City of Devils

di Sweet Amber
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Golden ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Tokyo, novembre 2007

Era una pigra e grigia mattina come tante altre e il vento freddo si insinuava pungente sotto il cappotto dei passanti.
Una stanza dalle modeste dimensioni era stata adibita a sala conferenze provvisoria, poichè la sede della BBA era ancora in fase di ricostruzione. Il locale era gremito di persone, ma un insolito silenzio aleggiava tra i presenti.
Nessuno osava aprir bocca, nemmeno i giornalisti più petulanti. La tensione era palpabile e la folla continuava a scambiarsi occhiate fugaci cariche di interrogativi, senza intuire il motivo di quella conferenza straordinaria. Tutti aspettavano con ansia che qualcuno comparisse sul piccolo palco in legno situato in fondo alla stanza, dove troneggiava un solitario microfono su di un'asta. Di fronte ad esso cominciavano le prime file di posti a sedere e vi erano all'incirca una trentina di poltroncine riservate, ognuna con un nominativo assegnato.
In poco tempo fecero il loro ingresso i blader che avevano preso parte all'ultimo campionato mondiale, occupando ognuno i rispettivi posti in religioso silenzio.
D'un tratto l'attenzione di tutti venne catturata dall'entrata in scena del presidente Daitenji, che si posizionò sul palco schiarendosi la voce

«Buongiorno a tutti. Innanzitutto vorrei ringraziarvi per aver accolto il mio invito a questa conferenza stampa in via straordinaria. Il motivo per cui vi ho riunito qui oggi è molto semplice» fece una pausa grave ed emise un lungo sospiro «Come presidente dell'associazione che ho l'onore di presiedere, comunico ufficialmente che lo sport del beyblade non verrà più praticato».

Delirio, smarrimento totale.

Le facce sbigottite dei giornalisti fissavano incredule il signor Daitenji. In un batter d'occhio si levò il finimondo all'interno della stanza: reporter che scattavano foto all'impazzata, intervistatori che urlavano una sfilza infinita di domande. 
L'intera sala sembrava come impazzita e il panico si era scatenato tra i presenti.
«Vi prego di mantenere la calma! Per favore!» l'anziano uomo rivolse uno sguardo triste alle file di blader seduti proprio di fronte a lui, notando con amarezza che un buon numero di essi mancavano all'appello: "Ivanov Y.", "Petrov S.", "Huznestov B.", "Hiwatari K.", "Kinomiya T.", "Kon R.", "Anderson R.".
Tuttavia i volti dei giovani non trapelavano alcuno stupore, solo grigia apatia. E il motivo era semplice; la sera prima dell'infausta conferenza il presidente Daitenji aveva indetto una riunione con tutti i blader che avevano preso parte a quello che si sarebbe poi rivelato l'ultimo campionato mondiale della storia. Le sorti del beyblade andavano discusse con i diretti interessati.



 
Ovviamente erano tutti contrari alla "proposta" avanzata dall'anziano
«Abbandonare il bey?! Ma dico, le è andato di volta il cervello?!» Takao fu il primo a perdere il controllo e preso da un attacco isterico aveva cominciato a massacrare la scrivania a suon di pugni. Nessuno cercò di calmarlo. Il secondo ad essere preda di una crisi isterica fu niente meno che Kai. Si alzò di scatto dalla sedia, ribaltandola a terra, dopodichè abbandonò la sala riunioni senza proferire parola, limitandosi a scaraventare un potentissimo destro sulla parete senza timore di frantumarsi la mano.
«Ragazzi miei, io so quanto amore voi nutriate per questo sport, ma dovete capire che c'è un limite a tutto!!» sbottò Daitenji rosso in viso. Mai aveva perso la calma di fronte a loro «Questa è una questione serissima, che non riguarda più solo voi, diamine! La vita di moltissime persone è stata messa a repentaglio pochi giorni fa, non lo capite?! Il mio compito è sempre stato quello di tutelare la vostra integrità fisica e psicologica, eppure mi ritrovo con un ragazzo in coma in un maledetto letto d'ospedale, mentre altri due per poco non ci rimettono la pelle contro quello svitato di Brooklyn...!» strabuzzò rapidamente gli occhi, tornando in possesso della pacatezza che lo caratterizzava «Datemi retta per una volta, è giunto il momento di porre fine all'era del beyblade. Non crediate che per me sia una scelta facile, vorrei potervi ammirare mentre lanciate i vostri fidati compagni in campo per il resto dei miei giorni. Sono al corrente di tutti i sacrifici che ogni singola persona qui presente ha fatto, sono al corrente delle vostre lacrime, dei vostri sorrisi, delle vostre vittorie e delle vostre sconfitte. Ma non posso più permettere che questo sport cadda nuovamente in mani sbagliate mietendo vittime. E non mi riferisco solo a quel demonio di Vorkov» abbozzò un malinconico sorriso e la sua voce si addolcì «Siete dei ragazzi giovanissimi, avete ancora tutta una vita davanti a voi. Viaggiate, studiate, innamoratevi, scoprite nuove passioni, nutrite la vostra anima.» 
Un altro pugno sferrato con rabbia sulla liscia superficie di legno «Già, una vita intera. Come no. Il bey è la nostra vita e lei ora ce la sta strappando via
» scie salmastre rigavano il volto di Takao senza pietà. Teneva lo sguardo basso e Dragoon stretto in un pugno.



«Come presidente ho l'onere di salvaguardare l'incolumità dei blader in primis e, come avete potuto constatare con i vostri occhi, non è esagerato affermare che  il torneo Justice 5 si sia protratto decisamente oltri i limiti di sicurezza» 
Chi aveva cominciato a versare lacrime silenziose, chi non riusciva a trattenere i forti singhiozzi, chi sibilava insulti nella propria lingua
«Voglio rivolgere un appello ai blader di tutto il mondo: nella vita ci sono delle situazioni in cui è necessario imparare a capire quando è il momento di lasciare andare la presa. Bisogna essere forti e coraggiosi abbastanza da andare avanti, perchè i momenti belli sul vostro cammino non mancheranno. Dal beyblade avete imparato dei valori importantissimi, e proprio per questo sono certo che riuscirete a costruirvi un futuro radioso.»

Il discorso di quello che si poteva ufficialmente definire ex presidente della BBA volse al termine e, con gli occhi lucidi e un'espressione colma di rammarico, abbandonò la sala.
Anche i ragazzi si defilarono rapidamente per evitare l'ondata di giornalisti che urlavano come un branco di animali selvaggi.
A coronare quella triste giornata ci pensò una fredda pioggerellina.
Prima di prendere ognuno la propria strada, i blader si rivolsero un ultimo sguardo, carico di significati e silenziose promesse 
«Dobbiamo essere forti» esordì Lai 
«Ne abbiamo passate tante insieme, questa non è la fine» questa volta fu Michael a parlare «È un nuovo inizio» concluse Raul.

E così i campioni si separarono, imboccando ognuno strade diverse. Gli americani fecero ritorno in patria il giorno stesso, gli spagnoli decisero di trascorrere qualche altro giorno nella capitale giapponese, della squadra russa non si avevano notizie, i cinesi si vociferava fossero tornati al loro villaggio e i nipponici erano già rincasati nelle loro dimore.










Salve cari lettori, guardate un po' chi è uscita dalla tomba?! 
Mi scuso in anticipo dato che è da secoli che non scrivo più nulla, dunque mi rendo conto in primis di aver perso un po' la mano.
Questa fanfiction è nata da una mia idea contorta (della quale però non vi svelerò nulla), e senza pormi troppi dubbi ho pubblicato subito il prologo! 
Spero di aver catturato la vostra attenzione e spero anche di riuscire ad aggiornare la storia con il capitolo 1 il prima possibile...!
Non fatevi scrupoli a lasciare recensioni, positive o negative che siano...! Sono sicura che avrò bisogno del vostro occhio critico e dei vostri consigli.

Un abbraccio, Amber.

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Capitolo 2
*** Golden ***


Maggio 2016

Un caldo sole primaverile risplendeva alto sulla caotica Barcellona, creando giochi di luci ed ombre tra gli edifici e il traffico incessante.
Le strade brulicavano di passanti accompagnati dalle melodie degli artisti di strada e i profumi del mercato si diffondevano per la via principale.


Guardò l'orologio appeso alla parete: segnava le dodici e ventisette.
Mancavano ancora pochi minuti alla sua tanto agognata pausa pranzo; il suo stomaco emise un lungo brontolio. Il telefono cellulare squillò brevemente, segno che era giunta l'ora di rilassarsi. Il sole di mezzogiorno filtrava attraverso le grandi vetrate dell'ufficio. 
Sorrise soddisfatta, stiracchiando gambe e braccia mentre era ancora seduta dietro alla scrivania ricoperta di brochure, volantini e caramelline di cortesia.
Aveva cominciato a lavorare come travel agent per una famosa catena di agenzie di viaggi spagnola da diversi mesi; le piaceva moltissimo quel lavoro.
Ma se c'era una cosa che Julia Fernández adorava con tutto il cuore, quella era la dinamica Barcellona.

Aveva appena compiuto vent'anni quando decise di lasciare la sua città natale, Madrid, in cerca di nuove avventure e indipendenza, mentre Raul si era messo in testa l'idea di girare il mondo.
E anche a distanza di quattro anni continuava ad amare con ogni sua fibra la splendida metropoli catalana.

Raccolse frettolosamente le sue cose e afferrò la borsa dirigendosi fuori dall'ufficio; chiuse a chiave la porta e abbassò la saracinesca.
L'agenzia di viaggi era locata in uno dei punti più strategici della città: direttamente sulla Rambla. Il viale era affollato come d'abitudine e così Julia si diresse verso un piccolo parco nascosto tra i palazzi, mescolandosi tra le persone.

Scelse una panchina isolata; durante il corso di una normale giornata di lavoro aveva a che fare con decine e decine di clienti, ascoltando e cercando di elaborare soluzioni  che soddisfassero al meglio le loro richieste. Afferrò il piccolo container di plastica contenente il suo pasto. Si fiondò sulla misera fettina di pollo che bramava da metà mattina, non curandosi dei pochi passanti che la circondavano.
"Ma chi me lo fa fare di stare a dieta?!" chiese tra sè e sè, sospirando rassegnata. Le era concessa una pausa pranzo di un'ora, nella quale Julia poteva svagarsi in tranquillità per poi tornare dietro la scrivania fino alle tre del pomeriggio. Ma quel giorno la aspettava il famigerato doppio turno che l'avrebbe trattenuta in ufficio fino alle sei, come tutti i martedì.
Prese dalla borsa una bottiglietta d'acqua dalla quale diede un lungo sorso. La bevve con talmente tanta foga che riuscì a rovesciarsi addosso una buona parte del liquido trasparente, ritrovandosi con una bella macchia bagnata sulla camicetta corallo che indossava quella mattina «Ma porc-» imprecò a mezza voce. "Risoluta Julia, sii risoluta" così si alzò dalla panchina e cominciò a camminare impettita in direzione della Boqueria*, cercando di rimanere al sole il più possibile per asciugare il danno.

Durante il tragitto gli occhi di Julia si posarono su almeno quindici vetrine di abbigliamento e accessori, senza contare le botteghe di prodotti naturali per il corpo e le erboristerie. Difatti la ragazza in causa aveva qualche problemino riguardante la questione "shopping"; che si trattasse di scarpe, cosmetici o salumi, le manine della spagnola riuscivano sempre a finire dentro il portafoglio finendo quasi sempre per comprare cose che non le erano di alcuna utilità.
Come quel vaso di ceramica dalla forma alquanto improbabile che non conteneva nulla se non la polvere accumulata nel tempo. Secondo Julia dava un tocco in più alla stanza. Secondo Carmen, la sua coinquilina, le mancava qualche rotella.
Ma fortunatamente per il suo borsello, la ragazza raggiunse il mercato coperto senza compiere acquisti futili. Era alla ricerca di una bella macedonia di frutta fresca e in fondo all'edificio trovò quello che stava cercando. Si avvicinò alla bancarella coloratissima con gli occhi sognanti. Si recava spesso da quei venditori e la fidata abuelita teneva sempre da parte un'abbondante coppetta colma di frutta esotica per Julia, una delle sue clienti preferite.
«La ringrazio, signora Marta!» esclamò la giovane sfoggiando un sorriso a trentadue denti per poi trotterellare verso il suo ufficio.


 
                    *****
 

«Vi  ringrazio per esservi rivolti alla nostra agenzia! Arrivederci.» disse cordialmente, agitando una mano in segno di saluto.
«Grazie a lei, signorina Fernández!» risposero i clienti uscendo dalla porta.

La lunga giornata di lavoro era giunta al termine, così Julia appese il cartello "cerrado"** all'ingresso. "E anche questa è andata!" pensò tra sè e sè sorridendo. Afferrò dallo sgabuzzino una scopa, cominciando a pulire l'ufficio. Lo faceva sempre a fine turno; era una ragazza instancabile! Alzò il volume della radio, iniziando così a canticchiare e ad accennare a qualche passo di danza. A riportarla velocemente alla realtà fu un suono a lei fin troppo conosciuto. Il display del computer si illuminò, segnalando l'arrivo di una nuova e-mail. La ragazza si fiondò sulla scrivania con un'espressione sconsolata in viso "Ma nessuno ha mai sentito parlare degli orari d'ufficio in questo paese?!" si preparò psicologicamente a fare gli straordinari anche quella sera. Osservò la lista interminabile di posta elettronica, soffermandosi su quella ancora da leggere. Aggrottò le sopracciglia "Questo indirizzo e-mail non mi è affatto nuovo" con curiosità crescente cominciò a leggere il contenuto



 
De: blancaromero@hotmail.es
Para: juliafernandez@hotmail.es
Asunto: graduación
Fechas: 2

Carissima Julia,
sono lieta di comunicarti che venerdì 27 maggio discuterò la mia tesi di laurea in mediazione linguistica.
Sei caldamente invitata a partecipare (ergo sei costretta).
Allego dunque i biglietti aerei e la conferma dell'appartamento in cui soggiornerai per il weekend.
Non vedo l'ora di riabbracciarti,

 

tua Blanca
 


Biglietti aerei.
Appartamento.
Weekend.

«COMECOSAQUANDOPREGO?!?!» spalancò gli occhi così tanto che per poco non le uscirono dalle orbite. Era stata colta talmente alla sprovvista dal messaggio appena ricevuto che per un attimo si dimenticò di respirare.
"Calma, mantieni la calma" aprì i famigerati allegati.



 
26/05 Barcellona El Prat (BCN) - Mosca Sheremetyevo (SVO)
29/05 Mosca Sheremetyevo (SVO) - Barcellona El Prat (BCN)



Zakat Apartments Moskva

numero notti: 3
codice prenotazione: 55328
a nome di: Fernández J




Per poco Julia non svenne «Mosca?! Dico è uno scherzo?! In mezzo ai pinguini per una laurea: cosa non si fa per le amiche.» sospirò. Nonostante l'iniziale momento di smarrimento e incredulità, la spagnola decise di prendere la notizia con filosofia ed entusiasmo «Finalmente vacanze!!» iniziò ad agitare la lunga chioma castana come se fosse una rock star.

Blanca non era altro che la sorella minore di Romero, ex allenatore della nazionale spagnola di beyblade. Si poteva definire il tecnico -in via non ufficiale- della squadra ispanica. Aveva seguito i due campioni, nonchè coetanei e migliori amici, durante i loro allenamenti e le varie trasferte, supportandoli con le sue avanzate conoscienze tecniche. In particolare, aveva ricoperto un ruolo fondamentale quando nel grigio 2007 il mondo era crollato sulle spalle dei due gemelli. Avevano solo quindici anni, ma grazie al sostegno che si erano sempre dati a vicenda e al profondo legame di amicizia riuscirono a rialzarsi e a ricominciare tutto da capo. 
Qualche anno dopo Raul partì per l'Australia, della quale si era innamorato perdutamente durante il campionato, mentre Julia si trasferì e Blanca iniziò gli studi universitari a Madrid sponsorizzati dalla benestante famiglia.

Il cervello di Julia era già all'opera, facendo mente locale sulle telefonate che avrebbe dovuto fare nell'immediato. Doveva assolutamente avvisare il suo capo e le colleghe. Anche la padrona di casa e la sua coinquilina andavano informate. La corteccia cerebrale le stava già andando il tilt quando lo schermo del computer si illuminò nuovamente, rivelando alla ragazza un'altra e-mail dove Blanca le spiegava che aveva già provveduto ad avvertire i suoi superiori a lavoro. Era persino riuscita a reperire il numero della proprietaria dell'appartamento di Julia e Carmen.
«Hacker! Quella ragazza non finirà mai di stupirmi. Altrochè interpretariato, avrebbe dovuto optare per ingegneria elettronica! Non posso proprio tirarmi indietro a questo punto.» cominciò a ridacchiare sommessamente, provò a trattenersi ma scoppiò in una fragorosa risata, genuina. Quella cerimonia di  laurea era cascata proprio a pennello. Julia, abituata a viaggiare spesso, aveva decisamente bisogno di staccare la spina per qualche giorno, che fossero i Caraibi o la Lapponia poco importava.
Così, ancora frastornata ed eccitata al tempo stesso, chiuse l'ufficio e si diresse verso casa, godendosi un bellissimo tramonto tra i palazzi. 

 
                    *****

«Ma proprio in Russia si deve laureare?!» esclamò esasperata Julia, osservando l'armadio con le ante spalancate di fronte a sè «Gli anni passano ma io non dimentico! Temperatura quasi accettabile di giorno e -10° di sera» le venne da rabbrividire solo pensando al clima russo che l'aspettava.

Julia era già stata a Mosca, aveva disputato un match a fianco di Raul contro gli European Dream durante le qualifiche europee al campionato del mondo. Una vittoria schiacciante per i gemelli al meglio dei due.

Sfilò da sotto il letto un trolley viola scuro che cominciò a riempire con lo stretto indispensabile per un weekend fuori casa, seguendo con meticolosità la lista lunga più o meno quanto un saggio breve che si era già preparata. La stanza era stata messa completamente a soqquadro dall'uragano Julia, il pavimento era ricoperto di vestiti, gonne, creme per il corpo, barrette energetiche. Ci sarebbe voluto l'intervento di una squadra apposita per riordinare tutto quel caos!

Era già pronta a chiudere tutto e infilarsi sotto le coperte ma improvvisamente strabuzzò gli occhi, dandosi della ritardata mentale «Oh Dios! LE SCARPE...!» e così cominciò a girare come una trottola per tutta la camera, fino a quando non si ritrovò sfinita sul letto e si lasciò andare alle invitanti braccia di Morfeo.








La Boqueria è il mercato più famoso di Spagna e il più grande della Catalogna
** "chiuso"







Cari lettori salve! Eccomi qui con il primo capitolo!
Sinceramente volevo aspettare ancora qualche giorno prima di pubblicarlo, ma so già come va a finire: quando mi soffermo troppo sul testo vado in panico, mi fa schifo tutto e mando la storia a farsi benedire :-)  (e dato che non vi ho ancora raccontato nulla mi sembrava un peccato...!)
So che non è un capitolo particolarmente lungo, ma avevo paura di esagerare con la parte descrittiva rendendo la lettura pesante e noiosa.
Ho cercato di fare del mio meglio per inserire dei dettagli interessanti riguardanti Julia e la sua attuale vita, senza risultare troppo banale o soporifera.
Detto ciò spero che il capitoletto vi aggradi e di aver alimentato la vostra curiosità.
Ringrazio infinitamente Lady Diamond, BenHuznestova e Pich Shrooms per aver recensito e per aver lasciato un loro parere su questa storia!

Un abbraccio, Amber.

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