La maledizione della Luna Piena

di ClosingEyes_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Addio. ***
Capitolo 2: *** Sapessi chi sono. ***
Capitolo 3: *** Ad un passo dalla libertà ***
Capitolo 4: *** La mia piccola vittoria ***
Capitolo 5: *** Grazie,amore mio ***
Capitolo 6: *** Era questo di cui parlavo, mamma. ***



Capitolo 1
*** Addio. ***


Lei.

Infondo lei, così piccola, ancora non sapeva a cosa andava incontro.

Lei, ancora nel grembo materno, ancora doveva sviluppare quelle sue piccole mani, i suoi occhi erano ancora nascosti dalle membrane, che poi diventeranno pelle, poi palebre e infine una finestra sul mondo.

Se solo avesse saputo cosa le sarebbe accaduto, se solo non fosse nata in quella notte di luna piena, probabilmente ora non sarebbe maledetta.

Ma, in fin dei conti, non tutti i mali vengono per torcere, forse quella notte, era giusta che venisse.

Lei, sarebbe stata salvata, un giorno.

 

-Rin , vieni qui! Non correre troppo!-.

-Dai Geiko, vieni andiamo al fiume per raggiungere papà e Komoto!-.

-Rin ma la mamma ha detto di no!-

Forse quella notte dovevo dare ascolto alla mamma, non dovevo uscire di casa, non dovevo lasciarla sola in casa.

Fiumi di sangue passarono davanti ai miei occhi, gole sgozzate, petti aperti da macellai, donne morte sulla riva del fiume.

Mio padre e i miei fratelli morirono, mia madre era piena di sangue sul letto, con gli occhi spalancati e il petto squarciato.

Madre, padre, fratelli miei, i briganti vi hanno ucciso e io invece sono qui, ancora viva, a vedervi morti davanti ai miei occhi, non me lo perdonerò mai, ho perso tutto quello che avevo, ora invece non ho nulla.

Vagherò vagabonda in cerca della mia maturità, seppur troppo giovane, ma vi vendicherò un giorno, perchè io sarò guerriera, forte da poter sconfiggere ogni male, ucciderò per voi i briganti, sopravviverò alla potenza della strega che mi ha maledetto.

Sono nata con una maledizione, la mia unica sofferenza, crescerò in un corpo da bambina, intrappolata negli anni anche quando sarò ormai vecchia, ma non mi importa, io sopravviverò per voi che, anche se per poco, mi avete cresciuto.

Non temete, sarò brava, come sempre, vi vendicherò.

Troverò la strega che mi ha rovinato la vita prima ancora che iniziasse, la ucciderò, porterò la sua testa in dono agli dei, spezzerò l'incantesimo e sarò libera.

Intanto madre vi ringrazio per la pietra che mi avete donato con tanta gioia, per alleviare i miei dolori dovuti ad una crescita anormale.

Madre, vi porterò sempre nel cuore, la pietra di corallo mi proteggerà, ne sono certa, perchè voi siete con me.

Nessuno mai deve restare solo, per colpa di persone infelici che cercano la morte degli altri per propria consolazione.

Perchè i briganti sono persone infelici, ma anche persone che temono in primis la morte, nessun brigante si è mai scontrato con un demone, poiché morirebbe sul colpo, neanche i più coraggiosi sono usciti vivi.

La mia vita incomincia ora, è il momento di riprendermi ciò che un tempo era mio, la libertà di poter essere finalmente me stessa.

Viaggerò per villaggi, in richiesta di asilo, per poter accrescere il potere che mi si nasconde nell'anima, subirò tutto, anche le peggiori sgridate per non dare nell'occhio.

Perchè per avere qualcosa bisogna saper anche soffrire.

Prenderò poche cose perchè del passato non voglio nulla, solo una stoffa per potermi coprire e giusto dell'acqua per potermi nutrire, per il resto cercherò nei boschi.

Non guarderò indietro, ora che sono fuori dal mio vecchio villaggio, mi laverò le mani del sangue della mia famiglia, che tanto ho abbracciato prima di fuggire.

Questo è un addio.

 

 

 

 

 

Non c'è nulla da fare, incomincio una storia, poi la lascio in sospeso, poi ne comincio un'altra, lo so sono tremenda!

Allora bene, questa storia sarà abbastanza particolare, poiché rivivrò i passi di Rin fino all'incontro con Sesshomaru, ma pensate che tutto sarà completamente diverso.

Rin porta con sé una maledizione, che mantiene bloccata la sua vera indole nel suo piccolo corpo da bambina.

Non vi dico altro perchè se no poi non ha più senso andare avanti.

Buona Lettura!

Ovviamente fatemi sapere se vi intriga come incipit!

Un bacio a tutte!

Clo-Chan

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Capitolo 2
*** Sapessi chi sono. ***


Mi raccolse dal suolo dopo aver rifiutato ogni tipo di aiuto.
Che strazio, morta dopo neanche una settimana, sbranata da lupi in cerca di carne umana.
Ma poi aprì gli occhi, sentì nel silenzio di quella foresta fitta, il suono assordante dei miei battiti, credevo ormai di essere in paradiso, ma invece ero ancora con i piedi per terra.
Stretta fra un braccio ed una coda, pensai che forse stavo sognando nella mia morte, invece c'era un calore che mi circondava, sarà forse il mio angelo custode.
Ma quei occhi, no, non si possono dimenticare, quei occhi che mi hanno salvato dieci volte, non posso dimenticare la bontà di quel demone che, non so da cosa spinto, ha salvato un'umana come me.
-Cosa lo ha spinto a salvarmi, Signor Sesshomaru?-.
Non era di molte parole, pensava sempre ad altro, per sempre nelle nuvole , immerso nei suoi pensieri.
Eppure se solo sapesse che maledizione porto dentro di me, se sapesse che io a dir la verità ho dieci anni, che questo non è il mio vero aspetto, chissà da ancora mi porterebbe con lui.
So che, purtroppo, un giorno mi innamorerò di lui e non potrò dargli nulla se non un semplice sorriso, che destino crudele neo miei confronti.
Ma chissà se lui può spezzare la maledizione, potrebbe aiutarmi.
Ma cosa dico, è un demone, non merito neanche la sua attenzione.
-Rin muoviti!!-.
Dimenticavo, Jaken, una specie di rana assordante completamente verde con uno stupido vestito addosso e uno stupido cappello, odioso.
-Si arrivo-.
Avrei tanto voluto dirgliene quattro, ma con quale coraggio.
-Sei la solita stupida, resti sempre indietro-.
-Scusa..-.
-Si brava chiedi scusa e.. Rin perché piangi?-.
Quando finirà tutta questa tortura, quando smetterà di farmi male il petto per colpa del corallo, quando smetterà di farmi perdere le forse tutto ciò.
-Jaken, credo che non sto bene-.
Cadere nell'oblio è come spegnersi per un attimo, un tubo infinito senza una fine, solo una continua angoscia nell'anima.
-Signor Sesshomaru, Rin credo sia malata-.
Da lì a poco il mio cuore avrebbe smesso di battere, ne ero ormai certa, non sentivo neanche più le voci intorno a me, c'era solo un piacevole silenzio, quello della morte.
Aprì gli occhi davanti ad un fuoco, coperta da stoffe per tenermi al caldo, accanto al demone drago che aveva una strana passione per me.
Avevo una gran voglia di sentire la pace , ma mi guardai le mani ed ancora non ero io, quelle mani da bambina mi sarebbero appartenute per tutta la vita.
-Rin sei sveglia-.
Si Jaken, sono sveglia, ma non sono io.
-Mh-. 
Il mio silenzio parlava da solo, non c'era bisogno di aggiungere altro.
Se solo avessi avuto l'opportunità di poter spiegare che storia mi porto dentro, avrei sicuramente trovato conforto negli occhi di quel piccolo demone rana e di sicuro il Signor Sesshomaru mi avrebbe capito.
-Jaken dove si trova Padron Sesshomaru?-.
-A caccia di Naraku, mi sembra ovvio-.
Una fitta nel petto, ancora una volta mi sentì come se stretta da un filo tagliente, avevo forti dolori e non riuscivo a muovere un muscolo se non per uno spasmo.
Quanto desidero sorridere, ma farlo sul serio, senza preoccuparmi di come andrà a finire  e vivere finalmente spensierata accanto al mio demone.
" Sarai destinata alla morte, non appena due occhi metallici incontreranno i tuoi. Morirai da bambina senza la possibilità di poter essere felice, la luna piena lo esige, tu sei il sacrificio".
Quella voce maledetta mi rimbombava nella testa, non riuscivo proprio a scrollarmela da dosso, quella maledetta strega, Tzyuko.
Io non ero il sacrificio di nessuno, non adesso, io avrei vinto la battaglia.
-Jaken-.
Eccoti, qui davanti a me, bello come al solito, bello come la luna, come potevo non innamorarmi di te, mio padrone, ti devo una vita che non ho più ormai.
-Padrone Rin non si è ripresa del tutto-.
TI prego non guardarmi con quei occhi, così glaciali da distruggermi l'anima, piuttosto cerca di capirmi, ti vorrei ma non posso.
-Perdonatemi padrone, vi sto rallentando, lasciatemi qui se volete-.
-Non dire sciocchezze Rin-.
Eppure il mio nome chiamato dalla sua bellissima voce spesso gutturale, mi riportò alla realtà, era così bello immaginare un giorno per essere me stessa: io, lui e la nostra famiglia.
Se solo sapessi chi sono.

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Capitolo 3
*** Ad un passo dalla libertà ***


Mi dimenavo nel sonno, come se qualcuno mi stesse letteralmente torturando dall'interno; forse era semplicemente la febbre, ma avevo la netta sensazione che qualcuno stesse tentando di prendere il sopravvento sul mio esile corpo.
Maledetta Tzyuko, stava tentando in tutti i modi di uccidermi.
" Morirai Rin, rassegnati, cedi a me il potere del corallo, tu sei il sacrificio".
Maledizione, quella voce non voleva proprio starsi zitta quella notte.
Ancora una volta guardai la luna; era piena, prepotente nel cielo, nascondendo le luci delle stelle.
Nessuno aveva il diritto di soffrire, non come me, ma stranamente sorrisi, presa da una flebile gioia inspiegabile.
-Rin ma cosa hai sul petto?-.
Jaken cosa vuoi che abbia, una maledizione, ho un ciondolo di corallo che sta tentando di proteggermi in tutti i modi.
Vedi?Ora è luminoso, a contatto con la luce lunare, ma non durerà molto, non appena il cielo coprirà quella sfera bianca , io soffrirò ancora, finché non metterò fine alla mia vita su questa terra.
-Jaken, spostati-.
Padrone, perché mi puntate la spada contro, pensate che potete salvarmi non è così? Quanto vorrei darvi ragione mio signore, ma non è possibile.
Eppure una scia bollente mi pervase il corpo, riscaldandomi per quanto poteva, da quel freddo che  avevo dentro.
-Quando tutto sarà finito, esigo spiegazioni-.
Mio signore, quelle spiegazioni non le ho neanche io.





L'indomani si fece spazio nel cielo di quel freddo Ottobre, contornato da piccole gocce di rugiada sui fili d'erba ancora fresca.
Ci incamminammo verso il covo di Naraku, ma senza tante possibilità di incrociarlo.
Lungo il nostro cammino incontrammo il fratello del padron Sesshomaru, Inuyasha.
Così pare che fra i due non scorri buon sangue, ma anche lui si accompagna ad un'umana, ma non qualunque.
-Sesshomaru, vedo che la bambina che ti porti è malata, permettimi di darle un'occhiata-.
Quella sacerdotessa, Kagome, mi guardò perplessa e subito mi portò al fiume li vicino, nell'intento forse di purificarmi.
-Come hai fatto a capirlo?-.
-Sono una sacerdotessa, so riconoscere i poteri di una come me-.
-Io non valgo nulla, sono solo schiava di me stessa-.
-Sento la maledizione che è dentro di te, ma sento anche uno spirito forte contrastarla, chi è ?-.
-Mia madre, con il corallo di Haimino-.
-È un corallo molto prezioso, come mai si trova nel tuo corpo?-.
-Io non lo so, so solo che mi protegge-.
-Ascoltani, stanotte fatti trovare nella foresta di Ymao, ti aiuterò a capire chi sei-.
Mi lasciò andare, nelle torbidi acque del fiume, purificando, per quanto possibile, la mia anima.
La foresta di Ymao, se non sbaglio si trovava a nord, non sarebbe stato difficile trovarla.
Mi riportò nelle coperte, poggiandomi sul demone drago e salutandomi con rispetto.
Non meritavo tutti questi servigi, eppure forse anche io ero come lei.
-Sesshomaru, questa bambina non è una semplice umana, ricorda-.
Cambiarono strada, passando a nord della foresta, portandosi dietro il mio segreto.
Il demone non mi rivolse neanche uno sguardo, ma proseguì per la sua strada e noi, da fedeli servitori, lo seguimmo.
Era ormai già notte, ma i miei sintomi continuavano a peggiorare.
Nel silenzio totale, sgattaiolai via con il demone drago, raggiungendo la foresta di Ymao, al nord.
Vidi dall'alto quella donna, Kagome, attendermi poggiata ad un albero, con una strana tenuta addosso, bianca e rossa.
Scesi titubante ma era il momento di cambiare la mia vita, per sempre.
-Tua madre, era una sacerdotessa, possedeva il corallo per generazione, senza praticare però l'arte della purificazione-.
-Non è possibile-.
-Ha dato a te ciò che lei non ha dato a se stessa: il potere della natura-.
-Ma io sono solo una bambina-.
-Non per molto-.
Impugnò l'arco con la freccia e, senza troppi preavvisi, me la scoccò contro.
Forse per paura della morte, oppure perché il corallo mi voleva proteggere, innalzai una barriera, con la sola forza del pensiero.
Kagome mi sorrise, perché vide un me qualcosa, di completamente diverso da quello che ero esteriormente; i miei occhi erano di fuoco, non più quelli innocenti di una bambina, c'era potere da ardere.
-Rin, tocca a te-.
Vidi dinnanzi a me arco e frecce e senza farmelo ripetere due volte lo presi da terra ed impugnai, senza neanche sapere come si faceva.
La freccia partì spedita, senza esitazione, senza timore ma solo con forza interiore; Kagome la bloccò con l'arco, accasciandosi a terra dalla fatica, forse io ero più forte.
-Sei una forza della natura, Rin-.
-Kagome tutto bene?-.
-Rin, sta alla larga dai nemici, ma ricordati che sarà proprio il nemico a liberarti. Ora va, l'alba si sta innalzando e hai bisogno di fare chiarezza, rifletti-.
Svanì nel nulla, lasciando solo semplice silenzio attorno a me.
Cosa voleva mai dirmi con quelle parole.
Cosa stava per succedere?.





-Presto ci sarà una battaglia-.
-Inuyasha cosa ti fa credere che sopravviverai?-.
-Sesshomaru tu non farti uccidere prima del tempo-.
" Bene bene, i due fratelli insieme finalmente, vi farò fuori in poco tempo ".
Bastò poco , davvero poco.
Sara stesso il nemico a liberarmi.



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Capitolo 4
*** La mia piccola vittoria ***


Gli occhi metallici che tanto temevo erano davanti ai miei; un servo della strega Tzyuko, serva anch'essa del demone Naraku.
Loro volevano me, ma allora chi mi avrebbe liberato?

Mi guardava, dio se mi guardava.
I suoi occhi, maledetti, mi tenevano sotto osservazione, come se fossi la sua preda.
Occhi di chi conosce il segreto ma non vuole dirlo, occhi di chi mi avrebbe squartato per avere la pietra.
Il Signor Sesshomaru era allo stremo, gli si leggeva nei suoi occhi, stretti in una morsa di dolore.
Ero immobile su Ah-Un, guardavo la scena terrorizzata, io cosi piccola e non potevo far nulla, se solo riuscissi a concentrarmi.
-La femmina che ti porti , Sesshomaru, ha una maledizione-.
Maledetto, voleva dire tutto.
Freddo, faceva freddo, l'effetto del corallo stava svanendo, dovevo scappare, non era il momento.
-Jaken!-.
-Rin ma cosa..-.
Scappai con Ah-Un, dovevo andare il più lontano possibile, presto sarebbe finito l'effetto, non potevo rischiare di farmi contaminare.
Arrivai ad una raduna, circondata da fitti alberi di pesco, guardandomi intorno nel caso ci fosse qualcuno.
Il demone a due teste mi guardò perplesso, come se non capisse perché ero scappata, come dargli torto.
-Ah-Un, perdonami..-.
Passai la mano sui due musi, coccolando il demone.
Il suo verso fu sospeso , era come se gli stessi dicendo addio e, in un certo senso, lo era.
Mi voltai , dietro di me vi era un lago, il posto giusto per tornare alla vita, il posto giusto per uscire dal guscio.
Era tutto scuro sulla mia testa, un'aura nera circondava il cielo e un profumo aspro mi inondò le narici.
Presto, molto presto, avrei impugnato le mie armi, come Kagome mi aveva detto.
Prima un piede, poi l'altro, mentre il kimono danzava sull'acqua cristallina.
Poi piano tutta la gamba, poi l'altra, avevo i brividi di freddo.
Poi il ventre, insieme ad una mano, poi l'altra mano, avevo paura.
Poi il petto, dove la cicatrice ancora mi faceva male.
D'un tratto tutta, sprofondai nelle acque profonde, immersa da pensieri di gioia, stavo tornando alla vita, niente desideravo più di questo.
Sentì i miei arti allungarsi, fu doloroso, sentì le curve prendere posto sul mio corpo, non male, una forte energia uscì dal mio corpo, creando un bagliore di luce talmente potente che probabilmente avrà visto anche Inuyasha e gli altri.
Aprì gli occhi, in quel lago dove sono nata di nuovo, io , la nuova Rin, di nuovo fra le braccia della vita, ma stavolta non più in un corpo da bambina.
E sulle mie forme si creò una veste, dipinta di mille fiori di primavera, ma con colori d'autunno e la morbidezza della lana d'inverno.
Fra i miei capelli sentì il fruscio del vento d'estate, caldo ma piacevole, che ti bacia le gote senza scottare.
Ero in preda alla frenesia delle stagioni, pronte a darmi la loro forza fra le mani.
Alzai il capo, uscendo da quella dolce acqua, sotto gli occhi sconvolti del povero demone volante, quasi non mi riconobbe.
-Ah-Un, sono io, non mi riconosci- ed anche la mia voce mutò.
Sentenziò un piccolo accenno del capo, affermando il fatto che nonostante fossi cambiata, il mio odore non è mutato.
Dall'arco spuntò una freccia, dovevo assolutamente usarla, ma contro chi meritava la morte: Magatsuhi.
Salì sul demone, diretta a salvare ciò che era salvabile fino ad allora, la vita di chi si ama e di chi si vuole bene, il terrore e la paura della perdita, no, nessuna perdita, non ora.
Nascosti fra la fitta foresta, impugnai l'arco e presi la mira, sentivo il vortice di Magatsuhi ma il vento non mi aiutava, troppi fruscii mi facevano perdere la concentrazione.
-Il suo fruscio è come il vento autunnale, pungente ma percepibile abilmente- mi dissi.
Solo uno scatto e la freccia partì, lasciando dietro di se scie di profumo autunnale, seguito da un turbine di energia che si espanse per la fitta foresta.
Un urlo straziante colpì il mio udito, lo avevo preso.
Continuai con un altra freccia , donatemi dagli alberi circostanti, e ancora continuai a scoccarle, senza pausa e senza paura.
Ma nessuno si chiese perché tanto odio, se non chi sentì il mio odore: Sesshomaru.
Sconvolto strabuzzò gli occhi, per quanto ancora la trasformazione potesse reggere, poi sparì , nel cumulo di demoni prodotti da quell'essere infido.
-Maledetta! Come hai fatto!-urlò Magatsuhi, ma nessuno lo capì.
-La tua morte è il mio desiderio più grande, morirai come morirà quella strega di Tzyuko!-dissi, scoccando ancora.
Ah-Un si alzò il cielo, scoprendoci entrambi , ma ormai non c'era nulla più da nascondere, ormai era finita.
Gli occhi di tutti caddero su di me e a stento Jaken riuscì a crederci, ero sempre io, la solita Rin, solo cresciuta.
-La maledizione l'hai spezzata tu appena mi hai guardata, sei davvero poco furbo- dissi creando una barriera intorno ai feriti.
Kagome era priva di sensi, mi bastò una mano per purificarla e tornare in se, solo una semplice nube celeste di energia pura.
Inuyasha si dimenava e mi guardava, colpiva i demoni che avvolgevano Sesshomaru e poi vedeva me, ancora incredulo.
Ma io ormai ero stanca, la mia energia venne meno davanti a quel demone, dovevo solo mantenere di più la barriera, giusto un po' in più.
E poi non ricordo più nulla, se non un manto bianco dove era poggiato il mio corpo, coccolato da carezze inaspettate fra i miei capelli , una mano che scioglieva i miei nodi di ansie e di paure.
Quei occhi ormai che riconoscevo da anni, occhi che mi hanno guardato sempre, anche nel pericolo e nella rabbia, ai piedi di quel tronco.
-Signor Sesshomaru..-.
-Chi sei tu, Rin?- era così confuso che la paura di toccarmi era enorme, eppure le sue mani orano erano fra le mie.
-Sono libera adesso-dissi, con il sorriso di chi ha lottato per avere tutto ciò.
-Rin, sei davvero tu?- mi chiese Jaken.
Tutti volevano conoscere il mio passato, perché io sono cambiata, ora ero cresciuta e avevo poteri nuovi, eppure solo Kagome lo sapeva.
-Si Jaken, sono io- dissi.
-Cosa ti ha spinto a far uscire la tua vera indole ?- mi chiese Kaede.
-Venerabile Kaede, ciò che si vede con gli occhi, si ripercuote sull'animo ed io ero turbata, al pensiero di perdere ciò che la vita ha voluto donarmi, per una volta di gioia ho dovuto sacrificare mille di sofferenze e per non far andare nulla invano, ho aperto i miei poteri, per rivederlo ancora..-.
Gli occhi di Sesshomaru erano sbalorditi, come se sapesse che il mio canto fosse rivolto a lui, al suo splendido essere, avuto dopo mille battaglie per trovarlo , arrivando al punto di incrociare la morte. 
-Hai una forza da guerriera, ma anche l'aria pura della sacerdotessa. Porti in te due mondi fra se opposti, ma hai trovato l'equilibrio- disse Kaede.
-Kagome lo sapevi, non è così?- chiese Inuyasha rivolgendosi a lei.
-Percepivo la sua vera aura, bastava anche solo che sorridesse, vedevo qualcosa di puro farsi spazio in un corpo da non più bambina, sapevo che sarebbe riuscita a spezzare la maledizione- disse.
-Signor Sesshomaru, mi perdoni tanti anni di verità nascoste, volevo proteggerla io per una volta- dissi sorridendo flebilmente.
Limitò il suo sguardo ad osservare la mia figura, restando ammaliato da tanto bagliore della mia pelle, quasi non sembravo più la bambina che accompagnava i suoi viaggi con canzoni leggere e fiori raccolti nei campi.
Quasi non sembravo più la bambina che sorrideva ad ogni evento e che scappava felice fra la foresta, sicura che se fosse successo qualcosa, il mio principe sarebbe arrivato a salvarmi.
-Eppure il tuo sorriso non è mutato-.
-Sono cambiata solo di fisico e sicuramente anche di età, dovrei averne 27 per l'esattezza- dissi.
-Sei così vecchia?- mi chiese Inuyasha.
Non percepì altra parola provenire dalla sua bocca , se non un sonoro tonfo dovuto allo strillo di Kagome infuriata con lui.
-A cuccia!-.
Era come se ora era tutto sistemato , o almeno in parte, non dovevo più mentire a Sesshomaru, questa era la cosa più importante.
-Vieni con me.- mi prese fra le sue braccia per portarmi via , contro le idee di Kaede che sosteneva che dovevo riposare, ma Kagome mi lasciò andare, avevamo molto da cui discutere io e il mio signore.
Nella raduna lì, nei dintorni, si dipingeva come olio su tela un paesaggio ricco di colori, contornato da sfumature dell'imminente tramonto, fra il rosso e l'arancione che passavano fra le chiome degli alberi, cadendo dolcemente sullo specchio di acqua e disegnando ciò che sulla terra non si può toccare ma solo vedere.
Era proprio il suo sguardo a preoccuparmi: trito in una smorfia di rancore e rabbia , misto alla consapevolezza che ora tutto sarebbe cambiato.
Eppure non mi lasciai abbattere da ciò.
-Volete parlarmi?- chiesi con voce calma e bassa.
-Rin smettila con questa forma di rispetto- disse.
-Come vuol..Cioè come vuoi- mi corressi.
Le mie palpebre sbattevano nervosamente e i miei battiti erano così veloci che sembrava avessi preso il miglior spavento della mia vita o, meglio, mi stessi innamorando di nuovo.
-Perché mi hai nascosto una cosa così importante?- mi chiese d'un tratto.
-Perché non mi avreste.. cioè non mi avresti creduto- dissi fissando l'erba sotto ai miei piedi.
Come poteva mai credere se lo avessi detto quando ero bambina, poteva pensare che fosse frutto della mia innocenza , ma non realtà.
-Forse si, non ti avrei creduto, ma ora sei diversa- disse stringendo l'impugnatura di Tenseiga.
Cosa aveva in mente? Credeva che fossi una emanazione di Naraku? Forse non mi riconosceva più, era pronto ad uccidermi e lo avrebbe fatto lontano da occhi indiscreti.
-Perché stringete tanto la spada?- tornai nella forma in cui sono stata abituata.
-Perché ancora non ti credo - disse voltandosi.
In quel momento vidi nei suoi occhi la paura, come se stesse per fare un errore irrimediabile, presto io suo fendente mi avrebbe colpito, uccidendo ogni speranza di poter iniziare una nuova vita, libera dal maleficio.
-Se volete uccidermi, fate. Vivrete con il rimorso che davanti a voi c'è la bambina che avete cresciuto e protetto, sono pronta alla morte per la seconda volta , non sarà così dolorosa come la prima, ma il pensiero di dirvi addio, è quello che mi uccide di più- dissi chiudendo gli occhi e aprendo le braccia, come se stessi per abbracciare il tramonto.
La mia anima sarebbe volata nel cielo arancione e il mio corpo sarebbe diventato composto per la vita, ma il mio amore per lui sarebbe morto per sempre.
-Come fai ad avere così tanta calma?!- mi chiese alterandosi.
-Perché io so, mio padrone, che voi non mi ucciderete- dissi facendo un passo verso di lui.
-Non ti avvicinare.- sfilò Tenseiga dal fodero, puntandola contro- dove è finita la mia Rin!-.
-È davanti a voi, solo che non la vedete- dissi avanzando ancora di un passo.
-Ferma o ti uccido!- disse ancora.
-Sono ormai davanti a voi, se volete la mia morte vi prego non fermatevi- dissi chiudendo gli occhi.
Sentì la spada cadere al suolo, un rumore sordo, accompagnato dalle gocce di acqua che mi si poggiarono delicatamente sul piede.
Le sue braccia strinsero le mie spalle, il suo respiro divento regolare e la sua voce si spezzò.
-Perdonami Rin-disse.
-Mio signore voi non avete fatto nessun errore, siete prudente- dissi stringendolo in un abbraccio consolatorio.
Non ero mai arrivata a sentire il suo cuore, così vicino alle sue labbra , stretta nelle sue braccia forti , protetta dalla sua coda bianca e soffice.
-Perché non hai paura di me?- mi chiese , guardandomi ancora negli occhi, alzando il mento con un solo artiglio.
-Perché vi amo, mio signore-.
Nessuno mai aveva sfiorato con cotanta delicatezza le mie labbra.
Il sapore di una rosa, appena sbocciata, mi pervase, ancora, nel mio corpo.
Un fiore che sboccia in primavera, quello era il nostro amore, nato dapprima  in un sentiero, cupo e triste, per poi rinascere fra gli alberi di una raduna.
-Vi siete preso cura di me, senza mai cedere nel desiderio di uccidermi per poi divorarmi, voi avete conosciuto con me l'amore, ed ora vi amo Signor Sesshomaru- dissi stringendolo a me.
Forse quella pace finalmente era arrivata.
Ma fra un bacio ed un altro, guardai all'orizzonte, notando che i suoi colori così evidenti, mostravano l'evidente arrivo della luna piena.
-Stanotte ci sarà la luna piena-.
-Qualche problema , Rin?-.
Il problema maggiore è proprio quello luna,mi sarei sentita male di nuovo, ancora non era spezzata la maledizione, ne sono certa, me lo sentivo.
Sesshomaru, proteggimi tu.





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Capitolo 5
*** Grazie,amore mio ***


Chiedevo solo un po' di aiuto in quella notte di luna piena.
Il mio letto era completamente sconquassato, le coperte ormai mi coprivano solo disordinatamente le gambe e i piedi, le mie unghie erano conficcate nel cuscino per la disperazione e la testa mi scoppiava a non finire.
Urlavo, le mie urla strazianti inondarono il villaggio, tanto da svegliare sia Kagome che Inuyasha.
Povero Sesshomaru, era accanto a me privo di forze, non sapeva cosa fare, con tutte le barriere che ha provato ad innalzare con Tenseiga, niente ha avuto effetto.
Sudavo freddo , i miei occhi stretti in una morsa di dolore e sono stata capace anche di farmi sanguinare il labbro, con tanta forza che stringevo con i denti.
Piangevo nel rumore dei miei singhiozzi e urli, chiedendo pietà, un minimo di pace.
Ma il peggio arrivò: dal mio petto uscì del sangue, ma fuoriusciva da una ferita fantasma, vi si formò una mano sopra che spingeva contro il mio petto e una risata maligna mi inondò il cervello.
-Basta, basta , basta!-. 
-Rin ti prego calmati- disse Kagome asciugandomi la fronte.
-Uccidetemi, vi prego basta!-.
-Inuyasha..- disse Sesshomaru.
-Si, andiamo-.
Uscirono senza dire altro, si guardarono solo negli occhi, era chiaro che erano pronti a sguainare la spada, cercando di liberarmi da quella tortura.
-Non la troveranno facilmente, si nasconde laddove la notte è padrona , il gelo del vento uccide ogni tipo di vita , la luna , la luna è..-.
Mi sentì la gola soffocare, come se qualcuno stesse premendo contro la mia trachea , senza permettermi di parlare o respirare.
Kagome creò una barriera momentanea per espellere quell'energia negativa sul mio corpo e stranamente ebbi un momento di sollievo.
La sua energia era capace di contrastare quella della strega Tzyuko, incredibile.
-Tranquilla Rin , andrà meglio-.
Come vorrei poterti credere Kagome, come vorrei.
-C'è un modo per rompere la maledizione..- dissi flebilmente.
-Quale Rin?! Dimmelo prima che svieni-.
Tutto stava diventando scuro e tenebroso davanti ai miei occhi, ma potevo resistere, ancora un po'.
-Devi prendere il mio sangue e raggiungere Inuyasha, dovete usare una freccia e bagnarla con la boccetta, poi devi dire il mio nome e...-.
Stava ricominciando di nuovo a torturarmi, quella maledetta, non voleva proprio saperne di morire.
Un'ultima morsa forte al mio petto e svenni, senza poter dire a Kagome come continuare il rito, ma mi fidavo di lei, delle sue doti da sacerdotessa, lei mi avrebbe salvato.




Correva come una pazza, cercava in tutti i modi di sentire l'aura dei due demoni, ma senza alcuna risposta.
La nebbia era fitta e nell'aria c'era un forte odore aspro, quasi simile al sangue demoniaco, ma molto più intenso.
Era sempre più convinta che ci fosse una barriera intorno a se che non la faceva continuare ad andare avanti, infatti ripassava sempre al punto di partenza , eppure la foresta la conosceva  a memoria.
-Maledizione!-.
Sai che ogni minuto perso in questa foresta è un minuto in più per vedere la tua amica morta.
Sappi che se non farai in tempo lei morirà, hai poco a disposizione prima che io mi prendi il suo cuore e la sua anima.

Quella voce nella sua testa la stava man mano confondendo, l'ansia di perdere Rin la stava assalendo.
-Maledizione sono una sacerdotessa, ora mi sono scocciata di te!-.
Scoccò una freccia in un punto indefinito della foresta e improvvisamente si innalzò una barriera, individuabile dalla luce di Kagome.
Riuscì a spezzare quella protezione che la strega aveva innalzato su di lei e finalmente potè proseguire.
Sentì l'aura di Inuyasha e Sesshomaru, accellerò il passo correndo ancora, finché non si trovò davanti ad un castello di legno, immerso in una laguna , circondato da pozze di rosso rubino e da un odore nauseabondo.
-Inuyasha!!!-.
Era a terra, tormentato da una nube nera, piena di incubi e paure; i suoi occhi stavano diventando sempre più rossi, presto si sarebbe trasformato e lei doveva impedirlo.
-Lascialo stare!!-.
Con rabbia scoccò un'altra freccia , allontanando la nube intorno ad Inuyasha; vide il suo volto tornare man mano sempre più normale, ma non riusciva ad intravedere Sesshomaru.
-Il demone che cerchi, sta combattendo con il suo peggiore incubo-. 
Una voce uscì da quel castello e Kagome non appena la vide rabbrividì: aveva dei lunghi capelli blu come la notte, la pelle bianca come la luna, gli occhi grigi come la tempesta, i suoi artigli erano colmi di veleno e il suo sorriso maligno era contornato da un rossetto nero che faceva spiccare i denti a punta della Demone.
-Tu sei Tzyuko non è così ?-.
-Vedo che sei abbastanza perspicace sacerdotessa, ucciderò anche te -.
-Dove si trova Sesshomaru?-.
La strega incominciò a ridere malignamente, indicando a Kagome di guardare alla sua sinistra e ciò che vide la lasciò senza fiato.
Sesshomaru era piegato a terra, con i suoi stessi artigli conficcati nel petto, il suo volto però non aveva nessuna smorfia di dolore, anzi sembrava tremendamente in pace con se stesso, ma dai suoi occhi colava sangue.
-Sta sognando davvero una cosa tremenda-.
-Maledetta!!-.
Ma la freccia di Kagome, nonostante il suo enorme potere, si spezzò in mille pezzi nella mano di Tzyuko.
-So che Rin ti ha detto come uccidermi, non è così?-.
-Cosa vuoi da lei?!-.
-Nulla, voglio solo vederla morire! Suo padre, era il mio miglior amante e mi ha lasciato per quella lurida umana, quindi ho deciso di fargli patire l'inferno con la sua ultima figlia, divertente non trovi?-.
-Mi fai ribrezzo-.
-Anche tu sei una reincarnazione, non è così?!-.
-Io non sono la reincarnazione di nessuno, io sono Kagome , non sarò mai Kykyo-.
Improvvisamente un freddo le pervase la schiena, così forte da farla tremare compulsivamente.
-Non funziona con me strega, anche se provi ad abbattermi non ci riuscirai mai-.
Si manteneva a stento sul suo arco, ma si era promessa che avrebbe salvato Rin a tutti i costi.
Prese la boccetta con il sangue di Rin e riuscì a crearsi una barriera protettiva per pochi minuti.
-Io ho promesso a Rin che l'avrei liberata. Questo suo sangue è la riprova della fiducia che ha in me!!-.
Riuscì a liberare anche Sesshomaru che si svegliò dolente dal suo sonno doloroso, levandosi finalmente gli artigli dal petto.
-Questo sangue che vedi, l'ho preso dal suo petto, vedendola soffrire tremendamente a causa tua! Ora morirai!-.
Bagnò la freccia con il sangue della sua amica e la puntò contro la donna: aveva uno sguardo immerso nella paura, presto sarebbe morta, non avrebbe potuto attuare la sua vendetta.
Tentò di scappare ma non appena si voltò, Kagome scoccò la freccia contro di lei.
Rin...



I miei occhi si aprirono di scatto ed automaticamente mi portai una freccia al petto, non sapendo come e perché , ma il mio istinto disse di farlo.
La conficcai all'interno della mia carne, provando dolore ma anche sollievo, Kagome era riuscita a distruggerla.
Si illuminò la stanza di una luce pura, intorno a me vi era un turbine di energia pulita, come l'aria fresca di prima mattina e finalmente potei sospirare di pura gioia.




Kagome sentì una strana sensazione nelle sue mani, come se il suo cuore fosse finalmente appagato da una emozione di gioia.
Vide scomparire la strega e finalmente il cielo tornò del suo colore naturale, azzurro e terso.
Sesshomaru ed Inuyasha erano messi male, ma nonostante questo volerlo subito tornare a casa, per vedere Rin.
" Finalmente è finita anche questa" pensò Kagome.





La freccia sparì dal mio petto con la ferita che avevo, intorno a me la pozza di sangue si trasformò prima in acqua pura e poi in aria libera.
Il mio viso tornò del colore naturale, candido con le mie solite scocche rosse e il mio respiro si regolarizzò da se.
Finalmente da finita, quella maledetta strega era morta ed io ero totalmente libera.
Vidi la tenda della capanna aprirsi di colpo, mi spaventai.
-Chi è la ?!-.
-Rin, sei viva!-.
Kagome mi abbracciò felice, piangendo di gioia sulla mia spalla.
Dietro di lei vidi Inuyasha e Sesshomaru conciati abbastanza male, dunque mi alzai lentamente per farli accomodare al posto mio.
Dovevano essere curati d'urgenza, prima che il veleno della strega facesse effetto.
-Sesshomaru come stai?-.
-Rin, stai bene, sono così tranquillo ora- mi disse accarezzandomi la guancia.
-Si ora è tutto finito, ora fatti aiutare-.
-Tzè, ma tu guarda se ci devi aiutare proprio tu che stavi mezza morente- disse Inuyasha lamentandosi come suo solito.
Sesshomaru lo fulminò con uno sguardo abbastanza adirato, se avesse avuto le forze probabilmente lo avrebbe ucciso.
Di ricambio sorrisi ad Inuyasha, ringraziandolo di tanta comprensione nel salvarmi, dopo si che mi soffermai su Sesshomaru, posandogli un bacio sulla fronte.
-Grazie, amore mio..-.






Ci siamo ci siamo!
Siamo quasi alla fine di questa mini storia! 
Spero vi stia piacendo fino alla fine, aspetto i vostri commenti a riguardo!
Un bacio
ClosingEyes 


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Capitolo 6
*** Era questo di cui parlavo, mamma. ***


Era questo di cui io parlavo madre.
Si poter finalmente vivere come una persona normale.
Avere la libertà di poter sognare e amare, questo intendevo.
Porterò sempre dietro di me il ricordo della sofferenza avuta in tanti anni, farà parte del mio bagaglio di vita. 
Ora sai, siamo in viaggio, c'è un nuovo nemico da abbattere, ma non ti preoccupare madre, andrà tutto bene.
Sai, mi sono innamorata di un demone, sapessi quanto è bello, i suoi rari sorrisi sono esplosioni di energia, sapessi tutte le volte che mi guarda divento rossa come il tramonto, i suoi occhi sono così freddi ma nascondono tanto, anche il calore dell'amore che prova per me.
Sai, è un principe, presto re, dicono che è molto più vecchio di me, ma non mi importa.
Sai mamma, lui mi ha salvato la vita non una, ma ben due volte, devo a lui infiniti ringraziamenti.
Sono felice di essere qui mamma, sui miei passi, finalmente da donna adulta, da persona responsabile e matura.
Grazie mamma per aver combattuto con le unghie e con i denti per proteggermi e farmi venire al mondo.
So che mi sta guardando adesso, insieme a papà e ai tuoi figli, nonché miei fratelli, siete la cosa più bella che ho.
Vegliate su di me ogni giorno, lo so, io vi sento accanto in ogni istante, anche fra le mie lacrime di solitudine quando, all'alba, il mio principe vola alto per cercare tracce del demone che tanto vuole uccidere.
Sai mamma, mi sono fatta una nuova amica, si chiama Kagome, anche lei ha al suo fianco un demone, sapessi come sono innamorati.
Mamma, a te farebbe piacere sentire tutte queste cose, saresti davvero contenta di vedere come ho reagito contro il mondo, con quanta forza mi sono rialzata dopo avervi perso.
Ma dentro di me ci sarai sempre tu, con quel corallo che mi ha portato a vincere e so che c'eri anche tu con me in quella battaglia.
Le giornate spesso sono vuote senza te, sono riempite solo da semplici silenzi , che non si trasformeranno mai nelle tue dolci risate , ma io le sento dentro di me.
Ma ora mamma, papà , fratelli miei, vi saluto , io devo continuare il mio viaggio, ma tornerò presto, non vi preoccupate.
Onorerò ancora la vostra tomba con fiori e doni, io ci sarò sempre.
-Rin va tutto bene?-.
Le mie lacrime su questa terra sono simbolo della vostra mancanza, ma anche promessa che un giorno ci rivedremo, nascerà in questo luogo l'albero di ciliegio più bello fra tutto, perché è il vostro.
-Si Kagome, andiamo-.
Lascio a voi le impronte delle mie gambe su questa terra umida, così saprete che sono passata, quando nella notte di luna piena le vostre anime danzeranno fra le stelle, io vi vedrò.
-Dove andiamo Sesshomaru?-.
-Vieni qui-.
Era questo quello di cui parlavo mamma: da vita da un abbraccio che poi lui ti protegge, si perde nelle prime luci di aprile ma sa tornare indietro, sa darti amore perché infondo siamo simili, anche se non siamo della stessa razza.
Molti monaci ancora adesso hanno paura , quando ci vedono insieme pensano che siamo maledette, ma non sanno cosa è il vero amore.
Abbiamo tutti contro ma lui è con me e so che rimarrà al mio fianco, lui ha scelto me.
-Grazie, Sesshomaru-.
Era questo di cui parlavo, il suo bacio così dolce che non è tipico di un demone rigido come lui.
Si è sciolto fra le mie braccia, scaldato dal mio amore , dai miei sorrisi e anche volendo dai miei capricci.
Era così buffo vederci litigare, sbattevo i piedi per terra come una bambina, forse ancora sono un po' piccola, e lui rideva prendendomi in giro.
Mi dava della buffa, spesso anche insolente quando esageravo, ma bastava dargli un bacio per fare pace.
Se ero stanca lui mi prendeva fra le sue braccia e continuava a camminare, non si faceva abbattere da un peso in più, pur di andare avanti.
-Sai che stanotte è la notte delle stelle vero?-.
-Ti troverò il luogo migliore per farti danzare con loro, te lo prometto-.
Era di questo che parlavo mamma.
Danzerò anche io con voi.
Sarete una delle luci più belle nel cielo e il ballerò con voi nel vostro riflesso sull'acqua, saremo insieme di nuovo.
Lui mi guardava , sempre affascinato da tanta gioia che mettevo in quella piccola danza, i miei piedi nell'acqua che si muovevano insieme al mio kimono lungo, bagnato anch'esso perché troppo lungo.
Nelle mie risate c'erano le lacrime della gioia di sentirvi accanto ancora per un po, prima che sorge l'alba.
Alzerò ancora al cielo gli occhi per cercarvi, per sempre.
-Rin hai una forza da fare invidia-.
-La vita ti mette a dura prova sai Kagome? Io ero solo una bambina quando sono scappata dal villaggio. Ho combattuto da sola contro chiunque volesse uccidermi o mangiarmi, non ho mai ceduto nella tentazione di morire-.
-Quando caddi dal pozzo per la prima volta, avevo paura. Volevo tornare a casa e rivedere la mia famiglia, ma sapevo che c'era qualcosa in quel mondo che doveva appartenermi.-.
-Sei venuta solo a scocciare, tze!-.
-Inuyasha a cuccia!!-.
Era sempre così  fra Inuyasha e Kagome, era un odi et amo, ma guarda poi come sono uniti, l'uno senza l'altro sono persi, si cercano, hanno bisogno di stare insieme.
Io e Sesshomaru? Siamo un amore strano, ma dopotutto lui ha bisogno di questo strano affetto, non sarà un romanticone, ma tante volte quando piangevo mi porgeva un fiore, spesso rose, portate dai suoi viaggi chissà dove.
-Io e te siamo strani Rin-.
-Sesshomaru-.
Con lo sguardo rivolto al cielo, con le urla di Kagome e le lamentele di Inuyasha, mamma io ti dico grazie.
Ciò che verrà non mi importa, vivrò tutto quello che la vita avrà da offrirmi.
Per ora, il mio posto è qui.
Qui con te.







Eccoci qui, finito.
Devo dire la verità , mi dispiace tantissimo che questa storia sia finita, ma dopotutto era solo un riferimento ad alcuni episodi di Inuyasha, con qualche modifica.
Non ho voluto allungare la storia perché doveva essere breve, era come se dovesse riflettere i sentimenti dei personaggi, il cambiamento, il loro lato anche un po' oscuro in questo caso.
Principalmente il personaggio di Rin è stato quello più difficile da interpretare, perché anche nell'anima sembra comunque un po' frustrata da tutta questa situazione di solitudine, lei ha visto la parte peggiore nella sua vita, poi improvvisamente rinasce fra le braccia di un salvatore, è un continuo naufragare per lei.
But anyway, tornando a noi, spero che la storia vi sia piaciuta e che possiate darmi un giudizio positivo( in caso contrario non mi offendo ahaha).
Grazie di cuore a tutte quelle che seguono la mia storia e a chi si è comunque interessato a leggerla.
Grazie a chi mi ha messo fra i suoi autori preferiti, è davvero un piacere sapere che vi piacciono le mie storie.
Un bacione enorme a tutte!
ClosingEyes

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