Ho creato una favola per la mia anima gemella

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Karma, vaffanculo, io sono felice! ***
Capitolo 2: *** Zaffiro....gemello d'anima!! ***
Capitolo 3: *** Io e il mio amore, parlando del mio cuore infranto ***
Capitolo 4: *** Inferno a scuola ***
Capitolo 5: *** Outsider - il corteggiamento ***
Capitolo 6: *** L'imbarazzo di chi guarda ***
Capitolo 7: *** La dichiarazione ***
Capitolo 8: *** Il nostro nido d'amore ***



Capitolo 1
*** Karma, vaffanculo, io sono felice! ***


Mi sono chiesta tanto cosa avessi fatto di male per meritarmi un’anima che desiderasse amore per tutta la vita, che giudicasse l’amore come unico motore che facesse girare il mondo e allo stesso tempo, un karma che mi obbligasse a non poterlo ricevere.

Forse avevo fatto qualcosa di sbagliato in qualcuna delle mie vite passate, ne ero quasi convinta.

Anche se riuscivo a farmi degli amici, prima o poi mi abbandonavano tutti.

Ogni volta speravo che questa volta non lo avrebbero fatto, ma lo facevano sempre.

Puntuali come un orologio svizzero.

Assaporavo la felicità solo per vederla scomparire e scivolare via, lasciandomi di nuovo sola.

E ogni volta disprezzavo il mio karma.

Dicono che bisogna accettarlo, ma io no, non ci riuscivo e fanculo se questo l’avrebbe reso solo ancora più doloroso e crudele in una mia prossima vita.

Io meritavo di essere felice e invece rimanevo intrappolata in questo temperamento troppo sensibile, troppo empatico, troppo introverso.

Nessuno voleva essermi amico e io stessa non riuscivo a stare con la gente, non riuscivo nemmeno ad avere un ragazzo. Non l’ho mai avuto.

Non perché fossi brutta o grassa…ma perché non riuscivo ad uscire dal mondo fantastico e fatto di fantasie che mi ero creata.

Stavo bene tra le mie fantasticherie..mi rendevano felice.

Alla fine ho realizzato che questo mi avrebbe fatto restare sola per sempre.
 
Odiavo quegli stessi amici che mi dicevano che il problema non era mio, ma degli altri che non mi capivano e che poi anche loro però si sono lamentati di me.

Ero troppo pesante, troppo possessiva, lamentosa e troppo chiusa in me stessa.

Sempre. Per chiunque.
 

Li odiavo. Ho sempre odiato chiunque mi abbia respinto.

In cuor mio non ho mai smesso di sperare prima o poi di trovare la felicità, la mia anima gemella che mi amasse solo per come sono, non per l’idea che si era fatto di me, che non volesse cambiarmi.

Lo disegnavo con l’immaginazione. Mi immaginavo cosa avrebbe detto, cosa avrebbe pensato, che mi avrebbe detto tutto quello che volevo sentire e senza che glielo chiedessi.

E ora sono felice come non mai perché lui è reale.

E mi dà tutto quello che ho sempre sognato.
 
A dimostrazione che la legge di attrazione è più forte anche del nostro karma.

Fanculo, karma di merda, non hai vinto tu.
 

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Capitolo 2
*** Zaffiro....gemello d'anima!! ***


Sono nella nostra bella casa e scrivo. Scrivo al computer. Scrivo cosa? Fanfiction. Sono storie su personaggi che possono essere appartenenti già nell’ambito del cinema o del piccolo schermo e che possono essere totalmente inventate da noi, oppure personaggi completamente nuovi che inventiamo noi stessi.

Io scrivo molto. La mia passione è scrivere sui fratelli Winchester. Sam e Dean, di Supernatural. Sono famosi e molte persone si divertono ad immaginarli insieme, anche se sono fratelli. La ship si chiama “wincest.”

Io li adoro, ho scritto un mucchio di storie su di loro. Storie romantiche, erotiche, sdolcinate, avventurose…

IO AMO le coppie gay, incestuose e gay/incestuose. Quel sapore del proibito, della fusione, della completezza, della passione e dell’amore totale.

Odio quelle persone che ti additano dicendo che sei malato perché ti piacciono questo genere di coppie, o peggio, quelle che pensano che solo perché ti piacciono, vuol dire che ti faresti anche tu un parente. Quanta ignoranza ragazzi!

Io sono per l’amore libero, senza pregiudizi, basta che sia amore!!

 Ho sempre dovuto nascondere il fatto che mi piacciono questo genere di coppie, solo con alcuni amici, che mi capivano e condividevano la mia passione, l’ho confessato, ma non è il genere di cose che diresti a chiunque, vero?

Ho sempre avuto il terrore che quando mi sarei fidanzata, avrei tolto il tempo alle mie storie, alla possibilità di far emozionare le persone con le mie storie sempre a lieto fine e che avrei dovuto nascondere al mio fidanzato questa mia passione per timore di essere giudicata.

Poi incontrai Zaffiro.

Lui è la mia anima gemella, lui è speciale. Mi capisce, mi comprende e non mi giudica e poi diciamocelo chiaro, li shippa un po’ anche lui!!
 
 
“Piccola, che cos’è quel sorrisetto sulla faccia??” dice Zaffiro arrivando in quel momento in direzione di Sabrina.

“Uh, niente.” Dice Sabrina cercando di non sorridere.

“Scrivi ancora fan fiction?” le chiede Zaffiro, baciandole il collo.

“Sì…”

“Wincest??”

“Sì.” Si mette a ridere Sabrina.

“ Mmm..non vedo l’ora di leggere!”

“Ci sarà un capitolo angst prima, però!”

“Non importa..tanto si sa, alla fine il lieto fine e il fluff regnerà sovrano!”

“Ah, davvero e cosa ti rende così sicuro??”

“Il fatto che ti conosco e so che sei buona dentro. Non potresti mai negare la felicità ai tuoi personaggi.” Dice Zaffiro, accarezzandole il mento.

“Ti amo, Zaffiro.”

“Ti amo anch’io piccola.”

“Devo farmi una doccia..stasera mangiamo pasta panna e piselli?”

“E se ci aggiungessimo anche il prosciutto?”

“Ti ho già detto che sei l’uomo perfetto?”

“Dovevi averlo già capito quando ti dissi che shippo anch’io il wincest!”
 
Sabrina corse da lui e se lo sbaciucchiò sul collo.

“Mi avresti amata lo stesso se fossi stata tua sorella, allora?”

“ A voglia! E poi è un po’ come se lo fossi già. Sono il tuo..gemello d’anima!” disse Zafiro.
 
Sabrina gli diede un altro bacio prima di fiondarsi in doccia, prima di sentire Zaffiro esclamare:

“Rileggo qualche capitolo delle tue storie!”

“Non leggere quello nuovo!”

“Ovvio che no!!”

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Capitolo 3
*** Io e il mio amore, parlando del mio cuore infranto ***


A Zaffiro ho raccontato tutto del mio cuore infranto, degli amici che mi avevano fatto soffrire, delle persone che mi avevano promesso ci sarebbero state per sempre e poi non ci sono state più, dell’amore che ci avevo messo e che ho perduto.
 
“Sabrina, non l’hai perduto…ciò che tu dai, è tuo per sempre.” Mi dice accarezzandomi una ciocca di capelli.
 
Gli racconto di quanto adoravo persone che poi alla fine non adoravano me e anzi mi trattavano male.

“Quando qualcuno che tu ami, comincia a comportarsi così, è difficile da sopportare.” Dico.

“Le ragazze fanno grandi sogni, forse peccano di ingenuità.” Mi dice Zaffiro sorridendo.
 
“Se bastasse offrirlo..se bastasse donarlo…ma non sempre le mani e il cuore sono pronti a ricevere l’amore..” dico triste.

“La mancanza di amore…ecco cos’è l’inferno..” dice Zaffiro di riflesso.
 
“Non ho detto mai parole inutile, neanche quando tutto sembrava perso..non l’hanno capito mai..che i loro occhi sono stati gli occhi miei..fino a quando mi hanno detto – non torno, non mi volto  - “

E Zaffiro mi dice ancora:

“Io sarò la nuvola che ti terrà nascosta perché gli altri non si accorgano di averti persa..”
 
Continuo a raccontargli di quanto è stata dura per me accettare l’abbandono di certe persone, lo spezzarsi di certi rapporti, dimenticare…

“Come dicono tutti, il tempo è l’unica cura possibile…solo che l’orgoglio ci mette un po’ di più per tirarsi su.” Dice Zaffiro.

“Non volevo accettare che fosse tutto finito…mi sono opposta con tutte le mie forze, Zaffiro…con tutte..le mie forze…”

“Ed è stato allora che hai capito, che più ti opponi all’onda e più ti tira giù..”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Note dell'autrice: 

Le ragazze fanno grandi sogni, forse peccano di ingenuità: Edoardo Bennato.

E io sarò la nuvola che ti terrà nascosta ecc ecc : Daniele sillvestri.

Come dicono tutti, il tempo è l'unica cura possibile ecc ecc: gli 883

E ti sei opposto all'onda e lì hai capito che più ti opponi e più ti gira giù: Ligabue

Non ho detto mai parole inutili ecc ecc: Anna Tatangelo

le frasi le ho prese da questi cantanti, ma ho messo i credit ^^ scusate per averli messi un pò alla cavolo di cane..ma ho la testa che mi fa male xd  

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Capitolo 4
*** Inferno a scuola ***


Per me la scuola fu un inferno! Un inferno in terra. Sì, so cosa dicono le persone, che è sempre così, ma per me fu davvero un inferno. Ero una ragazzina goffa, impacciata, che non sapeva come muoversi, come interagire, che pensava solo a fantasie. Non riuscivo a restare concentrata in classe e quindi venivo sempre presa in giro dai miei compagni di classe.

 Mi deridevano sempre. Mi deridevano perché non stavo attenta durante le lezioni, mi deridevano perché rimanevo sempre indietro con il programma, perché dovevano spiegarmi mille volte le cose e spesso farmele loro, perché io non riuscivo e anche perché dimenticavo spesso il materiale a casa.

Mi deridevano perché volevo stare sempre da sola e perché anche quando stavo con gli altri non parlavo.

Ma dico io: come fai ad essere amichevole con persone che sai che ti sbeffeggiano qualunque cosa fai? Alla fine preferivo stare da sola e per questo venivo presa ancora più in giro.
 
Mi affiancarono una maestra di sostegno, per restare al passo con il programma, maestra che poi diventò professoressa alle medie, alle superiori..mi fecero andare anche da varie psicologhe per cercare di capire perché ero così chiusa, ma non risolsero mai niente.
 
Mi sono sempre sentita sbagliata. Mi chiudevo a volte in palestra o camminavo nei corridori della scuola o restavo seduta sul muretto. Mi ricordo che alle elementari piangevo chiusa in bagno, all’asilo piangevo sulla brandina dove ci dicevano di dormire le maestre. Ero contenta quando arrivava mia madre a venirmi a prendere prima degli altri.
 
Non ho mai smesso di chiedermi il perché del mio comportamento, che cos’avessi in realtà. Ricordo che quasi speravo di essere una super eroina come nei cartoni o che venissi da un altro pianeta, ma erano solo altre fantasticherie.

Cominciai allora ad attribuire i miei problemi al fatto che odiavo studiare e quindi di riflesso odiando la scuola, non riuscivo neanche a stare lì.
Ma non era solo quello.
 
Con gli anni mi sono resa conto di avere una qualche forma di fastidio dell’udito, i rumori troppo forti mi danno fastidio, mi mandano come in corto circuito e quindi la mia mente si distrae anche senza volerlo, ecco perché non riuscivo mai a stare attenta in classe. Quando parli a macchinetta non lo sopporto, ho come un disturbo dell’attenzione e questo anche quando sento tutto un vociare tra i ragazzini, quando fanno troppo chiasso.

Questo mi isolava, poi gli altri mi prendevano in giro e mi facevano sentire umiliata, questo peggiorava soltanto le cose.
 
Tempo fa ho cercato articoli che potessero parlare del mio problema e ho trovato un articolo che davvero sembra di parlare me stessa allo specchio.
 
 
A partire dai cinque-sei anni, si definisce uno scarto nello sviluppo della personalità. La precoce maturità emozionale e intellettiva appare in contrasto con il ritardo nello sviluppo di competenze sociali. Valutato in rapporto a come sente e a come elabora la realtà, il bambino introverso appare costantemente in anticipo rispetto ai bambini medi. Valutato sulla base dei comportamenti sociali, egli appare in ritardo. Di fatto, rispetto agli altri, è meno comunicativo, poco incline allo scherzo, più impacciato. Ciò è dovuto a due diversi fattori. Per un verso, il bambino introverso non riesce a partecipare dello stile di vita proprio dei bambini medi, fortemente incentrato sulla motilità e sulla libera espressione verbale. Egli non gradisce tutto ciò che è squilibrato e squilibrante: i movimenti disordinati, il rumore, la confusione, ecc. Per un altro verso, il senso di giustizia e l’empatia lo rendono scrupoloso, sempre preoccupato di potere fare del male e danneggiare gli altri.

Essendo vissuta come naturale, questa tendenza, vissuta come universale promuove l’aspettativa che tutti – coetanei e grandi – si comportino scrupolosamente. L’infondatezza di quest’aspettativa è una delle cause principali per cui i bambini introversi si sentono profondamente feriti dalle circostanze più varie della vita quotidiana, e sviluppano precocemente un sentimento di diversità rispetto agli altri.
 
Immersi precocemente nella scuola materna, all’insegna del verbo della socializzazione, essi di solito manifestano un aperto disagio per la confusione e il rumore. Nella migliore delle ipotesi, tendono ad appartarsi e ad osservare gli altri. Posti di fronte ad una realtà caratterizzata dalla tendenza spontanea degli altri bambini ad interagire fisicamente per affermare se stessi, rimangono spesso perplessi e turbati da atteggiamenti che interpretano come prepotenze, nei quali leggono intuitivamente l’espressione della legge del più forte.

In conseguenza di questo sentire, anche le banali ‘prepotenze’ perpetrate dai grandi sui piccoli li colpiscono profondamente.

Gli adolescenti introversi sono naturalmente ‘filosofi’. S’interrogano di continuo sui perché ultimi dell’esistenza, e spesso sono spinti alla lettura e alla meditazione. Quest’effetto di cattura culturale coincide, quasi sempre, con un ritardo nella maturazione dei bisogni affettivi e sessuali. Il privato, negli introversi, ha un ruolo sempre secondario rispetto alla comprensione del mondo e della vita. L’isolamento che consegue allo schiudersi di una ricca problematica esistenziale è spesso accentuato da due circostanze. La prima concerne gli adulti. E’ in questo periodo che la fede cieca in essi viene compromessa definitivamente. L’idealizzazione degli adulti che, negli introversi, di solito si protrae alquanto rispetto alla media, s’imbatte, infatti, nella scoperta dei limiti degli adulti, vale a dire di contraddizioni, incoerenze, errori, atteggiamenti autoritari, che la dissolvono.

 
Era tutto vero, infatti io ho avuto una spiccata idealizzazione della mia famiglia intesa come parenti,zii e cugini, per poi vederla dissolversi improvvisamente verso l’adolescenza.

Mi sono poi sempre sentita una filosofa rispetto agli altri ragazzi della mia età.
 
L’altra circostanza è legata al rapporto con i coetanei. Critico da sempre, questo rapporto diventa spesso apertamente conflittuale in questo periodo. L’adolescente introverso, che spesso non ha consapevolezza della sua diversità, assume spesso nell’intimo un atteggiamento di disprezzo per i comportamenti e gli stili di vita dei coetanei, che ritiene superficiali e insignificanti. Il suo comportamento, chiuso e per alcuni aspetti scostante, dà luogo ad un’interazione di gruppo emarginante. In questa fase, la solitudine totale è spesso scongiurata da una o due amicizie particolari, che si stabiliscono con coetanei affini e assumono un timbro particolare, talora ossessivo, d’intensità comunicativa e emozionale.Ciò di solito non basta a salvaguardare l’introverso da un modo di sentire riguardo a sé che oscilla da un senso di superiorità assoluta ad un senso grave d’inadeguatezza.

Per quanto il senso di superiorità, morale e intellettuale, non venga mai meno, spesso esso, confrontandosi con lo stato di cose esistente nel mondo, vale a dire con richieste comportamentali tutte incentrate sul modello estroverso, viene sormontato dal senso di inadeguatezza.

Altro è il discorso per i rari bambini introversi la cui ricchezza emozionale, realizzando un effetto di turbolenza neuropsicologica, induce precocemente difficoltà inerenti il sonno e l’alimentazione. In questi casi, inesorabilmente, data la struttura nucleare della famiglia, la cui conseguenza è che il peso dell’allevamento ricade pesantemente sulle spalle della madre, si realizzano precocemente interazioni disturbate. Sottoposta ad uno stress continuo, la madre tende rapidamente ad esaurirsi e a reagire ai comportamenti del figlio con atteggiamenti d’insofferenza che, al limite, possono arrivare all’avversione e al rifiuto. Gli psicoanalisti hanno coniato, per circostanze del genere, la definizione di ‘bambini matricidi’. In realtà, questi bambini non hanno colpa alcuna del loro essere. Tanto è vero che i loro disturbi di comportamento sono dovuti ad una ricchezza emozionale che non trova modo, data la struttura ancora embrionale della personalità, di canalizzarsi, che dopo un periodo di tempo che va dai sei ai dodici mesi, quei disturbi tendono a scomparire e i comportamenti a refluire nell’alveo proprio dell’introversione. Purtroppo, questo accade di rado. Le reazioni avversative, consce e inconsce, dei genitori determinano, infatti, spesso una cronicizzazione dei disturbi comportamentali che assumono il significato di una protesta del tutto inconscia contro il ‘maltrattamento’.L’esito della cronicizzazione dei disturbi comportamentali è che, non appena il bambino comincia a prendere coscienza di sé, egli, in nome della sua sensibilità empatica, si sente precocemente in colpa, di peso e cattivo.

L’immersione in un ambiente affollato, nel quale non si dà alcuno spazio d’intimità, caratterizzato da comportamenti motori piuttosto vivaci, da un certo disordine, da un vocio continuo che talora realizza un vero e proprio inquinamento acustico, la necessità di partecipare ad attività e a giochi che non interessano realizzano un impatto soggettivo drammatico. I bambini introversi si sentono letteralmente violentati nel loro essere, costretti ad un’esposizione sociale penosa, sgradevole e insignificante. In analisi sovente quest’esperienza viene rievocata nei termini come di un angoscioso incarceramento. La reazione più comune è l’isolamento e il definirsi spesso di un atteggiamento chiaramente espressivo di un malessere profondo.Le insegnanti segnalano regolarmente quest’atteggiamento ai familiari come un problema. Non di rado, cercano di capire esse stesse che cosa non funziona nel nucleo familiare, dando per scontato che il comportamento del bambino sia indiziario di una situazione di disagio familiare. Con notevole frequenza consigliano di consultare uno psicologo. Questa lettura pregiudiziale, che muove dal riferimento al comportamento del bambino medio e mediamente estroverso, induce ad adottare, a fin di bene, da parte delle insegnanti stesse e dei familiari, strategie che sono rimedi peggiori del male. Tali strategie sono univocamente riconducibili ad una sorta di socializzazione forzata. A scuola le insegnanti s’impegnano ad evitare l’isolamento costringendo il bambino a partecipare alle attività di gruppo e ai giochi. I familiari per conto loro tentano il più possibile di farlo stare coi coetanei, organizzando incontri con altre famiglie, festicciole, ecc. La conseguenza di tutto ciò è che alcuni bambini introversi subiscono la socializzazione forzata come un martirio e sviluppano, nel loro intimo, un desiderio sempre maggiore d’isolamento, una sorta di angoscia claustrofobica incentrata sulla fantasia di fuggire il più lontano possibile, e, purtroppo, un odio indifferenziato, conscio e inconscio, nei confronti del mondo.

 
 
Ed era esattamente così che mi sentivo. Più cercavano di aiutarmi e più mi sentivo incompresa, rifiutata per com’ero davvero.

L’isolamento, come si è accennato, è talvolta sormontato in virtù dello stabilirsi di relazioni particolarmente significative con uno o due coetanei con cui si dà una qualche affinità. Si tratta di circostanze spesso fondamentali nel permettere al soggetto di esprimere le sue emozioni e la sua affettività in un ambito privato ed esclusivo. Ma esse comportano qualche rischio. I bambini introversi, infatti, sono esigentissimi per quanto riguarda gli affetti. Essi li sacralizzano e li idealizzano aspettandosi dagli altri costantemente comportamenti conformi ai loro, che sono corretti e scrupolosi. L’idealizzazione dell’amico o dell’amica del cuore è spesso fonte di delusioni gravi, che sopravvengono anche per futili motivi nei quali l’introverso legge un tradimento, e la cui conseguenza può essere una chiusura totale all’affettività.L’adolescenza degli introversi può risultare travagliata per molteplici motivi. Il ritardo nella maturazione dei bisogni affettivi e degli interessi sessuali accentua la loro diversità comportamentale rispetto ai coetanei.

Le ragazze introverse, che spesso sviluppano tardivamente e sembrano permanere in una sorta di limbo innocente per quanto riguarda l’altro sesso, incorrono in un giudizio familiare più sereno. Esse sono, infatti, vissute come ragazze ‘virtuose’, destinate a non creare problemi. Il rapporto con le coetanee, che in genere, cominciano ad interessarsi ai ragazzi, a curare l’aspetto estetico, a leggere riviste infarcite di pettegolezzi e di rubriche superficiali, ad ascoltare la musica leggera di moda, si deteriora ulteriormente.

 
 
Tutte le mie relazioni amichevoli sono sempre naufragate, non aveva importanza che cosa facessi per evitarlo, per preservarle. Sembrava proprio come una maledizione.
 
 
“I tuoi compagni di scuola ti hanno compromessa in una maniera davvero crudele e che non meritavi. Non meritavi tutta questa cattiveria e crudeltà. Avresti dovuto essere aiutata e non rifiutata, se ci fossi stato io non avrei mai permesso questa crudeltà, mi sarei opposto e avrei litigato pesantemente con tutti quelli che ti facevano questo. Gliela avrei fatta passare io la voglia!” disse Zaffiro, al termine del mio lungo racconto su cosa avevo passato a scuola, che comprendeva anche vari racconti delle medie e delle superiori.

Sabrina mise la testa nascosta sul suo braccio, intenerita.

“Avrei tanto voluto conoscerti ai tempi della scuola. saremmo diventati migliori amici.”

“Sì, lo saremmo stati e io sicuramente mi sarei innamorato di te.” Disse Zaffiro con gli occhi a cuoricino.

“E io di te. Mi sembra quasi di vederti, sai?” disse Sabrina. “mi sembra di rivedere me stessa a scuola, ma non sono sola stavolta, ci sei tu, più giovane, che mi parli di fronte al banco. Siamo felici.”

“Ti vedo anch’io…e sei bella. Sei bella esattamente come adesso.”




“Dio, Zaffiro…sai che ero convinta che dopo i miei ex amici, non avrei mai più raccontato la storia dell’inferno scolastico a nessuno? Non volevo mai più addossare a nessuno la mia pena, la mia angoscia, volevo donare solo felicità e non volevo deprimere più chi mi avrebbe conosciuto.”

“Ma quando amiamo qualcuno, è normale confidarsi, toglierci un peso dal cuore. Fdati, Sabry, è così, non lasciare che persone di merda, ti convincano del contrario. Loro erano sicuramente tuoi amici e ti volevano bene, ma non abbastanza. Non potevano mai amarti come tu avresti voluto.”

“Sì..e di questo mi sono accorta, alla fine. Sono contenta di aver incontrato te, Zaffiro. Ti amo.”

“Ti amo tanto anch’io.” Disse Zaffiro, unendo le labbra a quelle di Sabrina, in un bacio romantico.

















Note dell'autrice: 

lo so, è molto pesante come capitolo, ma credetemi, l'esperiemza della scuola è davvero infernale xd e a me fa incazzare davvero tantissimo, in maniera pesante, che si giustifica sempre la cosa con: ma sono ragazziiiiii, questa cosa ti aiuta a crescere, i ragazzini sono così, non devi prendertela, devi reagire, non devi farti mettere i piedi in testa ecc "

C'è davvero una sorta di menefreghismo generale, le persone che subiscono questo tipo di bullismo a scuola, non vengono mai difese e per pararsi il fondoschiena dicono frasi di questo tipo: deve imparare a cavarsela da sola perchè lo aiuta a crescere e invece no, sono dell'idea che l'ambiente scolastico dovrebbe aiutare le persone che non riescono a venirne fuori da soli, non dovrebbe condonare questi comportamenti, perchè sono cose che possono rovinare per sempre la vita di una persona che anche a causa di questo anche quando crescerà,non potrà mai riuscire ad avere delle relazioni sane a causa dei traumi che ha avuto nell'infanzia e nell'adolescenza!

I professori e le maestre dovrebbero condannare da subito questi comportamenti e invece se ne lavano le mani!! Non è giusto!

Ho scritto questo capitolo anche per aiutare le tante persone che sicuramente avranno provato le stesse cose e si sono sentite dire che dovevano farcela da soli!!

M asoprattutto ho voluto scrivere stralci di articoli anche per aiutare le tante persone che si saranno chieste tantissime volte cosa non andava in loro. Non siete dei malati di mente, purtroppo è la troppa introversione, la troppa sensibilità e una certa insoferenza all'ambiente scolastico troppo chiassoso e ai rumori forti e inquinanti. che vi provoca insofferenza

 

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Capitolo 5
*** Outsider - il corteggiamento ***


Pov Zaffiro.
 


Quando conobbi Sabrina, ci volle molto, prima che riuscisse a confidarsi con me…

Mi guardava di sbieco, di nascosto, ma non in maniera insistente, mi guardava in modo quasi timido, ma curioso.

Le sue occhiate mi infiammavano..

Ero sorpreso. Come poteva, una ragazza del genere, una ragazza capace di farti infiammare solo guardandoti, senza dire nulla, essere ancora single?

Mi accorsi poi dopo tempo, che gli altri non vedevano Sabrina come la vedevo io.

Sabrina era un outsider.
 
 
Un outsider è una persona che sta fuori.

Una persona che è parte del mondo, ma al contempo ne è fuori, è un estraneo nel nostro mondo e nel modo di pensare, fuori dalle regole, fuori dalle abitudini.

Gli outsider vengono spesso riconosciuti e se non sono loro a isolarsi dagli altri perché si sentono troppo sbagliati, ci pensano gli altri a farlo.

È difficile comunicare con un Outsider.

Si ha sempre paura di dire la cosa sbagliata e che potrebbe ferirlo e spesso si incappa proprio in questo errore. Non importa quanto tu cerchi di non farlo, sembra una predisposizione genetica. L’anima dell’outsider non è predisposta geneticamente per entrare in sintonia con gli altri.

È quasi impossibile amare un outsider e farlo sentire amato. È come se si portasse una maledizione addosso.
 
 
Forse anche io sono un po’ un outsider, o quasi. So solo che non avevo dovuto sforzarmi per capire l’anima di Sabrina..e quando lei finalmente riuscì ad aprirsi un po’ con me e a raccontarmi anche di tutte le volte in cui le sue relazioni erano state fallimentari, le dissi sinceramente:

“Tu meriti qualcuno che ti dica che non riesce ad immaginare un mondo senza di te.”
 
Lei mi guardò con l’aria di chi aveva sognato per una vita di sentirsi dire parole del genere, ma non era mai successo.

Forse si ricordava di averlo preteso e magari i suoi amici le avevano detto che pretendeva troppo dagli altri.

Forse se lo era sentito dire così spesso da auto convincersi che era così.

Ma per nessuno dovrebbe essere così.
 
 
 
 
*

Sabrina cominciò anche a raccontarmi dei suoi amori. Erano tutti amori platonici. Mi raccontò anche del grande amore della sua vita, un amore ai tempi della scuola.  Lui non lo ha mai saputo. Ciò non gli impedì comunque di deluderla continuamente e ripetutamente. Sabrina non seppe mai se segretamente la ricambiava o no, perché il ragazzo alternava sorrisi a strane occhiate dubbiose, fino a quando cominciò a fare fatica a salutarla, quando la incontrava talvolta, dopo anni, al di fuori dalla scuola. Una grande amicizia che finì nell’indifferenza totale.
 
“Quando qualcuno che ami, si comporta in questo modo, è difficile da sopportare.” Le dissi.

Sabrina mi sorrise e capì che lei mi era grata, perché io a differenza di molti, non le stavo criticando il suo aver permesso a molti di approfittare della sua bontà, ma anzi, le dicevo di capire la sua infelicità, perché sì, quando qualcuno che ami, si comporta così, è davvero difficile da sopportare.
 
 
 
 
 
 
*

Cominciai ad aver bisogno di Sabrina come dell’aria che respiravo. Lei sembrava abituata al fatto che nessuno avesse mai bisogno di lei, perché tutti la trovavano pesante, infelice, scomoda, noiosa, scorbutica…

Ma io invece ero affascinato dalla sua profondità, dalla sua malinconia, dalla sua intelligenza, dalla sua mente, dalla sua dolcezza e dai suoi sorrisi.

Un giorno riuscìì a convincerla a bere qualcosa in un pub. Lei non usciva mai con nessuno e questo mi fece sperare che almeno un po’ potevo magari piacerle.
 
Eravamo in un pub, seduti ad un tavolino e io non ce la feci più.

Le toccai entrambe le mani, come un patetico innamorato dell’800.

Lei sembrò arrossire e mi guardò.

Ma non ritirò le mani.

“Scusami. Ti ho imbarazzato?”

“No..no..” disse lei.

Era una pessima bugiarda.
 
 
 
 
 
*

Non riuscivo a dirle che ero innamorato di lei. Sapevo che forse lei pensava che ero un’altra delusione, come tutti gli amori di cui lei si era infatuata e che l’avevano poi respinta.

Non volevo essere uno dei tanti, ma stavo anche io cominciando a pensare a me, come a un outsider.

Fuori dal mondo. Quasi un numero primo.

Possono due numeri primi avvicinarsi e amarsi? Mi chiedevo.
 
Dovevo partire per dei viaggi e mi venne il ghiribizzo di scrivere a Sabrina delle lettere. Era stata lei a dirmi che facevo questo con i suoi migliori amici, che a stento ora sentiva.

Non me la presi. Anzi, mi sentivo lusingato. Pensavo che così avevo lo stesso l’esclusiva. Se ci fossimo fidanzati un giorno, avrei ricordato sempre le lettere come l’inizio del nostro innamoramento. L'unico a cui aveva scritta una lettera, che era poi diventato il suo fidanzato..non un amico.
 
In realtà però poi, mi resi conto che avremmo anche potuto non metterci insieme mai, ma questo momento sarebbe restato per sempre NOSTRO.

Amavo Sabrina, in questo momento, mentre le scrivevo, questo momento era pura emozione, era anche più del desiderio, dell’amore carnale. Scrivere a lei ora, era pura emozione e poesia.
 
“Amica mia, quanto costa una bugia. Un dolore che dividiamo in due, tra noi.”

Era un pezzo della canzone del mitico Celentano.
 
Sapevo che avrebbe colpito al cuore, all’anima, di Sabrina.Sapevo che avrebbe colto la profondità in questa frase e che l’avrebbe emozionata, ma avrebbe avuto paura di domandare, di chiedere cosa fosse.

Mi sentivo come uno di quei ragazzi che andavano in guerra e scrivevano lettere alla loro donna.

Alla loro innamorata.

Ti amo, Sabrina.

Aspettami.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** L'imbarazzo di chi guarda ***


Pov Sabrina



Mi sentivo a disagio e in colpa mentre raccontavo a Zaffiro cosa era successo quella mattina.

Ero andata al lavoro – facevo la barista – come ogni mattina , a partire da mezzogiorno, e la televisione era sintonizzata su Forum.

La causa parlava di un padre di famiglia che aveva lasciato codesta famiglia per diventare DONNA. Aveva ancora il viso di un uomo, ma stava facendo a piccoli passi l’operazione per diventare donna. Aveva già il seno, anche se non lo notai. Forse per via della maglia larga. Se non l’avessero detto, non lo avrei capito.

Capii poco della causa, ma il padre stava cercando di convincere il figlio ad amarlo ugualmente, perché lui era sempre papà.

Io ero d’accordo. La gente dovrebbe essere libera di fare quello che vuole. Si può non essere d’accordo, soprattutto se sei figlio, ma mai imporre qualcosa a qualcuno. Se quell’uomo non stava bene con sé stesso, perché avrebbe dovuto sacrificarsi per il figlio o la moglie?

Ad un certo punto, l’uomo si mise il rossetto per dare una dimostrazione al figlio, che lui era ancora suo padre, anche con il rossetto.

Il figlio continuava a gridare di toglierselo, perché faceva schifo, non lo voleva vedere o parlare con lui così.
 
Io mi sentii in imbarazzo fortemente e in colpa. Se la pensavo così, perché mi ero sentita in imbarazzo? Ero forse un’ipocrita?
 


Quando tornai a casa, ne parlai con Zaffiro, che, come al solito, trovò le parole per farmi sentire meglio.

Eravamo seduti sul divano, mentre mi diceva:
 
“In verità, se tu la pensi così, continuavi a pensarla così anche in quel momento. L’imbarazzo che hai sentito non era di schifo, ma di empatia. Non ti vergognavi di quell’uomo, ma temevi l’umiliazione da parte degli altri. Ti dispiaceva assistere a tanti giudizi su quell’uomo, ti dispiaceva per lui.”

Lo abbracciai. Il mio Zaffiro riusciva sempre a capirmi.

“Vorrei che tutte le persone che provano questo, potessero sentire queste parole.” Dissi.

“Quando finalmente la smetteremmo di crocifiggere o aver paura di chi è diverso, non avremmo più bisogno di sentire parole come queste.” Disse Zaffiro dolcemente, accarezzandomi i capelli.

















Note dell'autrice: 

Spero vi piaccia il capitolo e spero che abbiate capito che non è un capitolo CONTRO le persone diverse, ma tutto il contrario! Non facciamo gli ipocriti..a quanti è capitato di proteggere le idee delle persone "diverse"  e lo metto tra virgolette perchè per me tutti siamo diversi a ogni modo e tutti siamo uguali, e poi provare imbarazzo in certi ambiti

io sono convinta che spesso non siamo noi a vergognarci, ma è più il timore di come verranno visti da altre persone, quindi una preoccupazione empatica..subiamo il giudizio come se fossimo noi.

Ora devo andare, non so come sia venuto il capitolo perchè l'ho scritto mentre sto stronzo del vicino stava falciando l'erba. Non vi scrivo neanche il nervoso che mi è venuto ^^

 

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Capitolo 7
*** La dichiarazione ***


“Mi piaci tu, solo tu.” Le dissi ad un orecchio, finalmente, un giorno.

Dio..ero tornato adolescente? Peggio, ero tornato nell'800, che non riuscivo a dire ad una ragazza, che mi piaceva, guardandola negli occhi?

Ma Sabrina non mi piaceva solo..io la AMAVO. Amavo la sua anima, la sua timidezza, la sua testa, benchè a lei non piacesse..quella sua grande capacità di risollevarsi da ogni crisi e ogni delusione, la capacità di perdonare, anche dopo tanto tempo..la capacità di cercare sempre di capire perchè succedeva una tal cosa o perchè una persona si comportava in tal modo..la sua passione per la spiritualità, la sua indignazione per le ingiustizie, la passione per la conoscenza e per l'elevazione dell'anima...il suo amore per L'AMORE.

- Mi piaci solo tu - gli dissi.

E quella fu la mia dichiarazione.

Ci baciammo.

Un bacio romantico, passionale, dolce.

“Ti amo..ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti..” le sussurrai.

Sì, perché anche se non avevo la coscienza elevata alla quinta dimensione, come mi piaceva scherzare sempre, con Sabrina, non ho mai sentito una cosa più certa di questa.

La mia anima ha viaggiato per così tanto, per ritrovarla.

Le anime gemelle esistono, e spesso devono rincorrersi per tantissimo tempo..vite intere!

Ma quando si rincontrano, il loro amore brucia ancora come la prima volta.

È un amore che non si spegne mai.
 
 

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Capitolo 8
*** Il nostro nido d'amore ***


Ho sempre avuto una specie di ossessione. La casa in cui stavo avrebbe dovuto rispecchiare delle caratteristiche, soprattutto il mio lato romantico e dare l’impressione e sensazione di una casa accogliente.

Pur non essendo una persona materiale, sono sempre stata dell’idea che anche gli oggetti potessero darti un’idea romantica di come vorresti vivere la vita.
Per esempio:  

il caffelatte.

Il caffelatte accompagnato da una bella tazza, era romantico, se bevuto assieme al tuo ragazzo o anche solo un’amica.

Nei racconti d’amore ho sempre amato il momento della colazione.

Dava un’idea intima, di casa. Il momento più felice della giornata.

Zaffiro era d’accordo con me in questo.

E ogni mattina ci ritagliavamo il nostro momento caffelatte.

Mi comprò due tazze rosse, che erano bellissime, soprattutto guardandole con dentro il caffelatte.

Le serviva con un vassoio rosso, con foglie autunnali a fare da cornice.


 
 
 
 
Sia io che Zaffiro, amavamo il tepore del camino che riscalda la casa e soprattutto puff e cuscini a pochi passi, decidemmo di esaudire anche quel desiderio.
 


La vasca idromassaggio era un altro nostro desiderio comune.

Confessai a Zaffiro la mia fissa per bere champagne e frutta fresca a bordo vasca, magari in coppia e lui si disse d’accordissimo con questa mia fantasia.
 


Un’altra cosa che volevo provare e avere da matti, era la scala a scivolo nella nostra casa e prendemmo anche quella.
 
 
 
Io penso che la propria casa deve essere un pezzo del tuo cuore, il tuo rifugio, la tua anima. Non ha senso renderla uguale a quella di tante altre. Non deve essere impersonale!

Se hai delle fantasie, devi fare in modo di esaudirle!

Se poi dividi questa casa con la tua anima gemella, dividere la bellezza della tua casa con lei, diventa più di una favola.
Un sogno diventato realtà!

















 Note dell'autrice: 

Ragazzi, questa storia è finita! xd o forse no ahhah diciamo che tutto quello che volevo scrivere, l'ho scritto fino adesso..non aveva una trama e questo l'ho premesso da subito..quindi sapevo che sarebbe finita presto ^^ 

E allora perchè l'hai scritta, direte voi? Beh! Questa storia è stata un pò un sogno, mi è piaciuto scrivere di un sogno, sperando di far sognare anche voi e tutte quelle persone che si sentono estranee nel mondo e non capite, ma che sognano sempre in cuor loro la favola e l'anima gemella! Mi ha fatto bene scriverla e spero ha fatto bene a voi leggerla! A volte devo dire che non è stato facile, perchè ho messa tanto di me stessa in questa storia, scrivendo anche di tanti miei traumi, come è stato come il fatto della scuola per esempio..e spero lo stesso che questo sia servito per aiutare tutti quelli che hanno questo problema!!

Come dicevo, non mi sento di continuarla, anche perchè tratta un tema, che a volte è difficile per me..la tanto agognata anima gemella!!

Spero comunque che vediate questa storia più come una storia d'amore con questa ragazza che ha trovato il lieto fine, non solo come una storia espressione dei miei desideri, questo ci tengo, io quando scrivevo, oltre a metterci una parte di me stessa, mi piaceva immaginare che le persone che scrivevo fossero entità a sè, oltre che l'espressione dei miei desideri ^^

Per quanto riguarda la storia, diciamo che per adesso, metto questa storia conclusa, se dovessi essere ispirata a scrivere altri capitoli, li scriverò ^^ Link se spariscono le immagini:

Caffelatte: https://68.media.tumblr.com/9f0e4bcf04f5cad6e2fe35a328a9fc89/tumblr_oo92ibA7Lp1t0u04do1_1280.jpg

Puff e cuscini:

https://68.media.tumblr.com/356296e8eae8ca5f9259c6dc62d95913/tumblr_oo92ivKRkn1t0u04do1_500.jpg

Vasca idromassaggio:  https://68.media.tumblr.com/33cdd944e33700cf9a6cde7de309413c/tumblr_oo92jvzpW91t0u04do1_500.jpg

Scala scivolo: 

https://68.media.tumblr.com/8191fe7396652eac84ec5440709106f6/tumblr_oo92kgmRff1t0u04do1_400.jpg

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