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di ParisRiver
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era un lunedì mattina, mia madre decise di portarmi al parco visto che era una bella giornata e io mi annoiavo a stare in casa a giocare da sola, non ero molto socievole per il semplice problema della timidezza, ma tutti i bambini del parco mi chiedevano sempre di giocare con loro e mi coinvolgevano in qualsiasi cosa volessero fare perciò mi sentivo a mio agio e potevo essere me stessa.
Quel giorno però c’era qualcosa di diverso, c’erano altri bambini, non i soliti con cui giocavo, mi vergognavo ad andare lì e chiedere di giocare, così mi misi seduta a terra sul soffice prato verde sotto il sole a giocare con una coccinella che mi era volata sulla mano, era gialla con i puntini neri, per me era una cosa nuova, non avevo mai visto una coccinella di quei colori, era bellissima.
Ad un certo punto il sole di offuscò dalla mia parte e vidi n’ombra sul prato, così alzai il viso e vidi un bambino che mi guardava; aveva i capelli di un castano chiaro, gli occhi azzurri e un sorriso molto dolce. Gli sorrisi, lui fece lo stesso poi disse: ”vuoi giocare con me e il mio fratellone? Ci annoiamo da soli, stiamo giocando al castello e tu puoi fare la principessa che chiede aiuto.”
“Sì” mi alzai da terra e gli sorrisi, lui ricambiò, era più grande di me, ma era un bellissimo bambino. Mi prese la mano e mi portò verso un altro bambino che stava correndo intorno al castello con gli scivoli, “lui è Shannon, il mio fratellone.”
“Ciao!” mi disse lui con un mega sorriso agitando la manina.
“Ciao” dissi io sorridendo.
“Come ti chiami?” mi chiese l’altro bambino vicino a me.
“Jenny” dissi, “tu?”
“Jay” disse, “io Shan!” disse l’altro bambino venendomi vicino, mi abbracciarono entrambi, mi sentii subito a mio agio e cominciammo a giocare allegramente, passò molto tempo finchè mia madre non mi chiamò e la loro fece lo stesso, andammo alla panchina dov’erano sedute a parlare, si alzarono ci presero per mano per andare via.
“Vuoi essere nostra amica?” mi chiese Jay, ci eravamo divertiti molto, erano bambini molto socievoli e simpatici.
“Sì!” dissi sorridendo felicemente, Shannon venne ad abbracciarmi e Jared fece lo stesso, “a domani” dissi io salutandoli mentre mia madre mi stava portando via salutando la loro.
Da quel giorno ci vedemmo sempre al parco, tutti i pomeriggi, poi le nostre mamme erano diventate amiche e così andavamo anche l’una a casa degli altri specialmente quando pioveva, non perdemmo quasi un giorno. Con il passare del tempo diventammo sempre più uniti, andavamo perfino a scuola insieme anche se in classi diverse poichè loro erano più grandi di me; Jared di quattro e Shannon di cinque. Erano i miei migliori amici.
 
[Sedici anni dopo]
 
Era una serata tranquilla; io, Shannon e Jared avevamo deciso di trascorrere la maggior parte del tempo insieme prima che loro partissero e io lo stesso.
Il pomeriggio stesso Jared mi raggiunse per dirmi che aveva ottenuto la parte in un telefilm e doveva andare a Los Angeles tra meno di una settimana, esattamente due giorni dopo il mio compleanno, avrei compiuto diciotto anni.
Quella sera stessa amico padre decise di darmi un'altra notizia, "tesoro siediti, dobbiamo parlare" disse tranquillamente, "va bene...dimmi tutto papà" risposi con un tono di voce sottile e un velo di preoccupazione negli occhi. Dopo la notizia che mi aveva dato Jared mi sentivo sola e abbandonata; i miei migliori amici sarebbero andati a Los Angeles e non li avrei forse mai più rivisti, speravo che almeno mio padre potesse darmi una bella notizia, ma non fu così.
"Beh, ecco..." Disse tentennante, come se avesse paura di dirmi cosa stesse succedendo.
"Andiamo papà, cosa potrà mai essere! Sputa il rospo! Non tenermi sulle spine" dissi con tono sarcastico.
"Ho ottenuto il trasferimento a New York, partiamo tra due settimane".
Il mondo mi crollò addosso, non solo avrei perso i miei migliori amici, ma avrei anche dovuto lasciare la mia città, il posto dove ero cresciuta, lì ogni cosa mi ricordava un pezzo della mia infanzia, di quando giocavo con Jared e Shannon, non avrei più avuto loro due ma avrei avuto un milione di ricordi, invece tutto era andato perso.
Dopo questa notizia non sapevo cosa rispondere, nella testa avevo solo il pensiero che non sarei più riuscita a vederli, non sarebbero più venuti a trovarmi come mi promise Jared e non avrei mai più rivisto il suo volto, non avrei più ricevuto i suoi abbracci...non avrei più rivisto il suo sorriso, i suoi occhi...quegl'occhi di cui mi ero innamorata.
 
Dopo cena i ragazzi mi raggiunsero per andare a fare un giro, anche se non ero molto in vena accettai comunque.
Durante il tragitto per arrivare alla nostra solita panchina nel parco, Shannon e Jared si accorsero che c'era qualcosa che non andava, Jared mi chiese: "Jenny, tutto okay?"
"Si tranquilli, perché questa domanda?" dissi cercando di ridere al meglio che potevo...intanto eravamo arrivati alla panchina e ci sedemmo, "beh, a giudicare dal fatto che hai rifiutato il gelato, tu non lo rifiuti mai nemmeno se sei in ritardo per un appuntamento, evidentemente hai qualcosa che non va." disse Shannon facendo ridere tutti e tre; questa cosa è vera, una volta ero in ritardo per un appuntamento e li incontrai per strada, mi chiesero di prendere un gelato e feci un'ora di ritardo facendo aspettare quel poveretto sotto il sole cocente del sud perché dovevo mangiare il gelato...che poi ripresi anche con lui.
"Dai, dici che succede" disse Jared incoraggiandomi cingendomi le spalle con un braccio.
"Beh ecco...mio padre è stato trasferito nell'azienda di New York...parto tra due settimane" dissi portandomi la mano al viso e iniziai a piangere, entrambi mi abbracciarono "Dio, mi dispiace" disse Shannon sconvolto, "che ne sarà di noi adesso? Non poterci vedere più sarà dolorosa" continuò Jared con voce tremante, dall'espressione che aveva in viso stava per mettersi a piangere, "questi sono o potrebbero essere gli ultimi giorni che passeremo insieme" continuai io "annullerò i festeggiamenti del mio compleanno, non me la sento di festeggiare" dissi abbassando lo sguardo.
"No!" esclamò Shannon "non dirlo nemmeno per scherzo! Sono gli ultimi giorni che passeremo insieme e non li butteremo via così...quindi non preoccuparti, avrai il più bel compleanno della tua vita".

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Quella mattina di metà agosto la ricordai molto bene; mi svegliai di mal umore senza alcuna voglia di festeggiare, due giorni dopo sarebbero partiti e non riuscivo a trovare niente di positivo in quel giorno “speciale” in cui avrei compiuto diciott’anni. L’unica cosa che volevo era stare insieme a loro tutto il giorno e divertirci come facevamo sempre se non di più e poi…dire a lui la verità, sputare il rospo, dirgli che per me la nostra non era più solo un’amicizia, ma non l’avrei mai fatto, non avrei rovinato la nostra bellissima amicizia di quattordici anni per un amore sicuramente non ricambiato, lui non poteva amarmi, era impossibile io avevo appena diciott’anni e lui ventidue, lui era bellissimo, tutte le ragazze di Bossier City gli sbavavano dietro, non avrebbe mai potuto amarmi, dovevo togliermelo dalla testa.
 
Il pomeriggio Jared venne a prendermi a casa per andare a fare una passeggiata e prenderci un gelato. Appena uscii dalla porta mi prese in braccio e fece volteggiare schioccandomi un enorme bacio sulla guancia facendomi gli auguri, diventai bordeaux, non mi aspettavo un bacio del genere, riuscii a dire solo un “grazie” accennando un sorriso timido abbassando lo sguardo.
“Sei diventata rossa?” disse lui sorridendo.
“No, che dici, è il sole e il caldo siamo a metà agosto,grazie che sono rossa” dissi io cercando di cambiare discorso. “Allora stasera stiamo insieme tutti e tre?”
“Certo, non devi neanche chiedere! Ti veniamo a prendere verso le 19,00 e andiamo a cena.”
“Va bene.”
“Come ci si sente ad avere diciott’anni?” chiese lui per cambiare discorso.
“Normale, come prima, anzi anche peggio.”
“Perché?” chiese lui alzando le sopracciglia.
“Perché questo significa che ci stiamo avvicinando sempre di più alla tua partenza…vostra” dissi con espressione triste.
“Lo so, ma almeno questi ultimi due giorni rimanenti non pensiamoci altrimenti e peggio e non ti godrai la serata, sono le ultime serate che passeremo tutti e tre insieme a cazzeggiare, godiamocele.”
“Hai ragione” dissi sorridendo, “non possiamo sprecarle, ma Shannon dov’è?” chiesi notando la sua assenza.
“Non si sentiva molto bene con lo stomaco e per evitare di stare male stasera ha preferito riposare oggi pomeriggio.”
“Ah, povero” dissi facendo il broncio, ci divertivamo a farcelo a vicenda, io al suo non resistevo mai.
“E smettila, scema” disse lui ridendo e spintonandomi.
“Oh! Non si spinge una ragazza, bello!” dissi con tono sarcastico.
“Io posso, tu sei mia” disse lui avvicinandosi a me cingendomi la vita, cosa voleva dire?
“Cosa?” dissi confusa accennando comunque un sorriso.
“Tu sei mia, la mia migliore amica, e posso spintonarti quando voglio” disse in tono sarcastico.
“Jay, non vorrei rovinare il momento ma…voglio il gelato! Andiamo a prenderlo?” mi sentivo le guance bollenti, non potevo fare un’altra figura di merda già la feci appena uscita da casa per il bacio, così buttai il discorso sul gelato.
“Va bene, golosona, andiamo a prendere il gelato” disse lui scuotendo la testa con un sorriso “sei incorreggibile, il giorno che ti rivedrò non voglio vederti cambiata nemmeno di una virgola.”
“Questo è un modo per dire che ci rivedremo?”
“Certo, ci rivedremo di sicuro, non dubito in questo.”
“Nemmeno io.”
Una volta finito il gelato, Shannon chiamò Jared.
“Ah ok, ho capito, arrivo subito” disse mettendo giù la chiamata.
“Che succede?”
“A Shannon si è fermata la macchina e un contadino l’ha aiutato a portarla a spinta fino al suo capannone visto che si trovava ad una decina di metri da lì, dobbiamo andare a vedere che è successo e capire perché si è fermata.”
“Ma tutte a lui succedono?” dissi sarcastica, le disavventure succedono sempre a lui, non si sa perché; una volta gli si sono bucate tre gomme, un’altra volta gli perdeva il serbatoio, una volta gli si perfino staccata la marmitta. La sua macchina lo odiava.
Jared rise “sì, sempre lui combina danni” poi si fa serio “mi dispiace, non volevo farti passare così il tuo diciottesimo compleanno.”
“Ma cosa dici, stiamo passando una bella serata, adesso vediamo cos’ha la macchina e poi torniamo a divertirci tutti e tre” dissi per rassicurarlo.
Dopo circa dieci minuti di camminata riuscimmo a vedere un grande capannone ad una ventina di metri da noi e fuori la porta Shannon si sbracciò facendoci cenno di entrare appena arrivati lì davanti e rientrò subito.
“ Mi sa che è incazzato” disse Jared.
“Dici?”
“Penso di sì, insomma, dalla faccia sembrava incazzato.”
“Probabile” dissi, “spero solo che la macchina non abbia nulla di grave.”
“Non credo, l’abbiamo sistemata un mese fa, secondo me ha solo finito gla benzina” disse lui mettendo la mano sulla maniglia della porta per aprirla. Appena entrammo mi sentii svenire, “SORPRESA!”
Avevano organizzato una festa a sorpresa per me con tutti i nostri amici.
“Ti piace?” disse in corro Jared e Shannon.
“E’ bellissima, grazie ragazzi!” dissi io abbracciandoli fortemente.
“Auguri piccolina” dissero, di nuovo in coro, schioccandomi un bacio sulle guance entrambi.
Passammo tutta la serata a ridere e scherzare insieme ai nostri amici senza preoccuparci di quello che sarebbe accaduto, ci stavamo godendo il momento, perché quella sarebbe stata l’ultima festa che avremmo fatto insieme.
Verso le 4 del mattino tutti gli altri andarono a dormire mentre noi ci trattenemmo ancora per dare una pulita ai disastri che avevamo combinato.
Dopo aver finito di sistemare ci incamminammo per tornare a casa; durante il tragitto continuammo a barcollare, darci spinte e ridere senza un perché visto che eravamo ancora un po’ alticci, infatti ci tenevamo a vicenda per evitare di cadere a terra.
Arrivati sotto casa mia ci salutammo con un abbraccio.
“Grazie per la bella festa, ragazzi. Non lo dimenticherò mai.”
“Di niente, è stato un piacere, erano mesi che la progettavamo” disse Shannon.
“Addirittura mesi?” dissi io spalancando gli occhi.
“Sì, perché questo qui voleva avvantaggiarsi per evitare brutti equivoci e farti avere una festa perfetta” disse riferendosi a Jared.
“Beh, intanto è venuta come volevamo e senza spiacevoli imprevisti” disse Jared difendendosi. Scoppiai a ridere.
“A parte gli scherzi, vi voglio bene, nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me” dissi con le lacrime agli occhi.
“Anche noi ti vogliamo bene” disse Shannon venendomi ad abbracciare e si aggiunse anche Jared dicendo: “non ti dimenticheremo mai.” Lo speravo.
“Nemmeno io.”
Come avrei voluto confessargli tutto, ma come al solito mi è mancato il coraggio.
“A domani” dissero sciogliendo l’abbraccio.
“A domani” dissi chiudendo la porta di casa.
Mi diressi subito in camera senza avvertire i miei che ero tornata, volevo solo dormire e pensare alla magnifica serata passata.
Già mi mancavano, ma soprattutto…già mi mancava.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Mattina, quella mattina. Il giorno della loro partenza era arrivato.
Mi svegliai di malumore, non volevo andare da loro, altrimenti avrei dovuto lasciarli andare ed era l’ultima cosa che volevo.
Rimasi un’altra mezz’ora nel letto a riflettere su come sarebbe stata la mia vista a New York con loro dall’altra parte degli States e fu orribile, prevedevo una vita vuota e senza senso, così mi alzai dal letto cercando di scacciare quel pensiero che tanto mi affliggeva da settimane, feci colazione, mi lavai, vestii e truccai, infine misi le scarpe ed uscii di casa.
L’aria era diversa quella mattina, più fredda, quasi pungeva, il che era strano visto che eravamo a metà agosto, o forse ero io che davo la colpa all’aria per le mie lacrime e l’agitazione che mi faceva tremare da capo a piedi.
Più camminavo più mi sentivo mancare, più mi avvicinavo a casa loro e più perdevo qualcosa, non ero molto in forma, in effetti avevo digiunato il giorno prima perché non me la sentivo di mangiare e la mia colazione comprendeva mezza tazza di caffè con un cucchiaino di zucchero e un piccolo biscotto, giusto per non cadere a terra.
Dopo dieci minuti di camminata arrivai davanti casa loro, suonai il campanello e Constance venne ad aprirmi.
“Ciao, mia piccola Jenny, come stai?” mi chiese con un sorriso.
“Bene” dissi ricambiando il sorriso.
“Sicura? Sei pallidina, hai mangiato?” chiese preoccupata.
“Sì, ho mangiato un biscotto e bevuto mezza tazza di caffè.”
“Ma sei impazzita? E’ come se stessi a stomaco vuoto! E ieri hai mangiato?” continuò, si preoccupava molto per me, ero come una figlia per lei, sono cresciuta a casa sua con i suoi figli e lei, era più il tempo che passavo lì piuttosto che quello che passavo in casa mia.
“Ehm…no, non avevo voglia” dissi abbassando lo sguardo.
“Tesoro” disse carezzandomi una guancia, “lo so che sei triste per la partenza, ma potrete tenervi in contatto con i telefoni e le email, poi potrai venire a trovarci a Los Angeles, non li perderai mai, soprattutto Jared” continuò sorridendomi, “l’ho capito sai?”
Rimasi immobile, spalancai gli occhi “come lo hai capito!”
“Si vede dal modo in cui vi guardate l’un l’altra, è palese.”
“Il modo in cui ci…guardiamo?” dissi balbettando, “quindi…anche lui?”
“Soprattutto lui, solo che non lo ha ancora capito, o meglio, lo sta capendo ora.”
“Davvero?”
“Sì, è sempre pensieroso, parla di te in continuazione e non ti stacca gli occhi di dosso quando siete insieme.”
“Ti prego non dirgli niente di me, non dire che lo sai, non voglio rovinare la nostra amicizia, voglio che tutto nasca pian piano, semmai nascerà qualcosa, ma ho i miei dubbi. Qui tutte le ragazze più b elle gli sbavano dietro” dissi tristemente.
“Ma lui non guarda nessuna di loro, facci caso, lui è sempre con te, sei la sola ragazza con cui passa il suo tempo.”
“E’ vero. Ma non dire comunque niente ti prego, ti supplico.”
“Tranquilla, tesoro” disse abbracciandomi forte, ricambiai, per me è la mia seconda madre e mi rincresce doverla lasciar andare via, “ora va da loro che ti stanno aspettando.”
“Grazie Connie, sei la migliore” le dissi salendo le scale di casa per andare in camera loro, mi girava sempre di più la testa, sentivo le forze mancarmi sempre di più finchè “hey Jenny!” non svenni davanti a Jared.
 
“Jenny” sentii in lontananza, “Jenny?” apri di poco gli occhi, mi teneva il viso stringendomi la mascella.
“Eh?” cercai di dire per far capire che ero sveglia.
“Che hai fatto? Sei pallida e delle occhiaie micidiali, stai mangiando questo giorni?”
“No.”
“E perché? Devi mangiare o ti farai del male” disse preoccupato.
“Non ne avevo voglia” dissi debole.
“Tu sei matta, aspettami qui che ti porto qualcosa di carico .”
“Hey!” sentii dire dietro le spalle, era Shannon.
“Ciao Shan.”
“Ma che combini?” disse sarcastico, “vuoi diventare una di quelle modelle che sembrano stuzzicadenti che camminano?”
“Beh, almeno loro sono felici” dissi abbassando lo sguardo.
“Hey tesoro, guardami” disse alzandomi il viso, “so cosa sta succedendo, non sono cieco, ho capito che ti piace Jared” il mio cuore ebbe un sussulto, se lo sapeva Shannon, allora di sicuro lo avrebbe detto a Jared, “tranquilla lui non sa niente, non sono così stronzo” disse sorridendo, “comunque, il punto è che tu sei una ragazza bellissima e secondo me lui se n’è accorto solo che ancora non lo sa” chino il capo di lato, “credo.”
“No Shannon, ti sbagli. A me Jared non piace” sospirai, “io sono innamorata di lui.”
“Secondo me hai più possibilità tu con lui piuttosto che Rachel Sorrow.” Rachel; bellissima, alta e, soprattutto, cotta di Jared.
“Oh no, non credo proprio, chi non sbava dietro a Rachel Sorrow, ci hai provato anche tu!”
“Jared! A lui non interessa Rachel, non gli è mai interessata, a lui interessi tu, ne sono più che convinto, è mio fratello e lo conosco meglio di chiunque altro al mondo.”
“Beh ma tanto è tardi, ormai voi vi trasferirete a Los Angeles e io a New York e sinceramente non credo nelle relazioni a distanza semmai ci fosse la minima possibilità che lui sia innamorato di me.”
“Jenny, tutto si sistemerà, devi solo avere pazienza.”
“Per te è facile dirlo, a parole sembra tutto facile ma in realtà è un casino perché non voglio perdervi e soprattutto non voglio perdere lui perché lo amo e non so cosa fare” dissi scoppiando a piangere buttandomi tra le braccia di Shannon.
“Hey piccola, sta tranquilla, riusciremo a sistemare questa situazione, te lo prometto, farò di tutto pur che vi possiate vedere e possiate stare insieme.”
“No, Shannon” dissi tirando su con il naso, “Jared non deve sapere che sono innamorata di lui, promettimi che non dirai e non farai niente. Promettimelo.”
“Va bene, te lo prometto” disse accennando un sorriso, “testarda” mi scompigliò i capelli.
Nel frattempo arrivò Jared con due cornetti carichi di nutella e un bicchiere di latte e cacao, porca troia, sono svenuta per un piccolo calo di zuccheri e questo vuole farmene ingerire una quantità colossale.
“Jared ma quanta roba mi hai portato! E’ troppo per me, non riesco a mangiare così tanto” dissi ridendo.
“Oh sì certo, disse la ragazza che cena con due pacchi di marshmellows e un barattolo di gelato” disse prendendomi in giro.
“Hey! E’ successo una volta sola e poi stavi mangiando come un maiale anche tu, ti ricordo che ti sei scodellato tre ciotole di pop corn e due tazze di cioccolata calda quella sera, caro il mio porcellino” risposi io ridendo, quella sera avevamo mangiato come porci perché a casa mia non c’era nessuno dato che i miei erano fuori città e Shannon era uscito con la sua ragazza, quindi essendo soli abbiamo dato sfogo ai nostri istinti da maiali e abbiamo svuotato la dispensa, ci risvegliammo la mattina dopo io spaparanzata sul divano col una gamba sullo schienale e il braccio fuori mentre Jared era con le gambe sul divano e il resto del corpo a terra a pancia sotto. Ci divertimmo un sacco quella sera, chissà se avremmo mai potuto rivivere momenti del genere.
“Va bene, mangio tutto, ma solo perché mi hai costretta” dissi con tono di sufficienza per scherzare, poi guardando bene quei cornetti, “e perché sono buonissimi” dissi addentandone uno facendoli scoppiare a ridere entrambi.
Finito di mangiare mi sentii meglio, la testa non mi girava più e nel frattempo loro avevano finito di preparare i bagagli. Mi metteva tristezza vedere quella camera vuota, era piena di vita, ora sembrava abbandonata e spenta, mi sarebbe mancata.
“Che hai?” mi chiese Jared vedendomi fissare il nulla in quella camera.
“Niente, stavo pensando che qui dentro abbiamo passato bei momenti.”
“Sì, è vero, specie quando ti solleticavamo fino a farti sentire male” ridemmo tutti.
“Già, che bei momenti.”
“Ah sì? Allora ricordiamoli!” disse Shannon buttandomi sul letto seguito da Jared, cominciarono a farmi il solletico ovunque, continuarono per qualche secondo finchè Constance non entrò.
“Hey, ragazzi! Ma cosa le state facendo poverina!” disse ridendo.
“Mi stanno uccidendo Connie! Aiutami, ti prego!” dissi continuando a ridere perché Jared insisteva a solleticarmi.
“Dai ragazzi, mi dispiace interrompervi, ma dobbiamo proprio andare o perderemo il volo” disse con tono triste.
“Ha ragione, ragazzi. Vi accompagno alla macchina” dissi alzandomi dal letto.
Scendemmo al piano disotto e li aiutati a caricare le valige in macchina, finito il tutto era arrivato il momento di salutarci.
“Beh, che dire, è stato bellissimo conoscerti e prendermi cura di te per me sei come una figlia, sei la figlia femmina che non ho avuto” disse Constance con le lacrime agli occhi, stavo piangendo anche io.
“Hey ma! Ma cosa dici, ce l’hai la figlia femmina!” disse Shannon indicando Jared, scoppiammo a ridere tutti, lui cmpreso.
“Sei un coglione, figlio mio.” Disse Constance ridendo.
“Grazie ma! Non sarei io altrimenti!”
“Tornando a noi piccola, ti saluto, ci rivedremo presto, verremo a trovarti e anche tu dovrai venire a trovare noi, ci terremo in contatto” disse abbracciandomi.
Appena mi staccai da Constance fu il turno di Shannon.
“Wow, non riesco a salutarti in questa maniera, non lo avevo mai fatto prima, mi fa strano sapere che non ci rivedremo più così spesso.”
“Già, ci vedremo molto poco, ma farò del mio meglio per venire a trovarvi, sempre che mi promettiate di venire a New York qualche volta” dissi sorridendo.
“Ovvio! Vieni qui cucciolotta” disse prendendomi fra le sue braccia stringendomi in un abbraccio, “mi mancherai tanto.”
“Anche tu mi mancherai, coglioncello dei miei stivali, mi mancheranno le tue battutacce che mi tirano sempre su il morale” dissi ridendo con le lacrime agli occhi.
“Beh, per quello non c’è problema! Tutte le volte che sarai col morale a terra basta che mi chiami e io ti farò sentire subito meglio.”
“Grazie, Shannon” dissi vedendolo salire in macchina.
Infine toccò al pezzo più difficile; Jared.
“Hey, come va?” disse lui un po’ imbarazzato, non capivo il perché.
“Non bene direi, vi sto salutando perché non vi rivedrò più prima di non si sa quanto tempo” dissi con le lacrime che scendevano sempre di più, “non voglio che te ne vai!” urlai scoppiando a piangergli addosso abbracciandolo.
“Tesoro, non è un addio, ci rivedremo presto, te lo prometto. Nemmeno io voglio lasciarti” disse stringendomi a se sempre di più con una mano sulla testa, stava piangendo anche lui.
Appena ci staccammo dall’abbraccio ci asciugammo le lacrime entrambi, ci guardammo negli occhi e infine mi diede un bacio sulla guancia, “questo non è un addio, è solo un arrivederci” disse salendo in macchina.
“Ci vediamo presto!” urlarono tutti in coro agitando le mani fuori dai finestrini dell’auto.
A presto, ragazzi. A presto, amore mio.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Passarono otto anni da quando li vidi l’ultima a Bossier City.
Durante questo lasso di tempo ci siamo sentiti quasi tutti i giorni, almeno io e Jared, con Shannon un po’ meno perché ogni volta che telefonavo io lui non c’era mai e riuscivo a sentirlo solo quando telefonava Jared oppure direttamente lui, con Constance invece mi sono sentita molto, certe volte mi chiamava lei e altre la chiamavo io oppure Jared le passava il telefono. Sentivo molto la loro mancanza ma fortunatamente potevo sentire la loro voce, la sua voce.
Durante questi otto anni mi laureai in scienze della comunicazione e ottenni lavoro come manager di un’importante rivista, non ebbi legami di nessun tipo con nessun uomo poiché nonostante la distanza ero ancora innamorata persa di lui, ho provato a frequentare qualcuno ma è finita sempre male, non riuscivo a durare, volevo lui, nessun altro.
Trovai anche due ottime amiche qui a New York, le conobbi all’università, infatti facciamo lo stesso lavoro solo per riviste diverse, e diventammo subito amiche, tant’è che andammo anche a vivere insieme, sono pazze come me, infatti con tutte le cazzate che abbiamo fatto mi ricordavano molto i tempi con i ragazzi, gliene parlai molto, specialmente di Jared e del mio amore per lui.
 
Una domenica mattina uscimmo per andare a fare un po’ di shopping.
“Tesoro ma Jared che fine ha fatto? Sono due giorni che non vi sentite, avete litigato per caso?” disse Ashley.
“No, tesoro” dissi io ridendo, “è solo che è impegnato e ha detto che mi avrebbe chiamato lui appena si sarebbe liberato, sapete, ha una band e hanno fatto uscire un disco.”
“Si lo sappiamo” dissero loro in coro con tono stanco per prendermi in giro, parlo sempre di loro, anche se non li avevano mai visti era come se li avessero già conosciuti, specialmente Jared, ovviamente.
“Ah ah, divertenti loro” dissi sarcastica, intanto sentii squillare il telefono; era Jared. “Vedete? Parli del diavolo e spuntano le corna” dissi premendo il tasto sul telefono per rispondere.
“Hey tesoro!” disse tutto felice lui.
“Hey! Come stai? Tutto ok?” risposi io.
“Si si, tutto benissimo, ti ho chiamata per dirti che tra un paio d’ore sarò a New York e se ti va e se ci sei, potremmo vederci, sono otto anni che aspetto quest’occasione.”
Restai in silenzio per qualche secondo, non riuscivo a realizzare che stesse per venire da me, “certo che ci sono! Sono con Ashley e Chloe a fare un po’ di shopping in centro, tra due ore sarò in aeroporto.”
“Va bene, aspettaci all’uscita.”
“C’è anche Shannon con te?” chiesi, volevo vedere anche lui.
“Certo! E’ venuto apposta per vederti.”
“Perfetto, non vedo l’ora di vedervi ragazzi, a tra poco” chiusi la chiamata, “oh mio Dio. Tra due ore sono qui!”
“Cosa?!” dissero insieme Ashely e Chloe con occhi spalancati.
“Lo so, sono sorpresa anche io. Anzi no, sono proprio agitata! Che cazzo mi metto? Sono orribile così non posso farmi vedere da loro dopo otto anni in questo modo” dissi guardandomi i vestiti.
“Ma cosa dici?” disse Chloe, “stai benissimo così, sei perfetta.”
“Grazie” dissi sorridendole.
“Ora però andiamo a cercare un bel vestito da mettere stasera” disse Ashley.
“Perché? Dove andiamo?” chiesi io.
“Tesoro, stasera li convinciamo ad uscire, così potrete stare soli.”
“Cosa? No no, io non voglio stare sola con lui!” dissi scuotendo la testa.
“Si che vuoi, hai solo paura, dov’è la Jenny che non si fa intimidire da nessuno? E’ in ufficio?”
“No, sono qui! E’ che…..è Jared, cazzo stiamo parlando di Jared” dissi camminando con le mani sulla nuca.
“Tesoro, ci siamo noi con te, appena ti senti in imbarazzo ce lo dici e troviamo una scusa per andare via” disse Chloe.
“Grazie ragazze, cosa farei senza di voi” dissi, “ok, andiamo a cerca un vestito.”
 
Girammo tre negozi prima di trovare il vestito giusto; era nero, corto, arrivava leggermente più su del ginocchio, aveva le maniche corte e sulle spalle vi erano delle borchie dorate, la schiena restava un po’ scoperta.
“Wow” disse Chloe, “se ti vede sviene.”
“Sviene?!” le si rigirò Ashley, “quello muore proprio!” ridemmo tutte, dalle loro reazioni si capiva che era l’abito perfetto adatto a me e….a lui.
Anche loro ovviamente dovettero prendere un vestito, praticamente le obbligai, non dovevo essere l’unica ad indossare il vestito quella sera; Ashley optò per un tubino aderente blu elettrico senza spalline che arrivava fino alle ginocchia, Chloe invece ne prese uno bianco con delle fantasie in fuxia e un rosa particolare, le cadeva più morbido sempre fino alle ginocchia, aveva spalline sottili e una scollatura molto accentuata.
Dopo un’ora e mezza che passammo nei negozi, ci dirigemmo all’aeroporto per andare a prenderli, io tremai per tutto il tragitto mentre loro mi prendevano in giro cercando di tranquillizzarmi, non vedevo Jared da otto anni, non sapevo come comportarmi e avevo paura.
“Tesoro, la smetti di tremare e sfoderi un bel sorrisone? Tra dieci minuti atterrano e non penso che vogliano vedere una ragazza tremolante e spaventata al posto della loro migliore amica” disse Ashley con tono dolce.
“Esatto, noi siamo qui con te e non devi preoccuparti di niente, se vediamo imbarazzo cerchiamo di intrometterci nel discorso” disse Chloe, come avrei fatto se non ci fossero state loro?
“Ok, mi calmo” dissi cercando di fermare il tremolio, dopo qualche minuto sentimmo l’altoparlante che annunciava l’arrivo del volo, “oh cazzo!” urlai.
“Hey, stai calma!” dicono in coro.
“Sì sì, scusate” dissi sospirando, “dai, andiamo a cercarli.”
“Sì ma noi non li conosciamo, dovrai cercarli tu” disse Chloe.
“Sì, hai ragione, non preoccupatevi, tanto dobbiamo uscire fuori ad aspettarli.”
“Un momento” disse Ashley, “Jared ti ha detto di aspettarli di fuori?”
“Sì, scusatemi ragazze, non ci sto con la testa, me ne sono dimenticata.” Risero entrambe.
“Stai tranquilla, è normale, sei fuori di te, adesso però cerca di rimanere calma, eh” continuò Chloe strofinandomi la mano sulla schiena.
“Ok, ce la posso fare” dissi cominciando a sporgere lo sguardo, non vidi nessuno per i prossimi dieci minuti, fin quando: “Wow, guardate che bel ragazzone li giù” disse con sguardo perso, era proprio matta.
“Dove?” dicemmo insieme io e Ashley.
“Lì” disse indicando con il braccio verso due ragazzi.
“Oh cazzo” dissi spalancando gli occhi con un sorriso a trentadue denti, “sono loro” continuai correndogli incontro, appena videro una pazza andargli addosso capirono che fossi io.
“Hey, cucciola!” disse Shannon stritolandomi in un abbraccio.
“Ciao mattacchione, mi sei mancato” dissi stringendogli il collo.
“Anche tu, ma così mi soffochi” disse con voce strozzata.
“Oh mio Dio, scusami Shan” dissi mortificata.
“Fa niente cucciola.”
“Hey!” disse Jared, Dio com’era bello, era cambiato un po’ in questi anni ma era rimasto sempre uguale in viso, sempre gli stessi occhi azzurri che mi fanno sciogliere come un ghiacciolo vicino al fuoco, “io sono invisibile?” continuò aprendo le braccia, mi ci fiondai dentro stringendolo molto, probabilmente troppo, ma non mi disse niente.
“Mi sei mancato Jay Jay” dissi con le lacrime agli occhi ancora avvolta nell’abbraccio.
“Anche tu, tesoro” disse stringendomi ancora di più, a quel punto ci staccammo e vidi Ashley e Chloe vicino a noi, Chloe stava mangiando Shannon con gli occhi e Ashley guardava me con sguardo rassicurante facendomi un cenno col capo per dirmi se andava tutto bene, feci di Sì con il capo e diedi il via alle presentazioni.
“Allora, Jared, lei è Ashley” dissi indicandola, “e lei è Chloe” continuai indicando anche lei.
“Piacere” dissero in coro stringendosi le mani.
Feci lo stesso con Shannon.
“Hey Jenny, non mi avevi detto che avevi delle amiche così carine” disse guardando Chloe, lei arrossì abbassando lo sguardo.
“Smettila Shan, sempre a quello pensi?” gli dissi ridendo, “andiamo dai, così posate le valige e vi date una rinfrescata.”
“Tutto ok?” mi sussurrò Ashley vicina al mio orecchio.
“Sì, tutto apposto, non preoccuparti” le risposi io facendole l’occhiolino, non era tutto apposto, mi sentivo in imbarazzo, ma sarebbe passato dopo un po’, era solo lo shock per averli rivisti dopo otto anni.
Ci dirigemmo verso le macchine, decidemmo di portarne due per via dei bagagli.
“Ok” disse Ashley, “allora, io vado con Chloe e Shannon, tu e Jared invece andate con la tua” mi disse, avrei voluto ucciderla.
“Cosa? Credevo venissi con me” le dissi guardandola malissimo.
“No, vado con Chloe perché devo guidare io, così voi due parlate, avrete tante cose da dirvi.”
“Va bene, ci vediamo a casa.”
Entrammo in macchina, accesi il motore e partii.
Durante i primi minuti ci fu silenzio, troppo silenzio, imbarazzante silenzio, fin quando lui decise di rompere il ghiaccio.
“Allora tesoro, come stai?” mi disse mettendomi una mano sul braccio, ebbi una scossa.
“Bene, anzi benissimo ora che vi ho rivisto, non ho aspettato altro in tutti questi anni” dissi sorridendo.
“Anche io, sentirti quasi tutti i giorni non è stato come vederti.”
“Anche per me” lo guardai velocemente per poi tornare con gli occhi sulla strada, “Allora, quanto vi fermate? Spero non troppo poco, dobbiamo recuperare otto anni.”
“Volevamo rimanere per un mesetto, ovviamente domani ci cercheremo un hotel per non disturbarvi, avete anche voi le vostre cose da fare.”
“Cosa? Ma che dici! Abbiamo quattro camere, mica dobbiamo dormire sul divano che ci disturbate” mi rigirai io, lui rise.
“Davvero vuoi che due uomini stiano in casa tua?”
“Ma voi mica siete uomini! Siete i miei migliori amici.”
“E non siamo uomini. Mh, va bene” disse annuendo con la testa.
“Certo che lo siete, scemo, solo che non siete come gli altri, voi non siete fastidiosi e non sporcate ovunque passate.”
“Già, questo è vero, va bene piccola, staremo con te” disse sorridendo.
“Hallelujah! Staremo insieme per un mese intero, non vedo l’ora.”
“Anche io.”
Dopo due minuti circa arrivammo a casa, entrammo e gli feci vedere la loro stanza.
“Wow, è enorme questa casa!” risi.
“Sì è molto grande, il bagno è proprio qui di fronte, lì c’è la cabina armadio e di qua c’è una scrivania dove potete mettere ciò che volete” dissi spiegandogli tutto.
“Grazie mille” disse Jared guardandomi.
“Hey, posso fare una doccia?” disse Shannon.
“Eh? Ehm…s-sì” gli risposi distogliendo lo sguardo dagli occhi di Jared per andare a prendergli un accappatoio, dopo di che tornai in camera da lui.
“Allora” dissi schiarendomi la voce, “vuoi una mano a disfare i bagagli o posso andare giù?”
“No, li disfarò dopo, andiamo giù” disse venendo verso la porta, la chiusi e scendemmo giù da Ashley e Chloe.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Arrivati in salotto vedemmo Ashley e Chloe che parlavano di un pub.
“Hey, ragazzi!” disse Ashley, “stasera vogliamo andare al nuovo pub qui vicino? C’è l’inaugurazione.”
“In un pub?” le guardai con un’espressione di disapprovazione, “non mi piacciono molto i pub.”
“Nemmeno a me” disse Jared, “ti ricordi quando Shannon cercava di trascinarci lì e noi lo lasciavamo andare sempre da solo?” continuò ridendo.
“Sì” risi io, “anche se proprio solo non era, ne aveva una per ogni sera che ci andava” continuai ridendo più forte.
“Ah” disse Chloe, “è provolone? Cioè, ci prova con tutte?”
“No, non più” le rispose Jared, “ora è più serio, è cresciuto” continuò lui strizzandole l’occhio, aveva capito che le interessava suo fratello, e sembrava che anche a Shannon interessasse lei, ma non saltai a conclusioni azzardate.
“Va beh, comunque possiamo provare ad andarci a questo nuovo pub, sperando sia tranquillo” cambiai discorso, non volevo che Chloe si sentisse in imbarazzo.
“Va bene, proviamo” disse Jared.
“Perfetto!” esultarono Ashley e Chloe insieme.
Nel frattempo scese Shannon, “allora, dove si va stasera?” disse sfregando le mani.
“Proprio di questo stavamo parlando Shan, andiamo all’inaugurazione di un nuovo pub” gli risposi io, scoppiò a ridere.
“Voi due, in un pub” disse continuando sempre di più, “a Bossier City ogni volta che ve lo dicevo mi mandavate a fanculo, già vi immagino lì dentro, non reggerete nemmeno due ore.”
“E chi lo dice? Scommetti che riusciamo?” dissi io con aria di sfida.
“Sì, certo, non siete abituati cucciolotta” disse prendendomi il mento.
“Vedremo” disse Jared.
“No, vedrò io” rispose continuando a ridere, che stronzo che era.
“Dai andiamo a prepararci” mi presero Ashley e Chloe, “anche voi, vestitevi un po’ eleganti” disse Chloe.
“Agli ordini” rispose Shannon, Chloe rise.
“Forza matta, Sali” dissi io, così andammo a prepararci.
Mettemmo i vestiti che avevamo comprato quella mattina apposta per la serata, poi io e Ashely abbinammo delle scarpe nere      che sposavano bene con i colori dei nostri vestiti mentre Chloe ne mise un paio bianche poiché il suo vestito era celestino. Infine ci truccammo e poi scendemmo di sotto, i ragazzi erano bellissimi, specialmente Jared, aveva dei jeans blu scuro e una camicetta nera mentre Shannon optò per un paio di jeans più chiari e una camicia bianca.
Appena ci videro spalancarono gli occhi, Shannon andò subito da Chloe a farle i complimenti per il suo look “da infarto” come lo definì lui, Jared invece restò su me e Ashley, “wow, siete bellissime” disse.
“Grazie” dicemmo in coro noi, “anche tu” continuai poi io senza rendermene conto e spalancando gli occhi subito, “cioè, nel senso che anche tu sei bellissimo, nel senso che stai bene anche tu e che sei bel-lissimo” abbassai lo sguardo, probabilmente ero rossa in quel momento dato che mi sentivo le guance andare a fuoco.
“Beh, andiamo ora? Basta complimenti, Don Giovanni” disse Ashley per cambiare discorso rivolgendosi a Shannon.
“Che c’è? Deve sapere quant’è bella” le rispose lui.
Uscimmo di casa e, come questa mattina, Ashley mi imbrogliò di nuovo, “allora, io vado con Chloe e Shannon, voi due andate con l’altra, non si sa mai se dopo potrebbero servire due macchine.”
“No, vieni con me e Jared adesso, così potete parlare e vi conoscete meglio, prima sei andata con Shannon e Chloe” dissi io guardandola con sguardo da supplica.
“No altrimenti quei due combinano qualche casino, meglio controllarli” rispose lei facendomi l’occhiolino. L’avrei odiata.
“Beh, ha ragione, si vede che si prendono” disse Jared.
“Già, loro si prendono” dissi io sottovoce dirigendomi alla portiera del guidatore.
“Che vuoi dire?” chiese lui.
“Eh? No niente, pensavo ad una cosa” gli risposi, in effetti non pensavo a lui ma a tutti i ragazzi che non mi hanno mai presa tanto quanto lui e questo mi intristì parecchio perché a lui non potevo piacere io ma cercai di non pensarci, misi in moto e partimmo in direzione del locale.
“Quando entrammo ogni speranza si frantumò, era pieno di persone e c’era musica altissima non di mio gradimento, io e Jared ci guardammo preoccupati, poi ci girammo verso di loro, “menomale che era un pub tranquillo eh” disse lui.
“Infatti noi sapevamo che fosse tranquillo ci dispiace” disse Ashley riferendosi a lei e Chloe.
“Beh, ormai ci siamo, entriamo e divertiamoci” disse Shannon.
“Cosa? Lì dentro? E’ pieno zeppo di gente e c’è musica insopportabile” mi rigirai io.
“Già infatti, andiamocene, cerchiamo un posto più tranquillo” disse Jared.
“Ma come? Non avevate detto che avreste resistito?” disse Shannon faccia a faccia con me.
“Non sapevamo fosse così confusionario” dissi avvincinandomi di più al suo viso.
“Dai, ragazzi! Entriamo e spassiamocela, un’oretta, poi andiamo a cercare altro” disse Chloe.
“Ok” dicemmo in coro io e Jared scrollando le spalle.
“Stammi vicino che appena ci stufiamo andiamo via” gli dissi.
“Io sono già stufo” mi rispose.
“Anche io, ma non possiamo andarcene ora, aspettiamo una mezz’oretta, prendiamo un drink e poi andiamo.”
“Buona idea.”
Prendemmo due birre e all’inizio non sembrava male, ridemmo e scherzammo con Shannon, Chloe e Ashley, poi loro andarono a ballare e io e Jared rimanemmo seduti sul divanetto a vedere il peggio del peggio.
“Andiamo via?” gli urlai nell’orecchio affinchè potesse sentirmi.
“Si, ti prego” mi riurlò lui per rispondermi.
Ci alzammo e uscimmo fuori, “dove andiamo?” mi chiese.
“Sulla spiaggia di Long Island?” gli domandai io.
“Tu sì che mi capisci, donna, andiamo lì.”
Salimmo in macchina e ci dirigemmo alla spiaggia appena arrivati ci levammo le scarpe e iniziammo a camminare lungo il bagnasciuga.
“Hey guarda, stasera la luna è rossa” mi disse cingendomi le spalle.
“Come Marte” gli risposi io con un sorriso guardandolo negli occhi, mi si mise di fronte.
“Sei bellissima stasera” mi disse sorridendomi.
“Ehm, grazie, anche tu stai bene” dissi abbassando lo sguardo, stavo arrossendo, potevo sentirlo dalle mie guance bollenti.
Mi alzò il viso prendendomi il mento, ci guardammo a lungo, secondi, forse minuti, avevo perso la cognizione del tempo, si avvicinò pericolosamente a me, anche io mi avvicinai a lui, stavamo per baciarci quando: “eccovi!” sentii la voce di Shannon.
“Sapevo che eravate qui!” disse Chloe con voce ubriaca scendendo giù dalla duna di sabbia cercando di tenersi in piedi, Shannon e andò vicino per aiutarla.
“Ma che cazzo avete cominato?” dissi io.
“Ha bevuto qualche bicchiere di troppo ed è partita” disse Ashley ridendo.
“Oh mio Dio, Shan potevi fermarla, guarda com’è ridotta” disse Jared.
“Ma è lei che continuava, appena mi distraevo mi si scolava i bicchieri e come glieli toglievo dalla mano mi picchiava!” rispose Shannon per difendersi.
“Tesoro vieni qui un attimo per favore” mi disse Ashley.
“Dimmi tesoro.”
“Vi stavate per baciare?” chiese. Sospirai.
“Sì, stavamo per farlo” le dissi.
“Mi dispiace tantissimo” disse con tono mortificato.
“Stai tranquilla, tanto non avrebbe funzionato” le dissi tornando dagli altri.
Sarebbe stato il momento perfetto con la persona perfetta, era destino, non potevamo stare insieme.
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


La mattina mi svegliai nel letto insieme a lui con la testa sul suo torace il braccio che gli cingeva l’addome.
“Buongiorno” disse lui, era già sveglio da un po’ a giudicare dalla sua voce perfettamente normale e gli occhi totalmente aperti.
“Buongiorno” dissi con voce impastata dal sonno, “da quanto sei sveglio?”
“Da un po’, non volevo svegliarti, ieri sera dopo essere andati via dalla spiaggia siamo andati al bar e abbiamo bevuto un paio di birre, tu non hai retto e hai fatto compagnia a Chloe facendo la matta per strada” mi rispose ridendo.
“Oh mio Dio, e come siamo finiti a letto insieme?” gli chiesi a mia volta, dovevo sapere se era successo qualcosa.
“Tranquilla che non abbiamo fatto niente, ti ho accompagnata in camera e mi hai chiesto di farti compagnia finchè non ti addormentavi, poi mi ti sei messa sopra e dopo un po’ mi sono addormentato pure io.”
“Ah ok. E scusa da quanto tu reggi l’alcool?” domandai, lui era come me, non reggeva.
“Quando ho sentito che mi cominciava a girare la testa ho smesso di bere ed ero solo un po’ brillo ma dopo un po’ mi è passato.”
“Hai fatto bene, sono una cretina, dovevo smettere subito e invece continuavo pensando a…”
“A chi?”
“No niente, cose mie, una mia vecchia amica” dissi inventandomi una balla, stavo pensando a lui e al nostro bacio mancato mentre bevevo, faceva male pensarci, così ho cominciato a bere per dimenticare, poi però pensai ad una cosa.
“Ma ho fatto o detto qualcosa mentre ero ubriaca?” non sapevo cosa avessi e se avessi fatto o detto qualcosa di strano o peggio, se gli avessi detto la verità.
“No, niente di strano” disse lui tranquillo, “no aspetta mi hai detto qualcosa a proposito dell’amore e continuavi a carezzarmi, è successo qualcosa ultimamente che non so?” merda.
“No, è strano che ti abbia detto certe cose” risposi agitata.
“Già.”
Rimanemmo così ancora per qualche secondo, poi cominciai a sentirmi a disagio, nessuno dei due parlava e lui mi carezzava i capelli mentre io gli passavo la mano sull’addome, avrei voluto non finisse mai quel momento.
“Hey, non venite a mangiare?” entrarono Shannon e Chloe nella camera e io, talmente concentrata su di lui, mi misi paura e rotolai giù dal letto urlando.
“Eh? Sì arriviamo” dissi rialzandomi.
“Ma sei matta? Stai bene?” chiese Shannon.
“Sì sì, tutto ok, non vedi che sto una favola?” gli risposi sistemandomi il vestito che si era alzato.
“Okaaaaay, vi aspettiamo giù” disse Chloe.
“Va bene, arriviamo” continuò Jared, “che è successo?”
“No niente, mi sono spaventata perché non ero concentrata” dissi ridendo.
“Eh, me ne sono accorto, hai fatto un volo assurdo” continuò ridendo a crepapelle.
“Capita dai” risi.
“Sì sì, capita proprio a tutti.”
Hey, tu zitto che se devo mettermi a ricordare tutti i capitomboli che hai fatto tu insieme a me finisco domani mattina.”
“Vero, ora sto zitto.”
“Bravo” dissi guardandolo con aria soddisfatta, naturalmente per finta.
“Ora vedi come ti levo quel sorrisetto finto dalla faccia” disse facendomi il solletico.
“No ti prego fermo, non lo reggo” lo supplicai ridendo e buttandomi sul letto, si fermò con il viso davanti al mio, per un attimo pensai alla sera prima e al bacio mancato, non poteva essere possibile.
“Ehm…dobbiamo andare a mangiare, ho fame” dissi sentendo una stretta al cuore, non potevo averlo fatto, non riuscivo a crederci, lo stavo respingendo, ma dovevo, non potevamo stare insieme prima perché eravamo migliori amici e tutte gli sbavavano dietro ed era lo stesso anche dopo otto anni, solo che c’erano ancora più oche di prima. Andai un attimo in bagno a sciacquarmi il viso per via delle lacrime che vi scorrevano sopra e scesi di sotto a fare colazione.
“Buongiorno! Cosa vuoi mangiare?” mi chiese Ashley.
“Boh, quello che c’è” dissi io sedendomi sulla sedia a braccia incrociate appoggiando un piede sull’asta del tavolo.
“Ok, vada per un thè.”
“Perfetto” dissi fredda.
“Tesoro vieni un attimo con me per favore, devo chiederti una cosa” disse lei, aveva capito.
“Dimmi.”
“Ma che cos’hai? Hai litigato con Jared?” chiese.
“No, ma che. E’ solo che prima ci siamo trovati faccia a faccia a pochi centimetri di distanza e io sono scappata giù perché non volevo succedesse niente per i semplice fatto che non potrà mai funzionare” dissi lacrimando. Mi abbracciò.
“Ma no tesoro, stai tranquilla che tutto si risolve, devi essere più istintiva su questo lato, cogli l’occasione, non può succedere niente, male che vada ne parlate e decidete di restare amici.”
“Hai ragione, devo essere più istintiva, non posso vivere così, devo dirglielo” dissi asciugandomi le lacrime.
“No, non ho detto che devi dirglielo, non ora almeno, aspetta ancora un po’ e vedi come va, poi glielo dirai” mi disse lei.
“Sì infatti, non ci avevo pensato, aspetterò e coglierò le occasioni” dissi sorridendo.
“Brava tesoro, così si fa, ora torniamo a mangiare e non farti vedere giù di morale.”
“Sì, tranquilla.”
Detto ciò, tornammo in cucina e, mentre Ashley mi preparava il thè e Chloe era in camera a vestirsi, Shannon ne approfittò per scusarsi.
“Hey cucciola, mi dispiace se ieri sera ti abbiamo disturbata, era un momento intimo e Chloe non si è resa conto di quello che ha fatto” disse mortificato.
“Ma stai tranquillo Shan, non è successo niente, anzi probabilmente anche se lo aspettavo da anni, è stato meglio così.”
“Perché dici questo?” chiese lui confuso.
“Perché…” mi interruppi poiché in cucina entrò Jared.
“Di che parlavate?” chiese.
“Di cosa fare oggi!” rispose subito Ashley per evitare incomprensioni varie, appena Jared si mise seduto a parlare con Shannon mi girai verso di lei mimandogli un “grazie”, dopo di che arrivò a fianco a me portandomi il thè e sussurrandomi “non c’è di che” all’orecchio, cosa avrei fatto senza di lei non lo so.
“Quindi cosa facciamo stamattina?” chiese Jared.
“Io pensavo che stamattina potremmo restare a casa a rilassarci ancora un po’, soprattutto per Chloe visto com’era ieri poverina, e poi usciamo al pomeriggio a fare un giro a Central Park o a Time Square, se vi va” risposi io.
“Per me è perfetto, per voi?” chiese Jared.
“Anche per me” disse Shan.
“Per me idem” continuò Ashley.
“Chloe dirà di sicurò di sì” dissi ridendo.
Dopo esserci organizzati iniziammo a fare colazione ridendo e scherzando come al nostro solito, era la prima volta che facevo colazione con loro dopo otto anni, ero felicissima.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Era il 26 Marzo e il giorno dopo sarebbe stato il compleanno di Chloe.
“Allora, cosa facciamo a Chloe domani?” chiesi.
“Io pensavo ad una festa a sorpresa con tutti i nostri amici” rispose Ashley.
“Sì, si può fare, ma qualcuno di noi deve tenerla occupata tutto il giorno, non può stare in casa” dissi io.
“La porto in giro io con la scusa di farmi visitare New York e la faccio stare lontana da casa fino alla sera” saltò su Shannon.
“Perfetto” dicemmo in coro io e Ashley.
“Io resterò qui e vi darò una mano a sistemare il tutto” continuò Jared.
“Certo, è perfetto” dissi io rivolgendomi a lui.
“Bene, tutto sistemato, ma lei dov’è ora?” chiese Shannon.
“E’ dovuta andare a lavoro perché il capo l’ha chiamata per sistemare un casino che è successo con la sua rivista” risposi io, “altrimenti non avrei tirato fuori il discorso con lei in casa” continuai ridendo.
“Sì, ma dobbiamo trovare un locale almeno stiamo più comodi, prenotiamo un pub?” disse Ashley. Un pub? Davvero? Io e Jared ci guardammo per poi spostare gli sguardi su di lei.
“Sei impazzita?” le dissi arricciando la fronte.
“No, perché? Saremo solo noi e i nostri amici mica ci saranno persone sconosciute e musica di merda” continuò lei.
“Sei sicura? Conosci il DJ?” le disse Jared.
“Ashley, lasciali stare questi due morti, conviene prendere una sala e mettere noi la musica, organizziamo un buffet e compriamo la torta, è semplicissimo” disse Shannon a Ashley con aria sconfitta, voleva sempre portarci in discoteca ma gli diceva sempre male poverino.
“Sì ok, ma dobbiamo trovare un locale” continuai io.
“Beh, per quello non ci sono problemi, ti ricordi la signora Smith? Lei ha una sala che affitta per le feste, possiamo chiederle se è disponibile” mi disse Ashley.
“Sì, hai ragione non ci avevo pensato, nell’agenda dovrei avere il numero, è di sopra nel mio comodino, prendila tu ti prego, non mi va di salire” la supplicai, ero stanchissima, non dormii tanto quella notte.
“Va bene, scansafatiche” disse lei ridendo e salendo le scale.
“Ragazzi mi raccomando, Chloe non deve sapere nulla, capito Shannon? Non farti sfuggire niente, per favore” gli dissi, non era molto bravo a distrarre le persone ma per questa volta mi fidavo, Chloe pendeva dalle sue labbra, si vedeva lontano un kilometro quindi ogni cosa gli avrebbe detto lei avrebbe abboccato come un pesce all’amo.
“Tranquilla Jen, ci penso io” disse con un sorrisetto pervertito, chissà che aveva in mente, chiusi il discorso con un “sporcaccione” mentre Ashley tornava di sotto con il numero e il cellulare e uscì sul balcone per chiamare, dopo circa cinque minuti rientra dicendo che la sala era libera, ora dovevamo organizzare tutto il resto.
“Perfetto, dobbiamo andare a darle l’anticipo però, quanto vuole?” chiesi.
“Cento dollari ora e cento dopo la festa, potete andare tu e Jared a portarglieli? Così nel frattempo io e Shannon organizziamo il buffet e la musica” sempre la solita a lasciarmi sola con lui, da una parte la ringraziavo ma dall’altra volevo ucciderla.
“Sì, ci andiamo noi, tranquilla” le dissi prendendo la borsa.
“Sì ma dividiamo il conto però, non è giusto che paghiate solo voi” disse Shannon.
“Già, ha ragione, dividiamo” continuò Jared.
“Ma neanche per sogno!” disse Ashley.
“Voi siete invitati, non dovete pagare niente, state tranquilli” dissi sorridendogli.
“No, vogliamo contribuire, non è una cosa equa, allora voi pagate la sala e noi il buffet” disse Shannon.
“Va bene, testardo” gli dissi ridendo e andando verso la porta con Jared.
“Ah, ragazzi!” ci fermò Ashley, “dopo aver risolto con la sala, passate in pasticceria ad ordinare la torta per favore, tanto è di strada.”
“Certo, a dopo” dissi salutandoli.
Uscimmo da casa e andammo verso la macchina, salimmo, misi in moto e partimmo.
Durante il tragitto ridemmo e scherzammo come facevamo sempre.
“Sai, mi preoccupa il fatto che Shannon e Ashley si occupino della musica” disse lui.
“Anche me, spero che non mettano roba strana e insopportabile, altrimenti ti trascino a Long Island come l’altra volta” continua io ridendo ma subito dopo mi incupii pensando a quella serata, a quel bacio mancato, chissà come sarebbe stato.
“Hey, che hai?” mi chiese vedendomi così.
“He? No niente, stavo pensando.”
“E’ qualcuno di speciale?” se ne uscì, mi prese un colpo.
“Cosa?” chiesi confusa.
“Lui, insomma, ti vedo pensierosa da quando sono qui, è evidente che stai così per un uomo” avevo paura che avesse capito tutto, così gliene parlai senza fare accenno a lui.
“Sì, è molto speciale, è fantastico, un uomo straordinario, io lo amo, ma non sono se lui ama me, insomma, è un uomo molto attraente e bello e tutte gli stanno ai piedi, non penso se ne sia mai accorto” mi sfuggì una lacrima ma la ricacciai dentro, non potevo piangere, non davanti a lui.
“Secondo me lui lo sa ma non vuole dirtelo, magari ha paura che tra voi possa cambiare qualcosa, o semplicemente ha paura di farti soffrire, e se non se n’è accorto allora è veramente un cretino.”
“Grazie Jay, sai sempre cosa dirmi” dissi mentre parcheggiai, “andiamo dai.” Mi prese per il polso e mi abbraccò.
“Mi dispiace, Jen.”
“E di cosa, tranquillo mi sono calmata, capita a tutti” dissi sorridendogli.
“Così ti voglio, allegra e pimpante come sei sempre stata.”
Uscimmo dalla macchina e andammo dalla Signora Smith a depositare l’anticipo per la sala e subito dopo andammo alla pasticceria lì davanti per ordinare la torta, optammo per una millefoglie al cioccolato per essere sicuri che sarebbe piaciuta a tutti.
Dopo aver finito tutto, ritornammo in macchina e ci dirigemmo verso casa per vedere cosa stavano combinando quei due con la musica e il buffet.
Entrammo in casa e loro erano seduti tranquilli sul divano.
“Scusate, ma avete fatto ciò che dovevate?” domandai.
“Certo, buffet e musica sistemati, un mio vecchio amico fa il DJ, mi è bastato chiamare lui, ha detto che verrà senza problemi” disse Shannon.
“Oh menomale, e per il buffet?” chiesi guardando Ashley.
“Ho chiamato il ristorante, tutto ok, alle sei verranno alla sala a portare il tutto” mi rispose.
“Perfetto, non ci resta che chiamare tutti.”
“Ci ho già pensato io, tranquilla, verranno tutti a parte Alex perché è partito” disse subito Ashley.
“Sei un angelo, tesoro” dissi abbracciandola, cos’avrei fatto senza di lei.
Visto che avevamo organizzato tutto, ci sedemmo sul divano a parlare e aspettammo Chloe che tornasse da lavoro.
Dopo aver cenato tutti insieme, decidemmo di andare a dormire poiché avevamo deciso di farle una sorpresa la mattina, saremmo andati a svegliarla facendole gli auguri.
“Buonanotte, ragazzi” dissi a Shannon, Chloe e Ashley. Jared era in bagno.
“Buonanotte” mi dissero in coro.
Salii le scale e come arrivai davanti la mia porta, Jared uscì dal bagno.
“Hey, buonanotte cucciola” mi disse dandomi un bacio sulla guancia.
“Buonanotte, Jay” gli sorrisi.
Entrai in camera, mi misi a letto e mi addormentai dopo parecchio tempo.
 
La mattina mi svegliai alle 7,30 insieme ad Ashley e Jared. Shannon non era nella sua camera, pensammo fosse uscito la sera prima per andare in discoteca.
“Va beh, andiamo, non possiamo aspettare che torni o si sveglierà” dissi.
“Ha ragione, dai facciamolo ora” disse Ashley.
“Ok” continuò Jared.
Così andammo verso la sua camera e aprimmo la porta, sentimmo solo “sei una bestia!”, era la voce di Chloe, quello che ci trovammo davanti era improponibile.
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


“Oh mio Dio!” urlai.
“Oh cazzo!” continuò Ashley urlando.
“Perchè siete entrati?” disse Chloe.
“Volevamo farti una sorpresa ma l’hai fatta tu a noi” le risposi io.
“Ma cos’hai fatto bro” disse Jared ridendo.
“Oh, ha cominciato lei, è seducente, io sono un uomo, non posso farci niente” si difese lui.
“Ah io? Se tu fossi meno attraente non sarebbe successo niente, caro” disse Chloe.
“Fatto sta che è colpa vostra, non dovevate saperlo” disse Shannon coprendosi del tutto con il lenzuolo, Chloe fece lo stesso.
“Va beh, ci dispiace, noi usciamo e voi continuate tranquilli come se niente fosse, non è successo niente” disse Ashley chiudendo la porta.
“Ecco perché Shannon non c’era, non era in discoteca” dissi ridendo.
“Io sapevo che prima o poi succedeva, me ne aveva già parlato di questo fatto” disse Jared.
“Che fatto?” dicemmo in coro io e Ashley.
“Che gli piace Chloe” rispose.
“Sì quello si era capito, noi lo abbiamo capito appena si sono incontrati all’aeroporto, lei lo ha puntato appena siete usciti e senza sapere che foste voi, vi abbiamo trovato grazie a lei” dissi ridendo.
“Anche lui la sera stessa mi ha detto che era molto carina e che l’aveva colpito subito” continuò lui.
“Secondo me avremo una coppia in casa” disse Ashley.
“Sì, è probabile” dissi ridendo, si unì anche Jared.
Dopo circa mezz’ora scesero di sotto come se niente fosse per fortuna, e dissero che sarebbero usciti perché Shannon voleva visitare New York, come da accordo per tenerla lontana da tutto.
Appena uscirono ci mettemmo ad organizzare tutto, andammo a comprare piatti e bicchieri di carta e a sistemare la sala, dopo circa tre ore e mezzo finimmo di fare tutto e tornammo a casa per pranzare, riposare e sistemarci per la serata.
Alle 17:40 eravamo tutti e tre pronti per tornare lì e aspettare il catering, nel frattempo scendo mi mandò un messaggio:” Porto Chloe a casa per farla sistemare, le ho detto che la porto fuori a cena, per che ora devo portarla lì?”
“Sei un genio ahahah comunque portala verso le 20:00 almeno siamo sicuri che sono arrivati tutti.” Risposi ed entrai dentro.
Finimmo di ritoccare alcune cosette per ammazzare il tempo intanto che arrivavano tutti gli invitati e alle 20:15, in questi casi meglio in ritardo, arrivarono Shannon e Chloe.
Appena entrarono, Chloe rimase sorpresa, era felice, le si leggeva in faccia, ci venne subito ad abbracciare e ringraziare per la sorpresa, “ragazze siete le migliori.”
Passammo una bella serata, specialmente al momento della torta quando Shannon prese della panna e gliela spalmo su quasi tutta la faccia, le scattammo un mare di foto per ricordare quel momento.
Finita la festa tornammo a casa e Chloe e Shannon si chiusero in camera, ovviamente, mentre io, Jared ed Ashley ci mettemmo in giardino a bere una birra e parlare.
“E’ riuscita bene dai” dissi.
“Sì sì, ti giuro che pensavo andasse storto qualcosa perché avevamo organizzato tutto all’ultimo e invece tutto liscio come l’olio” disse Ashley.
“Io invece no, vi siete impegnate molto per questa festa e ho creduto fin dall’inizio che ce la potevate fare” disse Jared.
“Oh che dolce” continuò Ashley.
“Sì, il mio tesoruccio tanto dolce che mi sopporta da ventiquattro anni” dissi io alzandomi e andandolo ad abbracciare da dietro dandogli un bacio affettuoso sulla guancia mentre andavo a buttare la bottiglia.
“Eh già, non so nemmeno io come faccia” disse lui ridendo prendendomi in giro.
“Tu zitto perché anche te non sei da meno, tra tutti e due non so chi sia peggio” mi rigirai io continuando a ridere.
“Facevate sempre così voi due a Bossier City?” disse Ashley, poverina non era abituata.
“Sì, praticamente tutti i giorni” le rispose Jared.
“Ci piace prenderci in giro a vicenda” continuai io.
“Beh, mi fa piacere per voi” disse lei.
“Tu con i tuoi amici non facevi così? A parte me e Chloe ovvio” le chiesi, mi sorprendeva il fatto che era rimasta shockata dal modo in cui scherziamo io e Jared, certo, tante volte ci andiamo giù pesantemente, ma tra migliori amici si fa.
“Veramente no, le mie ‘amiche’ erano tutte un po’ snob e certe cose non le facevano e se capitava era per ferire i sentimenti delle persone” mi rispose, rimasi di stucco e guardai Jared, anche lui era a bocca aperta.
“Adesso hai noi” le disse lui, com’era dolce.
“Grazie” disse lei.
Ci abbracciammo tutti e tre e rimanemmo così finchè non iniziammo a sentire freddo e decidemmo di rientrare al caldo.
“Ragazzi, non so voi, ma io vado a dormire, sono un po’ stanca” disse Ashley sbadigliando, “Buonanotte” continuò salendo le scale.
“Notte, Ash” dissi io.
“Io ancora non ho sonno” disse Jared.
“Nemmeno io, ti va un thè?”
“Ovvio!” rispose felice, il thè di notte era una specie di tradizione nostra, tutte le volte che dormivamo insieme lo facevamo.
Andammo in cucina e misi a bollire l’acqua e intanto continuammo a ridere e scherzare mentre io ero seduta sulle sue gambe, appena sentii l’acqua bollire mi alzai, andai a mettere l’infuso nelle tazze per poi portarle sul tavolo insieme allo zucchero e il limone.
“Sai, tra un paio di giorni dovremo ripartire, abbiamo parecchio da fare, però stavo pensando che potremmo vederci comunque, magari ogni tanto vieni tu a Los Angeles e ogni tanto io a New York” disse lui.
“Certo! Non perdiamoci di vista stavolta” dissi sorridendo, potevo sembrare calma fuori, ma ero a pezzi, non volevo che se ne andasse di nuovo, certo, lo avrei rivisto di sicuro, ma non volevo separarmene di nuovo, questo mese sono stata la donna più felice della terra e sapere che tra due giorni andrà via mi fa salire un peso sullo stomaco. Dovevo fare qualcosa stavolta.
 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Era arrivato il giorno della partenza e, come l’ultima volta, non volevo lasciarli andare.
“Dovete andare per forza?” dissi con il broncio.
“Sì tesoro, abbiamo parecchio da fare, dobbiamo lavorare sul nuovo album” mi rispose Jared.
“Ci sentiremo tutti i giorni come sempre, vero?” continuai abbracciandolo.
“Certo che sì, voglio sentirti, e poi ci dovremo anche organizzare, così verrete anche voi a Los Angeles a trovarci” mi abbracciò anche lui.
“Hey, ho un’idea!” saltò su Shannon.
“E cioè? Spara genio” lo presi in giro, lo chiamavo sempre così quando gli venivano in mente idee nuove perché di solito non proponeva niente e se lo faceva erano tutte idee che io e Jared bocciavamo all’istante come le discoteche, perciò si irritava sempre quando ce lo chiamavo.
“Ah ah, divertente, non ti è passato questo vizio eh?” come volevasi dimostrare, fece il finto offeso, “comunque, voi il week end non lavorate, giusto?”
“Sì” dicemmo in coro.
“Bene, se facessimo un week end a testa? Cioè, un week end venite voi a Los Angeles e un week end veniamo noi a New York!”
“Wow, mi sono pentita di averti chiamato genio questa volta, è un’idea eccezionale!” dissi entusiasta.
“Sì, si può fare” disse Ashley.
“Esatto” continuò Chloe.
“Sì, anche per me va più che bene” rispose infine Jared.
“Bene, allora ci vedremo a Los Angeles sabato” dissi.
“Scusa, ma a che ora staccate?” chiese Jared.
“Alle quattro.”
“Allora prendete l’aereo alle sei, così alle nove siete da noi e abbiamo tutto il sabato.”
“Hai ragione, non ci avevo pensato, dopo prenotiamo” dissi rivolgendomi anche a Ashley e Chloe.
“Perfetto, allora ci vediamo venerdì, non vedo l’ora di farvi vedere Los Angeles” disse Shannon abbracciando Chloe, quei due non me la raccontavano giusta.
“Benissimo, a venerdì” dissi, dopo di che ci stringemmo tutti in un mega abbraccio di gruppo.
Li salutammo fin che non oltrepassarono il gate e dopo di che andammo alla biglietteria per prenotare i biglietti per il venerdì sera, fatto ciò, tornammo a casa a darci una sistemata per poi uscire di nuovo e andare in un pub, stavolta senza musica ne niente, per cenare e poi fare una passeggiata a Times Square.
“Non ci posso credere che venerdì li rivedremo di nuovo” dissi tutta felice.
“Sì ma stai calma che in questo mese non hai combinato niente con Jared, a proposito, non te l’ho mai detto ma hai dei canoni parecchio alti, donna!” disse Ashley con un’espressione compiaciuta.
“Hey! E’ mio, giù le zampe” le dissi dandole un leggero schiaffetto sulla mano sinistra, fece una smorfia finta di rabbia.
“We! Io non ho nessuno, Chloe sta con Shannon, tu stai con con Jared, e io?”
“Ehm…io non sto con Jared e probabilmente non ci starò mai” le dissi.
“Nemmeno io sto con Shannon” s’intromise Chloe.
“Sì certo, trombate come gorilla” dissi io scatenando la risata di tutte, “vi sentiamo, le camere sono vicine e ii muri non sono d’acciaio.”
“Oh, almeno mi sono divertita dai! E poi mi piace, è molto dolce e comprensivo, spero che quello che c’è fra di noi possa fruttare un giorno” disse lei. Si era innamorata di lui, ed ero sicura che anche lui si fosse innamorato di lei, dovevano solo parlarne e mettere in ordine i sentimenti…cosa che avrei dovuto fare anche io con Jared, ma non volevo rovinare la nostra amicizia, era troppo importante, non riuscivo ad immaginare la mia vita senza di lui.
“Lo spero per te” le dissi totalmente sincera.
“Già, speriamo bene” continuò Ashley, “ora dobbiamo aiutare Jenny a dichiararsi a Jared.”
“Ma tu sei scema!” mi rigirai.
“Ascolta, devi dirglielo, non puoi restare per sempre così, ti rendi conto che tutti i ragazzi che hai avuto li hai scaricati perché non erano lui? Non potrai mai avere una vita tranquilla se non ti chiarirai con lui su questo punto, e poi detta tra noi, mi sembra che anche tu gli piaccia, si vede.”
“No Ash, non posso, lo so che gli piaccio, me lo disse anche Shannon a Bossier City prima di partire ma non potrà mai funzionare, lui è un attore e un cantante, ha una band, viaggia spesso per concerti, ha trecentosessantacinquemila ragazze ai suoi piedi che gli sbavano dietro, non gli servo io, si dimenticherà di me molto facilmente” dissi con una nota di tristezza sia nella voce che negli occhi, stavo per piangere.
“Lo vedi? Non puoi stare così, bisogna fare qualcosa” disse abbracciandomi.
“No, va bene così” troncai il discorso qui, non volevo parlarne, più ci pensavo e più stavo male.
“Ok, lasciamo perdere dai.”
“Grazie” dissi sorridendole.
Cambiammo subito discorso ed entrammo in un bar a prendere un caffè per poi tornare a casa visto che era mezzanotte e la mattina dopo dovevamo andare a lavorare.
 
Passarono cinque anni da quando decidemmo di far un week end per uno e in cinque anni non ne saltammo nessuno eccetto a volte qualche cambio quando noi avevamo da fare straordinari a lavoro e loro venivano da noi due volte di fila.
In quei cinque anni Shannon e Chloe finalmente parlarono e misero ordine nei loro cuori, inutile dire che si erano messi insieme, io e il mio cuore però non volevamo ascoltarci l’un l’altra e così non dissi nulla a Jared ma rimasi fedele alle mie emozioni e non guardai nessun uomo se non lui, Ashley era ancora uno spirito libero come me e Jared e cercava l’uomo giusto.
“Ragazze, non spaventatevi, ma ho avuto un’altra idea geniale” disse Shannon.
“Cosa? Allora stai diventando veramente un genio!” dissi prendendolo di nuovo in giro come l’ultima volta quando me ne pentii perché l’idea era davvero buona e da cinque anni l’applicavamo tutti i week end.
“Non sei cambiata per niente, stronza eri e stronza rimani” disse facendo finta di essere arrabbiato, quanto mi piaceva prendermi gioco di lui così, e anche a lui piaceva.
“Dai dì” lo incoraggiai accavallando le gambe.
“Sono cinque anni che facciamo avanti e indietro per vederci, visto che noi abbiamo il lab qui e non possiamo muoverci, perché non chiedete il trasferimento nell’azienda di Los Angeles?” me ne pentii di nuovo.
“Ma cosa ti sta succedendo? E’ un’idea fantastica, giuro che se ne avrai un’altra non ti chiamerò più genio” dissi ridendo.
“E’ un’idea bellissima Shan, io ci sto” disse Ashley.
“Anche io” continuò Chloe dandogli stampandogli un bacio sulle labbra, com’erano carini.
“Perfetto, domani al lavoro chiederemo il trasferimento” dissi io apparentemente tranquilla, in realtà scoppiavo di gioia, saremmo potuti stare di nuovo uniti come ai vecchi tempi a Bossier City.
“Speriamo che ce lo diano al più presto possibile, non vedo l’ora di potermi trasferire qui” disse Ashley.
“Anche io” le dissi.
“Idem” disse Chloe ancora appiccicata alle labbra di Shannon, erano proprio innamorati.
 
Passarono altri tre anni dopo aver chiesto il trasferimento e ancora non c’erano posti liberi a Los Angeles, cominciavo a perdere le speranze quando all’improvviso, una mattina, il capo ci chiamò nel suo ufficio tutte e tre, sinceramente avevamo paura perché non sapevamo cosa doveva dirci, poteva essere la notizia del trasferimento ma poteva anche essere una pessima notizia, entrammo e ci sedemmo.
“Salve ragazze, come va?” ci disse.
“Tutto bene, grazie” rispose Chloe per tutt’e tre.
“Cosa deve dirci signore? Va tutto bene?” chiesi in ansia, doveva arrivare dritto al punto.
“Sì, benissimo, e tra poco starete benissimo anche voi, sapete, a Los Angeles c’è stata una strage di licenziamenti e ci sono cinque posti liberi e dato che voi tre siete le mie migliori manager, credo che siate pronte per salire di livello, buon viaggio ragazze, il vostro momento è arrivato.”
“Cosa?” disse Ashley, rimase immobile e senza fiato, non spevo se stava bene o se le stava per prendere un infarto.
“Ash? Tutto apposto?” le chiesi ridendo e facendole aria.
“Los Angeles? Ha detto Los Angeles?” disse.
“Sì, andiamo a Los Angeles!” le dissi contentissima.
“Oh mio Dio! Andiamo a Los Angeles!” scoppiò di botto e e per poco l’infarto non veniva a me.
“Arrivederci ragazze, buona fortuna!” ci salutò il capo.
“Grazie, anche a lei, arrivederci” dimmo noi una alla volta.
Stavamo per andare a Los Angeles, dovevo assolutamente avvertire Jared così feci il suo numero, non rispondeva, di sicuro era impegnato, così lasciai stare, tanto ci stava già pensando Chloe ad avvertire Shannon.
“Ragazze, dobbiamo prenotare il volo, ma non ci ha detto quando cominciamo” disse Ashley.
“Hai ragione, aspetta che vado a chiederglielo” dissi mentre ripercorrevo il corridoio per andare nel suo ufficio, appena arrivataci davanti bussai.
“Avanti.”
“Salve, sono sempre io” dissi ridendo, “volevo sapere quando cominciamo a lavorare.”
“La settimana prossima visto che sarà fine mese, intanto questa l’avete libera.”
“Davvero?”
“Certo, dovrete organizzarvi.” Adoravo il mio capo.
“Sì, grazie mille! Arrivederci” dissi con un mega sorriso.
“Arrivederci a lei.”
Tornai dalle ragazze a dargli la buona notizia e, come previsto, esultarono, almeno avremmo avuto il tempo di organizzare il trasloco.
Dopo aver finito la giornata lavorativa tornammo a casa.
“Dovremo affittarla questa casa o ce la teniamo in caso volessimo tornare per una vacanza o roba simile?” disse Chloe.
“Io direi di tenerla” risposi.
“Sì, anche io, almeno quando ci va possiamo tornare qui senza andare a spendere soldi in un hotel” si aggregò Ashley.
“Perfetto, la casa resta così” affermò Chloe, “io preparo il pranzo, voi andate a vedere per i biglietti?” chiese.
“Certo, andiamo Jen” mi disse Ashley.
Salimmo le scale ed entrammo nella sua camera, ci mettemmo al computer e prenotammo un volo per il venerdì visto che ormai ci trovavamo bene a viaggiare di sera nel fine settimana.
Nel frattempo il mio telefono squillò; era Jared.
“Hey tesoro! Ho saputo di Los Angeles, congratulazioni!” mi urlò al telefono, mi fischiava l’orecchio.
“Dio, la prossima volta faccio prima a farti un’improvvisata, mi hai rotto il timpano” dissi ridendo.
“Simpatica, allora quando venite?” chiese impaziente.
“Al solito, venerdì sera alle nove siamo lì.”
“Perfetto, facciamo come sempre, tu e Ashley venite da me e Chloe va da Shannon, solo che questa volta sarà permanente” permanente?
“Ehm…in che senso permanente?” chiesi spaventata.
“Sì, resterete qui, non vi farò spendere soldi per un’altra casa, la mia è enorme e ci vivo da solo, un po’ di compagnia mi ci vuole, specialmente se è la mia migliore amica.”
“Ma no dai, non vogliamo disturbare, appena troviamo casa ce ne andiamo” continuai a dire, era cocciuto quanto me.
“Non se ne parla zucca di legno, restate qui da me, siete mie amiche, siamo tutti amici, che c’è di male, se lo abbiamo fatto per tutti questi week end perché non farlo ora?” aveva ragione.
“Va bene, poi parleremo dei contributi” cedetti.
“Si si certo, come no” disse con tono sarcastico, tutte le volte che eravamo lì non ci faceva spendere un soldo, non poteva farlo anche ora che avremmo vissuto a casa sua.
“Poi ne riparleremo di questa faccenda, bastardone” troncai il discorso così, era solito nostro insultarci a vicenda per scherzare.
“La tua finezza mi è sempre piaciuta, ciao stronza, a venerdì.”
Chiusi la chiamata e scesi con Ashley in cucina per aiutare Chloe.
“E’ tutto sistemato, venerdì alla solita” dissi.
“Perfetto, non vedo l’ora, praticamente io e Shannon convivremo” disse Chloe.
“Ti ha chiesto di restare?” le chiese Ashley.
“Sì, ha detto che sarei rimasta con lui a casa sua e che non mi avrebbe fatto andare a vivere altrove.”
“Oh che dolce” dissi io, “Ash, anche Jared ha detto che noi resteremo con lui lì, non vuole farci spendere altri soldi” le dissi.
“D’accordo, ma poi dovremo parlarne con lui, bisognerà dividere le spese” disse lei.
“Già gliel’ho detto al telefono ma non sembrava molto d’accordo, quando lo vedo gli do una strigliata a quella testa e poi vedi come ragiona” dissi sorridendo.
“Avete uno strano modo di divertivi sai?” mi disse Chloe.
“No, perché? Noi ci divertiamo così fin da bambini, è bello, anzi bellissimo, direi perfetto” dissi pensando a tutte le volte in cui ci siamo divertiti come matti.
“L’abbiamo persa!” disse Ashley.
“Eh?” non capivo.
“Ti sei incantata, guardavi fisso il lavandino e sorridevi, tu sei un caso grave di mal d’amore.”
“Ma piantala! Sto benissimo” dissi sorridendo sfacciata come ero solita fare.
“Mh mh, sì, dai mangiamo va, altrimenti si fredda” continuò.
Chiusa questa conversazione ci mettemmo a mangiare la nostra amata pasta asciutta, se ne erano innamorate dalla prima volta che gliela feci, avendo i genitori italiani conosco tutti i piatti e sono anche bi lingua, ogni tanto mi sentivano sbraitare in italiano quando parlavo con i miei che erano tornati a vivere a Roma.
“Mio Dio che bello avere un’amica italiana” disse Chloe scatenando la risata di tutte.
“Semmai mezza italiana” dissi ridendo, “i miei sono italiani, io sono nata a Bossier City, sono bi lingua sì, ma io sono americana” dissi mettendo in chiaro la mia provenienza.
Continuammo a mangiare fin che la padella non fu vuota, a pranzo non avevamo mangiato ed eravamo affamate, dopo di che sparecchiammo e ci mettemmo sul divano a guardare la televisione e dopo circa mezz’ora andammo a dormire.
I giorni seguenti passarono di fretta visti gli impegni per il trasloco ed arrivammo subito al venerdì pomeriggio.
“Ragazze, io sono agitata” dissi.
“Tranquilla tesoro, andrà tutto bene a lavoro” mi consolò Ashley.
“Fosse solo per il lavoro, mi spaventa l’idea di vivere con Jared, insomma, è il mio migliore amico ma sono anche innamorata di lui, e se qualcosa va storto?” chiesi spaventata.
“Ma stai tranquilla, niente andrà storto, e un giorno magari riuscirete a fare pace con i vostri sentimenti anche voi” disse Chloe per consolarmi.
“Vedremo, però sono contentissima all’idea di essere di nuovo insieme a loro, a contatto tutti i giorni, dopo sedici anni siamo riusciti a tornare a vivere nella stessa città.”
“Sono felice per te, finalmente sarete di nuovo vicini” disse Ashley accarezzandomi una spalla.
“Grazie, Ash.”
Chiamarono il nostro volo, così ci imbarcammo e partimmo dirette a Los Angeles. Appena arrivate, come al solito, c’erano Jared e Shannon ad aspettarci che ci accolsero con un caldo abbraccio, caldo sul serio, fuori faceva 45 gradi e noi cinque eravamo ammassati l’uno appiccicato all’altro.
Sciolto l’abbraccio, caricammo nelle macchine le valige e andammo nelle rispettive case.
Quella sera io, Jared e Ashley parlammo della casa e delle spese da dividere visto che aravamo coinquilini ora e non era giusto che pagasse tutto lui anche se non voleva soldi da noi, dopo un po’ riuscimmo a convincerlo a farci pagare almeno la spesa.
Dopo aver organizzato tutto ciò, andammo a letto, il giorno seguente fu molto impegnativo per noi per via delle sistemazioni così Shannon e Chloe non li vedemmo per niente.
“Domani Shannon ci ha invitati a cena a casa sua, io non potrò venire perché ho un ehm…impegnp, ma voi andate altrimenti resterete qui da sole, almeno passerete la serata in compagnia.
“Va bene” dicemmo in coro io e Ashley.
“Si è fatto tardi, ma almeno abbiamo finito, andiamo a dormire va” dissi io dirigendomi sulle scale.
“Buonanotte, tesoro” mi disse Jay dandomi un bacio in front.
“Notte Ashley” disse poi.
“Buonanotte a te, tesoro” dissi sorridendogli.
“Notte Jared!” mi seguì Ashley.
Dopo ciò, andammo a dormire e il mattino dopo mi svegliai con una strana sensazione addosso, non sapevo bene cos’era, fatto sta che restai così fino a sera, quando Shannon mi diede la notizia bomba, motivo delle mie sensazioni.
“Ma come mai Jared non è venuto?” gli chiesi io.
“Vieni, cucciola, devo parlarti” mi disse afferrandomi per il braccio e portandomi in giardino.
“Cosa c’è?”
“Vedi, Jared non è venuto perché…”
“Perché…?”
“Si vede con una.”
Rimasi in silenzio per qualche secondo per poi dire solo “ah.”
“Ma tranquilla, l’ho conosciuta, è un’oca, non dureranno nemmeno una settimana” disse lui per consolarmi.
“Shannon, tranquillo, non sminuirla, insomma è giusto, non può pensare sempre a me e solo a me, chi sono io?” dissi con gli occhi lucidi, “sono solo quella innamorata di lui da ben sedici anni” cominciai a piangere addosso a lui mentre mi carezzava la schiena e mi ripeteva “andrà tutto apposto, stai tranquilla.”
“Hai ragione, anche io troverò qualcuno” dissi decisa.
“Non essere precipitosa” mi avvertì.
“Tranquillo, è una ragazza che vuole? Perfetto, anche io voglio un ragazzo” dissi vendicativa.
“Oh Signore, si salvi chi può” disse ridendo e entrando in casa.
Il giorno dopo uscii e andai con Ashley al bar e, purtroppo, flirtai con un tizio che continuava a parlarmi di se, gli lasciai il mio numero così saremmo potuti uscire e andai via.
“Jen, te ne pentirai” mi disse lei.
“Tranquilla, se vuole giocare, giochiamo” dissi io più decisa di prima.
Tornammo a casa e pranzammo insieme a Jared e verso il pomeriggio il tizio del bar mi chiamò.
“Hey, ciao Dug!” dissi fingendomi felice mentre lui mi guardava, “stasera? Certo, va bene, a dopo” riattaccai.
“Chi era?” chiese curioso.
“Un tizio che ho conosciuto e che sto frequentando da qualche giorno” mentii, ero diventata molto brava in questi anni per nascondere il mio segreto a lui.
“Ah” disse solamente, “anche io sto frequentando una ragazza” continuò.
“Davvero? Non lo sapevo” dissi io.
“Beh, ora vado a vedere cosa mettere” dissi alzandomi da tavola e dirigendomi nella mia camera, Ashley mi seguì.
“Lo hai abbattuto peggio di un’ascia con un albero” disse irritata.
“Lui mi ha abbattuta per tutti questi anni, adesso voglio divertirmi anche io” dissi seria, “tu che fai? Vieni con me per favore?” le chiesi.
“Non lo so, stavo pensando di far compagnia a quel poveretto” mentre ne parlavamo, il poveretto entrò in stanza.
“Hey, io stasera vado a casa di Valery quindi ti conviene uscire con lei Ashley, altrimenti sarai da sola” stronzo.
“Va bene, allora uscirò con te” disse lei rivolgendosi a me.
“Perfetto” dissi.
“Bene, io vado” disse lui.
Il pomeriggio volò, noi ci preparammo per uscire e prima di andare salutai Jared.
“Divertiti” mi disse con un sorriso.
“Anche tu, tesoro” dissi abbracciandolo.
Dopo di che uscimmo e andammo in un locale, la serata sembrava non finire mai e più questo tizio parlava, più volevo tornare a casa da Jared, ma lui non c’era, era con Valery, quindi tano valeva che restassi lì.
Quando finalmente si decise a portarci a casa, Ashley si ricordò di aver finito gli assorbenti e andò al supermercato notturno a prenderli visto che era in allarme rosso, nel frattempo io entrai in casa e avrei tanto voluto non farlo.
Jared era disteso per terra, poco cosciente, fradicio di sudore, aveva gli occhi rossi e le occhiaie marcate, gli presi il viso tenendolo per le guance.
“Jay, cos’hai?” non disse niente, “Jay ti prego, parla” continuai piangendo.
“Sto bene” disse dopo qualche secondo, “mi sento solo male.”
“Cos’hai?” provai a chiedergli di nuovo.
“Mi gira la testa, ti prego portami a letto” mi supplicò.
“Certo, e chiamo anche un medico, hai il suo numero?”
“Sì, nel cellulare, ma non chiamarlo, so che cos’ho” mi disse.
“Jared, tu non stai bene, io chiamo il medico.”
“Va bene” disse appena si stese sul letto.
Nel frattempo gli bagnai la fronte con un panno per tenerlo sveglio, che cos’era successo?
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Qualche secondo dopo, Ashley salì chiamando il mio nome.
“Sono qui, corri ti prego!” le urlai.
“Che succede?” disse fiondandosi alla porta spaventata.
“Sta ansimando, appena sono entrata in casa l’ho visto per terra incosciente” dissi ancora piangendo, ero in panico, non sapevo cosa fare.
“Ashley, cerca il numero del dottore sul suo cellulare, presto!” continuai urlando.
“Va bene, ma perché sta così” disse lei in preda alla preoccupazione.
Continuava a peggiorare, il respiro diminuiva sempre di più e lo vedevo faticare ad inspirare, al che ricodai.
“Oh cazzo, ma soffre d’asma! Cogliona, come ho fatto a dimenticarlo” dissi rimproverandomi.
“Jay, dove hai l’inalatore?” gli chiesi pregando che mi rispondesse o facesse un gesto per farmi capire, così agitò la mano verso il comodino, corsi all’altro del letto e aprii il cassetto, lo trovai immediatamente, glielo diedi ma non riusciva a tenerlo, era troppo debole, così cercai di aiutarlo mettendogli il boccaglio sulle labbra per farlo respirare. Molto lentamente cominciò a riprendersi, mi calmai un po’ vedendolo respirare più regolarmente rispetto a prima.
“Ok, il dottore sta arrivando” disse Ashley.
“Grazie tesoro.”
“E di che, tranquilla, basta che ora sta meglio” disse lei.
“Penso di sì, come ti senti?” chiesi rivolgendomi a lui, mi fece un cenno con il capo e dopo l’ultimo espiro provo a parlare.
“Di sicuro sto meglio di prima” disse lentamente.
“La testa come va?” gli domandai.
“Mi gira tantissimo” disse, “e ho una sensazione strana dentro.”
“E’ per l’asma, sta tranquillo, tra poco il medico sarà qui e ti visiterà” gli dissi per farlo calmare, non gli succede mai, in trentadue anni non l’ho mai visto in preda ad un attacco d’asma, chissà cos’era successo, non volevo chiederglielo subito visto come stava, ma volevo saperlo.
Nel frattempo arrivò il medico, Ashley gli apri la porta e lo condusse fino in camera.
“Allora, cos’ha?” mi chiese.
“Ha avuto un attacco d’asma, quando sono entrata in casa l’ho trovato per terra totalmente sudato e con la testa che girava, dice che gli gira ancora” risposi chiara.
“Vediamo un po’” disse lui tirando fuori il fonendoscopio per sentirgli bronchi e polmoni, gli alzai la maglietta e lui sussultò, anche io ebbi una scossa, ci guardammo fin che il medico non smise di visitarlo.
“Bronchi e polmoni sono apposto, l’attacco non è dovuto ad una malattia, apra gli occhi per favore” gli disse tirando fuori una piccola torcia che gli puntò negli occhi, li richiuse immediatamente.
“Ha bevuto alcool?”
“Sì” disse abbassando lo sguardo.
“E quanto di preciso?” chiese ancora il medico.
“Non so, credo una o due bottiglie di tequila” spalancai gli occhi guardando Ashley, perché aveva bevuto così tanto?
“Questo spiega il giramento di testa” disse il medico, “apra la bocca” gli chiese sempre con quella torcia in mano per visitare la gola, “ha fumato?” domandò di nuovo, probabilmente avrà sentito la puzza di fumo.
“Sì” disse di nuovo a testa bassa, io spalancai di nuovo gli occhi guardando Ashley spaventata, lo aveva fatto apposta di sicuro.
“E quante sigarette su per giù?” gli chiese ancora.
“Tre pacchetti?” disse sospirando.
“Cosa?!” mi sfuggi di bocca, “ma sei impazzito? Perché lo hai fatto? Ti rendi conto che stavo morendo nel vederti in quello stato?” urlai.
“Jenny, tesoro, usciamo, lasciamolo col dottore, lui saprà cosa fare.” Così mi trascinò fuori dalla camera.
“Ash, ti rendi conto? Lo ha fatto apposta! Perchè lo ha fatto?” dissi piangendo, “voglio parlare con lui” continuai singhiozzando.
“Dai, andiamo a bere un bicchiere d’acqua, appena il dottore se ne sarà andato potrai parlarci tranquillamente, senza urlare in quella maniera però, già sta male, se ti ci metti anche tu fai peggio.”
“Lo so, ma mi sono spaventata, credevo che sarebbe morto da lì a poco se non avessi fatto qualcosa, ero più in panico di lui e ora scopro che lo ha fatto apposta, voglio sapere almeno il motivo, è il mio migliore amico e non voglio che gli succeda qualcosa” dissi scoppiando di nuovo, non potevo pensare a tutto ciò, mi sentivo male al solo pensiero, “devo sedermi, non mi sento bene.”
“Questo è il nervoso, calmati, ora sta bene, è di sopra con un dottore, non c’è motivo di essere preoccupati” disse dandomi un bicchiere d’acqua.
“Tu non capisci, non puoi capire, io sono uscita con uno che non conosco stasera solo per fargli rabbia e appena sono rientrata lo trovo in quello stato, se non fossi uscita non sarebbe successo niente, lui starebbe bene e probabilmente io starei piangendo perché sarebbe stato con quella ragazza ma almeno lui sarebbe stato bene, è questo che mi importa, solo il suo bene” gettai fuori tutto ciò che non dissi mai a nessuno.
“Oh mio Dio, tu devi assolutamente parlarci, non puoi stare ancora così, finisci per stare male, ti prego parlaci” mi supplicò.
“Domani, quando starà meglio gli parlerò, non potrà negarlo nemmeno lui” dissi riferendomi a ciò che vedevo io in questi anni e a ciò mi hanno sempre detto Shannon e Ashley, ho sempre fatto di testa mia, ma era arrivato il momento di svelare tutto, era arrivato il momento di far parlare i nostri cuori e non le teste.
Il dottore torno giù e ci informo che con una notte di riposo sarebbe tornato come nuovo, doveva solo riposare un paio di giorni senza stress, almeno una buona notizia.
Accompagnai il medico alla porta e lo ringraziai, dopo di che tornai dentro e salii da Jared.
“Hey” disse.
“Hey, come stai?” chiesi.
“Mh, sono stato meglio” disse sorridendomi, Dio com’era bello, ricambiai il sorriso e gli accarezzai una guancia.
“Ora riposati, domani mattina sarai in grado di alzarti dal letto, io e Ashley dovremo andare a lavoro alle nove, vuoi che chiami Shannon?” gli domandai, sarei stata più tranquilla se ci fosse stato Shan con lui.
“No, lascia stare, meglio di no, preferisco stare da solo in tranquillità, aspetto che torni tu.”
“Ma io torno alle tre” dissi preoccupata, non volevo che stesse da solo.
“Non fa niente, anzi meglio, voglio solo stare tranquillo e prendere un po’ d’aria in giardino, magari mi faccio anche un bagno in piscina così mi rilasso” disse lui tutto tranquillo, sembravo agitata solo io in quel momento.
“Va bene, come vuoi, ora vado a dormire, cerca di riposare anche tu” gli dissi dandogli un bacio sulla fronte.
“Aspetta” mi disse mentre mi stavo alzando dal letto, “ti va di farmi compagnia stanotte?” mi chiese con un’espressione dolce in viso, lo guardai negli occhi.
“Certo che mi va” dissi sorridendogli dolcemente.
Così mi misi al suo fianco e ci addormentammo dopo poco.
 
La mattina mi svegliai con il viso davanti al suo, lo guardai qualche secondo e poi mi alzai.
“Buongiorno angelo” mi disse, sentii il cuore saltare di un battito appena mi chiamò così.
“Buongiorno” dissi io a voce bassa guardandolo.
“Come hai dormito?” chiese.
“Molto ben” gli dissi io sorridente, poi tornai seria, dovevo dirglielo, “a proposito di ieri sera, Jared devi sapere che” mi interruppe.
“Tranquilla, è colpa mia, non avrei dovuto fare quella stronzata solo per malessere mio, non sono andato da Valery e ho fatto tutto ciò” disse deciso.
“Ah, quindi lo hai fatto per Valery…” dissi abbattuta.
“Sì” disse chiudendo gli occhi, non ce la feci e di conseguenza gli risposi fredda.
“Mi dispiace, ma non puoi fare così perché hai dato buca ad una donna” me ne pentii immediatamente, così uscii dalla stanza per andare in bagno a darmi una rinfrescata, dopo essermi lavat, vestita e truccata tornai nella sua camera.
“Io vado, a dopo” gli dissi.
“Va bene, a dopo” disse lui, gli sorrisi e ricambiò.
Uscii di casa, presi la macchina ed andai a lavorare, Ashley era già andata via.
La giornata a lavoro fu molto veloce ma non riuscii a pensare ad altro all’infuori di Jared e appena furono le 3:00, uscii di corsa dall’ufficio per andare a casa da lui e parlargli.
Arrivai davanti al vialetto, parcheggiai, presi le chiavi e aprii la serratura, non volevo crederci.
“Jared!” urlai, era sul divano con una coperta addosso, tremava come una foglia ed era pallido, “ma cos’hai?” chiesi preoccupata, la seconda volta in due giorni era preoccupante.
“Ho vomitato…tre volte” disse.
“Dai alzati, ti porto in giardino così prendi un po’ d’aria” lo aiutai ma svenne appena fece due passi, “Jared, hai mangiato?”
“No, e devo vomitare” disse alzandosi e correndo come poteva per raggiungere il bagno.
“No, ora mi spieghi cos’hai, io non ce la faccio a vederti così, torno a casa ieri sera e ti trovo mezzo morto sul pavimento, torno a casa oggi e ti vedo svenire e vomitare, dimmi cos’hai” dissi con occhi lucidi mentre si lavava i denti.
“Vuoi sapere cos’ho? Ho mal d’amore! Amore per te!” urlò, “sì, io ti amo e voglio urlarlo a tutto il mondo, ti amo cazzo, e tu te ne vai in giro con un altro” continuò, qui non ci stetti.
“Ah io! Io l’ho fatto solo per farti rabbia! Sono innamorata di te da sedici anni e tu non te ne sei mai accorto!” gli urlai in faccia.
“Certo che me ne sono accorto! Ti ho sentita a Bossier City quando parlavi con Shannon il giorno della partenza, stavo risalendo le scale e vi ho sentiti, non ti ho detto che anche io ero innamorato di te perché stavo andando via e non ci saremmo potuti vedere!” continuò lui urlando.
“Tu…sei innamorato di me da sedici anni?” gli chiesi con faccia quasi sconvolta.
“Sì, e non ho mai smesso di amarti, sono stato con altre donne ma non erano te, sono finite tutte male le mie storie” disse triste.
“Anche le mie, anche io ho avuto altri uomini ma non ho combinato niente di buono con nessuno di essi perché non erano te” gli dissi io.
“E allora questo Dug di ieri sera?” chiese.
“Non ci ho fatto niente, mi sono portata Ashley e mi sono annoiata per tutta la serata, l’unica cosa che volevo era tornare a casa da te.”
Si avvicinò a me, mi prese il viso e mi baciò, fu un bacio dolce, leggero, ma allo stesso tempo pieno di passione e amore represso.
“Ti amo, Angelo.”
“Ti amo, stupidone” dissi con le lacrime agli occhi, ridemmo entrambi.
“Ci abbiamo messo sedici anni per far parlare il cuore” mi disse.
“Già, solo noi potevamo fare una cosa del genere” dissi baciandolo di nuovo, “ora vai a riposare però, ti porto un thè a letto.”
“Va bene.”
Scesi in cucina e andai a preparargli il thè, dopo qualche minuto tornò Ashley e vedendomi con un sorriso a trentadue denti stampato in viso mi chiese cos’avevo, gli spiegai il tutto e a momenti le prese un colpo.
“Dai, piantala” dissi ridendo.
“Sono contenta tesoro, finalmente vi siete chiariti” disse lei.
“Già, sono felicissima.”
Dopo la nostra conversazione andai di sopra da Jared a portagli il thè.
“Tieni, attento che scotta” gli dissi.
“Ma come siamo premurose” disse prendendomi in giro.
“Stupido” risi.
“Hey, come stai Jay?” Ashley entrò in stanza.
“Hey Ash! Sto benissimo” disse guardandomi.
“Bene, mi fa piacere” disse lei, “vado a lavarmi, ci vediamo tra poco.”
Lui mi guardò, “vieni vicino a me?” mi chiese.
“Certo tesoro” dissi mettendomi sul letto, mi cinse la vota e mi bacio il collo, restammo così fino all’ora di cena, quando Ashley ci chiamò.
La serata passò in fretta e anche il giorno seguente a lavoro, quando tornai a casa lo trovai sul lettino in piscina a prendere il sole, “hey amore! Mettiti il costume, stanno arrivando anche Shan e Chloe.”
“Oh, va bene, torno subito!” gli dissi, salii di sopra, andai in camera e mi misi il costume, riscesi di sotto ed entrai in acqua, lo raggiunsi, lui era già nell’angolo a rilassarsi.
“Hey, inizi senza di me?” gli dissi con faccia maliziosa come facevo ogni volta che dicevo qualcosa che avesse un doppio senso.
“Oh no, credimi, non potrei mai cominciare senza di te” mi afferrò per un braccio portandomi davanti a se per poi cominciare a baciarmi con foga, ricambiai mettendogli le mani nei capelli.
 Con le labbra si spostò cominciando a baciarmi delicatamente il collo dandogli anche dei piccoli morsi, le sue braccia mi cingevano i fianchi e a volte portava le mani dietro la mia schiena.
Piano piano arrivò al seno per poi baciarlo e di conseguenza arrivò ai capezzoli per leccarli e morderli ed iniziai ad ansimare ancora di più così da aggrapparmi a lui e mettere le mie mani sulla sua schiena, cominciai a leccargli l’orecchio per poi morderlo e lui mi afferrò i glutei, dopo di che percorse il tragitto con la lingua fino alla mia bocca cominciando a baciarmi di nuovo dolcemente, ci mordemmo le labbra a vicenda.
Sfiorò il mio naso e andò vicino l’orecchio sinistro così da poter sentire il suo respiro affannato, cominciò ad accarezzarmi la pancia ed arrivò alle mutande così da togliermele e, continuando a baciarmi con più foga di prima, con due dita entrò in me provocandomi un brivido di piacere ed irrigidii i muscoli del ventre a causa del movimento di esse, continuò per un po’, mentre io gli toccavo la schiena andando su e giù con le mani, fin che non sentii una pressione più forte e qualcosa di più grande e duro entrare più in profondità, cominciò a spingere e io dovetti aggrapparmi sempre più forte a lui, aumentò la foga nel baciarmi e mi afferrò i capelli fino a tirarli facendomi incrinare il capo e finalmente dopo che passarono minuti tra ansimi e baci raggiungemmo l’apice insieme mentre io gli graffiai la schiena per il piacere e quasi urlai se non fosse stato per lui che soffocò il grido con un bacio ancora più potente.
“Ti amo” mi disse baciandomi ancora.
“Anche io” continuai ricambiando.
Finimmo appena in tempo perché poco dopo arrivò Ashley e subito dopo ci raggiunsero Shan e Chloe.
“Hey, da quando non ci vediamo?” disse Shannon tuffandosi e venendoci ad abbracciare.
“Shan! Sono due giorni che non ci vediamo, in effetti è parecchio se ci pensi” dissi, “voi non entrate?” dissi riferendomi a Ashley e Chloe.
“Io tra poco” disse Chloe.
“Io subito, e anche Chloe!” disse Ashley buttandola in acqua, una scena da immortalare, gliele stava tirando appresso di tutti i colori.
Ci divertimmo un sacco quel pomeriggio tra risate e cazzeggi vari.
“Ragazzi, domenica c’è una festa, ci andiamo?” disse Jared.
“Sì!” dicemmo tutti in coro.
Dopo di che uscimmo dall’acqua e andammo a cena.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Era domenica mattina e io e Jared eravamo ancora nel letto a ‘coccolarci’, io ero avvinghiata a lui con la testa sul suo petto e lui mi carezzava i capelli e ogni tanto mi sfiorava la guancia con un dito.
“Dovremmo alzarci in teoria, sono le dieci e mezza e tu devi andare con Ashley e Chloe a comprare il vestito per stasera” disse sbuffando.
“Ma a me non va di andare per negozi” dissi piagnucolante come una bambina.
“Hai un vestito?” chiese.
“Beh, avrei quello nero con le borchie sulle spalle che ho messo quella volta al disco pub” dissi rabbrividendo, lo avevo rimosso dalla mente.
“Allora sei apposto, quello è perfetto” disse stringendomi a se e dandomi un bacio in testa, nel mentre entrò Ashley buttandosi sul letto.
“Hey, alzatevi! Noi dobbiamo andare con Chloe in centro.”
“No, io non vengo, mi rimetto il vestito nero” dissi senza pensare alle conseguenze, avrei fatto meglio a stare zitta.
“Cosa? No no, tu vieni con noi, devi comprarti un vestito che mozzi il fiato al bellone qui presente” disse mettendosi in mezzo a noi.
“Va bene, verrò con voi, niente da fare” dissi guardando Jared con il broncio.
“Fa niente, ci coccoleremo dopo” disse baciandomi sulle labbra, ricambiai.
“Hey, basta baciarvi, mi fate rosicare. Tu ha lui, Chloe ha Shannon e io non ho nessuno” disse mettendo la testa sul materasso.
“Oh povera piccola, vieni da mamma” le dissi abbracciandola e prendendola in giro.
“Sì, mamma e papà, vi ci vedo però con un bambino” disse lei, io e Jared ci guardammo.
“Anche secondo me, tu saresti un papà fantastico” gli dissi.
“E tu una mamma fantastica” disse lui baciandomi velocemente.
“Su su, alzatevi pigroni” disse Ashley.
“Ma Chloe l’hai sentita? Passa lei qui o dobbiamo andare noi lì?” le chiesi.
“Ha detto che viene lei qui con Shannon, così tu e Shannon andare a fare un completo per conto vostro” disse guardando Jared, “e noi tre andiamo a fare i vestiti” continuò rivolta verso di me.
“Va bene, adesso andiamo a mangiare che ho troppa fame” dissi.
“Ancora?” disse Jared ridendo.
“Ancora cosa?”
“In questi giorni stai mangiando tantissimo, hai sempre fame” disse lui, lo fulminai.
“Amore bello, sono una donna e tra pochi giorni deve arrivarmi il ciclo, quindi ho molta fame e sbalzi d’umore” gli dissi con tono di rimprovero.
“Hey calmati, mangia quanto vuoi, non dico niente” mi rispose ridendo.
“Ecco bravo, ci metto due minuti ad andarmene eh!” dissi scherzando andando verso di lui.
“Davvero? Ne avresti il coraggio?” disse con una sexy voce di sfida.
“Ovviamente no, non vivrei senza te” dissi baciandolo.
“Nemmeno io” continuò lui sussurrando nel mio orecchio.
“Ok, ora è meglio che andiamo altrimenti finisce davvero che fra nove mesi nascerà un bambino” disse Ashley ridendo.
“Se capitasse io ne sarei felice” le rispose Jared, sorrisi al pensiero.
Scendemmo a fare colazione, mangiammo latte e cereali, in più io preparai dei pancakes con la nutella e li finni quasi tutti, non mi era mai successo di avere così tanta fame nel periodo pre-ciclo.
Dopo qualche minuto arrivarono Shannon e Chloe.
“Hey! Buongiorno bellezze” disse Shannon entrando in cucina, “c’è niente da mangiare? La signora mi ha fatto uscire di casa con solo una tazza di caffè perché voleva sbrigarsi, e poi arriviamo e voi siete ancora in pigiama” risi di gusto.
“Povero Cucciolo, non ci è rimasto più niente, mi sono strafogata tutti pancakes alla nutella, se vuoi te li rifaccio al volo!” gli chiesi.
“Oh mio Dio, e come fai ad essere ancora magra?” rise.
“Ma quanto sei stronzo, è periodo pre-ciclo e ho più fame del solito e anche sbalzi d’umore, ti avverto” lo avvisai.
“Povero fratello, come farai a sopportarla?” gli chiese, lui mi guardò.
“Perché l’amo” disse sorridendomi.
“Bravo, hai imparato la lezione” gli dissi riferendomi a poco prima in camera da letto, “comunque Shan, li vuoi i pancakes?” richiesi.
“No tranquilla, me li faccio da solo, vai a prepararti” mi rispose.
“Va bene” dissi uscendo dalla cucina seguita da Ashley e Chloe.
Salimmo le scale ed entrammo in camera mia e di Jared, presi i vestiti e ci trasferimmo in quella di Ashley.
“Allora, come va tra te e Jay?” chiese Chloe incuriosita.
“Bene, anzi benissimo, non credevo che un giorno sarei riuscita ad averlo” dissi con un sorriso sincero, ogni volta che parlavo di lui mi emozionavo e diventavo rossa.
“Uuuuh che avete combinato?” continuò lei.
“Niente, perché?” chiesi.
“Dalla tua faccia sembra sia accaduto qualcosa di positivo” disse.
“Ma che! No, cioè sì, è successo quello, ma stiamo bene” le risposi ridendo, mi metteva in imbarazzo parlare di certe cose.
“Va bene. Ho capito, non ne vuoi parlare” disse ridendo.
“Esatto” continuai unendomi alla risata, “più che altro mi imbarazza parlarne.”
“Tranquilla, ti capisco”
“Dai su, ora sbrighiamoci, che prima torniamo e meglio è” dissi.
“Si esatto, dobbiamo prepararci” continuò Ashley.
“Così abbiamo tempo per truccarci e fare tutto” si unì Chloe.
Io misi dei Jeans e una maglietta nera con converse dello stesso colore mentre Ashley aveva messo dei pantaloni neri fino a ginocchio, una maglia bianca e delle Vans nere borchiate.
Scendemmo giù, salutammo Jared e Shannon e uscimmo di casa.
Girammo un sacco di negozi quella mattina e quando entrammo nell’ultimo, finalmente riuscimmo a trovare i vestiti adatti, io uno nero che cadeva morbido, con una cordicella in vita e lungo fino al ginocchio, ci abbinai un paio di Loboutain nere lucide con il tacco a spillo e il plateau e una pochette dello stesso colore.
Ashley optò per un vestito verde acqua che arrivava al ginocchio, ai lati era aperto e lasciava le costole scoperte con un una striscia nera e alla fine aveva dei ricami dello stesso colore, mise delle scarpe nere alte, a tacco largo e aperte e una pochette nera.
Chloe invece scelse un vestito bianco con dei grandi fiori viola, arrivava al di sopra del ginocchio, era scollato a V al punto giusto e al centro vi era un piccolo fiocco, le spalline ne troppo fine ne troppo larghe, ci abbinò delle scarpe nere con il tacco basso aperte e una pochette intonata al colore.
Dopo mezz’ora fummo finalmente a casa e i ragazzi avevano già scelto cosa mettere, noi salimmo in camera di Ashley e cominciammo a prepararci.
Ci mettemmo due ore e mezza per sistemarci come si deve e quando scendemmo di sotto, Jared e Shannon erano a bocca aperta.
“Wow, siete…siete…wow” disse Shannon baciando la guancia a Chloe.
“Siete splendide” disse Jared guardando tutte e tre, “ma tu mi togli il fiato” continuò guardandomi e baciandomi leggermente le labbra per non togliere il rossetto rosso.
“Anche tu sei magnifico” gli dissi guardandolo e cadendogli praticamente addosso; aveva messo un completo grigio scuro tendente al nero con una maglia aderente dello stesso colore.
“Vogliamo andare o volete due minuti di privacy?” disse Shannon prendendoci in giro.
“Hey! Brutto stronzo, mica sono una scheggia” gli rispose Jared, scoppiammo a ridere mentre andavamo verso la porta, dopo di che uscimmo, salimmo nelle rispettive macchine e partimmo per andare alla festa.
Quando arrivammo mi prese un colpo, era pieno di personaggi della televisione, attori, cantanti, musicisti, presentatori e chi più ne ha più ne metta, Jared mi presentò praticamente, perfino il suo parrucchiere.
“Amore, lui è Chase, il mio parrucchiere” era un ragazzo bellissimo.
“Salve” mi disse stringendomi la mano.
“Salve, io sono Jenny, piacere” risposi.
“Hey, ciao” disse riferendosi ad Ashley e porgendole la mano.
“Ciao” disse lei imbarazzata, “sono Ashley” continuò stringendogli la mano.
“Chase” disse fermo e deciso, lei fece una risatina strana e acuta.
“Ok, Ashley vieni con me in bagno per favore?” le dissi cercando una scusa per parlarle.
“Certo, andiamo.”
Entrammo dentro e chiusi la porta.
“Ti piace?” le chiesi subito con un sorriso.
“Sì, è wow, è bellissimo, cavolo devo parlarci, voglio conoscerlo” disse agitata.
“Hey calmati, vi lasceremo da soli tutto il tempo così da portevi parlare tranquillamente” le dissi io.
“Grazie mille” mi abbracciò.
“E di che cosa” ricambiai.
Dopo di che uscimmo dal bagno e andammo di sotto da Jared, Shannon, Chloe e Chase che parlava con Jared di un appuntamento a casa sua per un taglio di capelli.
“Eccoci, qui” dissi, “amore, andiamo in terrazza? Voglio ammirare il panorama” chiesi a Jared per uscire di scena.
“Certo, andiamo” disse prendendomi per i fianchi, mentre mi giravo per andare lanciai uno sguardo a Chloe per farle capire che doveva fare lo stesso e lasciare Ash e Chase da soli, mi capì al volo e sussurrò qualcosa nell’orecchio di Shan che spalancò gli occhi felice e la portò al piano di sopra, troppo forte Chloe.
Uscimmo fuori e il panorama era fantastico, Jared prese due bicchieri di Champagne.
“Devo andare un attimo in bagno, aspettami qui” mi disse lui andando verso l’interno.
“Mi stavo godendo la vista mozza fiato fin quando un ragazzo alto, biondo con occhi verdi mi interruppe.
“Hey, bellezza” mi disse.
“Ciao” dissi io fredda, avevo già un ragazzo che amavo e non mi serviva uno del genere, anche se era molto bello, io amavo Jared e non guardavo nessuno che non fosse lui.
“Che ci fai qui da sola?” mi chiese carezzandomi l’avambraccio.
“Non sono sola, sono con…” Jared mi interruppe di colpo.
“E’ con me” disse con tono freddo e distaccato, era furioso.
“Scusa, non credevo che fossi in compagnia” mi disse lui.
“Te lo stavo per dire” dissi, “sono fidanzata” continuai guardandolo male.
“Ora dobbiamo andare, ciao” gli disse Jared portandomi via.
“Ma dove stiamo andando?” chiesi.
“Via.”
“Jared, non è successo niente” gli dissi sperando che potesse capire.
“Ah no? Allora quello non stava flirtando con te? Era una che ti somigliava?” alzò la voce.
“Abbassa la voce!” urlai, “Sì, stava flirtando, ma non lo stavo assecondando, era appena arrivato, non lo stavo nemmeno guardando!”
“E allora perché ti stava parlando? Era deficiente? Non credo che fosse tanto stupido da parlare a vuoto” continuò lui.
“Ma che dici! Gli stavo dicendo che sono fidanzata ma poi sei arrivato tu e mi hai interrotta.”
“Ah scusami se ho interrotto la tua conversazione con un cretino che ci stava chiaramente provando con te!”
“Tu sei pazzo, sei fuori di testa, io amo te, non ho bisogno di altri uomini. Forza andiamo a casa, mi è passata la voglia di stare qui.
“Ovvio che ti porto a casa, non ti lascio qui con quello” disse.
Salimmo in macchina e partimmo, durante il tragitto ci fu silenzio tombale e nessuno dei due aprì bocca fino a casa.
Entrati dentro, io salii in camera mia e lui nella sua, dormimmo separati quella notte e anche nelle notti successive.
Dopo una settimana di silenzio e frecciatine da parte sua, decisi di andarmene per un po’ da quella casa e Ashley sarebbe venuta con me, andammo in una di quelle case che affittano i motel a settimana, la prima notte piansi senza sosta fino all’ora della sveglia, andai a lavorare anche se non mi sentivo particolarmente bene, era qualche giorno che avevo dolori fortissimi di pancia e il ciclo ancora non veniva, mi stava facendo impazzire.
Quando tornai a casa mi stesi subito sul divano senza forze, avevo male a pancia e schiena, dolori insostenibili.
“Ma da quanto hai questi dolori?” chiese Ashley.
“Da un paio di settimane, deve venirmi il ciclo ma ancora niente” le risposi.
“E quando ti sarebbe dovuto venire?” domandò di nuovo, feci i conti e mi spaventai.
“Due settimane fa, non credevo che fosse passato così tanto” dissi spalancando gli occhi.
“Non è che…” disse facendomi capire a cosa si riferisse.
“Non lo so, potrebbe” dissi io.
“Te lo vado a prendere io, tu riposati.”
“Grazie, tesoro.”
Mentre era fuori casa, guardai un po’ di televisione e pensai a questa cosa, se fosse stato vero ne sarei stata felice anche se sarebbe stato troppo presto, ma d'altronde ci amavamo da sedici anni, ci conoscevamo meglio di chiunque altro ed eravamo felici, esclusi questi giorni di divergenza, l’avrebbe presa bene anche lui, la mattina della festa me lo fece capire.
Dopo quindici minuti, Ashley tornò a casa con una confezione in mano, me la diede, andai in bagno, feci ciò che dovevi fare e aspettai cinque minuti, lei era lì con me.
 
Passato il tempo previsto, guardai sul bastoncello: POSITIVO.
 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Lascio cadere il bastoncino a terra e mi buttai sul divano, Ashley lo prese e vide il risultato, spalancò gli occhi.
“E ora?” disse.
“Chiamo Chloe” dissi andando in camera.
“Intendevo con Jared, non puoi tenerglielo nascosto” continuò.
“Lo so, ma è troppo presto, non era nei piani, è troppo presto, non so la sua reazione” le risposi chiamando Chloe.
“Pronto?” rispose quasi subito.
“Chloe, ti prego vieni subito qui” dissi con voce spezzata.
“Che è successo?” chiese preoccupata.
“Vieni e ti spiego, sbrigati.”
“Ok, arrivo.”
“Ash, che cosa devo fare” dissi con le lacrime agli occhi.
“Devi dirglielo, deve saperlo, è un suo diritto” disse venendo ad abbracciarmi.
“Ma ho paura della sua reazione, se si arrabbiasse?”
“Dovete parlarne civilmente, non può restare un segreto.”
“Lo so, che casino.”
Andammo in cucina per bere un bicchiere d’acqua e nel mentre arrivò Chloe tutta agitata.
“M insomma si può sapere che è successo? Mi hai fatto prendere uno spavento al telefono” disse venendo dritta verso di me.
“Chloe” disse Ashley facendola girare e dandole in mano il bastoncello.
“Oh cazzo.”
“Esatto” dissi, “cioè, io sono contenta, in fondo sono sedici anni che desidero farmi una famiglia con lui, ma è troppo presto e poi non è il momento adatto.”
“Beh, io non direi che sia troppo presto, vi conoscete meglio di chiunque altro e siete innamorati da ben sedici anni, è come se steste insieme da tutto questo tempo.”
“Ha ragione Chloe, ne sarà felice” continuò Ashley.
“Siete sicure?” dissi io titubante.
“Certo!” rispose Chloe, “e poi se devo dirtela tutta, Jared è distrutto, è dispiaciuto e non vede l’ora che torni a casa, sta tutti i giorni da noi perché spera che possiate venire a trovarci visto che ci sono io, è disperato e preoccupato.”
“Davvero?” chiesi dispiaciuta, non sapevo di avergli creato tutto ciò.
“Sì, fidati. Senti, perché non venite a stare da noi, così vi rincontrate ‘casualmente’ e potete chiarirvi, non sopporto più di vedervi così tristi.”
“Va bene, ma solo se ora lui non c’è, non me la sento di vederlo subito” dissi io.
“Tranquilla, oggi non è venuto” mi rassicurò Chloe.
“Però a dormire restiamo qui, non voglio disturbare, e poi tu e quell’orso avrete un sacco da fare” dissi ridendo alludendo a quella volta che entrammo in camera e li cogliemmo in flagrante.
“Hey! E’ stata colpa vostra, è vietato entrare nella camera altrui” rispose lei ridendo.
“Va bene, ora smettetela altrimenti restiamo fino a sera a parlare di quell’orribile visione” continuò Ashley scherzando.
“Per tua informazione è orribile solo per voi” le si rigirò Chloe, ridemmo tutte per poi prendere le rispettive borse e uscire di casa.
 
Arrivate davanti al portico della casa di Shannon le fermai.
“Non dite nulla a Shannon, per favore” le supplicai.
“Ovvio che no tesoro, non diremo nulla” disse Ashley.
“Dai ora entriamo così ti preparo un Thè e ti rilassi” continuò Chloe.
“Va bene, entriamo” dissi mettendo fine alle chiacchiere.
Chloe mise le chiavi nella toppa e aprì la porta, “amore, ci sono due ospiti staser…” mi si bloccò il cuore, c’era lui seduto sul divano vicino a Shannon.
“Jared” dissi con le lacrime agli occhi.
“Jen” disse alzandosi e venendo verso di me, “perdonami, non volevo farti andare via e non volevo dubitare di te, ti prego perdonami, io voglio stare con te, solo con te, non riesco a starti lontano, non voglio che accada più nulla del genere, ti amo amore mio.”
“Ti amo anch’io” dissi scoppiando a piangergli addosso, poi mi piegai leggermente, ebbi un’altra fitta all’addome.
“Stai bene?” chiese preoccupato.
“Sì, sto benissimo” non volevo dirglielo subito, sarebbe stato uno shock, avrei aspettato la sera a casa, quando saremmo stati soli.
“Sicura? Sei un po’ pallida” continuò.
“Sì, sta tranquillo, ho dormito poco stanotte.”
“Va bene, se lo dici tu.”
Andammo tutti a cena fuori in un ristorante a mangiare pizza perché non avevamo voglia di cucinare e ci demmo dentro, specialmente io.
“Amore, hai mangiato tre pizze?” disse Jared sconvolto, non avevo mai mangiato così tanto.
“Avevo fame” dissi ridendo.
“Da quanto non mangi?” disse Shannon.
“Da oggi pomeriggio.”
“E che hai mangiato?” continuò a chiedere.
“Quattro pancakes con la nutella, un frullato di fragola e banana e qualche biscotto” risposi, rimasero a bocca aperta, “che c’è, avevo fame” dissi facendo scoppiare tutti a ridere.
Passammo una bella serata e ci divertimmo come ai vecchi tempi, verso le due del mattino tornammo a casa e io e Jared ci mettemmo a letto mentre Ashley restò al telefono con Chase, il parrucchiere sexy che aveva incontrato alla festa, c’era feeling tra loro, era bello vederla sorridere per un ragazzo.
“Mi sei mancato” gli dissi baciandolo per poi poggiare la testa sul suo petto.
“Anche tu, non sai quanto” rispose lui, “non riuscivo a vedere un futuro senza te.”
“Nemmeno io” riflettei un secondo e decisi di sputare il rospo, “ti ricordi quella mattina quando Ashley si mise a letto con noi e tirò fuori il discorso genitori e dicemmo che saremmo stati dei bravi genitori?” gli domandai.
“Sì” disse confuso.
“Beh, dovremmo cominciare a fare pratica” continuai.
“In che senso?” era sempre più confuso.
“Se io ti dicessi che tra poco più di otto mesi saremo invasi da pannolini, pappette e pianti?” dissi sperando che avesse capito, guardò me, poi la mia pancia, la tocco, poi guardò di nuovo me.
“Sei incinta” disse con una lacrima che gli attraversò la guancia.
“Sì” dissi io scoppiando a piangere.
“E’ meraviglioso amore, finalmente avremo una famiglia, un bimbo tutto nostro da poter accudire e crescere.”
“Sono felice che tu sia contento, avevo paura della tua reazione” dissi abbracciandolo.
“Perché?” chiese.
“Perché è presto, insomma, stiamo insieme da poco.”
“Sì è vero, ma ci amiamo da sedici anni e ci conosciamo meglio di qualunque altra coppia, è come se fossimo stati insieme tutti questi anni, abbiamo sofferto l’uno per l’altra, questa è la nostra ricompensa” disse facendomi piangere ancora di più, a quel punto mi misi seduta con la testa e metà corpo poggiato su di lui mentre mi cingeva col suo braccio, misi entrambe le mani sulla mia pancia.
“Hey, piccolino, come stai? Lui è il tuo papà” dissi guardandolo con ancora le lacrime che mi scorrevano in viso, “spero che ti piaccia, perché a me piace tanto” continuai singhiozzando, “e se quando sarai tra noi, riuscissi ad amarlo anche solo la metà di quanto lo amo io, beh, sarai il bambino più felice della terra. Perché sono sicura che sarà il papà migliore del mondo” finii nascondendo la testa nelle sue braccia.
“Ti amo, Leto.”
“Anche io” disse baciandomi.
Continuammo a coccolarci per un po’ fin che non ci addormentammo l’uno tra le braccia dell’altra.
 
La mattina dopo ci svegliammo nella stessa posizione in cui ci eravamo addormentati, cominciò a carezzarmi la nuca, dopo un po’ mi alzai e gli diedi un bacio, non riuscivo a credere che fossimo arrivati a questo punto.
“Oh Dio” dissi io.
“Cosa c’è? Stai male? Devi vomitare? Devi svenire? Devi mangiare? Cos’hai?” chiese lui paranoico scattando dal letto e andando in panico, era divertente vederlo così.
“Hey stai calmo, da quando sei così paranoico? Sto bene, non ho niente, stavo solo pensando che non lo abbiamo detto a Shannon” dissi ridendo come una dissennata.
“Ah ah, divertente, se fossi al mio posto capiresti, so io cosa mi aspetterà con una donna incinta dentro casa” disse prendendomi in giro.
“Attento a come parli Leto, questo è il primo suggerimento” dissi.
“Comunque oggi andiamo a pranzo da loro e possiamo dirglielo lì, sono curioso di vedere la sua faccia” disse con sguardo maligno, mi faceva paura.
“Secondo me resta di stucco” dissi immaginandolo.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Ci alzammo dal letto e scendemmo in cucina per bere, io vidi il frigo e siccome ero affamata, fu amore a prima vista, presi un po’ di roba e iniziai a mangiare.“Amore ma dobbiamo andare da Shannon e Chloe per il brunch tra due ore, così ti rovini l’appetito” disse lui.
“No tranquillo, mangerò tutto anche lì, in questo periodo ho sempre fame e riesco a mangiare il triplo rispetto a prima, quindi non preoccuparti che non si sprecherà niente” gli risposi ridendo.
“Hai ragione” disse dandomi un lieve bacio sulle labbra, “dai, sbrigati mangiona, così ci prepariamo e svegliamo Ashley.”
“Oh giusto, chissà fino a che ora avrà parlato con Chase” dissi riflettendo.
“Sicuramente fino a tardi, alle due ancora la sentivo ridere” disse divertito.
“Sono contenta che abbia trovato qualcuno, che tipo è Chase?” gli chiesi incuriosita.
“Ma che impicciona che sei” rise.
“Oh, lei è una delle mie migliori amiche, devo sapere con chi si frequenta e se il tipo è una persona affidabile.”
Scosse il capo in segno di resa, “è un bravo ragazzo, affidabile, responsabile, con la testa sulle spalle, ha un buon lavoro che gli frutta parecchio, insomma, se la passa bene.”
“Mh, ci posso stare, e poi è bello e sexy, wow, che uomo” dissi sventolandomi il viso con la mano.
“Hey! Bada a ciò che dici, tu sei mia, hai me” disse guardandomi, “e non solo me, hai anche qualcosa di mio dentro di te, quindi attenta” continuò baciandomi.
“Quanto sei geloso, ho detto che è bello e sexy mica che è ai tuoi livelli” dissi mettendogli le braccia al collo e baciandolo, mi sollevò e accavallai le gambe sul suo bacino, salì le scale e mi porto fino sul letto in camera, mi poggio delicatamente e continuò a baciarmi ma ad un tratto si fermò.
“Che succede?” chiesi.
“Non possiamo, si può rischiare di perderlo, e non voglio che questo accada, devo proteggerlo non ucciderlo.”
“Ma puoi stare tranquillo amore, non succede niente, basta solo stare attenti” lo rassicurai.
“Lo so, ma è meglio non rischiare” disse sorridendomi e dandomi un piccolo bacio.
“Ti amo, amore mio” gli dissi abbracciandolo.
“Anche io, tesoro.”
Restammo così qualche secondo, finchè non entrò Ashley con un sorriso a trentadue denti.
“Buongiorno raggi di sole!” era di buon umore.
“Buongiorno anche a te” disse Jared scoppiando a ridere, era buffa, aveva i capelli tutti scompigliati e la maglia del pigiama fuoriusciva dai pantaloni per metà, in più tutto il trucco le era colato e sembrava un panda.
“Che cos’hai stamattina?” le chiesi.
“Ho parlato fino alle tre con Chase e alla fine mi ha invitata ad uscire, oggi pomeriggio andiamo a fare un giro e la sera mi porta a cena fuori” disse saltellando.
“Sì ma frena l’entusiasmo, Kung fu Panda, vatti a sistemare che fai quasi spavento per quanto fai ridere” le dissi.
“Perché che cos…” urlò quando si mise davanti allo specchio dell’armadio, “voi mi avete vista così?” 
“Ma dai siamo noi, mica sconosciuti.”
“Però da uomo posso dirti che conciata così sei ottima per respingere i maschi” disse Jared prendendola in giro e baccandosi una cuscinata da parte sua.
“Ragazzi basta, prepariamoci che è tardi, a mezzogiorno dobbiamo essere da Shan e Chloe e siamo ancora in pigiama” dissi seria per un attimo, poi guardai Ashley, “ti prego vatti a struccare perché non ce la faccio” dissi scoppiando a ridere.
“Stronza!” disse lei ridendo altrettanto.
Dopo qualche minuto la smettemmo e cominciammo a prepararci, io e Jared in camera mentre Ashley in bagno per darsi una restaurata.
Appena fummo tutti pronti uscimmo di casa diretti da Shannon e Chloe, ero agitata, non sapevo come dirglielo, insomma, era pur sempre il mio migliore amico e zio del bambino, così obbligai Jared pensando che sarebbe stato più bello sentirselo dire dal proprio fratello.
“Amore, non dirmi che hai paura di dirlo a Shannon” disse Jared ridendo.
“Veramente sì, non so cosa potrebbe dire o pensare, insomma, fino a un mese fa eravamo migliori amici e ora stiamo insieme ed aspettiamo un bambino, per noi che lo viviamo è diverso, e poi penso che gli faccia più piacere sentirselo dire da suo fratello, no?” dissi titubante.
“Tranquilla, se lo conosco salterà di gioia, non vedeva l’ora” mi rispose.
“Come non vedeva l’ora, quando te lo ha detto?”
“Il primo giorno che ci siamo messi insieme, mi ha subito detto che dovevamo cominciare a lavorare su un nipote per lui” disse.
“Ah, andiamo bene allora” dissi meno ansiosa di prima.
Dopo 5 minuti arrivammo a casa di Shannon che ci aprì la porta e ci accolse a braccia aperte, “buongiorno bellezze” disse riferendosi a me ed Ashley, “e ciao fratello, come va?” disse abbracciandolo, non capivo il motivo di tutto quell’affetto.
“Bene, tu?”
“Tutto bene, andiamo in giardino intanto che Chloe prepara” disse lui.
“E’ in cucina?” chiesi.
“Sì, in teoria.”
Così io ed Ashley la raggiungemmo, appena entrate mi fiondai davanti al forno, “mh, che odorino.”
“Buongiorno” disse Chloe ridendo.
“Ciao” dissi andando a salutarla.
“Buongiorno” continuò Ashley.
“E’ di tuo gradimento la torta?” mi chiese riferendosi a due secondi prima.
“Dall’odore sì, vedremo il sapore” risposi.
“Va bene” disse ridendo, “parlando di cose serie ora, lo hai detto a Jared?” tornò seria.
“Sì sì, è tutto apposto, è felicissimo” dissi con un sorriso a trentadue denti.
“Oh menomale, che ti avevamo detto noi?” Continuò riferendosi a lei ed Ashley.
“Già, avevate ragione, grazie” risposi abbracciandole entrambe, “ora manca solo Shannon.”
“Oh già, è vero” disse Chloe, “come hai intenzione di dirglielo?”
“Ci penserà Jared” dissi ridendo, “io sinceramente mi sento un po’ a disagio.”
“Beh è normale, è comunque il tuo migliore amico e fratello del padre di tuo figlio” mi appoggiò Ashley.
“Speriamo bene dai, Jared mi ha detto che non vedeva l’ora che gli facessimo un nipote” dissi io sorridendo.
“Sì è vero, finchè siete stati insieme me lo diceva tutti i giorni che prima o poi ne avreste avuto uno e da ieri sera continua a ridirmelo” confermò Chloe.
“Meglio così, almeno sarà felice” dissi io andando in giardino con un vassoio pieno di roba per mangiare, anche le altre mi seguirono con in mano un vassoio e delle bottiglie d’acqua.
“Hallelujah! Si mangia! Stavo morendo di fame” esultò Shannon.
“Dimmi quando non hai fame tu” gli si rigirò Chloe, scoppiammo tutti a ridere.
“Guarda che è colpa tua, stanotte mi hai fatto bruciare parecchio e pure stamattina non ci sei andata leggera” le disse lui facendola diventare bordeaux.
“Dai, piantala e siediti” disse Jared, così ci sedemmo tutti e iniziammo a mangiare, inutile dire che spolverai la tavola.
“Wow! Oggi non si p sprecato niente” rise Shannon, in quel momento guardai Jared, era ora di dirglielo.
“Beh fratello, questo è solo l’inizio, pensa quanto sarà divertente per i prossimi mesi vederla inghiottire di tutto” disse Jared.
“In che senso” chiese lui confuso.
“Sai, è difficile mangiare poco quando hai un essere vivente che ti cresce nella pancia” continuai io.
“Cosa? Tu? Voi? Oh mio Dio! Venite qui” disse alzandosi dal tavolo e venendoci ad abbracciare, “è la notizia più bella che potevate darmi.”
“Finalmente avrai un nipotino da spupazzare e viziare” disse Jared mentre io cominciai a piangere.
“Hey cucciola, perché piangi? Che hai?” mi chiese Shan preoccupato.
“Io…non lo so” dissi disperata mentre Jared e Shannon mi guardavano attoniti.
“Tranquilli, sono gli ormoni” disse Ashley ridendo e venendo ad abbracciarci insieme a Chloe, “non sarà l’ultima volta, preparati agli sfoghi insensati di rabbia e le voglie” continuò dando una pacca sulla spalla a Jared, lui la guardò spaventato.
“Tu non vai da nessuna parte, vivi in casa mia e mi aiuterai in questi mesi, promettimelo” le disse con occhi spalancati, poverino, non sapeva cosa lo stesse aspettando.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Passammo il pomeriggio a ridere e scherzare, Shannon era contentissimo della notizia e cominciò a stilare una lista di nomi per il bambino, Chloe era vicino a lui e cercava di evitare nomi assurdi, Ashley era al settimo cielo per via di Chase che sarebbe arrivato a momenti e Jared era un pò assente.
"Che hai amore?" gli chiesi un pò curiosa.
"Niente, sto pensando a come dirlo alla mamma e...ai tuoi" il buio più totale, ero talmente eccitata dall'essermi riconciliata con Jared che non ho pensato a come dare ai miei la notizia visto che, pur essendo amici da una vita, stavamo insieme da poco. Mio padre mi avrebbe uccisa.
"Oh mio Dio, non ci avevo pensato ai miei, cazzo che casino" dissi con le mani nei capelli, ad un tratto mi venne un'idea, "e se aspettassimo la prima ecografia? Così gli mandiamo le foto e si ammorbidiscono!"
"Eh sì, facciamo così" concordò Jared.
"Ci conviene, soprattutto a te" gli dissi mettendolo in guardia.
"Perchè a me?"
"Non ti ricordi come vi guardava mio padre quando uscivo con voi? E quando gli abbiamo detto che stiamo insieme? Che ti ha detto al telefono?"
"Di darmi una regolata e trattarti bene altrimenti mi avrebbe spezzato in due" disse con gli occhi spalancati.
"Tranquillo, se facciamo così la scampiamo, non ti torcerà nemmeno un capello" gli dissi andandolo a baciare.
"Lo spero, sai che ho pauraa di tuo padre, mi ha sempre guardato storto."
"Sì, perchè ha sempre pensato che stessimo insieme o che quando passavamo le serate da soli a casa pensava che ci dessimo alla pazza gioia" dissi ridendo.
"Tu ridi, c'è poco da ridere, praticamente pensava che uscissi con te solo per approfittarmi" disse un pò arrabbiato.
"Ma no, è che secondo lui noi stavamo insieme ma non glielo volevamo dire, però gli sei sempre piaciuto, vi ha visti crescere entrambi" precisai.
"Oh, menomale che gli piaccio" lasciò un sospiro di sollievo e io risi.
"Tranquillo, non si arrabbierà."
"Ragazzi, è arrivato Chase" disse Ashley guardando i messaggi sul suo telefono.
"Dai vai, mi raccomando, divertiti" dissi abbracciandola.
"Grazie, speriamo bene" disse lei agitata.
"Hey, andrà tutto bene, stai tranquilla" dissi sbandando e mettendomi una mano sullo stomaco, mi girava la testa e stavo per vomitare.
"Tutto ok, Jen?" mi chiese preoccupata.
"Sì sì, tranquilla, è tutto ok. E' normale avere un pò di nausea" la rassicurai.
"Va bene, allora vado. Ciao ragazzi" ci salutò.
"Ciao Ash" dicemmo in coro.
"Oddio, oddio, oddiooo" urlai andando in casa il più veloce possibile dirigendomi verso il bagno.
"Piccola, che hai?" urlò Shannon.
Mi seguirono tutti e si godettero il magnifico spettacolo di me che gettavo fuori di tutto e di più.
"Che schifo, ma perchè dobbiamo avere questi sintomi?" dissi alzandomi, ma sbandai e per poco non caddi nella vasca se non fosse stato per Shannon e Jared che mi afferrarono in tempo. Jared mi strinse a se.
"Vieni, vatti a sdraiare prima che caschi per le scale" mi disse facendomi scendere piano piano stretta a lui.
Arrivati in sala mi stese sul divano e mi mise un cuscino dietro la testa.
"Jared, ho solo vomitato, è normalissimo anche se fa schifo."
"Lo so, ma prendo tutte le precauzioni, non si sa mai. Ti devi riposare" mi disse mettendomi le gambe sulle sue.
"Veramente dovrei riposarmi quando la pancia diventerà più grande" precisai.
"Sì, ma meglio se ti riposi anche ora" che testardo.
Restammo un'oretta, tutti sul divano, a ridere e scherzare.
"Allora, che facciamo?" disse Chloe.
"Boh, io sto bene sul mio poggia piedi" le dissi guardando Jared.
"Ah, ora sono diventato un poggia piedi?" fece il finto offeso.
"Oh, è colpa tua eh! Ora rimedi" ribattei.
Lui mi guarda con un'espressione sconfitta, non pensava che avrei ribattuto.
"Sì, ma ti ricordo che tu ci sei stata e non ti sei tirata indietro neanche per scherzo" disse lui in sua difesa.
"Hai ragione, sto zitta."
"Va beh, insomma, che si fa?" ripetè Chloe.
"No, a parte gli scherzi, a me non va di uscire" dissi.
"Nemmeno a me" mi appoggiò Shannon.
"Neanche a me" si unì Jared.
"E chi ha detto che dobbiamo uscire, magari guiardiamo un pò di televisione" si difese lei, non avendo nessuno dalla sua parte.
"Ah sì! Accendi che c'è Modern Family" dissi entusiasta mettendomi seduta.
"Oh Dio, sei fissata" mi disse.
"Nooo, mica" le risposi scherzando.
"Dai, mettilo Chloe"  disse Jared.
"Jay, hai paura di Jenny?" lo prese in giro Shannon.
"Non si sa mai, per i primi mesi è meglio non contraddirla" gli rispose con occhi spaventati.
"Hey, stronzo! Non sono un mostro, sono solo incinta, bastardo" dissi alzandomi, mi ero offesa.
Andai in cucina e aprii il frigo per prendere qualcosa da bere, avevo voglia di qualcosa ma non sapevo cosa. Rovistai un pò e trovai il succo d'ananas, il mio preferito. Presi la boccetta e chiusi il frigo.
"Hey, scusa" sentii le sue mani cingermi le spalle da dietro, "è che non so come comportarmi" si giustificò.
"Comportati in modo normale" gli dissi girandomi a guardarlo, sorrisi, "come sei bello" dissi con un sorriso da ebete. Lui rise.
"Anche tu" mi baciò il naso.
"E scusa se ti ho insultato, lo sai, sono gli ormoni. Reagisco in modo eccessivo" mi scusai, mi dispiaceva, poverino, in fondo non aveva fatto niente di male.
"Tranquilla, sei giustificata, ho esagerato" mi disse, aggiustandomi una ciocca di capelli che mi era finita davanti agli occhi.
"Dai, andiamo di là, altrimenti ci danno per dispersi" dissi andando verso la porta mano nella mano insieme a lui.
"Oh, avete fatto pace, piccioncini?" disse Shannon sarcastico.
"Shannon, ti conviene tacere" lo fulminai.
"Scusa, oh" disse stando poi in silenzio.
"Oh Dio, ti ho offeso? Non volevo, mi dispiace" dissi impanicata.
"Ma no, tranquilla, deficiente" mi rispose lui, schioccandomi un bacio sulla guancia.
Passammo le prossime due ore a vedere gli episodi di Modern Family e Friends, finchè non arrivò ora di cena.
"Che mangiamo?" chiesi impaziente, avevo fame.
"Non lo so, ordiniamo la pizza?" propose Shannon.
"Non lo so, io non ho molta fame" disse Chloe.
"Ma io sì! Pizza pizza pizzaaaa" risposi.
"Tranquilla, amore, ora abbiamo il secchio personale per quasi un anno" le disse Shannon, facendo ridere tutti.
"Sì, senti, secchio, chiama la pizzeria altrimenti ti stacco un braccio e lo mangio come antipasto" gli dissi io.
"Subito!" mi rispose prendendo il telefono in mano facendo finta di essere impaurito.
"Jen, andiamo a preparare la tavola dai" mi disse Chloe.
"Sì, andiamo."
Andammo in cucina e iniziammo a mettere la tovaglia.
"Allora, come ti senti?" mi domandò.
"Bene, perchè?"
"No, niente, ti vedo un pò strana, sembri stanca" mi disse.
"In effetti lo sono, stanotte non ho dormito molto bene e domani devo lavorare" gli risposi.
"Ma la maternità?"
"Penso che avranno un pò di problemi a darmela, sono li da poco" gli spiegai.
"Jared si incazzerà se dovesse essere così" disse un pò intimorita.
"Jared deve capire che è il mio lavoro e non posso perdere il posto, mi piace quello che faccio" gli risposi un pò alterata.
"Calmati, non è detto che succeda" disse passandomi i tovaglioli e le posate mentre lei metteva i bicchieri.
"Lo so, scusa, è che già ci stavo pensando prima."
"Dai, ora non pensarci. Ecco, è arrivata la pizza" disse sentendo il campanello.
Shannon e Jared aprirono la porta, pagarono e ci raggiunsero in cucina con quattro pizze calde fumanti. Aprimmo i cartoni e iniziammo a mangiare.
Finita la pizza restammo ancora un pò a parlare finchè non comiciai a sbadigliare.
"Hai sonno, amore?" mi chiese Jared.
"Un pò, possiamo andare a casa? Domani devo anche andare a lavoro" gli dissi, con occhi stanchi.
"A lavoro? Non sarebbe meglio se non ci andassi?" disse un pò alterato.
"No, domani devo proprio andare" gli risposi.
"Ne parliamo a casa che è meglio" chiuse li il discorso in modo freddo.
Salutammo Shan e Chloe e andammo in macchina, lui mise in moto e ci dirigemmo verso casa.
Arrivati alla porta, infilai la chiave nella toppa ed aprii. Entrammo e ci dirigemmo subito in camera dove cominciai a spogliarmi per mettere il pigiama.
"Cos'è questa storia che domani devi andare per forza a lavorare?" iniziò il discorso con sguardo arrabbiato.
"Jay, ti prego, non renderlo complicato"  dissi stanca, "è il mio lavoro e devo andare, oltretutto sono nuova in questa azienda, non è che posso cominciare a prendere permessi su permessi" gli spiegai.
"Ma nelle tue condizioni potresti" ribattè.
"Ma quali condizioni, sono incinta, mica paralitica, non ho niente che non vada. Anzi, domando al direttore per la maternità" continuai sperando di convincerlo.
"Ecco brava, vai solo per quello" mi disse, fermo sulla sua idea.
"Facciamo così, faccio solo metà delle mie ore abituali, cerco di staccare per mezzogiorno" gli proposi. Scosse la testa in segno di resa.
"Va bene, ma che sia mezzogiorno" puntualizzò.
"Tranquillo" gli dissi, buttandomi a letto. Ero stanca morta, "buonanotte, amore" dissi chiudendo gli occhi.
"Buonanotte, piccola" disse dandomi un bacetto sulle labbra.
Lo sentii mettersi accanto a me e spegnere la luce, dopo poco mi addormentai.
La mattina seguente, alle 8 in punto, suonò la sveglia, il problema era che non avevo alcuna voglia di alzarmi, ma dovetti farlo per forza.
Andai in bagno e subito dopo in cucina a preparare la colazione, dopo circa cinque minuti scese Ashley.
"Hey, non ti ho sentita entrare, a che ora sei tornata?"
"Verso mezzanotte" mi rispose.
"Com'è andata?" chiesi curiosa.
"Benissimo, ci rivediamo venerdì" disse con un sorriso a trentadue denti sulle labbra.
"Oh Dio, sono felicissima per te" dissi abbracciandola.
Dopo di che, ci sedemmo e iniziammo a mangiare.
"Oggi torno a casa prima" gli dissi per avvisarla che non saremmo tornate insieme.
"Come mai? Hai qualche visita?" mi chiese.
"No, ma Jared non vuole che vada a lavoro" gli spiegai.
"Ma lo sa che non sei in condizioni critiche e che non puoi prenderti troppi permessi perchè ci lavori da troppo poco tempo qui?" mi domandò.
"Esatto, io gliel'ho detto, ma non mi ha ascoltata. Chiederò al direttore la maternità."
"Quello devi farlo per forza perchè, prima o poi, te la dovrà dare" mi disse.
"Sì, lo so. Per questo glielo chiedo, e anche per non sentire Jay."
Finimmo di mangiare e andammo a prepararci.
Finito di truccarmi e vestirmi, mi avvicinai a lui e lo baciai delicatamente per non svegliarlo, ma fallii.
"Buongiorno" mi disse con un lieve sorriso.
"Buongiorno, io vado" gli dissi, dandogli un bacio più forte che lui ricambiò.
"Mi raccomando" mi disse, sul ciglio della porta.
Mi girai e gli feci di Sì con il capo.
Aspettai Ashley ed uscii.
Appena arrivata a lavoro, andai diretta nel mio ufficio per posare le cose e iniziare a lavorare, solo che c'era un pensiero che continuava ad uscire fuori: il mio bambino.
Alla fine Jared aveva ragione a preoccuparsi tanto, in fondo non è leggerissimo come lavoro, il mio. Così andai subito dal direttore per chiedere il permesso di uscita anticipata e gli parlai anche della gravidanza.
"Mi dispiace Jennifer, sei un'impiegata molto valida, non mi dai nessun tipo di problema, ma non posso darti la maternità prima del termine dei nove mesi perchè sei qui da appena un mese. Cerca di capire, se lo facessi, passerei i guai."
E ora? Dovevo sorbirmi Jared. Sperai che potesse capire.
A mezzogiorno chiusi tutto per andare a casa e nel tragitto pensai a come dirglielo.
Arrivata, entrai dentro e lui mi accolse con un bacio.
"Allora?" mi chiese.
"Beh, la maternità può darmela" dissi titubante.
"Ma?" continuò lui.
"Solo al termine dei nove mesi, sono qui da troppo poco tempo per averla subito" gli spiegai.
"Cosa? No, allora non andare più a lavoro, non puoi stressarti così, gli fai solo del male" disse riferendosi al piccolo.
"Ma non succede niente, non faccio orari pesanti, sono solo sei ore alla fine e torno a casa presto, poi ho tutto il tempo di riposarmi" dissi alzando leggermente la voce.
"Ma ora come ora non ti fa bene tornare alle tre del pomeriggio con il caldo pesante, ti fa male" ribattè.
"Ma ho bisogno di lavorare, Jay" alzai ancora un pò il tono.
"Ma perchè!" urlò.
"Perchè non voglio dipendere da te!" urlai ancora di più.
Mi lasciai cadere sul divano e rimasi lì per un pò a pensare a cosa avessi detto, non avrei dovuto. Lui non si vide fino a cena, quando fortunatamente c'era anche Ashley, che era a conoscenza di tutto, ovviamente.
Si sedette a tavola in silenzio, senza dire una parola. Ci era rimasto veramente male per la mia risposta, così gli misi davanti il piatto e gli feci una carezza sulla schiena per fargli capire che ero dispiaciuta per ciò che avevo detto. Era il nostro modo di scusarci in silenzio dopo una lite. Ci sorridemmo a vicenda e iniziammo a mangiare.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Dopo cena Ashley si mise a lavare i piatti, così approfittai per andare a parlare con Jared che si era messo in camera, sul letto a suonare la chitarra e canticchiare qualcosa di incomprensibile. Faceva sempre così quand'era giù.
Mi appoggiai allo stipite della porta per ascoltarlo, ma dopo qualche secondo si accorse che ero lì.
"Hey" mi sorrise, fiacco.
"Ciao" gli dissi, avvicinandomi al letto.
Mi sdraiai di fianco a lui e misi la testa sulla sua spalla.
"Mi dispiace per quello che ti ho detto prima, non intendevo dirlo in senso cattivo" dissi dispiaciuta.
"Non fa niente, ho capito cosa intendi" disse per tranquillizzarmi.
"Davvero?"
"Sì, insomma, sei sempre stata femminista fino in fondo" disse, scompigliandomi i capelli e ridendo.
"Stronzo!" gli diedi uno schiaffo sulla spalla.
"Aiah! E' vero! Non ti ricordi a scuola che combinavi? Ti mettevi a menare i ragazzi quando dicevano che le donne sono il sesso debole e io ti venivo a salvare tutte le volte" continuò, scatenandomi una risata.
"E' vero, mi ricordo Bill, quella montagna che giocava a football. Quando ha cominciato a svalutare le donne gli sono montata addosso e ho cominciato a prenderlo a pugni e non riusciva a liberarsi per quant'ero agile."
"Già, appena siamo arrivati io e Shannon, ci siamo spaventati e io ti ho subito presa e messa in spalla e ti ho portata in bagno a farti calmare i bollenti spiriti, Shannon poveretto cercava di calmare Bill che voleva ammazzarti. Fortunatamente lo ha calmato con un pugno" disse guardandomi, "che matta che eri, ti sei quasi fatta pestare di botte da uno grosso il doppio di te" continuò, scuotendo la testa e ridendo.
"Sì, per difendere le donne, quello si stava facendo grosso sminuendo chi non avrebbe mai avuto il coraggio di replicare o gonfiarlo di botte" mi difesi.
"Già, la pensava così, finchè non ha conosciuto te" disse lui scoppiando a ridere.
"Sì sì, ridi ridi, ricordo di aver preso a pugni anche te" gli ricordai, visto che mi prendeva in giro.
"Oh sì, hai preso a pugni la mia povera schiena mentre ti portavo in spalla in bagno e ti sculacciavo per farti smettere perchè mi stavi facendo male, poi anche in bagno hai cominciato a tirarmi pugni sul petto appena ti ho messa giù perchè ti avevo tolto da sopra di lui" spiegò, ridendo sotto i baffi, non ce la faceva proprio a non prendermi in giro per questa  storia.
"Sì, e le ragazze nel corridoio che si strappavano i capelli dall'invidia a momenti e urlavano "le ha toccato il culo, Jared le ha toccato il culooo" che galline che ti venivano dietro" dissi pensando a quelle.
"Ah mi ricordo, Rachel il giorno dopo fece addirittura finta di picchiarsi con la sua amica perchè sperava che facessi la stessa cosa che avevo fatto con te il giorno prima."
"Ah, questa non la sapevo" dissi amareggiata.
"Sì, ma le ha detto male perchè non sono stupido e lo avevo capito, così le passai di fianco senza cagarla di striscio e ci rimase di merda" mi spiegò.
"Wow, te l'ha praticamente offerta e tu hai rifiutato?" dissi io, lui mi guardò.
"Tu e la tua delicatezza" disse scuotendo il capo, "era gnocca, ma non mi interessava, in quel periodo già mi piacevi tu" mi guardò.
"Uh, guarda l'ironia, anche a me già piacevi tu. Se ne avessimo parlato fin da subito, a quest'ora saremmo stati fidanzati da diciotto anni" riflettei.
"Già, hai ragione, ma mi faceva strano perchè eri la mia migliore amica e lo sei ancora ovviamente, ora che siamo cresciuti però è diverso, anche se a volte ci penso" mi rispose.
"Sì, anche io ci penso, e non sai quanto ci ho pensato in tutti questi anni, poi non volevo dirti niente perchè ti andavano dietro le peggio fighe e non mi sentivo all'altezza" gli confessai.
"Lo so, ho sentito te e Shannon parlare a Bossier City, il giorno della partenza, quando mi sei svenuta addosso"  mi ricordò.
"Oh, sì, mi ricordo" continuai ad ascoltarlo.
"Non dovevi sentirti così, non ti mancava niente, avevi tutto per essere una gnocca" disse girandosi a guardarmi, "e lo eri, a modo tuo eri la più gnocca: non  ti vestivi volgare, non ti truccavi troppo pesantemente e, soprattutto, passavi tutto il tempo con noi e in tutti gli anni che sei stata innamorata di me non hai mai fatto come quelle per attirare la mia attenzione."
"Beh, non mi serviva attirarla, avevo sempre la tua attenzione, ci sei sempre stato per me" dissi lacrimando pensando a quell'orribile frase che gli avevo detto prima.
"E ci sarò sempre, per te e per lui" disse accarezzandomi la pancia.
"Mi dispiace Jay, non ti dirò mai più una cosa del genere" dissi, abbracciandolo e piangendo come una bambina.
"Non ti preoccupare amore, lo so che sono gli ormoni in gran parte a parlare, questo piccolino ti si prende tutta la parte buona e calma" disse facendomi ridere.
"Ah, un'altra cosa, visto che ti sentivi tanto screditata, sai che piacevi ad Alex?" mi dsse facendomi pensare ad altro.
"Alex? Quell'Alex? L'unico ragazzo per cui ho sbavato a parte te?" dissi, spalancando gli occhi.
"Esatto."
"E perchè non mi hai mai detto niente?" gli dissi guardandolo male.
"Perchè mi piacevi e non volevo che ci uscissi" disse giustificandosi.
"Devi solo ringraziare Dio che non mi ineressasse quanto te" dissi minacciandolo.
"Forse avrei dovuto stare zitto" disse mortificato.
"Naah, va bene così, tanto di sicuro non ci sarei uscita perchè avevo solo te nella mia testa" dissi baciandolo per non farlo sentire in colpa, anche se era vero.
"Ragazzi, tutto ok?" entrò in camera Ashley.
"Sì sì, non preoccuparti" le dissi facendole l'occhiolino.
"Menomale dai, allora io ho pulito la cucina, ora esco con Chase" disse lei.
"Grazie, ma se dovevi uscire potevi dirlo e la pulivo io."
"Ma no, tanto abbiamo appuntamento alle 21. Ciao ragazzi" ci salutò.
"Ciao Ash" dicemmo in coro.
Appena lei fu fuori, il piccolino si fece sentire.
"Amore?" dissi a Jared.
"Che c'è?"  mi chise.
"Sai che mi è venuta una certa voglia?" gli dissi.
"Di fare cosa?" chiese allarmato mettendosi in ginocchio sul letto, non voleva fare niente finchè non sarebbe nato il bambino. Io risi.
"Tranquillo, non voglio fare sesso....anche se più tardi magari...." lo provocai mettendomi faccia a faccia con lui guardandolo. Lui sospirò.
"No, sai come la penso amore" disse secco.
"Uffaaa! Comunque ho voglia di fare come ai vecchi tempi, visto che stiamo ricordando quello che combinavamo, e di ingozzarci finchè non ci addormentiamo" gli proposi.
"Beh, abbiamo abbastanza schifezze in casa, quindi va bene, andiamo a prenderle" disse tutto felice.
Adoravamo fare i maiali.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Scendemmo al piano di sotto, andammo in cucina e cominciammo a svuotare la dispensa.
"Marshmallows e nutella?" chiese lui.
"E me lo chiedi pure? Prendili subito!" gli dissi ovvia, "le prendo le patatine?" gli chiedo.
"Certo!"
Continuammo a prendere le peggio schifezze.
"Prendiamo anche qualcosa da bere, tipo latte e cacao o la coca cola" gli dissi aprendo il frigo, "Uh! C'è una tavoletta di cioccolato bianco!"
"Prendila!" mi urlò.
Finito di prendere tutto, andammo in sala e cominciammo a mangiare come i maiali, facendo i peggio intrugli con le schifezze, se ci avesse visto Shannon si sarebbe fiondato sul divano, anche lui ogni tanto si univa a noi quando facevamo queste cose.
Mangiammo tutto quello che c'era sul tavolo, non lasciammo nemmeno una briciola, "mio!" dissi prendendo il barattolo di nutella e mangiandomela a cucchiaiate, "domani mattina non mi alzerò dal letto, a momenti pesa più la roba che mi sono mangiata che io."
"Eh già, ma tanto tra qualche mese ingrasserai, amore mio" disse prendendomi in giro. Lo guardai male.
"Preferisci che mi nutra regolarmente e anche un pò di più per permettere di crescere al bambino, oppure che mangi poco e farlo soffrire?" gli domandai.
"Secondo te? Ovviamente la prima" disse scazzato.
"Allora non ricordarmi più che ingrasserò, altrimenti da domani comincerò a nutrirmi di pane e acqua per i prossimi otto mesi" dissi più scazzata di lui.
"Stavo scherzando, mamma mia come sei diventata permalosa, ma è lui che ti fa quest'effetto? Hey, amore di papà! Cerca di calmarti, altrimenti la tua mamma finirà per lanciarmi contro la finestra" disse lui parlando alla mia pancia, che dolce che era.
"Non ti lancerò da nessuna parte, non potrei mai rimanere senza di te, lo sai" gli dissi ridendo per ciò che aveva detto.
"Lo so, è solo che sei più bella quando prendi d'aceto" disse con un sorriso demente.
"Ma vaffanculo, deficiente" gli risposi.
"Ecco appunto, rimangio quello che ho detto."
"Ci guardiamo Friends? Dovrebbero esserci un paio di puntate" gli chiesi avvinghiandomi a lui.
"Certo, bimba" mi rispose, accendendo la tv.
Guardammo Friends finchè Jared non si addormentò con la testa sulle mie gambe, rimasi per un pò ad accarezzargli i capelli.
Dopo un pò entrò in casa Ashley, un pò sorpresa nel vederci in quello stato.
"Ma che avete combinato?" disse sotto voce ridendo.
"Che abbiamo fatto?  Siamo dei maiali, da ragazzi lo facevamo di continuo, devi abituarti tesoro. Ora che viviamo sotto lo stesso tetto sarà un continuo" le dissi avvisandola.
"Va beeeene...comunque tra poco arriva Chase, da lui non potevamo andare" mi disse lei.
"Uuuuh, allora lo sveglio e andiamo a dormire in camera."
"No, restate qui, mica ho problemi" continuò.
"Ma che dici, tanto avevo sonno e mi sta sfondando le gambe questo" le dissi, "e poi se ci vede qui magari si mortifica pure" continuai svegliando Jared, quest'ultimo scattò facendomi prendere un colpo.
"Amore, andiamo a letto dai, è tardi" gli dissi.
"Mmmmhhhh....okay" mugugnò alzandosi e andando dritto alle scale inciampando.
"Oddio, ti sei fatto male?" gli chiesi andandogli vicino. Si girò lentamente a guardarmi con gli occhi mezzi chiusi.
"Eh?" mi domandò, io risi.
"Dai, andiamo va."
Lo aiutai a salire. Sbattè dappertutto, era ubriaco di sonno.
Arrivammo in camera, lo misi davanti al letto e ci si buttò sopra crollando. Io mi misi di fianco a lui e cominciai a dormire, cercando di non sentirlo russare.
Verso le 3 del mattino mi sentii scuotere, era Jared.
"Che vuoi?" gli dissi assonnata.
"Ma Ashley è con Chase?" mi chiese.
"Sì, è tornata verso le 23" gli risposi, "scusa, ma che ore sono?"
"Le 3" mi rispose col cellulare in mano.
"Madonna! saranno minimo tre ore che continuano!" dissi stupita, "beata lei" mi lasciai sfuggire. Ops.
"Beata lei? Aspetta che nasce e poi te lo do io il beata lei" mi disse offesso.
"Non avrei dovuto parlare" dissi spaventata da quello che mi avrebbe aspettato. Jared le cose se le legava al dito.
"Eh no" disse divenrtito. Io però sbadigliai.
"Ora rimettiti a letto, visto che vuoi andare a lavoro" disse con tono contrariato. Non replicai, non avevo voglia di litigare  anche di notte, già ero stressata di mio.
Mi girai di spalle a lui e provai a riaddormentarmi, l'indomani la giornata non sarebbe stata affatto leggera e non potevo arrivare stanca, non avrei retto. Finalmente dopo qualche minuto non sentii più Ashley e Chase e potei dormire tranquilla.

La mattina mi svegliai strana, avevo la nausea e non mi reggevo in piedi. Andai di sotto a preparare la colazione per me ed Ashley e provai a mandare giù qualcosa, ma feci molto male perchè nel giro di pochi secondi mi torno tutto sù.
Corsi nel bagno di camera nostra e cominciai a vomitare in ginocchio con la testa praticamente nel water.
"Hey, ma che hai" corse Jared preoccupato appena mi sentì. Feci "ok" con il dito e continuai.
"Ma quale "ok", tu oggi resti a casa, non stai bene" disse serio.
"Jared sto benissimo, tranquillo, è nausea mattutina. Non preoccuparti dai" gli dissi alzandomi da terra e andandomi a lavare i denti.
"Non vuoi proprio capire eh, sei di coccio" mi rispose uscendo dal bagno.
"Non è che non voglio capire, è solo che amo il mio lavoro e visto che ho un fisico abbastanza forte per portare avanti una gravidanza senza problemi, continuerò a farlo finchè riuscirò e nel momento in cui dovessi riscontrare in contrario mi fermerò. Se ti dicessi di abbandonare i Thirty Seconds To Mars per dedicarti solo a me, lo faresti?" gli domandai. Lui rimase a pensare cosa rispondermi, non avrei dovuto.
"Credo di no" disse riflettendo.
"No Jared, è NO e basta, e non ti permetterò mai di lasciare perchè è quello che ami fare di più e ho visto i tuoi Echelon, per te sono importanti e anche loro farebbero di tutto per renderti felice se potessero, cercheresti delle soluzioni pur di far combaciare noi con la band. E' quello che sto facendo anche io, questo lavoro non lo voglio abbandonare e non lo dico solo perchè mi fa fare una montagna di soldi, ma perchè mi piace veramente. Tranquillo che appena vedrò la minima complicazione mollo tutto, non ho intenzione di fargli del male" dissi ferma e sicura di me.
"Non è esattamente la stessa cosa, Jennifer" mi chiamò Jennifer. Non aveva mai pronunciato per intero il mio nome, si era incazzato.
"Io non ho una creatura dentro di me che necessita di vivere nelle migliori condizioni possibili. Certo, io non lascerei mai i Mars, ma in questi mesi non vado di certo in tour, riprenderò minimo qualche mese dopo la sua nascita, vi porterò con me finchè non inizierà ad andare a scuola. Tu cosa puoi fare che sei la parte più importante?" mi rispose alterato andandosene.
"Tranquillo non disturbarti a lasciare la camera, sto uscendo" dissi andando di sotto. Presi le chiavi della macchina e uscii di casa, misi in moto e andai diretta in azienda.
Appena arrivata fui subito sommersa di lavoro, in più al principale non girava bene per delle sue questioni finanziarie. Così, tra una scartoffia e l'altra, iniziai a riordinare i macelli che in poche ore tutta la redazione era riuscita a fare.
"Signorina Anderson, deve andare di corsa a San Diego per la firma del contratto con Just Woman" entrò il mio caro capo dandomi ordini senza nemmeno salutare.
"Ma signore, non c'è nessun altro che possa sustituirmi oggi? Sono piena di cose da fare" gli chiesi quasi supplicandolo.
"No, devi andare per forza,vuol dire che tornerai a casa più tardi del previsto cara" concluse chiudendo la porta.
Presi le mie cose e uscii dall'ufficio, andai di sotto e salii nella macchina con l'autista che mi avrebbe portata a destinazione. Mi misi comoda e presi il telefono per avvertire Jared.
"Pronto?" rispose.
"Ehm, ciao amore, voloevo dirti che sto andando fuori città e tornerò un pò più tardi" gli dissi tutto d'un fiato.
"Cosa? E dove stai andando? A che ora pensi di tornare? Non hai detto di no al tuo capo?" cominciò ad alterarsi ed io ad agitarmi.
"A San Diego, tornerò per le 18 al massimo. Ovvio che gliel'ho detto ma mi ha costretta, mi dispiace" gli risposi tremando.
"Dispiace anche a me, ciao...amore" disse con tono quasi maligno. Non capii se ce l'avesse con me o con il mio capo.
Dopo qualche ora, arrivai a San Diego, feci ciò che dovevo fare in fretta e furia e tornai in macchina, erano più le ore di viaggio che il resto. Per le 17 fui di nuovo nella sede di Los Angeles, andai a portare il contratto sulla scrivania del principale che fortunatamente non c'era, e mi diressi verso l'uscita per perndere al mia macchina e tornare a casa. La situazione non sarebbe stata piacevole.

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