
<< Ehm, sono stata troppo diretta con lui? >>
<< Tranquilla, è stata colpa sua per essersi illuso… Non è forse vero Kyoshi? >>
Questa volta il ragazzo al cui mi ero rivolto era un tipo con gli occhiali e i capelli marrone sabbia che stava seduto qualche banco più in la ed era intendo a leggere un libro che teneva con una mano, mentre con l’altra sorreggeva un tramezzino che aveva quasi finito di mangiare…
E a quanto pareva il fatto che lo avessi chiamato non gli andava molto a genio, come mi ero aspettato.
<< Possibile che non possa mai passare manco una sola pausa pranzo senza che voi facciate casino? Statevene un po’ zitti, idioti! >>
<< Eh?! A chi stai dando dell’idiota, eh?! >>
Sentendosi insultare in quel modo da Kyoshi l’ormai apparentemente defunto Yosuke sembrò resuscitare e iniziò subito a guardare storto l’altro ragazzo. Kyoshi Egami era un membro del club di basket della scuola e come altezza rivaleggiava con il povero ragazzo sfortunato con le ragazze, ma al suo contrario era un tipo piuttosto serio che non sopportava molto l’essere infastidito per delle piccolezze, per quanto alla fin fine avesse sempre l’educazione di rispondere quando qualcuno gli rivolgeva la parola.
<< Cosa c’è? Sei sordo oltre che idiota? Idiota? >>
<< Ora lo hai detto! Vieni qua che sistemiamo la faccenda! >>
<< Su, su ragazzi! Alle ragazze non piacciono i tipi violenti. >>
<< Quindi se non mi comporto da violento uscirai con me?! >>
All’udire ciò tutti noi altri ragazzi, persino Kyoshi che aveva finito il tramezzino, ci portammo una mano alla faccia increduli dinanzi alla stupidità e disperazione di Yosuke: come diamine poteva ripetere due volte di fila quella scena senza conoscerne già il risultato? Sinceramente stavo iniziando a provare pena per lui, per quanto non riuscì a trattenere le risate quando Masuo ripeté gli stessi movimenti e le stesse parole di prima, facendo nuovamente cadere Yosuke in uno stato di morte apparente.
<< Scusa ma non sei proprio il mio tipo! >>
Non c’era che dire, tutto sommato non ero finito in una classe noiosa, per quanto vi fosse qualcuno in essa sufficiente a far pendere la bilancia dal lato opposto, come mi sarei ritrovato costretto a ricordare nel giro di poche ore…
<< Cosa?! Il mio bentō è vuoto! >>
<< Grazie mille per il cibo: era delizioso. >>
<< Non sono manco riuscito ad assaggiarlo! >>
Ma per il momento mi godevo la pausa pranzo, la quale sinceramente era divenuta una dei miei momenti preferiti della giornata…
 
*
 
Stavo percorrendo i corridoio di uno degli edifici scolastici dopo circa un’ora dal finire delle lezioni, cosa dovuta al fatto che quell’oggi avessi finalmente ceduto alla richiesta di Yosuke di fare un salto al suo club di karate, dal momento che stava cercando di convincermi ad entrare.
Detto questo, sincerante per quanto trovassi divertente la compagnia di quel ragazzo e che fare un po’ di attività fisica di certo non mi dispiaceva, purtroppo non riuscivo a provare interesse con il competere con degli umani che avrei facilmente potuto uccidere a mani nude, per quanto durante l’incontro a cui mi fece prendere parte durante la visita feci finta di non avere alcun esperienza nel combattimento lasciandomi sconfiggere.
“Fin qui nessun problema dal momento che comunque è stato più interessante di quanto mi aspettassi… Ma perché dovevo incontrare proprio lei?!”
La causa del mio malumore era che proprio davanti a me in quel momento vi era Sona Shitori la quale era appena uscita da un’aula e che tra l’altro era in compagnia della vice-presidente del consiglio studentesco, Tsubaki Shinra e ad altre due ragazze molto famose nella scuola con le quali non avevo ancora interagito in quel mese che avevo passato li: Rias Gremory e Akeno Himejima, rispettivamente la più popolare ragazza della scuola e la seconda nella stessa classifica.
<< Zimmer-kun? Che cosa ci fai ancora a scuola a quest’ora? Le lezioni sono finite già da un’ora. >>
<< Vedo che sei amichevole come sempre Shitori… Comunque sono ancora qua solo perché mi sono fermato al club di karate su richiesta di un mio compagno di classe. >>
Come al solito non sembrò piacergli particolarmente che mi fossi rivolto a lei senza usare alcun onorifico, per quanto l’avessi chiamata per cognome e sembrava che non fosse andato a genio neanche a Shinra, la quale iniziò a guardarmi torvo, mentre invece le altre due ragazze sembravano incuriosite dalla situazione.
Ma sincerante ciò mi importava ben poco al momento visto che con una certa mia preoccupazione la *Seito-Kaichou sembrava stesse riflettendo su qualcosa e purtroppo nel tempo trascorso in classe con lei avevo imparato che non fosse un buon segno…
E a quanto pareva non mi sbagliavo.
<< Per caso questo compagno di classe è Tono Yosuke? Lo stesso a cui oggi hai rubato il pranzo? >>
Sinceramente quella era l’ultima cosa che mi sarei aspettato di sentirle dire: come diamine faceva a saperlo? Sicuramente Yosuke o altri di quelli presenti in classe in quel momento non erano andati a fare la spia per una cosa simile, dal momento che per l’appunto la vittima stessa aveva chiuso la questione dopo che gli avevo promesso che la prossima volta gli avrei dato un po’ del mio cibo, per cui sinceramente non avevo idea di come potesse saperlo e ciò mi preoccupava.
“Possibile che mi stia sorvegliando senza che me ne sia accorto?! Questo non va bene…”
Vista la piega che sembrava stesse prendendo la situazione io mi preparai per rilasciare il mio potere demoniaco nel qual caso le cose fossero degenerate, dal momento che di certo non intendevo farmi catturare o altro, ma a quanto pareva i miei timori erano infondati.
<< Oggi avevo mandato Saji a prendere del materiale che ci serviva e mentre tornava  è passato davanti alla nostra classe… Sentendo di come tu avessi rubato il pranzo al tuo compagno. >>
In quel momento avrei seriamente voluto andare a cercare quel ragazzo e riempirlo di pugni, visto che quello che stava succedendo era colpa sua, ma anche tralasciando che fare ciò mi avrebbe causato non pochi problemi,  ora come ora dovevo cercare di risolvere la questione con Shitori.
<< Tanto per essere chiari, non l’ho fatto con la forza e lui stesso mi ha perdonato quando gli ho promesso di dargliene un po’ del mio domani, per cui dov’è il problema? >>
<< Il problema è che rubare il cibo altrui è un qualcosa che non va fatto, indifferentemente dal se dopo si viene perdonati. >>
<< Capirei se si fosse trattato di un furto in piena regola, ma è solo stato uno scherzo amichevole tra compagni di classe. >>
Cercare di ragionare con quella ragazza era una delle cose più stancanti e snervanti che avessi mai fatto in vita mia, per quanto dovessi ammettere che difficilmente si sarebbe potuto trovare una persona più adatta di lei a ricoprire la carica di Seito-Kaichou, anche se era proprio quello il problema per me al momento.
<< Scherzo amichevole o no resta che hai fatto qualcosa di sbagliato e per di più non mi sembri nemmeno pentito di ciò. >>
<< Scusa, potrei farti una domanda? >>
<< Cosa succede? Se pensi di potertene uscire con qualche scusa allora lascia pure star- >>
<< Non ti preoccupi che ti possa riempire la faccia di rughe sin da giovane a preoccuparti in sto modo anche per delle sciocchezze? >>
Nell’udire queste mie parole la ragazza si zittì improvvisamente per poi restare con una faccia a metà tra lo stupito e lo sconcertato, proprio come anche le altre tre fanciulle li presenti…
Ma ciò durò solo pochi attimi visto che subito dopo il volto di Shitori iniziò a tingersi leggermente di rosso mentre mi rivolgeva uno sguardo più truce di qualsiasi altro mi avesse rivolto fino ad ora, scena che sinceramente mi fece iniziare a ridere non poco visto che quella era la prima volta da quando l’avevo incontrata che faceva una faccia così buffa.
<< Ahaha! Allora anche tu puoi fare simili espressioni! Ahaha! >>
<< Che maleducato! Come ti permetti di ridere della Seito-Kaichou!? >>
L’intervento si Shira non fece che divertirmi ancora di più visto come anche lei aveva un espressione abbastanza buffa, ma le mie risate non continuarono a lungo: a quanto pareva anche le altre due ragazze non avevano gradito il mio comportamento.
<< Sona, quindi questo sarebbe lo studente straniero? A quanto pare è persino più maleducato di quanto tu mi abbia detto. >>
<< Dire qualcosa di simile a una ragazza per poi ridere di lei, decisamente un comportamento vergognoso. >>
A quanto pareva avevo esagerato un po’, lo dovevo ammettere, ma visto quanto era stata insistente quella ragazza sinceramente non ero riuscito a trattenermi dal prenderla un po’ in giro, anche perché quello era il metodo più efficace per farla smettere sinceramente.
Ma a questo punto era chiaro che fosse meglio che me ne andassi subito, visto che non solo le ragazze li presenti adesso sembrassero trovare abbastanza sgradevole la mia presenza, ma anche perché non volevo dare il tempo a Shitori di riprendere con la sua ramanzina.
<< Chiedo scusa per essermi lasciato prendere un po’ troppo la mano: domani in classe cercherò di farmi perdonare… Ma adesso sarebbe ora che me ne torni a casa. >>
<< Te l’ho già detto: dopo che si ha fatto qualcosa di sbagliato è già troppo tardi. Comunque per sta volta lascerò stare il tuo commento… Sulle rughe… >>
A questo punto ripresi a camminare per il corridoio lasciandomi alle spalle il quartetto di ragazze, i cui sguardi torvi riuscivo quasi a sentirli sulla mia schiena e mi incamminai per uscire da scuola e tornare a casa…
 
*
 
Ormai gli edifici scolastici erano scomparsi dalla mia vista già da qualche minuto e non sentivo la presenza di nessuno li nei dintorni… Per cui finalmente lasciai andare la risata che trattenevo già da un po’ ma che non potevo rischiare di far udire a quelle ragazze, dal momento che sarebbe stato meglio non compromettere troppo i miei rapporti con loro.
<< Un demone che fa una predica sul non fare cose sbagliate? Scusate ma questo è troppo! Ahaha! >>
In realtà non ero uno di quei demoni convinti che la nostra specie dovesse rappresentare il male del mondo, dal momento che per quanto alcuni ne fossero convinti le cose non stavano così, ma comunque sentire un demone parlare in quel modo restava comunque abbastanza ridicolo soprattutto se in merito a cose simili, per cui non potevo non ridere.
[ Sembra che si stia divertendo, Xylon-sama. ]
“Asami? In questo momento sono fuori casa… Hai preso le dovute precauzioni, vero?”
[ Mi scusi, ma scordarsi cose simili è più da lei che da me. ]
“ Touché, questa te la devo concedere.”
Trovandomi fuori dal mio alloggio che avevo protetto con degli incantesimi per insonorizzarlo in modo che dall’esterno nessuno potesse sentire quello che succedeva all’interno, per contattarmi Asami questa volta aveva utilizzato una via di comunicazione mentale in modo che potessi per l’appunto conversare telepaticamente senza dover parlare e per non dare nell’occhio continuai a camminare verso casa come se nulla fosse.
[ Per caso è successo qualcosa di particolarmente gradevole? ]
“Oggi sono entrato in contatto per la prima volta con Rias Gremory e-“
[  Oh? Ma davvero? Deve essere proprio stato gradevole visto come rideva… ]
“Asami, aspetta! Quello non centra! Stavo ridendo perché l’erede dei Sitri aveva detto qualcosa di ridicolo!”
[ Stia tranquillo, capisco, non c’è bisogno che mi spieghi… ]
“Invece di che c’è ne bisogno: tu non hai capito nulla!”
Prima avevo pensato che avere a che fare con la Seito-Kaichou fosse stancante, ma dovevo ricredermi: ciò era nulla rispetto ad avere a che fare con questa donna e di certo non metteva a rischio la mia vita nello stesso modo! Comunque dopo un paio di minuti in cui provai disperatamente a spiegarle quello che era successo sembrò comprendere…
O almeno così speravo che fosse.
“A volte parlare con te mi fa perdere qualche anno di vita… Comunque per quale motivo mi hai contattato senza attendere che tornassi nel mio alloggio?”
[ Per prima cosa adesso non stiamo parlando: stiamo comunicando telepaticamente e questo è diverso… ]
“…”
[ Comunque l’ho chiamata perché pensavo che volesse sapere ciò che sto per dirle al più presto: siamo riusciti a catturare i soggetti che voleva. ]
“… Perfetto, adesso non resta che aspettare il momento giusto e farli entrare in città senza che se ne accorgano.”
[ A tal proposito, vi è un fatto che penso possa tornarci utile… ]
A questo punto me ne restai ad ascoltare ciò che Asami aveva da dirmi senza tentare di interromperla e più andava avanti con la sua spiegazione, più si allargava il sorriso sulla mia faccia: sembrava proprio che ultimamente stessi diventando una calamita per i colpi di fortuna, visto che ciò che avevo appena sentito era proprio l’ideale per ciò che avevo in programma.
“Perfetto, non posso chiedere di meglio: rendi William con te e procedete... Asami?”
[ Xylon-sama, penso di potermene occupare da sola… ]
“Ancora non lo sopporti? Scusa ma è meglio coinvolgere anche lui per assicurarci che tutto vada bene.”
[ … Come desidera. Allora procederò al più presto… E Yuki vi saluta. ]
“Salutala anche da parte mia e dille che presto se tutto va bene potrà di nuovo vedermi.”
[ Sarà fatto. Allora la saluto… Spero che gradirà la cena. ]
“Eh? Asami? Stai scherzando, vero? Asami? Asamiiiii!”
Nuovamente aveva interrotto la comunicazione senza darmi il tempo di dirle qualcosa, ma da quello che aveva appena detto di una cosa ero certo: quella sera avrei dovuto lottare per poter arrivare vivo alla mattina successiva.
“Trattandosi di un suo piatto non ho scampo, dannazione…”
 
Note:
*Seito-Kaichou: Presidente del Consiglio Studentesco
* bentō: è un vassoio contenitore con coperchio, di varie forme e materiali, adibito a servire un pasto, in singola porzione, preparato in casa o all’aperto. Si tratta di un oggetto comune nella cucina giapponese.
 
Eccomi qua con un nuovo capitolo, il quale devo ammettere non è particolarmente movimentato.
Come penso abbiate notato ho voluto parlare un po’ più nel dettaglio della classe di Xylon e introdurre alcuni suoi compagni di classe che in futuro torneranno certamente a farsi vedere, questo perché per l’appunto volevo dare un po’ più di peso all’ambientazione di sfondo dei giorni quotidiani del protagonista.
A tal proposito dico ancora che spero di essere riuscito a rendere almeno un po’ interessanti questi personaggi…
Ma facciamo adesso un passo indietro e parliamo di Asami: come ormai avrete capito è la stessa bambina che viene menzionata nella Prefazione e tutt’ora si prende cura si Xylon come cameriera, anche se come si è potuto vedere a volte è difficile capire chi comandi tra i due XD
Qui aggiungo un ringraziamento a Shenron 87 perché mi ha dato un’idea carina nella recensione che ha fatto e che per l’appunto ho deciso di mettere in questo capitolo, visto che sinceramente mi sembrava l’ideale per dare una ridimensionata a Xylon XD
Adesso andiamo invece alla parte della storia dove ci sono più scintille: ovvero la discussione con Sona.
Come si è già potuto vedere nel capitolo prima lei e il protagonista non vanno per nulla d’accordo, dal momento che lei è troppo inflessibile e seria anche sulle piccolezze per i gusti di Xylon, motivo per il quale quest’ultimo pur di chiudere la questione esagera un po’ finendo per di più con l’attirarsi l’antipatia anche di Rias e Akeno, che per l’appunto incontra veramente, nel senso che ci parla, per la prima volta solo adesso…
Coincidenza? XD
Alla fine decide di scusarsi per evitare di inimicarsi troppo le ragazze più popolari della scuola e se ne torna a casa… E durante il tragitto possiamo nuovamente assistere a una scena dove si stenta a credere che sia lui il padrone e non Asami XD
Ma scherzi a parte, pian piano sembra che questo suo piano stia procedendo, infatti vi posso assicurare che nel prossimo capitolo le cose si faranno più movimentate e inoltre sono stai accennati anche due nuovi personaggi che appariranno più avanti: uno che si chiama William e con cui Asami non sembra per nulla andare d’accordo e una fantomatica Yuki verso la quale Xylon sembra mostrare una certa tenerezza…
Ma per il momento non vi dico altro XD
Spero di sentirvi nelle recensioni, alla prossima.

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Capitolo 4
*** Life 2 ***


Dichiaro di non avere alcun diritto sul mondo di High School DxD e sui personaggi da esso tratto, a parte personaggi da me inventati e inseriti in tale ambientazione in questa Fan Fiction, inoltre dichiaro che nel caso qualcuno riconosca in ambientazioni o personaggi accenni o ispirazioni a qualcosa su cui hanno diritto e non dovessero approvare allora non esitino a contattarmi: tali evenienze non sono atte a rubare idee o altro e provvederò immediatamente a rimuovere qualsiasi cosa consideriate come un furto di idee o di diritti, dal momento che scrivo questa Fan Fiction solo come svago senza alcun fine collegato al lucro o ad altro di simile.
 
Life 2
 
Sbadigliai, in maniera forse persino esagerata per chi mi stesse guardando, ma sinceramente non vi potevo far nulla: in fin dei conti in quegli ultimi tre giorni avevo chiuso ben poco occhio e ciò era problematico persino per il fisico di un demone.
Se poi si andava ad aggiungere che quell’oggi avevo pranzato piuttosto pesantemente allora di certo non risultava strana la mia sonnolenza, per quanto se la paragonavo a ciò che avevo dovuto patire fino a quella notte sinceramente l’accoglievo con gran piacere.
“Diamine, sembra che sia migliorata dall’ultima volta… Di sto passo finirà seriamente con l’uccidermi!”
In quei giorni ero stato costretto ad andare avanti con pasti leggeri e per nulla soddisfacenti, per quanto sinceramente avessi ben altri problemi che eclissavano questo particolare: alla fine Asami non si era smentita e mi aveva fatto mangiare uno dei suoi piatti speciali, il quale aveva avuto sul mio intestino un effetto persino più disastroso della volta scorsa.
Finale della storia?
Avevo passato ben tre giorni costretto a correre in bagno dopo il benché minimo pasto e ritrovarmi a patire le pene dell’Inferno, per quanto suoni strano detto da un demone, per più di mezz’ora a seduta.
Morale della storia?
La prossima volta che sarò intento a raggirare una donna angelo caduto mi dovrò assicurare che Asami non mi stia spiando!
<< Quello era un sbadiglio bello forte, sicuro di stare bene Zimmer? >>
<< Tranquillo Takeichi, ho solo dormito poco in sti giorni… >>
Al momento ero intento a camminare in giro per l’esterno della scuola insieme a Takeichi e Yosuke, i quali come me avevano da poco finito il pranzo che avevamo deciso di consumare all’esterno, questo più che altro perché Kyoshi aveva iniziato a lanciarci contro i libri di testo come se fossero palle da basket nel momento in cui la nostra conversazione come al solito aveva iniziato a farsi rumorosa.
<< Keh! Dannazione ad Egami! Uno di sti giorni me la paga! >>
<< Rinunciaci Yosuke: potrai anche batterlo a pungi, ma lui ti batterà sempre con le ragazze. >>
<< Gah! Take, dannato! Vuoi ricominciare?! >>
Come al solito quel poveretto era disperato in questione di ragazze e come sempre io non mi facevo problemi a ridere dal momento che sinceramente sarebbe stato uno spreco non approfittare di quanto si potesse rendere ridicolo…
Per quanto dover incassare i suoi colpi di karate e far finta che fossero efficaci a volte fosse un po’ un fastidio.
<< Geh! Guarda che sta volta è stato lui ad iniziare! >>
<< E tu ti sei messo a ridere, danato! Comunque, seriamente parlando, dovresti fare un po’ dall’allenamento: le tue capacità fisiche sembrano essere giusto un po’ sopra la media. >>
Ah! Benedetta ignoranza…
Ok, pessima idea: il solo pensare a quella parola mi aveva causato un’emicrania tremenda che mi sarei volentieri evitato e che faticai a non far notare a quei due.
<< Uhm? Ohi! Quei due non sono i pervertiti del secondo anno di cui si sente parlare? Come si chiamano già… Moto-qualcosa e Makuda? >>
<< Motohama e Matsuda… Comunque che cosa stavi dicendo? >>
Seguendo il dito con cui Yosuke stava indicando notammo che in effetti il duo di pervertiti del secondo anno si trovava non molto distante da li, vicino a un certo edificio.
Fin qui tutto a posto, dal momento che non vi era nulla che impediva una cosa simile, ma il problema era che l’edificio in questione era lo spogliatoio del club femminile di kendo, il quale per l’appunto era stato il soggetto di un certo avvenimento non molti giorni fa…
Avvenimento in cui erano coinvolti anche quei due del secondo anno.
<< Pensavo che avessero chiuso il buco nel muro: in fin dei conti era la cosa più sensata da fare. >>
<< Dannazione a quei due: loro da soli fanno calare a picco la reputazione di noi ragazzi della scuola! >>
<< Beh, a modo tuo anche tu fai la tua buona parte… >>
Sinceramente non mi importava molto di sta cosa della reputazione e per una volta non diedi manforte a Takeichi nel prendere in giro l’amico: al momento ero concentrato su quei due pervertiti, i quali a dirla tutta trovavo davvero fastidiosi.
Come demone non mi sarei di certo messo a fare una paternale sulla lussuria, ci sarebbe mancato altro, ma visto come ero stato cresciuto ed educato non potevo approvare un simile comportamento e anche se al contrario mio loro non avevano Asami, la quale mi avrebbe ucciso se avessi provato a fare una cosa simile, una piccola punizione era d’obbligo.
“Mentre ci siamo tanto vale che a punirli siano le vittime…”
Mentre Yosuke cercava di afferrare l’amico d’infanzia che tutt’ora lo stava sfottendo, io presi a quest’ultimo il sacchetto di carta che fino a poco prima aveva contenuto il suo pranzo e senza soffermarmi a spiegare il perché delle mie azioni mi portai l’apertura di esso alla bocca e inizia a soffiarci dentro, per poi smettere e chiuderlo con una mano una volta che fu ben gonfio.
<< Oh? Sembra che assisteremo a uno spettacolo divertente. >>
<< Cosa? Che sta per succedere? >>
Così, davanti a un trepidante Takeichi e un confuso Yosuke aspettai ancora qualche secondo per poi andare a schiacciare rapidamente con forza il sacchetto di carta con la mano libera, causando così uno scoppio che risuonò nel cortile della scuola…
Spaventando i due pervertiti che andarono in agitazione mettendosi a farfugliare tra di loro, il che fu proprio la reazione che speravo di ottenere e che li fregò.
<< Sembra proprio che le ragazze si siano accorte della loro presenza… E infatti alcune stanno già uscendo, con gli *shinai in mano per giunta. >>
<< Ahahaha! Ben gli sta a quei due! >>
A quanto pareva dopo l’episodio precedente le ragazze del club di kendo avevano preso qualche contromisura, ovvero da quello che si vedeva alcune ragazze non avevano ancora iniziato a cambiarsi ed erano in tenuta da allenamento, motivo per il quale quei due idioti non fecero manco in tempo a fare dieci metri che furono già massacrati di colpi.
Che dire, non c’è niente di meglio di un bello spettacolo dopo una pranzo gradevole, no?
“Uhm? Ma quella…! Diamine! Qui è meglio darsi una mossa e svignarsela!”
Sinceramente non avevo idea del se si stesse già dirigendo li sin da subito o se fosse stata attirata dai rumori, ma in lontananza vedevo avvicinarsi a passo spedito Shitori e sinceramente le possibilità che sorvolasse sulla mia presenza li erano esigue quante quelle che aveva Yosuke di trovarsi una ragazza, per cui afferrai per il colletto i due che si stavano sganasciando dalle risate e iniziai a svignarmela trascinandomeli dietro, per quanto ormai sentissi già sulla mia schiena lo sguardo glaciale di quella ragazza…
 
*
 
Finalmente era finita anche quella giornata di scuola e io mi stavo tirando su il morale al pensiero che dopo l’indomani sarei nuovamente potuto starmene un po’ per i fatti miei senza dover venire ad annoiarmi per ore intere in quell’edificio…
Ma purtroppo avevo fatto i conti senza l’oste.
<< Fermo dove sei, Xylon Zimmer. >>
All’udire la ormai familiare voce mi congelai sul posto per diversi secondi, per poi iniziare a voltare lentamente la testa per vedere chi mi avesse chiamato, ottenendo la risposta che temevo: la *Seito-Kaichou si trovava giusto qualche passo dietro di me.
A dirla tutta avevo già messo in conto tale rischio, motivo per cui suonata la campanella mi ero immediatamente dileguato il più rapidamente possibile per poi mischiarmi con gli studenti delle altre classi fino a che non giunsi in cortile, dove passai poi a nascondermi in un cespuglio per ben un quarto d’ora prima d’uscire e dirigermi ai portoni della scuola, ma a quanto pareva ero stato ingenuo.
<< Certo che ti sai rendere davvero complicato da cercare… Seguimi. >>
Dal momento che temevo avesse a che fare con la faccenda di quell’oggi all’ora di pranzo, per una volta decisi di fare come diceva senza obbiettare e così iniziai a seguirla per il cortile della scuola per poi passare nei corridoio di uno degli edifici scolastici…
Giungendo infine davanti a un vecchio ripostiglio polveroso dove vi era già in attesa Saji, il ragazzo del secondo anno che pochi giorni prima aveva fatto la spia alla sua superiore in merito al come io avessi preso il pranzo di un mio compagno di classe, per quanto poi mi fossi guadagnato il perdono di quest’ultimo.
<< Xylon Zimmer… >>
<>
Il ragazzo sembrava voler ribattere in qualche modo a ciò che avevo appena detto, ma bastò un cenno di Shitori affinché decidesse di tacere e iniziasse a prendere delle scatole dal ripostiglio per poi incamminarsi per portarle da chissà quale parte.
Comunque a questo punto sinceramente non avevo più molta voglia di starmene zitto, per cui decisi che fosse tempo di confermare cosa volesse quella ragazza, ma purtroppo fui preceduto e quello che udì non mi piacque per nulla.
<< Che stai aspettando? Aiuta Saji con il trasporto di queste scatole nella sala multimediale. >>
<< … Come prego? Ho sentito bene? >>
Io avevo deciso di seguirla aspettandomi che mi chiedesse in che modo fossi coinvolto con il caos che vi era stato nella pausa pranzo e che si era concluso con il duo di pervertiti del secondo anno pestati a sangue dalle ragazze del club di kendo, finale che gradii non poco…
E invece lei se ne usciva con questo?!
Ma eravamo seri!?
<< Ah?! Per quale motivo dovrei farlo? Non sono un tuo sottopos- >>
<< Qualche giorno fa non avevi detto che ti saresti fatto perdonare per la tua battuta così sgarbata? >>
Ok, ero stato un ingenuo: in quei giorni pensavo avesse scordato il mio commento sulle rughe, ma a quanto pareva era solamente restata in attesa di una buona occasione per poter riscuotere e alla fine essa sembrava essersi presentata.
Così, per quanto mi rodesse, dal momento che non mantenere la parola avrebbe potuto complicare ancora di più le cose con quella ragazza, decisi di fare quello che mi chiedeva, per quanto il sorrisetto beffardo che aveva in volto fu quasi sufficiente a farmi venire un’ulcera.
<< Ok, lo farò… Ma solo per questa volta. >>
Fortunatamente non vi erano molti scatoloni da trasportare e non erano manco tanto pesanti, perlomeno dal mio punto di vista e a parte il dover fingere il contrario in maniera convincente non ebbi particolari problemi a finire quel lavoro con l’aiuto di Saji, il quale perlomeno anche se non sapeva tenere a freno a lingua sembrava saper lavorare diligentemente.
<< Bene, con questo abbiamo finito: ora io me ne andr- >>
<< Un attimo, non così in fretta Zimmer-kun. >>
Sinceramente a questo punto mi aspettavo che mi incastrasse con qualche altro incarico o che ne approfittasse per farmi una ramanzina sul come ultimamente in classe tendessi ad essere piuttosto sonnolento, cosa di cui dovevo essere grato ad Asami, ma invece accadde qualcosa del tutto inaspettato: quella ragazza mi ringraziò…
E lo fece in merito a due fatti ben distinti!
<< Per prima cosa ti voglio ringraziare per l’aiuto di adesso: avere un solo ragazzo nel Consiglio Studentesco può essere problematico… E poi ti vorrei ringraziare per oggi a pranzo, per quanto il metodo da te usato non sia proprio di mio gradimento. >>
Beh, sinceramente non ero sorpreso che fosse a conoscenza dello scherzo che avevo fatto a quei due pervertiti, dal momento che a quell’ora vi erano un paio di persone a spasso per il cortile, ma non mi sarei mai aspettato che mi ring razziasse: avrei giurato che a tal proposito mi avrebbe fatto una ramanzina per non aver semplicemente fermato quei due invece di aver causato tutto quel caos.
<< Come scusa? Penso di aver le orecchie da pulire: puoi ripetere? >>
<< Ohi! Tu, dannato di un- >>
<< Basta così Saji! >>
No, seriamente, questa volta non stavo tentando di provocarla: stentavo a credere alle mie orecchie!
Ormai era un bel pezzo che quella ragazza mi rivolgeva la parola solamente per farmi qualche predica o per cercare di incastrarmi come era appena accaduto con quegli scatoloni, per cui mi riusciva un po’ difficile fidarmi di ciò che avevo appena udito.
<< Ho detto che ti sono grata per quello che hai fatto oggi: grazie a te quei due non sono riusciti a farla franca. >>
<< Beh, sinceramente l’ho fatto solo perché neanche io sopporto un simile comportamento… Ma piuttosto, dopo la volta scorsa davvero non hanno chiuso il buco dal quale spiavano? >>
Francamente parlando mi riusciva davvero difficile credere che le ragazze del club di kendo non avessero chiuso il foro usato in precedenza dal duo di pervertiti, ma era anche vero che all’ora di pranzo essi erano senz’altro intenti a spiarle da un foro nel muro per cui la cosa mi incuriosiva un po’ e dal momento che davanti a me avevo la Seito-Kaichou mi sembrava l’occasione ideale per saperne di più.
<< Vi è poco da dire a tal proposito: il vecchio buco era stato chiuso, ma a quanto pare ne hanno aperto un altro senza farsi notare. >>
<< … Bisogna ammettere che perlomeno non gli manca la determinazione, per quanto dovrebbero usarla per cose più costruttive. >>
<< Per una volta siamo d’accordo. >>
Inaspettatamente sembrava che per una volta stessi riuscendo ad avere una conversazione quasi gradevole con Shitori, cosa che anche se non mi piacesse particolarmente comunque restava qualcosa di non sgradevole…
Ma a quanto pareva il galoppino della ragazza sembrava ancor più ostile nei miei confronti di quanto lo fosse quando stavo mancando di rispetto alla sua superiore e anche se non potevo esserne certo, sinceramente mi veniva in mente solo un’ipotesi sul perché sembrasse dargli più fastidio quando andavo d’accordo con quella ragazza piuttosto che quando ci litigavo.
“Oh? Interessante, sembra che in futuro potrò divertirmi un po’…”
Beh, tutto sommato quella era stata una discreta distrazione per passare il tempo, ma adesso era il momento che mi congedassi dal momento che la giornata era ancora lunga e io avevo delle cose da fare, per cui per quanto non fosse un dispiacere dovevo salutare Shitori.
<< Ben, se i traslochi sono finiti allora io me ne tornerei a casa. >>
<< Si, grazie ancora per l’aiuto. >>
A questo punto uscimmo tutti e tre dalla sala multimediale, ma prima di andarmene approfittati del come Shitori si fosse un attimo allontanata per chiudere a chiave l’aula e mi avvicinai a Saji in modo da potergli parlare senza che la ragazza potesse udirmi chiaramente, dal momento che volevo confermare i miei sospetti.
<< Auguri con la tua cara Seito-Kaichou… >>
Dopo un primo attimo di confusione il ragazzo comprese che cosa intendessi e il sui viso si tinse leggermente di rosso, così io me ne andai in preda alle risate prima che lui avesse il tempo di rispondermi in un qualsiasi modo e che Shitori potesse chiedermi cos’avessi da ridere in quel modo.
 
*
 
Erano passati solo pochi minuti da quando avevo lasciato la scuola, infatti non ero ancora neanche arrivato al parco dove si era svolto il gran finale del mio appuntamento con Reynalle, ma i miei pensieri volgevano già più avanti nel futuro: ormai era giunto il momento che mi mettessi seriamente in azione.
Dopo un mese intero e i recenti avvenimenti era probabile che non ci sarebbe ancora voluto molto prima che l’erede dei Gremory e quella dei Sitri si rendessero conto della mia vera natura di demone, dal momento che comunque non potevo nasconderla in eterno mentre venivo così spesso a contatto con loro.
“Da quanto mi ha detto Asami dovrebbe già essere quasi tutto pron-!”
<< Hawaa! >>
Improvvisamente mi resi conto di aver urtato qualcosa e insieme a ciò udì una voce, il che era chiaro segno che dovessi aver urato qualcuno, così mettendo un attimo da parte ciò a cui stavo pensando abbassai lo sguardo per vedere se chi avevo urtato stesse bene…
Ritrovandomi a dir poco colto del tutto alla sprovvista nel constare chi fosse la persona in questione, anche perché per via della mia natura non era proprio il genere di persona con cui normalmente preferivo avere a che fare.
“Una… Suora?”
Per terra davanti a me vi era una giovane suora che sembrava essere caduta con il sedere e che si stava massaggiando il naso, il che probabilmente significava che quando mi aveva sbattuto contro lo aveva fatto con il viso, ma sinceramente ciò che attirava la mia attenzione più di ogni altra cosa era il rosario che portava appeso al collo e che mi metteva non poco a disagio dal momento che simili oggetti sono piuttosto nocivi per i demoni come me.
<< Scusami! Ero immerso nei miei pensieri e non ti ho notato! Stai bene? >>
Comunque, non volendo insospettirla, mi sforzai di combattere la mia naturale avversione per quell’oggetto e mi avvicinai porgendole una mano in modo da aiutarla ad alzarsi, ma proprio in quel momento si verificò un’improvvisa folata di vento che fece volare via il velo della suora: da sotto esso vennero rilasciati dei lunghi capelli biondi che iniziarono a riflettere la luce del sole, i quali adornavano un grazioso viso su cui spiccavano due splendidi occhi verdi, i quali per quanto avessero una tonalità che assomigliasse ai miei risultavano essere di un colore decisamente più acceso e vivace.
“Che sia europea? Comunque sembra avere all’incirca la mia età…”
Mentre pensavo a questo, la ragazza mi afferrò timidamente la mano e così io l’aiutai a rialzarsi, per poi prendere subito dopo la borsa da viaggio che le era caduta quando si era scontrata con me: sarò anche un demone, ma sono stato cresciuto come un gentiluomo.
<< Awww! Non c’è bisogno che arriviate a raccogliermi anche la borsa! Comunque la ringrazio per avermi aiutato… >>
<< Mi pare il minimo dopo esserti venuto addosso in quel modo: ancora scusa. >>
<< No, no! Non si preoccupi! Quella è stata anche colpa mia visto che non stavo prestando abbastanza attenzione a dove stavo andando! >>
In base a ciò che stava dicendo e al come sembrasse spaesata, molto probabilmente si era persa e per l’appunto quando ci eravamo scontrati doveva essere intenta a cercare di orientarsi, cosa resa ancor più probabile dal fatto che anche se capivo ciò che diceva, fatto stava che non stava parlando in giapponese e che quindi probabilmente nessuno fino ad ora fosse stato in grado di darle indicazioni: in momenti come quello era davvero utile essere un demone dal momento che come angeli e angeli caduti la mia specie era in possesso di una capacità innata chiamata “Language”, che permette di comprendere e parlare qualsiasi lingua…
Per quanto ciò valesse per l’appunto solo per il parlato e se si voleva imparare lo scritto bisognava comunque studiarlo.
“Ancora tremo ai ricordi delle lezioni della zia... Brr!”
Comunque ero abbastanza sorpreso di vedere una suora in quella città dal momento che in base alle informazioni in mio possesso li non vi fosse più una chiesa consacrata: possibile che si fosse persa al punto tale da sbagliare città?
<< Uhm, è successo qualcosa…? >>
<< Ah? No, stai tranquilla: mi stavo solo chiedendo dove fossi diretta visto che sembri esserti persa. >>
<< Cosa!? Quindi è così evidente?! >>
Colta un po’ alla sprovvista sembrò imbarazzarsi, reazione che trovai alquanto graziosa ad essere sincero e il fatto che assomigliasse molto a una persona a me cara non faceva che peggiorare la cosa, portandomi a provare un po’ di simpatia nonostante fosse una suora.
<< Veramente starei cercando la chiesa di questa città, ma non so parlare giapponese e nessuno riusciva a capire quello che stavo dicendo… >>
<< Un momento, intendi proprio quella di questa città? Di Kouh Town? >>
Vedendo la mia sorpresa la suora sembrò prendersi un attimo per riflettere sulla risposta, per poi annuire timidamente con la testa…
Il che confermava il dubbio che mi era appena venuto e che sinceramente guastò un po’ il mio umore: quella notizia non era un bene, per niente.
“L’unica chiesa della città è una dissacrata… Che tra l’altro secondo i rapporti di Asami è il covo di quel gruppo di angeli caduti!”
Se lei era diretta li allora significava che quasi certamente era un’eretica e per di più alleata di Reynalle, il che di conseguenza la rendeva una mia probabile futura nemica.
Beh, a dirla tutta anche se fosse stata una regolare suora probabilmente lo sarebbe stata, ma di fatto cercavo di non attaccare briga con la chiesa e gli angeli, più che altro perché al contrario dei caduti che si immischiavano di più nelle vite delle persone comuni, loro mi davano meno fastidio.
“Che situazione spiacevole: sembra una brava ragazze e sinceramente non percepisco nulla di pericoloso in lei… Ma resta un’assai probabile nemica.”
In quel momento stavo seriamente considerando anche l’opzione più sgradevole, ovvero eliminarla mentre ne avevo facilmente l’occasione dal momento che se era stata chiamata come rinforzo allora doveva esserci un buon motivo…
E a quanto pareva tali cupi pensieri si stavano rispecchiando sul mio volto dal momento che la suora sembrò iniziare a provare un certo timore nei miei confronti, per quanto non fosse ancora a un livello tale da poter essere considerato paura.
<< Uhm… Vi sto forse infastidendo? Se si allora le chiedo scusa! Tolgo subito il distur- >>
<< Vieni, ti mostro la strada per andare alla chiesa. >>
Probabilmente anche per via del come la mia espressione fosse improvvisamente tornata quella cordiale di pochi attimi fa, la bionda sembrò restare spaesata per diversi secondi, per poi riprendersi improvvisamente mentre il suo volto sembrava illuminarsi.
<< D-davvero?! È proprio sicuro che non sia un fastidio? >>
In tutta risposta alla sua domanda, io raccolsi il velo che le era caduto giusto pochi attimi prima e l’aiutai a rindossarlo, per poi rivolgerle un caldo sorriso: alla fin fine sembrava che io fossi ancora un po’ troppo tenero, soprattutto con chi mi ricordava qualcuno di a me caro.
<< Sta tranquilla, tanto non ho altro da fare. >>
<< Quindi mi aiuterà davvero?! Che Dio la benedica! >>
A questo punto iniziai a fargli strada sempre con in volto un’espressione cordiale, come se tutto fosse normale e mi stessi semplicemente limitando per l’appunto ad aiutarla senza il benché minimo problema…
Ma in realtà in quel momento la testa mi stava uccidendo!
“Dannazione! Capisco che mi volesse ringraziare, ma la benedizione di Dio è una delle ultime cose che serve a un demone! Che male!”
 
*
 
Dopo una manciata di minuti, più di quanto ci mettessi di solito visto che avevo dovuto adeguare il mio passo a quello della suora, finalmente giungemmo davanti al solito parco nei cui pressi passavo sempre per tornare a casa e dove qualche giorno prima vi aveva avuto luogo il climax dell’appuntamento con quella donna angelo caduto, la quale comunque non mi aveva mentito almeno su una cosa: effettivamente quel parco era davvero dove in teoria la strada verso le nostre rispettive case si separava, cosa che all’epoca sapevo già dal momento che avevo ricevuto informazioni sul come la chiesa sconsacrata della città fosse con molta probabilità un covo di angeli caduti.
“Da allora non ho più ricevuto rapporti particolari sulle loro azioni… E adesso mi ritrovo a fare da scorta ai loro rinforzi: sinceramente non so se dovrei ridere o cosa.”
Ormai stavamo per lasciarci alle spalle il suddetto parco, quando improvvisamente da esso iniziammo a sentire il pianto di un ragazzino e infatti quando mi voltai per controllarne la causa vidi poco distante da noi un bambino che pareva appena essere ruzzolato per terra, con accanto la madre che cercava di calmarlo.
Francamente quelli non erano affari miei ed ero sul punto di voltarmi e andarmene, quando mi accorsi che la biondina era ormai già sul punto di chinarsi vicino al ragazzo: a quanto pareva voleva aiutare la madre a calmarlo.
<< Su, su, i ragazzi non dovrebbero piangere per una ferita lieve come questa. >>
Inizialmente pensai che volesse solamente tranquillizzarlo visto come iniziò ad accarezzargli la testa e per quanto fosse inutile che gli rivolgesse la parola, visto che di certo non era in grado di comprendere ciò che lei gli stava dicendo, non potei che non ammirare quella suora per la sua gentilezza dal momento che in vita mia ne avevo conosciute alcune che di ciò che ci si aspettava da una suora non avevano niente…
Ma poi vidi che dalla mano che aveva posato sul ginocchio lievemente ferito del bambino iniziò ad emanarsi una tenue e gentile luce verde, la quale sembrò iniziare subito a far scomparire i graffi: ora comprendevo il motivo per cui una persona completamente priva di capacità combattive come lei fosse stata mandata li come rinforzo.
“Prima pensavo che avesse qualche capacità nascosta, dal momento che una ragazza con solo quel potere magico e nei cui movimenti non si poteva notare un minimo di addestramento non sarebbe di certo potuta essere utile… Ma ora tutto assume un senso.”
Quella suora aveva chiaramente dei poteri curativi e dal momento che nella mia vita avevo avuto più volte a che fare con individui con esse, ero abbastanza certo che il suo potere derivasse da una *Sacred Gear: un potere donato agli umani da Dio, per farla breve. Di certo un simile elemento anche se non in grado di combattere sarebbe stato un’aggiunta preziosa alle loro fila, al punto tale che iniziò a farmi avere dei seri dubbi sul se avrei davvero dovuto portarla incolume al loro nascondiglio.
“I suoi poteri potrebbero seriamente rivelarsi fastidiosi…”
Mentre tornavo ad avere pensieri tanto cupi la bionda finì di curare il ragazzo e questi, mentre la madre chiaramente spaesata per l’accaduto lo trascinava via in tutta fretta, ringraziò con un gran sorriso la suora per ciò che aveva fatto.
A questo punto lei si voltò verso di me un po’ titubate e tirò fuori un attimo la lingua facendo una smorfia che sinceramente per quanto adorabile non si poteva negare avesse un tocco di malandrino: sinceramente ero sorpreso che fosse il tipo da fare quel genere d’espressioni.
<< Scusami, mi dispiace, ma ho dovuto farlo. >>
Dopo che tradussi per lei ciò che il ragazzo aveva detto, dal momento che se no lei non sarebbe stata in grado di comprenderlo, il sorriso sul suo volto si allargò ancor di più ed inizio a ridacchiare felice di essere stata d’aiuto, ma sinceramente adesso non ero in vena di farmi contagiare da quella felicità: dovevo prendere una decisione sul da farsi.
<< Quel potere… >>
<< Si, è il potere di guarire: un’abilità speciale che Dio mi ha donato. >>
Mentre diceva tali parole, per quanto la felicità non fosse ancora del tutto sparita dal suo volto e nella sua voce si potesse chiaramente percepire la gratitudine, sinceramente allo stesso tempo era difficile non notare un’ombra di tristezza, la quale non mi sorprendeva e difficilmente avrebbe sorpreso qualcuno che in vita sua aveva incontrato diversi possessori di Sacred Gear: vi erano si casi in cui tali poteri finivano con il far divenire i loro possessori degli individui stimati e benvoluti, ma nella maggior parte dei casi purtroppo coloro che possedevano tale potere si ritrovavano ad avere una vita tutt’altro che piacevole dal momento che esso gli estraniava dal resto degli umani e li rendeva il bersaglio di razze soprannaturali.
<< Capisco, una Sacred Gear in grado di curare… >>
<< Eh? Scusi, che ha detto? >>
A questo punto, senza preavviso, iniziai a rilasciare giusto un po’ del mio potere demoniaco, non tanto da risultare effettivamente minaccioso, ma giusto quel tanto che era necessario per mettere a disagio una persone normale e far comprendere la mia natura demoniaca a chi mi stesse dinanzi…
E infatti la suora si allarmò immediatamente, per quanto molto meno di quanto mi aspettassi: più che in guardia sembrava solamente colta di sorpresa.
<< Penso che adesso tu lo abbia capito, ma io sono un demone. >>
Detto ciò smisi subito di lasciar fluire il potere al di fuori del mio corpo dal momento che non intendevo attirare attenzioni indesiderata, ma ormai ciò avrebbe dovuto essere sufficiente a far capire alla biondina in che situazione si trovasse: adesso volevo vedere che razza di reazione avrebbe avuto, poi avrei deciso come risolvere la questione.
<< Inoltre, sono anche in pessimi rapporti con i tuoi compagni che ti aspettano alla chiesa: giusto qualche giorno fa mi sono scontrato con una di loro. >>
A questo punto lei avrebbe certamente iniziato a mostrarmi aperta ostilità o paura, dal carattere e dal fatto che non sembrasse avere doti combattive la seconda sinceramente era più probabile e in base a ciò avrei anche potuto valutare se fosse o no in grado di mantenere i nervi saldi mentre sottoposta a un pericolo diretto, il che avrebbe inciso non poco su una sua effettiva utilità in battaglia e di conseguenza sul se fosse un fastidio che avrei fatto meglio a levarmi subito dai piedi…
Ma con mia gran sorpresa non accadde nulla di ciò che mi aspettavo.
<< Non so per quale motivo vi siate scontrato con una dei miei compagni… M-ma visto come mi avete aiutata non penso siate una cattiva persona, per cui non capisco cosa stiate cercando di dirmi. >>
A questo punto fui io quello dei due che si ritrovava con uno sguardo sorpreso in volto: che una suora avesse quel genere di comportamento anche nei confronti di un umano che aveva commesso crimini era ancora comprensibile, in fin dei conti predicavano di essere caritatevoli e compassionevoli…
Ma che ce lo avesse con un demone!? Incomprensibile!
Per esperienza personale sapevo bene che la chiesa non era magnanima nemmeno con individui che osavano avere ripensamenti sul se tutti i demoni dovessero venir uccisi, cosa che valeva anche per gli angeli caduti, eppure qui davanti a me avevo una suora chiaramente molto credente, cosa che ammettevo essere strana dal momento che doveva essere un’eretica e quindi il suo attaccamene a Dio era ancora stranamente forte, e per di più inviata in rinforzo di un gruppo di angeli caduti, che mi diceva in faccia che non mi temeva solo perché l’avevo aiutata?!
“Possibile che coinvolgano una così ingenua in un’operazione in un territorio pericoloso come questo?!”
Francamente ero rimasto spiazzata dall’innocenza e dall’ingenuità di quella ragazza, al punto tale che il come occuparmi di lei mi era passato di mente, e il fatto che continuasse a fissarmi con quei suoi occhi verdi quasi come se avesse un punto di domanda sulla testa sinceramente non mi aiutava…
“Bah, dannazione! Se la togliessi di mezzo rischierei solamente di attirare l’attenzione su di me!”
Mentre con una mano iniziavo a grattarmi la testa in preda a un attacco di frustrazione, mi voltai e dopo essermi incamminato feci cenno con l’altra mano alla suora di seguirmi: l’avrei portata a destinazione.
Vedendo questo, sul suo volto comparve nuovamente un sorriso e prese a venirmi allegramente dietro, cosa che non faceva altro che peggiore la situazione dal momento che tanto per iniziare adesso ero in quelle condizioni proprio per via della sua ingenuità disarmante.
“Se Rob e Kain mi vedessero in questo momento non oso immaginare le critiche e le battute…”
Tanto per essere chiari, era vero che se l’avessi eliminata allora vi era il rischio che le cose si complicassero: i caduti di certo mi avrebbero preso maggiormente di mira e vi era anche il rischio di attirare l’attenzione dell’erede dei Gremory e di quella dei Sitri prima che avessi finito di preparare il terreno.
Per cui se la stavo risparmiando non era solamente perché avevo problemi ad eliminare una così pura e innocente ragazza…
Anche se avevo l’impressione di star cercando di convincere me stesso pensando ciò.
“A volte preferirei che fosse più facile trarmi in inganno…”
 
*
 
Dopo gli avvenimenti al parco continuammo a camminare senza scambiarci la benché minima parola, per quanto il modo in cui la biondina stesse continuando a venirmi allegramente dietro dopo tutto ciò che avevo detto era sufficiente a farmi desiderare di avvicinarmi al muro più vicino e iniziare a sbatterci contro la testa con quanta forza ne fossi in grado.
Fortunatamente quella situazione così, beh, sinceramente non sapevo se definirla problematica o imbarazzante visto che mi sentivo un idiota mollaccione, non durò ancora a lungo: dopo qualche altro minuto eravamo ormai in visa della suddetta chiesa, dalle cui finestre si poteva scorgere il bagliore di una luce, prova che nonostante l’aspetto decadente all’interno vi era qualcuno.
<< Non posso accompagnarti oltre questo punto, altrimenti finirei quasi certamente con il dover combattere. >>
<< Ne siete proprio sicuro? Vorrei perlomeno offrirvi una tazza di tè…? >>
Nuovamente mi ritrovavo a fissarla con uno sguardo da ebete tanto ero sconcertato: ma davvero non mi stava prendendo in giro?! Per quanto fossi certo che non avesse strane intenzioni il fatto che mi volesse offrire del tè a quel punto sinceramente mi faceva dubitare di me stesso.
“Sono abituato a trattare con tipe problematiche, ma lei è di tutt’altro tipo rispetto a loro…”
Ora come ora se avessi voluto avrei ancora potuto agire, ma il fatto che tutt’ora non riuscissi a percepire il benché minimo intento ostile da lei, unito al fatto che comunque mi ricordava un po’ qualcuno di a me caro, continuava a fermarmi: purtroppo non ero ancora tanto spietato da riuscire ad eliminare a sangue freddo un’innocente solamente perché faceva parte di un’altra fazione, debolezza che mi era già stata rinfacciata non una sola volta.
<< Ah! Non mi sono ancora presentata! Io mi chiamo Asia Argento… Posso sapere il vostro nome? >>
Seriamente?! Adesso tirava persino fuori le presentazioni?!
Avevo come l’impressione che se non avessi chiuso in fretta la questione quella notte avrei passato tutto il tempo a dare testate al muro, cosa che non mi garbava minimamente visto che avevo cose ben più costruttive e utili a cui avrei voluto dedicarmi.
<< … Xylon… Io mi chiamo Xylon Zimmer. >>
<< Ehm, posso chiamarti Xylon-san? >>
Ok, basta! Dovevo chiudere li la faccenda all’istante o mi sarei sentito un completo idiota!
In preda all’ennesimo scatto di frustrazione, purtroppo avevo perso il conto dopo il ventesimo avuto dopo gli avvenimenti al parco, diedi le spalle alla suora e inizia ad allontanarmi per tornare a miei affari…
Ma prima di andarmene decisi di dirle dirle un’ultima cosa.
<< Prima che me ne vada voglio darti un consiglio: se ci dovessimo mai incontrare come un demone e un’alleata dei caduti ti consiglio di non pensarci su due volte prima di scappare. >>
Quell’oggi era andata com’era andata visto che da lei non avevo percepito alcun intento ostile nei mie confronti e dal momento che la sua ingenuità mi aveva spiazzato, ma se ci fossimo mai incontrati come nemici, cosa assai probabile, allora non avrei esitato ad eliminare un elemento tanto problematico da un punto di vista strategico: in battaglia la pietà poteva solamente causare problemi a se stessi e ai propri alleati.
<< V-vedrò di tenerlo a mente… Spero di poterti rivedere prima o poi in modo da ringraziarti a dovere: grazie ancora Xylon-san! >>
Detto questo la suora si voltò a sua volta e inizio a camminare per conto suo verso la chiesa, con un andazzo leggermente gioioso, mentre io me ne restavo li impalato a fissarla con sguardo vuoto e assente: alla fine la figura dell’idiota l’avevo fatta, purtroppo.
“… Sarà meglio tornare a casa.”
Cercando di far finta con me stesso che non fosse accaduto nulla, inizia a ripercorrere la strada fatta per arrivare fino a li in modo da tornare al parco per poi dirigermi verso casa mia, dove avrei potuto dedicarmi alle mie solite attività e scoprire quante mie testate ci volessero per sfondare un muro di cemento…
[ Per caso la sto contattando in un brutto momento? Mi è parso di cogliere qualcosa a proposito di un muro di cemento. ]
“Asami!?”
Non ero ancora neanche arrivato in vista del parco, quando senza preavviso nella mia testa potei udire la voce di Asami: tralasciando il come quello fosse un brutto momento per me a causa dell’incontro con quella suora, sinceramente aveva rischiato non poco visto che se mi avesse contattato pochi minuti prima, mentre ero vicino alla base degli angeli caduti, avremmo potuto correre un rischio non ignorabile.
“Asami, lasciati dire che questa volta hai rischiato non poco.”
[ ! Davvero? Allora le chiedo venia… ]
“Lascia stare: fortunatamente alla fine non è successo… Piuttosto, se mi hai di nuovo chiamato senza prima avere conferma che fossi tornato nell’alloggio vuol dire che hai notizie importanti: di che si tratta?”
Sinceramente era davvero raro che lei corresse dei tali rischi, soprattutto a così brevi intervalli di tempo come in quei giorni, per cui con ogni probabilità doveva dirmi qualcosa di davvero urgente e avevo un sentore in merito a che cosa fosse…
[ Dice bene, ho notizie che penso sarà lieto d’udire: le confermo che i preparativi sono stati ultimati. ]
Come pensavo si trattava proprio di quello, il che era decisamente un bene dal momento che adesso avevo qualcosa di decente sul cui concentrarmi in modo da mettere da parte l’incontro con la suora e la conseguente frustrazione…
Almeno per il momento.
“Bene, finalmente potrò mettermi seriamente in azione… E Asami.”
[ Si, Xylon-sama? Cosa succede? ]
“A dire la verità vorrei che tu mi procurassi alcune informazioni…”
 
*
 
[Narratore: Rias ]
 
Era divenuta notte ormai da un po’ e io, Rias Gremory, mi stavo avvicinando a un vecchio capannone insieme al resto del Club di Ricerca dell’Occulto, i miei fedeli servitori: quella notte avremmo dovuto prenderci cura di qualcosa di piuttosto problematico e indesiderato per noi demoni.
<< Ara, ara, era da un po’ che non ci capitava una richiesta simile… Vero Buchou? >>
<< In effetti hai ragiona Akeno, ma per quanto non sia gradevole è di certo una buona occasione per poter fare un po’ di allenamento sul campo. >>
Mentre parlavo tranquillamente con Akeno allo stesso tempo continuavo ad avvicinarmi all’edificio dove avremmo dovuto prenderci cura del fastidio: a quanto pareva li si era stabilito un demone-esiliato, il quale negli ultimi tempi aveva iniziato ad attirare delle persone per poterle uccidere e divorare…
Era imperdonabile che osasse fare una cosa simile nel mio territorio!
<< Odore di sangue… >>
Ad aver parlato era stata la mia torre, Koneko, la quale come al solito dimostrava di avere degli ottimi sensi, per quanto l’idea che in questo momento lei stesse sentendo un odore tanto sgradevole non mi garbava di certo, dal momento che oltre ad essere chiaro segno che le vittime del nostro obiettivo non erano state poche, allo stesso tempo era comunque un fastidio per uno dei miei cari servi.
<< Buchou, se permette vorrei andare avanti io. >>
Adesso invece, quello che si era proposto di entrare per primo nell’edifico era stato Yuuto, il mio cavallo, il quale come al solito si dimostrava affidabile, per quanto a volte mi dava l’impressione di impegnarsi persino un po’ troppo…
<< Vai pure, ma fa attenzione: non dimenticarti che abbiamo a che fare con un pericoloso demone-esiliato. >>
Con Yuuto ad aprire la strada e Koneo giusto due passi dietro a me e Akeno, entrammo infine nel vecchio magazzino, il quale effettivamente sembrava completamente abbandonato: anche guardando in giro sinceramente non vi era alcuna traccia che potesse far pensare che li fossero morte delle persone, anche se osservando la mia torre era chiaro che all’interno l’odore di sangue, per quanto io non lo percepissi ancora, si era fatto più forte.
“Non c’è dubbio, il posto deve essere questo…”
Anche se non avessimo avuto Koneko che poteva confermare che in quel posto vi era qualcosa di sgradevole, i dubbi sarebbero comunque stati assai pochi dal momento che trovavo difficile credere che le informazioni ottenute e forniteci dall’Arciduca potessero essere sbagliate…
E infatti non dovemmo attendere molto prima che il nostro obbiettivo rivelasse la sua presenza.
<< Sento l’odore di qualcosa di disgustoso… Ma posso anche sentire qualcosa di delizioso: È dolce? È aspro? >>
Come ci si poteva aspettare la sua voce era decisamente sgradevole: roca e bassa, quasi come se ci stesse parando da sotto un cumulo di terra. Per quanto non fosse la prima volta che io e i miei servi avevamo a che fare con esseri della sua risma, restava comunque un qualcosa che ne io ne loro saremmo mai riusciti a trovare gradevole o anche solo non sgradevole.
<< Demone esiliato Vaizor: siamo qui per eliminarti. >>
<< Kwakwakwakwa!... Così sei tu il demone che sovraintende questa zona? Non vedo l’ora di colorare il tuo corpo con lo stesso rosso dei tuoi capelli! Kwakwakwa! >>
Mentre continuava a ridere in quella maniera sgraziata esso iniziò a muoversi, avvicinandosi a noi ed uscendo finalmente dall’ombra, rivelando così il suo orrido aspetto: mentre la parte superiore del suo corpo era quello di una donna le cui mani reggevano una lancia, quello inferiore era di un mostro dalle robuste zampe con artigli affilati, oltre a una coda di serpente che ricordava quella che in molte raffigurazioni avevano le chimere.
<< Il suo aspetto è anche più sgradevole della sua voce… >>
Sinceramente io e gli altri miei servi non potemmo non essere d’accordo con Akeno, dal momento che in qualsiasi modo lo si guardasse quell’essere era un abominio la cui esistenza non doveva essere consentita e questo non solo per il suo aspetto sgradevole: un demone-esiliato era un demone che aveva tradito e spesso ucciso il suo padrone, un essere senza regole che non poteva far altro che causare problemi ovunque andasse.
<< Hai tradito il tuo master e dopo ciò ti sei messo ad agire senza ritegno commettendo più infrazioni, azioni per cui meriti la morte: nel nome dei Gremory sarò lieta di eliminarti! >>
<< Kwakwakwa! Sembri avere molta fiducia in te… Ha! >>
Emettendo un fastidioso verso con quella sua voce Vaizor scattò verso di noi, ma essendo già pronto a una tale eventualità Yuuto scattò praticamente nello stesso momento e grazie alla sua notevole velocità derivante dall’essere un cavallo riuscì a percorrere la distanza che li separava molto più rapidamente del suo avversario, finendo con l’essere lui quello che si gettò all’attacco per primo.
<< Ti impalerò come un bello spiedino! >>
Gridando ciò quell’essere tentò effettivamente di impalare Yuuto…
Ma a una velocità tale che persino io se non fossi restata vigile non sarei stata in grado di seguire, lui schivò l’affondo e quasi in contemporanea generò una spada demoniaca con la sua Sacred Gear per poi utilizzarla per amputare entrambi gli arti superiore di Vaizor, causando così uno zampillare di sangue e un altro sgradevole grido anche se sta volta il fatto che fosse di dolore migliorava un po’ le cose.
<< Gyaaa! Le mie braccia! Le mie braccia! >>
Intento com’era a gridare in preda al dolore il nostro nemico non si accorse che Koneko si stava avvicinando e quando ormai se ne rese conto lei si trovava già di fianco a lui, cosa alla cui reagì cercando di schiacciarla con una delle sue massicce zampe…
Un tentativo assolutamente inutile.
<< Cosa!? Non è possibile! >>
Ad avere causato una simile reazione in quell’essere era il fatto che la mia piccola torre fosse riuscita a fermare la sua zampa senza sforzo e per di più utilizzando una sola mano: a vederla, per via della sua figura minuta, poteva sembrare che fosse debole e fragile, ma attualmente nel nostro gruppo era lei a possedere maggiore forza fisica.
<< Vola… >>
Dopo averlo sbilanciato lasciando andare improvvisamente il suo piede, Koneko saltò in modo da arrivare all’altezza del suo stomaco e a questo punto vi tirò un pugno con tutta la sua forza, riuscendo così a scagliare via il massiccio corpo alto cinque metri di quello sgorbio, il quale volò per diversi metri prima di ruzzolare sgraziatamente per terra.
<< Akeno, ti dispiacerebbe? >>
<< Con piacere Buchou. >>
Detto questo la mia regina iniziò a camminare tranquillamente verso quel mostro mentre ridacchiava: sinceramente a volte il suo carattere sadico dava qualche problema persino a me.
Comunque bisognava ammettere che perlomeno a Vaizor non mancava la tenacia, dal momento che anche dopo che Yuuto gli aveva amputato le braccia e che Koneko l’aveva colpito così duramente allo stomaco egli aveva ancora le forze non solo per tentare di rialzarsi, ma anche per guardare torvo Akeno, la quale sembrava trovare ciò divertente.
<< Ara, ara, sembra che ti sia rimasta ancora un po’ d’energia: vediamo se questo basta a farti calmare. >>
Giusto un istante dopo aver detto ciò, lei sollevò una mano verso il cielo e quasi nello stesso istante in aria si generò dal nulla un fulmine che andò a colpire con tutta la sua forza il demone-esiliato, facendolo nuovamente urlare e lasciandone il corpo bruciacchiato e fumante…
Ma a quanto pareva neanche quello era ancora abbastanza per far sparire quella luce di sfida dai suoi occhi.
<< Oh, ammetto che questa è una sorpresa: sembra che tu possa riceverne altri, fufufu. >>
Neanche il tempo che finisse di parlare che già aveva ricominciato a lanciare fulmini senza sosta sul corpo ormai martoriato di quell’essere, il che era una chiara dimostrazione di quanto fosse sadica con i nemici: se avesse voluto avrebbe potuto facilmente finirlo, ma invece di fare ciò stava volontariamente dosando la potenza dei sui fulmini in modo da poter prolungare le sofferenze di quell’abominio, cosa che sinceramente potevo comprendere.
<< Quanti altri dei mie fulmini sarai in grado di ricevere, Monster-san? Fufufufu. Comunque cerca di non morire ancora: a finirti deve essere la mia padrona, ohohohoho! >>
La mia migliore amica continuò per una buona manciata di minuti a scaricare addosso a quell’essere i suoi fulmini, poi alla fine si fermò e dopo che io ebbi confermato con un cenno della testa lei si fece indietro mentre inizia ad avvicinai a quel mostro che ormai aveva perso la voglia di combattere: era tempo di finire il lavoro.
<< Le tue ultime parole? >>
<< … Uccidimi. >>
Sinceramente quella era la risposta più sensata che potesse dare dal momento che ormai non aveva modo di salvarsi e che lanciare delle imprecazioni sarebbe stato solo uno spreco di fiato: come considerazione di ciò decisi che perlomeno gli avrei dato una morte veloce e il più indolore possibile, dal momento che anche se per noi demoni era un criminale io non avevo nulla di personale contro questo misero essere.
<< Quindi è così? Allora spar-! >>
Proprio quando stavo per dargli il colpo di grazia udì un rumore sopra di me e feci giusto in tempo a scattare all’indietro per evitare qualcosa che cadde proprio nel punto in cui mi trovavo, cosa che sembrò capitare anche ai miei servitori.
<< Chi è stato? Palesati! >>
Iniziammo a sentire altri rumori provenienti dal soffitto immerso nell’ombra e osservando meglio ciò che era caduto mi resi conto che non fosse un normale oggetto: si trattava di enormi ragnatele che proseguivano fino al soffitto!
“Che sta succedendo? Un’imboscata?! Ma Vaizor avrebbe dovuto essere un demone solitario!”
Dopo qualche altro istante finalmente gli artefici di ciò che era appena accaduto si palesarono e io compresi che eravamo finiti in una situazione piuttosto scomoda: attaccati al soffitto e a testa in giù vi erano ben sei mostri che come Vaizor avevano la parte superiore del corpo di un umano e quella inferiore di un mostro, solo che nel loro caso esso era quello di enormi ragni dalle spesse zampe pelose.
<< Tsk! Quell’idiota di Vaizor non è stato neanche in grado di distrarre sti mocciosi! >>
Poco dopo che udimmo una voce persino più roca di quella del mostro tutt’ora a terra fumante, dal soffitto cadde nuovamente qualcosa proprio su quest’ultimo, ma questa volta si trattava di qualcosa di vivo: a sormontare l’ormai morente Vaizor vi era un mostro dello stesso tipo degli altri attaccati al soffitto, ma al contrario di loro la peluria del corpo inferiore ricopriva anche quella superiore e al posto di una bocca aveva le fauci di un ragno.
<< Ti avevamo solamente ordinato di distrarli in modo che li potessimo catturare! Sei inutile! >>
Dicendo ciò sfondò il cranio di Vaizor con una delle sue zampe, sporcando il pavimento con il suo sangue e frammenti del suo cervello: uno spettacolo davvero sgradevole.
Approfittando del fatto che quell’essere volesse martoriare ancora un po’ il cadavere, mi voltai leggermente verso l’entrata, constatando con dispiacere che uno di quegli esseri l’aveva già bloccata usando delle travi di ferro e quella ragnatela, dalla quale per di più percepivo del potere demoniaco, segno che non era semplice ragnatela.
<< Questo non era previsto: chi siete voi? >>
<< Oh! Scusami per la maleducazione principessina dei Gremory: io sono Racknos, mentre questi sono i miei figli. >>
Più passava il tempo e più di quegli esseri sembravano spuntare fuori dai meandri di quel magazzino, fino a che io e i miei servi non fummo circondati da almeno una decina di quegli abomini, più l’essere che si era definito Racknos…!
“Un momento, ha detto di chiamarsi Racknos? Se non mi sbaglio…”
Quel nome lo avevo già udito in precedenza, in un rapporto che parlava di un pericoloso demone-esiliato che dopo aver ucciso il proprio padrone aveva iniziato a mettere su una sua tribù e a seminare vittime in diversi luoghi, ma sinceramente vi era qualcosa che non tornava in tutto questo.
<< Rispondimi: se sei davvero il demone-esiliato Racknos, allora che ci fai qui in Giappone? Da quello che so due settimane fa saresti dovuto trovarti in Inghilterra e non ho ricevuto notizie sulla tua presenza qui in città. >>
Dire che stentassi a credere che l’Arciduca non fosse a conoscenza di un fatto simile sarebbe stato un eufemismo, ma allo stesso tempo non credevo che potesse averlo omesso intenzionalmente o anche solo scordato, per cui quella questione non quadrava e inoltre vi era anche un altro particolare che non corrispondeva alle informazioni in mio possesso…
Ma al momento ero più concentrata sulla reazione di quel mostro alla mia domanda, dal momento che invece di rispondermi in un qualche modo sprezzante come mi ero aspettata egli sembrò invece innervosirsi non poco, altra cosa che sinceramente dal mio punto di vista non aveva senso.
<< Q-questi non sono affari tuoi! Tu e i tuoi seri dovete solamente starvene buoni e morire! Figli miei, prendeteli! >>
In risposta alle parole del loro orrido genitore, gli altri abomini iniziarono ad animarsi e ad avvicinarsi a noi con intenti chiaramente ostili, i quali eravamo pronti a ricambiare con l’aggiunta degli interessi: senza perdere tempo Akeno alzò nuovamente una mano verso l’alto e giusto un istante dopo diversi fulmini caddero su quei mostri…
Ma con grande sorpresa di tutti noi essi impattarono contro delle ragnatele tese da quei mostri, le quali anche se non li fermarono li indebolirono visibilmente e li rallentarono, dando modo ai nostri nemici di schivarli e uscire praticamente illesi da quell’attacco.
<< Sorpresa, erede dei Gremory? Non pensare che io e i mie figli siamo spazzatura come Vaizor! Le nostre ragnatele hanno un alto tasso di resistenza ai poteri magici e demoniaci: non riuscirete a ferirci tanto facilmente! Kakakaka! >>
Mentre noi ci mettevamo in guardia visto come i nostri nuovi avversari sembrassero essere decisamente più problematici del precedente, tutti e dieci i figli o figlie che fossero iniziarono a tessere enormi ragnatele per tutto l’interno del magazzino, per poi sfruttarle per muoversi e venirci contro mentre emettevano grida stridule.
<< Kakaka! Preparati a divenire la nostra cen-! >>
La risata di Racknos cessò nel momento stesso in cui uno dei suoi figli cadde a terra con quasi metà del corpo che sembrava essere scomparso nel nulla, ma attualmente le cose non stavano così: a far sparire quella porzione del suo corpo ero stata io colpendolo con una sfera di potere della distruzione, la quale aveva annientato anche tutte le ragnatele che aveva incontrato sul suo percorso come se nulla fosse.
<< A quanto pare neanche le vostre ragnatele sono in grado di resistere al mio potere della distruzione… E adesso preparatevi! In nome dei Gremory porrò fine a tutte le vostre miserabili vite! >>
Più irritato per il fatto che le cose non stessero andando come aveva pianificato, più che per la morte di un suo figlio, Racknos diede nuovamente ordine di attaccare e si unì a sua volta all’assalto, per quanto la mia recente dimostrazione sembrava aver reso lui e la sua tribù più vigili nei miei confronti, motivo per il quale cercavano di non scoprirsi troppo.
<< Miei adorati servi: eliminate questi esseri! >>
Mentre il capo in persona assistito da tre dei suoi figli cercava di fronteggiare me, scelta saggia dal momento che notai subito come le sue ragnatele al contrario delle altre sembravano riuscire a rallentare almeno un minimo le mie sfere di potere della distruzione, altri tre figli si stavano concentrando su Akeno, mentre i restanti tre stavano facendo squadra contro Yuuto e Koneko.
Ad essere sinceri, visto quanto fossero insidiose le loro ragnatele che oltre a fungere da discreta protezione erano anche estremamente appiccicose, la situazione era praticamente di parità, ma come mi aspettavo ciò non durò a lungo: anche se grazie alle ragnatele di Racknos lui e i figli che lo assistevano erano in grado d’evitare in parte i miei colpi, pian piano li stavo mettendo all’angolo e lo stesso valeva per gli avversari di Akeno, visto che anche se venivano indeboliti non poco i suoi fulmini restavano troppo potenti per essere bloccati solo con quelle ragnatele e pian piano stava bruciando i corpi dei suoi avversari concentrandosi sempre sugli stessi punti.
“Bene, di sto passo è solo questione di tempo prima che ced-! Koneko!”
Tuttavia sembrava che avessi cantato vittoria troppo presto, dal momento che quando mi voltai per vedere come se la stessero cavando Yuuto e Koneko sentì come una morsa stringermi il cuore: Yuuto si ritrovava messo alle strette dal momento che a causa delle ragnatele non poteva sfruttare la sua velocità, ma grazie alla grande varietà di spade demoniache che poteva creare riusciva a tenere duro…
Ma lo stesso non valeva per Koneko!
<< Koneko! Akeno, Koneko è in pericolo! >>
<< Cosa pensi di fare? Non hai il tempo di distrarti! Ha! >>
Purtroppo anche se eravamo in vantaggio, ne io ne Akeno eravamo in condizioni tali da poterci sbarazzare entro breve dei nostri avversari, ma purtroppo non avevamo il tempo necessario per poterci occupare di loro con tutta calma: essendo lei una combattente da corpo a corpo Koneko era costretta ad avvicinarsi ai nemici per poterli colpire e anche se aveva cercato di porre in parte rimedio a ciò staccando grossi blocchi di cemento dal pavimento per poi lanciarli, purtroppo stava restando sempre più invischiata in quelle ragnatele e vedendo l’andamento delle cose era solo questione di tempo prima che quegli esseri schifosi riuscissero a bloccarla del tutto dal momento che a causa della sua elasticità quella ragnatela stava resistendo persino alla forza bruta della mia torre.
<< Come ci si sente a non poter far nulla mentre uno dei tuoi cari servi sta per divenire la nostra cena? Kakakakakaka! >>
<< Tu! Dannato! Non vi permetterò di fare del male ai membri del mio gruppo! >>
Nel tentativo di riuscire ad aprirmi un varco per correre in aiuto di Koneko, decisi di lasciar quasi completamente stare la difesa per concentrarmi sull’attacco, infatti iniziai a lanciare diversi ammassi di potere della distruzione in giro per il magazzino nel tentativo di togliere di mezzo quante più ragnatele possibili, stando comunque attenta a non danneggiare la struttura e mirando sempre lontano dai miei servitori.
<< Vederti perdere la calma è uno dei migliori condimenti che potessi chiedere! Kkakaka! >>
Ignorando i commenti di Racknos stavo riuscendo ad aprirmi pian piano una via, anche se stavo anche iniziato a subire qualche taglio superficiale dal momento che prestavo la minima attenzione possibile alla difesa, concentrandomi invece sul cercare di andare in aiuto di Koneko…
Ma purtroppo non stavo facendo abbastanza in fretta.
<< Buchou! >>
La mia cara torre era ormai completamente bloccata in quelle ragnatele e anche se Yuuto stava anche lui cercando di aprirsi un varco, purtroppo temevo che nessuno di noi avrebbe fatto in tempo: alle spalle di Koneko uno di quei mostri aveva spalancato le fauci di almenoquattro volte quello che poteva fare un umano, preparandosi a cercare di staccarle la testa e per via della posizione non potevo cercare di colpirlo dal momento che la mia serva era sulla traiettoria.
<< Koneko, no! Fermatevi! >>
<< Kakaka! Si, disperati di più, Rias Gremory! Kakakakaka! >>
In un ultimo disperato tentativo di raggiungerla abbandonai completamente la difesa, potendo iniziare ben preso a sentire i tagli fatti dagli artigli di quei mostri farsi più profondi, ma anche così non ce l’avrei fatta in tempo: ormai le fauci di quell’essere si stavano già chiudendo!
<< Koneko! Koneko!! >>
<< Kakakakakakakakaka! >>
<< … Vedi di tacere, sottospecie di cornamusa scassata. >>
Giusto un istante dopo l’aver udito la voce di qualcuno che non vedevo, dalle fauci del mostro che stava aggredendo Koneko sgorgarono dei fiotti di sangue, ma essi non appartenevano alla mia cara torre: infatti da quelle fauci ora sporgeva una specie di grezzo giavellotto di pietra.
<< Ero venuto a vedere perché mi pareva che di recente ci fosse qualcosa di strano in questa zona… E guarda un po’che casino trovo! >>
Rivolta la mia attenzione nella direzione dal quale proveniva la voce, notai che le ragnatele che ostruivano l’entrata del magazzino stavano lentamente bruciando e infatti si erano già formati dei varchi, probabilmente da uno dei quali era passato il giavellotto…
E pochi istanti dopo le ragnatele già discretamente consumate vennero tagliate da delle lame di vento, mentre delle improvvise folate scaraventarono via le travi di ferro, rivelando così colui che stava parlando, la cui identità mi lasciò alquanto sorpresa.
<< Che diamine sono sti cosi? Ragni? Che schifo! >>
Fermo sull’entrata stava il ragazzo che avevo incontrato per la prima volta pochi giorni fa dopo aver finito una breve riunione con la mia amica Sona e il quale sinceramente non mi aveva per nulla fatto una buona impressione visto come aveva trattato quest’ultima: Xylon Zimmer, lo studente trasferito.
<< Dannato! Tu chi sei?! >>
<< Io? Sono solo un demone che vive nei dintorni e a cui i vostri schiamazzi notturni stanno dando fastidio. >>
<< … Eh? Hai detto demone?! >>
Mentre sia io che Racknos fissavamo il nuovo arrivato non riuscendo a capire che stesse succedendo, questi approfittò del frangente per generare un ammasso d’acqua che investì anche Koneko, ma prima che avessi il tempo di dirgli qualcosa l’acqua finita sulle ragnatele che trattenevano la mia torre si congelò, riuscendo a congelare in parte anche esse e grazie a ciò la mia serva fu finalmente in grado di usare la propria forza per liberarsi da tutte le ragnatele che la imprigionavano.
<< Non dovresti farti prendere così facilmente dal panico, erede del casato dei Gremory. >>
<< Tu, cosa? Chi sei? Che sta succedendo!? Esigo delle risposte! >>
<< Dopo ti dirò tutto quello che vorrai, ma adesso penso che abbiamo altro a cui pensare. >>
Ora che me lo ricordava la mia mente tornò a concentrarsi sui nemici che avevo davanti, dal momento che anche se un altro era stato eliminato ne restavano ancora otto di quei mostri e in più Racknos: non avevamo di certo tempo da perdere in chiacchere!
Con Koneko salva tornai a concentrarmi completamente qui quattro mostri che stavo affrontando, riuscendo a coglierli si sorpresa e distruggendo buona parte del corpo di uno di questi, riducendone così il numero a tre.
<< Non la passerete liscia per aver cercato di far male a Koneko-chan! >>
Adirata per quello che era appena successo Akeno generò un potente fulmine e lo scagliò contro uno dei suoi nemici, ma purtroppo sulla sua traiettoria vi erano nuovamente quelle ragnatele…
Tuttavia questa volta accadde qualcosa di strano: il fulmine curvò più volte e a brevi intervalli aggirando le ragnatele e raggiungendo effettivamente il suo obbiettivo, il quale indebolito com’era dai vari fulmini precedenti non sembrò essere in grado di reggerne un altro, finendo così a terra mentre il suo corpo emanava una sgradevole puzza di bruciato.
<< … Sei stato tu, vero? >>
Tali parole pronunciate da Akeno erano dirette proprio al nuovo arrivato, il quale si trovava ancora nella stessa posizione di quando aveva aiutato Koneko: che significava che quello che era appena accaduto era stata opera sua? Non vi era modo che fosse in grado di manipolare i fulmini di Akeno!
<< Hai mai sentito parlare dei vuoti d’aria e del come i fulmini siano attratti da essi e vi viaggino attraverso? Ecco la risposta. >>
Seriamente? Stava dicendo che era riuscito a deviare in quel modo uno dei fulmini della mia regina!?
Anche se non era alla massima potenza, dal momento che in queste circostanza sarebbe solamente stato uno spreco d’energia, era comunque un qualcosa che anche se teoricamente possibile sinceramente non mi sarebbe mai venuto in mente di tentare…
Senza contare che trattandosi dei fulmini di Akeno serviva un potere non indifferente per poterli contenere in quello che alla fin fine era una specie di tubo d’aria.
<< Bene, penso che sia il caso di iniziare seriamente a dare una mano…! >>
Improvvisamente quel ragazzo rilasciò il suo potere demoniaco, causando uno spostamente d’aria nel magazzino, lasciandomi nuovamente sorpresa: da quello che percepivo era sullo stesso piano di Akeno! Non che fossi tanto presuntuosa da pensare che tra i demoni della mia generazione io e lei fossimo le uniche ad avere quel livello di potere, ma stavamo parlando di un individuo che stava in classe con Sona da più di un mese!
“Com’è possibile che non si sia resa conto di avere un demone di questo livello così vicino?!”
Le domande senza risposta stavano continuando ad aumentare, ma come aveva detto lui prima, per quello ci sarebbe stato tempo dopo: adesso dovevamo risolvere la faccenda con Racknos e i suoi figli.
<< Dopo dovrai darmi delle risposte, Xylon Zimmer! >>
<< Come vuoi, Rias Gremory. >>
Anche se le cose sembrava avrebbero richiesto ancora un po’ di tempo, sinceramente stavano rapidamente volgendo in nostro favore e questo proprio grazie a quel ragazzo: anche se non stava attaccando direttamente quei mostri, continuava ad assistere Akeno nel controllare i suoi fulmini in modo da aggirare le ragnatele e ogni qualvolta che Koneko sembrava nuovamente sul punto di restare imprigionata nelle ragnatele lui le congelava a sufficienza da neutralizzare la loro elasticità e permetterle di liberarsi con la sua forza…
Dovevo ammettere che era abile nel controllare gli elementi in maniera mirata.
<< Dannazione! Dannazione!! Non era così che sarebbero dovute andare le cose! >>
Grazie all’assistenza di Zimmer, la mia regina riuscì rapidamente a sbarazzarsi dei suoi già indeboliti avversari e in questo modo poté passare a dare man forte a Koneko e Yuuto che erano riusciti a mettere alle strette i loro rispettivi avversari, mentre anche io stavo facendo dei progressi: ormai Racknos stesso stava iniziando ad essere gravemente ferito e i suoi due figli che lo assistevano erano a malapena in grado di restare in piedi.
<< Arrenditi, ormai non hai scampo. >>
<< Taci! Io non morirà qua! Questo non era previsto, dannazione! Avrebbe dovuto essere una cosa facile! >>
Di per se sinceramente non era che la nostra potenza di fuoco, per così dire, fosse aumentata dal momento che per l’appunto quel ragazzo non aveva più portato un solo attacco diretto dopo quel giavellotto di pietra, ma bensì erano state le nostre strategie ad aver beneficiato del suo arrivo: quel genere di avversari era particolarmente fastidioso per me e Akeno che tendavamo più dal lato della potenza che da quello della tecnica, ma con lui che permetteva alla mia amica di controllare meglio la traiettoria dei fulmini, rendendola anche piuttosto intricata e difficile da prevedere dopo che lei aveva iniziato a ridurne un po’ la potenza in modo da facilitargli il compito, l’ostacolo costituito dalle ragnatele aveva perso molta della sua influenza.
<< Finisce qua! Muori! >>
Finalmente ero riuscita a creare un’apertura e approfittandone scagliai una massiccia sfera nera e rossa di potere della distruzione contro Racknos: con quella lo avrei tolto di mezzo…
O almeno così pensavo: questi infatti utilizzò i suoi due figli come scudi viventi per poi avvolgerli nella sua ragnatela prima che il mio potere li distruggesse del tutto e potesse proseguire un po’ oltre, neutralizzando così la mia offensiva.
<< Essere disgustoso! La vita della tua progenie non ha valore per te!? >>
<< Silenzio! Proprio perché li ho creati la loro vita appartiene a me e io ne faccio ciò che voglio! >>
Dopo aver generato una massiccia quantità di ragnatele, al punto tale che mi diede l’impressione di averle esaurite, tentò di usarle per trattenermi e si preparò per scappare da una delle finestre poste in alto sulle pareti dell’edificio, ma purtroppo non riuscì a saltare come invece avrebbe voluto: dal terreno sotto alle sue orride zampe improvvisamente si generarono degli spessi spuntoni di roccia che gli trafissero gli arti e anche il corpo in certi punti, nessuno dei quali però vitale.
<< Scusami, ma non posso permettertelo: se davvero quegli altri erano tuoi figli non ho intenzione di darti l’occasione di produrne altri e infestare la zona! >>
A quanto pareva anche questo era opera di Zimmer, il quale dopo aver aiutato i miei servitori a finire gli altri nemici rimasti si era portato a pochi passi da me e aveva appoggiato una mano sul suolo, probabilmente perché in quel modo gli era più facile controllare l’elemento della terra.
<< Ormai sei da solo e senza vi di fuga: adesso è veramente finita. >>
<< Dannazione! Dannazione! Dannazione!! >>
Anche dopo che lo colpì con una sfera di potere della distruzione tanto grande da poter inghiottire il suo intero corpo, quell’essere non smise di imprecare fino a che non fu completamente distrutto: a quanto pareva quell’oggi doveva essere il giorno dei nemici tenaci visto come anche Vaizor aveva continuato a tenere duro fino all’ultimo…
Comunque finalmente era finita e a quanto vedevo solamente io tra i membri del mio gruppo avevo riportato delle ferite, per quanto fossero comunque ancora abbastanza lievi.
<< Guarda un po’ che schifo di esseri si annidava proprio dietro l’angolo…? Che c’è? >>
Adesso che quella questione era finalmente chiusa, mentre i miei cari servitori iniziavano a ripulire la zona per non lasciare tracce evidenti del nostro combattimento, io mi misi ad osservare Zimmer, la cui presenza sinceramente era un problema anche se ci aveva aiutato: in fin dei conti non era proprio qualcosa da tutti i giorni che un demone della mia età e per di più con un potere tale da poter rivaleggiare con il mio e quello di Akeno ci vivesse tanto vicino senza che ce ne rendessimo conto, tanto più che Sona ci stava in classe da più di un mese e lei era più vigile di me se dovevo essere sincera.
<< Chi sei? E che cosa ci fai nel territorio della mia famiglia senza prima aver dichiarato la tua presenza e aver chiesto l’autorizzazione per restare qua? Se sai chi sono e ti sei mostrato così non penso che tu sia un demone-esiliato, almeno che non sia uno stupido… >>
Sinceramente mi aspettavo che provasse a tirarsi fuori dai guai in qualche modo, probabilmente raccontando qualche bugia inventa anche sul momento, ma invece non fu questo che accadde: quel tipo si limitò a fissarmi per qualche istante per poi sbadigliare!
Si stava forse prendendo gioco di me? Mi stava dicendo che ero noiosa al punto tale da farlo sbadigliare!?
<< Ah, scusa, non volevo: è che non sono abituato a tutta quest’attività fisica e che ormai la mezzanotte è passata da un po’… Ti dispiacerebbe rimandare a domani dopo scuola? >>
In quel momento avrei voluto insistere per avere delle risposte, ma dal momento che il mio gruppo aveva finito di ripulire la zona e che per quell’oggi sinceramente pensavo che ne avessero avuto abbastanza, mio malgrado decisi di assecondare la richiesta di quel ragazzo, anche se era decisamente meglio per lui che non stesse pensando di poter fuggire dalla città come se nulla fosse: non se la sarebbe cavata con qualcosa di simile!
<< Buchou, abbiamo finito… Come vuole che procediamo nei confronti del nostro inatteso alleato? >>
<< Per il momento non faremo nulla, Akeno. Su sua richiesta rimanderò il nostro incontro a domani: dopo le lezioni manderò qualcuno a prenderti. >>
Detto questo io, Koneko e Yuuto ci posizionammo vicino ad Akeno, la quale senza perdere altro tempo attivò subito il cerchio di teletrasporto in modo che potessimo tornare rapidamente alla stanza del club: effettivamente era tardi e anche se noi demoni avevamo fisici più resistenti degli umani, viste le energie spese in quello scontro sarebbe stato meglio cercare d’ottenere un po’ di riposo dal momento che l’indomani avevamo scuola e non avevo intenzione di mancare e rischiare di mettere di malumore Sona…
Per quanto comunque lo sarebbe stata quando le avessi riferito di Xylon Zimmer.
<< Xylon Zimmer, farai meglio a non tentare la fuga, altrimenti ti dovrò trattare come i demoni-esiliati di oggi. >>
<< Ok, ok, ma adesso faresti meglio ad andare a dormire, altrimenti il tuo bel visino potrebbe risentirne. >>
Quando udì quelle parole e pronunciate con quel tono canzonatorio, non potei evitare che le mie guance si colorassero leggermente di rosso per via dell’imbarazzo e dell’irritazione, ma dal momento che il cerchio di teletrasporto si era già messo in funzione avrei dovuto rimandare anche quello all’indomani.
“Ora che il pericolo è passato mi è tornato in mente che in questa faccenda vi era qualcos’altro che non mi torna…”
Da quello che avevo letto in quel rapporto, si supponeva che la tribù di Racknos fosse composta da almeno una ventina di esemplari, per cui se davvero era così allora gli altri dov’erano finiti?
Forse dovevo iniziare a diffidare un po’ di più dei rapporti visto come quell’oggi molte informazioni si erano rivelate non corrette…
 
*
 
[Narratore: Xylon ]
 
Dopo qualche attimo anche le ultime tracce del cerchio di teletrasporto scomparvero, così io restai completamente da solo in quel vecchio edificio nel quale aleggiava ancora un leggero odore di carne bruciata, dal momento che la maggior parte dei nemici era stata eliminata dai fulmini di quella Akeno…
Non c’era che dire, era filato tutto liscio.
“Asami, mi ricevi?”
[ Si Xylon-sama, la ricevo. ]
“Ottimo lavoro con le preparazioni: il piano ha funzionato.”
Sinceramente dubitavo che la Gremory non avesse alcun sospetto su ciò che era accaduto, ma di certo non avrebbe mai potuto pensare che ad aver fatto portare li Racknos e ad avere ideato quell’imboscata fossi stato proprio io: grazie a tutto ciò ero riuscito a rilevare la mia vera natura di demone dopo essere perlomeno riuscito a mettermi in buona luce assistendoli nel momento del bisogno.
[ Ne sono lieta… Soprattutto dopo essersi presi la briga di catturare vivo quell’essere. ]
“A tal proposito, non avevi detto che avevate catturato gli esemplari che mi interessavano, al plurale?”
[ Scusi, non capisco che intenda: come avrà visto oltre a Racknos vi erano anche i suoi figli, no? Ovviamente alcuni sono morti durante la cattura, ma- ]
“Asami, non cercare di prendermi in giro: ho letto i rapporti su di loro. Questi anche se avevano le dimensioni del genitore non avevano ancora il pelo sulla parte superiore del corpo, per cui erano a malapena degli adulti e dovevano essere nati da pochi giorni.”
Dal momento che Asami sembrava essersi zittita, io iniziai ad incamminarmi per tornare al mio alloggio, il quale per la cronaca si trovava davvero poco distante da li: se dovevo mettere su una messa in scena allora ero il tipo da tenere conto di più dettagli possibili.
Comunque, poco dopo che mi ero avviato, finalmente Asami mi diede segno che era ancora in linea, anche se il suono che mi parve di udire era qualcosa che non preannunciava nulla di buono, tanto più perché per l’appunto lo aveva fatto in una conversazione con me: aveva appena schioccato la lingua, ne ero certo!
[ Le chiedo scusa per averglielo nascosto, il fatto è che… Kain e Shizue si sono lasciati prendere troppo la mano. ]
All’udire quelle parole non potei evitare di darmi praticamente uno schiaffo sulla faccia con la mano destra: possibile che ogni volta quei due dovevano farsi prendere dalla foga della battaglia e perdere di vista l’obbiettivo?!
Sinceramente se le cose stavano così non potevo di certo biasimare Asami, anzi, avrei dovuto complimentarmi con lei per essere riuscita a farmi arrivare perlomeno Racknos tutto d’un pezzo: almeno in questo modo a quanto pareva era riuscito a sfornare una nuova nidiata prima di quell’oggi e le cose si erano sistemate, anche se quando avevo visto come stavano le cose mi ero preoccupato un po’ dal momento che temevo che le ragnatele di esemplari non del tutto adulti potessero non essere sufficienti a mettere in difficoltà il gruppo Gremory.
“Per fortuna che sono un gruppo che punta così tanto sulla pura potenza e che lei perde facilmente la calma quando si tratta dell’incolumità dei suoi servi.”
[ Più che altro è un bene che abbiamo selezionato a dovere che avversari usare per il piano. ]
“Si, ma devo ammettere di aver sottovalutato il potere della distruzione: non mi aspettavo che persino le ragnatele di Racknos stesso fossero praticamente inefficaci.”
Da quello che mi aveva riferito qualche giorno fa, quelle ragnatele avevano dato persino al mio gruppo dei problemi durante la cattura, tanto da aver fatto seriamente innervosire Shizue…
Eppure il potere di quella ragazza riusciva a farsi largo attraverso di esse praticamente come se nulla fosse, cosa che mentre osservavo dal di fuori dell’edificio mi aveva fatto preoccupare: sinceramente se non avesse passato quei primi minuti con la certezza assoluta che avrebbero vinto loro, tenendo meglio d’occhio le situazioni dei suoi servi e se non avesse perso la calma quando la piccoletta era finita in trappola, allora probabilmente se la sarebbero potuta cavare anche senza di me.
“Beh, tutto e bene ciò che finisce bene: adesso finalmente sono entrato in contatto con loro come demone e dovrei averli predisposti a non partire particolarmente ostili nei miei confronti, per cui non ho nulla di cui lamentarmi.”
[ Ne sono lieta, Xylon-sama… E le devo anche comunicare che ho provveduto a fare ciò che mi aveva chiesto quest’oggi: ho raccolto le informazioni in merito alla suora che sembra aver suscitato il vostro interesse… ]
Nel momento in cui nella mia mente sentì risuonare quelle parole, non potei evitare di pietrificarmi sul posto mentre tutto il mio corpo veniva attraversato da un brivido: le cose non promettevano bene, per niente!
Quello era lo stesso tono che aveva durante la conversazione di qualche giorno prima quando aveva chiesto del finto appuntamento con Raynalle!
Il mio corpo non si era ancora ripreso a sufficienza da permettermi di sopravvivere a un’altra sezione della sua cucina punitiva!
“Asami, ti supplico, no! Volevo solo avere informazioni su colei che era stata inviata come rinforzo agli angeli caduti che si nascondono qui in città!”
[ Intende forse la ragazza che nonostante sia un nostro nemico voi avete accompagnato alla loro base senza torcerle un capello? Proprio quella ragazza? ]
A questo punto stavo seriamente iniziando a sudare freddo, dal momento che francamente messa così non avevo scusanti: alla fine sarei morto per aver risparmiato quella suora ingenua!? Dopo essermi sentito come un’idiota per quasi tutto il tempo!?
Che razza di fine ridicola era?!
[ Comunque, per sta volta può stare tranquillo: non le farò provare nessuno dei miei nuovi piatti… ]
“Eh? Davvero?!...! Un momento! Hai inventato dei nuovi piatti di quel tipo!? Stai seriamente progettando di uccidermi?!”
Mettendo momentaneamente da parte il come a mia insaputa si esercitasse seriamente nel preparare quei piatti letali, era a dir poco inspiegabile come sembrasse avermi perdonato dal momento che dal suo tono comprendevo che non aveva minimamente capito che stava nuovamente fraintendo la situazione!
[ Penso che capirà quado avrà letto i fogli che le ho lasciato in camera: le circostanze di quella ragazza sono particolari… E sinceramente nessuno di noi ha intenzione di criticare la vostra scelta, soprattutto lui… ]
Asami non aveva specificato a chi si riferisse, ma dalla piega che aveva preso la discussione e dal fatto che stessimo parlando di cose inerenti alla chiesa, vi era solo un membro del mio gruppo che mi veniva in mente e se ci stavo vedendo giusto, allora i miei ripensamenti sul come avevo trattato quella biondina non sarebbero durati ancora a lungo.
[ Come ci si potrebbe aspettare da lei: quando si tratta di giudicare una persona raramente sbaglia… ]
“Asami, sai bene che non è del tutto corretto…”
Tralasciando il come Asami si stesse chiaramente divertendo a stuzzicarmi, anche se come al solito lo nascondeva molto bene, sembrava proprio che ci sarebbe voluto ancora un po’ prima che mi potessi mettere a letto: se il mio sospetto era corretto, allora volevo leggere le informazioni raccolte il prima possibile…
 
Note:
*shinai: è una spada usata principalmente la pratica del kendo ed anche in altri tipi di arte marziale, spesso fatta in bambù
*Seito-Kaichou: Presidente del Consiglio Studentesco
*Sacred Gear: sono oggetti speciali creati da Dio che vengono acquisiti da alcune persone alla nascita e conferiscono loro dei poteri
 
Bene, eccomi di nuovo qua e sta volta con il capitolo più lungo che abbia scritto fino ad ora: sinceramente all’inizio volevo dividerlo in due Life, ma dal momento che la prima sarebbe finita dopo che Xylon ha accompagnato Asia e che avevo promesso un po’ d’azione, alla fine le ho tenute insieme.
Spero che abbiate gradito ^^
Questa volta ho voluto iniziare con un quadretto di vita quotidiana dove ho nuovamente fatto apparire due dei compagni di classe di Xylon apparsi nello scorso capitolo e dal momento che Motohama e Matsuda non li ho mai sopportati ne ho approfittato per farlo soffrire un po’ XD
Come si è potuto vedere, per quanto abbia scritto una scena dove andavano finalmente d’accordo, ho deciso di mantenere il fatto che Saji abbia una cotta per Sona e anche se non ho ancora deciso se gli farò avere successo, sinceramente mi sarebbe un po’ dispiaciuto fargliela portare via da sotto gli occhi: per cui confermo per un’ultima volta che Sona non avrà relazioni romantiche con Xylon, il quale resterà sempre una spina nel fianco per lei XD
Per quanto riguarda l’incontro con Asia, sinceramente questo mi ha dato un po’ di grane dal momento che mi è stato difficile riuscire a giustificare il come il mio personaggio decidesse di non nuocerle pur sapendo che era una potenziale nemica: spero di essere riuscito a fare qualcosa di decente.
Infine eccoci al climax del capitolo: lo scontro nel magazzino abbandonato!
Qui ho cambiato narratore e ho usato Rias, cosa che spero non mi sia venuta troppo male, perché volevo cercare di mantenere la sorpresa sul come stessero davvero le cose almeno fino a fine capitolo, dove sono tornato a narrare con Xylon e ho rivelato che l’imboscata di quei demoni-esiliati era stata ordita da lui per potersi mettere in bella luce con il gruppo Gremory.
Come si è potuto vedere da ciò, il ragazzo sa essere piuttosto subdolo e calcolatore, o almeno ho voluto dare quest’impressione, non esitando neanche a mettere in pericolo le ragazze, e Kiba, pur di “preparare il terreno” per entrare in contatto con loro come demone.
Qui mi scuso con chi volesse vedere un po’ di più le vere capacità di Xylon, ma ho preferito dargli un ruolo di supporto perché nella storia lui doveva evitare di far capire sin da subito a Rias e agli altri quanto fosse abile nel combattimento, per quanto nuovamente abbia mostrato una gran maestria nel manipolare gli elementi.
Come ultima cosa vi sono Kain e Shizue, altri due membri del gruppo del mio protagonista che per il momento accenno solo e che vi assicuro compariranno più avanti, neanche troppo.
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto e anche se non fosse stato così, se avete tempo e voglia allora vi aspetto nelle recensioni per sentire i vostri pareri.
 
Alla prossima ^^

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Capitolo 5
*** Life 3 ***


Dichiaro di non avere alcun diritto sul mondo di High School DxD e sui personaggi da esso tratto, a parte personaggi da me inventati e inseriti in tale ambientazione in questa Fan Fiction, inoltre dichiaro che nel caso qualcuno riconosca in ambientazioni o personaggi accenni o ispirazioni a qualcosa su cui hanno diritto e non dovessero approvare allora non esitino a contattarmi: tali evenienze non sono atte a rubare idee o altro e provvederò immediatamente a rimuovere qualsiasi cosa consideriate come un furto di idee o di diritti, dal momento che scrivo questa Fan Fiction solo come svago senza alcun fine collegato al lucro o ad altro di simile.
 
Life 3
 
Come al solito stavo prestando quel minimo d’attenzione necessaria a potermi ricordare inseguito la lezione, ma i miei pensieri al momento erano diretti a ben altro: come avevo sospettato quella suora non aveva per nulla un bel passato e questo non per colpa sua…
O per meglio dire, il fatto che le sue azioni avessero portato a ciò dimostrava quanto la chiesa potesse essere ipocrita e non giusta, cosa che io avevo costatato da tempo ed escludendo i pregiudizi derivanti dall’essere un demone.
“Come pensavo: quella ragazza è troppo ingenua e buona di cuore…”
Anche se vi erano dei dettagli che mancavano, il succo della questione era che quella biondina fosse stata etichetta come eretica per aver curato un demone ferito e bisognoso d’aiuto, o per essere più precisi il fatto che possedesse un potere in grado di curare non solo i credenti in Dio, ma anche i nemici di esso come i demoni, aveva fatto si che dall’essere considerata una santa fosse passata a venir etichettata come una strega.
Tutto ciò, oltre al fatto che inoltre sembrasse ancora avere molta fede in Dio, significava anche che quasi certamente stava con quel gruppo di reietti più per necessità che perché lo volesse davvero: per la chiesa era un’eretica da eliminare, mentre per i demoni era una potenziale minaccia dal momento che restava una credente di Dio…
“Effettivamente penso che lui starebbe dalla parte di quella ragazza…”
Per quanto fosse mia intenzione passare ancora un po’ di tempo a riflettere su ciò che ero venuto a sapere dai documenti lasciatimi da Asami, la campanella mi costrinse ad accantonare quei pensieri e non per via del suo che mi desse fastidio: la notte prima mi ero preso un appuntamento a cui non potevo mancare, anche perché se non ci fossi andato mi sarei ritrovato con una taglia sulla testa molto probabilmente…
Infatti, proprio come la principessina dei Gremory aveva detto, quando mi voltai verso la porta dell’aula dopo aver finito di sistemare le mie cose, mi ritrovai a fissare uno dei suoi servi: Kiba Yuuto. L’identificazione dei suoi servi era una delle cose che avevo fatto di persona dopo essermi trasferito, dal momento che non volevo correre rischi facendo avvicinare troppo Asami a loro, per quanto avessi piena fiducia nelle sue capacità, ma fortunatamente non era stato un problema dal momento che non solo la loro padrona, ma anche tutti i suoi servi erano delle specie di celebrità in quella scuola.
“Ecco il ragazzo più popolare del secondo anno, nonché una delle persone che Yosuke invidia di più.”
Infatti, non appena lo vide, il ragazzo divenne immediatamente di umore nero, dal momento che l’avere in classe l’amico fidanzato e me, che per quanto non fossi vanitoso riconoscevo di essere messo discretamente bene esteticamente, era già il massimo che poteva sopportare.
Detto questo, adesso non avevo tempo per unirmi a Takeichi nel prendere in giro il poveretto, per cui senza dire una parola presi la mia cartella e mi diressi alla porta, dove una volta giunto il ragazzo biondo mi fece un cenno di saluto per poi indicarmi di seguirlo.
<< Rias Gremory-senpai mi ha ordinato di farvi da guida, Zimmer-senpai. >>
Io iniziai a seguirlo senza dire una parola, ma purtroppo prima di poter fare anche solo un metro sentii arrivare da dentro la classe dei commenti che non mi piacquero per nulla!
<< Kya! Zimmer-kun e Kiba-kun!? >>
<< Come copia sarebbe interessante… >>
<< Buon fortuna Zimmer-kun! >>
L’ultimo commento compresi che arrivasse da Masuo e inoltre, all’udire quella montagna di scemenze indirizzate a me Yosuke scoppiò a ridere…
Ma che diamine! Per quale motivo certe ragazze dovevano essere fissate con quel genere di cose?!
Poteva ancora passare Masuo che sapevo lo avesse detto solo per scherzare, ma tra i commenti che avevo udito ve ne erano che sembrano davvero seri!
“Che se la rida quello: può star certo che incasserò anche gli interessi…”
Così, cercando di far finta di non aver udito nulla continuai a seguire quel ragazzo, maledicendo mentalmente la Gremory per aver mandato proprio lui a farmi da guida…
 
*
 
Seguendo il ragazzo del secondo anno finì con l’arrivare sul retro dell’edificio scolastico, dove ci addentrammo un po’ negli alberi per raggiungere un vecchio edificio, il quale da quello che sapevo era ormai da diversi anni che non fungeva più come parte attiva della scuola…
Se non per il fatto di essere la sede del Club di Ricerca dell’Occulto, ovvero quello stesso club che faceva da copertura per il gruppo dell’Erede dei Gremory.
“Sinceramente trovo insensato mettere su una tale pagliacciata: ci sarebbero ruoli che fornirebbero loro maggior influenza sulla città e meno fastidi del tutto inutili come il dover frequentare una scuola umana.”
Comunque, anche se il fatto che fosse chiaramente vecchio poteva far pensare a prima vista che fosse decadente, se si osservava attentamente si poteva notare che neanche una delle finestre dell’edificio fosse danneggiata e attualmente, per quanto il legno con cui era fatto fosse ormai discretamente logoro, non dava l’impressione di essere instabile come edificio.
Ma tornando a noi, non ero li per ammirare la struttura, per cui lasciai stare ciò e ripresi a seguire Kiba, entrando nella suddetta costruzione per poi salire fino al secondo piano e per quanto non persi più tempo ad esaminarlo nel dettaglio, comunque dal come l’interno fosse pulito, comprese le camere inutilizzate che avevano la porta aperta, si poteva chiaramente capire che fosse mantenuto a dovere.
“Beh, se ci fossero Asami o la zia sono abbastanza certo che qualcosa da criticare lo troverebbero…”
Infine giungemmo davanti a una porta che aveva riportato sopra il nome del club, un qualcosa di tanto normale per i criteri di una scuola da farmi quasi ridere, dove il ragazzo bussò un attimo per poi informare chi vi era all’interno che eravamo arrivati.
<< *Buchou, l’ho portato. >>
<< Fallo pure entrare… >>
A questo punto Kiba aprì la porta e mi fece cenno di entrare, per cui senza perdere altro tempo mi portai all’interno della stanza con qualche passo per poi iniziare a guardarmi attorno: si trattava di una vecchia aula arredata a nuovo con della mobilia che attualmente sapeva un poco di vecchio, con qualche divano e alcune scrivanie sparse in giro…
Ah, e ovviamente vari simboli e un cerchio posto proprio in mezzo alla stanza, ma ad essi non prestai molta attenzione dal momento che sarei stato molto più sorpreso se non ci fossero stati, essendo quella la base di un gruppo di demoni.
“L’arredamento non è proprio moderno, ma non lo trovo per nulla sgradevole…?”
Mentre mi guardavo in giro, notai che su uno dei divani vi era seduta Toujou Koneko, la quale tra l’altro era intenta a mangiare dello *youkan in tutta tranquillità: lei, come Kiba, era discretamente famosa nella scuola dal momento che per via del suo fisico minuto era divenuta una specie di mascotte, per quanto risultasse essere davvero popolare solo con un ristretto gruppo di ragazzi...
Cosa non proprio positiva visto gli individui in questione.
<< Grazie per ieri… >>
Quando disse ciò chinando leggermente la testa, mi ricordai di come la notte prima il fatto che fosse stata catturata avesse creato le condizioni ideali affinché io potessi entrare in scena, ma dal momento che non potevo rispondergli con ciò, gli feci un cenno per farle capire che non vi era bisogno che arrivasse anche a chinare il capo per ringraziarmi.
Comunque dopo ciò lei riprese a mangiare senza più dire neanche una parola, per quanto continuasse ad osservarmi: a quanto pareva non era proprio molto loquace…
<< Ara, ara, benvenuto… Gradiresti una tazza di tè? >>
Questa volta colei che aveva parlato si trovava di fianco alla scrivania più grossa in quella stanza e davanti a se aveva un classico carrello del tè, sul quale vi erano delle tazzine in cui stava versando per l’appunto del tè fumante: ecco un’altra delle celebrità della scuola, Himejima Akeno. Insieme a Rias Gremory e Masuo, era una delle tre ragazze più famose della scuola e che davvero molti ragazzi avrebbero voluto avere come fidanzate, per quanto la mia compagna di classe fosse leggermente in svantaggio rispetto alle altre due in merito a curve, anche se di poco.
<< Puoi prenderne una tranquillamente: ti assicuro che dentro non ci abbiamo messo nulla di strano. >>
Infine ecco colei che comandava quel gruppo di demoni e che al momento si trovava dietro alla suddetta scrivania già menzionata: Rias Gremory. Come la sua regina lei era molto popolare nella scuola, anche se in realtà non era una semplice ragazza con discendenza europea, ma bensì l’erede di uno dei casati di demoni nobili al momento più influenti.
<< Allora penso che ne prenderò volentieri una tazza. >>
Detto ciò mi avvicinai al carello, dove misi una zolletta di zucchero nella tazzina offertami da Himejima per poi andare a sedermi su un divano vuoto mentre allo stesso tempo giravo il tè per aiutare la zolletta a sciogliersi: a quanto pareva prima di dare il via all’interrogatorio volevano farmi abbassare la guardia facendomi sentire a mio agio.
“Beh, dal momento che questo tè ha un ottimo aroma penso che ne approfitterò…”
In questo modo passarono all’incirca cinque minuti di totale silenzio fatta eccezione per il lieve rumore che facevo ogni tanto quando prendevo un sorso di tè o quello fatto da Kiba quando chiuse la porta prima di mettersi in un angolo della stanza, poi, mentre io di tanto in tanto sorseggiavo ancora dalla tazzina, finalmente la rossa si decise a parlare.
<< Bene, verrò subito al dunque: cosa ci fai qui in città? Chi è il tuo padrone? E per quale motivo ti sei avvicinato a noi? >>
<< Non c’è che dire: non sei tipa da girare attorno alle questioni… >>
In tutta risposta, io mi presi ancora qualche minuto per finire il mio tè, cosa che fece irritare la Gremory mentre invece la sua regina sembrava quasi divertirsi, dopodiché posai la tazzina con tanto di piattino sul tavolino posto in mezzo ai divani e finalmente mi decisi a rispondere.
<< Per rispondere in ordine alle tue domande: sono in città semplicemente perché ho cambiato scuola, inoltre non ho un padrone e se ieri sono entrato in contatto con voi è stato solamene perché era già da un po’ che avevo l’impressione che in quell’edificio di fosse qualcosa di strano. >>
Ovviamente a parte la risposta sulla questione del padrone, tutte le altre erano false ma lei non aveva modo di saperlo per certo, per cui anche se non sembrava del tutto convinta non mi preoccupai: ero abbastanza certo che l’erede dei Gremory avrebbe ascoltato un po’ prima di saltare a conclusioni avventate, almeno che non si trattasse di minacce imminenti dal momento che come avevo potuto constatare la notte prima in momenti simili tendeva a perdere facilmente la calma.
<< Mi stai dicendo che sia solo un caso che tu ti sia trasferito nella stessa città e nella stessa scuola che frequento io, che sono l’erede del casato dei Gremory? E cosa significa che non hai un padrone? Non mi sembri per metà umano… >>
Beh, come mi aspettavo non era tanto sciocca da credermi subito senza approfondire la questione, ma nuovamente era qualcosa di facilmente prevedibile, per cui non mi scomposi e mi apprestai a risponderle senza farla attendere troppo, dal momento che se avessi continuato a fare pause lunghe come prima probabilmente avrebbe perso le staffe.
<< Ti posso assicurare che prima di trasferirmi qua non sapevo della tua presenza… O della presenza dell’erede dei Sitri. >>
<< Cosa!? Sai anche di Sona?! >>
<< Scusa se lo dico, ma Shitori non è proprio una buona copertura come cognome, soprattutto se sta nella stessa scuola di una con il cognome Gremory. >>
A quanto pareva questo ultimo commento l’aveva un po’ irritata, ma ciò che avevo detto non aveva per nulla l’obbiettivo di deridere lei e la sua amica: era la pura verità.
Sinceramente mi era venuto da ridere quando avevo scoperto che utilizzava un simile cognome al posto del vero, dal momento che sinceramente non vi era molta differenza dal se avesse usato esso.
<< Comunque, si, sono un demone al cento per cento: non conosco i dettagli, ma i miei genitori, demoni civili di bassa classe, si trasferirono nel mondo umano qualche secolo fa insieme a una mia zia e qualche anno fa ebbero me… Fine della storia. >>
Ovviamente, anche questa era in buona parte una menzogna, per quanto non del tutto, ma su questo argomento in particolare ero estremamente fiducioso che non avesse modo di scoprire la verità, per quanto vi fosse un particolare che probabilmente le avrebbe reso difficile credere nella mia storia.
<< Per essere un demone figlio di due di bassa classe hai un potere demoniaco di tutto rispetto… >>
<< Beh, sai com’è: quando si cresce nel mondo umano si deve imparare a cavarsela con le proprie forze contro gli agenti della chiesa o dei caduti. >>
Dal suo sguardo potevo capire che non fosse del tutto convinta, ma forse giungendo alla conclusione che tanto non le avrei detto altro in merito, sembrò decidere di lasciar stare l’argomento, il che era un buon passo in avanti per me…
Tuttavia restava ancora un fatto da chiarire prima che l’interrogatorio fosse concluso.
<< Comunque, mi piacerebbe sapere come hai fatto a non farti notare così a lungo da noi… E anche perché ne hai sentito la necessità. >>
<< Sul come ho fatto, scusa, ma dovresti poterci arrivare da sola: oltre all’avere un discreto potere demoniaco, per poter sopravvivere in pace nel mondo umano bisogna anche saper nasconderlo … Mi pare una cosa elementare. >>
Nuovamente la ragazza si irritò alle mie parole, intese questa volta proprio a far ciò dal momento che quell’interrogatorio mi stava un po’ annoiando e stuzzicarla era gradevole, anche se il come la sua regina sembrasse trovare tutto ciò divertente mi sorprendeva un po’: a modo suo era possibile che avesse un carattere abbastanza complicato con cui avere a che fare.
<< Sul perché, beh, sinceramente mi è stato insegnato di non farmi coinvolgere con gli affari dei demoni di alta classe… >>
<< Eppure ieri notte non hai sembrato avere esitazioni nell’intrometterti nella nostra missione. >>
<< Intendi forse quando ho salvato il culo a te e ai tuoi servi? >>
Questa volta sembrava seriamente intenzionata a controbattere in qualche modo, ma dal momento che sapeva come io avessi detto il vero, visto che se non fosse stato per me almeno Toujou per certo adesso non sarebbe li con noi, si trattenne e lasciò che continuassi…
Per quanto ormai il suo sguardo si potesse senz’altro definire truce, cosa che mi divertiva ad essere sincero.
<< Come ti ho già detto avevo comunque in programma di far luce su cosa ci fosse in quel posto, senza contare che non sono il genere di rifiuto che lascia morire una ragazza contro cui non ho nulla. >>
Dopo aver sentito ciò, la Gremory se ne restò in silenzio per un paio di minuti, nei quali io mi feci versare un altro po’ di te da Himejima, dopodiché il suo sguardo perse un po’ della sua irritazione e lo stesso sembrò fare il suo tono quando mi rivolse nuovamente la parola.
<< Sinceramente ci sono dei punti della tua storia che non mi convincono del tutto… Ma visto come una dei miei amati servi ti deve la vita per il momento non indagherò oltre. >>
Bene, sembrava proprio che il primo contatto fosse andato a buon fine e che mi fossi guadagnato un minimo della sua fiducia, proprio ciò che volevo, per cui felice di ciò mi portai la tazzina alle labbra e presi un sorso di tè…
Cosa che avrei fatto meglio a non fare, sinceramente.
<< Per cui passiamo a un’altra questione… Che ne diresti di divenire un mio servo? >>
Quando udì tali parole fui tanto sorpreso che per un istante rischia di sputare fuori il tè che avevo in bocca, ma dal momento che la zia mi aveva insegnato, quasi inculcato a forza, che una cosa simile era qualcosa che non andava mai fatto, riuscì a stento a buttarlo giù…
Ma purtroppo esso decise di andarmi di traverso!
Di positivo vi fu che Toujou, che si trovava sul divano dall’altro lato del tavolino, fece il giro e cercò di aiutarmi dandomi qualche pacca sulla schiena, le quali per quanto sinceramente molto più forti di quanto normalmente ci si potrebbe aspettare da una con il suo fisico, mi aiutarono davvero.
<< Ara, ara, a quanto pare lo hai colto un po’ di sorpresa, fufufu. >>
Dire che mi avesse sorpreso era un misero eufemismo!
Quella tizia aveva appena chiesto a un demone che aveva appena incontrato, sul cui conto per di più aveva diversi sospetti, di divenire un suo servo di punto in bianco! Che diamine le frullava per la testa!?
<< Vorrei che tu ci riflettessi bene: come servo dell’erede dei Gremory di certo avresti davanti a te un futuro più promettente di quello che hai adesso… Soprattutto con il tuo potenziale. >>
<< Coff! Grazie Toujou… Scusami Riasi Gremory, ma sinceramente questo è fuori discussione. >>
Dopo aver visto che ormai mi ero ripreso, la minuta ragazza se ne tornò al suo posto dove si mise a finire il suo dolce, mentre l’espressione della rossa si faceva di nuovo infastidita…
Ma che diamine!
Davvero si aspettava che gli rispondessi in maniera positiva a una simile domanda!?
<< Come scusa? Per quale motivo questo dovrebbe essere fuori questione? Sinceramente non trovo che sia qualcosa di sfavorevole per te… >>
<< Te l’ho già detto prima: i miei genitori si sono stabiliti nel mondo umano e dal fatto che ti ho anche detto come mi sia stato insegnato di evitare contatti con i demoni nobili, mi pare piuttosto chiaro che sia fuori questione divenire servo di uno di essi. >>
Di nuovo, era quasi tutto una bugia, ma questa volta ci avevo messo un po’ più convinzione ed emozione dal momento che sinceramente ero stato colto completamente alla sprovvista: seriamente, quella era una piega che non avevo minimamente previsto quando avevo pensato al cosa dire nel corso di questo incontro.
<< Sono lusingato che l’erede dei Gremory mi tenga tanto in considerazione da farmi una simile richiesta, ma la mia risposta non cambia: non ho intenzione di accettare. >>
Dopo aver sentito ciò, la ragazza sembrò rimuginare per qualche minuto su qualcosa, poi alla fine sospiro e si fece portare una tazza di tè dalla sua regina, sorseggiandone qualche sorso prima di riprendere a parlare.
<< Per il momento temo di dover lasciar perdere, visto che sembri essere piuttosto cocciuto… Ma nel caso tu dovessi cambiare idea fammelo sapere. >>
Sinceramente mi pareva strano che cedesse così facilmente, dal momento che da quanto ne sapevo lei si che era testarda, ma per il momento decisi di accontentarmi che perlomeno avesse accettato di lasciar perdere quel discorso per me piuttosto scomodo.
Comunque, anche se la conversazione di per se non era affatto stata sgradevole, dal moment che stuzzicarla si era dimostrato un discreto passatempo, avrei preferito non finire sin da subito con l’essere troppo coinvolto con loro dal momento che temevo che lasciandoli avvicinare prima di aver consolidato la loro fiducia nei miei confronti avrebbero potuto causarmi problemi…
<< Il tè era ottimo e la compagnia non mi è dispiaciuta, anche perché non mi capita spesso di poter parlare con dei miei simili, ma se non vi offendete adesso io mi congederei. >>
<< Nessun problema: per il momento ho stabilito che non sembri essere un pericolo per il noi… Comunque gradirei se ogni tanto passassi a farci una visita. >>
<< Mi assicurerò che in quelle occasioni ci sia del tè pronto, fufufu. >>
A questo punto, dopo aver riposto la tazzina sul tavolino e alzatomi dal divano, feci un cenno di saluto verso ognuno dei presenti per poi uscre dalla stanza, chiudendomi la porta dietro e incamminandomi per lasciare l’edificio…
 
*
 
[Narratore: Rias ]
 
Dopo che quel ragazzo ebbe chiuso la porta, attesi che il suono dei suoi passi e la sua presenza si fossero affievoliti, poi mi voltai verso Akeno in modo da poterle parlare meglio: era il momento di sentire l’opinione del mio gruppo.
<< Allora, cosa ne pensi? >>
Quando gli domandai questo, la mia amica inclinò leggermente di lato la testa e appoggiò una guancia sulla mano, mentre in volto aveva un’espressione pensierosa: effettivamente era abbastanza difficile inquadrare quel ragazzo, motivo per il quale stavo per l’appunto chiedendo il parere della mia regina.
<< Non penso che ci abbia detto tutto, ma perlomeno non mi è sembrato che stesse nascondendo dell’ostilità nei nostri confronti. >>
Effettivamente, sembrava che potessimo escludere del tutto l’ipotesi che volesse nuocerci, almeno fisicamente, dal momento che se no la notte prima invece di soccorrerci avrebbe potuto benissimo lasciarci fronteggiare quei mostri con le nostre sole forze o addirittura assisterli.
Tuttavia non riuscivo ancora a fidarmi del tutto di quel ragazzo, dal momento che il tempismo con cui era entrato in contatto con noi era decisamente strano, o per meglio dire troppo adeguato.
<< Se posso parlare, sono stato piuttosto sorpreso che gli abbiate chiesto se voleva divenire un vostro servitore. >>
Quando sentii queste parole mi voltai subito verso Yuuto, il quale adesso non stava in un angolo ma bensì si era seduto dove prima stava Xylon Zimmer: ero stata io a dirgli di stare in guardia fino a che quel ragazzo fosse stato qua, dal momento che non avevo ancora idea del cosa gli passasse effettivamente per la testa.
<< In parte ero sincera, dal momento che un individuo come lui sarebbe senz’altro un’ottima aggiunta… Ma se avesse accettato troppo volentieri allora avrei ritirato l’offerta. >>
<< Ara, ara, volevate vedere se era qualcuno che sperava di fa carriera ingraziandosi l’erede dei Gremory? A volte sapete essere davvero subdola. >>
Come aveva appena detto Akeno, quella parte era un test per controllare se il suo motivo per avvicinarsi a noi era cercare di entrare nelle mie grazie in modo da avere la strada verso il successo spianata, ma in base alla sua reazione e al come si sia categoricamente rifiutato di divenire un mio servo, cosa che sinceramente parlando mi aveva anche un po’ irritata, non sembrava che fosse quello il caso…
Detto questo, ero ancora dell’idea che dietro alle sue azioni ci fosse un qualche motivo ben preciso, per quanto non riuscissi ad immaginare quale visto che molti erano già stati esclusi.
<< Tu quindi cosa ne pensi, Yuuto? >>
Come Akeno, anche il mio cavallo si prese un attimo per riflettere, ma alla fine scosse la testa e alzò le mani: sembrava che neanche lui avesse idea di come potessero effettivamente stare le cose, purtroppo.
<< Non ho proprio idea di cosa gli possa passare per la testa, tuttavia… >>
Qui Yuuto si fece improvvisamente più serio e sembrò nuovamente riflettere su qualcosa, per poi riprendere a parlare con un tono un po’ più grave di quanto non avesse fatto prima.
<< Sono alquanto certo che non mentisse sul fatto che è abituato al combattere: ne avevo già avuto l’impressione durante la lotta nel magazzino, ma oggi ho nuovamente avuto conferma che persino quando si sta rilassando non mostri praticamente alcuna apertura. >>
In quanto a tecnica in combattimento mi doleva un po’ ammetterlo ma Yuuto era superiore persino a me, per cui se lui diceva una cosa simile allora ciò doveva significare che perlomeno la parte inerente al come avesse raggiunto un tale livello per sopravvivere agli agenti della chiesa e dei caduti, fosse veritiera…
Il che confermava anche che fosse un individuo che se possibile non avrei voluto avere come mio nemico.
<< Tu invece che ne pensi, Koneko?...? >>
Stranamente la mia graziosa torre inizialmente non mi diede alcuna risposta e non sembrò neanche riflettere nello stesso modo degli altri due: più che altro sembrava indecisa sul se rispondermi o no, il che era un qualcosa che non mi aspettavo proprio a dover essere sincera.
<< Personalmente… Non penso che sia una cattiva persona. >>
Ora che ci pensavo, effettivamente la notte prima Zimmer le aveva salvato la vita e anche nel corso del resto del combattimento l’aveva assistita più volte: era abbastanza comprensibile che lei avesse un buona visione di lui e quindi non potevo biasimarla per questo.
<< Uhm, sembra che per il momento non ci resti che osservarlo ancora per un po’… >>
Detto questo, feci segno ad Akeno di versarmi dell’altro tè, mentre invece Yuuto e Koneko iniziarono a parlare tra di loro di alcuni errori che avevano fatto durante lo scontro nell’edificio abbandonato…
 
*
 
[Narratore: Xylon ]
 
“Uhm, capisco… Beh, direi che non posso lamentarmi…”
Questo era quello che pensavo mentre me ne stavo con la schiena appoggiata alla porta dell’aula del Club di Ricerca dell’Occulto, dopo aver ascoltato la conversazione tra Rias Gremory e i suoi servi: sembrava che per il momento non avessero pesanti sospetti su di me, per cui potevo definitivamente considerare quell’incontro come un totale successo.
“Sarà meglio che adesso me ne vada: preferisco non correre rischi.”
Così iniziai a percorrere il corridoio senza emettere nemmeno un suono, dal momento che stavo usando un incantesimo d’aria per tenere i miei piedi a pochi millimetri dal pavimento per evitare scricchiolii o simili, lo stesso che avevo usato per tornare indietro dopo essermi allontanato quel tanto da far credere loro che me ne fossi andato.
Comunque, per quanto avessi confidenza in quell’incantesimo e nel fatto di saper cancellare a dovere la mia presenza, prolungare oltre il dovuto la mia permanenza li sarebbe stato rischioso e per tale motivo adesso me ne stavo davvero andando da quell’edificio.
“Comunque devo riconoscerle che è stata una bella idea quella di testarmi con la proposta di divenire un suo servo…”
Effettivamente se fossi stato qualcuno intenzionato ad usarla per fare carriera, allora quello avrebbe potuto seriamente fregarmi se avessi avuto la guardia abbassata, ma per sua sfortuna non era quello il mio obbiettivo ultimo…
Per quanto dovevo ammettere che un po’ ci si era avvicinata.
“Con questo la prima parte è andata a buon fine… Peccato che non finisca qua.”
Con gli avvenimenti della notte precedente e quell’incontro che era appena finito, ero riuscito a portare a termine la prima fase del mio piano, ma purtroppo a voler essere sinceri quello era solo l’inizio, la base per poter mettere in atto ciò per cui ero venuto in quella città…
Ma per il momento potevo rilassarmi un po’ e godermi i primi frutti del mio lavoro: bisognava anche sapere quando era il caso di staccare un po’.
“Beh, non che abbia intenzione di starmene a dormire rinchiuso in casa… E non solo perché Asami non me lo permetterebbe…”
 
*
 
Tornato nel mio alloggio, dopo essere riuscito con successo ad andarmene da quel vecchio edificio senza che notassero il come avessi prolungato la mia permanenza, poggia la mia cartella sulla scrivania in camera per poi iniziare subito a cambiarmi, indossando una tuta leggermente diversa da quella che mettevo a casa, per quanto su di essa fossero sempre presenti varie tonalità di verde.
[ Esce di già? Pensavo che dopo i recenti avvenimenti volesse poltrire un po’… ]
“Aha, molto divertente Asami: questa battuta quasi mi fa dimenticare come qualcuno avesse tentato di piantarmi un kunai dove non batte il sole, l’ultima volta che avevo provato a poltrire…”
Non che non mi fosse permesso riposarmi, non sia mai, ma almeno che non fossi davvero provato le due donne che si prendevano cura di me sin da quando avevo memoria non erano propense a lasciare che non mi dedicassi a nulla di costruttivo: sinceramente parlando l’episodio del kunai era ancora uno dei meno sgradevoli…
“Comunque sto andando a fare una corsetta aggiuntiva oltre a quella che faccio di solito il mattino: ieri al magazzino ho constatato di star perdente un po’ colpi…”
[ Dal momento che è più di un mese che non si allena con nessuno di noi, sinceramente è plausibile, ma non vi era altra scelta se volevamo limitare al minimo i rischi. ]
Anche tralasciando il come nell’ultimo periodo il mio gruppo fosse stato intento a dare la caccia alla tribù di Racknos, sin dall’inizio si era già deciso che a parte Asami e la zia nessuno sarebbe dovuto venire da me e viceversa valeva per il mio conto: se avessimo esagerato con l’andare e il venire il rischio di venir scoperti sarebbe solamente aumentato.
Inoltre, adesso che di certo l’erede dei Gremory mi avrebbe tenuto d’occhio, non potevo permettermi di insospettirla sparendo per ore e a dirla tutta, anche se mi fossi preso il rischio di far venire qualcuno li per allenarsi, purtroppo non avevamo lo spazio necessario per farlo…
“Comunque mi limiterò a fare sette o otto kilometri prima di cena, nulla di che.”
[ Comprendo: al vostro ritorno provvederemo a mandarvi la cena. ]
A questo punto chiudemmo la comunicazione e dopo che ebbi finito di allacciarmi le scarpe, uscì dal mio alloggio e sceso in strada iniziai una corsetta leggera, la quale accelerò leggermente dopo il primo centinaio di metri.
Di mattina prima di andare a scuola era già una mia abitudine farne una, ma anche se nell’occasione in cui avevo raggirato quella donna angelo caduto non lo avevo notato, sembrava che nonostante tale abitudine stessi perdendo un po' i colpi: infatti durante lo scontro in quel magazzino i miei tempi di reazione erano più lenti del previsto e ci avevo messo anche un po’ a perfezionare il cambio di direzione dei fulmini di Himejima, il che prima di quel mese sarei riuscito a fare più rapidamente.
“Non posso permettermi di arrugginirmi troppo, altrimenti prima o poi potrei trovarmi nei casini…”
Motivandomi con tale pensiero, accelerai nuovamente il mio passo e continuai a correre seguendo il mio solito percorso abituale, che fino a quel momento non mi aveva mai riservato sorprese indesiderate…
Almeno fino a quel momento, a quanto pareva.
<< Hm?...! Ohi! Ma quello non è Xylon!? Ohi! >>
Dopo aver percorso all’incirca due kilometri, improvvisamente sentì una voce familiare chiamare il mio nome e infatti, quando mi fermai e guardai dall’altro lato della strada, i miei timori furono confermati: sul marciapiede, intendi a farmi segni per farsi notare, vi erano Yosuke, Takeichi e persino Masuo!
Sinceramente stentavo a credere di aver avuto un tale pessimo tempismo da incontrare proprio loro, soprattutto tenendo conto degli avvenimenti di quell’oggi a fine lezione, ma dal momento che ormai mi avevano notato e loro si erano resi conto che li avessi sentiti, non vi era alcuna valida scusa per ignorarli e quindi controvoglia decisi di accantonare la mia corsetta per andare a salutarli.
<< Ehehe, il tuo appuntamento con Kiba è già finito? >>
<< Tu invece? Avuto finalmente successo con qualche ragazza? >>
Sinceramente a quel punto avrebbe potuto tranquillamente rispondermi per le rime, ma come mi aspettavo, trattandosi di Yosuke, questi perse subito la calma quando andai a toccare il suo nervo scoperto e iniziò a mordersi la maglia mentre la tirava con le mani nel tentativo di sopprimere la sua irritazione.
<< Questa è solo colpa tua per aver provato a stuzzicarlo. >>
<< Taci Take! Da te non voglio sentire manco una parola! >>
Ed ecco che nuovamente ricominciava l’inseguimento tra i due amici d’infanzia, per quanto come al solito Takeichi fosse più veloce e riuscisse sempre all’ultimo a sfuggire all’amico, il che tuttavia era uno spettacolo abbastanza gradevole da guardare…
O almeno lo era quando non avevo altro da fare, situazione nella quale al momento non mi trovavo.
<< Eeeh? Non mi aspettavo di trovare Zimmer-kun intento a correre. >>
Da parte sua invece, Masuo stava ignorando quei due e invece mi girava attorno osservando attentamente la tuta che stavo indossando, anche se non avevo idea del se lo stesse facendo perché le piacesse o semplicemente perché era la prima volta che mi vedeva con dei vestiti non scolastici, tuttavia non mi era sfuggito il sorrisetto che aveva fatto a quella prima punzecchiata di Yosuke: in fin dei conti non mi ero scordato del come lei a fine lezione si fosse unita a quel coro di ragazze per cercare di mettermi un po’ in imbarazzo.
<< Oggi non vai in giro con le tue amiche? Quelle di oggi? >>
<< Oh cielo! Non vorrai dirmi che te la sei presa per quello? Kukuku… >>
Di norma quella ragazza dava l’impressione di essere una studentessa modello, ma non rare volte se ne usciva con dei comportamenti piuttosto maliziosi e in quei casi poteva essere complicato trattare con lei…
Fortunatamente per una volta Yosuke decise di rendersi utile e cambiò discorso prima che quella ragazza potesse fare altri commenti.
<< Alla fine hai deciso di ascoltare il mio consiglio, eh? Fare un po’ di attività fisica fuori dalla scuola ti farà bene… Anche se c’è di meglio del correre. >>
<< Io non sono d’accordo: correre è molto meglio di azzuffarsi mentre si emettono certi grugniti. >>
<< Hah?! Che hai detto!? >>
Beh, di positivo in tutto ciò vi era il fatto che perlomeno quel gruppo riuscisse a divertirmi, cosa che mi aveva anche aiutato a sopportare quella scuola umana, per cui alla fin fine dovevo ammettere che quell’imprevisto non era poi tanto male.
<< Parlando d’altro, Masuo, è raro vederti andare in giro con loro… Alla fine hai ceduto alle supplice di Yosuke? >>
<< Eh? No, no! Non capiterà mai! Hahaha! >>
Al sentire quelle parole, il ragazzo si scordò completamente del come stesse cercando di afferrare l’amico e andò dritto tirato per terra, dove iniziò a bagnare il marciapiede con le sue lacrime: vedere quelle sue reazioni era un vero toccasana per me, non c’era che dire.
Detto questo, in realtà era abbastanza strano vedere quei tre insieme, dal momento che per quanto andassero d’accordo, la ragazza da quanto sapevo aveva sempre preferito andare in giro con le sue amiche, piuttosto che stare in compagnia di ragazzi.
<< Ah, per quello, è molto semplice: stiamo andando a dare un’occhiata alla vecchia chiesa abbandonata. >>
Quando sentì quelle parole sembrò quasi che il tempo attorno a me si fosse fermato: avevo udito bene?
Sperando nel fatto che il mio udito stesse perdendo colpi, seriamente, inclinai la testa e mi diedi qualche colpo per vedere se per caso qualcosa mi ostruiva il padiglione auricolare, dopodiché chiesi a Takeichi di ripetere ciò che aveva appena detto.
<< Scusa, che hai detto? >>
<< Ha detto, sniff, che stiamo andando, snif, a vedere la vecchia chiesa… Uwaaah! >>
<< Piangi o parla, fa solo una cosa alla volta dannazione! >>
Vedendo il mio scatto improvvisto tutti e tre mi fissarono sorpresi, ma sinceramente questo al momento era la mia preoccupazione minore: di sto passo sarebbero andati dritti verso il covo di un gruppo di angeli caduti che non dava molto valore alle vite umane!
Come diamine era che proprio adesso che le cose sembravano andarmi bene spuntava fuori sto casino!?
<< Ultimamente gira voce che sia infestata, così ho convinto loro due a venire con me per scoprirlo! Bella idea, eh?! >>
All’udire tali parole mi voltai verso Takeichi e Masuo, diffidente che quell’idiota fosse davvero riusciti a convincerli come aveva detto: che lo stessero facendo per pietà nei suoi confronti?
<< Mi conosci: cerco di tenerlo d’occhio per evitare che si ficchi in brutti casini, Masuo invece… >>
<< Sarò sincera: il poveretto mi faceva pena! >>
Ecco un altro colpo critico che mandò nuovamente al tappeto il ragazzo, dove speravo che sta volta sarebbe rimasto dal momento che a quanto pareva quel casino era tutta colpa sua!
Che diamine, uno che se l’è quasi fatta sotto quando nella tv esposta in un negozio era improvvisamente apparso il fantasma del film che andava in onda, francamente non avrebbe dovuto avere tutta sta voglia di andare in un vecchio edificio infestato!
“Sono quasi pronto a scommettere che sperava nell’effetto ponte sospeso con Masuo…”
Normalmente, mi sarei limitato a farmi una risata per poi lasciar stare, ma dal momento che se fossero andati in quel luogo allora molto probabilmente non ne sarebbero usciti vivi, sinceramente non potevo far finta di nulla e tornarmene alla mia corsetta.
<< Oh! Idea! Xylon, che ne dici di venire anch- >>
<< No e non dovreste andarci nemmeno voi: quel posto non è molto lontano dal mio alloggio e ultimamente gira voce che dei brutti ceffi ci siano stabiliti. >>
Questa era la pura verità, anche se avevo omesso il come tali tipi fossero esseri soprannaturali e in effetti ultimamente nel mio vicinato girava proprio tale voce…
Voce che avevo messo in giro io stesso per accertarmi che gli umani avessero il buon senso di tenersi alla larga da quel posto!
<< Pff! Sai che roba: se davvero ci sono ci penseranno i miei pugni. >>
<< Takeichi, Masuo, cercate di farlo ragionare: se le voci sono vere rischiate seriamente di farvi del male andando la… In particolar modo tu Masuo, dal momento che non si sa mai cosa potrebbero farti essendo tu una ragazza. >>
L’ultima parte era solamente per mettere più paura alla ragazza, dal momento che dovevo assolutamente riuscire a farli desistere, ma inaspettatamente ebbe un certo effetto anche su Yosuke: alla fin fine forse non era solamente un’idiota disperato in merito di ragazze.
<< Cosa!? Non sia mai! Nessuno deve toccare Fuyuko-chan! >>
<< Allora ascoltate il consiglio di un amico e lasciate stare. >>
Dopo ciò, occorsero ancora un paio di minuti, ma infine riuscì a convincere tutti e tre a lasciar perdere, dal momento che i rischi erano concreti e i benefici inesistenti, per cui dopo essermi accertato che ognuno di loro si fosse incamminato verso casa propria, ripresi il mio giro…
“Asami, mi senti?”
[ Si Xylon-sama… Per caso è successo qualcosa? ]
“È successo che a causa di un’idiota vi è il rischio che tre miei compagni di classe possano avere un incontro ravvicinato con i caduti.”
Mentre continuavo la corsa come se nulla fosse, tramite il collegamento mentale spiegavo ad Asami la situazione, la quale se sfuggiva di mano poteva causarci non poche grane: proprio adesso che ero riuscito ad entrare in contatto con il gruppo Gremory, l’ultima cosa che mi serviva era che dei miei compagni di scuola venissero trovarti morti.
“Per il resto della giornata potresti lasciare dei famigli a controllarli?”
[ Sarà fatto… Tuttavia ne è certo? Potremmo attirare l’attenzione della principessa dei Gremory e anche il comunicare così incautamente con me non mi pare una buona idea… ]
“In effetti sto correndo qualche rischio, ma finché si tratta di cose simili posso sempre inventarmi una scusa convincente: come ad esempio che stessi comunicando con la zia, mentre dubito che possano individuare i tuoi famigli.”
Detto ciò, stabilimmo ancora qualche dettaglio e infine Asami chiuse la comunicazione per mettersi all’opera, mentre io continuai con il mio giro, dal momento che a causa di quel contrattempo rischiavo di portarlo a termine già a tarda ora…
 
*
 
A causa del nervoso causato dall’incontro con quei tre, o per meglio dire dalla prospettiva che se non li avessi incrociati per caso allora sarebbero andati dritti verso la morte, alla fine decisi di allungare di un po’ il giro che avevo inizialmente pianificato, in modo da smaltire un po’ di tensione.
“Quella dannata testa vuota: pur di far colpo su una ragazza va a trovare le cazzate peggiori che si possano immaginare…”
Seriamente parlando, viste le voci che avevo messo in giro, chiunque con un cervello funzionante si sarebbe tenuto alla larga da quella chiesa, ma un po’ per mancanza di esso e un po’ per via della sua fiducia nelle sue doti come karateka, le quali gli riconoscevo non fossero male per un umano della sua età che lo praticava per sport, sembrava che purtroppo Yosuke non rientrasse in tale categoria…
E il fatto che l’amico d’infanzia lo assecondasse sempre per vedere in che casini si cacciava e che Masuo, beh, volesse anche lei divertirsi dal momento che anche lei era a conoscenza di come quel tipo non sopportasse il soprannaturale, non aiutava per nulla.
“Beh, adesso ci sta penando Asami, per cui posso starmene tranquillo… Almeno per il momento.”
Non volendo rendere futile l’aver allungato il percorso, ricacciai quei pensieri in un angolo della mia mente e mi concentrai invece sulla corsa, la quale tuttavia non si poteva negare che non fosse sufficiente a sostituire un vero allenamento…
Ma pazienza, per il momento avevo già deciso che mi sarei aggiustato in quel modo.
Così continuai il mio giro e prima che me ne potessi rendere conto era già calata la notte, ma anche così continuai per la mia strada senza farci caso, dal momento che quando iniziavo ad allenarmi non smettevo fino a che non raggiungevo il traguardo che mi ero prefissato.
“Alla fin fine una bella sudata non fa mai male…!”
Sentendo qualcosa nell’aria, qualcosa di anomalo, mi fermai subito e iniziai a guardarmi attorno, per poi concentrarmi ed acuire il più possibile i miei sensi: ciò che mi era parso di percepire non era un bene…
E infatti, quando controllai meglio, non ebbi più dubbi sull’odore che sentivo.
“Questo odore… È sangue umano e se l’ho sentito senza stare particolarmente concentrato, allora non deve essere poco.”
Il mio olfatto a dirla tutta non era particolarmente sviluppato, perlomeno non al livello di quello di Toujou, ma comunque era abbastanza allenato da riuscire a cogliere odori particolari e preoccupanti come quello del sangue fresco, per quanto ce ne volesse almeno una certa quantità, ovvero quella che di norma se persa porta a morte certa un umano e normalmente persino un demone.
“La cosa non mi piace, meglio se vado a controllare…”
Non potendo ignorare una cosa simile, senza perdere altro tempo cercai di individuare la fonte di quel preoccupante odore e una volta fatto ciò iniziai subito a dirigermici, constatando come immaginavo che fosse giusto qualche abitazione più in la, per quanto si trovasse già al di fuori di quello che sarebbe dovuto essere il mio giro.
Sembrava che ci abitasse una copia sposata con il bambino, il che non faceva che peggiorare ulteriormente il mio umore, dal momento che se le cose stavano così allora la situazione poteva davvero essere sgradevole.
“Che si tratti di un ladro? Anche se non sono di certo un paladino della giustizia, di certo non sono il genere di feccia da non far nulla se gli capita qualcosa davanti agli occhi…”
Normalmente non mi sarei immischiato nelle faccende degli umani, dal momento che fare ciò non solo non era ben visto dalla mia razza, ma speso finiva anche con l’attirare attenzioni indesiderate, ma la questione cambiava se ciò avveniva a portata delle mie mani: per il momento avrei controllato la situazione, poi avrei deciso il miglior modo in cui agire…
“La porta è aperta, brutto segno.”
Spalancando la porta, stando attento a fare meno rumore possibile, entrai nella suddetta dimora, ritrovandomi subito con una sensazione sgradevole: nel corridoio non vi era neanche una luce accesa, infatti l’unica fonte veniva dalla stanza in fondo ad esso e inoltre vi era anche delle scale che portavano al piano di sopra, le quali probabilmente non avrei notato se noi demoni non fossimo in grado di vedere al buio come se fosse giorno.
Qualsiasi cosa fosse, li vi era qualcosa di strano.
“In questi casi vorrei che il mio istinto fosse meno affidabile…”
Dopo aver dato un’ultima occhiata al corridoio, iniziai a camminare verso la stanza dalla quale usciva luce, dal momento che era da li che sentivo arrivare l’odore di sangue e una volta arrivatoci ci guardai dentro…
Vedendo uno spettacolo veramente disgustoso: inchiodato alla parete, vi era un cadavere a testa giù tanto martoriato che le sue budella erano in parte a penzoloni e in parte per terra, per non contare poi la scritta fatta con il sangue.
<< Che ne dici di smetterla di giocare a nascondino e uscire fuori? >>
<< Oh? Bene, bene! A quanto pare qui abbiamo un demone-kun piuttosto sveglio! >>
Parlando con un fastidioso tono allegro, finalmente il tipo che mi stava spiando dalla cima delle scale quando ero entrato decise di smetterla di nascondersi, cosa alquanto futile dal momento che sin dall’inizio sapevo che in quella casa vi era una presenza di troppo, il che unito a quell’odore di sangue non poteva promettere nulla di buono.
Comunque, facendo finta di non prestare attenzione alle sue parole, feci ancora qualche passo dentro a quella stanza, la quale altro non era che un soggiorno con tanto di cose come un televisore e un divano, per poi riprendere a rivolgermi al tipo a cui davo ancora le spalle e che sapevo stesse sull’entrata, o per meglio dire uscita dal suo punto di vista, della stanza.
<< Questa è opera tua? Cosa fai di professione, il macellaio? >>
<< Yahahaha! Bella questa, no davvero: mi fai pisciare dalle risate! Comunque, no, sono un prete… Uhm, in effetti potrei definirmi un prete macellaio, visto ce macello demoni, tu che ne dici? >>
<< Penso che un eretico che si definisce prete sia ridicolo quanto lo sarei io a farti una predica per sto macello. >>
Dicendo ciò, finalmente mi voltai e fissai in volto il mio interlocutore, il quale era un ragazzo che ad occhio non avrebbe dovuto avere molti anni più di me, chiaramente non giapponese e con degli strani capelli bianchi: inoltre, probabilmente, se non fosse stato per quella sua espressione distorta da folle probabilmente sarebbe potuto essere definito un bel ragazzo…
Ah, da no scordare come indossasse un abito da prete: come avevo temuto si trattava di uno del gruppo di Reynalle.
<< Un demone che mi fa una predica? Si, quello sarebbe ridicolo, ma tu non intendi farla? Bene! Ti dispiace se passiamo subito alla parte dove di taglio? Eh? Non ti dispiace, vero? >>
Se non mi ricordavo male, nel rapporto di Asami vi era scritto che quel tipo di nome si chiamava Freed ed era stato scomunicato perché, beh, era abbastanza palese: amava un po’ troppo sminuzzare i demoni, persino per uno della chiesa e come ciliegina sulla torta probabilmente non aveva manco più un neurone al suo posto.
Anche se la cosa più problematica era che non si facesse il benché minimo problema a trucidare qualsiasi umano si avvicinasse ai demoni, cosa che probabilmente era accaduto a quell’uomo, dal momento che alla fin fine quello che lui voleva era solo avere un pretesto per poter uccidere.
<< Freed Zelzan, giusto? La prossima volta, se vuoi tendere un’imboscata assicurati di coprire le tracce d’acqua santa: quella roba mi dava i brividi sin da quando ho aperto la porta. >>
Sentersi chiamare per nome quando non si era ancora presentato, sembrò essere abbastanza da far mettere in guardia persino quel povero mentecatto che nella vita non sapeva far altro che dare la caccia ai demoni, per quanto dopo qualche attimo sembrò comprendere qualcosa e allora sul suo volto tornò quel fastidioso sorriso gioioso: era ufficiale, la sua vista non mi andava minimamente a genio.
<< Ah, quindi sei tu? Sei il demone-kun che ha fottuto quella troietta del mio capo? >>
<< Ti pregherei di non far sembrare come se avessi fatto qualcosa di strano con quella strega… Comunque, come se la passa la mia ex? Passa le giornate a digrignare i denti o a lanciarmi imprecazioni? >>
A questo punto il prete scoppiò in una risata decisamente azzeccata per un pazzo, finendo ben presto con lo stringersi lo stomaco mentre dagli occhi gli scendevano delle lacrime…
Seriamente, quel tipo aveva dei seri problemi, forse anche di più di quelli riportati da Asami nel suo rapporto.
<< Ahaha! Per essere un demone di merda sei divertente!... Ok, adesso però basta con le chiacchere tra ragazze: it’s showtime! Tralalalala… La! >>
Canticchiando in maniera davvero fastidiosa, quel tipo tirò fuori una specie di spada laser e mi si gettò addosso senza attendere una mia replica, cercando subito di mozzarmi la testa senza fare tante storie: dovevo ammettere che perlomeno sapeva fare il suo lavoro.
Comunque, ciò sarebbe bastato per mandare nel panico qualche demone alle prime armi, ma per sua sfortuna non era la prima volta che mi ritrovavo a fronteggiare un esorcista, per cui senza muovermi da dove mi trovavo mi limitai a creare una barriera di pochi centimetri di diametro, nel quale avevo concentrato il potere che di norma applicavo per crearne una sufficiente a coprire tutto il mio corpo, fermando la spada e costringendo il prete ad indietreggiare per pensare alla prossima mossa.
<< Oh, yeah! Questo è quello che volevo! Finalmente un ammasso di spazzatura che sa come farmi eccitare! Allora, lo facciamo, eh? Eh!? >>
Seriamente, come faceva il suo gruppo a reggerlo tutto il tempo? Se fosse stato un mio subordinato a quest’ora sarebbe in un manicomio oppure lo avrei già pestato tanto da fargli dare una calmata, cose che chiaramente quella donna non aveva avuto il buon senso di fare…
Comunque in quel momento vi era altro che mi preoccupava: che era quella spada?
“Ho già visto spade la cui lama è creata dalla luce di angeli o angeli caduti… Ma questa non è formata solamente da luce.”
La lama di suddetta spada, anche se era fatta senza ombra di dubbio di luce, aveva attorno a se un inquietante alone nero pece che mi trasmetteva delle sensazioni davvero sgradevoli, senza poi contare che il potere che sentivo provenire da essa era tutt’altro che irrisorio: sinceramente parlando, non riuscivo a credere che Reynalle o uno die suoi potesse aver generato una lama così potente.
<< Hah? Guardi la mia spada? Il mio giocattolino ti ha spaventato? O ti ha fatto eccitare? Se è la seconda scopri il culo! Yahahaha! >>
Al momento quella lama mi preoccupava a tal punto da farmi scordare il fastidio dovuto a quelle squallide battute: non solo come potenza era quasi paragonabile a uno dei miei colpi o a uno di quelli di Himejima, motivo per il quale avevo deciso di concentrare il mio potere in un punto ristretto piuttosto che optare per una barriera più larga, ma oltre a ciò vi era quell’innaturale aura maligna che mi metteva assai a disagio.
Di norma la luce dei caduti era in effetti meno pura di quella degli angeli veri e propri, ma anche così restava luce, ma quel potere che emanava mischiato ad essa non assomigliava di certo a qualcosa di sacro e francamente neanche al potere demoniaco, per cui la situazione non mi garbava per nulla.
<< Quella spada ha un’aura piuttosto maligna, anche per essere di un prete degenerato come te: che diamine ci avete fatto tu e quella gallina? >>
<< Haaaaah!? Pensi che lo venga a dire a un demone di merda come te? Piuttosto lascio che mi baci le chiappe! Yahahaha! >>
<< Dovevo aspettarmi una risposta del genere, pazienza: la esaminerò dopo averti eliminato. >>
Notando come adesso fossi divenuto serio, quel tipo provò ad attaccare preventivamente nel tentativo di impedirmi di avere la prima mossa, avvicinandosi tenendosi quasi a raso del suolo per sferrare un montante con la spada mirando alla mia testa…
Ma ciò era solamente una finta.
<< Un! Due! Tre! Ecco un nuovo buco per te! >>
All’ultimo istante il prete scattò indietro e tirò fuori da sotto la sua tonaca una pistola che emanava la stessa aura della spada, con la quale poi sparo un proiettile mirando al mio cuore, cosa che tuttavia non mi preoccupò particolarmente: come in precedenza generai una barriera dal diametro di pochi centimetri sulla traiettoria del colpo, per poi fare un paso di lato mentre il proiettile andava a piantarsi nel muro, esattamente in corrispondenza del dove un attimo prima vi era la mia spalla.
 << Oh? Questa è una sorpresa: non sembri proprio essere la solita spazzatura. >>
Al momento le parole del prete non mi arrivavano neanche alle orecchie: proprio come avevo pensato, il potere che componeva quel proiettile di luce era lo stesso di quello della spada, sia come intensità che come caratteristiche, dal momento che dal buco nel muro percepivo quell’aura malsana.
Inoltre, questa era anche la conferma che questa volta io fossi giusto un po’ in vantaggio come potere, dal momento che un barriera in cui avevo concentrato il mio potere in un punto ristretto era stata solamente sufficiente a deviare quel colpo, il quale a sua volta aveva tano potere quanto la spada ma concentrato in un solo punto.
“Qui la faccenda non mi piace: le armi si questo qui sono troppo anomale… E i problemi non finiscono qua.”
Come se quel tipo dotato di quelle armi con quella strana aura non fosse già un problema sufficiente di suo, dal momento che li vi era il padre di famiglia morto ciò significava che la terza presenza che percepivo al piano di sopra non ci sarebbe dovuta essere…
E quando focalizzai un attimo la mia attenzione su di essa perché sembrava che si stesse accingendo a scendere le scale, la situazione ai miei occhi peggiorò ulteriormente, dal momento che si trattava di qualcuno che già conoscevo.
“Guarda in che razza di situazione mi dovevo andare a cacciare…”
Mentre io e il prete ci fissavamo in attesa del momento giusto in cui agire, dall’ingresso della porta entrò una ragazza con indosso un vestito da suora, la quale anche se sembrava sul punto di dire qualcosa si interruppe immediatamente quando vide il cadavere inchiodato alla parete, per poi emettere un grido.
<< No… Nooooooooooooooo! >>
<< Oh, yeah! Grazie per l’adorabile urlo! Ah, già, questa è la prima volta che vedi un cadavere come questo: ti ha fatta bagnare? Yahahaha! Comunque questo è quello che capita agli umani che si lasciano affascinare da demoni, si, spazzatura attratta da altra spazzatura, no? >>
La ragazza, che altro non era che Asia, la suora che avevo scortato fino ai paraggi della chiesa abbandonata il giorno prima, per un po’ guardò ancora il cadaver, iniziando anche a versare qualche lacrima, poi sembrò improvvisamente accorgersi di me e mi fissò sorpresa.
<< X-Xylon-san? >>
<< Hah? Vi conoscete? Seriamente? Wow! Che è questo? Una storia d’amore proibito tra un demone e una suora!? Il mio cuore di fanciulla sta fremendo, yahahaha! >>
Seriamente, quel tipo non chiudeva mai quella dannata bocca? Ora ne avevo davvero le tasche piene della sua voce e per quanto la presenza di Asia complicasse le cose, non sarei stato in grado di reggere se non mi fossi sbrigato a togliere di mezzo quell’essere umano molesto.
Per cui, dal momento che la storia era durata anche troppo a lungo, rilasciai il mio potere facendo vibrare leggermene l’aria e diressi il mio intento omicida contro il prete, il quale in tutta risposta tornò in posizione di combattimento…
Con un’espressione ancor più eccitata di quanto non fosse prima.
<< Wow! Questo si che è un intento omicida! Se continui in sto modo finirò con l’innamorarmi, yahahaha! >>
Nuovamente quell’uomo fu sul punto di scagliarsi contro di me, questa volta impugnando sin da subito sia la spada che la pistola, ma proprio quando stava per scattare la ragazza gli si pose davanti a braccia spalancate, cercando seriamente di impedirgli di fare ciò che voleva: sembrava che la sua presenza avrebbe complicato le cose persino più del previsto…
<< Hey, hey… Fai sul serio? Asia-tan, ti rendi conto di quello che stai facendo? >>
<< Si, Padre Freed, so quello che sto facendo. Ti prego, lascia andare questa persona, perdonalo, ti prego. >>
Sinceramente, di positivo in quella situazione vi era solo che ormai non fossi più sorpreso dal comportamento di quella ragazza, avendola inquadrata, ma per il resto era letteralmente una situazione di merda: avrebbe solamente dovuto restare da parte e lasciare che io e il prete risolvessimo la cosa tra di noi.
<< Non puoi uccidere le persone solo perché sono affascinate dai demoni! E non è neanche giusto uccidere indiscriminatamente tutti i demoni: anche tra di loro ci sono brave persone! >>
<< Haaah!? Chiudi quella bocca, merda, puttana! In chiesa ti hanno insegnato che i demoni sono spazzatura da uccidere, no!? Tu hai seri problemi alla testa! >>
Ecco un chiaro esempio, uno di quelli estremi, di qualcuno cresciuto dalla chiesa a cui è stato inculcato fino nelle profondità del cervello che tutti i demoni vanno trucidati, senza se o ma, per quanto in questo caso quel tipo fosse suonato già di suo.
<< Xylon-san non è spazzatura! Mi ha aiutato quando ne avevo bisogno e non ha provato a prendere nulla in cambio! Uccidere qualcuno è imperdonabile! Dio non permetterebbe tali att-Kya! >>
In quel momento, sorprendendo un po’ anche me, Freed tirò uno schiaffo alla ragazza, spedendola lunga tirata per terra: non si era minimamente trattenuto, era palese.
<< Il mio capo ha detto che gli servi viva… Sinceramente mi sto incazzando: anche se stuprata dovresti ancora andare bene fintanto che respiri. Giusto? Ne ho bisogno per guarire il mio cuore dopo le tu par-! >>
Improvvisamente il prete si interruppe dal dire tutte quelle cretinate e fece per voltarsi di nuovo verso di me, ma prima che finisse di far ciò un’ondata di vento che avevo appena generato lo investì spedendolo fuori dalla stanza a sbattere violentemente la schiena contro il muro del corridoio.
Sinceramente parlando, ora come ora ero io quello incazzato e se non ci fossimo trovati in una casa allora non avrei esitato a far ricorso al fuoco o ai fulmini per eliminare quello stronzo: avrebbe rimpianto di aver colpito quella ragazza.
<< Gah!... Eh? Eeeeh!? Sbaglio o l’intento omicida è peggiorato? Questo è male! Finirò con il pisciarmi addosso! Yahahaha! >>
In quel momento effettivamente stavo emanando tutt’altra sete di sangue rispetto a prima e questo per un semplice motivo: adesso avevo un motivo più personale per avercela con lui. Anche se al nostro primo incontro io stesso avevo valutato l’ipotesi di eliminarla, dopo essere venuto a conoscenza delle sue circostanze sinceramente avevo iniziato a compatire quella povera suora, dal momento che sinceramente l’unica colpa che potesse avere era quella di essere troppo buona di cuore, senza poi contare che per quanto io stesso in combattimento non esitavo a far sul serio contro delle donne, il discorso cambiava se si parlava di usare la violenza contro una ragazza indifesa.
<< Non perderò tempo a sfogarmi con le parole: mi limiterò ad ucciderti. >>
<< Yahaha! Te la sei presa per la suora? State davvero insieme!? Questo è esilarante! Yahahaha!... Muori demone di merda! >>
Dopo essersi esibito in un altro dei suoi comportamenti lunatici, il prete provò a partire nuovamente all’attacco contro di me iniziando con il puntarmi contro la pistola mentre si avvicinava…
Ma questa volta non riuscì a fare fuoco: dopo aver circondato la mia mano con delle raffiche di vento, mi limitai a fare il gesto come se tagliassi qualcosa di immaginario in direzione di Freed e a una velocità che questi non poté seguire si generò una lama di vento che gli tagliò mezza mano, iniziando a far zampillare schizzi di sangue dal moncone.
<< …Eh?...! Gyaaaah! Cosa!? Cazzo! Cazzo! Cazzo!! >>
Assalito da forti fitte di dolore alla mano il prete per poco lasciò cadere la spada che teneva con l’altra, ma facendosi forza con l’odio che in quel momento era visibile persino nei suoi occhi, strinse i denti e tenne duro, per quanto il sangue stesse iniziando a scorrere copiosamente dalla mano in buona parte amputata.
<< Tu non sei in grado di battermi, sai il perché? >>
<< Zitto! Zitto! Zitto!! I demoni di merda come te dovrebbero solamente farsi tagliare! >>
Sinceramente ero un po’ deluso: da come parlava sembrava che avesse una certa esperienza nel combattere i demoni, eppure adesso si stava lasciando annebbiare tanto facilmente dalla rabbia e dall’odio in un momento così critico, il che sinceramente era un qualcosa che solamente un pessimo combattente avrebbe fatto.
Detto questo, alla fin fine tornava a mio favore che fosse tanto schiumante di rabbia da provare ad attaccarmi con tutto se stesso, finendo con lo scordarsi la difesa, così io mi limitai a puntare un dito verso la sua coscia sinistra mentre concentravo il mio potere demoniaco, per poi rilasciarlo sotto forma di un fulmine concentrato al punto tale da sembrare un raggio laser, il quale perforò il muscolo del prete ustionandone anche l’interno.
<< Gyaaah! Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!! >>
Dal momento che la gamba non fu in grado di continuare a reggere il peso del suo corpo, lui finì con il cadere per terra e a causa dello slancio che si era dato ruzzolò fino ai miei piedi, dove io poco dopo gli pestai la mano ancora sana quando tentò di riafferrare la spada finita poco distante da lui…
E a questo punto iniziai a parlargli mentre continuavo a mettere forza nel piede, causando man mano un rumore di ossa che cedevano.
<< Te lo ripeto: sai perché non mi puoi battere anche se il potere di quella spada e dei proiettili eguaglia praticamente il mio? >>
<< Guh! Crepa! Sai che me ne frega!? Vatti a far fott-Gyaaa! >>
Adesso che ero riuscito a bloccarlo un po’, potevo concentrarmi di più sul contenere i miei attacchi e meno su dover prendere la mira, motivo per il quale iniziai a scaldare il sotto del mio piede fino a un punto dove dalla sua mano si iniziò a sollevare un odore di carne bruciata, insieme alle sue grida di dolore.
<< Te lo dirò lo stesso: perché tu sei debole. Potrai anche avere armi che si avvicinano al mio livello, ma tu non arrivi neanche a metà della mia forza, motivo per cui non sei in grado di stare al mio passo. >>
Quando il dorso della sua mano si era ormai annerito, Freed cercò di azzannarmi la gamba con la bocca, ma a questo punto io mi limitai a smettere di pestargli i piedi per poi colpirlo in faccia con un calcio carico di fulmini, ustionandogli la faccia e facendogli perdere i sensi, oltre a scaraventandolo nuovamente nel corridoio.
Comunque, quello che avevo detto non era stato per deriderlo: era la pura e semplice verità.
Anche con un potere offensivo in grado di competere con il mio, la sua velocità, la qualità dei suoi movimenti e tutto il resto era nettamente inferiore alle mie capacità e le sue armi erano del tutto inutili se non riuscivano a raggiungermi, mentre io potevo facilmente colpirlo.
“Comunque per essere un umano è abbastanza resistente: è ancora vivo… Per quanto penso abbia una bella commozione celebrale.”
Adesso che quell’elemento così molesto era stato tolto di mezzo, purtroppo vi era ancora una questione di cui occuparsi: la suora, Asia Argento.
Nel mentre io mi occupavo di ridurre a quello stato pietoso il prete, lei si era ripresa dallo schiaffo e aveva visto anche parte della scena, motivo per il quale al momento sembrava alquanto a disagio, per quanto tutt’ora non desse alcun cenno di voler fuggire o di provare disprezzo nei miei confronti…
<< Lo dirò solo una volta: vattene da qua prima che io abbia finito di sistemare quello stronzo… E vedi di prendere le dovute precauzioni per quel livido. >>
Adesso che la osservavo meglio, lo schiaffo di quel tipo era stato sufficientemente forte da causare la formazione di un brutto livido sul volto della ragazza, il che non faceva altro che farmi venir ancor più voglia di porre fine alla vita del prete: non avrei detto nulla se fosse stata una sua nemica, ma non ero il tipo che perdonava chi trattava in quel modo un’alleata…
E nuovamente, il fatto che mi ricordasse qualcuno di a me caro non faceva che peggiorare la situazione.
<< I-intendi ucciderlo? Non puoi! >>
<< … Sei seria? Quell’ammasso di merda ti ha appena colpita e se non fossi intervenuto probabilmente di avrebbe anche stuprata… E tu non vuoi che io lo uccida? >>
Come già pensavo, quella ragazza era davvero troppo di buon cuore, se riusciva persino a perdonare uno stronzo come quello dopo ciò che era accaduto, ma anche se lei fosse stata contraria, ciò non mi avrebbe fermato: non sopportavo l’esistenza di un simile elemento e basandomi sul suo carattere, certamente se in quel momento lo avessi lasciato andare allora prima o poi sarebbe tornato per vendicarsi.
“Non posso aver pietà di questo rifiuto: devo eliminarlo adesso.”
Senza dire un’altra parola, circondai nuovamente una mia mano con delle raffiche di vento, formando questa volta come una lama tutt’attorno ad essa e senza perdere altro tempo iniziai ad avvicinarmi al prete per dargli il colpo di grazia…
Ma sembrava proprio che la suora non intendesse lasciarmelo fare, infatti proprio come aveva fatto con Freed, si pose davanti a me a braccia aperte intenzionata a fermarmi, per quanto forse rammentando come era stata colpita dal prete adesso sembrava un po’ più timorosa.
<< Tranquilla, io non sono come quel tipo… Ti posso superare senza doverti far del male. >>
A queste miei parole lei sembrò alquanto confusa, ma non persi tempo a darle altre spiegazioni e mi preparai a lanciare il mio attacco: agitando la mano in direzione di Asia avrei rilasciato le raffiche di vento che avevo concentrato e che sarebbero andate oltre la ragazza senza farle più danno di quanto le potessero fare delle normali folate di vento, dopodiché controllando il potere demoniaco con cui le avevo create, le avrei fatte ricongiungere formando un fendente che avrebbe aperto in due la testa di Freed…
O perlomeno era questa la mia intenzione, dal momento che accadde qualcosa che mi costrinse a spostare la mia attenzione da quello che stavo facendo.
“…!? Dannazione!”
Percependo una presenza al di fuori dell’edificio, ovvero qualche metro più in la rispetto al muro a cui davo le spalle, mi voltai subito mentre disperdevo il vento per passare invece a formare una barriera grande quanto il palmo della mia mano, dietro alla quale andai poi a raggruppare il vento che si stava disperdendo per formare un vortice delle stesse dimensioni e feci giusto in tempo: il suddetto muro venne sfondato prima ancora che finissi di voltarmi e riuscì a mettermi in posizione con la mano e gli incantesimi posti in avanti giusto all’ultimo secondo, intercettando così ciò che mi era stato lanciato contro.
“Dietro di me c’è la ragazza… Cazzo!”
Non potendo schivare senza che quel colpo finisse con il colpire la suora, mi ritrovai costretto a cercare di deviarlo, anche se mi resi subito conto che non fosse una cosa tanto semplice: il potere concentrato in esso era alla pari, no, forse persino leggermente superiore al mio!
Infatti, dopo a malapena due secondi la mia barriera si stava già iniziando a crepare, segno che non fossi in condizioni di bloccarlo decentemente, per cui non mi restava che affidarmi al vortice di vento: continuai a reggere la barriera il più a lungo possibile, in modo da indebolire perlomeno un po’ quel colpo e nel momento in cui essa cedette feci esplodere il vortice di vento causando forti folate in tutta la stanza, con le quali riuscì a deviare il minimo indispensabile l’attacco.
“Certo che più minimo di così non si può…! Ku! Cazzo se brucia!”
Per giusto il minimo indispensabile, intendevo proprio ciò, dal momento che il colpo era stato deviato quel tanto da evitare che mi trafiggesse, ma comunque riuscì a causarmi dei danni: infatti mi era passato a raso del braccio, distruggendomi la manica fino alla spalla e causandomi una lunga ferita che partiva dal polso fino sempre alla spalla.
E per quanto tale ferita non fosse particolarmente profondo, purtroppo era discretamente dolorosa e stava emettendo un po’ di fumo, dal momento che l’attacco in questione che avevo appena deviato era nient’altro che una lancia di luce modellata in modo da ottenere la massima penetrazione possibile, il che spiegava come la mia barriera non aveva retto manco dieci secondi nonostante avessi concentrato il mio potere in una superficie discretamente ristretta.
<< Oh? Sei riuscito a prenderla faccia a faccia e a deviarla? Devo ammettere di essere impressionata… >>
Colei che si fece avanti passando attraverso la polvere causata dal crollo del muro, altri non era che qualcuno che avevo conosciuto non tanto tempo prima: Reynalle.
Non so quando, ma sembrava che quel dannato prete fosse riuscito a mandare un qualche segnale alla sua superiore, dal momento che se non vedevo come quella donna fosse venuta li di persona a quel punto, il che sinceramente era uno scenario che avrei volentieri evitato.
<< Capisco che tu volessi provare a riconquistarmi migliorandoti un po’… Ma non ti pare di aver esagerato? >>
Nonostante lo avessi detto con tono sarcastico, sinceramente in quella situazione non vi era nulla che trovassi divertente: che diamine era successo a quella donna?
Dal come, nonostante la potenza, il suo colpo mi avesse causato dei lievi danni anche se fatto di luce, ero certo che il suo potere come angelo caduto non fosse aumentato, ma sia il potere complessivo in quella lancia che quello che stava emanando adesso non erano neanche lontanamente paragonabili a quello che aveva durante il nostro appuntamento fittizio, il che sembrava dipendere da qualcosa che avevo già avuto modo di vedere.
“Avrei dovuto aspettarmelo quando ho visto quella spada… Emana la stessa aura maligna.”
Proprio come le armi di quel prete, la donna che mi stava davanti aveva sia la sua aura da angelo caduto che una seconda tipologia di colore nerastro, la quale sinceramente parlando era persino più sinistra di quella di un demone e questo era semplicemente innaturale se proveniva da un angelo caduto.
Non avevo idea di cosa le fosse successo, ma il disagio che mi dava quel potere non mi piaceva per nulla: era sufficiente a farmi accapponare la pelle.
<< Fufufu, impressionante, non è vero? Con questo potere penso proprio di potermi vendicare su di te per la tua maleducazione di quella sera. >>
<< Suvvia, il passato è passato, no? Dopo un po’ certe cose andrebbero lasciate alle spal-! >>
Non ebbi neanche il tempo di finire di parlare che lei già mi era saltata addosso brandendo una lancia di luce come se fosse una spada, cercando di decapitarmi, cosa che riuscii ad evitare inclinandomi di scatto all’indietro e facendo andare la lama un po’ più in alto di quanto lei avesse voluto, grazie al fatto che avessi nuovamente usato una combinazione di barriera e vento per deviarla un po’.
Comunque, dopo ciò diedi la priorità a rimettere un po’ di distanza tra di noi dal momento che non ci tenevo a ritrovarmi in uno scontro serrato mentre non avevo idea di contro che diavolo stessi combattendo, per cui la costrinsi ad allontanarsi con una folata di vento alla quale avevo mischiato dei fulmini e ne approfittai per spostarmi in modo da avere di nuovo una discreta distanza tra me e lei…
Facendo anche in modo di non aver più dietro di me Asia, dal momento che fintanto che anche lei fosse stata sulla traiettoria allora vi era il rischio che non potessi permettermi di schivare.
<< … Hm? Tu? Quindi era li che ti nascondevi…? Vedo che quell’umano si è dimostrato del tutto inutile: perlomeno mi ha chiamato… >>
Nel vedere il corpo gravemente ferito del prete, ovvero un suo sottoposto, Reynalle mostrò solamente disgusto sul suo volto, proprio come se stesse guardando un qualche insetto: a quanto pareva in quel gruppo era l’ordinario trattarsi a vicenda come merda, cosa che trovavo davvero irritante.
Comunque, mettendo un attimo da parte l’irritazione e tutto il resto, mi misi a riflettere sulla situazione, giungendo alla conclusione che fossi abbastanza in svantaggio: da quello che percepivo quella donna mi superava leggermente come potere e in più non era da escludere che Asia la potesse curare in caso di bisogno.
“Per la miseria, non so che sia quell’aura maligna ma è davvero un diavolo di power up…!”
Per quanto quella situazione fosse decisamente critica, non potei fare a meno di distogliere un attimo lo sguardo da Reynalle per guardare prima un po’ in lontananza e poi giusto pochi metri più in la rispetto a me, dove si stava generando un cerchio di teletrasporto cremisi che presentava un simbolo inequivocabile: ovvero quello della famiglia Gremory.
“Guarda un po’ che razza di tempismo ha…”
Per via della nuova piega che stava prendendo la situazione, la donna sembrò non accorgersi neanche di come per un attimo la mia attenzione fosse stata focalizzata altrove, dal momento che anche lei era stata distratta dal cerchio magico che ben presto fu completo e fece materializzare in quella stanza Rias Gremory con i suoi servi.
<< … Che cosa sta succedendo? >>
<< Non è abbastanza palese? Degli angeli caduti hanno preso di mira uno dei vostri contraenti abituali. >>
Come avevo sospettato, l’uomo ucciso con molta probabilità doveva essere un individuo che in precedenza aveva già stretto dei patti con il gruppo della Gremory o della Sitri, vista la situazione più probabile con quello della rossa e se lei era venuta li a controllare la situazione, era probabile che fosse in programma che quella notte l’uomo li contattasse per un altro contratto, cosa ormai non più fattibile.
<< Una suora, un prete praticamente morto e un angel-! >>
<< Ara, ara, quella non è l’aura che dovrebbe avere un angelo caduto… >>
Notando l’anomalo potere che Reynalle emanava, l’intero gruppo appena giunto si mise subito in posizione combattiva, dal momento che avevano capito che quella donna potesse rivelarsi una seria minaccia.
Detto questo, sinceramente il mettere su uno scontro al momento non era di certo l’opzione migliore, per quanto la rossa superasse di certo come potere quella strega, dal momento che a breve ci saremo seriamente potuti trovare in svantaggio, cosa che avrei voluto evitare.
<< Gremory, suggerirei di ritirarci per il momento… >>
<< Come scusa? Pensi forse che non possiamo batterla? >>
<< Buchou, non penso che si riferisca a questo. >>
Vedendo come la sua regina mi desse ragione, la rossa sembrò calmare i bollenti spiriti che avevano iniziato a bollire quando avevo dato il mio suggerimento e quando Himejima le disse che un gruppo di angeli caduti si stava avvicinando allora comprese bene la mia scelta…
A dirla tutta, dal momento che probabilmente si trattava del gruppo che avevo incontrato al parco normalmente non mi sarei ritirato, ma questo sarebbe valso solamente fino a prima di quella notte: se Reynalle aveva ottenuto quello strano potere, allora non era da escludere che anche gli altri potessero aver fatto lo stesso e sinceramente affrontare quattro avversari al livello della regina della Gremory non era qualcosa che potessimo fare in quelle condizioni.
<< Oh? Vi volete ritirare? Beh, per me cambia poco: mi basterà venire a cercavi quando avrò finito… >>
Quando disse questa frase, sinceramente la cosa mi piacque ben poco, dal momento che di certo non era un bene che lei avesse ancora qualcos’altro in ballo oltre a qualsiasi cosa le avesse permesso di ottenere quel potere.
Senza poi contare che sinceramente quello era uno scenario abbastanza ideale, dal momento che aveva con se anche la guaritrice, cosa che la prossima volta sarebbe potuto non capitare.
<< Sicura di quello che dici? La prossima volta potresti non avere la guaritrice a portata di mano. >>
<< Chi? Quest’inutile pezzente? Tanto non resterà in questo mondo a lungo… Anzi, a breve il suo potere mi sarà notevolmente più utile. >>
Mentre diceva quello, afferrò Asia per i lunghi capelli biondi e la strattonò per tirarla a se, gesto che non piacque non solo a me, ma neanche al gruppo Gremory, per quanto al momento io avessi altre priorità: quello che aveva appena detto era davvero preoccupante.
Anche se facendole quella domanda rischiavo di far notare a quella scema come quella fosse una delle migliori situazioni possibili per occuparsi di noi, lo avevo fatto per vedere se mi avrebbe dato qualche indizio sulle sue vere intenzioni, per quanto non mi aspettassi che mi dicesse così tanto.
“Non sono un esperto di *Sacred Gear, ma quello che ha detto lascia poco spazio ai dubbi… Dannata puttana!”
Tempo fa una mia conoscenza mi aveva parlato di come esistesse un modo per estrarre una Sacred Gear dal suo possessore e per di più erano proprio gli angeli caduti ad essere pratici di quel genere di cose, per cui se Reynalle era convinta che la prossima volta sarebbe stata ancora più in vantaggio, unito al commento sul come quella suora non avrebbe ancora vissuto a lungo e a quello sull’utilità dei suoi poteri, temevo proprio che avesse in mente di impossessarsi del suo potere di guarigione…
Il che in effetti sarebbe diventato un vero problema se oltre a quella aura avesse anche acquisito il potere di curarsi da sola.
<< Vorrei sbagliarmi, ma stai pianificando di estrargli la Sacred Gear, vero? >>
Sentendomi chiedere conferma di ciò, sia la nostra nemica che i membri del gruppo Gremory restarono alquanto sorpresi, per quanto Reynalle recuperò rapidamente la compostezza e mise su un sorrisetto compiaciuto, il che era irritante quanto le ciance di quel prete che era ancora riverso a terra.
<< Oh? Sai del rituale? Sei più interessante del previsto… Comunque, sicuro di avere il tempo di fermarti per chiacchierare? >>
Per quanto mi rodesse darle ragione, questa volta vi ero costretto: i suoi compagni si stavano avvicinando e da quello che percepivo ormai ero piuttosto certo che qualsiasi cosa avesse fatto quella donna per ottenere quell’aura maligna, era assai probabile che lo avessero fatto anche loro.
<< Per il momento è davvero meglio ritirarsi… Gremory. >>
<< Cosa c’è? Non hai detto che è meglio ritirarsi? >>
<< Domani mattina verrò da voi: farete meglio a tenere pronto il tè dell’altra volta! >>
A questo punto, senza alcun preavviso, scattai verso l’apertura che Reynalle aveva fatto nel muro quando mi aveva lanciato contro il primo attacco, in modo da poter iniziare ad allontanarmi da li e dal momento che prima che l’interno della stanza uscisse dalla mia visuale riuscì a scorgere con la coda dell’occhio il bagliore del cerchio di teletrasporto della Gremory, mi dedicai al correre via da li senza voltarmi indietro, anche perché ormai i simili di quella donna erano vicini…
 
*
 
Dopo neanche una decina di minuti, in cui avevo corso a tutt’altro passo rispetto alla corsetta fatta per tenermi in allenamento, fui finalmente di ritorno al condominio dove si trovava il mio alloggio, nel quale una volta entrato non persi tempo e mi tolsi subito di dosso la maglia della tuta, per poi tirare fuori una boccetta e metterla sul tavolo prima di sedermi.
“Asami, rispondimi: è un’emergenza.”
[ Eccomi, mi dica pure cosa è successo.]
Mentre mi spalmavo sulla ferita al braccio il contenuto di quella boccetta, una specie di pomata verdastra dall’odore acidulo e sgradevole, raccontai ad Asami ciò che era avvenuto alla fine del mio giro di allenamento, cercando nel mentre di soffocare i mugugni di dolore dovuti al fatto che quella crema stesse iniziando a fare effetto sulla ferita.
“Diamine! Anche se lievi le ferite da luce sono sempre una rottura!”
[ Cosa!? Siete stato ferito!? In tal caso è meglio se vi raggiungo sub- ]
“Non ci provare. Ora come ora in questa città c’è già troppo trambusto: fino a nuovi ordini tu e la zia non dovrete più venire qui.”
[ Xylon-sama! Con tutto il rispetto, scusate ma non posso restare in disparte mentre voi venite ferito! ]
Dopo qualche attimo quella specie di pomata era stata completamente assorbita dal mio corpo e poco dopo la ferita inizio a rimarginarsi lentamente: in un’oretta sarebbe dovuta guarire, dal momento che anche se era poco più profonda di un graffio il fatto che fosse stata causata da potere sacro aumentava non di poco il tempo richiesto perché guarisse.
Detto questo, in quel momento la mia preoccupazione maggiore era riuscire a convincere Asami a restare dove si trovava e a non venire in città, dal momento che per come si sarebbero messe le cose di li a poco la sua presenza avrebbe potuto seriamente rischiare di compromettere il lavoro che avevamo fatto fino a quel momento.
“Asami, te lo ripeto: resta li dove ti trovi. Un avversario con un simile potere non è sufficiente a farmi fuori facilmente…”
[ …! Capisco, se le cose stanno così… ]
Anche se aveva detto ciò, dal suo tono sapevo che non fosse ancora del tutto convinta, ma sinceramente conoscendola sapevo di non poter ottenere di più, per cui tutto quello che potevo fare era riporre fiducia nel fatto che di norma fosse una subordinata alquanto competente.
“Se proprio vuoi fare qualcosa, prova ad ripassare a setaccio tutte le informazioni che hai raccolto per cercare di capire in che razza di modo quelli hanno ottenuto un’aura così maligna.”
[ Purtroppo mi duole informarla che dubito ci sia qualcosa di utile, ma farò come dite… Faccia attenzione. ]
“Tranquilla: se bastasse qualcosa di simile a fermarmi, allora non potrei mai raggiungere i miei obbiettivi…”
A questo punto chiudemmo la comunicazione e io restai li nel silenzio del mio alloggio, con nient’altro da fare se non riflettere sui recenti avvenimenti e su ciò che avrei dovuto fare l’indomani, dal momento che con molta probabilità non restava molto tempo: se non era proprio un caso del tutto irrecuperabile, allora Reynalle avrebbe svolto il rituale per estrarre a Sacred Gear di Asia il prima possibile.
“Purtroppo non ho idea di quanto ci vada di preciso per preparare tutto, ma se aveva già in programma di farlo, allora potrebbe anche farlo nel giro di due giorni o meno…”
Se quella donna avesse messo le mani direttamente sul potere di curare, tenendo conto di quella strana aura maligna vi era il serio rischio che la questione prendesse davvero una brutta piega, per cui lasciarle il tempo di completare il tutto non era un’opzione…
Ma sinceramente non era solo per quello che intendevo fermarla prima che portasse a completamente l’estrazione: coloro che venivano privati della loro Sacred Gear non sopravvivevano.
“Sinceramente non mi garba per nulla l’idea di far morire quella suora.”
Contro i miei nemici non ero tanto sciocco da mostrare pietà, ma non ero il tipo da lasciar morire qualcuno che non vi aveva mai arrecato torto, soprattutto se ciò sarebbe avvenuto per mano di un essere soprannaturale con cui ero in pessimi rapporti, senza poi contare che in un certo senso fossi quasi indebito con lei: anche se era stato qualcosa di inutile, aveva comunque provato a fermare quel prete dall’attaccarmi, per cui gli dovevo perlomeno un segno di ringraziamento.
“Inoltre se la lasciassi morire poi Rob non ci passerebbe sopra: inizierebbe ad insistere che all’epoca che lo incontrai lo salvai solo per interesse personale…”
La chiesa e gli angeli caduti erano nostri nemici, ma per quanto mi riguardava ciò era vero solamente perché loro mostravano ostilità verso tutti noi demoni: non ero il tipo da andare ad attaccare briga per primo se non erano loro a mostrare intenzioni ostili per primi.
Beh, in un certo senso con Reynalle ero stato io ad iniziare, ma quello era uno di quei casi dove se non avessi fatto io la prima mossa allora ci avrebbe pensato lei, per cui non valeva la pena perdere tempo a rifletterci.
“Domani dovrò cercare di farmi ascoltare dall’erede dei Gremory… E possibilmente anche da quella dei Sitri: si prospetta una giornata impegnativa già dalla mattina, diamine.”
Dal momento che l’indomani avrei avuto bisogno come non mi capitava da tempo si essere seriamente in buone condizioni, misi via la boccetta dalla quale avevo preso quella specie di pomata per poi mangiare il cibo che mi era stato preparato e spedito poco prima del mio ritorno, mentre ragionavo anche sul come finalmente avessi la risposta al quesito che mi restava in mente sin da quella sera al parco con Reynalle.
“Ora capisco perché voleva scartare una potenziale recluta: aveva in programma di mettere le mani sul potere della guarigione di Asia, cosa alquanto utile per i caduti visto che avevano perso la benedizione di Dio..”
Se a ciò ci aggiungevamo anche quella strana aura, allora era comprensibile come si volesse sbarazzare di tutti i moscerini che avrebbero potuto farle perdere tempo, per quanto ciò mi faceva sospettare che stesse agendo per conto proprio e non per via di ordini dall’alto…
Ma purtroppo non era un qualcosa su cui potevo avere certezze, per cui finito di mangiare attesi ancora per una quarantina di minuti che la ferita finisse di rimarginarsi, senza lasciare alcun segno e a questo punto me ne andai in camera da letto, dove dopo essermi cambiato mi misi a dormire senza sprecare tempo…
 
Note:
*Buchou: in questo caso presidente del club
*youkan: è un dessert gelatinoso compatto di origine giapponese, composto da pasta di fagioli rossi, agar agar e zucchero
*Sacred Gear: sono oggetti speciali creati da Dio che vengono acquisiti da alcune persone alla nascita e conferiscono loro dei poteri
 
Eccomi qua con un nuovo capitolo.
Come prevedibile dal precedente, questo è iniziato con un colloquio tra il gruppo di Rias e Xylon, nel quale la prima ha messo alla prova il ragazzo…
Peccato che non si sia resa conto che poi lui ha origliato la conversazione tra i membri del suo gruppo XD
Per il come Xyl sia in grado di nascondere così bene la sua presenza, dovrete ancora aspettare un po’ per scoprirlo.
Dopo di questo vi è stato un frangente dove si è visto un altro modo in cui Asami tiene buono il ragazzo e un piccolo problema con i tre compagni di classe di Xylon, eventi sui quali però sorvolo per passare a parlare della parte che penso abbiate trovato più interessante di questo capitolo: ovvero il pestaggio di Freed e l’arrivo di Reynalle.
Per quanto riguarda il prete schizofrenico, spero di essere riuscito a restare in tema con quello della Novel, perché sinceramente mi è venuto un po’ difficile pensare a frasi che avrebbe detto lui e spero anche che come io ho avuto una certa soddisfazione nello scrivere mentre Xylon lo pestava, lo stesso sia valso per voi nel leggere XD
Per Reynalle, ecco che si iniziano a vedere sostanziali differenze dall’opera originale, infatti qui quella strega presenta un potere persino un po’ superiore a quello di Xyl o Akeno, mentre nella Novel non sarebbe nemmeno in grado di impensierire quest’ultima.
Ciò dipende da quell’aura nera che viene menzionata e che vi dico già avrà un gran rilievo nella storia della mia Fan Fiction, per quanto per il momento non scenderò ancora nei dettagli per non rovinarvi la sorpresa…
Beh, per il momento penso sia tutto: spero di sentire le vostre opinioni delle recensioni.
Alla prossima ^^

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