Quando un filosofo incontra un brigante...

di Illidan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Talete ***
Capitolo 2: *** Anassimandro e Anassimene ***
Capitolo 3: *** Eraclito ***
Capitolo 4: *** Pitagora ***
Capitolo 5: *** Parmenide ***
Capitolo 6: *** Zenone ***
Capitolo 7: *** Protagora ***
Capitolo 8: *** Diogene ***
Capitolo 9: *** Epicuro ***
Capitolo 10: *** Archimede ***
Capitolo 11: *** Seneca ***
Capitolo 12: *** Erasmo ***
Capitolo 13: *** Bruno ***
Capitolo 14: *** Galilei ***
Capitolo 15: *** Hobbes ***
Capitolo 16: *** Cartesio ***
Capitolo 17: *** Pascal ***
Capitolo 18: *** Spinoza ***
Capitolo 19: *** Locke ***
Capitolo 20: *** Leibniz e Newton ***
Capitolo 21: *** Leibniz e Newton (bis) ***
Capitolo 22: *** Hume ***
Capitolo 23: *** Diderot e d'Alembert ***
Capitolo 24: *** Voltaire ***
Capitolo 25: *** Rousseau ***
Capitolo 26: *** Beccaria ***
Capitolo 27: *** Kant ***
Capitolo 28: *** Fichte ***
Capitolo 29: *** Schiller ***
Capitolo 30: *** Schelling ***
Capitolo 31: *** Hegel ***
Capitolo 32: *** Feuerbach ***
Capitolo 33: *** Schopenhauer ***
Capitolo 34: *** Leopardi ***
Capitolo 35: *** Comte ***
Capitolo 36: *** Tocqueville ***
Capitolo 37: *** Thoreau ***
Capitolo 38: *** Marx e Engels ***
Capitolo 39: *** Kierkegaard ***
Capitolo 40: *** Nietzsche ***
Capitolo 41: *** Wittgenstein ***
Capitolo 42: *** Russell e Frege ***
Capitolo 43: *** Freud ***



Capitolo 1
*** Talete ***


Una notte, mentre passeggiava osservando le stelle pieno di meraviglia, Talete incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!- esclamò questi sguainando la spada.

-O acqua madre di tutte le cose, un brigante!- urlò il filosofo.

-Dammi tutti i tuoi soldi, avanti!- Talete gli consegnò docilmente un sacchetto tintinnante di monete. -Ah, ah! Questo è stato senza dubbio il colpo più facile della mia carriera!- sghignazzò il ladrone -D'ora in poi voi filosofi imbelli sarete facili prede di noi briganti: sono certo che questa scena si ripeterà ancora per molti anni a venire!-

Detto questo, il brigante si voltò per andarsene, ma inciampò in un sasso, gli sfuggì di mano il sacchetto e cadde in un un pozzo lì vicino.

-Ma come, rapini filosofi e anche tu come loro non guardi dove metti i piedi?- lo derise la servetta tracia.

-Dovete scusarla, prende in giro tutti quelli che cadono nei pozzi!- si scusò Talete con il brigante che annaspava nell'acqua. -Comunque, un buon bagno nel principio primo del mondo non vi farà altro che bene.- Così dicendo, il filosofo si voltó e lui e la servetta lo lasciarono solo immerso nell'arché fino al collo.

-Spero proprio di essermi sbagliato nella mia predizione…- mormorò il brigante tristemente.

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Capitolo 2
*** Anassimandro e Anassimene ***


Un giorno Anassimandro e Anassimene incontrarono un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Ti dico che ho ragione io! L'aria è il principio primo di ogni cosa!- disse Anassimene all'altro ignorando del tutto il brigante.

-No ti sbagli. L'aria è solo una parte dell'universo, un elemento limitato dal suo opposto, la terra. Anche il nostro maestro Talete fece lo stesso errore con l'acqua. Solo l'apeiron, l'infinito in cui tutti i contrari si uniscono e si annullano secondo giustizia, può essere il principio primo di ogni cosa.- ribatté Anassimandro convinto.

-Ehi, ma io vi sto derubando! Piantatela di cianciare e datemi i vostri soldi!- esclamò il brigante esasperato.

-Ah, bene, ma prima: chi pensi abbia ragione?- domandò Anassimandro.

-Ma non lo so… Di certo non quello fissato con l'aria, noi non siamo certo fatti di vento e vapori!-

-Come osi schernire l'immenso potere dell'aere infinito?- si adirò Anassimene, e un vento fortissimo si abbatté sul brigante facendolo quasi cadere a terra.

-Scusi, scusi! Allora è sbagliata quella storia dell'apeiron!- 

-Per tale insulto, sarai punito secondo giustizia dal tuo contrario.- sentenziò Anassimandro.

-E cioè?- domandò il brigante un po' intimorito dal tono solenne del filosofo. E in quel momento due mani lo afferrarono alle spalle e si ritrovò in manette.

-Ti dichiaro in arresto per ripetuto tentativo di furto!- esclamò il capo della guardia cittadina di Mileto.

Mentre il povero brigante veniva portato via, Anassimene domandò ad Anassimandro:- Lascia perdere l'universo per un attimo: quale sarà mai la causa della sua sfiga?-

 

 

 

Ringrazio come sempre tutti quelli che continuano a seguire e a commentare!

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Capitolo 3
*** Eraclito ***


Una soleggiata mattina Eraclito incontrò un brigante nei boschi attorno ad Efeso.
-O la borsa o la vita!-
-“Pólemos è padre di tutte le cose”, però non nel senso volgare in cui tu lo intendi, o stolto!- sentenziò Eraclito guardando severo il masnadiere, e se ne andò.
-Cosa? Ehi, non te ne andare, ti sto derubando!- gridò il brigante rincorrendolo stupefatto.
Eraclito si fermò e disse con voce grave:- Il denaro che oggi mi rubi domani sarebbe di un altro e poi, dopo un lungo divenire, potrebbe perfino ritornare a me e tuttavia sarebbe allora diverso: “non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va.”-
-Io… sono proprio confuso… insomma, se poi i soldi ti tornano potresti anche darmeli, no?- mormorò il brigante un po’ speranzoso.
-“Noi scendiamo e non scendiamo nello stesso fiume, noi stessi siamo e non siamo.”- declamò il filosofo ispirato, mentre il sole veniva coperto da nere nubi. 
-Eeeh... Ma perché devi essere così criptico?- domandò il masnadiere esasperato.
-Perché io sono Eraclito, l’Oscuro!- affermò il filosofo solenne con voce possente nello stesso istante in cui le nuvole oscuravano del tutto il cielo e un lampo cadeva su un albero poco lontano da loro. Questa visione e il successivo rombo di tuono misto alla risata cavernosa del filosofo atterrirono il brigante che fuggì a gambe levate, mentre il tronco dell’albero veniva divorato dal fuoco.
 
 
Pòlemos significa guerra in greco antico. Le parti fra le virgolette sono citazioni dei frammenti dei testi di Eraclito.

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Capitolo 4
*** Pitagora ***


Un giorno Pitagora incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Vuoi dunque derubarmi, stolto?- gridò Pitagora indignato.

-Certo, sono un ladro!- esclamò questi puntando la sua spada contro il petto del filosofo.

-Povero sciocco! Non sai chi hai incontrato, io sono Pitagora, il capo della setta dei matematici!- e con un gesto fulmineo gettò a terra una piccola sfera, che esplose in un bagliore di luce accecante. Quando il brigante riuscì a riaprire gli occhi, la sua spada e Pitagora erano spariti e due lame a forma di triangolo rettangolo la prima e pentacolo la seconda erano puntate alla sua gola. A reggerle erano due uomini dal viso coperto dalla tunica, simili a quelli ora disposti in cerchio attorno a loro. 

-Così tu hai minacciato il nostro maestro?- disse il primo.

-Minacciare, che esagerazione! Stavamo solo chiacchierando…- mormorò il brigante atterrito e cercando di allontanare il collo dalle lame.

-Cosa dobbiamo farne di lui, o grande Pitagora?- domandò il secondo al filosofo, riapparso dietro il gruppetto di che accerchiava il brigante. -Dobbiamo mandarlo a far compagnia ai pesci come Ippaso?-

-Calma, cari Archita e Filolao. Non dobbiamo infierire su di lui, non è neanche un acusmatico. Vive senza conoscere i numeri, che sono la natura di tutte le cose. Io direi che sarebbe giusto invece essere generosi.- rispose Pitagora sorridendo malignamente.

-Giusto, saremo generosi!- concordarono i due abbassando le lame.

-Mi lasciate libero allora? Grazie, grazie!- esclamò il ladro e fece per allontanarsi. Ma subito venne afferrato per le spalle da Archita e Filolao, mentre gli altri sguainavano le loro armi dalle peculiari forme geometriche per impedirgli di uscire dal cerchio.

-No, non sei libero di andare. Almeno, non prima di aver seguito tutti e due i corsi di aritmetica e geometria di base della scuola pitagorica, che ti sono stati generosamente offerti dal maestro, e di aver passato gli esami!- disse Filolao.

-E con non meno di 28!- rincarò Archita.

-NOOOO!!!- urlò il brigante disperato.

 

 

Risposte ai commenti:

 

Suikotsu: Ma Newton era molto sanguigno per quel che riguarda la paternità delle scoperte scientifiche.

 

Cassie_09: Grazie per i complimenti! (però sono un uomo)

 

lady dreamer: Sono contento che apprezzi, farò di certo Epicuro (prima o poi).

 

xtomx95: Ma quante recensioni che hai lasciato! Dunque ti rispondono in ordine: lo stesso Talete cadde in un pozzo e fu sbeffeggiato dalla sua servetta tracia (secondo un classico aneddoto); non odio Rousseau, anche se le sue teorie si oppongono al razionalismo illuminista e perciò non mi garbano molto; ma dai, Kant non è così tremendo; hai colto la citazione dal dialogo di Leopardi (però era fra la natura e l'islandese); perché Edipo dal nulla? Mah, un po' di nonsense in più non può far male, no? Il brigante comunque non è idiota, non più di tanto almeno, è solo perseguitato dall'in sé e per sé della sfiga (vedi Hegel).

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Capitolo 5
*** Parmenide ***


Un giorno Parmenide incontrò un brigante.
-O la borsa o la vita!-
-Mi stai rapinando perché sei un furfante, giusto?- domandò il filosofo.
-Sì, certo. Dammi tutte le dracme che hai!- replicò il brigante deciso.
-Dunque non sei onesto?- chiese Parmenide inquisitorio.
-Direi di no…- rispose il brigante, e in quel momento sentì uno strano formicolio sotto la pianta dei piedi. Abbasso il capo preoccupato e vide con orrore che questi ultimi stavano lentamente svanendo.
-Solo l’essere è, e non può non essere, e il non essere non è, e non può essere: questa è la verità!- disse il filosofo con tono solenne, a mo’ di risposta allo sguardo atterrito del brigante.
-No, no, ma io sono, io sono!- gridò questi osservando che ormai anche le sue ginocchia non si vedevano più.
-Quindi non è vero che non sei onesto?-
-Sì, non è vero; sono onesto, sono onesto, per Zeus!- Non appena ebbe pronunciato queste parole, lentamente le gambe cominciarono a riapparire.
-Bene, ringrazia piuttosto la dea Dike, la quale ci conduce al cuore della ben rotonda verità. Dato che sei una persona onesta, non hai alcun motivo di derubarmi, giusto?-
-No, proprio nessuno, per Dike!- rispose il malcapitato tastandosi le ginocchia tutto tremante.
-Buona giornata, allora.- lo salutò tranquillamente il filosofo, e il brigante corse via a gambe levate.

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Capitolo 6
*** Zenone ***


Un giorno Zenone incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Premettendo che non ti ho incontrato mentre camminavo giacché il movimento è impossibile, nella mia borsa ci sono due talenti. Li vuoi?- domandò il filosofo mostrando le due monete.

-Sì, per Zeus!- rispose il brigante allungando le mani avidamente. 

-Fermo!- esclamò Zenone colpendolo sulle mani con un regolo.

-Ahia!- si lamentò il brigante.

-Due talenti sono due volte una moneta da un talento, ma ugualmente 4 volte mezzo talento, e così via, lo ammetti?-

-Ma sì!- disse il brigante strofinandosi le mani ancora doloranti.

-Allora, procedendo con un simile ragionamento, si può affermare che prima di darti due talenti dovrei intanto dartene 1, poi 1/2, 1/4, 1/8, 1/16, 1/32…- e così dicendo mise in mano al brigante 1 talento, poi una moneta grande la metà, poi una grande 1/4 e così via.

-Non potresti darmeli tutti subito, così finiamo prima?- domandò il masnadiere esitante.

-Va bene, come vuoi!- e gli lanciò addosso una pioggia infinita di monete sempre più piccole. Il brigante lanciò un grido di terrore e venne completamente sepolto.

-Che questo ti sia di lezione contro l'accettare la divisibilità dell'essere!- disse il filosofo rivolto al mucchio di monetine. Poi fece per andarsene, ma si ricordò che il moto non era possibile e quindi si sedette su un masso a guardare la tartaruga sfrecciare davanti ad un Achille ormai sfinito.

 

 

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e commentato queste storielle nel corso degli anni. Le nuove aggiunte saranno saltuarie e disordinate, ma per un po' ci saranno ancora.

 

Buon Natale a tutti/tutte!

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Capitolo 7
*** Protagora ***


Un giorno Protagora incontrò un brigante.
-O la borsa o la vita!- gridò questi sguainando la spada.
-Oh, una rapina! Una situazione del tutto sfavorevole per me, ma fortunata per te, giusto?- domandò il filosofo tranquillo.
-Eh, direi proprio di sì.- ribatté il brigante soddisfatto.
-Bene, questo è proprio ciò che sostengo io: “l’uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, e di quelle che non sono in quanto non sono”.- affermò Protagora accarezzandosi la barba.
-Cosa?... Le cose che sono in quanto non sono…?- mormorò il masnadiere confuso abbassando la spada e grattandosi il capo con l’altra mano.
-Mi spiego meglio: questa particolare situazione non è di per sé buona o cattiva; per me è cattiva, ma per te è buona. Difatti, - aggiunse avvicinandosi al brigante – se fossi io ad essere armato – e tolse la spada di mano al brigante ancora confuso – i nostri ruoli si invertirebbero e dunque anche il nostro giudizio sulla situazione attuale. Hai capito ora?- concluse puntando la spada alla gola del brigante.
-Ehm, credo di sì…- rispose questi sudando freddo.
-Bravo, ora dammi tutti i soldi che hai!- ordinò il filosofo freddamente. Il brigante balbettò di non avere una dracma bucata. Protagora sbuffò:-E va bene, mi terrò solo la tua spada. Ora vattene, ma tieni il mio biglietto da visita: un corso di retorica da sofista potrebbe aiutarti.-
Il brigante lo prese e fuggì via, maledicendo l’assoluta non relatività della propria mala sorte.

La parte fra le virgolette è una citazione da un testo di Protagora.

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Capitolo 8
*** Diogene ***


Un giorno Diogene stava seduto di fronte alla sua botte, alla luce del caldo sole mattutino.
Un brigante svoltò l’angolo della strada ed esclamò:- O la borsa o…- Ma si fermò nel vedere che la sua vittima era un vecchio uomo dalla barba selvaggia e pochi capelli in testa che giaceva a terra, coperto di miserabili stracci, davanti ad una botte logora che probabilmente fungeva da rifugio per la notte.
-No, dai, non sono ridotto così male da rapinare i barboni…- disse fra sé e sé il brigante abbassando la spada. Il filosofo lo guardò distrattamente e con un minimo di disappunto: l’ombra del malfattore lo copriva quasi interamente.
-Anzi, mio pover’uomo, forse hai bisogno di qualche soldo, o di cibo. Posso fare qualcosa per te?- domandò il brigante al vecchio, frugandosi nelle tasche, come per cercare i suoi pochi risparmi.
-Sì: spostati un po’, mi pari la luce del sole.- rispose calmo il filosofo, per quanto fosse un po’ infastidito dalla conversazione impostagli. Il brigante guardò perplesso Diogene, e fece piano due passi di lato, continuando a osservare il suo interlocutore con curiosità.
-Non capisco, vivi per terra, in una botte, senza neanche una ciotola per l’acqua, come un cane, anzi, peggio, poiché un cane avrebbe accettato un’offerta di cibo… Pensi forse che in realtà non serva nessuna delle comodità e dei beni di cui ci circondiamo per vivere? Mah!- In quel momento le riflessioni del brigante furono interrotte dal suono di passi nella via dalla quale questi era giunto. Pensò allora di rifarsi derubando il gruppetto di sventurati che stava per girare l’angolo. Si appostò presso il muro, mentre Diogene gli lanciava un’occhiata indifferente.
-O la borsa o la…- ma il grido morì nuovamente in gola al brigante nel momento in cui si trovò di fronte Alessandro Magno circondato dai suoi generali e soldati della scorta, i quali prontamente circondarono lo sventurato.
-Miserabile pezzente, volevi attentare alla vita del nostro sovrano?- esclamò il capo delle guardie sguainando la spada. Il brigante lasciò subito cadere la sua.
-Io? No, assolutamente… era solo uno scherzo, cercavo di far ridere quel povero barbone lì per terra…- farfugliò disperato indicando Diogene. Alessandro si accorse quindi del vecchio e disse:- Dunque questi è il famoso filosofo di Corinto.- E si pose davanti a Diogene che stava osservando la scena impassibile. Il brigante approfittò di un momento di distrazione delle guardie per fuggire a gambe levate. I soldati fecero per inseguirlo, ma il loro re li richiamò.
-Lasciate perdere: quel criminale non è chiaramente una reale minaccia, anzi sembra perseguitato dal capriccio di un dio malevolo.- e queste parole furono seguite da un mormorio di approvazione ed elogi per la magnanimità del sovrano da parte dei generali. –Inoltre voglio conferire in pace con quest’uomo sapiente.-
Diogene allora ricambiò il suo sguardo, ma durante tutta la scena un solo pensiero era passato per la sua mente:“Oggi proprio tutti vogliono pararmi la luce del sole!”. 

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Capitolo 9
*** Epicuro ***


Un giorno Epicuro incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!- ruggì il brigante sguainando la spada.

-Temo di non avere molto da darti.- rispose il filosofo con calma prendendo il borsello da sotto la tunica –Non giro mai con molti soldi e oggi ho fatto pure la spesa.- Così dicendo indicò la scarsella che portava a tracolla, e svuotò il borsello nella mano sinistra: conteneva solo tre piccole monete di rame. Il brigante le arraffò, ma una smorfia di delusione si dipinse sul suo volto.

-La mala sorte mi perseguita, per Eracle! Non mi capita quasi mai che qualcuno si lasci derubare in pace, e quando succede mi toccano solo quattro soldi!- si lamentò, riponendo la spada.

-Mio buon uomo, mi dispiace per la tua infelicità, ma credo che ti sbagli: la sorte, o il fato, o gli dei, se preferisci, non hanno preso te come bersaglio per le sciagure, non più di alcun altro uomo almeno. Gli dei infatti sono esseri immortali e felici, che non si curano certo delle nostre effimere vite, essendo così aliene alla loro perfezione. E quella che tu chiami mala sorte è soltanto il caso, qualcosa di totalmente imprevedibile e incontrollabile: dunque non lamentartene, ma cerca piuttosto nella tua vita le ragioni della tua insoddisfazione.-

-Dici che sono infelice perché mi ostino a voler rapinare la gente? Ma lo faccio per ottenere tanti soldi, ehm, facilmente e potermi poi divertire per qualche giorno fra osterie e postriboli.- rispose il brigante, e aggiunse timidamente grattandosi il capo –Ecco, a dire il vero, immagino che mi piacerebbe farlo, se mai riuscissi a portare a termine un solo furto…-

-Ma anche se riuscissi una volta, dopo dovresti farlo di nuovo e saresti al punto di partenza. Non vedi piuttosto quanti dolori ti causa questa ricerca di piaceri smodati e non necessari? Per essere felici occorre in realtà molto poco: una vita frugale e modesta, priva di smanie per desideri smodati e di timore degli dei o della morte.- rispose Epicuro con calma. –Vuoi venire a pranzo da me? I miei amici mi aspettano al Giardino, saremo lieti della tua compagnia.-

E così pranzarono assieme sobriamente, mentre Meneceo e gli altri discepoli interrogavano il filosofo sulle ultime novità della teoria atomistica.
Epicuro avrebbe voluto che il brigante restasse con loro, magari trovandosi un lavoro onesto. Tuttavia, non essendo quest’ultimo un cittadino ateniese, non trovò nessuno disposto ad assumerlo per settimane: era infatti tempo di crisi e parecchie volte il brigante si sentì gridare in faccia ‘prima gli ateniesi!’. Non volendo quindi il masnadiere vivere a scrocco, ripartì.

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Capitolo 10
*** Archimede ***


Un giorno Archimede, mentre lavorava su una spiaggia, incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Spostati da lì, non toccare i miei cerchi!- gridò il fisico infuriato.

-Cosa, quali cerchi?- domandò il brigante spaesato.

-Quelli che sto tracciando nella sabbia, non li calpestare!- 

Il furfante guardò a terra e vide una serie di figure geometriche e calcoli disegnati con un bastoncino sul terreno.

-Ma che significa?- domandò stupito.

-Ah, sto cercando di trovare un modo per calcolare le aree dei settori circolari. Ma se vuoi posso farti vedere due mie grandi scoperte.-

-Se proprio ci tieni, ma poi posso rapinarti?- 

-Ma sì,  sì, certo, certo. Ti dispiacerebbe andarti a sedere su quella trave laggiù oltre a quel fulcro fatto da sassi impilati?- domandò gentilmente Archimede. Il brigante si sedette.

-E adesso che succede?- chiese.

-Aspetta e vedrai!- e dicendo questo il fisico gettò un pesante masso sull'alta estremità della trave. 

-Aaaah!- gridò il brigante mentre veniva catapultato in mezzo al mare dalla leva sulla quale si era incautamente seduto.

-Eureka! Datemi un leva e vi solleverò il mondo!- esclamò felice Archimede.

-Aiuto! Non so nuotare!-

-E tuttavia posso affermare con certezza che ricevi una spinta dal basso verso l'altro pari al peso del volume del liquido che sposti con il tuo corpo!- ribatté Archimede allontanandosi.

Il brigante annaspò nell'acqua alta per un po', finché riuscì ad aggrapparsi ad un tronco galleggiante.

-Questo galleggia, forse è meno denso di me. Eureka…- borbottò mestamente mentre la corrente lo trascinava via.

 

 

Risposte ai commenti:

 

Suikotsu: Li ho immaginati proprio così (anche se il riferimento a Ippaso affogato non è del tutto inventato).

 

defy: Grazie, quella di Zenone è una delle più recenti, però fai attenzione al fatto che aggiorno saltellando.

 

Rox_malfoy: Il dialogo fra la Natura e l'islandese, Al di là del bene e del male, davvero delle belle letture del liceo. Grazie dei complimenti!

 

Ulver: Sì, mi riferisco a quella (adoro Wittgenstein!). Ringrazio anche te per i complimenti!

 

Rhona: Sto aggiornando, solo che ora sto scrivendo storielle sui filosofi antichi, quindi i nuovi capitoli vengono messi prima dei vecchi.

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Capitolo 11
*** Seneca ***


Un giorno Seneca incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Oh che ingiustizia della vita che sono costretto a sopportare con il mio grande stoicismo! Io, proprio io che mi sono adoperato perché gli schiavi fossero trattati un po' meglio, io che ho dispensato consigli di saggezza a mezza Roma, io che ho intasato la cassetta della posta di Lucilio con tutte le lettere sul senso della vita che gli ho scritto in questi anni!- 

-Va bene, ma adesso non lamentarti troppo. Ti sto solo privando di qualche sesterzio, dopotutto…- borbottò il brigante un po' scocciato.

-Ah, intendi dire che posso permettermelo, giusto? E che male c'è ad essere saggi e ricchi? "E' segno di debolezza non riuscire a sopportare la ricchezza", come ho scritto al mio amico Lucilio.- rispose Seneca un po' offeso.

-Ecco, allora lascia che ti aiuti: se siamo in due a sopportarla sarà più facile per entrambi.-

-Ma quindi sei spietato come Nerone, e dire che ho passato anni a educarlo perché fosse un imperatore filosofo! Certo, avrei dovuto accorgermi che le cose non stavano andando proprio per il verso giusto quando ha fatto ammazzare sua madre. Sarebbe stato il caso che non lo avessi difeso in senato, ma d'altronde l'avevo già fatto quando aveva avvelenato suo fratello. Temo perciò di essere il prossimo, da quando quel deficiente di Pisone si è fatto sgamare! E ora salti fuori anche tu che mi vuoi rapinare! Basta, non posso sopportare oltre!- E con un movimento fulmineo infilò la mano destra nella tunica. Il brigante non fece in tempo a capire cosa stava accadendo, perché fu colpito in faccia da uno schizzo rosso. Non appena si fu pulito il viso riuscì a vedere il corpo del filosofo a terra in una pozza dello stesso liquido rosso, con le mano destra che stringeva il polso sinistro.

-Oh mamma! Si è suicidato! Ma io… io non volevo che finisse così! Volevo solo fare una rapina innocente, no!!!- gridò correndo via in lacrime.

Poco dopo Seneca si rialzò sorridendo furbescamente.

-Funziona sempre!- disse leccandosi il succo di ciliegia sulle mani.

 

 

La parte fra le virgolette è una citazione da un testo di Seneca.

 

Risposte ai commenti:

 

Suikotsu: Eh, era un classico, non potevo perdere l'occasione di sfruttarlo!

 

Matt2212: Adolescente non lo sono più da un po', ho 23 anni. Grazie per le lodi iperboliche, ma temo tu abbia esagerato un po'.

 

Boolmaker: Questa storia andrà avanti piano piano, magari riuscirai a leggerne ancora un po'. Grazie per i complimenti e in particolare per il tuo apprezzamento del capitolo di Hegel.

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Capitolo 12
*** Erasmo ***


Un giorno Erasmo incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Ahahah, una rapina!- scoppiò a ridere il filosofo.

-Ma che avete da ridere?- ruggì il brigante sbalordito.

-Ahah, scusate, non volevo mancarvi di rispetto.- rispose Erasmo calmandosi un po' -Dovete però riconoscere che il vostro persistere in questo mestiere sia sintomo di una certa buffa irrazionalità. Ma lasciamo stare queste considerazioni. Piuttosto, volete annusare il buon profumo di questo tulipano olandese?- domandò mostrandogli un fiore.

-Uffa, però poi vi rapino, va bene?- Ma non appena si chinò avvicinando il naso ai petali fu colpito in piena faccia da un getto di acqua gelida.

-Ahahah! Ci siete cascato come il vecchio Tommaso! A lui fa proprio perdere la testa! Che scherzo fantastico!- rise ancora a crepapelle il filosofo. Il brigante lo guardò con un'espressione di rabbia feroce sul volto bagnato.

-Siete matto da legare! Non so cosa mi trattenga dall'uccidervi!-

-Oh, quale onore che riconosciate in me un adepto della Follia, divina figlia di Pluto e Neotete che dà gioia alla vita umana! Ma suvvia - aggiunse più conciliante - non dovete farvi dominare dal desiderio di violenza, rideteci su: avrete il vostro compenso, buon uomo. In questo scrigno ci sono le ricchezze di cui dispongo.- E allungò al brigante uno scrigno di legno.

-Ah, finalmente!- disse il brigante afferrandolo. Lo aprì avido e fu colpito in faccia da un pugno a molla. Barcollò stordito mentre Erasmo riprendeva a ridere. 

-Senza il condimento della follia non può esistere piacere alcuno! Non ne convenite, caro brigante?-

-Certo… come no…- mormorò questi con un sorriso ebete sulle labbra prima di cadere a terra svenuto.

 

 

Risposte ai commenti:

 

Suikotsu: No, non sono così cattivo… In effetti volevo ottenere quell'effetto parlando degli elementi originari del mondo.

 

Ifyouknowtellme: Anche se brevi, ti sono piaciute le altre?

 

xMonnyx: Com'è andato l'esame? La tua recensione non era affatto stupida, mi ha fatto tanto piacere. Forse ci saranno anche altri aggiornamenti, chissà…

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Capitolo 13
*** Bruno ***


Questo capitolo mi è venuto diverso dagli altri, tra le altre cose per la lunghezza. Però non ho resistito alla tentazione di citare i Monty Python (se non li conoscete, cercate subito su youtube ‘No one expects the Spanish Inquisition!’).
 
Una sera, passeggiando per Venezia, Giordano Bruno incontrò un brigante.
-O la borsa o la vita!-
Bruno lo fissò con uno sguardo penetrante da sotto il cappuccio da domenicano.
-Ti sembra giusto e concorde con l’armonia del cosmo guadagnarti il desco in codesto modo, ossia deprivando altri uomini delle loro sostanze tramite l’uso inveterato e iterato della violenza?- domandò –Imperocché ogni cosa che esiste al Mondo, questa infinita famiglia di universi dei quali scorgiamo solo una minima parte nella volta celeste allorquando cala la notte, compartecipa della stessa sostanza, della stessa anima universale. Tu, io, questi ciottoli e i legni che sorreggono questa meravigliosa città sulle acqua salmastre della laguna circostante e financo i pesci e le anguille che la popolano e che spesso giungono infine nel nostro piatto per il desinare e di poi nel nostro stomaco. Dunque, non pensi tu che ogni nostra azione dovrebbe essere volta ad un miglioramento dell’armonia dell’essere, anziché ad un complessivo deterioramento, in virtù del legame esistente fra noi e il Tutto?-
Il brigante nel frattempo aveva abbassato l’archibugio e stava ascoltando con uno sguardo assai confuso.
-Non capisco…- interloquì poi. -State forse dicendo che anche i sassi sentono come me, dato che ehm… condividono quest’anima universale?-
-La tua confusione è comprensibile, brav’uomo.- rispose Bruno tranquillo. –Ho scritto una serie di libri nei quali espongo queste mie teorie, e certo il cercare comprenderle tutte in una volta sola è un’impresa non comune.- Così dicendo, estrasse dalla manica del saio un libro.
-Sai qualcosa delle recenti ricerche di Tycho Brahe e di Copernico prima di lui? Hai mai pensato al fatto che tutte queste luci nel cielo notturno potrebbero non essere altro che altrettanti soli incredibilmente lontani da noi attorno ai quali potrebbero orbitare altrettante terre? Sei a conoscenza della riforma protestante a settentrione delle Alpi? Hai mai considerato il fatto che assai difficilmente la verità potrà risiedere in unica fede che ci pone al centro di ogni cosa, ignorando non solo il resto dell’infinito cosmo, ma anche la restante parte di questa piccola sfera sulla quale viviamo? Sai come la luna ed i pianeti influenzino gli eventi sulla terra, come ad esempio le maree ed il mestruo delle donne? A proposito, di che segno zodiacale sei?-
-No, aspettate un attimo!- protestò il brigante –Così non riesco neanche a rispondervi, con tutte queste domande una in fila all’altra. Non mi aspettavo un’inquisizione spagnola questa sera!-
In quel preciso momento da dietro l’angolo balzò fuori un gruppo di clericali con alte croci e torce. Il cardinale vestito di rosso che li guidava esclamò:- Nessuno si aspetta l’inquisizione spagnola!-
-Ehm, capo- mormorò un diacono alle sue spalle –in effetti noi saremmo il Santo Uffizio Pontificio…-
-Silenzio, non mi rovinare l’entrata in scena!- gli rispose collerico l’alto prelato. In questo momento di distrazione, Bruno scambiò velocemente il libro che aveva in mano con l’archibugio del brigante.
-Voi due!- esclamò il cardinale indicando ora il filosofo e il brigante –Cosa ci fate qua fuori a quest’ora di notte?-
-Io sono soltanto un bravo padre di famiglia cattolico che va a meretrici, tanto domattina è domenica e quindi posso confessarmi.- rispose Bruno tranquillamente –E con quest’arma difendo la mia proprietà.-
-Sei veramente un uomo devoto e timorato, perdonaci per il disturbo e prosegui pure la tua serata.- rispose il cardinale congedando Bruno, il quale si allontanò.
-Quanto a te…- il cardinale fissò duramente il brigante -Cos’hai in mano?- In quel momento il brigante si accorse dello scambio.
-Eh, no, questo non è mio…- provò a discolparsi.
-Un libro?!?- esclamò il prelato disgustato –Prendetelo e portatemi quel libro!- gridò alle guardie al seguito. Mentre il brigante invocava pietà, il cardinale prese in mano il tomo e lo aprì: lanciò un grido di collera.
-La cena delle ceneri di Giordano Bruno! Maledetto eretico! Sarà proprio questa la fine che ti faremo fare!- sentenziò furibondo.
-Mi offrirete uno spuntino?- mormorò il brigante sperando di aver capito male.
-Portate la legna da ardere!- gridò nel frattempo il diacono.
-Nooo, pietà! Non so neanche leggere!- urlò il povero malfattore, ma fu del tutto ignorato dai clericali e dalle guardie.
 
Ma non finì così. Proprio mentre le guardie stavano già accumulando la legna, Giordano Bruno tornò di corsa.
-Presto, eccellenza!- esclamò rivolgendosi al cardinale. –Ho visto un pederasta sul punto di compiere atti contro natura alla fine della via qui accanto. E non è da solo! Dovete fermarlo!-
-Cosa? Grazie! Guardie! Legate quell’eretico e venite con me: questo buon cattolico farà da guardia.- ordinò il cardinale.
-Mi onorate, monsignore.- rispose Bruno. Mentre l’inquisitore e i suoi sgherri correvano senza saperlo verso l’arcivescovo di Aquileia intento ad ‘educare’ dei chierichetti, il filosofo si avvicinò velocemente al brigante, tagliò legacci e bavaglio e scambiò nuovamente l’archibugio con il suo libro.
-Mi spiace per averti fatto passare questa brutta esperienza, ma era l’unico modo per salvarci entrambi.-
-Grazie!- esclamò il brigante abbracciandolo. Subito dopo fuggirono assieme.
 

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Capitolo 14
*** Galilei ***


Visto che il capitolo precedente non vi ha scontentati, ho deciso scrivere questo in modo simile.

 

 

Una notte, mentre osservava il cielo stellato con il suo cannocchiale nelle campagne pisane, Galileo incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Ma proprio adesso dovete venire a derubarmi? Giove è appena sorto e io devo approfittarne per trascrivere nuove osservazioni sul mio taccuino.- ribatté Galilei scocciato senza staccare l’occhio dal cannocchiale.

-Ah, scusate…- mormorò il brigante.

-Lasciate perdere le scuse, datemi una mano piuttosto! I miei assistenti, Evangelista e Bonaventura, si sono dati alla macchia, quei due sfaticati. Preferiscono dormire che leggere il meraviglioso libro della natura aperto dinanzi a noi. Prendi il taccuino lì per terra, svelto!- ordinò Galilei e il brigante eseguì intimorito.

-Dunque, segna: Giove, 15 gennaio 1610, ore…- e cominciò a snocciolare una serie di dati tecnici che il brigante si affrettò a scarabocchiare. –Hai scritto? Allora, annota: posizione di Ganimede…-

-Ganimede? E chi è, un altro dei vostri allievi?- rispose il brigante confuso.

-Ma no, testone ignorante, è il nome che ho dato al nuovo pianeta che ho scoperto io quattro giorni fa!- ribatté Galilei sempre fissando il cielo.

-Ma cosa intendete con nuovo pianeta?- domandò il masnadiere -Tutti sanno che i pianeti sono sette e non più di sette: nell’Universo la Terra ferma è al centro e attorno girano il Sole, Mercurio, Venere, la Luna, Marte, Giove e… ehm, Pisolo?-

-Casomai Saturno!- ribatté Galilei finalmente lasciando il cannocchiale e guardando severo il brigante. –Non ci siamo ragazzo, non ci siamo, non sei affatto preparato in astronomia! E vorresti passare il mio esame?-

-Ma veramente…-

-Silenzio, non ti meriti neanche un diciotto per pietà! Dai, almeno un minimo delle nuove teorie astronomiche dovresti conoscerle: non sai della teoria eliocentrica di Copernico? Del sistema misto di Tycho Brahe? Questi nuovi quattro pianeti che orbitano attorno a Giove mostrano chiaramente come le teoria geocentrica tolemaico-aristotelica sia errata e quindi sia possibile che quella copernicana sia corretta, non capisci? Hai mai guardato la luna? Non vedi anche ad occhio nudo che è piena di macchie? Sono chiaramente valli e monti come quelli terrestri: non v’è reale differenza fra la materia planetaria e quella terrestre, al contrario di quanto afferma Aristotele, non è evidente?-

-Oh, insomma!- sbottò il brigante –A parte il fatto che un tale mi ha già parlato di queste due nuove teorie, io ero venuto qui per fare una rapina, non mi aspettavo certo un’inquisizione spagnola!-

In quel preciso momento arrivò correndo un gruppo di clericali con alte croci e torce. Il cardinale vestito di rosso che li guidava esclamò:- Nessuno si aspetta l’inquisizione spagnola!-

-Uffa, capo- mormorò un diacono alle sue spalle –noi siamo il Sant’Uffizio Pontificio, fatevi trasferire a Madrid se vi piace dire questa frase…-

-Ti farò trasferire in Perù se non la smetti di interrompermi!- ribatté furioso il prelato. –Voi due!- disse poi rivolto a Galilei ed al brigante –Cosa fate qua fuori di notte guardando il cielo con quello strano cilindro e… scrivendo un libro??-

-Oh, no, di nuovo!- mormorò il brigante mentre le guardie del cardinale lo afferravano.

-Cos’è questa porcheria eretica? Non ci capisco nulla.- disse il cardinale sfogliando il taccuino appena strappato di mano al masnadiere.

-Sono Galileo Galilei, e quello è il mio taccuino.- disse il filosofo tranquillo –Stavo solo spiegando a questo mio allievo testone la teoria eliocentrica.-

-E perché mai di notte? A cosa serve guardare il cielo, quando ormai tutto l’ha già scritto Aristotele? Bah, non importa, ho altro di meglio da fare che occuparmi delle stramberie di un tale che butta uova e palle di cannone dalla torre di Pisa.- ribatté sgarbatamente il cardinale lanciando il quadernetto a Galilei. –Su, andate via, circolare, non c’è niente da vedere. E cercate di tenere i piedi ben per terra, su una terra fissa, mi sono spiegato?-

Galilei annuì, raccolse il cannocchiale e se ne andò assieme al brigante, al quale mormorò nell’orecchio:- Eppur si muove!-

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Capitolo 15
*** Hobbes ***


Un giorno Hobbes incontrò un brigante

Un giorno Hobbes incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!- gridò questi puntandogli contro l’archibugio.

-Bravo, anch’io sono convinto che l’unica vera legge che regola i rapporti umani sia quella del più forte!- rispose Thomas Hobbes sorridendo.

Il brigante rimase un po’ sconcertato e il filosofo approfittò di quell’attimo di distrazione per colpirlo con il bastone da passeggio, mettendolo al tappeto.

-Però vedi, il più forte sono io!- spiegò Hobbes e si allontanò soddisfatto, non prima di aver derubato il brigante dell’archibugio e di tutti i suoi soldi.

 

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Capitolo 16
*** Cartesio ***


Un giorno Cartesio incontrò un brigante

Un giorno Cartesio incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Cogito ergo sum, questa è la prima evidenza, il punto archimedeo, siete d’accordo?-

-Cosa state blaterando?-

-Pensate forse che vi sia un’altra certezza, verità evidente all’intelletto? Dovete applicare il dubbio metodico: siete sicuro che il vostro archibugio esista?-

-Ma che domanda! Certo, lo tengo in mano, lo tocco, lo vedo!-

-Ma non potete essere sicuro dei vostri sensi, potrebbe essere un sogno. Perciò l’archibugio potrebbe non esistere!- E l’archibugio scomparve dalle mani del brigante. -Inoltre io non posso essere nemmeno sicuro che voi esistiate, dato che potreste benissimo essere un mio sogno, una mia immaginazione. Sono sicuro di avervi come idea della mia mente, ma ciò non vuol dire che esistiate necessariamente.-

-No, asp...- Ma il brigante non poté finire la frase perché svanì in una nuvola di metafisica.

 

 

Ringrazio ayay (Che tempismo! Spero tu abbia già fatto anche Cartesio!) e Suikotsu per aver commentato.

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Capitolo 17
*** Pascal ***


Un giorno Pascal incontrò un brigante

Un giorno Pascal incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Oh, misera canna pensante! Come dev’essere buia e tetra una vita come la vostra!- lo compianse il filosofo tossendo paurosamente.

-Ma no... Vi assicuro che, tranne per qualche disavventura capitatami di recente, sono piuttosto felice della mia vita.- rispose il brigante perplesso.

-Ma la vostra felicità è falsa e apparente perché proviene dai divertissements. Voi credete in Dio?-

-Ecco, io... non ci ho mai pensato seriamente...-

-No, voi, visto il mestiere che fate, non credete di certo! Povero ateo che non siete altro! Vi compatisco: la vostra vita dev’essere terribile poiché vivete nella miseria della condizione umana e per giunta privo di Dio. Ma dovete scommettere su Dio: ecco, leggete questo.- disse Pascal dando un libretto al brigante -È solo un abbozzo di una mia opera che spero di riuscire a completare. Ma vi spiegherà comunque come diventare una persona migliore. Arrivederci.-

E così il filosofo si allontanò mentre il brigante cominciava a ragionare sull’eventualità di tornare a frequentare la sua parrocchia. Solo in seguito si accorse di essere stato messo nel sacco ancora una volta e sfogò la sua rabbia bestemmiando come un turco.

 

 

Ringrazio tutti quelli che hanno commentato:

 

Doralice: Mah, verrebbe un libro un po’ troppo piccolo... Per non parlare dello stile, anche se è vero che ormai pubblicano di tutto!

 

May90: Grazie! Però stavolta il brigante non le ha prese!

 

Livin Derevel: Direi che è tutto merito dello studio intensivo e ossessivo a cui mi ha costretto la mia prof di filosofia: per sopravvivere dovevo pensare a qualcosa che facesse ridere!

 

Suikotsu: Non sarà l’ultima volta che scomparirà.

 

DeathTheKid: Non credo di essere così bravo, ahimè!

 

Agata_Fisch: Sei senza parole, eh?

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Capitolo 18
*** Spinoza ***


Un giorno Spinoza incontrò un brigante

Un giorno Spinoza incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-In base alla proposizione XXII della Parte Quarta della mia Ethica ordine geometrico demonstrata, “Non si può concepire alcuna virtù anteriore a questa, allo sforzo cioè di conservare se stessi”, poiché infatti lo sforzo di conservare se stesso è l’essenza stessa di una cosa, come afferma la Proposizione VII della Parte Terza, “Lo sforzo con cui ogni cosa cerca di perseverare nel suo essere non è altro che l’essenza attuale della cosa stessa”, di conseguenza scelgo necessariamente di conservare me stesso comportandomi in maniera conforme alla proposizione LXV della Parte Quarta, “Sotto la guida della ragione noi seguiremmo il maggiore di due beni e di due mali il minore”.-

-E quindi...?- domandò il brigante, che si era perso in mezzo a quel lungo e arzigogolato discorso.

-E quindi vi do la mia borsa in maniera tale da salvarmi la vita.- rispose il filosofo e consegnò la sua borsa al brigante.

-Oh, finalmente!- esclamò questi felice afferrandola e aprendola per controllarne il contenuto. Tuttavia ebbe un’amara sorpresa. -Ehi, ma qui ci sono solo lenti e occhiali!- gridò furioso mentre frugava nella borsa con il capo chino.

-Certo- rispose Spinoza -io faccio il tornitore di lenti per guadagnarmi da mangiare.- E colpì il brigante in testa con l’Ethica ordine geometrico demonstrata così forte che il colpo fu causa sufficiente dello svenimento del manigoldo. Spinoza gli tolse dalle mani la sua borsa e se ne andò borbottando:-È pur vero che in base alla proposizione XLVI della Parte Quarta “Chi vive sotto la guida della ragione si sforza, per quanto può, di ricambiare con l’Amore, cioè con la Generosità, l’Odio, l’Ira, il Disprezzo, ecc., di un altro”, ma quando ci vuole ci vuole. Necessariamente.-

 

Le parti fra le virgolette sono dei passaggi dell’Ethica ordine geometrico demonstrata.

 

Ringrazio i commentatori:

 

NerinB: Quei due arriveranno tra un bel po’ (e saranno terribili!).

 

Livin Derevel: Grazie, credo sia dovuto alla mia adorata professoressa di filosofia...

 

May90: Sì, Pascal era un bravo matematico, ma poteva evitare di fare il teologo!

 

Suikotsu: Anche tu avresti reagito così, eh?

 

Riccardo: Eh, già povero...

 

Hi Fis: Che dire dopo tutti i complimenti che mi hai fatto? Spero di mantenere sempre lo stesso livello. Per risponderti, seguirò più o meno l’ordine cronologico nella successione dei filosofi.

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Capitolo 19
*** Locke ***


Un giorno Locke incontrò un brigante

Un giorno Locke incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-AAAH!!! Un brigante!- gridò Locke atterrito.

-Har, har!- sghignazzò il brigante compiaciuto dell’effetto che aveva ottenuto sul filosofo. -Fuori i soldi, presto!-

-AIUTO! AIUTOOO!!! Mi stanno rapinando! Stanno violando uno dei miei diritti naturali! Magistrato civile!-

-È inutile che gridiate così tanto! Nessuno può sentirvi qui! Har, har, har!-

-Ne siete sicuro, giovanotto?- domandò il magistrato civile apparendo alle spalle del brigante.

-Oh, cacchio...- mormorò il brigante mentre il magistrato gli strappava di mano l’archibugio.

-Beh, vedete, io ho sottoscritto il patto sociale e perciò ho rinunciato al mio diritto di autodifesa, ma ho anche provveduto a nominare un magistrato civile che mi difendesse. Attacca, magistrato civile!- All’ordine del filosofo, il magistrato estrasse un martello da giudice e colpì ripetutamente il brigante in testa. Locke si allontanò soddisfatto, mentre il magistrato continuava a infierire sul brigante.

 

 

Risposte ai commenti:

 

Livin Derevel: Grazie, ripetiti pure (ma non troppo, o rischi di adularmi e Spinoza aveva detto che l’adulazione è un male, anche se non ricordo in base a quale dimostrazione...).

 

Suikotsu: Beh, sì che lo capivo, ma almeno tu hai sperimentato di persona cosa deve aver provato il brigante!

 

May90: Già, quasi... Ma non si può chiedere troppo!

 

Lally92: Sono contento che continui a seguirmi!

 

Mizar19: He, he! Diciamo che al brigante poteva andare peggio... Stavolta se l’è cavata solo con un po’ di mal di testa.

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Capitolo 20
*** Leibniz e Newton ***


Un giorno Leibniz incontrò un brigante

Un giorno Leibniz incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Questo è il migliore dei mondi possibili e io sono un buon cristiano. Aspettate un attimo, signor masnadiere: la Provvidenza mi salverà da voi.- affermò Leibniz sicuro.

Dopo tre ore erano ancora lì ad aspettare.

-Non è giusto...- mormorò il filosofo mogio mogio mentre dava il suo portafogli al brigante.

Ma il brigante non fece molta strada: si era allontanato di pochi passi quando fu assalito da Newton e colpito da una mazza chiodata in testa.

-Ha, ha! Sei mio, Leibniz! Lo sapevo che saresti passato di qua! Prendi questo! E questo! Chi l’ha inventato il calcolo infinitesimale per primo? Chi, filosofo di quarta categoria?- gridò Newton mentre menava colpi terribili al povero brigante, che emetteva rantoli confusi cercando di chiarire l’equivoco.

Leibniz si allontanò quatto quatto ringraziando mentalmente la Provvidenza di averlo salvato da quell’inglese fuori di testa al piccolo prezzo del suo portafogli vuoto.

 

 

Risposte ai commenti:

 

Livin Derevel: Grazie ancora per le tue lodi!

 

Mizar19: Hum... Che sia una reminescenza inconscia? (Vedi Platone...)

 

Suikotsu: Direi proprio di sì!

 

May90: Non ho pensato proprio ai pokemon, ma ora che me lo fai notare... in effetti...

 

Evening_star: Ma salve! Mi mancavano le tue recensioni! Stavolta il brigante aveva quasi vinto, contenta? Ah, una curiosità: com’è che hai già fatto Locke e non gli altri?

 

Ethelweiss: Hume arriverà a suo tempo e ti confesso che pure io avevo pensato qualcosa di simile, ma poi ho cambiato idea... Ma non ti dico in che senso per non rovinarti la sorpresa!

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Capitolo 21
*** Leibniz e Newton (bis) ***


Un giorno Leibniz incontrò di nuovo il brigante.
-O la borsa o la… Oh, no! Ancora voi!- gridò spaventato.
-State calmo, buon uomo, non avete da preoccuparvi per la vostra incolumità, Isaac è molto impegnato a far stampare un suo libro al momento.- rispose tranquillo il filosofo, vedendo l'apprensione del brigante al ricordo delle bastonate ricevute.
-Ah, meno male!- mormorò sollevato.
-Volevate derubarmi, giusto?-
-Eh? Ah, sì, certo! Datemi i vostri soldi! Anche se non avevate molti l'ultima volta…-
-Eccezionalmente, oggi ho ben due talleri.- disse Leibniz mostrando le due monete -Ora state bene attento: vi darò un tallero, poi mezzo tallero, poi 1/4…-
-Ho una brutta sensazione…-
-1/8, 1/16, 1/32…-
-Ma così andremo avanti per sempre!- esclamò il brigante esasperato.
-D'accordo, allora tutto in una volta!-
-NOOO!!!- gridò il brigante coprendosi la testa e chiudendo gli occhi. Ma non accadde nulla. Quando riaprì piano le palpebre, vide Leibniz che gli porgeva i due talleri sorridendo.
-Ma… non avreste dovuto darmi infinite monetine?- domandò prendendoli stupito.
-Sì, ma la loro somma si sarebbe ugualmente ridotta a due talleri; questa è una conseguenza del calcolo infinitesimale e dello studio delle serie infinite.-
-Affascinante! Quindi questa vostra teoria…- iniziò a dire il brigante, ma venne colpito in testa dai Philosophiae Naturalis Principia Mathematica.
-NOOO!!! Non è sua, è mia!!- ruggì Newton balzandogli addosso e continuando a colpirlo col libro. -MIA, MIA, MIA!!!-
-Calmati, Isaac, calmati! Questo è il migliore dei mondi possibili, ma se continui così non lo sarà più di sicuro per questo povero malfattore! Calmati, ti prego!- gridò Leibniz disperato cercando di fermare la furia omicida di Newton. 


Risposte alle recensioni:

Suikotsu: Spero che questo seguito ti piaccia anche senza la frana. Grazie per continuare a seguirmi!

Fata Blu: C'è da dire che con Zenone e questo capitolo ho giocato in casa, attingendo dai miei studi personali (liceali e universitari). Il capitolo su Kant è stato il primo che ho scritto, quindi mi ha fatto piacere leggere che l'hai mostrato anche ad altri.

violaliena: Grazie per i complimenti, spero che ti piacciano anche i prossimi (ma nota che l'ordine dell'aggiornamento non è lineare).

gracedg: Sono contento che apprezzi!

TonyCocchi: Anch'io ho fatto il liceo classico, ho scritto la maggior parte di queste storielle proprio durante l'ultimo anno per sopravvivere a Kant, Hegel e alla professoressa.

xMoonyx: Come ho già scritto, andrò avanti finché non avrò esaurito le idee che mi sono venute in questi anni. Sono contento che ti sia piaciuto il nuovo inizio (al quale in effetti avevo pensato già più di un anno fa)!

aelfgifu: Spero di non deludere le tue aspettative!

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Capitolo 22
*** Hume ***


Un giorno Hume incontrò un brigante

Un giorno Hume incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Esiste?- domandò il filosofo tranquillo.

-Cosa?- chiese il brigante perplesso.

-La mia borsa. Se la volete, voi presumete che esista, ma l’avete vista?-

-No, ma che c’entra?-

-C’entra eccome, caro mio: tutta la nostra conoscenza proviene dall’esperienza e dunque se voi non vedete, toccate o in qualche modo avete sensazione della mia borsa dobbiamo necessariamente concludere che per voi essa non esiste. Dunque non potete chiedermela!- Il brigante lo guardò confuso senza rispondere. -Inoltre se chiudo gli occhi non vi vedo più, perciò voi non esistete più.- aggiunse il filosofo, chiuse gli occhi e il brigante sparì con un sonoro -Puff!-. Hume sorrise soddisfatto e si allontanò suonando la cornamusa e saltellando allegro con il kilt che ondeggiava.

 

 

Buon Natale a tutti, miei affezionati lettori!!!

Risposte ai commenti:

 

Suikotsu: Ti era piaciuto di più perché c’erano più combattimento e quindi botte? (Ricordi?...)

 

Livin Derevel: Non direi che in Scozia gli sia andata meglio...

 

Mizar19: Giusto, Voltaire per la sua critica all’ottimismo di Leibniz, ma il problema è che i due filosofi non sono contemporanei e perciò non si sarebbero mai potuti incontrare. Sì, lo so che di verosimiglianza qui è meglio non parlare, ma almeno una parvenza volevo conservarla.

 

Hi Fis: Kant è subito dopo gli illuministi, comunque io sono bravo, non brava.

 

May90: Beh, Newton era un po’ matto sul serio (e anche piuttosto violento da giovane).

 

NerinB: Dovrebbe solo scegliersi meglio le vittime, tutto qui.

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Capitolo 23
*** Diderot e d'Alembert ***


Un giorno Diderot e d’Alembert incontrarono un brigante

Un giorno Diderot e d’Alembert incontrarono un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Aiuto! Un brigante! Cosa possiamo fare?- gridò Diderot alzando le braccia.

-Questo libro non dà risposte!- urlò d’Alembert sfogliando freneticamente l'Encyclopédie.

-Guarda sotto B come brigante, no?-

-Non c’è nessuna voce “Brigante”, non l’hai voluta mettere!-

-Però ho scritto un articolo su “Malfattore”, leggilo, presto!-

-“Che nuoce, che fa del male. Se l’uomo è libero, vale a dire se l’anima ha un’attività che le è propria e in virtù della quale possa decidersi a compiere o non compiere un’azione, quali che siano le sue abitudini o...”-

-Silenzio!- sbraitò il brigante agitando l’archibugio. -Vi sto derubando e voi vi mettete a leggere un libro come se niente fosse? Roba da matti! Datemi i vostri soldi!-

-I nostri...- cominciò d’Alembert.

-...soldi?- finì Diderot. I due filosofi si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere fragorosamente.

-Che c’è da ridere???- ululò il brigante fuori di sé.

-Mio caro signor malfattore, finché qualcuno non compra la nostra opera letteraria, noi non abbiamo il becco d’un quattrino!- risposero i filosofi in coro.

-Anzi, non è che le interesserebbe una bella enciclopedia?- domandò Diderot.

-Già, pensi che affare: 35 volumi di puro sapere illuminista che potrà avere con 350 comode rate da sole 35000 lire l’una.- incalzò d’Alembert.

-Ma... io che me ne faccio di questa enclicope... encocipled... insomma, di questi vostri libri?- chiese il brigante dubbioso mentre abbassava l’archibugio.

-Come, che se ne fa? Potrà ampliare la sua cultura!- esclamò Diderot.

-Potrà partecipare a qualunque discussione senza fare la figura del povero ignorante.- aggiunse d’Alembert appoggiando una mano sulla spalla del brigante. -Le faccio un’esempio pratico: lei è con degli amici e a un certo punto uno comincia a parlare degli Azarecah. Lei sa cosa sono gli Azarecah?-

-No...- rispose il brigante guardando il filosofo intimorito.

-Appunto. Perciò dovrebbe stare zitto per tutto il resto della discussione, altrimenti se parlasse farebbe di certo la figura dello stupido!-

-Invece grazie alla nostra enciclopedia lei saprà che gli Azarecah sono “eretici musulmani, che non si riconoscono nessun potere, né spirituale né temporale.”- affermò Diderot trionfante chiudendo il tomo. -Allora vuole ordinarne una?-

-Io...-

-Magnifico!- esclamarono insieme i due filosofi estraendo una risma di carte e una penna. -Firmi qui e qui e qui...-

Duecento cambiali più tardi, Diderot e d’Alembert se ne andarono belli contenti e il brigante imparò che non c’è ladro peggiore di un venditore di enciclopedie.

 

Le parti fra le virgole sono passaggi dell'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert.

 

Risposte ai commenti:

 

Livin Derevel: L’avrei voluto anch’io un autografo da Voltaire...

 

Evening_star: Ma certo che sono brava gente! E se non sei d’accordo, dovrai discuterne con loro...

 

OliverHost: Non so, ci vorrebbe un filosofo pessimista e depresso che non volesse opporrre resistenza... Ma probabilmente finirebbe per far tanta pena al brigante che lo lascerebbe andare.

 

Mizar19: Beh, ma neanche stavolta le ha prese...

 

May90: Certo che ti scuso, è Natale... Ma non è che potresti commentarlo ora? O magari l’anno prossimo...

 

Suikotsu: Ogni tanto bisogna cambiare qualcosa o si rischia di ripetersi!

 

Dimenticavo una cosa...

BUON ANNO A TUTTI!!!

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Capitolo 24
*** Voltaire ***


Un giorno Voltaire incontrò un brigante

Un giorno Voltaire incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Lo sapevo di avere ragione! Leibniz aveva torto con quella stupidaggine dell’ottimismo e del migliore dei mondi possibili. Ad esempio, voi, signor brigante, siete la prova che filosofeggiare sul fine ultimo dell’uomo e del mondo è inutile: non si deve cercare un’interpretazione metafisica della realtà, invece...-

-...“bisogna coltivare il nostro giardino”!- concluse il brigante abbassando l’archibugio.

-Esatto, ma come facevate a sapere la conclusione del mio libro?- domandò il filosofo stupito.

-Perché io adoro il vostro Candide! Voi siete dunque Voltaire! Oh, ma che onore!- esclamò il brigante stringendo la mano al filosofo. -Ho letto tutti i vostri romanzi, li ho trovati splendidi! Dopo Candide il mio preferito è Zadig: il capitolo sul brigante Arbogad mi ha commosso, anch’io vorrei diventare un masnadiere così nobile.-

-Grazie, non mi aspettavo un così grande successo anche fuori da Parigi e Berlino. Ora vorrete derubarmi, immagino.-

-Derubarvi? Assolutamente no, voglio solo chiedervi un autografo!- Il brigante tirò fuori dal pastrano una penna e una copia di Zadig e le porse a Voltaire. -Ecco, scrivete:“Al brigante con affetto, Voltaire.”- Dopo che il filosofo lo ebbe fatto ed ebbe restituito il libro al brigante, questi se ne andò felice promettendo di non rapinare più brava gente, ma solo gesuiti, almeno per un mese.

 

Il passaggio sul "coltivare il proprio giardino" è una citazione dalla conclusione del Candide di Voltaire.

 

Risposte ai commenti:

 

Hi Fis: Errore perdonato, in quanto non è la prima volta (ma perché?).

 

Livin Derevel: Previsione azzeccata!

 

Suikotsu: Ma il destino non esiste!

 

Mizar19: Pensa che io l’ho avuta in classe, stavo per ridere in faccia alla prof!

 

Evening_star: Ah, già, il buon Locke è anche il padre del diritto inglese (Dio salvi la regina!).

 

Eternal_Daydreamer: In effetti la costrizione toglie il piacere ad ogni cosa...

 

OliverHost: Peraltro stava applicando la sua scoperta dell’attrazione gravitazionale universale al suo bastone e alla testa del brigante.

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Capitolo 25
*** Rousseau ***


Un giorno Rousseau incontrò un brigante

Un giorno Rousseau incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Voi pensate di usare l’archibugio che tenete in pugno come forza per determinare il vostro diritto, in quanto più forte, di prendermi la borsa. Vostra madre deve proprio avervi cresciuto male, vorrei potervi rieducare, ma ormai siete adulto, è troppo tardi. Mio caro hobbesiano, credete veramente che il diritto derivi dalla forza? Pensate veramente che io abbia l’obbligo morale, oltre che fisico, di darvi la mia borsa?- domandò il filosofo.

-Non ho capito un tubo! Smettetela con queste inutili chiacchiere sul diritto, sull’educazione e su mia madre e datemi la vostra borsa!- ribatté il brigante.

-Assolutamente no, perché ora con una forza superiore alla vostra porrò fine al vostro diritto. Forza dello stato di natura, vieni a me!!!- gridò Rousseau, ruggì e stese il brigante con un tremendo gancio destro. -Ora dovrete convenire con me che la forza non costituisce il diritto!- disse il filosofo rivolto al masnadiere svenuto. Dopodiché si batté il petto, fece l’urlo di Tarzan e se ne andò via su una liana.

 

 

Risposte ai commenti:

 

jellyfish: Kant arriva prestissimo, non temere!

 

Livin Derevel: Invece stavolta la mazzata se l’è presa sul serio!

 

Mizar19: Hai ragione, si stava abituando troppo bene senza botte...

 

Suikotsu: Beh, con gli enciclopedisti doveva finire così...

 

Evening_star: Non so cosa sia, ma non credo siano interessati...

 

OliverHost: In effetti era fin troppo facile come battuta.

 

 

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Capitolo 26
*** Beccaria ***


Un giorno Beccaria incontrò un brigante

Un giorno Beccaria incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Ah, che ingratitudine! Io vi ho salvato la vita e voi così mi ringraziate!- esclamò il filosofo con aria melodrammatica.

-Mi avete salvato la vita? Ma che dite, nemmeno vi conosco!-

-Sono il grande filosofo Cesare Beccaria, autore del libro Dei delitti e delle pene, nel quale affermo l’inutilità della pena di morte per i criminali come voi! Grazie alla mia opera, quando i governanti si decideranno a prenderla in considerazione, sarete punito solo con l’ergastolo.- rispose Beccaria -Mi aspettavo davvero un po’ più di gratitudine!-

-Scusate... Io non lo sapevo...- mormorò il brigante abbassando l’archibugio contrito.

-Bah, lasciate perdere queste inutili scuse! Mi avete profondamente offeso. Me ne vado!-

Detto questo, il filosofo girò sui tacchi e si allontanò. Il brigante si vergognò a tal punto di ciò che aveva fatto che non si rese conto di essere stato fregato per l’ennesima volta.

 

 

Risposte ai commenti:

 

Suikotsu: Forse mi sono fatto prendere troppo dall’immaginazione...

 

Riccardo: Spinoza ti annoia per via del suo metodo assiomatico deduttivo? Beh, Hume è un empirista che nega l’esistenza di ciò di cui non ha impressione, Cartesio un metafisico che dubita dell’esistenza di tutto fuorché del suo pensiero, per certi versi convergono... Anche se Hume non avrebbe mai dubitato dell’esistenza dell’archibugio che vedeva (almeno prima di chiudere gli occhi...). Sono contento che il quartetto degli illuministi ti sia piaciuto! Ma attendo ancora il tuo parere su Locke e sulla coppia Leibniz e Newton.

 

Jellyfish: Ah, il caro Jean-Jacques (un po’ matto, però)...

 

Kimi_92: Non aver paura, in realtà Spinoza è più semplice, sono io che l’ho reso volutamente contorto. Dipende tutto da come lo farà il tuo professore (la mia ci ha fatto imparare le prime 33 proposizioni dell’inizio dell’Ethica a memoria con annessa dimostrazione, non potrà andarti peggio...). Quanto alla liana e Tarzan, Rousseau è fissato con i boschi, la natura e il buon selvaggio, perciò mi sembravano azzeccati per il filosofo idealizzatore dello stato di natura contro la civiltà e la società del suo tempo.

 

OliverHost: Rousseau parla sempre di natura, di boschi, di foreste... Insomma, l’ho messo dove si meritava!

 

Livin Derevel: Quanta empatia! Sta’ attenta o finirai per incontrarli pure tu i filosofi!

 

Mizar19: Già, altrimenti si abituava troppo bene!

 

Hi Fis: Pensavo che fosse più divertente Hume con il kilt e la cornamusa!

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Capitolo 27
*** Kant ***


Un giorno Kant incontrò un brigante

Un giorno Kant incontrò un brigante.

-Buona sera, buon uomo!- salutò gentilmente il filosofo.

-O la borsa o la vita!- abbaiò il brigante puntando l’archibugio.

-Cosa mi state chiedendo, caro signore?-

Il brigante lo guardò un po’ stupito. -Mi pareva d’esser stato piuttosto chiaro...-

-Dunque volete la mia borsa. Purtroppo però ne sono sprovvisto, come vedete.-

-Ehr... Allora datemi i vostri soldi!-

-Quanti?-

-Come, quanti? Tutti!-

-Non vi sembra moralmente ingiusto chiedermi tutti i soldi per voi? Ci devo vivere anch’io!-

-Ma...-

-Basta, in nome dell’imperativo categorico vi proibisco di chiedermi tutti i soldi!-

-Va bene, facciamo 100 talleri.-

-Voi dunque, chiedendomi 100 talleri, presumete che esistano e, nella fattispecie, che si trovino nelle mie tasche?-

-Esatto, datemeli!- gridò il brigante esasperato.

-Al tempo, caro signore, infatti state commettendo un grave errore: voi affermate che l’esistenza è un predicato reale del concetto di 100 talleri, ma non è così!-

-Cosa?-

-Vedete, 100 talleri è un concetto complesso formato da vari concetti semplici tutti compossibili, come di forma circolare, d’argento, ecc.; ma l’esistenza non può far parte di questi perché altrimenti vi dovrebbero essere due diversi concetti: i 100 talleri che esistono e i 100 che non esistono.-

-Eh?-

-Mi spiego meglio: l’esistenza non può essere un predicato del concetto di 100 talleri, perciò non possiamo sapere a priori, come voi pretendete, se esistano o meno. Per di più, anche se fosse un predicato non ce ne darebbe l’esistenza reale, ma solo concettuale. In parole povere, l’esistenza logica non implica l’esistenza fattuale.-

A quel punto il brigante corse via gridando disperato:- Questa è l’ultima volta che rapino un filosofo!- Ma non fu così...

 

 

Risposte ai commenti:

 

OliverHost: Già, pensare porta molti guai!

 

Suikotsu: Eh, già, familiare... Forse è inconsciamente voluto...

 

Doralice: Grazie! Sarebbe un libriccino piccolo, ma se mi trovi un’editore...

 

Kimi_92: Chissà se e quando finirà... per allora deciderò!

 

Mizar19: Beccaria è uno dei pochi filosofi italiani degni di nota dell’illuminismo, non poteva mancare!

 

Livin Derevel: Temo che non riuscirà mai a rubare nulla... e le perle di saggezza non sono molto commestibili, purtroppo.

 

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Capitolo 28
*** Fichte ***


Un giorno Fichte incontrò un brigante

Un giorno Fichte incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Che brutto Non-Io mi ha opposto il mio Io puro al mio Io divisibile!- esclamò il filosofo.

-Non-Io, Io puro, Io divisibile??? Forse non avete capito, ma io vi sto rapinando! Fuori i soldi!- gridò il brigante irritato da quel filosofo che gli sembrava tanto egocentrico.

-Voi volete derubare me, un puro tedesco! Ho capito: siete un francese! Siete uno di quei luridi servi di Napoleone che vogliono spogliare il grande popolo tedesco, l’unico che possieda una lingua viva e il senso della libertà, poiché è capace di nutrire fede nell’illimitato, nell’infinito, nella vita universale che è immagine di Dio!-

-Eh? No, non sono un francese!- ribatté il brigante impaurito dal tono furioso di Fichte.

-Sì, che lo siete! Lurido francese, invasore, usurpatore e depredatore della terra della gloriosa nazione tedesca! Io vi ammazzo!- urlò il filosofo estraendo una pistola e cominciando a sparargli addosso. Nonostante fosse armato, il brigante decise saggiamente di darsela a gambe.

 

 

Risposte ai commenti:

 

Mizar19: Beh, come hai visto, le botte sono finite: i filosofi nell’età moderna sono muniti di armi da fuoco! Tanti auguri in ritardo allora!

 

Livin Derevel: Direi che lo è, in quanto qui il destino è rappresentato dall’autore, cioè io!

 

Suikotsu: Gli era andata bene perché Kant era fondamentalmente pacifico, ma Fichte non lo è affatto...

 

Jellyfish: Come non provare tenerezza per quel poveraccio?

 

OliverHost: In effetti non può mantenerla anche perché altrimenti io cosa scrivo?

 

Evening_star: Non ti preoccupare, il peggio che può succederti è di cominciare a dubitare dell’esistenza del mondo e a questionare sull’essere e sull’apparenza, non è tanto male... Poi se trovi un modo di riderci su riuscirai anche a evitare di impazzire del tutto: funziona, sempre che io stesso non sia già impazzito!

 

 

 

 

 

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Capitolo 29
*** Schiller ***


Un giorno Schiller incontrò un brigante

Un giorno Schiller incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Ah, caro il mio bruto!- disse il filosofo abbracciando il brigante con trasporto.

-Ma cosa fate? Lasciatemi!- gridò il brigante levandoselo di dosso.

-Mio caro uomo tutto corporeità e niente intelletto, voi siete buono! Voi potete tornare all’armonia originaria fra spirito e corpo!-

-Ma che state cianciando? Spirito, corpo, armonia... Che volete dire?- sbottò il brigante piuttosto scocciato da quelle che gli sembravano le farneticazioni di un pazzo.

-Voi potete diventare la forma vivente, l’anima bella, obbedendo alle leggi della coscienza di vostra spontanea volontà e non per costrizione! Non siete come quei maledetti intellettuali depravati senza speranza...-

-E chi sarebbero?-

-I francesi!- esclamò Schiller con disgusto.

In quel momento arrivò Fichte con la pistola in mano.

-Francesi? Dove sono i francesi?- gridò furioso e poi notò il brigante che lo fissava impietrito dal terrore. -Ancora voi! Vi uccido, lurido francese!-

-No, è un francese? Allora mi sono sbagliato!- disse Schiller costernato ed estrasse pure lui la sua pistola. -Morite, intellettuale depravato!- urlò con rabbia puntandola contro il brigante.

I due filosofi cominciarono a far fuoco insieme contro il povero brigante che scelse ancora una volta di darsi alla fuga.

 

 

Risposte ai commenti:

 

akiko: No, mi spiace, Schelling è slittato di un capitolo.

 

Suikotsu: Beh, direi nulla di buono fino a che non riesce a convincere i filosofi tedeschi di non essere francese!

 

Riccardo: Schematico e sintetico, e dici di aver avuto problemi con Kant?

 

Livin Derevel: Mmm... Prima o poi si scoprirà, ma tanto Fichte non se ne convincerà comunque!

 

PaleMagnolia: Come mi è venuta in mente? Per caso e per poter sopravvivere nelle ore di filosofia. In effetti Johannino è piuttosto furioso, mi sa che ha la rabbia!

 

Mizar19: Suppongo sia troppo spaventato dai ragionamenti senza senso dei filosofi.

 

OliverHost: Sì, ed è pure contagioso!

 

Evening_star: Ottima intuizione, ora devi solo scriverci sopra un libro di mille pagine e sarai una filosofa!

 

Prof: Sì e no... Avrai notato che qualche filosofo fa una figura migliore degli altri, anche se, è vero, tutti fregano il brigante in qualche modo.

 

Ethelweiss: Di certo Marx non se la prenderebbe con lui in quanto francese, almeno...

 

 

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Capitolo 30
*** Schelling ***


Un giorno Schelling incontrò un brigante

Un giorno Schelling incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-O spirito visibile che sei la natura quale insidia mi hai presentato oggi!-

-Zitto un attimo!- esclamò il brigante al sentire quelle strane parole. -Vorrei chiarire subito una cosa: non sono francese!!!-

-Perché mai dovrebbe interessarmi la vostra nazionalità? Io cerco l’Assoluto, l’oggetto che condensa nella sua finitudine gli infiniti incontri di spirito e natura.- rispose calmo il filosofo.

-Sì... intanto datemi i vostri soldi, avanti!-

-Voi obbedite al principio oscuro della volontà individuale ed egoistica, ma io ora opporrò a voi la mia volontà illuminata dell’intelletto, quella universale, in maniera conforme alla mia natura individuale.- Detto questo il filosofo, molto in armonia con la natura e lo spirito, estrasse la sua pistola e cominciò a sparare contro il brigante, che fuggì di nuovo gridando:- Non ce la faccio più con questi maledetti idealisti tedeschi!-

 

 

Risposte ai commenti:

 

Livin Derevel: In effetti sulla sfortuna dei briganti avrebbe molto da dire...

 

Beal95: Grazie, con questa sarò certo più rapido che con Bilbi!

 

Suikotsu: Un ottimo suggerimento, ma purtroppo non esistevano nel 1820.

 

OliverHost: Mi chiedo perché proprio quelli che vengono citati siano i tuoi preferiti...

 

Peach_93: Grazie dei complimenti!

 

Eliana1991: Beh, ora non esagerare col ridere... il pc potrebbe preoccuparsi!

 

Riccardo: Eh, già, chi non ne ha avuti...

 

Ayay: Allora prima di tutto ti ringrazio per tutti i commenti. Poi se vuoi stampare la fic fai pure, ma non portarla alla tua prof di filosofia o quella contatterà la mia (non chiedermi come, ma ci riuscirà) e io sarò fustigato! No, scherzo, al massimo ti dirà che non devi più andare su internet e per sicurezza ti toglierà la corrente a casa. L’immagine di Sailor Rousseau è veramente terrificante... Non ci avevo certo pensato mentre scrivevo... Giuro... Comunque certo che puoi fondare un fan club del brigante, ma non credo che lui verrà di persona, sta ancora scappando dagli idealisti!

 

Blue_berry: Grazie!!! Hai scritto la centesima recensione di questa fanfiction, oltre ad aver riconosciuto il mio genio, ovviamente!

 

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Capitolo 31
*** Hegel ***


Un giorno Hegel incontrò un brigante

Un giorno Hegel incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Il vero è l’intiero. Ma l’intiero è soltanto l’essenza che si completa mediante il suo sviluppo. Ne convenite, altro da me che in effetti siete me stesso sebbene insieme siate diverso in modo conforme all’evoluzione dialettica?- rispose il filosofo placido.

-Io convengo a cosa?- domandò il brigante molto confuso abbassando l’archibugio.

-Intendo dire che dell’Assoluto devesi dire che esso è essenzialmente risultato, che solo alla fine è ciò che è in verità; e proprio in ciò consiste la sua natura, nell’essere effettualità, soggetto o divenir-se-stesso. Per essere se stesso totalmente deve contenere un divenir-altro che deve venire ripreso, ossia una mediazione. È la riflessione che eleva a risultato il vero, ma anche che toglie questa opposizione verso il suo divenire; giacché il divenire è altrettanto semplice e quindi non diverso da quella forma del vero, la quale fa sì che esso, nel suo risultato, si mostri semplice; esso è, per meglio dire, l’esser ritornato nella semplicità. Ora vi è tutto, nella sua totalità assoluta dialetticamente altra eppure identica a sé, chiaro?-

-Ehm... Ecco... No.- mormorò il brigante che cominciava a sentire un forte mal di testa.

-Presentate proprio un intelletto ancora fermo all’in sé più completo, alla sensazione più semplice e grossolana! Prendete con me in esame lo Spirito della nostra condizione: voi presumete di essere un brigante e di volere rapinarmi e suppongo che siate convinto anche, nel vostro egoismo da coscienza non ancora autocosciente, che io sia diverso, altro da voi e soprattutto che sia voi che io esistiamo realmente, che la nostra essenza sia ricavabile dall’esperienza empirica e sensibile. Ma dovete farvi dialettico se vorrete comprendere appieno la vera essenza del nostro essere, giacché io e voi altro non siamo che pensiero, due concetti nati nella mente di un’autocoscienza sui diciotto anni vivente in un borgo lombardo la cui evoluzione dello spirito ha prodotto in lui l’idea, che personalmente ritengo assai frivola, di scrivere grigio su grigio brevi storie in cui fanno fugaci apparizioni i più eminenti filosofi dal momento dello spirito che si è estraniato da sé insieme a un masnadiere perseguitato dall’in sé e per sé della cattiva sorte. Capite dunque che dobbiamo giungere attraverso la mediazione alla negazione del nostro sé e comprendere la verità del per sé, cioè che siamo solo personaggi di quella che lo spirito attuale chiama fanfiction. Ma anche questa verità è tuttavia incompleta: solo con la sintesi, momento dell’in sé e del per sé, arriveremo a conoscere la vera essenza, il nostro concetto e dunque capire la conclusione che la razionalità al nocciolo di queste storie impone.-

Il brigante rimase per una buona mezz’ora assorto a riflettere su quello che aveva appena sentito. Poi disse con fare esitante:- Perciò, se ho capito bene... Ora voi dovreste prendermi a pistolettate come mi è già successo le ultime tre volte?-

-Assolutamente no!- esclamò Hegel indignato -L’essere segue la dialettica e quindi la sua dinamica esclusivamente triadica. Dunque dopo tre fasi deve cominciare una nuova triade, che in realtà era già contenuta nella precedente, sebbene sia una migliore esplicazione dell’Assoluto.- Detto questo, prese un fucile e cominciò a far fuoco contro il brigante, che fuggì come al solito, sebbene dovette ammettere con se stesso che quella volta c’era stato in effetti un cambiamento consistente.

 

 

Le parti in corsivo sono citazioni letterali da opere di Hegel. Il momento dello spirito che si è estraniato da sé è il modo astruso che usa il filosofo per indicare l’età moderna. Se molte altre cose vi sembrano incomprensibili non temete: non sono impazzito, è Hegel che scriveva così.

 

Risposte ai commenti:

 

Sk8erWithLove: Forse non si nota molto perché è fra le storie originali...

 

Suikotsu: Di Rambo no, io credo che però sia il progenitore di molti scrittori fantasy. Immaginavo che avresti apprezzato quella frase...

 

Mizar19: Eh, temo di no: dopo Hegel ci sono ancora Schopenhauer, Feuerbach, Marx, Nietzsche...

 

Livin Derevel: No, perché questo sarebbe contro lo Spirito della fanfiction!

 

Prof: Ecco, ora l’ha incontrato: c’è da piangere o da ridere?

 

Evening_star: Sì, uno francese ci sarà fra un po’...

 

Mizushipping: Un po’ tutti e due: amo la filosofia, ma mi piace molto scherzare sui sistemi filosofici più astrusi o sulle conseguenze più paradossali.

 

Lady Amber: Hegel era meglio stesse da solo, incomprensibile com’è... Feuerbach verrà tra poco.

 

Sere_86: Devo dire che io con Hegel ho uno strano rapporto: lo odio eppure ora che ho capito la sua logica non posso che apprezzarlo. Non c’è niente da fare: con lui si deve sempre essere dialettici!

 

Hikary: Ciao Alessandra! Sì, che mi ricordo! Come stai? Beh, sì, fai bene a leggere solo quelli che conosci, altrimenti gli altri non ti farebbero ridere troppo.

 

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Capitolo 32
*** Feuerbach ***


Un giorno Feuerbach incontrò un brigante

Un giorno Feuerbach incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!- esclamò il brigante.

Per tutta risposta il filosofo lo abbracciò con passione e lo baciò in bocca.

-Bleah! Ma che fate?!?- gridò il brigante scandalizzato quando riuscì a staccarselo di dosso.

-Esprimo la mia essenza universale, caro signore, ed essa è, per una delle sue tre parti, amore!- rispose Feuerbach ridendo.

-Essenza universale? Non credo affatto che lo sia: io sono un uomo come voi, ma non provo certo tutto questo vostro amore!- ribatté il brigante, che cominciava a impratichirsi con quei termini filosofici.

-Certo, ma ciò accade perché voi credete ancora in Dio: solo diventando ateo sarete libero e tornerete in possesso della vostra essenza umana, che è desiderio di sapere, volontà di vita e amore sconfinato!-

A questo punto Feuerbach cercò ancora di insegnare la sua essenza universale al brigante, ma questi scelse di darsi alla fuga, preferendo rimanere semplicemente agnostico.

 

 

Risposte ai commenti:

 

Shinji: Io... non volevo causare tanto male... sono pentito, e tuttavia continuo, dato che ti fa tanto ridere!

 

Livin Derevel: Beh, però ora ha ricevuto un po’ di conforto, no?

 

Suikotsu: Comunque il cambiamento c’è stato e dopo questo filosofo rivorrà le fucilate!

 

RahizelRathalos: Davvero? Non ci avevo pensat... Ehm, volevo dire, esatto, era questo il messaggio!

 

Noto che i commenti sono diminuiti paurosamente rispetto al precedente capitolo: devo supporre che la maggior parte dei miei lettori odi Hegel? Beh, in tal caso non preoccupatevi, tra poco arriva Schopenhauer!

 

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Capitolo 33
*** Schopenhauer ***


Un giorno Schopenhauer incontrò un brigante

Un giorno Schopenhauer incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Ecco un’altra oggettivazione della Volontà che persegue un suo desiderio insensato.- borbottò il filosofo.

-Cosa sarei?- chiese il brigante stupito.

-Una rappresentazione, un’immagine fittizia data dalla Volontà oggettivata. Tutta la realtà è Volontà, tutto è irrazionale e insensato, ogni desiderio, compreso il vostro di derubarmi.-

-Oh, ma che idiozie! Insomma, io sono perfettamente razionale quando vi chiedo il vostro denaro. E ora datemelo!- esclamò il brigante.

-Ah, siete razionale, vero? E magari anche tutta la realtà è razionale nel complesso, giusto??- domandò Schopenhauer con rabbia crescente. -Maledetto hegeliano! Vi ammazzo!!!- gridò cominciando a sparare con il fucile addosso al brigante, il quale, non tanto irrazionalmente, decise di fuggire a gambe levate.

 

 

Risposte ai commenti:

 

Livin Derevel: Beh, ora tornano le fucilate, che non sono affatto imbarazzanti!

 

Suikotsu: Potrebbe certo essere utile...

 

Lady Amber: Eh, a chi lo dici, l’esame si avvicina per tutti!

 

Thiliol: Grazie, ho sempre saputo di esserlo (notare che la mia modestia è pari a quella di Cartesio o di Hegel...).

 

RahizelRathalos: Ma povero, non è che non sia capace, solo non gliene va bene una...

 

Pocahontas: Davvero? Beh, spero di fartela rivalutare, per lo meno quella di alcuni filosofi.

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Capitolo 34
*** Leopardi ***


Un giorno Leopardi incontrò un brigante

Un giorno Leopardi incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Potreste prendermi la vita e non fare certo un’azione a me sgradita, poiché questo io conosco e sento: a me la vita è male. E d’altronde poiché quel che è distrutto, patisce; e quel che distrugge, non gode, e a poco andare è distrutto medesimamente; a chi piace o a chi giova cotesta vita infelicissima dell’universo, conservata con danno e con morte di tutte le cose che lo compongono?-

-Mah, non saprei...- borbottò il brigante -Ma so per certo che voglio i vostri soldi!-

-Va bene, prendeteli pure, per quel che valgono di fronte all’infinità dell’universo.-

Detto questo, il poeta filosofo diede al brigante il suo portafogli, che era piuttosto leggero in verità.

Tuttavia il brigante non ne godette affatto: dopo essersi allontanato di poco venne assalito da una coppia di leoni e nel tentativo di difendersi perse il portafogli del filosofo.

Mentre fuggiva gridando che non avrebbero dovuto esserci leoni nelle Marche, Leopardi raccolse il suo portafogli e osservò la scena mormorando:- Non so se il riso o la pietà prevale.-

 

Le parti in corsivo sono citazioni da alcune opere di Leopardi: quali?

 

Risposte ai commenti:

 

Suikotsu: Bah, schietto e chiaro, ma alla fine non dice niente di sensato... Stavolta niente fucilate, però!

 

Mizar19: Un ladro solo nell’intenzione, finora!

 

Brokendream: Grazie per le lodi al mio stile; quanto a Rousseau, mi sono documentato a sufficienza per farne un ritratto veritiero!

 

Prof: Forse succederà...

 

RahizelRathalos: Già, chiedere... Pessima idea! Pensa a che discorsi astrusi farebbero i filosofi solo per dire di sì!

 

Livin Derevel: Derubato lo è già stato, ricordi Hobbes?

 

Atanvarno: Beh, chissà che strano insegnamento ne verrebbe fuori... Lo sapevi che Wittgenstein in punto di morte confessò al suo allievo più fedele di aver sempre voluto scrivere un libro di filosofia tutto di battute di spirito, ma di non averlo mai fatto per mancanza di senso dell’umorismo? Ah, se solo avessi la sua intelligenza...

 

Beatrix1291: Sono contento di alleggerire il tuo fardello, peccato però che la detesti tanto.

 

 

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Capitolo 35
*** Comte ***


Un giorno Comte incontrò un brigante

Un giorno Comte incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Parbleau! Intendete derubarmi con quel ferrovecchio?- esclamò il filosofo scandalizzato indicando il fucile settecentesco del brigante.

-Ferrovecchio? Insomma, ammetto che non sia nuovo e fiammante, però ferrovecchio mi sembra un po’ eccessivo...- rispose il brigante un po’ imbarazzato.

-Ma allora a cosa serve la scienza positiva? Perché l’umanità avrebbe attraversato i due stadi precedenti, teologico e metafisico, per arrivare infine alla nuova età organica del positivismo, se non per gli indubitabili vantaggi ottenuti grazie al progresso tecnico e scientifico? Guardate il risultato della nuova produzione industriale!- esclamò ancora più esaltato Comte estraendo un fucile ultimo modello del 1830.

-Uao, che figata!- disse il brigante osservando con ammirazione il mirabile prodotto della scienza positiva.

-Avevo ragione, vero? È un fatto che questo fucile sia ottimo: reale, utile, preciso, certo e distruttivo! E ve lo venderò pure a un ottimo prezzo...- affermò Comte.

Dopo alcune ore, data la discreta ignoranza di Comte e del brigante in matematica, la contrattazione finalmente si concluse ed entrambi se ne andarono per la loro strada.

Poco dopo però il brigante volle provare la sua nuova arma e con lo sparo si staccò l’intera canna del fucile.

 

 

Risposte ai commenti:

 

akiko: Non avevo dubbi...

 

Suikotsu: Sì, ma i leoni non sono un caso, bensì una citazione colta: riesci a trovarla?

 

Thiliol: Beh, con Schopenhauer non potevo che scrivere quell’esclamazione, quanto all’ultima frase di Leopardi, praticamente sembrava fatta apposta per la mia fic!

 

Livin Derevel: Però non è stato preso a fucilate, dai...

 

RahizelRathalos: Chissà, poi magari anche lui incontra un brigante e la storia continua senza fine...

 

Fifilove: Già, almeno in questa fic quella frase è vera.

 

Pocahontas: Ha, ha! Bello il paragone con Willy il Coyote! Anche a me faceva tanta compassione quel poveraccio...

 

Beatrix1291: Poeta e filosofo assieme, infatti. Ti capisco, anch’io tra poco ho l’esame di maturità...

 

Evening_star: No, Leopardi in linea di massima non si fa in filosofia, tuttavia è indubitabile il contenuto filosofico-esistenziale delle sue poesie e della sua produzione letteraria in generale, perciò io l’ho messo fra i filosofi. I leoni invece, se hai fatto Leopardi (e lo hai fatto, come arguisco dal tuo apprezzamento nei suoi confronti), sono una citazione da un suo testo, vediamo se la trovi...

 

Nefertari83: Grazie per l’apprezzamento! Hum, dici che dovrei fare anche due sezioni precedenti? Ci penserò...

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Capitolo 36
*** Tocqueville ***


Un giorno, nei pressi di Marsiglia, Tocqueville incontrò un brigante.
-O la borsa o la vita!-
-Ah, l’ironia della sorte: sono tornato indenne da un viaggio nella democratica ma ancora selvaggia America e vengo derubato qui, nella autoritaria ma certo più colta Europa!-
-Così è la vita, monsieur. Ma cosa stavate dicendo riguardo all’America?-
-Gli Stati Uniti d’America sono uno stato giovane e democratico, è impressionante vedere come tutti i cittadini abbiano uguali diritti e doveri, possano votare e parlare liberamente. Certo, questa democrazia ha anche dei possibili difetti: dal momento che tutti hanno diritto di voto, ma non ugualmente usufruiscono della possibilità di studiare, le masse ignoranti potranno essere manovrate da demagoghi, più difficilmente potrà formarsi un’elìte intellettuale riconosciuta, o comunque resterà una minoranza priva di potere politico, e si andrà verso un’omologazione culturale che potrebbe avere effetti disastrosi sulla scienza, la letteratura e la filosofia, e quindi finanche sulla stessa libertà di pensiero.- spiegò il filosofo.
-Quindi, se ho capito bene…- disse il brigante -… in America non ci sono filosofi come voi?-
-Certamente il rischio è che ve ne siano pochi…- replicò Tocqueville.
-Evviva!- esultò il brigante abbracciando il filosofo. –Presto, datemi i soldi per un biglietto di sola andata!- esclamò puntando il fucile, dopo aver preso nuovamente le distanze.
-Ecco, vi posso dare il mio biglietto, pensavo di tornare ancora un giorno, ma…-
-Grazie!- Il brigante afferrò in fretta il pezzo di carta che Tocqueville gli stava porgendo e se ne andò saltellando e cantando.
-Non ci sono filosofi in America, impossibili da derubare!
 Non ci sono filosofi in America, ma solo gente normale!
 Non ci sono filosofi in America, andiamo a borseggiare!-
Tocqueville lo osservò allontanarsi e borbottò:- Forse avrei dovuto avvertirlo del fatto che quasi ogni cittadino americano viaggi armato… beh, pazienza.-

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Capitolo 37
*** Thoreau ***


Un giorno Thoreau, mentre camminava in un sentiero fra gli alberi, incontrò un brigante.
-O la borsa o la vita!- abbaiò questi minaccioso.
-Perché mi derubate? A cosa vi servono davvero i soldi?- domandò il filosofo senza spaventarsi.
-Come perché? Per mangiare, per comprarmi dei vestiti, altre munizioni, casomai sparassi davvero una volta; insomma, le solite cose, no?-
-Ma non vi rendete conto che questo bisogno dipende dal fatto che vivete nella società umana? Se ve ne allontanaste e sceglieste di vivere nei boschi capireste che i mezzi del vostro sostentamento materiale e spirituale non dipendono necessariamente da quei pezzi di carta e metallo il cui desiderio vi spinge ad essere violento.-
-Aspettate un attimo…- lo interruppe il brigante. -Questo vostro discorso mi suona un po’ sospetto: non sarete per caso un filosofo?-
-Mi ritengo un libero pensatore, e, come ogni essere umano, cerco un significato nella nostra vita e in quanto ci circonda.- rispose Thoreau tranquillamente.
-Oh, no! Pure in America ho trovato un filosofo!- esclamò il brigante cominciando a piangere.
-Su, su, non vi abbattete così, buon uomo.- disse il filosofo dando delle pacche sulle spalle al masnadiere che piangeva come una fontana sul proprio fucile.
-No, ma non è neanche colpa vostra: da quando sono qui mi hanno sparato addosso tutti quelli che ho provato a derubare e al porto di Ellis Island volevano pure rimandarmi indietro in quanto immigrato clandestino. Sto passando un periodaccio…- spiegò il brigante singhiozzando ancora un po’.
-Vedete però? Tutti questi vostri guai derivano dal vostro mestiere e dal vivere nella società. Guardate questo paesaggio che ci circonda: la Natura selvaggia ci può aiutare a ritrovare noi stessi molto più di quanto non facciano le città e le zone recintate dove altri uomini si barricano proclamandole loro proprietà, ma essendovi in realtà imprigionati. Solo quando ci siamo perduti, in altre parole, solo quando abbiamo perduto il mondo, cominciamo a trovare noi stessi, e a capire dove siamo, e l'infinita ampiezza delle nostre relazioni.-
Il brigante ascoltò senza ribattere i ragionamenti del filosofo passeggiando con lui nei boschi, e accettò infine il suo invito a cena.
I due convissero serenamente nella casa sulle sponde del lago Walden, e il brigante partecipò attivamente alle battaglie per la preservazione delle aree naturali ancora incontaminate. 
Poi un giorno il governo americano dichiarò guerra al Messico, Thoreau fu arrestato per il suo pacifismo militante e il brigante espulso dagli Stati Uniti d’America. Una volta in Europa, ritornò suo malgrado alla sua precedente occupazione.
 
 
Dedico questo capitolo all’autrice di Efp Melianar, dato che è stata lei a farmi conoscere ed apprezzare questo filosofo.  
 
Le parti in corsivo sono citazioni dalle opere di Thoreau.

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Capitolo 38
*** Marx e Engels ***


Un giorno Marx e Engels incontrarono un brigante

Un giorno Marx e Engels incontrarono un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Perché vuoi derubarci, compagno?- domandò Engels.

-Non vedi che siamo membri della stessa classe?- incalzò Marx.

-Compagno? Stessa classe? Ma non sono neanche mai andato a scuola!- esclamò il brigante.

-Non hai capito: intendevamo dire che sei un proletario come noi. Perciò non devi derubarci, ma essere nostro alleato nella lotta contro il capitalismo internazionale.- spiegò Engels.

-Non hai nient’altro da perdere che le catene!- aggiunse Marx con enfasi.

-Io non so cosa intendiate con proletario o qualsiasi altra cosa fosse! Datemi i vostri soldi e piantatela con queste baggianate!- gridò il brigante esasperato.

-Ah, neghi l’appartenenza alla tua classe! Traditore! Ti sei venduto ai capitalisti!- urlò Marx rosso di rabbia.-Meriti solo di morire, sporco rinnegato!-

In maniera concorde alle teorie marxiste, alle parole seguirono subito i fatti: il filosofo estrasse un fucile e cominciò a sparare addosso al brigante.

Mentre lo sventurato fuggiva di corsa, Engels cercava di fermare Marx dicendogli:- Calmati, Karl! Cerca di essere un po’ più dialettico!-

 

 

Risposte ai commenti:

 

Lady Amber: Hum, dubito, ma solo perché poi è impazzito lui stesso...

 

RahizelRathalos: Questo è assolutamente certo!

 

Suikotsu: Ti dò un suggerimento: veniva da una delle Operette morali...

 

Livin Derevel: Eh, già, proprio un mondo crudele...

 

Nefertari83: Magari il contrario, Talete che fa cadere il brigante nella buca dopo averlo fatto distrarre... Ci penserò dopo la maturità.

 

Evening_star: Fai pure, ma se i commenti saranno troppo severi, sii cauta nel riferirmeli (insomma, se ti dice che fanno venire il voltastomaco –come a te Leopardi- dimmi che le causano un leggero disturbo a livello gastrointestinale...).

 

MissProngs: Esatto, hai indovinato! Ora se azzecchi anche la provenienza di tutte le altre citazioni colte avrai in premio un elettrodomestico sponsorizzato da Auguste Comte in persona!

 

Thiliol: Eh, forse per arrivare a fine mese...

 

Beatrix1291: Ma sì, a parte per la storia della chiesa della scienza e le altre idee balzane post-romantiche, anche a me sta piuttosto simpatico. Certo che però uno scienziato che non ama la matematica...

 

Kalaea: Appariranno fra poco su questi schermi!

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Capitolo 39
*** Kierkegaard ***


Un giorno Kierkegaard incontrò un brigante

Un giorno Kierkegaard incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Oh, povero me stupido hegeliano!- esclamò il filosofo spaventato e sudando per la corsa appena interrotta.

-Hegeliano? Oh, no, per favore, non cominciate a spiegarmi il divenire dello Spirito attraverso le tre fasi del movimento dialettico! Vi prego!- supplicò il brigante atterrito.

-Ma no, che perdita di tempo! Sono cose assolutamente insignificanti e inutili per l’esistenza del singolo! Sono ben più importanti le verità soggettive di quelle oggettive! E specialmente in questo momento...- rispose Kierkegaard guardandosi alle spalle con ansia.

-Totalmente d’accordo, ma ora, se non vi spiace, vorrei derubarvi.- disse il brigante riprendendo la sua abituale flemma. Ma in quel momento si udì un urlo terribile.

-SØREN!!!-

-Oh, no, è lei! Mi ha già raggiunto!- gridò il filosofo disperato.

-Lei chi?- domandò il brigante un po’ preoccupato. Un attimo dopo arrivò di corsa una giovane donna dai capelli castani con in mano un mattarello.

-Søren Kierkegaard, ti ho trovato finalmente! Ora tu mi sposerai, maledetto!- sbraitò Regina Olsen, avvicinandosi minacciosa.

-Mi spiace cara, ma non posso proprio!- gridò il filosofo e ricominciò la sua fuga disperata.

-Fermati, vigliacco!- gli urlò contro la donna, ma questa volta Kierkegaard non provò nessuna angoscia nel decidere di correre il più velocemente possibile.

-Tutto bene, signora?- le domandò il brigante incerto.

Lei lo guardò per un istante e subito le si illuminò il viso. Lo abbracciò ed esclamò felice:- Anche tu non sei male, in effetti. Sì, ho deciso: ci sposeremo domani!-

-NOOOOOO!!!- gridò il brigante in preda alla disperazione più nera mentre Regina Olsen lo trascinava via.

 

 

Risposte ai commenti:

 

Livin Derevel: Beh, non poi tanto male rispetto ad altre volte...

 

Cherfifina96: Magari un corso di autodifesa, ma chissà se ne avrà tempo, dopo il matrimonio...

 

Beatrix_: Interessante che tu abbia parafrasato proprio un verso di Majakovskij (“Chi oggi non canta con noi/è contro/ di noi”) riferito alla dittatura staliniana. Comunque, sono d’accordo con te (sebbene Marx fosse un po’ intransigente, vedi il teso rapporto con Bakunin), è solo che per fare parodia si crea sempre un’immagine un po’ stereotipata.

 

Thiliol: Grazie, ma io sono un ragazzo.

 

Nefertari83: Che dire? Se riesco a convincere di questa cosa anche i miei professori, non avrò bisogno di fare l’orale! Grazie mille per il complimento, comunque all’università farò matematica.

 

Elisa0123: Beh, il periodo non è dei più propizi (causa maturità), ma farò del mio meglio per aggiornare.

 

Suikotsu: Eh, forse gli sarebbe andata meglio...

 

Lady Amber: Vedo che a molti è piaciuta questa trovata, pensare che l’ho scritta quasi per caso, non credevo che sarebbe piaciuta tanto!

 

Mizar19: Beh, un po’ sì, ma non è mai sufficiente a prepararlo alle insidie dei nuovi filosofi!

 

RahizelRathalos: Sì, in effetti sono un po’ nervosetti...

 

Tinebrella: Ti ringrazio per le lodi. È naturale sentire pietà verso il brigante, gliene capitano di ogni...

 

Evening_star: Dovresti chiederlo a un filosofo tedesco!

 

Cisky90: Sono contento che ti piaccia Kant, ma perché Locke ti sembra un po’ gay?

 

MissProngs: Intendi i filosofi medievali e antichi? Penso che lo farò prima o poi...

 

Lovely Laura: Grazie di quella valanga di commenti! In ogni caso, direi di sì: il brigante non riuscirà mai a rapinare nessuno!

 

Prof: Una spalla perfetta!

 

Pocahontas: Complimenti, hai commentato tutti i capitoli! E dire che detesti la filosofia... Se non è troppo personale chiedertelo, per caso avevi un prof di filosofia leggermente bastardo al liceo? Comunque hai indovinato: Voltaire mi sta molto simpatico, in quanto padre dell’Illuminismo (ho letto tutti i suoi romanzi). Di conseguenza capirai quanto amore provi per Leibniz. Quanto agli Azarecah, erano uno dei primi articoli dell’Enciclopedia di Diderot e D’Alembert. Hegel non l’ho amato neanch’io (così come la folla di filosofi romantici da Fichte in poi). E assolutamente no! Schopenhauer non è mai razionale, non dire mai quella parola in sua presenza! (Apprezzo poco anche lui, dove poco sta per ‘niente affatto’.) Dubito che il fucile di Comte fosse un made in China, perché all’epoca non c’era ancora stata la guerra dell’oppio e l’occupazione coloniale. Un’ultima cosa: cosa vuol dire ‘fagnana’?

 

Kiki May: Ogni cosa può essere noiosa o divertente, dipende da come la si guarda!

 

 

 

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Capitolo 40
*** Nietzsche ***


Un giorno Nietzsche incontrò un brigante

Un giorno Nietzsche incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Ah, voi credete di essere malvagio nel volermi derubare! Ma non sapete che bene e male sono valori creati da uomini con grande forza creatrice per il loro proprio vantaggio? Cos’è la verità, se non una creazione umana, frutto della volontà di potenza, un dir di sì alla vita?- esclamò il filosofo muovendo i baffoni su e giù.

-No, aspettate un attimo... A parte la storia dei valori e della verità, che non ho capito, io non penso di essere malvagio... Insomma, lo faccio per vivere!- protestò il brigante.

-Ma certo, voi seguite la morale dei signori e non degli schiavi, forgiata sul risentimento tarantolesco e il cristianesimo sprezzatore del corpo, platonismo per ignoranti!- disse Nietzsche esaltandosi ancora di più.

-Sì, come volete voi... Ma ora state calmo, così vi derubo e me ne vado.-

-Ah, ma così non voglio che sia! La mia volontà è libera di volere ciò che è necessario, così è per l’eterno ritorno! Ma il serpente nero non può soffocare il fanciullo creatore!-

-Eterno ritorno? Serpente nero? Fanciullo creatore? Ma vi sentite bene?- domandò il brigante con apprensione.

-Vi sembro folle? Sì, è giusto che sia così, perché il superuomo è questo, follia e fulmine!-

-Cosa? Superuomo? Ma di che parlate?-

-Io vi annuncio il superuomo. L’uomo va superato. Che avete fatto voi per superarlo?- esclamò allora il filosofo in tono solenne e con gli occhi spiritati.

-Dio mio, ne ho incontrata di gente strana, ma voi siete completamente pazzo!- mormorò il brigante un po’ intimorito da quello sguardo.

-Dio? Ha, ha, ha, ha!!! Non sai tu la grande notizia? Dio è morto! E ora si apre un orizzonte infinito di possibilità per l’uomo!- Mentre Nietzsche pronunciava queste parole, in sottofondo partì Also sprach Zarathustra di Richard Strauss.

A quel punto il brigante, atterrito da quella che gli sembrava la prova definitiva dell’infermità mentale del filosofo, se la diede a gambe urlando:- Ma non riesco mai a rapinare nessuno: questo è proprio al di là del bene e del male!-

 

La parte in corsivo è la citazione di un famoso passaggio di Also sprach Zarathustra.

 

Risposte ai commenti:

 

Beatrix_: Perché sarei impietoso? È lui che ha mollato quella povera donna, io mi limito a esporre i fatti (deformandoli giusto un attimo per strappare qualche risata...)

 

Thiliol: Non fa nulla, non sei la prima. Dev’essere anche colpa del nickname...

 

Suikotsu: Eh, già, immagino tu abbia capito da chi ho preso spunto per il carattere di Regina...

 

Uranian7­: Beh... grazie!

 

RahizelRathalos: Solo peggio di paperino? Allora non lo è ancora abbastanza!

 

Lady Amber: Beh, piuttosto direi determinata a sposarsi, con chi è un’altra questione...

 

Evening_star: Già, sono molto sadico...

 

Livin Derevel: La risposta è molto semplice: no.

 

Nefertari83: Ora l’ho finito tutto, è andato molto bene. Penso che andrò alla Statale di Milano, ma vorrei provare a mirare un po’ più in alto... Non dico altro per scaramanzia! Comunque la Olsen è stata fidanzata di Kierkegaard per un anno, poi lui l’ha mollata (il perché di preciso non lo so, il mio libro era un po’ vago, ma forse c’entravano le paturnie religiose del filosofo).

 

Mizar19: Non era proprio così, ma quanto al pericolo del brigante sono d’accordo!

 

Cisky_90: La maturità è andata molto bene, grazie per gli auguri. E infatti ora torno ad aggiornare!

 

Mizushipping: Sono contento di condividere la tua opinione riguardo a Leopardi (e inoltre penso che molti altri poeti siano filosofi mascherati). Una curiosità: anche tu hai avuto la maturità quest’anno?

 

Atanvarno: Già, gli è andata bene: è stato semplicemente rapito, senza avere affatto la possibilità di scegliere!

 

Pocahontas: Beh, forse è riuscito a scaricarla, dato che non c’è più, oppure forse lo aspetta a casa per cena...

 

Lovely Laura: Per un po’ i fucili non ci saranno più, i filosofi useranno armi più raffinate (dopo l’ex fidanzata e la pazzia incipiente, cosa pensi verrà?).

 

Kiki May: Regina ha avuto davvero un gran successo, noto! Grazie dei complimenti!

 

Miss Prongs: Come ho già promesso, sarà la mia prossima opera. Spero che questo capitoletto ti sia piaciuto altrettanto, anche senza la mitica Regina Olsen.

 

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Capitolo 41
*** Wittgenstein ***


Un giorno Wittgenstein incontrò un brigante

Un giorno Wittgenstein incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Mi spiace per voi, ma la vostra proposizione non vuol dire nulla. Avete chiaramente sbagliato a parlare.- rispose il filosofo calmo.

-Cosa?? Che vuol dire che ho sbagliato?- domandò il brigante sconcertato.

-Voglio dire che la vostra proposizione dal punto di vista logico non ha senso alcuno, in quanto non può corrispondere affatto a un sussistere di stati di cose, dato che è priva di un qualunque predicato che metta fra loro in relazione i due oggetti semplici ‘borsa’ e ‘vita’.- spiegò Wittgenstein.

-Ah... Allora ditemi se così va meglio...- Il brigante si schiarì la voce e, puntando il fucile contro il petto del filosofo, esclamò:-Se non mi date la vostra borsa, perderete la vostra vita! Perciò datemi la vostra borsa!-

-Un interessante nesso d’implicazione, sebbene per nulla affatto necessariamente vero.- ribatté il filosofo spostando l’arma con la mano.

-In che senso??- domandò il brigante un po’ spazientito.

-Nel senso che, per esempio, io potrei morire in molti altri modi e non per il semplice fatto di non avervi dato la mia borsa. La proposizione semplice ‘non vi dò la mia borsa’ non ha alcun nesso logico con la seconda proposizione semplice ‘perderò la mia vita’ fuorché quello che voi pretendete che vi sia, e d’altronde l’intera proposizione complessa non corrisponde certo a un sussistere di stati di cose, come sapete benissimo dalla vostra esperienza passata. Dunque non vi è alcuna necessità logica che io perda la mia vita, perciò non vedo perché darvi la mia borsa. Fuor dalla logica tutto è accidente, la relazione causale che pensate esserci fra queste due proposizioni altro non è che una credenza. E ora scusatemi, ma devo andare.-

Mentre il brigante lo guardava stupefatto, Wittgenstein cominciò a salire su una scala sbucata da chissà dove e svanì fra le nuvole. Subito dopo anche la scala scomparve.

Il brigante rimase in silenzio per qualche istante, poi mormorò:- Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere.-

 

L'ultima frase in corsivo è la frase finale del Tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein.

 

Risposte ai commenti:

 

Lady Amber: Croce e Gentile al liceo non li abbiamo trattati, dovrei studiarli da me: non escludo a priori di farli, ma forse più avanti.

 

Livin Derevel: Beh, a volte la follia fa più paura di un’arma...

 

Beatrix_: In effetti era un po’ fiaccato... Poveretto, avrà caldo anche lui!

 

Suikotsu: Già, girano molte voci su di lui (non le trovo tutte molto corrette, ma mi sono molto divertito a dipingerlo così!).

 

Mizushipping: E com’è andata allora la maturità? Quanto a Nietzsche, anche a me piace, solo che ogni volta che rifletto su tutto ciò che afferma, mi sembra di diventare matto pure io!

 

Nefertari83: No, non l’ho mai sentito... Comunque, sì che ho già cominciato a prepararmi per i test, io ne ho uno la settimana prossima!

 

Nous: Non penso che tu sia matto, penso solo che tu da un lato mi stia adulando troppo (paragonandomi all’illustre recanatese) e dall’altro forse abbia indovinato: potrebbe essere quello il significato della figura del brigante (di certo lo è con alcuni filosofi). In ogni caso, sono molto lusingato per il tuo tentativo di interpretazione.

 

Russkaja_Ruletka: Beh, spero che ti piacciano anche tutti gli altri.

 

RahizelRathalos: Nulla, è solo che quella è la sua parte...

 

Lovely Laura: Quel ‘mio scrittore’ mi fa sentire una specie di romanziere pieno di fan... Poi per fortuna mi sveglio e torno a scrivere queste storie!

 

Atanvarno: Più che altro ho letto Così parlò Zarathustra, ma mi sono ispirato a qualche brano della Genealogia (e ovviamente della Gaia Scienza).

 

Evening_star: La maturità è finita, ed è andata molto bene, grazie per l’interessamento!

 

Ciscky_90: Ovviamente no. E comunque è abbastanza vero che ne ha viste di tutti i colori, ma mancano ancora i filosofi di inizio Novecento!

 

 

 

 

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Capitolo 42
*** Russell e Frege ***


Un giorno Russell incontrò un brigante

Un giorno Russell incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Un interessante quesito, signore. Ma io credo di averne uno ben più intrigante. Posso esporvelo?- domandò il filosofo accendendosi la pipa in tutta tranquillità.

-Ma io veramente vorrei solo derubarvi...- rispose il brigante.

-Oh, ma è molto breve, poi avrete tutto il tempo per portare a termine il vostro dovere. State a sentire. In un paese c’è un barbiere che fa la barba solo e soltanto a quelli che non se la fanno da soli: chi fa la barba al barbiere?- chiese Russell tirando una pipata.

-Ehm... il barbiere, no?- disse il brigante ingenuamente.

-Assolutamente no. In tal caso infatti il barbiere si farebbe la barba da solo e perciò non potrebbe farsela, poiché egli fa la barba solo a quelli che non si radono da sé.- spiegò il filosofo.

-Allora sarà qualcun altro a fargliela!- esclamò il brigante.

-Per nulla affatto. Infatti, se così fosse, il barbiere non si farebbe la barba da solo e quindi dovrebbe farsela, appunto perché fa la barba a quelli che non se la fanno da sé.- ribatté Russell con un’altra pipata.

-E allora... Non lo so!!!- gridò il brigante mettendosi a piangere.

-Su, su, non vi abbattete così.- disse Frege dandogli delle pacche sulla spalla -Capita a tutti. Anche a me il paradosso di Russell ha rovinato la vita, ma che ci volete fare?-

-Ma io volevo solo rapinare qualcuno...- si lamentò il brigante fra le lacrime.

-Sì, vi capisco, io volevo solo dare un fondamento logico all’aritmetica e alla matematica intera, ma Russell ha distrutto tutti i miei sforzi.- raccontò lo sconsolato Frege.

-Mio caro Gottlob, non vi dovete buttar giù per quel paradosso. Insomma, lo si aggira facilmente con la teoria dei tipi.- affermò Russell.

-Davvero? Quale gioia!- esclamò Frege sorridendo felice -Venite a festeggiare con me, offro io!-

-Evviva questi tipi!- esultò il brigante smettendo di piangere.

E così il logico, il matematico e il brigante andarono a bere birra e a far bisboccia.

 

 

Se qualcuno fosse rimasto perplesso a causa della misteriosa scala sulla quale Wittgenstein scappava nel capitolo precedente, ora svelerò l’arcano. La scala è una citazione da una delle ultime proposizioni del Tractatus logicus-philosophicus di Wittgenstein, dove egli paragona la sua filosofia a una scala sulla quale bisogna salire per comprendere il mondo, ma afferma anche che in realtà non potrebbe essere usata perché ineffabile. Perciò la scala sparisce subito e il brigante mormora l’ultima sentenza del libro del filosofo.

 

Risposte ai commenti:

 

RahizelRathalos: No, non la farà mai!

 

Suikotsu: In effetti la scala, così come la liana, nasce da un’esagerazione iperbolica di qualcosa che il filosofo ha detto: Rousseau insiste sul ritorno alla natura, Wittgenstein fa il paragone con la scala.

 

Nefertari83: Beh, allora lo leggerò. Non so se a Wittgenstein sarebbero piaciuti i Led Zeppelin...

 

Kiki May: Sì, tra poco andrà da Freud!

 

Pocahontas: Specialmente Wittgenstein ti avrebbe perdonato il gioco di parole (tutta la sua filosofia più tarda è basata sul concetto di giochi linguistici). In ogni caso, più che pignolo, il caro Ludwig era vicino alla follia, proprio come Nietzsche.

 

Lovely Laura: Mi stavo un po’ preoccupando quando ho visto che mi davi del voi, ma meno male che dopo hai smesso. “Marchingegni della comicità” è un’espressione che mi piace tantissimo!

 

Cisky_90: Certo, alla fine sarà assai esperto, se non impazzirà prima...

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Capitolo 43
*** Freud ***


Un giorno Freud incontrò un brigante

Un giorno Freud incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Hum, interessante: voi lasciate libera la vostra aggressività, che si manifesta nel desiderio di rapinarmi, senza obbedire alle regole imposte dalla civiltà e dal vostro Super-io.- affermò il filosofo.

-Esatto, voglio rapinarvi, in barba alla civiltà e al Super-io, qualunque cosa esso sia. E ora fuori i soldi!- incalzò il brigante.

-Calma, prima avrei qualche domanda da farvi. Per esempio, che rapporto avevate con i vostri genitori?- domandò Freud estraendo un taccuino e una matita.

-Beh... Sono faccende personali, se non vi spiace...-

-Sì, certo, ma vedete, io sono convinto che voi desideriate derubare gli altri uomini perché vostro padre non vi ha mai dato fiducia e dunque voi non siete riuscito a interiorizzare i suoi comandi. Prego, potete pure accomodarvi.- disse Freud indicando un lettino comparso dal nulla alle spalle del brigante.

-In effetti, non ho avuto un padre molto presente...- ammise il brigante sdraiandosi.

-Capisco... Dunque, mi pare ovvio che voi volevate uccidere vostro padre e andare a letto con vostra madre!- dichiarò lo psicanalista.

-Cosa???- esclamò il brigante sbalordito e atterrito insieme.

-Non vi preoccupate, posso guarire il vostro complesso di Edipo non superato. Dovrete venire una volta alla settimana da me a Vienna per una seduta di psicanalisi. Intanto ecco la mia parcella per oggi.- E diede al brigante un foglietto con scritta una cifra a dir poco esorbitante, tanto che il poveraccio svenne.

-Anche taccagno... Decisamente la madre deve essere stata assente durante la sua fase anale...- borbottò Freud allontanandosi.

 

 

Cari e affezionati lettori e commentatori, devo informarvi che per ragioni varie (tra di esse pure la mia ignoranza del pensiero di molti filosofi del ‘900) potrei non aggiornare più questa fic per molto tempo. Però ciò non vuol dire affatto che sia conclusa, dunque non disperatevi e attendete con fiducia.

 

Risposte ai commenti:

 

RahizelRathalos: Già, fosse stata anche così la scuola...

 

Nefertari83: Beh, è un bel paradosso, ma per i matematici è stato certamente più sconvolgente il teorema di incompletezza di Godel.

 

Thiliol: Perché dici che ti ha rovinato la vita?

 

Suikotsu: In che senso, scusa? Sono d’accordo che per la vita di tutti i giorni è piuttosto irrilevante, ma è stato invece di fondamentale importanza nella ricerca dei fondamenti della matematica (e poi quella che ho esposto io è una vulgata, il vero paradosso si riferisce solo ad insiemi universali astratti).

 

Gea_Kristh: Grazie per i complimenti; hai fatto una tesina su Nietzsche? Ah, sono un ragazzo.

 

Evening_star: Hai ragione, sono stato troppo gentile, ma gli ho fatto venire comunque un bel mal di testa!

 

Pocahontas: Ora hai la prova empirica che non era finita, su questo nemmeno Russell avrebbe da discutere.

 

Cisky_90: Sei rimasta affascinata dal paradosso, come me. Eccellente!

 

Ninive: Forse per Rousseau mi sono ispirato a quello; esatto è una citazione dalle Operette: da quale di preciso?

 

Beal95: Ciao, sono contento che ti piaccia anche questa fic. Quanto all’altra, sto finendo l’ultimo capitolo, ma ho molto da fare di questi tempi, perciò non prometto nullla, ma prima o poi la concluderò...

 

Lovely Laura: Salute a voi, madamigella commentatrice. Dato che continuate a darmi del voi, ho deciso di adeguarmi alla vostra usanza. Spero vivamente di non avervi fatto stare troppo in ansia, o che per lo meno l’attesa sia stata ben ricompensata. Ossequi e omaggi a voi, madonna Laura.

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