In salute e in malattia

di mxrlynians
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Fever ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Burned And Wet ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Awake ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Fever ***


Capitolo 1
“Febbre”

“Buon giorno Sire!” Un rumore sordo di argenteria riempì la stanza reale, “abbiamo una giornata fitta di impegni, quindi, si alzi!” Le tende vennero brutalmente aperte, e un fascio di luce colpì in pieno Arthur, che scattò a sedere.                                                                                    
Si guardò in torno, non trovando però il sorriso del suo valletto a dargli il buongiorno.

“Dov’è Merlin?” chiese secco.                                                                            

L’uomo accanto al letto chinò la testa, “il vostro servo, non è entrato in servizio quest’oggi, e il Medico di Corte, mi ha chiesto di riferirle che Merlin è malato”

Arthur strinse gli occhi, “Aspetta… George giusto?”

“Questo è il mio nome Sire” chinò ancora la testa, e dopo averla rialzata posò un fazzoletto sotto il mento di Arthur, “vogliamo cominciare con la colazione?”.                                
La voce del sevo si spense quando il reale scese dal letto e infilò gli stivali, andò dietro al paravento e si mise la camicia rossa, “vuoi darmi una mano George?”.                         

Il servo scattò al richiamo, e aiutò il re ad indossare la camicia.                                                   
Dopo aver terminato, con passo veloce si diresse verso la porta, e alla domanda dove stesse andando il biondo rispose; “Devo buttare giù dal letto, quell’ragazzo che chiamo valletto!”.

***

 “Merlin!” Arthur urlò sbattendo la porta delle camere di Gaius. Si guardò in torno cercando il vecchio, dopo vari minuti di ricerca constatò con era all’interno della stanza.                                                                                                                                                
Fece un passo, e chiuse dietro di sé la porta, attraversò la camera, salì le scale che portavano alla stanza del servo.     

“Merlin?” Arthur aprì la porta, e mise dentro la testa per vedere il suo servo sdraiato sul letto, gli occhi chiusi e il respiro affannoso.                                                                                 
Un sentimento di preoccupazione prese piede nel suo cuore, entrò nella stanza e si avvicinò al capezzale dell’amico.                                                    
 I capelli neri, di solito spettinati e in disordine, erano attaccati alla fronte da una patina di sudore, il pallore ero esteso su tutto il corpo, ma le guance erano rosse come le ciliegie in estate, il corpo scosso da brividi, anche se era coperta da tre coperte, e se era estate.

Arthur sospirò. Era sempre tenuto all’oscuro di cosa faceva Merlin quando non era in servizio, e questo lo spaventava.

Metti una mano sulla sua fronte, così saprai quanto è alta la febbre. Gli sussurrò una vocina, avvicinò la mano alla fronte di Merlin, ma si fermò.                                                     
E se si fosse svegliato?                                                                                                  
Cosa avrebbe pensato!?                                                                                                                        
Ma che ti importa!? È tuo amico maledizione! La vocina assunse un tono arrabbiato e Arthur si sentì abbastanza in colpa per quello che aveva pensato. La sua mano si posò sulla fronte sudata di Merlin, e la sentì calda.

“Idiota” mormorò, sospirò e uscì dalla stanza, si precipitò nella stanza principale.                  
 Cercò freneticamente un panno e un secchio, lì trovò dopo vari minuti, sotto al sotto scala, riempì il secchio con dell’acqua fresca e lo portò al piano di sopra.                                   
Si sedette sulla sedia, e intinse il panno nel liquido, lo strizzò e lo posò gentilmente sulla fronte del corvino.

Nonostante la situazione, Arthur sorrise fra sé. Anche se non lo avrebbe mai dichiarato ad alta voce, era affezionato a Merlin. Sì, ero un servo abbastanza incompetente, il suo sarcasmo era pietoso, ma c’era qualcosa in Merlin, che Arthur non aveva mai visto in nessun’altro servo, e persino persona. Era gentile, sincero, e leale, una lealtà che ad Arthur faceva paura.                                                                                   
Una goccia d’acqua scese per tutto il collo di Merlin, rabbrividì e con fatica aprì gli occhi.

“A’thur?” sussurrò con voce roca, “che ci fai qui?”.

Il principe sorrise, “secondo te, perché sono qui?”.

Merlin chiuse gli occhi e mormorò, “per dirmi… di tornare a lavorare…”

“No, Idiota” sorrise, mise apposto il panno sulla fronte di Merlin che gemette piano, “sono qui per assicurarmi che tu non muoia, prima devi lucidare la mia armatura e affilare la mia spada” ricordò.

“Almeno ci stai provando…” sussurrò, “ho freddo”.

“È la febbre Merlin, devi solo riposare” prese le coperte e le tirò più vicino a lui, con le dita sfiorò il collo del valletto, che sospirò.

“Che c’è?” Chiese allarmato quando vide che il petto del ragazzo scendere lentamente, troppo per i suoi gusti.

“Hai le mani calde…” borbottò “e io ho freddo”.

Arthur sorrise e prese il panno dalla fronte dell’altro, “è la febbre a parlare, in meno di pochi giorni ricomincerai a dire stupidate su stupidate, ci scommetto dieci monete d’oro” lo ritinse nel secchio, e lo posò ancora sulla fronte di Merlin.

“Normale…mmm…” gli occhi di Merlin lottavano per rimane aperti, lanciò un ultimo sguardo, quasi per accertarsi che Arthur fosse ancora lì.                                            
Sorrise e si addormentò.

Riposa amico mio, ne hai bisogno pensò, passò una mano sulla guancia del ragazzo, e sorrise. Il petto di Merlin si muoveva in modo lento e regolare, segno che era profondamente addormentato, per un primo momento si sentì a disagio, ma poi prese coraggio, posò le sue labbra su quelle del corvino.

Un bacio lento, scandito dal tumulto dei cuori di entrambi.                                                             
Arthur alzò la testa, e si staccò dalle labbra di Merlin, sorrise.                                                            
Si appoggiò contro lo schienale della sedia, e fissò il mago, per una buona mezz’ora.                                                                                                                                         

Dopo tutto, lui era il re, no?

***

Quando le palpebre di Merlin si aprirono, la testa non gli faceva male come nelle ore precedenti. Poteva tenere gli occhi aperti senza paura di perderli per la troppa luce.                                                                                                                                                 
Si mise a sedere, un asciugamano cadde sulle sue ginocchia, lo guardò per qualche minuto confuso, chi lo aveva messo lì?                                                                                   
Improvvisamente sentì un leggero russare, si voltò verso il rumore, per vedere Arthur addormentato, con la testa fra le braccia sul materasso del corvino.

Un secchio pieno d’acqua era appoggiato al comodino, su cui erano riposti una pila di asciugamani, piegati e asciutti.                                                                                                          
I ricordi ritornarono fievoli, come un corso d’acqua cristallina, che bagna un terreno arido. Merlin si spostò, attento a non svegliare Arthur, e gli posò una leggera coperta sulle spalle.

“Testa a fagiolo” sussurrò con affetto, incrociando le gambe.

Dopo tutto, al re importava di lui.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Burned And Wet ***


Trama: [Mancante scena dall’episodio 1x13] Quando Merlin e Caio ritornano dall’Isola dei Beati, non sapevano che ad aspettarli ci fosse un principe, assonato, arrabbiato e preoccupato.

 Capitolo 2

 “Burned And Wet"


Arthur Pendragon era ancora ben sveglio quando il rumore di zoccoli al trotto, riempì la stanza.
La piazza era deserta, era tardi, nessuno sarebbe uscito con questo tempo. Si accigliò alla finestra, le pupille si dilatarono, e quasi non cadde dalla sedia per quello che vide. Merlin era in sella al cavallo, i suoi capelli attaccati alla fronte, l’acqua che scendeva dai suoi vestiti…-Dio, quella suo petto era una bruciatura?!- Anche se sembrava infreddolito e malato, sul suo volto c’era un sorriso che gridava vittoria.
Accanto a lui il Principe riconobbe la figura del Medico di Corte, che diavolo stava succedendo!? Perché Gaius e il suo valletto erano fuori sotto alla pioggia, quando il coprifuoco era entrato in vigore due ore fa? Arthur si alzò dalla sedia, e si diresse verso le camere del cerico, gli dovevano alcune spiegazioni.


xXx


La voce di Merlin si sentiva anche a metri di distanza, Arthur sentì la loro conversazione, sentì i colpi di tosse di Merlin ogni quattro parole, il cuore di Arthur affondò quando entrarono nella stanza.

xXx


I brividi scuotevano il piccolo corpo di Merlin, ancora appoggiato al vecchio Gaius. Per fortuna aveva cominciato a piovere quando erano nelle vicinanze di Camelot, così non avevano preso troppa acqua, ma il corvino ne era più che sicuro, qualche linea di febbre l’aveva.
Gaius aprì la porta e fece entrare Merlin, vittima di un forte attaccò di tosse, il cerico gli massaggiava la schiena, si sentiva quanta difficoltà aveva Merlin a respirare.

“Sto bene Gaius, un tonico per la gola e per domani sarò come nuovo” alzò lo sguardo e quello che vide lo fece impallidire.
Arthur era davanti a loro, uno sguardo misto a rabbia, disapprovazione e…. era paura quella nei suoi occhi?

“Che ci fa lei qui Sire?” Chiese in un sussurro Merlin, molto probabilmente perché non poteva alzare la voce più di così.

“È la stessa cosa che volevo chiederti Merlin”, assottigliò lo sguardo, “ho sentito che siete entrati dopo la mezzanotte, infrangendo così il copri fuoco” incrociò le braccia al petto, spostò lo sguardo sulla maglietta di Merlin.
Una grande bruciatura, aveva divorato il tessuto, quasi all’altezza del petto, la cui carne era rosea, alcune parti erano rosse e gonfie, si poteva scorgere del sangue sulla camicia del ragazzo.

“Merlin che hai combinato questa volta?” Chiese allarmato, spalancando li occhi, e facendo qualche passo più vicino al suo servo. Era la prima volte che tornava così tardi, e per di più era anche ferito, sarebbe sicuramente andato alla gogna quando si sarebbe ripreso completamente.

“Era fuori, nel bosco Sire” cominciò Gaius, l’attenzione di Arthur si spostò sul vecchio, “è inciampato e si è dato fuoco, sa com’è sbadato il ragazzo” concluse, alzando lo sguardo.
“E tu lo hai trovato…” disse piano il Principe continuando a fissare la ferita del corvino, che per sua risposta, rimase calmo e impassibile.

“Dovremmo metterlo a letto Sire, con questo tempo avrà sicuramente la febbre” sorpassò il biondo, che si voltò per vedere che Merlin aveva appena alzato le spalle, “io non ho la febbre Gaius…” ma venne interrotto da un violento attacco di tosse, che soffocò prontamente nel suo braccio, le sue spalle tremavano per lo sforzo, e il suo volto pizzicava per il dolore al petto.

“Dovresti riposare invece di fare lo spaccone” esordì Arthur, lo prese deliacamente per le spalle e lo girò, ma non abbastanza gentilmente, visto che Merlin si piego in due per il dolore improvviso. Gli occhi di Arthur si spalancarono, e si chinò subito di fianco a Merlin.

“Cos c’è di sbagliato?”.

“Ha una bruciatura al petto Sire, deve essere più delicato” Gaius prese il ragazzo per le spalle e lo guidò verso le sue spalle, il Principe non si lasciò sfuggire i respiri tremanti di Merlin.
Preoccupato, Arthur seguì i due fino alla camera del ragazzo, Gaius lo fece sdraiare, era così piccolo che sembrava sparire tra quelle lenzuola, il biondo osservò il corvino e notò che, minuto dopo minuto, si stava formando una patina di sudore sulla sua fronte, rendendo la pelle pallida e brillante, alla luce debole delle candele.

“Perché non sei tornato indietro per avvisarmi su quello che era successo? Merlin non è forte, e questa è una brutta ferita” disse Arthur al vecchio che stava per rispondere, ma venne tagliato fuori da Merlin, “i-io sono più forte di quanto tu possa pensare…”
Un piccolo sorriso nacque sulle labbra del Principe, “è così?” Merlin diede un piccolo cenno con il capo, e lottò per sedersi, ma Arthur lo rispinse in dietro.

“Me l’ho potrai provare più tardi Merlin, ora riposa” disse sedendosi al capezzale del giovane, quando Gaius uscì per cercare una pomata per la bruciatura.
Un sorriso si fece strada tra le labbra di Merlin, stava per dire qualcosa, quando un attacco di tosse lo fece piegare in due. Arthur si mosse velocemente, posò una mano rassicurante sulla spalla fragile del servo.
Quando Merlin ebbe finito, alzò la testa, gli occhi erano rossi e le labbra screpolate, “grazie” gracchiò, “io…”.

“Sta zitto Merlin” lo fermò Arthur, aiutandolo a risraiarsi sul letto, “non voglio sentir la tua tosse” Il ragazzo rise debolmente, e sussurrò “testa a fagiolo”

“Idiota” rispose, affiancandosi all’amico, “dovreste tornare nelle vostre stanze” sentì dire la voce di Gaius, si voltò verso di lui e poi ancora verso di Merlin, li cui sorriso era sparito aveva lasciato il posto ad una espressione di agonia sul suo volto.
Quando Merlin se ne accorse, schiaffò un altro sorrise sulla sua faccia.

“Sto bene Arthur” disse debolmente, tossendo nel pugno, Arthur guardò le punte delle orecchie di Merlin, erano rosse per l’imbarazzo.

“Dovresti andare a dormire”. Arthur si voltò verso Gaius e disse con fermezza, “io resto”.

Il medico aggrottò la fronte, “non c’è nessun motivo Maestà…”

“Io resto, non mi interessa Gaius” la voce ferma di Arthur fece sospirare il medico, fece un cenno al biondo, che si adagiò di fianco al letto dello stregone.

“Molto bene, appena ho terminato di trattare la ferita di Merlin, lei tornerà subito nelle sue stanze” la voce autorevole del vecchio, fece sentire Arthur come un bambino, che ubbidiva agli ordini del padre, aiutò Merlin a togliersi la camicia, la posò sulla sponda del letto, e tornò a guardare la bruciatura del ragazzo.
La ferita non era affatto migliorata, anzi, per quello che Arthur aveva capito, la bruciatura di Merlin era peggiorata, la carne bruciava e un grande cerchio luminoso prendeva tutto il petto di Merlin.
Arthur rabbrividì, e si costresse a guardare il pavimento.
Ma gli occhi di Merlin erano già sull’ustione, dalle sue labbra uscì un solo sussurro “oh…”.

“Merlin, guardami” lo chiamò il Principe, gli occhi grigio-azzurri di Merlin si spostarono in quelli di Arthur, erano brillanti per la febbre.
Si rivolse a Gaius, voleva fare qualcosa ma non sapeva cosa e il medico era l’unica persona che poteva guidarlo.

“Tenetelo fermo Sire” si avvicinò al letto, “devo mettere la crema, o quella bruciatura non guarirà mai” concluse, spalmando la pomata sulla pelle del ragazzo.
Un profumo di cannella e menta si sparse per tutta la stanza, Merlin si muoveva, ma Arthur stringeva la sua spalla con la sua mano forte, e non gli lasciava scampo.

Merlin guardò per un momento il futuro re, era disorientato, ma Arthur sussurrò solo, “ti sto aiutando”.
Il cameriere sbatté le palpebre, e riportò il suo sguardo sulla ferita, tuttavia Arthur richiamò la concentrazione di Merlin, “ti ho detto di non guardare Merlin” sibilò Arthur.

“Sai bene che non faccio mai quello che mi ordini”, fece una smorfia quando Gaius applicò l’ultimo tocco di pomata, la sua voce tranquilla e lenta. Arthur non riuscì a trattenere una risatina.
“Ora Merlin dovrà solo riposare”, disse Gaius alzandosi dal materasso duro e freddo.

“C-Certo” Arthur si alzò in piedi e si diresse verso l’uscita, prima però si voltò a guardare Merlin, che stava già entrando nel mondo dei sogni.
Tuttavia il nobile, giurò di aver sentito la voce di Merlin sussurrare un “buona notte Arthur”.
Il sorriso sulle labbra del Principe nacque in silenzio senza tanti complimenti, e prima che Merlin fosse del tutto addormentato giurò di aver sentito la voce di Arthur sussurrare, “buona notte anche a te Merlin”.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Awake ***


Capitolo 3

“Awake”

|Coma:

 Stato di completa perdita della coscienza,

della motilità volontaria e della sensibilità,

con conservazione,

parziale o totale,

delle funzioni vegetative.|

 

Merlin ne era più che sicuro, stava sicuramente facendo un sogno. Perché il Re di Camelot, non poteva piegare la sua biancheria, neanche fra un milione di anni!

Era ancora a letto, il che era strano, visto che il sole era sorto da parecchie ore, possibile che non se ne fosse accorto? “E poi, gli ho detto di lucidare la mia armatura e lui sai con cosa la lucidata?” chiese il biondo senza nemmeno alzare lo sguardo. Farlo gli sarebbe costato troppo dolore. “Con la mia veste da notte! Ma siamo seri! Oh e quella volta in cui gli ho detto di portarmi un piatto di patate arrosto e lui mi ha portato un vassoio carico di pomodori! Tu sai quanto mi fanno schifo i pomodori!” sorrise, cominciando a spazzare il pavimento.

Le palpebre di Merlin stavano diventando pesanti, ma riuscì a sussurrare “Ah, allora… mi preferisci…”, il silenzio prese il sopravvento, sentì un colpo, simile a qualcosa che cade a terra, il respiro caldo del suo Re sul suo collo pallido.

“Oh, grazie agli Dei sei sveglio!” asserì il biondo, baciandolo sulle labbra screpolate, “perché di solito non lo sono?” chiese divertito l’altro.

“Sei malato Merlin. Stavi dormendo da mesi” afferrò il suo amico per le spalle e lo alzò, facendolo poggiare contro a testiera del letto. Quella non era la sua stanza, la sua era piccola mentre questa era grande, c’erano libri ovunque, pozioni, il drago che suo padre aveva intagliato per lui, era sul comodino, accanto al suo letto, le librerie e tavoli coperti di manoscritti, un vero caos.

“Vado a chiamare Gaius, non ti addormentare” ordinò il sovrano, ma era troppo tardi, Merlin perse di nuovo conoscenza quando Arthur uscì dalle camere del Mago di Corte.

***   

Era passato più di un mese da quando Merlin si era ammalato. Gaius aveva ormai perso la speranza, disse al Re che se non si fosse svegliato entro un mese o due, non ci sarebbe più stato nulla da fare. Ma il sovrano non perse mai la retta via. Ogni giorno per quattro mesi, si ritagliò un po’ di tempo da passare con il suo migliore amico. Lo fecero anche tutti gli altri, i cavalieri si divertivano a raccontargli le figuracce di Gwaine nella taverna, Gwen disse di voler sposare Lance appena Merlin si fosse svegliato dal suo lungo sonno, Gaius e Hunit gli leggevano storie o gli raccontavano quanto fosse noiosa la vita al castello senza i lui.

Arthur invece rimaneva in silenzio al capezzale dell’amante. Pregava gli Dei di qualsiasi religione, di non portarglielo via, di farlo riprendere, un miracolo che però, non arrivò mai.                          
Le condizioni di Merlin peggiorarono dopo il secondo mese, la febbre si alzava e si abbassava in continuazione, era troppo magro, le uniche cosa che riusciva a mangiare erano zuppa e latte con del miele.

“Non c’è più nulla da fare Arthur, poniamo fine alle sue pene…” disse Gaius alzando lo sguardo e puntandolo in quelle del loro Re, “aspettiamo ancora una settimana Gaius, ti prego” chiese il biondo, Gaius sospirò e accordò a Merlin ancora una settimana.

*** 

Merlin venne svegliato dall’aroma pungente dell’erba bagnata. Il sole era nascosto da una coltre di nebbia, probabilmente aveva piovuto durante la notte. Seppellì il viso nel cuscino, era stanchissimo, cosa diavolo gli era capitato? Spostò lo sguardo su un batuffolo di capelli biondi, con fare dolce ne prese una ciocca e cominciò a giocarci.

“Arthur” sussurrò, la voce roca, da quanto non la usava? Il respiro di Arthur gli arrivò caldo sul collo, un forte profumo di vino penetrò nelle narici del mago.

“Arthur” mormorò con insistenza, quando vide che il biondo non si sarebbe svegliato con le buone, allora provò con le cattive. Con un lampo d’oro i sui occhi si illuminarono, e il piccolo drago di Balinor cadde sulla testa del giovane biondo.

“M-Merlin” piagnucolò Arthur alzando la testa e incontrando lo sguardo dolce di Merlin.

“S-Sei vivo” sussurrò più per sé stesso che per il corvino, “e tu sei ubriaco” disse il mago sorridendo.

“No Arthur, io sono morto e tu stai sognando” la faccia di Arthur divenne spaventata, incupita.

“No, no no sto scherzando Arthur sto scherzando! Guarda sto bene, sto bene” Arthur lo guardò per pochi secondi prima di cominciare a ridere e quasi riuscì a soffocare il singhiozzo e coprire i suoi occhi pieni di lacrime.

“Pensavo di averti perso” disse alzandosi e sedendosi sul letto a baldacchino rosso e bianco, “non siamo riusciti a svegliarti quella volta, Gaius disse che se non ti fossi più ripreso avremmo dovuto…” Arthur scacciò il pensiero e si asciugò le lacrime per poi continuare, “avevi la febbre alta, deliravi e l’unica cosa che potavi mangiare era del latte con miele e zuppa calda”

“Va tutto bene, ora sono qui” lo rassicurò lasciandogli un casto bacio sulle labbra. Il Re tirò il suo amico in un abbraccio, che tolse il fiato al giovane corvino che boccheggiò per l’aria, dopo l’abbraccio toccò al bacio più avido e meraviglioso a cui i due abbiano mai dato vita.                            
Si sdraiarono sul letto uno fra le braccia dell’altro, cullati dal loro respiro, che calmo e sereno scandiva i secondi di una lunga vita che si apriva davanti a loro.

“Vado a prendere Gaius, deve visitarti” disse alzandosi e baciandogli la fronte. “Non ti addormentare, per favore” gli ordinò poi sorridendogli.

E Merlin annuì, non aveva più voglia di dormire ora che il suo Re era di nuovo fra le sue braccia.

 

 

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