Entropia:Armonia

di Monique Namie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima oscurità ***
Capitolo 2: *** Oh, sinestesia ***
Capitolo 3: *** Riflecto riflex ***
Capitolo 4: *** Passaggio lento ***
Capitolo 5: *** Caos intangibile ***
Capitolo 6: *** Provocazioni e megaliti ***
Capitolo 7: *** Ho guardato il vuoto ***
Capitolo 8: *** Tentativo di dialogo ***
Capitolo 9: *** 18 aprile 2016 ***
Capitolo 10: *** Autodistruzione ***
Capitolo 11: *** Abbandonato ***
Capitolo 12: *** In compagnia del vento ***
Capitolo 13: *** Le ultime quattro parole ***



Capitolo 1
*** La prima oscurità ***


L'uragano
Note autore:
Un saluto a tutti i lettori!
Le poesie che pubblicherò qui raccolgono un mix di emozioni intense che hanno travolto la mia vita e, talvolta, mi hanno fatto perdere il sonno e l'appetito.

NB- Nota sul rating!!!
La maggior parte delle poesie sono di rating verde. Per correttezza ho messo comunque come rating generale l'arancione, perché qualche poesia contiene emozioni conflittuali e una in particolare presenta immagini piuttosto forti! Riguardo quest'ultima, la segnalerò con una nota prima del testo.


Come al solito sono a favore della libera interpretazione. E se vi va di lasciarmi una riga di commento ne sarei felice!




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La prima oscurità


Una mano sull'interruttore spento,
lo sguardo rivolto verso il buio:
che cosa sono i passi che sento?

Il suono di un orologio invisibile
di fianco a me, inaferrabile,
con le lancette che scandiscono
la canzone confusa dell'Universo.

Grida di gioia ad una festa lontana,
e la mia indifferenza malcelata,
negli occhi colmi di dolcezza e freddo
mentre le lacrime risalgono in cielo.

Due dita sull'interruttore spento
gli occhi aperti per misurare il silenzio
su contorni luminosi di cose senza fine.

Il vento mi parla,
s'insinua fra i cardini delle finestre
come trascendenti reminescenze passate,
come fantasmi che non sanno amare,
ma che ci vogliono comunque provare.



15-03-2016




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"La prima oscurità" di Monique Namie
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Capitolo 2
*** Oh, sinestesia ***


L'uragano
Oh, sinestesia


Quando apro gli occhi la mattina
e scosto le coperte per far entrare il freddo
penso alla morte termica dell'universo,
all'entropia che avanza inesorabile
e si ferma accanto a me per esplorare.

È una sinestesia propensa al sogno
che vorrei tanto poter consolare.
È un caleidoscopio di colori accesi
che ogni tanto esplodono per caso
e a guardarli ti portano lontano.

Quando muovo i passi sul giardino
la rugiada diventa brina e stride forte
da sembrare l'urlo d'un mostro cosmico
schiacciato tra le pieghe dello spazio-tempo.

Una mano tesa per offrire aiuto
è il ramo secco d'un albero incendiato:
l'unico che s'innalza dal deserto del mondo.

Non smetto di contare le ore,
intrappolata in un limbo di paure
per questo sentimento con due facce
che mi lancia una maledizione per saluto.





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"Oh, sinestesia" di Monique Namie
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Capitolo 3
*** Riflecto riflex ***


L'uragano
Riflecto riflex


Permettimi di fare un passo verso la notte,
lascia le mie dita tra i tuoi capelli nei secoli,
percepisci questa mano leggera sul cristallo
del tuo volto immortale illuminato
da spettrali luci bianche di anime in pena.

È più facile osservarti da lontano
immaginandoti consapevole
– anche senza il bisogno di voltarti –
che sono sempre lì ad amarti.


Lasciami sostare nella tua mente
come un fendente che non ferisce
ma guarisce piaghe e bruciature
di esistenze vissute nel tormento.

Permettimi di fare un passo verso la notte,
lascia le mie mani sul tuo viso nel tempo,
percepisci la mia anima attorno alla tua
come edera d'argento tra i fulmini
che dipingono strade d'etere nel cielo.




Note autore:
Qualche lettore se lo sarà pure chiesto: "perché hai scelto un titolo del genere?" In verità per vari motivi. Ve ne rivelo alcuni: 1. Mi piace come suona (mi dà quasi l'idea di una formula magica) 2. In un certo senso riflette lo schema della poesia 3. Sottolinea il fatto che anche l'autore ha riflettuto prima e dopo la stesura 4. "Riflettere" si presta a diversi significati (mi piacciono le parole alle quali si possono dare molteplici interpretazioni)...
Se vi va di lasciarmi anche solo una riga di commento ne sarei molto felice. :)


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"Riflecto Riflex" di Monique Namie
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Capitolo 4
*** Passaggio lento ***


L'uragano
Passaggio lento


A questa festa ci sono solo io
con un abito nero come il cielo senza stelle
a toccare ciò che su gradini freddi non è mio
a guardare oltre, verso orizzonti lontani.

Una lumaca scivola lenta sulla stoffa;
sul mio abito da sera ora c'è la Via Lattea,
una scia di bava lucida e goffa:
galassia stropicciata dalla malinconia.

Gli occhi verso il tramonto
vedono luci che non esistono,
lunghezze d'onda impercepibili
e tutto che vortica in spirali astratte.

Il cielo passa lento, quasi immutabile
sembra sempre lo stesso vestale.
Immortale.
Eppure evolve paziente.
Silente.





Note autore:
Una poesia scritta in un momento di pausa tra le emozioni.





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"Passaggio lento" di Monique Namie
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Capitolo 5
*** Caos intangibile ***


L'uragano
Caos intangibile


Non capivo cosa avesse negli occhi:
preoccupazione e indifferenza
come amanti inseparabili,
realtà indivisibili,
fuochi liquefatti nell'etere
testimoni imprescindibili
della formazione dell'Universo.

C'era un uragano nel suo cielo:
un groviglio di passioni e di sogni,
invece il mio cuore è una linea
monotona e piatta
senza vita né ragione.

Entrambi dobbiamo fuggire lontano
dai nostri demoni in cerca di pace.
E nel fuggire inciampiamo nel mondo,
 e ignoriamo i segnali del destino
preoccupati di somigliare a meteore
che lasciano una scia dipinta
sulla tela astratta del mondo.



Nota autore:
Il cambio di tempo verbale dal passato al presente è una cosa voluta.


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"Caos intangibile" di Monique Namie
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Capitolo 6
*** Provocazioni e megaliti ***


L'uragano
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Sound of Silence - by great-queen-morrigan

Provocazioni e megaliti
 

Certe sue provocazioni:
sale sulle ferite d'inverno,  
oppure screpolature estive
che fanno un male da accecare.
 
Un dolore da sfogare
su qualcosa di perenne:
  una roccia
che ucciderei di carezze taglienti
nate da artigli di ferro…
  Un megalito
che scomporrei in pezzi di stelle
e sgretolerei con i sentimenti
di un gigante arrabbiato...
 
L'Anima di un eremita
costringerei a rivelare al mondo la luce,
a descrivermi in modo ordinato
il caos della vita e di tutto il resto
in relazione al fatto che non c’è fine
e che non c’è modo di morire.
 
E se l'avessi davanti
se lo avessi davanti
se ti avessi qui adesso...
Che ti farei?!




Nota autore:
Salve a tutti, cari lettori. Vi lascio giusto due note per indirizzarvi nella corretta interpretazione.
Quel "megaliti" del titolo può essere interpretato anche come allusione a delle mega-litigate.
Negli ultimi versi:
E se l'avessi davanti = la roccia
Se lo avessi davanti = il megalite
Critiche costruttive e commenti vari sono sempre benacetti. ;)



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"Provocazioni e megaliti" di Monique Namie
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Capitolo 7
*** Ho guardato il vuoto ***


L'uragano

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Ho guardato il vuoto



Ho guardato il cielo la notte
misurando la distanza tra le stelle
e ci ho visto mondi senza confini,
spirali di plasma e materia oscura.

Tanto vale che mi stenda sul prato
e osservi le stagioni passare piano
come pietra immortale sul suolo arcano.

Ho lasciato in sospeso le mie frasi,
le emozioni incomprese in stasi,
che il cielo più vuoto è un magnete:
istiga la ricerca di cose meno concrete.

Guardando oltre mi sono imbattuta
in un sognatore un po' disperato
che voleva il suo cuore riscaldato...

E anche se il Fato lo dava per spacciato
io ho deciso che l'avrei salvato!

Guardate meglio, signore e signori!
Tra due stelle c'è il tutto e il niente:
antimateria e galassie immani!





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Capitolo 8
*** Tentativo di dialogo ***


L'uragano
Tentativo di dialogo


La verità è che ci piacciono le allusioni
così ci dedichiamo i testi delle canzoni.

Ci siamo incontrati per caso e per tempo
in modi talvolta interpretabili,
ma tutte le variabili erano incontrovertibili
decise di proposito dagli dei per scherzare.

Loro se ne stanno in un non-luogo a ridere
sdraiati sulla sabbia del mare infinito.

E noi qui sulla Terra come stranieri
a graffiarci il cuore e a lanciarci frasi
come stelle comete taglienti.

Dobbiamo imparare...






Note autore
Il titolo è un indizio per l'interpretazione.
Questa poesia si può ricollegare indirettamente a quella del sesto capitolo.



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"Tentativo di dialogo" di Monique Namie
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Capitolo 9
*** 18 aprile 2016 ***


L'uragano
18 aprile 2016


Sali aromatici disciolti su uno specchio
adagiato sul manto verde in giardino
e le formiche che costruiscono un muro,
una fortezza a circondare il luogo.

Esseri microscopici che si amano
in un canyon sulla corteccia del ginkgo
e le foglie che vorticano nel vento...

Universi paralleli simmetrici
riflessi su una goccia di pioggia
in bilico sul petalo di una rosa scarlatta
le cui spine trafiggono l'atmosfera...

Ho tutto impresso nella mente:
desidero l'atarassia.





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"18 aprile 2016" di Monique Namie
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Capitolo 10
*** Autodistruzione ***


L'uragano
NB: Attenzione! Poesia di rating arancione!


Autodistruzione



Dio quanto ti ho amato!
Solo per il sorriso che non mi hai mai dato,
e le parole di lode che mi hai dedicato.

E ora...
I miei occhi piangenti strappati
con aghi dentro la pupilla rossa,
scavati a fondo nella ricerca d'un'anima...

Un pugnale piantato nel cuore vivo
che ancora batte sgorgando sangue caldo
che cade nel vuoto
e nutre delicati fiori mossi dalla brezza.

Che cos'è questo cielo dipinto di stagno?
Tela finta che ricopre le ipocrisie della gente.
Che senso ha il moto di questo pianeta?
Gira nel nulla senza una meta precisa.
Sai che ogni direzione è una convenzione?

È come se avessi su di me il mondo intero:
vette di monti ghiacciati pressate sul capo,
oceani nei polmoni affogati di dolore,
lame dentate roventi ancorate alla pelle.

Dio quanto ti ho amato!
Eri tutto ciò che avessi mai desiderato.
Ora giaccio al suolo perché non ti ho apprezzato.








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"Autodistruzione" di Monique Namie
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Capitolo 11
*** Abbandonato ***


L'uragano
Abbandonato


Un libro abbandonato,
nelle mani della notte,
sulle scalinate di una chiesa,
con quella copertina dorata
mai da nessuno apprezzata.

Prende vita e si agita,
freme di brividi scosso dal vento...

Lo guardo
e mi sento quel libro;
divento quel libro, abbandonato
sui gradini di una chiesa
in una notte vuota.

Sopra i tetti delle vecchie case
le folgori dipingono disegni
di rabbia e misticismo.

E lo sento chiedere aiuto,
le pagine si sbracciano disperate
incontrando polvere e foglie.
"Ti aspetterò qui
anche dopo la pioggia,
anche dopo che mi avrà dissolta."









Note autore:
Questa è una poesia scritta la sera tardi. L'ispirazione è maturata lentamente.
È iniziato tutto con un avvenimento: un'iniziativa di volontariato in cui erano stati messi dei libri su una scalinata e ogni persona interessata poteva prenderne uno o più. L'idea che quei libri sarebbero rimasti fuori tutta la notte mi ha fatto nascere dei pensieri...
La licenza poetica giustifica il fatto che io mescoli le mie percezioni con quelle del libro fino a fondermi e creare un bel minestrone. Spero che gli ingredieti siano stati saporiti. Se vi va di farmi sapere le vostre sensazioni con un commento ne sarei contenta. ;)






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"Un libro" di Monique Namie
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Capitolo 12
*** In compagnia del vento ***


L'uragano

In compagnia del vento
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All'esterno c'è qualcosa,
qualcuno scuote le imposte,
il legno scricchiola parole di lamento,
le finestre tremano e poi si aprono
all'improvviso, senza preavviso.

Fuori c'è una forza che piega gli alberi
e infrange onde d'oro nei deserti.
E non si vede, non si può imbrigliare,
a caro prezzo solo i monti la possono deviare:
consapevoli e arresi si lasciano disfare.

Di natura inquieta e diabolica
è il vento che mi accompagna;
mi regala estensioni invisibili come ali
avvolgendomi di piume intangibili.
Trascinando foglie e pezzi di carta,
è come uno spettro accanto a me,
solo io so che lui c'è,
nessun altro lo vede oltre a me.

Col suo carattere irrequieto mi trasporta
nel cielo infinito in assenza di gravità,
fino a raggiungere il confine dell'atmosfera:
appuntamento con il vento solare
destinazione casuale.





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"Con il vento" di Monique Namie
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Capitolo 13
*** Le ultime quattro parole ***


L'uragano
Le ultime quattro parole

Hai dimenticato di visualizzare,
troppo stanco per continuare a parlare,
condotto lontano dai tuoi pensieri errati.
Non hai pensato di leggere
queste mie ultime quattro parole.
E ora non me ne posso più andare:
eviterò la falce lasciandomi cadere,
eviterò i dardi dell'oblio alzando lo scudo.

Buonanotte amore! A domani!




Note autore:
Chiudo qui questa raccolta... almeno per il momento. In realtà ci sono altre poesie, ma rileggendole non mi pare valga la pena di pubblicarle.
Grazie a chiunque abbia letto e un grazie speciale a chi ha impiegato un po' del suo tempo per recensire. ;)
A presto.



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"Le ultime quattro parole" di Monique Namie
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